mercoledì 18 gennaio 2012

San Giacomo Storia 1

venerdì, 12 giugno 2009

San Giacomo - Laives    
Origine e sviluppo - Storia-

Documentazione


L'abitato di S. Giacomo è situato nella Val d'Adige, a metà circa del suo tratto, tra la città di Bolzano a Nord, distante ca. 3 km. e la città di Laives a Sud, distante 4 km. circa. La sua posizione è ai piedi del monte di Seit/La Costa, sulla parte orografica Est della valle ed è a circa 270 m. sul livello del mare.
La valle dell'Adige è delimitata, a Ovest dallo scorrere dei fiumi Isarco e Adige ed è posizionata, in questo tratto, in direzione Nord/Ovest Sud-Est. Il versante Est della valle è delimitato dal monte Breitenberg/ Monte Largo.
A Ovest dell'abitato di S. Giacomo si trova la confluenza di questi due fiumi, poi l'Adige viene alimentato da diversi canali come il Landgraben ed il Gies (Ghies) che raccolgono le acque alluvionali e di falda, della valle stessa. La parte Est della valle è caratterizzata dalle pareti molto scoscese e da ripide rocce porfiriche che scendono quasi verticali dall'abitato di Sait (la Costa) nei pressi di San Giacomo.
II centro abitato di S. Giacomo non esisteva prima del 1400, dopo i primi masi sparsi, vennero costruite le prime case d'abitazione attorno al 1700. Questo perchè, fino a quell'epoca, la vallata dove è situato, era inabitabile in quanto paludosa. Non esistevano strade nel fondovalle e l'unica via percorribile, era situata a mezza costa della montagna, ad un'altezza che variava da 50 a 100 metri dal fondovalle. Questa era un'antichissima via percorsa dalle tribù retiche che avevano un villaggio di capanne a Laives, distante non più di 2 chilometri, in linea d'aria, dalla zona ove ora sorge San Giacomo.
I romani la utilizzavano come deviazione della via Claudia Augusta, per raggiungere la conca di Bolzano e fondarono, ai piedi della collina, ove sorge la chiesetta, un avamposto.
Successivamente, nella parte sud della collina stessa, presso il maso Gamper, insediarono delle costruzioni e abitarono la zona nella quale sono state individuate le fondamenta e mura di alcune ville d'epoca romana.
Anche durante il Medioevo questa unica strada era molto frequentata e lo dimostra la presenza di torri e ruderi di castellieri. La strada proveniente da maso Renner, presso Pineta Nuova, saliva alla chiesetta per proseguire sulla collina fino a Castel Flavon per poi scendere verso Bolzano.
La chiesetta sul colle di S. Giacomo è dedicata all'Apostolo S. Giacomo Maggiore, patrono dei pellegrini e dei viandanti, detto anche S. Giacomo di Campostela, città della Spagna, dove, fin dall'inizio del VII secolo, si trovano le sue spoglie. Oltre a S. Giacomo, la chiesetta era dedicata anche a Santa Barbara e a S. Cristoforo. Si sa che questa chiesetta è stata costruita verso la fine del XII secolo e le cronache del tempo fanno riferimento all'esistenza, nel 1237 e successivamente nel 1242 periodo in cui i conti Firmian, signori del castello di Sigmundskron, esercitavano il diritto di patronato sulla chiesetta. Nel 1275 vennero ceduti alla chiesetta, dei beni sotto forma di lasciti.
La chiesetta di San Giacomo è situata sul colle che domina la valle ed è stata costruita sopra un antichissimo sito religioso pagano. L'antica strada romana che transitava nelle vicinanze e successivamente nel medioevo, molto frequentata, portava i pellegrini e viandanti verso sud e si fermavano presso la chiesetta per ammirare un interessante dipinto di San Cristoforo, posto sulla facciata principale della chiesa.
Nel 1339, il vescovo di Trento, conferì alla stessa le indulgenze per i fedeli.
Una prima modifica alla costruzione venne effettuata nel 1480, attorno all'altare, per adattarla alle nuove forme gotiche. Nel 1542 si eresse la volta a costoloni e si aprirono delle finestre contrapposte a sesto acuto e con questo lavoro vennero distrutti, ed in parte nascosti, degli affreschi alle pareti. Il muro verso Sud, venne rafforzato da tre robusti contrafforti atti a sostenere la spinta della volta. Fin dal tempo antico, la chiesetta di S. Giacomo, apparteneva alla parrocchia di Santa Maria Assunta di Bolzano ed il suo parroco aveva il compito di provvedere ai servizi religiosi. Un primo restauro venne eseguito nel 1601 con il rifacimento del tetto e la costruzione di un locale affiancato che introduceva nella sacrestia. Nel 1670 venne eretto l'altare maggiore in stile barocco ed effettuate altre migliorie come il dipinto di nuove tavole della via Crucis. All'interno, sulle pareti, si trovano degli interessanti affreschi del 1390, 1484 e del 1601. Pregevole un pulpito intarsiato.
Dal 1910 celebra la messa don Anton Thaler fino al 1935, anno della sua morte. La sua lunga e benemerita attività pastorale viene ricordata su una grande e bella lapide nel cimitero di San Giacomo ed inoltre, a suo nome è intitolata una via del paese.
La chiesetta è dotata di un imponente campanile, dotato di tre campane che, suonando a distesa, producono un gradevole concerto udibile a grande distanza.
Oltre ad una minima parte di territorio bonificato, si estendeva una foresta e una palude che ricopriva quasi tutta la valle, fino alla confluenza dei due fiumi. Questi, durante le stagioni delle piene, allagavano la parte sud-orientale della zona, per cui si dovette porre mano alla costruzione di argini ed incanalare le acque. Detti lavori iniziarono già nel 1497 e successivamente, nel 1526, si diede inizio ad una vera e propria opera di bonifica cominciando dai piedi della collina di San Giacomo. Un ulteriore invito al prosciugamento degli acquitrini, venne dalla Dieta di Innsbruck, nel 1619. Fu però con il personale interessamento dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, che i lavori ebbero un forte impulso. Fra il 1777 ed il 1780, si procedette alla spartizione dei territori paludosi fra Laives e Bolzano e verso il 1782, si iniziò a dividere i terreni in appezzamenti da affidare alle famiglie contadine, più povere, affinchè iniziassero a coltivarne la terra.
La maggior parte della zona paludosa e della foresta, erano già diventate proprietà privata di grandi e ricche famiglie di Bolzano, come ad esempio i Conti Tottenburg, i Conti von Thun, la Baronessa Mager, i Baroni di Pauli ed altre, tutti proprietari dei masi.
Ricordiamo i più antichi masi di S. Giacomo : Lewald, Hilber, Seitzer, Putzer, Manna, Renner, Pfarrhof, Wurzer.
Le proprietà del maso Pfarrhof a Nord di San Giacomo e le proprietà dei masi Seitzer e Putzer, delimitavano i confini fra i comuni di Bolzano e Laives, in base alla legge bavarese del 1807.
Le prime case di abitazione civile dell'abitato di San Giacomo (St. Jakob in der Au) si fanno risalire al XVII secolo ed un piccolo agglomerato urbano, si forma all'inizio del 1800, ma è con il 1900 che il paese prende forma con minuscoli quartieri come il Saiz ed il Putz.
Nella parte Nord dell'abitato di San Giacomo, nel territorio amministrato dal comune di Bolzano e adiacente la linea ferroviaria, si trovano due cimiteri. Il più antico è quello militare, all'interno del quale si trova la chiesetta di Maria Hilf.
I soldati feriti o ammalati dell'esercito austro-ungarico, che avevano combattuto le battaglie contro gli italiani nella guerra del 1848/1849, venivano trasportati all'ospedale militare di Bolzano e quelli che decedevano, a seguito delle ferite riportate, venivano sepolti nel Pfarrfriedhof di Bolzano.
Diventato insufficiente a contenere tutti i defunti, si provvide a recintare una zona in San Giacomo in der Au e dare sepoltura anche ai soldati deceduti nelle battaglie della seconda guerra d'indipendenza italiana del 1859.
Un ulteriore allargamento si dovette effettuare per tumulare i soldati austriaci morti nella terza guerra del risorgimento italiano del 1866, durante la quale, alcune battaglie si ebbero in Trentino, dove si scontrarono soldati austriaci ed italiani, questi ultimi, al comando di Giuseppe Garibaldi.
Al centro del Soldatenfriedhof, venne costruita, verso il 1898/1899, una chiesetta per le funzioni religiose e per i funerali dei soldati deceduti, ma fu per le conseguenze delle due guerre mondiali, che il numero delle croci aumentò di molto e si dovette quindi, sistemarle su più file, della prima guerra mondiale, sono sepolti 9302 soldati austriaci e della seconda, 8025 soldati tedeschi.
Nel 1942-1943, il cimitero militare venne ulteriormente prolungato in direzione Nord, per poter dare sepoltura ai soldati italiani, periti sotto i bombardamenti, o a seguito delle ferite riportate in combattimento. Nel 1907, a fianco del cimitero militare austriaco, venne recintato anche il camposanto per i defunti civili di San Giacomo.
L'abitato però si espande in direzione Nord/Sud, lungo una nuova strada molto più larga e comoda ma ancora sterrata la cui costruzione iniziò nel 1831. Il 18 gennaio del 1912, fu inaugurato un servizio di autobus che collegava Bolzano a Laives e nel 1913 venne costruita anche una linea tranviaria.
Il tram partiva da Bolzano, piazza Walter, superava il fiume Isarco sul ponte Loreto, proseguiva attraverso Oltrisarco, attraversava tutto l'abitato di S. Giacomo fino alla località Wurza per un totale di 21 fermate. Il proseguimento tranviario dal Wurza fino a Laives, a fianco della via Delle Part, venne costruito nel 1931.
Il tratto Bolzano-S. Giacomo lungo 6.682 mt. veniva percorso in circa 28 minuti e ad una velocità media di 25 km/ora.
Il lato a Ovest dell'abitato di S. Giacomo è sempre stato delimitato dalla massicciata della linea del Brennero e questo ha impedito di espandersi in quella direzione, con la conseguenza di essere compresso territorialmente fra la montagna e la ferrovia ed inoltre tagliato a metà, in senso longitudinale, dalla strada Statale nr. 12 e dalla linea tranviaria.
La linea ferroviaria del Brennero, nel tratto Trento-Bolzano. Era stata costruita nel 1800 ed inaugurata il 16 maggio 1859, a doppio binario, e, come una diga, tagliava la valle in due parti. Al di là della linea ferroviaria, all'inizio del 1900 era stata effettuata una spianata per poter ottenere una piazza d'armi per le esercitazioni militari dell'esercito austro-ungarico.
Successivamente, con l'avvento dell'aviazione, questa piazza d'armi, venne notevolmente ampliata per dare la possibilità agli aerei austriaci di decollare. Verso il 1935, l'aeroporto venne ulteriormente ampliato per l'atterraggio di grossi trimotori dell'aviazione italiana ed un ulteriore ampliamento verso nord, venne posto in opera dall'esercito germanico.
Oltre l'aeroporto, molte terre erano state bonificate ma restava una parte considerevole di territorio ancora da disboscare e trasformare. Questa zona della valle che sta fra la ferrovia del Brennero e la montagna, vicino alla quale scorre l'Adige a Ovest, veniva indicata nelle mappe come Grutzen (Agruzzo) ed inserita nel territorio della città di Bolzano. La zona confinante dell'Agruzzo, verso Sud, con il comune di Laives, venne definita nel 1847.
Successive bonifiche, effettuate da famiglie nobiliari, come i Conti di Campofranco, conti Greif ed altre famiglie facoltose di Bolzano ma anche da famiglie provenienti dal Trentino, portarono una grande espansione delle terre coltivate.
Diversi ettari di selva e palude esistevano ancora pochi decenni or sono e soltanto da pochi anni, la bonifica si può considerare conclusa.
Nella zona dell'Agruzzo esistevano, fino al dopoguerra, solamente dei masi di contadini ma con la costruzione di diverse strade e molte case, la zona oggi, è da considerarsi residenziale.
Gli abitanti dell'Agruzzo, hanno sempre avuto un rapporto privilegiato con la comunità di S. Giacomo, tanto da considerarsi facenti parte, gravitando in parte, su di essa, sia per quanto riguarda la parrocchia, i negozi e la scuola.
La scuola di S. Giacomo, fino al 1870, era ubicata nella casa del Sacrestano, presso la canonica a fianco della chiesetta sul colle. Con l'aumento della popolazione, si procedette alla costruzione di un nuovo edificio, nel 1874, alla quale contribuirono il comune di Laives ed il comune di Zwoelfmalgreien/Dodiciville di Bolzano. Le lezioni si tennero in questa scuola per circa novant'anni, per cui, molte generazioni di S.Giacomo, la frequentarono fino alla costruzione della nuova, avvenuta nel 1967.
Dal 1968 al 1986 venne utilizzata anche come scuola media, poi, dal 1986 al 2003 ospitò i Vigili del Fuoco Volontari di S. Giacomo e le sedi delle associazioni locali. Venne poi demolita, ricostruita per essere riconsegnata sia ai Vigili del Fuoco che alle Associazioni, nel 2005.
In passato, l'economia primaria della zona era l'agricoltura ed in particolare la produzione di mele e pere, per cui esistevano grandi magazzini di raccolta, di proprietà dei Fratelli Giuseppe e Davide Espen. A San Giacomo non sono mai mancati i Bar, citiamo i più antichi: Osteria al Wuerstel e Costa, Ristorante America e Rosalpina, Bar Campo, Hilde, Europa, Posta e Cervo.
Fino alla fine del 1800 circa, l'illuminazione, nei locali e nelle case private, ma anche nei lampioni, avveniva utilizzando lampade alimentate a petrolio. Intorno al 1900, si provvide a dotare le abitazioni di luce elettrica ed in seguito a far viaggiare i tram.
Da secoli questa terra è stata sotto l'Amministrazione austriaca e gli abitanti, quasi tutti, di origine e parlata tedesca. Già dal XVIII secolo, vi furono progressive immigrazioni di lavoratori provenienti principalmente dal Trentino, per cui si parlava frequentemente la lingua italiana ma più precisamente il dialetto di quella zona.
Dopo il 1918, una lenta immigrazione italiana, proveniente dalle zone limitrofe, venne ad abitare a S. Giacomo e portò la maggioranza della popolazione a parlare il dialetto trentino. Si aprirono nuovi negozi e punti vendita: ricordiamo i più importanti: Generi Alimentari Luigi Tezzele, Ottilia Espen e Baffa, le macellerie Carli e Decò, tutti in centro, mentre il negozio Benoni e Conci, il Panificio Caldonazzi, ai confini con il comune di Bolzano. Non possiamo dimenticare i "caliari" (calzolai) Magnabosco e Frigiola, i meccanici di biciclette Novello Bristot e Arturo, i negozi di mercerie Graziotin e Anemi Maier.
Dopo la seconda guerra mondiale, il paese continuava ad espandersi e la popolazione ad aumentare. La piccola chiesetta sulla collina, diventò insufficiente a contenere i fedeli, per cui si rese necessario costruirne una più grande. Nel 1957 venne edificata la grande chiesa e con questa vi fu il passaggio da curazia a parrocchia.
Il traffico automobilistico e motociclistico era in costante aumento e la strada statale nr. 12 non più sufficiente. La carreggiata era stretta, anche perché a fianco scorrevano i binari del tram e le sue carrozze, lente e superate, costituivano un pericolo costante. Nel 1950, si decise di eliminarlo e sostituirlo con nuovi autobus, gestiti dalla Società S.A.S.A. . Negli anni '60, vennero edificate nuove scuole, un nuovo asilo per l'infanzia ed al posto di quello vecchio, demolito, si ricavò un piccolo parco pubblico.
Nel 1968 iniziarono i lavori per la costruzione della rete fognaria nel tratto sotto l'Amministrazione comunale di Laives. Nel 1990 arrivò il gas per uso domestico, proveniente dalle condutture della distribuzione di Oltrisarco e copriva il tratto di San Giacomo amministrato dal Comune di Bolzano. Nel 1992 venne completato anche il tratto amministrato dal Comune di Laives.
Gli abitanti di San Giacomo alla fine di gennaio 2006 erano:
- Nel territorio del Comune di Bolzano 2.630
  • Nel territorio del Comune di Laives 2.940
  • TOTALE ABITANTI 5.570
(di cui 250 abitanti nel territorio dell'Agruzzo)

fonte: Quella bicicletta da corsa di colore azzurro
San Giacomo ORIGINE SVILUPPO STORIA
du Bruno Barchetti
Casa Editrice Andare soc. coop. Giornalistica- Ora


postato da: apritisangia alle ore 06:16 | Permalink | commenti
categoria:sangiacomo storia

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