giovedì 19 gennaio 2012

aereoporto san giacomo 4


lunedì, 07 marzo 2011



Presidente A22: «Arteria al limite puntiamo su un mix treno-aereo»

ANTONELLA MATTIOLI
BOLZANO. «Per migliorare la scorrevolezza del traffico, come A22 - dice il presidente della società Walter Pardatscher - la nostra parte l’abbiamo fatta e la stiamo facendo. Ma la capacità dell’arteria non è illimitata. Serve un giusto mix tra strade, trasporto su rotaia (da potenziare), aeroporto». Le infrastrutture, la raggiungibilità del territorio stanno particolarmente a cuore al mondo dell’economia: «Nell’ultimo trimestre - spiega il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan - l’export è aumentato del 24%: in questo quadro sono fondamentali i collegamenti tra noi e il resto del mondo». Proprio per questo il presidente della Camera di commercio Michl Ebner, solo pochi giorni fa, ha promosso una conferenza sul trasporto intermodale lungo la linea ferroviaria del Brennero, alla quale hanno partecipato rappresentanti dei Länder, delle province e delle Camere di commercio lungo l’asse del Brennero.
AUTOSTRADA. Gli imprenditori altoatesini considerano l’A22 come l’infrastruttura di trasporto più importante del territorio. Elevato il livello di soddisfazione, ma la richiesta è quella di rendere più scorrevole il traffico anche a fronte di un nuovo aumento del passaggio di mezzi pesanti che, nel 2009, aveva subìto una riduzione del 10%. «La crisi ha inciso fortemente - spiega Pardatscher - sul traffico merci, mentre non ha avuto ripercussioni su quello leggero». Con il miglioramento della situazione economica, nei primi mesi del 2010, il numero di camion e tir in transito è aumentato del 1,9% e il trend pare essere confermato anche nei primi mesi del 2011. Ciò significa che l’arteria sta raggiungendo il limite.
Gli interventi per migliorare la scorrevolezza sono, nel 2012, la terza corsia tra Verona e Modena, mentre sono in fase di completamento, tra Verona e Bolzano sud, i lavori della terza corsia dinamica. «Da Bolzano sud al Brennero però ci sono i viadotti e, anche volendo, non si potrebbe fare nulla per eliminare il collo di bottiglia. Comunque, anche quella che viene chiamata terza corsia dinamica, altro non è che l’allargamento della corsia di emergenza e solo in casi eccezionali potrà essere usata come corsia di marcia. Questo per dire che non può essere considerata una risposta reale all’aumento del traffico».
E quindi?
«Da A22 non ci si possono attendere risposte strutturali. Anche perché la nostra è una società pubblica in cui gli azionisti sono contrari all’aumento delle corsie. Da parte nostra dunque si può solo lavorare, come stiamo già facendo, sulla miglior programmazione dei cantieri, per un ulteriore aumento della sicurezza e una maggior informazione degli utenti: tutto ciò può fluidificare maggiormente il traffico. Più di così non possiamo fare. Bisogna che ci sia un giusto mix tra autostrada, ferrovia e aeroporto».
TUNNEL. A22 crede fortemente nel trasferimento di almeno parte del traffico dalla gomma alla rotaia. Per questo entro il 2014 la società avrà accantonato 550 milioni di euro per il tunnel del Brennero e le tratte di accesso: è una partita importante perché collegata alla concessione dell’A22. Per ora è tutto congelato in attesa che l’Ue decida se la società potrà ottenere la proroga della concessione o se ci sarà una nuova gara. «Tunnel e potenziamento dell’attuale linea ferroviaria - dice Pan - sono destinate a rivoluzione il trasporto su rotaia, ma al momento e per i prossimi anni la situazione non cambierà. Il servizio ferroviario non dà quelle garanzie di cui un imprenditore ha bisogno».
AEROPORTO. Terza elemento di forte debolezza, per un territorio economicamente interessante come l’Alto Adige, l’aeroporto. «Non è né carne né pesce - attacca Pan -: costa molto alle casse pubbliche e offre un servizio insufficiente. Devono decidere cosa fare». Il destino dello scalo è legato all’allungamento della pista dagli attuali 1296 metri ai 1406 originari: arriverebbero velivoli più grandi che significherebbe più concorrenza e biglietti più economici. Duecento metri in più, fortemente contestati da Verdi e ambientalisti, che spaccano anche la Svp. Ma l’assessore Thomas Widmann assicura: «Entro fine mese porto il masterplan sull’aeroporto in giunta».
Alto Adige 7-3-11
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lunedì, 07 marzo 2011



La Svp cittadina è contraria all’ampliamento dell’aeroporto

LAIVES. La Svp cittadina è critica nei confronti del progetto di ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo ed esorta la Provincia a rispettare i risultati della mediazione che venne fatta a suo tempo su questo tema. Si tratta di una sostanziale bocciatura determinata dalle considerazioni sui rischi che un aeroporto porta con sé, non ultimo quello dell’inquinamento acustico, «che già oggi - sottolinea a nome del partito l’Obmann Hans Joachim Dalsass - è notevole, anche a causa dei voli militari e di quelli sportivi».
La posizione della Stella alpina comunale è stata ribadita in occasione di una riunione del direttivo che ha avuto luogo qualche giorno fa a Laives, dove sono stati affrontati anche altri problemi, compresi quelli interni al partito dopo l’abbandono clamoroso di Georg Forti, già vicesindaco e Obmann Svp.
In merito al clima politico, Dalsass spiega che adesso uno dei suoi compiti sarà anche quello di riportare serenità e compattezza nel partito, in vista degli importanti impegni amministrativi. Ricordiamo, tra tutti, cittadella e spostamento del lido, due temi che hanno messo in evidenza come, anche all’interno del partito di raccolta sudtirolese, vi siano posizioni molto differenti. Il nuovo Obmann si propone quindi di trovare una sintesi tra le varie componenti, perché questo è determinante anche per l’azione di tutto il resto della coalizione di maggioranza. Sulla cittadella dello sport, oltre ai contadini del Bauernbund, scettici sono anche i giovani Svp. Per lo spostamento del lido comunale invece, la Svp non ha ancora trovato una soluzione comune e così, tra le polemiche, dopo 3 mesi di attesa, ancora la giunta non è stata in grado di spiegare cosa intenda fare. (b.c.)
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mercoledì, 02 marzo 2011



Aeroporto di Bolzano, Bassa Atesina divisa

EGNA/APPIANO. I Comuni della Bassa Atesina sono esattamente divisi a metà sull’ampliamento dell’aeroporto, così come prospettato nei giorni scorsi dall’assessore provinciale Thomas Widmann. Dei 60 aventi diritto al voto sul Masterplan si sono registrati 28 sì, 28 no e 4 astensioni. Per la consigliere provinciale Rosa Thaler il Masterplan va ottimizzato, mentre per il presidente del Comprensorio Oswald Schiefer «l’intento della Bassa, con questa votazione, era quello di fornire un quadro più preciso alla Provincia sulla volontà dei singoli Ortsgruppe, ma la decisione finale spetta alla giunta guidata da Durnwalder».
 Ieri, nel frattempo, il sindaco di Appiano Wilfried Trettl si è lamentato per il fatto di non essere stato coinvolto nella discussione. «Constato con sorpresa che si discute in merito all’ampliamento dell’aeroporto e del prolungamento della pista di atterraggio con tutti i Comuni vicini, ma non con Appiano, benché un corridoio di volo attraversi il cielo sopra il nostro Comune. Inoltre i residenti nella zona dell’Oltradige si chiedono quali siano i vantaggi di un aeroporto ampliato. Finché non sarà realizzato un sistema di trasporto pubblico locale su rotaia nella zona dell’Oltradige, che porti i turisti giunti allo scalo dell’aeroporto di Bolzano nelle strutture turistiche dell’Oltradige, un ampliamento dell’aeroporto è, a nostro parere, inopportuno. L’unica argomentazione a favore di un ampliamento sta nella limitazione ad esso connessa del traffico aereo militare e sportivo, che in caso contrario assumerebbe dimensioni insostenibili. Per quel che concerne l’aeroporto rilevo una mancanza di idee precise e per questo motivo dò in linea di massima parere contrario ad un ampliamento dello stesso. Dev’essere chiaro a quale genere di turismo l’Alto Adige miri: da un lato si propende sempre per un turismo di qualità, dall’altro il potenziamento del traffico aereo incrementerebbe un turismo di massa. Per la zona dell’Oltradige un investimento in un sistema di trasporto pubblico locale su rotaia sarebbe certamente più indicato sia per la popolazione residente che per i turisti. Per poter raggiungere più facilmente la nostra provincia sarebbe sufficiente un collegamento ben organizzato con gli aeroporti di Innsbruck e Verona, progetto realizzabile con costi inferiori a quelli richiesti per l’ampliamento». (m.bon.)
Alto Adige 2-3-11
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domenica, 20 febbraio 2011



Aeroporto: 200 nuovi posteggi entro l’estate

BOLZANO. Adeguare l’aeroporto alle esigenze moderne: non solo pista, ma anche terminal, parcheggi e servizi accessori come bar, ristoranti e uffici amministrativi. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder è convinto che sia necessario, l’Abd - la società che gestisce lo scalo di Bolzano - ha già definito i vari interventi.
PARCHEGGI. L’accordo tra la Provincia e la Guardia di Finanza ha messo a disposizione dell’Abd il campo da calcio militare che si trova davanti alla palazzina dell’Enac. I lavori sono già iniziati dopo che nelle scorse settimane è arrivato il via libera anche da parte del comitato tecnico provinciale: entro l’estate saranno realizzati 200 nuovi posti auto che andranno ad aggiungersi ai 120 già esistenti.
TERMINAL. La struttura aeroportuale va adeguata alle normative europee e in particolare al trattato di Schengen che prevede spazi separati per cittadini Ue e non Ue. La ristrutturazione del terminal è in pieno svolgimento e terminerà ancora entro il primo semestre dell’anno. Previsti anche spazi più ampi per bar e ristorati e un secondo piano nel quale saranno trasferiti gli uffici amministrativi di Abd e Enac.
STAZIONE FS. L’idea è quella di realizzare una fermata ferroviaria proprio di fronte allo scalo. Il progetto piace molto ai comuni a sud di Bolzano perché è strettamente legato alla realizzazione del famoso “terzo binario” che garantirebbe la realizzazione di una sorta di metropolitana di superficie tra il capoluogo e la Bassa Atesina. Il progetto è in piedi dal 1999, ma da allora è fermo in qualche cassetto degli uffici provinciali nonostante diversi, oggettivi punti di forza: i costi, relativamente bassi, perché la tratta ferroviaria scorre già accanto al terminal. Inoltre l’aeroporto verrebbe rilanciato da un nuovo tipo di collegamento: «Saremmo tra i pochi scali che potrebbero contare su una fermata ferroviaria praticamente all’altezza dell’ingresso in aeroporto», dice il direttore dell’Abd Mirko Kopfguter. Infine i tempi di realizzazione, che dovrebbero essere molto brevi: serve però prima l’ok della politica.
Alto Adige 20-2-11
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sabato, 19 febbraio 2011



«L’aeroporto ha un valore strategico»

BOLZANO. «Bolzano deve trovare un suo ruolo e strutture architettoniche e infrastrutture viarie hanno un’importanza notevole», dice Luis Durnwalder.
 Presidente, ci sono novità sull’aeroporto?
 
«L’aeroporto deve essere modernizzato, adesso faremo il nuovo parcheggio. Poi si tratta di adeguare la pista a 1400 metri, attualmente è lunga 1200 metri. Negli incontri con la popolazione in linea di massima i residenti anche a Laives dicono che non ci sono grandi problemi, poi vedremo quando inizieranno i lavori e allora magari si tornerà a protestare. Di recente ho avuto un incontro con una delegazione: verrebbero a Bolzano 300 parlamentari da tutto il mondo per studiare il modello altoatesino sulle minoranze. Vorrebbero tornare qui, dopo esserci già stati in passato. La prima domanda che mi hanno posto è stata: “C’è un aeroporto?”».
 Ma lei vuole veramente che Bolzano diventi capoluogo a tutti gli effetti?
 
«Bolzano deve trovare il suo ruolo, proporre la propria identità. Abbiamo industrie, Portici, Ötzi, manca ancora un ruolo definito e non può essere che quello di centro vitale nel cuore d’Europa, magari potenziando l’aspetto di città congressuale. Ad esempio, serve un centro congressi da 1000 persone. Ho già fatto una proposta: chiudere la parte all’aperto della fiera e ci sarebbe posto per una sala congressuale da 800 persone».
 La Provincia ha i mezzi per realizzare quello che vuole. Ci riuscite sempre? A Palazzo Widmann non si fanno mai errori?
 
«Ne facciamo anche noi. Ad esempio in val Pusteria: avremmo dovuto costruire una Me-Bo fino a Brunico, ma per le proteste abbiamo lasciato due corsie, senza pensare che un domani dovremo intervenire con una spesa ancora maggiore, rispetto a quella che avremmo avuto se avessimo realizzato 4 corsie da subito per la strada statale. Anche la Mebo non la volevano, ma guardate adesso come è diventata importante».
 I rapporti tra Provincia e Comune capoluogo possono migliorare?
 
«Anche noi abbiamo una piccola parte di colpa sul piano della collaborazione, dovremmo parlarci di più. Ma concretemente, non solo durante feste e inaugurazioni»
 La Svp bolzanina non potrebbe fare di più visto che è il gruppo più numeroso in maggioranza?
 
«Ma è comunque solo un quinto dell’intero consiglio comunale, poco per poter decidere appieno sulle vicende della città. Chiedo al Comune solo più concretezza: penso anche al nuovo polo bibliotecario e subito si litiga su consiglio d’amministrazione e proprietà dei libri. Ma l’utente se ne frega, vuole il libro che cerca e poi leggerlo in un ambiente confortevole. Basta un cda magari con la rotazione dei vertici per gruppo linguistico».
Alto Adige 19-2-11
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domenica, 06 febbraio 2011



Visione del Masterplan relativo all’impianto aeroportuale

 LAIVES. A qualche giorno dalla presa di posizione contraria all’ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo, il sindaco Liliana Di Fede ha incontrato l’assessore Thomas Widnmann. Lo ha fatto assieme ad amministratori di Bronzolo, Vadena e Bolzano per prendere finalmente visione del Masterplan relativo all’impianto aeroportuale. «Ce lo hanno presentato - dichiara il sindaco di Laives - e così abbiamo avuto modo di ottenere anche ulteriori informazioni che non conoscevamo. Fin qui noi come giunta abbiamo espresso un parere contrario al progetto di ampliamento della pista in direzione sud, e adesso, con i nuovi elementi a disposizione potremo approfondire la questione». Il problema principale legato a questo eventuale ampliamento è determinato dalle fasce di rispetto per ragioni di sicurezza, fasce che, proprio verso sud, incidono sul territorio comunale di Laives e in parte minima anche su quello di Vadena. Su Laives ad esempio graverà la fascia principale, quella che imporrà maggiori limitazioni anche di carattere urbanistico e seppure quasi tutto il territorio a sud dell’aeroporto sia terreno agricolo, con le fasce di rispetto, per parecchia superficie non sarà più possibile costruire alcunché.
Alto Adige 6-2-11


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giovedì, 03 febbraio 2011



Mobilità: grillini con il sindaco

LAIVES. Le parole del sindaco Di Fede sulla stazione per S.Giacomo e contro l’allungamento della pista aerea verso Laives, hanno incontrato il favore del consigliere grillino, Paolo Castelli: «Su queste basi - afferma Castelli - supporteremo il sindaco nell’iniziativa atta a migliorare la mobilità. Noi del Movimento 5 stelle non siamo e non saremo mai oppositori per principio ma anzi, svolgeremo un ruolo di sostegno alla giunta comunale nei casi in cui ci sono aspetti fondamentali, idee serie e ben concepite, trasparenza e innovazione».
Alto Adige 3-2-11
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lunedì, 31 gennaio 2011



Ribadito il no alla pista più lunga

MASSIMILIANO BONA
LAIVES. Secco no all’allungamento della pista dell’aeroporto, ritenuto «troppo impattante», e sì alla previsione della stazione dei treni a San Giacomo: questa è la posizione del sindaco Di Fede, che sul Masterplan non rinuncia a rifilare una stoccata alla Provincia: «Non ci è mai stato consegnato il documento».
 Il Masterplan dell’aeroporto (presentato circa un mese fa in giunta provinciale) è stato illustrato nei giorni scorsi dall’assessore provinciale Thomas Widmann e dal direttore dello scalo Mirko Kopfsguter a Cortina all’Adige, in Bassa Atesina, dove erano presenti quasi tutti i sindaci e gli amministratori della Volkspartei del Comprensorio. Non altrettanto è stato fatto per Laives, come si evince dalle dichiarazioni di ieri del sindaco Liliana Di Fede. «Al Comune di Laives il piano di sviluppo dell’aeroporto di Bolzano non è mai stato consegnato, quindi ogni sua analisi è sicuramente prematura. Ma di certo non possiamo che guardare con estremo favore alla realizzazione della stazione ferroviaria a San Giacomo».
 Visto che lo scalo bolzanino si trova in parte anche sul territorio del Comune di Laives il sindaco Di Fede non rinuncia comunque a fare una valutazione sul piano di sviluppo dell’aereoporto.
 «Da quello che ho avuto modo di leggere sulla stampa - puntualizza Di Fede - a parte la dibattuta questione dell’allungamento della pista (in realtà si tratta del ritorno alla lunghezza iniziale di circa 1.450 metri), il piano prevederebbe diversi altri interventi, tra cui la realizzazione della stazione ferroviaria proprio davanti al terminal dei passeggeri. La fermata dei treni a San Giacomo è sempre stata una soluzione auspicata dal Comune di Laives per dare una risposta alle esigenze di mobilità degli abitanti della frazione. Questa consentirebbe infatti un collegamento rapido con la città di Bolzano e di conseguenza un alleggerimento del traffico su via San Giacomo». Quanto alla possibilità di adeguare la pista «l’amministrazione guarda con preoccupazione a questa ipotesi, perché essa andrebbe ad impattare sul nostro Comune».
 Anche gli altri Comuni della Bassa Atesina temono, come detto, l’adeguamento della pista, tanto che Rosa Thaler - dopo aver ricordato l’esito della mediazione del 2007 - ha preannunciato una presa di posizione pubblica della Svp del Comprensorio per febbraio. Relatori della serata, svoltasi nel nuovo centro Curtinie, sono stati erano il direttore dello scalo di San Giacomo e l’assessore Widmann. Nel corso della discussione è stato illustrato il Masterplan dell’aeroporto, la cui elaborazione si è resa necessaria per il rilascio della concessione per la gestione dello scalo. Il Masterplan prevede - tra le altre cose - un terminale per i passeggeri, un hangar aggiuntivo per Air Alps, più parcheggi e un potenziamento della sicurezza. «L’aeroporto - ha spiegato Widmann - appartiene in larga misura allo Stato, che finora ha prolungato la concessione solo di anno in anno. Grazie al Masterplan speriamo di ottenere un permesso pluriennale. Se non dovesse essere rinnovata la concessione bisogna mettere in conto un aumento dei voli sportivi e militari».
 È seguita una discussione piuttosto vivace con interventi “pro“ e “contro“ l’adeguamento della pista. È intervenuto quindi l’Obmann comprensoriale Oswald Schiefer che si è soffermato anche sugli altri macrotemi legati al trasporto pubblico, a partire dal servizio Citybus. «Funziona bene, ma dovrebbe essere potenziato soprattutto a Laghetti e Sella. Sosteniamo inoltre il progetto per un tram in Oltradige, a prescindere dalla soluzione tecnica che sarà adottata».
Alto Adige 31-1-11
 
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domenica, 30 gennaio 2011



Di Fede: la pista dell'aeroporto di San Giacomo - Bolzano non va allungata

 BOLZANO. Il futuro dell’aeroporto è legato all’approvazione del masterplan. L’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann, dopo averlo presentato in giunta, lo sta illustrando ai Comuni. A Laives la reazione è stata tiepida: il sindaco Liliana Di Fede da una parte ha espresso soddisfazione per la previsione della fermata ferroviaria a San Giacomo («è una richiesta che abbiamo sempre portato avanti anche noi»), mentre non piace l’adeguamento della pista, che la Provincia vorrebbe riportare alla lunghezza originaria di 1.406 metri: «L’allungamento sarebbe troppo impattante», afferma il sindaco di Laives.
Alto Adige 30-1-11
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domenica, 30 gennaio 2011



Aeroporto di San Giacomo -  Bolzano

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. L’aeroporto torna a crescere. I dati del 2010 restano lontani dal record del 2007 (allora c’era ancora il volo di linea Bolzano-Milano), ma almeno è stata fermata la caduta libera che aveva portato lo scalo bolzanino a perdere oltre 20 mila passeggeri in due anni. L’anno si è chiuso con un aumento del 2,9% per i passeggeri, saliti oltre quota 62 mila, mentre è in calo il numero dei voli.
 MENO MOVIMENTI. Nel 2010 i movimenti (atterraggi e decolli) sono diminuiti dell’11,6% scendendo a quota 13.236. L’anno scorso erano ancora 15 mila, nel 2007 erano stati più di 17.500. A pesare su questo dato è il crollo dei voli sportivi, diminuiti del 13,3%, mentre i voli commerciali (il Bolzano-Roma targato Air Alps e i charter) sono stati 2.566, il 3,6% in meno rispetto al 2009. I mesi che hanno fatto registrare il maggior numero di voli sono quelli estivi e in particolare giugno e luglio, quando al Bolzano-Roma si sono aggiunti il volo Air Alps per la Sardegna e i vari charter. Il mese che ha sofferto più di tutti è stato quello di maggio che ha fatto registrare un meno 32% rispetto allo stesso mese del 2009: la spiegazione è nella nube che aveva paralizzato il traffico aereo di tutta Europa per diversi giorni.
 PIÙ PASSEGGERI. Nonostante il calo dei voli, il 2010 ha registrato un aumento dei passeggeri. Sono stati oltre 62 mila, il 2,9% in più dell’anno precedente. Anche in questo caso è molto differenziato l’andamento tra voli commerciali e voli sportivi: i primi hanno messo a segno un più 5,4% salendo a 54.472 passeggeri, mentre i secondi sono scesi sotto quota ottomila passeggeri con un calo superiore all’11%. Bene quindi il Bolzano-Roma, che continua a far registrare buoni risultati soprattutto per quanto riguarda il primo volo della giornata, quello di prima mattina con partenza alle ore 6.35.
 L’andamento è stato positivo in quasi tutti i mesi dell’anno: soltanto in aprile e a maggio c’è stato un calo rilevante e in controtendenza è risultato anche dicembre, periodo che da una parte ha messo a segno un più 1% per quanto riguarda i movimenti (comunque molto pochi rispetto al periodo estivo, quando i voli sportivi) ma dall’altra ha fatto registrare un calo del 2,7% per quanto riguarda i passeggeri.
 Se aprile, maggio e dicembre sono stati i tre mesi col segno meno, nel resto dell’anno il numero di passeggeri è sempre risultato in aumento rispetto all’analogo periodo del 2009. In particolare l’inizio del 2010 ha fatto registrare aumenti consistenti con il più 19,8% di gennaio che è stato l’incremento più rilevante rispetto all’anno prima. In valori assoluti, il mese migliore per l’aeroporto è stato luglio con oltre settemila passeggeri trasportati. Nel 2010 la media è stata di quasi 5.200 passeggeri al mese.

L’ANDAMENTO

Partenza sprint, male dicembre

 BOLZANO. Analizzando i dati di traffico dell’aeroporto di Bolzano mese per mese, si nota una partenza in netto miglioramento rispetto al 2009: sono infatti stati registrati a gennaio, febbraio e marzo gli aumenti di passeggeri più consistenti. Singolare che il mese immediatamente successivo, quello di aprile, sia stato quello col calo più rilevante (meno 14,1% rispetto allo stesso mese del 2009). A livello di movimenti, negativo l’andamento in tutti i mesi dell’anno con la particolarità del mese di maggio che ha fatto segnare un meno 32% per via dello stop al traffico aereo causato dalla nube vulcanica.

Alto Adige 30-1-11
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giovedì, 27 gennaio 2011



L’aeroporto vuole la fermata ferroviaria

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. La discussione sul masterplan dell’aeroporto finora è stata tutta incentrata sull’adeguamento della pista. In realtà, il documento elaborato dall’Abd e attualmente al vaglio della giunta provinciale, contiene numerosi altri interventi. Tra questi c’è la realizzazione di una fermata ferroviaria proprio di fronte allo scalo.
 Dopo un primo passaggio in giunta, il piano di sviluppo dell’aeroporto di Bolzano è attualmente al vaglio degli altri soggetti interessati (i Comuni, ma anche i partiti e le associazioni economiche e ambientaliste). Tutta la discussione in queste settimane è stata incentrata su un unico punto: l’adeguamento della pista dello scalo che l’Abd vorrebbe portare a 1.450 metri («la lunghezza minima che garantirebbe ad aerei da 70 posti di atterrare senza dover lasciare vuoti metà dei posti e quindi offrendo dei prezzi concorrenziali»), spiega il direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter), ma che l’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann ha promesso che non supererà i 1.406 metri «che erano la lunghezza della pista prima dell’introduzione delle fasce di sicurezza che l’hanno portata a 1.236 metri».
 La discussione sulla pista ha distolto però l’attenzione da altri interventi che il direttore dell’Abd considera centrali. Accanto al rifacimento del terminal (i lavori sono in pieno svolgimento e dovrebbero terminare tra qualche mese, con la nuova struttura che sarà più spaziosa, avrà uno spazio per cittadini Ue e non Ue e consentirà ad Abd e Enac di spostare i propri uffici amministrativi al piano superiore), si puinta molto sul raggiungimento dell’aeroporto.
 In questo senso sono due gli interventi previsti: il primo ha già ottenuto il via libera dal comitato tecnico provinciale e prevede la realizzazione di un nuovo parcheggio che sarà realizzato sul vecchio campo da calcio militare che si trova di fronte alla palazzina dell’Enac. «Su quest’area - spiega Kopfsguter - che la Provincia è riuscita ad ottenere dalla Finanza, saranno realizzati 200 posti auto che saranno pronti entro l’estate e si aggiungeranno al piazzale da 120 posti di fronte allo scalo». Sarà realizzato anche un “parcheggio” per gli aerei, un hangar per la manutenzione che sarà costruito a sud del maneggio. In questo caso però non è possibile indicare tempi precisi: spetterà infatti alla giunta provinciale indicare la priorità di questo tipo di intervento che attualmente non sembra essere in cima alla lista delle misure che intende portare avanti l’assessore Widmann.
 Nella lista c’è invece un progetto che dopo essere stato lanciato per la prima volta col piano di sviluppo del 1999, è stato poi abbandonato. «Si tratta - spiega Kopfsguter - di una stazione ferroviaria che si potrebbe realizzare proprio di fronte al terminal». Il progetto ha diversi punti di forza: innanzitutto i costi, relativamente bassi, perché la tratta ferroviaria scorre già accanto al terminal. In secondo luogo, l’aeroporto scalo verrebbe rilanciato da un nuovo tipo di collegamento: «Saremmo tra i pochi scali che potrebbero contare su una fermata ferroviaria praticamente all’altezza dell’ingresso in aeroporto», dice Kopfguter. Inoltre il progetto andrebbe a inserirsi alla perfezione in quello più ampio del terzo binario verso la Bassa Atesina. Infine i tempi di realizzazione, che dovrebbero essere molto brevi.
 A proposito di infrastrutture aeroportuali, è stato completato nelle scorse settimane l’hangar della famiglia Gostner. Dopo un breve contenzioso col Comune, i lavori sono ripresi velocemente e ora l’hangar, progettato da Lukas Burgauner, è pronto.
Alto Adige 27-1-11
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lunedì, 24 gennaio 2011



Parcheggio dell’aeroporto di San Giacomo, la Provincia assegna i lavori

BOLZANO. Sono stati assegnati da parte della Provincia lavori per un ammontare di circa un milione di euro. Si tratta nel dettaglio di tre appalti riguardanti rispettivamente la creazione di un parcheggio presso l’aeroporto di Bolzano, la sistemazione della strada provinciale di San Martino (SP 57) e della messa in sicurezza di una galleria della miniera di Monteneve.
Per quanto riguarda la realizzazione de parcheggio nei pressi dell’aeroporto del capoluogo i lavori sono stati assegnati all’impresa “Decobau Srl”. Il parcheggio sarà realizzato su di un ex terreno militare passato alla Provincia grazie ad una permuta con il ministero della Difesa. L’impresa edile bolzanina si è aggiudicata la gara d’appalto con un’offerta di 297.000 euro a fronte di una base d’asta di 359.000 euro, quindi con u ribasso del 17,78%.
La gara d’appalto per la sistemazione della strada provinciale numero 57 di San Martino in Badia dal chilometro 4,0 al 5,5 circa è stata vinta dall’impresa di costruzioni Wipptaler Bau Spa di Vipiteno che ha presentato un’offerta di 543.000 euro a fronte di una base d’asta fissata a 651.000 euro.
I lavori di messa in sicurezza di una galleria della miniera di Monteneve saranno eseguiti dalla ditta Klapfer Bau Srl di Terento che ha presentato un’offerta di 195.000 euro rispetto alla base d’asta fissata a 201.000 euro.
Alto Adige 24-1-11
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domenica, 23 gennaio 2011



Il volo aereo Bolzano-Roma è il più caro d’Italia

BOLZANO. La rotta aerea Bolzano-Roma è la più cara d’Italia. In pratica un uomo d’affari bolzanino che deve andare e tornare a Roma in giornata spende quasi tre volte più di un suo collega torinese e due volte e mezzo quanto spende un catanese. Ed è inutile, per chi vive a Bolzano, ricorrere alle prenotazioni anticipate: le tariffe da Bolzano sembrano sfuggire alla regola “prima compri, meno spendi” e sono carissime sempre, anche con ampi anticipi. Facciamo un esempio pratico comparando tre rotte sostanzialmente identiche, tutte vendute da Alitalia: la Bolzano-Roma (521 chilometri in linea d’aria), la Torino-Roma (523 chilometri) e la Catania-Roma(538). Cominciamo con simulare un viaggio in giornata, con partenza col primo volo della mattina (da tutte e tre le città si decolla intorno alle 6,30) ed il rientro da Roma con l’ultimo volo della sera (il volo di rientro parte in tutti e tre casi intorno alle 21,30). Prendiamo poi un giorno lontano a caso, che non abbia particolari implicazioni di data (quindi niente grandi fiere o grandi avvenimenti), ad esempio il mercoledì 16 marzo. Bene l’andata-ritorno da Torino è venduto a 98 euro, quello da Catania a 101 euro, mentre da Bolzano si schizza a 262 euro. E nei prossimi cinque giorni, quindi sotto data, non esistono combinazioni di andata-ritorno a meno di 323 euro, con punte sino a 413 euro. Per una comparazione ricordiamo che un biglietto sola andata Bolzano-Roma Termini su uno dei due Freccia Argento quotidiani (durata viaggio 4h 50 minuti) costa 102 euro in prima classe e 76 in seconda.
 Bolzano patisce ovviamente il fatto che il volo Alitalia sia operato da Air Alps Aviation con un Fairchild Dornier 328-100 da 32 posti. E’ un aereo piccolo, poco parco nei consumi, con alti costi operativi. E’ però un jet che garantisce sulla rotta un tempo di volo breve, intorno all’ora. Gli riempimenti appaiono buoni sul primo e sull’ultimo volo della giornata, mentre sono talvolta scarsi nei due centrali. I voli full non sono rari, spesso anche indotti da contingenze turistiche (come al sabato in arrivo e la domenica in partenza nel periodo invernale).
 Difficile anche trovare le strade per “calmierare” questi prezzi. L’aeroporto non consente l’impiego di aerei più grandi, che sono complessivamente molto più economici ma che vanno comunque riempiti. Una strada potrebbe essere l’impiego di un turboelica (ad esempio l’Atr42), molto più economico, ma anche più lento e più rumoroso. A vantaggio dell’Atr ci sarebbero una dozzina di posti in più, preziosi nei voli negli orari di punta. (a.c.)
Alto Adige 23-1-11
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giovedì, 20 gennaio 2011



L’aeroporto di Bolzano, una scommessa

GIANCARLO ANSALONI
Il turismo è in seconda linea: quando nei giorni antecedenti il Natale l’Italia è rimasta tagliata in due nel nodo di Firenze con auto, treni e aerei bloccati causa neve, a garantire la spola fra Bolzano e la capitale, sono stati proprio gli aerei dell’Air Alps grazie a una fortunata collocazione. Ma c’è chi sostiene che “ai bolzanini non serve”, a parte “quattro politici e le solite lobby”, secondo scontati schemi ideologici. Con questo vanno negati ai Verdi molti meriti, una delle poche formazioni di costruttiva opposizione (vedi il salvataggio dell’Ae, il caso Sel), ma in fatto di mobilità un modesto processo di revisione gioverebbe alla loro credibilità e autorevolezza, già incrinata da campagne con esiti poco felici: dai vecchi”no” alla Me-Bo (col contributo di espropriandi esosi) alla lotta contro il tunnel del Brennero. Analoga la strategia conto l’aeroporto: scenari catastrofici e contraddittori, quali utenza “ magra” (da essi stessi propiziata), voli troppo cari, quindi ridotti, ciononostante, guarda caso, inquinamento alle stelle); infine deficit perenne (1,8 milioni di euro l’anno), senza precisare che vi sono compresi anche gli ammortamenti, il tutto a fronte di ben 108 milioni spesi dalla Provincia per l’intero settore mobilità. Ebbene cominciamo proprio dal lato economico:
1) poiché l’aeroporto è anche militare non chiuderà mai, abbandonare l’Abd significherebbe cedere il tutto su un piatto d’argento allo Stato, cioè milioni di euro;
2) se l’aeroporto interessa solo le lobby economiche e i loro profitti (fabbriche di autoveicoli, di attrezzature sportive, tecnologie invernali, impianti a fune,), volano forse per fare profitti anche i “cervelli” della cultura e della ricerca: l’Università con studenti e docenti, l’ Eurac con i suoi ricercatori, operatori di Fondazioni dal teatro alla musica.
3) A 150 chilometri ci sono Innsbruck e Verona - dicono gli ecologisti - basterebbe migliorare i collegamenti ferroviari. Peccato, ammettono, che per arrivare a Innsbruck occorrano due ore. Ci vorrebbe un bel tunnel sotto il Brennero che ci porti magari fino a Monaco in due ore contro l’attuale media di 60-70 Km/h, ma anche il tunnel è una iattura. E con le merci da trasferire su rotaia come la mettiamo?
Partire da Verona o Innsbruck? Innanzitutto devi fare i conti con autostrada e treni a singhiozzo; poi non sono “hub” quindi per il resto del mondo, devi trasbordare a Roma o Francoforte, inoltre sono privi di bretella ferroviaria, che Bolzano invece ha: se ne sono accorti perfino i trentini, che chiedono di entrare nell’Abd, pur avendo Verona più a portata di mano.
4) La pista: gli ecologisti sbandierano il termine”allungamento” che aprirebbe le cateratte al traffico. Ebbene vadano in pista muniti di rotella metrica: potranno leggere coi propri occhi “metri 1726”di asfalto, esattamente quelli dell’ inaugurazione, nel 1999.Oggi il preteso e contestato “allungamento” proposto dal Masterplan, altro non è se non il trasferimento da nord a sud di 250 metri o poco più di pista, il resto sono solo i cosiddetti “strip” e “resa”, cioè strisce di sicurezza.
5) Troppo deficit? Gli ecologisti si mettano d’accordo con se stessi: o pista corta attuale per aerei da 30 posti, scarsa redditività e tariffe alle stelle; oppure pista normale per aerei da 80-120 posti, quindi meno voli e quota di posti disponibile a tariffa se non “low”, certamente “equa”. Vogliono il pareggio o addirittura un utile: ci sarebbe un asso nella manica - stando ai tecnici - (ma li hanno mai consultati?) che si chiama “Jumbolino” o ancora meglio Airbus 319, un esemplare che fa la spola fra Innsbruck e Vienna con capienza da 120 a 140 posti. Il fatto è che l’ambiente non si difende soltanto con i “no”, ma anche concedendo un po’ di fiducia a ricerca e a tecnologie in continua evoluzione.
Alto Adige 20-1-11
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mercoledì, 05 gennaio 2011



Aeroporto di San Giacomo, Trento pronta a entrare nell’Abd

BOLZANO. Aeroporto, ferrovia e autobus. Ieri l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann ha fatto il punto sulle infrastrutture di trasporto in Alto Adige.
 Aeroporto. Il masterplan già discusso in via preliminare in giunta provinciale sarà affrontato nuovamente dall’Svp. «Dobbiamo decidere cosa vogliamo fare dell’aeroporto. Così com’è - spiega Widmann - non ha senso mantenerlo, ma facendo gli adeguamenti necessari e realizzando nuovi collegamenti accanto a quello con Roma». L’obiettivo è avere due destinazioni internazionali. Così Durnwalder: «Quattro partenze giornaliere per Roma, una per Vienna e una per Francoforte», il piano di volo elencato dal presidente della Provincia. Lo stesso Durnwalder ha svelato che «entro il 2011 l’aeroporto di Bolzano diventerà uno scalo regionale a tutti gli effetti, con la Provincia di Trento pronta a entrare nel capitale, come mi ha già detto più volte il governatore trentino Lorenzo Dellai».
 I rincari. Sempre in tema di trasporti, Widmann ha annunciato probabili rincari per treni, autobus e alcune funivie. Gli aumenti scatteranno in primavera e sono determinati dal fatto che a fronte di spese per 128 milioni, le entrate ammontano solo a 21 milioni. «In ogni caso - afferma Widmann - considerando la qualità del nostro servizio, anche aumentando leggermente i prezzi resteremmo i più competitivi a livello nazionale».
 I contributi alle imprese. Entro la primavera, Widmann presenterà anche i nuovi criteri per i contributi alle imprese puntando maggiormente su innovazione e ricerca. Nell’ultima seduta di giunta sono stati ridefiniti alcuni criteri per unificare il tipo di iter amministrativo, ma le novità più importanti hanno riguardato il settore del turismo con lo sblocco dei contributi alle imprese più piccole. La riforma vera e propria arriverà a marzo.

Alto Adige 5-1-11
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domenica, 26 dicembre 2010



Più fondi per export e ricerca

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Ricerca, export, raggiungibilità, snellimento dell’amministrazione. Sono i temi per i quali si sta battendo il mondo delle imprese, gli stessi che l’assessore provinciale Thomas Widmann ritiene prioritari per il futuro dell’Alto Adige. Ma Widmann ha ben presente anche i numeri del bilancio provinciale: i fondi a disposizione sono in calo e quindi bisogna risparmiare. Un po’ toccherà all’amministrazione, un po’ bisognerà rivedere il sistema dei contributi. Widmann sta già lavorando alla riforma.
 Assessore, che riforma sarà?
 
«Partiamo dal presupposto che i soldi a disposizione della Provincia saranno sempre meno. Questo significa dover fare delle scelte, individuare delle priorità. È quello che vogliamo fare anche per i contributi. Innovazione, export, cooperazione tra imprese: vogliamo premiare chi cresce attraverso queste strategie».
 Gli imprenditori chiedono di iniziare a risparmiare dall’amministrazione...
 
«Possono stare tranquilli, è quello che faremo. Lo snellimento della burocrazia comporta vantaggi per tutti: c’è bisogno di meno personale, i costi sono minori e i tempi più rapidi. E a proposito di tempi più rapidi, sto lavorando anche ad un nuovo sistema di assegnazione dei terreni. La Bls sta operando molto bene, ma ancora non siamo sui livelli di altre realtà: a Bolzano Sud, oltre via Einstein, le imprese hanno dovuto attendere oltre cinque anni per avere le aree. Questo non ce lo possiamo più permettere, dobbiamo accelerare le procedure anche perché il rischio è di perdere le nostre migliori imprese».
 Tenere qui le imprese è importante, ma altrettanto importante è farle uscire dall’Alto Adige: Oswald Zuegg si lamentava di un’economia troppo chiusa...
 
«Abbiamo mantenuto i sei milioni di finanziamento per l’Eos proprio perché sappiamo quanto è importante l’export. Abbiamo imprese eccezionali, dalla Microgate alla Leitner passando per Technoalpin, Durst, Loacker e tante altre. Ma abbiamo anche imprese molto piccole che fanno fatica a uscire fuori provincia. Per questo i contributi saranno mirati a chi esporta, ma anche a chi punta sulle collaborazioni: perché solo attraverso l’unione di piccole imprese si raggiunge quella massa critica sufficiente per andare a lavorare anche al di fuori dell’Alto Adige. La crisi l’abbiamo superata bene grazie agli aiuti provinciali e all’impegno delle nostre aziende, ma ora serve uno sforzo in più: oggi le imprese riescono a farcela da sole anche se sono piccole, ma se vogliamo guardare al futuro le cooperazioni saranno indispensabili».
 Innovazione, l’Alto Adige è fanalino di coda in Europa e in Italia...
 
«Verissimo. È uno degli aspetti sui quali dobbiamo recuperare di più e più in fretta. Innanzitutto serve una nuova legge: ci sta lavorando l’assessore Bizzo che ha annunciato che sarà pronta entro gennaio. E poi c’è bisogno di premiare chi fa innovazione. Un’impresa come la Ericsson spende quattro milioni all’anno per la ricerca, noi non arriviamo neppure all’1% del Pil».
 Più risorse per l’innovazione?
 
«I soldi sono quelli che sono, ma devono essere spesi al meglio premiando soprattutto chi produce valore aggiunto per il territorio. Penso alla produzione di alimentari, alle tecnologie ambientali, alla mobilità sostenibile: sono i settori nei quali siamo leader mondiali e nei quali abbiamo imprese che portano il nome dell’Alto Adige nel mondo».
 Intanto chi sta qui rischia di essere soffocato dalla burocrazia...
 
«La linea della Provincia su questo è chiara. Abbiamo preso degli impegni fissati nella legge finanziaria: nei prossimi cinque ani dovremo ridurre il personale amministrativo almeno del 3%. È la dimostrazione che facciamo e non parliamo soltanto».
 Altro tema dibattuto molto: il parco tecnologico...
 
«Io allargherei il discorso all’università. Quando parliamo di ricerca e innovazione, non possiamo prescindere dai nostri giovani e dai cervelli che abbiamo qui in Alto Adige. Il parco tecnologico diventerà un punto di forza della nostra provincia se sapremo coinvolgere tutti, dall’università all’Eurac alle imprese. Seguo da vicino quello che sta facendo l’apposito gruppo di lavoro, stanno facendo un ottimo lavoro. Il coinvolgimento dell’economia nell’università è altrettanto importante. La scelta di Bergmeister come presidente del cdu in questo senso è stata ottima».
 Nota dolente, le infrastrutture: cosa intendete fare per migliorare la situazione?
 
«La priorità assoluta è la banda larga, l’accesso a internet veloce è ormai un presupposto indispensabile per le nostre imprese. E indispensabile è anche essere raggiungibili. Parlo di aeroporto, ma anche di treni veloci e di collegamenti stradali interni all’Alto Adige. È il sistema nel suo insieme che deve funzionare bene».

Megastore e aeroporto

BOLZANO. Banda larga, ferrovia moderna, aeroporto funzionale. «Dobbiamo essere più veloci», riassume Widmann. Velocità negli spostamenti, ma anche nelle decisioni: «Pratiche e pagamenti, ma anche l’assegnazione dei terreni deve essere più rapida». Nella banca dati della Bls ci sono già 130 aree a disposizione e quasi 300 sono le imprese che si sono rivolti all’azienda che si occupa di localizzazione economica: «Sono state chiuse 70 pratiche di contributo per l’acquisto di terreni e altre 55 procedure di assegnazione sono ancora in corso». Tempi rapidi anche per il centro commerciale: «Il 2011 - assicura Widmann - sarà l’anno in cui decideremo dove realizzarlo. Questo non significa che abbandoneremo i negozi di vicinato, perché quello di mantenere un equilibrio tra piccole, medie e grandi strutture di vendite resta un nostro obiettivo».

Alto Adige 24-12-10
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domenica, 26 dicembre 2010



Bolzano e l’urbanistica sostenibile

L’urbanistica è una disciplina di confine tra arte e scienza, volta a studiare e pianificare zone di insediamento demografico allo scopo di realizzare le condizioni più favorevoli alla vita ed alle attività produttive. Per fare si che ciò si concretizzi deve esserci sinergia tra le varie discipline che determinano una buona urbanistica: ingegneria, architettura, geologia, ecologia, sociologia, economia, diritto e storia. E’ pleonastico sottolineare il grado di complessità per arrivare ad una “urbanistica sostenibile”. Nella città di Bolzano diverse sono state le miopie e mancanze negli ultimi lustri; mi vorrei soffermare su quelle più palesi come il tema dei centri commerciali, aeroporto, zona Firmian-Casanova e Cuneo Verde. Sui centri commerciali in provincia è presto detto: per più di un decennio si è parlato di centri commerciali per arrivare ad una soluzione di ripiego che è quella attuale.
Nel C.C. si sarebbero potute allocare discoteche, sale giochi, cinema e pub; sarebbe diventato quindi un punto di riferimento per la vita notturna della città e si sarebbero eliminati i problemi del continuo degrado del centro storico creato da schiamazzi e lerciume lasciato da persone alticce.
Altro aspetto positivo da tenere in considerazione è la maggiore offerta di prodotti e politiche di prezzo più favorevoli al consumatore.
L’aeroporto bolzanino, altro tema molto discusso, risulta inadeguato per una regione turistica come la nostra. L’aeroporto è inadeguato sia per l’aviazione generale sia per quella di linea. Sono sicuramente necessarie modifiche alle strutture aeroportuali per permettere ad una piccola linea aerea di intraprendere con successo economico la sua attività. Stesso discorso vale per l’aviazione generale che ha bisogno di hangar per piccoli aerei da turismo. L’apporto di queste modifiche non renderebbe necessariamente più rumorosa la zona circostante; io stesso abito tra S.Giacomo e Pineta e mi rendo conto che con un adeguato management dell’aeroporto e una normativa sul traffico aereo stipulata con gli abitanti di Laives, il disagio potrebbe essere minimo. Le zone Firmian e Casanova sono invece tra i più grandi insuccessi urbanistici di Bolzano. Il Cuneo Verde è sempre stato un tema tabù. E’ un luogo fatato dove non si può assolutamente costruire. In realtà le ville spuntano su come funghi. La cosa sbagliata in tutto questo è l’aleatorietà del divieto di costruzione. Credo fermamente che i polmoni verdi siano utili alle città e che la natura vada rispettata, ma il Cuneo Verde dovrebbe, con estremo criterio, essere soggetto ad un moderato sviluppo immobiliare.
Alo Adige 23-12-10
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domenica, 26 dicembre 2010



 l’Alto Adige si apra

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. «È bello essere a casa», sta scritto sui nuovi manifesti pubblicitari della Zuegg. Scelta singolare per un’azienda che nel 1998, tra mille polemiche, decise di abbandonare l’Alto Adige per trasferirsi a Verona. «Ma le nostre origini sono sempre qui», assicura Oswald Zuegg, che continua a seguire da vicino le vicende altoatesine anche se l’orizzonte della sua azienda è sempre più orientato al mercato globale.
 Oswald Zuegg è uno di quelli imprenditori che sono sempre in giro. «La mia base è la macchina», ci scherza su. Zuegg ha appena chiuso l’operazione Russia: il nuovo stabilimento 120 chilometri a sud di Mosca oggi occupa 60 dipendenti e presto arriverà a cento. L’investimento è stato di 30 milioni: «Siamo diventati una piccola multinazionale», dice orgoglioso ricordando gli altri stabilimenti a Lipsia, a Berlino, in Polonia e i due italiani, quello di Avellino e quello di Verona, dove si trova la sede centrale. Il fatturato in questi anni ha continuato a crescere: dai 173,8 milioni del 2008 ai 180 del 2009 per arrivare ai 185-190 milioni del 2010.
 Sono ormai più di dieci anni che la Zuegg ha lasciato Lana. Quanto conta ancora l’Alto Adige per voi?
 
«Moltissimo, qui abbiamo le nostre origini. In più noi altoatesini sappiamo rispettare la cultura degli altri: questo è stato fondamentale quando abbiamo iniziato a muoverci in mercati come quello russo, dove sei tu quello che deve adattarsi mentre se ti comporti da dominatore hai già perso in partenza».
 E quanto è servito invece lasciare Lana per crescere anche all’estero?
 
«Sono sincero, restando a Lana non saremmo riusciti a diventare quello che siamo oggi. Penso ad esempio alla conquista del mercato francese: ci siamo entrati partendo da Berlino, è lì che abbiamo trovato il personale giusto».
 A Bolzano non c’era?
 
«Prendo me stesso come esempio. Dopo la maturità a Bressanone non sapevo l’inglese. L’ho dovuto imparare dopo. In Alto Adige si pensa spesso che basti il bilinguismo. Ma non è così, serve anche l’inglese, meglio ancora se si conosce anche il francese. Ma quando eravamo ancora a Lana non trovavamo nessuno che parlasse perfettamente inglese».
 La scarsa propensione a uscire dai propri confini si spiega con la mancanza di personale multilingue?
 
«Più in generale, io credo che sia un fatto culturale. In Alto Adige si sta bene, forse troppo. E quando stai troppo bene, non ti dai abbastanza da fare. Vale anche per le imprese, c’è il benessere, ci sono gli aiuti della Provincia e così alla fine manca la voglia di conquistare il mondo».
 Lei è stato presidente di Assindustria in Alto Adige: cosa ha fatto per cambiare questa mentalità?
 
«Dobbiamo essere più internazionali, per questo ho sempre combattuto per università e aeroporto. Sono i due strumenti per aprirci di più e portare turismo e imprenditori internazionali qui in Alto Adige».
 Ma ateneo e aeroporto sono piccoli, c’è chi dice che lo sono troppo: considera comunque vinte queste sue battaglie?
 
«Quella sull’università sì. C’è bisogno di tempo per far crescere un ateneo. La “Lub” è giovane ma sta facendo bene. Trovo ad esempio strategica la decisione di voler collaborare con altre università alla facoltà di medicina: è una scelta giusta, visto anche l’ottimo sistema sanitario che abbiamo».
 A proposito di sanità: Stefan Pan, che dopo di lei è il primo presidente di Assoimprenditori proveniente dalla sezione alimentari, sta portando avanti da mesi una battaglia per ridurre i costi amministrativi e investire di più in ricerca e innovazione...
 
«Pan lo conosco bene. Quando è stato eletto presidente di Assoimprenditori ho subito detto che era stata scelta la persona giusta. Mi aspettavo che all’inizio avrebbe avuto delle difficoltà, ma deve continuare a combattere. Il capitale dell’Alto Adige non sono i soldi, ma quello che c’è nelle teste dei nostri giovani. La società sta cambiando, è sempre più legata al “knowledge”, al sapere. È su questo che dobbiamo investire: le marmellate le puoi fare dappertutto, sono i servizi ad alto valore aggiunto che creano ricchezza sul posto perché è lì che vengono utilizzati».
 Invece qui si continua a discutere se è meglio usare il marchio “Südtirol” o “Alto Adige”...
 
«Quello che noi chiamiamo “corporate brand” deve essere unico. O hai le risorse e marchi forti come ha la Ferrero, che può permettersi un marketing su più binari, o devi fare una scelta. Noi ad esempio abbiamo ridotto al minimo la comunicazione col marchio dei succhi “Skipper” per puntare tutto sul marchio “Zuegg”. Deve fare lo stesso anche l’Alto Adige. Che sia “Alto Adige”, “Südtirol” o “South Tyrol” non importa, importa che poi il marchio sia unico».
 Altro problema altoatesino è quello del passaggio generazionale: alla Zuegg come siete messi?
 
«In azienda ha iniziato a lavorare la più giovane delle mie tre figlie, Martina. Lei rappresenta la quinta generazione, ma deve prima fare il suo apprendistato. Io ho lavorato 18 anni fianco a fianco con mio padre. L’azienda non è un’eredità, ma un’opportunità. È come un aereo, devi prima imparare a pilotarlo. Quando Martina sarà pronta a pilotare l’azienda Zuegg, toccherà a lei».
Alto Adige 23-12-10
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sabato, 11 dicembre 2010



Nuovi collegamenti aerei tra Verona e Berlino

BOLZANO. Dal 15 aprile 2011 sarà possibile volare con Airberlin dall’aeroporto di Verona verso Berlino (Tegel) e Düsseldorf. Fino al 30 aprile, in occasione delle festività pasquali, la seconda compagnia aerea della Germania proporrà infatti quattro voli settimanali per Berlino e tre voli per Düsseldorf. Dal primo maggio dell’anno prossimo i voli settimanali diventeranno sei: dal lunedì al venerdì un volo al giorno per entrambe le città, mentre il sabato un volo solo per Berlino e la domenica uno solo verso Düsseldorf.
 Fabio Bortolazzi, presidente dell’aeroporto Valerio Catullo di Verona commenta così: «Inizia ad operare sul nostro scalo la settima nuova compagnia dall’inizio dell’anno, portando a 40 i vettori principali. Si lavora per far crescere il low cost pur presidiando e continuando a sviluppare sulle direttrici interessanti e con partner solidi anche la linea tradizionale, come nel caso di Airberlin e dei charter».
 Susanna Sciacovelli, direttore generale di Airberlin, si dice molto orgogliosa di questo nuovo e importante collegamento che consolida il posizionamento su un mercato, quale quello italiano, strategicamente molto importante per il il gruppo: «Crediamo che la partnership instaurata con l’aeroporto di Verona sia importante per il successo del progetto. Per la prima volta Verona sarà connessa non solo con Berlino e Düsseldorf ma anche con il network internazionale e in particolare con i Paesi Scandinavi». I biglietti saranno in vendita a partire da 44,99 euro e potranno essere prenotati su Internet all’indirizzo airberlin.com, oppure telefonando al numero verde 199 400 737.
Alto Adige 11-12-10
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venerdì, 03 dicembre 2010



Aeroporto: il Comune vuole decidere

BOLZANO. Il piano di rischio dell’aeroporto non ha nulla a che fare con eventuali scelte di ampliamento: su questa base la maggioranza in Comune ha trovato l’accordo e l’assessore Chiara Pasquali ieri è tornata in consiglio comunale sapendo di poter contare sui voti di maggioranza necessari. Piano approvato a tarda sera: 30 sì, 4 no e 8 astenuti. Il testo è stato modificato con un emendamento e un documento voto letti dal sindaco Luigi Spagnolli. L’emendamento specifica che il piano di rischio non condiziona le scelte future sull’eventuale allargamento. Nel documento voto (approvato con 30 sì, 17 no e 1 voto nullo) si legge che la città di Bolzano dichiara che nessuna decisione sull’aeroporto potrà essere assunta «unilateralmente senza un confronto preventivo con il Comune e una decisione in merito del consiglio comunale, anche in base ai piani già approvati dal Consiglio», come piano Co2, Masterplan, Pum, Put e piano strategico. Verdi e Sel avevano proposto, durante la seduta di maggioranza che si era tenuta mercoledì sera, due documenti più stringenti sull’aeroporto, con una presa di posizione esplicita contro l’ampliamento. Udc e Unione per Bolzano si sono opposti. Così Paolo Berloffa dell’Unione: «Parlando anche a nome di Radicali e socialisti abbiamo detto a Verdi e Sel: presentate pure i vostri emendamenti, così ve li bocciamo». La discussione in maggioranza è terminata sul compromesso dei due testi letti ieri in aula da Spagnolli come garante della maggioranza. Votato anche l’impegno che la giunta entro 120 giorni promuova «una conferenza con tutti i soggetti istituzionalmente interessati al futuro dell’aeroporto». Chiara Pasquaoi precisa: «Il piano intende rafforzare i livelli di tutela nelle aree limitrofe all’aeroporto». Critiche le opposizioni su un documento definito «povero e frutto di compromessi nella maggioranza per non scontentare le diverse sensibilità». Prima del voto sul piano, esame di numerosi emendamenti di Unitalia, non accolti dalla maggioranza.
Alto Adige 3-12-10
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giovedì, 02 dicembre 2010



Aeroporto: oggi si vota il piano di rischio

BOLZANO. Il consiglio comunale ha iniziato ieri la discussione sul piano di rischio dell’aeroporto, che comporterà limitazioni all’edificazione anche pesanti nella zona più vicina al cono di atterraggio. L’assessore Chiara Pasquali ha letto la propria relazione, ma nella maggioranza restano posizioni differenti. Non è bastata la riunione prima della seduta per trovare un accordo. La maggioranza si è riunita anche al termine del Consiglio, in vista della votazione nella prossima seduta prevista per oggi. I Verdi intendono presentare un documento voto in cui, riassume il capogruppo Brigitte Foppa, «chiediamo di precisare nel piano di rischio che l’amministrazione comunale è contraria al progetto di ampliamento dell’aeroporto». Posizione opposta nell’Udc. Così il capogruppo Sandro Repetto: «Noi siamo invece favorevoli all’allungamento della pista. Abbiamo però dubbi su un piano di rischio da votare senza avere potuto analizzare il masterplan della Provincia per l’aeroporto». Chiara Pasquali teme di non avere voti a sufficienza nella maggioranza per vedere il piano approvato. Il dibattito, in consiglio, è stato l’occasione per i consiglieri di parlare di aeroporto. L’infrastruttura sulla quale, anche in questi giorni, si è concentrata l’attenzione del mondo economico che chiede con forza il potenziamento dello scalo per migliorare la raggiungibilità del territorio. Il timore di Verdi e Benedikter, in particolare, è che l’approvazione del piano di rischio sia di fatto un via libera all’ampliamento dell’aeroporto.
 Molto critica anche la posizione del capogruppo Svp Georg Mayr che ha tessuto le lodi del treno: «Rispetto all’aereo impiega 45 minuti in più per arrivare a Roma, ma è più economico e porta direttamente in città».
 Dai consiglieri Maria Teresa Tomada, Fernando Pontecorvo (entrambi Pdl) e Repetto, oltre alla richiesta di maggior chiarezza circa i progetti della Provincia, anche quella di una sorta di contropartita per i disagi che il capoluogo sopporta per la presenza dello scalo e di altre infrastrutture. Sergio Bonagura (Pd) così come Guido Margheri (Sel) ha auspicato un coinvolgimento diretto del Comune in quelle che saranno le scelte della Provincia sul futuro dello scalo.
Alto Adige 2-12-10
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giovedì, 02 dicembre 2010

    

 Priorità a aeroporto e banda larga

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. È sulle infrastrutture che nasce un’alleanza quasi inedita tra l’ala economica dell’Svp e il Pd, finora sempre più vicino alle posizioni degli Arbeitnehmer. I due assessori Thomas Widmann e Roberto Bizzo rispondono allo stesso modo alle sollecitazioni che arrivano dall’economia. Studi europei, nazionali e locali (l’ultimo presentato proprio l’altro giorno dall’Ire) dimostrano che l’Alto Adige è indietro rispetto ai territori vicini. «Bisogna investire», dice il presidente della Camera di commercio Michl Ebner. Una linea che Widmann sposa in pieno: «La raggiungibilità è fondamentale. Non si tratta di fare un intervento piuttosto che un altro, ma di fare in modo che dati, persone e merci viaggino velocemente attraverso tutto il nostro territorio». In concreto, ecco le priorità di Widmann: «La banda larga dev’essere estesa a tutta la provincia, le imprese della Venosta o dell’Alta Pusteria devono avere le stesse possibilità di quelle delle città. La ferrovia: il tunnel del Brennero è il progetto del secolo, quello che ci permetterà di velocizzare il trasporto merci e di spostare sulla ferrovia parte del traffico pesante. La “Rola” già oggi ha garantito uno spostamento del 10% del traffico merci, su questo dobbiamo continuare. Infine le persone: all’interno della nostra provincia bisogna potersi muovere più velocemente, non è possibile che il viaggio tra Monaco e Francoforte duri di meno che uno spostamento tra l’est e l’ovest dell’Alto Adige. Punteremo molto sul trasporto pubblico - negli ultimi cinque anni abbiamo raddoppiato o triplicato gli utenti su quasi tutte le tratte - ma per farlo dobbiamo modernizzare le strutture già esistenti. Lo abbiamo fatto con la funivia del Renon, intendiamo farlo anche l’aeroporto: il masterplan sarà approvato entro l’anno dopo la discussione con le parti sociali. I costi? Si tratta di investire nel futuro, l’alternativa è restare tagliati fuori».
 D’accordo su tutta la linea anche l’assessore Bizzo che punta soprattutto su due priorità: aeroporto e banda larga. «L’aeroporto però si può rendere più funzionale. Uno scalo piccolo ma efficiente è fondamentale per le imprese, ma anche per l’università, la cultura e gli stessi cittadini. Aumenteranno i voli? A me piace partire dai numeri, che sono dati oggettivi: su 18 mila voli che ogni anno si effettuano a Bolzano, solo il 10% sono voli civili. Se usiamo l’aeroporto per questo tipo di voli e in particolare per i collegamenti internazionali, diminuendo i voli militari o sportivi, sarà un vantaggio per tutti. E agli ambientalisti dico che l’aeroporto “consuma” meno ambiente di quanto non faccia una nuova strada». Altra priorità, la banda larga: «È il futuro, dobbiamo assolutamente completare la rete provinciale. Abbiamo messo a disposizione 15 milioni per terminare i lavori: tre per il 2011, sei per il 2012 e sei per il 2013». La questione Bolzano: «Più che il traffico in città, bisogna puntare sugli accessi. Per noi è centrale la realizzazione delle due circonvallazioni: il completamento della variante della statale del Brennero a sud e la costruzione della circonvallazione a nord-ovest per il traffico che arriva da Sarentino».
Alto Adige 2-12-10
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mercoledì, 01 dicembre 2010



Le richieste: aeroporto e treni veloci

BOLZANO. All’assessore all’economia e ai trasporti Thomas Widmann, ieri presente alla presentazione dello studio sulle infrastrutture di trasporto, il presidente della Camera di commercio Michl Ebner ha consegnato un documento da sottoporre alla giunta provinciale. Si tratta di un documento programmatico che fissa priorità e interventi.
 Questi gli obiettivi: aumento del 5% l’anno del trasporto pubblico su bus e treno, arrivare - entro i prossimi cinque anni - ad un 10% di turisti che arrivano in Alto Adige tramite treno e aereo, spostare sulla ferrovia il 50% del traffico merci (qui diventa fondamentale il tunnel del Brennero).
 Come fare per raggiungere questi traguardi? La Camera di commercio ha presentato una lista di una decina di interventi definiti prioritari: il miglioramento delle strade della Val Pusteria e della Val Venosta, un intervento strutturale alle uscite autostradali di Bressanone e di Bolzano, la soluzione dei problemi del traffico a Bolzano, sia in città sia per quanto riguarda il suo attraversamento, l’elaborazione del masterplan dell’aeroporto con il ripristino della lunghezza originaria della pista a 1.405 metri, lo sviluppo dei collegamenti ferroviari internazionali tra Monaco, Milano e Roma, l’aumento della capacità di trasporto della “RoLa” (l’autostrada viaggiante) tra Brennero e Trento e l’istituzione di un fondo per l’ambiente nell’ambito dell’assegnazione della concessione per l’autostrada del Brennero.
 La lista è lunga e, soprattutto, completare tutti gli interventi costerà milioni e milioni di euro, senza contare l’opposizione di parte della popolazione a progetti come quelli dell’aeroporto o del tunnel di base del Brennero. L’assessore Widmann conta di riuscire comunque nell’impresa: «Dobbiamo capire che essere facilmente raggiungibili è un vantaggio per tutti. Ma deve funzionare l’intero sistema. In Alto Adige abbiamo un trasporto pubblico efficiente, però non basta. Modernizzare le nostre infrastrutture significa migliorare la qualità della vita di tutti, anche a livello ambientale. Basti pensare all’intervento che è stato fatto per la funivia del Renon. Per l’aeroporto pensiamo di fare lo stesso: nessun ampliamento, ma solo un adeguamento agli standard di un piccolo ma funzionale scalo regionale. E ancora la ferrovia: soprattutto i collegamenti internazionali sono da rafforzare per facilitare il trasporto delle persone, mentre a livello di trasporto merci siamo d’accordo con la Provincia di Trento che l’Interporto di Trento diventerà uno scalo regionale, che servirà al meglio anche le nostre imprese. Servono soldi? Vero, ma bisogna avere il coraggio di investire nel futuro. L’isolamento porta ad una perdita di visibilità con il rischio che la nostra provincia perda investimenti e posti di lavoro».
Alto Adige 1-12-10
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martedì, 23 novembre 2010



Aeroporto di San Giacomo, la giunta frena

Prima dell’ok discussione con Comuni e parti sociali


MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Frenata sul masterplan dell’aeroporto: il via libera pare scontato, ma la giunta ha preferito coinvolgere Comuni, economia e associazioni prima di approvare il piano di sviluppo che riporterà ai 1.406 metri originari la lunghezza della pista dello scalo. Protestano gli ambientalisti.
 Ieri la giunta provinciale ha discusso il masterplan dell’aeroporto. «Dobbiamo decidere una volta per tutte cosa fare di questa infrastruttura», ha spiegato il presidente Luis Durnwalder, che in merito ha le idee chiare: «L’aeroporto ci serve e dobbiamo fare gli interventi necessari per renderlo il più funzionale possibile».
 Sulla stessa linea anche l’assessore ai trasporti Thomas Widmann, che è stato incaricato dalla giunta di iniziare un giro di incontri con i Comuni, le associazioni economiche, i sindacati e le associazioni. «Io credo che l’aeroporto sia fondamentale per l’Alto Adige: potremo portare qui nuove imprese, docenti per l’università e turisti da lontano, oltre che dare una possibilità in più agli altoatesini». L’Svp vuole quella che l’Obmann Richard Theiner definisce «una decisione trasparente». Così Durnwalder: «È proprio quello che faremo, il masterplan farà definitivamente chiarezza su tutti gli interventi che servono».
 Intanto però i Verdi e gli ambientalisti vanno all’attacco. «Una struttura inutile, che ha solo bruciato soldi pubblici», attacca Riccardo Dello Sbarba che ricorda come «la mediazione del 2007 aveva bocciato l’ipotesi di allungare la pista». Critico anche Andreas Pöder dell’Union («l’aeroporto dev’essere chiuso»), così come il Dachverband: «La giunta provinciale - affermano i protezionisti - ancora una volta non mantiene le proprie promesse. Anche se Widmann e Durnwalder continuano a dire che non si tratta di un allungamento della pista, è proprio quello che la giunta sta cercando di fare nonostante studi indipendenti come quello recente di Kpmg e Nomisma dimostrino chiaramente che non c’è motivo per mantenere in vita l’aeroporto di Bolzano».
 Widmann replica così alle paure degli ambientalisti: «Meglio avere una concessione pluriennale per la Provincia che rischiare che l’aeroporto torni uno scalo militare. In questo caso sì che i voli aumenterebbero. E a chi dice che con una pista di 1400 metri potranno operare aerei più grandi, rispondo che aerei da 100-120 posti sono già atterrati, ad esempio in occasione del ritiro della nazionale tedesca prima del mondiale di calcio in Sud Africa. Adattare la pista dello scalo serve solo per motivi di sicurezza».
Alto Adige 23-11-10
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lunedì, 22 novembre 2010



Aeroporto, una pista da 1400 metri


MIRCO MARCHIODI
 BOLZANO. Si decide oggi il futuro dell’aeroporto di Bolzano: approda in giunta il masterplan dello scalo. A un anno dal referendum che fallì per non aver raggiunto il quorum del 40%, la Provincia vuole chiudere la discussione attorno all’adeguamento della pista. Spiega Widmann: «Non un allungamento: torniamo alla pista originaria da 1400 metri».
Si decide oggi il futuro dell’aeroporto di Bolzano: dopo tante discussioni approda infatti in giunta il masterplan, il piano di sviluppo dello scalo di San Giacomo. «Un piano - spiega l’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann - che è fondamentale per la struttura, perché consentirà all’Abd, la società di gestione dell’aeroporto, di ottenere una concessione pluriennale da parte dell’Enac. Questo ci consentirà di programmare negli anni interventi, investimenti e nuove rotte».
PISTA DA 1.406 METRI  Il punto centrale del masterplan, quello attorno al quale presumibilmente si incentrerà anche la discussione di oggi in giunta provinciale, riguarda la pista. A un anno dal referendum che poteva segnare la fine dell’infrastruttura ma che fallì per non aver raggiunto il quorum del 40%, la Provincia vuole chiudere la discussione attorno all’adeguamento della pista. Spiega Widmann che tecnicamente non si tratta di un allungamento. «Semplicemente - dice - vogliamo tornare alla pista originaria. Nel 1999 la pista effettivamente utilizzabile era lunga 1.406 metri. Per motivi di sicurezza, oggi sono utilizzabili solo 1.296 metri. Il masterplan dell’Abd prevede di riportare la pista “utile” a 1.460 metri, ma io credo sia più corretto fermarci a 1.406, esattamente com’era in passato. È una soluzione di compromesso che giudico accettabile per tutti».
HANGAR E TERMINAL  Il masterplan prevede una serie di altri accorgimenti tecnici. Quello più urgente riguarda l’adeguamento dell’aerostazione. I lavori sono già iniziati e hanno ottenuto il via libera anche dal comitato tecnico. L’investimento di poco meno di 7 milioni è già stato stanziato e permetterà di suddividere il terminal in un’area Schengen e in un’area non Schengen, così come chiesto dall’Enac, oltre che di rendere più funzionali gli uffici dell’Abd e dell’Enac. Entro aprile saranno realizzati anche 200 nuovi parcheggi che andranno ad aggiungersi ai 120 attualmente disponibili.
 Inserita nel masterplan anche la costruzione di un hangar che permetterebbe ad Air Alps di eseguire la manutenzione dei velivoli a Bolzano senza dover riportare gli aerei a Innsbruck ogni giorno. Non è una priorità, ma visto che il masterplan ha un orizzonte temporale che va fino al 2030, l’Abd ha voluto prevedere anche questo intervento.
LE NUOVE ROTTE  Nel documento che approda oggi in giunta non c’è invece alcun riferimento ad eventuali nuovi collegamenti da aggiungere a quello per Roma. Widmann assicura che l’intenzione della giunta è quella di rispettare il risultato della mediazione del 2007: «Da quel confronto - ricorda l’assessore - è uscita chiaramente la volontà di aggiungere altre due rotte internazionali». Se ne ridiscuterà tra qualche settimana, «la decisione - promette Widmann - la prenderemo ancora entro l’anno». Sul tavolo ci sono le opzioni Zurigo, Francoforte e Vienna. In Provincia sono già arrivate alcune richieste di informazioni di compagnie aeree potenzialmente interessate a patto che - così come avviene per il collegamento con Roma operato da Air Alps - la Provincia paghi gli oneri di servizio. Una possibilità che del resto era già stata inserita nella finanziaria del 2009.
 Nel masterplan non si fanno previsioni finanziarie: è comunque irrealistico pensare che a breve l’Abd possa raggiungere il pareggio di bilancio: la perdita degli ultimi anni è sempre stata attorno ai 2 milioni di euro.
Alto Adige 22-11-10
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martedì, 16 novembre 2010



L’aeroporto di Bolzano resta un problema

Un paio di giorni fa la stampa locale dava gran risalto al via libera del Comitato tecnico provinciale alla realizzazione del nuovo terminal dell’aeroporto.
 A nessuno sfugge che questa decisione è la premessa all’ampliamento della pista. Il bello, si fa per dire, è che questa decisione e quella che seguirà arrivano dopo che sul tavolo del governo è arrivato il “piano per la riorganizzazione del sistema aereo nazionale” che arriva ad una conclusione drastica: in Italia ci sono 24 aeroporti di troppo e tra questi era incluso quello di Bolzano.
 Questo conferma quanto tutti i più seri studiosi di traffico vanno ormai da tempo sostenendo, che cioè i piccoli aeroporti sono inevitabilmente delle aziende in perdita che possono mantenersi solo con ingenti contributi statali.
 E infatti, a proposito del nostro, la Abd (la società che gestisce l’aeroporto di Bolzano) ha denunciato una perdita di 1,8 milioni di euro per il 2009 prevedendone una uguale per il 2010. Tutto questo o è un colossale regalo ai soci dell’Abd e alle imprese che si aggiudicheranno i lavori. Perché si insiste in questo modello di economia distorta che crea grandi profitti per pochi e grandi perdite per il pubblico? Inoltre la costruzione e l’ampliamento degli aeroporti locali rientra in quella continua “cementificazione del territorio”.
 Sarebbe ora che la Provincia e le forze politiche che la governano mettessero in discussione questo modello di economia distorto che ci sta portando alla cannibalizzazione dell’ambiente. Il referendum dell’anno scorso ha mancato il quorum per pochi punti di percentuale e l’81% dei cittadini che sono andati a votare s’è dichiarata contraria al finanziamento pubblico dell’aeroporto.
 E’ ora che i cittadini, le associazioni e i gruppi che si erano mobilitati contro l’aeroporto ritornino a far sentire la propria voce ed esigano che venga chiuso questo “buco nero” destinato a inghiottire costantemente denaro pubblico sottratto ad altri settori (sanità, scuola e stato sociale) che ne avrebbero più bisogno in tempi in cui gli Enti Locali sono colpiti da pesanti tagli di bilancio.
Fabio Visentin  Segretario di Rifondazione Comunista
Alto Adige 16-11-10
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giovedì, 11 novembre 2010



VOLI PER BOLZANO

Ancora una volta abbandonato per i problemi di Air Alps

L’aeroporto di Bolzano é una risorsa d’immagine per il turismo e i servizi ma poi quando si resta a terra ci si chiede perché. L’ennesima occasione per cercare di comprendere la natura delle”cause tecniche” che hanno cancellato l ultimo volo Roma Bolzano l’ho vissuta non più tardi di giovedì 4 novembre. A parte il disservizio per chi proveniva da altro volo internazionale e si é trovato di fronte ad un Gate chiuso, senza alcuna informazione sull’alternativa offerta da Air Alps, nessuno ha compreso se il problema tecnico fosse imputabile alle pessime condizioni dell’aeroporto di Bolzano o ad un improvviso malore dell’equipaggio Air Alps. Pochi nel resto d’Italia sanno dell’esistenza di un aeroporto a Bolzano. A ragione il direttore Kopfsguter, indica nelle normative nazionali la possibilità di salvare l’aeroporto di Bolzano. Ci resta da capire quali siano i vantaggi reali che ciò comporti ai cittadini. Un collegamento ferroviario ad alta velocità e diretto tra l’aeroporto di Bolzano e lo scalo di Verona, piacerebbe a molti altoatesini.
Claudio Degasperi
Alto Adige 11-11-10
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mercoledì, 10 novembre 2010



Aeroporto, ok al nuovo terminal

Via libera del comitato tecnico provinciale all’ampliamento

BOLZANO. Mentre dal comitato tecnico provinciale arriva l’ok definitivo alla realizzazione del nuovo terminal dell’aeroporto, l’economia torna a premere per rendere più efficiente lo scalo: «Bene l’impegno dell’assessore Widmann per allungare la pista, è indispensabile così come ferrovia e autostrada».
 Costerà 6,3 milioni l’adeguamento dell’aeroporto alle normative previste dall’accordo di Schengen che obbligano la separazione dei passeggeri comunitari ed extra-Ue. Il progetto esecutivo è stato approvato ieri dal comitato tecnico provinciale: accanto all’edificio aeroportuale esistente, a est ne sarà costruito un secondo, alto due piani. La nuova palazzina ospiterà gli uffici dell’Enac, della società di gestione dell’aeroporto Abd e le sale di attesa per i passeggeri. I lavori, in realtà, erano già stati avviati nei mesi scorsi a causa dell’urgenza dell’intervento e dovrebbero concludersi in primavera.
 Intanto il futuro dell’aeroporto continua a far discutere. Dopo che l’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann ha annunciato che il masterplan che sarà portato in giunta entro novembre prevede l’adeguamento della pista, arriva la presa di posizione di Christof Oberrauch, presidente del Wirtschaftsring: «Sosteniamo l’impegno della giunta per migliorare l’utilizzo dell’aeroporto. L’importanza di tale infrastruttura è stata confermata dal referendum di un anno fa. E in ogni caso nessuno si fa domande sul costo di molti collegamenti di treni e autobus, che sono - proprio come l’aeroporto - infrastrutture e servizi insostituibili per la popolazione».
 Secondo Oberrauch, «l’aeroporto svolge un ruolo centrale per l’accessibilità dell’Alto Adige ed è pertanto assolutamente indispensabile per un sito economico competitivo». Il presidente dell’associazione degli imprenditori di lingua tedesca replica anche alle critiche sollevate dallo studio commissionato dall’Enac, secondo il quale l’aeroporto di Bolzano sarebbe troppo piccolo ed economicamente non sostenibile: «L’Alto Adige si trova in un’area alpina e quindi non si può paragonare ad altre realtà italiane che si possono raggiungere in maniera molto più semplice. La raggiungibilità è un bene pubblico e un collegamento internazionale efficiente non è solo un vantaggio per l’economia, ma un’esigenza di gran parte della nostra popolazione». Oberrauch aggiunge che oltre all’aeroporto sono indispensabili anche buoni collegamenti ferroviari e autostradali: «Un’elevata mobilità - sostiene - apre nuove opportunità per l’economia, la scienza, lo sport e la cultura. Il numero dei posti di lavoro qualificati aumenta se le aziende più attrattive rimangono in provincia e ci investono oppure se si insediano imprese nuove. Inoltre la raggiungibilità rappresenta uno dei fattori concorrenziali più importanti per il turismo d’elite».
 Sempre in tema di aeroporto, ieri la giunta comunale ha approvato il piano di rischio, che comporterà una serie di limitazioni per la zona produttiva di Bolzano Sud. «Non ci sono state modifiche rispetto a quanto approvato dalla commissione urbanistica, ma si è trattato di un passaggio formale che entro il mese di novembre dovrebbe portare il consiglio comunale ad esprimersi sul piano in maniera definitiva», spiega l’assessore comunale all’urbanistica Maria Chiara Pasquali. (mi.m.)
Alto Adige 10-11-10
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martedì, 09 novembre 2010



Pista più lunga per salvare l’aeroporto

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. L’aeroporto di Bolzano finisce nella “lista nera” degli scali bonsai: troppo piccolo e costoso per essere mantenuto in vita, dice uno studio commissionato dall’Enac. Ma l’assessore ai trasporti Widmann ribatte che l’aeroporto è strategico e che non è lo Stato ma la Provincia a finanziarlo. L’Abd intanto chiede l’adeguamento della pista: la giunta è pronta a dire di sì e intanto partecipa all’aumento di capitale del «Catullo».
 Si riaccende la polemica attorno allo studio di Nomisma, One Works e Kpmg sul futuro degli aeroporti italiani. Nel mirino del rapporto commissionato dall’Enac finiscono quelli che vengono definiti «scali bonsai», quelli che contano pochi passeggeri ma molti debiti. Sono 24 e rischiano la chiusura perché economicamente non sostenibili e nella lista nera c’è anche l’aeroporto di Bolzano.
 Riprende così l’annosa discussione sui conti in rosso dell’Abd, la società di gestione dell’aeroporto. È il direttore Mirko Kopfsguter a replicare: «Lo scalo di Bolzano ha un grosso potenziale, ma deve finalmente poter contare su una pista adeguata, che possa far atterrare anche aerei da 100-120 posti e non solo gli attuali Dornier da 30 posti. Innsbruck, per citare una realtà simile alla nostra, quest’anno ha sfiorato il milione di passeggeri».
 La richiesta di una pista più lunga entro la fine del mese arriverà sul tavolo della giunta provinciale e l’esecutivo sembra orientato ad approvare il masterplan proposto dall’Abd, come conferma l’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann: «Il masterplan - spiega - è stato elaborato in stretta collaborazione con l’Enac. Non è corretto parlare di un allungamento della pista, ma semplicemente intendiamo riportarla ai 1.470 metri originari, che nel tempo sono stati ridotti per motivi di sicurezza». Quei 1.470 metri sono stati ridotti a 1.230 per consentire la realizzazione delle fasce di sicurezza: ora si vuole riportare la pista effettivamente utilizzabile a 1.470 spostando a sud la fascia di sicurezza. In questo modo a Bolzano potrebbero atterrare anche aerei più grandi, i Dash da 80 o 120 posti.
 «In questo modo - è convinto Kopfsguter - anche Bolzano potrebbe diventare uno scalo sostenibile economicamente, e comunque ci sono anche altre ragioni giustificano l’esistenza di un piccolo aeroporto come quello di Bolzano, visto che si trova in un territorio difficilmente raggiungibile, è funzionale all’indotto turistico ed è lontano 150 chilometri dallo scalo più vicino, quello di Verona». In ogni caso, assicura Widmann, l’aeroporto non chiuderà: «Finora la struttura è sempre stata finanziata dalla Provincia e quindi la decisione se chiuderlo o no spetta solo a noi. L’aeroporto ha una triplice valenza strategica: per il turismo da e verso l’Alto Adige perché siamo più facilmente raggiungibili, per l’innovazione perché ci consente di portare a Bolzano professori e ricercatori e per l’Alto Adige come sito produttivo ed economico, perché è un presupposto fondamentale per promuovere l’insediamento di imprese da fuori provincia».
 Intanto la Provincia di Bolzano investe anche sull’aeroporto di Verona, società nella quale detiene già il 6,631% (Trento, invece, tra Provincia, Tecnofin Trentina, Camera di Commercio e Comune di Riva arriva a una quota vicina al 19%). La Provincia (così come hanno fatto i soci trentini) ha infatti aderito all’aumento di capitale da 2,64 milioni che era stato deliberato il 4 agosto scorso dal cda del Catullo. L’investimento della Provincia di Bolzano è stato di 175 mila euro, ma potrebbe aumentare se Palazzo Widmann decidesse di acquisire una parte delle azioni rimaste inoptate: un’eventuale richiesta in questo senso dovrà essere avanzata entro i prossimi 20 giorni.
Alto Adige 9-11-10
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lunedì, 08 novembre 2010



L'aeroporto di Bolzano, a rischio chiusura?


BOLZANO. L'aeroporto di Bolzano, a rischio chiusura? Se ne parla da mesi, a causa del piano di riorganizzazione degli scali nazionali messo a punto per conto del governo da Nomisma, One Works e Kpmg, citato in un servizio di Repubblica.it che indica la pista altoatesina tra quelle destinate ad andare in pensione a causa dello scarso volume di passeggeri.

I numeri, nudi e crudi, farebbero pensare a una bocciatura senza appello: a fronte di una soglia minima di sopravvivenza di un milione di passeggeri l'anno, Bolzano ne mette sul piatto appena 65 mila, frutto dei collegamenti giornalieri con Roma gestiti da Air Alps con vettori da 30 posti, gli unici omologati per decollare e atterrare sulla pista incassata nella valle dell'Adige.

Eppure Mirko Kopfsguter, direttore dello scalo altoatesino, sostiene di dormire sonni tranquilli: "Ho visto quel rapporto già a febbraio, quando è stato licenziato dal Senato. L'ho letto più volte e se non ci si ferma ai numeri ma si arriva a leggere la terza parte, si scopre che ci sono delle condizioni precise a giustificare l'esistenza di alcuni aeroporti anche in deroga al volume di traffico e passeggeri".

Kopfsguter le cita a memoria: "Gli aeroporti piccoli possono sopravvivere se servono aree difficilmente raggiungibili o scarsamente collegate con il centro; se sono funzionali a un indotto come ad esempio il turismo; se l'aeroporto più vicino è a una certa distanza. Tutte queste caratteristiche si ritrovano a Bolzano. Un conto è parlare di Brescia e Verona, di Torino e Cuneo, di Venezia e Treviso, un altro è mettere in discussione un aeroporto come il nostro, che dista 150 chilometri - e due ore di autostrada _ da Verona e che è scarsamente collegato con Roma su rotaia".

Secondo Kopfsguter, un modo per garantire a Bolzano un futuro senza incertezze c'è ed è quello di aumentare il numero di voli e le dimensioni degli aerei, ma perché ciò avvenga è necessario ampliare la struttura e soprattutto allungare la pista: "Se un volo di linea potesse avere 120 posti anziché 30, parleremmo di cifre diverse. Per fare un esempio, l'aeroporto di Innsbruck, che sorge in un'area simile alla nostra, quest'anno ha sfiorato il fatidico milione di passeggeri".

"E comunque - conclude il direttore - basta guardare i bilanci per accorgersi che il nostro aeroporto, con i suoi 30 dipendenti che garantiscono un'operatività h24, non rappresenta un costo eccessivo per la collettività, a fronte del servizio che offre. Per non parlare del traffico privato: se a livello di passeggeri siamo in fondo alla classifica italiana, nella graduatoria del traffico abbiamo alle nostre spalle 16 scali più grandi del nostro".

di Andrea Iannuzzi
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mercoledì, 03 novembre 2010



Caos cantieri a Bolzano Sud

BOLZANO. Alla Fiera Hotel della scorsa settimana i visitatori sono stati 18 mila. Altri 12 mila sono attesi da domani a sabato per la Interpoma. «È assurdo - attacca il vicepresidente della Fiera Arrigo Simoni - che il Comune abbia programmato i lavori stradali a Bolzano Sud proprio in questo periodo di manifestazioni. Ancora di più se consideriamo che buona parte degli espositori e dei visitatori arriva dall’estero. L’indotto che garantiamo alla città con le nostre esposizioni è enorme; pensiamo solo alle centinaia di espositori che si fermano a Bolzano per tutta la durata della fiera. Ma tutti questi cantieri non sono certo un bel biglietto da visita».
 Ribadisce il concetto Gernot Rössler, presidente della Fiera: «La raggiungibilità è fondamentale per noi, ma anche per l’economia e i cittadini. Proprio oggi discutevo con nostri ospiti arrivati da Amburgo: hanno impiegato oltre sette ore per raggiungere Bolzano. Troppo, così rischiamo che un’altra volta non ritornino più».
 Gira il coltello nella piaga anche il presidente della Camera di commercio Michl Ebner: «L’Alto Adige purtroppo è la zona alpina più difficilmente raggiungibile in assoluto. Ferrovia, autostrada, aeroporto, banda larga: abbiamo da colmare deficit in tutti questi settori. Per quanto riguarda il treno, paghiamo la cancellazione di collegamenti importanti che il ripristino dell’Eurostar per Roma compensa solo in parte. L’A22 sta migliorando solo ora grazie all’allargamento della corsia di emergenza fino a Bolzano Sud. L’aeroporto con l’unico collegamento verso Roma è ancora insufficiente: mancano i voli verso nord, Zurigo, Francoforte o Monaco. E per quanto riguarda la banda larga, in periferia abbiamo il 25% di imprese che non hanno ancora il collegamento internet veloce. Rendere Bolzano più raggiungibile non è importante solo per il turismo, ma anche per le nostre aziende, per l’università e per gli altoatesini».
 Anche Dado Duzzi, presidente dell’Azienda di soggiorno di Bolzano e vicepresidente dell’Unione commercio, critica la viabilità bolzanina: «Quando piove tutta la città si blocca. Bisogna finalmente introdurre il sistema di autobus privati che nelle giornate di maltempo devono dare un sostegno al trasporto pubblico. Un problema è anche la viabilità in zona industriale, a partire da via Galilei dove l’apertura del megastore dei Podini permessa dal Comune sta provocando gravi disagi. Bisogna intervenire anche sui parcheggi, e non mi riferisco solo a quelli per i residenti. Altre città si sono mosse già molti anni fa, Bolzano invece non ha investito abbastanza sui garage. Un errore, perché la gestione dei parcheggi garantisce anche un introito importante che il Comune potrebbe reinvestire per finanziare i servizi pubblici. Infine l’aeroporto: il Comune dica se lo vuole oppure no, ma si decida. E faccia lo stesso per quanto riguarda il centro commerciale, possibilmente coinvolgendo popolazione e categorie: la città ha bisogno di risposte chiare». (mi.m.)
Alto Adige 3-11-10
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giovedì, 28 ottobre 2010



Piano di rischio dell’aeroporto di Bolzano: presto l’approvazione

BOLZANO. Piano di rischio dell’aeroporto. Approvato in tutta fretta il 12 ottobre scorso dalla commissione urbanistica comunale, ancora non può essere portato in giunta e quindi in consiglio comunale per l’approvazione definitiva. Questo perché manca ancora il parere non vincolante delle varie circoscrizioni. I consigli rionali dovranno infatti dare il loro benestare prima che l’assessore all’urbanistica Maria Chiara Pasquali possa portare la delibera in consiglio comunale, si spera per il 15 novembre. «Non ci saranno comunque problemi - assicura l’assessore Pasquali - perché il documento è stato approvato dalla commissione preposta e quindi si tratta solo di attendere la conclusione di quello che è un mero iter amministrativo di approvazione. Le costruzioni finora bloccate, tipo le nuove sedi di Atzwanger e Athesia, potranno ripartire previa richiesta delle necessarie varianti». Intanto, ieri, tecnici comunali e assessore hanno incontrato i responsabili dell’aeroporto per discutere di ostacoli al volo. (da.pa)
Alto Adige 28-10-10
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martedì, 12 ottobre 2010



Piano di rischio dell'aeroporto, tensioni in maggioranza

BOLZANO. Il piano di rischio delll’aeroporto è stato approvato ieri dalla commissione urbanistica. Passerà ora al voto del consiglio comunale, ma prima il documento verrà discusso in una riunione di maggioranza chiesta ieri dai consiglieri della Svp presenti in commissione, il capogruppo Georg Mayr e Konrad Palla. Non sono infatti sfumati i dubbi sul piano sia all’interno della maggioranza che della minoranza, legati soprattutto a un piano che prevede limitazioni urbanistiche ed edilizie in base alla classificazione 3/4 chiesta dall’Enac, mentre l’aeroporto appartiene alla categoria inferiore 2c.
 La maggioranza ieri si è divisa. Hanno votato a favore del piano i due Svp, pur chiedendo appunto un supplemento di discussione, Guido Margheri (Sel), Mauro De Pascalis e Primo Schönsberg (Pd). Rudi Benedikter (Verdi/Projekt Bozen) si è invece astenuto con i consiglieri di opposizione Mariateresa Tomada e Fernando Pontecorvo (Pdl). Voto contrario da Luigi Schiatti (Unitalia).
 Benedikter ha presentato un emendamento per la discussione in Consiglio e anticipa che il voto favorevole «del gruppo Verde» al piano di rischio è legato al recepimento del suo emendamento. Si tratta di passaggio restrittivo su ogni sviluppo dell’aeroporto. Si legge: «Il Comune non consentirà un allungamento della attuale pista dell’aeroporto e non consentirà l’aumento dei movimenti di volo, commerciali e di diporto». C’è maretta con l’assessore Chiara Pasquali. Benedikter: «Va avanti da sola senza confrontarsi con il nostro gruppo». Non è l’unica difficoltà in maggioranza. Sandro Repetto (Udc) aggiunge: «Non capisco perché votare un piano che condiziona pesantemente la città senza avere prima chiarito con Provincia e Abd che intenzioni ci sono sul futuro dell’aeroporto». Secondo Chiara Pasquali le perplessità sulla classificazione 3/4 sono superate dalla lettera dell’Enac che ha ribadito i motivi della classificazione. Ma Luigi Schiatti (Unitalia) commenta: «Trattandosi di un parere tecnico, il testo è troppo elusivo». Mariateresa Tomada, favorevole all’allargamento dell’aeroporto, accusa: «Non possiamo approvare un piano senza che il Comune si sia confrontato con Provincia e Abd sul futuro della struttura». Pontecorvo cita le divisioni nella maggioranza, una parte favorevole all’ampliamento e una parte contraria: «Viste le ripercussioni negative del piano sulla città, il Comune dovrebbe negoziare con la Provincia un risarcimento in termini di strutture e servizi».
Mario Tagnin (capogruppo Pdl Berlusconi presidente) aggiunge: «Questo tema spacca la maggioranza. Mayr ha spiegato che il piano di rischio di categoria 3/4 non prelude a un allargamento dell’aeroporto, cui sarebbe contrario. Il suo collega della Svp Palla si è dichiarato invece a favore di un potenziamento della struttura».
Alto Adige 12-10-10
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mercoledì, 06 ottobre 2010



PISTA LUNGA E NO

Perchè chi vuole l’aeroporto non viene ad abitare a Laives?

 Vorrei rispondere al Sig. Mario Tagnin in merito alla sua lettera pubblicata sul vostro quotidiano. Rispondo tutt’ora come segue, visto che la mia risposta non è mai stata pubblicata. Io e centinaia di cittadini che devono sopportare giornalmente il rumore di aerei ed elicotteri di un areoporto tenuto in piedi con le tasse di tutti i cittadini che pagano i contributi, non sono assolutamente d’accordo con la sua lettera. Il titolo dovrebbe essere: “Bolzano deve avere il coraggio di chiudere l’aereoporto!” Se lei o altri suoi politici vogliono andare a Roma a trovare Berlusconi sono invitati a prendere il treno oppure a fare questi 150 chilometri fino al più vicino aereoporto più comodo (come da lei stesso affermato) con le proprie macchine a proprie spese e non a spese della comunità. Insomma bisogna avere il corraggio di chiudere questo pozzo senza fondo e magari farci un casinò che porterebbe soldi nelle casse della pubblica amministrazione con un bel campo da golf a 18 buche. Scometto che lei non abita nelle vicinanze dell’aereoporto, vero? Forse il giornale Alto Adige ha qualche interesse a pubblicare lettere pro-aereoporto e quelli anti-aereoporto no? Qualcuno diceva:”A pensare male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca.”
Thomas Perkmann SAN GIACOMO
Alto adige 6-10-10
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martedì, 05 ottobre 2010



Il Catullo fa rotta su Bolzano

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. A fine ottobre Ryanair sbarca all’aeroporto Catullo di Verona con destinazioni come Madrid, Londra e Bruxelles. «Diventeremo sempre di più lo scalo di riferimento del bacino di Trento e di Bolzano», si dice convinto il presidente dell’aeroporto di Verona Fabio Bortolazzi.
 Capitali europee come Parigi, Bruxelles, Londra e Madrid e destinazioni italiane Brindisi e Palermo. Dal 31 ottobre si potranno raggiungere con voli low cost della Ryanair partendo da Verona e non più da Brescia. Per gli altoatesini è un risparmio di tempo e costi di viaggio e a Verona il sano bene.
 «L’arrivo di Ryanair - spiega infatti il presidente dell’aeroporto Catullo Fabio Bortolazzi - porterà un traffico stimato di circa 300 mila passeggeri all’anno. Verona diventerà sempre di più lo scalo di riferimento del bacino di Trento e Bolzano, che grazie alla loro prossimità geografica e la facilità nei collegamenti arricchiscono anche la nostra offerta».
 Può sembrare un controsenso, ma la destinazione turistica Alto Adige per l’aeroporto di Verona è molto più importante di quanto lo sia per quello di Bolzano: «Tra le principali destinazioni raggiungibili dal nostro scalo - spiega Bortolazzi - ci sono le più importanti destinazioni europee che coincidono con i mercati più significativi del Trentino-Alto Adige: Germania, Olanda, Regno Unito, Russia, Francia e Spagna. L’offerta turistica dal Lago di Garda alle Dolomiti garantisce un flusso incoming di notevole rilevanza. Inoltre, considerando che la Provincia di Trento e la Provincia di Bolzano sono tra i principali azionisti della nostra società (Trento possiede una quota del 17,066%, mentre Bolzano detiene il 6,631%, ndr), le sinergie tra l’aeroporto e il territorio del Trentino-Alto Adige sono molto intense».
 Anche Ryanair punta sull’Alto Adige come polo di attrazione: «La vicinanza alla montagna, ai laghi e alle città d’arte del Trentino-Alto Adige arricchiscono sicuramente l’offerta», è convinto Bortolazzi che non vede l’aeroporto di Bolzano come un possibile concorrente: «In questo momento - afferma - ha caratteristiche per offerta e utenza che non lo rende comparabile con il nostro scalo».
 Questo il dettaglio dei nuovi collegamenti Ryanair da Verona verso l’estero: tre voli settimanali per Parigi Beauvais (martedì, giovedì e sabato), tre per Bruxelles Charleroi (martedì, giovedì e sabato), due per Londra Stanstead (martedì, giovedì e domenica) e quattro per Madrid Barajas (lunedì, mercoledì, venerdì e domenica).
Alto dige 5-10-10
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martedì, 05 ottobre 2010



PISTA LUNGA E NO
Ma tra Laives e San Giacomo l’aeroporto è visto male

E’ curioso notare come l’ex-(quasi) candidato sindaco del PDL Tagnin continui a difendere un progetto assurdo come quello dell’ampliamento dell’aereoporto. Che cosa vuole ottenere? Mi pare che l’esito delle ultime elezioni comunali sia stato chiaro: a Laives, come nel restante 99% della Provincia, il PDL ha perso. Credo di poter parlare a nome della maggioranza dei cittadini di Laives, Pineta e San Giacomo quando dico che a noi l’aereoporto non interessa.
 Ci teniamo alla qualità della vita e vogliamo continuare a vivere in pace senza aerei che sorvolano le nostre teste e senza rumori molesti.
 E soprattutto non vogliamo che il valore delle nostre case crolli a causa della vicinanza con l’aereoporto.
 Già adesso gli aerei si sentono figuriamoci con velivoli ancora più grandi!
L’aereoporto a Bolzano non serve.
 Ci sono degli ottimi aereoporti a Innsbruck e a Verona. Quello che va migliorato semmai è il collegamento ferroviario con questi 2 aereoporti. Perchè Tagnin non si batte per questo? Perchè, visto che il suo partito è al governo, non vi attivate presso Ferrovie Italiane per un migliore collegamento?
 No caro Tagnin: i cittadini di Laives-Pineta-San Giacomo dicono no all’aeroporto. E se le piace proprio tanto l’aereoporto, la invito a comprarsi una casa nelle vicinanza dell’attuale... Chissà se poi sarebbe ancora favorevole...
 E’ troppo comodo essere a favore dell’aereoporto vivendo poi altrove...
Luca Benedetti PINETA DI LAIVES
Alto Adige 5-10-10
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domenica, 19 settembre 2010



Aeroporto e tagli di spesa Non ha senso spendere per la pista

I dati del bilancio della Abd, la società che gestisce l’aeroporto bolzanino denunciano una perdita di 1,8 milioni di euro per il 2009 e ne prevedono una uguale per il 2010 Il ministro dei Trasporti e l’ad delle Ferrovie dello Stato ammettevano che la situazione degli aeroporti in Italia è decisamente fuori controllo. Con ciò confermavano tra il resto quello che era emerso da una ricerca portata avanti dal “Gruppo di lavoro di Laives” conclusasi con un convegno promosso da Rifondazione Comunista nel giugno del 2007. Invece che prendere atto di tutto questo e arrivare alla logica conclusione che una struttura destinata a causare costantemente simili perdite finanziarie è meglio chiuderla, i dirigenti della società gestionaria propongono l’ampliamento della struttura.
 Ma i cittadini di Bolzano e provincia hanno niente da dire? Sono contenti che i soldi pubblici, derivati dalle tasse che continuano a pagare, siano destinati a opere di questo tipo? E tutto questo mentre si parla da mesi di drastici tagli alla spesa pubblica. Il modello economico basato sulle”grandi opere”, porta ricchezza solo a piccole lobbie economico finanziarie e sottrae risorse importanti ad uno sviluppo equilibrato della società.
 Che razionalità c’è nel perseguire il finanziamento di opere che producono ricchezza per pochi e nel tagliare invece gli investimenti che favoriscono l’occupazione e il benessere della maggioranza dei cittadini dell’Alto Adige?
Fabio Visentin Segretario provinciale di Rifondazione Comunista
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venerdì, 17 settembre 2010



Libori: piano di rischio aeroportuale  troppo vincolante

BOLZANO. Il piano di rischio aeroportuale preoccupa gli imprenditori. Ieri il sindaco Luigi Spagnolli e l’assessore all’urbanistica Chiara Pasquali hanno ricevuto una delegazione di Assoimprenditori guidata dal presidente Stefan Pan, dal direttore Josef Negri e dal responsabile cittadino dell’associazione Michele Libori. «Il piano di rischio attualmente in discussione in commissione urbanistica - riferisce Libori - contiene limitazioni previste per uno scalo di categoria superiore a quella a cui appartiene l’aeroporto di Bolzano. Questo significa dover accettare vincoli molto più restrittivi e quindi far perdere alle aree interessate parte del loro valore. Secondo noi è stata sottovalutata la possibilità di sviluppo futuro della Zona e per questo abbiamo chiesto al Comune di cercare di modificare il piano di rischio». Sindaco e assessore hanno spiegato che le limitazioni sono imposte dall’Enac (l’ente nazionale di aviazione civile), ma hanno anche assicurato che cercheranno di ottenere nuove spiegazioni dall’Enac sul perché delle limitazioni più restrittive.
 Toccata dal piano di rischio - anche se solo in misura marginale - è la nuova zona produttiva oltre via Einstein. Dopo le critiche al Comune da parte dell’assessore provinciale Thomas Widmannn, arriva la replica di Chiara Pasquali: «Non potevamo certo decidere in assenza di un consiglio e di una commissione urbanistica, visto che a maggio ci sono state le elezioni. Basta con questa storia che la Provincia decide e il Comune no. Se fossimo stati coinvolti fin dall’inizio nella procedura, com’era accaduto per la redazione del piano di attuazione, sarebbe stato tutto più semplice. La Provincia dovrebbe iniziare a rispettare di più le nostre idee: ne abbiamo, ma per realizzarle ci serve l’aiuto di chi ha i soldi. Se la Provincia dice no alle nostre proposte, ad esempio al tram per l’Oltradige, poi non può pretendere di imporci la propria volontà e in caso contrario accusarci di non saper decidere. E sui tempi per i pareri, al di fuori del periodo elettorale sono sempre stati rispettati».
 Su via Einstein interviene anche la Cna: «La variazione relativa al nostro lotto - spiega il presidente Claudio Corrarati - non l’abbiamo chiesta noi e comunque non si tratta di un favore nei nostri confronti. Semmai, finora siamo stati penalizzati. In primo luogo perché invece di affacciarsi su via Einstein la nostra area si trova nelle retrovie e poi perché gli spazi che ci sono stati concessi probabilmente non basteranno ad ospitare tutte le aziende del consorzio».
Alto Adige 17-9-10
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giovedì, 16 settembre 2010



Ampliamento dell’aeroporto di Bolzano
Sì del Pdl, Rifondazione contraria


BOLZANO. La discussione sull’ampliamento dell’aeroporto divide i partiti. Mario Tagnin, consigliere comunale del Pdl, si dice assolutamente favorevole: «È un progetto importante che migliorerà la raggiungibilità del capoluogo», afferma. Contrario invece il segretario di Rifondazione Comunista Fabio Visentin: «Le opere che inghiottono soldi pubblici a vantaggio di pochi vanno chiuse e non ampliate», sostiene. La decisione spetterà alla Provincia: a metà ottobre in giunta si discuterà il masterplan dell’Abd.
Alto Adige 16-9-10
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mercoledì, 15 settembre 2010



Entro marzo terminal e parcheggi nuovi, costruito l’impianto fotovoltaico

BOLZANO. In attesa che la giunta provinciale decida se riportare la pista a 1.400 metri di lunghezza (come nel 1999, prima che venisse accorciata per ragioni di sicurezza), continua il restyling dell’aeroporto: già costruito l’impianto fotovoltaico, in fase di realizzazione il terminal e il nuovo parcheggio. Per l’eventuale hangar bisognerà invece aspettare.
 Ieri è stato presentato ufficialmente il nuovo impianto fotovoltaico terminato il 10 agosto. La potenza installata è di 662 kW e copre il fabbisogno di circa 220 abitazioni. «Grazie a questo impianto - ha spiegato Wolfram Sparber, direttore dell’istituto per le energie rinnovabili dell’Eurac - ci sarà una riduzione di 377 tonnellate di Co2, pari al 65% delle emissioni annue dell’aeroporto. Viene inoltre garantita la copertura di oltre il 250% del fabbisogno energetico dell’Abd». La costruzione dell’impianto è iniziata a giugno ed è stata portata a termine due mesi più tardi. «La cosa più interessante - ha aggiunto Sparber - è la parte sperimentale dell’impianto che comprende 24 differenti tecnologie fotovoltaiche. Possiamo così confrontare le diverse tecniche nelle stesse condizioni per cercare di individuare quali sono le soluzioni migliori. L’obiettivo è quello di promuovere la produzione di energia e di tecnologie legate agli impianti fotovoltaici e solari e i risultati dei nostri studi saranno messi a disposizione delle aziende».
 Terminati i lavori per l’impianto fotovoltaico, in via Baracca i cantieri aperti restano due. Il primo riguarda il nuovo terminal, che deve essere adeguato alla normativa di Schengen (saranno realizzate aree separate per cittadini comunitari ed extracomunitari) e che sarà alzato di un piano per permettere di dislocare meglio i diversi spazi, dall’area ristorante agli uffici dell’Abd. «I lavori - ha spiegato il presidente dell’Abd Engelbert Ritsch - dovrebbero terminare entro l’anno e il nuovo terminal sarà agibile al massimo entro marzo-aprile del 2011».
 Per quella data sarà realizzato anche il nuovo parcheggio: «Attualmente - ha detto il direttore dell’aeroporto Mirko Kopfsguter - i posti auto gratuiti disponibili proprio di fronte all’aerostazione sono 120. Con l’area militare che abbiamo ricevuto saranno 200 in più».
 Il costo dell’intervento di ristrutturazione sarà di 6,5 milioni («ma contiamo di risparmiare qualcosa rispetto alla cifra preventivata», si dice fiducioso Ritsch) ai quali vanno aggiunti 2,6 milioni per l’impianto fotovoltaico (il 20% è stato finanziato dal Fse). Congelato, almeno per ora, il progetto per la realizzazione di un nuovo hangar che permetterebbe alle compagnie aeree che operano su Bolzano (attualmente la sola Air Alps) di effettuare la manutenzione dei velivoli in Alto Adige.
Alto Adige 15-9-10

Inaugurato l'impianto fotovoltaico dell'Aeroporto di Bolzano Dolomiti ABD

Il 14 settembre 2010 è stato inaugurato e presentato alla stampa il nuovo impianto fotovoltaico dell'Aeroporto di Bolzano Dolomiti ABD, cofinanziato dai Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale (FESR). L'impianto si compone di una parte commerciale con potenza installata di 662 kW (in grado di coprire il fabbisogno di circa  220 abitazioni) e un'area sperimentale con potenza installata di 62 kW, composta da 24 differenti tecnologie fotovoltaiche, suddivise in 39 gruppi. L'installazione è stata effettuata su strutture fisse, mover mono-assiali e bi-assiali che seguono l'andamento del sole. L'Istituto per le Energie Rinnovabili dell'EURAC riveste il ruolo di responsabile scientifico della installazione sperimentale ed è responsabile del monitoraggio della struttura. Si stima che l'impianto consentirà all'aeroporto di ridurre le emissioni di CO2 di 377 tonnellate all'anno, quantità che corrisponde a circa il 65% della CO2 emessa dallo scalo bolzanino. La parte sperimentale è il vero punto di eccellenza dell'impianto. Si tratta infatti di uno dei più vasti campi multi tecnologici realizzati in Europa  che permetterà all'Alto Adige di acquisire know-how specifico nel settore delle energie rinnovabili.
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mercoledì, 15 settembre 2010



L’Abd: «Bisogna allungare la pista»

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. L’Abd, la società di gestione dell’aeroporto di Bolzano, torna a chiedere l’adeguamento della pista di atterraggio: «Solo così - hanno spiegato ieri il direttore Mirko Kopfsguter e il presidente Engelbert Ritsch - potremo portare qui aerei da 70-80 posti. In caso contrario, i prezzi dei biglietti continueranno a restare troppo alti».
 I VOLI. I vertici dell’Abd hanno presentato i dati relativi al primo semestre del 2010. Numeri in crescita del 15% rispetto all’anno passato, segno che la crisi sta lentamente passando anche se i livelli del 2007 restano lontani (ma allora c’erano anche il volo per Milano e i charter estivi dall’Inghilterra).
 I numeri sono serviti a rispondere a molte delle critiche degli oppositori dell’aeroporto: «Ad esempio - spiega Kopfsguter - va detto che i voli commerciali, ossia quelli di linea e i charter, sono solo il 14% dei 18.500 totali». L’86% dei movimenti è infatti costituito da voli militari (nel 2009 sono stati 2.709) e voli sportivi (13.048).
 Buoni i dati relativi ai passeggeri: sul Bolzano-Roma i viaggiatori nel primo semestre del 2010 sono stati 27.187, 3.561 in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. «A questo aumento del 15% - ha detto Kopfsguter - si aggiunge il miglioramento del fattore di carico. I posti disponibili sui 1.224 voli effettuati sono stati sfruttati al 73%, mentre nel 2009 il “load-factor” era stato pari al 66%».
 I PREZZI. Resta però un problema di fondo: «I prezzi sono ancora troppo alti - ha denunciato Ritsch - e molti bolzanini preferiscono partire da Verona». L’Abd spiega che il prezzo medio di un biglietto andata-ritorno per Roma è di circa 400 euro ma si arriva a pagare anche 518 euro a cui vanno aggiunti 25 euro da pagare all’agenzia viaggi. Su ogni volo c’è una promozione garantita da Air Alps: quattro posti in vendita a 203 euro, ma bisogna essere tra i primi a prenotare. La ricetta per abbassare i prezzi è semplice, spiegano all’Abd: «Adeguare la pista per far atterrare aerei da 70 posti». Il masterplan arriverà in giunta provinciale tra un mese e toccherà all’esecutivo decidere: «In ogni caso - ha ribadito Ritsch - possiamo tranquillizzare tutti perché Bolzano resterà sempre un aeroporto regionale: qui non potranno mai atterrare i velivoli della Ryanair. Diciamo solo che ogni metro di pista in più per chi vola aumenta la sicurezza dello scalo».
 STRATEGIE FUTURE. Il no a Ryanair è definitivo, dettato anche da limiti strutturali, ma si cercherà di aumentare l’attività: «La popolazione chiede ulteriori collegamenti aerei, in particolare per Francoforte e per Vienna», ha spiegato Ritsch. Continuano i lavori di adeguamento della struttura: entro l’anno dovrebbero concludersi i lavori per il nuovo terminal («sarà agibile a marzo-aprile», la promessa di Ritsch), e quelli per il nuovo parcheggio da 200 posti che andranno ad aggiungersi ai 120 attuali (sorgerà a fianco dell’aerostazione, su un’area finora occupata dalla finanza). Nessuna paura per la concorrenza da parte dei treni veloci: «Soprattutto - ha detto il presidente dell’Abd - se riusciremo a far calare i prezzi».
Alto Adige 15-9-10
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martedì, 14 settembre 2010



Aeroporto di San Giacomo (BZ), confermati i vincoli

BOLZANO. La commissione urbanistica ha fatto slittare alla prossima settimana la decisione sul piano di rischio dell’aeroporto di Bolzano, che comporterà importanti limitazioni urbanistiche, di sviluppo edilizio e di carico antropico in una ampia porzione della città.
 Oggi in Comune si sono incontrati l’assessore Chiara Pasquali, funzionari centrali dell’Enac (aviazione civile) ed Enav (assistenza volo) che hanno confermato la decisione di prevedere per il piano di rischio una classificazione dell’aeroporto con codice 3-4, mentre la struttura resta classificata nella categoria inferiore 2c. La differenza resta sostanziale, perché un inserimento nella categoria di rischio 1-2 avrebbe comportato zone di tutela più ristrette e vincoli meno penalizzanti.
 Chiara Pasquali spiega che il codice 3-4 non comporta particolari problemi ma conferma che in futuro nella fascia A (tra cui via Baracca, via Buozzi, via Einstein e via Negrelli) non saranno più ammessi alloggi di servizio e che le volumetrie saranno ridotte. «Saranno inevitabili anche limitazioni rispetto alle destinazioni d’uso anche perché non si può aumentare il carico antropico. Voglio anche ricordare che gli edifici che verranno demoliti potranno essere ricostruiti con le stesse volumetrie senza però modificare il carico antropico complessivo». Luigi Schiatti (Unitalia) non è tranquillo e ribadisce che sulla manovra continuano ad emergere obiezioni trasversali e legittime preoccupazioni. Fernando Pontecorvo (Pdl) a sua volta ricorda come in parte della Zona l’indice di cubatura ammesso verrebbe ridotto del 50 per cento: «Non uno scherzetto».
Alto Adige 14-9-10
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lunedì, 13 settembre 2010



Aeroporto di San Giacomo in commissione

BOLZANO. Il piano di rischio dell’aeroporto, le temute pesanti limitazioni sull’area produttiva di Bolzano sud e di riflesso la sorte dell’aeroporto, oggi saranno al centro di un “summit” in Comune che vedrà attorno al tavolo la commissione urbanistica con l’assessore Chiara Pasquali, funzionari centrali dell’Enac (aviazione civile) ed Enav (assistenza volo) dalla capitale, dell’Abd e probabilmente anche tecnici dello studio De Rosa di Venezia, che ha elaborato il nuovo “masterplan” dell’aeroporto. Scopo della riunione, il riesame del piano, sospeso per le obiezioni del consigliere Luigi Schiatti (Unitalia), che aveva contestato l’eccessiva ampiezza dell’aerea che limiterebbe edifici e presenza umana su ben 180 ettari, fino a via Palermo.
 La discussione dovrebbe passare all’area di rischio e di riflesso al “masterplan” dell’aeroporto, di prossimo esame in giunta provinciale, il quale prospetta, non già un “allungamento”, bensì un “ripristino” della lunghezza originaria, propria di uno scalo “2 c”. Secondo alcune anticipazioni, il progetto redatto dallo studio veneziano De Carli, formulerebbe due opzioni: la prima, riduttiva, propone il recupero e trasferimento all’estremità sud, dei 150 metri “cancellati” a nord, riportando la pista ai 1434 metri, così com’era all’inaugurazione nel 1999. Il ripristino riaprirebbe l’accesso a pieno carico, ad aerei fino a 50- 70 posti, risultato importante, ma ininfluente circa l’impatto dell’area di rischio che resterebbe sovradimensionata - si dice - pur di “salvare” l’area del nuovo carcere. La seconda ipotesi invece ingloberebbe, in una nuova striscia aggiunta a sud lunga 400 metri, la “fetta” tolta a nord, attaccandovi altri 250 metri di “resa”, una striscia in terra battuta agibile solo in caso di atterraggi “lunghi” dovuti a guasti o errori umani. (gi.ans.)
Alto Adige 13-9-10
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venerdì, 03 settembre 2010



Bene l’aeroporto di San Giacomo ma non più grande

Mi inserisco nella discussione riguardante l’aeroporto di Bolzano, da abitante di San Giacomo ed ex consigliere di circoscrizione. Confermo che il rumore ed il disturbo ci sono, ma allo stato attuale sono sopportabili e sapevamo a cosa andavamo incontro. Ciò che mi allarma è il tentativo di alcuni di presentare l’aumento della mole di voli come una necessità per la città capoluogo, tale da permettere di sacrificare la possibilità di espansione residenziale e commerciale sia di Bolzano che di Laives, e, ancor peggio, la quiete dei cittadini in tutta la Bassa Atesina. Rimango allibito al sentire che il capoluogo deve avere un aeroporto all’altezza, simbolo di quella concezione secondo la quale la Provincia è autonoma ed autosufficiente in tutto, primo perché pretendere un aeroporto internazionale a Bolzano è puerile, secondo perché dimostra una certa ignoranza in materia di sostenibilità del sistema nazionale aeroportuale, dove strategie di atomizzazione sono perdenti in partenza. A questo punto non mi meraviglierò se qualcuno pretenderà un porto sull’Adige, così, tanto per averlo, ed un programma spaziale tutto nostro. Caratteristiche morfologiche in primo luogo, necessità di espansione residenziale dall’altro, l’avviato depotenziamento di molti aeroporti cittadini in tutta Europa, fanno del progetto di ampliamento dell’aeroporto il capriccio costoso ed a mio avviso inutile di pochi interessati che talvolta, per incapacià e superbia, tendono a smarrire la capacità di valutare l’impatto globale delle soluzioni che prospettano. Al momento non mi resta che confidare nella classe politica, a dire il vero trasversale, che considera l’aeroporto un utile strumento che non necessita di ampliamenti.
Alto Adige 3-9-10
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venerdì, 03 settembre 2010



A San Giacomo  Laives sentiamo solo rumori

Ancora sul nostro aeroporto e i suoi problemi. Poiché abito a San Giacomo di Laives proprio di fronte all’aereporto sto seguendo con interesse i vari articoli in merito.
 Sono oramai quasi disgustato dale azioni dei vari promotori dell’aereoporto, che altro non è che un pozzo senza fondo dove vanno buttate le tasse di tutti noi contribuenti senza aver alcun beneficio. Ai vari imprenditori e politici che ne chiedono l’ampliamento per i propri interessi personali e non di certo dell’intera comunità, vorrei chiedere dove abitano?
 Se anche loro devono subire, oltre all’inquinamento, il rumore dei vari decolli ed atterraggi. Senza parlare degli elicotteri che girano per ore ed ore, oppure il possibile deprezzamento dei propri immobili?
 A questi imprenditori, che non ne hanno mai abbastanza e questi politici che per i propri interessi venderebbero anche la propria madre, suggerisco di costruire e finanziare un aereporto a proprie spese possibilmente nelle vicinanze delle loro abitazioni cosi oltre ad avere i vantaggi subiscono anche i relativi disagi il ché mi sembra più che giusto.
 A tale proposito suggerisco Falzes. Che, come noto, è la residenza estiva del nostro presidente della provincia autonoma.
 Quest’estate ho fatto un escursione in bicicletta dal Lago di Issengo a Falzes ed ho notato un bell’altipiano libero sotto il paese di Falzes prima della zona sportiva.
 Ho pensato che questo sarebbe proprio il luogo ideale per l’areoporto cosi i numerosi turisti che usano l’aereo (a dire del cda dell’areoporto, tutto da verificare) sono già nella loro località turistica ed anche per il nostro presidente sarebbe molto comodo.
Alto Adige 1-9-10
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martedì, 31 agosto 2010



Piano di rischio dell'aeroporto di San Giacomo: stop alla giunta

BOLZANO. Troppi dubbi sollevati da maggioranza e opposizione. La commissione urbanistica ieri mattina ha bloccato il piano di rischio dell’aeroporto di Bolzano, che comporterà importanti limitazioni urbanistiche, di sviluppo edilizio e di carico antropico in una ampia porzione della città.
 La discussione è stata aggiornata tra due settimane con la richiesta all’assessore Chiara Pasquali di invitare per approfondimenti un rappresentante dell’Enac.
 Soddisfatto Luigi Schiatti (Unitalia), che sabato aveva anticipato una serie di perplessità sul piano di rischio nella formulazione presentata dall’assessorato sulla base del gruppo di lavoro con Provincia, Comuni di Vadena e Laives, Enac, Enav e Bls. Così Schiatti: «L’assessore ha dovuto tenere conto di una pioggia di obiezioni trasversali. Sono emerse legittime preoccupazioni su questa manovra». La trasversalità ha visto i dubbi andare da Schiatti al presidente della commissione e capogruppo Svp Georg Mayr (impegnato in un confronto serrato con l’assssore), a Guido Margheri (Sel). Voci più possibiliste sull’aeroporto invece sono arrivate da Sandro Repetto (Udc) e Pdl. Pressoché unanime comunque la richiesta a Chiara Pasquali: «Il Comune chiarisca finalmente con la Provincia quali intenzioni ci sono sull’aeroporto». Intanto iniziano a muoversi le categorie. Toni Serafini, segretario della Uil, ha sollecitato un incontro urgente con Chiara Pasquali. Visto che la zona di rischio divisa in tre fasce comporta nella versione attuale la penalizzione più pesante per la zona produttiva, Serafini chiede di ricevere un quadro esatto delle conseguenze. Chiara Pasquali ha già confermato che in futuro nella fascia A (tra cui via Baracca, via Buozzi, via Einstein e via Negrelli) non saranno più ammessi alloggi di servizio. Aggiunge Fernando Pontecorvo (Pdl): «In parte della Zona l’indice di cubatura ammesso verrebbe ridotto del 50 per cento».
 I chiarimenti chiesti in commissione riguardano la decisione dell’Enac di prevedere per il piano di rischio una classificazione dell’aeroporto con codice 3-4, mentre la struttura è classificata nella categoria inferiore 2c. La differenza è sostanziale, perché un inserimento nella categoria di rischio 1-2 comporterebbe zone di tutela più ristrette e vincoli meno penalizzanti. E’ stato spiegato che la decisione dell’Enac dipende dal fatto che quello di Bolzano è uno dei rari aeroporti 2c in cui atterrano voli di linea. Ma Mayr chiarisce: «Non accetterò l’inserimento dell’aeroporto di Bolzano in una categoria superiore a quella che gli è propria finché non ci verrà spiegato meglio. Sono troppo pesanti le conseguenze, a partire dal deprezzamento di immobili che non potranno più godere di un aumento di cubatura, per votare questo piano a cuor leggero». Quanto ai dubbi sull’eventuale ampliamento dell’aeroporto, l’architetto Giorgio Zanvettor della Provincia, ha ricordato che allo stato attuale non esiste un piano di ampliamento dell’aeroporto. Ma soprattutto, informa Chiara Pasquali «ha spiegato che per problemi morfologici la nostra struttura non potrebbe mai superare le caratteristiche di un 2c». La commissione ha chiesto più tempo, ma una lettera dell’Enac mostrata ai commissari sottolinea che i vincoli urbanistici scatterebbero comunque, in attesa dell’adozione del piano comunale (senza però indicazione di data). Pontecorvo, che si dichiara favorevole all’ampliamento dell’aeroporto, sottolinea: «Le limitazioni all’espansione sia produttiva che residenziale, che arriveranno fino a via Palermo, valgono la partita? Che intenzioni ha la Provincia sull’aeroporto? Cosa ne pensa il Comune?» E conclude, Pontecorvo: «Com’è oggi, a causa del suo deficit e della sua scarsa utilizzazione, l’aeroporto potrebbe rientrare nella categoria che l’Enac potrebbe chiudere».
 Rudi Benedikter (Verdi-Projekt Bozen) chiede addirittura di ritirare la delibera dalla commissione e discuterla in maggioranza. Pesanti le contestazioni di Benedikter: «Il sospetto è che il piano possa avere l’effetto di un “cavallo di Troia” per uno strisciante aumento di voli e un’ampliamento della pista di atterraggio, uno sviluppo contrario alle decisioni politiche vigenti a livello sia comunale che provinciale». La classificazione 3-4, accusa Benedikter, «non è necessaria né giustificata» e le limitazioni nelle tre fasce di rischio, avverte, «indurrà la ricerca del soddisfacimento di bisogni produttivi, commerciali di servizio e di infrastruttura all’esterno delle zone tutelate, con conseguente espansione nel verde agricolo. Come Schiatti, anche Benedikter ritiene che la delimitazione delle aree sia funzionale alla salvaguardia del terreno scelto nella zona di via Einstein per il nuovo carcere. La limitazione del carico antropico, accusa, «provocherà gravi conseguenze sulle capacità aziendali proprio nel momento di una ausipcata ripresa economica». Chiara Pasquali chiarisce: «Nessun cavallo di Troia: ogni modifica all’aeroporto comporterebbe un nuovo piano di rischio. Sui rapporti con la Provincia sono d’accordo: fatto il referendum, serve uno studio di fattibilità in base a cui decidere se allargare l’aeroporto o no». (fr.g.)
Alto Adige 31-8-10
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lunedì, 30 agosto 2010



Visentin: assurdo allargare l’aeroporto di San Giacomo

BOLZANO. Fabio Visentin, segretario provinciale di Rifondazione comunista, contesta la politica provinciale sull’aeroporto, con l’ipotesi di ampliamento: «Il ministro dei Trasporti Matteoli intervenendo al Meeting di Rimini avrebbe ammesso che i 106 aeroporti presenti in Italia sono troppi. Nello stesso incontro, riferiscono le agenzie di stampa, l’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti avrebbe a sua volta segnalato che “in Italia ci sono troppi porti, troppi aeroporti e troppi centri merci. Un 15% di infrastrutture è inutile”. Occorre aggiungere altro? Che senso ha insistere e anzi programmare l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano, destinato ad essere perennemente in perdita e ad assorbire ingenti fondi pubblici?».
Alto Adige 30-8-10

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domenica, 29 agosto 2010


Enac: l’aeroporto non è strategico

BOLZANO. Sull’aeroporto si starebbero addensando nubi minacciose: destinato ad ospitare solo voli locali (ergo niente internazionali) o addirittura a chiudere, anche se la Provincia smentisce. Il direttore di Dipartimento dell’assessorato Widmann, Gianfranco Jellici, garantisce: «Stiamo terminando l’elaborazione del masterplan per l’aeroporto, che andrà in giunta e verrà poi presentato all’Enac, che ci darà la concessione ventennale. Dopodiché, nulla vieta che da Bolzano possano decollare voli internazionali. L’Enac non potrà impedirlo, se l’economia li vorrà».
 Comunque sia, secondo uno studio consegnato nei giorni scorsi dallo stesso Enac al ministro dei Trasporti Altero Matteoli, l’Abd sarebbe fra i 10 aeroporti italiani considerati come non strategici, ossia limitati nel bacino di utenza e nello sviluppo delle infrastrutture. Costano troppo, lo Stato non può più permettersi di mantenerli.
 Insomma, a detta dell’Ente nazionale aviazione civile sarebbe in arrivo una sorta di federalismo aeroportuale. Riguarderà soprattutto gli scali più piccoli, quelli con futuro incerto e costi elevati che pesano sulla collettività: in prospettiva dovranno rinunciare a diverse rotte e, in particolare, a quelle internazionali, che saranno concentrate negli aeroporti principali del Paese. E questo perché lo Stato farà un passo indietro, trasferendo proprietà e gestione agli enti locali: toccherà dunque a Comuni, Regioni e Province - già alle prese con problemi finanziari indotti dalla crisi e dai tagli del governo - decidere se farsi carico delle spese di mantenimento degli scali minori. Insomma, da qui a qualche anno sarà sempre più difficile volare da piccole città italiane verso le grandi mete europee. «Queste novità non riguarderanno Bolzano», spiega convinto Jellici. «Perché per l’Abd già ora paga tutto la Provincia. Lo abbiamo costruito, ne paghiamo le spese di gestione. Tolti tre dipendenti, non dell’Enac ma dell’Enav, l’Ente nazionale aviazione civile, lo Stato in pratica non sostiene altri costi». A parte aver concesso una parte della superficie aeroportuale ed essersi adoperata perché il vecchio campo di aviazione militare potesse ospitare anche voli commerciali secondo Jellici «l’Enac non è che abbia fatto poi molto altro, a parte che i tecnici dell’Ente sono bravissimi a imporre delle prescrizioni, cui noi ci siamo sempre adeguati, pagando di tasca nostra». (da.pa)
Alto Adige 20-8-10
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martedì, 10 agosto 2010



Widmann: «I lavori all’aeroporto stanno andando avanti veloce»

BOLZANO. Rispondendo a due interrogazioni presentate dal Pdl Thomas Widmann, assessore provinciale ai trasporti, ha fatto il punto della situazione sullo stato dei lavori d’ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo.
 «Entro l’inizio del 2011 - specifica dovremmo ultimare l’opera, come da programma. Il costo complessivo è di 4,2 milioni e in questo momento la ditta che ha vinto l’appalto per le strutture metalliche le sta realizzando».
 Particolare attenzione è stata data alle norme di sicurezza: «Siamo sottoposti a controlli con cadenza mensile da parte dell’Enac che, tra l’altro, ha autorizzato la variazione aeroportuale».
 Widmann ha fatto alcune considerazioni anche sui voli verso la Sardegna, considerati dal Pdl troppo cari.
 «La scelta è stata fatta dal tour operator che è libero di definire autonomamente a che prezzo effettuare le rotte. Come ente pubblico, comunque, non abbiamo alcuna intenzione di intervenire perchè non rientra nelle scelte politiche provinciali il sostegno di tour operator o di singoli voli charter imprenditoriali, che siano nazionali o internazionali. (a.c.)
Alto Adige 10-8-10
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lunedì, 09 agosto 2010


Il decollo di un Canguro, 1963

San Giacomo non si snaturi Anche l’aeroporto deve restare a misura d’uomo

Quella che vi sto per narrare è la storia di un aeroporto di provincia che tanto ha donato a tutta la comunità appassionata di volo della provincia di Bolzano. Il mio racconto è riferito ad esperienze personali che sono ancora dentro di me, esperienze accumulate negli anni dal 1963 in poi, quando decisi di utilizzare l’aeroporto di Bolzano quale palestra per quello che era divenuto per me e tanti altri amici lo sport della vita: il paracadutismo. Tutto funzionava a perfezione, avevamo a disposizione degli aerei preparati dal meccanico dell’Aeroclub, Toni Mendez. Abbiamo avuto dei piloti meravigliosi. Ricordo con grande affetto, Franzelin, Cupellini, Mitterer, Fischer, Schaller, Abram Racchetti ed altri e un grande presidente dell’Aeuroclub, Cadsky. Erano tutti piloti provetti, volare tra le montagne non è mai stato facile, ma loro, sia d’estate che d’inverno ci portavano a lanciarci in tutte le valli dell’Alto Adige, con una precisione degna della loro professionalità. “San Giacomo” era diventato l’orgoglio e la passione di vari giovani altoatesini, ricordo che l’aeroporto si riempiva di persone che veivano a fare attività di volo a motore, di volo a vela e di paracadutismo, ed i famigliari li attendevano con gli occhi al cielo. Ora tutto è finito, questi appassionati non hanno più la possibilità di sfogare le loro passioni ed i loro talenti, tutto distrutto. Passiamo ora al dolente problema della pista ed al tipo di utilizzo, continuo a ripetere ai nostri politici che l’aeroporto può andare benissimo così, basta applicare qualche piccola miglioria, ottimizzando i collegamenti con i terminal degli arrivi e delle partenze. La pista ha una lunghezza corretta per l’impiego di aerei a turbo elica da 50 ton, per un capienza massima di 120 passeggeri, lasciamo che i turbo jet inquinino altri aeroporti. Il terminal è stato collocato in una posizione sbagliata, si doveva realizzare nella parte ovest della pista dando così ai passeggeri miglior fluidità di sbarco ed imbarco e una più articolata possibilità di collegamenti con il tessuto urbano e territoriale. Mi rivolgo, a questo punto, agli imprenditori locali invitandoli a farsi parte diligente assieme agli albergatori per risolvere le problematiche più contingenti, in quanto la nostra beneamata Provincia sembra non aver più le disponibilità economiche di un tempo. Voi albergatori, avete sempre asserito che desiderate una clientale scelta, ma pensare veramente che questa clientela arrivi con voli charter, o voi imprenditori che con gli stessi voli vengano i grandi finanzieri o gli industriali? Assolutamente no, arrivano con aerei privati, o con aerei taxi o con le loro lussuose vetture. Lasciamo che i jet intasino altri aeroporti e puntiamo su un turismo più amante della nostra supenda natura. Se non si conosce la materia, si deve bussare alla porta di chi ama il volo e non lo vede solamente come una risorsa economica, senza conoscerne i meccanismi e le prerogative, forse potreste ricevere anche consulenze gratuite.
Alto Adige 8-8-10
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sabato, 31 luglio 2010



Engl: aeroporto, treno e internet indispensabili

BOLZANO. Raggiungibilità. È questa la parola d’ordine per il futuro. Lo ha sottolineato l’altro giorno il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan, lo ha ribadito ieri il direttore di Alto Adige Marketing Christoph Engl.
 «Tutti i dati a nostra disposizione ci dicono che sono in aumento le persone che quando vanno in ferie usano l’aereo e che le prenotazioni avvengono sempre più spesso tramite internet. Cosa significa questo per l’Alto Adige? Che nei prossimi anni sono queste le nostre priorità. Oggi ci sono mille esercizi alberghieri che non hanno neppure un indirizzo mail. Uno dei problemi è che in certe vallate non arriva il collegamento a banda larga e questo è sicuramente un fattore che penalizza il turismo di quelle zone. L’aeroporto: chi non è raggiungibile, nella testa del cliente è destinato a sparire dalla cartina geografica. Deve esserci chiaro che in futuro non basterà più essere raggiungibili tramite l’autostrada, i collegamento aerei e quelli ferroviari devono funzionare».
 Concetti condivisi anche da Dado Duzzi, vicepresidente di Alto Adige Marketing, che aggiunge: «L’aeroporto è una delle carenze della nostra terra, ma dobbiamo migliorare molto anche per quanto riguarda la ferrovia. Il treno è un mezzo importante al quale non possiamo rinunciare». Raggiungibilità per Duizzi significa anche libertà di movimento: «La possibilità di praticare molti sport è uno dei nostri punti di forza. Penso ad esempio alla bicicletta oppure all’equitazione. Purtroppo ci sono molti divieti di passaggio, sia per le mountain-bike sia per i cavalli. Bisognerebbe fare qualcosa anche in questo campo, non dobbiamo essere la terra dei divieti».
Alto Adige 31-7-10
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giovedì, 29 luglio 2010



TRASPORTI E ASSOIMPRENDITORI

BOLZANO. «Ormai è questione di tempo: l’autostrada rischia il collasso. Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. Quello della raggiungibilità è un problema troppo importante non solo per noi, ma per tutto il mondo dell’economia». Dopo Walter Meister, presidente degli albergatori, adesso è Stefan Pan, presidente di Assoimprenditori che l’altro giorno ha incontrato il presidente dell’Autostrada del Brennero spa, Walter Pardatscher, a sollevare il problema delle difficoltà che si incontrano quando si deve raggiungere l’Alto Adige.
 L’AUTOSTRADA. Assoimprenditori parte dalle cifre. Dal 2008 ad oggi il traffico pesante sull’A22 è diminuito a causa della crisi, mentre quello privato è seppur di poco aumentato. «I primi segnali della ripresa - spiega Pan - si stanno già avvertendo: la conferma è arrivata dalla presidente di Confindustria Marcegaglia. Ciò significa che quando saremo definitivamente fuori dalla crisi, tornerà ad aumentare anche il traffico pesante. L’Autobrennero però non è in grado di sopportare un ulteriore incremento: rischia il collasso». Per Assoimprenditori c’è un’unica possibilità per evitare il peggio: proseguire fino a Bolzano con la corsia dinamica (da usare solo in casi di forte traffico o di emergenza, ndr), attualmente in fase di realizzazione fino ad Egna. No invece del presidente di Assoimprenditore alla terza corsia: «Sarebbe un errore cementificare un territorio come il nostro». Sulla corsia dinamica fino a Bolzano (arrivare fino al Brennero è tecnicamente impossibile, perché l’autostrada corre in diversi punti sui viadotti, ndr) c’è già una decisione formale, ma non ci sono ancora i finanziamenti. Assoimprenditori preme perché si trovino i fondi e si parta al più presto con i lavori.
 Altra questione: i cantieri. Anche quelli contribuiscono ad aumentare il caos sull’A22 come sulle altre autostrade. «Il problema è reale, però è migliorata l’organizzazione: adesso la filosofia è quella di tenere aperte sempre due corsie. È chiaro comunque che, in certe giornate di punta, se proprio non è necessario, è meglio non mettersi in viaggio se non si vuole restare imbottigliati».
 I TRENI. L’alternativa all’autostrada potrebbe essere la ferrovia. «Certo se avessimo tutti treni come il Freccia rossa che ti portano in tre ore da Milano a Roma è chiaro che nessuno userebbe più l’auto. Va fatta una riflessione anche sul treno. Tunnel del Brennero compreso. È stato pensato per il traffico merci ma andrebbe ripensato anche per il trasporto persone».
 L’AEROPORTO. «Per l’intera economia di questa terra quello della raggiungibilità è un problema sempre più grosso. Faccio un esempio: il rappresentante o il responsabile acquisti delle grandi catene fa fatica a venire nella mia azienda perché è troppo lontana. Lo stesso discorso vale per il cliente di un albergo che, facendo vacanze sempre più brevi, non può permettersi di perdere due giorni per il viaggio». Partendo da queste premesse, il presidente Pan chiede alla Provincia di allungare dei 400 metri necessari la pista dell’aeroporto. «Così com’è oggi non è né carne né pesce: non ha senso tenerlo così. Quelle poche centinaia di metri non creano disagio a nessuno, ma consentono di avere un aeroporto vero». (an.ma)
Alto Adige 29-7-10
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lunedì, 19 luglio 2010



Viaggi truffa, consumatori in rivolta

ROMA. Un fondo nazionale di garanzia a tutela dei viaggiatori lasciati a piedi da improvvisi crac finanziari dei tour operator. È la proposta del ministero degli Esteri dopo il fallimento della compagnia “I viaggi del Ventaglio”. Sebbene finora nessun cliente abbia reclamato, le associazioni dei consumatori Codacons in testa, sono agguerrite ed hanno già chiesto all’Astoi, l’associazione dei tour operator e al ministero del Turismo perché non siano intervenuti sapendo da mesi del dissesto della società.
 Con il contributo minimo di 50 centesimi a viaggiatore ci si potrebbe mettere a riparo da brutte sorprese, come le ferie annullate. La proposta di legge, più volte presentata dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, «ha l’obiettivo - fa sapere il dicastero - di istituire un meccanismo che, dietro il versamento di un contributo minimo, intorno ai 50 centesimi, a carico di ciascun viaggiatore all’atto dell’acquisto di un pacchetto turistico, consentirebbe di poter prestare un’efficace assistenza, fino anche al rimpatrio, dei clienti vittime dei fallimenti degli operatori del settore.
 Il versamento di mezzo euro su ogni pacchetto di viaggio venduto consentirebbe, secondo le stime delle associazioni di settore, di raccogliere un fondo di circa 50 milioni di euro annui, contro i 300-400mila euro ora a disposizione per aiutare i turisti in difficoltà.
 Ma la proposta di legge non piace ai responsabili dei settori consumatori e turismo del Partito democratico, Antonio Lirosi e Armando Cirillo, che denunciando la cassa vuota del «fondo pubblico» si domandano a cosa serva «il ministero del Turismo se le risorse disponibili sul Fondo nazionale per gli indennizzi dei turisti truffati ammontano soltanto a 248mila euro, spiccioli rispetto alle necessità».
 Al momento, delle famiglie che dovrebbero essere state danneggiate dal crac del gruppo turistico (dichiarato fallito dal tribunale di Milano), nessuna ha presentato richieste di assistenza. In compenso, ad annunciare un’azione di danno, ci ha pensato il Codacons, avvelenato contro tutti: Ventaglio, Astoi (l’Associazione dei tour operator italiani), Consob (la società fallita era quotata in borsa) e ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. «Da anni sapevano del dissesto della compagnia - dice il presidente Codacons, Carlo Rienzi - perché a marzo Ventaglio vendeva ancora pacchetti di viaggio? Dovevamo arrivare all’estate per sollevare il problema? L’Astoi, che fa accordi con i consumatori, dovrebbe stilare una lista dei tour operator buoni e di quelli messi male. La Consob, che vigila sulle società quotate in borsa, cos’ha fatto? E questo ministero del Turismo, a cosa serve?». (a.d’a.)
Alto Adige 19-7-10
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domenica, 11 luglio 2010


BAE 146-300 da 112

Aeroporto base di una nuova compagnia

BOLZANO. Dopo “Air Alps” sulla pista dell’aeroporto bolzanino potrebbe arrivare la nuova compagnia campana “CassiopeaLine”. La notizia è stata battuta ieri dal portale di appassionati “Liriportal.net” dell’aeroporto di Salerno che, in esclusiva, annunciava di aver incontrato degli imprenditori salernitani pronti a lanciare una nuova compagnia aerea, denominata appunto “CassiopeaLine”, con possibile base operativa a Bolzano, oltre ad Albenga e la stessa città campana. Il comunicato, quindi, viene condito con l’esposizione del programma operativo della nuova compagnia, supportata da un vettore austriaco nella fase di start-up mettendo, inizialmente, a disposizione una propria struttura aziendale. È proprio sul velivolo, comunque, che si potrebbero concentrare le attenzioni di Bolzano. «La nuova compagnia aerea - si legge nell’articolo - è progettata per approfittare di una lacuna specifica nel medio-corto raggio per gli spostamenti interni ed esterni con origine dei voli all’aeroporto di Albenga, Bolzano e Salerno». Una descrizione che potrebbe calzare anche all’impianto cittadino, considerando il numero di voli e destinazioni. Due, inoltre, le nicchie di mercato al quale si rivolgerebbe “Cassiopea”: «Rotte non servite o sotto-servite con una forte domanda insoddisfatta oppure voli di nicchia in cui la concorrenza non sia presente per poter far fronte ad eventuali picchi di traffico». Nel cuore delle Dolomiti, quindi, potrebbero aver individuato da Salerno quella nicchia senza concorrenza che vanno cercando. Il piano di sviluppo presentato da “CassiopeaLine”, tuttavia, è inerente solo allo scalo di Salerno ma si chiarisce come l’aeromobile utilizzato sia un BAe 146-300 da 112 posti con costi di biglietto ipotizzati tra i 30 e i 120 euro. Tra le rotte ipotizzate per lo scalo salernitano, comunque, si prevedono Malpensa, Ibiza, Vienna, Francoforte e Bucarest: possibile che alcune di queste possano essere pensate anche per Bolzano. In primo piano, tra le altre cose, anche la volontà di “CassiopeaLine” di assumere una posizione di promozione e sviluppo del turismo in Costa Amalfitana, il che renderebbe del tutto probabile un collegamento diretto con le altre due basi operative. Sul forum di “aviazionecivile.com”, uno dei più competenti in materia, si dibatte sulla nuova opportunità, non senza un certo scetticismo di fondo per l’anonimato scelto dai promotori. Alcuni esperti del forum, comunque, escludono per le caratteristiche del velivolo, il coinvolgimento di “Air Alps“ o “Tyrolean”. Lo scenario, nel caso che il rumors trovasse conferme, sarebbe quello dell’ingresso in pista di un nuovo competitors per la stessa “Air Alps” con la palla che passa direttamente nelle mani della società provinciale “Abd” che gestisce la struttura. (a.c.)
Alto Adige 11-7-10

AEROPORTO DI SALERNO: ORA C'E' ANCHE CASSIOPEA LINE

Si chiama Cassiopea Line e potrebbe essere l’antagonista se non l’alternativa ad Alitalia per i voli di linea dall’aeroporto di Pontecagnano. Tra i tanti vettori che hanno avanzato candidatura ai vertici dello scalo picentino per attivare voli passeggeri per alcune tratte importanti c’è anche una proposta tutta salernitana, ora resa nota anche dal sito Liriportal.net
Cassiopea Line ha presentato da tempo la sua offerta per sviluppare dal “Salerno - Costa d’Amalfi” voli verso Milano Malpensa già da subito tutti i giorni e con due voli alla settimana per Ibiza. Successivamente verrebbero attivate anche le tratte verso alcune destinazioni importanti come Francoforte Vienna e Bucarest. In un primo momento la nuova compagnia aveva intenzione di occuparsi solo di voli charter ma una valutazione più attenta del mercato del traffico aereo passeggeri ha indotto a fare il salto di qualità. Cassiopea Line è formata da un consorzio d’imprenditori salernitani e di alcuni esperti del settore ed un tour operator, ItaliaTour. Cassiopea Line, in attesa di avere il certificato di operatore aereo, ha già chiuso un accordo con una compagnia austriaca che ha aerei da 112 posti "BAE 146-300 da 112", già rodati dalla pista di Pontecagnano visto che sono identici a quelli utilizzati da Gan e Orion per i voli per Milano e Barcellona di più di un anno fa. Dunque aerei più che mai affidabili e soprattutto adatti agli standard dell’aeroporto di Salerno. Cassiopea Line conta di riuscire a convincere i vertici dello scalo picentino anche grazie al piano di start-up dei voli che costerebbe appena un milione di euro all’anno, con un “break even” a 69 passeggeri e con un rischio per il consorzio proprietario dello scalo del solo 18%. L’iniziativa di questi imprenditori salernitani, che vogliono restare ancona anonimi, è senza dubbio positiva. Certo il ricordo dei flop di Air Sal e di Gan resta ancora troppo fresco per lasciarsi andare a facili entusiasmi e soprattutto ad una leggera valutazione di costi e rischi, anche in termini d’immagine.[/quote]
TV OGGI Salerno
fonte:http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=110576




NASCE CASSIOPEALINE, COMPAGNIA AEREA SALERNITANA
Liriportal.net è stata contattata da uno dei soci di questa neonata realtà imprenditoriale tutta salernitana.






Ieri sera il responsabile dell’organizzazione della compagnia ci ha illustrato il loro progetto, che è stato presentato alla società di gestione dell’aeroporto di Salerno, chiedendoci di divulgarlo e dare le nostre opinioni.
Di seguito un estratto del progetto operativo :
Cassiopealine è una nuova compagnia aerea che è supportata da un vettore austriaco nella fase di start-up mettendo a disposizione la propria struttura aziendale completa di tutte le sotto-strutture necessarie al funzionamento di una linea aerea. La nuova compagnia è progettata per approfittare di una lacuna specifica nel medio-corto raggio per gli spostamenti interni ed esterni con origine dei voli dall’aeroporto di Alberga, Bolzano e Salerno-Pontecagnano.
Questa nuova compagnia aerea baserà le sue attività e le sue strategie di marketing per il raggiungimento di fattori di carico redditizi attraverso l'assorbimento di domande non soddisfatte in due principali categorie del traffico aereo:
rotte non servite e sotto-servite sulle quali esiste una elevata domanda attualmente insoddisfatta e che può essere facilmente sviluppata ;
mercati di nicchia in cui la domanda sia insoddisfatta o scarsamente servita, in cui non vi è la presenza di concorrenza e far fronte, quindi, a picchi di traffico su alcune esigenze fondamentali regionali o stagionali ( ad es. voli Charter).
fonte: http://www.liriportal.net/



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sabato, 10 luglio 2010



Ebner: l’aeroporto è uno strumento di competitività

BOLZANO. La raggiungibilità e il collegamento internazionale sono fattori determinanti di localizzazione per ogni regione economica. Questo vale anche per l’Alto Adige. Considerando che per quanto riguarda la raggiungibilità la nostra provincia è già oggi molto arretrata rispetto alle regioni limitrofe, dobbiamo stare molto attenti a stare al passo con lo sviluppo generale. E’ quanto sostiene Michl Ebner, presidente della Camera di commercio. Che aggiunge: «Per essere competitivi, ci servono collegamenti viari su strada, binari e per via aerea pienamente funzionanti. Soprattutto non possiamo precluderci sviluppi futuri».
 «Ora - continua - bisogna presentare all’Enac un piano di sviluppo per l’aeroporto in modo da mantenere la concessione per la gestione dell’aeroporto di Bolzano. Sulla base di questo piano e di altri obblighi di sicurezza si deciderà chi potrà in futuro atterrare all’aeroporto di Bolzano».
 Nel corso della mediazione sono stati illustrati e discussi per mesi gli argomenti a favore o contro l’aeroporto. Non ne è emersa nessuna posizione maggioritaria. In considerazione di questo fatto - si legge ancora nella nota della Camera di commercio - la procedura è stata conclusa con la dichiarazione del Presidente della Giunta Provinciale che per il momento ci si sarebbe limitati ad adattare l’aeroporto alle prescrizioni di sicurezza e che si sarebbe visto negli anni a venire quali decisioni prendere per il futuro.
 Pur prendendo molto sul serio le preoccupazioni espresse da chi è contrario all’aeroporto - si legge ancora - non si dovrebbe nemmeno dimenticare, in nome di una democrazia più ampia, che nel referendum svoltosi a ottobre 2009 solo il 31% dei votanti si è espresso contro. Adesso che si tratta di presentare il piano per lo sviluppo dell’aeroporto per i prossimi venti anni - prosegue il documento della Camera di commercio - bisogna rispettare le normative di sicurezza e prevedere anche le future opportunità di sviluppo. A causa della sua posizione orografica, l’aeroporto di Bolzano resterà sempre un piccolo aeroporto di provincia, non accessibile ai grandi velivoli.
Alto Adige 8-7-10
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lunedì, 05 luglio 2010



Le imprese: pista più lunga

BOLZANO. Una necessità, prima ancora che una richiesta da parte del mondo economico. L’adeguamento della pista dello scalo di San Giacomo viene proposta innanzitutto dall’Abd, la società che gestisce l’aeroporto. La differenza rispetto alle strutture vicine - Verona e Monaco, soprattutto, ma anche Innsbruck - cresce infatti continuamente e mentre a Bolzano si investe poco o nulla, altrove si rafforza l’offerta. Negli scali di riferimento per l’Alto Adige, infatti, le proposte si moltiplicano rendendo sempre meno appetibile in prospettiva l’aeroporto di Bolzano.
 I rappresentanti del mondo economico-imprenditoriale chiedono una svolta rapida. E’ il pensiero, ad esempio, dell’imprenditore Vittorio Repetto: «La posizione della categoria è da sempre chiara - commenta Repetto - noi siamo per il prolungamento della pista e il potenziamento dei voli. Così com’è, l’aeroporto di San Giacomo è solo un costo e favorisce la concorrenza. Credo che soprattutto il turismo abbia bisogna di uno scalo potenziato, altrimenti chi va in vacanza in aereo sceglie altre località, come Innsbruck».
 Posizione condivisa da Franz Staffler, titolare dell’Hotel Laurin: «E’ una discussione ceh fatico a comprendere: nei prossimi 10-15 anni è previsto un raddoppio del traffico aereo a livello internazionale e noi rischiamo di rimanere tagliati fuori - commenta Staffler - abbiamo un’autostrada, abbiamo una ferrovia, non capisco per quale motivo non dovremmo avere un potenziamento dell’aeroporto: l’aumento del traffico (e non c’è intenzione di portare i Boeing) sarebbe comunque poco significativo rispetto al movimento annuale, che è di 25.000 voli». «Sia chiaro, senza aeroporto non ci sarebbe un crollo delle presenze turistiche - prosegue Staffler - tuttavia l’economia del territorio perderebbe un’opportunità in più. E per ragioni che francamente non riesco a comprendere».
 Ecco, quindi, le nuove proposte degli aeroporti di Verona, Innsbruck e Monaco di Baviera.
 VERONA. La Provincia di Bolzano non è solo la proprietaria dell’Abd. Detiene infatti anche una partecipazione del 6,6% all’interno della società che gestisce l’aeroporto Catullo di Villafranca. Pochi giorni fa è stato approvato il bilancio 2009, che si è chiuso con una perdita di quasi 5 milioni contro i due milioni di rosso dell’Abd. Ma più che il risultato economico, la vera novità che arriva da Verona è lo sbarco della Ryanair. A partire da novembre infatti la compagnia aerea preferita al mondo collegherà Verona con Cagliari, Londra (Stansted) e Bruxelles (Charleroi). «Abbiamo deciso di spostare le operazioni da Brescia e Verona per offrire ai nostri passeggeri tariffe ancora più basse e un facile accesso turistico al centro di Verona», afferma Melisa Corrigan del management della compagnia irlandese. Questi gli orari in vigore da novembre: il volo Verona-Londra partirà alle 17.30 il martedì e giovedì (arrivo alle 18.40) e alle 21.25 la domenica (arrivo alle 22.35) con il volo di ritorno in partenza da Londra alle 14.05 il martedì e il giovedì (arrivo alle 17.05) e alle 18 la domenica (arrivo alle 21). Il volo per Cagliari partirà alle 17.45 di lunedì, mercoledì, venerdì e domenica (arrivo alle 19.15), mentre il Cagliari-Verona negli stessi giorni decollerà alle 15.35 per arrivare alle 17.20. Il Verona-Bruxelles è in programma alle 9 di martedì e alle 13.30 di giovedì e sabato, mentre l’aereo che arriva dal Belgio parte alle 7 il martedì e alle 11.30 giovedì e sabato.
 INNSBRUCK. Lo scalo tirolese continua a crescere e nonostante una piccolo calo dovuto alla crisi del settore aereo anche nel 2009 è rimasta sul milione di passeggeri trasportati. Per l’estate 2010 la decisione è stata quella di puntare sui collegamenti charter verso le destinazioni di mare: dall’Italia all’Egitto, passando per Croazia, Portogallo, Spagna e Tunisia. Tra le novità ce ne sono anche alcune targate Welcome Air, la compagnia che ha assunto il controllo della Air Alps: da marzo è partito il collegamento con Colonia (tre volte in settimana).
 AUTOBUS. Sempre più gettonati sono anche i collegamenti in autobus verso gli aeroporti. È stato lanciato in questo periodo l’Airport Shuttle per l’aeroporto di Monaco di Baviera che opera tutti i giorni ad eccezione del lunedì (informazioni negli uffici viaggi o via mail all’indirizzo airportshuttle@rolmail.net) al prezzo di 50 euro a persona (corsa singola), mentre è operativo ormai da qualche anno il collegamento offerto da Terravision in collaborazione con Alto Adige Marketing verso l’aeroporto di Orio al Serio a Bergamo (www.terravision.eu): il bus parte da Selva Gardena e ferma anche a Santa Cristina, Ortisei, Bolzano e all’aeroporto di Verona ma viaggia solo il venerdì, il sabato e la domenica (possibilità di collegamento anche con Merano). Da Brunico, sempre con Terravision, il sabato si possono invece raggiungere gli aeroporti di Treviso e Venezia (fermate anche a Dobbiaco e Cortina).

Passeggeri, 2010 positivo

BOLZANO. Dopo un 2009 tutt’altro che sereno, i primi dati del nuovo anno confermano il trend positivo. A gennaio si sono registrati 188 movimenti nazionali, ossia 94 collegamenti di andata e ritorno con Roma. Rispetto a dodici mesi prima, c’è stato un leggero aumento (pari al 3,3%), anche se i movimenti totali sono diminuiti, perché quelli di aviazione generale (i voli sportivi) sono calati dell’11,7%. Il dato positivo è quello relativo ai passeggeri. Già a dicembre sui voli da e per Roma era stato registrato un aumento del 27,7% rispetto allo stesso mese del 2008. A gennaio l’aumento è stato del 25,1% e per la prima volta da luglio 2009 è stata nuovamente superata la soglia dei 4.000 passeggeri mensili. Un anno fa, quelli sui voli nazionali a gennaio erano stati 3.348, mentre ora si è toccata quota 4.188. Nel 2008 i passeggeri erano stati più di 5.000, ma allora c’era ancora il volo per Milano.
 Sul fronte del bilancio, il 2009 è stato un anno tutt’altro che positivo per l’Abd. L’annata, infatti, è stata chiusa con un buco di 2,3 milioni di euro: la perdita operativa ammonta a 1,3 milioni, mentre il restante milione è legato ad oneri di ammortamenti.
Alto Adige 5-7-10
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sabato, 03 luglio 2010



Aeroporto: piano per allungare la pista Solo 240 metri in più per jet più capienti


BOLZANO. Fallito il tentativo di mediazione voluto dalla Provincia, adesso ci si accontenterebbe di una soluzione più soft e l’Abd sta predisponendo il testo di masterplan definitivo da sottoporre prima all’assessore Widmann e poi alla giunta. Intanto l’aerostastazione si rifà il look: spesa di 6 milioni.
240 metri. Neppure un centimetro in più. Però quei 240 metri sono indispensabili per riportare la pista dell’aeroporto alle dimensioni originarie. «Quando la struttura è stata inaugurata dall’allora assessore Di Puppo - ricorda il caporipartizione dell’assessorato alla mobilità Gianfranco Jellici - era lunga 1470 metri. Nel corso degli anni, per ragioni di sicurezza, è stata ridotta a 1230». Jellici sta limando e migliorando la proposta di masterplan da sottoporre prima all’assessore Thomas Widmann e poi alla giunta provinciale.
 «Il documento sarà pronto - assicura - entro fine luglio. La decisione finale spetta alla politica». In ottobre il referendum provinciale che puntava a vietare i finanziamenti provinciali allo scalo è fallito per il mancato raggiungimento del quorum e tre anni fa un lungo procedimento di mediazione tra pro e contro aveva portato ad un compromesso: sì allo scalo, no all’allungamento della pista.
 Il ripristino delle dimensioni originarie consentirà di far atterrare Dash da 80 o 120 posti, mentre oggi Air Alps può usare solo Dornier da 32 posti. «Ma questo - assicura Jellici - non significa né aumentare il traffico aereo né aumentare il numero dei passeggeri: serve soprattutto a semplificare le procedure di volo. Una pista da 1230 metri incassata tra le montagne è sicura, ma richiede una preparazione specifica dei piloti. È un elemento che contribuisce a scoraggiare ulteriormente le compagnie aeree a venire qui: non c’è interesse ad investire in corsi di formazione per i propri equipaggi». Basteranno queste rassicurazioni a tranquillizzare Verdi, ambientalisti e tutti coloro che anche all’interno della Svp da sempre si oppongono a qualsiasi ritocco anche minimo della pista?
 A favore del potenziamento dello scalo, considerato condizione indispensabile per lo sviluppo dell’Alto Adige, tutto il mondo economico. Proprio di recente, nel corso di un convegno all’Upad, il general manager dell’Iveco Pietro Borgo, il vicepresidente della Cassa di Risparmio Enrico Valentinelli e l’imprenditore Giovanni Podini hanno ribadito con forza: «Un aeroporto efficiente è indispensabile, se si vogliono portare qui imprese hi-tech, cervelli da fuori, manager o grandi eventi».
 Dall’industria al turistismo: «Siamo nel 2010 - ha detto Henri Chenot che gestisce con successo il Palace hotel di Merano - i turisti non arrivano con la diligenza: l’aeroporto di Bolzano non è né carne né pesce. La clientela è sempre più internazionale. Bisogna decidere a che gioco si vuole giocare: se si vuole la seria A, è necessario compiere certe scelte nonostante parte della popolazione sia contraria».
 D’accordo l’assessore all’innovazione Roberto Bizzo: «È un dato di fatto che l’aeroporto c’è. A questo punto, meglio un aeroporto efficiente che uno inefficiente. Detto che le grandi infrastrutture non si impongono alla popolazione, ma vanno spiegate, oggi Bolzano ha bisogno di un aeroporto che funzioni». E in attesa che la Provincia decida, si sta lavorando per rifare il terminal. Spesa: 6 milioni di euro. «A fino anno - promette Mirko Kopfsguter, direttore dello scalo - contiamo di ultimare il pianoterra».
Alto Adige 3-7-10
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mercoledì, 23 giugno 2010



Abd: pista per aerei da 120 posti

BOLZANO. Un aeroporto con una pista in grado di far atterrare aerei da 120 posti. Questo l’obiettivo dell’Abd che nel masterplan che sarà presentato nelle prossime settimane alla Provincia ha inserito due scenari che prevedono entrambi lo sfruttamento della lunghezza attuale della pista (1.430 metri) spostando a sud la “resa”, la parte della striscia di asfalto che serve per motivi di sicurezza, garantendo 140 (ipotesi minima) o 400 metri (massima) per permettere l’operatività anche ad aerei più grandi degli attuali Dornier da 32 posti utilizzati da Air Alps. Ieri il vicepresidente dell’Abd e caporipartizione dell’assessorato alla mobilità Gianfranco Jellici ha illustrato il progetto durante una tavola rotonda sulle infrastrutture che si è tenuta presso la biblioteca Upad e alla quale hanno partecipato anche i vertici dell’università e rappresentanti del mondo imprenditoriale e politico.
 Aeroporto. Il general manager dell’Iveco Pietro Borgo, il vicepresidente della Cassa di Risparmio Enrico Valentinelli e l’imprenditore Giovanni Podini lo hanno tutti ribadito con forza: «Un aeroporto efficiente è indispensabile per l’Alto Adige e il suo sistema economico. È strategico se si vogliono portare qui imprese hi-tech, cervelli da fuori, manager dall’estero o grandi eventi». La Provincia lo sa bene e ci sta lavorando: «Non esiste una regione col nostro Pil, la nostra economia, il nostro turismo, che non abbia a disposizione un aeroporto che funziona. E per far funzionare il nostro aeroporto - ha spiegato Jellici - dobbiamo sfruttare per intero i 1.430 metri della pista attuale». Il capogruppo della Svp Elmar Pichler-Rolle frena («conta il risultato della mediazione, la popolazione rischierebbe di non capire un nuovo cambiamento di opinione da parte della Provincia»), ma l’assessore all’innovazione Roberto Bizzo appoggia il progetto: «È un dato di fatto che l’aeroporto c’è. A questo punto, meglio un aeroporto efficiente che uno inefficiente. Detto che le grandi infrastrutture non si impongono alla popolazione, ma vanno spiegate, oggi Bolzano ha bisogno di un aeroporto che funzioni». Air Alps si sta già attrezzando (è in definizione l’acquisto di due Dash da 80 posti) e l’assessorato alla mobilità ha ottenuto ottimi risultati dai primi sondaggi di mercato: «A fine 2011 - ha annunciato Jellici - potremmo inaugurare il collegamento con Francoforte tramite Lufthansa».
 Brennero. La corsia dinamica lungo l’A22 fino a Bolzano è ormai decisa, mentre il presidente della Lub e amministratore delegato della Bbt Konrad Bergmeister ha cercato di rassicurare sul tunnel di base: «Sono ottimista, l’Austria non si tirerà indietro. Garantire un trasporto eco-sostenibile e funzionante è una condizione essenziale per l’economia moderna e la galleria ferroviaria questa condizione la soddisfa in pieno e ha un ciclo di vita più lungo rispetto a ponti o altre strutture». (mi.m.)
Alto Adige 23-6-10
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venerdì, 21 maggio 2010


Abd società di gestione dell’aeroporto: il bilancio chiude con un rosso di 2,3 milioni di euro

BOLZANO. Il bilancio 2009 di Abd, la società di gestione dell’aeroporto, chiude con un rosso di 2 milioni e 300 mila euro: la perdita operativa è di un milione e 300 mila, l’altro milione è rappresentato dagli ammortamenti. Il documento contabile è stato approvato, ieri mattina, dall’assemblea generale dei soci, nel caso specifico c’è un socio unico ed è la Provincia.
 Il 2008 aveva chiuso con una perdita di un milione e 875 mila euro, ma anche in questo caso il milione era rappresentato dagli ammortamenti. L’aumento delle perdite si spiega con una riduzione del numero dei voli e in particolare dei charter.
 «Il nuovo anno però - assicura Engelbert Ritsch, presidente dell’Abd - è iniziato bene: i primi tre mesi dimostrano che c’è una ripresa. Qualche difficoltà c’è stata ad aprile a causa delle polveri del vulcano islandese che ha bloccato il traffico aereo».
 Intanto all’aeroporto sono in corso i lavori per costruire il nuovo terminal. Se tutto proseguirà come da programma, termineranno in autunno. Il costo previsto è di 4,26 milioni di euro, tutto a carico dell’Abd. Il restyling del complesso deriva in parte da una necessità normativa, dall’altra da un adeguamento funzionale della struttura ai nuovi bisogni dei passeggeri, oltre a quelli di chi all’aeroporto ci lavora.
Alto Adige 21-5-10
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giovedì, 13 maggio 2010

Gli albergatori chiedono aeroporto e treno veloce

MIRCO MARCHIODI
MERANO. Infrastrutture migliori, più fondi per la promozione turistica e una maggiore considerazione per un settore che in questo periodo di crisi ha fatto da locomotiva al resto dell’economia provinciale. Sono state queste le grandi richieste - accanto a quella, comune a tutte le categorie economiche, della sburocratizzazione - avanzate ieri durante l’assemblea generale degli albergatori altoatesini dal presidente dell’Hgv Walter Meister. In prima fila ad ascoltare le proposte di Meister c’erano il vicepresidente della giunta provinciale Hans Berger, che ha promesso novità per quanto riguarda i contributi alle imprese, e l’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer, premiato con la stella dell’Hgv per il suo impegno culminato con il riconoscimento delle Dolomiti come patrimonio dell’umanità.
 La congiuntura. I 28 milioni di pernottamenti del 2009 sono un record assoluto. «Un dato positivo - spiega Meister - ma da non sopravvalutare perché quello che conta è la redditività. Non vogliamo lamentarci, ma è un dato di fatto che se i pernottamenti sono cresciuti, è aumentato ancora di più il numero dei letti. Quindi il grado di utilizzo delle nostre strutture è leggermente calato». L’invito è ancora una volta quello di non ricorrere alla guerra dei prezzi: «Non dobbiamo svendere la nostra offerta turistica, ne risentirebbe l’intero settore». Chiesto anche un tetto al numero dei letti nelle nuove strutture: «Massimo 80 camere o 160 posti letto, altrimenti rischiamo di penalizzare le imprese familiari».
 Infrastrutture. Tra le richieste alla politica, la prima è quella delle infrastrutture: «La raggiungibilità di qualsiasi destinazione turistica assume sempre più importanza nei tempi delle vacanze brevi e del last minute. La viabilità stradale non è male, ma va migliorato l’aeroporto. È vero che l’Alto Adige non diventerà mai una destinazione privilegiata per i viaggi aerei, ma è altrettanto vero che abbiamo bisogno di nuovi ospiti, provenienti da paesi più lontani e l’unico modo per farli arrivare qui da noi è l’aeroporto. L’obiettivo nel medio-lungo periodo è di far arrivare il 5% dei nostri ospiti in aereo e per farlo abbiamo bisogno di una pista più lunga, che consenta l’atterraggio di aerei di maggiori dimensioni, con una conseguente riduzione delle tariffe a livelli socialmente accettabili. Migliaia di altoatesini partono per le ferie con l’aereo, perché non dovrebbe essere possibile farli partire da Bolzano?». Altra questione, i collegamenti ferroviari: «Sono un disastro, dobbiamo fare attenzione a non farci tagliare fuori del tutto dalle reti internazionali».
 Più soldi al turismo. Meister chiede più attenzione alla politica, «perché il turismo da solo non può farcela». In concreto l’Hgv vuole più soldi da destinare alla promozione turistica («lo stanziamento di Alto Adige Marketing va adeguato a quello a disposizione in altre realtà come Trentino o Tirolo») e una soluzione sui contributi: «Abbiamo investito 1,2 miliardi in tre anni e ora la giunta ha stoppato i contributi perché mancano i soldi. Ora chiediamo che tutti i settori vengano trattati allo stesso modo».
Alto Adige 13-5-10
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domenica, 09 maggio 2010


L’aeroporto di Bolzano, come gli altri scali del Nord, rischia oggi la chiusura

 ROMA. Il vulcano islandese Eyjafjallajokul ha ripreso la sua piena attività eruttiva e l’enorme nube di cenere mette di nuovo in ginocchio il traffico aereo di mezza Europa. Di colpo, ieri sono stati cancellati cinquemila voli, mentre gravi ritardi si sono registrati in tutti gli scali. L’incubo, che si ritorni al blocco come quello di metà aprile che trasformò i cieli europei in una grande «no fly zone», è reale.
 Ieri le correnti hanno spinto la nube dall’Islanda prima sulla penisola Iberica, poi verso la Francia e l’Italia. Così, già da ieri mattina, in Spagna sono stati chiusi 19 aeroporti. I problemi su Spagna e Portogallo hanno subito causato ripercussioni sugli scali romani di Fiumicino e Ciampino, in quelli della Lombardia a Linate e Malpensa, ma anche a Venezia, Cagliari e Pisa dove fanno scalo diverse compagnie low cost. La nube di cenere ha investito anche i cieli del sud della Francia dove, nel primo pomeriggio, si è arrivati alla decisione di rendere off-limits lo scalo di Marsiglia e ad annullare circa 50 voli. A questo punto, Parigi teme che il blocco del traffico aereo nel sud possa avere un impatto negativo sul Festival di Cannes, in programma da mercoledì. Numerosi passeggeri dovrebbero arrivare sulla Costa Azzurra da tratte internazionali.
 Ma una parte della nube di cenere già dalla notte scorsa si è posizionata nei cieli d’Italia. L’annuncio è stato dato dal Centro di controllo europeo delle polveri vulcaniche ai fini della sicurezza del volo. A portare la nuvole dall’Islanda sono state le correnti aeree in alta quota, situazione questa che secondo gli esperti del Centro non sembra destinata a cambiare nei prossimi giorni ma ad intensificarsi. La parte bassa della nube, compresa tra il suolo e i 6.500 metri, quella considerata la più pericolosa per il volo, nella notte ha invaso il Mar Ligure e il Tirreno, poi mano a mano il resto d’Italia. Sono rimaste escluse solo la Sardegna e la Sicilia. Poi, sempre secondo gli esperti, dovrebbe spingersi fino alla Grecia e la penisola bancanica.
 «Ci auguriamo che non accada per la seconda volta, sarebbe un disastro, ma non è escluso che venga chiuso al traffico anche lo spazio aereo altoatesino». Lo ha dichiarato ieri in tarda serata il direttore dell’Airport Bolzano Dolomiti, Mirko Kopfsguter. «Tutto dipende dall’evoluzione delle condizioni meteorologiche. Se divenissero sfavorevoli e si presentasse l’eventualità di un arrivo della nuvola anche in Alto Adige, l’Ente nazionale aviazione civile potrebbe decidere la chiusura dello spazio aereo dell’intero nord Italia». Kopfsguter precisa: «La situazione viene monitorata costantemente a Roma, dove ogni quattro ore Enac e Protezione civile si riuniscono per valutare le condizioni meteo e prendere la decisione più opportuna». Comunque sia, conclude il direttore dell’aeroporto bolzanino, «lo scalo non chiuderà, sarà bloccato lo spazio aereo, mentre l’aeroporto, come tutti gli aeroporti del Nord Italia, garantirà i servizi in caso di voli di emergenza».
Altro Adige 9-5-10
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mercoledì, 05 maggio 2010

Aerei bloccati: possibili le azioni risarcitorie

BOLZANO. Avete subìto danni a seguito del blocco dei voli provocata dalla nube di cenmere del vulcano islandese? Ora potrete contare sull’assistenza anche legale messa in campo dalla Rete dei Centri europei consumatori, organismo sostenuto dalla Commissione europea e presente in tutti gli Stati membri. La Rete ha pubblicato proprio in questi giorni un pacchetto contenente informazioni pratiche per presentare reclamo, destinato ad aiutare i consumatori vittime delle recenti cancellazioni dei voli.
 Si tratta di un aiuto prezioso che permetterà a tutti i consumtori di far valere efficacemente i loro diritti. Il pacchetto comprende una lettera standard di reclamo, disponibile in tutte le lingue nazionali; un elenco di indirizzi cui inviare le lettere; consigli sulle modalità per avvalersi di una soluzione stragiudiziale con la compagnia e sul ricorso alla procedura per la composizione delle controversie di modesta entità. Il pacchetto è disponibile anche presso il centro europeo consumatori di Bolzano (che risponde al numero telefonico 0471-980939). Proprio di recente John Dalli, commissario dell’Unione Europea responsabile per la salute ed i consumatori, ha affermato che i diritti garantiti ai consumatori dell’Unione Europea si applicano anche in circostanze straordinarie. «Migliaia di consumatori che hanno risentito dell’interruzione dei voli - ha detto - stanno ancora facendo sentire, e a ragione, la loro voce per far rispettare i loro diritti nella pratica. L’invito fatto a tutti i consumatori che abbiano subìto danni è di non esitare a pretendere quanto di diritto».
 Ricordiamo che la Rete dei Centri europei consumatori tratta annualmente circa 60 mila casi nell’interesse dei consumatori che si rivolgono alla Rete per consulenza o per trovare aiuto nell’affrontare i problemi che incontrano allorchè fanno acquisti o viaggi transfrontalieri all’interno dell’Unione Europea. Nel 2009, un reclamo su tre trattato dalla Rete ha ricordato i trasporti. Tra questi oltre il 75 per cento ha interessato i trasporti aerei. In quest’ultimo gruppo di reclami quasi otto su dieci hanno riguardato i diritti dei passeggeri aerei, mentre i reclami relativi ai bagaglio (perdita o furto) corrispondevano al 20 per cento. I servizi principali offerti dalla Rete dei centri europei consumatori comprendono anche la ricerca di una composizione amichevole della controversia.
Alto Adige 5-5-10
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lunedì, 26 aprile 2010


Nube di cenere: le compagnie aeree erano state avvertite nel 2007



Una commissione dell'Organizzazione dell'Aviazione Civile chiese esplicitamente di stabilire linee guida in caso di ceneri nell'aria




Le compagnie aeree, probabilmente sottovalutando la questione, non discussero mai il problema.

Dopo questa rivelazione, per le compagnie aeree sarà parecchio più difficile lamentarsi del blocco totale dei voli deciso dopo l’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull.
Secondo un articolo del Guardian, pare infatti che l’International Airways Volcano Watch Operations Group, una divisione dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile, avesse avvertito tre anni fa le compagnie aeree della necessità di stendere linee guida in caso di nubi di cenere nell’aria. Le compagnie aeree furono riluttanti a discutere il problema, probabilmente sottovalutandolo.

www.ilpost.it  26-4-2010
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venerdì, 23 aprile 2010

Soldi all’aeroporto chiusa l’inchiesta sui vertici della Sta

ANTONELLA MATTIOLI
BOLZANO. «Nullità degli atti istruttori». Ieri al termine di un’udienza, caratterizzata da una sospensione di circa cinque ore per decidere sulla richiesta di due avvocati di parlare in tedesco, il presidente della Corte dei conti Domenico Spadaro ha letto l’ordinanza che chiude - sempre che la Procura non decida di impugnare - l’inchiesta che ha portato davanti ai giudici contabili i vertici di Sta (Strutture trasporti Alto Adige), l’azienda che controlla la società di gestione dell’aeroporto Abd. I giudici dunque hanno accolto l’eccezione sollevata dai legali (Brandstätter, Zeller, Cora, Baur e Gamper) secondo cui, in base ad una norma approvata l’estate scorsa, per avviare un’inchiesta contabile ci deve essere una notizia di danno specifico e concreto per l’erario. Nel caso in questione, per le difese, la Procura sarebbe partita con un’indagine «esplorativa» su una transazione tra Abd e Air Alps che ha garantito alla compagnia aerea uno sconto sui diritti aeroportuali di circa un milione di euro, per poi allargare l’inchiesta alla ricapitalizzazione di Abd fatta attraverso la Sta. Da parte sua il sostituto procuratore Robert Schülmers ha difeso la correttezza dell’operato del suo ufficio, secondo cui c’è un nesso tra la transazione e la ricapitalizzazione di Abd, una società che era in perdita e continua ad esserlo.
 Il danno. Cuore dell’indagine, avviata tra il 2007 e il 2008 dalla Procura, gli aumenti di capitale dell’Abd finanziati attraverso la Sta (e quindi dalla Provincia, che la controlla al 100%). Operazione che avrebbe causato, sempre secondo la Procura, un danno alla Sta e quindi all’erario. La richiesta danni formulata inizialmente dalla Procura contabile era stata molto pesante: 3,7 milioni di euro. Successivamente ridotta a circa 900 mila euro così suddivisi: il presidente della Sta Dieter Schramm avrebbe dovuto rispondere per oltre 461 mila euro, mentre a Domenico Ardolino e Josef Negri - gli altri due membri del consiglio di amministrazione - venivano chiesti 161.390 euro a testa; 46 mila euro ciascuno ai tre componenti del collegio dei sindaci Heinz Peter Hager, Erwin Kiem e Giuliano Righi.
 L’aeroporto. Nell’udienza di ieri non si è entrati nel merito, ma parlando con i giornalisti Schramm, presidente di Sta, che in Corte dei conti ricopriva la duplice veste di convenuto e avvocato di se stesso (la difesa tecnica era affidata ai due big del foro e della Svp Brandstätter e Zeller) ha ribadito la legittimità dell’operato della società. «Noi non facciamo altro che attuare - ha spiegato - le decisioni prese dalla giunta provinciale che a suo tempo ha stanziato i fondi per ricapitalizzare Abd. Non c’erano alternative: se non arrivavano altri finanziamenti, si chiudeva l’aeroporto». «Il vero danno - ha aggiunto l’avvocato Zeller - sarebbe stato quello. Tutti gli aeroporti piccoli sono in passivo a questo punto bisognerebbe chiuderli tutti. Sarebbe però un errore farlo. Non si può rinunciare ad una struttura che svolge un servizio pubblico».
Alto Adige 23-4-10
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martedì, 20 aprile 2010

Caos voli, l’odissea degli altoatesini bloccati in aeroporto

GIANFRANCO PICCOLI
BOLZANO. Sono centinaia gli altoatesini bloccati negli aeroporti di mezzo mondo a causa della nube vulcanica: da Hong Kong a Sharm El Sheik, da Madrid, dove c’è una classe dell’Iti Valier, a Caracas, dov’è in attesa di partire la mamma di Simone Montesso.
 Per le agenzie di viaggio della città queste sono giornate campali. Molte hanno tenuto aperti gli uffici anche domenica per far fronte all’amergenza.
 Il dietrofront dell’Enac di ieri mattina, dopo che era stato riaperto lo spazio aereo, ha ulteriormente complicato il quadro, visto che molti si sono messi in viaggio dopo il via libera di domenica sera. C’è chi - è successo ad Orio al Serio - è stato bloccato ieri mattina mentre l’aereo, destinazione Sharm El Sheik, era in fase di rullaggio sulla pista.
 Nel lungo elenco di chi è rimasto a terra, c’è anche Tiziana Montesso, la mamma di Simone, il giovane volontario bolzanino morto a Merida, in Venezuela. La donna aveva programmato il rientro per oggi, mentre papà Giuliano dovrebbe tornare in Italia con le ceneri del ragazzo non prima di domenica, e non a metà settimana come si sperava.
 Hanno dovuto invece affrontare un lunghissimo viaggio di rientro da Madrid i 17 studenti di una quinta classe dell’Iti «Valier»: «Il rientro era previsto per ieri in aereo (domenica per chi legge) - ha spiegato la dirigente delle Valier Barbara Willimek - hanno viaggiato in autobus da Madrid a Barcellona. Da qui hanno proseguito fino a Girona, poi Ventimiglia e Bolzano». Ma ora c’è il problema di una seconda classe che deve rientrare da Amsterdam: «Stiamo seguendo l’evolversi della situazione - spiega ancora Barbara Willimek - all’andata i ragazzi avrebbero dovuto prendere l’aereo a Monaco, ma gli aeroporti erano già chiusi e hanno proseguito in treno. Per il rientro, vedremo». E’ rimasta invece bloccata a Roma un’insegnante del conservatorio «Monteverdi». L’agenzia «Vai e via» si è ritrovata a gestire altre situazioni complicate: «Abbiamo dovuto mandare un pullman a Londra con una scolaresca di Campo Tures, lo stesso pullman ha riportato a Bolzano i giovani della scuola professionale per l’artigianato e l’industria». Un’altra classe di Silandro è dovuta invece rientrare dal viaggio a Berlino in treno.
 Claudia Zucchi, dell’omonima agenzia, è furibonda con i tour operator: «Niente rimborsi a chi è dovuto rimanere a casa, solo il “congelamento” delle ferie prenotate per un anno: le solite soluzioni all’italiana».
 «Più che sostegno tecnico, dobbiamo dare aiuto morale - commenta Martin Pichler, titolare dell’omonima agenzia e presidente dell’associazione delle agenzie di viaggio dell’Alto Adige - chi è bloccato all’estero, e stiamo parlando di centinaia di persone, non può far altro che aspettare. Gli unici aerei disponibili su Roma sono stracolmi e si fa fatica a trovare un posto anche in business class. Ho alcuni clienti fermi ad Hong Kong: il loro operatore non poteva farli rientrare prima del 30 aprile. Noi abbiamo trovato posto su un volo fra due giorni: il biglietto costa migliaia di euro».

Ignora il divieto e atterra a Bolzano imprenditore sfida la torre di controllo

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. È atterrato bel bello con il suo Cessna privato blu cobalto all’aeroporto di San Giacomo, in barba agli addetti della torre di controllo che gli avevano consigliato di tornarsene indietro quando già si trovava poco sopra Terlano, visto che lo spazio aereo nazionale già era chiuso. Da oltre un’ora. È l’avventura vissuta ieri mattina dal rappresentante bolzanino di macchinari Renzo Corvetta, di ritorno dalla Germania, dov’era rimasto bloccato lo scorso venerdì. Ovviamente, causa nube di cenere islandese.
 Sono da poco trascorse le 10 e 30 del mattino. Il volo di linea Air Alps da Roma è atterrato da qualche minuto, ben oltre il tempo massimo, nel senso che lo spazio aereo è stato chiuso al traffico mentre il velivolo era già in volo. Decollato dalla capitale, da qualche parte doveva pur atterrare, e così il pilota ha deciso di proseguire su Bolzano, come prevedeva il piano di volo originario.
 I passeggeri sono smontati, soddisfatti di essere tra i pochi ad averla scampata. Sulla pista di San Giacomo è sceso il silenzio. Niente voli almeno fino alle ore 20, ha appena comunicato l’Ente nazionale aviazione civile.
 A un certo punto, da nord ovest si ode avvicinarsi un ronzio regolare. Tranquillo e beato, a velocità turistica, un piccolo aereo monoelica a pistoni sta puntando su Bolzano. È una bella giornata di sole, non c’è motivo per affrettarsi. Si abbassa, atterra con manovra leggiadra, passa a velocità ridotta fra due aeromobili di Air Alps parcheggiati a lato pista e si ferma. Dalla carlinga, sorridente, esce Renzo Corvetta. Occhiali da sole a specchio e berrettino da baseball. Alza lo sguardo e a poche decine di metri vede responsabile Enac, giornalista e fotografo. «Intervistate me», si avvicina scherzando. «Sono l’unico ad essere sopravvissuto alla tremenda nuvola di cenere». È ironico, il pilota, ma prima di tutto si scusa con il responsabile Enac. «Capirete ben, sarei dovuto tornare in Germania, ma non me la sentivo proprio e, dato che in centinaia di chilometri non ho visto nulla di strano, ho deciso di atterrare». Perdonato: la situazione sarebbe davvero stata surreale. Corvetta vola spesso, per diletto ma soprattutto per lavoro: fiere in Svizzera, Germania, Austria, Slovenia, Croazia. Insomma, non è certo un pivellino.
 «Se ho rischiato qualcosa? Macché! Guardate le ali: pulite linde». Per rafforzare il concetto, passa un mano sulla superficie dell’ala: niente. «Mi sa proprio che stavolta si stia esagerando. Come in molte altre occasioni, in Italia nessuno vuole assumersi delle responsabilità, e quindi hanno chiuso tutto».
 Corvetta venerdì è rimasto bloccato in Germania. «Sono tornato a Bolzano in auto, poi, stamattina, visto che avevano riaperto lo spazio aereo, un amico mi ha accompagnato in volo a riprendere il mio aereo. Sarebbe stato davvero il colmo, tornarsene indietro. Già ne patiamo abbastanza, in questo aeroporto. Affittare un posto hangar costa come un appartamento in centro, paghiamo 50 euro per ogni atterraggio o decollo, e la benzina ha prezzi stratosferici. In pratica, fra gli aeroporti limitrofi quello di Bolzano, visto il regime di monopolio vigente, è in assoluto il più caro. Voglio dire: per fare il pieno, a volte da qui andiamo a Locarno o in Croazia: invece di 2 euro e 50, lì se ne spende 1 e 60. Ci mancava anche che mi faccessero tornare indietro...».

Ieri chiuso di nuovo l’aeroporto di Bolzano. Solo un decollo per Roma

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. È durata poco, ieri, la riapertura dei cieli italiani: solo dalle 7 alle 9 di mattina. Poi, visto che le correnti hanno ruotato e la nuvola di cenere è ricomparsa, s’è decretato un nuovo stop ai voli. A Bolzano è decollato un solo aereo di linea, e ne è atterrato un altro. L’Ue avrebbe imposto la riapertura per oggi alle 8, ma la decisione finale spetta comunque ai singoli stati. Intanto, centinaia di bolzanini sono bloccati in mezzo mondo.
 Qualunque decisione sia stata presa, non è detto che non venga capovolta stamani, come è accaduto ieri.
 «La decisione di richiudere ci ha colti di sorpresa», commenta il responsabile Enac per l’Alto Adige, Mandfred Mussner. «Perché nella serata di domenica, in base al meteo e ai modelli matematici più avanzati, si era pronosticato l’allontanemento della nube dal Nord Italia. Per essere oltremodo sicuri, era stato autorizzato un volo speciale di un aereo di una compagnia privata, per la raccolta dati nell’atmosfera. Non si erano evidenziati problemi particolari e così si era stabilito di riaprire alle 8. Poi si è anticipato alle 7».
 Dunque, ieri mattina, dall’aeroporto di Bolzano è decollato in ritardo il primo volo di linea per Roma, quello delle 6 e 25. Alle 10 e 25 era previsto un secondo decollo, ma alle 9 è giunto il controordine: nuovo stop ai voli. Sui tabelloni dell’Abd, come nel resto d’Europa, è comparsa la scritta: cancelled. Ai passeggeri, giunti come prassi un’oretta prima del volo, non è rimasto altro che tornare a casa con le pive nel sacco. Non si è nemmeno proceduto al check-in. Intanto, però, da Roma era decollato un altro aereo Air Alps. La notizia del nuovo stop è arrivata quando già era in volo, dunque il pilota ha deciso di proseguire verso l’Alto Adige. A Bolzano sono così arrivati una ventina di passeggeri, molti preoccupati per il ritorno a Roma. Fra questi anche la hostess bolzanina Michaela Gummerer: «È un casino», taglia corto mentre beve un caffè. «Dovevamo ripartire, adesso siamo fermi e chissà fino a quando. Il problema maggiore è avvertire i passeggeri: non si sa come fare con queste decisioni contrastanti. Le compagnie aeree stanno gettando al vento milioni di euro». Al proposito, ieri sera il direttore dell’Abd, Mirko Kopfsguter, ha precisato: «Air Alps ci ha comunicato che effettuerà regolarmente i voli di martedì 20 aprile: qualora si dovesse aprire lo spazio aereo Norditalia, da Bolzano, altrimenti da Innsbruck. Preghiamo i passeggeri di presentarsi in tempo utile presso l’aeroporto di Bolzano per effettuare il check-in entro le 6.15».
 Tantissimi sono i passeggeri rimasti a terra in tutta Europa e non solo. Coinvolti naturalmente anche centinaia di bolzanini, come riportato nelle prossime pagine. Anche per venire loro incontro, le ferrovie austriache hanno preso delle contromisure: sui treni Ec “tedeschi” per oggi ci sono ancora dei posti liberi. Il treno Ec 85/84 Monaco-Bologna-Monaco verrà rafforzato con l’aggiunta di altre carrozze. I biglietti si possono acquistare a bordo senza sovrapprezzo o consultando i siti www.bahn.com/it e www.obb-italia.com. Problemi sussistono anche per via dei parcheggi: a San Giacomo, per evitare seconde e terze file, ieri è intervenuta la polizia: troppe la auto abbandonate dai passeggeri non ancora ritornati in città.
Alto Adige 20-4-10
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lunedì, 19 aprile 2010

Oggi riapre l’aeroporto

GIANFRANCO PICCOLI
BOLZANO. Dalle 8 di questa mattina (salvo controindicazioni arrivate nella notte dall’Enac) riprendono i voli di linea dall’aeroporto di Bolzano. Ieri sera l’Ente nazionale per l’aviazione civile, seguendo quanto già stava avvenendo in gran parte dei paesi europei, ha riaperto lo spazio aereo italiano, non rilevando nell’aria pericolose presenze di ceneri vulcaniche. La comunicazione ufficiosa è arrivata all’Abd nel tardo pomeriggio di ieri, in serata la conferma che dalle 8 di questa mattina è possibile riprendere i voli.
 Per limitare i disagi dei passeggeri, è stato comunque deciso di confermare, spostandolo di poco meno di un’ora e mezza, il volo per Roma delle 6.35, il cui decollo è stato posticipato alle 8 in punto. Regolari, invece, gli altri voli dellla giornata alle 10.25, 15.15 e 19.10, sempre per la capitale.
 L’aeroporto San Giacomo è stato il primo, insieme a Malpensa, ad essere chiuso per i pericoli creati dall’eruzione vulcanica in Islanda: ad annunciarlo, venerdì sera, è stato il capo della protezione civile, Guido Bertolaso. Poi, con il passare delle ore, è arrivato lo stop per tutti gli aeroporti a nord del Po.
 Di fatto l’Abd non ha mai chiuso le porte: tutto il personale è rimasto a disposizione dei viaggiatori e pronto a riprendere l’attività in qualsiasi momento. Chi aveva prenotato il volo per Roma, fino a questa mattina ha dovuto scegliere mezzi alternativi, treno (mezzo preso d’assalto in questi giorni di paralisi dei cieli) o automobile.
 Tra le vittime più illustri del vulcano islandese c’è il cancelliere tedesco Angela Merkel, che si è vista costretta, di ritorno da una trasferta istituzionale negli Stati Uniti, a fare un viaggio in pullman da Roma a Berlino, con tappa al Parkhotel Laurin. Il cancelliere, insieme ad una delegazione di sessanta persone, è arrivato sabato sera, pochi minuti dopo le 22.30, ed è ripartito ieri mattina intorno alle 9.
 Il programma iniziale, in verità, prevedeva una partenza all’alba, con destinazione Monaco e quindi, in elicottero, Cracovia, dove erano fissati i funerali del presidente polacco Lech Kaczynski e della moglie Maria, morti nei giorni scorsi con altre decine di personalità in un drammatico incidente aereo. Alla fine però Angela Merkel, così come gran parte dei leader mondiali, ha deciso di rinunciare proprio per le difficoltà di viaggio provocate dall’eruzione vulcanica.
 Sorridente, ieri mattina il cancelliere è uscita dall’ingresso principale del Laurin intorno alle 9. Ad attenderla numerosi giornalisti. Il cancelliere ha ringraziato il personale dell’hotel bolzanino: «E’ stato tutto meraviglioso ed organizzato in tempi rapidi, ora torno a casa a Berlino», ha detto Angela Merkel. Il cancelliere è salito sul pullman insieme alla delegazione e una volta arrivata al confine del Brennero, scortata dalle auto della polizia, ha proseguito verso la capitale tedesca a bordo di un’auto blu: a Berlino è arrivata intorno alle 13.
 Angela Merkel ha dimostrato di gradire l’ospitalità altoatesina. Intorno alle 23.30 di sabato è scesa nella saletta da pranzo (riservata) con dodici collaboratori. Il cancelliere ha ordinato asparagi di Terlano con salsa bolzanina, i tradizionali Schlutzkrapfen, fegato di vitello: per concludere la cena, Kaiserschmarrn. Il super-ospite è rimasta a tavola fino alle 2.30, poi si è ritirata in una delle suite del Parkhotel Laurin. Ieri mattina Angela Merkel è scesa per la colazione. Ha esplicitamente rifiutato di essere servita al tavolo e come tutti gli altri ospiti dell’hotel si è servita da sola al buffet. Poco dopo le 9 è ripartita, ringraziando tutti per l’ospitalità.
Alto Adige 19-4-10
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domenica, 18 aprile 2010

Chiuso fino a lunedì lo scalo bolzanino boom di richieste di auto a noleggio

BOLZANO. Doveva riaprire ieri alle 15, poi lo stop imposto dall’Enac a tutti gli aeroporti del nord Italia, Bolzano incluso, è stato prolungato fino alle 20. In realtà non si volerà neppure oggi. L’Enac, nel primo pomeriggio di ieri, ha deciso di estendere il divieto fino alle 8 di domani. «Non c’è nessuna certezza sui tempi - dice Mirko Kopfsguter, direttore dell’Abd -: potrebbe esserci una revoca anticipata del divieto come un’ulteriore proroga. Del resto, la sicurezza viene prima di tutto. Il rischio è che le ceneri possano mandare in tilt i sensori dei velivoli».
 A terra anche i Pelikan che possono intervenire solo in casi di emergenza: ieri hanno effettuato due voli.
 Tra le «vittime» della cenere, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, atterrata nel pomeriggio a Roma di ritorno dagli Stati Uniti. Quindi, seguita da una delegazione, ha proseguito in auto fino a Bolzano, dove ha pernottato all’hotel «Laurin». Ripartirà per Berlino oggi.
 Lo scalo bolzanino ha dimensioni modeste e il numero di voli, nell’arco della giornata, è limitato, ciononostante la chiusura a causa della nuvola di cenere prodotta dal vulcano islandese Eyjafjallajkull, ha provocato parecchi disagi anche qui: quattro i collegamenti cancellati ieri da e per Roma.
 Ieri mattina, la sala d’attesa era deserta e i viaggiatori, arrivati nella speranza di prendere il volo per Roma delle 15.15, hanno dovuto cambiare programma. Tra questi Fatma Abdelgelil, una giovane tunisina che abita con il marito e i due bambini a Vipiteno.
 «Avevo organizzato tutto alla perfezione - racconta -: partenza oggi (ieri, ndr) per Roma in aereo, quindi alle 21.10 avrei preso il volo per Tunisi. Ero a casa poco dopo le 21. Il tempo di fare alcuni documenti, quindi mercoledì sarei rientrata in Italia. Giovedì ho un appuntamento in ospedale a Vipiteno al quale non posso mancare. Mia sorella si era anche presa tre giorni di ferie per stare con i miei figli. Ora devo rivedere i piani». Aspettare la riapertura dello scalo o partire col treno?
 «Il guaio - dice Fatma Abdelgelil - è che non si sa con certezza né quando partirà il primo volo né se sarà possibile rientrare dalla Tunisia. L’alternativa sarebbe andare in treno, ma i tempi si allungano e con due valige da portare è tutto più complicato». Del blocco dello spazio aereo nei cieli del nord Italia hanno beneficiato le società di noleggio auto.
 «Oltre a quelle già prenotate - spiega Freddy Merlo della Hertz, un ufficio all’interno dell’aeroporto bolzanino - ne abbiamo noleggiate altre 5 stamattina. Ma di richieste, che abbiano dovuto rifiutare, ne sono arrivate altre 30-40, perché volevano prendere l’auto qui e lasciarla poi all’estero. A chiedere le auto in affitto, sono soprattutto uomini d’affari. In genere non c’è problema a noleggiare macchine con rilascio all’estero, ma in questo caso le domande erano troppe: impossibile soddisfarle tutte». Con l’auto presa a nolo è arrivata, ieri verso l’una all’aeroporto, anche una comitiva di germanici di ritorno da una settimana in barca a vela all’Elba. Quattro hanno proseguito, gli altri tre hanno atteso l’arrivo di Eugenio Patuzzi, meranese, cognato di uno di loro.
 «Mi hanno chiamato da Milano - racconta - verso mezzanotte perché il loro volo per Francoforte era stato cancellato e anche quelli delle ore successive. Mi sono offerto di riportarli io a casa, in macchina». Disagi a parte, nessun problema per quanto riguarda l’inquinamento: le centraline di rilevamento delle polveri non hanno registrato alcun aumento delle concentrazioni provocato dalla nuvola di cenere che viaggia a 8-9 mila metri di quota. (an.ma)
Alto Adige 18-4-10
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sabato, 17 aprile 2010

Scali del Nord Italia oggi chiusi

ROMA. Dopo aver ieri investito l’Europa orientale, la nube di cenere prodotta dal vulcano islandese Eyjafjallajokull si avvicina all’Italia: il suo arrivo sulle Alpi è stato previsto tra la notte scorsa e questa mattina e le regioni interessate dovrebbero essere Lombardia, Veneto, Alto Adige e Friuli. L’Enac ha così deciso di chiudere lo spazio aereo in tutto il Nord Italia dalle 6 fino alle 14. La decisione è stata assunta «al fine di garantire la massima sicurezza dei voli italiani». Gli unici voli a essere autorizzati saranno quelli d’emergenza. Nessuna restrizione per i sorvoli oltre i 35.000 piedi.
 Anche ieri l’emergenza ha lasciato mezza Europa a terra. La chiusura degli aeroporti di Heathrow e Francoforte ha semi-paralizzato il traffico aereo. Secondo Eurocontrol, l’Organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea, alla fine della giornata risultavano cancellati circa 17 mila voli (oltre il 60% dei 28.000 voli che giornalmente solcano i cieli europei). Giovedì ne erano stati annullati quasi 8 mila.
 E «significativi disagi» sono previsti anche per l’intera giornata di oggi: ieri i metereologi non lasciavano prevedere nulla di buono per altre 24 ore. «In confronto l’11 settembre non è stato un grosso problema - dicono gli operatori di Eurocontrol - E’ una situazione senza precedenti».
 Molti paesi che hanno chiuso il proprio spazio aereo già da giovedì manterranno la restrizione almeno fino a questa mattina. E’ il caso di Gran Bretagna, Francia Belgio, Olanda e Germania (la nuvola ha anche costretto la Merkel a dirottare a Lisbona al suo ritorno dagli Usa). A questi ieri si sono aggiunti Austria, Romania, Paesi baltici, Repubblica ceca.
 E’ andata un po’ meglio all’Irlanda e alla Svezia che ieri hanno potuto riprendere l’attività. Anche la Polonia è off limits, chiuso l’intero spazio aereo dunque anche l’aeroporto di Cracovia, nel sud, dove domani sono attese 80 delegazioni straniere per i funerali del presidente Lech Kaczynski.
 In Svizzera prevista la chiusura a partire dalla notte scorsa.
 In Austria chiusura progressiva da ieri sera.
 Lunedì ci sarà una teleconferenza fra Eurocontrol, gli Stati che vi aderiscono, la Commissione Ue e i controllori di volo per fare il punto dell’emergenza.
 Intanto si contano i danni. Lo stop ai voli, fa sapere la Iata, l’associazione che raggruppa oltre 270 aviolinee del mondo, sta costando alle compagnie oltre 200 milioni di dollari al giorno.
 Oltre ai mancati guadagni, ci sono i costi per la cura dei passeggeri e gli aerei rimasti fermi.
 Secondo gli esperti entro domani l’eruzione dovrebbe perdere intensità. Ma ora si teme per altri tre vulcani.

l’Enac ricorda quali sono i diritti dei passeggeri in circostanze del genere.

Secondo la normativa comunitaria in vigore è previsto che in caso di cancellazione del volo la compagnia aerea offra ai passeggeri: la scelta tra il rimborso del prezzo del biglietto oppure l’imbarco su un volo alternativo il prima possibile. Nel caso in cui la compagnia offra in alternativa al rimborso del biglietto un vaucher, l’accettazione rimane «nell’esclusiva facoltà del passeggero». (m.v.)
Alto Adige 17-4-10
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sabato, 17 aprile 2010

Nube: voli da Bolzano a rischio

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Chiuso per cenere. Dalle 6 di stamattina lo spazio aereo su Bolzano è off-limits e l’aeroporto di San Giacomo non ha potuto riprendere la propria attività. Colpa della nube di cenere proveniente dall’Islanda. Traffico aereo in tilt per colpa della nuvola di cenere che ha investito l’Europa dopo l’eruzione di un vulcano in Islanda. Situazione caotica anche in Italia: la nube, trascinata dai venti, supererà certamente le Alpi: l’Enac ha decretato la chiusura di tutti gli scali del Nord Italia dalle 6 alle 14. A Bolzano, oggi niente voli, almeno fino alle 15. Solo se in mattinata la situazione migliorerà, l’aeroporto potrà riaprire. Traffico aereo in tilt per colpa della nuvola di cenere che ha investito l’Europa dopo l’eruzione di un vulcano in Islanda. Situazione caotica anche in Italia: «Se la nube, trascinata dai venti, supererà le Alpi, allora si potrebbe decidere di chiudere gli scali centro-orientali a nord del Po», spiegava ieri nel tardo pomeriggio il generale Luciano Massetti, direttore dell’ufficio attività aeronautica della Protezione civile. Poco dopo ecco arrivare la dichiarazione ufficiale del capo della Protezione civile Guido Bertolaso: «Probabilmente verrà chiuso l’aeroporto di Bolzano e anche quello di Malpensa». Decisione confermata poi alle 22: oggi niente voli, almeno fino alle 15. Solo se in mattinata la situazione migliorerà, l’aeroporto potrà riaprire.
 Ieri non ci sono però stati problemi. Regolarmente partito l’ultimo aereo verso Roma (quello delle 19.10), così come non ci sono stati problemi per l’atterraggio dell’aereo arrivato alle 22.35 da Roma. Unico inconveniente: il velivolo non è potuto ripartire per Innsbruck, perché in Austria lo spazio aereo era ormai chiuso da alcune ore.
 Previsti invece disagi per la giornata di oggi. La decisione è stata presa poco prima delle 22 di ieri dai responsabili di Enac, Enav e protezione civile a Roma. «Lo spazio aereo sopra Bolzano - l’annuncio dato ieri sera dal direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter dopo l’ennesima telefonata coi vertici dell’aviazione civile - sarà chiuso a partire dalle 6 di mattina di sabato. Non ci sarà attività aerea almeno fino alle 15. Solo se ci sarà un miglioramento in mattinata, riprenderanno i voli. La decisione in ogni caso sarà presa a Roma e non a Bolzano».
 La chiusura dalle 6 alle 15 dell’aeroporto in concreto significa che resterà sicuramente a terra il primo volo per Roma (quello delle 6.35) e con ogni probabilità anche quello delle 15.15. Stessa sorte per il volo dalla capitale che arriva a Bolzano alle 14.40, così come per quello delle 18.40. Problemi anche in Austria, dove ieri è stato chiuso lo spazio aereo. A Innsbruck l’aeroporto è fermo dalle 19 di ieri e solo oggi sarà deciso quando riaprirlo.
 Disagi per i voli cancellati a parte (il Centro consumatori europeo informa che si ha diritto a un volo alternativo oppure al rimborso del biglietto), non dovrebbero esserci rischi per la salute. La cenere si trova infatti a migliaia di metri di altezza e costituisce un problema solo per gli aerei, che rischiano il blocco dei canali di ventilazione e quindi il surriscaldamento dei motori. In città nessuno dovrebbe accorgersi del passaggio della nuvola.

I consumatori: voli cancellati, diritto al rimborso

BOLZANO. Il Centro Europeo Consumatori di Bolzano consiglia a tutti i passeggeri in procinto di partire di contattare la compagnia aerea di riferimento per ottenere maggiori informazioni.
 Blocco dello spazio aereo britannico, diversi aeroporti chiusi, limitata operatività di diversi aeroporti in Irlanda, Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia. Queste le conseguenze dell’immensa nuvola di cenere sprigionata dall’eruzione del vulcano islandese sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokull con conseguenti cancellazioni di voli in arrivo e in partenza. In questi casi si tratta di cancellazioni dovute a una circostanza eccezionale, per le quali il Regolamento comunitario n. 261/2004 prevede che i consumatori abbiano il diritto di scegliere se essere riprotetti su un volo alternativo o di rinunciare al volo, ottenendo il rimborso del biglietto inutilizzato (nonché se necessario, un volo di ritorno al punto di partenza iniziale). Nelle ore di attesa in aeroporto le compagnie aeree hanno inoltre il dovere di assistenza, ovvero fornire a titolo gratuito pasti e bevande, sistemazione in albergo e trasporto, telefonate o messaggi via fax o posta elettronica, in relazione alla durata dell’attesa. In ogni caso, i vettori non sono obbligati a corrispondere ai consumatori spiaggiati la compensazione pecuniaria (si tratta di una indennità forfettaria di 250, 400 o 600 euro in base alla lunghezza della tratta).
 A tutti i passeggeri in procinto di partire da o per un aeroporto europeo il Cec consiglia vivamente di contattare la compagnia aerea di riferimento al fine di ottenere informazioni sull’operatività del proprio volo e sulle eventualità possibilità di riprotezione. Ricorda inoltre che al fine di richiedere l’eventuale rimborso di spese sostenute durante l’attesa in aeroporto è fondamentale tenere tutti gli scontrini, i biglietti aerei e le carte d’imbarco. (da.pa)

Minach: nessun pericolo la nube passerà nella notte a 8.000 metri di quota

BOLZANO. Raggiunto al telefono in tarda serata, una volta comunicata la chiusura dell’Abd, il direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente, Luigi Minach, spiega: «La nuvola, stando almeno alle previsioni, dovrebbe sorvolare la nostra provincia durante la notte, a un’altitudine di almeno 8.000 metri, quindi ad una quota troppo elevata perché a terra si possa avvertire qualcosa. Per fortuna, durante la notte tutti stanno in casa: il massimo per stare sicuri. E anche le previsioni meteo ci aiutano: l’ufficio idrografico provinciale per la giornata di sabato non prevede piogge, quindi a terra non dovrebbe precipitare nulla». Minach tiene comunque a sottolineare che «è la prima volta che accade qualcosa del genere, quindi io stesso sono molto curioso di vedere come evolve la situazione. Appena sveglio andrò a dare un’occhiata alle centraline di rilevamento delle pm10. Dovessero arrivare delle particelle sostanziali, le centraline lo rivelerebbero. Ma per la gente non ci sono pericoli». (da.pa)
Alto Adige 17-4-10
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venerdì, 16 aprile 2010

Porte aperte all’aviazione militare per trenta studenti delle superiori

MICHELA PERINI
BOLZANO. Non capita tutti giorni di entrare in un hangar militare per salire a bordo di un elicottero o di assistere a dimostrazioni di particolari tecniche di sopravvivenza utilizzate in situazioni estreme o, ancora, di provare sul volto i visori Nvg che gli elicotteristi usano per volare nell’oscurità. Trenta fortunati studenti altoatesini hanno avuto la possibilità di farlo, ieri, grazie a un’iniziativa promossa dall’Intendenza scolastica italiana e ladina in collaborazione con l’Esercito. «Il progetto nasce per avvicinare i ragazzi a una realtà poco conosciuta, che è quella delle Forza armate - ci dice il comandante dell’Aves Altair di Bolzano, Massimo Giraudo - e noi vogliamo farci conoscere meglio, anche per combattere vecchi preconcetti ormai superati. Siamo lieti di spiegare ai giovani la realtà dell’impegno militare all’estero, ben differente da quella del passato».
 Per la realizzazione dell’iniziativa l’Esercito ha autorizzato la visita alla base del 4º Reggimento Aviazione Altair ai ragazzi della Consulta studentesca italiana e ladina, accompagnati da quattro insegnanti. Ricco il programma, dalle 8 di mattina al tardo pomeriggio: la giornata si è aperta con l’alzabandiera a cui hanno fatto seguito alcuni briefing sull’impegno italiano nella gestione delle operazioni fuori area e l’interculturalità quale esperienza della forza armata; pomeriggio parte pratica, con la visita all’hangar, la presentazione dell’elicottero AB 205 e la prova dei visori Nvg.
 «E’ stata una giornata positiva e utile - commenta Lois Kastlunger, docente della consulta ladina - è importante far conoscere ai ragazzi il lavoro dei militari e le dimostrazioni pratiche, fuori da scuola, sono quelle che restano maggiormente in memoria».
 Teoria e pratica in un perfetto mix, questa è la chiave di Limesbook, progetto nel quale rientrava l’evento di ieri e che sottolinea l’importanza di un dialogo fra le diversità che possa abbattere le barriere esistenti. «Sappiamo che i militari esistono ma spesso non capiamo esattamente cosa fanno - dice la studentessa Lena Musler - qui invece abbiamo potuto conoscere da vicino il loro lavoro e sono rimasta impressionata nel capire che lavorare per loro significa spesso lottare per la propria vita».
Alto Adige 16-4-10
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mercoledì, 07 aprile 2010


Aeroporto, i vertici della Sta a giudizio

BOLZANO. Dovranno comparire davanti ai giudici della Corte dei Conti il 22 aprile i vertici della Sta, azienda che controlla la società di gestione dell’aeroporto Abd. La procura contabile ai membri del cda e del collegio dei revisori contesta un danno erariale di poco inferiore al milione di euro.
 Si avvia dunque alla conclusione l’indagine avviata tra il 2007 e il 2008 dalla Corte dei Conti in merito ai finanziamenti alla società di gestione dell’aeroporto Abd. Inizialmente la richiesta danni formulata dalla procura contabile era stata pesantissima: 3,7 milioni di euro, ovvero i vari aumenti di capitale dell’Abd finanziati attraverso la Sta (e quindi dalla Provincia, che la controlla al 100%). Dopo le controdeduzioni presentate dagli avvocati difensori dei vertici della Sta, i legali Gerhard Brandstätter e Karl Zeller, era rimasta in piedi un’ipotesi di danno erariale di circa 900 mila euro. Si tratta dello sconto che l’Abd aveva concesso ad Air Alps sui diritti aeroportuali. Lo sconto complessivo era stato pari a un milione di euro, ma agli amministratori della Sta era stata imputata solo la quota parte riferita alla loro società, che all’epoca era pari al 90% (oggi l’Abd è una società “in house” controllata interamente dalla Provincia). Secondo la formulazione del danno fatta dalla procura contabile, il presidente della Sta Dieter Schramm dovrebbe rispondere per oltre 461 mila euro, mentre a Domenico Ardolino e Josef Negri - gli altri due membri del consiglio di amministrazione - vengono chiesti 161.390 euro. Il danno erariale contestato ai tre componenti del collegio dei sindaci Heinz Peter Hager, Erwin Kiem e Giuliano Righi è stato invece di 46 mila euro.
 Ora è stata fissata l’udienza, che si terrà giovedì 22 aprile. Il relatore sarà il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti Enrico Marinaro.
Alto Adige 7-4-10
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giovedì, 01 aprile 2010


Il terminal dell’aeroporto di Bolzano si alza di un piano e raddoppia le aree di attesa

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Metallo, vetro e legno. Saranno questi i principali materiali usati per costruire il nuovo terminal dell’aeroporto di Bolzano. I lavori sono in pieno svolgimento: se tutto proseguirà come da programma, termineranno in autunno. Il costo previsto è di 4,26 milioni di euro, tutto a carico dell’Abd, la società di gestione dell’aeroporto.
 Il «restyling» dell’aeroporto deriva in parte da una necessità normativa, dall’altra da un adeguamento funzionale della struttura ai nuovi bisogni dei passeggeri, oltre a quelli di chi all’aeroporto ci lavora. La necessità normativa riguarda le nuove norme di sicurezza che prevedono, tra le altre cose, aree separate per i passeggeri dell’area Schengen e per quelli non Schengen. Attualmente a Bolzano questa divisione non esiste: dopo diversi rinvii, dettati anche dalla discussione politica che si era innescata attorno allo scalo di San Giacomo ed aveva portato al referendum dello scorso ottobre che chiedeva l’uscita della Provincia dalla società di gestione, a fine gennaio il consiglio di amministrazione dell’Abd aveva dato il suo via libera all’inizio dei lavori.
 Ci sono voluti pochi giorni per organizzare il cantiere. I primi scavi sono iniziati a metà febbraio e ora si trovano già in fase avanzata: «Stiamo rispettando la tabella di marcia. Avanti così e in autunno avremo il nuovo terminal», afferma soddisfatto il direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter.
 Per il nuovo terminal è prevista una spesa di 4,26 milioni. La nuova struttura sarà su due piani (l’aerostazione attuale ha invece un piano soltanto): al piano terra troveranno spazio le aree passeggeri (sale di attesa, biglietteria, ritiro bagagli, eccetera), ma anche un ristorante di dimensioni maggiori rispetto all’attuale bar-ristoro. Al piano superiore ci saranno invece gli uffici dell’Abd e dell’Enac.
 L’elenco dei lavori però non finisce qui. Si sta già lavorando alla costruzione di un nuovo impianto fotovoltaico che ricoprirà una superficie di due ettari a est della pista di atterraggio. La capacità del primo dei due reparti fotovoltaici è di 662 kW, mentre il secondo avrà una capacità di 61 kW. L’impianto comincerà la sua attività nell’estate del 2010: i costi ammontano a circa tre milioni di euro. La produzione annuale dell’impianto equivale all’incirca al consumo energetico di 300 bilanci domestici privati.
 Sarà ampliato anche il parcheggio, che attualmente conta 70 posti auto proprio davanti all’ingresso principale e altri 30 posti leggermente più lontani. Non bastano, e visto che non manca il terreno a disposizione, saranno aggiunti altri parcheggi.
 Resta per ora congelata la costruzione degli hangar. Nonostante la promessa fatta da Luis Durnwalder ai nuovi azionisti di maggioranza di Air Alps (la tirolese Welcome Air), bisognerà ancora aspettare. Fino ad allora, la manutenzione dei velivoli continuerà ad essere fatta ad Innsbruck, il che ogni giorno costringe l’ultimo aereo che arriva a Bolzano da Roma a ripartire alla volta dello scalo tirolese per poi rientrare la mattina presto per il primo decollo verso la capitale.

Via Einstein, la Bls aspetta il Comune

 BOLZANO. È legata alla vicinanza dell’aeroporto la mancata assegnazione degli ultimi lotti di terreno oltre via Einstein. La Bls sarebbe già pronta, ma fino a quando il Comune non approverà il piano di rischio aeroportuale che definisce le limitazioni urbanistiche, non si può procedere all’assegnazione. Sono in attesa cinque imprese: Lamafer, Oberkofler, Dal Col, Plattner Bau e Autogamma.
Alto Adige 1-4-10
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martedì, 30 marzo 2010



Aeroporto di Bolzano ancora in crescita. Verona risponde coi low-cost

BOLZANO. Per il terzo mese consecutivo l’Abd registra un aumento del numero dei passeggeri. A febbraio la crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è stato pari all’11,2%, i passeggeri trasportati sono stati 4.604. Soddisfatto il presidente dell’Abd Engelbert Ritsch: «Speriamo che questa ripresa si rifletta anche sul resto dell’economia altoatesina».
 Ieri intanto è entrato in vigore l’orario estivo: i collegamenti con Roma restano quattro, mentre dal 12 giugno parte il collegamento con Olbia. Da maggio tornano anche i charter con destinazione Cagliari, Zara, Lamezia, Crotone, Catania e Tortolì.
 Intanto però cresce la concorrenza dell’aeroporto Catullo di Verona. Ieri è stato presentato il nuovo calendario voli per la stagione primavera-estate. Annunciata la nuova alleanza con Royal Air Maroc che opererà sullo scalo di Villafranca con la rotta per Casablanca. Tra i voli di linea si aggiungono anche i collegamenti con Yerevan (Armenia), Skopje (Macedonia), Tel Aviv (Israele), Malta e - per quanto riguarda le destinazioni a livello nazionale - Lampedusa, Salerno e Pantelleria.
 Interessante l’arricchimento dei collegamenti low-cost: accanto alle rotte già consolidate per Mosca, San Pietroburgo, Catania/Palermo e Tirana, ieri il management del Catullo ha annunciato i nuovi voli per Amsterdam, Barcellona, Copenhagen, Billund, Colonia e Pristina.
 I passeggeri registrati nel 2009 a Verona sono stati oltre tre milioni (a Bolzano sono invece stati poco più di 51 mila), con le destinazioni nazionali per Roma, Catania, Napoli e Palermo tra le preferite accanto ai collegamenti internazionali verso la Germania (Francoforte e Monaco), Londra e Parigi.
Alto Adige 30-3-10
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martedì, 09 marzo 2010




Il Garante: aeroporto, poca concorrenza nelle scelte di gestione





BOLZANO. Gestione dell’aeroporto nel mirino del garante della concorrenza. Secondo quest’ultimo la scelta della Provincia di affidarla «in house» alla società Abd non si è confrontata con alternative sul mercato, tese ad ottenere più vantaggi per l’ente pubblico.
 Stando al comunicato dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, quest’ultima ha richiesto già in passato alla Provincia le motivazioni per la scelta di affidare alla società Abd la gestione dell’aeroporto. Il garante ricorda che la normativa in vigore prevede per questo genere di gestioni delle procedure competitive, ovvero società a partecipazione mista pubblica e privata, con quote per il socio non inferiori al 40 per cento. Unica eccezione quando si sia in presenza di peculiari caratteristiche economiche, sociali ed ambientali del contesto territoriale di riferimento. Ecco perché l’Autorità garante della concorrenza a chiesto alla Provincia, se ci siano le condizioni per derogare alla legge. Da Palazzo Widmann una risposta che, stando al segretario generale dell’Autorità, Luigi Fiorentino, non convince gli uffici del garante. «La Provincia si è limitata a fornire solo elementi di carattere qualitativo e quantitativo, a supporto dei vantaggi dell’affidamento “in house” alla società Abd in termini di efficienza ed economicità, senza confrontarli con i potenziali benefici delle alternative», ancora Fiorentino. Secondo il garante della concorrenza, «il mancato interessamento delle società che gestiscono gli aeroporti di Verona e Innsbruck non significa che sia comprovata l’inefficacia del ricorso al mercato». Per la Provincia anche l’accusa di avere dato - a suo tempo - poco pubblicità alla scelta di affidamento del servizio. Il solo avviso sul sito web della Provincia e su quello dell’associazione Assoaeroporti è «una modalità inadeguata a dimostrare l’inesistenza di operatori privati disponibili ad offrire il servizio di gestione aeroportuale».

Lo scorso anno ricapitalizzazione da 5 milioni


La Provincia, attualmente, risulta l’unica proprietaria di Abd (Airport Bolzano Dolomiti Spa), dopo che lo scorso anno Palazzo Widmann aveva acquistato l’intera quota prima controllata dalla Sta, già in mano alla stessa Provincia. Dal 2001 al 2008 le perdite della Abd coperte con riduzioni e reintegrazioni del capitale sociale sono state 18 milioni, a cui aggiungere i 5 milioni della ricapitalizzazione dello scorso anno (versamento a copertura perdite per un importo pari a 45.288 euro ed acquisto quote inoptate per 4.985.612 euro) e 6,3 milioni di contratto di servizio tra Provincia e Abd per il 2009 e 2010.

Alto Adige 9-3-10
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lunedì, 08 marzo 2010




Aeroporto San Giacomo, le nuove rotte. Reintrodotta la Sardegna





DAVIDE PASQUALI


BOLZANO. Dopo l’anno di crisi nel 2009, l’Airport Bolzano Dolomiti si è ripreso per quanto riguarda i voli di linea e ora dimostra decisamente fiducia nel futuro, inserendo in orario diversi charter per la prossima estate. Contestualmente viene reintrodotto anche il collegamento di linea per la Sardegna. Oltre che su Olbia, durante la stagione estiva del 2010 gli altoatesini potranno volare su altri sei aeroporti: Cagliari, Zara, Lamezia, Crotone, Catania e Tortolì.
I voli fanno parte di pacchetti-vacanza, che gli operatori turistici locali garantiscono molto meno costosi di quanto si pensi: per una settimana tutto compreso si va da un minimo di 1.000 a un massimo di 1.700 euro a testa. E i pacchetti invenduti saranno trasformati in soli voli, acquistabili separatamente.
 I dati Abd sugli ultimi tre mesi - riassunti nell’articolo a piè di pagina - risultano positivi. La linea per Roma pare si sia risollevata: aerei quasi sempre pieni, come spiegano i vertici dell’aeroporto. E allora si può guardare con fiducia al prossimo periodo estivo. Secondo gli indicatori economici la crisi, seppure lentamente, si va allontanando e il primo settore a riprendersi a livello nazionale, almeno secondo le previsioni, dovrebbe essere proprio quello turistico. All’Abd ci credono fermamente, visto che in un solo colpo hanno reintrodotto il volo di linea per Olbia, l’anno scorso sospeso, e inoltre hanno inserito in orario ben sei collegamenti va e vieni per le località marine. Si tratta di una meta estera ma vicina, Zara in Croazia, più cinque destinazioni nazionali, nel Sud Italia e nelle Isole. «I tour operator sono tornati a richiederle, il nostro servizio è molto apprezzato, la gente è contenta. Non vedo cosa si dovrebbe volere di più». È il commento del direttore dell’Abd, Mirko Kopfsguter, che spiega oltre: «Basti pensare alla coppia tipica che parte per le vacanze, con uno o due bimbi piccoli, le valige. Invece di raggiungere in auto Innsbruck, Monaco o Verona, si parte da Bolzano, con tutta calma, senza stress di code chilometriche e attese». Come specificano alla biglietteria di San Giacomo, il volo (di linea) per Olbia costa minino 301,73 euro, ma in media si arriva intorno ai 350 euro. Per i voli charter, ovviamente, si acquista il pacchetto in agenzia, e i prezzi sono eccessivamente diversificati per poterli sintetizzare in questa sede. Cinque dei sei charter vedono come tour operator la Aveo Tours, legata al gruppo bolzanino Athesia. Il sesto charter, per Tortolì, è invece in carico all’austriaca Christophorus Reisen.
 «Purtroppo gli aeromobili sono piccoli perché la pista non viene adeguata, per cui i soli voli costano ancora abbastanza cari. È come il gatto che si morde la coda». Lo spiega Cinzia De Mario, della Yes Travel, una delle tante agenzie che vendono i pacchetti con volo da Bolzano. Dalla nostra città, precisa, «si possono raggiungere i villaggi turistici di Capo Rizzuto, Costa Rey, Baia Samuele vicino a Ragusa, oppure i 4-5 stelle dei Falkensteiner (sudtirolesi) a Zara. Quest’anno c’è pure la possibilità di doppia vacanza in Sicilia, una settimana noleggiando l’auto e girando, una settimana in albergo». L’agente conclude così: «In media i bolzanini hanno l’idea che partire da Bolzano costi di più, ma non è vero».

La società: passeggeri in netto aumento


BOLZANO. L’aeroporto è ripartito. Per il terzo mese consecutivo il numero dei passeggeri è in crescita rispetto all’analogo dato dell’anno prima, nonostante il numero di voli sia rimasto quasi lo stesso. «La differenza - spiega il direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter - è che ora i voli per Roma sono quasi sempre pieni. Siamo tornati ai livelli di prima della crisi».
 Non per questo il bilancio della società che gestisce lo scalo sarà in attivo, ma l’Abd è comunque soddisfatta. Il settore aereo è stato tra i più colpiti dalla crisi economica. Anche una realtà piccola come Bolzano ha subìto conseguenze pesanti: Air Alps, la compagnia che opera sullo scalo di San Giacomo, prima ha cancellato il volo per Milano, poi ha dovuto chiedere il concordato preventivo, infine è stata praticamente costretta all’alleanza con la Welcome Air per garantirsi la sopravvivenza. Nel 2009 il calo dei passeggeri era stato molto pesante e il recupero di novembre e dicembre aveva solo attenuato la perdita sia in termini di movimenti aerei (decolli e atterraggi) che di passeggeri. Ma proprio il recupero avvenuto negli ultimi due mesi del 2009 aveva permesso ad Abd di guardare con ottimismo al 2010. E i primi dati del nuovo anno confermano il trend positivo. A gennaio si sono registrati 188 movimenti nazionali, ossia 94 collegamenti di andata e ritorno con Roma. Rispetto a dodici mesi prima, c’è stato un leggero aumento (pari al 3,3%), anche se i movimenti totali sono diminuiti, perché quelli di aviazione generale (i voli sportivi) sono calati dell’11,7%. Il dato positivo è quello relativo ai passeggeri. Già a dicembre sui voli da e per Roma era stato registrato un aumento del 27,7% rispetto allo stesso mese del 2008. A gennaio l’aumento è stato del 25,1% e per la prima volta da luglio 2009 è stata nuovamente superata la soglia dei 4.000 passeggeri mensili. Un anno fa, quelli sui voli nazionali a gennaio erano stati 3.348, mentre ora si è toccata quota 4.188. Nel 2008 i passeggeri erano stati più di 5.000, ma allora c’era ancora il volo per Milano. Engelbert Ritsch, presidente dell’Abd, è soddisfatto: «I bolzanini sono tornati a usare l’aereo, il volo per Roma è sempre pieno e questo ci permette di essere ottimisti per il futuro». Il direttore Kopfsguter conferma: «Siamo soddisfatti del recupero di questi mesi. Siamo tornati di nuovo ai livelli di prima della crisi. E il motivo è probabilmente da ricercare proprio nel fatto che la crisi sta lentamente passando. Abbiamo mantenuto lo stesso numero di voli, gli stessi aerei e gli stessi prezzi, quindi l’unica spiegazione che resta è che la gente torna a usare di più l’aereo. Sui voli per Roma ci sono soprattutto professionisti e dirigenti d’azienda, gente che va a lavorare nella capitale e che si deve muovere in fretta e per questo preferisce l’aereo agli altri mezzi di trasporto».

Alto Adige 8-3-10
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giovedì, 04 marzo 2010



Aeroporto, passeggeri in crescita del 25%




BOLZANO. L’aeroporto riparte. Per il terzo mese consecutivo il numero dei passeggeri è in crescita rispetto all’analogo dato dell’anno prima, e questo nonostante il numero dei voli sia rimasto quasi lo stesso. «La differenza - spiega il direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter - è che adesso i voli per Roma sono quasi sempre pieni, siamo tornati ai livelli di prima della crisi». Non per questo il bilancio della società che gestisce lo scalo bolzanino sarà in attivo, ma l’Abd è comunque soddisfatta.
 Il settore aereo è stato tra i più colpiti dalla crisi economica. Anche una realtà piccola come quella di Bolzano ha subito conseguenze pesanti: Air Alps, la compagnia che opera sullo scalo di San Giacomo, ha prima cancellato il volo per Milano, poi ha dovuto chiedere il concordato preventivo, infine è stata praticamente “costretta” all’alleanza con la Welcome Air per garantire la propria sopravvivenza. Nel 2009 il calo dei passeggeri è stato molto pesante e il recupero di novembre e dicembre ha solo attenuato la perdita in termini sia di movimenti aerei (decolli e atterraggi) ma soprattutto di passeggeri.
 Ma proprio il recupero avvenuto negli ultimi due mesi del 2009 aveva permesso ai vertici dell’Abd, la società provinciale che gestisce lo scalo aereo di San Giancomo, di guardare con ottimismo al 2010. E i primi dati del nuovo anno confermano il trend positivo. A gennaio sono stati registrati 188 movimenti nazionali, il che equivale a 94 collegamenti di andata e ritorno con Roma. Rispetto a dodici mesi prima, c’è stato un leggero aumento (pari al 3,3%), anche se i movimenti totali sono diminuiti perché quelli di aviazione generale (si tratta soprattutto dei voli sportivi) sono calati dell’11,7%.
 Il dato positivo è però quello relativo ai passeggeri. Già a dicembre sui voli da e per Roma era stato registrato un aumento del 27,7% rispetto allo stesso mese dell’anno prima. A gennaio l’aumento è stato del 25,1% e per la prima volta da luglio 2009 è stata nuovamente superata la soglia dei quattromila passeggeri mensili. Un anno fa i passeggeri sui voli nazionali a gennaio erano stati 3.348, mentre adesso è stata toccata quota 4.188. Nel 2008 i passeggeri erano stati più di cinquemila, ma allora c’era ancora il volo per Milano.
 Engelbert Ritsch, presidente dell’Abd, è soddisfatto: «I bolzanini sono tornati a usare l’aereo, il volo per Roma è sempre pieno e questo ci permette di essere ottimisti per il futuro». Il direttore Mirko Kopfsguter conferma: «Siamo molto soddisfatti del recupero che c’è stato in questi mesi. Siamo tornati di nuovo ai livelli di prima della crisi. E il motivo di questo aumento è da ricercare probabilmente proprio nel fatto che la crisi sta lentamente passando. Abbiamo mantenuto lo stesso numero di voli, gli stessi aerei e gli stessi prezzi, quindi l’unica spiegazione che resta è che la gente torna a usare di più l’aereo. Sui voli per Roma ci sono soprattutto professionisti e dirigenti d’azienda, gente che va a lavorare nella capitale e che si deve muovere in fretta e per questo preferisce l’aereo agli altri mezzi di trasporto. Evidentemente il servizio offerto dalla struttura viene apprezzato».

Ma sono diminuiti i voli sportivi

BOLZANO. Mentre i voli nazionali presentano numeri in crescita sia per quanto riguarda i movimenti sia per quanto riguarda i passeggeri, i voli di aviazione generale (tutti quelli per i quali non si paga un biglietto: a Bolzano si tratta sostanzialmente dei voli sportivi e privati) sono in diminuzione: a gennaio sono stati 521, l’11,7% in meno rispetto allo stesso mese del 200

La ripresa in cifre






Ottobre: l’ultimo calo Dopo un inizio anno drammatico con voli e passeggeri in fortissimo calo, ottobre 2009 si chiude ancora in rosso: sui voli nazionali i passeggeri sono 3.985, in diminuzione del 13,7% rispetto allo stesso mese del 2008. Novembre: lieve crescita Arrivano i primi segnali di crescita: a novembre i movimenti aerei salgono a 204 (+4,6%) e aumenta anche il numero di passeggeri rispetto allo stesso mese del 2008 (+4,9%). Dicembre: la ripartenza Dicembre è il mese della riscossa. I movimenti aerei salgono a 166 (+7,8% rispetto al 2008), ma soprattutto cresce il numero dei passeggeri che aumenta del 27,7% a 3.881. Gennaio: la conferma Il primo mese del 2010 conferma la ripartenza: i movimenti aerei restano pressoché invariati (+3,3% rispetto a gennaio 2009), ma i passeggeri crescono del 25,1% a 4.188.



Alto Adige 4-3-10
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giovedì, 25 febbraio 2010


Terza corsia, economia in pressing




MIRCO MARCHIODI


BOLZANO. Autobrennero, si lavora su due fronti. In Alto Adige continua il pressing dell’economia per la terza corsia, mentre a Roma i parlamentari regionali del centrodestra (Pdl e Lega Nord) hanno fatto approvare tre ordini del giorno in cui si impegna il governo a vincolare la concessione alla destinazione di parte degli utili per la realizzazione della nuova linea ferroviaria del Brennero. Esultano i deputati Michaela Biancofiore e Maurizio Fugatti, ma il presidente dell’Autobrennero Paolo Duiella spegne facili entusiasmi: «Gli ordini del giorno approvati in parlamento danno per scontato che si faccia la gara, mentre noi puntiamo ancora a una proroga della concessione».
 Gli imprenditori serrano le fila. Dopo Useb e Unione commercio, scendono in campo Assoimprenditori e albergatori. «La raggiungibilità dell’Alto Adige è fondamentale. In questo senso - afferma il presidente Christof Oberrauch - la realizzazione di una terza corsia almeno fino a Bolzano è una necessità, così come lo sono gli interventi per rendere più efficienti l’aeroporto e la linea ferroviaria». Rinforza questa posizione Michele Libori, responsabile di Assoimprenditori per la città di Bolzano: «Non si può fare a meno della terza corsia, almeno quella dinamica va fatta. Ci sono numerosi esempi che dimostrano che funziona, nei momenti di picco del traffico si utilizza anche lungo la circonvallazione di Monaco. Non capisco le critiche, perché ridurre le code e far attraversare le auto in minor tempo il tratto cittadino dell’autostrada porta soltanto vantaggi. E non è vero che si aumenta il traffico: l’unico effetto è che scorre più rapidamente». Interviene anche il direttivo dell’Hgv, l’associazione degli albergatori: «Parlare della sola autostrada è limitativo. La terza corsia è irrinunciabile, se si allarga l’autostrada il problema se usare o meno la corsia in giornate di traffico particolare non si pone neppure: si fa e basta. Ma ancor più importante - così il presidente Walter Meister - è il rilancio dell’aeroporto. Per farlo, devono poter atterrare a Bolzano aerei da 120 posti. Il tempo delle mezze decisioni è finito, è ora di porre le basi per garantire un futuro all’economia dell’Alto Adige».
 Mentre a Bolzano la discussione sulla terza corsia non si placa, a Roma andava in scena la discussione relativa al finanziamento trasversale. Il governo non ha accolto la richiesta del Pd di rinviare di un anno l’indizione della gara per la concessione, ma ha recepito tre ordini del giorno in cui si garantisce l’impegno a inserire il finanziamento trasversale nel bando di gara. «In questo modo - sostiene Michaela Biancofiore (Pdl) - si chiudono le sterili polemiche di questi giorni. Il finanziamento incrociato strada-ferrovia è assicurato proprio per soddisfare le attese dei territori attraversati dalla linea del Brennero». Sulla stessa linea Maurizio Fugatti: «Il governo si è impegnato ad inserire il finanziamento delle nuove tratte ferroviarie nel bando di gara». Ma proprio il riferimento al bando di gara preoccupa Duiella «Noi puntiamo ancora ad una proroga diretta della concessione».

Alto Adige 25-2-10
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martedì, 23 febbraio 2010

Terza corsia dinamica, l’Svp dice sì ma si spacca sull’utilizzo anti-code




BOLZANO. Tre ore di acceso dibattito all’interno della “Parteileitung”, il direttivo dell’Svp, non sono bastati a sanare la frattura tra l’ala economica e quella sociale. Tanto che alla fine della riunione il senatore Oskar Peterlini chiede un chiarimento che vada al di là della questione A22: «Dobbiamo capire dove vogliamo andare: i turisti arrivano in Alto Adige perché ci sono un aeroporto e un’autostrada più grandi o perché abbiamo un paesaggio ancora intatto?».
 Sul fronte autostrada, la richiesta avanzata da Michl Ebner e Thomas Widmann ha portato a un piccolo risultato: mentre fino ad ora l’allargamento della corsia di emergenza era previsto solo tra Verona Nord e Egna, l’Svp al completo si è detta d’accordo di arrivare fino a Bolzano. Per l’A22 non ci sono problemi: sia il presidente Paolo Duiella sia il direttore tecnico Carlo Costa hanno già fatto sapere che l’intervento è fattibile sia dal punto di vista tecnico che da quello finanziario.
 La Volkspartei però resta divisa su una questione di fondo: come potrà essere utilizzata la corsia di emergenza più larga? Le interpretazioni sono le più diverse. L’Obmann Richard Theiner: «La corsia d’emergenza è, appunto, una corsia di emergenza. Non è una terza corsia e non può essere utilizzata nemmeno in caso di troppo traffico». Il suo vice Thomas Widmann: «Non spetta a noi decidere come utilizzare la corsia di emergenza più larga. Se l’A22 pensa che in caso di forte intasamento si possa usare come corsia per il traffico autostradale, lo può fare». L’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer: «Parliamo di corsia di emergenza, non di una corsia utilizzabile dalle automobili». Il presidente della Provincia Luis Durnwalder: «La corsia di emergenza potrà essere utilizzata dalle auto solo in caso di incidenti o se ci sono dei cantieri, ma non se c’è tanto traffico sull’A22». Il deputato Siegfried Brugger: «Se la polizia stradale lo ritiene sicuro, la corsia di emergenza in determinati giorni dell’anno, ad esempio durante il mercatino di Natale, potrebbe essere utilizzata anche da parte delle auto». Chiusura con Peterlini: «L’importante è aver ribadito il no alla terza corsia. Per noi la corsia di emergenza non può essere utilizzata dal traffico normale, ma se decide la polizia...».
 Insomma, il quadro è tutt’altro che chiaro. L’ala economica un risultato minimo lo ha comunque portato a casa: l’allargamento della corsia di emergenza fino a Bolzano si farà. Quello che accadrà dopo, si vedrà. L’impressione è che poco prima delle elezioni la Volkspartei non voglia creare ulteriori polemiche che potrebbero danneggiarla in territori particolarmente sensibili al traffico come la Bassa Atesina o la Val d’Isarco. Ma è anche vero che una volta allargata la corsia di emergenza, sarà difficile impedire all’Autobrennero di utilizzarla come corsia dinamica in giornate (non più di una ventina all’anno) con traffico particolarmente sostenuto.

aeroporto

 Capitolo aeroporto. In questo caso la discussione è stata più tranquilla. La Volkspartei ha ribadito l’esito scaturito dalla mediazione. Punto primo: la pista non sarà allungata. Punto secondo: saranno fatti tutti gli interventi necessari per adeguare lo scalo alle normative di sicurezza (questo significa la realizzazione del nuovo terminal con la divisione tra area per cittadini Ue e area per cittadini extracomunitari, e, in un secondo momento, la costruzione degli hangar). Punto terzo: l’aeroporto deve crescere qualitativamente, diventando uno scalo regionale con collegamenti aggiuntivi a quello di Roma (si pensa a Francoforte e Zurigo) a prezzi abbordabili dai bolzanini. (mi.m.)

Alto Adige 23-2-10
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lunedì, 22 febbraio 2010




Widmann: «L’aeroporto in rete con una compagnia europea»


ATR 72-600


GIANCARLO ANSALONI

BOLZANO. Il tema delle infrastrutture sarà oggi all’ordine del giorno del direttivo Svp. E sullo scalo di San Giacomo l’assessore Widmann rilancia: «La struttura aeroportuale deve entrare in rete, ovvero collegarsi al circuito mondiale dei collegamenti aerei». Obiettivo: sfruttarne le potenzialità a fini turistici.
“Su Bolzano non vogliamo né voli charter né peraltro impossibili jumbo, vogliamo invece che il nostro aeroporto entri “in rete”, entri cioè nel circuito mondiale dei collegamenti aerei in modo che la nostra destinazione sia facilmente rintracciabile e raggiungibile”. Parola dell’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann. Da anni ormai l’aeroporto di Bolzano e la sua pista vengono bollati come la peggiore catastrofe ecologica che incomberebbe sulla Provincia. Non c’è movimento ecologico (e anche molti gruppi partitici) che ad ogni campagna elettorale non abbia messo fra le priorità un secco “no” allo scalo di San Giacomo.
 Ma 100-200 metri di pista in più sarebbero veramente così catastrofici come si vuol far credere?
 «Naturalmente sulla pista è stato montato un colossale bluff, è stato fatto dell’allarmismo del tutto inutile e fuori luogo - la pista oggi come oggi, non sarà allungata, punto e basta».
 Allora assessore, vuol dire che la giunta si arrende, niente pista più lunga e quindi niente turisti in charter, aerei più capaci e tariffe più economiche?
 «Nulla di tutto questo; l’aeroporto andrà avanti bene lo stesso con la pista attuale meglio di oggi, con una filosofia diversa, ma non nuova, sarà il futuro poi a decidere quale ulteriore eventuale sviluppo compatibile. Sia chiaro quindi che la pista non sarà allungata non per i timori di certi protezionisti e anche politici che su questo tema ci marciano alla grande, soprattutto in Bassa Atesina, sventolando il rischio che arrivino i jumbo. Lo spauracchio dei grossi jet è un bluff, perché anche con 2 mila metri di cemento non potrebbero mai atterrare per via delle sfavorevoli condizioni orografiche; l’atterraggio a Bolzano richiede già un addestramento particolare. La pista attuale coi suoi 1240 e passa metri ci basta così com’è ora».
 Quindi qui ci sarà spazio solo per aerei a turboelica vale a dire di capacità, non superiore ai 50-70 posti, cosa che ad esempio le compagnie charter non gradiscono, o no?
 «E’un’altra favola da sfatare: i voli charter non ci interessano, o non sono comunque una priorità, neppure per il turismo. Ma quanti albergatori, che giustamente invocano comunque un aeroporto efficiente, credete siano disposti a riservare costose stanze d’hotel da 3 a 5 stelle che siano, a metà prezzo pagando in più il 20-25% al tour operator. Non è questo tipo di clientela che cerchiamo, possiamo aspirare a livelli un po’ più alti».
 In sostanza, a che serve l’aeroporto?
 «Serve, come ho anticipato all’inizio, ad un obiettivo di più ampio respiro: vogliamo che Bolzano con il suo pur piccolo aeroporto entri nella rete mondiale del trasporto aereo. Mi spiego: oggi un qualsiasi viaggiatore americano, asiatico o australiano che volesse fare una vacanza in Alto Adige, per sciare o attratto proprio dalle Dolomiti patentate Unesco, non sa come orientarsi e le stesse agenzie di viaggio faticherebbero non poco a trovare la via più breve, anche in internet, semplicemente perché, supponiamo, cliccando su Dolomiti o su Bolzano difficilmente trovano indicazioni certe e dettagliate».
 E allora?
 «Il modo migliore è quello di far si che l’Airport Bolzano Dolomiti entri nel network mondiale dei voli, il che si potrebbe ottenere con una compagnia aerea media regionale od europea. Possibilmente appoggiata a un grande gruppo, tipo “Star Alliance” (Lufthansa, Austrian, Brussels etc.), o come Air Alps con Alitalia, Air France, Klm».
 In che modo pensate di arrivarci?
 «Con due bandi di concorso di portata europea: uno per volare ogni giorno su Francoforte e uno su Vienna, naturalmente intervenendo, se necessario con i cosiddetti oneri di servizio, cioè contribuendo economicamente, cosa regolarmente contemplata dalle normative europee e praticata da tutte le regioni».


Si punta su velivoli al massimo da 70 posti



Boeing Dash 8


 BOLZANO. I bandi di concorso prospettati dall’assessore Widmann puntano ad attirare l’interesse di compagnie in grado di assicurare normali voli di linea che, oltre a “propagandare” l’aeroporto bolzanino nel mondo, dovrebbero essere al servizio sì dei turisti, ma anche e soprattutto di chiunque debba spostarsi rapidamente dentro e fuori provincia, si tratti di altoatesini con interessi nel mondo, o residenti all’estero che vogliono rientrare periodicamente in patria; e non ultimi, anzi al contrario, manager, ricercatori, docenti universitari, studenti e quant’altri operano in settori chiave per lo sviluppo della provincia, personale da tutto il mondo di cui hanno disperatamente bisogno, sia i nostri centri di ricerca, sia le più grosse e avanzate imprese locali. Allo scopo sarebbero sufficienti aerei da 50- 70 posti al massimo, come gli Atr o i Dash, per i quali la pista “accorciata” non rappresenterebbe un problema: la relativa brevità dei tragitti, 6-800 chilometri, riduce il carico di carburante a vantaggio della disponibilità di posti, che potrebbero essere in parte ceduti a tariffa agevolata, cosa assai ardua oggi con i 31 posti dei Dornier 328 dell’Air Alps. Una volta avviati i nuovi voli, il periodo di collaudo potrebbe presentare opportunità ed esigenze nuove, quali migliore redditività con riduzione del deficit per l’Abd, più sicurezza per i diversi tipi di aerei (i turboelica sono a forte evoluzione tecnologica per ragioni di economia, dato il consumo pari ad un meno 30% rispetto ai jet) tali da richiedere ulteriori migliorie all’impianto, soprattutto da parte dell’Enac.
 Per ora è solo un’ipotesi che nessuno cita, ma fra le prescrizioni del genere potrebbe rientrare anche un allungamento della cosiddetta striscia di sicurezza in terriccio a sud (ora di 50 metri) o un sia pur limitato allungamento della pista d’asfalto, il che non dovrebbe né allarmare chicchessia, dal momento che gli aeromobili resteranno gli stessi. E’ auspicabile quindi non dover assistere ad ulteriori sceneggiate, anche per l’inquinamento, assodato che è allo 0,2 per cento del totale provinciale.
 Resta invece un’incognita: i voli per Roma garantiti fino al 2012 dall’Air Alps, saranno acquisiti dalla nuova proprietaria Welcome Air? Parteciperà ai bandi per le nuove destinazioni, considerato che opera a sua volta con gli stessi Dornier di Air Alps, cioè con soli 31 posti? (gi.ans)

Atterraggio lungo, troppi rischi

BOLZANO.  Tra le tante chiacchiere che si sentono in questo periodo sull’aeroporto di San Giacomo, una di queste riguarda l’arrivo per il ritiro pre-mondiale della nazionale di calcio germanica con un Boeing 727. Ipotesi smentita seccamente dall’assessore Thomas Widmann: «Non credo proprio a meno che non arrivi semivuoto; al massimo sarà uno “jumbolino” con un centinaio di posti. Anche per medi jet di linea c’è soprattutto il rischio dell’atterraggio cosiddetto lungo; se deve riprendere quota per ripetere la manovra rischia in pochi secondi di trovarsi davanti al muso il Catinaccio, non so se mi spiego».


GLI INVESTIMENTI

 BOLZANO. Inizieranno quest’anno i lavori per il nuovo terminal dell’aeroporto di Bolzano. I 6,5 milioni di euro saranno a carico della Provincia.



Alto Adige 22-2-10
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domenica, 21 febbraio 2010


Divisi anche sull’aeroporto



Sì al nuovo terminal, ma la pista resta «off-limits»

 BOLZANO. Autostrada, tunnel ferroviario del Brennero, aeroporto. Sono queste le grandi infrastrutture altoatesine. Di tutte e tre si discuterà domani durante il direttivo della Svp con l’ala economica che preme per rendere lo scalo bolzanino più attrattivo per le compagnie aeree. La discussione ruota attorno al potenziamento della struttura, anche se l’allungamento della pista resta un argomento tabù e trova un no diffuso all’interno del partito, ribadito dallo stesso Obmann Richard Theiner. «Ma se vogliamo restare competitivi, anche l’aeroporto deve funzionare per garantire la massima raggiungibilità dell’Alto Adige», è la linea del presidente della Camera di commercio Michl Ebner condivisa da tutti i rappresentanti delle categorie economiche. Dall’altra parte però ci sono altri interessi. Ad esempio quelli degli ambientalisti. Così Roman Zanon, presidente del Dachverband, che è contrario all’aeroporto e all’allargamento dell’autostrada: «Basta traffico. L’Alto Adige è arrivato al limite. Non si tratta di discutere di terza corsia effettiva o dinamica. Quello che serve è limitare il traffico». Nel frattempo, però, qualcosa si sta muovendo.
 L’aeroporto. Lo scalo di San Giacomo ha rischiato la chiusura in autunno, per via del referendum che chiedeva l’uscita della Provincia dalla società di gestione. Il referendum però è fallito per un soffio, e ora la Provincia pensa al rilancio. Approvati i lavori per la costruzione del nuovo terminal (quello attuale dev’essere adeguato alle normative di Schengen, che impongono aree separate per i cittadini Ue e non Ue) per una spesa di circa 7 milioni di euro. Resta invece congelata la costruzione degli hangar, mentre l’allungamento della pista per ora è escluso. Per convincere le compagnie aeree a volare su Bolzano resta così solo la carta delle sovvenzioni: i cosiddetti oneri di servizio vengono già pagati ad Air Alps per la tratta Bolzano-Roma e la Provincia intende inserire questa possibilità anche nei prossimi bandi di gara per le rotte verso nord (Francoforte e Zurigo).
 Il tunnel. Il 5 febbraio scorso sulla gazzetta ufficiale è stata pubblicata la delibera che definisce progetto e finanziamento del tunnel di base del Brennero. I dati: 55 chilometri di lunghezza tra Fortezza e Innsbruck e costo di 7,15 miliardi, divisi a metà (3,57 miliardi ciascuno) tra Austria e Italia. Previsti finanziamenti per 500 milioni di euro da parte dell’A22, circa 400 milioni attraverso un partenariato pubblico-privato e 233 milioni derivanti da un’eventuale tassazione sul traffico lungo l’A22 (attraverso l’applicazione della Eurovignette). La chiusura dei lavori è prevista entro il 2021. Proprio domani Ezio Facchin, l’amministratore delegato della Bbt, la società che gestisce la realizzazione del traforo, spiegherà in dettaglio l’intera operazione.
 L’autostrada. I lavori lungo l’autostrada sono concentrati a sud di Bolzano. Stanziato un importo di circa 750 milioni di euro per la realizzazione di una terza corsia da Verona in giù, mentre 140 milioni sono stati messi a disposizione per l’allargamento della corsia di emergenza (terza corsia dinamica) tra Verona Nord e Egna. La progettazione della terza corsia nel tratto veneto-emiliano sarà fatta in questi mesi, mentre i lavori per la terza corsia dinamica sono già iniziati e termineranno tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012. Previsti anche una serie di interventi minori (manutenzione di gallerie e ponti e realizzazione di barriere fonoassorbenti), ma anche opere non prettamente stradali come il centro polifunzionale che sorgerà nell’area ex dogana al Brennero o il centro per l’idrogeno che sorgerà a Bolzano Sud. (mi.m.)

Alto Adige 21-2-10
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giovedì, 18 febbraio 2010


A22, Theiner contro Widmann




MIRCO MARCHIODI




BOLZANO. Sulla terza corsia autostradale l’Svp si spacca a metà. Lunedì all’interno del direttivo si farà la conta, ma intanto si registra il primo scontro tra l’Obmann Theiner e il suo vice Widmann. Il presidente Durnwalder, appena tornato dal suo viaggio in Africa, cerca di mediare giocando sulle definizioni: «No ad una terza corsia vera e propria, sì a quella dinamica attraverso l’allargamento della corsia di emergenza». L’avanzata del presidente della Camera di commercio Michl Ebner che ha chiesto la realizzazione della terza corsia in A22 ha riacceso il dibattito tra l’ala economica e la sociale, che come per la discussione attorno all’ampliamento dell’aeroporto viene appoggiata dalla Bassa Atesina e dagli agricoltori. Il Pd sta con Durnwalder.
L’Obmann Richard Theiner ha accolto la richiesta del suo vice Thomas Widmann e di Rosa Thaler, capogruppo Svp in consiglio regionale. «Lunedì la questione sarà all’ordine del giorno nella riunione del direttivo», annuncia.
 Theiner, espressione degli Arbeitnehmer, nel frattempo però si schiera: «Il partito ha già preso una decisione in merito e lo ha fatto anche il consiglio provinciale. Il 21 maggio 2007 il direttivo della Svp ha approvato una risoluzione in cui si esprime a favore dello spostamento del traffico pesante dalla strada alla rotaia e contro una terza corsia lungo l’autostrada del Brennero. Una corsia aggiuntiva sicuramente non risolve il problema del traffico e non aiuta a ridurre le code nelle giornate di maggior afflusso. Piuttosto la società dell’A22 farebbe bene a pensare a come rendere più fluido l’ingresso e l’uscita ai caselli».
 Il no di Theiner alla terza corsia si somma a quelli della Bassa Atesina con in testa il senatore Oskar Peterlini e Rosa Thaler, e del “Landwirtschaftsausschuss”, l’ala del partito che fa riferimento agli agricoltori: «Siamo convinti - fa sapere il presidente del Bauernbund Leo Tiefenthaler - che grazie al tunnel del Brennero si potrà spostare il traffico pesante dall’autostrada alla ferrovia e che quindi un ampliamento dell’A22 non sia necessario». Si ricompone così la stessa alleanza interna al partito che già si era battuta contro l’ampliamento dell’aeroporto.
 E dall’altra parte, lo stesso schieramento che si era espresso a favore dell’aeroporto, è anche d’accordo con la proposta lanciata da Ebner: c’è l’ala economica rappresentata, oltre che da Widmann, anche da altri esponenti di spicco del partito come l’avvocato Gerhard Brandstätter e ci sono le categorie economiche con in testa l’unione degli albergatori capeggiata da Walter Meister e l’associazione degli imprenditori presieduta da Christof Oberrauch, senza dimenticare lo stesso Ebner. A livello territoriale, al no della Bassa Atesina si aggiunge quello della val d’Isarco («sì al tunnel di base e alle tratte di accesso, no alla terza corsia», afferma l’assessore provinciale Sabina Kasslatter-Mur), mentre a Bolzano gli assessori della Svp (compreso Klaus Ladinser, candidato principe alle prossime comunali) hanno votato a favore del documento dell’Udc che chiede la terza corsia dinamica fino a Bolzano.

L’AUTOSTRADA E’ STRATEGICA

ENRICO VALENTINELLI / * GIÀ PRESIDENTE / DI ASSOIMPRENDITORI / ALTO ADIGE /



Un sistema infrastrutturale adeguato e’ il presupposto essenziale per lo sviluppo economico e sociale di qualsiasi territorio. La collocazione geografica della nostra provincia, pur avendo dei vantaggi, ha per contro una conformazione di territorio di montagna che impone delle limitazioni per una dotazione ottimale di infrastrutture stradali e ferroviarie e questo comporta un gap competitivo delle nostre imprese che si traduce in disefficienze e maggiori costi di trasporto. Una recente indagine di Unioncamere sulla situazione infrastrutturale del trasporto evidenzia un deficit dell’Alto Adige posizionandolo all’ 81° posto rispetto all oltre cento province italiane. Per le tre tipologie di infrastrutture di trasporto: aeroporto, strada e ferrovia l’Alto Adige ottiene dei punteggi molto modesti; il posizionamento migliore spetta alla ferrovia al 54° posto, il distacco e’ maggiore per per quanto riguarda la dotazione di rete stradale che colloca la nostra Provincia al 64° posizione. L’indice peggiore spetta all’aeroporto che ci vede al 94° posto in Italia e questo per la ridotta capacita’ dello scalo.

Per dare il giusto peso alle infrastrutture di trasporto in Alto Adige è utile richiamare il sondaggio fatto dall’ IRE (Ist.ricerche Econ. della ccia) su un campione di 1200 imprese locali:
 l’ 85% degli imprenditori giudicano l’autostrada del Brennero l’arteria più importante per la loro impresa, seguono in ordine di importanza la MeBo,la strada della Val Pusteria e la strada della Val Venosta.
 Risultato inatteso per l’aeroporto che è ritenuto più importante della ferrovia.
A livello di settore le valutazioni si differenziano: l’autostrada del Brennero è ritenuta importante per industria, commercio all’ingrosso e cooperative agricole; la ferrovia e l’aeroporto sono invece ritenute prioritari per il settore turistico. Non possiamo peraltro non considerare come questi argomenti impattano, forse per carenza di informazione, sull’opinione pubblica che tendenzialmente associa il traffico allo stess, all’inquinamento enon vede l’altra parte della medaglia quale sinonimo di attività economica e commerciale indispensabile per lo sviluppo ed il benessere: un’economia senza traffico è un’economia morta e senza futuro.
 La risposta ai problemi suesposti sta nella capacità e concreta possibilità delle nuove tecnologie di potenziare le infrastrutture esistenti e future migliorando nel contempo la sostenibilità ambientale, il confort e la sicurezza;l’opportunità può esserci offerta da un ipotetico ma possibile accordo sinergico a livello regionale con la A22 e centri di ricerca del settore automotiv per sviluppare un sistema di mobilità impostato sull’impiego di combustibili ad emissioni tendenti a zero e ricavati da fonti rinnovabili, tutto ciò consente nel contempo lo sviluppo di eccellenze imprenditoriali locali posizionando l’autostrada del Brennero al vertice di una innovazione tecnologica unica e senza precedenti a livello mondiale.

Il Pd: no all’allargamento dell’arteria


 BOLZANO. Il Pd dell’Alto Adige in una nota si allinea completamente alla posizione del presidente della Provincia Luis Durnwalder: sì alla terza corsia dinamica, no ad un allargamento dell’A22. «Il Partito Democratico si dice contrario alla realizzazione della terza corsia dell’autostrada del Brennero». Così la nota diffusa dalla segreteria del partito: «Se si parla di terza corsia dinamica il Pd valuta con interesse questa realizzazione, già in atto fino ad Egna, in quanto inciderà positivamente sui grandi flussi di traffico nei periodi “caldi” dell’anno, facendoli defluire meglio».
 Secondo il Pd, invece, «una terza corsia vera e propria, oltre a sottrarre porzione di territorio, induce perplessità rispetto ai costi e all’utilità della stessa opera». Il Pd «ribadisce la richiesta all’Autostrada del Brennero di spostare in galleria il tratto dell’A22 che attraversa Bolzano».
 Anche l’assessore provinciale Roberto Bizzo si dice favorevole alla terza corsia dinamica fino a Bolzano: «Le infrastrutture sono uno strumento fondamentale per garantire lo sviluppo economico dell’Alto Adige. Quindi il miglioramento della viabilità lungo l’autostrada del Brennero non può che essere valutato in maniera positiva. Però dev’essere chiara una cosa: le scelte strategiche non devono essere imposte, ma concordate con il territorio. Nel caso concreto, va sicuramente bene un intervento che migliori la qualità della vita per l’Alto Adige, mentre non possiamo essere d’accordo se la terza corsia porterà ulteriore traffico e disturbo».
 L’assessore provinciale all’innovazione e al lavoro affronta poi il nodo dell’attraversamento dei centri cittadini: «Bisogna pensare a uno sviluppo complessivo dell’autostrada. Per la città di Bolzano - afferma Bizzo - diventa fondamentale lo spostamento del tracciato autostradale in galleria. L’incapsulamento è una soluzione forse meno costosa, ma lo spostamento è sicuramente l’opzione migliore».



«L’ala economica va all’attacco per andare al potere nel partito»


 BOLZANO. «Nelle proposte del presidente della Camera di commercio Michl Ebner si nasconde un totale via libera alla corrente economica della Svp per la presa del potere nel partito nell’era post-Durnwalder». Lo sostiene il consigliere provinciale dei Verdi, Riccardo Dello Sbarba. Contro il potenziamento dell’autostrada, l’esponente verde cita anche «uno studio dell’istituto di ricerca economica della stessa Camera di commercio, secondo cui gli imprenditori altoatesini considerano soddisfacenti i collegamenti di transito dell’Alto Adige: potenziare l’A22 è quindi inutile».


«Più importante lo spostamento del tracciato dell’A22 in galleria»


BOLZANO. Per Sinistra Ecologia e Libertà la proposta di realizzare la terza corsia dell’A22 «è espressione di una concezione vecchia e inadeguata dello sviluppo della nostra terra». Secondo Guido Margheri, «altre sono le priorità su cui investire le risorse dell’A22, a cominciare dal progetto di spostamento del tracciato autostradale in galleria. Anche i presunti vantaggi in temini economici della realizzazione della terza corsia sono, di fatto, inesistenti, sia sul versante della modernizzazione del sistema delle infrastrutture, sia sul versante delle ricadute sul sistema economico».


Ok al finanziamento trasversale per sostenere il tunnel di base


BOLZANO. Pubblicata sulla gazzetta ufficiale del 5 febbraio la delibera che approva definitivamente il progetto del tunnel di base del Brennero e ne disciplina il fabbisogno finanziario. Il costo stimato è di 7,15 miliardi, che per metà (3,57 miliardi) sono a carico dell’Italia.
 Per coprire il fabbisogno finanziario, la delibera approvata dalla Corte dei Conti fa esplicito riferimento agli accantonamenti degli utili da parte dell’A22 (550 milioni di euro), oltre che alla possibilità del finanziamento trasversale attraverso la tassazione del traffico autostradale (l’entrata stimata è di 233 milioni).






Alto Adige 18-2-10


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martedì, 16 febbraio 2010


Ebner: facciamo la terza corsia



BOLZANO. Per Michl Ebner è arrivato il tempo delle scelte: «Serve coraggio», dice il presidente della Camera di commercio. Serve coraggio da parte di cittadini e imprese, «che devono smettere di chiedere tutto alla mano pubblica e assumersi maggiori responsabilità», ma serve coraggio soprattutto alla politica: «La Provincia ha lavorato bene, ma spesso non è riuscita a farlo capire. Ora c’è bisogno di scelte forti: la crisi è pesante, l’aspirina non basta per guarire da una malattia grave». Quando parla di scelte forti, Ebner ha bene in mente le priorità. Punto numero uno: le infrastrutture. «Terza corsia lungo l’A22, aeroporto che funzioni e tunnel di base del Brennero: siamo già svantaggiati rispetto ad altre regioni europee, il giorno che non saremo più raggiungibili non potremo più competere sul mercato». Punto numero due: la burocrazia. «Non basta qualche taglio qua e là, bisogna intervenire con l’ascia. La pubblica amministrazione deve introdurre il principio del silenzio-assenso perché solo così si possono abbattere i tempi delle procedure». Punto numero tre: le sfide dell’economia. «Innovazione ed esportazioni. Per vincere la prima serve una legge provinciale che funzioni meglio di quella attuale, troppo ingessata e bloccata dai tempi della burocrazia. Per aumentare l’export invece serve un cambio di mentalità da parte delle imprese: bisogna fare rete, pensare alle cooperazioni e abbandonare gli individualismi». Infine uno sguardo alla zona produttiva di Bolzano: «L’industria pesante sopravviverà solo se riuscirà a aumentare l’apporto della tecnologia».

di Mirco Marchiodi
 Presidente Ebner, l’economia altoatesina si sta riprendendo?
 
«Stiamo meglio dei nostri vicini, ma peggio di quello che auspichiamo. Per fortuna rispetto ad altre realtà la nostra autonomia ci permette di reagire prima e meglio».
 La Provincia ha fatto tutto il possibile?
 
«La Provincia ha lavorato bene, ma non è riuscita a spiegarlo in modo abbastanza chiaro. Però adesso è arrivato il momento di cambiare mentalità».
 È quello che ha detto anche il presidente di Assoimprenditori Oberrauch. Cosa intende per cambio di mentalità?
 
«Oggi per qualsiasi cosa si chiede l’intervento pubblico. Al centro non c’è più il singolo, si cerca sempre di delegare le proprie responsabilità al pubblico. Questo però è sbagliato: la nostra società non deve essere completamente assistita, serve molta più autogestione».
 Quindi serve più libertà di manovra per imprese e privati?
 
«Non sono per un liberalismo sfrenato. Non siamo tutti campioni olimpici, nella nostra società ci sono anche dei perdenti e dobbiamo vedere anche loro. Un’economia che guarda al sociale è giusta, ma una certa deregulation è necessaria. Da una parte l’ente pubblico deve privatizzare quello che non è necessario, dall’altra la popolazione deve rispondere assumendosi più responsabilità».
 La Provincia sembra andare nella direzione opposta: gli enti si moltiplicano e il ruolo come imprenditore è sempre più forte...
 
«Partiamo dal primo aspetto. È vero, abbiamo il Tis, l’Eurac, l’università, il centro ricerca Laimburg. Idee tutte positive, ma ora devono iniziare a convergere. In un periodo di ridimensionamento delle risorse è necessario trovare dei momenti di coesione».
 La Provincia imprenditrice: l’ultimo esempio è quello dell’energia...
 
«La creazione della Sel è stata una scelta giusta. La Provincia però deve capire che i vantaggi devono essere di tutti, compresi i comuni e la popolazione. Non deve decidere la giunta da sola».
 Altro punto di scontro è l’aeroporto. In queste condizioni serve davvero all’economia?
 
«A lungo andare non si potrà continuare così. O lo si fa funzionare come si deve, anche senza grossi interventi, o ci si continuerà sempre a dividere per questa struttura».
 Una struttura che serve?
 
«Assolutamente sì. Penso alla MeBo, alle tante polemiche dell’epoca. E oggi nessuno potrebbe immaginarsi una viabilità senza la superstrada Bolzano-Merano. Stessa cosa per il tunnel del Brennero. In tutta Europa ci invidiano un’opera all’avanguardia, qui parti della popolazione la contesta per un impatto ambientale non grave e comunque temporaneo».
 Quanto soffre l’Alto Adige per colpa del ritardo nelle infrastrutture?
 
«Siamo molto svantaggiati, a livello europeo siamo al 149º posto su 192 regioni. Ma la raggiungibilità è tutto. Chi dice di no a certi interventi fa solo una battaglia politica, ma il buon senso ci dice che sono necessari. L’A22 è un collo di bottiglia: il giorno in cui i turisti dovranno aspettare troppo a lungo in coda, non arriveranno più. E con le merci sarà lo stesso. Giustamente chiediamo che le strade arrivino fino all’ultimo dei nostri masi, come possiamo pensare di non far defluire merci e turisti attraverso un’autostrada che funziona? In questo senso la terza corsia è necessaria».
 Semplificazione burocratica: lei ha più di trent’anni di esperienza politica alle spalle, crede che si possa davvero snellire la macchina amministrativa?
 
«Sì, ma servono scelte coraggiose. Quando un paziente ha una malattia grave, non lo si cura con l’aspirina. Qui va fatto lo stesso discorso. Non basta qualche taglio qua e là, bisogna intervenire con l’ascia. La vera rivoluzione si chiama silenzio-assenso. Solo così si possono ridurre i tempi e dare delle risposte certe agli imprenditori».
 Innovazione ed export: come recuperare?
 
«Puntando sulla cooperazione tra le imprese. È questo che chiede alle nostre aziende: essere meno individualiste e cercare i punti di contatto. Noi come Camera di commercio quest’anno punteremo moltissimo su questo aspetto».

Alto Adige 16-2-10
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domenica, 14 febbraio 2010


Controlli aeroporto, i vigilantes prendono il posto della polizia




GIANCARLO ANSALONI

BOLZANO. Cambio della guardia all’aeroporto: da venerdì il controllo sui passeggeri e i bagagli all’imbarco è affidato a una società privata di vigilanza, pur restando la supervisione della polizia sul servizio di polizia giudiziaria.
 Con questo servizio l’aeroporto si adegua alla normativa nazionale, in vigore già da qualche anno in quasi tutti gli scali italiani. Inoltre, l’affidamento al servizio privatizzato mira al recupero di un notevole numero di effettivi della polizia per altri servizi istituzionali. In secondo luogo va sottolineato che questa operazione coincide con l’avvio dei lavori per la ristrutturazione della stazione aeroportuale, che ha già comportato lo spostamento delle attrezzatura di controllo in un prefabbricato a lato della palazzina attuale, attorno alla quale fra qualche settimana si innalzeranno le impalcature per l’elevazione del fabbricato viaggiatori che va adeguato alle normative europee che prescrivono, fra l’altro, la separazione allo sbarco e imbarco, dei passeggeri Ue dagli extra europei.
 Il servizio di controllo è affidato ora alla Citypol Alto Adige di Bolzano, che dal primo gennaio è entrata nel gruppo facente capo alla North East Services s.p.a. con sede legale a Treviso.
 «La nostra società», spiega il direttore tecnico della North East, Massimo Compiano con accanto l’amministratore delegato della Citypolice Maurizio Leonardi, «svolge da anni questo servizio nel Triveneto, in particolare negli aeroporti di Venezia e Treviso, forte ormai di una collaudata esperienza trasmessa pari pari alla società altoatesina. Questo ci ha consentito di vincere il concorso bandito dall’Abd, battendo un’agguerrita concorrenza».
 L’avvicendamento è avvenuto venerdì mattina con la partenza del primo volo per Roma, quando tre guardie giurate della Citypol hanno preso il posto di altrettanti agenti al «portale elettronico», al nastro del metal detector e al controllo diretto sulle persone, sui bagagli e sugli oggetti personali. Il tutto comunque sempre sotto la supervisione di due poliziotti pronti a intervenire per casi imprevisti, sospetti, controllo documenti, ordine pubblico o emergenze.
 «Il nostro servizio», chiarisce l’ad Leonardi, «viene svolto da sette addetti, tutti bilingui più una conoscenza scolastica dell’inglese, che si avvicendano a gruppi di tre in due turni: dalle 5.30 alle 10.30 e dalle 14,30 alle 19.30; ma c’è anche la possibilità di straordinari, per esempio nel caso di voli charter. L’affidamento del servizio, che prevede un anno di prova, ha comportato un grande sforzo economico da parte della nostra società e molto impegno per il personale che ha dovuto seguire un lungo e difficile iter di addestramento per ottenere la certificazione Enac di addetti alla sicurezza aeroportuale. Per avere un idea dell’impegno richiesto, basti citare i test psichici e attitudinali, esami clinici, 80-100 ore di corso con istruttori Enac e insegnanti specializzati nella prevenzione di atti di interferenza illecita contro l’aviazione civile (praticamente un addestramento contro il rischio sabotaggi o terrorismo, ndr) sempre sotto la giurisdizione comunque degli agenti. Inoltre, pratica al fianco della polizia di frontiera, prove nell’aeroporto di Verona fino all’esame di finale di abilitazione».


Alto Adige 14-2-10
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mercoledì, 03 febbraio 2010

Aeroporto di San Giacomo: Voli, appello al ministro



BOLZANO. Prosegue il pressing del deputato Giorgio Holzmann (Pdl) per la modifica delle procedure di avvicinamento all’aeroporto di Bolzano. Ieri ha depositato alla Camera tre interrogazioni. Holzmann ricorda che le procedure di avvicinamento «sono piuttosto restrittive, al punto da limitare fortemente la possibilità di arrivo di charter, a causa dei vincoli imposti al preventivo addestramento dei piloti». La società Abd ha presentato una richiesta di modifica, ma «pur avendo ottenuto, in linea di massima, una prima validazione dall’Enac, da un anno la Abd attende che venga convocato un tavolo tecnico tra Enac ed Enav». Dalle interrogazioni emerge anche una curiosità: secondo le informazioni raccolte, il 2 per cento dei bagagli della tratta Bolzano-Roma vengono smarriti a Fiumicino. «Troppi, considerato che la maggior parte dei passeggeri ha Roma come ultima destinazione e non come scalo di transito».


Alto Adige 3-2-10
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martedì, 02 febbraio 2010




L’ampliamento dell’aeroporto è una beffa per Casanova



 Chi ringrazieranno i sudtirolesi alle prossime elezioni sapendo che hanno deciso di ampliare il Terminal dello scalo aereo bolzanino per dividere i passeggeri comunitari da quelli non, preannunciando quindi un cospicuo aumento del traffico di lunga tratta?
Chi voteranno gli altoatesini di lingua italiana, quelli che hanno snobbato il referendum ascoltando “re” Luis e “Yeti” Messner che dall’ alto del palazzo e del castello li proteggono, quando sapranno che con le loro tasse di lavoratori si tappezzeranno i tetti dell’aeroporto con un mega impianto fotovoltaico, mentre i tetti del loro quartiere Casanova, fiore all’occhiello ecologico del progettista, hanno dovuto rinunciare all’ energia solare optando per il teleriscaldamento dal vicino cancrovalorizzatore, pardon inceneritore?
 Quei preannunciati pannelli solari sul tetto dell’ aeroporto non sono forse la solita faccia pulita, il finto spirito ecologico che indora, anche in alto Adige sempre più spesso, scelte economiche a favore di pochi con i soldi della collettività e i danni ecologici connessi?
Cosa penseranno i cittadini di Bolzano quando robusti aerei faranno lo slalom fra le torri di 50 metri della Salewa, della Hafner e dell’inceneritore, in barba alla lunga e faticosa mediazione che aveva promesso trasparenza e considerazione dei vari portatori d’ interessi?
M.Teresa Fortini BOLZANO

Alto Adige 2-2-10
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sabato, 30 gennaio 2010


Aeroporto, via libera al nuovo terminal Costerà 4,26 milioni



BOLZANO. L’aerostazione di Bolzano deve essere ampliata. La relativa delibera è stata approvata dal cda dell’Abd. Da parecchio tempo si sapeva che per ragioni normative si erano resi necessari lavori di adeguamento al terminal. Dopo il superamento di diversi ostacoli burocratici, ora il consiglio di amministrazione ha potuto dare via libera all’inizio dei lavori.
 L’ampliamento verrà realizzato verso la pista di atterraggio e l’edificio verrà integrato nella struttura esistente. In questo modo non saranno impiegati ulteriori terreni. Per il presidente Engelbert Ritsch i lavori di costruzione dell’importo di 4,26 milioni sono adeguamenti necessari: «Attualmente le misure di sicurezza previste non vengono rispettate. Lo scalo non è conforme alla normativa europea in vigore. All’aeroporto al momento non sono disponibili aree di sicurezza separati per passeggeri Schengen e non-Schengen».
 Ritsch confida nella comprensione dei passeggeri e dei clienti dell’aeroporto durante i lavori di costruzione, che secondo quanto pianificato saranno conclusi in autunno inoltrato. Con piacere si è preso atto in aeroporto che la gara è stata vinta da una ditta sudtirolese. Nel frattempo all’aeroporto sono anche iniziati i lavori per la realizzazione di un impianto fotovoltaico.


Alto Adige 30-1-10
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mercoledì, 27 gennaio 2010



Ok dalla giunta al piano di rischio aeroportuale




BOLZANO. La giunta comunale ha approvato, nella seduta di ieri, il Piano rischio aeroportuale con alcune modifiche presentate dall’assessore all’urbanistica Chiara Pasquali. Il Piano contiene misure di sicurezza adottate su richiesta dell’Enac che si traducono, a livello urbanistico, in limitazioni.
 In sostanza, man mano che ci si avvicina all’aeroporto, aumentano i limiti imposti alle nuove costruzioni e particolare attenzione viene riservata alle altezze degli edifici.
 Proprio per questo, nel testo approvato ieri dalla giunta sono state inserite “ulteriori modifiche per quanto riguarda la possibilità di variare la destinazione urbanistica e d’uso dell’area di proprietà comunale, attuale sede del macello civico, dell’area destinata alla creazione del polo tecnologico, lo spostamento dell’asilo aziendale dalla zona di rischio A alla zona di rischio B”. Il piano così modificato sarà sottoposto al parere preventivo dell’Enac prima di essere adottato dal consiglio comunale.
 L’assessore Pasquali è stata delegata ad avviare un confronto interlocutorio con l’Enac supportata in questo dal referente per le problematiche aeroportuali Emilio Corea. Restando in tema di volo, la giunta comunale ieri ha concesso il patrocinio alla manifestazione Fun&Fly, in programma l’11 e il 13 febbario nell’ambito della manifestazione Carnevale 2010 nel cielo di Bolzano. Protagonista dei voli acrobatici, come lo scorso anno, il pilota bolzanino Corea.

Alto Adige 27-1-10



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giovedì, 21 gennaio 2010



Via libera alle torri Hafner e Salewa


torre Hafner


torre salewa

Ieri è arrivato il nullaosta dell’Enac: non sono pericolose per l’aeroporto  


MIRCO MARCHIODI


 BOLZANO. L’Enac ieri ha dato il via libera alla costruzione delle due torri Hafner e Salewa. Alte entrambe cinquanta metri, per poter essere realizzate necessitavano del nulla osta dell’ente per l’aviazione civile a causa della vicinanza dell’aeroporto. È stata la Business Location Südtirol a portare avanti le trattative a Roma per i due imprenditori Heinrich Hafner e Heiner Oberrauch: «Finalmente - commenta soddisfatto il direttore della Bls Ulrich Stofner - è arrivato l’ok. Questo significa che ora i lavori potranno iniziare». E significa anche che Bolzano crescerà verso l’alto: oggi l’edificio più alto della città è il campanile del Duomo con i suoi 62 metri. Poi c’è la «City-Tower», alto 45 metri, in fase di realizzazione in via Macello ai Piani, di fronte al «Cineplexx». Ma una volta che saranno state erette, la torre Salewa in via Einstein e la torre Hafner in via Negrelli la supereranno entrambe. Ma l’importanza è anche economica, come sottolinea l’assessore provinciale all’industria Thomas Widmann: «Finalmente anche l’ultimo ostacolo è stato superato, gli imprenditori locali possono investire e far crescere le loro aziende. Si tratta di un passo decisivo, in particolare il progetto Salewa è molto importante per lo sviluppo economico della provincia. Il complesso in via Einstein per Bolzano sarà un bellissimo biglietto da visita, una porta d’ingresso al capoluogo».
 La «torre del vento». Il progetto per la nuova sede della ditta Hafner in via Negrelli è firmato dall’architetto bolzanino Fabio Rossa. Ospiterà la nuova sede della ditta Hafner, specializzata nella gestione di impianti per lo smaltimento dei rifiuti e nelle energie rinnovabili. Proprio a questo settore sarà legata una delle particolarità dell’edificio: accanto all’impianto fotovoltaico che fornirà tutta l’energia necessaria al complesso, saranno sfruttati anche il vento e l’acqua. Da qui il nome di «torre del vento». Sull’area ex Magnesio dovrebbe sorgere anche un impianto sperimentale che ricava combustibile dal legno unito a materiali come cartoni o tessuti.
 Il «cristallo nella rocca». Dopo un apposito concorso a inviti, nel 2007 la Salewa, azienda del gruppo Oberalp, ha scelto il progetto dello studio di architettura Cino Zucchi per la sua nuova sede nella zona di espansione oltre via Einstein, poco lontano dal casello autostradale di Bolzano Sud. L’immagine che viene richiamata è quella di un cristallo nella rocca. Si estenderà su una superficie di duemila metri quadrati e tra le particolarità, oltre alla torre di 50 metri, c’è la realizzazione della più grande palestra di roccia d’Italia. Per il momento è stato accantonato il progetto di inserire anche un albergo, ma il titolare della Oberalp Heiner Oberrauch ha già assicurato che si tratta solo di un rinvio. L’investimento preventivato è di 5 milioni. I lavori sono iniziati lo scorso autunno (l’unico dubbio riguardava proprio la torre): entro il 2011 si attende il completamento dell’opera.
 La «City-Tower». Sarà invece realizzata entro la fine di quest’anno - forse già per settembre - la City Tower di via Macello. Lo “scheletro” dell’edificio è già pronto da alcune settimane e in questi giorni si sta completando la copertura esterna in vetro. La torre progettata dall’architetto Roberto Nicoli ha un volume di 30 mila metri cubi (a cui ne vanno aggiunti altrettanti sotto terra), rispetta gli standard CasaClima A ed è alta 45 metri ed è di proprietà della Hypo Tirol Bank Italia. Ospiterà degli uffici (in buona parte sono già stati venduti) e sotto terra troveranno spazio anche due piani per un parcheggio interrato.

Alto Adige 21-1-10
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martedì, 19 gennaio 2010

Aeroporto di Bolzano, passeggeri in calo del 16%



Kopfsguter (Abd): colpa dell’addio dei charter, ormai vanno tutti a Verona

MIRCO MARCHIODI


 BOLZANO. Aumentano i voli, ma diminuiscono i passeggeri. L’aeroporto di Bolzano chiude il 2009 con 15 mila movimenti (decolli e atterraggi) e 60 mila passeggeri. Il primo dato è in crescita dell’1,9% grazie al maggior numero di voli sportivi, il secondo è in calo del 16%: colpa della crisi di Air Alps ma soprattutto dall’abbandono dei voli charter. «I tour operator dei Paesi del nord scelgono ormai tutti Verona, perché possono usare aerei più grandi», si rammarica il direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter.
 L’aeroporto di Bolzano torna indietro di cinque anni. Nel 2004 i passeggeri erano stati 57 mila, il dato del 2009 supera appena i 60 mila. Lontano il record di 83 mila passeggeri del 2007, quasi un’utopia il traguardo dei 300 mila che qualche anno fa era stato indicato come numero minimo per raggiungere il pareggio di bilancio. Il direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter spiega che la struttura funziona («nel 2009 solo 2 voli hanno subito ritardi a causa di inefficienze dell’aeroporto»), ma che con una pista a «mezzo servizio» più di così non si può fare. Se a tutto questo si aggiunge la crisi economica e quella di Air Alps nello specifico, ecco spiegato il meno 16% registrato nel numero di passeggeri. Va detto che nel 2008 (anche se solo fino a marzo) Air Alps operava anche su Milano Malpensa, «ma il vero problema - spiega Kopfsguter - è che sono spariti i charter invernali». L’anno scorso i voli da Inghilterra e Germania del Nord avevano portato centinaia di turisti sulle piste da sci. «Quest’anno - dice il direttore dell’Abd - sono tutti andati a Verona, perché lì possono atterrare aerei da cento e più posti e quindi il prezzo per passeggero è minore. Un peccato per noi, ma soprattutto per il nostro turismo. Se l’anno scorso la destinazione finale per tutti coloro che arrivavano a Bolzano era qualche località di montagna in Alto Adige, chi atterra a Verona può fermarsi anche a Madonna di Campiglio o Marilleva». La buona notizia è che nonostante tutti i problemi, il numero dei passeggeri è tornato leggermente a salire a novembre e dicembre, dopo che tutti gli altri mesi del 2009 hanno fatto registrare cali consistenti. Tra tanti segni meno, spicca il più 6,3% dei movimenti dell’aviazione generale: si tratta di tutti quei voli per i quali non si paga il biglietto, sostanzialmente i voli sportivi.
 Nel frattempo, a breve dovrebbero iniziare i lavori per gli hangar e il nuovo terminal: si tratta di interventi in programma da anni, ma che non sono mai iniziati. Ora la Provincia ha deciso di dare un’accelerata. È già stato messo in preventivo un finanziamento di circa sette milioni di euro.

Alto Adige 19-1-10



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mercoledì, 06 gennaio 2010

Hangar, no ai contributi


BOLZANO. Ricorso al Tar della Fri-El Green Power (Gostner) contro la richiesta del Comune di 65 mila euro a titolo di contributo di concessione per l’hangar in fase di costruzione all’aeroporto di San Giacomo. Prosegue dunque il braccio di ferro iniziato, in estate, con l’avvio dei lavori subito bloccati dal Comune, in quanto mancava la concessione edilizia. Alla fine però, il cantiere era ripartito, in quanto si considerò l’opera non di interesse privato ma di interesse pubblico e quindi sufficiente l’intesa tra il presidente della Provincia Luis Durnwalder e l’Enac. Fermo però restando il pagamento dei contributi di concessione per la costruzione dell’hangar.
 La Fri-El Green Power ritiene invece che i 65 mila euro richiesti dal Comune non siano dovuti. Di qua il ricorso, presentato ieri ai giudici del Tribunale amministrativo regionale, con cui si chiede l’annullamento dell’atto. L’udienza davanti al Tar non è ancora stata fissata. La decisione si conoscerà nelle prossime settimane.


Alto adige 6-1-10
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martedì, 05 gennaio 2010



Aeroporto : Arrivano hangar e nuovo terminal.  7 milioni per i lavori




MIRCO MARCHIODI

BOLZANO. Inizieranno quest’anno i lavori per i due hangar e il nuovo terminal dell’aeroporto di Bolzano. Lo ha assicurato il presidente della Provincia Luis Durnwalder, che ieri ha incontrato i vertici del Welcome Air Group, la compagnia nata dall’integrazione di Air Alps nella tirolese Welcome Air. Assieme ai nuovi soci è stato discussa anche la possibilità di aggiungere nuovi collegamenti a quello per Roma. Accanto a quelli verso Vienna e Francoforte (a questo proposito la Provincia sta facendo eseguire un’indagine di mercato), prende quota il collegamento verso Zurigo, anche perché la Welcome Air è controllata da una società svizzera, il Lions Air Group.
 Nell’incontro che si è tenuto ieri a Palazzo Widmann si è discusso in particolare degli interventi necessari per il nuovo scalo. «Si tratta in primo luogo di investire in strutture di sicurezza, di adeguare il terminal alle norme del trattato di Schengen e quindi di creare due punti di controllo distinti per i cittadini Ue e per gli extracomunitari, di ampliare l’area del parcheggio e di costruire due hangar per la manutenzione dei velivoli, evitando così il rientro quotidiano degli aerei a Innsbruck», riferisce Durnwalder.

 L’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann ha quantificato gli investimenti necessari rispondendo ad un’interrogazione presentata dal gruppo Verde: «L’adeguamento del terminal costerà 6,5 milioni di euro e sarà finanziato dalla ripartizione opere pubbliche. Inoltre partiranno i lavori per la realizzazione di un impianto fotovoltaico del costo di circa 600 mila euro. Gli investimenti saranno effettuati tra il 2010 e il 2011».

 Con i responsabili del Welcome Air Group (presenti tra l’altro i due principali soci di Air Alps Franz Senfter e Hans Krapf, oltre all’avvocato Gerhard Brandstätter) si è discusso anche delle possibili nuove destinazioni. «Se il nostro turismo, le nostre aziende e l’Alto Adige in generale vogliono restare competitivi come sito economico, di ricerca e formazione, allora bisogna favorire la raggiungibilità e il collegamento ai principali centri economici e della mobilità», è convinto Durnwalder. Da parte dei responsabili del Welcome Air Group è stata garantita massima disponibilità, «anche se - riferisce Brandstätter - la situazione sarà monitorata passo dopo passo e molto dipenderà dallo sviluppo dell’aeroporto di Zurigo, che Lufthansa vorrebbe rilanciare dopo aver acquisito Swissair. Zurigo potrebbe essere una destinazione interessante da Bolzano, anche perché attualmente è poco sfruttata».
 Anche dopo la vendita della maggioranza delle quote di Air Alps alla Welcome Air, resta garantito il volo da Bolzano a Roma. «È stato assicurato che il collegamento sarà effettuato con mezzi adeguati, con puntualità e secondo le condizioni contenute nel bando di gara dell’Enac che Air Alps si era aggiudicata a dicembre», comunica Durnwalder.

Alto Adige 5-1-10
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domenica, 03 gennaio 2010



Fotovoltaico all’aeroporto


Impianto da 3 milioni: sarà attivo in estate


 BOLZANO. La società di gestione dell’aeroporto in collaborazione con Eurac, edificherà un impianto fotovoltaico all’aeroporto di Bolzano. Per il presidente Abd, Engelbert Ritsch - si legge in una nota - l’impianto è un investimento avveniristico, visto che permette la generazione di energie ecologicamente sostenibile. L’impianto arriverà a un rendimento massimo di 723 kW e si suddividerà in due reparti, dei quali uno servirà per la generazione di corrente e l’altro per il campo della ricerca scientifica. L’impianto fotovoltaico che si estenderà su due ettari, verrà edificato ad est della pista di atterraggio. La capacità del primo reparto fotovoltaico è di 662 kW. Il secondo e più piccolo, con una capacità di 61 kW, servirà per esaminare le tecnologie e i moduli più innovativi.
 L’impianto comincerà la sua attività nell’estate del 2010: i costi ammontano a circa tre milioni di euro. La produzione annuale dell’impianto equivale all’incirca al consumo energetico di 300 bilanci domestici privati in Alto Adige.

Alto Adige 03-01-10
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mercoledì, 30 dicembre 2009


A22 e Willeit



ORFEO DONATINI


BOLZANO. Ferdinand Willeit, già parlamentare della Svp e poi manager di punta in settori chiave dell’economia sudtirolese, proprio non ci sta a far passare nell’indifferenza e nel silenzio il superamento delle sue strategie di sviluppo del sistema di trasporto su gomma e su rotaia «che non può che essere affrontato - sostiene con forza - con un concetto unitario e sinergico da parte delle istituzioni dell’autonomia, non certo creando le premesse per passare la mano allo Stato o ai privati come invece si sta verificando».
 Un fiume in piena che non lesina valutazioni anche aspre sulle scelte dei vertici dell’autostrada del Brennero, ma pure nei confronti della “sua” Svp.
 Willeit: autostrada, ferrovia, aeroporto sono tre nodi strategici per l’Alto Adige/Südtirol perché possono essere infrastrutture subìte oppure vissute e partecipate con un rinnovato protagonismo.
 
«Non c’è dubbio: si tratta di questioni dalle quali dipende tutta l’economia locale così come la salvaguardia del territorio. Anche per questo credo che il destino di autostrada e ferrovia debba essere preso in considerazione unitariamente e con lungimiranza. Direi con meno peso invece il futuro dell’aeroporto che, pur importante, non potrà avere quegli sviluppi che qualcuno vagheggia».
 Dopo il cambio al vertice di A22 nel 2007, per lei il 2009 è stato l’anno degli abbandoni.
 
«Un anno di passione e di lotta. Confesso che mi è costato di più dimettermi dalle società ferroviarie più che subire il defenestramento dalla guida di A22. Ma d’altra parte sono stato costretto a farlo dopo essere stato messo in condizioni inaccettabili che in pochi anni porteranno, ne sono convinto, nelle mani di altri soggetti sia le attività ferroviarie che la stessa concessione dell’autostrada. Il piano “diabolico” del presidente Duiella ormai non lascia più speranze».
 L’orientamento approvato dal cda di A22 è quello di dividere «STR», la società madre delle iniziative ferroviarie.
 
«Appunto. «STR» è stata pensata come la piattaforma di collaborazione fra le istituzioni sull’asse del Brennero da Verona a Monaco. Oggi è stata messa in una condizione di inattività assoluta e con la scelta di dividerla - assegnando ad una seconda società con sede a Verona il progetto dello scalo intermodale di Isola della Scala - non si farà altro che creare due società del tutto inattive».
 Perché è così pessimista?
 
«Intanto ciò significa la fuoriuscita dei soggetti istituzionali del Land Tirol e della Baviera; in secondo luogo è ormai palese la contrarietà delle Ferrovie italiane al nuovo interporto di Isola della Scala. Se poi ci aggiungiamo che dopo queste ultime scelte anche «DB», le Ferrovie tedesche, stanno puntando su altre strategie per il mercato italiano il quadro è completo: Duiella, che vuole poi fondere quel che resta di «STR» con «RTC», l’altra impresa ferroviaria controllata, resterà senza mercato e le nostre società saranno votate al fallimento in pochi mesi».
 Con la gestione trentina di A22 cambio di strategie sul settore ferroviario, ma anche su quello autostradale.
 
«E’ del tutto evidente quanto inspiegabile. Hanno spostato l’asse delle alleanze in favore dei soci del Sud tanto che hanno ormai imboccato la strada della mega opera della Cispadana da 1,7 miliardi di euro che potrà dare un qualche ritorno economico non prima del 2015/2020, si badi bene, a concessione ormai scaduta. Per non parlare degli orientamenti favorevoli alla bretella Ferrara/mare (altri 600 milioni), al collegamento Nogarole Rocca/Soave, alla Campogalliano/Sassuolo e alla tangenziale delle Torricelle di Verona».
 Mi perdoni, però in cda di A22 anche tutti gli altoatesini hanno votato per queste scelte, a partire dal vicepresidente Gramm.
 
«Verissimo. Credo di poter dire che nella Svp vi sia stata e vi sia una qualche sottovalutazione della portata del problema. In partito sono stati tutti contenti quando tutta la questione è stata delegata a Durnwalder. Però devo dire che non credo proprio di essere io impaziente sulla soluzione di questi nodi, quanto qualcun altro che li prende troppo alla leggera».
 Però l’ultima Finanziaria ha assicurato la gara per la concessione dell’Autobrennero.
 
«Non avrebbe potuto essere diversamente. Ne sono felice. Ma dobbiamo anche dire che un conto era arrivarci in condizioni di forza anche economica, altro conto è arrivarci invece economicamente svenati da investimenti come quello per la Cispadana».
 Ma la Comunità europea veglierà sulla correttezza della gara.
 
«Si dovrà stare molto attenti a non perdere troppo tempo per delle inutili trattative con Bruxelles sulla proroga, perché credo proprio che si correrebbe il pericolo che alla fine non ci sia alcuna gara: semplicemente lo Stato alla fine di aprile del 2014 potrebbe prendersi l’A22 per gestirsela direttamente. Poi sarà la storia a dirci se gli utili saranno reinvestiti sul territorio e per la nuova ferrovia del Brennero o magari per finanziare il ponte di Messina».

Alto Adige 30-12-09
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giovedì, 24 dicembre 2009


«Ma per aeroporto e tunnel di base i soldi ci sono»




pubblico dovrebbe garantire comunque un treno diretto da un capoluogo di Provincia verso la capitale, ma contestano le priorità della giunta provinciale in tema di trasporti. Nel mirino ci sono i finanziamenti all’aeroporto (e il pagamento degli oneri di servizio agli operatori aerei), ma anche il tunnel di base del Brennero. «Durnwalder - attacca il segretario provinciale della Cgil Lorenzo Sola - ha rifiutato di pagare un milione di euro per garantire un treno per Roma. Va bene, ma allora perché Palazzo Widmann ripiana ogni anno la perdita di due milioni di euro causata dall’aeroporto finanziando anche i voli? E soprattutto perché si continua a puntare su un progetto come il tunnel di base del Brennero che costerà miliardi di euro ai contribuenti? Possibile che non si possa investire qualcosa per modernizzare l’attuale linea ferroviaria, in modo da renderla più efficiente e quindi anche economica, garantendo così un servizio pubblico ai pendolari ed a quelli che non possono permettersi di pagare un biglietto aereo?».


Alto Adige 24-12-09
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mercoledì, 23 dicembre 2009


IL PROGRESSO DEVE VOLARE




PAOLO CAMPOSTRINI



C’è un conto aperto tra noi e le infrastrutture. Il più aperto è quello con l’aeroporto, attraverso il quale viviamo una nevrotica relazione con la modernità. E così per gli altri piloni portanti di ogni economia competitiva, dalle autostrade al trasporto veloce. E’ come se la gran parte degli altoatesini volesse star dentro il mondo per incassarne i dividendi senza pagarne i prezzi, godendone i benefit ma evitando lo sforzo di riposizionarsi anche culturalmente; continuando a galleggiare su un mare di valuta turistica ma respingendo poi le carovane di ospiti che ce la consegnano nella Siberia di Bolzano sud o tenendole in ostaggio su una A22 capace solo di riproporre la tela di Penelope della terza corsia dinamica. Perseguiamo una purezza alpestre, gracile e asettica, ma che ci possiamo permettere soltanto con la più faraonica struttura assistenziale dell’emisfero occidentale. Dicono i veneti: potete vivere con la puzza sotto il naso perchè avete i milioni da Roma. Forse non è proprio così ma il vezzo esiste. E l’aeroporto, icona della modernità infrastrutturale, non sembra più un «soggetto» strategico su cui confrontarsi laicamente: nel tempo ha dilatato i suoi contorni materiali diventando una monade teoretica, lo specchio deformato su cui riflettere le nostre contraddizioni anche esistenziali, un teatro psicodrammatico dove riversare le paure del contadino assediato più che le speranze di una società in divenire. E’ stato accusato delle peggiori nefandezze: di inquinare (e l’A22 a due passi?) di essere rumoroso (e la ferrovia?), di costare tanto (chiedete ai contadini vicini a quanto vendono i loro terreni...). Così intorno a San Giacomo si sono saldate le pulsioni pauperistiche della peggiore retroguardia preindustriale («l’aereo serve ai ricchi») con l’ecologismo delle carrozze a cavallo. E’ vero che l’aeroporto vive d’assistenza pubblica. Ma così vivono gli impiantisti, gli skilift, le imprese della Zona, i convegni sulle minoranze ugro-finniche, l’agricoltura, i masi di montagna. Siamo una provincia assistita.
 Il nodo è destinare risorse nei settori che si ritengono strategici per supportare lo sviluppo economico complessivo. E l’aeroporto diverrà sempre più strategico con la crescita della giovane Università, con il riposizionamento delle fiere, con la necessità di arricchire il pacchetto turistico territoriale a fronte dei sistemi aeroportuali veneti e tirolesi. In questo caso, la Provincia non si è tirata indietro. In altri sì. L’autostrada traccheggia senza affrontare il nodo della propria insufficiente ricettività in assenza di una vera terza corsia; il collegamento veloce con Roma attraverso l’Eurostar è stato sacrificato per trenta denari; i sistemi di metropolitana di superficie sono solo su carta da vent’anni mentre il nodo del pendolarismo è stato finora affrontato in un modo non degno di una società occidentale avanzata. Per la Provincia le infrastrutture sono un problema perchè la costringono a confrontarsi con un’idea di mondo, radicata nella società sudtirolese e dunque nel suo elettorato, che si può riassumere così: del mondo possiamo fare a meno. Il problema è che si potrà starne fuori finchè ci saranno i soldi. Dopo, il mondo ci pioverà addosso. Ma le infrastrutture sono un problema anche per il Comune. Bolzano si spacca per il piano casa ma lascia il piano traffico ad ammuffire nelle segreterie degli assessorati, possiede un’arginale che sembra una mulattiera, accetta di soffocare tra le auto al minimo accenno di pioggia, abbandona il metrò per affumicare via Druso, non pensa ad una tangenziale. Si accontenta delle ciclabili. Del verde sulle rotonde. Anche se a pochi metri le file di auto ferme costringono i ciclisti a pedalare con la mascherina. Siamo, in certi periodi dell’anno, la città più inquinata d’Italia. Ma la manteniamo in coda a motore acceso.
 In conclusione: tutti gli indicatori ci preannunciano un Alto Adige in deficit di competitività (pochi laureati, scarsa ricerca, produttività industriale carente) ma continuiamo a perseguire una politica di scarsa propositività infrastrutturale.
 Crediamo di poter affrontare le sfide di un mercato sempre più aperto e dinamico andando a piedi, strozzando le infrastrutture sull’altare di una malintesa identità territoriale che nella realtà è già stata stravolta dal turismo e dagli assalti speculativi alle montagne. Se l’aeroporto sarà messo nelle condizioni di volare, sarà un primo passo. Ma, da solo, non basterà.


Alto Adige 23-12-09
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sabato, 19 dicembre 2009

Nel prossimo bilancio provinciale



... Viene inoltre istituito il Consorzio di garanzia unico che nascerà dalla fusione degli attuali consorzi fidi già esistenti sul territorio. Importante l’articolo relativo al traffico aereo: viene infatti prevista la possibilità di estendere i contributi provinciali anche ai voli diretti o provenienti da scali esteri (finora la cosa era possibile solo per i collegamenti nazionale come il Bolzano-Roma). L’intenzione della Provincia è quella di creare dei collegamenti aerei anche verso Vienna e Francoforte.


... Così Riccardo Dello Sbarba, capogruppo dei Verdi: «Questo bilancio costituisce un elemento di stabilità e sicurezza per l’Alto Adige. Le spese per il sociale e la sanità sono leggermente cresciute, quelle per cultura e formazione restano stabili. Diminuiscono nettamente i contributi all’economia, ma in compenso viene ridotta l’Irap.

Restano comunque alcuni passaggi discutibili, a partire dal finanziamento di mezzo milione all’Istituto per l’innovazione tecnologica e alla possibilità di gettare altro denaro nel traffico aereo, finanziando voli verso l’estero.

Alto Adige 19-12-09
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sabato, 12 dicembre 2009


Air Alps, le tariffe scenderanno solo dell’1%



La compagnia smentisce la Provincia: «Non hanno calcolato le spese aggiuntive»


GIANCARLO ANSALONI


BOLZANO. Tariffe ridotte su voli Air Alps Bolzano Roma? I conti fatti senza l’oste: le cifre uscite dalla Provincia secondo le quali la compagnia aerea avrebbe adeguato le tariffe al ribasso con una forbice tra 140 e 227 euro andata e ritorno corrisponde al vero soltanto sulla carta.
 A quanto pare gli amministratori pubblici non vengono adeguatamente informati o comunque ignorano che su ogni servizio gravano anche le tasse, che nel caso delle tariffa aeree in certi casi si avvicinano addirittura alla tariffa netta. Per farla breve insomma una riduzione delle tariffe per quanto riguarda i voli Bolzano-Roma ci sarà, come previsto dal bando di gara, ma si limiterà in media a un misero uno per cento.
Quali sono dunque i costi reali? «Nel bando - spiega l’amministratore delegato di Air Alps, Rupert Leitner dal suo ufficio di Innsbruck - la Provincia aveva indicato come tariffe una forbice che non superasse i limiti dei 140 euro come minimo e 227 come massimo per tratta, cioè per volo singolo con l’obbligo di rispettare una tariffa media annua di 170 euro. La nostra offerta prevedeva un ribasso rispettivamente a 137 e 223. Come unici concorrenti naturalmente abbiamo ottenuto il servizio. Dopodiché si devono fare i conti con l’oste: innanzitutto va aggiunta l’Iva che ammonta al 10% per cui le due tariffe salgono già a 151 e 248 euro. Poi ci sono le tasse aeroportuali da versare all’aeroporto di partenza alle quali si aggiunge quasi sempre una quota variabile legata al prezzo dei carburanti: 54 euro di tassa più 10,24 di supplemento (variabile) carburante a Bolzano; 64,85 euro più una cifra più o meno analoga a Fiumicino. Naturalmente anche alla media dei177 euro annui vanno aggiunte Iva e tasse.
 A conti fatti è assai difficile “pescare” tariffe al di sotto dei 300 euro per andata a ritorno; l’altro giorno per esempio c’erano offerte a 319 A/R che è da considerarsi già molto bassa. Tra l’altro - conclude l’ad Leitner - l’aeroporto di Bolzano è uno dei più cari proprio le spese fisse abbinate alla scarsità di traffico e senza lo stanziamento, regolarmente previsto dalle norme CEE e approvato dal Ministero di 1 milione 133.000 euro della Provincia nessuna società aerea sopravviverebbe». Ma in base a quali criteri vengono applicate le tariffe più o meno care? «Non è vero che la più bassa sia riservata al personale; i fattori sono diversi - precisa Leitner - il volo della mattina ovviamente è il più caro perché più affollato, occasioni favorevoli possono venire dalla tarda mattinata o del pomeriggio, oppure dalla bassa stagione turistica e soprattutto dalle prenotazioni anticipate».
 Ma è vero che la vostra compagnia sarebbe disposta ad assumersi anche le tratte Bolzano-Vienna e Bolzano-Francoforte? «Per i prossimi tre anni, tanto dura la convenzione, ne abbiamo abbastanza del Bolzano-Roma e viceversa. Per i due voli citati servirebbero altri due aerei fissi che devono essere sfruttati il più possibile, ma per questo ci vorrebbe un’utenza adeguata».
 Come si potrebbe uscire da questa impasse? «C’è una sola unica scelta valida e probabilmente anche molto remunerativa: puntare sui voli charter che per Bolzano e Dolomiti farebbero il pieno. Basterebbe portare la pista alla lunghezza standard originaria di 1400 metri per consentire l’atterraggio di aerei da 60-72 posti purché a pieno carico, cosa non possibile sui 1240 metri attuali».

Alto Adige 12-12-09
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giovedì, 10 dicembre 2009


Air Alps fa concorrenza al treno: sconto sui voli



  


BOLZANO. A fronte di cattive nuove dal fronte ferroviario, buone nuove, almeno così si spera, dal fronte aereo: le tariffe dei quattro collegamenti giornalieri fra Bolzano e Roma e viceversa subiranno un sensibile “taglio” dopo l’assegnazione del servizio tramite il bando europeo all’Air Alps, unica compagnia concorrente. Grazie al bando il committente, seguendo le direttive europee, ha potuto stabilire infatti una forbice “ (“tariffa minima e massima”), le cui gestione resta affidata alla compagnia. La forbice è compresa fra i 140 e i 227 euro per un volo A/R. Da notare che attualmente il costo si aggira attorno ai 320 euro e non scende comunque sotto i 300. L’aspetto qualificante riguarda il vincolo imposto e cioè: il costo medio annuo di un volo A/R dovrà rispettare rigorosamente la media annua di 170 euro, tasse comprese. Come sarà gestito quindi il costo dei biglietti? I criteri che la compagnia intende seguire non sono ancora noti; per ora si sa soltanto che ad esempio la tariffa minima di 124 euro dovrebbe essere riservata al personale della compagnia e famigliari. Per il resto il costo potrebbe variare, per ipotesi, a secondo della prenotazione più o meno anticipata (tanto più bassa quanto più anticipata), a seconda delle stagioni o dei giorni della settimana, dell’età, e così via. Naturalmente il costo potrebbe essere ulteriormente abbattuto se cadesse l’ostilità degli ecologisti che impedisce il ripristino dei 1420 metri originari della pista, così da consentire un atterraggio sicuro per aerei da 70 a 90 posti il che spalancherebbe la porta a varie compagnie aeree con libera concorrenza e abbattimento delle tariffe. (gi.ans.)

Alto Adige 10-12-09
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mercoledì, 02 dicembre 2009


Una pioggia di proteste per la cancellazione dell’Eurostar per Roma



proteste cancellazione eurostar


BOLZANO. La probabile cancellazione dell’ultimo treno diretto tra Bolzano e Roma a partire dal 13 dicembre, quando entrerà in vigore l’orario invernale, porta con sé numerose proteste. Così Lorenzo Sola, segretario provinciale della Cgil: «Il ragionamento di Durnwalder, che non vuole finanziare Trenitalia per non creare un precedente, può anche essere condiviso, ma è contraddittorio. Come si spiega altrimenti il finanziamento provinciale ad Air Alps per il Bolzano-Roma? E soprattutto, che senso ha spendere miliardi di euro per il tunnel del Brennero quando non siamo in grado di garantire nemmeno il treno per Roma?». Sulla stessa linea anche Guido Margheri, consigliere comunale di Sinistra Democratica: «Il governo punta sull’alta velocità, la Provincia sull’aeroporto: una scelta inaccettabile che penalizza migliaia di utenti».

Alto Adige 2-12-09
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venerdì, 27 novembre 2009







Comune di Laives   


COMUNICAZIONI ISTITUZIONALI

4° reggimento Aviazione Esercito "ALTAIR": attivitá operativo-addestrativa fino al 12 dicembre p.v.






4° reggimento Aviazione Esercito "ALTAIR": attivitá operativo-addestrativa fino al 12 dicembre p.v.

Fino al 12 dicembre p.v. il 4° reggimento Aviazione Esercito "ALTAIR" effettuerá  con l'impiego di elicotteri un'attivitá operativo-addestrativa che interesserá le aree circostanti l'aeroporto stesso e le zone montane limitrofe.
L'attivitá, rivolta principalmente all'addestramento del personale di prossimo impiego in operazioni all'estero, verrá effettuata sia di giorno che di notte senza eccedere le ore 20:30.
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martedì, 24 novembre 2009


«Sovvenzioni pubbliche all'Air Alps anche tramite la Smg»


sovvenzioni pubbliche


 BOLZANO. «È l’eterna storia di Air Alps: una società privata che va in deficit che poi la Provincia copre col denaro dei cittadini». Questo il commento del consigliere provinciale dei Verdi Riccardo Dello Sbarba, che solleva un altro caso: «Abbiamo appena scoperto che la Provincia ha finanziato Air Alps perfino tramire la pubblicità pagata da Alto Adige Marketing per scrivere la parola “Südtirol” sulle fiancare degli aerei». Il dato emerge da una risposta dell’assessore provinciale al turismo Hans Berger ad un’interrogazione dello stesso Dello Sbarba: «Alto Adige Marketing ha concordato due contratti per la fornitura di servizi promo-pubblicitari dal 2004 al 2008. Sono stati spesi 418.387 euro all’anno per un totale di 2,092 milioni per un costo di 24 euro a volo, visto che quelli effettuati sono stati 17 mila all’anno. Nel 2009 il contratto non è stato rinnovato». Ma Dello Sbarba non ci sta: «Gli aerei, quando non sono chiusi negli hangar o fermi su una pista lontana dagli sguardi, se ne stanno in volo. Assurdo spendere oltre due milioni per una pubblicità tra le nuvole!».

Alto Adige 24-11-09
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martedì, 24 novembre 2009


«Sconto ad Air Alps, danno da un milione»


sconto

La Corte dei Conti chiede un rimborso da 900 mila euro agli amministratori della Sta

MIRCO MARCHIODI

 BOLZANO. Per i vertici della Sta (la holding provinciale dei trasporti) è arrivata la citazione a giudizio: la Corte dei Conti contesta lo sconto concesso alla compagnia aerea Air Alps sui diritti aeroportuali. Il debito verso l’Abd - così spiegava l’assessore ai trasporti Thomas Widmann rispondendo a un’interrogazione nel maggio del 2006 - ammontava ad un milione di euro. Pochi giorni dopo quella seduta del consiglio provinciale, il 25 maggio del 2006, il cda dell’Abd deliberava di rinunciare a quel debito, con la conseguente necessità da parte della Sta di ricapitalizzare la società che gestisce l’aeroporto. Lo sconto aveva di fatto salvato Air Alps mantenendo la società a Bolzano.
 Secondo la Corte dei Conti non si doveva rinunciare a quella somma e ora la procura contabile chiede agli amministratori della Sta di restituire 900 mila euro (la Sta all’epoca controllava il 90% dell’Abd, mentre oggi detiene l’intero pacchetto azionario). Il conto più salato è per il presidente Dieter Schramm (oltre 461 mila euro), mentre a Domenico Ardolino e Josef Negri vengono chiesti 161.390 euro e ai sindaci 46 mila euro.
 L’inchiesta della Corte dei Conti nella primavera del 2008 aveva portato a formulare una richiesta danni di 3,7 milioni di euro, pari alla somma versata negli anni dalla Sta per ricapitalizzare l’Abd, società che la procura contabile aveva definito «strutturalmente incapace di garantire il raggiungimento di un pareggio di bilancio». Rispetto a quella richiesta iniziale, la Corte dei Conti ha fatto una parziale marcia indietro. «Le controdeduzioni che abbiamo portato all’attenzione della magistratura contabile - afferma Dieter Schramm - hanno ridotto a un quarto la richiesta danni nei nostri confronti. Per quanto ci riguarda, siamo convinti che anche questa richiesta rimasta non vada addebitata a noi e contiamo di riuscire a dimostrarlo».
 I vertici della Sta avevano da subito duramente criticato l’iniziativa della procura contabile parlando di «un atto di inaudito arbitrio». Le decisioni del cda della Sta sono sempre arrivate in seguito a precise indicazioni da parte della Provincia, che è l’azionista di riferimento. Così anche le ricapitalizzazioni dell’Abd erano state decise in seguito al via libera da parte della giunta provinciale, che del resto ha sempre difeso l’operato della Sta, criticando invece quello della procura contabile, accusata dal “Landeshauptmann” Luis Durnwalder di «ingerenza in decisioni che spettano esclusivamente alla politica». Inizialmente, la Corte dei Conti aveva deciso anche il sequestro conservativo del patrimonio privato degli amministratori della Sta, ma poche settimane più tardi - al termine della prima udienza - la stessa Corte dei Conti aveva deciso il dissequestro dei beni.

Alto Adige 24-11-09
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mercoledì, 18 novembre 2009



Ufficiale: ad Air Alps la tratta per Roma «Ora tocca a Vienna»



Nella finanziaria è prevista la possibilità di nuove sovvenzioni  

MIRCO MARCHIODI


BOLZANO. Adesso è ufficiale: Air Alps continuerà ad operare sulla tratta Bolzano-Roma anche dopo il 30 novembre. La compagnia controllata da una cordata di imprenditori altoatesini guidata da Franz Senfter si è infatti aggiudicata la gara indetta dall’Enac. Nel frattempo la Provincia accelera per garantire a Bolzano anche dei collegamenti internazionali: nella finanziaria è stato inserito un apposito articolo che permette di sovvenzionare anche tratte estere.
 L’annuncio ufficiale lo ha dato ieri l’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widman: «Air Alps è stata l’unica compagnia ad aver partecipato al bando di gara indetto dall’Enac. Ora l’offerta è stata dichiarata valida dalla commissione competente. Questo significa che Air Alps continuerà a servire la tratta anche dal primo dicembre». Widmann sottolinea l’importanza del collegamento per Roma: «Se il nostro turismo, le nostre aziende e la nostra provincia in generale vogliono restare competitivi come sito economico, di ricerca e di formazione, vanno garantiti la raggiungibilità e il collegamento ai principali centri economici e della mobilità».
 Attualmente la Provincia può sovvenzionare attraverso i cosiddetti “oneri di servizio” soltanto le tratte nazionali: questo è successo per il collegamento con Roma, per garantire il quale la Provincia verserà ad Air Alps poco più di un milione di euro all’anno. Con un articolo inserito all’interno della finanziaria approvata proprio ieri dalla commissione legislativa, la Provincia ha ampliato la possibilità di sovvenzione anche alle tratte internazionali. L’assessore Widmann parla in particolare di «Vienna e Francoforte».
 Sempre Widmann sottolinea come il pagamento degli oneri di servizio pubblico «ci garantisce la possibilità di modellare l’offerta nel modo più adeguato alle esigenze locali». Per quanto riguarda il collegamento con Roma, il bando prevede che vengano garantiti otto voli giornalieri nei feriali e quattro nei fine settimana. Vengono specificati anche orari e tariffe. Per quanto riguarda i primi, le quattro partenze da Bolzano sono state fissate attorno alle ore 8, 12, 16.30 e 20.30. I quattro voli giornalieri da Roma partiranno invece attorno alle 9, 13, 17 e 21. Capitolo tariffe: il prezzo massimo è stato fissato a 227 euro, mentre quello minimo è di 140 euro. È stato inoltre specificato che il valore medio dei prezzi non potrà essere superiore ai 170 euro. Il bando di gara ha validità fino al 2012.
 Continua intanto l’iter che dovrebbe portare alla ristrutturazione della struttura aeroportuale: previsto il rinnovo del terminal (bisogna adeguarlo alle normative di Schengen), ma anche la realizzazione di un hangar, che sarà utilizzato proprio da Air Alps per effettuare la manutenzione dei proprio mezzi direttamente a Bolzano senza dover portare gli aerei a Innsbruck.

Alto Adige 18-11-09

I COMITATI CHE SI OPPONGONO ALLA CRESCITA DEL TRASPORTO AEREO IN EUROPA DICONO


aeroport non

Link utili :

www.uecna.eu

www.transportenvironment.org

http://www.hacan.org.uk/

http://ufcna.com/

http://acipa.free.fr/

http://acipa.free.fr/

http://www.eans.net

http://www.planestupid.com

http://www.transportenvironment.org/Pages/aviation/

http://www.biofuelwatch.org.uk/

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mercoledì, 04 novembre 2009


«Aeroporto, utile gruppo di lavoro»



 LAIVES. Andreas Mumelter, Obmann della Svp di San Giacomo, nel ringraziare coloro che hanno partecipato al recente referendum, scrive in una nota: «Anche se il quorum è mancato di poco, la maggioranza ha manifestato contrarietà al finanziamento pubblico dell’aeroporto ed è un chiaro segnale per ulteriori trattative della giunta provinciale. L’astensione va interpretata come un segno di scetticismo verso le proposte di Poeder e della Klotz. Noi accettiamo democraticamente il risultato del referendum e auspichiamo un dialogo per avere meno perdite economiche e una migliore qualità di aria e rumore». Mumelter poi lancia una proposta: «Formiamo all’interno della Svp un gruppo di lavoro per discutere della problematica relativa all’aeroporto». (b.c.)


Alto Adige 4-11-09
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domenica, 01 novembre 2009



REFERENDUM AEROPORTO DI SAN GIACOMO



Aeroporto e Verdi riepilogo per smemorati

 La sindrome da aeroporto che affligge i protezionisti di varia estrazione al punto da elevare i voli al rango di peggiore catastrofe ecologico-finanziaria locale, alimenta anche la sindrome da “smemoranda”. All’indomani del risultato negativo, benché con stretto margine (un 2% di valenza peraltro assai dubbia)), sia i Verdi, sia il sen. Peterlini non accettano il responso delle urne e si appellano “ai 113 mila cittadini contrari” per deplorare la ripresa del piano di “ampliamento”, annunciato da Durnwalder con annessi finanziamenti.
 Ecco quindi un riepilogo per gli smemorati. Nel giugno del 2007 una pubblica mediazione si concluse, stando alle cronache, con le seguenti clausole: niente prolungamento della pista, in cambio di soli interventi per la sicurezza: adeguamento della stazione aeroportuale alle direttive Cee con elevazione di un piano, illuminazioni e un hangar per la manutenzione; sondaggio fra varie compagnie per collegamenti con aerei più capienti (70 posti); dopo due anni di prova con esito tecnico e di gestione insoddisfacente, ipotizzabile un allungamento della pista. Il compromesso fu propiziata dall’allora presidente del Consiglio provinciale Rosa Thaler Ausserhofer, a nome della Svp Bassa Atesina, ma non ci fu sigla ufficiale per varie vicissitudini (crisi Alitalia e dell’Air Alps, elezioni provinciali, etc.). Vista la crisi della Svp, ecco in campo i referendari, con Verdi, Dachverband e sen. Peterlini che, scavalcando la collega Ausserhofer, indusse il circondario Svp Bassa Atesina (con spaccatura interna) a votare per il “sì” alla cancellazione dei finanziamenti”. Il referendum è fallito, proprio e soprattutto nella Bassa Atesina. Durnwalder, quindi, ribadito l’impegno per il fermo alla pista, ha annunciato il via agli altri lavori. Un accordo precedente aveva inoltre fissato in 8 la media giornaliera dei voli: non si è mai andati oltre i quattro.
 Secondo aspetto: l’intero trasporto pubblico costa 101 milioni di euro per treni locali cadenzati e bus per ogni paese, spesso semivuoti; 4 milioni per la sola Venostana (2 milioni di passeggeri, l’80% dei quali turisti a prezzo politico), ma giustamente, è servizio pubblico. L’ aeroporto costa 2 milioni, ammortamenti compresi, A conti fatti ogni altoatesino paga un tot per tutti, (anche per i turisti) spesso pur non utilizzando alcun mezzo. Perché solo chi deve volare, anche per lavoro, non può a sua volta beneficiare di tariffe a prezzo politico? Perché si pretende il pareggio da un’azienda, mentre le si impedisce un minimo di operatività?
Giancarlo Ansaloni


In 150 mila hanno votato contro un sistema di potere

 150.000 sudtirolesi sono andati a votare i referendum. 150.000 cittadini hanno alzato il sedere dalle loro sedie, hanno dedicato tempo sempre prezioso e riflessioni e pensieri per questioni di civiltà, senza alcun tornaconto immediato, un atto di coraggio civile.
 Hanno pensato con la loro testa, andando a votare, contro un sistema di potere, Svp in testa, che ha provato in tutti i modi a boicottare, a fare confusione, a discreditare: mettendo insieme 5 quesiti così diversi, mettendo insieme quesiti di cittadini con quelli di partiti, convocando le elezioni insieme a quelle delle primarie del Pd e perfino aprendo in ritardo diversi seggi, tentando in piena corsa di delegittimare gli stessi quesiti con prezzolate consulenze ad hoc e infine lanciando addirittura il rischio etnico alla rovescia per bocca dell’alpinista ipossico, sempre pronto all’uso.
 Un grande apparato, con tanto di giornali e televisione, schierati (alla Berlusconi): poca informazione e tanta propaganda di regime.
 Dall’altra un piccolo e eroico gruppo di promotori, molte associazioni tanto impegno volontario, civile e spassionato.
 E grazie al loro impegno oggi possiamo affermare che più di 100.000 sudtirolesi sono contro l’aeroporto e per una democrazia diretta. Una richiesta precisa di partecipazione, un chiaro messaggio di voler decidere le sorti del proprio territorio. Un chiaro segno che 1/3 della popolazione, pensa e si esprime sugli argomenti, sulle cose che riguardano la loro vita, senza bisogno di sigle, simboli, targhe di partito e timbri etnici. Gli altri, il presidente della Provincia in testa, dormono, oppure pensano ai fatti propri, o sono fusi dal sistema della crescita infinita, a rincorrere falsi miti, denaro e ricchezza, o distratti da riti di pseudo democrazia. Molti, soprattutto di lingua italiana, sono addirittura impauriti dal rischio di sparizione etnica, comicamente sventolato da Messner nei confronti del gruppo italiano e subito ripreso dal presidente Durnwalder.
 Durnwalder che si preoccupa del gruppo linguistico italiano? Beh, certo che non lo può far sparire, se no tutto il sistema (proporzionale, patentino, ecc.) salterebbe, e poi chi ricoprirebbe il posto di vice nelle amministrazioni pubbliche? Non esita il presidente a regalare ai bolzanini, che ringraziano, centinaia di migliaia di fumi tossici dell’inceneritore, un autodromo in piena campagna (safety park) e in futuro la Thun City sul nostro Virgolo.
 La voglia di lamentarsi, di fare la parte della vittima, di cogliere il messaggio più semplice, la pigrizia di non sforzarsi di capire, ha fatto perdere a molti una rara occasione di esistere come persone e non come numero proporzionale, di dotarsi di uno strumento, non per decidere di sterminarsi a vicenda (ridicolo e falso) ma per decidere del destino del loro territorio, dello stile di vita e della salute dei loro figli. Poveretti!
 Speriamo che un giorno non si debbano pentire, loro e i loro partiti (Pdl), defilatisi pilatescamente e vigliaccamente dalla contesa, forse per non rovinarsi la strada per futuri governi.
 Ora più di 100.000 cittadini del Sudtirolo si aspettano dalla politica una risposta al loro chiaro messaggio, da quelli più vicini a chi è stato zitto, da chi ha remato contro. La speranza che 100.000 voti diventino 100.000 persone che sempre più spesso escano di casa, si trovino a chiacchierare, a riflettere su questa loro terra e nascano comitati, associazioni che si occupino del futuro di questa bellissima e ricca terra, massacrata dal cemento e dall’egoismo di pochi. E magari che qualcuno dei rimasti a casa cominci a risvegliarsi e a pensare che lo scontro etnico è biada per il sistema dei partiti (tedeschi e italiani) ma che i veri problemi dei cittadini sono altri.
 “La differenza tra la democrazia e la dittatura è che nella prima ti fanno votare e poi ti danno ordini, mentre nella seconda non ti fanno perdere tempo a votare.” Charles Bukowski o Durnwalder?
Claudio Vedovelli BOLZANO

Alto Adige 1-11-09
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venerdì, 30 ottobre 2009



Aeroporto, è di poco conto l’interesse per Bolzano


poco interesse per l'aeroporto di San Giacomo

DOPO IL REFERENDUM


 Premetto che ho lavorato per 35 anni nel più grande e importante aeroporto della Germania, a Francoforte. Ai miei tempi esisteva già la linea Bolzano Francoforte. Allora il servizio lo svolse la Tyrolean Airways con pieno successo, una media di 25 passeggeri a volo. Purtroppo per motivi ancora sconosciuti questa stessa compagnia venne mandata via e sostituita dalla compagnia Air Alps. Fu un errore madornale, dal momento che l’attuale non è consociata all’infuori dell’Alitalia con nessun’altra.
 È per questo che non posso credere che ora dopo l’esito positivo del referendum si vuole affiancare agli attuali voli per Roma altri due voli, uno per Francoforte e un altro per Vienna. Al momento attuale di crisi difficilmente si troverà un’altra compagnia che è interessata a Bolzano. Questa dovrebbe essere una legata alla Lufthansa dal momento che opererà verso la Germania o verso l’Austria. Provato è che negli ultimi anni né la Lufthansa né la Air Dolomiti, altra consociata della tedesca, hanno manifestato interesse per l’aeroporto di Bolzano. Forse c’è anche una spiegazione per questo disinteresse. I passeggeri in partenza dall’Alto Adige all’infuori di quei pochi chi si dirigono a Roma per prendere i voli in coincidenza, usufruiscono tutti quanti dei voli numerosi in partenza da Innsbruck o da Verona per poi continuare da lì con i voli per l’Europa o per il resto del mondo. Così l’interesse della Lufthansa per Bolzano è di poco conto: questi passeggeri in ogni caso vanno a finire nelle mani della stessa Lufthansa!
Giovanni Darocca

Alto Adige 30-10-09
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giovedì, 29 ottobre 2009


Il sindaco ha ricevuto il nuovo comandante dell’Altair




 BOLZANO. Il sindaco Luigi Spagnolli ha ricevuto ieri in municipio in visita di cortesia il nuovo comandante del 4º Reggimento Aviazione Esercito (Aves) Altair, il colonnello Massimo Giraudo. Nel corso dell’incontro il sindaco ha espresso a nome dell’intera comunità cittadina il saluto di benevenuto al nuovo comandante, augurandogli buona permanenza e buon lavoro. Il colonnello Massimo Giraudo è nato a Piacenza il 7 settembre 1960; ha frequentato il 162º corso dell’Accademia Militare di Modena e successivamente la Scuola di Applicazione di Torino, ove è stato nominato tenente dei Bersaglieri nel 1984; è laureato in scienze strategiche all’Università di Torino, ha conseguito il brevetto di istruttore militare di guida e di pattugliatore scelto ed è abilitato paracadutista militare. Ha svolto attività di comando presso vari gruppi e ha prestato servizio anche presso il comando Brigata Alpina Taurinense quale capo ufficio personale, capo ufficio operazioni e addestramento e, successivamente, per tre anni quale addetto alle relazioni esterne. Da marzo 2006 a settembre 2009 ha prestato servizio al Centro studi “Post Conflict Operations” di Torino prima come capo dipartimento didattica e addestramento e poi come capo dipartimento e insegnante di analisi d’area. Ha partecipato a numerosi missioni all’estero e dal 30 settembre 2009 è il 15º comandante dell’Altair di Bolzano.

Alto Adige 29-10-09
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mercoledì, 28 ottobre 2009


«Aeroporto, arrivano subito altre sovvenzioni pubbliche»


sovvenzioni pubbliche


 BOLZANO. Referendum e aeroporto. I Verdi tornano ad attaccare la giunta provinciale per le sovvenzioni al traffico aereo: «E poi dicono di avere capito la lezione». Ma su questo tema è forte anche la tensione nella Svp, con il senatore Oskar Peterlini  che accusa: «Senza tenere conto del chiaro segnale emerso dal referendum, il presidente dell’aeroporto ha presentato il suo piano di ampliamento». I portavoce dei Verdi Brigitte Foppa e Sepp Kusstatschr, i consiglieri Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba accusano: «Subito dopo la chiusura delle urne il presidente della giunta rivela i piani per il potenziamento del traffico aereo. Dopo la gara pubblica per la linea Roma-Bolzano, che sarà finanziata con 1 milione di euro di denaro pubblico, deve arrivare anche il collegamento con Francoforte e Vienna, con finanziamento dei biglietti aerei. Ciò significa un’ulteriore sovvenzione di 1 milione di euro l’anno. Dopo che il quorum per il referendum contro l’aeroporto è stato mancato per un soffio, diventa evidente che la giunta provinciale vuole riaprire le porte alla sovvenzione con denaro pubblico di aeroporto e linee aeree. E il giorno dopo viene dimenticato che oltre 113.000 cittadini si sono espressi contro ogni ulteriore sovvenzionamento del traffico aereo nella nostra provincia. Le conseguenze politiche non si faranno aspettare».

Alto Adige 28-10-09
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mercoledì, 28 ottobre 2009


Dopo il referendum ... Cari italiani, domani  non lamentatevi più

non almentatevi più

 Sono deluso dal fatto che la gente è disposta a fare la coda per andare a votare un qualsiasi politico che promette e non mantiene mai quello che ha promesso ed invece quando c’è la possibilità di agire in prima persona per impedire sprechi di soldi pubblici si girano dall’altra parte. L’aeroporto è solo un pozzo senza fine e senza i soldi della Provincia probabilmente chi di dovere troverebbe delle soluzioni per ridurre le perdite, ma finchè c’è la Provincia tutto resterà così e così grazie agli italiani che non sono andati a votare ora la Provincia invece di dare ogni anno 5 milioni di euro all’aeroporto per coprire il buco che crea, ne potrà dare 8 o 10; questi cittadini non dovranno protestare se la Provincia un giorno deciderà di fare un mega inceneritore vicino alle loro case e non potranno nemmeno protestare se un immigrato che si trova a Bolzano da due anni gli passerà avanti nell’assegnazione della casa solo perché ha 3 figli e un reddito solo perché la moglie lavora in nero.
 Gli italiani hanno dimostrato che come al solito si lamentano sempre ma poi alla fine quando serve non capiscono nulla.
 Onore ai sudtirolesi che anche se hanno votato solo per attaccare la Svp, alla fine hanno votato anche per se stessi.
Sergio Venturini


Alto Adige 28-10-09

La vittoria dei cialtroni
 150.000 sudtirolesi sono andati a votare i referendum.
150.000 cittadini hanno alzato il sedere dalle loro sedie, hanno dedicato tempo sempre prezioso e riflessioni e pensieri per questioni di civiltà, senza alcun tornaconto immediato, un atto di coraggio civile.
Hanno pensato con la loro testa, andando a votare, contro un sistema di potere, SVP in testa, che ha provato in tutti i modi a boicottare, a fare confusione, a discreditare:
mettendo insieme 5 quesiti così diversi, mettendo insieme quesiti di cittadini con quelli di partiti, convocando le elezioni insieme a quelle delle primarie PDine e perfino aprendo in ritardo diversi seggi, tentando in piena corsa di delegittimare gli stessi quesiti con prezzolate consulenze ad hoc e infine lanciando addirittura il rischio etnico alla rovescia per bocca dell’alpinista ipossico, sempre pronto all’uso.
 Un grande apparato, con tanto di giornali e televisione, schierati (alla Berlusconi): poca informazione e tanta propaganda di regime.
 Dall’altra un piccolo e eroico gruppo di promotori, molte associazioni tanto impegno volontario, civile e spassionato.
 E grazie al loro impegno oggi possiamo affermare che più di 100.000 sudtirolesi sono contro l’aeroporto e per una democrazia diretta.
Una richiesta precisa di partecipazione, un chiaro messaggio di voler decidere le sorti del proprio territorio.
Un chiaro segno che 1/3 della popolazione, pensa e si esprime sugli argomenti, sulle cose che riguardano la loro vita, senza bisogno di sigle, simboli, targhe di partito e timbri etnici.
 Gli altri, il presidente della Provincia in testa, dormono, oppure pensano ai fatti propri, o sono fusi dal sistema della crescita infinita, a rincorrere falsi miti, denaro e ricchezza, o distratti da riti di pseudo democrazia.
Molti, soprattutto di lingua italiana, sono addirittura impauriti dal rischio di sparizione etnica, comicamente sventolato da Messner nei confronti del gruppo italiano e subito ripreso dal presidente Durnwalder.
Durnwalder che si preoccupa del gruppo linguistico italiano?
Beh, certo che non lo può far sparire, se no tutto il sistema ( proporzionale, patentino, ecc.) salterebbe, e poi chi ricoprirebbe il posto di vice nelle amministrazioni pubbliche?
Non esita il presidente a regalare ai bolzanini, che ringraziano, centinaia di migliaia di fumi tossici dell’inceneritore, un autodromo in piena campagna ( safety park) e in futuro  la Thun City sul nostro Virgolo.
La voglia di lamentarsi, di fare la parte della vittima, di cogliere il messaggio più semplice, la pigrizia di non sforzarsi di capire, ha fatto perdere a molti una rara occasione di esistere come persone e non come numero proporzionale, di dotarsi di uno strumento, non per decidere di sterminarsi a vicenda ( ridicolo e falso) ma per decidere del destino del loro territorio, dello stile di vita e della salute dei loro figli. Poveretti!
Speriamo che un giorno non si debbano pentire, loro e i loro partiti ( PDL) , defilatisi pilatescamente e vigliaccamente dalla contesa, forse per non rovinarsi la strada per futuri governi.
 Ora più di 100.000 cittadini del Sudtirolo si aspettano dalla politica una risposta al loro chiaro messaggio, da quelli più vicini a chi è stato zitto, da chi ha remato contro.
 La speranza che 100.000 voti diventino 100.000 persone che sempre più spesso escano di casa, si trovino a chiacchierare, a riflettere su questa loro terra e  nascano  comitati, associazioni che si occupino del futuro di questa bellissima e ricca terra, massacrata dal cemento e dall’egoismo di pochi.
E magari che qualcuno dei rimasti a casa cominci a risvegliarsi e a pensare che lo scontro etnico è biada per il sistema dei partiti ( tedeschi e italiani) ma che i veri problemi dei cittadini sono altri.
 "La differenza tra la democrazia e la dittatura è che nella prima ti fanno votare e poi ti danno ordini, mentre nella seconda non ti fanno perdere tempo a votare."
Charles Bukowski o Durnwalder ?
 Claudio Vedovelli
Bolzano
Webside:    http://claudiovedovelli.wordpress.com/

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martedì, 27 ottobre 2009


In consiglio le zone di pericolo



Attorno all’aeroporto di San Giacomo


 LAIVES. Sono di 28 ettari e mezzo le aree attorno all’aeroporto di San Giacomo interessate dal Piano per le zone di pericolo che è stata analizzato anche ieri mattina dal gruppo di lavoro del quale fanno parte, oltre alla Provincia, anche i rappresentanti dei Comuni di Bolzano, Laives e Vadena. «Abbiamo approfondito le proposte che porteremo tra breve anche in consiglio comunale - spiega il sindaco Polonioli - anche se in questo caso non c’è spazio di manovra. Il piano interessa in buona parte il nostro territorio comunale a sud della pista. I problemi maggiori in questo caso li ha Bolzano, perché da noi, a sud dell’aeroporto, c’è quasi solo campagna e qua e là alcuni masi. Il piano prevede che in questi 28 ettari e mezzo di territorio, non si possa più fare nulla: i masi restano ma basta costruzioni. Invece in una area più ampia qualcosa è concesso». Il piano delle zone di pericolo verrà portato, come detto, in consiglio comunale per un’approfondita discussione e quindi per la necessaria approvazione nel corso di una seduta che si annuncia di interesse. (b.c.)

Alto Adige 27-10-09
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martedì, 27 ottobre 2009


Piano di rischio Compromesso vicino con l’Enac

 

Le torri in Zona BZ verso l’ok


 Ieri pomeriggio i responsabili dell’Enac si sono incontrati con i rappresentanti dei Comuni di Bolzano e Laives, Bls e Provincia per discutere del piano di rischio dell’aeroporto e dei suoi impatti sullo sviluppo della città. La proposta prevede pochissime limitazioni alla zona di espansione oltre via Einstein - quasi del tutto esclusa dal cono di rischio - mentre sarà più colpita l’area attorno a via Francesco Baracca. Buone notizie per le due torri di Salewa e Hafner. Alte più di 45 metri, hanno bisogno di un permesso speciale da parte dell’Enac. Non è arrivato, ma è stato assicurato che sarà questione di giorni. Le imprese interessate e la Bls, che si occupa del loro insediamento in Zona, sono fiduciose.

Alto Adige 27-10-09
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martedì, 27 ottobre 2009

Referendum in Alto Adige


esito referendum 2009 in Alto Adige

L’onda delle valli spaventa la Svp

MIRCO MARCHIODI

BOLZANO. Ai referendum ha votato “sì” un altoatesino su tre. Gli altri hanno preferito restare a casa oppure barrare il “no” sulla scheda elettorale. Quorum sfiorato per tutti e cinque i quesiti, ma non raggiunto. I referendum dunque sono falliti, ma la partecipazione comunque massiccia porterà a dei cambiamenti, ad esempio per quanto riguarda la legge sulla democrazia diretta, mentre l’aeroporto è pronto al rilancio. Il mancato raggiungimento del quorum va ricondotto in buona parte al “non-voto” degli italiani, ma allo stesso tempo la forte partecipazione in periferia va letta come un voto di protesta anti Svp.
 I risultati. Affluenza attorno al 38% per tutti i quesiti, un po’ maggiore per l’aeroporto e per il quesito sulla democrazia diretta proposto dall’Iniziativa per più democrazia, un po’ minore per quelli dell’Union. Ma a colpire sono le differenze tra città e periferia: a Bolzano hanno votato solo un quarto degli aventi diritto, a Cortaccia invece si è superato il 60% con punte superiori al 50% anche in Alta val Pusteria e Alta val d’Isarco. Dimostrazione del fatto che è mancato soprattutto il voto degli italiani e che in periferia ha giocato un ruolo importante anche il voto di protesta nei confronti dell’Svp. Hanno stravinto i sì, sopra l’80% per tutti i quesiti tranne il terzo, quello sulla democrazia diretta proposto dall’Union, che ha pagato la concorrenza del quesito dell’Iniziativa per più democrazia.
 Alla fine su 390 mila votanti si sono recati alle urne quasi 150 mila elettori. I sì sono stati 120 mila, poco più del 30% degli aventi diritto.
 Le conseguenze. I cinque referendum sono tutti falliti. Quindi nessuna delle proposte sarà trasformata in legge. Però lo stesso Durnwalder ha detto di non poter ignorare la grande affluenza. E così l’Svp sta già studiando qualche modifica alla legge sulla democrazia diretta. Salva la partecipazione della Provincia per quanto riguarda l’aeroporto: questo significa che presto inizieranno i lavori per il nuovo terminal e per l’hangar, ma anche - lo ha annunciato ieri Durnwalder - che presto la Provincia bandirà altre due tratte da affiancare a quella per Roma, con voli per Vienna e Francoforte: «Ma i collegamenti giornalieri resteranno tra i 7 e i 9», ha assicurato. Per i prossimi cinque anni non potranno essere riproposti dei referendum sulle materie che sono state oggetto di questa consultazione popolare.
 Le reazioni. Durnwalder ringrazia gli italiani, ma nei loro confronti non c’è alcun debito: «Hanno votato per difendere loro stessi, non l’Svp». Ma le due cose sembrano sempre più inscindibili: come spiega Riccardo Dello Sbarba dei Verdi, per difendere loro stessi gli italiani difendono l’Svp. I Freiheitlichen danno una lettura ancora più netta: «Senza gli italiani l’Svp perde». È stato così alle provinciali dove il voto italiano ha “salvato” il seggio della maggioranza assoluta, è stato così domenica.
 Intanto i promotori se la prendono con la scarsa informazione pre-referendum, ma c’è anche chi fa autocritica. In particolare, l’aver accorpato i quesiti sull’aeroporto e sulla democrazia diretta a quelli proposti dall’Union su seconde case e diritti degli immigrati, ha scoraggiato molti elettori ed ha permesso all’Svp di giocare la carta “etnica” tenendo lontano dalle urne gli italiani.
 «Voto regolare». Le polemiche relative alle presunte irregolarità del voto di domenica e in particolare sulla ritardata apertura di alcuni seggi, vengono respinte al mittente da Durnwalder: «Non è colpa nostra se c’erano da preparare le schede per cinque quesiti. Ovvio che così i tempi si sono allungati. Ma nessuno ha boicottato il voto, al massimo qualcuno ha dovuto aspettare un po’». Versione confermata dal procuratore capo Guido Rispoli: «Non ci sono state irregolarità, le procedure sono state tutte rispettate».

Theiner: un segnale da prendere sul serio

La Stella Alpina: pronti al dialogo

 BOLZANO. In via Brennero si tira un sospiro di sollievo «perché il mancato raggiungimento del quorum ha evitato il caos istituzionale», ma allo stesso tempo si cerca di correre ai ripari. Il quorum è stato mancato, ma solo per un soffio e se non fosse stato per gli italiani probabilmente sarebbe andata diversamente. «La popolazione vuole contare di più, vuole essere parte della decisione», afferma l’Obmann Richard Theiner al termine del direttivo Svp. «Siamo disponibili al dialogo, i vari temi dei referendum meritano di essere approfonditi. Vogliamo invitare i promotori del quesito sulla democrazia diretta a confrontarci con noi, perché siamo disponibili a migliorare la legge attualmente in vigore». Anche per quanto riguarda l’aeroporto si preferisce una linea “soft”: «Resta valido il risultato della mediazione, a prescindere da come è andato il referendum la pista non sarà allungata». Porte chiuse invece all’Union di Andreas Pöder: «Sulle seconde case e sui diritti agli immigrati sono meglio le regole delle nostre leggi».

Dello Sbarba: «La paura del gruppo italiano ha salvato la Volkspartei»

ANTONELLA MATTIOLI

 BOLZANO. «Gli italiani hanno paura che la crisi della Svp crei “mostri”. Ovvero, porti alla crescita della destra nazionalista che punta all’autodeterminazione, al monolinguismo e sogna lo stato libero del Sudtirolo, dove nonostante le assicurazioni, non ci sarebbe più spazio per gli italiani. Ciò spiega perché Durnwalder viene visto dagli italiani come l’àncora di salvezza». Secondo Riccardo Dello Sbarba (verde) è stata la paura a far disertare le urne agli italiani.
 E se invece fosse stato il qualunquismo o l’indifferenza verso i quesiti?
 
«No. È stata una scelta ponderata. Durnwalder, alla vigilia del voto, ha detto: “O me o il diluvio”. Gli italiani per salvare se stessi hanno salvato la Svp, disertando le urne. Come consigliato da Durnwalder».
 Forse però anche voi avete contribuito ad alimentare le paure, affiancando i due referendum su democrazia diretta e aeroporto ai primi tre dell’Union (uno sull’edilizia abitativa agevolata per gli immigrati, il secondo contro le seconde case, il terzo pure sulla democrazia diretta).
 
«Non abbiamo scelto noi di farli assieme e comunque è vero che abbiamo pagato la “cattiva compagnia”. Al di là di questo però, tutto si è giocato sull’alternativa astensione o voto. Non abbiamo potuto entrare nel merito e far capire che noi eravamo per il no ai quesiti dell’Union. Il problema però ora è un altro».
 Quale?
 
«Far capire agli italiani che il sistema di potere della Svp sta crollando e Durnwalder ormai è al tramonto: non ha più senso aggrapparsi a quest’àncora. Il gruppo tedesco vede tutto ciò come una liberazione e il voto di domenica lo dimostra. Il gruppo italiano come una minaccia. Si spiega con il fatto che il gruppo italiano si sente abbandonato a se stesso, perché la sinistra è troppo debole, la destra troppo litigiosa».
 E voi?
 
«Da troppi italiani siamo visti come estranei: non riusciamo a far passare il messaggio che siamo interetnici e che la Svp non è l’ultimo baluardo. Anzi: saranno proprio gli italiani a beneficiare di un calo di consensi e quindi di potere della Svp. Ci sarà più democrazia per tutti».
 Sarà, ma alle ultime elezioni del calo di consensi Svp, ha beneficiato la destra sudtirolese.
 
«Purtroppo, i voti hanno premiato la destra e l’inizio di legislatura è stato caratterizzato da marce di Schützen e contro-provocazioni fasciste, dichiarazioni sulla Wehrmacht liberatrice nel 1943 fino alla battaglia sui cartelli. I segnali di montagna solo in tedesco dell’Avs sono stati percepiti dagli italiani come un avviso di sfratto».
 Questo spiega perché gli italiani hanno paura.
 
«Ammetto che la paura è reale ed è proprio questo sentimento, lo ripeto, che porta gli italiani a vedere la Svp come l’ultimo baluardo. Non si rendono conto che è destinato a crollare perché sta venendo meno il consenso del mondo tedesco: l’esito dei referendum lo dimostra. Far passare quello sulla democrazia diretta, proposto da Iniziativa per più democrazia, avrebbe dato più forza anche al gruppo italiano. Purtroppo, non siamo riusciti a farlo capire agli italiani».
 Mentre lo ha capito il gruppo tedesco che, nelle valli, ha partecipato in massa ai referendum.
 
«Certo. L’elettorato tedesco si sente abbastanza forte da potersi riappropriare della sovranità; quello italiano si sente talmente debole e abbandonato da affidarsi ad un “papa straniero”».

Sd lancia l’allarme: il più votato è stato il quesito anti-immigrati


BOLZANO. Grido d’allarme di Sinistra Democratica: «Al netto dei no e delle schede bianche o nulle è stato il primo referendum (Union), quello xenofobo ed etno-populista che puntava a ridurre le agevolazioni per la casa agli extracomunitari, ad aver ricevuto i maggiori consensi in voti assoluti (115.560 mila). Fortunatamente il quesito non è passato, perché un’eventuale vittoria avrebbe alimentato la campagna xenofoba contro gli immigrati e alimentato tensioni tra i gruppi linguistici, considerato che i nuovi limiti avrebbero colpito anche i cittadini italiani delle altre regioni». Sd conclude chiedendo “un più ampio coinvolgimento democratico nelle decisioni dell’autonomia”.

«Sonora batosta per Durni»


BOLZANO. “La massiccia presenza di votanti nelle valli pesa come un macigno sull’Svp” che “esce sconfitta” dai referendum. Lo sostiene Donato Seppi (Unitalia). “La reazione del popolo sta a dimostrare che i veti ed il tentativo di affossamento dei referendum, è fallito in pieno”, osserva Seppi, secondo il quale chi è andato a votare lo ha fatto “più contro la Svp che a favore dei quesiti referendari”. “Avere trasformato i quesiti in un clima referendario che appariva essere a favore o contro gli ordini del partito padrone ha indotto la popolazione a dimostrare la sua contrarietà all’arroganza e alla prepotenza del governo provinciale”, conclude l’esponente di Unitalia.



«In 110 mila sono con noi»

 BOLZANO. «Sono 110 mila gli elettori che la pensano come noi». Lo ha detto il segretario dell’Union für Südtirol Andreas Pöder, commentando l’esito dei referendum. «Gli elettori chiedono un maggior potere decisionale e noi continueremo a rappresentare le loro istanze con rinnovato vigore. Dovremo però fare uno sforzo in più per far capire agli italiani che la democrazia diretta è anche a loro beneficio. Purtroppo, la Svp ha giocato la carta della paura. Il presidente della giunta Durnwalder, alla vigilia del voto, ha lanciato l’appello all’astensionismo proprio al gruppo italiano e ha fatto breccia».



«Una sconfitta che assomiglia ad una vittoria»


BOLZANO. «Quorum mancato per un pelo e tuttavia un successo: i promotori di Iniziativa per più democrazia e la Federazione delle associazioni ambientaliste altoatesine hanno subìto una sconfitta che in realtà somiglia a una vittoria». Lo dice una nota dei Verdi secondo cui, “nonostante una massiccia campagna di boicottaggio da parte della giunta provinciale, nonostante lo scetticismo di molti importanti organi di stampa, nonostante l’apertura ritardata delle sezioni elettorali, in tutto l’Alto Adige quasi 150 mila elettori si sono recati alle urne e in moltissimi comuni il quorum è stato abbondantemente superato. Il risultato finale equivale a un grande successo della democrazia. In questa domenica di voto si è espresso chiaramente il desiderio diffuso di una maggior partecipazione». Il gruppo consiliare Alternativa sociale di Bressanone attribuisce alla macchina organizzativa della Provincia il mancato raggiungimento del quorum: «Se tutte le sezioni avessero aperto i battenti regolarmente alle 6, l’obiettivo sarebbe stato raggiunto. Questa gravissima carenza organizzativa non dovrebbe verificarsi in un Paese membro della Comunità europea». Stephan Lausch (Iniziativa per più democrazia) punta il dito contro il ritardo nell’apertura dei seggi e denuncia la “scarsa informazione fornita prima dalla Provincia e poi dalla stampa”. «Risultato - dice Lausch -: ha vinto il messaggio di paura lanciato da Durnwalder che ha fatto breccia soprattutto nell’elettorato italiano». Anche Roman Zanon (Dachverband nella foto) se la prende con la Svp: «Per tre mesi gli esponenti del partito di raccolta hanno evitato di parlare di referendum. Solo gli ultimi giorni sono scesi in campo, ma per gettare nel panico gli italiani che disorientati non sono andati a votare e hanno impedito il raggiungimento del quorum».
 Anche se l’obiettivo è stato mancato Rudi Benedikter (Projekt Bozen) mette in guardia il presidente Durnwalder: «La sua potrebbe dimostrarsi una vittoria di Pirro: la conferma l’avremo alle comunali». Spegne gli entusiasmi l’assessore comunale Sandro Repetto (Udc): «I promotori dei referendum hanno fallito: proprio i bolzanini e gli abitanti di Laives, che vivono vicino all’aeroporto, hanno disertato le urne».


Peterlini critica la Provincia


 BOLZANO. Il senatore della Svp Oskar Peterlini al referendum ci credeva. Ha fatto propagando fino all’ultimo invitando amici e conoscenti ad andare a votare mandando degli “sms” anche domenica, ma il suo impegno non è bastato a far raggiungere il quorum: «Ci è mancato un 1,8 % per raggiungere il quorum del 40%. Paragonerei questo referendum provinciale alla lotta di Davide contro Golia, ma una cosa è certa: i cittadini sono i vincitori morali. Basti pensare ai tanti volontari che hanno dovuto lottare contro lussuosi depliants e pareri giuridici commissionati delle varie autorità locali e pagati con i soldi dei contribuenti». Così Peterlini ha commentato l’esito del referendum. «In quasi tutti i comprensori abitati in grande maggioranza da persone di madrelingua tedesca il quorum è stato addirittura superato, con punte oltre il 50%. Purtroppo è rimasta disinteressata gran parte della popolazione di madrelingua italiana, come dimostrano i risultati nelle città e nei comuni bilingui. Evidentemente - si rammarica il senatore - non siamo riusciti a sensibilizzare a sufficienza il loro interesse».


«Gli italiani si fidano dell’Svp»


BOLZANO. Se alle ultime provinciali l’Svp aveva ringraziato gli italiani per aver salvato il seggio decisivo per mantenere la maggioranza assoluta in consiglio, stavolta non c’è alcun debito di riconoscenza, anche se è innegabile che il quorum non è stato raggiunto grazie proprio al “non-voto” del gruppo linguistico italiano.
 Presidente Durnwalder, gli italiani sono stati ancora una volta decisivi per “salvare” l’Svp...
 
Il non-voto degli italiani in effetti è stato determinante. Ma non è stato un favore all’Svp, bensì una difesa dei propri interessi. Gli italiani evidentemente preferiscono trattare con noi, cercare delle soluzioni che vadano bene a tutti i gruppi linguistici. Si vede che vogliono che le cose restino così e che le questioni importanti vengano decise in seno al consiglio provinciale e non da un referendum in cui la maggioranza che vive in periferia potrebbe imporsi su quelli della minoranza che vive in città.
 A proposito della periferia: qui la partecipazione è stata molto più forte...
 
Credo che questo fatto sia da interpretare soprattutto come un’espressione di protesta contro i partiti e le istituzioni. Il risultato ottenuto è stato sicuramente di rilievo, ma non va sopravvalutato: il quorum alla fine dei conti non è stato raggiunto.
 Sì, ma c’è mancato davvero poco...
 
Guardiamo i numeri: i “sì” sono stati 120 mila su 390 mila aventi diritto al voto. È poco più del 30%, il resto della popolazione ha votato “no” oppure è rimasta a casa. E ci tengo a sottolineare che quest’ultima opzione in un referendum è una possibile forma di partecipazione. Io ad esempio non ho votato.
 Per questo è stato criticato e i promotori l’hanno accusata di aver boicottato i referendum...
 
Falso. Io non ho dato indicazioni di voto, ho detto quello che avrei fatto. Come Svp noi avevamo detto di votare quattro “no”, mentre sull’aeroporto abbiamo lasciato libertà di scelta.
 Nemmeno la conferenza stampa della giunta a pochi giorni dal voto è piaciuta ai promotori...
 
Abbiamo soltanto detto che se avessero vinto i “sì”, le conseguenze pratiche sarebbero state paralizzanti per la pubblica amministrazione. Credo che la popolazione lo abbia capito.
 Ma la partecipazione è stata comunque alta...
 
Vero. Per questo dobbiamo prendere sul serio i referendum. Sono falliti, ma non finiranno in un cassetto. Penso soprattutto alla legge sulla democrazia diretta: come partito penseremo a come modificarla. Il quorum? Io lo lascerei al 40%, ma ad esempio va chiarito meglio la costituzionalità del quesito. Non può essere che accada che fino al giorno del voto si litighi sul fatto che un quesito è costituzionale oppure no, la cosa va chiarita fin da subito.
 E gli altri quesiti?
 
Per l’aeroporto vale il risultato della mediazione: niente pista più lunga, ma due nuovi collegamenti per Vienna e Francoforte, senza superare la soglia massima dei 9 voli giornalieri. La legge urbanistica limita già abbastanza la possibilità di acquisto di seconde case da parte di non altoatesini, mentre per quanto riguarda gli immigrati, abbiamo appena iniziato l’esame della nuova legge. (mi.m.)





E ora l’aeroporto è pronto al rilancio


 BOLZANO. Scampato il pericolo, l’Abd pensa a rilanciare l’aeroporto. «Ora - afferma Engelbert Ritsch, presidente della società che gestisce lo scalo di San Giacomo - possiamo partire con i lavori necessari per mettere in sicurezza la struttura. Questo significa adeguare il terminal alle direttive di Schengen, e in un secondo momento alzarlo di un piano per posizionarci gli uffici dell’Abd. Poi costruiremo l’hangar dove troveranno spazio due aerei: in questo modo Air Alps potrà fare la manutenzione dei propri velivoli a Bolzano».
 Ma il rilancio dell’aeroporto passerà soprattutto attraverso la Provincia. Niente allungamento della pista, promette Durnwalder (e nel pomeriggio lo conferma anche la direzione della Svp), non rinunciando comunque ad una stoccata nei confronti dei referendari: «Noi intendiamo rispettare il risultato della mediazione, sono altri quelli che non lo hanno fatto». Il presidente della Provincia annuncia che presto partiranno i bandi per affiancare al collegamento con Roma anche quelli verso Vienna e Francoforte: «L’obiettivo - afferma Durnwalder - è quello di garantire dei prezzi accessibili a tutti. Per questo è importante che la Provincia possa continuare a mantenere il controllo della struttura e anche a finanziarla. Grazie al pagamento degli oneri di servizio abbiamo potuto fissare il prezzo per il volo per Roma portando la tariffa media a 170 euro. È vero che ci costa un milione di euro all’anno, ma è una spesa sostenibile». Sulla stessa linea l’assessore ai Trasporti Thomas Widmann: «Rispetteremo l’esito della mediazione, e quindi la pista non sarà allungata. Però garantiremo altri 2-3 collegamenti aerei a circa 200 euro a tratta per permettere agli altoatesini di muoversi con più libertà».



 Durnwalder e Ritsch sottolineano poi entrambi la scarsa affluenza dei Comuni più vicini all’aeroporto, da Bolzano a Laives passando per Bronzolo e Vadena: «Evidentemente - dicono entrambi - il rumore e l’inquinamento non sono così insopportabili».

Alto Adige 27-10-09




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giovedì, 22 ottobre 2009


Aeroporto: ok al piano sicurezza


aeroporto di San Giacomo

 BOLZANO. Via libera ieri dalla giunta comunale al piano per la sicurezza aeroportuale presentato dall’assessore Chiara Pasquali. Le prescrizioni sono state chieste da Enac (ente nazionale aviazione civile) e concordato con i Comuni di Laives e Vadena, per limitare le conseguenze in caso di incidente aereo. Dopo il consigliere provinciale Riccardo Dello Sbarba ora è l’assessore Patrizia Trincanato (entrambi verdi) a lanciare il grido d’allarme: «È bene che i bolzanini sappiano che il piano per la sicurezza aeroportuale limiterà notevolmente la zona produttiva, ma anche parte della città, perché in un cono di 1.836.000 metri quadrati non si potranno costruire insediamenti ad elevato affollamento, scuole, ospedali e altri obiettivi sensibili. L’area più colpita dalle limitazioni sarà comunque quella oltre via Einstein destinata alle attività produttive: le cubature verranno dimezzate».
 Conclusione dell’assessore Trincanato: il prezzo che la città paga all’aeroporto è troppo alto. «Condiziona - insiste - lo sviluppo verso sud del capoluogo. Anche i proprietari dei terreni è bene ci pensino attentamente».
 Minimizza l’assessore Pasquali che riconduce le critiche dei verdi al referendum di domenica: uno dei quesiti riguarda proprio lo scalo.
 «In sostanza - assicura la responsabile dell’urbanistica comunale - non cambia nulla. Lo sviluppo urbanistico non subirà alcuna limitazione. Le cubature non verranno dimezzate, se si esclude un’area minima a ridosso della pista. Il piano per la sicurezza interviene non sulle cubature ma sul carico antropico. In sostanza, ci sarà grande attenzione nel rilascio delle concessioni al tipo di attività, al numero di dipendenti e al giro di clienti. Avremo grandi cubature ma all’interno un numero di persone ridotto. Obiettivo: limitare i danni in caso di incidente aereo».

Alto Adige 22-10-09
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giovedì, 22 ottobre 2009

«Ho visto un Ufo sopra l’aeroporto di San Giacomo»


UFO uno dei tanti



GIANFRANCO PICCOLI

 BOLZANO. Un disco volante che solca i cieli di Bolzano a 3.500 chilometri orari, disegnando traiettorie a 90 gradi. «Mai visto nulla del genere», racconta il protagonista dell’avvistamento, l’architetto (e pilota d’aereo) Maurizio Ambrosini.
 Un episodio eccezionale, che ha suscitato un enorme interesse nel Comitato ufologico nazionale ed è finito anche sulla prima pagina dell’ultimo numero della rivista scientifica Focus.
 La testimonianza di Ambrosini è considerata particolarmente attendibile proprio perché la sua esperienza di pilota gli ha consentito di notare e descrivere con raziocinio dettagli tecnici che sfuggirebbero alla maggior parte delle persone.
 Il fatto è avvenuto il 3 luglio scorso, testimoni anche la moglie ed i vicini di casa di Ambrosini. «Un Ufo? Sì, se lo intendiamo nel senso letterale del termine - esordisce Ambrosini - ovvero un “oggetto volante non identificato”. Io un apparecchio che viaggia a quella velocità e che disegna traiettorie ortogonali non l’ho mai visto e non sono a conoscenza dell’esistenza di nulla del genere».
 Ma cos’ha visto? «Io abito vicino all’aeroporto. Quella sera, era già l’imbrunire, sono stati i miei vicini a chiamarmi. “Maurizio, Maurizio, vieni fuori!” mi hanno gridato. Ho visto un disco, dal diametro di circa venti metri, arrivare a gran velocità verso l’aeroporto: ho subito preso il binocolo per osservare il fenomeno. Si è posizionato sulla perpendicolare della pista di San Giacomo. Era a 800 metri di quota e si è portato a 1.500. Al centro si è acceso un faro rosso contornato di giallo, poi ho notato altri fari rossi, sempre contornati di giallo. Il disco disegnava con piccoli spostamenti traiettorie a forma di 7, con angoli ortogonali, impossibili per un aereo o un elicottero».
 Poi? «A quel punto - prosegue l’architetto - ha cominciato a salire, direi ad una velocità di 10.000 piedi all’ora. Una stima per difetto». Per la cronaca, significa circa 3.500 chilometri orari: «Nessun velivolo, neppure i più moderni caccia militari, sono in grado di muoversi a quella velocità». «Con un colpo “secco” è scomparso dalla mia vista. Il tutto sarà durato almeno dieci minuti e la cosa straordinaria - prosegue Ambrosini - è che non c’era il minimo rumore».
 Che idea s’è fatto di quello che ha visto? «Non saprei. Non ho pensato agli “omini verdi con le antenne”, tanto per capirsi. Posso solo dire che quello era un oggetto volante che non si muoveva secondo i parametri conosciuti. L’unico rammarico che ho, è di non essere riuscito a fotografarlo».
 Ambrosini (che la sera stessa ha avvisato i carabinieri) ha segnalato il fatto al Comitato ufologico, che ha preso sul serio l’avvistamento. Per altro uno dei tanti avvenuti la scorsa estate in regione: tredici quelli registrati ufficialmente in Trentino Alto Adige.

Alto Adige 22-10-09


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mercoledì, 21 ottobre 2009


Aeroporto di SAn Giacomo
«Ampliarlo non porta posti di lavoro»


aeroporto di San Giacomo


Presentato lo studio di Bove, Gigliotti e Merlini: mediazione da rilanciare

MASSIMILIANO BONA



 LAIVES. «Sul tema aeroporto, a distanza di 2 anni, è giusto rivalutare e rilanciare il lavoro fatto grazie alla mediazione». A sottolinearlo è Marco Bove, ex consigliere comunale Verde, che ritiene imprescindibile «una valutazione dell’impatto territoriale per la conca a Sud di Bolzano».
 Bove, che interviene a pochi giorni dal referedum con il quale si chiede di bloccare i finanziamenti pubblici all’aeroporto, ha lavorato per 4 mesi con Massimo Gigliotti e Lorenzo Merlini per il Gruppo di lavoro Laives e il Centro di attenzione permanente di San Giacomo. Sono stati analizzati e rielaborati tutti i dati raccolti durante la mediazione, prendendo in considerazione anche gli aspetti socio-economici. «La parte propositiva della mediazione del maggio 2005 - sottolinea Bove - ha trovato i responsabili tecnici provinciali molto interessati al percorso proposto, inclusa la valutazione di impatto territoriale. Purtroppo la classe politica, comunale e provinciale (che aveva paura dei risultati possibili), ma anche alcune associazioni ambientaliste (diffidenti a priori nei confronti di analisi tecniche fatte su incarico politico) hanno stoppato questo processo virtuoso che, a distanza di 2 anni, è ancora validissimo». Oltre allo spostamento delle esercitazioni militari e dei voli sportivi tra le proposte della mediazione - contestata a suo tempo anche per i costi elevati - c’è «la restrizione generale e il controllo degli orari di decollo e arrivo degli aeromobili anche in relazione alla loro classificazione». Per Bove è giusto rimarcare l’aspetto dell’inquinamento atmosferico. «I danni ambientali possono portare a costi economici reali, sebbene questi costi siano generalmente nascosti alle statistiche economiche ufficiali. Ad esempio: l’aumento dei costi sanitari e la riduzione delle capacità produttive di persone e risorse». La fascia che comprende Bolzano e Laives è tra le più inquinate. «Manca una zonizzazione con misure più puntuali presso l’aeroporto, a San Giacomo e in via Kennedy a Laives». Secondo le categorie economiche l’ampliamento dell’aeroporto servirà allo sviluppo del turismo e dell’occupazione. «Nel turismo - prosegue Bove - l’occupazione rispetto al 1998 è cresciuta del 30% (Fonte: osservatorio del mercato del lavoro). Dei 24 mila lavoratori registrati nell’estate 2006, 12 mila non sono italiani, lavorano con contratti precari e per più di 8 ore al giorno. In sintesi l’industria turistica non è fonte di maggiore occupazione per i lavoratori locali. E per favorire gli spostamenti in aereo degli altoatesini esistono diverse alternative all’ampliamento dell’aeroporto, prima fra tutte il potenzialmento dei collegamenti con Verona ed Innsbruck». Per Bove non si può continuare ad interpretare il turismo solo da un punto di vista quantitativo. «È ora che anche l’economia pensi ad un turismo sostenibile. Non ci sono dati reali che dimostrino la necessità di un altro ampliamento dell’aeroporto. La riduzione di un giorno (negli ultimi 10 anni) della durata media dei pernottamenti è stata compensata da un aumento di 3 milioni di presenze». Non si può, secondo Bove, sottovalutare le aspettative di centinaia di famiglie vicine alla struttura (circa 5000 persone). Servono anche una valutazione di impatto ambientale e un Piano di sviluppo aeroportuale per ridurre l’impatto sull’area che confina con l’aeroporto.

Nel 2006 all’aeroporto di Bolzano/San Giacomo ci sono stati 16.574 voli: 7.495 voli privati (45%); 5.398 voli sportivi (32%); 3.092 voli di linea (19%) e 589 voli charter (4%). I voli militari sono stati stimati tra i 3000 e i 3500.

Alto Adige 21-10-09



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martedì, 20 ottobre 2009



Aeroporto: hangar bloccati

in attesa di fondi e concessioni


hangar aeroporto San Giacomo
Dicono i dirigenti della società aeroportuale Abd e l’assessore ai trasporti Widmann: «Se con la vittoria del “sì” al referendum la Provincia non potrà più gestire l’aeroporto, abbandonando a se stesso fra l’altro impianti del valore di milioni, i voli non diminuiranno, ma triplicheranno, l’inquinamento non diminuirà, anzi triplicherà».
Ipotesi realistica o puro allarmismo? Per verificarlo non occorre andare molto lontano: basta volgere lo sguardo verso ovest, dove c’è il maneggio, a ridosso del quale si scorgono giganteschi pilastri di cemento e scheletri metallici.

Si tratta della nuova sede della sezione aerea della Guardia di Finanza che, appena arriverà l’ultima tranche dei finanziamenti (si spera entro l’anno), abbandonerà la modesta palazzina attuale a ridosso della Aerostazione dell’Abd. Il cantiere si stende per circa 200 metri e coprirebbe, a occhio, dai 3 ai 4 ettari; a occhio”� perché sulle caratteristiche dell’impianto c’è riserbo assoluto: la Guardia di Finanza non si sbottona e “scarica” su altri enti. Sul tabellone del cantiere si legge: “Ministero Infrastrutture e trasporti - sede coord. di Trento - Lavori di ampliamento della sezione aerea della Guardia di Finanza - Spesa prevista Euro 3 milioni 60.220 euro”.

I lavori sono iniziati nel 2004 e attualmente sono fermi in attesa degli ultimi fondi. Lentezza di carattere tipicamente burocratico visto che sono coinvolti i Ministeri degli Interni, delle Finanze e delle Infrastrutture. Ma il gigantesco complesso ha già preso forma concreta: le impalcature racchiudono i grezzi di due grandi edifici in muratura prossimi alla pista per uffici, sale operative, impianti tecnologici, attrezzature ricreative, una palazzina con 6 alloggi per altrettante famiglie, mentre al centro del cantiere si ergono gli scheletri in metallo-cemento di due hangar di almeno 2.000 metri cubi, per accogliere sei elicotteri, contro i tre attuali, il che lascia presumere un raddoppio dell’attività. Una sessantina le persone da ospitare, fra impiegati e famigliari.
Fra pochi mesi dunque il quadro generale dell’aeroporto potrebbe essere il seguente: se il Comune dovesse sbloccare i lavori, ora fermi per la mancanza di una concessione edilizia municipale, sul lato nord: l’hangar della Fri-el (famiglia Gostner) di 2200 metri cubi per un jet di medie dimensioni, due jet cosiddetti “executive”, quattro aerei da turismo e un paio di alianti; a ovest operano già tre elicotteri medi Agusta AB 109, AB 412 e AB 206 dei Carabinieri (quelli di colore blu) e tre Agusta AB 205 (medi da trasporto o combattimento) dell’Ale Altair (esercito).

San Giacomo funge inoltre da scalo, come una sorta di avamposto per i rifornimenti ed esercitazioni anche degli alpini paracadutisti dell’ormai famoso reggimento “Monte Cervino”, i giganteschi elicotteri CH 47 Chinook da 35 posti (quelli a doppio rotore) nonché le formazioni dei neri “Mangusta” da combattimento; infine i mezzi della protezione civile e almeno 20 aerei fra privati e flotta Aero club che il referendum non potrà fermare e che avranno via libera senza limiti. Gli unici a restare a terra potrebbero essere quindi quei cittadini, altoatesini o “esterni” che devono volare per lavoro, prima ancora che per turismo.
(Alto Adige 19 ottobre 2009)



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sabato, 17 ottobre 2009




Abd e Provincia al contrattacco: un disastro rinunciare all’aeroporto

«Passeggeri, i politici sono solo il 6%»


aeroporto di San Giacomo

MIRCO MARCHIODI


 BOLZANO. Referendum, Abd e Provincia vanno al contrattacco. L’aeroporto serve solo alla politica? «Macché, politici e dipendenti pubblici sono solo il 6% dei passeggeri». La struttura è un pozzo senza fondo? «No, costa due milioni all’anno per ripianare i debiti dell’Abd mentre per il trasporto regionale su ferro e su strada la Provincia investe 101 milioni annui». Crea inquinamento acustico e atmosferico? «Può darsi, ma senza il controllo della Provincia sull’aeroporto, i voli sarebbero tre volte tanti». Ma i nemici dell’aeroporto la vedono diversamente.
 Abd e Provincia ieri hanno organizzato una conferenza stampa presso l’aeroporto di San Giacomo. «Bisogna fare chiarezza», dice l’assessore Thomas Widmann. In particolare, aggiunge il direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter, «chi pensa che i voli diminuiranno se passa il “sì”, si sbaglia di grosso, perché accadrà esattamente il contrario». Ma i nemici dell’aeroporto - all’ingresso c’erano una decina di rappresentanti dei protezionisti del Dachverband -, la vedono in modo diverso: «L’obiettivo non è chiudere l’aeroporto, ma evitare che la Provincia getti altri soldi pubblici».
 Se vince il sì. Il presidente dell’Abd Engelbert Ritsch gioca subito la sua carta: «Se la Provincia perde il controllo sull’aeroporto, il numero dei voli triplicherà». Oggi a Bolzano i movimenti aerei sono circa 18 mila: due terzi sono voli sportivi, 3.125 sono voli commerciali e poco meno di 3.500 sono voli militari. A Mattarello, scalo trentino dove non ci sono i controlli imposti a quello bolzanino, i soli voli sportivi sono oltre 32 mila. E prima che l’Abd iniziasse a gestire l’aeroporto, «i voli militari erano molto più numerosi di oggi».
 I costi. È stato l’assessore Widmann a toccare un altro dei temi caldi, quello dei costi. «Ad oggi la Provincia ha investito 41,7 milioni, cifra che comprende sia la spesa per la struttura che quella per ripianare le perdite dell’Abd. In futuro ci saranno da sostenere altri costi per la struttura, ma la gestione ci costerà 1,5-2 milioni ogni anno. Per fare un paragone: per treni e autobus regionali l’investimento provinciale è di 101 milioni all’anno».
 «Salviamo l’aeroporto». Widmann ha replicato anche a chi parla di cattedrale nel deserto. «Bolzano ha 70 mila passeggeri all’anno. L’aeroporto di Graz ne conta 870 mila, Klagenfurt 450 mila. Non si può certo parlare di grande opera. E anche se al volo per Roma aggiungessimo i collegamenti per Vienna e Francoforte e per altre due città europee, i voli aggiuntivi sarebbero soltanto una dozzina al giorno. L’Alto Adige ha bisogno dell’aeroporto: serve alle imprese, come testimoniano Würth o TechnoAlpin, serve all’università, che ha già perso docenti di grido perché Bolzano non era collegata via aereo alle loro città, serve al marketing, che solo grazie allo scalo ha potuto portare in Alto Adige un evento come i mondiali giovanili di atletica o potrà contare sul ritiro della nazionale tedesca prima dei mondiali di calcio, ma soprattutto serve agli altoatesini, che hanno bisogno di questa struttura per spostarsi».
 Il mito sfatato. Quando Widmann dice che «l’aeroporto serve agli altoatesini», sfata un altro mito: «C’è chi sostiene che i voli servono solo ai politici. La verità è un’altra: politici e dipendenti pubblici sono solo il 6% del totale dei passeggeri. E visto che con le nuove gare possiamo fissare anche i prezzi massimi dei voli, sono convinto che gli altoatesini che usano l’aereo in futuro aumenteranno ancora"

Alto Adige 17-10-09
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sabato, 17 ottobre 2009


REFERENDUM «No all’aeroporto di San Giacomo»
Appello della Svp


aeroporto di San Giacomo


LAIVES. La Svp locale è decisamente impegnata nella campagna referendaria che riguarda l’aeroporto di San Giacomo. Sia Daniel Dagostin, rappresentante della Junge Generation di Laives, che Andreas Mumelter, Obmann della Stella Alpina a San Giacomo, con rispettive prese di posizione, raccomandano a tutti di recarsi a votare domenica 25 ottobre per fare in modo che dalla consultazione esca una sostanziale bocciatura dell’aeroporto che in particolare a Laives e nel resto della Bassa Atesina è avversato tenacemente da gran parte delle comunità residenti. (b.c.)

Alto Adige 17-10-09




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giovedì, 15 ottobre 2009


A rischio le torri Hafner e Salewa prossime all'aeroporto di San Giacomo


torre Hafner


torre Salewa


L’Enac: troppo alte. Imprenditori preoccupati, si spera in una deroga

MIRCO MARCHIODI


 BOLZANO. Le concessioni edilizie per le torri Hafner e Salewa in Zona sono state congelate. «Colpa» della vicinanza dell’aeroporto e delle norme di sicurezza imposte dall’Enac, che non permettono edifici più alti di 45 metri in un raggio di 3,5 chilometri. Si spera in una deroga, e intanto si lavora anche al «piano di rischio» che potrebbe limitare le costruzioni in via Einstein e non solo.
 La questione l’hanno tirata fuori i Verdi. Il referendum è vicino e ognuno cerca di giocarsi le proprie carte. Il capogruppo in consiglio provinciale Riccardo Dello Sbarba evidenzia un doppio problema legato all’aeroporto. Il primo: «Il piano di rischio aeroportuale richiesto dall’Enac limiterà notevolmente la zona industriale, ma anche parte della città, perché in un cono di 1.836.000 metri quadrati non si potranno costruire insediamenti ad elevato affollamento, scuole, ospedali e altri obiettivi sensibili, né localizzare attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale. L’aeroporto vincola il futuro anche economico di Bolzano: vale la pena pregiudicare lo sviluppo della città per averlo?».

 Secca la replica di Ulrich Stofner, direttore della Bls che si sta occupando dell’insediamento delle aziende oltre via Einstein. «Solo una piccola parte della nuova zona di produzione è inserita nel cono di rischio. Qui ci saranno alcune limitazioni, ma siamo riusciti a trovare un compromesso tra le esigenze di sviluppo della città e le norme di sicurezza». Anche l’assessore comunale all’urbanistica Chiara Pasquali, che assieme a Stofner, all’Enac e ai rappresentanti dei Comuni di Laives e Vadena fa parte dell’apposito gruppo di lavoro istituito dalla Provincia, tranquillizza: «Lo sviluppo urbanistico non subirà alcuna limitazione».

 Diversa la situazione legata al secondo elemento che segnala Dello Sbarba, ovvero il divieto di costruire edifici più alti di 45 metri nelle vicinanze dell’aeroporto. «Aspettiamo cosa ci dirà l’Enac, nel frattempo le relative concessioni edilizie restano congelate», afferma Pasquali. Le imprese sono preoccupate e si stanno muovendo in prima persona con l’Enac, anche a Roma. «Hafner e Salewa - conferma Stofner - stanno cercando di ottenere una deroga. Se l’Enac la concederà, potranno realizzare le loro torri». In caso contrario, dovranno rinunciarvi o quantomeno ridurne le dimensioni, visto che l’altezza prevista di entrambi gli edifici è di cinquanta metri.
 In attesa di avere una risposta dall’Enac (il 26 ottobre ci sarà un incontro a Roma per sottoporre la proposta del gruppo di lavoro ai responsabili dell’aviazione civile), il Comune di Laives si è mosso in autonomia: la commissione urbanistica ha infatti approvato il piano di rischio che dovrà poi essere inserito nel Puc (dovrebbe avvenire a novembre, dopo il passaggio in consiglio). Bolzano è in ritardo, ma se dall’Enac arriverà il via libera, i tempi si accorceranno.

Alto Adige 15-10-09
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martedì, 13 ottobre 2009



ORA «Aeroporto utile a tutta la Bassa Atesina»


comune di Ora



ORA. Il mantenimento dell’aeroporto, ma non solo. Gli esponenti dell’ala economica della Svp e del Wirtschaftsring si sono ritrovati ad Ora per discutere della situazione in Bassa Atesina e Oltradige. Sono intervenuti l’assessore provinciale Thomas Widmann, il presidente dell’ala economica Svp Gerhard Brandstätter, il direttore del Consorzio turistico Bolzano, vigneti e Dolomiti Hansjörg Mair e l’ad della Röchling di Laives Ralf Losem. «La Bassa Atesina - ha detto Losem - è un sito ideale per un’azienda come la nostra, a patto che continui ad essere ben collegata e facilmente raggiungibile». Oltre che di aeroporto si è discusso anche di sostegno alle pmi, sicurezza su lavoro, impianto di incenerimento dei fanghi, sburocratizzazione e pressione fiscale.

Alto Adige 13-10-09
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domenica, 11 ottobre 2009


Referendum, scende in campo Grillo


Democrazia Diretta Alto Adige

Sarà in piazza Matteotti il 23 ottobre. Intanto le lobby si sfidano sull’aeroporto


BOLZANO. Sarà Beppe Grillo a chiudere la campagna pro-referendum con una manifestazione in piazza Matteotti il 23 ottobre. Intanto si accende la battaglia attorno all’aeroporto: l’Alpenverein ha inviato ai suoi 50 mila soci una lettera in cui chiede di andare a votare “sì” contro i finanziamenti pubblici allo scalo di San Giacomo, mentre dalla Camera di commercio arriva l’indicazione di astenersi, «perché la nostra economia ha bisogno di un aeroporto».
 23 ottobre, piazza Matteotti, ore 18. Manca ancora il via libera dell’amministrazione comunale, ma in linea di massima saranno questi luogo e data della manifestazione di chiusura della campagna referendaria dell’Iniziativa per più democrazia. Sul sito www.referendumdemocraziadiretta.it si può già visionare un breve video in cui è lo stesso Grillo ad annunciare la sua presenza: «Voi a Bolzano - afferma - siete avanti anni luce rispetto al resto d’Italia. Mentre noi abbiamo solo la possibilità del referendum abrogativo, voi avete la possibilità di dire sì o no. Bene - chiude con una provocazione - io verrò a Bolzano per dirvi di tornare a adeguarvi al resto d’Italia e quindi di non andare a votare...». Succederà ovviamente il contrario e Stephan Lausch, che nel 2007 era stato ospite di Grillo durante lo spettacolo “Reset” in cui aveva promosso la raccolta firme a favore dei referendum, potrà ricambiare l’invito.
 Intanto è entrata nel vivo anche la battaglia tra le varie lobby di interesse. A muovere enti e associazioni è in particolare il referendum relativo all’aeroporto. L’Alpenverein ha fatto recapitare ai suoi 50 mila soci un volantino in cui si chiama al voto la popolazione per i quesiti numero 4 (democrazia diretta) e 5 (aeroporto). Assieme al Dachverband è stato stampato un volantino in cui si dice sì alla completa eliminazione dei sussidi pubblici al traffico aereo e allo stop per l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano. Un’iniziativa forte, alla quale è pronta a rispondere la Camera di commercio. «Da parte nostra - fa sapere il presidente Michl Ebner - invitiamo gli altoatesini a non andare a votare». La posizione della Camera di commercio è chiara: «L’Alto Adige gode di un elevato benessere. È interesse di tutti mantenerlo, ma per farlo serve un’economia competitiva, che a sua volta ha bisogno di un collegamento internazionale: l’aeroporto è un investimento sul futuro dell’Alto Adige. Chiuderlo avrebbe conseguenze estremamente negative per la nostra terra».

Alto Adige 11-10-09
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martedì, 06 ottobre 2009


Referendum

info referendum

Cinque quesiti: aeroporto, urbanistica, edilizia sociale e democrazia diretta

BOLZANO. Domenica 25 ottobre in Alto Adige si voteranno cinque referendum. Ecco i quesiti.
 Edilizia sociale. Presentato dall’Union für Südtirol, questo referendum mira sostanzialmente ad innalzare a 10 anni la residenza minima per accedere a sussidio casa e alloggi Ipes, per privilegiare la popolazione locale rispetto agli immigrati.
 Urbanistica. Anche questo quesito è proposto dall’Union für Südtirol e intende limitare ulteriormente il mercato delle seconde case.
 Democrazia diretta 1. Proposto dall’Union, il disegno di legge vuole introdurre nuove regole in merito ai referendum. Si abolisce il quorum, attualmente fissato al 40% degli aventi diritto al voto.
 Democrazia diretta 2. Presentato dall’Iniziativa per più Democrazia, anche in questo caso si intendono introdurre regole che semplifichino il ricorso alle consultazioni popolari. Rispetto alla proposta dell’Union, è previsto un quorum del 15%.
 Aeroporto. Presentato dagli ambientalisti, chiede di eliminare qualsiasi finanziamento da parte della Provincia all’aeroporto e a compagnie aeree (in pratica, all’Abd e all’Air Alps).

Pd: libertà su aeroporto sì a democrazia diretta


 BOLZANO. L’assemblea provinciale del Pd ha discusso ieri sera sui referendum provinciali. Queste le indicazioni. Intanto, andare a votare: «La partecipazione diretta è lo strumento migliore per portare la politica nel cuore della società». Voto «sì» al quesito sulla democrazia diretta presentato da Iniziativa per più democrazia («restituisce la voce ai cittadini»). Libertà di scelta sull’aeroporto: «Tema complesso, in cui si scontrano sensibilità differenti che vanno dallo sviluppo del sistema economico alla difesa dell’ambiente». «No» ai tre quesiti dell’Ufs su democrazia diretta, edilizia abitativa agevolata e difesa del territorio.


Durni e i referendum: «Io non voto»


di Mirco Marchiodi
 BOLZANO. «I referendum? Io non andrò a votare. E ribadisco che anche non partecipare al voto significa esprimere una propria posizione, perché il referendum prevede un quorum e chi non va a votare contribuisce a farlo fallire». Il presidente della Provincia Luis Durnwalder apre la battaglia sui referendum del 25 ottobre. Lo fa in maniera politicamente scorretta, sostengono i promotori della consultazione popolare: «Il presidente dovrebbe essere super partes e in ogni caso non invitare la popolazione al non voto», dicono.
 Durnwalder non la pensa allo stesso modo.

Alto Adige 6-10-09

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sabato, 03 ottobre 2009



Le ruspe dell’Abd scambiate per quelle del Comune. E scoppia il putiferio al maneggio





BOLZANO. Al maneggio è «psicosi nomadi». Ieri è bastato l’arrivo di un escavatore incaricato dall’Abd di ridefinire meglio i confini con l’area dell’aeroporto per mettere in allarme l’intero circolo equestre. Il timore era che il Comune avesse già iniziato i lavori il campo dei Gabrielli.
 «Il Comune ha già iniziato i lavori per spostare qui la famiglia Gabrielli», spiegava preoccupato il vicepresidente del circolo equestre «Bec» Marco Gasca nel pomeriggio di ieri, aggiungendo che gli accordi con l’amministrazione erano altri e che, in ogni caso, «noi i nomadi qui non li vogliamo». Un equivoco: gli escavatori erano state mandate dell’aeroporto per lavori di routine. Ma la reazione dimostra quanto sia dura l’opposizione al trasferimento dei nomadi. In Comune la reazione è altrettanto dura. L’assessore al patrimonio Sandro Repetto risponde per le rime: «Il circolo invece di lamentarsi, inizi a pagarci l’affitto per il terreno che è di nostra proprietà». L’accordo con la Provincia e il Demanio risale a diversi mesi fa: in cambio di una fetta di terreno a nord della pista dell’aeroporto, al Comune era andata l’area del maneggio. Fino ad allora il “Bolzano Equestrian Centre” non aveva mai pagato nulla, ma nel momento in cui la proprietà è passata dal Demanio al Comune è iniziata la trattativa attorno al canone di affitto, che il circolo finora si è sempre rifiutato di pagare. Ma più che l’affitto, il problema è la recente decisione di spostare la famiglia Gabrielli da Firmian - dove devono iniziare i lavori per l’asilo - al maneggio. Lo ha anticipato il sindaco Luigi Spagnolli e ieri lo ha confermato anche l’assessore ai lavori pubblici Stefano Pagani, «anche se - avverte - una decisione definitiva non è ancora stata presa».
 Difficilmente però il Comune farà marcia indietro, anche se l’assessore Svp Klaus Ladinser, pressato dai contadini, sta cercando una soluzione alternativa diversa anche dall’ex Vives e dalla giardineria di via Rio Molini, che erano state individuate nei giorni scorsi. Se i Gabrielli finiranno al maneggio, il circolo equestre è pronto a iniziare una battaglia legale. Gasca ha in mano il contratto di transazione tra Provincia e Comune che indica chiaramente che l’area del maneggio deve restare zona sportiva. È scritto specificatamente all’articolo 4: «La Provincia di Bolzano si obbliga a cedere al Comune un’area di superficie pari a quella che viene ceduta dal Comune di Bolzano a nord della pista. Tale area sarà adibita a maneggio in misura pari all’estensione attuale del maneggio esistente». Secondo il vicepresidente del “Bec” la questione è chiara: «L’area che il maneggio ormai occupa da 50 anni è stata ceduta al Comune alla condizione che non venisse destinata ad altri scopi».
 Intanto, attorno all’aeroporto si accende un’altra “bagarre” urbanistica, relativa all’hangar privato che la Fri-El dei fratelli bolzanini Gostner sta costruendo. Nei giorni scorsi il Comune ha decretato la sospensione dei lavori, perché non è mai stata richiesta la concessione edilizia. I Gostner affermano che non serve e che Provincia e Enac hanno già dato il loro assenso. Il Comune invece la pensa diversamente, come dimostra il provvedimento firmato dall’assessore all’urbanistica Chiara Pasquali. Come rileva anche l’avvocato capo del Comune Marco Cappello, «la legge provinciale 13 del 1997 agli articoli 66 e 67 indica chiaramente i casi in cui la concessione edilizia non serve: si tratta degli impianti di smaltimento rifiuti e depurazione acque, di opere sanitarie e sociali e delle infrastrutture di interesse sovracomunale. Nel progetto è però indicato chiaramente che si tratta di un hangar a uso privato e quindi è da escludere l’interesse pubblico della struttura». (mi.m.)
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martedì, 15 settembre 2009

Referendum: si attenta al quorum


Mettere in dubbio la legittimità costituzionale dei quesiti referendari su cui si andrà a votare il 25 ottobre, fa parte di una strategia intesa a non far raggiungere il quorum. Infatti sulla loro validità si sono già espressi gli organi competenti e insistere su questa falsariga serve solo a creare disorientamento negli elettori ai quali si suggerisce l’inutilità di partecipare al voto.
Questa sensazione viene rafforzata quando si scopre che, senza attendere il risultato referendario sull’aeroporto, si intende procedere agli adeguamenti strutturali e, anche in mancanza delle licenze edilizie necessarie, all’edificazione di un edificio privato la cui destinazione ed uso non è ancora del tutto chiara.
Sintomatica delle intenzioni e del modo di procedere di provincia e sostenitori dello scalo sono le affermazioni riportate dalla stampa del vicepresidente di Fri-El, Josef Gostner il quale dichiara: «Preferisco non dire niente, per non creare problemi. L’hangar sarà pronto fra due mesi. Poi spiegheremo volentieri di cosa si tratta».
Dunque si perseguono, come nulla fosse, i propri disegni e solo a posteriori si forniranno delle spiegazioni: l’intento di far apparire inutile la consultazione popolare è del tutto evidente.
Si spera così di indurre quanti più elettori possibile a disertare le urne, ma proprio questo atteggiamento antidemocratico, se si saprà evidenziarlo a dovere, potrebbe indurre molti a castigare l’arroganza di chi considera la partecipazione attiva dei cittadini solo un fastidioso impedimento.

Rifondazione Comunista – Laives

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venerdì, 11 settembre 2009



Hangar Fri-El all'aeroporto di San Giacomo scavalcato il Comune
di Bolzano

Aeroporto. Tutto deciso da Provincia ed Enac. Il municipio: è un’opera privata, occorreva la nostra licenza 

Partiti i lavori per la nuova aviorimessa ma senza concessione edilizia

di Davide Pasquali
 BOLZANO. Comune ancora una volta scavalcato dalla Provincia. Stavolta si tratta di una nuova aviorimessa all’interno dell’aeroporto. Un hangar di notevoli dimensioni, realizzato da un’azienda privata per uso privato, ossia per ricoverarvi i propri «jet» aziendali. Il tutto su terreno del demanio statale - ma pur sempre all’interno del territorio comunale - grazie a un’intesa fra Ente nazionale aviazione civile e Provincia. Il Comune aveva dato parere positivo all’intesa, fermo restando che il committente avrebbe dovuto richiedere regolare concessione edilizia, rispettando le norme di attuazione del Puc, e pagare i relativi oneri di urbanizzazione primaria. E invece, i lavori sono cominciati senza concessione comunale e non si è saldato alcunché. Ora il Comune chiede spiegazioni: convocato in municipio il direttore dei lavori.
 Lo scheletro metallico dell’aviorimessa fa bella mostra di sé dalla rotonda Einstein-Galvani. Fa una certa impressione, perché sono la bellezza di circa 20mila metri cubi, eretti in meno di tre settimane. I più pensano si tratti di un nuovo hangar di una compagnia aerea civile per trasporto passeggeri, e invece è l’aviorimessa realizzata per la Fri-El Spa della famiglia Gostner, per ricoverarci dentro i jet aziendali.
 Per Stato e Provincia è tutto assolutamente in regola: delibera di giunta all’unanimità, ok della Tutela paesaggio, autorizzazioni dell’Enac. In Comune, invece, c’è più di qualche perplessità. Ieri mattina all’ufficio edilizia è arrivata una segnalazione: al cantiere niente cartello con i prescritti dati del progetto. E così i tecnici hanno scoperto che il cantiere era partito. Niente richiesta di concessione edilizia, niente comunicazione di inizio lavori, niente comunicazione della cubatura esatta su cui calcolare gli oneri di urbanizzazione primaria, niente Documento unico di regolarità contributiva, niente piano sicurezza. Funzionari di Enac e Provincia spiegano che non ce n’è bisogno, perché l’intesa Stato-Provincia contiene in nuce la concessione edilizia. Trattandosi di opere statali, per autostrade, ferrovie e aeroporti il Comune non c’entra. I tecnici comunali, però, sono di tutt’altro avviso. Non trattandosi di un’opera direttamente realizzata da Stato o Provincia né di un’opera di conclamato interesse pubblico (considerata anche la natura giuridica del committente), bensì di opera privata, la procedura da adottare sarebbe dovuta essere quella della concessione edilizia ordinaria, avallata dalla preposta commissione consiliare. Da una visura camerale sulla Fri-El Spa non risultano infatti finalità prevalentemente pubbliche, né il capitale risulta prevalentemente pubblico. Come minimo, spiegano in Comune, a inizio lavori si dovrebbero saldare gli oneri di urbanizzazione primaria: acqua, fognatura, luce. Peccato che senza aver ricevuto comunicazione di inizio lavori il Comune non possa avviare l’iter per incassare gli oneri. Per il momento l’assessorato ha scelto la strada soft, chiedendo delucidazioni. Ma in teoria, spiegano i tecnici comunali, potrebbe anche essere richiesta la sospensione dei lavori.

Servirà da rimessa per 3 jet aziendali Alloggi per i piloti
PRONTO IN 2 MESI

Questi i dettagli del «Jet Service» della Fri-El, come si leggerà sul frontone dell’edificio, stando almeno ai rendering pubblicati sul web. Il progetto è dell’architetto Lukas Burgauner (famoso per il ponte per sciatori a Ortisei). La struttura metallica è della Stahlbau Pichler. L’edificio occuperà una superficie di 2.166 m³, di cui 1.653 di aviorimessa; davanti ci sarà un piazzale di sosta di 3.141 m³. L’hangar è lungo 50 metri, largo 33, alto 12. Nell’edificio annesso, a tre piani, sono previsti: sala d’aspetto passeggeri, deposito e officina manutenzione, magazzino, uffici direttivi, sala riunioni, archivio, 4 alloggi per equipaggio e tecnici. Potrà contenere un jet di medie dimensioni e due più piccoli, più quattro aerei da turismo a elica e un paio di alianti. È stato commissionato dalla Fri-El Green Power Spa, una società in notevole espansione, che si occupa di energie alternative, con particolare riguardo all’eolico e allo sfruttamento delle correnti sottomarine. Presidente del collegio sindacale è la senatrice Svp Helga Thaler Ausserhofer.


«E gli oneri di urbanizzazione?»

MARIA CHIARA PASQUALI

 «D’accordo che c’è l’intesa Enac-Provincia, ma proprio non si capisce perché non sia stata richiesta la concessione edilizia in Comune». Lo dichiara l’assessore comunale all’urbanistica Maria Chiara Pasquali. «Il progetto doveva essere valutato dalla commissione edilizia, come qualsiasi altro relativo a edifici produttivi in zona produttiva, come specificato nel Puc». Nei prossimi giorni, il progettista, nonché direttore dei lavori, verrà convocato in municipio, «per chiarire». Come minimo, «si dovranno prendere accordi per l’urbanizzazione primaria e la relativa corresponsione di oneri».

«Preferisco non commentare»

JOSEF GOSTNER

 Sul progetto della nuova rimessa, il vicepresidente di Fri-El, Josef Gostner, precisa: «Preferisco non dire niente, per non creare problemi. Quando si parla di aeroporto c’è sempre di mezzo la politica, perché in tanti non lo vogliono». L’hangar, dice Gostner, sarà pronto fra due mesi. «Poi spiegheremo volentieri di cosa si tratta». Alla domanda se verrà usato per il ricovero di velivoli aziendali o magari per altro, il vicepresidente della Spa è criptico: «Tutte le porte sono aperte, vedremo». A questo punto, l’ipotesi è che si stia prefigurando l’istituzione di un servizio di jet a noleggio. O qualcos’altro...


Alto Adige 11-09-09
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giovedì, 10 settembre 2009



AIR ALPS Un bando di gara alla faccia della concorrenza



 Vorrei esprimere il mio parere sulla gara del bando per l’aeroporto di Bolzano. Esattamente 3 mesi fa accennai in una mia lettera al bando sull’aeroporto di Bolzano che a questo difficilmente oltre alla compagnia Air Alps si presenterà un altro vettore. La mia previsione è stata azzeccata in pieno. Consultanto oggi l’orario invernale ho potuto constatare che è di nuovo la Air Alps ad operare da Bolzano a Roma e viceversa. Un fatto curioso che sui giornali non ho notato nulla sull’esito di questo bando! Così alla fine la faccenda si è conclusa per la soddisfazione di entrambi, per la Air Alps che continua ad essere sovvenzionata pubblicamente e la Provincia ad avere i voli assicurati per Roma.Tutto questo alla faccia della concorrenza che non esiste, dal momento che nessuna altra compagnia è interessata a Bolzano.
Giovanni Darocca BOLZANO

Alto Adige 10-09-09
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mercoledì, 09 settembre 2009


L’autostrada è indispensabile "secondo un sondaggio"



Per le imprese aeroporto e ferrovia poco importanti

 BOLZANO. Strada, aeroporto, ferrovia: questo è l’ordine di importanza delle infrastrutture altoatesine di viabilità per l’economia altoatesina, emerso da un sondaggio effettuato dall’Ire su un campione di 1.200 imprese.
 «Un sistema viario efficiente e orientato al futuro deve basarsi su tutte le infrastrutture di trasporto» sottolinea il presidente della Camera di commercio Michl Ebner.
 L’autostrada del Brennero - essendo l’asse lungo il quale gravita non solo economica della provincia di Bolzano - è risultata essere l’infrastruttura principale per l’economia altoatesina: l’85% degli imprenditori - così l’Ire - la giudica importante per la propria azienda. Seguono poi, sempre in ordine di importanza, le grandi infrastrutture stradali quali la MeBo, la strada della Val Pusteria, la strada del Brennero e la strada della Val Venosta. Risultato inatteso per l’aeroporto che è giudicato più importante della ferrovia: il 28% degli imprenditori considera importanti per la propria impresa l’aeroporto e i servizi navetta con altri aeroporti. Le risposte inerenti alla ferrovia sono state invece: 28% per la tratta del Brennero, 19% per la Val Pusteria e 18% per il collegamento verso Merano e la Val Venosta.
 Oltre alla grande importanza che le imprese altoatesine imputano alle infrastrutture viarie, si evidenzia anche un tasso “relativamente” alto di soddisfazione: veramente insoddisfatto si dichiara solo il 6%, molto soddisfatto il 22% e abbastanza soddisfatto il 72%. I valori più alti di soddisfazione risultano per la “MeBo” e l’autostrada, i peggiori per l’aeroporto e i servizi navetta per altri aeroporti.

Alto Adige 09-09-09
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martedì, 08 settembre 2009



Svp, libertà di voto sull’aeroporto di San Giacomo


BOLZANO. La Svp ha deciso le proprie indicazioni di voto agli elettori in vista dei referendum del 25 ottobre. Si tratta di cinque quesiti propositivi, che in caso di superamento del quorum del 40 per cento e di vittoria dei «sì» vedrebbero entrare in vigore i disegni di legge depositati dai proponenti. Quattro «no» e nessuna indicazione per il quesito che punta a cancellare i finanziamenti provinciali ad aeroporto e compagnie aeree. La presa di posizione è arrivata ieri dopo una seduta di Parteileitung e il gruppo consiliare provinciale Svp.
 La decisione sull’aeroporto è stata la più difficile. A fronte di una parte del partito che non accetta ipotesi di ridimensionamento, c’è stato il pressing della Bassa Atesina. Soddisfatto Oskar Peterlini, Obmann della Bassa Atesina, per la decisione del partito di non offire indicazioni di voto. Chi vorrà, segnerà «no», mentre si dà per scontato che in Bassa Atesina e Oltradige una parte dell’elettorato voterà a favore. Così la motivazione dopo la riunione: «La Svp si attiene ai risultati della mediazione sull’aeroporto, dove si è raggiunta l’intesa di accettare gli adeguamenti strutturali, senza prolungamento della pista».
 Sui referendum in generale, la Svp rivendica l’approvazione nel 2005 della legge provinciale sulla democrazia diretta, con il quorum al 40% «il più basso in Italia». Il 25 ottobre due saranno i quesiti sulla democrazia diretta, uno proposto dall’Ufs e uno dall’Iniziativa per più democrazia: l’indicazione di voto è «no» e «no»: «Ci sono errori dal punto di vista giuridico». «No» infine agli altri due quesiti dell’Ufs su edilizia agevolata (più restrizioni per sussidio casa e alloggi ai non residenti) e blocco delle seconde case di non residenti. In entrambe le materie, sostiene la Svp, la normativa in vigore è sufficientemente restrittiva, andare oltre cozzerebbe con i principi Ue.

Alto Adige 08-09-09
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martedì, 08 settembre 2009




Incenitore di Bolzano, costi esplosi: 117 milioni


Stanziati altri 19 milioni. Mussner replica: «Il progetto non era affidabile»

La Provincia cambia la legge che le imponeva di uscire dalle società «Norma pro Air Alps»

 BOLZANO. Costi per l’inceneritore esplosi da 98 a 117 milioni. Arriva la conferma dell’iniezione di nuovo denaro provinciale con spiegazione clamorosa: l’impianto garantito dall’Ati guidata dalla Atzwanger «non è sufficientemente sperimentato e affidabile». Servono integrazioni.
 Secondo la delibera iniziale, il nuovo inceneritore sarebbe dovuto costare 71 milioni. Cifra corretta a 98 milioni nel 2005. Arriva ora la conferma che non basteranno: la Provincia ha deciso di impegnare 117,9 milioni nel cantiere, perché devono essere finanziati interventi di miglioria non previsti inizialmente. I 19 milioni in più erano stati segnalati a inizio estate dai Verdi. Adesso è tutto consultabile, nero su bianco, nel disegno di legge del «Rendiconto generale per l’anno finanziario 2008». E i consiglieri provinciali Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss, secondo cui questa materia potrebbe essere oggetto di interesse per la Corte dei conti, accusano: «E’ la sanatoria di un appalto discutibile». I Verdi lasciano sospesa una domanda: «Si sono fatti ponti d’oro alla cordata locale che si è aggiudicata l’appalto?». L’appalto è stato tenuto basso, sotto i 100 milioni, «una cifra insufficiente per la tecnologia richiesta». Tutti i concorrenti potenziali si sono così ritirati, lasciando sola l’Ati guidata dalla Atzwanger. «Invece di rifare l’appalto, la Provincia ha accettato quest’unica offerta, per decidere poi la variante da 19 milioni per consentire alla cordata locale di offrire tecnologia più adeguata. Che cosa sarebbe successo se la Provincia avesse offerto subito in sede di gara il prezzo di 117 milioni? Più concorrenti avrebbero partecipato, la gara sarebbe stata più trasparente e la Provincia avrebbe potuto scegliere l’offerta migliore», sostengono i Verdi.
 E’ la stessa giunta a confermare che la revisione dei costi si è resa necessaria per «opere migliorative rispetto a quanto proposto nell’offerta». Di particolare interesse quanto dichiarato dagli assessori Florian Mussner e Michl Laimer (nella risposta a una interrogazione): «Le migliorie sono da imputare al fatto che quanto offerto dall’appaltatore in sede di gara, pur garantendo in linea di massima quello previsto dal progetto, non è sufficientemente sperimentato ed affidabile per la potenzialita prevista dal progetto». Proseguono gli assessori: «Nell’ambito della gara di appalto si è presentato un solo concorrente, il quale ha offerto un sistema combustione rifiuti-caldaia, che pur rientrando, almeno in parte, nelle condizioni generali indicate dal progetto, non è sufficientemente sperimentato per la potenzialità prevista dall’impianto. In sede di aggiudicazione non era possibile adottare un sistema diverso da quello offerto». E ancora, «la gara di appalto che ha visto l’affidamento dei lavori all’unico concorrente che ha presentato l’offerta ha evidentemente limitato la possibilità e disponibilità di scelta da parte dell’autorità di gara».

 Non è l’unica «norma anomala». Leggendo il rendiconto 2008 si scopre che la giunta ha deciso di rivedere la legge del 2007, basata su normative europee e nazionali, che le imponeva di uscire dalle società, controllate direttamente o indirettamente, che non forniscono servizi di pubblico interesse. I Verdi: «norma salva Air Alps». La Provincia sposta al 31 dicembre 2010 l’uscita dalle società controllate direttamente e rinuncia a uscire da quelle indirettamente controllate, come Air Alps e Safety Park. Nella Omnibus Economia sotto accusa la sanatoria Interspar e «carta bianca all’apertura di nuove cave».

Alto Adige 08-09-09
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sabato, 05 settembre 2009



«Aeroporto, basta finanziamenti pubblici»


La Svp della Bassa Atesina voterà «sì» al referendum sullo scalo di San Giacomo


di Massimiliano Bona
 EGNA. Seppur con il voto contrario del rappresentante dell’economia la Svp della Bassa Atesina ha deciso, dopo 4 ore di riunione, di votare sì al referendum sull’aeroporto. «Dagli anni Novanta ad oggi i contribuenti hanno speso 45 milioni: sono già troppi», commenta il senatore Peterlini.
 È stata, come previsto, una discussione fiume. «A suo tempo - ricorda Peterlini - la Svp diede il via libera alla realizzazione dell’aeroporto a condizione che non venissero spesi soldi dei contribuenti. Invece oggi, tra spese per l’aeroporto e contributi ad Air Alps, siamo arrivati a 45 milioni di euro. Decisamente troppi, se si pensa - come ha spiegato il presidente della Comunità comprensoriale Oswald Schiefer - che non ci sono fondi a sufficienza per i servizi sociali». La Volkspartei della Bassa Atesina teme soprattutto l’allungamento della pista ed è per questo che voterà «sì» al referendum, in linea con gli ambientalisti. «Il timore - prosegue Peterlini - è che possano essere impiegati velivoli più grandi, con problemi di inquinamento acustico e qualità della vita anche per gli abitanti della Bassa Atesina». La strada del compromesso sostenuta dalla consigliere Svp Rosa Thaler (“sì“ alla modernizzazione dell’aeroporto e “no“ all’allungamento della pista) non sembra dunque essere più condivisa. «La base della Svp della Bassa Atesina - sottolinea Peterlini - è per il “no“ ad ulteriori finanziamenti all’aeroporto, anche se alla collega Thaler va riconisciuto il merito di aver svolto una paziente opera di mediazione in questi anni». Quello di giovedì sera non è stato peraltro un voto unanime. Il rappresentante dell’ala economica ha manifestato la sua contrarietà alla risoluzine e ci sono state due astensioni.
 Nel corso della seduta si è parlato anche del contestato impianto dei fanghi, che Provincia e Ecocenter intendono realizzare a Termeno sia per una questione di costi (più bassi che altrove) che per il modesto impatto ambientale. Una decisione, in tal senso, è attesa entro fine settembre, all’assemblea dell’Ecocenter. Nel frattempo la Svp della Bassa Atesina intende affrontare la questione direttamente con il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder. «Lo incontreremo - spiega Peterlini - per presentargli alcune alternative all’incenerimento, soluzione sgradita a Termeno». Si è parlato anche di gestione degli asili ed è stata nominata la commissione per l’agricoltura. Ne fanno parte Johann Adami (Bronzolo), Herlinde Carli Pedrotti (Cortaccia), Thomas Enderle (Termeno), Geogr Jageregger (Montagna), Christoph Matzneller (Aldino), Peter Möltner (Termeno) e Rosa Zelger Thaler (Trodena).

Alto Adige 05-09-09
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domenica, 30 agosto 2009



Vertice in Provincia sull’aeroporto di  San Giacomo




Le categorie economiche «chiamate a rapporto» da Durnwalder Pressing del settore turistico a favore dello scalo di San Giacomo

 BOLZANO. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder non perde tempo: firmato il decreto sulla data dei referendum provinciali - si svolgeranno il 25 ottobre -, il “Landeshauptmann” ha iniziato le consultazioni in vista anche della discussione interna al partito che dovrà decidere se esprimere un’indicazione di voto oppure lasciare libertà di scelta ai propri iscritti. In settimana Durnwalder, accompagnato per l’occasione dall’assessore ai trasporti e vice Obmann dell’Svp Thomas Widmann, ha convocato le categorie economiche per discutere del quesito politicamente più rilevante, quello relativo al finanziamento pubblico all’aeroporto. La posizione di Durnwalder è chiara da tempo: il presidente vorrebbe mantenere il controllo sull’aeroporto e per farlo ritiene indispensabile che la Provincia continui a finanziare la struttura, non però il vettore aereo (che attualmente è Air Alps). Una posizione che a sorpresa aveva trovato d’accordo anche Rosa Thaler, che rappresenta le istanze della Bassa Atesina in consiglio provinciale e che da sempre è una delle più accese contestatrici dello scalo di San Giacomo.
 Per quanto riguarda l’incontro delle categorie economiche, fatta eccezione per il Bauernbund («non abbiamo ancora deciso come posizionarci in merito al referendum», fa sapere il presidente dell’unione degli agricoltori Leo Tiefenthaler), l’appoggio per l’aeroporto è stato pressoché totale. Tra i più accesi sostenitori dello scalo aereo ci sono gli operatori turistici. Dado Duzzi, presente all’incontro come vicepresidente dell’Unione commercio ma anche come presidente dell’Azienda di Soggiorno, ha le idee chiare: «Dal punto di vista commerciale e turistico è fondamentale che una provincia come la nostra sia raggiungibile. Essere raggiungibili significa avere a disposizione una serie di infrastrutture che ti permettono di spostarti, dall’autostrada alla ferrovia fino all’aeroporto. Se manca uno di questi tasselli, la destinazione turistica perde inevitabilmente a livello di immagine. In più l’aereo è l’unico mezzo che abbiamo per portare qui turisti che abitano a più di cinquecento chilometri di distanza. Basta vedere il successo che sta avendo il charter da Hannover, che è sempre pieno».
 Nel frattempo il presidente del consiglio provinciale Dieter Steger ha incontrato i promotori del referendum sulla democrazia diretta per discutere dei dubbi relativi all’ammissibilità del quesito.

Alto Adige 30-08-09
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sabato, 29 agosto 2009



«Dolomiti, una mostra all’aeroporto»


 LAIVES. Bolzano è la porta delle Dolomiti e il suo aeroporto potrebbe ospitare in questo senso una esposizione permanente. Lo sostiene in una nota Andreas Mumelter, Obmann della Svp di San Giacomo - Agruzzo, convinto anche che il territorio tra Bolzano e la Bassa Atesina abbia già dato molto in termini di ospitalità a strutture che nessuno voleva. Vedi l’inceneritore e lo stesso aeroporto, non certo benvoluto da larga parte della popolazione locale. «Invece - spiega Mumelter - con una esposizione permanente all’aeroporto, si farebbero conoscere meglio le Dolomiti a chi arriva, tenuto conto che Bolzano è già sede della Convenzione delle Alpi e del museo della montagna di Reinhold Messner. Sollecitiamo la giunta provinciale a pensarci». (b.c.)

Alto Adige 28-08-09
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mercoledì, 12 agosto 2009



Bando per il volo Bolzano-Roma Deserta la prima gara


 BOLZANO. È andato deserto il bando di gara indetto dal ministero per le Infrastrutture relativo al collegamento aereo tra Bolzano e Roma Fiumicino. Un esito scontato e atteso anche da parte dell’Enac, visto che nel frattempo è stato pubblicato un nuovo bando che comprende anche gli oneri di servizio pubblico. L’importo massimo che può essere richiesto a tale titolo sarà pari a 1,14 milioni di euro al netto dell’Iva per ognuno dei tre anni relativi alla concessione, ma nel bando si specifica che saranno favorite le offerte che prevedono un rimborso minore. Restano fermi tutti gli altri requisiti, dai quattro collegamenti giornalieri da offrire dal lunedì al venerdì (due nei weekend) alle tariffe massime e minime. Il nuovo termine fissato dal bando di gara comprensivo degli oneri di servizio è stato fissato al 30 settembre. Resta confermata la data di entrata in servizio del nuovo vettore, il primo dicembre. Finora ha assicurato la sua partecipazione Air Alps, che opera su Bolzano già dal 2002.

Alto Adige 12-08-09
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domenica, 09 agosto 2009



Rumori dal Safety Park, è tregua coi residenti


Presentati ai vicini i dati sulle prime misurazioni: via libera alle nuove prove fonometriche

di Bruno Canali
 LAIVES. Questa mattina nuove prove fonometriche fra le 9.30 e le 14.45 nell’area di fronte al Safety Park, in zona Cervo. Rientrata all’ultimo momento la protesta del comitato, di numerosi abitanti e dei proprietari di alcuni masi contro l’installazione delle apparecchiature.
 Si tratta degli edifici dove già qualche mese fa erano state effettuate le misurazioni del rumore non sono più disponibili ad ospitare, sulle loro proprietà, le apparecchiature per i rilevamenti. Ieri la protesta era stata decisa: «Non siamo più disposti a concedere l’ingresso nelle nostre proprietà - aveva spiegato la signora Dalsass, che abita a poche centinaia di metri in linea d’aria dal Safety Park - perché non ci hanno mai fatto conoscere neppure i risultati delle prime misurazioni e siamo stufi di essere presi in giro. Chiediamo invece che mantengano la parola data ovvero, che si sarebbe costruito solo un Centro per la guida sicura in zona Ischia Frizzi e non anche piste per moto e go-kart».
 I dati, finalmente, ci sono. Li ha anticipati l’altro giorno al nostro giornale il direttore del Safety Park Paul von Guggenberg: a quanto risulta dalle indagini di aprile, dunque, i mezzi che sforano la soglia di inquinamento acustico (circa 55 decibel) rispetto alle abitazioni del circondario sono di due categorie: le moto «supermotard» e i kart da 125 cc (per quelli da 60 e da 100 invece i dati sono sotto il limite). E mentre i secondi sforano di soli 1,2 decibel, per i primi lo sforamento è di ben 6 decibel.
 In presenza di questi dati ufficiali relativi alle precedenti rilevazioni - sarebbero stati consegnati all’amministrazione di Vadena - il comitato civico di zona Cervo, i residenti ed i proprietari dei masi hanno dato il loro benestare alla sistemazione delle apparecchiature per tutta la giornata odierna.
 Il Safety Park ha deciso le ulteriori verifiche sui rumori. Con alcune novità: le prove saranno con scarichi di serie, e in più nel rettilineo del percorso inseriremo una chicane, cosa tra l’altro abbastanza tipica per le gare di supermotard. Verrà anche aggiustato il cosiddetto “Db Killer”, uno strumento che serve proprio a limitare il rumore delle emissioni. Per quanto riguarda i kart saranno usati scarichi particolari, con doppio silenziatore e con la caratteristica di non creare surriscaldamento.
 Ma gli abitanti sono decisi ad avere la massima informazione possibile in tempi brevi. È il caso di ricordare che la zona Cervo - come buona parte del territorio comunale di Vadena - è sottoposta ad un pesante inquinamento acustico causato dall’A22, dal passaggio dei treni e dai decolli e atterraggi all’aeroporto di San Giacomo.

Ato Adige 08-08-09
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venerdì, 07 agosto 2009

Aeroporto di San Giacomo



Dunque ci siamo la linea aerea Bolzano-Roma verrà ufficialmente finanziata come “servizio pubblico”  il bando di gara è stato pubblicato.
Ogni volo da o per Roma riceverà un contributo pubblico di 550€ circa per un totale di 1,3 milioni di Euro all’anno!

Il bando viene pubblicato a ridosso del referendum sul finanziamento pubblico del traffico aereo. Il tutto in barba alla democrazia e ai 28.000 cittadini che con la loro firma nel 2007 hanno chiesto di poter decidere. Evidentemente a nessuno dei nostri governanti è parso opportuno attendere qualche settimana per conoscere l’esito del referendum e sapere effettivamente cosa ne pensa la gente, come per dire “fate quello che volete intanto a decidere siamo noi”.

Un ringraziamento particolare va  ai deputati SVP, PdL e del PD  locali che hanno fatto mettere ai voti la proposta di inserire la linea aerea Bolzano-Roma tra i servizi di interesse pubblico! 
Non mi faccio nessuna meraviglia per SVP e PDL la cui posizione è chiara, quello che mi lascia perplesso è la posizione di Luisa Gnecchi del Partito Democratico in tempi passati attiva con i Verdi. Nasce legittimo il sospetto che l’interesse privato abbia preso il sopravvento sulle sue ideologie democratiche e ambientaliste.

Ricordiamo anche che 2 mesi fa la Provincia si è comperata l’aeroporto diventando l’unica proprietaria. Non sarebbe stato più “democratico” anche in questo caso attendere l’esito del referendum?

Cosa succederà nel caso i cittadini decidessero di non voler contribuire con le loro tasse al volo aereo di politici e imprenditori? Bisogna recedere i contratti? Quanto costerà? Chi pagherà?

Alessandro Cosi
Promotore del Referendum
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giovedì, 06 agosto 2009


Lavori per l’hangar all'aeroporto , si attende il referendum



Lunedì scade il termine per partecipare alla gara per il volo per Fiumicino

 BOLZANO. Dopo la riorganizzazione societaria, il futuro di Air Alps sarà legato in maniera ancora più forte al destino dell’aeroporto di Bolzano. Con solo due linee garantite (una terza potrebbe arrivare nelle prossime settimane, le trattative sono attualmente in corsa), il Bolzano-Roma diventa l’unica fonte di reddito accanto al Parma-Roma. Diventa quindi fondamentale aggiudicarsi la gara d’appalto appena indetta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Air Alps ha già presentato la propria domanda e secondo l’amministratore delegato Rupert Leitner le possibilità di continuare ad operare sullo scalo bolzanino sono buone: «Siamo fiduciosi, perché abbiamo personale esperto che ha già le autorizzazioni necessarie per volare su un aeroporto difficile come quello di Bolzano e perché i nostri aerei soddisfano i requisiti previsti dal bando. Inoltre non crediamo che ci sarà una gara ad accaparrarsi questa tratta, visto che il raggiungimento del pareggio di bilancio può essere garantito soltanto grazie al contributo annuo di 1,1 milioni della Provincia».
 Il termine per presentare la domanda di ammissione al bando scade il 10 agosto. La frequenza minima per la rotta è di quattro voli giornalieri in andata e altrettanti in ritorno dal lunedì al venerdì e di due voli nei weekend e nelle giornate festive. Il servizio, dovrà essere effettuato con aerei con una capacità minima di 30 posti. Fissati anche i prezzi: la tariffa minima per tratta è di 140 euro, quella massima di 227, «ma il valore medio - afferma il bando - non potrà essere superiore ai 170 euro». La decisione sul vincitore della gara è attesa per metà ottobre e avrà efficacia dal primo dicembre.

Alto Adige 06-08-09
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giovedì, 06 agosto 2009



Senfter: crediamo nel futuro dell’aeroporto di Bolzano



Il presidente della Bzs Holding: investiremo ancora, l’Alto Adige ha bisogno di questo collegamento

 BOLZANO. «Crediamo nell’aeroporto di Bolzano e nella possibilità di portare al successo il progetto Air Alps». Nonostante i contraccolpi accusati finora, Franz Senfter crede ancora nella sua creatura.
 Fin da subito Franz Senfter, il “re dello speck” di San Candido, era stato uno dei più convinti promotori del progetto Air Alps. In quest’avventura ha imbarcato gran parte del gotha dell’economia locale, da Franz Staffler a Michael Seeber passando per gli Ebner e Hans Krapf. Finora però di successi non se ne sono visti molti, e i bilanci continuano ad essere in rosso, nonostante ripetute ricapitalizzazioni garantite proprio dalla Bzs Holding che fa capo all’imprenditore pusterese. Ma Senfter non si dà per vinto e rilancia: «Intendiamo investire ancora nel futuro di Air Alps, perché crediamo alla nuova organizzazione strategica della compagnia aerea. Dopo l’aumento di capitale del 2008 metteremo a disposizione un altro milione di euro. Questo significa che l’economia altoatesina si riconosce in Air Alps: per questo continueremo a provvedere anche in futuro con il capitale necessario per portare il progetto al successo».
 Secondo Senfter, i destini di Air Alps e dell’aeroporto di Bolzano sono strettamente legati. E così ecco che dal presidente della Bzs Holding arriva un appoggio incondizionato anche allo scalo di San Giacomo: «Siamo convinti della necessità dell’aeroporto per Bolzano. L’Alto Adige ha assolutamente bisogno di un collegamento alla rete nazionale e internazionale attraverso Roma». Proprio per questo dopo la riorganizzazione societaria tutte le attenzioni saranno rivolte al bando di gara per il collegamento tra Bolzano e Fiumicino: «Siamo fiduciosi di poter garantire anche in futuro questa tratta strategica per l’Alto Adige».

Alto Adige 06-08-09
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giovedì, 06 agosto 2009



Air Alps dimezza la flotta



La compagnia evita il fallimento: i creditori si accontentano del 40% della somma dovuta

Azionariato meno «pubblico» Forte partnership operativa con la tirolese Welcome Air


di Mirco Marchiodi
 BOLZANO. Air Alps riparte da Bolzano e da una nuova iniezione di capitale da parte dei suoi soci privati. Scongiurato il pericolo di fallimento dopo che ieri i creditori della compagnia aerea hanno accettato la proposta di concordato preventivo, ma per garantire la sopravvivenza alla società sono stati annunciati tagli pesanti: su 142 dipendenti ne restano solo 60, la flotta sarà dimezzata.
 Il comunicato diramato ieri mattina da Air Alps sprizzava ottimismo. In effetti la compagnia aerea ha evitato il fallimento. I creditori - a cui la società controllata dalla Bzs Holding che fa capo a Franz Senfter doveva circa nove milioni di euro - si accontenteranno di incassarne meno della metà. La proposta di concordato preventivo presentata da Air Alps prevedeva il rimborso del 40% dei debiti entro due anni con quote da versare ogni sei mesi. Ha detto sì il 97% dei creditori che si sono presentati al tribunale regionale di Innsbruck. I circa quattro milioni che serviranno a coprire il “buco” saranno garantiti per intero dalla Bzs Holding, mentre gli altri soci - in particolare la holding dei trasporti provinciale Sta che detiene il 14% di Air Alps e la Regione Trentino-Alto Adige che possiede il 6% - non dovranno versare nulla.
 La sopravvivenza di Air Alps ha però un prezzo più alto rispetto alla sola somma necessaria per soddisfare i creditori. La società ha infatti avviato un pesante piano di risanamento. I collegamenti attuali saranno portati avanti solo fino al termine della stagione estiva, e quindi fino alla fine di ottobre. «A iniziare dall’orario invernale - afferma l’amministratore delegato di Air Alps Rupert Leitner - concentreremo le nostre forze in modo mirato per rafforzare la nostra posizione di operatore profittevole di nicchia in campo regionale». Concentrare le proprie forze in concreto significa tagliare voli, velivoli e personale. «Da novembre - afferma Leitner - serviremo con tre aeromobili da 31 posti le tratte Bolzano-Roma e Parma-Roma e occuperemo 60 collaboratori». Per capire la riorganizzazione, basta ricordare i numeri attuali di Air Alps: gli aerei in dotazione sono cinque e non tre, gli aeroporti serviti oltre a Bolzano, Parma e Fiumicino comprendono anche Perugia, Malpensa, Rimini, Olbia, Lamezia Terme e Palermo e i dipendenti sono 142. Viene dunque tagliata oltre la metà della forza lavoro: in Austria con una raffica di licenziamenti, in Italia attraverso la mobilità. Alla fine di questo processo resteranno 35 persone a Innsbruck e 25 in Italia, tra Bolzano, Parma e Roma.
 Annunciato anche un nuovo aumento di capitale da un milione di euro (dopo quello da 1,7 milioni sottoscritto per intero da Bzs Holding un anno fa) che sarà formalizzato in autunno. Probabilmente anche in questo caso vi parteciperà la sola Bzs Holding che - alla luce anche del ripianamento dei debiti - porterà la propria partecipazione dall’attuale 76% a una quota attorno al 90% con Sta e Regione che scenderanno a una quota vicina al 10%.
 «Misure in parte anche drastiche - ammette Leitner - che però ci permettono di posizionarci bene per il futuro». Dove futuro significa Bolzano (confermata la partecipazione al bando di gara per aggiudicarsi il contratto di servizio per il collegamento con Roma), ma anche collaborazioni strette con altri operatori: è stata infatti rinnovata la cooperazione commerciale con Alitalia, che garantisce l’inserimento dei voli Air Alps nel circuito dei collegamenti Skyteam (Alitalia, Air France, Klm), mentre a livello operativo diventerà molto più stretto il rapporto con la tirolese Welcome Air, compagnia con la quale verranno “cogestite” la manutenzione degli aerei e in parte il settore amministrativo e procedurale.

Alto dige 06-08-09

Nuovi accordi a Rimini

Resta il collegamento Rimini-Roma. Aeradria trova accordo con AirAlps

Dopo i problemi per la sospensione da parte dell'Enac della compagnia MyAir, l'aeroporto di Rimini si trova a dover fare i conti anche con la crisi del vettore italo-austriaco Air Alps che garantisce il collegamento annuale con Roma.
RIMINI | 05 agosto 2009 | Dalle prime notizie diffuse dalla compagnia, il cui numero di dipendenti scenderà da 142 a 60, il collegamento riminese sembrava a forte rischio. In una nota invece Aeradria smentisce la voce. Il Presidente Massimo Masini, dopo un incontro con l'Amministratore Delegato di Air Alps, fa sapere infatti che "il collegamento Rimini-Roma proseguirà anche nella stagione invernale”. Gli aspetti operativi saranno definiti entro metà settembre.
Air Alps sarà ricapitalizzata in ottobre con un milione di euro.

Fonte 5 Agosto 2009 :http://www.newsrimini.it/news/2009/agosto/05/rimini/resta_il_collegamento_rimini-roma._aeradria_trova_accordo_con_airalps.html

Tagli Air Alps, salvate le tratte parmigiane

La compagnia italo-austriaca annuncia una riduzione di voli e di personale, ma mantiene i collegamenti da e per Parma. Per il prossimo autunno, intanto, Franz Senfter - il 're' dello speck altoatesino - annuncia un aumento di capitale del grupppo
I voli da e per Parma sono salvi. Per il resto, Air Alps - il vettore italoaustriaco regionale - ridurrà il numero di aerei, destinazioni e dipendenti. E' quanto prevede l'offerta di concordato preventivo accolto in tribunale ad Innsbruck. I creditori della compagnia, infatti, hanno accettato una quota del 40% di fronte a richieste di circa nove milioni di euro.

Il numero dei dipendenti scenderà da 142 a 60 e quello degli aeri da sette a tre. Air Alps, che attualmente collega Bolzano, Parma, Rimini e Perugia con Fiumicino (Perugia anche con Malpensa), con l'orario invernale garantirà solo i voli Bolzano-Roma e Parma-Roma ''oltre a collegamenti di linea stagionali e voli charter'', fa sapere con una nota l'amministratore di Air Alps Rupert Leitner.

Un aumento di capitale di un milione di euro è poi previsto per ottobre. ''L'economia altoatesina si riconosce in Air Alps. Per questo provvederemo anche in futuro con il capitale necessario per portare il progetto al successo'', dichiara il 're dello speck' Franz Senfter. Air Alps è infatti di proprietà, per circa il 76 per cento, della Bzs Holding, un consorzio di imprenditori altoatesini guidato proprio da Senfter.
(05 agosto 2009)
fonte http://parma.repubblica.it/dettaglio/Tagli-Air-Alps-salvatele-tratte-parmigiane/1689465
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domenica, 02 agosto 2009



Volare fino a Roma costerà 170 euro



Pubblicato il bando dell’Enac: dal primo dicembre quattro collegamenti giornalieri

 BOLZANO. Scade il 10 agosto il termine per partecipare al bando per la tratta aerea tra Bolzano e Roma Fiumicino. Il contratto di servizio con Air Alps andrà infatti ad esaurirsi il primo dicembre, giorno in cui dovrebbe entrare in servizio il nuovo vettore che opererà sullo scalo bolzanino.
 Il bando di gara emesso dal ministero delle Infrastrutture è stato pubblicato in questi giorni sulla gazzetta ufficiale dell’Unione Europea e fissa i criteri per partecipare. La frequenza minima per la rotta è di quattro voli giornalieri in andata e altrettanti in ritorno dal lunedì al venerdì e di due voli nei weekend e nelle giornate festive. Gli orari: da Bolzano due partenze in mattinata (tra le 7.35 e le 8.05 e tra le 11.40 e le 12.10), una il pomeriggio (tra le 16.15 e le 16.45) e una in serata (tra le 20.10 e le 20.40), mentre da Roma gli orari vanno dalle 8.45 alle 9.15 per il primo volo, dalle 12.50 alle 13.20 per il secondo, dalle 16.55 alle 17.25 per il terzo e dalle 20.50 alle 21.20 per l’ultimo. Il servizio, si specifica nel bando, dovrà essere effettuato con aerei con una capacità minima di 30 posti. Fissati anche i prezzi: la tariffa minima per tratta è di 140 euro, quella massima di 227, «ma il valore medio - afferma il bando - non potrà essere superiore ai 170 euro».
 Indicati anche i contributi garantiti dalla Provincia per l’espletamento del servizio, che complessivamente ammontano a 4,13 milioni per il triennio 2009-2011. Un milione è stato messo a bilancio nel 2008, mentre per i tre anni successivi è prevista una rata pari a 1.044.203 euro.

Alto Adige 02-08-09
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giovedì, 30 luglio 2009



REFERENDUM  - Rosa Thaler: «Aeroporto, votate no»



 BOLZANO. «Ad ottobre votate “no” al referendum sull’aeroporto». Lo ha detto, in un’intervista alla Rai, Rosa Thaler, consigliere provinciale Svp, acerrima «nemica» dello scalo bolzanino. Di fatto, Rosa Thaler invita gli elettori a proseguire sulla strada del controllo pubblico dell’aeroporto, «unica strada per evitare l’ampliamento».
 Nei giorni scorsi il direttivo della Stella Alpina si è riunito proprio per discutere di un’eventuale indicazione di voto. Tutto, però, è stato rimandato a settembre. Oskar Peterlini, attuale responsabile dello Svp in Bassa Atesina (ha preso le redini proprio dalla Thaler) non condivide la posizione del consigliere: «Il referendum è la massima espressione della democrazia», ha detto, facendo intendere di non voler dare suggerimenti agli iscritti. «E poi - ha concluso Peterlini - il referendum sul Lido di Caldaro (sostenuto dalla Svp, ma bocciato dalla popolazione ndr) qualcosa ha insegnato».

Alto Adige 30 luglio 2009
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martedì, 28 luglio 2009




REFERENDUM L’Svp dice no all’astensionismo



 L’indicazione di voto sarà decisa soltanto il 7 settembre, ma ieri il direttivo della Svp ha deciso che per i referendum del 25 ottobre non ci sarà nessuna campagna in favore dell’astensionismo. «È giusto che la gente vada a votare», spiega l’Obmann Richard Theiner. Per quanto riguarda i singoli temi - dall’aeroporto alla democrazia diretta fino all’edilizia sociale - il partito è convinto che si tratta di argomenti molto complessi che necessitano ancora di approfondimenti sia all’interno della Volkspartei sia tra la popolazione. Chiare le posizioni per quanto riguarda l’aeroporto: contro lo scalo di San Giacomo ci sono la Bassa Atesina e gli agricoltori, mentre a favore si è espressa l’ala economica. Per arrivare a una posizione condivisa ci sarà da discutere ancora a lungo.

Alto Adige 28-07-09
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venerdì, 24 luglio 2009


Air Alps nelle mani degli svizzeri


Sarebbe in procinto di essere acquistata dalla compagnia aerea Air Lions


 BOLZANO. La compagnia aerea svizzera Lions Air avrebbe intenzione di acquisire Air Alps. Lo anticipa il quotidiano economico austriaco Wirtschaftsblatt, sottolineando che la società verrà fortemente ridimensionata. Personale ridotto da 142 a 57 dipendenti; tre vettori anziché gli attuali sette; solo due le tratte aeree servite. Il tutto dovrebbe avvenire prima del mese di novembre.
 La compagnia aerea Air Alps naviga da tempo in cattive acque. La crisi si è accentuata nell’autunno scorso, col drammatico crollo dei passeggeri. Attualmente la società ha «maturato» almeno sette milioni di euro di debiti che però, secondo il quotidiano economico austriaco, sarebbero molti di più: 10,4 milioni di euro.
 A questo punto, per salvare il salvabile, pare che l’accordo con gli svizzeri sia in dirittura d’arrivo. Dalla compagnia ginevrina per ora non si rilasciano dichiarazioni, ma da Air Alps si mormora di un possibile accordo entro novembre di quest’anno.
 La compagnia aerea Lions Air, a inizio 2009, ha già acquistato altre due compagnie aeree, la Welcome Air e la Tyrol Air Ambulance. E ora si accingerebbe appunto a mettere le mani sulla Air Alps (e sui suoi conti in rosso).
 Secondo le indiscrezioni del giornale austriaco la società verrebbe però fortemente ridimensionata. Nel piano di gestione futura sarebbero previsti soltanto tre vettori, contro gli attuali sette, con un totale di nove equipaggi, composti da nove capitani, nove copiloti e nove steward.
 In totale la nuova Air Alps, ammesso che in futuro mantenga questo nome, dovrebbe contare su un personale assai ridotto rispetto al passato: solo 57 dipendenti, contro gli attuali 142.
 Due dovrebbero essere le tratte servite, anche se ancora non è dato sapere di quali si tratti. Il presidente di Lions Air, Jürg Fleischmann, per il momento non rilascia dichiarazioni.

Alto Adige 24-07-09
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giovedì, 09 luglio 2009


AL MANEGGIO : «Troppi rischi con quei pioppi»




  BOLZANO. L’avvocato capo del Comune Marco Cappello difende la giardineria dalle critiche per il taglio dei 40 pioppi al maneggio. «L’Enac non riteneva garantita la sicurezza ed aveva chiesto un intervento, anche se non in modo così radicale. Capisco le perplessità degli ambientalisti, ma la scelta della giardineria va condivisa, perché in caso di incidenti la responsabilità sarebbe ricaduta sul Comune. Giusto tutelarsi da eventuali cause».

Alto Adige 09-07-09
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mercoledì, 08 luglio 2009



Un altro volo cancellato


 Pilota in auto a Innsbruck per prendere un aereo di riserva

 BOLZANO. Erano già comodamente seduti sui sedili dell’aereo Air Alps che li avrebbe condotti a Roma. Ma ieri pomeriggio, pochi attimi prima del decollo da Bolzano, i passeggeri sono stati gentilmente invitati a scendere dal Dornier 328. Motivo? «Ragioni tecniche», è stato comunicato alla direzione dell’aeroporto: il volo è stato quindi cancellato.
 L’equipaggio della Air Alps, vista l’impossibilità di avere a disposizione un aereo di riserva, è stato quindi accompagnato all’aeroporto di Innsbruck, da dove è ripartito con un altro Dornier in direzione di Bolzano. Qui è decollato regolarmente il volo delle 19.20 con a bordo nuovi e vecchi passeggeri, che hanno dovuto attendere pazientemente per fare rientro nella capitale.
 Dettagli sulle ragioni dello stop non sono stati comunicati, ma evidentemente si trattava di un problema tale da spingere il comandante dell’aereo ad annullare il volo.
 Meglio è andata ai passeggeri di un charter della Thomas Cook decollato ieri da Minorca per Glasgow. Il pilota aveva già annunciato che a causa di un guasto l’aereo avrebbe subito otto ore di ritardo - il tempo necessario affinchè la compagnia aerea inviasse un tecnico dal Regno Unito - quando un ingegnere meccanico che lavora per un’altra aerolinea si è fatto avanti e ha offerto il suo aiuto. «Abbiamo prima controllato la sua licenza e verificato che fosse chi diceva di essere, e lui è riuscito a risolvere il problema», ha detto una portavoce di Thomas Cook.

Alto Adige 08-07-09
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venerdì, 03 luglio 2009


Maneggio, la strage di 40 alberi



L’operazione per mettere in sicurezza l’aeroporto. «Ma l’Enac non ha ancora detto l’ultima parola»

 BOLZANO. Quaranta alberi del maneggio - tra pioppi e salici dall’alberatura imponente - condannati a morte, con i tecnici della “Arboteam” al lavoro con le motoseghe. Moltissimi sono già stati abbattuti ed altri si preparano a fare la stessa fine.
 «Stiamo assistendo impotenti ed avviliti a questo scempio - spiega Mauro Ferrari, presidente del “Bolzano Equestrian Centre” che conta 150 soci, 50 cavalli ed una scuola che gira a pieno regime -. Sapevamo - continua - che per motivi di sicurezza, visto che siamo adiacenti all’aeroporto, l’Enac aveva consigliato al Comune di abbassare le chiome. Ma una cosa è “spuntare” la cima di qualche albero o al massimo abbatterne due o tre, un’altra è spazzarne via quaranta». Insomma per il centro ippico, passato da poco al Comune, un’altra batosta. «Siamo in attesa che venga risistemato il maneggio coperto crollato con la neve di quest’inverno, che il Comune ci dia una mano a ristrutturare strutture fatiscenti ma l’unica cosa che sanno chiederci è l’affitto sul quale speriamo di riuscire a trovare un accordo. Al momento - conclude Ferrari - sembra almeno scongiurato il rischio di vederci crescere accanto un campo nomadi. I contadini, infatti, hanno protestato».

Alto Adige 03-07-09
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martedì, 30 giugno 2009




La tragedia sfiorata. Dovrà essere verificato se è stata messa in pericolo l’incolumità pubblica

Aereo, si indaga per disastro colposo


 BOLZANO. L’ipotesi di reato è di disastro colposo. La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo sull’incidente aereo di domenica pomeriggio. Le conseguenze, come noto, sono state lievi per gli occupanti del velivolo precipitato dopo uno stallo del motore, ma il pericolo è stato rilevante. Non solo per i due viaggiatori ma per l’intera collettività.
 In effetti la «ratio» dell’intervento della Procura è proprio questa. Il reato per il quale la magistratura ha deciso di muoversi è classificato «reato di pericolo». Dunque l’inchiesta, affidata al sostituto procuratore Guido Rispoli, dovrà accertare se a seguito dell’incidente vi sia stato pericolo per l’incolumità pubblica. Nel nostro caso l’aereo da turismo coinvolto nell’incidente (un «Cap 10» partito un’ora prima dalla Croazia) ha perso quota nel cielo sopra San Giacomo ed il pilota Igor De Pellegrini è riuscito a portare a conclusione un atterraggio di emergenza nelle acque del fiume Isarco tra Bolzano e Vadena, poco prima della discarica Ischia Frizzi. Cosa avrebbe potuto accadere se l’aereo avesso iniziato a perdere quota in un punto più vicino alla città e se il pilota non fosse stato in grado di individuare una zona adatta a tentare un atterraggio di fortuna? Sono queste le principali domande a cui l’inchiesta dovrà fornire una prima, importante, risposta.

Alto Adige 30-06-09
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domenica, 21 giugno 2009

I costi dell'amministrazione. Approvati i bilanci con vari rilievi. Per l'Alto Adige nel mirino le spese eccessive della Sanità

Regione in Air Alps, dubbi della Corte dei Conti
L'assessore Repetto manifesta soddisfazione “ Incarichi esterni diminuiti di quasi un milione in un anno”
BOLZANO - Gli eccessivi costi della politica e della sanità, la perdita di capitale di Air Alps, la necessità di adeguare la normativa in materia di appalti, i dubbi sull'opportunità di alcune partecipazioni societarie della Provincia di Trento. Queste alcune delle osservazioni emerse ieri durante l'assemblea di presentazione della Dichiarazione di regolarità dei Rendiconto generali della regione Trentino Alto Adige e delle Province altoatesina e trentina. Approvati i conti di bilancio e del patrimonio, giudicato non regolare il bilancio di previsione della Regione per il 2008.
La relazione generale
«Nel 2oo8 i costi della politica, -che nel 2007 ammontavano a 56 milioni 408mila euro, sono aumentati dell'1,8%». Queste le parole della Dichiarazione di regolarità del Rendiconto del Trentino Alto Adige, con le quali la Corte dei conti rimprovera all'amministrazione regionale di non aver dato seguito all'invito di adeguare la disciplina contabile alla normativa nazionale. Gli effetti dell'adeguamento si sarebbero dovuti concretizzare nella riduzione delle spesa, ma tuttora <da rubrica "Organi regionali" assorbe circa il 15%o della spesa totalmente impegnata, per un importo pari a 57 milioni 4o8miia euro». La negatività di quest'aspetto è stata sottolineata ieri dal vice procuratore generale Roberto Benedetti: «Nonostante dal documento non emergano specifici motivi di irregolarità contabile, pongo l'attenzione sulla mancata riduzione dei costi della politica».
Il «nodo» delle quote
Discussa anche la situazione di Air Alps, che «registra una forte perdita del capitale investito». Quindi: «Il mantenimento della partecipazione azionaria della Regione nella Spa - recita la Dichiarazione - dovrebbe essere attentamente valutato dai soci pubblici tenendo conto dei requisiti della stretta necessità di un servizio di interesse generale, ma anche conl'attenta valutazione di costi e benefici in termini di efficienza, efficacia ed economicità di gestione, nonché di ricaduta effettiva sulla comunità».
Entusiasti i Verdi altoatesini: « La Corte dei conti dimostra che abbiamo ragione - spiega il consigliere Riccardo Dello Sbarba - e il discorso sulla Regione è riferibile senza dubbio anche alla Provincia di Bolzano, visto che il legame con l'Air Alps è stato rinsaldato con Dumwalder al vertice della Regione. Nella fattispecie la Provincia di Bolzano deve solamente... rispettare una sua legge, quella che dice che la sua partecipazione dentro società deve essere eliminata entro il 2009 se esse non danno un servizio pubblico indispensabile. Questa è una partecipazione a una compagnia aerea privata che ha sede a Innsbruck e che fa voli per Rimini o Pescara: non si tratta di un interesse pubblico dei cittadini altoatesini. E se da Palazzo Widmann mi dicono che il vero interesse è la linea Bolzano-Roma, rispondo due cose: primo, è che se il problema è solo quel volo non serve essere dentro una compagnia ma basta mettere a concorso quel volo a miglior offerente; nulla importa se poi lo fa la Abu Dhabi Air. Secondo, se la Provincia si mettesse davvero di impegno con Trenitalia, si troverebbe il modo di fare Bolzano-Roma in treno in sole cinque ore».  ...

Marta Romagnoli Pierluigi Perobelli

La difesa di Durnwalder "Servizio alla collettività"

BOLZANO - «È facile criticare la partecipazione in Air Alps. La decisione di investire è stata necessaria perché altrimenti sarebbe stato interrotto un servizio utile. Secondo questo ragionamento, ci sono anche altre aziende in cui non avremmo dovuto investire: la Corte dei conti deve lasciare che a fare queste valutazioni sia l'amministrazione pubblica».


Corriere dell'Alto Adige 20-06-09




Consulenze, Provincia di Bolzano bacchettata


BOLZANO. Cartellino rosso per la Regione; promosse le Province di Bolzano e Trento. La Corte dei conti, ieri nel corso di un’udienza pubblica che per la prima volta si è tenuta a Trento invece che a Roma, ha approvato, con la dichiarazione di regolarità, l’esercizio finanziario 2008 degli enti dell’autonomia. I rilievi: aumento dei costi della politica e ancora troppe consulenze esterne.

... C’è un richiamo alla situazione di Air Alps che “registra una forte perdita del capitale investito”. La Regione ha una partecipazione azionaria nella società, di qui l’invito dell’organo di controllo contabile a valutare il mantenimento di tale partecipazione, “tenendo conto dei requisiti della stretta necessità e/o della sussistenza di un servizio di interesse generale, ma anche di costi e benefici in termini di efficienza, efficacia ed economicità di gestione, nonché di ricaduta effettiva di tali costi e benefici sulla comunità amministrativa”. ...

Alto Adige 20-06-09
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sabato, 13 giugno 2009


Fra Salorno e Bolzano in arrivo le barriere



EGNA. L’altra nota lieta dell’incontro di giovedì con il presidente della Provincia Luis Durnwalder concerne la previsione di barriere antirumore nel tratto tra Salorno e Bolzano.

È in fase di elaborazione, infatti, un piano quinquennale da 10 milioni di euro (8 a carico delle Ferrovie e 2 a carico della Provincia). «Si potrebbe partire già quest’anno - assicura Oswald Schiefer - o al massimo dal 2010».

È stato chiesto un piano di finanziamento per salvare la «Tennishalle» di Ora, mentre Durnwalder ha assicurato che non sarà allungata la pista dell’aeroporto.

Il governatore altoatesino non ritiene invece sensato prevedere altre scuole superiori in Bassa Atesina.
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giovedì, 11 giugno 2009


Chiedetevi perché resiste solo il volo Bolzano-Roma



 Leggendo i servizi apparsi sul quotidiano Alto Adige, sembra evidente che l’interesse dell’aeroporto e della linea Bolzano Roma è esclusivamente da parte di una certa componente politica! Lo stesso presidente della Provincia dice: “importante che il servizio Bolzano Roma sia garantito”! Mi sembra tanto chiaro che ai politici interessi solo di andare e tornare comodamente a Roma per le sedute in Parlamento! Se non fosse così perchè tutte le altre linee (Bolzano Vienna, Bolzano Milano) sono state soppresse? Mi risulta che la maggior parte dei passeggeri per raggiungere altre mete, partono o da Verona o da Innsbruck, da dove possono raggiungere qualsiasi altra città europea o fuori dall’Europa!
Sono veramente curioso chi vincerà il prossimo bando. Da quanto risulta non c’è grande interesse di altre compagnie aeree all’infuori della stessa Air Alps e così non mi meraviglierei se fosse la stessa a vincere il bando e a venir rifinanziato con un contributo pubblico di milioni di euro. Mi sembra una buona idea che la Provincia si attivi per garantire un collegamento ferroviario veloce tra l’Alto Adige e i nodi di Verona e
Bologna, dove fra 6 mesi entrerà in servizio il doppio binario e così sarà possibile raggiungere Roma da Bolzano in 4 ore!
Giovanni Darocca Hohenlockstedt (Germania)

Alto Adige 11-06-09
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giovedì, 11 giugno 2009


La Provincia si prende l’aeroporto: 5 milioni



I Verdi: «Ancora meno trasparenza». Widmann: avremo più flessibilità nel settore

FRANCESCA GONZATO



 BOLZANO. La Provincia diventerà tra pochi giorni l’unica proprietaria di Abd, la società che gestisce l’aeroporto. Costo 5 milioni. La novità non riguarda tanto l’impiego di denaro provinciale: anche prima dell’operazione, già avviata, l’aeroporto era di fatto «pubblico», in quanto l’Abd era controllata al 99% dalla società provinciale Sta (lo 0,9 direttamente della Provincia). La differenza, accusano i Verdi, «sarà una ulteriore perdita di trasparenza». L’assessore Widmann replica: «Non è vero. Avremo maggiore flessibilità».
 Lunedì prossimo è la data fissata per la ricapitalizzazione di Abd. La Provincia parteciperà come unica interessata all’acquisto delle quote. Un passaggio preparato negli scorsi mesi e reso possibile dalla legge finanziaria provinciale che autorizza la Provincia ad «acquistare o sottoscrivere ulteriori azioni o quote di società di capitali di cui la provincia già detenga una partecipazione» e «operazioni di ripiano di perdite e ricapitalizzazioni di società partecipate dalla Provincia».
 Si entra ora nel vivo e arriva la cifra: 5 milioni. Un nuovo travaso di denaro in una società che ha i bilanci costantemente in perdita, con una media di due milioni all’anno. Dal 2001 al 2008 le perdite della Abd coperte con riduzioni e reintegrazioni del capitale sociale sono state 18 milioni. I Verdi aggiungono i 5 milioni della ricapitalizzazione di lunedì e 6,3 milioni dicontratto di servizio tra Provincia e Abd per il 2009 e 2010. Cifra totale, 30,2 milioni.
 Nell’ultima seduta di maggio la giunta ha approvato la delibera che si riassume così: Società Abd, versamento a copertura perdite per un importo pari a 45.288 euro ed acquisto quote inoptate per 4.985.612 euro.
 Con questa opeazione finanziaria la società Abd diventa una società in house della Provincia: una formula che la parifica di fatto a una ripartizione di Palazzo Widmann.
 Prima di entrare nel dettaglio, così l’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann spiega l’operazione: «Proseguiamo con il percorso avviato per rispettare normative europee e nazionali, vale a dire realizzare una serie di società in house, come già la Bls. Mi sembra del tutto normale che un’aeroporto sia totalmente controllato da enti pubblici. Verona è uno degli esempi che abbiamo a portata di mano».
 Secondo Widmann, gestire l’aeroporto come bene direttamente controllato dalla Provincia e dal suo bilancio «ci permetterà maggiore flessibilità nel garantire interventi. La struttura non verrà ampliata, lo ribadisco, ma l’Enac ci chiede alcune misure di sicurezza come la realizzazione di accessi di emergenza». Oltre a questo da alcuni mesi l’Enac ribadisce la necessità di adeguare la struttura a partire da un terminal rivisitato che permetta la suddivisione tra l’area degli arrivi e delle partenze.
 I consiglieri dei Verdi Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss (con i portavoce Foppa e Kusstatscher, e Cristina Kury) insistono invece sulla trasparenza: «La Abd trasformata in una società in house permetterà alla Provincia di affidarle incarichi per servizi pubblici senza gare di appalto, ma semplicemente con contratti di servizio (come nei rapporti tra Comune di Bolzano e Assb). La Provincia insomma potrà continuare a coprire i deficit dell’aeroporto passando più inosservata rispetto ad oggi».
 Questa la scaletta dell’operazione «salva Abd». Pubblicata la legge finanziaria il 21 aprile, l’assemblea straordinaria dell’Abd il 29 aprile ha deliberato l’annullamento del capitale sociale in modo da coprire i debiti accumulati nei 4 anni precedenti e la ricostituzione del capitale a 4,9 milioni di euro. Le 991 nuove azioni emesse da Abd (valore nominale di 5 mila euro) verranno acquistate dalla Provincia, pagando il sovraprezzo di 30.621 euro. A questo vanno aggiunti i 45.288 euro che la Provincia deve ad Abd per il ripiano delle perdite in base alla quota minima finora possieduta direttamente. Si arriva così ai 5 milioni. «Dalla società in deficit cronico sono fuggiti tutti gli investitori privati, che ancora nel 2006 erano 22 tra banche e imprenditori locali», conclude Riccardo Dello Sbarba. La proposta alternativa: la Provincia ritiri la delibera e proponga ad Abd una ricapitalizzazione minima di 120 mila euro per restare attiva e si attenda l’esito del referendum del 25 ottobre. C’è un timore anche su questo, visto che il quesito verte sull’opportunità di investimenti pubblici nella società aeroportuale. Se la società cambia pelle, che ne sarà del referendum?

Alto Adige 11-06-09

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