giovedì 19 gennaio 2012

antiinquinamento 2


venerdì, 02 dicembre 2011



Raccolta dei rifiuti, critiche al sistema da parte del Ctcu

LAIVES. Maurizio Albrigo, sindacalista e presidente del Centro tutela consumatori, dice di seguire con attenzione le indicazioni dell’assessore comunale di Laives, Dino Gagliardini per quel che riguarda il sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Proprio Albrigo qualche giorno fa aveva criticato la politica nel settore dei rifiuti portata avanti fin qui dal Comune di Laives, partendo da coloro che hanno avuto responsabilità anche prima dell’arrivo di Gagliardini in giunta. «Però - dice Albrigo - più o meno le stesse parole erano state espresse il 18 febbraio di quest’anno e nulla ancora è accaduto. Spero dunque che sia la volta buona, proprio perché l’assessore Galgiardini ha garantito che sostituirà alcuni impianti interrati malfunzionanti, dopo che in passato sono stati spesi quasi due milioni di euro in questo settore».
 Anche secondo Albrigo, certamente risulteranno più funzionali i “Multi press” e così spera che rapidamente, anche a Laives, si arrivi al calcolo della tariffa rifiuti in base all’effettivo peso prodotto da ciascun utente.
 «Ribadisco che comunque Laives avrebbe avuto l’opportunità di essere capofila provinciale nell’introduzione di tale sistema di calcolo - conclude Albrigo - e invece sensibilità e attenzione dei cittadini vengono sviliti da mancate decisioni politiche». (b.c.)
Alto Adige 2-12-11
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domenica, 20 novembre 2011



Queste misure anti-smog sono una presa in giro

Mi sento un po’ preso in giro da questa nuova normativa anti inquinamento. Mi considero attento alle questioni ambientali: ho cambiato il mio vecchio diesel con un’auto a benzina. Le mie finanze non mi consentivano di acquistare un’auto nuova ed efficiente dal punto di vista energetico, così ho fatto installare sull’usato che ho comprato un impianto GPL. Nonostante ciò, la uso il meno possibile e nel 2011 ho fatto più chilometri in bici che in macchina. Sto anche attento ai prodotti che acquisto, alla loro provenienza: non acquisto prodotti che abbiano percorso troppi chilometri. Sono però possessore di una Vespa 125 d’epoca, regolarmente iscritta al registro FMI ed ora non posso più usarla liberamente. Davvero è utile questo? Ogni giorno vedo file infinite di auto entrare a Bolzano, raramente con più di un passeggero a bordo. Vedo SUV enormi portare piccoli bambini a scuola. Da casa mia vedo la A22 che taglia la città. Ho visto le centraline di rilevamento guastarsi in concomitanza del devastante (da un punto di vista dell’inquinamento) mercatino di Natale. Le luminarie sono accese già da alcuni giorni. Mi pare non abbia senso. La Vespa è per me un piccolo vezzo e un piccolo atto di opposizione al consumismo. Davvero fermare per sei ore al giorno i due tempi risolve il problema? Capisco l’idea di rinnovare il parco auto e moto, ma non si rottamano mezzi d’epoca. Così il risultato finale è che i mezzi d’epoca bisogna poterseli permettere e io che ho bisogno di un mezzo per andare a lavoro dovrò sostituirla con un 4 tempi di plastica, senza storia e senza fascino. E dovrò vendere un mezzo con più di trent’anni, conservato con tanta cura, a qualcuno che potrà permettersi di tenerlo in garage e usarlo come passatempo. Oppure si potrebbe rivedere questo piano del traffico ingiusto e inutile, andando ad agire sulle fonti più massicce di inquinamento come ad esempio la A22 e gli impianti di riscaldamento.
Christian Bertoldi
Alto Adige 20-11-11
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domenica, 13 novembre 2011



Vadena, decisa la linea dura per i kart

MASSIMILIANO BONA
VADENA. Giro di vite della giunta sulle attività per il tempo libero al Safety Park. «D’ora in poi - spiega il sindaco Beati - autorizzeremo solo pochi eventi e vieteremo l’ingresso al Centro ai veicoli con motore a due tempi, come i kart che probabilmente hanno provocato la nube blu».
 «Nei recenti articoli apparsi - sottolinea Beati - e nelle varie prese di posizione mi sarei aspettato di leggere, fra i suggerimenti, l’introduzione dei go kart elettrici (che esistono e funzionano benissimo), oppure la copertura della pista, o ancora l’invito a trovare, assieme, una soluzione. Leggo invece: “la foto della nube di gas è stata ritoccata”, “la nube di solito non c’è, rumori e gas di scarico sono nella norma”, o peggio ancora “ma di cosa vi lamentate”? “Avete già la discarica e qualche odore in più non fa la differenza“. Le distanze tra i cittadini e l’amministrazione comunale da una parte e il Safety Park e le Associazioni sportive dall’altra, sono a dir poco, abissali».
 Chi conosce Beati sa bene che è una persona mite, ma gli attacchi degli ultimi giorni hanno superato il limite. Di sicuro non l’hanno lasciato indifferente.
 «Voglio essere chiaro: il diritto di divertirsi, finisce dove inizia il diritto dei miei cittadini ad avere la loro tranquillità in un ambiente sano. Punto. Ne abbiamo discusso in giunta comunale e abbiamo stabilito che adotteremo tutte le misure necessarie al fine di limitare al massimo le attività ricreative e tutte le manifestazioni che non siano collegate alla guida sicura a partire dal divieto di accesso al Centro per i veicoli con motore a due tempi. Con questo, intendiamo ordinare una situazione che a livello politico provinciale non è mai stata chiarita né tanto meno risolta, definendo regole precise che consentano di far rientrare l’utilizzo della struttura nell’idea originale di insegnamento della guida sicura limitando il più possibile le attività collaterali, che sono causa dei continui e ingiustificati disagi che i miei cittadini devono sopportare troppo spesso».
 Alla protesta si è unirà a breve anche il Comune di Laives, sul cui territorio si trovano un agritur e alcune case disturbati dal Centro di guida sicura. «Il 15 novembre - continua Beati - è in programma un vertice col Comune di Laives e i rappresentanti della zona Cervo per definire altre azioni da intraprendere». Oggi - secondo Beati - i problemi sono creati dalle attività ricreative «che, purtroppo, sono state “aggiunte” al Centro di guida sicura. Senza contare che esistono in commercio kart e moto elettriche che potrebbero risolvere la questione. Assieme alla direttrice Erica Furini, abbiamo appurato che la “nube blu” viene con ogni probabilità prodotta dai kart a 2 tempi che usano oli ricinati nella benzina».
Alto Adige 13-11-11
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sabato, 12 novembre 2011



Produrre sempre più rifiuti significa solo inquinare

Nella nostra provincia impianto di incenerimento e trattamento rifiuti speciali pericolosi vengono imposti alla popolazione e le informazioni restano diffuse parzialmente con il risultato di pilotare le deduzioni. Quanti di noi sanno che l’energia prodotta dagli inceneritori corrisponde ad un minimo lordo rispetto a quella consumata? Quanti conoscono la quantità e la qualità di rifiuti speciali pericolosi uscenti in base a quelli entranti? Quanti ignorano la loro destinazione?
Intanto coloro che sostengono la presunta innocuità del nuovo impianto non presentano affidabilità scientifica constatando che i dati epidemiologici in grado di supportare tali affermazioni possono essere resi esclusivamente dopo tempi “sufficientemente lunghi” sul quale testare e dedurre. Le misurazioni portate poi come “garanzia” sono determinate in periodi estremamente concordati mentre secondo dati certificati nazionali risulta che ogni fase di accensione e spegnimento genera in 48 ore circa il 60% del totale di diossina prodotta in un anno di funzionamento a regime di legge, non conteggiate dalla normativa esistente nelle valutazioni previste per questi impianti. La taglia maggiore del nuovo inceneritore si tradurrà in una massa superiore di inquinamenti immessi in atmosfera ed il sistema di abbattimento di immissioni determinerà il trasferimento degli inquinanti più pericolosi e persistenti dai fumi ai rifiuti prodotti dall’incenerimento. E dove andranno questi rifiuti?
Non crediamo affatto casuale che due anni fa l’Amministrazione Provinciale abbia concesso, alle porte della nostra città Meranese, la realizzazione di Rem Tec, un enorme impianto di trattamento e stoccaggio rifiuti, dotato di sofisticate tecnologie per abbattimento ceneri altamente pericolose, ecc.. Purtroppo nessun partito politico, nonostante il tempo a disposizione per raccogliere informazioni, ha fatto in modo che ciò non accadesse e la popolazione venisse consultata in precedenza alla presentazione di fatti compiuti.
Il nuovo inceneritore sarà, con le più recenti e sofisticate tecnologie, nel migliore dei casi, in grado di trattenere una parte della frazione fine, mentre quella ultrafine, più pericolosa ancora, sarà in grado di passare attraverso gli alveoli polmonari, entrare nel circolo ematico, e raggiungere i distretti dell’organismo umano e non. Tali conclusioni sono tratte da medici ISDE e argomentazioni recenti della Royal College of Phatologist. Questa gestione di rifiuti è più che discutibile e troppo poco viene investito per prevenire l’accumulo dei rifiuti rendendo la società maggiormente responsabile per il futuro proprio e quello dei figli, che sosteniamo di amare.
Sia chiaro: “produrre” i rifiuti significa sempre inquinare la vita, sprecare risorse limitate, infierire sui nostri portafogli.
A tutti i cittadini virtuosi, ricordiamo la petizione online in corso “basta acquistare rifiuti-richiesta dispenser nei negozi Aspiag”, in internet è possibile scaricare il modulo.
 Lisa Sperandio presidente Comitato Sinigorespira MERANO
Alto Adige 12-11-11
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giovedì, 03 novembre 2011



Ortles: micro-organismo mangiasmog

PIACENZA. Importante scoperta da parte di due microbiologi dell’università di Piacenza: analizzando dei campioni di ghiaccio provenienti dalla zona dell’Ortles-Cevedale è stato isolato un microrganismo che sarebbe in grado di nutrirsi e degradare composti inquinanti. La notizia è stata pubblicata sul sito montagna.org. L’istituto di Microbiologia della sede dell’Università Cattolica di Piacenza ha svolto una ricerca sul ghiacciaio del Madraccio. Nella comunità batterica trovata nei campioni sono stati trovati microrganismi di specie già presenti nei ghiacci artici e antartici che aiuterebbero a studiare meglio la storia delle glaciazioni. Grazie al sequenziamento del DNA, è stato isolato un microrganismo in grado di nutrirsi e degradare questi composti inquinanti provenienti da lubrificanti.
Alto Adige 3-11-11
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martedì, 01 novembre 2011



Oggi scattano di divieti antismog stop definitivo per Euro 0 e Euro 1

BOLZANO. Entrano in vigore oggi le misure per la limitazione dell’inquinamento da ossidi di azoto dovuto al traffico adottate dal Comune in accordo con il Piano provinciale della qualità dell’aria. Diversamente dagli anni scorsi, le limitazioni riguarderanno l’intero territorio comunale e saranno in vigore per tutto l’anno. Il divieto di circolazione sarà applicato ai veicoli Euro 0 ed Euro 1 nonché alle moto e ai ciclomotori a 2 tempi, da lunedì al venerdì (esclusi i festivi), tra le ore 7 e le ore 10 e tra le ore 16 e le ore 19. Le sanzioni per i contravventori sono fissate dal Codice della strada a 80 euro per i ciclomotori e a 155 euro per gli autoveicoli, con in più la sospensione della patente da 15 a 30 giorni in caso di recidiva nel corso di un biennio. Secondo uno studio commissionato dal Comune a una società specializzata, l’area di superamento delle emissioni di ossidi di azoto a Bolzano ha un’estensione di circa 3,4 Km2, dove risiede una popolazione di circa 25.000 persone. I valori più alti dell’ossido di azoto si registrano nelle zone abitate più influenzate dall’autostrada.
Lo studio ha analizzato per Bolzano il contributo percentuale delle diverse fonti rispetto al totale delle concentrazioni: 43,7% dall’A22, 30,2% dal traffico cittadino, 23,2% dal riscaldamento e 0,5% dall’industria.
Alto Adige 1-11-11
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giovedì, 27 ottobre 2011



Da martedì stop a Euro 0, Euro 1 e moto due tempi

BOLZANO. A partire da martedì, 1º novembre, entreranno in vigore limitazioni al traffico previste nel piano No2. Sono le stesse già individuate negli inverni scorsi per le pm10.
 Per le pm10, quest’inverno cessano i divieti preventivi (blocco delle auto Euro 0 ed 1 e dei motorini a due tempi) in 14 comuni. Il nuovo piano d’azione pm10 elaborato dall’Appa diventa operativo solo se viene superata la soglia annuale (30 superamenti) e i provvedimenti sul traffico interesseranno solo i sei più grandi centri urbani: Bolzano, Merano, Bressanone, Laives, Brunico e Appiano.
 Piano di rientro per gli ossidi di azoto. Le limitazioni al traffico entreranno in vigore dal 1º novembre. Riguarderanno i veicoli Euro 0, Euro 1 e le moto 2 tempi, nelle fasce orarie 7-10 e 16-19, dal lunedì al venerdì esclusi sabato e domenica. Rispetto agli anni scorsi, cambia l’estensione temporale (saranno in vigore per tutto l’anno) e la loro estensione territoriale (a Bolzano tutto il territorio comunale escluso l’asse nord-sud dell’arginale e a Bressanone la parte di territorio compresa tra il portale nord e il portale sud della nuova variante). Altra novità è l’estensione del divieto a tutti i veicoli diesel Euro 2 a partire dall’1/11/2013. (da.pa)
Alto Adige 27-10-11
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martedì, 04 ottobre 2011



Per le Dolomiti futuro sostenibile

MICHIL COSTA
Crescere crescere crescere. Sembra che la tanto osannata crescita -economica- sia diventata l’unica soluzione per un monde migliore. I colloqui di Dobbiaco, giunti alla loro 22esima edizione, voluti dall’energico propulsore Hans Glauber, ci hanno dato una visione utopicamente realista di sviluppi e progetti proiettati verso un futuro sostenibile vivendo un presente più consapevole. Non concetti molli, ma idee acute e perspicaci che, se attuate, possono cambiare il destino di noi abitanti su questo pianeta. Tutti parlano dell’importanza di aumentare il PIL. Il Pil, invece, dovrebbe essere considerato come una neonato di tre chili che dev’essere nutrito. Da bambino e poi da ragazzo avrà bisogno di un’alimentazione continua; al raggiungimento della maggiore età peserà 70 chili. Se continueremo a dargli cibo a 21 anni peserà 120 chili. Inizierà a patirne, le ossa non terranno il suo peso, si muoverà lentamente. Eppure lo invitiamo a tavola a mangiare pasta al pomodoro. Prima o poi collasserà. La continua crescita che abbiamo registrato dal dopoguerra con punte che toccavano il dieci percento annuo, si è via via assottigliata. Siamo oramai in una fase di post-crescita. I politici di tutto il mondo, da 60 anni a questa parte aspirano alla crescita come fosse il Santo Graal. Sovvenzionano le politiche imprenditoriali, pompano soldi nell’economia, salvano banche. Eppure un alto deficit statale è una delle cause principali causate dalla politica della crescita. Se a questo aggiungiamo che i paesi fortemente indebitati rischiano di causare ancora maggiori differenze sociali, andando anche ad aggravare ulteriormente le condizioni ambientali del pianeta, -di fatto il calo delle emissioni di co2 di alcuni paesi industrializzati è stato solamente”spostato” nei paesi in via di sviluppo- allora ci rendiamo conto che siamo sulla strada sbagliata.
 risaputo che la crescita non è uguale al benessere. quello che vogliono farci credere i pubblicitari, le industrie automobilistiche, perfino i produttori di stampanti per computer che al loro interno hanno un chip che limita la durata della macchina.
“Continuiamo a comprare merce che non ci serve con soldi che non abbiamo per stupire il vicino di casa che non sopportiamo” disse qualcuno. così. Crescita, capitalismo, PIL. sistemi incompleti che non tengono conto della natura multidimensionale dell’universo umano. Il benessere invece è composto in parte dal benessere materiale, ma oltre a ciò ci sono la salute, la conoscenza e l’educazione, l’ambiente nel quale mi trovo, il lavoro, il tempo libero, i legami e le relazioni che riesco ad avere ed anche il ruolo che ricopro nella società. Rendersi attivi politicamente, partecipando, per esempio, alla democrazia diretta, rende più felici. La mera crescita economica non è sinonimo di felicità; pensiamo all’americano medio: negli anni 50-60 era molto più felice di adesso. Il suo alto reddito lo obbliga però ad acquistare servizi che in altre parti del mondo vengono forniti dallo stato; paga meno tasse, ma si paga l’ospedale. molto produttivo ma non è così se la si calcola per ora lavorata. I francesi lavorano 35 ore la settimana per avere più tempo libero, ma nel periodo che trascorrono in fabbrica o in ufficio non sono meno efficienti degli americani. La crescita economica è il feticcio dei feticci, strumento cieco e fuorviante. Sempre di più non è abbastanza.
Bisogna riconquistare il pensiero lungo attraverso idee verticali. La crisi economica c’è perché esiste una crisi spirituale. Abbiamo bisogno di più consapevolezza, di più attenzione verso il prossimo, di più rispetto. Per un presente più armonico bisogna estendere concetti che vadano al di là della parola crescita. Non sono per un vivere nostalgico, e i bravi relatori dei “colloqui di Dobbiaco” ci hanno fatto capire che c’è qualcuno che apre le porte alle speranze di un futuro migliore. Dobbiamo giungerci in punta di piedi con riflessioni che riguardano tutti noi. Dobbiamo crederci, pensarci e attivarci, anche se il timore a prendere la via giusta c’è, ma dobbiamo capire che siamo tutti parte dello stesso, ed è la sola verità da seguire, ben sapendo che tutti i grandi cambiamenti necessitano di grande coraggio.
Alto Adige 4-10-11
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martedì, 04 ottobre 2011



Arriva il pedaggio sullo Stelvio

EZIO DANIELI
STELVIO. La giunta provinciale altoatesina ha dato, ieri mattina, il via libera al pedaggio stradale per i veicoli sulla statale di Passo Stelvio. Il punto dove si pagherà il pedaggio sarà installato tra Gomagoi e Trafoi. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha spiegato che «i dettagli sono da chiarire, ma l’accordo di tutti i sindaci della zona ci ha spinto ad accelerare i tempi. Tutti i soldi incassati con l’applicazione delle tariffe verranno reinvestiti nelle opere di valorizzazione, manutenzione e adeguamento della strada».
 Il sindaco di Stelvio - Hartwig Tschenett - non nasconde la sua sorpresa: «Hanno deciso senza attendere il nostro parere. La mia giunta è in carica solo da poco più di un anno ed avrei preferito essere consultato prima di annunciare il via al ticket. Quando abbiamo contattato gli operatori turistici, la Regione Lombardia ed anche la Svizzera, prospettando loro la possibilità di introdurre il ticket sulla strada dello Stelvio, è emersa la convinzione che avrebbe dovuto essere un parere unanime. Adesso è arrivata la decisione della giunta provinciale che annuncia il pedaggio a partire dal 2021».
 Ancora nessuna anticipazione sulle possibili tariffe che verranno applicate. Durnwalder ha spiegato che «ci si muoverà seguendo l’esempio di Passo Rombo». Su questa arteria, gestita dalla società Timmelsjoch Hochalpenstrasse, è infatti in vigore una tariffa di 14 euro (18 per andata e ritorno) a macchina, con la Provincia che incassa 2,16 euro per ogni ticket venduto. L’incasso annuo che deriva dal pedaggio sul Rombo, che resta aperta da maggio a ottobre, si aggira fra i 320 e i 340 mila euro. Ogni anno la strada è utilizzata da circa 150 mila mezzi, la maggior parte dei quali sono autovetture. L’introduzione del ticket sul Rombo era stata decisa nella convinzione che, diventando la strada a pagamento, sarebbe sensibilmente diminuito il numero dei mezzi in transito. La stessa motivazione che viene sostenuta per i passi dolomitici. I risultati sono stati esattamente il contrario visto che proprio sulla statale del passo Rombo le autovetture e soprattutto le moto sono andate via via aumentando.
 L’annuncio del ticket, a partire dal 2012, anche sullo Stelvio è stata salutata con soddisfazione da Gustav Thöni, indimenticato campione dello sci azzurro. «Un pedaggio sullo Stelvio? Si tratta di una soluzione a prima vista sensata in attesa di vedere quali saranno gli effetti concreti». Gustav, nativo proprio in quella Trafoi dove sorgerà il casello per il pagamento del ticket, così prosegue: «Non si tratta di una novità - ha detto l’ex campione di sci - In Austria e in Svizzera sono ormai parecchie le strade sulle quali da tempo si paga per passare. Certo anche sullo Stelvio le auto e le moto che transitano tutta l’estate sono moltissime. Se con il pedaggio saranno gli automobilisti a contribuire alle spese per la manutenzione della strada, questa mi pare un’idea giusta». Thöni adesso fa l’albergatore nella sua Trafoi: «Sono convinto - ha aggiunto - che anche con il pedaggio non saranno certo di meno i turisti che arriveranno fino quassù, ma questo dipende un po’ anche dalla tariffa che sarà fissata».
Alto Adige 4-10-11
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domenica, 18 settembre 2011



Questa è la settimana della mobilità pulita

BOLZANO. Anche quest’anno la provincia aderisce alla Settimana della mobilità promossa dalla Commissione europea e coordinata a livello locale dall’Ecoistituto con il supporto dell’Appa e della ripartizione Mobilità. L’iniziativa, che ha come obiettivo quello di incentivare la popolazione a utilizzare trasporti ecosostenibili, ha avuto inizio ieri e si concluderà il 22 con la Giornata senz’auto 2011. Durante i giorni in questione saranno promosse iniziative di sensibilizzazione di vario genere in buona parte del territorio provinciale. A livello europeo sono millenovecento i comuni ad aver aderito al progetto e ben quaranta di questi sono altoatesini, un terzo del totale. Per l’occasione, Bolzano realizzerà nuovamente “Bolzanoninbici”. In altri comuni verrà invece ad esempio creato il Pedibus, un servizio di accompagnamento dei bambini da e verso scuola, mentre in altri si organizzeranno feste della bici, corse su strada o attività, in collaborazione con la polizia comunale, finalizzate all’aumento della sicurezza del traffico. Verranno distribuiti dolciumi o gadget a coloro che utilizzeranno un mezzo ecologico per spostarsi. I promotori del progetto auspicano che, grazie alla Settimana della mobilità, il numero già elevato di persone che predilige trasporti pubblici, bici o mobilità elettrica possa aumentare ulteriormente in futuro così da poter migliorare scorrevolezza del traffico e clima. In tal senso è in via di definizione il progetto che l’anno prossimo, in collaborazione con grandi città come Londra, Madrid e Berlino, porterà in Alto Adige alcuni bus alimentati ad idrogeno. (d.m.)
Alto Adige 17-9-11
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domenica, 11 settembre 2011



«Ecodolomites», mezzi elettrici sui quattro passi  

EZIO DANIELI
CORVARA. Dopo il successo avuto dalla prima edizione, lo scorso anno, torna «Ecodolomites» dal 17 al 18 settembre. La ditta altoatesina Letsmove di Daniel Campisi e Maximilian Costa, in collaborazione con il Consorzio Turistico Alta Badia e Val Gardena Marketing, presenta le diverse possibilità di mobilità alternativa nel settore turistico. Lo scopo dell’iniziativa è di sensibilizzare la gente per quanto riguarda un futuro turistico ecosostenibile nella mobilità. Tra le novità di quest’anno, il patrocinio da parte della Provincia con gli assessori Thomas Widmann, Michl Laimer, Florian Mussner e Hans Berger, nonché il patrocinio da parte dell’Unesco.
 Per «Ecodolomites» saranno presentate diverse attrazioni, quali il Segway, il personal transporter, le bici elettrice, le pedelecs, le moto e le macchine elettriche, come anche gli autobus e i veicoli da lavoro elettrici. Inoltre, si presenteranno le colonnine di ricarica ChargePoints per i veicoli elettrici, messe a disposizione dalla ditta Electro Clara, che farà da supporto tecnico all’intera manifestazione. Si tratta delle prime colonnine, che offrono al gestore e all’utente finale i vantaggi di una rete europea di stazioni di ricarica, quali la segnalazione tramite Sms o e-mail dello stato di ricarica, la ricerca di stazioni libere più vicine e la gestione della fatturazione. Tra i nuovi modelli di quest’anno spicca l’E-Mini targata Bmw. Si tratta di un veicolo azionato da un motore elettrico con un rendimento di 150kW ed ha una autonomia che arriva a 250 chilometri.
 Il fine settimana all’insegna dell’ecologia si concluderà domenica 18 settembre con il secondo Sellaronda Bike Day della stagione. Dalle 8.30 alle 15.30 i passi dolomitici Gardena, Campolongo, Pordoi e Sella, saranno chiusi al traffico delle macchine ed accessibili esclusivamente ai ciclisti che potranno quindi divertirsi. Dopo il clamoroso successo ottenuto all’inizio del luglio scorso, la seconda edizione del Sellaronda Bike Day sarà motivo di richiamo per tantissimi appassionati del pedale. Soprattutto se le condizioni meteo saranno buone, sui quattro passi dolomitici si annuncia una presenza molto elevata.
Alto Adige 11-9-11
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mercoledì, 07 settembre 2011



Dolomiti tra auto e moto: basta inquinare  

Ho letto il commento dei portavoce degli organizzatori che difendeva i motociclisti dalle accuse degli ambientalisti. Queste persone che difendono i colpevoli, colpevolizzando altri colpevoli con l’intento di fare diventare innocenti i primi, sono il simbolo delle mentalità che oramai alberga nelle teste di tutti. Tutti colpevolizzano gli altri. I politici colpevolizzano quelli di parte avversa, i cacciatori gli agricoltori, gli agricoltori i cacciatori per i loro comodi per le campagne.
 I cementificatori accusano i politici per le burocrazie e per i troppi vincoli esistenti. Tutti,però, sono contro gli ambientalisti. Poveretti questi ambientalisti,dicono sempre di no.
 Non sanno guardare altro che l’ambiente da difendere. Sulle Dolomiti,come in qualsiasi altro posto montano, ci dovrebbe essere il maggior rispetto dei silenzi delle vette, dei profumi delle erbe e del volo degli uccelli rapaci (parapendio). Invece regna il caos,rumore, grida e strilli di energumeni che non contenti dei vari sudiciumi e caos cittadino, portano le loro abitudini in luoghi di rispetto. L’Italia è questa. E’ diventata questo. Tutti abbiamo il diritto di godere le Dolomiti. Certamente, come tutti hanno avuto il diritto di godersi il Cervino.
 Quando arriviamo in quei luoghi,purtroppo, la bellezza del Monte Cervino è oscurata dalla schifezza di tutto ciò che l’uomo ha collocato alla sua base. Cari organizzatori di varie manifestazioni(in questo caso delle motociclette), devo dirvi che i vostri protetti fanno i loro porcacci comodi, quando,dopo le sfilate,manomettendo le marmitte, rendono i loro cari gioiellini dei mostri rompitimpani e pericolosissimi veicoli sulle strade di montagna,campagna e strade. Nessun li ferma per multarli.
Alto Adige 7-9-11
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martedì, 06 settembre 2011



L’Alto Adige scommette sulle auto elettriche

BOLZANO. «La Klimamobility, che si svolgerà a Bolzano dal 22 al 24 settembre, rappresenta una grande opportunità per l’Alto Adige e ci consentirà di assumere un ruolo di leader nel campo della mobilità alternativa». Lo afferma l’assessore alla mobilità Thomas Widmann in merito alla prima edizione della fiera della mobilità sostenibile “Klimamobility” che accompagnerà la già consolidata “Klimaenergy”. Widmann e il suo collega di giunta Michl Laimer ieri hanno accompagnato la partenza della e-tour, che vedrà una staffetta di macchine elettriche raggiungere numerosi comuni virtuosi del Nord Est. Un’occasione per scambiare informazioni ed esperienze nell’ambito della mobilità sostenibile. «Nel trasporto pubblico locale - prosegue Widmann - abbiamo raggiunto un livello qualitativo elevato non solo in rapporto ad altre realtà italiane ma anche a livello europeo. Ora la scommessa è quella di fare della nostra provincia un centro di competenze per quel che riguarda la mobilità elettrica e le tecnologie di propulsione alternativa». A dare il buon esempio ci pensa la Fiera, che metterà a disposizione dei suopi dipendenti una flotta di auto e bici elettriche per spostarsi.
Alto Adige 6-9-11
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categoria:innovazione, antiinquinamento
lunedì, 15 agosto 2011



Abolito il Sistri Protesta il Wwf

ROMA. Per raggranellare altri soldi da aggiungere alla manovra, il governo ha stabilito di abolire il Sistri, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. Il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli, senza entrare nel merito della cifra che si risparmierà, spiega che questa cancellazione «rappresenterà una forte semplificazione della vita dell’impresa».
 Il Sistri, creato nel 2009 e fortemente voluto dal ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo, era una misura finalizzata a contrastare il traffico illecito di immondizia, e rientrava nel più ampio quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica amministrazione per permettere l’informatizzazione dell’intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania. Ora, la sua cancellazione fa infuriare le associazioni ambientaliste e anche la Prestigiacomo. Dura la critica del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. «È un innegabile regalo alle ecomafie» sentenzia il procuratore, identiche le parole usate ieri dal ministro dell’Ambiente. «Il Sistri - continua Grasso - introdotto e mai entrato in vigore, era un mezzo utile per registrare i movimenti dei rifiuti, peraltro previsto dalla legislazione comunitaria, che poteva evitare gli abusi del sistema cartaceo». Per il Wwf l’abolizione del Sistri «è un falso risparmio» e «al di là di ogni riduzione di spesa - aggiunge l’associazione -, sembra il ministro non si renda conto che dietro lo smaltimento illegale dei rifiuti c’è un gravissimo profilo di danno ambientale». Legambiente parla di «un’occasione persa» e di un «vergognoso sperpero di denaro pubblico per la realizzazione di un discusso sistema che viene cancellato dallo stesso governo che lo ha creato».
Alto Adige 14-8-11
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mercoledì, 27 luglio 2011



Nel cuore delle Dolomiti senza usare l’auto privata

EZIO DANIELI
BOLZANO. Mentre non cessa la polemica sul pedaggio o no sui passi dolomitici, proprio nel cuore dei Monti Pallidi sono tornate le carte per una mobilità più sostenibile. È in vigore la Mountain Pass proposta dal consorzio turistico Alta Badia che ha lo scopo di ridurre il traffico privato. Sulla scorta del successo degli anni passati - notevoli le adesioni soprattutto fra gli ospiti - il Consorzio turistico ripropone la carta di mobilità che permette ad adulti e bambini di utilizzare i 14 impianti di risalita estivi, tutti gli autobus di linea intorno al gruppo del Sella nonché le linee autobus della Badia, della Gardena, della Pusteria e della valle Isarco, fino a Bolzano. In più consente di usufruire di agevolazioni sugli ingressi a piscina, stadio del ghiaccio, lago biotopo, Adventure Park, alle escursioni a tema organizzate giornalmente e molto altro ancora. La carta Mountain Pass è acquistabile presso numerosi esercizi ricettivi, impianti di risalita e presso le Associazioni Turistiche dell’Alta Badia. Le tariffe sono divise per tipologia, per i bambini fino a 6 anni è gratuito se abbinato all’acquisto di un pass per adulti.
Si chiama «Val Gardena Card» ed è una carta di mobilità che consente di visitare la vallata ladina, lasciando l’auto in garage, fino al 9 ottobre a 76 euro. È valida 6 giorni e nel prezzo è inclusa anche «Mobilcard Alto Adige». Quest’anno è stata introdotta anche la carta per 3 giorni a 59 euro. La carta prevede un uso illimitato e gratuito di tutti gli impianti in funzione d’estate, ovvero la telecabina Ortisei-Alpe di Siusi, la seggiovia Sole (Alpe di Siusi), la funicolare Ortisei-Rasciesa, la telecabina Ortisei-Furnes-Seceda, la seggiovia Fermeda-Seceda, la seggiovia Santa Cristina-Monte Pana, la seggiovia Monte Pana-Mont Seura, la telecabina Santa Cristina-Col Raiser, la telecabina Selva-Ciampinoi, la telecabina Selva -Dantercepies, la seggiovia Cir (Passo Gardena-Dantercepies) e la telecabina Passo Sella-Forcella del Sassolungo.
In Alta Pusteria è tornata in vigore la Tre Cime Card che consente una mobilità senza usare le auto private per raggiungere le Lavaredo oltre che tutte le località della valle.
Alto Adige 27-7-11
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giovedì, 21 luglio 2011



L’Alto Adige scommette sull’e-mobility

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. L’apripista è stata la Frisbee. Ma la bici elettrica creata nel 1999 dal bolzanino Fabrizio de Concini oggi non è più sola. Sulle strade altoatesine si moltiplicano i veicoli elettrici e l’e-mobility sta diventando un business per molte aziende locali.
 Non saranno diecimila come i ciclisti che dieci giorni fa hanno partecipato alla Maratona dles Dolomites, ma i veicoli elettrici che il 17 e 18 settembre sfideranno i passi dolomitici in occasione di Ecodolomites, la piattaforma per il trasferimento di know-how tecnologico nel settore dell’“e-mobility” (la mobilità elettrica) saranno comunque diverse decine.
 Spiega Daniel Campisi, ideatore dell’iniziativa e titolare della Letsmove di Gargazzone assieme al socio e Maximilian Costa: «Bici, scooter, automobili, bus e i “segway”: i mezzi elettrici sono sempre più diffusi. In Alto Adige mancano le centraline per ricaricare i mezzi, ma aziende, istituzioni pubbliche e alberghi stanno iniziando comunque a puntare su questi veicoli, sia per l’immagine positiva legata al minore inquinamento, sia per il risparmio». Risparmio che non è iniziale («un’auto elettrica costa tre volte quanto un’auto normale», ammette Campisi), ma si ottiene nel tempo: «Non si paga il bollo e bastano 1,5 euro per percorrere 100 chilometri». Peccato che poi la batteria sia esaurita o quasi: «Però - dice Campisi - è anche vero che la maggior parte dei tragitti è di pochi chilometri, in particolare se ci si sposta all’interno di un contesto cittadino».
 Vero, ed è per questo che sempre più aziende stanno scommettendo su questo tipo di veicoli, sfruttando anche una promozione turistica che sta puntando in maniera sempre più decisa sull’ecosostenibilità dell’Alto Adige.
 Non solo Frisbee e Letsmove, ma anche la Autotest, che in Alto Adige ha lanciato la “Think”, la prima auto elettrica prodotta in serie. La Electro Clara di San Vigilio di Marebbe ha invece portato in provincia le macchine elettriche prodotte dalla svizzera Alpina e ha già testato con successo anche un autobus elettrico.
 Al business partecipa ovviamente anche la Sel. «Così come siamo stati tra i promotori di CasaClima - ha spiegato il vicepresidente della holding provinciale dell’energia Giorgio Carnielli - vorremmo esserlo anche per questa forma di mobilità sostenibile». Il progetto iniziale è quello di installare delle colonnine per ricaricare le bici elettriche lungo la pista ciclabile della Venosta. Se funzionerà, il passo successivo sarà quello di estendere il progetto dalle bici alle auto e dalla Venosta a tutto il territorio provinciale.
 «Sarebbe davvero necessario - afferma Campisi - perché ciò che davvero ci manca sono le colonnine per ricaricare i mezzi. Inizialmente basterebbe puntare su luoghi molto frequentati come ospedali, centri commerciali o municipi. In altri Paesi funziona benissimo».
Alto Adige 21-7-11
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giovedì, 14 luglio 2011



Il Giappone verso l’addio al nucleare

TOKYO. L’atomo nel Sol Levante si avvia verso il viale del tramonto. Il Giappone deve «ridurre la sua dipendenza dall’energia nucleare» muovendosi verso una società orientata alle fonti rinnovabili ed eco-compatibili. Lo ha sostenuto il premier Naoto Kan, che ha giocato ieri la carta “anti-nucleare”, esprimendo la presa di posizione più forte sul futuro delle strategie energetiche del Paese nel dopo-Fukushima. Che possa rappresentare una svolta attuabile e reale è però tutto da verificare, viste le reazioni provocate, a partire dal gruppo di parlamentari democratici, parte della fronda interna del DpJ, che ha chiesto ancora il suo passo indietro per «la confusione creata».
Nella conferenza stampa trasmessa in diretta tv, il premier ha rilevato che, malgrado lo stop di 35 reattori su 54, il Paese «ha una produzione energetica sufficiente» per superare la domanda. Segnale, questo, che dimostra il potenziale di partenza. L’obiettivo ambizioso è quindi una società non più dipendente «dal nucleare».
Ma intanto le ricadute da Fukushima ancora continuano. Tagli di carne vaccina provenienti da un allevamento vicino alla disastrata centrale nucleare, contaminati con cesio radioattivo, sono stati messi in commercio e consumati nella città di Shizuoka.
Alto Adige 14-7-11
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martedì, 28 giugno 2011



Discarica Castel Firmiano: restano i dubbi

S abato 25 giugno ci informano che: “Dopo un’accurata opera di risanamento i lavori nell’ex-discarica di Castel Firmiano saranno ultimati entro la fine del mese di luglio” e tra l’altro: “Durnwalder ha dichiarato che dopo i lavori effettuati nell’ex-discarica di Castel Firmiano l’area non rappresenta più un pericolo di inquinamento per l’aria e l’acqua.” Con legge provinciale l’area della discarica a Castel Firmiano è stata dichiarata terreno contaminato. Di fatto però non è stato effettuato “un’accurata opera di risanamento” di detta area inquinata, ma hanno attuato un ampliamento della preesistente discarica per rifiuti pericolosi, violando le norme tecniche e urbanistiche.
 Al sito è stato inflitto una destinazione urbanistica di fatto non compatibile con l’attività realmente svolta. L’ubicazione assolutamente non adatta ha compromesso gravemente le qualità ambientali della zona. L’area della discarica è situata in zona panoramica, in luogo di notevole interesse naturale e storico-culturale, che oltretutto per vocazione avrebbe straordinari pregi di area residenziale. L’opera irrazionale e ingannevole, che comprende l’intervento per la bonifica totale della Collina Bolzano Sud, complessivamente costa ca. 40 milioni euro. Invece, come afferma l’assessore ai lavori pubblici, Mussner, in una lettera dd. 15.12.2010, lo smaltimento dei 2,9 milioni tonnellate di rifiuti speciali nella discarica Ischia Frizzi a Vadena sarebbe costato ca. 500 milioni euro. Tra le vittime dell’intrigo ci sono i proprietari dei terreni, prima di tutto lo stesso Comune di Bolzano, ma anche il Demanio dello Stato. Ma visto che: “anche il sindaco del capoluogo, Luigi Spagnolli, e l’assessore Chiara Pasquali hanno espresso apprezzamento per i lavori effettuati nell’ex discarica”, saranno i magistrati alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti ad occuparsi della legalità dell’opera compiuta dall’amministrazione pubblica.
 Se non lo facessero, i sudtirolesi hanno un ulteriore forte motivo di ricorrere ad un referendum provinciale per decidere come rimediare ai danni inflitti al paese dalle spedizioni punitive di Durnwalder.
Alto Adige 28-6-11
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venerdì, 03 giugno 2011



L’Alto Adige ridurrà le emissioni di CO2

BOLZANO. L’agenzia internazionale dell’energia ha lanciato un nuovo allarme: nel 2010 le emissioni di C02 hanno raggiunto un altro record, toccando quota 10 tonnellate annue pro capite nei Paesi industrializzati. Nonostante l’Alto Adige sia abbondantemente al di sotto della media, l’assessore Michl Laimer ricorda l’impegno della Provincia per una drastica riduzione delle emissioni nell’ambito del «pacchetto clima». Il biossido di carbonio è considerato il maggiore responsabile dei cambiamenti climatici in corso a livello mondiale, con gli esperti che ipotizzano nei prossimi anni una crescita di due gradi della temperatura media globale. Gli effetti collaterali consisteranno in un più rapido sciolgimento dei ghiacci, nella crescita del livello dei mari e in una maggiore instabilità dal punto di vista metereologico con l’alternarsi di fenomeni «estremi». «Con emissioni annue pro-capite pari a 5 tonnellate - sottolinea l’assessore all’ambiente Michl Laimer - l’Alto Adige produce in media circa la metà del biossido di carbonio disperso nell’atmosfera dai Paesi dell’Unione Europea, e un quarto degli Stati Uniti. Ma ciò non significa che dobbiamo cullarci sugli allori: il pacchetto clima approvato nelle scorse settimane dalla Giunta provinciale prevede infatti un forte impegno con l’obbiettivo di abbattere le amissioni di C02 che nel 2050 non dovrannmo superare 1,5 tonnellate pro capite».
Alto Adige 3-6-11
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mercoledì, 01 giugno 2011



Il Referendum sul nucleare ci sarà.

La Corte di Cassazione lo ha appena stabilito. Il tentativo del Governo di metterci il bavaglio non ha funzionato. Ora tocca a noi scegliere un futuro senza nucleare. Come? Votando Sì il 12 e 13 giugno.La Corte di Cassazione lo ha appena stabilito. Il tentativo del Governo di metterci il bavaglio non ha funzionato. Ora tocca a noi scegliere un futuro senza nucleare. Come? Votando Sì il 12 e 13 giugno.

Per raggiungere il quorum, devono andare a votare 27 milioni di italiani. Abbiamo 11 giorni per mobilitare quante più persone possibile. Se vogliamo vincere contro il nucleare, ognuno di noi deve sentirsi coinvolto in prima persona. Partecipa anche tu.

Scarica il volantino, attacca gli stickers e scopri tutto quello che puoi fare.
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giovedì, 26 maggio 2011



Brevetto bolzanino: segatura di mele assorbe il petrolio dall’acqua

RICCARDO VALLETTI
BOLZANO. Il mare può tirare un sospiro di sollievo, i tempi della risacca nera che s’infrange sugli scogli affogando nel greggio pesci e gabbiani potrebbero essere finiti; d’ora in poi correranno in suo soccorso le mele, anzi i loro avanzi. Gli scarti di produzione dei succhi di mela, opportunamente trattati secondo la tecnica brevettata dall’inventore bolzanino Alberto Volcan, (testata dai tecnici di Eco-Research e già acquistata dalla compagnia petrolifera Erg), sono capaci di realizzare quel miracolo che tutto il mondo aspettava da quando esiste il trasporto marittimo di petrolio: assorbono il petrolio e respingono l’acqua. Dall’aspetto l’Oil-Bolck, nome dato da Volcan alla sua invenzione, sembra segatura; in realtà è un macinato di torsoli e semi e buccia di mela essiccati in modo da conservare una particolare condizione chimica in grado di attrarre la molecola di qualunque idrocarburo rigettando il legame con quella dell’acqua. Una prova è stata fatta davanti alla stampa, lasciando tutti a bocca aperta: in una vasca piena d’acqua è stato versato del petrolio, poi al centro della chiazza galleggiante è stato messo un sacchetto pieno di Oli-Block, e immediatamente è stato visibile ad occhio nudo come il prodotto di Volcan attraeva letteralmente il liquido in superficie. Il petrolio assorbito, altro vantaggio di enormi dimensioni economiche, può essere spremuto di nuovo senza perdere le sue caratteristiche originali. Il sacchetto ha versato petrolio puro in un contenitore trasparente. Le proporzioni sono semplici, «stando agli esperimenti - spiega l’inventore - un chilo di questo prodotto assorbe un chilo di petrolio in un quarto d’ora». La scoperta è proprio il sistema di essiccatura, protetto da un brevetto internazionale e soggetto al segreto industriale. L’Oil-Block è già realtà, e tra poco andrà in produzione su scala industriale. L’Europa ha già certificato le sue proprietà e il suo corretto funzionamento, e le grandi industrie petrolifere si stanno facendo avanti per le collaborazioni. «Le applicazioni possibili sono moltissime - spiega Volcan - e vanno dal più importante disastro ecologico in mare all’incidente stradale con spargimento di benzina sull’asfalto». La Erg sta al momento ragionando sulla possibilità di rendere obbligatorio un quantitativo standard di Oil-Block in ogni sua stazione di servizio, e l’inventore sta progettando altre soluzioni anche attraverso l’uso degli scarti d’arancia. «L’idea - racconta - mi è venuta in seguito al disastro di un anno fa, della piattaforma americana nel Golfo del Messico: ho iniziato a fare esperimenti con le mele dopo molti tentativi con altri tipi di materiali, e i primi risultati ottenuti mi hanno subito dimostrato che quella era la strada giusta». L’essiccatura speciale è arrivata in un secondo momento, raffinando quello che già appariva come un ottimo risultato iniziale. «La produzione sarà tutta altoatesina - spiega Volcan - grazie anche alla ricchezza naturale di materia prima locale». «Da trent’anni mi dedico all’ecologia - sorride - e questo è un risultato che ripaga tutti i miei sforzi». Ad assistere all’evoluzione miracolosa degli esperimenti di Volcan c’era, in qualità di consulente scientifico, Werner Tirler della Eco-Research, società del gruppo Eco-System che gestisce il depuratore dell’acqua di Bolzano. «Si tratta di un’innovazione di proporzioni globali - afferma lo scienziato - che crea uno spartiacque nella storia dell’industria petrolifera».

Alto Adige 26-5-11
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venerdì, 13 maggio 2011



Lo spreco dei sacchetti biodegradabili

Come è noto la legge ha imposto l’uso di sacchetti biodegradabili e non si può che essere d’accordo. Il problema è che i sacchetti biodegradabili ora in circolazione, costano il doppio e si rompono ancor prima di giungere a destinazione, cosicché difficilmente possono essere riutilizzati. Il risultato è che prima, riutilizzando il sacchetto 3 - 4 volte, si spendevano 5 centesimi, ora se ne spendono 30 - 40; l’industria produce più sacchetti con maggior fatturato, ma anche con maggior consumo di materia prima ed energia e maggiori emissioni. Chissà se il bilancio per l’ecosistema è veramente così favorevole. Certo è che l’azione in difesa dell’ecosistema è stata prontamente utilizzata per un incremento del giro d’affari: si tratta sì di centesimi ma, su larga scala, gli importi saranno sicuramente interessanti; credo che chi ne abbia la competenza, dovrebbe esaminare la questione. Intanto si potrebbe stabilire che i sacchetti abbiano determinate caratteristiche di resistenza, e possano quindi essere riutilizzati e se ne potrebbe verificare il costo.
E’ ovvio che il problema si risolverebbe se i consumatori si organizzassero con borse durevoli ma, fintanto che ciò non avverrà. si potrebbe intervenire nel modo migliore.
 Infine mi chiedo perché il consumatore debba farsi portatore di pubblicità per il venditore dal momento che i sacchetti vengono fatti pagare; o si danno gratuitamente o si toglie la pubblicità
Alto Adige 13-5-11
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venerdì, 13 maggio 2011



La Provincia di Bolzano vara il pacchetto sul clima

BOLZANO. Essere indipendenti e autosufficienti, e avere a disposizione energia pulita e sicura. Sono questi i punti-chiave del pacchetto per il clima presentato dall’assessore Laimer: “Entro il 2050 vogliamo abbattere la produzione di anidride carbonica da 5 a 1,5 tonnellate all’anno, e coprire oltre il 90% del fabbisogno con energia da fonti rinnovabili”.
Già oggi l’Alto Adige è considerata una delle regioni maggiormente all’avanguardia in tutta Europa per quanto riguarda il contenimento dei consumi energetici. Uno dei progetti più conosciuti a livello nazionale e internazionale è quello di CasaClima, ma sono anche altri i punti di forza della politica energetica della Provincia di Bolzano. Nella classifica di Legambiente sui comuni più virtuosi nel settore delle energie rinnovabili 14 delle prime 20 amministrazioni premiate sono altoatesine, e risultati simili sono stati raggiunti anche per quanto riguarda i pannelli solari (4 comuni fra i primi 5) e la biomassa (16 comuni fra i primi 20). Restando in tema di cifre, l’Alto Adige può contare su 17.700 impianti a pannelli solari, con una superficie di 195mila metri quadrati (il 12% di tutta l’Italia) in grado di produrre il 15% del fabbisogno totale di acqua calda. Facendo un paragone, se in Provincia di Bolzano ci sono 386 metri quadrati di pannelli solari ogni mille abitanti, l’Italia si ferma a quota 27, e l’Unione Europea arriva a 57 metri quadrati. “Tra il 1995 e il 2008 - ha spiegato l’assessore all’ambiente Michl Laimer - siamo riusciti ad abbattere drasticamente il consumo di petrolio, si è registrato un forte aumento dell’utilizzo di gas metano e il boom della biomassa. Si tratta di un buon risultato, ma non basta: occorre fare ancora di più”. Ed ecco che la Giunta provinciale ha varato il pacchetto clima che si pone obiettivi ambiziosi con una scadenza temporale molto lunga. «Attualmente produciamo circa 5 tonnellate di anidride carbonica all’anno - ha sottolineato Laimer - e abbiamo il 49% di energia proveniente da fonti alternative. Nel 2050 vogliamo arrivare a 1,5 tonnellate di CO2 e a più del 90% di energia rinnovabile. La chiave di tutto sarà l’utilizzo intelligente dell’energia, che può contribuire per il 60-70% al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti. Poi ci sarà naturalmente il miglioramento dell’efficienza energetica, con l’ipotesi di un bonus cubatura nei risanamenti, il progressivo abbandono dei combustibili fossili e l’ulteriore diffusione dell’energia rinnovabile”.
Secondo Laimer, si tratta di una “sfida che può essere vinta, ma solo con il contributo di tutti. Occorre un’ulteriore salto di qualità dal punto di vista culturale, un maggiore impegno nella ricerca, nell’innovazione e nello sviluppo di un’economia sostenibile».
Alto Adige 13-5-11
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categoria:provincia di bolzano, antiinquinamento, ecoenergia
giovedì, 12 maggio 2011



Censimento dei tetti in amianto in città restano ancora 120 casi

BOLZANO. A Bolzano ci sono ancora 120 tetti con amianto. E’ questa la stima che l’Appa ha presentato ieri alla commissione Ambiente del Comune. Sfruttando il lavoro di una laureanda, l’agenzia provinciale ha effettato un censimento sulla città. Per contenere i costi, il sistema adottato è empirico, basato soprattutto sull’osservazione con binocolo. Partirà ora una seconda fase di verifica, attraverso questionari ai proprietari degli immobili. «Si costruirà una scala di rischio», riferiscono i consiglieri Paolo Bertolucci (Pdl) e Enrico Lillo (Pdl Berlusconi presidente), «per le situazioni più gravi è prevista una lettera ai proprietari per sollecitare lo smantellamento dell’amianto in 90 giorni». Nel caso di mancato rispetto sono previste sanzioni amministrative e penali. Il clima ieri era ottimista. Lillo: «I tecnici ci hanno spiegato che in città molti proprietari si sono già attivati autonomamente per eliminare i tetti di amianto».
Alto Adige 12-5-11
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mercoledì, 11 maggio 2011


Berlusconi e il nucleare. Messaggio dal balcone di Palazzo Venezia


Ciao
Questa mattina all'alba i nostri attivisti hanno scalato il balcone di Palazzo Venezia e hanno aperto uno striscione con l'immagine di Berlusconi che sogna il nucleare e la scritta "Italiani, il vostro futuro lo decido io". Una protesta per rispondere alle recenti affermazioni del Presidente del Consiglio. [GUARDA IL VIDEO]
Sul nucleare vuole decidere lui, boicottando apertamente la possibilità dei cittadini di esprimere la propria opinione. Ma non si può bloccare il referendum a un mese dalla data fissata, programmando di ripresentare il progetto nucleare tra un anno.
Grazie!
Salvatore Barbera
Responsabile campagna Nucleare
Greenpeace Italia
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mercoledì, 20 aprile 2011



Il governo mette una pietra sul nucleare

PIETRO CRISCUOLI
ROMA. Nucleare? No, grazie. Lo ha deciso ieri il governo con una precipitosa marcia indietro sull’onda del disastro di Fukushima e di sondaggi “sinistri” in vista del referendum del 12 giugno. «Una vittoria», esulta il segretario del Pd Bersani. «Una truffa», ringhia Di Pietro, che vede la volontà di abbattere la partecipazione alla giornata referendaria (in cui c’è anche il voto per abrogare il legittimo impedimento e la privatizzazione dell’acqua).
Di fatto il referendum sul nucleare salta perché il governo ha introdotto lo stop nel decreto omnibus che, una volta convertito in legge, annulla il quesito. Sarà comunque la Cassazione a dire l’ultima parola. C’è la possibilità che l’emendamento (oggi al voto al Senato) risponda solo ad alcune norme da abrogare. Allora si terrebbe lo stesso.
Ma perché questa decisione improvvisa? Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, si legge nell’emendamento del governo, «non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare». Una sospensione che somiglia ad un addio, tanto più pesante dopo i proclami di Berlusconi contro «l’estremismo ecologista».
I dubbi avevano già aperto larghe crepe nel governo. Tremonti aveva parlato di «debito nucleare» (pensando alle scorie da smaltire). Poi si era deciso per una moratoria. Alla fine sul tavolo del premier sono arrivati i sondaggi: il 54 per cento degli italiani sarebbe andato a votare soprattutto per dire no all’atomo. E allora, per evitare di trovarsi davanti ad un “no” anche sul legittimo impedimento (per essere valido, un referendum deve avere la partecipazione del 50 per cento più uno) Berlusconi ha deciso di soprassedere.
In ogni caso, precisa palazzo Chigi, l’esecutivo affida ad un successivo consiglio dei ministri «la definizione di una nuova Strategia energetica nazionale», che terrà conto «delle indicazioni stabilite dalla Ue» e dovrà essere esaminata dalla conferenza Stato-Regioni e dalle commissioni parlamentari».
«Il governo con ogni evidenza scappa dalle sue stesse decisioni», dice Bersani. «Credo che questa sia in ogni caso una vittoria nostra, di chi già prima dell’incidente in Giappone aveva messo in luce l’assurdità del piano così come il governo lo aveva concepito». Ora «dobbiamo uscire dall’ambiguità e dire quale politica energetica vogliamo fare».
No, è «l’ennesima truffa del governo agli italiani», assicura il leader di IdV Di Pietro. «Se il governo - spiega - avesse deciso di rinunciare al nucleare non potremmo che essere felici. Invece con questo emendamento si dice soltanto che si posticipa l’individuazione delle località in cui realizzare le centrali. Non giochiamo a fare i furbi. È evidente che l’esecutivo ha capito che la partita referendaria è persa e la vuole far finire prima del tempo».
«Siamo alle comiche finali», è il commento del presidente del Sel, Nichi Vendola. «La paura del quorum, la paura dunque della democrazia, spinge il governo Berlusconi a cancellare le norme della sua “rivoluzione nuclearista” nella speranza di preservare la sua porcata del legittimo impedimento e il suo affare della privatizzazione dell’acqua. Ancora una volta gli affari di una cricca occupano per intero la cosa pubblica».
Nella maggioranza c’è imbarazzo. «Credo che un momento di chiarimento sul nucleare sia necessario», dice il leghista Calderoli.

«Salta il referendum: è una mossa tattica»

BOLZANO. Il governo con una mossa tattica ha inserito in Senato un emendamento in una legge omnibus sulla cultura, cancellando il programma per l’energia nucleare. Lo dichiara il senatore Oskar Peterlini che definisce l’emendamento una scelta tattica, sotto la pressione dell’opinione pubblica, scioccata dalla tragedia del Giappone. Se la legge passerà in tempo anche alla Camera, per Peterlini avrà l’effetto di far decadere il quesito referendario.
Alto Adige 20-4-11
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martedì, 12 aprile 2011



Nucleare o energie rinnovabili? Stasera conferenza a S. Giacomo

LAIVES. Conferenza da non perdere stasera nel foyer del teatro di S. Giacomo, dove il fisico Marco Lovera affronterà l’interrogativo “Energia nucleare o energie rinnovabili?”. Inizierà con uno sguardo all’indimenticata tragedia di Chernobyl e al recente disastro di Fukushima. Poi l’obiettivo si sposterà sul tema delle energie alternative. Un approfondimento davvero attuale, in questo momento. Organizza il Centro culturale S. Giacomo in collaborazione con l’Upad. L’ingresso è libero.
Alto Adige 12-4-11
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domenica, 10 aprile 2011



«Meno consumi, meno peso sull’ambiente»

BOLZANO. Nuovo appuntamento, infrasettmanale, con una riflessione che si possa trasformare in un atto concreto. Nuovo appuntamento con un’iniziativa che è ormai una tradizione sulle pagine del quotidiano Alto Adige: quello con i testimonial della campagna “Io rinuncio”, promossa dal Forum Prevenzione insieme alla Caritas e ad altre associazioni, e sostenuta appunto dal nostro quotidiano che pubblica le testimonianze di chi ci invita a rinunciare a qualcosa. Attraverso il parere di personaggi noti della vita pubblica altoatesina, s’invita a una riflessione sul saper rinunciare a qualcosa, nel periodo della Quaresima. Un invito alla rinuncia che, se fosse prolungato e attuato anche oltre il periodo quaresimale, comunque non farebbe male, ma l’importante sarebbe già iniziare e rinunciare a qualcosa in Quaresima. Oggi presenta il suo concetto di rinuncia Giulio Angelucci, direttore dell’Ufficio gestione rifiuti dell’Agenzia provinciale per l’ambiente.
 «Ne ho davvero bisogno? E’ una domanda che dovremmo porci più spesso, soprattutto se pensiamo a quante volte in qualche modo convinti, abbiamo acquistato qualcosa che poi non ci serva. Abbiamo il dovere di scegliere! Perché l’equazione è semplice: meno consumiamo, minori sono gli impatti che il nostro stile di vita ha sull’ambiente. La produzione, l’utilizzo e lo smaltimento di un bene sono tutti processi che in qualche modo sono legati al consumo di energia e materie prime. Rinunciare in maniera consapevole a beni di consumo è un contributo diretto al risparmio di materie prime ed è espressione di uno stile di vita responsabile e sostenibile».
Alto Adige 10-4-11
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lunedì, 04 aprile 2011



Tamayo, ecco l’eroe dell’ambiente

ARTURO ZILLI
BOLZANO. Padre Andres Tamayo, è uno dei sacerdoti carismatici che in un Honduras costellato di croci, teatro di brutali assassinii e torture ai danni degli oppositori politici, a rischio della propria vita, da più di un quarto di secolo porta avanti il testimone della teologia della liberazione, conducendo una durissima battaglia per la difesa dell’ambiente della regione in cui viveva, l’Olancho, una delle aree più ricche di biodiversità e di risorse naturali dell’intero Paese. Viveva.
E’ d’obbligo usare l’imperfetto perché Padre Tamayo da due anni è esiliato, dichiarato “persona non grata” dal governo ora nelle mani di Porfirio Lobo, dopo il golpe caldeggiato e sostenuto dalle sei famiglie che controllano tutta l’economia del Paese. Padre Tamayo ha dovuto lasciare il Paese, dove è già sfuggito ad almeno quattro tentativi di omicidio, ed ora è in Europa per parlare della tragedia di una parte del mondo dove, sotto silenzio, ogni giorno vengono trucidati e minacciati giornalisti, uccisi attivisti ambientali e sindacalisti, oppressa la popolazione civile.
Domani sera, alle ore 20.30, in Sala di rappresentanza del Comune di Bolzano, Padre Tamayo - cui è stato conferito il premio Nobel alternativo per l’ambiente e il riconoscimento “Honor et Dignitas”, dedicato alla memoria di Padre Ernesto Balducci - racconterà la resistenza del suo movimento, il Mao (Movimento ambientalista del Olancho) nel corso di una conferenza intitolata Il terrore di un popolo, il silenzio del mondo, organizzata dal Centro Pace del Comune e dal Collettivo Centro America. Nel pomeriggio, invece, alle ore 14 a Trento, Padre Tamayo incontrerà i responsabili di Rondine, cittadella di pace, un’associazione che organizza campi residenziali per ragazzi che vengono da aree di conflitto acuto, mentre alle 17.30, sarà ad Ora, presso il Circolo Aurora, per un altro incontro. Lo abbiamo intervistato.
Che tipo di progetti ha portato avanti il Movimento ambientalista del Olancho (Mao)?
Ne abbiamo diversi: uno consiste nella protezione e nel salvataggio delle “microcuencas”, piccoli bacini idrici, dallo sfruttamento da parte dell’imprese. Spesso il governo concede alle imprese il permesso di fare interventi molto dannosi sull’ambiente. Noi cerchiamo di impedire la loro distruzione e di mantenere una socialità dell’ambiente. Lavoriamo con la popolazione e facciamo in modo che la protezione delle risorse naturali sia un’attività sociale, di tutti. E’ un’attività che svolgiamo da molti anni e grazie alla quale avevamo anche avviato un tavolo di confronto con il governo, prima del golpe del 2009. La terza attività consiste nella ricerca della sostenibilità nello sfruttamento delle risorse di cui dispone la nostra regione, con fattorie dove i coltivatori praticano un’agricoltura mite che permette loro di mantenere la sicurezza alimentare senza danneggiare l’ambiente. Noi lottiamo ma il governo dell’Honduras, nato da elezioni illegali, sta continuando a distruggere i bacini e a mettere in pericolo risorse naturali come l’acqua, la foresta, la biodiversità dell’ Olancho, le risorse minerarie. Stiamo lavorando anche con l’Universidad Nacional Agricola con cui abbiamo iniziato un progetto di formazione per i figli di contadini poveri affinché possano proteggere meglio le risorse di cui dispongono.
Quali sono le minacce maggiori per l’ambiente dell’Olancho?
Le minacce sono tante. In primo luogo direi l’”illegale-legale”, ovvero tutte quelle azioni che hanno una parvenza di legalità solo sulla carta. In situ è un’altra cosa e i peggiori misfatti vengono perpetrati. Altra minaccia è lo sfratto dei contadini dalle loro terre da parte dell’autorità. Un’altra ancora sono gli incendi utilizzati come metodo per distruggere foresta e liberare e rubare terre da utilizzare per i grandi allevamenti di bestiame. La manodopera per questi crimini sono purtroppo contadini poveri pagati per distruggere il proprio ambiente.
Su quali risorse vogliono mettere le mani le multinazionali?
Soprattutto sul legno. C’è un sovrasfruttamento delle foreste. Poi ci sono le miniere - soprattutto quelle di oro e argento - e l’acqua da sfruttare per produrre energia idroelettrica. In questo momento sono stati emanati diversi decreti per facilitare gli imprenditori che vogliono costruire dighe. Gli imprenditori quindi minacciano i contadini affinché questi lascino le terre su cui vivono e che possono essere utili per la costruzioni di queste centrali idroelettriche.
Che si può fare per sostenere un cambiamento democratico in Honduras dall’Europa e dall’Italia?
La Corte Penale Internazionale, con sede a Roma, ha già fatto una valutazione negativa, molto chiara sulla situazione dei diritti umani in Honduras che però non è stata diffusa. Dall’Italia si deve esigere di sapere ciò che sta succedendo. La maggior parte del denaro che arriva dall’Europa prende due strade quando arriva da noi: o nelle tasche di funzionari statali o per realizzare grandi progetti come centrali idroelettriche. Questo denaro non è utilizzato per fini positivi e per il bene comune ma per profitti individuali.
Lei è di origine salvadoregna. Ha conosciuto Monsignor Oscar Romero?
Sono stato il suo chierichetto. Monsignor Romero è stato un uomo semplice, di poche parole, che non viveva nel lusso ma come qualsiasi persona del popolo. Come Arcivescovo mantenne la semplicità ma la sua voce si fece più potente. Ma aveva osato difendere il popolo e ciò venne catalogato come estremismo da parte dell’estrema destra e della gerarchia. Le sue omelie erano cariche della sofferenza del popolo e posso testimoniare che fu un uomo che visse con grande coerenza l’esperienza di pastore e di uomo.
Alto Adige 4-4-11
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categoria:ambiente, antiinquinamento
sabato, 02 aprile 2011



Partita anche quest’anno la «Mobilcard»

BOLZANO. Come rende noto la Provincia, con un unico biglietto i turisti, ma anche i residenti, che visitano l’Alto Adige, hanno anche quest’anno la possibilità di avvalersi della MobilCard e della MuseumobilCard, per spostarsi in maniera comoda ed ecocompatibile in tutta la provincia e andare così alla scoperta delle bellezze naturali, dell’offerta culturale e museale. Il successo della MobilCard e della MuseumMobilCard registrato in questi anni (dal 2006), come sottolinea l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann, testimonia come sempre più persone apprezzino la mobilità ecocompatibile ed impieghino i mezzi pubblici per le vacanze o per le gite. Solo nella passata stagione turistica sono state vendute 303.250 MobilCard e compiuti complessivamente 2,7 milioni di viaggi in bus e treno su tutto il territorio provinciale. (da.pa)
Alto Adige 2-4-11
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domenica, 10 aprile 2011



«Meno consumi, meno peso sull’ambiente»

BOLZANO. Nuovo appuntamento, infrasettmanale, con una riflessione che si possa trasformare in un atto concreto. Nuovo appuntamento con un’iniziativa che è ormai una tradizione sulle pagine del quotidiano Alto Adige: quello con i testimonial della campagna “Io rinuncio”, promossa dal Forum Prevenzione insieme alla Caritas e ad altre associazioni, e sostenuta appunto dal nostro quotidiano che pubblica le testimonianze di chi ci invita a rinunciare a qualcosa. Attraverso il parere di personaggi noti della vita pubblica altoatesina, s’invita a una riflessione sul saper rinunciare a qualcosa, nel periodo della Quaresima. Un invito alla rinuncia che, se fosse prolungato e attuato anche oltre il periodo quaresimale, comunque non farebbe male, ma l’importante sarebbe già iniziare e rinunciare a qualcosa in Quaresima. Oggi presenta il suo concetto di rinuncia Giulio Angelucci, direttore dell’Ufficio gestione rifiuti dell’Agenzia provinciale per l’ambiente.
 «Ne ho davvero bisogno? E’ una domanda che dovremmo porci più spesso, soprattutto se pensiamo a quante volte in qualche modo convinti, abbiamo acquistato qualcosa che poi non ci serva. Abbiamo il dovere di scegliere! Perché l’equazione è semplice: meno consumiamo, minori sono gli impatti che il nostro stile di vita ha sull’ambiente. La produzione, l’utilizzo e lo smaltimento di un bene sono tutti processi che in qualche modo sono legati al consumo di energia e materie prime. Rinunciare in maniera consapevole a beni di consumo è un contributo diretto al risparmio di materie prime ed è espressione di uno stile di vita responsabile e sostenibile».
Alto Adige 10-4-11
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lunedì, 04 aprile 2011



Tamayo, ecco l’eroe dell’ambiente

ARTURO ZILLI
BOLZANO. Padre Andres Tamayo, è uno dei sacerdoti carismatici che in un Honduras costellato di croci, teatro di brutali assassinii e torture ai danni degli oppositori politici, a rischio della propria vita, da più di un quarto di secolo porta avanti il testimone della teologia della liberazione, conducendo una durissima battaglia per la difesa dell’ambiente della regione in cui viveva, l’Olancho, una delle aree più ricche di biodiversità e di risorse naturali dell’intero Paese. Viveva.
E’ d’obbligo usare l’imperfetto perché Padre Tamayo da due anni è esiliato, dichiarato “persona non grata” dal governo ora nelle mani di Porfirio Lobo, dopo il golpe caldeggiato e sostenuto dalle sei famiglie che controllano tutta l’economia del Paese. Padre Tamayo ha dovuto lasciare il Paese, dove è già sfuggito ad almeno quattro tentativi di omicidio, ed ora è in Europa per parlare della tragedia di una parte del mondo dove, sotto silenzio, ogni giorno vengono trucidati e minacciati giornalisti, uccisi attivisti ambientali e sindacalisti, oppressa la popolazione civile.
Domani sera, alle ore 20.30, in Sala di rappresentanza del Comune di Bolzano, Padre Tamayo - cui è stato conferito il premio Nobel alternativo per l’ambiente e il riconoscimento “Honor et Dignitas”, dedicato alla memoria di Padre Ernesto Balducci - racconterà la resistenza del suo movimento, il Mao (Movimento ambientalista del Olancho) nel corso di una conferenza intitolata Il terrore di un popolo, il silenzio del mondo, organizzata dal Centro Pace del Comune e dal Collettivo Centro America. Nel pomeriggio, invece, alle ore 14 a Trento, Padre Tamayo incontrerà i responsabili di Rondine, cittadella di pace, un’associazione che organizza campi residenziali per ragazzi che vengono da aree di conflitto acuto, mentre alle 17.30, sarà ad Ora, presso il Circolo Aurora, per un altro incontro. Lo abbiamo intervistato.
Che tipo di progetti ha portato avanti il Movimento ambientalista del Olancho (Mao)?
Ne abbiamo diversi: uno consiste nella protezione e nel salvataggio delle “microcuencas”, piccoli bacini idrici, dallo sfruttamento da parte dell’imprese. Spesso il governo concede alle imprese il permesso di fare interventi molto dannosi sull’ambiente. Noi cerchiamo di impedire la loro distruzione e di mantenere una socialità dell’ambiente. Lavoriamo con la popolazione e facciamo in modo che la protezione delle risorse naturali sia un’attività sociale, di tutti. E’ un’attività che svolgiamo da molti anni e grazie alla quale avevamo anche avviato un tavolo di confronto con il governo, prima del golpe del 2009. La terza attività consiste nella ricerca della sostenibilità nello sfruttamento delle risorse di cui dispone la nostra regione, con fattorie dove i coltivatori praticano un’agricoltura mite che permette loro di mantenere la sicurezza alimentare senza danneggiare l’ambiente. Noi lottiamo ma il governo dell’Honduras, nato da elezioni illegali, sta continuando a distruggere i bacini e a mettere in pericolo risorse naturali come l’acqua, la foresta, la biodiversità dell’ Olancho, le risorse minerarie. Stiamo lavorando anche con l’Universidad Nacional Agricola con cui abbiamo iniziato un progetto di formazione per i figli di contadini poveri affinché possano proteggere meglio le risorse di cui dispongono.
Quali sono le minacce maggiori per l’ambiente dell’Olancho?
Le minacce sono tante. In primo luogo direi l’”illegale-legale”, ovvero tutte quelle azioni che hanno una parvenza di legalità solo sulla carta. In situ è un’altra cosa e i peggiori misfatti vengono perpetrati. Altra minaccia è lo sfratto dei contadini dalle loro terre da parte dell’autorità. Un’altra ancora sono gli incendi utilizzati come metodo per distruggere foresta e liberare e rubare terre da utilizzare per i grandi allevamenti di bestiame. La manodopera per questi crimini sono purtroppo contadini poveri pagati per distruggere il proprio ambiente.
Su quali risorse vogliono mettere le mani le multinazionali?
Soprattutto sul legno. C’è un sovrasfruttamento delle foreste. Poi ci sono le miniere - soprattutto quelle di oro e argento - e l’acqua da sfruttare per produrre energia idroelettrica. In questo momento sono stati emanati diversi decreti per facilitare gli imprenditori che vogliono costruire dighe. Gli imprenditori quindi minacciano i contadini affinché questi lascino le terre su cui vivono e che possono essere utili per la costruzioni di queste centrali idroelettriche.
Che si può fare per sostenere un cambiamento democratico in Honduras dall’Europa e dall’Italia?
La Corte Penale Internazionale, con sede a Roma, ha già fatto una valutazione negativa, molto chiara sulla situazione dei diritti umani in Honduras che però non è stata diffusa. Dall’Italia si deve esigere di sapere ciò che sta succedendo. La maggior parte del denaro che arriva dall’Europa prende due strade quando arriva da noi: o nelle tasche di funzionari statali o per realizzare grandi progetti come centrali idroelettriche. Questo denaro non è utilizzato per fini positivi e per il bene comune ma per profitti individuali.
Lei è di origine salvadoregna. Ha conosciuto Monsignor Oscar Romero?
Sono stato il suo chierichetto. Monsignor Romero è stato un uomo semplice, di poche parole, che non viveva nel lusso ma come qualsiasi persona del popolo. Come Arcivescovo mantenne la semplicità ma la sua voce si fece più potente. Ma aveva osato difendere il popolo e ciò venne catalogato come estremismo da parte dell’estrema destra e della gerarchia. Le sue omelie erano cariche della sofferenza del popolo e posso testimoniare che fu un uomo che visse con grande coerenza l’esperienza di pastore e di uomo.
Alto Adige 4-4-11
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categoria:ambiente, antiinquinamento
sabato, 02 aprile 2011



Partita anche quest’anno la «Mobilcard»

BOLZANO. Come rende noto la Provincia, con un unico biglietto i turisti, ma anche i residenti, che visitano l’Alto Adige, hanno anche quest’anno la possibilità di avvalersi della MobilCard e della MuseumobilCard, per spostarsi in maniera comoda ed ecocompatibile in tutta la provincia e andare così alla scoperta delle bellezze naturali, dell’offerta culturale e museale. Il successo della MobilCard e della MuseumMobilCard registrato in questi anni (dal 2006), come sottolinea l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann, testimonia come sempre più persone apprezzino la mobilità ecocompatibile ed impieghino i mezzi pubblici per le vacanze o per le gite. Solo nella passata stagione turistica sono state vendute 303.250 MobilCard e compiuti complessivamente 2,7 milioni di viaggi in bus e treno su tutto il territorio provinciale. (da.pa)
Alto Adige 2-4-11
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categoria:provincia di bolzano, antiinquinamento
giovedì, 31 marzo 2011



«Dire no all’auto porta vantaggi per tutti»

BOLZANO. Nuovo appuntamento, quello infrasettimanale, con i testimonial della campagna “Io rinuncio”, promossa dal Forum Prevenzione insieme alla Caritas e ad altre associazioni, e sostenuta dal nostro quotidiano che pubblica, due volte alla settimana, le testimonianze di chi, solitamente personaggi della vita pubblica altoatesina, ci invita a rinunciare a qualcosa, come riflessione nel periodo della Quaresima. Un invito che potrebbe comunque essere esteso anche a oltre il classico periodo “pre pasquale” della rinuncia, ed essere praticato anche oltre la Quatesima... A questo proposito il Forum Prevenzione è anche realizzato un’apposita pagina web: www.io-rinuncio.it.
Oggi a presentare il suo concetto di rinuncia è Marco Armani, responsabile del gruppo Car Sharing Bolzano, ovvero il sodalizio di chi rinuncia all’automobile propria per “condividerla” invece, usandola quando gli serve.
«Rinunciare a possedere un’auto appare una limitazione intollerabile della propria libertà, ma le cose stanno proprio così? Se l’obbiettivo comune è più qualità per l’ambiente e per la propria vita, risparmio economico, una città a misura d’uomo, beh, sarà necessario ripensare anche questo aspetto per giungere consapevolmente a una scelta di sobrietà, sovvertendo una filosofia di mobilità incentrata esclusivamente sull’uso dell’auto per passare invece ad una multimodale, che a seconda delle esigenze e delle distanze metta in gioco anche i nostri piedi, la bicicletta, l’autobus, il treno e il car sharing, ovvero l’auto condivisa. Ottenendo, in questo modo, dei vantaggi per tutti».
Alto Adige 31-3-11
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categoria:antiinquinamento
mercoledì, 30 marzo 2011



Sono 20 i Comuni che secondo Legambiente offrono il migliore esempio di tutela ambientale 

BOLZANO. Dunque, il rapporto “Comuni rinnovabili” di Legambiente premia ancora l’Alto Adige. “Anche quest’anno tra i primi 20 Comuni serviti al 100% da energie rinnovabili ben 14 sono della Provincia di Bolzano - sottolinea l’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer - una soddisfazione e una conferma allo stesso tempo.”
Sono 20 i Comuni che secondo Legambiente offrono il migliore esempio di tutela ambientale e innovazione energetica, riuscendo a coprire l’intero fabbisogno con l’utilizzo di fonti rinnovabili. 14 di questi sono altoatesini: 6 figurano tra i primi 10 della classifica, con Brunico al primo posto e particolari menzioni anche per Prato Stelvio, Dobbiaco e Sluderno.
“Siamo felici di questa conferma ai vertici di una graduatoria importante, un risultato attestato dalle associazioni ambientaliste che riconoscono i nostri sforzi per garantire un approvvigionamento energetico pulito e sostenibile”, commenta l’assessore provinciale Laimer.
Il rapporto scrive che “la Provincia di Bolzano è quella che in questi anni ha messo in campo le più efficaci e ambiziose politiche e ha disegnato la più chiara prospettiva di innovazione con l’obiettivo di uscire dalle fonti fossili. L’obiettivo è di arrivare al 75% della copertura dei fabbisogni complessivi entro il 2015. «Un obiettivo che raggiungeremo», conferma Laimer. Anche nelle classifiche per settore i Comuni altoatesini sono ben rappresentati: quattro tra i primi 5 nel solare-termico (Fiè, Terento, Selva e Parcines), mentre Bolzano registra in assoluto la più ampia superficie di collettori a livello nazionale. Glorenza è al top nel campo dell’utilizzo della biomassa a fini energetici, seguita da Castelnuovo in Val di cecina e Morgex. Quarto posto per Prato allo Stelvio, quinto per Vipiteno, settimo per Sesto Pusteria che precede Brunico, Varna, Valdaora, Monguelfo, Racines e Sluderno. Un elogio di Laimer per gli amministratori comunali, “che sono partner affidabili nell’attuare i progetti e seguono con grande impegno e spirito innovativo il nostro lavoro per raggiungere gli obiettivi di tutela del clima.” Sul fronte del mini idroelettrico, il Comune con il più alto numero di MW installati è Marebbe con 13 piccoli impianti per complessivi 22 MW; al secondo posto Villandro con sei impianti e 18 MW complessivi. In classifica tra le prime di settore anche Valle Aurina al sesto posto e Moso in Passiria al decimo posto.
Alto Adige 30-3-11
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categoria:ambiente, antiinquinamento, ecoenergia
domenica, 27 marzo 2011



Tutte le bugie sul nucleare Non solo è pericoloso ma è anche antieconomico

Mi ha scritto l’Enel, l’altro ieri. Una mail che recitava «I vostri sogni ci danno energia». Di fronte a tanto cinismo, in questo momento, mi è venuto da rispondere «E i vostri progetti sull’energia ci fanno venire gli incubi!» Da mesi la lobby nucleare in Italia ci sta inondando di messaggi promozionali sul nucleare, evidentemente per preparare la pista ai nuovi reattori progettati e per anticipare e scansare un’eventuale partecipazione di massa al referendum del 12 giugno contro il nucleare (e ricordo subito che per il solito paradosso dei nostri referendum, per dire NO al nucleare bisognerà votare SI). Ci chiedono, in questi bei messaggi puliti ed efficaci, ma noi italiani non vorremo mica essere l’unico paese in Europa a non avere il nucleare (suggerendo che senza si è retrogradi e non al passo coi tempi)?! Ho pensato a questo spot in questi giorni, quando ho visto con che tecnologie combattono, nel superavanzato Giappone, contro la catastrofe nucleare: con i buoni vecchi idranti e con lo spirito di sacrificio di operai-pompieri. Ecco la modernità del nucleare! Negli spot il Forum Nucleare Italiano ci dice che l’energia nucleare è pulita e sicura (e la mia nonna trentina di fronte alla lunga serie di incidenti devastanti spesso nascosti alla conoscenza pubblica commenterebbe: vedi bén!). Ci vogliono far credere che è un’energia a buon mercato, ma anche questa è una grossissima bugia. Infatti se facessimo davvero bene i conti tra uranio, stoccaggio delle scorie e soprattutto la copertura assicurativa, i costi del nucleare (che attualmente gravano sugli stati) sarebbero ingenti. Ma il problema in fondo non è neanche quello che pensa la lobby del nucleare; e neanche quello che prova ad inculcare ai cittadini e alle cittadine. Il problema risiede nelle teste di tutti coloro che in fondo credono che non ci siano alternative al nucleare. Lo credono perché ammettere il contrario significherebbe mettere in discussione tutto il nostro modello di consumo, di economia, di energia; il nostro modello di vita. Parto da me stessa. Quattro cellulari ogni notte sul nostro tavolo da cucina fanno la lotta per essere ricaricati. Un computer, una stampante, uno scanner, un cordless, uno stereo, un televisore, due portatili ogni notte vengono lasciati in stand-by perché siamo diventati troppo pigri anche solo per schiacciare il bottone o staccare la spina. Questo noi, che pure ci impegniamo ad essere una famiglia ecologica! Osservando altri - e il mio spirito critico in quel caso è ben più vigile - noto ancora di peggio. Gente che usa l’ascensore anche per arrivare in palestra. Insomma, il nostro modello di vita è talmente sprecone e noncurante che per forza dobbiamo insistere sul nucleare. Se vogliamo andare avanti così, con questo modello «4 salti in padella» certo dobbiamo tenerci quel po’ di rischio e quel po’ di scorie inquinanti. Però se siamo onesti con noi stessi dobbiamo anche ammettere che chi vuole il nucleare deve offrirsi generosamente di ospitarlo davanti a casa sua. Ma la vera presa di coscienza che deve venirci da Fukushima (e ci era balenata anche già ai tempi di Chernobyl), è che siamo noi, proprio noi nel nostro piccolo, a dover cambiare se il nucleare lo rifiutiamo davvero.
AltoAdige 27-3-11
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categoria:ambiente, antiinquinamento
domenica, 27 marzo 2011



Acqua e nucleare, in piazza per il quorum

ANNALISA D’APRILE
ROMA. «Prima ci tolgono l’acqua, poi ci tolgono l’aria». E così, per bere e respirare ancora, la piazza dei comitati, delle associazioni, dei partiti politici, ma soprattutto dei cittadini si mobilita: contro la privatizzazione dell’acqua e contro il ritorno del nucleare in Italia. Con una partecipata manifestazione popolare che ieri ha sfilato lungo le vie della Capitale accogliendo anche i pacifisti in protesta contro la guerra in Libia, è partita la campagna referendaria che porterà gli italiani alle urne il prossimo 12 e 13 giugno. Si voterà per privatizzazione delle risorse idriche, legittimo impedimento e ritorno all’energia dell’atomo.
 «L’acqua integra il diritto alla vita, è il bene comune per eccellenza - ha detto il presidente della Regione Puglia e di Sel, Nichi Vendola - immaginare di viverla come una qualunque merce, immaginare processi di privatizzazione è un delitto contro il diritto dei popoli». In testa al corteo colorato da striscioni e palloncini azzurri, colore simbolo dell’acqua, il missionario dei Comboniani Alex Zanotelli: «L’acqua è vita, si può mercificare?». E sul nucleare, il religioso da sempre in prima linea su questi temi ha detto: «Ora siamo spaventati per Fukushima, ma è talmente chiaro che dobbiamo uscire fuori dal nucleare. L’Europa atomica non è l’Europa del futuro». Per Leoluca Orlando, portavoce dell’Idv, «questo governo sta compiendo delle scelte scellerate che vanno contro gli interessi dei cittadini». Al corteo, promosso dal comitato referendario “2 Sì per l’acqua bene comune”, hanno partecipato Legambiente, Wwf, Greenpeace, Verdi, Cgil, il Popolo viola, il Forum dei movimenti per l’acqua, il Pd e l’Idv (promotrice dei quesiti referendari). Dai cappelli a forma di rubinetto, agli slogan “acqua pubblica”, dai cartelli “no guerra per l’acqua, il nucleare, il petrolio, il plutonio” ai gonfaloni delle tante amministrazioni locali di destra e di sinistra, la piazza di ieri ha manifestato anche per la pace (che avrà un corteo dedicato il prossimo 2 aprile). E dichiaratamente contro la guerra alla Libia di Gheddafi al grido di “sangue libico - oro nero”, un drappello di libici della Lega studenti affiancati e sostenuti da un manipolo di accanite ragazze, le stesse reclutate (nel 2009 e nel 2010) da Hostessweb, l’agenzia di Alessandro Lodero, per le lezioni di Corano tenute dal Raìs in persona. Le hostess del Colonnello sono tornate. Scese dai tacchi e dismessa la linda camicia bianca, hanno indossato un ragionato addobbo da pacifiste: magliette con divieto di guerra alla Libia e con un bel “no al sangue per il petrolio”. «Prima che bombardassero in Libia stavano bene - ha spiegato indignata Rea Beko, l’albanese convertita all’Islam - c’era una rivolta ma era sotto controllo. Il massacro è iniziato con la no-fly zone». Per Ivone, studentessa biondo platino di Scienze politiche che dopo le giornate da hostess a 80 euro è volata nella «bellissima» Libia con altre signorine ospiti di Gheddafi, quella della stampa è «falsa propaganda». Un’altra ragazza, Maria Bellucci, s’affanna a spiegare come il Raìs si sia interessato alla sua tesi, mentre vicino a lei Nuri, presidente della Lega studenti libici, tuona: «Gheddafi non è un dittatore e noi popolo libico dovremmo denunciare l’Onu!».
Alto Adige 27-3-11
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mercoledì, 23 marzo 2011



Ambiente e rifiuti, a Bolzano laboratorio che vende tecnologia

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Mille metri quadrati di laboratorio, strumentazioni sofisticatissime e un motivato team di chimici e biologi guidato da Werner Tirler, meranese di 47 anni riconosciuto a livello mondiale come esperto nel campo delle diossine e delle nanoparticelle. Pochi lo sanno, ma a Bolzano Sud un piccolo polo hi-tech c’è già: si tratta della Eco-Research, emanazione di Eco-Center (società controllata da Comune di Bolzano, Provincia e altri 56 comuni altoatesini) che nel 2010 ha fatturato 1,7 milioni, per la metà derivanti da lavori ottenuti fuori provincia.
La sede di via Negrelli è operativa dal 2004, anno in cui da piccolo laboratorio interno ad Eco-Center, la Eco-Research si trasforma in una srl. La crescita dimensionale era partita già qualche anno prima: lo scandalo diossina scoppiato in Belgio aveva portato Eco-Research ad ampliare le proprie analisi dalle emissioni dell’inceneritore agli alimenti.
Da lì in poi, grazie anche agli investimenti di Eco-Center e ai contributi provinciali per acquistare i macchinari di analisi più moderni sul mercato, Eco-Research ha iniziato ad uscire dai confini altoatesini. Lo ha fatto grazie al suo direttore, Tirler, che partecipando a congressi scientifici e pubblicando articoli specializzati ha fatto conoscere l’impresa bolzanina anche all’estero. «Oggi - racconta Tirler assieme al presidente della Eco-Research Stefano Fattor - circa la metà del nostro fatturato lo otteniamo all’estero». Danimarca, ma anche Sudafrica e Vietnam: «E tra i nostri successi - dice orgoglioso Tirler - c’è l’appalto europeo per la validazione della misurazione delle diossine al quale hanno partecipato anche dei colossi come la tedesca E-On o la danese Force».
Eco-Research misura la qualità dell’acqua in tutti i comuni della Provincia (Bolzano escluso), analizza le emissioni dell’inceneritore e - questa è il nuovo campo di specializzazione - studia gli isotopi del legno. «In questo modo - spiega Tirler - è possibile determinare la provenienza del legname in maniera scientifica».
Tra i clienti dell’impresa bolzanina ci sono enti pubblici, ma non solo: gruppi industriali che producono mattonelle o cemento, società che gestiscono inceneritori, le agenzie per l’ambiente. In Alto Adige si sta studiando una possibile collaborazione con la Memc, multinazionale che nel suo stabilimento meranese produce silicio. Un altro progetto viene portato avanti con l’istituto per le tecnologie innovative e riguarda l’idrogeno, altre possibili partnership potrebbero nascere nel campo sanitario. «Ma la crescita non è il nostro obiettivo fondamentale, puntiamo invece sulla ricerca», sottolinea Fattor ricordando come il 40% dei ricavi vengano reinvestiti in questo campo. E il polo tecnologico? «Ci è stato chiesto di trasferirci lì - rivela Fattor - ma per ora abbiamo deciso di restare nella nostra sede di via Negrelli».
Alto Adige 23-3-11
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categoria:ambiente, innovazione, antiinquinamento
lunedì, 21 marzo 2011



I rischi a tavola: le precauzioni

ROMA. Con i livelli di radioattività «superiori ai limiti legali» riscontrati in taluni cibi in Giappone, ecco una mappa dei rischi a tavola legati al nucleare.
«Rischi appunto, e non effetti certi» come ha sottolineato il direttore dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, Eugenio Picano. «Le eventuali conseguenze - ha detto - di natura oncologica dipendono dalla dose, dalla lontananza dalla fonte di emissione e dalla durata dell’esposizione a radiazioni degli alimenti assunti, con i bambini e le donne più a rischio rispetto alla categoria degli uomini adulti».
Dalle fughe radioattive legate alle centrali nucleari nipponiche messe ko dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo «nessun rischio» si paventa per l’Italia, afferma il nostro ministero della Salute che, sui rischi teorici legati all’import di cibo dal Giappone, ha disposto l’aumento dei controlli soprattutto su pesci, crostacei, caviale, soia, alghe, e tè verde. Mentre sono «pari allo zero» rassicura Coldiretti le importazioni di latte e spinaci made in Japan.
Alto Adige 20-3-11
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giovedì, 17 marzo 2011



Nessuno è al riparo dal male giapponese
L’America è costretta a ripensare il nucleare, è Hillary Clinton a dare l’annuncio: “Ciò che accade in Giappone solleva domande sui rischi e i costi dell’energia atomica. Dobbiamo dare una risposta, perché gli Stati Uniti ricavano il 20% dell’energia dal nucleare”. Nelle stesse ore in cui il segretario di Stato rimette in discussione il rilancio dell’atomo, il tema viene sollevato dal Congresso di Washington che convoca il ministro dell’Energia Steven Chu per aprire un’indagine sulla sicurezza delle centrali Usa. L’allarme arriva a bloccare perfino i piani della Cina: il premier Wen Jiabao annuncia a Pechino la sospensione dei permessi di nuove centrali in attesa che siano rivisti tutti gli standard di sicurezza. La Cina è il numero uno mondiale negli investimenti in questo settore, con 25 nuove centrali in costruzione. E’ anche la superpotenza più affamata di ogni tipo di energia, per alimentare la sua crescita: se rallenta il nucleare, si accentuerà la pressione della domanda cinese su altre fonti, e sui loro costi. Il vento anti-nucleare che soffia sul mondo intero accentua la paura dei mercati, che vedono arrivare due colpi: nell’immediato uno shock energetico e quindi inflazionistico, seguito da una possibile crisi finanziaria. Già questa settimana il “buco” di energia elettrica sofferto dal Giappone ha costretto Tokyo a massicci acquisti di sostituzione. Gli aumenti dei prezzi sono stati repentini per il gas naturale e il carbone, i due sostituti che alimentano le centrali termoelettriche tradizionali. In Germania, dove Angela Merkel ha fermato 7 centrali nucleari, le tariffe dell’elettricità per i contratti di fornitura del mese prossimo sono balzate all’insù del 24%. Lo scenario è aggravato dal commissario europeo dell’Energia Guenther Oettinger che ha evocato “ulteriori eventi catastrofici” alla centrale di Fukushima. La pressione al rialzo sui costi energetici provocata dalla paura mondiale del nucleare si somma agli eventi del mondo arabo, è un colpo duro per l’economia reale. In parallelo, tutta l’industria hi-tech dell’Asia continua a soffrire la semi-paralisi della sua “supply chain”, la catena dei rifornimenti: computer, telefonini, ogni apparecchio elettronico è il frutto di assemblaggi di componenti in una complessa divisione del lavoro che da anni ha integrato fabbriche giapponesi, cinesi, taiwanesi, indonesiane, e l’arresto di uno degli anelli ha ripercussioni su tutti. Ma da ieri ai timori per l’economia reale – buchi di produzione più aumento dei costi – si è aggiunto uno scenario di tensione finanziaria. Il cosiddetto “indice della paura”, il Vix della Borsa futures di Chicago che misura la volatilità dei mercati, è salito di colpo del 27%. Ha contribuito una dichiarazione del ministro francese dell’Economia: Christine Lagarde ha evocato la possibilità che il G-7 organizzi aiuti finanziari d’emergenza al Giappone. E’ uno scenario estremo e quasi impensabile, per una nazione ricca di risparmio domestico, strutturalmente in attivo nella bilancia dei pagamenti, e da decenni esportatrice netta di capitali. L’uscita della Lagarde la dice lunga sul collasso in cui si trova oggi Tokyo. Proprio sul fronte della finanza globale le difficoltà del Giappone possono innescare ripercussioni sull’economia numero uno, quella degli Stati Uniti. Anche se il ruolo della Cina come “banchiere dell’America” è passato in primo piano da alcuni anni, il Giappone svolge da molto più tempo la medesima funzione. La banca centrale di Tokyo resta oggi la seconda creditrice estera degli Stati Uniti, dopo quella cinese. Il finanziamento del debito pubblico di Washington ha un bisogno vitale degli acquisti di buoni del Tesoro da parte delle autorità nipponiche. Uno degli effetti certi del sisma-tsunami, seguito dalla catastrofe nucleare, è un poderoso rimpatrio di capitali giapponesi. Tornano già in questi giorni, precipitosamente, i capitali privati che le multinazionali nipponiche devono usare per rimettersi in sesto. Torneranno in misura ancora più pronunciata i capitali pubblici, a cominciare da quelli della banca centrale: che per sostenere l’economia giapponese stremata ha già annunciato un piano di immissione di liquidità pari a 180 miliardi di dollari. La grande ritirata dei capitali nipponici dal resto del mondo è un problema serio per l’economia americana. Wall Street ha aperto gli occhi di fronte al rischio. E il dollaro è precipitato ai minimi sullo yen da 16 anni. L’illusione di contenere questo shock entro i confini del Giappone ieri era in netto ribasso.
Federico Rampini
giovedì, 17 marzo 2011
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mercoledì, 16 marzo 2011



Nuove centrali, la rivolta delle Regioni

DANIELE FERRAZZA
ROMA. Nucleare, ma solo a casa degli altri. La tragedia giapponese torna ad accendere i riflettori sull’energia atomica, alimentando un dibattito surreale che vede il 70% degli italiani contrari al nucleare e il restante 30% favorevole, ma non nella propria regione. Anche il Veneto, adesso, si schiera per il no. Prudente il governo, in vista del referendum.
 L’esecutivo risponderà oggi, durante il question time, alle interrogazioni delle opposizione. Ma se fino a ieri i ministri sono apparsi trancianti («il programma nucleare non cambia») ora prevale la prudenza. «Non possiamo decidere sull’emozione del momento - spiega il ministro per lo sviluppo economico Paolo Romani - il Giappone ha subito un terremoto e un maremoto di gravità eccezionale, inimmaginabile anche per un paese che è preparato per eventi di questo tipo». «Il nucleare è una opzione che esiste in tutti i paesi industrializzati del mondo. Non siamo né ciechi né sordi rispetto a quanto avviene in Giappone, che ci induce ad ulteriore attenzione al tema della sicurezza negli impianti europei» aggiunge il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Secondo alcuni, il governo starebbe valutando anche l’ipotesi di rinviare il referendum del 12 giugno.
 Chi mostra certezze è invece l’Enel, fortemente impegnata nello sviluppo del piano nucleare: «Non cambieremo il nostro programma di investimenti» spiega l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. «I nostri impianti sono sicuri, affidabili e collaudati: ci sono sistemi di protezione per far fronte ad ogni tipo di emergenza». Il colosso elettrico punta ad investimenti per 40 miliardi di euro nei prossimi vent’anni, in collaborazione con i francesi di Edf: promette risparmi in bolletta fino al 20% e la realizzazione di quattro centrali atomiche in Italia, con la posa della prima pietra entro il 2013.
 Ma è dalle Regioni che piovono i no più pesanti al ritorno all’atomo. Sono praticamente tutte contrarie: Emilia, Marche, Basilicata, Toscana, Liguria, Molise, Puglia, Umbria, Calabria, Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta e Provincia di Bolzano hanno dato parere negativo, mentre le 4 favorevoli restano Lombardia, Piemonte, Campania e Veneto. Ma proprio il governatore veneto Luca Zaia precisa: «La nostra regione non ha le caratteristiche necessarie per ospitare una centrale nucleare, per cui dico: fino a quando ci sarò io sarà sempre no a questa ipotesi». Il sì della Lombardia appare di facciata, in Campania sono già apparsi cartelli contro l’opzione nucleare. Resta il Piemonte, dove il governatore Roberto Cota si è finora astenuto dall’esprimersi sulla vicenda. Insomma, avere contro le Regioni rende impraticabile il nucleare, soprattutto dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha costretto il governo a correggere il decreto sui criteri di individuazione dei siti. Il parere delle Regioni, pur non essendo vincolante, è comunque obbligatorio. E al ministero dello sviluppo non c’è più il «padre politico» del nucleare in Italia Claudio Scajola. Insomma, la strada è tutta in salita, tanto più se al referendum vincessero i sì.
 Intanto il Partito Democratico scioglie gli ultimi dubbi di una posizione finora giudicata altalenante e con Pierluigi Bersani chiede al governo di «fermarsi e riflettere: proseguire con questo piano nucleare non ha alcun senso» e sollecita il sì al referendum.


Berlino spegne sette reattori

ROMA. Il Giappone sull’orlo della catastrofe atomica sta obbligando l’Europa e il resto del mondo a fare una riflessione sulle strategie perseguite finora nel settore dell’energia nucleare. L’Ue annuncia verifiche e controlli sugli impianti presenti sul territorio, mentre la Merkel chiuderà immediatamente i sette reattori più vecchi della Germania.
 Le notizie sempre più preoccupanti che arrivano dal Sol levante non lasciano scampo: bisogna prendere provvedimenti e fermare, almeno temporaneamente, le centrali più vecchie. Così l’Unione Europea ha deciso, in accordo con tutti i Paesi, di effettuare degli “stress test”, test volontari di resistenza sugli impianti del territorio (dove sono attivi 153 reattori). In Germania, il cancelliere Angela Merkel ha ribadito che quanto sta accadendo in Giappone rappresenta uno «spartiacque per il mondo» ed ha sottolineato che ora tutto «deve essere controllato, senza tabù». Una linea dura quella intrapresa dalla Merkel che, dopo aver fermato (lunedì) l’attività di 2 dei reattori più vecchi, ieri ha disposto la chiusura degli altri 5 rettori creati prima del 1980. Il totale degli impianti spenti, quindi, è salito a 7. Francia e Russia hanno disposto controlli sui rispettivi impianti. Mentre gli Stati Uniti, dove il presidente Barack Obama ha da poco proposto la realizzazione di 20 nuove centrali, vanno avanti con il loro programma.
 «Vogliamo che tutti gli impianti nucleari siano rivisti» ha detto Guenther Oettinger, commissario per l’Energia a Bruxelles, spiegando che i test dovranno verificare la tenuta degli impianti nel caso di terremoti, maremoti e attacchi terroristici. In Germania, per i prossimi mesi la metà degli stabilimenti nucleari (7 su 17) sarà fuori uso. E il settore nucleare tedesco si dovrà accontentare dell’energia prodotta dalle restanti 9 centrali (un altro impianto è già stato chiuso nel 2009 per ploblemi tecnici), sulle quali saranno comunque effettuati dei controlli. Anche Parigi ha deciso di verificare lo stato dei suoi 58 reattori. In Spagna, il gruppo ecologista ha chiesto ieri la chiusura della centrale di Garona (nel nord del paese), costruita nel 1971 e definita dagli ambientalisti la “gemella” di Fukushima. Ma il ministro dell’ambiente Rosa Anguilar, ha risposto che «non è il momento» di parlare del futuro delle centrali spagnole (otto in tutto). In Russia il primo ministro Vladimir Putin ha disposto, entro un mese, una revisione «della situazione del settore nucleare» ed anche una valutazione delle «prospettive di sviluppo». Nessun passo indietro in America. Anzi, garantendo la «rigorosa» sicurezza dei loro impianti, Obama va avanti con l’energia nucleare, essenziale nel piano energetico. Gli americani però hanno fatto incetta di pasticche di iodio, le pillole da prendere in caso di esposizione a radiazioni. (a.d’a.)
Alto Adige 16-3-11
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martedì, 15 marzo 2011



«È altissimo il rischio radioattivo»

(HA COLLABORATO   GIANNI PARRINI)
ROMA.  «Il rischio è la fuoriuscita di materiale altamente radioattivo che potrebbe contaminare l’area circostante, mentre al momento mi sembra improbabile che si formi una nube tossica: la parte superiore della centrale, malgrado le esplosioni, sembra che abbia tenuto». È lo scenario tracciato da Valerio Rossi Albertini, fisico ed esperto di nucleare del Cnr: la speranza, sottolinea, è affidata alla possibilità che «i giapponesi, tramite le iniezioni di acqua di mare o qualche altro escamotage, riescano a ricoprire del tutto le barre di zirconio contenenti il materiale combustibile, ossia l’uranio radioattivo. In questo modo i cilindri, che sono piantati a corona sul fondo, tornerebbero a essere sommersi dal liquido, e si abbasserebbe la temperatura così da scongiurare la fusione». Ma se la parte alta delle barre rimanesse per più tempo scoperta arriverebbe a temperature superiori ai mille gradi, «perché l’uranio al loro interno continuerebbe a produrre calore, finché si potrebbe arrivare a una parziale fusione: in questo caso si avrebbe una contaminazione circoscritta, e sarebbe un’emergenza di livello 4 su una scala di 7».
 È il livello indicato dalle autorità giapponesi, un indice che secondo l’Authority francese per la sicurezza nucleare, però, potrebbe presto alzarsi. Ecco perché: «Se la fusione progredisse» spiega Albertini, «potrebbe fondersi tutto, e formare un magma radioattivo all’interno del sarcofago. Se la struttura tiene, a quel punto non resta che sigillarla e tenere tutto dentro. Se ci sono strutture lesionate potrebbe esserci una fuoriuscita di materiale radioattivo, con contaminazione dell’area».
 L’ipotesi più inquietante è la formazione di una nube radioattiva: «Oggi mi sembra improbabile» afferma Albertini, «perché malgrado le esplosioni il tetto della centrale sembra aver retto: va tenuto conto che la struttura è dotata di più rivestimenti concentrici. Quindi anche se si formasse vapore radioattivo difficilmente potrebbe alzarsi nell’atmosfera, a differenza di Chernobyl quando la fusione avvenne praticamente a cielo aperto, permettendo alla nube di alzarsi nel cielo».
 «La situazione è grave, ma non avremo un’altra Chernobyl» sostiene il professor Giuseppe Forasassi, docente di Impianti nucleari nell’ateneo di Pisa e presidente del Cirten, il consorzio interuniversitario per la Ricerca tecnologica nucleare. «La presenza dello iodio, e in particolare del cesio, indica che qualche barra è stata toccata. Tuttavia non tutto è perduto: refrigerando il nucleo con acqua contenente boro si può controllare la reazione chimica. In ogni caso, la radioattività presente nell’aria al momento è contenuta». Diversa, inoltre, rispetto a Chernobyl, sottolinea Forasassi, è anche la struttura della centrale. «Là non c’erano questi contenitori sovrapposti e l’esplosione nel reattore scoperchiò il nocciolo, liberando nell’aria una nube di materiali fortemente radioattivi. I reattori giapponesi, se bene abbiano ormai 40 anni e siano alla fine del loro ciclo, sono molto più sicuri. Meno però, di quelli che si costruiscono oggi: l’Epr, ad esempio, uno dei reattori candidati a essere realizzato in Italia, ha ben cinque barriere di sicurezza. E le ultime due sono fatte da due camere di contenimento, ciascuna con pareti spesse un metro e mezzo e realizzate in cemento armato ad alta sicurezza. In pratica, reggerebbero l’impatto di un Boeing».
 Ma se anche la nube radioattiva si sprigionasse dalla centrale di Fukushima, l’Italia - sottolinea il professore - è al sicuro: «Ci troviamo a ottomila chilometri di distanza e la nube tossica fuoriuscita dalla centrale è composta da isotopi scarsamente radioattivi e che decadono molto rapidamente. Certo, può darsi che le strumentazioni utilizzate per misurare la radioattività naturale, che sono estremamente sofisticate e sensibili, registrino un leggerissimo aumento, ma non penso sarà niente di significativo».

Alto Adige 15-3-11
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lunedì, 14 marzo 2011




A fare paura sono quattro centrali

PAOLO CARLETTI
ROMA. Se la centrale di Fukushima 1 resta l’emergenza nucleare primaria in Giappone per la possibilità di una fusione nucleare, ieri il Paese sventrato dallo tsunami e sotto choc per le migliaia di morti, ha dovuto fronteggiare una catena di rischi radioattivi.
Altre due emergenze in poche ore in altrettanti impianti, che hanno costretto gli scienziati a fuoriuscite di vapore radioattivo per scongiurare conseguenze irreparabili. Sono quattro ora gli impianti in crisi, considerando anche l’altra centrale di Fukushima, distante 11 chilometri da quella maggiormente danneggiata.
A questo si è aggiunto il forte timore di piogge radioattive, e quello di nuova esplosione a Fukushima. «La situazione resta grave» ha detto il premier Naoto Kan. Per l’intera giornata di ieri si è infatti temuto che dopo l’esplosione che ha scoperchiato il reattore numero 1, potesse verificarsene un’altra nel reattore numero 3: le barre di combustibile hanno infatti subito danni e c’è accumulo di idrogeno.
Problemi seri anche nelle centrali di Onagawa e Tokai, dove (da entrambi gli impianti) è stato necessario espellere vapore radioattivo. Nei dintorni di Onagawa sono stati registrati livelli di radioattività superiori al normale, per l’avaria di due dei tre generatori usati per il raffreddamento. Inizialmente il sistema era andato del tutto in blocco facendo prevedere il peggio, poi i tecnici sono riusciti a rimettere in funzione uno dei generatori. Alcuni esperti collegano il guasto con un principio di incendio che si è sviluppato dopo la terribile scossa di magnitudo 9, in un edificio che ospita una turbina della centrale.
La scossa, più dello tsunami, sembra aver prodotto danni considerevoli agli impianti, anche perché è emerso che i reattori di Fukushima non erano stati costruiti per reggere a una scossa superiore a magnitudo 8. Nella centrale maggiormente danneggiata, e dove potrebbe essere in corso un inizio di fusione nucleare, la Tepco sta pompando acqua marina nei tre reattori per cercare di raffreddare le unità e ridurre la pressione interna.
Fino ad ora l’incidente nucleare (anche se sarebbe il caso ormai di parlare di più incidenti) è classificato di livello 4 nella scala che arriva a 7 (Chernobyl), ma è prevedibile che il livello possa raggiungere 5 come accadde a Three Mile Island negli Usa nel 1979. Questo augurandosi che i gas espulsi dalle centrali siano davvero di modesta entità come ha ripetuto ieri il premier Kan: «Radiazioni sono state rilasciate in aria, ma non ci sono rilevazioni che ci dicano che ciò sia avvenuto in grande misura». E aldilà di quanto è già stato immesso nell’atmosfera, le preoccupazioni maggiori sono quelle relative a possibili altre esplosioni a Fukushima, e alla fusione nucleare. Un ex progettista, Masashi Goto, ha accusato ieri il governo nipponico in una conferenza stampa a Tokyo: «Non dice la verità, uno dei reattori di Fukushima è altamente instabile e le conseguenze di una fusione sarebbero terribili. C’è il grave rischio di esplosioni con materiale radioattivo sparato su un’area molto vasta».
Intanto in Giappone si sta propagando la paura per la pioggia radioattiva. I rilasci “controllati” di vapore hanno formato una nube, e oggi è prevista pioggia. E’ vero che i venti hanno spinto i gas verso est, nell’Oceano, ma la situazione non è chiara, e le paure si dilatano. Secondo le autorità sono 190 le persone che sono rimaste esposte alle radiazioni e 22 sono risultate positive. Il bilancio parla anche di un operaio morto e 11 feriti negli incidenti verificatisi negli impianti. 140mila le persone evacuate da un perimetro di 20 chilometri intorno a Fukushima.
Intanto l’Agenzia internazionale per la sicurezza nucleare (Aiea), in serata ha definito «sotto controllo» la situazione nei tre reattori della centrale di Onegawa». Mentre su Fukushima al momento «il dato confortante è che i contenitori che prevengono il rilascio di radioattività sono intatti». Cioè i gusci che racchiudono i reattori sarebbero integri nelle quattro centrali (11 i reattori) che finora hanno avuto problemi di raffreddamento.
Alto Adige 14-3-11



Fukushima. Mancano informazioni e trasparenza
News - 13 marzo, 2011
Siamo vicini al popolo giapponese, che è di fronte a una situazione tremenda perchè il Governo, invece di concentrare tutte le risorse in operazioni di soccorso, è costretto ad affrontare una crisi nucleare. Così Jan Beranek, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace International, commenta le ultime notizie provenienti dalla centrale di Fukushima, che riportano continui problemi ai sistemi di raffreddamento e rilascio di materiale radioattivo dai reattori Fukushima I (Daiichi) e Fukushima II (Diani).

 La centrale di Fukushima (2009)
Nonostante le dichiarazioni del Governo, la crisi di Fukushima continua a essere una corsa contro il tempo e la situazione chiaramente non è sotto controllo. Ci auguriamo che venga evitato il peggio e che le autorità prendano tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione dalle radiazioni che continuano a essere rilasciate in atmosfera”.

Le ultime notizie suggeriscono che ci sono gravi problemi con il sistema di raffreddamento di almeno due reattori, le unità uno e tre di Fukushima I-Daiichi. Sembra che entrambi abbiano subito una fusione parziale delle barre di combustibile, causando un rilascio di radiazioni che è stato rilevato all’esterno dell’impianto.

La terza unità tra l’altro utilizza combustibile MOX che contiene anche ossido di plutonio e rilascia molto più calore anche dopo che il reattore è stato spento. In caso di fusione o danneggiamento del combustibile nel reattore si libererebbe molto più gas radioattivo rispetto alla stessa quantità di combustibile a uranio normale usato nella prima unità. Ciò è estremamente preoccupante ed è chiaro che la crisi è tutt'altro che finita.

Greenpeace lamenta la mancanza di informazioni e trasparenza sulla quantità totale di radiazioni che è stata già rilasciata, sullo stato dei sistemi di raffreddamento di tutti i reattori e sul livello di sicurezza delle piscine di raffreddamento del combustibile irraggiato. Queste ultime contengono grandi quantità di radiazioni e sono posizionate al di fuori dell’edificio di contenimento: un loro danneggiamento provocherebbe rilascio di radiazioni direttamente in atmosfera.

Chiediamo che il Governo giapponese dia immediatamente queste informazioni al pubblico.

L’energia nucleare è una fonte di energia sporca e pericolosa, e sarà sempre vulnerabile per la combinazione di errori umani, errori di progettazione e disastri naturali. Greenpeace chiede la chiusura graduale di tutti i reattori esistenti e il blocco della costruzione di nuovi reattori. I Governi dovrebbero puntare sulle fonti rinnovabili che, oltre a essere ambientalmente sostenibili, sono già a disposizione e a costi più convenienti del nucleare.

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categoria:ambiente, antiinquinamento
mercoledì, 23 febbraio 2011



Carissimi

che si trattasse di una partita a scacchi truccata, ve lo abbiamo detto subito.
Ora arriva anche la conferma dal Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria
che ha bloccato la messa in onda dello spot promosso
dal Forum Nucleare, perché "ingannevole".
Da quando a dicembre le tv nazionali hanno cominciato a bombardarci, abbiamo denunciato le informazioni ingannevoli dello spot su tutti i nostri canali. In particolare:

> Le scorie si possono gestire in sicurezza. E da quando? In sessant'anni l'industria nucleare non ha ancora trovato una soluzione per la gestione di lungo termine dei rifiuti nucleari;
> Tra 50 anni non potremo contare solo sui combustibili fossili. È vero, ma anche l’uranio è limitato;
> Le fonti rinnovabili non bastano. Sicuro? Uno scenario energetico 100% rinnovabile è possibile, come dimostrano analisi dell’Ue e dell’industria. ;

Intanto il nostro contro spot è rimbalzato sulla rete grazie anche al tuo passa parola, raggiungendo le 200.000 visite. Un buon risultato ma non basta. Tra pochi mesi (la data non è stata ancora fissata) si terrà un referendum che può fermare per sempre i nuovi progetti di centrali nucleari. Solo con il tuo forte coinvolgimento, possiamo contrastare la propaganda dell’industria nucleare da milioni di euro.

Non farti contagiare, opponiti al nucleare. Condividi la nostra campagna sul tuo profilo Facebook, inoltrala per e-mail ai tuoi contatti.

Salvatore Barbera
Responsabile campagna Nucleare
Greenpeace Italia
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categoria:ambiente, antiinquinamento
martedì, 22 febbraio 2011



Petizione contro gli idrocarburi

BRUNO CANALI
 LAIVES. Come stabilito all’unanimità dal consiglio comunale, l’assessore Sara Endrizzi ha scritto alla Bls una lettera per comunicare la contrarietà ad ospitare, in zona Vurza, un deposito di idrocarburi.
 La giunta provinciale però ha deciso di ignorare la richiesta e contro il progetto parte una petizione di La civica. Il deposito di idrocarburi in questione è quello che la Petrolvilla Bortolotti vorrebbe realizzare nella zona produttiva Vurza, a nord di Pineta. È lo stesso progetto già avanzato in passato, solo che rispetto ad allora, vista l’opposizione del Comune di Laives, il deposito è stato spostato completamente all’interno dell’area produttiva Vurza di pertinenza provinciale.
 Il 26 gennaio il consiglio comunale di Laives aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno contrario l progetto caldeggiato dalla Bls, dando mandato all’assessore Endrizzi di comunicarlo all’ente, cosa che ha fatto il giorno dopo. Tempo un paio di settimane e la giunta provinciale invece ha dato via libera all’insediamento del deposito, accantonando i dubbi e le contrarietà del Comune.
 «Vista la situazione - dichiara il consigliere della lista “La Civica”, Franco Magagna - noi iniziamo immediatamente con una raccolta di firme contro questa eventualità. I dubbi sono stati espressi in consiglio comunale, sia per quanto riguarda i rischi ambientali di una presenza del genere, sia per i riflessi che avrebbe sul traffico pesante. Via San Giacomo in particolare subirebbe un impatto negativo per il via vai di autocisterne».
 L’escamotage che consente alla Provincia di proseguire senza problemi con l’insediamento del deposito di idrocarburi è semplice: avendolo previsto interamente sull’area produttiva di sua competenza, al Comune non rimangono strumenti per impedirlo e anche eventuali ricorsi hanno scarse possibilità di successo.
 Tranquillizza Manuela Defant, direttore della Bls: «Prima di tutto il deposito sarà 14 volte più piccolo di quello attualmente esistente ai Piani di Bolzano. In secondo luogo corrisponderà a tutte le più moderne e severe normative in fatto di sicurezza. Ospiterà quasi esclusivamente gasolio e anche il flusso di veicoli sarà limitato».
Alto Adige 22-2-11
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mercoledì, 16 febbraio 2011



Cattivi odori della discarica Ischia-Frizzi: rifiuti fuori provincia

VADENA. Visita alla discarica Ischia-Frizzi, da parte del sindaco di Vadena e del vicesindaco di Laives a seguito delle proteste per i cattivi odori che si diffonderebbero periodicamente dal grande impianto di smaltimento rifiuti. Per la discarica è in programma anche un ampliamento di 2 ettari.
 Ad accogliere i due amministratori comunali c’era Martino Sacchini, responsabile dell’impianto per conto di Eco Center. È stata l’occasione per fare il punto della situazione e capire anche come mai, periodicamente, con maggiore o minore intensità, si manifestino cattivi odori.
 «I rifiuti in fermentazione nel sottosuolo della discarica - ha spiegato Sacchini - producono biogas, che esce poi verso l’esterno. La discarica di Vadena è dotata ovviamente di un sistema per captare questo gas e convogliarlo al bruciatore, però è evidente che non si può certo raccoglierlo in ogni centimetro quadrato dell’impianto e dove si sta lavorando all’accumulo dei rifiuti, come sulla sommità, non è possibile né isolare gli spazi e nemmeno installare troppi camini di captazione, perché bisogna lasciare il posto alle macchine operatrici che lavorano le tonnellate di rifiuti in arrivo alla discarica».
 Succede anche che arrivino rifiuti non inceneriti quando l’impianto di Bolzano si blocca ed è evidente che, soprattutto quelli organici, fermentando producono biogas. Però in programma ci sono importanti lavori di miglioramento della discarica, con un nuovo collettore di captazione del biogas sulla sommità del grande cumulo, laddove più facilmente esce allo scoperto il biogas prodotto nel sottosuolo. Inoltre si è riusciti a dirottare altrove, fuori provincia, duemila tonnellate l’anno di rifiuti particolarmente problematici dal punto di vista dei cattivi odori.
 Per quanto concerne invece l’ampliamento dell’impianto, avverrà verso sud, in direzione del centro guida sicura, e raddoppierà la capienza della discarica, che oggi è di circa un milione di metri cubi di rifiuti.
 Gli operatori sperano vivamente che l’ampliamento sia pronto entro il 2013, perché calcolano che l’impianto attuale all’Ischia-Frizzi sia in grado di accogliere rifiuti ancora per un paio d’anni e non di più.
 Si guarda anche al nuovo inceneritore di Bolzano, che contribuirà sicuramente a risolvere il problema dei cattivi odori. «Oggi succede che se si blocca l’impianto di incenerimento - spiega Martino Sacchini - l’unica possibilità di smaltimento rimane la discarica, dove i rifiuti vengono portati direttamente. Il nuovo inceneritore invece, oltre ad essere più grande, avrà la possibilità di accumulare in “ecoballe” i rifiuti quando si dovesse malauguratamente bloccare e poi smaltirli mano a mano, senza quindi doverli portare immediatamente qui da noi dove, essendo non bruciati, inevitabilmente fermentano e producono biogas».
 Va molto meglio invece con il “percolato”, vale a dire il liquame che si accumula alla base della discarica per azione ad esempio dell’acqua piovana che penetra a fondo tra i rifiuti nel sottosuolo dilavandoli. In questo caso è stato allestito alla discarica di Ischia-Frizzi un moderno impianto di pretrattamento che, alla fine del ciclo di depurazione, fa uscire acqua, la quale va poi nella rete fognaria di Vadena per arrivare infine al depuratore Fossa Grande di Bronzolo. La produzione di liquami in ogni modo non è ritenuta eccessiva e questo sistema di trattamento non produce alcun cattivo odore.
Alto Adige 16-2-11
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mercoledì, 02 febbraio 2011



Vadena, sindaco contro il poligono militare

VADENA/CALDARO. «Un cubo in cemento armato a 200 metri dalle case non mi sembra davvero una buona idea: l’Esercito farebbe bene a ripensare il progetto e a prevedere il nuovo poligono militare altrove». Alessandro Beati, sindaco di Vadena, si accoda alle proteste del presidente del Comprensorio Oswald Schiefer e del Comune di Caldaro, preoccupati per la decisione delle Forze Armate di costruire un nuovo poligono - dopo il previsto depotenziamento di quello di San Maurizio a Bolzano - in località Monte. «Quando ci è stato chiesto - spiega Beati - se c’erano gli allacciamenti per fognatura e acquedotto il progetto ci è stato presentato come strategico per la difesa nazionale e, come tale, non sarebbe affatto soggetto ad autorizzazioni di alcun tipo. Ora, grazie all’interessamento del presidente del Comprensorio Oswald Schiefer, abbiamo scoperto invece che si tratterebbe di una struttura destinato all’addestramento. Il contesto, pertanto, è cambiato».
 L’Esercito, come ha spiegato nei giorni scorsi il colonnello Paissan, non ha ancora in mano un progetto esecutivo e pertanto ci sarebbe ancora margine per trattare. «La polveriera - spiega Beati - si trova a Sud-Ovest, mentre le case sono a Sud. Le prime in linea d’aria sono piuttosto vicine. È vero che sono protette dall’ansa della montagna, ma una struttura di quel tipo, in cemento armato, è difficilmente mascherabile e dal punto di vista paesaggistico sarebbe una sorta di pugno in un occhio. La frazione di Monte è piuttosto tranquilla, ma deve già fare i conti con l’inquinamento acustico dovuto alla presenza dell’autostrada».
 Il nuovo poligono di tiro militare dovrebbe sorgere in parte sul territorio comunale di Vadena e in parte su quello di Caldaro. Il presidente del Comprensorio Oswald Schiefer ha già scritto sia all’assessore provinciale Florian Mussner, competente per materia, che al governatore altoatesino Luis Durnwalder. «Abbiamo chiesto semplicemente di essere coinvolti nel progetto, che fino a poco tempo fa ci era addirrittura sconosciuto. La zona in questione ha tra l’altro un particolare microclima e sarebbe ideale per prevedere un campo da golf. Ai militari chiediamo, se proprio devono fare il poligono, di costruirlo interrato o dentro la roccia». (m.bon.)
Alto Adige 2-2-11
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categoria:conca atesina, antiinquinamento
domenica, 30 gennaio 2011



"LA SCELTA NUCLEARE, un dilemma che coinvolge tutti"
 CONFERENZA-INCONTRO

Relatore: MARCO LOVERA, FISICO

Quando:
MERCOLEDÌ 2 FEBBRAIO 2011 con inizio alle ORE 20.30

Dove: sede del Centro Culturale S. Giacomo, Casa delle Associazioni, via Maso Hilber 1, S.Giacomo - ultimo piano - ingresso dal cortile - parcheggio disponibile


INGRESSO LIBERO

Organizzazione: Centro culturale S. Giacomo, in collaborazione con UPAD
Con il sostegno di: Assessorato alla cultura della Provincia di Bolzano e del Comune di Laives


Nucleare sì, nucleare no: un dilemma che ci coinvolge tutti. Meglio allora saperne di più... Proprio questo argomento, care amiche e cari amici del Centro culturale S. Giacomo, sarà al centro della nostra prima conferenza del 2011, alla quale vi invitiamo cordialmente.

Appuntamento on-line, con info per raggiungere la nostra sede:
http://www.cultura.bz.it/index.php?root=cal&mode=event&dispDay=1296601200&evtID=21044&_lang=it


Vi attendiamo con piacere.

Un cordiale saluto!

..................................................................................


CENTRO CULTURALE S. GIACOMO A. 82
39050 S. Giacomo di Laives, Via Maso Hilber 1 (Palazzina delle Associazioni)

Per informazioni:
culturasangiacomo@gmail.com
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categoria:ambiente, antiinquinamento
domenica, 30 gennaio 2011



«A22 inquinata urgono interventi»

BOLZANO. In Alto Adige è necessario ridurre l’inquinamento da biossido di azoto provocato dal traffico autostradale. Lo sostiene i senatore Karl Peterlini in una interrogazione presentata al governo. «L’esecutivo - sostiene il senatore della Svp - è chiamato ad adottare urgentemente delle misure in tal senso, visto che la regolamentazione del traffico autostradale è di competenza statale». In sostanza nell’interrogazione si richiama l’attenzione del governo ad un intervento concreto affinchè lungo il percorso dell’autostrada del Brennero venga rispettato il valore limite di concentrazione di biossido di azoto nell’aria. «Con la direttiva europea 2008/50/Ce che fissa nuovi criteri per la gestione della qualità dell’aria - scrive il senatore Peterlini - le regioni hanno ottenuto un’ampia serie di competenze in materia». Per quanto riguarda la provincia di Bolzano - si legge ancora nell’interrogazione - l’unico valore limite che sfora i parametri imposti da Bruxelles è quello relativo al biossido di azoto. L’area di superamento dei limiti si estende per poco meno di 100 chilometri quadrati e interessa circa 40 mila persone. Secondo Peterlini i provvedimenti comunali e provinciali non sono sufficienti per far rientrare i valori al di sotto del livello di soglia.
Alto Adige 30-1-11
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categoria:antiinquinamento, a22
giovedì, 27 gennaio 2011



Discarica abusiva in zona Vurza

LAIVES. I carabinieri del Noe di Trento e della stazione di Laives hanno scoperto in zona Vurza una discarica abusiva. Su un terreno di circa 500 metri quadrati erano depositati vecchi copertoni d’auto, materiale da demolizione edile e altri rifiuti di plastica, legno e metallo. Il Comune di Laives ha provveduto alla bonifica della zona. Sono in corso delle indagini per risalire ai responsabili. Dopo una prima verifica è risultato che l’area è di proprietà di una ditta di Cornedo all’Isarco. I militari dell’Arma intendono ora intensificare i controlli non solo in zona.

Alto Adige 27-1-11
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categoria:comune di laives, antiinquinamento
giovedì, 27 gennaio 2011



Gagliardini: rifiuti, tanti incivili

 LAIVES. La caotica situazione nella quale, durante le festività natalizie, si sono trovate alcune isole per la raccolta dei rifiuti, è approdata in consiglio comunale attraverso un ordine del giorno dell’opposizione. L’assessore Dino Gagliardini non si è “nascosto dietro un dito” ma ha ammesso che, effettivamente, ci sono dei problemi, in particolare con il sistema “Gaia” in zona 46.
 Ad onor del vero va anche aggiunto che Gagliardini non ha responsabilità per questo, essendo in carica solo da pochi mesi e gliene hanno dato atto anche i consiglieri di opposizione, che invece on hanno risparmiato critiche ai predecessori.
 «Occorre una svolta - ha dichiarato il consigliere Christian Bianchi (Pdl) - uniformando una volta per tutte i vari sistemi di raccolta che abbiamo sul territorio, stabilendo su quali puntare in base al funzionamento dimostrato».
 Gagliardini ha elencato una serie notevole di malfunzionamenti che si registrano periodicamente con le isole interrate, in particolare con i sistemi “Gaia”, che si sono dimostrati nel tempo i più problematici e delicati. “Punteremo alla semplificazione dei sistemi - ha garantito l’assessore - e sostituiremo quelli più problematici e vetusti con i “Poettinger”, che si sono dimostrati invece più affidabili e robusti. Purtroppo la situazione verificatasi durante le festività recenti è anche dovuta ai malfunzionamenti e al fatto che per questi, la macchina non avvertiva automaticamente (come invece dovrebbe fare) i tecnici incaricati di intervenire entro 45 minuti dalla segnalazione. Va aggiunto che anche gli utenti comunque, con i loro comportamenti scorretti e spesso incivili, contribuiscono a questi malfunzionamenti». (b.c.)
Alto Adige 27-1-11
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categoria:comune di laives, antiinquinamento
giovedì, 27 gennaio 2011



Amianto, segnalazioni all’Appa

BOLZANO. Nella caccia all’amianto deteriorato l’Agenzia Provinciale per l’Ambiente adesso chiede aiuto ai cittadini. Dopo la mappatura con il cannocchiale e l’avviata collaborazione con il Consorzio dei Comuni per passare ad analisi più approfondite dei tetti, ora chiunque potrà inviare una segnalazione sospetta all’Appa e ricevere risposta sulla presunta pericolosità del materiale.
 In caso di dubbi sarà sufficiente, infatti, spedire una fotografia digitale all’indirizzo paolo.battisti@provincia.bz.it.
 L’operazione, in realtà, rientra in un più ampio processo di mappatura globale. «Abbiamo passato ai Comuni - specifica Luigi Minach - i primi dati sulle coperture ritenute potenzialmente pericolose, ma rilevate con una semplice visione dall’alto. Ora, infatti, è necessario passare ad analisi più approfondite che possono avvenire solo tramite sopralluoghi specifici in cui ci aiuteranno gli uffici igiene comunali. Nel concreto, infatti, alcuni tetti potrebbero non essere di amianto come lascia intendere la fotografia dall’alto».
 In tutto questo, però, come possono essere d’aiuto le segnalazioni dei cittadini? «L’amianto - conclude Minach - non un materiale che troviamo solo sulle coperture, ma può essere presente pure sui balconi, nei pannelli termoisolanti, addirittura in alcuni pavimenti. Ecco, in questi casi una foto può essere molto utile. Poi, logico, il discorso è lo stesso per chi ha sospetti su qualche tetto nelle vicinanze». Insomma, in caso di dubbi di coperture in amianto deteriorato che possono sprigionare le pericolisissime fibre, meglio informare subito i tecnici. Sulla questione, intanto, è intervenuto il presidente della Circoscrizione Europa-Novacella Carlo Visigalli. Via Rovigo, infatti, è tra le zone più soggette al rischio date le tante coperture in eternit ancora presenti. «Nella zona i dati sono stati già passati agli uffici comunali che ora si interesseranno di effettuare delle verifiche sul posto». Alcune misure, però, sono già state adottate: «Stiamo sensibilizzando gli amministratori condominiali in modo che propongano ai condomini la sostituzione dei tetti. A lavoro di mappatura concluso, comunque, il Comune imporrà la completa bonifica nei siti vicini a zone sensibili come le scuole o i parchi».
Alto Adige 27-1-11
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categoria:salute, provincia di bolzano, antiinquinamento
mercoledì, 26 gennaio 2011



Deposito idrocarburi in zona Vurza

BRUNO CANALI
LAIVES. Sembrava un incubo svanito e invece il deposito di idrocarburi a nord di Pineta torna di attualità. La Provincia intenderebbe portarlo nella zona produttiva Vurza e lo ha riferito alla giunta comunale.
 La lista “La civica” però ha già alzato le barricate con un ordine del giorno in consiglio comunale, condiviso anche da Pd e Verdi, che con ogni probabilità verrà approvato anche dall’opposizione.
 «Provincia e Bls hanno avanzato alla giunta comunale la proposta di insediare un deposito di idrocarburi nella zona produttiva Vurza - spiega -, sulla parte di pertinenza provinciale, in maniera che, se la Provincia vorrà, potrà andare avanti con il progetto anche senza il consenso del Comune di Laives. Da qui la decisione di promuovere immediatamente l’ordine del giorno, perché la giunta provinciale deciderà in merito entro il 30 gennaio e noi dobbiamo far fronte unito entro quella data».
 Nell’ordine del giorno si ricorda che «già nel passato periodo amministrativo il consiglio comunale, all’unanimità, si era espresso contro la proposta della Bls per il deposito in zona Vurza. Adesso la stessa agenzia torna a proporlo all’interno della zona produttiva a carattere provinciale. Prendiamo atto che rispetto al primo, questo nuovo progetto è stato migliorato e ridimensionato, ma non sono eliminate in maniera definitiva le originarie perplessità di tipo ambientale e insediative».
 La proposta quindi è di esprimere unanime contrarietà alla proposta, «non per puro egoismo - aggiunge Magagna - ma per tutta una serie di considerazioni, legate al traffico di autocisterne, che in direzione sud - fino a quando non sarà pronta la variante - passeranno per via Kennedy, e all’instabilità del terreno».
 Ma c’è un ulteriore motivo di preoccupazione: il deposito di idrocarburi verrebbe a trovarsi vicino a quello della Liquigas, il quale prevede un perimetro di sicurezza che già oggi comprenderebbe in parte la zona Toggenburg 2, quella che il Comune di Laives invece conta di trasformare in zona edificabile. Un aspetto da chiarire al più presto, perché potrebbe far cadere la futura destinazione edilizia di quel pezzo di campagna.
Alto Adige 26-1-11
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categoria:comune di laives, antiinquinamento
domenica, 23 gennaio 2011



Smog e rumore: Val d’Isarco accerchiata

BRESSANONE. Sepp Kusstatscher, esponente dei Verdi, ex europarlamentare, vive a Villandro: «Casa mia è a 850 metri di quota, eppure anch’io devo convivere con il rumore prodotto da treni e A22».
 Da dove cominciamo?
 «Dal sacrosanto principio che chi inquina deve pagare».
 Dunque?
 «Dunque introduciamo la “Vignette” per chi vuole percorrere la via del Brennero. Come ha fatto la Svizzera, dove il transito delle merci costa sei volte di più. E così l’industria del trasporto preferisce allungare di 300 chilometri il percorso e usare la nostra autostrada».
 Un’autostrada che produce ogni anno milioni di utile.
 «Appunto. Io sostengo con forza l’idea che parte di questo denaro deve essere reinvestito per risarcire chi subisce smog e rumore: quei soldi vanno usati per modernizzare il materiale rotabile, vecchissimo, e per realizzare le barriere antirumore».
 Sarà possibile ragionare in questi termini se la concessione passerà in altre mani in futuro?
 «Se esistono norme che impongono di usare parte degli utili per risarcire la popolazione locale, è secondario chi ha in mano le redini».
 Cresce l’economia, cresce il traffico.
 «Sbagliato. Dobbiamo consumare di meno, spostare meno merci - oggi in Alto Adige, follia pura, troviamo acqua minerale inglese - e andare più piano. In questo la mia visione è profondamente diversa da quella di Dorfmann».
 Più lenti, più profondi, più dolci: Alex Langer.
 «Esatto».
 Parlava di treni rumorosi.
 «Oggi ne transitano in media 140 al giorno, a volte 148. Siamo ancora al di sotto del limite di 230 fissati dalla Provincia nel 2003».
 Un problema?
 «Una risorsa, se finalmente si facessero investimenti seri per ammodernare binari e carrozze. In certe zone della val d’Isarco la situazione è davvero al limite della sopportazione».
 Il tunnel del Brennero potrebbe risolvere definitivamente il problema.
 «Una balla colossale spacciata da Luis Durnwalder. Il tunnel del Brennero, se lo faranno visti tempi e costi, resterà una cattedrale nel deserto. La prova provata è l’Eurotunnel sotto la Manica».
 Cosa intende dire?
 «Che là sotto non possono transitare merci inquinanti, infiammabili, esplosive. La verità è che non ci passa quasi nulla. Se ci sarà il tunnel del Brennero, le merci continueranno a passare altrove. E a fare rumore. E il solo traffico passeggeri, per altro in diminuzione, non lo giustificherà». (g.f.p.)

Avanti con le barriere: pronti 12 milioni di euro  

BRESSANONE. Mentre si discute sulle possibile soluzioni radicali al problema dello smog e del rumore, procede il progetto - portato avanti congiuntamente da Provincia e Rfi - per l’installazione delle barriere antirumore lungo la ferrovia del Brennero.
 Nei giorni scorsi la giunta provinciale, su proposta dell’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer, ha approvato uno stanziamento complessivo di 11 milioni di euro che permetteranno l’installazione di barriere a Bressanone, ma anche Colle Isarco, Val di Vizze e Chiusa. Il programma di interventi è previsto in un protocollo d’intesa siglato con Rfi nel 2003 che ha messo a disposizione complessivamente 21,6 milioni di euro (il 20% dalla Provincia) proprio per contenere l’inquinamento acustico provocato dal traffico ferroviario. Dei 21 milioni di euro complessivi stanziati da Rfi e Provincia, 10 milioni sono già stati spesi. Nello stesso provvedimento sono compresi anche gli interventi per la zona di Rencio, a Bolzano, e a Bronzolo.
 La normativa nazionale sull’inquinamento acustivo prevede che, in un raggio di cento metri dai binari, non vengano superati i 70 decibel di giorno (dalle ore 6 alle 22) e i 60 decibel nelle ore notturne (dalle 22 alle 6). Sono numerosi, in realtà, i punti, con presenza di zone residenziali, dove i limiti vengono superati.

Alto Adige 23-1-11
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categoria:ferrovia, antiinquinamento, a22
sabato, 22 gennaio 2011



Tetti in amianto L’Appa inizia i sopralluoghi

BOLZANO. Nelle prossime settimane l’Appa, in collaborazione con il servizio igiene e salute pubblica dell’azienda sanitaria e con il consorzio dei Comuni, verificherà lo stato e la possibile pericolosità degli oltre mille tetti in amianto ancora presenti in Alto Adige. Un rilevamento aereo condotto dall’ufficio aria e rumore dell’agenzia provinciale per l’ambiente, completato nel marzo 2010, ha stimato la presenza di circa 1.100 tetti di insediamenti privati che si presume siano realizzati in materiali contenenti amianto.

Alto Adige 22-1-11
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categoria:antiinquinamento
venerdì, 21 gennaio 2011



SACCHETTI Stop ai finti eco-shopper

 Stop alle finte buste biodegradabili. Questa la decisione dell’Autorità garante per la concorrenza che parla di «pubblicità ingannevole» per gli ‘eco-shopper’ fatti dall’aggiunta di un additivo alla plastica tradizionale. Un pronunciamento che - secondo Andrea Di Stefano, responsabile affari istituzionali della Novamont (azienda leader che produce una delle ‘nuove plastiche’ amiche dell’ambiente» stabilisce che la biodegradabilità debba essere verificata nell’ambiente in cui finisce il sacchetto e secondo una determinata tempistica» pari a una «disintegrazione almeno del 90% del materiale in 180 giorni».
Alto Adige 21-1-11
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categoria:antiinquinamento
giovedì, 20 gennaio 2011



Vuoi sapere la verità sul nucleare? Guarda lo spot che abbiamo realizzato per smentire le bugie del Governo, di Enel e del Forum nucleare.
L’energia nucleare è 'un problema senza soluzione' perché:

> produce scorie radioattive e non esiste ancora nessun sistema per gestirle in sicurezza;
> costa troppo: un affare per pochi e un bidone per tutti;
> non dà indipendenza né sicurezza energetica: l’Uranio è una risorsa che entro qualche decennio sarà esaurita;
> le centrali sono degli obiettivi “sensibili” per il terrorismo e non esistono sistemi di protezione in caso di incidenti aerei.

Se vuoi attivarti in prima persona per la nostra campagna contro il nucleare, aiutaci a diffondere lo spot sul web. Condividilo su Facebook e Twitter. Se hai un blog, fai l’embedded. Inoltra questa mail a contatti e amici. La tua partecipazione è fondamentale per contrastare il bombardamento mediatico pro-atomo finanziato con milioni di euro dall’industria nucleare.

Forse questo spot riusciremo a vederlo anche in tv e sarà soltanto grazie alle donazioni che riceviamo da singole persone come te. Grazie per il contributo che potrai dare.

Andrea Pinchera
Direttore comunicazione e fundraising
Greenpeace Italia
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categoria:ambiente, antiinquinamento
martedì, 18 gennaio 2011



Biossido di azoto, programma anti-inquinamento

 BOLZANO. La giunta provinciale ha approvato il programma per la riduzione dell’inquinamento da biossido di azoto sul territorio provinciale. Lo ha annunciato Luis Durnwalder, precisando che chiederà al ministero dell’Ambiente di prendere provvedimenti per quanto riguarda il percorso altoatesino dell’autostrada del Brennero. Con la direttiva europea che fissa nuovi criteri per la gestione della qualità dell’aria, le Regioni hanno ottenuto un’ampia serie di competenze in materia. Per quanto riguarda la provincia di Bolzano, l’unico valore limite che “sfora” i parametri imposti da Bruxelles è quello relativo al biossido di azoto. L’Agenzia provinciale per l’ambiente, che ha suddiviso il territorio altoatesino in cinque zone, ha riscontrato che l’area di superamento si estende per poco meno di 100 km quadrati, e interessa circa 40 mila persone. Per rientrare, entro il 2015, nei valori previsti dalla Ue, sono stati già presi una serie di provvedimenti a livello provinciale e comunale, con le amministrazioni di Bolzano e Bressanone in prima fila. “In prossimità del tracciato dell’A22, i provvedimenti provinciali e comunali non bastano, e i tecnici hanno individuato alcune misure da adottare per far rientrare i valori al di sotto del livello di soglia entro il 2015. Essendo la concessione A22 di competenza statale, abbiamo inoltrato apposita richiesta al ministero all’Ambiente”, chiude Durnwalder.
Alto Adige 18-1-11
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categoria:antiinquinamento, a22
mercoledì, 12 gennaio 2011



Bronzolo: finanziate le barriere lungo la ferrovia

BRONZOLO. Ferrovie e Provincia d’accordo per l’installazione di barriere antirumore all’altezza di diversi centri abitati lungo la linea del Brennero. Negli 11 milioni stanziati dalla Provincia, ci sono anche i soldi stanziati per la realizzazione del tratto di 800 metri previsto a Bronzolo. «Ci hanno già presentato una bozza del progetto - dice il sindaco di Bronzolo, Benedetto Zito -: il tratto andrebbe dal ponticello sul rio a nord della stazione ferroviaria fin quasi al sottopasso a sud del paese. Dovremo essere noi a stabilire come verranno fatte e l’ufficio aria e rumore della Provincia ci ha comunque già spiegato che, per essere efficaci nella riduzione del rumore prodotto dallo sferragliare dei convogli ferroviari, queste barriere artificiali dovranno essere tra i 4 e i 5 metri di altezza. Certo - continua Zito - con queste prescrizioni l’impatto visivo non sarà dei migliori e vedremo di predisporre un intervento che sia il meglio possibile».
 Il primo cittadino di Bronzolo ritiene quello delle barriere un argomento degno anche di essere discusso con l’intera popolazione e quindi sta pensando di organizzare sul tema un’assemblea pubblica.
 «Abbiamo dei termini entro i quali dovremo dare una risposta a Provincia e Ferrovie - aggiunge il sindaco Zito - e certamente parleremo di questo progetto anche in consiglio comunale».
 Con ogni probabilità, il modello che verrà proposto alla fine ricalcherà le line di quelli già installati lo scorso anno lungo la linea ferroviaria all’altezza della stazione di Laives. (b.c.)
Alto Adige 12-1-11
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categoria:conca atesina, antiinquinamento
martedì, 11 gennaio 2011



AMBIENTE E CONSUMI
Sacchetti di plastica o no pensiamo al nostro futuro

Interessante la “bioplastica”: con mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole si producono circa 100 sacchetti biodegradabili. Fin qui tutto sembra ottimo. Ma cosa significa esattamente? Attenzione: per produrre circa 300.000 tonnellate di bioplastiche si deve coltivare a mais e girasole minimo 200.000 ettari di terreno con modalità del caso. Sostituire la plastica con fibre naturali riutilizzabili resta la scelta più responsabile in assoluto escludendo quanto possibile il discorso, sempre consumistico dell’usa e getta che implica lo sfruttamento di risorse naturali, l’inquinamento prodotto nella loro coltivazione utilizzando pesticidi, acqua in grande quantità, fertilizzanti per sfruttare il terreno, combustibile fossile, anidride carbonica rilasciata durante le varie fasi di lavorazione per passare dalla coltivazione al raccolto, dal mais al polimetro finito. Il tutto... per un unico utilizzo. Il buon senso di prediligere sempre materiali riutilizzabili, ci permette, non solo di attuare la miglior economia domestica, bensì di andare oltre e di compiere le scelte migliori dando valore alla nostra esistenza e a quella futura. Il senso del nostro essere consiste nel custodire, dunque nel conoscere sempre di più cosa avviene prima, durante e dopo ciò che noi vogliamo veramente favorire con il nostro acquisto e siamo su un’ottima strada, procediamo, pensando alla vita in genere ed al futuro.
Lisa Sperandio MERANO
Alto Adige 11-1-11
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categoria:ambiente, antiinquinamento


venerdì, 07 gennaio 2011



Via l’inquinamento elettromagnetico a Laives

LAIVES. La Lega Nord torna alla carica sull’inquinamento elettromagnetico. Sono passati due anni da quando l’allora sindaco Giovanni Polonioli diede l’autorizzazione affinché alcune società di telecomunicazioni potessero installare una grande antenna sul tetto della palazzina che in cima a via Pietralba ospita diverse associazioni.
 Lo rammentano oggi i consiglieri della Lega nord, Giuliano Vettorato e Marco Franceschini, ricordano anche che «la convenzione aveva durata biennale e prevedeva un canone di affitto pari a 24 mila euro l’anno e la possibilità di disdetta da parte del Comune con preavviso semestrale. Il 12 agosto 2009 si riconfermava il contratto, modificando, al ribasso il canone di affitto, portandolo a 22 mila euro l’anno e, a fronte de timori dei cittadini di Laives per l’inquinamento elettromagnetico, venne indetta un’assemblea pubblica nella quale Polonioli garantì che dopo i due anni di contratto, l’antenna avrebbe dovuto essere trasferita altrove».
 I due consiglieri della Lega Nord ricordano anche che si promise un costante controllo delle emissioni elettromagnetiche di quell’impianto, che si trova nel cuore della città, a poca distanza dalla scuola materna tedesca. Per questo adesso, mediante una interpellanza, chiedono alla giunta chiarimenti, in particolare se in questo lasso di tempo trascorso si sia provveduto ad individuare un sito più idoneo dove far spostare quell’antenna per i telefoni e se sia stata fissata una scadenza per la concessione. Inoltre si chiedono i risultati delle misurazioni dell’inquinamento elettromagnetico provocato dall’impianto, così come garantito dall’amministrazione comunale fin dalla sua installazione e se questi dati saranno resi di dominio pubblico. (b.c.)
Alto Adige 7-1-11
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categoria:comune di laives, antiinquinamento
venerdì, 07 gennaio 2011



A22: barriere antirumore a Salorno

MASSIMILIANO BONA
SALORNO. L’Autobrennero a Salorno, oltre a rifare il ponte sull’Adige, è impegnata in questo periodo a montare le (attese) barriere antirumore, che ridurranno significativamente l’inquinamento acustico per una parte del paese. Si tratta di un investimento importante.
 Lo sottolinea il presidente di Autobrennero Walter Pardatscher. «L’approvazione del progetto da parte del Cda dell’A22 risale addirittura al 19 ottobre del 2007, mentre il via libera dell’Anas arrivò il 6 novembre 2008».
 Il contratto con la ditta che vinto l’appalto è stato stipulato il 18 maggio 2010 e prevede un importo di 1,176 milioni, di cui 1,042 per lavori mentre 134 mila euro sono destinati alla sicurezza. «Una prima consegna parziale dei lavori - sottolinea Pardatscher - c’è stata nell’aprile dello scorso anno, mentre la consegna definitiva risale a giugno».
 L’ultimazione dei lavori - se sarà rispettata la rigorosa tabella di marcia imposta da Autobrennero - è prevista, invece, per il febbraio del 2011.
 Le barriere antirumore, che si estendono a sud e a nord del ponte che verrà sostituito - si tratta del manufatto che dal paese porta alla stazione ferroviaria - vengono montate a margine della corsia sud (quindi sul lato ovest). Proteggeranno, pertanto, i residenti dai rumori prodotti dai veicoli in transito sull’autostrada quel gruppetto di case esistenti fra la ferrovia e la stessa A22. Sul lato Est dell’Autobrennero invece (quindi in direzione dell’abitato di Salorno) non sono previste, almeno nell’immediato, ulteriori protezioni. Si tratta, a ben vedere, di una scelta logica, legata al fatto che da quel lato c’é già una sorta di barriera naturale (antirumore) costituita dall’argine dell’Adige, più alto della sede autostradale. Qualora anche Trenitalia dovessero realizzare delle barriere antirumore il gruppetto di case in questione - fra A22 e ferrovia - ne trarrebbe ulteriore vantaggio.
 Non solo barriere fonoassorbenti, ma anche ponti. L’A22 ne ha in programma ben cinque nella sola Bassa Atesina: Salorno, San Floriano, Egna, Piccolongo e Vadena. Per quanto riguarda il cavalcavia dell’autostrada a Salorno il completamento dei lavori è previsto per l’autunno 2011. Per quanto attiene il cavalcavia sull’Adige all’altezza di San Floriano la progettazione sarà effettuata dalla A22 in collaborazione con la Provincia e a breve è atteso lo studio di fattibilità. Pressochè ultimato il progetto esecutivo per il collegamento con la strada comunale per cavalcavia A22 nei pressi di Egna. Si prevede che i lavori inizieranno nella primavera 2012. Per il cavalcavia della A22 ed il ponte sull’Adige in località Piccolongo l’apertura al traffico è in calendario per l’aprile di quest’anno, mentre in maggio iniziaranno i lavori per il cavalcavia a Vadena.
Alto Adige 7-1-11
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categoria:conca atesina, antiinquinamento
giovedì, 06 gennaio 2011



L’autostrada A22, il grande problema
Servono misure per ridurre l’inquinamento


I valori registrati dall’Agenzia provinciale per l’ambiente superano quelli massimi tollerati dalle direttive comunitarie.
Ciò significa non solo che se l’amministrazione comunale non provvede a stendere un piano di rientro nei limiti sarà sanzionata dalla Comunità europea, ma anche che chi, come noi, vive incastrato tra autostrada e montagna, vede sempre minacciata la propria salute.
Rimediare non è facile. Siamo così abituati a muoverci in automobile che è un’utopia immaginare un futuro con meno macchine, ma è pure difficile introdurre un uso più sensato dei mezzi inquinanti. Vorremmo che fossero sempre “gli altri” a fare il primo passo.
Sappiamo che, per quanto riguarda il quartiere, la fonte maggiore di ossido d’azoto oltre al traffico dei pendolari è quel grosso serpentone chiamato autostrada che ci passa sopra le teste. Ma non dobbiamo rassegnarci: possiamo per esempio chiedere che, in attesa del suo trasferimento in galleria, da subito sulla A22 si prendano provvedimenti già sperimentati altrove per limitare l’emissione di inquinanti, come l’abbassamento dei limiti di velocità o il divieto di transito di particolari tipi di veicoli nelle ore notturne.
Possiamo chiedere che si acceleri il più possibile la realizzazione del completamento in galleria della variante per Laives o che si introducano sistemi stabili di dissuasione all’infrazione del divieto di accesso da sud in via Claudia Augusta
e chiedere che venga monitorata, con una centralina mobile, con continuità la qualità dell’aria in prossimità dell’imbocco della galleria del Virgolo, il luogo più inquinato in assoluto.
La battaglia non è facile, ma non per questo dobbiamo rinunciarvi in partenza.
Vicepresidente di quartiere
Giuliano Gobbetti
Fonte: Taxi n.1 del 1-2011
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martedì, 04 gennaio 2011



Troppi 10 cent per i sacchetti bio Proteste e accuse ai negozianti

ROMA. I sacchetti “ecologici”, che dal 1º gennaio sostituiscono le buste della spesa di plastica, fanno bene all’ambiente, ma non al portafogli: molti supermercati li fanno pagare anche 10 centesimi l’uno. E’ la denuncia dell’Aduc, che sottolinea: «Ben venga il bando per le buste di plastica dal 1 gennaio di quest’anno, che è arrivata dopo l’ennesima proroga. Ma ci domandiamo - ribadisce l’Aduc - perché i nuovi sacchetti ecologici devono costare così cari. Alcuni negozi li vendono anche a 10 centesimi l’uno. I commercianti speculino pure come credono, ma è bene che sappiano che oggi il consumatore è un cittadino consapevole e informato che, di fronte, all’inutile speculazione, non solo può portarsi la borsa da casa, ma anche decidere di fare spese altrove».


Sacchetti di plastica, vietata la vendita

BOLZANO. Dal primo gennaio è vietata la commercializzazione di borse di plastica e gli esercizi commerciali potranno smaltire le scorte esclusivamente a titolo gratuito in favore dei consumatori. Ne dà comunicazione l’Unione commercio: «Il ministero dell’ambiente di Roma - spiega il responsabile per le questioni ambientali nell’Unione Gerd Locher - ha recentemente pubblicato queste precisazioni in una nota, dato che le insicurezze e le questioni ancora aperte, in particolare per i commercianti al dettaglio e i consumatori, sono ancora molto consistenti. Viene quindi comunicato che resta consentito lo smaltimento delle scorte in giacenza negli esercizi commerciali alla data del 31 dicembre 2010, purché la cessione sia operata in favore dei consumatori ed esclusivamente a titolo gratuito». L’Unione lamenta comunque il fatto che, fino ad ora, non sono state comunicate le necessarie norme di attuazione, e che il Ministero diffonde le informazioni solamente all’ultimo istante. Per sopperire a questa mancanza, il governo aveva annunciato anche un’imponente campagna di informazione, che non è mai stata realizzata. Se e quali sanzioni saranno previste per i contravventori non è ancora stato reso noto. «L’Unione, al momento, - conclude Locher - è costantemente impegnata a sostenere le aziende commerciali nel processo di applicazione delle nuove norme».
 Chi non si preoccupa della nuova normativa è KonCoop, catena di supermercati che fa capo a Legacoop e Confcoop: «La messa al bando delle sporte in nylon doveva partire già l’anno scorso, ma poi dal governo arrivò la proroga di un anno. Molti negozianti attendevano anche per quest’anno una proroga, che però non è arrivata. Ma Koncoop già dal primo gennaio dell’anno scorso aveva sostituito i sacchetti di plastica con quelli biodegradabili senza che per il cliente ci fosse la possibilità di scegliere tra quelle “ecologiche” e quelle tradizionali in nylon. I consumatori coop possono scegliere in base alle proprie necessità fra lo shopper biodegradabile e diverse tipologie di borse riutilizzabili in vari materiali quali polipropilene, cotone, juta. La nostra filosofia è quella di sensibilizzare i soci e i clienti verso le borse riutilizzabili e se serve uno shopper “usa e getta” offriamo quello biodegradabile. Questa iniziativa alla fine è stata accolta con favore», dichiara Roland Morat, direttore di Koncoop.

Alto Adige 4-1-11
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giovedì, 30 dicembre 2010



Castelfirmiano ospiterà passeggiate e sentieri didattici. Equivoco

Nella rivista della Giunta provinciale di Bolzano 12/2010, sotto il titolo “Da discarica a passeggiata”, ci informano e ci illustrano la trasformazione della discarica in luogo ricreativo: “A risanamento concluso l’ex discarica di Castelfirmiano ospiterà passeggiate e sentieri didattici.
 Entro il 2011 la fine dei lavori che consegneranno un’area verde ai cittadini.” L’articolo é corredato da due immagini a colori, in una si vede “la discarica di Castelfirmiano come era prima del risanamento”, nell’altra la stessa area, ma tutta rinverdita e diventata “l’ex discarica “Collina Pasquali” come sarà ad interventi ultimati”. Come per miracolo due ex discariche sono sparite. Per i cittadini credenti o ignari davvero una buona novella, ma... La montagna di rifiuti a Castelfirmiano non è un ex discarica, ma è una discarica preesistente, che a risanamento concluso avrà lo stato dell’arte di una discarica per rifiuti pericolosi non controllata. Quest’opera di risanamento è risultata illegale per la presenza di rifiuti pericolosi, per il mancato rispetto dei criteri di ubicazione e di costruzione di discariche. A dispetto di tutto ciò l’opera è stata autorizzata con successiva legge provinciale.
 L’interesse pubblico in questo incredibile malaffare starebbe nell’impossibilità di effettuare una vera e propria bonifica per due motivi: non si troverebbero siti adatti per tutto questo materiale e comunque l’opera costerebbe almeno 500 milioni euro. A questo punto trovo la malagestione dei rifiuti altoatesina più perfida e più scandalosa di quella mafiosa. I campani fanno vedere che delle buone regole non sanno che farsene, da noi invece ci si attiva per peggiorarle e creare strumenti simili ai “derivati”, che procurano costi esosi e occultano rischi maggiori.
Pietro Romaner
Alto Adige 30-12-10
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giovedì, 30 dicembre 2010



Sacchetti al bando ma è rischio caos

MONICA VIVIANI
ROMA. Ancora due giorni, poi non potremo più uscire da supermercati e negozi con la spesa nelle buste di plastica: dal 1º gennaio entra in vigore il divieto di commercializzare gli shoppers.
 Voluta e ottenuta dal ministro Stefania Prestigiacomo, la messa al bando delle buste di plastica è stata inserita nel decreto Milleproroghe approvato nei giorni scorsi. I sacchetti, come noi li conosciamo, verranno sostituiti da equivalenti realizzati in materiale biodegradabile o carta e magari qualcuno sceglierà di portarsi la borsa da casa. Ma su quello che accadrà esattamente da sabato c’è ancora un po’ di confusione.
 Una legge «vecchia». Il divieto, chiesto dalla Ue, era stato inserito dall’ultimo governo Prodi nella Finanziaria del 2007. Lo stop sarebbe dovuto partire già all’inizio del 2010. Ma il precedente Milleproroghe del governo Berlusconi nel dicembre 2009 ne aveva rimandato di un anno l’entrata in vigore.
 Ora è rischio caos. Ora però il governo non ha emanato decreti applicativi, quindi al momento l’unica cosa certa è la data del 1º gennaio. Non si sa se saranno o meno previste sanzioni per i commercianti inadempienti, quali sono i criteri per stabilire cosa è biodegradabile e cosa no e che fine faranno le scorte. Dal ministero dell’Ambiente annunciano, tra oggi e domani, l’emanazione di una circolare studiata insieme al ministero dello Sviluppo Economico in merito allo smaltimento dei sacchetti usa e getta già presenti nei magazzini. Opponendosi a qualsiasi ulteriore proroga, nei giorni scorsi Prestigiacomo aveva annunciato: «Per le scorte faremo accordi coi produttori e i consorzi che riciclano la plastica, non credo che ci saranno problemi».
 Ma c’è chi, come Federdistribuzione, teme il caos e chiede un’applicazione della norma con gradualità oltre che di «definire quali tipi di sacchetti sono coinvolti dalla norma; dare la possibilità ai distributori di esaurire le scorte e alla produzione di tarare le quantità dei nuovi sacchetti».
 C’è chi è già pronto. «Tra ordinanze di Comuni virtuosi, come Torino, e iniziative volontarie della grande distribuzione - spiega il presidente di Legambiente Cogliati Dezza - nel nostro Paese, la rivoluzione dello stop ai sacchetti di plastica è già in corso». Molte catene della grande distribuzione sono già pronte alla novità perchè da tempo propongono buste riutilizzabili in vari materiali quali polipropilene, cotone, juta o biodegradabili.
 Coop e Auchan, ad esempio, già dal 2009 hanno messo al bando la plastica. «Nella nostra rete di vendita - dicono dalla Coop - sono in esaurimento le ultime scorte di shoppers tradizionali monouso». Dopo un anno di shopper ecologici, il bilancio verde di Coop Adriatica è ad esempio di dieci milioni di sacchetti «usa e getta» in meno, e oltre 300 tonnellate di plastica, prodotta con circa 450 tonnellate di petrolio, che non sono entrate nel circuito dei rifiuti.
I comuni virtuosi. Sono più di 130 i Comuni italiani che con proprie ordinanze da tempo vietano la vendita dei sacchetti di plastica e minacciano multe fino a 250 euro per i commercianti inadempienti. La Val di Fiemme, poi, ha cancellato i sacchetti di plastica addirittura nel 2009.
Alto Adige 30-12-10
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martedì, 28 dicembre 2010



Bronzolo: barriere lungo la ferrovia

Bronzolo: barriere lungo la ferrovia
 L’amministrazione comunale ha incontrato Trenitalia per vagliare le proposte di barriere antirumore da sperimentare per un tratto di 800 metri della linea ferroviaria lungo il paese, da nord fino all’altezza del sottopasso sud per il parco. Una delle proposte prevede l’altezza di 4,5 metri, ritenuta un poco eccessiva. L’idea comunque è quella di sperimentare vari modelli prima di scegliere quello più idoneo.
Alto Adige 28-12-10
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domenica, 26 dicembre 2010



Da gennaio addio alle buste di plastica

MONICA VIVIANI
 ROMA. Dallo stop alle buste di plastica alla liberalizzazione del Wi-Fi, dai 400 milioni destinati al 5 per mille ai 100 per i malati di Sla. Tra le misure contenute nel decreto milleproroghe approvato ieri dal consiglio dei ministri, l’addio ai «sacchetti della spesa» sarà forse quello che più inciderà nell’immediato sulle abitudini degli italiani.
Guerra alla plastica. Negozi, supermarket, mercati di strada, non potranno più consegnare la merce negli «shopper» di plastica dal 1º gennaio 2011. In pensione, quindi, quella che fu considerata una delle massime innovazioni del secolo passato: i sacchetti, come noi li conosciamo, verranno sostituiti da equivalenti realizzati in materiale biodegradabile o carta, mentre qualcuno sceglierà di portarsi la borsa da casa. «È una grande innovazione - ha commentato il ministro Stefania Prestigiacomo, che si è opposta all’introduzione dell’ennesima proroga - che segna un passo in avanti di fondamentale importanza nella lotta all’inquinamento, rendendoci tutti più responsabili in tema di riuso e di riciclo». Soddisfazione senza riserve da parte di tutte le organizzazioni ambientaliste che temevano una nuova proroga per l’entrata in vigore del divieto.
 «È un risultato importante non solo per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche per chi scommette sull’innovazione e sulla chimica verde», ha sottolineato Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd.

Alto Adige 23-12-10
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sabato, 18 dicembre 2010



Sacchetti di plastica fuorilegge Il termine slitta di altri sei mesi

BOLZANO. Dal primo gennaio 2011, in base alla normativa europea EN 13432, per i sacchetti di nylon è previsto il divieto di produzione, distribuzione, vendita, cessione o utilizzo, anche e in particolar modo nel commercio, settore nel quale dovrebbero a partire da quella data utilizzarsi esclusivamente sacchetti in materiale biodegradabile. «Sembra però che non sarà proprio così», afferma il direttore dell’Unione commercio Werner Frick.
 Pare infatti, come ha anche confermato su specifica richiesta dell’Unione il senatore Manfred Pinzger, che nel cosiddetto decreto “milleproroghe” verrà inserito un paragrafo che rinvierà di sei mesi l’entrata in vigore di questa disposizione. «Questi continui rinvii - afferma Frick - determinano grande incertezza tra i commercianti ma anche tra i consumatori. Si tenga presente che l’introduzione dei “nuovi” sacchetti era già prevista nella legge finanziaria del 2007, e che la disposizione sarebbe dovuta entrare in vigore già il primo gennaio dell’anno in corso. Pur apprezzando il generale impegno ad una maggiore coscienza e sostenibilità ambientale, l’Unione ne critica però le modalità attuative, e in particolare la rigidità applicativa nel caso del trattamento dei rifiuti».
Alto Adige 18-12-10
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domenica, 12 dicembre 2010


A Cancun approvato l'accordo integrale sul clima, ma senza la Bolivia

E' stato adottato nella sua integralità dai circa duecento Paesi riuniti sotto l'egida delle Nazioni Unite a Cancun un testo che prevede una serie di meccanismi per lottare contro il cambiamento climatico, tra cui un Fondo verde per aiutare i Paesi in via di sviluppo. I circa duecento paesi riuniti a Cancun, in Messico, sotto l'egida delle Nazioni Unite hanno adottato la prima parte di un accordo sul clima che permette di lasciare aperta la questione sensibile del futuro del protocollo di Kyoto. Un via libera che ha ignorato l'obiezione della Bolivia. La Bolivia è stato il solo Paese a essersi pronunciato contro questo testo. «La norma per l'adozione è il consenso», ha sottolineato il negoziatore boliviano Pablo Solon, che ha ricordato un «precedente funesto». La norma del consenso non significa l'unanimità, né che una delegazione possa pretendere di imporre un diritto di veto su una volontà che con tanto lavoro è stata raggiunta», ha risposto Espinosa.
L'accordo di Cancun «apre una nuova era per la cooperazione internazionale sul cambiamento climatico», ha dichiarato il ministro degli Esteri messicano, Patricia Espinosa, la cui voce è stata sovrastata dagli scroscianti applausi dei delegati presenti in seduta plenaria. L'accordo è stato adottato malgrado l'opposizione della Bolivia, solo Paese a essersi pronunciato contro questo testo.
Questa conclusione positiva nella località turistica messicana al termine di un appuntamento dagli obiettivi d'altra parte modesti, permette di ridare slancio al processo negoziale dell'Onu fortemente scosso dalla grossa delusione nata un anno fa del vertice di Copenaghen.
Il sole 24 ore11 dicembre 2010

100 MILIARDI DI DOLLARI AI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

ROMA. Protocollo di Kyoto e obiettivi a lungo termine. Due i testi approvati dalla Conferenza Onu sui cambiamenti climatici in cui compaiono cifre, ma non prevedono impegni. Questi i punti principali del «pacchetto di Cancun». 32 pagine, divise in sette capitoli, in cui 194 governi spiegano come intendono salvare il pianeta.
 Emissioni di gas. Il documento esorta i paesi del protocollo di Kyoto (tutti i paesi industrializzati tranne gli Usa) a rivedere le loro riduzioni, aumentandole. Viene dunque ribadita la necessità di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dal 25 al 40% al 2020, come raccomandato dal Gruppo intergovernativo di esperti sul riscaldamento globale (Ipcc), per fare in modo che la temperatura globale non aumenti oltre i 2 gradi. Nel testo si afferma anche la necessità di frenare l’auemnto della temperatura a 1,5 gradi. Anche questo un passo importante. Secondo il protocollo le parti devono completare il loro lavoro e adottare i nuovi obiettivi il più presto possibile. In tempo per scongiurare un vuoto tra il primo periodo di Kyoto, che termina a fine 2012, e il secondo.
 Paesi in via di sviluppo. Confermato il fondo immediato di 30 miliardi di dollari per il periodo 2010-2012 per aiutare i paesi in via di sviluppo. Si rilancia sulla necessità, poi, di una mobilitazione di 100 miliardi di dollari l’anno fino al 2020.
 Green Climate Found. Verrà creato un fondo, che dovrà essere quantificato, per far decollare l’economia verde nel mondo che verrà gestito per tre anni dalla Banca Mondiale e da un comitato di 40 membri: 15 tra i paesi industrializzati e 25 dei paesi in via di sviluppo. Il Green Climate Found aiuterà le nazioni più povere a sostenere l’impatto dei cambiamenti climatici per proteggere le foreste tropicali e consentire un’intesa per la condivisione delle tecnologie a basse emissioni di carbonio.
Alto Adige 12-12-10
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venerdì, 10 dicembre 2010



Una questione di vitale importanza

Da quando come associazione ambientalista ci siamo costituiti abbiamo sempre avuto al nostro fianco gli amici dell'associazione Nimby trentino, un esempio di metodo, perseveranza e determinazione, anche loro impegnati nell'evidenziare l'assurdità del progetto di impianto d'incenerimento nella zona di Ischia Podetti, a Trento. La loro costante attenzione a quanto attorno al progetto d'incenerimento viene detto e fatto ha fornito alla popolazione trentina un grandissimo servizio, perchè l'ha resa consapeole di quanto sulla sua pelle veniva programmato dalle lobbies economiche e politiche locali. Se oggi in trentino c'è
un movimento popolare molto consistente contro l'incenerimento lo si deve in  gran  parte al loro costante lavoro.
Il 1° dicembre, in occasione della giornata mondiale contro l'incenerimento, Nimby trentino ha organizzato un convegno per rendere pubblico uno studio che evidenzia le pesantissime ricadute economiche della vicenda inceneritore di Trento sulla popolazione, e in quell'occasione la presidente dell'associazione, l'infaticabile Simonetta Gabrielli, ha annunciato il suo digiuno a oltranza.
Il digiuno è una pratica di protesta che Nimby attua da diversi anni, coinvolgendo in una sorta di staffetta ogni giorno una persona diversa che volontariamente digiuna per questa causa. Dal 5 di dicembre Simonetta sta affiancando gli amici che già digiunano a turno, con un digiuno a oltranza .
"Ritengo che questa terra meriti altri comportamenti, scelte e risposte tanto più se guardiamo alla portata e al significato storico-politico dell’autonomia, sia da parte della politica che dell’economia.

Ora facciamo nuovamente nostre, e mie in questa particolare circostanza, alcune richieste per una reale e innovativa svolta al problema rifiuti, .."
Queste le sue parole nella lettera diffusa il 1° dicembre.
Il coraggio di Simonetta nel sostenere  personalmente questo impegno così gravoso è grande almeno quanto la sua consapevolezza dell'importanza delle sue richieste, non solo per se stessa, ma per tutta la popolazione che vive la sua terra. La nostra terra.
Noi tutti siamo vicini a Simonetta e cercheremo di dimostrarle la nostra stima e gratitudine tenendo alta l'attenzione sul suo impegno.
Gli amici di Ambiente e Salute
Di seguito una poesia di Simonetta che esprime meglio di tante nostre parole i suoi pensieri.
Chi può dire "questa terra è mia"?
Chi può dire "possiedo l'aria"
o "il fiume mi appartiene"?
E chi può dire, ancora, "questo frutto è mio"?
A chi appartiene il seme che ha generato il frutto?
E poi, chi può dire "questo figlio mi appartiene"?
Ché forse quel figlio non è della terra su cui vive?
E cosa sarà di questa terra e di questi figli domani,
quando l'aria sarà avvelenata più di oggi,
quando il fiume sarà consumato dalla cupidigia,
quando la terra sarà satura di veleno e avara di vita?
Questo è il tempo del cambiamento,
fermiamo ora la cecità del potere che abusa.
Per amore della terra e dei figli che l'abiteranno:
ora, quando sennò?
Simonetta Gabrielli
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sabato, 04 dicembre 2010



Lotta allo smog: dal 2011 via le vecchie auto

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Si partirà a gennaio 2011 con l’ottimizzazione del traffico pesante generato dai cantieri. Si finirà a dicembre 2014 col rinnovo del parco veicoli Sasa. Sono i 10 provvedimenti calendarizzati dal Comune per tentare di abbattere le emissioni da ossidi di azoto, che oggi sforano i limiti imposti dall’Ue.
 Il Comune è con l’acqua alla gola: entro il 31 dicembre dovrà essere inoltrato al ministero dell’Ambiente, e da questo alla Commissione europea, il piano di rientro per le emissioni inquinanti da ossidi di azoto. Oggi come oggi, anche grazie alle abbondanti precipitazioni piovose e nevose durante la stagione fredda, si è riusciti a contenere pm 10 e biossido di carbonio. Ma per quanto riguarda gli ossidi di azoto, Bolzano sfora i limiti imposti dalle vigenti normative europee, le quali impongono la presentazione di un piano di rientro, per l’appunto, entro il 31 dicembre 2010. Gli eventuali provvedimenti dovranno essere introdotti e mostrare i loro effetti positivi al più tardi entro il 2015.
 La scorsa settimana, durante la commissione comunale congiunta alla Mobilità e all’Ambiente, l’Agenzia provinciale all’Ambiente e la Cisma, azienda specializzata bolzanina incaricata dal Comune di studiare fonti di emissione e possibili contromisure, hanno presentato i risultati delle rilevazioni e un’ipotesi per un piano di rientro, che nel giro di una decina di giorni dovrà passare al vaglio delle commissioni consiliari Patrimonio, Urbanistica, Ambiente e Mobilità. Poi, con eventuali aggiunte e modifiche, il piano dovrà essere discusso e approvato dal consiglio comunale. Tolta l’A22 - ora definitivamente certificata come grave fonte di inquinamento da ossidi di azoto, ma riguardo alla quale il Comune nulla può, tranne scrivere una accorata missiva a Provincia, Stato ed Autobrennero - le misure ipotizzate sostanzialmente riguardano due settori: traffico e urbanistica in senso lato. Qui di seguito, la calendarizzazione degli interventi riguardo alla viabilità. Si comincia a gennaio 2011 con un programma di ottimizzazione del traffico pesante generato dai cantieri edili. Si prosegue a novembre 2011 con il divieto di transito per veicoli Euro 0, Euro 1 e motocicli a 2 tempi, dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19. Non solo d’inverno, come oggi, ma per tutto il corso dell’anno. Da gennaio 2012 verrà introdotta una ottimizzazione della distribuzione merci all’interno del territorio comunale. A novembre 2012 seguirà il blocco degli Euro 2 diesel, ma solo commerciali. Il novembre dell’anno successivo, lo stop definitivo per tutti gli Euro 2 diesel. Entro dicembre 2014, il Comune si impegna poi a realizzare ulteriori 4 chilometri di piste ciclabili, predisporre aree di ricarica per bici elettriche, realizzare ulteriori 3,8 chilometri di corsie preferenziali per i bus, innalzare la frequenza delle corse e rinnovare il parco veicoli di Sasa, facendo viaggiare solo mezzi Euro 5 e a metano.
Alto Adige4-12-10
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categoria:ambiente, antiinquinamento
mercoledì, 01 dicembre 2010



Ossidi di azoto, è l’A22 a inquinare di più

BOLZANO. Inquinamento da ossidi di azoto a Bolzano: l’Italia rischia l’avvio di una costosa procedura di infrazione da parte dell’Unione europea se entro il 31 dicembre prossimo non verrà approvato un piano di rientro nei limiti di legge (al più tardi entro il 2015). Ieri si è tenuta la prima riunione congiunta fra la commissione consiliare alla mobilità e quella all’ambiente. Due le novità di rilievo emerse: a inquinare tanto, molto più di qualsiasi altra fonte, è l’A22. In secondo luogo, si prospettano numerose contromisure, calendarizzate a partire da novembre 2011 e fino a novembre 2014. Come spiegano l’assessore Trincanato e la presidente della commissione mobilità Foppa, ieri tecnici Appa e privati, incaricati dalla giunta, hanno riferito i dati sulle rilevazioni effettuate. Se in città il traffico inquina con gli ossidi di azoto per un indice pari a 160, il riscaldamento per 240 e l’industria per 150, l’A22 inquina per 406. «Per questo - spiega Trincanato - anche se al momento l’ufficio igiene della provincia assicura che non sussistono pericoli per la salute pubblica, chiederemo allo Stato e alla Provincia di intervenire perché l’Autobrennero prenda le dovute contromisure, sull’esempio delle buone pratiche a livello europeo». Per il resto, su tutto il territorio comunale, Bolzano adotterà varie misure. Da novembre 2011 stop a moto 2 tempi, Euro 0 ed Euro 1 non solo d’inverno ma tutto l’anno. Da novembre 2012 stop ai diesel Euro 2 commerciali. Da novembre 2013 stop a tutti i diesel Euro 2. Il teleriscaldamento dell’inceneritore, dal 2013 consentirà un miglioramento per mancate emissioni da inquinamento. Entro il 2014 nuove corsie bus e nuove ciclabili consentiranno piccole migliorie. Idem l’obbligo di costruire nuovi edifici solo se CasaClima, dal giugno 2011. Le misure passeranno al vaglio delle commissioni Patrimonio, Ambiente, Mobilità, Urbanistica, che entro una settimana dovranno approvare e integrare. poi, entro fine anno, il piano di rientro dovrà passare il vaglio del consiglio comunale ed essere approvato. Pena pesanti sanzioni da parte della commissione europea. (da.pa)
Alto Adige 1-12-10
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martedì, 30 novembre 2010



Progetto Fussbal Club Suedtirol GREEN EVENT

Al punto 4 della terza pagina, nell'immagine subito sotto, dichiarano:

Valutazione della tipologia e in che percentuale vengono utilizzati i mezzi
di trasporto pubblici e privati per raggiungere lo stadio da parte dei tifosi
durante le partite casalinghe.”

Azione di mitigazione da attuare:
a fi ne campionato Idecom organizzerà un evento specifi co per la promozione
delle singole azioni previste per la mitigazione della CO2 prodotta.
Tra questi, la piantumazione di alberi nel Comune o in Provincia di Bolzano,
con la presenza degli amministratori locali, dello Sponsor, delle scuole e di
alcuni giocatori dell’FC.


Certo che hanno scelto proprio la posizione giusta per lo stadio se vogliono spingere sul trasposto pubblico ….
Dovranno piantare una foresta per compensare le emissioni dei tifosi ….



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domenica, 21 novembre 2010



Discariche, Collina Pasquali e Castel Firmiano: non si risolve il problema col parco solare 

Condivido la maggior parte delle considerazioni fatte sulle lettere del sig. Pietro Romaner a proposito della discarica di Castel Firmiano e vorrei riflettere anche l’ex”Collina Pasquali”. Infatti, le due problematiche sono intimamente connesse. Per capire bene la questione bisogna ritornare indietro nel tempo agli anni’90, quando si è deciso di trasportare la maggior parte dei rifiuti industriali della “Collina Pasquali” sulla discarica di Castel Firmiano. Quella fu la prima scelta dissennata. Infatti, la separazione tra rifiuti tossici e nocivi e gli altri rifiuti industriali non poteva comunque essere fatta con sufficiente precisione. Il sottoscritto, su incarico della Provincia, aveva eseguito uno studio idrogeologico applicato al risanamento della “Collina Pasquali”. Si trattava di un deposito di rifiuti industriali, anche tossici e nocivi, del volume di 300.000m² ca., provenienti per la maggior parte dalla zona industriale di Bolzano e dall’azienda del gas. Lo studio giungeva alla conclusione, che “la soluzione che risolveva in maniera completa il problema del risanamento della vecchia discarica era quella che prevedeva la rimozione dei depositi contaminati su un’area ampliata e completamente impermeabilizzata, sia alla base che in superficie”, ottenuta suddividendo l’area in due settori, settore di discarica 2B (rifiuti pericolosi, non tossici e nocivi) e settore di discarica 2C (rifiuti pericolosi, tossici e nocivi). Analogo risultato si sarebbe comunque potuto ottenere anche con un impermeabilizzazione alla base e perimetrale con jet-grouting, integrato da una impermeabilizzazione superficiale con membrane impermeabili. La decisione di trasferire la maggior parte dei rifiuti, anche pericolosi, della “Collina Pasquali” sulla discarica di Castel Firmiano, è stata caldeggiata dall’Ing. Martin Weiss, ingegnere elettronico, che era stato incaricato dalla Provincia della bonifica della discarica di Castel Firmiano. Nel caso della “Collina Pasquali”, parte dei rifiuti, tossici e nocivi sono stati smaltiti in discariche della Germania con costi elevatissimi. A parte il disagio e il pericolo che ha comportato l’attraversamento dei camion anche in zone abitate di Bolzano, si è commesso un duplice errore, cioè quello di non avere impermeabilizzato il sottosuolo della “Collina Pasquali”, e tanto meno quello della discarica di Castel Firmiano, sulla quale si sono riversati sicuramente anche materiali tossici e nocivi, per cui i sottosuoli, presumibilmente il primo, e sicuramente il secondo sono ancora contaminati.
 La discarica di Castel Firmiano, lungi dall’essere completamente risanata, costituisce ancora una “bomba ecologica”, nonostante che la spesa complessiva tra “Collina Pasquali” e discarica di Castel Firmiano superi presumibilmente gli 80milioni di euro. L’ipotesi di utilizzare la discarica di Castel Firmiano per la realizzazione di impianti di energia solare e fotovoltaica, va contro la tutela paesaggistica della zona, che dovrebbe essere invece restituita all’originario bosco.
Carlo Marini
Alto Adige 20-11-10
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categoria:ambiente, antiinquinamento
lunedì, 15 novembre 2010



Inceneritore e rifiuti la Provincia fa quello che vuole

 Vorrei controreplicare al sig. Benedetti Luca di Laives che e’ a favore di una Provincia che fa piuttosto dell’immobilismo del Comune. Intanto caro Benedetti io difendo un principio democratico semplice che sarebbe quello per il quale i politici siano a servizio dei cittadini e non viceversa e che su grandi opere e riforme di servizi la popolazione venga coinvolta e non invece come accade ora che le decisioni siano prese e attuate unilateralmente. Forse lei Benedetti e’ disinformato sul nuovo sistema dei rifiuti visto che non io da semplice cittadino, ma i sindacati, l’unione degli amministratori di condominio e molte associazioni sono contrarie. Lei vorrebbe il bidone dell’immondizia nel proprio cortile usurpando la proprieta’ privata? Inoltre il traffico veicolare e’ determinato dal fatto che dovranno essere acquistati nuovi camion per il ritiro rifiuti con conseguente spesa per i cittadini e dovranno passare molto piu’frequentemente. Se prima si avevano 2 bidoni per 3 condomini ora saranno 8! Il tutto per giustificare una presunta maggior differenziazione senza per altro diminuire le teraffe ovviamente. L’inceneritore invece nuovo decuplichera’ la propria portata smaltendo tutti i rifiuti della Provincia facendo cosi’ chiudere le varie discariche sparse per la provincia. Piu’ nuovo e non inquina? Si informi e scoprira’ che invece produce molte pm 2 ancora piu’ insidiose e dannose per la salute. Mi risulta poi sig. Benedetti che a Laives c’e’ il sistema della compattazione con tessera elettronica e che funzioni molto bene risolvendo i problemi.
Alto Adige 15-11-10
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lunedì, 15 novembre 2010



Castel Firmiano, una discarica di interessi

Nella vicenda della discarica di Castelfimiano sostengo che le affermazioni dell’assessore Mussner riguardo alle opere in corso sulla discarica, apparse sull’Alto Adige, non corrispondono alla reale situazione di fatto.
 Innanzitutto non si tratta di una ex discarica, ma di una discarica in fase di chiusura, che al termine di detti lavori permane una discarica a tutti gli effetti da gestire in post-esercizio. Nel caso della discarica di Castel Firmiano, la fase di post-esercizio sarà costosa e durerà molti decenni, la cui fine allo stato attuale non è nemmeno prevedibile. Inoltre i lavori di risanamento non risanano nulla, anzi hanno comportato l’apporto dei rifiuti della discarica Collina Bolzano Sud (Collina Pasquali), i quali sono stati sistemati sui rifiuti della preesistente discarica. I rifiuti della preesistente discarica, tra cui anche rifiuti pericolosi, sono rimasti sul posto tali e quali, ad eccezione della bomba aerea eliminata. La base d’appoggio dei rifiuti non è stata impermeabilizzata e quindi l’impermeabilizzazione in superficie comporta solo la conservazione nel tempo della pericolosità dei rifiuti stoccati e la contaminazione del suolo. L’intera opera é tecnicamente obsoleta, viola le prescrizioni tecniche e urbanistiche e configura i reati di avvelenamento delle acque, di omessa bonifica e di omessa gestione di discarica. Purtroppo il fatto che l’intervento di risanamento del sito “Bolzano 1” costi sui 40 milioni di - non è per niente una garanzia di corretta gestione del deposito definitivo dei rifiuti operato dalla pubblica amministrazione. Secondo i conti fatti dall’Ufficio provinciale gestione rifiuti lo smaltimento dei rifiuti della discarica “Collina Bolzano Sud” nella discarica Ischia Frizzi comportava un costo di circa 80 milioni. Con l’intombamento a Castelfirmiano invece la Provincia si è procurato un vantaggio economico netto di oltre 50 milioni di. Cosi la vicenda è diventata un’affare per la Provincia a danno di tutti i bolzanini, che ora per giunta dovrebbero acconsentire a mascherare la montagna dei rifiuti con un parco energetico.
Pietro Romaner
Alto Aige 14-11-10
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sabato, 13 novembre 2010



Depuratore Bronzolo: dal 2012 addio alla puzza

BRONZOLO. Dal 2012, i cattivi odori che periodicamente arrivano dal depuratore Fossa Grande di Bronzolo saranno un fastidioso ricordo. Per quella data infatti Eco Center conta di avere in funzione il nuovo impianto anaerobico per il trattamento dei fanghi che arrivano dalla ditta Vog che ha sede in zona industriale a Laives.
 Il progetto è stato illustrato ieri in occasione della “giornata delle porte aperte” al depuratore, una giornata che ha visto anche l’arrivo festoso di diverse scolaresche per vedere da vicino come funziona il grande impianto di depurazione. Nel pomeriggio, con la presenza dei sindaci e di alcuni assessori di Bronzolo, Laives e Vadena, si è parlato invece del futuro impianto. Il sindaco di Bronzolo ha tenuto a precisare che questo impianto non prevederà un ampliamento dell’area del depuratore, cosa confermata anche dal direttore di Eco Center, Marco Palmitano. L’impianto, infatti, prevede il riadattamento di alcune parti esistenti e la costruzione di due torri alte 24 metri dove troveranno posto i “reattori” per il processo di trattamento. Alla fine ne risulterà acqua depurata, che verrà pompata direttamente nell’Adige e non nella Fossa Grande. «Puntiamo a produrre energia dal biogas invece che consumarne - dicono i tecnici - e questo si potrà avere con l’impianto». Per quanto riguarda i tempi, il progetto è approvato e attende solo lievi modifiche; nella primavera prossima si prevede la gara di appalto a livello europeo, così da averlo pronto per fine 2011. Il costo ammonta a circa 6 milioni e 450 mila euro. (b.c.)
Alto Adige 13-11-10
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lunedì, 08 novembre 2010



CASTEL FIRMIANO Il problena dei rifiuti va subito affrontato con serietà

 Davanti a Castel Firmiano si svolge la triste faccenda dei rifiuti dell’Alto Adige e non tende a finire. Il Monte imperiale (Kaiserberg) viene definitivamente trasformato in monte dei rifiuti, un gigantesco monumento allo spreco, alla distruzione e al disprezzo. dimostrato che l’intervento di risanamento del sito “Bolzano 1” produce soltanto terreno contaminato, perché lascia sul posto la composizione dei rifiuti pericolosi tali e quali senza impermeabilizzazione della base. L’intervento non corrisponde alle norme per la costruzione di discariche e perciò è illegale, non restituisce al suolo e al sottosuolo i requisiti di qualità di un’area legalmente classificabile zona destinata a verde pubblico o ad attività ricreative e sportive. Il luogo resta degradato a sito di un incontrollato deposito definitivo di rifiuti pericolosi, collocato oltretutto in una zona altamente sensibile con gravi conseguenze per l’uomo e l’ambiente. Viene distrutto un luogo potenzialmente ideale per un razionale sviluppo urbano del capoluogo. Sono appunto i cosiffatti atti vandalici nell’ambito economico che inevitabilmente hanno una ripercussione disastrosa sui principali capitoli del bilancio sociale e compromettono la qualità di vita.
L’obbiettivo deve essere quello di fare diventare Bolzano la città alpina dei tre fiumi. Se gli operatori privati e istituzionali vogliono davvero essere lo schieramento riformista, devono cogliere la sfida e affrontare senza indugio l’opera di recupero e sviluppo del Kaiserberg.
Alto Adige 8-11-10
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sabato, 06 novembre 2010



Nucleare: prevenire curare

Ciao amici
il prossimo weekend sarà l’anniversario del referendum popolare contro il nucleare. Le ragioni che portarono gli italiani a dire no all'atomo 23 anni fa sono ancora valide oggi e l'unica strada sostenibile è quella del risparmio energetico, dell'efficienza e dello sviluppo delle fonti rinnovabili e pulite. È questo il messaggio lanciato dal Comitato "Fermiamo il nucleare, non serve all'Italia" di cui anche noi facciamo parte.

Vedi il Link: http://www.greenpeace.org/italy/news/nucleare-comitato
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mercoledì, 03 novembre 2010



In vigore i divieti anti-inquinamento

BOLZANO. Entrata in vigore da ieri l’ordinanza invernale antismog del Comune. La misura è volta al contenimento delle polveri sottili. In tutto il centro abitato da oggi fino al 31 marzo - dal lunedì al venerdì, festivi esclusi - c’è il divieto di circolazione dalle 7 alle ore 10 e dalle 16 alle 19 per tutti i veicoli Euro Zero ed Euro 1, oltre che per i motoveicoli ed i ciclomotori a due tempi. Si tratta dei veicoli più vecchi ed inquinanti. Attenzione alle multe, da quest’anno molto più care per disposizione del nuovo codice della strada. Per chi verrà pizzicato dalla polizia municipale alla guida di veicoli a motore che non possono circolare, prevista un’ammenda pari a 155 euro (il doppio rispetto allo scorso anno) e la sospensione della patente tra i 15 ed i 30 giorni, se la violazione viene commessa due volte in un biennio. Multa di 78 euro, invece, per quanto riguarda i vecchi motoveicoli ed i ciclomotori a due tempi.
Alto Adige 3-11-10
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sabato, 30 ottobre 2010



Martedì scattano i divieti anti-smog

BOLZANO. Scattano da martedì le limitazioni al traffico previste dal piano anti-smog. In tutto il centro abitato, fino al 31 marzo, dalle ore 7 alle ore 10 e dalle ore 16 alle ore 19, (salvo i casi di comprovata urgenza e necessità) a tutti i veicoli “Euro 0” ed “Euro 1”, nonchè a motoveicoli e ciclomotori a due tempi, anche se muniti di catalizzatore sarà vietata la circolazione. Via libera a veicoli ibridi, a metano, gpl o con filtro fap.
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mercoledì, 20 ottobre 2010




Piano antismog: divieti dal 2 novembre

BOLZANO. Da lunedì 2 novembre (fino al 31 marzo 2011) scatta il piano antismog del Comune per contenere l’inquinamento.

Due i punti fondamentali: confermato il divieto di circolazione per fasce orarie per Euro 0 ed Euro 1 e ciclomotori e motoveicoli a due tempi (anche se muniti di catalizzatore) e raddoppio delle multe solo per i veicoli, che passano da 78 a 155 euro e comprendono anche la sospensione della patente tra i 15 ed i 30 giorni, se la violazione viene commessa due volte in un biennio. A margine il comandante dei vigili ricorda che l’anno scorso le multe sono state in tutto 532.

LE FASCE ORARIE. L’ordinanza prevede che a partire da lunedì 2 novembre fino al venerdì dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19 non possano circolare i veicoli Euro 0 ed Euro 1 oltre ai motorini a due tempi anche se muniti di catalizzatore. Esclusi i festivi.

AUTO BLOCCATE. Non potranno circolare le auto non Euro o Euro 0: si tratta dei veicoli più vecchi ed inquinanti. Devono fermarsi se nessuna normativa di riferimento è indicata sulla carta di circolazione, o se quella indicata è anteriore alla 91/441/CE, 91/542/CEE - punto 6.2.1.A, 93/59CEE. Ferme le auto Euro 1: si tratta dei veicoli sulla cui carta di circolazione è indicata la direttiva 91/441/CE o 91/542/CEE punto 6.2.1.A o 93/59CEE;

AUTO ESENTATE. Non sono colpiti dalle limitazioni: veicoli con alimentazione elettrica, ibrida (elettrico/benzina, metano/benzina, gpl/benzina), od altra ad emissione zero. I motoveicoli ed i ciclomotori a quattro tempi. Gli autoveicoli dotati di filtro antiparticolato omologato ed i veicoli utilizzati per il trasporto di portatori di handicap oltre a tutte le urgenze (ambulanze, autoveicoli di medici o veterinari (muniti dell’apposito contrassegno di medico / veterinario in servizio), veicoli per i servizi sociali alla persona ecc.).

STOP AGLI SCOOTER. Lo stop alla circolazione dei motorini a due tempi penalizza soprattutto i ragazzi che li usano per andare a scuola e spostarsi in città. Anche se il fatto che il divieto valga nel periodo invernale limita l’impatto, in quanto con l’abbassamento della temperatura si riduce anche il numero dei giovani che vanno a scuola in motorino. Questo, almeno, basandosi sull’esperienza degli altri anni.

LE MULTE. Il comandante dei vigili - Sergio Ronchetti - spiega che «con le recenti modifiche al codice della strada si inaspriscono le sanzioni amministrative per i trasgressori che prevedono per i veicoli a motore un’ammenda pari a 155 euro (il doppio rispetto allo scorso anno) e la sospensione della patente tra i 15 ed i 30 giorni, se la violazione viene commessa due volte in un biennio, e multa di 78 euro per quanto riguarda i motoveicoli ed i ciclomotori a due tempi.

LA ZONA ZTL. Aggiornata l’ordinanza relativa alla zona a traffico limitato che prevede il divieto di circolazione 0-24 (tutti i giorni, domenica e festivi compresi).

STRADE SENZA DIVIETO.

Le disposizioni, per quanto riguarda il capoluogo, si applicano all’intero centro abitato, eccezion fatta per: via Merano e via Castel Firmiano; via Macello da ponte Campiglio fino al parcheggio Bolzano Centro; via Calvario a monte dell’intersezione con via Piè di Virgolo; via Maso della Pieve, dal confine con il Comune di Laives fino all’intersezione con via Volta; via Claudia Augusta a valle dell’intersezione con via Riva del Garda e via Volta; tutta la Zona di Bolzano sud e la zona artigianale dei Piani compresa tra il sottopasso di via Renon - incrocio via Piani, ponte Campiglio, il sottopasso di via Mayr Nusser e via Macello; via Sarentino e via Cadorna a monte dell’intersezione con via Fago; via Fago; piazza Gries nel tratto di collegamento tra via Fago e via Vittorio Veneto; via Vittorio Veneto; via San Maurizio e Via Böhler.

INFORMAZIONI. Per avere ulteriori informazioni è possibile cliccare sul sito Internet del Comune: www.comune.bolzano.it.

DAL 2 NOVEMBRE Torna l’ordinanza anti-inquinamento nel comune di Laives

 Dal prossimo 2 novembre anche a Laives tornerà l’ordinanza di limitazione del traffico contro l’inquinamento. Informazioni dalla polizia municipale. (b.c.)

Alto Adige 20-10-10

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venerdì, 15 ottobre 2010



A22: in arrivo barriere anti inquinamento

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. L’Alto Adige, e in particolare i Comuni di Bolzano e Bressanone, rischiano una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea: sforano i limiti di legge per le emissioni da ossidi di azoto, dovute soprattutto al traffico motorizzato, in particolare lungo i tratti autostradali che attraversano le città. Per rimediare Comune, Appa, Tis e Provincia stanno studiando le possibili soluzioni. Tre le vie per rientrare nei limiti: introduzione di veicoli Euro 6; realizzazione di barriere antirumore molto alte, per tentare di convogliare le emissioni fuori dai centri abitati; limitazioni alla velocità nei tratti autostradali infracittadini.
 È quanto emerso ieri alla presentazione del catasto provinciale delle emissioni, voluto dall’assessore provinciale all’Ambiente Michl Laimer. «Perché per prendere delle decisioni, e dovremo necessariamente farlo entro l’anno, occorre disporre di dati certi e approfonditi, coi quali sia possibile simulare le varie situazioni di inquinamento», ha spiegato l’assessore. Il catasto, elaborato dall’Appa, ha evidenziato alcuni dati, per un verso preoccupanti, per un altro meno. Preoccupano meno che non in passato le cosiddette polveri sottili. Le emissioni sono comunque significative, ma anche grazie alle favorevoli condizioni meteo invernali, come ha spiegato il direttore dell’Appa Luigi Minach, negli ultimi anni i limiti di legge non si sono superati. I rilievi dell’Appa, coadiuvato da uno studio coordinato dal Tis sulle centrali a biomassa, hanno evidenziato però che in Alto Adige esiste un problema legato all’elevato numero di riscaldamenti a legna: il 50% delle pm10 è causato da stufe e caminetti. Non così a Bolzano, dove l’80% delle emissioni è causato dal traffico automobilistico. Come dal traffico automobilistico è causata la maggior parte delle emissioni di ossidi di azoto. Ogni anno in Alto Adige vengono emesse nell’atmosfera 7.940 tonnellate di tali sostanze inquinanti. Per il 73,13% sono causate dall’autostrada del Brennero e dalla Mebo (A22 45%, Mebo 4%). Il traffico extraurbano contribuisce per il 38%, quello urbano per il 13%. Come spiega Georg Pichler, dell’ufficio provinciale Aria e rumore, «entro l’anno la Provincia e il Comune dovranno proporre allo Stato e quindi all’Ue le contromisure per rientrare nei limiti. Per ora non si è deciso nulla, ma le strade praticabili da un punto di vista tecnico sono tre».
 Intanto, ma qui dovrebbe entrare in gioco l’Ue stessa, «si dovrebbe imporre, almeno per i mezzi pesanti, gli standard Euro 6: sull’A22 circolano per lo più Tir, la cui vita media è forse tre anni. Se tutti fossero Euro 6, la situazione migliorerebbe molto». Inoltre, visto che le emissioni incidono soprattutto lungo l’A22, «in città si potrebbero installare barriere antirumore piuttosto alte. Così, le emissioni verrebbero trasportate fuori città. Non le si eliminerebbe, ma almeno si allontanerebbero dalle abitazioni». Infine, «utile sarebbe limitare la velocità nei tratti autostradali infracittadini, tipo a 80-100 km/h». L’A22 acconsentirà?
Alto Adige 15-10-10
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martedì, 21 settembre 2010



Domenica 3 ottobre ancora senz’auto a Bolzano

VALERIA FRANGIPANE
BOLZANO. Domenica 3 ottobre Bolzano chiude di nuovo alle auto per far spazio alle migliaia di podisti che si riverseranno in città per partecipare a tre differenti maratone. La 42 chilometri che parte da Merano ed arriva in città, la 21 chilometri che scatta da Terlano e arriva in centro e la stracittadina da 10 chilometri. Il Comando della polizia municipale risponde così ai cento automobilisti che l’altroieri sono stati multati con 78 euro perché pizzicati a circolare nonostante il divieto, a tutti quelli che ieri hanno cercato disperatamente di farsi togliere la multa, alle centinaia di “furbetti” che l’hanno fatta franca ed a chi ha protestato con tutte le sue forze per non essere riuscito a strappare il permesso: «State attenti perché il 3 ottobre torna la volontà di far rispettare il divieto e poi non veniteci a dire che non lo sapevate. Per essere precisi dobbiamo dire che non chiude proprio tutta la città ma la stragrande maggioranza delle strade dalle 10.30 alle 15 sarà comunque inibita al traffico». I vigili mettono le mani avanti perché domenica scorsa Bolzano si è trovata spaccata in due con una coda di polemiche che non si spegne.
 Da una parte i ciclisti tornati padroni della strada per un giorno (i dati del Comune parlano di 4.386 partecipanti a Bolzanoinbici contro i 3.290 del 2009: “un successone”), dall’altra gli automobilisti che si sono trovati, di fatto, immobilizzati ed appiedati quando sopra la loro testa il traffico sull’A22 correva indisturbato.
 Automobilisti che si sono visti colpiti da un’ordinanza che hanno giudicato estemporanea, eccessiva ed assolutamente inutile e soprattutto applicata all’altoatesina e cioè con eccessiva rigidità.
 Ma i vigili non ci stanno ed offrono un’altra versione dei fatti. La loro.
 «Non abbiamo vessato proprio nessuno e non siamo stati inflessibili. In città per tutto il giorno hanno continuato a circolare i soliti furbetti, menefreghisti del volante che hanno fatto spallucce davanti ai volontari del Goer (gruppo operatori emergenza radio) scesi in strada per darci una mano. Questa è la nostra verità. E noi ci siamo trovati a gestire una situazione difficile perché il centralino è stato bersagliato dalle telefonate di protesta di chi segnalava automobili in circolazione nonostante tutto. “Voi vigili dove siete? - ci siamo sentiti dire “perché non controllate?” e ancora “ci sono i bambini in mezzo alla strada in bici e le auto che passano lo stesso e voi non fate multe”. Tante le segnalazioni assolutamente ingiustificate perché il blocco non ha interessato - per esempio - gli invalidi».
 Quindi il capitolo permessi.
 «Ne abbiamo rilasciati poco meno di duecento - spiegano al Comando di via Galilei - sia per anniversari di matrimonio, che per battesimi. Un bus di anziani atteso a Don Bosco è stato fatto passare senza alcun problema. Non è vero che siamo stati inflessibili».
 Tanti gli automobilisti che speravano di intenerire i vigili hanno detto di non sapere del divieto. «Allora è gente che vive fuori dal mondo, senza radio, giornali e televisione... il Comune ha pure pagato degli annunci perché non mancasse l’informazione che comunque è stata più che capillare». Il 3 ottobre si replica: chi non vuole problemi e rischiare multe è meglio che inizi ad attrezzarsi.
Alto Adige 21-9-10
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domenica, 19 settembre 2010



Bolzano va a piedi dalle 9 alle 17

Valeria Frangipane

BOLZANO. Tutti a piedi e centralino dei vigili preso d’assalto per chiedere informazioni. Oggi scatta a Bolzano la Giornata senz’auto (e senza scooter) in concomitanza con la manifestazione Bolzanoinbici: motori spenti dalle 9 alle 17 (si potrà circolare solo in alcuni “corridoi”). L’iniziativa promossa dall’Agenzia per l’ambiente cade nel bel mezzo del dibattito antismog. Bolzano rischia infatti l’avvio di una procedura d’infrazione da parte dell’Ue se non presenterà entro l’anno un piano di rientro per l’inquinamento da ossidi di azoto.
 L’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer chiede al Comune di trovare soluzioni in tempi rapidi.
 «Come Provincia - dice - sosterremo ogni tipo di iniziativa ma un fatto è certo: a dover prendere delle decisioni adesso è il Comune».
 Judith Kofler Peintner, assessore comunale alla mobiltà, ribatte spiegando che il Comune si sta dando da fare ma non fa miracoli.
 «Mi rendo conto anch’io che una giornata di stop alle auto non risolve il problema. La questione principe alla quale dobbiamo trovare una soluzione è lo smog da biossido di azoto causato dalla mole di traffico che percorre l’A22 giorno e notte. Perfettamente inutile costringere i bolzanini ad andare in bici o a piedi quando poi ci passa l’autostrada sopra la testa. Ma certo non possiamo essere i soli a decidere, la Provincia ed i vertici dell’autostrada ci devono dare una mano». A breve il Comune convocherà una commissione congiunta per discutere le possibili contromisure. «Inviteremo anche gli esperti dell’Appa - col direttore Luigi Minach in testa - per poter predisporre un piano d’azione ed avere in mano dati precisi». Minach, a proposito, ha più volte ripetuto che l’unica maniera per ridurre le emissioni è quella del limite di velocità a 90 chilometri orari da Bolzano Sud a Bolzano Nord. Assieme a Tirolo e Baviera si stanno studiando tariffe autostradali maggiorate per i mezzi più inquinanti (specie diesel) e limiti di velocità ridotti da introdurre nelle giornate di sforamento.
 LAVORO DEI VIGILI.
 Giornate calde per il centralino dei vigili urbani che ha squillato in continuazione. «I cittadini - spiega la polizia municipale - ci hanno posto mille quesiti diversi. Noi continuiamo a ripetere loro che oggi valgono le stesse regole di una normale domenica con blocco di traffico per sforamento dei limiti antismog. Quindi tutti a piedi e libera circolazione solo in alcuni “corridoi”: sull’Arginale, in tutta la zona industriale e poi in via Vittorio Veneto e via Fago in direzione della Val Sarentina».
 LE STRADE APERTE.
 È previsto il divieto di circolazione per tutti i veicoli a motore nell’intero centro abitato dalle 9 alle 17 - fatti salvi i casi di urgenza e necessità - ad eccezione dei tradizionali corridoi che saranno dunque percorribili, eccoli: via Merano e via Castel Firmiano; via Calvario a monte dell’intersezione con via Piè di Virgolo; via Maso della Pieve (dal raccordo con via Dürer fino all’intersezione con via Volta); via Claudia Augusta (a valle dell’intersezione con via Riva del Garda e via Volta); la zona produttiva di Bolzano Sud e la zona artigianale dei Piani; via Sarentino e via Cadorna (a monte dell’intersezione con via Fago); via Fago; piazza Gries (nel tratto di collegamento tra via Fago e via Vittorio Veneto); via Vittorio Veneto; via San Maurizio; via Lorenz Böhler; ponte Virgolo e via Mayr Nusser (unicamente per i veicoli in entrata/uscita del parcheggio “BZ Centro”); via Macello (nel tratto compreso tra il sottopasso ferroviario in corrispondenza di ponte Loreto) e la rotonda con ponte Campiglio. (v.f.)
Alto Adige 19-9-10


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Inquinamento da ossidi di azoto: l’ Europa punta il dito su Bolzano
Il problema dell’inquinamento è un problema serio, ed è essenzialmente un problema di salute dei cittadini.
Il biossido di azoto è una sostanza irritanti per le mucose e può contribuire all’insorgere di varie alterazioni delle funzioni polmonari, bronchiti croniche, asma ed enfisema polmonare. Le multe e le infrazioni stanno a testimoniare una mancanza di azione e di tutela della salute dei cittadini da parte dell’ Amministrazione Comunale e Provinciale.
Diverse sono le cause della produzione di ossidi di azoto, certamente una grossa fonte è rappresentata dall’ Autostrada  che attraversa la città, con insediamenti popolari, asili ed altre strutture pubbliche a pochi metri di distanza.
Il  problema da me sollevato in commissione mobilità ha portato alla decisione di convocare a breve un incontro tra le commissioni ambiente e mobilità con la partecipazione dell’ Appa per decidere le proposte in merito alla riduzione dell’ inquinamento in città.
Un primo importante passo che deve servire a giungere a rapide e concrete misure per la riduzione dell’inquinamento atmosferico da ossidi di azoto e da tutte le altre sostanze dannose presenti nell’aria di Bolzano.
Il Sindaco e l’ amministrazione Comunale continuano a prospettare soluzioni diverse: spostamento dell’autostrada  o suo interramento o un suo incapsulamento; tutte proposte  con scarse possibilità di attuazione per problemi tecnici e finanziari,comunque soluzioni a lunghissimo periodo e per le quali comunque, a parte le parole, non si è ancora avviato alcun concreto iter di fattibilità.
Esistono soluzioni a breve periodo, già sperimentate in altre nazioni, come la Svizzera in Canton Ticino, che porterebbero un immediato beneficio.
Far percorrere il tratto autostradale cittadino ad 80 km/h per tutti i mezzi,( Bolzano Nord-Bolzano Sud: 8 km )  è una soluzione attuabile nell’immediato, che insieme a tutte le altre misure : sui mezzi più inquinanti, sul traffico cittadino, sulle diverse fonti di NO2, riscaldamento domestico, inceneritore ecc. porterebbero ad una riduzione del livello di tali sostanze dannose per la salute dei cittadini ( es Pm 2,5).
Claudio Vedovelli

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sabato, 18 settembre 2010



Domenica senz’auto: a piedi dalle 9 alle 17  

Davide Pasquali
BOLZANO. Il 22 settembre in 32 comuni altoatesini si terrà la Giornata senz’auto, promossa dall’Agenzia provinciale all’ambiente e definita dall’assessore provinciale Michl Laimer come «un messaggio simbolico per il nostro futuro». A Bolzano la giornata senza traffico motorizzato è stata anticipata a domani, in concomitanza con Bolzanoinbici. Tranne i corridoi di scorrimento ai margini della città, niente auto dalle 9 alle 17.
 Quest’anno la giornata senza auto capita a fagiolo, nel bel mezzo del dibattito sull’inquinamento da ossidi di azoto. A tale proposito, ieri l’assessore Laimer ha ammonito: «Il Comune di Bolzano non è che possa fare qualcosa, ma deve fare qualcosa, e in tempi rapidi». Infatti, se entro fine anno non verrà presentato un piano di rientro nei limiti di legge, attualmente sforati per quanto riguarda il biossido di azoto, l’amministrazione municipale rischia una procedura di infrazione da parte della Commissione europea. «Come Provincia - ha dichiarato ieri Laimer - sosterremo qualunque iniziativa, ma un fatto è certo: a dover prendere delle decisioni è il Comune. Noi, già ora, assieme all’Appa stiamo elaborando un concetto, ma è troppo presto per parlare di contromisure concrete o per entrare nei dettagli. Comunque sia, stiamo sempre parlando di traffico, è da lì che arrivano i problemi maggiori. Si tratta di un tema delicato, da affrontare con sensibilità. La Provincia supporterà, con il potenziamento del trasporto pubblico e tutto il resto, ma a muoversi, in prima linea, dovrà essere il Comune. È essenziale avviare al più presto un dialogo».
 Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Pdl, col consigliere comunale Fernando Pontecorvo, il quale ha chiesto che la prossima seduta del consiglio comunale, martedì 21, sia dedicata al tema dell’inquinamento in città e ai relativi provvedimenti da assumere. «È ridicolo - dichiara - e allo stesso tempo preoccupante che alla minaccia dell’avvio di una procedura d’infrazione europea il sindaco possa ad oggi rispondere solo con l’organizzazione dell’iniziativa Bolzanoinbici». A detta del Pdl «appare ora necessario ed urgente un nuovo patto per la città, un progetto concordato e trasversale ai diversi schieramenti politici, condiviso dalla cittadinanza, che sia capace di programmare una radicale diminuzione dell’inquinamento cittadino, con interventi mirati e condivisi, efficaci ed innovativi».
 Sul tema interviene anche il consigliere Sel Guido Margheri. «Subito un piano d’azione: limitare il traffico automobilistico privato e, in particolare, quello dei veicoli più inquinanti; introdurre limiti di velocità sull’A22 nel tratto compreso fra i caselli di Bolzano; predisporre controlli severi sul rispetto delle normative, delle temperature e degli orari relativi agli impianti di riscaldamento e alle emissioni delle aziende a rischio».

Chiuse tutte le strade tranne alcuni corridoi

BOLZANO. Bolzano anticipa a domenica 19 la sua Giornata senz’auto, mentre altri comuni altoatesini proporranno analoga iniziativa mercoledì 22 settembre. Una scelta dettata dal fatto che proprio domenica andrà in scena anche una nuova edizione di Bolzanoinbici. È previsto il divieto di circolazione per tutti i veicoli a motore nell’intero centro abitato dalle 9 alle 17 - fatti salvi comunque i casi di comprovata urgenza e necessità - ad eccezione dei tradizionali corridoi che saranno dunque percorribili, ovvero: via Merano e via Castel Firmiano; via Calvario a monte dell’intersezione con via Piè di Virgolo; via Maso della Pieve - dal raccordo con via Dürer fino all’intersezione con via Volta; via Claudia Augusta a valle dell’intersezione con via Riva del Garda e via Volta; la zona produttiva di Bolzano Sud e la zona artigianale dei Piani; via Sarentino e via Cadorna a monte dell’intersezione con via Fago; via Fago; piazza Gries, nel tratto di collegamento tra via Fago e via Vittorio Veneto; via Vittorio Veneto; via San Maurizio; via Lorenz Böhler; ponte Virgolo e via Mayr Nusser unicamente per i veicoli in entrata/uscita del parcheggio “BZ Centro”; via del Macello, nel tratto compreso tra il sottopasso ferroviario (in corrispondenza del ponte Loreto) e la rotonda con il ponte Campiglio. Esentati dalle limitazioni i mezzi pubblici, quelli sanitari, i mezzi di servizio, quelli delle forze dell’ordine, i mezzi di emergenza, ecc.

Alto Adige 18-9-10
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venerdì, 17 settembre 2010



Energia verde: settore strategico per le imprese

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Scatta giovedì prossimo la Klima-Energy, fiera dedicata alle energie rinnovabili. Saranno 185 gli espositori che fino a sabato presenteranno i loro prodotti su una superficie complessiva di 9.000 metri quadrati. Ricco il programma di eventi collaterali.
 «Quello delle energie rinnovabili - spiega il presidente della Fiera Gernot Rössler - è un settore fondamentale per la nostra economia: da una parte permette alle aziende ma anche ai privati di risparmiare, dall’altra garantisce posti di lavoro». Non a caso alla tre giorni di esposizione partecipano le associazioni di categoria di albergatori, industriali e artigiani. «Per il settore alberghiero - afferma il presidente dell’Hgv Walter Meister - i costi energetici rappresentano una quota che va dal 2 al 5% dei costi complessivi. Se possiamo risparmiare è un vantaggio per tutti, se poi possiamo farlo rispettando l’ambiente è ancora meglio, perché la sostenibilità ambientale è un fattore che sempre più spesso incide sulle scelte dei turisti». Arrigo Simoni, vicepresidente della Fiera, rimarca invece l’importanza delle energie rinnovabili per l’artigianato: «Molte piccole aziende altoatesine sono specializzate in questo settore: più si punta sul risparmio energetico e più possibilità hanno di lavorare».
 La fiera, dedicata agli esperti del settore (ingegneri, progettisti, imprenditori, installatori ma anche investitori), ospiterà anche la giornata dell’industria - si terrà venerdì e sarà dedicata al rapporto tra economia e tecnica -, gli Enertour del Tis, la premiazione del KlimaEnergy Award e diversi incontri sul tema dell’energia, tra cui l’appuntamento con il meteorologo Luca Mercalli, intervenuto ieri alla presentazione della fiera per spiegare che «i ghiacciai alpini sono a rischio a causa delle crescenti emissioni di Co2 e del surriscaldamento globale».
 ORARI E PREZZI. La Klima-Energy si svolge dal 23 al 25 settembre con apertura dalle ore 9 alle 18 giovedì e venerdì e dalle 9 alle 16 il sabato. Il biglietto di ingresso costa 10 euro, ma se si prenota on-line si paga la metà. Tutte le informazioni su espositori ed eventi collaterali si trovano sul sito www.klima-energy.it.
Alto Adige 17-9-10
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venerdì, 17 settembre 2010



Smog: in arrivo nuovi limiti al traffico

BOLZANO. Sforamento dei limiti di legge per l’inquinamento da ossidi di azoto e conseguente rischio d’avvio di una procedura d’infrazione da parte dell’Ue se entro il 2010 non sarà presentato un piano di rientro: il Comune ora convoca la commissione congiunta Ambiente e Mobilità, cui parteciperà anche l’Appa. Si prospettano limitazioni alla circolazione e limite di velocità a 90 km/h in A22 fra Bolzano Nord e Sud.
 Quanto agli ossidi di azoto Bolzano mostra sforamenti da diversi anni, ma dal 2008 l’Ue ha stabilito nuovi limiti, più restrittivi: non è stato posto solo un tetto ai giorni di sforamento, ma si tiene in considerazione pure la media annuale, che non può superare i quaranta microgrammi per metro cubo. Nel capoluogo altoatesino, però, come d’altronde a Bressanone, questo valore nel 2009 è stato superato, soprattutto ad Oltrisarco, dove si sono raggiunti i 46 microgrammi metro cubo. Oltre i limiti si è anche in piazza Adriano.
 Se in passato era più semplice fare spallucce, ora non è più così: entro fine dicembre il Comune dovrà far pervenire al ministero dell’Ambiente, che poi lo girerà a Bruxelles, un piano di rientro nei limiti di legge. Altrimenti, verrà avviata una pesante procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Per correre ai ripari, su espressa richiesta dell’Appa, la giunta comunale ha affidato ad una ditta specializzata uno studio ad hoc. Basandosi sui dati Appa, si cercherà di capire quali siano le fonti inquinanti, in che misura, e quali siano le possibili contromisure da adottare. Ma il tempo stringe e, in attesa che lo studio sia pronto, ieri si è parlato dello scottante argomento in commissione consiliare mobilità: nel corso della seduta, su pressione dei consiglieri, l’assessore alla Mobilità Judith Kofler Peintner ha annunciato che a breve verrà convocata una commissione congiunta fra Mobilità e Ambiente, per discutere delle possibili contromisure. «Alla commissione congiunta inviteremo anche gli esperti dell’Appa, per poter predisporre un piano d’azione. Ovviamente è prematura qualsiasi decisione, ma è noto che la maggior fonte inquinante in termini di biossido di azoto a Bolzano sia l’A22. Già in passato si erano ipotizzate delle misure per ridurre le emissioni, ora si dovrà per forza passare dalle parole ai fatti». L’Unione europea, infatti, pretende il rientro nei limiti di legge nel più breve tempo possibile e comunque al più tardi entro il 2015. «Le fonti di inquinamento sono molte, compresi il riscaldamento domestico, su cui però si è lavorato bene, e pure il traffico cittadino, ma dovrà essere coinvolta anche l’Autobrennero. Parlo non da tecnica, ma la misura più incisiva sarebbe sicuramente la riduzione del limite di velocità di cui si era già parlato più volte in passato». Di recente l’aveva proposta con convinzione anche lo stesso direttore dell’Appa, Luigi Minach: «Sarebbe opportuno ridurre il limite di velocità a 90 chilometri orari da Bolzano Sud a Bolzano Nord. In tal modo le emissioni si ridurrebbero e si rientrerebbe nei limiti».
 Non sono ovviamente da escludere, come spiegano assessore e consiglieri, anche limitazioni al traffico veicolare infracittadino e alle emissioni della zona produttiva.
 Infine, occorre registrare che sullo stesso fronte sta lavorando anche l’assessorato provinciale all’Ambiente. Assieme a Tirolo e Baviera si stanno studiando tariffe autostradali maggiorate per i mezzi più inquinanti (specie diesel) e limiti di velocità ridotti da introdurre nelle giornate di sforamento. (da.pa)
Alto Adige 17-9-10
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giovedì, 16 settembre 2010



Troppo smog, si rischia la multa Ue

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Inquinamento da biossido di azoto: i valori medi annuali registrati dall’Appa superano quelli massimi tollerati dalle direttive comunitarie. Per questo motivo, ora il Comune rischia l’avvio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea. Succederà se entro la fine dell’anno non verrà elaborato e consegnato alla Commissione europea un piano di risanamento dell’atmosfera che dovrà prevedere le modalità di rientro nei limiti di legge nel più breve tempo possibile e comunque al più tardi entro il 2015. Per correre ai ripari, la giunta comunale ha quindi deciso di affidare un incarico speciale (20 mila euro il costo) alla ditta specializzata bolzanina Cisma Srl. Dovrà valutare l’impatto delle emissioni in città. Sulla base dello studio sull’impatto, il Comune dovrà poi rapidamente elaborare il piano d’azione.
 A richiedere al Comune un intervento in tempi brevi è stata l’Agenzia provinciale all’ambiente. Come precisa Luca Verdi, direttore del Laboratorio di chimica fisica dell’Appa, «se negli ultimi anni l’inquinamento da pm10, anche per le favorevoli condizioni meteorologiche, si è fortemente ridimensionato, non così per l’inquinamento da ossidi di azoto. Pioggia e neve invernale non hanno affatto migliorato la situazione». I valori soglia per gli ossidi di azoto nell’atmosfera sono stati superati in particolare nella centralina di piazza Adriano e, soprattutto, in quella di via Claudia Augusta. «Se il valore limite medio annuale imposto dalla direttiva 2008/50/CE è di 40 microgrammi per metro cubo, a Oltrisarco nel 2009 ne abbiamo registrati in media 46. Più o meno, negli anni i valori sono stabili. Ergo, volenti o nolenti in qualche modo si dovrà intervenire». Non sono poche, infatti, le ripercussioni sulla salute e sull’ambiente naturale dovute alla presenza in atmosfera degli ossidi di azoto. Si tratta di affezioni alle vie respiratorie; danni di vario tipo alle piante e agli ecosistemi in seguito all’azione congiunta di più inquinanti; eccessiva concimazione degli ecosistemi. Gli ossidi di azoto sono inoltre importanti precursori delle precipitazioni acide, degli aerosol secondari e, insieme ai composti organici volatili, anche dei cosiddetti fotoossidanti (ozono/smog estivo).
 Il provincia il maggior inquinatore in termini di ossidi d’azoto è l’A22, ma a Bolzano non è detto sia così. Ci sono di mezzo i riscaldamenti, la zona produttiva, l’intenso traffico intra-cittadino.
 «Siamo consci di dover prendere delle decisioni - commenta l’assessore comunale Patrizia Trincanato - per questo abbiamo dato l’incarico a una ditta specializzata, una delle poche in Italia. Una volta ottenuti i risultati, avremo una buona occasione per elaborare delle nuove strategie di controllo e abbattimento dell’inquinamento».
Alto Adige 16-9-10
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sabato, 04 settembre 2010



Una gara d’appalto per i pannelli solari sopra il municipio di Laives

LAIVES. Dando seguito ad un progetto realizzato in collaborazione con l’Eurac, anche il Comune di Laives imbocca la strada del fotovoltaico. Il sindaco Liliana Di Fede ha preannunciato in consiglio comunale una gara di appalto per la prossima settimana e il progetto riguarderebbe complessivamente 11 edifici comunali, tra i quali ovviamente anche il nuovo municipio. Si tratterebbe di installare sul tetto di questi edifici pannelli fotovoltaici per produrre energia elettrica. Secondo un calcolo preventivo, la spesa complessiva si aggirerebbe attorno ai 2,5 milioni di euro e nell’arco di 20 anni l’introito netto derivante da questi impianti potrebbe raggiungere più o meno la stessa quota, 2,3 milioni di euro. Si tratta del netto come detto, perché in realtà, ai prezzi attuali, in vent’anni si ricaverebbero dal fotovoltaico 8,5 milioni di euro, somma dalla quale vanno sottratti il costo degli impianti stessi e poi quasi 2 milioni di ammortamento del mutuo, insieme ad un altro milione circa di spese per manutenzioni e riparazioni durante l’arco dei vent’anni di esercizio dei pannelli.
 Della questione si discute oramai da qualche anno e nel frattempo è calata la quota di incentivi che lo Stato destina a questi specifici interventi nel settore dell’energia pulita. (b.c.)
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mercoledì, 28 luglio 2010



Secondo impianto di depurazione (FOSSA GRANDE ) C’è il via libera

BRONZOLO. Parere positivo è stato espresso dal Comitato tecnico provinciale nella sua ultima seduta in merito al progetto di ampliamento dell’impianto di depurazione delle acque a Bronzolo e al risanamento della strada principale di Velturno con l’eliminazione delle barriere architettoniche.
 Il progetto preliminare presentato dalla Ecocenter prevede l’ampliamento dell’impianto di depurazione con uno stadio anaerobico per il pretrattamento delle acque reflue della «Vog» e con la costruzione di una stazione di pompaggio per lo scarico del depuratore. L’opera prevede una spesa di 6,5 milioni di euro ed è stato approvato ora dai tecnici della Provincia.
Questo secondo impianto si è reso necessario dopo avere scoperto che proprio dal sovraccarico di liquami provenienti dalla Vog derivava il cattivo odore che per lunghi giorni periodicamente assediava il circondario della Fossa Grande. L’impianto di depurazione gestito da Ecocenter infatti non riusciva a smaltire la quantità di liquami prodotta dalla ditta nei periodi di punta della sua produzione in concomitanza con la raccolta delle mele: un carico pari a circa 180 mila abitanti. Questo secondo impianto, che ora ha il via libera, dovrebbe risolvere il problema.
Alto Adige 28-7-10
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venerdì, 16 luglio 2010



Terzo sforamento dei valori di ozono Ma di notte cala

LAIVES. Il gran caldo di questi giorni, tra le altre cose, favorisce un aumento dell’ozono nell’atmosfera, cosa che anche la centralina situata in zona sportiva Galizia sta registrando. La “soglia di informazione” è a 180 microgrammi per metro cubo e mercoledì, in tarda serata, ha raggiunto quota 189. «L’ozono è un gas inquinante in grado di irritare le mucose - spiega il dottor Luigi Minach, del laboratorio di chimica provinciale -. Il gas si crea per reazione fotochimica, ovvero per irraggiamento del sole, che innesca la reazione chimica con altri inquinanti “precursori” e quelli organici volatili. La soluzione potrebbe arrivare con il vento, che spazza l’atmosfera, oppure con un bel temporale o ancora, con una riduzione dell’insolazione».
 L’ozono si forma maggiormente nella conca di Bolzano e in Bassa Atesina, anche per un certo apporto da sud delle correnti d’aria, mentre le valli laterali sono meno colpite. «Comunque finora è andata abbastanza bene - continua Minach - perché siamo al terzo sforamento con l’ozono e questo nonostante il caldo attuale. Il gas è molto reattivo con gli altri inquinanti e quindi di giorno aumenta, mentre di notte cala perché ragisce con gli altri inquinanti. Invece, dove l’aria è più pulita, come a Renon, di notte non cala». (b.c.)
Alto Adige 16-7-10
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martedì, 29 giugno 2010



Rischio ecologico a Bolzano Sud

 I rifiuti sono stati messi lì dall’azienda del gas di Bolzano cinquant’anni fa. Sono rimasti lì per decenni, fortunatamente senza causare danni, ma ora vanno rimossi in fretta.
 Impossibile chiamare in causa chi negli anni Sessanta depositava a Bolzano Sud rifiuti pericolosi senza infrangere nessuna legge. «All’epoca - si rammarica Durnwalder - potevano fare praticamente quello che volevano». Le norme in materia ambientale sono arrivate dopo. Del resto, tutti sapevano che per il terreno dove sorgerà il nuovo termovalorizzatore fosse necessaria una bonifica. Ma la novità sono queste 8.500 tonnellate ulteriori di sostanze nocive, di cui finora nessuno sapeva nulla. Possibile che una tale quantità di materiale pericoloso sia stato scoperto solo ora? Durnwalder è furioso: «È una cosa inconcepibile anche per me. Voglio andare fino in fondo a questa vicenda e se saranno accertate delle responsabilità, la Provincia chiederà i danni». La priorità però adesso è un’altra: bisogna portare via il più in fretta possibile le sostanze nocive. «Altrimenti - spiega Durnwalder - si corre il rischio di inquinare la falda acquifera. È stata una fortuna che non sia ancora successo».
 La Provincia ieri ha stanziato 4,5 milioni per lo smaltimento di questa sostanza fangosa a metà tra il liquido e il solido. Il materiale sarà trasportato in Germania, dove ci sono impianti specializzati. Stando alle rassicurazioni che arrivano dalla Provincia, non ci sono rischi immediati (d’altronde i rifiuti nocivi sono lì da 50 anni), ma la fretta che è stata messa all’ufficio lavori pubblici è un segnale evidente della pericolosità dei residui.
 Inevitabilmente si è subito riaccesa la polemica attorno all’inceneritore. Anche per questo Durnwalder è scocciato: «Quella dell’inceneritore è una storia infinita», sbotta. È quello che sostengono anche i Verdi, che in un’interrogazione presentata dai consiglieri Riccardo Dello Sbarba e Hand Heiss ricostruiscono la storia travagliata di questo progetto: «Il 29 settembre del 2003 con delibera numero 3397 fu fissato a 71,14 milioni di euro l’importo di spesa presunta dell’impianto. Il 9 maggio 2005 con delibera 1589 fu decisa una variazione del costo complessivo dell’opera a 98,45 milioni. Il 7 settembre 2009 con delibera 2245 fu decisa un’ulteriore variazione del costo complessivo dell’opera, portato a 117,92 milioni. Ora, con la nuova spesa di 4,5 milioni si arriverebbe a una cifra complessiva di 122,42 milioni, ovvero il 72% in più del costo inizialmente previsto. L’aumento dei costi si aggiunge allo slittamento dei tempi: nel 2007 la Provincia annunciò che l’impianto sarebbe entrato in funzione nel 2009, invece siamo già nel 2010 e ancora si sta scavando, con la fine dei lavori fissata al dicembre del 2012». I Verdi chiedono chiarezza su costi e tempi, ma soprattutto sul perché le analisi del suolo non avevano evidenziato la presenza del materiale pericoloso e «se a questo punto non sia opportuno decidere una pausa di riflessione sulla scelta di costruire il nuovo inceneritore». Critici anche i Freiheitlichen che denunciano come ancora una volta a pagare dovranno essere i contribuenti: «È uno scandalo - tuona il capogruppo Pius Leitner - che lo smaltimento di questi rifiuti tossici venga fatto pagare a tutti noi. Perché tutte le bonifiche in zona industriale sono a carico dei contribuenti e non di chi ha prodotto l’inquinamento?».
Alto Adige 29-6-10
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sabato, 26 giugno 2010



Idrogeno in autostrada: progetto presentato all’Unione Europea

BOLZANO. Il progetto del corridoio verde tra Modena e Monaco è stato presentato al Parlamento europeo. Come noto, all’uscita autostradale di Bolzano Sud sarà costruito il primo impianto di produzione e distribuzione di idrogeno da fonti energetiche rinnovabili.
 Il nuovo impianto pilota per produzione, stoccaggio e distribuzione d’idrogeno lungo l’asse del Brennero costituisce il primo passo concreto per una autostrada dell’idrogeno fra Monaco e Modena: si punta a un distributore d’idrogeno ogni 100 chilometri per consentire l’approvvigionamento lungo un tratto di 600 chilometri di lunghezza. Prevista anche la realizzazione di un parco eolico al Brennero.
Alto Adige 26-6-10
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mercoledì, 23 giugno 2010



Depuratore: arriva il secondo impianto

 LAIVES. Lo scorso anno la puzza proveniente dal depuratore Fossa Grande di Bronzolo era stata l’incubo per tutto il circondario: ora Ecocenter sta progettando un nuovo impianto che dovrebbe eliminare il problema. L’argomento sarà anche al centro del prossimo incontro dei sindaci di Laives, Vadena e Bronzolo.
 I cattivi odori provenienti da Fossa Grande sono durati giorni e solo dopo alcune verifiche tecniche si era capito che a mandare in tilt il grande impianto di depurazione gestito da Ecocenter era stato il sovraccarico di liquami proveniente dalla ditta Vog che, nei periodi di punta della sua produzione in concomitanza con la raccolta delle mele, produce un carico di liquami pari a circa 180 mila abitanti. Il processo di depurazione a sua volta si basa su meccanismi delicatissimi, affidati ai microrganismi i quali, con cambiamenti repentini della qualità delle acque nere, possono anche cessare il loro lavoro: ed è ciò che è successo lo scorso autunno. Il risultato è la puzza persistente e fastidiosa che per alcune settimane lo scorso autunno ha ammorbato l’aria a Laives, Bronzolo e Vadena.
 Ora Ecocenter ha individuato la soluzione, che nel giro di alcuni anni dovrebbe entrare in funzione. «Si tratterà di un impianto specificatamente realizzato per trattare le acque reflue della ditta Vog - spiega l’ingegner Marco Palmitano, direttore di Eco Center -, una soluzione anche meno costosa del previsto perché sarà un sistema di depurazione anaerobico, ovvero non necessiterà di apporto di ossigeno perché il processo di depurazione avverrà in sua assenza. Se tutto va bene entro quest’anno potremmo avere il progetto ed entro il prossimo anno partirà la costruzione».
 Saranno soddisfatti anche i tre sindaci del circondario, che ad inizio luglio, per la prima volta dopo le elezioni comunali si troveranno per parlare proprio dei vari problemi in comune tra Laives, Bronzolo e Vadena e l’impianto di depurazione sarà tra questi. (b.c.)
Alto Adige 23-6-10
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domenica, 13 giugno 2010



Ottimi risultati per la raccolta dell’organico

Comunicato Comune di Laives 12-6-2010
A tre mesi dall'avvio della raccolta dell’organico per le attività produttive, il primo bilancio è decisamente positivo. Sia per quanto riguaarda la qualità che la quantità.

Le utenze produttive di Laives, San Giacomo e Pineta stanno dimostrando il loro grande impegno nella raccolta dell’organico. Finora sono stati conferiti all’impianto di Lana ca. 55 tonnellate di rifiuti organici, 17.960 kg a marzo, ben 18.340 kg in aprile e 16.100 kg a maggio. Queste quantità sono davvero notevoli in proporzione al numero di utenze.

Il gestore dell’impianto di biofermentazione fa sapere che il materiale consegnato è di ottima qualità. Questo significa che bar, ristoranti, alberghi, supermercati ecc. separano l’organico in modo coscienzioso, attendendosi alle istruzioni fornite al momento della consegna del contenitore.
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giovedì, 10 giugno 2010


ELETTROSMOG SUL LAVORO

 Oggi e domani, con inizio alle ore 8.45 nell’auditorium dell’Eurac a Ponte Druso, si tiene il convegno sul tema dell’esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici e alle radiazioni ottiche, convegno promosso dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e dall’Inail. Interverranno esperti di fama internazionale su argomenti tecnici, sanitari, normativi e ambientali.
Alto Adige 10-6-10



Al tema dell’esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici e alle radiazioni ottiche è dedicato il convegno promosso da Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e INAIL il 10 e 11 giugno a Bolzano.
L’esposizione ai campi elettromagnetici interessa sia il tempo libero che l'ambiente di lavoro. Il Laboratorio di chimica fisica dell’Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente e l’INAIL Direzione di Bolzano organizzano un convegno indirizzato ai professionisti e ai tecnici che si occupano di tutela della salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il convegno dal titolo "Esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici e alle radiazioni ottiche alla luce del D. Lgs. 81/2008" ha lo scopo di fornire un’impostazione di base completa, spaziando dalla normativa alle tecniche di misura, dagli aspetti sanitari alla valutazione del rischio. Approfondendo queste conoscenze si possono promuovere prevenzione, risanamento e pianificazione del settore delle esposizioni professionali e ottimizzare tempi e costi.
Il convegno è in programma giovedì 10 e venerdì 11 giugno con inizio alle ore 8.45 nell'Auditorium EURAC di viale Druso 1 a Bolzano. Interverranno esperti di fama internazionale su argomenti tecnici, sanitari, normativi e ambientali. Chi è interessato può compilare e inviare la scheda di iscrizione disponibile su www.provincia.bz.it/agenzia-ambiente/download/Anmeldeformular_Scheda_Iscrizione.doc
Il programma del convegno è disponibile al link www.provincia.bz.it/agenzia-ambiente/temi/convegno-bolzano-2010.asp




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mercoledì, 02 giugno 2010


I cacciatori ripuliscono la fascia pedemontana


LAIVES. Sono passati solo alcuni anni dall’ultima volta che i cacciatori della sezione locale hanno effettuato una pulizia lungo le strade che salgono verso La Costa Seit e verso la Vallarsa. Lo scorso fine settimana hanno ripetuto l’esperienza, passando al setaccio buona parte della costa pedemontana e nuovamente hanno raccolto alcuni quintali di rifiuti, abbandonati qua e là, in particolare lungo le rampe boschive accanto alle strade.
 L’iniziativa, del tutto spontanea, vuole contribuire a salvaguardare il nostro territorio ed è preziosa perché altrimenti nessun altro farebbe una pulizia del genere, dovendo salire e scendere per boschi molto scoscesi. Preoccupante il campionario di materiali raccolti e si va dai copertoni di auto a resti di arredamento, elettrodomestici rotti e immondizie varie. Questa volta sono state anche raccolte alcune lastre di amianto, utilizzate probabilmente per coprire qualche baracca. È solo il caso di ricordare che tutti questi materiali dovrebbero invece essere portati al centro di riciclaggio, dove vengono accettati gratuitamente e smaltiti come si deve invece di gettarli dove capita. (b.c.)
Alto Adige 2-6-10

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giovedì, 27 maggio 2010


Pannolini lavabili


In occasione della giornata mondiale del gioco organizzata dal VKE venerdì 28 maggio presso il Maso Premstaller, l’associazione Ambiente e Salute e il circolo Legambiente Bolzano predisporranno un un punto informativo sull’uso dei pannolini lavabili.
La gestione dei nostri rifiuti è uno dei problemi di cui, che ci piaccia o meno, dobbiamo occuparci se vogliamo conservare per le generazioni future un ambiente vivibile.
Ridurre la produzione di rifiuti è la prima fondamentale pratica che dobbiamo mettere in atto, non aspettando che le soluzioni arrivino dall’alto, ma cominciando a rivedere le nostre abitudini di consumo.
Negli ultimi anni in paesi come la Germania e l’Inghilterra hanno risolto egregiamente il problema della praticità dei pannolini di cotone che infatti stanno vivendo un nuovo momento di gloria.
L’Italia è indietro rispetto agli altri paesi, ma pian piano questa pratica si stà diffondendo anche da noi. Infatti sempre più frequentemente è possibile trovare in vendita i pannolini di cotone, anche in grandi catene di supermercati come le COOP.
Qual è la grande novità? I pannolini sono in tutto e per tutto uguali a quelli che si usano e gettano. Con due grandi differenze: quando sono sporchi invece che buttarli nel bidone dell’immondizia si “buttano” in lavatrice; nell’arco di due anni e mezzo di media di utilizzo per ogni bambino si spendono dai 1.000 ai 1.500 Euro in pannolini usa e getta. Con i pannolini lavabili, la spesa che comprende l’acquisto iniziale e i costi di acqua ed energia per i lavaggi, non supera complessivamente i 500/750 Euro per il primo figlio, quindi con un risparmio di circa il 50% di spese. Nel caso di un secondo figlio poi la spesa è di gran lunga inferiore perché non sarà necessario sostenere nuovamente l’acquisto iniziale.
Presso il gazebo di Ambiente e Salute e Legambiente venerdì pomeriggio dalle 13 alle 18, al Premstallerhof, troverete queste  e tante altre informazioni, potrete confrontarvi con mamme che hanno già utilizzato i pannolini di cotone, vedere dal vivo le diverse tipologie di pannolini acquistabili e molto di più.
Vi aspettiamo!
Paola Dispoto

Per saperne di più: www.nonsolociripa.it







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giovedì, 27 maggio 2010


MOBILITÀ ELETTRICA

BOLZANO. Sono stati avviati ieri ad Innsbruck dagli assessori provinciali Michl Laimer e Thomas Widmann , con la collega tirolese Patrizia Zoller-Frischauf, contatti per una collaborazione nel campo della mobilità elettrica, E-Mobility. L’incontro è stato organizzato dal gruppo di lavoro elettromobilità che opera nell’ambito del cluster creato nel Tirolo del Nord per ricerche e sviluppo nel settore. La giunta provinciale ritiene sia importare investire nel campo delle energie rinnovabili e dei mezzi di trasporto elettrici. Ai due assessori sono stati illustrati progetti sviluppati dalla Electro Drive Tirol nel campo del leasing di veicoli elettrici, il progetto pilota della Tiwag per la mobilità elettrica nella zona dell’Achensee, i distributori di energia privi di emissioni di CO2 ed i progetti di ricerca e sviluppo del cluster tirolese nel campo dell’E-Mobility. L’intenzione è quella di avviare un programma di collaborazione.
Alto Adige 27-5-10
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giovedì, 27 maggio 2010


Limiti ozono: superati in due stazioni

BOLZANO. Superata ancora - sul Renon e a Cortina all’Adige - la soglia di informazione dell’ozono. Lo ha reso noto ieri il laboratorio provinciale di chimica fisica. Per Cortina si tratta del secondo sforamento consecutivo nel giro di due giorni. Nel corso dell’ultima settimana, a causa del brusco aumento delle temperature e dell’insolazione, sono saliti anche in Provincia di Bolzano i valori relativi alla concentrazione di ozono nell’aria. Ieri - informa la Provincia - la soglia di informazione di 180 µg/m è stata superata in due stazioni di misurazione sul territorio altoatesino: a Cortina sulla strada del vino (dalle 17 alle 20, massima concentrazione oraria 183 µg/m’) e sul Renon (alle 18 e alle 19, massima concentrazione oraria 183 µg/m’). «Il caldo ed il forte irraggiamento solare fanno aumentare la concentrazione di ozono, ma la pioggia ed i temporali, che saranno più frequenti ed intensi a partire dalla giornata di oggi, la faranno diminuire», assicura il direttore del laboratorio provinciale di chimica fisica Luca Verdi. Alle persone con problemi all’apparato respiratorio si sconsiglia di fare sforzi all’aperto nelle ore pomeridiane e in quelle serali.
Alto Adige 27-5-10
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mercoledì, 26 maggio 2010


Ozono oltre la soglia a causa del caldo

CORTINA. Superata la soglia di informazione per l’ozono a Cortina sulla Strada del Vino. Il laboratorio di chimica fisica ha reso noto ieri che con l’aumento della temperatura e dell’insolazione negli ultimi giorni sono salite le concentrazioni di ozono. Lunedì, in particolare, stata superata la soglia di informazione di 180 µg/m² presso una delle stazioni di misurazione in Alto Adige, e precisamente a Cortina, alle ore 20 e alle ore 21 (massima concentrazione oraria: 189 µg/m²). Presso le stazioni di misurazione di Laives e del Renon la soglia di informazione è stata sfiorata. Le concentrazioni di ozono sono più elevate presso la conca di Bolzano fino a Merano, in Bassa Atesina, presso gli altipiani del Renon e di Siusi e lungo i pendii circostanti. La pioggia e i temporali previsti da oggi contribuiranno a far diminuire i picchi massimi. A persone con problemi all’apparato respiratorio si sconsiglia di fare sforzi all’aperto nelle ore pomeridiane e nelle ore serali (zone rurali). I dati si possono consultare sul sito internet www.provincia.bz.it/aria. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi al numero 0471/417140.
Alto Adige 26-5-10
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sabato, 22 maggio 2010


Quattro chilometri di barriere a Vadena lungo l’autostrada

VADENA. Un giro di orizzonte sugli interventi che l’A22 ha in programma lungo l’asse del Brennero ha dato il via al confronto che ieri ha avuto luogo tra alcuni amministratori comunali, guidati dal sindaco Alessandro Beati, il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder e i vertici dell’Autostrada.
 «Per il nostro territorio comunale - ha spiegato poi il sindaco Beati - Carlo Costa, direttore tecnico dell’A22, ci ha garantito che per ottobre di quest’anno dovrebbero essere ultimate le barriere antirumore che si stanno realizzando qui da noi. Sono 4 chilometri complessivamente, per una spesa di 8,5 milioni di euro, e l’unico problema (che comunque supereremo) è la resistenza frapposta da alcuni contadini della zona Birti, che non intendono far passare sulle loro proprietà i mezzi del cantiere stradale. In merito a questo, anche Durnwalder ha manifestato una certa irritazione per questo ostracismo».
 Poi ci sono i due cavalcavia, sempre sul territorio di Vadena, uno in costruzione a Piccolongo e l’altro che dovrà essere rifatto a Vadena centro. «Per il cavalcavia autostradale di Piccolongo, sempre Costa ci ha spiegato che i ritardi accumulati sono dovuti a problemi tecnici e con l’impresa. Ad ogni modo per fine anno quel cavalcavia dovrebbe essere nuovamente percorribile. Pronto quello, a gennaio del prossimo anno dovrebbero iniziare i lavori di rifacimento del cavalcavia autostradale qui a Vadena centro: la gara di appalto è stata fatta ed ha vinto una ditta di Vicenza. Adesso si tratta solo di iniziare sul serio».
 L’A22 attende proprio di concludere la costruzione del cavalcavia a Piccolongo prima di iniziare con la demolizione di quello a Vadena centro, altrimenti il paese e Laimburg rimarrebbero praticamente tagliati fuori dal resto del territorio, raggiungibili solo dalla strada che arriva dal lago di Caldaro. (b.c.)
Alto Adige 22-5-10
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mercoledì, 19 maggio 2010


Ginevra consacra la carta-mela altoatesina di Alberto Volcan

PIETRO MARANGONI
BOLZANO. Arriva da Ginevra, dal 38 esimo Salone internazionale delle invenzioni, un attestato che conferma Alberto Volcan “inventore” di fama mondiale. Il noto ricercatore di Bronzolo, “padre” della carta-mela, si è visto infatti conferire - da una giuria internazionale di ben 70 membri - la medaglia d’oro del Premio speciale assegnato all’invenzione più geniale e importante dell’anno.
 L’ambito riconoscimento è arrivato esattamente a dieci anni dalla realizzazione del primo foglio di carta nato nel luglio 2000 trattando i residui cellulosi della mela. Un brevetto - quello di Volcan - che oggi ha trovato applicazioni di successo anche impiegando altri vegetali: patata, carota e quant’altro. Nella motivazione della giuria ginevrina si legge che «Alberto Volcan è stato il primo e unico al mondo ad aver reso praticabile gli scarti vegetali trasformandoli in materia prima/seconda producendo eco-pelle di mela, carta, colla vegetale, pavimenti in pelle, humus, pannelli solari per riscaldamento e pannelli isolanti per l’edilizia risolvendo un problema ecologico da esportare in tutto il mondo».
 «Non ho molto da aggiungere - osserva con la solita modestia Volcan - ma certamente il problema dell’eliminazione delle scorie vegetali è una questione di importanza non secondaria. Basti pensare che in Alto Adige la sola produzione delle mele causa 70 mila tonnellate di scarti all’anno». Con la trasformazione, tramite un processo di essicazione, dei residui fibrici delle mele e degli altri vegetali si ottiene una serie di materiali (dalla carta, all’eco pelle, alla colla, e che ha ora ampi impieghi anche nel mondo della moda e dell’automobile) frutto del riciclaggio di un rifiuto che presenta non poche problematiche nel suo ciclo di smaltimento. Non ultimo un gravissimo problema di carattere sanitario legato alla produzione delle cancerogene aflatossine.
 Ma come si è “accesa” nella mente del ricercatore Alberto Volcan la “lampadina” per trasformare i residui della mela in qualcosa di utile alla collettività? «Per caso mi trovavo al cimitero di Bronzolo - ricorda - C’era un odore sgradevole dovuto ad un vicino deposito di residui di mela in decomposisione. Lì ho pensato: ma cosa si può fare per eliminare puzza e scarti vegetali?».
 Per Alberto Volcan i futuro adesso sta spianando enormi orizzonti. «Il problema dello smaltimento dei residui delle produzioni vegetali è un grosso problema in tuttop il mondo. Dalla Cina all’Africa. Il mio brevetto sta trovando accoglienza ovunque. Prossimamemte apriremo uno stabilimento in Perù dove verranno trattate gli scarti di papaja e mango. Si tratta di frutta con spessori di scarto enormi rispetto a quello della mela. Si aprono così ulteriori prospettive».
Alto Adige 19-5-10
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giovedì, 13 maggio 2010


Il rione: salviamo il Virgolo

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. «In questa arida e sterile campagna elettorale, i temi concreti e scomodi della città sono svaniti». Lo dichiara Verena Segato, la portavoce del comitato “Il nostro Virgolo”. Per questo preciso motivo, con il sostegno del Dachverband, di Italia Nostra e del Vke, il comitato, attivo ormai da oltre due anni, ha deciso di stampare a proprie spese 5mila eleganti e curate brochure, per spiegare agli elettori cosa sia il Virgolo, e per chiedere a tutti i candidati di esprimersi prima delle elezioni. Le pubblicazioni verranno distribuite a Oltrisarco-Aslago, nelle biblioteche, nei punti di ritrovo, nei parchi gioco. E potranno essere richieste via web, all’indirizzo nostrovirgolo.wordpress.com.
 Segato spiega: «I candidati, tutti, abbiano finalmente il coraggio di dire cosa intendono fare del Virgolo una volta eletti. Dicano chiaramente se desiderano riconsegnarlo alla città come area ricreativa, o se preferiscono svenderlo agli interessi dei privati».
 Sul Virgolo, spiega Teresa Fortini del Comitato, «non esistevano pubblicazioni multidisciplinari. Perciò abbiamo pensato di riassumerne le caratteristiche più salienti: archeologia, protostoria, storia, architettura, arte, natura. Ci sarebbe voluto un libro con centinaia di pagine, intanto cominciamo così».
 Padre Georg Schraffl, per 26 anni parroco a Oltrisarco, nella brochure scrive: «Ai nostri tempi, per molte persone la spiritualità e religiosità non sono più appannaggio di una religione in particolare, ma anche per costoro la balza rocciosa del Virgolo, con la sua bellezza arcaica, la sua storia e la natura intatta, è un luogo in cui si possono trovare delle risposte a molte domande esistenziali». L’archeologo Umberto Tecchiati, invece, scrive: «L’identità del Virgolo può essere salvaguardata soltanto con un recupero sostenibile. Il mio appello ai politici è questo: interagite in modo collaborativo e rispettoso con i cittadini che si impegnano a favore del Virgolo». Gertrud Oberrauch, del Vke, spiega invece: «Mi occupo da 35 anni di strutture per il tempo libero e parchi gioco. Il mio sogno, per il Virgolo, è un maso per bambini, in cui giovani e anziani possano stare a stretto contatto con gli animali e che possa essere utilizzato anche a scopi terapeutici». Alma Zanfrà, per decenni insegnante a Oltrisarco, attualmente sta lavorando a un progetto che, «ricollegandosi alla “cittadella scomparsa del Virgolo”, prevede una comunità di ricerca per bambini in cui, con l’aiuto di esperti, possano apprendere anche i fondamenti della convivenza civile». Per l’ambientalista Diego Poggio, «il Virgolo è un’area sensibile e ricca di specie viventi, che non deve essere distrutta intenzionalmente. Come giovane padre vorrei che la varietà delle specie fosse tutelata per le generazioni future». Nella brochure, parlano anche i bambini. Nina Pegoraro, 9 anni, scrive: «Il Virgolo è una montagna dove si possono vivere tante avventure. C’è un bellissimo vecchio albergo con la piscina, il vecchio circolo tennis. Spero che il Virgolo possa tornare a essere il luogo incantato di un tempo».
 A qualcuno potranno anche sembrare sogni, spiega il Comitato. Ma a volte i sogni visionari si possono avverare. Lo chiarisce, in apertura di brochure, il professor Michele Lettieri. «Fino a quarant’anni fa, il letto del Talvera lungo gli argini era soltanto una distesa di massi e detriti». Poi arrivò un idealista, ossia Lettieri, il cui sogno di realizzare un’area verde «trovò inizialmente oppositori irremovibili». Eppure, oggi, non potremmo nemmeno immaginare la città senza i prati del Talvera. «Le necessità - spiega Lettieri - non sono cambiate. Bolzano ha bisogno di zone ricreative nelle sue immediate vicinanze, raggiungibili senza auto per proteggere l’ambiente ed evitare un aumento del traffico, ma anche prive di barriere, in altre parole accessibili agli anziani e alla famiglie».
Alto Adige 13-5-10
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martedì, 27 aprile 2010

La Seab replica alle accuse di Albrigo

 LAIVES. Botta e risposta tra Seab e il presidente del Centro tutela consumatori, Maurizio Albrigo, sul servizio di raccolta dei rifiuti a Laives. «La raccolta è quotidiana - dicono dalla Seab - così come la pulizia attorno ai bidoni, alle campane e ai sistemi interrati. I nostri addetti raccolgono ogni giorno rifiuti abbandonati accanto ai contenitori e dal 2007 sono stati avviati diversi nuovi servizi, tutti con risorse interne, ottimizzando i cicli di lavoro. Monitoriamo costantemente la situazione e su questo possiamo fornire documentazione».
 «La mia presa di posizione - spiega Albrigo - era esclusivamente indirizzata a sollevare il problema di gestione del servizio rifiuti, che dovrà essere risistemato dalla nuova amministrazione comunale. Non critico la Seab, che peraltro ha acquisito una situazione preesistente dal Comune di Laives». (b.c.)
Alto Adige 27-4-10


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martedì, 20 aprile 2010

Proteste a Laives per i cassonetti del verde

BRUNO CANALI
LAIVES. Dopo avere constatato che in varie zone del territorio comunale i soliti maleducati continuavano a gettare ogni sorta di rifiuto anche nei cassonetti riservati alla raccolta del verde, Comune e Seab hanno deciso per la soluzione drastica: hanno tolto i cassonetti del verde dalle strade.
 Questo però sta creando notevoli disagi alla comunità, che chiede il ripristino del servizio. Di 74 bidoncini che c’erano, ne sono stati ritirati 28. Ne rimangono quindi 46, ma intere zone, vedi via Marconi, via Dante e via Sottomonte, ne sono sprovviste. Chi ci abita ed ha un giardino o un orto non sa più come fare: l’unica soluzione è caricare i rifiuti verdi in macchina e portarli al centro di riciclaggio in zona Galizia.
 Va meglio per i condomini che hanno potuto fare richiesta alla Seab per ottenere un bidoncino con lucchetto: finora ne sono stati distribuiti 21 e dalla Seab fanno sapere che altre 17 richieste sono in fase di verifica. Maggiori difficoltà per i privati che hanno uno spazio verde a casa.
 «La prima volta che mi è capitato - dice Laura Panfilo - non sapevo che avevano tolto i cassonetti per i rifiuti verdi. Ho pulito il giardino e mi sono recata in via Marconi, ma il cassonetto era sparito. Ora devo andare in zona Galizia, al riciclaggio, che tra l’altro al sabato pomeriggio è chiuso. Sono io sola ad avere il giardino nella casa dove abito e quindi non posso richiedere un bidone condominiale alla Seab. Penso anche alla signora anziana che abita qui vicino e non è più autosufficiente. Eppure non mi pare che le tariffe dei rifiuti siano calate, anzi!».
 Stesso problema anche per Ida Ninz, che abita in via Huber: «Per fortuna che c’è mio fratello con la macchina - spiega - perché altrimenti sarebbe un bel problema portare i rifiuti verdi al centro di riciclaggio così lontano. Attorno a casa abbiamo un discreto spazio verde e ogni volta che si taglia l’erba o si fa pulizia, il volume dei rifiuti è notevole. Certo che prima era molto più comodo, con il cassonetto in via Marconi. Purtroppo lo hanno tolto per colpa di qualche maleducato».
 Bruno Comunello portava i suoi rifiuti verdi al cassonetto di via Marconi, oppure a quello di via Innerhofer, dato che abita in via Kennedy. «Adesso è un problema, dato che lo hanno eliminato, e non mi rimane che raggiungere ogni volta il centro di riciclaggio. Quello dei rifiuti e relativi sistemi di raccolta è comunque un problema generale. Anche l’isola ecoplogica vicina a casa mia spesso è bloccata. Inoltre emana anche cattivi odori, nonostante sia vicina alla scuola materna di via Kennedy».
 Mauro Busetti è invece un amministratore di condomini e qui la musica cambia. «Quando hanno tolto i cassonetti del verde per le strade, abbiamo chiesto per i condomini un cassonetto condominiale. La Seab ce li ha forniti e direi che la cosa funziona bene. Il servizio di svuotamento è gratuito ed inoltre il bidoncino del verde è sulla proprietà condominiale, chiuso con il lucchetto. In questo modo vi possono scaricare i rifiuti verdi esclusivamente gli abitanti del condominio stesso e così, se c’è qualche cosa che non va, si fa presto ad individuare di chi è la colpa. Direi che per quanto riguarda almeno i condomini, sia questa la strada giusta».
 Del problema si è discusso a più riprese anche in consiglio comunale, con polemiche tra maggioranza ed opposizione. Andrà trovata una soluzione anche per i privati che hanno orti e giardini da tenere in ordine.
Alto Adige 20-4-10
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lunedì, 19 aprile 2010

UNA LEZIONE DAL VULCANO

FERDINANDO CAMON
C’è in Italia un istituto che si chiama Centro Fenomeni Estremi, che ha monitorato la diffusione delle ceneri del vulcano dell’Islanda, e ha concluso che stanno piovendo sull’Europa e su tutta tutta l’Italia, Sicilia compresa. Dovrebbe rallentare stamattina. I Grandi della Terra, che dovevano volare ieri ai funerali del presidente della Polonia, sono rimasti a casa. Compreso Obama.
Pochi giorni fa Obama aveva annunciato la data entro la quale metteremo piede su Marte, per dire: “L’universo è nostro”, ma intanto non possiamo muoverci sulla Terra, dobbiamo ammettere:”La Terra non è nostra”. Il blocco degli aeroporti strozza le compagnie aeree, i loro bilanci precipitano in profondo rosso. Air Berlin reagisce, ha fatto volare un aereo senza passeggeri nei cieli proibiti, per cercare poi se ha rigature sui vetri o sui motori. La tentazione è: “Volare a rischio”. Io non lo farei. Mi son trovato in un volo in cui l’aereo aveva grossi problemi, era piombato nel buio, non produceva energia elettrica, il pilota aveva ridotto la velocità, era un Tupolev della linea Mosca-Leningrado, davanti a me una coppia di russi appena sposati si carezzavano sulle guance con “Addio caro”, “Addio cara”.: no, in un volo a rischio non voglio più trovarmi. Se la Natura urla a gran voce, con i boati di un vulcano, che lei è più più forte di noi, chino la testa e ne prendo atto. Secondo il Vico, è proprio per i vulcani, i terremoti, i tuoni e i fulmini che negli uomini primitivi s’è installata l’idea di Dio. per quelle arcaiche paure, e per l’immortale terrore della morte, che quell’idea resiste. Finché avrà paura di morire, l’uomo cercherà un Dio che l’accompagni oltre la morte. Galileo può aver ragione, ma la sua verità non spegne la fede nella verità divina. La pedofilia è orrenda, ma ieri le folle accorrevano a salutare il Papa a Malta: chi prevedeva il contrario, non conosce l’uomo.
L’Italia è fatta in maniera tale che ha bisogno degli aerei: senza aerei, Sardegna e Sicilia diventano lontanissime. Senza aerei, le orgogliose città del Nord, molte delle quali hanno un piccolo aeroporto per i voli d’affari con tutta Europa, sono morte. Dicono che l’immensa nuvola che sorvola l’Europa scarica polveri metalliche che raffreddano l’aria, e che perciò il clima diventerà più gelido. Prima dell’inverno dicevano che questo sarebbe stato un inverno caldo, si sarebbero sciolti i ghiacciai, si sarebbero alzati i mari. Invece è stato un inverno rigido, ha nevicato sempre, oltre i duemila la neve c’è ancora. La verità è che su clima, terremoti, vulcani, non abbiamo alcun potere di controllo e di previsione. Ieri piccole-medie scosse intorno a Perugia ce l’hanno ricordato. Scossettine anche a Los Angeles, ma nessun giornale le citerà mai: Los Angeles è una città che annovera duemila terremoti all’anno, ma finché sono minimi sussulti è meglio non parlarne per non far saltare i nervi degli abitanti, già tesi in previsione del Big One, il gigantesco scrollone che staccherà dal continente una fetta di California. Vista dall’alto, la fetta di California veleggiante sul Pacifico darà un’idea della Deriva dei Continenti, quando i continenti appena creati scivolavano sui mari in attesa di sistemarsi. Qualcuno ha scritto che un vulcano in eruzione dà l’idea di un mondo appena creato, in cui la Natura (si potrebbe anche chiamarla Dio) è onnipotente e l’uomo impotente. La verità è che gli uomini sprecano tutte le energie facendosi la guerra gli uni contro gli altri. un vecchio sogno poetico l’umanità che si mette d’accordo per una guerra contro gli aspetti maligni della Natura. Non vediamo quando una simile guerra comincerà, perché non vediamo quando la guerra di uomini contro uomini smetterà. (fercamon alice.it)
Alto Adige 19-4-10
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venerdì, 09 aprile 2010



Elettrosmog, nelle case valori molto bassi

BOLZANO. L’assessore Michl Laimer si dice soddisfatto dell’esito dello studio sull’elettrosmog nelle case altoatesine concluso di recente. Dalla ricerca risulta che sia nella zona giorno che in quella notte delle abitazioni l’inquinamento indotto dai campi elettrici prodotti dalle apparecchiature elettroniche sono limitati. Lo studio è stato condotto negli ultimi due anni in Alto Adige dall’Agenzia provinciale per l’ambiente e dal Centro di ricerca “Forschungszentrum für Nutzerzentrierte Technologien” di Dornbirn. Nell’ambito dell’indagine sono stati rilevati dal punto di vista soggettivo ed oggettivo i campi elettrici ed elettromagnetici nell’ambito abitativo ed indagati i possibili nessi con disturbi della salute degli abitanti. Secondo il responsabile, Guido Kempter, la situazione favorevole va ricondotta agli elevati obiettivi qualitativi posti dall’Appa per ridurre l’elettrosmog. I valori massimi registrati sono sotto i valori limite prescritti dalla normativa in Italia e sono inferiori rispetto ad esempio a quelli della vicina Svizzera, che vale quale regione esemplare.
Alto Adige 9-4-10
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domenica, 04 aprile 2010

Tutti i dubbi sul nucleare

VITTORIO EMILIANI
Una doccia gelata per Berlusconi, nuclearista convinto. Avrebbe fatto meglio a seguire i consigli di chi lo esortava a intensificare le ricerche sulle centrali di quarta generazione, alimentate dal torio. Infatti: 1) il torio è assai più abbondante dell’uranio (che in un quarantennio si esaurirà); 2) produce scorie dalla vita infinitamente più breve, 30-40 anni; 3) per produrre un GW (1 miliardo di watt) basta 1 tonnellata di torio contro 200 di uranio. Dunque, le tecnologie francesi acquistate dal governo sono già vecchie, molto costose e fra le meno sicure.
 Alle ultime regionali poi la confusione nel centrodestra è risultata massima. Il ministro per l’Ambiente, Prestigiacomo, ha assicurato: «I siti saranno scelti senz’altro con il coinvolgimento del territorio». Ma la legge Scajola prevede (e il ministro l’ha sempre ribadito) che il governo possa scegliere anche contro il volere delle Regioni. Nel Lazio - dove sorge Montalto di Castro più volte indicata come sito nucleare - Renata Polverini ha assicurato che si sarebbe opposta, avendo già, a Latina, una vecchia centrale le cui scorie non si sa dove cacciare. Ancor più deciso il «no» del governatore veneto, Luca Zaia, secco alt preventivo ad una possibile centrale nucleare nel Polesine. Il premio Nobel Carlo Rubbia predica da tempo di intensificare la ricerca su centrali alimentate dal torio e sul fotovoltaico (quanto all’eolico, ritiene che in Italia non sia economico a causa del vento la cui intensità e costanza è metà di quella europea).
 Del primo ho già detto. Del secondo: è la fonte rinnovabile più interessante e temporalmente infinita. Però - come i parchi eolici - esigerebbe una seria pianificazione degli insediamenti. L’esatto contrario di quanto fa questo governo. Lo comprova l’incidente di ieri alla centrale Enel di Civitavecchia, un trentenne morto e alcuni feriti, stavolta per una fuga di ammoniaca. Il solito tragico film del personale delle imprese private di manutenzione mandato a rischiare la vita per pochi euro e senza attrezzature idonee.
Alto Adige 4-4-10
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domenica, 04 aprile 2010

Laives diventa «denuclearizzata»

LAIVES. «Territorio denuclearizzato»: questa l’indicazione che riguarderà Laives da oggi. Significa che la città si schiera contro le armi nucleari ed è quindi una definizione sostanzialmente simbolica. La decisione è stata adottata dal consiglio comunale, che ha approvato un ordine del giorno proposto da Alberto Alberti e Patrizia Simone del Pd. I due consiglieri hanno spiegato i rischi legati al nucleare per la produzione di energia e per il fatto che proprio con le scorie nucleari si produce il plutonio per le armi atomiche.
Alto Adige 4-4-10

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venerdì, 12 marzo 2010




Risparmio energetico via agli incentivi obiettivo per avere più Casaclima



BOLZANO. I nuovi criteri per l’incentivazione energetica sono stati presentati ieri dall’assessore Michl Laimer. L’obiettivo, spiega, è trasformare l’Alto Adige in un vero e proprio «KlimaLand», all’insegna della sostenibilità, con emissioni pro capite di 2 tonnellate annue di CO2 e fabbisogno energetico coperto al 100 per cento da energie rinnovabili. I nuovi criteri per l’incentivazione energetica, quale misura del «Pacchetto per la tutela del clima», sono stati approvati dalla giunta provinciale il primo marzo e con tale data sono entrati in vigore. Per quanto attiene al fabbisogno energetico (escluso il traffico) la parte di quota riferito all’impiego dell’energia rinnovabile nel 2009 ha toccato il 56 per cento. Per il 2020 l’obiettivo da raggiungere è superiore al 75 per cento per poi giungere alla copertura del 100 per cento. L’Alto Adige dispone della maggiore estensione di collettori solari a livello nazionale ed europeo con una superficie di 400 metri quadri per mille abitanti, a fronte dei 27 metri quadri per mille abitanti in Italia e 57 metri quadri per mille abitanti in Europa. L’obiettivo del nuovo meccanismo di incentivazione, ricorda Laimer, è «non più incentivi per singoli interventi, ma mirati al raggiungimento dello standard CasaClima C nell’esistente attraverso il risanamento energetico e CasaClima A nel nuovo».

Alto Adige 12-3-10
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mercoledì, 10 marzo 2010

BLITZ ALLA CENTRALE DI MONTALTO DI CASTRO




siamo in azione a Montalto di Castro! Alle luci dell´alba i nostri attivisti hanno occupato il tetto della fabbrica della vecchia centrale nucleare, bloccata dal referendum del 1987. Ora un 'urlo nucleare' di 150 metri quadrati ricopre il tetto, accompagnato dalla scritta "Emergenza nucleare".
Segui l'azione in diretta

Non è finita qui. Tra pochissime ore, alle 13, appena al largo della centrale, sulla nostra nave Rainbow Warrior si esibiranno in un live gli "Artisti contro il nucleare": Adriano Bono & Torpedo Sound Machine, 99 Posse, Leo Pari, Piotta e Punkreas canteranno per la prima volta dal vivo il singolo "No al nucleare".

Partecipa anche tu all’evento online. Segui lo streaming in diretta sul nostro sito: www.nuclearlifestyle.it

Il nucleare è una scelta sciagurata per l’Italia e una pericolosa perdita di tempo. Tornare al nucleare significa perdere oltre dieci anni per ritrovarsi poi con centrali obsolete e pericolose. E sprecare l’opportunità di investire nelle vere soluzioni per l’indipendenza energetica e per il clima: rinnovabili ed efficienza.

Tocca adesso ai candidati alla guida delle regioni prendere subito una posizione chiara contro il nucleare, altrimenti dopo le elezioni verranno imbavagliati e costretti ad accettare le decisioni del governo.

Intanto su Nuclear Lifestyle continua a girare il contatore delle firme contro il nucleare. Siamo più di 64mila! Grande successo anche per la nostra Nuclear Hotline: al numero verde gratuito 800.864.884 centinaia di cittadini hanno già chiamato per lasciare ai candidati i propri messaggi contro il nucleare. Saluti e a presto!

PS: Come saprai, Greenpeace è indipendente e realizza le sue campagne solo grazie all’aiuto di singole persone come te. Diventa un sostenitore di Greenpeace! Sostieni questa e altre campagne in difesa del pianeta.

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sabato, 06 marzo 2010



«Traffico a Villa Bisogna intervenire»



 EGNA. Uno degli argomenti più scottanti di questa campagna elettorale è il problema del traffico a Villa. Giorgio Nones non sottovaluta le difficoltà dei residenti: «Sono stato lì due mattine dalle 7.30 e la situazione è seria - dice -, anche per quanto riguarda la sicurezza dei pedoni. Grazie all’impegno dell’assessore Giacomozzi è stato fatto tanto per quanto riguarda il trasporto pubblico, ma è chiaro che bisognerà intervenire ancora. La galleria non ha risolto il problema soprattutto nei fine settimana, quando ancora troppi turisti guidati dal gps passano per via Cavalese». Soluzioni? «La più drastica - dice Nones - è quella di permettere l’accesso alla via solo ai residenti della frazione e dei paesi come Montagna o Trodena, ma è chiaro che per farlo bisogna avere anche il consenso di quei Comuni e quindi si potrà intervenire solo dopo le elezioni. Poi ci sarebbe la questione radar in via Cavalese: quando c’era tutti si lamentavano, ora che è stato tolto in tanti ce lo chiedono...». Inoltre, conclude Nones, «Villa ha bisogno anche di una piazza, perché una frazione da 800 abitanti ha bisogno di servizi nuovi».

Alto Adige 6-3-10
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giovedì, 04 marzo 2010



Rifiuti verdi, inizia la pulizia di orti e giardini ma la Seab ha fatto rimuovere i contenitori




 LAIVES. E’ tempo di iniziare con la pulizia di orti e giardini per prepararli alla nuova stagione, ma mancano i cassonetti per la raccolta dei rifiuti verdi. “Riceviamo lamentele da parte dei cittadini - dicono in municipio - ma non possiamo fare altro che girarle alla Seab”.
 E proprio i responsabili Seab avevano spiegato al consiglio comunale perché i cassonetti per i rifiuti verdi sono stati quasi del tutto eliminati sul territorio comunale di Laives: “Nonostante continue raccomandazioni - questa la giustificazione - continuavamo a trovare nei cassonetti del verde anche altri rifiuti e gli stessi sacchetti di plastica utilizzati per raccoglierli. Visto che le esortazioni a rispettare le indicazioni non venivano recepite, non è rimasto altro da fare che eliminare i cassonetti. I condomini che ne vogliono uno possono comunque richiederlo alla Seab e in seguito vedremo anche si andare incontro alle esigenze dei singoli privati”. In realtà ci sarebbe comunque la possibilità di portare il verde al centro di riciclaggio in zona Galizia, che però è chiuso nei fine settimana, quando molti sistemano il giardino.

Alto Adige 4-3-10
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mercoledì, 24 febbraio 2010


San Giacomo: il comitato civico non chiede il divieto di transito


BRUNO CANALI


 LAIVES. Dopo essersi confrontati a distanza, commercianti di San Giacomo e rappresentanti del comitato civico finalmente si sono incontrati in un summit promosso dall’assessore Bruno Ceschini.
 «È stato un incontro positivo - dice proprio Ceschini - perché, finalmente, si sono guardati in faccia parlando del traffico e della viabilità».
 «Prima di tutto - spiega Elda Paolazzi, fiduciaria dei commercianti - finalmente ci è stato detto in maniera convinta che non si punta alla chiusura della statale 12 alle porte di San Giacomo, nemmeno per un’ora ora al giorno. Questo ci ha fatto piacere, perché noi siamo convinti che oramai il traffico di passaggio per San Giacomo sia ridotto all’essenziale e togliere anche quello che rimane significherebbe far morire tutto il commercio».
 Parole positive anche dai rappresentanti del comitato che si batte per recuperare la vivibilità di San Giacomo. «Riteniamo sia stato estremamente positivo il primo incontro tra comitato civico e commercianti - afferma Alessandro Cosi - perché prima di tutto sono stati chiariti alcuni malintesi nati con i commercianti, spiegando loro i motivi per i quali si è costituito il comitato e gli obiettivi statutari che persegue. Sono quelli di una riqualificazione urbana di San Giacomo nel senso più lato del termine, con il fine di migliorare la qualità di vita all’interno della frazione. Quindi le piste ciclabili, i parchi, la passeggiata pedemontana, il depotenziamento e la sicurezza lungo la statale 12, ma anche e non ultimo, lo sviluppo del commercio di vicinato, ritenuto indispensabile ai fini di una migliore vivibilità».
 Anche Alessandro Cosi conferma che con il confronto dell’altra sera tra le parti, «si è giunti presto ad un accordo di collaborazione con la maggior parte dei commercianti presenti, dichiaratisi disponibili ad elaborare insieme al comitato un documento di proposte condivise, da presentare quindi all’amministrazione comunale».
 Nel frattempo c’è da registrare che, sul fronte dei lavori di riqualificazione urbana che interessano la statale 12 alla periferia sud di San Giacomo, l’intervento della ditta Oberosler è ricominciato dopo la pausa invernale.


Alto Adige 24-2-10
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mercoledì, 24 febbraio 2010

A Villa di Egna, Via Cavalese 30 km all’ora




 EGNA. Trasformare via Cavalese in una strada residenziale, con il limite dei 30 chilometri orari, oppure obbligare (istituendo un senso unico all’altezza della ditta Jakob) chi viene dall’A22 ad usare il tunnel di Castelfeder per raggiungere la Statale delle Dolomiti: sono queste le due soluzioni proposte dall’assessore Bruno Zanotti per venire incontro alle esigenze dei residenti di Villa, che hanno minacciato persino di disertare le urne se la giunta non avesse preso in considerazione le lamentele degli ultimi mesi.
 Zanotti ammette l’esistenza del problema. «Abbiamo chiesto ai residenti di avere pazienza, nella convinzione che ultimato il tunnel di Castelfeder la situazione sarebbe migliorata sensibilmente. Purtroppo non è stato così. Preso atto della situazione siamo intervenuti modificando la segnaletica anche presso l’incrocio a Montagna, ma sembra che nemmeno questo intervento sia sufficiente per alleviare la pressione su Villa». Zanotti torna anche sul radar fisso in via Cavalese. «È bene sottolineare che non siamo stati noi a volerlo togliere. Anzi, siamo tuttora convinti che potrebbe servire. Semplicemente abbiamo dovuto adeguarci alla disposizione del Prefetto». La giunta sta lavorando anche per garantire la sicurezza degli scolari. «Sono in fase di elaborazione diversi progetti, uno dei quali è il sottopasso all’altezza di via Rheinfelden. Così come sarà illuminato il passaggio pedonale di fronte al bar Vaja».
 Il problema principale, come sottolinea Zanotti, è rappresentato dal traffico. Le soluzioni possibili sono due, una delle quali di facile attuazione. «Si potrebbe trasformare via Cavalese in una strada residenziale sistemando aiuole o dossi e prevedendo il limite dei 30 chilometri orari. In questo modo gli automobilisti sarebbero incentivati a scegliere altre soluzioni». La seconda proposta è forse più difficile da attuare, ma rappresenta comunque un’alternativa per dirottare centinaia di turisti provenienti dall’A22 verso il tunnel di Castelfeder senza per questo penalizzare i residenti. «Si potrebbe istituire un senso unico all’altezza della ditta Jakob. In questo modo le auto sarebbero obbligate ad utilizzare il tunnel per raggiungere la Statale delle Dolomiti. In fin dei conti si tratta solo di 300 metri in più ed è solo una questione di abitudine. I residenti provenienti dall’A22, invece, potrebbero sfruttare l’accesso da via Rheinfelden. Trattandosi di strade provinciali è evidente che dovremo parlarne con l’assessore Florian Mussner, a cui spetta l’ultima parola. Sarebbe opportuno fissare un incontro assieme al collega Giacomozzi e a Finozzi del Servizio strade».

Alto Adige 24-2-10
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martedì, 23 febbraio 2010



Tre piccole centrali sul fiume Isarco



 Tre piccole centrali idroelettriche lungo il corso dell’Isarco in città. E’ questa una delle proposte contenute nel «Piano per una città Co2 neutrale», che l’assessore Klaus Ladinser presenterà oggi in giunta e che ieri è stato anticipato durante una riunione di maggioranza. Tra le misure ipotizzate per ridurre o bilanciare le emissioni di Co2, c’è la costruzione delle centrali all’altezza di ponte Roma, ponte Palermo e ponte Loreto. In più, naturalmente, la conferma della necessità di spingere sul risanamento energetico dei palazzi e la previsione di bandi ad hoc per le nuove aree di espansione. In base alle analisi effettuate, Bolzano si conferma comunque città virtuosa per le emissioni.

Alto Adige 23-2-10



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mercoledì, 17 febbraio 2010


Biodigestore: Laimer ordina uno studio sulle emissioni nocive




SALORNO. Sul biodigestore che la Provincia di Trento intende realizzare a Cadino, ad un chilometro da Salorno, vuole vederci chiaro anche l’assessore altoatesino Michl Laimer, che ha incaricato - attraverso l’Appa - una ditta specializzata germanica di effettuare un’analisi sulle emissioni. «Vogliamo precise garanzie - spiega Stefan Franceschini del comitato “no al biodigestore“ - sull’impatto ambientale anche da Trento».
 Il comitato altoatesino, di cui fanno parte rappresentanti di Salorno, Cortina e Magrè, questa settimana sarà ricevuto due volte a Trento. «Venerdì - spiega il vicepresidente Stefan Franceschini - chiederemo il sostegno del presidente del Consiglio regionale Marco Depaoli, mentre domani siamo stati convocati, per un’audizione, dalla terza commissione del Consiglio provinciale di Trento presieduta da Roberto Bombarda. Nel frattempo l’agenzia provinciale altoatesina per l’ambiente ha deciso di analizzare il problema, come avevamo chiesto da tempo, e commissionare uno studio ad una ditta specializzata germanica». L’Appa ha già avuto un incontro a carattere informativo con i colleghi trentini, in particolare con un dirigente del dipartimento urbanistica e ambiente. «Ci è stato garantito - prosegue Franceschini - che l’Appa altoatesina parteciperà all’analisi di uno studio analogo della Provincia di Trento e alla valutazione dell’impatto ambientale».
 Nel frattempo la Svp della Bassa Atesina si è confrontata sulla spinosa questione anche con l’assessore provinciale Michl Laimer. «Ha riconosciuto - continua Franceschini - che potrebbe esserci un problema di cattivi odori qualora l’impianto fosse utilizzato in modo improprio. Di qui la necessità di fare ulteriori verifiche e di confrontarsi con la Provincia di Trento. Allo stato attuale, è bene precisarlo, non è ancora disponibile alcun dato sull’impatto ambientale del biodigestore».
 Tra i più contrari all’ubicazione del biodigestore a Cadino c’è anche il sindaco di Salorno Giorgio Giacomozzi. «Questo impianto rischia di compromettere la vivibilità e il valore ambientale ed economico di un territorio. Rispetto a questa malaugurata ipotesi ci siamo opposti da subito e continueremo a farlo con tutti i nostri mezzi fino a quando la Provincia di Trento non cambierà i suoi programmi, trovando un sito meno impattante». (m.bon.)


Alto Adige 17-2-10
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mercoledì, 17 febbraio 2010



Raccolta dell’umido per le famiglie slitta la partenza




BRUNO CANALI


 LAIVES. Per la raccolta dell’umido tra le famiglie occorrerà attendere e una data ancora non c’è. Prima dovrà essere ampliato il centro di destinazione dei rifiuti, che attualmente è l’impianto di Lana, nel Burgraviato.
 Ieri invece è stata presentata quella relativa alle grandi utenze (ristoranti, alberghi, pizzerie e bar) che scatterà il 23 febbraio, ogni martedì e venerdì. In queste settimane si sta completando, a cura della Seab, la distribuzione dei 170 bidoni che riguarda un’ottantina di utenti.
 L’ingegner Andrea Girinelli, responsabile per Seab della raccolta differenziata a Laives, presente assieme al dottor Franco Gallina, all’assessora Liliana Di Fede, alla delegata comunale in Seab Carla Franceschini e al dottor Gianluca Nettis, ha spiegato come funzionerà la raccolta e uno degli elementi importanti è che nei contenitori non dovrà finire altro rifiuto che non sia l’umido ovvero, i resti di cucina, escluse ossa, gusci di uova, di noci e di molluschi.
 «È un passo avanti importante quello che stiamo compiendo - ha detto Liliana Di Fede - perché ci aspettiamo anche un ulteriore aumento della differenziata. I dati a disposizione di Seab ci dicono che fin qui è andata bene, con la raccolta differenziata che è passata dal 42,9 per cento al 48,1 per cento delle 7.283 tonnellate di rifiuti complessivi. Ovviamente, con la separazione dell’umido ci aspettiamo un ulteriore miglioramento».
 Il via riguarda le grandi utenze, sia perché sono in numero molto minore delle famiglie, sia perché producono effettivamente grandi quantità di rifiuto umido. «Ci aspettiamo da questa raccolta 150 - 200 tonnellate l’anno - ha detto l’ingegner Girinelli - tutti rifiuti che non andranno più all’inceneritore».
 Non altrettanto buone invece sono le notizie per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti “verdi”, quelli derivanti dallo sfalcio dell’erba e dei giardini. «Una ventina di bidoni per il verde siamo stati costretti a toglierli dalle strade - ha spiegato Girinelli - perché abbiamo registrato un loro uso improprio. Nel verde non deve assolutamente esserci alcun altro tipo di rifiuto e invece ci trovavamo di tutto. Così non è rimasto altro da fare che togliere i bidoni. Chi li vuole può comunque rivolgersi alla Seab, in particolare condomini o gruppi di persone, e vedremo cosa si può fare».
 A sua volta, l’assessore Di Fede ha garantito che proseguirà anche in futuro la campagna d’informazione e di sensibilizzazione della cittadinanza attraverso i volontari che distribuiscono placcati presso le isole ecologiche. Questi volontari si sono dimostrati preziosi anche come garanti che gli impianti vengano utilizzati in maniera corretta, onde evitare blocchi e danneggiamenti.
 «Però abbiamo anche stabilito che d’ora in avanti faremo più controlli e anche sanzioni laddove persista il malcostume - ha aggiunto l’assessore Di Fede - perché dopo tutte le iniziative, credo che chiunque dovrebbe avere capito come comportarsi».

Alto Adige 17-2-10
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martedì, 16 febbraio 2010


Al via l’umido per le grandi utenze




 LAIVES. La Seab sta completando la distribuzione dei raccoglitori per l’umido alle grandi utenze e questa mattina il nuovo servizio (che inizierà il 23 febbraio) verrà presentato in municipio. Grandi utenze significa alberghi, ristoranti, pizzerie e mense, una novantina in tutto sparse sul territorio. Si è deciso di iniziare con queste proprio perché, potenzialmente, sono utenze che producono grandi quantità di rifiuti umidi, come quelli prodotti dalle cucine. Dovrebbero essere diversi quintali alla settimana e questo comporterà automaticamente un aumento della percentuale dei rifiuti riciclati, che non vanno all’inceneritore di Bolzano. Questa percentuale ha raggiunto il 48,1 per cento - fanno sapere dalla Seab - un dato certamente positivo, ma che si può ulteriormente migliorare, proprio grazie alla raccolta differenziata dell’umido. Più in là nel tempo arriverà la raccolta dell’umido anche per le famiglie (sono diverse migliaia sul territorio comunale) e in questo caso l’operazione sarà molto più complessa. (b.c.)

Alto Adige 16-2-10
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domenica, 14 febbraio 2010


Self service per auto a metano



Inaugurato ieri in via Keplero, è il primo realizzato in Italia


 BOLZANO. L’incubo di tutti i proprietari di un’auto a metano: fare il pieno negli orari di chiusura degli impianti. A Bolzano, in via Keplero, la Multienergy ha realizzato il primo impianto self service d’Italia. Attivo dall’inizio di dicembre, è stato battezzato ieri mattina dal sindaco Luigi Spagnolli, da sempre «metanista», e dall’onorevole trentina Laura Froner, vice presidente della decima commissione attività produttive e firmataria di una proposta di legge che punta a snellire le procedure per la realizzazione di nuovi impianti: oggi, partendo da zero, ci vogliono anche quattro anni per poter vedere l’opera completata - ha spiegato Dante Natali, presidente nazionale di Federmetano, l’associazione che raccoglie un terzo dei 720 distributori esistenti - soprattutto a causa di normative di sicurezza che in Italia sono molto più severe rispetto a quelle del resto d’Europa.
 Haimo Staffler, titolare delle Multienergy (che fa capo ad Alpengas) si gode la sua creatura: un impianto di ultima generazione su una superficie di circa 9000 metri quadri. Presto - a fine marzo - apriranno anche bar, ristorante e tabacchino. Un investimento che tocca gli 8 milioni di euro. Per realizzare tutto questo la stazione è rimasta chiusa per un anno e mezzo, «privando» gli automobilisti altoatesini e i turisti di uno dei pochissimi impianti esistenti in regione.
 Oltre alla novità di avere la pompa del metano a fianco di benzina e gasolio, la vera «rivoluzione» sta nella possibilità di fare il pieno durante gli orari di chiusura. Come? L’automobilista deve sottoscrivere una tessera magnetica, che gli viene consegnata dopo un breve corso sulle modalità di utilizzo della pompa. «In questo modo - ha spiegato Staffler - noi sappiamo che chi usa l’impianto è una persona che ha un’auto a norma ed è stata addestrata per fare il pieno di metano».
 Colpiscono l’occhio altri due distributori: biometano e idrometano. Il primo è letteralmente prodotto con il letame di mucca, proveniente da un allevamento di Fiè allo Sciliar. Una modalità che da anni è utilizzata su vasta scala in paesi come India e Cina. Il secondo è una miscela di idrogeno (30%) e metano, un carburante che dovrebbe ridurre ulterioramente le emissioni nocive. «Al momento non possiamo ancora erogare questi carburanti perchè è in corso una sperimentazione - ha spiegato Staffler - per valutare la qualità del prodotto».
 Il ricorso all’auto a metano, carburante di gran lunga più ecologico tra quelli oggi diffusi, è cresciuto in modo esponenziale lo scorso anno, grazie agli incentivi: oggi in Alto Adige 1.071 automobili a metano, quasi il 20% (197) sono state immatricolate solo nel 2009. (g.f.p.)

Alto Adige 14-2-10
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giovedì, 11 febbraio 2010


Ancora troppe auto. San Giacomo chiede il divieto di transito

Per la passeggiata c’è l’impegno del vicesindaco



TROPPI I MEZZI A MOTORE

BRUNO CANALI

LAIVES. Sono sempre troppi i mezzi a motore che attraversano l’abitato di San Giacomo senza alcun apparente motivo. Lo si evince anche dai rilevamenti che l’amministrazione comunale aveva commissionato, per una settimana, lo scorso mese di novembre. Se ne è parlato, anche polemicamente, durante l’assemblea organizzata l’altra sera dal comitato civico di San Giacomo.
 Una sintesi dei dati rilevati l’ha portata il comandante della polizia municipale, Sergio Codato, arrivato all’assemblea insieme al vicesindaco Georg Forti e all’assessora Liliana Di Fede. «I rilievi sono stati effettuati per una settimana a novembre - ha spiegato Codato - dal 18 al 24, su tre distinti punti della SS12 e l’unico appunto da fare semmai è che in quel periodo a San Giacomo c’era un cantiere la cui presenza potrebbe avere lievemente falsato i risultati. Per quanto riguarda il traffico pesante (oltre i 35 quintali) abbiamo visto che dalla zona Vurza, verso San Giacomo, rappresentava l’8 per cento del totale, una percentuale che cala all’altezza di via Thaler fino al 3 per cento, per poi tornare al 4 per cento all’altezza di via Rosegger. Questo evidenzia che da sud i mezzi pesanti in entrata raggiungono mete dentro San Giacomo e poi in parte tornano indietro. In senso opposto, vale a dire da nord verso sud, i mezzi pesanti in entrata a San Giacomo sono il 7 per cento, ma già all’incrocio con via Thaler calano al 4 per cento, segno che una parte almeno, entra, e si ferma”.
 Interessanti anche i dati relativi alle automobili: «Dalle 7 alle 8 di mattina di un martedì, abbiamo contato 404 auto in entrata a San Giacomo da nord; all’altezza di via Rosegger ne sono transitate 245 e a sud, in zona Vurza, 252. Questo significa che 150 circa si sono fermate a San Giacomo. Nel pomeriggio, dalle 17 alle 18, da nord sono entrate 671 auto; davanti a via Thaler sono transitate in 511 e quindi, sono uscite a Vurza 396 auto».
 Si è parlato anche di velocità media rilevata durante la sessione e quella dei mezzi in entrata a San Giacomo da nord si attestava sui 48 chilometri orari (il limite è di 40); davanti a via Thaler 49 chilometri orari e quindi a Vurza, dove c’è il lungo rettilineo, la velocità media saliva a 65 chilometri orari (limite di 50). «Si tratta di velocità che non destano eccessiva preoccupazione», ha aggiunto il comandante Codato, in questo però contestato dai presenti, preoccupati per i bambini diretti a scuola.
 Dal comitato, rappresentato in assemblea da Alessandro Cosi e Renzo Merlini - viene reiterata la richiesta al Comune di fare di più per scoraggiare questi transiti inutili, considerando nuovamente l’idea di introdurre ad esempio un divieto di transito per un’ora, dalle 7 alle 8 di mattina, da sud, in maniera che chi sale da Laives verso Bolzano sia costretto ad imboccare la variante in galleria. Un accenno, l’assessore Di fede lo ha fatto anche alle richieste dei commercianti e se ne parlerà in un gruppo di lavoro da insediare.


PEDEMONTANA


LAIVES. Riqualificazione urbana e pedociclabile verso Castel Flavon. Si è parlato anche di questo durante l’assemblea dell’atra sera a San Giacomo e il vicesindaco Georg Forti si è arrabbiato quando i rappresentanti del comitato hanno accusato l’amministrazione comunale di non mantenere le promesse fatte.
 «Per la passeggiata pedemontana sembrava tutto fatto ancora nell’estate scorsa, mentre adesso ci dite che arriverà questa primavera», hanno incalzato Lorenzo Merlini e Alessandro Cosi.
 «Non è così - ha risposto Forti - e se c’è una cosa che mi irrita molto sono proprio coloro che promettono a vanvera, indicando tempi e cifre che poi non vengono rispettati. Io non l’ho mai fatto comunque e chi vi ha promesso mari e monti se ne assuma le responsabilità. Per quanto riguarda la passeggiata pedemontana, proprio in questi giorni ho concluso il giro tra tutti i proprietari di terreni interessati dal percorso. L’ho fatto assieme al dottor Schöpf della Forestale e solo con questi pareri favorevoli, finalmente, è possibile andare avanti. Certamente i soldi per farla ci sono (240 mila euro) e i lavori li eseguirà la Forestale con la quale abbiamo un accordo». (b.c.)

Alto Adige 11-2-10


E' INCREDIBILE COME IL COMANDANTE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DI LAIVES POSSA SOSTENERE CHE  I SUPERAMENTI DEI LIMITI DI VELOCITA' NON DESTANO ECCESSIVA PREOCCUPAZIONE (vedi articolo soprastante)


Scarica e ascolta la discussione avvenuta martedì sera.

Troverai molti argomenti non presenti nell'articolo e le vere motivazioni dell'assemblea il cui tema non riguardava solo la mobilità, ma le numerose inadempienze dell'Amministrazione di Laives rispetto le numerose promesse fatte.

richiamando il sito:


http://www.zshare.net/audio/723847543415ebb5/


L.M.
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sabato, 06 febbraio 2010


Rifiuti abbandonati a San Giacomo, che vergogna




Scrivo questa lettera, perfar presente che il problema dei rifiuti che vengono abbandonati fuori dei cassonetti, non si verifica solo a Merano, ma anche a S.Giacomo di Laives riscontriamo lo stesso identico problema. Questo malcostume si verifica da qualche mese a questa parte; da quando sono stati introdotti le isole a ecologche dove l’indifferenziato può essere cestinato solo con la tessera che permette al comune di stabilire quanta spazzatura viene buttata da ogni nucleo famigliare. Ma ovviamente i furbi esistono dovunque; infatti qualcuno pur di pagare di meno, non ripone i rifiuti nell’apposito contenitore che pesa il sachetto, ma bensì lo lascia lateralmente alla macchina. Così facendo non risulta quanta spazzatura viene cestinata e quindi i furbi risparmiano quattrini. Io credo che non sia giusto che per colpa di questa gente maleducata sia anche stato tolto il contenitore dei cartoni, perchè gli operatori della Seab hanno notato che i codesti contenitori non si trovavano solo cartoni ma bensì anche la spazzatura indifferenziata. Inoltre i residenti hano notato che spesso e volentieri a lasciare quesi rifiuti è gente che viene da altri paesi, e vengono con macchine in via Maso Hilber con il cofano pieno di immondizie e approfittando del luogo poco frequentao e nascosto abbandonano i loro rifiuti vicino le campane della raccolta differenziata. La mia proposta per evitare questi disagi è di installare delle telecamere, che non mi vengano a dire che non si può fare per una questione di pivacy dato che siamo videosorvegliati dai supermercati, dalle banche, e nei parcheggi. Spero che il comune di Laives prenda sul serio questo problema e che prenda al più presto rovvedimenti affinchè questo malcostume finisca.

Alto Adige 6-2-10
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lunedì, 25 gennaio 2010


Barriere antirumore sulla A22



Previsti 5 chilometri a Vadena e Salorno. I residenti: finisce un incubo

CARLO DAL RÌ

 VADENA. Entro un anno saranno realizzati 5 chilometri di barriere antirumore in Bassa Atesina: 4,2 a Vadena (in cinque aree diverse) e 864 metri a Salorno. Saranno pronte entro l’anno. Il piano complessivo prevede interventi anche a Laives. Si inizia con Vadena, soddisfatti i residenti.
 Dopo anni di attesa, sono iniziati i lavori per le barriere antirumore dell’A22 a Vadena. Si conta che per quest’autunno le case circostanti verranno finalmente riparate dal frastuono del traffico autostradale. Il programma prevede 1400 metri di barriere in carreggiata nord e 440 in carreggiata sud in zona Cervo, 960 e 920 metri rispettivamente in corsia nord e sud a Vadena e 480 metri in corsia sud in zona Birti. «Il progetto è iniziato nel dicembre del 2005 - racconta il sindaco Alessandro Beati - quando si tenne un incontro con l’allora Obmann Svp, Pichler Rolle, e il presidente dell’A22». I lavori furono poi aggiudicati nel novembre 2008, ma il ricorso dell’impresa seconda classificata ha fatto slittare l’apertura del cantiere per quasi un anno, fino allo scorso 26 ottobre quando le ruspe e gli operai sono finalmente entrati in azione: ora li si può vedere al lavoro ogni giorno lungo la carreggiata. Per completare l’opera, la ditta ha 340 giorni di tempo dall’inizio lavori, per cui il tutto dovrebbe terminarsi entro l’ottobre di quest’anno.
 Ora per i residenti sembra chiudersi un incubo. «Il rumore è incessante - racconta Omar Bernardi, che abita nella frazione Birti - bisogna tenere le finestre sempre chiuse, e parlare a volume alto» Non ci si fa un po’ l’abitudine? «Sì, certo. Ci si abitua, infatti sono curioso del cambiamento. Spero di non sentire più nulla».
 Il costo complessivo del progetto per Vadena è di circa 8,7 milioni. In zona Cervo e zona Birti saranno installate barriere completamente nuove, mentre nella zona di Vadena centro le già esistenti barriere in legno saranno sostituite ed ampliate. «Non vedevo l’ora - sospira Franziska Pedrotti, residente in zona Cervo - sono 45 anni che abitiamo qui e c’è sempre rumore. Si vive male: se le finestre sono aperte non si può né dormire né parlare. In cortile poi bisogna sempre gridare per farsi sentire... La richiesta delle barriere era stata fatta già 20 anni fa ma ci è sempre stato risposto che a Vadena siamo troppo pochi. Solo dopo abbiamo capito che avremmo dovuto chiederlo non da privati ma come Comune».
 E infatti Vadena è tagliato a metà dall’A22, che attraversa il territorio comunale per 23 chilometri. È per questo che l’autostrada compare anche nel simbolo municipale: è la striscia orizzontale bianca. E mentre gli abitanti sperano che le barriere portino benefici, l’Associazione temporanea d’impresa sta già realizzando il tratto a Cervo Nord. «Dicono che toglierà il 30% del rumore, non è tantissimo, ma è già qualcosa», aggiunge Franziska, speranzosa per la sua casa che sta proprio a ridosso della carreggiata.
 «Cambia la vita - conferma Calogero Legame, che vive vicino alla linea ferroviaria - da quando hanno installato le barriere più della metà del rumore è stato attutito. I treni merci si sentono ancora, perché sono i più vecchi, ma quelli nuovi passano senza disturbare. È vero che ci si abitua al rumore, ma dopo le barriere si nota la differenza. Anche se ai piani alti si sente un po’ di più, il cambiamento è molto positivo».
 Fiducioso anche il Comune, che sottolinea come gli anni d’attesa siano ripagati da una tecnologia migliore fonoassorbente.

Alto Adige 25-1-10
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venerdì, 15 gennaio 2010

NUCLEARE «È costoso e pericoloso, serve l’energia verde»




ROMA. «Non è una scelta conveniente mentre è nella green economy (l’energia verde n.d.r.)il futuro del made in Italy». Così Ermete Realacci, esponente del Pd, riassume perchè ritiene folle un ritorno al nucleare.
 Perchè non conviene?
 «Comporta costi elevati, tempi lunghi, problemi legati allo smaltimento delle scorie radioattive».
 Partiamo dai costi.
 
«Incidono molto: la costruzione degli impianti come lo smantellamento del ciclo e la messa in sicurezza delle scorie. Il solo impianto per le scorie in costruzione in Francia a Bure ha un costo base di circa 15 miliardi di euro. Negli Stati Uniti è dal 1970 che non costruiscono centrali perchè costa troppo. Lo sa che noi italiani già paghiamo 400 milioni di euro all’anno per le scorie del vecchio nucleare?»
 E i tempi?
 «Attualmente in tutto l’Occidente sono in costruzione due impianti, uno in Francia a Flamanville e uno in Finlandia a Oikiluoto, entrambi con tecnologia francese Areva, la stessa privilegiata dal governo italiano. Quello finlandese doveva essere consegnato l’anno scorso, ora si parla del 2012 e i costi sono aumentati del 60%».
 C’è poi la questione sicurezza. Uno studio tedesco ha stabilito una correlazione tra il rischio di leucemia nei bimbi e la vicinanza di casa alle centrali.
 «E’ spaventoso e preoccupante come lo è il fatto che il 22 ottobre scorso le tre agenzie per la sicurezza nucleare di Francia, Gran Bretagna e Finlandia hanno messo in mora i sistemi degli impianti realizzati con tecnologia Areva».
 Quindi: green economy?
 «E’ una straordinaria occasione per rendere più competitiva la nostra economia. In Europa siamo già leader per elettrodomestici e lampadine a basso consumo. Insomma abbiamo le risorse, i talenti, la tecnologia per vincere questa scommessa». (m.v.)

Alto Adige 15-1-10


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domenica, 10 gennaio 2010


Finalmente si dice basta ai sacchetti di plastica



 Con grande gioia e soddisfazione ho letto l’articolo apparso sull’Alto Adige del 3 gennaio 2010 a pagina 8 dal titolo “I sacchetti di plastica vietati da gennaio 2011”. La legge finanziaria del 2007 ne aveva previsto il divieto di utilizzo a partire dal I gennaio di quest’anno, ma poi, con un emendamento al decreto legge anticrisi del luglio 2009, la decisione è stata spostata di un anno. Pazienza, ancora 357 giorni e poi, finalmente, la battaglia che conduco da anni contro i famigerati sacchetti di plastica sarà vinta. Il 9 aprile 2008 era stata pubblicata su questo giornale una mia lettera e il 25 giugno 2008 è andata in onda una trasmissione su Rai Radio Uno, dal titolo “La radio ne parla”, da me promossa, in cui si è parlato ampiamente su questo tema. Da anni, ormai, uso sacchetti di stoffa per fare la spesa ma, purtroppo, vedo ancora oggi, al supermercato, moltissime persone che chiedono uno o più sacchetti di plastica alla cassa. Evito di ripetermi per quanto riguarda l’alto tasso di inquinamento e pericolosità per l’ambiente dei sacchetti di plastica, ma vorrei soffermarmi sulla pessima abitudine di andare a fare la spesa senza portarsi dietro la “borsa della spesa” (in paglia o in rete o in stoffa o in carta); la gente esce di casa espressamente per andare a fare la spesa, alcuni una volta alla settimana, altri più volte alla settimana, altri ancora ogni giorno, ma coloro che, alla cassa, sono provvisti di borse sono una netta minoranza, quasi delle mosche bianche! Quindi, per portarsi a casa la spesa, si è costretti a chiedere uno o più sacchetti di plastica alla cassa, pagandoli euro 0,05 (cinque centesim) cadauno, in certi posti anche di più, Ciò aggrava ulteriormente il bilancio delle famiglie ma, contemporaneamente, si diventa dei veicoli pubblicitari per il supermercato che prende due piccioni con una fava: vende i sacchetti di plastica, come qualsiasi altro articolo in assortimento, guadagnando un discreto utile e si fa pubblicità a spese dei proprii clienti. Penso che sia arrivata l’ora di cambiare abitudini: usciamo di casa con la borsa della spesa (quelle di stoffa sono leggerissime ed occupano pochissimo posto); così facendo risparmiamo denaro e diamo un concreto contributo al miglioramento dell’ambiente in cui viviamo.

Ulderico Squeo BOLZANO

Alto Adige 10-1-10
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domenica, 03 gennaio 2010


I sacchetti di plastica vietati da gennaio 2011




ROMA. Dopo i termometri al mercurio, banditi per legge nell’aprile dello scorso anno, un altro oggetto di uso quotidiano presto sparirà. Il primo gennaio del prossimo anno le buste di plastica saranno un ricordo del passato. Troppo inquinanti e pericolose per l’ambiente. Il divieto di produrre e commercializzare sacchetti per la spesa non biodegradabili, stabilito dalla Finanziaria del 2007, sarebbe dovuto entrare in vigore l’altro ieri, ma a luglio un emendamento al dl Anticrisi ha rinviato la sentenza di 12 mesi. Compagni fedeli e indistruttibili delle massaie, per gli shopper è dunque iniziato il conto alla rovescia. I danni che in meno di trent’anni hanno prodotto alla salute del pianeta sono incalcolabili.

Alto Adige 3-1-10
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mercoledì, 30 dicembre 2009



No al biodigestore a Cadino: 1600 le firme per contrastare l’impianto




SALORNO. Il comitato civico «No al biodigestore a Cadino» questa mattina consegnerà le oltre 1600 firme finora raccolte - soprattutto a Salorno ma anche a Magrè e Cortina ed in altre località della Bassa Atesina - al presidente del consiglio provinciale di Trento Giovanni Kessler. L’incontro è previsto alle 11.30. Ribadito il parere contrario all’impianto, con una serie di motivazioni, a cominciare dai timori per le emissioni.
 Silvano Gottardi, presidente del comitato civico «No al biodigestore a Cadino», ed il suo vice Stefan Franceschini intervengono per spiegare l’opposizione alla decisione della Provincia di Trento di costruire l’impianto a Cadino nel Comune di Faedo: «Si troverà ad una distanza di circa un chilometro dal confine provinciale, dunque dal territorio del Comune di Salorno, ed è destinato a trattare i rifiuti organici e le sterpaglie delle valli di Fiemme, di Non, di Cembra e di Sole nonché della Piana Rotaliana». L’opposizione all’ubicazione viene ritenuta inadatta «Tra l’altro per la probabile emissione di odori e i venti del sud frequenti nella zona». Presidente e vice presidente ricordano che il comitato civico, costituito nel giugno scorso a Salorno, «si è quindi ampliato coinvolgendo anche residenti di Cortina di Magrè, per dimostrare preoccupazione e la contrarietà all’ubicazione dell’impianto», promuovendo la raccolta raccolta di firme che sono già oltre 1600. Le prime (oltre un migliaio) sono state consegnate al presidente del consiglio provinciale di Bolzano Dieter Steger «al quale è stato chiesto il sostegno del comitato». In quell’occasione il presidente Gottardi aveva evidenziato che «L’agricoltura è uno dei settori trainanti della nostra economia e vogliamo fare il possibile per difendere i nostri terreni. Sulle emissioni, purtroppo, non ci sono dati certi e soglie limite. Ci preoccupa in egual misura il fatto che la Provincia di Trento intenda affidare la gestione del biodigestore ad una società privata». Il vice presidente Franceschini aveva ricordato che «Non esiste una legge di riferimento in materia e siamo in attesa di una valutazione d’impatto ambientale». Il presidente del Consiglio provinciale altoatesino aveva assicurato il suo impegno: «Intendo prendere contatti con la Provincia di Trento. Per realizzare un impianto di questo genere proprio al confine tra le due province bisogna trovare preventivamente un accordo con i vicini. È una questione di buon senso. In futuro potrebbe capitare la stessa situazione a parti inverse».
 Ma la situazione non s’è sbloccata. Il biodigestore resta previsto a Cadino. Come resta la mobilitazione del comitato civico che oggi chiederà sostegno alla propria iniziativa e, possibilmente, anche garanzie sulle emissioni. Le rassicurazioni date dai tecnici non vengono infatti ritenute tranqulizzanti.

Alto Adige 30-12-09


Consiglio della  Provincia Autonoma di Trento
30-12-2009
Depositata una petizione in Consiglio provinciale
No al biodigestore di Cadino
nella foto l'incontro della delegazione con Kessler
Una delegazione del comitato "No al biodigestore a Cadino" ha consegnato stamani al presidente del Consiglio provinciale Giovanni Kessler una petizione sottoscritta da 1525 residenti della zona di Salorno, con la quale si chiede di fermare l'iter, avviato in provincia di Trento, per la realizzazione dell' impianto di smaltimento in prossimità del confine con la provincia di Bolzano e a qualche centinaio di metri dal comune altoatesino di Salorno.

La realizzazione del biodigestore è prevista in località Nassi nel comune di Faedo e quindi in provincia di Trento, ma gli abitanti della zona di Salorno, Cortina e Magrè, ritengono l'ubicazione inadatta, sia per la vicinanza alla zona residenziale e alle attività agricole di pregio, sia per il particolare andamento delle correnti ventose che attraversano la valle dell'Adige, nonché per l'elevato rischio idrogeologico della zona.
Analoga petizione -ha ricordato il presidente del Comitato Silvano Gottardi- è già stata presentata in provincia di Bolzano ed altrettanto si intende fare in Consiglio regionale

Unanime la preoccupazione dei componenti del comitato -erano presenti accanto al sindaco di Salorno, l'ing Stefan Franceschi, Edith Zemer, Michele Girardi, Mariano Telch e Alfredo Volcan- per le conseguenze che l'attività dell'impianto e le relative emissioni possono arrecare alla salute delle persone e alle attività agricole e artigianali della zona, tanto che il Comune di Salorno ha già depositato un ricorso presso il TAR di Trento.

Kessler -nel ricevere la petizione e dopo aver ascoltato le osservazioni dei rappresentanti del comitato- ha annunciato che investirà della richiesta la terza Commissione permanente che già si occupa del problema riguardante la localizzazione dei biodigestori.


il tavolo con la delegazione e il Presidente

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sabato, 19 dicembre 2009



La Doppelmayr sbarca in laguna




 BOLZANO. Verrà inaugurato quest’oggi a Venezia il “People Mover”, il trenino realizzato dalla Doppelmayr di Lana per collegare il parcheggio del Tronchetto a Piazzale Roma. Più che una inaugurazione - in quanto il People Mover entrerà in funzione per il trasporto passeggeri in occasione del Carnevale a febbraio - si tratta del “battesimo” nella città lagunare dell’innovativo mezzo di mobilità urbana i cui convogli sono stati dipinti di un elegante color rosso veneziano. Il trenino sopraelevato è il primo mezzo di trasporto pubblico di Venezia a viaggiare in quota passando sopra i canali, correndo lungo una monorotaia e senza conducente a bordo. Coprendo una distanza di 857 metri trasporterà fino a 3 mila persone ora tra studenti, lavoratori, cittadini e turisti che entreranno così a Venezia su un mezzo rispettoso dell’ambiente e privo di emissioni inquinati.
 Il People Mover verrà ufficialmente presentato a Piazzale Roma alla presenza del sindaco della città Massimo Cacciari nonchè dei dirigenti dell’azienda funiviaria di Lana che si sono aggiudicati il pretigioso appalto.
 Il progetto globale, comprensivo del trenino Doppelmayr e delle spettacolari architetture delle stazioni (strutture in acciaio e grandi superfici vetrate), ha richiesto un investimento complessivo di 100 milioni di euro.


Alto Adige 19-12-09
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giovedì, 17 dicembre 2009


Contro l’antenna in via Pietralba adesso anche i Freiheitlichen





LAIVES. Freiheitlichen contro l’antenna per le telecomunicazioni appena installata sul tetto della casa delle associazioni, in cima a via Pietralba. «Siamo contrari a questa presenza - dice Marco Larcher, rappresentante comunale del partito - perché potrebbe comportare rischi alla salute di chi abita attorno, visto che nel raggio di poche decine di metri vi sono casa di riposo e scuola materna. Nonostante la gente della zona abbia raccolto 400 firme contro l’impianto, l’antenna è stata montata e crediamo che meglio installarla sul tetto del nuovo municipio».


Alto Adige 17-12-09
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martedì, 15 dicembre 2009


Pronto lo studio Eurac per portare Bolzano a ridurre le emissioni




MAURO FATTOR


Ci siamo quasi. Il «Patto per il clima» che l’Istituto per le Energie rinnovabili dell’Eurac aveva avuto l’incarico di elaborare per conto del Comune di Bolzano è pronto. Una stesura pressochè definitiva del lavoro è stata consegnata proprio ieri dal direttore dell’Istituto, Wolfram Sparber, all’amministrazione.
 Prima di vederla approdare in Commissione Ambiente del consiglio comunale - verosimilmente a metà gennaio - ci sarà bisogno ancora di alcuni approfondimenti e soprattutto di un massiccio lavoro di semplificazione in modo da aumentarne la fruibilità, trattandosi di una documento molto tecnico corredato da una marea di numeri. Per capire cosa sia il documento partorito dall’Accademia europea e quale impatto potrebbe o potrà avere sul capoluogo occorre fare un passo indietro. Bolzano, «città alpina dell’anno 2009», aveva ricevuto in gennaio il testimone dalla cittadina svizzera di Briga-Glis. Essere città alpina - votata da Convenzione delle Alpi, Pro Vita Alpina e Cipra - ha soprattutto il significato di prendere degli impegni, niente medaglie quindi. Per la precisione ogni «città alpina dell’anno» si impegna durante l’anno in carica, a realizzare almeno due progetti di sviluppo sostenibile. Bene. Bolzano, che è la quarta città italiana, dopo Belluno, Trento e Sondrio, ad aggiudicarsi il riconoscimento di «Città alpina dell’anno», aveva deciso di darsi un obiettivo alto che più alto non si può: diventare la prima città alpina a bilancio di emissioni neutro. Bilancio di emissioni neutro, significa che la città potrà produrre solo tanta anidride carbonica quanta sarà in grado di assorbirne il territorio circostante attraverso i processi naturali di fissazione del gas. Un obiettivo molto alto, molto ambizioso e anche molto difficile. Se preso sul serio, ovviamente, e non come una semplice - l’ennesima - manifestazione di intenti. Gli sforzi di Bolzano in questa direzione coincidono con gli obiettivi della Convenzione delle Alpi che, proprio in questi mesi, sta elaborando un Piano d’azione per il clima comprendente provvedimenti concreti che dovrebbero, e in questo caso il condizionale è veramente d’obbligo, essere recipiti a livello statale.
«È stato un lavoro molto complesso - spiega Wolfram Sparber, il direttore dell’Istituto per le Energie rinnovabili dell’Eurac - per certi versi più complesso del previsto e con risultati non scontati. Senza entrare per ora nel dettaglio, posso dire, per esempio, che gli interventi sul patrimonio edilizio esistente per migliorarne l’efficenza energetica dovranno essere massicci ed estesi se si vogliono raggiungere certi obiettivi. Anche i dati relativi all’incidenza del traffico veicolare sul bilancio globale delle emissioni di biossido di carbonio delineano un quadro un po’ peggiore del previsto. Comunque il nostro compito in questa fase è stato soprattutto quello di fornire una solida base di dati su cui ragionare individuando alcune linee di imtervento possibili».

Ma il balletto delle cifre sui gas è già cominciato


«L’unica cosa certa è che se davvero l’Europa a Copenhagen si impegnerà a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 30% rispetto al 1990, che equivalgono al 40% rispetto alla situazione attuale, interventi a spot, disorganici ed estemporanei per frenare le emissioni non serviranno più a nulla. Bisognerà cambiare passo e mentalità e saranno i Comuni a dover agire capillarmente, facendo ognuno la propria parte. Bolzano in questo, con la strada imboccata per arrivare ad un bilancio neutro di emissioni di Co2, ha anticipato i tempi». Così Helmut Moroder, presidente della Commissione Ambiente e Viabilità del Comune di Bolzano che per prima dovrà confrontarsi con il lavoro dell’Eurac. «Il nostro obiettivo è di portare le emissioni pro capite dei bolzanini da 10 a 2 tonnellate annue entro il 2030». Già da questi elementi si capisce che la questione non sarà semplice, perchè il balletto delle cifre è già cominciato. Impossibile non evidenziare la distanza da quanto affermato ieri da Durnwalder che ha parlato, a livello provinciale, di 5,3 tonnellate di emissioni pro capite, ovvero la metà della media europea. Dato che in molti, tra i tecnici, ritengono di comodo. (m.f.)


Alto Adige 15-12-09



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martedì, 15 dicembre 2009


Rifiuti, piace la raccolta differenziata In un mese 349 tonnellate di cartoni




BRUNO CANALI


 LAIVES. Prima l’informazione, poi i controlli sistematici presso le isole ecologiche: ora, tirate le somme del lavoro svolto, il bilancio è considerato molto positivo.
 Lo hanno fatto l’assessora Liliana Di Fede e l’agente accertatrice, presente un rappresentante della Seab ed i volontari che sono stati impegnati. Proprio il loro impegno è stato prezioso per la distribuzione del materiale informativo e per i controlli rispetto ad eventuali abusi o errori che la gente commette nel conferire i rifiuti alle isole di raccolta mediante tessera personalizzata. Nel complesso la raccolta differenziata sta dando buoni risultati e la quantità complessiva è passata dal 42,9% del 2008 al 48,1% di quest’anno (senza dicembre). La carta raccolta ha raggiunto le 466 tonnellate, mentre 349 tonnellate sono quelle dei cartoni raccolti porta a porta solo dall’inizio di novembre. Il vetro spedito al riciclaggio ammonta a 523 tonnellate e la plastica (più leggera) a 160 tonnellate. Il verde raccolto è stato di 1.092 tonnellate. Complessivamente quindi è risultato che 3.480 tonnellate sono state di residuo non riciclabile inviato alla discarica, a fronte di 3.200 tonnellate di raccolta differenziata, un risultato considerato positivo anche dalla Seab. «Continueremo con i controlli e l’informazione grazie ai volontari - ha garantito l’assessora Di Fede - perché ci sono margini per migliorare ancora la separazione dei rifiuti, visto che c’è ancora molta gente che non ha capito bene come e cosa riciclare, anche perché talvolta le indicazioni sono confuse. Così si migliorerà la cartellonistica presso i punti di raccolta e verranno anche installati nuovi raccoglitori per le batterie esaurite dove mancano. Per quanto riguarda eventuali abusi, vengono effettuati controlli incrociati mediante i contratti di fornitura dell’energia elettrica. È emerso però che solo l’Ae collabora, mentre l’Enel non li fornisce appellandosi alla privacy.


Alto Adige 15-12-09
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martedì, 15 dicembre 2009


Cubatura e incentivi a chi costruisce edifici CasaClima

BOLZANO. Obiettivo emissioni zero (o quasi) e autarchia energetica da fonti rinnovabili. Così l’Alto Adige si prepara alla sfida ambientale dopo il vertice di Copenhagen. Si punterà sull’efficienza energetica nell’edilizia accelerando l’introduzione degli standard CasaClima e sulla promozione di fonti alternative come il fotovoltaico. Lo ha deciso ieri la giunta provinciale, che nella clausura del 7 gennaio prossimo definirà le misure in dettaglio. Ne sono previste una trentina: la novità più importante è l’obbligo della certificazione CasaClima B per tutti i nuovi edifici a partire da giugno.
 Dopo il vertice di Copenhagen della scorsa settimana, ieri la giunta provinciale ha dedicato gran parte della sua seduta alle misure per ridurre le emissioni di Co2. I due grandi obiettivi li ha elencati ieri il presidente Luis Durnwalder: «Vogliamo ridurre le emissioni di anidride carbonica dalle attuali 5,3 tonnellate annue per cittadino a 4 tonnellate entro il 2020 e a meno di due entro il 2050. Inoltre intendiamo arrivare a produrre il 75% della nostra energia da fonti rinnovabili entro il 2013 e il 100% entro il 2020». Oggi il 56% dell’energia non è di fonte fossile.
 Per raggiungere questi due traguardi, la giunta su proposta dell’assessore all’ambiente Michl Laimer ha pensato ad un pacchetto di una trentina di misure che sarà definito più in dettaglio nella seduta di clausura del 7 e 8 gennaio prossimo.
 I punti chiave riguardano in particolare l’edilizia: da giugno i nuovi edifici dovranno rispettare come minimo gli standard CasaClima B (pari a un consumo annuo di 5 litri di gasolio al metro quadrato, mentre oggi basta il C, che prevede il consumo di 7 litri) e i premi di cubatura saranno assegnati solo a chi costruisce edifici CasaClima B+ oppure A (consumo annuo di 3 litri di gasolio per metro quadrato). Quest’ultimo standard diventerà obbligatorio a partire dal 2015. Per gli edifici già esistenti, ci saranno bonus di cubatura per chi migliora l’efficienza energetica. Se il risanamento porterà a uno standard energetico pari almeno al CasaClima C, il bonus di cubatura sarà di 200 metri, mentre chi risana un appartamento all’interno di un condominio potrà recuperare la veranda.
 Saranno inoltre coperti con pannelli fotovoltaici i tetti degli edifici pubblici: «Ci sono a disposizione 20 ettari, ora valuteremo come muoverci», ha detto Durnwalder. Lo stesso vale per gli edifici in zona produttiva e per le cooperative frutticole.
 Dai ricavi derivanti dalle centrali elettriche arriveranno i fondi per finanziare progetti di miglioramento ambientale come il tram verso l’Oltradige. Sempre in tema di mobilità, presso ospedali, fiere e scuole saranno installati delle colonnine per la ricarica di motorini elettrici. Si punterà anche sulla ricerca (in particolare si svilupperà il “corridoio verde” lungo il Brennero).
 Novità anche per la tassa automobilistica: in futuro chi più inquina, più paga. Premiati invece i veicoli ecologici. (mi.m.)

Alto Adige 15-12-09
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martedì, 15 dicembre 2009


Barriere «panoramiche»

 BOLZANO. “Eco Soundwall” è l’ultima nata dello stabilimento Sapa di Bolzano. Si tratta di una barriera antirumore realizzata in alluminio e materiali ecocompatibili riciclabili dotato di un innovativo sistema per l’abbattimento della Co2. Ma la novità più interessante è il basso impatto ambientale e percettivo in quanto i pannelli potranno essere o dipinti o serigrafati con immagini fotografiche riproducenti il paesaggio attraversato. In tal modo la barriera non sarà più un opprimente muro di cemento, ma potrà rappresentare il paesaggio così comè sia pure in maniera riprodotta, virtuale.


Alto Adige 15-12-09
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sabato, 12 dicembre 2009


Con l’isola pedonale più gente in centro e aumentati gli affari



MASSIMILIANO BONA


CALDARO. Grazie all’introduzione della zona a traffico limitato in centro il numero dei pedoni negli ultimi cinque anni è aumentato del 30 per cento.
 È uno dei dati salienti illustrati dall’esperto austriaco di viabilità Hermann Knoflacher. Sono stati raccolti nell’aprile di quest’anno, poco dopo la chiusura del centro storico ed i riscontri sono più che positivi anche in termini di miglioramento della qualità della vita. «Chi temeva quindi - commenta Irene Hell, capogruppo della Dorfliste - che una zona pedonale potesse “impedire” l’accesso a persone che di solito si muovono in macchina, è stato seccamente smentito: il numero delle persone che raggiungono il centro in macchina è rimasto invariato, solo che adesso non attraversano più il centro ma raggiungono i parcheggi limitrofi».
 Fa riflettere anche il dato secondo il quale il poter d’acquisto dei clienti è cresciuto a dispetto della crisi economica. «La durata della permanenza delle persone in centro è aumentata e di conseguenza si spendono più soldi. Ciò ha fatto sì che qualche negozionante si sia trasformato da strenuo oppositore in sostenitore appassionato dell’isola pedonale».
 Il gradimento per la «Ztl» è comunque fuori discussione.
 «L’80 per cento degli intervistati si è dichiarato soddisfatto o molto soddisfatto della zona pedonale: una bella soddisfazione anche per noi della Dorfliste, che da anni ci battiamo per una chiusura del centro al traffico motorizzato tutto l’anno. L’avevamo proposto alla maggioranza già in tempi remoti, quando riteneva la nostra proposta fuori luogo. È il segno, evidentemente, dei tempi che cambiano anche in politica. Oggi tutti propongono temi “verdi”, indipendentemente dal partito di appartenenza: dall’isola pedonale al tram per Bolzano. Ecco dunque che fa piacere constatare che le idee valide vengono sistematicamente copiate».

Alto Adige 12-12-09
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mercoledì, 09 dicembre 2009


Barriere anche lungo l’autostrada



Iniziati i lavori preparativi per l’installazione all’altezza di Vadena

EZIO DANIELI


 VADENA. Un altro passo concreto - finalmente - nell’impegnativa lotta contro l’inquinamento acustico in Bassa Atesina. Da alcuni giorni, lungo la corsia nord dell’Autobrennero, si sta lavorando per predisporre il cantiere. Poi uomini e mezzi della ditta Brunelli provvederanno ad installare le barriere antirumore. Si sta dunque concretizzando l’impegno preso da tempo dalla società dell’A22. Ma l’iter aveva subito dei contrattempi per cui le barriere arriveranno comunque in ritardo rispetto a quelle che erano le aspettative. I giudici del Tar, come si ricorderà, avevano accolto il ricorso presentato dalla ditta arrivata seconda nella gara di appalto per realizzare le barriere. Ed è proprio questa azienda che provvederà a costruirle. L’amministrazione comunale di Vadena sta perfezionando le trattative con i proprietari dei terreni a ridosso dell’austrada in modo da consentire il passaggio dei mezzi necessari per completare l’opera. Secondo il progetto che è stato elaborato dall’Autobrennero, saranno cinque le barriere antirumore in corrispondenza del tratto autostradale tra le stazioni di Bolzano sud e di Egna-Ora. Nel dettaglio, due ciascuna in località «Cervo» e vicino all’abitato di Vadena e l’ultima a completamento dell’impianto antirumore nella frazione Birti (carreggiata sud), per una lunghezza complessiva di 4,2 chilometri. L’A22 prevede di eseguire i lavori impedendo la transitabilità delle sole corsie di emergenza, senza quindi condizionare il regolare flusso del traffico. Tecnicamente, la curvatura verso la fonte del rumore da abbattere consentirà di ridurre a 4 metri l’altezza delle barriere. La realizzazione di queste protezioni elimineranno i disagi che la comunità di Vadena - ed in particolare degli abitanti della zona Cervo a ridosso del comune di Laives - lamentano da alcuni anni. Ma i problemi resteranno in buona parte della Bassa Atesina. E finiranno per peggiorare viste le mega opere in fase di realizzazione o previste, come il passante ferroviario sotto la montagna fra Ora e Cardano e la tratta di accesso della nuova ferrovia del Brennero con tratti di binari all’aperto in zone poco distanti dalle abitazioni.
 Timori a Ora. I lavori per il secondo lotto della variante alla statale 12 del Brennero creeranno, per forza di cose, un sensibile aumento dei mezzi pesanti in transito per il trasporto del materiale di scavo. Con un conseguente, inevitabile aumento dell’inquinamento acustico che in zona è già rilevante. L’aumento dei rumori per completare la circonvallazione è forse il male minore, anche se le preoccupazioni non mancano perchè gli interventi saranno a ridosso sia di numerose abitazioni che nei pressi delle aziende in zona produttiva. Ma i decibel, da anni, sono eccessivi in tutto il territorio comunale. Non è un caso dunque se, nel corso degli incontri con gli abitanti, organizzati dal Comune di Ora per discutere la pianificazione del futuro, sono emersi proprio i disagi causati dall’inquinamento acustico. La ferrovia, l’A22 nonché il vicino aeroporto, infatti, fanno di Ora una cittadina considerata troppo rumorosa dai residenti.


Alto Adige 9-12-09
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sabato, 05 dicembre 2009


Treni, barriere anti rumore



EZIO DANIELI

 CORTINA ALL’ADIGE. I primi lavori per la posa delle barriere architettoniche costituiscono un segnale importante per l’impegno (che finalmente si concretizza) contro i decibel in Bassa Atesina.
 Decibel che sono tanti e soprattutto fuori legge. Sia di giorno che di notte. Non è dunque un caso se gli amministratori comunali periodicamente si appellano alla Provincia per chiedere interventi. Lo stesso ha fatto la Comunità di Valle che ha deciso di intervenire presso le autorità competenti di Trenitalia e di Rfi per richiedere un repentino miglioramento del materiale rotabile, soprattutto dei treni merci (sono antiquati e quindi causano decibel regolarmente fuorilegge), e l’installazione di barriere antirumore lungo i binari. In base all’accordo siglato a fine settembre 2003 fra la Provincia e la Rfi è prevista, appunto a Cortina, la realizzazione di barriere antirumore dell’altezza di tre metri a Cortina all’Adige per una lunghezza di 1.130 metri. Il paese della Bassa Atesina - come gli altri da «proteggere» - è stato scelto dalla Provincia in base ad un indice di priorità che fa riferimento al numero delle case, al numero degli abitanti, al livello sonoro calcolato, al limite di rumore previsto per legge e alla lunghezza necessaria della barriera e quindi anche i costi dell’intervento, ovvero al rapporto costo-benefici. La normativa statale stabilisce i limiti che può raggiungere l’inquinamento acustico derivante dal traffico ferroviario. Nelle adiacenze di edifici abitati, in presenza di transiti di velocità non superiore a 200 km/h entro una fascia di 100 metri a destra e 100 metri a sinistra dalla mezzeria dei binari esterni deve essere rispettato il limite di 70 decibel di giorno e di 60 di notte. A Cortina - in più occasioni e per iniziativa dell’amministrazione comunale - era stati fatti rilievi in merito appumto all’inquinamento acustico e, in ogni occasione, erano emersi dati inequivocabili sul numero di decibel oltre il limite stabilito dalla legge con conseguenti, pesanti disagi soprattutto per quelle persone che abitano a poca distanza dalla linea ferroviaria. Da qui le proteste ripetute e, ora, un sospiro di sollievo perchè il problema è verso la soluzione.

CORTINA. In consiglio provinciale, l’altro giorno, l’assessore Thomas Widmann - a proposito di barriere antirumore lungo la ferrovia del Brennero - ha ricordato che «A Cortina i lavori sono appena iniziati, a Laives sud e all’altezza del centro sono in corso mentre sono iniziati quelli a nord. Trattative sono in corso con Rfi per realizzarle anche a Bronzolo».

Alto Adige 5-12-09
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giovedì, 03 dicembre 2009


Campi elettromagnetici a Laives


disturbi


Abbiamo partecipato anche noi alla serata informativa sui campi elettromagnetici che l’amministrazione comunale si è trovata costretta ad organizzare a fronte delle preoccupazioni dei cittadini sfociate in proteste ed in una raccolta di firme.
I relatori invitati hanno fornito un quadro totalmente rassicurante, ma nonostante ciò non sono riusciti a tranquillizzare i numerosi cittadini presenti in aula magna: dubbi, perplessità e inquietudini sono affiorati da tutti gli interventi che si sono succeduti.
Ed è stato proprio il primo intervenuto che in modo diretto ha messo il dito nella piaga: “A chi serve l’antenna?” – ha chiesto.
È risultato quindi evidente come, non essendo mai stati segnalati disservizi, gli unici a trarne benefici siano i gestori i quali, al fine di incrementare i guadagni, sono abilissimi nel creare bisogni indotti: l’antenna infatti è funzionale alla trasmissione dati e cioè permette di collegarsi a internet con il telefonino, la qual cosa non va annoverata tra i bisogni primari della maggior parte dei cittadini.
Vi è poi da sottolineare che l’abbattimento radicale delle soglie di attenzione, sulle quali molto si è insistito, ci dice che stiamo trattando una materia potenzialmente molto pericolosa. È vero infatti che non vi sono ancora evidenze che correlino i campi magnetici dei telefonini a malattie, ma non si può ignorare che degli studi epidemiologici di questo tipo richiedono anni e che comunque sempre più spesso vengono scoperti effetti dannosi al sistema nervoso, con disturbi al sonno e all’equilibrio, ma anche gravi danni al DNA delle cellule, leucemie, ecc. Inoltre incominciano ad esserci parecchie sentenze dei tribunali che, basandosi sui dati delle ricerche più recenti e sul principio di precauzione, danno ragione ai cittadini che protestano. Ed è proprio in base al principio summenzionato che ci appare del tutto inopportuna la collocazione di quell’antenna nella vicinanza di edifici sensibili quali asilo, scuole e casa di riposo.
D’altronde è difficile fidarsi di chi non informa preventivamente, ma cerca il consenso a decisioni già prese.
Rifondazione Comunista - Laives

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giovedì, 03 dicembre 2009


I detersivi vengono ricaricati



Vadena. Grazie ad una macchina nell’unico negozio del paese


 VADENA. La collaborazione dei commercianti è importante anche per ridurre la produzione di rifiuti, proprio perché in un negozio oramai non c’è merce che non sia imballata o impacchettata. Renzo Costa, gestore del Mini Market (è l’unico negozio del paese) ha deciso di introdurre il sistema di ricarica dei detersivi grazie ad una macchina erogatrice. «Un tempo questo sistema costava troppo - dice Costa - Ora è accessibile e l’ho adottato. Con 70 centesimi il cliente può ricaricare il flacone di detersivo che acquista una volta per tutte; la macchina provvede a pesare il contenuto e a dare lo scontrino». contento anche il sindaco Beati perché in questo modo si riduce la produzione di plastica da mandare al riciclaggio. (b.c.)

Alto Adige 3-12-09
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mercoledì, 02 dicembre 2009


Telefonia mobile sul tetto della casa delle associazioni di via Pietralba: restano le preoccupazioni Nota di Markus Fill: le firme sono servite


telefonia mobile sul tetto


LAIVES. L’antenna per la telefonia mobile è stata montata sul tetto della casa delle associazioni di via Pietralba, nonostante le 400 firme di residenti contrari all’installazione. Le perplessità ed i timori sono rimasti. Li evidenzia, in questo intervento, Markus Fill: «Nella serata informativa dello scorso 11 novembre, organizzata dal Comune di Laives, i relatori presenti non hanno escluso che l’antenna possa creare danni alla salute delle persone e dell’ambiente. Devo, inoltre, evidenziare che: 1) il Comune ha invitato esclusivamente esperti in materie tecniche e giuridiche, evitando la partecipazione di professionisti dei settori ambientale e sanitario; 2) non tutti gli esperti sono stati convocati con il necessario grado di terzietà rispetto alle posizioni contrapposte; 3) esperti del settore, istituzioni indipendenti ed autorità competenti in materia promuovono con crescente veemenza un abbattimento radicale di questo tipo di emissioni, mettendo in guardia sulle ripercussioni negative che dette tecnologie possono indurre, a lungo termine, sulla salute dell’uomo e, più in generale, su quella dell’ambiente; 4) Sono dell’avviso che le frasi riportate su questo giornale “non creerà alcun problema di salute”, e ancora: “non creerà danni alle persone” ingenerano una sottovalutazione del problema ed una, ahimè falsa, sensazione di sicurezza. È opinione che l’affermazione, secondo la quale le firme raccolte sarebbero state inutili, induca il lettore ad una demotivazione nei confronti di iniziative a questa assimilabili. La predetta raccolta ha costretto, infatti, l’amministrazione comunale ad approfondire la materia ed indotto la stessa giunta ad esprimersi favorevolmente nei confronti dei seguenti futuri provvedimenti: 1) il contratto per l’esercizio della stazione radio base, di durata biennale, non verrà rinnovato alla sua prossima scadenza; 2) verrà avviata una campagna informativa, per sensibilizzare la popolazione sul tema e per favorire una gestione responsabile delle tecnologie radiomobili; 3) i valori massimi delle emissioni verrano monitorati e periodicamente confrontati con quelli prescritti dal Comune, in sede di autorizzazione all’installazione dell’antenna; 4) per la futura installazione di infrastrutture di questo tipo, verrà elaborato ed approvato un apposito regolamento comunale. I risultati conseguiti, pur non essendo quelli auspicati, devono comunque ritenersi soddisfacenti, specie per quanto attiene al medio e lungo termine. Proprio per questo motivo, ritengo che la popolazione che beneficierà dei vantaggi di cui sopra, dovrebbe maturare, anche dalla lettura della stampa, un senso di gratitudine e di incoraggiamento nei confronti di iniziative popolari come quella intrapresa».


Alto Adige 2-12-09
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mercoledì, 25 novembre 2009


Attivato il nuovo ripetitore a Laghetti: la Ras ha salvato l’ambiente protetto del parco

 
  montecorno


LAGHETTI. Non più vicino a case e popolazione ma dislocato in una zona non abitata: è la ragione che ha portato allo spostamento del ripetitore di Laghetti gestito dalla Ras, l’azienda radiotelevisiva provinciale, che ha accolto in tal senso le richieste della popolazione. Ieri pomeriggio il ripetitore è stato ufficialmente attivato. Con il passaggio dal sistema analogico alla Tv digitale, l’impianto di Laghetti consente la ricezione di numerosi canali televisivi pubblici e privati. Il ripetitore è stato spostato da San Floriano per tutelare dall’elettrosmog le case che si trovavano nelle vicinanze. «La nuova collocazione, lontana da insediamenti abitativi, è ideale», ha detto ieri l’assessora Kasslatter Mur. Il nuovo impianto si trova nel parco naturale Monte Corno e l’iter della sua approvazione, collegato a precise normative di tutela, ha richiesto quattro anni. La Ras ha dovuto rispettare una serie di prescrizioni e garantire anche misure di compensazione ambientale. «Abbiamo dovuto interrare una linea di alta tensione che finora si sviluppava all’aperto e finanziare tre studi su flora e fauna dell’area interessata», ha ricordato il presidente della Ras Rudi Gamper durante la cerimonia di attivazione, presente anche il sindaco di Egna Alfred Vedovelli. Con la sua entrata in esercizio ufficiale il nuovo ripetitore di Laghetti si conferma un valore aggiunto per tutta l’area servita: «Dopo l’avvio delle trasmissioni tv in tecnica digitale l’impianto garantisce una ricezione adeguata di molti canali delle emittenti nazionali e private italiane e straniere», ha spiegato il direttore della Ras Georg Plattner. L’intera operazione tecnica di Laghetti ha comportato un investimento di circa 850 mila euro.

Alto Adige 25-11-09
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domenica, 22 novembre 2009


Illuminazione a led nel Comune di Laives



plafoniera led

Siamo felici che finalmente, così come riportato dalla stampa, anche la nostra amministrazione abbia preso in considerazione il sistema di illuminazione a led. L'esperimento del piccolo comune di Torraca, che più di anno e mezzo fa avevamo segnalato all'attenzione della giunta e del consiglio, sta dunque facendo scuola ed anche i responsabili politici del nostro comune, anche se solo in via sperimentale, si sono avviati su questa strada.

Il costo leggermente superiore delle plafoniere viene infatti in breve tempo compensato dai considerevoli risparmi nella manutenzione e soprattutto nei consumi e a riprova riportiamo i risultati dell'investimento del piccolo comune campano: - risparmio energetico valutato intorno al 65% - riduzione dei costi legati alla manutenzione dell'impianto di illuminazione del 50% - riduzione dell'inquinamento luminoso del 90%.

Peccato dunque che non si sia colta l'occasione per una sperimentazione più significativa installando i nuovi lampioni a Pineta dove sulla ex-statale, è stata sostituita tutta l'illuminazione pubblica.

Rifondazione Comunista - Laives
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giovedì, 19 novembre 2009


Consegnate 400 firme per dire no all’antenna


no antenna


LAIVES. Ieri sono state consegnate alla giunta le 400 firme raccolte nel giro di alcune settimane dai residenti della zona a monte della città per dire no all’installazione dell’antenna per la telefonia mobile sul tetto di un edificio comunale all’incrocio tra via Pietralba e via Dante. La scorsa settimana, per parlare di questo tema, era anche stata organizzata dall’amministrazione comunale una serata esplicativa per tranquillizzare tutti quanti in merito alla presunta pericolosità di un’antenna simile in mezzo all’abitato. Chi ha raccolto le firme (e chi ha firmato) teme ovviamente l’inquinamento elettromagnetico. Durante la serata in aula magna però, tecnici e legale, hanno sostanzialmente escluso che un’antenna come quella che sta per essere installata creare danni alle persone. (b.c.)

Alto Adige 19-11-09
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giovedì, 12 novembre 2009


Vog, lo stop della Provincia


VOG

«Non conferisca più di una tonnellata di rifiuti al giorno» I sindaci insistono: bene ma costruisca un impianto

LAIVES. La Provincia, con una lettera di cui si è avuto notizia ieri, ha diffidato la ditta Vog dal conferire al depuratore Fossa Grande di Bronzolo un carico inquinante superiore ai mille chilogrammi giornalieri. È l’ultimo atto (per ora) del contenzioso nato in seguito al perdurare di cattivi odori che nei giorni scorsi avevano allarmato e irritato alquanto la popolazione di Laives, Bronzolo e Vadena. Si era capito che la puzza arrivava dal depuratore consortile che ha sede a Bronzolo, ma la causa scatenante era da imputare alla Vog, che stava conferendo all’impianto una quantità eccessiva di liquami prodotti durante il ciclo di lavorazione delle mele. Questo ha messo in crisi il delicato equilibrio rappresentato dai batteri che garantiscono la depurazione, con il risultato della puzza in tutto il circondario.
 In realtà, prima della diffida a non superare i mille chili per giorno arrivata in queste ore, alle amministrazioni comunali di Laives, Bronzolo e Vadena era stata recapitata per conoscenza una comunicazione, sempre diretta alla Vog, dove le indicazioni sulle quantità da inviare al depuratore erano anche più restrittive; poi però si è deciso di fissare una tonnellata al giorno di fanghi, anche per non bloccare la produzione. «Speriamo che questo riporti rapidamente alla normalità la situazione del depuratore - ha detto il sindaco di Bronzolo, Benedetto Zito, in consiglio comunale - e comunque rimane il fatto che la Vog deve risolvere una volta per tutte il problema. Noi siamo disposti a facilitare la ditta, ma sia chiaro che non accetteremo mai un impianto di pre-trattamento dei fanghi Vog sulla sua area nel territorio comunale di Bronzolo. L’impianto per la Vog invece andrà fatto presso il Fossa Grande». (b.c.)

Alto Adige 12-11-09
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martedì, 10 novembre 2009



COMUNE DI LAIVES                                              Comunicazioni Istituzionali - 10.11.2009  12:36



serata informativa sull'instalalzione di antenne telefoniche

Mercoledí, 11 novembre 2009 alle ore 20 presso l'aula magna di Laives avrá luogo una serata informativa sull'installazione di antenne telefoniche.
Interverranno: il sindaco, il vice sindaco, l'avv. Marcello Adriano Mazzola e il dott. Alessandro Merlino

(Autore: SM)

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Volentieri pubblichiamo una rettifica alla notizia pubblicata: “Firme anti antenna” apparsa sul quotidiano Alto Adige :

Con la presente, si comunica che le informazioni contenute nell’articolo “Firme anti antenna”, apparso sul quotidiano "Alto Adige" del giorno 10 novembre 2009 (pag. 22), non sono corrette. Infatti, la citata raccolta delle firme non avverrà a cura dell’Alpenverein, bensì a cura dei residenti di Via Peter Mayr e di Via Dante. Si richiede, pertanto, una rettifica in tal senso.
Distinti saluti M. F., in rappresentanza dei residenti di Via Peter Mayr e di Via Dante




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martedì, 10 novembre 2009



Firme anti antenna a cura dell' AVS




 LAIVES. Domani alle 20 in aula magna riunione per illustrare i pro e i contro dell’installazione di un’antenna per la telefonia mobile sul tetto della palazzina di via Pietralba. La serata è organizzata dalla giunta comunal, presenti tecnici favorevoli e contrari. Intanto è iniziata anche la raccolta di firme a cura dell’Alpenverein. (b.c.)

Alto Adige 10-11-09
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martedì, 10 novembre 2009


Depuratore a rilento: ancora cattivi odori


VOG

Nonostante la riduzione del carico inquinante della Vog, il «Fossa Grande» non può funzionare a pieno regime

LAIVES/VADENA. Dal depuratore continuano ad uscire odori sgradevoli. Si pensava ad una rapida soluzione del problema - causato dai conferimenti della ditta Vog - ma il «Fossa Grande» ha bisogno di almeno una dozzina di giorni prima di riuscire a smaltire il carico inquinante decisamente superiore a quello considerato convenzionale. Intanto continuano le proteste dei residenti.
 Come promesso nel corso della recente riunione, la Vog sta riducendo il carico inquinante che giornalmente invia al «Fossa Grande» a seguito della lavorazione delle mele. Ma il depuratore continua a fare... fatica. La conseguenza è che continuano i cattivi odori che si avvertono in tutto il circondario. Ieri il sindaco di Vadena - che continua a ricevere lamentele da parte dei residenti - ha preso contatti con l’Ecocenter. Ma una soluzione definitiva, a quanto pare, sarà possibile soltanto fra una quindicina di giorni. La questione è nota e confermata dai tecnici: a causa del volume di liquidi inquinanti conferito dalla ditta Vog a seguito dell’intensa attività di lavorazione delle mele, si è determinato presso il depuratore «Fossa Grande» un carico inquinante di 200 tonnellate alla settimana (invece delle 150 convenzionali) che ha mandato letteralmente in tilt il delicato processo biologico alla base della depurazione. L’ingegner Marco Palmitano, direttore di Ecocenter, ha spiegato: «È come se si fosse in presenza di una fognatura a cielo aperto». Si pensava che una riduzione del carico inquinante da parte della Vog avrebbe portato alla cessazione degli odori in poco tempo. Ma il depuratore è ancora in difficoltà. Secondo i tecnici la situazione dovrebbe migliorare in una dozzina di giorni. (e.d.)

Alto Adige 10-11-09

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sabato, 07 novembre 2009


Sì all’essiccatore, ma il materiale trattato sarà spedito fuori regione


essicatore fanghi

MASSIMILIANO BONA



 TERMENO/BOLZANO. I soci dell’Ecocenter hanno raggiunto ieri il sospirato compromesso. L’impianto a biomassa si farà a Termeno, accanto al depuratore, ma i fanghi essiccati saranno smaltiti fuori regione, probabilmente all’estero, e riutilizzati nei cementifici.
 Proprio per evitare una lotta intestina la Volkspartei ha preferito risolvere la “partita“ trovando un’intesa - sofferta ma condivisa - prima dell’assemblea generale al Laurin. Ieri mattina, infatti, per la sorpresa generale i 53 soci dell’Ecocenter hanno sbrigato la questione, che si trascinava da oltre 5 anni, nel giro di un quarto d’ora.
 L’ACCORDO. La scorsa settimana si sono visti, per un incontro chiarificatore, i presidenti delle tre Comunità di valle (Oswald Schiefer per la Bassa Atesina/Oltradige, Ignaz Ladurner per il Burgraviato e Albin Kofler per Salto/Sciliar), il presidente dell’Ecocenter Konrad Ausserer, il consigliere del Cda e sindaco di Caldaro Wilfried Battisti Matscher e l’assessore Klaus Ladinser in rappresentanza del Comune di Bolzano (che detiene il 45% del capitale sociale). Sul tavolo c’era la proposta avanzata dal Comune di Termeno, da sempre contrario all’incenerimento dei fanghi in loco e maggiormente propenso ad un impianto di essiccamento convenzionale a bassa temperatura. I timori dei tecnici della Provincia e dell’Ecocenter erano rappresentanti, in questo caso, dall’impossibilità di “chiudere il cerchio“ in zona e dalla necessità di trovare uno smaltitore esterno disposto a firmare un contratto a prezzi bloccati per i il conferimento dei fanghi essiccati per almeno 10 anni. A prevalere, in questo caso, è stata la soluzione politica ed è passata, nella sostanza, la linea di Termeno: essiccamento in loco e smaltimento altrove per 60 euro a tonnellate (ne saranno prodotte 5/7.000 l’anno), trasporto incluso. Per far funzionare l’impianto sarà utilizzato cippato di legno, che forniranno - almeno per il 50-60% - i Comuni della zona (Termeno, Caldaro, Cortaccia ed altri), in modo da generare anche un indotto. In linea teorica - secondo le prime stime - per trasportare i fanghi dovrebbero essere necessari circa 200 camion l’anno.
 L’ITER. A questo punto la risoluzione approvata all’unanimità dall’Ecocenter Spa dovrà essere approvata entro 2 mesi dal consiglio comunale di Termeno e anche dall’Abwasser Verband. Quindi sarà indetto un appalto europeo per trovare uno smaltitore esterno. Tra i papabili c’è un cementificio di Heidelberg con un giro d’affari di 100 milioni l’anno.
 LE REAZIONI. Soddisfatto il presidente dell’Ecocenter Konrad Ausserer. «È una buona soluzione. Ora attendiamo un pre-contratto per 10 anni, con tanto di fidejussioni bancarie, con uno smaltitore esterno a condizioni bloccate. Faremo un impianto di essiccamento a biomassa». Anche Franzjosef Roner, capogruppo Svp di Termeno, è più sereno. «Si tratta di un valido compromesso. Credo molto in questa soluzione, che tranquillizza i residenti ed evita l’incenerimento dei fanghi in loco».

Alto Adige 7-11-09
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sabato, 07 novembre 2009


Ripetitore Telecom: firme per bloccarlo


ripetitore telecom

Primi lavori presso la palazzina di via Pietralba. Sul tetto è prevista l’installazione dell’antenna. Abitanti preoccupati

BRUNO CANALI


 LAIVES. La Telecom ha iniziato i lavori preliminari per installare l’antenna del ripetitore telefonico sopra la palazzina di via Pietralba. Gli abitanti hanno raccolto varie firme contro l’installazione.
 Se ne parlerà a fondo mercoledì sera alle 20 in aula magna, dove è convocata una conferenza. «Inviteremo per tecnici favorevoli e anche contrari a questo genere di installazioni per la telefonia mobile - spiega il vice sindaco Georg Forti - in maniera che la popolazione possa avere delle informazioni precise». Intanto, da parte della Telecom, è iniziato il lavoro che porterà all’installazione del ripetitore sul tetto della palazzina e quindi non sembra vi sia per adesso alcuna intenzione, da parte dell’amministrazione comunale, di fare dietrofront.
 Il timore di chi abita attorno invece riguarda le emissioni elettromagnetiche del ripetitore e proprio per questo il parere è negativo: «Installeranno questo impianto proprio accanto alla casa di riposo che intendono ampliare - dice uno dei residenti - e non crediamo sia la cosa più sana da fare».
 Negli anni scorsi, ogni volta che arrivava la richiesta di poter installare un ripetitore per la telefonia mobile, l’amministrazione lo dirottava in zona Galizia e infatti, proprio lì, i piloni dei fari sono carichi di questi impianti. Questa volta invece si è concesso addirittura il tetto della palazzina dove hanno sede le associazioni perché, come aveva spiegato recentemente il sindaco, la richiesta della Telecom è proprio di averla in quel punto della città, altrimenti potrebbero esserci problemi per quanto riguarda il normale funzionamento del telefonini.

Alto Adige 7-11-09
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giovedì, 05 novembre 2009


Fanghi, arrivato il giorno della verità


Ecocenter

L’Ecocenter decide: incenerimento o essicatore. È una lotta intestina all’Svp


TERMENO. Fanghi, domani mattina al «Laurin» si decide. In un’assemblea che si annuncia infuocata, con un braccio di ferro in casa Svp, l’Ecocenter sceglierà tra un impianto di incenerimento (caldeggiato da 2/3 dei soci e dalla Provincia) e un essicatore, proposto da Termeno.
 Sull’ubicazione dell’impianto a Termeno non sembrano esserci più dubbi, mentre il confronto si annuncia serrato sulla soluzione tecnica da adottare. I residenti e il consiglio comunale (Svp, Bürgerliste e Südtiroler Freiheit) sono nettamente contrari all’incenerimento per i timori legati alle emissioni - minime secondo gli esperti - ma anche perchè non vogliono farsi carico dei fanghi della zona di Merano e della val Venosta. La Provincia, con l’assessore all’ambiente Michl Laimer in testa, e la maggioranza dei 58 soci dell’Ecocenter (in particolare i rappresentanti dei comprensori Salto-Sciliar e Burgraviato) propendono invece per questa soluzione, già inserita da anni nel piano dei rifiuti.
 L’essicamento. Termeno a settembre ha ottenuto una proroga di un mese e mezzo per proporre un progetto alternativo, che prevede l’essicamento dei fanghi in loco e lo smaltimento in Germania, con un contratto a lungo termine di 10-15 anni. La proposta, formalizzata da due esperti del settore, è un contratto a condizioni bloccate con la Heidelberg Zement, che attualmente per produrre energia utilizza il carbone. Sfruttando i fanghi essiccati a Termeno, invece, otterrebbe 30 euro a tonnellata e ridurrebbe le emissioni. Il rovescio della medaglia, secondo la Provincia, è rappresentato dal fatto che costruendo “solo“ un essicatore non sarebbe possibile chiudere il cerchio in loco. «Se dovessero cambiare le norme in materia nei prossimi anni - sottolinea l’ingegner Palmitano dell’Ecocenter - la nostra Provincia si troverebbe in difficoltà e dovrebbe sottostare a condizioni imposte da terzi. Si tratta di un rischio non trascurabile».
 Il braccio di ferro. Sullo sfondo ci sono le elezioni comunali e la Svp di Termeno, qualora dovesse essere bocciata l’ipotesi essicatore, teme un clamoroso flop. «Tutti i residenti sono contrari - sottolinea il capogruppo in consiglio Franz Josef Roner - e per noi sarebbe un clamoroso autogol». Anche il presidente dell’Ecocenter Konrad Ausserer ammette: «Purtroppo è diventata anche una questione politica». (max)

Alto Adige 5-11-09
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mercoledì, 04 novembre 2009


La Vog promette: meno carichi inquinanti



I tre sindaci chiedono all’Ecocenter di effettuare controlli a tappeto in zona produttiva

BRUNO CANALI


 LAIVES. La ditta Vog sta riducendo il carico inquinante che giornalmente invia al «Fossa Grande». Lo si è appreso ieri mattina durante un incontro presso il depuratore, presenti i vertici di Vog ed Ecocenter e le amministrazioni comunali di Laives, Bronzolo e Vadena.
 Il problema era sorto con il persistere di cattivi odori in tutto il circondario provenienti dal Fossa Grande. Si è potuto verificare che la causa del disagio era dovuta al volume di liquidi inquinanti conferito dalla ditta Vog che in zona industriale lavora le mele. In questa stagione la lavorazione raggiunge il culmine, producendo come risultato un carico inquinante che equivale ad una comunità di 200 mila persone. Un carico del genere (200 tonnellate alla settimana invece delle 150 convenzionali) alla lunga manda in tilt il delicato processo biologico alla base della depurazione. Ha spiegato l’ingegner Marco Palmitano, direttore di Ecocenter: «È come se si fosse in presenza di una fognatura a cielo aperto». Il risultato è stato il diffondersi del cattivo odore con conseguenti proteste. E nel contesto è ritornato sul banco degli imputati anche il fossato che attraversa il territorio è che è pesantemente inquinato dalle emissioni che provengono dalla zona industriale di Laives senza che nessuno sia mai intervenuto con determinazione e concretezza per elimare la serie di inconvenienti che il fossato determina.
 «La Vog ha accettato di ridurre il carico conferito al Fossa Grande - spiega Palmitano - e vediamo se così, nel giro di qualche giorno, i batteri che garantiscono il ciclo della depurazione si riprenderanno e così cesserà anche il cattivo odore».
 Sarà comunque una soluzione temporanea, perché quella definitiva, secondo i tecnici, arriverà solo con la costruzione di un pre-depuratore presso la Vog o, in alternativa, una convenzione con Ecocenter per adeguare il Fossa Grande a carichi inquinanti delle dimensioni registrate nelle scorse settimane. «Come amministrazioni comunali di Bronzolo, Laives e Vadena - aggiunge il sindaco Bendetto Zito - chiederemo controlli a tappeto anche in zona produttiva», parole alle quali il direttore di Ecocenter si dice disponibile se arriverà la richiesta di farlo. «La puzza che si sente in questi giorni in tutto il circondario - aggiunge il sindaco di Laives - è certamente sgradevole, ma i tecnici ci hanno assicurato che non ha alcun riflesso sulla salute, si tratta solo di odore proveniente dalla fermentazione naturale di prodotti alimentari, come le mele appunto, causato dal fatto che è andato in crisi il ciclo di depurazione nelle vasche del depuratore Fossa Grande».
 Anche Polonioli comunque vuole vederci chiaro una volta per tutte sugli allacciamenti fognari in zona industriale e conferma che come amministrazione comunale chiederà alla Provincia che incarichi proprio Ecocenter per le necessarie verifiche. Il sospetto è che vi siano ancora allacciamenti abusivi alla fognatura.

Alto Adige 4-11-09
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domenica, 01 novembre 2009


Traffico, limitazioni anti inquinamento




 LAIVES. Domani entra in vigore l’ordinanza anti smog, che per quanto riguarda Laives, ricalca quella dello scorso inverno. Il provvedimento prevede che dal lunedì al venerdì, esclusi i giorni festivi, non potranno circolare i mezzi euro 0 ed euro 1 dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19, compresi motocicli e ciclomotori a due tempi, anche se muniti di catalizzatore. Rimane esclusa dall’ordinanza la via Kennedy e questo perché di fatto è la statale 12 in centro e su questa non è possibile impedire i transiti. Le vie interne interessate dal provvedimento di restrizione dei transiti più inquinanti saranno invece via Rio Vallarsa, via Vadena, via Diaz e via Marconi. A Pineta è sottoposto all’ordinanza tutto il centro, ad esclusione di via Brennero, via Maso Renner e la strada che sale verso i masi di La Costa-Seit.

A San Giacomo anche è sottoposto alle restrizioni dell’ordinanza anti smog l’intero centro, mentre si potrà circolare liberamente in zona industriale a sud della città di Laives.

 Per situazioni particolari e specifiche sono previste possibilità di deroghe e ci si deve comunque rivolgere all’ufficio della polizia municipale che valuterà caso per caso. Infine, lungo via Pietralba potranno transitare esclusivamente coloro che abitano nelle (poche case) della Vallarsa, che si trovano catastalmente nel territorio di Nova Ponente, anche se per raggiungerle si passa attraverso la città di Laives da sempre.
 Naturalmente non rientrano in questi provvedimenti tutti i veicoli a gas, elettrici, quelli muniti di filtro antiparticolato omologato e le motociclette con motore a 4 tempi.

 Illustrando l’ordinanza, il comandante della polizia municipale ha anche spiegato che dovrebbe indurre ad usare meno l’automobile laddove sia possibile spostarsi ugualmente con i mezzi pubblici. Inoltre anche gli impianti di riscaldamento dovrebbero essere regolati in modo che mantengano in casa una temperatura non superiore ai 20 gradi centigradi perché proprio gli impianti di riscaldamento, soprattutto a gasolio (e sono ancora tanti in città) sono una delle principali fonti di inquinamento atmosferico. (b.c.)

Alto Adige 1-11-09
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sabato, 31 ottobre 2009




Misure antismog, bloccati Euro 0 ed Euro 1


misure antismog

Fermi anche i motocicli a 2 tempi: dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19 


 BOLZANO. Il piano qualità dell’aria, introdotto negli scorsi anni per contenere l’inquinamento atmosferico, ha portato ad un sensibile miglioramento della situazione in Provincia di Bolzano. Le misure di limitazione del traffico, che ripartiranno il 2 novembre, non sono state inasprite, e continueranno a riguardare veicoli Euro 0 e Euro 1 e motocicli a 2 tempi.
 Se nel 2005, a Merano e Bolzano, erano stati registrati tra i 60 e gli 80 sforamenti della soglia d’allarme per quanto riguarda la concentrazione di pm10 nell’aria, negli ultimi due anni la situazione è notevolmente migliorata. In tutto l’Alto Adige, infatti, lo sforamento dei limiti si è stabilizzato attorno a quota 30, dunque al di sotto del tetto massimo di 35 stabilito dall’Ue. “Per questo motivo - spiega il direttore dell’Appa Luigi Minach - per il secondo inverno di fila non vengono inasprite le misure di limitazione del traffico nei centri abitati”. Anche quest’anno, infatti, nel periodo 1º novembre-31 marzo, i veicoli Euro 0 ed Euro 1, e i motocicli a 2 tempi, non potranno circolare dal lunedì al venerdì, dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19. Lo stop viene esteso a tutta la settimana, 24 ore su 24, solo nelle zone pedonali. “Vengono dunque fermati soltanto i mezzi più inquinanti - precisa - dagli Euro 0, che non hanno il catalizzatore, agli Euro 1, che ne hanno uno di vecchia generazione che comincia a funzionare a 15 minuti dall’accensione del motore, per finire con i motorini a due tempi, che bruciano olio e dunque sono particolarmente inquinanti”. La Provincia, grazie agli obiettivi raggiunti, è tra le poche regioni italiane ad aver ottenuto un “premio” pari a 10 milioni di euro per l’efficienza nella lotta all’inquinamento ambientale. “Il piano ha funzionato - sottolinea il direttore dell’Appa - visto che il miglioramento della qualità dell’aria risulta strettamente legato alle misure di limitazione del traffico. Ci sono poi altri fattori meteorologici che influiscono sui risultati, ma le misurazioni effettuate non lasciano dubbi. Nonostante tutto, non ci possiamo però adagiare sugli allori: l’Unione Europea, in futuro, non consentirà più nessuno sforamento della soglia di concentrazione di Pm10 nell’aria, e il prossimo anno verrà elaborato un nuovo piano quinquennale”.
 Per quanto riguarda le sostanze inquinanti presenti nell’aria, la sensibile riduzione di biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene e piombo è riconducibile all’evoluzione tecnologica nel campo dei carburanti, dei motori e dei sistemi di catalizzazione, mentre la sostanza più direttamente dipendente dal traffico è il biossido di azoto. L’Alto Adige ha fatto registrare uno dei migliori risultati a livello europeo per la riduzione delle Pm10, ma in questo campo molto dipende dall’evoluzione del traffico nelle altre regioni del Nord-Italia. “Una gran parte degli sforamenti registrati sul nostro territorio - conclude il direttore dell’Appa Minach - sono direttamente collegabili alla crescita del traffico proveniente dalla pianura padana. Per migliorare in via definitiva la situazione occorrono dunque provvedimenti concordati a livello nazionale”.

Alto Adige 31-10-09
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giovedì, 22 ottobre 2009


Vog, ora si pensa ad un nuovo impianto


depurare

 LAIVES. In consiglio comunale si è discusso - coi tecnici di Ecocenter - del rapporto tra Vog e depuratore Fossa Grande. La prima, durante la stagione del raccolto, ha un «carico inquinante» comparabile a 200 mila persone: serve quindi un impianto di pre-trattamento.
 La questione del rapporto tra l’azienda e il depuratore consortile va avanti da anni, con la Vog che all’inizio sembrava volersi «smarcare» dal vincolo oneroso che la lega al depuratore per lo smaltimento dei fanghi ma che ancora oggi li conferisce al Fossa Grande, dal 2007 gestito da Ecocenter. «Grazie all’economia di scala - ha spiegato l’ingegner Palmitano, direttore di Ecocenter - dal 2007 abbiamo risparmiato circa 200mila euro. L’unico problema che si manifesta è legato alle variazioni di portata determinate proprio dalla Vog, ditta che lavora le mele in zona industriale a Laives. Durante la stagione del raccolto, come quella attuale, quando la Vog lavora a pieno regime, il suo carico inquinante è comparabile a quello di una comunità di 200mila persone. Questo procura scompensi al ciclo di depurazione che, non dimentichiamolo, è garantito da microrganismi. Le soluzioni che si stanno valutando adesso sono essenzialmente due: o la Vog si costruisce in proprio un impianto di pre-trattamento dei suoi fanghi prima di conferirli al Fossa Grande, oppure si va avanti come finora ma dovrà essere previsto presso il depuratore consortile un impianto di pre-trattamento».
 La Vog ogni anno paga bollette salatissime per la depurazione dei fanghi provenienti dalla lavorazione delle mele e anche per questo ha pensato di realizzare un proprio impianto; finora però è rimasta legata alle condizioni stipulate all’inizio, quando il Fossa Grande venne costruito e dimensionato proprio in funzione della Vog. (b.c.)

Alto Adige 22-10-09
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venerdì, 16 ottobre 2009



Firmata la delibera di misure anti-smog
Stop agli euro 0 e 1



anti-smog


 LAIVES. Il sindaco ha firmato l’ordinanza relativa alle misure anti-inquinamento previste dal Piano provinciale. «In sostanza - spiega Sergio Codato, comandante della polizia municipale - ricalca quella dello scorso inverno». L’ordinanza prima di tutto invita la popolazione ad usare il meno possibile l’auto per muoversi nell’ambito urbano, privilegiando i mezzi di trasporto pubblico. Altra raccomandazione: non eccedere con il riscaldamento domestico, mantenendo la temperatura a non più di 20 gradi.

Dal 2 novembre quindi, fino al 31 marzo, dal lunedì al venerdì, festivi esclusi, ci sarà il divieto di circolazione dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19 per tutti i veicoli euro 0 ed euro 1, nonché motocicli e ciclomotori a due tempi, anche se muniti di catalizzatore.

Saranno interessate dal provvedimento le vie rio Vallarsa, Vadena, Diazi e Marconi di Laives, mentre rimane esclusa la via Kennedy. A Pineta tutto il centro esclusa via Brennero, via Maso Renner e la frazione La Costa. A San Giacomo tutto il centro. Libera circolazione invece in zona industriale a Laives mentre lungo via Pietralba potranno passare solo coloro che abitano in Vallarsa, nel territorio di Nova Ponente. Non rientrano nei divieti tutti i veicoli a gas, elettrici, le moto a 4 tempi e gli autoveicoli muniti di filtro antiparticolato omologato, oltre agli autorizzati.
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venerdì, 09 ottobre 2009


A22, barriere anti rumore Sopralluoghi prima dei lavori


barriere anitirumore



Safety Park: in arrivo i dati dopo le verifiche fatte ad inizio agosto


di Ezio Danieli
 VADENA. A proposito di rumori: un problema sembra andare verso la soluzione, un altro è ancora in attesa dei dati ufficiali che dovrebbero garantire la tranquillità dei residenti. Si tratta delle barriere antirumore lungo l’autostrada del Brennero - i primi passi concreti sono stati compiuti - e della comunicazione a seguito della seconda tranche di controlli sulle emissioni acustiche al Safety Park.
 LE BARRIERE. Sono iniziati i sopralluoghi all’altezza dell’abitato, in vista dell’inizio dei lavori per la posa delle barriere antirumore lungo l’autostrada del Brennero. Come si ricorderà i giudici del Tar hanno accolto il ricorso presentato dalla ditta arrivata seconda nella gara di appalto per realizzare le barriere sull’autostrada del Brennero. Sarà questa azienda a costruirle: la decisione è stata presa dalla società dell’Autobrennero che ha provveduto ad assegnare l’incarico. Dopo una riunione di coordinamento fra la ditta ed i responsabili dell’Autobrennero per definire tempi e modi dell’intervento, alcuni giorni fa i primi sopralluoghi per definire le strade di accesso ai cantieri con i contatti dei tecnici con i proprietari terrieri. L’amministrazione comunale - a nome di tutta la comunità di Vadena - tira un lungo sospiro di sollievo perchè l’avvio dei lavori dovrebbe essere prossimo. Da quanto è dato sapere, gli interventi saranno sia a sud che a nord con due squadre di operai che saranno al lavoro contemporaneamente. Secondo il progetto che è stato elaborato dall’Autobrennero, saranno cinque le barriere antirumore in corrispondenza del tratto autostradale tra le stazioni di Bolzano sud e di Egna-Ora. Nel dettaglio, due ciascuna in località «Cervo» e vicino all’abitato di Vadena e l’ultima a completamento dell’impianto antirumore nella frazione Birti (carreggiata sud), per una lunghezza complessiva di 4,2 chilometri. L’A22 prevede di eseguire i lavori impedendo la transitabilità delle sole corsie di emergenza, senza quindi condizionare il regolare flusso del traffico. Tecnicamente, la curvatura verso la fonte del rumore da abbattere consentirà di ridurre a 4 metri l’altezza delle barriere.
 SAFETY PARK. In municipio non sono ancora arrivati i dati relativi alla seconda giornata di prove fonometriche, effettuate all’inizio dello scorso mese di agosto. Ricordiamo che avevano dato risultati incoraggianti risultati rispetto alla prima. I mezzi che effettuavano i test avevano montato nuovi sistemi di riduzione del rumore. Le moto da «Supermotard», che già la scorsa primavera erano risultate le più rumorose in assoluto, hanno fatto segnare, a bordo pista, un livello che oscillava attorno ai 90 decibel, assai meno quindi degli oltre 110 precedenti quando le stesse moto erano dotate di silenziatori normali. Anche per i go-kart le cose sono andate meglio e se ne sono resi conto anche coloro che abitano nei masi attorno alle piste del Safety Park. Ora non resta che attendere i dati ufficiali dopo l’elaborazione da parte dei tecnici di quanto è emerso a seguito delle prove. L’attesa dovrebbe durare ancora pochi giorni: entro la prossima settimana i dati sui rumori verranno comunicati dalla direzione del Centro.
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domenica, 04 ottobre 2009



La sfida: «Autarchia energetica»



“Fai da te” difficile ma non impossibile. Partendo dalle emissioni di CO2


di Aldo De Pellegrin
Osare una nuova «autarchia energetica» è possibile. Con questa convinzione, che è anche una frase del 1995 del fondatore dei “Colloqui” Hans Glauber, scomparso un paio d’anni fa e che è stata sottolineata dalla maggioranza dei relatori, si è conclusa a Dobbiaco la 20ª edizione dei Colloqui di Dobbiaco.
 L’autarchia energetica è difficile ma non è impossibile, quantomeno da immaginare, anche se Fridolin Kaufmann, professore di ecologia sociale all’Università di Klagenfurt è cauto: «Analogamente ad ogni organismo vivente, anche la società possiede un suo metabolismo e per crescere e sopravvivere ha costantemente bisogno di assumere nutrimento, anche sotto forma di energia. Alla fine però, tutto ciò che viene assorbito viene anche espulso, sotto forma di emissioni, rifiuti, acque di scarico ecc... determinando una moltitudine di problemi per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile che sono considerati la causa più determinante dei cambiamenti ambientali. Negli ultimi 250 anni, l’affermarsi di un sistema energetico cosiddetto “fossile” ha modificato radicalmente questo metabolismo sociale. Chiaramente l’attuale modello di consumo delle società industriali non è sostenibile e l’obiettivo primario è quello di scollegare la qualità della vita dall’aumento dei consumi di risorse e di energia. Ma anche in un nuovo metabolismo industriale e nei progetti locali di produzione di energia occorre agire con avvedutezza. La biomassa e altre fonti rinnovabili possono svolgere sicuramente un ruolo decisivo a patto che queste strutture decentrate alimentino strutture innovative dal punto dell’approvvigionamento e del consumo».
 Per Antonella Battaglini, ricercatrice e direttrice dell’istituto di ricerca sui cambiamenti climatici di Potsdam (Germania), «per raggiungere sicurezza energetica e allo stesso tempo decarbonizzare l’economia mondiale, “fare da sè per fare per tre” non basta. La trasformazione del sistema energetico è sicuramente ragionevole da un punto di vista economico, considerate anche le competizioni per le fonti energetiche sui mercati internazionali e la volatilità dei prezzi, ma questa trasformazione diventa urgente e imperativa per fermare il riscaldamento globale. Nel settore elettrico, ad esempio, oggi è già disponibile una varietà di tecnologie che consentirebbe una completa decarbonizzazione, cioè la dipendenza dai combustibili fossili, entro il 2040. L’idea di essere energicamente autonomi non è nuova, ma di recente grazie alle nuove tecnologie ha assunto nuove dimensioni. Dovendo però decarbonizzare il sistema elettrico velocemente e in modo economico, una completa economia energetica è possibile solo in un sistema integrato».
 Per Armin Reller, responsabile del Dipartimento strategie delle risorse dell’Università di Augusta, la gestione locale e l’uso efficiente delle risorse basato su filiere locali «può migliorare notevolmente la situazione dannosa generata dal nostro modo opulento di vivere e dai forti consumi energetici e d’acqua che la cosiddetta globalizzazione richiede, occultandoli allo stesso momento. Tuttavia la produzione energetica, la mobilità e le comunicazioni richiedono l’uso di materiali che di solito è difficile produrre con fonti locali. Si pensi solo ai metalli, e ciò basta per evidenziare le discrepanze: da un lato la gestione locale della produzione energetica e alimentare, ecologicamente molto più sensata, e dall’altro la dipendenza dalle risorse mondiali per la produzione di tecnologie più efficienti ed all’avanguardia. Per questo i modelli economici attuali sono ancora compatibili o ne occorrono di nuovi, completamente diversi e innovativi?».
 L’energia e la produzione energetica si trovano di fronte al problema del contenimento delle emissioni. Fra le tante città “virtuose”, Bolzano è stata nominata «Città alpina dell’anno 2009» proprio per l’impegno dichiarato nel raggiungere la neutralità rispetto alle emissioni di CO³. Helmuth Moroder, presidente della commissione ambiente e mobilità di Bolzano: «La neutralità rispetto alle emissioni di CO³ è tutt’altro che utopia, bensì un obbiettivo che, raggiunto, porterà solo vantaggi alla città ed ai cittadini. Il primo passo è la costruzione di un “catasto delle emissioni” che consenta di definire le strategie più efficaci mentre contestualmente agiamo anche sul piano di sviluppo strategico del comune che preveda il generale risanamento energetico del patrimonio disponibile, un’impresa che, tra l’altro, si autofinanzia con il risparmio che produce. Agendo quindi sulla mobilità urbana ed extraurbana, che oggi a Bolzano consuma energia pari a a 56 milioni di litri di benzina, e sulla produzione elettrica da fonti rinnovabili, fotovoltaico, solare, idroelettrico, eolico e geotermico nonchè sull’energia da biomassa ed applicando un ruolo costruttivo anche all’inceneritore, Bolzano si trova in ottime condizioni per raggiungere, entro il 2030, la neutralità al CO³ in un percorso che prevede la riduzione dei consumi energetici del 65%, la produzione elettrica da fonti rinnovabili pari a 382 Gwh, evitando cioè un produzione pari a 153.000 tonnellate di CO³ e sfruttando la cogenerazione per l’inceneritore per circa altri 300 Gwh.»

Alto Adige 4-10-09
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venerdì, 25 settembre 2009


Energie rinnovabili, sfida del futuro





Huber: «E fra due anni in servizio a Bolzano cinque autobus a idrogeno»

di Pietro Marangoni
 BOLZANO. «Entro il 2011 circoleranno per le strade dell’Alto Adige ben cinque nuovi autobus a idrogeno. Sarà quello il punto di svolta per una nuova era nella mobilità». Così Walter Huber, presidente di IIT, e gran guru dell’impiego dell’energia alternativa in Alto Adige.
 «Ed entro il 2015 a livello regionale saremo dotati di una rete di punti di rifornimento che ci consentiranno di muoverci con vetture ad idroneno ad emissioni pulite: solo vapore acqueo!» aggiunge Huber che già s’immagina un mondo con emissioni di anidride carbonica ridotte al minimo. In fondo l’ IIT, Istituto per innovazioni tecnologiche di cui è presidente, studia appunto le applicazioni della produzione, accumulazione e distribuzione di idrogeno.
 E la ribalta della seconda edizione di Klimaenergy, la fiera internazionale delle energie rinnovabili per usi commerciali e pubblici, vuole ribadire una volta di più che l’Alto Aige ha intrapreso la via giusta. Quella dell’avanguardia in un settore in cui sempre più voci parlano, ma pochi producono. La Provincia Autonoma di Bolzano invece, fedele al suo impegno più che decennale a sostegno dell’imprenditoria locale impegnata nella difesa dell’ambiente (vedi i sostegni al risparmio energetico fin dai tempi delle prime finestre in Pvc ai più recente successi della certificazione per le abitazioni Casaclima) “forzando” oggi i tempi sulle applicazioni delle energie rinnovabili sta creando una importrante nicchia di mercato per le imprese. Un autentico “distretto” che, malgrado i costi ancora elevati delle applicazioni ambientali, ha indubbiamente un futuro. Un futuro confermato dall’elevato numero di “addetti ai lavori” che hanno affollato la fiera Klimaenery fin dalle prime ore della sua apertura e all’interesse commerciale.
 A questa seconda edizione di Klimaenery (aperta fino a domani sabato) prendono parte 163 aziende provenienti da tutto il mondo. Particolarmente ricco - conferenze, incontri, visite guidate - il programma delle manifestazioni collaterali. Tra queste la giornata dell’industria che si terrà questa mattina sul tema «Tecnica, futuro, fiducia». Come hanno sottolineato gli organizzatori della rassegna nel corso della cerimonia di inaugurazione, la Provincia di Bolzano copre oggi, grazie all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili (ivi compreso quella idroelettrica), circa il 54% del proprio fabbisogno energetico. Da parte sua l’assessore provinciale all’energia e all’ambiente Michl Laimer ha sottolineato che: «Anche se il petrolio durasse per cent’anni, non per questo non dobbiamo chiudere le porte alle rinnovabili. Anche l’età della pietra si è conclusa anche se pietre ne abbiamo tutt’oggi».

Alto Adige 25-09-09
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venerdì, 25 settembre 2009





Italia-Ue, scoppia la grana delle quote CO2



Roma chiede di poter alzare il tetto delle emissioni, Bruxelles risponde picche


 ROMA. «L’uscita dalla crisi - dice Silvio Berlusconi a New York - non ci deve far dimenticare un tema di grande importanza quale la lotta ai cambiamenti climatici». Ma nelle stesse ore in Europa scoppia una grana perché l’Italia - dice la Commissione Europea - avrebbe provato a rinegoziare le sue quote di emissioni di anidride carbonica, ovvero una delle responsabili del surriscaldamento del pianeta: i 195milioni e 800mila tonnellate autorizzate dalla Ue non bastano, ce ne vogliono di più. Niente da fare, risponde la Commissione, e si scatena la polemica.
 Tutto perché nei giorni scorsi il presidente del consiglio ha inviato una lettera al presidente della Commissione, José Manuel Barroso, chiedendo «una soluzione condivisa» sulle quote di emissioni. La risposta arriva dalla portavoce del commissario europeo all’Ambiente, Barbara Hellferich: «I tetti per le emissioni di anidride carbonica non sono negoziabili. I piani nazionali di assegnazione delle quote di emissione sono già stati adottati con la procedura basata sulla legislazione europea. Quello italiano è stato approvato nel 2007».
 Dagli Usa il sottosegretario Paolo Bonaiuti, di fatto il portavoce del presidente del consiglio, detta alle agenzie una nota: «Il governo non ha mai chiesto al presidente Barroso di rinegoziare le quote di emissioni». Poi però ammette che «a Bruxelles è stato purtroppo montato un caso sulle emissioni». Un caso? «Il caso è noto - continua Bonaiuti - in quanto il governo italiano ha mandato una lettera al presidente Barroso per segnalare le gravi difficoltà per le aziende italiane a causa dell’assegnazione delle quote di riduzione dell’anidride carbonica».
 Ricapitolando: il governo ha mandato una lettera a Barroso spiegando che le aziende italiane non ce la fanno a rispettare gli accordi, una lettera - dice ancora Bonaiuti - nella quale «abbiamo semplicemente sottoposto il problema chiedendo il suo personale interessamento per arrivare a una soluzione condivisa». Non rinegoziazione, soluzione condivisa.
 «E’ una vergogna che Berlusconi cerchi di frenare l’Unione europea nella lotta ai cambiamenti climatici», dice Grazia Francescato, portavoce dei Verdi. «Berlusconi vuole la libertà di inquinare», dice caustico Massimo Donadi, Italia dei valori. «Mentre l’ambiente diventa per tutto il mondo la chiave per uscire dalla crisi, il prtesidente del consiglio chiede sconti. Una posizione che mette in ridicolo l’Italia», chiosa Dario Franceschini, segretario del Pd. (a.g.)

Alto Adige 25-09-09
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giovedì, 24 settembre 2009



Energie rinnovabili: una vetrina di spicco



“Klimaenergy” rappresenta una vetrina di spicco per il settore delle energie rinnovabili per usi commerciali e pubblici: sono 166 le aziende che, nonostante la difficile congiuntura economica, partecipano all’appuntamento in programma da oggi al 26 settembre 2009 nel quartiere espositivo di Fiera Bolzano.
 Sono 163 le aziende che hanno confermato la propria partecipazione a “Klimaenergy 09”. “Si tratta di un numero considerevole di adesioni, soprattutto tenendo in considerazione la difficile congiuntura economica che ha colpito l’Italia e il mondo intero. Con Klimaenergy 09, Bolzano, torna al centro dell’attenzione di tutti gli addetti ai lavori che operano nel campo delle energie rinnovabili ed alternative e del loro impiego per usi commerciali e pubblici e per aziende ad alto fabbisogno energetico,ha spiegato Reinhold Marsoner, Direttore di Fiera Bolzano.
 Questo dato incoraggiante conferma la grande importanza di “Klimaenergy” quale punto di riferimento per la presentazione di tecnologie e soluzioni nel settore delle energie rinnovabili.
 Il mercato delle rinnovabili è in forte crescita. L’Italia, ad esempio, ha registrato nello scorso anno un notevole aumento del solare fotovoltaico, tanto da classificarsi a livello mondiale al terzo posto per le nuove installazioni. La potenza installata è quadruplicata, passando da circa 100 MW a 415 MW e sempre più imprese stanno sviluppando nuove tecnologie in questo settore. Oltre ad essere una vetrina completa per tutto il settore delle rinnovabili, la manifestazione presenta soluzioni innovative concrete nei diversi settori e nelle più svariate condizioni territoriali e climatiche, realizzate con energie e tecniche rinnovabili ed è un’ottima piattaforma geografica per l’incontro delle tecnologie provenienti dal nord con le necessità di tutta Italia. In Austria, e soprattutto in Germania, sono presenti molte delle grandi realtà nel settore delle rinnovabili. Bolzano, con il suo bilinguismo e la sua vicinanza geografica, rappresenta per il mercato italiano il luogo più adeguato per entrare in contatto con queste realtà.
“Dopo molti tentativi di trovare un rappresentante in Italia, nel 2008 abbiamo deciso di esporre a Klimaenergy e siamo stati seguiti scrupolosamente dal team di Fiera Bolzano. La fiera é andata molto bene. In Germania, i risultati di una partecipazione fieristica si ottengono dopo un anno circa, mentre, dopo soli sei mesi, in Alto Adige siamo riusciti a realizzare già tre progetti. È certo che il target visitatori di Klimaenergy a Bolzano ha potere decisionale”, afferma l’ing. Stefan Schiessl, titolare della ditta tedesca Terrasond.
 Anche quest’anno, nell’ambito della manifestazione, si svolge il “Klimaenergy Award 2009” per la premiazione dei Comuni e delle Province più verdi d’Italia (vedi più in particolare l’articolo della pagina accanto)

Il programma dei convegni è disponibile sul sito www.klima-energy.it

Alto Adige 24-09-09
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martedì, 22 settembre 2009



Via all’impianto per l’idrogeno a Bolzano



di Pietro Marangoni
 BOLZANO. Quale “prima pietra” si è scelto un monumentale masso di porfido su cui sono stati incisi gli stemmi della Provincia di Bolzano e dell’A22. Questa “prima pietra” extralarge è stata posta in opera ieri dal presidente Durnwalder e da quello di Autobrennero Duiella, nei pressi del casello di Bolzano sud, sul luogo dove sorgerà il primo impianto di produzione e distribuzione di idrogeno per autotrazione. Un progetto pilota il cui investimento previsto è attualmente di 16 milioni di euro.
 L’impianto di cui ieri, con enfasi, si è celebrato l’avvio (anche se l’aggiudicazione dell’incarico di costruzione avverrà solo entro fine anno con una gara europea e l’ultimazione dell’opera è prevista entro 400 giorni dall’avvio dei lavori stessi) dovrà produrre, stoccare e distribuire idrogeno per autotrazione lungo l’asse del Brennero. Si tratta pertanto di un interessante progetto in cooperazione tra l’Autostrada del Brennero e l’Istituto per Innovazioni Tecnologiche Iit di Bolzano: il primo passo per il “green corridor”, l’autostrada d’idrogeno fra Monaco e Modena che prevede un distributore d’idrogeno ogni 100 chilometri per consentire l’approvvigionamento lungo un tratto di 600 chilometri di lunghezza.
 L’impianto di Bolzano, avvalendosi di fonti rinnovabili d’energia e dell’elettrolisi, potrà produrre 250 metri cubi di idrogeno verde all’ora per una capacità annua di 2 milioni di metri cubi, andando a sostituire circa 650 mila litri di benzina o 550 mila litri di gasolio all’anno con un risparmio annuo di circa 1,6 milioni di chili di Co2. Per mezzo del nuovo impianto potranno essere approvvigionati fino a 50 autobus a idro-metano o mille autovetture.
 Alla cerimonia di posa della prima maxipietra - peraltro prevista in precedenza a fine giugno - sono intervenuti anche gli assessori provinciali all’energia Michl Laimer e alla mobilità Thomas Widmann e il vicepresidente Christian Tommasini, il presidente di A22 Paolo Duiella e il suo vice Benedikt Gramm, il sindaco Luigi Spagnolli e il presidente dell’Istituto per Innovazioni Tecnologiche Walter Huber.
 L’assessore Laimer ha sottolineato che «con il nuovo impianto si avvia un nuovo capitolo verso una mobilità senza emissioni, grazie alla produzione di idrogeno verde da fonti energetiche alternative. Si tratta di un investimento importante per il futuro, una sorta di ponte fra tutela ambientale e mobilità».
 Da parte sua l’assessore Widmann ha definito la giornata: «Un giorno superlativo che vede la concretizzazione di un progetto innovativo di mobilità, che non sarebbe stato possibile senza l’impegno dell’Autobrennero. La Provincia ha investito molto per una mobilità sostenibile e in breve tempo sarà possibile viaggiare con autobus ad idrogeno».
 Il presidente della Provincia, Luis Durnwalder ha rivolto un ringraziamento all’A22 «che ha condiviso questa visione innovativa e alternativa». «Se oggi si copre il 58% del fabbisogno energetico con energie rinnovabili - ha sottolineato Durnwalder - si conta di raggiungere il 75% tra il 2013/2014 e poi arrivare alla sostituzione completa nel 2020. Un passo decisivo ed esemplare è proprio la produzione e la distribuzione d’idrogeno».

Alto Adige 22-09-09
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sabato, 19 settembre 2009

Nuovi incentivi per le biciclette e i ciclomotori elettrici o ibridi



 MILANO. Dal 25 settembre il ministero dell’Ambiente farà partire una seconda campagna di incentivi per le biciclette, che segue quella lanciata ad aprile. Lo ha detto Stefania Prestigiacomo all’inaugurazione del Salone del ciclo. Un finanziamento di 14 milioni di euro: 7,7 per le biciclette, 5,1 per ciclomotori ibridi o elettrici, 1,7 per sanare gli ordini rimasti in sospeso con la precedente tornata di incentivi. «A momenti ci arrivava una richiesta ogni 10 secondi e per un giorno intero il nostro software è rimasto intasato dal numero di domande». Furono acquistate con incentivi 50mila bici. Ora sarà finanziato il 30% del costo fino a un massimo di 200 euro. Per le piste ciclabili, il ministero ha finanziato progetti pari a 110 km nelle grandi città e 90 km nei piccoli comuni. La ministra dell’Ambiente ha annunciato per maggio 2010 la Festa della bicicletta e uno spazio-bici nei festeggiamenti per l’Unità d’Italia.

Alto Adige 19-09-09


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domenica, 30 agosto 2009



Il Tar ha deciso: ricorso accolto Le barriere antirumore sull’A22 finalmente verranno sistemate


Vadena: sarà la ditta arrivata seconda nella gara di appalto a procedere con i lavori. Presto un incontro di coordinamento

di Ezio Danieli

VADENA. Questione risolta, si spera. I giudici del Tar hanno accolto il ricorso presentato dalla ditta arrivata seconda nella gara di appalto per realizzare le barriere sull’autostrada del Brennero. Sarà questa azienda a costruirle. Nei prossimi giorni è prevista una riunione di coordinamento fra la ditta ed i responsabili dell’Autobrennero per definire tempi e modi dell’intervento. Tutta la comunità di Vadena - giunta comunale in testa - tira un lungo sospiro di sollievo.
 Nello scorso mese di febbraio la società dell’Autobrennero aveva assegnato i lavori all’associazione temporanea di imprese che, con un ribasso del 31,554%, si era aggiudicata la gara per costruire le barriere antirumore lungo l’autostrada all’altezza di Vadena: si tratta dell’associazione - con sede ad Arco - costituita dalla Fratelli Azzolini srl, dalla Costruttori Alto Garda e dalla Nord Restuari. Aveva offerto un superibasso rispetto alla base d’asta fissata nella gara di appalto indetta dalla società dell’A22 per la posa di queste barriere che la comunità di Vadena - già sottoposta a notevoli disagi a causa della linea ferroviaria, dell’aeroporto e del Safety Park - chiede da tanto tempo. Una delle ditte perdenti aveva inoltrato ricorso al Tar e per questo motivo l’inizio dei lavori (previsto per la scorsa primavera) è rimasto a lungo «congelato» in attesa della decisione dei giudici del Tribunale Amministrativo. Che, come detto, è arrivato di recente con l’accoglimento del ricorso.
 Secondo il progetto che è stato elaborato dall’Autobrennero, saranno cinque le barriere antirumore in corrispondenza del tratto autostradale tra le stazioni di Bolzano sud e di Egna-Ora. Nel dettaglio, due ciascuna in località «Cervo» e vicino all’abitato di Vadena e l’ultima a completamento dell’impianto antirumore nella frazione Birti (carreggiata sud), per una lunghezza complessiva di 4,2 chilometri. L’A22 prevede di eseguire i lavori impedendo la transitabilità delle sole corsie di emergenza, senza quindi condizionare il regolare flusso del traffico. Tecnicamente, la curvatura verso la fonte del rumore da abbattere consentirà di ridurre a 4 metri l’altezza delle barriere. In attesa che inizino i lavori, è sorto un altro problema: le barriere antirumore esistenti - sono ai lati dell’Autobrennero per brevi tratti - stanno cadendo a pezzi a causa di una manutenzione che non sembra ottimale. Si sono aperti, da alcune settimane, ampi varchi dai quali ovviamente i decibel fuoriescono con conseguente aumento dei disagi che riguardano sia i residenti in zona Cervo che quelli di Vadena più a ridosso dell’A22. Proprio l’amministrazione comunale di Vadena - come conferma il sindaco Alessandro Beati - è stata subissata di proteste che ha «girato» ai responsabili della società dell’Autrobrennero. L’accoglimento del ricorso ed il via (prossimo) ai lavori dovrebbe finalmente risolvere tutti questi problemi ed eliminare i disagi.

Alto Adige 30-08-09
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martedì, 18 agosto 2009



A FIANCO DEI BINARI   I fossati saranno riaperti nel comune di Laives


 I fossati lungo i bordi della ferrovia verranno riaperti. «Abbiamo fatto di tutto perché rimanessero al naturale - spiega il vice sindaco Georg Forti - e questo è anche stabilito dal piano paesaggistico. Quindi andranno riaperti appena possibile». I due fossati lungo la linea ferroviaria, erano stati incubati per diverse centinaia di metri per permettere ai mezzi di cantiere di arrivare vicino ai binari e installare le barriere antirumore. Ma il piano paesaggistico non prevede la copertura dei fossati che quindi verranno riaperti. (b.c.)

Alto Adige 18-08-09
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venerdì, 14 agosto 2009



Per le barriere antirumore lungo la ferrovia. Intervento vietato dal piano paesaggistico



Fossi intubati. Forse verranno riaperti

 LAIVES. Per installare le barriere antirumore lungo la linea ferroviaria nell’area della stazione cittadina, è stato necessario intubare i due fossati che passano sui lati accanto ai binari. Sono diverse centinaia di metri di pannelli fonoassorbenti e conseguentemente, di fossi intubati. Questa operazione adesso però torna in discussione perché nel piano paesaggistico di Laives è espressamente previsto che non si possano intubare i fossati.
 «Per installare le barriere antirumore lungo la ferrovia era impossibile non procedere prima con l’intubazione dei due fossati ai lati dei binari - spiega l’assessore Giorgio Zanvettor - perché altrimenti camion e macchine operatrici non avrebbero potuto avvicinarsi alle aree dove poi questi pannelli sono stati effettivamente montati. Adesso c’è da decidere se lasciare così com’è oppure ripristinare la situazione precedente ovvero, riaprire i fossati incubati. Per noi, debbo dire, può andare bene così come sono adesso, però, come detto, occorre che la Provincia eventualmente predisponga una modifica del nostro piano paesaggistico, inserendo la chiusura di quei due fossati lungo la ferrovia, altrimenti dovrà riaprirli».
 Di per sé l’intubazione di alcune centinaia di metri di fossati non è un grave danno ecologico, anche se nell’ecosistema generale pure un insignificante fossato abbandonato svolge un ruolo molto importante. Lo ha dimostrato di recente una esperta biologa alla quale la giunta comunale aveva affidato il compito di censire tutte le «biodiversità» degne di nota, che sono presenti sul territorio comunale. (b.c.)

Alto Adige 14-08-09
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sabato, 01 agosto 2009


Ozono, elevata concentrazione Ma poi è arrivato il temporale



LAIVES. Giovedì sera, prima dei temporali, le concentrazioni di ozono sono risultate ancora alte: è stata superata la soglia di informazione di 180 µg/m² in due stazioni di misura in Alto Adige, a Cortina sulla strada del vino dalle 19 alle 20 (massima concentrazione oraria: 191 µg/m²) ed anche a Laives dalle 18 alle 20 dove è stata rilevata una concentrazione oraria: 189 µg/m²).
 Le concentrazioni di ozono tipicamente sono più elevate nella conca di Bolzano fino a Merano, in Bassa Atesina (come si è visto anche nella nostra città) sugli altipiani (Renon, Siusi) e i pendii circostanti, ricordano i tecnici del Laboratorio di chimica fisica della Provincia che in merito hanno diffuso un comunicato in cui evidenziano che «Il forte irraggiamento solare fanno aumentare la concentrazione di ozono, ma le pioggia diffuse, come quella caduta nella tarda serata di giovedì, la fanno diminuire». L’altra sera come detto, prima dei temporali, le concentrazioni di ozono sono risultate ancora alte: è stata superata la soglia di informazione di 180 µg/m² in due stazioni di misura in Alto Adige, a Cortina sulla strada del vino dalle 19 alle 20 (massima concentrazione oraria: 191 µg/m²) ed appunto a Laives dalle 18 alle 20.
 Nel comunicato si ricorda che «A persone con problemi all’apparato respiratorio si sconsiglia di fare sforzi all’aperto nelle ore pomeridiane e nelle ore serali (zone rurali), la nota ricorda che si possono verificare i dati attuali (andamenti giornalieri e mensili) delle stazioni di misura (siti http://www.provincia.bz.it/aria).

Alto Adige 01-08-09
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lunedì, 06 luglio 2009



Nuove ciclabili per val d’Ega e val Sarentina


Durnwalder incontra i sindaci del Salto-Sciliar: affrontati diversi temi

 BOLZANO. Tante domande e un’accesa discussione hanno vivacizzato il pranzo di lavoro alla malga di Cornedo. Il presidente della giunta provinciale ha incontra i sindaci della Comunità comprensoriale Salto-Sciliar.
 A Cornedo si è dibattuto su molti temi: uno dei più importanti è stato quello della realizzazione delle tratte secondarie delle ciclabili dell’area Salto-Sciliar. La tratta principale - da Bolzano a Chiusa - sarà completata definitivamente entro il marzo 2010 ma già adesso è percorribile, sia pur con qualche piccola limitazione. Ora il punto è realizzare le tratte secondarie: val Sarentino, val d’Ega, val Gardena e Sciliar. I progetti per queste quattro tratte sono stati già predisposti e prevedono la suddivisione dei lavori in vari lotti. Il presidente della provincia ha promesso per il 2009 un finanziamento a favore di tutte e quattro le zone interessate, per dar modo di appaltare i lavori e completarli nel corso dell’anno. Altri finanziamenti sono previsti per la primavera del 2010. Protezione contro il rumore e piani delle zone di pericolo: tutti i comuni della Comunità comprensoriale Salto-Sciliar sono interessati al tema delle barriere antirumore e impegnati nel finanziamento collettivo delle medesime. Particolarmente “toccati” dal problema, tuttavia, sono i comuni di Cornedo e Fié, in quanto Cardano e Prato all’Isarco si trovano lungo una delle principali direttrici di traffico dell’Alto Adige. Quindi è spettato proprio ad Albin Kofler, in quanto sindaco di Cornedo, esprimere l’esigenza di ulteriori finanziamenti per le barriere antirumore destinate a queste due località. Il presidente della provincia ha informato che l’accordo relativo alle barriere antirumore per tutta la tratta del Brennero è ancora in divenire e che quindi le esigenze relative a singole località potranno essere prese in considerazione solo dopo la definizione delle modalità di finanziamento. In ogni caso, l’accordo prevede l’erogazione di un contributo per l’installazione di finestre fonoisolanti. Si è inoltre discusso dell’esigenza di una circonvallazione a Prato Isarco, dei problemi per la rete a banda larga e dei piani delle zone di pericolo, resi obbligatori dalla Unione europea e da predisporre entro il 2011.

Alto Adige 06-07-09
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mercoledì, 01 luglio 2009


Servizio rifiuti: un’interpellanza del consigliere Grasso di Rifondazione


LAIVES. «I sistemi Isola per la raccolta dei rifiuti sono spesso bloccati». Lo segnala con una interrogazione il consigliere Rosario Grasso (Rifondazione Comunista) prendendo spunto dallo spettacolo indecoroso che talvolta si vede accanto alle isole interrate, con mucchi di sacchetti delle immondizie abbandonati. «Gli addetti della Seab puliscono subito - continua Grasso nelle premesse alla sua interrogazione - ma si verifica che di lì a qualche giorno la cosa si ripete e ci arrivano continue segnalazioni del genere da varie parti del territorio». Proprio per questo il consigliere Grasso chiede spiegazioni all’amministrazione comunale. È il caso comunque di sottolineare che, al di là dei possibili blocchi delle apparecchiature per la raccolta dei rifiuti, a creare i mucchi di sacchetti abbandonati sono i cittadini, i quali, in queste situazioni, dovrebbero invece portare i propri rifiuti nell’isola più vicina. Inoltre si verifica anche che il malfunzionamento è dovuto all’errato uso da parte della gente.

Alto Adige 01-07-09
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martedì, 16 giugno 2009


Gli «Sceriffi dei rifiuti» per evitare irregolarità



 LAIVES. Da settembre, anche Laives avrà i suoi “sceriffi” dei rifiuti. L’assessora Liliana Di Fede li recluterà tra le associazioni che già hanno aderito alle due campagne di informazione in collaborazione con la Seab presso le isole ecologiche. Ieri pomeriggio, in un incontro con i volontari, sono state gettate le basi della nuova iniziativa che sarà ancora su base volontaria. In sostanza, ci si è accorti che nonostante tutte le informazioni e le iniziative di sensibilizzazione, ancora diversa gente non vuol capire e getta i rifiuti dove capita, magari la plastica nel verde oppure la carta nel vetro insieme anche alle immondizie di cucina. «Occorre un controllo maggiore sul territorio - ha spiegato Liliana Di Fede ai volontari - e pure loro del resto hanno avuto modo di vedere tutto ciò che non funziona. Così, da settembre, questi volontari, ufficialmente riconosciuti dal Comune e perciò muniti di tesserino, gireranno a piacere le strade per verificare che il comportamento nello smaltire i rifiuti sia corretto. Periodicamente saranno anche accanto alle isole interrate per informare e, dove necessario, faranno sanzioni agli indisciplinati. (b.c.)
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sabato, 13 giugno 2009


Fra Salorno e Bolzano in arrivo le barriere



EGNA. L’altra nota lieta dell’incontro di giovedì con il presidente della Provincia Luis Durnwalder concerne la previsione di barriere antirumore nel tratto tra Salorno e Bolzano.

È in fase di elaborazione, infatti, un piano quinquennale da 10 milioni di euro (8 a carico delle Ferrovie e 2 a carico della Provincia). «Si potrebbe partire già quest’anno - assicura Oswald Schiefer - o al massimo dal 2010».

È stato chiesto un piano di finanziamento per salvare la «Tennishalle» di Ora, mentre Durnwalder ha assicurato che non sarà allungata la pista dell’aeroporto.

Il governatore altoatesino non ritiene invece sensato prevedere altre scuole superiori in Bassa Atesina.
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sabato, 06 giugno 2009



Regole contro l’inquinamento luminoso





Ora.      L’11 giugno il consiglio comunale approverà la proposta (la prima in provincia di Bolzano) della giunta


ORA. Il «concepimento» è stato rapidissimo ma il «parto» arriverà dopo oltre un anno. Ma non per questo è meno significativo. La giunta comunale l’11 giugno porterà infatti all’esame e all’approvazione del consiglio il regolamento per il miglioramento dell’illuminazione pubblica e privata esterna con il risparmio energetico e l’abbattimento dell’inquinamento luminoso. L’iniziativa della giunta comunale di Ora è esemplare perchè è una delle prime - se non la prima in assoluto - a concretizzarsi in provincia sulla base delle indicazioni arrivate dal Consorzio dei Comuni.

 L’impegno contro l’inquinamento luminoso si è concretizzato a seguito di proteste a ripetizione che erano partite, come si ricorderà, un paio di anni fa dalla zona dolomitica dove la maggior parte dei paesi è stata trasformata in una sorta di Las Vegas con lampioni esagerati, luci di vario genere, laser sulle montagne in occasioni di ricorrenze. Le esagerazioni non mancano anche nelle città e nei paesi altoatesini. A seguito delle proteste ripetute, c’era stato anche un convegno a livello provinciale con il Consorzio dei Comuni che aveva dato dei consigli utili.
 C’è bisogno di mettere un po’ d’ordine e Ora dà dunque il buon esempio.
 L’amministrazione civica aveva elaborato il regolamento già oltre un anno fa. Ma, a seguito della necessità di verifiche e di eventuali aggiustamenti delle regole, il tutto era stato «congelato». Adesso, come detto, la situazione s’è sbloccata e nella prossima seduta consiliare - l’11 giugno appunto - la proposta verrà fatta in aula consiliare per ottenerne il benestare e quindi il via libera. Rispetto alla versione originale, il regolamento non ha subìto modifiche sostanziali. Sono previste misure per la prevenzione dell’inquinamento luminoso sul territorio comunale, al fine di tutelare e migliorare l’ambiente, di conservare gli equilibri ecologici, di evitare lo spreco di energia elettrica. Secondo la proposta di regole «Tutti gli impianti di illuminazione esterna, anche a scopo pubblicitario, sono sottoposti al regime di autorizzazione; dovranno corrispondere ai requisiti del regolamento e, entro 60 giorni dal termine dei lavori, l’impresa installatrice deve rilasciare al Comune la dichiarazione di conformità dell’impianto». Questa procedura «si applica anche agli impianti di illuminazione pubblica». Sono previste anche alcune deroghe per «le installazioni, impianti e strutture pubbliche, civili e militari, la cui progettazione, realizzazione e gestione sia già regolata da specifiche norme statali; le sorgenti di luce di uso temporaneo per le feste e/o manifestazioni autorizzate dalla giunta comunale; le sorgenti di luce collocate in zone esterne coperte, come portici, sottopassaggi, gallerie ed altro per quelle con emissione non superiore ai 1.500 lumen cadauna in impianti di modesta entità (fino a tre apparecchi con lampada singola)». Il regolamento precisa anche che «per inquinamento luminoso si intende ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Tutti gli impianti di illuminazione esterna, pubblica e privata, in fase di progettazione o di appalto, devono essere eseguiti secondo criteri anti-inquinamento luminoso e a ridotto consumo energetico; per quelli in fase di esecuzione, è prevista la sola obbligatorietà di sistemi non disperdenti luce verso l’alto, ove possibile nell’immediato, fatto salvo il successivo adeguamento».

Alto Adige 6-06-09



L’inquinamento luminoso non deve essere
considerato quale problema a se stante, ma deve
essere integrato in un discorso generale di qualità
degli impianti e di qualità dell’ambiente


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sabato, 23 maggio 2009



«La tigre di carta» ecologica



IL PROGETTO


 BOLZANO. Il percorso interattivo «La tigre di carta», la carta riciclata nelle scuole proposto dall’Agenzia provinciale per l’ambiente durante l’anno scolastico 2008-09 ha visto coinvolte 84 classi. Un successo inatteso, come afferma l’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer, e per altre 80 classi la partecipazione al progetto si è dovuta rinviare all’anno prossimo. Oltre 1.200 alunni delle scuole elementari e medie si sono confrontati con la tematica della carta riciclata nell’ambito del percorso “La tigre di carta” organizzato dalla responsabile di progetto Johanna Berger.

Alto Adige 23-05-09



Presto disponibili quaderni interamente in carta riciclata con il simbolo dell’angelo blu

La carta svolge un ruolo di rilievo ed indispensabile nella vita quotidiana; la produzione di carta bianca, come spiega Giulio Angelucci, direttore dell'Ufficio gestione rifiuti, necessita di enormi quantità di energia e di acqua con conseguenze negative sull'ambiente.
Pertanto, come sottolinea Luigi Minach direttore dell'APPA, accanto all'utilizzo attento delle risorse una buona alternativa è costituita dalla carta riciclata.
In quest'ottica durante l'anno scolastico 2008/09 oltre 1.200 alunni delle scuole elementari e medie altoatesine si sono confrontati con la tematica nell'ambito del percorso interattivo "La tigre di carta" organizzato dalla responsabile di progetto Johanna Berger.
Per favorire l'impiego di carta riciclata nelle scuole per la prima volta l'Agenzia provinciale per l'ambiente intende sostenere la produzione di quaderni scolastici realizzati al cento per cento in carta riciclata. In tal modo per il prossimo anno scolastico gli alunni delle scuole altoatesine potranno disporre sul mercato di quaderni prodotti interamente in carta riciclata contribuendo alla tutela ambientale ed al risparmio di risorse. I quaderni saranno riconoscibili dal simbolo di un angelo blu riportato al centro della copertina di colore verde.

Provincia BZ (SA)
 

Progetto

La tigre di carta: la carta riciclata nelle scuole

Ci sono poche invenzioni che hanno condizionato la nostra vita e la nostra cultura più della carta. La sua scoperta e la produzione di massa consentono la trasmissione e la moltiplicazione delle parole. Nella nostra vita il prodotto carta, a partire dalla carta igienica per finire alle banconote da 100 euro, ha assunto un ruolo insostituibile. Tuttavia anche la carta bianca ha i suoi lati oscuri. La produzione di carta ha bisogno di enorme quantità di energia, di acqua che torna alla fine del ciclo con un carico altamente inquinate. Accanto all’utilizzo attento delle risorse una buona alternativa è la carta riciclata.
Attraverso esempi pratici e creativi come ad esempio la produzione della carta, si cerca di rispondere a domande come: Quanti tipi di carta ci sono? Cosa posso fare per ridurre il consumo di carta? Come si ricicla la carta?

Il progetto è previsto per studenti delle scuole elementari e medie e dura 3 ore scolastiche. I costi per il materiale didattico e per i referenti sono a carico dell’Agenzia per l’ambiente.

Committente: Agenzia per l’ambiente, Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
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lunedì, 18 maggio 2009





Da dove vengono le cose?



Il prezzo che paghiamo è reale? Quando compriamo qualcosa ad un prezzo stracciato, chi ne ha pagato il costo al posto nostro? Siamo felici? Le persone intorno a noi sono felici? Cos’è il progresso? In base a cosa facciamo le nostre scelte?

Come è possibile che i paesi del Sud del mondo sono così predati delle loro risorse e sono così indebitati con noi? O siamo noi ad avere un debito con loro? Compriamo beni o spazzatura? Chi sceglie le nostre ossessioni? Qual’è “la storia delle cose”?

Annie Leonard ci spiega in modo facile ed eloquente qual’è il problema (o meglio… i problemi) della corsa al consumismo iniziata negli anni 50 e prova a dare anche una soluzione...

Riproponiamo volentieri l'interessante argomento cliccando sui seguenti Links:




Buona visione e... passa parola!
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categoria:cultura, ambiente, antiinquinamento
venerdì, 15 maggio 2009

Gentili Lettori,
vi invitiamo a partecipare alla conferenza sui temi del teleriscaldamento, energia e  rifiuti che si terrà a Bolzano e
all’ ascolto della  puntata di "Le citta' invisibili" di venerdi' 15 maggio alle ore 15, RAI Radio 2 a  diffusione regionale:
la giornalista Tiziana Raffaelli intervista il portavoce dell’ associazione Ambiente e Salute.
Conferenza pubblica
  Venerdì 15 maggio 2009
Ore 20.30
Sala polifunzionale Ortles
Via Ortles 19, Bolzano
Energia da rifiuti: conviene?
relatore:
Massimo Cerani
Ingegnere- Esperto di gestione dei rifiuti e di bilanci energetico-ambientali
Brescia: la favola dell’ inceneritore più bello del mondo
relatore:
Marino Ruzzenenti
Professore- Ha scritto “ L’ italia sotto i rifiuti” e
si è occupato di far emergere l’ inquinamento da diossine e pbc della zona Caffaro
intorno all’ inceneritore di Brescia
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categoria:antiinquinamento
giovedì, 14 maggio 2009

Laives: cambiamenti in via Vadena


La notizia della trasformazione della prima parte della via Vadena, nel tratto che scende dall’incrocio di via Kennedy verso via Diaz, in un senso unico ha un solo risvolto positivo: si tratta di una sperimentazione. Per il resto è un provvedimento non condivisibile in quanto permangono tutte le critiche che avevamo avanzato allorché in via Diaz fu introdotto il doppio senso di circolazione.
Il provvedimento in questione infatti non modifica assolutamente la situazione di quel tratto di strada e men che meno la filosofia che informa l’amministrazione la quale, secondo quanto è stato risposto alla nostra interrogazione, intende deviare parte del traffico per via Marconi incurante delle conseguenze negative per gli abitanti di quella zona e del fatto che così facendo si invita ad utilizzare la via delle Parti e a svoltare successivamente verso l’abitato di S. Giacomo.
Insomma a noi pare che le ragioni di sicurezza accampate siano risibili mentre in realtà si moltiplicano i rischi per gli automobilisti che, ad esempio, se vorranno svoltare verso nord dovranno farlo senza l’ausilio dell’impianto semaforico.

Rifondazione Comunista - Laives
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categoria:antiinquinamento
giovedì, 14 maggio 2009


Isole ecologiche, ancora incomprensioni

     

La Seab lancia un’altra campagna informativa. Da lunedì i volontari tornano sul campo

 LAIVES. Sta per prendere il via una nuova campagna di informazione e sensibilizzazione sul nuovo sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, una campagna che si avvarrà nuovamente del contributo di diversi volontari.
 Il via lunedì, quando un paio d’ore alla mattina e altrettante al pomeriggio volontari dei carabinieri in congedo, dei gruppi Ana di Laives e San Giacomo e del gruppo micologico saranno presso le isole ecologiche e gli impianti «Gaia», sia a Laives che a san Giacomo (a Pineta ancora non ce ne sono) per distribuire il materiale informativo della Seab. Questa iniziativa durerà un paio di settimane, nella speranza che la gente incominci a comprendere l’importanza di collaborare con gli addetti alla raccolta dei rifiuti per far sì che funzioni al meglio e in questa maniera vengano anche ottimizzate le spese. Si è visti infatti che ancora diversi cittadini non hanno compreso bene come funzionano i nuovi sistemi e cosa bisogna fare quando vengono utilizzati con la scheda magnetica personale.

Alto Adige 14-05-09
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mercoledì, 13 maggio 2009



Tariffe notarili, offerta sconto


L’iniziativa della categoria è legata alle norme provinciali sulla riqualificazione energetica

Prezzi speciali per la ristrutturazione dei sottotetti



 BOLZANO. I notai altoatesini sono disponibili ad applicare uno sconto del 25 per cento sulla tariffa di spettanza in presenza di sottoscrizioni di contratti per finanziamenti o crediti relativi alla ristrutturazione di sottotetti connessa al risparmio energetico. Un’offerta in tal senso è stata sottoposta all’assessore provinciale all’ambiente ed energia Michl Laimer dai responsabili dell’ordine dei notai guidati dal presidente Paolo Pantozzi e da Walter Crepaz.
 Come sottolinea Laimer in una nota, la disponibilità dichiarata dai notai di applicare lo sconto di un quarto sulla tariffa applicata in sede di stipula di contratti riferiti a finanziamenti e crediti per ristrutturazioni edilizie ed energetiche dei sottotetti, costituisce un ulteriore aiuto nei confronti dei proprietari di abitazioni e dovrebbe contribuire a superare l’attuale congiuntura.
 Con la legge relativa alla possibilità di ristrutturare i sottotetti, la Provincia consente di ottenere nuova cubatura senza occupare aree aggiuntive e allo stesso tempo promuove la riduzione del consumo energetico e delle emissioni di Co2.
 Le tariffe ridotte potranno essere applicate dopo l’approvazione da parte della giunta provinciale del regolamento esecutivo alla legge alla quale sta attualmente lavorando il dipartimento dell’assessore Laimer.
 «La nostra iniziativa - spiega il presidente dell’ordine Pantozzi - è una sorta di operazione simpatia da parte di una categoria ingiustamente accusata di essere troppo esosa. Inoltre è un modo per sostenere e favorire la riqualificazione energetica degli edifici». Tariffe e relativi sconti sulle parcelle in caso di richiesta di mutui verranno pubblicati in internet subito dopo l’approvazione del regolamento esecutivo della legge. Le tariffe “speciali” annunciate dai notai contribuiranno a favorire le migliorie a livello di risparmio energetico, volute anche per sostentere l’edilizia che attraversa un brutto momento.

Alto Adige 13-05-09
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martedì, 12 maggio 2009


Eco-Shop, il negozio automatizzato per rifiuti riciclabili


 VADENA. Il Comune ha dato il buon esempio per la raccolta differenziata con traguardi importanti raggiunti in un tempo decisamente breve. Il 14 maggio, in occasione del convegno-expo «Vadena 09», saranno presentati gli innovativi sistemi di raccolta differenziata integrata.
 Sono i sistemi installati sul territorio comunale nelle aree di servizio Laimburg Est ed Ovest sull’A22, primi in assoluto sulla rete autostradale italiana. Giovedì sarà un giorno importante per l’ambiente: verranno infatti presentate due innovative installazioni per la raccolta differenziata nel comune della Bassa Atesina. Alla presenza delle autorità amministrative sia provinciali che comunali e dei rappresentanti dell’Autobrennero vi saranno anche i protagonisti del progetto che avranno modo di presentare Eco - Shop, primo esempio in Italia di negozio ecologico automatizzato per il conferimento dei rifiuti riciclabili con identificazione e pesatura, e dei due depositi temporanei di rifiuti Isea - Laimburg Est e Isea - Laimburg Ovest.
 L’Eco-Shop è composto da due container speciali in acciaio dotati di computer touch screen e di speciali portelloni nei quali l’utente può conferire carta, vetro, lattine e barattoli, bottiglie e flaconi di plastica, cartone e cassettine di legno e di plastica. Il negozio ecologico è accessibile 24 ore su 24 solo se l’utente è abilitato. L’accesso è possibile grazie ad una chiave elettronica personalizzata. Al termine delle operazioni di conferimento viene stampato uno scontrino con il dettaglio dei materiali conferiti ed il relativo peso, un sistema di raccolta che pone Vadena all’avanguardia.
 La giornata avrà inizio alle 9.30 presso la sala polifunzionale del Comune dove l’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer, il direttore tecnico dell’Autostrada del Brennero Carlo Costa, il sindaco di Vadena Alessandro Beati, il Project Manager di Ept Engineering & Consulting Corrado Giacomelli, insieme a Giulio Angelucci, responsabile Ufficio Gestione Rifiuti (Appa provinciale) e Alberto Pierobon, esperto giuridico nella gestione dei rifiuti, daranno vita ad un convegno per illustrare le caratteristiche del sistema «Porta a porta integrato», denominato Rsu*Pak di Vadena. Poi gli invitati verranno accompagnati in una visita guidata delle attrezzature e delle tecnologie innovative integrate, adottate per il progetto di raccolta rifiuti e per le Isea.

Alto Adige 12-05-09
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mercoledì, 22 aprile 2009


La giunta di Laives: «severi controlli» per il traffico verso S. Giacomo





Giro di vite in via Delle Part

La decisione dopo un vertice di maggioranza. Sul posto più polizia municipale


LAIVES. Giro di vite per il traffico in via Delle Part. Lo ha stabilito la giunta dopo una riunione di maggioranza. Il vicesindaco Forti del resto aveva già anticipato che del problema se ne sarebbe parlato proprio in coalizione, alla luce dell’ordinanza - per ora congelata - con la quale il Comune intendeva vietare l’accesso in San Giacomo da sud a tutti i mezzi non autorizzati, in una fascia mattutina tra le 7.15 e le 8.30. «Per un paio di settimane faremo effettuare dalla polizia municipale controlli costanti e severi in via Delle Part - dice Forti -, in particolare per quanto riguarda anche i mezzi pesanti e poi vedremo, dati alla mano, come proseguire. Quello che bisogna fare ad ogni modo è fermare tutti coloro che transitano lungo via Delle Part senza giustificazioni e una volta arrivati alla statale 12, invece che dirigersi verso la variante preferiscono svoltare dentro San Giacomo». Ad ogni modo non mancano nemmeno i mezzi che invece arrivano dalla rotatoria di Pineta, così come quelli che, uscendo dalla zona produttiva Vurza diretti a nord, invece che imboccare la variante in galleria preferiscono transitare dentro San Giacomo. Contro queste abitudini che procurano disagio arriva adesso l’inasprimento dei controlli voluto dal Comune. (b.c.)


Alto Adige 22-04-09
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martedì, 21 aprile 2009

L’eolico «made in Alto Adige» conquista la Toscana

BOLZANO. È stato inaugurato sabato scorso a Montecatini in val di Cecina alla presenza dell’assessore all’Ambiente della Regione Toscana, Anna Rita Bramerini e del presidente della provincia di Pisa Andrea Pieroni, il primo parco eolico firmato Leitwind, azienda che fa capo al gruppo Leitner Technologies di Vipiteno.
 Il parco di Montecatini è il primo di due progetti per impianti di proprietà pubblica commissionati dal Cosvig - Consorzio sviluppo aree geotermiche - (saranno investiti complessivamente circa 30 milioni di euro) nel Distretto delle Energie Rinnovabili della Toscana. Sei gli impianti eolici installati, e nel corso della cerimonia d’inaugurazione, l’amministratore delegato di Leitwind, Anton Seeber, non ha celato la soddisfazione per questo importante risultato, conseguito in poco più di 3 mesi grazie all’impegno e alla professionalità dei tecnici vipitenesi.
 Gli impianti eolici situati nel parco sono in grado di produrre a regime circa 15.600 MWh di energia elettrica, pari al consumo annuo di 6 mila famiglie consentendo il risparmio di 3715 tonnellate di petrolio e quindi evitando l’immissione nell’ambiente di una quantità di CO2 pari a 10 mila tonnellate.
 Come tipologia di impianto è stato scelto l’aerogeneratore Leitwind da 1,5 Mw, concepito e costruito dall’azienda di Vipiteno, che ha utilizzato uno speciale sistema di derivazione della tecnologia degli impianti di risalita di cui l’azienda altoatesina è leader mondiale. L’aerogeneratore Leitner è realizzato completamente in Italia.
 L’ impianto di Val di Cecina precede la costruzione di un secondo impianto eolico nel Grossetano.
 Il parco eolico di Montecatini Val di Cecina vanta un primato: è il primo parco eolico italiano costruito con aerogeneratori sviluppati e prodotti in Italia. L’azienda Leitwind di Vipiteno (Bolzano) fa capo a Leitner Technologies. «L’Alto Adige - ha sottolineato Anton Seeber, amministratore delegato della Leitwind - è diventata nel corso di questi ultimi anni un cantiere di proposte avveniristiche. Molti comuni guidano la classifica dei paesi al 100% “rinnovabili”».

Alto Adige 21-04-09
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sabato, 18 aprile 2009


Safety Park, oggi le verifiche


L’Appa misura il rumore. Sotto controllo anche l’A22

 VADENA. Oggi, a cura dell’Ufficio aria e rumore della Provincia, verranno effettuate misurazioni del rumore prodotto dai mezzi che girano al Safety Park in zona Ischia Frizzi e anche dalla vicina autostrada. «Si tratta di una iniziativa voluta dal centro guida sicura che ha sede al Safety Park - dice il sindaco di Vadena Alessandro Beati -. Verranno installati alcuni strumenti di rilevazione presso le abitazioni più vicine in linea d’aria alle piste e anche accanto all’autostrada in maniera da verificare il livello di inquinamento acustico prodotto facendo girare nel centro guida sicura diversi tipi di mezzi a motore a fronte di quello che anche l’A22 produce. Con i dati a disposizione verranno poi fatte le necessarie analisi e si trarranno le conclusioni».
 Ricordiamo che gli ambientalisti sono sempre sul chi va là per quanto riguarda la struttura provinciale dedicata alla guida sicura, in particolare per gli effetti sull’inquinamento acustico e atmosferico. E in diverse occasioni anche i residenti si sono lamentati dei rumori. La polemica più accesa era sorta in occasione del transito della «Winter Marathon», a gennaio, quando le telefonate di protesta per i rumori della manifestazione erano arrivate numerose sia al sindaco di Vadena che al vicesindaco di Laives. La direzione del Safety Park aveva minimizzato. Ora le analisi della Provincia potranno dire una parola definitva sulla questione. (b.c.)

Alto Adige 18-04-09
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giovedì, 16 aprile 2009


Fumata nera per il divieto di transito


L’ordinanza resta nel cassetto Nuovi monitoraggi sulla Ss12


BRUNO CANALI

 LAIVES. L’ordinanza contro i transiti inutili dentro San Giacomo rimane nel cassetto. Nemmeno la riunione di giunta di ieri ha sbloccato il provvedimento e anzi il vicesindaco ha deciso di prendere ancora una settimana di tempo per consentire alla polizia municipale di monitorare il flusso dei veicoli che alla mattina tra le 7 e le 8.30 salgono da Laives verso San Giacomo lungo la statale 12.
  È evidente insomma che sono notevoli le perplessità, anche ai vertici dell’amministrazione comunale, verso l’introduzione di un provvedimento restrittivo che non piace in primis ai commercianti di San Giacomo ma anche a molti altri utenti della strada che dall’ordinanza, sia pure limitata ad un’ora della mattina e nel senso di marcia da sud verso nord, ricaverebbero solo disagi. Intanto i cartelli stradali sono stati installati nei pressi della zona produttiva Vurza, ma rimarranno coperti ancora per questa settimana: poi si vedrà.
 «Dopo i rilevamenti che ho ordinato alla nostra polizia municipale - afferma il vicesindaco Georg Forti - tornerò con la questione dell’ordinanza in maggioranza (la riunione di routine della coalizione è programmata per lunedì prossimo, ndr) e ne discuteremo a fondo, dati del traffico alla mano, per poi decidere». Forti nei giorni scorsi non aveva fatto mistero di essere bersagliato da decine di telefonate di automobilisti che non approvano l’ordinanza, anche se il comitato per la vivibilità di San Giacomo invece la sostiene (nella maggioranza comunale, anche il consigliere socialista Ceol aveva espresso contrarietà a questa misura). Se non passerà il provvedimento, quello che invece un po’ tutti sarebbero disposti ad accettare sarebbe una riduzione della velocità lungo la statale 12 tra Vurza e Maso della Pieve a 30 chilometri orari; questo lo avevano sostenuto anche i commercianti di San Giacomo in alternativa alla chiusura.

Alto Adige 16-04-09
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giovedì, 16 aprile 2009



«Le difficoltà colpiscono molti negozi in frazione»

Parla Elda Paolazzi

 LAIVES. Botta e risposta tra il comitato per la vivibilità di San Giacomo e la fiduciaria dei commercianti, Elda Paolazzi, in merito alle misure da adottare a San Giacomo per ridurre il traffico di transito. «I disagi che l’ordinanza di chiusura causerebbero, non riguardano solo quei pochi negozianti che aprono alle 5 del mattino - dice Elda Paolazzi - ma anche chi deve caricare e scaricare merce di mattina presto come Poli, Schlecker, Baby Boom, Turbocar, Eurodiesel, latteria ecc. Per i dipendenti non residenti a San Giacomo significherebbe dover percorrere 7 chilometri in più per recarsi al lavoro. Non creano inquinamento?».
 Secondo la fiduciaria «a noi commercianti l’apertura della galleria della variante ha già creato non poche difficoltà e, visti gli odierni tempi di crisi riteniamo inutile incrementare i negozi e ridurre eccessivamente il passaggio con restrizioni derivanti dalle vostre future soluzioni di viabilità. Inoltre la nostra mancata presenza alla riunione pubblica recente è giustificata dal fatto che avevamo già incontrato l’assessore Ceschini e il vicesindaco Forti a Pineta. Vogliamo comunque invitare il comitato alla prossima riunione per risolvere i delicati problemi dei commercianti di San Giacomo». (b.c.)

Alto Adige 16-04-09
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mercoledì, 15 aprile 2009


Decibel fuorilegge da Vadena a Salorno




Sotto accusa i treni e l’autostrada Disagi continui, scarse prospettive


ORA. Decibel eccessivi - e fuorilegge anche di notte - in tutta la Bassa Atesina. L’inquinamento acustico è causato dall’Autobrennero, dal passaggio dei treni, dal transito dei mezzi pesanti sia sulla statale che sulla Strada del Vino. In più i cantieri aperti per completare le circonvallazioni di Ora e di Laives e quelli che serviranno, nei prossimi anni, per il passante ferroviario da Ora a Cardano per «by passare» anche Bolzano e la sua stazione e per favorire, in anticipo rispetto alla nuova linea del Brennero, il passaggio delle merci dalla strada alla rotaia.
 Mentre si è sbloccata la complicata situazione venutasi a creare in merito al progetto che prevede l’installazione di barriere antirumore lungo la linea del Brennero, l’inquinamento acustico resta pesante in tutta la Bassa Atesina. Da Vadena a Salorno i decibel sono spesso oltre il limite consentito. Per colpa soprattutto del traffico e del passaggio dei treni. Rosa Thaler, consigliera provinciale della Svp, nella precedente legislatura aveva preso carta e penna ed aveva scritto a Durnwalder e Widmann sottolineando che «L’inquinamento acustico, in tutta la Bassa Atesina, è elevatissimo a causa della ferrovia e dell’autostrada. Servono le barriere più volte promesse ed non ancora realizzate. E quindi bisogna intervenire per venire incontro a chi abita a ridosso dei binari e dell’A22». Rosa Thaler aveva anche lanciato una proposta: «Bisognerebbe garantire dei contributi per il rifacimento delle finestre. Vi sono dei moderni accorgimenti che consentono un perfetto isolamento. Gli abitanti vanno aiutati in questo tipo di ristrutturazione. Iniziative analoghe sono adottate, da tempo, in diversi Paesi. Solleciterò la giunta provinciale in merito». Non risulta che finora siano stati presi provvedimenti nonostante la serie di osservazioni venute anche dai consigli comunali.
 Sono numerose le zone in cui i decibel, sia di giorno che di notte, sono fuorilegge. A cominciare dal ponte ferroviario di ferro sull’Adige, poco dopo la stazione di Ora. È di vecchia costruzione e quindi senza il benchè minimo accorgimento anti rumore. Ogni passaggio di convoglio - soprattutto di quelli per il trasporto delle merci - è causa di una quantità enorme di decibel che danno fastidio sia di giorno che, soprattutto nelle ore notturne. C’era un progetto - legato all’ubicazione a Bronzolo dello scalo intermodale - che prevedeva il rifacimento del manufatto. Lo studio è finito - assieme allo scalo - nel solito cassetto delle buone intenzioni dove resterà. Ma le Ferrovie hanno promesso alla giunta comunale, proprio di recente, che stanno verificando l’opportunità di utilizzare una nuova tecnica anti rumore che prevede una sorta di rivestimento del ponte stesso.
 Terza, rilevante fonte di inquinamento - anche questa causata dai treni in transito - è quella di Cortina all’Adige dove vi sono molte case proprio a ridosso dei binari. Le barriere antirumore, previste (e finanziate) da anni non sono state ancora realizzate. I disagi continuano, come le proteste.
 Il Centro Attenzione Permanente di San Giacomo ha chiesto alla Provincia di mettere a disposizione degli abitanti l’esito delle rilevazioni eseguite a conferma o smentita che i livelli di rumore provocati dai treni superano il limite massimo consentito. Il Centro ricorda che «In colloqui precedenti con i responsabili dell’Ufficio Provinciale Rumori ci era stato comunicato che certamente gli appartamenti in prossimità della ferrovia, che si trovano oltre il secondo piano, sono sottoposti a livelli superiori a quelli previsti dalla legge; ci è stato detto anche che i tecnici provinciali avrebbero eseguito tali misure di rilevazione durante il periodo estivo. Le case maggiormente colpite dall’eccessivo rumore ferroviario sono quelle fra Maso della Pieve e gli asili di San Giacomo».
 Proteste arrivano anche dagli abitanti di via Cavalese a Villa di Egna: «Le code di automezzi sono continue da e per la val di Fiemme. Sono praticamente inesistenti i vantaggi dopo l’apertura del primo tratto della variante di Ora: la riduzione del traffico è stata ridotta rispetto a quelle che erano le previsioni». I residenti chiedono provvedimenti ma finora hanno avuto soltanto promesse. Non mantenute nè da parte della giunta provinciale (l’assessore ai lavori pubblici Florian Mussner ha comunque garantito che sono in corso delle verifiche cui seguiranno provvedimenti) nè da quella comunale che si è incontrata comunque con gli abitanti per ascoltare le loro ragioni.
 Lamentele - ricorrenti da anni - anche di chi abita lungo la Strada del Vino che sopporta soprattutto un traffico turistico. Ma sono in costante aumento anche i mezzi pesanti a causa dell’ubicazione delle zone produttive che sono cresciute come i funghi lungo tutta la direttrice fra Salorno e Caldaro fino ad oltre Riva di Sotto, frazione di Appiano. Nè le amministrazioni comunali nè quella provinciale hanno tenuto conto dei ripetuti consigli degli esperti secondo i quali sarebbe opportuno concentrare le varie zone produttive piuttosto che ubicarle una a poca distanza dall’altra come è stato fatto - e si continua a fare anche nelle previsioni - soprattutto in Bassa Atesina ed in Oltradige.


Alto Adige 15-04-09
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martedì, 14 aprile 2009

Non farsi intimidire dalle proteste

Come sempre gli interventi della fiduciaria dei commercianti Sig.ra Elda Paolazzi si fanno sentire nonostante il divieto di transito preventivato dall'amministrazione nella periferia sud di San Giacomo dalle 7.15 alle 8.30 non la tocchi minimamente come moltissimi altri esercizi!
Alcuni politici esprimono opinioni sul senso di tale provvedimento dopo essersi dimenticati di San Giacomo per anni, altri della stessa maggioranza hanno ripensamenti e temporeggiano nel firmare l'ordinanza.
Peccato che solo questo sia l'argomento in questione fortemente dibattuto, mentre nell'assemblea tenutasi il 25 aprile scorso aveva fatto emergere una quantità enorme di problemi latitanti e di sicura importanza per l'intera frazione: viabilità, mobilità, necessità di poter passeggiare con carrozzine non solo sui marciapiedi della SS12, verde pubblico dimenticato, possibilità di socializzare in un luogo centrale, sicurezza, salvaguardia dell'ambiente dei sentieri e moltissime altre esigenze.La comunità di San Giacomo, finalmente, ha potuto esprimersi liberamente con dignità e determinatezza su questioni che le stanno molto a cuore; ha offerto all'amministrazione suggerimenti importanti e collaborazione che non vorrebbe fossero dimenticati fino alle prossime elezioni.
Che senso ha discutere se le macchine vengono di là piuttosto che di qua? I passaggi inutili ci sono, inquinano ingiustamente, punto e basta!
Se gli autisti fossero più rispettosi e magari un po' meno furbacchioni, i divieti non ci sarebbero. Se così fosse, di certo non passerebbero per San Giacomo ma utilizzerebbero la galleria anche se provengono da Laives, da Pineta, dal Vurza o da le Part.
Questo vale per l'itinerario da scegliere, ma anche per qualche cosa di peggiore: l'alta velocità dei mezzi sulla SS12. Ecco il motivo per cui esistono i provvedimenti: per garantire sopratutto sicurezza, tranquillità e salute. L'amministrazione deve essere determinata, non si deve far intimidire e sopratutto non cedere a ricatti politici.
Quando si incontra un segnale di 30 Km. all'ora non si deve vivere quel momento come un fatto repressivo; è semplicemente una indicazione che ci fa capire che stai offrendo un bene che anche tu vorresti godere, è un bonus a prescindere dagli orientamenti politici.
Provate a domandarvi lascereste andare a scuola i vostri bambini da soli? Anche in questo caso le risposte possono essere diverse, ma al di là dei risultati (molte sono le macchine con i genitori che accompagnano i figli) la prima cosa che esigono le famiglie in genere sono la sicurezza per i propri figli e un ambiente sano dove poterli crescere.
E' una opportunità che non dobbiamo perdere e di questa dobbiamo essere fieri e decisi.Credo che il futuro di San Giacomo sia costruito sul confronto, sulla saggezza e sulla intelligenza .
Se ci abbandonassimo ai soli numeri potremmo trovarci a dire: “tot macchine in meno tanti scontrini fiscali in meno; tot macchine in più tanti scontrini in più”. Magari qualcuno vorrebbe pure contarli!
E' preferibile crescere insieme con una prospettiva migliore: è necessario crederci.

Abitante di San Giacomo
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martedì, 14 aprile 2009


Stop al traffico, l’ordinanza resta nel cassetto



Il vice sindaco: «Problemi ancora da chiarire e pressioni anti provvedimento»

di Bruno Canali

LAIVES. Il vice sindaco non ha ancora firmato l’ordinanza mediante la quale poi dovrebbe iniziare il divieto di transito da sud verso nord sulla statale attraverso il centro di San Giacomo durante la fascia oraria che va dalle 7.15 alle 8.30. «C’è ancora qualche problema da chiarire - spiega Georg Forti - e voglio prima di tutto parlarne con i colleghi di giunta durante la riunione che avremo mercoledì mattina. In questi giorni, effettivamente, sto ricevendo tantissime telefonate da parte di gente che per un motivo o per l’altro, sarebbe danneggiata dal provvedimento».
 Forti intende approfondire la questione prima di firmare l’ordinanza; intanto però la relativa segnaletica è stata già installata. Se l’ordinanza dovesse entrare in vigore, impedirebbe ogni mattina, dalle 7.15 alle 8.30, ad ogni mezzo non autorizzato, fatti salvi trattori e moto, di entrare da sud a San Giacomo. L’obiettivo è impedire che chi non ha alcun motivo di farlo, possa transitare ancora per la frazione. In particolare diversi veicoli arrivano da via Delle Part e, all’incrocio con la statale, di fronte alla Vurza, invece che svoltare verso la rotatoria della variante proseguono per San Giacomo.
 Intanto il consigliere comunale di maggioranza Roberto Ceol ha diffuso una nota in tema di viabilità. «Più che sperimentare conviene ragionare - scrive Ceol - e fare delle scelte, non a fronte dei comitati (poche persone) ma di tutti i cittadini, anche di quelli che non si sono inventati comitati per tutelare la propria zona. Non si può, a fronte di una riunione come quella di San Giacomo, organizzata dal comitato per l’attenzione permanente, decidere in pochi giorni di chiudere una strada invece che dire onestamente che per San Giacomo abbiamo dormito quattro anni per quanto riguarda il progetto di riqualificazione e questo nonostante più di un milione di euro già in bilancio nel 2005. Vorrei ricordare poi che il piano traffico è in qualche cassetto del municipio da qualche anno come il piano parcheggi. Eppure in questi anni siamo corsi dietro a tutti, senza una strategia concreta. Credo che l’esempio del semaforo di Pineta la dica lunga in merito, con soldi della comunità spesi per accontentare qualcuno e oggi quell’impianto verrà chiuso. Non abbiamo brillato certo neppure per quanto riguarda le pedociclabili, il verde pubblico e poi, non parliamo del servizio raccolta rifiuti affidato alla Seab. Credo che chi amministra debba anche avere l’onestà di ammettere quando sbaglia piuttosto che adottare scelte arroganti per garantirsi qualche voto. La dimostrazione l’abbiamo avuta con il comitato di Pineta, rincorso per anni dal sindaco e che poi, alle elezioni provinciali ha dato indicazione alla popolazione di votare Durnwalder», conclude Ceol.

Alto Adige 14-04-09
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sabato, 11 aprile 2009


Riflessioni e chiarimenti sulla riqualificazione urbana di
San Giacomo



Le aspre prese di posizione manifestate in questi giorni sul giornale a seguito della volontà espressa dal Comune di Laives di voler introdurre un divieto di transito sulla statale 12 dalla periferia sud di San Giacomo ogni mattina dalle 7.15 alle 8.30 necessita alcune riflessioni e chiarimenti.
La fiduciaria dei commercianti Elda Paolazzi nell'articolo sostiene che i comitati chiedono continuamente la chiusura della strada, tale dichiarazione sembra piuttosto scorretta perchè l'eventuale applicazione di tale provvedimento riguarda un periodo piuttosto breve e per lo più riguarda pendolari che viaggiano con velocità piuttosto alta per raggiungere il proprio posto di lavoro in direzione Bolzano.
Nell'articolo sembrerebbe che tutti i commercianti di San Giacomo protestino a furor di popolo, poi se lo si legge meglio, si scopre che i maggiori coinvolti sono numericamente pochi poiché a quell'ora la maggior parte degli esercizi sono ancora chiusi: questo è emerso anche nell'assemblea pubblica sulla riqualificazione urbana dove alcuni commercianti hanno preso la parola.
Il comitato non ha mai suggerito il provvedimento (è semplicemente emerso in assemblea come uno di molti interventi suggeriti dagli abitanti) utile per ridurre il traffico, l'inquinamento e dare più sicurezza all'intera frazione. Va ricordato che al riguardo è stato chiesto anche la riduzione della velocità a 30 Km., la posa in opera di cunette artificiali sulla sede stradale e non ultima la telecamera per il controllo della velocità.
Perchè la gente si è riunita per affontare la riqualificazione urbana nel senso più ampio?Semplicemente perchè i ritardi sono stati notevoli e le promesse sono rimaste tali per moltissimo tempo; c'era e c'è la necessità da parte della popolazione di sapere di più, di conoscere i progetti in cantiere, di vedere come migliorare la futura vivibilità in un territorio da molti anni rimasto, purtroppo, al margine.
Per quanto riguarda la zona Vurza e il potenziale traffico da essa provocata dalle nuove aziende insediate o che si insedieranno, va fatto notare che l'argomento è stato trattato da lungo tempo offrendo anche le possibili soluzioni: Lavoro e ambiente devono convivere, ma con sensibilità.
Vorremmo che ci sia maggiore tolleranza nell'affrontare temi così delicati, ma, soprattutto, che la partecipazione sia costruttiva, dove anche gli esercizi commerciali o altre categorie (le più coinvolte) possano esprimere loro idee e possibili soluzioni come espresso nella stessa assemblea .
E' necessario ricordare che i numerosi suggerimenti emersi dai partecipanti, in quella occasione, servivano per migliorare la società di San giacomo con la piena partecipazione dell'amministrazione comunale.
Dobbiamo ricordare che la nostra comunità è un paese che è cresciuto enormemente anche sotto il profilo numerico, basti ricordare: il Garden Village, la cooperativa immediatamente alle spalle e non ultimo il gruppo edilizio appena terminato e di prossima consegna.
San Giacomo è una frazione “credibile” che sa dare ancora prospettive future anche nel commercio: attività nuove provengono da Bolzano e da Pineta nonostante la grave situazione economica mondiale.
Le prospettive, nonostante i tempi, possono essere considerate sufficientemente positive.
Le consolidate famiglie, ma, sopratutto le nuove e più probabili giovani famiglie che hanno cercato dimora nel nostro territorio sono da considerare la più grande risorsa per San Giacomo.
Perchè allora non affrontare con loro questa nuova sfida e affrontare insieme quello che in sintesi voleva essere il contenuto dell'assemblea pubblica tenutasi il 25 aprile scorso “Riqualificazione urbana per il miglior futuro di San Giacomo?".
Invitiamo Lei signora fiduciaria dei commercianti Elda Paolazzi e naturalmente anche tutti i rappresentanti delle numerose categorie economiche, ma anche politiche, a partecipare a questo importante progetto.

Comitato Riqualificazione Urbana di San Giacomo

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sabato, 11 aprile 2009






Il freno al traffico per ora congelato

L’ordinanza non ancora firmata: è contraria anche la Volkspartei


 LAIVES. Slitta di qualche giorno l’introduzione dell’ordinanza con la quale si impedirà il transito di tutti i veicoli non autorizzati (esclusi trattori e moto) da sud di San Giacomo verso Bolzano. Il testo è pronto, così come è stata installata anche la segnaletica presso la zona produttiva Vurza. Ma ieri mattina il vice sindaco non ha firmato l’ordinanza che quindi non è ancora esecutiva. Potrebbe essere una «dimenticanza» ma, a quanto pare, anche la Svp non sarebbe entusiasta del nuovo provvedimento che è stato già aspramente contestato dai commercianti.
 Come stanno realmente le cose lo si capirà nei primi giorni della prossima settimana. Intanto è un dato di fatto che parte del traffico “inutile” che attraversa ogni giorno San Giacomo è rappresentato da cittadini che abitano nei masi sparsi attorno a via Stazione a Laives. Queste persone (una ottantina) a suo tempo hanno ottenuto dal vice sindaco il permesso di transito per via Delle Part anche durante le fasce giornaliere che per tutti gli altri sono vietate, un permesso giustificato con l’opportunità di non farli passare per via Noldin e via Andreas Hofer a Laives. Però così facendo, li si è favoriti nel transitare dentro San Giacomo andando a Bolzano, perché è stato verificato queste persone non imboccano certo la variante in galleria presso la rotatoria a nord di Pineta.
 La verifica l’ha fatta l’altra mattina proprio il consigliere Roberto Ceol, che è tra i contrari all’ordinanza di chiusura: «Dalle 7 alle 8.30 di giovedì mi sono messo all’incrocio tra via Delle Part e la statale 12 ed ho contato i mezzi di passaggio, dividendoli tra quelli che arrivavano da via Delle Part e quelli che invece arrivavano da Pineta. Complessivamente non sono stati più di 250; un centinaio da via Delle Part e gli altri dal versante di Pineta. Però tra questi ultimi ho notato diversi furgoni di una ditta che si occupa di telefonia e ha sede in zona Vurza e altri mezzi, sempre in uscita dalle ditte della stessa zona, molti dei quali immagino diretti a Bolzano e che avrebbero dovuto imboccare la variante invece che svoltare sulla statale 12 verso San Giacomo». È questo il “peccato originale” dal quale discendono i problemi di traffico nella frazione: avere creato un insediamento produttivo alla Vurza, errore che è poi stato ripetuto andando ad aggiungere, da parte della Provincia, altri 7,5 ettari di zona produttiva che richiamano e richiameranno traffico.


Alto Adige 11-04-09
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sabato, 11 aprile 2009


Binari all’aperto con due «finestre»



Le garanzie dei progettisi: l’inquinamento acustico sarà minimo

ORA. Tratta di accesso alla nuova linea del Brennero: una possibile soluzione tecnica è stata presentata l’altra sera in consiglio comunale a Ora. Non una sola, lunga «finestra» all’aperto, a nord dell’abitato, ma due «finestre» di lunghezza ridotta e con i binari più vicini al costone roccioso. Con un promessa dei tecnici: «L’inquinamento acustico non deve creare alcuna apprensione».
 Nello studio di fattibilità presentato nei mesi scorsi, la «finestra» all’aperto misurava 1200 metri a nord dell’abitato in direzione di Bronzolo vicino alla zona per insediamenti produttivi. Il tracciato è una variazione del tunnel per gli allacciamenti alla nuova linea ferroviaria del Brennero rispetto a quanto era stato messo su nero su bianco dall’allora ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro. Unanime era stato il no del consiglio comunale (e quindi della commissione per l’ambiente) perchè la soluzione «comporterebbe per Ora una ulteriore inaccettabile fonte di rumore ed avrebbe conseguenze negative anche sulla fauna e sulla flora». L’altra sera, in aula consiliare, funzionari e tecnici del gruppo di progettazione Eut/Ilf hanno illustrato quella che potrebbe essere una variante: al posto dell’unica «finestra» ne potrebbero essere realizzate due: la prima di circa 400 metri passata la quale i binari dovrebbero tornare, per un breve tratto, sotto la montagna per poi tornare all’aperto con la seconda «finestra» di circa 530 metri. Entrambe le «uscite» dovrebbero essere più a ridosso del costone roccioso mentre la «finestra» contestata è più spostata verso la vallata. «Funzionari e tecnici - commenta il sindaco di Ora Roland Pichler - ci hanno dato ampie garanzie per quanto riguarda l’inquinamento acustico. A loro parere, visti anche i vari sistemi di protezione, i decibel causati dal passaggio dei treni sarebbero ridotti e comunque nei limiti di quanto previsto dalle normative in vigore». Il sindaco ed i vari componenti del consiglio comunale - che hanno formulato una serie di quesiti a tecnici e funzionari - hanno preso atto «dell’impegno - aggiunge Pichler - per venire incontro alle nostre richieste. Valuteremo la proposta della doppia finestra nel corso della prossima seduta consiliare per esprimere un parere ufficiale. Ma già ora ribadiamo - come hanno fatto tutti i Comuni del circondario ed anche il Comprensorio Bassa Atesina Oltradige - che la soluzione ideale sarebbe che tutto il tracciato della tratta di accesso fosse in sotterranea: di inquinamento acustico (ma non solo) la Bassa Atesina ne ha fin troppo: altre fonti sono da evitare».
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venerdì, 10 aprile 2009


La Seab replica a Ceol


«Gli utenti soddisfatti dei servizi»

LAIVES. In merito alle critiche rivolte alla Seab dal consigliere comunale Roberto Ceol, c’è una replica da parte dell’ente che esegue la raccolta dei rifiuti sul territorio. «La qualità del servizio Seab e la soddisfazione espressa dai cittadini - si legge nella nota - sono state rilevate tramite indagini telefoniche: risulta che l’88,4% degli utenti sia stato soddisfatto nel 2007 e nel 2008 il 90,5%». Per quanto riguarda lo stato dei contenitori dei rifiuti, Seab sottolinea che «i cassonetti per il cartone e per i rifiuti verdi sono stati interamente sostituiti. Le campane per la raccolta differenziata saranno sostituite a breve, non appena il Comune completerà la procedura d’acquisto. L’avvio della raccolta dell’umido, legata alla disponibilità di finanziamenti, è programmata per la seconda metà del 2009. A tale proposito la Provincia ha dato indicazione al Comune di avviare la raccolta dell’umido in concomitanza con l’ampliamento dell’impianto di biofermentazione di Lana».


Nel 2008, ricorda ancora la Seab, «è stato raggiunto l’obiettivo di attivare e mettere a regime i sistemi di raccolta con tessera personalizzata. Ad oggi sono stati ritirati i contenitori superflui e il sistema è stato ben accolto dai cittadini. Per quanto riguarda la sensibilizzazione, è stata fatta anche recentemente e così si osserva un aumento di utenti al riciclaggio cittadino».

Alto Adige 10-04-09
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venerdì, 10 aprile 2009


Statale chiusa: un coro di proteste


Infuocata riunione dei negozianti. Critiche anche dalla maggioranza, ma l’esecutivo tiene duro

 LAIVES. I commercianti di San Giacomo sono sul piede di guerra per l’intenzione del Comune di introdurre da lunedì un divieto di transito sulla statale 12 dalla periferia sud di San Giacomo ogni mattina dalle 7.15 alle 8.30. L’altra sera si sono riuniti con la fiduciaria Elda Paolazzi e hanno anche invitato l’assessore al commercio Bruno Ceschini, manifestando con durezza tutti i dubbi in merito al provvedimento. Nel frattempo fioccano anche le perse di posizione dei rappresentanti politici comunali: un vero diluvio. «È una scelta sbagliata - dichiara ad esempio - il consigliere Raimondo Pusateri -, anche perché quando la giunta non sa come risolvere i problemi mette un divieto. Non capisco il senso di questa iniziativa e tale modo di operare. Rimango quindi molto perplesso e penso agli errori commessi recentemente anche con la viabilità a Pineta». Severo anche il giudizio di Roberto Ceol, consigliere di maggioranza: «Se in giunta pensano di risolvere i problemi con i divieti sono fuori strada: per anni il progetto di riqualificazione urbana dell’abitato di San Giacomo è rimasto al palo e adesso che manca un anno alle elezioni comunali si introduce un divieto che rischia di penalizzare chi a San Giacomo lavora. Io ritengo invece che prima di tutto bisognava fare una verifica sul numero di veicoli che passano senza giustificazioni dentro San Giacomo, gli orari e anche da dove arrivano; poi semmai si poteva valutare come contrastare il fenomeno. Sono convinto che se arrivano in consiglio comunale con tale proposta, non riusciranno a farla passare». Secco anche il parere di Christian Bianchi del Pdl: «La chiusura della strada per San Giacomo è un grosso errore, fatto per sanarne uno molto più grosso: la totale incapacità di avviare le opere di riqualificazione del centro di San Giacomo. L’atto d’imperio di chiusura di una arteria stradale costituisce invece un palliativo inutile, che causerà esclusivamente difficoltà sia ai negozianti sia a chi, per motivazioni diverse, intenderebbe usufruire di tale alternativa. La giunta si fermi e inizi piuttosto la riqualificazione».
 Non si fa attendere però la replica del sindaco Polonioli: «Si tratterà di una sperimentazione di alcuni mesi - dice Polonioli - e, in ogni caso, a fronte di qualche protesta centinaia di persone ci hanno manifestato favore. Non credo che ci saranno enormi disagi per un divieto di transito della durata solo di un’ora al mattino, che è la misura minima per evitare che ci chiedano qualche cosa di più drastico ancora. Certo che è fondamentale il servizio offerto dai negozi, ma cercheremo di fare convivere tutte le aspirazioni». Infine l’assessore Bruno Ceschini: «Capisco il momento difficile per i commercianti, mercoledì in giunta ne riparleremo». (b.c.)

Alto Adige 10-04-09
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giovedì, 09 aprile 2009


Rifiuti, un vertice con la Seab


La rappresentante nel cda: «Incontrerò gli abitanti»

 LAIVES. Durante questo mese di aprile dovrebbe avere luogo una verifica tra Comune e Seab per il servizio di raccolta dei rifiuti. Il consigliere Roberto Ceol, che non fa mistero di stare affilando le armi per l’occasione, in merito ha diffuso questa nota: «Oltre allo stato di fatto, vanno verificate le alternative a Seab perché non mi pare che ci sia stato un miglioramento del servizio da quando è passato alla società dal Comune. Piuttosto, è cresciuta la tariffa, un aumento in parte già programmato certamente, mentre i dati della stessa Seab evidenziano che la differenziata è lievemente calata. È evidente insomma che gli obiettivi prefissati non sono stati raggiunti e in questo metto anche il mancato avvio della raccolta dell’umido, almeno per le grandi utenze. È vergognoso anche lo stato nel quale sono stati ridotti i materiali come bidoni e altro. Non c’è dunque da meravigliarsi se poi i cittadini collaborano poco e male. L’amministrazione comunale dal canto suo non ha fatto granchè in tema di sensibilizzazione verso la popolazione e nelle scuole e piuttosto, nel giro di quattro anni sono cambiati ben 3 assessori per i rifiuti: Tommasini, Zanvettor e oggi il sindaco Polonioli. Ritengo che sia ora di cambiare gestore del servizio, valutando una municipalizzata o una società mista, pubblico e privato».
 Sempre per quanto riguarda la Seab, recentemente è stata nominata Carla Franceschini nel consiglio di amministrazione: «Non ho ancora assunto questo incarico - dice la Franceschini - ma appena sarò nominata voglio mettermi a disposizione dei cittadini per una volta alla settimana, così da raccogliere pareri e critiche». Nessuno dei suoi predecessori in Seab lo aveva mai fatto finora. (b.c.)

Alto Adige 09-04-09
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giovedì, 09 aprile 2009



«Traffico frenato? Affari ad alto rischio»



I negozianti in coro contestano la giunta Lo stop agli automezzi: scelta penalizzante

LAIVES. L’ulteriore giro di vite per il traffico dentro San Giacomo - deciso dall’amministrazione comunale e che scatterà il 14 aprile - trova contrari i commercianti della frazione. Saputa la notizia, hanno subito organizzato una riunione per valutare la situazione ed eventualmente intervenire. L’idea della giunta civica è di chiudere la vecchia statale 12 dalle 7.15 alle 8.30 di mattina per coloro che arrivano da sud (fatta esclusione per moto, trattori e mezzi autorizzati). Si tratterà di un primo periodo sperimentale della durata di tre mesi, ha spiegato il vice sindaco Georg Forti.
 «Noi sapevamo nulla di tutto questo - dice Elda Paolazzi, fiduciaria dei commercianti e titolare di un negozio proprio al centro di San Giacomo - tant’è che appresa la notizia ieri, ho immediatamente chiamato il sindaco per sapere cosa succederà. Intanto mi ha assicurato che si sperimenterà la chiusura per tre mesi. Per quanto mi riguarda come commerciante, non avrò problemi dato che apriamo alle 9, ma sono solidale con i colleghi che invece dal nuovo provvedimento ricaveranno ulteriori disagi. Mi chiedo anche cosa vogliano i comitati che chiedono continuamente una chiusura della strada: si rendono conto dei grossi problemi per tutti coloro che debbono vivere con il proprio lavoro, come i commercianti?».
 Effettivamente ci sono a San Giacomo negozi ed esercizi che con una ordinanza del genere avranno più problemi di altri, uno di questi è indubbiamente il tabacchino. «Io apro verso le 5 di mattina - spiega il titolare Gianfranco Zanon - e tra la clientela di transito ho persone che vanno a lavorare a Bolzano. Si fermano qui per comperare giornali e sigarette e un provvedimento come quello che l’amministrazione comunale intende introdurre dalla prossima settimana indubbiamente mi penalizzerà. Cosa devo fare? Forse tenere aperto fino alle 7 e quindi chiudere fino alle 8.30 ogni mattina?».
 Alessio Mariotti, da dietro il bancone dell’Hobbit Pub in centro a San Giacomo, spiega che per fortuna sua, la maggior parte della clientela risiede in paese: «Apro alle 7 e non alle 6 come altri bar qui attorno. Per me il passaggio non è così determinante ai fini del volume di affari, ma comunque qualche cliente inevitabilmente lo perderò a causa dell’ordinanza».
 Nelle stese condizioni di Elda Paolazzi sono anche Michela e Sonia della boutique “Twenty 2”. Vendono capi di abbigliamento e l’orario di chiusura non le tocca più di tanto: «Apriamo alle 8 - spiega Michela - e i clienti che vengono da noi arrivano comunque. Però dico che si fa tanto per rivalutare San Giacomo, ma se non si offrono servizi il paese muore. Sono favorevole ad una eventuale riduzione del limite di velocità, mentre dico no alla chiusura della strada. Temo infine che questo possa anche rappresentare un primo passo verso una chiusura completa in entrambi i sensi e sarebbe la fine per tutti».
 Ignazio Donzella, gestore del distributore di carburante per la società “Duffy Duke snc, lungo la retta sulla statale del Brennero a sud di San Giacomo è rassegnato al peggio: «Prima la variante che ci ha dato un duro colpo - dice - poi la prospettiva del nuovo distributore di carburante lungo la variante a poca distanza da qui; infine questa ordinanza di chiusura al mattino, sia pure per un’ora, che ci farà perdere ulteriore clientela. Noi viviamo sul passaggio, se vogliono che chiudiamo ce lo dicano una volta per tutte».

Alto Adige 09-04-09
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mercoledì, 08 aprile 2009


Un «freno» ai transiti inutili



San Giacomo
: dal 14 aprile (fra le 7.15 e le 8.30) divieto di transito verso nord

Il vice sindaco: l’iniziativa sperimentale per tre mesi

LAIVES. Prime iniziative per contrastare i transiti inutili nell’abitato di San Giacomo a seguito delle richieste formulate durante un incontro pubblico dalla comunità locale agli amministratori comunali. «Dal 14 aprile, nella fascia oraria mattutina che va dalle 7.15 alle 8.30, ci sarà divieto di transito dalla zona Vurza in direzione nord - anticipa il vice sindaco Georg Forti - e stiamo valutando da che punto iniziare lungo la statale 12. Questa iniziativa (che non riguarda moto e trattori) intanto avrà carattere sperimentale, per tre mesi, in maniera da capire come funziona e semmai cosa aggiustare perché, in particolare, occorre che chi ha il permesso di transitare lungo via Delle Part (una ottantina di confinanti) una volta giunto in zona Vurza, svolti verso la rotatoria e imbocchi la variante in galleria se deve raggiungere Bolzano. Ovviamente chi invece deve entrare in San Giacomo oppure vi abita, avrà il permesso di passare».
 È una delle misure richieste dagli abitanti di San Giacomo. Lo stesso sindaco Polonioli, nella pubblica assemblea, aveva spiegato che, dopo un buon esito iniziale, con l’apertura della variante, si era registrato però di nuovo un aumento dei transiti inutili di mezzi dentro San Giacomo e buona parte di questi non avrebbero alcun motivo di farlo. Nonostante ripetute sollecitazioni la situazione non è granchè migliorata e perciò si passa a misure più restrittive, impedendo il transito almeno durante l’ora di punta della mattina. Sarà poi da vedere come reagiranno i commercianti di San Giacomo, che vedono queste misure con poco entusiasmo. È questo il motivo per cui si sta valutando se far iniziare il divieto in fondo alla retta del Vurza, presso l’incrocio verso via Delle Part oppure più a nord. Altra richiesta degli abitanti di San Giacomo è di abbassare ulteriormente il limite di velocità lungo la statale 12 alle porte dell’abitato.

Alto Adige 08-04-09
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martedì, 07 aprile 2009




Dopo il ritiro dei tecnici dell'Appa e del Comune , il ritorno del Tavolo sull'inceneritore
 
Si terrà martedì 7 marzo il secondo tavolo tecnico sulla gestione dei rifiuti.
L' Associazione Ambiente e Salute vuole ribadire la sua posizione nei confronti della gestione rifiuti: crediamo che in Alto Adige si possa e si debba fare a meno dell'incenerimento.
Bisogna innanzitutto ridurre i rifiuti alla fonte, riducendo da una parte i consumi inutili e dall'altra riducendo gli imballaggi.
Dei rifiuti prodotti bisogna differenziare il più possibile ( almeno > 80%) , al fine del riciclaggio, cioè del recupero delle materie prime.
Esistono attualmente processi ( vedi Vedelago) dove è ormai possibile recuperare il 100% della materia.
Comunque quello che eventualmente rimarrebbe non riciclabile sarebbero prodotti ( come il tetrapack) che l'industria non deve più produrre; bisogna indirizzare la produzione verso il riciclaggio, così come già fanno nel mondo molte aziende.
L'Associazione ritiene perciò sbagliata la decisione della Provincia di costruire un inceneritore da 130.000/ton/anno.
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categoria:ambiente, comunicati, antiinquinamento
giovedì, 02 aprile 2009



Bolzano: scatta in tutte le strade cittadine il limite dei 40 km all’ora

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 Parcheggio, zone colorate «soft» da metà aprile

 BOLZANO. Più volte annunciata e sempre rinviata, stavolta si fa sul serio: a metà aprile scatta la minirivoluzione degli orari delle zone colorate. La giunta comunale, nell’ultima riunione, ha approvato il promemoria dell’assessore Klaus Ladinser che dà il via libera all’operazione nelle zone colorate grigia (area viale Europa) e arancio (area via Resia). Contemporaneamente entrerà in vigore il limite dei 40 all’ora in tutte le strade cittadine. Uniche eccezioni: arginale e zona produttiva di Bolzano sud.
 È una sorta di ritorno al passato; si tratta di un’applicazione più morbida delle attuali zone colorate con una reintroduzione delle vecchie “finestre” abolite nel 2004. In concreto, significa che il divieto di sosta per i non residenti nella zona diventa meno restrittivo e varrà solo dalle 7.30 alle 10.30 e dalle 14.30 alle 17.30; mentre attualmente il divieto (che resta tale nelle altre zone colorate della città) va dalle 8 alle 19. Il sabato dalle 7.30 alle 10.30 nelle due zone della sperimentazione e dalle 8 alle 13 nelle altre.
 «La prova - spiega l’assessore Klaus Ladinser - durerà sei mesi: vediamo come funziona e poi decidiamo cosa fare». Francesco Gennaccaro, capogruppo dell’Udc, che da mesi sta battagliando per ottenere la modifica della regolamentazione della sosta, non ha dubbi: «La sperimentazione andrà alla grande e si potrà estendere, al termine del periodo di prova, a tutta la città. L’attuale sistema è troppo penalizzante per i bolzanini che se si spostano da una parte all’altra della città sono costretti a parcheggiare a pagamento, perché non possono sostare negli spazi bianchi».
 La novità viene invece bocciata dal gruppo ecosociale e in particolare dai Verdi: «Una stupidaggine - commenta Wally Rungger -: avrà come unico risultato quello di creare confusione e proteste da parte dei cittadini che avranno grosse difficoltà ad orientarsi in una selva di orari». Qualche perplessità era stata sollevata nei mesi scorsi anche dai vigili urbani. «Il sistema delle zone colorate - assicura il comandante Sergio Ronchetti - ha dimostrato di funzionare bene: è riuscito a ridurre il traffico pendolare e gli spostamenti interni. Non mi sento però di commentare una scelta che è politica».
 Il timore, che ha fatto rinviare più volte la sperimentazione, è che la minirivoluzione delle zone colorate con l’introduzione delle “finestre” solo per i bollini grigi e arancio, rispettivamente area viale Europa e via Resia, crei grande confusione.
 Cinque anni fa si era deciso di istituire il divieto di sosta no stop per i non residenti, proprio per rendere tutto più semplice e chiaro.
 Con l’entrata in vigore del nuovo sistema in città ci saranno tre tipi di regolamentazioni: una per il centro storico, dove il divieto di sosta per i non residenti dura di più; un’altra a “finestre” per le zone Europa e Don Bosco; la terza per tutti gli altri quartieri della città.
 Dalla sosta al nuovo limite di velocità: da metà aprile in tutte le vie cittadine, fatta eccezione per l’arginale e la zona produttiva di Bolzano sud, si andrà a passo di lumaca. Scatta infatti il limite, fissato dal piano del traffico approvato un anno fa dal consiglio comunale, a 40 all’ora.

Alto Adige 02-04-09
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categoria:ambiente, antiinquinamento
mercoledì, 18 marzo 2009

 Rifiuti, questa sera parla Mario Tozzi

 BOLZANO. Seconda delle tre serate che vedono il divulgatore e conduttore tv Mario Tozzi a Bolzano nella stagione del Circolo La Comune: questa sera alle 21 nell’Auditorium del 1Liceo Torricelli, Tozzi terrà la seconda conferenza-spettacolo dedicata all’ecologia. Tema di questa sera: i rifiuti.
 Ricercatore del Cnr, Mario Tozzi, noto geologo e personaggio televisivo, autore e presentatore nel 2003 “Geo & Geo”, poi di “Gaia - Il pianeta che vive” e di “Terzo Pianeta” in onda su Rai 3, affronta in ognuna delle tre serate temi diversi. Quest sera, “Trash” ovvero “storie di recuperi, filosofia del naufrago, elogio del vuoto a rendere”. E’ possibile finalmente liberarsi delle discariche, non solo quelle abusive? Si possono considerare i rifiuti come risorsa piuttosto che come scarto? E, infine, si può recuperare energia dai rifiuti senza produrre gli inquinamenti atmosferici dei vecchi inceneritori di cui molti hanno giustamente timore? E’ sempre di grande attualità in Italia la questione dei rifiuti: con una produzione di quasi trenta milioni di tonnellate per anno, nel nostro Paese quella dei rifiuti resta a tutti gli effetti un’emergenza.
Alto Adige 18-03-09
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mercoledì, 18 marzo 2009

Anche le emissioni di CO2 dei veivoli entreranno nel conteggio delle quote inquinanti per il rispetto degli obiettivi di Kyoto





I Voli sono responsabili del 3% di gas serra nella Ue

Ce n'è voluto di tempo, ma l'Europa ha deciso di includere anche le emissioni di CO2 prodotte dal trasporto aereo nel conteggio delle quote previste dal Protocollo di Kyoto, con l'obiettivo di ridurre l'inquinamento atmosferico da gas serra. L'aviazione fino a oggi aveva goduto di un'immunità particolare: gli scarichi degli aerei non venivano considerati nei conteggi globali delle emissioni di gas serra. In sostanza, il livello di inquinamento di ogni singolo Paese comunitario prendeva in considerazione, per esempio, i fumi industriali e gli scarichi delle auto, ma non quelli prodotti dai velivoli. Il continuo e forte aumento del traffico aereo, però, non poteva più essere ignorato nella lotta al cambiamento climatico. Quali le conseguenze future introdotte dalle nuove regole? Prevedibilmente, così come già da anni succede per esempio alle automobili, anche i velivoli dovranno rispettare precisi limiti di inquinamento. La nuova direttiva (n. 101/2008/CE) non si può però certo definire di applicazione rapida: i singoli Stati comunitari hanno infatti tempo fino al febbraio 2012 per farla diventare realmente operativa.


Altroconsumo 224
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venerdì, 13 marzo 2009

Super-pedaggi, primo sì dall’Europa




BOLZANO. Primo via libera all’aumento dei pedaggi autostradali per i Tir. La decisione è stata presa dal parlamento europeo, ma ora bisogna aspettare che diano il loro assenso anche i vari Stati. La decisione arriva dopo che l’Austria aveva deciso questa misura sul tratto tirolese dell’autostrada del Brennero per combattere l’inquinamento.
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categoria:antiinquinamento, a22
sabato, 07 marzo 2009


Così Bolzano lancia la sfida all’anidride carbonica

Come “città Co2 neutrale” commissionato uno studio all’Eurac



Diventare una città “Co2 neutrale”. È con questo ambizioso progetto che Bolzano inaugura il suo mandato di città alpina 2009. L’idea è quella di mettere in atto dei provvedimenti concreti per limitare al massimo le emissioni di anidride carbonica e compensare - attraverso il ricorso a fonti energetiche rinnovabili - quella quota di Co2 che non è possibile eliminare.
 In Europa già altre città, tra cui Davos, Zurigo e Stoccolma, si stanno impegnando per ottenere una forte riduzione delle emissioni di Co2. A Bolzano il Comune ha affidato all’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’Eurac il compito di realizzare uno studio per capire dove si concentrino le maggiori emissioni di energia e come sia possibile ridurle. Il progetto è stato presentato all’Eurac alla presenza dell’assessore Ladinser, del direttore dell’Ufficio tutela dell’ambiente e del territorio Renato Spazzini, del presidente della Commissione all’Ambiente Helmut Moroder, e di rappresentanti della Provincia e di altre istituzioni della città.
 Nella prima fase l’Istituto per le Energie Rinnovabili si occuperà di reperire dati sul consumo energetico in collaborazione con ditte ed enti bolzanini, tra cui Azienda Energetica, Agenzia CasaClima, Agenzia provinciale per l’Ambiente, EcoCenter, Ecoistituto, Seab, Sel, A22, gli uffici provinciali Aria e rumore, Risparmio energetico e Mobilità.  Una volta acquisiti i dati, sarà possibile risalire alle fonti responsabili delle emissioni di anidride carbonica e mettere in atto delle azioni ad hoc per contrastarle. In Europa, ad esempio, si calcola che gli edifici siano responsabili di una fetta rilevante dell’anidride carbonica prodotta; questa informazione è importante perché lascia pensare che attraverso un migliore isolamento termico sarebbe possibile ridurre considerevolmente i livelli di consumo d’energia. Lo studio dell’Eurac punta a mettere nelle mani di politici ed amministratori tutte le informazioni tecniche necessarie per poter prendere dei provvedimenti concreti. “Oltre ad indicare da dove provengano le emissioni di Co2, proporremo anche delle soluzioni per ridurle. Prendendo come esempio gli edifici, possiamo calcolare di quanto si abbatterebbero le emissioni utilizzando un sistema di teleriscaldamento, anziché le caldaie a metano o a gasolio.”, spiega Wolfram Sparber, direttore dell’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC. Sulla base di queste informazioni il Comune potrà valutare, tenendo conto dei tempi e dei costi necessari, in che settori agire. I tempi sono brevi: lo studio verrà consegnato al Comune entro l’estate 2009.

Alto Adige 07-03-0
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mercoledì, 04 marzo 2009


«Tir deviati sull’A22: in città la stessa idea di Bressanone»

Alto Adige, 04 MARZO 2009

 LAIVES. L’iniziativa adottata a Bressanone - i mezzi pesanti deviati dalla statale del Brennero all’autostrada - ha risvegliato l’attenzione sullo stesso argomento anche a Laives dove in passato gli amministratori comunali hanno tentato più volte di arrivare ad un provvedimento simile, ma tutto quello che sono riusciti ad ottenere per ora è interdizione del transito dei mezzi pesanti di notte e un’ora al mattino. «Guardiamo con attenzione a ciò che è stato fatto a Bressanone - spiega il sindaco Giovanni Polonioli, che ieri mattina è stato incalzato dal consigliere Roberto Ceol su questo tema - prima per capire mediante quali meccanismi giuridici Bressanone è riuscito ad ottenere quello che noi invece ci siamo visti negare in passato».
 Non ci si fanno comunque troppe illusioni, perché, diversamente da Bressanone, Laives non ha due accessi autostradali e quindi, come era stato obiettato in passato per annullare l’ordinanza, non ci sarebbe alternativa per i mezzi pesanti se non a pagamento. «Però - continua il sindaco - a Bressanone sembra siano riusciti ad ottenere i fondi ministeriali per l’iniziativa, una strada che semmai imboccheremo anche noi. Come detto, prima di tutto verifichiamo gli aspetti giuridici della questione e poi, in tempi rapidissimi, cercheremo di emanare la stessa ordinanza di limitazione dei transiti pesanti attraverso la città».
 Messe così le cose, tornerà di attualità anche la polemica sulla mancata apertura dell’accesso autostradale a Laives, un nodo che da anni figura anche nei programmi amministrativi dei vari gruppi consiliari. Per l’ordinanza in vigore, gli effetti sono sicuramente positivi e i vigili urbani controllano regolarmente che venga rispettata, fermando eventualmente chi tenta di transitare durane la fascia oraria di interdizione. Però durante il giorno sono veramente tanti i mezzi pesanti che passano per Laives e non tutti hanno una destinazione sul suolo comunale; molti infatti transitano da un capo all’altro del territorio. (b.c.)
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martedì, 24 febbraio 2009


Impianto per l’idrogeno Via libera provinciale

Modificato il Puc, sarà realizzato a Bolzano sud
 Alto Adige, 24 FEBBRAIO 2009

 BOLZANO. Sta per essere realizzato a Bolzano Sud il primo impianto di produzione, stoccaggio e distributore di idrogeno per auto-trazione. Con l’approvazione definitiva, ieri, della modifica d’ufficio del piano urbanistico da parte della Provincia, si pongono le premesse per la riorganizzazione del parcheggio autotreni vicino al casello autostradale di Bolzano sud. Lì s’intende costruire l’impianto che si inserisce nel quadro di un percorso servito con il nuovo carburante fra Modena e Monaco di Baviera, in Germania. Come ha detto il presidente della giunta Luis Durnwalder, c’è una grande attenzione dell’Unione Europea nei confronti di questo progetto, il primo di questo genere a livello comunitario. Durnwalder ne ha parlato pochi giorni fa con il commissario europeo competente, Andris Piebgals
 «Il commissario - ha detto Durnwalder - ha definito questo progetto il primo concreto modello del genere in Europa». Piebalgs ha assicurato il suo patrocinio a Bruxelles, nel palazzo del parlamento, a una esposizione dedicata alle buone pratiche dell’Alto Adige in materia di approvvigionamento energetico.
 Verrà organizzata entro l’anno, e nel secondo semestre del 2009, su invito di Durnwalder, il commissario Ue sarà in visita in Alto Adige.
 L’impianto pilota per la produzione e distribuzione di idrogeno a Bolzano sud è uno degli obiettivi che si è posta la società dell’Autostrada del Brennero. L’A22, che dal 2006 partecipa al 20% dell’Istituto per innovazioni tecnologiche S.c.ar.l. di Bolzano, scende in campo in prima persona contro l’insostenibilità del sistema energetico attuale. L’investimento previsto è di 9.580.000 euro. Di recente anche il Comune ha dato parere favorevole alla modifica d’ufficio del Puc disposta dalla Provincia per la realizzazione della struttura, prevista su un terreno che è già di proprietà dell’A22.
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categoria:innovazione, provincia di bolzano, antiinquinamento
domenica, 08 febbraio 2009


Barriere sull’A22: assegnati i lavori

di Ezio Danieli
 Alto Adige, 08 FEBBRAIO 2009

 VADENA. Fatte le necessarie verifiche sull’offerta, la società dell’Autobrennero ha assegnato i lavori all’associazione temporanea di imprese che, con un ribasso del 31,554%, si era aggiudicata la gara per costruire le barriere antirumore lungo l’autostrada all’altezza dell’abitato di Vadena. I lavori inizieranno presto - appena le condizioni meteo saranno migliorate - e dovranno essere finit entro 340 giorni. Ad aggiudicarsi la gara è stata l’associazione di imprese - sede ad Arco - costituita dalla Fratelli Azzolini srl, dalla Costruttori Alto Garda e dalla Nord Restuari.
 L’associazione di imprese ha offerto un superibasso rispetto alla base d’asta che era stata fissata nella gara di appalto indetta dalla società dell’Autobrennero per la posa di queste barriere che la comunità di Vadena - già sottoposta a notevoli disagi a causa della linea ferroviaria, dell’aeroporto e del Safety Park - chiede da tanto tempo. In relazione proprio ai pesanti condizionamenti alla vivibilità nel paese e delle frazioni, la Provincia aveva inoltrato ad Autobrennero la richiesta di completare le misure di tutela ambientale. A proposito delle barriere lungo l’A22 anche il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder ha ribadito che «Questo nuovo intervento di abbattimento del rumore è un passo avanti importante per migliorare la qualità della vita della popolazione». Dopo che la Provincia aveva inoltrato ad Autobrennero la richiesta di completare le misure di tutela ambientale lungo l’A22, la società aveva ultimato la fase di mappatura acustica delle aree sensibili e il varo del nuovo «Piano di contenimento ed abbattimento del rumore». Secondo il progetto che è stato elaborato dall’Autobrennero, saranno cinque le barriere antirumore in corrispondenza del tratto autostradale tra le stazioni di Bolzano sud e di Egna-Ora. Nel dettaglio, due ciascuna in località «Cervo» e vicino all’abitato di Vadena e l’ultima a completamento dell’impianto antirumore nella frazione Birti (carreggiata sud), per una lunghezza complessiva di 4,2 chilometri. L’A22 prevede di eseguire i lavori impedendo la transitabilità delle sole corsie di emergenza, senza quindi condizionare il regolare flusso del traffico. Tecnicamente, la curvatura verso la fonte del rumore da abbattere consentirà di ridurre a 4 metri l’altezza delle barriere: tale tipologia è già stata sperimentata dall’Autobrennero, con risultati definiti ottimi, a Laion, San Pietro Mezzomonte e Ponte Gardena.
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mercoledì, 07 gennaio 2009


Barriere antirumore a fianco dei binari

                           

Alto Adige, 07 GENNAIO 2009

 LAIVES. Diverse centinaia di metri di barriere antirumore sono stati già installati lungo il lato ovest della linea ferroviaria del Brennero nei presi della stazione ferroviaria. Il territorio rientra catastalmente in quello di Vadena essendo la zona Cervo e le barriere interessano i masi sparsi nella campagna della zona. Passati ferie e gelo i lavori riprenderanno anche sul lato opposto della linea, quello che interessa invece alcune abitazioni sul territorio comunale di Laives. Anche in questo caso, come già si può intuire dalle fondamenta già realizzate, verranno installate altre centinaia di metri di barriere aintirumore. Si tratta di manufatti in cemento, con un impatto ambientale non eccessivo essendo abbastanza basse e la richiesta a suo tempo era stata fatta sia da Vadena che da Laives.
 Queste barriere ad ogni modo sono cosa diversa da quelle che gli stessi residenti chiedono da anni per l’autostrada del Brennero che passa a poche centinaia di metri dalla linea ferroviaria in quel punto della vallata. Pure l’autostrada produce un discreto inquinamento acustico, che fino a qualche tempo fa andava a sommarsi a quello della ferrovia e a quello degli aerei che vanno e vengono dal vicino aeroporto di San Giacomo. Da ultimo è arrivato anche il Centro per la guida sicura ma l’area per fortuna è dotata di barriere antirumore in direzione di Laives. (b.c.)
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lunedì, 03 novembre 2008


Stop ai veicoli vecchi e a tutti i motorini

Restano fermi euro 0, euro 1 e motocicli a due tempi dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19
 Alto Adige 03 Novembre 2008

 BOLZANO. Scatta a partire da oggi il Piano antismog. I divieti, che sono gli stessi dello scorso anno, valgono a Bolzano e nei comuni limitrofi e restano in vigore fino al 31 marzo 2009. Due le novità positive per gli automobilisti. La prima: non c’è un’estensione della categoria di veicoli cui vengono applicati i divieti di circolazione come invece era stato previsto negli anni scorsi. La seconda: salvo un improvviso e persistente peggioramento della qualità dell’aria, in virtù del buon andamento delle polveri nell’ultima stagione, quest’anno non si prevedono blocchi totali della circolazione.
 Le fasce orarie. L’ordinanza prevede che a partire da oggi, dal lunedì al venerdì, non possano circolare i veicoli euro 0 ed euro 1 oltre ai motorini a due tempi. Il divieto vale dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19. Lo stop alla circolazione dei motorini a due tempi penalizza soprattutto i ragazzi che li usano per andare a scuola e spostarsi in città. Anche se il fatto che il divieto valga nel periodo invernale limita l’impatto, in quanto con l’abbassamento della temperatura si riduce anche il numero dei giovani che vanno a scuola in motorino.
 Questo, almeno, basandosi sull’esperienza degli altri anni. La differenza oggi è l’aumento del prezzo di benzina e gasolio che ha convertito molti automobilisti al motorino: più economico, rapido negli spostamenti in città e senza problemi né costi di parcheggio. Tutti comunque dovranno lasciare a casa da oggi il motorino, perché le due ruote a due tempi rientrano assieme alle auto euro 0 ed euro 1, nell’elenco dei veicoli più inquinanti. La contravvenzione, per chi viola i divieti, è di 74 euro.
 Ricordiamo che sono esentati dal divieto i veicoli non inquinanti (alimentazione ibrida elettrica, metano, gpl), i motoveicoli ed i ciclomotori a quattro tempi ed i mezzi dotati di filtro fap omologato, oltre ai mezzi autorizzati.
 Il territorio. I divieti valgono a Bolzano e comuni limitrofi, oltre che Merano e Bressanone. La cosa positiva è che, rispetto ad anni fa, c’è uniformità, ovvero il piano antismog è lo stesso. Le disposizioni, per quanto riguarda il capoluogo, si applicano all’intero centro abitato, eccezion fatta per: via Merano e via Castel Firmiano; via Macello da ponte Campiglio fino al parcheggio Bolzano Centro; via Calvario a monte dell’intersezione con via Piè di Virgolo; via Maso della Pieve, dal confine con il Comune di Laives fino all’intersezione con via Volta; via Claudia Augusta a valle dell’intersezione con via Riva del Garda e via Volta; tutta la zona produttiva di Bolzano sud e la zona artigianale dei Piani compresa tra il sottopasso di via Renon - incrocio via Piani, ponte Campiglio, il sottopasso di via Mayr Nusser e via Macello; via Sarentino e via Cadorna a monte dell’intersezione con via Fago; via Fago; piazza Gries nel tratto di collegamento tra via Fago e via Vittorio Veneto; via Vittorio Veneto; via San Maurizio e Via Böhler. Per avere ulteriori informazioni e per saperne comunque di più è possibile cliccare sul sito Internet del Comune: www.comune.bolzano.it.
 Niente stop totale. Luigi Minach, direttore dell’Agenzia per l’ambiente, ha deciso di congelare fino a fine anno il piano di azione: ciò significa che non scatterà dopo 5 giorni di superamenti, il blocco totale del traffico. La decisione dopo che l’Appa ha misurato la qualità dell’aria negli ultimi dieci mesi e ha verificato che in Alto Adige si è registrato il numero più basso di sforamenti della soglia delle Pm10 di tutta l’Europa centrale: in Alto Adige - dicono gli esperti - l’aria è migliore rispetto a Tirolo, Baviera, Veneto e Trentino.
 Secondo Minach, a contribuire al miglioramento della qualità dell’aria sono state le misure finora adottate dalla Provincia. «Si è però constatato - ha spiegato il direttore dell’Appa - un aumento delle concentrazioni di polveri che dalla pianura padana salgono verso l’Alto Adige».
 L’Appa, a breve, partirà con una campagna di misurazioni che prevede l’installazione di sei stazioni nella conca di Bolzano, tra cui i quartieri Europa-Novacella e Firmian, nonché a sud e a nord della zona industriale.
 Il filtro Fap. Gli automobilisti con motore diesel dotato di filtro di serie potranno circolare liberamente anche nel caso in cui si dovesse arrivare al blocco - per il momento non previsto - della circolazione. L’Appa invece frena sull’installazione successiva dei Fap e invita ad attendere, in quanto l’omologazione del filtri installabili in Italia è ancora poco chiara sul piano giuridico.
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lunedì, 03 novembre 2008


IL RUMORE Passi in avanti contro i decibel
Le barriere lungo i binari. E presto arriveranno anche quelle sull’autostrada

Alto Adige 02 NOVEMBRE 2008

 VADENA. Mentre numerosi residenti mettono le mani avanti e chiedono garanzie precise in merito alla possibile ubicazione dell’impianto per la lavorazione dei fanghi a ridosso del depuratore di Bronzolo, passi in avanti concreti si registrano per contenere l’inquinamento acustico nella parte alta della Bassa Atesina. All’altezza di Laives infatti sono ripresi di buona lena i lavori per la realizzazione delle barriere antirumore lungo la linea ferroviaria; un analogo intervento è previsto - grazie all’accordo fra Provincia e Trenitalia - all’altezza dell’abitato di Cortina.
 A proposito di barriere antirumore, la settimana che sta per iniziare dovrebbe essere quella decisiva anche per un altro importante intervento: riguarda la gara di appalto, indetta, dalla società dell’Autobrennero, per la posa delle barriere antirumore lungo la carreggiata sud dell’A22 tra Bolzano sud e Egna, in località Cervo a Vadena. La lunghezza complessiva sarà di 4,2 chilometri per un costo indicato in oltre 8 milioni di euro. Le offerte delle ditte interessate dovranno essere consegnate all’Autobrennero entro le ore 12 del 5 novembre; il giorno successivo, alle 9.30 nella sede della società autostradale a Trento, è prevista l’apertura delle buste. L’aggiudicazione dei lavori sarà fatta a chi avrà presentato il prezzo più basso.
 Si tratta - quello previsto appunto a Vadena - di un intervento molto atteso dalla popolazione che, a più riprese, aveva lamentato gli eccessivi rumori in zona causati sia dal traffico autostradale che dal passaggio dei treni, soprattutto quelli per il trasporto merci. (e.d.)
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lunedì, 15 settembre 2008


Quattro euro a chi lascia l’auto a casa
 
Così l’Olanda prova a decongestionare il traffico dei pendolari
Alto Adige, 14 SETTEMBRE 2008

 BRUXELLES. Per vincere la battaglia lanciata da anni contro l’incubo di un traffico sempre più congestionato, le autorità olandesi ne hanno provate tante, ma senza ottenere finora grandi risultati. Perché non tentare allora offrendo denaro e altri «benefit» a chi decide di lasciare l’auto a casa nelle ore di punta?
 L’esperimento ha preso il via in questi giorni nell’Olanda meridionale grazie a 800 volontari che normalmente utilizzano le loro autovetture per recarsi al lavoro nel tratto dell’autostrada A12 che collega la città di Gouda, famosa per l’omonimo formaggio, e l’Aja. Un tratto relativamente facile da controllare e tra i più trafficati del paese dove quasi regolarmente, nelle ore di punta, si creano rallentamenti e ingorghi. Grazie alla collaborazione instaurata per l’occasione tra pubblica amministrazione, università, aziende di trasporti e datori di lavoro, chi lascia l’auto a casa nelle ore di punta guadagna quattro euro per ogni viaggio effettuato con mezzi alternativi, può usufruire di sconti sui biglietti ferroviari e beneficiare di orari più flessibili sul lavoro. Le ricompense vengono erogate su un «portafoglio mobile» alimentato attraverso l’invio sui telefonini di Sms testuali. E la buona fede degli automobilisti che lasciano l’auto a casa nelle ore di punta viene verificata grazie al sistema di videosorveglianza che controlla il tratto di autostrada interessato dall’esperimento. Per le autorità olandesi il principale obiettivo dell’iniziativa è quello di analizzare il suo impatto sui comportamenti degli automobilisti. Un esperimento analogo già condotto su un campione più piccolo ha dato come risultato il dimezzamento degli spostamenti effettuati nelle ore di punta. L’Olanda, nonostante l’immagine turistica caratterizzata dall’uso delle biciclette, è il paese europeo con la più alta densità di autostrade per chilometro quadrato e con una vettura ogni due abitanti. Nelle mattine dei giorni lavorativi il periodo di punta della congestione del traffico può durare anche quattro ore. E il ministero dei trasporti prevede che entro il 2020 gli ingorghi cresceranno del 50% rispetto ad oggi.
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venerdì, 12 settembre 2008


Barriere antirumore: appalto in vista
 Le protezioni per oltre 4 chilometri. Costo di quasi 9 milioni di euro
di Ezio Danieli
Alto Adige, 12 SETTEMBRE 2008
 

 VADENA. È questione di pochi giorni per la pubblicazione. Ma la gara di appalto è stata già messa nero su bianco e riguarda la posa delle nuove - ed attese - barriere antirumore che verranno realizzate lungo l’A22 tra Bolzano sud e Egna, in località Cervo e a Vadena. La lunghezza compessiva sarà di 4,2 chilometri per un costo previsto di 8,6 milioni. La Provincia aveva inoltrato ad Autobrennero la richiesta di completare le misure di tutela ambientale (in primis la costruzione di barriere antirumore) lungo l’A22, nell’interesse del paesaggio e della popolazione.
 Si tratta di un intervento molto atteso dalla popolazione che, a più riprese, aveva lamentato gli eccessivi rumori in zona causati sia dal traffico autostradale che dal passaggio dei treni, soprattutto quelli per il trasporto merci. A proposito delle barriere lungo l’A22 anche il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder ha ribadito che «Questo nuovo intervento di abbattimento del rumore è un passo avanti importante per migliorare la qualità della vita della popolazione che vive lungo l’asse autostradale». Dopo che la Provincia aveva inoltrato ad Autobrennero la richiesta di completare le misure di tutela ambientale lungo l’A22, il il presidente Grisenti si era mosso con decisione e tempestività ultimando la fase di mappatura acustica delle aree sensibili e il varo del nuovo «Piano di contenimento ed abbattimento del rumore» che interessa anche l’Alto Adige. Dopo la (prossima) pubblicazione della gara di appalto, seguiranno i tempi tecnici fino all’aggiudicazione dei lavori con gli interventi veri e propri che dovrebbero iniziare nel tardo autunno. Secondo il progetto elaborato da A22, saranno cinque le barriere antirumore in corrispondenza del tratto autostradale tra le stazioni di Bolzano sud e di Egna-Ora. Nel dettaglio, due ciascuna in località «Cervo» e vicino all’abitato di Vadena (carreggiate nord e sud) e l’ultima a completamento dell’impianto antirumore nella frazione «Vadena Birti» (carreggiata sud), per una lunghezza complessiva di 4,2 chilometri. I lavori a base d’appalto, per il quale è a disposizione una somma complessiva è di 8,6 milioni, dovranno essere ultimati entro 340 giorni consecutivi. In particolare, si prevede di eseguirli impedendo la transitabilità delle sole corsie di emergenza, senza quindi condizionare il regolare flusso del traffico. Tecnicamente, la curvatura verso la fonte del rumore da abbattere consentirà di ridurre a 4 metri l’altezza delle barriere programmate.
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