mercoledì 18 gennaio 2012

cultura 1

domenica, 21 giugno 2009


Ritorna il festival del tempo a Bolzano

Presentato il programma delle iniziative che coinvolgeranno l’intera Bolzano dall’1 al 4 ottobre

Arte, letteratura, musica, sport e filosofia. Un fitto calendario di appuntamenti che coinvolgerà tutta Bolzano, dall’1 al 4 ottobre, per un grande festival del tempo: tutto questo prevede la seconda edizione di Time-Code, l’iniziativa dell’Assessorato ai Tempi della Città di Bolzano che si propone di sviluppare una nuova cultura dei tempi a misura d’uomo.
 Avviata nel 2007, l’indagine sulla qualità della vita dei cittadini prosegue ora quest’anno con lo slogan “Più spazio al tempo!”, e coinvolgerà tutti i quartieri del capoluogo.
 Time-Code 09 è ai nastri di partenza: ma qual è stata la percezione dei bolzanini nei confronti della prima edizione di questa manifestazione?
 Ne parliamo con Sylvia Profanter, direttrice dell’Ufficio Programmazione Statistica e Tempi della Città.
 «Il grado di percezione di Time-Code da parte dei cittadini», spiega Profanter, «si evince da una massiccia partecipazione agli eventi, in particolare alle giornate dello sport nei singoli quartieri e alle conferenze di filosofi e studiosi, nonché dalle risultanze di un’apposita indagine effettuata a chiusura della manifestazione che ha confermato un elevato grado di conoscenza ed apprezzamento di Time-Code».
 La filosofia quindi, è stata una delle grandi protagoniste della passata edizione. Una tendenza che sembra rispecchiare il ruolo sempre più importante che il pensiero filosofico gioca nell’offerta e nella domanda culturale...
 Il caso più eclatante? Il festival della Filosofia di Modena.
 Quali sono i motivi per cui negli ultimi anni è cresciuta la necessità di un approccio filosofico alla vita?
 Lo chiediamo a Francesco Marchioro, saggista, esperto in psicoanalisi applicata, presidente e direttore dell’Associazione culturale bolzanina “Imago-Ricerche”, e in quest’occasione curatore della sezione dedicata alla filosofia di Time-Code.
 «Il merito del festival della filosofia di Modena, in primis, è stato quello sia di costringere i filosofi ad assumere un linguaggio meno criptico, più comprensibile per tutti, sia di cogliere la domanda di sapere che l’uomo postmoderno andava ponendosi in seguito alla caduta delle ideologie, all’incapacità delle religioni e della tradizione di offrire una rassicurante visione del mondo, ed anche alle promesse della tecnica di salvare definitivamente l’uomo e il cosmo».
 Si aspettava un così grande riscontro da parte del pubblico?
 
«Era un’attesa desiderata. Time-Code riprende quest’attenzione per le questioni filosofiche che anche qui, in Alto Adige, è ben presente, come testimonia il gran numero di partecipanti a questi appuntamenti.
 D’altronde, la nostra mente ha bisogno di idee nuove per comprendere e, forse, cambiare il mondo, che dalle idee è confezionato e condizionato. Due sono le possibilità oggi nella soluzione all’incertezza: l’industria farmaceutica che seda la mente o la filosofia che ne sonda l’inquietudine profonda».
 Che ruolo gioca il pensiero filosofico nella vita di tutti i giorni? Come può avvicinarsi alla vita e al pensiero di ogni cittadino e perdere quell’aura di cripticità?
 
«La “pratica filosofica” oggi è la risposta più ascoltata all’apprendimento dell’arte di vivere che è appunto la ricerca di una modalità personale e creativa di “abitare” il mondo, oltre ad un tentativo di umana felicità».
 “Più spazio al tempo” è lo slogan di questa seconda edizione di Time-Code. Quale sarà il filo conduttore degli interventi da Lei curati per la sezione filosofia?
 «La questione del tempo si dispiega in territori e sentieri da secoli esplorati eppure sempre aperti a nuove domande. Uno di questi percorsi è la virtù dell’abitare il tempo, l’etica dell’essere nel mondo.
 Così, le tre conferenze progettate per questa edizione coniugano il tempo e lo spazio nel senso dell’abitare: essere al mondo significa non tanto appropriarsi della terra, bensì aver cura di quello che vi cresce e vive, di ogni cosa secondo la propria natura e forza».
 Chi sono i relatori invitati?
 «Anna Oliverio Ferraris, nota psicologa e docente universitaria, ci proporrà il tempo nella declinazione delle età dell’uomo: nascita, infanzia, età adulta e vecchiaia: ciascuna di queste età della vita abitano diversamente il tempo dell’esperienza. Thomas Hegemann, antropologo e psichiatra, affronterà il tema del tempo nel mondo globalizzato, con particolare riferimento ai mutamenti delle relazioni che si verificano sia nel macro come nel microcosmo delle nostre stesse famiglie. E infine Franco La Cecla, architetto e intellettuale, elaborerà una specifica antropologia dell’abitare, con speciale attenzione alla “mente dei luoghi”; infatti, questo incontro sarà particolare: avverrà... camminando, lungo il verde della nostra città». (s.v.)

Alto Adige 19-06-09
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giovedì, 18 giugno 2009


Scuola europea. E’ la settimana della scuola plurilingue.




BOLZANO. E’ la settimana della scuola plurilingue. In missione per due giorni a Bruxelles, il presidente Luis Durnwalder visiterà questa mattina la scuola europea di Uccle, la prima in assoluto, fondata a Bruxelles per i figli dei funzionari comunitari. E’ volata ieri pomeriggio a Bruxelles l’assessore provinciale Barbara Repetto. La scuola europea è stato uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale e, spiega, «ben volentieri ho organizzato questa visita del presidente». L’obiettivo è fondare anche a Bolzano la scuola europea, che prevede un percorso multilingue dalle materne alle superiori. Barbara Repetto sottolinea: «Non è una scuola mista, si può pensare a tre sezioni, italiana, tedesca e inglese, in modo che il patrimonio della madrelingua venga tutelato». L’assessore alla scuola Christian Tommasini conferma che in giunta se ne parla. Il punto è vedere se possono arrivare i finanziamenti europei: solo dall’anno scorso il «marchio» della scuola europea è esportabile anche in città prive di uffici Ue. Se il progetto diventerà concreto, come fare? Costruire una nuova scuola oppure cercare ospitalità in altri istituti? Una ipotesi già si profila. Le private Marcelline hanno già una offerta simile: potrebbe essere integrata e il gioco è fatto. «La scuola europea può essere una buona opportunità», commenta Tommasini, «ma per noi è fondamentale offrire a tutti una formazione plurilingue». A settembre non si annunciano però grandi novità sul fronte dell’insegnamento veicolare: alle elementari dovrebbe aggiungersi solo Ora. Tommasini: «Voglio usare l’anno scolastico per promuovere le sperimentazioni che oggi possono entrare nell’offerta formativa di ogni scuola. L’Istituto pedagogico può diventare il referente per raccogliere le esperienze e promuoverle nelle scuole». Ha lasciato il segno la visita del commissario Ue Leonard Orban, con la sua apertura totale alla scuola multilingue. Mauro Minniti (Pdl) plaude alle aperture di Florian Mussner e Dieter Steger: «Qualcosa si muove nella Svp. L’introduzione dell’immersione e dello studio veicolare non contrastano con lo statuto». Plauso anche da Michaela Biancofiore: «Bene Mussner e Steger, questa è la Svp del futuro con cui il Pdl può costruire». La deputata Pdl propone: «Subito la nomina della Commissione dei 6 e dei 12 per procedere a una norma interpretativa dell’articolo 19 per una scuola plurilingue accanto ai modelli monolingue».

Alto Adige 18-06-09
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mercoledì, 17 giugno 2009


«Scuola multilingue, basta tabù»


La «rottura» di Dieter Steger: Svp, si allarga il fronte del sì

di Gianfranco Piccoli

 BOLZANO. Qualcosa è cambiato. Dopo Florian Mussner, è Dieter Steger, presidente del consiglio provinciale, ad intaccare la tradizionale avversione dell’Svp per la scuola plurilingue. «Basta con i tabù, la politica deve tenere la finestra aperta sulla società. Scuola plurilingue? Lascio la parola agli esperti, ma se è questa la risposta corretta...».
 Steger, da dove nasce questa apertura?
 «Dalla sensazione che le nuove generazioni non conoscano la seconda lingua meglio dei padri. Anzi, c’è stato un peggioramento. In autunno, in proposito, uscirà uno studio dell’Eurac: sono curioso di conoscere i risultati».
 Il «no» alla scuola plurilingue è sempre stato dettato da ragioni fortemente ideologiche: il pericolo, così hanno sempre sostenuto i partiti tedeschi, dell’assimilazione.
 «L’identità si forma principalmente in famiglia, non a scuola. Conoscere la seconda lingua è un’opportunità in termini professionali e culturali. Ci si capisce meglio. Questa opportunità noi ce l’abbiamo in casa e le nostre strutture d’istruzione devono poter essere all’avanguardia. C’è, poi, un problema di giustizia sociale».
 In che senso?
 «C’è chi manda i figli nelle scuole private o all’estero, chi prende ragazze au pair per permettere ai figli di imparare sin da piccoli una seconda lingua. Il plurilinguismo, però, non deve essere un privilegio per pochi benestanti».
 In sostanza, lei condivide le posizioni del suo collega di partito, Florian Mussner.
 «Su quello che ha detto Mussner bisogna meditare seriamente, la politica non può rimanere indietro rispetto a quello che accade nella società. La politica sta sottovalutando la sensibilità della popolazione e anche al nostro interno si capisce che è un problema fondamentale per il futuro».
 Sì, dunque, alla scuola plurilingue?
 «Non spetta a me dirlo, lascio la risposta agli esperti. Ma se questa è la soluzione, ben venga. Non possiamo continuare ad avere paura di infrangere un tabù».
 C’è chi dice che sarebbe una violazione dell’articolo 19 dello Statuto di autonomia, anche se i giuristi non sono d’accordo.
 «Se non è necessario toccare l’articolo 19, tanto meglio. Ma se serve per adeguarsi alla realtà, non considero scandaloso ridiscuterlo».
 Luis Durnwalder è categorico nel suo «no» a mettere mano allo status quo del sistema scolastico altoatesino. Lo ha detto anche al commissario Ue Leonard Orban.
 «Su questo tema ho le mie idee e me le tengo».
 La sua posizione non è certo nata ieri.
 «Ne parlo da vent’anni con i miei amici, ma ora ho la possibilità di portare la mia esperienza in politica. Credo che ci voglia molta più collaborazione tra i due gruppi linguistici».
 «Colpa» dei figli?
 «Ne ho tre. Il più piccolo, 8 anni, l’ho iscritto ad un campus di calcio dove dovrà parlare italiano, mia figlia di 16 anni andrà in Inghilterra».

IL GIURISTA
 
«L’articolo 19 lo permette»

 BOLZANO. «L’articolo 19 dello Statuto di autonomia fissa dei paletti, ma non esclude altre strade». Così Francesco Palermo, docente di diritto costituzionale all’università di Verona e all’Eurac. L’articolo 19 è quello che garantisce l’insegnamento nella scuola primaria e secondaria nella lingua madre. E spesso viene tirato per la giacchetta quando torna a galla il tema della «scuola multilingue», tema rilanciato dal commissario europeo Leonard Orban e subito ricacciato nel cassetto dal presidente Luis Durnwalder.
 «Non è corretto stiracchiare argomentazioni giuridiche su questo tema - prosegue Palermo - e francamente mi dà fastidio che vengano pretestuosamente usati argomenti giuridici per scelte politiche, per altro del tutto legittime». «Non possiamo confondere interpretazioni politiche e giuridiche - prosegue Palermo - tra l’altro su questo argomento si è già pronunciata in modo chiaro la Corte costituzionale nel 2003: allora Eva Klotz presentò ricorso contro l’introduzione nelle prime classi elementari tedesche dell’insegnamento della lingua italiana, tirando in ballo l’articolo 19 dello Statuto. Perse su tutti i fronti». Quindi? «Quell’articolo fissa il limite sotto il quale non è possibile andare, ma dal punto di vista giuridico non esclude la possibilità di seguire anche altre strade. Detto questo, è pacifico che quell’articolo fu pensato per un sistema che escludesse la scuola bilingue». (g.f.p.)

Alto Adige 17-06-09

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martedì, 16 giugno 2009

Il Commissario Ue «Scuola multilingue» Ma Durni dice «no»




 BOLZANO. «Il modello migliore è quello multilingue, anche a partire dalla scuola primaria: non è vero che mette in crisi l’identità culturale. E’, al contrario, una grande opportunità».

A dirlo, ieri mattina, una voce autorevole, quella di Leonard Orban, commissario europeo per il multilinguismo....

 La visita ufficiale di Orban in Alto Adige, invitato dalla Provincia autonoma, è iniziata domenica e si è conclusa ieri sera all’Eurac.
 Il commissario europeo per il multilinguismo, ingegnere ed economista romeno di 48 anni, ieri mattina era ospite della Lub per una lezione sul concetto di identità nell’Europa multiculturale. Orban, al termine del suo intervento, introdotto dal rettore Walter Lorenz, non si è potuto sottrarre al fuoco di fila di domande sul sistema scolastico altoatesino: tema delicatissimo, che l’assessore provinciale Florian Mussner - coincidenza non voluta - ha rilanciato con dichiarazioni all’Alto Adige che hanno aperto una falla nel tradizionale muro della Svp: «Il modello migliore è quel ladino, dove le materie vengono studiate in tre lingue».
 La risposta di Orban è stata in un primo momento quasi timida: «La commissione europea non può interferire con le politiche nazionali e regionali sull’apprendimento delle lingue», ha detto il Commissario. «Certo - ha poi aggiunto - che la scuola multilingue è una grande opportunità culturale e anche professionale per i giovani».
 Leonard Orban ha poi raggiunto palazzo Widmann, dove ha partecipato alla seduta della giunta provinciale altoatesina. Al termine di questa si è tenuta la conferenza stampa congiunta con il Landeshauptmann Luis Durnwalder. Qui Orban, nuovamente interpellato sull’argomento scuola, è stato ancora più chiaro, anche se ha voluto specificare che le sue parole rappresentano «un’opinione personale»: «L’insegnamento di alcune materie in un’altra lingua ha portato risultati incoraggianti in diversi paesi dell’Unione europea e non mette in pericolo l’identità di un gruppo linguistico - ha spiegato - il multilinguismo sin dalla scuola primaria, e non solo all’università, va incentivato, perché contribuisce al dialogo tra varie culture che vivono in un territorio, permette di comprendere i differenti punti di vista». Quasi un timbro a quello che solo poche ore prima aveva detto Mussner.
 Immediata la replica di Luis Durnwalder: «Comprendo la posizione del Commissario europeo, ma l’attuale sistema scolastico altoatesino non si tocca», ha detto ribadendo la chiusura più volte manifestata in passato. Durnwalder ha poi aggiunto che è favorevole a progetti che favoriscano l’apprendimento delle lingue. Ma nulla di più....

di Gianfranco Piccoli

Alto Adige 16-06-09
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martedì, 16 giugno 2009


Trilinguismo, impariamo dall’Ateneo


pieno ed effettivo godimento dei diritti della cittadinanza europea.

Detto da un’aula della libera Università, tutto questo non può che stimolare Bolzano ad intraprendetre azioni positive nel campo dell’educazione linguistica. La prospettiva anche in Alto Adige è quella delineata da Orban e cioè che il plurilinguismo consente di rendere effettivio e completo il godimento dei diritti di cittadinanza di ogni sudtirolese oltre che in Europa anche nella nella propria regione o provincia di origine.
 Un punto di partenza molto importante e basilare per una azione efficace sull’apprendimento delle lingue consiste nel definire un modello di scuola che sia realmente capace, a differenza di quanto succede oggi, di fornire a ogni studente una conoscenza adeguata di tutte le lingue parlate sul territorio. Da questo punto di vista è del tutto opportuno e positivo l’invito di questi giorni di Florian Mussner, Assessore alla scuola ladina, a studiare il modello scolastico plurilingue ladino, in modo che tutte le scuole della provincia ne possano trarre elementi di miglioramento sul piano della didattica delle lingue. Florian Mussner parla la stessa lingua di Orban e punta molto a un approccio che privilegi in primo luogo l’incontro e la conoscenze delle diverse culture.
 Mussner tutavia non mette in secondo piano il diritto di ogni gruppo linguistico ad una propria scuola, spezza una lancia a favore della scuola ladina e lancia un invito che dovrebbe essere raccolto da tutti con una certa urgenza.
 Come conciliare dunque il modello ladino di scuola plurilingue con il diritto di ogni gruppo linguistico ad una propria scuola? Probabilmente la risposta sta all’interno delle diverse strutture scolastiche, italiane e tedesche, che dovrebbero attivare una serie di scambi e contatti che porti ogni alunno a poter frequentare i diversi ambienti linguistici e a conoscere in prima persona le scuole vicine. Anche una azione di conoscenza personale maggiore degli insegnanti delle scuole di lingua diversa potrebbe essere utile e positiva. Essenziale è però in primo luogo pianificare lezioni da svolgere direttamente in seconda lingua o in lingua straniera, cosi’ come fa la libera Università nei suoi corsi di laurea a Bolzano, secondo il principio dell’uso veicolare delle lingue. Si tratta in definitiva di progettare insegnamenti in una lingua diversa da quella della scuola in modo che siano i contenuti delle materie a veicolare la lingua. Serve sempre meno studiare le lingue come materie a se stanti e sempre piu’ studiare le lingue attraverso le materie non linguistiche.
 Questo punto di vista si sta diffondendo progressivamente in tutta Europa e trova riscontro positivo anche in Italia.
 Proprio nelle scorse settimane - e questa è una novità importante - uno schema di decreto del Ministro dell’istruzione Gelmini sulla formazione iniziale degli insegnanti ha incluso in uno specifico articolo la figura professionale dell’ insegnante di una disciplina non linguistica in lingua straniera”. Questo significa che a Roma si sta già pensando per tutta Italia alla formazione di insegnanti capaci di insegnare le loro materie in una lingua diversa da quella della scuola. Bolzano dovrebbe fare lo stesso, e potrebbe farlo in tempi rapidi proprio guardando all’ esperienza della scuola multilingue ladina. Quando lo schema di decreto del ministro Gelmini sarà approvato in via definitiva, Bolzano dovrebbe essere pronta a recepirlo senza indugio, almeno per la parte che prevede insegnamenti di discipline non linguistiche in lingua straniera, vale a dire, facendo propria la prospettiva europea di questo decreto.
Enrico Hell

Alto Adige 16-06-09
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domenica, 14 giugno 2009

«Fare mondi»: così la Biennale di Venezia scommette su di sé



La Biennale di Venezia, 53ª Esposizione Internazionale d’Arte Fare Mondi / Making Worlds / Bantin Duniyan / Weltenmachen / Construire des Mondes / Fazer Mundos è ospitata a Venezia dai Giardini e dall’Arsenale fino al 22 novembre. Ai Giardini 50 mila metri quadrati, all’Arsenale 38 mila ed inoltre in vari luoghi di Venezia. Il Direttore della 53ª Esposizione, Daniel Birnbaum, è dal 2001 Rettore della Staedelschule di Francoforte sul Meno e del suo spazio espositivo Portikus, accademia che concilia l’insegnamento dell’arte contemporanea con la sperimentazione e la ricerca creativa. “Fare Mondi / Making Worlds” collega in un’unica mostra le sedi espositive del rinnovato Palazzo delle Esposizioni della Biennale (Giardini) e dell’Arsenale e riunisce - inclusi i collettivi - più di 90 artisti da tutto il mondo, con nuove opere di tutti i linguaggi. «Il titolo stesso della 53ª Esposizione Fare Mondi Making Worlds - ha dichiarato il Direttore Daniel Birnbaum - esprime il mio desiderio di sottolineare il processo creativo. Un’opera d’arte è una visione del mondo e se presa seriamente, può essere vista come un modo di “fare mondi”. Prendendo il “fare mondi” come punto di partenza, esso permette anche di evidenziare la fondamentale importanza di alcuni artisti chiave per la creatività delle generazioni successive».
 In mostra sono presenti tutte le forme artistiche: installazioni, video e film, scultura, performance, pittura e disegno e anche una parata. La mostra crea nuovi spazi per l’arte, che si dispiegano oltre le aspettative delle istituzioni e del mercato. L’enfasi posta sul processo creativo e sulle cose nel loro farsi, non esclude un’esplorazione della ricchezza visiva. La pittura nel suo senso più ampio e il ruolo dell’immaginario astratto sono indagati da artisti di differenti generazioni, inclusi quelli che non si definiscono innanzitutto pittori.
 Per la direzione della mostra Daniel Birnbaum si avvale dell’assistenza di Jochen Volz, organizzatore artistico. Un ulteriore supporto deriva da un team internazionale di corrispondenti: Savita Apte, Tom Eccles, Hu Fang, Maria Finders. La Biennale annuncia - in occasione della 53ª Esposizione - importanti miglioramenti strutturali che riguardano i suoi siti all’Arsenale, ai Giardini, a Venezia. All’Arsenale, il Padiglione italiano ha assunto la denominazione di Padiglione Italia ed è stato ingrandito affacciandosi ora al Giardino delle Vergini, dove un nuovo ingresso al pubblico - attraverso un ponte - collega il Giardino stesso al Sestiere di Castello. Questo rinnovato complesso espositivo è destinato alla Partecipazione italiana curata da Beatrice Buscaroli e Luca Beatrice e organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività culturali con la Parc - Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee.
 Ai Giardini, lo storico Padiglione Italia ha assunto la denominazione di Palazzo delle Esposizioni della Biennale. È stata così sottolineata la sua riqualificazione e la sua nuova natura multiforme, che vede operare questa struttura tutto l’anno al servizio delle grandi mostre ma anche del pubblico.
 In occasione della 53ª Esposizione, nell’Ala Pastor del Palazzo delle Esposizioni riapre dopo 10 anni una prima parte della biblioteca dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (Asac). A Venezia apre completamente rinnovata la sede storica della Biennale, Ca’ Giustinian (a San Marco), che è una “casa aperta” alla cittadinanza.

Alto Adige 14-06-09

Per saperne di più clicca
 http://www.labiennale.org/it/biennale/news/biennale_2009.html


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domenica, 14 giugno 2009


 Libri di scuola: mercatino per non svenarsi



  Si va avanti fino al 3 luglio con la prima fase, poi il secondo blocco andrà da fine agosto all’11 settembre

BOLZANO. Ma come: la scuola è appena finita e già tocca pensare al prossimo anno di scuola? Sì, ma a buon fine: perchè c’è la possibilità di acquistare i testi scolastici senza svenarsi, con il mercatino dei libri di testo usati che da domani prende il via su iniziativa dell’associazione Cattolici Popolari, nella sede del Gruppo giovanile “Il Melograno” in via del Ronco 2. Il tradizionale tradizionale mercatino del libro scolastico usato si svolgerà in tre blocchi, e precisamente in queste date e orari: da domani al 3 luglio, dal lunedì al venerdì dalle ore 16 alle 18.30 (prima sessione); dal 31 agosto all’11 settembre dal lunedì al venerdì dalle ore 16 alle 18.30 (seconda sessione); il 17 e 18 settembre con orario 16 - 18.30 (per restituzione libri e/o soldi). Occhio alle classi, però: ci sarà infatti la possibilità di comprare e/o vendere i libri di terza, quarta e quinta superiore e per comprare i libri è necessario portare la lista ricevuta nella propria scuola. I libri vengono affidati al mercatino per la vendita e il 17 e 18 settembre saranno restituiti i soldi e/o i libri invenduti.
 Per avere ulteriori e dettagliate informazioni è possibile rivolgersi telefonicamente alla segreteria dei Cattolici Popolari, chiamando il numero 0471 - 285819 dal lunedì al venerdì dalle ore 15 alle 19.

Alto Adige 14-06-09
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domenica, 14 giugno 2009

Libri «riciclati» e regalati


Recuperati dai bidoni dagli Studenti consapevoli

BOLZANO. «Libri gratis per tutti! Perché la cultura è un diritto!». Queste le parole di Martina Zaninelli che riecheggiavano ieri pomeriggio in piazza Municipio. Anche con l’estate incombente e il caldo torrido il movimento “Studenti consapevoli” fa sentire la propria voce. Alle tre del pomeriggio la Zaninelli insieme agli altri ragazzi della rete studentesca tra cui Cecilia Colò, Tessa Brancalion, Ruben Candioli e Cecilia Nesler, hanno letteralmente riversato nella piazza centinaia di libri di ogni genere. Molti gli Harmony ma anche tanti classici della letteratura di tutti i tempi come, ad esempio, “20.000 leghe sotto i mari” o “Il giro del mondo in 80 giorni”. Molti anche i libri di approfondimento universitario e quelli dedicati ai più piccoli. “Tutto è nato andando al mercatino delle pulci del sabato - dice Martina Zaninelli -. Vedevamo che molti libri non venduti venivano accatastati vicino ai cassonetti dell’immondizia. Ci è sembrato uno spreco lasciarli là, quindi abbiamo deciso di prenderli e di regalarli a chi vuole”. Non solo tanta cultura ma anche qualche critica alla legge Gelmini. “Secondo la nostra visione - prosegue la Zaninelli - i libri buttati nella spazzatura posso essere paragonati ai tagli all’istruzione fatti da questo governo. Regalare libri significa dare cultura, cosa che, purtroppo, la riforma Gelmini non fa affatto”. Tantissimi i curiosi che, o per gioco o per vero interesse, si sono avvicinati alla montagna di libri. Nessuno credeva, all’inizio, che quei testi fossero regalati e ancor meno si capacitava di come essi fossero stati destinati alla spazzatura. Già dopo qualche ora oltre duecento libri erano stati portati via. Lungo i marciapiedi, che fanno da bordo alla piazza, gli studenti hanno scritto con gessi colorati i motti che hanno caratterizzato le ultime manifestazioni autunnali. “Noi la crisi non la paghiamo” e “Via le mani dall’istruzione” sono stati i più gettonati. Alle sei di sera, quando la manifestazione si è conclusa, erano rimasti circa metà libri. È stato sicuramente un successo che, stando alle parole della Zaninelli, dovrebbe essere incentivata anche da chi sta al potere. “Noi distribuiamo testi per incentivare la cultura, ci vorrebbero però altre persone che facessero lo stesso con l’istruzione”. (ma.ga.)

Alto Adige 14-06-09
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sabato, 13 giugno 2009



Liceo musicale a Bolzano dal 2010




 BOLZANO. Dal 2010 l’offerta formativa della scuola italiana sarà arricchita dal liceo musicale e coreutico. Lo hanno detto ieri l’assessore provinciale all’istruzione Christian Tommasini e il sostituto sovrintendente Claudio Vidoni. La sede del nuovo istituto non è stata ancora individuata, ma con ogni probabilità il liceo musicale diventerà un indirizzo dello psicopedagogico «Pascoli», la cui sede è in fase di costruzione nel quartiere Firmian: il trasloco è previsto a Natale.
 L’annuncio è arrivato contestualmente all’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del riordino dei licei, che attualmente si presentano sotto forma di «spezzatino»: in Italia esistono quasi 500 indirizzi. Ne rimarranno sei (con dieci indirizzi): artistico, classico, scientifico, linguistico, musicale e coreutico, scienze umane. Gli ultimi due sono delle «new entry».
 In verità l’intendenza scolastica italiana da tempo, ben prima del riordino, sta lavorando al progetto di un liceo musicale italiano: «In questo modo - ha detto ieri Tommasini - vogliamo completare l’offerta formativa in campo musicale. Dopo la sperimentazione alle medie don Bosco e il completamento degli studi, a livello universitario, presso il conservatorio, potremo offrire finalmente il passaggio intermedio». Pacifico che non si tratterà di grandi numeri: «Le richieste ci sono - ha spiegato Tommasini - ma non sufficienti per giustificare la nascita di un istituto ex novo. Partirà come indirizzo di un liceo già esistente».
 L’assessore non conferma, ma la candidatura più credibile è quella del liceo psicopedagogico Pascoli, la cui nuova sede sarà pronta a Firmian tra alcuni mesi. A livello nazionale la nascita del liceo musicale ha fatto storcere il naso ai Conservatori: «Non avranno risorse per offrire insegnamenti diversi dagli strumenti classici: pianoforte, chitarra e violino», la critica più diffusa. «Qui lavoreremo a stretto contatto con il conservatorio», ha precisato ieri Claudio Vidoni.
 Sul riordino dei licei, l’assessore Tommasini si è riservato di leggere il testo: la Provincia di Bolzano, infatti, ha competenza diretta in materia.
 La scuola italiana si appresta a vivere un altro anno di crescita in termini numerici: in totale (dalla materna alle superiori) l’aumento sarà di almeno 380 unità, un dato che potrebbe crescere ancora visto che c’è ancora tempo per le iscrizioni. Complessivamente la popolazione scolastica nel 2009-2010 sarà di 18.887 studenti. «Il trend di crescita - ha detto Vidoni - dovrebbe proseguire almeno fino al 2015-2017. L’aumento è determinato soprattutto dagli stranieri, ma non solo».
 «Questi sono problemi che ci rendono felici - ha commentato Tommasini - è il segnale che la scuola italiana è in buona salute. Affronteremo i problemi, sia dal punto di vista degli organici che degli spazi. Una prima risposta arriverà con il completamento della nuova sede del Pascoli e con la ristrutturazione del Carducci».

Alto Adige 13-06-09
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venerdì, 05 giugno 2009



Il Nobel per la Pace Perez Esquivel domani sarà a Bolzano all’Auditorium dell’Eurac




INCONTRO DA NON PERDERE

Il premio Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel, un simbolo della Resistenza in Argentina, domani sarà a Bolzano si unvito della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano e dell’Eurac. Dopo l’incontro dello scorso anno con Rita Levi Montalcini, si tratta del secondo appuntamento dell’iniziativa «Incontrando i premi Nobel».
 Per la sua incessante e non violenta resistenza alle violazioni dei diritti umani in America Latina, Adolfo Pérez Esquivel è stato insignito nel 1980 del premio Nobel per la Pace.
 Ancora oggi, dopo 29 anni, il settantottenne argentino lotta contro ogni forma di oppressione. «Agire in maniera pacifica non significa essere passivi». A partire dalle ore 10.30, Esquivel porterà all’Auditorium dell’Eurac la testimonianza di una vita spesa per la dignità dell’uomo.
Sulle orme del proprio illustre modello - il Mahatma Gandhi - negli anni Settanta Adolfo Pérez Esquivel coordinò e guidò l’organizzazione per la tutela dei diritti umani «Servicio Paz y Justicia» (servizio di pace e giustizia), per la lotta contro la rappresaglia statale e le precarie condizioni sociali in America Latina. Rinunciò per questo alla cattedra di Architettura.
 Attraverso viaggi negli Stati Uniti e in Europa cercò inoltre di attirare l’attenzione della comunità internazionale sulla situazione del proprio paese. Quando il golpe del 1976 instaurò la dittatura militare in Argentina, Esquivel dovette pagare il proprio impegno personale con la reclusione in carcere e la tortura. Dopo 14 mesi di prigionia ed altri 9 mesi di arresti domiciliari senza la presenza di alcun capo d’imputazione, il difensore dei diritti umani fu rilasciato solo grazie al sostegno di Amnesty International. Sorpreso e felice, nel 1980 Esquivel si presentò alla cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace.
La partecipazione all’incontro di domani è libera. È necessario però prenotarsi - i posti sono limitati - telefonando al numero 0471/055 045 (Eurac) oppure 0471/325886 (Fondazione Cassa di Risparmio). L’incontro prevede la traduzione simultanea in lingua italiana e tedesca.

Alto Adige 5-06-09

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mercoledì, 27 maggio 2009


E all’Università la lezione più bella è quella di Buber


Alla Lub di Bolzano il rettore Walter Lorenz punta a rilanciare il pensiero dell’austriaco basato sul dialogo

ALAN CONTI

Muri eretti per evitare il contatto, ipotetiche linee di confine geografiche e culturali rese invalicabili da chi regge i fili politici dei popoli. Divisioni sistematiche, arroccamenti ideologici, etnici, religiosi, nazionalistici e razziali. Non sono fenomeni che appartengono a un passato ombroso, quanto avvenimenti contemporanei e non sono pratiche operate in Paesi lontani privi di una maturità democratica compiuta, ma si sviluppano ciclicamente anche sotto i nostri occhi. Fosse tutto dimenticato, un’università e il suo Rettore non sentirebbero la necessità di organizzare un convegno per attualizzare Martin Buber che, tra i filosofi e i pedagogisti, si è certamente distinto per il superamento del concetto di identità oggettiva e sostanzialmente precotta verso una vera e propria autonomia della persona. Un personaggio centrale del pensiero globale, nato a Vienna nel 1875 e morto a Gerusalemme nel 1965, che ha posto le basi di alcuni concetti fondamentali dell’educazione e della psicologia.
 Si terrà domani mattina 28 maggio nell’aula magna della Lub, dunque, il convegno “Dialogo e cammino, rileggere Martin Buber”, voluto espressamente dal nuovo Rettore Walter Lorenz come prima iniziativa culturale di un certo spessore del suo mandato. Un anticipo della conferenza, però, è andato in scena ieri nel cortile interno dell’ateneo di via Sernesi in occasione della presentazione ufficiale tenuta da Lorenz.
 «Il messaggio di Buber è quello di una società che deve disporsi in movimento verso il dialogo con l’altro per poter ciascuno modellare una propria identità, scevra da preconcetti e che possa seguire effettivamente quelli che sono i nostri interessi e le nostre preferenze. Spesso questo viene dimenticato e ci si accoda a determinati ideali perché più facile».
  Quali sono, però, i motivi di questa pericolosa dimenticanza?
 
«E’ un tema complesso da analizzare. Un aspetto può essere sicuramente il fatto che la globalizzazione ha avuto un rovescio della medaglia fatto di paure e incertezze che hanno portato le persone ad indietreggiare e ripararsi sotto ombrelli più sicuri. E queste protezioni “facili” altro non sono che le identità “oggettive”, di facile intuizione e debole fondamento, che hanno come tasselli base il colore della pelle, la lingua o la nazionalità».
  L’arroccamento, logicamente, è antitetico rispetto all’incontro con l’alterità, alla propensione al dialogo.
 
«Certamente, è evidente che più mi radicalizzo meno sono disposto a scoprire altre realtà».
  L’educazione, a tutti i livelli, deve giocare un ruolo essenziale: in quest’ottica, nonostante se ne discuta spesso in termini critici, è positivo che i bambini si abituino subito nelle classi a realtà multiculturali?
 
«Sì, in questo caso si tratta di un allenamento a una forma mentis importante e sicuramente uno stimolo al confronto per meglio determinare se stessi».
 I bimbi, poi, crescono e alcuni arriveranno a varcare le mura delle università. La Lub propone da sempre come cavallo di battaglia il plurilinguismo e la multiculturalità.
 
«E’ proprio per questo che ho scelto di promuovere questo convegno come primo passo del mio rettorato. Si tratta della sintesi filosofica dei nostri obiettivi accademici».
  In via Sernesi siamo a buon punto, ma le altre realtà italiane, sul piano dell’internazionalità, sembrano zoppicare un poco se messe al confronto con il mondo tedesco o altri esempi europei. E’ preoccupante?
 
«Non credo che sia così: tra i ricercatori, per esempio, in Italia si può notare un grande dinamismo e un’enorme mole di scambi fruttuosi con l’estero. Forse con gli studenti si potrebbe puntare a qualche risultato migliore».
 Il convegno, aperto alle 9 dall’introduzione del rettore, vedrà la partecipazione di diverse personalità di spicco. Ci sarà, per esempio, Anna Aluffi Pentini, pedagogista e professoressa all’università Roma Tre dove si occupa anche di progettazione pedagogica e consulenza alle famiglie immigrate. Tutto da ascoltare, inoltre, l’intervento del docente di psicologia dell’Academic College Tel-Aviv-Yafo in Israele Tamar Kron. Si occuperà di dialogo terapeutico, invece, la psicoterapeuta di formazione junghiana Eleonora Trevi D’Agostino, mentre l’analisi approfondita dell’enneagramma e del lavoro di Buber è affidata allo psicologo tedesco Wilfried Reifarth. Spazio, infine, anche alla medicina con il neuropsichiatra infantile Ingo Stermann. Probabile che si tocchi anche qualche tematica locale.
 «Non è - termina Lorenz - l’obiettivo specifico dell’incontro, ma confido nel fatto che lo stimolo a questa discussione arrivi proprio dal pubblico».

Alto Adige 27-05-09
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mercoledì, 20 maggio 2009

Museo civico, aprono una sala e il parco



BOLZANO. «Entro la fine del mandato, che scade a maggio del prossimo anno, riaprirà il primo piano del Museo civico. Non solo: verrà abbattuto il muro su via Museo e sarà realizzato il piccolo parco interno promesso da tempo». È soddisfatto Guido Margheri (ecosociali) al termine della riunione di maggioranza di ieri dedicata al Museo civico e al nuovo Polo bibliotecario. Anche se l’obiettivo di tutti resta quello di attuare il progetto di ristrutturazione e ampliamento del Civico chiuso ormai dal 2004. Il problema, come sempre, sono i soldi. Il progetto per il Museo civico è stato pensato in grande e per realizzarlo servono 18 milioni di euro. Una somma enorme che il Comune non ha, ma pensava di poter contare sul finanziamento promesso dalla Provincia di 5 milioni e poi aveva previsto di suddividere l’intervento in tre lotti.
 Ma la Provincia recentemente si è tirata indietro, sostenendo - pare - che il contributo era legato alla realizzazione della galleria espositiva tra Museo civico e Museo archeologico di Ötzi. La Provincia non sarebbe più interessata a quell’opera e quindi niente contributo.
 Nella riunione di ieri la maggioranza ha deciso di insistere, per ottenere i 5 milioni di euro promessi per la ristrutturazione del Museo civico che non è importante solo per Bolzano, ma per la storia dell’intera collettività.
 Se però da Durnwalder dovesse arrivare un nuovo no, bisogna prepararsi a rivedere il progetto. Per questo è stato costituito un gruppo interassessorile di cui fanno parte Schönsberg, Ellecosta, Pagani, Repetto. Il loro compito: verificare quali sono i fondi di cui può disporre il Comune e in base a ciò stabilire come si deve ridimensionare il progetto di ristrutturazione.
 Intanto però, con un investimento contenuto di 60 mila euro, si pensa di riaprire la sala al primo piano del Museo civico per mostre ed esposizioni; ne servirà un altro centinaio per aprire il parco interno oggi “nascosto” dal muro. Tempi lunghi e qualche problema per la futura gestione del nuovo Polo bibliotecario: le «Pascoli» saranno utilizzabili solo fra 4 anni.

Alto Adige 20-05-09
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mercoledì, 20 maggio 2009



PER SPIEGARE LA STORIA PENSIAMO PLURILINGUE




Certo, la storia è importante. E’ vero, la conoscenza del passato è una condizione quasi necessaria per non ripetere certi errori. Eppure accade anche che persone e gruppi con buone conoscenze in questi campi, si incamminino poi su strade contorte e trascinino con sé altre persone, gruppi e interi popoli. Oppure succede che chi padroneggia bene la storia ne usi solamente una parte, quella che fa comodo, quella che non disturba e che giustifica la propria posizione di quel momento. L’idea di elaborare un libro di storia per le scuole dei tre gruppi linguistici è quanto mai positiva e da incoraggiare, perché una comune base di informazioni e di conoscenze permette di intendersi, di parlare uno “stesso linguaggio” (al di là delle differenze linguistiche) e di condividere esperienze diverse che sono parte di una stessa realtà. Non bisogna però cadere nell’illusione che la ricostruzione comune della storia in sé possa portare automaticamente ad elevare il grado di pacifica convivenza. Innanzitutto allo studio della storia bisogna avvicinarsi possibilmente senza pregiudizi. Cioè non si deve chiedere ad essa delle giustificazioni alla nostra realtà. La storia che giustifica è ideologia, quella autentica si limita invece (ma è moltissimo) a spiegare. Aiuta cioè a capire come mai la nostra attuale situazione è così. E la spiegazione non è mai univoca, facile da comprendere, ma va interpretata con onestà. Ecco perché in realtà questo esercizio presuppone già un buon grado di comunicazione e di pacifica convivenza. Presuppone già l’esistenza di un linguaggio minimo comune e di alcuni obiettivi condivisi.
 Ad onor del vero va detto che questo sforzo è presente nelle proposte avanzate da Theiner e Tommasini riuniti attorno ad un tavolo nella redazione di questo giornale. Ed è semmai proprio questa la novità. Non semplicemente la volontà di rileggere insieme la propria storia, ma anche l’indicazione di alcuni principi già condivisi. Ad esempio l’idea che questa terra debba essere caratterizzata dal plurilinguismo, se fosse davvero patrimonio comune basterebbe da sola a ridurre ogni tensione. Su questo, appunto, la politica e la cultura devono lavorare. Poi magari la storia potrà anche dire che il plurilinguismo e l’incontro tra gruppi e culture fa da sempre parte della storia del Tirolo.
 Anche l’idea che l’autonomia debba essere la “stella polare” della politica altoatesina è oggi tutt’altro che scontata. C’è ancora chi considera l’autonomia un fatto “dei tedeschi” o chi la ritiene solo un primo passo verso uno spostamento dei confini. E la politica, soprattutto negli ultimi mesi, ha lavorato per mantenere inalterato questo stato confusionale. Posti questi alcuni principi di fondo, tutto il resto può venire dopo: i monumenti, le discussioni, la toponomastica (caso emblematico: tutte le proposte che vogliono eliminare il bi-trilinguismo contraddicono i due principi di cui sopra). A proposito di “storia” sarà anche utile una duplice consapevolezza. Primo: non esistono la “storia dei tedeschi” e la “storia degli italiani”. Esiste un’unica storia di cui tutti fanno parte per il semplice fatto di essere qui o di essere passati da queste parti, e questa storia è comprensibile solo in un contesto più ampio: regionale, internazionale, europeo, mondiale. Secondo: ieri come oggi sono le persone che fanno la storia. Con le loro scelte e non scelte. Con la loro disponibilità all’incontro e al dialogo o con il loro rifiuto di incontrare l’altro. Con la loro propensione a gettare ponti o a costruire muri.

Paolo Valente

Alto Adige 20-05-09
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categoria:cultura
lunedì, 18 maggio 2009





Da dove vengono le cose?



Il prezzo che paghiamo è reale? Quando compriamo qualcosa ad un prezzo stracciato, chi ne ha pagato il costo al posto nostro? Siamo felici? Le persone intorno a noi sono felici? Cos’è il progresso? In base a cosa facciamo le nostre scelte?

Come è possibile che i paesi del Sud del mondo sono così predati delle loro risorse e sono così indebitati con noi? O siamo noi ad avere un debito con loro? Compriamo beni o spazzatura? Chi sceglie le nostre ossessioni? Qual’è “la storia delle cose”?

Annie Leonard ci spiega in modo facile ed eloquente qual’è il problema (o meglio… i problemi) della corsa al consumismo iniziata negli anni 50 e prova a dare anche una soluzione...

Riproponiamo volentieri l'interessante argomento cliccando sui seguenti Links:




Buona visione e... passa parola!
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lunedì, 18 maggio 2009



Cineclub Bolzano



WORKSHOP MONTAGGIO COL CINECLUB 

Nelle giornate del 22 e 23 maggio 2009 il Cineclub Bolzano organizza un workshop avanzato sul software “After Effects” della CS4 di Adobe, uno dei più potenti programmi per la post produzione di prodotti audiovisivi, ideali per la composizione di spot pubblicitari e sigle animate. Il workshop sarà tenuto da Paolo Baccolo. Iscrizioni a numero chiuso. Info: info@cineclub.bz.it o al numero 335.6428518.

SAGGIO FINALE
Corso di video 2009 - saggio finale Si è concluso il Corso di Video 2009. I 24 partecipanti si sono dedicati, dalla metà di marzo, all’apprendimento delle tecniche di ripresa e montaggio digitali utili alla realizzazione di un audiovisivo completo. Le lezioni, teoriche e pratiche, sono state tenute anche quest'anno da Roberto Condotta.
Mercoledì 16 giugno 2009, alle ore 20.30, presso la sala Cineclub in via Roen 6, i corsisti presenteranno i corti realizzati quale saggio di fine corso, dimostrando al pubblico presente come sia possibile creare un film anche solo dopo pochi mesi di studio. I lavori non seguono un tema specifico, ma sono stati lasciati alla libera iniziativa di ogni singolo gruppo. Al termine delle proiezioni il pubblico presente voterà per il film ritenuto migliore.
La presente iniziativa è stata realizzata con il contributo della Provincia Autonoma di Bolzano - Cultura italiana .
 
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lunedì, 18 maggio 2009


TORNA LA MEMORIA IN RASSEGNA 



Nella foto l'ex Lager di Bolzano



Mercoledì 20 e giovedì 21 maggio
sala teatro galleria Telser
dalle ore 17.30 alle 24.00

Nell'ambito de: "La Memoria in  Rassegna"  per non dimenticare, da segnalare mercoledì 20 e giovedì 21 maggio nella sala teatro di galleria Telser a Gries dalle 17.30 alle 24.00 la proiezione no-stop dei video pervenuti per la 7. edizione dell'iniziativa. L'ingresso è libero. "La Memoria in Rassegna - Video di Resistenza, Deportazione e Liberazione in Europa" è promossa dal Comune di Bolzano in collaborazione con quello di Nova Milanese.

Fonte: http://www.comune.bolzano.it/


La biblioteca di Nova raccoglie le memorie dei lager: Diamo un futuro alla memoria, per non dimenticare…

Laura Tussi La Biblioteca Civica di Nova Milanese, in collaborazione con l’amministrazione comunale, si occupa, dagli anni’70, di un aspetto molto specifico di un segmento storico relativo alla seconda guerra mondiale, che riguarda la deportazione, in particolare, per motivi politici. La biblioteca e l’ente comunale novesi costituiscono un autentico punto di riferimento valido e importante per le scuole del territorio locale e non solo, tramite informazioni bibliografiche, videotestimonianze, mostre itineranti tematiche e incontri pubblici con ex-deportati (tra cui “Sacerdoti nei lager”, “Donne nei lager”ecc…e mostre “Sterminio in Europa”, “Il Lager di Bolzano”, “La risiera di San Saba”ecc…), alla luce del rinnovato interesse nei confronti della storia contemporanea, che l’ex Ministro della pubblica istruzione Berlinguer ha in passato prospettato, al fine di promuovere in ambito scolastico, per le giovani generazioni, l’opportunità di prendere coscienza degli orrori generati dall’intolleranza nei confronti delle diversità, che sfocia inesorabilmente nel conflitto.
Quando si parla di “lager” vengono in mente l’olocausto, la Shoah, l’antisemitismo, il razzismo ed è messo in ombra chi ha vissuto la tragica esperienza per motivi politici: scioperi contro il regime fascista, militanza politica partigiana ecc…
In particolare la Biblioteca di Nova Milanese conduce dal 1996, in collaborazione con l’archivio storico della città di Bolzano, un importante progetto di realizzazione, reperimento, registrazione e catalogazione di videotestimonianze e interviste ai sopravvissuti italiani nei lager nazisti, montate in filmato e realizzate in numerose copie distribuite gratuitamente alle scuole, agli istituti e agli enti che ne fanno richiesta. Alla luce degli eventi storici attuali che si ripetono in diverse situazioni e condizioni, in seguito alla perdita di memoria storica che tocca i belligeranti, i popoli in guerra civile, in regimi dittatoriali repressivi nel mondo, tale iniziativa costituisce un punto di riferimento e di riflessione sul passato, al vaglio del presente, circa gli errori commessi, dove i conflitti armati non portano soluzioni e la perdita di memoria è causa dell’intolleranza cieca e del conflitto.
La biblioteca di Nova Milanese con il contributo dell’A.N.E.D. (associazione nazionale ex deportati) e dell’A.N.P.I. (associazione nazionale ex partigiani), in collaborazione con l’archivio storico di Bolzano e con le relative amministrazioni comunali, rispettivamente impegnate nei progetti dal titolo “Per non dimenticare…” e “Storia e memoria: il lager di Bolzano”, organizza ogni due anni una manifestazione intitolata “La memoria in rassegna”, che consiste nella raccolta e proiezione di videotestimonianze relative ai temi della resistenza, deportazione e liberazione, dove trovano spazio testimonianze di molti protagonisti di avvenimenti resistenziali e dei pochi sopravvissuti ai lager nazisti, grazie a cui risulta possibile ricostruire quanto avvenuto nei campi di concentramento e sterminio.
“La memoria in rassegna”, manifestazione giunta alla terza edizione a livello internazionale, a cui partecipano enti pubblici (Regioni, Province e Comuni) scuole e associazioni che abbiano prodotto video attinenti alla tematica in oggetto, viene presentata sia a Nova Milanese che a Bolzano. Vengono redatte diverse edizioni del catalogo video in quattro lingue (Italiano, francese, inglese e tedesco) con tutte le informazioni utili per facilitare la consultazione e la ricerca. Attualmente l’Archivio Audiovisivo della Memoria conta 140 videocassette e rappresenta l’unica fonte in Italia legata al tema della deportazione politica: esiste un altro archivio a livello nazionale il Cedec (centro di documentazione sulla deportazione ebraica) relativo, appunto, esclusivamente alle questioni razziali.
Con tale rassegna si raggiungono altri obiettivi:
- raccogliere produzioni difficilmente reperibili
- valorizzare la storia del territorio, teatro degli eventi
- stimolare la scuola ad attività di ricerca storica e ad una comunicazione particolare e specifica, tramite la pluralità di strumenti linguistico espressivi.

La Biblioteca di Nova Milanese, oltre alle videotestimonianze della rassegna tratte dalle interviste ai sopravvissuti italiani dei lager nazisti, realizza altri video in occasione del viaggio-studio che annualmente viene intrapreso con alcune classi delle scuole medie statali novesi presso i campi di prigionia, in particolare a Ebensee, a Gusen, al castello di Hartheim (sottocampi di Mauthausen) e proprio a Mauthausen, dove la prima domenica di Maggio di ogni anno, si svolge una manifestazione internazionale per ricordare la liberazione dei lager nazisti, durante cui la biblioteca di Nova realizza un assiduo lavoro di documentazione e ricerca con i gruppi classe. In tale prospettiva, il “viaggio” assume una duplice valenza per gli studenti: conoscere, capire e ricordare gli avvenimenti storici in un’occasione importante, dove è loro possibile apprendere, “fare scuola” fuori dalle mura degli edifici, praticando un’alternativa tipologia di “scuola aperta”, all’interno di un contesto storico reale. La visita guidata (viaggio/studio) presso i campi di concentramento costituisce un’ulteriore verifica relativa alla ricerca e al recupero della memoria storica riguardante le deportazioni di motivo non solo razziale, ma anche politico, eventi ricollegabili al concetto di diversità e differenza culturale tra individui. L’altro risvolto dell’iniziativa, nell’ambito del discorso relativo alla divulgazione, che consiste nel portare a conoscenza i materiali raccolti in itinere, riguarda l’allestimento di mostre tematiche e l’organizzazione, in collaborazione con i docenti delle scuole medie ed elementari novesi e delle scuole medie superiori della Provincia di Milano ( e anche della Regione Toscana, del Trentino, Sardegna e Piemonte) di interventi ed incontri, all’interno degli ambiti scolastici, con alcuni sopravvissuti ex deportati. Parallelamente, in collaborazione con i docenti, la Biblioteca costruisce un percorso educativo e didattico dal titolo "Conoscere e comunicare i lager" che viene proposto agli studenti per approfondire la conoscenza relativa al fenomeno concentrazionario.
Questo immane lavoro di recupero e divulgazione ha ottenuto riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Infatti “La memoria in Rassegna” si svolge sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con i patrocini della Rappresentanza Italiana della Commissione Europea, del Presidente del Senato della Repubblica, del Presidente della Camera, del Ministero della Pubblica Istruzione, del Ministero dei beni e attività culturali, del Presidente della Regione Lombardia, del Presidente della Provincia di Milano e dell’Istituto Ernesto De Martino.
In seguito alle collaborazioni con la RAI di Milano e di Bolzano, nell’ambito di due programmi educativo-didattici, legati al mondo della scuola (Pico e Mosaico), attualmente, con la sede centrale di Roma di RAI Educational, l’amministrazione di Nova e l’Ente comunale di Bolzano hanno sottoscritto un accordo con cui la RAI si è impegnata ad acquisire 50 videotestimonianze realizzate dalla biblioteca, a cui seguiranno la messa in onda e ulteriori sviluppi. Da questa immane attività si sviluppa l’intento di recupero di una memoria storica importante che difficilmente traspare dai manuali storici scolastici e specialistici inerenti la deportazione. Dalle videotestimonianze si risale, rievocando e rimembrando (ricostruendo gli eventi) attraverso il ricordo, alle vicende, ai luoghi e ai motivi di arresto.

Fonte: http://www.politicamentecorretto.com
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sabato, 16 maggio 2009


Paul Flora, la vita era un pennino intinto nell’ironia



SEVERINO PERELDA

“Disegno per divertire me stesso. Non voglio salvare l’Occidente, non ho messaggi né dottrine da diffondere...” così scriveva Paul Flora nelle sue “Confessioni di un vecchio disegnatore”. Io sono un figlio del mio tempo, non un seguace del mio tempo e soprattutto non un chierico dello spirito del tempo. Considero lo spirito del tempo una somma dei pregiudizi e degli errori che sono via via in voga. Ho assistito a troppi spaventosi errori - si pensi al periodo dal 1933 al 1945 - per poter credere allo spirito del tempo”.
 Flora se n’è andato nel sonno, l’ altra notte. Non stava molto bene ultimamente, ma negli ultimi giorni non ha smesso di disegnare puntualmente ogni mattina, come faceva dal 1945. Stava preparando la mostra che avrebbe portato in ottobre a Bolzano, onorando un appuntamento biennale che ricorreva dal 1972 con il pubblico bolzanino presso la galleria Goethe.
 Dispetti e poesia in punta di penna. Tratto inconfondibile, essenziale nelle figure e nei paesaggi, acrobatico nei chiaroscuri, elegante e misurato nelle colorazioni. Non un segno di meno, non un segno di troppo. Nicolò Rasmo, illustre storico dell’ arte locale, nel 1980 in “Storia dell’arte nell’Alto Adige” citava Paul Flora e Karl Plattner quali “unici due artisti di pieno Novecento, degni di essere nominati”.
 Graffiante e spigoloso, arguto e pungente, Flora sapeva essere anche morbido quando lasciava correre sul foglio serene linee ondeggianti; un segno nordico, alpino, capace di trasformare e interpretare certe spinosità gotiche in un linguaggio irridente e autoironico, senza mai scivolare nella banalità. Cupo e beffardo, quando intrecciava orditi, ombre e penombre da cui traspariva un baluginare in cui si intravedeva magari un “pizzicamorti” che faceva capolino in una Venezia ai tempi della peste. Deridente e giocoso, intrigante e dispettoso, quando apriva il campo a maschere e commedianti, a buffi ciclisti, a suonatori, a curiosi animali o quando si divertiva a beffeggiare certi esasperanti tradizionalismi. Apocalittico, quando lanciava i suoi mitici cavalieri al galoppo su ampie distese. Inquietante: quando “abbandonava” i suoi personaggi all’ interno di intricate boscaglie. Malinconico, quando accendeva una luce nell’ interno tetro di una vecchia casa. Attuale, quando si lasciava andare in certe invenzioni deliziose, sottilmente ironiche quanto assurde, dove il non senso la faceva da padrone. Poetico, sempre.
 Tratto inconfondibile, mano ferma, gesto sicuro, linee irte e graffianti, temperate da modulazioni morbide, raccontava in punta di penna sempre nuovi episodi di una storia iniziata tanti anni fa e mai interrotta, da quando incominciò a pubblicare le sue vignette sul settimanale “Die Zeit” di Amburgo. Grande tessitore di segni che si intrecciavano senza mai ingarbugliarsi; anche nei tratti più spinosi e incisivi, un grafismo sempre e comunque visivamente gustoso, magistralmente sostenuto dal rapporto di complicità che si determina tra bianco e nero. Si aggiunga qualche compiacente nota di matita colorata, discreto e misurato accento che accendeva bagliori cromatici tra i personaggi, le architetture, nei cieli; riusciva a rappresentare ampie prospettive ed evocare atmosfere di valli e paesaggi alpini o distese marine, semplicemente dosando brevi e filiformi tratti di china. Stessa magistrale perizia nelle composizioni più complesse, che fossero spoglie ramificazioni di un intrico boschivo, severe e complicate architetture urbane o piazze popolate da personaggi che spuntavano tra un fitto e ordinatissimo addensamento di ombre e penombre. Ricordiamo i corvi, i gatti, i tirolesi ciclisti, sciatori e danzatori, i musicanti, le valchirie, gli spaventapasseri: figure e personaggi comici, tragicomici, e poi maschere, campi veneziani, lagune. Non mancava qualche nota malinconica, ma in quasi tutti i lavori fluttuava la sua natura ironica e scherzosa, capace di essere beffarda e sarcastica, senza mai cedere però a malevolenza. Metteva in scena la paura, poi la vanificava beffeggiandola. Non perdeva occasione per “affondare” la penna in qualche irridente commento sulle umane debolezze. Flora ha esposto in gallerie pubbliche e private e in musei di tutta Europa. Notevole la sua attività editoriale, con decine e decine di pubblicazioni, almeno 40 libri, diversi dei quali dedicati a Venezia. Collaboratore con “Die Zeit”, importante settimanale di Amburgo, oltre che scenografo per il teatro di Amburgo e per il teatro dell’ Accademia di Vienna.
 “Un’ opera disegnata - sosteneva Flora -, se disegnata bene, non va considerata solo sul piano estetico, ma deve soprattutto suscitare emozioni e riflessioni, trasmettere qualcosa. E non deve essere noiosa, ma piuttosto vitalizzata da qualcosa di stuzzicante, senza forzature volgari nè, al contrario, essere troppo enigmatica solo per conformarsi a certi sofismi contemporanei”.
 La sua penna, d’ ora in poi resterà asciutta, ma siamo sicuri che le sue creature continueranno amabilmente a pungere.

Alto Adige 16-05-09


Paul Flora, Austrian draftsman of the weird



alcuni suoi lavori da (immagini google)





 















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sabato, 16 maggio 2009



In via Sottomonte una cappelletta dimenticata



Adiacente a un vecchio maso. L’archeologo Alberti: «Poche notizie, andrebbe ristrutturata»

BRUNO CANALI

 LAIVES. Le testimonianza storiche del passato di Laives sono modeste, diversamente da altri centri del circondario ben più ricchi di materiale di questo genere. Ma qualcosa rimane. Poche persone ad esempio sanno della presenza di una minuscola cappella accanto ad un vecchio maso all’inizio di via Sottomonte. L’archeologo Alberti: «Bisogna valorizzarla».
 Lo stesso Alberti racconta di non conoscere bene la struttura: «Effettivamente - dice ho scarse notizie anch’io di quella presenza». L’archeologo, che è anche consigliere comunale, di recente ha ricevuto la delega dal consiglio affinché segua l’evolversi dello studio sugli «insiemi» da tutelare sul territorio comunale e, in merito alla cappelletta di via Sottomonte, Alberti garantisce che verrà presa in considerazione come merita e ne consiglierà anche la sistemazione dato che è in condizioni pessime. «È una presenza pressoché sconosciuta ai più - conclude - e se ne trova traccia in una pubblicazione sui masi chiusi della zona di Laives di qualche anno fa, curata da Emilia Spirindelli Pasquazzo e Roswitha Ebner Paone».
 Il minuscolo edificio di culto si trova in un angolo appartato di via Sottomonte, accanto al vecchio maso «Kaltkeller», del quale si hanno notizie fin dall’inizio del 1500. Oggi il maso è molto rovinato e la cappelletta, seminascosta da cassoni agricoli, vigne ed erbacce, è completamente abbandonata. Ha pianta esagonale, con il soffitto abbastanza alto e dimensioni che consentirebbero di ospitare solo poche persone. All’interno si notano ancora però resti di decorazioni affrescate in discrete condizioni.
 Secondo quanto si può leggere nel libro sui masi chiusi, quella cappelletta sarebbe attualmente proprietà di Elisabeth Plank in Bernardi (e del signor Bernardi è il vigneto col quale confina). Non si sa a chi originariamente fosse dedicata, mentre si sa qualche cosa di più in merito alla storia del maso Kaltkeller, del quale faceva parte. Nel 1777, ad esempio, il maso apparteneva a tale Johann Schlechtleitner, che lì gestiva anche un’osteria. Di passaggio in passaggio, alla fine il maso arrivò alla famiglia Plank, ma la cappelletta doveva avere certamente origini più remote, posta com’era lungo il percorso di una strada che da sud andava verso Bolzano. Dopo essere stata abbandonata ha ospitato un pollaio, poi una legnaia, fino ad essere pressoché dimenticata e adibita a deposito. Adesso però verso queste testimonianze del passato si registra un interesse crescente, proprio perché Laives non può certo contare su molte presenze. Per questo anche la minuscola cappelletta abbandonata in un angolo di via Sottomonte merita di essere recuperata e posta sotto tutela.


Alto Adige 16-05-09
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sabato, 16 maggio 2009



Link 900, da domani su Rai3 il Novecento in Alto Adige



 BOLZANO. Da domani fino al 19 luglio 2009, verranno trasmessi su RAI 3 regionale (ore 9.45) 10 filmati della serie “Link 900” che raccontano la storia del Novecento in Alto Adige/Südtirol. Ogni film, della durata di circa 25’ affronta un tema importante e significativo nella storia del territorio; questo tema è il filo che mette in relazione la quotidianità e la realtà di oggi con il passato e conduce la narrazione attraverso le vicende che lo hanno caratterizzato. Tutti insieme, i 10 filmati, compongono così un unico, ampio affresco di questo piccolo ma “specialissimo” territorio. Una nuova immagine di una terra di confine.

1 - HEIMAT (25 minuti)
Due giovani macchinisti di un treno che viaggia lungo la linea del Brennero concordano nell'individuare negli affetti la loro patria.
"Heimat"...è difficile da tradurre in italiano. E' il luogo in cui "ci si sente a casa", di cui sentiamo di far parte.   Alto Adige o Südtirol?  Questa terra dai diversi nomi è stata spesso lacerata da logiche di esclusione. Il bisogno di appartenenza è stato di volta in volta reciprocamente negato. La scommessa di oggi è quella di una casa comune per i tre gruppi linguistici.

2 - CHIESA (23 minuti)
Una giovane ragazza della gioventù contadina organizza, assieme ai suoi amici, uno dei fuochi del Sacro Cuore che illumina le montagne di Fiè.
All'alba del Novecento - la "Terra Santa del Tirolo" - era una definizione che indicava bene la fedeltà religiosa di una regione alpina nel cuore di un'Europa sempre più laica. Oggi l'influenza che la Chiesa cattolica ha esercitato da secoli in Alto Adige, marca ancora profondamente il paesaggio, i riti e i tempi della vita individuale e collettiva.

3 - TURISMO (24 minuti)
Il turismo visto da una ragazza impegnata nell'organizzazione della festa della discesa dall'alpeggio in Val Gardena.
Natura e cultura sono risorse importanti per l'economia locale. A partire dal tardo Ottocento, il turismo ha assunto un' importanza via via crescente in Alto Adige, portando con sé benessere e trasformazioni sociali, ma anche problemi ambientali e un uso a volte distorto del patrimonio tradizionale.

4 - GUERRA (27 minuti)
I due custodi dei cimiteri di guerra italiano e tedesco di San Giacomo di Laives si aiutano nella cura delle tombe dei soldati morti combattendo gli uni contro gli altri.
Le montagne dell'Alto Adige/Südtirol sono state solo sfiorate dalle battaglie combattute nelle due guerre mondiali. Eppure il territorio sudtirolese è stato colpito al cuore e una viva memoria di quel tempo è stata tramandata attraverso le generazioni. Delle guerre viene data talvolta un'immagine romantica o eroica, ma sulle Alpi deportazioni e stragi hanno inferto grandi sofferenze alle popolazioni.

5 - AGRICOLTURA (23 minuti)
Un agricoltore della Bassa Atesina racconta le sue scelte per una produzione di qualità.
L'agricoltura ha costituito, e costituisce tutt'ora, un fattore identitario di primo piano della società sudtirolese. Nel corso del Novecento il settore primario ha perso la sua centralità economica e si è trasformato profondamente, specializzandosi e assumendo un ruolo importante nella difesa del territorio e nella tutela del paesaggio.

6 - INDUSTRIA (26 minuti)
Il guardiano di una diga spiega l'importanza dell'acqua come fonte d'energia.
L'industria rappresenta uno dei tratti distintivi della modernità, ed è stata un fattore cruciale di crescita nel mondo occidentale. In Alto Adige l'esperienza industriale è stata vissuta con accenti fortemente diversi: causa del tramonto dei valori tradizionali, strumento della politica nazionalista, occasione di riscatto economico, problema ambientale. Ciò ha reso difficile una valutazione serena del suo apporto allo sviluppo della società locale.

7 - DONNE (28 minuti)
Una donna sudtirolese guida gli autobus, ma finito il turno si trasforma in conduttrice di maso, conciliando autonomia economica, amore per la montagna e impegni famigliari.
La condizione delle donne in Sudtirolo è progredita in ritardo rispetto a quella di altre regioni italiane  e europee. Alla mancanza di diritti economici, civili e sociali di inizio secolo è seguita  la concezione subordinata della donna  dei fascismi. Il lentissimo cambiamento cominciato nel dopoguerra è accelerato fortemente solo a partire dall'inizio degli anni novanta, quando la chiusura della questione sudtirolese ha liberato le energie sociali e civili della società sudtirolese.

8 - LINGUE (25 minuti)
Una maestra di una scuola elementare della Val Badia racconta la sua esperienza con bambini che hanno un naturale contatto con tre lingue.
Lingua è sinonimo di cultura, identità e tradizioni. Aperto ai più vari influssi da Sud e da Nord, il territorio atesino ha conosciuto nella sua storia l'accostamento di più lingue, talvolta in pacifico equilibrio, talvolta in un rapporto di dura contrapposizione.

9 - AUTONOMIA (24 minuti)
Una ditta di cartellonistica stradale cura l'immagine più immediata dell'autonomia, la toponomastica bilingue.
L'autonomia dell'Alto Adige trova la sua origine e il suo fondamento nell'Accordo Degasperi-Gruber, che prevede forme di tutela alla popolazione autoctona del Sudtirolo, dopo che se ne escluse la riunificazione all'Austria. Ci sono voluti però 46 anni, molti conflitti e  molto impegno, per raggiungere un sistema di garanzie giuridiche che rendono oggi la minoranza sudtirolese una delle più tutelate del mondo.

10 - CONFINI (22 minuti)
Un doganiere e un poliziotto presidiano l'ultimo confine dell'Alto Adige quello con la Svizzera.
Lo spostamento dei confini comporta l' interruzione di percorsi percepiti come "naturali" dalle popolazioni. Mentre i governanti segnano le linee di confine con i cippi, gli abitanti delle montagne reagiscono con il contrabbando di cose ma anche di persone. L'abolizione dei confini con l'Austria dopo il suo ingresso nell'Unione Europea e nell'area di Schengen hanno portato allo svuotamento di paesi posti sul confine.




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categoria:cultura, comunicati
sabato, 09 maggio 2009


Il 9 maggio 2009, Giornata dell'Europa





Cos'è la festa dell'Europa?

Vedendo nelle agende e nei calendari alla data del 9 maggio l'indicazione "Festa dell' Unione europea" viene spontaneo chiedersi cosa sia successo il 9 maggio e in quale anno.

Pochi sanno infatti che il 9 maggio 1950 è nata l'Europa comunitaria, proprio quando lo spettro di una terza guerra mondiale angosciava tutta l'Europa.

Quel giorno a Parigi la stampa era stata convocata per le sei del pomeriggio al Quai d'Orsay, sede del Ministero degli Esteri, per una comunicazione della massima importanza. Le prime righe della dichiarazione del 9 maggio 1950 redatta da Robert Schuman, Ministro francese degli Affari Esteri, in collaborazione con il suo amico e consigliere, Jean Monnet, danno un'idea dei propositi ambiziosi della stessa.

"La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza iniziative creative all'altezza dei pericoli che ci minacciano". "Mettendo in comune talune produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi che vi aderiranno, saranno realizzate le prime fondamenta concrete di una federazione europea indispensabile alla salvaguardia della pace".

Foto - Bandiera europea su sfondo di impalcature metallicaVeniva così proposto di porre in essere una Istituzione europea sovrannazionale cui affidare la gestione delle materie prime che all'epoca erano il presupposto di qualsiasi potenza militare, il carbone e l'acciaio. Ora i paesi chiamati a rinunciare con queste modalità alla sovranità puramente nazionale sul "nerbo" della guerra uscivano da poco da un conflitto spaventoso che aveva seminato innumerevoli rovine, materiali ma soprattutto morali, odi, rancori, pregiudizi. Per comprendere l'impatto rivoluzionario del gesto basterebbe immaginare oggi un'iniziativa analoga tra Israele e i Palestinesi, tra i Serbi e i Bosniaci, tra popolazioni tutsi e hutu; e all'epoca l'ordine di grandezza era ben maggiore e le ferite più profonde!

Tutto è cominciato il 9 maggio e al vertice tenuto a Milano nel 1985 i capi di Stato e di governo hanno deciso di festeggiare questa data come Giornata dell'Europa.

Ogni paese che ha democraticamente scelto di aderire all'Unione europea adotta i valori di pace e di solidarietà su cui si fonda la costruzione comunitaria.

Questi valori si realizzano grazie allo sviluppo economico e sociale e all'equilibrio del contesto ambientale e delle varie regioni , i soli fattori che possono garantire un livello di qualità della vita diffuso equamente tra i cittadini.


L'Europa, come insieme di popoli consapevoli di appartenere ad una medesima entità avente culture analoghe o complementari, esiste da secoli, ma senza regole o istituzioni e la consapevolezza di questa unità di fondo non era mai bastata ad evitare i disastri. Ancora oggi alcuni paesi che non fanno parte dell'Unione europea non sono al riparo di tragedie spaventose.

Come qualsiasi opera umana di pari portata, l'integrazione dell'Europa non sarà realizzata nè in un giorno, nè in qualche decennio: le lacune sono ancora numerose, le imperfezioni evidenti. L'impresa avviata all'indomani della seconda guerra mondiale era talmente nuova! Ciò che nei secoli o millenni scorsi poteva avvicinarsi a un tentativo di unione era di fatto il frutto della vittoria degli uni sugli altri. Queste costruzioni non potevano durare e i vinti avevano la sola aspirazione di recuperare la loro autonomia.

Oggi la meta è un'altra: costruire un'Europa che rispetti la libertà e l'identità di ciascuno dei popoli che la compongono, gestita in comune applicando il principio per cui "ciò che può essere meglio fatto in comune, deve esserlo". Solo l'unione dei popoli può garantire all'Europa la sovranità sul suo destino e il suo prestigio nel mondo.

L'Unione europea è all'ascolto e al servizio dei cittadini. Pur mantenendo la sua specificità, le sue abitudini di vita, la sua lingua, ogni cittadino deve tuttavia sentirsi a casa nella patria europea nella quale può circolare liberamente.


con loccasione date una occhiata anche al sito: 
http://ec.europa.eu/italia/index_it.htm
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categoria:cultura
sabato, 09 maggio 2009



Con "Link900" maggiore consapevolezza della storia locale


L’assessore provinciale alla cultura italiana, Christian Tommasini, ha presentato il progetto "Link900" definendolo un contributo per creare cittadini più consapevoli della storia e della realtà locale con l’obiettivo di favorire una crescita comune della comunità nella sua interezza. CON AUDIO

Conoscere la storia aiuta ad affrontare il presente con maggiore equilibrio e consapevolezza al di là di stereotipi e pregiudizi. Conoscere i fatti della storia recente dell’Alto Adige può contribuire a favorire la convivenza fra i gruppi linguistici. Da questa riflessione è nato il progetto “Link900. Il Novecento in Alto Adige/Südtirol” promosso dal Centro Audiovisivi Bolzano CAB della Ripartizione cultura italiana con la collaborazione di vari enti. L'assessore provinciale alla cultura italiana Christian Tommasini ha sottolineato l'importanza del progetto innovativo nella strategia operativa del suo assessorato anche alla luce delle polemiche di questi giorni; attraverso una maggiore conoscenza della storia, della geografia e della cultura locali si contribuisce allo sviluppo della comunità creando consapevolezza e senso di appartenenza.
Avvalendosi della consulenza di storici di lingua italiana e tedesca facenti parte dell’Associazione Storia Regione, nelle persone di Andrea Bonoldi, Carlo Romeo, e Christoph von Hartungen, e della collaborazione di Alessandra Zendron, sono stati predisposti dei testi che poi sono stati tradotti in immagini dando vita a dieci filmati di una trentina di minuti ciascuno, con interventi nelle tre lingue provinciali, incentrati su altrettanti temi: Heimat, Chiesa, Turismo, Guerra, Agricoltura, Industria, Donne, Lingue, Autonomia, Confini. Come ha sottolineato Andrea Bonoldi a nome dell'associazione a livello locale la storia locale è insegnata poco nelle scuole e soprattutto manca una ricerca storica sistematica fondata su metodi di indagine della storiografia internazionale per giunger ad una visone storica al di là dei possibili sfruttamenti per scopi politici. I filmati realizzati costituiscono un prodotto di buon equilibrio ed uno strumento efficace anche per la loro compattezza.
La serie di filmati è stata realizzata dalla Scuola di Documentario, Televisione e Nuovi Media Zelig di Bolzano che vanta registi e professionisti di grande esperienza, con la partnership della RAI locale. Lorenzo Paccagnella, viedirettore di Zelig, ha sotolineato come i filmati, raccolti in due DVD corredati da un booklet, propongano una lettura tematica della storia locale con un taglio contemporaneo offrendo spunti di riflessione per riscuotere interesse per la storia.Da parte sua il direttore della Ripartizione cultura italiana, antonio lampis, ha posto in evidenza come questa grande operazione  culturale all'insegna della multimedialità e della collaborazione fra vari enti e la RAI e il quotidiano Alto Adige consenta di raggiungere una grande moltitudine di cittadini.
Come ha aggiunto Tiziano Marson, direttore responsabile del quotidiano Alto Adige è importante la sinergia attivata fra organi d'informazione ed enti locali per raccontare la storia che guarda avanti.
Il progetto è stato posto in essere con il contributo dell’Intendenza scolastica italiana, della Formazione professionale italiana, della Fondazione Cassa di Risparmio ed è inserito nell’ambito delle iniziative celebrative del bicentenario hoferiano indette dalla Ripartizione cultura tedesca della Provincia dal titolo “La storia incontra il futuro 1809-2009”.
I documentari sulla storia locale “Link900. Il Novecento in Alto Adige/Suedtirol” sono destinati ad una diffusione capillare. Dopo la proiezione la domenica su RAI 3 regionale da domenica 17 maggio al 19 luglio 2009, dal 10 settembre i DVD saranno, quindi, disponibili al prestito gratuito a tutti gli interesati presso la mediateca del CAB, presso il Centro Trevi, in via Cappuccini 28 a Bolzano. Orario di apertura al pubblico: lunedì 14.00-18.30; martedì, mercoledì, venerdì: 10.00-12.00 e 14.00-18.30; giovedì: 10.00-20.00. INFO sul prestito 0471 303397 o prestito-audiovisivi@provincia.bz.it e sul progetto tel. 0471 303393 e e-mail: audiovisivi@provincia.bz.it
L'8 ottobre saranno distribuiti in omaggio in abbinamento al quotidiano “Alto Adige”. Dal 10 ottobre i filmati saranno distribuiti sottoforma di 2 DVD corredati da booklet alle scuole, alle biblioteche pubbliche, ad associazioni culturali ed alle videoteche e mediateche italiane.

Il ciclo documentario “Link900. Il Novecento in Alto Adige/Südtirol” si struttura in dieci filmati dedicati ad altrettanti temi. Nel primo documentario si parla di “Heimat”, il luogo in cui ci si sente a casa, attraverso il dialogo di due macchinisti di un treno in viaggio lungo la linea del Brennero. Il secondo filmato ci propone il tema della “Chiesa” e dell’influsso sui luoghi e le genti altoatesine attraverso un gruppo di ragazzi della gioventù contadina che stanno organizzando uno dei fuochi del Sacro Cuore a Fié. Il terzo film parla di “turismo” e della sua importanza crescente attraverso gli occhi di una ragazza impegnata nell’organizzazione della festa per la discesa dall’alpeggio in Val Gardena. Nel quarto documentario si parla della “guerra” attraverso i dialoghi dei custodi dei cimiteri di guerra italiano e tedesco di San Giacomo di Laives. L’”agricoltura” è il tema al centro del quinto filmato che ritrae un agricoltore della Bassa Atesina e l’attività agricola di qualità. Nel sesto documentario il guardiano di una diga spiega l’importanza dell’energia per l’”industria”. La condizione delle “donne” è proposta nel settimo film attraverso la figura di una donna sudtirolese con molteplici attività. Il documentario numero otto parla di “lingue” attraverso il racconto di una maestra di scuola elementare della Val Badia dove i bambini hanno un contatto naturale con ladino, tedesco e italiano. Nel nono filmato parlando di una ditta di cartellonistica stradale e dei cartelli bilingui propone il tema dell’”autonomia”. Il decimo e ultimo documentario della serie si sofferma sulla tematica dei “confini “ attraverso le figure di un doganiere e di un poliziotto che presidiano l’ultimo confine dell’Alto Adige, quello con la Svizzera. (SA)
LA SCHEDA
Itemi di «Link 900» sono stati selezionati secondo criteri di organicità e prospettive storiografiche. I cambiamenti del territorio e dei suoi abitanti nell’arco di un secolo sono stati letti non solo in chiave politico-istituzionale, ma anche in chiave socio-culturale.
1) Heimat.Due giovani macchinisti di un treno che viaggia lungo la linea del Brennero concordano nell’individuare negli affetti la loro patria, il luogo dove ci si sente a casa.
2) Chiesa. Una ragazza della gioventù contadina organizza, con i suoi amici, uno dei fuochi del Sacro Cuore che illumina le montagne di Fiè. Un rito della vita individuale e collettiva.
3) Turismo. Il turismo visto da una ragazza impegnata nell’organizzare la festa della discesa dall’alpeggio in Val Gardena. Benessere e trasformazioni sociali.
4) Guerra.I due custodi dei cimiteri di guerra italiano e tedesco di San Giacomo di Laives si aiutano a vicenda nella cura delle tombe dei soldati morti combattendo gli uni contro gli altri.
5) Agricoltura. Un agricoltore della Bassa Atesina racconta le sue scelte per una produzione di qualità. Specializzazione, difesa del territorio e tutela del paesaggio.
6) Industria. Il guardiano di una diga spiega l’importanza dell’acqua come fonte di energia. L’esperienza industriale in Alto Adige come occasione di riscatto economico. I problemi ambientali.
7) Donne. Una donna altoatesina guida gli autobus ma, finito il turno, si trasforma in conduttrice di un maso conciliando autonomia economica, amore per la montagna e impegni familiari.
8) Lingue. Una maestra di scuola elementare della Val Badia racconta la sua esperienza con bambini che hanno un approccio naturale con tre lingue.
9) Autonomia. Una ditta di cartellonistica stradale cura l’immagine più immediata dell’autonomia, la toponomastica bilingue. I criteri di scrivere prima il tedesco o prima l’italiano.
10) Confini. Un doganiere e un poliziotto presidiano l’ultimo confine dell’Alto Adige, quello con la Svizzera. Il problema dello svuotamento dei paesi sul confine.
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categoria:cultura
giovedì, 07 maggio 2009


Alla scoperta del mondo degli Hutteriti



Chiusa, al Museo Civico una bella mostra sugli anabattisti tra Tirolo e Usa

GOERG VON METZ SCHIANO

C’è, nel bel mezzo di questa nostra civiltà vacua ed avida che afferma come parametro unico ed unificante il soddisfacimento di qualsivoglia cupidigia individuale, un modo di vita che ha il fascino forte delle cose impossibili o quanto meno improbabili. Sopravvive ed anzi prospera un gruppo di comunità in cui l’altruismo e la temperanza sono cultura quotidiana e si tende alla rinuncia interiorizzata come ad un bene. Parliamo del modo di vita delle comunità degli Hutteriti che sono dislocate in vari stati degli Usa ed in Canada e la cui storia parte dal Tirolo del Cinquecento ed in particolare dalla val Pusteria dove era nato, a San Lorenzo, quel Jacob Hutter da cui il movimento ha preso il nome. Sugli Hutteriti il Museo Civico di Chiusa, in collaborazione con il Museo Provinciale di Castel Tirolo e il Comune di San Lorenzo di Sebato, ha allestito una bellissima mostra nei propri spazi dell’ex convento dei cappuccini. La mostra parte con la ricostruzione storica della nascita di questo movimento anabattista, una sezione nella quale eloquenti pannelli e riproduzioni di documenti originali ci portano all’epoca in cui Jacob Hutter iniziò a diffondere il proprio credo nelle valli tirolesi, operando soprattutto tra Pusteria, Bressanone e Chiusa. I principi della sua dottrina consistono essenzialmente nel seguire alla lettera la Bibbia, nell’impartire il battesimo agli adulti anziché ai bambini (ana-batista significa alla lettera ri-battezzato) e nella comunione dei beni. Gli adepti si contarono ben presto a migliaia, anche perché i modi di vita degli ecclesiastici dell’epoca non erano certo un modello di santità e quindi la popolazione, profondamente cristiana, era alla ricerca di esempi evangelici da seguire.
 Considerati eretici sia dai cattolici che dai luterani, gli Hutteriti furono oggetto di una spietata persecuzione ed anche il loro capofila fini al rogo ad Innsbruck il 25 febbraio del 1536. La parte più interessante della storia di questi anabatisti, anch’essa documentata nella mostra di Chiusa, fu poi la loro diaspora che dalla Moravia e dall’Ungheria li portò sino alla Transilvania e quindi in Russia. Qui, anche per le loro capacità di eccezionali artigiani ed agricoltori, furono dapprima protetti dalla zarina Caterina ma poi nuovamente perseguitati dallo zar Alessandro II. Infine, nel 1873, dovettero emigrare in quella parte d’America in cui ancor oggi si trovano. Le loro colonie sono tutt’ora molto attive e l’isolamento non impedisce un certo progresso pur nel rispetto totale degli elementi fondanti di una fede cristiana molto rigorosa. Ci sono vari gradi di apertura verso «la gente di fuori» ma il caratterizzante elemento comune è la chiusura a tutto ciò che sa di edonismo e di autocompiacimento, una chiusura caratterizzata anche dal fatto che i matrimoni avvengono esclusivamente tra membri delle comunità.
 Problemi economici non ce ne sono, perché gli Hutteriti hanno mantenuto in pieno le loro capacità di artigiani ed agricoltori e quindi possono vivere di un florido commercio. Il rispetto assoluto della tradizione traspare anche dagli oggetti di uso comune e soprattutto dall’abbigliamento: proprio la presenza di alcuni capi di vestiario ancor oggi indossati è uno degli aspetti più evocativi della mostra di Chiusa. Certo, tutto questo può sapere di anacronismo e di utopia, ma il fatto è che le colonie degli Hutteriti d’America continuano ad essere una realtà e che il numero dei «transfughi» sia ancora incredibilmente basso. Proprio di recente una delegazione di Hutteriti è giunta in visita a Chiusa e simili contatti sono previsti anche per il futuro. La mostra «Visioni al rogo? Gli Hutteriti» resterà al Museo Civico di Chiusa sino al 6 giugno. Orari: martedì - sabato, h 9,30-12; 15,30-18. Chiuso martedì 2 giugno.

Alto Adige 07-05-09

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categoria:cultura
domenica, 03 maggio 2009


La convivenza a teatro arriva in dialetto




Le contaminazioni linguistiche sono il tema centrale di «Magari»

DANIELA MIMMI

 BOLZANO. I sudtirolesi dicono «magari», «prosecco» e altre parole prese del vocabolario italiano. Gli altoatesini di lingua italiana, a loro volta, usano allegramente termini tedeschi. Questo è solo uno dei tanti risvolti, a volte divertenti, della convivenza di due gruppi linguistici, e che rendono questa terra così particolare. Quasi un secolo di vita gomito a gomito ha portato i sudtirolesi a essere un po’ italiani e gli italiani a essere un po’ (anzi tanto!) sudtirolesi. Di questo e molto altro parleranno Dietmar Gamper, Kathrin Hirber e Thomas Hochkofler in «Magari», da loro scritto e messo in scena al Carambolage, da martedì prossimo 5 maggio fino a sabato 30 maggio, con diverse date sono già esaurite.
 Con loro, accanto al palco, ci sono Andreas Marmsoler, Giorgio Mezzalira e Gigi Mongelli che assicurano la colonna sonora live e naturalmente il titolo portante, «Magari», costruito sulla musica di «Volare». Nonchè il tanto auspicato inno sudtirolese, e il testo non poteva essere che il Padre Nostro. «Il titolo, Magari, è un omaggio a Opal Robatscher, che aveva scritto un testo con questo titolo, e all’interno dello spettacolo c’è una scena dedicata a lui», dicono i tre attori durante una pausa delle tante prove che in questi giorni si susseguono sempre più frenetiche. Del regista-attore-scrittore deceduto lo scorso anno sul palcoscenico durante le prove di uno spettacolo, c’è una foto appesa alla parete, inizialmente coperta da un velo nero che verrà tolto durante lo spettacolo. «Magari» è composto in tutto da 19 quadri o scene, di lunghezza variabile, nei quali di tre autori hanno concentrato molti dei vizi, difetti, incongruenze dei loro conterranei, sia di lingua tedesca che di lingua italiana. «Quasi tutte sono in dialetto, ma un paio di queste scene sono in italiano», spiega Thomas Hochkofler «perchè i personaggi principali sono, ad esempio, i turisti italiani dei mercatini di Natale, quelli che vengono qui pensando di comprare prodotti tipici e poi si accorgono che la torta Sacher (che loro pronunciano all’inglese Sacer) è made in China e i würstel, che loro chiamano «wustel», vengono dalla Puglia». Naturalmente come sempre in questi spettacoli prodotti dal Carambolage (a scadenza biennale, «Magari» è stato preceduto da «Sekko» e altri ancora in precedenza) di frecciate più o meno velenose ce n’è per tutti. «La prima scena si svolge in una scuola e gli studenti si chiamano Luis, Elmar, Eva e via dicendo». Un’altra scena riguarda l’integrazione con gli immigrati i quali dopo poco tempo parlano e capiscano entrambe le lingue molto meglio di quanto gli italiani capiscano i tedeschi e viceversa, e i tedeschi tra di loro. Poi i tre affrontano il problema dell’educazione dei figli, gli eccessivi controlli dei Carabinieri, e mille altri ancora. La fotografia dell’Alto Adige è quella di una terra dominata dal potere: quello ella politica, della religione, delle forze dell’ordine.
 È una terra in cui è tutto vietato e poco permesso. «Naturalmente noi spingiamo tutto all’estremo per fare ridere, ma anche riflettere», dicono i tre attori-autori.

Alto Adige 03-05-09

Una produzione del Carambolage: “magari”

di e con Dietmar Gamper, Kathrin Hirber e Thomas Hochkofler

musica: Andreas Marmsoler
Giorgio Mezzalira
Gigi Mongelli

costumi & accessori: Martina Varesco
tecnica: Leukos
foto: Florian Puff


„Wenn magari mir sechse es inz ausdermochn tattn und ins magari eppes Gscheids infolln tat und donn magari a Tschippl Leit kemmen tat, dei magari Intritt zohln, weil sie a Geld übrig hobm (weil magari in insere Londesväter a amol wichtig isch, dass inz a eppes bleib), nocher kannsch magari an Prosecco trinken und drauf onstoaßn, dass mir jetzt no besser deutsch redn. magari…!“

Tre attori e tre musicisti hanno esaminato la lingua dei sudtirolesi. E volete sapere cosa ne è uscito? Forse… anzi… magari prendetevi il tempo di scoprirlo al Carambolage?!

Godetevi questo spettacolo tutto locale condito da ironia, comicità ed umorismo incandescente!

Spettacoli: mar 05, mer 06, gio 07, gio 14, ven 15, sab 16, mer 20, gio 21, ven 22, sab 23, mer 27, gio 28, ven 29 e sab 30 maggio 2009 al Piccolo Teatro Carambolage di Bolzano con inizio alle ore 20.30.

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categoria:cultura
giovedì, 30 aprile 2009


Lingue, la conoscenza è provata


La Scuola media “Ada Negri” propone un percorso con attestato finale

L’inglese e il tedesco sono alla base di una serie di lezioni integrative impartite in base a scelta volontaria a chi frequenta il 3º anno scolastico

 BOLZANO. L’italiano insegna a scrivere, la matematica a far di conto, ma la vera discriminante formativa, al giorno d’oggi, è la conoscenza delle lingue. Ne sono convinti alla Scuola media “Ada Negri”, dove già da qualche anno docenti e dirigente insistono su questo punto con particolare convinzione. Ad arricchire la consueta attività didattica, dunque, ecco che nella media dell’Istituto comprensivo 2 sono stati predisposti corsi di preparazione al patentino C, ma soprattutto la possibilità di centrare importanti certificazioni linguistiche spendibili nel proseguimento degli studi e pure nel mondo del lavoro. Inglese e tedesco, logicamente, sono le due lingue prescelte. Per quanto riguarda il mondo anglofono, gli studenti possono provare, al termine del triennio, a cimentarsi con il “Key English Test” (Ket), promosso dall’ente certificatore di Cambridge e corrispondente al livello di apprendimento A2 previsto dal quadro comune europeo di riferimento. In tedesco, invece, gli scolari potranno cimentarsi con il “Fit in Deutsch” 1 e 2, rispettivamente pari ai livelli A1 e A2 e rilasciati dal Goethe Institut. L’iniziativa ha registrato più di 25 adesioni nell’ultimo anno, pari a circa il 35% del totale d’iscritti all’ultimo anno. Un numero destinato a crescere.
 «Siamo davvero orgogliose di questo risultato - ci raccontano Sabrina De Mario e Francesca Folli, rispettivamente professoresse di tedesco e inglese oltre che responsabili del progetto - perché si tratta di una presa di coscienza importante delle famiglie e dei giovani. Agli studenti, infatti, tutto questo richiede uno sforzo in termini di tempo e impegno; ai genitori, invece, si chiede un piccolo contributo economico».
 I vantaggi, però, sono notevoli. «Si tratta di due certificazioni che, ottenute, danno ampie garanzie qualora si voglia studiare all’estero, dove si avrà la possibilità di saltare il corso base per passare agli approfondimenti. Se si vuole anche lavorare con questi attestati si ha diritto ad operare in un settore a contatto con il pubblico».
 Il “Fit in Deutsch” potrebbe anche aprire delle porte in provincia, se la situazione politica lo permetterà: «L’esame a cui sono sottoposti questi ragazzi - rileva Sabrina De Mario - dovrebbe ricalcare esattamente l’impostazione verso cui il patentino evolverà naturalmente. Non solo: è una di quelle certificazioni valide nel caso l’amministrazione si decida a equiparare questi titoli col tanto discusso patentino di bilinguismo».
 C’è anche un aspetto psicologico che incide in maniera evidente. «Questi sono allievi che non hanno dovuto sostenere l’esame della scuola primaria e quindi si trovano solo in questo caso di fronte a un colloquio vero e proprio. Se vogliamo, può essere un allenamento per la prova finale dell’ultimo anno, ma è anche più difficile perché arrivano di fronte a una commissione totalmente estranea, in una stanza nella quale non possiamo entrare nemmeno noi. Nella vita è importante abituarsi a questo tipo di pressioni per incrementare la fiducia in se stessi».
 Entusiaste alcune ragazze che hanno frequentato i corsi di preparazione. Giulia Crivellaro, per esempio, evidenzia come «l’ortografia, le declinazioni e la scrittura in generale sono le nozioni più difficili da apprendere in tedesco, mentre saper comprendere e sostenere un dialogo nell’altra lingua è una grossa soddisfazione».
 E’ d’accordo anche Sarah Marotta: «Pure in inglese avere un dialogo riempie di orgoglio».
 Concreta, invece, la risposta di Alessia Artusa: «Ci troviamo in una situazione molto simile a quello che sarà l’esame orale alla fine delle medie e questo non può che aiutarci».
 La palestra vale, insomma, e imparare ad aprirsi delle porte in giovanissima età può persino essere più prezioso della certificazione in sé.
Alan Conti

Alto Adige 30-04-09
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categoria:cultura
lunedì, 27 aprile 2009

Alle Foscolo lezioni interculturali




Si entra in contatto con l’«altro»: Albania, Cina e Amazzonia

BOLZANO. Anche quest’anno, come ormai da otto anni, per una mattinata la scuola secondaria di I grado Ugo Foscolo in via Rovigo ha cambiato volto.
 Per tutte le sei ore scolastiche, infatti, gli studenti hanno affrontato le stesse materie di tutti i giorni, ma per forma e per sostanza diverse dal solito.
 L’iniziativa si chiama “Mattinata interculturale” e si inserisce nel Progetto Intercultura dell’Istituto comprensivo Bolzano VI (scuola secondaria di I grado Ugo Foscolo e scuola primaria Manzoni). Tutte le classi della scuola hanno ruotato, secondo orario, nelle diverse “stazioni” ed hanno affrontato l’italiano, la storia, le lingue straniere, l’educazione fisica con didattica laboratoriale e sguardo interculturale.
 Hanno incontrato la cultura araba, albanese, cinese e dell’Amazzonia, negli aspetti culturali tipici, come la cucina, le fiabe, i giochi, hanno affrontato la scrittura cinese e spagnola; hanno affrontato alcuni grandi problemi del nostro mondo quali il lavoro minorile, le diversità, le guerre; hanno avuto occasione di conoscere il commercio equo e solidale, e la filosofia dell’aikido, e tanto altro ancora...
 Le stazioni sono state condotte da insegnanti della scuola, da mediatori, da associazioni culturali, con cui da tempo la scuola collabora, e dagli stessi ragazzi stranieri presenti a scuola, un’occasione per presentarsi, conoscersi e rispettarsi, ed un’occasione anche per la scuola stessa, che si apre alla realtà sociale, apre le sue porte ad associazioni quali Emergency, la Biblioteca Culture del mondo, le Formiche - Bottega del mondo, l’associazione Latinoamerica y su gente, l’asssociazione Take Care Kids.
 Hanno collaborato con la scuola inoltre: l’Istituto pedagogico tedesco, nella figura dell’insegnante del Centro linguistico, il maestro Silvano D’Antonio, la Caritas, nella figura della mediatrice Silvia Golino e l’Associazione Culturale meranese Effe.
 «Si tratta di un piccolo passo, un seme gettato per uscire dalla visione monoculturale della realtà, che la scuola tradizionale propone; si tratta di scoprire ricchezza e varietà del mondo - spiegano soddisfatte la dirigente scolastica Mirca Passarella e la referente per l’intercultura, la professoressa Nelli Favaro - ricchezza e varietà con cui la globalizzazione ci ha messo in contatto, ma che spesso vengono rifiutate con atteggiamenti di chiusura e pregiudizio».
 «Compito della scuola - proseguono - è preparare il “futuro cittadino” aperto e tollerante, abbattendo le barriere del pregiudizio, e questa attività vuole essere una decisa spallata in questa direzione».
 Il Progetto Intercultura si concluderà poi, come ogni anno da quando è stato varato, con una grande festa che coinvolgerà le due scuole dell’Istituto e che si terrà nel cortile della scuola Manzoni, il pomeriggio del giorno 27 maggio.
 Una festa che coinvolgerà tutti i ragazzi, insegnanti e genitori.

Alto Adige 16-04-09
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categoria:cultura, giovani
domenica, 26 aprile 2009


Acciaierie, storia di una fabbrica dal futuro incerto


Alle prove della nuova produzione dello Stabile di Bolzano, in scena dal 7 maggio con Andrea Castelli

ROBERTO RINALDI

 BOLZANO.  L’appello è quello di scongiurare la chiusura delle Acciaierie a Bolzano, uno stabilimento storico che ha contribuito al radicamento della comunità italiana. Se la politica deve fare la sua parte, la cultura può contribuire e lo ha fatto realizzando “Acciaierie” (in scena dal 7 al 24 maggio allo Studio del Teatro Comunale di Bolzano) un testo teatrale nato dopo un accurato lavoro di ricerca su fonti scritte e testimonianze dirette, un nuovo spettacolo del Teatro Stabile di Bolzano, ultima produzione di questa stagione, in prova ora per la regia di Antonio Caldonazzi, autore del copione insieme ad Andrea Castelli e Sandro Ottoni. L’intento è quello di ricostruire la vita all’interno della fabbrica privilegiando le testimonianze di chi ci ha lavorato con fatica allo sviluppo industriale della città. Dopo “Da qui a là ci vuole 30 giorni” sull’epopea degli emigrati trentini in Brasile, e “Sinigo - L’acqua ci correva dietro”, sulla vicenda della bonifica e l’industrializzazione di Borgo Vittoria a Sinigo, il Teatro Stabile completa la trilogia della memoria e del lavoro. Nel 1935 Mussolini convoca a Roma alcuni i maggiori esponenti dell’industria italiana e le massime autorità politiche di Bolzano, con lo scopo di far nascere un polo industriale in Alto Adige, per invogliare ad emigrare uomini e donne dal resto d’Italia.
 Siamo andati a vedere una prova in cui recitano, oltre ad Andrea Castelli, Sandra Mangini, Fabrizio Martorelli, Giovanni Sorenti. Pochi arredi di scena per descrivere la vita della fabbrica, con gli attori in abiti dimessi. Il regista Caldonazzi ci spiega cosa racconta “Acciaierie”, dopo essere partiti dal mito di Prometeo per descrivere la mitizzazione degli operai. “È la storia di questa industria fino agli anni ’50. Il passaggio tra la prima e la seconda guerra mondiale, la rinascita e la speranza, con un occhio al futuro attraverso le storie dei personaggi. Non giudichiamo nulla e lo spettacolo ha un finale aperto, anche se immaginiamo di poter conoscere come andrà a finire. Un segno lo vogliamo dare sul futuro delle Acciaierie”.
 Una bella incognita anche perché il presente di questa industria attraversa una crisi molto seria.
 “Quando abbiamo iniziato un anno e mezzo fa a scrivere il testo, non potevamo conoscere ciò che sta accadendo oggi. La ricerca ci ha fatto capire come è avvenuta la deturpazione dei terreni agricoli per costruire le fabbriche, attraverso il racconto dei testimoni e la nascita delle semirurali, una realtà strana creata nella campagna, distante dalla città. Abbiamo cercato di descrivere le emozioni attraverso gli occhi degli operai, molti ancora vivi. Qualcuno ha perfino 80 anni. Ci siamo avvalsi dell’archivio della biblioteca provinciale Claudia Augusta, delle ricerche di Giorgio Delle Donne. Abbiamo cercato di non essere completamente tragici nella messa in scena, ma di trasmettere il grande amore per questa fabbrica che molti operai provano e vanno fieri di averci lavorato dentro”.
 Operai da regioni povere, famiglie senza futuro, storie di emigrazioni. Tutto questo c’è nello spettacolo?
 “Certo e parla di uomini che diventano operai dopo essere stati contadini. La Falk aveva portato i tecnici mentre gli operai venivano dal Veneto, ma anche dal Trentino, dalla Val di Non in particolare”.
 Andrea Castelli, cosa significa recitare in Acciaierie?
 “Un testo difficile perché le scene sono molto brevi e devi centrare subito i personaggi diversi tra loro che devo interpretare. Il prete, il prefetto, il contadino, l’operaio. Devo cambiare anche le inflessioni dialettali, da quello trentino al veneto, ma è anche il bello di questo spettacolo. Una bella storia con un’ incognita aperta: il futuro”.
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categoria:cultura
domenica, 12 aprile 2009


FORTEZZA, ARRIVA «LABIRINTO::LIBERTÀ»





Mercoledì prossimo conferenza stampa di presentazione della mostra interregionale - la cosiddetta Landesausstellung, con cadenza biennale - che aprirà i battenti il 9 maggio nel forte di Fortezza. Titolo: «Labirinto:: Libertà». Alla conferenza stampa prenderanno parte, oltre al team di curatori della rassegna, gli assessori altoatesini alla Cultura Italiana e Tedesca, Christian Tommasini e Sabina Kasslatter Mur; l’assessore alla Cultura della Provincia di Trento Franco Panizza; e la loro collega tirolese Beate Palfrader. «Per questa edizione della mostra - ha detto l’assessora Kasslatter Mur - abbiamo scelto una formula innovativa dando evidenza ai temi sociali nel contesto storico. Intendiamo infatti rivolgerci ad un pubblico più ampio, sia sul piano generazionale che linguistico. Anche per questo la scelta di lasciare gratuito l’ingresso». E così dopo Manifesta, il forte torna a proporsi come luogo espositivo di grande suggestione. Progettato ai tempi di Francesco I d’Austria e consegnato dall’imperatore Ferdinando I all’esercito austriaco nel 1838, già pochi decenni dopo la tecnica architettonica con cui era stato edificato risultava superata dal punto di vista strategico-militare, né la sua struttura fu mai protagonista di episodi bellici. In questo monumentale complesso, con i suoi corridoi senza fine, i depositi dai soffitti a volta e le casematte, la mostra si interrogherà sul concetto di «Libertà», tema ricco di sfaccettature ma spesso abusato; un labirinto in cui i visitatori saranno liberi di perdersi a piacimento proprio perché le vie alla «libertà» sono sempre tortuose e prive di segnalazioni, a volte ingannevoli, a volte addirittura opprimenti e pericolose. La mostra non narra una storia di eroi, ma storie; non fornisce risposte, pone al contrario molti quesiti: cos’è la libertà? Cos’è la non-libertà? Dove inizia e dove finisce la libertà? Un luogo di riflessione, insomma, piacevole, divertente, ma anche stimolante ed intrigante; una mostra interregionale in cui gradevolmente perdersi e nuovamente ritrovarsi. Per quest’occasione verranno utilizzati, per la prima volta in assoluto nell’ex complesso militare, gli spazi del Forte Medio e del Forte Basso per un totale di 14 mila metri quadrati di superficie espositiva, il che vuol dire che solo a passeggiarci dentro senza troppo soffermarsi sulle opere ci vogliono quasi tre ore. Mica poco.



 La mostra sarà allestita facendo riferimento a tre cardini: la storia, gli oggetti del quotidiano e le opere l’arte, per un totale di circa 200 pezzi esposti in 86 ambienti: oggetti della cultura della quotidianità e opere d’arte create appositamente per l’evento saranno integrate da storie di quotidianità. La Mostra interregionale 09 si articola in otto ambiti tematici distinti anche dal punto di vista spaziale: «Società», «Linguaggio», «Mobilità», «Prigionia», «Confini», «Sapere/Formazione», «Religione» e «Arte». Si parlerà di molteplicità linguistica e di gabbie linguistiche, di soggezione educativa e di ostilità al progresso, di asservimento e interdizione, di ribelli, outsider, prigionieri, frontalieri, contrabbandieri, insegnanti e allievi, artisti e scienziati. I visitatori potranno scoprire la Mostra con un proprio approccio personale: non è previsto un percorso preordinato, vi sono anzi spazi adatti per un picnic e parchi giochi all’interno del complesso della fortezza. La Mostra interregionale 09 invita a vagabondare e a scoprire: nulla «si deve», ma tutto «si può» osservare.
....La Landesausstellung chiuderà i battenti il 30 ottobre 2009. Gli orari di apertura seguiranno il seguente calendario: maggio e ottobre, tutti i giorni dalle 9 alle 18; giugno, luglio, agosto e settembre: tutti i giorni dalle 10 alle 19. Entrata libera. Il team operativo dell’evento è costituito da Richard Veneri, Christian Schwienbacher, Paul Thuile e Alex Susanna. I curatori sono Marion Piffer Damiani (arte), Bernhard Kathan (oggetti della cultura della quotidianità) e Hans Karl Peterlini (storie e racconti). (m.f.)

Alto Adige 12-04-09


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categoria:cultura, provincia di bolzano
giovedì, 09 aprile 2009

Artemisia Gentileschi, che storia



A «Respiro Barocco», Sandra Fiumi racconta la grande pittrice


BARBARA GAMBINO

Di donne artiste nel corso dei secoli, ce ne sono state molte: scrittrici, pittrici, scultrici tracciano una lunga linea di arte al femminile che partendo dalla poetessa greca Saffo, o dalla pittrice egiziana Helena figlia di Timone, giunge fino ai giorni nostri. Poche però raggiunsero la fama di Artemisia Gentileschi, pittrice vissuta nella prima metà del Seicento, di cui possiamo ammirare la pala «Giuditta e Oloferne» esposta al Centro Trevi di Bolzano nell’ambito della mostra «Respiro Barocco». Sarà proprio la vita di Artemisia Gentileschi donna e pittrice, il tema della conversazione con Sandra Fiumi, responsabile della didattica della Soprintendenza per i Beni Artistici di Bologna. L’incontro si svolgerà oggi pomeriggio alle ore 18 al Centro Trevi, nell’ambito della rassegna «Calice Barocco». ...
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categoria:cultura, donne, comunicati
sabato, 04 aprile 2009

La cultura (per ora) ha evitato le pressioni della Provincia


Situazione ribaltata con il nuovo teatro utile anche a Bolzano


LAIVES. Il sindaco Giovanni Polonioli - in un articolo che appare sull’ultimo numero del bollettino edito dal Consorzio dei Comuni - ribadisce che «Laives ha bisogno di brillare di luce propria» e che quindi continua la sfida «per uscire dallo schema lavoro e vivo a Bolzano, dormo a Laives». Secondo il sindaco «È necessario avere un’anima e un cuore» e che la giunta comunale resta convinta che proprio partendo da queste considerazioni lo sviluppo finirà necessariamente per toccare e coinvolgere tanti altri settori». Polonioli punta molto (anche ma non solo) sulle strutture previste in zona Galizia (cittadella dello sport, velodromo, nuovo lido comunale) e quindi ringrazia la Provincia per gli interventi finanziari promessi e per l’impegno dimostrato nel realizzare la variante davanti a Pineta, nel rispettare i tempi per completare la circonvallazione e per aver realizzato la nuova stazione ferroviaria.
 LA PROVINCIA. Il nodo, condizionante, dello sviluppo di Laives è stata proprio la Provincia. Ribadito che la città potrà programmare il proprio sviluppo (demografico, urbanistico ed economico) solo quando la variante sarà tutta percorribile, non si può non sottolineare che la Provincia con le sue decisioni, le sue scelte, le sue imposizioni ha prima condizionato - in peggio - e quindi «frenato» l’autonomia del Comune: come non ricordare il tracciato della variante (poi ritoccato grazie alle pressioni del comitato civico di Pineta), il rifiuto di un’alternativa provvisoria alla famigerata statale, l’ubicazione delle zone produttive (quella di Pineta ampliata) a ridosso dei centri abitati e senza una viabilità adeguata, uno sviluppo urbano che si è concentrato sempre più lungo l’asse del maggior traffico. Con la rapida crescita - e senza pianificazioni ponderate anche e soprattutto da parte della Provincia - l’aspetto di Laives non ha certo tratto grandi vantaggi dai suoi cambiamenti. Ne è esempio emblematico la via Kennedy dove ben poco corrisponde alle esigenze degli abitanti e degli operatori economici. Ne risente anche l’aspetto architettonico visto che si intercalano edifici discordanti tra loro per altezza, per struttura delle facciate e per tipo delle coperture. Il Comune si sta adoperando in direzione del risanamento del nucleo storico e della sua valorizzazione: in previsione, come noto, anche la tanto attesa piazza che diventerà - finalmente - punto di incontro e quindi anche di sviluppo culturale. Sempre in attesa della variante per togliere il traffico. E sempre nella speranza che la Provincia lasci spazio alle iniziative e alle idee comunali.
 LA CULTURA. C’è un aspetto - nuovo ed importante - che ha contribuito a togliere a Laives almeno una parte della sua «dipendenza» da Bolzano. È quello culturale. La «gestione» delle attività è infatti, da tempo, autonoma e produttiva. Ma da un paio di mesi è proprio Laives che... aiuta anche Bolzano grazie alla nuova struttura - funzionale ed apprezzata - realizzata a San Giacomo. Gli assessori alla cultura della Provincia, Christian Tommasini, e dei Comuni di Laives e di Bolzano, rispettivamente Loris Frazza e Primo Schoensberg, assieme a funzionari dei rispettivi uffici alla presenza anche dell’assessora comunale Liliana Di Fede, hanno già impostato strategie concertate da applicare nel settore culturale al fine di garantire una offerta più strutturata riferita alle iniziative culturali da proporre. In particolare si è parlato dell’aula magna del complesso scolastico della ffrazione ed è stato già convenuto che fuori dall’orario scolastico la sala debba diventare punto di riferimento anche per la popolazione dei Comuni di Bolzano e di Laives attraverso un pacchetto di attività culturali che vada ad integrare l’offerta già presente sul territorio. Alle scuole dovrebbe essere, invece, esteso il progetto del «Teatro nella scuola» già attivato nel capoluogo con crescente successo. La programmazione degli eventi, come è stato detto durante l’incontro fra gli assessori, dovrebbe essere concertata da Provincia e Comuni interessati. Per meglio strutturare il pacchetto di iniziative si è deciso di affidare alla Libera Università di Bolzano lo svolgimento di una rilevazione delle aspettative culturali della popolazione interessata per raccogliere indicazioni sulle politiche culturali da adottare. È un passo avanti.

Altop Adige 04-04-09
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categoria:cultura, sport, comune di laives, san giacomo oggi
giovedì, 26 marzo 2009


Bolzano Cinema, tutte le novità     23ª EDIZIONE


DANIELE BARINA

BOLZANO. La ventitreesima edizione di Bolzano Cinema, in programma dal 22 al 26 aprile prossimi presso le sale del Capitol e del Filmclub di via Streiter, a poco meno di un mese dall’apertura ha preso quasi definitivamente corpo. Le indiscrezioni sugli ospiti sono diventate certezze, l’attore napoletano Antonio Merone e l’attrice tedesca Simone Hanselmann le partecipazioni più illustri, come annunciata è anche la piccola rivoluzione oraria che pilota in fascia serale tutti gli eventi speciali della rassegna e che anticipa le proiezioni pomeridiane già alla pausa pranzo per facilitare il pubblico dei lavoratori.
 La formula dei “Filmtage” rimane invece quella colladauta che lascia a 6 lungometraggi e a 6 documentari, in due distinti concorsi a premi accomunati solo nel voto popolare degli spettatori, il rispettivo compito di indagare la cinematografia dei Paesi che insistono sull’Arco alpino e di gettare lo sguardo fuori da questo territorio omogeneo, verso il mondo. Gli ormai esili fili che ci legano all’estero, oggi di natura perlopiù commerciale visto il malinteso senso di superiorità che pare averci contaminato quanto ad altri aspetti della civiltà, sono simbolicamente rappresentati dai capelli offerti al tempio da una giovane indiana, chiome che viaggiano tra Bombay e l’Europa per servire il mercato delle hair extension e per far ritorno come tali in India ad ornare il capo di una rampante donna in carriera. Accade in “Hair India”, della coppia di registi caprese-romana formata da Raffaele Brunetti e Marco Leopardi, molto attesa tra i documentari con questo lavoro dello scorso anno. La sezione, stavolta più che mai “in movimento”, si completa con altri tre reportage di viaggio e due ritratti. Tra i primi, le ambientazioni sono quelle della linea ferroviaria da Bucarest a Vienna (“Dacia Express” di Michael Schindegger), del Canada meta di immigrazione italiana nei’50 e nei ‘60 (“La strada del successo” di Angelo Signorelli) e del cammino verso Compostela (“Zu Fuß nach Santiago de Compostela” dello svizzero Bruno Moll), mentre tra i secondi si esploreranno la vita adeguata al rango che conducono oggi i nobili bavaresi (“Standesgemäß” di Julia von Heinz) e quella che ha sin qui vissuto il regista tedesco Marco Doringer (“Mein halbes Leben”), sunteggiata in un’opera autobiografica estensibile a tutta una generazione di trentenni depressi da scarso successo lavorativo.
 Tra i lungometraggi in concorso, soggetti tragici e comici si alternano e si sovrappongono, con due pellicole in lingua italiana, una del già vincitore di due Bolzano Cinema Davide Ferrario (“Tutta colpa di Giuda”), l’altra, caso cinematografico alla passata Mostra di Venezia, “Un altro pianeta” di Stefano Tummolini, opera prima dello sceneggiatore de “Il bagno turco”. Per la prima volta tra i film in concorso c’è la firma di un regista bolzanino, Marco Antoniazzi con “Kleine Fische”, una produzione austriaca sulla vicenda di una piccola pescheria che si rivelerà un’eredità ingombrante per due fratelli molto diversi tra loro. A chiudere il valzer dei debutti, c’è anche “März” dell’austriaco Klaus Händl, già vincitore del Pardo per la miglior opera prima a Locarno, mentre completano il lotto “Der Freund” della svizzera Lewinsky e “Waiting for Angelina” del tedesco Blumenberg, che narra la storia di un paparazzo berlinese in perenne attesa di riuscire a immortalare dai tetti della sua città la coppia Jolie-Pitt.
 Fuori concorso, l’Alto Adige sarà anche rappresentato da tre documentari, uno di Astrid Kofler e Helmut Lechthaler dedicato ai Portici di Bolzano, l’altro di Karl Prossliner incentrato sulla vita quotidiana in Alta Val Venosta, l’ultimo del meranese d’adozione Georg Schedereit su “Indro Montanelli, un grande italiano, bastian contrario, toscanissimo cittadino del mondo”. Per le altre higlights del festival si attende la presentazione ufficiale, prima fra tutte l’inusitata partnership con il Museo di Scienze Naturali.

Alto Adige 26-03-09
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categoria:cultura

giovedì, 19 marzo 2009



Una torcia magica per illuminare il Barocco napoletano





“Flagellazione di Cristo” Caravaggio


Intervista a Marcello Conigliaro che ha creato lo strumento interattivo che da domani useranno i visitatori

 Quando Caravaggio arrivò a Napoli nell’ottobre del 1606, non immaginava certo di provocare uno sconvolgimento nel panorama artistico della città. La fama delle opere romane però, lo aveva preceduto: committenti e giovani artisti lo investirono del ruolo di rinnovatore e maestro. Le “Sette Opere di Misericordia” e la “Flagellazione di Cristo” realizzate tra il 1606-1607, divennero i manifesti cittadini della nuova pittura che, abbandonati i tradizionali riferimenti rinascimentali, si votava alla rappresentazione fedele del dato naturale.
 La Napoli del Barocco, degli “stregati di Caravaggio”, rivive negli spazi del Centro Trevi da domani fino al 27 maggio, grazie alla mostra “Respiro Barocco. Un viaggio nella Napoli del Seicento”, realizzata dall’Ufficio Cultura della Ripartizione Italiana della Provincia Autonoma di Bolzano in collaborazione con la Soprintendenza Storico Artistica ed Etnoantropologica e per il Polo Museale della città di Napoli, Museo di Capodimonte. Un percorso che si compone di dodici capolavori, presentato ieri mattina dall’assessore provinciale alla Cultura italiana Christian Tommasini e dal direttore della Ripartizione Cultura Antonio Lampis, alla presenza di Brigitte Daprà, delegata da Nicola Spinosa, Soprintendente ai musei napoletani e curatore della mostra. Le opere che hanno segnato la cultura figurativa barocca, sono esposte in un’ambientazione suggestiva, che coniuga arte e cinema, cultura umanistica e conoscenza scientifica, realizzata grazie alle innovative tecnologie sviluppate dall’Ing. Marcello Conigliaro e alle ambientazioni cinematografiche di Katia Bernardi. In mostra troveremo “Giuditta e Oloferne”, capolavoro di Artemisia Gentileschi, l“Andata al Calvario” di Battistello Caracciolo, uno dei primi a recepire il messaggio caravaggesco e la “Santa Maria Egiziaca” di Jusepe de Ribera; il “Ritorno del figliol prodigo” del “misterioso” Maestro Annuncio ai Pastori e la “Vergine con S. Anna e S. Gioacchino” di Francesco Solimena; la “Madonna con Bambino” del classicista Massimo Stanzione e il “Cristo crocifisso” del fiammingo Antonie van Dyck. La “Battaglia tra Ebrei ed Amaleciti” di Aniello Falcone inaugura la fortunata iconografia della battaglia senza eroi, genere in cui eccelse anche il suo allievo Salvator Rosa, di cui è esposta una “Marina”. La peste del 1656 segna in maniera indelebile la città e impone una svolta anche nell’arte. Ne sono testimonianza il “San Nicola di Bari salva il fanciullo coppiere” di Luca Giordano, il “San Giovanni Battista” di Mattia Preti e la “Natura morta di melograne, uva, fichi, mele e fiori” di Luca Forte, opere pienamente barocche, realizzate dai protagonisti indiscussi di questa seconda stagione artistica. “Respiro Barocco. Un viaggio nella Napoli del Seicento” è un progetto che si colloca nell’ambito di un triennio dedicato alla ricognizione della storia dell’arte italiana, che già quest’anno si completerà di un seconda “incursione” nella cultura del XVII secolo: protagonista questa volta sarà il Barocco Romano, per una mostra che si svolgerà al Centro Trevi dal 27 settembre in collaborazione con Palazzo Barberini.
(ba.ga.)



BARBARA GAMBINO


Immaginate di trovarvi al cospetto di un capolavoro dell’arte barocca napoletana come “La Madonna con Bambino” di Massimo Stanzione e di essere trasportati, con un semplice gesto, in un fastoso palazzo seicentesco, magari quello che lo custodiva; di poterne scoprire il sontuoso arredamento, i marmi, i tendaggi e i drappi di velluto. Oppure pensate ai colori densi di una natura morta del Seicento, quelli che si trovano per esempio nella “Natura morta di melagrane, uva, fichi, mele e fiori“ dipinta da Luca Forte e di poter rivivere il vociare vivace, la ressa e le atmosfere caotiche di un mercato napoletano di quattro secoli fa... Più semplicemente: provate, da domani, a varcare la soglia del Centro Trevi e vi troverete catapultati in un vicolo buio e un po’ sinistro della Napoli dell’epoca di Caravaggio.
 Tutto questo è possibile grazie alla “Torcia”, un nuovo strumento tecnologico ideato dall’ingegner Marcello Conigliaro, docente di “Applicazioni tecnologiche al Turismo e ai Beni Culturali” all’Università di Palermo. Conigliaro è responsabile del progetto sui sistemi di amplificazione del processo di estrazione del valore, del tracking del visitatore e del catalogo dinamico ideato per la mostra “Respiro Barocco. Viaggio nella Napoli del Seicento” che si svolgerà da domani 20 marzo al 27 maggio al Centro Trevi di Bolzano. Luce, meraviglia e immaginazione sono per Conigliaro i tre elementi che caratterizzano l’arte barocca. E sono proprio questi tratti salienti che lo hanno condotto a sviluppare, assieme al Consorzio Internazionale per le Tecnologie e le Scienze Applicate, la “Torcia”, una tecnologia innovativa, mai utilizzata sino ad ora, che permetterà al visitatore di vivere un’esperienza multisensoriale.
 Professor Conigliaro, Lei parla di una “torcia” per illuminare le opere in mostra e per far luce su nuove prospettive del contesto storico-culturale che le ha prodotte: ci spiega di preciso che cos’è la Torcia da Lei ideata? Com’è fatta e come si usa?
 
“Quella che si trova al Centro Trevi non ha proprio l’aspetto di una torcia seicentesca, ma è un cilindro metallico a disposizione in ogni sala della mostra, con il quale l’utente potrà puntare, o forse è meglio dire “indicare” con un gesto assolutamente naturale, le pareti “neutre” che circondano le opere esposte, per far luce su angoli e aspetti nuovi del percorso espositivo. Quasi un prolungamento del nostro dito indice. Il bagliore della “torcia” sulla parete disegnerà un disco luminoso che svelerà le ambientazioni scenografiche virtuali delle opere, che sono state ricreate appositamente per la mostra. Attorno ai capolavori esposti abbiamo ricostruito delle scenografie immateriali e dinamiche, che riproducono alcune situazioni tipiche dell’epoca. L’uso della “torcia” aprirà delle prospettive inedite proprio sul contesto ambientale, ma anche storico e culturale, in cui l’opera è nata. Delle vere e proprie incursioni nella vita della Napoli del Seicento.
 Che tipo di ambientazioni avete ricreato? E con che criterio?
 
“Le strumentazioni tecnologiche che abbiamo sviluppato, assieme alle immagini girate da Katia Bernardi a Napoli, evocheranno tre ricostruzioni sceniche differenti della Napoli del XVII secolo: l’interno di un palazzo, quello di una chiesa e un mercato, che vogliono in qualche modo rispecchiare la società dell’epoca e il rapporto dialettico tra nobiltà, chiesa e popolo. Sullo sfondo di questi tre differenti panorami, che solo l’uso della “torcia” può svelare, sono collocati i dipinti in mostra.”
 Lei parla di un modello interattivo tra il visitatore e la mostra e di una sorta di rivoluzione antropocentrica della tecnologia. Ci spiega perché l’invenzione della sua “torcia” è così innovativa?
 
“Perché niente è imposto dalla macchina. E’ il fruitore che decide come e dove usarla ed è sempre lui che detta i tempi e i modi del suo utilizzo. Esclusivamente sua è la scelta di interagire con il percorso espositivo attraverso la “torcia”, di far luce su ciò che circonda i dipinti esposti. La “torcia” inoltre, come altre tecnologie sviluppate in Sicilia dal nostro Consorzio, è uno strumento di utilizzo pressoché intuitivo: non ha pulsanti e non presuppone alcuna conoscenza informatica per poterla utilizzare; si comanda quasi in modo istintivo, con un semplice gesto. E’ uno strumento studiato per amplificare i sensi del visitatore e per stimolare la sua immaginazione. Evoca semplicità anche nel nome, che richiama lo spirito della mostra: torcia è luce, la luce è uno degli elementi fondamentali del Barocco; luce in termini seicenteschi è metafora di sapere, sapere significa conoscere di più. Un sillogismo molto semplice. Altre tecnologie di ausilio alla fruizione dei valori, come audio guide o touchscreen per esempio, fanno riferimento a un linguaggio tecnologico standard e ci costringono a cambiare registro mentale per poterle adoperare; proprio per questo il loro utilizzo ci distoglie spesso e volentieri dal godimento dell’opera”.
 Ma la “Torcia” è solo una della tecnologie di cui si avvarrà la mostra “Respiro Barocco”.
 
“Infatti, abbiamo anche sviluppato quello che in termini tecnici si chiama “tracking del visitatore”, ovvero la possibilità, attraverso una rete di sensori RFID, di conoscere e mappare in tempo reale i movimenti del visitatore all’interno della mostra, di calcolarne la durata e la traiettoria del percorso, persino il tempo che ha sostato in ciascuna sala. Questo tipo di rilevazione può essere molto utile agli organizzatori per sviluppare un modello di ricerca sul comportamento degli utenti, che si possono classificare secondo svariati criteri, come età, sesso e grado di istruzione. Nel nostro caso inoltre, la mappatura di ogni singolo accesso al Centro Trevi, contraddistinto da un codice unico per ogni utente, consentirà a ciascun visitatore di consultare online una versione personalizzata del catalogo immateriale e dinamico della mostra, plasmata in base ai tempi e alle modalità con cui si è mosso lungo il percorso espositivo. “
 Un catalogo con contenuti e approfondimenti personalizzati, per una mostra tutta all’insegna della scoperta.

Alto Adige 10-03-09

link utili per comprendere meglio la parte tecnologica e cinematografica della mostra Respiro Barocco che verrà inaugurata giovedì 19 marzo alle ore 18.00.


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categoria:cultura
mercoledì, 18 marzo 2009

Teatroappuntamenti: San Giacomo & Pineta

TEATRO. Nuovo fine settimana con più proposte teatrali: sabato 21 marzo a San Giacomo alle 20.30 c’è l’appuntamento con la rassegna della Strapaes. In scena la Filodrammatica di Toblino con «L’è sempre colpa del nono». A Pineta al via la 13esima rassegna promossa dal Piccolo Teatro Pineta e alle 20.45 di sabato 21, sul palco del teatro Delle Muse, saliranno gli attori della compagnia Nino Berti di Rovereto che proporranno «Cellulari della malora». Sia a San Giacomo che a Pineta, i biglietti si possono acquistare al botteghino delle sale teatrali fino a pochi minuti prima dell’inizio spettacolo.



L'E' SEMPRE COLPA DEL NONO (EN GIALO, SENZA 'L MORT)


E' la storia, quasi tranquilla, di una famiglia dei giorni nostri. Lei, ormai "schizzata", alle prese con il suocero paralizzato da accudire, un marito stanco di dover sopportare lei e le sue continue lamentele e un figlio un po' contestatore e idealista ma inconcludente. Chi cerca di mediare ed evitare che il tutto degeneri è la figlia. E' lei che si prende cura del nonno, che tiene a freno la madre e che cerca di tirare fuori dai guai il padre coinvolto, suo malgrado, in una faccenda di droga che, come un fulmine a ciel sereno, porterà un cero scompiglio in tutta la famiglia e colorirà di....giallo l'intera vicenda. Sullo sfondo domina incontrastato il nonno, paralizzato e, dunque, immobile e muto, che se anche non parla fa comunque sentire al pubblico il suo pensiero attraverso le battute pungenti, ironiche e sarcastiche ma anche fatte di buon senso e di antica saggeza.
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categoria:cultura, centro poliv s giacomo
venerdì, 13 marzo 2009

Il fine settimana pieno di spettacoli

 LAIVES. Tre sere a teatro sia in città che a San Giacomo: questa l’offerta culturale per il fine settimana. All’Aula magna di Laives termina la rassegna nazionale e in scena sarà da stasera la Filo con un lavoro impegnativo: «Il diario di Anna Frank», recita in italiano che verrà poi replicata domani e anche domenica, sempre con inizio alle 20.45. I biglietti si trovano al botteghino del teatro prima dell’inizio.

 A San Giacomo invece l’appuntamento è domani alle 20.30 con la rassegna della compagnia «Strapaes», che ospiterà la Filo di Ora con «Il mistero dell’assassino misterioso», giallo comico di Lillo e Greg. Come si vede c’è solo l’imbarazzo della scelta. (b.c.)



FILO DI ORA

immagine della compagnia
indirizzo: VIA STAZIONE, 7/B
città: 39040 - ORA BZ
telefono: 0471802131
cellulare: 3358323712
fax: 0471802131
email: bibliodante.a.@virgilio.it
sito web: http://filodiora.netfirms.com/
referente: MARIAPIA FAUSTINI
indirizzo: VIA STAZIONE, 10
città: 39040 - ORA BZ
telefono: 3335256465
cellulare: 3335256465

IL MISTERO DELL'ASSASSINIO MISTERIOSO

immagine dello spettacolo IL MISTERO DELL'ASSASSINIO MISTERIOSO
Genere: Commedia
di Lillo & Greg
E' in scena un giallo comico dai toni brillanti, di chiara matrice anglosassone. Il detective Mallory ha riunito nel salone principale del castello i sospetti assassini della Contessa Worthington. E’ contesa un’eredità. Fin dalle prime battute il pubblico assiste ad un colpo di scena che lascia col fiato sospeso. Lo spettatore viene sopraffatto dal sovrapporsi di avvenimenti imprevisti che si susseguono e che nascono dall’imprevedibilità di un personaggio che s’impone nella vicenda, rendendo difficile da parte degli altri attori una seria professionalità per portare a termine una trama che ormai si sfilaccia nelle alternanze dei ruoli. Un compito arduo quello del detective Mallory che tenterà di dipanare una matassa, i cui innumerevoli fili determinano una confusione finale…
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categoria:cultura, centro poliv s giacomo
venerdì, 13 marzo 2009


Porte aperte all’Università di Bolzano


 BOLZANO. Tutti in ateneo oggi, con la Libera Università di Bolzano che organizza l’Open Day, la giornata delle porte aperte. Dalle ore 8.30 alle 15 i maturandi e tutti gli interessati sono invitati a visitare la sede universitaria di via Sernesi 1 ed a raccogliere informazioni su prescrizioni, borse di studio e posti negli studentati.
 Inoltre questa iniziativa aiuterà gli studenti a capire quali corsi offre la libera Università di Bolzano nelle sue cinque facoltà, cosa è possibile studiare a Bolzano, Bressanone e Brunico, e quale corso corrisponde alle proprie aspirazioni professionali. Tutto questo per mostrare ai maturandi la via che conduce allo studio universitario. Chi sta pensando di studiare economia, informatica, design, scienze della formazione oppure scienze e tecnologie ha la possibilità di informarsi sulle diverse possibilità offerte dalla Libera Università di Bolzano recandosi direttamente presso alla sede dell’Ateneo, nel pieno centro di Bolzano. Durante la mattinata ci saranno le presentazioni dei diversi corsi di laurea ma anche la possibilità di discutere direttamente con professori e studenti universitari. Verranno date informazioni anche sui documenti necessari per la preiscrizione e sulle modalità di ammissione. I visitatori verranno accolti nella Biblioteca universitaria, dove il personale spiegherà loro come accedere ai cataloghi e fare ricerche mirate.
 Presso lo stand del Centro linguistico sarà possibile ricevere informazioni sui testi linguistici, mentre i grandi stand delle associazioni studentesche Kikero, Scub e Aiesec offriranno una panoramica delle attività organizzate degli studenti, dai corsi di retorica a quelli di roccia.
 All’Open Day parteciperanno come espositrici anche alcune organizzazioni partner, come l’Eurac, lo Studio teologico-accademico di Bressanone, le associazioni sh/asus e Mua, nonché la ripartizione 40 dell’amministrazione provinciale che si occupa di diritto allo studio, università e ricerca scientifica. Durante questa giornata sarà appunto possibile assistere alla presentazione di svariati corsi per tutte e cinque le facoltà.
 Qui ne riportiamo uno per ogni indirizzo universitario.
 Eccoli.
Facoltà di Economia: presentazione trilingue del corso di laurea specialistica in Management e Mercati internazionali del professor Alessandro Narduzzo, alle ore 10 in aula C 3.6.
 Facoltà di Scienze della Formazione: presentazione del corso di laurea in servizio sociale alle ore 9.15 in aula C.3.6.
 Facoltà di Informatica: “Wie funktioniert das Internet?”, alle ore 10 in aula D 103.
 Facoltà di Scienze e tecnologie: “Agricoltura, ecologia e alimentazione”, alle ore 11 in aula E 321.
 Facoltà di Design e Arti: presentazione del corso di laurea in Design.  (a.b.)

Alto Adige 13.03-09
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mercoledì, 04 marzo 2009


Cristallo, un teatro per tutta la città


Alto Adige, 04 MARZO 2009

 BOLZANO. Pubblico in crescita, alto gradimento delle proposte culturali e aumento della percentuale di chi ritorna a teatro, nonostante il periodo di crisi: questo l’ottimo bilancio emerso dall’analisi dei dati sull’andamento del teatro Cristallo di Bolzano presentati nei giorni scorsi all’assessore provinciale alla Cultura italiana Christian Tommasini. Una serie di cifre che, tradotte in parole e in concetti, rendono ancora meglio il ruolo prezioso di una struttura che nel giro di cinque anni è diventata molto di più di un punto di riferimento culturale per il quartiere a cui è stato restituito dopo anni di abbandono.
 Gaia Carroli, direttrice della struttura, conferma il cambiamento: «È vero, il Cristallo è nato con l’obiettivo immediato di essere teatro al servizio del quartiere, ma è cresciuto così in fretta da farci cambiare l’obiettivo stesso: oggi non è più teatro di quartiere ma dell’intera città. Con due eccezioni: il centro che ha già a disposizione molte strutture, e Aslago su cui stiamo lavorando per far capire che anche quel rione può attingere alle nostre proposte».
 Nuove idee sotto il profilo dei contenuti? «Formula vincente non si cambia - dice Carroli -, quindi avanti con il teatroragazzi di teatroBlu, con la varietà di proposte della Comune, con il teatro amatoriale. La vera novità dovrebbe essere una rassegna di cantautori italiani affidata all’associazione L’Obiettivo. Ci stiamo lavorando».
 Per quanto riguarda il bilancio 2008, dall’analisi sul pubblico emerge un aumento di presenze, salite dalle 31.131 unità del 2007 alle 33.594 del 2008. «Siamo molto soddisfatti di questi risultati - ha affermato l’assessore Tommasini -, il teatro Cristallo è in piena sintonia con la strategia culturale dell’Assessorato alla cultura italiana».
 Significativo il dato sull’incremento dei fedelissimi del teatro: le Cristallo Card sono aumentate di 1.800 unità (+35,46%) rispetto alla stagione precedente. I tesserati del Cristallo sono 9.388: 5.371 donne e 4.017 uomini.
 Da non sottovalutare è anche la provenienza del pubblico: se nei primi due anni di vita della struttura la percentuale di pubblico proveniente da fuori città si attestava sul 5%, al termine del 2008 si passava al 16%. Ma lo zoccolo duro degli spettatori del teatro di via Dalmazia è costituito dai bolzanini: il 38% del pubblico proviene da Europa-Novacella, il 21 dal quartiere Gries San Quirino. Da sottolineare l’aumento di Don Bosco, dal 20% del 2007 al 31% del 2008. (f.za.)
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venerdì, 13 febbraio 2009


Consulta: finalmente la cultura gestita in modo trasparente


Alto Adige, 13 FEBBRAIO 2009


 LAIVES. Finalmente è stata nominata la consulta culturale: «È un mio sogno che si avvera dopo una decina d’anni», dice l’assessore comunale Loris Frazza. Che aggiunge: «La gestione della cultura potrà così essere trasparente e sarà quindi garanzia anche di qualità».
 La composizione della consulta rispetta la proporzionale: per il gruppo tedesco sono entrati Roland Rauch della Banda musicale e Josef Stocker della Heimatbuehne; per le associazioni del gruppo italiano invece fanno parte della consulta Riccardo Di Valerio del Centro culturale San Giacomo Aguzzo 82, Maria Rosa Travaglini del Piccolo teatro Pineta, Bruno Debortoli, della Filodrammatica e Dino Gagliardini del coro Monti Pallidi. L’assessore Frazza è più che mai soddisfatto.
 Un passo in avanti?
 
«Fondamentale e scaturito, fra l’altro, da un’unità di vendute fra i 18 rappresentanti delle associazioni presenti alla riunione dell’altra sera. Anche le nomine dei componenti la commissione sono avvenute senza il benchè minimo contrasto. Siamo partiti proprio con il piede giusto».
 Prospettive?
 
«A fine mese la prossima riunione, in anticipo rispetto alla elargizione dei contributi annuali concessi alle associazioni. Avremo modo di verificare i rispettivi programmi e di guardare in avanti in maniera coordinata»
 Ma non è che la consulta finirà per occuparsi soltanto di contributi?
 
«Assolutamente no. Ci mancherebbe altro. Compito prioritario è dare un concreto aiuto, che dovrebbe essere anche una volta rispetto a quanto è accaduto finora, alla gestione della cultura e quindi delle varie iniziative promosse sul territorio comunale, fatta salva ovviamente l’autonomia propositiva ed organizzativa di ogni singola associazione esistente».
 Quando si parla di gestione non si può fare riferimento alla scelta che dovrà essere fatta a proposito della nuova sala teatrale di San Giacomo...
 
«Ho le mie idee che ho già manifestato pubblicamente anche di recente. Le confronterò ovviamente in seno alla consulta proprio per trovare la soluzione migliore da proporre per la scelta».
 In prospettiva?
 
«Inizieremo, in seno alla consulta, un intenso lavoro di verifica in vista della prossima programmazione, ad iniziare ovviamente dalle proposte per i mesi estivi».
 Cambiamenti in vista?
 
«Le idee non mancano. Collaborando sarà più facile metterle a confronto e trovare la soluzione migliore».
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mercoledì, 04 febbraio 2009


Museion, la nuova ricetta è global-local


PRESENTATA LA PROGRAMMAZIONE 2009
MAURO FATTOR
 Alto Adige, 04 FEBBRAIO 2009


Archiviata la fallimentare gestione Diserens, il Museion di Bolzano si lancia con entusiasmo nel suo secondo anno di vita. E lo fa con un programma che necessariamente deve fare i conti con il buco di gestione da 900 mila euro lasciato in eredità dalla direttrice svizzera. Questo significa che, a conti fatti, neppure un euro dei due milioni e mezzo che il Museo di arte contemporanea di Bolzano riceve annualmente dalla Provincia, potranno essere investiti nella programmazione artistica. Tra costi vivi della struttura, personale, e buco da risanare, questa è infatti la non facile situazione.
 Dunque? Dunque si va avanti lo stesso, grazie a 220.000 euro messi a disposizione dalla Fondazione Carispa e grazie agli sponsor privati come Dalle Nogare. E non è affatto detto che sia un male perchè, giocoforza, Museion in questo 2009 avrà un occhio di riguardo particolare per i fermenti artistici che vivacizzano la scena contemporanea altoatesina, senza per questo rinunciare alle proprie ambizioni. «Il Museion manterrà il suo orientamento internazionale, ma si aprirà di più al territorio» ha spiegato ieri Letizia Ragaglia, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’attività 2009. A proposito della Ragaglia, sarà lei la direttrice ad interim della struttura per tutto il 2009. Per sapere chi sarà il successore di Corinne Diserens, bisognerà attendere quindi perlomeno fino al 2010. Il responsabile della comunicazione e delle iniziative destinate al pubblico, Michael Giacomozzi, ha fornito anche i dati sulle affluenze 2008. Da fine maggio, giorno dell’apertura del Museion, fino al 31 dicembre, i visitatori sono stati 41.390. Di questi ad usufruire di visite guidate, conferenze ed iniziative speciali mirate alla fruizione delle mostre, sono stati 5.800. «Siamo soddisfatti - ha detto Giacomozzi - perchè tra questi 5.800 c’è un 60% di adulti e di un 40% di studenti, portati qui dalle rispettive scuole. Questo significa che anche il normale pubblico pagante apprezza e usufruisce delle attività di supporto ed esplicative che abbiamo messo in piedi e che quest’anno saranno ulteriormente rafforzate». Quarantamila ingressi è un dato che corrisponde grosso modo alle attese per una struttura di medie dimensioni, quale è il Museion, con alle spalle un bacino di utenza non particolarmente grande. A Bregenz, in Austria, dove la situazione logistica e geografica è abbastanza simile, i risultati sono infatti nello stesso ordine di grandezza. Difficile pensare di far molto meglio negli anni a venire e si tratta comunque di un numero di vistitatori doppio rispetto all’affluenza registrata nella vecchia sede di via Ospedale. Arrivare a sessantamila visitatori sarebbe un risultato da champagne. Comunque si vedrà. Vediamo intanto quali sono i principali appuntamenti in programma per questo 2009.
 La verà novità 2009 è questa dimensione «glocale» del Museion, tutta giocata tra internazionale e regionale. Vediamo come. Negli spazi della Casa Atelier, troveranno spazio istituzioni e associazioni dell’Alto Adige. Ogni mese, nell’ambito del progetto Atelier Forum, un’istituzione culturale avrà la possibilità di presentare le proprie attività e i «propri» artisti. Il programma di eventi inizierà il 5 febbraio: fino al 26 febbraio il Südtiroler Künstlerbund esporrà il lavoro di Hubert Kostner, dal titolo «Greenhouse».
 Lo stesso giorno, alle ore 22, il piano interrato di Musieon ospiterà un dj set in collaborazione con Fourseasonparties. Nelle settimane successive il pubblico avrà modo di conoscere altre istituzioni altoatesine: la «Galleria Le carceri di Appiano», (dal 5 al 26 marzo), la Kunsthaus Unterland (dal 2 al 23 aprile), l’«Associazione degli artisti della Provincia di Bolzano» (dal 7 maggio al 4 giugno), il «Circolo Val Gardena» (dal 18 giugno al 9 luglio), il Meraner Gruppe (dal 6 al 27 agosto) e il «Comune di San Genesio & Gruppo Local to local» (dal 10 dicembre al 7 gennaio 2010).
Dal 13 marzo al 14 febbraio 2010 Museion presenterà i nuovi acquisti della propria collezione, concentrando il focus sul linguaggio fotografico. L’esposizione comprenderà opere di Santu Mofokeng, William Kentridge e Zanele Muholi (Sudafrica), Walid Raad/THE ATLAS GROUP (Libano), Alina Szapocznikow e Miroslaw Balka (Polonia), Luis Jacobs (Peru), Matti Braun (Germania), Olivier Menanteau (Francia), Eleonor Antin (USA), Elke Krystufek (Austria) Werner Gasser (Alto Adige-Merano), Karl Unterfrauner (Alto Adige-Merano) e Hans Knapp (Alto Adige-Bressanone). Si tratta di artisti che esprimono attraverso la fotografia un forte impegno politico e sociale. Di sicuro molto stimolanti. Gli artisti Elisabeth Hölzl (Merano), Julia Bornefeld (Kiel, vive a Brunico), Peter Senoner (Bressanone) insieme a Columbos Next (Innsbruck) e Francesco Jodice (Napoli, docente di fotografia alla Libera Università di Bolzano) entreranno invece in dialogo con le diverse opere in mostra incontrando il pubblico nell’ambito di un ciclo di serate informative. In occasione del vernissage Michael Fliri realizzerà una performance ispirata alla mostra, mentre Valentina Sartori si è lasciata ispirare dalle opere per produrre un workshop per i bambini.
Il 23 maggio Museion inaugura tre differenti progetti espositivi: la mostra «Notizen aus Gärten» (Appunti dal giardino) di Carmen Müller (fino al 1 settembre), l’opera di Simon Starling inverted funicular bridge (fino al 1 novembre) e la personale del georgiano Andro Wekua (fino al 16 agosto), in cui l’artista si cimenta con la ricostruzione della storia della città dove è nato, nella quale non è più tornato dopo la sua fuga dalla Georgia. Il progetto espositivo di Carmen Müller, accompagnato da una pubblicazione della casa editrice bolzanina Folio, è invece il risultato di 30 anni di personale esperienza nell’ambito del giardinaggio. L’artista racconta, attraverso oggetti e fotografie, un mondo affascinante, rappresentato da una pluralità di architetture costituite da materiali poveri e costruzioni geometriche. Il lavoro di Simon Starling inverted funicular bridge («ponte sospeso capovolto») è un prestito a lungo termine nella collezione di Musieon. L’artista, premiato con il rinomato Turner Prize, si pone spesso in relazione con gli spazi architettonici - in questo caso con il Foyer di Musieon - dove l’opera sarà allestita e resa accessibile al pubblico.
Il 2 ottobre apriranno a Museion due mostre: nella Casa Atelier saranno esposte le opere della Collezione Finstral (fino al 29 novembre), mentre le sale di Museion accoglieranno i nuovi lavori dell’artista Monica Bonvicini, tra le quali Stonewall III, acquisita dalla collezione Museion (fino al 10 gennaio 2010). Stonewall III (2002) assomiglia a un corridoio strutturato a griglia, composto di pezzi di vetro e sbarre di ferro. È un’opera che si pone in relazione con un lavoro a parete che fa parte della collezione di Museion: un graffito con la scritta «Architecture is the ultimate erotic act, carry it to express», attribuita al teorico dell’architettura Bernard Tschumi, che originariamente faceva parte di un edificio costruito nel 1976.
Il 20 novembre inaugurerà al piano terra di Museion la mostra fotografica di Brigitte Niedermair «Madame Hirsch». Niedermair ha seguito la signora a St. Moritz, Cala di Volpe fino al ballo dell’opera di Vienna. L’artista l’ha ritratta nella sua casa durante le feste di Pasqua e di Natale in un’ambientazione che ricorda le imponenti scenografie di un teatro. Con occhio attento Brigitte Niedermair coglie il punto di contatto fra voluta artificiosità e assoluta naturalezza, creando così un diario di immagini al contempo spettacolari e semplici.
 Nel 2009 proseguiranno inoltre due importanti progetti “esterni”. Al Piccolo Museo Cubo Garutti saranno visibili il lavori di Kim Sooja (dal 21 gennaio al 22 marzo) e di Zoe Leonard (dall’1 aprile al 7 giugno), mentre nell’ambito del progetto Museion at the EURAC Tower verrà presentato il 6 maggio il progetto Comune di Valdaora, nato dalla collaborazione fra l’artista Brigitte Niedermair e l’Istituto minoranze e autonomie regionali dell’Eurac. Nell’autunno è previsto un secondo progetto che vedrà lavorare insieme l’artista Francesco Jodice e Marc Zebisch dell’Istituto per il telerilevamento applicato dell’Eurac.
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domenica, 01 febbraio 2009





Quarant’anni di corti tra film e mostra




Dal 3 al 7 febbraio al Centro Trevi anche un seminario tecnico
Alto Adige, 01 FEBBRAIO 2009

 BOLZANO. In occasione dei 40 anni di attività, il Cineclub Bolzano organizza, dal 3 al 7 febbraio, la “Settimana dell’evoluzione del corto”. Si tratta di una serie di mostre, workshop e proiezioni pubbliche gratuite, per offrire alla città l’occasione di conoscere l’evoluzione tecnica del video e scoprire ciò che il Cineclub Bolzano offre agli appassionati: corsi di video, semiari, proiezioni pubbliche estive ed il festival internazionale di cortometraggi Bolzano ShortFilmFestival.
 Il 3 febbraio è prevista al Centro Trevi l’inaugurazione con registi di cortometraggi: Carlo Grenzi, Aldo Doliana, Gianfranco Magi. Alle 20.30 verrà inaugurata la mostra di attrezzature storiche di ripresa, montaggio, post-produzione e proiezione per i formati”pellicola Super 8 e 16mm, VHS, SuperSHS e digitale” utilizzati dai videomakers dagli anni Sessanta ad oggi. Inoltre tre soci descriveranno le caratteristiche tecniche dei tre sistemi di ripresa e montaggio utilizzati dai videomaker dagli anni Sessanta ad oggi: il sistema in pellicola super 8, quello video analogico e l’attuale digitale.
 Dal 4 al 7 febbraio (dalle ore 17 alle 20) al Centro Trevi una mostra di attrezzature video storiche. Nelle sale del Centro Trevi ci sarà anche la possibilità di visionare alcuni film realizzati dai soci del Cineclub Bolzano. Il 6 febbraio dalle ore 20.30 sempre al Trevi un seminario: serata tecnica per scoprire tutte le novità di Abobe Creative Suite 4 Production Premium, soluzione di postproduzione intelligente per la pianificazione, la creazione e la distribuzione universale. Diventa indispensabile per tutti i videomaker creativi che desiderano realizzare progetti video e audio e contenuti interattivi di qualità superiore destinati alla trasmissione in diretta, on line o su dispositivi. Il seminario sarà tenuto da Paolo Baccolo, un tutor della ditta Adobe.
 Infine, il 7 febbraio dalle 20.30 all’Auditorium Roen proiezione di cortometraggi realizzati dai soci del Cineclub Bolzano. Il programma: 1950 - prima del Cineclub: Arriva il giro, 1952, autore Lino Gramegna. 1969/1979: Gran Premio Merano, autore Terenzio della Fornace; La montagna delle solitudini, 1970, autore Carlo Grenzi; Idillio, 1978, autore Nino Mucci; 1980/1989: Febbre da Mundial, 1982, autori Aldo Doliana e Roberto Belfiore; Pianeta Terra allarme rosso, 1989, autore Gianfranco Magi; 1990/1999: L’India dei Totem e degli Dei, 1998, autore Mario Nardin; Caccia Grossa, 1998, autore Mauro Truzzi e Marco Andreoli; 2000/2009: Una vita sulle spalle, 2002, autore Mauro Martinelli; Casalinghe non disperate, 2005, autori Corso di video; Colorgoglio, 2006, di Bernard Colin.

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categoria:cultura
sabato, 17 gennaio 2009


Più vicina la «casa della cultura» italiana

Ospiterebbe le sedi delle associazioni e dell’Istituto musicale.
 E intanto si pensa alla sala polifunzionale interrata
Alto Adige, 17 GENNAIO 2009
BRUNO CANALI


 LAIVES. La «casa della cultura» italiana è sempre stata un’utopia per la comunità locale. Mentre il gruppo tedesco si dotava via via delle strutture necessarie per l’attività culturale (oltre a Kulturhaus e Pfarrheim è arrivata anche la scuola di musica e si lavora in zona scolastica per una sala destinata alla banda musicale) per quello italiano rimaneva un miraggio. Che ora però è più vicino.
 Una struttura del genere potrebbe nascere dalle «ceneri» della vecchia palazzina di via Pietralba, dove tanti anni orsono c’era la scuola e poi è diventata sede distaccata di alcuni uffici comunali, per passare da ultimo ad alcune associazioni. Con il bilancio di previsione ci sarebbe l’intenzione, da parte del Comune, di dare il via almeno a un progetto di trasformazione della palazzina, «un progetto - spiega il sindaco Polonioli - che fa parte di un preciso accordo politico tra le forze di maggioranza risalente ancora al 2004. Si tratterà di prevedere la trasformazione della palazzina per ricavare sedi di associazioni ed anche quella per l’Istituto musicale, che da tempo sta cercando una sistemazione consona alle molte iscrizioni di allievi anche qui a Laives».
 Intanto un primo, timido approccio in questo senso è stato fatto con l’adattamento di quelli che un tempo erano gli uffici della polizia municipale a saletta espositiva, uno spazio minimo per la verità, ma che già ha ospitato diverse interessanti mostre che hanno richiamato un pubblico numeroso. Ma il progetto dovrebbe essere ben più ampio. Quello che risulterà dai lavori infatti sarà un sostanziale miglioramento per quanto riguarda la disponibilità e la distribuzione degli spazi disponibili e, del resto, stretta com’è tra via Pietralba e il vecchio cimitero, quella palazzina non consente certo eccessivi spazio di manovra.
 Invece si guarda già con particolare interesse a ciò che l’amministrazione comunale intende realizzare con il secondo lotto del municipio, quello che prevede l’abbattimento del municipio vecchio per fare posto alla piazza, ad altri volumi edificati e ad una sala polifunzionale interrata sotto l’attuale sagrato della chiesa. «La sua destinazione potrà essere quella di sala per determinate iniziative - conclude il sindaco Polonioli - oppure anche come pinacoteca con le opere che stiamo acquisendo grazie al premio di pittura Città di Laives e, ancora, piccolo spazio museale per i reperti storici del nostro territorio. Le opzioni sono ancora da valutare».
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mercoledì, 14 gennaio 2009


 "Idee chiare: più coordinata la programmazione" Il neo assessore Loris Frazza

di Bruno Canali
 Alto Adige, 14 GENNAIO 2009

 LAIVES. Fresco di nomina nell’esecutivo comunale al posto di Christian Tommasini, eletto in Provincia, Loris Frazza ha ereditato tutte le competenze in materia di cultura e giovani e si è immediatamente trovato alle prese con il bilancio di previsione 2009. «Per questo mi trovo in difficoltà a dover predisporre una relazione programmatica - spiega Frazza - perché non ho avuto il tempo necessario per valutare a fondo le iniziative che aveva allestito chi mi ha preceduto in giunta». Ma Frazza ha esperienza e dimostra di avere le idee chiare per l’immediato futuro.
 Frazza ha messo a fuoco alcune prospettive per i prossimi mesi. «Sicuramente cercherò di portare avanti un coordinamento per la realizzazione di un ciclo estivo di cinema coinvolgendo anche Bronzolo e Vadena. Da quanto mi hanno fatto sapere al Centro Don Bosco, la programmazione cinematografica invernale non ha riscontrato il successo sperato: le presenze di pubblico sono state modeste e quindi cercherò di cambiare». Altro progetto che Loris Frazza intende sviluppare riguarda il Festival comunale. «Ritengo che il Festival vada sostituito con una serie di manifestazioni estive proposte in toto dalle associazioni e non dall’amministrazione comunale, anche delle frazioni - spiega Frazza - con un evento di grande risonanza a fine estate, qualche cosa di spessore perlomeno provinciale se non regionale. Infine, vediamo se sarà possibile aderire ad un progetto intitolato “Festival di musica internazionale” che già nel Trentino è stato fatto con ottimi riscontri. So che a Laives si sta formando un gruppo specifico per questo e l’idea sarebbe di coinvolgere più spazi all’interno della nostra città».
 Uno degli impegni principali in questa fase è certamente rappresentato dall’imminente avvio del teatro di San Giacomo, uno splendido “gioiello”, che andrà gestito con la massima cura. «Per San Giacomo - afferma l’assessore alla cultura - ritengo che la programmazione culturale debba seguire le indicazioni che verranno in primis dagli operatori culturali della stessa frazione; poi, per il migliore utilizzo della struttura stessa, si valuteranno tutte le altre proposte che arriveranno, con l’impegno di trovare la formula migliore e più efficace per rendere quella sala teatrale disponibile il più possibile». Tra gli impegni a breve periodo dell’assessore Loris Frazza, anche il varo della consulta culturale e di quella giovanile, basi per tutta la programmazione.
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lunedì, 05 gennaio 2009


In un libro tutti i segreti dell’Egetmann

Il Carnevale pagano di Termeno è sopravvissuto alla repressione della Chiesa
Alto Adige, 04 GENNAIO 2009
ROBERTO RINALDI


La prima fonte di notizie risale al 1591 e descrive l’esistenza di una tradizione che si ripete da secoli, in origine in diversi paesi della Bassa Atesina, ora solo a Termeno dove ogni anno dispari, si svolge il martedì grasso, la sfilata dell’Egetmann, un corteo composto da soli uomini in costumi goliardici e dalle sembianze di animali grotteschi, dando vita ad una delle manifestazioni carnevalizie più originali e singolari di tutto l’arco alpino, dalle origini misteriose. Iganz Zingerle descrive la sfilata, documentandola per iscritto nel 1871, citando due paesi dove si svolgeva: Termeno ed Egna. Risale al 1876 la prima descrizione completa della sfilata che prevede la partecipazione di centinaia di figuranti e del protocollo nella sua versione moderna. Il 2009 è un anno dispari la cui ricorrenza si svolge il martedì grasso che quest’anno ricorre il 24 febbraio e la sfilata segue l’ordine presentato, risalente all’edizione del 1965. È appena stato pubblicato, edito dall’Associazione Egetsmann di Termeno, il volume «La sfilata dell’Egetmann», in lingua tedesca, italiana e inglese, corredato da centinaia di fotografie scattate nel corso degli anni (tra cui compaiono anche quelle del meranese Giorgio Benacchio), con i testi divulgativi di Peter Kofler, Alex Maier, Werner Menapace, Cesare Pioppi, che ricostruiscono la sua genesi e i vari significati. Tra i più importanti quello che riporta al simbolismo pagano della primavera dove vengono scacciati gli spiriti dell’inverno, rappresentazione simbolica della lotta tra luce e buio, tra il bene e il male, della primavera e della fertilità. Termeno è rimasto l’unico comune a mantenere questa tradizione che rappresenta per tutti gli abitanti del paese, un momento di socializzazione che aggrega e diverte, distinguendosi da altre sfilate analoghe che si svolgono in Germania a Colonia e Magonza, ma divenute nel corso degli anni, dei semplici spettacoli ad uso e consumo degli spettatori. In Alto Adige si svolgeva un analogo corteo anche a Nalles, Salorno, Lana, Egna e Anterivo. L’associazione di Termeno è costituita da un comitato organizzatore e nel 2009 ricorrono i quarant’anni di vita. In questi giorni sono già a lavoro per allestire i carri tradizionali che sfileranno per le vie del paese, ognuno dei quali rappresenta un mestiere dell’uomo, seguiti da centinaia di figuranti scatenati pronti a tutto nel coinvolgere il pubblico che viene preso di mira. «A Termeno arrivano oltre diecimila spettatori per assistere alla sfilata che viene aperta da un trombettiere, dai contadini a cavallo, i servi, contadini che sventolano le fruste, la popolazione dei contadini con i loro attrezzi e il carro carico di sementi. Il protagonista è l’Egetmannhansl, l’«erpicatore», l’operatore addetto alla fase conclusiva della semina, un pupazzo vestito di nero, cilindro e guanti bianchi su un calesse dove sale la sposa rappresentata da un uomo travestito, il quale ha il divieto - spiega Günther Bologna - di bere vino e gli è consentito solo la grappa. Dietro sfilano i consiglieri che sono gli uomini del potere vestiti tutti di nero, ognuno porta un oggetto simbolico, il registro del protocollo, la scala, l’ombrello, i candelieri (un bastone con una pannocchia di granoturco come candela), il corteo si ferma ad ogni fontana dove sulla scala sale il consigliere con l’ombrello e il nunzio che legge dal protocollo l’offerta di matrimonio dell’Egetmann. Un gogliardico cerimoniale allo scopo di prendere in giro le donne del paese, i figli e gli abitanti del paese». Il rituale seguito nel matrimonio dell’Egetmann è di carattere sovversivo dei valori e delle regole sociali consuete. L’offerta di matrimonio viene letta pubblicamente fra le risate del pubblico, dissacratoria nella sua forma di satira contro il costume sociale che un tempo imponeva un protocollo serissimo da cui non si poteva esimersi. Dietro gli sposi segue un corteo rumoroso e sguaiato, del quale fanno parte anche personaggi quali il «Wilder Mann» il selvaggio dalle sembianze di demonio dall’aspetto che incute paura per via di una maschera composta da pelle di coniglio, stracci ricoperti di edera. «Prima del 1900 si usavano le maschere di legno per il viso, ora invece gli uomini si pitturano la faccia. Questa tradizione smise dopo che un incendio le bruciò - spiega ancora il presidente del comitato - e parte il periodo di guerra e negli anni 50, la nostra manifestazione si svolge regolarmente dal 1956, ad eccezione del 1991. A differenza di altri paesi, dove i parroci obbligavano la popolazione a pregare e a saltare i festeggiamenti, Termeno è riuscita a mantenere viva questa tradizione». Tra i personaggi che sfilano compare anche il cacciatore che accompagna l’uomo selvaggio il quale viene ucciso, rappresentando simbolicamente la fine dell’inverno (il selvaggio) e l’avvento della primavera (il cacciatore). Un altro simbolo pagano della primavera è rappresentato dallo «Schnappvieh» o «Wudele», una specie di coccodrillo senza orecchie, ricoperto di pelli e con corna e grandi mandibole, alla ricerca di prede, alto più di due metri e spesso in gruppo.

altre foto a questo indirizzo

http://www.altoadige-suedtirol.it/foto/foto.php?foto=egetmann&cod=faccie

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categoria:cultura, conca atesina
lunedì, 05 gennaio 2009

La crisi «frena» gli appassionati
 
Motivo in più per una riflessione allargata e coordinata su proposte e gestione della nuova sala a San Giacomo
SABATO, 03 GENNAIO 2009

 LAIVES. La crisi finanziaria internazionale sta avendo riflessi anche sulla stagione teatrale in corso all’aula magna e sull’ennesima edizione della rassegna nazionale «Stefano Fait». La conferma è venuta, nei giorni scorsi, dagli organizzatori. È significativo il fatto che per la prima volta, dopo tanti anni, non è stato raggiunto il tutto esaurito per lo spettacolo di e con Andrea Castelli, un autentico beniaminon del pubblico locale. Secondo Loris Frazza, neo assessore alla cultura ed organizzatore (con la Filodrammatica cittadina) della rassegna e di altri eventi culturali in città, «Il problema maggiore è determinato dalla crisi economica. Nonostante prezzi decisamente popolari, come quelli applicati alla rassegna dialettale di Laives, non si riesce comunque più a riempire la sala. Al di là degli affezionati che hanno acquistato gli abbonamenti molto in anticipo, notiamo che la sera dello spettacolo arriva sempre meno gente al botteghino».
 Questa situazione rappresenta, per forza di cose, uno dei punti fermi da cui partire per impostare prima e risolvere poi il delicato problema della nuova sala teatrale di San Giacomo che, secondo il progettista e l’amministrazione civica, dovrebbe essere pronta e quindi agibile entro questo mese di gennaio.
 Sono due, in sintesi, le questioni da risolvere: 1) la programmazione degli spettacoli, 2) la gestione della struttura. Due questioni che non possono essere comunque slegate una dall’altra e che vanno affrontate con il sostegno di pareri il più possibile allargati. La giunta comunale ha dichiarato che è intenzionata a sentire le varie associazioni interessate per capire le loro esigenze e venire incontro alle eventuali richieste. È una strada necessariamente da percorrere assieme. Più ardua - anche alla luce dei riflessi della crisi finanziaria sulla rassegna teatrale in corso - appare la soluzione per la gestione della nuova sala teatrale nella frazione. L’ostacolo principale da considerare - e che comunque non sarà facile superare - è indubbiamente quello finanziario: le varie strutture similari presenti sul territorio provinciale sono altrettante «produzioni» di deficit perchè i costi di ordinaria amministrazione sono comunque elevati e non possono essere coperti dalla programmazione che, fra l’altro, non copre tutto l’arco dell’anno. Domanda scontata proprio per quanto riguarda la sala di San Giacomo e da verificare proprio con le varie associazioni: quanti saranno gli spettacoli nel corso dell’anno che saranno in grado di proporre tenendo conto degli altri spazi (quelli giovanili compresi) a disposizione sul territorio? Il tutto partendo da una constatazione di fondo: la rassegna teatrale non farà trasloco dalla sede “storica” dell’aula magna ristrutturata (bene) da pochi anni. (e.d.)
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categoria:cultura, centro poliv s giacomo
sabato, 27 dicembre 2008


Aveva 78 anni, aveva ottenuto il riconoscimento nel 2005

Morto il premio Nobel Harold Pinter

Alla viglia di Natale, lo ha annunciato la moglie. Era nato in un sobborgo di Londra


Harold Pinter (Reuters)
Harold Pinter (Reuters)
LONDRA - Lo scrittore e drammaturgo britannico Harold Pinter, premio Nobel della letteratura nel 2005, è morto alla vigilia di Natale all'età di 78 anni. Lo ha reso noto giovedì sua moglie Antonia Fraser.
UN AUTORE «POLITICO» - Pinter era nato il 10 ottobre 1930 ad Hackney, sobborgo di Londra. Lavorò anche per la televisione e per il cinema, come Gli insospettabili. Nel 1982 venne candidato all'Oscar per la sceneggiatura non originale di La donna del tenente francese. È stato uno degli autori più «politici» del teatro europeo del dopoguerra: nel 2002, accettando una laurea honoris causa dall'Università di Torino, disse che «l'amministrazione Bush, con la guerra in Iraq, si è trasformata in un animale selvaggio assetato di sangue», bollò Tony Blair con un «utile idiota». Aveva iniziato la sua carriera teatrale come attore, prima frequentando grandi scuole di recitazione, poi girando l'Irlanda con una compagnia shakespeariana con lo pseudonimo di David Baron. La sua carriera di drammaturgo iniziò, quasi per caso, nel 1957, quando scrisse per un amico in quattro giorni un atto unico intitolato La stanza, in cui erano già evidenti i caratteri della sua futura produzione, reticente a spiegare gli antefatti e di quel che accade in scena, in modo che una banale situazione si carica di minaccioso mistero. Tra le sue opere più note, The Dumb Waiter (Il calapranzi) del 1957 e, l’anno successivo The Birthday Party (Il compleanno). Arrivò al successo nel 1963 con The Caretaker (Il guardiano) e l'anno dopo con Il ritorno a casa.
Corriere della Sera 25-12-08
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categoria:cultura
venerdì, 05 dicembre 2008


Libri e video, talenti verso il successo

     
Ritorna con la sua 4a edizione un appuntamento culturale di grosso spessore con ambientazione Alto Adige
Alto Adige, 05 DICEMBRE 2008
 

Scrittori noti, meno noti o sconosciuti che abbiano nel cassetto, un libro, un’opera (romanzo o saggio) ambientata in Alto Adige; autori, sceneggiatori e creativi in generale di video (documentari e fiction) in attesa di venire alla ribalta del successo: è arrivato il vostro momento magico, la grande occasione che aspettavate da tempo.
Autori da scoprire
 Ritorna, infatti, dopo il successo degli ultimi anni e con la sua quarta edizione, il premio “Autori da scoprire - Ambientazione Alto Adige” 2008/2009 nelle sue due sezioni LIBRI e VIDEO. Il tema “Alto Adige” deve essere la cornice, l’ambiente e il filo conduttore dei libri (romanzi e saggi) e dei video (documentari e fiction) che parteciperanno al concorso.
Editori e produttori
 Anticipiamo subito la novità importante rispetto al passato: e cioè che saranno gli addetti ai lavori, editori e produttori, a scegliere rispettivamente i progetti editoriali e i progetti audiovisivi inediti da sottoporre alla giuria del premio. Comunque i singoli autori possono prendere l’iniziativa e proporsi direttamente agli editori e ai produttori per la loro partecipazione.
Cultura di lingua italiana
 Questa iniziativa culturale fa parte delle attività dell’Assessorato alla cultura italiana-Ufficio Educazione permanente, biblioteche e audiovisivi per promuovere e far conoscere i molteplici aspetti storico-culturali dell’Alto Adige, terra di confine abitata da genti di lingue diverse.
Occhio al sito internet
 Allo scopo di meglio informare il pubblico è stato attivato un apposito sito internet www.autoridascoprire.it dove è possibile scaricare entrambi i bandi di concorso con le rispettive scadenze e la scheda di partecipazione.

SEZIONE LIBRI
 Il settore Libri si articola nelle due sezioni riservate alla Narrativa e alla Saggistica. Le Case Editrici devono far pervenire i progetti editoriali alla segreteria del concorso entro il termine del 27 FEBBRAIO 2009. Questa quarta edizione si propone di scoprire nuovi talenti letterari non solo a livello provinciale e regionale, ma anche nazionale. L’essenziale è che gli Editori presentino opere con una diretta attinenza al territorio altoatesino. Bando e scheda di partecipazione sono scaricabili dal sito internet. LA GIURIA - E’ composta da tre esperti e un segretario: presidente è Giuliano Vigini, critico letterario e docente dell’Università Cattolica di Milano; Elena Maria Banfi, editor; Franco De Battaglia, giornalista e studioso di storia regionale e Michela Sicilia, responsabile delle iniziative editoriali dell’Uffcio Educazione permanente, biblioteche, audiovisivi (segretaria). I PREMI - Narrativa: 1º premio 5000,00 euro; 2º premio 4000,00; 3º premio 3000,00. Per la Saggistica - 1º premio 10.000,00 euro; 2º premio 8000,00; 3º premio 6000,00.

SEZIONE VIDEO
 La sezione Video, come è noto, si è aggiunta alla sezione Libri nel 2005. E’ riservata a opere di fiction e documentari che possano portare alla luce aspetti poco conosciuti dell’Alto Adige rivelandone la ricchezza culturale attraverso una storia o una carrellata documentaristica. I produttori devono far pervenire i progetti audiovisivi e multimediali alla segreteria del concorso entro il 30 APRILE 2009. Bando e scheda di partecipazione sono scaricabili dal sito internet. LA GIURIA - E’ composta da tre esperti e un segretario: presidente il prof. Marco Bertozzi, esperto e docente di storia del cinema; Vittorio Curzel, regista e produttore; Paolo Mazzuccato, programmista e regista della RAI di Bolzano; Romy Vallazza, coordinatrice del Centro Audiovisivi di Bolzano (CAB) (segretaria). I PREMI - Fiction: 1º premio 5000,00 euro e produzione dell’opera; 2º premio 4000,00; 3º premio 3000,00. Per i documentari - 1º premio 5000,00 euro e produzione dell’opera; 2º premio 4000,00; 3º premio 3000,00.
 A questo punto non ci rimane altro che augurare a tutti gli autori di libri e video di realizzare il proprio sogno e le proprie aspirazioni.
 La raccomadazione finale è per gli autori: ed è quella di rispettare scrupolosamente- sempre attraverso il “ponte” di editori e produttori - le due diverse date d’iscrizione al concorso 2008/2009. Buon lavoro e buona fortuna a tutti!
(Nella foto la premiazione di una passata edizione)


Ripartizione cultura italiana, i libri e i ruoli
 
L’attività editoriale

I libri come mezzo ideale per scoprire e conoscere meglio l’Alto Adige nelle sue complesse realtà storiche, artistiche e culturali. Questa la mission della Ripartizione provinciale cultura italiana che svolge da sempre una intensa attività editoriale. Gli uffici che ne fanno parte, secondo i propri ambiti d’intervento, hanno curato e curano numerose pubblicazioni che sono il risultato di accurate ricerche scientifiche, storiche o culturali di particolare rilevanza e d’interesse generale. I volumi sono descritti nel catalogo “Alto Adige Cultura e Territorio”. (www.provincia.bz.it/altoadigelibri)

Video e Ufficio Educazione permanente
 
Produzioni audiovisivi

Film e prodotti audiovisivi, documentari e filmati d’interesse locale, prodotti o co-prodotti dal Centro Audiovisivi Bolzano nell’arco di mezzo secolo di attività non solo per approfondire la conoscenza della storia e della cultura del territorio altoatesino, ma anche per risultare attraenti, originali, piacevoli. Ecco l’attività del CAB che ha come fulcro la mediateca (foto)del Centro Trevi, in via Cappuccini, a Bolzano. Qui sono disponibili per il prestito oltre 2000 film, i migliori nella storia del cinema. Per il concorso “Autori da scoprire” la sezione Video si è aggiunta ai Libri nel 2005
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categoria:cultura, provincia di bolzano
venerdì, 28 novembre 2008


Nessun dorma, si va per musei!
Dalle ore 17 in poi varie tappe fra le quali scegliere per la «Lunga notte»

Alto Adige, 28 NOVEMBRE 2008

 BOLZANO. Stanotte? Non si dorme, ma si va per musei. Torna infatti, dalle ore 17 all’una, la “Lunga notte dei musei”, ovvero otto musei di Bolzano aprono i battenti in notturna, a ingresso libero, e offrono, oltre all’occasione di visitare gratuitamente le collezioni artistiche, culturali e scientifiche che custodiscono, spettacoli di vario genere per colorare e riscaldare la notte autunnale. Per l’evento, apre anche la mostra sulla storia della stazione cittadina nella sede dell’associazione culturale La Stanza in via Orazio 34/C e aprirà fino alle 23 anche la Galleria Civica di piazza Domenicani. Queste, allora, le tappe della notte bolzanina: Castel Roncolo, Museo civico, Museo archeologico, Museo della scuola, Museion, Tesoro del Duomo, Museo mercantile, Museo di scienze; più l’associazione culturale La Stanza e la Galleria Civica. Per l’occasione tutti i musei hanno elaborato un programma ricco di mostre, installazioni, rappresentazioni e manifestazioni di contorno e dalle 17 alle 20 la serata è dedicata specificamente alle famiglie. Durante la lunga notte è in funzione un servizio di bus navetta gratuito che agevola lo spostamento tra il centro e Castel Roncolo (fermate: piazza Walther, Museion, Museo archeologico, Castel Roncolo, Museo di scienze. Il programma si trova anche sul sito Internet www.lunganotte.it, noi qui di seguito ne riportiamo alcune proposte.
 Castel Roncolo, in via Sant’Antonio. Dalle 18 all’una si alternano spettacoli medievali con musica, attività per bambini e visite guidate. A mezzanotte visita guidata speciale incentrata sulla figura di re Artù.
 Museo civico, in via Cassa di Risparmio. Mostra monografica sulla figura del pittore Christian Hess (Bolzano 1895 - Schwaz 1944). Dalle 18 alle 21 visite guidate con il curatore della mostra Carl Kraus.
 Museo archeologico, in via Museo. I bambini dai sei anni in poi dalle 17 alle 20 si possono cimentare in una caccia al tesoro nel museo. Dalle 20 all’una atmosfera speciale e piccole delizie da gustare ascoltando il jazz-lounge dei Soul Breeze e ammirando i pantomimi Smarties.
 Museo della scuola, in via Cassa di Risparmio (scuole Dante). Dalle 17 alle 20 attività per bambini e laboratori per rievocare il mondo della scuola del passato. Dopo le 20 visite guidate alle collezioni del museo e a una sezione della mostra «Angoli di studio».
 Museion, in via Dante. C’è «Sonic Youth etc.: Sensational Fix», mostra sull’approccio multidisciplinare della band Sonic Youth e le sue collaborazioni con artisti, cineasti, designer, musicisti e scrittori. Dalle 17 visite guidate alla mostra e in conclusione di serata concerto performance.
 Tesoro del Duomo, in piazza Walther (dietro il lato est del Duomo). Ogni ora visite guidate per scoprire tesori nascosti per secoli, in parte donati da nobili e notabili: sculture, dipinti, oggetti d’oro e d’argento, abiti ecclesiastici, reliquie. In alcuni cortometraggi, inoltre, è ripercorsa la storia della parrocchia e del pulpito. Alle 19 Margareth Bergmann racconta, in lingua italiana, le leggende dei santi.
 Museo mercantile, in via Portici e via Argentieri. Si possono vistare i locali ristrutturati al secondo piano, per osservare come la famiglia Menz svolgeva la propria attività commerciale nei secoli XVIII e XIX; si potranno ammirare antichi campioni di stoffe, consultare le versioni digitali di atti storici e interagire in forma ludica con i personaggi del tempo, svestendoli e rivestendoli con abiti diversi. Piccoli buffet durante la serata.
 Museo di scienze naturali, in via Bottai 1. Notte dedicata a tuoni e fulmini, tema della mostra in corso. Dalle 17 alle 20 i bambini e i loro genitori possono fare esperimenti nel laboratorio di Frankenstein, visitare il castello dei fantasmi e attraversare un temporale notturno in aereo. Dalle 19 alle 22 il gruppo musicale Simply Smooth propone pop e jazz dagli anni ’50 a oggi. Dalle 20 alle 23 si scoprono i segreti di tuoni e fulmini. Dalle 22 all’una Jean Ruaz & Band propongono rock ladino e jazz melodico.
 La Stanza, in via Orazio 34/C. La mostra in corso, “Stazione di Bolzano 1928-2008. Omaggio ad Angiolo Mazzoni” sarà aperta dalle ore 16 a mezzanotte, con proiezione di filmati storici, trenini in scala per affascinare i bimbi e una tazza di tè per tutti.
 Galleria Civica, in piazza Domenicani. Fino alle 23 visite guidate in italiano e tedesco alla mostra «Josef Maria Auchentaller (1865-1949). Un secessionista ai confini dell’Impero».
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categoria:cultura
venerdì, 28 novembre 2008


Al Castello Pricipesco le poesie di Hölderlin diventano piece tetrale


Nei prossimi giorni la proiezione   di «Code di lucertola» e «Down»,   una performance di danza butoh
ROBERTO RINALDI
 Alto Adige, 27 NOVEMBRE 2008


In occasione dei trent’anni della legge 180 «Basaglia» ispirata dallo psichiatra Franco Basaglia, Merano ospita due giorni su «Teatro e Follia». Domani alle 18 a Castel Principesco va in scena «La Torre (stagioni)«ispirato alle «Poesie dalla Torre» di Friedrich Hölderlin, un progetto del Teatro Basaglia curato da Nazario Zambaldi e Teatro Pratiko Alle 20.30 alla discoteca Exclusiv di Lana proiezione del video «Se mi lasci non vale», e il Dj set a cura di Raffael Virgadaula. Sabato alle 9.30 il convegno «Teatro e Follia» al Centro della Cultura con Giuliano Scabia, Marco de Marinis, Claudio Misculin, Cristina di Pietrantonio e Paolo Oss Noser direttrice e presidente di Pergine Spettacolo Aperto, Tihana Maravic, Jonny Costantino, Ezio Tangini, Margit Morini, il gruppo Teatro Basaglia, Giorgio Vallazza, psichiatra e artista.
 Segue la proiezione di «Code di lucertola» regia di Valentina Giovanardi, la performance di danza butoh «Down - a» (vai giù), ispirato a «I due nobili congiunti» di Shakespeare, della Compagnia di danza «In Between». Alle 14 a Merano Arte «Ci tocca...a volte» non-spettacolo per dodici attori e uno spettatore, curato da Teatro Basaglia che ha coinvolto gli ospiti del centro di riabilitazione psichiatrica Casa Basaglia di Sinigo. Il teatro psichiatrico venne istituito a Trieste come strumento di riabilitazione ai tempi di Franco Basaglia direttore del manicomio dal 1971, dove istituì laboratori di teatro. Il primario di psichiatria Lorenzo Torresini, ispiratore del progetto «Teatro e Follia» spiega: «Il contesto storico in cui agisce per la prima volta il teatro psichiatrico risale alla fine del 1700 con il Marchese De Sade ricoverato in manicomio in Francia, dove lui stesso ebbe il permesso di occuparsi di teatro, mentre in Italia Vittorio, Basaglia cugino di Franco e Giuliano Scabia hanno dato vita a Trieste ad un laboratorio permanente con i pazienti. L’obiettivo era quello di stimolare le fantasia e la loro libertà. La malattia mentale è un ruolo, ogni persona è un ruolo e il tema della malattia è identitario.
 Il teatro è importante, non si cura solo con i farmaci, l’elettroschok, il silenziamento di tutto il contenuto delle persone. Non sappiamo quello che si disperde della persona. Una ricchezza assoluta! Il linguaggio arcaico della follia contro la debolezza della ragione. Ci rendiamo conto dei limiti di questa ragione. Il teatro è un messaggio che dice alla gente di interloquire con il linguaggio arcaico, confuso con la follia. Il linguaggio folle ha sempre un senso». Nereo Zambaldi spiega che “Giuliano Scabia (scrittore, poeta, docente al Dams di Bologna, drammaturgo), è stato uno dei protagonisti con Basaglia, molto prima dell’approvazione della legge che sancì la fine dei manicomi in Italia.
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categoria:cultura
mercoledì, 26 novembre 2008


Per i 20 anni di ZeLIG due giorni di festa



Alto Adige, 26 NOVEMBRE 2008

 BOLZANO. Gran finale per i festeggiamenti dei vent’anni della scuola bolzanina di cinema ZeLIG: un vero e proprio filmfestival con ospiti internazionali e opere provenienti da Inghilterra, Germania, Olanda, Belgio e Italia, si svolgerà a Bolzano nelle giornate del 28 e 29 novembre. Una festa che ZeLIG vuole condividere con amici, ex studenti e appassionati di cinema. Venerdì 28 ottobre alle ore 20 all’inaugurazione ufficiale del festival si potranno incontrare gli autori dei film in proiezione e gli ospiti internazionali invitati per l’occasione. Tra questi, Hugh Purcell (Inghilterra), redattore della BBC e responsabile didattico del progetto Media ESoDoc; Nilotpal Majumdar (India), docente al montaggio presso la Scuola di Cinema di Calcutta; Bodo Klemz (Germania) esperto in AVID; Stefano Tealdi (Italia), della casa di produzione Stefilm di Torino; Virgilio Tosi (Italia), critico cinematografico, autore di documentari, di Roma; Jörg Großmann (Germania) di Green-TV di Berlino; Marzia Mete, montatrice di “Primavera in Kurdistan” e del nuovo documentario di Helga Reidenmeister, una delle più importanti registe di documentario in Germania.
 Nei due giorni filmfestival, fiction, pubblicità, documentari premiati negli anni ai festival nazionali e internazionali degli ex-studenti della ZeLIG si susseguiranno nel fitto programma di proiezioni organizzato presso il Filmclub a partire dalle ore 17 di venerdì 28. Il programma prevede la proiezione dei primi lavori degli studenti insieme alle loro ultime produzioni da professionisti affermati.
 Alcuni esempi. La prima produzione della ZeLIG in 16mm, Zurück (1988) di Thomas Troi, con alla camera Valerio Moser e al montaggio Andreas Pichler e Maja Wieser, sarà proiettata insieme al film di Andreas Pichler Call me Babylon (2003), che ha vinto il premio Grimme; oppure lo spot pubblicitario per Renault per Hennessy-Preis (1999) di Mark Brummund sarà proiettato insieme al suo cortometraggio Land gewinnen (2006), che oltre a vincere numerosi premi internazionali ha avuto una nomination all’Oscar della Student Accademy; o ancora l’esercitazione di montaggio di Cinzia Baldessari Ad occhi chiusi (1998) introdurrà il film plurimenzionato da lei montato I for India (2006).
 Alle proiezioni saranno presenti gli autori, i produttori e i montatori dei film.
 Un momento clou del programma di proiezioni sarà venerdì 28 novembre a partire dalle 21.30 con “La lunga notte dei film della ZeLIG.”: una rassegna non stop dei film migliori realizzati dalla ZeLIG in questi vent’anni che toccherà tutti i generi dell’audiovisivo. Dal documentario alla fiction e al film di animazione fino ad esempi di pubblicità con opere degli autori quali Massimo Ruggera, Carmen Trocker, Miriam Pucitta,Yves Alain Lambert, Daniel Oberegger, Felix Zbinden, Luciano Stoffella, Alexander Rott, Mauro Podini, Katian Assuntini, Georg Zeller, Hannes Pasqualini, Mario di Carlo, Federico Campana, Caterina Carone, Valentina Pedicini.
 In programma anche due workshop che affronteranno tematiche importanti per lo sviluppo del documentario nei prossimi anni: Thomas Bresinky, uno dei maggiori esperti del settore, parlerà in modo critico e con esempi pratici del tema dell’High Definition. Entrambi gli workshop si rivolgono ad un pubblico non solo di esperti e si terranno in lingua inglese negli spazi della ZeLIG venerdì e sabato dalle 14.30 alle 16.30.
 Infine: sabato 29 novembre a partire dalle 22 la festa culminerà con il party “20 anni ZeLIG” con musica dal vivo.
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categoria:cultura, giovani
sabato, 22 novembre 2008


«Autori da scoprire», torna il concorso che va a caccia di talenti
 
http://www.autoridascoprire.it

Quarta edizione della manifestazione letteraria e multimediale organizzata dalla ripartizione Cultura della Provincia
 Alto Adige, 22 NOVEMBRE 2008

Ritorna, dopo il successo degli ultimi anni e con la sua quarta edizione, il premio «Autori da scoprire - Ambientazione Alto Adige» 2008/2009 nelle sue due sezioni «Libri» e «Video», a cura della Provincia Autonoma di Bolzano, Cultura italiana-Ufficio Educazione permanente, biblioteche e audiovisivi. Il tema «Alto Adige» deve essere il filo conduttore dei libri (romanzi e saggi) e dei video (documentari e fiction) che parteciperanno al concorso.
 Anticipiamo subito la novità importante rispetto al passato: e cioè che saranno gli addetti ai lavori, editori e produttori, a scegliere rispettivamente i progetti editoriali e i progetti audiovisivi inediti da sottoporre alla giuria del premio. Comunque anche i singoli autori possono proporsi agli editori e ai produttori per la loro partecipazione.
 L’iniziativa culturale fa parte delle attività dell’Assessorato alla cultura italiana per promuovere e far conoscere i molteplici aspetti storico-culturali dell’Alto Adige, terra di confine abitata da genti che parlano lingue diverse.
 Allo scopo di meglio informare il pubblico è stato attivato un apposito sito internet Hyperlink «http://www.autoridascoprire.it» dove è possibile scaricare entrambi i bandi di concorso con le rispettive scadenze e la scheda di partecipazione.
Sezione libri.
Il settore Libri si articola nelle due sezioni riservate alla Narrativa e alla Saggistica. Le Case Editrici devono far pervenire i progetti editoriali alla segreteria del concorso entro il termine del 27 febbraio 2009. Questa quarta edizione si propone di scoprire nuovi talenti letterari non solo a livello provinciale e regionale, ma anche nazionale. L’essenziale è che gli Editori presentino opere con una diretta attinenza al territorio altoatesino. Bando e scheda di partecipazione sono scaricabili dal sito internet.
La giuria.
È composta da tre esperti e un segretario: presidente è Giuliano Vigini, critico letterario e docente dell’Università Cattolica di Milano; Elena Maria Banfi, editor; Franco De Battaglia, giornalista e studioso di storia regionale e Michela Sicilia, responsabile delle iniziative editoriali dell’Uffcio Educazione permanente, biblioteche, audiovisivi (segretaria).
I premi.
Narrativa: 1º premio 5000,00 euro; 2º premio 4000,00; 3º premio 3000,00.
Per la Saggistica - 1º premio 10.000 euro; 2º premio 8000; 3º premio 6000.
Sezione video.
La sezione Video, come è noto, si è aggiunta alla sezione Libri nel 2005. È riservata a opere di fiction e documentari che possano portare alla luce aspetti poco conosciuti dell’Alto Adige rivelandone la ricchezza culturale attraverso una storia o una carrellata documentaristica. I produttori devono far pervenire i progetti audiovisivi e multimediali alla segreteria del concorso entro il 30 aprile 2009. Bando e scheda di partecipazione sono scaricabili dal sito internet.
La giuria.
È composta da tre esperti e un segretario: presidente il prof. Marco Bertozzi, esperto e docente di storia del cinema; Vittorio Curzel, regista e produttore; Paolo Mazzuccato, programmista e regista della RAI di Bolzano; Romy Vallazza, coordinatrice del Centro Audiovisivi di Bolzano (CAB) (segretaria).
I premi.
Fiction: 1º premio 5000 euro e produzione dell’opera; 2º premio 4000; 3º premio 3000,00.
Per i documentari 1º premio 5000 e produzione dell’opera; 2º premio 4000; 3º premio 3000.
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categoria:cultura
mercoledì, 19 novembre 2008


Dal cantiere emergono tombe preistoriche


di Umberto Fellin
Alto Adige, 19 NOVEMBRE 2008

 EGNA. Una sorta di cimitero preistorico quello venuto alla luce durante i lavori di sbancamento per la realizzazione della rotatoria. Dopo le tombe dell’alto Medioevo rinvenute nella zona sportiva Schwarzenbach, ora ai piedi della collina di San Daniele gli archeologi dell’ufficio provinciale hanno trovato una sepoltura multipla contenente i resti di due maschi adulti e un feto e, più a sud, tra uno strato di tombe dell’età del Rame, un’urna dell’età del Bronzo contenente il cranio di un bambino. Alcuni dei reperti saranno esposti in un’apposita vetrina in municipio.
 Una sepoltura multipla contenente tre scheletri, due maschi adulti e un feto, e un’urna dell’età del Bronzo contenente un cranio di un bambino. Sono questi i ritrovamenti più interessanti emersi dal sito archeologico scoperto durante i lavori per la realizzazione della rotatoria di Ora.
 I reperti si aggiungono a quelli già rinvenuti nella zona sportiva di Schwarzenbach, dove era stata scoperta una strada romana e alcune tombe risalenti all’epoca altomedievale. Questa volta, invece, ai piedi della parete rocciosa della collina di San Daniele, gli archeologi dell’ufficio provinciale hanno portato alla luce numerosi reperti preistorici che rimandano ad una colonizzazione dell’età del Rame e del Bronzo, tra i quali vasi a bocca quadrata e frecce. «Si tratta di reperti di alta qualità risalenti al Neolitico ed alcuni perfino al Mesolitico, potremo dire intorno al 10.000 a.C. - spiega Catrin Marzoli dell’ufficio provinciale beni archeologici -. Sono stati trovati su tutto il pendio e in posizione secondaria. Quest’ultimo aspetto fa supporre che questi reperti non si trovassero lì ma che sono giunti lì da un’altra parte, magari dall’alto. Tra i ritrovamenti più interessanti però - continua l’esperta - spiccano le due sepolture. La prima, quella contenente i tre scheletri, due maschi adulti e un feto, è stata trovata in cima allo scavo, proprio ai piedi della parete rocciosa della collina. Scendendo più a sud, invece, tra uno strato di tombe risalenti all’età del Rame, è stata ritrovata un’urna dell’età del Bronzo contenente un cranio di un bambino. Si tratta della prima scoperta di questo tipo nella zona, mentre dei ritrovamenti simili ci sono stati in Trentino».
 Ritrovamenti che fanno ipotizzare appunto che in zona sorgeva una sorta di sito funerario. Lo scavo, che ha permesso di portare alla luce questi interessanti reperti, è stato concluso alla fine dell’estate e alcuni dei reperti verranno esposti in un’apposita vetrina in Comune a Ora.
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categoria:cultura, conca atesina
martedì, 18 novembre 2008


BOLZANO SHORTFILMFESTIVAL


Vittoria a «Andante mezzo forte»
Alto Adige, 16 NOVEMBRE 2008

 BOLZANO. Si è chiusa la quarantesima edizione del Bolzano Shortfilmfestival. Positivo il bilancio, sia per quanto riguarda il pubblico intervenuto - sempre numeroso, e fin dal primo giorno - sia per la presenza dei registi arrivati in città per presenziare alla proiezione elle loro opere e, ovviamente, con la speranza di avere vinto uno dei premi in palio.
Tra le sezioni di concorso ha ottenuto grande attenzione quella dedicata al cinema sperimentale, per la prima volta in sala all’interno del festival con uno spazio concorsuale specifico.
Gli organizzatori del Cineclub hanno tirato un sospiro di sollievo: temevano che il pubblico si lasciasse intimorire dal termine «sperimentale», e invece è andata decisamente bene. Qui di seguito l’elenco dei film premiati.

TARGA OPERE NUOVE Premio «Città di Bolzano»:
«Andante mezzo forte» di Annarita Zambiano
(all’unanimità)
Per la rivisitazione del tema della formazione in una chiave inedita e particolarmente originale, ma al tempo stesso aderente alle problematiche attuali che interessano la famiglia e i rapporti tra le generazioni. L’approccio è genuino, non-retorico, gli attori sono efficaci e credibili nei ruoli che rivestono.

Premio speciale della giuria:
«Oggi ho altro da fare» di Antonello Schioppa
Per la forza e l’efficacia del messaggio trasmesso, in una società in cui i temi del lavoro e della precarietà assumono un’importanza sempre più rilevante. La scelta della Giuria ha inteso premiare la coraggiosa presa di posizione proposta dall’opera e l’efficacia nonché l’originalità del linguaggio adottato.

Menzione:
«Il suono del bingo» di Bernardo Nuti
Per la capacità di utilizzare con piena padronanza gli stilemi del genere Pulp.
«Privatunterricht» di Laura Lazzarin
Per la grazia e l’efficacia nella rappresentazione di un microcosmo giovanile in un universo metropolitano.

International No Words award:
«Le jour de gloire» di Bruno Collet
Per la perfetta adesione fra scelte stilistiche e contenuto. L’opera pone l’accento sulla retorica dell’eroismo contrapposta all’orrore della guerra, utilizzando una tecnica mista di grande efficacia emotiva ed evocativa.

Premio speciale della giuria:
«El empleo» di Santiago «Bou» Grasso
Per l’originalità della soluzione narrativa proposta per un tema «classico» quale è quello della strumentalizzazione dell’individuo.

Menzione:
«Tembur» di Hannes Treiber
Per l’attenzione posta alla violazione dei diritti umani (con riferimento qui alla situazione kurda) attraverso una vicenda di emigrazione e di lenta riconquista di una “normalità”.
«This way up» di Smith & Foulkes
Per la raffinata animazione messa al servizio di uno humor nero divertito e divertente.

Shortfilmexperiment
Premio miglior film sperimentale: «Der Spiegel»di Keren Cytter
(all’unanimità)
Per aver saputo coniugare la drammaturgia della materia testuale al linguaggio cinematografico in un cortometraggio di grande forza.

Premio speciale della giuria:
«Det visner di Petter Napstad
Per la capacità di trascinare lo spettatore in un’opera di finzione dalla grande forza evocativa mediante delicata sperimentazione.

Riconoscimento:
«Nymph» di Ken Jacobs
(all’unanimità)
Riconoscimento unanime della giuria per il film Nymph per il contributo che Ken Jacobs ha dato, con tutte le sue opere, al cinema sperimentale ed alla sua storia.

Premio miglior animazione:
«Monsieur Cok» di Franck Dion
Per la raffinata esecuzione grafica con la quale si è riusciti a evidenziare il clima cupo di un mondo autoritario e meccanico e per la sofisticata animazione che, senza scadere in decorativi manierismi tipici del 3D, risulta efficace e espressiva.

PREMIO GIOVANI:
«El empleo» di Santiago «Bou» Grasso
Si tratta di un’animazione che spicca per la sua naturalezza.
 “El Empleo” è piaciuto per la semplicità e la lucidità, ironica e amara al tempo stesso, con cui riesce a suggerire uno sguardo critico sul nostro presente.
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categoria:cultura, giovani
martedì, 11 novembre 2008


Riapre la Casa di Depero

Lo storico edificio ospiterà i grandi arazzi dell’artista
Alto Adige, 11 NOVEMBRE 2008

Il 17 gennaio 2009 riapre al pubblico la Casa d’Arte Futurista Fortunato Depero.
 Il restauro è firmato dall’architetto Renato Rizzi, e il progetto museografico è a cura della direttrice del Museo d’arte moderna di Rovereto, Gabriella Belli.
I lavori, finanziati dal Comune di Rovereto e dal Mart, hanno messo in sicurezza lo storico edificio della Galleria Museo Fortunato Depero, aperta al pubblico nel 1959, ed allestita dallo stesso Depero un anno prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1960.
 L’edificio, in epoca tardo medievale sede del Banco di Pegni, ha rappresentato per la comunità roveretana un punto di aggregazione importante, nel quale aleggia ancora lo spirito geniale di Depero. L’edificio aprirà al pubblico il 17 gennaio 2009.
 Grazie al nuovo ingresso da via dei Portici che introduce in un’ampia corte interna, ritornerà ad essere un luogo di ritrovo per gli amanti dell’arte ed offrirà nuovi spazi per i servizi come la caffetteria e il book shop.
Il restauro ha come obiettivo principale il recupero di uno spazio idoneo all’esposizione ottimale delle grandi tarsie di panno, che costituiscono il tesoro più prezioso e più originale dell’intera Raccolta di Depero. Accanto a questa sala, che diverrà il fulcro del museo, si apriranno alcuni spazi espositivi dedicati in particolare agli anni 1917 - 1918, periodo di straordinaria creatività per il giovane Depero a contatto con il mondo internazionale dei «Balletti Russi» di Diaghilev e agli anni 1928 - 1930, il cosiddetto periodo newyorchese, tappa fondamentale della sua lunga e appassionante storia artistica.
La ristrutturazione ha risolto problemi di statica e di agibilità, e ha dotato la sede di impianti e servizi di supporto.
 La riapertura della sede completa inoltre un percorso museografico che condurrà il visitatore attraverso il centro storico di Rovereto; ci si potrà fermare a visitare altri punti di interesse della città, come il Museo della Guerra e il Museo Civico.
 Un dialogo dunque tra storia e innovazione che ha come punto di partenza, o punto di arrivo, a seconda, il Mart di Mario Botta.
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categoria:cultura
lunedì, 10 novembre 2008

Antonioli: «La foto più bella? Quella che non ho potuto fare»

ROBERTO RINALDI
 Alto Adige, 09 NOVEMBRE 2008


Ritorna “Il gesto del suono”, la mostra videofotografica sulla sperimentazione musicale curata da Claudio Chianura. Nella sala espositiva di via Pietralba 29 a Laives, fino al 25 novembre sarà possibile visitare l’esposizione di ritratti fotografici realizzati da Rita Antonioli, una delle fotografe più importanti nel settore musicale e teatrale, reduce dal successo della sua mostra personale “B-Sides”, presentata nell’ambito del Melbourne International Arts Festival in Australia.
 L’iniziativa è promossa dall’Ufficio Cultura provinciale e dedicata alla scena musicale di sperimentazione, alla ricerca nel contemporaneo e alla contaminazione dei generi, e ha già riscosso un ampio successo a Bolzano e a Milano, dove è stata presentata nell’ambito del festival MITO. La mostra è ad ingresso gratuito ed è stata realizzata in collaborazione del Coordinamento “Arte La Goccia” insieme al Comune di Laives.
 “Il gesto del suono” propone un percorso visivo e sonoro dedicato al gesto musicale attraverso documentazioni fotografiche e cinematografiche che ripercorrono le tappe della ricerca musicale della seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri. Il nucleo del progetto è un itinerario di “video musicali” che comprende l’avanguardia colta di John Cage e Cornelius Cardew, l’improvvisazione creativa di Fred Frith e Han Bennink, la sperimentazione di Alessandro Cipriani, Steve Jansen e David Sylvian. A questo percorso si affianca una galleria di ritratti realizzati da quattro tra i più importanti fotografi “musicali” italiani: Rita Antonioli, Silvia Lelli, Roberto Masotti e Luciano Rossetti.
 Una rassegna fotografica che ora si è arricchita rispetto a quella di Bolzano, con nuovi ritratti di John Cage, Robert Ashley, Luigi Nono, Butch Morris, Giancarlo Schiaffini, Eliott Sharp, Frank Zappa. La fotografa Rita Antonioli negli ultimi anni si è dedicata al settore della musica, realizzando le copertine di musicisti quali Omar Pedrini, Pacifico e Sainko, l’immagine ufficiale di Patti Smith che ha firmato la prefazione del volume “Music B-Side Portraits” pubblicato da Rita Antonioli per la A+M BookStore Edizione. Sta lavorando anche alla ricerca “Uno sguardo dal palcoscenico” in cui sono ritratti tra gli altri Carolyn Carlson, Michael Nyman, Philip Glass, Ute Lemper, Paolo Fresu, Bob Wilson, Ryuichi Sakamoto. Abbiamo intervistato Rita Antonioli.
 Il progetto a cui sta lavorando, “Normale ma speciale”, lo definisce un viaggio visivo volto ad esplorare il modo in cui il mondo extraoccidentale vive il suo rapporto con l’immagine. Il riferimento alle altre culture è evidente. Quale è lo scopo?
 
“Il progetto è nato insieme ad un mio caro amico che di professione fa il parrucchiere a Milano e ha molti clienti di colore. Un uomo particolare, molto originale come sono originali anche i suoi clienti. Io ho iniziato a fotografare queste persone capaci di mantenere l’identità anche quando emigrano e vanno ad abitare in altre società e culture. Di solito in modo standardizzato, mentre loro sono capaci di mantenere un’identità riuscendo a reinterpretare la cultura occidentale, unendo sempre le loro tradizioni originali, i loro usi e costumi, la loro moda, fondendole con quelle del mondo che le ospita. Un’originalità che noi occidentali non possediamo. La gente di colore ha la passione della musica, vivono la musica con il corpo. E questo mi ha incuriosito, anche per invidia lo ammetto”.
 C’è differenza a ritrarre un musicista rispetto ad un altro genere d’artista?
 
“No. Non non c’è una connotazione precisa dell’artista musicale differente da altri generi. La mia posizione nei confronti dell’artista è quella di dimenticarmi che sia un grande personaggio e di rivolgere l’attenzione alla persona. Quando ci sono riuscita sono felice per avere evidenziato aspetti della persona che io ho davanti. A volte ci riesco, altre no. Dipende da come la persona si è posta nei miei confronti. Tutto si gioca nel legame che si viene a creare nella durata del tempo per fare il ritratto. Con Sakamoto il tempo è durato 40 minuti, un record. Il minimo storico che mi sia accaduto è di dieci minuti. A volte non è facile riuscire a fare una buona foto. Se la persona non è spaventata nel farsi ritrarre allora diventa tutto più semplice. Mi è accaduto che un’artista americana mi abbia detto che nell’atto di fotografarla sentiva che io le rubavo l’anima. Non è facile mettersi davanti alla macchina fotografica”.
 Se lo dice lei che ha tutta questa esperienza....
 
“Io ho fatto la scelta di stare dietro la macchina fotografica. Guardarsi dentro non è una cosa da tutti. Non è facile, diventa più facile se uno accetta e collabora. Altrimenti è come un muro da scavalcare. Diventa estenuante e cercare la via per dribblare non è semplice. Io raramente ho desistito. Avrei voluto entrare di più dentro la persona. Qualche volta è successo che abbia dovuto rinunciare. L’esperienza però mi ha aiutato”.
 Come giudica la fotografia quotidiana, quella che ci fa vedere scene anche scabrose? Ritiene che sia sempre un dovere di cronaca fotografare in ogni caso un evento anche drammatico?
 
“Secondo me oggi si è persa la forza dell’immagine rispetto a quella di venti anni fa. Siamo bombardati da milioni d’immagini, che non le vediamo più. Forse sarebbe necessario fare un passo indietro e ridare forza e vigore all’immagine. Io in una situazione imbarazzante non riesco a fare delle fotografie. Ritengo sia giusto fare delle foto quando ci siano degli abusi, delle ingiustizie, per denunciarli, ma anche quelle che dovrebbero avere un impatto comunicativo hanno perso il loro valore originario. Sommergere le persone di immagini è come non averle fatte vedere”.
 La domanda più ovvia, forse: perché ha scelto di diventare fotografa?
 
“La passione me l’ha trasmessa una zia che era una grande fotografa negli anni’50 e usava una Laika con il telemetro. Per me è stato un modo come un altro per entrare nel mondo, conoscere persone, paesaggi, considerare la luce, l’esposizione. Ma le foto migliori sono quelle che non ho fatto perché non avevo con me in quel momento la macchina fotografica, ma che avrei voluto realizzare. Fotografare è un modo di porsi di fronte al mondo”.
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categoria:cultura, arte
martedì, 04 novembre 2008


Vino: i versi dei poeti Bottiglie con etichette disegnate dagli artisti

                
Alto Adige, 04 NOVEMBRE 2008
L’associazione «Casa della Pesa» impegnata anche nella prevenzione anti alcol il 6 e 7 di Dicembre

 ORA. Le etichette delle bottiglie di vino disegnate dagli artisti; i versi dei poeti in onore di bianchi e rossi e, nel contempo, anche un messaggio di sensibilizzazione ai più giovani in modo che non abusino con l’alcol. Tre idee in una proposte dall’associazione arte-cultura «Casa della pesa» che si concretizzerà il 6 e 7 Dicembre presso l’ex stazione del mitico trenino che portava in val di Fiemme.
 L’etichetta, è la “carta d’identità” del vino e si veste di significati particolari attraverso questa unione. Per mano di artisti e poeti del nostro tempo e con semplici tratti, si potranno unire tradizione, percorsi artistici e innovazione culturale. Dunque una stimolante e simpatica occasione per ricordare quanto la nostra cultura debba al vino ed anche un motivo per sensibilizzare i ragazzi sull’eccesso di uso d’alcool, all’arte, alla cultura e alla creatività. La proposta dell’associazione si rivolge ad artisti, poeti e scrittori di qualsiasi regione, di partecipare a questa iniziativa senza alcuna quota di partecipazione. Sarà divulgato un pieghevole con le aziende della Bassa Atesina e artisti e poeti che aderiranno. È previsto anche la pubblicazione di un catalogo.
 La manifestazione avrà luogo nelle giornate del 6 e 7  Dicembre dalle 10 alle 18, presso la vecchia stazione della linea ferroviaria che da Ora saliva fino a Predazzo. Ai partecipanti verrà offerto un assaggio dei vini dai quali dovranno trarre ispirazione e sensazione. (Ispirazione di-vino). Le due giornate saranno allietate da letture proiezione di documentari, canti e stornelli dedicate agli effetti benefici e quelli prodotti dall’eccesso d’utilizzo del vino. Seguirà l’esposizione delle etichette e delle poesie realizzate in estemporanea presso le sale di Aur-Ora Art Expo. Le aziende che aderiranno potranno infine scegliere se adottare o meno le etichette e poesie realizzate e creare una combinazione di arte e poesia per l’allestimento della bottiglia di quel loro particolare vino. Per informazioni telefonare al 338.6510985; chi intende partecipare può spedire un e.mai a acp-kkw@acp-kkw.com oppure un fax al numero 0471/251884.
 ASTA DI OPERE D’ARTE. Venerdì 7 novembre, sempre nell’ex stazione a Ora, si terrà alle 20 un’asta di opere d’arte a sostegno dell’attività artistica e culturale «Aur-Ora». (e.d.)
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categoria:cultura
mercoledì, 29 ottobre 2008


L’arrivo di «Ubik» ha portato anche un nuovo approccio con l’offerta di volumi

       
La città dei lettori di libri ora ha colmato la lacuna dei testi italiani in centro
ALAN CONTI
 Alto Adige, 29 OTTOBRE 2008


 BOLZANO. C’è movimento in via Bottai e in via Grappoli. In via Bottai spariscono gli attrezzi da giardiniere, si spostano i panifici e spuntano nuovi negozi; più giù il volto commerciale della strada che costeggia il lato storico del municipio sta cambiando e un’ulteriore novità è rappresentata dall’arrivo di Ubik, libreria italiana aperta da poco e incastonata in via Grappoli tra Globus e Cad. I lettori italiani hanno spesso lamentato una scarsità di punti vendita in centro storico dove, Giunti a parte, a dominare sono indiscutibilmente le pubblicazioni tedesche. Mauro Serafini, imprenditore nato a Modena ma trentino d’adozione, ha così deciso di colmare questo vuoto, aprendo un punto vendita che può arrivare a offrire fino a 20.000 titoli di molteplici case editrici italiane.
 «Ubik è una catena coordinata dal più grande distributore librario nazionale e da anni avevamo intenzione di aprire una filiale anche a Bolzano. Sapevamo di una situazione in centro in cui l’offerta è limitata e abbiamo sempre aspettato e cercato un posto che corrispondesse alle nostre esigenze. Ora finalmente l’abbiamo trovato, di fronte al Circolo Cittadino, dove abbiamo una buona superficie di esposizione su cui posizionare i volumi secondo la nostra filosofia».
 La classificazione dei titoli, infatti, segue il criterio del genere letterario e non della casa editrice: si trovano così sezioni dedicate ai gialli, romanzi d’avventura, storici, classici, divertenti, thriller o fantasy suddivisi per ordine alfabetico in modo che le opere di uno stesso autore, anche se di editori differenti, siano tutte vicine. Grande risalto, inoltre, viene dato alla saggistica con testi di filosofia, pedagogia, storia e informatica posti sullo stesso piano dei romanzi e dei best-sellers.
 «E’ più facile, così, che i lettori si incuriosiscano. Non c’è nessun piano da salire, quindi può tranquillamente capitare che cercando “Il codice da Vinci” caschi l’occhio su un trattato dell’Inghilterra ottocentesca... La stessa sezione di filosofia, sembra strano, è una delle più consultate dai lettori negli altri 20 punti vendita sparsi sul territorio nazionale».
 Senza dimenticare la corposa sezione dedicata dai dvd, tornando ai libri completano l’offerta i volumi sull’arte, l’architettura e la musica, i libri in tedesco, inglese e spagnolo e la letteratura per bambini. «I più piccoli sono importantissimi - sottolinea Serafini - perché rappresentano anche il nostro futuro ed è bene appassionarli da subito alla lettura. Non solo, è stato calcolato che il 60% dei clienti delle librerie sono donne, molte delle quali madri che entrano in negozio con i figli: quale modo migliore allora, per promuovere la lettura nelle giovani generazioni?».
 La divisione per genere permette anche di tratteggiare il profilo del lettore bolzanino.
 «Per ora sappiamo che Bolzano è in testa alle classifiche italiane per il consumo di libri. Siete una città di letterati e siamo molto curiosi di analizzare i dati di vendita per capire anche quali sono le preferenze dei bolzanini. Una statistica utile a noi per organizzare il nostro assortimento, ma anche per tutti quelli che sono interessati a capire quali sono le curiosità e gli interessi di chi abita questa terra: possiamo quasi definirlo un focus sociologico».
 Per ora Ubik è partita in sordina: niente annunci e inaugurazioni, «ma stiamo solo aspettando l’adesione di qualche personaggio di spicco del mondo della letteratura perché vogliamo dare impulso continuo alla promozione della cultura e della lettura anche a Bolzano. Presentazioni di libri e incontri con gli autori saranno frequenti e proprio per questo siamo davvero molto felici di aver trovato posto in una strada magnifica del centro».
 Una strada che, è proprio il caso di dirlo, sta proprio voltando pagina.
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categoria:cultura, comunicati
giovedì, 16 ottobre 2008


Commedie di qualità per la rassegna numero 1 in Italia

LORENA PALANGA
Alto Adige, 16 OTTOBRE 2008


 LAIVES. Sarà la filodrammatica trentina «Concordia 74» ad aprire domani la rassegna nazionale del teatro dialettale «Stefano Fait». Giunta alla sua 29esima edizione, la manifestazione è ormai uno degli appuntamenti più attesi a livello nazionale nel panorama del teatro dialettale.
 Sette spettacoli per un totale di quindici serate e, vera novità di quest’anno, una giuria tecnica che non solo decreterà la commedia vincente ma assegnerà anche altri premi tra cui quello di migliore attore e attrice. Torna a partire da domani la 29esima rassegna nazionale del teatro dialettale «Stefano Fait», all’interno della stagione del teatro di Laives che anche quest’anno conta circa 300 abbonamenti. A presentarla è l’organizzatore Loris Frazza.
 Riprende la rassegna «Stefano Fait». Quali sono le novità della stagione?
 «Quest’anno a giudicare le commedie in gara ci sarà oltre al pubblico anche una vera e propria giuria tecnica composta da esperti del settore come ad esempio la giornalista trentina Antonia Dal Piaz e Betta Paolucci membro del cda del Teatro stabile di Bolzano. Parteciperà anche un ragazzo appassionato di teatro».
 Il primo appuntamento sarà domani con il «Don Oreste el...guasta teste» della filodrammatica trentina «Concordia 74». Come scegliete le commedie?
 «La nostra rassegna è ormai una delle più importanti a livello nazionale nel panorama del teatro dialettale. Per questo cerchiamo di proporre sempre commedie di qualità. La piece di domani ad esempio è stata selezionata dalla Cofas, Compagnie Filodrammatiche Associate del Trentino, tra 100 commedie. Quest’anno inoltre ci sarà l’atteso ritorno di Andrea Castelli e riproponiamo il Teatro Stabile di Nisseno (Caltanissetta) vincitore della scorsa edizione».
 Quanto tempo richiede l’organizzazione di una rassegna come questa?
 «Il teatro dialettale in Italia viene praticato soprattutto a livello amatoriale e, quindi, non è facile trovare commedie di alta qualità. Ci vuole molto tempo, visioniamo tutte le commedie dal vivo o in dvd. Le dico solo che la 29esima edizione non è ancora iniziata e stiamo già visionando le commedie per la 30esima».
 Lei è stato uno degli ideatori della manifestazione conosciuta ormai in tutt’Italia. Si aspettava un tale successo?
 «Inizialmente la rassegna era biennale e coinvolgeva solo i dialetti vicini a noi come il trentino e il veneto. Con il passare degli anni, l’interesse verso la manifestazione è cresciuto. La rassegna è diventata annuale, i dialetti coinvolti provengono ormai da tutta l’Italia e vista la forte partecipazione e la ristretta capacità del teatro aula magna abbiamo iniziato a proporre le commedie per due serate. Insomma è una soddisfazione sapere che Laives sia diventata un punto di riferimento per il teatro dialettale nazionale».
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categoria:cultura
sabato, 04 ottobre 2008


Kunst Kultur Verain Waaghaus Bozen - KKW
ARTEXPO AUR-ORA Herbst/Winter 2008 – Programm,
in susammenarbeit mit ARCI Literarische Cafè –Leifers – Gemeinde Auer ,
Bezirksgemeinschaft Ȕberetsch Unterland


VERSTEIGERUNGEN: und 17. Oktober / 7. und 14. November / 5. und 19. Dezember 2008 – 20.00 Uhr Zur
Unterztützung der künstlerischen und kulturellen Aktivitäten von AUR-ORA artexpo

Werke von: Salvador Dalì (grafica)-Remo Brindisi-Salvatore Fiume–Bruno Munari-Fioravante Seibezzi-Tono Zancanaro-Federico Fellini-Giuliano Gèleng-Robert Scherer-Karl Plattner (grafiche) -Beppe Serafini-Francesco Stefanini-Edgardo Abbozzo–Florio Veccelio–Beppe Ferraro-Franco Verdi-Pietro Archis-Walter Montel-Josef Unterer–Elvio Marchionni-Jann Geppert-Peter Behan- Vittorio Amodio-Nello Bocci (sculture)–Enzo Poddighe-Ferruccio Ramadori-Sestilio Burattini- Lopez Canito-Gianni D’Adda-Heinz Frigge-Eduardo Palumbo-Enzo Poddighe–Gineba-Livio Conta- Heinrich Toll-Diego Galletti.Und viele mehr.
* JEDER HAT DIE MÖGLICHKEIT WERKE IN SEINEM BESITZ ZUR VERSTEIGERUNG ZU GEBEN UND DABEI DEN GRUNDBETRAG FESTZULEGEN. DER ERLÖS DES GRUNDBETRAGES GEHT ZU GUNSTEN DES BESITZERS. DIE STEIGERUNGEN DES GRUNDBETRAGES GEHEN ZU GUNSTEN DER OBGENANNTEN AKTIVITÄTEN. (Setzen Sie sich einige Tage vorher mit dem Sekretariat unter der Nummer 366.3319789 in Verbindung)


KUNSTAUSSTELLUNGEN UND DEREN THEMEN


11. – 26. OKTOBER: “Tras-formazione” Die Alchimie des Zeichens – Ausstellung von Grafiken und Konferenz zur
Interpretation eines Kunstwerks unter der Leitung von EUGENIO GIANNI’- ERÖFFNUNG AM 11.10 UM 20.00UHR –
geöffnet vom 11. bis zum 26. – von 19.00Uhr - 23.00Uhr

9. – 20. NOVEMBER: “PICTURE EXHIBITION MIT ROBY PERSI SANTORUM -
-ERÖFFNUNG AM 4.11 UM 20.00UHR - geöffnet vom 9. bis zum 20. – von 19.00Uhr - 23.00Uhr (ARCI Leifers)


22 - 30 NOVEMBER “ETICHETTE D’ARTISTA E POESIA" – Die Etikette stellt die “Identitätskarte” eines Weines dar
und kommt mittels besonderer Eigenschaften in Verbindung mit Letzterem zur Geltung.
Weinetiketten und Momentpoesie zum Thema von verschiedenen Künstlern im Kleinen Theater am Bahnhof Aur-Ora
- ERÖFFNUNG AM 22.11 UM 20.00UHR - geöffnet vom 22. bis zum 30. - von 19.00Uhr - 23.00Uhr

13. – 18. DEZEMBER “ AUF DEN SPUREN DER EISENBAHN AUER - PREDAZZO”
- Bilderausstellung zum Thema Eisenbahn und Parallelen zur Linie Spoleto-Norcia".
- Präsentazione des Gedichtebandes in umbrischem Dialekt mit dem Titel “Attenti al treno" von F.Ramadori welcher sich
anhand fotographischer Zeugnisse von Umberto Raponi mit der aufgelassenen Eisenbahnlinie Norcia-Spoleto
beschäftigt.
- ERÖFFNUNG AM 13.12 UM 20.00UHR - geöffnet vom 13. bis zum 18. - von 19.00Uhr - 23.00Uhr

- Während des Zeitraumes der Ausstellung Dia-Projektionen damaliger Künstler, die sich mit dem Thema Eisenbahn
beschäftigt haben.

19. DEZEMBER – 10. JÄNNER 2009 “CONFINI - GRENZEN” – VON PIETRO ARCHIS UND PETER KASER
REALISIERTES PROJEKT IN ZUSAMMENARBEIT MIT ARCI - LITERARISCHES CAFFEE - CAFÉ LETTERARIO-
LEIFERS/LAIVES.
- ERÖFFNUNG AM 19.12 UM 20.00UHR - geöffnet vom 19. Dez. bis zum 19. Jan. 2009 - von 19.00Uhr - 23.00Uhr


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categoria:cultura
lunedì, 29 settembre 2008

 Roberta Dapunt, una voce folgorante, di spontanea innocenza

GIOVANNI TESIO

Eccolo qua il piccolo libro appena uscito nella «bianca» di Einaudi, La terra più del paradiso . Un libro di
corpo piccolo ma di grande intensità. Lo ha scritto la trentottenne Roberta Dapunt, che non è ignota agli annali della poesia (ha già pubblicato due libri ed è ben attiva nel mondo culturale della Ladinia dolomitica) ma che - grazie alla maggiore visibilità garantita dal marchio einaudiano - arriva a far sentire
la sua voce ben oltre i confini del maso di Ciaminades (Alta Val Badia) in cui vive.
Notizie minime che servono a collocare la poetessa e che un po' anche aiutano a entrare nel suo mondo, ma che non sono poi così indispensabili alla lettura dei testi.
Come diceva Goethe nell'epigrafe al Divan occidentaleorientale, «Chi vuole comprendere la poesia / deve andare nella terra della poesia;/ chi vuole comprendere il poeta/ deve andare nella terra del poeta». A contare, qui, più dei luoghi è la lettura di una poesia folgorante, la rivelazione di una voce granulosa e fortemente spirituale.
Contro tanta poesia che richiede lettori in qualche modo specializzati, la poesia della Dapunt sembra immediatamente toccare i vertici di una forza e di un'innocenza spontanee. E tuttavia non vorrei che si commettesse l'errore di pensare al frutto di un dire immediato. Tutt'altro.
Qui si arriva alla «semplicità » (c'è anche un testo rivolto alla madre, che s'intitola Poesia semplice) attraverso una dura macerazione, un vero e proprio percorso di spoliazione. Se mai sarebbe tutto da chiarire - specie rispetto alla presenza di una corporalità resistente e tesa - il rapporto di vicinato artistico
con Lois Anvidalfarei, lo scultore badiota che la Dapunt ha sposato nel '94 e da cui ha avuto le due figlie di poesia dolce.
Da La terra più del paradiso vengono le orazioni disarmate di una credente in cerca di fede:
«Divina solitudine della mia parete,/ cederei la penna per un giorno di fede». Le confessioni di una lotta (la triste raccolta) che abbisogna di chiarimenti: «Non contro te Dio cammino per notte insonne,/ ma perché
ho nell'anima un'estate malata/ e un solo pensiero marcio/ suda l'odore acre/ di quando le prugne vanno a male». Le presenze angeliche degli umili e degli ultimi, ma anche quelle così concrete e simboliche di una gallina che «ha da finire di morire». Il senso e il segno della «riservatezza rurale», l'«umile gioia dei giorni», le stagioni (molto l'inverno e il suo silenzio) che attraversano il cuore, l'esemplare ruminìo delle mucche che si estende all'uomo. Un mondo di chiaroscuri e spesso di interni: la stalla (urna e scrigno la greppia «colma del fieno raccolto»), la stanza (tabernacolo e arca), gli umili ingressi, la finestra nel buio («alla finestra devo la pazienza e l'aspettare»). Ma anche il prato e l'orto, anche la comunità («la mia gente»), la comunione dei vivi e dei morti, la compassione, i paragoni concreti, gli oggetti rustici, le  immagini che sibilano come«un fruscio di falce». Versi musicalmente abrasi - prosastici - come questi: «È
raccogliere terra sputata dal fondo e seminarla,/ di nuovo, in segno di generosità verso essa ». Versi in lotta: «Per ora non chiedo altro,/ che di rimanermi muto, Dio». Versi - quando occorre - anche in ladino.
Versi inquieti (esilio in Corpus Domini): «Non conosco fuga né mai ripiegai le mie radici,/ ma qui, dentro i paesi delle mie genti conosciute,/ dentro questo tempo dei valori educati/ e delle molte solitudini, vicine
di casa,/ io sono in esilio./ In mezzo agli alberi, dentro all'erba, sotto i fiori,/ io sono la zolla staccata dei campi coltivati». Una poesia per nulla cantabile («Io non riesco, non mi è dato scrivere il bel canto»), ma di
profonda radice interiore, di accoglienza creaturale, di folgorante, religiosa, drammatica bellezza. Una poesia da non mancare


Tuttolibri 27 -09-08

 Roberta Dapunt
 LA TERRA PIU’ DEL PARADISO
 EINAUDI
 pp. 54, euro 8
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categoria:cultura
mercoledì, 24 settembre 2008

Riconferma abbonamenti del Teatro Stabile di Bolzano



23 settembre 2008

BOLZANO. Iniziano oggi e proseguiranno fino a sabato 4 ottobre le riconferme degli abbonamenti agli 11 spettacoli della stagione La Grande Prosa del Teatro Stabile: gli abbonati 2007 /2008 hanno infatti diritto alla riconferma del turno e del posto per la stagione 2008/2009 esibendo il vecchio abbonamento alla cassa del Teatro Comunale.Dal 23 settembre fino al 4 ottobre quindi, tutti i posti degli abbonati alla scorsa stagione saranno mantenuti a disposizione degli abbonati che intendono riconfermarli. I prezzi sono rimasti invariati. Le riconferme degli abbonamenti si svolgono presso le casse del Teatro Comunale, di Piazza Verdi 40, che osservano il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Il sabato dalle 10.00 alle 13.00. Tel 0471 053800, www.teatro-bolzano.it
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categoria:cultura
mercoledì, 17 settembre 2008


La lettura nel mondo giovanile presentata proprio dai ragazzi

Alto Adige, 16 SETTEMBRE 2008

 BOLZANO. Il mondo giovanile e la lettura, un universo poco conosciuto e difficile da decifrare, spesso dominato da generalizzazioni: i giovani d’oggi guardano solo la tivù, giocano solo con il computer, scappano dalla lettura come dal compito in classe di fine maggio... Certo, realtà purtroppo spesso (molto? Troppo?) vere, ma per conoscere come si rapporta alla lettura la realtà giovanile, bisogna quanto meno accostarsi ai giovani e ascoltarli. A tale scopo l’associazione Aessebi organizza una serie di incontri nei quali comuni lettori presentano i loro testi preferiti, intervistati da docenti o giornalisti. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Ufficio biblioteche dell’assessorato comunale alla cultura e con Itacalibri, società editrice e di promozione culturale di Castel Bolognese. Il prossimo appuntamento è in programma domani alle ore 17 nella biblioteca Europa, in via del Ronco: don Gianpaolo Zuliani, docente di scuola superiore, intervista Simone Stefanini e Matteo Perisutti, studenti di IV e II liceo, sui testi di Tolkien “Il signore degli anelli” e “Il Silmarillion”.
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categoria:cultura, giovani
lunedì, 15 settembre 2008

Ora gli eventi culturali sono tutti on line
Alto Adige, 15 SETTEMBRE 2008

 BOLZANO. Quest’anno la Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano ha avviato una collaborazione con il Portale della Cultura in Alto Adige (Kulturportal Südtirol). Si tratta del sito Internet www.cultura.bz.it, che il calendario sugli appuntamenti e sulle manifestazioni culturali in provincia di Bolzano, realizzato in collaborazione con l’agenzia “endo7 Srl”. L’idea di fondo consiste nella predisposizione e messa in rete delle informazioni delle manifestazioni culturali (musica, mostre, teatro, cinema, danza, letteratura). Il portale culturale è una piattaforma aperta per partecipare attivamente. I soggetti interessati, previa registrazione, possono inserire gratuitamente i propri contenuti ed eventi culturali, avendo inoltre la possibilità di attivare una propria Homepage. Qualche dato: sono già 600 i membri attivi sulla piattaforma, mentre sono oltre 5.000 gli eventi inseriti. Il sito, partito nel luglio 2007, rappresenta già un “must” per tutti gli operatori e un indirizzo imperdibile per ogni interessato.
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categoria:cultura

mercoledì, 03 settembre 2008


Un mese di note d’avanguardia con contorno di danza, teatro, clubbing
Presentata ieri l’ottava edizione del festival che dal 7 settembre proporrà eventi in spazi “diversi” con una novità importante: la collaborazione col Museion
DANIELA MIMMI
Alto Adige, 02 SETTEMBRE 2008


 BOLZANO. Che finalmente si spengano i fari sulle rane e altri animali verdi, e che si accendano su Transart edizione 2008. Questa la speranza espressa a viva voce da tutti gli organizzatori della rassegna di arte contemporanea, e non solo da loro, durante la conferenza stampa di presentazione di ieri. Perchè le polemiche lasciano il tempo che trovano, mentre Tansart è ormai una realtà ben radicata nel territorio e ampiamente sperimentata nel corso delle passate sette edizioni. L’ottava, che prende il via domenica 7 settembre per concludersi l’11 ottobre, presenta, già sulla carta, una lunga serie di appuntamenti soprattutto con la musica e più in generale con le arti visive, praticamente tutti imperdibili, che vanno dal balletto al clubbing, dalla musica contemporanea più classica al rock.
 Strada facendo Transart ha perso un appuntamento, precisamente quello di Trento. “Il Festival è regionale e quindi toccherà il Mart, ma siamo stati costretti a cancellare la data di Trento, perchè la Provincia di Trento ci ha tagliato i fondi, mentre indispensabile è l’appoggio della Fondazione Carisparmio” ha spiegato Peter Paul Kainrath, uno degli artefici di Transart, come sempre affiancato da Eduard Demetz e questa volta anche da Corinne Diserens, la direttrice del Museion, con cui è iniziata una proficua collaborazione. “The show must go on!” del coreografo francese Jérome Bel, tra i massimi esponenti della nuova generazione di coreografi europei e fondatore della così detta “non danza”, inaugura il festival domenica 7 settembre al Teatro Comunale di Bolzano, spettacolo preceduto, alle 19, dagli ensemble percussionistici Soncino&ConTact diretti da Gianmaria Romanenghi, i quali daranno un ritmico benvenuto agli spettatori nel Teatro Comunale.
 Mercoledì 10 Transart si sposta alle Officine Fs con l’Internationale Ensemble Modern Akademie per una serata tutta dedicata a Steve Reich, il quale è atteso a Bolzano, ma al momento è a New York, ammalato. Ancora musica domenica 14 a Steg, vicino a Siusi, con Daniel Schnyder, eclettico compositore e sassofonista che a fianco dei solisti dei Berliner Philharmoniker accompagnerà gli spettatori in un viaggio attorno al mondo, in prima nazionale, nel quale vengono riletti Jimi Hendrix e Abdullah Ibrahim, passando per Antonio Carlos Jobim e George Gershwin. Giovedì 18 doppio appuntamento: al Lanserhaus di Appiano c’è il concerto di Quatuor Diotima & Minguet Quartett, mentre al Museion di Bolzano c’è la prima performance di Xavier Le Roy, “Self Unfinished”. La seconda, il 20, è “Le Sacre du Printemps”, realizzate entrambe in collaborazione con Museion. Trait-d’union tra il genere musicale della Neue Musik e le altre discipline artistiche, in particolare teatrali, Mauricio Kagel classe 1931, dirigerà il 19 settembre all’Alupress di Bressanone l’Ensemble Modern. La stessa sera a Chiusa, a pochi chilometri di distanza, i gelidi campionamenti elettronici del duo finlandese Pan Sonic, quintessenza della musica elettronica cerebrale, anticipati dal duo AGF/ Delay. Come una chimera che emerge dal buio della notte musicale, l’installazione “Luxs” di Peter Senoner (autore della statua scelta come simbolo per Transart 2008) balenerà sulla facciata di Beton Eisack. Transart sbarca in Trentino il 21 settembre con una tappa al Mart di Rovereto che ospita il progetto Chroma Xb, concepito appositamente per lo spazio museale che lo ospita. La serata forse più trasgressiva è quella del 27 settembre, quando al Museion troverà spazio Symposion: 7 ore di vino e musica nel nome dell’intelligente ebbrezza dei sensi, e la musica di Klangforum Wien. L’evento finale di questa stagione vedrà sul palco la band cult americana Sonic Youth, l’11 ottobre negli spazi della Stahlbau Pichler. Finale a tutto ritmo, quindi, per un Festival che riempirà di note di tutti i generi questo inizio di autunno.
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categoria:cultura
domenica, 31 agosto 2008

Seconda lingua, decolla la novità
Elementare di San Giacomo: insegnamento veicolare
Alto AdigeÌ, 29 AGOSTO 2008

 LAIVES. La vera novità per quanto riguarda la scuola locale sarà certamente l’iniziativa che partirà all’elementare italiana di san Giacomo dove una classe prima composta da 18 bambini, seguirà un metodo assolutamente nuovo di apprendimento della seconda lingua. Si tratterà di un insegnamento veicolare che utilizza sia il metodo Montessori che il metodo Cnil ed è stato fortemente voluto prima di tutto dagli stessi genitori dei bambini. «Noi - spiega l’assessore Liliana Di Fede - abbiamo aderito con convinzione subito alla richiesta, così come la Sovrintendenza scolastica provinciale. I bambini, in sostanza, seguiranno le lezioni alternando italiano e tedesco e ci sarà un comitato scientifico, del quale fanno parte anche esperti di pedagogia dell’Università di Bolzano a presiedere l’iniziativa, la prima di questo genere nelle scuole comunali». (b.c.)
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categoria:cultura, san giacomo oggi
domenica, 31 agosto 2008


La Grande Guerra ora è online
Alto Adige, 24 AGOSTO 2008
PAOLO PIFFER


La Grande guerra ora s’impara online In un sito le notizie sui forti, le trincee, i reperti e le schede personali dei trentini caduti A novant’anni dalla fine del conflitto il progetto curato dal Museo delle Guerra che aggiorna in tempo reale il patrimonio Il forte di Cadine al Bus de Vela, a pochi chilometri da Trento verso la valle dei Laghi, sarà pronto il prossimo anno.
 In ritardo rispetto ai tempi previsti che, nero su bianco nella pubblicazione «Beni culturali 2003», segnalava il 2005. Diventerà il «baluardo», è proprio il caso di dirlo, informativo, sulle fortificazioni trentine realizzate a partire dalla metà dell’Ottocento fino allo scoppio dell Prima guerra mondiale. Qui si potrà consultare la mappa completa di un sistema che comprende 114 forti alcuni dei quali restaurati e visitabili, altri in sistemazione e parecchi ormai irrimediabilmente compromessi dai bombardamenti e dall’opera dei recuperanti nel primo dopoguerra. Ma pure dei camminamenti, delle trincee, delle postazioni e batterie che fecero del Trentino il sanguinoso fronte meridionale del conflitto. «Tra un mese e mezzo circa - riferisce Sergio Flaim, soprintendente ai beni architettonici della Provincia - termineranno i lavori di restauro del forte di Cadine. Poi si dovrà passare all’allestimento». Intanto, a 90 anni dalla conclusione delle ostilità, il patrimonio trentino sulla Grande guerra finisce in internet. E’ infatti pronto e visitabile on-line il sito www.trentinograndeguerra.it curato dal Museo della guerra di Rovereto e che fa parte del più ampio progetto”Grande guerra” promosso dalla Provincia che intende valorizzare forti, camminamenti, trincee, reperti sull’onda della memoria. Ieri la presentazione in piazza Dante presenti l’assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo, il presidente e il direttore del museo della guerra Alberto Miorandi e Camillo Zadra, il soprintendente Flaim ma anche i rappresentanti di molte associazioni interessate all’iniziativa e che, in diversi casi, hanno portato il loro contributo. «Il sito - ha detto il direttore Zadra - ha l’obiettivo di documentare, informando in maniera sintetica, su tutto ciò che in Trentino si sta facendo, e c’è, sulla Grande guerra». Da settembre saranno consultabili nel sito - come anticipato dal Trentino nei mesi scorsi - anche le schede, una sorta di”memoriale”, dei trentini caduti (più di 10 mila) con la divisa austro-ungarica, ma anche con quella italiana, durante la Grande guerra. Un lavoro in progress, continuamente aggiornabile, è stato sottolineato a più voci alla presentazione. All’home page del sito si aprono alcune grandi finestre sulle fortificazioni, le visite e le escursioni, gli eventi, le mostre, i musei. Cliccando si apre un mondo di informazioni, appuntamenti, schede tecniche sul sistema delle fortificazioni e sui restauri dei forti (complete le news, peccato che non ci sia alcun riferimento temporale sull’inizio e la fine dei lavori previsti). «Non si tratta di un sito turistico», ha precisato il presidente del museo Miorelli. «Quello sulle orme della grande guerra - ha aggiunto Flaim - è un turismo di nicchia ma in crescita». Zadra ha delineato il panorama trentino della Prima guerra mondiale, ciò che resta sul terreno.
 «In cinquant’anni, a partire dalla meta dell’Ottocento - ha affermato - si è preparato il territorio alla guerra. Dal 1860 in poi si sono costruiti forti e fortificazioni per poi smantellarle e riedificarle secondo le più aggiornate tecniche di costruzione bellica. Adesso si sta ricostruendo un paesaggio storico unico in Europa e, anche attraverso l’attivazione di questo sito, si realizza un progetto di sistema unico in Italia». «Internet è una soluzione ideale - ha aggiunto l’assessore Cogo - per una comunicazione completa dell’operazione».
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martedì, 19 agosto 2008


Ceol all’attacco sulla cultura
Alto Adige, 19 AGOSTO 2008

 LAIVES. «Che fine ha fatto la cultura, quella con la C maiuscola?» Se lo chiede il consigliere socialista Roberto Ceol, che parla di «Latitanza dell’assessore Christian Tommasini, sicuramente preso da cose più importanti, come la segreteria del Pd e le elezioni provinciali di ottobre». Continua Ceol: «Intanto qui si va distruggendo il lavoro di tanti anni e il tendone di via Pietralba rimane vuoto, mentre del Festival comunale si sono perse le tracce e quello che era il piatto forte dell’estate è stato diluito in manifestazioni di basso budget, che poco o niente attirano i cittadini e tutto è stato delegato - guarda caso il grosso in termini di quantità - all’Arci. Quando c’era il festival, dieci date con artisti e gruppi di livello nazionale, portavano migliaia di spettatori, con soddisfazione degli organizzatori e lustro al Comune. Oggi tutto questo è un ricordo». Ceol poi affronta il concorso di pittura «Città di Laives», che aveva cadenza biennale e che quest’anno non si fa: «Non parliamo poi dei giovani per i quali, dopo incontri e promesse ci si è dimenticati di chiedere contributi alla Provincia. Per le strutture come il teatro di San Giacomo e il Black Box in Galizia, si sta ancora parlando. Idem per la palazzina in via Pietralba, che doveva essere ristrutturata come sedi per le associazioni locali (così era l’accordo che ha accompagnato la nuova casa della musica tedesca) e invece si costruiscono nuove aule in zona scolastica quando si potevano usare meglio gli spazi esistenti». Ceol elenca poi altre questioni sul tappeto e conclude polemicamente nei confronti dell’assessore Tommasini augurandogli che «Ad ottobre possa veramente andare in Provincia, per poter rilanciare la cultura in quel di Laives». (b.c.)
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giovedì, 14 agosto 2008


Svolta Lub, corsi per studenti «maturi»
Il Rettore vuole incentivare le iscrizioni dei «non giovanissimi»: risorsa da recuperare
di Francesca Gonzato
Alto Adige, 13 AGOSTO 2008

 BOLZANO. Una nuova possibilità formativa (e di lavoro) per persone non più giovanissime che vogliono rimettersi in gioco. La proposta arriva direttamente dal nuovo rettore dell’Universita Walter Lorenz. «I corsi di laurea - spiega - sono quelli in Servizio sociale e di Educatore sociale. Un campo - con ottime possibilità di lavoro -, dove la sensibilità e l’esperienza di persone già mature rappresentano una grande risorsa da recuperare». Insomma, un’apertura che potrebbe rappresentare anche una svolta qualitativa sul mercato del lavoro per chi vive nell’“età di mezzo”.
 La Lub cerca studenti speciali. Non giovanissimi. Ancora meglio se con esperienze lavorative alle spalle. Lo sponsor è il professor Walter Lorenz, appena nominato rettore (insediamento in ottobre) e presidente dei corsi di laurea in «Servizio sociale» ed «Educatore sociale». 30 posti per ogni corso e buone prospettive lavorative. «Dopo 3-4 mesi dalla laurea trovano lavoro quasi tutti, anche se inizialmente con progetti a termine», spiega Lorenz.
 I due corsi di laurea formano personale specializzato sul disagio, ma Lorenz indica una prospettiva di lavoro che suona come un appello agli amministratori: «Per il futuro immagino un lavoro sociale che interviene sui casi singoli, ma lavora anche con maggiore energia sulla programmazione e la partecipazione. Pensiamo alla presenza degli stranieri, quanto può essere utile un lavoro in sinergia tra sociale, scuola e urbanistica».
 Il corso di laurea triennale in «Servizio sociale» è mirato all’esame di Stato per l’iscrizione all’albo professionale degli assistenti sociali. Il corso per «Educatore sociale» è più mirato all’inserimento in cooperative, centri giovanili, educativa di strada. Entrambi i corsi sono in italiano e tedesco e non trilingui.
 E si arriva all’età degli studenti: «E’ particolarmente preziosa la presenza di persone che arrivano all’università con una certa esperienza, sia lavorativa che anche di vita. Fa parte del progetto didattico l’interazione tra esperienza e conoscenza scientifica, lo scambio tra studenti neo diplomati e lavoratori o donne che decidono di riprendere in mano la loro vita professionale dopo la maternità». Il sociale, ricorda Lorenz, vive una fase di cambiamento cruciale: «E’ stato importante superare il volontariato, crendo un sistema di welfare. Ora questo assetto non regge più finanziariamente e ci si avvia verso un sistema che vedrà il servizio pubblico restituire una parte dell’iniziativa al privato. Troppo pubblico ha finito per indebolire l’iniziativa spontanea e questo è un problema, perché i problemi vanno affrontati soprattutto a livello familiare e di buon vicinato, potendo poi contare sul pubblico». I corsi di laurea, spiega Lorenz, «puntano a creare una sinergia tra sociale istituzionale e volontariato, ad avere volontari formati professionalmente. La tradizione accademica tende a scoraggiare un approccio tardivo, noi invece puntiamo proprio sulla sua ricchezza».

Laurea nel sociale
Il corso di laurea in Servizi sociali è strutturato lungo tre anni accademici: il primo dedicato allo studio di materie socio-pedagogiche e gli altri due mirati all’acquisizione delle competenze professionali. Gli studenti lavoreranno anchein piccoli gruppi e le attività pratiche saranno costituite da laboratori, tirocini e seminari con circa 25 partecipanti ciascuno. Il corso sarà, ovviamente, bilingue: metà lezioni in italiano e metà in tedesco e saranno frequenti le visite di professori di fama internazionale per approfondimenti. I laureati saranno operatori sociali e professionisti in grado di svolgere attività d’interesse socio-pedagogico.
Previsto anche un corso per educatori sociali, sempre triennale e bilingue, con un curriculum incentrato su un articolato programma di competenze pratiche, affiancato ad una base teorica. Ogni anno, per esempio, gli studenti dovranno svolgere un tirocinio obbligatorio di 150 ore, in aziende e istituzioni convezionate, da affiancare allo studio sui libri. L’obiettivo finale è quello di formare professionisti abili a intervenire in ogni settore del sociale. La laurea di primo livello di ambedue i corsi, infine, permette di iscriversi alla laurea specialistica di indirizzo.

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venerdì, 18 luglio 2008


 La videoart sbarca al Garden Village
Alto Adige, 18 LUGLIO 2008

 LAIVES. La videoart sta per sbarcare a San Giacomo e lo farà dall’8 agosto presso la piccola galleria allestita presso il Garden Village dall’associazione artisti «Casa della pesa». Si incomincia con il gruppo Harta Performing di Monza, presentato dal professor Eugenio Gianni e, a seguire, la performance di Nicola Frangione e la sua video-poesia dal titolo «La voce in movimento». Le proposte proseguiranno poi anche il 22 e il 29 agosto e saranno occasioni per avvicinarsi a queste forme di arte contemporanea che tanto fanno discutere l’opinione pubblica. Sempre l’associazione Casa della Pesa, propone il secondo concorso di pittura estemporanea «Laives immersion».

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sabato, 05 luglio 2008


«Tedesco potenziato» in prima classe
L’esperimento da settembre presso la scuola elementare italiana
di Bruno Canali
Alto Adige, 05 LUGLIO 2008

 LAIVES. A settembre, presso la scuola elementare italiana di San Giacomo, prenderà il via una sperimentazione di prima classe con «tedesco potenziato». «In sostanza - spiega l’assessore Liliana Di Fede - una prima elementare dove ci sarà l’insegnamento “veicolare” del tedesco e metà dell’attività didattica sarà proprio in seconda lingua. Questa iniziativa verrà fatta all’elementare italiana perché da lì, dai genitori dei bambini, ci era arrivata la esplicita richiesta di una classe bilingue». Il percorso di avvicinamento a questo importante traguardo è già stato avviato.
 Infatti durante l’ultimo turno del Baby club (attività estive per i più piccoli che sta registrando un crescente successo) è prevista una sezione con 9 bambini di San Giacomo che poi saranno nella prima classe dal tedesco potenziato. In tutto dovrebbero essere 18 gli scolaretti che da settembre parteciperanno a questa iniziativa didattica.
 «I piccoli - continua l’assessore Di Fede - hanno già iniziato l’approccio presso la scuola materna e con l’iniziative del Baby club avranno un’ulteriore occasione per avvicinarsi al tedesco. Per quanto riguarda la scuola di San Giacomo, abbiamo anche previsto che per 2 giorni alla settimana, si faranno attività pomeridiane in tedesco, il tutto per favorirne l’apprendimento da parte dei bambini».
 Come detto, la decisione di avviare a San Giacomo l’iniziativa è determinata dal fatto che i genitori l’hanno espressamente chiesta: «Anche la direzione didattica dalla quale l’elementare italiana di San Giacomo dipende si è subito detta d’accordo - afferma Liliana Di Fede - così come le insegnanti, che hanno manifestato interesse verso la proposta e la fiduciaria, che ha già una esperienza in questo senso. Per quel che ci riguarda, noi abbiamo fin dall’inizio sostenuto il progetto ed abbiamo anche il benestare della Sovrintendenza scolastica». Tutto bene quindi e da settembre si incomincerà con l’insegnamento in maniera intensiva del tedesco in una classe di prima elementare italiana a San Giacomo. È probabile che richieste in tal senso arriveranno anche da altre scuole.
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categoria:cultura, comune di laives
giovedì, 03 luglio 2008


A Trento stasera va in scena la pace straziata di Alexander Langer
L’interprete Andrea Brunello:  «Era un visionario, era avanti,  vedeva le cose in anticipo...»
Alto Adige, 03 LUGLIO 2008

 TRENTO. Dopo la prova aperta di aprile, stasera debutta a Trento il monologo dedicato a Alex Langer «Profeta tra gli stupidi» al teatro Cuminetti del Centro Santa Chiara, alle ore 20.30.
 E’ ancora l’attore Andrea Brunello, che ha già dato prova di sapersi cimentare con il teatro civile in «Sloi Machine» (la denuncia della fabbrica dei veleni) a proporre questo lavoro che vuole essere uno spunto di riflessione sul presente, partendo dalla figura del politico altoatesino, suicidatosi nel 1995, a Pian dei Giullari, a Firenze.
 Con la drammaturgia di Andrea Brunello e Mirko Artuso, l’interpretazione dello stesso Brunello, la regia e le scene di Mirko Artuso e il disegno luci di Paolo Dorigatti, il lavoro vuole mettere in relazione Langer con il nostro mondo e, per farlo, ha chiesto anche il contributo degli spettatori che l’hanno visitato nella prova aperta. Abbiamo chiesto ad Andrea Brunello come è cambiato lo spettacolo da allora. «Lo spettacolo è maturato - risponde Brunello - e credo che dopo tante prove, sia cresciuto molto: è inevitabile, è successo anche in “Sloi Machine”. Si tratta di monologhi dove mi metto in relazione con il pubblico e dove cambio di conseguenza il mio modo di affrontare il testo».
 Brunello ha dichiarato di non avere come obiettivo una celebrazione di Langer, piuttosto il suo pensiero può essere una chiave di lettura del presente.
 «Non vogliamo fare di Langer un santo - spiega - ma ci interessa mettere in evidenza come lui sia riuscito a sviluppare una sensibilità fuori dal comune, che ci permette ora di capire i nostri tempi complessi».
 «Per questo Langer - aggiunge l’attore - può essere definito un profeta, perché aveva capito prima del tempo che non si può parlare di sviluppo sostenibile, ma di conversione ecologica, che il pacifismo rinunciatario non serve, ma è necessario intervenire per aiutare i più deboli. In questo senso le sue idee sono più che mai attuali. E noi le faremo emergere attraverso le figure che hanno contato per lui, come don Milani e San Francesco».
 Uno spettacolo contagiato di pessimismo, aveva premesso Brunello ancora in fase di costruzione, perché «essere ottimisti oggi non è realistico e non è intelligente: la realtà non funziona e, semmai, è il momento di agire». Langer segnalò delle vie di intervento, sfumate nei contorni dell’utopia, della distanza. Anche quella morte, osservava Brunello, «arrivò all’apice di una delusione».
 A Trento, stasera, lo spettacolo è gratuito, quindi è meglio arrivare in teatro per tempo. Lo spettacolo sarà quindi presentato a Padova, Città di Castello, Faenza. Nessuna richiesta, invece (ma forse non è casuale) da parte dei teatri altoatesini. (sa.m.)


S. Chiara, Langer è «profeta tra gli stupidi»

Corriere dell'Alto Adige2008-07-03

TRENTO — Debutterà ufficialmente questa sera alle 20.30 al teatro Cuminetti del Centro S. Chiara di Trento, nel 13˚ anniversario della morte di Alexander Langer e all'interno della manifestazione bolzanina «Euromediterranea 2008 - un villaggio oltre i muri», la nuova produzione di Teatro di Bambs «Alexander Langer. Profeta tra gli stupidi», uno spettacolo ideato, scritto, interpretato e diretto da Andrea Brunello e Mirko Artuso. «Questo lavoro non vuole essere una biografia di Alexander Langer e tantomeno una sua celebrazione — spiegano gli autori —. Ci importa piuttosto indicare la sua figura di moderno profeta che, purtroppo inutilmente, ci ha indicato una strada tanto scomoda quanto necessaria».
«Così me ne vado più disperato che mai. Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto». Era il 3 luglio 1995, a Pian dei Giullari in Toscana: Alexander Langer scrisse queste ultime parole, depose la penna e si tolse la vita. Ha ancora senso, oggi, esumare la storia di un uomo che professò in vita il pacifismo e l'unione sociale, e che solo nella morte trovò una risposta definitiva? «L'idea di parlare di Langer è nata da un nostro bisogno di elaborare alcune tematiche relative al presente — racconta Andrea Brunello — perché viviamo in una società finta, circondati da azioni e messaggi che non hanno senso, da un'informazione non trasparente che cela sempre una secondo fine. Sconcertati dal clima politico di questi anni, secondo noi Alexander Langer rappresenta invece il politico e la politica, intesi come comportamenti e azioni che servano la comunità e portino avanti valori veri. Parlare di lui oggi significa parlare del politico e della politica che vorremmo. Dal punto di vista umano e drammaturgico Alexander Langer e il protagonista dello spettacolo mettono in rilievo quel percorso autodistruttivo che caratterizza il nostro presente: Langer, anche attraverso il suo gesto estremo e disperato, si è dimostrato profeta di quello che sarebbe successo alla nostra politica e alla nostra società negli anni a venire». L'ingresso è gratuito. Informazioni: www.teatrodibambs.it.
Claudia Gelmi

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categoria:cultura
mercoledì, 02 luglio 2008

LAIVES ESTATE
2° CONCORSO DI PITTURA ESTEMPORANEA
Laives immersion”
 
Art.1
L’Associazione ARTE-CULTURA CASA DELLA PESA“ nell’ambito di “LAIVES ESTATE”, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Laives e della Cassa Raiffeisen di Laives, indice il 2° Concorso di pittura estemporanea intitolato: “Laives immersion”.
Art. 2
Il concorso è privo di quota di partecipazione.

LE ISCRIZIONI POTRANNO AVVENIRE TRAMITE FAX O POSTA ELETTRONICA 
INDIRIZZATI ALLA SEGRETERIA DEL CONCORSO ENTRO LE ORE 13 DEL 23 AGOSTO 2008.
Qualora il numero delle richieste di partecipazione non fosse in eccedenza rispetto alle capacità ricettive, sarà possibile iscriversi direttamente al concorso anche prima e dopo l’apertura della vidimazione delle fasi 1 e 2.

Per tutte le informazioni vedi sito:        http://www.acp-kkw.com/

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mercoledì, 02 luglio 2008


 Libreria con i giorni contati, preoccupa la diffusa indifferenza

di Ezio Danieli
Alto Adige, 01 LUGLIO 2008
   

 LAIVES. La libreria Biblos di via Kennedy chiuderà definitivamente i battenti. È un brutto segnale per diversi motivi: 1) viene a mancare un punto di riferimento culturale di grande interesse e collaudato; 2) un po’ alla volta - ma ciò che preoccupa è la costanza del trend - i piccoli negozi stanno lasciando via via lo spazio alle grandi catene di distribuzione; 3) l’annuncio della chiusura della libreria non ha registrato, in città, alcuna reazione dalle forze politiche.
 Proprio le dichiarazioni del titolare della Biblos, Alfred Plank, fatte al nostro giornale sembravano fatte apposta per sollecitare un dibattito. Che finora è (colpevolmente) mancato. Secondo il titolare della libreria «Certamente acquistano più libri i clienti di lingua italiana mentre il gruppo tedesco si è fatto vedere poco in libreria, almeno qui da me, in questi anni, salvo determinate occasioni, come il Natale o la prima comunione». Altra affermazione: «Chi manca all’appello sono i giovani, che evidentemente non hanno tempo da dedicare alla lettura se non quando è imposta dalla scuola e dai compiti a casa». Ancora Plank: «Sono disilluso perché ho sempre amato i libri e le buone letture ed il mio lavoro alla Biblos aveva anche la presunzione di coinvolgere sempre più gente in questa passione. Purtroppo ho accertato che non è così». Le forze politiche di Laives - che dovrebbero interpretare i sentimenti degli abitanti - non hanno fatto una piega dopo la comunicazione della chiusura della Biblos. Una libreria che chiude i battenti non è soltanto un fatto commerciale: è anche - e forse soprattutto - un aspetto culturale che merita grande attenzione. Attenzione che invece non c’è stata. Al titolare della Biblos non è stata espressa, pubblicamente, quella solidarietà che certo si meritava visto il grande impegno sostenuto in tanti anni ad almeno due generazioni che sono cresciute, culturalmente, anche grazie al suo impegno.
 Il secondo aspetto che non può non essere considerato riguarda anche il settore commerciale: la chiusura della libreria nel centro cittadino arriva dopo le chiusure di tanti altri piccoli negozi con il «servizio di vicinato» che continua a venire meno. Un problema che proprio a Laives merita una maggiore attenzione visto che la città, dal punto di vista appunto commerciale, sta perdendo un po’ alla volta parte delle sue caratteristiche. Il silenzio delle forze politiche è colpevole anche per questo motivo.

LA SCHEDA

I piccoli negozi di alimentari a conduzione familiare sono ormai in via di estinzione. Lo ha spiegato in consiglio comunale l’assessore Bruno Ceschini. Nella stessa seduta è stata approvata con i voti della maggioranza la mozione (proposta da Rifondazione) per l’istituzione di una commissione che affronti in maniera complessiva il problema del carovita.
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venerdì, 27 giugno 2008


Non più Festival per una settimana ma un programma prolungato
Alto Adige, 26 GIUGNO 2008
 


 LAIVES. Le iniziative estive comunali cambiano formula e si moltiplicano fino a coprire tutto l’arco dei mesi da qui a settembre. Non più il Festival quindi - inteso come una settimana di proposte a cavallo tra fine agosto ed inizio settembre - bensì un ricco calendario che prende il via già questo fine settimana con la festa nerazzurra sotto il tendone del Pfarrheim in via Pietralba.
 La svolta è stata presentata ieri dall’assessore alla cultura Christian Tommasini. «Laives vuole crescere anche attraverso la cultura - ha detto Tommasini - e così abbiamo puntato ad offrire eventi culturali e ricreativi in maniera continuata. È una svolta importante perché fa uscire maggiormente la gente di casa durante i mesi estivi e poi rafforza l’identità cittadina con una offerta adeguata».
 Come detto si incomincia subito con la festa nerazzurra che inizia domani per finire sabato sera. Quindi, ogni settimana, verranno proposti anche cinema e un concerto, in collaborazione con varie associazioni comunali.
 «Il calendario con gli appuntamenti verrà spedito a tutte le famiglie - continua Tommasini - ed abbiamo previsto anche eventi a Pineta e San Giacomo».
 Di particolare interesse dal punto di vista culturale è ad esempio la serata «Dante sotto le stelle» che si svolgerà domenica 29 giugno (per errore sul programma sta scritto lunedì 30) nell’affascinante cornice della chiesetta sopra San Giacomo. «Sarà una serata di letture tratte dalla Divina Commedia - spiega l’assessore Tommasini - organizzate in collaborazione con la Dante Alighieri, letture con accompagnamento di musiche d’epoca medievale».
 Strada facendo arriverà praticamente di tutto: dal raduno nazionale delle moto Honda «Goldwing» (l’11, 12 e 13 luglio) al terzo Old Timer Bike Festival, passando per il cinema all’aperto e vari concerti, sia di musica leggera che dei cori e della banda musicale cittadina.
 A settembre spazio al cabaret, che negli anni scorsi ha sempre riscosso notevole successo di pubblico. Arriverà - direttamente da Zelig Circuì - Giancarlo Kalabrugovic & Niba. Anche l’arte avrà un ruolo di primo piano nel maxi programma: ci sarà la «Poesia visiva» in mostra a San Giacomo dal 9 agosto e quindi, Videoart, sempre a San Giacomo, il 29 agosto, entrambe a cura deell’associazione Casa della Pesa, nell’ambito di «Aspettando Manifesta».
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giovedì, 19 giugno 2008


«Il gesto del suono», immagini e note al Centro Trevi

Da Cage a Frith Musica da vedere

Corriere dell'Alto Adige 2008-06-19

di EMANUELE ZOTTINO

La musica arte astratta? Non si vede, certo, non si sente neppure col tatto, e spesso non racconta un bel niente. Sembra impalpabile, fatta semplicemente di variazioni di pressione dell'aria, che per quanto corrispondano a un fenomeno fisico concreto non rendono plateale l'effetto. Eppure la musica si scrive, si disegna, si suona. Quando siamo davanti a un manoscritto di un antico canto gregoriano sappiamo che quei misteriosi scarabocchi corrispondono a delle voci, così come quando osserviamo una fotografia di un violinista che sfrega il suo archetto sulle corde del violino ci immaginiamo il suono che ne deriva. Per non parlare poi di tutte quelle forme di comunicazione visiva che usano il suono e la musica come linguaggio parallelo. Insomma il suono ha sempre il suo gesto, che sia un foglio di carta, una fotografia o un video a testimoniarlo poco importa. Il fulcro del processo è sempre quello: a suono corrisponde gesto, a gesto corrisponde suono.
Questo sembra voler indagare la mostra-evento Il gesto del suono al Centro Trevi di Bolzano, che verrà inaugurata questa sera alle 19, ingresso libero, con il concerto Voyage that never ends del contrabbassista e compositore Stefano Scodanibbio. L'iniziativa è stata ideata e curata da Claudio Chianura, il montaggio video è di Luciano Stoffella, e le porte saranno aperte gratuitamente fino all'ultimo giorno di luglio, il lunedì dalle 14.30 alle 18.30, martedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 18.30, mentre ogni giovedì orario continuato dalle 10 alle 20.
Campo dell'indagine: la musica sperimentale del Novecento, vicino e lontano. Come potrebbe non essere così? Il secolo scorso è stato il secolo dell'immagine, con l'esplosione della fotografia, l'avvento del cinema, della televisione e di tutte le altre forme di video. E il filone sperimentale della musica non si è certo tirato indietro. Basta osservare una partitura del guru dell'avanguardia americana John Cage per rendersene conto. Anche la scrittura, la notazione musicale, diventa un mezzo per «raccontare » qualcosa, una sorta di dipinto che svela in parte l'estetica del compositore. Così Cage, stufo del classico pentagramma nel quale infilarci una chiave di violino e quattro note, comincia a disegnare linee, punti, onde e altri segni tra cui, ogni tanto, anche qualcosa di più convenzionale. È il suono che si allarga, che esce dai confini spesso troppo angusti della musica tradizionale, fatta di battute, di scale, di regole e regolette. È il gesto della sperimentazione. Il pentagramma si sfalda e si apre alla vita, alla natura, all'esperienza. E questo, appunto, si vede, è tangibile anche con l'occhio.
Il viaggio nei meandri della «visibilità » della musica di ricerca è organizzato nella mostra secondo tre percorsi. Il primo ne è la linea portante ed è costituito da un insieme di video musicali che spaziano dalla sperimentazione di John Cage e Cornelius Cardew all'improvvisazione creativa di Fred Frith e Han Bennink fino alle esperienze elettroniche di Alessandro Cipriani, Steve Jansen e David Sylvian con le immagini di Shoko Ise.
Un altro percorso, apparentemente più statico, unisce una galleria di ritratti fotografici che portano la firma di quattro tra i più importanti fotografi italiani, tutti accomunati dall'aver sviluppato una sana ossessione: catturare l'invisibile. Negli occhi di un compositore, nel gesto di un musicista. Sono Rita Antonioli, Silvia Lelli, Luciano Rossetti e Roberto Masotti, quest'ultimo autore di una lunga serie di ritratti di compositori come Cage, Feldman, Glass e Pärt, spesso in compagnia di un piccolo tavolo rotondo che ricorre come Leitmotiv costante.
La terza guida per godersi la mostra è invece un semplice cd che raccoglie alcune tra le esperienze più significative nel campo della ricerca sonora degli ultimi decenni. Dalla musica di Cage allo stesso Scodanibbio, dalle libere chitarre di Frith all'elettronica di Robert Ashley, da un recente lavoro del compositore e tastierista Massimiliano Viel alle esuberanze vocali di Demetrio Stratos degli anni Settanta.
A dare il via al tutto, lo dicevamo prima, ci penserà Scodanibbio, con il suo contrabbasso molto contemporaneo. Stefano è infatti, da diversi anni ormai, uno dei punti di riferimento della musica contemporanea di ricerca. A lui hanno dedicato opere compositori come Sylvano Bussotti, Franco Donatoni, Fred Frith e Jannis Xenakis, con lui hanno collaborato a lungo Luigi Nono e Giacinto Scelsi, e molti sono i progetti che lo vedono impegnato assieme a Edoardo Sanguineti, assieme a Terry Riley. Insomma un contrabbasso per la nuova musica. Un contrabbasso che, per stare in tema, non passa certo inosservato.
Tra ieri e oggi

 John Cage durante un'azione di «preparazione» del pianoforte 

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giovedì, 05 giugno 2008



«Sarà una stagione tutta da ridere»

La Comune si adegua: «Non c’è più trasgressione, puntiamo sui nomi sicuri»
Alto Adig, 05 GIUGNO 2008
DANIELA MIMMI


 BOLZANO. Enzo Iacchetti, Neri Marcorè, Antonio Cornacchione, Maria Cassi, la Banda Osiris sono solo alcuni dei nomi che Sandro Forcato sta inserendo nel programma della nuova stagione, quella targata 2008-2009, della rassegna del Circolo la Comune, l’Arte di Far Ridere, e per la quale sono già iniziate le prenotazioni per gli abbonamenti. “Formula vincente non si cambia” dice Forcato, “ci saranno in tutto una trentina di spettacoli, tra i quali commedie, comici, molti dei quali di provenienza Zelig, i classici balletti nella stagione natalizia, che piacciono sia ai genitori che ai figli”. Sandro Forcato non si sbilancia troppo, ma annuncia che Enzo Iacchetti sarà a Bolzano con “Giacomo Casanova”, una commedia musicale tratta dall’autobiografia del celebre avventuriero veneziano, della quale è coautore e coprotagonista accanto a Simona Samarelli. Neri Marcorè porta in scena “Un certo Signor G”, dall’opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, con la regia di Giorgio Gallione. Neri Marcorè sarà il signor G trent’anni dopo; solo sul palcoscenico, accompagnato da un gruppo di musicisti, a riscoprire un’opera, quella di Gaber e Luporini, un classico moderno tra ironia, malinconia, istanze civili e comico paradosso. Antonio Cornacchione porterà il suo spettacolo, così come la Banda Osiris, Marco Marzocca e Andrea Rivera. “Come gli scorsi anni ci sarà anche la divulgazione scientifica sotto forma di spettacolo. Quest’anno avremo Mario Tozzi, consulente della trasmissione televisiva “Gaia”, che farà un viaggio per l’Italia nei luoghi più a rischio, per quanto riguarda ad esempio l’inquinamento”. La Banda Osiris porterà il nuovo spettacolo sui numeri nella musica. “E’ una specie di storia della musica attraverso i numeri: da quelli arabi a quelli romani... e quindi gli stornelli. La regia è di Giorgio Gallione” ci dice il portavoce della famosa Banda piemontese, Carlo Macrì. Maria Cassi porta il suo “Crepapelle”, che nella scorsa stagione ha fatto più di 150 repliche. “La gente quando esce ha voglia di divertirsi” conferma Forcato. “Inoltre la politica è cambiata, i comici hanno di nuovo nuove idee e quindi quest’anno ospiteremo più comici solisti”. I teatri su cui Forcato spalma la sua stagione saranno ancora il Cristallo (”ha un palco molto grande sul quale è possibile portare spettacoli come quelli dell’anno scorso di Salemme e Giuffrè”), il Teatro di Gries (”lì possiamo portare gli spettacoli che non sono graditi al Cristallo...”) e infine la grande sala del Teatro Comunale, per gli spettacoli che chiameranno gran pubblico.
 Quanto alla passata stagione, come sempre tante luci e qualche ombra. “Gli abbonamenti sono andati bene, mentre per quanto riguarda gli sbigliettamenti, soprattutto per certi spettacoli, ci aspettavamo di più. La crisi colpisce anche, anzi soprattutto, il teatro”. Tra gli spettacoli più graditi della passata stagione ci sono quelli di Marco Travaglio, Salemme, quello di Dario Fo “Sotto paga non si paga”, Gioele Dix con il suo “Tutta colpa di Garibaldi”, quelli di Lucia e Paolo Poli e la commedia di Zuzzurro e Gaspare “Sarto per signora”. Il pubblico, quando esce e quando spende, vuole certezze e anche Forcato ci va molto cauto nel proporre gli spettacoli trasgressivi che una volta presentava al Teatro di Gries. “C’è anche poco di nuovo e bello in giro. Persino il Festival di Edimburgo non propone più niente di veramente nuovo”. Peccato.
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giovedì, 29 maggio 2008

 Solstizio d’Estate con il sigillo di Bregovic
Sarà il clou del festival di Mezzocorona, presentato ieri a Trento
Alto Adige 29 MAGGIO 2008

 TRENTO. «Solstizio d’estate» raggiunge quest’anno la maggiore età. Ieri è stato presentato il programma di questa edizione che annovera, fra gli altri artisti, il comico Dario Vergassola e il musicista Goran Bregovic. «Solstizio d’estate» è una manifestazione che affianca musica, danza e teatro, il tutto accompagnato da uno sfondo di ironia che faccia da contraltare al clima di paura e diffidenza in cui quotidianamente siamo immersi. L’incontro fa culture differenti sarà in primo piano, lo scopo è quello di promuovere una «cultura viva», facendo scendere la gente nelle piazze per incontri faccia a faccia ed esperienze costruttive.
 L’introduzione spettava alla responsabile della biblioteca di Mezzocorona Margherita Faes, che ha percorso la storia della manifestazione partendo dall’anno d’esordio, il 1991. Dal ’98 la direzione artistica è nelle mani del Gruppo Arte Mezzocorona, un’associazione di volontari. La parola è passata poi a Gabriella Zanini, che ha presentato nel dettaglio i vari appuntamenti. Si comincia in allegria lunedì 2 giugno alla Cantina Martinelli di Mezzocorona con lo spettacolo teatrale «Todos Caballeros» con Vergassola e Riondino: rivisitazione del «Don Chisciotte» di Cervantes. Si prosegue domenica 8 giugno a Roverè della Luna con una particolare versione della Genesi fatta vivere da tre attori, la Compagnia Mascherenere in «Evu Mana Bodo». Sabato 14 alla Cantina Martinelli la Compagnia Alma Rosè presenta «Mapu Terra», una riflessione sul confronto fra civiltà. Mercoledì 18 la musica diventa protagonista con il Duo Baldo che si cimenta in «Con divertimento certo» a Faedo, nel piazzale della scuola. Venerdì 20 giugno ancora musica, questa volta accompagnata dal ballo. A Mezzolombardo, nel Piazzale Teatro San Pietro, animeranno la serata i Meet the fairies e i Folk Studio A con danze e musiche irlandesi. Venerdì 27 giugno, a San Michele presso il Chiostro Istituto Agrario, la Compagnia Veronica Cruciani presenta «Ballare di lavoro», storie di comunità, di tante madri di ieri, di molte figlie di oggi. Sabato 28 giugno nuovamente musica a Mezzocorona, al Palazzo Martini, con il concerto jazz dei Maver Quartet. Il gran finale sarà lunedì 30 giugno con un evento speciale: il famoso musicista serbo Goran Bregovic suonerà in questa occasione con un’orchestra di dodici musicisti: la Wedding and Funeral Orchestra. Ha concluso l’assessore Margherita Cogo, che ha sottolineato l’importanza dell’ iniziativa. Inizio spettacoli alle 21.30. (m.s.)
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lunedì, 26 maggio 2008


Cinque giorni di Alto Adige al cinema
Bolzano, da domani al Capitol al via i «Cab days» organizzati dal Centro audiovisivi
Alto Adige, 25 MAGGIO 2008
MASSIMO CIANETTI


«Che cosa ci può realmente motivare in questa vita? Cambiare il mondo!». Questo era solito ripetere Alexander Langer - uomo politico di statura internazionale ma con le radici ben piantate in Alto Adige, scrittore e giornalista vipitenese - agli amici e ai compagni di tante lotte civili, lui che ha davvero precorso i tempi con il suo credo e le sue idee e che a 13 anni di distanza dalla tragica morte, avvenuta a Firenze nel 1995, ritorna come personaggio di stupefacente attualità grazie ad un film. Si tratta di un film che ci aiuta a capire chi era realmente questo difficile protagonista della storia culturale dell’Alto Adige, personaggio dalle infinite sfaccettature e dai mille impegni sociali: promotore di iniziative per la pace nel mondo, fautore della convivenza, impegnato nelle lotte per i diritti umani, favorevole all’accoglienza in Europa dei più diseredati, contro la manipolazione genetica, a favore della difesa dell’ambiente, esempio dell’incapacità di adattarsi agli schemi del vivere di ieri e anche di oggi.
 Parliamo del film-documentario «Uno di noi. Alexander Langer. La vita di un instancabile idealista» del regista Dietmar Höss che inaugurerà la quarta edizione biennale di una manifestazione cinematografica di successo che si terrà da domani al 30 maggio al Cinema Capitol di Bolzano, via Streiter 6, sede del Cine Club.
 Si tratta dei «Cab Days», ovvero cinque giornate di cinema con tematiche legate al territorio altoatesino, una iniziativa del Centro Audiovisivi di Bolzano (CAB), parte della Ripartizione cultura italiana, Ufficio educazione permanente, biblioteche e audiovisivi.
 Cinque giorni consecutivi di cinema impegnato e non con ingresso libero e gratuito al Capitol: con inizio alle ore 18 verranno proiettati cinque filmati, il primo dei quali è appunto quello dedicato alla figura di Langer.
 A tutti coloro che interverranno a questo appuntamento con la cultura locale, ad una o a tutte le cinque giornate in programma, verrà dato in omaggio un Dvd dei film in proiezione insieme con il libro-catalogo di tutte le produzioni o, co-produzioni, del CAB: vale a dire 100 filmati con trame e schede dettagliate realizzati dal 1958 ad oggi, in mezzo secolo di impegno per il cinema e la cultura.
 I cinque film della rassegna, con inizio alle ore 18, sono: oggi, lunedì 26 maggio, «Uno di noi. Alexander Langer - La vita di un instancabile idealista» di Dietmar Höss; martedì 27 maggio, «Martha, memorie di una strega» di Giovanni Calamari, ambientato a Castelrotto; mercoledì 28 maggio, «Bolzano, Jamme Jà» di Emanuela Pesando, fiction fantastica di una Bolzano diventata partenopea; giovedì 29 maggio, «Il paesaggio fortificato» di Luciano Stoffella, viaggio nei castelli altoatesini dai Tirolo agli Asburgo; venerdì 30 maggio, «La storia è passata di qui» di Francesco Lauber, l’architettura in Alto Adige tra le due guerre.
 Tornando al film-documentario di apertura possiamo dire che la pellicola mette in evidenza il ruolo di Langer come precursore della politica europea e quelle sue idee lungimiranti che sono di grandissima attualità con il dramma personale della difficoltà di conciliare l’idealismo con la politica.
 L’opera di Dietmar Höss presenta alcuni discorsi di Langer tenuti al Parlamento europeo tra il 1989 e il 1995. Viene anche data la parola ad alcuni personaggi in sintonia con la sua estrema sensibilità: il parlamentare europeo Daniel Cohen-Bendit, il giornalista Adriano Sofri e Jean Ziegler, esperto Onu sul diritto all’alimentazione. Tutti uomini che con Langer hanno condiviso idee, speranze e utopie in momenti diversi della vita dell’europarlamentare altoatesino.
 Merita una segnalazione anche la prima vera fiction ambientata in Alto Adige: e cioè «Bolzano, Jamme Jà. L’ipotesi fantastica di una Bolzano partenopea» di Emanuela Pesando, con l’esercito del regno delle Due Sicilie che, duecento anni dopo, s’impadronisce del capoluogo altoatesino con un colpo di mano: una divertente ipotesi surreale tra storia, finzione e realtà.
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lunedì, 26 maggio 2008

Seimila ad ammirare il nuovo Museion
Inaugurato il museo di arte contemporanea
Il presidente Lageder: «Aspiriamo a diventare uno dei più importanti di tutta Europa»
Alto Adige, 25 MAGGIO 2008
DAVIDE PASQUALI


 BOLZANO. Il nuovo Museion, secondo le definizioni fornite ieri dagli oratori ufficiali, è «un ponte verso l’Europa», «un ponte fra il Nord e il Sud», «un ponte fra città vecchia e nuova», «un ponte fra le 2 culture altoatesine». Niente di meglio dunque, per inaugurarlo, di una minipasseggiata attraverso le sinuose passerelle sopra al Talvera. Due ponti, per l’appunto.
 Nella mattinata di ieri, i primi a transitare sono stati i notabili di Comune, Provincia e Museion, tutti in sella lungo la passerella ciclabile a monte. Sulla pedonale a valle, invece, migliaia di bolzanini. Insieme, ovviamente, a tutta la città (e la provincia) che conta. Al termine della traversata, su entrambe le passerelle era posizionata una ampia, ma sottile, fascia di carta bianca, posizionata a mo’ di sbarramento. Il taglio del nastro, insomma, stavolta si è svolto tramite duplice strappo collettivo. Ciclisti da una, Durnwalder in testa, e pedoni dall’altra. Un fatto voluto, a simboleggiare lo strappo con il passato, per una terra da sempre votata più allo sguardo indietro, alla tradizione. Insomma, uno squarcio aperto verso la contemporaneità e il futuro immaginato.
 Il Museion, dunque, dopo ventitré anni di attesa, da ieri dispone di una sede degna di tale nome. Una casa piaciuta assai ai bolzanini, per lo meno ai circa cinquemila penetrati in giornata all’interno della struttura, nonostante la fila per entrare fosse lunghetta anzichenò. Tranne qualche immancabile criticone, quasi tutti si sono detti innamorati anche delle due passerelle metallico-trasparenti, luminose. Dopo tante polemiche sui costi eccessivi e sulla loro palese inutilità, ieri l’estetica ha prevalso. E allora, tutti a farsi fotografare da un ponte all’altro. Tutti a passeggiare, per l’appunto inutilmente, avanti e indietro. Sorpresa, del tutto inattesa: al passaggio di pedoni e ciclisti, le passerelle, create elastiche, oscillano su e giù sopra il Talvera.
 Terminato l’andirivieni sui ponti oscillanti, ieri mattina almeno un paio di migliaia di persone si sono accalcate verso la porta ovest, per ascoltare i discorsi ufficiali. Primo a prendere la parola, il presidente della Fondazione Museion Alois Lageder. Senza tanti giri di parole, il vignaiolo-mecenate ha puntato decisamente in alto: «La stampa internazionale - ha esordito - ha definito questa struttura “paradiso di cristallo”, o “nuova montagna incantata”. Senza falsa modestia, mi preme dire che la nostra aspirazione è quella di diventare uno dei musei più importanti d’Europa». Anche in omaggio al suo motore storico, quel Piero Siena scoparso cinque anni or sono, senza poter vedere cotanta opera realizzata. Lageder lo ha fatto capire chiaramente: senza di lui, il Museion non sarebbe nemmeno nato. In nome della Fondazione, ha poi ricordato l’indispensabile appoggio degli assessori alla cultura Kasslatter Mur e Cigolla, nonché al caporipartizione Antonio Lampis, «preziosissimo».
 Il sindaco Spagnolli, invece, ha sottolineato la «funzione del Museion come ponte fra le due città, vecchia e nuova. Ora mi auguro che i bolzanini sappiano riempirlo, di persone ma anche di idee».
 Entustiasta, nel suo intervento, anche il sindaco di Berlino, Klaus Wowereit, che ha promesso schiere di visitatori germanici per la nuova struttura bolzanina.
 Ma il discorso più atteso, e incisivo, è risultato di certo quello del presidente della giunta provinciale Durnwalder. «Siamo stati da sempre - ha esordito - terra di passaggio di re e imperatori, ma anche di poeti e artisti. Anche oggi abbiamo questo compito di territorio di confine. Così come abbiamo deciso di realizzare il Bbt, tramite cui si assicurerà il corridoio europeo Berlino-Palermo, altrettanto abbiamo voluto questo Museion: come con il primo garantiremo un passaggio morbido dal nord al sud, così con il secondo garantiremo un passaggio morbido da una cultura all’altra».
 «Noi altoatesini - ha proseguito - abbiamo qualcosa di diverso rispetto alle altre culture. E lo dobbiamo sottolineare. Ma in questo settore abbiamo già investito moltissimo in passato, in strutture e altro. Era ora di compiere un passo in un’altra direzione. Moltissimi giovani amano il passato e la tradizione, ma sono pure desiderosi di conoscere la contemporaneità. Per questo abbiamo deciso di realizzare questo museo: per aprirci verso il futuro».
 Per far parte dell’Europa, ha concluso il presidente, «dovremo essere sempre più innovativi e creativi».
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lunedì, 26 maggio 2008


Philippe Daverio,   critico d’arte, dice la sua   su Museion e dintorni
«Un sistema ormai arrivato al capolinea»
Alto Adige, 24 MAGGIO 2008

ACorinne Diserens, direttrice del Museion piace l’arte come provocazione, e non lo nasconde. Siamo d’accordo. E allora ecco qui il parere di Philippe Daverio - critico d’arte, gallerista, uomo immagine dell’arte in televisione con il suo «Passepartout» - su Museion e dintorni.
Allora Daverio, oggi apre il Museion.
 Ho sentito, auguri. Verrò a vederlo.
Qui di arte contemporanea se ne mastica pochina. Che ricadute avrà sul territorio?
 Assolutamente nessuna, come da qualunque altra parte, quando si parla di arte contemporanea.
Perchè?
 Perchè alla gente dell’arte contemporanea non importa nulla.
Irrimediabilmente?
 Alla gente la contemporaneità interessa molto, è la loro vita, figuriamoci. La colpa è dell’arte che ha smesso da tempo di intercettare le ansie, le speranze e i sogni della società in cui viviamo.
E allora che cosa rappresenta un nuovo museo di arte contemporanea?
 Non è un luogo taumaturgico. È solo il miglior investimento, in termini di sopravvivenza, per una casta di addetti ai lavori totalmente autoreferenziale e altrimenti condannata a sparire.
È la tirannia dei curatori di mostre.
 Sono i sacerdoti dell’inutile e del vuoto. Non solo.
Dica.
 Se va bene, se la cavano con le arti visive degli ultimi 30 anni ma sanno poco o niente di architettura, letteratura, musica. Altro che contaminazioni.
Millantano?
 Non dico questo. Sono l’ultima maschera di un sistema esaurito, che non ha più nulla da dire. Perchè il sistema museale dell’arte è al capolinea.
E allora che si fa, si torna indietro?
Indietro non si torna. I passatisti sono la caricatura speculare dei paladini del contemporaneo.
Siamo in mezzo al guado.
Giusto in mezzo, e non si vede ancora l’approdo.
Qui non si salva nessuno.
Letizia Ragaglia, che è simpatica.
m.f.
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giovedì, 22 maggio 2008


«ArteSella», creatività


Rassegna Dal 7 giugno mostre, poesia e teatro. Tra gli ospiti Nils-Udo e Paolini

Corriere dell'Alto Adige  2008-05-22

Occuperà l'intera estate Arte Sella,
complesso contenitore di cultura e creatività al via il 7 giugno a Borgo Valsugana con Quotapoesia, festival di poesia in montagna. Un festival nel festival inaugurato da Vergine madre, rècital di Lucilla Giagnoni, alle 20 negli Spazi Rossi di Borgo Valsugana. Tre gli appuntamenti di Quotapoesia che prosegue l'8 giugno a Malga Costa, Val Sella, (14.30-17) dove si svolgerà l'incontro conipoeti SilviaBre,PaoloFebbraro, Mataroda Vergato, Franca Mancinelli. Esibizione del giovane poeta Lerri Baldo e performancedei «Cantori popolari di Grauno». Partecipano inoltre Ariadne Radi Cor, Nadia Tamanini, Georgette. Stesso giorno ma alle 18 il Teatro Naturale della Val Sella ospita l'ultima proposta di Quotapoesia, lo spettacolo In cima al mondo con Mario Brunello e il poeta Giuliano Scabia.
Il 21 giugno primo evento artistico con l'inaugurazione a Malga Costa della mostra di Jaakko Pernu (resterà aperta fino al 14 settembre). Sabato 28 giugno negli Spazi Rossi di Borgo Valsugana presentazione delle opere pittoriche di Nils-Udo (aperta fino al 30 settembre). Il giorno seguente a Malga Costa presentazione dell'opera ArteSella - Nest realizzata da Nils-Udo per la rassegna trentina.
La sezione spettacoli ospita il laboratorio creativo Fucina Arte Sella
e l'allestimento Arte, scienza, natura
con Mario Brunello, Andrea Lucchesini, Marco Rizzi, Danilo Rossi, Marco Paolini (23 luglio con repliche nei giorni successivi). Venerdì 25 luglio tocca a Pensavo fosse Bach
con Mario Brunello e la partecipazione nei video di Vinicio Capossela. Il 26 luglio sono di scena i Cori dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia: concerto con Coro di Voci bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia in collaborazione con il Teatro dell'Opera di Roma. Direttore dei cori Josè Maria Sciutto.
Venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 settembre nei pressi di Malga Costa, spettacolo di danza itinerante della compagnia Retouramont in collaborazione con OrienteOccidente. Info e prenotazioni: 0464.431660.
Domenica 14 settembre a Malga Costa presentazione delle opere di
Arte Sella 2008: François Lelong, Giuliano Orsingher, Jaakko Pernu, Anton Schaller, Armin Schubert e Nils-Udo. Sono previste visite guidate gratuitealle nuove opere a cura di Arte Sella con partenza da Malga Costa. Sabato 20 settembre sempre a Malga Costa inaugurazione della mostra Spaventapasseri - Scarecrow.
La mostra sarà aperta ogni giorno fino al 31 ottobre e nei fine settimana di novembre e dicembre. Durante il periodo estivo gli artisti Francois Lelong, Toni Schaller, Nils- Udo e Giuliano Orsingher realizzeranno opere sul percorso ArteNatura
per l'edizione 2008 di Arte Sella.
Info www.artesella.it
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giovedì, 22 maggio 2008

«Laives immersion» iscrizioni aperte

 concorso di pittura estemporanea
Alto Adige, 22 MAGGIO 2008

 LAIVES. L’associazione Arte-cultura Casa della Pesa, che ha aperto di recente una piccola galleria anche a San Giacomo, propone per Laives estate, il secondo concorso di pittura estemporanea «Laives immersion». L’iniziativa, che gode anche del sostengo di Comune e Cassa Rurale di Laives non prevede una quota di partecipazione; basterà iscriversi entro il 23 agosto e l’unica condizione per i partecipanti è quella di eseguire opere estemporanee senza alcuni limite di tecnica o dimensioni delle opere. Saranno considerati sia l’ambiente montano attorno alla città che quello urbano e ciascun artista potrà posizionarsi dove meglio crederà per realizzare la sua opera. Interessanti premi, che sono tre, in denaro e la Rurale sosterrà una pubblicazione con le opere dei partecipanti. (b.c.)
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martedì, 20 maggio 2008


 Museion
Corriere dell'Alto Adige 2008-05-20


   

 

Sabato l'inaugurazione, sintesi di vent'anni di arte

di MARIELLA ROSSI
Come deve essere un museo oggi? Com'è Museion. Questa equazione verrà dimostrata tra pochi giorni con l'inaugurazione della nuova sede della struttura per l'arte moderna e contemporanea di Bolzano prevista per il 24 maggio. Ma non sarà uno svelamento improvviso perché tutte le proprie caratteristiche Museion le ha già messe in campo e le ha costruite poco a poco dalla sua creazione vent'anni fa: anche l'edificio non sarà una sorpresa perché l'evento Solo 24 ore di dicembre l'ha mostrato eccezionalmente al pubblico. Proprio per questo non si può avere paura di promesse disattese.
Va bene, il museo ideale può essere Museion: ma perché, com'è Museion? In una parola, è aperto. Lo è di nome (perché inaugura la nuova sede) e di fatto: perché l'architettura dell'edificio progettato dal gruppo berlinese KSV è spalancata sulla città e sul parco, l'identità burocratica è una fondazione tra pubblico e privato, la direttrice è internazionale, le collaborazioni sono con altre realtà europee, i progetti sono anche fuori dai propri spazi, la collezione è abbastanza piccola da potersi espandere e abbastanza «grossa» da avere il meglio.
Che Museion dovesse muoversi anche fuori dalle strette sale di via Sernesi è stata negli ultimi anni una priorità con Matt Mullican che nel 2001 ha sovrastato le vie del centro con le sue bandiere e con Roni Horn che nel 2006 ha sostituito con una sua opera le affissioni pubblicitarie della città, ma anche con le mostre collettive Light Lab e Group Therapy e le opere che si muovevano dal parco di via Cappuccini ai prati del Talvera. Non ci sono poi state solamente le grandi installazioni d'arte pubblica, ma anche una fitta e continua rete di progetti destinati verso l'esterno come il ciclo di installazioni all'Eurac di giovani artisti altoatesini e la struttura del «piccolo Museion» voluto da Alberto Garutti cinque anni fa nel parco del quartiere Don Bosco per esporre un'opera alla volta ai passanti. Ma questo aspetto (la performance di Fasoli m&m nel parco che un tempo fronteggiava il museo è solo uno un esempio tra quelli da ricordare) è venuto a galla fin dall'inizio. Fin da quella che potremmo definire la prima fase del museo: quella dalla fondazione nell'87 da parte di Pier Luigi Siena fino al 2000, quando il museo si chiamava ancora solo «d'arte moderna» e le grandi mostre erano quelle di Burri, Fontana, Rainer e Richter in un doppio sguardo tra artisti locali e grandi nomi, tra realtà italiana e tedesca per rispecchiare l'identità del territorio.
Questo infatti era l'obbiettivo all'inizio: fare arte partendo dalla specificità del territorio. Ma già per Siena bisognava partire da un'idea di territorio aperto. In quella fine degli anni Ottanta in cui per andare nella vicina Austria si passava ancora la dogana, l'area geografica che doveva idealmente fare sfondo al museo nascente era infatti un Tirolo sovranazionale. Nessun'altra definizione sarebbe poi risultata più appropriata, visto che i confini fisici sono stati poi effettivamente cancellati, che il supermanto dei confini nazionali europei è caro ora alla stessa Manifesta attesa in regione, e che il programma futuro del museo appena accennato è fatto già di collaborazioni con altri musei stranieri (prima fra tutte quella col Wiels di Bruxelles per la personale di Mike Kelly).
Si tratta di vedere lontano stando in un posto. Anche il titolo della mostra inaugurale del nuovo Museion sembra ribadire lo stesso concetto con un altro gioco di parole: lo Sguardo periferico del titolo fa cenno al fatto che Museion si trova fuori da aree metropolitane e sul confine col resto dell'Europa, ma al tempo stesso la capacità visiva animale a cui fa riferimento questa definizione è molto più ampia di quella umana. Ampio non è unicamente il punto di vista dell'arte (estremamente interdisciplinare nella mostra inaugurale che ospita opere, film, performance e testi, e nella mostra di ottobre dedicata al gruppo musicale dei Sonic Youth), ma anche lo scambio col pubblico che in questa lettura potrebbe essere il corpo collettivo, l'altra coppia sostantivo e aggettivo nel titolo della prossima mostra.
Un pubblico esteso e non solo di specialisti è stato infatti letteralmente cercato da Museion con sistematicità attraverso gli incontri di Artiparlando iniziati nel 2003 con ospiti come Oliviero Toscani e Hans Urlich Obrist, e il più recente Museion Mobil, nato come serie di appuntamenti sul territorio nel momento in cui Museion attendeva l'apertura della nuova sede ma che la direttrice Corinne Diserens ha deciso di mantenere vista la positività delle collaborazioni (tra cui quella col Filmclub). La cosa che va però di più verso i fruitori è senza dubbio il Museion Journal, la nuova rivista del museo (prima c'era Museion Talk) che viene anche allegata ai giornali della zona per coinvolgere anche un pubblico inaspettato nell'arte. «Il Journal rispecchia la concezione di Museion come una realtà internazionale, capace di mettere in moto energie creative, coinvolgendo il territorio in cui opera»: attraverso la definizione del giornale la direttrice ci ricorda ancora una volta l'essenza di Museion. Che appare così chiara e inequivocabile.
In fondo l'essenza di Museion è l'arte stessa. L'arte è aperta, l'arte parla del momento che stiamo vivendo a chi lo sta vivendo. Tutto risulta molto semplice in teoria, ma a fare la differenza (a rendere Museion il modello ideale) è la capacità di mettere in atto — con impegno e fatica — questa facile considerazione. Ma niente sorprese dicevamo: Museion lo ha già fatto e la nuova sede per noi è solo un motivo in più per festeggiare.

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martedì, 13 maggio 2008


Oggi riapertura della biblioteca
Alto Adsige, 13 MAGGIO 2008

 LAIVES. Riapre oggi la biblioteca Don Bosco e i centri di prestito a Pineta e San Giacomo, dopo gli interventi di lavori di aggiornamento del software che gestisce il patrimonio librario e il sistema dei prestiti esterni. Riprenderanno quindi anche le attività programmate in questo periodo come il ciclo di letture per bambini «Chi mi legge una storia» e a Pineta, domani alle 16, «C’era una volta un sacco pieno di storie». Per gli utenti tutto rimane come sempre, orari di visita compresi. (b.c.)
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categoria:cultura, comune di laives
mercoledì, 07 maggio 2008


«Circus», la scuola di cinema in città
Il corso itinerante prevede 3 seminari a maggio e 4 workshop a giugno
Alto Adige, 07 MAGGIO 2008

 BOLZANO. La Scuola di scrittura Holden di Torino, diretta dallo scrittore Alessandro Baricco, e la casa di produzione cinematografica Fandango, in collaborazione con la Provincia - assessorato alla cultura italiana, ufficio educazione permanente e centro audiovisivi - portano a Bolzano “Circus - Scuola elementare di cinema”.
 Circus è un corso itinerante che si propone di avvicinare il pubblico al cinema e nello stesso tempo insegnare le tecniche di scrittura di testi cinematografici.
 E’ come una carovana culturale che porta in giro per l’Italia sceneggiatori, critici, registi, story editor, montatori, scenografi, organizzatori di set, addetti a uffici stampa, responsabili commerciali e musicali. Obiettivi: si guardano film, si leggono sceneggiature, si approfondiscono le tecniche di produzione, s’impara a “scrivere per il cinema”.
“Circus” prevede due percorsi formativi (3 seminari nelle giornate di sabato 17, 24 e 31 maggio; e 4 workshop in 4 week end a partire dal 6 fino al 27 giugno) che si possono integrare fra loro per la durata complessiva di 7 fine-settimana dal 17 maggio al 29 giugno giornata conclusiva.
 Inaugurazione di “Circus” è fissata venerdì 9 maggio, ad ingresso libero, con la proiezione del film “Parole Sante” del regista Ascanio Celestini.
 La partecipazione ai seminari non ha limiti di numero, mentre i workshop sono riservati ad un massimo di trenta persone. Un tutor della Scuola Holden guiderà i corsisti iscritti ai seminari e ai workshop. Ricordiamo agli interessati che il termine delle iscrizioni è sabato 10 maggio.
 Temi dei Seminari: I L’idea cinematografica; II La direzione cinematografica; III La post-produzione.
 Temi dei workshop: I Dal soggetto alla sceneggiatura; II Laboratorio di regia; III Il cinema in digitale; IV Il montaggio. Il prezzo delle quote d’iscrizione: intero pacchetto Seminari+workshop euro 350 (più Iva). Seminari: euro 250 (più Iva).
 Informazioni in rete Hyperlink “http://www.scuolaholden.it” www.scuolaholden.it oppure tel.011 6632812.(m.c.)
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categoria:cultura
martedì, 06 maggio 2008


Tempo libero online

IN RETE

Il Trentino su crushsite

Corriere dell'Alto Adige2008-05-06

Se Bolzano trova in Inside il suo portale per eccellenza per cultura e tempo libero, Trento risponde con www.crushsite.it, dedicato a tutto ciò che accade in città e provincia. Qui si scopre, ad esempio, che le offerte dell'assessorato alla cultura si affiancano a quelle dei consorzi artistici o dei musei, quelle degli enti ai cineforum di tutta la provincia. Il sito si divide in diverse sezioni, quella dedicata a Rovereto, quella ad Ala, quella ad Arco e quella a Borgo Valsugana. Cliccando sugli appositi link, si entra nell'ampio ventaglio di proposte, senza contare che in primo piano vengono messi in evidenza i principali eventi di cultura, musica, cinema, teatro/danza, arte/musei e cultura/folklore. Molto seguite anche le rubriche sette giorni, scuola/formazione, shopping e il forum. Per chi ha fretta, invece, è possibile consultare la finestra dedicata a novità, notizie in breve e ultimora. Il sito viene aggiornato quotidianamente attorno alle 9.30, a parte la domenica e i giorni festivi. Lo staff consiglia di verificare sempre la data riportata in testa alla pagina. Se si visualizzasse dopo le 9.45 la programmazione del giorno precedente, è sufficiente compiere un refresh nel browser per aggiornare la pagina.
Dimitri Canello Portale
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categoria:cultura
mercoledì, 30 aprile 2008


Lageder: «Museion, sarà un polo europeo»

La nuova struttura L'assessore Mussner consegna le chiavi. Il cubo di vetro è costato 32 milioni. Diserens: struttura «aperta»

Corriere dell'Alto Adige  2008-04-30

Finiti i lavori, il 24 maggio l'inaugurazione. Durnwalder: Sudtirolo, non solo speck
A giorni pronte anche le due passerelle Kasslatter Mur: «Un grande stimolo per la creatività locale»
BOLZANO — Il cubo di vetro di via Dante è finito. Ieri il presidente della Fondazione Museion, Alois Lageder, ha ricevuto le chiavi del palazzo direttamente dall'assessore ai lavori pubblici, Florian Mussner. Tre anni di lavori costati 31,8 milioni di euro a cui si sommano gli 1,7 milioni per la costruzione delle due passesserelle che attraversano il Talvera. Tanto è costata la nuova cattedrale dell'arte contemporanea di Bolzano. «L'obiettivo — spiega Lageder — è farne uno dei Musei più importanti d'Europa». Ambizioso, non c'è che dire. Per realizzare il sogno Palazzo Widmann metterà a disposizione 2,5 milioni di euro all'anno da qui al 2012, poi si vedrà. Ma ci sono anche gli sponsor privati a cominciare dalla generosa Fondazione Cassa di risparmio che non farà certo mancare l'appoggio al nuovo tempio dell'arte. Sarà per questo che la direttrice del Museion, la svizzera Corinne Diserens dice che, oggi come oggi, in Alto Adige c'è quel fermento indispensabile per far diventare Bolzano uno dei poli dell'arte contemporanea europea. «La politica — assicura la direttrice — crede in questo progetto e gli assessori sono determinati a far qualcosa di grande».
A sentire i discorsi dell'inaugurazione sembra proprio sia tutto vero. Il Landeshauptmann si sbilancia alla grande: «Il Sudtirolo non è solo speck e mele. I nostri giovani hanno sete di conoscenza e il nuovo Museion vuole essere un posto aperto a tutti. Vogliamo che queste finestre di vetro si aprano e lascino entrare un vento fresco. In futuro — chiarisce il presidentissimo — vorremmo che la gente arrivi nella nostra terra anche per ammirare l'arte contemporanea che ci sarà in questo museo. Siamo convinti che i soldi spesi per il Museion siano un buon investimento».
Un punto su cui insiste anche l'assessore alla cultura tedesca, Sabina Kasslatter Mur: «Questa struttura vuole essere un aiuto ad emergere per i nostri ragazzi, un modo — mette in chiaro — per stimolare la creatività locale». Sulla stessa linea il suo omologo italiano, Luigi Cigolla che parla di una «cattedrale dell'arte del dialogo. La cultura — sottolinea l'assessore — si radica in questa città e in questa terra ».
Tocca invece Florian Mussner spiegare la scheda tecnica dell'opera ultimata a tempo di record. Certificata Casaclima B, il palazzo ha una cubatura complessiva di 43.600 metri. È costato quasi 32 milioni di euro a cui vanno aggiunti gli 1,7 milioni per le due passerelle pedociclabili che saranno pronte a breve. Costruito interamente in vetro e acciaio, il nuovo Museion ha delle finestre enormi da cui si può ammirare la Mendola da un lato e il Rosengarte dall'altro. Anche senza opere d'arte vale la pena di salire all'ultimo piano per ammirare le montagne che sovrastano lo skyline della città.
Le idee per riempirlo non mancano ma Corinne Diserens non vuole anticipare nulle se non che l'inaugurazione, in programma il 24 maggio, sarà un evento in grande stile. «E comunque — assicura la direttrice — sarà una struttura aperta, con una biblioteca pubblica e atelier creativi». Intanto, sul piano, politico il disgelo con il Comune (ieri rappresentato dall'assessore alla cultura Sandro Repetto) è cominciato e Lageder assicura che la Fondazione sta già ragionando di progetti di collaborazione con la giunta comunale.
Marco Angelucci Imponenti Gli spazi ariosi del nuovo Museion di via: facile prevedere che la nuova struttura destinata all'arte moderna sarà letteralmente presa d'assalto dai visitatori già nei prossimi mesi (Foto Ferrari)

            
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giovedì, 24 aprile 2008

Kunstart Kunstart

Corriere dell'Alto Adige 2008-04-23

aspetti particolari o di particolare contingenza. Sicuramente da segnalare l'incontro con Francesco Bonami che, venerdì 23 maggio alle 18, presenterà il suo libro Lo potevo fare anch'io! Perché l'arte contemporanea è davvero arte,
edito da Mondadori. In questo volume — tra l'altro distribuito gratuitamente, assieme al saggio di Angela Vettese Ma questo è un quadro? Il valore nell'arte contemporanea, a Bolzano, Merano e Bressanone grazie a un'iniziativa della ripartizione cultura della Provincia di Bolzano — uno dei più autorevoli critici d'arte del mondo affronta con linguaggio estremamente semplice, diretto e in maniera divertente, i punti cardine, i personaggi, i movimenti e le opere più importanti dal Novecento a oggi con uno stile che dona alla lettura un carattere di svago consentendo a chiunque di avvicinarsi al mondo dell'arte contemporanea. Insomma si tratta di un libro in grado di dissipare completamente ogni paura nei confronti di quel-l'espressione del mondo contemporaneo che è l'arte, che purtroppo contraddistingue l'approccio di quasi tutti i non addetti ai lavori, attraverso una spiegazione piacevole e leggera che con molta ironia tende a stemperare quell'alone di incomprensibilità apparente, che aleggia attorno alle opere d'arte dall'epoca delle avanguardie storiche in poi.
di artisti storicizzati che sono alla portata di tutte le tasche, sia per coloro che vogliano fare un investimento per il futuro, sia per tutti quelli, e per fortuna sono molti, che non vedono nell'arte una forma di investimento economico, ma un bene preziosissimo per sé stessi e per quelli che possono goderne, a prescindere dalle quotazioni di mercato. Fra le gallerie presenti spiccano per fama e prestigio la bolzanina Antonella Cattani Contemporary Art, la celebre Esso Gallery di New York, la galleria Vernon di Praga, la Stereodesign di Budapest, la Young@arts di Bucarest, la Bulart di Varna e la Zvono Gallery di Belgrado, che insieme a gallerie provenienti da Londra e Messico vanno ad aggiungersi a quelle provenienti dal-l'area tedesca come la Filser & Gräf di Monaco, la Gölles di Fürstenfeld, la Peter Tedden di Düsseldorf e la galleria Time di Vienna. Per quanto riguarda l'Italia, dove si mantiene appieno l'alto livello qualitativo, oltre alla già menzionata Accart, saranno presenti opere provenienti dalla galleria Artericambi di Verona, la D.DGallery di Torino, la Plurima di Udine, la Rubin di Milano, lo Studio d'Arte Campatola e la galleria Oredaria. Molti come ogni anno gli eventi ospitati all'interno della manifestazione per approfondire temi che toccano in maniera generale il mondo dell'arte o che approfondiscono questo evento rispetto ad altre fiere d'arte, va rintracciata nella possibilità per tutti, ma davvero tutti, di acquistare un'opera d'arte. Se infatti sono presenti capolavori del Novecento e opere con quotazioni da capogiro, sicuramente alla portata di pochi fortunati collezionisti, accanto a queste si trovano lavori di artisti emergenti da tenere d'occhio e opere minori dell'artista milanese Gabriele Amadori che darà forma a un dipinto realizzato su di una monumentale tela lunga dieci metri, agendo sulle note di quattro sassofoni. Il tutto proseguirà fino a domenica 25, con apertura al pubblico dalle 11 alle 20. Come sempre la qualità delle opere è una certezza, e una caratteristica che rende particolarmente apprezzabile un'occasione riservata alla stampa, alle autorità e ai galleristi, per una prima presentazione dell'evento, per proseguire con il galà serale che avrà inizio alle 20, con il tradizionale buffet, la degustazione di prestigiosi vini e musica. Nel programma della serata, performance e spettacoli, appuntamenti tra i quali spicca la suggestiva action painting per l'interesse dei collezionisti che per la partecipazione sempre maggiore di gallerie di alto livello provenienti da un ambito internazionale.
La fiera internazionale che vanta ormai la partecipazione di 80 espositori provenienti da 15 paesi, si svolgerà dal 22 al 25 maggio aprendosi con il tradizionale vernissage su invito del giovedì alle 18. Si tratta di E se decisamente cinque anni di vita per una manifestazione del genere non sono molti, è ancora più straordinario lo spessore sempre crescente che l'evento sta acquistando, manifestato dall'interesse internazionale che suscita, non solo da parte dei visitatori, ma anche delle gallerie che vi partecipano. Spessore che si evidenzia in diversi modi, sia
Manifesta7 — e per quelli che sono ormai divenuti degli appuntamenti felicemente abituali come quello con Kunstart, la fiera d'arte moderna e contemporanea ospitata dalla città e giunta ormai alla quinta edizione.


Gallerie da tutto il mondo protagoniste a maggio della fiera di Bolzano

Anno ricco di eventi per il mondo dell'arte e della cultura a Bolzano, questo 2008, anno che si annuncia straordinario per le novità — l'apertura del nuovo edificio che ospiterà Museion e la Biennale d'arte contemporanea europea
di NADIA MARCONI

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categoria:cultura
venerdì, 11 aprile 2008


La Rai apre i tesori delle Teche
Consultabili gli archivi audio e video: immagini dal nostro passato
VENERDÌ, 11 APRILE 2008
ROBERTO RINALDI


La Rai custodisce nelle sue “teche” tutto quanto è stato trasmesso dalle reti televisive e dalla radio. Documenti, immagini, eventi, personaggi, cultura, tradizione, sport, i cambiamenti delle abitudini, dei gusti e del modo di comunicare. Un patrimonio straordinario che la Rai ha deciso di mettere al servizio di tutti.
 “Teca Aperta” è un’iniziativa della Direzione Teche e del Coordinamento sedi regionali della Rai. Nel catalogo consultabile sono conservate le immagini trasmesse dalle tre reti nazionali dal 1999 per un totale di 210 mila ore, 564 mila ore di trasmissioni radiofoniche, di cui 140 mila documentate, 80 mila copioni, l’intera raccolta del Radiocorriere dal 1925 al 1995 e il contenuto completo degli archivi storici testuali di documentazione dei programmi.
 La sede Rai di Bolzano è stata tra le prime ad avere attivato il servizio “Teca Aperta”, e con un vasto archivio in tre lingue che fanno capo alle tre strutture programmi in lingua italiana, tedesca e ladina.
 Siamo andati a consultare il servizio che è già in funzione da tempo nella sede di piazza Mazzini e in quella di Trento in via Perini. Negli anni ’80 la struttura programmi italiana realizzò documenti sulla vita del Trentino Alto Adige. Alessandra Tortosa, responsabile relazioni esterne della Rai di Bolzano, spiega come accedere alla consultazione. «Come sede locale siamo attivi già dal 2005, offrendo la possibilità di consultare i programmi delle tre reti. Il regionale è consultabile dal 1999 ad oggi, mentre è parziale quello precedente».
 L’ufficio è situato al piano terra della sede e dispone di due postazioni dove il visitatore riceve le spiegazioni di come poter consultare l’archivio, digitando il nome del programma che interessa. «Tutto quello che riguarda la programmazione d’eventi storici è stato recuperato e messo a disposizione. Si possono poi fare le scansioni delle immagini audio-video caricate, scorrere le slide e scegliere il segmento del programma che più interessa», spiega la dirigente Rai, «e qualche volta ci chiedono di visionare i programmi per riconoscere dei parenti, rintracciare delle fonti, approfondire argomenti che poi serviranno ad allestire mostre ed eventi culturali».
 Il direttore della sede di Bolzano, Carlo Corazzola dirige la struttura dal 1990 e ci anticipa anche un nuovo progetto: «Abbiamo in fase di realizzazione una collaborazione con la Provincia di Bolzano per creare dieci puntate di filmati storici sull’Alto Adige e la sua storia. Penso alle celebrazioni d’Andreas Hofer del 2009, ma abbiamo realizzato anche gli speciali sull’Accordo De Gasperi-Gruber per i sessant’anni dello Statuto d’autonomia».
 L’accesso a “Teca Aperta” permette anche la stampa di un certo numero di schede testuali. Se si è interessati ad ottenere copia (il limite è dato, però dal vincolo di possesso Rai dei diritti) si può chiedere la duplicazione in formato cd-rom, a bassa qualità, vhs. Le tariffe sono scontate per le scuole e le richieste sono raccolte dal “Customer Service” di Rai Teche a Roma e anche dagli addetti di “Teca Aperta” presso le sedi regionali. Per uso commerciale la competenza è della struttura Rai Trade.
 Le tariffe vanno dai 104 ai 260 euro più Iva, secondo le sequenze richieste, mentre quelle riguardanti il materiale audio dai 52 ai 130 euro più Iva.


COME FUNZIONA «TECA APERTA»
LA SCHEDA

Tra i programmi più significativi della struttura in lingua italiana realizzati dalla sede Rai di Bolzano figurano i ritratti del pittore Karl Plattner 1981, regia di Angiola Berzuini, di Franz Lenhardt 1999, regia di Nives Simonetti, di Piero Siena 2003, regia di Rosilde Gasser. Il programma “Mostra del Trecento” 2000, regia di Nives Simonetti che ha realizzato anche i programmi del Concorso pianistico Busoni in diretta da Sender Bozen e “Omaggio a Claudio Abbado” nel 2006. Paolo Mazzucato nel 2000 ha firmato “50 anni del Teatro Stabile di Bolzano” e “50 anni per Dodici stelle” nel 2002. “Opzioni” di Alessandra Zendron, risale al 1989, mentre del 1982 è “Una città per un monumento”. Nives Simonetti ha realizzato anche “Lager Bolzano” del 1997, Francesca Nesler nel 2000 realizza “Alexander Langer: impronte di un viaggiatore”. “Là dove c’era l’orto” del 2001, un documento sull’insediamento della comunità italiana in Alto Adige, di Silvano Faggioni. In lingua tedesca viene realizzato da dieci anni il “Grand Prix der Volsmusik”, la finale del Concorso Busoni, le prime due puntate del film “Verkaufte Heimat” 1989 sono state coprodotte da Rai Sender Bozen, Rai 1 e Orf. Nel 1999 inizia la seconda edizione della Tagesschau Zehn nach zehne. In ladino dal 1998 ha avuto inizio il telegiornale Trail, 5’. La struttura ha realizzato anche il film “Regno dei Fanes” (2007) e l’edizione ladina del film “Andreas Hofer”. Il servizio Teca Aperta Rai Bolzano (piazza Mazzini 23) si prenota al telefono: 0471 902332 e-mail: bolzano.teca.aperta@rai.it - rai.doku@rai.it. La sede di Trento (via Fratelli Perini 141) è attiva al numero 0461 905301; e-mail: trento.teca.aperta@rai.it. A Roma la Biblioteca Rai di viale Mazzini 14, 06 37264689 - 37264619, e-mail: bibliomz@rai.it. Discoteca Rai di Stato, via Caetani 32 Roma, tel: 06 6869364. La duplicazione di materiale audio e video del Catalogo Multimediale si può contattare per mail: service@rai.it, per uso commerciale a Rai Trade e-mail: info@raitrade.it. Altre informazioni ai siti www.teche.rai/info.html e www.sediregionali.rai.it, Televideo Rai Uno e Rai Due alla pagina 452 e Televideo regionali di Rai Tre alla pagina 165. (r.r.)

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categoria:cultura
martedì, 01 aprile 2008


Uno scrigno d’arte nella Laubenhaus
Ben 800 metri quadrati ospiteranno capolavori contemporanei
LORENA PALANGA
Alto Adige, 29 MARZO 2008

 EGNA. «Un’agorà culturale tra le più importanti del Nordest». Questo secondo l’amministratore delegato della Würth Italia Helmut Gschnell il futuro della Laubenhaus, l’edificio storico nel centro di Egna che ospiterà il Museo Würth. Il progetto, presentato ieri pomeriggio, prevede uno spazio espositivo di 800 metri quadri e i lavori di restauro inizieranno già alla fine di quest’anno.
 Uno spazio espositivo di 800 metri quadri distribuiti su 3 piani e che ospiterà non solo le opere della collezione privata di Reinhold Würth ma anche il Museo di cultura popolare. Un collegamento in muratura, dotato di piccole fessure rotonde che creeranno particolari giochi di luce, che darà alla Laubenhaus e all’adiacente edificio, che verrà rialzato di un metro e mezzo, una continuità espositiva. Questi alcuni dei punti salienti del progetto realizzato dai tre architetti gardenesi Armin Kostner, David Stuflesser e Lukas Tammerle, vincitori del concorso, e che è stato presentato ieri pomeriggio nella Laubenhaus.
 Un museo che, a detta dello stesso amministratore delegato della Würth Italia Helmut Gschnell, è destinato a diventare una delle agorà culturali più importanti del Nordest. Il futuro Museo Würth di Egna, infatti, andrà ad aggiungersi agli altri 10 presenti in 9 Paesi europei e che ospitano gli 11 mila capolavori d’arte della collezione, iniziata da Reinhold Würth ben 35 anni fa.
 A convincere la giuria a scegliere il progetto dei tre architetti gardenesi, come ha spiegato anche uno dei membri della giuria Peter Plattner, è stata la sua semplicità e il rispetto della sostanza edilizia preesistente. «Nel nostro progetto, al quale abbiamo lavorato per circa tre settimane - spiegano i tre giovani architetti della val Gardena - abbiamo cercato di mantenere inalterato il carattere della Laubenhaus, arricchendolo con pochi e nuovi elementi».
 Ad apprezzare il progetto del nuovo Museo Würth, dove tradizione popolare e arte contemporanea si mescoleranno, è anche il direttore della Ripartizione provinciale Beni culturali, Leo Andergassen. «Devo ringraziare la Würth per aver investito in un progetto così importante», ha affermato il direttore. Soddisfatto anche il sindaco di Egna, Alfred Vedovelli. «Il museo - ha dichiarato - contribuirà a ravvivare il centro storico e diventerà sicuramente un polo d’attrazione».
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categoria:cultura
domenica, 09 marzo 2008


Presto uno spazio per cultura arte e musica
Si chiamerà Buena Vista Social Club Licenze permettendo
  Alto Adige, 08 MARZO 2008

 BOLZANO. Per ora è solo un sogno, e l’ideatore, Alessandro Borzaga, non ne parla volentierissimo. Perché mancano ancora le licenze, e non è detto che vengano concesse. In quanto il tutto dovrebbe nascere al MeBo Center di ponte Adige. Dove, per il momento, si trova solo qualche magazzino. Stiamo parlando di un nuovo centro di aggregazione culturale, «uno spazio dedicato a iniziative eco-pacifiste ed eco-sociali. Dopo si possa parlare di sud del mondo e solidarietà, ma pure suonare e divertirsi insieme». Il tutto verrebbe gestito da un’associazione e dovrebbe chiamarsi (molto probabilmente) Buena Vista Social Club, come l’album e il film sui musicisti cubani. «Non sarà un KuBo 2», tiene a precisare Borzaga.
 Una sala di circa 200 metri quadri, con degli enormi spazi esterni, «da usarsi con cautela e rispetto».
 L’associazione culturale si occuperà di ambiente e di lotta contro le nocività. Infatti, «il primo evento che si terrà sarà la mostra sulle devastazioni ambientali “Luoghi resistenti”, già ospitata in dicembre dall’associazione Sciarada». Ma ci sarà spazio anche per le tematiche riguardanti la guerra, la pace e i conflitti in generale. Lo spazio sarà aperto anche alle associazione che non hanno una sede e hanno bisogno di luoghi per riunioni e conferenze. «Ma siccome ci vogliamo anche divertire, oltre all’impegno, ci sarà spazio per lo svago e l’intrattenimento; quindi la sala sarà aperta a feste e concerti. Poi, una sopresa: ci dedicheremo ad acrobatica, giocoleria, arte circense e arte di strada». Il posto, a detta dell’ideatore e dei collaboratori, «è bellissimo, nel verde della campagna con vista su Firmiano e Mendola. Il posto è tranquillissimo e si può fare ciò che si vuole, dato che non ci sono abitazioni e nel week-end le poche attività lavorative sono chiuse». A cinque minuti di ciclabile da ponte Resia, a 60 secondi dall’incrocio Druso-Resia. Sarebbe perfetto, insomma. Adesso, la palla passa ai funzionari comunali. «Speriamo in bene». (da.pa)
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categoria:cultura, giovani, musica danza teatro cinema
mercoledì, 05 marzo 2008


La «Bottega del Matematico», al via le prime lezioni
SALORNO, CASA NOLDIN OSPITA L’EVENTO
Alto Adige, 04 MARZO 2008

 SALORNO. Ha preso il via ieri la «Bottega del Matematico» nella Casa Noldin, storica sede di questa esperienza, unica nel suo genere, finalizzata a far conoscere il lavoro del matematico e del ricercatore ai ragazzi che hanno risultati eccellenti in tutte le discipline, in particolare in matematica e scienze.
 Organizzata dall’Intendenza scolastica italiana e destinata ai ragazzi delle quinte classi, l’iniziativa si è rivelata negli anni una preziosa fonte di indicazioni didattiche per i docenti, di stimoli per gli studenti e di materiali e metodi per la divulgazione della matematica. La «Bottega» è una delle esperienze condotte negli ultimi anni in collaborazione con le università di Milano e Trento e con il Centro MateMatita. I gruppi in cui è divisa la «Bottega del matematico» sono Spazi topologici, Geometria e trigonometria della sfera e Cubi e ipercubi.
 A curare la raccolta della documentazione dei lavori della Bottega e le iniziative rivolte alle scuole primarie e secondarie di primo grado di Salorno sarà la professoressa Renata Maffetti. Numerose le attività organizzate per quest’edizione. Nella «Bottega», infatti, gli alunni potranno costruire cubi, ipercubi e figure «impossibili» e si cimenteranno con una matematica forse inconsueta.
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categoria:cultura, giovani
domenica, 02 marzo 2008
Comune di Laives



COMUNICATO del 02.03.2008

Laboratorio di scrittura creativa con lo scrittore Aquilino

Concesso un contributo alla biblioteca interscolastica

Dopo la positiva esperienza dello scorso anno, la biblioteca interscolastica proporrà agli studenti delle elementari e delle medie una nuova attività con lo scrittore Aquilino. L'autore del racconto “Il tesoro di Laives” curerà un laboratorio di scrittura creativa per l'elaborazione di un racconto storico su Laives e di un racconto fantastico sui miti e le leggende locali, che saranno poi pubblicati in due mini libri.
Per questa attività la giunta comunale ha concesso alla biblioteca interscolastica un contributo di tremila euro.
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categoria:cultura

domenica, 24 febbraio 2008


 Cultura e Spettacoli
«Nonsololibri» torna con due nuove guide
Sono «Alto Adige in tutti i sensi» e «Le vie dell’uomo». Martedì la presentazione
  Alto Adige, 24 FEBBRAIO 2008
LA RIPARTIZIONE CULTURA
MASSIMO CIANETTI


La riscoperta delle bellezze naturali e artistiche dell’Alto Adige in un affascinante e ideale viaggio cultural-letterario accompagnati da due libri di recente pubblicazione. E’ questo il ritorno dell’ormai tradizionale appuntamento annuale con «Nonsololibri», l’evento di presentazione delle opere pubblicate a cura della Ripartizione Cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano. «Nonsololibri» 2008 si svolgerà in due giornate successive, martedì 26 e mercoledì 27 febbraio, rispettivamente presso il Palazzo Mercantile di via Argentieri e nel locale Sciarada di piazza delle Erbe, ed è una ulteriore conferma dell’impegno della Ripartizione provinciale nel promuovere la conoscenza del nostro territorio sia presso gli abitanti, sia presso chi visita l’Alto Adige per le più svariate ragioni. E’ nata così da anni la collaborazione con case editrici particolarmente attive nella realizzazione di progetti editoriali educativi, di collane mirate soprattutto ai giovani ma anche ai meno giovani. In nostro caso protagonisti dell’evento 2008 sono due libri pubblicati dalla casa editrice Giunti di Firenze: «Alto Adige - Le vie dell’uomo, strade, fiumi e ferrovie» di Katia Occhi e Valentina Bergonzi; e «Alto Adige in tutti i sensi - Manuale di viaggio di giovani curiosi», di Francesco Fagnani. In entrambi i casi il coordinamento editoriale è stato di Michela Sicilia.
 Ma veniamo ai due appuntamenti: il primo, martedì 26 febbraio, è alle ore 18 a Palazzo Mdercantile. Qui viene presentato «Alto Adige. Le vie dell’uomo», quarto volume di una collana dedicata appunto al territorio altoatesino: si tratta di un itinerario affascinante tra storia e cronaca, aneddoti, curiosità. Dopo la presentazione, tutti gli interessati potranno partecipare ad una visita guidata del Museo Mercantile con degustazione di alcune specialità della tradizione gastronomica sudtirolese.
 Il secondo appuntamento è mercoledì 27 ore 19 allo Sciarada di piazza delle Erbe 25. «Alto Adige in tutti i sensi» è la prima opera di una collana pensata soprattutto per i giovani. Percorre un viaggio attraverso la terra delle montagne con i cinque sensi: l’udito, per ascoltare lo scorrere dei fiumi e delle cascate; la vista, per ammirare le cime innevate e il cielo stellato; l’olfatto, per assorbire gli aromi delle piante più profumate; il tatto, per sfiorare le rocce millenarie e le tracce degli uomini preistorici nostri antenati; il gusto, per assaporare i sapori più vari della gastronomia locale.
 Presso lo Sciarada l’autore del libro riproporrà alcuni itinerari inediti sorseggiando un aperitivo con i presenti. Seguirà lo spettacolo “Amarcord” del cabarettista Andrea Vasumi tra umorismo e ironia.
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categoria:cultura, giovani
martedì, 19 febbraio 2008

 

Trentinocultura.it Il sapere è tutto online

IN RETE

Corriere dell'Alto Adige2008-02-19
Simbolo
Il castello del Buonconsiglio di Trento: fra i luoghi più noti
C'è tutto, ma proprio tutto, per chi ha fame di cultura in Trentino: www.trentinocultura.net o it è il portale dedicato a tutte le iniziative della Provincia di Trento che abbracciano cinema, teatro, mostre, musei, biblioteche, storia e concerti d'autore. Il sito è completo e dettagliato in ogni sua parte. Si può trovare una sezione dedicata a convegni e conferenze, un'altra a musei e biblioteche, un'altra a riviste, link e notizie.
Senza contare il primo piano sugli eventi da non perdere, con tutte le informazioni utili per raggiungere i luoghi dove vanno in scena. Particolarmente stimolante l'area del portale dedicata ai percorsi del Trentino, con tutte le aree archeologiche, i rifugi, le malghe e i punti di interesse. Da vedere anche il filmato di 24 minuti scaricabile direttamente da un apposito link sulla storia, i luoghi e i progetti della città attraverso 2000 anni di trasformazioni. Per i più curiosi si può scandagliare anche la toponomastica: il lavoro di numerosi ricercatori ha permesso di conservare un patrimonio di informazioni, trasmesse principalmente per via orale, che sarebbe andato ben presto perduto con la scomparsa degli informatori più anziani.
Dimitri Canello
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categoria:cultura
martedì, 19 febbraio 2008
Piante officinali come conoscerle
Vadena. Dal 3 marzo alla Laimburg
  Alto Adige, 19 FEBBRAIO 2008

 VADENA. Alla Scuola professionale Laimburg verrà proposto, dal 3 al 14 marzo prossimi, un corso per imparare a riconoscere le piante officinali e aromatiche nonché a coltivarle. Il termine per le iscrizioni scade il 22 febbraio: visto e considerato che i posti sono limitati, gli aspiranti corsisti saranno ammessi secondo l’ordine di iscrizione: bene dunque affrettarsi. Il corso viene organizzato dalla Scuola professionale per la frutti-, viti-, orto e floricoltura Laimburg in collaborazione con il Centro di sperimentazione Laimburg, l’Azienda sanitaria di Bolzano e l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente. La durata del corso sarà di 10 giorni consecutivi con 90 lezioni e la trattazione di botanica/sistematica, principi attivi delle piante officinali, tecniche di coltivazione, chimica, malattie e dei insetti nocivi, norme igieniche/Haccp. Il programma include anche un giorno di pratica.
 I costi del corso sono 140 euro più 30 per materiale. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla signora Pircher (0471/599109) oppure alla signora Kössler (0471/599212.)
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categoria:cultura
martedì, 12 febbraio 2008


«In arrivo una Consulta per la cultura»
 L’annuncio di Tommasini: servirà anche ad aiutare le associazioni

 Alto Adige, 12 FEBBRAIO 2008
BRUNO CANALI


 LAIVES. Sta per arrivare a Laives la Consulta culturale, «un organismo - spiega l’assessore competente Christian Tommasini - utile anche per coordinare le attività delle associazioni». Così il Comune replica alle polemiche avanzate in questi giorni da diversi sodalizi cittadini, che criticano la mancanza di una «regia» delle diverse iniziative. In giunta si discuterà anche del sito internet.
 Le associazioni di Laives sono alle prese con la necessità di garantire la massima visibilità possibile alle loro iniziative pubbliche e guardano ad Internet come a uno degli strumenti più efficaci per raggiungere i potenziali spettatori. Il Comune ha un proprio sito Internet ufficiale e sarebbe proprio quello lo spazio più indicato per inserire anche i link delle varie associazioni. Finora non esiste niente di simile e infatti più di una associazione se ne è lamentata. Ma le cose potrebbero cambiare. «Ritengo che quella di uno spazio nel sito Internet comunale sia un’esigenza giusta - afferma l’assessore Christian Tommasini, responsabile della cultura - e se ne può parlare in giunta. Il rapporto con le nuove tecnologie è sempre più stretto, verificheremo cosa è possibile fare in tal senso».
 Per quanto concerne la necessità di maggiore coordinamento tra le associazioni, invece, Tommasini dice che in programma vi è la nomina di una consulta culturale. «Sarebbe un organismo utile anche per coordinare l’attività delle associazioni - spiega -, valorizzando il lavoro di ciascuno. Anch’io sono convinto che le nostre associazioni facciano molto e che quindi sia opportuno pubblicizzare tutta questa attività. In prospettiva abbiamo la predisposizione di un “regolamento per la partecipazione”, strumento che regolamenterà la possibilità dei cittadini di prendere parte a diverse iniziative, comprese le consulte. Personalmente tengo molto allo strumento consultivo e alla opportunità di garantire la massima visibilità possibile al lavoro che svolgono stagione dopo stagione le nostre associazioni».
 Un coordinamento ben funzionante sarebbe prezioso per tutti, non solo per le associazioni, proprio perché eviterebbe di avere sovrapposizioni di appuntamenti a fronte di periodi nei quali invece non sono previste iniziative nel cartellone.
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categoria:cultura, comune di laives
sabato, 09 febbraio 2008



Libri, film e cd alla Biblioteca dell'«ambiente»

Eurac

Corriere dell'Alto Adige2008-02-09

Giunta al suo quinto compleanno, la Eci library dell'Eurac è diventata un solido punto di riferimento per gli studenti dell'Alto Adige: ben il 95% delle scuole superiori e più della metà delle scuole elementari e medie sono utenti iscritti della più grande biblioteca specialistica dedicata all'ambiente della provincia.
Sono sempre di più gli insegnanti che si avvalgono del servizio offerto dalla bibliotecaria Gerlinde Schmiedhofer-Egg che confeziona gratuitamente pacchetti individuali di libri e altri materiali audio-visivi su diverse tematiche di insegnamento e li invia alle scuole.
Oltre ai libri, la biblioteca contiene anche film, giochi, cd e riviste sui più diversi temi legati alle scienze naturali e sociali. «Lo scorso anno le scuole elementari hanno molto apprezzato le offerte di materiali sulle culture del mondo, sui nostri vicini in Europa e sui viaggi — spiega Gerlinde Schmiedhofer-Egg — Le scuole superiori si sono invece interessate di più a temi quali la prevenzione contro l'uso di droghe, i disturbi alimentari e i cambiamenti climatici».
Compleanno
Bilancio positivo per i cinque anni di vita della Eco Library dell'Eurac
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categoria:cultura
sabato, 26 gennaio 2008




STUDIARE E LAVORARE IN ALTRI PAESI DELL'UNIONE EUROPEA

Programmi comunitari per giovani e adulti

Corriere dell'Alto Adige 2008-01-26

La politica in materia di istruzione è di competenza di ciascuno Stato membro, anche se nell'ambito dei loro diversi sistemi educativi i paesi europei condividono gli stessi obiettivi. Nel campo dell'istruzione la collaborazione tra paesi è essenzialmente volta ad affrontare insieme sfide comuni, nel rispetto delle diversità nazionali. La possibilità di vivere, studiare e lavorare in altri paesi, offerta dall'UE ai suoi cittadini, è un contributo essenziale alla comprensione delle altre culture, allo sviluppo personale e alla piena realizzazione delle potenzialità economiche dell'Unione. Ogni anno oltre un milione di cittadini comunitari di ogni età usufruisce di programmi finanziati dall'UE per l'istruzione e la formazione professionale e per creare un senso di cittadinanza europea. Data l'importanza centrale dell'apprendimento permanente, l'UE finanzia negli Stati membri con un apposito programma, una serie di iniziative destinate a istituti e studenti. La dotazione finanziaria destinata a questo scopo per il periodo 2007-2013 è pari a circa 7 miliardi di euro. Il programma si articola in quattro sezioni principali, aperte a persone di tutte le età e in alcuni casi anche a studenti, insegnanti e istituti d'insegnamento di altri paesi, in particolare quelli confinanti con l'UE o che prevedono di aderire all'Unione. Il primo filone d'intervento promuove la formazione professionale, in particolare tirocini di giovani lavoratori e formatori in imprese situate al di fuori del loro paese d'origine, come pure progetti di collaborazione tra istituti di formazione professionale ed imprese ed è denominato: Leonardo da Vinci. Obiettivo del programma è raggiungere 80 000 tirocini all'anno entro il 2013. La mobilità degli studenti e la collaborazione tra università è finanziata da Erasmus, che coinvolge circa 150 000 studenti ogni anno. Esiste inoltre il programma Erasmus Mundus, che permette ogni anno a circa 2 000 studenti e docenti universitari provenienti da tutto il mondo di conseguire un master al termine di corsi proposti da consorzi di almeno tre università europee. Grundtvig invece, sostiene programmi di apprendimento permanente per gli adulti, specie partnership, reti e iniziative di mobilità transnaziona-li, e mira a finanziare la mobilità di 7 000 persone all'anno entro il 2013. Comenius promuove la collaborazione tra scuole e insegnanti. L'obiettivo del programma è la partecipazione di tre milioni di alunni tra il 2007 e il 2013. Altri fondi sono disponibili per promuovere la collaborazione politica, l'apprendimento delle lingue, l'e-learning, nonché la diffusione e lo scambio di pratiche esemplari. Inoltre, l'UE sostiene la formazione professionale attraverso il Cedefop, il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale di Salonicco.
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categoria:cultura
venerdì, 25 gennaio 2008



Teatro Protagonista l'argentina Candelaria Romero

In fuga dalla dittatura

Corriere dell'Alto Adige  2008-01-25
Al Circolo Masetti la pièce «Hijos»

L'appuntamento di oggi al Circolo Masetti è con il teatro. Gli organizzatori hanno scelto per i frequentatori della sala di via Resia 27 la proposta dell'attrice argentina Candelaria Romero, proposta che può essere definita per buona parte autobiografica, essendo incentrata sulle vicende di una famiglia costretta lasciare il paese (ore 21.30).
«Hijos», figli, questo il titolo della piece, narra l'odissea di una famiglia che in seguito alla dittatura militare in Argentina deve lasciare il paese per rifugiarsi in Bolivia. Pochi anni dopo, ancora per una dittatura, la fuga e l'asilo politico in Svezia. Conosciamo così la storia del protagonista; il padre della famiglia, seguiamo la sua infanzia, le storie d'amore, l'attività politica, il carcere, la tortura, l'esilio, il secondo esilio, la grave malattia che lo colpisce e la lotta per la sopravvivenza. Infine: il ritorno in patria e la sua morte.
Oggi la madre della storia vive nuovamente in Argentina, una delle figlie abita attualmente in Svezia e la seconda figlia, interprete della storia e scrittrice della testimonianza è la stessa Candelario Romero. La Romero ha seguito i laboratori T.e.a. (Taller de Esperimentación Artistica), partecipando ai corsi di scrittura ed iniziando contemporaneamente la sua formazione teatrale diplomandosi nel 1991 presso il Ginnasio d'Arte Drammatica di Stoccolma. Dal 1992 risiede e lavora a Bergamo dove svolge attività teatrale e di scrittura. Lavora come attrice per il Teatro Stabile e collabora con Amnesty International rappresentando in giro per l'Italia questo pezzo teatrale sulla problematica dei rifugiati, e «Bambole», sulla violenza sulle donne. Con la collaborazione di Oliviero Biella, ha pubblicato per Cooperazione Terzo Mondo e la Cooperativa Amandla - Bottega del Commercio equo e Solidale di Bergamo, il libro con Cd di canti e racconti da tutto il mondo dedicati ai bambini «Raccontando...Cantando a mezz'aria».
P. C. C.
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categoria:cultura
giovedì, 24 gennaio 2008



Farsi contagiare dall'arte contemporanea

Conferenze Comincia stasera il ciclo di incontri «Aspettando Manifesta»

Corriere dell'Alto Adige2008-01-24

«Che cos'è l'arte contemporanea? A cosa serve, a chi si rivolge e come s'inserisce nella vita delle comunità?» Domande dirette, molto semplici, ma che allo stesso tempo farebbero paura a qualsiasi esperto. Come si dice, le domande più semplici sono quelle alle quali è più difficile rispondere.
Ed è con questa sorta di sfida che si apre questa sera alle 20.45 presso il Centro Trevi, la serie di incontri «Aspettando Manifesta-Serate a tema», a cura di Paola Tognon. Il fatto che si vada a un concerto di musica classica, pur non sapendo leggere una nota sul pentagramma o ci si commuova ascoltando L'inno alla gioia di Beethoven, pur non sapendo nulla della sua musica non stupisce nessuno. La stessa cosa purtroppo non si può dire delle arti visive, nei confronti delle quali spesso scatta quel meccanismo perverso del «non capisco e quindi non mi interessa».
Ma se non ci fosse nulla da capire? Ora, è noto che le province di Bolzano e Trento quest'anno ospiteranno Manifesta7, biennale d'arte contemporanea, ed è per questo che è stata pensata una serie di serate a tema che introducano la cittadinanza al tema dell'arte contemporanea. «Aspettando Manifesta» consiste in una serie di incontri a cadenza mensile che si svolgeranno presso il Centro Trevi, nel corso dei quali come tiene a sottolineare l'organizzatrice «non si vuole insegnare niente a nessuno, quello a cui si cercherà di dare vita è una serie di situazioni di dialogo e di confronto, nelle quali mettersi in gioco e farsi contagiare. Quello che si vuole fare è entrare in dialogo con i temi della creazione contemporanea ». Gli spazi del Centro Trevi, allestiti con un percorso introduttivo alla storia dell'arte contemporanea, diverranno una sorta di mappatura dell'arte visiva, arricchita dalla possibilità di consultare un'ampia selezione di cataloghi delle Biennali e delle riviste più illustri, mentre gli interventi, i contenuti, le domande del pubblico e le immagini dei lavori degli artisti delle «Serate a tema» verranno raccolti in «Pagine a tema», pubblicazione gratuita distribuita sul territorio.
I primi ospiti di questa iniziativa sono il sociologo Alberto Abruzzese, Francesco Jodice, noto fotografo e videoartista, il curatore Giorgio Verzotti, Marco Scotini, docente, critico e curatore indipendente, il teologo Paolo Renner e la curatrice di Museion e progetti pubblici, Letizia Ragaglia. Come si vede le competenze dei vari ospiti e gli ambiti di provenienza sono molto variegati. «Questo — spiega Paola Tognon — offre una molteplicità di punti di vista e quindi di risposte molto differenti alla stessa domanda, in modo tale da stimolare il confronto, la curiosità e lo spirito critico». A riguardo Tognon aggiunge che «agli ospiti provenienti da ambiti internazionali è sempre affiancata la presenza di almeno una persona che opera sul territorio, in modo tale da offrire sia al pubblico che ai relatori un momento di scambio e di sviluppo per entrambe le parti».
La scelta di un inizio così diretto è motivata proprio dalla volontà di porre domande esplicite, in modo tale da far capire che «si parla di qualcosa con la quale conviviamo e che è un elemento della nostra quotidianità. Se così viene percepita — prosegue Tognon — l'arte diviene un elemento comune». È la volontà di far capire che l'arte contemporanea non è per pochi, ma per tutti, perché tratta temi concreti e con il linguaggio del nostro tempo e delle nostre società, il filo conduttore di tutti gli incontri e l'obiettivo dell'organizzazione. Un'operazione che come spiega benissimo la sua curatrice «vede una comunità prendersi cura di sé stessa».
Nadia Marconi
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categoria:cultura
sabato, 12 gennaio 2008


L'arte underground


Metro, uno spazio aperto ai «creativi»
Corriere dell'Alto Adige 2008-01-12


Metro, ossia «rete metropolitana», progetto per una mappatura del panorama artistico-creativo del territorio locale. Ne fanno parte il designer Massimiliano Mariz, la film-maker Eva Lageder, le esperte d'arte Eva Bauer e Martina Oberprantacher, e il giornalista culturale Martin Hanni. Il progetto è innanzitutto un sito internet, www. argekunst-metro. com, e ha come obiettivo quello di convogliare le energie del sottobosco artistico, di mettere in relazione giovani creativi, offrire vetrine, interscambi. Insomma un territorio di scoperta e di crescita culturale in cui possono trovare spazio artisti, musicisti, fotografi, designer, scrittori e in generale creativi a 360 gradi.
Ma Metro è anche spazio concreto in cui proporre il nuovo, in cui realizzare un progetto e sperimentarne la riuscita. Accade da un anno, ogni tre mesi circa, alla Galleria Museo a Bolzano, e ieri sera si è appena conclusa l'ultima tre-giorni di Meet Metro, con «Favola dell'artista », uno spettacolo di Lukas Zanotti. La sera prima aveva trovato spazio il progetto della giovane artista Lissy Pernthaler, una performance di denuncia sull'angoscioso senso di bellezza della donna contemporanea. All'interno della galleria tre donne semi-nude si rapportavano col proprio corpo, cercando disperatamente di modellarlo secondo dei contorti e frustranti ideali estetici. Fuori dalla vetrina della Galleria Museo, un foltissimo gruppo di curiosi attirati dall'esibizione del corpo femminile nudo, commentava, guardava perplesso ma non riusciva a staccare gli occhi dalla galleria. Mentre da dietro l'ultima fila sbucava la testa di un ragazzino, che saltava come una molla per catturare qualche momento della performance. Anche questo è Metro, uno spazio libero e non predeterminato, un contenitore di idee, una vetrina sulla città.
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categoria:cultura
giovedì, 10 gennaio 2008



 Potenziata la biblioteca a San Giacomo

Alto Adige, 10 GENNAIO 2008

 LAIVES. La biblioteca Don Bosco ha potenziato la sua presenza anche nell’abitato di San Giacomo, dove da tempo ha aperto un punto di prestito collegato via Internet con la sede centrale di Laives. «In sostanza - spiega Luisella Raveane, la bibliotecaria - grazie alla disponibilità manifestata dai volontari l’apertura del punto di prestito a San Giacomo è raddoppiata: adesso è aperta al lunedì e al giovedì, dalle 15 alle 17».
 Il punto di prestito della Don Bosco a San Giacomo si trova nella palazzina delle associazioni, sopra la caserma dei vigili del fuoco, in via Maso Hilber 1, accanto alla zona scolastica. Lì è possibile quindi trovare libri e altro materiale multimediale in prestito, con le novità che arrivano mese per mese e inoltre, cosa molto importante, attraverso il terminale di Internet si può verificare tutto quanto comprenda il patrimonio della Don Bosco ed eventualmente chiederne il prestito oppure iscriversi e usufruire di diversi altri servizi. «Abbiamo potenziato la presenza anche a San Giacomo - aggiunge la bibliotecaria - perché pure lì abbiamo avuto una crescita costante dell’interesse verso la lettura». (b.c.)
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categoria:cultura
martedì, 08 gennaio 2008


I bambini e le lingue Seminario al Waldorf

L'ASILO

Corriere dell'Alto Adige  2008-01-08

«I confini della mia lingua sono i confini del mio mondo». Non possiamo considerare una lingua solo come un mezzo di comunicazione, ma in essa, sono realmente racchiusi i modi di vedere, di pensare e di sentire di un intero popolo.
In ciascuna lingua sono segretamente custoditi l'intero universo percettivo e immaginativo della sua popolazione.
Possiamo quindi affermare che l'apprendimento delle lingue straniere offre la possibilità di conoscere altri modi conoscitivi. Sabato 12 gennaio dalle 15.30 alle 18.00 nella sede della Scuola elementare Waldorf di Bolzano, presso il Centro ambientale «Maso Uhl» del Colle, si terrà un incontro pedagogico dedicato all'insegnamento delle lingue secondo il metodo steineriano dal titolo, appunto: «I confini della mia lingua sono i confini del mio mondo» (L. Wittgenstein). Gli adulti interessati potranno sperimentare una simulazione di lezione tenuta dalle maestre della Scuola Waldorf, che saranno a disposizione per ogni ulteriore chiarimento sulla pedagogia steineriana. Per i bambini è previsto intrattenimento. Alla scuola si giunge comodamente con la funivia del Colle Info: 338-3162387.
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categoria:cultura, giovani
martedì, 08 gennaio 2008


In scena il bullismo visto dai ragazzi
Egna. Domani sera alle 20.30 nella Haus Unterland si terrà la rappresentazione delle due piece ideate dai 40 scolari
Il copione è stato realizzato dagli alunni delle medie di Salorno
L’iniziativa è stata ideata dal distretto sociale per sensibilizzare i giovani
 Alto Adige, 08 GENNAIO 2008 LORENA PALANGA


 EGNA. Riflettere sul fenomeno del bullismo e sul problema delle dipendenze e scrivere un copione teatrale su questi importanti temi sociali. Questo il progetto voluto dal distretto sociale di Egna e portato avanti dagli alunni di due classi della scuola media «Mameli» di Salorno e dall’associazione «Theatraki». Il risultato andrà in scena domani nella Haus Unterland di Egna a partire dalle 20.30.
 I fenomeni di bullismo tra gli adolescenti riempono ormai quasi quotidianamente le pagine della cronaca.
 Proprio per far riflettere e sensibilizzare i ragazzi su questi episodi di violenza e sui problemi legati alle dipedenze, il distretto sociale di Egna ha ideato un importante progetto teatrale, che ha interessato gli alunni della seconda e terza classe della scuola «Mameli» di Salorno.
 A partire da settembre i 40 alunni delle due classi, seguiti dai due esperti dell’associazione «Theatraki» Garziano Hueller e Paola Guerra e dai rispettivi docenti di lettere Paolo Versari e Elena Paris, hanno espresso e raccolto le proprie impressioni e riflessioni sul tema del bullismo e delle dipendenze e le hanno poi trasformate in due veri e propri copioni teatrali. Dopo tanto lavoro, i ragazzi sono ora pronti a mostrare quanto hanno ideato. Domani alle 20.30 nell’Haus Unterland di Egna, infatti, verranno messi in scena le due rappresantazioni create dai ragazzi. Nella prima, intitolata «Orlandi Furiosi», i piccoli attori della seconda media si chiederanno cosa nascondono la violenza e il bullismo e cercheranno, insieme ad Ariosto, di dare le proprie risposte a questi interrogativi. Nel secondo pezzo teatrale, dal titolo «Le scarpette rosse di Janis Joplin», invece, gli alunni della terza uniranno in una sola storia la famosa fiaba e la tragica storia della cantante Joplin.
 Entusiasti del progetto sia gli alunni che i docenti. «Grazie a questa iniziativa - racconta l’insegnante di lettere Elena Paris - i ragazzi hanno potuto non solo affrontare temi importanti, ma anche socializzare tra di loro e affrontare la timidezza e le paure che nasconde il salire su un palcoscenico». A parlare del successo di questa iniziativa anche il diregente scolastico Ivan Eccli: «Il teatro è sempre un’importante scuola per i nostri alunni e magari potremo ripetere l’esperienza anche nelle scuole di Egna».
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categoria:cultura, conca atesina
mercoledì, 02 gennaio 2008



2008   Un'immersione totale nel contemporaneo

Arrivano la biennale Manifesta e il nuovo Museion di Bolzano. Riflettori puntati su tutta la regione

Corriere dell'Alto Adige 2008-01-02

di MARIELLA ROSSI
Il 2008 sarà l'anno di Manifesta degli spiriti edi Museion full metal jacket, della biennale dalle tante contraddizioni che in luglio partirà in regione e del museo «d'assalto» di Bolzano che in maggio aprirà la nuova sede. In altre parole sarà l'anno coi riflettori dell'arte contemporanea puntati su di noi.
Manifesta è infatti quanto di più immanifesto ci sia, per innescare un gioco di parole. È passato più di un anno da quando la nostra regione è stata scelta per ospitare la prossima edizione, mancano pochissimi mesi alla presentazione stampa nazionale di fine marzo e pochi di più all'inaugurazione di luglio e appena se ne è sentito parlare in giro. Qualche volantino alla Biennale di Venezia ha annunciato al popolo dell'arte il nome dei curatori, poi a ricordare Manifesta (dopo l'edizione annullata di Cipro) è stata fissata durante l'opening della Biennale di Istanbul una «garden reception» a metà giornata (in realtà un piccolo incontro nel retro per nulla verde dello spazio Platform Garanti), infine durante la fiera Artissima di Torino c'è stata una presentazione, la «prima italiana» che ha attirato però inspiegabilmente solo una ventina di persone andate a calare per la noia di sentirsi ripetere l'ennesima volta la storia di questa biennale europea itinerante spostatasi da Rotterdam, in Lussemburgo, a Lubiana, a Francoforte e a San Sebastian per scandire l'annullamento dei confini nazionali. Ma di quello che sarà la prossima Manifesta, quella trentino-altoatesina, niente. Niente hanno svelato, nemmeno alla larga, i curatori sui loro singoli progetti espositivi che si svolgeranno in sedi distinte, alla fortezza di Fortezza, alla ex-Alumix di Bolzano, alle ex-Poste di Trento e a Rovereto probabilmente alla ex-Peterlini e alla Manifattura Tabacchi. Non si può togliere il «probabilmente» su Rovereto perché già da un po' era stata individuata la location ex artigianale delle Peterlini in città da mettere in sesto per poi usarla anche in seguito, ma ora che il tempo stringe sembra necessario fare capo anche ad uno spazio non proprio dimesso: la Manifattura Tabacchi, e in particolare la parte storica, mentre l'edificio sarà produttivo, per poco, ma ancora durante Manifesta. E l'arte che entra in un luogo non solo ex, ma di lavoro attuale non sarebbe male. Ma su tutto rimane l'obbligo del condizionale. Un condizionale che viene usato anche dallo stesso Luis Durnwalder parlando del bilancio 2008 e dell'investimento deciso sulla cultura; è un condizionale che rompe la soddisfazione per la tombola Manifesta-Museion, rompe la sua certezza che si debba puntare sul futuro, rompe il suo invito a lasciarsi stupire dall'arte. Il dubbio di Durnwalder sta — si legge testualmente nella relazione al bilancio — nel capire cosa conterrà il «pacchetto Manifesta». Sì perché di «mostra pacchetto» si tratta. Preparata dai curatori alle loro scrivanie a Vienna, Anversa e New Delhi (per la prima volta infatti sono stati scelti anche curatori extra-europei, il collettivo Raqs). Quando il pacchetto verrà scartato a luglio, c'è da sperare che sia esplosivo e non avvilisca come un clown con una faccia da clown che si agita su una molla.
Esplosivi sono senza dubbio i colpi in canna del nuovo Museion, che al contrario di Manifesta, è iper-manifesto, tanto che con l'evento di ventiquattrore a dicembre ha mostrato tutti i meandri nascosti della sua nuova sede (dai sotterranei, agli uffici, agli sgabuzzini di servizio che poi saranno chiusi al pubblico) ancora prima di farci entrare il proprio staff a lavorare. E poi ha fatto una dichiarazione chiara d'intenti con il suo nuovo Museion Journal, un magazin di ricerca pura sui temi dell'arte che hanno deciso di allegare ai quotidiani storici del Sudtirolo. Ma veniamo ai colpi in canna, perché non bastano l'investimento e le buone intenzioni, ci vogliono i colpi giusti. Bene i colpi in canna hanno nomi e volti: sono gli architetti berlinesi KSV Krüger Schuberth Vandreike, i designer londinesi Tomato e, dulcis in fundo, la nuova direttrice Corinne Diserens. Possiamo dire che Museion non è un botto artigianale che può rovinare tra le mani, ma una bomba nucleare fatta di tante componenti internazionali di prima scelta. Nucleare perché in pochi sono capaci di costruirla e possono averla, e nucleare perché farà tremare l'Italia (che purtroppo sul contemporaneo non vanta tanta concorrenza), e non solo.

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categoria:cultura, comune di bolzano
sabato, 29 dicembre 2007




«Black Box», c’è il nodo dei costi della gestione
I lavori termineranno in estate e costeranno 5 milioni
 Alto Adige, 29 DICEMBRE 2007

 LAIVES. Per l’estate prossima dovrebbero essere terminati i lavori in corso attorno all’edificio di servizio della zona sportiva Galizia, quello che ospiterà nuovamente il centro giovanile No Logo. L’intervento riguarda la costruzione delle piste interrate per il gioco dei birilli automatici e lo spazio del Black Box, dove poi si potranno organizzare incontri o concerti e altre iniziative collegate al centro giovanile che prevedano un afflusso di pubblico.
 Una volta pronto, il complesso andrà anche gestito e da quanto risulta normalmente i costi della gestione ordinaria si aggireranno attorno al 5% del costo di costruzione, a sua volta attorno ai 5 milioni di euro. È questa in sostanza una delle sfide future da affrontare con strutture del genere (non solo centri giovanili, ma anche teatri e simili) perché con Comuni che faticano sempre più a far quadrare i bilanci, sarà un problema spendere somme considerevoli per tenere in funzione spazi pubblici di queste dimensioni. Sull’intero settore si renderà opportuna una riflessione perché il Comune sempre meno potrà permettersi di spendere fuori dello stretto necessario.
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categoria:cultura, giovani, comune di laives
sabato, 29 dicembre 2007


«Museo nella vecchia stazione»
Il sindaco lancia l’ipotesi per rivalutare l’edificio
Alto Adige, 29 DICEMBRE 2007
BRUNO CANALI


 LAIVES. Mentre vanno avanti i lavori per la costruzione della nuova stazione ferroviaria, si apre il discorso relativo al futuro del vecchio edificio. Una volta pronta quella nuova infatti, la vecchia stazione sarà abbandonata e l’intenzione dell’amministrazione comunale sarebbe quella di mantenerla, restaurandola a dovere per poi adibirla ad uso pubblico: per esempio a museo.
 Il sindaco Polonioli in questo senso rimane del parere già espresso tempo fa: «Io sarei orientato verso un recupero del piccolo edificio che ha ospitato per tantissimi anni la nostra stazione ferroviaria - spiega Polonioli - sia per mantenerlo e sia per adibirlo poi a qualche cosa utile per tutti. Penso ad esempio ad una piccola esposizione, oppure un minuscolo museo o cose simili, tenuto anche conto che lì ogni giorno passano parecchie persone che prendono il treno. Sarebbe anche il modo migliore per preservare quell’edificio storico».
 Per ora si tratta solo di idee in proiezione futura ed è prevedibile che altre se ne aggiungeranno. Quello che conta prima di tutto è comunque il restauro del vecchio edificio ferroviario, che rischia altrimenti di essere danneggiato irrimediabilmente dal tempo. Altre realtà provinciali, che come Laives hanno ricevuto dalla Provincia le rispettive vecchie stazioni ferroviarie, hanno adottato soluzioni interessanti per continuarne l’utilizzo e altrettanto farà con ogni probabilità Laives.
 Semmai uno dei problemi sarà il relativo isolamento della stazione ferroviaria rispetto al resto della città, una caratteristica che ha già favorito atti di vandalismo nel recente passato. Anche in questo caso bisognerà studiare soluzioni efficaci, tenendo anche presente il problema della sicurezza, perché la stazioncina si trova accanto ai binari della linea ferroviaria, dove è opportuno non sosti nessuno. Ad ogni modo c’è tutto il tempo per mettere a fuoco idee e progetti, convinti anche dell’opportunità messa a disposizione dal passaggio in mani comunali.
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categoria:cultura, comune di laives
venerdì, 28 dicembre 2007



Con «A filo dell’acqua» aggregazione culturale
Ora. Nel foyer dell’aula magna questa sera e domani
  Alto Adige, 28 DICEMBRE 2007

 ORA. Questa sera e domani il foyer dell’aula magna ospita la manifestazione «A filo d’acqua» promossa e curata dall’Associazione Arte-Cultura Casa della Pesa di Bolzano, in collaborazione con Arci-Caffè letterario di Laives, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ora, con il contributo della Comunità Comprensoriale Oltradige Bassa Atesina. Questo appuntamento come altri che seguiranno nel corso del 2008 è rivolto alla valorizzazione e all’aggregazione etnico-artistico-culturale prendendo come simbolo proprio l’acqua.
 Stasera alle 18.30 «L’acqua principio di tutte le cose», relatore: Martin Calamari (Acp/Kkw), suoni e i ritmi dell’acqua musica e proiezione. (Arci-Caffè letterario), inaugurazione della mostra di pittura «Pittura e scultura nell’acqua» con la partecipazione degli artisti: Heinrich Toll, Roberto Montagnini, Livio Conta, Nello Bocci, Ferruccio Ramadori, Settimio Burattini, Pietro Archis.
 Domani alle ore 18.30 La letteratura e la poesia dell’acqua (Arci-Caffè letterario) intervallato con la musica del trio Liquid jazz.
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venerdì, 28 dicembre 2007
 «Holos», arte e cultura fra la gente

 Il progetto ha segnato il 2007 dell’Associazione Casa della Pesa
  Ottima la sinergia con il quartiere di Oltrisarco-Aslago
Alto Adige, 28 DICEMBRE 2007

 BOLZANO. Tracciando una sorta di bilancio degli eventi culturali “alternativi” realizzati nel corso dell’anno che si sta chiudendo, emerge quanto realizzato dall’associazione arte-cultura Casa della Pesa (Acp), con il progetto “Holos”, realizzato in collaborazione con la circoscrizione Oltrisarco-Aslago. Tale iniziativa ha dato vita, in estate, a una serie di manifestazioni, incontri, simposi di arte, filosofia, antropologia, letteratura, geologia.
 Particolare attenzione è stata data all’arte nelle strade, nei parchi e nelle scuole, per offrire alla cittadinanza spunti di riflessione sulla natura, le implicazioni antropologiche uomo - ambiente, le sfumature del quotidiano e le difficoltà di “adattamento” dell’uomo contemporaneo. Ai percorsi di scultura, performance, pittura, lungo la passeggiata che da via dei Castagni porta a Castel Flavon e al Virgolo, sulla passeggiata Colle - Colle dei Signori, a Parco Tambosi, e in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Laives nell’ambito del Festival in altre aree verdi tra San Giacomo e Laives, hanno contribuito giovani e affermati artisti provenienti da varie regioni italiane e austriach
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giovedì, 27 dicembre 2007


CULTURA & INTERNET
I beni architettonici locali sono finiti nella grande rete

 BOLZANO. Internet è ormai una piattaforma utile a qualsiasi livello, e così adesso anche tutti i beni architettonici dell’Alto Adige sono ora sul sito Internet della Rete civica, accessibili agli interessati di arte, amministratori e progettisti. A rendere possibile questa consultazione è il “Monument Browser”, sviluppato congiuntamente dalle ripartizioni provinciali beni culturali e informatica. Alla base del progetto “Monument Browser” vi è la digitalizzazione di tutti i beni architettonici presenti in Alto Adige. L’applicativo Internet fornisce in lingua italiana e tedesca un elenco aggiornato di tutti quelli vincolati in Alto Adige e sostituisce il libro pubblicato dalla Soprintendenza ai beni culturali nel 1991. L’elenco si trova all’indirizzo www.provincia.bz.it/denkmalpflege/arch/index-i.htm, è formato da ben 5.000 beni e si presta a molteplici utilizzi: il cittadino ha una panoramica dei beni architettonici vincolati; proprietari, amministratori e tutti gli interessati hanno a disposizione uno strumento per la rapida ricerca di edifici elencati per particelle, comuni catastali e comuni amministrativi. Infine l’iniziativa congiunta delle ripartizioni beni culturali e informatica costituisce una base importante per ricerche di storia dell’arte e storia dell’architettura in Alto Adige. L’archivio digitale, che verrà costantemente aggiornato, sarà arricchito nei prossimi mesi dalle immagini di tutti i beni elencati. Il progetto “Monument Browser” è stato recentemente presentato in Provincia, e nell’occasione ne è stata sottolineata anche l’importanza per l’inventarizzazione, decisiva per la salvaguardia della storia e della cultura, perchè non esiste futuro se non si conosce il proprio passato.
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domenica, 16 dicembre 2007

Museion, riuscita la «preview» Ottima l'affluenza di pubblico
Corriere dell'Alto Adige 2007-12-15


Assaggio di arte


Sarà stata la trasparenza delle pareti in vetro, la struttura dei piani che aumentano di superficie dal basso verso l'alto, il bianco degli interni, sarà stata anche l'aria freschissima e la nitida atmosfera di ieri, fatto sta che il nuovo Museion ci è apparso come una nuvola tagliente nella città, dolcemente a suo agio tra la vecchia via Dante e il fiume Talvera, tra il Rosengarten e lo sguardo verso sud-ovest. Uno spazio aperto, stranamente imponente e discreto, che sembra voler comunicare col mondo che gli sta attorno, come una postazione da cui osservare l'esterno e in cui riflettere nell'intimità del rapporto con le opere. Tanta gente — e non solo i classici divoratori di cultura — è entrata e uscita, è andata e tornata, rispondendo alla democratica adunata. Se l'operazione era tastare il terreno sul futuro feedback della cittadinanza, si può dichiarare «missione compiuta».
Così il museo d'arte contemporanea dell'Alto Adige, la cui apertura ufficiale sarà in primavera (24 maggio), si è mostrato nella sua nudità di opera ancora da compiersi, per una generosa full immersion di 24 ore non stop dalle 12 di ieri fino alla stessa ora di oggi. E proprio l'osservare le ruspe nel fiume intente a scavare lo spazio per i futuri ponti, le rifiniture interne mancanti, le parti provvisorie in legno, il fatto insomma d'esser dentro al cantiere ha reso ancor più elettrizzante e viva l'atmosfera.
Le opere coinvolte erano decine, tra l'installazione e la performance, tra la video-arte e l'opera concettuale, nomi noti e meno noti tra gli anni Sessanta e il 2007. L'impressione generale è quella di un approccio morbido, di un sano intento comunicativo che, pur nella varietà delle proposte, nega all'arte la trappola della torre d'avorio, della posizione elitaria.
Ecco le impressioni. Al terzo piano trionfa la leggerezza delle opere di Francis Alÿs, installazioni video che fanno del movimento che non porta da nessuna parte il loro centro d'indagine. Così un ragazzino su una strada in salita continua a calciare una bottiglia che gli ritorna indietro, un cane divertito riporta la palla al suo padrone, e un'automobile tenta invano di superare una strada polverosa di una collina, andando su e tornando giù. Un po' ipnotica, un po' surreale, un po' burlesca metafora della vita che non parte, del mondo che non cambia, la buffa automobile rossa, dolcemente, ostinatamente, ci prova e ci riprova, accompagnata da una grottesca musica da banda a metà strada tra Indiana Jones e Fantozzi.
Anche Samuel Beckett, a modo suo, ci presenta una circolarità imperfetta e un po' frustrante, con un lavoro degli anni Ottanta di televisione sperimentale minimalista, con dei personaggi incappucciati che si muovono senza meta all'interno di uno spazio contraddistinto solo da un centro, del quale tutti subiscono l'attrazione ma che nessuno raggiungerà mai.
Al secondo piano, dentro un cubo di vetro, dorme sotto sonniferi Elena Kovylina, il cui battito cardiaco e livello di ossigeno è tenuto accuratamente in osservazione. La performance durerà tutte le 24 ore, con l'intento di «rappresentare l'uomo contemporaneo del mondo globalizzato, che passa i suoi giorni all'interno del sarcofago della cultura». Immobile e in posizione «da bara» all'inizio, tiriamo un sospiro di sollievo quando, dopo quattro ore torniamo e la troviamo dolcemente adagiata su un fianco, con un'espressione del volto molto più rilassata.
A rompere con grande impatto gli ampi spazi delle sale, ci pensa l'opera di Monica Bonvicini. Una rete metallica e vetro frantumato che impediscono il passaggio affiancano la scritta «architecture is the ultimate erotic art carry it to excess» a manifestare il concetto caro all'artista per cui un'architettura sia sempre una sorta di penetrazione di un ambiente urbano.
Tra la fine dei Sessanta e i Settanta si collocano «Ja ja ja, nee nee nee» di Joseph Beuys e «Clockshower» di Gordon Matta Clark, il primo una sbeffeggiante voce che ripete le due parole più usate del nostro vocabolario, la seconda vede invece l'artista «comodamente » appeso alle lancette dell'orologio di un edificio di New York intento a lavarsi per bene tutto il corpo. Contemporaneamente, un pianoforte suona da solo qualche nota ogni tanto, mentre affianco a lui giacciono i 24 volumi della «Scuola della velocità» di Czerny, famoso manuale di esercizi per tutti gli aspiranti pianisti virtuosi. Apriamo un volume e scopriamo la relazione col lentissimo pianoforte: delle migliaia di note originali sono sopravvissute solo alcune, isolate in fiumi di pentagrammi riempiti solo da lunghe pause.
Testimonianza di vita sonora a 360 gradi è l'opera di Tacita Dean «Jukebox II», in cui possiamo scegliere l'ascolto dei suoni registrati in 8 angoli diversi della terra, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Di Michelangelo Pistoletto osserviamo il suo «Metrocubo d'infinito » del 1966, puro e freddo come un buco nero geometrizzato, mentre dell'artista gardenese Philipp Messner è presente il lavoro «Flash Flag», decine di bandiere delle varie nazioni private dei loro colori sgargianti e tutte rivestite di una luttuosa tinta tra il grigio scuro e il nero.
L'unico amaro incontro l'abbiamo fatto al quarto piano, con l'installazione «Mortal Life» del designer Mike Meirè. Con la scialba giustificazione del suo motto Liebe - Intelligenz - Freiheit - Evolution, Meirè ha messo in mostra cadaveri imbalsamati e animali in gabbia, mentre parte del pubblico banchettava grazie a prelibatezze offerte da Slow Food. L'opera del designer risulta una nota stonata, fuori posto, decadente e ingiusta, all'interno di una partitura forte e coraggiosa che lega tutte le altre opere.
Last but not least, in questa rete di suggestioni non solo visive c'è stato anche spazio per la performance di danza di Boris Charmatz e Christophe Ives. Con il volto coperto da dei calzoni arrotolati, i due corpi si animavano, lottavano e interagivano trascinandosi con un cordone di stoffa al polso che li legava. Verso sera si sono susseguite la coinvolgente esibizione «Satisfyn' Lover» con ben 43 danzatori, e il concerto sulle musiche di Helmut Lachenmann, compositore allievo di Luigi Nono e dell'appena scomparso Karlheinz Stockhausen. La notte di Museion non ha rallentato i ritmi, scintillando di suoni, luci e colori, le piccole ore bolzanine.
Emanuele Zottino
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categoria:cultura, comune di bolzano
venerdì, 14 dicembre 2007



11-18 dicembre mostra “CONFINI”
17 dicembre incontro/discussione ore 20e30
Irdo furan
Musica oltre l’orizzonte nella forma di concerto /documentazione trae origine da un progetto di scambio musicale e culturale che ha visto nell’agosto 2006 come protagonisti quattro musicisti sudtirolesi ed un gruppo folto di musicisti somali in Somaliland, regione al nord –est del paese somalo tuttora in guerra.Su invito dell’associazione culturale keniota”Irdo furan”.L’intento dell’Associazione è quello di tutelare la cultura indigena locale nella prospettiva di apertura verso altre culture , come quella europea. arci laives caffè letterario via Passaggio Scolastico 7 Laives
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venerdì, 07 dicembre 2007

Vertice tra Comune e Lampis per valorizzare le nuove strutture

 Il sindaco: «Costruire è semplice, ora bisogna riempirle di contenuti». Si punta a rilanciare il premio di pittura. Sale teatrali, c’è il nodo della gestione
   VENERDÌ, 07 DICEMBRE 2007  

 LAIVES. La gestione del settore culturale e di quello giovanile. Questo il tema al centro di un confronto tenutosi nei giorni scorsi tra il sindaco di Laives, Giovanni Polonioli, l’assessore Christian Tommasini e il direttore della ripartizione cultura italiana della Provincia, Antonio Lampis. Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto per quanto riguarda il panorama comunale, con particolare attenzione alla gestione delle strutture e delle risorse attualmente a disposizione sul territorio. «Bisogna stabilire un programma di gestione delle nostre strutture», afferma il sindaco.
 Le strutture da destinare ad eventi culturali e ai giovani a Laives certo non mancano, quello che manca è un programma di gestione. Questo, in sintesi, ciò di cui si è discusso nell’incontro.
 «Abbiamo 4 sale teatrali - afferma il sindaco - e adesso bisogna stabilire un programma complessivo che riguardi la gestione. Costruire queste strutture è relativamente facile, meno semplice appare invece la loro gestione. Lo stesso vale per il nuovo centro giovanile che sta per essere completato in zona Galizia e che necessita di un programma di gestione consono. Infine - conclude Polonioli - abbiamo parlato del prestigioso premio di pittura “Città di Laives”. Lampis ci ha fornito delle indicazioni per far crescere ulteriormente la manifestazione e darle la collocazione che si merita».
 Dopo gli ultimi interventi (ristrutturazione del teatro Aula magna e imminente completamento della sala a San Giacomo), quindi, sono molte le strutture a disposizione sia del gruppo italiano che di quello tedesco, che dovranno essere gestite con un ’ottica più manageriale. Questo, ad esempio, è ciò che si è iniziato a fare con la convenzione stipulata col centro Don Bosco, dove l’auditorium da anni ospita un ciclo cinematografico. Ora si punta ad estendere la programmazione anche oltre il periodo invernale. Sempre al Don Bosco è in corso un ciclo di teatro per ragazzi. Il teatro Aula magna, poi, ospita la rassegna nazionale dialettale e Pineta è dotata di una sala teatrale, dove lavora anche la “Prometeo” di Bolzano. (b.c.)
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giovedì, 29 novembre 2007


 Ecocomposter, con il girasole un progetto per l’ambiente
 INNOVAZIONE

Alto Adige, 29 NOVEMBRE 2007

 BOLZANO. Videofactory, azienda altoatesina produttrice di video e Dvd interattivi, si è fatta promotrice di un innovativo e ambizioso progetto culturale a sostegno della protezione dell’ambiente orientato alla divulgazione di queste tematiche agli alunni della scuola primaria. Il programma “Girasole” è stato infatti proposto alle amministrazioni comunali e alle direzioni didattiche particolarmente sensibili al tema ecologico. Il programma Girasole offre infatti ad insegnanti e ragazzi uno stimolo ed un supporto affinché lo sviluppo ecosostenibile diventi parte integrante ed attiva nelle lezioni di classe con l’auspicio che l’esperienza vissuta in ambito scolastico rimanga patrimonio individuale per il loro futuro. I testi, di sicuro rigore scientifico, sono espressi in un linguaggio semplice ed intuitivo, le innumerevoli immagini fumettate adatte ad un pubblico giovane sensibilizzeranno i ragazzi a temi di grande rilevanza, come la salvaguardia dell’acqua, la raccolta differenziata, l’energia rinnovabile, il compostaggio.
 Con l’innovativo ecocomposter si potrà passare dalla teoria alla pratica passando attraverso la sperimentazione. Con l’ ecocomposter in larice massiccio si potrà infatti mostrare concretamente i tempi e i modi del compostaggio, residui di spuntini come umido portato da casa che si trasformano, senza cattivi odori, in soffice terriccio per concimare i fiori della scuola, il riciclaggio si trasformerà cosi in un gioco divertente e utile. L’ecocomposter di ultima generazione è munito di pannello fotovoltaico che aziona una ventola per l’ossigenazione del materiale organico attuando un utile accelerazione del processo microbico, con questa tecnologia si introduce pure l’importanza dell’utilizzo di energia alternativa prodotta da fonti rinnovabili, un argomento nuovo che catturerà l’interesse dei ragazzi.
 Analogo discorso per il raccoglitore acqua piovana. Ultimo ma non per rilevanza, il sistema “Gocce preziose” per il risparmio idrico della Videofactory, realizzato in solido larice e acciaio, consente l’accumulo dell’acqua piovana ed il suo utilizzo, perché il riciclaggio è valido per qualsiasi elemento naturale.
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categoria:cultura, ambiente, innovazione
domenica, 18 novembre 2007

Ex Stazione, dalla giunta sì al progetto
Alto Adige, 18 NOVEMBRE 2007

 CALDARO. Tre milioni per i lavori, 240 mila per la progettazione, un cinema e spazi per associazioni al posto di un vecchio edificio in disuso: la giunta comunale di Caldaro ha approvato in via definitiva il progetto esecutivo per la ristrutturazione dell’ex Stazione. I finanziamenti come noto arriveranno in parte dalla Provincia e in parte da un mutuo acceso presso la Cassa Depositi e Prestiti. La stessa Provincia ha chiesto però che l’aspetto originario della storica struttura non sia stravolto.
 Semaforo verde, in giunta comunale a Caldaro, per l’elaborazione del progetto esecutivo e per la ristrutturazione dell’edificio ex Stazione, sito proprio all’imbocco del paese. L’incarico è stato affidato come previsto all’architetto Michael Scherer, che aveva già «firmato» il progetto preliminare, per un importo di 240 mila euro più Iva. Nell’ambito della ristrutturazione sono previsti la realizzazione del centro giovanile e culturale Kuba dello Jugendtreff, una sala cinematografica da 100 posti destinata al Filmtreff (ma non solo) e una sala per l’associazione culturale italiana «Amici in».
 Il restyling dell’edificio, arredamento incluso, costerà circa 3 milioni di euro, cifra che è stato possibile coprire con un ricco contributo della Cassa Rurale dell’Oltradige e della Provincia, in particolare dell’assessorato che fa capo a Sabina Kasslatter Mur, ma anche con un mutuo da 1,8 milioni acceso presso la Cassa Depositi e Prestiti.
 Nei lavori del primo lotto sono compresi il risanamento del tetto e della struttura portante dell’edificio. Esso risale al 1898 ed è sottoposto a tutela delle Belle Arti. Su espressa richiesta della Provincia rimarrà (quasi) nel suo stato originario.
 Come noto, alla sala cinematografica del Filmtreff sarà destinato il tratto nord dell’edificio, con la vecchia biglietteria fungerà da foyer. Per quanto riguarda la progettazione è proprio grazie all’interessamento del Filmtreff che è stato possibile coinvolgere, oltre all’architetto bolzanino Markus Scherer, anche l’architetto austriaco Michael Fuchs, specializzatosi oltre Brennero proprio nella realizzazione di sale cinematografiche. (man)
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giovedì, 15 novembre 2007

La storia di Pandora Otto disabili sul palco come professionisti
La regista: questi attori hanno tempi più lunghi ma sanno trasmettere emozioni come pochi Loro usano i sentimenti
  di Alan Conti Alto Adige 15 NOVEMBRE 2007

 BOLZANO. «Con loro mi comporto come se fossero una vera compagnia di professionisti perché il livello dello spettacolo è sicuramente elevato per una rappresentazione di questo genere». Esordisce così Paola Soccio, regista dello spettacolo teatrale “Pandora, storia di una bambina” realizzato con un gruppo di attori disabili del gruppo occupazionale 2 e interamente finanziato dall’Azienda servizi sociali. Lo spettacolo andrà in scena giovedì 29 novembre alle ore 20 presso il Teatro Comunale di Gries, con ingresso gratuito. «Spero di riuscire quella sera a trasmettere emozioni, perché questi ragazzi mi permettono di mettere in scena un tipo di teatro basato essenzialmente sul sentimento e l’emotività, evocata dal gesto corporeo più che dal linguaggio».
 Paola Soccio parla di «un’esperienza rara e davvero gratificante».
 Particolarità dello spettacolo è la mancanza di ruoli fissi, tutti gli attori interpretano i diversi personaggi. «E’ una tecnica molto particolare: permette di segmentare il personaggio in mille sfaccettature e ogni stato d’animo del personaggio è rappresentato da un attore differente», chiarisce la regista.
 Gli otto ragazzi disabili dimostrano dimestichezza nei panni di teatranti. «La differenza rispetto ad una compagnia di professionisti risiede essenzialmente nei tempi che la preparazione di uno spettacolo di questo tipo richiede».
 La coordinazione dei movimenti e la capacità di trovare un linguaggio di espressione artistica prevedono un lungo tempo di preparazione per essere assimilati. I ragazzi hanno dimostrato buona volontà e, rispetto a quando abbiamo iniziato, nel febbraio 2006, si sono trasformati in buoni attori. L’aiuto delle operatrici è fondamentale e durante le prove sono molto brave a svestirsi dei panni delle educatrici per diventare compagne e complici dei ragazzi. Non è sempre semplice». Tra i ragazzi, durante le prove, c’è chi gioisce per una scena fatta bene, chi si dimentica una parte e chi fa una battuta per far ridere tutti. Nonostante la ripetizione di molte scene, nessuno si lascia andare a segnali di insofferenza, anzi, ogni prova sembra un divertimento che ricomincia. «La reazione del gruppo è stata immediatamente positiva», racconta Daniela Voltani, educatrice e assistente al progetto teatrale. «Il primo obiettivo di questo laboratorio, ora trasformatosi in spettacolo, è quello di creare nei ragazzi un forte senso del gruppo e rafforzare la loro capacità di essere squadra per raggiungere un obiettivo. D’altronde loro frequentano il centro e il gruppo di lavoro non se lo sono scelto: l’hanno trovato già formato. Inizialmente c’erano delle antipatie, volava qualche parola di troppo, ora hanno capito che ognuno deve rispettare gli altri e ricevere identico rispetto. E’ un grande spettacolo».
 Sono molteplici gli aspetti positivi di una simile esperienza. «Non si tratta sicuramente di una terapia - sottolinea Daniela Voltani - ma il risultato è per alcuni versi addirittura superiore: nei ragazzi è cresciuta l’autostima, la capacità di socializzazione; inoltre, riescono a mantenere alto il livello di concentrazione per molto tempo».
 Lo spettacolo evidenzia un grande lavoro di coordinazione nei cambi di scena, con diversi spostamenti e alcune danze. Ognuno mette al servizio della rappresentazione le proprie idee e le proprie capacità. Flavia Brigantini, per esempio, danza fingendo di camminare tra gli alberi e si propone con grande espressività, Marco si lancia in una straordinaria imitazione del verso del gufo mentre Moreno Zeni si esibisce in uno spettacolo acrobatico con le sedie. «Come in tutti gli spettacoli, si tratta principalmente di un lavoro di memorizzazione», chiarisce Paola Soccio. «Per questo chiedo alle operatrici di intervenire il meno possibile nel dare suggerimenti. I ragazzi devono interiorizzare la storia di Pandora». Non resta che salire sul palco e andare in scena. «Speriamo bene - conclude Paola Soccio - perché a volte il teatro può emozionare e giocare brutti scherzi. Il messaggio che vogliamo dare è che questi ragazzi sono in grado di fare uno spettacolo all’altezza di una compagnia di teatranti professionisti. La loro disabilità non è un limite, ma un incentivo per esplorare nuove forme di espressione».
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categoria:cultura
giovedì, 15 novembre 2007

Futurum pronta al debutto
La kermesse sulla formazione dal 22 al 25 novembre
GIOVEDÌ, 15 NOVEMBRE 2007

  BOLZANO. La Fiera di Bolzano ospiterà dal 22 al 25 novembre «Futurum 2007», prima rassegna sull’educazione e la formazione in Alto Adige, che offrirà ai visitatori una panoramica sulle offerte dalla scuola dell’infanzia all’università, senza tralasciare ricerca, economia e mercato del lavoro. La fiera sarà caratterizzata dal coinvolgimento e dalla partecipazione degli studenti delle superiori e degli istituti professionali dei tre gruppi linguistici. Anche il caffé della Fiera della formazione sarà gestito da studenti della scuola alberghiera Kaiserhof di Merano. Gli alunni del conservatorio Monteverdi, delle scuole e degli istituti musicali si esibiranno nell’arco delle quattro giornate fieristiche. Venerdì 23 saranno premiati gli aprpendisti che hanno preso parte alle Olimpiadi dei mestieri, disputatesi di recente in Giappone. Grazie alla collaborazione tra l’ente pubblico e le associazioni di categoria sarà possibile fornire da un lato un quadro completo dell’offerta formativa a livello provinciale e dall’altro una panoramica sulle aspettative del mondo del lavoro nei confronti della scuola. «Futurum» è articolata in 15 aree tematiche che riguardano l’economia aziendale, il commercio e l’amministrazione, il turismo e la gastronomia, l’economia alimentare e l’economia domestica, agricoltura, natura ed ambiente, pedagogia, scienze sociali e matematica, informatica e scienze naturali, scienze umanistiche, lingue, arte, grafica, musica, multimedialità, metallurgia, ingegneria meccanica, meccanica, elettrotecnica, elettronica, edilizia, sport, wellness, cultura, educazione permanente, scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado. Saranno presenti con propri stand il ministero della pubblica istruzione, la Lub, le università di Trento e Innsbruck, l’Istituto superiore di filosofia e teologia di Bressanone, il conservatorio di Bolzano, Claudiana e Eurac.
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categoria:cultura, sociale
domenica, 11 novembre 2007

Spinta alla sala polifunzionale
Ex Oratorio: confermato l’utilizzo per le iniziative sociali
DOMENICA, 11 NOVEMBRE 2007


 SALORNO. L’altro giorno la Provincia - tramite l’assessorato di Werner Frick - ha consegnato ufficialmente alla Cantina di Lavis un’area area in zona artigianale molto funzionale dal punto di vista logistico. La Cantina libererà dunque il terreno della sede attuale, 4600 metri quadri, in via degli Orti che il Comune comprerà per 430 mila euro. Lì verrà realizzata la sala polifunzionale.
 Il Comune può quindi prendere possesso dei 4600 metri quadri in pieno centro che saranno liberati dalla Cantina di Lavis «con un utilizzo immediato - dice il sindaco di Salorno Giorgio Giacomozzi - per esempio come parcheggio». In prospettiva, come detto, c’è la costruzione, su questa vasta area, della sala polifunzionale. Sarà indetto un concorso di progettazione (il consiglio comunale ha da poco approvato la delibera di finanziamento) con i vari architetti che avranno la possibilità di presentare la propria concezione della sala. A tal proposito il sindaco ha ricordato che «la commissione comunale ha già ascoltato le diverse associazioni per capire di cosa ha bisogno la comunità».
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categoria:cultura, sociale, conca atesina
domenica, 11 novembre 2007

Un libro aiuta i bambini a difendersi

Alto Adige, 11 NOVEMBRE 2007

 BOLZANO. Si intitola «Giù le mani - Il pinguino Leo impara a difendersi dagli adulti» ed è l’ultimo lavoro della cooperativa “Il Germoglio” di Bolzano, da anni impegnata nella difesa e tutela dei più piccoli. Il libro è una storia delicata per aiutare i bambini a difendersi dagli orchi, scritta da Giuseppe Maiolo, Giuliana Franchini, Katia Schneider, illustrata da Andrea Cagol e pubblicata da Erickson, in libreria da questo mese.
 Come ci si deve comportare se si è piccoli e indifesi e un adulto vuole farci del male? Dove trovare il coraggio per parlare con i genitori di un abuso? Questa favola tratta il tema dell’abuso sessuale con grande sensibilità e chiarezza. E’ la storia del pinguino Leo, un cucciolo che, dopo aver subito un tentativo di abuso, si trova imbarazzato, confuso e impaurito. Finché non trova il coraggio di raccontare alla mamma quello che gli è successo. Una favola che riesce ad affrontare un tema estremamente delicato con eccezionale limpidezza, un racconto che per la prima volta si rivolge direttamente ai bambini, che potranno così imparare come è giusto comportarsi in certe situazioni senza ingiusti sensi di colpa.
 Dalla favola è anche stata tratta una sceneggiatura per un laboratorio teatrale con i burattini, che si sta portando nelle scuole dell’infanzia e nelle prime classi delle elementari della provincia di Bolzano. Il team è composto da Katia Schneider che ha curato la regia teatrale, da Evelyn Spitaler che interpreta e anima i burattini insieme a Giuliana Franchini che coordina e presenta il laboratorio.
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categoria:cultura, sociale
domenica, 11 novembre 2007

Festa per il sito «Supertoll»
Alto Adige, 11 NOVEMBRE 2007

 BOLZANO. Il progetto è nato già da qualche mese, ora è pronto per essere avviato con tutti i crismi e lo si farà con una festa, giovedì 15 novembre a Castel Mareccio. Il progetto è quello del primo “online-club” per un Alto Adige plurilingue, in altre parole un sito Internet sul quale si incontrino, virtualmente, giovani e meno giovani di lingua italiana e tedesca. Il sito è www.supertoll.it, sul quale si promuoverà l’apprendimento della seconda lingua con una sorta di scambio «fai da te» che coinvolge famiglie di diversi gruppi linguistici. Il sito www.supertoll.it è già accessibile ma con una sola pagina, quella necessaria per registrare la propria partecipazione alla festa di giovedì sera, dove, come si legge dal programma, a partire dalle ore 19 l’ingresso sarà ad offerta libera e, appunto, solo previa registrazione sul sito, e dove ci sarà la musica scandita in consolle dalla dj Sara J e da Bluestorm, e dove il lato gastronomico sarà curato dallo staff del bar Fantasy. Il progetto Supertoll punta su Internet come finestra aperta su un mondo in cui ognuno parla la propria lingua e tutti sono pronti a parlarsi e a conoscersi. Ma sia chiaro: niente incontri galanti, solo la promozione del multilinguismo.
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categoria:cultura, sociale
martedì, 06 novembre 2007


FUTURUM 2007: la prima FIERA DELLA FORMAZIONE in Alto Adige

Dal 22 al 25 novembre 2007 gli spazi della Fiera di Bolzano ospiteranno la manifestazione FUTURUM 2007 (www.futurum.it), la prima fiera dell’educazione e della formazione in Alto Adige, che offrirà ai visitatori una panoramica delle offerte educative e formative altoatesine, dalla Scuola dell’infanzia all’Università, senza tralasciare i settori della ricerca, dell’educazione per gli adulti, del long life learning, i collegamenti con economia e mercato del lavoro. L’iniziativa è rivolta non solamente a studenti e insegnanti, ma all’intera cittadinanza, alle famiglie. L’intento prioritario è infatti di tipo divulgativo e informativo.
La manifestazione è organizzata dal Dipartimento per la formazione professionale tedesca e ladina, il diritto allo studio, l’università e la ricerca scientifica della Provincia Autonoma di Bolzano in collaborazione con le Intendenze scolastiche, le Ripartizioni provinciali per la Formazione professionale e il Diritto allo Studio, gli Istituti pedagogici dei tre gruppi linguistici, le Ripartizioni provinciali Cultura e la Ripartizione Lavoro, la Presidenza e il Dipartimento Economia e Finanze della Provincia, l’Istituto per la Promozione dei Lavoratori, l’Istituto di ricerca economica, l’Associazione Provinciale Artigiani-APA, l’Assoimprenditori, l’Unione Albergatori e Pubblici Esercenti-HGV e l’Unione commercio, turismo e servizi.
La fiera è organizzata nel seguente modo:
15 AREE TEMATICHE incentrate sulla formazione, all’interno delle quali si terranno a rotazione brevi
presentazioni curate da docenti e studenti della scuola superiore e della formazione professionale, nonchè da esperti della formazione continua e del mondo economico:
- economia aziendale, commercio e amministrazione
- turismo e gastronomia
- economia alimentare e domestica
- agricoltura, natura e ambiente
- pedagogia e scienze sociali
- matematica, informatica e scienze naturali
- scienze umanistiche e lingue
- arte, grafica, media, musica
- metallurgia, ingegneria meccanica, meccanica
- elettrotecnica, elettronica
- edilizia
- sport e wellness
- cultura ed educazione permanente
- scuola dell’infanzia
- scuola primaria e secondaria di primo grado

MEDIATECA, lo spazio in cui le tre Intendenze scolastiche, i tre Istituti Pedagogici, esperti di orientamento
scolastico e professionale, diritto allo studio, informazione universitaria, rappresentanti della Ripartizione Lavoro, della valutazione, dell’Istituto per la promozione dei lavoratori e dell’Istituto di ricerca economica daranno informazioni e consulenza nei settori dell’istruzione, della formazione, del lavoro e dell’economia nelle seguenti aree di interesse:
- Promozione e sostegno all’innovazione didattica
- Alunni e alunne
- Valutazione esterna della scuola in Alto Adige
- Formazione rende
- Cercare lavoro, trovare lavoro
- Orientamento scolastico e professionale
- Tutto università

Saranno inoltre presenti con un proprio STAND il Ministero della Pubblica Istruzione, la Libera Università di
Bolzano, l’Università di Trento, l’Università di Innsbruck, L’Istituto superiore di filosofia e teologia di Bressanone, il Conservatorio di musica di Bolzano, la Scuola provinciale superiore di sanità “Claudiana”, l’Accademia Europea di Bolzano (EURAC), agenzie di educazione permanente, gli Istituti per l’educazione musicale, l’Ufficio provinciale per l’integrazione europea, la Consulta provinciale degli studenti e delle studentesse, il Servizio civile volontario e sociale, lo Sportello per il bi- e trilinguismo, l’Ufficio Parchi naturali, alcune agenzie viaggio per i soggiorni studio all’estero e case editrici.
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categoria:cultura, sociale
mercoledì, 31 ottobre 2007



Musica dal vivo, cabaret e calcio Il Masetti riparte a tutta velocità

La nuova sede del circolo apre il 10 novembre. Programma quasi definito

Corriere dell'Alto Adige 2007-10-31

BOLZANO — Il programma del Circolo Masetti nella sua nuova sede in via di inaugurazione è davvero molto fitto per quest'ultimo scorcio di 2007, come se i suoi animatori volessero dire, eccoci qui, siamo pronti a ripartire e se possibile anche meglio di prima, per recuperare gli anni perduti.
Sabato 10 novembre il Masetti inaugurerà la nuova sede di via Resia, quella in cui sono state investite finanze ed energie per un lungo periodo.
E trattandosi di inaugurazione non poteva che essere prevista una grande festa, con tanto di taglio del nastro, discorso del presidente e presenza dei discendenti di Walter Masetti, a cui l'associazione è intitolata. Il tutto nella mattinata; nel pomeriggio, dalle 15 in poi musica col Circolo Mandolinistico Euterpe e dopo le 20 jam e concerto con la Spolpo Blues Band. Per quanto riguarda la programmazione vera e propria, come di consuetudine il lunedì sarà la giornata dedicata al cinema mentre di martedì saranno organizzati dei dibattiti ancora da definire.
Ma i cavalli di battaglia rimangono le serate musicali, quelle di cabaret e per i «tossici del pallone» le partite di calcio su megaschermo.
Il primo concerto in cartellone è quello del 15 novembre, col cantautore texano Terry Lee Hale, ora di stanza a Seattle. Si tratta senza dubbio di un nome di rilievo internazionale, non solo per la provenienza di Hale ma anche per la sua chiara fama e le sue numerose collaborazioni.
Venerdì 16 invece l'appuntamento col cabaret prevede lo spettacolo di Pino Petruzzelli «Di uomini e di vini». Il giorno successivo tutti attenti a cosa farà la nazionale di calcio contro la Scozia.
La settimana successiva, il giorno 22, per la musica saranno ospiti del circolo i Folknublo e il giorno 24 un'altra stella texana, Vanessa Peters, col suo country rock.
Il 29 toccherà alla formazione folk La Zurda, il giorno 1 dicembre ci sarà invece Mauro Ferrarese, col suo blues al fulmicotone, suonato con grande trasporto sulle corde della sua slide. E non è tutto, sono in arrivo altri ospiti interessanti, da Folco Orselli, un gradito ritorno al Masetti, gli Eugenie, i Cyclepante e altri artisti.
Paolo Crazy Carnevale

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categoria:cultura, comune di bolzano

mercoledì, 31 ottobre 2007

Sciarada Circus, spazio alla creatività
Riapre in Piazza delle Erbe con un nuovo look e nuovi progetti
Alto Adige, 31 OTTOBRE 2007   ANDREA MONTALI


 BOLZANO. L’ingresso al civico 25 di Piazza delle Erbe dipinto completamente di bianco evoca immaginari da “Arancia Meccanica” ma “Sciarada Circus”, nei suoi intenti, è l’antitesi della perdita di valori e prospettive che la pellicola di Kubrick - tratta dal libro cult di Burgess - rappresenta; i ragazzi dell’associazione omonima credono talmente nelle possibilità di sviluppo della cultura giovanile bolzanina, che hanno strutturato gli ambienti del locale appositamente per dare spazio ad ogni forma d’arte e socializzazione: il già citato ingresso è dedicato alle mostre estemporanee e all’aperitivo; il separè che porta al bancone è una dichiarazione di intenti: la scritta “Sciarada, Gallery music club” esorcizza la triste realtà senza note in cui versa il centro storico dopo la guerra ai decibel.
 L’anima del locale, arredata in puro stile seventies, ha una libreria in “book-crossing” dove è possibile prendere e “abbandonare” testi per poterli condividere con chiunque sia interessato.
 Il piano sotterraneo è adibito ai live-set: una sala insonorizzata che può ospitare fino a cento persone dedicata a concerti, performance teatrali-letterarie, serate dj e feste private.
 “Siamo intenzionati a diventare punto di riferimento per tutti coloro che vogliono promuovere lo sviluppo della cultura e del divertimento costruttivo sfatando il luogo comune per il quale i giovani siano capaci solamente di lamentarsi senza proporre nulla di concreto”; le parole del vice presidente Daniel Ficara sottintendono il grande fermento creativo delle nuove generazioni troppo spesso oscurato dai casi di devianza che, purtroppo, riempiono le cronache.
 Alla domanda su quali siano le aspettative per il prossimo futuro, la risposta arriva repentina e inequivocabile: “Siamo arrivati ad un punto dove per i giovani è già tutto ipoteticamente pronto, ma in realtà non esiste nulla. Siamo qui per far crescere idee nuove e dare la possibilità alle persone di esprimersi. Siamo una cornice all’interno della quale, gratuitamente, ognuno può dipingere quello che più gli appartiene.” Alla lotta ai decibel ed alle normative restrittive, rispondono così: “Non importa il volume, ma la sostanza e la possibilità di socializzazione, chiaramente rispettando il quieto vivere di tutti i residenti”.
 Benvenuti al circo di Sciarada, nuova possibilità per la cultura locale e non solo; il calendario dell’associazione è già molto ricco: si parte con l’installazione fotografica/multimediale del duo di artisti “Matrilog” inerente alla storia di “Sciarada” e della cultura giovanile locale - attualmente esposta -, per poi arrivare, questa sera, con la performance dell’ensemble bolzanina di dj “Fire Foundation” - attiva ormai da anni nella scena europea dei ritmi in levare.
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categoria:cultura, giovani, comune di bolzano
sabato, 20 ottobre 2007
 PRESENTATO IL LAVORO DELLO SCRITTORE

 La storia della città è diventata un piacevole racconto
Alto Adige , 20 OTTOBRE 2007

 LAIVES. Dopo avere visto il risultato del lavoro di ricerca sul territorio svolto dallo scrittore Aquilino Salvadore, un solo rammarico: che per adesso, di quest’operazione, voluta in primis dalla biblioteca interscolastica, rimane solamente una copia, in biblioteca appunto e non invece, come auspicabile, una pubblicazione a disposizione di chiunque. Il lavoro infatti è stato molto interessante ed era iniziato ancora la scorsa primavera con il soggiorno di Aquilino Salvadore per una settimana in città. Qui aveva avuto modo di incontrare gli studenti delle scuole, sia elementari che medie, oltre a vari rappresentanti del sociale. Il fine, come detto, era quello di realizzare un racconto attraverso il quale si potesse ripercorrere la storia di Laives, anche in forma di prosa. Cosa è risultato di tutto questo lo si è potuto vedere in aula magna l’altro pomeriggio, quando lo stesso scrittore ha presentato, con la collaborazione attiva dei ragazzi, alcuni brani dello scritto ed anche il video montato durante il suo vagabondare qua e là per il territorio comunale.
 Alla presentazione dell’altro pomeriggio c’erano quindi tantissimi ragazzi delle scuole e molti genitori, tutti curiosi di vedere il sunto del lavoro svolto. Come detto, adesso una copia è depositata presso la biblioteca interscolastica, con la speranza che poi possa anche diventare una pubblicazione. (b.c.)
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categoria:cultura, comune di laives
venerdì, 19 ottobre 2007
Dacia Maraini stasera sulle tracce del tempo
Bolzano, iniziativa nell’ambito del programma di «Time-Code». La memoria come filo conduttore
VENERDÌ, 19 OTTOBRE 2007

Il tempo della memoria, del viaggio, della storia, del dolore, della famiglia, del teatro, dei sentimenti, il tempo dell’uomo. Di tutto questo e dei generi del tempo parlerà stasera alle ore 20, al Teatro Comunale di Gries, Dacia Maraini. La scrittrice sarà a Bolzano nell’ambito di «Time-Code». Del resto la Maraini ha fatto della riflessione sul tempo, inteso soprattutto come memoria, uno dei temi ricorrenti della propria produzione letteraria. «La memoria - sostiene la scrittrice - è la nostra coscienza, è ciò che ci lega al mondo. Non è solo individuale ma storica, collettiva. A volte sembra che la memoria ci possieda, ci stritoli e faccia di noi quello che vuole. Noi possiamo manipolare la memoria ma può anche essere lei a stravolgerci ed anche distruggerci». Narrativa, poesia, cinema, teatro: l’esperienza artistica di Dacia Maraini è fra le più ricche nel panorama della cultura italiana contemporanea. La scrittrice nasce a Fiesole il 13 novembre 1936; nel 1938 il padre Fosco, noto antropologo, ottiene una borsa di studio per il Giappone, dove si trasferisce con tutta la famiglia. Dacia vive quindi nell’Hokkaido gli anni della sua infanzia, fino alla seconda guerra mondiale: nel 1945, dopo due anni trascorsi in un campo di concentramento, torna in Italia. Esordisce nel 1962 con il romanzo «La vacanza», che fa scandalo ma raccoglie anche importanti consensi. Le sue opere hanno ispirato numerosi film, come Teresa la ladra (1973, regia di Carlo di Palma), Marianna Ucria (1996, regia di Roberto Faenza) e Storia di Piera (1983, di Marco Ferreri). La condizione femminile è al centro dei suoi testi teatrali: un percorso trentennale che le è valso la laurea honoris causa in Studi Teatrali, conferitale lo scorso ottobre dall’Università dell’Aquila.
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categoria:cultura, donne
martedì, 16 ottobre 2007

Laives, ovvero quando piccolo è bello

 L’interessante di un posto come Laives è che conserva ancora una specificità di piccolo luogo, dove c’è ancora spazio per conoscersi quando si gira per strada, dove c’è un fermento di associazioni che si spendono per la propria gente, dove non essere estranei uno all’altro.
 C’è però anche il desiderio di confrontarsi con qualcosa fuori.
 C’è la capacità di guardare cosa succede fuori.
 Il Laives Jazz Festival è una delle grandi occasioni offerta, non solo alla stretta cerchia di appassionati, ma a tutti i cittadini di Laives e dintorni, di partecipare ad eventi di grande respiro. Piero Siena, indimenticato direttore del Museion, presentando a Laives una mostra di Gio Pomodoro, disse più o meno: «...gli abitanti di Laives hanno lo stesso diritto di quelli di New York, di Tokio, di Londra, ecc, di poter vedere una mostra di un grande artista».
 Che sia una rassegna di teatro dialettale, una rassegna di cori o il Laives Jazz Festival è interessante evidenziare che Laives (nell’immaginario, un posto dove non c’è niente da vedere) offre delle occasioni per confrontarsi con eventi ed artisti che girano il mondo. Nella tournee che li porta nelle più grandi città del mondo è bello sapere che c’è anche uno spazio per una piccola, ma vivace città.
Dario Volani LAIVES
Alto Adige 16-10-07
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categoria:cultura, comune di bolzano
domenica, 14 ottobre 2007
COMUNE DI LAIVES


NOTIZIE

Presentazione del racconto su Laives dello scrittore Aquilino



Giovedì 18 ottobre lo scrittore Aquilino Salvadore presenterà in aula magna (ore 17.30) il suo racconto su Laives “ritratto di un territorio in parole e musica: come incontrando un paese mi invento una storia”.

Nello scorso mese di marzo Aquilino aveva trascorso a Laives una settimana, nel corso della quale aveva incontrato bambini, ragazzi, docenti, operatori scolastici, genitori, rappresentanti delle associazioni e cittadini di Laives attraverso momenti di lettura e colloqui informali che sono stati documentati con riprese video. Lo scrittore ha poi elaborato il materiale raccolto, ricavandone una storia davvero originale che sarà presentata nel corso dell'incontro in aula magna.
L'iniziativa è stata organizzata dalla Biblioteca interscolastica con il patrocinio del Comune di Laives e della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano.
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categoria:cultura, conca atesina, comune di laives
venerdì, 12 ottobre 2007

ARRIVA IL NUOVO GIORNALE DEL MUSEION

 Nasce Museion Journal, pubblicazione realizzata dal Museo di arte contemporanea di Bolzano, che i lettori dell’Alto Adige troveranno una volta al mese allegato al nostro giornale. Si comincia oggi, con il prossimo appuntamento già fissato per l’8 di novembre. Mensile bilingue, il Museion Journal nasce addirittura prima della nuova sede di via Dante e mentre ancora la neo direttrice, Corinne Diserens, sta osservando il mondo in cui si è calata e nel quale dovrà pilotare la sua creatura. L’abbiamo intervistata.

di Fabio Zamboni
Un modo nuovo di proporsi, senza dubbio. Soprattutto in Alto Adige, dove l’arte contemporanea fatica a mettere radici e ad allargare la base dei potenziali fruitori. Museion Journal è un modo per battere strade nuove, secondo lo stile della direttrice Corinne Diserens, che alle strategie di marketing culturale crede parecchio.
Museion Journal significa che c’è una urgentissima necessità di comunicare?
 «La nuova “rivista” di Museion fa parte di un programma più ampio, concepito in relazione al nuovo edificio museale, che inaugureremo il 24 maggio del 2008. In vista della nuova sede abbiamo deciso di rimanere attivi e incontrare il pubblico con diverse iniziative - a livello locale ricordo, ad esempio, il progetto «MuseionMobile». Il Museion Journal risponde alla concezione di Museion non come semplice contenitore di arte, ma come veicolo di discussione e comprensione attiva nel contesto del dibattito culturale internazionale, in cui vogliamo coinvolgere anche il pubblico locale».
E che cosa «comunicherà» il Museion Journal, se nelle dichiarazioni della vigilia si parla di temi culturali in generale piuttosto che di arte?
 «Il Museion Journal non sarà una rivista d’arte, né conterrà informazioni sul programma di Museion. Grazie allo sguardo personale di corrispondenti da tutto il mondo, cercheremo piuttosto di cogliere il senso del «momentum», per aprire una discussione sulle poetiche e politiche della nostra cultura attuale».
Orizzonti internazionali per capire il nostro “particulare” oppure un percorso inverso: le nostre problematiche confrontate con quello che succede al di là dei confini?
 «Si, credo che il contesto internazionale sia legato a quello locale: l’”internazionale” è creato da più contesti locali, e non è di per sé migliore rispetto agli altri. Solo costruendo un dialogo e una rete a livello internazionale, ma con il coinvolgimento di energie locali, Museion può riuscire a proiettarsi in un contesto molto ampio. Siamo attenti alle specificità del luogo in cui siamo collocati, l’Alto Adige, ma intendiamo agire in relazione a parametri internazionali. Museion collabora con molti partner e questa internazionalità va ad arricchire anche il territorio locale, mentre le specificità locali influiranno sul modo in cui pensiamo noi stessi nel contesto internazionale.
Chi è il direttore? E la redazione da chi è formata?
 «Il Museion Journal è diretto dalla sottoscritta, mentre la redazione è formata da corrispondenti da tutto il mondo. Nel numero “0” troverete contributi di scrittori, artisti, sociologi e altri provenienti dall’Alto Adige, dalla Svizzera, dal Brasile, dalla Francia, dal Sud Africa, dal Libano e via dicendo».
L’obiettivo è quello di dare risposte o di seminare dubbi, di aprire dibatitti, di im-porre domande?
 «Saranno anche i lettori ad aprire la discussione, ognuno in base alla propria soggettività. Siamo aperti a lettere e contributi, che vanno inviati all’indirizzo di posta elettronica: journal museion.it. Ovviamente saremo liberi di pubblicare o meno il materiale ricevuto».
Corinne Diserens ha già fatto questa esperienza in altre città e in altri ambienti culturali: che cosa le hanno insegnato le precedenti esperienze? Che cosa non farà più e che cosa invece farà per la prima volta?
 «Ho lavorato a diversi progetti con il giornale di Sao Paulo Valor e con i francesi Ouest France e Le Monde, ma ogni iniziativa aveva le sue specificità e non può essere paragonata ad un’altra. Posso però dire che ho ricevuto un riscontro forte per ognuno di questi progetti. Amo molto i giornali, essi offrono uno spazio molto speciale per incontri tra artisti, scrittori e lettori nell’ambito di un progetto istituzionale definito».
 La nascita di un giornale, nell’era di Internet, è sempre una buona notizia. Museion Journal sarà anche on-line, ma allegato al quotidiano «Alto Adige» ha l’ambizione di stimolare a una lettura “lenta” e ragionata. Una scelta quasi controcorrente per un museo proiettato verso il futuro.
 «C’è la volontà di coinvolgere la popolazione locale: allegare il Museion Journal al quotidiano ci aiuterà a raggiungere meglio la cittadinanza, compreso chi non utilizza internet. Credo che l’uno non escluda l’altro: il modo di leggere un giornale on line è diverso da quello in cui leggiamo un giornale stampato».

Alto Adige 12-10-07

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categoria:cultura, provincia di bolzano
domenica, 07 ottobre 2007

 Minori e Internet un percorso per evitare rischi

Alto adige  07 OTTOBRE 2007

 BOLZANO. Pannelli espositivi possono essere utili per sensibilizzare sulla necessità di tutelare i bambini. E’ il succo della mostra “Minori da proteggere”, organizzata dalla cooperativa “Il Germoglio” nel foyer del municipio, in vicolo Gumer 7. La mostra riguarda il fenomeno, preoccupante e in crescita, dell’adescamento dei minori da parte dei pedofili attraverso la grande rete di Internet. «Abbiamo voluto costruire un percorso informativo con il quale far conoscere a genitori, educatori e soprattutto ai bambini e ragazzi che navigano in Internet, i rischi che si corrono, ma anche le cose che si possono fare per evitare i pericoli di imbattersi in malintenzionati», spiegano i responsabili del Germoglio. La mostra è stata pensata come un momento di riflessione itinerante: nel progetto della cooperativa dovrebbe infatti spostarsi nelle scuole, nelle piazze e in tutti quei posti in cui la comunità degli adulti e dei minori può fermarsi a leggere, riflettere e pensare a questo problema. «Pensiamo che quanto più ciascuno di noi è informato tanto più è in grado di far fronte ai possibili pericoli», dicono gli organizzatori. Non si tratta di demonizzare Internet che rimane uno strumento di rilevante importanza tra i moderni sistemi di comunicazione e informazione, ma, come ogni strumento deve essere utilizzato con le dovute attenzioni, sia dagli adulti che dai minori, senza rischio. La mostra rimarrà allestita in municipio fino a venerdì 12 ottobre.
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categoria:cultura, giovani, innovazione
giovedì, 04 ottobre 2007

Da oggi anche a Egna compagnie da tutta Italia per grandi e piccoli

 Prossima fermata: teatro (di Pineta)
  Alto AdigeÌ, 04 OTTOBRE 2007

 PINETA DI LAIVES. Riparte oggi al Teatro delle Muse di Pineta di Laives “Prossima fermata: teatro”, la stagione della Cooperativa Teatrale Prometeo. Il primo appuntamento è con il teatro-ragazzi, oggi alle ore 17, con lo spettacolo “Verso la luna” del Teatro Telaio di Brescia, compagnia che il giovane pubblico ha già avuto modo di apprezzare essendo stata più volte ospitata nella rassegna.
 Giovedì 11 ottobre, alle ore 21.00, avranno inizio gli appuntamenti serali con la compagnia Cada Die Teatro di Cagliari, che presenterà la sua nuova produzione “Milano da bruciare”. La novità di quest’anno è che alcuni spettacoli, sia serali che per ragazzi, avranno luogo presso l’Auditorium Alma Bertotti di Egna, a conferma dell’attività di Prometeo attualmente rivolta al decentramento delle iniziative, condividendo le tesi più volte espresse dal pubblico sulla quasi totale mancanza di eventi al di fuori del capoluogo. Il buon successo delle edizioni precedenti, che hanno contribuito a ridare vita al Teatro delle Muse di Pineta di Laives, crea le basi per poter allargare il raggio d’azione territoriale della compagnia bolzanina, che quest’anno è giunta al trentesimo anno di attività.
 Tutti gli spettacoli appartengono al teatro contemporaneo, impegnato nella ricerca e sperimentazione, che cerca comunque di essere fruibile per ogni tipo di pubblico. Saranno presenti compagnie professioniste provenienti da tutta Italia, che forniranno un panorama sufficientemente esaustivo su ciò che accade nel mondo teatrale nazionale.
 Il denominatore comune, sia per gli spettacoli serali, che per quelli per ragazzi e famiglie, è la qualità delle produzioni, che spaziano nei più svariati generi, dallo storico-sociale al fantastico.
 Ecco il calendario dei primi spettacoli serali: Pineta: giovedì 11 ottobre: Milano da bruciare - Cada Die Teatro, giovedì 18 ottobre: Stirru - Alberto Nicolino (Palermo) Giovedì 25 ottobre: Giufà - Compagnia Rossi-Chiarenza-Capelli. Egna - Auditorium Bertotti. Giovedì 8 novembre: Mi chiamano Garrincha - Fondazione Aida (Verona) Giovedì 15 novembre: Endurance - un racconto vero - Cooperativa Teatrale Prometeo (Bolzano).
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categoria:cultura, conca atesina
martedì, 02 ottobre 2007

ADDIO KUBO ADDIO SOGNI

I GIOVANI

Alto Adige  02 OTTOBRE 2007


Arrivederci KuBo; sei vissuto solamente cinque anni - l’intervallo temporale di una generazione -, ma rimarrai comunque un eterno monumento dei nostri sogni e dei nostri errori: per insegnare ai figli la tecnica del parcheggio passeremo dinnanzi al tuo mausoleo e, colmi di rimpianto, proietteremo su di te quello che avremmo voluto essere ma, ahimè, non siamo stati mai. Un’occasione mancata. Una promessa non mantenuta. Era la stagione in cui si credeva alle promesse senza impegno; parafrasando un noto cantautore italiano, il periodo delle “rivoluzioni che non fanno male” - l’adolescenza: per alcuni sono stati anni di occupazioni e ideologie ricalcate da lontano, lontanissimo; un’ idiosincrasia esistenziale di tale portata, storicamente, ha assunto risvolti tragici che un pragmatico cinismo finto ingenuo ha trasformato in bandiere, cause dei giusti, partiti politici. Per altri la stagione dell’adolescenza è coincisa con l’epoca dell’individualismo sfrenato che, volenti o nolenti, si è protratta parossisticamente fino ad oggi. Sbagliando si
 dovrebbe imparare, almeno così dicono; eppure tu, KuBo, rimani lì a ricordarci dei nostri fallimenti recidivi: l’ostinata convinzione di poter trovare soluzioni a priori - dall’alto - ha fatto di te un ricettacolo di intenzioni sbagliate: a chi servivi veramente? A qualcuno nel mondo giovanile sarebbe mai venuto in mente di affittare un ex magazzino farmaceutico ad una cifra così alta? A qualcuno sarebbe balenato nella testa di spendere 350000 euro per renderlo “idoneo” e, per contratto, più della metà per restituirlo vuoto?
 Le giunte si alternano ma, purtroppo, il rapporto fra comune e mercato immobiliare rimane spinoso - costoso.
 Gestire una struttura come te, KuBo, era una non-sfida persa in partenza. Dicono che con la tua chiusura i ragazzi - tutti ubriaconi! - avranno solo la strada: eppure di recente è stato pubblicato un libro - toreplace.bz - dove vengono presentate moltissime location in cui la possibilità di organizzare eventi diviene, quasi per incanto, un’ opportunità concreta - Transart insegna, chiaramente gestendo in maniera differente budget e offerta.
 Centri giovanili come il BunKer di Aslago hanno una programmazione invidiabile e continuativa nonostante i pochi soldi a disposizione; locali come lo Sugar Reef di Ponte Talvera o lo Sciarada di Piazza Erbe erano fertili punti di incontro, diffusione di cultura e idee - prima degli sfratti e del “giro di vite” in nome dei decibel in eccesso. A breve verrà inaugurata la nuova sede del Circolo Masetti, gruppo di lavoro da sempre molto attivo nella vita socioculturale cittadina nonostante le molteplici e note difficoltà.
 Idee e spazi, nella conca e dintorni, non mancano.
 Se l’intenzione è quella di sostenere la cultura giovanile, risulta necessario puntare su eventi continuativi nel tempo in cui gli organizzatori siano i giovani stessi, evitando di cadere nel baratro dello scontro fra promotori e istituzioni.
 Tu, KuBo, non servivi a nessuno - te lo diciamo con affetto: te lo diciamo ricordando i writers che dipingevano le tue pareti spoglie, te lo diciamo con ancora negli occhi le biciclette parcheggiate, i concerti, le bisbocce e tutto quello che, con te, se ne va per sempre.
 Bye bye, KuBo.
Andrea Montali
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categoria:cultura, giovani, musica danza teatro cinema
lunedì, 01 ottobre 2007

«Un errore la chiusura del Kubo»
Lo sfogo delle associazioni in cerca di spazi alternativi
di Antonella Mattioli
Alto Adige  01 OTTOBRE 2007

 BOLZANO. Un mercatino di strumenti e apparecchiature musicali ha sancito ieri la chiusura definitiva del Kubo. Contratto finito così come questo tipo di esperienza. Il Comune fa capire, in modo più o meno esplicito, che non ci sarà un Kubo bis. Tra i motivi che lo escludono: i costi ritenuti eccessivi. Lo sanno le associazioni che, in questi anni, hanno usato la struttura di via Gobetti e ora si sentono un po’ orfane. «È un errore - dice Sandro Forcato de La Comune - tagliare su una delle poche strutture che Bolzano metteva a disposizioni di gruppi e associazioni giovanili».
 «Prima del Kubo - spiega Paolo Izzo, presidente dell’associazione provinciale musicisti - eravamo costretti a ritrovarci nel negozio di Andreas Marmsoler (il gestore della struttura di via Gobbetti, ndr). E in quel periodo la nostra attività ha subìto un forte rallentamento; poi il Comune ha messo a disposizione il Kubo che è diventato la nostra casa. Quello era lo spazio ideale che ci ha consentito di far crescere la nostra associazione e promuovere una serie di iniziative per il pubblico, ma anche corsi e stage sulle ultime tecniche e novità del settore, riservati agli addetti ai lavori».
 E da oggi cosa succede?
 «All’orizzonte - ammette Izzo - non vedo nulla di buono. Ci siamo dati da fare; abbiamo trovato uno spazio in via Macello, ma è solo un ufficio che sarà sede della nostra associazione. Del resto, altro in giro non c’è. O forse andando dal privato, qualcosa si troverebbe, il problema sono i costi. Il Kubo aveva un affitto abbordabile».
 Ma nelle altre città al di là di teatri e auditorium, c’è qualche spazio riservato a gruppi e associazioni musicali messe in piedi da giovani?
 «Certo. A Trento c’è la Casa della musica - dice con un pizzico d’invidia Izzo - con tre- quattro sale per prove e concerti. Da noi, dopo anni di vuoto totale, era arrivato il Kubo. Ma adesso, purtroppo, quell’esperienza è finita».
 Alla ricerca di uno spazio alternativo c’è anche Forcato che con La Comune, nell’ex magazzino di via Gobetti, organizzava il Suk, ovvero il Festival multietnico.
 «Qualcosa abbiamo trovato - spiega - ma nulla che abbia le caratteristiche del Kubo: capiente ma non esageratamente grande; facile da raggiungere e al tempo stesso lontano dalle zone residenziali; in più dotato di parcheggi. E, cosa importantissima per le associazioni sempre alle prese con la scarsità di fondi, affittabile ad un prezzo possibile. Ammesso di trovare qualcosa di simile, dal privato i canoni sono spesso impossibili soprattutto per i giovani. Il Comune sbaglia a togliere a questa fascia di popolazione quella struttura. Si sono dimenticati delle promesse fatte in campagna elettorale? La verità è che si riempiono la bocca di “giovani“ e “politiche giovanili”, quando si tratta di racimolare voti, ma poi tutto cade nel dimenticatoio. Peccato, la chiusura del Kubo è una grossa perdita».

IN GIUNTA

Tante idee ma di concreto non c’è nulla

 BOLZANO. Tante idee in giunta, ma nulla di concreto: ciò significa che almeno a breve non ci sarà una struttura alternativa al Kubo. La cosa certa è che le ex Officine Fs di via Macello non sono utilizzabili. «I tecnici - spiega l’assessore Chiara Pasquali - hanno effettuato un sopralluogo, ma alla fine hanno escluso che possano essere utilizzate se non per casi eccezionali. Ammesso che le Fs siano disposte ad affittarci i locali, per utilizzarli in modo continuativo bisognerebbe farci dei lavori per mettere la struttura in sicurezza».
 Che altre possibilità ci sono? «In zona produttiva - spiega Pasquali - ci sono diversi magazzini che non vengono utilizzati, perché c’è troppa offerta. Potrebbero essere usati per creare spazi ad uso culturale o associativo».
 L’assessore Sandro Repetto pensa all’ex Alumix di proprietà della Provincia: «Da giugno ad ottobre 2008 è occupato da «Manifesta», ma poi si potrebbe vedere di utilizzarlo per altri scopi, com’era con il Kubo. Tra enti è possibile e soprattutto i costi sarebbero diversi. In ogni caso è meglio dire subito che il Comune non può far tutto e coprire ogni esigenza».
 Un pallone. L’assessore Stefano Pagani ritiene che una tensostruttura da installare magari nella cittadella di Maso della Pieve sarebbe la soluzione più facile da realizzare e più economica.

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categoria:cultura, giovani, conca atesina, musica danza teatro cinema
domenica, 30 settembre 2007

L’arte nella zona artigianale Vurza
La scelta fatta dall’amministrazione comunale in previsione di «Manifesta 2008»
  Alto Adige 30 SETTEMBRE 2007


 LAIVES. Uno spazio espositivo all’interno della zona produttiva Vurza è certamente qualche cosa di inusuale. È però una scelta in sintonia con “Manifesta 2008”, l’esposizione internazionale che avrà luogo il prossimo anno e così, sollecitato dalla Provincia, il Comune di Laives ha deciso di procedere con questa iniziativa. «Abbiamo deciso di affidare all’architetto Luca Emanueli, docente presso l’Università di Ferrara, la progettazione dello spazio espositivo - spiega il sindaco Polonioli - riservando una piccola area all’interno della zona Vurza. Lì inseriremo nel Piano urbanistico comunale l’area destinata ad attrezzature collettive e su di essa verrà quindi edificato il padiglione espositivo come ci ha proposto l’architetto Emanueli».
 Da definire invece rimane l’aspetto economico ovvero, chi pagherà per questa singolare operazione e ovviamente si confida in un cospicuo contributo provinciale. Per quanto riguarda invece l’aspetto artistico, è evidente che siamo di fronte ad una scelta singolare. Però è nello spirito di “Manifesta 2008”, far uscire l’arte dai luoghi deputati, gallerie, collezioni e musei, per portarla in spazi che apparentemente nulla hanno a che vedere con questa forma di espressione: fabbriche, discariche e quant’altro la fantasia possa suggerire. Sarà anche interessante verificare poi l’impatto che questa presenza avrà sulla comunità locale e sugli operatori che lavorano nella zona produttiva Vurza a nord di Pineta. L’esperimento è sicuramente interessante e l’amministrazione comunale, nell’approvarlo, dimostra di crederci. La giunta civica di conseguenza ha dato il primo benestare, affidando all’architetto Emanueli la progettazione del padiglione espositivo che poi, una volta passata “Manifesta 2008”, potrebbe diventare un importante punto di riferimento anche per le iniziative espositive organizzate da enti e associazioni locali.
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categoria:cultura, comune di laives
sabato, 29 settembre 2007

«Da lunedì basta Ku.Bo. e ragazzi per strada»
Il gestore Andreas Marmsoler racconta l’inizio e la fine del centro di via Gobetti

Alto Adige  29 SETTEMBRE 2007   FRANZ GIORDANO


 BOLZANO. «Da lunedì sarò disoccupato e i giovani bolzanini avranno un posto in meno dove andare». Andreas Marmsoler, chitarrista di 55 anni, guida il Ku.Bo. dal 2002. Lunedì, però, la sua avventura terminerà perché lo spazio di via Gobetti 4 chiuderà per sempre.
 Andreas Marmsoler è il “deus ex machina” del Ku.Bo., la struttura ricreativa di via Gobetti 4 che da lunedì prossimo chiuderà per sempre. Il musicista bolzanino non ha scelto di gestire il Ku.Bo. per i soldi - guadagnava circa 600 euro al mese - ma voleva far decollare la scena culturale e musicale locale. Domenica Andreas aprirà per l’ultima volta - dopo 5 anni - i cancelli del locale per l’ottava edizione del Grappa Guitar Camp, un ritrovo per musicisti provenienti da tutti gli angoli d’Italia.
 Cosa dicono i musicisti che arrivano da fuori Bolzano per l’ultimo concerto?
 «I colleghi che arrivano si meravigliano quando scoprono che a Bolzano c’è uno spazio così grande per suonare. Nelle altre città se la sognano una sala prove gratis. Domenica 30 settembre, però, dopo l’ultimo concerto i riflettori si spegneranno definitivamente nelle sale del Ku.Bo. Fine della corsa. E i musicisti che vengono dal resto d’Italia mi dicono che è pazzesco chiudere un posto come il Ku.Bo.».
 Forse il Comune cercherà altri spazi per i giovani. Da mesi ci sono due proposte: ristrutturare le officine delle Fs oppure realizzare un tendone vicino alla Fiera. Sono soluzioni realizzabili?
 «No, sono parole. Almeno per un paio di anni ci sarà un vuoto nel panorama giovanile. Le officine Fs non sono del Comune. Bisognerà prima acquistarle, poi metterle a norma. Serviranno almeno due anni. Il pallone gonfiabile richiede un anno di tempo. Il problema, però, è un altro».
 Quale?
 «I muri e le sale servono a poco se non si fanno investimenti sul personale. Il Comune dovrebbe decidere se offrire o meno un servizio alla cittadinanza e per farlo ha due possibilità a disposizione: investire il denaro e finanziare un gruppo di persone in grado di curare progetti culturali, oppure creare un apposito ufficio per gestire le attività giovanili».
 In questi anni il Comune ha puntato sul Ku.Bo.?
 «I politici locali non hanno mai creduto nel progetto. Ho iniziato come custode cinque anni fa. Il Comune ha speso 350mila euro per sistemare l’area e all’inizio affittava lo spazio alle associazioni. Alla fine del 2004 c’è stata una prima svolta, perché il Comune ha deciso di privatizzare la struttura attraverso una gara d’appalto».
 E Lei cosa ha fatto?
 «Insieme a tre amici ho fondato la cooperativa “Good Times”. Abbiamo vinto l’appalto e ci siamo lancianti nell’avventura. Era il primo gennaio 2005.»
 Avete avuto subito difficoltà?
 «I soldi non erano molti. Quando affittavamo la sala dovevamo rispettare i prezzi fissati dal Comune. L’unica scappatoia per lanciare il posto è stata organizzare eventi in proprio, ma non avevamo abbastanza denaro per pagare altro personale e spesso c’è stata una risposta scarsa da parte dei ragazzi».
 I giovani non hanno apprezzato le iniziative?
«Mi hanno deluso. Sapevo che non sarebbe stato facile coinvolgerli, ma mi aspettavo più entusiasmo. Una sera ho organizzato un evento particolare. Ho allestito il palco e, senza pagare nulla, chiunque poteva venire a suonare. Insomma una grande jam session gratuita. Il risultato? Dalle 9 di sera a mezzanotte sono rimasto da solo seduto ad aspettare».
 In cinque anni centinaia di ragazzi hanno frequentato il Ku.Bo. Cosa cercano gli adolescenti altoatesini?
 «Purtroppo per divertirsi hanno bisogno dell’alcol. Arrivano a gruppi, si fermano al banco, bevono quattro o cinque birre ed iniziano a divertirsi solo quando sono ubriachi. I politici non lo ammetteranno mai, ma in Alto Adige esiste il problema dell’alcolismo giovanile. Un anno fa ho lanciato una provocazione: era disposto ad affittare il Ku.Bo. gratis per organizzare una festa senza alcolici. Nessuno ha accettato l’offerta».
 Gli adolescenti non hanno entusiasmo?
 «C’è poco spirito di iniziativa. Vogliono avere tutto già pronto e sono poco curiosi».
 Lo spazio di via Gobetti era frequentato da ragazzi italiani e tedeschi?
 «Sì, però ho notato delle differenze. Le due culture si mischiano poco. Nella musica, ad esempio, ci sono parecchie divisioni. Non ho mai visto un techno party misto. Il passaparola e l’informazione circolano su due binari paralleli. Forse ho visto ragazzi tedeschi ed italiani insieme solo durante i concerti ska e reggae».
 Il Ku.Bo. chiuderà dopo cinque anni abbastanza travagliati, ma in Alto Adige ci sono progetti giovanili validi?
 «L’Ufo di Brunico è un centro giovanile che dovrebbero prendere come esempio anche a Bolzano. Nasce da un’idea strutturata ed è riuscito a creare aggregazione. In Pusteria le istituzioni hanno investito i soldi in maniera costruttiva nell’ambito culturale».
 Cosa manca invece all’amministrazione bolzanina?
 «Finanzia i progetti, ma non vedo una politica culturale precisa. Mi sembra dispersiva. Con tutto il rispetto, non vedo l’utilità culturale per la festa della zucca o dello speck. Nel caso del Ku.Bo. abbiamo fatto sicuramente alcuni errori come gestori, ma dal punto di vista organizzativo siamo stati trascurati.
 In che senso?
 «I costi per il riscaldamento per l’elettricità facevano aumentare le nostre uscite. Dopo un anno il Comune ci ha dato 15 mila euro per tappare i buchi. Poi lo scorso settembre ha pagato le spese e cu ha abbassato l’affitto. Avrebbe dovuto programmare e sostenere i contenuti culturali della struttura.
Da lunedì Lei cosa farà?
 «Mi mancano tre anni alla pensione. Mi arrangerò lavorando come fonico, mentre i ragazzi torneranno a disperdersi per la città».


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categoria:cultura, giovani, musica danza teatro cinema
venerdì, 21 settembre 2007

La lunga notte dei musei

Sabato 22 settembre 2007 avrà luogo la seconda edizione della lunga notte dei musei su livello provinciale.

Programma

E chi lo dice che di notte girano solo le civette?

La lunga notte dei musei offre un programma molto vario per piccoli e grandi nottambuli:
letture, fiabe, angoli di pittura e di creatività... fino ai piaceri culinari.
Tutti i musei partecipanti in un colpo d’occhio:



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sabato, 08 settembre 2007

Mercoledì torna la kermesse. In programma anche «Gnawa Barbara» e «Birkin Tree»

Danze indiane e ritmi ellenici: è il Suq

Corriere dell'Alto Adige  2007-09-08

BOLZANO — Ultima edizione al Kubo di via Gobetti del «Suq Festival multietnico » organizzato per il quinto anno consecutivo, da mercoledì 12 a sabato 22 settembre, dal Circolo la Comune e presentato ieri dal presidente Sandro Forcato.
Dal prossimo anno il festival, che quest'anno riserva nuove sorprese per gli amanti delle «altre culture», da quella araba a quella orientale, traslocherà infatti alle ex officine delle Ferrovie di via Macello dove attualmente è in corso il Festival Transart.
«Questo è purtroppo l'ultimo anno che il festival si svolgerà in questo bellissimo spazio del Kubo, che proprio a fine mese chiuderà i battenti, come già annunciato da tempo — ha precisato Forcato— Proprio per questo volevamo che questa edizione del Suq fosse indimenticabile per lasciare nel cuore di tutti il ricordo di questa struttura che per alcuni anni è stata testimone di diversi eventi culturali».
Due le grosse sorprese riservate al pubblico che seguirà quest'anno il festival. Sarà infatti sfruttato anche lo spazio del cortile dove saranno allestite la «Pagoda cinese», nella quale tutti i giorni vi saranno proiezioni cinematografiche e la cosiddetta «Tenda reale» dove verrà rappresentata la cerimonia del caffè, secondo il rito magrebino marocchino. E poi ancora incontri e dibattiti, poesia e letteratura, gastronomia, fiabe per i bambini sotto la tenda e una mostra di strumenti etnici che sarà aperta tutti i giorni. Ed è proprio con la «Cerimonia del caffè», che in Etiopia e in tutto il mondo arabo segue un elaborato rito pieno di fascino, che si inaugurerà il festival mercoledì 12 settembre alle 18 mentre in serata si svolgeranno gli spettacoli con inizio alle 20.30.
Si comincia il 12 settembre con un concerto di musica indiana di Ranajt Sengupta per proseguire la stessa sera con la danza orientale de «Le mille e una notte» di Sharahzad. Il 13 settembre è la volta della musica e dei canti ellenici. Ospite del festival sarà la cantante ellenica Filiò Sotiraki che presenterà brani dalla tradizione musicale greca, albanese, turca, orientale e insulare. Un fine settimana ricco di appuntamenti quello che va da venerdì 14 a domenica 16 settembre. Alle 20.30 di venerdì saranno ospiti di Suq 2007 i «Gnawa Barbara», gruppo di musicisti marocchini neri eredi degli antichi schiavi originari del Ghana, Sudan occidentale, Guinea e Senegal, mentre sabato sarà di scena la danza e la musica irlandese con i «Birkin Tree». Domenica 16 settembre si esibirà alle 18 il «Teatro acrobatico africano super mambo» proveniente da Nairobi e composto da sette acrobati Keniani. Piena di sorprese anche la settimana successiva.
Il 17 settembre verrà presentato quindi «Il giro del mondo in 80 tamburi», uno spettacolo scritto e diretto da Max Castlunger, un viaggio alla scoperta delle infinite forme di espressione musicale e della danza di vari paesi del mondo, dall'America Latina al Tibet. Martedì 18 settembre suggestioni d'Oriente con il gruppo «Feuerblume». Da segnalare la festa magrebina del 20 settembre, un evento eccezionale per il Suq di Bolzano dove si svolgerà un vero e proprio matrimonio marocchino, rituale che solitamente dura giorni e giorni, mentre il 21 settembre sarà la volta del Brasile con musica da Salvador de Baja e gran finale sabato 22 settembre con uno spettacolo di danza e percussioni africane.
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categoria:cultura, comune di bolzano
sabato, 08 settembre 2007

Dolomiti, aumentano i crolli Keim: il clima cambia le rocce

Convegno a Bressanone. Cento geologi a confronto
Corriere dell'Alto Adige 2007-09-08

di FEDERICA MORMANDO
Cento geologi provenienti da Italia, Germania, Svizzera, Austria e Paesi dell'Est europeo saranno a Bressanone dal 12 al 14 settembre nella sede dell'Università per partecipare all'annuale congresso internazionale di geologia «Sediment», per la prima volta in Italia. Dal 9 all'11 settembre e dal 15 al 17 vi sarà la possibilità di partecipare, accompagnati dagli esperti, ad escursioni geologiche particolarmente interessanti.
«Sediment 2007» è organizzato dall'Università di Innsbruck con la collaborazione dell'Ufficio provinciale geologia e prove materiali: questa scelta sottolinea la collaborazione fra Alto Adige e Innsbruck. Gli scienziati si confronteranno su una grande varietà di temi attinenti alla sedimentologia, il ramo della geologia che si occupa di tutto ciò che sedimenta sulle superfici del globo, sulla terra o sotto il mare. Questa scienza studia, delle rocce sedimentarie, la composizione chimica e mineralogica, la struttura, il contenuto in fossili. Fra i suoi scopi è definire la provenienza dei materiali, l'ambiente in cui è avvenuta la sedimentazione, la successione e le correlazioni tra i diversi sedimenti. Nel convegno si parlerà del clima, della formazione di rocce, dell'inquinamento delle acque e di tutto ciò che riguarda la superficie della terra.
Chi volesse informarsi sul programma delle escursioni e del convegno, ed eventualmente iscriversi, telefoni alla Provincia di Bolzano, ufficio geologia (tel. 0471 361510).
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categoria:cultura, ambiente
mercoledì, 05 settembre 2007

Alto Adige 05 SETTEMBRE 2007
Restyling «ex Alumix» Al via i lavori, ospiterà una parte dell’esposizione "Manifesta 7"
 BOLZANO. I lavori per la ristrutturazione e sistemazione dell’edificio della «Centrale 1» nel complesso dell’ex Alumix in via Volta nella zona produttiva di Bolzano sud sono stati assegnati ieri mattina presso l’ufficio appalti della Provincia. Il complesso industriale dell’ex Alumix in via Volta tornerà presto a nuova vita quale centro propulsore di attività culturali, economiche e sociali. Già l’anno prossimo l’ex Alumix ospiterà una parte dell’esposizione «Manifesta 7», la biennale europea di arte contemporanea in programma in Alto Adige e Trentino. Un passo decisivo in questa direzione è stato compiuto proprio ieri mattina. Come detto sono stati assegnati i lavori per il restyling dell’ex centrale elettrica numero 1.
 Sarà l’impresa «Unionbau» di Campo Tures in associazione temporanea d’impresa con la Pescoller Werkstätte» di Brunico ad eseguire le opere appaltate. L’associazione di imprese si è aggiudicata l’appalto dei lavori con un’offerta di 2,803 milioni di euro a fronte di un importo a base d’asta di 2,814 milioni di euro. Le offerte partecipanti alla gara sono state due. L’edificio a forma cubica, costruito nel 1936, è caratterizzato da volumi semplici ed essenziali.
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categoria:cultura, comune di bolzano
lunedì, 03 settembre 2007

Alto Adige 03 SETTEMBRE 2007
Conto alla rovescia per Transart che da giovedì “esplora” il futuro
IL FESTIVAL Da Bressanone fino a Rovereto
 BOLZANO E TRENTO. Un duello tra due orchestre, l’ Orchestra Haydn e la Tiroler Symphonieorchester Innsbruck alle prese con la 6. Sinfonia di Hans Werner Henze, aprirà l’attesa settima edizione di Transart, giovedì 6 settembre nelle ormai collaudate Officine FS di Via Macello, a Bolzano, per poi lasciare spazio alla musica spaziale di Iannis Xenakis interpretata da conTakt & the next step, 6 percussionisti provenienti dal nord e sud del Tirolo. Giunto alla sua settima edizione, il festival Transart rivelerà anche quest’anno, dal 6 al 29 settembre, “la sostanza della realtà” e inviterà a godere dell’emozione di prestarsi di nuovo al gioco della sperimentazione.
 Ma vediamo quali sono alcuni degli altri e più attesi eventi dell’edizione di quest’anno. All’insegna delle percussioni anche il secondo appuntamento, che sarà a Trento: dopo il “battesimo“ di Transart del 2001, torna quest’anno il batterista italo-americano Terry Bozzio, già motore della band di Frank Zappa, qui con una performance solista e il suo solito set strabiliante, per un esclusivo appuntamento alle Caserme Bresciani sabato 8 settembre.
 Un evento da non perdere è sicuramente “A Clear View of Haeven”, la visione di un paradiso che si rispecchia nelle immagini della Cappella Sistina di Michelangelo sulle note di Nicola Matteis, reinterpretate in chiave contemporanea dalla splendida voce della pop-singer Ane Brun: un progetto che arriva a Bolzano in prima italiana direttamente dopo il debutto al prestigioso festival di Lucerna, alle Officine FS, lunedì 10 settembre alle 20.
 Nuova location anche per la tappa di Bressanone: sabato 15 settembre il capannone dell’Alupress ospiterà un concerto che ripercorre il tema esistenziale in musica, attraverso diverse tappe del repertorio contemporaneo. A dirigere le formazioni di Windkraft & Lettischer Radio-Chor & Jugendchor Musikschule Innsbruck, Kasper De Roo, più volte ospite del festival.
 Di tutt’altro segno l’appuntamento previsto per lo stesso sabato a partire dalle 23.00 alla fabbrica di cemento Beton Eisack di Chiusa: secondo la surreale visione degli artisti altoatesini Hubert Kostner e Andreas Zingerle avrà luogo in questa sede una performance per 5 betoniere, in cui i protagonisti mangiano sabbia e sputano cemento: il prologo ideale per il sound futurista dei Mouse on Mars, band tedesca che ha segnato l’elettronica degli anni Novanta.
 Il superamento dei confini e l’innovazione sono da sempre il contenuto e la strategia d’azione di Transart: contaminazioni tra il repertorio classico e quello contemporaneo saranno la linea portante anche del progetto David Lunaire di Alter Ego Ensemble con la partecipazione speciale del vocalista e percussionista David Moss. Progetto inedito presentato in prima assoluta il 19 settembre alle 20.30, in una location altrettanto innovativa: il nuovo centro commerciale Kampill in parte in costruzione.
 Soddisferanno le aspettative degli appassionati di elettronica le proposte che arrivano dal Mutek, giovane e già affermatissimo festival di elettronica e creatività digitale, che da Montreal apre a Transart una sua finestra in Italia. Sarà la danza a fornirci un primo sguardo profondo e disincantato sulla realtà contemporanea del Québec con il progetto del coreografo e danzatore Dave St-Pierre “La pornographie des âmes”, sabato 16 settembre alle 20.30 al Teatro Comunale. Da Montréal proviene anche l’eccellente quartetto d’archi Quatuor Bozzini, alle prese con le sperimentazioni estreme della musica contemporanea alla Lanserhaus Raiffeisen Forum di Appiano il 26 settembre. Un omaggio a Tarkovskij, maestro del cinema, sulle note del grande artista e compositore contemporaneo francese François Couturier la proposta di Transart per l’ormai tradizionale appuntamento con il grande schermo: a Rovereto, il 21 settembre al Teatro Rosmini.
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categoria:cultura
mercoledì, 22 agosto 2007
Alto Adige 22 AGOSTO 2007
Stasera a Oltrisarco il Furgobox raccoglie le idee dei giovani
L’iniziativa è nata dal Distretto sociale insieme al Vke
 BOLZANO. Dalla collaborazione tra Distretto sociale di Oltrisarco e Vke è nato Furgobox, un progetto molto particolare rivolto agli adolescenti di Oltrisarco: all’interno di un furgone itinerante che gira in orari notturni in vari punti del quartiere, operatori sociali raccoglieranno in un video box idee, critiche e sogni degli adolescenti rispetto al loro quartiere, e nel contempo presidieranno le zone “calde”. Il progetto Furgobox nasce quindi per potenziare la presenza e il presidio delle zone calde del quartiere, ma soprattutto per dare ai giovani che le frequentano la possibilità di riempire il loro tempo con attività positive esprimendo nel contempo sé stessi, le loro aspettative e loro proposte. All’interno del furgone è installata una videocamera e preparato un piccolo set. Gli adolescenti interessati possono entrare, scegliendo se mantenere l’anonimato (in questo caso verrà fornita una maschera) o rendersi riconoscibili. Verrà loro proposta un’intervista, le cui domande riguarderanno la percezione del quartiere, le loro proposte di miglioramento del quartiere, la propria disponibilità a contribuire a “fare”. La seconda parte dell’intervista, invece, sarà più a ruota libera.
 Una prima uscita è già stata fatta, l’8 agosto al Parco Mignone, sotto una pioggia torrenziale: nonostante il tempo, 7 ragazzi che erano al parco sono stati contattati e che hanno deciso di fare la loro video-intervista. «I ragazzi hanno reagito in maniera molto positiva alla vista del furgone - racconta Serena Schench, assistente sociale del ditretto Oltrisarco - hanno capito il senso dell’esperienza e si sono prestati con entusiasmo a far filmare i loro pensieri sul quartiere». Ora la voce si sta diffondendo e sono programmate altre 4 uscite, la prima delle quali è in programma oggi: il furgone, allestito in modo da essere immediatamente riconoscibile, sarà dalle ore 19 al Parco Mignone. Alla fine del progetto i video saranno montati in un cortometraggio che rappresenterà il quartiere Oltrisarco-Aslago visto dai giovani e le informazioni raccolte nei video saranno utilizzate per ipotizzare un progetto più lungo e focalizzato su uno specifico gruppo.
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categoria:cultura, giovani, comune di bolzano
domenica, 19 agosto 2007

Alto Adige 19 AGOSTO 2007
Sono 4 le sale per il teatro «L’attività da coordinare»

 LAIVES. La cultura è lo strumento ideale - e quindi da curare con grande attenzione - per favorire lo sviluppo della comunità. Lo sostengono anche gli esperti che si erano occupati, nel corso di un convegno, di Laives intesa come laboratorio per una città vivibile da prendere come esempio. È questa la base su cui la giunta comunale - ed in particolare l’assessore Christian Tommasini - sta impostando un progetto a largo raggio.
 Come vi state muovendo?
 
«È evidente che, seguendo il consiglio degli esperti, la periferia può diventare un’identità forte ma ha bisogno di due basi concrete su cui poter lavorare: la prima è la disponibilità di strutture adeguate, la seconda è una programmazione culturale costante durante tutto l’anno».
 Adesso le strutture ci sono, fortunatamente...
 
«Proprio così. Di conseguenza è iniziato anche il lavoro per concretizzare le varie idee che non mancano a cominciare da quelle destinate ad essere ospitate nelle tre sale teatrali che abbiamo a disposizione ed in vista della quarta, a San Giacomo, che sarà fruibile entro il prossimo anno».
 L’aula magna ristrutturata, innanzitutto...
 
«Gli spettacoli teatrali avranno uno spazio adeguato dopo i lavori che si stanno per concludere. Ecco dunque la rassegna di teatro dialettale - potenziata con il ritorno dell’operetta, di spettacoli dello Stabile di Bolzano, di recite per le scuole».
 Il Centro Don Bosco...
 
«Sala molto funzionale da utilizzare al meglio. In collaborazione con la proprietà stiamo guardando con grande attenzione a potenziare il cinema. Le proiezioni finora hanno raccolto interesse oltre che partecipazione. Io penso che i film non devono essere a cadenza periodica ma diventare un appuntamento fisso, magari una volta alla settimana, per tutto l’anno. Le premesse in tal senso, per un accordo, sono confortanti».
 C’è poi il teatro Delle Muse a Pineta...
 
«Un’autentica bomboniera che soddisfa le esigenze dei residenti nella frazione grazie anche alla rassegna teatrale organizzata dal locale Piccolo Teatro. Ritengo che si possa fare di più e penso in tal senso a spettacoli che definisco d’essai come concerti, per fare solo un esempio, sulla scorta della felice esperienza con il festival jazz. Una sala come quella di Pineta si presterebbe anche ad ospitare eventi che non trovano spazi adeguati a Bolzano. Credo molto nella collaborazione con il capoluogo altoatesino: Laives ne avrebbe soltanto da guadagnare, in positivo».
 Entro il 2008 sarà inoltre a disposizione la grande sala di San Giacomo...
 
«Ci consentirà di compiere un ulteriore, importante salto di qualità oltre che favorire le rappresentazioni della compagnia teatrale locale. Ritengo che quello spazio potrà consentire un ulteriore collaborazione proprio con Bolzano e penso - ma è soltanto uno dei tanti esempi che si possono fare - alla possibilità di produrre in loco spettacoli. Penso ad un laboratorio teatrale - magari in collaborazione con lo Stabile bolzanino - sfruttando anche la professionalità in tal senso della cooperativa Prometeo che bene ha lavorato, negli ultimi due anni, a Pineta».
 Non è che quattro sale siano troppe per Laives e per le sue frazioni?
 
«È un arricchimento importante, frutto di una lungimirante programmazione. Sono convinto che proprio le associazioni locali - con il coordinamento del Comune - saranno in grado di utilizzare questi spazi in maniera ragionata grazie ad una programmazione che dovrà essere curata con grande attenzione».
 La cultura dunque come strumento ideale per favorire lo sviluppo della comunità di Laives?
 
«Ne sono convinto anche perchè vi sono segnali importanti, soprattutto di adesione, che abbiamo recepito come amministrazione comunale e che intendo valorizzare grazie al sostegno avuto proprio da tutte le associazioni. In più - se mi è concesso - vi sono le concrete prospettive a favore dei giovani e al loro impegno culturale che continua ad essere esemplare. Anche per loro stanno per essere approntate strutture adeguate in grado di soddisfare esigenze di spazio e di attività».
 Ne riparleremo?
 
«Volentieri. Laives (e le sue frazioni) ha voglia di crescere in questo senso».
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categoria:cultura, centro poliv s giacomo, comune di laives
giovedì, 02 agosto 2007

C O M U N E  D I  L A I V E S  -  G E M E I N D E   L E I F E R S
Assessorato alla Cultura – Assessorat für Kultur
Associazione Arte-Cultura Casa Della Pesa -  A.C.P -  Bolzano
Kunst-Kuturverein Waaghaus -  K.K.W -  Bozen
www.acp-kkw.com / acp-kkw@acp.kkw.com
1° CONCORSO DI PITTURA “MITO CAVALLO”
1° CONCORSO DI PITTURA “ANGOLO SUGGESTIVO”
L’Associazione ARTE-CULTURA CASA DELLA PESA“ indice il 1° Concorso di pittura estemporanea avente come tema “MITO-CAVALLO”  e il 1° concorso di pittura “ANGOLO SUGGESTIVO”.
Le due rassegne sono inserite nel contesto del Festival Laives 2007,  e nell’ambito del programma Holos curato dall’Associazione Arte-Cultura  Casa della Pesa di Bolzano.
Per saperne di più       clicca
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categoria:cultura, comune di laives, comune di bolzano
lunedì, 23 luglio 2007


Berlino multilingue può essere d'esempio



















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categoria:cultura, ambiente, foto blog, antiinquinamento
martedì, 03 luglio 2007

Corriere dell'Alto Adige 2007-07-03

Sviluppo da controllare

INNOVAZIONE E DECRESCITA


di UGO MORELLI
Una parola accompagna con pochi dubbi e riflessioni critiche quasi tutti i ragionamenti intorno alle prospettive dell'economia: è la parola sviluppo, spesso accompagnata dalla parola crescita. Anche nel recente Festival dell'economia di Trento, pur se il tema centrale proposto era quello del capitale sociale e umano, la parola crescita è circolata più per richiamare le risorse umane e sociali come mezzi per lo sviluppo economico che per individuarli come vie per lo sviluppo umano. Eppure noi oggi, in particolare nell'occidente ricco, sappiamo che ad una maggiore ricchezza non corrisponde affatto una maggiore felicità e un maggiore benessere complessivo. La parola sviluppo domina la scena. Si tratta del più potente dei motori, a livello immaginario e reale, della modernità europea e mondiale, divenuto il riferimento del pensiero dominante su scale mondiale. È possibile crescere sempre più e senza limiti? E lo sviluppo può essere, come si dice oggi con un'espressione un po' alla moda, «sostenibile »? Pare che anche i più strenui sostenitori della crescita ad oltranza nutrano ora dei dubbi in proposito: che si debba cambiare sembra un assunto condiviso da tutti. Ecco dunque quella che si pone forse come la più importante delle innovazioni a livello di scelte locali e non. Bisogna ripensare la società e l'economia inventando un'altra logica sociale. Il termine «decrescita », che può essere oggi solo sussurrato con cautela, è probabilmente un'importante provocazione su cui si comincia seriamente a lavorare a molti livelli, inventando anche gli strumenti per ragionare e ridefinire l'ordine delle questioni e delle priorità.
Un indicatore che da qualche anno è stato messo a punto, anche con il contributo dei più importanti organismi internazionali, è quello di «impronta umana». Misura quanto consuma un essere umano sul pianeta a seconda della società e dell'economia a cui appartiene; insomma, quale traccia lascia con il suo passaggio ognuno di noi. Come è facilmente prevedibile, un americano o un europeo non solo consumano un numero smisurato di volte in più di un malgascio o di altri popoli impoveriti, ma consumano come se avessero a disposizione otto o nove pianeti «terra». Lo stesso vale per il calcolo delle emissioni di carbonio che distruggono l'ozono. Un bilancio che stabilisca i limiti di emissione è pronto e richiede applicazione. Accordi ambientali a livello locale e non solo prediche ambientaliste dovrebbero partire dal coraggio di assumere la decrescita come obiettivo necessario, richiesto e preferibile.

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categoria:cultura, sociale, innovazione
venerdì, 01 giugno 2007

Sabato/Samstag 02.06. 2007 ORE 10
PRESSO IL CENTRO AMBIENTALE “UHL”COLLE/KOHLERN

ORGANIZZAZIONE A CURA DELL’ASSOCIAZIONE “ARTE-CULTURA CASA DELLA PESA DI BOLZANO NELL’ AMBITO DELLA MANIFESTAZIONE “HOLOS”

Albert Mayr,
Suoni e ritmi dell'ambiente”
Ore 10.00 Uhr
"Durante l'escursione cercheremo invece di concentrarci sulle cose, spesso effimere, che possiamo ascoltare, e anche sugli eventi non necessariamente sonori.
Cominceremo dunque a comprendere il mondo attraverso l'ascolto e a imparare ad "ascoltare (anche) con gli occhi".
Alla fine dell'escursione i/le partecipanti saranno invitati/e a fornire un piccolo resoconto dell'esperienza, o attraverso brevi descrizioni verbali o con dei disegni."




Alto Adige  01 GIUGNO 2007
Zona scolastica di San Giacomo: nella primavera del prossimo anno la struttura dovrebbe essere completata
Sala teatrale, finanziamenti disponibili
Accurato sopralluogo dei tecnici. L’acustica studiata con attenzione
 LAIVES. Ci sono i soldi necessari per completare la sala teatrale in costruzione nella zona scolastica di San Giacomo. «Abbiamo i 300 mila euro della Provincia - dice il sindaco Polonioli, presidente del consorzio per la zona scolastica - ai quali si aggiungeranno altri 450 mila euro che contiamo di inserire nel prossimo assestamento di bilancio ed infine il Comune di Bolzano, che fa parte del consorzio, girerà la rata da 225 mila euro. Con queste somme il finanziamento degli ultimi interventi è completo e ritengo che per la primavera 2008 si potrebbe anche finire tutto».
 L’altro giorno intanto c’è stato un sopralluogo nella struttura da parte dei tecnici, del progettista, architetto Giorgio Cattelan, dei rappresentanti di associazioni culturali di San Giacomo, accompagnati dal direttore del Teatro stabile di Bolzano, Marco Bernardi. «Abbiamo verificato lo stato dei lavori - spiega l’architetto Cattelan - anche per stabilire come procederemo nei prossimi mesi. Si tratterà di completare gli arredamenti e parlando di un teatro non sarà una cosa semplice. Personalmente sto seguendo con la massima attenzione la parte che attiene all’acustica perché la futura sala dovrà essere perfetta anche sotto questo profilo. Così sto contattando esperti del settore, che hanno già maturato importanti esperienze in altre sale prestigiose,e con loro vedremo di arrivare alle soluzioni più efficaci per garantire alla sala teatrale di San Giacomo anche una risposta acustica eccellente in riferimento alle esigenze. Per quanto riguarda la presenza di Marco Bernardi, sta a significare che anche il direttore del Teatro stabile di Bolzano guarda con attenzione a questa sala e alle sue potenzialità future».
 Dunque i soldi per completare l’interveto adesso ci sono e con le prossime variazioni di bilancio saranno disponibili. Da quel momento in poi si potranno predisporre le gare di appalto per effettuare i lavori e se non ci saranno contrattempi, come ritiene il sindaco Polonioli, la grande sala teatrale potrebbe essere agibile già nella primavera dell’anno prossimo. Quando sarà pronta darà una svolta anche all’attività culturale nell’abitato di San Giacomo e non solo, perché potrebbe pure essere utilizzata per allestimenti di respiro sovracomunale. Le associazioni stanno aspettando con trepidazione.
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categoria:cultura, centro poliv s giacomo
mercoledì, 30 maggio 2007
EURAC SCIENCE CAFÈ
Sarà l’acqua la protagonista della prima serata dei Science Cafè, intitolata «Oro Blu. Acqua sempre più scarsa, sempre più costosa», in programma domani alle ore 20:30 sulla torre dell’Eurac. Insieme al pubblico discuteranno Roberta Bottarin dell’Eurac e Giuseppe Altamore, giornalista.


 BOLZANO. Questa sera alle ore 20 presso la Libera Università di Bolzano verrà rappresentata una performance teatrale dal titolo “Uomini della folla” della prima compagnia teatrale della Libera Università di Bolzano, promossa dal MUA in collaborazione con l’associazione Kikero.

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categoria:cultura, ambiente
giovedì, 24 maggio 2007


Tandem

trent’anni di radio libera Senza compromessi


Fondata nel 1977 ad Oltrisarco Autogestita, legata alla sinistra, ma sempre indipendente

Il 24 maggio 1977 nasceva Radio Tandem (allora Radio Popolare), una delle prime radio libere in Italia. Autogestita, senza fini di lucro, senza pubblicità, un’emittente libera e di nicchia, che ha intrecciato la sua storia con quella della città. Oggi festeggerà il compleanno con una diretta di 24 ore. Il presidente Antonio Vaccaro racconta questi 30 anni vissuti con passione.
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categoria:cultura
giovedì, 24 maggio 2007

“HOLOS” - Le montagne crescono, “ PERCORSI TRA ARTE MITO E TERRITORIO”

fra  maggio/giugno al centro ambientale "Uhl" Colle/Kohlern

            


Sabato/Samstag 26.05. 2007 “UHL” COLLE/KOHLERN

L'eco della montagna: fra pagina bianca e scrittura"
Relatori: Beppe Mora, “Scrittori di montagna: da Mario Rigoni Stern a Mario Corona, nel legno e nella pietra” Ore 9.30 Uhr
Paolo Barchetti, “La foresta incantata”, magia e mitologia degli alberi” Ore 10.45 Uhr
Andrea Montali, “Goabase: la gioventù danzante - subwoofer e bpm in alta quota” Ore 11.00 Uhr
Astrid Mazzola, Massimo Zamboni / Ore 11.30 Uhr

TEMATICA
L'eco della montagna”: Fra pagina bianca e scrittura
La montagna:
da scalare, delle volte…
Un'alternativa.
Se chiedi a un bambino cosa gli viene in mente, ti dice “neve, animali, slitta, alberi, parcheggio…” e molto, molto altro ancora.
Tante sono le proiezioni del nostro immaginario rispetto al concetto di montagna, tòpos che con un peccatuccio di orgoglio abbiamo la presunzione di codificare, dominare, conoscere.
La visione innocente e “vergine” dell'ambiente in cui viviamo è senza dubbio un punto di partenza fertile per vivere a fondo - fin dove ci è consentito la natura umana inserita nel tempo presente: magari cominciando a toccare, osservare, conoscere con gli occhi di un bambino.
Per non perdere il contatto, per non astrarre acqua, terra, aria, cime e profondità.
Partendo da queste riflessioni, abbiamo chiesto a cinque scrittori di approfondire temi legati al territorio, alla cultura, all'interazione fra uomo e ambiente; lo faranno nel modo a loro più congeniale, e cioè approfondendo tematiche strettamente correlate al loro lavoro: per discutere sull'arte dello scrivere, la fabulazione, l'esperienza personale che porta ad affrontarla, la pagina bianca: la colonna sonora sarà la montagna, appunto; con la sua voce che a volte è la nostra, altre invece facciamo fatica ad ascoltare e comprendere.
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BEPPE MORA
(Bolzano, 1971), scrittore italiano. Nella sua carriera ha pubblicato romanzi, saggi, sceneggiature per fumetti e teatro. Considerato uno scrittore di “genere” per la predilezione nel pubblicare libri che abbiano come tema dominante la “cultura giovanile” ha intrapreso nell’anno 2006 la pubblicazione di un libro di racconti per bambini in collaborazione con Paolo Barchetti. Parallelamente allo scrivere Mora è anche conferenziere in discipline come: cinema, letteratura, storia. Risulta anche tra gli ideatori della prima Tv via internet nata in Alto Adige, webz una delle prime in Italia. Attualmente vive e lavora a Bolzano.
Pubblicazioni:
· “Roba da farci su un romanzo, Bolzano, 1998”
· “Vita sociale, Bolzano, 1999”
· “Saghemel, nuovissima poesia – curatore, Bolzano 1999”
· “Wolken, raccolta di poesia – curatore, Bolzano, 2000”
· “Ci riprovo con l’amore, Bolzano, 2001”
· “Fiori di roccia, Laives, 2006”

PAOLO BARCHETTI
Tante sono le proiezioni del nostro immaginario rispetto al concetto di montagna, tòpos che con un peccatuccio di orgoglio abbiamo la presunzione di codificare, dominare, conoscere.
La visione innocente e “vergine” dell'ambiente in cui viviamo è senza dubbio un punto di partenza fertile per vivere a fondo - fin dove ci è consentito la natura umana inserita nel tempo presente: magari cominciando a toccare, osservare, conoscere con gli occhi di un bambino.
Per non perdere il contatto, per non astrarre acqua, terra, aria, cime e profondità.
Partendo da queste riflessioni, abbiamo chiesto a cinque scrittori di approfondire temi legati al territorio, alla cultura, all'interazione fra uomo e ambiente; lo faranno nel modo a loro più congeniale, e cioè approfondendo tematiche strettamente correlate al loro lavoro: per discutere sull'arte dello scrivere, la fabulazione, l'esperienza personale che porta ad affrontarla, la pagina bianca: la colonna sonora sarà la montagna, appunto; con la sua voce che a volte è la nostra, altre invece facciamo fatica ad ascoltare e comprendere.
LA FORESTA INCANTATA
Magia e mitologia degli alberi
Intervento di Paolo Barchetti
“Nessuna situazione mi pare più tragica, più offensiva per il cuore e per l'intelligenza, di quella di un'umanità che coesiste con altre specie viventi con le quali non può comunicare…Un tempo, la natura stessa aveva un significato che ognuno, nel suo intimo, percepiva. Avendolo perso, l'uomo oggi la distrugge, e si condanna.”
Claude Levi-Strauss
La distruzione dei boschi non rappresenta soltanto un gravissimo danno “ecologico” : purtroppo si tende a dimenticare che con gli alberi scompare anche un prezioso patrimonio culturale dell'umanità.
In passato le piante venivano considerate la manifestazione più immediata e concreta della divinità: a esse gli uomini si rivolgevano per chiedere protezione e conforto, intorno alle piante fiorivano miti straordinari, a ciascuna specie, a ogni
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Andrea Montali
(www.myspace.com/andreamontali) è nato a Bolzano il 23 giugno 1983.
Nel 2007 ha pubblicato “Anime sole in autobus sovraffollati”, libro di racconti su 'sta peggio gioventù, edito da Travenbooks (www.travenbooks.it).
È bassista ossessivo di Eugenie (www.myspace.com/eugenieband).
Vive a Laives, cittadina alle porte del capoluogo altoatesino, in un bilocale (dis)occupato.
Goabase: subwoofer e bpm in alta quota
Spiaggia di Goa, India; Dj, musicisti e appassionati di suoni psichedelici fanno di questo splendido luogo il loro quartier generale: corrono gli ultimi anni dei sessanta. Corrono gli anni della Rivoluzione e corre anche il passa parola che, in un lasso di tempo brevissimo, fa sì che la spiaggia divenga un vero e proprio luogo di culto dove, durante gli ormai leggendari “full moon parties” (i party della luna piena), vengono mescolati sonorità e ritmi dell'avanguardia Occidentale a quelli indiani.
Sono passati quarant'anni.
Si sono succedute le generazioni e ognuna si è portata via con sé i suoi eroi, i suoi testimoni e i suoi martiri; l' atmosfera e l'attitudine di quelle nottate a Goa ha continuato però, poeticamente, a esistere: Goabase.de è il portale dove si trovano le informazioni per raggiungere i party; in tutto il Globo se ne contano di quelli segnalati migliaia ogni settimana: questi eventi vengono organizzati in luoghi inusuali fabbriche abbandonate, vecchi fienili o vecchi casolari, altopiani… e pubblicizzati, appunto, via Internet.
“Un po' di filologia di questa gioventù”: parafrasando Tondelli, un viaggio in una delle più interessanti culture giovanili degli ultimi anni che, nel massimo rispetto dell'ambiente e della natura, ha sviluppato un modo nuovo di interagire con il territorio.
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Astrid Mazzola
Astrid Mazzola è nata a Trento nell'ottobre 1981;
Nel 2000 ha iniziato una collaborazione con il portale della scuola trentina Vivoscuola e nel 2001 ha pubblicato il romanzo per adulti La Ragazza con la Capra, presentato per la prima volta presso la libreria Rizzoli di Trento dalla commediografa e scrittrice Antonia Dalpiaz e ristampato nel 2002. A partire dal 2002 il settimanale Vita Trentina ha pubblicato suoi racconti per ragazzi e nel 2004, a puntate, il romanzo per bambini Mamme, rane e Nasi verdi , scritto all'età di quindici anni. Nello stesso anno Traven Books ha compreso il suo racconto L'istante incantato (un capitolo del nuovo romanzo) nell'antologia Lentamente muore chi non viaggia ; nel 2005 l'antologia Autobahn ha ospitato un altro racconto, Alberouccello .
La collaborazione con il quotidiano L'Adige, iniziata nel 2004, l'ha portata nell'anno successivo a tenervi con molto entusiasmo la rubrica La foresta che cresce , dedicata ai giovani che inseguono i propri sogni. Nel 2005 ha cominciato una collaborazione con Traven Books in qualità di editor.
“ I senzaombrello”
In quello sfocato spazio di confine tra città e montagna, tra un'epoca e l'altra, in cui è possibile trovare una via “propria” per crescere, si intrecciano le vicende di molte persone mai davvero sole. Nel cerchio perfetto di un caleidoscopio, nel ritornare del racconto sempre nuovo e sempre uguale, come le stagioni -, ognuna di loro tenta di salvare qualcosa dallo scorrere del tempo, con la disperata forza che ha l'essere umano: quella che gli permette di creare legami con altre creature indipendentemente dalla lontananza impostagli da spazio e tempo e, perché no, dalla loro effettiva esistenza.

Massimo Zamboni
Massimo Zamboni (Reggio Emilia, 1957), musicista e compositore di CCCP E C.S.I., autore di colonne sonore per il cinema ( Benzina, Velocità massima, l'Orizzonte degli eventi), ha pubblicato In Mongolia in retromarcia (Giunti editore 2000), Emilia parabolica (Fandango 2002), e Il mio primodopoguerra ( Mondadori 2005).
“Cronache sulle macerie”
Quando l'esperienza personale diventa narrazione, saggio, riflessione: cronache da “Berlino, Beirut e Mostar. Tre città tra le tante che hanno dovuto sperimentare lo smembramento urbano. Una linea di confine grigia, consistente, il Muro. Un confine verde, irreale, la Green line. Un confine azzurro, veloce, il fiume Neretva. Tre città, sei sponde: senza collegamenti che non siano d'odio. Tre città tra le tante devastate dalla guerra e congelate in tregue fragili”.
Una testimonianza a posteriori di un “dopoguerra altrui” per non dimenticare che “l'ambiente e gli animali sono destinati alla vita. L'uomo alla storia.”
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categoria:cultura, arte, comune di laives, comune di bolzano
martedì, 22 maggio 2007

Corriere dell'Alto Adige  2007-05-22

Il vero Sudtirolo

Karl Prossliner gira una serie di documentari: le prime riprese in val d'Isarco
BOLZANO — Ciak si gira in Alta Val d'Isarco. Sono partite le riprese de « L'Alto Adige oggi visto dal suo interno » del regista e documentarista Karl Prossliner: un ciclo di film documentari sul Sudtirolo che prevede la creazione di un'ampia documentazione filmica sulle varie realtà locali e la creazione di un'installazione museale interattiva che renda accessibile il materiale prodotto.
Una grande « fatica » quella che hai in programma il videoartista, che potrebbe essere riassunta con lo slogan: « alla scoperta del vero Sudtirolo » .
Prossliner, classe 1953, ha frequentato l'Istituto superiore di cinematografia a Vienna e dal 1985 ha realizzato diverse opere, tra cui alcune commissionate dal Museo provinciale del Turismo, e vinto diversi premi come l' « Alp/ Cervino » ; lui e la sua troupe si fermeranno per intere settimane nei luoghi prescelti per fissare su pellicola la gente del posto e i gli stati d'animo creando così dei documenti di testimonianza sul Sudtirolo contemporaneo.
Il regista meranese con un palmarés ben fornito di esperienze anche internazionali, intende fare piazza pulita di certi cliché e creare immagini autentiche di un territorio di confine alle prese con la globalizzazione.
Dopo le recenti videoinstallazioni a castel Tirolo e castel Trauttmansdorff, con questo nuovo progetto Prossliner vorrebbe quindi scoprire e mettere in luce il volto inedito del Sudtirolo attraverso il medium del documentario che in questi ultimi anni sta rinascendo come genere suscitando il plauso da parte di un pubblico sempre più vasto ed esigente.
« Moltissime immagine dell'Alto Adige sono preconfezionate, le troupe televisive giungono sul luogo e in brevissimo tempo mettono in scena i soliti modelli e stereotipi dettati dalle esigenze delmarketing — dice Prossliner — quindi ci mettiamo in cammino, a piedi, attraversiamo i paesaggi e raccogliamo, dando spazio anche agli eventi casuali » conclude il filmaker.
L'artista altoatesino con il suo lavoro cercherà di mettere in risalto la specificità del territorio altoatesino e della sua gente soffermandosi in particolar modo su singoli aspetti riguardanti il mondo del lavoro, il tempo libero, l'economia e il rapporto con le istituzioni, l'educazione e il conflitto generazionale, le usanze e la religione.
La prima tappa del progetto prevede la realizzazione di un documentario, lungo circa 60 minuti, girato nell'alta val d'Isarco e che ha l'ambizione di andare ben oltre le vicende di pura attualità. L'intero progetto distribuito in un lasso di tempo di alcuni anni è stato definito, in collaborazione con la sede Rai di Bolzano, nel maggio dell'anno scorso in occasione dell' « Expo Brennero » tenutasi appunto nell'alta val d'Isarco. L'idea di Karl Prossliner è di partire da lì per poi proseguire passo dopo passo verso sud. In settembre sarà la volta delle valli laterali dell'alta val d'Isarco.
Oltre alla realizzazione dei vari film documentari è previsto poi l'allestimento nel Museo Provinciale di Castel Tirolo di un punto di documentazione interattivo che darà la possibilità ai visitatori del museo di prendere visione dei singoli documentari del ciclo in via di realizzazione. Jadel Andreetto IL REGISTA « Molte immagini dell'Alto Adige sono preconfezionate I modelli sono dettati dalle esigenze di marketing » IL PROGETTO Il filmaker cercherà di mettere in risalto le specificità di ogni vallata e della gente che vi abita
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categoria:cultura, provincia di bolzano
domenica, 20 maggio 2007
Corriere dell'Alto Adige 2007-05-20

L'iniziativa

Giornata dei musei: ingresso gratis e feste di contorno

                     
Si celebra oggi in tutto il mondo la trentesima « Giornata internazionale dei musei » . Questa manifestazione viene proclamata dal Consiglio internazionale dei musei ( Icom), sempre nella seconda metà di maggio, quando tutti i musei sono invitati a partecipare con iniziative particolari e quindi a sottolineare l'importanza del lavoro museale.
Nello stesso tempo la giornata internazionale deimusei offre la possibilità di un ingresso gratuito e mette l'accento su temi importanti dal punto di vista sociale e culturale grazie a conferenze ed incontri organizzati per l'occasione in alcuni musei. Anche in Alto Adige la giornata internazionale dei musei sarà festeggiata ed il tema centrale quest'anno è « Musei e patrimonio culturale » . I musei altoatesini hanno oggetti molto particolari, che non sono soltanto preziosi beni culturali, ma sono parte irrinunciabile dell'eredità dal nostro paese, dalla nostra storia, cultura e identità. La conservazione, la cura, l'accessibilità e la trasmissione a future generazioni sono i compiti principali dei musei provinciali e del lavoromuseale. L'obiettivo della manifestazione è sensibilizzare i cittadini sull'importanza dei musei come istituzioni culturali e sociali.
I visitatori sono invitati a scoprire i piccoli e grandi tesori, a guardare con stupore le curiosità museali e a riflettere sugli oggetti visti, sulle storie sentite e sulle esperienze fatte. Una visita ai musei dell'Alto Adige può diventare un'esperienza indimenticabile per giovani e meno giovani, e non soltanto durante la giornata internazionale dei musei. I musei che partecipano a livello provinciale all'iniziativa odierna sono ben 32, dalla Val Venosta alla Val Pusteria, dall'Alta Val d'Isarco all'Oltradige. In tutta la provincia ci sarà quindi l'occasione di entrare gratuitamente a visitare un museo. La maggior parte dei musei provinciali infatti aprirà gratuitamente al pubblico con una giornata delle porte aperte, invitando adulti e bambini a scoprire i tesori museali.
Le iniziative e il programma particolare daranno la possibilità di conoscere il mondo museale in un modo nuovo e avvincente. Per conoscere l'elenco dei musei che aderiscono all'iniziativa si può visitare il sito internet www. provincia. bz. it. Francesco Cattani
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categoria:cultura, provincia di bolzano
sabato, 19 maggio 2007

Corriere dell'Alto Adige 2007-05-19

L'INCONTRO

Hocus Pocus, a Castel Flavon si parla di pozioni magiche e streghe

Oggi alle ore 17.30 a Castel Flavon si terrà il terzo e ultimo appuntamento del ciclo « Streghe e magie » promosso dal Circolo Culturale La Stanza di Bolzano in collaborazione con il Touring Club Italiano. Un'iniziativa adatta ai piccoli ma anche « curiosa » per i grandi. L'appuntamento dal titolo « Hocus pocus » affronterà il tema del potere magico delle erbe. A tale proposito interverrà Ilia Ricchi, nota botanica di Bergamo, che illustrerà l'impiego delle erbe e delle loro proprietà nella preparazione delle pozioni « magiche » .
Nell'ambito dell'evento è prevista anche una visita guidata ai misteri e agli affreschi di Castel Flavon, il maniero che dall'alto di una rupe a strapiombo domina Bolzano sud. Con questo terzo appuntamento — come sempre a partecipazione gratuita — si conclude il ciclo di manifestazioni primaverili promosse per il 2007 dal Circolo Culturale La Stanza con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano che quest'anno ha portato ad una rivisitazione del periodo storico a cavallo tra il XIV e il XVII secolo che ha fortemente caratterizzato la cultura delle vallate alpine e in particolare quelle tirolesi e trentine.
Quest'anno le relazioni degli esperti susseguitisi nel corso dei tre appuntamenti promossi dal Circolo Culturale La Stanza saranno pubblicati nei i « Quaderni de La Stanza » , che potranno essere prenotati gratuitamente presso la sede di via Orazio 34/ C o telefonicamente allo 0471/ 979711.
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categoria:cultura, giovani
venerdì, 11 maggio 2007
Corriere dell'Alto Adige2007-05-11

APPUNTAMENTO CON LE GALLERIE da tutto il mondo dall' 11 al 13 maggio

Kunstart, l'arte moderna di primavera

Dall' 11 al 13 maggio torna Kunstart la fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea di Bolzano. La vivace rassegna, giunta alla quarta edizione, è caratterizzata dall'immagine di una misteriosa e sorridente pin up a cavallo di un sornione orso polare che trasmette, avendo abbandonato il cappottino invernale dell'anno passato per l'appuntamento primaverile, un'idea di freschezza sbarazzina.
La scelta della data è dovuta anche all'esigenza di posizionarsi meglio nel calendario delle manifestazioni del settore e di avvicinarsi alla tanto auspicata coincidenza con Manifesta 7, la più importante biennale d'arte internazionale che il prossimo anno si terrà proprio in Alto Adige e che richiamerà un nutrito pubblico di collezionisti, appassionati e addetti ai lavori.
A Kunstart, nel weekend dall' 11 al 13 maggio, si troveranno le opere d'arte messe in vendita da 60 fra le più note gallerie italiane e mondiali, con presenze di spicco da una decina di Paesi da ogni angolo del globo: Stati Uniti, Gran Bretagna, Messico, Cina, Francia, Spagna, Olanda e Polonia.
Senza dimenticare naturalmente le più vicine Germania ed Austria, con addirittura 9 gallerie dalla sola Vienna.
Fiera Bolzano con coraggiosi investimenti e una promozione che ha portato il marchio di Bolzano in tutto il mondo, ha sostenuto Kunstart che ha scelto di puntare su gallerie e artisti giovani ma già quotati, che oggi costano poco ma che domani potrebbero valere tantissimo. A questo scopo è stata creata una sezione ad hoc – denominata « Break Point » – che promette di ampliarsi ulteriormente dall'anno prossimo, quando verrà istituito un apposito comitato consultivo di esperti.
Bolzano, dunque, grazie anche alla sua posizione geografica a cavallo dell'area mediterranea e di quella mitteleuropea, è diventato un crocevia privilegiato anche per il settore dell'arte. Il fatto che la realtà altoatesina sia di modeste dimensioni, se paragonata ad altre importanti città europee, non ha assolutamente inciso: pare, infatti, che Bolzano tanto provinciale poi non lo sia affatto, se è vero che un'inchiesta di Panorama l'ha definita come « la città più cool d'Italia » e si ritrova ad essere addirittura candidata a capitale culturale europea.
I bolzanini, nelle classifiche Istat, eccellono per fruizione di cultura, godendo del primato italiano per frequentazione di esposizioni, mostre e musei.
In questo scenario effervescente, favorito dagli investimenti dell'amministrazione pubblica in strutture nuove e vivaci come l'avveniristico Museion ( che progettato da un rinomato studio berlinese si prepara ad arricchire la città come un grande balocco di vetro trasparente), cresce una nuova generazione di artisti, di appassionati e, insieme, di grandi collezionisti. Giovani imprenditori, per lo più, che incoraggiano la crescita di Kunstart invitandola ad emulare senza complessi le fiere più qualitative del panorama mondiale, come Basilea, Londra, New York. Non può infatti mancare, come ovvio, anche un importante e fondamentale risvolto economico: l'arte è oggi un autentico affare, che movimenta enormi somme di denaro. I rendimenti sono talora superiori a quelli del mercato azionario e immobiliare, senza contare che le opere d'arte non figurano nella dichiarazione dei redditi e non vengono periodicamente tassate. Questo è senz'altro uno dei motivi che spiegano il boom, tuttora in corso, delle fiere d'arte ed anche il successo della piazza altoatesina, che ha tradizioni culturali estremamente radicate ma anche aperte al mondo alle quali accompagna una indubbia solidità economica.


Alto Adige 11 MAGGIO 2007
KunStart 07, ecco dove va il mercato
Arte da comprare e da vedere. Dai gardenesi ai cinesi. Da Corpora a Nitsch
  MAURO FATTOR


Partiti. Ieri sera il vernissage, e da oggi a domenica apertura al pubblico, dalle 11 alle 20. E così KunStart riapre i battenti e Bolzano per tre giorni diventa una capitale dell’arte, anzi del mercato d’arte, che è cosa un po’ diversa. Comunque sia, la rassegna bolzanina sta crescendo e si vede. Innanzitutto perchè gli orizzonti si allargano, e poi perchè passeggiando anche distrattamente tra gli stand non si possono notare alcune cose. Una sopra tutte le altre: la crescita esponenziale della produzione artistica legata alla fotografia. Un mercato molto forte Oltreoceano e che sta iniziando a mettere radici anche in Italia.
Orizzonti sempre più larghi, si diceva. Ci sono gallerie di Berlino, New York, Amsterdam, Londra, Madrid, Vienna, Mannheim - oltre alle molte di casa nostra, s’intende - moltissime con nomi nuovi o nuovissimi e proposte artistiche anche estreme. E poi c’è la Century Art Gallery, che è la vera chicca di questa edizione di KunStart. Si tratta della prima galleria cinese, per la precisione di Beijng-Pechino, che sbarca a Bolzano.
 Senza il titolare, per ora, perchè i quadri sono arrivati da Milano all’ultimo secondo ma per il gran capo della Century niente visto d’ingresso. A far approdare a Bolzano gli artisti cinesi sono stati Giorgio Gajer, direttore dell’ente Fiera e Fulvio Tabarelli de Fatis, titolare a sua volta di una galleria. «È nato tutto quasi per caso - spiega Tabarelli - durante un viaggio che abbiamo fatto assieme nel febbraio di quest’anno. I cinesi si stanno affacciando sul mercato europeo appena adesso. Cosa comprensibilissima: hanno un mercato interno gigantesco e in forte crescita. Averli portati qui è un bel colpo, e ora stiamo lavorando per poter portare i nostri artisti a Pechino. Con reciproco vantaggio». Arte cinese è un termine vaghissimo che fa capire poco o nulla. Anche allo stand della Century c’è un po’ di tutto: si va dal figurativo tradizionale a quadri chiaramente influenzati dalla pop-art americana, rigorosamente però in salsa cinese. Insomma, una cosa molto particolare, da vedere. Prezzi medi. Un olio 180x140 della sconosciuta (almeno qui da noi) Jiang Comgyi viaggia sui 6500 euro. «Ma a New York, da Shoteby’s - spiega Tabarelli de Fatis - il quadro di uno dei giovani leoni dell’arte contemporanea cinese è stato battuto per 2.120.000 dollari. Niente male direi».
 Dai giovani leoni a chi non ha bisogna di presentazioni. KunStart offre quadri e opere di nomi altisonanti. Una smitragliata in ordine sparso: Carla Accardi, Afro Basaldella, Alberto Burri, Lucio Fontana, Enrico Baj, Vanessa Beecroft, Matteo Basilè, Fernandez Arman, Alighiero Boetti, Carlo Carrà, Massimo Campigli, Piero Manzoni, Giovanni Frangi, Salvatore Fiume. Questo solo per gradire, in realtà l’elenco sarebbe ed è molto più lungo e ricco. E poi c’è Antonio Corpora, un maestro vero che merita due parole a parte. Perchè se c’è da capire come funzionano le schizofrenie di arte e mercato, Corpora è assolutamente perfetto. «Fino a tre o quattro anni fa - spiega Giovanni Di Summa, titolare della storica galleria romana e curatore dell’archivio del maestro - Corpora era quasi ignorato dal mercato. Perchè? Perchè gli artisti veri sono così, non pensano agli affari, dipingono. Poi quando è morto le cose sono cambiate e finalmente i critici si sono accorti di questo straordinario artista. Tardi, tardissimo. Le dico solo una cosa: a Corpora già nel 1957 aveva dedicato una monografia Christian Zevros, critico e curatore del catalogo generale di Picasso. Sono solo cinque gli artisti di cui si è occupato Zevros: Picasso, Braque, Matisse. Mirò e Corpora. Non so se mi spiego». Si spiega eccome. Risultato: 100 euro investiti nel 1997 in un’opera di Corpora valgono oggi in media 512 euro. E ancora: dal 2005 al 2006 il fatturato di Corpora è aumentato dell’89%, quando l’anno prima era già aumentato del 119%. E ancora la corsa non si ferma. A KunStart Di Summa ha in vendita un olio del 1958 «Le ore inafferrabili», 100x81 centimetri, a centomila euro. «Ma si può ancora portare a casa un acquerello per 6000 euro - spiega ancora Di Summa - Niente, se si pensa che anche qui a Bolzano come altrove ci sono artisti di livello regionale che chiedono cifre anche maggiori. Un’assurdità. Ma prima o poi il mercato dell’arte contemporanea salterà. Di questo passo deve». A proposito di regionali, non può non colpire lo stand della galleria «Unika» di Ortisei. Gardenesi fuori dai cliché, uno più bello dell’altro e con idee da vendere. Altro che presepi. Nomi: Ivan Lardschneider, Vincenz Senoner, Bruno Walpoth, Erich Trocker, Walter Pancheri, Alfons Runggaldier, Gerald Moroder e altri ancora. Da vedere.
postato da: apritisangia alle ore 06:56 | Permalink | commenti
categoria:cultura

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