venerdì 17 febbraio 2012

sociale 4

venerdì, 06 maggio 2011



A Bolzano si ricorda Srebrenica

A Srebrenica, enclave musulmana nel nord della Bosnia al confine serbo, migliaia di morti ancora non hanno nome, e altrettante famiglie stanno aspettando di recuperare almeno il 70% delle ossa dei loro cari per poterli seppellire degnamente. 10 mila morti in un giorno, l’11 luglio 1995, il saldo del genocidio commesso nelle campagne circostanti alla città. Lì è nata l’associazione Adopt Srebrenica, un gruppo interetnico di intellettuali e professionisti che dal 2006 sta cercando la via dell’integrazione culturale in un Paese, la Bosnia, i cui palazzi sono di nuovo in piedi, ma ancora dilaniato nell’anima.
Una delegazione dell’associazione è a Bolzano per raccontare le loro storie. «Il nostro dolore è troppo grande - afferma Muhamed Avdic - per portarlo da soli». Il capoluogo altoatesino è per l’associazione un interlocutore d’eccezione con cui confrontarsi sui temi di integrazione culturale e convivenza interetnica. Con delibera comunale recentemente è stato anche finanziato un centro di documentazione sul genocidio a Srebrenica. Sarà la funzionaria dell’archivio storico comunale, Carla Giacomozzi, a consigliare i ragazzi sulla gestione del centro. «È ancora troppo presto per trasportare quello che è successo dalla cronaca alla storia - afferma -, tenteremo di muovere i primi passi verso un depositarsi degli avvenimenti». Per trattare questi temi, la Fondazione Langer e la giunta comunale hanno preparato una serie d’incontri pubblici: oggi alle 17 nel Vecchio Municipio il dibattito «Donne stanche di guerra» con interventi autorevoli tra cui Pietro Marcenaro, presidente della commissione del Senato per la tutela dei diritti umani. Segue un concerto di musica balcanica.
Domani alle 19 verrà presentato al Teatro Cristallo il libro «The broken childhood of Srebrenica», che tratta la condizione dei bambini post conflitto.

Infine cena bosniaca al ristorante Le Formiche, dove verrà presentato anche un libro di riscoperta delle antiche ricette tradizionali della gastronomia prebellica. (r.v.)
Alto Adige 6-5-11
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martedì, 03 maggio 2011



Le religioni e la pace nel mondo globalizzato Incontro a Bolzano

MARCO RIZZA
Per secoli in diversi Paesi europei o del Vicino e Medio Oriente hanno convissuto pacificamente persone professanti religioni diverse. Ovviamente non sono mancati periodi conflittuali, e anche stragi, «in nome della religione»: ma mai la possibilità di pacifica convivenza tra religioni è stata messa in forse nell’opinione pubblica come in questi ultimi anni (e non solo dopo l’11 settembre: basta pensare a quanto orgogliosamente «plurireligiosa» fosse Sarajevo prima del trauma della guerra jugoslava). E d’altra parte mai si è tanto discusso del possibile ruolo attivo delle religioni per pacificare il mondo. Del rapporto tra le religioni monoteiste e del loro possibile (o meno) contributo al raggiungimento della pace si parlerà domani 4 Maggio alle 20.45 al Circolo cittadino di Bolzano. In un incontro moderato da Sergio Baraldi, direttore dell’Alto Adige, interverranno il teologo don Paolo Renner, l’imam per il Trentino-Alto Adige Aboulkeir Breigheche e il rabbino capo di Modena Beniamino Goldstein. Tre rappresentanti di ognuna delle tre grandi religioni monoteiste, a confronto su uno dei temi più dibattuti a livello globale. E proprio il rabbino Goldstein cerca di limitare il campo: «Più che di “pace mondiale” - dice - mi limiterei alla pace nella nostra società europea...». Perché già in Europa, prosegue, «stiamo assistendo al cambiamento del vecchio Stato-nazione composto da una maggioranza e una o più minoranze, verso un insieme di minoranze che devono trovare il modo di convivere pacificamente. Questo processo prevede due aspetti: da un lato stabilire alcune regole generali dalle quali nessuno può recedere, dall’altro invece stabilire quali concessioni possono essere fatte per garantire a tutti la libertà, ad esempio la libertà di culto. Per questo per garantire la convivenza in Europa è essenziale conoscere quali siano i precetti fondamentali delle religioni: di quelle delle principali minoranze, ossia l’Islam e l’ebraismo, ma anche di quella cristiana, che non è detto non diventi anch’essa minoranza...». Da questo punto di vista, dice Goldstein, l’ebraismo può contribuire con una sua specificità: «Sia l’Islam che il cristianesimo sono stati, nei loro territori d’origine, religioni di maggioranza. Noi invece siamo sempre stati minoranza e nel corso della storia abbiamo stipulato con diversi Stati intese per garantire alla nostra minoranza le libertà fondamentali e una vita dignitosa». Detto in altre parole: «La fratellanza è un grande obiettivo, ma bisogna essere pragmatici e avanzare un passo alla volta. Prima della fratellanza c’è la convivenza ed è a questa, in un’Europa dove l’immigrazione è un processo ormai irreversibile, che dobbiamo puntare oggi». E a chi sostiene che le religioni siano più frequentemente un ostacolo che non uno stimolo al raggiungimento della pace, Goldstein replica: «È un argomento molto diffuso, ma la storia del Novecento ci insegna proprio il contrario. Dal 1933 a Stalin (come dice Jean-Claude Carrière nel volume “Non sperate di liberarvi dei libri”), ma anche da Sarajevo a Sarajevo, le più grandi stragi sono state compiute nel nome delle ideologie e non delle religioni».
 E di come la religione venga spesso strumentalizzata da altri poteri parla l’imam Breigeche: «Negli ultimi decenni sono aumentati gli interessi economici e di egemonia sul mondo - dice -, dinamiche delle quali la religione è spesso vittima. Vale per la politica e ancora di più per il terrorismo: individui o gruppi che proclamano le loro verità religiose per arreccare danno al prossimo. Ma proprio in fatto che nella storia le religioni hanno sempre convissuto dimostra che oggi il problema non sta in esse ma in chi le strumentalizza. La colpa è di noi uomini, non delle religioni». Il che non significa negare le differenze: «Come dice anche il Corano, Dio avrebbe potuto crearci “un unico popolo”, e invece ci ha creato diversi: non per combatterci ma per conoscerci. Per questo le religioni possono essere un fattore positivo per la pace: non solo per i tratti morali che hanno in comune ma anche perché ci spingono a conoscerci e a riconoscerci come fratelli anche nelle diversità».
Alto Adige 4-5-11
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sabato, 30 aprile 2011



Polizia postale: attenzione agli annunci fatti in rete

BOLZANO. La sezione Polizia postale e delle comunicazioni di Bolzano comunica che, recentemente, su vari portali (esempio: subito.it, vivastreet., annunci.gratuiti.biz) appaiono degli annunci con i quali vengono offerti, in locazione, immobili per le ferie che sono inesistenti o, comunque, chi si offre di affittarli non ne ha il necessario titolo. In queste circostanze, il locatore, una volta contattato, si dimostra molto disponibile ed invia, al possibile locatario, a dimostrazione della “serietà dell’operazione”, una bozza di “contratto” e, quindi, chiede il versamento di una caparra su di un conto corrente bancario o altro. In realtà, come detto, l’immobile non esiste o, comunque, chi ha inserito l’annuncio, non ha alcun titolo per locarlo. Perciò si tratta di truffe in pregiudizio di ignari consumatori desiderosi di prenotarsi una vacanza.
Alto Adige 30-4-11
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mercoledì, 27 aprile 2011



Oggi il Festival delle resistenze combatte gli sprechi

BOLZANO. Nuova giornata, e nuova serie di appuntamenti, nel fulcro dell’evento che è la struttura installata in piazza Matteotti, oggi per il “Festival delle resistenze contemporanee”. Il tema di oggi è la resistenza allo spreco, partendo dall’articolo 9 della Costituzione italiana, che dice: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Dunque oggi alle ore 10.30 in piazza Matteotti arriverà, per parlare “Con la testa tra le nuvole”, il metereologo Luca Mercalli , ospite fisso della trasmissione televisiva Che tempo che fa, che spiegherà ai ragazzi di alcune scuole medie i cambiamenti climatici; spostando “il palco”, mentre a Bressanone va in scena, sempre per le scuole, lo spettacolo di Antonio Viganò “Impronte dell’anima”, sullo sterminio di 300mila persone durante il nazismo perché non conformi ai canoni della razza. Pomeriggio in piazza Matteotti maratona ecologica e incontro denominato “- Spr + Eco” con il fondatore del Last Minute Market, Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria a Bologna. La sera poi, alle ore 20.30, Gian Antonio Stella presenta l’ultimo libro sullo spreco del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese.

Stella e lo scempio del patrimonio artistico italiano

Il patrimonio artistico, archeologico e architettonico italiano è vittima di uno scempio tragico e consapevole: questa è la denuncia del giornalista Gian Antonio Stella nel suo libro «Vandali», che presenta oggi alle 20.30 in piazza Matteotti.
All’incontro, a ingresso libero e organizzato nell’ambito del festival delle Resistenze, parteciperanno anche l’assessore Christian Tommasini che parlerà delle prospettive della Capitale della cultura, e il sovrintendente Leo Andergassen che interverrà sullo stato dei beni culturali in Alto Adige. Ma il centro della serata sarà naturalmente l’intervento di Stella. Dal degrado di Pompei e delle altre aree archeologiche al diluvio di cemento abusivo, dal traffico di tesori rubati alla crisi dei musei: perché il Paese con più siti Unesco «patrimonio dell’umanità» sta distruggendo la sua unica ricchezza ossia l’arte, la cultura, il paesaggio? Questa è la domanda denuncia su cui si concentra «Vandali» (ed. Rizzoli), scritto a quattro mani da Stella e Sergio Rizzo. Qualche esempio del disastro italiano? I mosaici di Pompei che si sgretolano perché l’ultimo mosaicista è in pensione da un decennio mentre il commissario compra mille bottiglie di vino «pompeiano» da 55 euro l’una. Oppure l’inestimabile villaggio preistorico di Nola affogato nell’acqua perché la pompa non funziona. O, ancora, la meravigliosa campagna veneta di Palladio e del Giorgione «intossicata, sconquassata, rosicchiata, castrata», come dice il poeta Andrea Zanzotto, da un caos di villette, ipermercati e capannoni... Per non parlare della tracotanza di un abusivismo che, di condono in condono, è salito a 4 milioni e mezzo di alloggi nei quali vivono 11 milioni di italiani. Il risultato: eravamo i primi al mondo nel turismo e ora siamo precipitati per competitività al 28esimo posto, tanto che il portale italia.it, costato milioni di euro, è al 184millesimo posto fra i siti web più visitati del pianeta. Di tutto questo si discuterà questa sera: di questo e dell’assenza di risposte di una politica che pensa principalmente ai suoi privilegi e ai suoi riti. Stella ricorda che le sole auto blu costano due volte e mezzo l’intero stanziamento per i Beni culturali, dimezzato in 10 anni. E con le doppie pensioni da parlamentare e deputato regionale c’è chi prende 10 volte lo stipendio di un archeologo.
Alto Adige 27-4-11
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sabato, 23 aprile 2011



Acqua, un decreto anti-referendum

SERGIO ARMANINO
ROMA. «Sull’acqua “pubblica”, per la quale è stato promosso il referendum di giugno, serve un approfondimento a livello legislativo». Le parole del ministro per lo sviluppo economico Paolo Romani hanno scatenato un putiferio. Il ministro ha aggiunto che «ho l’impressione che anche su questo Saglia abbia ragione». E il sottosegretario al suo dicastero, Stefano Saglia, ieri è venuto ancor più allo scoperto, annunciando un decreto legge che istituisca un’autorità per il settore idrico: «Le liberalizzazioni, come accaduto per l’energia elettrica e il gas, devono essere regolate - spiega Saglia - e quindi ci vuole un’Autorità terza rispetto al governo che stabilisca le regole del gioco. Penso che l’unica modalità possibile sia l’inserimento di una proposta di modifica all’interno dei provvedimenti, sotto forma di decreto, che il Consiglio dei ministri sta per varare».
 Il decreto dovrebbe essere approvato entro metà maggio, all’interno dell’Omnibus. A un mese esatto dalla Giornata mondiale dell’acqua, dunque, ieri il Governo ha scoperto le proprie carte, la strategia per affondare il secondo dei referendum in programma il 12 e 13 giugno, dopo quello sul nucleare. E le reazioni, durissime, sono fioccate.
 Anche sull’acqua «si vuole togliere voce ai cittadini». Lo afferma in una nota il presidente di Wwf Italia, Stefano Leoni, secondo il quale «su acqua e nucleare c’è convergenza tra interessi economici e politici». «Le notizie secondo cui Governo e Confindustria dichiarano l’intenzione di mettere in discussione anche il referendum sulla privatizzazione dei servizi idrici - dice Leoni - confermano la convergenza tra interessi economici e politici nel far saltare, oltre a quello sul nucleare, anche il referendum sull’acqua, privando così i cittadini del diritto di esprimersi su scelte fondamentali che riguardano il futuro istituzionale, economico e sociale del Paese».
 Per il Wwf, sull’acqua vanno sfatati alcuni miti: «Confrontando i dati forniti dagli stessi erogatori - prosegue la nota - dove si è avuta una gestione privatistica, le tariffe sono aumentate del 60% e gli investimenti sono diminuiti del 66%. Di conseguenza sono diminuiti i controlli e le manutenzioni, con un’inevitabile compromissione della quantità e della qualità dell’acqua sia come risorsa naturale che idropotabile».
 «Serve una forte mobilitazione alla quale nessuno può sottrarsi, perchè qui rischiamo una sospensione delle libertà democratiche», gli fa eco Angelo Bonelli, presidente dei Verdi. «Una cosa inammissibile - prosegue Bonelli che parla di “deriva golpista” - volta a vanificare i quesiti referendari e farli dichiarare inammissibili dalla Cassazione, per garantire al premier il flop del voto sul legittimo impedimento e ai grossi gruppi industriali, già mobilitati, un affare complessivo di oltre 100 miliardi di euro».
 «Quello sul referendum è un vero e proprio sabotaggio. Il governo ha paura che si raggiunga il quorum e insieme ai “no” al nucleare e all’acqua gli italiani dicano no anche al legittimo impedimento», commenta il senatore Pd Giuseppe Lumia, che aggiunge: «Questo solo interessa al governo e alla maggioranza: proteggere il padrone». «Capiamo le difficoltà di un esecutivo che, essendo sempre più impopolare, teme giustamente il giudizio degli elettori», rincara Stella Bianchi, responsabile Ambiente della segreteria Pd.
 «Siamo alla notte della Repubblica, una dittatura dolce che lentamente uccide la democrazia», la stroncatura di Paolo Ferrero, segretario Prc. E chiude: «Chiediamo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di non firmare la legge e di restituire agli italiani il diritto al voto su acqua e nucleare».
Alto Adige 23-4-11
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mercoledì, 20 aprile 2011



Amici degli handicappati: «Camminiamo Insieme» si trasferisce alla Pinara

BOLZANO. Si è svolta recentemente al Centro Lovera di viale Europa l’assemblea annuale dell’Associazione Amici degli handicappati di Bolzano. Dopo il resoconto del presidente sull’attività svolta nel 2010 e la relazione dei revisori dei conti, ci si è soffermati sul programma del 2011 che come scopo ha sempre quello di organizzare attività di tempo libero a favore di persone diversamente abili. Per quanto riguarda i primi mesi dell’anno, si è appena concluso il corso sci a Merano 2000 organizzato in collaborazione con la locale Scuola di sci. Alcuni dei ragazzi che gli scorsi anni hanno frequentato il corso hanno anche poi partecipato alle Gare invernali special olympics che si sono svolte al Sestriere, conquistando ottimi piazzamenti.
Guardando ai prossimi mesi, in estate sono in programma due soggiorni estivi: a Bibione in luglio e a Follonica in agosto. Come sempre, non mancheranno nel corso dell’anno gite di uno o più giorni in varie località italiane, partecipazioni a concerti e a spettacoli teatrali (in particolare è stata seguita la rassegna “Arte del far ridere” organizzata dal Circolo La Comune).
Dal punto di vista “promozionale” e di sensibilizzazione alle tematiche riguardanti il mondo dell’handicap, si svolgerà il 21 e 22 maggio la 32ª edizione dell’ormai nota marcia “Camminiamo insieme”, un appuntamento di grande valore e la cui importanza si capisce anche solo leggendo il numero delle edizioni svolte, e che quest’anno torna con una grossa novità. La manifestazione “targata 2011” infatti, per motivi organizzativi e logistici non si terrà come di consueto al Parco Europa di Bolzano, ma a Bronzolo, in località Pinara. Più avanti, verranno rese note tutte le particolarità dell’evento, gli orari e gli elementi organizzativi che possono interessare, e noi ne daremo conto.
Al termine della riunione sono state rinnovate le cariche associative per il triennio 2011 - 2013. Alla presidenza è stato confermato Gianni Colaone; per quanto riguarda poi il resto del direttivo sono stati eletti Barbara Bona (vicepresidente), Dario Martini (segretario), Massimo Alemi (tesoriere), Wolfgang Mair, Andreas Gasser ed Enrico Spagnolli (consiglieri). L’Associazione Amici degli handicappati è sempre alla ricerca di nuovi volontari per svolgere al meglio la propria attività e per ampliare l’offerta in favore dei propri ragazzi. Per informazioni i recapiti sono: via mail info½aadh.it, telefonicamente i numeri 335 - 1209945 e 335 - 1209946.

Alto Adige 20-4-11
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lunedì, 18 aprile 2011



Democrazia diretta, critiche alla Svp

BOLZANO. Oggi il direttivo allargato della Svp intende prendere una decisione sulla propria proposta per la democrazia diretta. L’Iniziativa per più democrazia «mette in guardia i cittadini perché non si facciano ingannare dalla Stella alpina, che in passato ha fatto di tutto per negare loro un efficace diritto di partecipazione». Esaminato il disegno della Svp, l’Iniziativa constata che «purtroppo l’obiettivo non è cambiato». «È deludente dover constatare che le forze più progressiste nella Svp si lasciano prevaricare per mascherare i fortissimi interessi economici nel partito, che niente temono più di un diretto controllo di cittadini e cittadine sulle decisioni dei loro rappresentanti politici» sottolinea Stephan Lausch.
 «La proposta che la Svp intende presentare è un vero e proprio oltraggio al diritto della cittadinanza di avere l’ultima parola in una democrazia. Prevede un numero di firme doppio di quello realisticamente raggiungibile, inoltre limitazioni e ostacoli per impedire un uso efficace di questo diritto. Difficilissimo concepire qualcosa di più inservibile», ancora l’esponente di Iniziativa per più democrazia. «La proposta che si discute nel partito di raccolta nega uno standard ormai consolidato in tutto il mondo, e si orienta su realtà in cui la democrazia diretta è quasi irrilevante. Una nuova regolamentazione della democrazia diretta deve corrispondere alla volontà popolare, che nel referendum del 2009 si è espressa molto chiaramente. Secondo l’indagine dell’Astat sulla gioventù, l’83% dei giovani desidera un’efficace democrazia diretta. L’attuale proposta della Svp non è invece altro che una nuova formula per evitare con altri mezzi la democrazia diretta. Come il diritto di voto, anche il diritto di cittadini e cittadine a decidere direttamente è un diritto democratico basilare che gli spetta in base allo Statuto d’autonomia del 2001 in una forma ben applicabile», sottolinea Lausch. L’Iniziativa per più democrazia «non aspetterà che, come già nel 2009, la nuova legge della Svp impedisca il diritto di partecipazione, e che le aspettative dei cittadini sulla democrazia diretta continuino a essere deluse». «Stiamo raccogliendo firme in tutto l’Alto Adige, di nuovo col sostegno di molte organizzazioni, per far trattare in consiglio provinciale il disegno di legge approvato dalla stragrande maggioranza dei cittadini e delle cittadine di questa provincia. Si può firmare fino a metà giugno in ogni Comune altoatesino», chiude Lausch.
Alto Adige 18-4-11
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domenica, 17 aprile 2011



«Rifletto prima di un acquisto. Mi serve davvero?»

BOLZANO. Nuovo appuntamento con i testimonial della campagna “Io rinuncio”, promossa ormai da diversi anni dal Forum Prevenzione, dalla Caritas e da altre associazioni e sostenuta anche dal quotidiano Alto Adige che pubblica le testimonianze di chi, personaggi della vita pubblica e impegnata locale, ci invita a rinunciare a qualcosa nel periodo della Quaresima. Un invito innanzitutto a evitare il supferfluo, e poi anche a riflettere su ciò di cui abbiamo veramente visogno. Un concetto di rinuncia che, onestamente e per dirla tutta, non sarebbe male poi portare avanti ancora e non tenerlo in considerazione solo nel periodo quaresimale... Oggi a raccontare la sua “filosofia di rinuncia” è Giuditta Sereni, pedagogista clinica e collaboratrice del Forum Prevenzione.
 «Quando cammino per strada in città, le tentazioni sono tante, ci sono molte cose che mi attraggono invitanti dalle varie vetrine: il vestito e le scarpe della nuova collezione primaverile, il cellulare ultimo modello, il pc più potente, l’automobile ultima versione eccetera. Mi accorgo che il desiderio di acquistare molte di queste cose allettanti è forte, ma se apro gli armadi di casa vedo una grande quantità di vestiti e scarpe per tutte le stagioni, ancora nuovi e in buone condizioni, il cellulare anche se un po’ antiquato funziona ancora bene, il computer non è l’ultimo modello ma ha delle buone prestazioni e con la mia automobile viaggio ancora comodamente, non mi manca certo niente.
 Mi sono quindi ripromessa di riflettere sempre ogni volta che voglio comprare qualcosa di nuovo se veramente quella cose mi è necessaria, se veramente mi serve, o ne posso fare a meno.
 Spesso la risposta che mi do è che posso tranquillamente rinunciarvi perché ho già tutto quello di cui ho bisogno».
Alto Adige 17-4-11
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domenica, 17 aprile 2011

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Democrazia diretta, la Svp cerca una sintesi al suo interno

BOLZANO. La democrazia diretta divide la Stella alpina che domani nel direttivo allargato, dovrà giocoforza fare una sintesi delle diverse posizioni emerse dai circondari sul disegno di legge che verrà poi proposto dal partito in consiglio provinciale. In linea di principio tutte le realtà periferiche della Svp sono favorevoli ad una nuova regolamentazione della democrazia diretta, ovvero dei referendum tra la popolazione, ma per ora non c’è accordo sul testo complessivo. I comprensori Svp di val d’Isarco e Pusteria sono contrari ad un ddl che permetta con referendum di intervenire sulle decisioni della Provincia, magari rovesciandole. Di parere contrario i circondari di Bolzano e Burgraviato, che ritengono anche i provvedimenti amministrativi e non solo legislativi oggetto a pieno titolo del quesito referendario, come spiega l’Obmann di Bolzano e periferia, Christoph Perathoner. «La discussione sul disegno di legge era talmente complicata in via Brennero che si è deciso di fare un nuovo giro a livello di comprensori», ha detto il consigliere provinciale Arnold Schuler. Tra le novità della proposta elaborata da un gruppo di lavoro composto da Schuler, Pichler Rolle e Kuenzer, l’eliminazione del quorum di partecipazione, affinché i quesiti referendari siano validi ed una quota di 38 mila firme per avviarne l’iter. Sul numero di firme necessarie si sta ancora discutendo dentro il partito di raccolta. L’ala sociale, ad esempio, ne vorrebbe di meno.
 Eravamo nell’ottobre 2009: i quesiti referendari erano stati snobbati dalla Svp, ciò nonostante si recarono alle urne quasi il 40 per cento degli elettori. Da allora il tema della «democrazia diretta» è diventato argomento di discussione in via Brennero. Domani la scelta finale.
Alto Adige 17-4-11
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lunedì, 11 aprile 2011



Nella città di Bolzano più di duemila poveri

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Esplode il numero di bolzanini che non raggiungono più il reddito minimo: sono ormai più di duemila. Non va meglio nel resto dell’Alto Adige, dove si aggiungono altri 2.611 “poveri” a cui la Provincia deve integrare il reddito per arrivare a raggiungere il minimo vitale. La spesa complessiva è praticamente raddoppiata nel corso di due anni: se nel 2008 per le prestazioni di assistenza economia per il reddito minimo di inserimento erano stati spesi 5,37 milioni di euro, nel 2010 la spesa ha sfiorato i 10 milioni.
IL REDDITO MINIMO. Ogni anno la Provincia fissa il reddito minimo di inserimento che nel 2011 è fissato a 597 euro mensili per un single, a 781 euro per un nucleo di due persone e a 1.015 per un nucleo familiare di tre persone. Chi non raggiunge questo reddito minimo, ha diritto a un’integrazione: nel 2008, a livello provinciale, gli assistiti erano stati 3.202. Quell’anno per la Provincia la spesa era stata di 5,37 milioni. Poi l’impennata del 2009, con 4.156 assistiti e una spesa totale di 8,4 milioni. Nel 2010 - i dati sono freschissimi e risultano da una risposta dell’assessore provinciale alle politiche sociali Richard Theiner ad un’interrogazione presentata da Mauro Minniti - è continuato ad aumentare il numero di assistiti, ma ancora di più è cresciuta la spesa, che ha toccato quota 9,9 milioni di euro. Il direttore dell’ufficio provinciale distretti sociali Luca Critelli aveva già segnalato l’aumento: «Un incremento che va ricondotto in particolare alla crescita del numero dei disoccupati. Gli aiuti a chi perde lavoro hanno durata limitata e nel 2010 abbiamo registrato molti casi di persone che sono rimaste senza lavoro e quindi senza stipendio, ma anche senza sussidio, e che di conseguenza sono scesi sotto il minimo vitale».
LE CITTÀ. Nella sua interrogazione, Minniti oltre ai dati provinciali ha chiesto quelli relativi a Bolzano, Merano, Laives e Bressanone. Il maggior numero di richiedenti si registra ovviamente nel capoluogo, dove nel 2010 per la prima volta è stato sfondato il tetto dei duemila assistiti. Nel 2008 viveva sotto il reddito minimo vitale “solo” 1.252 persone, salite poi a 1.719 nel 2009. Ora il nuovo aumento, che si riflette anche sulla spesa: se nel 2008 la Provincia aveva versato ai bolzanini 1,97 milioni e nel 2009 3,18 milioni, nel 2010 è stata abbondantemente superata quota quattro milioni. La spesa per gli assistiti residenti a Merano è salita a 1,73 milioni (era stata di 1,0 milioni nel 2008 e di 1,56 nel 2009), mentre a Bressanone è stata di 920 mila euro (450 mila nel 2008 e 701 mila nel 2009). A Laives gli assistiti sono saliti a 302 per una spesa che nel 2010 ha sfiorato il mezzo milione di euro (373 mila nel 2009).
GLI STRANIERI. Aumentano gli assistiti in generale, ma cresce in maniera ancora più veloce il numero degli assistiti stranieri. In città di Bolzano, addirittura, nel 2010 la prestazione per il reddito minimo è stata concessa a 996 italiani e 1.025 stranieri (di questi, 925 erano extracomunitari). Agli italiani va comunque la maggior parte dei contributi: 2,39 milioni contro i poco meno di 1,8 milioni andati agli stranieri. Tra le altre città prese in considerazione dall’interrogazione di Minniti, la stessa situazione si registra anche a Laives: sui 221 di assistiti complessivi nel 2010, gli italiani erano stati 92 e gli stranieri 129, per la quasi totalità extracomunitari. A Laives, peraltro, già nel 2009 gli assistiti erano stati in gran parte stranieri: 92 contro i 74 italiani.
Questo il rapporto a Merano e Bressanone: nella città del Passirio su 743 assisiti, quelli con cittadinanza italiana sono stati 434, mentre dei 309 stranieri, 257 erano extracomunitari. Nella città vescovile, invece, su 346 assistiti complessivi 180 avevano cittadinanza italiana, 144 erano extracomunitari e 22 erano stranieri con passaporto comunitario.
Alto Adige 11-4-11
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sabato, 09 aprile 2011



La Cassazione: è reato operare se non c’è speranza di vita

FIAMMETTA CUPELLARO
ROMA. Stop agli interventi chirurgici per pazienti senza speranza, anche se hanno dato il loro consenso. Farà discutere la sentenza 13746 emessa dalla IV sezione penale della Corte di Cassazione, specializzata in colpa medica. I giudici hanno confermato la condanna per omicidio colposo di tre medici dell’ospedale romano San Giovanni che hanno operato una donna a cui avevano diagnosticato un tumore al pancreas con metastasi diffuse. Per gli oncologi una diagnosi senza scampo, con un’aspettativa di vita di appena sei mesi.
 Gina L., 44 anni e madre di due bambine, aveva detto sì all’intervento chirurgico che avrebbe potuto regalargli qualche anno di vita in più. E’ morta poche ore dopo essere uscita dalla sala operatoria, la notte dell’11 dicembre 2001, a causa di un’emorragia.
 Per la Suprema Corte, i tre medici dell’ospedale San Giovanni, Cristiano Huscher, Andrea M. e Carmine N. «hanno violato il codice deontologico». Ad Huscher, già finito al centro di polemiche per altri interventi disperati, la Corte d’Appello nel maggio 2009 aveva inflitto la pena ad un anno di reclusione, a Carmine N. di dieci mesi e ad Andrea M. di otto. Confermata la colpevolezza (il reato è però ormai prescritto) i tre camici bianchi dovranno risarcire i danni morali inflitti ai familiari della donna, privata prima del tempo, della pur breve vita che gli rimaneva.
 Secondo la Cassazione: «Date le condizioni della paziente (alla quale restavano pochi mesi di vita e come tale da ritenersi inoperabile) non era possibile attendersi dall’intervento un beneficio e/o un miglioramento della qualità della vita». Anche se, proseguono i magistrati «l’intervento era stato eseguito con il consenso informato della donna, disposta a tutto pur di ottenere un pur breve prolungamento della vita. I chirurghi hanno agito in dispregio al codice deontologico che fa divieto di trattamenti informati a forme di inutile accanimento terapeutico». Immediata la reazione della Federazione degli ordini dei medici. Il presidente Amedeo Bianco, pur definendo «giusto» il richiamo della Cassazione al codice deontologico, sottolinea però che «le valutazioni spettano all’ordine professionale». Ricorda Bianco: «Siamo davanti ad equilibri molto delicati e ogni cura è un evento unico. Bisogna chiedersi, piuttosto, quale obiettivo si era dato il medico quando ha prospettato alla paziente un intervento del genere. Se era utile e proporzionato».
Alto Adige 9-4-11
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venerdì, 08 aprile 2011

    

Referendum: «Due volte sì»

Ieri pomeriggio il comitato provinciale «2 sì per l’acqua bene comune» si è ritrovata in piazza Mazzini a Bolzano per sensibilizzare la popolazione sul referendum che dovrà essere votato il 12 il 13 giugno. Gli elettori torneranno alle urne per esprimersi su alcuni referendum: i più importanti saranno quelli sulla privatizzazione dell’acqua e sul ritorno dell’Italia all’energia nucleare. Per questo motivo è partita la campagna referendaria, il cui slogan è «L’acqua non si vende. Fuori l’acqua dal mercato».
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giovedì, 07 aprile 2011



«Ai disabili parcheggio libero»

LAIVES. Per i disabili, in giro per la città vi sono i parcheggi riservati, quelli segnati in giallo. Quando sono occupati, al disabile non rimane che parcheggiare sugli spazi blu a pagamento.
 «Bisogna cambiare - afferma però il consigliere del Pdl Claudia Furlani - e fare come hanno fatto altri Comuni, ad esempio vedi Bolzano, dove un disabile può parcheggiare anche sugli spazi con le strisce blu senza per questo dover pagare alcunché. Sarebbe opportuno avvenisse anche qui a Laives».
 In merito Claudia Furlani ha presentato una mozione al consiglio comunale, spiegando che, «pur nella consapevolezza che la polizia municipale di Laives si dimostra sensibile e tollerante in merito a questo problema, al contrario di ciò che sembrerebbe, non esiste alcuna legge che esonera dal pagamento del parcheggio sulle aree non specificatamente riservate, le automobili dotate di contrassegno per disabili. Noi quindi siamo chiamati a colmare questa lacuna - aggiunge Furlani - facendo in modo che un disabile alla guida della propria automobile, se occorre, possa sostare anche negli spazi non specificatamente a lui riservati, senza che per questo debba pagare, tenuto conto delle difficoltà che questi cittadini incontrano per spostarsi».
 In pratica, si tratterebbe di concedere questa possibilità ai disabili titolari del contrassegno e che siano effettivamente alla guida del mezzo parcheggiato. Come detto, non sono molti in città, così come non sono molti nemmeno i posti a loro riservati qua e là nei parcheggi pubblici. Una decisione dovrà comunque adottarla il consiglio comunale, chiamato a discutere del problema con la mozione presentata in questi giorni e che verrà analizzata nella prossima seduta. (b.c.)
Alto Adige 7-4-11
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giovedì, 07 aprile 2011



Il presidente degli imprenditori: plurilinguismo base per aprirci di più

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Plurilinguismo, infrastrutture, internazionalizzazione e pace sociale. Ruota attorno a questi pilastri il futuro dell’Alto Adige. Ebner chiede una svolta, e lo fa anche il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan: «Dobbiamo cambiare mentalità per conservare la nostra qualità della vita».
 A gennaio il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan ha lanciato il manifesto dell’Alto Adige. Ora il presidente della Camera di commercio Michl Ebner propone il laboratorio per il futuro dell’Alto Adige. Due documenti molto simili tra di loro, che in comune non hanno solo buona parte dei contenuti, ma soprattutto la richiesta di cambiare marcia. I termini usati sono diversi (Ebner parla di «svolta», Pan di «cambio di mentalità»), ma il senso è lo stesso: se l’Alto Adige vuole mantenere l’elevata qualità di vita attuale, serve un progetto nuovo che valorizzi al massimo i punti forti del territorio - plurilinguismo, economia diversificata e pace sociale - e migliori gli attuali punti di debolezza, a partire dalla scarsa raggiungibilità.
 Presidente Pan, prima il suo manifesto, ora il laboratorio sul futuro dell’Alto Adige lanciato da Ebner: c’è solo l’economia a pensare al domani?
 
«Fortunatamente no. I nostri impulsi sono condivisi anche dalla politica. C’è massima apertura da parte di Durnwalder, lui così come gli assessori Widmann e Bizzo si sono detti convintissimi delle nostre proposte».
 Partiamo dalla prima: Ebner punta molto sul plurilinguismo...
 
«Fa benissimo. Uno dei grandi temi è quello dell’internazionalizzazione. Se vinciamo questa sfida, allora facciamo crescere l’Alto Adige, generiamo valore aggiunto e manteniamo la pace sociale. Ma per uscire dall’Alto Adige il plurilinguismo va vissuto. Dobbiamo capire che le lingue non sono un fardello da sopportare, ma un’opportunità per crescere».
 Ebner propone di puntare maggiormente sugli scambi tra istituti scolastici: è d’accordo?
 
«Non ne faccio un discorso di metodo, quanto di mentalità. È una questione di approccio, in Alto Adige non abbiamo ancora capito che il plurilinguismo è un patrimonio. Di più, è un valore aggiunto che abbiamo rispetto agli altri territori».
 L’apprendimento della seconda lingua è un problema?
 
«Quando Ebner dice che le competenze linguistiche non sono migliorate, ha perfettamente ragione. Il punto è che spesso l’apprendimento della seconda lingua viene visto come un’imposizione e non come un’opportunità. Su questo dobbiamo migliorare, dobbiamo far passare il messaggio che “imparare le lingue è figo”».
 Basta il plurilinguismo per rilanciarsi?
 
«Il plurilinguismo è la base. Oltre che essere uno strumento di comunicazione è uno strumento per formulare nuove idee e creare dei ponti. Ponti dai quali nascono nuovi rapporti e nuove opportunità. Pensiamo all’export. Su tremila aziende che hanno tra i 5 e i 50 addetti, solo 700 fanno export. Qui c’è ancora un grandissimo potenziale da sfruttare. L’altra faccia della medaglia è l’innovazione: per vendere all’estero devi essere innovativo, per far fruttare la ricerca devi vendere all’estero. Capite come sono collegati i pilastri del futuro di cui parla Ebner?».
 Tra questi pilastri c’è anche la raggiungibilità...
 
«Appunto, è il tassello successivo. Il plurilinguismo favorisce export e innovazione, ma solo se ci sono le infrastrutture adatte. Se non siamo raggiungibili, non serve essere i più bravi. Rotaia, strada, banda larga, aeroporto: dobbiamo migliorare su tutto. Ma siamo anche i primi a riconoscere che abbiamo un paesaggio unico. Ciò che chiediamo sono interventi mirati, non invasivi. Se mi passate il paragone medico, pensiamo ai passi da gigante che ha fatto la chirurgia non invasiva: basta anche un piccolo intervento per produrre grossi benefici. L’adeguamento dell’aeroporto è uno di questi interventi non invasivi che apportano grandi benefici. Non parlo solo di imprese. Pensiamo ancora ai nostri giovani: una lezione di un premio Nobel è un’opportunità eccezionale, ma un premio Nobel non ha una settimana di tempo per venire in Alto Adige. Sarà comunque una toccata e fuga, ma con l’aeroporto almeno abbiamo la possibilità che arrivi a Bolzano».
 Il quinto pilastro citato da Ebner è la pace sociale.
 
«E qui il cerchio si chiude. La pace sociale non è gratis, anche se pochi se lo ricordano. Costa, e le risorse per alimentarla arrivano dal valore aggiunto che riesce a produrre l’economia. È un circolo virtuoso: plurilinguismo, innovazione, export, raggiungibilità, valore aggiunto, pace sociale».
 Ma come si fa a farlo capire a tutti?
 
«La politica ci sta seguendo, coi sindacati abbiamo aperto un dialogo che sta dando buoni frutti, ora puntiamo sui giovani. In tutti i comprensori abbiamo intensificato i rapporti con le scuole. Vogliamo far capire ai giovani le opportunità che offre il territorio e la ricchezza di cui disponiamo e al contempo vogliamo valorizzare i nostri talenti. Al termine di questi incontri spesso i giovani si dicono stupiti, ci spiegano che non avrebbero pensato alle tante possibilità che ci sono anche in Alto Adige. Creare delle aperture, questa è una delle nostre missioni. E questi incontri sono l’ideale, entrare in contatto e discutere insieme fa cadere i preconcetti e arricchisce entrambe le parti. Proprio come quando parliamo di plurilinguismo. È questa apertura il cambio di marcia che ci serve per crescere».
Alto Adige 7-4-11
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giovedì, 07 aprile 2011



LA SOCIETA’ SI FA SENTIRE

PAOLO CAMPOSTRINI
Se c’è un Alto Adige che vuole tenere chiuse le porte, ce ne è un altro che spinge per aprirle. Non è una novità politica. La novità è che adesso la politica non c’entra, c’entra la società e c’entra soprattutto chi ci lavora. La politica è servita spesso all’economia per proteggersi dall’aggressività dei vicini concorrenti: ora proprio l’economia ha da tempo compreso che la politica, continuando a dire no, la espone ai pericoli della stagnazione. Per questo i due mondi stanno convivendo sempre più a fatica. Semplificando: c’è una Provincia (politica) che sembra non voler rinunciare a vellicare il tradizionale protezionismo culturale (toponimi, Hofer, scuola, sanità elettorale) come estrema autodifesa di uno schema autonomistico autoreferenziale e c’è invece una provincia (economica e sociale) che avverte la necessità di abbattere i muri che la separano dalla modernità perchè l’autonomia possa continuare ad essere una ricchezza. Il secondo mondo, e questa è l’altra novità, sta portando avanti le sue istanze senza più appoggiarsi ai partiti d’opposizione (una volta i langeriani, poi le sinistre, più recentemente le disinibite destre di valle).
O a quelli di riferimento ma dotandosi di un’«organizzazione» sua propria capace di attuare una pressione in profondità. Succede così che la piattaforma di misure strutturali che ha presentato in questi giorni la Camera di Commercio non sembra più solo la voce di una categoria ma assume i caratteri e la forza di un programma di governo. Guardiamola.
 Più formazione e innovazione tra imprese e pubblico, infrastrutture fondamentali come l’aeroporto, miglior conoscenza della seconda lingua con mesi obbligatori di frequenza in istituti dell’altro gruppo non sono solo una serie di proposte ma fanno scorgere una cornice complessiva di riferimento, il ridisegno di una intera società. Che, in sintesi, dicono una cosa: dobbiamo aprirci. L’aeroporto serve a renderci realmente raggiungibili, non più schiavi dell’orografia; la scuola a guardare all’altro; l’innovazione a dischiuderci al mondo delle nuove culture e dei flussi del pensiero.
 Questo Alto Adige aperto attraverso questi passaggi fondamentali (trasporti, cultura e innovazione economica) ha più probabilità di restare ricco e competitivo.
 Ha, in sostanza, maggiori chance di rilanciare la sua vocazione autonomista attraverso una riconversione delle sue finalità: che, ab initio erano protettive, ma che ora occorre che si declinino nella direzione della flessibilità e della modernizzazione. Di fronte, c’è il programma del governo provinciale. Che fa corrispondere, ad alcune timide aperture (il polo tecnologico, una prudente sensibilità nei confronti delle infrastrutture, una riforma sanitaria e tagli alla burocrazia appena accennati, una scuola parzialmente aperta alla sperimentazione), una sostanziale chiusura nei confronti della cultura non tradizionale, di un deciso sostegno ai settori innovativi e di un diverso modello di sviluppo. Fino a quando queste due visioni potranno confrontarsi senza collidere non è dato sapere. E’ certo, invece, che la capacità di mediazione dei partiti tradizionali rispetto a questa dialettica politica-società sembra essere giunta al capolinea. L’economia sta disegnando con chiarezza il suo (e il nostro) nuovo mondo, la Svp e gli altri sembrano ancora abbarbicati al vecchio.
Alto Adige 7-4-11
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giovedì, 31 marzo 2011



La Protezione Civile al servizio di tutti noi

Civil Protect, fiera specializzata per protezione civile, antincendio, emergenza da domani 1º al 3 aprile 2011 unisce sotto lo stesso tetto gli addetti ai lavori provenienti da tutt’Italia e da Paesi dell’area tedesca che giungeranno a Bolzano per apprezzare l’offerta dei 123 espositori su una superficie di 15.000 m³.
Lo stivale si calza dall’alto, ebbe modo di dire Benedikt Gramm: l’allora Presidente della Camera di Commercio di Bolzano usò questa metafora per spiegare che l’eccellenza nel settore della protezione civile era - e continua ad essere - il vanto della provincia più a nord della Penisola. Infatti, con i sui quasi 20.000 volontari l’Alto Adige funge da modello di riferimento per tutt’Italia.

La Fiera specializzata Civil Protect si svolge ogni due anni, questa manifestazione si rivolge a coloro che operano nel settore della protezione civile, antincendio ed emergenza, e per coloro che desiderano entrare in contatto anche con aziende estere rappresenta, in Italia, un ottimo punto di partenza. La manifestazione, giunta alla terza edizione, non si presenta come mera esposizione di prodotti e servizi ma propone una serie di convegni su temi d’attualità e di seminari d’aggiornamento ad altissimo livello, che contribuiscono ad aumentare l’interesse per l’evento sia da parte degli espositori che dei visitatori.
Gli operatori in visita alla specializzata bolzanina giungono principalmente da regioni italiane (il 51,7% da località altoatesine, il 17,2% dal vicino Trentino, il 31% da resto d’Italia). L’edizione 2009 registrò il 92% di visitatori in più rispetto alla prima edizione che si svolse nel 2007, un grado di soddisfazione espresso dai visitatori pari al 100%, 600 partecipanti al congresso che fece da cornice all’evento, nonché soddisfazione generale tra gli espositori che apprezzarono l’andamento della rassegna definendolo “buono” o “molto buono”.
A Civil Protect sono in mostra automezzi sanitari e veicoli speciali, attrezzature di pronto soccorso, dispositivi e mezzi antincendio, allestimenti speciali, abbigliamento professionale, attrezzature da campo, dispositivi di protezione individuale, sistemi di radiocomunicazione, soluzioni logistiche per la protezione civile.
Civil Protect vanta la collaborazione dei propri partner esperti del settore, tra cui in primo luogo il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e la Provincia Autonoma di Bolzano. Inoltre, Civil Protect ha guadagnato negli anni l’appoggio di altri partner come: Emergenza Provinciale 115 118, Unione Provinciale dei Corpi Vigili del Fuoco Volontari dell’Alto Adige, Associazione Provinciale di Soccorso Croce Bianca, Croce Rossa Italiana, Soccorso Alpino AVS, Soccorso Alpino e Speleologico Alto Adige CNSAS, Associazione Provinciale Soccorso Subacqueo, Associazione Nazionale Alpini, Era Comitato Italia, Gruppo Operatori Emergenza Radio.

Informazioni utili:
Orario d’apertura: tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.00
Ingresso intero: 5,00
Abbonamento 3 giorni: 7,00
Ingressi gratuiti in loco:
- operatori e volontari in divisa ricevono un ingresso gratuito, previa registrazione in loco alle casse
- operatori e volontari non in divisa ma muniti di tesserino, ricevono un ingresso gratuito, previa registrazione in loco alle casse
- bambini e ragazzi fino a 12 anni
- GRUPPI: Gruppi di volontari prenotati (è necessario inviare la lista con i nominativi al fax 0471 516111, attenzione Franziska Sinn) possono ritirare i biglietti gratuiti alla reception della fiera (livello parcheggio, sopra l’ingresso principale)
- SCUOLE: scuole prenotate (è necessario inviare la lista con i nominativi degli alunni al fax 0471 516111, attenzione Franziska Sinn) possono ritirare i biglietti gratuiti alla reception della fiera (livello parcheggio, sopra l ingresso principale
Tariffa parcheggio visitatori: 1,00 / ora

Informazioni dettagliate alla pagina www.civilprotect.it
Alto Adige 31-3-11
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mercoledì, 30 marzo 2011



Democrazia diretta: la Svp è divisa

MAURIZIO DALLAGO
BOLZANO. Democrazia diretta, per la Svp è una croce continua. Come il referendum sull’aeroporto: tra necessità di aprirsi alla popolazione e volontà di mantenere il potere nei luoghi deputati della politica. Ecco che il disegno di legge di cui si discute da mesi all’interno del partito diventa ostaggio delle lotte intestine. I comprensori Svp di val d’Isarco e Pusteria sono contrari ad un ddl che permetta con referendum di intervenire sulle decisioni della Provincia, magari cassandole. L’aeroporto di Bolzano è l’argomento contingente su cui si affrontano favorevoli e contrari. Ma sullo sfondo ci sono anche le trame per la successione a Durnwalder. Che intanto governa, decide in giunta di approvare il masterplan con un leggero allungamento della pista.
AeRoporto e referendum. L’Obmann Theiner avanza l’ipotesi di un nuovo referendum sul tema-ampliamento dello scalo, ma proprio la Stella alpina non può permettersi una prova di forza al suo interno su un tema così delicato. «La discussione sul disegno di legge era talmente complicata in via Brennero che si è deciso di fare un nuovo giro a livello di comprensori», sintetizza il consigliere provinciale Arnold Schuler. Quest’ultimo fa parte del gruppo di lavoro che ha messo a punto la proposta sulla democrazia diretta, insieme a Elmar Pichler Rolle e Maria Kuenzer. Tra le novità rispetto alla normativa in vigore l’eliminazione del quorum di partecipazione, affinché i quesiti referendari siano validi ed una quota di 38 mila firme per avviarne l’iter. Sul numero di firme necessarie si sta ancora discutendo dentro il partito di raccolta. L’ala sociale, ad esempio, ne vorrebbe di meno. «Rappresentano circa il 10% dell’elettorato in Alto Adige», ancora Schuler. La legge sulla democrazia diretta rappresenta un cruccio per la Svp. Dopo l’esito degli ultimi referendum - non passati ma soltanto per un’inezia legata al quorum - la Stella alpina si è convinta che una nuova disciplina sia necessaria. Eravamo nell’ottobre 2009: i quesiti referendari erano stati snobbati dalla Svp, ciò nonostante si recarono alle urne quasi il 40 per cento degli elettori. Da allora il sostantivo «democrazia diretta» è diventato argomento di discussione in via Brennero.
I dubbi dei comprensori. Due settimane fa, stante l’impossibilità di essere approvata dal direttivo allargato, la proposta di legge è stata rinviata ai comprensori per un ultimo giro di vedute. Ma adesso, ad esempio, l’Obmann della Val d’Isarco, Herbert Dorfmann, mette il freno. «I cittadini non possono influire sul potere esecutivo, ma solo su quello legislativo, senza dimenticare che la democrazia si esplica già nelle elezioni», così Dorfmann. Sulla stessa falsariga, anche le osservazioni che arrivano da un altro circondario, quello pusterese. L’Obmann Albert Wurzer teme le limitazioni al potere della giunta provinciale. Insomma, nel partito di raccolta c’è una grossa fetta della base che è contenta se la politica prende decisioni. Qui, si vorrebbe evitare che il referendum riguardi delibere e decreti di Palazzo Widmann, non leggi del consiglio provinciale. Se a Nord e ad Est la Stella alpina esprime riserve, l’Obmann del Burgraviato, Karl Zeller, è convinto che l’attuale proposta di legge elaborata fino ad oggi dal suo partito possa andare bene. «Anche perché limitare le tematiche a sole leggi provinciali, non cambia la sostanza, perché la stessa giunta non potrebbe sottrarsi nelle sue deliberazioni a quanto deciso da leggi provinciali», evidenzia il deputato.
L’Obmann. Entro fine aprile Richard Theiner vorrebbe il via libera al disegno di legge. «Una maggioranza si troverà», si dice fiducioso e resta dell’opinione che «dopo il via libera al masterplan e una puntuale informazione della popolazione attraverso un confronto tra favorevoli e contrari, si possa fare un referendum sull’aeroporto». Una posizione, quella di Theiner, calibrata sui contrappesi interni. Pichler Rolle, senza parlare di referendum, è convinto che «dopo il via libera del masterplan per lo scalo di San Giacomo, sia necessario un nuovo tavolo di mediazione». Alla fine, anche la nuova legge sulla democrazia diretta sarà un compromesso nel partito, come la stessa scelta del futuro Landeshauptmann. Vale la legge del minor danno possibile.
Alto Adige 30-3-11
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mercoledì, 23 marzo 2011



Una bellissima storia da vedere cliccando il Link:

http://www.youtube.com/watch?v=J4WEkEAV1os&feature=fvst

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martedì, 22 marzo 2011



Ragazzi down, dopo la scuola c’è il vuoto

BOLZANO. Nella giornata mondiale delle persone affette da sindrome di down Fabiana Molterer racconta le difficoltà di prospettive future del suo ragazzo, Francesco, che frequenta l’ultimo anno delle superiori. «Abbiamo chiesto a varie aziende, ci siamo rivolti ai laboratori protetti e abbiamo interpellato il settore pubblico: per ora nessuna risposta. Da una parte la crisi economica che taglia le possibilità e dall’altra le liste d’attesa di chi è senza lavoro non danno speranze». Fabiana - membro dell’associazione “Genitori di persone in situazioni di handicap” - parla con schiettezza. «Non voglio vedere la realtà per quella che non è ma ritengo che anche le persone affette da sindrome di down abbiano diritto ad un progetto di vita, ad una professione e ad una soddisfazione personale. Mio figlio, per esempio, ama la natura e sogna un impiego in un agriturismo ed io sto tentando in tutti i modi di aiutarlo a trovare la sua strada».
 Il presidente dell’associazione Hansjörg Elsler spiega che il problema è importante: «Siamo di fronte ad una problematica che sempre più si diffonde nella nostra realtà e ne troviamo riscontro pure dai racconti dei nostri 700 soci. Non chiediamo corsie preferenziali ma garanzia per tutte le persone, conforme al proprio handicap, di poter trovare una collocazione legittima in Alto Adige nel mondo del lavoro». «Il sostegno del nostro sistema scuola - riprende Fabiana Molterer - è positivo. I problemi nei primi gradi della scuola primaria e delle medie sono pochi ma la questione cambia con il passaggio alle superiori. È lì, infatti, che il gap con il resto della classe comincia a demarcarsi e i nostri ragazzi sono costretti quasi sempre alle aule di sostegno. Alla luce di questo, oltretutto, non fa certo piacere ascoltare e riscontrare volontà di tagli nel settore dell’aiuto con relative, legittime, preoccupazioni dei dirigenti scolastici. Non è un problema di qualità, ma di risorse». La giornata mondiale delle persone con sindrome di down è anche occasione per immergersi nella vita non facile di chi ne è affetto.
Ma quali sono le emozioni di crescere un bambino down? «Sono contenta di poterlo raccontare senza troppe pacche sulle spalle perché Francesco è per me la possibilità di vivere appieno e nel profondo il significato di maternità. Francesco è il più giovane di tre fratelli che ho cresciuto allo stesso modo. Con il passare degli anni, poi, si tende a dimenticare la disabilità e a considerare solo le singole necessità del proprio figlio, come avviene per qualsiasi altro ragazzo “normale”. Certo la differenza sostanziale è che la prospettiva di maternità con Francesco non finirà mai. So che gli altri figli ad un certo punto taglieranno il cordone ombelicale ed andranno per la loro strada e so invece che Francesco avrà sempre bisogno di un sostegno. Dovrò sempre essere al suo fianco per aiutarlo e sostenerlo. Dargli una mano a trovargli un lavoro significherebbe incamminare lui e tutti quelli come lui sul percorso dell’autonomia. Di pari passo con i propri coetanei. E tutto questo è di per sé una conquista di proporzioni straordinarie». (a.c.)

Alto Adige 22-3-11
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domenica, 13 marzo 2011



«Spegniamo la tivù a cena e ascoltiamo i nostri figli»

BOLZANO. Si rinnova anche quest’anno il nostro appuntamento con i testimonial della campagna “Io rinuncio”, promossa dal Forum Prevenzione con la Caritas e altre associazioni, sostenuta dal quotidiano Alto Adige. L’iniziativa, attraverso le testimonianze di personaggi noti della vita pubblica altoatesina, invita a una riflessione sul saper rinunciare a qualcosa, nel periodo della Quaresima. E non solo nel periodo quaresimale, potremmo aggiungere. Utili esempi, insomma, che ci possono spingere a riflettere su come la rinuncia a cose che ci possono apparire scontate, ma che sono “inutili”, surplus, è un primo passo verso una vita più sobria, spirituale, migliore. Oggi a illustrarci la sua riflessione è lo psicologo bolzanino Massimo Mery.
 «All’ora di cena, quando la famiglia siede intorno al tavolo per mangiare, rinunciamo a interessarci alle notizie del telegiornale e spegniamo il televisore, se è acceso. Concentriamoci su ciò che abbiamo nel piatto, mangiando lentamente e lasciando che ognuno possa parlare ed esprimersi liberamente. Come genitori rinunciamo a voler aver ragione a tutti i costi, solo per il ruolo che ricopriamo e poniamoci in ascolto dei nostri figli. Rinunciamo ad arrabbiarci se durante la giornata qualcosa è andata male e rinunciamo a dire al nostro partner “È colpa tua!”. Rinunciamo senza aver paura di perdere credibilità e potere».
Alto Adige 13-3-11
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venerdì, 11 marzo 2011



Il servizio civile ora si può fare anche a scuola

BOLZANO. Il servizio civile non è più quello di una volta... Battuta, ma sono cambiati i tempi, sono cambiate le situazioni (una volta l’obbligo del servizio di leva “dirottava” molti, soprattutto pacifisti, verso questa alternativa) e soprattutto è sempre più forte, nei giovani, la sensibilità all’impegno per il prossimo. Si ampliano poi anche, i raggi d’azione del servizio civile: ad esempio ora c’è anche “A scuola insieme” e in questo ambito l’Istituto comprensivo Bolzano III (scuola primaria Don Milani e scuola secondaria di primo grado Leonardo da Vinci) mette a disposizione due posti riservati a giovani tra i 18 e i 28 anni, nell’ambito del servizio civile nella provincia di Bolzano. Viene in questo modo offerta un’esperienza nel settore dell’educazione e promozione culturale, della durata di 1 anno a partire dal mese di maggio 2011. L’Istituto è quindi alla ricerca di due volontari che prestino servizio diurno con orario flessibile, nel periodo scolastico presso le scuole e nel periodo estivo collaborando alle varie attività sportive del progetto “Proteus”. Per avere maggiori informazioni contattare l’Istituto Comprensivo Bolzano III in via Napoli 1, telefono 0471 - 930555.
Alto Adige 11-3-11
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venerdì, 11 marzo 2011



Mozione dei Verdi per l’acqua pubblica

 LAIVES. Più di un anno fa, a larga maggioranza, il consiglio comunale approvò un ordine del giorno dei Verdi che chiedeva un impegno concreto contro la possibilità che l’acqua venisse privatizzata, cosa che potrebbe succedere entro quest’anno. Adesso, gli stessi Verdi, con una mozione firmata da Giorgio Zanvettor e Rosa Maria Wieser, chiedono alla giunta (nella quale sono rappresentati dall’assessore allo sport Alberto Covanti) di sviluppare da subito un’adeguata campagna informativa tra i cittadini per favorire la più ampia partecipazione possibile al voto.
Alto Adige 11-3-11
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giovedì, 10 marzo 2011



Enel: «Solo consulenti professionisti»

Dopo le cinque tentate truffe l’azienda spiega come comportarsi


ORA/SALORNO. Dopo i 5 casi di tentate truffe porta a porta in Bassa e Oltradige c’è da registrare la presa di posizione di Enel. «Enel Energia svolge spesso campagne di presentazione porta a porta delle proprie offerte, tra le quali il cliente può individuare formule di risparmio. I consulenti potrebbero avere la necessità di visionare le ultime bollette. Attualmente anche in Alto Adige stiamo svolgendo una di queste campagne quindi, per essere certi che chi bussa alla vostra porta sia effettivamente un incaricato Enel ricordiamo che i consulenti di Enel Energia sono muniti di tesserino plastificato con foto e dati di riconoscimento e non chiedono denaro a domicilio. Il pagamento delle bollette di energia e gas è possibile esclusivamente tramite bollettino postale, banca, carta di credito e bancomat da utilizzare presso gli sportelli automatici. Sono muniti di materiale Enel, contratti, proposte commerciali e a breve anche di una “divisa”. «La nostra rete di venditori - afferma Annelise Arcuri, responsabile commerciale Enel Energia per il Nord Est - è formata da professionisti certificati e selezionati in base a tre caratteristiche che riteniamo fondamentali: affidabilità, correttezza e disponibilità a confrontarsi con il cliente».
Alto Adige 10-3-11
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giovedì, 10 marzo 2011



“Aiutami a fare da solo”: a Laives progetto per scolari dislessici

LAIVES. Si chiama “Aiutami a fare da solo” ed è un progetto rivolto agli alunni dell’Istituto comprensivo Laives 1 e Pluricomprensivo, nato nel 2008 con l’obiettivo di supportare il processo di apprendimento degli alunni con dislessia. Questo processo si avvale delle nuove tecnologie informatiche ed è uno dei rari esempi a livello italiano, allestito presso un’aula messa a disposizione dal centro Don Bosco di Laives. Per la realtà scolastica della nostra piccola città è un traguardo straordinario. Lo segue concretamente Davide La Rocca, di “Canalescuola” e prevede la collaborazione congiunta di insegnanti, genitori e medici terapisti. La dislessia colpisce il 3 - 4 per cento della popolazione scolastica e può creare grosse difficoltà nella vita degli studenti che ne sono afflitti.
“Aiutami a fare da solo” prevede l’uso di computer, scanner e software specifici, che consentono al dislessico di superare gli ostacoli sul percorso didattico. (b.c.)
Alto Adige 10-3-11
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martedì, 08 marzo 2011



I due anni da vescovo di Karl Golser

PAOLO VALENTE
Due anni difficili. Tensioni a livello nazionale e locale, scandali e crisi nella comunità ecclesiale, infine l’inattesa malattia. L’episcopato di mons. Karl Golser, partito l’8 marzo 2009 con la solenne ordinazione nel Duomo di Bressanone, è un cammino in salita. Il vescovo si è trovato ai vertici di una chiesa alla quale in molti guardano in attesa di risposte e dalla quali molti si dichiarano distanti.
Impreparati l’una e gli altri a leggere le sfide di un tempo in cui i punti di riferimento fluttuano in mare aperto.
Senza strumenti l’una per comunicare in modo efficace, gli altri per individuare, tra le pieghe di un corpo informe, i semi di speranza e di rinnovamento. Se la società è disorientata, la comunità cristiana non lo è da meno. In questa situazione non facile, il vescovo Golser ha cominciato proponendo il suo motto che è al tempo stesso un programma di azione: “Christus pax nostra”. Dunque assegnando un peso prioritario alla pace, che per i cristiani si fonda sulla testimonianza e la presenza di Cristo, per i fedeli di altre religioni, per i non credenti e per tutti ha valore in sé, indipendentemente dalle risposte che ognuno potrà trovare alle “domande ultime”.
Pace in questa terra significa in primo luogo far sì che ogni persona e ogni gruppo linguistico si sentano a casa. Secondo la convinzione che “i due grandi gruppi etnici che convivono in Alto Adige sono come i due polmoni che danno forza e vita alla nostra terra”. Una realtà da affrontare insieme, senza imboccare”percorsi di vita separata. Se fosse così, ci priveremmo di una grande ricchezza, cioè di imparare gli uni dagli altri, di godere di questa grande opportunità di poterci agganciare a due culture”. Così dichiarava mons. Golser un anno fa a questo giornale.
Ma non basta.
Oggi anche il Sudtirolo non si articola più solo nei tre “gruppi storici”, ma diviene Heimat di persone provenienti da altri contesti culturali, linguistici e religiosi. L’impegno di Golser nel campo dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso (attualmente è presidente della relativa commissione all’interno della Conferenza Episcopale del Triveneto) precede di molti anni la sua nomina a vescovo. Di fronte a cristiani che ritengono ancora di dover “convertire” l’altro anziché convertire se stessi (come pare invece richiedere il vangelo), il suo stile è quello di un’apertura non strumentale. “La fraternità umana è l’esperienza, a volte sorprendente, di una relazione che accomuna, di un legame profondo con l’altro, differente da me, basato sul semplice fatto di essere uomini”.
La ricerca di un rapporto equilibrato tra le persone, tra le culture, di una relazione serena con la propria storia, si estende alle dimensioni dell’ambiente e dei tempi della vita. Ci sono regole che è bene rispettare non perché una qualche autorità esterna imponga di farlo, ma perché esse consentono di vivere in pienezza la propria esistenza. Insistere, come ha fatto mons. Golser, sulla salvaguardia dei momenti di riposto (come la domenica), non ha solo un significato religioso. Il diritto al riposo è un valore civile che va letto nella prospettiva di un’ecologia del tempo e dello spazio che si va perdendo nel vortice della società dei consumi, cui non interessa la dignità dell’uomo ma, appunto, la sua propensione al consumo.
Gli interventi del vescovo sui temi ambientali si sono susseguiti in omelie, messaggi e interviste. L’idea di fondo: esiste oggi la “necessità di unaconversione ecologia, che ci porti dallo sfruttamento alla cura del creato”. Un discorso che si fa più concreto quando si parla di energia: “L’energia nucleare - ha dichiarato al mensile Jesus - non può essere definita rinnovabile, perché anche le scorte di uranio finiranno, mentre altre forme di energia lo sono realmente, possono avere una diffusione più capillare e permettere un risparmio energetico”.
Trasferito alle dinamiche interne della comunità cristiana e dei suoi rapporto col mondo, tale orientamento conduce, con coerenza, ad un atteggiamento di fondo: la trasparenza. Così quando si è trattato di prendere atto che anche nella chiesa locale si erano verificati episodi di violenza sessuale su minori, la reazione non è stata quella del nascondere, ma quella del parlarne. Del togliere i veli, di ammettere le responsabilità e di porvi rimedio. Uno stile che tutti hanno apprezzato.
Mons. Golser, rivolgendosi in primo luogo ai cristiani, ha più volte insistito sulla necessità di un recupero di un’identità che, come pare, è andata persa nella nebbia. Non si tratta però di quell’atteggiamento così diffuso (frutto della paura) in cui l’identità diventa uno scudo o un’arma per contrastare il diverso che non si conosce. Tutt’altro. Come avviene nei momenti di crisi, c’è una necessità profonda di tornare alle radici più pure della propria fede. Cristiano non è chi si proclama tale, chi occupa il mondo ed impone agli altri il proprio (presunto) credo ma, come si legge ai primi versi del discorso della Montagna, chi è povero in spirito (cioè libero dalle ricchezze), chi soffre, chi agisce con mitezza, chi ha fame e sete della giustizia, chi ha un cuore grande e puro, chi opera per la pace, chi viene perseguitato per la giustizia.
Ora, colpito da una rara forma di Parkinson, mons. Golser ha l’opportunità di dare diretta e sofferta testimonianza di quanto è andato dicendo in questi anni e lo fa ancora una volta in stile di assoluta trasparenza. Come annunciato, la lettera pastorale per la Quaresima prenderà spunto proprio dalla sua malattia.
Ciò rappresenta una chance per l’intera comunità ecclesiale e civile di recuperare quel linguaggio dei segni e della vita vissuta che vale più di tante parole.
Alto Adige 8-3-11
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mercoledì, 02 marzo 2011



Sul sito “carrellovirtuoso” si possono confrontare i prezzi dei supermercati

BOLZANO. Senza metter dentro la canonica moneta da uno o due euro, per “liberarlo” dalla catena che lo tiene attaccato agli altri, da lunedì si è messo in movimento in vari supermercati locali il... carrello virtuoso. L’iniziativa, presentata nei giorni scorsi, va incontro ai consumatori, e li coinvolge nella ricerca della convenienza, concreta, da infilare nel sacchetto della spesa.
 La spesa, appunto, un rito comune a tutti e che spesso ripete una prassi consolidata: stilare una lista degli alimentari, e affini, dei quali si ha bisogno e che si devono acquistare, e domandarsi in quale supermercato recarsi per risparmiare, è pratica frequente praticamente in tutte le famiglie. Azzeccarci però non è sempre facile e le ipotesi, spesso, dipendono da svariati fattori, primo fra tutti senz’altro il prezzo dei singoli prodotti. Ora, a dare una risposta ai consumatori pensa un sito, www.carrellovirtuoso.it, che rappresenta idealmente quello che le massaie, fino a qualche lustro fa, facevano scambiandosi chiacchiere alla cassa: la comparazione dei prezzi in base a quanto letto nei cartellini.
 L’idea è del Ctrrce (Centro tecnico regionale di ricerca sul consumo europeo) che con la collaborazione, fra gli altri, di Altroconsumo, Provincia e del giornale Alto Adige, propone un portale dove chiunque può registrarsi e riportare i prezzi dei prodotti acquistati in un qualsiasi supermercato delle città di Bolzano, Laives, Merano, Brunico, Bressanone e Vipiteno. Scontrino alla mano, quindi, i dati saranno immessi direttamente dagli altoatesini, e il risvolto pratico del sito è l’aspetto più intrigante del progetto.
 «Ciascuno - spiega Marino Melissano, presidente del Ctrrce - potrà creare un carrello virtuale personale in cui inserire i prodotti della lista della spesa familiare e chiedere al software quale sia il punto vendita più economico dove recarsi per gli acquisti. Il portale, infatti, stilerà una lista dei supermercati con la somma totale dei prezzi rilevati e fornirà così una prima indicazione numerica. Il tutto sarà accompagnato da un grado di affidabilità derivante dalla relativa “freschezza” della rilevazione. Se i prezzi sono stati registrati meno di un mese prima, allora il livello sarà ottimo, poi via a scalare».
 Basterà un clic per capire dove conviene, di volta in volta, riempire il carrello reale. Chi diventa “rilevatore accreditato”, attraverso la sottoscrizione di un regolamento può partecipare a un concorso che mette in palio buoni spesa fino a 250 euro.
 Unico problema, le offerte speciali che, chiaramente, sono temporanee e non possono fare media. «Stiamo studiano delle contromisure - ancora Melissano - ma per ora non rientrano nel calcolo della convenienza».
 Il lancio online del carrello virtuoso è dunque avvenuto l’altroieri, con rilevazioni “di default” realizzate da professionisti per renderlo subito funzionale in attesa del contributo dei cittadini. (a.c.)
Alto Adige 2-3-11
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martedì, 01 marzo 2011



Asilo sbarrato: insorgono i privati

BRUNO CANALI

LAIVES. Quasi 200 firme raccolte in meno di un’ora, ieri mattina, sono il segnale che il problema della sicurezza alla scuola materna di via Kennedy è molto sentito dai genitori. L’iniziativa è promossa dal Pdl, che poi ha passato la mano al comitato dei genitori, che porteranno le firme in Comune.
 La petizione è scattata a qualche giorno di distanza dall’episodio che aveva visto un mezzo di soccorso bloccato fuori dalla scuola materna per impossibilità di entrare. Una bambina si era sentita male e l’ambulanza aveva cercato di raggiungere la scuola imboccando la stradina privata che entra da via Noldin. La strada però da qualche tempo è parzialmente sbarrata a causa di un cantiere e per ora, nonostante le esortazioni, non è stata realizzato un passo carraio alternativo, magari su via Kennedy. Il sindaco Liliana Di Fede, al culmine delle polemiche per l’episodio della scorsa settimana, aveva garantito un’azione legale nei confronti dei proprietari della stradina, sottolineando che per decenni era stata utilizzata per passare.
 «Non è vero - ribattono i proprietari - e il Comune non può calpestare i nostri diritti per cercare di risolvere una carenza che è solo sua. L’entrata principale è sempre stata quella su via Kennedy (non a caso la scuola si chiama così) mentre le nostre proprietà - vadano a verificare al catasto - sono cortili. Non c’è mai stata la luce pubblica, la manutenzione l’abbiamo sempre fatta noi e addirittura - dicono quelli che abitano nell’ultima casa prima della scuola materna - una manciata di metri quadrati, sui quali paghiamo anche l’Ici, all’interno della recinzione dell’asilo risulta di nostra proprietà».
 Quello che invece chiedono gli esponenti del Pdl che hanno promosso la petizione è che vengano immediatamente ripristinate le condizioni di sicurezza alla scuola materna di via Kennedy, quelle che sono venute meno, così come indicato anche da una perizia fatta dai tecnici provinciali della prevenzione incendi, ancora a dicembre. Nella perizia vengono elencati diversi punti (scala di emergenza, porte dalle quali chiunque potrebbe accedere all’asilo, etc.), non solo la mancanza di un accesso carraio adeguato, e si indica un periodo compreso tra i 30 ed i 120 giorni per porre rimedio alle lacune.
 Dall’amministrazione comunale invece ribadiscono che «la responsabilità dei mancati soccorsi alla scuola materna di via Kennedy non è del Comune ma di chi non ha rispettato l’ordinanza di sgombero della strada». «Il Comune è intervenuto il 15 dicembre - si legge in una nota - emettendo un’ordinanza firmata dal sindaco che impone di lasciare libero il passaggio lungo la stradina che entra da via Noldin. I proprietari si sono rivolti al Tar e i nostri vigili urbani hanno segnalato l’inadempienza all’autorità giudiziaria. Ora si sta valutando di rendere questo provvedimento ancora più incisivo, indicando esplicitamente il divieto di sosta lungo la stradina. Contemporaneamente stiamo lavorando ad una soluzione definitiva per l’accesso alla scuola materna e un legale ha il compito di verificare la possibilità d’intavolazione di una servitù di passo».
 I proprietari della stradina però non ci stanno e promettono battaglia contro questa decisione del Comune di Laives. «Da quando è scoppiato il caso - dicono - nessuno dell’amministrazione comunale si è degnato mai di venire a parlare con noi. Se intendono espropriarci vedremo come andrà a finire, noi non cediamo».
Alto Adige 1-3-11
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lunedì, 28 febbraio 2011



CARRELLO VIRTUOSO

Spesa: confronto prezzi online

 Carrello virtuoso è un progetto ideato dal Centro Tecnico Regionale di Ricerca sul Consumo Europeo (Ctrrce) che parte oggi: www.carrellovirtuoso.it è un grosso portale interattivo bilingue, dedicato a tutti i consumatori altoatesini che potranno costruire il loro carrello della spesa e verificare immediatamente dove possono acquistarlo al prezzo più conveniente. Tutti i consumatori altoatesini che vogliano diventare autorilevatori sono invitati ad iscriversi al portale, immettendo una password personale, che gli permetterà di navigare per cercare il prezzo del carrello più conveniente.
Alto Adige 28-2-11
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mercoledì, 23 febbraio 2011



«Ad alta voce»: quando la letteratura incontra il sociale

Fare incontrare la letteratura con il mondo del sociale. Suscitare interesse su storie spesso relegate ai margini grazie alla forza comunicativa della narrazione. Questi, in sintesi, gli obiettivi del progetto «Stille Post - Ad alta voce».
 Il progetto è stato promosso dall’assessorato provinciale alle Politiche sociali e realizzato con la collaborazione della casa editrice Alphabeta e del Kvw.
 Letteratura, si diceva. In questo caso, racconti. Il formato scelto per la distribuzione è stato quello di snelli libretti, impreziositi da lavori grafici a cui hanno partecipato persone in situazione di disagio che lavorano in laboratori protetti. Dieci gli scrittori che hanno dato il loro contributo: Sepp Mall, Fabio Marcotto, Anne Marie Pircher, Manuel Maini, Helene Flöss, Sandro Ottoni, Birgit Unterholzner, Paolo Valente, Kurt Lanthaler e Brunamaria Dal Lago Veneri. I temi trattati spaziano da storie di vita di clochard, malati psichici, a quelli della quotidianità di una ragazza che affronta i problemi dell’adolescenza. Uno spettro di indagine ampio che, ad oggi, ha portato alla distribuzione di ben 100 mila libretti in luoghi pubblici e nelle scuole della provincia.
 Ieri - alla presenza dell’assessore competente Richard Theiner e di alcuni rappresentanti dei soggetti coinvolti - si è fatto il punto sui risultati dell’iniziativa e sono stati resi noti i progetti correlati che saranno realizzati. Con un salto temporale a ritroso di pochi giorni, è doveroso citare la trasposizione teatrale del racconto «Schwarz und weiss» di Anne Marie Pircher, messo in scena il 17 febbraio al Theater in der Altstadt di Merano. Nella primavera di quest’anno i dieci racconti saranno trasmessi dalla sede radiofonica Rai di Bolzano. Le letture diverranno poi un audiolibro che verrà distribuito a tutte le persone ipovedenti o con difficoltà di lettura in Alto Adige. Inoltre domani, alla Biblioteca civica di Bolzano (ore 18), Kurt Lanthaler e Brunamaria Dallago Veneri presenteranno i loro racconti. L’incontro si ripeterà venerdì 25 febbraio alla Biblioteca civica di Merano (ore 20.30). E in autunno tutti i racconti della collana verranno raccolti in due antologie, una in lingua tedesca e una in lingua italiana. Anche le antologie saranno pubblicate da Alphabeta. (a.m.)
Alto Adige 23-2-11
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domenica, 13 febbraio 2011



Nicolodi: sogno il pluralismo

GIGI BORTOLI
Recentemente eletto alla presidenza della Fondazione Alexander Langer, Enzo Nicolodi svolge da decenni - e in diversi ruoli - un’azione politica e culturale sulle articolate problematiche del nostro territorio. Ora affronta una nuova sfida.
 Enzo Nicolodi, lei ha condiviso con Alexander Langer, di cui è stato anche amico, un tratto di percorso nel segno di un avvicinamento tra le culture del nostro territorio. Vede la sua elezione alla presidenza della Fondazione, rispetto al suo vissuto, come una quadratura del cerchio?
 
La vedo come una sfida importante per me e i miei amici della Fondazione: da affrontare, come ho sempre fatto, a viso aperto. L’idea è di portare un impegno trasversale, pluralistico, ospitale nel confronti delle molte culture oltre gli schieramenti politici. Il mio sogno sarebbe quello di vedere il nostro presidente, Luis Durnwalder aprire la legislatura nel 2013, se sarà in campo, con la biografia di Magnago nella mano destra e nella sinistra i dieci punti per la convivenza di Langer.
 Cosa resta oggi della lezione langeriana? È rimasta incompiuta?
 
Nessuna lezione! Insegnante sì, per qualche anno, ma nella sua vita politica non ha mai assunto un atteggiamento professorale. Lui era impegnato ad argomentare e convincere, a costruire il pensiero e l’azione comune. Un pensiero, il suo, che possiede una forza e un’energia dirompenti, in grado ancora oggi di essere comprese e fatte proprie dalle generazioni più giovani che si affacciano al mondo desolante della politica odierna. Giovani che cercano di dare senso alla propria vita impegnandosi in prima persona per la tutela del nostro pianeta e delle varietà ambientali e umane che vi convivono. Forse perché Alex univa il pensiero alle opere, parlava bene e razzolava altrettanto bene. Oggi è vitale trovare modelli positivi da proporre all’attenzione di chi cerca nuove strade a prescindere dalle appartenenze politiche. L’attenzione di questi giorni per la riedizione da Sellerio de «Il viaggiatore leggero» è forse determinata proprio da questa potenza intrinseca che la sua figura, a 16 anni dalla morte, ancora irradia in modo dirompente. Può essere una risorsa culturale, un fratello spirituale, perché i temi che ha affrontato sono ancora di grande attualità. Così come lo sono alcuni dei maestri con i quali ha condiviso un pezzo di strada a partire da quelli che lo hanno influenzato da giovane come don Lorenzo Milani e Ivan Illich.
 La società sudtirolese del 2011 è notevolmente cambiata. Ci sono le problematiche portate da emigranti di diverse etnie provenienti da diversi angoli del globo. Ha ancora senso il contenzioso tra italiani e tedeschi?
 
La dimensione pluriculturale è la normalità, non l’eccezione, scrisse Langer all’inizio dei suoi dieci punti per la convivenza. E proprio questo testo, radicato nella sua esperienza umana e politica in Alto Adige, testimonia quanto la compresenza sullo stesso territorio di più popoli e religioni, di più lingue e culture, ci stimoli a tenere sotto osservazione continua la contraddizione tra esclusivismo etnico e integrazione. Attrezzarsi con idee e buone pratiche a convivere anche con livelli gestibili di conflittualità tra le persone, imparare ad abbassare i toni dello scontro etnico e a diffondere le esperienze di convivialità e di incontro. Una «arte della convivenza» che abbiamo in un certo senso ereditata da Langer. Che ci rende sensibili, attenti e competenti su questi aspetti qui in Sudtirolo, ma anche con le parti del mondo con cui la Fondazione continua a dialogare sulla scia dei premi che ha assegnato.
 In che modo la Fondazione Langer vuole essere una finestra sulle problematiche più acute del mondo contemporaneo?
 
Senz’altro rafforzando i progetti che ha ideato con il contributo decisivo di chi mi ha preceduto. E ampliandoli per quanto possibile anche con l’aiuto degli enti sostenitori e dei molti volontari non solo locali. Siamo una piccola Fondazione ma con un alto livello di elaborazione e di impegno. La guerra e i conflitti, la lezione della Bosnia Erzegovina e di Srebrenica, i corpi civili europei di pace, l’amicizia da coltivare con i destinatari del premio, incominciare a promuovere in proprio ricerche e pubblicazioni ispirate ai temi di Alexander Langer, sono elementi che ci spingono a continuare fattivamente lungo tale percorso.
 Mi spiace che l’inizio del mio mandato coincida con la chiusura del master per Operatori di Pace/Mediatori di conflitti. Un master che ho conosciuto da vicino durante uno stage pratico tra Tuzla, Sarajevo e Srebrenica. Un Master che ha coinvolto decine di giovani donne e uomini, tornati più forti e motivati per affrontare in forma non improvvisata anche analoghi conflitti locali, che se non affrontati in modo consapevole, rischiano continuamente di mettere in discussione gli spazi di convivenza così faticosamente conquistati.

«Alex direbbe: Durnwalder sbaglia»

A Enzo Nicolodi, una domanda sulla cronaca di questi giorni: che posizione avrebbe preso Langer di fronte allo scontro tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e quello della Provincia, Luis Durnwalder sulle celebrazioni per l’unità d’Italia e su quelle più incandescenti di oggi, vedi bassorilievo di Mussolini?
 «Non so cosa avrebbe detto oggi Langer, ma possiamo sapere con certezza ciò che in realtà disse dal 1978 al 1995 nei suoi “Scritti sul Sudtirolo” (ed. Alpha Beta a cura di Siegfrid Baur e Riccardo Dello Sbarba) su tutti i temi che ancora oggi occupano la scena politica dei rapporti tra le nostre popolazioni e tra l’Alto Adige Südtirol e lo Stato italiano. Il 15 settembre 1991, accompagnai Alex invitato al Brennero ad un raduno pantirolese dal titolo “Riflettere sul Tirolo”. Mi chiese di esserci per ribadire un concetto che poi sottopose alla riflessione dei presenti: E io cosa andrò a dire? Innanzitutto che il Sudtirolo è di tutti quelli che oggi lo abitano, e che quindi ogni discorso sul suo futuro deve essere fatto in primo luogo da tutti gli abitanti di questa terra, insieme, senza distinzione tra gruppi linguistici o “anzianità di residenza”, e senza delegare i propri destini né a Roma, né a Vienna, né a Trento, né a Innsbruck; pur con tutta la volontà di tessere e mantenere buoni rapporti con tutti i nostri vicini e con chi ha responsabilità statuali o inter-statuali verso l’Alto Adige. Paventò il rischio di confondere democrazia e federalismo (percorsi di avvicinamento alle popolazioni che vivono un territorio), con separatismo o esclusivismo etnico. Sottolineò l’ importanza di risolvere i problemi (toponomastica, monumenti ed altro) in loco senza delegare a Roma o Vienna il compito di trovare una mediazione».
 E la Sua opinione personale?
 
«L’ Italia di oggi è un paese che vive momenti difficili, in continua fibrillazione. Diviso un po’ su tutto, con un tasso di conflittualità politica altissimo. Diviso tra promotori del federalismo e difensori del centralismo, diviso tra Nord e Sud, tra sostenitori di Berlusconi e suoi oppositori, e così via...In una tale situazione la dichiarazione di Durnwalder, pur comprensibile in questo contesto caotico, risulta incauta e precipitosa ed ha fatto perdere alla nostra terra un’occasione d’oro, quella di presentarsi con la propria originalità plurietnica e pluriculturale». (g.b.)
Alto Adige 13-2-11


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