mercoledì 18 gennaio 2012

Salute 1


domenica, 27 giugno 2010



Funghi buoni o velenosi? La consulenza è gratuita 

 BOLZANO. A metà giugno è ripresa - presso il Servizio igiene e sanità pubblica, in via Amba Alagi nr. 33 a Bolzano - l’attività di consulenza gratuita sulla commestibilità dei funghi freschi mangerecci, a favore dei cittadini e dei turisti raccoglitori. L’ufficio sarà aperto dal 14 giugno al 18 luglio: tutti i lunedì dalle ore 16.30 alle ore 17.30 dal 19 luglio e fino al 28 ottobre: tutti i lunedì e tutti i giorni pari del calendario dalle ore 16.30 alle ore 17.30. L’ufficio è chiuso il sabato, la domenica ed i festivi. Telefono: 0471-909223.
Alto Adige 27-6-10
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sabato, 26 giugno 2010



Una sanità da riformare

GIORGIO DOBRILLA




Giorni fa si sono conclusi i lavori di questa commissione (che rimarrà formalmente in carica fino al 2012) con un documento votato all’unanimità dopo alcune significative modifiche rispetto al piano originale proposto dal Direttore Sanitario dr. Mayr. La parola ora passerà alla Giunta Provinciale che potrà (ma non dovrà) tenerne conto. In realtà, è prevedibile una sua approvazione, ma i problemi nasceranno subito dopo, quando si tratterà di tradurre in pratica i suggerimenti della Commissione che incontreranno sicuramente ostacoli sindacali, resistenze politiche locali, interferenze dei sindaci o di varie associazioni (contadini, albergatori ecc) divergenze sulle nomine, e via dicendo. In sintesi, la vera questione è che non tutti i sette ospedali della Provincia con”bacini di utenza” modesti possono rispondere a tutte le esigenze mediche, e che sarebbe pertanto necessario stabilire quali sono le prestazioni di base, ottenibili in ciascun ospedale, e quali le prestazioni di alta specializzazione che risultano affidabili solo se il numero dei pazienti che ne hanno bisogno ha una certa consistenza, “conditio sine qua non” questa perché la stessa professionalità dei medici possa maturare e risultare di alto livello.
 Qui cominciano però le difficoltà perché sarebbe discutibile che tutto si concentrasse nell’ospedale principale di Bolzano, come anacronistico e antieconomico sarebbe disperdere energie e denaro in periferia solo per accontentare esigenze della popolazione locale (fatta anche da.elettori), esigenze comprensibili umanamente, ma antieconomiche e in contrasto con una politica sanitaria moderna. Sembrerebbe improponibile, per fare un esempio plateale, l’attivazione a Silandro o a San Candido di un Reparto di Neurochirurgia e a tutti sembra infatti “normale” che un paziente abitante in quei centri, se affetto un meningioma, venga trasferito a Bolzano. Ma esistono molte situazioni intermedie meno immediate che solleveranno sicuramente resistenze e riserve. La stessa recente disputa sul doppione eventuale a Merano di un reparto di Ematologia è un esempio che ha un evidente significato di un avvisaglia. La periferia non deve vedere la sottrazione di qualche attività come uno scippo ingiustificato del Centro, ma non è neppure giusto che solo all’Ospedale di Bolzano si accorpino competenze in senso dipartimentale e in periferia no. Problema oggettivamente non semplice anche per uomini di buona volontà. Non ho ancora in mano il documento definitivo della Commissione per il riordino clinico, ma l’unanimità dei consensi fa ritenere che la Commissione abbia lavorato bene e che le conclusioni raggiunte siano ragionevoli oltre che razionali.
 Il mio romanticismo mitteleuropeo mi fa anche confidare nella buona volontà politica di realizzare al meglio i suggerimenti, ma un altrettanto insopprimibile esigenza di realismo mi fa prevedere pure grosse difficoltà per prosciugare il mare che sta tra il dire ed il fare. Ma intanto, grazie alla Commissione di Pitscheider, un inizio c’è. D’altronde Spes è l’ultima dea e vale sempre il vecchio adagio che “il meglio è nemico del bene.” Stiamo dunque a vedere.
Alto Adige 26-6-10
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categoria:salute
giovedì, 17 giugno 2010



Tumore al seno, cure meno invasive

MILANO. Diventano sempre meno invasive le cure del tumore al seno. Ieri il direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia, Umberto Veronesi, ha annunciato le ultime due conquiste in ordine di tempo cioè un tipo di radioterapia che si può fare in ambulatorio con una singola iniezione e un farmaco chemioterapico, il Caelyx, che non fa cadere i capelli. «Grazie alla diagnosi precoce, le cure per il tumore del seno hanno raggiunto un elevato livello di efficacia, tanto che ora possiamo concentrare la ricerca su una nuova sfida: la qualità della vita delle donne» ha detto l’oncologo alla terza edizione di Ieo per le donne, l’incontro annuale delle donne curate all’istituto per un tumore al seno.
 Sempre nella direzione dell’impatto minimo va anche Iart, una procedura che rende molto meno invasiva la radioterapia. Non c’è nessun ciclo di radioterapia esterna di due mesi ma è il chirurgo che, subito dopo aver asportato il nodulo, inietta delle molecole di avidina nell’area interessata. Uno o due giorni dopo il medico nucleare inetta in endovena, con una siringa da insulina, della biotina (cioè vitamina H) videomarcata con ittrio 90. La biotina è attratta dalla avidina in quella che Veronesi definisce una «attrazione fatale» e così l’isotopo radioattivo uccide le cellule tumorali. Finora allo Ieo sono state già trattate 50 pazienti con questo metodo. «E ora - ha sottolineato il direttore della medicina nucleare Ieo Giovanni Paganelli - avviamo uno studio clinico destinato a 500 pazienti».
Alto Adige 17-6-10
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categoria:donne, salute
giovedì, 17 giugno 2010



Theiner: troppi ubriachi in ambulanza

BOLZANO. «Chi esagera con l’alcol nei finesettimana e se ne frega dei soccorritori che si trovano le ambulanze piene di vomito, forse può anche cominciare a pagare».
 L’assessore alla sanità Richard Theiner ribatte così a Peter Koler del Forum Prevenzione che avanza tutta una serie di dubbi («i giovani rischieranno pur di non pagare l’ambulanza») sulla delibera approvata da Palazzo Widmann che impone di sborsare 200 euro a chi sale in ambulanza con un tasso alcolico superiore all’1,5 per mille. «Non vogliamo punire proprio nessuno ma solo sensibilizzare la popolazione perché la misura è colma».
 Theiner spiega che la proposta, in giunta, l’ha portata lui. «Sì, l’ho fatto io perché i volontari del 118 non ne possono più di lavorare il finesettimana come dei matti per soccorrere i soliti noti che si ubriacano nelle solite feste, nei soliti finesettimana ad alto tasso alcolico. Ubriachi che poi rigettano in autolettiga e che il giorno dopo sgambettano in assoluta tranquillità. Credo che se hanno i soldi per comperarsi da bere ed offrire spettacoli del genere allora possono anche pagare chi si vede comunque costretto a soccorrerli». Ma c’è un ma.
 «Il tasso che abbiamo fissato e cioè l’1,5 per mille è talmente alto che dovrebbe funzionare da deterrente. Dovrebbe scoraggiare i più accaniti. Staremo a vedere».
 Intanto l’assessore continua la sua battaglia contro l’eccesso e l’abuso di alcol.
 “Bere responsabile” è lo slogan della campagna di sensibilizzazione partita da poche settimane in tutto l’Alto Adige. «Non puntiamo sulla repressione o sui divieti ma a sensibilizzare la popolazione. Chiediamo alla gente di fare attenzione all’alcol ingurgitato senza limiti perché la loro salute finisce in fumo e con essa enormi spese che la sanità si vede accollare. La ricetta per ottenere questo è semplice e come si può immaginare non è cambiata da generazioni: chiediamo solo di mantenere il giusto mezzo per ogni cosa. Chiediamo moderazione perché proclamare l’astinenza totale sarebbe assurdo oltre che irrealistico. Ma “quello che è troppo è troppo e tu non devi farti trascinare” ed è questo lo slogan che abbiamo scelto per sensibilizzare l’opinione pubblica». La campagna presentata da Alessandro Gatti, responsabile della società “Doc office for communication and design”, si basa sulla partecipazione di due testimonial: il cuoco Luis Agostini e l’attrice Monica Trettel. Peter Koler, responsabile del Forum Prevenzione, sostiene la campagna e spiega come l’indagine sui giovani 2009 abbia evidenziato un cambiamento nei modelli di consumo dell’alcol.
 «Dalla ricerca emerge come dal 2004 al 2009 sia diminuito il consumo di alcol tra i giovani ma anche come si sia abbassata la soglia della prima bevuta che può scendere a 13 anni».
Alto Adige 17-6-10
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categoria:salute, provincia di bolzano
martedì, 15 giugno 2010



Chi è ubriaco pagherà l’ambulanza

BOLZANO. D’ora in poi chi chiama l’ambulanza perché ubriaco dovrà pagare il trasporto: 200 euro se risulterà con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi/litro. Lo ha reso noto ieri la giunta provinciale. «Chi ha i soldi per ubriacarsi - ha tuonato Luis Durnwalder - può anche permettersi di pagare l’ambulanza. Non è ammissibile che il costo ricada sulla collettività». Ma gli esperti della prevenzione storcono il naso: una cosa sono le sanzioni amministrative per chi sgarra, un altro le emergenze sanitarie.
 D’ora in poi, chi si servirà dell’ambulanza dovrà stare più attento. Chi chiamerà il 118 immotivatamente, ossia per casi non urgenti, dovrà pagare. Questo varrà in particolare per chi è palesemente ubriaco: anche in caso di urgenza medica, per il trasporto dovrà sborsare la bellezza di duecento euro.
 «Spesso - ha spiegato il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder - si fa ricorso alle ambulanze con eccessiva leggerezza, e non è affatto giusto che a pagare sia la mano pubblica».
 Per quanto riguarda gli ubriachi, «accade troppo spesso che dopo una festa chiamino l’ambulanza, il cui costo ricade sui contribuenti. Questo deve finire. Chi si ubriaca, e ha bisogno di aiuto, deve anche accollarsene le spese. Se hanno soldi per bere, li hanno anche per l’ambulanza. Questo avrà di sicuro anche un effetto deterrente per chi esagera il venerdì o il sabato sera».
 Non propriamente d’accordo si dice Alberto Degiorgis, responsabile clinico dell’associazione Hands, che in Alto Adige si occupa di dipendenza da alcol. «Sono estremamente perplesso, perché una cosa sono le sanzioni amministrative se qualcuno sgarra, schiamazza o si rende responsabile di atti di vandalismo, un altro è se c’è di mezzo un’emergenza. Nel primo caso è giusto si paghi, nel secondo non credo proprio. Perché quando si chiama una autolettiga, si tratta pur sempre di un’emergenza sanitaria. È una situazione paragonabile tout court a quella di una persona che viene colpita da infarto perché fuma. Dovrà pagare pure lui?». Secondo Degiorgis, poi, «c’è la possibilità che si presentino dei veri e propri rischi. Per il timore di spendere, magari qualcuno che ha bisogno non chiama e rischia di stare male davvero. Magari un gruppo di ragazzi, per i quali duecento euro sono una cifra ingente, potrebbero non chiamare l’ambulanza per un loro amico anche in caso di vera urgenza». Perplesso si dice anche Peter Koler, del Forum Prevenzione.
Alto Adige 15-6-10
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categoria:salute
lunedì, 07 giugno 2010


Rivedere la rete dei 7 ospedali in Alto Adige

BOLZANO. Con i suoi 5,2 miliardi di euro la Provincia continua a contare su un bilancio di tutto rispetto. La crisi si farà sentire quest’anno con una stima di 80 milioni di entrate fiscali in meno e la manovra finanziaria da 24 miliardi del governo dovrebbe toccare l’Alto Adige chiedendo sacrifici per altri 60 milioni. Nessuno crede che si tornerà indietro, piuttosto la stretta crescerà. «Vanno fatti risparmi», è la conclusione del neo presidente di Assoimprenditori Stefan Pan, che invita a ridurre la burocrazia e rivedere l’organizzazione sanitaria: «Eliminare i doppioni che si trovano nei sette ospedali». A Palazzo Widmann annunciano da qualche anno che la popolazione dovrà prepararsi a periodi meno floridi. Ma Richard Theiner, Obmann e assessore alla sanità e politiche sociali, esponente dell’ala sociale Svp, ha invitato pochi giorni fa sul nostro giornale ad uno sguardo obiettivo sulla situazione: l’Alto Adige continuerà a contare su un budget solido e, soprattutto, «negli anni scorsi si è costruito molto per recuperare i ritardi sulle infrastrutture: oggi queste infrastrutture ci sono». Interviene Enrico Valentinelli, ex presidente di Assoimprenditori, vicepresidente della Cassa di risparmio, impegnato nel lavoro preparatorio del parco tecnologico. Valentinelli parte da qui: «La Provincia dovrà attuare politiche di risparmio e razionalizzazione delle spesa non fini a se stesse, ma destinate all’innovazione e alle infrastrutture, importanti anche perché danno lavoro alle imprese». Ma su welfare e sanità, precisa, gli imprenditori «non vogliono bagni di sangue».
 Ancora sulla sanità, Assoimprenditori ha diffuso una indagine del Cerm, secondo la quale il Trentino Alto Adige fornisce una sanità di buon livello, ma spendendo il 17% in più di quanto sarebbe necessario per raggiungere quei risultati.
 Valentinelli concorda con il presidente degli imprenditori Pan: in Alto Adige sarà imprescindibile intervenire sulla spesa sanitaria.
 Perché proprio la sanità, uno dei settori più legati a situazioni di debolezza della popolazione?
 
«Perché il bilancio della sanità è una voce enorme, 1,3 miliardi sui 5,2 del bilancio complessivo della Provincia. Sarà sicuramente possibile introdurre concetti di efficienza senza toccare la qualità dei servizi: di fronte a un capitolo così imponente, anche correttivi di piccole dimensioni, a partire dalla centralizzazione degli acquisti, possono produrre risparmi importanti grazie all’effetto moltiplicatore. Il tutto senza incidere sulla qualità del servizio».
 Un bilancio di 5,2 miliardi non garantisce ancora tranquillità alla popolazione?
 
«Ma i finanziamenti sono destinati a ridursi progressibamente. Più il tempo passa, più i problemi si ingigantiscono. Non è detto che debba essere una catastrofe: si tratta di affrontare la situazione con realismo. Vanno scelte delle priorità e questo va fatto secondo le regole della politica economica: tenere in piedi le imprese, le banche e le famiglie».
 Anche in Alto Adige?
 
«Sì».
 Tornando alla sanità, anche secondo lei va rivisto il sistema dei sette ospedali?
 
«Dovremo dimenticare una sanità ramificata sul territorio: una sanità dai contenuti tecnologici sempre più forti richiede investimenti mirati su centri specializzati di riferimento per un ampio bacino di utenza. I nostri ospedali andranno rivisti secondo questa strategia. Accanto a ciò, va rilanciata la medicina di base».
 E la pubblica amministrazione?
 
«Il concetto di razionalizzazione deve valere per tutto l’apparato amministrativo».
 Con quasi diecimila dipendenti solo per l’apparato amministrativo, la Provincia è stata anche un serbatoio di voti.
 
«In questa fase la politica dovrà avere il coraggio di misure impopolari, ma destinate ad aiutare tutti».
 E il welfare?
 
«La spesa pubblica va riformata anche intervenendo sull’evasione fiscale, una voragine nei conti pubblici: un redditometro provinciale ben fatto consentirà di mettere in gioco finalmente chi finora non paga le tasse».
 Sarà inevitabile anche un taglio alle opere pubbliche.
 
«Ma le infrastrutture servono e danno lavoro al territorio. La razionalizzazione non deve essere fine a se stessa. Si lavora sull’efficienza delle spese indirette per portare i risparmi a favore delle spese dirette, necessarie per lo sviluppo».
 Arriverà nei prossimi giorni in giunta il promemoria dell’assessore Roberto Bizzo sul parco tecnologico.
 
«Appunto, l’Alto Adige ha bisogno di più tecnologia e innovazione». (fr.g.)
Alto Adige 7-6-10
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categoria:salute
venerdì, 04 giugno 2010
No Nuke! ...E allora?

Negli ultimi anni la discussione sull'energia nucleare è tornata drammaticamente alla ribalta. Si pianificano nuove centrali nucleari sul territorio italiano, ignorando del tutto il rifiuto per il nucleare espresso dalla popolazione italiana con il referendum del 1987.
Si prendono accordi con la Francia, quando ancora non siamo riusciti a risolvere, per fare un esempio, il problema dello stoccaggio delle scorie nucleari delle centrali chiuse da oltre 20 anni. E anche se a livello provinciale abbiamo avuto rassicurazioni sulla netta contrarietà dei governatori provinciali al progetto del nucleare, gli interrogativi da porsi rimangono tanti: qual'è lo scenario energetico dell'Italia? L'energia nucleare risolverebbe il problema energetico italiano? E le energie alternative?
Per provare a rispondere a queste ed altre domande, mercoledì 9 giugno alle ore 18 ci troviamo presso il teatro del Centro Giovani Vintola 18 con il professor Gianni Tamino - docente di Biologia generale e  di Fondamenti di Diritto ambientale al Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova; fa inoltre parte del corpo docente del Corso di specializzazione in Bioetica a Padova, nel 1985 è stato tra i promotori del referendum antinucleare, ex europarlamentare - e con Sepp Kusstatscher - ex europarlamentare, esponente di spicco dell'area ecologista altoatesina. Dopo gli interventi è previsto uno spazio per la discussione e la partecipazione del pubblico con domande e dubbi da sottoporre ai due relatori.
Gli interventi saranno nella lingua madre dei due relatori, con una sintesi proiettata nell'altra lingua.
Tutti i cittadini interessati sono invitati a partecipare.

Ambiente e salute
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categoria:ambiente, salute
giovedì, 03 giugno 2010

Il robot che prepara i farmaci

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Export, innovazione, personale specializzato. Sono questi i tre grandi punti deboli dell’economia altoatesina. E allora un’azienda che su questi fattori ha costruito la propria forza è proprio quella che non ti aspetti di trovare a Bolzano. Eppure la Health Robotics è uno dei fiori all’occhiello della realtà imprenditoriale altoatesina.
 A fondare questo gioiellino specializzato nell’ingegneria medica è stato Werner Rainer, ingegnere biomedico che per 15 anni ha lavorato all’Asl di Bolzano. «Nel 2000 - racconta nel suo ufficio di via Altmann - ho deciso di mettermi in proprio e ho fondato la Btc». L’acronimo sta per Biomedical Technology Consulting, «e l’azienda - spiega Rainer - si occupa della progettazione funzionale dei nuovi ospedali». Per rendere l’idea: è la Btc che ha progettato il nuovo ospedale di Mestre ed è sempre la Btc che sta lavorando all’ospedale pediatrico di Dubai. «Ci occupiamo della progettazione funzionale, dei percorsi che devono fare i pazienti, i visitatori e il personale, del dimensionamento dei vari locali e via di questo passo. Poi passiamo tutto agli architetti e riprendiamo in mano il progetto quando si tratta di affrontare il discorso delle tecnologie. La nostra forza è che siamo un gruppo specializzato in bioingegneria, con competenze specifiche che nessun’altra azienda può offrire». Competenze che hanno portato Rainer e il suo team a creare altre società: la MedArchiver nel 2001 (l’azienda si occupa dello sviluppo di sistemi informatici ospedalieri), e poi nel 2006 la Health Robotics, fondata assieme a Paolo Giribona, Fabio Fioravanti e Giusy Martelli. Rainer spiega così l’attività dell’impresa bolzanina: «Facciamo ricerca e sviluppo su apparecchiature robotizzate per la preparazione di medicinali per le terapie infusionali». Per intendersi, non si tratta di pillole, ma di farmaci liquidi da iniettare direttamente in vena. Il successo è arrivato nel 2007, col lancio di un robot per la preparazione di farmaci per la chemioterapia: «Rispetto alla preparazione manuale si evitano due problemi: i dipendenti sanitari non vengono più in contatto con le sostanze tossiche durante la preparazione del farmaco e gli errori di dosaggio vengono ridotti a percentuali minime». Il robot si chiama Cytocare, è nato in collaborazione con la farmacia ospedaliera di Bolzano e dopo il primo macchinario installato a Londra oggi è presente in 50 ospedali di tutto il mondo, Usa, Australia e Giappone compresi.
 Ma ancora una volta Rainer non si è accontentato: «Sei mesi fa - prosegue - abbiamo lanciato il nostro secondo prodotto, un robot per la preparazione di farmaci infusionali non oncologici come antibiotici e antivirali». Per quello che Rainer definisce «il fratello minore del Cytocare» sono già arrivate oltre cinquanta ordinazioni, con gli Stati Uniti mercato principale. Tutto questo con una struttura aziendale relativamente piccola: la Health Robotics oggi occupa 38 dipendenti - nove ingegneri compongono il team di ricerca e sviluppo che lavora all’interno del parco tecnologico di Trieste - e nel 2009 ha fatturato 9,5 milioni. Considerando invece l’intero gruppo, il fatturato sale a 15 milioni (l’utile - circa 2 milioni - viene reinvestito praticamente per intero in ricerca e sviluppo) e i dipendenti a 90: il 70% di loro sono ingegneri biomedici e provengono in gran parte dall’area attorno a Trieste, che oltre che sul polo tecnologico può contare anche su un’università «che per noi è un importante bacino per trovare nuovi collaboratori».
 Un modello che si potrebbe applicare anche a Bolzano? «Difficile - replica Rainer - perché qui da noi è molto maggiore il peso di agricoltura e turismo. Più che l’università, sentiamo la mancanza di un network di imprese specializzate in ricerca e sviluppo, anche se l’attività del Tis in questi anni si è rivelata molto importante. Detto che reclutare il personale qualificato che serve a noi in Alto Adige è praticamente impossibile, il vero problema è far venire qui i nostri collaboratori: il costo della vita e la difficoltà di trovare un alloggio a Bolzano rendono tutto più complicato. I nostri ingegneri hanno in mano un dottorato di ricerca ma il loro stipendio a Bolzano basta per fare una vita da studente. L’altro grande punto di debolezza è l’aeroporto, una vera tragedia. L’anno scorso ci hanno visitato oltre duecento persone da tutto il mondo. Devono fare scalo a Roma prima di arrivare qui, oppure arrivare da Monaco come facciamo noi. Una volta va bene, ma se devi farlo di continuo poi rinunci. Da questo punto di vista, Bolzano deve assolutamente migliorare».
Alto Adige 3-6-10
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categoria:salute
sabato, 29 maggio 2010


La malattia delle slot-machines

È risaputo che molte, moltissime persone giocano da sempre ai “videopoker” installati nei bar, in vari tabacchini e alla stazione. È sorprendente come questa gente arrivi a perdere gran parte delo stipendio o quasi tutta la pensione, giocando a questi giochi assurdi che fanno vincere solo i proprietari di queste macchinette o i gestori dei bar. Più essi giocano e più si accaniscono. Ho visto giovani scagliarsi contro le macchinette prendendole a calci perché non li facevano vincere, e ancor di più, uomini che arrivavano a bestemmiare per lo stesso motivo; e ciò mia ha veramente colpito.
 Ma il dato più curioso è che anche in caso di vincita più o meno consistente, ogni tanto capita, queste persone rigiocano poi la stessa, perdendo tutto. Si dice che ci siano macchinette truccate che fanno perdere il denaro, altre fanno vincere più facilmente. Le “slot machine” le conosco tutte, perché sono anch’io un ex giocatrice, ma ora me ne guardo bene dall’introdurvi un solo Euro. È una malattia purtroppo, che molti hanno, una gioco-dipendenza, dalla quale è difficile uscire. È così anche per i “gratta e vinci” che si gratta e si gratta e non si vince niente, solo di tanto in tanto qualche biglietto fortunato esce. Esiste però un Centro dove curano questi tipi di malattia da dipendenza dal gioco. Basta volerlo e si è guariti per sempre.
 Perché non pensare a quei bimbi che muoiono di fame nel Terzo Mondo e che vanno aiutati a sopravvivere? Io ho pensato alla mia bambina che ho adottato in Brasile e così ho smesso di buttare via soldi inutili, ma utili per altre necessità. Pensiamoci!
Alto Adige 29-5-10
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categoria:salute, sociale
venerdì, 28 maggio 2010


Tre Mesi per il dentista

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Cure dentali offerte dal servizio sanitario pubblico: i tempi di prenotazione sono molto più lunghi rispetto a quelli degli studi privati. E le attese troppo lunghe scoraggiano i pazienti.
 È quanto emerge da un rapido sondaggio telefonico presso i vari centri di prenotazione dell’Asl dell’Alto Adige, condotto dal Ctcu fra il 21 e 26 maggio. I tempi di prenotazione per le cure odontoiatriche variano però molto fra struttura e struttura.
 Nel comprensorio di Bolzano le cure sono in parte quasi immediate (Appiano subito; val Sarentino, Egna e Gardena 7 giorni), in parte bisogna aspettare un mese (Rencio, Cardano e quartiere Europa), mentre in via Amba Alagi, a Don Bosco e Laives si aspettano da 90 a 105 giorni. Non migliora molto la situazione se ci si sposta a Bressanone e Vipiteno: anche lì il tempo medio d’attesa è pari a 105 giorni. A Chiusa è possibile accomodarsi sulla poltrona del dentista dopo 20 giorni. In val Pusteria i tempi sono più brevi: dai 14 ai 20 giorni a San Candido e Campo Tures. Nel Meranese è stato avviato un progetto pilota, dove la compartecipazione alle spese è maggiore, ma anche lì i tempi d’attesa sono tollerabili solo in parte: 45 giorni a Malles, 20 giorni a Silandro, 90 giorni a Lana e 120 giorni a Merano. In Passiria il tempo d’attesa è pari a 90 giorni. A Naturno, che come la val Passiria non partecipa al progetto pilota, il sistema di prenotazioni sembra oberato oltre ogni limite: il tempo d’attesa è di ben 540 giorni, ovvero un anno e mezzo. Il direttore del Ctcu, Walter Andreaus, si chiede quanto sia sensato prenotare visite a tale distanza di tempo.
 Meglio vanno invece i tempi degli studi odontoiatrici privati: sempre da un rapido sondaggio telefonico effettuato presso dodici studi scelti a caso, emerge che in media si attende una decina di giorni.
 «Dover attendere qualche mese - commenta Andreaus - per curare una carie è decisamente troppo. Tali attese lanciano un segnale negativo ai pazienti, scoraggiandoli. Va migliorato il quadro d’insieme, affinché l’accesso alle cure dentarie in tempi congrui sia di nuovo garantito agli utenti del sistema sanitario pubblico. Proprio in tempi di crisi finanziaria ed economica è in continua crescita il numero delle famiglie per le quali adeguate cure dentarie offerte dal pubblico sono una reale e concreta necessità. In questo modo si potrebbe anche intervenire per contrastare il rischio povertà in continuo aumento in Alto Adige, che è attualmente al 17%, maggiore del livello austriaco con il 12% e quello germanico con il 15%, ma minore di quello italiano con il 19%».
Alto Adige 28-5-10
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categoria:salute, provincia di bolzano
mercoledì, 26 maggio 2010


 Salute: giovani e meno giovani scoprono la naturopatia

MARTINA CAPOVIN
BOLZANO. Purtroppo s’invecchia, è un dato di fatto. Però qualcosina contro gli anni e i malanni si può fare, ed è stato spiegato dalla naturopata Laura Bernato, ieri nel corso della conferenza sugli antiossidanti naturali promossa dall’agenzia formativa Cedocs nell’ambito degli incontri chiamati “I martedì della salute”. Molto interessati i presenti, di età trasversale dai giovani ai meno giovani, e del resto, come ha sottolineato scherzosamente uno di loro, Giuliano Carmignola, «se si può fare qualcosa per restare giovani e belli, perchè non farlo?». Quanta saggezza. Laura Bernato ha spiegato inanzittutto perchè si invecchia. «Le scuole di pensiero sono due. Quella che sostiene che si invecchia perchè così è scritto nel Dna, l’altra invece sostiene che l’invecchiamento è causato dallo stile di vita. Dal “troppo”: troppo sport, troppa esposizione al sole, troppa sedentarietà, le abitudini sessuali...». Abitudini sessuali? La domanda sorse spontanea: «scusi, fare troppo sesso fa male?», chiede qualcuno. No, non fa male come non fanno male molte altre cose, ma dipende da cosa una persona sente. C’è chi da single soffre di solitudine, mentre chi invece sta benissimo. Se una cosa fa stare bene allora fa bene all’organismo e alla persona. «Si dice che mangiare molta frutta faccia bene - spiega la naturopata - ma se a qualcuno la frutta fa schifo può mangiarne a chili, non produrrà mai un effetto salutare. La parola d’ordine è armonia: se una cosa piace, fa bene. E ciò vale anche per il sesso...». Ah ecco, c’era chi cominciava a preoccuparsi...
 Quindi, spazio al discorso sugli antiossidanti naturali, prodotti dall’organismo e presenti negli alimenti, fondamentali per combattere tutti i problemi causati da un eccesso di radicali liberi. Ecco, i radicali liberi: ma quanto li sentiamo nominare, ce li ricordano ovunque; ma di preciso, cosa sono? «Semplicemente scorie liberate dal corpo - spiega Bernato - come una macchina emette fumi dannosi anche il nostro corpo emette sostanze dannose». Gli antiossidanti, riescono a prevenire, o quanto meno a rallentare le reazioni di ossidazione da cui vengono liberati i radicali liberi che a loro volta innescano processi dannosi per le cellule. E questi antiossidanti sono presenti in molti alimenti: arance, fragole, mirtilli, spinaci, broccoli e pomodori.
 Ma attenzione, sono sostanze che aiutano, non fanno miracoli, come sottolinea la naturopata: «A volte vengono descritti come il rimedio rivoluzionario contro l’invecchiamento, ma non è esattamente così. Fanno bene, è indubbio, ma non esistono rimedi miracolosi a base di antiossidanti. Sono uno dei tanti aspetti che ci può aiutare a combattere l’invecchiamento. E’ importante - questa la conclusione - che ciò che si fa, si mangia e si assume nella vita ci renda felici. E no all’eccesso».
Alto Adige 26-5-10
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categoria:salute
mercoledì, 26 maggio 2010


Ozono oltre la soglia a causa del caldo

CORTINA. Superata la soglia di informazione per l’ozono a Cortina sulla Strada del Vino. Il laboratorio di chimica fisica ha reso noto ieri che con l’aumento della temperatura e dell’insolazione negli ultimi giorni sono salite le concentrazioni di ozono. Lunedì, in particolare, stata superata la soglia di informazione di 180 µg/m² presso una delle stazioni di misurazione in Alto Adige, e precisamente a Cortina, alle ore 20 e alle ore 21 (massima concentrazione oraria: 189 µg/m²). Presso le stazioni di misurazione di Laives e del Renon la soglia di informazione è stata sfiorata. Le concentrazioni di ozono sono più elevate presso la conca di Bolzano fino a Merano, in Bassa Atesina, presso gli altipiani del Renon e di Siusi e lungo i pendii circostanti. La pioggia e i temporali previsti da oggi contribuiranno a far diminuire i picchi massimi. A persone con problemi all’apparato respiratorio si sconsiglia di fare sforzi all’aperto nelle ore pomeridiane e nelle ore serali (zone rurali). I dati si possono consultare sul sito internet www.provincia.bz.it/aria. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi al numero 0471/417140.
Alto Adige 26-5-10
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categoria:salute, antiinquinamento
lunedì, 24 maggio 2010


Laives, la Casa per lungodegenti si è dotata di una Carta sulla qualità dei servizi

LAIVES. La casa per lungodegenti «Domus Meridiana» di Laives si è dotata di una «Carta dei servizi», in modo tale da riuscire ad aumentare la qualità dell’offerta e soddisfare a pieno gli utenti della struttura. Si tratta di uno strumento, che oltre ad illustrare i progetti e gli interventi disponibili presso la struttura di via Sottomonte, costituisce un vero e proprio “patto” tra l’ente gestore del centro di degenza e gli utenti. Proprio nella Carta dei servizi sono sanciti gli standard di qualità e di quantità e la loro pubblicazione, oltre a garantire gli standard, assicura ad ogni ospite la specifica tutela. La Carta dei servizi dispone anche di un modulo che consente eventuali reclami nel caso in cui si dimostri che il servizio offerto è inferiore per qualità e tempestività rispetto a quanto stabilito. A tale proposito va detto che gli indici di gradimento sono sempre elevati e lo si rileva da periodici sondaggi realizzati mediante questionari, sia tra gli ospiti che tra lo stesso personale.
 «Siamo una struttura nella quale, ad ognuno degli ospiti è garantito un sostegno globale, in armonia con il bisogno individuale». Questo sottolineano i responsabili della Domus Meridiana, che proprio di recente ha anche organizzato la prima giornata delle porte aperte. Uno dei punti qualificanti del servizio è certamente quello di riuscire a mantenere le abitudini di vita e le capacità che l’ospite aveva prima di entrare, insieme ai contatti con la famiglia, gli amici e il territorio, aspetti essenziali per garantire una qualità di vita ottimale. Infine, la Carta dei servizi di cui la Domus Meridiana si è dotata, offre anche l’opportunità a chi vive all’esterno, di conoscere le attività che vengono svolte e i livelli delle prestazioni offerte. (b.c.)
Alto Adige 24-5-10
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domenica, 23 maggio 2010

Sanità, per cambiare davvero ci vuole coraggio da parte di tutti

GIORGIO DOBRILLA
Il testo del progetto Mayr è ancora in discussione alla Commissione per il riordino clinico (presieduta dal primario cardiologo Pitscheider), ma la parte relativa alla riorganizzazione degli ospedali non è sta comunque ancora esaminata e i giudizi devono dunque rimanere in stand by, ma qualche perplessità è già possibile esprimerla.
 Intanto, il cittadino dovrebbe essere sicuro che i 26 membri della Commissione siano davvero degli esperti “nello specifico” e non siano condizionati da pressioni extra-sanitarie e dovrebbe pure sapere che il loro è comunque solo un parere consultivo che i politici possono anche disattendere (è appena successo pure per il Servizio di Medicina Complementare a Merano).
 Così anche non fosse, una domanda che va in ogni modo posta è se si avrà il coraggio politico di eliminare servizi o reparti quanto meno improduttivi, dato che ciò che incontrerà inevitabili resistenze. Ancora, solo con il collegamento in rete (attualmente inesistente) di tutti gli ospedali sarebbe poi possibile decidere chi o quale reparto è autorizzato ad eseguire uno specifico intervento. In una sanità avanzata nessuno dovrebbe poter fare ciò che gli pare sulla pelle dei malati. Più chiaramente, ci devono essere parametri ben precisi che impediscano la realizzazione di procedure o interventi terapeutici al di fuori di criteri minimi di qualità.
 Ho sentito in qualche occasione Pitscheider, e ne condivido il pensiero, che chi attua un intervento diagnostico o terapeutico impegnativo (e costoso) debba disporre di un numero minimo di casi clinicamente appropriati e non “simulati”, numero ovviamente condizionato dalla consistenza del bacino di utenza. Un esempio teorico per i non addetti ai lavori (ma gli esempi concreti non mancano, vedi le polemiche su Silandro) non avrebbe senso un centro trapianti in un area circoscritta, dove l’esigenza di trapianti è ovviamente bassa e l’equipe che li deve fare è chiamata in causa poche volte all’anno. Bisogna pertanto avere il coraggio di chiedersi pregiudizialmente, ad esempio, quali sono nostre strutture provinciali che rispettano gli standard numerici minimi, i soli a garantire la qualità delle prestazioni. Per vincere la umanamente comprensibile resistenza dei protagonisti coinvolti (sindaci, medici e pazienti-elettori) è necessaria una volontà politica molto forte. Tornando al progetto dei megadipartimenti, esistenti e funzionanti in qualche Paese come ad esempio la Germania, bisogna vedere se questi possono funzionare anche da noi se prima non cambia la mentalità degli “attori”. Non basta chiamare “Dipartimento” un insieme di più reparti che continuano a funzionare come vasi poco comunicanti. Una soddisfacente collaborazione interdisciplinare certo già esiste in qualche ospedale grazie alla buona volontà dei singoli. Ma se manca uno spirito collaborativo “spontaneo”, non credo che lo si possa ottenere “ope legis”.
 Infine, è assolutamente necessario dare molta attenzione alla sanità sul territorio, specie se si vuole diminuire il numero di ricoveri non necessari, così come ottimizzare la collaborazione tra medici ospedalieri e medici di base, iniziativa che mi risulta sia da poco portata avanti dal nostro Ordine dei Medici. In conclusione, qualcosa si muove, ma desta qualche riserva non la fattibilità della soluzione dipartimentale (se lo si è deciso lo si farà), ma il suo funzionamento e la sua concreta ricaduta in termini di risparmio dei costi sanitari abbinato ad una migliore assistenza sanitaria dei cittadini. Come ha detto ieri Donazzan, presidente dell’Anpo, al momento le idee sembrano poche e confuse. “Per costruire grattacieli possiamo demolire vecchie case in mattoni - mi diceva anni fa un mio saggio e vecchio amico - ma non utilizzare poi gli stessi mattoni al posto del cemento armato”. Stiamo comunque a vedere come si sviluppano le cose.
Alto Adige 23-5-10
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giovedì, 20 maggio 2010


Ragazzi tra bulimia e anoressia

MICHELA PERINI
Ottavo e penultimo appuntamento stasera alle 20.30 presso l’Aula Magna della scuola superiore Kunter (via Guncina 1) con «Genitori in Formazione», percorso organizzato dal Centro Germoglio di Bolzano, e riservato ai soli iscritti. Relatrice della serata sarà la pedagogista e psicoterapeuta Raffaela Vanzetta, che presenterà una lezione interamente dedicata alle problematiche dell’alimentazione nei bambini e negli adolescenti.
 Si tratta certamente di uno dei temi più difficili, da un certo punto di vista, dell’intero ciclo di incontri. Se non altro perché tocca da vicino, talvolta in modo drammatico, centinaia di famiglie con figli, e soprattutto figlie, adolescenti.
 Nel corso dell’incontro, intitolato «Uno per la mamma, uno per il papà e uno per la zia», la psicoterapeuta, direttrice e coordinatrice delle attività di Infes - Centro per disturbi del comportamento alimentare - guiderà i genitori nel complesso mondo dell’alimentazione illustrando passo per passo cause e atmosfere che tendono a incrinare il normale rapporto col cibo. L’abbiamo intervistata.
«Uno per la mamma, uno per il papà, uno per la zia», è questo il curioso titolo del suo intervento alla scuola genitori, ci può spiegare meglio?
 «Lavorando sui disturbi alimentari ho iniziato ad indagare per capire quando il normale rapporto col cibo comincia a diventare problematico, quando e come le persone arrivano a non fidarsi più del proprio senso di sazietà e del proprio senso di fame. Molto spesso gli individui che sviluppano seri disturbi alimentari non hanno avuto l’opportunità nell’infanzia di rapportarsi col cibo in modo tranquillo e sano».
Ma qual è l’atteggiamento dei genitori d’oggi nei confronti dell’alimentazione?
 «Oggigiorno l’alimentazione è uno stress notevole per i genitori, sono sempre molto preoccupati che i loro figli non mangino a sufficienza. Stranamente nonostante la società sia sempre più incline all’obesità c’è ancora una fortissima preoccupazione che i figli mangino troppo poco e i genitori sono disposti a fare di tutto purché i loro bambini facciano un boccone in più: raccontano storie, si inventano giochi a tavola, accendono la televisione, insomma fanno davvero di tutto per distrarli».
Ma qual è la causa di questa eccessiva preoccupazione?
 «In parte conserviamo dentro di noi geni e preoccupazioni dei nostri nonni: quando vediamo un bambino piccolo bello paffuto tendiamo a pensare subito “guarda che bello sano”. Questa associazione è ancora un atteggiamento molto diffuso, nonostante non abbia alcun reale fondamento. Inoltre, siamo letteralmente bombardati da teorie su quello che bisogna e non bisogna mangiare, e questo crea una generale insicurezza che ci porta a non ascoltare più il nostro corpo. Nella società attuale la salute ha assunto un’importanza esagerata, quasi maniacale e la gente vive stressata dall’idea di dover essere sana».
Cosa ci può dire invece sul “non voler mangiare”?
Nei bambini piccoli il rifiuto del cibo non è mai un disturbo alimentare. Se i bambini rifiutano il cibo bisogna cercare di capire cosa c’è dietro, da cosa dipende questo blocco. Molto importante è l’atmosfera che si respira a tavola: se è positiva scaccia ogni preoccupazione ma se, invece, è negativa può arrivare a chiudere lo stomaco. Tra gli adolescenti, invece, è forte la paura di ingrassare e gli studi confermano che in Alto Adige una quindicenne su tre si sente troppo grassa. Per rimediare a questo stato di disagio la persona inizia a rifiutare il cibo, in principio elimina i condimenti, poi i carboidrati, poi i dolci, e così via, fino a ridurre la propria alimentazione al niente».
Quali sono gli errori da evitare al fine di garantire al bambino un rapporto sano col cibo?
 «Esiste una sola regola: io genitore ho il compito di decidere cosa mettere in tavola, ma il bambino deve essere libero di scegliere cosa e quanto mangiare. I genitori fanno una gran fatica ad accettare che il figlio faccia le sue scelte: basta che un bambino rifiuti le verdure e i genitori vanno nel pallone. Spesso il bambino capisce che il suo atteggiamento di rifiuto agita i genitori e usa questa sua forza anche in altre circostanze per ottenere ciò che vuole».
Ma in passato esistevano tutti questi problemi col cibo?
 «Mi sono informata su questo punto chiedendo a mio padre che è cresciuto con 9 fratelli. Mi ha raccontato che la loro mamma non aveva nemmeno il tempo di stare a vedere chi mangiava e chi no, lei metteva in tavola quel che c’era e ognuno mangiava quel che voleva senza tante preoccupazioni. Raramente qualcuno risultava essere troppo grasso o troppo magro, grassi e magri si era per costituzione. Vero è, che l’offerta che c’era in passato era più sana: si mangiavano le verdure dell’orto, raramente carne e dolci, ma i cibi in scatola non esistevano e neppure quelli precotti».
Alto Adige 20-5-10
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giovedì, 20 maggio 2010


Test a sorpresa del Ctcu: raggi dannosi nei solarium

BOLZANO. I controlli a sorpresa eseguiti dal Centro consumatori (Ctcu) in 10 centri abbronzatura di Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Vipiteno e Caldaro hanno dato esisto sconfortante: tutte le lampade hanno evidenziato un valore di irraggiamento superiore a 0,4 Med (irraggiamento minimo per l’insorgere di arrossamento dato da scottatura solare).
 Il direttore del Ctcu, Walther Amdreaus, parla di una situazione inquietante visto che qualunque esposizione all’irraggiamento solare artificiale aumenta il rischio di sviluppare tumori della pelle. «Secondo le direttive - spiega - la prima seduta di abbronzatura di un cliente non ancora esposto non dovrebbe superare il valore di 0,4 Med. In nessun caso, quindi nemmeno nelle sedute successive alla prima, dovrebbe essere superato il valore complessivo di 1,0 Med. Tutti i centri di abbronzatura che abbiamo testato riportano un valore di irraggiamento superiore a 0,4 Med, cioè pericoloso per la cute ed in alcuni casi abbiamo misurato valori anche cinque volte superiori alla norma». Il test è stato effettuato con sensori specifici: ne sono stati utilizzati tre per ogni singolo solarium, posizionati in corrispondenza del viso, della schiena e dell’addome. «Tutti i centri che abbiamo controllato rilasciano consulenze errate o gravemente incomplete cliccate sul sito www.centroconsumatori.it e vedrete. In 7 dei 10 centri mancavano pure gli occhiali protettivi». Quindi i consigli del Ctcu a chi proprio non riesce a fare a mano dell’abbronzatura artificiale. 1. Chi ha molti nei dovrebbe prima chiedere al medico se effettuare o no sedute di solarium; 2. Prima della seduta vanno eliminati trucco, profumi, lozioni e spray per il corpo (contrariamente, purtroppo, a quanto consigliato il più delle volte nelle prove effettuate); 3. Vanno usati sempre gli occhiali protettivi per evitare guai seri agli occhi; 4. Non vanno effettuate più di 2 sedute a settimana e più di 30 l’anno.
Alto Adige 20-5-10
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lunedì, 17 maggio 2010

Ospedale: assemblea Anaao, visite sospese

BOLZANO. Oggi dalle 9 alle 12, presso l’ospedale, si terrà l’assemblea sindacale dell’Anaao. L’Asl comunica che per questo motivo l’attività dei poliambulatori verrà sospesa. Il centro unico di prenotazione provvederà a spostare le visite programmate ad altra data. I primari - comunica l’Asl - ridurranno le attività ambulatoriali presso i propri reparti-servizi in relazione alla presunta partecipazione dei propri collaboratori e quindi potranno verificarsi disagi. Tra i temi all’ordine del giorno dell’assemblea dell’Anaao: il megadipartimento di medicina. Dopo la dura presa di posizione dei medici del reparto, ora è l’Anaao a chiedere una risposta alla Direzione Strategica del comprensorio.
 «Da anni - si legge nel documento messo a punto dall’Anaao - i pazienti possono essere ricoverati senza limite numerico nel reparto di Medicina nonostante che siano stati progressivamente ridotti i posti letto. Secondo il modello seguito i pazienti possono essere collocati fisicamente in qualsiasi altro reparto dell’ospedale a carico della Medicina, con conseguente evidente disagio da parte degli stessi pazienti e del medico».
 Ecco i numeri: nel 2009 Medicina ha ricoverato circa 5000 pazienti acuti, circa un terzo di tutti i ricoveri acuti provenienti dal Pronto soccorso. Il sindacato denuncia la mancanza di una strategia di collocazione dei ricoveri in esubero, demandando invece di volta in volta la soluzione della problematica ai medici di Pronto soccorso e Medicina. L’Anaao chiede ora che vengano rispettate le iniziative di Risk Management redatte dal Ministero della salute e fa delle proposte concrete di riorganizzazione. I medici chiedono che la Direzione strategica “provveda a potenziare in maniera forte il Pronto soccorso dell’ospedale, che vengano mantenute esecutive le norme interne di una più equa distribuzione dei ricoveri già varate negli anni precedenti, che venga sostenuta la proposta di prevedere in tempi rapidi l’istituzione di un piano di progettazione di percorsi clinici intraospedalieri per una più appropriata assegnazione dei pazienti in degenza”.
 L’Anaao ricorda che il Pronto soccorso ha già una media di poco inferiore ai 100.000 accessi l’anno per un bacino di 250.000 utenti. Di questi circa 60 accessi al giorno avvengono nelle ore notturne, quando c’è un solo medico di guardia.
Alto Adige 17-5-10
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domenica, 16 maggio 2010


Medici di base: ricoveri già selezionati
Questa la risposta a "Ospedale, stop ai ricoveri inutili " del 15-5-10

ANTONELLA MATTIOLI
BOLZANO. «Sul principio siamo d’accordo, è sulle modalità di attuazione che abbiamo dubbi: non vorremmo che si scaricasse tutto sui medici di medicina generale». Mette le mani avanti Domenico Bossio (Fimmg).
 L’altra sera il gruppo di riordino clinico, dove siede anche un rappresentante dei medici di medicina generale (di base o di famiglia, ndr), ha approvato un documento che fissa alcuni principi di quella che dovrà essere l’organizzazione della medicina sul territorio. Perno del nuovo organigramma il medico di famiglia (in Alto Adige sono 282 e hanno anche più di 2 mila pazienti) quindi i distretti e l’ospedale che, in un futuro quantomai vicino, dovrà essere destinato quasi esclusivamente alle patologie gravi, per consentire agli specialisti di concentrarsi sui casi più acuti. Obiettivi della rivoluzione: eliminare o almeno ridurre le prestazioni inappropriate richieste all’ospedale, ridurre le liste d’attesa, contenere i costi, migliorare le prestazioni specialistiche.
 Tutti d’accordo su principi e obiettivi, il problema è come passare ora dalla teoria alla pratica. Michele Comberlato, presidente dell’Ordine dei medici, consapevole delle difficoltà ha già detto che bisognerà arrivare alla fase attuativa attraverso “percorsi condivisi”. Ma Domenico Bossio, combattivo vicesegretario della Fimmg (Federazione medici medicina generale), mette le mani avanti: «Una riforma del sistema non è più rinviabile, attenzione però a non scaricare la patata bollente sui medici di medicina generale che sono già oberati di lavoro. La riorganizzazione presuppone il coinvolgimento di tutte le parti in causa e il potenziamento dei distretti. Non è pensabile che una serie di patologie che oggi arrivano in ospedale vengano dirottate su di noi».
 Bossio contesta anche le cifre fornite dall’Asl, in base alle quali il 20-25% dei ricoveri richiesti dai medici di base sarebbe inutile. Ciò fa lievitare i costi e le liste d’attesa.
 «Tanto per cominciare - ci tiene a precisare il medico di Lana - noi non ricoveriamo nessuno. Chiediamo all’ospedale di farlo, ma l’ultima parola spetta al pronto soccorso. La verità è un’altra. L’ospedale scoppia perché avanza l’età della popolazione e con essa le patologie croniche. In linea di massima però nessuno manda un paziente in ospedale se non serve».
 Bossio al riguardo cita l’esperienza sua e di un gruppo di medici di famiglia di Merano e dintorni: «Noi garantiamo l’assistenza domiciliare integrata. Ovvero, siamo organizzati anche con le infermiere del distretto per far sì che il paziente con patologie croniche come il paziente oncologico in fase terminale possano rimanere a casa fino all’ultimo e senza soffrire. Questo implica un grosso sforzo e una grande collaborazione a tutti i livelli, a beneficiarne però alla fine sono il malato e i familiari che gli stanno accanto».
 Se adesso ai medici di medicina generale si vuol chiedere di più, bisognerà mettere nero su bianco le nuove linee guida.
 «È chiaro - dice Bossio - che in questo nuovo quadro che si va delineando si debbano potenziare i distretti sul territorio. E comunque la Provincia non ci può chiedere di fare i salti mortali, per risparmiare e poi spendere fior di quattrini per il reparto di medicina alternativa».
Alto Adige 16-5-10
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sabato, 15 maggio 2010

Incentivi a chi integra e assume persone diversamente abili

BOLZANO. La giunta provinciale ha rinnovato anche nel 2010 il concorso per il conferimento del Premio integrazione lavorativa. Al concorso, indetto per la quarta volta, possono partecipare tutte le aziende private che occupano lavoratori diversamente abili e che possono segnalare esperienze e azioni innovative intraprese per favorire l’integrazione lavorativa nel proprio ciclo produttivo. Le candidature devono essere presentate entro il 30 giugno. Sono oltre 2000 le persone diversamente abili che in Alto Adige sono inserite a vario titolo nel mondo del lavoro e fra queste è aumentato il numero di coloro che pur avendo una disabilità grave sono integrati bene e stabilmente. “Un segnale positivo e confortante, in un momento di particolare instabilità del mercato del lavoro”, sottolinea l’assessore Bizzo che ricorda come questo fatto dipenda dall’esperienza acquisita in Alto Adige nell’attuazione di misure specifiche e mirate da parte dei servizi territoriali. “Anche la crescente sensibilità dei datori di lavoro verso le condizioni di lavoro e la responsabilità sociale incidono positivamente”.

Handicap, c’è ancora tanto da fare

Alla fine del mandato di Referente per l’handicap penso di tracciare un breve bilancio.
 Alcuni risultati sono degni di nota: il Comune, su proposta della Referente per l’handicap, ha approvato l’istituzione della Consulta delle persone con disabilità, un organismo comunale al quale potranno partecipare non solo coloro che fanno parte di un’associazione, ma anche genitori, utenti, rappresentanti degli operatori sociali, semplici cittadini che vogliano dare un contributo alla risoluzione dei molti problemi che riguardano il mondo dell’handicap. E’ stata poi approvata l’adesione del Comune di Bolzano alla Convenzione Onu per i diritti dei disabili, molto di più di una semplice legge ma l’obbligo tassativo per i paesi che vi aderiscono di rispettare, applicare leggi e norme che garantiscono i diritti delle persone con disabilità. Altri risultati sono stati ottenuti nel settore delle barriere architettoniche, dei trasporti, dei parcheggi riservati, grazie anche all’attività di Sportello nella sede centrale del Comune e nei diversi quartieri e alla collaborazione di tutte quelle persone disabili e non che hanno voluto segnalare alla Referente problematiche, carenze, proposte. Restano però gravi problemi da risolvere: a partire dalla necessità che la Provincia applichi finalmente leggi che garantiscono il pieno diritto anche per il disabile grave di interventi di riabilitazione e/o mantenimento delle abilità acquisite e naturalmente delle capacità residue. Le lungaggini amministrative, aggravate da insensibilità e scarsa conoscenza delle leggi, costituiscono un ulteriore ostacolo per le persone con disabilità.
 Dai parcheggi riservati, scarsi o occupati da chi non ne ha diritto, alle piscine non accessibili, alle strutture fatiscenti che talvolta sono destinate ad ospitare i disabili, dalla difficoltà ad accedere a negozi, uffici, la città di Bolzano dimostra che ancora molto rimane da fare per favorire una vita il più possibile indipendente ed autonoma alla persona con disabilità e rendere la città accogliente ed accessibile a tutti.

Alto Adige 15-5-10
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sabato, 15 maggio 2010


Ospedale, stop ai ricoveri inutili

RIFORMA SANITARIA Ai medici di base un ruolo determinante Saranno potenziati i distretti sul territorio

BOLZANO. Tutti d’accordo sugli obiettivi: eliminare o almeno ridurre le prestazioni inappropriate richieste all’ospedale, ridurre le liste d’attesa, contenere i costi, migliorare le prestazioni specialistiche e destinare l’ospedale alle patologie gravi. Ieri il Gruppo di riordino clinico ha approvato un documento che contiene i principi. «Adesso - dice Michele Comberlato, presidente dell’ordine dei medici - bisogna, attraverso percorsi condivisi, individuare le modalità per aumentare la qualità delle prestazioni, riducendo la spesa». Comberlato sa perfettamente che il processo si annuncia difficile, perché presuppone un cambio di mentalità sia per quanto riguarda la classe medica che il cittadino. L’idea di fondo è quella di articolare il sistema sanitario su tre livelli: lo specialista di medicina generale, ovvero il medico di base, i distretti che andranno potenziati, l’ospedale con reparti che puntano sempre più all’eccellenza. In realtà, non si tratta di inventare nulla: i tre livelli esistono già oggi. «Ciononostante - spiega Comberlato - l’ospedale è sempre più oberato di richieste di prestazioni specialistiche inappropriate. Ovvero, si tratta di patologie che potrebbero benissimo essere seguite dal medico di medicina generale o dagli specialisti dei distretti. Di qui la necessità di definire i percorsi, perché i tre livelli funzionino davvero e dialoghino tra loro per garantire un servizio al passo coi tempi».
 Ormai una riforma del sistema non è più rinviabile: le prestazioni specialistiche, fornite dall’ospedale, crescono in maniera esponenziale. Secondo l’Asl il 20-25% dei ricoveri richiesti dai medici di base sarebbe inutile. Ciò fa lievitare i costi e le liste d’attesa. «E cosa ancora più preoccupante - afferma Comberlato - distoglie lo specialistica dai casi davvero gravi. Serve un cambio di mentalità anche da parte del cittadino che, negli ultimi anni, è entrato nell’ordine di idee che solo l’ospedale possa dare una risposta adeguata ai suoi problemi. Non è così. Per questo sarà importante operare oltre che sul fronte medico anche a livello di educazione sanitaria. La gente deve capire che certe scelte vanno fatte per migliorare un servizio che, com’è strutturato oggi, non può più reggere». (an.ma)
Alto Adige 15-5-10
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martedì, 11 maggio 2010


Avvisi sui solarium: fa male alla pelle

BOLZANO. L’uso di solarium danneggia la pelle. Sarà più o meno di questo tenore il cartello che gli amanti dell’abbronzatura dodici mesi all’anno, troveranno davanti alla doccia o al lettino. È una delle novità introdotte ieri dalla giunta provinciale che ha approvato il regolamento di esecuzione relativo appunto all’attività di solarium. L’altra riguarda la formazione del personale. Il regolamento prevede infatti che nelle strutture ricettive (alberghi), dove siano presenti solarium accessibili e utilizzati da terzi (lo stesso non vale per i clienti dell’hotel), il personale dovrà essere in possesso di una specifica formazione di 30 ore e 3 mesi di pratica.
 Motivo del giro di vite? Amministrativo e sanitario. «È una legge nazionale - spiega l’assessore Thomas Widmann che ha portato la delibera in giunta - ad imporcelo: anzi noi, pur adeguandoci, chiediamo un programma di formazione più soft. Il corso di formazione comunque dovrà essere seguito da chi gestisce il solarium in un albergo come dalle estetiste. Lo stesso discorso vale per i cartelli che dovranno essere esposti all’esterno di tutti i solarium. D’ora in poi saremo molto severi nei controlli delle strutture alberghiere che offrono anche alla clientela esterna la possibilità di usare i solarium: chi lo fa deve mettersi in regola. Altrimenti rischia la multa». Il presidente Durnwalder ha invece toccato l’aspetto medico-sanitario della decisione: «L’Organizzazione mondiale della sanità ha messo in guardia circa i rischi per la salute e in particolare per la pelle provocati dalle lampade solari e pertanto nei solarium appositi cartelli esplicativi dovranno indicarli in modo chiaro. Una segnaletica dunque a scopo informativo, di precauzione e prevenzione. Al cittadino ovviamente la libertà di scegliere se usufruire del servizio».
 Il nuovo regolamento, come prevedibile, è oggetto di critiche da parte della categoria delle estetiste.
 Cristina Abbruzzese, titolare del centro estetico Bella Bé di via Carducci, non usa mezzi termini: «Sono misure assurde che non servono a nulla. Se non a creare inutili paure nella clientela. Il problema è un altro e non si risolve né con i corsi di formazione, visto che è prevista già nel profilo professionale l’abilitazione dell’estetista ad usare i solarium, né tantomeno con i cartelli».
 Qual è dunque il problema? «Bisogna dire le cose come stanno, ovvero che il solarium come il sole come qualsiasi altra cosa fa male quando si esagera. A conferma che il solarium non è il diavolo, ma ha anche effetti terapeutici, il fatto che io ho delle clienti che arrivano su prescrizione del medico. Poi c’è il problema della manutenzione delle apparecchiature: le lampade vanno sostituite in media ogni 400 ore, i filtri dopo 800. Io ho appena sostituito le lampade e ho speso tra i 2.500 e i 3 mila euro. I costi elevati della manutenzione, che evitano danni alla pelle, possono scoraggiare la sostituzione, per questo la Provincia più che di mettere cartelli, che alla fine creano solo allarme, dovrebbe preoccuparsi di intensificare i controlli. Fanno il tampone sui tronchesini per le unghie per verificare che siano stati sterilizzati, non vedo perché non si faccia altrettanto con i solarium. Io ho l’apparecchiatura da quattro anni e non ho ancora visto nessuno». Molto critico anche Ivo Dalpasso, titolare del Centro estetico Eden 2000 di via Cesare Battisti: «Ho il solarium da 15 anni e ho assunto l’estetica proprio perché ha il diploma che le consente di gestirlo. Non capisco perché adesso dovrebbe frequentare un corso di formazione di trenta ore più tre mesi di pratica. Lei la pratica la fa ogni giorno lavorando nel mio centro. Anche il cartello mi pare inutile. Davanti al solarium abbiamo già le tabelle con i consigli per ogni tipo di pelle». (an.ma)
Alto Adige 11-5-10
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categoria:salute
lunedì, 10 maggio 2010

Lungodegenti, scontro sulle spese

BRUNO CANALI
LAIVES. La giornata delle porte aperte alla casa di lungodegenza «Domus Meridiana», ha fornito l’occasione a tanta gente di visitare la struttura. Ma è polemica sui finanziamenti da parte del Comune.
 È la prima volta che la struttura di Laives organizza questo genere di manifestazione. «Lo abbiamo fatto - dice il direttore Marco Maffeis - per dimostrare che è una “casa di vita” e non un posto dove si aspetta di morire».
 Ma la giornata aperte è stata anche l’occasione per guardare al futuro della struttura. «Sarebbero necessari lavori di ristrutturazione, a qualche anno dall’apertura - ha spiegato Oswald Schiefer, presidente della Comunità comprensoriale, ente gestore della struttura - però rimane il problema dei finanziamenti. La Provincia in questo caso garantisce fino al 70% delle spese, mentre il 30% rimanente toccherebbe all’amministrazione comunale». E qui arriva la nota dolente perché secondo Schiefer proprio il Comune farebbe «orecchie da mercante» per quel che riguarda i soldi. «Faccio i complimenti a tutti coloro che stanno facendo funzionare al meglio la casa di lungodegenza - ha proseguito infatti Schiefer - nonostante vi siano oramai delle cose da sistemare, vedi ad esempio i letti o la cucina, troppo piccola visto che oramai sforna pasti non solo per i lungodegenti ma anche per il centro diurno, per la mensa degli anziani e per i pasti a domicilio. Purtroppo finora ogni nostra richiesta al Comune di Laives affinché faccia la sua parte, è caduta nel vuoto. Abbiamo ottenuto da loro parole di disponibilità ma poi, quando si è trattato di arrivare al dunque, ci hanno sempre detto che mancano i soldi». La cifra complessiva, aggiunge il direttore Maffeis, si aggira sui 200 mila euro «di cui 40-50 mila per adeguare la cucina, 100 mila per il giardino e 70 mila circa per sistemare il primo piano e renderlo più funzionale. Il Comprensorio fa un ottimo lavoro e solleva il Comune dall’onere di gestione della struttura, ma perlomeno ci metta la sua parte di finanziamenti». Sempre Maffeis spiega che, ad esempio, solo 4 camere attualmente sono dotate di ossigeno e invece servirebbe un impianto centralizzato come in ospedale. Poi ci sarebbe la parte per le demenze da allestire.
Alto Adige 10-5-10
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categoria:salute, comune di laives
giovedì, 06 maggio 2010

Antenna sul tetto a Laives per altri 2 anni

Incontro cittadini, giunta, Ctc sui pericoli per la salute Una campagna informativa per usare meno il cellulare

LAIVES. Quella grande antenna per le telecomunicazioni, installata sul tetto della casa delle associazioni, in cima a via Pietralba a Laives, fin dall’inizio è stata guardata dai cittadini circostanti con un certo sospetto: temevano e temono, l’inquinamento elettromagnetico e per questo si erano riuniti in comitato promuovendo anche una raccolta di firme che aveva indotto l’amministrazione comunale ad organizzare una serata pubblica con dei tecnici che hanno rassicurato sostanzialmente tutti.
 I timori nei confronti di possibili rischi per la salute però sono rimasti, tant’è che ieri c’è stato un incontro tra alcuni di questi cittadini, la giunta e i rappresentanti del Centro tutela consumatori per parlare proprio dell’antenna sulla casa delle associazioni, così vicina anche alla scuola materna tedesca oltre che alla casa di riposo di via Dante.
 «Abbiamo convenuto tra tutti che predisporremo un protocollo - spiega il sindaco Giovanni Polonioli - per un impegno comune a realizzare una campagna informativa anche presso le scuole, spiegando ai ragazzi che non è bene utilizzare continuamente il telefonino. Come amministrazione comunale abbiamo garantito che promuoveremo costanti controlli sui livelli di emissione elettromagnetica dell’antenna, anche se gli esperti ci avevano spiegato che saranno molto basse e sotto la soglia di legge. Si è pensato poi di installare attorno alla zona delle colonnine sulle quali i cittadini potranno verificare i livelli di inquinamento elettromagnetico prodotto dall’antenna».
 L’impianto per la telefonia mobile ad ogni modo è destinato a rimanere dov’è, sul tetto della casa delle associazioni, solo un paio di anni, quanto basterà prima che si facciano lavori programmati in quell’edificio e quindi, dopo anche l’antenna dovrebbe essere tolta. Perché si sia deciso di metterla proprio tra le case della città invece che in zona Galizia, come molte altre del genere, lo avevano spiegato i tecnici: i nuovi sistemi di trasmissione dati con i telefonini di ultima generazione, per funzionare al meglio richiedono che le antenne dei ripetitori siano il più vicino possibile alle utenze. Per questo la scelta è caduta sulla palazzina delle associazioni, in cima a via Pietralba. E’ stata esclusa invece la proposta che venisse installata sul tetto del municipio perché su quel tetto, appena possibile, dovrebbero trovare posto i pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica con il sole. (b.c.)
Alto Adige 6-5-10
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categoria:salute, comune di laives
martedì, 04 maggio 2010


LA STRUTTURA DELLA CARITAS A LAIVES ospita sieropositivi e malati di Aids

LAIVES. «Casa Emmaus» è una struttura gestita dalla Caritas che ospita persone sieropositive e malati di Aids. La comunità residenziale di Laives può accogliere un massimo di 12 persone, seguite 24 ore al giorno. Vengono garantiti assistenza professionale e controlli medici in un ambiente protetto e, se richiesto, l’accompagnamento psicologico e religioso. Gli utenti possono collaborare alle attività della Casa: lavorare nell’orto, nel parco, nella stalla delle capre o nel pollaio e impiegare così in modo utile il tempo a disposizione. C’è la possibilità di organizzare visite di singole persone, classi scolastiche o gruppi. Casa Emmaus è stata inaugurata il 4 ottobre 1997 ed è stata realizzata all’interno dell’ex albergo Moser. La situazione clinica è seguita, oltre che dagli infermieri sempre presenti, dal personale medico del reparto infettivi del San Maurizio.
Alto Adige 4-5-10
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categoria:salute
martedì, 04 maggio 2010


La denuncia della Uil «Per la prevenzione non si fa abbastanza»

LAIVES. «Siamo molto colpiti da questo incidente sul lavoro - dichiara Christian Troger, della Uil Sgk, settore alimentaristi - perché ancora una volta pone in evidenza, in tutta la sua drammaticità, il problema della prevenzione, anche nella nostra provincia. Una prevenzione che evidentemente non è sufficiente. Ritengo serva maggiore attenzione in questo senso, da parte di tutti, ente pubblico ed imprese, mettendo in atto tutti i dispositivi possibili affinchè la sicurezza sul posto di lavoro venga sempre garantita».
 Christian Troger aggiunge poi che occorre arrivare ad una vera e propria cultura della sicurezza sul lavoro, unica maniera per cercare di evitare episodi gravi e drammatici come quello accaduto ieri alla Vog, nella zona industriale a sud della città.
 Questo drammatico episodio segue di pochi giorni quello fortunatamente meno grave, accaduto presso il cantiere dell’Ipes, in fondo a via Noldin, dove si stanno ultimando nuovi appartamenti. (b.c.)
Alto Adige 4-5-10
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categoria:salute
lunedì, 03 maggio 2010


Servizi sociali: 265 euro a testa

BOLZANO. Cambia il sistema di finanziamento dei servizi sociali: lunedì l’assessore Richard Theiner porterà in giunta provinciale la delibera che contiene il nuovo sistema di finanziamento e quella che fissa i livelli essenziali delle prestazioni sociali. Temi questi che, nei mesi scorsi, sono stati oggetto di frizioni tra Provincia e Comune. Bolzano, in quanto sede di servizi multizonali, ovvero utilizzati anche da cittadini che non abitano nel capoluogo, ha rivendicato maggiori finanziamenti per la gestione e il funzionamento. Una settimana fa l’assessore Patrizia Trincanato ha ottenuto l’assicurazione che la Provincia ne terrà conto nella ripartizione delle risorse.
 Risultato: a fronte di un finanziamento medio annuo per i servizi sociali di 220 euro ad abitante, un comune come Bolzano - dove c’è un maggior fabbisogno di prestazioni sociali - ne riceverà 265. La spesa complessiva per i servizi sociali che include i distretti (assistenza domiciliare, assistenza economica, servizio sociopedagogico), i servizi per minori, i disabili, il disagio psichico, le dipendenze, l’emarginazione sociale e l’immigrazione, ammonta a 135 milioni di euro annui. Circa 110 milioni vengono finanziati dalla Provincia tramite il fondo sociale provinciale, il resto proviene dai Comuni e dalle tariffe pagate dagli utenti.
 Dal 1991 le sette comunità comprensoriali e il Comune di Bolzano (tramite l’Assb) sono i più importanti erogatori di servizi sociali in Alto Adige. Le strutture e i servizi sono circa 300, più di 2 mila i collaboratori e circa 50 mila le persone assistite annualmente.
 Per questi servizi verrà introdotto a partire da quest’anno un nuovo sistema di finanziamento, basato essenzialmente su una quota pro capite ponderata. Il sistema è stato elaborato dalla ripartizione politiche sociali in collaborazione con gli enti gestori e verrà presentato in giunta lunedì da Theiner.
 Finora i finanziamenti venivano concessi sulla base di un fabbisogno annualmente comunicato dagli enti gestori alla Provincia. «Negli anni - spiega Karl Tragust, direttore della ripartizione politiche sociali - si era sviluppata una certa tendenza a basare i finanziamenti sulla “spesa storica”, con stanziamenti che in tal modo avevano finito col distanziarsi dalle reali necessità».
 Col nuovo sistema cosa cambia? «I finanziamenti sono basati su indicatori oggettivi: ogni comunità comprensoriale sarà finanziata in base ai bisogni sociali del territorio. Territori con maggiori fabbisogni e situazioni di necessità (per esempio Bolzano e Merano) avranno una quota pro capite superiore rispetto a territori dove i bisogni sono inferiori».
Alto Adige 1-5-10
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categoria:salute, sociale
giovedì, 29 aprile 2010

Parla mamma coraggio: «Non mi pento perché così ho salvato il mio ragazzo»

GIANFRANCO PICCOLI
 BOLZANO. «E’ stata una scelta difficile, ma non mi pento. Spero che questo momento di grande sofferenza, per me e per lui, serva per dare una svolta alla vita di mio figlio». La mamma del diciassettenne arrestato per spaccio è una maschera di dolore. Il suo ragazzo è stato arrestato per spaccio dopo che la donna aveva chiesto aiuto alla polizia.
Ieri mattina il ragazzo, difeso dall’avvocato Domenico Laratta, è stato sentito dal Gip nell’interrogatorio di convalida dell’arresto. Non potrà tornare a casa, non ora: il giudice ha deciso per un affidamento ad una struttura per minori.
 La madre dell’adolescente ha deciso di parlare con l’Alto Adige per chiarire alcuni punti di una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica. Dietro a questo arresto c’è una storia di «ordinario» disagio giovanile. Con un finale diverso da tanti altri: una mamma che ha deciso di mettere in gioco tutto il suo amore, scontrandosi con la paura di perdere affettivamente un figlio, litigando con i sensi di colpa che affiorano.
 E’ vero che ha denunciato suo figlio?
 «No, non è vero e questo lo ha spiegato anche il giudice ieri a mio figlio durante l’interrogatorio. E’ accaduto che, ad un certo punto, preoccupata per il suo stile di vita, per certi suoi comportamenti e frequentazioni, mi sono rivolta alla polizia per chiedere aiuto e consigli, per capire a quali conseguenze sarebbe potuto andare incontro. Ma la verità è che il nome di mio figlio era già noto alle forze dell’ordine: non l’ho denunciato, non sono stata io a chiedere che lo arrestassero. Anche perché io su di lui avevo sospetti, ma nessuna certezza. Ci tengo a chiarire un’altra cosa».
 Prego.
 «E’ circolata la voce che ho fatto i nomi di presunti complici di mio figlio: nulla di più falso. Mai fatto il nome di nessuno».
 Perché è andata in questura?
 «Innanzitutto per proteggere mio figlio. Poi per tutelare la famiglia».
 Non deve’essere stata una scelta facile.
 «Ma secondo lei quale genitore vorrebbe vedere proprio figlio in carcere? Sto soffrendo tremendamente, non so neppure quando potrò rivederlo di nuovo. La speranza è che tutto questo possa portare ad un radicale cambiamento nel mio ragazzo».
 Suo figlio sapeva che si era rivolta alla polizia?
 «Lo sapeva. E anche per questo aveva del risentimento nei miei confronti. Ed ora pensa che sia stato io a denunciarlo...».
 Se è andata in questura, evidentemente era esasperata...
 «Da tempo vedevo che la sua vita era fuori dai binari. Avevo dovuto ritirarlo da scuola, nonostante i voti fossero buoni, ma le sue assenze crescevano sempre più. Ha cominciato a non rispettare le regole».
 A quell’età è abbastanza normale avere moti di ribellione nei confronti dell’autorità, delle regole.
 «Era una situazione che andava avanti da parecchio tempo e i miei interventi educativi continuavano a cadere nel vuoto. Lui ha continuato a promettere di rimettersi in riga, ma non lo ha mai fatto. Non sapevo più come comportarmi: a volte tornavo a casa e mi chiedevo: “E adesso che cosa faccio?. Si concede sempre un po’ di fiducia...».
 Fino a quando è arrivata la polizia a casa.
 «Un momento terribile per tutti: sono arrivati gli uomini in divisa e lo hanno portato via».
 Signora, ora si pente di quello che ha fatto?
 «E’ da tre giorni che piango e lui non mi vuole parlare. Ma, no, non mi pento. Era giusto che mio figlio sapesse che quando lo riprendevo non stavo scherzando. Spero che la mia scelta sia d’esempio per altri genitori nella stessa situazione: quando si entra in questa spirale, non si riesce ad uscirne da soli, bisogna chiedere aiuto. Anche alla polizia».
 Adesso suo figlio si trova in una struttura per minori.
 «Spero con tutto il mio cuore che per lui sia un momento di svolta. A casa non voleva più rispettare le regole, adesso sarà costretto a farlo. Ma soprattutto mi auguro che nasca in lui una nuova coscienza».

GIUSEPPE MAIOLO

Perché di coraggio ce ne vuole per arrivare a compiere questo gesto. Ci sarà stata anche la forza della disperazione, quella che spinge un genitore a cercare di uscire da un incubo e tentare di salvare il proprio figlio chiedendo aiuto alla Polizia. Ma non c’è dubbio che in un tempo in cui prevale il buonismo genitoriale e la tendenza a giustificare i comportamenti dei figli, magari attribuendo le colpe sempre a qualcun altro, un gesto del genere se non è unico è certamente raro. E’ qui che si impone una riflessione.
 Chiedere aiuto denunciando il figlio rimane un gesto importante, dettato anche dall’amore del genitore oltre che dall’angoscia. Però mi chiedo se comunque a questo gesto non si debba ascrivere anche le dimensione del fallimento educativo. Ovvero: come educatori siamo riusciti a far passare al minore l’attrezzatura necessaria a riconoscer il pericolo, a evitare il rischio? Come genitori siamo stati capaci di porre dei limiti e, caso mai, in grado di negoziare con i figli le loro richieste o contenere le naturali forze oppositive? In altre parole perché la situazione è degenerata al punto tale che dobbiamo richiedere l’intervento delle forze dell’ordine per salvaguardare, addirittura col carcere, l’esistenza dei un figlio.
 Con ciò non penso minimamente a un atto di accusa specifico nei confronti di madre-coraggio. Però temo che oggi ci sia spesso un nesso tra i nostri atteggiamenti educativi improntati più al permissivismo e alla minimizzazione delle responsabilità e le azioni compiute dai minori che con il tempo finiscono col diventare comportamenti disfunzionali o addirittura deviati. Fino a quando non la smetteremo di rimanere silenziosi se un bambino non rispetta le minime regole di convivenza, di sorridere se compie gesti di prevaricazione già all’asilo, o liquidare con il termine “bravata” la derisione, l’offesa, il furtarello, l’inganno ma anche ogni apparente “stupidaggine” che invece dovrebbe essere considerate come trasgressione da rilevare e sanzionare, rischieremo implicitamente di autorizzare ogni tipo di comportamento e fare sì che l’adolescente non sia in grado di valutare le conseguenze delle sue azioni. Questa madre con la sua denuncia che ha portato all’arresto del figlio, certamente si è riappropriata delle sue funzioni educative, ma forse un po’ in ritardo perché come dice Livia Pomodoro, già presidente del Tribunale per i Minorenni di Milano, “Il carcere non serve: li dobbiamo prima di tutto educare!”
Alto Adige 29-4-10

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categoria:salute, sociale
mercoledì, 28 aprile 2010

 «Riformiamo i posti letto » al San Maurizio di Bolzano

VALERIA FRANGIPANE
BOLZANO. Troppi pazienti ricoverati in Medicina interna, Gastroenterologia, Chirurgia e Geriatria. Ma è un po’ tutto il San Maurizio a soffrire. Il direttore del Dipartimento sanità, Florian Zerzer, conosce il disagio e spiega che la strada per risolvere il problema non è affatto semplice ma almeno già segnata. «La risposta sta nella bozza di Riforma che punta a togliere i letti dai singoli reparti per creare due uniche macroaree suddivise tra pazienti chirurgici e pazienti dell’area medica».
 «Sì lo so che i medici chiedono risposte immediate ed hanno ragione a farlo - (risposte che i diretti interessati sperano di ricevere dal Comprensorio in tempi brevi) - ma qui dobbiamo ridisegnare e ripensare l’intero sistema ospedale. E non sarà affatto facile». Per Zerzer la ricetta sta tutta nella bozza di Riforma del sistema sanitario nostrano, firmata da Oswald Mayr, che la Commissione per il riordino clinico discute in queste settimane.
 «Dobbiamo andare a “scoperchiare” i reparti per renderli condivisi, dobbiamo “abbattere” i muri». In che senso? «Non temete, nessuna ruspa. I singoli reparti nel tempo perderanno i loro letti e la riorganizzazione dovrà creare due grandi aree una per pazienti chirurgici e l’altra per pazienti dell’area medica. Dobbiamo fare in modo che i malati vengano visti da più esperti. Dobbiamo razionalizzare e rendere più fluido e agile il sistema. Non esiste altra soluzione e sono convinto che questa sia una delle manovre più importanti che dovremo avere il coraggio di fare ma serve un cambiamento di mentalità anche da parte dei medici». Dottor Zerzer, quali saranno i tempi? «Purtroppo lunghi ma la direzione è questa». La Riforma del resto parla chiaro. «Gli storici confini di reparto tra i singoli ambiti specialistici - scrive Mayr - dovranno essere superati. Dovranno essere create delle unità funzionali a seconda dell’intensità dell’assistenza, i cui posti letto, a seconda della necessità, dovranno essere occupati da specialisti diversi. Il che significa che non saranno assegnati posti fissi ad un primariato - e questo è il punto su cui batte Zerser - ma dovrà essere organizzata una distribuzione dei posti letto in base al fabbisogno con confini di reparto “fuidi”. Potrà sempre succedere poi che nel caso di pazienti che necessitano dello stesso livello di assistenza possano passare dall’area chirurgica a quell’internistica e viceversa».
 Ma il punto non è solo questo. «Sì le due aree con i letti per pazienti chiurgici e “medici” sono necessarie - e questo è chiaro - ma l’obiettivo finale è quello di una lenta e continua riduzione dei posti letto che continuano ad essere troppi e che andranno ridotti».
 Solo pochi giorni fa nel corso di un convegno organizzato dall’Ordine dei medici è emerso - infatti - come l’Alto Adige vanti il tasso d’ospedalizzazione più alto d’Italia.
 «Sì lo so ma il Ministero ci ha confermato quello che abbiamo sempre saputo. Del resto quella dell’elevata ospedalizzazione è una battaglia durissima che si combatte rafforzando il Territorio ma c’è un ma». Cioè? «Non so se poi tenerla bassa sia proprio la soluzione migliore per il paziente. Certo dal convegno dell’altro giorno sono arrivate risposte importanti, ho sentito parlare dei grossi esperti che stanno già andando in questa direzione. Parlo di Gino Gumirato, attuale direttore amministrativo della Azienda sanitaria Roma 3. Di Alessandro Natali, primario di Gastroenterologo all’ospedale di Pistoia che ha presentato un avanzato progetto di ospedale strutturato per livelli di intensità di cura. Credo - conclude Zerzer - che potremo guardare a chi è più avanti di noi e forse beneficiare dell’esperienza altrui». Il presidente dell’Ordine dei medici - Michele Comberlato - ribadisce come per evitare il sovraccarico in ospedale debbano finire solo i casi acuti, altrimenti i reparti scoppiano. «Il problema è che tra la medicina di base e gli ospedali c’è il vuoto. E la conseguenza è il sovraffollamento di alcune Divisioni. Da anni diciamo che bisogna organizzare una rete di servizi sanitari extra ospedalieri, ma cambiare è difficile».
Alto Adige 28-4-10
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categoria:salute
lunedì, 26 aprile 2010

L’Ordine dei medici: troppi ricoveri

BOLZANO. Tra la medicina di base e gli ospedali c’è il vuoto. E la conseguenza è il sovraffollamento delle strutture, soprattutto in alcuni reparti. Questo il parere di Michele Comberlato, presidente dell’Ordine dei medici, dopo la lettera che reparto e primario di Medicina hanno inviato ai vertici dell’Azienda.
 «Quella di Medicina interna è una divisione di grandi dimensioni, con particolari problemi gestionali - commenta Comberlato - ma anche altre divisioni vivono lo stesso problema al San Maurzio: ad esempio a gastroenterologia, dove lavoro io, proprio in questi giorni siamo stati costretti a fare sei ricoveri in altri reparti per mancanza di posti letto. Una situazione - prosegue il presidente dell’Ordine - che può essere risolta solo con una riforma strutturale della sanità altoatesina».
 Comberlato analizza la situazione partendo dai contenuti del convegno che l’Ordine dei medici ha organizzato un paio di giorni fa proprio sull’organizzazione dei servizi sanitari. L’Alto Adige risulta, con la Lombardia, la provincia più ospedalizzata d’Italia: «Una situazione che ci fa precipitare agli ultimi posti nelle classifiche nazionali», spiega Comberlato. «Non voglio entrare nel merito del documento di Medicina, che per altro non ho ancora letto integralmente, tuttavia ritengo che il disagio esposto sia proprio la conseguenza della politica dell’ospedalizzazione. Da anni - prosegue - diciamo che bisogna organizzare una rete di servizi sanitari extra ospedalieri, ma cambiare lo status quo, una tradizione radicata, è davvero difficile».
 La soluzione praticabile? «Bisogna cambiare metodo. Questo - spiega Comberlato - non significa che i medici di medicina generale non fanno il proprio dovere: il problema è che tra loro e gli ospedali non c’è nulla. Con i medici di base, gli ospedalieri, l’Azienda sanitaria e l’Assessorato dobbiamo costruire nuovi percorsi di gestione, pensare a passaggi intermedi, come i poliambulatori: gli ospedali devono essere intesi come centri di cura per patologie acute, per tutti gli altri pazienti bisogna pensare ad una gestione differente. A tutto questo, in futuro, dovremo aggiungere la carenza di medici: si calcola che in Italia nel 2021 il fabbisogno sarà di 25 mila medici». Meno ospedali e più territorio potrebbe essere lo slogan per sintetizzare il suo pensiero? «E’ corretto».
 Emila Romagna e Toscana svettano nelle classifiche nazionali per qualità del servizio sanitario: «E non a caso a Pistoia si sta progettando il nuovo ospedale con 600 posti letto per un bacino d’utenza di poco meno di 300 mila persone - spiega Michele Comberlato - solo il San Maurizio oggi ha un’offerta di 850 posti letto, ma per un bacino d’utenza di circa 220 mila persone».
 Vale ancora il detto che tanti ricoveri uguale a maggiore competenza dei medici? «Direi che vale la regola che troppi ricoveri mandano in crisi un reparto e a risentirne è proprio la qualità: il problema non è solo fare meno ricoveri, ma fare quelli davvero necessari, in modo - aggiunge il presidente dell’Ordine - da garantire le cure adeguate».
 In Alto Adige manca il piano sanitario dal 2003: «Il presidente Luis Durnwalder ha detto che lo vuole presentare entro giugno: ben venga il nuovo piano sanitario - conclude Comberlato - purché contenga delle gocce di novità». (g.f.p.)
Alto Adige 26-4-10
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categoria:salute
domenica, 25 aprile 2010

La Provincia riconosce le coppie di fatto sull’esenzione per i ticket sanitari

L’autocertificazione per l’ottenimento dell’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria, in provincia di Bolzano, prevede alla casella 99 che una persona appartenente ad un nucleo familiare che raggiunga il valore della situazione economica di 1,5 (in base ai parametri) benefici di tale agevolazione. Per la determinazione di tale reddito occorre osservare la disposizione prevista dall’articolo 9: l’esenzione dal ticket sanitario è inquadrato tra le prestazioni di assistenza economica sociale e considera il nucleo familiare quello di “fatto”.
 Il medesimo oltre a considerare la normale famiglia composta di genitori e figli comprende anche i partner conviventi. È strano che la legislazione italiana da anni è impegnata a riconoscere le coppie di fatto attraverso proposte di legge mai riuscite ad entrare nelle porte parlamentari per essere legiferate mentre la Provincia di Bolzano con la sua autonomia è riuscita a determinare una propria regolamentazione. A seguito di tali premesse è frequente trovare coppie conviventi in cui solo uno dei conviventi ricopre la figura di genitore mentre l’altra si trova a convivere senza avere un legame effettivo di sangue. A questa famiglia “di fatto” è preclusa la possibilità da parte del convivente di detrarre fiscalmente i figli a carico oppure di detrarre le spese sanitarie per l’altro convivente o dei figli del convivente oppure di non poter ereditare il patrimonio del convivente in caso di morte o di non essere riconosciuto il diritto a percepire la pensione del defunto convivente, etc etc. In sostanza sempre per legge la coppia è riconosciuta solo attraverso il matrimonio. È qui che scatta l’assurdo perché queste famiglie magari costituite da pochi mesi all’anagrafe comunale si trovano di colpo a dover affrontare l’obbligo di pagare il ticket sanitario che fino ad un momento prima magari ne beneficiava.
 La conseguenza è che il convivente qualora il suo partner non sia in grado di affrontare le spese che fino a prima non erano dovute si trasforma in sostituto della Provincia e pagatore dei ticket sanitari del proprio convivente per la sola ragione di condividere un tetto e di possedere un reddito che oltrepassa i parametri previsti per l’esenzione. La stessa cosa vale anche per le coppie di fatto gay che con questa regolamentazione la Provincia riconosce a pieno titolo. È strano anche che esista l’articolo 10 della stessa legge che inquadra il nucleo familiare ristretto per la valutazione economica ai fini del pagamento delle tariffe dei servizi composto anche qui dai partner conviventi ma solamente qualora siano tutti e due genitori dei figli. La conclusione è che nel “diritto” in provincia di Bolzano la coppia di fatto non esiste ma nei “doveri” sì. Insomma per la legge italiana e per la chiesa le “coppie di fatto” non esistono ma per la Provincia di Bolzano tutto questo è già realtà.
Alto Adige 25-4-10
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categoria:salute, sociale, provincia di bolzano

martedì, 20 aprile 2010

Pillola abortiva con 3 giorni di ricovero

Durnwalder: «Sarà somministrata negli ospedali di Bolzano e di Merano»

BOLZANO. Niente day hospital. La pillola abortiva in Alto Adige potrà essere dispensata soltanto con un ricovero di tre giorni in ospedale. Lo ha deciso la giunta provinciale. Il presidente Durnwalder è sintetico: «Sono contro l’aborto ma c’è una legge e va rispettata. Pertanto, da subito, presso il San Maurizio ed il Tappeiner di Merano potrà essere somministrata la pillola abortiva, chiamata anche Ru486». Il San Maurizio fa sapere che sarà ordinata oggi e sarà disponibile nei prossimi giorni.
 «La discussione è stata molto lunga - riprende il presidente - perché le sensibilità sono differenti. Abbiamo deciso dopo aver sentito i primari degli ospedali di Bolzano e Merano, gli unici dove si eseguono aborti. Per salvaguardare al massimo la salute della donna abbiamo scelto di attenerci alle disposizioni nazionali che si rifanno al parere del Consiglio superiore della Sanità. Ci sarebbe stata anche la possibilità di stilare una direttiva differente ma avremmo dovuto superare ostacoli impegnativi». La donna che intenda abortire usando la pillola Ru486 potrà farlo solo entro la settima settimana, negli ospedali di Bolzano e Merano dove dovrà prima parlare con i ginecologi. Dopo il colloquio dovranno trascorrere sette giorni (per eventuali ripensamenti) quindi le potrà essere somministrata la pillola in regime di ricovero. Per essere dimessa dovrà esserci il via libera del medico.
 Il primario di Ginecologia del San Maurizio, Sergio Messini, dice che sulla questione c’è troppa confusione: «C’è chi pensa di entrare in farmacia e tornare a casa con la Ru486». Dottore, perché avete consigliato il ricovero ordinario in ospedale e non il day hospital?
 «Nessun’azione punitiva nei confronti della donna, come qualcuno potrebbe pensare, anche perché il ricovero ordinario ci crea più problemi di organizzazione interna. Ma ci siamo mossi così proprio perché la paziente non corresse nessun rischio visto che la pillola provoca forti emorragie. Avevo proposto alla giunta di optare per una forma sperimentale di trattamento ambulatoriale seguito attraverso telesorveglianza con la paziente che torna a casa e viene monitorata telefonicamente, pratica che già seguiamo per gestire i ricoveri meno problematici di alcune patologie ostetriche, ma la legge non ce lo permetteva». Messini prevede che saranno poche le donne che potranno usare la pillola perché in Italia c’è il vincolo della settima settimana di gravidanza. «È una questione di tempi - spiega - prima si somministra e più possibilità si hanno di raggiungere il risultato voluto». C’è il rischio però che la donna non ce la faccia a rispettare le prescrizioni temporali, visto che una volta accertato lo stato di gravidanza, la legge prevede si debba attendere un’altra settimana prima di intervenire: a quel punto i tempi diventano quasi impossibili. Così stretti da dover ricorrere all’aborto tradizionale. «Più rapido, visto che servono tre ore in tutto».
Alto Adige 20-4-10
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categoria:donne, salute, provincia di bolzano
domenica, 18 aprile 2010

«Polveri sottili: non c’è stato alcun aumento dei valori»

BOLZANO. «Abbiamo monitorato in continuazione la situazione attraverso le nostre stazioni di rilevamento: la nuvola di cenere, prodotta dal vulcano islandese, non ha causato almeno finora un innalzamento delle polveri sottili». Il direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente Luigi Minach tranquillizza chi temeva un aumento delle Pm10. «Dati nella norma - spiega Minach - anche nella stazione di Renon che, essendo la più alta, poteva dare segnali diversi rispetto a quelle posizionate in città. Abbiamo monitorato anche le Pm2,5 che sono ancora più sottili, senza rilevare alcun’anomalia».
Alto Adige 18-4-10
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categoria:salute
sabato, 17 aprile 2010

Tribunale del malato online

BOLZANO. Il Tribunale del malato rende noto che dal 18 aprile sarà online il sito www.tribunaledirittimalato.it, su cui i cittadini potranno trovare strumenti per segnalare buone e cattive pratiche mediche, nonchè suggerire tematiche su cui sia richiesto l’impegno del Tribunale stesso. Inoltre presso il San Maurizio nei giorni 19, 21 e 23 aprile dalle ore 9 alle 17 - spiega Stefano Mascheroni, presidente di Cittadinanzattiva - sarà allestito uno sportello informativo.
Altoi Adige 17-4-10
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giovedì, 15 aprile 2010


Il 17 giornata della tiroide con le consulenze gratuite




BOLZANO.
La divisione di medicina interna dell’ospedale di Bolzano, diretta dal dottor Christian Wiedermann, parteciperà dopodomani, sabato, dalle ore 9 alle 17 nella sala congressi del San Maurizio alla “Giornata nazionale della tiroide” con l’esecuzione di visite gratuite. Il dottor Claudio Crivellaro, responsabile dell’ambulatorio di endocrinologia, con il dottor Karl Leimgruber e il dottor Michele Adami, darà informazioni sulle malattie della tiroide e saranno eseguite, su richiesta, consulenze ed ecografie gratuite. Inoltre si terranno dalle ore 10 alle 11 e dalle 14 alle 15, delle relazioni per conoscere meglio la tiroide. Al di là delle prevenzione e delle informazioni generali, la giornata sarà dedicata in particolare alla prevenzione delle patologie tiroidee prima, durante e dopo la gravidanza: in Italia infatti una neo mamma su tre soffre di tiroide post partum.



Alto Adige 15-4-10
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categoria:salute
giovedì, 15 aprile 2010


Neopatentati: sì al test antidroga ROMA.




Chi vorrà prendere la patente dovrà sottoporsi a un test antidroga. Lo ha deciso, con voto bipartisan, la Commissione lavori pubblici del Senato che sta esaminando il nuovo codice della strada modificando in parte il testo già approvato dalla Camera nel luglio 2009. Inoltre l’obbligatorietà del test antidroga è estesa anche a chi guida mezzi pubblici e taxi e agli autotrasportatori. Nel giorno delle polemiche sollevate dal presidente della commissione Trasporti della Camera Mario Valducci sulle lentezze senatoriali nel licenziare un testo già approvato dai deputati il 21 luglio 2009 (quindi nove mesi fa) la commissione va avanti nel suo lavoro sfornando nuove norme. I senatori di maggioranza e opposizione non nascondono la loro irritazione per gli attacchi di Valducci. In particolare ha bruciato l’accusa di voler «insabbiare» il ddl che affronta una materia drammatica come la sicurezza sulle strade, dove nel 2009 sono morte circa 6 mila persone, mentre al Senato si introducono novità considerate significative proprio in tema di sicurezza. Per esempio, dopo gli ultimi mortali incidenti con le minicar che possono essere guidate dai quattordicenni sono stati presentati emendamenti del Pd che chiedono di innalzare almeno a 16 gli anni necessari per guidarle. «Sono sorpreso e amareggiato per le dichiarazioni di Valducci» ha detto il presidente della Commissione lavori pubblici del Senato, Luigi Grillo, che dice di «non raccogliere queste polemiche ma di andare avanti per introdurre importanti elementi di novità».  Intanto, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli appoggia la politica restrittiva dei senatori e sulle minicar annuncia la possibilità di consentirne la guida non più come avviene adesso, con il solo esame teorico come per i motorini, ma di abilitare la guida di questi mezzi dopo un esame pratico. Dal canto suo, sempre sulle minicar, finite nell’occhio del ciclone, il Codacons chiede di «abbassare a 16 anni il limite d’età per conseguire la patente di guida, così come avviene negli Stati Uniti, rendendo obbligatorio tale documento anche per le minicar».

Alto Adige 15-4-10
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categoria:salute
giovedì, 15 aprile 2010



Embrioni con 3 Dna per evitare malattie



ROMA. Sono stati ottenuti i primi embrioni umani a partire dal Dna di tre persone in modo da evitare che possano essere trasmesse malattie genetiche ereditate per via materna, attraverso il Dna contenuto nelle centraline energetiche delle cellule, i mitocondri. La ricerca, pubblicata su “Nature”, è stata condotta nell’università britannica di Newcastle con il finanziamento dell’associazione britannica per la lotta alla distrofia muscolare (Muscolar Distrophy Campaign), Medical Research Council e Wellcome Trust. «Il mio grande interesse e l’obiettivo di questa ricerca sono i pazienti colpiti dalle malattie mitocondriali, trasmesse dalla madre al figlio e molto numerose», ha detto il coordinatore della ricerca, Douglass Turnbull, in una conferenza stampa diffusa online da “Nature”. La novità del lavoro, ha rilevato, è nel fatto che, nonostante siano stati utilizzati due ovociti, si ottiene un pronucleo (ossia un ovocita nel quale il Dna paterno e materno non si sono ancora fusi) come in un normale intervento di fecondazione assistita.  Turnbull non nasconde emozione ed entusiasmo e si dice convinto che, dimostrata l’efficacia della tecnica negli 80 embrioni finora ottenuti (fatti sviluppare per 7 giorni), il risultato potrebbe entrare nella pratica clinica nell’arco di tre anni.  Anche se i Dna sono tre, i genitori restano comunque due perché il Dna mitocondriale, con appena 37 geni, costituisce davvero una frazione piccolissima, rispetto ai circa 23.000 geni contenuti nel Dna del nucleo.  Perciò «Dire che l’embrione ha tre genitori è sbagliato perché il Dna mitocondriale, che è quello donato dalla persona “esterna”, non ha nessuna influenza sullo sviluppo successivo», ha rilevato il genetista Giuseppe Novelli, dell’università di Roma Tor Vergata.



Alto Adige 15-4-10
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martedì, 13 aprile 2010


«Serve una struttura provinciale a prezzi accessibili per protesi e impianti»



VALERIA FRANGIPANE

BOLZANO. «Dentisti sanguisughe. Sono cari ed ostacolano ogni iniziativa che punta alla trasparenza delle tariffe». Walther Andreaus, direttore del Centro Consumatori, lancia un appello all’assessore Richard Theiner per chiedere - in tempi di Riforma sanitaria - l’apertura di una clinica odontoiatrica provinciale a prezzi accessibili che sia almeno in grado di andare incontro agli anziani che hanno bisogno di protesi. «Forse i nostri politici con i loro stipendi d’oro non se ne rendono conto ma per la stragrande maggioranza degli altoatesini andare dal dentista significa affrontare costi proibitivi. E la popolazione continua ad invecchiare, ha bisogno della cara vecchia dentiera e ci chiede risposte rapide. E la questione non si risolve facendo funzionare qualche ora in più gli ambulatori dei distretti pubblici dove si eseguono visite di controllo, si curano carie, si ricostruiscono denti ecc. ma non si fanno protesi e nemmeno impianti».

 Intanto dopo il parere positivo espresso dal Garante per la concorrenza che ha sanzionato l’Ordine con una multa di 5.000 euro (pari al 7% del suo fatturato annuale) i Consumatori rilanciano l’iniziativa “Prezzi trasparenti online” che mette in rete le tariffe delle prestazioni odontoiatriche di tutto l’Alto Adige. «Purtroppo però sono solo sei gli ambulatori privati che hanno aderito alla nostra iniziativa e ci dispiace. Ne abbiamo contattati circa 250 ma non osano esporsi per paura che l’Ordine li cancelli dall’albo. Dobbiamo infatti constatare come le intimidazioni e le pressioni esercitate proprio sugli iscritti abbiano fatto centro». «Lo scopo della nostra iniziativa - spiega Luca Marcon del Ctcu - è quello di fornire ai consumatori un primo orientamento sui prezzi. Naturalmente il costo delle prestazioni è solo uno degli aspetti importanti da considerare nel rapporto fra dentista e paziente. Altri possono essere la qualità della prestazione, la fiducia nel professionista, etc. Ma penso che avere un quadro chiaro su quello che offre il mercato sia strumento irrinunciabile non solo in tempi di crisi. L’esperienza dimostra, da sempre, anche come i professionisti seri possano solo guadagnare da un confronto imparziale».

 Ma gli aspiranti pazienti cosa vi chiedono?

 «Gli indirizzi per andare all’estero. Sono decine di migliaia quelli che bussano alla nostra porta per sapere dove andare. La meta finale è la Croazia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca e c’è pure chi va in Tailandia ed unisce la vacanza alle cure odontoiatriche». Ma Salvatore Rampulla, presidente della Commissione odontoiatrica dell’Ordine dei medici, sconsiglia questi viaggi per evitare ai pazienti di fare i conti con bocche disastrate e problemi infiniti...

 Voi cosa dite? «Che le bocche disastrate dai cattivi dentisti si vedono anche in Alto Adige. Ovunque esiste il bravo professionista e quello mediocre». Sempre Rampulla proprio di recente ha chiesto all’assessore Theiner, a difesa della salute dei cittadini, di sospendere i rimborsi provinciali per quei lavori protesici che siano privi del certificato di conformità europea, un modo - spiega - per garantire più rigorosamente la serietà e la qualità dei lavori eseguiti. Voi cosa pensate? «Chiediamo a Theiner di non toccare quei rimborsi che permettono agli altoatesini di affrontare cure dentarie alle quali, in caso contrario, dovrebbero rinunciare».

 Tra gli ambulatori privati che aderiscono alla vostra operazione “Prezzi trasparenti online” c’è anche il Mirò Medical Center, prima e finora unica clinica odontoiatrica low cost dell’Alto Adige che sta chiamando a raccolta i pazienti con pubblicità e slogan ad effetto: «Non andate all’estero per spendere meno, venite da noi!».

 Siete d’accordo? «Per noi fanno bene. E non capisco perché i dentisti se la prendano tanto con il Mirò». Quindi i Consumatori chiudono con una serie di consigli ai pazienti. «Prima di sottoporvi a qualsiasi cura dentistica richiedete un preventivo scritto (su www.centroconsumatori.it è disponibile un apposito modulo), avendo cura di chiedere se la redazione del preventivo costi o sia gratuita. Vi preghiamo anche di trasmetterci copia del preventivo. Diffidate di chi vi dice di non preoccuparvi o che non è possibile fare un preventivo. Chiedete il preventivo con l’indicazione del prezzo di ogni singola voce e non il solo totale. Assicuratevi che contenga nel dettaglio tutti gli interventi ai quali vi dovrete sottoporre. Chiedete di essere subito avvertiti nel caso in cui in corso di trattamento si presentasse la necessità di eseguire lavori supplementari e fatevi redigere un nuovo preventivo. Prima di sottoscrivere il consenso informato fatevi spiegare a quale tipo di intervento andate incontro e quali saranno le conseguenze ed i rischi eventuali. Fatevi anche rilasciare la dichiarazione di conformità dei materiali utilizzati».



Alto Adige 13-4-10
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lunedì, 12 aprile 2010




Per un futuro libero da OGM!

La Commissione europea ha da poco autorizzato la coltivazione di un OGM in Europa, per la prima volta da 12 anni, ignorando le preoccupazioni dell'opinione pubblica. Ho appena firmato la petizione, promossa da Greenpeace, Avaaz e Friends of the Earth, per chiedere una moratoria sull'introduzione degli OGM in Europa. Con un milione di firme i cittadini europei possono presentare una richiesta ufficiale alla Commissione europea. Firma anche tu e arriviamo a 1 milione!
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lunedì, 05 aprile 2010




Asparagi, star di primavera


L'asparago (Asparagus officinalis L.) appartiene alla famiglia delle Liliacee come le cipolle, l'erba cipollina, l'aglio e il porro. Originario verosimilmente del bacino del Mediterraneo, l'aspharagus veniva degustato già dagli antichi Egizi e dai Greci. La sua introduzione in Europa si deve ai Romani. Nel Medioevo i monaci dei conventi ne scoprirono le virtù curative e le qualità nutrizionali. Col tempo l'asparago divenne un ortaggio pregiato consumato da principi e re. Luigi XIV, il Re Sole, amava gli asparagi al punto da pretendere di trovarli in tavola tutto l'anno. Il suo giardiniere di fiducia sviluppò allora un sistema di coltivazione protetta che garantiva raccolti ininterrotti da gennaio a dicembre. Fino agli inizi del XIX secolo la coltivazione e il consumo di quest'ortaggio raffinato e molto caro fu prerogativa dei ricchi e solo nel corso del secolo si affermò come "prelibatezza di primavera" anche tra gli strati meno abbienti della popolazione.


Un toccasana


Sulle proprietà terapeutiche dell'asparago si è oggi più certi che mai. Nella nostra provincia si sono diffuse in anni recenti coltivazioni specializzate lungo la Valle dell'Adige e il prodotto locale è raccomandato anche dagli esperti di scienze dell'alimentazione. Gli asparagi contengono pochissime calorie. Entrambe le varietà bianca e verde sono ricche di sostanze utili all'organismo nel periodo primaverile: asparagina (disintossicante), potassio, fosforo, calcio, ferro, acido folico (importante per combattere l'anemia), vitamina A, B1, B2, C e E. Cinquecento grammi di asparagi coprono interamente il fabbisogno giornaliero di vitamina C e di acido folico, al 90 per cento quello di vitamina E e circa al 50 per cento quello di vitamina B1 e B2. L'asparagina e il potassio stimolano le funzioni renali e hanno una spiccata azione diuretica che accentua l'eliminazione di sostanze tossiche e velenose.
Studi recenti rilevano inoltre come l'asparago contenga sostanze bioattive utili per combattere il cancro. Queste sono per esempio le saponine, ma anche i coloranti naturali delle varietà verde e violetta.
Pur trattandosi, come detto, di un ortaggio povero di calorie, nelle ricette della cucina tradizionale l'asparago è spesso abbinato a ingredienti che annullano questa sua qualità. È il caso della gustosissima ma ipercalorica "salsa bolzanina" che accompagna gli asparagi in Alto Adige.


Biologico è meglio


Le tecniche di coltivazione dell'asparago, al pari di tutti gli altri ortaggi, si distinguono in convenzionale e biologica, a seconda che siano impiegati o meno concimi chimici e fitofarmaci.
Le moderne asparagiaie convenzionali sono provviste di un sistema di condotti sotterranei per la somministrazione della soluzione nutritiva composta da acqua e concime chimico; per prevenire le infestazioni da funghi, le piante vengono irrorate con antiparassitari.
Le aziende biologiche, invece, concimano le piante con letame o compost e contro i funghi utilizzano soluzioni di rame secondo quanto stabilito dalla direttiva UE in materia.
In Alto Adige sono presenti diverse aziende biologiche che coltivano asparagi e che li vendono direttamente ai consumatori.


Asparagi? Solo se di stagione e coltivati in loco


A prescindere dalla scelta tra biologico e convenzionale, in ogni caso gli asparagi dovrebbero essere consumati tra l'inizio di aprile e l'inizio di giugno. Questo è infatti il periodo in cui sono presenti sul mercato gli asparagi locali, che vanno consumati freschi. Chi acquista asparagi bianchi o verdi fuori della stagione indicata non dimostra una spiccata coscienza ecologica, sia perché il trasporto degli asparagi da oltreoceano va a discapito della loro freschezza, sia perché non è garantita la tracciabilità di concimi chimici e pesticidi.
Il costo ambientale connesso al trasporto, inoltre, farà andare il boccone di traverso a qualcuno: secondo stime della Fachhochschule Osnabrück, per trasportare in aereo un chilogrammo di asparagi dal Sudafrica servono più di quattro litri di cherosene.

Progetto cofinanziato dal Ministero delle Attività Produttive
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categoria:salute
domenica, 04 aprile 2010


I Verdi: l’acqua resti un bene pubblico

LAIVES. Intervento del gruppo verde per ribadire il no alla privatizzazione dell’acqua. Paolo Zenatti, capogruppo dei Verdi, ha espresso «preoccupazione per la decisione del governo di privatizzare il servizio idrico. Noi confermiamo invece il principio di proprietà pubblica del servizio idrico integrato. Tutte le acque, superficiali o sotterranee debbono rimanere pubbliche, costituendo una risorsa accessibile a tutti». La richiesta dei Verdi (approvata a maggioranza dal consiglio) è che si faccia il possibile per contrastare la privatizzazione inserendo il principio nello Statuto comunale.
Alto Adige 4-4-10
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categoria:ambiente, salute
sabato, 03 aprile 2010



La casa di riposo si amplia: in arrivo 40 stanze in più

BRUNO CANALI
 LAIVES. L’architetto Peter Paul Amplatz ha realizzato lo studio preliminare per quanto riguarda l’ipotesi di ampliamento della casa di riposo di via Peter Mayr e con questo progetto in mano adesso è possibile anche capire esattamente come dovrebbe svilupparsi sul terreno e quanto spazio servirà, oltre ai soldi per realizzarlo. I prossimi passi dell’amministrazione comunale riguarderanno il terreno.
 “Finalmente abbiamo in mano qualche cosa di concreto - dice il vice sindaco Georg Forti - e così almeno sappiamo con maggior precisione come il progettista intende procedere e quale è la superficie necessaria. Si tratterà di acquisire anche un edificio che si trova al di là di via Dante, verso monte, accanto alla attuale sede del nostro cantiere comunale. Per arrivarci dovremo discutere con il proprietario privato. Quanto al collegamento tra attuale casa di riposo e ampliamento della stessa, è già stabilito che avverrà attraverso un tunnel sotto via Dante”.
 Quello che si costruirà di fronte all’attuale casa di riposo quando si riuscirà ad acquistare l’edificio privato (ex sede della ditta Ravazzolo) lo spiega lo steso architetto Amplatz. “Abbiamo previsto la realizzazione di 40 nuove stanze per gli ospiti della casa di riposo, che andranno ad aggiungersi alla sessantina attualmente in dotazione. Inoltre ci saranno anche 11 posti da destinare specificatamente a persone con problemi di demenza senile. La spesa prevista per un’opera del genere si aggira attorno a 7 milioni di euro circa, compreso il breve collegamento sotto Via Dante per andare dalla attuale sede della casa di riposo a quella che sorgerà di fronte con l’ampliamento. Infine, nei programmi più a lungo termine, vi è anche la sistemazione della parte vecchia di casa di riposo”.
 Liliana Di Fede, assessore alle politiche sociali, spiega che la volontà del Comune è di allestire il nuovo complesso soprattutto per far fronte alle richieste che arriveranno strada facendo.
 “Attualmente sono pochissimi i nostri anziani ospitati altrove - dice Di Fede - e anzi, come dotazioni complessive (nelle quali va messa anche la casa per lungodegenti Domus Meridiana di via Sottomonte e centro diurno per anziani) siamo anche sopra gli standard previsti dalla Provincia per il nostro territorio. Però non dobbiamo farci cogliere di sorpresa da nuove situazioni di bisogno. Quando si parla di assistenza agli anziani va fatto un discorso che comprenda insieme alla casa di riposo anche la lungodegenti e attualmente stiamo ospitando anziani non di Laives. Ci mancano alloggi protetti per queste categorie e sappiamo che spesso arrivano i parenti dell’anziano, magari non autosufficiente, con una certa urgenza di sistemarlo in qualche struttura perché a casa non c’è la possibilità di seguirlo come servirebbe”.
 A fronte di questo, per l’amministrazione comunale però crescono di anno in anno i costi da affrontare per dare una sistemazione ai propri anziani privi di mezzi.
Alto Adige 3-4-10
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categoria:salute, comune di laives
martedì, 30 marzo 2010


In coma per un cocktail con l’acido

MASSIMILIANO BONA
ORA. «Mio figlio la scorsa settimana ha rischiato la vita perché, oltre all’alcol, ha ingerito probabilmente anche un acido, che un suo amico gli avrebbe fatto bere diluito in una bottiglia di Bacardi Cola. Mi è stato detto che si chiama Ghb o Gaba». A raccontare l’episodio è stato ieri il padre del ventenne di Ora che la scorsa settimana ha trascorso 48 ore in rianimazione dopo aver partecipato, assieme ad altri duemila giovani, alla “Lackelefest” in zona Rio Nero. Il ragazzo, nel frattempo, è tornato al lavoro, ma ha raccontato la vicenda ai carabinieri, che stanno indagando. «Un suo amico di Montagna - racconta il padre - si è presentato alla festa con due bottiglie di Bacardi Cola: in una c’era solo il superalcolico, all’altra era stato aggiunto questo acido. I ragazzi del gruppo lo hanno provato, ad avere la peggio è stato proprio mio figlio, che poi è finito in coma etilico». Il giovane ha preso paura tanto che adesso non sente l’amico e non vuole più saperne di serate alcoliche.
 Il Ghb (acido gamma-idrossibutirrico) nasce come anestetico, ma ben presto si diffonde nel mondo delle palestre (come presunto anabolizzante) e diventa sostanza d’abuso per le proprietà allucinogene. È inserito nell’elenco delle sostanze stupefacenti sottoposto a controllo legislativo. Nel novembre 1990 la Fda ne ha proibito la vendita negli Stati Uniti, equiparandolo eroina, Lsd e cocaina. Il Ghb induce effetti sedativi simili a quelli dell’alcol, ha pesanti effetti tossici e induce dipendenza.
 Ora resta da capire se, effettivamente, alcuni dei giovani che hanno partecipato alla festa abbiano ingerito Gaba o meno. Per ora c’è solo il sospetto di un genitore. «Ho avuto paura - conclude il padre del giovane - ma ora è tutto finito. Mio figlio è tornato a lavorare, ma mi sembra giusto far capire ai giovani della sua età che non possono mettere a repentaglio la loro vita per così poco».


Un appello ai ragazzi: «Non bevete questi intrugli»

BOLZANO. Franco De Giorgi, primario del pronto soccorso dell’ospedale di Bolzano, ha avuto in cura il giovane ventenne di Ora. «Il ragazzo, oltre ad aver bevuto, aveva fumato marijuana, ma visto che le sue condizioni di salute restavano comunque preoccupanti, abbiamo chiesto un consulto al centro antiveleni di Pavia. Quest’ultimo, tra le possibili cause, ci ha indicato anche l’assunzione del Ghb, ma i successivi accertamenti non ci hanno dato la sicurezza che potesse trattarsi effettivamente di questo acido».
 Il primario del pronto soccorso ha parlato quindi a lungo con i sette ragazzi ricoverati in coma etilico dopo la festa e li ha invitati a non assumere più bevande di cui non conoscessero l’esatto contenuto.
 Per quanto attiene il ventenne, i farmaci somministrati hanno avuto effetto positivo, tanto che è stato possibile dimetterlo poco più di due giorni dopo il ricovero. Tre o quattro ogni fine settimana i casi di giovani in coma etilico, provocati spesso da intrugli di questo genere.

Alto Adige 30-3-10
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martedì, 16 marzo 2010

Oggi e domani vaccinazione per i cani




S.GIACOMO/PINETA


 Vaccinazione antirabbica per i cani a San Giacomo, oggi dalle 11.30 alle 16, alla caserma dei vigili del fuoco in centro. Domani invece toccherà a quelli di Pineta. L’appuntamento in quell’oc

Alto Adige 16-3-10
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martedì, 16 marzo 2010


Visite a pagamento all'ospedale San Maurizio, si amplia l’offerta

 Frangipane


BOLZANO. Avanza l’offerta di visite private a pagamento fatte dai medici dell’ospedale dentro il San Maurizio. Sono usciti, infatti, i nuovi nomi dei professionisti che hanno scelto la libera professione in ospedale con le nuove branche ed i prezzi. Alcuni esempi: Oculistica vede le tariffe partire da 70 euro ed arrivare fino a 110 (ma solo quella del primario Enrico Bertelli). Mentre in Pediatria le tariffe variano dai 110 ai 140 euro.
 Il direttore del Comprensorio di Bolzano - Umberto Tait (nella foto) - precisa che continuano ad arrivare in media 40 prenotazioni al giorno ma che un vero e proprio bilancio dell’intramoenia si potrà fare a metà aprile: «La risposta continua ad essere soddisfacente se pensiamo che la popolazione è stata appena avvisata della novità».
 Dopo i reparti di Ginecologia, Cardiologia, Otorinolaringoiatria, Ematologia, Neurologia, Ortopedia e Chirurgia (che effettuano visite specialistiche private da inizio di marzo) adesso tocca ad Oculistica, Medicina Nucleare, Pediatria, Gastroenterologia, Dermatologia ed Immunoematologia. Ricordiamo che le prenotazioni sono appena partite e che le visite scatteranno dal 22 marzo. Entrando nel dettaglio possiamo vedere come Oculistica vede le tariffe partire da 70 euro ed arrivare fino a 110 (ma solo quella del primario Enrico Bertelli) e Pediatria variare dai 110 ai 140 euro. Le visite private fatte dai medici del reparto di Pneumologia vanno da un minimo di 40 euro fino ad arrivare ai 335 della polisonnografia, esame che viene effettuato in caso di patologie respiratorie associate a disturbi del sonno. In Dermatologia costi da 44 a 341 euro, ma si deve tener sempre ben presente il tipo di prestazione richiesta. Le tariffe scelte dal San Maurizio e dagli altri nosocomi dell’Alto Adige - spiega il direttore generale dell’Asl unica Andreas Fabi - sono state fissate prendendo ad esempio quelle applicate e già in vigore da anni nella vicina Provincia di Trento apportando solo dei piccoli ritocchi, quindi nessun’esagerazione. Anzi. Ricordiamo che al Servizio Pneumologico aziendale ed al reparto di Pneumologia le prenotazioni sono scattate ieri (le visite inizieranno sempre il 22 marzo). La terza ed ultima tranche di medici partirà con le visite il 6 di aprile. L’Azienda ricorda che per prenotare si può telefonare dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16 allo 0471 466.466; fax: 0471 409404; e-mail: liberaprofessione.cup asbz.it oppure rivolgersi agli sportelli dell’ospedale (lun-ven) dalle 8 alle 16 o in via Amba Alagi 20 (lun-ven) dalle 8 alle 12.50 e dalle 14.30 alle 17.30. Sul sito www.asdaa.it/visitaprivata si trovano medici, prestazioni e tariffe.

Alto Adige 16-3-10


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lunedì, 15 marzo 2010


Distretti sociali: pronta la Carta dei servizi  



 EGNA. La Comunità comprensoriale Oltradige Bassa Atesina ha pubblicato la Carta dei servizi dei distretti. Si tratta di un documento che descrive i servizi ed è la terza elaborata dalla Comunitá stessa. Le principali aree di intervento sono l’assistenza a domicilio, l’assistenza economico-sociale e l’assistenza socio-pedagogica di base. La Carta offre ai cittadini informazioni su come si accede ai servizi; indica quanto tempo passa tra la prima consulenza e un eventuale successivo contatto; come segnalare situazioni di disagio; spiega chi puó chiedere l’assistenza economico-sociale e chi sono gli operatori dei diversi servizi.
 Nei mesi scorsi si sono tenuti sette incontri, a cui hanno partecipato una ventina di persone che nei tre Distretti sociali e nella Comunitá Comprensoriale ricoprono diverse funzioni e responsabilitá. Si è fatto tesoro del lavoro giá svolto da tre grupp che avevano giá elaborato documenti sugli standard garantiti nelle aree dell’assistenza domiciliare, dell’assistenza economico-sociale e dell’assistenza socio-pedagogica. La Carta è scaricabile all’indirizzo web www.bzgcc.bz.it. Chi non utilizza internet, invece, potrà chiederne una copia direttamente al Distretto.

Alto Adige 15-3-10
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domenica, 14 marzo 2010


Vivere bene, fino alla fine



PAOLO VALENTE

Dice Massimo Bernardo, medico, responsabile del Servizio Cure Palliative all’ospedale di Bolzano: «La maggior parte di noi, se potesse scegliere, vorrebbe una morte improvvisa, magari nel sonno. Il 90% desidera questo ma è poi solo in un 10% dei casi che ciò avviene davvero. Questo significa che i più arrivano a concludere la propria vita dopo essersi confrontati con un periodo più o meno lungo di malattia. Per questo è importante sapere che esiste la possibilità di tenere sotto controllo i sintomi della malattia e perciò di vivere bene fino alla fine».
C’è una mostra in questi giorni a Bolzano che offre l’occasione di ragionare non solo sul tema della morte, ma anche sulle possibilità offerte dalle cure palliative. La mostra, dal titolo «Vivere ancora» è visitabile presso la Lub di Bolzano fino al primo di aprile. Ne abbiamo parlato con Bernardo.
Dottor Bernardo, che cosa significa per una persona che sta morendo «Vivere ancora»?
 «Credo che da questa mostra esca un messaggio: anche confrontandosi con una malattia grave è possibile dare un senso alla propria esistenza. Per farlo bisogna avere qualcuno che ti aiuti togliendoti i sintomi e restituendo qualità e dignità alla tua vita».
Questo è in sostanza anche il messaggio delle cosiddette cure palliative.
 «Sì perché le cure palliative servono a dare alla persona la possibilità di vivere bene fino alla fine della vita».
Magari per qualcuno è proprio questo periodo critico che può dare un senso a tutta la propria vita, quella vissuta da persone sane.
 «Certo. È un periodo nel quale la persona ha bisogno di onestà, di verità, di qualcuno che aiuti a prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo. È anche il tempo dei bilanci. Però è importante continuare ad essere fisicamente in condizione di fare quello di cui si ha bisogno. Cure palliative vuol dire raggiungere un buon controllo dei sintomi in modo da non costringere le persone a letto per giornate intere».
La mostra tocca un tema di cui normalmente non si vuole sentir parlare: la morte.
 «La morte l’abbiamo fatta uscire dalle nostre case, l’abbiamo spostata negli ospedali e abbiamo deciso di far finta che non esiste. Ma è una parte della nostra vita con la quale tutti dovremo fare i conti».
Paradossalmente le scene di morte violenta riempiono i teleschermi, però poi non c’è nessun luogo in cui riflettere sulla nostra morte.
 «La morte oggi da un lato è un tabù, non se ne parla. Dall’altro è spettacolarizzata. Ci confrontiamo quotidianamente con una morte finzione, con una morte che non ci riguarda. Pensiamo sempre e comunque che la morte sia un evento che appartiene agli altri. È oggetto di gesti scaramantici piuttosto che dell’attenzione che meriterebbe».
Lei lavora con persone malate terminali. È faticoso questo sforzo di recupero di consapevolezza o è una cosa che alla fine arriva spontanea?
 «È molto faticoso e doloroso perché condividiamo con le persone e le loro famiglie la sofferenza di questi momenti. Però i risultati che si ottengono sono straordinari. Vediamo la serenità, la tranquillità, e questo per noi è uno stimolo a continuare su questa strada».
 Quali sono le domande ricorrenti che si pongono le persone costrette ad affrontare questo percorso?
 «Una domanda frequente è questa: perché proprio a me, cosa ho fatto per meritarmi questo. Da lì parte il cammino fatto di rabbia, depressione, rassegnazione a accettazione. Tappe che possono portare ad una nuova consapevolezza di sé e della vita».
Dove avviene il trattamento?
 «Le cure palliative sono parte integrante della medicina. Non sono cure “alternative”. Possono essere erogate in ospedale, anche se quello è il luogo meno indicato. La maggior parte delle persone desidera restare a casa. Perciò è importante creare una rete fatta di persone competenti che permettano ai pazienti di essere curati a domicilio fino alla fine. Quando ciò non è possibile, per vari motivi, esiste una struttura che si chiama hospice: è molto simile alla propria casa, dove si possono ricevere tutte le prestazioni che si hanno in un ospedale. L’hospice è essenziale».
Com’è la situazione in Alto Adige?
 «Esiste una struttura privata convenzionata a Merano, poi c’è il reparto di Cure palliative all’ospedale di Bolzano, che però non è un hospice vero e proprio. La Provincia è impegnata da un anno a costruire una rete per l’assistenza a domicilio di questi pazienti. Al momento purtroppo non c’è l’assistenza domiciliare specializzata in cure palliative.
La cosa è in divenire?
 «Sì, anche alla luce di quanto avviene fuori dall’Alto Adige. Il Trentino ad esempio ha un hospice che funziona, uno in fase di ultimazione, uno in progetto e una rete di professionisti che garantisce a questi pazienti assistenza domiciliare».

Alto Adige 14-3-10
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mercoledì, 03 marzo 2010




Iniziata la vaccinazione antirabbica




Sanita': antirabbia obbligatoria per i cani in Alto Adige

Tutti dal veterinario oppure all'Asl


Obbligatoria la vaccinazione antirabbica di tutti i cani presenti nella Provincia autonoma di Bolzano.


Lo hanno disposto le autorita' sanitarie, dopo che in alcune province limitrofe sono stati riscontrati dei casi di malattia. La rabbia e' una malattia infettiva virale trasmissibile all'uomo tramite il morso degli animali infetti che porta inesorabilmente a morte. I proprietari di cani si possono rivolgere al proprio veterinario di fiducia o all'Asl.



Entro il 31 marzo prossimo tutti i cani di età superiore ai tre mesi dovrano essere vaccinati contro la rabbia. Il Comune di Laives ha organizzato cinque giornate in cui si potranno vaccinare i propri amici a quattro zampe al prezzo agevolato di cinque euro.
Cinque le giornate previste, di cui tre a Laives capoluogo e una nelle frazioni di Pineta e San Giacomo. A Laives l’appuntamento è presso la caserma dei vigili del fuoco di via Stazione il 2 e il 3 marzo dalle 11.30 alle 16 e il 4 marzo dalle 11.30 alle 15.30. A San Giacomo le vaccinazioni verranno effettuate il 16 marzo dalle 11.30 alle 16 presso la caserma dei vigili del fuoco di via Maso Hilber. A Pineta il servizio è previsto il 17 marzo dalle 11.30 alle 15.30 nel piazzale delle scuole elementari.
I proprietari devono portare con sè il libretto del cane e la museruola.


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lunedì, 01 marzo 2010


Testamento biologico, pochi lo fanno




BOLZANO. Il tema del testamento biologico è stato al centro di un’iniziativa dall’Associazione delle residenze per anziani dell’Alto Adige. Alla giornata informativa sono intervenuti il presidente del Comitato etico provinciale, il primario Herbert Heidegger, e Maria Vittoria Habicher dell’Ufficio per la formazione del personale sanitario. «Più del 50% delle persone che muoiono mentre sono sotto trattamento medico intensivo non sono in grado di prendere decisioni in merito al proprio trattamento», ha spiegato il primario Heidegger. «Spesso anche i parenti non sono a conoscenza delle preferenze del proprio caro. In questo senso, le direttive anticipate di trattamento sono una chiave, uno strumento per fare sì che il volere dell’interessato venga tenuto in considerazione e rispettato in una situazione estremamente delicata come la fase finale della vita. Ricerche dimostrano che le direttive anticipate contribuiscono ad aumentare il senso di fiducia dei pazienti verso i medici e ad alleviare il peso emotivo a cui sono sottoposte le persone care».
 Sulle direttive anticipate il Comitato etico provinciale ha elaborato un concetto e ha recentemente dato inizio alla fase di realizzazione. «Offriremo consulenze ai pazienti e ai cittadini e faremo formazione al personale dell’azienda sanitaria e delle residenze per anziani. Prossimamente pubblicheremo un libretto informativo, che sarà presentato al pubblico e distribuito nei prossimi mesi», afferma Maria Vittoria Habicher. L’Associazione delle Residenze per Anziani inoltre è membro del gruppo di lavoro sul Testamento biologico, iniziato dal Comitato etico provinciale.
 Attualmente in Alto Adige solo il 5% delle persone hanno depositato le proprie direttive anticipate di trattamento. Inoltre, la situazione normativa in Italia su questo tema è controversa, soprattutto dopo il caso Englaro. «Tuttavia, questo è un tema importante, soprattutto nella terza età. Le direttive anticipate sono una componente importante di una più generale pianificazione preventiva dei trattamenti sanitari. L’Alto Adige potrebbe avere un ruolo guida, a livello non solo italiano», sottolinea Norbert Bertignoll, presidente dell’Associazione delle residenze per anziani.

Alto Adige 1-3-10
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categoria:salute, sociale
sabato, 27 febbraio 2010

Troppo cellulare provoca il tumore



 MILANO. L’uso assiduo del telefonino cellulare può provocare il tumore al nervo trigemino. Lo ha deciso con una clamorosa sentenza la Corte d’Appello di Brescia che ha condannato l’Inail a risarcire un dirigente che per motivi di lavoro trascorreva al telefonino o al cordless 5 o 6 ore al giorno. E’ la prima volta che un giudice sancisce un nesso di causa tra la patologia tumorale e l’esposizione alle onde elettromagnetiche dei cellulari. Il caso di Innocente Marcolini, 57 anni, di Carpenedolo, operato per l’asportazione di una neoplasia al nervo della faccia rimanendo invalido all’80%, apre dunque una strada giudiziaria che mette sotto accusa l’uso prolungato dei telefonini, strumenti di comunicazione che la gran parte delle persone ormai usa quotidinamente.
 «Spero che il mio caso aiuti almeno a creare norme di tutela per i consumatori e per i ragazzi», ha detto il manager bresciano al momento della sentenza. Sulla vicenda è intervenuto anche Angelo Levis, genetista di Padova, secondo il quale «i giudici di Brescia hanno dato credito a uno studio del professore svedese Lennart Hardell. Secondo Hardell, dell’Università di Orebro, l’utilizzo del cellulare per più di 10 anni aumenterebbe il rischio di ammalarsi di tumore al cervello. Lo studio scientifico è stato già annunciato da tempo e contraddice le ricerche ufficiali che negano un nesso fra i telefonini mobili e il cancro. La sentenza di Brescia ha quindi confermato che la ricerca del professor Hardell è veritiera. (r.r.)

Alto Adige 27-2-10
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giovedì, 25 febbraio 2010


Ambientalisti all’attacco sugli Ogm L’assessore: è un’assurdità





BOLZANO. I Verdi altoatesini hanno ribadito il loro no deciso agli ogm in agricoltura. C’è un passo im una legge dell’assessore Michl Laimer che potrebbe aprire una porta al transgenico, hanno detto ieri i Verdi (reduci dal Forum Verde Alpe Adria sugli Ogm) nel corso di una conferenza stampa.
 Si tratta della Legge sulla tutela della natura - è stato detto - che all’articolo 13 prevede “norme di precauzione” per alcune zone del territorio. L’articolo - secondo i Verdi - «è pericoloso” perchè potrebbe essere interpretato come un principio di “coabitazione» tra colture tradizionali e ogm.
 Secca la replica degli assessori Hans Berger e Michl Laimer: «Un simile timore è privo di fondamento, sono anni che la Provincia fa tutto quanto in suo potere per mantenere l’Alto Adige anche in futuro libero dal transgenico», hanno detto.

Alto Adige 25-2-10
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venerdì, 19 febbraio 2010


Rabbia, vaccino obbligatorio



ALAN CONTI

BOLZANO. La vaccinazione antirabbica per i cani diventa obbligatoria. La decisione arriva da una direttiva provinciale, prontamente accolta dal Comune che ieri ha presentato le iniziative messe in atto per prevenire qualsiasi forma di diffusione della malattia. Un calendario di appuntamenti, in tre punti strategici della città, dove un veterinario dell’Asl provvederà a vaccinare tutti i cani che verranno portati. Il costo dell’operazione è di 5,50 euro. Salate le multe per i proprietari che non si adegueranno alla direttiva: 305 euro. Il pericolo della rabbia non si affacciava in Provincia dagli anni ‘80, ma quest’anno si sono registrati i primi casi nel Bellunese e l’altro giorno una volpe infetta è stata trovata in Trentino. «La rabbia arriva dalla Croazia - spiega Salvatore Barone del Servizio veterinario dell’Asl - e c’è il rischio che penetri anche nella nostra provincia. La tipologia è quella della rabbia silvestre, trasmissibile attraverso il morso degli animali selvatici, che una volta contratta è letale e non prevede terapia. I sintomi della patologia sono un cambiamento repentino del comportamento dell’animale, ma anche la possibile paralisi della zona mascellare, oltre alla più “classica” bava e aggressività. Sono state lanciate esche per le volpi lungo le zone di penetramento come la val Pusteria, la val Gardena e la parte sinistra dell’Adige. A breve toccherà anche a Sarentino e San Genesio. Proprio per questo motivo è stato prolungato il periodo di apertura della caccia alla volpe: una volta catturate vanno portate all’Istituto zoo profilattico per le analisi del caso. Raccomandiamo, comunque, di non portare i cani a spasso in queste zone perché potrebbero far scappare le volpi e rendere vane le esche». «Ricordiamo - ha detto l’assessore comunale Klaus Ladinser - che la malattia si può trasmettere anche dal cane all’uomo, quindi si tratta di una faccenda delicata che va trattata con le dovute contromisure».
 A spiegare nei dettagli l’iniziativa delle autorità sanitarie ci pensa Renato Spazzini dell’Ufficio Ambiente comunale. I cani potranno essere portati oggi dalle 9 alle 13.30 e martedì 23 dalle 9 alle 11 al centro Premstaller dei Piani; venerdì 5 marzo dalle 9 alle 13.30 e martedì 9 dalle 9 alle 11 sarà la volta della Sala Polifunzionale di via Ortles; venerdì 26 febbraio, il 12 e 19 marzo dalle 9 alle 13.30 e martedì 2, 16 e 23 marzo dalle 9 alle 11 i padroni potranno recarsi al magazzino comunale di fronte al lido di viale Trieste. I cani soggetti a vaccinazione devono aver superato i tre mesi di età e non devono essere già coperti dal vaccino che, in media, ha una durata da uno a tre anni. Per questo motivo è bene portare con sé il libretto o il passaporto del cane. «Su un totale di 5.000 cani bolzanini prevediamo che almeno la metà avrà bisogno dell’antirabbica, ma ancora si tratta di numeri approssimativi. Tassativo, durante le iniziative, l’obbligo del guinzaglio e meglio portare con sé anche la museruola. La vaccinazione può essere effettuata tranquillamente anche dal proprio veterinario di fiducia, ma il prezzo potrebbe essere più alto».
 Per i gatti, invece, il vaccino non è ancora obbligatorio. Spiega Barone: «Non c’è nessuna direttiva, noi possiamo solo consigliarla. Chiaro, però che si tratta di una situazione da monitorare anche quella relativa ai felini».


Alto Adige 19-2-10
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venerdì, 12 febbraio 2010


Bloccate seimila pillole dimagranti ma cancerogene



Dopo le denunce alla Procura di Bolzano i sequestri: «buttatele via, sono un pericolo»


GIANFRANCO PICCOLI


 BOLZANO. Pillole dimagranti vendute come prodotti naturali: in realtà contenevano sibutramina, un farmaco anoressizzante vietato dall’Agenzia per il farmaco pochi giorni fa per i suoi effetti collaterali, e un potente lassativo (fenolftaleina) sparito da anni dal mercato perchè cancerogeno.
 Seimila le pastiglie di fabbricazione cinese sequestrate nei giorni scorsi in due magazzini, a Viareggio e Bologna, dai carabinieri del Nucleo anti sofisticazione di Trento e dai militari del reparto operativo di Bolzano. Otto le persone denunciate a piede libere, quattro cittadini italiani e altrettanti rumeni. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati ieri mattina dal capitano Costantino Meloni, comandante del Nas, e dal colonnello Andrea Rispoli, comandante provinciale dell’Arma.
 New Super Slim e Capsula dimagrante, questi i nomi dei prodotti (commercializzati da Arpfarm e Flori) che fino a pochi giorni fa in Italia si potevano tranquillamente acquistare via Internet: 60 euro per trenta capsule. I soldi finivano sul conto corrente intestato ad una cittadina rumena. Sulla scatola un rassicurante «100% naturale!»: in teoria le capsule erano composte da estratti di frutta, come kiwi e mele. I sospetti a qualche consumatore altoatesino e trentino sono venuti dopo aver letto il biglietto che accompagnava quello che supponevano fosse un normale integratore alimentare. Le controindicazioni segnalate (il divieto per le donne incinte, il rischio di vertigini o insonnie ad esempio) erano tipiche di un farmaco, non di un innocuo prodotto naturale. In un primo momento hanno cercato delucidazioni direttamente dai produttori, ma ai numeri indicati (cellulari) non rispondeva mai nessuno. A quel punto hanno deciso di segnalare la situazione ai carabinieri.
 I militari hanno coinvolto nell’indagine il Laboratorio analisi alimenti della Provincia, ieri rappresentato dal direttore Luca D’Ambrosio. Le analisi hanno confermato i sospetti: in quelle capsule c’erano quantità preoccupanti di sibutramina e fenolftaleina. Tanto per intendersi, il principio attivo della prima è quello in cui è inciampato recentemente il calciatore della Fiorentina Adrian Mutu, ora sospeso per doping.
 I carabinieri nel corso delle indagini, coordinate dal procuratore capo Guido Rispoli, sono riusciti a risalire ai due magazzini dov’erano stati stoccati gli «integratori», prodotti in Cina e arrivati in Italia via Timisoara, in Romania. A Viareggio e Bologna i militari hanno identificato e denunciato otto persone, che dovranno difendersi dall’accusa di commercio di alimenti pericolosi e violazione della legge speciale sui farmaci.




 BOLZANO. «Chi ha ancora in casa questi prodotti, non li consumi: sono pericolosi». E’ l’appello che ha lanciato ieri Luca D’Ambrosio, direttore del Laboratorio analisi alimenti della Provincia.
 La sibutramina è passata recentemente agli onori della cronaca grazie a Adrian Mutu, calciatore della Fiorentina risultato positivo a questo farmaco ed ora sospeso dall’attività agonistica in attesa di giudizio. Ma cos’è la sibutramina? E’ un riduttore dell’appetito, strutturalmente simile alle anfetamine, anche se agisce diversamente.
 A marzo 2002 il Ministero della sanità ne ha ordinato il ritiro dal mercato a causa di due morti sospette. Nell’agosto dello stesso anno è stato rimesso in commercio, ma solo con la prescrizione di uno specialista, tanto per capire la pericolosità della sibutramina, utilizzata per il trattamento di gravi casi di obesità. Nelle scorse settimane, tuttavia, l’Agenzia italiana per il farmaco ha deciso di toglierlo definitivamente dagli scaffali delle farmacie: i benefici sono inferiori ai rischi, correlati soprattutto all’apparato cardiocircolatorio e all’apparato digerente. I pericoli di questo farmaco sono noti, tuttavia basta fare un viaggio nei blog (soprattutto femminili) per scoprire che la caccia alla sibutramina è ancora aperta: «Lo hanno tolto dal mercato, sapete dove lo posso trovare?», ha scritto il 10 febbraio una giovane. In altri forum, tuttavia, sono molti quelli che, dopo aver provato il farmaco (dietro prescrizione), ne sconsigliano l’uso: «Troppo duri gli effetti collaterali».

Alto Adige 12-2-10
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venerdì, 05 febbraio 2010


Campagna antirabbica per quasi mille cani



 LAIVES. Sono 974 i cani censiti a gennaio nel territorio comunale e per tutti è pronta una campagna di vaccinazione contro la rabbia. Chi non l’ha già fatta fare al proprio cane, può approfittare degli appuntamenti organizzati a Laives e nelle frazioni, pagando solo 5 euro. Il via alle vaccinazioni (che sono obbligatorie) martedì 2 marzo con le seguenti modalità: a Laives, presso la caserma dei vigili del fuoco in via Stazione, dalle 11.30 alle 16 e quindi, sempre a Laives città, anche il 3 marzo con lo stesso orario e il 4 marzo, dalle 11.30 alle 15.30.
 A San Giacomo, appuntamento anche presso la caserma dei vigili del fuoco, in via Maso Hilber, tra le 11.30 e le 16. A Pineta infine, il ritrovo sarà nel piazzale della scuola elementare, mercoledì 17 marzo, tra le 11.30 e le 15.30. Per la vaccinazione il cane dovrà avere la museruola e bisognerà portare anche il libretto che accompagna l’animale.

Alto Adige 5-2-10
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venerdì, 05 febbraio 2010


Ecografie, psichiatria e raggi i punti deboli del distretto a Laives



 LAIVES. E’ stato durante i lavori dei gruppi di cittadini presenti all’Open Space Day organizzato sabato scorso in zona Galizia dal Pd locale, che sono emerse alcune problematiche legate al servizio sanitario offerto dall’Asl presso gli ambulatori del distretto cittadino. Le più attente sono state le donne.
 «Tra Laives, Bronzolo e Vadena - hanno detto diverse donne presenti agli incontri - parliamo di 21.000 potenziali assistiti che fanno riferimento al distretto di via Innerhofer a Laives. Ebbene, per una donna incinta ad esempio, rimangono un grosso disagio le visite di routine per l’ecografia. La dottoressa è presente una sola mattina alla settimana e mentre l’urologo effettua normalmente ecografie dato che l’apparecchiatura c’è al distretto - così non è per la ginecologa. Questo comporta che si faccia la visita qui a Laives, ma se poi serve anche l’ecografia per verificare la crescita del feto, occorre recarsi a Bolzano. Poi, col risultato in mano si torna qui a Laives, sperando sempre di trovare la ginecologa, che talvolta è assente».
 Altro disagio sollevato dalla gente è quello relativo ai referti delle radiografie. Per quanto riguarda infatti gli esami di sangue e urine, i referti delle analisi vengono recapitati dai laboratori nuovamente presso il distretto cittadino. Per le radiografie invece no; si effettuano a Bolzano, dove spesso bisogna poi ritornare per ricevere i risultati da portare al medico.
 Coordinatore del distretto sanitario è il dottor Walter Clementi, che messo al corrente delle osservazioni citate, ha verificato come stanno le cose. «Effettivamente le ecografie qui al distretto vengono fatte dall’urologo, mentre non le fa la ginecologa. Questo dipende dal fatto che la dottoressa non è abilitata a farle, mentre l’urologo sì. Certamente si tratta di un disagio per le donne. Quanto alle radiografie, che normalmente si fanno all’ospedale di Bolzano, il problema è che non le danno subito. Non è solo l’operazione che conta: il radiologo fa i raggi, ma poi un medico deve refertare il risultato interpretando quello che si vede nelle lastre, un risultato che alla fine finisce su un dischetto. Quello che va valutato in questo caso è se non convenga piuttosto recarsi ad Egna per i raggi”. Stesso problema infine anche per il servizio di salute mentale, dove ococrre recarsi a Bolzano per trovare uno psichiatra.

Alto Adige 5-2-10
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giovedì, 28 gennaio 2010


In coda al freddo per fare i prelievi a Laives




BRUNO CANALI


 LAIVES. Le continue lamentele della gente per le attese davanti all’ingresso del distretto sociosanitario di via Innerhofer e all’ambulatorio dove vengono effettuati i prelievi, sono approdate anche in consiglio comunale, per un’interpellanza di Bruno Borin (Pdl).
 «Conosco il problema da tempo», ha risposto l’assessora al sociale, Liliana Di Fede, sottolineando che si tratta di un problema più emotivo che reale e lo dimostrerebbero i dati che ha raccolto a più riprese per poi metterli a confronto con quelli analoghi di altre realtà.
 «Sono sensazioni più “di pancia” che reali - dice l’assessore -. Io stessa, dopo le lamentele, ho voluto verificare come stanno le cose e quindi ho anche confrontato tempi e numero di utenti, con quelli che si registrano sia a Bolzano che ad Egna, una realtà molto simile alla nostra. Ebbene, i tempi di attesa al laboratorio di Laives sono inferiori a quelli di Egna. Nel 2009 la media giornaliera ad Egna è stata di 73,34 prelievi, quella di Laives 61,82. E anche i tempi di attesa sono inferiori. Certo, capita qualche volta che chi prende il numero della prenotazione, si veda poi superare da persone che hanno casi più urgenti, ma non mi risulta che qui a Laives vi siano mai stati rinvii ad altra data per scadenza del tempo disponibile».
 Legato a questo c’è l’altro discorso dell’attesa, al mattino presto, davanti all’ingresso del distretto sociosanitario di via Innerhofer. La porta apre alle 7.30, ma già verso le 7 c’è gente in attesa e ovviamente, in questi mesi di freddo, non è cosa agevole, in particolare per gli anziani, che infatti si sono lamentati a più riprese, chiedendo se sia possibile magari aprire l’ingresso già alle 7, così da consentire l’attesa al caldo e al riparo dalle intemperie. In merito aveva già risposto il direttore del Comprensorio sanitario di Bolzano, spiegando che non è possibile aprire prima del previsto, anche per ragioni di sicurezza. L’altra sera in consiglio comunale, l’assessora Di fede ha anche spiegato che si era interessata alla cosa, contattando i responsabili dell’Asl. «C’era l’intesa per un servizio di volontariato, ma serviva qualcuno che si assumesse l’incarico di aprire l’ingresso del distretto sociosanitario alle 7 per far entrare in sala d’attesa i pazienti. Purtroppo però le associazione che ho interpellato non hanno individuato nessuno disponibile ad assumersi questo incarico. Comunque, anche arrivare mezz’ora prima non serve poi per avere la precedenza, perché questa viene data a chi ha maggiore urgenza. Per questo riteniamo che non sia razionale il comportamento di quegli utenti che fanno la fila davanti all’ingresso del distretto di prima mattina e, come ho detto, non mi risulta che finora qui a Laives qualcuno sia poi stato mandato via perché il tempo era scaduto. Dalle verifiche che ho fatto, risulta invece che statisticamente i tempi di attesa siano più brevi qui a Laives che non ad Egna oppure a Bolzano».


Alto Adige 28-1-10


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giovedì, 28 gennaio 2010


ALTROCONSUMO Otto caschi su 15 non sono sicuri



 MILANO. Altroconsumo ha fatto testare 15 modelli di casco moto jet, quelli usati soprattutto in città dai ragazzi, e dopo il risultato ha scritto al Ministero dei Trasporti lanciando un allarme: 8 su 15 non hanno superato le prove di sicurezza. Si tratta degli stessi test previsti per l’omologazione.


Alto Adige 28-1-10


Caschi: Altroconsumo segnala modelli poco sicuri, la Finanza sequestra







Qualità o quantità? Il dilemma è annoso, e vede il mondo – specie quello imprenditoriale – diviso in due fazioni: produrre poco, ma bene, nel tentativo di fidelizzare la clientela; produrre molto, gioco-forza meno bene, per vendere molto. Probabilmente la prima di queste è una logica a più lungo termine, mentre la seconda massimizza il profitto “subito”, salvo comportare una ricerca ossessiva di nuovi mercati per garantirsi l’ossigeno necessario alla sopravvivenza. Probabilmente, i produttori dei quattro modelli di casco “difettosi” segnalati da Altroconsumo alla Guardia di Finanza appartengono a questo secondo, famigerato, emisfero.

Il problema, infatti, è che, almeno in questo caso specifico, qualcuno sembra aver giocato con la buonafede e la salute dei motociclisti. Con esiti potenzialmente mortali. Bieffe Syntek (codice di omologazione E3-052426, omologato in Italia), Mds Edge (E11-050057, omologato nel Regno Unito), Suomy Trek (E3-0558441, omologato in Italia), Vemar Vsrev (E1-05300039, omologato in Germania) sono i quattro caschi integrali che non hanno superato i test dell’associazione dei consumatori: prove di impatto, di resistenza dei materiali e della visiera, di tenuta del cinturino, hanno promosso 14 dei 18 modelli “indagati”, mentre per quelli citati sopra è partita una richiesta – indirizzata al ministero dei Trasporti e a quello dello Sviluppo economico – di richiamo.


fonte: http://www.quattrotempi.com/caschi-difettosi-altroconsumo-segnala-modelli-insicuri-guardia-finanza-sequestra/293/

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lunedì, 28 dicembre 2009


Medico bolzanino premiato a Vienna




 BOLZANO. Prestigioso riconoscimento per il bolzanino Ivan Tancevski, attualmente in servizio presso il dipartimento di Medicina Interna dell’università medica di Innsbruck diretta dal professor Josef Patsch. Il 31enne medico ricercatore è stato insignito dell’Austrian Life Science Award, importante premio dotato di 10.000 euro che viene assegnato ogni anno a Vienna.
 Tancevski e il suo team hanno portato avanti una ricerca di soluzioni alternative ai medicinali attualmente più efficaci nell’abbassamento del colesterolo Lsdl, ovvero le statine, che però possono comportare dei gravi effetti collaterali. Il medico bolzanino si è invece focalizzato sui mimetici tiroidei, un gruppo di sostanze strutturalmente simili agli ormoni della tiroide. «Durante le nostre ricerche - afferma Tancevski - abbiamo constatato un calo di colesterolemia pari al 60% attraverso queste sostanze». Per la prima volta a livello mondiale è stato così dimostrato che i farmaci che replicano l’ormone della tiroide abbassano l’arteriosclerosi e possono rimettere in moto il trasporto inverso del colesterolo. In questo modo il colesterolo in eccesso viene riportato nell’intestino attraverso il fegato e quindi espulso. Si apre così un nuovo orizzonte nella terapia contro l’arteriosclerosi: «Forse a breve saremo in grado di curare con i mimetici tiroidei tutti quei pazienti per i quali la terapia a base di statine non è sufficiente», conclude il giovane medico bolzanino.


Alto Adige 28-12-09
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martedì, 22 dicembre 2009


Risposte delle analisi e referti medici direttamente sul pc di casa, evitando file ...



ROMA. Risposte delle analisi e referti medici direttamente sul pc di casa, evitando file agli sportelli delle Asl e dei laboratori. Adesso si può, ma solo con il consenso dell’assistito e con l’uso di password. Lo ribadisce il Garante della privacy, Francesco Pizzetti, che ha approvato le «Linee guida in tema di referti on line», una serie di misure per proteggere i dati dei pazienti che intendono usare questo servizio, ricevendo il referto via mail o scaricando gli esami clinici dal sito web della struttura sanitaria.
 Già da tempo, fa notare l’Autorità per la protezione dei dati personali, diversi laboratori, cliniche e ospedali offrono servizi di consultazione elettronica dei referti, ma l’assenza di una normativa che disciplini questa nuova modalità di consegna ha reso necessario l’intervento del Garante per garantire che questo processo di ammodernamento tecnologico della sanità pubblica e privata proceda seguendo regole chiare ed uniformi. Anche in questo caso, viene fatto notare, l’Autorità ha svolto un ruolo di supplenza in attesa di una legislazione adeguata. Tra i punti principali, il fatto che l’adesione al servizio dovrà essere facoltativa. Il referto elettronico non sostituirà quello cartaceo, che rimarrà comunque disponibile. L’assistito dovrà dare il suo consenso sulla base di «una informativa chiara e trasparente che spieghi tutte le caratteristiche del servizio di refertazione on line». Il referto resterà a disposizione on line per un massimo di 45 giorni e dovrà essere accompagnato da un giudizio scritto e dalla disponibilità del medico a fornire ulteriori indicazioni su richiesta dell’interessato.

Alto Adige 22-12-09
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mercoledì, 16 dicembre 2009


Fumo, vaccino anti-sigaretta Il primo arriverà nel 2012




ROMA. Dire addio alle “bionde” grazie ad un vaccino. Il traguardo appare ormai prossimo: il primo vaccino anti-nicotina, per combattere l’assuefazione dei fumatori più incalliti, arriverà infatti sul mercato nel 2012. Ad annunciarlo è l’azienda farmaceutica produttrice, la Glaxosmithkline. A ottobre 2009 sono stati infatti avviati due studi di fase 3 (ovvero la fase finale di sperimentazione sull’uomo), che interessano rispettivamente mille e 600 pazienti tra i 18 e i 65 anni, fumatori di almeno 10 sigarette al giorno. Il vaccino viene somministrato sei volte nel corso di sei mesi e si prevede che lo studio di fase finale sarà completato soltanto entro il prossimo 2011. E’ stato sviluppato per stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi in grado di legare la nicotina nel circolo ematico, ed impedirne in tal modo il passaggio dalla barriera emato-encefalica e l’ingresso nel cervello.

Alto Adige 16-12-09
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sabato, 05 dicembre 2009

Dentista, ma quanto mi costi


Ctcu e dentisti, il braccio di ferro continua


BOLZANO. Dentista, ma quanto mi costi!: continua il braccio di ferro tra Centro consumatori e Ordine dei medici. Dopo il parere positivo espresso dal Garante per la concorrenza il Ctcu di via Dodiciville torna all’attacco e rilancia l’iniziativa “Prezzi trasparenti online” che punta a mettere in rete per renderli confrontabili i prezzi delle prestazioni odontoiatriche di tutto l’Alto Adige.
 «Lo scopo dell’iniziativa - spiega Luca Marcon del Ctcu - è quello di fornire ai consumatori un primo orientamento sui prezzi. Naturalmente il prezzo delle prestazioni è solo uno degli aspetti importanti da considerare nel rapporto fra dentista e paziente. Altri possono essere la qualità della prestazione, la fiducia nel professionista, etc. Ma penso che avere un quadro chiaro su quello che offre il mercato sia strumento irrinunciabile, e non solo in tempi di crisi».
 Il Ctcu ricorda che negli ultimi giorni ha inviato 250 lettere ai singoli professionisti per sollecitarli a partecipare numerosi all’iniziativa. «Una comparazione di questo tipo è anche occasione per informare il pubblico sulle proprie prestazioni. L’esperienza dimostra, da sempre, che al pari dei consumatori anche i professionisti seri possono solo guadagnare da un confronto imparziale».
 Ma Salvatore Rampulla, presidente della Commissione odontoiatrica dell’Ordine dei medici, non la pensa così. «Preferisco non fare commenti dato il momento molto delicato su questa iniziativa del Ctcu - spiega - che parifica i dentisti ai commercianti, senza interessarsi degli aspetti legati alla sicurezza, all’affidabilità, alla qualità delle cure. Il momento è delicato perché l’Ordine di Bolzano non ha accettato la “sentenza” dell’Antitrust e sta proponendo ricorso alle autorità competenti. Ricordo solo che l’Ordine ha denunciato all’Antitrust questa iniziativa che noi consideriamo pubblicità ingannevole e siamo ancora in attesa del pronunciamento. Vedremo cosa dirà l’Antitrust. Non c’è dubbio, infatti, che citare solo l’aspetto economico di una prestazione sanitaria, senza interessarsi di tutto quello che ci sta dietro, significa indurre i cittadini a compiere delle scelte avventate con il rischio di essere ingannati o di subire anche un eventuale danno alla salute. Desidero ricordare ai cittadini - continua Rampulla - che il modo migliore di risparmiare non è quello di vedere dove la prestazione costa di meno, ricordandosi dei propri denti solo quando fanno male, ma quello di recarsi regolarmente ad una visita di controllo per mantenere, con una piccola spesa, un buono stato di salute della propria bocca. In tal modo non dovranno mai essere affrontate, probabilmente, grandi spese».
 E non è finita. Per Rampulla la griglia del Ctcu ignora anche un importante aspetto psicologico. «Il cittadino non è una macchina a cui sostituire un pezzo con uno di ricambio. Ognuno ha la sua dignità, le sue paure, le sue ansie, i suoi tempi, la sua capacità di comprensione ed un professionista serio riesce a rapportarsi col paziente secondo il suo stato d’animo. Ricordiamo infine che una soluzione, più è tecnologicamente avanzata, più è probabile che sia costosa. Faccio presente, da ultimo, che da parte dell’Ordine è presente una continua sollecitazione alla Provincia, affinché non rimborsi più le prestazioni che non rispettano i parametri di sicurezza, come quelle erogate all’estero».

Alto Adige 5-12-09
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sabato, 28 novembre 2009

Il progetto "Science for peace", nato su iniziativa di Umberto Veronesi, si pone come obiettivo la nascita di un grande movimento per la pace alla cui guida vede impegnato il mondo della scienza. Scienziati e premi Nobel hanno risposto all'appello varato con un importante convegno di due giorni tenutosi a Milano nell'ultimo fine settimana. Erano presenti molti esperti del mondo scientifico internazionale e personalità rilevanti del mondo della cultura e della pace. A cavallo dei due una persona a noi molto cara : Piero GIORGI, che ha, tra l'altro, rilasciato la seguente intervista: http://www.avoicomu nicare.it/ blogpost/ le-opinioni- dei-presenti- alla-conferenza- mondiale- di-science- peace
Per conoscere meglio la galassia degli interventi previsti, consultare il sito http://www.fondazio neveronesi. it/pagina. php?id=30&nome=Science% 20for%20Peace
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sabato, 28 novembre 2009


Protesi dentarie: i pazienti non sono affatto informati


I rischi per la salute che ci arrivano dalla Cina


Tutti noi ben sappiamo quanto sia importante, nel campo degli interventi del dentista, poter contare su protesi dentarie di qualità che diano delle concrete garanzie ai pazienti asicurando così la salute della bocca e dell’organismo. In questo delicato settore l’Alto Adige per tradizione all’avanguardia come costante ricerca, applicazione delle tecniche costruttive, apparecchiature avanzate, utilizzo da parte degli odontotecnici seri e professionali di materie prime controllate, certificate e al top degli standard europei di qualità.
 Ebbene, da qualche tempo a questa parte, va registrato nel settore un fenomeno e una realtà che non possono non preoccupare l’opinione pubblica e, ovviamente, le autorità sanitarie di controllo. E cioè che vengono installate - all’insaputa dei pazienti - delle protesi dentarie fuori norma che provengono dalla Cina! Come dire che la concorrenza sleale è arrivata anche negli studi dentistici! Insomma, in bocca ai cittadini che vanno dal dentista finiscono protesi che non rispondono affatto, come impiego di materiali e metodi costruttivi, alle più elementari norme di sicurezza della salute.
 Questo grido d’allarme ci arriva dall’azien da altoatesina Bio Dental di Bolzano, il più grande e qualificato laboratorio odontotecnico non solo dell’Alto Adige, ma addirittura del Triveneto.
 In altre parole i professionisti di Bio Dental si prefiggono l’obiettivo d’informare e allertare i pazienti sui pericoli derivanti da una voluta non-informazione in un settore delicatissimo e importante per la nostra salute e la stessa qualità della vita. Quando infatti si riceve una protesi dentaria, sarebbe d’obbligo da parte del dentista di consegnare ai pazienti una «dichiarazione ufficiale di conformità» che attesti l’origine della protesi stessa, i suoi requisiti, il fabbricante con relativo numero d’iscrizione al Ministero della Salute nell’apposito Albo dei costruttori di protesi in campo odontotecnico.
 Da sottolineare il fatto che questi prodotti Made in China, per la loro stessa natura e origine, non osservano le norme nè di sicurezza, nè della proceduta di produzione europea. E’ invece estremamente importante per la salute poter contare su protesi garantite come qualità di fabbricazione e utilizzo di materie prime (per esempio ceramiche e leghe speciali).
 La Bio Dental, grazie ad una esperienza consolidata e la presenza trentennale sul territorio - dovuta alla sinergia dal 2001 di tre importanti realtà professionali - garantisce al dentista e ai pazienti protesi dentarie di alta qualità mantenendo inalterati i costi.
 Un aspetto curioso è che la Provincia - che come è noto sovvenziona le protesi dentarie - non richiede ancora la dichiarazione di conformità come documento essenziale per l’erogazione del contributo previsto. Da tener ben presente che i pazienti hanno il diritto ad essere informati e di chiedere al proprio dentista quella specie di «Libretto del prodotto» con indicati il nome del fabbricante, le caratteristiche e la natura dei materiali impiegati.

Alto Adige 27-11-09
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lunedì, 23 novembre 2009



Stop alle sigarette con un vaccino


stop al fumo

È entrato nell'ultima fase di sperimentazione un preparato che «disinnesca» la nicotina


MILANO - Spegnere per sempre il vizio del fumo con un vaccino, immunizzandosi una volta per tutte dalle sigarette. Qualcuno è pronto a scommetterci, e non poco. Qualche giorno fa il colosso farmaceutico britannico GlaxoSmithKline ha sborsato 40 milioni di dollari per assicurarsi l'opzione d'acquisto su NicVAX, il vaccino anti-nicotina sviluppato dalla statunitense Nabi Biopharmaceutical, attualmente in fase di test. NicVAX è entrato nella terza fase di sperimentazione, quella più avanzata. Se tutto procederà secondo le attese, GlaxoSmithKline è disposta a mettere sul piatto altri 500 milioni di dollari per assicurarsi il diritto di produrre e commercializzare il vaccino, che potrebbe arrivare sul mercato, se non ci saranno intoppi, nel 2011.

COME FUNZIONA - Ma come funziona esattamente il vaccino antifumo? Il prodotto – spiegano da Nabi – stimola il sistema immunitario facendo sviluppare anticorpi che combinandosi con la nicotina in circolo nel sangue formano un composto molecolare troppo grande per passare attraverso la barriera ematoencefalica. In poche parole, alle molecole di nicotina sarebbe impedito di sollecitare quei recettori cerebrali responsabili della produzione di sostanze come la dopamina, in grado di provocare nel fumatore quella sensazione di benessere che conduce poi alla dipendenza da sigaretta. Un aiuto utile per i fumatori accaniti, che rispetto ai metodi in commercio, come i cerotti e le gomme alla nicotina, avrebbe il vantaggio di rendere meno frequenti le recidive. E che, come tutti i vaccini, potrebbe essere usato come strumento di prevenzione. Una strada che si sta cercando di percorrere anche per la dipendenza da cocaina.
PERPLESSITÀ - Le perplessità, tuttavia, non mancano. Lo scorso ottobre la casa farmaceutica svizzera Novartis ha accantonato gli investimenti su un prodotto simile al NicVAX, dopo che un test aveva evidenziato differenze statisticamente irrilevanti riguardo l'astinenza da fumo tra chi aveva assunto il vaccino e chi era sotto effetto placebo. Nessun dubbio invece sul colossale giro di affari connesso a prodotti contro la dipendenza da nicotina. La società di ricerca indipendente Datamonitor ha previsto che entro il 2016 il valore del mercato globale dei prodotti "anti-fumo" si aggirerà attorno ai 4,6 miliardi di dollari e che le vendite dei vaccini potrebbero portare nelle casse delle case farmaceutiche 2 miliardi di dollari.
Elvira Pollina
Corriere della sera 22 novembre 2009

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sabato, 21 novembre 2009

Mini Med e la salute degli occhi



BOLZANO. Gli occhi sono considerati il nostro organo sensoriale più importante: sono una porta sul mondo e una finestra sulla nostra anima. Della salute degli occhi si parlerà lunedì nel nuovo appuntamento della serie Mini Med, le conferenze su temi della salute, con il dottor Enrico Bertelli, primario di oculistica all’ospedale di Bolzano, e la professoressa Lilly Speicher, del reparto di oftalmologia e optometria della clinica universitaria di Innsbruck. Preziosi quanto delicati, oggigiorno i nostri occhi sono esposti a molte sollecitazioni dannose: si pensi solo, per fare un paio di esempi, a quando restiamo a lungo in ambienti con aria condizionata e troppo secca o quando fissiamo per ore lo schermo di un computer. Il modo più naturale per rigenerare gli occhi è dormire, ma anche quando dormiamo i nostri occhi si muovono molto, soprattutto durante le fasi del sonno in cui elaboriamo lo stress della giornata precedente. E’ dunque importante che le patologie degli occhi e i difetti della vista siano diagnosticati quanto prima. I tre disturbi più frequenti sono: la cataratta, ossia l’opacizzazione del cristallino che col passare degli anni provoca un peggioramento graduale della capacità visiva; la retinopatia diabetica, che altera la struttura della retina e compromette la capacità visiva nelle persone che soffrono da anni di diabete; la maculopatia senile. Il dottor Bertelli, primario del reparto di oculistica del San Maurizio, e la professoressa austriaca Speicher, in quello che sarà l’ultimo appuntamento di questa serie della rassegna Mini Med, spiegheranno come proteggere nel tempo la salute degli occhi lunedì dalle ore 20 (accesso alla sala a partire dalle 19), come sempre per le conferenze Mini Med a ingresso libero, all’Haus der Kultur di via Sciliar 1; sarà operativa la traduzione simultanea.

Alto Adige 21-11-09
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venerdì, 20 novembre 2009


Alto Adige, viviamo 10 anni di più


longevità


VALERIA FRANGIPANE


 BOLZANO. Gli altoatesini sono tra i più longevi d’Europa (le donne arrivano a 85 anni, gli uomini si fermano a 79). E poi un dato curioso: dal 1976 al 2006 l’aspettativa di vita è aumentata di 10 anni per gli uomini e di 8 (solo!) per le donne. Vivono una vita sana e fanno molto sport ma fumano e bevono troppo e sono sempre più grassi.
 Questi, in estrema sintesi, i dati di base che emergono dall’ultima “Relazione sanitaria 2008” presentata dall’assessore Richard Theiner che ieri ha ribadito con forza rispondendo ai Freiheitlichen (che chiedono un sistema sanitario più agile e meno autoreferenziale che sappia guardare anche al privato senza chiudersi su se stesso) «che non è pensabiledi liberalizzare o privatizzare il sistema sanitario».
 Theiner ricorda poi come la popolazione, sempre più anziana, sia afflitta da un numero sempre crescente di malattie croniche che comportano per le casse della Provincia un esborso in denaro sempre più pesante.
 «Nel 2008 il finanziamento pubblico per la sanità è stato di 1,186 miliardi di euro - dice Theiner - e solo i malati cronici, che hanno toccato quota 128 mila, assorbono il 70% delle risorse». Altro esborso pesante è rappresentato dall’assicurazione per le persone non-autosufficienti. «Nel 2009 abbiamo speso 185 milioni di euro che l’anno prossimo saliranno a 193» e l’assessore ne approfitta per ribadire una volta di più come «l’Asl unica consenta di contenere al 2,5% l’aumento dei costi (nello stesso periodo in Austria si è assistito ad un aumento del 6,7%)».
 Negli ultimi anni si è assistito inoltre ad un forte incremento delle prestazioni sanitarie specialistiche passate da circa 5,9 milioni nel 2004 agli oltre 7,3 milioni del 2008 con un aumento del 17%.
 Per arginarne il numero il direttore sanitario dell’Asl unica, Oswald Mayr, dice che occorrerà ridurre la quantità delle prestazioni senza penalizzare la qualità.
 Analogo aumento significativo si registra nel campo dell’assistenza riabilitativa post-acuzie che dalle 1.500 prestazioni del 2002 è ormai passata ai 2.678 ricoveri registrati nel 2008.
 Ma dalla “Relazione sanitaria”, poco più di 400 pagine di dati e tabelle che adesso sono finiti online (www.prvincia.bz.it/oep) emerge in sostanza come la popolazione altoatesina sia relativamente sana.
 A livello europeo, tra le più sane in assoluto, o almeno tra quelle con la più alta aspettativa di vita.
 Merito di molti fattori come la buona alimentazione (si mangia molta frutta e verdura anche se il 26% della popolazione è sovrappeso e tra i ragazzi con più di 14 anni è in aumento l’obesità) e l’attività fisica (il 50% degli altoatesini pratica almeno saltuariamente uno sport).
 E adesso un’occhiata alle malattie.
 Cuore. Tra gli adulti la prima causa di morte è provocata dalle malattie cardiovascolari: principali fattori di rischio sono rappresentati da ipertensione, ipercolesterolemia, diabete ed obesità.
 I tumori. I tumori costituiscono la seconda causa di morte. Tra i maschi è più frequente il tumore alla prostata (25% dei casi), seguito da colon-retto (12%), polmone (9%), vescica (9%) e stomaco (5%). Nelle femmine, il tumore della mammella (27% dei casi) è al primo posto tra tutte le neoplasie, seguito dal tumore del colon-retto (12), dello stomaco (5,6%), dai melanomi (5%) e dal tumore del polmone che purtroppo è in costante ascesa. Il consiglio è sempre è solo uno: prevenzione, stop al fumo ed alcol sì ma con moderazione.
 Malattie infettive. La malattia infettiva che ha colpito di più nel corso del 2008 è stata la rosolia. In aumento anche i casi di tubercolosi (soprattutto tra la popolazione immigrata).
 Alcol. I bevitori a rischio in provincia sono pari al 32% della popolazione tra 18 e 69 anni, e tra questi il 24% beve prevalentemente fuori pasto, il 16% consuma 6 o più unità alcoliche in una unica volta in un solo mese ed il 12% è un forte bevitore (consuma almeno 3 unità alcoliche al giorno se è maschio, 2 se è donna).
 Fumo. Il fumo, autentica maledizione, è responsabile di tumore, infarti, ictus, bronchite cronica ecc. Abitudine ancora più diffusa tra i giovani che tentano disperatamente di darsi un tono: fuma il 54 dei soggetti con età compresa tra 18 e 24 anni.
 La spesa sanitaria.
 La spesa sanitaria provinciale nel 2007 ha raggiunto 1 miliardo e 186 milioni di euro, pari a 2.500 euro pro capite (record nazionale).

Alto Adige 20-11-09
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martedì, 17 novembre 2009



Bimbi e cani, la guida per evitare 300 morsicature all’anno


bimbi e cani

 BOLZANO. La prudenza non è mai troppa, dice qualcuno. La realtà è che anche animali “umanizzati” come i cani, vanno trattati con rispetto, per rispetto loro (ci si perdoni il gioco di parole) e per evitare rischi, soprattutto nel rapporto fra cani e bambini. Ora arriva un utile opuscolo.
 Si intitola “Bimbe, bimbi e cani”, l’ha realizzato il Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria bolzanina e mira a rispondere, con semplici consigli e disegni, a una domanda banale solo all’apparenza: come si trattano i cani? In questi giorni inizia la distribuzione di questo opuscolo informativo.
 L’Alto Adige conta una popolazione canina di circa 30.000 soggetti ufficialmente registrati. Nonostante la convivenza uomo-cane sia generalmente positiva, a volte si verificano problemi: solo nella nostra provincia al pronto soccorso si registrano oltre 300 casi di morsicatura all’anno, quindi la cifra reale degli incidenti di questo tipo è ancora più alta. Apprendere fin dall’infanzia un corretto rapporto con il cane, ma anche con tutti gli animali con cui si può venire a contatto, è fondamentale per evitare incidenti spiacevoli dovuti a una non corretta gestione dell’animale. La scuola e la famiglia hanno un compito molto importante in questo senso, ma necessitano del supporto tecnico di esperti.
 Per questo motivo il Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria si è attivato per creare materiali informativo-educativi da mettere a disposizione dei cittadini o delle scuole nell’ambito di progetti specifici. Il primo di una serie di materiali di supporto è un piccolo opuscolo destinato ai bambini, sul comportamento con il cane. Sarà disponibile a breve al canile sanitario di Castel Novale - Sill, nelle sedi del Servizio veterinario dei vari comprensori sanitari e verrà messo a disposizione alle Intendenze scolastiche.

Alto Adige 17-11-09
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domenica, 15 novembre 2009


«Ripetitore, i dubbi sono rimasti»


dubbi


LAIVES. La pubblica serata - nel corso della quale s’è discusso a lungo sull’installazione di un’antenna per la telefonia mobile sul tetto della casa delle associazioni in via Pietralba, contestata dai residenti - non ha fugato i molti dubbi dei residenti, nonostante le relazioni svolte da due tecnici ed anche da un avvocato. L’antenna, quindi, verrà montata. In merito interviene Alessandro Cosi, membro della Consulta Ambiente del Comune di Laives, con questa nota: «Sul palco è mancato il contradditorio sul danno sanitario. Le relazioni - ottime sotto il profilo tecnico e giuridico - hanno presentato un solo punto di vista, molto parziale, sui danni alla salute. Si è fatto riferimento esclusivamente alle ricerche scientifiche riconosciute dall’Organizzazione mondiale della sanità ignorando tutti gli studi scientifici e la letteratura ”scomoda”. La stessa Associazione Consumatori che avrebbe consigliato questi esperti “indipendenti” ha nella propria biblioteca un libro interamente dedicato ai danni causati dalle antenne per cellulari nel quale vengono elencati i più importanti studi fatti a livello internazionale, studi che dimostrano danni al sistema nervoso centrale con disturbi al sonno e all’equilibrio, ma anche gravi danni al Dna delle cellule, con rotture sui filamenti causandone la morte o la trasformazione in cellule tumorali». Alessandro Cosi aggiunge nel proprio intervento: «Comunque se l’intento dell’amministrazione comunale era quello di tranquillizzare i 300 cittadini preoccupati che hanno firmato la petizione i fatti dimostrano il contrario, a fine serata tra il pubblico in sala tanti dubbi sono rimasti. Una cosa è però stata spiegata bene, i cittadini non hanno alcuna possibilità giuridica di opporsi alle scelte delle società telefoniche, che possono imporre le loro strategie economico-consumistiche in quanto inquadrate come “servizio pubblico”», conclude la nota a firma appunto di

Alessandro Cosi.



Le antenne per i telefonini? A Laives tutti i dubbi restano


ALESSANDRO COSI*


Ho assistito alla serata organizzata dal sindaco sulle antenne telefoniche, nelle premesse l’informazione avrebbe dovuto essere obiettiva e imparziale, a garanzia di ciò erano stati preannunciati esperti consigliati dall’Associazione Consumatori. Purtroppo però, nei fatti, sul palco è mancato il contradditorio sul danno sanitario. Le relazioni, ottime sotto il profilo tecnico e giuridico, hanno presentato un solo punto di vista, molto parziale, sui danni alla salute. Si è fatto riferimento esclusivamente alle ricerche scientifiche, riconosciute dall’Organizzazione mondiale della sanità, ignorando tutti gli studi scientifici e la letteratura “scomoda” e dichiarando che “tutti gli studi sanitari sull’alta frequenza non hanno dimostrato effetti avversi alla salute”, oppure che “solo i campi magnetici a bassa frequenza stanno evidenziando problemi in ambito sanitario”.
 La stessa Associazione Consumatori che avrebbe consigliato questi esperti “indipendenti” ha nella propria biblioteca un libro interamente dedicato ai danni causati dalle antenne per cellulari nel quale vengono elencati i più importanti studi fatti a livello internazionale, studi che dimostrano danni al sistema nervoso centrale con disturbi al sonno e all’equilibrio, ma anche gravi danni al Dna delle cellule, con rotture sui filamenti causandone la morte o la trasformazione in cellule tumorali.
 Si è omesso di citare il “principio di precauzione” della Dichiarazione di Rio 1992 ratificato dall’Unione Europea: “Quando una attività crea possibilità di fare male alla salute o all’ambiente, misure precauzionali dovrebbero essere prese, anche se alcune relazioni di causa-effetto non sono stabilite dalla scienza”; e la Comunicazione della Commissione Com(2000) 1 Final (2 febbraio 2000): “Il fatto di invocare o no il principio di precauzione è una decisione esercitata in condizioni in cui le informazioni scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte e vi sono indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possono essere potenzialmente pericolosi e incompatibili con il livello di protezione prescelto”.
 In base a questo principio non sarebbe necessario attendere decenni per dimostrare scientificamente i danni prima di prendere le dovute precauzioni, così come è accaduto per il tabacco e per l’amianto!
 Comunque, se l’intento dell’amministrazione era quello di tranquillizzare i 300 cittadini preoccupati che hanno firmato la petizione, i fatti dimostrano il contrario: a fine serata tra il pubblico in sala tanti dubbi sono rimasti.
 Una cosa è però stata spiegata bene, i cittadini non hanno alcuna possibilità giuridica di opporsi alle scelte delle società telefoniche, che possono imporre le loro strategie economico-consumistiche in quanto inquadrate come “servizio pubblico”.
 I cittadini possono però, come consumatori consapevoli, contrastare questo sistema, riducendo allo stretto necessario l’uso del cellulare e di internet wireless. Le antenne vengono montate perché c’è la domanda di questi servizi.
*Membro Consulta Ambiente del Comune di Laives

Alto Adige 15-11-09
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venerdì, 13 novembre 2009

Presa di posizione sulla serata informativa del Comune di Laives



In qualità di membro della Consulta Ambiente del Comune di Laives, ho assistito alla serata organizzata dal sindaco sulle antenne telefoniche, nelle premesse l’informazione avrebbe dovuto essere obbiettiva e imparziale, a garanzia di ciò erano stati preannunciati esperti consigliati dall’Associazione Consumatori.
Purtroppo però, nei fatti, sul palco è mancato il contradditorio sul danno sanitario, le relazioni, ottime sotto il profilo tecnico e giuridico hanno presentato un solo punto di vista, molto parziale, sui danni alla salute. Si è fatto riferimento esclusivamente alle ricerche scientifiche riconosciute dall’Organizzazione mondiale della sanità ignorando tutti gli studi scientifici e la letteratura “scomoda” e dichiarando che “tutti gli studi sanitari sull’alta frequenza non hanno dimostrato effetti avversi alla salute” oppure “solo i campi magnetici a bassa frequenza stanno evidenziando problemi in ambito sanitario”.
La stessa Associazione Consumatori che avrebbe consigliato questi esperti “indipendenti” ha nella propria  biblioteca un libro interamente dedicato ai danni causati dalle antenne per cellulari nel quale vengono elencati i più importanti studi fatti a livello internazionale, studi che dimostrano danni al sistema nervoso centrale con disturbi al sonno e all’equilibrio, ma anche gravi danni al DNA delle cellule, con rotture sui filamenti causandone la morte o la trasformazione in cellule tumorali.


Si è omesso di citare il principio di PRECAUZIONE – della Dichiarazione di Rio 1992 ratificato dall’Unione Europea “Quando una attività crea possibilità di fare male alla salute o all’ambiente, misure precauzionali dovrebbero essere prese, anche se alcune relazioni di causa-effetto non sono stabilite dalla scienza” e la Comunicazione della Commissione COM(2000) 1 Final (2 febbraio 2000)Il fatto di invocare o no il principio di precauzione è una decisione esercitata in condizioni in cui le informazioni scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte e vi sono indicazioni che i possibili effetti sull’ambiente e sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante possono essere potenzialmente pericolosi e incompatibili con il livello di protezione prescelto”

In base a questo principio non sarebbe necessario attendere decenni per dimostrare scientificamente i danni prima di prendere le dovute precauzioni, così come è accaduto per il tabacco e per l’amianto!

Comunque se l’intento dell’amministrazione era quello di tranquillizzare i 300 cittadini preoccupati che hanno firmato la petizione i fatti dimostrano il contrario, a fine serata tra il pubblico in sala tanti dubbi sono rimasti.

Una cosa è però stata spiegata bene, i cittadini non hanno alcuna possibilità giuridica di opporsi alle scelte delle società telefoniche, che possono imporre le loro strategie economico-consumistiche in quanto inquadrate come “servizio pubblico”.
I cittadini possono però, come consumatori consapevoli, contrastare questo sistema, riducendo allo stretto necessario l’uso del cellulare e di internet wireless. Le antenne vengono montate perché c’è la domanda di questi servizi.

Alessandro Cosi
Membro della Consulta Ambiente del Comune di Laives

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venerdì, 13 novembre 2009


Inquinamento elettromagnetico: preoccupazione in via Pietralba


BRUNO CANALI


LAIVES. Due fisici e un avvocato esperto in materia di campi magnetici, non sono riusciti a fugare tutti i dubbi che una folta platea di persone ha manifestato in merito all’imminente installazione di un’antenna per la telefonia mobile sul tetto della casa delle associazioni.
 I timori riguardano l’inquinamento elettromagnetico. Quali poi siano i risvolti negativi sull’essere umano - lo si è capito anche l’altra sera - è materia ben più complessa e non ancora del tutto codificata scientificamente e sanitariamente. Hanno spiegato il fisico Alessandro Merlino e Luca Verdi, fisico della Provincia: «Sono più pericolose le basse frequenze, quelle emesse dagli elettrodotti. Per quanto riguarda invece le frequenze utilizzate per la telefonia mobile, la normativa pone un tetto massimo di tolleranza pari a 6 volt per metro. Il gestore della telefonia mobile deve attenersi a questa indicazione. Per quanto riguarda l’antenna in centro a Laives, sembra che la soglia non verrà neppure raggiunta se non in condizioni di lavoro eccezionali. Dalle simulazioni ad esempio, presso l’asilo tedesco i volt per metro scenderebbero a 2; in Germania la soglia di tolleranza è fissata sui 60 volt per metro». Tante le domande dei presenti sulla pericolosità di queste presenze continuative nell’abitato. «L’impianto di Tim e Vodafon lavorerà 24 ore su 24 - ha detto il sindaco - ma noi monitoreremo a sorpresa le emissioni durante i due anni di concessione che abbiamo dato. Abbiamo anche deciso di far mettere l’antenna sopra la casa delle associazioni perché sul tetto del municipio (prima ipotesi) stiamo per montare i pannelli fotovoltaici e l’antenna non ci starebbe». Quanto al fatto che sia in centro è dovuto alla necessità dei nuovi telefonini che trasmettono anche dati (internet e altro) oltre alla voce: servono antenne sempre più vicine all’utenza, il posto individuato dai tecnici di Tim e Vodafone è via Pietralba. Sotto il profilo legale, come ha spiegato l’avvocato Adriano Mazzola, i comuni hanno ben poche possibilità di impedire l’installazione.

Alto Adige 13-11-09
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martedì, 10 novembre 2009


In 8.000 si combatte meglio il cancro



Tanti sono i soci dell’Associazione tumori Alto Adige che si è riunita in assemblea

BOLZANO. “Ricordando le nostre radici, pronti ad affrontare il futuro”: questo il motto del convegno dell’Associazione tumori Alto Adige, che si è tenuto l’altro giorno a Castel Flavon, alla presenza dei referenti del sodalizio, in tutto 50 persone venute da tutta la provincia. I lavori sono partiti dalla retrospettiva su 28 anni di attività, per arrivare alla definizione degli obiettivi futuri.
 Inoltre due socie “storiche” impegnate da decenni, Mariangela Berlanda Poles e Margit Drabek Thies, hanno ricevuto un’onorificenza.
 L’Associazione Tumori Alto Adige ha 8.000 soci divisi in 6 circoscrizioni. La presidente, Renate Daporta Jöchler, ha ricordato come il compito dell’associazione sia sostenere i malati di tumore non solo nei bisogni di natura medica ma anche socio-finanziaria o psicologica; poi cresce l’impegno nella ricerca e nella prevenzione. Le strategie per il futuro lavoro, sviluppate in gruppi di lavori, hanno definito gli obiettivi: migliorare e unificare la struttura organizzativa, standardizzare le attività e creare un manuale per i volontari, ottimizzare i flussi di informazione e impiegare al meglio i nuovi mezzi di comunicazione come Internet. Il tutto ricordando che senza l’impegno dei volontari, l’attività dell’associazione non sarebbe possibile. «Impegnarsi gratuitamente, mettere a disposizione il proprio tempo per una causa come la nostra non è per niente ovvio - ha detto la presidente - perciò premiando Berlanda Poles e Drabek Thies vogliamo premiare idealmente l’impegno di tutti i volontari della nostra associazione».

Alto Adige 10-11-09
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giovedì, 29 ottobre 2009


Per «La Strada» nuovo look in rete




BOLZANO. Da alcuni giorni è ufficialmente in rete il nuovo sito Internet dell’associazione “La Strada - Der Weg”. Nel variegato panorama delle comunicazioni, Internet rappresenta uno dei canali informativi più importanti per l’accessibilità diffusa e la possibilità di accedere alle informazioni in tempo reale. Questa constatazione ha portato l’associazione a rivedere completamente la veste grafica e i contenuti del proprio sito, che si può visionare in lingua italiana o tedesca, in modo da rendere ottimale la navigazione.
 Sono stati adottati due tipi di linguaggio: uno più tecnico rivolto agli addetti ai lavori e uno più informale e pratico, rivolto a tutti gli interessati e particolarmente a chi cerca aiuto presso l’Associazione. Direttamente dalla home page, ovvero la pagina iniziale, con pochi “click” si accede facilmente a ogni servizio offerto, con descrizioni dettagliate delle varie strutture e si possono inoltre visualizzare velocemente altre pagine importanti quali “lavora con noi”, “area mass media” (press), “chi siamo”, “calendario degli eventi”, “area download” e feedback, uno spazio a disposizione dell’utente per inviare messaggi, consigli e critiche.
 I primi riscontri sono incoraggianti e tendono a confermare la buona riuscita del progetto, reso possibile grazie al sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Bolzano.
 Gli interessati possono visitare il sito su: www.lastrada-derweg.org.

Alto Adige 29-10-09
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giovedì, 29 ottobre 2009


Influenza, ecco chi può vaccinarsi


vaccinazione

L’Asl: dal 2 novembre profilassi per donne in gravidanza e malati cronici


VALERIA FRANGIPANE


 BOLZANO. Ci siamo. Ieri è scattata in tutto l’Alto Adige la vaccinazione contro l’influenza A/H1N1 (la suina) per medici ed infermieri. Il 2 novembre iniziano invece le vaccinazioni per donne in gravidanza, prematuri tra 6 mesi e 2 anni di vita e malati cronici.
 Nelle scuole di tutto l’Alto Adige ed a Bolzano in particolare l’influenza sta colpendo duro. L’Ufficio Igiene parla di più di 250 casi accertati e, al momento, registra come unico caso grave quello della ragazzina di 11 anni che frequenta le scuole Fermi a Bolzano. A giorni, intanto, parte la vaccinazione gratuita alla popolazione: e sulla lista dei “prescelti” insieme a forze dell’ordine, insegnanti, postini ecc. troviamo anche autisti di bus, assessori provinciali, sindaci e giornalisti.
 Il primario dell’Ufficio Igiene e portavoce del Gruppo contro le pandemie - Josef Simeoni - ed il primario del reparto di Malattie infettive del San Maurizio, Peter Mian, spiegano che la vaccinazione non si paga ma è destinata solo a determinati gruppi di persone: «Non riceveranno a casa alcuna lettera dall’Asl ma devono leggere sui giornali se appartengono o meno alle categorie a rischio (controllare l’infografica in alto) e regolarsi di conseguenza». Un aiuto importante arriva anche dal sito Internet www.asdaa.it/nuovainfluenza approntato dall’Asl. «L’Ufficio Igiene - continuano - sta preparando un depliant che sarà distribuito negli ospedali, negli ambulatori e nelle farmacie entro la fine della prossima settimana». Gli altoatesini che rientrano nelle categorie a rischio e che intendono farsi vaccinare dovranno rivolgersi dal 2 novembre negli ospedali o nei distretti del proprio Comprensorio sanitario (Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico). «Se la vaccinazione pandemica prevede 2 dosi, le punture vanno fatte nello stesso luogo (ospedale o distretto) a 3 settimane di distanza. Se il paziente si è già sottoposto alla vaccinazione stagionale deve far passare tre settimane prima di sottoporsi alla pandemica». Chi fosse interessato al vaccino deve presentarsi in ospedale o al distretto munito di tessera sanitaria. I malati cronici devono portarsi dietro il libretto sanitario mentre le donne in gravidanza devono avere il via libera del ginecologo. «La vaccinazione proseguirà anche a gennaio con i giovani fino a 27 anni d’età».
 Le scuole «che non saranno chiuse» registrano in questi giorni un elevatissimo numero di assenze dovute proprio all’influenza A e non si capisce perchè il vaccino per i ragazzi sarà disponibile quando non servirà più a nulla: «Queste sono le direttive che ci sono arrivate da Roma e noi le rispettiamo». Resta da capire come mai questa influenza colpisca di più i giovani e meno gli anziani o comunque gli adulti. «Chi ha più di 40 anni - conclude Mian - nel corso della vita ha già avuto modo di venire in contatto con questo tipo di virus e per questo è meno esposto al contagio».


Alto Adige 29-10-09
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giovedì, 08 ottobre 2009


Cosmetici, controlli a tappeto


La Finanza ancora nei punti vendita. Caos sulle etichette


di Valeria Frangipane
 BOLZANO. Controlli a tappeto della Finanza per verificare che sugli scaffali di alcuni punti vendita altoatesini non ci siano più cosmetici pericolosi. Il maggiore Lorenzo Ruggiero annuncia controlli minuziosi ed avverte i cittadini: «State attenti alle etichette». Se qualcosa non va i numeri da chiamare sono due: 117 o 0471 283352.
 E intanto sono sei le persone finite sul registro degli indagati, tutte con contestazioni piuttosto pesanti.
 L’operazione della Guardia di Finanza di Bolzano ha suscitato clamore tra i consumatori. Le indagini hanno portato al sequestro, in tutta Italia, di un milione di confezioni di cosmetici (creme, bagni schiuma e shampoo) che contengono una sostanza tossica - il metildibromo glutaronitrile (indicato sulle confezioni come Euxyl K400). - considerato cangerogeno e vietato dalle direttive Ue dal marzo del 2008. «Tra i prodotti sequestrati in Alto Adige - precisa il maggiore Lorenzo Ruggiero - alcuni molto noti tra cui “Bilboa di Cadey” e “Fresh and Clean”. Le indagini hanno rilevato la presenza della sostanza pericolosa anche in altri cosmetici a marchio “Revlon”, “Collistar” e “Marbert” ma in questo caso i sequestri sono avvenuti in altre parti d’Italia, non in Alto Adige. Noi comunque andiamo avanti con i controlli».
 Ma cosa deve fare il consumatore per evitare rischi?
 «Leggere bene le etichette. Se trova indicata la sostanza tossica deve riportare il prodotto in negozio ed avvertici subito».
 Tra le filiere distributive maggiormente coinvolte nell’operazione la Finanza segnala i marchi “LD Discount”, “Eurospin”, “Anton Schlecker”, “Limoni Profumerie” e “Foltene Laboratories”. «Abbiamo trovato prodotti tossici vietati anche nei supermercati della “Despar” ma è successo alcune settimane fa e si trattava comunque di piccole quantità». Ruggiero spiega che la collaborazione dei punti vendita interessati, sia singoli negozi, che supermercati o hard discount è stata importante: «Questo va detto, la collaborazione c’è stata ed ha facilitato il nostro lavoro». Ma “Eurospin” si tira fuori: «Noi non vendiamo prodotti tossici. Purtroppo alcune delle nostre etichette erano semplicemente sbagliate». Gianfranco Barlassina e Stefano Crotti - che controllano il settore assicurazione qualità per Eurospin Italia Spa - chiariscono la faccenda: «Prima di tutto vogliamo dire che Eurospin commercializza esclusivamente prodotti per l’igiene della persona a marchio “Near”». Come dire che non trattano nè prodotti “Bilboa di Cadey”, nè “Fresh & Clean”. «Poi la Procura di Bolzano ha sequestrato i nostri prodotti, li ha analizzati presso il Laboratorio analisi alimenti della Provincia e l’esito delle analisi è risultato negativo. Vogliamo ribadire con forza come i responsi non abbiano evidenziato la presenza della sostanza incriminata (methyldibromoglutaronitrile) confermando che si è trattato di un semplice errore di etichettatura. I lettori - concludono - devono sapere come stanno effettivamente le cose perchè Eurospin è stata di fatto scagionata dall’intera vicenda».
 La Finanza precisa poi come l’operazione abbia portato anche al sequestro, in uno stabilimento di Arezzo, di venti chilogrammi della sostanza base con la quale si preparano i cosmetici, l’Euxyl K400.
 Come ha detto il comandante regionale della Guardia di Finanza, Attardi, l’operazione è il segno dell’impegno delle Fiamme gialle «nel settore delicatissimo della salute pubblica». Col prodotto sequestrato ad Arezzo avrebbero potuto essere preparate milioni di confezioni di cosmetici pericolosi.

Alto Adige 8-10-09
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mercoledì, 07 ottobre 2009


 Cosmetici pericolosi. Maxi sequestro


cosmetici pericolosi



di Mario Bertoldi
 BOLZANO. Sono state complessivamente circa un milione le confezioni di cosmetici e preparati per l’igiene personale sequestrati dalla Guardia di Finanza in tutta Italia per effetto dell’inchiesta della Procura di Bolzano sull’uso sostanze considerate nocive. Sei gli indagati.
 Ieri nel corso di una conferenza stampa le Fiamme Gialle di Bolzano hanno illustrato lo sviluppo della seconda fasde dlel’inchiesta dopo un primo intervento che aveva portato al blocco di circa 15 mila confezioni importate in Italia attraverso una società commerciale di Bolzano. L’indagine aveva messo in luce la commercializzazione di prodotti cosmetici recanti etichette irregolari in quanto prive di indicazioni in lingua itliana e riportanti, tra gli ingredienti, un componente da tempo vietato e cioè il «methyldibromo glutaronitrile» considerato cancerogeno. Si tratta di una sostanza di cui sono certi gli effetti dannosi sulla pelle. Proprio per questo motivo è stata messa al bando dapprima a livello europeo per tutti i prodotti di cosmesi ed in seguito anche dal nostro Ministero della Salute anche per i cosiddetti prodotti da risciacquo quali bagno schiuma e shampoo. Dopo un primo sequestro di prodotti commercializzati dalla catena «Nine-tn-nine», una seconda serie di controlli portavano ad individuare - su segnalazione dei consumatori - altri prodotti di marchi nazionali di primo piano quali la «Bilboa di Cadey» e la «Fresh & Clean». La presenza della sostanza vietata è stata confermata dalle analisi di laboratorio preventivamente disposte dalla magistratura prima di intervenire con ulteriori sequestri. L’inchiesta si è ulteriormente allargata a seguito dell’individuazione in laboratorio di un preparato base (utilizzato da diverse linee di produzione di cosmetici) contenente la sostanza cancerogena bandita a livello europeo. Il preparato base è indicato sulle confezioni come «Euxyl k400». A quel punto Guardia di Finanza e magistratura hanno individuato la società italiana distributrice (su concessione della capofila tedesca) e sulla base delle fatture di vendita hanno individuato le ditte che utilizzavano abitualmente questo preparato base per il confezionamento dei propri prodotti cosmetici. Come detto i prodotti cosmetici sequestrati sono stati quasi un milione. Sei le persone finite sul registro degli indagati con contestazioni piuttosto pesanti anche perchè su alcuni prodotti sequestrati era stata cambiata l’etichettatura per evitare di segnalare la presenza della sostanza nociva. Tra le filiere produttive maggiormente coinvolte la Finanza ha segnalato i marchi «LD Discount», «Eurospin», «Anton Schlecker», «Limoni Profumerie» e «Foltene Laboratories».

Alto Adige 7-10-09
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mercoledì, 07 ottobre 2009



''Win for Life è una droga pesante'', parla una psicologa


La dottoressa Capitanucci svela i meccanismi subdoli del gioco. Ennio Peres: "Nuova tassa".

Michela Rossetti
“Cosa c’è di peggio di un ‘gioco pericoloso’? Un gioco che si presenta come innocuo, positivo, perfino tranquillizzante, e poi non lo è. Di fronte al quale si abbassano le difese”: così Daniela Capitanucci, psicologa e psicoterapeuta, nonché presidente dell’associazione And (Azzardo e nuove dipendenze), ci spiega i pericoli di Win for life, il fenomeno del momento che dietro tanto successo ha ottimi meccanismi di marketing, geniali - non c’è che dire - per chi lo ha ideato, meno per chi partecipa dall’altra parte del gioco.
L’ultimo prodotto di casa Sisal ha esordito martedì scorso, ma è già un successo. Dimostrabile con i quasi 4 milioni di euro incassati solo il primo giorno, e i “patiti” già ampiamente riconoscibili nei bar e nelle ricevitorie dedicate.

Ha tutti i numeri per essere un gioco ad alto rischio

D’altronde, Win for life si presenta bene: con un montepremi di 4 milioni di euro per vent’anni, e il 23% di giocate distribuite per la ricostruzione in Abruzzo, sembra di assistere alla nascita di un concorso a premi finalmente “buono”, non solo per l’aiuto ai terremotati, ma perché addirittura ci toglie l’imbarazzo di gestire dall’oggi al domani una grande somma di denaro, premurandosi di evitarci perfino di ‘dilapidare’ il patrimonio neo-acquisito in pochi giorni.
“Non esistono giochi d’azzardo ‘buoni’”, ci contraddice non senza ironia la dottoressa, “ma solo giochi d’azzardo più o meno ‘pesanti’, proprio come le droghe, e Win for life ha tutte le caratteristiche per essere catalogato tra le più pericolose”.

Estrazione oraria e feedback immediato: ecco come si crea dipendenza

“Prima di tutto - continua la psicologa - c’è il meccanismo dell’estrazione oraria. Ripetitività e feedback immediato creano dipendenza e favoriscono un atteggiamento compulsivo al gioco. Se posso sapere ogni ora se ho vinto o perso, sono portato a ‘riprovarci’ subito. Perfino se ho vinto una somma più bassa del montepremi, perché scatta il desiderio di ‘reinvestire’ la cifra istantaneamente. È un meccanismo tra i più ‘subdoli’”.
La dottoressa Capitanucci ci spiega che - oltre ai due fattori appena descritti - ci sono precisi indicatori per determinare il rischio di dipendenza di un gioco d’azzardo, come la facilità di comprensione delle regole e l’accessibilità al gioco. “Win for life ha tutte le caratteristiche di cui parlo. Il meccanismo dei 10 numeri più uno lo capisce anche un bambino, e si può giocare ovunque: bar, tabaccherie, e ogni altro punto vendita autorizzato”.
La Sisal chiarisce che ci sono oltre 28 mila luoghi accessibili. “Appunto”.

Lo stupore di Ennio Peres: “Ogni ora? Pensavo di aver letto male”

L’estrazione oraria ha stupito perfino il matematico ed enigmista Ennio Peres, che per sé ha inventato la definizione di ‘giocologo’: “Quando ho letto che la combinazione vincente veniva comunicata ogni ora dalle 8 di mattina fino alle 20 di sera credevo - onestamente - di essermi sbagliato. All’inizio c’era il Lotto solo il sabato, poi  Lotto e Superenalotto sono arrivati a 3 estrazioni ogni settimana. Adesso c’è un concorso a cui si può partecipare ogni ora, sette giorni su sette. Lo trovo incredibile, un meccanismo altamente pericoloso”.

Soldi all’Abruzzo: ma non si doveva ricostruire senza tasse?

Peres non ci sta neanche sulla “bontà” della destinazione dei soldi: “Il 23% delle giocate destinate all’Abruzzo? Ma Berlusconi non aveva detto che avrebbe ricostruito l’Aquila senza aggiungere alcuna nuova tassa sui cittadini? E Win for life cos’è?”.
La risposta arriva subito: “Un’ottima tassa ‘mascherata’, non c’è che dire. Le lotterie furono inventate dagli imperatori romani che avevano bisogno di liquidità e non potevano tassare ulteriormente i cittadini. Quindi hanno inventato un intelligentissimo modo per “spremerli” senza che questi ne fossero consapevoli”.
“Lo ha fatto anche Veltroni - continua Peres - quando nel ’96 aveva la delega per i Beni culturali: una parte dei ricavi del Lotto fu destinata alla salvaguardia delle opere d’arte. Ma questo che significa? Che lo Stato non ‘ce la fa’ da solo. Che non riesce a fronteggiare - con le su forze - un’emergenza, come invece dovrebbe”.

La grande suggestione: stabilità e sicurezza in piena crisi

Win for life non solo ha avuto la capacità di aver individuato tutta una serie di caratteristiche che ne fanno un prodotto di grande attrattiva, ma ha anche centrato la grande suggestione del momento: “Chi è che oggi non desidera 4 mila euro al mese per vent’anni?”, si chiede Daniela Capitanucci, la psicologa dell’associazione Azzardo e nuove dipendenze.
“Non è solo una ‘busta paga’ molto alta, considerando uno stipendio medio oggi in Italia, ma è soprattutto una ‘rendita ventennale’, che in piena crisi economica significa stabilità, tranquillità per il futuro”.


Win for life ha allargato il target dei giocatori anche ai precari

L’esperta ci spiega che ormai il gioco d’azzardo è da considerarsi una vera e propria forma di consumo, indirizzato sempre a un target ben determinato: “Le scommesse sportive, ad esempio, sono pensate per giovani uomini, sotto i 40 anni; il bingo alle famiglie, pensionati, alle casalinghe”.
E Win for life? “In piena crisi, una rendita ventennale con un meccanismo di gioco così semplice a chi è indirizzato? I precari, sicuramente; poi i cassaintegrati; i pensionati che non ce la fanno con la sola pensione; ma anche tutti coloro che vogliono - magari - guadagnare semplicemente di più. In altre parole: tutti. O meglio: tutta quella fascia di mercato che non si era mai - prima di qualche giorno fa - avvicinata in modo preponderante al gioco”.

L’Italia una Repubblica fondata sul lavoro o sul gioco?

La presidente dell’associazione Azzardo e nuove dipendenze non nasconde la sua preoccupazione: “C’è da chiedersi se l’Italia non sia una Repubblica fondata sul lavoro - come dice l’articolo 1 della Costituzione - o piuttosto sul gioco d’azzardo”.

Il Salvagente.it

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lunedì, 05 ottobre 2009


Una buona influenza


influenza

VIRUS H1N1

È vero che è più contagiosa, ma la temuta pandemia non è più grave di quella stagionale .


Non fa notizia, ma la normalissima influenza di stagione nel nostro paese provoca ogni anno migliaia di morti.
Purtroppo, le persone a rischio perché molto avanti con l'età, o perché soffrono di disturbi cronici (per esempio diabete o cardiopatie) o perché hanno le difese immunitarie compromesse (per esempio per cure antitumorali) possono correre rischi anche gravi in caso di una banale influenza. In casi eccezionali, può capitare una complicazione grave anche a una persona senza problemi preesistenti. Ma questo, ripetiamolo, avviene tanto per la nuova influenza di tipo A (a suo tempo definita "suina") quanto per una influenza qualsiasi.

Che cosa fare

Non fatevi prendere da preoccupazioni immotivate. Nel momento in cui scriviamo (settembre), non c'è  nessuna notizia che la malattia sia diventata più grave. Per prevenire il contagio, è dimostrato che è utile lavarsi spesso le
mani con acqua e sapone  e non toccare bocca, naso e occhi prima di avere lavato le mani. Inoltre, è bene evitare di frequentare a lungo ambienti chiusi e affollati. In caso di sintomi influenzali (febbre, dolore muscolare, raffreddore, mal di gola, tosse) consultate come al solito il vostro medico: non si deve fare nulla di diverso da quanto si fa per l'influenza stagionale.
Per le categorie a rischio, il ministero della Salute ha annunciato che sarà proposto un vaccino, su base
volontaria: consigliatevi in proposito con il vostro medico.

Che cosa non fare

Ecco invece una serie di comportamenti inutili o dannosi.
 • Acquistare di propria iniziativa farmaci antivirali: sono costosi, poco efficaci e poco studiati proprio sulle   categorie più a rischio di complicazioni.
• Assumere integratori a base di vitamine, papaya o altro: piuttosto, tanta frutta e verdura.
• Andare al pronto soccorso in caso di normali sintomi influenzali:
l'unico risultato sarebbe intasare inutilmente gli ospedali.

Altroconsumo.it/salute
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sabato, 03 ottobre 2009


Ritornano le visite a pagamento


IN OSPEDALE Rivoluzione in sanità a partire dal gennaio 2010 La Provincia le aveva abolite a primavera del 2003


BOLZANO. Rivoluzione in sanità. Da gennaio 2010 tornano le visite a pagamento in ospedale che la Provincia aveva abolito nel 2003.
 Fra tre mesi scatta, infatti, l’intramoenia (legge 3 agosto 2007 nr 120) che permette ai medici di svolgere la libera professione all’interno dell’ospedale. Nei prossimi giorni i vertici dell’Azienda sanitaria si confronteranno con le diverse sigle sindacali per stabilire il tariffario definitivo delle singole prestazioni erogate in regime ambulatoriale. La bozza delle tariffe (pubblicata qui a fianco), simile a quella dell’ospedale di Trento, è articolata su due livelli. Medico specialista o dirigente sanitario equiparato potranno chiedere dai 70 ai 150 euro per la prima visita e quelle successive mentre le tariffe di un primario o di un direttore di servizio salgono dai 90 ai 200 euro.
 Claudio Volanti, segretario dell’Anaao, parla di un passo avanti importante per la sanità altoatesina: «La Provincia, grazie alle battaglie del nostro sindacato vinte davanti alla Corte Costizionale, si è vista costretta a riconoscere la libera professione che nel resto d’Italia è normale quotidianità. Diciamo, a proposito di intramoenia, che da gennaio i pazienti potranno tornare di fatto a scegliere il medico curante. Il presidente Durnwalder - continua - non ha mai voluto l’intramoenia perché ha continuato a dire che non voleva una sanità a due velocità, con i ricchi che possono pagare e gli altri che stanno a guardare, ma di fatto l’impossibilità di optare per un medico piuttosto che per un altro aveva finito col creare solo una grossa insoddisfazione tra gli utenti del servizio».
 Le nuove disposizioni si applicano a medici, veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, psicologi, chimici e fisici.
 L’autorizzazione all’esercizio della libera professione intramuraria - ricorda l’Asl - deve essere richiesto dai singoli medici entro la fine di ottobre di ogni anno ed ha effetto a partire dal primo gennaio dell’anno successivo.
(v.f.)



Alto Adige 3-10-09
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venerdì, 02 ottobre 2009


Spirometria gratuita


 BOLZANO. Torna dal 5 al 9 ottobre la “Settimana del respiro”. Il reparto di Pneumologia del San Maurizio, diretto dal primario Giulio Donazzan, parteciperà alla campagna nazionale di sensibilizzazione delle malattie dell’apparato respiratorio con l’esecuzione di spirometrie gratuite. I cittadini possono recarsi da lunedì al venerdì dalle ore 14 alle 16 alle “prove funzionali” di Pneumologia.
 Info: 0471 - 908340.
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martedì, 29 settembre 2009


Influenza A, un caso nella scuola di San Giacomo

 «Tutto sotto controllo»




di Bruno Canali
 LAIVES. Primo caso di influenza A in una scuola comunale. È stato registrato all’elementare di San Giacomo e per evitare allarmismi nelle famiglie ieri mattina il dirigente didattico Mauro Valer ha incontrato i genitori all’inizio delle lezioni. Per ora la scuola non sarà chiusa.
 Il dirigente ha illustrato la situazione attuale e spiegato cosa si intende fare se si dovessero manifestare altri casi simili. «Prima di tutto ho voluto tranquillizzare le famiglie degli alunni - dice Valer - perché non c’è alcun motivo di preoccuparsi. Prevedevamo pure di organizzare un incontro con un medico ma poi ci hanno garantito dal presidio sanitario di Bolzano che non c’è alcun problema. I medici seguono costantemente l’evolversi dell’influenza in provincia per essere pronti in qualunque evenienza e noi abbiamo un preciso protocollo da seguire».
 Già ieri mattina ci sono state alcune mamme particolarmente preoccupate a San Giacomo, al punto che qualcuna ha manifestato l’intenzione di tenersi a casa il figlio per qualche giorno. «Non chiuderemo la scuola - aggiunge il direttore - perché gli ufficiali sanitari ci hanno garantito che non è necessario: l’incubazione del virus influenzale dura circa 15 giorni e quindi sarebbe assurdo immaginare di tenere chiusa la scuola per così tanto tempo. Anche i responsabili sanitari che abbiamo immediatamente avvisato ci hanno spiegato che in realtà non c’è motivo di allarmarsi. Per rimanere in tema, direi che spesso è più problematico affrontare una epidemia di pediculosi (i pidocchi) nella scuola...». Intanto il bambino che ha manifestato i sintomi provocati dal nuovo virus influenzale rimarrà a casa per qualche giorno di cura e di riposo. La scuola elementare italiana di San Giacomo quindi rimane aperta e continua a funzionare normalmente. I responsabili della sanità pubblica esortano a non farsi prendere da allarmismi ingiustificati per questi casi isolati di influenza che non giustificano l’adozione di alcuna misura d’emergenza. L’istituto stesso continuerà a funzionare regolarmente e semmai saranno proprio le autorità giudiziarie a decidere il da farsi di fronte ad una recrudescenza dell’infezione. Va ricordato per altro che un paio di settimane fa si era registrato un caso molto più esteso di influenza A nelle scuole altoatesine: in una classe delle medie Archimede di Bolzano, di ritorno da una gita in Inghilterra, sono stati trovati cinque alunni malati. L’intera classe è rimasta a casa qualche giorno ma la scuola è rimasta aperta e poi tutto è tornato alla normalità.

Alto Adige 29-09-09
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sabato, 26 settembre 2009


Alir Iniziative di ottobre dell’Associazione per la lotta contro l’insufficienza respiratoria



BOLZANO. Un gruppo di sessanta persone è appena rientrato dalla seconda vacanza marina protetta a Misano Adriatico organizzata dall’Alir (Associazione per la lotta contro l’insufficienza respiratoria): sono stati quattordici giorni di autentico relax, di cure e di divertimento in allegra compagnia. La presenza di un medico, un’infermiera e dei volontari hanno contribuito ad un’organizzazione “perfetta”. L’Alir ricorda ai soci ed a tutti i bolzanini i prossimi appuntamenti che si terranno ad ottobre.
 Spirometria. Il 3 ottobre presso il ponte Talvera, dalle 10 alle 16 ci sarà la giornata del respiro, con controlli gratuiti di pressione, ossigenazione del sangue e spirometrie fatte dal dottor Marchesi (ex primario di Medicina) e da un’infermiera.
 Corsi di ginnastica. Il 12 ottobre riprenderanno poi i corsi di ginnastica respiratoria, presso il Circolo unificato di via Druso, tenuti dalla professoressa Tiziana Polla. Per avere ulteriori informazioni è possibile telefonare il lunedì o il venerdì dalle ore 9 alle ore 12 presso la sede di via Galilei 4/A allo 0471 933227.

Alto Adige 26-09-09
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martedì, 15 settembre 2009



Elettrosmog in Alto Adige, questo sconosciuto


Fra le tante forme di inquinamento a cui siamo sottoposti noi generazioni ipertecnologicizzate si annovera anche l'inquinamento da onde elettromagnetiche. Dobbiamo innanzitutto ammettere che noi di Ambiente e Salute ne sappiamo davvero poco a riguardo, e così sino ad oggi mancava una sezione  del sito dedicata a questo tipo di inquinamento. Ma non è mai troppo tardi per rimediare...
Intanto partiamo con i dati istituzionali che è possibile reperire sul web, riguardo la nostra provincia.
L'APPA dedica una pagina ricca di documentazione alle antenne. Qui si trovano i riferimenti legislativi europei, italiani e provinciali, inoltre si può visionare la mappatura di tutti gli impianti di radiofrequenza della provincia.
Anche sul sito del comune di Bolzano è presente una sezione dedicata all'elettrosmog che sostanzialmente riprende gli stessi contenuti del sito provinciale, con la specifica della mappatura a livello comunale dei campi elettromagnetici.
Un comunicato inoltrato dalla consigliera comunale del pdl Tomada all'inizio di settembre, ci faceva sapere che il Comune si sta muovendo per dotarsi di un regolamento per l'installazione di nuove antenne della telefonia e ripetitori. (Risposta Pasquali su Alto Adige 01/09/09)
Al comunicato, erano allegate due bozze, Disciplina della localizzazione dell infrastrutture di telecomunicazione e "Integrazione del Regolamento edilizio approvato con Delibera di Consiglio nr. 117 del 5.12.2006".
Invitiamo che ha interesse ad approfondire o è già in possesso di competenze nella materia, a inviarci un parere su questi documenti e in generale sulla questione elettrosmog.
Ambiente e salute. Venerdì 11 Settembre 2009 10:30
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domenica, 13 settembre 2009



La Nuova Influenza 2

27 Uscendo di casa, quali sono i punti di contagio per le nostre mani?

 La maniglia dell’auto, dell’autobus, del treno, gli oggetti di uso comune nello stesso ambiente d’ufficio. E ancora, una stretta di mano, non potendo infatti sapere cosa abbia toccato quella persona prima d’incontrarvi. Poi, nella frettolosa pausa mensa, si prende il panino in mano, senza nemmeno pensare a lavarsi. A volte, anche banali misure di precauzione possono rivelarsi un valido deterrente per il passaggio di virus da una persona all’altra.

28 Cosa si può fare sul piano della prevenzione?

 Insegnare ai bambini a lavarsi le mani, soprattutto prima di andare a tavola. E’ il modo più sicuro per impostare una corretta educazione sanitaria. Per fretta e superficialità, l’adulto spesso non ci fa caso e non s’accorge così di mettere a rischio la sua salute.

29 Quali sono i luoghi a rischio di contagio influenzale?

 I luoghi dove ci si trova gomito a gomito con altri, dove si scambia il respiro. Vale a dire locali pubblici chiusi, bar, discoteche, palestre, mense, circoli ricreativi, cinema, teatri. Il virus teme la pulizia e il forte calore. Inoltre, se la potenziale vittima è troppo distante, i microbi non riescono a raggiungerla: riescono a superare fino a 2-3 metri di distanza. Oltre no.

30 Andare allo stadio, luogo aperto ma dove c’è molta gente, è rischioso?

 Essendo un luogo di alta concentrazione di persone, è a rischio anche lo stadio. Il virus è facilmente diffusibile e quindi è probabile la trasmissione da persona a persona tramite le goccioline di saliva, gli starnuti e la tosse. Può rivelarsi utile l’uso di salviette o di fazzoletti intrisi di profumo da annusare via via.

31 Quali precauzioni sui mezzi di trasporto?

 In generale, basta adottare le regole che sono valide per ogni tipo di malattia infettiva. Se si sale su un mezzo pubblico, si può anche lasciare un po’ da parte il galateo. Meglio allontanarsi da un passeggero che starnutisce, senza preoccuparsi di essere stati antipatici.

32 E nei luoghi di lavoro?

 Innanzitutto, dipende dai luoghi di lavoro. Chi è a contatto con il pubblico si mantenga a debita distanza. E’ il caso di rammentare che è di 15-20 centimetri per un semplice dialogo, di un metro in caso di starnuto, di circa tre metri per evitare il virus «nascosto» in un colpo di tosse (le cui goccioline possono raggiungere una velocità di 150 chilometri orari).

33 Il datore di lavoro può chiedere ai dipendenti di adottare pratiche di controllo dell’infezione?

 Sì. Richiedere precauzioni come un regolare lavaggio delle mani, proteggersi quando si tossisce o si starnutisce, usare fazzoletti di carta e l’eliminazione degli stessi (che poi corrispondono a elementari norme igieniche) non andrebbero contro i diritti-doveri degli accordi di tutela dei lavoratori, ma a tutela della salute dei dipendenti.

34 Ci sono maggiori rischi per chi viaggia?

 Il contatto con la gente è certo la principale forma di trasmissione virale. Ci sono Paesi in cui la diffusione è più alta che nel nostro, comunque la maggiore attenzione sta negli stili di comportamento dettati dalla prudenza e dal buon senso, ma soprattutto sull’attenzione a eventuali disturbi. Alcune regioni del Messico e degli stati Uniti (California, Texas) sono attualmente interessate da focolai d’influenza “suina”. Da qui, l’opportunità d’evitare la visita di mercati o fattorie, in cui si possa venire a contatto con suini, che potrebbero essere infetti.

35 E al rientro a casa cosa bisogna fare?

 Al rientro da un viaggio, nel caso si ritenga di essere stati in contatto con persone affette da influenza suina, occorre tenere d’occhio il proprio stato di salute per almeno 7-10 giorni. In caso di febbre, faringite, tosse secca, mal di testa, dolori muscolari, si raccomanda di parlarne col medico di fiducia oppure di rivolgersi alle strutture sanitarie di pronto soccorso.

36 E’ prudente chiudere le scuole?

 Voler arrestare il diffondersi di un’infezione sarebbe un po’ come tentare di bloccare il vento. Gli scopi del piano pandemico sono tesi a contrastarne l’espansione e a renderla più attenuata. E’ noto, infatti, che la stagione fredda e la presenza di più persone in luoghi ristretti possono favorire il contagio. Inutile, quindi, ricorrere alla chiusura delle scuole, anche perché lo stesso discorso si potrebbe proporre con fabbriche e uffici. Occorrerebbe il blocco di ogni attività, ma non sarebbe pensabile mantenere un’eventuale chiusura fino al termine della pandemia, anche perchè concentrazioni di persone si potrebbero avere anche altrove.

37 Nel nostro Paese sono censiti otto milioni di cani e altrettanti di gatti, più altri animali. C’è pericolo per loro?

 Al momento non esistono evidenze scientifiche che possano essere contagiati in tal senso. Ma si tratta di un nuovo tipo di ceppo virale, quindi non lo si può escludere in modo totale.

Alto Adige 13-09-09
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sabato, 12 settembre 2009


La nuova influenza 1
Dal virus al vaccino: come prepararsi alla pandemia

1 Da quale virus è provocata l’influenza suina?

 E’ il virus A/H1N1, una sigla di riconoscimento. Le denominazioni H1 e N1 indicano due diverse proteine che compongono la superficie del virus e servono ai ricercatori per poterlo riconoscere. Il virus è il prodotto di un riassorbimento genetico tra diversi virus circolanti nei maiali e negli uomini.
 Il virus provoca un’infezione virale acuta dell’apparato respiratorio. E’ simile, ma non completamente identico, a quello della normale influenza stagionale che si manifesta ogni anno.

2 Cosa c’entrano i maiali in tutto questo?

 L’A/H1N1 è un virus che ha colpito inizialmente i maiali. Poi però si è trasformato ed è stato così in grado di arrivare a contagiare anche l’uomo. Ma i maiali non sono contagiosi e questo fatto, in tutto il mondo, è stato assicurato dagli organismi sanitari più autorevoli.

3 Si può quindi mangiare carne di maiale con tranquillità?

 Assolutamente sì: i preconcetti che circolano sulla questione non hanno nessun fondamento reale. In Italia, in particolare, gli allevamenti di suini sono controllati direttamente dal ministero della Sanità e quindi esiste un maggiore e continuo controllo sugli animali. Ciò significa che, se anche si verificassero casi di rischio, verrebbero immediatamente individuati e posti sotto controllo.

4 Che differenza c’è tra epidemia e pandemia?

 La pandemia è un’epidemia che colpisce e si diffonde in tutto il mondo, con particolare rapidità e, soprattutto, non solo su aree ristrette. Il termine pandemia deriva dal greco e significa “tutto il popolo”. Alla base, ci sono tipi di virus nuovi o che non hanno circolato tra la popolazione per molto tempo. Ma questo non basta: per creare una pandemia, occorre che il nuovo virus sia in grado di trasmettersi da uomo a uomo in maniera efficace.

5 Che differenza c’è fra la “suina” e l’influenza stagionale?

 Tre sono state nel secolo scorso le pandemie: la Spagnola con 50 milioni di morti nel 1918-19, l’asiatica (1957-58), con due milioni di vittime e la Hong Kong (1968-69) con 700 mila decessi. Si prevede, in tal modo, una nuova pandemia con un intervallo entro i quarant’anni da quella precedente. E così, i conti tornano. La suina è l’esplosione a livello mondiale di un virus influenzale e non solo a carico delle vie respiratorie. Il numero di soggetti interessati è molto superiore. Non sono disponibili vaccini di routine come per quella stagionale, bensì possono essere sviluppati prodotti solo una volta conosciuto il tipo di virus.

6 Questo virus è più aggressivo?

 Il virus dell’influenza A non è più aggressivo, certo è più rapido nella diffusione rispetto a quello stagionale. Il motivo è legato alla mancanza fra la popolazione degli anticorpi sufficienti a fronteggiarlo. A parità cioè di pericolosità si ammalano più persone e quindi risulta particolarmente difficile evitare la comparsa di episodi più gravi, pur se nella maggioranza dei casi si tratterà di situazioni lievi o moderate. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità sarà coinvolta a vari livelli una persona su tre.

7 E la Sars e l’Aviaria, che fine hanno fatto?

 La Sars è apparentemente sparita. Alla base l’azione del coronavirus con contagio solo da soggetto infetto. Le misure sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità l’hanno circoscritta. Ancora presente in parte dell’Asia l’Aviaria, confinata ai volatili ma senza prospettive di grossa espansione.

8 Dobbiamo temere altri virus?

 Da sempre fanno parte del nostro ambiente altri tipi di virus come i rotavirus. Sono alla base di episodi di gastroenterite (non rari nei bambini), denominati influenza intestinale. Poi ci sono i virus parainfluenzali, detti anche virus “poveri”, che abitano costantemente intorno a noi. Non sono coinvolti in epidemie vere, ma procurano disturbi simili a quelli dell’influenza stagionale. Sono infatti presenti anche durante l’estate.

9 E’ vero che la «A» può confondersi con l’influenza stagionale?

 I disturbi sono quasi identici: febbre a esordio rapido, tosse, mal di gola, malessere generale, con dolori a muscoli ed articolazioni. Certe volte compaiono sintomi come mal di testa, brividi e stanchezza. Più rare, eppure descritte, sono nausea, vomito e diarrea.

10 Quanto tempo impiega il virus a manifestarsi?

 Il tempo medio d’incubazione infettiva va dai due ai quattro giorni, prima che si evidenzi la comparsa dei disturbi.

11 Ci sono complicazioni?

 Sì, c’è la possibilità di un interessamento del sistema respiratorio e l’instaurarsi di una polmonite. In linea di massima, nelle epidemie influenzali, la percentuale di complicazioni si attesta intorno allo 0,2 per cento dei casi.

12 Come si propaga il virus?

 Il virus si propaga tramite la saliva e le goccioline che vengono emesse tramite la tosse e gli starnuti. L’influenza suina si trasmette come qualsiasi altra influenza stagionale. Anche il solo contatto con mani sporche che vengono avvicinate alla bocca o anche lo stesso bacio con una persona infetta e magari ignara può dimostrarsi contagioso.

13 In quale periodo è prevedibile il picco?

 Il picco dell’influenza A è previsto per la seconda parte del mese di dicembre. Molto dipenderà anche dalle condizioni meteorologiche, con possibili ritardi, come spesso è accaduto in passato per l’influenza stagionale.

14 Anche il semplice bacio può essere contagioso?

 Potenzialmente sì: è contagioso, come anche gli abbracci. In presenza di casi sospetti, è bene limitare le possibilità di contatto.

15 Chi rischia di più?

 Si tratta di quelle persone più deboli sotto il profilo delle difese organiche, come ad esempio gli anziani, i bambini, i malati di cuore, i diabetici, i soggetti che hanno avuto un trapianto d’organo o che siano affetti da malattie croniche. Strano, ma vero, sono i nonni a essere oggi i più forti perché potrebbero aver sviluppato in passato anticorpi capaci di proteggerli dal virus delle nuova influenza. Per quanto riguarda invece i giovani, quelli fra i 18 e i 30 anni, la situazione è forse più delicata, in quanto più spesso viaggiano e frequentano luoghi affollati e probabilmente possiedono un sistema anticorpale maggiormente sensibile al virus.

16 Quanto tempo dura in media l’influenza A?

 Dalla comparsa dei sintomi è prevedibile un decorso di 5-7 giorni. E’ indispensabile, in questo periodo, che il malato segua norme igieniche precise all’interno del nucleo familiare, anche ricorrendo alla classica mascherina. Il virus infatti è molto contagioso.

17 Cosa fare se si ammala un familiare?

 Mettersi la mascherina, rimedio spesso sottovalutato, comunque efficace a creare in qualche modo un certo effetto barriera, anche se si è soli. Le famose goccioline e la saliva si possono depositare intorno sui mobili, etc., fino a tre metri di distanza e venire a contatto di altri. Prudente anche soffiarsi il naso con fazzoletti di carta usa e getta.

18 Come curarsi prima del vaccino?

 Premesso il ruolo decisionale del medico di fiducia, va detto che il virus reagisce positivamente a una particolare classe di molecole antivirali. Si tratta dell’Oseltamivir e dello Zanamivir, in commercio anche in Italia. Per il loro acquisto è necessaria la ricetta medica e sono da usarsi solo in caso di effettiva necessità. Pericoloso acquistarli su Internet e inutile farne scorta preventiva: utilizzarli in maniera non adeguata, vuol dire favorire la nascita di virus resistenti.

19 E per i bambini?

 Per i bambini, l’Oseltamivir deve essere assunto solo dai sette anni in su, mentre lo Zanamivir può essere somministrato anche a bambini di due anni, sotto forma di sciroppo. La loro efficacia nei bimbi è stata provata da tre studi che hanno coinvolto circa 1.500 soggetti fra i 5 e i 12 anni. Con la somministrazione di questi farmaci la durata della malattia è diminuita, 36 ore per il prilo farmaco e 32 per il secondo. Stessi risultati anche fra gli adulti dove si è visto che tali sostanze prevengono le manifestazioni cliniche dell’influenza in una percentuale dei casi che va dal 60 al 74 per cento.

20 Cautela in gravidanza?

 Il virus in sé non può danneggiare il feto, ma gli effetti dei farmaci sì. Valido quindi il suggerimento di non assumere farmaci in gestazione, compreso il vaccino. La vaccinazione è di massima consigliata dal ministero della Salute alle donne nel secondo e nel terzo trimestre.

21 E dopo il parto?

 Il passaggio delle difese immunitarie da madre a figlio prosegue anche attraverso l’allattamento, quindi è giusto continuare ad allattare anche in caso di malattia. I bambini in questa fase si ammalano mediamente meno degli altri. Attenzione a non tossire o starnutire sul bambino.

22 Quali sono le principali norme igieniche personali da seguire?

 La prima e la più comune riguarda l’igiene delle mani. Bisogna lavarsele con attenzione almeno tre volte al giorno, prima di colazione, pranzo e cena, senza poi considerare eventuali situazioni impreviste in cui può rendersi necessaria una maggiore pulizia.

23 L’acqua è sufficiente?

 L’acqua è importante, bisogna sempre usarne in abbondanza, ma non sempre questo basta. Meglio utilizzare del sapone neutro, non troppo schiumoso. Il sapone neutro infatti, è in grado di eliminare le sostanze grasse che si depositano sulla pelle.

24 E il disinfettante?

 Il disinfettante deve essere invece impiegato soltanto per medicare ferite ed abrasioni, che però vanno prima lavate con attenzione. Ricorrere subito al disinfettante su delle mani sporche è controindicato, perché non pulisce affatto e viene inoltre consumato dal grasso presente sulla pelle.

25 Per lavarsele bene, mezzo minuto può essere sufficiente?

 No. Mezzo minuto è troppo poco e questa è, purtroppo, un’abitudine che coinvolge in media tre italiani su dieci.

26 Quali rischi si possono correre mangiando ad esempio un panino con le mani sporche?

 Bisogna considerare che l’80 per cento delle tossinfezioni alimentari è provocata proprio da un’insufficiente igiene delle mani nelle fasi precedenti alla ristorazione, così come purtroppo avviene anche per le infezioni ospedaliere.

Alto Adige 12-09-09
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giovedì, 03 settembre 2009


In Alto Adige vertice per la definizione del piano di prevenzione contro l’influenza «suina».


BOLZANO. L’assessore alla sanità Richard Theiner ha partecipato ieri la vertice per la definizione del piano di prevenzione contro l’influenza «suina». In Alto Adige si punta alla vaccinazione di non meno di 200 mila persone, numero che comprende tutte le categorie potenzialmente a rischio contagio.
 I dettagli del piano di attuazione in Alto Adige verranno spiegati oggi dall’assessore Theiner in una conferenza stampa.
 «A Roma è stato deciso di costituire tre gruppi di lavoro - ha spiegato ieri Theiner - le proposte verranno poi vagliate dalla commissione Stato-Regioni. Lo Stato deciderà quali sono i gruppi a rischio da vaccinare, mentre spetterà alle singole regioni, nel nostro caso la Provincia autonoma, definire come procedere con le vaccinazioni e attuare il decreto».
 A metà novembre partirà in tutta Italia la campagna di vaccinazione contro l’influenza A/H1N1 che punta inizialmente a vaccinare il 30-40% della popolazione.
 Nei giorni scorsi Florian Zerzer, capo dipartimento dell’assessorato alla sanità della Provincia ha specificato che in Alto Adige si punta a vaccinare 200 mila persone, pari al 40 per cento della popolazione. Il vaccino - ha sottolineato Zerzer - non sarà obbligatorio, ma garantito.
 Peter Mian, primario di Malattie infettive del San Maurizio, ha detto che in Alto Adige la situazione è sotto controllo ma che si tratta di un virus nuovo che non si sa come si comporta. Sino ad oggi sono 80 i casi in provincia. La prima fase delle vaccinanzioni riguarderà gli operatori sanitari e le categorie a rischio. Nel dettaglio, saranno vaccinati contro il virus H1N1 gli addetti ai servizi essenziali e, tra questi, personale sanitario e di assistenza dei servizi sanitari accreditati, le strutture socio sanitarie (case di riposo) il personale dei distretti sanitari, almeno il 90% dei medici di famiglia e dei pediatri.

Alto Adige 03-09-09
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mercoledì, 26 agosto 2009



Vaccinazione gratuita da metà novembre


Prima fase con 8,5 milioni di dosi. Precedenza a donne incinte e anziani a rischio

di Monica Viviani
 ROMA. Prima i malati cronici e gli operatori sanitari. La vaccinazione di massa contro l’influenza «A» partirà il 15 novembre. Ma i soggetti sani tra i 6 mesi e i 27 anni dovranno attendere il 31 gennaio 2010. Dopo che era stata persino ventilata l’ipotesi di posticipare il suono della prima campanella, la campagna inzierà quindi ad anno scolastico inoltrato.
 Le tappe della vaccinazione di massa sono state stabilite dal Tavolo permanente delle Cure Primarie territoriali riunitosi il 20 agosto. Riguarderà il 40% della popolazione, il vaccino sarà gratuito e somministrato da medici di famiglia e pediatri.
 Due fasi. La prima fase prevede l’immissione in circolazione di 8 milioni di dosi dal 15 novembre a fine dicembre. Gli altri 16 milioni di dosi saranno disponibili dal 31 gennaio in poi. La prima fase riguarderà gli operatori sanitari e le categorie a rischio. Nel dettaglio, saranno vaccinati contro il virus gli addetti ai servizi essenziali e, tra questi, personale sanitario e di assistenza dei servizi sanitari accreditati (resterà fuori da questa prima fase il personale delle strutture private) le strutture socio sanitarie (case di riposo, Rsa) il personale dei Distretti Sanitari, almeno il 90% dei medici di famiglia e dei pediatri, i medici competenti, gli addetti ai servizi amministrativi di supporto, il personale delle Poste Italiane e della Telecom. Per queste categorie si prevedono un milione e mezzo di dosi di vaccino. Saranno coperti inoltre, entro fine anno, i soggetti a rischio dai 2 ai 65 anni (con malattie respiratorie e cardiovascolari croniche, diabetici e donne in gravidanza), con 7 milioni di dosi. Gli altri 16 milioni di vaccini saranno indirizzati a partire dal 31 gennaio specificatamente alla popolazione compresa tra i 6 mesi e i 27 anni, comprendendo quindi la popolazione sana, con modalità che dovranno ancora definirsi. Lo stesso comitato per la sicurezza della salute dell’Ue insieme alle autorità per l’allerta rapida raccomandano come «gruppi prioritari» per la vaccinazione tutte le persone, dai sei mesi in poi, con malattie croniche a partire da quelle con i sintomi più gravi.
 Vaccino gratuito. Il vaccino non sarà disponibile in farmacia. Sarà somministrato dai medici di medicina generale, pediatri e medici competenti. Previste due dosi (iniezione e richiamo dopo un mese) con un adiuvante, ossia una sostanza che lo rende più efficace. Si ipotizza anche l’aumento del 20% dell’offerta per la vaccinazione antinfluenzale stagionale, estendendo questa offerta in maniera attiva su una popolazione più ampia rispetto alle categorie previste negli anni precedenti.
 Oltre 2.000 morti. Il prossimo 2 settembre il Tavolo tornerà a riunirsi per mettere a punto ulteriori passaggi. L’obiettivo è di vaccinare il 40% della popolazione al di sotto dei 65 anni di età.
 Intanto il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) fa sapere che sono 254.947 i casi accertati nel mondo, con 2.594 morti.

Alto Adige 26-08-09
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domenica, 09 agosto 2009



Arriva il ticket anche nei Consultori
di Antonella Mattioli
 BOLZANO. Cade l’ultima barriera della sanità gratuita. Dal 1° gennaio si pagheranno i ticket anche sulle prestazioni offerte dai Consultori familiari. Florian Zerzer, capo dipartimento dell’assessorato sanità della Provincia, ha fatto un primo incontro con i responsabili delle strutture per studiare le modalità d’introduzione. Da parte dei Consultori c’è una forte resistenza a chiedere il pagamento dei servizi, in quanto gli utenti appartengono spesso e violentieri alle fasce più deboli.
 «Sappiamo perfettamente - assicura Zerzer - che i Consultori svolgono un servizio particolare che va al di là delle prestazioni sanitarie e spazia nel sociale, passando anche per le consulenze di tipo psicologico. Per questo stiamo cercando di capire esattamente con i responsabili cosa classificare come offerta sanitaria. Ed è su quella che chiederemo il ticket. Il motivo di tale scelta della Provincia si spiega col fatto che le prestazioni sanitarie in genere sono soggette a ticket e nei consultori si fanno ad esempio Pap-test e visite ginecologiche: non si vede per quale ragione, se si va in ospedale o in via Amba Alagi si debbano pagare, mentre nei Consultori sono gratuite. Vogliamo uniformare il sistema. Pur sapendo che la cosa è più facile a dirsi che a farsi per almeno due ordini di ragioni: la richiesta del ticket rischia di aumentare il lavoro dei Consultori che dovrebbero dotarsi di più personale e poi c’è la questione della privacy. Ci sono persone che ricorrono a questo tipo di strutture, perché sanno di poter contare sull’anonimato. Benché consapevoli delle difficoltà, siamo più che mai intenzionati ad introdurre il ticket dal 1º gennaio».
 I Consultori familiari a Bolzano sono cinque (Aied, L’Arca, Kolbe, Mesocops, Ehe und Erziehungsberatung); sono nati con l’obiettivo di sostenere le persone singole, le coppie e le famiglie rispetto a varie problematiche che spaziano dal benessere psicofisico alla genitorialità responsabile.
 Cresce il numero delle persone che si rivolgono ai Consultori. In base all’ultimo bilancio sociale, presentato la scorsa settimana dai responsabili dell’Assb, risulta che nel 2008 si sono rivolti alle cinque strutture 6.303 persone, con un incremento rispetto al 2007 del 7% (404 in più). Entrando più nel dettaglio delle cifre si scopre che 3.026 utenti sono ricorsi ai Consultori familiari per la prima volta (48%), mentre gli altri 3.277 avevano già utilizzato tali servizi (52%).
 Sono soprattutto donne coloro che richiedono le prestazioni dei Consultori (82%); nell’86% dei casi l’utenza è di nazionalità italiana; nel 9% extracomunitaria. Chi gestisce i servizi è preoccupato per le conseguenze dell’introduzione del ticket in particolare su quest’ultima categoria che spesso e volentieri vede in queste strutture un’ancora importante cui aggrapparsi, per avere una risposta che spazia dal campo sanitario fino a quello sociale e psicologico.


BOLZANO. Aied, L’Arca, Kolbe, Mesocops, Ehe und Erziehungsberatung: sono i cinque Consultori familiari, gestiti da altrettante associazioni, che operano a Bolzano sulla base di convenzioni stipulate con la Provincia e l’Assb. Il numero di utenti è in aumento. Nel 2008 si sono rivolti alle cinque strutture 6.303 persone, con un incremento rispetto al 2007 del 7% (404 in più): il Consultorio più “gettonato” è l’Aied. Per quanto riguarda le fasce di età: la maggior parte degli utenti (41%) si colloca fra i 35 e i 49 anni (41%).

Alto Adige 09-08-09
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martedì, 04 agosto 2009


NON AUTOSUFFICIENTI




Assegno di cura a chi spetta informarsi

 A proposito dell’informazione da fare sull’assegno di cura che la Provincia eroga in base alla Legge della non autosufficienza, vorrei far presente che i primi a doversi informare sono proprio le Associazioni che probabilmente non tutti sono a conoscenza della normativa nazionale e di recenti sentenze, dove viene sancito che l’obbligo del pagamento della retta socio-sanitaria per i disabili gravi accertati in base alla legge 104 del 1992 articolo 3 comma 3 e per gli ultrasessantacinquenni non autosufficienti è limitato al solo”reddito” personale dell’utente, mentre i parenti non sono tenuti a versare nulla.
 Il Tar di Livorno ha dichiarato perfino che nel reddito del disabile non deve essere calcolata la pensione d’invalidità e l’indennità di accompagnamento!
 Purtroppo ancora viene richiesto anche alla famiglia del disabile grave di dimostrare il proprio reddito familiare tramite il modello 730, nonostante anche il Garante per la protezione dei dati personali abbia dichiarato che questo è illegittimo!
Valeria Torcasio BOLZANO
Alto Adige 04-08-09
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martedì, 04 agosto 2009



La salute e la pubblicità ingannevole



Fatta la legge, trovato l’inganno. Questa lapidaria verità me la sento ripetere fin da bambino, insieme alla bufala che la legge è eguale per tutti. Per quanto attiene alla salute, è noto che in teoria non sarebbe lecito propagandare i medicinali né sulla carta stampata né in Tv. Ma in un mondo in cui l’antico “pecunia non olet” trova più estimatori che gente indignata, i modi per scansare quella norma non mancano. Per prima cosa si gioca sul fatto che la disposizione vale per i farmaci ma non per gli alimenti e tutta quella serie di prodotti (integratori, energizzanti, ecc.) che vanno spesso sotto l’onnicomprensivo nome di “nutriceutici”. Già sfruttando questa ambiguità si può dire qualcosa di promozionale restando ancora nei limiti della legge. Tuttavia, alle volte i limiti si superano o più semplicemente l’Autorità Garante si fa più attenta e allora scoppiano degli scandali che “stranamente” raggiungono poco l’opinione pubblica e/o, comunque, l’ampiezza della notizia sui media risulta di gran lunga inferiore a quella riservata alla promozione: qualche veloce passata nei Tg a fronte di spot implacabili e insistenti su tutte le reti. Pochi sanno, per esempio, che due ditte molto “visibili” quali Danone e Unilever, sono state sanzionate i mesi scorsi e condannate a pagare una multa per pubblicità scorretta e ingannevole. Ne dà invece opportuna notizia, e la commenta, “Dialogo sui farmaci”, forse l’unica rivista in circolazione veramente indipendente che cerca di tutelare medici e cittadini dalla pseudoinformazione. Come in altre occasioni l’Antitrust ha stabilito la sanzione in base alla gravità del dolo informativo, delle sue possibili conseguenze e alla sua durata. Per quanto concerne il preparato “Proactiv” della Unilever, che si propone come efficace preparato anticolesterolo, i messaggi promozionali sono stati giudicati omissivi e fuorvianti in quanto “idonei ad indurre in errore i consumatori sulle caratteristiche del prodotto e sui risultati che si possono attendere dal suo uso” (http://www.agcm.it/, PS649 del 29/04/09). Il messaggio si è ritenuto anche “ingannevole” perché per l’Antitrust è in grado indirizzare l’acquirente verso diete poco equilibrate. Ancora, per valorizzare la campagna di promozione/prevenzione la ditta ha coinvolto, ottenendone il benestare, la Società Italiana di Cardiologia con previsione di visite e controlli gratuiti presso i punti vendita. Chiaro per l’ente regolatorio l’intento di “offrire credibilità scientifica all’efficacia del prodotto pubblicizzato”. Lo stesso è successo per il Danacol (de)cantato con grande frequenza dall’infartuato Little Tony. Anche per tale prodotto i messaggi sono stati giudicati omissivi, fuorvianti e idonei a “trarre in inganno i consumatori” (http://www.agcm.it/, PS20 del 29/04/09). A supportare la pubblicità del Danacol è stata la Società dei Medici di Medicina Generale (Simg), che ha concesso l’uso del proprio logo. Le sanzioni pecuniarie comminate dall’Antitrust sono state rispettivamente di 100.000 euro per la Unilever e di 300.000 per la Danone, una cifra forse già preventivata ma molto probabilmente pure “ammortizzata” grazie al successo di vendita favorito dalla promozione. Difficile pertanto non sintonizzarsi sulle conclusioni di “Dialogo sui Farmaci”, che riporto alla lettera: “Le società medico-scientifiche non dovrebbero mettere a rischio la loro credibilità sostenendo iniziative che altro non sono che campagne pubblicitarie”. I cittadini hanno il sacrosanto bisogno di fidarsi di qualcuno. O no?

Alto Adige 04-08-09
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mercoledì, 29 luglio 2009



Il decalogo diffuso dall’Asl con i consigli del ministero per evitare il contagio


«Non andate in ospedale, telefonate al medico»

BOLZANO. L’Asl unica scende in campo con un decalogo del ministero della Sanità per evitare il contagio e spiega che, in caso di febbre superiore a 38° C, tosse, mal di gola, malessere, bisogna consultare subito un medico:
 «Telefonate, non andate. Occorre evitare assolutamente di andare in ospedale oppure dal medico di base in caso di decorso normale dell’influenza, per impedire il diffondersi del virus».
 Ma come si riconosce l’influenza? «La suina porta febbre uguale o superiore a 38° C, accompagnata da almeno un sintomo tra i seguenti: cefalea, malessere, sudorazione, brividi, astenia e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori: tosse, mal di gola, congestione nasale».
 «A seguito del rapido incremento di casi della nuova influenza suina in Italia ed in Alto Adige - si legge nel comunicato dell’Azienda sanitaria - il ministero della Sanità ha emanato una nuova circolare che contiene le misure generali per ridurre la diffusione dell’influenza che occorre seguire».
 Andiamo a vederle.
 a) evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa
 b) lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone
 c) se non è possibile lavare le mani in alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti
 c) evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca
 d) coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura
 e) aerare regolarmente le stanze di soggiorno.

Tra i sintomi la febbre a 38º tosse e brividi

 I sintomi. Occhi che bruciano e lacrimano, tosse e raffreddore che congestiona le prime vie aeree, dolori alle articolazioni e ai muscoli, talora vomito e diarrea. La febbre alta, superiore ai 38 gradi, completa il quadro.
 Questi sono i sintomi dell’influenza A/H1N1, ormai conosciuta come influenza suina, che ha assunto le proporzioni di una pandemia.
 I farmaci. Oltre agli antifebbrili per abbassare la temperatura e togliere il malessere, la terapia prevede antivirali, Tamiflu e Relenza.
 Il vaccino.
 Per il vaccino occorre attendere alcuni mesi, il tempo di isolare il virus e mettere a punto l’antidoto.
 Che fare? In caso di febbre e di sintomi specifici di cui sopra è bene che la persona, anche se non proveniente da zone endemiche (Stati Uniti, Messico, Canada, Inghilterra, Spagna e altre) prenda contatto con il suo medico senza muoversi dalla propria abitazione in attesa di eseguire tutti gli accertamenti clinici del caso.
 Il tampone. «L’indagine epidemiologica dei casi viene effettuata clinicamente - spiega l’Asl altoatesina - e solo nei soggetti che sono stati contagiati si procede all’esame con un tampone naso-faringeo per la ricerca del virus H1N1».
 L’isolamento.
 Indispensabile che i casi evidenti o sospetti rimangano in isolamento tra le pareti di casa per evitare il contagio. Attenzione anche ai familiari.


Alto Adige 29-07-09
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venerdì, 24 luglio 2009




«Visite specialistiche con prenotazioni sempre complicate»


Protesta il sindacato anziani Cisl

 LAIVES. I rappresentanti locali del sindacato anziani Cisl/Sgb/Fnp sono sul piede di guerra. Dice Antonio Galassiti: «Un tempo anche presso lo sportello del Distretto sanitario qui a Laives era possibile prenotare le visite specialistiche a Bolzano ed era una indubbia comodità, soprattutto per gli anziani. Da qualche tempo però l’Asl non le prevede più e così occorre farle telefonicamente. Si tratta di una procedura laboriosa ed inoltre i tempi di attesa al telefono sono lunghissimi. Ai poliambulatori di Bolzano hanno ripristinato il servizio agli sportelli; che facciano altrettanto anche a quello del distretto di Laives. Chiederemo un incontro con l’assessora Di Fede per esporle il problema e con il responsabile di distretto dell’Azienda sanitaria».

Alto Adige 24-07-09
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venerdì, 24 luglio 2009


Sequestrate tonnellate di alimenti scaduti



Fare attenzione alla sacadenza dei prodotti

BOLZANO. Nas dei Carabinieri alla ricerca di frodi alimentari in regione, nell’ambito di un programma specifico di controlli attuato in tutta Italia. I militari dell’Arma ne hanno scoperte delle belle: dai cibi scaduti a quelli contraffatti, da quelli in cattivo stato di conservazione a quelli di origine differente da ciò che era dichiarato sulle etichette. I prodotti non conformi sono stati ovviamente posti sotto sequestro nell’ambito dell’operazione “Cibo sicuro - estate 2009”, finalizzata a rafforzare la tutela della salute nelle località e strutture di interesse turistico. Le ispezioni eseguite nel Trentino Alto Adige hanno permesso di sottrarre dalla distribuzione commerciale circa dieci tonnellate di carni e alimenti irregolari detenuti in cattivo stato di conservazione; prodotti lattiero-caseari illecitamente commercializzati o con date di scadenza modificate e risultati diversi per qualità da quella dichiarata; nonché alimenti conservati a temperatura non conforme alla normativa o con mancanza dei requisiti previsti dalla legge.
 lI sequestro di alimenti, che rientra nella vasta operazione sulle tavole sicure ed è stato effettuato presso caseifici, supermercati, ristoranti nostrani e ristoranti etnici, pasticcerie e posti di ristoro, si è concretizzato in diverse azioni significativi. Numerose tonnellate di prodotti sono state confiscate sia in Trentino che in Alto Adige.
 In provincia di Bolzano sequestrate 242 confezioni di latticini e carne per 122 chili complessivi, tutto scaduto; sequestro cautelativo sanitario anche per 108 confezioni di conserve di totano prodotte in Spagna.
 In tutto, in ambito regionale si sono sequestrate 10 tonnellate di carne in cattivo stato di conservazione, il tutto nell’arco temporale fra il dicembre del 2008 e il giugno del 2009.

Alto Adige 24-07-09
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martedì, 21 luglio 2009



Sacconi: «Nessun allarmismo»




Il ministro del Welfare esclude la possibilità di una chiusura delle scuole

di Natalia Andreani
 ROMA. «Non c’è alcuna ragione per preoccupazioni eccessive ed è da escludere che le scuole vengano chiuse. Lo stesso vale per i luoghi pubblci e di lavoro». Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ieri lo ha ripetuto a chiare lettere. «La situazione non viene sottovaluta, ma non deve nemmeno essere sopravvalutata. Il virus della nuova influenza viene costantemente monitorato e attualmente l’epidemia è al di sotto dei livelli di quelle stagionali», ha detto Sacconi nel tentativo di ridimensionare gli allarmi sulla progressione della pandemia in arrivo dalla Gran Bretagna, dove il governo si prepara ad affrontare scenari disastrosi, e da altri paesi europei.
 A gettare acqua sul fuoco ieri ci ha provato anche il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio che, appena sabato scorso, illustrando le misure di rallentamento del contagio previste dal piano pandemico, aveva paventato un possibile rinvio dell’apertura dell’anno scolastico costringendo Sacconi e la Gelmini a fare una brusca retromarcia sugli organi si stampa.
 «Sul rinvio delle scuole non è stata presa ancora nessuna decisione perchè a oggi la pandemia in Italia non è ancora arrivata», ha spiegato Fazio aggiungendo che i contatti con la Pubblica Istruzione continuano e che ogni valutazione sarà fatta a tempo debito: perchè nei piani pandemici dell’Oms e di ogni stato membro ogni ipotesi è prevista e nulla viene escluso.
 Anche per Fazio, dunque, ogni allarmismo è comunque «ingiustificato» e non bisogna drammatizzare.
 «Innanzitutto - ha detto - perchè questa influenza è clinicamente molto leggera e almeno in questa fase non presenta rischi particolari». Tuttavia, secondo le previsioni dell’Istituto Superiore di Sanità, i numeri saranno alti e nel maggio del 2010 il virus avrà contagiato un esercito di italiani. Non meno di quattro milioni di persone che nel frattempo dovranno combattere anche con la comparsa dei virus stagionali. Milioni di persone che vorrebbero più informazioni e che ieri hanno preso d’assalto l’apposito numero verde istituito dal ministero, mandando in tilt il servizio.
 Molte speranze sono riposte sul vaccino che ancora non c’è e che le autorità sperano sia pronto per l’autunno. «Appena il vaccino sarà disponibile, spero entro fine ottobre, vaccineremo le categorie a rischio e gli operatori dei servizi essenziali», ha ribadito ieri Fazio spiegando la strategia decisa. «Senza vaccinare l’intera popolazione, ma limitandola ad alcuni strati, contiamo di chiudere l’epidemia entro il 2010», ha aggiunto il sottosegretario alla Salute.
 Sui tempi di attesa per il vaccino, però, regna ancora l’incertezza. Soprattutto per quanto riguarda i tempi legati alla produzione di larghi quantitativi di dosi. L’approvazione dell’Emea (l’ente europeo preposto) ai tre vaccini preregistrati potrebbe infatti arrivare solo a fine settembre. Un altro mese servirà per la distribuizione e quindi è possibile che le prime vaccinazioni non partiranno prima di fine novembre. Tempi che potrebbero però dilatarsi fino a gennaio per il vaccino pediatrico che è soggetto a vincoli ancor più restrittivi.
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martedì, 21 luglio 2009



Scuole chiuse? Solo se il virus dilaga

ROMA. Si accende il confronto tra medici e specialisti sull’ipotesi di un rinvio della riapertura delle scuole a settembre - misura ipotizzata dal viceministro alla salute Ferruccio Fazio, il quale ha però preciato che al momento non è una misura allo studio - se l’epidemia di nuova influenza dovesse interessare in maniera massiccia anche il nostro Paese. Sia Fazio sia gli esperti sanitari si dicono convinti che l’epidemia arriverà anche in Italia.
Quando dare avvio a tali misure? Al momento, afferma Pietro Crovari, uno dei maggiori esperti italiani di Igiene pubblica e docente all’Università di Genova, «ogni quadro è prematuro e l’eventuale decisione di un rinvio per l’apertura delle scuole andrebbe presa a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico». Ma una cosa è certa: «Numerosi lavori scientifici dimostrano che nel momento in cui si determina un picco importante, ovvero elevato, di diffusione del virus, misure di restrizione quali la chiusura delle scuole favoriscono un rallentamento della diffusione del virus. Misure che dovrebbero prevedere anche un divieto dei raduni e manifestazioni di massa e la chiusura di altri luoghi di assembramento come locali pubblici o discoteche». Ma un aspetto è fondamentale: «Queste misure straordinarie risultano efficaci solo se applicate nel momento epidemiologico corretto. Se vengono attuate troppo presto o troppo tardi perdono di validità». Quando applicarle allora? «Quando è accertato che il virus, si sta avviando verso la sua massima diffusione: attualmente, in Italia l’incidenza dei casi di nuova influenza è di circa 0,09 per mille, pari a circa 300 casi confermati, ma nel momento in cui il sistema di sorveglianza dovesse verificare un’accelerazione dell’incidenza da una settimana all’altra, allora sarebbe il momento di intervenire». Al momento «tale accelerazione ancora non si è verificata, ma è inevitabile che accada».
 Per Gaetano Maria Fara, ordinario di Igiene e sanità pubblica all’Università La Sapienza di Roma, «un rinvio per le scuole non sarebbe in ogni caso una misura risolutiva, perché la scuola non è l’unico luogo di aggregazione; il punto è che un controllo generalizzato sarebbe impossibile». Non ha dubbi l’immunologo Fernando Aiuti: «La chiusura delle scuole sarebbe inutile e impraticabile: ammesso che venga decisa, dovrebbe durare alcuni mesi».

Alto Adige 30-07-09
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martedì, 30 giugno 2009


Cure alternative, oncologi contrari


«Bisogna avvertire il paziente, non ci sono risultati scientifici chiari»

L’ALLARME Il tema discusso nel convegno al San Maurizio «Non tutto quello che è “naturale” fa bene»

BOLZANO. Ogni anno in Trentino Alto Adige più di 4.000 persone sono colpite da tumore (1.962 donne e 2.208 uomini). «Dobbiamo fare molta attenzione alle cure alternative perché non esistono risultati scientifici evidenti ed ai pazienti va detto chiaramente che si tratta di sperimentazione. Oltre a tutto non vanno sottovalutati i costi che tutto questo comporta e le possibili interazioni farmacologiche». L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) lancia l’allarme al convegno sulle Medicine non convenzionali che si è tenuto ieri al San Maurizio in vista della prossima apertura, all’ospedale di Merano, del servizio sperimentale di Medicina complementare.
 Agopuntura, medicina cinese, omeopatia, terapia manuale, osteopatia e fitoterapia saranno infatti a disposizione dal prossimo autunno dei malati oncologici meranesi (solo in un secondo momento le cure verranno estese a tutti gli altoatesini).
 «Non abbiamo certezze - spiega il professor Francesco Boccardo, presidente nazionale Aiom - ma l’obbligo di porci domande e interrogativi. Queste sostanze possono avere effetti positivi sui pazienti soprattutto per controllare alcuni effetti collaterali indotti dalle cure ma possono avere anche interazioni con l’assorbimento o il metabolismo dei farmaci antitumorali. Solo una corretta sperimentazione può consentire di inserirle nei protocolli terapeutici. Speriamo che Merano si muova in questo senso. Se così non fosse deve suonare per tutti un campanello d’allarme». «La gente crede che tutti i rimedi naturali siano innocui - spiegano gli esperti Aiom - ma non è così. Il succo di pompelmo, per fare un esempio, può aumentare la tossicità di una molecola registrata per il tumore al seno e all’ultimo congresso americano di oncologia è stato presentato uno studio che dimostra come il ginger possa alleviare la nausea». I dubbi degli oncologi non sorprendono l’assessore. «Non è stata una scelta facile - ammette Theiner - ma alla fine abbiamo detto sì. Questo progetto non intende mettere in discussione la medicina tradizionale ma rispondere ad una precisa richiesta dei malati che altrimenti si rivolgono alle strutture private. Sappiamo di avere addosso gli occhi di molti che giudicano la nostra scelta con scetticismo e forse faremo anche degli errori, ma era giusto scegliere almeno di sperimentare questa nuova via».
 In Alto Adige - infatti - l’80% dei malati di cancro ricorre alle cure alternative presso strutture private.
 «Il problema esiste e va affrontato - spiega Claudio Graiff, primario di Oncologia al San Maurio - e questo convegno ci aiuta a dare un segnale di apertura, ci pone in un’ottica di assoluta collaborazione, non di competizione o di alternatività».
 Ma c’è un ma perché in un momento di tagli della spesa sanitaria non si possono sottovalutare i costi che la medicina alternativa comporta.
 «Il nostro servizio sanitario - dice Carmelo Iacono, presidente eletto Aiom - può rimborsare solo le prestazioni che rispondono a determinati modelli (trattamenti evidence-based e percorsi diagnostico-terapeutici basati sull’efficacia) a cui si devono attenere anche le Medicine non convenzionali».
 «Lo stanziamento di denaro per questi trattamenti - conclude Graiff - non dovrà andare a discapito del finanziamento oncologico globale, auspico una voce aggiuntiva che non sottragga risorse a quanto già stabilito».

Alto Adige 30-06-09
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categoria:salute
domenica, 21 giugno 2009

Minach Day




 Ieri è stato il Minach-Day. Il sempre pacato e sorridente direttore dell'Appa ha rassicurato la popolazione con la sua aria gioiosa e un pochino stupita.
Appena ho notato il fumo nero alzarsi dalla zona industriale ho pensato: " Niente paura, sono certo che Minach sta sorvegliando e alla fine ci rassicurerà..." Certo l' odore intenso di plastica bruciata che ieri sera si poteva odorare in buona parte della città, faceva pensare alla diossina, ma le parole di Minach tolgono qualsiasi dubbio : " Le analisi non sono ancora pronte, ma non c'è alcun pericolo, ......"!!!
Ancora più tranquillizzante il direttore dll' Appa sulla questione del pellet ( trucioli di legname) proveniente dalla Lettonia e utilizzato in diverse Provincie dell'Italia come biomassa. Un pellet ricco di Cesio 137, materiale radioattivo, forse residuo del disastro nucleare di Tschernobyl che se bruciato potrebbe, secondo gli esperti, produrre diversi problemi di salute. Attualmente si sta indagando dove è stato utilizzato, in Alto Adige ancora non è stato rinvenuto ma il buon Minach già ci rassicura, e ce n'è bisogno visto il proliferare di centrali a biomasse, " Nessun pericolo,  già nel nostro legname ci sono ancora prodotti radioattivi di Chernobyl..." . Quello che è successo ripropone i dubbi sulle centrali a biomasse, che null'altro sono che inceneritori, dove chiaramente quello che esce dai camini dipende da cosa viene bruciato. Quello che viene bruciato dipende molto dalle dimensioni dell'impianto oltre che dal suo utilizzo, certo è che se non si utilizza materiale ( legname ) locale e si ricorre all' importazione, si incontrano grossi rischi.
Un ultimo commento: in una fase in cui il governo italiano si appresta a inaugurare una nuova era del nucleare, va un pensiero agli ancora tanti problemi e danni che le vecchie centrali hanno causato.
SALEWA DAY
Sia apre la più grande palestra di roccia d'Europa, che costruirà la ditta Salewa. E' mercato !! Ma perchè il Comune di Bolzano ha contribuito con 400 mila euro di finanziamento a questa messinscena a scopo turistico-commerciale? Un Comune che si dice al verde, che deve continuamente ricorrere alle elemosine (pagate politicamente a caro prezzo) della Provincia o/e dei privati con ampie concessioni di territorio ( di solito verde ), perché partecipa ad un‘ iniziativa che anche culturalmente ci pare di dubbio valore?
Non ci parlino di passione per la montagna: la montagna è fatica, è sudore, è fatta di marce di avvicinamento, di silenzio, di spiritualità, di natura.
Cosa di tutto ciò ritroveremo nella zona di via Einstein? Parcheggi, asfalto, cemento, rumore, fumi, mercato, mercato e mercato.
E noi stiamo giorni a piangere eroi o presunti tali che per omologare questo mondo di super eroi artificiali lasciano la loro vita sulle rocce e sulla neve e i loro parenti a casa a piangerne la perdita.    

PARCHEGGI ABUSIVI
A Trento si arrestano 3 extracomunitari perché " richiedevano" ai visitatori dell'Ospedale qualche euro per il parcheggio. Povera gente che chiedeva le briciole di altra povera gente.
A Bolzano siamo molto più avanti, una municipalizzata del Comune ( la SEAB), con il consenso della Provincia, spilla quotidianamente cifre notevoli a parenti e pazienti dell'Ospedale Centrale.
Come spesso accade la Provincia di Bolzano anche in questo caso è al primo posto.
Al 1° posto di che?

Claudio Vedovelli
16.6.09

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categoria:ambiente, salute
giovedì, 18 giugno 2009



Gli integratori alimentari? Con prudenza



Si è più volte ribadita in questa rubrica la necessità che anche gli integratori contenenti derivati vegetali subiscano lo stesso controllo di qualità, efficacia e sicurezza previsti dalla legge per i medicinali prodotti dall’industria farmaceutica, ciò che di fatto non avviene. Uno o più componenti dell’integratore possono pertanto risultare tossici di per sé o l’integratore può venire illecitamente arricchito di composti potenzialmente pericolosi. In Italia l’etichetta degli integratori deve essere notificata al Ministero, ma le aziende hanno solo la responsabilità di attestare l’attendibilità dei fornitori delle materie prime, senza essere obbligate a verificare l’eventuale presenza in esse di principi attivi. Ciò spiega perché sul totale di effetti avversi riportati dal 2002 al 2009 (in primis gastrointestinali, cutanei e di natura psichiatrica) il 71% spetti all’uso di preparati naturali non registrati come farmaci. Un’analisi dell’Università di Firenze attuata di recente su di un integratore che abbassava “stranamente” la pressione arteriosa ha dimostrato la presenza di reserpina, derivata dalla Rauwolfia serpentina, pianta per legge non ammessa negli integratori. Altro integratore a base di artiglio del diavolo, partenio e agnocasto è risultato contenere nimesulide, antiinfiammatorio in sospetto di forte epatotossicità, non in vendita negli USA, ritirato in Islanda per aver persino comportato dei trapianti di fegato e per il momento “diffidato” dall’EMEA (ente europeo di vigilanza sui farmaci). La vendita in farmacia è stata bloccata dalle aziende produttrici, ma gli acquisti sono possibili via internet. Indicativo pure il caso segnalato dalla dr.ssa Paola Moro, del Centro Antiveleni di Milano, riguardante il “Freddo Baby”, sciroppo antifebbrile commercializzato come “alimento”, contenente salicilati, già ritirato dal commercio perché causa di emorragia gastrointestinale e shock in un bimbo di 3 anni. E’ sconcertante che le due ditte italiane produttrici consultate al riguardo dalla dr.ssa Moro “non sono state in grado di fornire indicazioni sula titolazione dei principi attivi, per altro non richiesta dalla normativa vigente per i preparati venduti come ‹alimento›”. La dr.ssa Moro conclude lamentando più in generale che “la prescrizione di medicina non convenzionale da parte di medici e pediatri avviene frequentemente, senza una sufficiente conoscenza delle proprietà medicinali degli stessi, ma solo in base alle informazioni dei rappresentanti delle aziende produttrici.” Le reazioni avverse da integratori alimentari sono in progressiva crescita anche nel nostro Paese, complice la grande promozione sui media che esalta integratori e ricostituenti acquisibili senza ricetta. Il responsabile di farmacovigilanza dell’Università di Firenze, dr. Mugelli, ricorda che è stata chiesta l’autorizzazione al commercio di ben 8000 integratori alimentari e, pertanto, un’ipotetica loro autorizzazione d’emblèe comporterebbe l’arrivo nelle nostre farmacie (già ben provviste!) di più di 2 preparati al giorno. Per quantificare il rischio degli integratori sarebbe necessaria la segnalazione di tutte le reazioni avverse al farmacista e/o al proprio medico, i quali, a loro volta, dovrebbero poi trasmettere i dati alle autorità competenti. Ma molto pochi lo fanno.

Alto Adige 18-06-09
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categoria:salute
domenica, 14 giugno 2009


Ennesime modifiche al Codice della strada.
E il giro di vite potrebbe essere doppio. Il primo dovrebbe arrivare con un decreto legge: è il Testo unificato scritto dalla commissione Trasporti, che il Governo era intenzionato a trasformare in decreto già a inizio aprile, ma e poi è stato rimandato per via del terremoto Abruzzo. Invece. la seconda stretta è prevista nel disegno di legge sulla “sicurezza pubblica”:è solo in attesa che il Parlamento lo approvi.
UNA VENTINA LE NORME MODIFICATE
Ancora non si sa quando le nuove norme diventeranno effettive (forse entro luglio 2009); di sicuro, rivoluzieranno il Codice della strada, inasprendo le multe per le infrazioni più gravi e introducendo novità per i giovani, che potranno guidare già a 17 anni, anziché a 18
Basta un goccio e sono guai
Per i giovani, tolleranza zero in fatto di alcol. Chi ha meno di 21 anni o la patente B (per le auto) da meno di tre , non potrà bere neppure un goccio prima di guidare: per loro non varrà l'attuale limite di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue. Con un tasso alcolemico superiore o zero e fino a mezzo grammo, multa di 155 euro (310 se si causa un incidente); lo stesso per i guidatori professionali con patente C, D, E
E PAGA ANCHE CHI BEVE E POI VA IN BICICLETTA
Chi ha meno di 18 anni e guida un veicolo qualsiaisi (persino una bicieletta), se verrà "pízzicato" con un tasso di alcol superiore a zero e fino a mezzo grammo, non potrà conseguire la potente B prima di aver compiuto 19 anni (che salgono a 21 se si superava il mezzo grammo).
ALCOL
Ubriachi nel mirino
Resta invariato il limite di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue (esclusi i minori di 21 anni, i neopatentati e i guidatori professionali), e non cambiano le sanzioni: fra l'altro, 500 euro oltre 0,5 e fino a 0,8 grammi/litro; 800 euro nella fascia fra 0,8 e 1,5 g/I.
PUGNO DI FERRO ANCHE PER LA DROGA
C'è una novità per chi guida con un limite alcolemico superiore a 1,5 grammi: oltre alla multa di 1.500 euro e al taglio di 10 punti della patente (come ora), scateranno l'arresto da sei (anziché tre) a 12 mesi e la sospensione della patente da 12 a 24 mesi (il doppio rispetto a quanto in vigore adesso). Identiche sanzioni per chi guida sotto l'effetto di stupefacenti.
SI RISCHIA FINO A 15 ANNI DI CARCERE
lnalterato è il carcere fino a 15 anni per chi, con tasso altre 1,5 g/I, causa un incidente mortale che coinvolge più persone: toccherà al giudice decidere la pena.

Maggiori dettagli e altre novità sul nuovo Codice della strada li troverete nel mensile : Al Volante N. 7 Luglio 2009 che è fonte dell'articolo.
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sabato, 13 giugno 2009



Un progetto per gli alunni : Ottimi riscontri a favore dei bambini con dislessia


LAIVES. Conclusa con ottimi risultati la prima fase di sperimentazione didattica che vede coinvolta la cooperativa Canalescuola di Bolzano, nell’ambito del progetto «RiverDSA», rivolto agli alunni dell’Istituto comprensivo Laives 1. Il progetto, nato nel 2008 con l’obiettivo di fare da supporto al processo di apprendimento degli alunni con dislessia, si avvale dell’impiego delle nuove tecnologie informatiche. L’alto valore innovativo dell’esperienza ha permesso di rendere meno ostico il percorso scolastico degli alunni interessati. Le attività svolte presso il laboratorio didattico-tecnologico «Aiutami a fare da solo», grazie al lavoro congiunto di insegnanti, medici e terapisti, ha registrato subito un forte interesse dei ragazzi e ha visto una crescita significativa sul piano delle motivazioni e dell’autonomia nello studio.
 Anche per i genitori questo progetto è stato importante come punto di riferimento per ricevere consulenza specifica e aiuto nel superare le difficoltà scolastiche dei figli. Il disturbo dislessico coinvolge il 3-4% degli studenti e può creare loro difficoltà significative. A questo bisogno risponde appunto il progetto «RiverDSA» di Laives, possibilità unica anche a livello provinciale e rara pure in campo nazionale. Vengono impiegati computer, scanner e software specifici e i dati emersi a conclusione della prima fase confermano incremento di autostima, motivazione e autonomia degli alunni. L’iniziativa è stata resa possibile dalla Sovrintendenza scolastica italiana e dalla Fondazione Cassa di Risparmio, con il sostengo del Servizio psicologico e neuropsichiatrico infantile del Comprensorio sanitario, Centro Don Bosco e Cattedra di tecnologie dell’istruzione della Lub. (b.c.)

Alto Adige 13-06-09
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categoria:salute, comune di laives
venerdì, 05 giugno 2009


«Cure dimagranti online pericolose»


Il Ctcu: attenzione a quel che si vende in Internet, lo Stato intervenga

BOLZANO. «I prodotti dimagranti venduti online contengono sostanze pericolose per la salute umana. Invitiamo tutti gli altoatesini che li abbiano acquistato da siti Internet di dubbia affidabilità di interromperne l’assunzione e di rivolgersi quanto prima a un medico per accertamenti». Lo chiede in un comunicato il Ctcu (Centro consumatori di via Dodiciville) che invita il Governo a bloccare subito l’entrata in Italia di questi farmaci che promettono miracoli e che rischiano di essere solo dannosi alla salute. Il direttore del Ctcu, Walther Andreaus, non ha dubbi: «Quelli che la pubblicità spaccia per innocui integratori alimentari spesso sono veri e propri farmaci. Va detto poi che nessuno dei prodotti che abbiamo analizzato ci risulta adatto a far perdere peso». Poco tempo fa, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic ha voluto verificare la composizione di alcuni dimagranti vegetali d’importazione che erano stati sequestrati e dalle analisi è emerso che contenevano componenti sintetici non dichiarati. Secondo Swissmedic si tratta dunque di contraffazioni di medicamenti potenzialmente pericolosi. Il fatto di commercializzarli come dimagranti naturali, inoltre, costituisce per il Ctcu un inganno intenzionale ai danni dei consumatori. Tra i componenti sintetici non dichiarati è stata individuata la sibutramina, che è pericoloso anoressizzante. A ciò si aggiunge anche una contaminazione da metalli pesanti (piombo e mercurio) superiore ai valori consentiti.
 Il Ctcu ha acquistato per prova alcuni dimagranti via Internet, dimostrando che questi prodotti, già sequestrati da Swissmedic ed altri enti esteri preposti al controllo di farmaci, varcano tranquillamente le frontiere doganali: nel caso di un prodotto respinto dalla dogana il produttore si era addirittura offerto di rispedire il prodotto impacchettato in modo da non incontrare più ostacoli al momento del controllo.
 Sulla base di tale esito il Ctcu invita il Governo ad estendere il sistema comunitario di allerta rapida (Rapex) ai prodotti alimentari, ai farmaci e agli apparecchi medicali. Il Rapex consente uno scambio rapido di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione europea in merito alle misure adottate per impedire o limitare la commercializzazione e l’impiego di prodotti che comportano gravi rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori. Per Andreaus «il ritardo nel porre rimedio a vuoti normativi assai gravi, come questo sul commercio online di dimagranti, è un atteggiamento irresponsabile nei riguardi dei cittadini. E noi ci siamo mossi subito per informare le autorità doganali affinché diano corso a tali misure».

Alto Adige 5-06-09

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categoria:salute
venerdì, 29 maggio 2009



Caro-tariffe, raccolte più di 10 mila firme



Centro consumatori: «Indecenti» Mussner: «Park in giunta l’8 giugno»

di Valeria Frangipane

 BOLZANO. «Abbiamo superato le 10mila firme». La petizione a Durnwalder, Theiner e Spagnolli per abbassare il prezzo del park dell’ospedale ha raccolto in 20 giorni più di diecimila firme: «Adesso il ticket deve scendere da 1,20 a 0,50 l’ora». L’assessore Mussner che lavora perchè la Provincia riscatti la concessione dell’impianto spiega che tutto è pronto: «La nostra proposta va in giunta l’8 giugno».
 Walther Andreaus, direttore del Centro consumatori che insieme a Cgil, Cisl, Asgb, Kvw e Nursing up, porta avanti la protesta dice di non aver mai visto in venticinque anni nulla di simile: «Di solito è sempre difficile raccogliere firme, qui abbiamo il problema contrario».
 Mussner vuole accorciare i tempi: «So bene che la protesta è esplosa, l’8 giugno porterò la proposta in giunta. Il nostro obiettivo è quello di rilevare la concessione per abbassare le tariffe». Tariffa che, ricordiamo, rischia di salire a 1,80 l’ora. Roberto Rossin, presidente della Hospital Parking, spiega che la società che ha in gestione l’impianto per i prossimi 30 anni accusa delle fortissime perdite: «Avevamo deciso che dal 1º marzo la tariffa sarebbe passata ad 1,80 euro l’ora. Abbiamo aspettato che la Provincia decidesse cosa fare ma non possiamo attendere ancora».
 Andreaus rincara la dose.
 «È assurdo, vergognoso ed inaudito pensare di guadagnare sulla pelle dei malati e dei loro familiari. Il prezzo richiesto è esorbitante. E poi è intollerabile che il parcheggio per andare al cinema nella nuova multisala costi 1,50 euro per 4 ore quando i malati ne devono sborsare 4,80». Il Ctcu e di sindacati spiegano che si tratta di una vera e propria rivolta dei consumatori: «La Hospital Parking non deve dare occasione ai privati di lucrare sulla pelle altrui. La gente non ne può più di questo salasso. Non ne può più di pagare 1,20 per 1 ora che diventano 2,40 se solo ti fermi 5 minuti in più. Che salgono a 3,60 per 3 ore, a 4,80 per 4 ore ed arrivano a 6 euro per 5 ore».
 La petizione firmata da più di diecimila persone parla chiaro. «Chiediamo che il tetto massimo di spesa torni a 0,50 l’ora. Vogliamo che sia inserita una soglia di tolleranza che non faccia scattare immediatamente l’ora successiva perché non è possibile che chi entra l’ospedale per ritirare un referto e ci sta 20 minuti paghi il prezzo intero. Pretendiamo che tornino in superficie dei parcheggi a disco orario, che il servizio di bus sia potenziato come ci avevano promesso sia il sindaco che l’assessore Ladinser e come invece non è successo». E c’è dell’altro. «Donne con bambini (ma anche invalidi) sono costrette a percorrere lunghi tratti a piedi per arrivare alle casse, una vera indecenza. E poi è stata abolita la possibilità di parcheggiare gratis nei fine settimana per non parlare di chi perde il biglietto che si trova a dover pagare 21,10 euro (37 ore di parcheggio!)». Pollice verso anche per il calcolo del tempo. «Gli orologi sono sballati sia in entrata che in uscita». Il Ctcu ricorda che per firmare la petizione (fino al 15 giugno) è possibile recarsi in via Dodiciville 2, ritirare cartolina, cliccare su www.centroconsumatori.it, firmare al parcheggio o presso le sedi delle associazioni promotrici.

Alto Adige 29-05-09
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categoria:salute, sociale
mercoledì, 27 maggio 2009



Giornata del sollievo in musica


 BOLZANO. Domani si celebra a Bolzano, come in molte altre città italiane, l’ottava “Giornata nazionale del sollievo”. Si tratta di una manifestazione patrocinata dal Consiglio dei ministri e dalla Conferenza Stato - Regioni per sensibilizzare la popolazione sul problema dei malati che quotidianamente soffrono a causa di una malattia inguaribile e sulla necessità di dare loro delle cure adeguate.


 Per l’occasione l’Associazione “Il Papavero - der Mohn”, organizza un concerto con la “Homeless band”, gruppo di giovani musicisti della città, proprio per far giungere questo messaggio anche ai ragazzi. Il concerto si terrà domani al Parco Europa con inizio alle ore 20.30 ed i ragazzi, così come le loro famiglie, sono invitati ad intervenire in massa. Ricordiamo che all’ospedale di Bolzano nell’ambito della divisione di geriatria è operativo da tempo il reparto di cure palliative, guidato dal dottor Massimo Bernardo.
 E ricordiamo che l’Associazione “Il Papavero” si occupa di promuovere e diffondere conoscenza, cultura e ricerca in cure palliative; di assistere malati e loro famiglie; di proporre le strutture necessarie e di sostenere quelle operanti; di promuovere incontri e corsi per la formazione di volontari e interessati; di istituire borse di studio per la formazione nell’ambito delle cure palliative; di promuovere attività di raccolta fondi destinati all’associazione. Il tutto, per diffondere la cultura delle cure palliative. Ossia l’approccio globale ai problemi dei malati gravi e terminali. Pazienti che oltre al disagio fisico devono curare quello spirituale, psicologico, sociale. Perché malato e parenti devono sapere che qualcun li aiuta, devono avere dei punti di riferimento, sempre presenti. L’associazione ha scelto come nome e come simbolo quello di un papavero e lo ha fatto per due motivi: perché il papavero è un fiore delicato, fragile, ma allo stesso tempo forte, come chi lotta contro la malattia; e poi è l’infiorescenza da cui si estrae l’oppio, da cui, a sua volta, viene ricavata la morfina, che sta alla base delle cure contro il dolore.
 Fino a due o tre anni fa parlare di cure palliative era difficoltoso; palliativo, in italiano, è sinonimo di inutile, di qualcosa che non serve a nulla. Poi però, qualcosa si è mosso e adesso i soci dell’associazione sono centinaia. “Il Papavero - Der Mohn” ha sede in via Renon 1; tel. 0471 051909; www.ilpapaverodermohn.it; e-mail: ilpapaverodermohn brennercom.net.

Alto Adige 27-05-09
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mercoledì, 27 maggio 2009


Adolescenti schiavi degli sms


 NEW YORK. Gli adolescenti statunitensi sono sempre più schiavi degli sms. Se ne sono accorti i loro medici, alle prese con giovani sofferenti per crampi alle articolazioni, disturbi muscolari e problemi ai tendini. Da quando le compagnie telefoniche americane hanno lanciato offerte che permettono di inviare un numero illimitato di messaggi pagando una cifra mensile fissa, i ragazzi hanno raddoppiato in pochi mesi il numero degli sms inviati. Se la media nel 2008 è stata di 80 al giorno (contro i 40 del 2007), alcuni studenti sono arrivati a scriverne 800 in 24 ore.
 Il fenomeno preoccupa psicologi e insegnanti: alcuni giovani hanno difficoltà a concentrarsi e si svegliano di continuo di notte.

Alto Adige 27-05-09


Crampi alle articolazioni, disturbi muscolari e problemi ai tendini. Sono questi i rischi che comporta un eccessivo sfruttamento degli sms.


I giovani più legati alla piccola tastiera hanno difficoltà a concentrarsi a scuola e si svegliano di continuo durante la notte non appena il loro telefonino comincia a vibrare.
Sherry Turkle, uno psicologo che lavora al Massachusetts Institute of Technology di Boston, si è detto preoccupato delle conseguenze che questa mania potrebbe avere sulla loro crescita.
L’adolescenza è il tempo durante il quale ci si comincia a separare dai genitori e si cerca di capire che tipo di persona diventare da adulti. Ma se la tecnologia ti permette di restare in contatto di continuo, è difficile riuscirci. Come ci si può rendere indipendenti quando si mandano 15 sms al giorno alla mamma per chiedere quali scarpe abbinare alla camicia?”.
Inoltre, notano gli esperti, i ragazzi hanno difficoltà a completare un lavoro senza interrompersi. Se vengono raggiunti da un sms ogni cinque minuti è impossibile che riescano a portare a termine una sola riflessione. La tentazione di rispondere immediatamente è troppo forte.
Medici e insegnanti ammettono che per ora i genitori non hanno mostrato segni di allarme. Non dovendo più pagare per ogni sms inviato, le madri non si preoccupano nel vedere i loro figli costantemente chini sullo schermo luminoso del telefonino. E se decidono di vietare un uso eccessivo del cellulare, vanno incontro alle loro recriminazioni.
Spesso infatti i genitori sono dipendenti dai loro Blackberry non meno dei loro ragazzi. “Gli adolescenti non accettano di essere puniti per un comportamento simile a quello dei loro padri”, conclude Turkle.
Fonte: http://quomedia.diesis.it/news/18028/adolescenti-usa-schiavi-degli-sms
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categoria:giovani, salute
martedì, 26 maggio 2009


 Con la «Settimana del respiro» visite gratuite all’ospedale


BOLZANO. Il 2009 è stato dichiarato l’Anno del respiro ed in particolare dal 25 al 29 maggio è la Settimana del respiro. In tale occasione il reparto di pneumologia dell’ospedale di Bolzano, diretto dal primario Giulio Donazzan partecipa alla campagna nazionale di sensibilizzazione sulle malattie dell’apparato respiratorio con l’esecuzione di spirometrie gratuite. I cittadini posso recarsi da lunedì al venerdì dalle ore 14 alle 16 alle prove funzionali della pneumologia al primo piano dell’ospedale.
 Gli specialisti sono convinti che bisogna intervenire subito, informare e sensibilizzare. Infatti, bronchi e polmoni rappresentano un problema per 10 milioni di italiani; 300 al giorno, quindi 112 mila, perdono la vita per colpa delle patologie dell’apparato respiratorio. «Ogni giorno filtriamo 33 mila litri d’aria in cui sono presenti polveri, microorganismi, agenti inquinanti», spiega Franco Falcone, presidente dell’Aipo. Fumatori o chi respira fumo passivo, va anche in peggio. Fumatori tra i 25 e 75 anni perdono fino al 75% della capacità respiratoria, quindi 3 volte più del normale.
 La spirometria permette di misurare le quantità e le qualità del respiro. Questo esame fatto in tempo potrebbe evitare il declino provocato dall’insufficienza respiratoria cronica e di cadere nella spirale ossigenoterapia-ventilazione meccanica. Si calcolano circa 60 mila italiani in questa condizione, 35 mila quelli in ventilazione meccanica. Un altro obiettivo è una legge per riconoscere la broncopneumopatia cronica ostruttiva tra quelle croniche ed invalidanti, come già si è fatto con l’asma bronchiale.
 Per avere ulteriori informazioni: 0471 908340.

Alto Adige 26-05-09
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mercoledì, 20 maggio 2009



La felicità è un computer spento, parola di Google



  FILADELFIA. La felicità è un computer spento: parola di Eric Schmidt (nella foto). Il Ceo di Google ha consigliato agli studenti dell’Università di Pennsylvania di «premere il pulsante off» dei loro laptop: solo così si accorgeranno delle persone che gravitano attorno a loro, solo così riscopriranno la vita.
 Sotto un cielo grigio come il clima economico in cui gli allievi di uno dei più prestigiosi atenei d’America affrontano il mercato del lavoro, il capo del più grande motore di ricerca del mondo ha argomentato che i rapporti umani sono la chiave della felicità e non c’è Second Life, Facebook o Twitter che tenga: «Spegnete i computer, spegnete il cellulare, guardate la gente che vi circonda e scoprirete che gli esseri umani sono la cosa più importante nella vita», ha detto il Ceo del colosso californiano dell’informatica: «Niente batte la felicità di tener per mano un nipotino quando fa i primi passi».
 Schmidt ha parlato a circa 6.000 neolaureati di una università che per decenni ha sfornato i’padroni dell’universò: tra gli ex alunni della sua business school (Wharton) che il Financial Times ha classificato come la migliore del mondo ci sono miliardari (20 dell’ultima lista di Forbes) e capitani di industria. Agli studenti della classe 2009, uno dei quali, alla fine della cerimonia, è salito sul palco con il classico’tocco’ dell’uniforme di laurea su cui era scritto «Hire me» (assumetemi) a caratteri cubitali, il numero uno di Google ha ricordato che i tempi di crisi sono anche momenti di grandi innovazioni: «I Rice Krispies e le lattine di birra sono nati durante la Grande Depressione: invenzioni senza le quali non sareste sopravvissuti a quattro anni di college». Che i rapporti umani siano la chiave della felicità è una tesi che ha trovato nuova vita nell’America in recessione: proprio in questi giorni si parla molto di uno studio dello psicologo di Harvard George Vaillant condotto tra 268 laureati dell’ateneo di Cambridge dagli anni della Grande Depressione. Obiettivo dell’Harvard Study of Adult Human Development era scoprire cosa fa vivere a lungo una buona vita: la conclusione, analizzata in un saggio sull’ultimo numero della rivista Atlantic, è che «l’unica cosa che importa veramente nella vita sono le relazioni con altre persone». Un punto su cui il Ceo di Google si è detto d’accordo: «E’ possibile passare un’intera vita dentro a un computer ma la vera vita sono le persone attorno a voi, sono i vostri compagni di strada. Non di Blackberry o di iPhone.

Alto Adige 20-05-09
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martedì, 19 maggio 2009

Barista e fan di moto installa l’alcoltest all’interno del locale



LAIVES. Al bar Nazionale di via Kennedy i motori sono di casa da sempre. In particolare le due ruote, perché da tanti anni lì ha sede il Motor’s Sporting Laives, che promuove il motociclismo sia a livello agonistico che amatoriale. Consapevole di questo, Franco Manzana, titolare del bar e presidente del Motor’s Sporting, ha voluto fare una (utile) sorpresa a tutti i suoi clienti: da ieri all’ingresso del locale è installata una macchinetta per auto-eseguire l’alcoltest.
 L’apparecchio sembra in tutto e per tutto una slot machine formato mignon. «È invece un alcoltest assolutamente affidabile - spiega Manzana - e basta introdurre un euro, seguire le istruzioni che dà la macchinetta e in pochi secondi si ottiene il responso relativo al grado di alcol ingerito. Perché ho deciso di installarla? Perché ho a cuore la sicurezza dei miei avventori, spesso giovani. E c’è anche la necessità di non perdere punti sulla patente».
 Franco Manzana spiega di avere visto per la prima volta questa macchinetta in un bar di Udine e di essersi subito interessato. «Ricordo che lì i ragazzi facevano l’alcoltest prima di uscire dal locale e salire in macchina - racconta il titolare - e l’idea mi è piaciuta immediatamente. Costa un migliaio di euro circa ma ritengo che sia un investimento utile per la sicurezza di tutti coloro che guidano».
 Il sistema di funzionamento è lo stesso di quello per i test effettuati dalla polizia stradale: si introduce un euro, si infila una cannuccia tipo quella per le bibite in un apposito foro e si soffia quando lo chiede la macchina. Fatta l’operazione, di là a qualche secondo compare la percentuale di alcol in corpo e così si ha immediatamente la conferma se si è ancora entro il limite stabilito (0,50) oppure oltre e quindi è opportuno non mettersi al volante. Ovviamente ieri la curiosità era tanta e in molti hanno voluto testare l’apparecchio, verificando quanto segnava dopo avere bevuto uno o due bicchieri di bianco. Ebbene, in media con un bicchiere e mezzo di vino bianco bevuti un po’ di tempo prima il responso era attorno a 0,26, ossia entro il limite ma con la consapevolezza che bevendo un altro bicchiere si sarebbe superato lo 0,50 fatidico, entrando automaticamente in zona rischio: di allentare i riflessi e anche di perdere punti sulla patente se fermati. (b.c.)

Alto Adige 19-05-09
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categoria:salute
giovedì, 14 maggio 2009



Cani per il benessere degli anziani


La «terapia degli animali» sbarca alla Domus Meridiana 

BRUNO CANALI

LAIVES. Anche presso la casa di degenza Domus Meridiana si pratica la «Pet Therapy», ossia la terapia che ha come protagonisti gli animali. Nello specifico si tratta di un cane della razza Labrador e di un coniglio, messi a disposizione dall’associazione «Gli amici di Sari», che già si sono visti all’opera presso la casa di riposo. Per la Domus Meridiana è una novità assoluta e già apprezzata.
  «La terapia che si avvale del supporto di un animale - spiega il direttore Marco Maffeis - è un’azione ricca di significato affettivo e comunicativo, che ha lo scopo di contribuire efficacemente al mantenimento e al miglioramento del benessere degli ospiti, prevalentemente quelli malati di Alzheimer. La presenza di animali così docili e disponibili stimola nell’anziano le capacità psicologiche, relazionali, cognitive e fisiche e intanto, per incominciare, qui alla Domus Meridiana sono previste 15 visite settimanali di circa un’ora ciascuna, con il coinvolgimento di una decina di ospiti». Come si è sperimentato anche alla casa di riposo, la presenza degli animali effettivamente stimola l’anziano e lo invoglia a muoversi. Del resto, quanti sono gli anziani in genere che hanno un cane che fa loro compagnia? Agli incontri settimanali naturalmente sono presenti gli operatori qualificati della cooperativa Amici di Sari, insieme a Valentina Pati e Sara Biondi, logopediste di Domus Meridiana, nonché Michela Bona, responsabile tecnico-assistenziale della struttura, che individuano anche gli ospiti coinvolgibili nelle attività assistite ed elaborano il programma. «Già nel primo incontro Kira, il Labrador, ha letteralmente spopolato - dice Maffeis - e l’impatto è stata molto positivo. L’entusiasmo si è poi ripetuto anche con i conigli, che hanno richiamato l’attenzione dei nostri anziani grazie all’istintiva simpatia che ispirano. Si tratta certamente di esperienze molto positive per tutti».


L’AREA VERDE

Presto la Domus Meridiana avrà anche un parco. L’area verde sarà allestita in un angolo alle spalle della struttura, nei pressi della grande meridiana. Sarà questa la soluzione più idonea, perché l’altra ipotesi, di ottenere dalla Provincia l’uso di uno spazio verde presso l’adiacente Laboratorio biologico, era effettivamente meno funzionale dato che richiederebbe agli anziani uno spostamento che non tutti sono in grado di fare. Il parco che si conta di realizzare avrà anche una funzione «terapeutica», proprio perché, nella progettazione, verrà pensato a misura di anziano e delle sue specifiche esigenze.

Alto Adige 14-05-09


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categoria:salute
giovedì, 14 maggio 2009


«Sul nucleare scelta sbagliata»

BOLZANO. “L’Italia dovrebbe seguire l’esempio di Stati Uniti, Germania e Alto Adige ed investire con decisione le proprie risorse sul risparmio energetico e sullo sviluppo delle energie alternative”. Lo ha detto Oskar Peterlini annunciando nel suo no al ddl sul nucleare in Italia. Secondo il senatore Svp, “la politica energetica del governo, ossia il ritorno al nucleare, contraddice la volontà popolare del referendum 1987 e punta su una tecnologia pericolosa e costosa, che non aiuta a risolvere la dipendenza italiana dall’importazione di materie prime”.

Alto Adige 14-05-09
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categoria:ambiente, salute
domenica, 10 maggio 2009

Montagnaterapia


Un recupero sia psichico che sociale

 SALORNO. La «Montagnaterapia» - scrivono gli esperi sul sito www.sopraimille.it - si attua prevalentemente nella dimensione dei piccoli gruppi (dai tre ai dieci partecipanti) anche coordinati fra loro; utilizza controllate sessioni di lavoro a carattere psicofisico e psicosociale (con forte valenza relazionale ed emozionale), che mirano a favorire un incremento della salute e del benessere generale e, conseguentemente, un miglioramento della qualità della vita. Nella Montagnaterapia, per raggiungere gli obiettivi prefissati, gli interventi socio-sanitari si articolano e si integrano con le conoscenze culturali e le attività tecniche proprie delle discipline della montagna (frequentazione dell’ambiente montano, pratica escursionistica o alpinistica, sci, arrampicata, utilizzo dele ciaspole) per tempi brevi o per periodi della durata di alcuni giorni (sessioni residenziali), nel corso dell’intero anno.

Alto Adige 10-05-09
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categoria:salute, conca atesina
giovedì, 07 maggio 2009

Sicurezza all'incrocio di San Giacomo con la zona industriale



Siamo un gruppo di persone che abitano in quella parte di San Giacomo appartenente al comune di Bolzano. Bisogna dire che ci è già difficile spiegare dove abitiamo perchè non ci sentiamo né di Maso della Pieve nè tantomeno di San Giacomo che sembrerebbe maggiormente rappresentativo del comune di Laives e questo la dice tutta. La comunità non piccola , per la verità, è sempre più attenta alle necessità del quartiere e purtroppo non trova un riferimento preciso in quanto carente anche di una semplice struttura che aiuti la socializzazione della popolazione.
La vecchia statale 12 con un traffico ancora persistente nonostante la variante tunnel verso e da Laives, i cimiteri con il pericoloso incrocio sono ancora le caratteristiche principali e peggiori della frazione. La parte migliore, rappresentata dalla zona sportiva che si trova a nord dei caseggiati, seppur importante, presenta una serie di carenze che intendiamo sollevare nuovamente con l'intenzione di sensibilizzare maggiormente la circoscrizione competente, ma soprattutto il comune di Bolzano che sembra aver tralasciato le numerose promesse fatte.
Le famiglie sono particolarmente preoccupate per i bambini, ma anche degli adulti che pur volendo frequentare la zona sporiva si trovano in grossa difficoltà nel percorrere in bicicletta quel tratto pericoloso in prossimità dell'incrocio che porta alla sempre più frequentatissima zona industriale (la cronaca menziona numerosi incidenti e un recente decesso). Da anni è previsto un congiungimento ciclabile con l'esistente ciclabile di Maso della Pieve, purtroppo sarebbe necessario che le autorità competenti si rendessero conto che non vi sono vie alternative per raggiungere la cosiddetta “parte buona” ed i pedoni stessi si trovano in difficoltà nel raggiungere la zona sportiva per l'invasione impropria delle biciclette sul già piccolo marciapiede. Abbiamo partecipato ad una assemblea pubblica organizzata dal Comitato per la “Riqualificazione urbana” di San Giacomo dove sono state sollevate anche le questioni di sicurezza a noi particolarmente care, il sindaco di Laives ha preso un impegno di affrontare con il comune di Bolzano alcune soluzioni, ma a tutt'oggi tutto tace e non ci sembra giusto che lo slogan «Bisogna consentire ai cittadini di tutte le età di potersi muovere in completa sicurezza. Su questo non si transige» letto sui giornali e recitato dall'assessore Klaus Ladinser valga per la città di Bolzano nella sua applicazione, ma non per la nostra ancora sfortunata“periferia” di ....(diamogli un nome).
Invitiamo pertanto l'assessore Ladinser di applicare i suoi proponimenti con sollecitudine, considerato il notevole ritardo per la costruzione di quel tratto pedociclabile, ma sopratutto per l'enorme necessità di sicurezza che gli abitanti dell'intero quartiere ritengono necessaria.

Alcuni cittadini di quella frazione
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categoria:salute, ciclabile pedonabile
lunedì, 04 maggio 2009



Controllo anche degli esiti negativi dei medicinali venduti



Dalla puntata di report del 03 maggio 2009 emerge che spesso gli informatori medici pubblicizzano i prodotti farmaceutici dando materiale pubblicitario ai medici dove si mettono solo i risultati positivi dei medicinali che essi vendono; omettono cioè quelli negativi; risultato: possono vendere medicinali che in realtà sono dannosi; vedi il caso VIOXX.

  Nella città di Modena è nato il ceveas: un consorzio di medici che va a controllare tutte le riviste scientifiche nelle quali si controllano anche gli esiti negativi dei medicinali venduti; tale consorzio organizza seminari nei quali informano medici da tutta Italia.

Date un occhiata al sito per vedere l'interessante esperienza del farmacista facilitatore

http://www.ceveas.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1

per es, i pediatri sono molto più attenti a somministrare antibiotici quando non necessario.il problema del privato infatti è: fare profitto; quindi ha tutto l'interesse a vendere farmaci anche quando non servono.
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categoria:comunicati, salute
lunedì, 27 aprile 2009


«Indispensabile un piano di gestione dei rifiuti»


BOLZANO. L’associazione Ambiente e Salute - contraria da sempre alla costruzione del nuovo impianto - «continuerà in tutti i modi democratici e consentiti dalla legge a combattere affinchè l’inceneritore non venga costruito». Alcuni mesi fa Claudio Vedovelli (nella foto) & Co. hanno presentato anche un esposto in Procura. L’associazione spiega, poi, quali sono le condizioni per dare un senso al tavolo tecnico, di cui fanno parte anche i tecnici dell’Appa (agenzia provinciale per l’ambiente) e i rappresentanti del Comune. Sono necessari: «una rivalutazione della previsione delle ricadute delle emissioni, sistemi di controllo delle emissioni, sistemi di controllo dei rifiuti che entrano nell’inceneritore; un futuro piano di gestione dei rifiuti, senza incenerimento. Entrambi gli argomenti vanno discussi alla presenza di esperti di entrambe le parti e in maniera pubblica. Avremo comunque un atteggiamento di piena trasparenza, le discussioni e le decisioni che verranno prese al Tavolo saranno rese pubbliche sul sito dell’associazione: www.ambientesalute.org».

Alto Adige 27-04-09
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categoria:salute, inceneritore
lunedì, 27 aprile 2009



Diossina, valori alti lontano dall’inceneritore


Dall’esame di aria e suolo risulta che i «picchi» nel capoluogo sono al Lido e in via Amba Alagi

MASSIMILIANO BONA

BOLZANO. Dalle analisi di aria e suolo risulta che i valori di diossina sono più elevati in via Amba Alagi e al Lido rispetto alle zone Firmian e Bivio, più vicine all’inceneritore. «Vuol dire che le emissioni sono trascurabili», sottolinea Giulio Angelucci, direttore dell’ufficio provinciale rifiuti.
 Per fugare ogni dubbio l’ente pubblico ha ripetuto le analisi. Tre campionatori direzionali sono stati sistemati in zona Firmian/Resia (a nord dell’inceneritore), in via Amba Alagi e a Vadena (a sud dell’inceneritore). «Siamo stati i primi in Italia - sottolinea Angelucci - a fare queste analisi e, forse, siamo ancora gli unici a seguire questa strada».
 Analisi del suolo. I dati dell’ultima rilevazione sono sorprendenti. La diossina non si degrada nel tempo e viene misurata in nanogrammi per Kg di sostanza secca. Il limite, per poter parlare di inquinamento, è fissato in 10 nanogrammi. Il capoluogo è al di sotto di questa soglia, ma i «picchi» in città non si registrano a ridosso dell’inceneritore. In zona Bivio, infatti, si oscilla da 0,75 a 0,80 nanogrammi, al parco giochi di via Ortles si scende a 0,21, mentre all’incrocio tra via Druso e via Resia si sale a 2,16 nanogrammi. Il valore massimo di diossina nel suolo a Bolzano è in zona Lido, in viale Trieste: 5,5 nanogrammi. Analoghi prelievi sono stati effettuati su terreni utilizzati come prato in vari comuni della provincia. Questi i risultati: Curon 0,16, Prato 0,16, Naturno 0,74, Sesto Pusteria 0,28, Falzes 0,17, Rio Pusteria 0,39, Brennero 0,31, Anterivo 0,80, Salorno 0,64, Egna 0,39, Vadena 0,34, Laives 0,50, Terlano 0,78, Nalles 0,55, Gargazzone 0,75 e Lana 0,44.
 Analisi dell’aria. Per quanto attiene l’aria i campionatori sono stati posizionati in via Amba Alagi, in zona Firmian/Resia e tra Vadena e Laives. Qui l’unità di misura è espressa in fentogrammi (pari ad un millesimo di nanogrammo). I valori più alti si registrano d’inverno e variano anche a seconda del vento. Tra Vadena e Laives si oscilla tra 52 (vento da Sud) e 84 (senza vento), in zona Firmian/Resia il picco minimo è 79 (vento da Sud) e il picco massimo è 90 (vento da Nord). In via Amba Alagi, invece, il valore minimo è di 155 fentogrammi (vento da Nord) ed il massimo è 259 (vento da sud).
 Le valutazioni. Come per l’analisi del terreno i valori di diossina sono indicativi della presenza a Bolzano di una fonte diffusa di inquinamento (dovuta a traffico e riscaldamento) con valori crescenti nelle zone densamente urbanizzate. Ed è in quest’ottica che «il contributo dell’inceneritore - per la Provincia - è trascurabile». Per la diossina nell’aria i valori sono simili a quelli di altre città delle zone alpine con picchi più elevati in inverno e in prossimità dei centri abitati. «In Austria - spiega Angelucci - i valori per le zone rurali si collocano tra 10 e 100 fentogrammi al m² e nelle zone urbane tra 10 e 400. A Graz, dove non c’è nemmeno l’inceneritore, i valori oscillavano tra 72,4 e 414. In Giappone, per fare un altro esempio, sempre in inverno si oscilla da un minimo di 269 ad un massimo di 4240 fentogrammi per m². Per Bolzano i valori più alti si registrano quando il vento soffia nella direzione opposta rispetto all’inceneritore».
 Il termovalorizzatore. Con il nuovo impianto - i lavori sono iniziati a dicembre e l’Ati Atzwanger ha 1254 giorni per ultimarlo - le emissioni saranno più basse. «A livello tecnologico - conclude Giulio Angelucci - rispetto al periodo in cui venne costruito l’inceneritore, nel 1988, sono stati fatti significativi passi avanti».

Alto Adige 27-04-09
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categoria:salute, inceneritore
sabato, 07 febbraio 2009


Claudia e Danilo sono passati a Gargnano e ci hanno segnalato un'importante iniziativa di promozione della lettura rivolta in particolare ai bambini in tenera età, sin dal primo anno di vita. Questa iniziativa www.natiperleggere. it è incoraggiata da più di 3.000 pediatri tra i quali anche Danilo perchè "Ogni bambino ha diritto ad essere protetto non solo dalla malattia e dalla violenza, ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo". Il sito ha una sezione apposita per i genitori.
Questa iniziativa ha anche delle corrispondenti in altri paesi e zone linguistiche, come si può vedere cliccando http://www.aib. it/aib/npl/ progstr.htm3
Si dice spesso che la vita é un libro, ma ci avevamo mai pensato che eravamo nati per leggere ? Che meraviglia vedere  Roberto che riesce persino a leggere camminando ...

La lettura fa bene poi a tutte le età, e anche all'altro capo della vita. Una recente ricerca europea coordinata dal San Raffaele di Milano, publicizzata anche dalla rivista Neurology, ci incoraggia a tenere allenato il cervello per "imbrogliare" l'Alzheimer creandoci, e cosa di meglio della lettura, un "cervello di scorta", cioé un maggior numero di sinapsi  tra i neuroni di chi tiene la mente ben allenata negli anni.
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categoria:letture, salute
sabato, 06 dicembre 2008



 I giovani e l’alcol: conferenza




   Ora. Parla l’esperta
Alto Adige, 06 DICEMBRE 2008  

 ORA. L’associazione arte-cultura «Casa della pesa» propone oggi e domani dalle 10 alle 18 presso l’ex stazione di Ora la manifestazione abbinata al vino con poesie ed il concorso fra artisti che disegneranno le etichette delle bottiglie. Stasera alle 20 interverrà Franca Berti su «I giovani e le sostanze alcoliche»: la relatrice è una psicologa che da anni si occupa di problematiche giovanili, anche in relazione all’abuso di alcol.
 Si tratta dell’occasione ideale per unire tradizione, percorsi artistici e innovazione culturale. La proposta dell’associazione si rivolge ad artisti, poeti e scrittori di qualsiasi regione, di partecipare a questa iniziativa senza alcuna quota di partecipazione. Sarà divulgato un pieghevole con le aziende della Bassa Atesina e artisti e poeti che aderiranno: sono oltre una decina le cantine che hanno già dato la propria adesione ma il numero potrebbe aumentare in queste ultime ore visto l’interesse manifestato per l’iniziativa. È prevista anche la pubblicazione di un catalogo. Ai partecipanti verrà offerto un assaggio dei vini dai quali dovranno trarre ispirazione e sensazione. Le due giornate saranno allietate da letture proiezione di documentari, canti e stornelli dedicati agli effetti benefici e quelli negativi prodotti invece dall’abuso. Seguirà l’esposizione delle etichette e delle poesie.
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categoria:salute, conca atesina
sabato, 28 giugno 2008


Forno, troppi rischi
La denuncia di Ambiente e salute: «I più esposti neonati e bambini»
Alto Adige, 28 GIUGNO 2008

 BOLZANO. La Provincia ha già assegnato l’appalto e i lavori per il nuovo inceneritore dovrebbero partire in autunno. Tutto ormai è deciso, ma l’associazione Ambiente e salute prosegue la sua battaglia contro l’impianto che sorgerà nell’area dove si trova l’attuale forno e brucerà i rifiuti di tutta la provincia.
 Ieri, nella sala delle Kolpinghaus, incontro pubblico sul tema: «Inceneritori, fabbriche di veleni. Una “cura” peggiore del male». Relatrice Patrizia Gentilini, specialista in oncoematologia. La rappresentante dell’associazione Medici per l’ambiente ha messo in guardia circa i rischi dell’inceneritore. La specialista ha spiegato che dai camini degli inceneritori escono almeno 200 sostanze tossiche, di queste molte sono cancerogene. «È noto - ha spiegato Gentilini - che numerose patologie tumorali, croniche e malformative si associano a queste sostanze». Dati epidemiologici e studi scientifici - sempre secondo la relatrice - mostrano l’aumento del rischio di ammalarsi per chi vive in prossimità di un inceneritore. I soggetti più esposti?
 Neonati e bambini. L’inceneritore inoltre contribuisce all’aumento dell’anidride carbonica, favorendo così il riscaldamento del globo con tutto ciò che questo comporta.
 «È vero - commentano i promotori di Ambiente e salute - che esistono altre fonti di inquinamento, ma perché aggiungerne un’altra?»
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categoria:salute, inceneritore
giovedì, 28 febbraio 2008


 «I camion vanno deviati»
Vurza/2. Ampliamento: un appello lanciato dal Centro
  Alto Adige, 28 FEBBRAIO 2008

 LAIVES. In riferimento alla prevista nuova edificazione in zona Vurza con 23 aziende artigiane e constatato l’inizio dei lavori, il Centro Attenzione Permanente di San Giacomo esprime apprezzamento per le soluzioni previste nel progetto e particolarmente attente al risparmio energetico. Ma evidenzia anche «L’utilizzo di numerosi mezzi di trasporto. Gli abitanti vicini al cantiere e quelli di San Giacomo desiderano che l’intero cantiere Vurza con la sua complessa attività arrechi pochissimi inquinamenti nella zona, che per esperienza sanno essere di tipo acustico e atmosferico, e non ultimo provochi pericoli nelle manovre in prossimità della curva con incrocio». Il Centro Attenzione Permanente propone l’installazione di un cartello stradale da porre all’uscita dell’area-cantiere Vurza (statale 12) con divieto di svolta a destra direzione San Giacomo».
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categoria:ambiente, salute, comune di laives, antiinquinamento
giovedì, 21 febbraio 2008


  Ma l’aria di Bolzano

Alto Adige 21 FEBBRAIO 2008


Ma l’aria di Bolzano
si avverte irrespirabile

 Questa faccenda del calo dell’inquinamento non mi convince affatto e, guarda caso, senza metterla in politica, a dire che a Bolzano respiriamo aria salubre all’acqua di rose è il solito Laimer, che un giorno dice che l’aria è irrespirabile e il giorno dopo è salubre. La verità invece è quella dichiarata dal settore medico sanitario: tumori in aumento soprattutto a Bolzano. Il resto sono balle di convenienza per gettare fumo negli occhi e prendere in giro i cittadini di Bolzano che devono vivere in una città piena di veleni nell’aria. I danni alla nostra salute sono inconfutabili. Perché non si inizia a far pagare gli ingressi a Bolzano alle macchine e ai camion come si fa altrove e questi soldi non li si adopera per mettere in galleria l’A22? È ora di finirla di prendere in giro noi cittadini. Perché abbiamo occhi per vedere. E ai semafori la sosta per noi pedoni si è prolungata, così possiamo respirare sempre di più il veleno delle auto in continuo transito.
Salvatore Riccadonna BOLZANO
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categoria:ambiente, salute
sabato, 16 febbraio 2008
Pineta
Ció che allontana i cittadini dalla politica é molto spesso la sensazione di essere presi in giro, l’assistere al quotidiano scaricabarile tra i vari enti, il non vedere attuato ciò che solo con un po’ di buona volontà e di impegno sarebbe in brevissimo tempo realizzabile. Ed é proprio questo che sta avvenendo a Pineta con l’impianto semaforico all’incrocio con via Dolomiti. Da tempo sono note le sempre maggiori difficoltà di immissione sulla statale da parte di chi proviene dall’interno dell’abitato, ma finora, nonostante le promesse, la pratica relativa al semaforo si è arenata nei meandri della burocrazia. Il problema non riguarda poi solo la via Dolomiti, ma anche la via degli Alpini dove si ripropone la stessa situazione, aggravata da un’evidente situazione di pericolo costituita dall’entrata al parcheggio del negozio di elettrodomestici.
Avevamo proposto di approfittare dei lavori della variante per realizzare almeno una corsia di immissione per i veicoli diretti a sud. Ci era stato promesso un interessamento, ma finora non abbiamo avuto risposta alcuna, i lavori della variante sono proseguiti, mentre le situazioni di rischio sono all’ordine del giorno e solo per fortuna si sono avuti finora solo incidenti di lieve entità.
Cosa si aspetta dunque per agire? Se si ritiene superfluo intervenire bisogna avere il coraggio di dichiararlo prendendosene la responsabilità, al contrario vanno indicate le soluzioni ed i relativi tempi di realizzazione.

Rifondazione Comunista - Laives
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categoria:salute, comune di laives
sabato, 16 febbraio 2008




Facciamo attenzione all’inquinamento acustico

Allto Adige 16-2-08

 Quando si affronta l’argomento dell’inquinamento acustico, di solito si parla quasi esclusivamente dei rumori derivanti dal traffico stradale, ferroviario e aereo, sorvolando però su altre non insignificanti fonti di rumore, che forse meriterebbero un maggiore interessamento da parte degli organi incaricati di risolvere questo problema. Eccone alcune: il suono martellante delle campane (per inciso, l’usanza mai decaduta di battere le ore potrebbe essere abolita senza troppi rimpianti, perché oggi anche il più scalcinato pezzente ha il suo bravo orologio da polso o da taschino); i mezzi audiovisivi, nelle abitazioni e all’aperto, con il volume regolato al massimo; l’assordante musica delle discoteche il cui livello sonoro può facilmente arrivare ai 120 decibel, che corrispondono alla rumorosità di un martello pneumatico (e poi ci si stupisce se i ragazzi subiscono precocemente danni - anche irreversibili - all’udito, se sono svogliati e deconcentrati a scuola e non riescono a seguire le lezioni, o se cadono vittime di infortuni sul lavoro o di incidenti stradali); i bar fracassoni che se ne fregano altamente del disturbo arrecato al vicinato; gli spari dei militari e degli sportivi che si esercitano al tiro nei poligoni aperti o quelli dei cacciatori durante la stagione venatoria; il brillamento di mine nei lavori per la costruzione di strade e gallerie o per il disgaggio di costoni pericolanti; gli schiamazzi e le sguaitaggini delle tifoserie scatenate; i macchinari spaccatimpani degli stabilimenti industriali.
 Di tutti i tipi di inquinamento - alimentare, atmosferico, idrico, elettrico, luminoso, termico, ecc. - quello da rumore è senz’altro uno dei più preoccupanti, insidiosi e invalidanti, per le numerose e varie patologie, anche gravi, che può far insorgere: depressione, stress, traumi uditivi, malattie cardiocircolatorie, disturbi gastrointestinali, insonnia, stordimento, irritabilità, aggressività, stati d’ansia, alterazioni dell’umore e altre affezioni che possono portare anche all’invalidità permanente e alla morte.
 Se certi rumori sono inevitabili e ineliminabili, accidentali e imprevedibili, o naturali (ad esempio quelli del traffico veicolare, i fragorosi tuoni dei temporali, lo scroscio delle cascate o dei torrenti impetuosi, i boati e brontolii dei vulcani, ecc.), altri invece - con un po’ di buona volontà e, se necessario, anche con l’energico e deciso intervento delle autorità competenti - si possono sicuramente evitare o ridurre, contribuendo in tal modo a migliorare la qualità della vita in questo mondo sempre più frenetico, caotico e degradato.
A.E. Egna
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categoria:ambiente, salute
venerdì, 08 febbraio 2008


«L'inquinamento acustico può uccidere»

L'allarme Lo studioso Ledochowski ospite dei Verdi: grave forma di stress

Corriere dell'Alto Adige  2008-02-08

BOLZANO — L'inquinamento acustico e le sue conseguenze entrano nel dibattito politico provinciale. I Verdi hanno sottolineato i rischi derivanti dal rumore e fatto una serie di proposte. L'assessore Laimer ammette i ritardi della legge provinciale ma annuncia che il regolamento attuativo è in discussione proprio in queste settimane in giunta. I tre consiglieri provinciali dei Verdi hanno fatto il punto sulla situazione del rumore nella nostra provincia in un incontro al quale ha partecipato anche il professor Maximilian Ledochowski dell'Università di Innsbruck, autore di un recente studio sugli effetti del rumore sulle persone. Il docente ha parlato di tre stadi dell'effetto del rumore sulle persone, in base al rumore percepito e alla sua durata: «Già al secondo stadio — ha spiegato il professore — il rumore è causa di irritabilità, diminuzione della resistenza allo stress, depressione e difficoltà di concentrazione. Al terzo il rumore causa malattie anche gravi come epilessia, infarti e tumori. Vivere in un'area molto rumorosa è inoltre una delle cause dell'aumento dei suicidi (fenomeno non secondario in Alto Adige, ndr) ».
Il professore ha anche fatto molto esempi di categorie esposte a rumore e delle conseguenze: i bambini che in qualche caso nascono con l'apparato uditivo danneggiato oppure che hanno un rendimento scolastico inferiore se vivono in aree molto rumorose, adolescenti che ascoltano musica ad alto volume senza sapere che gli effetti dei danni si presenteranno in età avanzata, il numero di aborti più alto fra le donne esposte a rumori alti e costanti, i danni all'udito dei contadini perché usano trattori e altre macchine non certo silenziose, il tasso di depressione più alto nelle aree con molto rumore.
La verde Cristina Kury ha quindi ricordato con che «il Lerop
(il piano di settore “Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige”, ndr) è del 1995 e prevede un piano rumore che tuttora non esiste. Le legge provinciale «provvedimenti contro l'inquinamento prodotto da rumore » risale al 1978, il suo regolamento attuativo al 1989. Inoltre la Provincia non recepisce le disposizioni italiane né quelle europee». Riccardo Dello Sbarba ironizza: «In caso di interessi particolari la legge urbanistica si modifica anche due volte l'anno, se invece c'è un interesse collettivo come questo si resta immobili per decenni ». Hans Heiss ha quindi illustrato le richieste: «Recepire le direttive europee, completare le mappe acustiche, predisporre piani di azione entro il termine previsto del luglio 2008, includendo misure di emergenza in caso di ripetuti superamenti dei limiti».
I Verdi propongono anche di introdurre una certificazione come quella di Casa Clima per le case isolate acusticamente.
L'assessore all'urbanistica Michl Laimer ribatte: «È vero che siamo in ritardo con i regolamenti attuativi ma l'argomento è in giunta in queste settimane. Per quel che riguarda la mappa acustica invece manca solo quella delle Ferrovie».
Damiano Vezzosi


«Il rumore uccide, ma la legge è al palo»
I consiglieri Verdi chiedono alla Provincia di recepire le direttive Ue
 Alto Adige, 08 FEBBRAIO 2008

 BOLZANO. «Il rumore fa ammalare e uccide, ma in Provincia per regolare cause ed effetti dell’inquinamento acustico ancora ci si basa su una legge di 30 anni fa. È ora di intervenire per migliorare la situazione sul nostro territorio». Cristina Kury, capogruppo dei Verdi in consiglio provinciale, lancia l’allarme rumore.
 L’inquinamento acustico, infatti, sarebbe responsabile del 3% degli infarti mortali nel mondo, oltre che causa di numerosi disturbi gravi come le sofferenze cardiache o la depressione. La Comunità europea ha emanato nel 2002 una direttiva che invita gli Stati membri a stilare entro giugno 2007 delle mappe acustiche, di pubblico accesso, delle aree attraversate dalle principali arterie stradali e ferroviarie. I dati raccolti devono aiutare le istituzioni nella stesura di un piano d’azione nelle aree a rischio inquinamento acustico entro luglio 2008. La direttiva Ue è stata recepita dallo Stato italiano con una decreto attuativo nel 2005. La legge provinciale, invece, è ancora al palo: «Abbiamo solo i dati relativi all’autostrada che ci ha fornito la società A22, ma sulla ferrovia, per esempio, non abbiamo alcun tipo di indicazione - puntualizza Kury -. Come Verdi chiediamo l’assunzione immediata delle direttive europee, l’adozione di misure d’emergenza qualora la soglia limite di rumore venga ripetutamente superata e l’intensificazione del programma di protezione lungo l’autostrada e la linea ferroviaria».
 Inquinamento acustico che dovrebbe essere di primaria importanza anche nelle discussioni sullo sviluppo urbanistico della città “e invece nel nuovo Puc non c’è nessun accenno al problema della tutela dal rumore. Prima che il problema si manifesti nelle sue gravi conseguenze sarebbe bene pensare a delle soluzioni preventive”. Anche Riccardo Dello Sbarba, presidente del consiglio provinciale, punta il dito sul Puc dove “continua ad essere privilegiato l’interesse particolare a scapito del bene comune”.
 Il rumore del traffico non colpisce solo il sistema acustico, ma anche quello vegetativo, come spiega Maximilian Ledochowski, docente dell’Università di Innsbruck che ha condotto svariati studi sui danni dovuti all’inquinamento acustico: «Il rumore causa alterazioni del comportamento, accentuando la depressione, lo stress e aumentando l’aggressività degli individui. È stato certificato che il fracasso può causare anche dei cambiamenti cellulari e, nei casi più gravi, può essere origine di ictus, infarto, epilessia e persino tumore». (a.c)
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mercoledì, 06 febbraio 2008

Rumori, decibel fuorilegge
Sotto accusa il traffico sulla statale e sulla Strada del Vino
Alto Adige 02 FEBBRAIO 2008


 EGNA. L’inquinamento - sia acustico che atmosferico - continua a causare disagi in tutta la Bassa Atesina. I veleni nell’aria sono monitorati (grazie anche alla nuova stazione di Cortina); i decibel un po’ meno anche se restano fuorilegge.
 I primi lavori per la posa delle barriere architettoniche all’altezza dell’abitato di Cortina all’Adige - l’intervento è previsto entro la primavera - costituiscono un segnale importante per l’impegno (che finalmente si concretizza) contro i decibel in Bassa Atesina. Che sono tanti e soprattutto fuori legge. Sia di giorno che di notte. Non è dunque un caso se gli amministratori comunali periodicamente si appellano alla Provincia per chiedere interventi. Lo stesso ha fatto la Comunità di Valle che ha deciso di intervenire presso le autorità competenti di Trenitalia e di Rfi per richiedere un repentino miglioramento del materiale rotabile, soprattutto dei treni merci (sono antiquati e quindi causano decibel regolarmente fuorilegge), e l’installazione di barriere antirumore lungo i binari. La linea ferroviaria è praticamente non protetta da San Giacomo di Laives fino a Salorno - con tutte le conseguenze ed i disagi per migliaia di persone e con sollievi fra mesi soltanto per quelli di Cortina all’Adige. A peggiorare la situazione di Ora c’è anche il ponte di ferro sull’Adige che, ad ogni passaggio di treni, «sprigiona» decibel che arrivano alle case più vicine.
 IL TRAFFICO. Interventi ne sono stati fatti, negli anni, per frenare i decibel causati dal traffico sia sull’autostrada che sulla SS12. Soprattutto lungo la statale del Brennero ed in particolare all’altezza dell’abitato di Egna e della frazione di Villa le barriere hanno attutito i rumori. Ma restano scoperti lunghi tratti sia a nord che a sud di Egna. La situazione si è via via complicata dove l’arteria corre più vicina alle case e dove attraversa i centri abitati. Emblematiche, in questo contesto, sono le situazioni di Laghetti e di Salorno dove, fra l’altro, mancano anche dei sottopassi in grado di garantire la sicurezza ai pedoni. Ma questo è un altro discorso che meriterebbe maggiore attenzione sia da parte dei Comuni che da parte della Provincia visto e considerato (lo dicono gli esperti) che quando saranno percorribili le varianti di Laives e di Ora, il traffico sulla statale aumenterà sensibilmente tanto che la SS12 viene già vista, in prospettiva, come la terza corsia dell’Autobrennero. Situazione pesante - per quanto riguarda appunto l’inquinamento acustico - è quella di Villa di Egna dove gli abitanti hanno chiesto, a più riprese, interventi migliorativi che non sono stati nè promessi nè attuati. Hanno, questi residenti, comunque una speranza: la loro vivibilità (quella come dei residenti di Ora) entro un paio di anni migliorerà sicuramente in coincidenza con la percorribilità della circonvallazione.
 LE PROSPETTIVE. I guai da rumore resteranno invece, a lungo, in tutto il resto della Bassa Atesina a causa del traffico su gomma e di quello su rotaia. Non c’è soltanto la statale del Brennero sul banco degli accusati. Un notevole contributo all’aumento dei decibel viene anche dalla Strada del Vino: i dati Astat confermano che i mezzi in transito sono in continuo aumento da Salorno fino ad Appiano. I veicoli (e non sono soltanto quelli dei turisti) passano fra le case di diversi paesi; ai vari incroci non c’è verso che i conducenti spengano i motori in presenza del rosso degli impianti semafori; i mezzi pesanti - complici le scelte non proprio programmate in merito all’ubicazione delle varie zone produttive - oltre che pericolosi sono fonte costante, nei giorni feriali, di inquinamento acustico. Nei fine settimana delle stagioni turistiche recitano un ruolo non proprio simpatico le centinaia di moto che percorrono appunto la Weinstrasse.
 Dal punto di vista dei decibel (fuorilegge) una situazione dunque pesante. Mai esaminata con la dovuta attenzione nonostante gli appelli lanciati da amministratori comunali e provinciali (la consigliera Rosa Thaler della Svp fra tutti). Situazione, fra l’altro, destinata a peggiorare a causa dei lavori di completamento delle varianti di Laives e di Ora e, quasi contemporaneamente, anche del passante ferroviario in galleria fra Ora e Cardano. Ovviamente aumenteranno i mezzi pesanti in circolazione ed in più saranno operativi cantieri e frantoi. Senza considerare ciò che accadrà quando inizieranno gli interventi per realizzare la tratta di accesso (sotterranea) all’Eurotunnel del Brennero....Insomma, per i rumori, le prospettive sono tutt’altro che incoraggianti da Laives fino a Salorno.


LA COMUNITÀ DI VALLE
Pressing su Trenitalia «Convogli antiquati»
 EGNA. La Comunità di Valle ha deciso di intervenire presso le autorità competenti di Trenitalia e di Rfi per richiedere un repentino miglioramento del materiale rotabile, soprattutto dei treni merci (sono antiquati e quindi causano decibel regolarmente fuorilegge), e l’installazione di barriere antirumore lungo i binari. Proprio come l’amministrazione comunale di Bressanone anche la Comunità di Valle di Bassa Atesina e Oltradige ha deciso di intervenire presso le autorità competenti di Trenitalia per sollecitare un repentino rinnovo del materiale rotabile. Un’altra lotta che il Comprensorio ha deciso di portare avanti è quella delle barriere antirumore. La Comunità di Valle, infatti, solleciterà la Rfi ad installare finalmente le tanto attese barriere antirumore che fra poco saranno installate all’altezza di Cortina.


IDEA DI ROSA THALER

Finestre delle case da rifare
 Rosa Thaler, consigliera della Svp e vice presidente del consiglio provinciale, ha scritto a Durnwalder e Widmann per ricordare che «L’inquinamento acustico, in tutta la Bassa Atesina, è elevatissimo a causa della ferrovia e dell’autostrada». Aveva anche lanciato una proposta: «Bisognerebbe garantire dei contributi per il rifacimento delle finestre. Vi sono dei moderni accorgimento che consentono un perfetto isolamento. Gli abitanti vanno aiutati in questo senso».


CORTINA ALL’ADIGE

CORTINA ALL’ADIGE
Le barriere lungo la ferrovia
 A Cortina fra due mesi al massimo cominceranno i lavori per le barriere antirumore lungo la ferrovia. Sarà manufatto della lunghezza di circa un chilometro, dell’altezza di tre metri, di cui la parte inferiore (2 metri) in muratura e la parte superiore in vetro. Una volta installate dovrebbero risolvere una problematica sollevata da anni sia dalle amministrazioni comunali che dagli abitanti sulla scorta di un pesante inquinamento acustico anche nelle ore notturne.


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martedì, 15 gennaio 2008



«Polveri sottili, 35 decessi» È scontro tra i Verdi e Laimer
Secondo la sezione ambientale dell’Asl nei periodi in cui aumenta il grado di inquinamento si registra una crescita dei ricoveri e dei decessi per malattie cardiovascolari e respiratorie   Alto adige, 15 GENNAIO 2008

 BOLZANO. Interrogazione dei Verdi all’assessore Laimer, per sapere se corrisponda al vero che in Alto Adige si verificherebbero 35 morti l’anno causate dalle pm10, come sosterrebbe uno studio condotto dall’Asl. «Le polveri sottili non uccidono nessuno», replica stizzito l’assessore.
 «A metà gennaio - dicono i consiglieri verdi Heiss, Kury e Dello Sbarba - la sezione di medicina ambientale dell’Asl ha lanciato sui media i risultati di uno studio sulla qualità dell’aria, secondo il quale in Alto Adige le pm10 sarebbero la causa primaria di circa 35 morti l’anno». Sempre a detta dei Verdi, l’assessore all’Ambiente Michl Laimer avrebbe poi smentito, affermando che non esiste una causa diretta tra polveri sottili e mortalità. Per questo i Verdi hanno presentato un’interrogazione nella quale chiedono quando siano stati pubblicati ufficialmente i dati dello studio, per quale motivo assessore e sezione ambientale siano in contraddizione tra loro e perché l’assessore metta in dubbio la credibilità degli studi medici. Laimer ammette di non conoscere lo studio, ma precisa: «Le polveri sottili non sono mortali. È vero che contribuiscono a peggiorare le condizioni cliniche di chi soffre già di particolari patologie, ma nulla di più». Insomma, a detta di Laimer nessuno muore a causa delle polveri sottili, «anche perché ormai gli sforamenti sono sempre di meno: nel 2007 se ne sono registrati soltanto nove. Certo, il tempo ci ha dato una mano, ma le misure antitraffico e antiinquinamento prese dalla Provincia stanno funzionando molto bene». Laimer infine precisa di non essere affatto in disaccordo con i medici dell’Asl. Anzi, tutt’altro. «Stampa e Verdi hanno banalizzato i risultati di uno studio assai complesso, basato su ipotesi probabilistiche».
 Per conoscere nel dettaglio lo studio e i suoi risultati, l’unica è ascoltare la voce del dottor Lino Wegher, direttore della sezione ambientale dell’ufficio igiene dell’Asl. «Fino a pochi mesi fa - precisa - per quanto riguarda l’Alto Adige non esistevano dati scientifici sulle connessioni tra inquinamento atmosferico e ricoveri o decessi. Due anni fa abbiamo deciso di studiare la situazione, considerando sette località altoatesine. Come riferimento abbiamo assunto il quinquennio 2000-2004. Abbiamo raccolto e poi incrociato statisticamente i dati demografici con quelli riguardanti i ricoveri e i decessi legati a patologie cardio-vascolari e respiratorie, nonché quelli sull’inquinamento dell’aria misurati dall’Appa». Uno studio complesso, difficile, laboriosissimo. «Perché non abbiamo considerato solo le polveri sottili, ma pure gli altri agenti inquinanti». Gli studiosi hanno rintracciato le evidenze scientifiche di una causa-effetto supposta, ma mai provata: «Nei periodi in cui le emissioni di polveri sottili in atmosfera aumentano, si registra una crescita significativa non solo dei ricoveri ma pure dei decessi per malattie cardiache e polmonari». Le pm10 ovviamente concorrono alla morte, non ne costituiscono la causa. E le polveri sottili in aumento d’inverno sono solo un esempio. Analoga causa-effetto si verifica in estate, con l’ozono. «I gruppi ad elevata suscettibilità, come chi soffre di patologie cardiovascolari o gli asmatici, sono molto esposti. Per esempio, se le emissioni di pm10 crescono, la densità del sangue tende a diminuire, fatto che va ad incidere su chi già soffre di disturbi circolatori». Insomma, quando le pm10 registrano un aumento, e contemporaneamente crescono ricoveri e decessi. (da.pa)


«Più morti se cresce l’inquinamento»
Il dottor Wegher (Asl): ma qui la situazione è migliore di quella italiana

 BOLZANO. Ridurre le emissioni nell’atmosfera, introducendo misure antitraffico e antiinquinamento, serve, eccome. Lo dicono proprio i risultati del primo studio altoatesino sull’argomento, condotto dalla sezione medicina ambientale del servizio igiene dell’Asl: solo se si riducessero le emissioni di pm10 dagli attuali 30,73 µgr/m² (medi giornalieri) ai 20 raccomandati dall’organizzazione mondiale della sanità, ogni anno si verificherebbero 35 decessi in meno per malattie degli apparati cardio-circolatorio e respiratorio. Fino a poco tempo fa lo si supponeva, ma a nessuno, almeno in provincia, era venuto in mente di condurre uno studio scientifico, serio e circostanziato, per dimostrare le connessioni tra aumento dell’inquinamento atmosferico (non solo automobilistico) e acutizzarsi delle patologie. Poi è scesa in campo la sezione ambientale, diretta dal dottor Lino Wegher. Il quale precisa: «I risultati dello studio ci dicono due cose: rispetto ad altre regioni italiane, austriache e germaniche, in Alto Adige le cose vanno decisamente meglio. In secondo luogo abbiamo messo in luce il fatto che occorre continuare a prevenire, ponendosi degli obiettivi realistici. Non solo per le pm10, ma pure per altre sostanze». Tradotto: secondo lo studio dell’Asl occorrerebbe proseguire con le restrizioni, perché «meno pm10 significa meno decessi e ricoveri». (da.pa)

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giovedì, 29 novembre 2007



 Più parchi gioco e ciclabili Arrivano i Comuni «sani»

Presentato in Provincia il progetto lanciato dalla Fondazione Vital
Alto Adige, 29 NOVEMBRE 2007

 BOLZANO. Da un anno i Comuni di Plaus, Brunico e Cortaccia stanno attuando progetti concreti di promozione della salute coordinati dalla Fondazione Vital. Ieri mattina l’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, ha consegnato ai rappresentanti dei tre Comuni la targa di “Comune sano”. Nel quadro di un accordo i tre Comuni si impegnano per cinque anni a realizzare interventi per promuovere la salute dei cittadini. «Come è noto ciascuno di noi può fare molto per la propria salute personale scegliendo comportamenti e stili di vita adeguati. Ma allo stesso modo ciascuno può contribuire al benessere della propria comunità», ha affermato l’assessore Theiner.
 Erano presenti all’incontro per la consegna delle targhe e la firma dell’accordo anche il sindaco di Plaus e presidente del Consorzio dei Comuni, Arnold Schuler, il sindaco di Cortaccia, Oswald Schiefer e Brigitte Pezzei in rappresentanza del sindaco di Brunico, oltre al presidente ed al direttore della Fondazione Vital, Florian Zerzer e Franz Plörer, ed al responsabile del progetto “Comune sano”, Martin Holzner. L’obiettivo di promuovere la salute nelle città e nei Comuni non è nuova ed è stata sollecitata già 20 anni fa dall’Organizzazione Mondiale per la Salute (Oms) sulla base della considerazione che lo stato di salute delle persone dipende, in misura rilevante, dallo stile e dalle condizioni di vita personali, ma anche da come ciascuno di noi vive e condivide al comunità sociale di cui fa parte.
 È su questa base che la Fondazione Vital ha deciso di applicare anche in Alto Adige questo principio dando vita, su incarico della giunta provinciale, al progetto “Comune sano”, destinato ad essere realizzato su tutto il territorio provinciale. «Il Comune è un contesto di riferimento essenziale per la nostra vita - ha affermato Florian Zerzer, presidente della Fondazione - ed è proprio a questo livello che si possono realizzare con maggiore efficacia gli interventi di promozione della salute». Con una scelta che li proietta all’avanguardia ne panorama altoatesino i Comuni di Plaus, Cortaccia e Brunico da un anno a questa parte stanno realizzando progetti concreti di promozione della salute. A Plaus, ad esempio, nella primavera scorsa è stato svolto un sondaggio tra i cittadini con un questionario sulla qualità della vita e la salute in paese ed è stata organizzata una giornata all’insegna della bicicletta con escursioni e giochi.
 A Cortaccia è emersa l’esigenza di realizzare un centro per i giovani mentre a Brunico l’attenzione è stata rivolta ad una maggiore partecipazione e coinvolgimento della popolazione sulle tematiche della salute. Il progetto si svilupperà nell’arco di un quinquennio. È probabile che il prossimo anno altri Comuni altoatesini seguano l’esempio di Cortaccia, Plaus e Brunico.
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giovedì, 08 novembre 2007

Assedio a San Giacomo
I transiti inutili sottoposti a verifiche
  Alto Adige, 08 NOVEMBRE 2007

 LAIVES. I transiti di mezzi nell’abitato di San Giacomo rimane ancora un problema da risolvere, nonostante la galleria della variante. Succede infatti che ogni giorno, dentro San Giacomo transitino molti mezzi che in realtà non dovrebbero farlo perché sono solo di passaggio da una parte all’altra del territorio, in particolare da Laives verso Bolzano e viceversa. Su questo arriverà in consiglio prossimamente anche una interrogazione e una delle proposte che verranno avanzate sarà quella di procedere con la conta dei veicoli, per capire proprio quanti siano quelli che effettivamente vanno e vengono da San Giacomo, rispetto a quelli che invece transitano solamente. Per fare questo bisognerà quindi contare i transiti alla periferia sud e nord dell’abitato, così da riuscire a separare il flusso di mezzi che nasce a San Giacomo, da quello che invece entra a sud o a nord e quindi transita solamente, vanificando così lo stesso principio per il quale la variante in galleria è stata costruita assegnando la priorità proprio al lotto per by-passare San Giacomo, liberandola finalmente dalla morsa caotica del traffico, traffico che, a conti fatti è ancora eccessivo. (b.c.)
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martedì, 30 ottobre 2007


Intensificati i controlli sulla statale a sud di San Giacomo
Il semaforo spesso violato
Alto Adige, 30 OTTOBRE 2007

 LAIVES. Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli lungo la vecchia statale 12 alla periferia sud di San Giacomo a causa delle frequenti violazioni del codice stradale all’altezza del «semaforo intelligente» a metà del rettifilo. Questa situazione è anche oggetto di una interrogazione in consiglio comunale da di Progetto Alto Adige. In effetti, capita di vedere praticare, da parte degli automobilisti, un nuovo sport, quello del «salto dei sensori sull’asfalto», con l’eventuale alternativa più classica del passaggio con luce rossa. Evidentemente, chi percorre spesso la statale 12 in quel tratto ha capito come funziona il semaforo, che scatta sul rosso appena si passa sopra i sensori posti nell’asfalto a velocità superiore ai 50 chilometri orari. Per evitare di dover fermarsi quindi, qualche automobilista si sposta sulla carreggiata opposta al senso di marcia, dove i sensori non ci sono e così si passa anche a grande velocità. In alternativa, come detto, qualcuno ignora il rosso e passa comunque, confidando nel fatto che comunque nessuno dice niente e l’impianto non ha telecamera. Adesso però le cose stanno cambiando sulla retta di San Giacomo e infatti, con maggiore frequenza si vedono i controlli.
 Farmacia. È di turno la Salvaneschi a Pineta, telefono 0471/952833. (b.c.)
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sabato, 27 ottobre 2007

Terza corsia dinamica primavera via ai lavori

  Alto Adige, 26 OTTOBRE 2007

 BOLZANO. Chi percorre l’autostrada del Brennero da Trento a Rovereto avrà visto che stanno sorgendo dei veri e propri totem d’acciaio. Sono il segnale che l’A22 sta entrando nel futuro. Quei pannelli a messaggio variabile, come vengono definiti in gergo tecnico, sono solo la punta dell’iceberg. Grazie a quei tabelloni potrà essere realizzato il progetto di terza corsia dinamica.
 Un sistema che nei piani dell’Autobrennero dovrà servire sia a smaltire il traffico nei periodi caldissimi, sia ad affrontare emergenze particolari, facendo scorrere il traffico su due corsie anche in caso di incidente. I tabelloni a messaggio variabile sono dotati di telecamere dell’ultima generazione, in grado di segnalare eventuali anomalie, come le auto contromano, e anche di rilevare infrazioni, come un Tir in manovra di sorpasso. Gli utenti sapranno se il traffico verrà disposto su tre corsie, oppure se dovranno spostarsi sulla corsia di emergenza perché c’è un incidente che blocca quella di marcia. I dati arriveranno da una serie di spire elettromagnetiche inserite all’interno della pavimentazione e dai sensori a raggi infrarossi a lato della carreggiata. Tutte le informazioni sull’intensità del traffico, la velocità e il numero dei veicoli arriveranno ad un cervellone centrale che, grazie ad uno speciale algoritmo, deciderà la soluzione da adottare volta per volta.
 I lavori. Attualmente sono in fase di montaggio 17 pannelli a messaggio variabile sulla tratta fra Trento centro e Rovereto sud. I grandi tabelloni sono disposti ogni due chilometri e mezzo. Il progetto a regime prevede l’installazione di 84 pannelli tra Egna e l’innesto dell’A4, a Verona. Sono già stati avviati anche i lavori per l’allargamento della corsia di emergenza. Lunedì è stato aperto il cantiere a sud di San Michele. La corsia di emergenza deve essere allargata, da due metri e mezzo a tre metri e mezzo, per renderla regolamentare ed utilizzabile anche come terza corsia dinamica. Il tratto previsto va da Egna all’innesto con l’A4, anche se il vicepresidente dell’A22 Benedikt Gramm si è detto contrario alla sua estensione in Alto Adige. Come sottolinea il direttore tecnico dell’A22, Carlo Costa, «l’allargamento avverrà senza alcun esproprio di terreni. Infatti, sfrutteremo lo spazio recuperato eliminando la siepe e il doppio sicurvia tra le due carreggiate».
 I tempi. Costa assicura che i tempi non saranno biblici: «Contiamo di avviare i primi test sul tratto sperimentale fra Trento e Rovereto già dalla prossima primavera. Ci vorrà qualche anno perché si tratta anche di allargare alcuni viadotti».
 I costi. Il piano finanziario prevede un investimento per la terza corsia dinamica, da Egna all’innesto con l’A4, di 150 milioni di euro.
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sabato, 27 ottobre 2007

A22, biossido d’azoto alle stelle
Allarme Agenzia ambiente: «Vietare anche i Tir euro 2»
di Paolo Florio
Il direttore Minach: «I divieti attuali sono insufficienti Fermare gli euro 2 almeno la notte»   Alto Adige, 26 OTTOBRE 2007

 BOLZANO. Autostrada del Brennero, i numeri parlano chiaro: il divieto di transito ai camion Euro 0 ed Euro 1 non è servito a nulla. I valori del biossido d’azoto, un inquinante killer per la salute, continuano ad aumentare. Gli ultimi dati arrivano dal direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente Luigi Minach, e confermano le sue previsioni negative dopo la sigla dell’accordo tra Alto Adige, Trentino e Tirolo che vietava la A22 ai Tir più vecchi nel periodo gennaio-aprile 2007: «Parliamo di uno 0,5% del traffico veicolare pesante, le ricadute positive sono state minime».
 Ieri sera, a margine del consiglio di quartiere di Oltrisarco al quale è stato invitato per illustrare i dati sulla qualità dell’aria relativi al rione ma non solo, Minach ha snocciolato cifre chiarissime.
 «Nel 2004, quando abbiamo installato la prima centralina di rilevamento sulla A22, a Schrambach in val d’Isarco, il biossido di azoto (NO2) ha fatto registrare dei valori medi di 67 microgrammi per metro cubo, contro una media annuale consentita di 40. Nel 2005 il valore è rimasto identico, nel 2006 è salito a 73 e lo stesso valore è stato registrato dalla seconda centralina installata ad Egna. Quest’anno siamo già vicini ai 70 e dobbiamo ancora affrontare l’inverno. Insomma, quel provvedimento non è servito a nulla».
 Minach non è un politico e parla chiaro, però nel contempo sa che provvedimenti più drastici non si possono prendere facilmente. «Certo, se blocchiamo i motorini qualcuno si arrabbia, ma da qualche parte dobbiamo pur iniziare. Il biossido di azoto causa gravi problemi all’apparato respiratorio ed al sistema cardio-vascolare, la gente deve saperlo e poi decidere cosa vuole. Se dipendesse dalla nostra amministrazione comunale, il divieto sulla A22 si dovrebbe estendere anche agli euro 2. Chiaro però che si scatenerebbe la protesta dei trasportatori, anche perché ora come ora la ferrovia non sarebbe in grado di far fronte alla maggiore richiesta di trasporto merci. E allora puntiamo a fermare gli euro 2 almeno di notte. Solo che ci vuole il consenso delle altre province, e Trento al momento non ha espresso alcun’opinione». Le cose vanno meglio se si parla di PM10. «Basti pensare - sottolinea Minach - che nel 2001 avevamo 116 sforamenti ad Oltrisarco, e la soglia massima era anche più alta. Poi siamo arrivati ai 57 del 2006 e quest’anno siamo a 16. Addirittura la centralina di piazza Adriano è ferma a 6 sforamenti: evidentemente le misure di limitazione del traffico sono servite a qualcosa. Vorrei anche vedere - si sfoga Minach - quale altra Appa in Italia installa una webcam in casa di un cittadino per monitorare le emissioni di una fabbrica (le Acciaierie ndr). Chi si lamenta della nostra aria dovrebbe fare un giro in pianura padana, dove gli sforamenti annui hanno già superato quota 100. Magari da qua alla fine dell’anno, con il freddo, avremo qualche altro sforamento, ma rimarremo sicuramente sotto la soglia dei 30 annui, un limite severo che ci siamo dati malgrado la Ue ne consenta 35. E comunque ripeto che non dobbiamo parlare sempre del traffico: ci sono zone senz’auto dove le Pm 10 sono altissime per lo scorretto funzionamento di camini e impianti di riscaldamento, basta andare la mattina a Gries per rendersene conto».
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giovedì, 25 ottobre 2007




E’ stato presentato anche quest’anno il rapporto annuale di Legambiente sulle città ecocompatibili. Bolzano si è attestata al 9° posto nella graduatoria generale,
ma come per gli anni scorsi, la sua posizione retrocede di molto se si entra nello specifico dei punteggi, in particolare per quello che riguarda produzione dei rifiuti
e la raccolta differenziata.
Nella graduatoria delle città capoluogo che differenziano di più, il primato, meritatissimo, spetta a NOVARA, con un risultato che sfiora il 70% di raccolta differenziata
sul totale dei rifiuti prodotti, mentre Bolzano si attesta soltanto al 40° posto con il 31%. Perché sottolineare questo dato?
Semplice, perché Novara ha più di una similitudine con Bolzano, ad esempio ha la stessa popolosità, intorno ai 100.000 abitanti, e aveva lo stesso sistema
di raccolta dei rifiuti, con cassonetti stradali e campane, che aveva Bolzano prima di avviare la raccolta del rifiuto umido.
Nel 2004 un’amministrazione pubblica responsabile e coraggiosa, quella di Novara, è partita con la raccolta differenziata porta a porta di TUTTE LE FRAZIONI di rifiuti,
e in soli 3 anni sono passati da una percentuale del 29% di differenziata nel 2003, al 66,9% del 2006!

di
Paola Dispoto
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sabato, 20 ottobre 2007
Nuova barriera antirumore a Salorno
SABATO, 20 OTTOBRE 2007

 BOLZANO. L’Autobrennero ha approvato anche la realizzazione di una barriera antirumore sulla carreggiata sud nei pressi di Salorno. Sono state elaborate diverse ipotesi che hanno condotto alla scelta di una barriera in materiale misto fonoassorbente. Si è scelto il legno come materiale principale, alternato a pannelli in alluminio con entrambe le facciate fonoassorbenti da posizionare in corrispondenza degli edifici più vicini alla carreggiata, così da limitare l’effetto di riflessione dei rumori della vicina linea ferroviaria. Saranno inseriti anche alcuni tratti in metacrilato trasparente per alleggerire l’impatto ambientale e per realizzarne le estremità ad altezza variabile. La nuova barriera avrà un’altezza variabile compresa tra 3,40 e 4,40 metri e sarà lunga 944 metri. La spesa prevista ammonta a 2.015.000 euro. Il tempo utile per la realizzazione dei lavori è di 170 giorni. I lavori saranno aggiudicati a base d’asta mediante procedura aperta.
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mercoledì, 10 ottobre 2007

Nuovo organo provinciale. Theiner: «Aiuto ai pazienti nelle cause civili»


Corriere dell'Alto Adige  2007-10-10

Comitato di conciliazione «Ignorati i consumatori»

Nasce la commissione, critico Melissano

BOLZANO — I malati insoddisfatti del trattamento ricevuto dalla sanità altoatesina hanno un nuovo strumento per essere risarciti. L'assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali Richard Theiner ha presentato ieri mattina la Commissione conciliativa per il settore della sanità. Prima ancora di esaminare il primo caso però la commissione deve già fare i conti con le proteste delle associazioni consumatori.
La Commissione conciliativa era stata istituita dalla giunta provinciale nel novembre 2005 ma adesso è in grado di entrare in funzione. È indipendente e competente per tutti i casi in cui un paziente pensa che la propria salute sia stata danneggiata da un errore medico, ma anche quando sostiene che il danno alla salute sia conseguenza di qualcosa non detto, oppure detto male.
La Commissione conciliativa è presieduta dal Josef Kreuzer, giudice a riposo, da Mario Dorigo, medico specialista di medicina legale e da Christina Gasser, avvocata con esperienza in questioni di conciliazione medica. Segretario della commissione è Christian Leuprecht, giurista dipendente della ripartizione provinciale sanità.
«La giunta provinciale ha istituito la Commissione sul modello austriaco— ha spiegato l'assessore — affinché i pazienti abbiano la possibilità di ricorrere ad una procedura rapida e gratuita e di arrivare ad un accordo stragiudiziale. Sono convinto che la Commissione costituisca un servizio utile per i cittadini a salvaguardia dei diritti dei pazienti». La Commissione non impedisce al malato di rivolgersi alla giustizia ordinaria.
I commenti delle associazioni dei consumatori non sono concordi con l'assessore. Walter Andreaus della Ctcu è il più soddisfatto: «La commissione è un'ottima idea perché anche chi non ha mezzi economici per rivolgersi alla giustizia ordinaria ha da adesso un mezzo in più per essere risarcito. Noi come associazione avremmo voluto essere rappresentati nella commissione, come chiedono numerose disposizioni della Ue, ma la Ctcu resta uno strumento a disposizione dei consumatori, anche per la sanità».
Marino Melissano di Altroconsumo: «Questa commissione nasce nel modo sbagliato perché le associazioni di consumatori non sono state mai interpellate durante la creazione. Inoltre c'è il rischio che sia come la commissione prezzi, che è stata creata ma che di fatto non funziona. Si dovrà vigilare in questo senso».
Più dettagliata infine la critica di Luigi Costalbano del Tribunale del malato: «Questa commissione riempie un vuoto e in questo senso è una cosa buona — dice — tuttavia ho due critiche da fare. Innanzitutto si occupa solo del risarcimento, cioè dell'aspetto civile. Quello penale è escluso e non vorrei si volesse usare questo strumento proprio per evitare le conseguenze penali degli errori dei medici. E poi una domanda: siamo sicuri che le assicurazioni pagheranno subito la cifra stabilita da questa commissione? Basta una controperizia per rifiutare la cifra e portare la causa in tribunale, con quel che ne consegue».
Damiano Vezzosi
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mercoledì, 10 ottobre 2007
Due i medici nello studio associato
APERTO A SAN GIACOMO
  Alto Adige 10 OTTOBRE 2007

 LAIVES. A partire da questo mese di ottobre il dottor Norberto Carli - fino allo scorso settembre unico medico di medicina generale con ambulatorio principale nella frazione di San Giacomo - ed il dottor Emanuele Pozzo, medico di medicina generale neo convenzionato per il distretto Laives - Bronzolo- Vadena, hanno aperto uno studio associato che ha la propria sede in via San Giacomo 16F (Garden Village). Tale modalità di esercizio della medicina generale prevede, tra le altre cose, l’apertura mattutina e pomeridiana dell’ambulatorio, la condivisione dell’archivio informatico delle cartelle e la possibilità per i pazienti di rivolgersi, per le urgenze, al medico presente in studio quando si determina la necessità. Per la presentazione di questo nuovo servizio i due medici hanno organizzato un party, sabato 13 ottobre alle ore 10.30 presso i locali dello studio dove daranno tutte le informazioni.
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sabato, 06 ottobre 2007

 Decibel fuorilegge. Controlli fatti ma, per ora, senza risposte

 «Troppi rumori, vogliamo i dati»
  Ennesimo sollecito dal Centro Attenzione Permanente anche nei confronti del Comune
Alto Adige 06 OTTOBRE 2007


 LAIVES. Rumori a causa dell’Autobrennero, del passaggio dei treni, del transito dei mezzi pesanti sulla statale: il consiglio della Comunità comprensoriale è convocato per il 10 ottobre per prendere posizione in merito all’inquinamento acustico causato dai treni. Vadena e Cortina all’Adige sono i Comuni più colpiti dall’inquinamento acustico che interessa comunque gran parte della Bassa.
 L’installazione degli impianti per l’isolamento acustico lungo la linea ferroviaria del Brennero - prevista da tempo - non è ancora iniziata. Intanto i disagi aumentano. La situazione è destinata addirittura a peggiorare con l’annunciato aumento dei treni in transito, in particolare di quelli merci che - antiquati - causano i rumori maggiori. Sia di giorno che di notte. Intanto una nota del Centro Attenzione Permanente di San Giacomo fa riferimento a quanto emerso, di recente, a Bressanone dove, secondo i consiglieri della lista Ecosociale, «L’inquinamento acustico va combattuto con più decisione, intervenendo drasticamente per diminuire i rumori provocati dal transito dei mezzi pesanti in autostrada e dal passaggio notturno dei treni». Secondo il Centro «Gli abitanti della Bassa Atesina ed in particolare quelli di San Giacomo attendono da tempo identica conferenza dove dovrebbero venire illustrate le rivelazioni eseguite dalla Provincia a conferma o smentita che i livelli di rumore provocati dai treni superano il limite massimo consentito». Il Centro ricorda che «In colloqui precedenti con i responsabili dell’Ufficio Provinciale Rumori ci era stato comunicato che certamente gli appartamenti in prossimità della ferrovia, che si trovano oltre il secondo piano, sono sottoposti a livelli superiori a quelli previsti dalla legge; ci è stato detto anche che i tecnici provinciali avrebbero eseguito tali misure di rilevazione durante il periodo estivo. Le case maggiormente colpite dall’eccessivo rumore ferroviario sono quelle fra Maso della Pieve e gli asili di San Giacomo».
Fatte queste considerazioni il Centro se la prende anche con la giunta comunale di Laives: «Rimane in silenzio nonostante sia al corrente del problema da tanto tempo e nonostante sia venuta a conoscenza che in futuro vi sarà un notevole aumento dei passaggi dei treni (+ 50%) dovuta - si dice - alla modernizzazione della ferrovia. L’opposizione, a parte qualche eccezione, sembra non più interessarsi alla salute dei cittadini». Il Centro Attenzione Permanente chiede quindi «alla giunta comunale di Laives di mostrare quanto prima i risultati delle misure provinciali agli abitanti e di occuparsi con decisione del problema al fine di una immediata soluzione». Chiede anche alla giunta civica «Di intraprendere i passi necessari affinchè le strutture abitative non di nuova costruzione vengano dotate di nuovi serramenti, con contributi provinciali».
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mercoledì, 03 ottobre 2007

VACANZE SENZA AUTO


Corriere dell'Alto Adige 2007-10-03

Alpine Pearls, weekend di confronto a Cornedo


BOLZANO — Dal sabato a lunedì rappresentanti di Alpine Pearls, l'associazione a carattere transazionale che raggruppa 21 località dell'arco alpino unite nella promozione delle vacanze senz'auto, saranno ospiti dell'Alto Adige per l'assemblea generale dei soci.
L'incontro, il primo del genere effettuato in Italia da quanto è sorta l'associazione nel 2006, avrà luogo a Cornedo, che insieme a Nova Ponente, Nova Levante, Tires, Funes e Racines va a comporre il gruppo delle Perle delle Alpi altoatesine.
Sarà un weekend di lavoro ma non solo.
Prima dell'incontro ufficiale degli associati, previsto lunedì alla Casa sociale di Cornedo, i rappresentanti delle Perle avranno modo di apprezzare l'ospitalità nonché gli integri paesaggi del Südtirolo, con visite a Bolzano e al Museo Archeologico Alto Adige e passeggiate in val d'Ega. Le località Alpine Pearls (www.alpine-pearls.com) può annoverare l'entrata di quattro nuove Perle, le austriache Hinterstoder e Neukirchen am Großvenediger e le francesi Morzine-Avoriaz e Villard de Lans. Il gruppo è così passato da 17 a 21 località dislocate in Italia, Austria, Svizzera, Germania e Francia.
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mercoledì, 03 ottobre 2007

Da Vadena fino ad oltre Cortina all’Adige la linea ferroviaria è fonte di inquinamento acustico di giorno e di notte
Rumori, barriere soltanto promesse
Isolamento acustico indispensabile. Ma l’iter è ancora lungo   Alto Adige 03 OTTOBRE 2007


 VADENA. Fuorilegge - sia di giorno che di notte - i decibel causati dal passaggio dei treni. Vadena e Cortina all’Adige sono i Comuni più colpiti dall’inquinamento acustico che interessa comunque gran parte della Bassa Atesina. Prova ne sia che la Comunità di Valle, sulla scorta di continue lamentele dei residenti, prenderà posizione ufficialmente nella seduta del consiglio del 10 ottobre.
 L’installazione degli impianti per l’isolamento acustico lungo la linea ferroviaria del Brennero sarà terminata entro un anno e mezzo. È l’impegno scaturito nell’ultimo incontro della commissione ferroviaria del Brennero, che raggruppa tutti i sindaci dei Comuni altoatesini interessati dalla linea ferroviaria.
 Intanto a distanza di diversi mesi dalla pubblicazione della gara di appalto, nulla ancora si sa in merito all’inizio dei lavori per la posa delle barriere a fianco dei binari davanti a Vadena. Le Ferrovie avevano fatto intendere - anche presso l’amministrazione comunale - che l’intervento poteva iniziare entro la fine dell’anno ma la comunicazione ufficiale non è stata ancora fatta. La direzione nazionale dell’apposito settore delle Ferrovie aveva provveduto in aprile a pubblicare su alcuni quotidiani a tiratura nazionale l’avviso della gara di appalto (prevede una spesa superiore ai 9 milioni di euro) relativa al progetto per la realizzazione delle barriere antirumore lungo i binari all’altezza di Laives e quindi fra Vadena e Bronzolo. Secondo le Fs i lavori potrebbero iniziare entro la fine di quest’anno ma finora nulla di concreto è stato ancora comunicato in relazione all’esito della gara di appalto e quindi all’inizio di un intervento molto atteso dalla popolazione che continua a sopportare pesanti disagi a causa dell’inquinamento acustico causato (anche di notte) dal passaggio dei treni. Intanto la giunta civica di Vadena s’è già mossa: il sindaco Alessandro Beati ha infatti ottenuto il benestare da tre proprietari per l’uso di cantiere sui loro terreni. Secondo il progetto sul territorio comunale di Laives sono previste barriere per complessivi 3.050 metri ed avranno tutte un’altezza di tre metri dai binari. Fra Vadena e Bronzolo le barriere antirumore saranno per complessivi 1.050 metri. Gli altri interventi, sulla base dell’accordo raggiunto fra Provincia e Ferrovie, sono previsti in Bassa Atesina ed in particolare all’altezza dell’abitato di Cortina all’Adige dove le barriere antirumore avranno una lunghezza di 1.100 metri.
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giovedì, 27 settembre 2007

 Laives. Alla lungodegenti un team di tre medici
Raggiunto l’accordo con l’Asl: si tratta di un progetto pilota che potrebbe diventare un modello per la provincia
  Alto Adige 27 SETTEMBRE 2007


 LAIVES. Per l’assistenza medica degli ospiti della casa lungodegenti di via Sottomonte da metà ottobre si cambia. È stato raggiunto un accordo con l’Asl che porterà a una svolta, un progetto pilota destinato a essere seguito in futuro anche da altre strutture del genere: sarà creato un «team» di tre medici che si daranno il cambio nella struttura, garantendo la presenza tre ore al giorno.
 Il servizio di assistenza sanitaria fin qui è garantito dai medici di base dei rispettivi ospiti, un sistema abbastanza laborioso, che oltretutto non garantisce la massima serenità per degenti e operatori sanitari della struttura. «Quello della massima serenità durante la permanenza in casa lungodegenti, sia per ospiti che per personale, era ed è fra le priorità che ci siamo dati fin dall’inizio - spiega il direttore Marco Maffeis -, tenuto conto che di norma i nostri ospiti sono mediamente o anche gravemente non autosufficienti. Nei primi 2 anni di attività sono stati seguiti dai rispettivi medici di base ma, senza nulla togliere loro, si è dimostrato un sistema con limiti. Quello che verrà invece adottato da ottobre, punterà proprio a garantire massima serenità a tutti e lo testeremo per 2 anni».
 Il dottor Walter Clementi svolge funzioni di coordinamento fra i medici di base locali: pure lui ritiene che una nuova organizzazione dell’assistenza medica in casa lungodegenti porterà miglioramenti. «Una struttura che ospita malati provenienti da tutto il circondario - dice Clementi - vede la presenza di 8 o 9 medici, una situazione difficile da coordinare. Da metà ottobre invece i medici saranno 3: io, la dottoressa Calliari e il dottor Carli. Ci alterneremo, garantendo la presenza almeno 3 ore al giorno. Così saremo anche un riferimento costante per il personale infermieristico, un progetto pilota per il comprensorio di Bolzano. Questo team di medici avrà uno scambio continuo di informazioni anche con il personale della lungodegenti e prevediamo anche di concordare incontri con i parenti degli ospiti per migliorare lo scambio di informazioni a vantaggio dei lungodegenti. Così il team potrà funzionare e anche per i parenti sarà un rapporto diverso nel vedere il medico nella struttura».
 Con questa svolta, concordata con l’Asl, il rapporto medico-paziente dovrebbe risultare semplificato, mentre anche gli infermieri della lungodegenti avranno un riferimento certo ogni giorno.


La supervisione sarà affidata a un geriatra
Niente da fare invece per il secondo fisioterapista nella casa

 LAIVES. Nell’ambito del nuovo sistema di assistenza sanitaria che da ottobre prenderà il via alla casa lungodegenti di via Sottomonte, un ruolo lo avrà anche la figura del geriatra. «Avrà una funzione di supervisione - ha spiegato il dottor Walter Clementi - collaborando con il team di medici che opereranno all’interno della struttura per eventuali specificità e per soddisfare le esigenze».
 Niente da fare invece per il secondo fisioterapista, altra specialità richiesta dagli ospiti e questo lo ha chiarito il direttore Maffeis. «Il secondo fisioterapista non possiamo averlo - ha detto Maffeis - perché si tratta di un aspetto che attiene ai parametri relativi al personale. Invece sarebbe cosa diversa per logopedista o ergoterapista, figure specialistiche che effettivamente stiamo cercando e che si fa fatica a trovare. La Provincia prevede un fisioterapista per casa, mentre per la riabilitazione si potrebbero avere più figure». (b.c.)
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venerdì, 07 settembre 2007

Alto Adige 07 SETTEMBRE 2007
«Col nuovo ponte più traffico e smog»
Il Comitato: verso Ischia Frizzi passeranno veicoli di ogni natura




 LAIVES. Il nuovo ponte fra le due sponde sull’Adige all’altezza della discarica Ischia Frizzi è stato inaugurato da poco. L’infrastruttura porta vantaggi, se non altro perché garantisce maggiore sicurezza rispetto al vecchio Bailey più a nord. In attesa che si trovi l’intesa per favorire il collegamento per le biciclette, il ponte avrà anche il compito - è stato costruito anche (e forse soprattutto) per questo - di ospitare più transiti di automezzi pesanti e ovviamente anche quelli da e per il costruendo Centro di guida sicura. Il Centro di Attenzione Permanente di San Giacomo ha però sulla vicenda una posizione molto critica. «La struttura - afferma in una nota -, che ha un costo di 15 milioni di euro, per non essere deficitaria dovrà operare a tempo pieno facendo transitare un numero rilevante di mezzi che comporterà certamente anche una rilevante dose di inquinamento. Ad “alimentare” il Centro Guida Sicura vi saranno mezzi di vari enti (privati e pubblici), una quantità consistente di mezzi prodotti dall’Iveco e per lo più di tipologia pesante. Si dice che la struttura potrà accogliere go-kart che con molta probabilità potranno gareggiare felicemente e perchè no? anche le motociclette che attualmente, per gli allenamenti dei piloti, corrono sulla riva orientale dell’Adige».
 Nell’evidenziare questa prospettiva, il Comitato sottolinea come sia «necessario conoscere l’effettivo traffico che si verificherà in futuro nelle due direzioni del nuovo percorso stradale e l’utilizzo reale del Centro guida sicura, poiché a tutt’oggi non è stato presentato ai cittadini nessun piano. Nel caso vi fossero gare di moto, di go kart o di altri mezzi a motore, sarebbe bene scegliere un nome più appropriato o comunque diverso da... guida sicura». Il Comitato entra anche nel merito della parte sul nuovo ponte riservata alle bici: «Bisogna dire che è stata messa in sicurezza: peccato che dal ponte alla sbarra più a sud manca ancora l’asfalto. Alla sbarra si era fatto un passo avanti togliendo le barriere: con il pezzetto di asfalto nulla cambierebbe per gli abitanti della zona Cervo a proposito dei loro timori. L’intervento gratificherebbe gli abitanti della Bassa e i turisti che volessero fare una rotonda completa fra i due argini e i due ponti». Il Comitato si augura «che queste osservazioni spingano a riflessioni maggiori: di certo, se accolte, andranno a favore dell’ambiente e di coloro che lo vivono» e che guardano con apprensione le trasformazioni dell’area vicino alla discarica.


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mercoledì, 08 agosto 2007

«La tua farmacia», prima uscita
Il giornalino bilingue con le ultime news di sanità
 BOLZANO. Novità nelle farmacie dell’Alto Adige. Sul bancone i clienti adesso possono trovare e portare a casa il primo numero de “La tua farmacia” il giornalino bilingue ideato e diretto da Roberta Olivotto redatto da farmacisti e professori universitari per chiarire le idee ad un pubblico sempre più confuso. «È vero - spiega Uberto Cimatti di Ferderfarma - in questi ultimi anni i continui cambiamenti delle leggi che regolano il servizio sanitario anche a livello provinciale e la quantità enorme di comunicazioni, spesso sbagliate, unite ad un eccesso di offerta commerciale e di pubblicità legate alla salute e presenti ovunque hanno creato nell’opinione pubblica incertezza, mancanza di fiducia e... qualche rischio. Il giornalino aiuta a fare chiarezza, è facile da leggere ed è destinato - conclude - a tutti coloro che in provincia si occupano di salute».
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venerdì, 03 agosto 2007
Corriere della Sera 2007-08-03

Aia, Osram, Zuegg, Gardaland. Nello stabilimento di Treviso «zero infortuni negli ultimi nove mesi»

Sicurezza: le aziende migliori (premiate con sconti sulle tasse)


ROMA — I polli Aia, le lampadine Osram, i succhi di frutta Zuegg, il parco giochi Gardaland. Sono alcune delle aziende virtuose che si sono maggiormente contraddistinte nel panorama imprenditoriale italiano per sicurezza ed igiene sui luoghi di lavoro. E per questo hanno pagato meno tasse. Dal 2000, le imprese che rispettano le norme di sicurezza possono ottenere sconti sui premi da versare all'Inail: se l'azienda ha meno di 500 dipendenti può richiedere uno sconto del 10%, se ne ha di più il bonus si dimezza.
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sabato, 07 luglio 2007

Alto Adige 07 LUGLIO 2007
I mezzi pubblici dovrebbero percorrere il tratto Bolzano-Laives dalle 23 alle 4
Bus notturno, passo in avanti
 LAIVES.  Risposta positiva dell’assessore provinciale ai trasporti, Thomas Widmann, alla richiesta da parte del movimento giovanile dell’Svp di istituire durante il fine settimana un servizio di autobus notturni tra la città di Bolzano e Laives.
 L’assessore, che si è detto soddisfatto dell’impegno mostrato dai ragazzi per questo progetto, ha promesso che presto verrà fatta una prova per testare la fattibilità e la reale necessità del servizio.
 Il movimento giovanile dell’Svp, grazie anche al sostegno del presidente della Sasa Ardelio Michielli, ha già condotto uno studio di fattibilità sulla linea notturna tra Bolzano e Laives. Secondo questo documento, l’autobus potrebbe partire da piazza Walther e, dopo avere attraversato la città, potrebbe passare per la zona industriale ed arrivare infine a Laives. Il tragitto complessivo sarebbe di 16 chilometri e non dovrebbe superare i trenta minuti di percorrenza. Sempre secondo questo studio, inoltre, il servizio dovrebbe essere disponibile dalle 23 alle 4 di mattina.
 «Questi autobus notturni attivati nel fine settimana - si legge nella nota del gruppo giovanile - offrirebbero non solo l’opportunità ai giovani di tornare a casa sani e salvi, ma anche di regolamentare il traffico notturno».
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venerdì, 29 giugno 2007

Alto Adige 29 GIUGNO 2007
Lo vuole la Provincia   Inquinamento, osservatorio sugli effetti
 BOLZANO. L’assessore provinciale alla Sanità Richard Theiner ha promosso una collaborazione scientifica tra Tirolo, Alto Adige e Trentino per studiare gli effetti delle emissioni inquinanti lungo le grandi direttrici di traffico e ha chiesto agli austriaci, più avanti nella rilevazione di casi di malattie originate dai problemi del traffico e dell’ambiente, di far confluire le loro esperienze in un gruppo di esperti.
 Il problema, afferma in una nota Theiner, riguarda non solo chi abita lungo l’A22, ma tutti i residenti lungo le strade più trafficate. «Il nostro osservatorio di medicina ambientale da tre anni studia dati e risultati degli effetti diretti delle emissioni nocive di gas di scarico sulla salute. Il mio obiettivo è quello di non fermarsi a risultati parziali o singole rilevazioni, quando si tratta di evitare i danni alla salute. Solo una rilevazione condotta in modo corretto dal punto di vista epidemiologico nonché con un’adeguata casistica può garantire la produzione di dati affidabili», dice Theiner.
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venerdì, 29 giugno 2007

Corriere dell'Alto Adige 2007-06-29

AMBIENTE

Salute e inquinamento Indagine nell'Euregio


BOLZANO — L'assessore provinciale alla Sanità Richard Theiner ha promosso una collaborazione scientifica tra Tirolo, Alto Adige e Trentino per studiare gli effetti delle emissioni inquinanti lungo le grandi direttrici di traffico e ha chiesto agli austriaci, più avanti nella rilevazione di casi di malattie originate dai problemi del traffico e dell'ambiente, di far confluire le loro esperienze in un gruppo di esperti. «Il problema — afferma — riguarda non solo chi abita lungo l'Autobrennero ma tutti i residenti lungo le strade più trafficate.
Il nostro osservatorio di medicina ambientale da tre anni studia gli effetti delle emissioni nocive di gas di scarico»
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giovedì, 31 maggio 2007
Alto Adige 31.5.07

Questa Provincia ricca
pensa alla tassa sul nonno

 Vorrei esprimere il mio disaccordo riguardo alla decisione della Giunta Provinciale di introdurre la tassa sulla non autosufficienza. Lavorando nel settore sanitario mi rendo conto di quali siano le problematiche e concordo con il fatto che vi è sempre più la necessità di strutture che accolgano gli anziani non autosufficienti visto l’allungamento medio della vita. É inconcepibile però che le risorse debbano essere chieste ai cittadini che già pagano molte tasse ed esose rette alle case di riposo, perché chiariamo a tutti che nessuno vive in casa di riposo gratuitamente. Talvolta l’intera pensione o busta paga degli eventuali famigliari finisce per essere usata al mantenimento della persona ricoverata. La Provincia di Bolzano è la Provincia con maggiori risorse dal punto di vista economico rispetto a tutto il resto d’Italia e non può permettersi di introdurre l’ennesima tassa di fronte a sprechi come 25 milioni di euro per il parcheggio dell’ospedale che non serviva veramente fare. Non capisco inoltre come Province meno ricche non abbiano attuato questo dispositivo riuscendo comunque a mantenere il sistema delle case di cura. Inoltre credo ci siano problemi di ordine tecnico legale ovvero a fronte del pagamento dovrà essere garantita una controparte in servizi. E se poi fortunatamente in casa di riposo non ci si finisce, le quote verranno restituite per pagarsi l’eventuale badante o altri servizi sanitari? Auspico che la Provincia trovi le risorse tagliando le numerose spese futili.
M.C. BOLZANO
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martedì, 29 maggio 2007

Corriere dell'Alto Adige 2007-05-29

DISATTESO IL PROTOCOLLO DI KIOTO. SALE IL VALORE DELL'ANIDRIDE CARBONICA NELL'ARIA

CO2: le emissioni aumentano

La conclusione dei ricercatori non ammette repliche: nessuna regione del mondo sta diminuendo le sue emissioni di carbonio.
Secondo uno studio apparso sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science, tra il 2000 e il 2004 la produzione di CO2 non solo è aumentata, ma lo ha fatto a un ritmo triplo rispetto agli anni precedenti. I ricercatori dell'università di Stanford hanno incrociato ed elaborato i dati del Fondo Monetario Internazionale, del Dipartimento Usa per l'Energia e di altre istituzioni e hanno trovato che mentre dal 1990 al 1999 l'aumento delle emissioni di anidride carbonica è stato dell' 1,1%, dal 2000 al 2004 la crescita è stata del 3,1%.
Questo dato è peggiore dello scenario più pessimistico previsto dall'Ipcc nei suoi rapporti sul riscaldamento globale, ed è legato, secondo gli scienziati, alla crescita economica che ha interessato quasi tutto il pianeta.
« Nonostante il consenso comune sulla necessità di ridurre le emissioni » spiega Chris Field, che ha condotto lo studio « in molte parti del mondo si sta tornando indietro » .
In cima alla classifica ci sono i paesi in via di sviluppo, come Cina e Brasile, responsabili del 73% dell'aumento totale delle emissioni. Non sono molto più virtuosi i paesi sviluppati: anche se in misura minore, le emissioni di CO2 crescono anche in occidente, con l'aggravante che sono proprio i paesi ricchi a produrre il 60% dell'inquinamento globale.
In particolare, l'Italia è in grande ritardo con gli impegni del protocollo di Kyoto e con il regolamento europeo sul contenimento delle emissioni di CO2. In base all'impegno di Kyoto, l'Italia, entro il 2012, dovrebbe diminuire le emissioni di gas serra del 6,5% rispetto alle emissioni del 1990, mentre sino oggi queste emissioni sono continuamente aumentate.
L'Unione Europea ha bocciato il piano italiano insieme a quello di altri 18 Paesi, compresa la Germania ed ha chiesto al nostro Governo di abbassare le emissioni di CO2 di 13,2 milioni di tonnellate, cioè dalle 209, proposte dall'Italia, a 195,8 milioni di tonnellate annue nel periodo 2008 2012 il 6,3% in meno. Ciò significa che se non riusciremo ad abbassare le emissioni di CO2 dovremo pagare multe salate di decine di milioni di euro ogni anno.
Il CSIRO Marine and Atmospheric Research and the Global Carbon Project, dice che nel 2005 sono state emesse globalmente nell'atmosfera quasi 8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. In media, ogni persona in Australia e in America oggi emette più di 5 tonnellate di carbone all'anno, mentre in Cina siamo su una tonnellata all'anno.
L'America l'Europa fanno il 50% del totale, mentre la Cina fa l' 8%.
Gli altri paesi sviluppati hanno contribuito, tutti assieme, a meno dello 0,5% negli ultimi 200 anni.
L'Australia, con lo 0,32% della popolazione globale, contribuisce per l' 1,43%.
Il lavoro del team di esperti ha tracciato la storia delle emissioni: dobbiamo tenere conto sia delle emissioni passate che di quelle presenti nel negoziare le riduzioni di emissioni globali. Dal canto loro, gli USA puntano ancora ad impedire che al vertice del G8, in programma a giugno in Germania, vengano presi impegni per un nuovo accordo per combattere il riscaldamento del pianeta. In una bozza del documento finale del G8, Washington mostra di non volere che si faccia riferimento a provvedimenti urgenti per far fronte alla crisi climatica.
Più la temperatura globale continua a salire e più sale il rischio che le malattie infettive si diffondano su tutto il pianeta. L'impatto dei cambiamenti climatici potrebbe provocare una « alterata distribuzione spaziale di alcuni vettori di malattie infettive » , che potrebbe portare, ad esempio, ad una maggiore diffusione della malaria in Africa. Le malattie trasmesse dagli insetti saranno influenzate dai cambiamenti climatici per il semplice fatto che queste piccole creature sono molto sensibili alla vegetazione, alla temperatura, all'umidità. Un altro effetto potrebbe riguardare la stagione dell'influenza: se la massa d'aria tropicale intorno all'equatore si espande, nuove aree perderanno le stagioni tradizionali, e potrebbero avere l'influenza tutto l'anno.
Altri effetti potrebbero venire dai fenomeni atmosferici estremi.
Uragani, tifoni, tornado e tempeste ad alta intensità, possono rimuovere i patogeni dai sedimenti, minacciando intere popolazioni sprovviste delle adeguate protezioni.

Riscaldamento globale, ecco gli effetti

Le conseguenze del surriscaldamento del pianeta sono già evidenti e si stanno facendo sempre più minacciose.
Per quanto concerne le malattie ad esempio, la malaria, che fino ad ora non si riscontrava al di sopra di certe altitudini, perché le temperature erano troppo fredde per le zanzare, alzerà la sua linea di diffusione. La zanzara della malaria forse la minaccia più grave per quanto riguarda le infezioni, ha raggiunto l'Europa nello scorso agosto, in Corsica si è registrato il primo caso autoctono ( con infezione avvenuta in loco) degli ultimi 35 anni. In un articolo pubblicato su The Lancet, Anthony McMichael dell'Università di Canberra, prevede un aumento del 16 28 per cento dei casi di malaria entro il 2100. Anche gli agenti patogeni di salmonella e colera, prosegue lo studio, crescono più rapidamente a temperature maggiori. La febbre del Nilo occidentale, prima confinata alle latitudini africane, da una decina d'anni viene registrata anche in Europa ed è endemica negli Stati Uniti. In Italia poi, nelle ultime due estati, oltre 200 bagnanti sono finiti in ospedale intossicati dall'alga « Ostreoptis ovata » , abituata alle acque tropicali.
Il cambiamento del clima sta già causando una migrazione degli insetti e un repentino accrescimento dei parassiti molto dannosi per le piante. Le alte temperature, ad esempio, hanno favorito una « sciamatura » di api molto in anticipo rispetto ai tempi normali. Il che mette in pericolo sia la raccolta di miele sia le persone, in quanto la proliferazione di sciami può espandersi nei centri urbani. A sostenerlo è la CIA ( Confederazione Italiana Agricoltori), seriamente preoccupata per i riflessi che si stanno avendo nelle campagne del nostro Paese a causa del caldo anomalo e, soprattutto, della scarsità di piogge e di nevicate. Particolare apprensione c'è per la crescita delle malerbe e per le difficoltà che gli agricoltori incontrano nel contrastare le infezioni che colpiscono le coltivazioni ( ortaggi a campo aperto), gli alberi da frutta, gli olivi e le viti. Le temperature « tropicali » dell'autunno e dell'inverno scorsi hanno consentito alle uova degli insetti di resistere e, quindi, di provocare un proliferare anomalo in tutte le zone rurali e non solo. Le città fanno i conti con la continua diffusione di questi fastidiosi animaletti, soprattutto zanzare.
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categoria:ambiente, comunicati, salute, amaro
sabato, 26 maggio 2007
Alto Adige 26 MAGGIO 2007
GLI STUDI DEL CNR
Sono i bambini i più esposti ai rischi


Legambiente segnalava una singola fragola di produzione siciliana con i residui di ben 8 principi attivi, un vero record. Il campione di pere analizzato dal Ctcu di Bolzano di residui però ne aveva addirittura dieci. «Come detto - spiega Barbara Telser, direttrice del Centro tutela consumatori utenti - si tratta di frutta comperata al supermercato e tutta di produzione nazionale. In autunno però abbiamo intenzione di ripetere l’indagine sui prodotti di stagione altoatesini, mele e uva in testa. E prossimamente vorremmo estendere il campo di indagine anche al vino»
Uno studio del 2002 condotto dall’Università di Washington sui danni da pesticidi organosfosforati nei bambini, ha rilevato che la concentrazione di queste sostanze nell’urina dei piccoli compresi tra 2 e 4 anni di età, era sei volte più bassa nei bambini che consumano frutta bio rispetto ai coetanei consumatori di frutta convenzionale. Lo studio aveva concentrato l’attenzione sull’alimentazione dei bambini perché questi ultimi sono a maggior rischio per due motivi: in relazione alla massa corporea mangiano più di un adulto, e in secondo luogo mangiano più alimenti a elevato rischio di residui di pesticidi, come i succhi di frutta. Non a caso la legge italiana prevede che i prodotti alimentari destinati ai bambini di età inferiore ai 36 mesi presentino residui antiparassitari in quantità inferiori a 0,01 microgrammi per chilo, equivalenti in sostanza allo zero strumentale. Insomma, nella questione pesticidi, comunque la si voglia vedere, sono proibite semplificazioni di comodo.
(m.f.)
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giovedì, 24 maggio 2007


Nella seduta della mediazione del 23 maggio 2007 è stata illustrata la presentazione – relazione
100.000” non più silenziosi “Una proposta di mediazione”

redatta da Lorenzo Merlini, Massimo Gigliotti, Marco Bove
Centro Attenzione Permanente di San Giacomo
Gruppo di Lavoro Laives – Arbeitsgruppe Leifers

La relazione suddivisa in tre parti oltre ad essere una proposta di mediazione, vuol essere un momento di riflessione per ricordare passaggi e opinioni manifestate nelle diverse sedute e poco rese visibili anche nei verbali.
Nella prima parte viene affrontata la situazione ambientale attuale e futura a Bolzano e nella Bassa Atesina mostrando gli agenti più inquinanti della zona.
Vengono indicate le numerose attività/passaggi-transiti dei trasporti: ferrovia, aeroporto, trasporto su gomma mettendo in rilievo come il pendolarimo o meglio il traffico proveniente dall'esterno cittadino sia la causa del maggior inquinamento identificato come uno tra i maggiori dell'Alto Adige.
I rumori provocati dal traffico debbono essere eliminati o abbattuti nei loro livelli.
L'inquinamento va rimosso direttamente alla fonte proponendo un servizio pubblico più efficiente e rinunciando a nuove fonti inquinanti che di fatto vanno a compromettere la qualità della vita già di per sè in scarso equilibrio. Gli effetti dell'inquinamento procurano danni ambientali, deprezzamento del territorio, vincoli e limitazioni alla destinazione d'uso del suolo e danni alla popolazione.
Nella seconda parte si affrontano gli aspetti socioeconomici relativi all'ampliamento dell'aeroporto.
Analizzate le necessità più importanti dell'ala economica a sostegno di un ampliamento aeroportuale, utilizzando i loro stessi dati presentati precedentemente, vengono demolite le loro posizioni e viene confermato che l'aeroporto non serve:
Né per aumentare le esportazioni: l’A.A. nel 2006 ha avuto una crescita superiore a tutto il nord-est d’Italia pur non avendo un aeroporto. Non dimentichiamo che la Provincia di Bolzano è attualmente impegnata nella realizzazione del BBT.
Né per aumentare la raggiungibilità della nostra provincia. Come visto ci sono regioni alpine con aeroporti internazionali, ciononostante queste sono meno raggiungibili dell’Alto Adige.
Né per aumentare l’occupazione. E’ sufficiente leggere il “Piano Pluriennale degli interventi di politica del lavoro” della Provincia di BZ per capire su cosa si sta puntando per migliorare l’occupazione.
Né per gli spostamenti degli altoatesini: esistono svariate e concrete alternative all’aeroporto di Bolzano.
Quindi a chi servirà l’aeroporto?
Servirà per far crescere il turismo in Provincia di Bolzano?
Ma cosa pensano gli addetti ai lavori nel settore del turismo altoatesino?
SMG: “Noch nie hatte Südtirol so viele Ankünfte und Übernachtungen wie 2006” (Mediazione del 15/03/07)
SMG: “Südtirol belegt mit seinen knapp 3.100.000 internationalen Ankünften Platz 4 in Italien nach den provinzen Rom, Venedig, Florenz und Platz 20 in Europa.” (Mediazione del 15/03/07)
ASTAT: “L’anno 2006 è stato caratterizzato da un andamento positivo, con un aumento del 3,0% negli arrivi e dell’1,0% nelle presenze rispetto al 2005. Nel 2006 gli arrivi (pari a 5,0 milioni) e le presenze (26,4 milioni)hanno raggiunto i rispettivi valori massimi. A partire dal 1998, anno nel quale si era riscontrato un minimo, le presenze sono aumentate costantemente, riuscendo a superare negli ultimi due anni la soglia dei 26 milioni”.
Nessun dato reale dimostra che il turismo in alto Adige necessiti di un altro ampliamento dell’aeroporto per crescere ulteriormente. La riduzione di un giorno (negli ultimi 10 anni) della durata media dei pernottamenti è stata compensata (nello stesso periodo) da un aumento di oltre 3 milioni di presenze turistiche.
Non si può continuare ad interpretare il turismo solamente da un punto di vista quantitativo. E’ ora che anche l’economia pensi ad un turismo sostenibile nel rispetto della natura fonte primaria del successo dell’industria turistica locale. Bisogna tenere conto dell’impatto di un turismo di massa sul territorio e sulle popolazioni investite dai flussi turistici anche nel rispetto delle tradizioni locali.
Nella terza parte si prevede una proposta di mediazine e si è arrivati:
1) Valutando il contratto di mediazione.
2) Considerando i contenuti emersi durante il processo di mediazione:
2a) sono emerse divergenze sostanziali su valutazioni di dati ambientali. Vedi ad esempio dati ALU, dati ABD, dati delle persone viventi nelle vicinanze dell’aeroporto.
2b) Sono emerse divergenze su valutazioni economiche. L’ ABD ha confermato nella riunione del 16 maggio che il Masterplan non puo’ essere completo in quanto generico e lacunoso per sua natura: Secondo l’ABD ”esistono piu’ verita”.
2c) Le leggittime aspettative di centinaia di famiglie a diretto contatto con la struttura (circa 5000 persone ).
Abbiamo bisogno di uno strumento indipendente che ci permetta di avere un quadro il più possibile oggettivo della situazione della conca di Bolzano ed in particolare della zona attorno all’aeroporto.
1) La proposta è quindi di richiedere ai responsabili politici una “Raumverträglichkeitsprüfung” (RVP)
Eine Raumverträglichkeitsprüfung ermittelt und bewertet die umweltrelevanten, sozialen und auch wirtschaftlichen Auswirkungen eines raumrelevanten Vorhabens auf den betroffenen Raum. Ein solcher Prüfansatz ist dann notwendig, wenn das geplante Projekt soziale, regionalpolitische und umweltrelevante Auswirkungen über den Standort und dessen unmittelbare Umgebung hinaus erwarten lässt. In diesem Ansatz werden auch die Wechselwirkungen mit den Nachbarräumen berücksichtigt. In der RVP wird geklärt, ob ein Vorhaben mit den Erfordernissen der Raumordnung vereinbar ist und in welcher Form es mit anderen Planungen und Maßnahmen (anderer Planungsträger) abgestimmt werden kann. (Quelle: www.eurac.edu)

2) Il progetto di ampliamento dell’aeroporto deve essere sottoposto ad una Valutazione di Impatto Ambientale
UVP:
Ziele der UVP sind der Schutz der menschlichen Gesundheit, die Hebung der Lebensqualität durch bessere Umweltbedingungen, die Erhaltung der Artenvielfalt und der Reproduktionsfähigkeit der Ökosysteme sowie die Vermeidung von Umweltschäden. Zu diesem Zwecke werden in der Umweltverträglichkeitsprüfung die wesentlichen Auswirkungen eines Projekts auf die Schutzgüter Mensch, Fauna, Flora, Boden, Wasser, Luft, Klima, Landschaft, Sachgüter und kulturelles Erbe beschrieben und bewertet. Weiters wird die Wechselwirkung aller oben erwähnten Schutzgüter berücksichtigt. (Quelle: www.provinz.bz.it/umweltagentur)
3) PSA (Piano di sviluppo Aeroportuale)
(Fonte: Presentazione Dr.Mussner ENAC)

Aspettative dei cittadini direttamente interessati all’ampliamento dell’aeroporto (anche in ottemperanza alle volonta’ politiche dopo il primo ampliamento del 1997)
Spostamento esercitazioni militari.
Restrizione generale e controllo degli orari di decollo e arrivo delle aeromobili, anche in relazione della loro classificazione.
Spostamento esercitazioni militari.

Allegato della presentazione: “100.000 non più silenziosi. Una proposta di mediazione”


Indirizzi e proposte per una crescita sostenibile
Azioni compensative e mitigratrici

Riconosciuto che la parte territoriale fra Bolzano, Laives e Conca Atesina più in generale è
particolarmente colpita da numerosi soggetti inquinanti, si chiede che vengano effettuati i seguenti interventi nel rispetto dei bisogni di tutta la popolazione che ci abita:
- Immediata costituzione di un laboratorio di idee e di attività che sviluppi strumenti per lo studio e il monitoraggio della situazione complessiva odierna ed una valutazione previsionale del panorama futuro che tenga conto dei numerosi insediamenti già previsti per i prossimi anni.
- Fare opera di prevenzione e informazione alla popolazione verificando, con essa, i risultati emergenti e le possibili pianificazioni future.
- Riduzione dell'inquinamento alla sorgente, adottando e favorendo mezzi di trasporto e impianti termici tecnologicamente innovativi e di basso impatto ambientale (ingegneria aeronautica e motoristica in genere, energie alternative e nuove progettazione di edifici e strutture).
- Prevedere un Piano di Ampliamento Aeroportuale condiviso con le amministrazioni e gli enti preposti.(vedi ENAC)
- Un VIA territoriale ampio, che raggruppi e analizzi le problematiche provocate dagli agenti inquinanti, in particolare dal traffico pendolare, dal trasporto su gomma, dall'aeroporto (aria e rumori), dalla ferrovia (rumori) e dall'inceneritore.
- Una zonizzazione e un piano specifico sulla qualità dell'aria nel territorio sopra considerato e un costante monitoraggio anche per il futuro.
- Un monitoraggio di medicina ambientale sul territorio finalizzato a determinare possibili patologie provocate dagli inquinamenti.
- Una classificazione acustica del territorio limitrofo all'area aeroportuale con misurazione
degli impatti acustici (livelli notte/giorno). *(vedi ENAC)
- Procedure antinquinamento acustico aeroportuale (antirumore di decollo e atterraggio “ICAO”)
- Un Piano di Rischio Aeroportuale.(art 9 ENAC). Gli incidenti che avvengono durante il decollo e l'atterraggio coinvolgono, oltre i passeggeri e l'equipaggio, un vasto territorio nell'intorno dell'aeroporto e con esso un gran numero di residenti. In alcuni casi hanno pagato un elevato tributo in termini di vite umane.
- Spostamento degli elicotteri delle Forze Armate in altra sede (sono la causa del maggior rumore aeroportuale!). Possibilità dichiarata dal presidente Durnwalder.
Nell'attesa del loro trasferimento concordare con l' Esercito, i Carabinieri e la Guardia di Finanza orari più rispettosi per la popolazione e, soprattutto, che tengano conto delle attività scolastiche. Le “lunghe” esercitazioni vanno evitate durante l'orario scolastico e nei week end.
- Spostamento a Trento o altra località degli aerei leggeri ad uso privato e sportivo (sono i voli più numerosi!). Possibilità dichiarata dal presidente Durnwalder.
- Non aumentare gli attuali voli di linea e charter annuali e limitarli nei fine settimana.
- Orari dei voli aerei dalle 7,30 alle 22,00 max.
- Applicare una classificazione più rigida per gli aerei più rumorosi, compresi i privati, impedendone l'accesso aeroportuale (una sorta euro 0 o ero 1 come per gli automezzi pesanti).
- Una classificazione acustica del territorio attiguo alla ferrovia con misurazione dei livelli di rumore soprattutto nelle zone considerate più sensibili (asili, scuole, parchi etc. notte/giorno ). E' un atto politico di pianificazione e gestione territoriale.*
-Predisporre i piani di risanamento da parte delle amministrazioni comunali.
- Per disincentivare il pendolarismo dalla Bassa Atesina attivare, in tempi brevi, treni metropolitani a cielo aperto con la costruzione di nuove stazioni ferroviarie a Oltrisarco e a San Giacomo.
Si ritiene che questo sia possibile con l'ammodernamento della ferrovia che prevede un aumento di passaggi giornalieri da un minimo di 130 a 220/250. Utilizzando un certo numero di questi passaggi, che si renderanno disponibili, è possibile evitare la costruzione di ulteriori, ampi parcheggi all'aeroporto.
Al posto del parcheggio previsto in Masterplan si potrebbe costruire un piccolo parco per bambini, militari e famiglie. Il servizio della nuova stazione di San Giacomo all'aeroporto impedirebbe di far transitare numerosi automezzi da e per l'aeroporto, inquinando meno e alleggerendo il traffico.
- Migliorare la funzionalità dei parcheggi esistenti: uscita A22 e cimitero di Bolzano, evitando la costruzione di ulteriori parcheggi in zona industriale. Il pendolarismo si combatte offrendo treni, autobus, taxi collettivi e non parcheggi che sono solo richiamo di automobilisti con conseguente aumento dell' inquinamento.
- Predisponendo un tunnel sotto la ferrovia in corrispondenza della nuova stazione ferroviaria di San Giacomo (già previsto) è possibile collegare la ciclabile di San Giacomo, in sicurezza, con quella di via Einstein evitando il bruttissimo incrocio con sottopassaggio di Maso della Pieve (cimiteri).
- Nonostante la galleria il traffico a Maso della Pieve e a San Giacomo rimane molto alto. Si chiede che ad Oltrisarco direzione nord – sud prima del sottopasso di via Volta (distributore Agip) venga messo un cartello che indichi Laives direzione via Volta e alla nuova rotonda un cartello Laives direzione via Galvani che porterà alla galleria.
I transiti verso Laives verranno favoriti verso questa nuova direzione alleggerendo San Giacomo e Maso della Pieve che comunque, in futuro, da il parcheggio cimiteriale rafforzato porterà una aggiunta di traffico.
- I transiti di macchine da Bolzano a Laives passando per san Giacomo risultano ancora piuttosto frequenti, nonostante la galleria. E' necessario intervenire drasticamente imponendo una restrizione come ad Oltrisarco oppure dotare di un bollino per solo residenti (dal sottopasso che va in via Einstein fino alla fine di San Giacomo) che permetterà loro di entrare da nord a sud. Tale provvedimento in via sperimentale lo si potrebbe adottare negli orari di punta e se, dopo il monitoraggio, risultasse insufficiente lo si adotterà per le intere 24 ore.
- Intervenire affinchè i navigatori satellitari non facciano passare i camion e le automobili straniere (Germania, Polonia, Italia, ecc.) per la ex statale 12.
- I trasporti con mezzi pesanti dovranno essere trasferiti quanto più possibile sulla ferrovia. Gli autotrasportatori artigiani non utilizzano il trasporto intermodale sovvenzionato dalla Provincia.
- E' necessario favorire anche un trasporto intermodale che faccia viaggiare solamente i containers.
- Le tecniche di gestione dei Materiali Post Consumo (MPC) che comportano le minori emissioni di inquinanti nell'ambiente, la massima riduzione di gas serra ed il massimo risparmio energetico sono: riduzione della produzione alla fonte, riciclaggio, compostaggio.
L'intrinseco vantaggio dei trattamenti meccanico biologici è l'estrema flessibilità. La filiera che presenta il maggiore risparmio di gas serra, il maggiore contenimento delle emissioni nell'ambiente e un'occupazione di suolo confrontabile con quello delle ceneri di un “termovalorizzatore” è la bio-ossidazione con sottrazione del carbonio ossidabile tramite stoccaggio permanente e/o provvisorio del materiale bio-ossidato opportunamente pressato.
Questa soluzione non pregiudica un futuro utilizzo delle potenzialità energetiche dei materiali stoccati, rinviandolo a condizioni di mercato e sviluppo di tecnologie più vantaggiose.
Impianti di bio-ossidazione dimensionati per ogni vallata dell'Alto Adige oltre ad avere i vantaggi sopra descritti eviterebbero i numerosi trasporti dei MPC necessari per mantenere acceso l'unico inceneritore del territorio altoatesino.
- Se AirAlps intende mantenere il contratto di code sharing con Alitalia dovrà spostare la sede tecnica in Italia. Così ha chiesto Alitalia. Alfred Guarriello membro del comitato di gestione AirAlps sostiene che con un piano triennale consentirebbe di programmare investimenti quali l'acquisto di velivoli da 70 posti rispetto gli attuali di 31 (Dornier).
Che venga fatto.
L'aeroporto di San Giacomo è stato dimostrato che può accoglierli fin d'ora. AirAlps, la compagnia tirolese, controllata da imprenditori ed enti sudtirolesi potrà essere sostituita o integrata da altre compagnie che possiedono aerei altrettanto compatibili, ma che dimostrino maggior affidabilità e una maggiore imprenditorialità. Si ritiene che la grandezza dell'aeroporto debba essere messo in sicurezza rimanendo così com'è. C'è la convinzione che vi siano ampi spazi per ottimizzare le potenzialità dell' aeroporto di San Giacomo utilizzando più compagnie aeree, più efficienti dell'attuale, con aerei con max 70 posti che già di fatto possono decollare ed atterrare . Il disavanzo ridotto dalla buona gestione con aerei non superiori ai 70 posti potrà essere ripianato dalla Provincia come altri servizi di trasporto (Sostenuto da Durnwalder).
- I viaggiatori prvenienti dalle lunghe distanze (nord Europa ed est Europa) possono raggiungere Bolzano transitando da Vienna (l'Abd sostiene che i voli per Vienna funzionano particolarmente bene). E' impossibile creare voli da Bolzano per ogni destinazione europea.
- Ogni aeroporto dovrà costituire una Commissione i cui compiti sono: procedere alla classificazione dell'aeroporto stesso, provvedere alla definizione delle procedure antirumore, procedere alla definizione delle tre fasce A – B – C di pertinenza dell'infrastruttura.
- Ogni aeroporto aperto al traffico civile dovrà provvedere alla predisposizione nell'intorno aeroportuale di un sistema di monitoraggio “in continuo” che possa consentire il rilevamento di eventuali superamenti dei limiti. Ciò permette di tenere sotto controllo il “clima” acustico nell'intorno aeroportuale, ma anche di applicare sanzioni ai vettori per il non rispetto dei limiti o delle procedure antirumore. DPR 9.11.99 n. 476 (GU 295 17-12-99)
- Tassazione “chi inquina paga”. E' necessario favorire la Proposta modificata di direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 29-11-2002, COM (2002) 683 def.- Istituzione di una disciplina comunitaria per la classificazione delle emissioni sonore degli aerei subsonici civili ai fini del calcolo delle tasse sul rumore.
- Misure in materia fiscale. Legge n.342/2000. Introduzione a partire dal 2001 di una imposta regionale o di Provincia Autonoma sulle emissioni sonore degli aeromobili. Il soggetto tenuto ad osservare gli obblighi connessi all'imposizione (dichiarazione e versamento) è l'esercente dell'aeromobile. Il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia l'ha introdotta con legge Regionale n.12/2003, Legge collegata alla Finanziaria regionale del 2003. Il gettito sarà destinato al completamento dei sistemi di monitoraggio e disinquinamento acustico e all'indennizzo delle popolazioni residenti in prossimità dell'aeroporto.
- Predisporre una stima (valutazione monetaria) degli impatti ambientali prodotte dai diversi gestori, identificando quantitativamente gli indennizzi da effettuarsi a chi ha subito e subisce i danni. (riferimenti legislativi). Indennizzi volti a migliorare la vita e la salute: infissi, pannelli, isolamenti, sostituzione casa, interventi d'insonorizzazione per edifici ed impianti già esistenti etc.
*La mappatura acustica potrebbe comportare la necessità di adeguare il piano regolatore comunale. Potrebbe essere necessaria una modifica delle destinazioni d'uso dei terreni sottoposti all'inquinamento acustico con la conseguente revisione del valore di mercato di terreni e soprattutto di fabbricati.
---o---
E' importante ricordare quanto il Presidente della Giunta Durnwalder ha dichiarato : “La mediazione dovrà svolgersi con la partecipazione più ampia possibile, dando a tutte le categorie interessate l'opportunità di far sentire la propria voce.” “ La mediazione non dovrà inquadrare esclusivamente l'aeroporto isolato dal suo contesto, ma tener conto di tutte le fonti di inquinamento ambientale e acustico” “Un adeguamento dell'aeroporto sarà eseguito solo a condizione di non aggravare l'impatto complessivo per la cittadinanza”
---o---
Questa è la nostra voce.
Grazie per l'attenzione

Fonti e riferimenti:
LEGGE PROVINCIALE 20 novembre 1978, n. 66 (Provvedimenti contro l'inquinamento prodotto da rumore).
Legge 26 ottobre 1995, n. 447 (Legge quadro sull'inquinamento acustico) DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14 novembre 1997 (Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore).
Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 194 (Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale).
DPR 18.11.1998, n. 459 Rumore ferroviario.
DECRETO 31 ottobre 1997 (Metodologia di misura del rumore aeroportuale).
D.P.R. 11 dicembre 1997, n. 496 (Regolamento recante norme per la riduzione dell'inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili civili).
Dm 20 maggio 1999 (sistemi di monitoraggio aeroporti) (Criteri per la progettazione dei sistemi di monitoraggio per il controllo dei livelli di inquinamento acustico in prossimità degli aeroporti nonché criteri per la classificazione degli aeroporti in relazione al livello di inquinamento acustico).
DIRETTIVA 2002/30/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 26 marzo 2002 (che istituisce norme e procedure per l'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti della Comunità).
DECRETO LEGISLATIVO 17 gennaio 2005, n. 13 ( Attuazione della direttiva 2002/30/CE relativa all'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti comunitari ).
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30 marzo 2004, n.142 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447).
DPR 9.11.99 n. 476 (GU 295 17-12-99). Controllo del clima acustico.
Legge n.342/2000. Introduzione a partire dal 2001 di una imposta regionale o di Provincia Autonoma sulle emissioni sonore degli aeromobili. Capo IV art.90.
ISDE, Inquinamento atmosferico e danni alla salute.
http://www.sestopotere.com/index.ihtml?step=2&rifcat=280&Rid=105911
Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.
Rassegna degli effetti derivanti dall'esposizione al rumore.
2006 ENEA. La politica ambientale tra scelta e non scelta .
Emissioni di bioessicatori e termovalorizzatori a confronto.
Provincia Autonoma di Bolzano
ENAC.
ENAV.
ABD.
AERO CLUB BOLZANO-ALTO ADIGE.
http://www.aeroclub.bz/indexit.htm
A22.
AMMODERNAMENTO ASSE FERROVIARIO DEL BRENNERO.
http://www.verdideltrentino.org/FORRER_infrastr_citta%20asta%20Adige.pdf




sabato, 19 maggio 2007

Corriere dell'Alto Adige 2007-05-19

 

Conferenza internazionale a Potsdam. Promossa la strategia altoatesina

Widmann: « Sì al turismo eco compatibile »
BOLZANO — Su invito del Consiglio europeo si svolge in questi giorni a Potsdam un summit di esperti del turismo da tutto il mondo per discutere del futuro del comparto. « I primi risultati della Conferenza internazionale del turismo confermano la via già intrapresa in Alto Adige » sottolinea l'assessore provinciale Thomas Widmann, che aggiunge: « Bisogno di riposo, sviluppo economico e tutela ambientale devono camminare assieme » . Aspetti positivi dello sviluppo turistico, in particolare legati all'economia, e lati negativi, riferiti al mancato rispetto dell'ambiente, sono al centro della discussione. « È una necessità economica, oltre che un obbligo verso le future generazioni » , sottolinea l'assessore Widmann.
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giovedì, 10 maggio 2007

Corriere dell'Alto Adige2007-05-10

IL CASELLO

Laives, An torna alla carica Borin: « Basta tir in centro »

BOLZANO — Il nuovo presidente di Autobrennero, Silvano Grisenti, si è già fatto molti amici in Alto Adige. In particolare a Laives dove tanti cittadini attendono da anni la realizzazione del casello autostradale. Un progetto che la Volkspartei ha sempre cercato, e finora c'è riuscita, di bloccare. « Non capisco il perchè » si chiede Bruno Borin, capogruppo di An a Laives che non nasconde la sua gioia per la recente presa di posizione di Grisenti.
Del casello, Durnwalder e Grisenti, ieri non ne hanno parlato, ma la realizzazione dello svincolo sembra essere ormai inevitabile.
« Ogni giorno — ci tiene a ricordare Borin — circa duemila camion attraversano il centro di Laives per arrivare in zona produttiva. Così non si può andare avanti, l'inquinamento è insopportabile. Per questo da anni chiediamo la realizzazione del casello autostradale che ci liberi dai mezzi pesanti » . In pratica tutti i camion che devono recarsi nella zona industriale di Laives — dove, tra l'altro, ha sede anche il gruppo Röchling — sono obbligati ad uscire aOra se arrivano da sud, a Bolzano se invece arrivano da nord. « Così intasano la statale e rendono l'aria irrespirabile » continua Borin.
Sono anni che si parla del problema dei camion nel centro cittadino e tanto la provincia quanto l'amministrazione comunale hanno sempre sostenuto che l'unica soluzione per far respirare Laives era la costruzione della circonvallazione. Il primo tratto è stato ultimato ma la realizzazione della seconda parte della variante si sta rivelando più complessa del previsto a causa del ricorso presentato dai proprietari della pizzeria La Torre.
« Prima che la circonvallazione sia ultimata passeranno, nella migliore delle ipotesi, almeno dieci o quindici anni » spiega Christian Bianchi, membro dell'esecutivo provinciale di An e, anche lui, consigliere comunale a Laives. ma non è tutto. Infatti secondo Bianchi il problema dei camion si porrà anche quando la circonvallazione in galleria sarà entrata in esercizio: « Sarà difficile garantire la sicurezza in un tunnelmonocanna dove ogni giorno passano migliaia di camion » aggiunge.
« La nostra — gli fa eco Borin — non è una richiesta politica, siamo normali cittadini stufi di dover sopportare l'inquinamento prodotto dai camion. Alcuni anni fa — continua — abbiamo presentato al presidente Durnwalder una petizione firmata da diecimila cittadini, di cui almeno il trenta per cento di lingua tedesca. Però la Provincia si è sempre opposta. Finalmente ora la situazione sembra essersi sbloccata grazie a Grisenti che ha detto chiaramente che il casello di Laives va fatto perchè è espressamente previsto nel contratto che concede ad Autobrennero la proroga sulla concessione » .
Intanto il gruppo consiliare di Alleanza nazionale di Laives si mobilita anche per chiedere la costruzione di barriere antirumore lungo la ferrovia. Lo spunto è offerto dalle dichiarazioni del direttore compartimentale di Rfi, Antonio Ciaravolo che, pochi giorni fa, ha annunciato, lo stanziamento di ingenti somme da destinare alla realizzazione delle barriere antirumore lungo in Bassa Atesina. Barriere che, secondo Borin, dovrebbero contenere pannelli fotovoltaici per la produzione di energia pulita.
« Le barriere antirumore fotovoltaiche sono state sperimentate in altri paesi europei con risultati più che lusinghieri. Dunque — aggiunge il capogruppo di An a Laives — abbiamochiesto alla giunta comunale di impegnarsi promuovere la costruzioni di tali strutture anche lungo l'A22 » . M. An.
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categoria:salute, comune di laives
sabato, 21 aprile 2007
Alto Adige 21-4-07

Bolzano, camera a gas e futura pattumiera

 Tutti felici e contenti gli azionisti dell’Autobrennero per i ricchi dividendi che procura loro l’A22 grazie anche all’aumento di traffico (il 26%, camion compresi). Non si spende una parola sul grave inquinamento e gasamento che la A22 scarica nei polmoni 24 ore su 24 di noi abitanti di Bolzano e Bassa Atesina e dei tanti veleni su tutte le colture che dobbiamo mangiare. Una vera gallina dalle uova d’oro l’A22, la quale avrebbe già incassato i miliardi per essere messa in galleria nel tratto Bolzano - Bassa Atesina, che era la prima cosa da farsi per il semplice fatto che tutto il settore medico sanitario da tempo avverte che i tumori causa i gas velenosi prodotti dall’A22 stanno ammalando anche i bambini di Bolzano e periferia ma, come si sa, sembra che i soldi vengano prima della salute della gente. Politici e azionisti sono completamente latitanti agli avvertimenti sul grave disastro che produce e ha già prodotto l’A22 a cielo aperto su noi abitanti di una città e periferie poste in una buca, e auspicabile sarebbe che oltre all’allarme medico scendesse in campo anche la magistratura perché l’ A22 è un attentato alla salute pubblica che non si può tacere. E la stessa verrà affiancata da altre iniziative inquinanti, vedi aeroporto e megainceneritore, così avremo in regalo, dal presidente di tutti (solo a parole), a Bolzano, altri 180 camion al giorno, sempre sulla A22, per il trasporto immondizie di tutte le valli.
 Credo proprio che mettendo tutto assieme, si possa parlare di Bolzano e periferia come camera a gas e pattumiera al servizio dell’intero Südtirol - Alto Adige. Noi cittadini dobbiamo pretendere dalle autorità locali e nazionali la salvaguardia della nostra salute e quella soprattutto dei nostri figli.
Salvatore Riccadonna BOLZANO
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categoria:salute, conca atesina, antiinquinamento
venerdì, 13 aprile 2007
Corriere dell'Alto Adige  2007-04-13

Marmolada

La denuncia degli ambientalisti « Basta elicotteri sulle Dolomiti »

BOLZANO — Contro l'uso turistico di elicotteri sui massicci dolomitici del Sella e della Marmolada interviene l'associazione ambientalista « MountainWilderness Italia » , che denuncia altri i casi addossandone la responsabilità alla provincia autonoma di Bolzano, Regione Veneto e Comuni interessati a decolli ed atterraggi. In particolare — spiegano gli ambientalisti — in una sola mattinata abbiamo documentato 15 atterraggi in Marmolada, elicotteri che scendevano sopra le teste di centinaia di turisti con un solo uomo che controllava chi scendeva e chi saliva sui velivoli.
Le responsabilità più pesanti — prosegue Mountain Wilderness — ricadono sul territorio della provincia autonoma di Bolzano. È infatti a Passo Gardena che si trova la piazzola di partenza della maggior parte dei voli, è a Passo Gardena che anche gli elicotteri che partono da Monte Cherz ( Belluno) vengono a rifornirsi di carburante, e tutti questi voli passano sul gruppo del Sella, quindi sorvolano territorio amministrato dalle province autonome di Bolzano » .


 Gli elicotteri in internet commentano il loro raggio d'azione
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categoria:salute, mountain wilderness, antiinquinamento
venerdì, 30 marzo 2007
Corriere dell'Alto Adige 2007-03-30

Vignoli: misurazioni più precise. Laimer: sistema interessante

Caccia alle polveri sottili Ecco la centralina mobile

Apparecchio ideato al Tis. Glauber entusiasta
BOLZANO La qualità del dato statistico dipende strettamente dalla metodologia adottata per la sua raccolta.
Partendo da questo evidente assunto si possono capire le polemiche che sempre accompagnano la scelta dell'ubicazione delle centraline per la rilevazione della concentrazione di polveri sottili nell'aria: secondo molti ambientalisti sono sistemate in zone poco toccate dal problema, di parere opposto sono invece i politici e i tecnici addetti alle rilevazioni. Ma alla fine al semplice cittadino che si trova a camminare per le strade della città rimane in sospeso la domanda: che aria respiriamo veramente? Da oggi a questa domanda si potrà rispondere con precisione. Cisma — start up nel Tis innovation park di Bolzano — ha infatti recentemente brevettato un apparecchio mobile per la misurazione delle polveri sottili nell'aria, con un Gps incorporato che registra l'ora e il luogo corrispondente alla localizzazione.
Il sistema si chiama Mass ( Mobile air sampling system) e avendo il vantaggio di poter essere facilmente trasportato o addirittura installato su un'auto permetterà di ottenere informazioni molto più precise sulla qualità dell'aria rispetto alla centralina fissa. « Il dato dell'inquinamento non è costante su tutto il territorio, ecco perché serve un apparecchio mobile. Ce ne siamo resi conto negli anni trascorsi a elaborare i dati delle misurazioni effettuate con le centraline fisse » , spiega Gianluca Vignoli, uno dei responsabili di Cisma.
« Certo, si tratta di una novità interessante e da prendere in considerazione afferma l'assessore provinciale all'Ambiente Michl Laimer ma come elemento in più per la raccolta dei dati, non come alternativa al sistema esistente.
Questa innovazione ci permetterebbe effettivamente di migliorare il servizio » .
Sui nuovi dati che potrebbero emergere, Laimer resta però cauto: « Tutta la conca di Bolzano ha questo problema, non credo ci siano grandi differenze da zona a zona » . Dall'Ökoinstitut, Hans Glauber simostra invece entusiasta di questa possibilità. « Ogni strumento utile a rilevare e localizzare con precisione il problema non può che essere il benvenuto sostiene — Sappiamo che il monitoraggio di questo fenomeno è una questione complessa visto che il dato può variare a causa di diversi fattori, come ad esempio in che direzione spirano i venti e se " importano" inquinamento da altre zone. Le Pm10 sono comunque un problema da non sottovalutare, considerando che nel 2000 sono state registrate 288mila morti premature causate dall'inquinamento atmosferico, vale a dire il numero degli incidenti stradali mortali moltiplicato per sette » .
Favorevole anche Wally Rungger consigliera comunale dei Verdi che però sottolinea che « bisognerà verificare se c'è un'effettiva volontà politica di utilizzare questo tipo di strumento, almeno nelle situazioni di dubbio per capire come stanno effettivamente le cose » .
Marco Armani
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categoria:salute, innovazione, antiinquinamento

mercoledì, 28 marzo 2007

Corriere dell'Alto Adige  2007-03-28

AMBIENTE

« Suv » sulla Gran Risa In arrivo le sanzioni

BOLZANO — Ci saranno sanzioni per la gara dei Suv in programma sulla Gran Risa. Lo ha detto il presidente Luis Durnwalder rispondendo all'interrogazione di Hans Heiss ( Verdi) che attaccava: « Si è trattato di un pessimo spettacolo per tutti coloro che hanno a cuore la tutela del clima » .
Durnwalder: « Il parere degli uffici era positivo, quindi ho dato la concessione anche se ora non lo farei più » .
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categoria:salute, provincia di bolzano
giovedì, 22 marzo 2007
Alto Adige 22-3-07
Medici in coro: è allarme inquinamento
Dal Distretto di Laives altro appello dopo quello fatto a Egna 2 anni fa
LAIVES/EGNA. E sempre allarme inquinamento nel comprensorio, da Laives fino a Sa lorno. E sono ancora una volta i medici di base a sollevare la questione. Prendendo lo spunto dal progetto di ampliamento dello scalo aeroportuale, è dei giorni scorsi la presa di posizione di nove medici del Distretto di Laives, Bronzolo e Vadena che hanno evidenziato i rischi per la salute a causa degli eccessivi rumori e dei veleni nell'aria. Ma già nel maggio del 2005 i loro colleghi della Bassa Atesina avevano lanciato un allarme.
L'INIZIATIVA. I medici dil base della Bassa avevano constatato un aumento delle malattie dell'apparato-respiratorio, soprattutto tra i bambini. E allora che fare? Tra le proposte, la realizzazione di una stazione fissa di rilevamento lungo I'A22 nei pressi del casello autostradale (è stata poi effettivamente sistemata proprio in quel punto con risultati purtroppo evidenti sul grave inquinamento atmosferico) ed il divieto di transito per veicoli con motori di vecchia generazione. I medici di i base, si erano incontrati, su iniziativa della consigliera provinciale Svp, Rosa Thaler, anche con il direttore dell'Ufficio aria e rumore della Provincia. «Il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione e deve avere la precedenza. Sta nella nostra responsabilità, garantire che ciò avvenga», avevamo affermato i dottori, spalleggiati dalla esponente della Stella alpina. «Per questo sono necessarie comuni iniziative per cercare di risolvere il problema dell'inquinamento, in particolare utilizzando tutti gli accorgimenti tecnici per arrivare ad una riduzione dello smog». Alla riunione di Egna erano presenti i dottori Klaus Raffeiner, Pier Luigi. Simari, Luis Thurner, Manfred Nussbaumer, Margarethe Brenner, Alfredo Regini, Alfons Haller, Gerlinde von Fioreschy, Hugo Wegher, Gerd Holzknecht, Dora Bertagnolli e Alfred Stimpfl. Il diirettore dell'Ufficio aria rumore aveva informato i presenti sui dati d'inquinamento relativi alla Bassa Atesina e le loro implicazioni sulla salute dei residenti. A conferma dei dati, i medici di base avevano rilevato che in tutto il coniprensorio sono in aumento le malattie all'apparato respiratorio e le allergie, soprattuttotra i bambini.
ARIA AVVELENATA. Le misurazioni effettuate in Bassa Atesina Atesina hanno messo in luce che la qualità dell'aria in. zona è paragonabile a quella del capoluogo: con livelli d'inquinamento maggiori nel pe riodo invernale a causa dell'inversione termica. Il rischio è che lungo 1'A22 in futuro il traffico vada ancora in particolar modo quello composto da veicoli con motori di vecchia generazione (lo stop nei mesi scorsi s'è rivelato un flop). Ecco dunque che sono necessari, provvedimenti drastici, avevano dichiarato i medici.
ALTRO PRESSING. Nove medici, fra cui due pediatri di base, che svolgono la loro professione nel distretto di Laives-Bronzolo-Vadena in una lettera aperta chiedono alla giunta provinciale «di non ampliare l'aeroporto di Bolzano» ma di investire i soldi previsti per il progetto “ nel miglioramento del servizio di trasporto pubblico». I medici evidenziano i disagi causati da varie forme di inquinamento. La presa di posizione è firmata dai medici Roberto Tata, Walther Clementi, Elena Calliari, Enzo Bertamini, Christine Simeoni, Johann Prugger, Norberto Carli, Tiziana Pezzetta e Claudio Paganini. Secondo i medici «Già adesso gli abitanti della conca di Bolzano e della Bassa Atesina sono esposti a vari agenti ambientali che troppo spesso superano i limiti di legge: rumore, ozono, polveri sottili ed altro. L'ampliamento previsto dell'aeroporto, con un ovvio aumento del traffico aereo, altro non potrà che fare che peggiorare ancora questa situazione». I medici evidenziano i risvolti negativi sulla salute della popolazione, in prima linea bambini ed anziani, causati da questi agenti fisici e chimici» e quindi chiedono alla giunta provinciale «di non ampliare l'aeroporto di Bolzano ma di investire i soldi previsti per quel progetto per migliorare il servizio di trasporto pubblico (treni, autobus, eventualmente la metropolitana di superficie) nella zona».
ROSA THALER. La consigliera provinciale Svp ha inviato una lettera-appello al presidente Durnwalder ed all'assessore Widmann per evidenziare che «in Bassa Atesina la situazione è molto difficile a causa dell'inquinamento acustico e del traffico. Quest'ultimo è in costante aumento sia sull'autostrada sia lungo la statale 12, dove ogni giorno transitano in media più di 14 mila veicoli. La qualità della vita è poi ulteriormente peggiorata dal traffico ferroviario». Immediata era stata la replica dell'Union fiir Suedtirol secondo cui «la Provincia e la consigliera Svp Rosa Thaler non si sono adoperate a sufficienza per cercare di contenere le emissioni di biossido di azoto e di Pm10. La giunta provinciale dovrebbe cercare di adoperarsi maggiormente e adottare misure concrete in grado di tutelare la salute degli abitanti. I dati dell'Appa sono preoccupanti. Fino ad oggi in Bassa Atesina non è mai stato fatto nulla di concreto per risolvere la situazione. La popolazione si aspetta un contributo maggiore, per contenere l'emissione dei valori inquinanti. A subire le conseguenze sono soprattutto, i bambini».
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giovedì, 22 marzo 2007
Alto Adige 22-3-07

VADENA 1
Arrivano le barriere a fianco dei binari
VADENA. Un, altro passo in avanti - positivo - in merito al progetto che prevede: l'installazione di barriere antirumore lungo la linea del Brennero: il sindaco di Vadena Alessandro Beati ha ottenuto il benestare di tre proprietari di zona Cervo per l'uso di cantiere sui loro terreni. Quindi si può procedere, senza più ostacoli, verso una realizzazione che è prioritaria per la comunità e quindi anche per 1'aministrazione comunale dopo i ricorsi sulla gara di appalti delle Ferrovie indetta dopo l'accordo fra la giunta provinciale e le Ferrovie. Fra Vadena e Bronzalo le barriere aritirumore saranno per complessivi 1.050 metri e risolveranno vari disagi manifestati dagli abitanti.
VADENA 2
Le protezioni anche sull'autobrennero
VADENA. Passi in avanti anche ber quanto riguarda le barriere antirumare ai lati dell'Autobrennero: i tecnici hanno infatti concluso la serie di verifiche fonometriche lungo 1'A22 all'altezza dell'abitato ed il preidente dell'Autobrennero Ferdinand Willeit ha sollecitato la progettazìane.La società dell'A22 ha dunque confermato che là proposta progettuale per la sistemazione di barriere antirumore sarà portata all'attenzione del consiglio di amministrazione. Il tutto dovrebbe avvenire entro breve tempo con il cantiere che dovrebbe essere approntato entro la fine dell'anno. Le barriere -800 metri su entrambi i lati - vengono richieste da diversi, anni per arginare l'inquinamento acustico.
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venerdì, 16 marzo 2007
Alto Adige 16-3-07

AEROPORTO
Scarsa fiducia nel mediatore
LAIVES. Fra i gruppi consiliari di opposizione vi è scarsa fiducia nell'azione che sta portando avanti il mediatore per l'aeroporto di San Giacomo e questa posizione è emersa in aula consiliare l'altra sera a seguito di un ordine del giorno presentato dal consigliere Rosario Grasso (Rifondazione comunista). Per Bianchi (An) «È pericoloso partecipare alla mediazione in atto senza avere, - come Comune, una posizione ben definita su ciò che si vuole raggiungere alla fine». A sua volta il collega Bruno Borin ha elogiato- il gruppo Svp che perlomeno ha già fatto sapere di non vedere bene il progetto di ampliamento dell'aeroporto. «Su tutto si può mediare - ha tuonato Borin - meno che sulla salute della gente».
Il sindaco Polonioli ha invece difeso la linea attendista della giunta, spiegando che in questa fase interlocutoria e di sostanziale raccolta di tutti i dati possibili, non sarebbe corretto prendere una posizione definitiva, pro o contro l'aeroporto, perché non rispecchierebbe quella dell'intera comunità locale». (b.c.)
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martedì, 27 febbraio 2007

Alto Adige 26-2-07

BAUERBUND IN ASSEMBLEA
Richiamo del teologo Golser
“Un'agricoltura sostenibile”

di Mirco Marchiodi

BOLZANO. «Che ci faccio, io come teologo, qui tra gli agricoltori?». Ha esordito così Karl Golser, docente di teologia morale e vicedecano di Bressanone, per introdurre il suo intervento durante la sessantesima assemblea provinciale del Bauernbund, la potente associazione dei contadini che raggruppa oltre ventimila soci in tutta la provincia. Un intervento accorato, con un invito chiaro a favore dello sviluppo sostenibile, dell'ambiente e dei valori tradizionali dell'agricoltura. Una sorta di ritorno alle origini, che qui in Alto Adige viene vissuto quotidianamente da centinaia di famiglie di contadini di montagna.
Il titolo della relazione del teologo dice già tutto: « Un'agricoltura sostenibile per rispettare la natura». Cosa significa? Golser cita un documento redatto dai vescovi tedeschi: «Un'agricoltura sostenibile non è volta a sfruttare fino all'ultimo il terreno e gli animali, bensì a salvaguardare la natura con la sua biodiversità in quanto fonte di cibo e di habitat. È necessario estrarre dalla terra solo quanto si è poi in grado di restituirle, mentre gli animali vanno allevati in modo tale da garantirne il benessere a lungo termine». Sostenibilità, valori, qualità della vita. Sono termini che ricorrono spesso durante l'intervento di Golser che si rifà anche alle parole di Giovanni Paolo II, «che spingeva - dice Golser - per quella che lui stesso definiva conversione ecologica».
Golser parla ai contadini parlando di mucca pazza e influenza aviaria. «È ora di trattare gli animali come creature e non come "merce vivente"», ammonisce. Niente allevamenti di polli in batteria, né gabbie troppo strette o senza luce. «A lungo termine continua il teologo il futuro dell'agricoltura potrà essere garantito solo se saremo in grado di trasmettere al consumatore l'importanza della salute e della qualità. A tal fineè necessario puntare maggiormente alla certificazione. dei prodotti, ma allo stesso tempo è importante premiare una produzione che rispetta la natura, così come è necessario, per motivi ambientali, promuovere sempre maggiormente i prodotti regionali». Un richiamo Golser lo fa anche alla religione, all'importanza della domenica come giorno sacro e di riposo, ma anche un invito agli agricoltori a non nascondere il proprio credo, «perché non lo fanno neppure i musulmani che tanto numerosi lavorano alle vostre dipendenze». La chiusura: « Un aspetto fondamentale del messaggio della Bibbia è l'unione di rispetto e giustizia sociale. Ed è proprio al giorno d'oggi - confrontandoci con i rischi di cambiamenti climatici e altre conseguenze negative che l'impatto dell'uomo ha sulla natura come il disboscamento, la perdita della liiodiversità o la costante riduzione delle risorse idriche - che constatiamo sempre di più che non giungeremo mai alla giustizia sociale se non rispettiamo la natura. L'agricoltura ha il compito di fornire, nel rispetto della natura, quanto è necessario per vivere e di contribuire alla salvaguardia della vita in tutte le sue dimensioni».


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sabato, 24 febbraio 2007

Comune di Laives





COMUNICAZIONI ISTITUZIONALI

Giornata senz’auto del 25 febbraio 2007



Con ordinanza n. 11 del 16.02.2007 l'assessore alla mobilitá urbana ha disposto  la "Giornata senz’auto del 25 febbraio 2007".


NOTIZIE

Domenica a piedi    per la “giornata senz'auto”

Lungo via Kennedy giochi, musica, gastronomia e teatro di strada


Anche il Comune di Laives aderisce alla “Giornata senz'auto” in programma domenica 25 febbraio: dalle 10 alle 16 in tutto territorio comunale è stato disposto il blocco di tutti i veicoli a motore (compresi quindi gli euro 4 ed euro 5). Per una giornata, quindi, pedoni, biciclette e roller saranno i veri padroni della città e potranno circolare tranquillamente lungo tutte le strade di Laives, Pineta e San Giacomo senza doversi “guardare” dai pericoli del traffico automobilistico

Per rendere la giornata ancora più interessante, l'amministrazione comunale ha organizzato una serie di iniziative ricreative lungo via Kennedy. Nel piazzale del supermercato Despar saranno montati giochi gonfiabili per bambini; lungo la strada saranno invece allestiti numerosi stand gastronomici, con strudel e vin brulé offerti dalle organizzazioni dei frutticoltori di Laives. Come in tutte le feste non mancherà ovviamente la musica, con stand di dj rivolti soprattutto ai giovani.
Un'attrazione che finirà per catalizzare l'attenzione sarà sicuramente quella offerta dagli artisti di strada della compagnia “I Guitti” di Bologna.
Il Nuovo gruppo carnevalesco di Pineta ha messo a disposizione un trenino per i bambini e lungo via Kennedy sarà possibile fare un giro su una carrozza trainata da cavalli.

All'iniziativa, organizzata dall'amministrazione comunale di Laives, ha aderito anche l'associazione commercianti: in via eccezionale i negozi potranno restare aperti al pubblico.

Gli autobus, i mezzi autorizzati e i veicoli in transito lungo la Statale 12 saranno deviati sui consueti percorsi alternativi lungo le strade interne.
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sabato, 24 febbraio 2007
  Comunicato



  Partecipiamo alla Giornata senz’auto di domenica 25 febbraio, così  come ci piacerebbe che molti cittadini partecipassero alle “giornate di digiuno dall’auto” proposte da alcuni ambienti della Chiesa trentina ed austriaca. Due iniziative simboliche che vorremmo potessero essere anche educative, che ci facessero capire quanto le nostre città, senza le automobili, siano più vivibili e a dimensione d’uomo ( e soprattutto di bambino) .
Diverso il discorso ambientale, dove solo misure  che riducano il numero dei veicoli circolanti, insieme ad altre misure atte ad evitare qualsiasi altra fonte di inquinamento della città ( aerei, inceneritore, industrie) potranno realmente portare ad una riduzione delle polveri sottili e degli altri inquinanti.
Non ci piace, come ha detto l’assessore Klaus Ladinser “ assaporare il piacere di vivere per un giorno senza auto, senza l’incubo del traffico, del rumore, dell’inquinamento”, vorremmo che fossero scelte politiche precise non “piccoli contentini”.
Soprattutto non vogliamo dimenticare, neanche in questa domenica, il pericolo che l’inquinamento delle nostre città rappresenta per l’ambiente e per la salute dei cittadini.
Per questo aderiamo all’iniziativa proposta dagli amici di Be ppe Grillo di Bolzano (www.beppegrillo.meetup.com/157) di una BICICLETTATA IN CITTA’ con il seguente programma:
10.45 -11 raduno in piazza Vittoria, davanti alla libreria Cappelli, in onore di uno dei tratti di pista ciclabile più pericolosi della città (ponte Talvera-viale Venezia-p.zza della Vittoria- corso Libertà)
11-12   scorazziamo per la città
12 - 12.30 arrivati alla meta ci si prende un aperitivo insieme e si scambiano due chiacchiere a ruote ferme
Dal sito   www.ambientesalute.org  vi proponiamo di scaricare e stampare  lo slogan da appendere alle biciclette e ai seggiolini dei bambini


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giovedì, 15 febbraio 2007
Alto Adige 15-2-07

LA PROTESTA DI VICENZA

PER I TECNICI DEL MINISTERO DEVE ANCHE RISPETTARE LA DIRETTIVA EUROPEA SULL'HABITAT
Impatto ambientale: per la base serve l'ok
VICENZA. A due giorni dal corteo di Vicenza, arriva l'assist, forse l'ultimo, che i contrari alla base americana servono sul piatto del Governo per un ripensamento: il progetto per la Ederle 2, al l'aeroPorto Dal Molin, deve essere “ sottoposto alla normale procedura di valutazione di impatto ambientale». Cosa di cui finora nessuno aveva parlato. Tranne i Verdi che infatti si sono precipitati a Vicenza, con il capogruppo alla Camera, Angelo Bonelli, e la deputata Luana Zanella, a spiegare contenuto e conseguenze della nota con cui la Direzione generale del ministero dell'Ambiente ha dato il proprio parere. Il nuovo'camp' americano a Vicenza - secondo i tecnici del ministero - non rientrerebbe tra, le eccezioni previste per le opere «destinate alla difesa nazionale». Quindi necessita della procedura di 'Via'. Per il ministero dell'Ambiente, inoltre, la nuova base americana deve necessariamente essere sottoposta anche allaValutazione di Incidenza, prevista dalla «direttiva habitat” dell'Unione Europea: perchè nei 55 ettari complessivi dell'area attorno al dal Molin esistono il reticolo idrogeologico del Bosco di Dueville, e le risorgive limitrofe, individuati come esito di importanza Comunitaria». Quindi, conclude la direzinne del ministero di Pecorario Scanio bisognerà vigilare sulle competenti autorità, affinchè vengano portate a conclusione le procedure di Via e di Valutazione di Incidenza, per non rischiare un. contenzioso comunitario. Insomma, come ha spiegato Bonelli, un'occasione per il Governo italiano di marcia indietro e dire “no» alla Base vicentina per questioni «tecniche» prima ancora che politiche.
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lunedì, 12 febbraio 2007



16. Februar: zweiter
Jahrestag von Kyoto



Mit der Unterschrift unter das Kyoto-Protokoll hat sich Italien verpflichtet, die Emissionen
der sogenannten Treibhausgase innerhalb 2012 drastisch zu reduzieren. Genauer
gesagt um 6,5% im Vergleich zu 1990.
Von 1990 bis heute sind die Treibhausgasemissionen in Italien um 13% gestiegen
Jetzt wachen alle auf. Die Klimaveränderungen werden sichtbar und wenn wir
unkontrollierbare Klima-Katastrophen verhindern wollen, müssen wir jetzt auf
die Emissions-Bremse treten. Sofort.
Ein größerer Flughafen und mehr Flüge bedeuten eine
Verschlimmerung der Situation und sind gegen die europäischen Richtlinien, die von
uns verlangen, den Klimawandel in Grenzen zu halten.
Halten wir diesen Unsinn auf und beginnen endlich zu reduzieren!
Freitag 16.2 um 17.30 bei der Talferbrücke (Theiner)
Kundgebung und Demonstration gegen die Erweiterung des
Bozner Flughafens und für die Volksabstimmung


16 febbraio: secondo
anniversario di Kyoto


Firmando il protocollo di Kyoto l’Italia si è impegnata a ridurre drasticamente le
emissioni dei cosiddetti gas serra entro il 2012 in misura del 6,5% rispetto alle
emissioni registrate nel 1990.
Dal 1990 ad oggi le emissioni sono invece aumentate del 13%.
Adesso però si stanno svegliando tutti. I cambiamenti climatici sono ormai
troppo evidenti e se non vogliamo andare incontro a disastri dobbiamo frenare
adesso. Subito.
Ampliare l’aeroporto ed aumentare i voli significa partecipare ad
aggravare i problemi, e ciò contro la tendenza delle direttive europee volte a contenere
il cambiamento climatico.
Fermiamo questa insensatezza e iniziamo a risparmiare!
Venerdì 16 febbraio alle 17.30 al ponte Talvera (Theiner)
Manifestazione e corteo per dire no all’ampliamento
dell’aeroporto di Bolzano e si al referendum




  • I Verdi rinunciano alla mediazione sull’ aeroporto. 08.02.2007



I Verdi rinunciano alla mediazione sull’ aeroporto

Daranno priorità alla legge sull’aeroporto in consiglio provinciale ed alla raccolta di firme per il referendum    



I Verdi non parteciperanno al processo di mediazione sull’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano. Preferiscono concentrarsi sul loro ruolo di partito in consiglio provinciale e sulla raccolta di firme per indire un referendum popolare riguardo l’aeroporto stesso.

Il 26 di febbraio la commissione legislativa del consiglio tratterà una proposta di legge dei Verdi che prevede tra le altre cose la totale rinuncia a sovvenzioni e partecipazioni pubbliche da parte della società di gestione aeroportuale. Secondo i Verdi questa legge dovrebbe essere sottoposta a referendum popolare.

Contemporaneamente i Verdi vogliono collaborare insieme ad altre iniziative popolari ed associazioni ambientaliste alla grande raccolta di firme in tutta la provincia, per chiedere il parere popolare sul futuro dell’aeroporto. Questo modo di procedere è stato discusso intensamente con le diverse associazione ed iniziative che si oppongono all’ampliamento dell’aeroporto.

Una parte delle suddette associazioni ed iniziative popolari seguirà la mediazione partecipandovi attivamente, mentre gli altri (i Verdi, l’associazione protezionisti, il WWF et. al.) si limiterà al ruolo istituzionale in Consiglio provinciale o al lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Nonostante la scelta dei Verdi di uscire dalla mediazione, quest’ultima continua ad essere un valido processo in grado di stimolare un dialogo ed un confronto tra le parti coinvolte. I Verdi  augurano agli ambientalisti ed ai comitati di cittadine e cittadini che parteciperanno alla mediazione, di riuscire a convincere i propositori sulla inutilità dei loro progetti, privi di convenienza economica ed inaccettabili dal punto di vista sociale ed ambientale per i costi e danni che comporterebbero.

Secondo i Verdi, soprattutto considerando le recenti previsioni sulle conseguenze del cambiamento climatico, sarà molto difficile raggiungere un compromesso al riguardo.

Data l’urgenza di un impegno generale alla riduzione delle emissioni  in atmosfera risulta inaccettabile un aumento dei voli che comporterebbero invece un aumento non più sostenibile delle emissioni stesse  


Bolzano, 08.02.2007
Franco Bernard, Portavoce provinciale dei Verdi

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categoria:salute, aereoporto san giacomo, antiinquinamento
mercoledì, 07 febbraio 2007

“Una scomoda verità”, film-documentario di Al Gore sui cambiamenti climatici.

loc una scomoda verita rid
“Una scomoda verità”, il film diretto da Davis Guggenheim in cui l’ex vicepresidente americano Al Gore ha un ruolo da protagonista, affronta la questione dell’effetto serra e delle conseguenze del riscaldamento globale sulla base delle molte ricerche condotte sull’argomento. La pellicola, distribuita in questi giorni nelle sale italiane, mette in luce l’esistenza di un grande consenso scientifico sul fatto che i mutamenti climatici siano un processo già in atto e che su di essi abbia influito l’azione umana. Il documentario rileva anche che negli anni si è avuta un’azione mirata a nascondere i dati che evidenziavano l’importanza del problema e che non è stata data voce agli scienziati che parlavano di questa “scomoda verità”.
Il riscaldamento globale ha assunto tutti i connotati di una questione politica e morale di fondamentale importanza. Le scelte dei politici nelle decisioni amministrative così come i comportamenti dei singoli cittadini nella vita quotidiana avranno un ruolo determinante nello stabilire le dimensioni dell’impatto che le emissioni di gas climalteranti produrranno sull’ambiente nei prossimi anni.

Sul sito www.unascomodaverita-ilfilm.it è possibile scaricare la locandina del film, oltre a sfondi e screensaver in tema.

Luca Lombroso
Ha una esperienza ventennale nelle previsioni ed osservazioni meteorologiche. E' autore di numerose pubblicazioni scientifiche e ha una vasta esperienza didattica e divulgativa in corsi, seminari e conferenze in particolare su meteorologia Alpina- Appenninica e sui cambiamenti climatici.
Nel 2006 ha pubblicato per i tipi di Edagricole Il sole 24 Ore il suo ultimo libro "Il Tempo in Fattoria - guida alle previsioni meteorologiche in campagna". Dal 2003 fa parte del comitato scientifico della trasmissione “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio su Rai 3, esperienza che prosegue tutt'ora anche come meteorologo in studio. E’ Tecnico presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio E. nel Dipartimento Ingegneria dei Materiali e dell'Ambiente.

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categoria:salute, antiinquinamento
mercoledì, 07 febbraio 2007
COS'È IL RISCALDAMENTO GLOBALE? Il diossido di carbonio ed altri gas riscladano la superficie del pianeta naturalmente trattenendo il calore solare nell'atmosfera. Questa e' una buona cosa perche' rende il nostro pianeta abitabile. Purtroppo pero', bruciando combustibili fossili come carbone, gas e petrolio e distruggendo le foreste abbiamo incrementato drammaticamente la quantita' di diossido di carbonio nell'atmosfera terrestre e le temperature stanno salendo.
La maggioranza degli scienziati concordano sul reale riscaldamento del globo, e' gia' successo ed e' il risultato delle nostre attivita' e non un fatto naturale. La prova e' schiacciante e innegabile. Stiamo gia' vedendo i cambiamenti. I ghiacciai si stanno sciogliendo, le piante e gli animali sono forzati nei propri habitat e il numero di uragani e siccita' sta aumentando.

Il numero degli uragani di categoria 4 e 5 si e' raddoppiato negli ultimi 30 anni.

La malaria e' arrivata alle piu' alte quote, come sulle Ande colombiane, a circa 7000 piedi sul livello del mare.

La fusione del ghiaccio dai ghiacciai della Groenlandia si e' piu' che raddoppiata nell'ultima decade.

Almeno 279 specie di piante ed animali stanno rispondendo al surriscaldamento del globo avvicinandosi ai poli.
Se il riscaldamento continua, possiamo aspettarci conseguenze catastrofiche.

Le morti causate dal riscaldamento del globo raddoppieranno in soli 25 anni -- fino a 300,000 persone all'anno.

Il livello degli oceani potrebbe salire piu' di 20 piedi con la perdita di una parte del ghiaccio della Groenlandia e dell'Antartide, devastando le zone costiere di tutto il mondo.

Le ondate di calore saranno piu' frequenti e piu' intense.

Ci saranno piu' spesso siccita' e incendi.
L'oceano Artico potrebbe sciogliere entro l'estate del 2050.

Piu' di un milione di specie in tutto il mondo potrebbe rischiare l'estinzione dal 2050.
Non c'e' dubbio che noi possiamo risolvere questo problema. In effetti siamo obbligati moralmente a farlo. Piccoli cambiamenti alla nostra vita quotidiana possono fare la differenza aiutando a fermare il riscaldamento globale. E' il momento di unirsi per risolvere questo problema - AGISCI .
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categoria:salute, antiinquinamento
venerdì, 02 febbraio 2007
Keine faulen Kompromisse.
Wir sind für eine Volksabstimmung, bei der allein die Bevölkerung entscheiden soll, ob sie die Flugplatzerweiterung will oder nicht. Schließlich wird der regionale Flugverkehr von der gesamten Bevölkerung fi nanziert und ein nicht unbeträchtlicherTeil dieser ist dem Lärm und den Abgasen des Flugverkehrs ausgesetzt.

No a falsi compromessi.
Siamo per il referendum propositivo. La decisione a tutta la cittadinanza:
è tutta la popolazione che deve sopportare le conseguenze economiche ed
ambientali dell‘eventuale ampliamento dell‘aeroporto. La popolazione va
rispettata e non sorvolata.

16.02.2007 Wir treff en uns um 17.30 Uhr bei der Talferbrücke (Bar Theiner)
und ziehen dann gemeinsam zur Kundgebung am Kornplatz (18.00 Uhr)
Ci incontriamo al ponte Talvera (Bar Theiner) alle ore 17.30 per marciare
insieme alla piazza del Grano dove si svolge la manifestazione (ore 18.00)

Gruppo Ambientalista/ Umweltgruppe ,WWF, Legambiente, Sh.asus, Ambiente e Salute/Umwelt und Gesundheit, Quincho Barrilete


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giovedì, 01 febbraio 2007
Alto Adige 1-2-07
INQUINAMENTO ACUSTICO
Vadena: finiti i rilievi fonometrici presto l'incarico di progettazione

VADENA. I rilievi fonometrici sono conclusi ed il presidente dell'Autobrennero Ferdinand Willeit ha sollecitato la progettazione per la sistemazione delle barriere antirumore lungo l'A22. Si tratta, in pochi giorni, della seconda buona notizia nel contesto dell'impegno per diminuire l'inquinamento acustico: si è infatti sbloccata la situazione di stallo per la posa delle barriere a lato della linea ferroviaria.

La società dell'Autobrennero ha dunque confermato - dopo una serie di sollecitazioni delle precedenti e dell'attuale amministrazione comunale di Vadena - che la proposta progettuale per la sistemazione di barriere antirumore sarà portata all'attenzione del consiglio di amministrazione. Il tutto dovrebbe avvenire entro breve tempo. Se verrà dato il benestare - pare che non vi siano da mettere in preventivo particolari ostacoli - il cantiere dovrebbe essere approntato entro la fine dell'anno. Le barriere - saranno complessivamente oltre 800 metri di protezioni all'altezza di diverse abitazioni e dovrebbero essere realizzate sia sul lato est che su quello ovest dell'autostrada - vengono richieste da diversi anni proprio per arginare un inquinamento acustico sempre molto elevato, soprattutto nelle ore notturne. Per sollecitare le barriere antirumore a lato dell'autostrada, il sindaco Alessandro Beati si è recato presso il Laboratorio aria e rumore della Provincia dove ha potuto avere copia dei risultati di una serie di misurazioni che sono state effettuate all'altezza della casa Pedrotti. «Il risultato 'e che di notte il rumore supera í limiti consentiti per legge - dice Beati e così dobbiamo agire, anche perché esistono obblighi di legge in materia. In sostanza vengono fissate due fasce di misurazione la A e la B, caratterizzate da minore e maggiore distanza dalla fonte del rumore. La casa in oggetto è in fascia A, dove c'è un limite di 60 decibel, limite che, come evidenziano le misurazioni effettuate dal Laboratorio aria e rumore viene superato di notte a causa dei mezzi in transito sull'A22». L'amministrazione comunale, preso atto dei dati, ha inviato l'ennesima lettera all'Autobrennero per illustrare la situazione, corredandola con i risultati dei rilevamenti fatti. L'A22 s'è data da fare - stavolta con rapidità - ha disposto i ricordati rilievi fonometrici (conclusi di recente) che costituiranno la base per l'avvio della fase progettuale.
Altra fonte di disagi per il territorio di Vadena - ed in particolare per la zona Cervo - è anche il rumore causato dal passaggio dei treni. In questo caso le promesse (e finanziate grazie all'accordo con la Provincia) delle barriere si sono sbloccate proprio di recente dopo una serie di ricorsi alla gara di appalto che era stata indetta, a livello europeo, dalle Ferrovie italiane. Sulla base delle comunicazioni avute dalle Ferrovie, il sindaco di Vadena Alessandro Beati ha convocato in municipio tre proprietari di zona Cervo per ottenere da loro il benestare per l'uso di cantiere sui loro terreni: è il primo passo, indispensabile, in vista dei progetto esecutivo.


ZONA CERVO
La vivibilità da recuperare”

VADENA. Il comitato civico della zona Cervo - insiste anche sul territorio di Laives - s'è appellato più volte agli amministratori sia comunali che provinciali perchè trovino delle soluzioni ad una serie di problematiche. È in particolare l'inquinamento acùstico - causato dal passaggio dei treni e degli automezzi sull'A22 - a creare i problemi maggiori con conseguenti disagi per i residenti che contestano anche i rumori provocati dal decollo degli aerei dal vicino aeroporto, rumori destinati ad aumentare se lo scalo verrà ampliato. Il comitato civico, sempre in relazione all'inquinamento acustico, ha espresso a più riprese - appoggiato in questo anche dalle associazioni ambientaliste provinciali - le proprie riserve anche in merito al costruendo Centro di Guida Sicura ottenendo comunque garanzie dalla Provincia che verranno adottati tutti gli accorgimenti necessari per evitare ulteriori fonti rumorose in zona.
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giovedì, 01 febbraio 2007
Corriere dell'Alto Adige 30-1-07
Le nanopolveri, nemico micidiale


Pare ormai innegabile che l'inceneritore di Bolzano sarà dannoso per la salute di noi cittadini. Lo confermano gli esperti del Cnr e grandi ricercatori scientifici, lo negano stoicamente gli amministratori pubblici che evidentemente ne sanno di piú.
Sappiamo che le nanopolveri sono letali, che sono genotossiche (alterano la struttura genetica delle cellule), che producono un aumento significativo di malattie mortali come tumori e leucemie, nonché svariati altri disturbi piuttosto «fastidiosi».
Abbiamo anche capito che le nanopolveri sono inevitabili, poiché talmente piccole da non essere filtrate da alcun mezzo tecnologico. Tutto questo dovrebbe essere sufficiente per decidere di non procedere oltre in questo sciagurato progetto, risolutivo solo nel breve termine per quanto concerne l'eliminazione dei rifiuti.
È sconfortante notare che di fronte a inoppugnabili dati scientifici e riscontri statistici il mondo politico nega e risponde dicendo che in fondo anche il traffico produce inquinamento.
Pensavo che progresso significasse intelligenza, ma evidentemente sono un ingenuo.
Siamo consapevoli del fatto che diverse fonti di inquinamento saranno la causa di moltissimi morti tra la popolazione (pensiamo a quali costi sociali). È su questo fronte che si devono prendere decisioni importanti, la tutela ambientale deve essere la priorità politica per il futuro, a prescindere dagli schieramenti ideologici. La nostra sopravvivenza dipende direttamente dalle scelte che oggi facciamo per ilfuturo,quindi non consoliamoci del fatto che anche il traffico produce inquinamento. Combattiamo anche quello.
Paolo Bega, Bolzano
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categoria:salute
domenica, 28 gennaio 2007
Mediazione-opportunità

La mediazione prevista per l'aeroporto, e non solo, rappresenta -per fortuna- anche una grande opportunità per affrontare molti argomenti rimasti per lungo tempo tabù nell'area che si trova ad essere da cuscinetto fra la città e la zona rurale, ovvero: zona industriale, Maso della Pieve e San Giacomo. E' proprio in questa zona infatti che vi sono le più forti presenze produttrici di inquinamento ambientale: atmosferico e acustico. Vanno ricordati: l'inceneritore, la discarica, strade e autostrada, depuratore, ferrovia, fabbriche, centro guida sicura, pista go kart , aeroporto e antenne con campi elettromagnetici. Se poi vogliamo aggiungere l'aggressività del pendolarismo che si abbatte sulla città, e le due grosse spinte economiche così diverse per cultura e predisposizione :città e campagna, orbene quel cuscinetto, apparentemente insignificante perchè considerato periferia da tutti, rappresenta la palestra delle contraddizioni, dell'irrazionalità e della conflittualità permanente.
Proviamo per una volta considerare queste entità come elementi in un unico crogiolo e ci accorgeremo subito che solo un laboratorio di idee può diventare la grande sfida per un programma di risanamento complessivo di un territorio così compromesso. Le persone che ci abitano o che in futuro ci andranno a vivere si attendono questo, un grande sforzo in cui le parti migliori della nostra Provincia si impegnano in questo grande progetto, sicuramente di eccellenza, per soluzioni che
mostrino come il problema salute ritorni veramente in primo piano.
Noi siamo semplicemente una voce che può essere approfondita e amplificata dalle redazioni e nel contempo, speriamo, possa essere recepita dalla rettrice dell'università di Bolzano Rita Franceschini.
Centro Attenzione Permanente San Giacomo
Lorenzo Merlini
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categoria:salute, centro attenzione permanente
venerdì, 26 gennaio 2007

                                                                                       

                                                                                                 L'immagine “http://www.ambientesalute.org/images/stories/immagini/camini.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

Continuano gli strascichi polemici in seguito alla relazione del dott. Stefano Montanari di lunedì 15 gennaio. Poco dopo l’ Alto Adige ha dato spazio al parere di due esperti, i dott. Fabrizio Bianchi del Cnr di Pisa e Rodolfo Coccioni del Centro di Geobiologia dell’Università di Urbino.
Nimby trentino ha chiesto anche il parere a un medico dell'Isde - International Society of Doctors for Environment -, il dott. Ernesto Burgio di Palermo, che aveva presentato la relazione sui rischi per la salute umana del particolato ultrafine Immunopatogenesi del danno da inquinamento atmosferico al Congresso Nazionale di Epidemiologia tenutosi a Palermo tra il 4 e il 6 ottobre scorsi.
Leggi le considerazioni del dr. Ernesto Burgio sul sito:   http://www.ambientesalute.org
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categoria:salute
mercoledì, 24 gennaio 2007
Informazioni sulla salute

Se la popolazione fosse debitamente informata delle conseguenze sulla salute di un aeroporto e di un tunnel di centinaia di chilometri che sconvolgerà le nostre valli, prosciugherà le sorgenti, inquinerà le falde, non accetterebbe di buon grado o senza eccessive proteste tutto quello che gli viene imposto.
L’aumento esponenziale del trasporto di merci e persone che sta alla base del ragionamento di chi sostiene l’ampliamento dell’aeroporto di S. Giacomo e la costruzione del tunnel di base del Brennero, non è basato su previsioni realistiche e, pertanto, è fuorviante. Già oggi le linee di trasporto ferroviario sono fortemente sott’utilizzate e con gli ammodernamenti in corso si libereranno tratte a sufficienza per i prossimi decenni. La stessa cosa accade per il trasporto aereo i cui sostenitori, proprio nel momento in cui la neve a quote medio basse difficilmente farà la sua comparsa nei prossimi anni, programmano l’arrivo di migliaia di turisti-sciatori.
Il problema è dunque quello del modello di sviluppo e riguarda il modo in cui produciamo e distribuiamo le merci, ma anche cosa produciamo. Molti dei bisogni delle società moderne sono infatti indotti, non necessari, ma ugualmente creiamo e trasportiamo in giro per il mondo prodotti inutili e talvolta dannosi per chi li crea, per chi li consuma e per l’ambiente.
Se non si affrontano questi problemi non si sará mai in grado di valutare l’impatto di certe strutture in un’ottica diversa da quella dell’economia e del profitto.
Chi ha assistito alla conferenza del dott. Montanari sulle nanoparticelle e sui loro effetti deleteri, ma anche chi è solo mediamente informato, dovrebbe chiedere alla politica il rispetto dell’art. 32 della Costituzione e del principio di precauzione e pretendere dai Sindaci, i quali portano in prima persona la responsabilità, anche penale, della salute dei cittadini che si attivino innanzitutto per verificare preventivamente lo stato in cui versano Bolzano e la Bassa Atesina. Gli strumenti legislativi a cui fare riferimento ci sono, quel che manca è la volontà politica di farne uso.


Rifondazione Comunista - Laives




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martedì, 23 gennaio 2007

Alto adige 23-1-07
PARLANO I RICERCATORI DEL CNR
Sulla pericolosità degli inceneritori vietato banalizzare


Bolzano avrà un grande inceneritore da cento milioni di euro che brucerà i rifiuti provenienti da tutta la provincia. I lavori cominceranno a cavallo tra il 2008 e il 2009, quindi grosso modo tra un anno. Un progetto che è oggetto di vivaci contestazioni. Ormai da qualche tempo la voce del dissenso è quella del Comitato «Ambiente e Salute», a cui fa da controcanto, a livello istituzionale, l' Agenzia provinciale per l'ambiente. La domanda di fondo per entrambi è: ma gli inceneritori sono pericolosi per la salute? Le risposte sono di segno opposto. Per i primi sono pericolosissimi; per i secondi invece i bolzanini possono stare tranquilli, tutto sotto controllo. Difficile capirne di più, perchè le posizioni ormai si sono talmente radicalizzate che la contrapposizione taglia le gambe a qualsiasi possibilità di dialogo e di confronto diretto. Ognuno ripete all'infinito le proprie ragioni, giuste o sbagliate che siano. Come fare per uscire da questa impasse, che certo non aiuta i bolzanini a capire? Abbiamo pensato di cercare una voce terza, quella di Fabrizio Bianchi, dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, un epidemiologo che agli inceneritori ha dedicato buona parte della propria attività di ricercatore. Accanto a lui abbiamo sentito anche Rodolfo Coccioni del Centro di Geobiologia dell'Università di Urbino, prima sede italiana ad avere organizzato un master in Geologia applicata alla salute, insomma geologia medica. Ma che c'entra la geologia con gli inceneritori? C'entra, eccome. Perchè quando si parla di polveri, che le fonti di emissione siano vulcani o ciminiere di fabbrica poco importa, rientrano nella fattispecie, come direbbe un giurista. Due punti di vista diversi quindi, entrambi utili ad inquadrare il problema. Non abbiamo parlato di polveri casualmente, perchè proprio quello – per molti versi - è il cuore della questione. È il cavallo di battaglia di «Ambiente e Salute», costruito attorno alle tesi di due studiosi italiani, Stefano Montanari, direttore del Laboratorio Nanodiagnostic di Modena, e di sua moglie Ilaria Gatti, ricercatrice. Sul banco degli imputati le nano e le micropolveri, cioè particelle molto più piccole delle famigerate PMIO, e per questo infinitamente più pericolose. Le nano e le micropolveri sarebbero infatti responsabili di tumori, malattie cardiovascolari, patologie neuronali ed allergie. -Le nanopolveri inoltre durano in eterno, entrano rapidamente in circolo nell'organismo e sono genotossiche. Queste polveri sottilissime vengono prodotte in tutti i processi di combustione, ma tra tutte le possibili fonti inquinanti gli inceneritori - sempre secondo Montanari - sono la più ingiustificabile e pericolosa, in virtù delle alte temperature che vengono raggiunte e che moltiplicano gli effetti tossici delle emissioni. Sul fronte Agenzia per l'Ambiente invece, a rispondere è il direttore Luigi Minach, e la musica è tutt'altra. “ I dati grezzi registrati che attengono alle-polveri sospese nell'aria in Alto Adige - ha detto Minach nei giorni scorsi - mostrano un'influenza irrilevante dell'inceneritore nei confronti della qualità dell'aria della città. Ricordatevi, comunque, che le automobili inquinano molto di più». La palla a questo punto passa a Fabrizio Bianchi e Rodolfo Coccioni.

Di Mauro Fattor
".In questi casi le semplificazioni sono sempre fuori luogo», così Fabrizio Bianchi, ricercatore di punta dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle ricerche. Bianchi sa del progetto di Bolzano e conosce le posizioni di Montanari e Gatti.
E allora chi ha ragione? Montanari o Minach dell'Appa?
«Nessuno dei due, o entrambi. Scegliete voi. Mettiamola così: è vero che le nanopolveri sono genotossiche e possono indurre tumori ed è vero che gli inceneritori ne producono. Quindi, apparentemente, sulla base di queste premesse, il sillogismo dovrebbe chiudersi con l'affermazione che gli inceneritori sono cancerogeni. Ma le cose non stanno così. È impossibile e scientificamente inaccettabile trarre una conclusione di questo tipo, stabilendo un rapporto direto tra causa ed effetto».
Perchè è sbagliato?
«Perchè non c'è alcun automatismo tra esposizione al fattore di rischio, nel nostro caso l'inceneritore, e sviluppo della relativa patologia, e quantificare l'incidenza effettiva della prima sul secondo è compito estremamente delicato e complesso. Qualsiasi combustione provoca polveri sottilissime, e da questo punto di vista viviamo immersi nelle nanopolveri che vengono prodotte dal traffico, dall'industria, dai riscaldamenti, dal nostro stile di vita insomma. Le nanopolveri ci sono sempre state, la differenza rispetto al passato è che adesso siamo in grado di misurarle e stiamo cercando di capirne di più. Ma nessuno in questo momento è in grado di stabilire l'effettivo grado di incidenza sui tumori, proprio perchè viviamo in una realtà in cui siamo esposti a una molteplicità di fattori di rischio, anche peggiori delle nanopolveri».
Allora ha ragione l'Appa...
«Ha ragione quando sottolinea che i danni indotti dal traffico sono di gran lúnga superiori a quelli causati da un inceneritore, questo non significa però che questi ultimi vadano minimizzati. Proprio per niente».
Montanari e Gatti quindi estremizzano, ma il problema esiste. È così?
«Quello delle nano e micropolveri è un problema che va tenuto in seria considerazione e che non va assolutamente sottovalutato, soprattutto in questa fase di incertezza. L'Appa dovrebbe tenerne conto».
Lei è favorevole o contrario alla realizzazione di nuovi inceneritori?
«Gli inceneritori in prospettiva non sono e non possono essere la soluzione del problema rifiuti, questo lo posso affermare tranquillamente. Innanzitutto perchè, nonostante i grandi passi avanti della tecnologia, sono impianti che continuano a produrre, seppur in quantitativi modesti, diossina e metalli pesanti come per esempio cadmio e mercurio; in secondo luogo perché rischiano di rallentare o inceppare circuiti virtuosi di riduzione a monte dei rifiuti. Ciò detto, in alcuni casi è necessario e opportuno farli, perchè l'inquinamento da rifiuti, come oggi sta avvenendo in Campania, può essere molto peggiore del peggior inceneritore. In ogni caso, si possono sempre cercare misure compensative o che mitighino l'impatto degli inceneritori. A Firenze, per esempio, dove è prevista la realizzazione di un nuovo impianto da 180mila tonnellate, si dovrebbe agire riducendo l'inquinamento da traffico autostradale».
Insomma, tutto dipende dal contesto.
«Dal contesto senz'altro, ma anche da un bilancio costi-benefici che deve starsene lontano, anzi lontanissimo, da pregiudiziali di tipo ideologîco. Ci sono situazioni in cui sostituire un impiantp obsoleto con uno nuovo può essere vantaggioso anche dal punto di vista del bilancio ambientale finale. Altre invece in cui questo non è vero. Dipende le valutazioni serie sono complesse, e non sono solo di ordine ambientale in senso stretto, ma devono tenere, conto anche dei fattori culturali, sociali ed economici del contesto in cui si opera».
Qual è una strategia vincente ne campo dei rifiuti?
« È l'intero quadro che deve cambiare, e che deve tradursi in una strategia diversificata e modulare. E quindi riduzione a monte del quantitativo dei rifiuti, e poi politiche spinte di recupero e riciclaggio».
Lei conosce la situazione altoatesina?
«La, provincia di Bolzano ha sempre mostrato una grande attenzione ai problemi ambientali e spesso ha aperto la strada a tutti gli altri, penso ad esempio al settore della bioedilizia. Potrebbe farlo anche nel campo dei rifiuti, magari mettendo in campo modalità decisionali moderne e che tengano conto della necessità non solo di informare ma anche di coinvolgere i cittadini nelle scelte dell'amministrazione-. Penso ad esempio ad un uso intelligente dei focus-group».
Lei ha pubblicato da pochissimo uno studio epidemiologico che tocca proprio la questione inceneritori. Di cosa si tratta?
«Abbiamo monitorato i dati di mortalità da linfoma non Hodgkin, un tumore del sistema linfatico, in 25 Comuni interessati dalla presenza di un inceneritore. Questi dati sono stati poi confrontati con quelli di altri. Comuni limitrofi ai primi ma privi di impianti di incenerimento».
Con quali risultati?
« Riscontrando, in estrema sintesi, un'incidenza di mortalità nella popolazione maschile superiore dell'8% nei comuni dotati di inceneritore rispetto a quelli che ne sono privi. In misura minore questo vale anche per la popolazione femminile, con un elemento in più: nei piccoli Comuni la mortalità femminile per questa patologia è più elevata che nei Comuni più grandi. Questo forse è da mettere in correlazione al fatto che comuni più piccoli hanno impianti più piccoli e, verosimilmente meno tecnologia e manutenzione più approssimativa. Però anche in questo caso dobbiamo stare molto attenti a trarre facili conclusioni».
Eppure i dati sembrano parlare chiaro.
« I dati sono chiari, ma è sull'interpretazione che dobbiamo stare attenti. Paradossalmente le emissioni degli inceneritori potrebbero contare poco. Mi spiego con un esempio: impianti di questo tipo, che non sono graditi a nessuno, in genere vengono realizzati in Comuni con certe caratteristiche e non in altri, e spesso a questo corrisponde una certa struttura sociale, lavorativa, ambientale. Allora: quanto pesano questi elementi sul risultato finale? Dare una risposta è veramente difficile, pere questo non mi stancherò mandi ripetere che le semplificazioni sono fuori luogo».
Rodolfo Coccioni del Centro di Geobiologia dell'Università di Urbino e organizzatore del primo master italiano di geologia applicata alla salute, ha un'idea ben precisa sulla questione della pericolosità delle nano e micropolveri. "Conosco e apprezzo i lavori di Montanari e Gatti - afferma il docente universitario - e ne faccio una questione di metodo. Non voglio entrare nel merito della legittimità delle loro conclusioni perchè non è il mio campo però non posso non constatare come il problema che sollevano  sia una questione seria. Innanzitutto perchè i lavori che hanno pubblicato non sono usciti su riviste sconosciute ma su degnissime e quotate riviste di settore; in secondo luogo perchè i loro non sono gli unici lavori in circolazione. Cominciano ad essercene parecchi e fare finta di niente mi sembra un'autentica sciocchezza. Proprio ieri - spiega ancora Coccioni - mi è arrivato uno studio effettuato da ricercatori giapponesi che va nella medesima direzione. E' pubblicato sull'European Journal of Epidemiology, una prestigiosa rivista internazionale pubblicata dalla Springer. Per quanto ne so, è una delle poche volte in cui si evidenzia una associazione statisticamente significativa per effetti a breve termine degli inceneritori sulla salute infantile. Sono stati indagati 405.807 bambini giapponesi nella prefettura di Osaka e si è verificato il loro stato di salute in funzione della prossimità della scuola frequentata ad impianti di incenerimento per i rifiuti.
Un'associazione statisticamente significativa fra vicinanza della scuola agli inceneritori è stata trovata per i seguenti sintomi: difficoltà di respiro, mal di testa, disturbi di stomaco, stanchezza.
Si afferma inoltre che in Giappone la maggior fonte di diossine è rappresentata da inceneritori. E poi - conclude il docente - vorrei ricordare il recentissimo lavoro di Hansen pubblicato nel 2006 sul Journal of the Royal Society Interface, tra i cui autori c'è anche la dottoressa Gatti. La sperimentazione sui ratti ha dimostrato che le nanoparticelle di nickel e cobalto indicono la formazione di sarcomi. E qui mi fermo".

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martedì, 16 gennaio 2007
 
BOLZANO.
Si è tenuto nella sala di rappresentanza del Comune l’incontro “Nanopatologie: come morire a norma di legge” organizzato da Ambiente e Salute, dal Gruppo Ambientalista e dal Meetput locale di Beppe Grillo. Una folla ha ascoltato per oltre 2 ore lo scienziato Stefano Montanari, responsabile del Laboratorio Nanodiagnostic di Modena.


Sala di rappresentanza del Comune strapiena per la relazione dello studioso di nanoparticelle
 Montanari: «Raddoppiano la tossicità dei rifiuti»
 GIOVANNI ZOPPOLI - Alto Adige
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categoria:salute, inceneritore
martedì, 16 gennaio 2007


MANIFESTAZIONE DEL 10 MARZO A BOLZANO
CONTRO L'EUROTUNNEL DEL BRENNERO E LE GRANDI OPERE

RETE DI MUTUO SOCCORSO CONTRO LE GRANDI OPERE E LE NOCIVITA'
L' anno 2007sarà un anno di lotta decísívo contro le grandi opere che minacciano di distruggere l'ambiente in regione: tav del Brennero, inceneritore, aeroporto, autodromo íschia-Frizzi, centrale idroelettrica di Fortezza e non solo ....
É giunto il momento di incontrarsi e trovare maggiore forza per fermare la devastazione del territorio.
Il 10 marzo a Bolzano si terrà una grande manifestazione e un'Assemblea contro la tav del Brennero e le nocività..
L' evento sarà anche t occasione per lanciare la costituzione, a livello locale , della re te nazionale di mutuo soccorso contro le grandi opere e le nocività, nata da poco ín Val di Susa.
Nelle prossime settimane avranno luogo a Bolzano degli incontri aperti a tutti i cittadini e gruppi locali interessati a condividere e a collaborare.
Il primo incontro si terrà giovedi 18. 01. 07 alle 20.30 nella sala sedute del palazzo "Plaza" in via del Ronco 2 a Bolzano
(non nella sala della circoscrizione Europa ma di fronte)
La partecipazione agli incontri dí rete è a titolo personale e slegata da partiti e síndacati.
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lunedì, 15 gennaio 2007
Alto Adige 14-1-07
Inceneritore, arriva Montanari
Lunedì conferenza con il consulente di Beppe Grillo
BOLZANO. «Nanopatologie, come morire a norma di legge»,
questo il titolo di un incontro organizzato per domani alle 20 presso la Sala di rappresentanza del Comune dall'associazione Ambiente e Salute, il Gruppo Ambientalista e il Meetup di Beppe Grillo, attivi da tempo contro la realizzazione del nuovo impianto. Una serata informativa sull'effetto dell'inquinamento da nanoparticelle (ovvero le polveri sottilissime prodotte da inceneritore e traffico) sulla salute, alla quale interverrà il dottor Stefano Montanari, ricercatore e direttore scientifico di Nanodiagnostics. “ Montanari è il ricercatore modenese che, insieme con la moglie Antonietta Gatti - si legge in una nota degli ambientalisti -, ha studiato gli effetti sull'organismo delle particelle inorganiche prodotte dagli inceneritori, capaci di entrare con grande facilità nell'organismo, fino al nucleo delle cellule, e di provocare malattie come il cancro, senza che esistano meccanismi biologici capaci di eliminarle”
Intervista a Stefano Montanari "Carta 24. No news 22"
L’OPINIONE PUBBLICA e le autorità dedicano una certa attenzione, ma senza adottare rimedi, all’inquinamento causato dalle polveri Pm10 responsabili di gravi danni sanitari. Quelle ancora più sottili, le Pm2.5 e inferiori, sono invece tralasciate in attesa della definizione di un quadro normativo che si preannuncia fin d’ora carente. A lanciare l’allarme è uno dei principali esperti italiani in materia, il farmacologo Stefano Montanari dell’istituto Nanodiagnostics di Modena.
«È indiscutibile - afferma Montanari - che il particolato grossolano penetra meno profondamente nelle vie respiratorie e passa con difficoltà dalle vie aeree al
sangue, mentre, diminuendo la taglia, aumentano la capacità di andare più in profondità nei bronchi e la facilità di passaggio».
Come agiscono le polveri microsottili una volta inalate?
Spesso questo particolato non è biodegradabile. Una volta che si è installato in un organo vi rimane per sempre, perché non abbiamo meccanismi di eliminazione.
S’innesca una reazione da corpo estraneo che si estrinseca di norma in una granulomatosi che, a sua volta, può trasformarsi in una forma tumorale.
Gli inceneritori aggravano la situazione?
Trasformano materiale grossolano in sostanze tossiche, come fumi e ceneri. Queste ultime richiedono discariche speciali mentre l’inquinante atmosferico, oltre a essere respirato, prima o poi cadrà a terra, sulle colture da cui ricaviamo il cibo nostro o degli animali.
Ci dicono spesso che gli inceneritori sono dotati di filtri efficienti...
In realtà, captano solo il Pm10, vale a dire la frazione di gran lunga meno numerosa e meno aggressiva del particolato, e lasciano invece libero transito alle polveri
più fini, che pesano poco ma sono formati da particelle miliardi di volte più numerose rispetto al Pm10. Lastessa cosa vale per alcuni filtri dei motori diesel. Ecco che come per magia le centraline di rilevamento delle Pm10 accendono la luce verde; ma non ci dicono nulla delle particelle ultrasottili: abbiamo ridotto una contaminazione che ci può far ammalare per sostituirla con un’altra che ci può uccidere. Gli inceneritori con la migliore tecnologia adottano filtri sofisticati e bruciano a temperature più alte. Ma più elevata è la temperatura, più si producono polveri-killer ultrasottili. Tutte cose note a chi è tenuto a tutelare la salute pubblica.
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categoria:salute, inceneritore, antiinquinamento
sabato, 06 gennaio 2007
Quanto sono pericolosi i nuovi inceneritori?
Vi inoltro l'invito alla serata informativa organizzata da:
Associazione ambiente e salute http://www.ambientesalute.org/
Umweltgruppe Bozen
Meetup di Beppe Grillo
“Le Nanopatologie:  come morire a norma di legge”
Die Nanopathologien: wie stirbt man durch gesetzliche Verordnung


15 gennaio -Januar  ore 20.00 Uhr 
Sala di rappresentanza del Comune /Gemeindesaal Bozen Vicolo Gummer/Gumergasse 7
Relatore-Referent:  Dott. Stefano Montanari   direttore scientifico –Wissenschaftlicher Leiter Nanodiagnostics
Montanari è il ricercatore modenese che, insieme con la moglie Antonietta Gatti, ha studiato gli effetti sull’organismo delle particelle inorganiche prodotte dagli inceneritori, capaci di entrare con grande facilità nell’organismo, fino al nucleo delle cellule, e di provocare malattie come il cancro, senza che esistano meccanismi biologici capaci di eliminarle. Montanari e Gatti hanno dato troppo fastidio e così gli hanno tolto lo strumento con il quale hanno scoperto i meccanismi con cui le nanoparticelle prodotte dalle combustioni sono capaci di uccidere: si tratta di un microscopio elettronico a scansione ambientale. http://www.nanodiagnostics.it/
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categoria:salute, antiinquinamento
sabato, 06 gennaio 2007
Corriere dell'Alto Adige 3&5-01-01
sms gratis agli utenti per i divieti antismog
L'appa. INFORMAZIONI IN TEMPO REALE

BOLZANO - L'Agenzia provinciale per l'ambiente ha attivato un servizio gratuito di messaggi Sms per informare i cittadini su eventuali blocchi o limitazioni del traffico. L'attivazione del servizio, già funzionante, è molto semplice: chiunque sia interessato può mandare dal proprio cellulare un messaggio con il testo info «divieti sì» al numero 335 8249596, aderendo automaticamente e in forma assolutamente gratuita a questa innovativa opportunità. In caso di tre giorni consecutivi con superamento della soglia giornaliera di polveri sottili (Pm10), i cittadini aderenti all'iniziativa potranno ottenere direttamente sul proprio telefonino tutte le informazioni sulla natura dei divieti di circolazione nella zona di riferimento: le notizie via Sms riguardano eventuali restrizioni della circolazione nei tre maggiori centri della Provincia, Bolzano, Merano e Bressanone, e vengono fornite direttamente e in tempo reale dall'Appa: «Il servizio di messaggistica via telefonino - afferma il direttore Luigi Minach costituisce un ottimo strumento per la popolazione, che può essere informata gratuitamente e velocemente su una problematica reale come il blocco del traffico. La situazione attuale non è allarmante, anzi, grazie ad un inverno ventilato e non molto freddo, il livello delle polveri sottili è rimasto per questi mesi al di sotto della soglia di allerta». Ad oggi, dunque, non vi sono rischi concreti per attendersi prese di posizione da parte dell'amministrazione in materia di viabilità, ma l'attenzione è sempre costante e durerà sicuramente fino ad aprile: «In questo momento le uniche preoccupazioni - continua Minach provengono dai piccoli centri della Val Venosta, con problematiche legate all'eccessiva combustione a legna: siamo già pronti ad intervenire quanto prima, incontrandoci con le rappresentanze comunali per varare un piano unitario e di rapida attuazione. Un'iniziativa innovativa è invece il blocco del traffico sull'autostrada A22 e la strada statale del Brennero per i tir superiori alle 7,5 tonnellate dal 10 gennaio al 30 aprile: tale provvedimento rappresenta un unicum, che porta le restanti regioni italiane e anche l'intera Europa a guardare l'Alto Adige come un modello concreto nella risoluzione dei problemi di traffico».
.Paolo Gaiardelli

IN DUE GIORNI GIA' 1320 ISCRIZIONI

Grazie all'utilizzo dei telefoni cellulari, che hanno una diffusione capillare tra la popolazione, si è compiuto un'ulteriore salto di qualità verso la campagna di sensibilizzazione "Missione aria pulita", che ha preso il via nei mesi scorsi.
In questi giorni, di sicuro molte altre famiglie decideranno di registrarsi per accedere al servizio gratuito. Per attivare il servizio «sms divieti di circolazione» basta inviare un messaggio con il contenuto «info divieti sì» al numero
335 8249596. Il servizio è appunto gratuito, e gli unici costi a carico del cittadino sono quelli relativi all'invio dell'sms di attivazione o disattivazione. Ulteriori informazioni sono disponibili alla pagina della Rete civica provinciale o cliccando



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categoria:salute, antiinquinamento
mercoledì, 03 gennaio 2007

Alto Adige 3-1-07

Giunta di Bronzolo
Aeroporto: richiesta fatta al mediatore.


BRONZOLO. L'amministrazione comunale di Bronzolo ha chiesto formalmente di essere ascoltata dal mediatore per il progetto di ampliamento della pista aeroportuale di San Giacomo. “Lo abbiamo fatto presente in occasione di incontri avuti con il presidente Durnwalder e con l'assessore Mussner - spiega il sindaco Alessandro Bertinazzo - perché il ruolo del mediatore non è solo quello che riguarda l'aeroporto, ma coinvolge la tutela ambientale del territorio. In questo senso, a tempo noi attendiamo di capire come si intende procedere con le barriere antirumore che abbiamo richiesto; se né è parlato per Laives e non per Bronzolo; vorremmo capire meglio la situazione». (b,c)
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categoria:salute, conca atesina, aereoporto san giacomo
domenica, 24 dicembre 2006


Osservazioni sul recente Consiglio Comunale di Laives riguardo l'ampliamento dell'aeroporto.
Ricordando i possibilisti o favorevoli:
...Pusateri sostanzialmente non dice no all'ampliamento della pista di San Giacomo, a patto che vengano rispettate ben precise condizioni, non ultima la garanzia, da parte provinciale, che semmai, più dei 400 metri previsti, al territorio di Laives non si chiederà altro in futuro.
...Più o meno simili anche i giudizi di An; Christian Bianchi ha spiegato che converrebbe forse preparasi a contrattare con la Provincia una adeguata contropartita per Laives.
Il Centro attenzione Permanente di San Giacomo vuole evidenziare alcuni aspetti non trascurabili:
per Maso della Pieve e maggiormente per San Giacomo il problema non è solo l'ampliamento dell'aereoporto ma l'inquinamento complessivo che si ripercuote sul territorio.
I due quartieri sono realtà urbane esposte a forti pressioni rappresentate da inquinamenti atmosferici, ma ancora di più dal rumore ambientale, le cui sorgenti prevalenti sono la ferrovia, il traffico veicolare e l'aeroporto.
Anche a Laives, oggi, ci dovrebbe essere una maggiore sensibilità nei confronti del problema dell'inquinamento da rumore in quanto sta diventando una delle principali cause del peggioramento della qualità della vita, sia nelle città, sia in zone extraurbane e rurali limitrofe ad importanti infrastrutture di tipo artigianale, industriale e commerciale.
Fortunatamente nello stesso consiglio comunale il consigliere Grasso ha sollevato il problema della salute, salute raccontata dai più a parole, ma molto spesso dimenticata nei fatti.
Vogliamo ricordare il Sesto Programma di Azione per l'ambiente dell'Unione Europea, che si concentra sui settori in cui l'intervento è più urgente ed in cui si rende necessario fissare obiettivi per i prossimi 10 anni.
-Tra le aree tematiche che necessitano di intervento rientra il problema legato all'inquinamento acustico; si denota infatti come il rumore incide negativamente sulla salute e sulla qualità della vita di almeno un quarto della popolazione dell'Unione Europea, causando stress, disturbi al sonno ed un maggior rischio di malattie cardiovascolari.
Le pubbliche autorità sono quindi tenute a redigere delle mappe del rumore e a fissare obiettivi specifici di riduzione del rumore.
La Legge Quadro n° 447/1995 è la prima legge in Italia che definisce criteri generali di valutazione, obiettivi di qualità e linee di intervento in materia di protezione dell'ambiente dall'inquinamento acustico.
La legge quadro adotta lo strumento di classificazione acustica del territorio in cui ciascun comune provvederà a classificare il proprio territorio dal punto di vista acustico tenendo conto delle preesistenti destinazioni d'uso. Quindi, in base alle caratteristiche degli insediamenti presenti sul territorio, si possono associare dei limiti per l'inquinamento acustico in ambiente esterno. Sono state individuate dalla legge quadro 6 classi acustiche:
Classe I: aree particolarmente protette (aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago);
Classe II: aree destinate ad uso prevalentemente residenziale (aree con bassa densità di popolazione, assenza di attività industriali e commerciali);
Classe III: aree di tipo misto (aree urbane di media densità e traffico, con presenza di attività commerciali, uffici, con assenza di attività industriali);
Classe IV: aree di intensa attività umana (aree con intenso traffico, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali, uffici, limitata presenza di piccole industrie, aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie);
Classe V: aree prevalentemente industriali;
Classe VI: aree esclusivamente industriali.
...
Ci fermiamo qui, per il momento per dire: ai possiblisti, attendisti e contrari, che alla popolazione interessa prioritariamente la salute. La salute non si può barattare con una adeguata contropartita o richiesta di condizioni particolari garantite dalla Provincia.
Consiglieri carissimi occupatevi delle persone e del territorio. Se manca una legge provinciale non vuol dire che si deve perseguire gli stessi errori del passato. Lo stesso mediatore nulla avrà da mediare se un progetto per una migliorare la qualità della vita sarà l'obiettivo comune.
Centro Attenzione Permanente di San Giacomo
ständiger Aufmerksamkeitsbrennpunkt St. Jakob
Lorenzo Merlini
nota: altre considerazioni legate al problema rumore / salute sono state affrontate in articoli precedenti.
giovedì, 21 dicembre 2006

Per chi volesse saperne di più sul rumore
Leggi, regolamenti, decreti, consigli principali che trattano il problema del rumore



LEGGE PROVINCIALE 20 novembre 1978, n. 66
1)Provvedimenti contro l'inquinamento prodotto da rumore 1978
* Purtoppo non linkabile, ma da cercare negli archivi della Provincia di Bolzano







Regolamento recante norme per la riduzione dell'inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili



Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 215 del 16/04/1999
Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubblici esercizi



Criteri per la progettazione dei sistemi di monitoraggio per il controllo dei livelli di inquinamento acustico in prossimita' degli aeroporti nonche' criteri per la classificazione degli aeroporti in relazione al livello di inquinamento acustico.


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30 marzo 2004, n.142 Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447.





Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale.




Bruxelles, 22 novembre 2006 (24.11)
Oggetto: SESSIONE DEL CONSIGLIO "OCCUPAZIONE, POLITICA SOCIALE,
SALUTE E CONSUMATORI DEL 30 NOVEMBRE E 1º DICEMBRE 2006



Per avere una idea di cosa è avvenuto nella vicina Provincia Autonoma di Trento cliccate   QUI'


Centro Attenzione Permanente di San Giacomo
ständiger Aufmerksamkeitsbrennpunkt St. Jakob
Lorenzo Merlini
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categoria:salute, conca atesina, centro attenzione permanente, antiinquinamento
giovedì, 21 dicembre 2006
Commento alle opinioni dei gruppi consiliari su:COME RIDURRE LO SMOG?
Siamo particolarmente contenti che Laives abbia aderito a “Missione aria pulita” Il piano prevede fortunatamente interventi anche in altri settori e il fatto che lo stesso venga lasciato “aperto” con l'oppurtunità di correzione ci fa sperare che la problematica primaria della salute venga presa in considerazione anche per inquinamenti di altro tipo.
Ci riferiamo in particolare al rumore: dei numerosi passaggi ferroviari, degli automezzi ancora frequenti sulla vecchia statale, degli aeromobili in fase di decollo e atterraggio, degli elicotteri civili e militari (E.I., Guardia di Finanza, Carabinieri) che frequentemente, per addestramento fanno manovre diurne e notturne in prossimità della piazzola circolare dei paracadutisti.
Dovrebbe essere noto a tutti che immediatamente ad est della ferrovia (pochi metri dalla piazzola) sono presenti l'asilo di lingua italiana, quello di lingua tedesca nonché le scuole elementari di lingua italiana e tedesca . Come si può ben capire si tratta di strutture che necessitano per il loro essere sensibile, di silenzio e pace.
Il Centro Attenzione Permanente si è attivato per capire meglio la situazione del territorio aeroportuale e ha saputo che la parte a ridosso della ferrovia, e quindi la più vicina agli asili, alle scuole e alle case, è utlizzata da Air Alps, elicotteri civili, elicotteri dei Carabinieri e elicotteri della Guardia di Finanza. Le manovre e l'addestramento dell'E.I. vengono effettuati invece nella parte ovest del campo. Conferendo con il vicecomandante dei Carabinieri abbiamo sollevato il problema della forte rumorosità dei loro elicotteri. Il vicecomandante estremamente sensibile al problema si sarebbe fatto portavoce verso il comandante per spostare le manovre e l'addestramento nel pomeriggio evitando i maggiori disagi nell'orario dell'insegnamento.
Nella stessa occasione si è suggerita anche la possibilità di utilizzare una piazzola più a sud dell'aeroporto e quindi più lontano dalle strutture definite più sensibili. Per questa seconda opportunità si dovrà attendere la verifica sul campo.
La Guardia di Finanza -buona notizia- dovrebbe, fra breve tempo, spostarsi nella parte ovest dove è già in costruzione la futura nuova struttura aeroportuale.
Degli elicotteri “altri” (Protezione civile etc.) ancora non si conosce il loro spazio futuro.
Riteniamo che se tutte le attuali strutture dei servizi posizionate nella parte est si dovessero spostare nella parte ovest dell'area aeroportuale, nell'intero quartiere migliorerebbe la qualità della vita. Ancora meglio se le amministrazioni competenti potessero invitare le "Forze" presenti ad utilizzare nell' addestramento e manovre e maggiormente tecnologie di simulazioni e spostamenti più frequenti sul campo ovvero sul teritorio nonché orari.
Riteniamo, complessivamente, che anche le Forze Armate siano disponibili ad affrontare, una problematica da loro molto conosciuta e pertanto anche disponibili a risolvere almeno le questioni che si renderannno possibili compatibilmente con il loro servizio.
Come in ogni adeguamento o possibile compromesso, in un progetto, vi è sempre presente un “lato oscuro”.
Supponiamo che tutte le strutture (escluso l'Abd) del lato est aeroportuale vengano dismesse , in quel terreno cosa ci verrà costruito?
Hangar? Offficine? Magazzini commerciali per futuri trasporti aerei?
Ci piacerebbe saperlo. Vorremmo che la nostra amministrazione ci informasse.
Vorremmo soprattutto che prima di rilasciare licenze di costruzione in nuove zone di espansione si conoscesse il livello di disagi e inquinamenti presenti nella zona indicata.
La salute, bene primario sostenuto da tutti i gruppi consiliari del comune di Laives, va sostenuta con attenzione, prevenzione ed impegno e non solo con un documento.
Il rumore non è un male secondario è necessario valutarlo.

Il Centro Attenzione Permanente di San Giacomo -
ständiger Aufmerksamkeitsbrennpunkt  St. Jakob

coglie l'occasione per fare i migliori auguri di buone feste a tutti i gruppi consiliari e naturalmente a tutti i lettori del blog.
Lorenzo Merlini
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categoria:salute, conca atesina, antiinquinamento
giovedì, 21 dicembre 2006
Da Laives notizie Dicembre 2006 n. 3
LAIVES. COME RIDURRE LO SMOG?
Il Comune di Laives ha aderito a "Missione aria pulita; il pacchetto di interventi concordato tra Provincia e 76 Comuni altoatesini per limitare l'inquinamento atmosferico e in particolar modo le polveri sottili. Nel mirino di "Missione aria pulita" c'è soprattutto il traffico privato, con una serie di misure (preventive e di emergenza) che si inaspriranno progressivamente nei prossimi quattro anni, colpendo in modo in modo sempre più deciso i veicoli più inquinanti. Ma non solo. II piano prevede infatti anche interventi in altri settori, come per esempio gli impianti di riscaldamento a legna delle case, e misure preventive, come la costruzione secondo i criteri Casa Clima.
I campi di intervento, quindi, sono molteplici: per questo il piano è stato lasciato "aperto”, prevedendo la possibilità di correggerlo, raccogliendo i contributi di tutti coloro che hanno a cuore la riduzione dell'inquinamento.
Di seguito riportiamole opinioni dei gruppi consiliari su questo argomento.
Alleanza Nazionale
Laives, uno dei centri a maggiore inquinamento da traffico, è stata chiamata ad introdurre una serie di misure antismog, per lo più inique, esse infatti non riguarderanno la via Kennedy che ne è la maggiore fonte. Ridurre il traffico significa soprattutto spostare altrove quello pesante, ma per non infastidire la Provincia si continuerà a tacere sul casello A22 a Laives sud. Poco o nulla, quello che pare si farà, sul fronte della incentivazione alla conversione delle centrali termiche da gasolio a metano.

Forza Italia
Da anni FI con il centrodestra lotta contro traffico ed inquinamento (es. casello autostradale, arginale, metropolitana di superficie). Non ci hanno mai ascoltato, la gente intanto si ammala e chissà quante e quali patologie si possono già imputare a questa camera a gas. TIR e turisti, complici le varie amministrazioni, ci stanno scavando la fossa. I nostri concittadini prendano coscienza perché niente e nessuno potrà dare voce e peso a quel lamento continuo ma sterile che sentiamo tutti i santi giorni.

Indipendenti Democratici
II coinvolgimento di vari Comuni per l'adozione congiunta di misure antinquinamento, derivanti dal traffico automobilistico, è certamente positivo.
Appare comunque singolare che lo scorso anno siano state adottate misure più restrittive (quali le targhe alterne e l'assurda chiusura del traffico a San Giacomo) di quelle attuali.
E' comunque assolutamente necessario che l'amministrazione favorisca interventi diretti a ridurre le altre fonti di inquinamento.

Lista Civica di Centro
La tutela della salute pubblica mediante il controllo sempre più serio dell'aria che respiriamo deve essere una delle priorità chela "politica dovrà seguire con la massima determinazione.Tutti i Comuni, unitamente ai governi centrali, devono uniformare la legislazione in materia, soprattutto incentivando la rottamazione dei mezzi maggiormente inquinanti, nonché la conversione a metano di tutti gli impianti di riscaldamento, che nel periodo invernale hanno una grande responsabilità sull'inquinamento atmosferico.

Progetto Alto Adige
La soluzione del problema dell'inquinamento da pm 10 non può trovare soluzione con l'adozione di misure coercitive rivolte ai possessori di veicoli Euro 0, come adottato dall'Amministrazione in carica. E' noto infatti che tale forma di inquinamento, per quanto concerne il traffico veicolare, è causata dalle polveri alzate dal passaggio delle auto e non dai gas di scarico. II blocco attuale è quindi solo una inutile vessazione che colpisce le fasce economicamente più deboli della nostra popolazione.

Rifondazione
"Compra l'auto nuova e circola ovunque" è l'invito "classista" e discriminatorio che chiede a chi meno guadagna nuovi esborsi accompagnati dall'accusa di essere brutti e cattivi inquinatori.
II diritto alla salute e il diritto ad "arrivare a fine mese'; entrambi vitali, vengono messi in conflitto. Prima di divieti inutili bisogna favorire l'uso del gas nei riscaldamenti, potenziare il trasporto pubblico e dire no a mercatini, inceneritori ed aeroporti che non migliorano di certo la qualità dell'aria.

SVP
La tutela della salute è l'obiettivo più importante della politica e pertanto la Svp di Laives condivide le misure preventive elaborate dalla Provincia. La Svp di Laives dubita però che il problema delle polveri sottili possa essere risolto solamente con limitazioni stagionali del traffico. La qualità dell'aria può essere migliorata in modo deciso se la politica incide in modo continuativo su tutte le fonti di inquinamento, facendo ricorso a tutte le possibilità tecniche e potenziando il trasporto pubblico locale.


UDC
L'inquinamento è l'effetto combinato di più fattori concomitanti. Per ridurre l'inquinamento - causato dall'immissione nell'ambiente in maniera incontrollata di energia sotto varieforme- bisogna intraprendere ogni iniziativa volta al risparmio energetico inteso in senso molto esteso, stabilire regole certe e metodi di controllo efficaci ed efficienti non dimenticando infine, le sanzioni serie per i trasgressori. Siamo convinti che con la collaborazione di tutti sia possibile giungere ad un modo di vita ecocompatibile.

Ulivo-Part. Democratico
Riteniamo molto positivo il pacchetto "Missione Aria Pulita" approvato anche dal nostro Consiglio Comunale. Due sono gli aspetti importanti da considerare e che apprezziamo: si è passati finalmente ad una programmazione pluriennale degli interventi, non limitandosi solo alle misure di limitazione al traffico, ma considerando le altri fonti di emissioni di polveri. Laltro aspetto è il fatto che vi è uniformità di vedute tra Provincia ed i 16 comuni interessati, con misure identiche su tutto il territorio provinciale.

Verdi
II piano della qualità dell'aria provinciale elaborato in collaborazione con i comuni, conferma una volta di più l'importanza e la necessità del vivere e spostarsi in città in modo alternativo rispetto all'auto privata, incentivando l'uso di forme nuove di mobilità come ad esempio il carsharing o il car-pooling, ma soprattutto utilizzando i mezzi pubblici e la bicicletta; la nostra città purtroppo, risulta ancora essere il fanalino di coda in quanto a strutture dedicate a quest'ultimo tipo di mobilità.


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categoria:salute, antiinquinamento
mercoledì, 20 dicembre 2006
Alto Adige 20-12-06
Gli aerei inquinano: guardate «Cloudspotting»

In una lettera del 9 dicembre, il signor Caldana parla delle scie che gli aerei lasciano in cielo. Le possiamo vedere sempre più spesso, ultimamente. Sono chiamate scie di condensazione, per via del vapore acqueo che le rende visibili, ma se vogliamo sapere di che .cosa sono fatte, si trova una possibile risposta nel libro "Cloudspotting" di Gavin Pretor-Pinney (2006), secondo cui: "I gas di scarico degli aeromobili non contengono solo vapore acqueo. Gli altri componenti includono anidride carbonica, ossidò di zolfo e di ázoto, idrocarburi, ossido di carbonio, residui di combustibile e microscopiche pagliuzze di fuliggine e di metallo". L'anidride carbonica contenuta negli scarichi degli aerei è notoriamente considerata una delle cause di quel complesso fenomeno che si chiama effetto serra, e quindi del riscaldamento globale: quello che fa sciogliere i ghiacciai e le nevi perenni anche' sulle nostre Alpi, per intenderci. Nel calcolo della produzione di gas serra, necessario ai governi per sapere quanto vale l'apporto nazionale al riscaldamento globale, si stima che il traffico aereo ne produca come minimo il 10%. Bisogna cercare di essere veritieri, su questi dati. Poi ci sono gli altri inquinamenti, che colpiscono in modo svariato. Perciò è fuorviante che gli esponenti di alcune forze economiche locali continuino a minimizzare, dichiarando che aumentare il volume del traffico aereo sia innocuo e che vada accettato per il bene dei loro profitti o dell'economia. E non si tratta neppure di scontro fra mentalità rurale o urbana, ma di comprendere la realtà dei danni che certe scelte comportano.

Anna Schgraffer BOLZANO
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categoria:salute, aereoporto san giacomo, antiinquinamento
mercoledì, 20 dicembre 2006
Qualità di vita. Guardare al futuro

Non vi sono dubbi. Gli imprenditori fanno il loro mestiere e vogliono l'aeroporto.
Gli imprenditori sono certamente una parte importante dell'economia dell'Alto Adige, peccato che non sappiano guardare molto lontano: si occupano del quotidiano e non intendono offrire grandi garanzie per il futuro. La loro politica non vuole essere compatibile con le altre categorie e magari con un numero consistente della popolazione. La salute del cittadino sembrerebbe non interessarli, parrebbe in qualche modo che se esistono dei “mali” tutto sommato li si possa nascondere sotto il tappetto e quel tappeto risulta essere in primis la “conca atesina”.
Dai giornali si può leggere con “orgoglio” Bolzano e l'Alto Adige arrivano al terzo posto nella classifica sulla “Qualità della vita”. Vorremmo esserne fieri anche noi che vivendo in un contesto “difficile” non ci sentiamo particolarmente soddisfatti della esaltata “qualità della vita” e San Giacomo e Maso della Pieve ne sono testimonianza.
Perchè non proviamo a domandarci: politici, imprenditori, università, azienda sanitaria, cittadini tutti qual' è il luogo più sofferente di Bolzano e dell'Alto Adige ?
Dove naturalmente vi sono numerose presenze di “forte” impatto ambientale: come: La ferrovia, l'aeroporto, la Ss 12, l'autostrada A 22, la discarica, l'inceneritore, il centro guida sicura con l'ipotizzato percorso per go kart, la zona industriale, l'ipotizzato termovalorizzatore; ciascuna portatrice dei propri inquinamenti.
E' troppo dire che la “conca atesina” possiede in toto le numerose problematiche?
Il problema non è quindi solo l'aeroporto, ma essenzialmente la salute del cittadino, salute che deve essere offerta in tutto il territorio e ai turisti stessi.
La Provincia non recependo la legge 447 del 1995 (legge quadro sull'inquinamento acustico) rende difficili i possibili risanamenti dei diversi territori comunali.
Nelle famigliei vi sono forti preoccupazioni perchè temono per la propria salute.
Solo un impegno complessivo puo' rendere possibile miglioramenti e soluzioni. La “CONCA ATESINA” potrebbe diventare un grande laboratorio europeo dove Provincia, Università, Imprenditori, Asl, Enti ambientali ed energetici e cittadini sapranno guardare serenamente al futuro e operare in questa terra con grande saggezza.

Centro Attenzione Permanente San Giacomo
Lorenzo Merlini
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categoria:salute, aereoporto san giacomo

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