venerdì 17 febbraio 2012

sociale 2

lunedì, 25 maggio 2009



Finardi, le emozioni raddoppiano



A quelle private si aggiungono quelle musicali davanti a 2000 fans

LUCA STICCOTTI

 BOLZANO. «Il successo è una cosa che capita per caso, non quando lo si cerca in modo spasmodico. La mia carriera è di fatto il lungo diario della crescita di un uomo, dei suoi accadimenti, del suo inconscio, del suo impegno. E tra le cose più significative, che mi hanno cambiato la vita, c’è senz’altro la nascita di mia figlia Elettra, nel 1982, affetta da sindrome di Down».
 Il concerto di Eugenio Finardi a Bolzano, ospite d’onore per i 30 anni dell’associazione Amici degli Handicappati ha avuto un preludio toccante nel pomeriggio di sabato. Al Centro Lovera di viale Europa si sono ritrovati vecchi fan, alcuni diversamente abili con le loro famiglie, poi giovani e giovanissimi, curiosi di conoscere un artista che ha fatto la storia della canzone d’autore italiana. L’incontro con Finardi è stata un’occasione privilegiata per conoscere l’uomo che sta dietro tante canzoni che hanno fatto parte della vita di molti di noi. Fin dalle prime parole l’autore milanese non ha nascosto la complessità del suo percorso, personale ed umano, e la ricchezza di significato che da essa ne è derivata. La doppia nazionalità, italiana e statunitense, l’origine tedesca della madre, gli inizi in un’epoca caratterizzata da grandi fermenti. I primi anni di rocker nell’Italia in trasformazione. Poi gli anni’80, del riflusso, della crisi creativa e della nascita della primogenita, con la necessità di confrontarsi con un orizzonte diverso da quello del successo e delle 200 date annue di tour nei palaport. Il percorso artistico di Finardi è stata conseguenza diretta di una vicenda umana faticosa. Poi la rinascita degli anni ’90, con prima la ricerca spasmodica di rientrare dall’ingresso principale nel mondo dello spettacolo e la scelta poi di ricercare dentro di sé le vere aspirazioni, una sincerità “vera” fino in fondo.
 L’artista ha concluso il suo intervento al Lovera sollecitando i presenti a dialogare, partendo da un interrogativo che la dice lunga sul nuovo rapporto che l’uomo Finardi ha instaurato con i compromessi della vita. «Fino a che punto è giusto» ha domandato, «aiutare le persone disabili a stare bene, crescere, sviluppare intelligenza e senso critico, se poi questo percorso produce come risultato la sofferenza atroce di essere effettivamente consapevoli della propria condizione?».
 La giornata bolzanina di Finardi è quindi proseguita in serata al Parco Europa davanti a più di 2000 persone, accorse per ascoltarlo. Un successone: entusiasti gli organizzatori, sorpreso e lusingato il cantante milanese, che in 2 ore ha sciorinato nella prima parte una serie di ballate, tra esse la bellissima “Verranno a chiederti del nostro amore” di De Andrè, poi alcune tra le canzoni dedicate alle donne come “Katia” e “Laura degli Specchi”. La prima virata musicale è giunta con la proposta di una serie di canzoni tratte dall’album “Anima Blues”, con la band in primo piano a scaldare il pubblico per il gran finale affidato a “Diesel”, “Extraterrestre” e naturalmente “Musica ribelle”. I musicisti accanto al cantante e Finardi stesso hanno manifestato, forse anche insieme al pubblico, un certo imbarazzo nell’interpretare le canzoni citate, trasudanti echi di un’epoca lontana.
 Ma la festa richiedeva questo. Lo ha detto Finardi stesso salutando il pubblico. E’ proprio la tenacia e la forza dell’idealità che motiva ancora dopo trent’anni le tante persone che si spendono per far vivere l’Associazione Amici degli Handicappati. Lì certe cose sono ancora vive, eccome, ed è per questo che è stato giusto fare festa, anche con la “Musica ribelle”.
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giovedì, 21 maggio 2009

Disabili e lavoro, parte il terzo «premio integrazione»



BOLZANO. Torna anche quest’anno, per la terza volta, il «premio integrazione lavorativa», a cui possono partecipare le aziende che occupano persone disabili e che hanno attivato, nell’ambito della propria organizzazione, particolari iniziative per favorirne l’integrazione lavorativa. Per presentare le candidature c’è tempo fino al 30 giugno.
 Le aziende interessate a partecipare al concorso devono presentare la propria candidatura alla Ripartizione lavoro utilizzando il modello presente sulla homepage www.provincia.bz.it/lavoro. Le candidature saranno esaminate da un apposito comitato. La scadenza per la presentazione delle domande è il 30 giugno 2009. «Il premio integrazione lavorativa - sottolinea l’assessore al lavoro Barbara Repetto - consiste in una somma di denaro pari a 5000 euro che viene destinata annualmente ad una azienda che si dimostra particolarmente sensibile nell’ambito dell’integrazione dei lavoratori disabili all’interno della propria organizzazione. Si tratta quindi di evidenziare iniziative di supporto al clima aziendale, l’istituzione di postazioni di lavoro particolarmente attrezzate per la rimozione di ostacoli all’impiego di persone disabili o altre misure che favoriscono l’integrazione lavorativa». In provincia di Bolzano oltre 1800 persone disabili sono stabilmente entrate nel mercato del lavoro.

Alto Adige 21-05-09
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mercoledì, 20 maggio 2009

«Via le barriere»  Disabili e architettura



 BOLZANO.  Oggi, Si-Mo Sicurezza&Mobilità, il centro di consulenza e documentazione sull’eliminazione delle barriere architettoniche e consulenza abitativa per anziani, organizza il convegno “Design for All & the City“. Il convegno vuole approfondire il concetto del “Design for All” nella sua concreta applicazione riguardo l’adattamento dell’esistente e la pianificazione futura nella progettazione architettonica di città e comuni. L’incontro si svolgerà oggi, dalle 9 alle 13, nell’aula SER-D1.03 della Lub. Considerando gli imminenti piani d’adattamento dei Comuni dell’Alto Adige, il convegno “Design for All & the City“ è di particolare attualità per progettisti, tecnici comunali e tutti gli altri interessati. I relatori presenteranno pratici esempi per la progettazione accessibile dello spazio pubblico in Europa e in Italia.


Alto Adige 20-05-09
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domenica, 17 maggio 2009



  Ora «Convivenza, nuovi passi avanti»


MARCO RIZZA

ORA. Due anni di lavoro, un questionario mandato a tutte le famiglie, un gruppo «di contatto» di 15 persone. È stato un impegno serio, quello per arrivare alla definizione delle «linee guida» per il futuro di Ora. Ma ora sono pronte e saranno presentate martedì con una festa in piazza Lona. Tra i punti più caldi: la convivenza e lo sviluppo del paese dopo la circonvallazione.
 Nel tardo autunno del 2006, presso la Haus der Vereine, prendeva il via il progetto «Linee guida per Ora». Due anni di continuo cammino, come dice adesso il sindaco Roland Pichler: «La cosa più importante di questo progetto è che è nato dal basso - racconta -. Abbiamo avuto un mare di incontri con la popolazione nel corso dei quali ciascuno ha potuto dire la sua. Abbiamo mandato un questionario a tutte le famiglie e più della metà ci hanno risposto. Abbiamo attivato un gruppo “di contatto” di una quindicina di persone che per due anni ha raccolto le segnalazioni. Quindi tutto quello che è contenuto oggi nelle Linee guida arriva dalla base e non dall’alto». E i temi di interesse certo non mancano. Per citarne solo due, nel corso degli incontri sono emerse le proposte per il paese dopo la circonvallazione e per migliorare ulteriormente la convinvenza: «Qui a Ora i rapporti tra i due gruppi sono ottimi - prosegue Pichler -, anche per la lunga tradizione del paese come luogo di passaggio tra nord e sud: in fin dei conti da noi sono sempre scesi i trentini della val di Fiemme... Anche tutte le polemiche di queste settimane sulla toponomastica o l’inno di Hofer da noi non sono arrivate. E la gente ci chiede di fare ancora di più, nelle scuole, nelle associazioni, nella società».
 La conclusione dei lavori e il prodotto finale sono, per Ora, così importanti che la presentazione non avverrà con una normale assemblea pubblica. Si è deciso invece di costruire intorno alla presentazione una vera festa (l’appuntamento è per questo martedì alle 20 in piazza Lona), con 3-4 associazioni locali che si occuperanno della musica e dell’intrattenimento e l’offerta di gastronomia tipica. Nel mezzo della festa i collaboratori del gruppo di lavoro presenteranno le linee guida. In realtà si tratterà più che altro di «istruzioni per l’uso» perché nel fine settimana le «Linee guida» arriveranno, sotto forma di volumetto, a casa di tutte le famiglie.

Alto Adige 17-05-09
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venerdì, 15 maggio 2009



Individuati  dalla Röchling 120 lavoratori per la Cig


Riceveranno una lettera a casa Albrigo: «Tensioni inevitabili»

Altri 35 dipendenti saranno demansionati Unica nota lieta: da settembre fatturato in leggero aumento

LAIVES. Individuati dalla Röchling i 120 lavoratori dello stabilimento di Laives che saranno messi in Cig a 0 ore. «A giorni - conferma Maurizio Albrigo della Cisl - saranno inviate le lettere agli interessati. I sindacati hanno condiviso i criteri, ma la scelta è stata dell’azienda». Non sono da escludere momenti di tensione, perchè operai e impiegati dovranno fare i conti con una forte riduzione degli stipendi. L’unica consolazione è la ripresa del settore auto: a settembre è previsto un aumento, rispetto al pianificato, del 20%.
 Dopo aver firmato l’accordo, la scorsa settimana, i vertici aziendali si sono ritrovati ieri con la Rsu e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Ai sindacati è stato sottoposto l’elenco dei profili professionali in esubero alla luce dell’annunciata riorganizzazione interna, che prevede l’accorpamento di diverse isole produttive e la soppressione di alcuni reparti. I criteri a cui ha fatto riferimento la direzione della Röchling per stilare l’elenco sono i carichi familiari, l’anzianità di servizio e le esigenze tecnico-organizzative. Ovviamente si è tenuto conto anche della versatilità dei dipendenti. Le lettere partiranno a giorni e sono destinate a provocare inevitabilmente tensioni. «Sarà difficile spiegare ad un lavoratore - ammette Albrigo - perchè è toccata a lui e non ad un altro. I criteri sono oggettivi, ma non sempre di facile comprensione». Anche perchè i 120, fra operai e impiegati, interessati dal provvedimento (dovrebbe scattare dal primo giugno) non percepiranno - per almeno un anno - più di 1000 euro. Non sono state prese ancora decisioni, invece, per i 35 lavoratori che saranno messi in mobilità. «Non saranno licenziati - precisa Albrigo - ma potranno restare in azienda con altre mansioni, ad un livello inferiore». Per l’individuazione di questi ultimi non è stato ancora fissato un termine. Per i lavoratori inizia ad intravedersi, peraltro, la luce in fondo al tunnel. «Ci è stato comunicato - conclude Albrigo - che si notano i primi segnali di una lenta ripresa, soprattutto per le auto medio-piccole. A settembre la Röchling prevede un fatturato superiore del 20% rispetto a quello pianificato ad inizio anno. Ciò significa che soprattutto gli operai del reparto produzione potrebbero rimanere in Cig a 0 ore per meno mesi del previsto». (max)

Alto Adige 15-05-09
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venerdì, 15 maggio 2009

Oggi l’incontro fra «I ragazzi del venerdì» e Argo Dog Therapy



La lezione degli addestratori

 BOLZANO. Il rispetto per gli animali, l’amore per loro e l’interesse per quello che gli amici a quattro zampe possono regalare, in senso sociale, possono essere al centro di un... passatempo. Esageriamo nel parlare di “passatempo”, ovviamente, perchè il passatempo in questione è in realtà il trascorrere un tempo formativo, di crescita caratteriale. In questo ambito il gruppo denominato “I ragazzi del venerdì” di Ora, in collaborazione con la scuola di educazione cinofila Argo Dog Therapy di Bolzano, ha organizzato per oggi un incontro-dimostrazione con i cani e i loro conducenti. L’incontro si terrà nel piazzale antistante la nuova aula magna vicino alla scuola elementare, in via Truidn a Ora e ha lo scopo di fare avvicinare animali e giovani, con dimostrazioni pratiche ed esercizi di abilità. La manifestazione inizierà alle ore ore 15.30, durerà qualche ora e la partecipazione è libera e aperta a tutti, in modo particolare a ragazzi e giovani.
 Ma chi sono “I ragazzi del venerdì”? E’ un gruppo nato l’11 febbraio 2006 e la cui attività si svolge nella sala Don Bosco della parrocchia in lingua italiana di Ora. Il gruppo è formato da ragazzi di età compresa tra 11 e 18 anni che, nel periodo scolastico, si ritrovano tutti i venerdì sera dalle 20 alle 22. Le serate del venerdì vengono normalmente suddivise in due fasi: la prima (creativa) in cui si lavora o si discute, e la seconda (distensiva) in cui si gioca, si ascolta musica e si chiacchiera. Il gruppo è nato grazie alla richiesta di alcuni genitori, che avendo trascorso parte della loro infanzia tra le mura dell’oratorio Don Bosco, sentivano il bisogno di far provare tale esperienza anche ai loro figli. Tramite l’intercessione di don Luciano, l’attuale coordinatrice del gruppo, Elisabetta Patton, aiutata da Marco Lunz, ha dato vita ai “Ragazzi del venerdì”. Molto importante è il sostegno dato dal Gruppo Anziani di Ora, in modo particolare alla presidente Luisa Kasal, che specialmente nella fase iniziale ha contribuito in modo concreto affinché il gruppo prendesse vita.
 All’inizio i ragazzi che partecipavano al gruppo erano solo quattro o cinque, ma già al termine del primo anno di attività sono arrivati ad essere una decina; il secondo anno sono diventati una quindicina, mentre per l’anno in corso sono arrivati a superare le 20 unità. Attualmente il gruppo è diretto sempre da Elisabetta Patton, coadiuvata da Leda Rossi, Mario de Concini e Tullio Bonazzo. Da quest’anno è partito anche un’incontro settimanale il mercoledì sera dalle 20 alle 21.30.

Alto Adige 15-05-09
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venerdì, 15 maggio 2009



Appello del vescovo per la convivenza «No alle tensioni»


Il presule: sommo bene che non dev’essere messo mai in pericolo Sul tema è in arrivo una lettera pastorale


 BOLZANO. “E’ un segno di responsabilità di tutti non alimentare tensioni etniche attraverso azioni e parole”. Il vescovo Karl Golser parla chiaro. “Il sommo bene della convivenza pacifica non deve essere messo in pericolo, così, con leggerezza”, dice monsignor Golser. Sulla convivenza il presule aveva già avuto modo di dire la sua nei mesi scorsi. «Dobbiamo crescere insieme e per farlo occorre conoscersi, avere più possibilità ed occasioni di incontro. Purtroppo alcuni partiti politici lavorano per creare nemici: questa è una strada sbagliata», così il vescovo. A breve sul tema potrebbe arrivare una lettera pastorale.
 “Cristo è la nostra pace e noi siamo chiamati a essere portatori di pace”, ha detto il vescovo Karl Golser durante la messa nella chiesa dell’abbazia di Novacella nell’ambito del pellegrinaggio notturno organizzato dalla Kmb (Katholische Männerbewegung). Nel corso dell’omelia il presule ha sollecitato che fede e amore verso il prossimo siano sfidati dalla sempre più crescente tendenza a eliminare una vera religiosità cristiana. “Aiutiamoci a capire il messaggio di amore del Cuore di Gesù e ad essere sempre più attaccati a lui e radicati in lui”, ha detto il vescovo. Quest’ultimo, durante l’omelia, è intervenuto anche sugli sviluppi, tutt’altro che pacifici in tema di rapporti tra gruppi linguistici in Alto Adige. “È un segno di responsabilità di tutti, non alimentare tensioni etniche attraverso azioni e parole. Il sommo bene della convivenza pacifica non deve essere messo in pericolo con leggerezza”, questo il monito di Golser, che mai ha fatto mistero di voler svolgere il suo mandato episcopale nel solco tracciato dai predecessori, Gargitter ed Egger.
 Le prime parole da vescovo, appena nominato nel dicembre scorso da Papa Ratzinger furono: «Cristo ha abbattuto i muri che dividono gli uomini. Intendo parlare di tutti i gruppi linguistici sul territorio, compreso chi è arrivato negli ultimi anni e desidera vivere in pace con noi». Poi indugia a lungo su San Paolo, sulla lettera in cui è scritto: «Egli (Cristo, ndr) è infatti la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in sé stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce». E poi ancora, pochi giorni prima della consacrazione: «Dobbiamo crescere insieme e per farlo occorre conoscersi, avere più possibilità ed occasioni di incontro. Purtroppo alcuni partiti politici lavorano per creare nemici: un errore», così il vescovo. E per dare un segnale forte agli altoatesini a breve sul tema delle convivenza potrebbe arrivare una lettera pastorale. (m.dal)


Alto Adige 15-0509
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giovedì, 14 maggio 2009


Dall’asilo nido al doposcuola all’Alumix arrivano i bambini


Giardinetto esterno e palestra a disposizione pure delle associazioni


BOLZANO. In zona industriale stanno per arrivare i bimbi, ossia i figli di chi lavora nei dintorni di via Volta: Iveco, Acciaierie, Autocity e consorzi vari. La Provincia, infatti, il prossimo aprile comincerà i lavori di ristrutturazione degli ex edifici amministrativi dell’Alumix, sulla sinistra rispetto al cancello d’entrata dello stabilimento. A partire dall’anno scolastico 2011/2012 l’elegante palazzina razionalista anni Trenta ospiterà 35 bimbi, suddivisi in due gruppi: da 0 a 3 anni e dai 6 ai 10. Insomma, un asilo nido aziendale - il quarto in provincia - più un doposcuola per alunni delle elementari.
 Il polo scientifico e tecnologico previsto dalla Provincia all’ex Alumix è di là da venire. La ristrutturazione dell’ex fabbrica potrebbe partire nel 2010, per terminare nel 2012, ma la conclusione dei lavori - nuove palazzine per le aziende high tech comprese - non arriverà prima del 2015. Ma l’area si animerà già prima.
 La proposta era nata nella scorsa legislatura, assessore Luisa Gnecchi, su iniziativa della ripartizione provinciale Innovazione Ricerca Sviluppo e Cooperative. Le richieste da parte di mamme e papà erano tante, e occorreva correre ai ripari. Ora il progetto preliminare è pressoché pronto ed entro l’anno si concluderà quello esecutivo, in maniera da partire con i lavori nella primavera ventura. La progettazione infatti è stata slegata - volutamente - da quella del polo tecnologico, per il quale si è dovuta bandire una gara europea. Per la progettazione della struttura per l’infanzia - questo il termine più corretto - si è invece scelta un’altra strada. Trattandosi di un appalto per una cifra inferiore ai 2,5 milioni di euro, la si è potuta progettare in casa. In altre parole, il progetto è stato direttamente curato da due tecnici provinciali, gli architetti Paolo Bellenzier (ufficio Edilizia Est) e Josef March (caporipartizione). Una prassi inusuale, la progettazione interna. Per lo meno fino a qualche tempo fa. Poi, però, ci si è messa di mezzo la crisi economica e così si è ritenuto opportuno internalizzare il servizio. In tal modo si spende meno, mentre i tecnici si tengono in allenamento e il loro livello di soddisfazione professionale pare vada crescendo: due piccioni con una fava.
 I lavori di ristrutturazione della palazzina, sotto tutela, costerà nel complesso 1,8 milioni di euro. La struttura per l’infanzia occuperà una superficie di 370 metri. La cubatura sarà di circa 4.000 metri. L’asilo-doposcuola sarà disposto su tre piani, due sopraterra e uno sotterraneo, dove verrà allestita una piccola palestra, con spogliatoi e servizi igienici, che nelle ore serali verrà messa a disposizione delle associazioni che ne faranno richiesta. Ospiterà fino a 35 bambini, suddivisi in due gruppi distinti, che potranno usufruire anche di un tranquillo giardinetto interno, di un atelier artistico e altro.
 Si tratta del quarto asilo aziendale altoatesino realizzato dalla Provincia dopo la Röchling di Laives, la Syncom di Bressanone, la Fiera a Bolzano. Le strutture - oggi ospitano in totale un centinaio di bimbi - vengono interamente finanziate e realizzate dall’amministrazione provinciale per poi essere messe a disposizione delle aziende, alle quali spetta consorziarsi e indire un bando di gara per la gestione, di solito presa in carico da una della tre cooperative altoatesine operanti nel settore. I costi di gestione vengono sostenuti per il 33% dalla Provincia, ma si sta pensando di portare il contributo al 50% per le aziende in difficoltà, con dipendenti in cassa integrazione, come ad esempio nel caso della Röchling. Di più: le aziende socialmente virtuose - attente cioè ad offrire ai dipendenti mense e asili aziendali, orari flessibili ecc. - riceveranno degli incentivi economici. Allo scopo si prevede una specifica norma da inserire nella cosiddetta legge omnibus. Insomma, la Provincia le sta provando proprio tutte. Perché, nonostante i dipendenti abbiano davvero bisogno di servizi aggiuntivi, troppe aziende nicchiano.

DAVIDE PASQUALI

Alto Adige 14-05-09
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mercoledì, 13 maggio 2009


Convegno alla Lub presente il Comune



 LAIVES. Sarà presente anche il Comune di Laives al convegno «Design for all» il 20 maggio alla Università di Bolzano. «Ci hanno chiesto di illustrare il nostro programma di eliminazione delle barriere architettoniche - dice l’assessore Giorgio Zanvettor - Spiegheremo che noi, da tempo, in collaborazione con il gruppo di lavoro disabili, ci siamo dotati di schede in base alle quali programmiamo i nostri interventi di eliminazione delle barriere».

Alto Adige 13-05-09
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mercoledì, 13 maggio 2009


Assistenza diurna, la struttura da luglio





Il centro di accoglienza è un servizio dedicato a persone non autosufficienti


LAIVES. Un’altra, importante struttura sociale si sta per concretizzare. Aprirà con tutta probabilità nel prossimo luglio, il nuovo centro di assistenza diurna ricavato in alcuni locali del centro di degenza Domus Meridiana, in via Sottomonte. Intanto ha un nome ed è anche questo mediato dalla lingua latina: “Dies-is” che, come spiega Marco Maffeis, direttore della casa, vuol significare «una giornata con tono elevato». La sede è pronta comunque e intanto si possono fare le domande di iscrizione, tenendo conto che nominalmente sarà in grado di ospitare 8 persone.
 «In sostanza - spiega Maffeis - ci manca solo la concessione dell’autorizzazione da parte della Provincia e noi siamo pronti per iniziare. Chi vuole fare richiesta per questo servizio può già contattarci e sempre qui alla Domus Meridiana si trovano i moduli per la richiesta». Il centro di accoglienza è un servizio dedicato a persone non autosufficienti, che al centro possono trascorrere tutta o parte della giornata. La possibilità sono molto flessibili e si potrà accedere ad esempio alle 8 di mattina per uscire poi alle 16.30, dopo avere usufruito anche di tutte le possibilità offerte dalla Domus Meridiana. Chi invece sceglierà mezza giornata avrà l’opzione tra mattina o pomeriggio ed infine, l’orario prolungato, dalle 8 alle 17.30. Agli ospiti verranno garantite prestazioni come la cura e l’assistenza globale mirate all’effettivo bisogno e al sostegno delle capacità residue della persona. La tutela e la difesa della sfera intima e privata, il rispetto della personalità e la possibilità di partecipare a varie iniziative che gli operatori organizzeranno ogni giorno. «Durante le prime visite domiciliari - dice il direttore - abbiamo anche incontrato un problema: quello del trasporto. Così stiamo valutando in collaborazione con l’associazione trasporto solidale Avulss di Laives, la possibilità di allestire un servizio, mettendo a disposizione un nostro mezzo, ma solo per coloro che non hanno altre possibilità di spostarsi. Ci attendiamo la collaborazione dei familiari nel limite del possibile. Questo servizio lo stiamo valutando». Per quanto riguarda la frequentazione del centro, le richieste saranno valutate prima in ordine cronologico di presentazione, con precedenza eventuale assegnata a chi risiede a Laives.


Alto Adige 13-05-09
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mercoledì, 13 maggio 2009



Tariffe notarili, offerta sconto


L’iniziativa della categoria è legata alle norme provinciali sulla riqualificazione energetica

Prezzi speciali per la ristrutturazione dei sottotetti



 BOLZANO. I notai altoatesini sono disponibili ad applicare uno sconto del 25 per cento sulla tariffa di spettanza in presenza di sottoscrizioni di contratti per finanziamenti o crediti relativi alla ristrutturazione di sottotetti connessa al risparmio energetico. Un’offerta in tal senso è stata sottoposta all’assessore provinciale all’ambiente ed energia Michl Laimer dai responsabili dell’ordine dei notai guidati dal presidente Paolo Pantozzi e da Walter Crepaz.
 Come sottolinea Laimer in una nota, la disponibilità dichiarata dai notai di applicare lo sconto di un quarto sulla tariffa applicata in sede di stipula di contratti riferiti a finanziamenti e crediti per ristrutturazioni edilizie ed energetiche dei sottotetti, costituisce un ulteriore aiuto nei confronti dei proprietari di abitazioni e dovrebbe contribuire a superare l’attuale congiuntura.
 Con la legge relativa alla possibilità di ristrutturare i sottotetti, la Provincia consente di ottenere nuova cubatura senza occupare aree aggiuntive e allo stesso tempo promuove la riduzione del consumo energetico e delle emissioni di Co2.
 Le tariffe ridotte potranno essere applicate dopo l’approvazione da parte della giunta provinciale del regolamento esecutivo alla legge alla quale sta attualmente lavorando il dipartimento dell’assessore Laimer.
 «La nostra iniziativa - spiega il presidente dell’ordine Pantozzi - è una sorta di operazione simpatia da parte di una categoria ingiustamente accusata di essere troppo esosa. Inoltre è un modo per sostenere e favorire la riqualificazione energetica degli edifici». Tariffe e relativi sconti sulle parcelle in caso di richiesta di mutui verranno pubblicati in internet subito dopo l’approvazione del regolamento esecutivo della legge. Le tariffe “speciali” annunciate dai notai contribuiranno a favorire le migliorie a livello di risparmio energetico, volute anche per sostentere l’edilizia che attraversa un brutto momento.

Alto Adige 13-05-09
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lunedì, 11 maggio 2009




Eugenio Finardi in concerto



sabato 23 maggio 2009           Parco Europa: Inizio ore 21:00

In occasione della trentesima edizione della marcia non competiva "Camminiamo Insieme" l'Associazione Amici degli handicappati, in collaborazione con il circolo Culturale Masetti, organizza il concerto del cantautore di fama nazionale Eugenio Finardi.
Vi aspettiamo tutti a Parco Europa!
Ingresso LIBERO!
Sono previsti dalle 18.00 stand gastronomici
Sarà inoltre possibile per tutti gli interessati partecipare nel pomeriggio di sabato 23 maggio ad un “dialogo” con Eugenio Finardi che si terrà dalle ore 17.00 fino alle 18.30 (circa) presso la sala teatrale del Centro Lovera in Viale Europa 3 a Bolzano!

domenica 24 maggio 2009

CAMMINIAMO INSIEME marcia non competitiva di 5 km

 Ore 10.00
Ritrovo: Tendone presso Parco Europa
SS. Messa
Ore 11.00
Partenza della marcia
Musica
Stand gastronomici
Spettacolo di intrattenimento con FRANZ & BEPI
giochi per bambini
Premiazione
Ore 18.00
Conclusione manifestazione
Iscrizione alla partenza il giorno della manifestazione
>>> come raggiugerci

Articolo di Eugenio Bizzotto

30a EDIZIONE CAMMINIAMO INSIEME
Bolzano 23 – 24 maggio 2009
Un week end all’insegna della solidarietà, della riflessione, della musica e del divertimento, è questo quanto ha in programma l’Associazione amici degli handicappati di Bolzano per sabato 23 e domenica 24 maggio presso il Parco Europa a Bolzano.
La due giorni di eventi è stata organizzata per festeggiare il prestigioso traguardo della trentesima edizione della marcia non competitiva “Camminiamo insieme” che ogni primavera si tiene nella città capoluogo e che rappresenta il culmine dell’attività annuale dell’associazione. Il gruppo, composto esclusivamente da volontari, dalla fine degli anni ’70 si impegna per promuovere l’inserimento sociale delle persone disabili, organizzando attività di tempo libero (soggiorni marini, gite, feste, iniziative sportive, culturali, ecc.) e offrendo nel contempo un’importante occasione d’incontro ed integrazione per tutti i partecipanti alle attività.
Quest’anno, per celebrare la trentesima edizione della camminata, l’Associazione ha programmato per la mattina del sabato una conferenza con gli studenti delle scuole superiori altoatesine dal titolo “L’impegno sociale dei giovani ai tempi di facebook” che vuole costituire un momento di incontro, riflessione, discussione e confronto sul mondo del volontariato giovanile in Alto Adige e di sensibilizzazione dei giovani verso l’impegno sociale e verso nuove forme di cittadinanza attiva. Alla conferenza, che si terrà presso il Parco Europa, parteciperanno Gino Mazzoli, esperto a livello nazionale in materia di volontariato, i rappresentanti della “Casa della solidarietà” di Milland presso Bressanone, importante ed originale esperienza di impegno sociale unica nel suo genere a livello locale, i volontari dell’Associazione degli Amici nonché un rappresentante della Federazione delle associazioni operanti in campo sociale in provincia di Bolzano.
La sera del sabato è previsto il concerto gratuito del cantautore di fama nazionale Eugenio Finardi che si terrà sempre al Parco Europa con inizio alle ore 21.00. Finardi è stato uno dei protagonisti musicali degli anni '70, un decennio molto intenso, denso di utopie e di eventi. Il suo contributo è stato molto significativo nell'ambito della musica d'autore e più in generale della cultura giovanile, sia dal punto di vista dei temi trattati nei testi, che dal punto dell'innovazione musicale. L’artista ha sempre riservato un’attenzione particolare all’impegno sociale ed è pertanto significativa la sua presenza in occasione della “due giorni” di eventi programmati dall’Associazione degli Amici degli handicappati.
Grazie alla collaborazione con l’Associazione culturale Ermete Lovera sarà inoltre possibile per tutti gli interessati partecipare nel pomeriggio di sabato 22 maggio ad un “dialogo” con Eugenio Finardi che si terrà alle ore 17.00 presso la sala teatrale del Centro Lovera in Viale Europa 3 a Bolzano e che rappresenterà un preludio al concerto serale. Sarà questa un’occasione preziosa per confrontarsi direttamente con l’artista sui temi dell’impegno dei giovani nella nostra società, sulle differenze tra i ragazzi di ieri e quelli di oggi e di come questa realtà può essere raccontata attraverso le canzoni.

La giornata di domenica 24 maggio sarà poi interamente dedicata alla 30° edizione della marcia “Camminiamo insieme”. È questo un importante traguardo per una piccola associazione che in tre decenni di attività si è sempre avvalsa del supporto esclusivo di volontari e che ha percorso realmente un lungo cammino contribuendo alla crescita e alla formazione di tanti giovani della nostra provincia. L’Associazione rappresenta un luogo d’incontro e di integrazione che offre a persone disabili e non di maturare preziose esperienze, aprendosi all’incontro dell’altro, nell’empatia e nel rispetto. La prima edizione della Marcia si tenne nel lontano 1979 presso Andriano mentre numerose sono state le edizioni svoltesi all’Agruzzo, nelle campagne a sud di Bolzano. Nel frattempo sono ormai 10 anni che la manifestazione si tiene a Bolzano trovando come base, anche per la festa che accompagna l’evento, il Parco Europa in prossimità delle Caserme dei vigili del fuoco di Via Druso 116.
Il ritrovo è fissato per le ore 10.00 presso il tendone del Parco Europa e la giornata avrà inizio con la celebrazione della messa. Alle 11.00 verrà dato il via alla camminata non competitiva che si snoderà lungo un percorso di circa 5 chilometri terminando sempre al Parco Europa. Presso il campo sarà possibile pranzare intrattenendosi con musica, giochi e spettacoli per adulti e bambini. In particolare nel pomeriggio è in programma uno show del duo comico Franz e Bepi. A metà pomeriggio è prevista la premiazione dei partecipanti con conclusione della manifestazione intorno alle 18.00.

I due giorni di eventi sono realizzati con il determinante supporto di numerose associazioni e con il contributo della Provincia autonoma di Bolzano, Assessorato alla famiglia e alle politiche sociali, Fondo speciale per il volontariato e Ripartizione cultura italiana nonché del Comune di Bolzano – Circoscrizione Don Bosco.
La giornata di domenica sarà l’occasione per ripercorrere idealmente insieme ad amici, familiari ma anche semplici interessati il lungo cammino di questi 30 anni di impegno sociale che ha contribuito fattivamente al processo di integrazione delle persone diversamente abili e che ha permesso alle famiglie di trovare nei volontari dell’Associazione un valido supporto e un aiuto concreto.
 

Come raggiungerci e dove parcheggiare

Per chi arriva dall'autostrada
Uscita dell'A22 Bolzano Sud
Svolta leggermente a destra in Via Torricelli (indicazioni per Bolzano Centro 0,7 km)
Alla rotonda, prendi l'uscita 3a per Via Volta (0,4 km)
Prosegui su via Resia (0,9 km)
Svolta a destra in Via Milano
50 mt. sulla sinistra c'è il parcheggio

Per chi arriva da Merano
Uscita Mebo di Appiano
Mantieni la destra al bivio, segui le indicazioni per Frangarto/Cornaiano/Bolzano
Svolta a destra in SS42
Alla rotonda, prendi l'uscita 2a per Bolzano centro (0,3 km)
Svolta a destra in via Resia (0,6 km)
Svolta a sinistra in Via Milano
50 mt. sulla sinistra c'è il parcheggio


da: http://www.aadh.it/30anni/dett_marcia.asp

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venerdì, 08 maggio 2009


Anche la commedia serve per la solidarietà



LAIVES. Anche quest’ anno la 13º edizione «Teatro in Pineta» chiude i battenti con una serata di beneficenza i cui incassi andranno sia all’Associazione “Amici degli handicappati” di Bolzano, un gruppo di volontari che lavora a favore delle persone disabili, sia ai terremotati dell’Abruzzo. La compagnia di teatro amatoriale Piccolo Teatro Pineta di Laives, porterà in scena, sabato 16 maggio, al Teatro delle Muse, «Apri tu per favore», una commedia in due atti di Sergio Marolla. Con questo testo - che ha debuttato alla IV rassegna nazionale di teatro amatoriale “Premio Serafino Aquilano” de L’Aquila, dove ha avuto la nomination per la miglior scenografia e per la miglior messa in scena - il napoletano Marolla, ha vinto anche il primo premio come miglior attore. Quest’anno la scelta, per la serata di beneficenza, è caduta sull’associazione bolzanina che aiuta le persone che soffrono di handicap: organizza gite in Italia e all’estero, concerti, feste, uscite durante i week-end, serate a teatro, soggiorni estivi al mare oltre alla grande manifestazione «Camminando Insieme - Wir Wandern zusammen». Per l’associazione, il 2009 è un anno molto importante: ricorre infatti il 30esimo anniversario della «marcia» con il clou della manifestazione nei due giorni di “Festa al Parco Europa” di Bolzano, sabato 23 e domenica 24 maggio.
 Secondo il Piccolo Teatro Pineta: «Quest’ultima era l’iniziativa per la quale volevamo attribuire la nostra unica e particolare attenzione ma quanto accaduto in Abruzzo ha richiesto la massima solidarietà anche per i terremotati e quindi chiediamo al nostro pubblico, sempre presente e partecipe a queste iniziative di solidarietà, il desiderio, l’impegno e la voglia di onorare e di esaurire ogni posto del teatro delle Muse al fine di poter raccogliere più fondi possibili». (d.m.)

Alto Adige 08-05-09
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mercoledì, 06 maggio 2009


In tempo di crisi ritorna utile anche  il baratto online!



Zerorelativo.it si ripropone come servizio online per scambio di oggetti. In sostanza permette agli utenti interessati di mettersi in contatto tra loro per scambiare oggetti che non utilizzano più.
Il motto è: “Diamo valore agli oggetti. Tutto si riutilizza. Tutto si scambia. Niente si butta“.
Il sito dichiara che non guadagnerà nulla dalle transazioni/scambi, mettendo in chiaro il concetto dello scambio gratuito, che varrà sia per il sito stesso che per gli utenti registrati, infatti non sono accettate inserzioni con prezzi di vendita o transazioni che necessitano di una transazione di denaro.
Si può inserire veramente di tutto: libri, cd, riviste, dischi, scooter, automobili, telefoni, biciclette, macchine da scrivere, fumetti, casa per le vacanze, frigoriferi, divani, cucine, computer, collezioni, figurine e chi più ne ha più ne metta.
Al termine della transazione verrà scambiato un commento di feedback che poi verrà salvato in un database accessibile a tutti.

una occhiata anche: http://zerorelativo.org/

Non mi resta che augurarvi…buono scambio!

La redazione
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mercoledì, 06 maggio 2009


Crisi economica e interventi del Comune di Laives



La crisi economica in questi ultimi mesi ha avuto una violenta accelerazione anche nella nostra provincia e chi si era illuso che la nostra autonomia ci avrebbe in qualche modo protetto, ha dovuto ricredersi. Mobilità, cassa integrazione, licenziamenti, ecc. nei primi tre mesi dell’anno ci dicono che siamo di fronte ad una situazione veramente drammatica che richiede interventi straordinari.
Il solo dato dei disoccupati a Laives vede un balzo dal 2,7% del 2008 al 4,1 dei primi due mesi del 2009 e su questa situazione già di per sé preoccupante, sono piombati in questi giorni i dati sui lavoratori messi in mobilità alla Roechling Automotive di Laives, la notizia della chiusura della Centralauto, della perdita di mille posti di lavoro nel commercio, delle difficoltà di aziende come le Acciaierie, tutti settori in cui sono occupati molti dei nostri concittadini.
Da parte nostra non possiamo che sottolineare ancora una volta come la crisi venga fatta pagare ai soli che non ne hanno responsabilità, e cioè ai lavoratori, e che firmare accordi al ribasso, rinunciare a diritti conquistati con fatica nei decenni scorsi, non mette al riparo dalle conseguenze più nefaste dei cicli economici.
Oggi che siamo nell'occhio del ciclone a nulla servono però le polemiche, ma occorre che chi può si dia da fare per alleviare le conseguenze che si avranno sulle famiglie di questi lavoratori. Anche il nostro comune in questa situazione di eccezionalità deve intervenire e non può nascondersi dietro a difficoltà di bilancio.
La volontà politica da parte dell’amministrazione pare esserci e la riprova ci sarà nel prossimo consiglio comunale quando verrà discussa una nostra mozione intesa ad ottenere, per questi lavoratori, che l'amministrazione si faccia carico del pagamento almeno delle tariffe di competenza comunale.

Rifondazione Comunista - Laives
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martedì, 05 maggio 2009

Alimentari, Bolzano quinta città più cara



 BOLZANO. È di 3.840 euro la spesa media annua di una famiglia bolzanina per i beni di prima necessità. Dal pane al latte, dal prosciutto all’acqua minerale, dai pelati allo zucchero, dalla pasta al caffè tostato: venti prodotti di uso quotidiano inseriti in un paniere base ridotto al minimo indispensabile. Insomma, tutti o quasi prodotti di cui nessuna famiglia può fare a meno, un paniere ideale per confrontare i prezzi tra le varie città. Bolzano è al quinto posto, superata nella graduatoria del caro-vita da Rimini, Ferrara, Aosta e Treviso. Trento è molto più indietro, la spesa è più conveniente del 10%.
 La graduatoria è stata stilata dal “Sole 24 Ore” che ha incrociato i dati dell’osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico con quelli dei consumi pro capite. In questo modo è stato possibile arrivare a calcolare la spesa annua per una famiglia media. Per il confronto sono stati scelti venti prodotti di prima necessità, prodotti a cui è difficile rinunciare. Si tratta di un carrello della spesa “minimal”, che comprende solo alimentari, rigorosamente di largo uso: pane, latte, pasta, riso, olio, pomodori pelati, parmigiano reggiano, caffè, biscotti frollini, zucchero e via di questo passo.
 Per i consumatori bolzanini c’è poco da stare allegri. Il conto finale per famiglia è di 3.840 euro all’anno, giusti giusti 320 euro al mese. Solo per gli alimentari. C’è chi si consola guardando a chi sta peggio: a Rimini e Ferrara il paniere dei prodotti base ha un costo annuo che è superiore ai quattromila euro e anche le famiglie di Aosta e Treviso spendono qualcosa in più rispetto a quelle bolzanine.
 Nel resto d’Italia, però, la spesa è inferiore. Scontata la differenza con le città del sud (la spesa più conveniente d’Italia la si fa a Napoli, dove si spendono poco più di tremila euro all’anno), un po’ meno quella con realtà vicine. A Trento la spesa annua per una famiglia media è di 3.487 euro, ovvero 290 euro e spiccioli ogni mese. La differenza rispetto a Bolzano è del 10% circa, in pratica quasi un euro al giorno che alla fine di un anno significa una spesa inferiore di 353 euro all’anno.
 Da dove nascono le differenze? Un chilo di pasta a Bolzano costa mediamente 1,65 euro, a Trento 1,24. Un chilo di zucchero 1,16 euro contro 86 centesimi. Una confezione da 6 bottiglie da 1,5 litri di acqua minerale 2,42 euro contro 2,13. E un chilo di pane costa 4,08 euro a Bolzano e 2,99 euro a Trento. Si risparmia sul latte fresco (a Bolzano costa 1,19 euro, a Trento 1,31) e anche sul riso (2,14 euro al chilo a Bolzano contro i 2,31 euro di Trento). Ma sono le eccezioni che confermano la regola.
 Il confronto con le altre città vicine: a Brescia la spesa media è di 3.682 euro, a Udine di 3.669, a Pordenone di 3.627. Padova si attesta a quota 3.568 euro, Belluno a 3.564, Vicenza a 3.487. Oltre al differenziale tra Nord e Sud, le variabili che più incidono sugli scontrini secondo gli esperti sono la concorrenza tra le catene della grande distribuzione e la vicinanza ai confini.

Alto Adige 05-05-09
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venerdì, 01 maggio 2009


Sigarette vietate a chi ha meno di 16 anni 


Il Senato prepara il giro di vite: multa fino a 150 euro a chi trasgredisce

ROMA. Divieto generalizzato di fumo per chi ha meno di 16 anni e obbligo per i tabaccai di vendere sigarette solo ai maggiorenni: sono alcune delle novità del disegno di legge contro il tabagismo che la commissione Sanità del Senato esaminerà da mercoledì in sede deliberante. Il ddl è stato presentato da Ignazio Marino del Pd, ma è stato firmato anche dal presidente della commissione Antonio Tomassini, del Pdl.
 Il testo aveva iniziato il suo cammino in commissione a gennaio in sede referente, ma è stata chiesta e ottenuta la sede deliberante che ne accelererà il varo. Quattro anni dopo l’entrata in vigore della legge Sirchia che ha vietato il fumo nei locali pubblici, per Marino è arrivato il momento «di fare di più». In Italia, ha ricordato il senatore, i fumatori sono circa 12 milioni, il 24,3 per cento della popolazione adulta.
 Secondo un’indagine condotta dalla stessa commissione Sanità nel 2005, fumano il 32,6 per cento dei ragazzi e il 20,7 per cento delle ragazze tra i 15 e i 24 anni. Mediamente i giovani iniziano a fumare a 13 anni e le più precoci sono le ragazze a 12 anni.
 Queste in sintesi le principali novità che si intendonoil ddl intende introdurre.
 Stop a fumo sotto i 16 anni. La legge attualmente vieta il fumo per i minori di 16 anni solo nei luoghi pubblici. Si prevede invece un divieto generalizzato di fumo. Per chi é scoperto a fumare, multe tra i 50 e i 150 euro.
 Sigarette solo ai maggiorenni. I tabaccai potranno vendere sigarette solo ai maggiorenni e avranno l’obbligo, in caso di dubbio sull’età dell’acquirente, di chiedere la carta d’identità. I rivenditori rischiano una multa tra 250 e 1.000 euro e la sospensione della licenza per 1 mese. In caso di recidiva, la sanzione sale da 500 a 2.000 euro con sospensione della licenza per 6 mesi.
 Distributori automatici. Dovranno essere dotati di un lettore di carte a banda magnetica con l’identità dell’acquirente.
 Fumo nelle scuole. Divieto tassativo di fumare nelle scuole di ogni ordine e grado.
 Controllo di qualità. Le modalità di misurazioni delle sostante contenute nelle sigarette saranno applicate a tutti i prodotti del tabacco. Il ministero della Salute farà controlli quinquennali.
 Foglietti illustrativi. Arriva il ’bugiardino’ anche per le sigarette. Nei pacchetti e nelle confezioni degli altri prodotti del tabacco dovranno esservi foglietti con le sostanze contenute e i possibili effetti che ne derivano.
 Tasse. Le aliquote di base saranno uguali per tutti i prodotti del tabacco e pari a quelle per le sigarette. (A.G.)

Alto Adige 01-04-09
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mercoledì, 29 aprile 2009


Testimonianza storica sull'Alto Adige


Canonico Gamper

Major dei “cappelli piumati” o non piuttosto ricercatori e storici sudtirolesi e anche ...

 Major dei “cappelli piumati” o non piuttosto ricercatori e storici sudtirolesi e anche italiani, sia di matrice cattolica, sia laici, oltre a quei Dableiber che riuscirono a salvarsi la pelle? Quei cartelli “antinazisti” sono apparsi null’altro se non la classica “foglia di fico” di agitatori senza pudore che, come ha detto una consigliera comunale di Brunico, hanno tentato di “portare la guerra dove regna la pace”. Ma la presa di posizione più drastica e senza reticenze, anche se non rivolto specificatamente ai tristi eventi di questi giorni, porta la firma di una figura ormai storica e insospettabile in fatto di fedeltà alla Heimat: la signora Martha Ebner. La “Frau Ebner” è nota oggi per essere la madre del parlamentare europeo nonchè amministratore delegato dell’Editrice Athesia Michl e del direttore del Dolomiten Toni junior, ma per le generazioni più anziane, è ricordata soprattutto come nipote dello zio Kanonikus Michael Gamper, storico e tenace difensore della popolazione sudtirolese sotto tutte le dittature, con rischio e meriti non inferiori a quelli di Andreas Hofer. Fondatore di quella che diventò poi la casa editrice Athesia, lui stesso giornalista, promotore delle Katakombenschulen, dopo aver lottato per anni contro il regime fascista, Mons. Gamper con l’avvento dell’occupazione nazista (che il vice sindaco Ellecosta si ostina a definire “liberatori”), dovette darsi alla macchia sfuggendo in extremis alla Gestapo, che lo aveva schedato come “nemico pubblico n.1” per il suo impegno di convinto Dableiber, contro la feroce campagna nazista a favore della Germania nelle opzioni del 1939, continuando la sua attività politica nel dopoguerra, fino alla scomparsa nel 1956. Un’attività, fra l’altro, in netto dissenso con l’allora vescovo di Bressanone Johann Baptist Geisler, nativo di Mayrhofen, in Austria e morto nel 1954, notorio filonazista e palese fautore delle opzioni a favore della Germania di Hitler, per il quale lui stesso optò.
 Sotto il titolo “Perdonare sì, dimenticare mai” Martha Ebner intervenne sul “Dolomiten” del 28 febbraio scorso, con un corsivo (Gastkommentar) per contestare le affermazioni contenute in una lettera al giornale inviata da una lettrice di Lajon, la quale affermava che fra gli optanti “ci furono solo vittime e nessun persecutore”.
 “Questa affermazione non può non essere contraddetta - esordiva nella sua contestazione la signora Ebner, che così proseguiva - io stessa ho vissuto di persona quel doloroso periodo. Non ci furono solo vittime, bensì anche molti persecutori sudtirolesi. Gli ebrei che vivevano nel Sudtirolo furono deportati nei campi di sterminio nazisti con l’energica e risoluta collaborazione dei nazi sudtirolesi di Bolzano; una realtà chiaramente testimoniata per esempio da una lapide commemorativa visibile ad Auschwitz. Altrettanto si può dire - sottolineava ancora Frau Ebner - dei molti sudtirolesi contrari al regime, internati con la collaborazione dei loro conterranei nei campi di concentramento: il direttore del “Dolomiten” Rudolf Posch, il dott. Friedl Volgger, Franz Thaler, solo per citare alcune fra i più rappresentativi; Josef Mayr-Nusser morì durante la deportazione, reo di aver rifiutato il giuramento di fedeltà a Hitler; inoltre il sacerdote Josef Ferrari, il dottor Josef Raffeiner e altri furono esiliati. Il Canonico Gamper, che aveva lottato con veemenza contro fascismo e nazionalsocialismo, riuscì a sfuggire in extremis agli sgherri sudtirolesi e costretto in esilio a sopportare dure privazioni. L’elenco delle persecuzioni da parte dei nazi sudtirolesi, alle quali i Dableiber furono esposti, potrebbe continuare a lungo. L’espulsione per i Dableiber, era la pena più mite. Il fatto che l’85 per cento dei sudtirolesi decisero a favore della Germania, va ascritto alla massiccia propaganda condotta in gran parte dai nazisti sudtirolesi, ben organizzati e finanziati dal Terzo Reich. Nel 1945, terminata la guerra, i Dableiber fondarono la Svp. Il dottor Fritz Fuehrer (che fu sindaco di Bolzano durante l’occupazione nazista) fu l’unico fra i fondatori del partito ad aver optato per la Germania. E bisogna essere grati proprio ai Dableiber se, anziché cercare vendette, scelsero la via della collaborazione, affinché la nostra terra potesse essere ricostruita dopo il regime di terrore nazista. Il Canonico Gamper e i suoi compagni di lotta fecero appello alla clemenza e, nell’interesse del Sudtirolo, evitarono azioni di rappresaglia. Per quei tempi fu bene così, ma se oggi ci si deve confrontare con esternazioni che parlano soltanto di vittime, è necessario, proprio nell’interesse dei nostri giovani, richiamare alla memoria i fatti di quel terribile periodo; non si può assolutamente mai dimenticare, che in Sudtirolo non ci furono soltanto vittime - conclude la signora Ebner - bensì anche molti criminali nazisti”. Fin qui il commento di Frau Ebner: chiaramente non c’è proprio null’altro altro da aggiungere.
Giancarlo Ansaloni

Alto Adige 29-04-09


La mia strada per Dachau era segnata fin dal 1939. Nel giugno di quell’anno la Germania nazionalsocialista e l’Italia fascista diedero l’inizio al trasferimento dei sudtirolesi. Ci regalarono la cosiddetta opzione. La gente fu messa di fronte all’alternativa di optare per la cittadinanza germanica coll’esplicito obbligo di emigrare nel Reich germanico o di mantenere la cittadinanza italiana sotto la minaccia del divieto di ogni ulteriore richiesta di diritti di minoranza. Chi non si dichiarava sarebbe rimasto cittadino italiano. L’attuazione dell’accordo fu affidato al famigerato capo della SS e della Gestapo Heinrich Himmler. A quel tempo io, quindicenne figlio di contadini, non sapevo né capivo nulla. Ricordo solamente il profondo spavento della gente quando seppe di quest’accordo. La maggior parte della gente non voleva crederci; non poteva essere vero diceva. [.....]
A settembre e ottobre le voci intorno ad una «votazione» si infittirono e che naturalmente si dovesse votare «tedesco». Prese così l’avvio una selvaggia campagna propagandistica. Era condotta dal «Völkischer Kampfring Südtirols» (VKS) un’associazione d’impronta nazionalsocialista che aveva propri affiliati distribuiti in tutto il Sudtirolo. [.....]
L’opzione, questa «scelta-votazione», creò una profonda frattura nella popolazione, passando attraverso le famiglie stesse della val Sarentino. Una parte optò per rimanere, per il «Dableiben», l’altra si entusiasmò per la «scelta tedesca». La propaganda favorevole al «Dableiben» era estremamente debole. Ma c’era ancora abbastanza gente che manteneva ferma l’intenzione espressa a giugno, di farsi fucilare piuttosto che optare per l’emigrazione.
quel tempo non vivevo presso la mia famiglia a Reinswald, ma da uno zio a Durnholz. Là ero trattato come un membro della famiglia. Nel tardo ottobre venni a sapere che il canonico Michael Gamper aveva fatto una riunione a Reinswald presso il maso Hofmann, durante la quale si era espresso con fermezza a favore del «Dableiben» e contro l’opzione. Anche il giovane contadino dal quale stavo, due sue figlie e il servo del vicino avevano partecipato a questa riunione. Erano rientrati al mattino presto in grande agitazione e durante la colazione raccontarono ciò che avevano sentito. Dissero che Gamper aveva chiarito alla gente la vera essenza del nazionalsocialismo e riferito della persecuzione attuata nei confronti della chiesa e della religione. Hitler ha già trascinato in guerra il popolo tedesco, aveva detto Gamper, e non si sa come andrà a finire. La gente doveva assolutamente tenere stretta la propria patria, mai ne avrebbe trovata un’altra così. Le promesse della propaganda nazionalsocialista che in Germania sarebbero stati costruiti paesi identici a Durnholz e Reinswald erano assolute fandonie. Che ogni emigrante avrebbe ottenuto una casa e un maso identici a quelli lasciati erano menzogne che si potevano toccare con mano.
A quel tempo non avevo idea di chi fosse questo canonico Gamper. Solo al mio ritorno venni a sapere che egli era stato il capo spirituale della resistenza contro il fascismo e il nazionalsocialismo. Quando nel settembre del 1943 le truppe tedesche invasero l’Italia, Gamper scampò a mala pena agli sgherri della Gestapo rifugiandosi a Firenze.
Il giovane contadino raccontò poi che durante la riunione un propagandista nazionalsocialista era entrato con forza nella stube e aveva gridato: «Ciò che quest’uomo dice sono tutte menzogne, non credetegli!» L’uomo aveva perfino tentato di aggredire Gamper ma alcuni partecipanti lo avevano afferrato e trascinato fuori dalla stube.
Alcuni giorni dopo andammo dal vicino per giocare a carte. Là incontrammo un venditore ambulante che stava passando la notte al maso e aveva partecipato a tutta la riunione al maso Hofmann. Tra l’altro raccontò anche quello che era successo dopo il discorso di Gamper. Quest’ultimo aveva detto che i presenti che avessero avuto l’intenzione di rimanere nella loro terra potevano fare subito la relativa dichiarazione giacché egli aveva con sé i moduli necessari. A quel punto si era fatto avanti il vecchio orologiaio e aveva apposto la sua firma. Poi rivolgendosi a suo fratello aveva detto: «Stanis non firmi anche tu?» Allora anche Stanis si era avvicinato e aveva firmato per sé, per sua moglie e per i loro sei figli minorenni.
Mentre l’ambulante raccontava questi fatti sentii i brividi freddi scendere lungo la schiena. Stanis infatti era mio padre e l’orologiaio mio zio. Qualcuno disse rivolto a me: «Tuo padre ha scelto, ‘walsch’ (bastardoitaliano) tu ora sei un ‘Walscher’.» Non seppi cosa rispondere, ma già mi sentivo un emarginato. Allora per consolarmi la contadina disse: «Questo Franz lo ficchiamo in una cassa e lo portiamo clandestinamente in Germania.» Risero tutti, io non ci riuscivo proprio. Tornammo a casa.
Fu questo il primo colpo che il nazismo mi aveva inferto.
Al maso si parlava poco di questi fatti. Il contadino era più incline al «Dableiben», i suoi fratelli invece erano per l’emigrazione.
La domenica successiva mi recai dai miei genitori a Reinswald. Volevo sentire quello che avevano da dirmi. Mi spiegarono perché avevano scelto «walsch», cioè di rimanere. Perché avevano seguito i consigli di Michael Gamper e non volevano rinunciare volontariamente alla loro terra natia. Mi ricordarono che già una volta a causa di tempi avversi avevano perduto la propria casa. Ora, con grande fatica e rinunce erano riusciti a costruirsi una misera casetta.
Per sette anni mio padre aveva prestato servizio militare, di cui tre anni in servizio attivo e quattro anni in guerra. Era stato in giro per il mondo quanto basta e non aveva più voglia di andar via di casa un’altra volta. I genitori mi dissero: «Non te la prendere se ti chiamano ‘Walscher’. Le voci che noi verremo trasferiti in Sicilia le hanno messe in giro i tedeschi, perché non vogliono concederci di rimanere qui.» I genitori mi convinsero ed io trovai giusta la loro decisione.
Naturalmente non potevo raccontarlo ai miei colleghi optanti di Durnholz. [.....]
Dopo le opzioni del 1939 giunse a Durnholz un insegnante tedesco. Prima c’erano stati solo insegnanti italiani, che facevano lezione unicamente in lingua italiana. Il nuovo insegnante aveva il compito di fare lezione in tedesco.
Una domenica pomeriggio ragazzi e giovani si riunirono nella scuola. Ci andai anch’io senza immaginare nulla. Quando toccò a me volevo naturalmente dire il mio nome. Altri però mi precedettero gridando: «Ma questo è un ‘Walscher’.» Risero tutti. Per un po’ l’insegnante mi fissò poi disse di tornarmene a casa, egli insegnava solo a dei tedeschi. Impaurito e sconcertato mi alzai e uscii dalla porta colla testa che mi girava. Ero triste, molto triste.
Le cose continuarono così per alcuni anni.
Dal ’42 al ’43 molti furono chiamati a prestare servizio militare nella Wehrmacht tedesca. Non passò molto tempo e giunsero le prime notizie di caduti. Ora spesso anche quelli che prima avevano a piena voce gridato «Heil Hitler» imprecavano contro lo stesso Hitler. Il grande entusiasmo per Hitler passò piuttosto velocemente. Già si parlava del fatto che Hitler avrebbe potuto perdere la guerra. (pp. 14-18)

Arrivò così il settembre 1943. Dopo la capitolazione italiana le truppe tedesche occuparono gran parte dell’Italia e naturalmente anche il Sudtirolo. Le provincie di Bolzano, Trento e Belluno furono riunite nella zona operativa «Alpenvorland». Il Gauleiter nazista di Innsbruck, Franz Hofer, fu nominato Alto Commissario di questa zona. Ora i pezzi grossi nazisti riebbero il sopravvento. I «Dableiber» furono sottoposti ad ogni possibile vessazione. Ai loro capi fu data la caccia come a dei criminali. A tutti i «Dableiber» furono sequestrati gli apparecchi radio e i fucili da caccia. (Nel dopoguerra il mio amico Friedl Volgger ha pubblicato sul «Volksboten» la lista delle vittime dei nazisti. Dal settembre 1943 fino alla fine della guerra furono giustiziati 21 sudtirolesi, 140 finirono in carcere e 166 furono spediti in campi di concentramento.)
Nel marzo 1944 fui convocato assieme ad altri «Dableiber» dell’età dai 16 ai 50 anni alla visita di leva. Fui ritenuto abile e sapevo che presto sarei dovuto partire militare. A fine maggio arrivò la cartolina di chiamata secondo cui dovevo presentarmi il primo giugno presso il reggimento di polizia di Silandro. Disperato cercai una via d’uscita poiché avevo nel frattempo avuto notizia delle molte atrocità commesse dal regime nazionalsocialista. Così presi la decisione di seguire i consigli di alcuni amici e di rifugiarmi in montagna. Essi promisero di rifornirmi di viveri. Da uno di questi amici avrei potuto andare di notte a prendermi del latte.
E venne il giorno nel quale dovevo partire. Feci la valigia. Non potevo farmi vedere da nessuno perché nella valigia ci misi solamente lo zaino e un po’ di viveri. La mattina raggiunsi Sarentino. Là mi stava già aspettando un informatore dei nazisti che voleva aiutarmi affinché io arrivassi davvero a Bolzano. Mi accompagnò fino a Bolzano e là mi spiegò dettagliatamente quando e da dove partiva il treno per Silandro. Finalmente me ne liberai. Nascosi la valigia al «Cavallino» in via Bottai e collo zaino raggiunsi la stazione. Mi ero informato già prima sulle partenze dei treni per il Brennero. Scesi a Freienfeld prima di Vipiteno e da lì raggiunsi Maria Trens dove pregai per un futuro felice. Più tardi ripresi il treno e tornai fino a Varna sopra Bressanone e m’incamminai lungo il sentiero Schalderer in direzione delle mia terra natia. [...]
Dovevo cambiare posto spesso. Dormire sempre nello stesso posto sarebbe stato pericoloso.Utilizzavo perciò alternativamente dei ricoveri per il fieno e una distilleria di mugolio abbandonata. Così passò mese dopo mese e mi ero abituato a molte cose. [.....] (pp. 19-22)
Per me le cose stavano diventando sempre più difficili. La polizia aveva intensificato la ricerca dei fuggiaschi. Ben presto iniziò a circolare la voce che le famiglie degli obiettori sarebbero state messe agli arresti finché questi non si fossero costituiti.
Come venni a sapere al mio ritorno, i nazisti avevano introdotto l’arresto dei parenti già il 6 gennaio 1944. L’Alto Commissario, il Gauleiter Franz Hofer, aveva emesso un’ordinanza che condannava a morte tutti i renitenti all’ordine di arruolamento riducendo la pena per i casi più lievi a dieci anni di carcere. 1 famigliari del fuggiasco, la moglie, i genitori, i figli maggiori di 18 anni e i fratelli conviventi venivano arrestati, messi in carcere e avviati ai campi di lavoro. Nella val Passiria e nella vall’Aurina decine di famiglie subirono questa sorte. Come già detto, venni a sapere di questo solo quando tutto era ormai finito.
Fu così che mio padre mi cercò. Mi trovò anche coll’aiuto del mio fratello minore. Piangendo mi supplicò di costituirmi. A coloro che si costituivano non sarebbe accaduto nulla, era stato detto. Non mi fidavo per niente delle promesse dei nazisti. Ma non potevo fare diversamente. Per risparmiare il carcere ai miei genitori promisi a mio padre di tornare a casa la sera stessa. Finì così la mia vita di fuggiasco. A volte mi ero sentito un animale selvatico che si spaventa ad ogni rumore e fugge. Mai avevo immaginato che mi sarei costituito spontaneamente ai nazisti. E certo non sarebbe successo se non ci fosse stata la minaccia dell’arresto dei miei genitori.
Tornai la sera stessa. Immediatamente si presentò anche il Revierleiter (capozona). Mi elogiò perché mi ero costituito. Promise poi a me e ai miei genitori di fare in modo che la fuga non avesse per me delle conseguenze. (pp. 28-29)
Pregai in silenzio. Ero pronto a tutto. L’articolo che mi riguardava recitava: «Chiunque si sottrae agli obblighi militari è punito con la morte.» Seguì un breve silenzio. Gli uomini mi guardavano sogghignando. Avevo l’impressione che si aspettassero che io svenissi. lo invece sorrisi loro. Ancor oggi mi stupisco, come avessi trovato la forza per sorridere. Probabilmente ero circondato da una schiera di angeli che prima avevo invocato.
Uno degli uomini delle SS raccolse un foglio dal tavolo e lesse: «Poiché l’accusato è ancora minorenne e si è costituito spontaneamente non viene condannato a morte ma a dieci anni nel campo di concentramento di Dachau con obbligo di servizio al fronte.» Mi guardò e mi chiese se avessi qualcosa da dire. Dissi di no. Ero molto stupito per la sentenza improvvisamente cambiata. Di dieci anni a Dachau non sapevo cosa farmene. Per fortuna non avevo idea di cosa significasse Dachau.
Dopo la sentenza fui riportato a Silandro, là mi attendevano le grigie e fredde carceri. I compagni mi stavano aspettando con ansia. Dopo che la pesante porta si era chiusa dietro di me, raccontai loro che cosa era avvenuto. Una sentenza di morte sarebbe stata tremenda per me e per i miei genitori. Ma avrebbe di certo avuto anche conseguenze per i nazisti del mio paese. Già avevano ricevuto minacce da parte dei partigiani. (p. 36)
Il brigadiere ed io andammo in treno fino a Hall. Poiché s’era fatta di nuovo sera mi portò al carcere per dormire. La cella era molto pulita. C’erano due sedie, un tavolo, un tavolaccio con un pagliericcio e due coperte. L’accompagnatore mi diede da mangiare abbondantemente. La guardia del carcere mi portò una scodella di zuppa di piselli e pane a sufficienza. Naturalmente mangiai tutto. La famiglia del brigadiere stava a Hall ed egli voleva farle visita.
Prima che mi fossi coricato, ritornò e mi chiese se avessi qualche desiderio. Mi raccontò poi a lungo della sua famiglia. Mi accorsi che cercava di dirmi qualcosa, ma che proprio non ci riusciva.
Esitando mi chiese infine se avessi con me del denaro o altri oggetti di valore. Mi consigliò di consegnarli a lui. Dopo il mio stupito perché, mi fece capire per gradi e delicatamente che aveva il compito di portarmi a Dachau e là mi avrebbero in ogni caso tolto tutto. Mi chiese, se volessi scrivere a casa. Assentii, ed egli mi portò carta da lettera e penna. Gli consegnai il mio portafoglio con ottocento lire, un paio di fotografie, una lettera di mia madre, l’accendino, la scatola del tabacco e l’orologio. Prese tutte le cose e mi promise di mandare tutto a casa dei miei. Le sigarette, alcuni fiammiferi ed il rosario li nascosi nella manica della giacca.
Finalmente capii.
Il brigadiere mi aveva nascosta la vera mèta del viaggio perché temeva probabilmente un tentativo di fuga dicendomelo già a Silandro. Era comunque una brava persona. Questa fu la lettera che scrissi:
«Hall, 16 dicembre 1944
Cari genitori!
Voglio scrivervi alcune righe. Da due giorni sono partito da Silandro e mi stanno portando a Dachau. Ieri ho passato la notte ad Innsbruck e là ho visto e vissuto cose terribili. La giornata di oggi l’ho passata nel carcere ad Innsbruck sotto un bombardamento, impaurito e disperato. Ora sono nel carcere di Hall dove passerò la notte. Ora so cosa saranno per me questi dieci anni al campo di concentramento di Dachau, perché quello che mi accompagna mi ha fatto capire quello che mi aspetta. Egli mi ha anche dato la possibilità di scrivervi. Ringrazio di cuore voi e tutti i benefattori per ciò che ho avuto, addio, arrivederci a casa oppure in ... Pregate per me e salutate quelli che chiedono di me.
Vostro figlio Franz.»
Durante la notte pensai intensamente a casa mia, ai miei genitori e ai fratelli, e a tutti i buoni amici. Non speravo più di tornare. La lettera mi sembrava il commiato definitivo. Pregai finché mi addormentai quasi sul tavolo. Allora mi coricai.
L’indomani, al risveglio, era già chiaro, come potevo vedere attraverso la piccola e stretta inferriata. Più tardi il guardiano del carcere mi portò la colazione, caffè e pane, e una ciotola piena d’acqua per lavarmi. Non disse una parola e richiuse la porta con il catenaccio. Nel tardo pomeriggio passò a prendermi il brigadiere. Arrivati alla stazione salimmo in uno scompartimento di prima classe, nel quale un gruppo di ufficiali delle SS stava discutendo ad alta voce sulla situazione politica. Ci mettemmo in un angolo e il mio accompagnatore si accese una sigaretta. Quando s’accorse che anch’io volevo fumare mi diede un colpo e disse che non potevo fumare in presenza degli ufficiali. A me era vietato. L’ufficiale delle SS chiese al mio accompagnatore dove mi stesse portando. Questo rispose quasi esitando: a Dachau. A questo punto mi guardarono tutti ed uno mi chiese che cosa avessi combinato. Risposi: «Non mi sono presentato alla chiamata in tempo.» Rispose: «A Dachau imparerà ad obbedire agli ordini.» Diventava sempre più chiaro che a Dachau non mi aspettava niente di buono. Dopo poco il treno si fermò. Di nuovo c’erano bombardamenti. (pp. 47-49)
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domenica, 19 aprile 2009


Quaranta in lista d’attesa per l’asilo nido



Giornata delle porte aperte presso l’asilo nido di via Nazario Sauro

 Richieste di strutture simili anche da Pineta e da San Giacomo

LAIVES. Ieri giornata delle porte aperte presso l’asilo nido di via Nazario Sauro, una occasione che tante persone hanno sfruttato per visitare la struttura per l’infanzia. In particolare sono arrivati molti giovani genitori che hanno figli appena nati e che quindi erano direttamente interessati al servizio che magari da qui a qualche tempo chiederanno di poter utilizzare.
 La lista di attesa è sempre corposa e attualmente sono una quarantina le domande di poter iscrivere il figlio al nido comunale, a fonte di altri 60 posti che sono stati assegnati in base alla capienza nominale dell’asilo nido.
 Le ammissioni vengono decise tenendo conto del reddito delle famiglie richiedenti, cercando di privilegiare quelle più bisognose, anche se ci sono più fasce di reddito per quel che riguarda poi le quote da pagare mensilmente.
 Questi numeri insomma danno la misura della richiesta esistente e, del resto, una realtà sociale come quella di Laives, dove numerose sono le giovani famiglie, inevitabilmente sente la necessità di avere un servizio di asilo nido. Succede che entrambi i genitori debbano lavorare durante il giorno e non abbiano mani sicure alle quali affidare il figlio; queste sono le situazioni dove un nido rappresenta la soluzione ideale, anche perché offre una flessibilità notevole per quanto riguarda le preferenze negli orari di accesso alla mattina e poi per ritirare i figli nel pomeriggio.
 Di recente sono stati fatti lavori di miglioria degli spazi esterni, quelli che i piccoli ospiti utilizzeranno con l’arrivo della bella stagione. Invece per quanto riguarda la capienza, oramai è arrivata al massimo, vale a dire 60 posti nominali. Negli anni scorsi ci sono state richieste anche da Pineta e San Giacomo di avere strutture del genere, però i costi gestionali sono elevati e anche la Provincia aveva puntato piuttosto sulle Tagesmutter, cooperative che garantiscono analogo servizio per i piccoli. Per ora quindi l’asilo nido di via Nazario Sauro rimane il fiore all’occhiello de Comune,un servizio apprezzato dalle famiglie. (b.c.)
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venerdì, 03 aprile 2009



«Laives deve brillare di luce propria»


Intervento del sindaco sul bollettino del Consorzio di Comuni: basta chiamarla città satellite del capoluogo


LAIVES. «Laives è sempre stata considerata una città dormitorio, una sorta di città satellite rispetto alla vicina Bolzano. In effetti, Laives è cresciuta molto rapidamente, fino a raddoppiare la propria popolazione nel giro di pochi decenni, soffrendo molto per questo stato di cose, peraltro necessitato da scelte non interne alle proprie dinamiche politiche o di sviluppo urbanistico ma da volontà esterne che hanno sempre imposto al comune “satellite” il loro essere “pianeti”. Laives, però, ha sempre reagito bene a questo stato di cose»: è il sindaco Giovanni Polonioli che esprime questi concetti - entrando poi nel merito di vari problemi - in un articolo che appare sull’ultimo numero del bollettino edito dal Consorzio dei Comuni.
 Secondo Polonioli l’obiettivo da raggiungere è «brillare di luce propria» e quindi «La sfida delle città satelliti, e di Laives in primo luogo, è allora importante e decisiva... E come fare questo passo, come iniziare questa sfida, se non partendo dall’anima, dal cuore dei cittadini? Questo è stato il ragionamento seguito dall’amministrazione comunale negli ultimi anni: iniziare a ragionare per progetti, per strategie di sviluppo che sappiano coniugare le risorse, umane e strutturali, con la voglia di emergere, di offrire, di proporre, di creare, che anche la periferia, se smette di pensarsi tale, necessariamente possiede». Fondamentale, secondo il sindaco Polonioli, è «Uscire dallo schema “lavoro e vivo a Bolzano, dormo a Laives”, tipico di tutte le realtà periferiche e satellitari e molto sentito anche nella città di Laives, e rendere i cittadini coscienti delle possibilità che anche qui si può autogenerare e stimolare». Altro concetto su cui insiste il sindaco Polonioli: «È necessario avere un’anima e un cuore». Partendo proprio da questa considerazione, il sindaco ricorda che «l’amministrazione comunale si è impegnata e continua ad impegnarsi a fondo in questo progetto, convinta che proprio partendo da queste considerazioni lo sviluppo finirà necessariamente per toccare e coinvolgere tanti altri settori, da quello sociale a quello dell’economia a quello più generale della strutturazione anche urbanistica della città... La sfida dei prossimi anni si gioca allora tutta sulla necessità di dotare Laives di un’anima, di un cuore, che la faccia uscire dal concetto
di “Laives-città dormitorio”. È in questa ottica che si è pensato ai prossimi fondamentali interventi strutturali». Il sindaco fa quindi un elenco: «La struttura sportiva per la squadra di calcio F.C. Südtirol che vedrà la luce nella zona sportiva Galizia e che dovrebbe constare di uno stadio e di almeno quattro campi per gli allenamenti: la Provincia ha già messo a disposizione per gli anni 2009-2010 un finanziamento di 11 milioni di euro e il Comune si sta muovendo per cercare altri sostegni finanziari, anche privati; la realizzazione, sempre nella zona sportiva Galizia, di un velodromo». (e.d.)

Alto Adige 03-04-09
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giovedì, 02 aprile 2009


La prima consulenza con nuovo orario


PRESSO IL DISTRETTO SOCIALE

LAIVES. C’è un nuovo orario per il servizio di prima consulenza presso il Distretto sociale di via Innerhofer aperto lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12. L’ufficio si trova al secondo piano del Distretto sociosanitario e lì ci si può recare per diverse necessità, che vanno dall’assistenza economica alla cura della persona, alla richiesta di assegno di cura e altro ancora. Compito dell’ufficio - ricorda la nuova responsabile di distretto, Esther Maffei - è quello di indirizzare correttamente le richieste verso chi può seguirle. (b.c.)

Alto Adige 02-04-09
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mercoledì, 25 marzo 2009


Chi viaggia coi mezzi pubblici può detrarne i costi dal reddito




L’indicazione del Centro tutela consumatori utenti


BOLZANO. I possessori di abbonamento al trasporto pubblico possono detrarne la spesa dalla dichiarazione dei redditi. La documentazione necessaria per usufruire dell’agevolazione può essere comodamente richiesta anche online. Lo afferma il Centro tutela consumatori utenti.
 La prima buona notizia è che la legge finanziaria 2008 ha introdotto una detrazione Irpef per le spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico. In particolare viene riconosciuta una detrazione del 19% dall’imposta lorda e per un importo non superiore a 250 euro (pari a un risparmio di imposta fino a 47,50 euro). Coloro che l’anno scorso hanno scelto di spostarsi con i mezzi pubblici ed hanno diligentemente conservato i biglietti utilizzati, possono detrarli nella dichiarazione dei redditi 2009.
 Per usufruire della detrazione è necessario presentare l’abbonamento di viaggio, nonché una dichiarazione del gestore del servizio di trasporto pubblico. Tale dichiarazione può essere richiesta in Alto Adige presso tutti gli sportelli di biglietteria del Sistema di trasporto integrato, ma anche - e questa è la seconda buona notizia - tramite un apposito modulo online, scaricabile all’indirizzo www.sii.bz.it.


Alto Adige 25-03-09


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venerdì, 20 marzo 2009



Giorno internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale


Il 21 marzo è stato proclamato dalle Nazioni Unite il Giorno internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale. Purtroppo il termime razza è ancora usato anche se ben si sa che questa nozione è sconfessata dal mondo scientifico. Ma cosa fanno i vari paesi per questo avvenimento? Osserviamo un esempio interessante.

In Australia, che dal 1972 promuove una società multiculturale, il 21 marzo è diventato "Il giorno dell'armonia" . In questo giorno viene celebrato l'impegno per la coabitazione armoniosa e il mutuo rispetto in una nazione dalle diverse culture. Da quando è stato istituito una decina di anni fa, migliaia di scuole, gruppi etnici e organizzazioni hanno animato il Giorno dell'armonia. La coordinazione è affidata al Department of Immigration and Citizenship (DIAC) e verte a sottolineare il carattere coeso e inclusivo della nazione australiana e a promuovere i benefici della diversità culturale. Il messaggio chiave del Giorno dell'armonia è "Tutti ne facciamo parte". L'evento è simbolizzato dal Nastrino arancione di sensibilizzazione, indossato o mostrato da quanti si associano agli ideali di questo Giorno. Molto significativamente il 21 marzo 2003, il nostro Piero Giorgi era stato invitato come oratore nelle celebrazioni del Giorno dell'armonia della Gold Coast, una famosa zona turistica a sud di Brisbane. Dopo di che decise di contribuire all'Armonia anche sulla costa di Gargnano.
Per ulteriori informazioni :  http://www.harmony. gov.au/
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mercoledì, 18 marzo 2009



«Family Card»: le richieste in aumento



In molti fanno fatica ad arrivare con i soldi a fine mese. Da settembre costante la crescita delle domande di aiuto

 LAIVES. Dallo scorso settembre il Comune ha istituito la Family Card, tessera destinata alle famiglie numerose (con 3 o più figli) che non abbiano un reddito complessivo superiore a 60 mila euro annui. Di questa agevolazione attualmente usufruiscono parecchie famiglie (il calcolo della giunta comunale è che siano circa 130) che avendo i requisiti richiesti, possono ottenere sconti e agevolazioni.
 Queste agevolazioni riguardano diversi servizi comunali e sia per eventuali attività con associazioni. Questa importante novità è stata subito molto apprezzata e adesso, proprio l’associazione nazionale famiglie numerose ha deciso di tenere la propria festa regionale a Laives. «L’incontro avrà luogo domenica 22 marzo - dice Alfio Spitaleri, rappresentante locale dell’associazione - e ci troveremo presso il Black Box, in zona Galizia per una giornata di incontri e di approfondimenti. L’appuntamento sarà alle 10.30 con la messa e quindi al Black Box per l’assemblea dei soci alla presenza delle autorità comunali. Sarà l’occasione anche per presentare l’attività che la nostra associazione svolge in favore delle famiglie numerose e verranno rinnovale le cariche, oltre ad essere presentata l’assemblea nazionale di Fiuggi per il prossimo 25 luglio. L’incontro di domenica prossima servirà anche per presentare il “gruppo acquisti familiari”, altra interessante novità tesa a dare una mano concreta ai nuclei famigliari numerosi».
 Tornando alla Family Card istituita dal settembres corso anche a Laives, ogni famiglia con i requisiti previsti la può richiedere, semplicemente recandosi in municipio, allo sportello del cittadino, dove si trovano i moduli per richiederla, oppure scaricando questi moduli anche dal sito internet del Comune di Laives. Oltre al Comune, sono numerose anche le associazioni comunali che hanno subito aderito alla sollecitazione e così, chi ha 3 o più figli, che magari sono iscritti ad attività sportive, ludiche o culturali, ottiene sensibili sconti per quanto riguarda le quote di adesione e chi lo sta facendo garantisce che effettivamente i benefici si sentono. La Family Card sarà valida fino al 31 agosto, ma è probabile che, perdurando la situazione di crisi, in futuro si continuerà con questa iniziativa.


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La solidarietà dei giovani


CENTRO «SPEED»

 LAIVES. Dopo avere conosciuto il progetto «Alimentiamo la solidarietà», promosso dalla Caritas locale, Emanuele De Longis di Pineta ha deciso che bisognava darsi da fare concretamente con una iniziativa di solidarietà verso i più bisognosi. Così, con gli amici del centro giovanile Speed di Pineta, ha promosso una raccolta di generi alimentari da destinare proprio all’iniziativa della Caritas, che li distribuisce presso un magazzino in via Sottomonte a Laives. «Io ho un amico», questa la sigla dell’iniziativa spontanea messa in atto dai ragazzi della frazione di Pineta, che ogni primo venerdì del mese raccolgono generi alimentari presso via Manci 5.
 «Speriamo proprio che questa proposta sia contagiosa - dice Emanuele - perché vogliamo promuovere la solidarietà tra le persone, al di là di ogni appartenenza, linguistica o religiosa che sia». (b.c.)

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«Mi vergogno, ma mio marito ha perso il lavoro» una donna si confessa

«Entrano 1.500 euro al mese, ma con quattro bocche da sfamare e un affitto di 800 euro al mese...»

 BOLZANO. C’è chi abbassa il capo e tira dritto. Comprensibile. Ma qualcuno, nonostante tutto, riesce a sorridere e trova il coraggio di raccontare il declino economico che lo ha portato a bussare alla San Vincenzo.
 Il volto della povertà, a Bolzano, non ha i vestiti sdruciti. Molte persone conducevano fino a poco tempo fa una vita «normale». Senza eccessi, naturalmente, ma in alcuni casi è bastato un piccolo debito con la banca o una malattia improvvisa a far saltare il bilancio familiare.
 «Lo ammetto, mi vergogno a venire qui - spiega una signora italiana che vive ai Piani - ma tre settimane fa mi sono detta che non avevo alternative. Mio marito ha perso il lavoro a luglio e ha problemi seri di salute: mia madre ha una pensione di 500 euro, io ho un lavoro part-time e a febbraio ho portato a casa appena 499 euro. Solo di affitto se ne vanno 620 euro. Stiamo aspettando per mio marito la pensione di invalidità, ma nel frattempo non so come far quadrare i conti: il pacco-viveri è una boccata d’ossigeno. Me ne sono fatta una ragione».
 «Io ho un lavoro part-time e guadagno 600 euro, mia moglie ne porta a casa altri 900 - spiega un uomo magrebino - le bocche da sfamare, con una figlia e un nipote, sono quattro. Solo d’affitto escono 800 euro, spese escluse. Non ho alternative, se voglio arrivare a fine mese devo farmi aiutare: sono ormai tre anni che vengo qui alla San Vincenzo».
 «L’unico lavoro a tempo indeterminato che ho trovato è part-time e il mio stipendio è di 900 euro al mese - racconta una donna dell’Est - 600 euro li pago per l’affitto, spese incluse. Tempo fa ho fatto anche un debito di 2000 euro con la banca per ospitare mia figlia e all’affitto devo aggiungere una rata di 100 euro. Con i 200 euro che mi restano nelle tasche non riesco a vivere e così ho chiesto aiuto: è da ottobre dello scorso anno che ricevo il pacco-viveri».
(g.f.p.)

Alto Adige 18-03-09
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martedì, 17 marzo 2009


Clienti in calo. Trasloca un negozio



Stefania Burattin: «Non si può lavorare. Andiamo a San Giacomo»
 LAIVES. Quello che si temeva con la chiusura della vecchia statale davanti a Pineta a quanto pare si sta materializzando: il negozio Baby Bazar di vestiti e oggetti per bimbi, vicino alla farmacia, sta per chiudere i battenti. «Ci è bastato un mese per capire che l’aria era cambiata - spiega Stefania Burattin - e così, dopo alcuni anni dobbiamo andarcene. Ci trasferiremo entro giugno a San Giacomo dove certo c’è più visibilità per il nostro negozio. Da quando è stata aperta la variante abbiamo assistito ad un calo della clientela ed è stato inevitabile cercare una soluzione altrove».
 Ma quello che preoccupa è anche che potrebbe essere l’inizio di una “fuga” da Pineta e la stessa Burattin non nasconde di avere saputo da altri commercianti che sta diventando sempre più dura lavorare e che appena si dovesse presentare l’occasione se ne andranno. Insomma, come detto, si sono già concretizzate quelle che erano le apprensioni emerse subito dopo l’apertura del tratto di variante davanti alla frazione.
 Bruno Fracalossi, proprietario dei locali dove c’è il negozio di Stefania Burattin, anticipa che è sua intenzione a questo punto chiedere all’amministrazione comunale di poter almeno trasformare quello spazio in appartamento, perché altrimenti rischia di non poterlo più affittare come esercizio commerciale. È la strada che proverà ad imboccare anche il signor Osanna per i locali dove fino a poco tempo fa, sempre a Pineta, lungo la vecchia statale, aveva sede la sua ditta di serramenti “System 2000”: «Premetto che non è stata l’apertura del tratto di variante la causa che mi ha convinto a trasferire la ditta in zona industriale a Bolzano - spiega appunto Osanna - bensì lo spazio troppo piccolo a disposizione. Ci siamo trasferiti una decina di giorni dopo l’apertura della variante davanti a Pineta ma comunque anch’io posso assicurare che per chi è rimasto lì a lavorare la situazione è diventata subito molto difficile».
 Questa realtà e i timori che l’accompagnano, sono già stati oggetto di riflessioni anche a livello politico, perché se il trend degli abbandoni dovesse proseguire nel settore commerciale, per la realtà di Pineta sarebbe un duro colpo. Oggi, lungo la vecchia statale liberata dal traffico di transito, rimane una manciata di negozi (supermercato, tabacchino, farmacia e un sexy shop) che garantiscono un prezioso servizio “di vicinato” alla comunità residente. Dovesse chiudere il supermercato o il tabacchino, diventerebbe un problema per tutti. C’è anche chi, come l’ex assessore Marco Delli Zotti, oggi pone le mani avanti e parla di preoccupazione per la sopravvivenza dello stesso ufficio postale di Pineta (che si trova vicino alla chiesa nel centro della frazione) e lo fa sulla scorta di notizie in base alle quali, le Poste avrebbero intenzione di chiudere diversi punti sul territorio provinciale.
 Come si vede, ci sarà materia di discussione a volontà per la riunione che l’assessore al commercio, Bruno Ceschini, ha organizzato proprio con i commercianti di Pineta per mercoledì 25 marzo.

di Bruno Canali
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martedì, 10 marzo 2009


Come liberare i centri dalla morsa del traffico e pensare alla sopravvivenza dei negozianti nel Comune di Laives.
Laives è contraddistinto da un’insieme di unità urbane diverse tra loro: si va infatti da alcuni rioni ben strutturati e serviti, a zone rurali in espansione che diventano sempre più vicini alla“città” e che vanno dotate di servizi e di una maggiore vivibilità.
Come affrontare il problema?
Come Centro Attenzione Permanente di San Giacomo riteniamo che siano necessarie alcune condizioni condivise su cui concentrarsi:
- Migliorare gli standard di vivibilità nelle diverse località puntando su riqualificazioni urbane, e potenziamento dei servizi,
- Migliorare il rapporto tra i cittadini e l’amministrazione comunale attraverso l’informazione, la trasparenza ed il coinvolgimento delle persone alle scelte amministrative, con l' impegno di stabilire da subito le priorità con i cittadini e proporre dei percorsi di progettazione partecipata.
- Dare un’identità alle diverse realtà territoriali dotandole di un “centro”, di un luogo del quartiere che possa essere punto di riferimento della zona per posizione e per dotazione di servizi.
- Dare vitalità ai quartieri attraverso una proposta culturale, ricreativa e sportiva capillare attraverso il sostegno alle associazioni, alle diverse categorie (commercianti, agricoltori, albergatori etc. ) e ai comitati di zona.
Attendendo una riqualificazione urbana e una ciclabile che colleghi le diverse realtà di Laives, possiamo dire ora che alcune strutture recentemente realizzate e altri spazi pubblici esistono per : spettacoli, danze, concerti, mostre, animazioni per bambini, negozi aperti, saltuari mercati notturni, bancarelle, associazioni e ampio spazio alla solidarietà… questi ed altri ancora possono essere gli ingredienti per appuntamenti che nel tempo diventano tradizione unendo i territori in maniera maggiormente solidale.
Se questo fosse davvero uno degli interessi forti dei cittadini delle diverse località, siamo certi che il traffico verrebbe percepito non più come sopravvivenza commerciale bensì semplicemente come un percorso ad uso esclusivo degli abitanti che debbono raggiungere la propria dimora, il proprio quartiere con tutte le sue attività e pertanto calmierato al punto che i bambini potrebbero andare a scuola da soli in perfetta sicurezza.
Sono le idee ed i progetti che contano. Vanno proposte, raccolte, discusse, condivise e realizzate.
Migliorare il rapporto tra cittadini e amministrazione comunale significa migliorare la vivibilità di una città e coinvolgere i cittadini nelle scelte e nei progetti per il territorio, migliora il senso di appartenenza ad un luogo …e ce lo fa sentire più nostro.
In futuro dovranno essere affrontati con decisione questioni molto difficili su cui occorre proseguire impegno. Ci aspettiamo delle assemblee pubbliche in ogni località.
x Centro Attenzione Permanente di San Giacomo
Lorenzo Merlini
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domenica, 08 marzo 2009

8 Marzo - Woman 
 



Per ricordare l’8 marzo si è  scelto una canzone scritta da John Lennon e intitolata Woman. Il significato di questa canzone è amore verso le donne, rispetto e riconoscenza per tutto quello che ogni giorno ci regalano: il sorriso di una donna è da tenere stretto, un dono prezioso più d’ogni altra cosa.





Woman Donna

Woman I can hardly express Donna faccio fatica ad esprimere
My mixed emotions at my thoughtlessness le mie diverse emozioni nella mia sconsideratezza
After all I’m forever in your debt dopo tutto ti sarò sempre debitore
And woman I will try to express donna voglio provare ad esprimere
My inner feelings and thankfulness i miei sentimenti interiori e la mia riconoscenza
For showing me the meaning of success per avermi mostrato il significato del successo

Ooh, well, well oooh bene, bene
Doo, doo, doo, doo, doo Doo, doo, doo, doo, doo
Ooh, well, well oooh bene, bene
Doo, doo, doo, doo, doo Doo, doo, doo, doo, doo

Woman I know you understand Donna so che capisci
The little child inside of the man il piccolo bambino dentro all’uomo
Please remember my life is in your hands ti prego ricorda la mia vita é nelle tue mani
And woman hold me close to your heart Donna tienimi stretto nel tuo cuore
However distant don’t keep us apart in qualche modo, la distanza non ci terrà lontani
After all it is written in the stars dopo tutto é scritto nelle stelle

Woman please let me explain Donna ti prego lasciami spiegare
I never meant to cause you sorrow or pain non ho mai voluto farti del male o farti soffrire
So let me tell you again and again and again lascia che ti dica ancora e ancora

I love you, yeah, yeah ti amo (yeah, yeah)
Now and forever ora e per sempre
I love you, yeah, yeah ti amo (yeah, yeah)
Now and forever ora e per sempre
I love you, yeah, yeah ti amo (yeah, yeah)
Now and forever ora e per sempre

La traduzione del testo è presa dal sito Dartagnan.ch
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domenica, 08 marzo 2009


Viabilità e commercio, equilibrio da trovare in Laives e frazioni




                                  


 LAIVES. L’assemblea di mercoledì sera a Pineta - promossa dall’amministrazione comunale - ha avuto il merito di mettere in luce due questioni: da una parte il problema di liberare i centri dalla morsa del traffico e dall’altra la questione della sopravvivenza dei negozi di vicinato e di alcuni servizi essenziali come, ad esempio, la posta e la farmacia. Partendo proprio da queste considerazioni, il consigliere comunale Rosario Grasso (Rifondazione Comunista) ha diffuso una nota in cui sottolinea, in merito ai due problemi, che «Disinteressarsene o avere atteggiamenti preconcetti è del tutto sbagliato e vuol dire non avere a cuore il futuro del proprio paese. È del tutto evidente infatti che un abitato liberato dal traffico, ma senza posta, farmacia, tabacchino, panificio, negozio di alimentari ed altro costringerebbe gli abitanti a muoversi in continuazione verso Laives o Bolzano per soddisfare i propri bisogni creando ugualmente un forte flusso di traffico e disagi proprio alle fasce più deboli della popolazione. Contemporaneamente è impensabile far attraversare tutti i centri da colonne interminabili di veicoli per salvaguardare gli introiti di pochi. Per affrontare la questione - dice Grasso - occorre innanzitutto chiarezza di posizioni e la possibilità di discuterne serenamente, cosa che fin qui non è stata. L’altra sera, nella foga di controbattere all’accusa di disinteressarsi della sorte dei pochi esercizi commerciali di Pineta, il sindaco ha rivendicato una coerenza di comportamenti dichiarando che a San Giacomo non sono stati presi provvedimenti restrittivi del traffico proprio per andare incontro ai commercianti. Si tratta dunque di una scelta cosciente sulla quale sarebbe bene aprire un dibattito franco invece di far promesse che mai verranno mantenute. I cittadini hanno il diritto di essere coinvolti e di essere informati. Fingere di andare incontro alle loro richieste accampando continuamente scuse per i ritardi e i mancati interventi, quando l’orientamento è molto diverso, è poco corretto e contemporaneamente alla lunga non porta nemmeno voti. Per Pineta - conclude Grasso - prevedere la possibilità di un’entrata da sud con la costruzione immediata della rotatoria è indispensabile, ma va da sé che i titolari dei vari esercizi debbano fare la loro parte».

Alto Adige 08-03-09
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sabato, 07 marzo 2009


Alla scuola materna bambini in bicicletta



Corsi sostenuti dal Comune per insegnare ai piccoli a pedalare

 BOLZANO. Presentato ieri un progetto per avvicinare i bambini più piccoli alla bicicletta. Si chiama Trendy Travel ed è un progetto europeo che nasce allo scopo di avvicinare i bambini più piccoli, quelli che frequentano le scuole materne cittadine, alla bicicletta. L’iniziativa, sostenuta dal Comune di Bolzano e realizzata dall’Ökoinstitut è stata presentata presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio sponsor del progetto. Attraverso varie attività di tipo ludico i bambini impareranno ad andare in bicicletta. Un approccio corretto con questo mezzo di trasporto consentirà loro di apprendere anche le prime nozioni di educazione stradale. Attraverso i bambini ci sarà anche un coinvolgimento attivo dei genitori. Lo scopo fondamentale è quello di sensibilizzare la comunità ad una mobilità sostenibile. In questo caso il tema centrale è la mobilità ciclabile.
 Oltre all’assessore comunale all’Ambiente e alla Mobilità Klaus Ladinser, sono intervenuti il vice presidente di Ökoinstitut Helmut Moroder, il presidente della Fondazione Gerhard Brandstaetter e il tenente di Polizia Municipale Nives Fedel.
In questa prima fase, ovvero da marzo a maggio, saranno circa 600 i bambini coinvolti delle scuole materne italiane Bambi, La Fiaba e Vittorino da Feltre e tedesche St.Heinrich, Weinegg, Gebrueder Grimm e Martin Knoller. Da segnalare che a Bolzano il 78% dei bambini raggiunge la propria scuola elementare in modo sostenibile (a piedi, in bici o con l’autobus). L’obiettivo è che anche nelle scuole materne si possa raggiungere tale percentuale.
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venerdì, 06 marzo 2009



Serve una maggiore democrazia diretta


 Secondo voi la volontà dei cittadini è sufficientemente rappresentata con gli strumenti di democrazia oggi in vigore? Secondo me no. Per avere una vera democrazia sarebbe importante integrare la democrazia rappresentativa con una democrazia diretta che una funzione di “freno”, di “controllo” ma anche di “incentivo” ad amministrare tenendo conto dell’interesse comune. Quest’anno si terrà in Alto Adige un referendum voluto da 26.000 cittadini per una migliore legge sulla democrazia diretta. Purtroppo la democrazia rappresentativa non sta agevolando lo svolgimento di questo referendum. Esattamente come è accaduto a livello nazionale con il referendum sulla legge elettorale si sta cercando di boicottare anche quello provinciale fissando delle date scomode che rendono difficoltoso il raggiungimento del quorum. Non c’è partito che nel proprio programma non abbia inserito la frase “ maggiore partecipazione dei cittadini” sarebbe il momento opportuno che lo dimostrasserocon i fatti!
Alessandro Cosi

Alto Adige 06-03-09
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