mercoledì 18 gennaio 2012

inceneritore 1


mercoledì, 16 novembre 2011



Sul nuovo inceneritore troppo spesso l’informazione è stata insufficiente

COMITATO SINIGORESPIRA   RIF. PRESIDENTE, LISA SPERANDIO
In merito al nuovo inceneritore di Bolzano chiediamo all’Appa di informare correttamente la popolazione e non parzialmente al fine di pilotare le deduzioni. Aspettiamo di vedere pubblicati e dunque divulgati i dati che certificano la quantità di energia che verrà utilizzata per poter far partire e mantenere in funzione l’impianto così come la quantità di rifiuti speciali pericolosi uscenti in base a quelli entranti, la loro specifica tipologia e destinazione. È un fatto non citato che l’energia prodotta dagli inceneritori corrisponde ad un minimo lordo rispetto a quella consumata. Coloro che sostengono la presunta innocuità del nuovo impianto non presentano affidabilità scientifica constatando che i dati epidemiologici in grado di supportare tali affermazioni possono essere resi esclusivamente dopo tempi “sufficientemente lunghi” sul quale testare e dedurre. Le misurazioni portate poi come “garanzia” sono determinate in periodi estremamente concordati mentre secondo dati certificati nazionali risulta che ogni fase di accensione e spegnimento genera in 48 ore circa il 60% del totale di diossina prodotta in un anno di funzionamento a regime di legge, non conteggiate dalla normativa esistente nelle valutazioni previste per questi impianti. Precisiamo anche che la taglia maggiore del nuovo inceneritore si tradurrà in una massa superiore di inquinamenti immessi in atmosfera ed il sistema di abbattimento di immissioni determinerà il trasferimento degli inquinanti più pericolosi e persistenti dai fumi ai rifiuti prodotti dall’incenerimento. Dove andranno questi rifiuti? Non crediamo affatto casuale che due anni fa l’Amministrazione Provinciale abbia concesso, alle porte della nostra città Meranese, la realizzazione di Rem Tec, un enorme impianto di trattamento e stoccaggio rifiuti, dotato di sofisticate tecnologie per abbattimento ceneri altamente pericolose, ecc.. Sappiamo che nessun partito politico, nonostante il tempo a disposizione per raccogliere informazioni, ha fatto in modo che ciò non accadesse e la popolazione venisse consultata in precedenza alla presentazione di fatti compiuti. Sappiamo di essere stati noi a bussare alla porta di casa di alcuni politici affinchè spiegassero cosa trattasse esattamente l’impianto in questione. Questa gestione di rifiuti è più che discutibile.
Alto Adige 16-11-11
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domenica, 06 novembre 2011



I conti del nuovo inceneritore: qualcosa non quadra

LUCA MARCON
Giovedì è stato reso noto il costo totale del nuovo inceneritore: 123,070 milioni di euro, compresi 15 mln per la bonifica del terreno. Come sempre accade quando ci si occupa dell’argomento predetto, c’è qualcosa che non torna. Il 24 giugno 2008 l’appalto era stato vinto dall’unico concorrente che si era presentato in gara con un offerta di 81.006.162,20 €. Il 7 settembre 2009 era stata formalizzata una variante per un importo di 19.467.948,17 €. Nello stesso periodo l’assessore Florian Mussner, rispondendo ad un’interrogazione dei Verdi (n. 572 del 2009), aveva dichiarato che il totale dei costi per la costruzione era lievitato a 117,9 milioni di euro.
 Né in fase di gara né nella successiva variante era stato possibile prevedere esattamente i costi della bonifica del terreno, per il semplice motivo che non si sapeva quali e quanti inquinanti si sarebbero trovati. Come aveva affermato lo stesso Durnwalder in un’intervista del 28 giugno 2010, ovvero quasi un anno dopo la variante da 19,5 milioni di euro, nella quale dichiarava la propria sorpresa per il rinvenimento degli inquinanti e uno stanziamento di 4,5 milioni di euro per la rimozione degli stessi. Ora: viste le cifre di cui sopra, come può il tutto costare “solo” 123,070 milioni di euro compresi i 15 milioni della bonifica? Dato che all’appello mancano più o meno una decina di milioni, delle due l’una: o i rappresentanti della Provincia che hanno parlato di costi non si sono spiegati bene, o hanno dato i numeri. Nel senso di sbagliati. Dato che da questi dipendono i futuri aumenti delle tariffe, ce lo chiarite?

Alto Adige 6-11-11
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domenica, 06 novembre 2011



Rifiuti, con la differenziata a che servono gli inceneritori?

Egregio Direttore, scrivo questa lettera nel timore che fra qualche anno, dopo esserci allacciati al famoso teleriscaldamento, un bel giorno ci troveremo al freddo. E’ notizia recente che il Veneto, considerato da anni come regione italiana campionessa di raccolta differenziata, inizia a considerare il fallimento del piano dei suoi inceneritori. Se si ricicla tanto, infatti, discariche e inceneritori non hanno materia prima per lavorare e vanno in crisi come una qualsiasi altra azienda: conti in rosso, stipendi che rischiano di non essere pagati, dipendenti a rischio.
 Così la Regione sta correndo ai ripari bloccando le concessioni per la costruzione di nuovi impianti. Non solo: stando infatti a quanto riferisce la stampa locale, l’assessore all’Ambiente, Maurizio Conte, è anche propenso a introdurre nel Piano Rifiuti, atteso per febbraio, la possibilità di convertire una parte delle linee dedicate allo smaltimento dei rifiuti urbani, oggi in difficoltà, in linee per lo smaltimento dei rifiuti speciali. In questo modo una parte dei rifiuti pericolosi delle industrie venete, che ora vanno in Germania, in Cina o nei Balcani, potrebbero essere smaltiti in casa e risollevare dalla crisi gli impianti di Fusina, Padova e Rovigo che hanno chiesto alla Regione di poter importare materia prima dalle altre regioni italiane come la Campania.
 L’unico ostacolo a una tale conversione è quello della convenienza. Bisogna infatti ancora capire se un servizio veneto di smaltimento dei rifiuti speciali sia concorrenziale rispetto a quello offerto dagli altri Paesi, visto che si tratta di un mercato privato e quindi governato dalla regola del prezzo più basso. In altre parole: se i cinesi chiedono meno soldi, perché l’imprenditore veneto dovrebbe preferire l’impianto a due passi da casa ma più costoso? Penso sia un comune destino degli inceneritori e non mi pare proprio lungimirante legare a questi anche il riscaldamento delle abitazioni di mezza città. Quando dovremo comprare rifiuti altrui per far funzionare l’inceneritore di Bolzano, a chi ci rivolgeremo se anche le altre regioni, diventate più virtuose, avranno gli stessi problemi a far funzionare i loro? A Verona o a Trento, per esempio, la gente è stata sensibilizzata e si muove contro nuovi inceneritori. Da noi nessun politico osa informare e magari cercare di organizzare gli abitanti a mettersi di traverso, prima che sia troppo tardi? Forse il Suo giornale potrebbe?
Giannicola Allegri BOLZANO
Alto Adige 6-11-11

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giovedì, 03 novembre 2011



Inceneritore da 123 milioni: non si sa chi paga

FRANCESCA GONZATO

BOLZANO. La maxi caldaia sta arrivando in nave dall’India, le opere in cemento sono quasi ultimate, la fossa rifiuti alta 24 metri è realizzata. Il nuovo inceneritore ormai si riconosce nella sua fisionomia. Nel 2013 taglio del nastro. Ciò che manca è l’accordo su chi lo pagherà. Trattativa difficilissima tra Provincia e Comuni. Per i cittadini una sola certezza: le tariffe aumenteranno.
 Per i non addetti ai lavori è teatro dell’assurdo, ma sull’impianto pubblico più costoso realizzato in provincia non è stato ancora stabilito a chi debba essere mandato il conto. Dopo le contestate varianti con supplemento di spesa, la cifra fissata dalla giunta provinciale è oggi di 123 milioni di euro. Palazzo Widmann ha acceso il mutuo e finora sono stati spesi 36 milioni di euro. Ma il presidente Luis Durnwalder ha provocato un terremoto nei Comuni mettendo in discussione tutto l’intero finanziamento. Da quanto verrà caricato su Ecocenter (cioè sui Comuni) dipenderà la tariffa di smaltimento rifiuti che verrà recapitata ai cittadini dell’Alto Adige. Le tariffe aumenteranno. Su Bolzano Durnwalder ieri ipotizzava un 10%, molto di più su Pusteria e Venosta.
 Ieri pomeriggio sopralluogo al cantiere di Bolzano sud con Durnwalder, assessore Florian Mussner sindaco Luigi Spagnolli, assessore Trincanato, architetto progettista Lucchin, ingegner Carlini (direttore lavori), dirigenti provinciali, tecnici, Ecocenter, titolari delle imprese dell’Ati, l’associazione temporanea di imprese con capofila Atzwanger.
 I COSTI. L’ultima stima per la costruzione dell’inceneritore è di 123,070 milioni di euro, compresi i 15 milioni della bonifica del terreno. Durnwalder l’ha fatto capire, i costi non potranno aumentare.
 IL CONTO. «La trattativa è in altissimo mare», ammette il sindaco Luigi Spagnolli, «ci vedremo anche la prossima settimana». Durnwalder ha come prima controparte il presidente del Consiglio dei Comuni Arno Kompatscher e Spagnolli, che si trova a difendere da una impennata delle tariffe il Comune che ospita l’impianto e le sue ricadute ambientali. Infatti Spagnolli ribalta il ragionamento: «Il punto non è quanti milioni metterà la Provincia e quanti i Comuni, ma fino a che punto possiamo aumentare le tariffe. In base a quello, va suddiviso l’investimento». Durnwalder riassume: «E’ un impianto che dovrebbe autofinanziarsi, ma sarà necessaria qualche iniezione di denaro. Attraverso calore ed energia elettrica l’inceneritore potrà contare su 4-5 milioni di utili all’anno. In vent’anni dunque arriviamo a 80 milioni. La trattativa è sul resto». In realtà il problema non sono solo i 40-50 milioni di mancato autofinanziamento dell’impianto, perché l’opera va pagata oggi, non tra 20 anni, e serve un mutuo che garantisca tutti i 123 milioni. Tra le proposte entrate nella trattativa con Kompatscher, utilizzare il fondo di rotazione a disposizione dei Comuni con finanziamenti a tasso zero. Il fondo però serve ai Comuni per finanziare scuole e opere pubbliche, non può essere dedicato solo all’inceneritore. Tra i problemi, aggiunge Durnwalder, c’è che oggi in Pusteria e Venosta le tariffe rifiuti applicate dai Comuni sono basse, perché è stata la Provincia a pagare gli impianti di smaltimento: «Non si possono raddoppiare le bollette da un giorno all’altro». Comunque, chiarisce Durnwalder, «è certo che del finanziamento si dovranno fare carico Provincia, Comuni e cittadini». Altro tema aperto è il teleriscaldamento. Gli utili dell’impianto dipenderanno in parte da quanto calore verrà venduto. Anche su questo fronte il ritardo è dichiarato. Il Comune non ha deciso come partecipare alla società del teleriscaldamento con Sel. Spagnolli torna a buttare là: «Al limite faremo tutto noi con Ae». Intanto Durnwalder ricorda gli obiettivi: «6000 case allacciate con il calore, 20 mila case servite con energia elettrica prodotta qui».
 LE DIMENSIONI. Valentino Pagani (direttore ripartizione Infrastrutture) riassume: impianto da 25 mila metri quadrati, 196.749 metri cubi, tratterà 130 mila tonnellate di rifiuti all’anno altezza massima al camino 60 metri. Mussner: «E’ un’opera criticata, ma sarà utile all’ambiente. E per le imprese è un banco di prova e di crescita».
Alto Adige 3-11-11
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martedì, 25 ottobre 2011



Via le vecchie caldaie, arriva il teleriscaldamento

BOLZANO. Via le vecchie caldaie centralizzate, avanti con il teleriscaldamento. Il business del calore legato al nuovo inceneritore sta prendendo forma. Verrà presentato a giorni a Comune e Provincia uno studio coordinato da Eco Center sulle possibilità di espansione. Ae verrebbe penalizzata due volte: perché in prospettiva si venderà meno metano e perché resterà fuori da Ecotherm.
(fr.g.)

L’Appa rassicura sul mega-impianto «Emissioni nella norma»

BOLZANO. L’inceneritore non rappresenta una minaccia per l’ambiente e la salute dei bolzanini. E’ più che rassicurante il quadro emerso ieri al seminario «Incenerimento e qualità dell’aria» organizzato nella sala di rappresentanza del Comune da Eco Center ed Eco Research con esperti italiani, tedeschi e svizzeri. Giulio Angelucci (Appa) e Werner Tirler (Eco Research) hanno presentato le analisi effettuate dal 2006 al 2011 sulle ripercussioni dell’attuale inceneritore dal punto di vista di diossine, particelle ultrafini e nanopolveri. Misure rassicuranti, sottolineano, «e il nuovo impianto sarà ancora più efficace». In platea Brigitte Foppa (Verdi) lamenta: «Manca un contraltare critico». Luigi Minach (Appa): «Il nostro problema resta il traffico, mentre dopo gli interventi sulle Acciaierie gli sforamenti di pm10 sono passati da 116 a 15-20 all’anno».

Alto Adige 25-10-11
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giovedì, 22 settembre 2011


Centrale teleriscaldamento Bolzano SEL SPA

teleriscaldamento pronto nel 2013  

BOLZANO. Teleriscaldamento, l’assessore Mussner rassicura: entrerà in funzione nell’inverno 2013/2014.
 Il nuovo inceneritore sarà infatti pronto per primavera 2013 e nel giro di qualche mese entrerà a pieno regime.
 Ancora però non si vede nulla di concreto sul fronte del teleriscaldamento. Le infrastrutture non sono ancora state realizzate, motivo per cui il consorzio dei Comuni ha di recente espresso preoccupazione. «Quando il nuovo termovalorizzatore di Bolzano Sud entrerà in funzione, la rete per il teleriscaldamento sarà già completata». È la rassicurazione dell’assessore Mussner. «Lo studio è già stato presentato in giunta provinciale e discusso con i Comuni: tutte le parti coinvolte sanno quando e come si svilupperà il progetto».
 Da gennaio di quest’anno - precisa l’assessore - è operativo un tavolo tecnico coordinato dal dipartimento provinciale lavori pubblici che vede la partecipazione di Comune di Bolzano, Ecocenter, Ecotherm, Dipartimento tutela dell’ambiente e Asl. «Questo gruppo di lavoro ha affrontato il problema dello sfruttamento del calore che arriverà dal nuovo impianto, e a fine luglio ha presentato alla giunta provinciale uno studio che definisce lo sviluppo della rete di teleriscaldamento cittadina».
 Lo studio prevede lo sviluppo del teleriscaldamento che avrà come utente principale l’ospedale.
 Nei dettagli Ecotherm srl (Sel) realizzerà il tratto fra la sua centrale a Bolzano Sud, l’ospedale e il Centro. La Provincia realizzerà invece il collegamento fra inceneritore e centrale Ecotherm. (da.pa)
Alto Adige 22-9-11
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giovedì, 15 settembre 2011



Inceneritore: la Provincia riapre la trattativa

BOLZANO. La partita in corso tra Provincia e Comuni per decidere chi pagherà il nuovo inceneritore è sia politica che di sostanza. Politica perché mette in discussione i rapporti di forza. Di sostanza perché se a pagare la struttura saranno i Comuni, ci sarà una ripercussione sulle tariffe dei rifiuti per i cittadini: aumenti non molto consistenti (ma dell’ordine di 5 euro a testa, per dare l’idea) per Bolzano e i Comuni che già conferiscono i rifiuti all’inceneritore, molto più dure per i paesi di Venosta e Pusteria che oggi conferiscono in discarica. Ieri la trattativa tra Comuni e palazzo Widmann si è riaperta. Non si può ancora dire che si sia sbloccata, ma almeno c’è stato un passo avanti: si è svolto un incontro tra il presidente Durnwalder e Arno Kompatscher, presidente del Consorzio dei Comuni, e il primo ha avanzato una contro-proposta rispetto all’ipotesi prospettata qualche giorno fa dai Comuni. In breve: Kompatscher aveva proposto che la somma necessaria per l’inceneritore di Bolzano (inizialmente era prevista di 130 milioni, probabilmente crescerà) fosse reperita al 50% mantenendo la tassa sulle acque nere che era destinata a scomparire e al 50% col fondo di rotazione ma «rimpolpato» dalla Provincia. «La tassa c’è già ed è del 2%, mantenendola i cittadini non pagherebbero più di quanto fanno ora - dice Kompatscher - mentre il fondo di rotazione va rafforzato altrimenti non restano soldi per le scuole e le altre infrastrutture. Con questa ipotesi riusciremmo a mantenere quasi invariate le tariffe per Bolzano e gli altri Comuni dell’inceneritore, anche se non per Venosta e Pusteria». Durnwalder ha accettato l’idea della tassa sulle acque nere ma non vuole aumentare il fondo di rotazione: i soldi sono questi e i Comuni devono farseli bastare. «Secondo me - conclude Kompatscher - non è una proposta soddisfacente, ma lunedì avremo un incontro con Ecocenter, Comune di Bolzano e Comprensori e faremo i calcoli». Resta da capire se e quanto questo passo di Durnwalder sia stato provocato dalla protesta interna alla Svp: martedì in consiglio una parte del partito ha votato la mozione dei Verdi che chiedeva alla Provincia di pagare il 70% dell’opera. C’è anche chi dice che queste pressioni ottengano l’effetto contrario, perché Durnwalder non è tipo da accettare ricatti politici. Il dato di fatto è che almeno sulla questione della tassa c’è stata una prima apertura. Tra l’altro due «dissidenti» Svp, i consiglieri Noggler e Schuler, sono firmatari di una mozione identica a quella dei Verdi: segno che le acque nella Svp sono agitate e che soprattutto in periferia - ma anche a Bolzano, come mostrano le recenti dichiarazioni di Klaus Ladinser - i Comuni non hanno intenzione di aumentare le tariffe dei rifiuti per pagare l’inceneritore. (m.r.)
Alto Adige 15-9-11
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venerdì, 09 settembre 2011



Inceneritore, costi lievitati

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. «La Provincia non pagherà i cento milioni per il nuovo inceneritore». Lo ha dichiarato il presidente Luis Durnwalder al termine della clausura dei consiglieri provinciali della Svp. «Durnwalder sbaglia», contrattacca il vicesindaco Svp Klaus Ladinser. «La Provincia ha il dovere di pagare». Intanto il gruppo di lavoro Comune-Ecocenter sta stimando il costo reale dell’impianto, che dai 130 milioni di euro iniziali potrebbe lievitare fino a 140 o 150, come anticipa il presidente del consorzio dei Comuni Arno Kompatscher, il quale avanza una proposta al presidente Durnwalder: «La Provincia prefinanzi per il 50% l’impianto, per il restante 50% usiamo il fondo di rotazione».
 Il governatore altoatesino è andato giù duro. «Ai tempi, Salghetti e Schuler ritennero di voler fare un affare per i Comuni, ora, se anziché un successo diventa un flop, devono asciugarsi le conseguenze. Noi non tireremo di certo fuori i cento milioni».
 «A mio avviso - tuona Ladinser - il presidente sbaglia. Sulla questione, fra Provincia e Comuni c’è della ruggine, ma credo che lui debba ripensarci. Entrambi amministriamo il denaro dei cittadini, che devono poter godere dei vantaggi dell’autonomia. Come si spendono soldi per le scuole o per la sanità, così si deve spendere anche per l’ambiente. La Provincia non solo deve contribuire, ma secondo me dovrebbe pagare tutto. C’è soprattutto da tenere in conto il fatto che nessun altro Comune, in provincia, vorrebbe un inceneritore sul proprio territorio».
 La partita sui costi in realtà è ancora più complessa. Spiega Kompatscher: «Oltre ai 130 milioni di euro necessari per realizzare l’inceneritore, si dovranno sostenere altre due grosse spese: la demolizione con bonifica del vecchio impianto da dismettere e la realizzazione di tutte le infrastrutture tecniche necessarie per distribuire il teleriscaldamento al San Maurizio, a Casanova eccetera». Specie questa seconda spesa «costituisce un investimento irrinunciabile, senza il quale nessuno potrebbe economicamente permettersi di gestire il nuovo impianto». Al proposito «è stato costituito un gruppo di lavoro fra Ecocenter (Palmitano) e Comune (Moroder) per stabilire i costi totali effettivi. Dovevano fornirci una risposta a inizio settembre, siamo in attesa». Kompatscher conclude dicendo di aver recentemente proposto a Durnwalder un pagamento di questo tipo: «Un 50% dal fondo di rotazione, l’altro 50% come prefinanziamento provinciale. Il presidente ha promesso che ci penserà e ci farà sapere».
Alto Adige 9-9-11
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domenica, 26 giugno 2011


Inceneritore, terminata la bonifica

 BOLZANO. A Bolzano Sud sono terminati in questi giorni i lavori di bonifica sui 25 mila metri quadrati di terreno su cui sorgerà il nuovo termovalorizzatore. A questo punto possono iniziare i lavori di costruzione: termineranno nel 2012 e costeranno oltre 120 milioni. Intanto è già iniziata la partita per la gestione del business del teleriscaldamento che per ora è tutto in mano alla Sel (tramite la controllata Ecotherm): il Comune non vuole restare fuori.
 Pur con qualche intoppo (un anno fa erano state rinvenute circa 8.400 tonnellate di sostanze pericolose provenienti con ogni probabilità dai vecchi stabilimenti della zona industriale di Falck, Aluminia e Magnesio), la bonifica dell’area su cui sorgerà il nuovo termovalorizzatore di Bolzano Sud è stata portata a termine. «I lavori - spiega Giulio Angelucci, direttore dell’ufficio rifiuti della Provincia - si sono conclusi proprio in questi giorni».
 Chiuso l’intervento ambientale, nel cantiere torneranno ad operare le sole ditte di costruzione. La realizzazione del termovalorizzatore costerà 123,1 milioni (il prezzo di partenza di 90 milioni è stato rivisto più volte al rialzo) ed è stata affidata ad un pool di aziende locali (Atzwanger di Bronzolo, Hafner, Seeste e Stahlbau Pichler di Bolzano, Ladurner di Tirolo, Wipptalerbau di Colle Isarco, affiancate dal Consorzio cooperative costruzioni di Bologna). I lavori iniziati a fine 2008 dovrebbero terminare entro il 2012 per consentire l’entrata in esercizio dell’impianto nel maggio del 2013.
 La gestione sarà affidata all’Eco-Center, società in-house che fa capo a Comune di Bolzano (45%), Provincia (10%) e agli altri Comuni altoatesini (45%). «Le discariche - spiega il presidente di EcoCenter Stefan Fattor - saranno presto esaurite e il nuovo termovalorizzatore è l’unica opzione valida per lo smaltimento dei rifiuti». In particolare, Fattor sottolinea l’importanza che avrà il calore prodotto (14,4 MW di energia elettrica e 5,9 MW di energia termica, sufficienti a riscaldare 590 appartamenti e 4.800 utenze domestiche): «La potenzialità di abbattimento degli inquinanti - afferma Fattor - è straordinaria, se pensiamo che a Bolzano potremo eliminare tra le 3 e le 4 mila caldaie».
 Proprio sul teleriscaldamento si sta giocando una partita delicatissima tra Provincia e Comune di Bolzano. La prima, tramite la Sel, ha costituito la Ecotherm, società che si occuperà della gestione dell’impianto di teleriscaldamento. La Ecotherm era passata dalla Provincia alla Sel nel 2006 ed oggi ha un capitale sociale di 10 milioni. In base ai vecchi accordi, il Comune avrebbe dovuto ricevere il 50% della società, ma il problema è il prezzo. La Sel ha infatti chiesto 11 milioni, ma la Seab - società designata dal Comune a entrare in Ecotherm - non è disposta a spendere così tanto. La questione è tutta politica, visto che come spiega il direttore della Sel Maximilian Rainer, «se vendessimo una partecipazione ad un valore inferiore a quello di mercato, interverrebbe la Corte dei conti». La trattativa si prospetta dunque difficile, anche perché sul tavolo c’è la questione aperta di chi - tra la Provincia o l’Eco-Center come ente gestore - dovrà sostenere l’ammortamento dei costi di costruzione.
Alto Adige 26-6-11
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giovedì, 26 maggio 2011



Ambientalisti contro l’inceneritore  

BOLZANO. Gli ambientalisti tornano alla carica contro il nuovo inceneritore di Bolzano, dove verranno convogliati anche i rifiuti di altre realtà provinciali che oggi finiscono in discarica. «L’inceneritore più bello e pulito del mondo, preventivato con 70 milioni di euro, lievitati a circa 120 milioni a lavori in corso, sta diventando una patata bollente», afferma Ambiente e Salute. «Una patata, o meglio una patacca, che come cittadini di questa provincia, pagheremo cara: dal punto di vista economico, con i costi di costruzione e gestione dell’inceneritore che verranno sostenuti dai cittadini aumentando le tariffe e/o le imposte; dal punto di vista sanitario considerato che i rifiuti inceneriti producono sostanze nocive e pericolose che possono essere filtrate solo parzialmente; ecologicamente perché l’inceneritore non ci permetterà di ridurre e differenziare ulteriormente i rifiuti o di riciclarli rispettando le direttive europee.
PARTITO DEMOCRATICO. “Inceneritore: minaccia o risorsa?” è il tema dell’incontro pubblico, organizzato dal Circolo Pd di Oltrisarco, che si terrà oggi, ore 20, al Punto Cultura, in via Riva del Garda 3. All’iniziativa parteciperanno Stefano Fattor, presidente di Ecocenter, Claudio Lucchin, progettista, e Gastone Musner, segretario del Pd di Oltrisarco.
Alto Adige 26-5-11
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lunedì, 23 maggio 2011



Il progetto per l’inceneritore ha tanti punti oscuri

Poiché i sindaci altoatesini temono di dover applicare tariffe d’usura per il servizio smaltimento rifiuti, la giunta provinciale ora vuole correre ai ripari e intende trasferire i costi di costruzione dell’inceneritore nei futuri costi di gestione dello stesso tramite un nuovo artificio finanziario. Evidente che in tal modo il vero costo finale viene solo occultato e che deve essere comunque pagato dal contribuente. Così gli amministratori si rendono corresponsabili sia per il reato d’usura sia per il reato di occultamento o distruzione di documenti contabili. Siccome non si tratta di spiccioli, l’intera faccenda merita una causa davanti alla Corte dei Conti. L’inceneritore ha una capacità produttiva di almeno tre volte superiore alle esigenze dell’intera provincia. Per farlo funzionare a regime dovranno importare rifiuti perfino da fuori regione, altrimenti i comuni dovrebbero sopportare ulteriori costi da sostenere per la ristrutturazione dei debiti assunti. Dunque esagerati costi di gestione dell’impianto e i danni collaterali che l’impianto procura al territorio della conca di Bolzano e dintorni determinano un grave danno erariale.
P.R.
Alto Adige 21-5-11
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sabato, 14 maggio 2011



Tariffe rifiuti: aumenti fino al 200%

BOLZANO. «Dobbiamo ridiscutere gli accordi sull’inceneritore, altrimenti c’è il rischio che i Comuni debbano aumentare del 200% le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti». Pressing del presidente del Consorzio dei Comuni Arno Kompatscher sul presidente della Provincia Luis Durnwalder per evitare una mazzata per i cittadini. Ma di cosa si tratta esattamente? «Una decina di anni fa - spiega Kompatscher - i Comuni che fanno parte di Ecocenter decisero di costruire e gestire il nuovo inceneritore, partendo dal presupposto che costi di gestione e ammortamento sarebbero stati coperti in parte con i certificati verdi, che venivano pagati dallo Stato alle amministrazioni che ricavavano energia dalla trasformazione delle immondizie, in parte dalla vendita dell’energia stessa oltre che dalle tariffe pagate dai cittadini».
Da alcuni anni però le condizioni sono cambiate: lo Stato non dà più i certificati verdi e per i Comuni, impegnati nell’operazione nuovo inceneritore, questo sta diventando un grosso problema. «Se non rivediamo i vecchi accordi, i Comuni per far fronte alle spese dovranno aumentare le tariffe dello smaltimento rifiuti. In qualche caso si ipotizzano aumenti fino al 200%».
Il problema non riguarda tutti i Comuni: «Noi - assicura il sindaco Luigi Spagnolli - non corriamo alcun rischio. La cosa interessa direttamente i Comuni che finora non hanno mai conferito i rifiuti all’inceneritore di Bolzano. Lo faranno quando sarà pronto il nuovo».
Risposta di Durnwalder ai sindaci?
«A suo tempo l’inceneritore volevamo costruirlo noi, ma i Comuni hanno detto «facciamo noi». A questo punto non si possono che rispettare i patti». Però una piccola apertura c’è stata: «Comunque ne discuteremo».
Altra richiesta avanzata dal Consorzio approfittando del federalismo fiscale: «Vogliamo che venga introdotta la tassa sul turismo alla quale dovranno partecipare tutte le categorie che beneficiano di questo settore». Dunrwalder conferma la volontà della Provincia di introdurla: «Dobbiamo trovare un compromesso: chi ha vantaggi dal turismo deve contribuire». Quando verrà introdotta?
«Quest’anno - dice il presidente della giunta provinciale - non ci riusciremo sicuramente. Se ne parla ormai il prossimo».
Alto Adige 14-5-11
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mercoledì, 23 marzo 2011



Al termovalorizzatore concluse le misurazioni I risultati fra due mesi

BOLZANO. Diverse decine di persone hanno partecipato l’altroieri alle misure di controllo delle emissioni presso il termovalorizzatore a cura del Laboratorio di chimica fisica dell’Agenzia provinciale per l’ambiente. Si tratta di una delle iniziative poste in essere per i quindici anni dell’Appa. Le misure di controllo delle emissioni in aria presso il camino del termovalorizzatore, come spiega Luca Verdi, direttore del Laboratorio di chimica fisica, si sono concluse nella giornata di ieri con lo smontaggio delle delicate apparecchiature. Le misure di gas a camino, eseguite secondo precise prescrizioni, si sono riferite a biossidi di azoto, monossido di carbonio, contenuto di ossigeno, flusso complessivo. A queste misure sul campo faranno ora seguito i campionamenti in laboratorio con le analisi dei composti tossici quali diossine, policiclici aromatici, furoni, metalli pesanti. Fra circa due mesi gli esiti completi delle analisi dei dati riferiti alle misurazioni effettuate saranno comunicati al pubblico dal Laboratorio di chimica fisica dell’Appa. (da.pa)
Alto Adige 23-3-11
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giovedì, 17 marzo 2011



controlli all’inceneritore

BOLZANO. Controlli presso l’inceneritore del capoluogo altoatesino da parte degli esperti: ieri mattina, una ventina di persone hanno partecipato alle misure di controllo delle emissioni presso l’inceneritore di Bolzano a cura del laboratorio di chimica fisica dell’Agenzia provinciale per l’ambiente (Appa).
 Si tratta di una delle iniziative poste in essere per i quindici anni dell’Appa. Altro appuntamento il 21 marzo. Le misurazioni durano quattordici giorni ai quali fa seguito la fase di campionamento ed eleborazione. Dopodiché i dati saranno resi pubblici.
 Le misure di controllo delle emissioni in aria a cura del laboratorio di chimica fisica che sono in fase di svolgimento presso il camino dell’inceneritore di Bolzano sono molto complesse. Lo ha spiegato lo stesso direttore dell’Appa Luigi Minach. Le misurazioni sono state avviate lunedì e proseguiranno la prossima settimana e dureranno due settimane.
 Le apparecchiature necessarie sono state installate ed in funzione, compreso il laboratorio mobile, ed i tecnici erano a disposizione ieri pomeriggio e lo saranno per chiarimenti sulle misure stesse anche lunedì prossimo. Si tratta delle misure di gas del camino che l’Appa è tenuta ad eseguire secondo precisi prescrizioni. «Ogni misurazione - spiega Minach - viene svolta due volte perché le misure devono quadrare a garanzia che esse sono giuste. In particolare vengono misurati biossidi di azoto So2, il monossido di carbonio, il contenuto di ossigeno, il flusso complessivo. A queste misurazioni sul campo fanno seguito i campionamenti in laboratorio con le analisi dei composti tossici quali le diossine, i policiclici aromatici, i furoni e i metalli pesanti».
 Il laboratorio di chimica fisica è responsabile per i controlli presso l’inceneritore di Bolzano, ma misurazioni presso l’impianto vengono eseguite in modo continuativo a cura del gestore «Ecocenter Spa». Gli esiti completi delle analisi dei dati riferiti alle misurazioni in corso saranno resi noti dal laboratorio tra circa due mesi.
 Ieri hanno assistito alle misurazioni non solo gli esperti dell’Appa. All’appuntamento hanno preso parte anche la Commission consiliare all’Ambiente del Comune del capoluogo altoatesino che oltre ad assistere alle misure di controllo ufficiale dell’impianto da parte dell’Appa hanno potuto effettuare una visita guidata all’impianto stesso, accompagnati da personale di «Ecocenter Spa».
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categoria:inceneritore
venerdì, 04 febbraio 2011



Cresce la discarica di Ischia Frizzi

BRUNO CANALI
VADENA. La Provincia ha iniziato l’iter per arrivare all’ampliamento della discarica Ischia Frizzi di altri 3,8 ettari. Il Comune di Vadena però ha già detto no per una serie di motivi, non ultimo quello della puzza che si percepisce in un raggio sempre più vasto, fino al margine del territorio di Laives.
 «È da anni che si parla di ampliamento della discarica Ischia Frizzi - dice il sindaco di Vadena Alessandro Beati - tanto che tra l’impianto per i rifiuti e il Safety Park, venne lasciato appositamente uno spazio. Realizzare una discarica nuova, da quanto ci dicono, avrebbe costi proibitivi e così si amplia quella esistente. In pratica sarà un raddoppio, perché avrà una capienza di oltre un milione di metri cubi. L’appalto iniziale della Provincia riguarda le opere di consolidamento del terreno in preparazione del resto che dovrà arrivare».
 E qui Beati ricorda che già il consiglio comunale ha respinto la proposta, anche se, essendo la discarica di interesse sovracomunale, sarà difficile far desistere la Provincia.
 «Abbiamo già detto di no - spiega Beati - e negli ultimi due anni il problema dei cattivi odori si è aggravato. In parte dipende dal fatto che, durante i malfunzionamenti dell’inceneritore di Bolzano, i rifiuti vengono trasferiti direttamente in discarica. Poi l’impianto Ischia Frizzi è cresciuto parecchio in altezza e questo fa sì che il gas prodotto dalla putrefazione arrivi sempre più distante: lo si percepisce oramai parecchio passando sull’autostrada così come presso i masi della zona Cervo, verso la stazione ferroviaria di Laives e non mancano le proteste. I tecnici ci hanno garantito che verrà potenziato il sistema di captazione del gas che poi va bruciato, ma il problema potrà essere risolto solo nel 2013 con l’entrata in funzione del nuovo inceneritore di Bolzano. Entro quella data, ci hanno spiegato, dovrebbe essere pronto l’ampliamento della discarica». A margine di questo, il sindaco fa alcune considerazioni amare. «Siamo un piccolo comune, cui sono però state imposte strutture grandi e impattanti (discarica e A22) che hanno penalizzato l’ambiente. Per questo ci aspetteremmo più attenzione dalla Provincia».
Alto Adige 4-2-11
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categoria:ambiente, inceneritore, conca atesina
domenica, 23 gennaio 2011



Inceneritore, la Provincia scarica i costi sui Comuni  

FRANCESCA GONZATO
antiere è finanziato dalla Provincia, che non intende però sobbarcarsi il peso dell’ammortamento futuro. I mutui dovrebbero passare all’Ecocenter. Allarme nei Comuni: così le tariffe si impenneranno.
 Il fatto che ci sia una trattativa aperta significa che il cantiere dell’inceneritore è partito senza che ci fosse un accordo definitivo tra Provincia, capoluogo, altri Comuni interessati ed Eco center (l’ente gestore) sull’ammortizzamento dell’investimento da 117 milioni.
 Questi i temi sul tavolo: l’ampliamento della rete del teleriscaldamento e la società connessa, il finanziamento dei dei costi di costruzione del nuovo inceneritore e il rischio collegato di innalzamento delle tariffe. E non è ancora finita: chi dovrà finanziare lo smantellamento dell’attuale inceneritore e la bonifica del terreno (intervento da decine di milioni)?
 Il sindaco Luigi Spagnolli ha raccontato che «l’inceneritore è stato il capitolo più teso che abbiamo affrontato», uscendo dal vertice di giovedì della giunta comunale con il presidente Durnwalder e gli assessori Mussner e Tommasini.
 Nei giorni scorsi era già emerso come la Sel sia partita alla rincorsa sul teleriscaldamento attraverso la società Ecotherm, in vista del nuovo inceneritore (operativo dal 2013), e il Comune debba ancora decidere come entrare nella partita.
 In un recente incontro in Provincia è stato deciso che Spagnolli coordinerà un tavolo politico dedicato al termovalorizzatore e le soluzioni su investimento, gestione e tariffe.
 La Provincia non intende sostenere l’intero peso dell’investimento da 117 milioni. Anzi punta a ottenere che il 100% del costo venga finanziato attraverso la gestione dell’impianto, cioè attraverso le tariffe. Per gli utenti significherebbe un aumento esponenziale delle bollette.
 Così si legge nel promemoria che la giunta comunale ha discusso giovedì con Durnwalder: «Qualora l’intero investimento dovesse essere ammortizzato attraverso i costi di gestione, i costi dell’incenerimento aumenterebbero dagli attuali 145 euro a tonnellata a 230 euro a tonnellata. Un aumento che si ripercuoterebbe pesantemente sull’utenza finale. Qualora la Provincia si facesse carico del 50% dell’investimento, i costi sarebbero pari a circa 180 euro a tonnellata. Va poi chiarita l’assunzione dei costi per la demolizione del vecchio inceneritore e per il ripristino dell’area, di proprietà del Comune».
 Stefano Fattor, neo presidente di Eco center (venerdì scorso la nomina), conferma: «Sì, c’è il rischio di aumento delle tariffe e ricordiamo che al nuovo impianto dovranno conferire tutti i Comuni. Il clima della trattativa però e buono e riguarda la percentuale di ammortamento di cui la Provincia potrà farsi carico». Finora questo tipo di opere (depuratori, discariche, inceneritore), ricorda Fattor, «sono state finanziate dalla Provincia nella misura del 70%, a volte il 90%, e il resto veniva garantito da un ammortamento del 2% all’anno, che comportava circa la copertura del 30% dei costi. Il principio che il termovalorizzatore debba pagarsi attraverso il proprio funzionamento non è una invenzione di Palazzo Widmann, ma un indirizzo europeo. Se questa linea venisse applicata da subito però le ripercussioni per gli utenti sarebbero troppo forti. L’obiettivo è studiare un percorso graduale».
Alto Adige 23-1-11
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categoria:inceneritore
venerdì, 21 gennaio 2011



Costi, tensione sull’inceneritore

BOLZANO. Inceneritore e teleriscaldamento sono gli argomenti che hanno provocato i momenti di maggiore tensione ieri. «La Provincia vorrebbe scaricare su Ecocenter l’ammortamento degli investimenti, ma questo comporterebbe un’impennata delle tariffe», rissume il sindaco Luigi Spagnolli. Sul teleriscaldamento, si studia la partecipazione del Comune (con Seab o Ae) a Ecotherm, la società oggi al 100% di Sel. Nel suo promemoria il Comune indica: l’obiettivo è servire i 2/3 della città.
 Altro tema. La Provincia ha cambiato idea sui servizi previsti nel polo dell’ex Mignone? Questo il dubbio degli ultimi giorni. «La nuova sede del distretto socio-sanitario e le strutture per anziani sono la nostra priorità», ha spiegato il Comune. Al termine della seduta congiunta Luis Durnwalder ha riassunto: «Abbiamo dato garanzie per la costruzione del centro per lungodegenti. Verrà approfondito anche il progetto del centro per anziani».
Alto Adige 21-1-11
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categoria:inceneritore
sabato, 15 gennaio 2011



L’inceneritore è un problema perchè Casanova e Firmian «insistono» sul suo raggio

L’inceneritore di Bolzano, tuttora in funzione, è costituito da due linee: la prima in esercizio dal 1988, la seconda dal 1994; la capacità complessiva sarebbe di 120 mila tonnellate l’anno.. Attualmente, però, tratta circa 70 mila tonnellate l’anno(mancando il conferimento dei rifiuti solidi della val Pusteria e della val Venosta), con un funzionamento di 320 giorni(7680 ore) e potenzialità, in produzione di energia, massima complessiva di 35.000 kW(kilowatt) = 35 MW(megawatt, dato che 1 MW = 1000 kW.
 Vi è installato un turbogeneratore della potenza di 6.100 kW(circa 7.680 kVA(kilovoltampere?), alimentato a 40 bar dal vapore proveniente da due generatori di vapore, con potenza elettrica nominale generata di 6.100 kW e potenza termica ceduta massima continua di 6.500 kW.
Velocità del vento: se 12 m/sec; sopraelevazione totale del fumo dovuto alla temperatura: circa 40 m(altezza ridotta per la presenza del cono di servitù per la navigazione aerea dell’aeroporto di S.Giacomo, la quale deve essere inferiore a 45 m); perciò l’altezza virtuale del pennacchio del fumo: 80 m.
 Da ciò emerge che basta una certa velocità del vento(circa 40 km/ora = 11 m/sec), perché la sopraelevazione del fumo sia praticamente annullata. Se poi si pensa alla frequente inversione termica dell’atmosfera nella conca bolzanese sull’ascensione del fumo non si può fare affidamento.
 Si rileva che nel momento dell’inversione il ristagno dei fumi avviene proprio in corrispondenza della zona d’influenza dell’inceneritore, a ridosso delle abitazioni dei quartieri di Casanova, Firmian, “cittadella” ospedaliera. I responsabili dell’Agenzia provinciale per l’ambiente(Appa) confermano che vi è un controllo continuo, mediante rivelazioni sistematiche sulla qualità dell’aria, in modo da garantire lo stato di salute della popolazione.
 Ma si obietta: ciò non è sufficiente; è come conoscere in anticipo di alcune ore, attraverso i sistemi che la scienza e la tecnica forniscono, l’approssimarsi di un nubifragio, di un rovescio rovinoso, e non avere la possibilità di adottare misure idonee, al fine di smaltire le acque di piena o di accumularle in serbatoi adeguatamente predisposti.
 Occorre “prevenire” il verificarsi di tali condizioni, “spostando” la collocazione dell’impianto sia di Bolzano sia di Trento in”una posizione adatta”, in modo di prendere due piccioni con una fava - “zwei Fliegen mit einer Klappe schlagen”.
 Quesito inquietante: i vantaggi del sistema di gestione dei rifiuti solidi in quale rapporto sono rispetto agli svantaggi?
 Senza un’analisi approfondita dei pro e dei contro, la quale si riferisca alla situazione attuale e futura, gli Enti pubblici conosceranno forse il costo degli schemi, edilizi e tecnologici, ma non avranno alcuna possibilità di misurare i benefici che da essi possano trarre, tenendo conto dei danni alla salute, la quale non ha prezzo di mercato.
Alto Adige 15-1-11

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categoria:ambiente, inceneritore
sabato, 04 dicembre 2010



Vantaggi dal termovalorizzatore: il suo calore spegnerà le caldaie

BOLZANO. Il piano di rientro elaborato su proposta dell’assessore comunale all’ambiente, Patrizia Trincanato, oltre ai provvedimenti citati, ne elenca altri. Se quelli riguardo alla viabilità sono piuttosto facilmente misurabili quanto ad effetti possibili (si sa quanti veicoli di un certo tipo viaggiano oggi e quanto inquinano) piuttosto difficoltoso è stimare l’efficacia di altre contromisure, perché ci si può basare soltanto su delle stime probabilistiche.
 Comunque sia, il Comune intende introdurre quanto segue: da gennaio 2012, previa predisposizione di appositi incentivi pubblici, partirà un programma di risanamento energetico degli edifici esistenti, che dovrebbe coinvolgere superfici pari a 80 mila metri quadri. A maggio 2013, poi, entrerà a regime il nuovo termovalorizzatore, grazie al quale sarà possibile potenziare la rete di teleriscaldamento e spegnere così molte caldaie classiche. In rete verranno immessi 108 Gigawatt/ora all’anno, contro gli attuali 26,3. Oltre a questi provvedimenti, ci sono quelli non calendarizzati, nemmeno come ipotesi. Probabilmente perché sanno troppo di fantapolitica, quindi scriverci accanto una data non era consigliabile. Si tratta di: tramvia Caldaro-Bolzano; variante alla SS 12 San Giacomo-Oltrisarco; variante est di collegamento in galleria fra i Piani e la SS 504 di Sarentino. (da.pa)
Alto Adige 4-12-10
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categoria:inceneritore, variante laives
giovedì, 02 dicembre 2010



Discarica Castel Firmiano doppio inganno per i bolzanini

Nel dibattito riguardo alla discarica di Castel Firmiano (Alto Adige 20 nov.) un esperto competente come il geol. dr. Carlo Marini testualmente constata: “La discarica di Castel Firmiano, lungi dall’essere completamente risanata, costituisce ancora una “bomba ecologica”, nonostante che la spesa complessiva tra”Collina Pasquali” e discarica di Castel Firmiano superi presumibilmente gli 80 milioni di euro.” Per necessità di trasparenza e coerenza vorrei ricordare che, se fanno fede i documenti da fonte pubblica, l’effettiva spesa complessiva in questione risulta essere di soli 34 milioni -, poiché un consorzio di imprese ha effettuato la bonifica della”Collina Pasquali” per 9,12 milioni - e ha pagato il terreno bonificato 9,6 milioni -. Inoltre risulta che smaltire il materiale della Collina Pasquali nella discarica di “Ischia Frizzi” a Vadena sarebbe costato 81 milioni - e mettere a norma la discarica di Castel Firmiano costerebbe 282 milioni -, qualora non ci fossero stoccati rifiuti pericolosi.
Quindi è logico presumere che la validità tecnica della soluzione adottata per l’opera di risanamento è ancora peggiore di quella constatata già assai scarsa dallo stesso Carlo Marini. In definitiva la Provincia spostando i rifiuti sulla discarica di Castel Firmiano non mettendola a norma si è procurato un vantaggio economico di almeno 248 milioni di euro. Il Comune e i cittadini di Bolzano invece sono vittime di un duplice inganno: hanno dovuto cedere il terreno bonificato a costo zero e si trovano sul proprio territorio la più grande discarica di rifiuti pericolosi non risanata dell’Alto Adige.
 Pietro Romaner BOLZANO
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categoria:inceneritore
domenica, 21 novembre 2010



L’inceneritore è già in piedi

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Nuovo termovalorizzatore per i rifiuti residui: nonostante un notevole contrattempo tecnico nel corso dell’estate, il cantiere procede a ritmo spedito e la struttura è ormai in piedi. Ad aprile si terminerà di erigere le opere murarie, poi sarà la volta dei complessi impianti tecnologici, il cui montaggio durerà un anno e mezzo e impegnerà in cantiere fino a 250 operai contemporaneamente. Il nuovo inceneritore sarà pronto a fine 2012 e verrà gradualmente messo in funzione nel corso del 2013, in concomitanza con lo spegnimento del vecchio impianto. Secondo i tecnici provinciali, ogni anno potrà bruciare fino a 130.000 tonnellate di rifiuti residui (esclusivamente altoatesini), permetterà di chiudere diverse discariche nelle valli periferiche e inquinerà un decimo rispetto ai limiti imposti per legge. Soprattutto, però, produrrà energia elettrica per 3.000 famiglie e calore per riscaldare 5.500 alloggi. Il nuovo termovalorizzatore, a ben vedere, sarà il simbolo della Bolzano futura. Nel bene o nel male, chiunque arrivi da sud percorrendo l’A22 già oggi nota la sua mole, decisamente più imponente rispetto a quella di tutte le aziende e le torri attualmente in costruzione in zona produttiva. Avrà un fronte di 180 metri, il capannone principale si eleverà per 47 metri e il camino principale supererà i 60 metri di altezza.
 Giovedì in cantiere si è tenuto un vertice tecnico per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori, portati avanti da un’associazione temporanea di imprese di cui fanno parte alcune delle maggiori aziende altoatesine di costruzioni edilizie: Atzwanger, Ladurner, Hafner, Oberosler, Wipptaler, Seeste, Stahlbau Pichler.
 «I lavori sono iniziati il 10 dicembre del 2008. Per ora siamo nei tempi previsti», chiarisce l’ingegner Valentino Pagani, direttore della Ripartizione provinciale infrastrutture. «E questo nonostante un notevole ostacolo incontrato all’inizio di luglio». I lavori infatti sono stati rallentati dal rinvenimento di «8.500 tonnellate di rifiuti iperpericolosi sotterrati, non prevedibili in fase progettuale. Li si è dovuti smaltire, trasportandoli in discariche speciali, in Germania». Attualmente, in cantiere sono giornalmente impegnati dai 50 ai 60 operai, che però saliranno addirittura a 250 a partire dalla primavera. «Terminate le opere murarie - prosegue - cominceremo il montaggio delle dotazioni tecnologiche. Si proseguirà per un anno e mezzo». Si tratta infatti di un impianto assai complesso, come dimostrano le cifre: dei 117,9 milioni di euro necessari alla sua costruzione, la metà sono da ascrivere proprio alle sole dotazioni tecnologiche.
 I funzionari provinciali preferiscono non entrare nelle questioni politiche sull’opportunità o meno di realizzare l’impianto, ma tengono a sottolineare che oramai i lavori sono avviati «ed è ora di parlare dei tanti aspetti positivi». Intanto, spiega Pagani, «la struttura è quanto di meglio esista oggi in Italia. Impianti simili sono in esercizio solo a Padova e Forlì. Qualunque processo di combustione implica dei residui, ma questo inceneritore permetterà emissioni inquinanti pari a un decimo del limite imposto per legge. Possiamo tranquillamente affermare che il coefficiente di sicurezza è alquanto elevato». Oggi in provincia non si bruciano tutti i rifiuti residui, «perché l’attuale inceneritore di Bolzano ha una capacità annua di sole novantamila tonnellate. Il nuovo impianto potrà bruciarne 40mila in più. L’obiettivo è chiudere tutte le discariche di stoccaggio rifiuti residui, come in Pusteria».
 Grazie alla raccolta differenziata si dovrà riuscire a diminuire il più possibile la quota di rifiuti residui. Il resto verrà bruciato su una griglia ad una temperatura di circa 1.050 gradi centigradi. Nel forno e nella caldaia il calore riscalderà l’acqua contenuta in fasci tubieri, producendo vapore. Vapore che tramite turbina e successivo generatore verrà trasformato in energia elettrica (12 Megawatt; servirà circa 3.000 alloggi). Il vapore a bassa pressione, uscendo dalla turbina, verrà convogliato in uno scambiatore di calore, per essere sfruttato nella rete di teleriscaldamento (28 Megawatt, servirà circa 5.500 alloggi). Anche l’intero ospedale San Maurizio sarà teleriscaldato dal nuovo inceneritore.
Alto Adige 20-11-10
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categoria:inceneritore
mercoledì, 17 novembre 2010



Lo sapevate che l’inceneritore non va?

Marco Gandini
Ma lo sapevate che i lavori per l’edificazione del nuovo mega inceneritore sono partiti e vanno a gonfie vele? Ma lo sapevate che i costi previsti sono già lievitati alla stragrande? Siamo passati dai 75 milioni di Euro agli attuali 122! Ma lo sapevate che presumibilmente il mega inceneritore sarà terminato nel 2014? Ma lo sapevate che non servirà più ad un tubo e che appena terminato bisognerà già pensare a modernizzarlo? Ma lo sapevate che non ci sarà materiale sufficiente da incenerire in quel colosso e che compreremo monnezza da altri luoghi per poterne giustificare la sua costruzione? Ma lo sapevate che in Veneto esiste una ditta che è stata messa in piedi con la spesa di 1 milione di euro e che trasforma tutto ciò che viene buttato in un cassonetto in un materiale plastico assolutamente utilizzabile in migliaia di ambiti e che è assolutamente nuovamente riciclabile al 100%? Ma lo sapevate che buttiamo un sacco di milioni di euro solo perché qualcuno dietro incasserà una vagonata di soldi e li guadagnerà sfruttando un investimento pagato da tutti? Ma lo sapevate che quando il mega inceneritore produrrà un inquinamento lento ma risoluto e che dovremo dire addio ad aria salubre e incontaminata visto che quella schifezza se la mangerà la nostra salute? Ma non lo sapevate? Ma non lo sapevate perché non vi interessa? Ma allora scusate il disturbo!
Alto Adige 17-11-10
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categoria:inceneritore
giovedì, 11 novembre 2010



Bolzano regge i pesi della provincia

In questo periodo si sta parlando da una parte di immobilismo comunale sulle varie tematiche che il comune dovrebbe espletare e dall’altra di continue iniziative provinciali sul territorio di competenza comunale. Mi riferisco in particolare all’aereoporto e all’inceneritore. Io penso che Bolzano come capoluogo sia quello che paga piu’ di tutti in termini di inquinamento e di spesa con conseguenti ripercussioni sulla salute dei cittadini e delle casse comunali. Bisogna finirla di essere sudditi di una Provincia che decide e fa quello che vuole nonstante i pareri contrari di gran parte della popolazione. L’aereoporto e’ un buco nero senza senso che serve solo al momento a trasportare molti politici a Roma e ampliarlo vorrebbe dire portare unicamente aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico a tutto il resto della
popolazione che non lo utilizza. Per quanto riguarda l’inceneritore vale lo stesso discorso. Non si comprende perche’ i rifiuti di tutta la provincia debbano venire a Bolzano con aumento esponenziale delle polveri sottili pm 10 e pm2, con aumento del traffico e inquinamento per tutti i camion che transiteranno per il trasporto rifiuti. A questo possiamo ancora aggiungere il sistema medievale del bidone condominiale che vorranno attuare con tutte le conseguenze di cui sopra e credo anche di tipo giuridico.
Bolzano diventerebbe la citta’ con autostrada, aereoporto, inceneritore e traffico veicolare elevato. Vogliamo questo? Penso che la citta’ debba ribellarsi e non meriti tutto cio’ per il presente e soprattutto per il futuro.
Bisognerebbe prendere esempio dall’unita’ e determinazione delle popolazioni della Campania prima che sia troppo tardi.
Alto Adige 11-11-10
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categoria:ambiente, inceneritore, a22
giovedì, 14 ottobre 2010



Maxi-mutuo da 122 milioni per finanziare l’inceneritore a Bolzano Sud

BOLZANO. La Provincia sposta i soldi accantonati per l’inceneritore su altri capitoli e si indebita per finanziare la costruzione del termovalorizzatore a Bolzano Sud: «Asse», la neocostituita Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico, ha infatti ottenuto un maxi-mutuo da 122 milioni (durata 19 anni, tasso del 2,5% circa) da un pool di otto banche tra cui gli istituti di credito locali Banca di Trento e Bolzano, Raiffeisen, Cassa di Risparmio e Banca Popolare e i gruppi nazionali Intesa (tramite la Banca infrastrutture e sviluppo), Bnl, Dexia e Unicredit.
 Il debito è a carico dell’agenzia, mentre la Provincia - forte del suo rating “Aaa” - funge da garante. Il pagamento del mutuo dovrebbe essere a carico del nuovo gestore, una volta che questo sarà stato individuato.
Alto Adige 14-10-10
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categoria:inceneritore
martedì, 10 agosto 2010



Mussner: il nuovo inceneritore sarà pronto alla fine del 2012

BOLZANO. Il nuovo inceneritore di Bolzano sarà pronto per il dicembre 2012. E questo nonostante in una parte del terreno su cui si realizza l’impianto siano stati trovati materiali inquinanti. È quanto afferma l’assessore provinciale ai lavori pubblici, in risposta ad un’interrogazione dei consiglieri provinciali dei Verdi, Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss. «Il materiale inquinato ritrovato in cantiere è stato classificato come pericoloso, poiché presenta i superamenti per i parametri di piombo, benzopirene e fluoruri. Le quantità trovate si aggirano attorno alle 8.500 tonnellate», sottolinea Mussner.
 Attualmente il materiale viene trasportato in appositi impianti in Germania, dove viene trattato e smaltito. Una operazione che si concluderà alla fine del mese in corso e che costa alle casse della Provincia 4,5 milioni di euro. «Questo materiale si trovava in una zona molto limitata dell’areale - circa il 3,5% della superficie - non interessata a suo tempo dai sondaggi ambientali e proviene dalla lavorazioni industriali realizzate a Bolzano Sud a partire dal secondo dopoguerra e fino agli anni Settanta», ancora l’assessore provinciale ai lavori pubblici. Un periodo in cui l’attenzione sui danni ambientali, anche dal punto di vista normativo, era piuttosto limitata. Palazzo Widmann ha presentato una denuncia contro ignoti, ma sarà difficile risalire a chi inquinò a suo tempo l’area.
 «Il termine di ultimazione lavori per il termovalorizzatore non viene prorogato - oltre a quello fissato al dicembre 2012 - perché le operazioni di scavo e di smaltimento sono condotte parallelamente alle lavorazioni previste per la realizzazione dell’impianto», conclude l’assessore Florian Mussner.
Alto Adige 10-8-10
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sabato, 03 luglio 2010



Inceneritore: rifiuti pericolosi liberati entro la fine di agosto

BOLZANO. Entro la fine di agosto il cantiere del nuovo termovalorizzatore di Bolzano Sud sarà liberato dalle sostanze pericolose rinvenute nei giorni scorsi, e il materiale verrà trasportato fuori Provincia. Lo ha annunciato durante un sopralluogo l’assessore ai lavori pubblici Florian Mussner.
 «Per i cittadini - ha sottolineato Mussner - non sussiste nessun pericolo». Ogni giorno 8 camion asporteranno dal cantiere del nuovo termovalorizzatore le circa 8.400 tonnellate di residui industriali contenenti sostanze pericolose. Le operazioni dureranno sino alla fine di agosto, e comporteranno dei costi aggiuntivi che si aggireranno attorno ai 4,5 milioni di euro. «Purtroppo - ha spiegato l’assessore Mussner durante il sopralluogo - non possiamo chiamare in causa i responsabili di tutto ciò, perchè al momento dello sversamento dei residui industriali pericolosi non esisteva una legge che vietava questo genere di depositi».
 Secondo la ricostruzione fatta dal direttore dell’Ufficio gestione rifiuti Giulio Angelucci, il materiale, risalente a diverse decine di anni fa, dovrebbe comunque provenire da alcuni degli stabilimenti allora presenti in zona industriale come Acciaierie, Aluminia e Magnesio. Il programma di smaltimento dei residui industriali rinvenuti all’interno del cantiere del nuovo termovalorizzatore prevede che ogni giorno vengano asportate 210 tonnellate di materiale che verranno probabilmente inviate a Pisa per una prima lavorazione, e quindi in Germania o Olanda per il definitivo stoccaggio in speciali discariche.
Alto Adige 3-7-10
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lunedì, 28 giugno 2010



Il nuovo inceneritore sarà pronto a fine 2012

BOLZANO. Nonostante le proteste dell’Associazione Ambiente e salute che non perde occasione per denunciare i rischi legati all’inceritore, a Bolzano sud stanno procedendo come da programma i lavori per la costruzione del nuovo impianto. Secondo il piano del 2000, l’intera quantità di rifiuti prodotti in Alto Adige, dovrà essere trattata nel nuovo impianto e l’energia prodotta trasformata in energia elettrica e termica. L’attuale inceneritore è in funzione dal 1988/1992 e quest’anno raggiunge la durata di vita massima per un impianto di questo tipo. E comunque non sarebbe in grado di trattare 130.000 tonnellate di rifiuti all’anno.
 Il progetto prende la massima valorizzazione termica dei rifiuti con una particolare attenzione alla produzione di energia e alla depurazione dei fumi. Secondo la Provincia, con la realizzazione di questo progetto verrà ridotto l’uso delle discariche, nel rispetto della nuova direttiva europea in materia di smaltimento rifiuti.
 Una volta completato il nuovo impianto si potrà demolire l’attuale che sorge a fianco. Anche in questo caso il terreno dovrà essere bonificato dalle scorie industriali. Per consentire la valorizzazione dell’energia prodotta, la rete di teleriscaldamento di Bolzano dovrà essere potenziata. Nel nuovo impianto di termovalorizzazione dei rifiuti verranno trattate 16,3 t/h di rifiuti. Il potere calorifico dei rifiuti é di 13 mj/kg; verranno perciò prodotti 14,4 mw di energia elettrica e 5,9 mw di energia termica che verrà immessa nel cunicolo di teleriscaldamento.
 Si calcola di riscaldare 590 appartamenti e 4.800 utenze domestiche potranno essere rifornite di energia elettrica. Grazie ad una particolare attenzione al trattamento dei fumi prodotti, gli attuali valori di soglia dovrebbero essere migliorati: i tecnici assicurano che i valori si posizioneranno molto al di sotto dei parametri imposti dalle direttive europee e nazionali.
 Un occhio di riguardo verrà dato all’impostazione architettonica dell’impianto. Il complesso con le sue macchine, le tubazioni ed il camino non sarà più in primo piano; l’intera struttura verrà divisa in tre corpi, che si adattano alla Skyline di Bolzano: un lungo edificio alto 42 metri coprirà da solo il resto dell’impianto, nella cui parte terminale a sud sarà collocato il camino alto 60 metri; a nord verrà invece edificata la stazione di scarico dei rifiuti in cemento armato con la relativa fossa e sul lato est una facciata vetrata rivestirà l’edificio servizi. Per l’edificazione dell’impianto si dispone di un areale di 25.000 di cui 7.600 verranno utilizzati. La cubatura fuori terra è di 176.000.
 Il nuovo inceneritore costerà 117 milioni di euro e dovrebbe essere ultimato nel dicembre del 2012.
 Nonostante il lavori siano già avviati Claudio Vedovelli, medico e consigliere comunale della Lista Cinque stelle, non si stanca di denunciare i rischi per la salute legati all’impianto. «L’ospedale San Maurizio - scrive - non riceverà solo l’acqua calda e il calore del nuovo inceneritore, ma come già accade oggi, riceverà pure i fumi e le sostanze tossiche». «Quindi - sostiene provocatoriamente - sarà doppia la funzione del nuovo impianto: procurerà clienti per l’ospedale con i veleni che sprigiona e poi almeno li riscalderà». Secondo Vedovelli, non solo tumori ma anche malattie respiratorie, cardiovascolari e allergie sono da mettere in relazione all’inquinamento atmosferico, al quale oltre le auto e le industrie contribuisce non poco anche la combustustione degli inceneritori.
 «Ora - denuncia il medico del San Maurizio - si vuole sfruttare il calore prodotto da queste combustioni per riscaldare la città: sembrerebbe green economy, ma non si calcola che produrre calore dai rifiuti significa sprecare risorse, significa trasformare materie riciclabili in veleni per l’ambiente, significa avere una grande dispersione di calore nelle tubature. Ciò significa che l’efficienza energetica di questo ciclo è negativa».
Alto Adige 28-6-10
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categoria:inceneritore
venerdì, 19 marzo 2010



Trento: Salorno non si preoccupi  

Biodigestore, saranno adottati i limiti più restrittivi d’Europa

MARCO WEBER

CADINO DI FAEDO. È stata una visita “sul campo”, quella svolta ieri mattina di componenti la terza commissione del consiglio provinciale di Trento in località Nassi di Cadino (frazione di Faedo), dove dovrebbe essere costruito il biodigestore.
 Nell’impianto dovrebbero essere smaltiti i rifiuti organici provenienti dai paesi della Piana Rotaliana, delle valli di Fiemme e Fassa, della val di Cembra e della bassa val di Non. Il condizionale è d’obbligo, perché contro il progetto pendono ben tre ricorsi al Tar di Trento: quello degli abitanti di Cadino (nucleo abitato frazione di Faedo situato a circa un chilometro a sud in linea d’aria da dove è prevista l’ubicazione dell’impianto), quello della concessionaria auto Rotalnord (situata invece a circa 700 metri in linea d’aria a nord) e quello degli abitanti di Salorno (che in linea d’aria si trova a 2,8 km).
 I membri della commissione, guidati dal suo presidente Roberto Bombarda, hanno avuto modo di visionare il luogo, adiacente alla strada statale ed attualmente adibito a vigneto, e rivolgere ai tecnici del servizio valutazione ambientale della Provincia, Enrico Menapace e Chiara Lo Cicero, domande inerenti il funzionamento del previsto nuovo biodigestore che dovrà, se realizzato, trasformare in “compost” (ovvero, banalmente, in fertilizzante naturale), secondo le stime attuali, circa 18 mila tonnellate annue di rifiuto organico e 8 mila tonnellate di ramaglie sminuzzate provenienti da una buona fetta del territorio trentino. Rifiuto organico che, è stato ricordato, ora viene portato in Veneto per lo smaltimento, con costi notevoli di trasporto.
 L’occasione è stata utile anche per sentire le ragioni del sindaco di Faedo, Bruno Faustini, il quale ha perorato la causa del biodigestore raccontando, tra l’altro, di aver visitato un impianto di compostaggio a Monaco di Baviera, con caratteristiche meno protette di quello previsto a Cadino (dove la lavorazione del compost sarà effettuata interamente in ambiente chiuso) e di non aver percepito particolari odori sgradevoli nell’aria. Lo Cicero ha precisato che, non esistendo una normativa precisa in Italia sui limiti di percettività degli odori, l’impianto di Cadino verrà approntato avendo come riferimenti i limiti più restrittivi sugli odori in uso in Europa, ovvero quelli dell’Inghilterra. Mentre per quanto riguarda l’Italia il riferimento sarà con i limiti in uso in Lombardia.
 Molte le domande dei consiglieri presenti, sia rivolte ai tecnici che al sindaco Faustini. Ed anche una forte perplessità, da parte di Nerio Giovanazzi, quando i tecnici provinciali hanno ricordato che l’accordo prevede la possibilità, a biodigestore costruito e in attività, di farlo chiudere se dovessero sorgere problemi di incompatibilità ambientale (leggi cattivi odori). Il sindaco di Faedo, tra l’altro, ha sottolineato che l’insediamento di una attività produttiva in loco fungerebbe anche da deterrente per coloro che abbandonano annualmente tonnellate di rifiuti di ogni genere in zona. Ed anche per la prostituzione. La zona, è stato sottolineato, è stata scelta per essere una delle poche in Trentino ad essere esente per un largo raggio ad ogni latitudine di insediamenti abitativi.

Alto Adige 19-3-10
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categoria:inceneritore, conca atesina
mercoledì, 21 ottobre 2009


Inceneritore "Vurza", no alla seconda fase



un soffio all'inceneritore


L’assessore provinciale Laimer ha risposto all’interrogazione dei Verdi «Sperimentazione poco chiara, mancavano anche le garanzie»

 LAIVES. Grazie alla risposta che l’assessosre Michl Laimer ha dato all’interrogazione dei Verdi sull’imceneritore della Exo che avrebbe dovuto essere installato in zona produttiva Vurza, è possibile conoscere qualche caratteristica in più dell’impianto rispetto a prima. L’inceneritore comunque non dovrebbe più arrivare in zona Vurza come ha garantito lo stesso Laimer. Prima di tutto il perchè dello spostamento da Bolzano a Laives e del mancato rinnovo dell’autorizzazione per sperimentazioni dopo il 2007. «L’autorizzazione all’Exo non è stata più rilasciata - spiega l’assessore Laimer - perché l’impianto era posto in modo tale da intralciare i lavori per la realizzazione del nuovo inceneritore provinciale. Secondo il progetto inoltrato all’Agenzia per la protezione dell’ambiente per il relativo parere, la Exo intendeva avviare una seconda fase di sperimentazione, inserendo il bruciatore sperimentato nella prima fase di un concetto impiantistico più completo e complesso. Poiché però non era chiaro cosa e come la società volesse sperimentare e che garanzie ambientali l’impianto potesse dare, l’Agenzia per la protezione ambientale ha rilasciato parere negativo nei confronti dell’impianto», precisa l’assessore provinciale. Proprio appellandosi a questo parere negativo infatti, il consiglio comunale di Laives ha a sua volta, di recente, bocciato il progetto della Exo. (b.c.)

Alto Adige 21-10-09
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sabato, 17 ottobre 2009


Consulta ambiente «Niente inceneritore nella zona Vurza»


consulta ambiente


 LAIVES. Prima riunione della consulta ambiente comunale che, nella discussione, ha affrontato i principali temi di carattere ambientale sul tappeto. Così l’assessore Giorgio Zanvettor, che della commissione fa parte: «Abbiamo parlato dell’impianto di incenerimento della Exo Italia che si voleva costruire in zona produttiva Vurza e che, a quanto pare, verrà spostato altrove. Poi ho portato il piano di rischio relativo all’aeroporto di San Giacomo, piano che interessa anche il territorio di Laives oltre che quelli di Bolzano e di Vadena. S’è parlato anche del tracciato pedemontano che partendo da Laives, attraverso Pineta e San Giacomo raggiungerà Castel Flavon. Per quanto riguarda l’aeroporto e relativo referendum, anche la nostra consulta ambiente ha espresso la richiesta che domenica 25 ottobre tutti vadano a votare e scelgano il sì per bloccare ulteriori finanziamenti alla struttura».
 La consulta ambiente, come le altre del genere, d’ora in avanti si occuperà di tutti i temi che riguardano proprio il territorio comunale. Il suo carattere è esclusivamente consultivo, come le altre commissioni e consulte peraltro, ma comunque le scelte non sono prive di significato perché hanno lo scopo di fornire un orientamento anche al consiglio comunale nelle scele che è chiamato ad operare. (b.c.)

Alto Adige 17-10-09
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sabato, 15 gennaio 2011



L’inceneritore è un problema perchè Casanova e Firmian «insistono» sul suo raggio

L’inceneritore di Bolzano, tuttora in funzione, è costituito da due linee: la prima in esercizio dal 1988, la seconda dal 1994; la capacità complessiva sarebbe di 120 mila tonnellate l’anno.. Attualmente, però, tratta circa 70 mila tonnellate l’anno(mancando il conferimento dei rifiuti solidi della val Pusteria e della val Venosta), con un funzionamento di 320 giorni(7680 ore) e potenzialità, in produzione di energia, massima complessiva di 35.000 kW(kilowatt) = 35 MW(megawatt, dato che 1 MW = 1000 kW.
 Vi è installato un turbogeneratore della potenza di 6.100 kW(circa 7.680 kVA(kilovoltampere?), alimentato a 40 bar dal vapore proveniente da due generatori di vapore, con potenza elettrica nominale generata di 6.100 kW e potenza termica ceduta massima continua di 6.500 kW.
Velocità del vento: se 12 m/sec; sopraelevazione totale del fumo dovuto alla temperatura: circa 40 m(altezza ridotta per la presenza del cono di servitù per la navigazione aerea dell’aeroporto di S.Giacomo, la quale deve essere inferiore a 45 m); perciò l’altezza virtuale del pennacchio del fumo: 80 m.
 Da ciò emerge che basta una certa velocità del vento(circa 40 km/ora = 11 m/sec), perché la sopraelevazione del fumo sia praticamente annullata. Se poi si pensa alla frequente inversione termica dell’atmosfera nella conca bolzanese sull’ascensione del fumo non si può fare affidamento.
 Si rileva che nel momento dell’inversione il ristagno dei fumi avviene proprio in corrispondenza della zona d’influenza dell’inceneritore, a ridosso delle abitazioni dei quartieri di Casanova, Firmian, “cittadella” ospedaliera. I responsabili dell’Agenzia provinciale per l’ambiente(Appa) confermano che vi è un controllo continuo, mediante rivelazioni sistematiche sulla qualità dell’aria, in modo da garantire lo stato di salute della popolazione.
 Ma si obietta: ciò non è sufficiente; è come conoscere in anticipo di alcune ore, attraverso i sistemi che la scienza e la tecnica forniscono, l’approssimarsi di un nubifragio, di un rovescio rovinoso, e non avere la possibilità di adottare misure idonee, al fine di smaltire le acque di piena o di accumularle in serbatoi adeguatamente predisposti.
 Occorre “prevenire” il verificarsi di tali condizioni, “spostando” la collocazione dell’impianto sia di Bolzano sia di Trento in”una posizione adatta”, in modo di prendere due piccioni con una fava - “zwei Fliegen mit einer Klappe schlagen”.
 Quesito inquietante: i vantaggi del sistema di gestione dei rifiuti solidi in quale rapporto sono rispetto agli svantaggi?
 Senza un’analisi approfondita dei pro e dei contro, la quale si riferisca alla situazione attuale e futura, gli Enti pubblici conosceranno forse il costo degli schemi, edilizi e tecnologici, ma non avranno alcuna possibilità di misurare i benefici che da essi possano trarre, tenendo conto dei danni alla salute, la quale non ha prezzo di mercato.
Alto Adige 15-1-11

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categoria:ambiente, inceneritore
sabato, 04 dicembre 2010



Vantaggi dal termovalorizzatore: il suo calore spegnerà le caldaie

BOLZANO. Il piano di rientro elaborato su proposta dell’assessore comunale all’ambiente, Patrizia Trincanato, oltre ai provvedimenti citati, ne elenca altri. Se quelli riguardo alla viabilità sono piuttosto facilmente misurabili quanto ad effetti possibili (si sa quanti veicoli di un certo tipo viaggiano oggi e quanto inquinano) piuttosto difficoltoso è stimare l’efficacia di altre contromisure, perché ci si può basare soltanto su delle stime probabilistiche.
 Comunque sia, il Comune intende introdurre quanto segue: da gennaio 2012, previa predisposizione di appositi incentivi pubblici, partirà un programma di risanamento energetico degli edifici esistenti, che dovrebbe coinvolgere superfici pari a 80 mila metri quadri. A maggio 2013, poi, entrerà a regime il nuovo termovalorizzatore, grazie al quale sarà possibile potenziare la rete di teleriscaldamento e spegnere così molte caldaie classiche. In rete verranno immessi 108 Gigawatt/ora all’anno, contro gli attuali 26,3. Oltre a questi provvedimenti, ci sono quelli non calendarizzati, nemmeno come ipotesi. Probabilmente perché sanno troppo di fantapolitica, quindi scriverci accanto una data non era consigliabile. Si tratta di: tramvia Caldaro-Bolzano; variante alla SS 12 San Giacomo-Oltrisarco; variante est di collegamento in galleria fra i Piani e la SS 504 di Sarentino. (da.pa)
Alto Adige 4-12-10
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categoria:inceneritore, variante laives
giovedì, 02 dicembre 2010



Discarica Castel Firmiano doppio inganno per i bolzanini

Nel dibattito riguardo alla discarica di Castel Firmiano (Alto Adige 20 nov.) un esperto competente come il geol. dr. Carlo Marini testualmente constata: “La discarica di Castel Firmiano, lungi dall’essere completamente risanata, costituisce ancora una “bomba ecologica”, nonostante che la spesa complessiva tra”Collina Pasquali” e discarica di Castel Firmiano superi presumibilmente gli 80 milioni di euro.” Per necessità di trasparenza e coerenza vorrei ricordare che, se fanno fede i documenti da fonte pubblica, l’effettiva spesa complessiva in questione risulta essere di soli 34 milioni -, poiché un consorzio di imprese ha effettuato la bonifica della”Collina Pasquali” per 9,12 milioni - e ha pagato il terreno bonificato 9,6 milioni -. Inoltre risulta che smaltire il materiale della Collina Pasquali nella discarica di “Ischia Frizzi” a Vadena sarebbe costato 81 milioni - e mettere a norma la discarica di Castel Firmiano costerebbe 282 milioni -, qualora non ci fossero stoccati rifiuti pericolosi.
Quindi è logico presumere che la validità tecnica della soluzione adottata per l’opera di risanamento è ancora peggiore di quella constatata già assai scarsa dallo stesso Carlo Marini. In definitiva la Provincia spostando i rifiuti sulla discarica di Castel Firmiano non mettendola a norma si è procurato un vantaggio economico di almeno 248 milioni di euro. Il Comune e i cittadini di Bolzano invece sono vittime di un duplice inganno: hanno dovuto cedere il terreno bonificato a costo zero e si trovano sul proprio territorio la più grande discarica di rifiuti pericolosi non risanata dell’Alto Adige.
 Pietro Romaner BOLZANO
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domenica, 21 novembre 2010



L’inceneritore è già in piedi

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Nuovo termovalorizzatore per i rifiuti residui: nonostante un notevole contrattempo tecnico nel corso dell’estate, il cantiere procede a ritmo spedito e la struttura è ormai in piedi. Ad aprile si terminerà di erigere le opere murarie, poi sarà la volta dei complessi impianti tecnologici, il cui montaggio durerà un anno e mezzo e impegnerà in cantiere fino a 250 operai contemporaneamente. Il nuovo inceneritore sarà pronto a fine 2012 e verrà gradualmente messo in funzione nel corso del 2013, in concomitanza con lo spegnimento del vecchio impianto. Secondo i tecnici provinciali, ogni anno potrà bruciare fino a 130.000 tonnellate di rifiuti residui (esclusivamente altoatesini), permetterà di chiudere diverse discariche nelle valli periferiche e inquinerà un decimo rispetto ai limiti imposti per legge. Soprattutto, però, produrrà energia elettrica per 3.000 famiglie e calore per riscaldare 5.500 alloggi. Il nuovo termovalorizzatore, a ben vedere, sarà il simbolo della Bolzano futura. Nel bene o nel male, chiunque arrivi da sud percorrendo l’A22 già oggi nota la sua mole, decisamente più imponente rispetto a quella di tutte le aziende e le torri attualmente in costruzione in zona produttiva. Avrà un fronte di 180 metri, il capannone principale si eleverà per 47 metri e il camino principale supererà i 60 metri di altezza.
 Giovedì in cantiere si è tenuto un vertice tecnico per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori, portati avanti da un’associazione temporanea di imprese di cui fanno parte alcune delle maggiori aziende altoatesine di costruzioni edilizie: Atzwanger, Ladurner, Hafner, Oberosler, Wipptaler, Seeste, Stahlbau Pichler.
 «I lavori sono iniziati il 10 dicembre del 2008. Per ora siamo nei tempi previsti», chiarisce l’ingegner Valentino Pagani, direttore della Ripartizione provinciale infrastrutture. «E questo nonostante un notevole ostacolo incontrato all’inizio di luglio». I lavori infatti sono stati rallentati dal rinvenimento di «8.500 tonnellate di rifiuti iperpericolosi sotterrati, non prevedibili in fase progettuale. Li si è dovuti smaltire, trasportandoli in discariche speciali, in Germania». Attualmente, in cantiere sono giornalmente impegnati dai 50 ai 60 operai, che però saliranno addirittura a 250 a partire dalla primavera. «Terminate le opere murarie - prosegue - cominceremo il montaggio delle dotazioni tecnologiche. Si proseguirà per un anno e mezzo». Si tratta infatti di un impianto assai complesso, come dimostrano le cifre: dei 117,9 milioni di euro necessari alla sua costruzione, la metà sono da ascrivere proprio alle sole dotazioni tecnologiche.
 I funzionari provinciali preferiscono non entrare nelle questioni politiche sull’opportunità o meno di realizzare l’impianto, ma tengono a sottolineare che oramai i lavori sono avviati «ed è ora di parlare dei tanti aspetti positivi». Intanto, spiega Pagani, «la struttura è quanto di meglio esista oggi in Italia. Impianti simili sono in esercizio solo a Padova e Forlì. Qualunque processo di combustione implica dei residui, ma questo inceneritore permetterà emissioni inquinanti pari a un decimo del limite imposto per legge. Possiamo tranquillamente affermare che il coefficiente di sicurezza è alquanto elevato». Oggi in provincia non si bruciano tutti i rifiuti residui, «perché l’attuale inceneritore di Bolzano ha una capacità annua di sole novantamila tonnellate. Il nuovo impianto potrà bruciarne 40mila in più. L’obiettivo è chiudere tutte le discariche di stoccaggio rifiuti residui, come in Pusteria».
 Grazie alla raccolta differenziata si dovrà riuscire a diminuire il più possibile la quota di rifiuti residui. Il resto verrà bruciato su una griglia ad una temperatura di circa 1.050 gradi centigradi. Nel forno e nella caldaia il calore riscalderà l’acqua contenuta in fasci tubieri, producendo vapore. Vapore che tramite turbina e successivo generatore verrà trasformato in energia elettrica (12 Megawatt; servirà circa 3.000 alloggi). Il vapore a bassa pressione, uscendo dalla turbina, verrà convogliato in uno scambiatore di calore, per essere sfruttato nella rete di teleriscaldamento (28 Megawatt, servirà circa 5.500 alloggi). Anche l’intero ospedale San Maurizio sarà teleriscaldato dal nuovo inceneritore.
Alto Adige 20-11-10
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mercoledì, 17 novembre 2010



Lo sapevate che l’inceneritore non va?

Marco Gandini
Ma lo sapevate che i lavori per l’edificazione del nuovo mega inceneritore sono partiti e vanno a gonfie vele? Ma lo sapevate che i costi previsti sono già lievitati alla stragrande? Siamo passati dai 75 milioni di Euro agli attuali 122! Ma lo sapevate che presumibilmente il mega inceneritore sarà terminato nel 2014? Ma lo sapevate che non servirà più ad un tubo e che appena terminato bisognerà già pensare a modernizzarlo? Ma lo sapevate che non ci sarà materiale sufficiente da incenerire in quel colosso e che compreremo monnezza da altri luoghi per poterne giustificare la sua costruzione? Ma lo sapevate che in Veneto esiste una ditta che è stata messa in piedi con la spesa di 1 milione di euro e che trasforma tutto ciò che viene buttato in un cassonetto in un materiale plastico assolutamente utilizzabile in migliaia di ambiti e che è assolutamente nuovamente riciclabile al 100%? Ma lo sapevate che buttiamo un sacco di milioni di euro solo perché qualcuno dietro incasserà una vagonata di soldi e li guadagnerà sfruttando un investimento pagato da tutti? Ma lo sapevate che quando il mega inceneritore produrrà un inquinamento lento ma risoluto e che dovremo dire addio ad aria salubre e incontaminata visto che quella schifezza se la mangerà la nostra salute? Ma non lo sapevate? Ma non lo sapevate perché non vi interessa? Ma allora scusate il disturbo!
Alto Adige 17-11-10
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categoria:inceneritore
giovedì, 11 novembre 2010



Bolzano regge i pesi della provincia

In questo periodo si sta parlando da una parte di immobilismo comunale sulle varie tematiche che il comune dovrebbe espletare e dall’altra di continue iniziative provinciali sul territorio di competenza comunale. Mi riferisco in particolare all’aereoporto e all’inceneritore. Io penso che Bolzano come capoluogo sia quello che paga piu’ di tutti in termini di inquinamento e di spesa con conseguenti ripercussioni sulla salute dei cittadini e delle casse comunali. Bisogna finirla di essere sudditi di una Provincia che decide e fa quello che vuole nonstante i pareri contrari di gran parte della popolazione. L’aereoporto e’ un buco nero senza senso che serve solo al momento a trasportare molti politici a Roma e ampliarlo vorrebbe dire portare unicamente aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico a tutto il resto della
popolazione che non lo utilizza. Per quanto riguarda l’inceneritore vale lo stesso discorso. Non si comprende perche’ i rifiuti di tutta la provincia debbano venire a Bolzano con aumento esponenziale delle polveri sottili pm 10 e pm2, con aumento del traffico e inquinamento per tutti i camion che transiteranno per il trasporto rifiuti. A questo possiamo ancora aggiungere il sistema medievale del bidone condominiale che vorranno attuare con tutte le conseguenze di cui sopra e credo anche di tipo giuridico.
Bolzano diventerebbe la citta’ con autostrada, aereoporto, inceneritore e traffico veicolare elevato. Vogliamo questo? Penso che la citta’ debba ribellarsi e non meriti tutto cio’ per il presente e soprattutto per il futuro.
Bisognerebbe prendere esempio dall’unita’ e determinazione delle popolazioni della Campania prima che sia troppo tardi.
Alto Adige 11-11-10
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giovedì, 14 ottobre 2010



Maxi-mutuo da 122 milioni per finanziare l’inceneritore a Bolzano Sud

BOLZANO. La Provincia sposta i soldi accantonati per l’inceneritore su altri capitoli e si indebita per finanziare la costruzione del termovalorizzatore a Bolzano Sud: «Asse», la neocostituita Agenzia per lo sviluppo sociale ed economico, ha infatti ottenuto un maxi-mutuo da 122 milioni (durata 19 anni, tasso del 2,5% circa) da un pool di otto banche tra cui gli istituti di credito locali Banca di Trento e Bolzano, Raiffeisen, Cassa di Risparmio e Banca Popolare e i gruppi nazionali Intesa (tramite la Banca infrastrutture e sviluppo), Bnl, Dexia e Unicredit.
 Il debito è a carico dell’agenzia, mentre la Provincia - forte del suo rating “Aaa” - funge da garante. Il pagamento del mutuo dovrebbe essere a carico del nuovo gestore, una volta che questo sarà stato individuato.
Alto Adige 14-10-10
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martedì, 10 agosto 2010



Mussner: il nuovo inceneritore sarà pronto alla fine del 2012

BOLZANO. Il nuovo inceneritore di Bolzano sarà pronto per il dicembre 2012. E questo nonostante in una parte del terreno su cui si realizza l’impianto siano stati trovati materiali inquinanti. È quanto afferma l’assessore provinciale ai lavori pubblici, in risposta ad un’interrogazione dei consiglieri provinciali dei Verdi, Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss. «Il materiale inquinato ritrovato in cantiere è stato classificato come pericoloso, poiché presenta i superamenti per i parametri di piombo, benzopirene e fluoruri. Le quantità trovate si aggirano attorno alle 8.500 tonnellate», sottolinea Mussner.
 Attualmente il materiale viene trasportato in appositi impianti in Germania, dove viene trattato e smaltito. Una operazione che si concluderà alla fine del mese in corso e che costa alle casse della Provincia 4,5 milioni di euro. «Questo materiale si trovava in una zona molto limitata dell’areale - circa il 3,5% della superficie - non interessata a suo tempo dai sondaggi ambientali e proviene dalla lavorazioni industriali realizzate a Bolzano Sud a partire dal secondo dopoguerra e fino agli anni Settanta», ancora l’assessore provinciale ai lavori pubblici. Un periodo in cui l’attenzione sui danni ambientali, anche dal punto di vista normativo, era piuttosto limitata. Palazzo Widmann ha presentato una denuncia contro ignoti, ma sarà difficile risalire a chi inquinò a suo tempo l’area.
 «Il termine di ultimazione lavori per il termovalorizzatore non viene prorogato - oltre a quello fissato al dicembre 2012 - perché le operazioni di scavo e di smaltimento sono condotte parallelamente alle lavorazioni previste per la realizzazione dell’impianto», conclude l’assessore Florian Mussner.
Alto Adige 10-8-10
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sabato, 03 luglio 2010



Inceneritore: rifiuti pericolosi liberati entro la fine di agosto

BOLZANO. Entro la fine di agosto il cantiere del nuovo termovalorizzatore di Bolzano Sud sarà liberato dalle sostanze pericolose rinvenute nei giorni scorsi, e il materiale verrà trasportato fuori Provincia. Lo ha annunciato durante un sopralluogo l’assessore ai lavori pubblici Florian Mussner.
 «Per i cittadini - ha sottolineato Mussner - non sussiste nessun pericolo». Ogni giorno 8 camion asporteranno dal cantiere del nuovo termovalorizzatore le circa 8.400 tonnellate di residui industriali contenenti sostanze pericolose. Le operazioni dureranno sino alla fine di agosto, e comporteranno dei costi aggiuntivi che si aggireranno attorno ai 4,5 milioni di euro. «Purtroppo - ha spiegato l’assessore Mussner durante il sopralluogo - non possiamo chiamare in causa i responsabili di tutto ciò, perchè al momento dello sversamento dei residui industriali pericolosi non esisteva una legge che vietava questo genere di depositi».
 Secondo la ricostruzione fatta dal direttore dell’Ufficio gestione rifiuti Giulio Angelucci, il materiale, risalente a diverse decine di anni fa, dovrebbe comunque provenire da alcuni degli stabilimenti allora presenti in zona industriale come Acciaierie, Aluminia e Magnesio. Il programma di smaltimento dei residui industriali rinvenuti all’interno del cantiere del nuovo termovalorizzatore prevede che ogni giorno vengano asportate 210 tonnellate di materiale che verranno probabilmente inviate a Pisa per una prima lavorazione, e quindi in Germania o Olanda per il definitivo stoccaggio in speciali discariche.
Alto Adige 3-7-10
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lunedì, 28 giugno 2010



Il nuovo inceneritore sarà pronto a fine 2012

BOLZANO. Nonostante le proteste dell’Associazione Ambiente e salute che non perde occasione per denunciare i rischi legati all’inceritore, a Bolzano sud stanno procedendo come da programma i lavori per la costruzione del nuovo impianto. Secondo il piano del 2000, l’intera quantità di rifiuti prodotti in Alto Adige, dovrà essere trattata nel nuovo impianto e l’energia prodotta trasformata in energia elettrica e termica. L’attuale inceneritore è in funzione dal 1988/1992 e quest’anno raggiunge la durata di vita massima per un impianto di questo tipo. E comunque non sarebbe in grado di trattare 130.000 tonnellate di rifiuti all’anno.
 Il progetto prende la massima valorizzazione termica dei rifiuti con una particolare attenzione alla produzione di energia e alla depurazione dei fumi. Secondo la Provincia, con la realizzazione di questo progetto verrà ridotto l’uso delle discariche, nel rispetto della nuova direttiva europea in materia di smaltimento rifiuti.
 Una volta completato il nuovo impianto si potrà demolire l’attuale che sorge a fianco. Anche in questo caso il terreno dovrà essere bonificato dalle scorie industriali. Per consentire la valorizzazione dell’energia prodotta, la rete di teleriscaldamento di Bolzano dovrà essere potenziata. Nel nuovo impianto di termovalorizzazione dei rifiuti verranno trattate 16,3 t/h di rifiuti. Il potere calorifico dei rifiuti é di 13 mj/kg; verranno perciò prodotti 14,4 mw di energia elettrica e 5,9 mw di energia termica che verrà immessa nel cunicolo di teleriscaldamento.
 Si calcola di riscaldare 590 appartamenti e 4.800 utenze domestiche potranno essere rifornite di energia elettrica. Grazie ad una particolare attenzione al trattamento dei fumi prodotti, gli attuali valori di soglia dovrebbero essere migliorati: i tecnici assicurano che i valori si posizioneranno molto al di sotto dei parametri imposti dalle direttive europee e nazionali.
 Un occhio di riguardo verrà dato all’impostazione architettonica dell’impianto. Il complesso con le sue macchine, le tubazioni ed il camino non sarà più in primo piano; l’intera struttura verrà divisa in tre corpi, che si adattano alla Skyline di Bolzano: un lungo edificio alto 42 metri coprirà da solo il resto dell’impianto, nella cui parte terminale a sud sarà collocato il camino alto 60 metri; a nord verrà invece edificata la stazione di scarico dei rifiuti in cemento armato con la relativa fossa e sul lato est una facciata vetrata rivestirà l’edificio servizi. Per l’edificazione dell’impianto si dispone di un areale di 25.000 di cui 7.600 verranno utilizzati. La cubatura fuori terra è di 176.000.
 Il nuovo inceneritore costerà 117 milioni di euro e dovrebbe essere ultimato nel dicembre del 2012.
 Nonostante il lavori siano già avviati Claudio Vedovelli, medico e consigliere comunale della Lista Cinque stelle, non si stanca di denunciare i rischi per la salute legati all’impianto. «L’ospedale San Maurizio - scrive - non riceverà solo l’acqua calda e il calore del nuovo inceneritore, ma come già accade oggi, riceverà pure i fumi e le sostanze tossiche». «Quindi - sostiene provocatoriamente - sarà doppia la funzione del nuovo impianto: procurerà clienti per l’ospedale con i veleni che sprigiona e poi almeno li riscalderà». Secondo Vedovelli, non solo tumori ma anche malattie respiratorie, cardiovascolari e allergie sono da mettere in relazione all’inquinamento atmosferico, al quale oltre le auto e le industrie contribuisce non poco anche la combustustione degli inceneritori.
 «Ora - denuncia il medico del San Maurizio - si vuole sfruttare il calore prodotto da queste combustioni per riscaldare la città: sembrerebbe green economy, ma non si calcola che produrre calore dai rifiuti significa sprecare risorse, significa trasformare materie riciclabili in veleni per l’ambiente, significa avere una grande dispersione di calore nelle tubature. Ciò significa che l’efficienza energetica di questo ciclo è negativa».
Alto Adige 28-6-10
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venerdì, 19 marzo 2010



Trento: Salorno non si preoccupi  

Biodigestore, saranno adottati i limiti più restrittivi d’Europa

MARCO WEBER

CADINO DI FAEDO. È stata una visita “sul campo”, quella svolta ieri mattina di componenti la terza commissione del consiglio provinciale di Trento in località Nassi di Cadino (frazione di Faedo), dove dovrebbe essere costruito il biodigestore.
 Nell’impianto dovrebbero essere smaltiti i rifiuti organici provenienti dai paesi della Piana Rotaliana, delle valli di Fiemme e Fassa, della val di Cembra e della bassa val di Non. Il condizionale è d’obbligo, perché contro il progetto pendono ben tre ricorsi al Tar di Trento: quello degli abitanti di Cadino (nucleo abitato frazione di Faedo situato a circa un chilometro a sud in linea d’aria da dove è prevista l’ubicazione dell’impianto), quello della concessionaria auto Rotalnord (situata invece a circa 700 metri in linea d’aria a nord) e quello degli abitanti di Salorno (che in linea d’aria si trova a 2,8 km).
 I membri della commissione, guidati dal suo presidente Roberto Bombarda, hanno avuto modo di visionare il luogo, adiacente alla strada statale ed attualmente adibito a vigneto, e rivolgere ai tecnici del servizio valutazione ambientale della Provincia, Enrico Menapace e Chiara Lo Cicero, domande inerenti il funzionamento del previsto nuovo biodigestore che dovrà, se realizzato, trasformare in “compost” (ovvero, banalmente, in fertilizzante naturale), secondo le stime attuali, circa 18 mila tonnellate annue di rifiuto organico e 8 mila tonnellate di ramaglie sminuzzate provenienti da una buona fetta del territorio trentino. Rifiuto organico che, è stato ricordato, ora viene portato in Veneto per lo smaltimento, con costi notevoli di trasporto.
 L’occasione è stata utile anche per sentire le ragioni del sindaco di Faedo, Bruno Faustini, il quale ha perorato la causa del biodigestore raccontando, tra l’altro, di aver visitato un impianto di compostaggio a Monaco di Baviera, con caratteristiche meno protette di quello previsto a Cadino (dove la lavorazione del compost sarà effettuata interamente in ambiente chiuso) e di non aver percepito particolari odori sgradevoli nell’aria. Lo Cicero ha precisato che, non esistendo una normativa precisa in Italia sui limiti di percettività degli odori, l’impianto di Cadino verrà approntato avendo come riferimenti i limiti più restrittivi sugli odori in uso in Europa, ovvero quelli dell’Inghilterra. Mentre per quanto riguarda l’Italia il riferimento sarà con i limiti in uso in Lombardia.
 Molte le domande dei consiglieri presenti, sia rivolte ai tecnici che al sindaco Faustini. Ed anche una forte perplessità, da parte di Nerio Giovanazzi, quando i tecnici provinciali hanno ricordato che l’accordo prevede la possibilità, a biodigestore costruito e in attività, di farlo chiudere se dovessero sorgere problemi di incompatibilità ambientale (leggi cattivi odori). Il sindaco di Faedo, tra l’altro, ha sottolineato che l’insediamento di una attività produttiva in loco fungerebbe anche da deterrente per coloro che abbandonano annualmente tonnellate di rifiuti di ogni genere in zona. Ed anche per la prostituzione. La zona, è stato sottolineato, è stata scelta per essere una delle poche in Trentino ad essere esente per un largo raggio ad ogni latitudine di insediamenti abitativi.

Alto Adige 19-3-10
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mercoledì, 21 ottobre 2009


Inceneritore "Vurza", no alla seconda fase



un soffio all'inceneritore


L’assessore provinciale Laimer ha risposto all’interrogazione dei Verdi «Sperimentazione poco chiara, mancavano anche le garanzie»

 LAIVES. Grazie alla risposta che l’assessosre Michl Laimer ha dato all’interrogazione dei Verdi sull’imceneritore della Exo che avrebbe dovuto essere installato in zona produttiva Vurza, è possibile conoscere qualche caratteristica in più dell’impianto rispetto a prima. L’inceneritore comunque non dovrebbe più arrivare in zona Vurza come ha garantito lo stesso Laimer. Prima di tutto il perchè dello spostamento da Bolzano a Laives e del mancato rinnovo dell’autorizzazione per sperimentazioni dopo il 2007. «L’autorizzazione all’Exo non è stata più rilasciata - spiega l’assessore Laimer - perché l’impianto era posto in modo tale da intralciare i lavori per la realizzazione del nuovo inceneritore provinciale. Secondo il progetto inoltrato all’Agenzia per la protezione dell’ambiente per il relativo parere, la Exo intendeva avviare una seconda fase di sperimentazione, inserendo il bruciatore sperimentato nella prima fase di un concetto impiantistico più completo e complesso. Poiché però non era chiaro cosa e come la società volesse sperimentare e che garanzie ambientali l’impianto potesse dare, l’Agenzia per la protezione ambientale ha rilasciato parere negativo nei confronti dell’impianto», precisa l’assessore provinciale. Proprio appellandosi a questo parere negativo infatti, il consiglio comunale di Laives ha a sua volta, di recente, bocciato il progetto della Exo. (b.c.)

Alto Adige 21-10-09
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sabato, 17 ottobre 2009


Consulta ambiente «Niente inceneritore nella zona Vurza»


consulta ambiente


 LAIVES. Prima riunione della consulta ambiente comunale che, nella discussione, ha affrontato i principali temi di carattere ambientale sul tappeto. Così l’assessore Giorgio Zanvettor, che della commissione fa parte: «Abbiamo parlato dell’impianto di incenerimento della Exo Italia che si voleva costruire in zona produttiva Vurza e che, a quanto pare, verrà spostato altrove. Poi ho portato il piano di rischio relativo all’aeroporto di San Giacomo, piano che interessa anche il territorio di Laives oltre che quelli di Bolzano e di Vadena. S’è parlato anche del tracciato pedemontano che partendo da Laives, attraverso Pineta e San Giacomo raggiungerà Castel Flavon. Per quanto riguarda l’aeroporto e relativo referendum, anche la nostra consulta ambiente ha espresso la richiesta che domenica 25 ottobre tutti vadano a votare e scelgano il sì per bloccare ulteriori finanziamenti alla struttura».
 La consulta ambiente, come le altre del genere, d’ora in avanti si occuperà di tutti i temi che riguardano proprio il territorio comunale. Il suo carattere è esclusivamente consultivo, come le altre commissioni e consulte peraltro, ma comunque le scelte non sono prive di significato perché hanno lo scopo di fornire un orientamento anche al consiglio comunale nelle scele che è chiamato ad operare. (b.c.)

Alto Adige 17-10-09
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sabato, 10 ottobre 2009


«Inceneritore di Bolzano, ora l’inchiesta»



Un esposto dei Verdi alla Corte dei Conti. Approvati i 19 milioni in più


BOLZANO. L’appalto per l’inceneritore finisce alla Corte dei conti. I Verdi presenteranno un esposto sulla contestata gara di appalto. Inutili le proteste in aula: la maggioranza (Svp e Pd) ha approvato ieri in consiglio provinciale i 19 milioni di costi aggiuntivi. Giornata movimentata: discussa anche la legge sugli espropri.
 L’inceneritore costerà 117,915 milioni di euro. E’ questa la nuova previsione di costi approvata ieri in consiglio provinciale (con il rendiconto finanziario per l’anno 2008). Quasi 20 milioni in più rispetto all’appalto assegnato alla cordata di imprese guidata dalla Atzwanger. La discussione è stata dominata ieri dalle polemiche dell’opposizione sulla gestione della giunta di tutta la vicenda-appalto. I Verdi, ha annunciato Riccardo Dello Sbarba, presenteranno un esposto alla Corte dei conti per presunto danno erariale. D’accordo il Pdl, sottolinea Alessandro Urzì: «Va fatta chiarezza sulle procedure». Sotto accusa sono i costi che si alzano per adeguare il progetto. Ma è un rincaro previsto, torna ad accusare Dello Sbarba «perché si sapeva che i 98 milioni di euro iniziali non sarebbero stati sufficienti per rispettare il capitolato d’appalto: infatti la cordata Atzwanger è stata l’unica a presentarsi». Roland Tinkhauser (Freiheitlichen) ha spiegato quale poteva essere lo scenario alternativo: «Chi non realizza un appalto secondo quanto pattuito deve pagare una penale e poi tutto va rimesso in gara». Appalto da rifare, è la tesi di buona parte dell’opposizione. Sono pesate in questi giorni le valutazioni dell’ingegner Valentino Pagani (direttore della ripartizione Infrastrutture), nella relazione tecnica sulla variazione di spesa necessaria per gli adeguamenti tecnici. Le accuse in aula si sono basate su passaggi della relazione come «le apparecchiature proposte dall’appaltatore non sono da ritenere sufficientemente sperimentate e affidabili» e «le ditte fornitrici non riescono a fornire sufficienti referenze». Dello Sbarba avverte: «Speriamo che non succeda nulla al posto di lavoro dell’ingegner Pagani, la cui relazione è stata fatta propria dalla giunta nella delibera sulla variazione di spesa». Contesta Elmar Pichler Rolle (Svp): «Come si fa a dire che le ditte non offrono referenze adeguate: sono aziende che si fanno onore con lavori importanti fuori provincia». L’assessore Florian Mussner precisa: «Il termovalorizzatore può essere costruito anche secondo il vecchio progetto, rispetta le norme. Gli adeguamenti sono finalizzati alla salute dei cittadini». Dello Sbarba: «La nuova tecnologia era disponibile anche al momento dell’appalto».
 Tra le polemiche sono stati approvati anche i primi articoli del disegno di legge sugli espropri, già definiti «espropri d’oro». Le nuove regole comporteranno, tra l’altro, la moltiplicazione degli indennizzi in aree finora espropriate come verde agricolo (ad esempio nelle zone di espansione). Il Comune potrebbe versare 5 milioni per il parco di Firmian. Un ordine del giorno Svp-Pd dovrebbe permettere alla giunta maggiore flessibilità per affrontare situazioni diverse. L’opposizione: più una legge è chiara, meno lascia spazio all’interpretazione.

Alto Adige 10-10-09
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giovedì, 08 ottobre 2009


Inceneritore, polemica sui costi «stellari»


costi spaventosi



Seduta interrotta: le minoranze chiedono nuova documentazione


BOLZANO. Bufera, in consiglio provinciale, sul nuovo inceneritore a Bolzano. La seduta è stata interrotta ieri pomeriggio per soddisfare la richiesta dei capigruppo di accesso a nuova documentazione. Il termovalorizzatore è arrivato in aula «agganciato» al rendiconto 2008 della Provincia. Obiettivo della giunta: coprire le nuove spese per l’impianto che portano ad un totale di 118 milioni di euro, quasi 20 in più rispetto alla gara d’appalto. Al centro della discussione la relazione sulla variazione dei costi predisposta dal direttore della ripartizione Infrastrutture. L’ingegner Valentino Pagani - peraltro si tratta di un documento che ha ricevuto il via libera da Palazzo Widmann - spiega come si sia arrivati all’aumento delle spese. Ma la clamorosa novità sta nel fatto che il funzionario della Provincia «certifica» come in Alto Adige si possa vincere un appalto con proposte che non rispettano, almeno in parte, il capitolato dell’appalto stesso. “Le apparecchiature proposte dall’appaltatore - scrive Pagani - non sono da ritenere sufficientemente sperimentate e affidabili. Altre non soddisfano le prescrizioni del capitolato, non sono aggiornate allo standard odierno o non rispondono di referenze valide per la taglia di progetto. Le ditte fornitrici inoltre non riescono a fornire sufficienti referenze o non dispongono di specifica specializzazione in questo”. E poi giù, una certosina disamina di come i costi debbano lievitare dai 98,5 milioni previsti dall’appalto. Da poco più di mezzo milione di euro per opere non previste, né prevedibili dal progetto (dallo spostamento di infrastrutture che intralciano i lavori, come tubazioni del gas e linee elettriche interrate), ai quasi 10 milioni per il sistema di combustione rifiuti-caldaia (il cuore dell’impianto), per il rivestimento in refrattario, per carro ponte, bruciatori di accensione e mantenimento etrasportatori a catena. Insomma, la fotografia che ne esce è questa: l’associazione temporanea d’imprese (capogruppo Atzwanger) vince un appalto, ma poi diventa necessario - come si afferma nella relazione tecnica - spendere anche 2,3 milioni per opere stralciate a suo tempo dal progetto appaltato. Sembra tutto un po’ pasticciato. E ieri, in aula, se ne sono accorti diversi consiglieri.
 Roland Tinkhauser (Freiheitlichen) ha chiesto di avere una spiegazione documentata per l’esplosione dei costi. Per Riccardo Dello Sbarba (Verdi) “i maggiori costi ci sono quindi perché ha vinto un progetto che non corrispondeva a quanto previsto nel capitolato d’appalto. Dunque la giunta ha ammesso che ha vinto l’appalto una ditta che non era in grado di fornire l’impianto progettato”. Alessandro Urzì (Pdl) ha sottolineato che in commissione legislativa, «su richiesta di una documentazione ampia sull’aumento dei costi, fu fornito ai commissari “un fogliettino” di dati che parlava vagamente di “migliorie”». Urzì ha quindi chiesto una sospensione per riunire i capigruppo davanti agli assessori in materia, chiamati a dare documentazione esaustiva. Per l’assessore Florian Mussner il compito di portare in aula la documentazione necessaria sulle spese aggiuntive per l’inceneritore. Si riprenderà questa mattina.

Alto Adige 8-10-09
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domenica, 04 ottobre 2009


Sono 2014 le firme anti inceneritore in zona Vurza



Consegnate venerdì

LAIVES. Il comitato civico di Pineta informa che venerdì «ha consegnato in municipio a Laives, alla segreteria della presidenza provinciale ed alla Bls (Business Location Suedtirol - la società che assegna le aree produttive per conto della Provincia - le 2014 firme, fino ad oggi raccolte, contrarie alla realizzazione di un impianto sperimentale (bruciatore) per il trattamento di biomasse nell’area produttiva Vurza. Un sincero ringraziamento va rivolto a tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa ed hanno condiviso la partecipazione e l’unione».
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sabato, 03 ottobre 2009



Inceneritore in Vurza Ieri incontro con la Bls



«L’impianto verrà forse spostato»


LAIVES. Si è parlato di impianto sperimentale di incenerimento in zona Vurza e anche di deposito di idrocarburi nel corso dell’incontro che si è tenuto nella giornata di ieri tra Sindaco, vice sindaco e assessore Zanvettor e i rappresentanti della Bls che gestisce la zona produttiva Vurza a Pineta di competenza provinciale.
 «Abbiamo fatto presente il giudizio negativo nei confronti dell’inceneritore dato dal consiglio comunale all’unanimità - dicono i rappresentanti della giunta - ribadendo anche che queste operazioni andrebbero discusse prima e non dopo che si è deciso qualche cosa».
 A quanto pare (e lo afferma il vice sindaco Forti) ci sarebbe l’accettazione del no comunale e l’intenzione quindi di costruire questo impianto altrove. «Abbiamo anche accennato al deposito di idrocarburi che dai Piani di Bolzano si voleva portare in zona Vurza - spiega Forti - ed anche in questo caso c’è il no unanime del consiglio comunale. Inoltre il Puc per quell’area produttiva non consente la realizzazione di vani o depositi nel sottosuolo data la natura idrogeologica del terreno. Abbiamo ribadito anche ai rappresentanti della Bls che d’ora in avanti avremmo piacere di discutere i progetti prima e non dopo che sono stati fatti ed inoltre, per strutture come quelle di cui si parla, occorre che ci sia sempre il parere preventivo del Via, così che anche noi amministratori possiamo avere idea di cosa si sta parlando».
 Stando all’ncontro quindi, sembra che vi sia già la rinuncia, da parte dell’imprenditore privato che intende costruire l’inceneritore ad insistere sulla zona Vurza. Per il deposito invece, già la Provincia ha stralciato l’area prevista presso un biotopo accanto alla galleria della variante, anche se questo non significa una rinuncia definitiva dato che l’area Vurza è molto ampia e in buona parte ancora vuota. (b.c.)

Alto Adige 3-10-09
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venerdì, 02 ottobre 2009


Bocciato l’insediamento di un inceneritore in zona artigianale Vurza




In consiglio comunale di Laives è stata approvata con alcuni contributi significativi di maggioranza e opposizioni, la mozione presentata dal PDL contro l’insediamento di un inceneritore in zona artigianale Vurza a Pineta. Il dibattito ha avuto spunti molto interessanti e l’esito positivo si deve anche alla presenza attiva di numerosi concittadini accorsi prima al sit-in organizzato dal Comitato Pineta e poi ad assistere alla seduta.
Si è trattato di un primo importante passo per respingere innanzitutto un metodo che vede la provincia decidere che cosa insediare nel nostro territorio senza nemmeno consultare l’amministrazione comunale. Non dobbiamo però abbassare la guardia anche se per il momento la Exo New Energy ha ritirato il ricorso e quindi se vorrà insistere dovrà ripresentare una nuova domanda e l’iter per l’assegnazione dovrà eventualmente ricominciate completamente da capo.
A margine della serata ci piace però sottolineare l’importante intervento del capogruppo dell’SVP, il quale respingendo l’insediamento dell’inceneritore a Pineta e sottolineando come la Bassa Atesina sia già sovraccarica di strutture inquinanti, ha ricordato che il 25 ottobre ci sarà il referendum sull’aeroporto di San Giacomo, ha sottolineato l’importanza di partecipare al voto e si è schierato per un netto Sì all’abolizione del finanziamento pubblico di quella struttura.
Si tratta di una presa di posizione chiara e importante che, se fosse accompagnata da una risoluzione dello stesso tenore di tutta l’amministrazione, vedrebbe ancora una volta, dopo la vicenda dell’inceneritore e del deposito di idrocarburi, la nostra amministrazione in sintonia con i sentimenti della maggior parte dei propri amministrati.

Rifondazione Comunista - Laives

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giovedì, 01 ottobre 2009


L’Appa: «Gli sforamenti in Pusteria non devono preoccupare Termeno»



di Massimiliano Bona
 TERMENO. «Nonostante le emissioni fuori norma registrate a San Lorenzo, in val Pusteria, che hanno portato alla temporanea chiusura dell’impianto, posso assicurare che la tecnologia utilizzata per incenerire i fanghi è sicura. Il Comune di Termeno può stare tranquillo». Ad assicurarlo è stato ieri il direttore dell’Appa Luigi Minach.
 La chiusura dell’impianto dei fanghi di San Lorenzo è dovuta a tre sforamenti che riguardano il biossido di azoto, il biossido di zolfo e il mercurio. «Per ora - sottolinea Minach - non conosciamo ancora le cause di queste emissioni fuori norma, ma per domani pomeriggio è previsto un sopralluogo con il responsabile dell’impianto Engl e l’Ecocenter». Naturalmente questa notizia non ha fatto altro che alimentare i timori del Comune di Termeno, fermamente contrario all’impianto che Provincia ed Ecocenter vorrebbero realizzare accanto al depuratore per smaltire i fanghi della Bassa Atesina, di Bolzano, del Burgraviato e della Venosta. Ma a riguardo Luigi Minach, direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente, frena. «La tecnologia impiegata è assodata e sicura. Termeno non ha motivo di preoccuparsi. Sono anche dell’avviso che la soluzione, a medio-lungo termine, non possa essere quella di smaltire i fanghi fuori regione o all’estero».
 Gli sforamenti registrati a San Lorenzo di Sebato sono stati, in ogni caso, oggetto di un’interrogazione dei consiglieri provinciali Verdi Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss, che sollevano una serie di quesiti. «Quando sono state effettuate le misurazioni e quali sono stati i risultati? Per quanto sono stati fuori norma questi valori? Se esistono valori fuori norma che cosa si intende fare per eliminare queste anomalie ed entro quanto tempo? Quali misure sono state prese per tutelare la salute pubblica? Con quale periodicità vengono monitorate le emissioni dell’impianto, chi effettua le misurazioni e quali controlli ci sono da parte della Provincia». Dello Sbarba, in particolare, vuole sapere anche se funziona il sistema dell’“autocertificazione“ degli sforamenti. «A quanto risulta - spiega il consigliere Verde - è lo stesso gestore dell’impianto a doverli segnalare». Ma, ribatte Minach, ci sono controlli aggiuntivi da parte della Provincia. «Sono stati fatti a giugno e luglio per due settimane».

Alto Adige 1-10-09
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giovedì, 01 ottobre 2009


La giunta e la Bls si confrontano sull’ubicazione


 LAIVES. Si parlerà dell’impianto sperimentale per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia che la Exo Italia vorrebbe edificare in zona Vurza, durante l’incontro di domattina tra amministratori comunali e Bls, l’agenzia provinciale che si occupa delle zone produttive come la Vurza. «Spiegheremo chiaramente le perplessità di Laives nei confronti dell’impianto - ha anticipato il sindaco Giovanni Polonioli - così come abbiamo già avuto modo di fare con l’assessore Laimer recentemente. L’impianto che si vorrebbe spostare qui a Vurza, fino al 2007 ha funzionato presso l’inceneritore di Bolzano, poi ha spesso e adesso si vorrebbe ricominciare qui da noi, ma i tecnici hanno già manifestato parere contrario. Noi vogliamo avere assoluta chiarezza in merito all’operazione». (b.c.)

Alto Adige 1-10-09
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martedì, 29 settembre 2009


Firme contro il biodigestore «Trento doveva interpellarci»



Il comitato civico di Salorno, Magrè e Cortina ieri ha consegnato 1.344 sottoscrizioni contro l’impianto previsto nel Comune di Faedo


  SALORNO/BOLZANO. Sul biodigestore l’Alto Adige mostra i muscoli. Il presidente del Consiglio provinciale Dieter Steger, a cui ieri sono state consegnate dal comitato civico della Bassa Atesina 1.344 firme contro il contestato impianto previsto a Cadino (ad un 1 Km da Salorno), ha assicurato il suo impegno. «I nostri vicini - ha sottolineato - avrebbero fatto meglio a parlarne prima con noi e a cercare un’intesa. In futuro potremmo comportaci allo stesso modo e prevedere un impianto analogo a ridosso della Piana Rotaliana». I residenti temono i cattivi odori e la gestione privata.
 Ieri mattina, poco prima delle 11, una nutrita delegazione del comitato civico contro il biodigestore, in rappresentanza dei Comuni di Cortina, Salorno e Magrè, è stata ricevuta a Bolzano dal presidente del Consiglio provinciale Dieter Steger. «Da surfista - ha sottolineato Steger - conosco bene l’andamento dei venti e quello del Garda soffia forte, proprio in direzione della Bassa Atesina». A rappresentare il Comitato c’erano il presidente Silvano Gottardi, il suo vice Stefan Franceschini, Arrigo Baldo, Edith Zemmer, Karin Simeoni, Michele Girardi e Ivano Morandini. «L’agricoltura - ha sottolineato Gottardi - è uno dei settori trainanti della nostra economia e vogliamo fare il possibile per difendere i nostri terreni. Sulle emissioni, purtroppo, non ci sono dati certi e soglie limite. Ci preoccupa in egual misura il fatto che la Provincia di Trento intenda affidare la gestione del biodigestore ad una società privata». Steger si è informato anche sulle ragioni del «sì» del Comune di Faedo all’impianto, che smaltirà 25 mila tonnellate di rifiuti organici all’anno. «Gli abitanti di Cadino vivono dall’altra parte della montagna e non risentiranno minimamente dei cattivi odori. Il vento soffia da Sud e a farne le spese sarà unicamente la Bassa Atesina». Anche Stefan Franceschini si è detto preoccupato. «Non esiste una legge di riferimento in materia e siamo in attesa di una valutazione d’impatto ambientale». Il presidente del Consiglio provinciale ha assicurato il suo impegno e intende prendere contatti con la Provincia di Trento. «Per realizzare un impianto di questo genere proprio al confine tra le due province bisogna trovare preventivamente un accordo con i vicini. È una questione di buon senso. In futuro potrebbe capitare la stessa situazione a parti inverse». Per la consigliere provinciale della Lega Elena Artioli, solidale con il Comitato, «è necessario che si apra un dialogo franco e fattivo tra le due provincie autonome».

Alto Adige 29-09-09
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martedì, 29 settembre 2009

Inceneritore oggi in consiglio. E il Comitato organizza un sit-in




LAIVES. Oggi alle 18 riunione del consiglio comunale con all’ordine del giorno anche una mozione del Pdl per impedire la costruzione di un inceneritore in zona produttiva Vurza. Alle 17.30 sit-in del Comitato fuori dal municipio.
 Il Comitato presenterà le 2000 firme raccolte nelle scorse settimane per dire no a «insediamenti atipici (nello specifico l’impianto sperimentale della Exo) nella zona produttiva Vurza». L’invito del comitato è rivolto a tutta la cittadinanza.
 Nella scaletta della discussione, la mozione del Pdl è posta verso la fine: «Chiederemo invece alla giunta di anticipare questo punto - dice il consigliere Christian Bianchi - sia perché non vorremmo che poi per qualche motivo la discussione sull’inceneritore sperimentale venisse rimandata e sia perché è prevista la presenza di tanta gente all’inizio della seduta, gente che arriverà per ascoltare la discussione su questo impianto e che quindi non sarebbe giusto far attendere chissà fino a quando».
 Si preannuncia insomma una seduta di consiglio animata; per l’eventuale anticipo della discussione di una mozione del Pdl contro l’inceneritore servono 7 firme, che non mancano tra i consiglieri richiedenti. (b.c.)

Alto Adige 29-09-09
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domenica, 27 settembre 2009



L’inceneritore "Vurza" in consiglio



Previsto (e contestato) nella zona Vurza ampliata Mozione del Pdl: basta imposizioni della Provincia

LAIVES. Martedì in consiglio comunale si parlerà dell’impianto “sperimentale per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia” che la Exo New Energy Italia intenderebbe costruire nella zona produttiva Vurza. Si tratta dell’impianto di incenerimento duramente contestato. In consiglio la discussione arriverà sulla scorta di una mozione presentata dal Pdl. «Chiediamo che la giunta prenda una posizione in merito - anticipa il consigliere Christian Bianchi - perché è l’ennesima “sorpresa” da parte della Provincia, che ha sovente l’abitudine di recapitare al Comune di Laives delle “confezioni regalo” contenenti scelte prese da altri».
 Quello che però stigmatizza Bianchi è che questi “regali” arrivino sempre senza che in amministrazione si sappia nulla: «Il problema da affrontare seriamente - dice Bianchi - è il motivo per cui gli amministratori comunali di Laives non sanno mai nulla: o sono distratti o sono talmente poco considerati in Provincia, da non essere nemmeno avvisati, neanche telefonicamente, non fosse che solamente per cortesia istituzionale. Speriamo almeno che martedì sera in consiglio si tratti dell’ultimo di questi atti».
 Sulla questione inceneritore torna a farsi sentire anche il comitato di Pineta che sta raccogliendo le firme contrarie - 2 mila a tutt’oggi - e che raccomanda di essere presenti martedì alle 17.30, mezz’ora prima del consiglio comunale, davanti al municipio, per mandare un segnale agli amministratori che entreranno in aula manifestando loro sostegno nel dire no alla Provincia con estrema fermezza, con l’auspicio che dal consiglio comunale, martedì sera esca poi un no unanime contro l’ipotesi dell’inceneritore presso la zona produttiva Vurza. Oggi altra raccolta di firme. (b.c.)

Alto Adige 27-09-09
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sabato, 26 settembre 2009



Inceneritore, no dell’economia



Petizione firmata da 50 artigiani e dagli albergatori

LA PROTESTA Oltre 1800 adesioni contro l’impianto


di Ezio Danieli
 LAIVES. Continua la mobilitazione contro l’inceneritore sperimentale che dovrebbe essere ubicato nella parte di zona Vurza di competenza provinciale. Sono oltre 1800 le firme finora raccolte dal comitato civico di Pineta che annuncia, fra oggi e domani, altre due iniziative a sostegno delle petizione. Stasera le adesioni saranno raccolte davanti al teatro di san Giacomo in occasione del concerto del Coro Monti Pallidi dedicato a Mario Rigoni Stern; domani invece si potrà firmare davanti all’ingresso della chiesa parrocchiale di Laives, in via Pietralba.
 Intanto lo stesso comitato civico di Pineta fa sapere, in un comunicato, che anche una cinquatina di titolari di aziende e associazioni dislocate in zona Vurza (dalle grande imprese come Vaja e Brik Sistem alle medie e piccole ditte artigiane come gli stessi ristoratori Preti e il bar ristorante Il Gorgone) hanno sottoscritto una petizione che sarà inviata al presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder contro l’insediamento di un bruciatore di biomasse che la società Exo intenderebbe attivare in zona produttiva con il beneplacito della stessa Provincia nonostante - bene ricordarlo - il parere contrario (con una serie di motivazioni) espresso dalla conferenza per la valutazione di impatto ambientale.
 Particolare disagio e apprensione vengono espressi dai responsabili della palestra Body Planet frequentata da persone e atleti che sono sensibili al problema inquinamento ambientale. Hanno aderito anche i titolari delle strutture alberghiere più importanti del territorio: dall’hotel Rotwand allo Steiner oltre all’Ideal. Tra i firmatari anche il titolare dell’hotel Steinmannwald Mario Martinelli che, anche nella sua veste di presidente dell’associazione turistica, ha espresso il proprio rammarico per questa vicenda sottolineando, in estrema sintesi, che si sta facendo di tutto per rovinare l’immagine di Laives per quanto riguarda il settore turistico. Sulla stessa linea anche Leonhard Plattner, proprietario dell’Hotel Rotwand, secondo cui non è possibile accettare, dopo tanti sacrifici per migliorare le strutture, che gli ospiti affacciandosi alla finestra possano vedere una ciminiera. Platter evidenzia anche l’errore compiuto a suo tempo quando venne ostacolato il progetto di realizzare in quella zona un campo da golf. Per quale motivo Laives ha dovuto compromettere l’aspetto paesaggistico dislocando in più punti le aree produttive?
 Ma ecco, di seguito, il testo della petizione sottoscritta dagli imprenditori che sarà inviata al presidente Durnwalder: «I titolari delle aziende e delle associazioni che sottoscrivono desiderano richiamare la Sua attenzione sui risvolti negativi che inevitabilmente ricadranno sull’immagine di Laives e sulla sua vivibilità complessiva qualora in zona Vurza fosse istallato un bruciatore sperimentale di biomasse. Nessuno dei sottoscrittori è contrario alla ricerca. La nostra richiesta è di mantenere questa sperimentazione nel sito dove da più anni viene svolta, un’area ben circoscritta dove molto più facilmente può essere monitorata dalle autorità preposte, trovandosi, non a caso, nel luogo dove sorge il principale inceneritore provinciale».

Alto Adige 26-09-09
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giovedì, 24 settembre 2009


La Bls (Business Location Südtirol – Alto Adige)  al Comune: «Incontriamoci per l’inceneritore»



Il destino della zona Vurza

 LAIVES. Nonostante il no unanime del consiglio comunale e una delibera della giunta provinciale che stralcia l’area in zona produttiva Vurza dove avrebbe dovuto insediarsi un deposito di idrocarburi, era tutt’altro che scontato l’annullamento dell’operazione. «Siamo stati dall’assessore Laimer io, il vice sindaco Forti e l’assessore Christian Tommasini - racconta il sindaco Polonioli - per spiegare la nostra posizione in merito. Laimer mi ha esortato a chiamare la Bls per bloccare l’operazione e così ho fatto. Confidiamo nel fatto che essendo le assegnazioni di terreno da parte della Bls assoggettate a un comitato di cui fanno parte anche Laimer e Barbara Repetto, quella per il deposito di idrocarburi venga definitivamente accantonata».
 Sempre la Bls ha poi chiesto al Comune un incontro per illustrare le caratteristiche dell’impianto sperimentale progettato dalla Exo New Energy Italia sempre in zona Vurza: «Loro non lo chiamano inceneritore ma “centro sperimentale per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia” - conclude il sindaco - ma noi vogliamo capire quindi cosa sia concretamente questo impianto, che per altro è già stato bocciato dal Via». (b.c.)


Alto Adige 24-09-09
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domenica, 20 settembre 2009


Laimer: «Giusto puntare sulle biomasse» in zona Vurza



LAIVES.La Provincia crede ancora al progetto per l’impianto di smaltimento di biomasse in zona Vurza. «Il terreno - spiega l’assessore Laimer - lo abbiamo concesso per fare sperimentazioni. Entro 3 settimane tratteremo il ricorso di Franz Staffler».
 A complicare i piani della giunta provinciale è stato il parere negativo della commissione «via», deputata alla valutazione di impatto ambientale. L’imprenditore Franz Staffler, peraltro, non si è arreso ed ha presentato ricorso. «Lo tratteremo in giunta - spiega l’assessore all’ambiente Michl Laimer - nel giro di 2/3 settimane, non appena avremo il nuovo parere del comitato tecnico presieduto da Luigi Minach». Il parere, è bene sottolinearlo, è consultivo, quindi la giunta provinciale potrebbe anche decidere di andare avanti col progetto anche di fronte ad un nuovo rigetto. Laimer, a riguardo, peraltro preferisce non sbilanciarsi. «Quando abbiamo assegnato il terreno lo abbiamo fatto per sostenere la sperimentazione in un campo che ci sta a cuore come quello dell’energia alternativa. Tra l’altro non si tratta di un inceneritore. Non voglio e non posso anticipare le decisioni della giunta, ma noi in linea di massima riteniamo che il progetto sia valido». (max)

Alto Adige 20-09-09
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sabato, 19 settembre 2009


«Zona Vurza, non rinucio a un mio diritto»



Franz Staffler pronto a trattare con Comune e Via sull’impianto di smaltimento di biomasse

LAIVES. «Non intendo rinunciare ad un mio diritto e quindi riprenderò in mano il dossier per convincere Comune e comitato Via sull’opportunità di realizzare il previsto centro di ricerca in zona Vurza». L’imprenditore Franz Staffler sa peraltro di non poter aspettare in eterno. «Purtroppo le scelte, poco lungimiranti, dei politici di Laives sono condizionate dalla vicinanza delle elezioni».
 Franz Staffler, presidente dell’Ifi Group, è chiaramente amareggiato per l’inattesa piega presa dagli eventi nell’ultimo periodo, ma non si arrende. «Sono amareggiato. Ho investito milioni di euro in tecnologia, ricerca e sviluppo, senza aver mai chiesto soldi pubblici in cambio e finora sono stato trattato in malo modo». In questi giorni si è diffusa la notizia che l’imprenditore altoatesino, preso atto delle difficoltà incontrate finora, fosse intenzionato ad abbandonare il progetto in zona Vurza, ma ieri è arrivata una secca smentita. «Stiamo parlando di una zona produttiva e di un centro di ricerca ad emissioni zero. Non c’è motivo di temere nulla. Per arrivare a questo punto ho dovuto attendere un anno e mezzo». Le valutazioni del comitato Via e le perplessità del comitato civico hanno mutato il quadro generale. «A generare perplessità è stata anche la carenza di informazioni: sui giornali si parla di un inceneritore, quando in realtà il progetto prevede tutt’altro. Dispongo dei brevetti e vorrei essere messo nelle condizioni di fare i test. Se la situazione non dovesse risolversi positivamente a breve sarò costretto a migrare fuori regione, ma per l’Alto Adige si tratterebbe dell’ennesima occasione persa. In questa fase intendo ricucire e spiegare. Le paure, ripeto, sono del tutto immotivate». Staffler non si è ancora posto un termine ultimo, ma l’intricata querelle dovrebbe risolversi, in un senso o nell’altro, entro la fine dell’anno. Ieri, nel frattempo, il comitato civico di Pineta ha chiesto al sindaco di Laives Giovanni Polonioli di convocare una seduta straordinaria del consiglio comunale per discutere il problema. «Ad avvisarci - spiega Franco Magagna - del possibile insediamento in zona Vurza di un impianto di smaltimento sperimentale di biomasse gestito da una società privata è stato un assessore comunale. Lo stesso assessore (il comitato non lo dice ma sembra sia Zanvettor ndr) si dichiara preoccupato per l’installazione di questo “bruciatore“. Dopo aver raccolto 1.500 firme contro il progetto ora chiediamo che venga convocata una seduta del consiglio comunale per discutere la questione». Ieri Alessandro Urzì e Maurizio Vezzali del Pdl hanno presentato una mozione in consiglio provinciale nella quale invitano la giunta a non autorizzare la costruzione «di un impianto senza tenere conto del parere del Via». (max)

Alto Adige 19-09-09
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martedì, 15 settembre 2009



No all’inceneritore in zona Vurza: in tre ore oltre 500 firme


Domenica mattina elevata adesione alla petizione contro l’impianto previsto in zona Vurza ampliata. Continua la mobilitazione

di Ezio Danieli
 LAIVES. I residenti non vogliono l’inceneritore sperimentale nella zona Vurza. Lo hanno ribadito domenica mattina a suon di firme, aderendo alla petizione promossa dal comitato civico di Pineta. Che incalza il vice sindaco perchè faccia «pressing» sul presidente Durnwalder.
 Domenica, a Pineta, sono state raccolte oltre 500 firme in meno di tre ore. Si aggiungono alle oltre 100 adesioni dei giorni scorsi. Il comitato civico - che continua la mobilitazione contro l’inceneriore sperimentale previsto in zona Vurza - in una nota esprime soddisfazione per l’elevata adesione alla petizione: «Oltre ai residenti di Pineta, domenica è stato un susseguirsi di autovetture provenienti da Laives e da San Giacomo con persone che, nonostante la festività e una giornata splendida, hanno voluto partecipare in maniera spontanea. Una dimostrazione di spiccato senso civico. Sono arrivati anche diversi esponenti politici, tra cui il consigliere provinciale Riccardo Dello Sbarba, i consiglieri comunali Rosario Grasso e Christian Bianchi. Ha firmato anche Marco Delli Zotti». Fra chi ha aderito alla petizione anche due coniugi germanici fedeli ospiti dell’hotel Steiner: hanno voluto portarsi a casa un foglietto per far firmare anche ai loro figli. Aggiunge il comitato civico di Pineta: «La raccolta proseguirà con la modalità porta-porta fintanto che non vi saranno precise garanzie che l’insano progetto di sperimentazione non sarà attuato».
 Lo stesso comitato ha inviato, in merito al contestato inceneritore, una lettera al vice sindaco Georg Forti. Dopo aver evidenziato l’elevata adesione alla petizione contro l’inceneritore («alla fine della raccolta sarà plebiscitario il no all’impianto previsto in zona Vurza»), il comitato così scrive: «Non ci permettiamo dare dei consigli, ma solo qualche suggerimento. Come è noto, domani martedì 15 settembre sarà da Lei in visita ufficiale il presidente Durnwalder, occasione irripetibile per perorare la grande preoccupazione dei suoi cittadini. Signor vice sindaco, Le si presenta l’opportunità di far modificare la posizione della Provincia e di conseguenza anche quella della commissione edilizia da Lei presieduta, la quale - subordinando la licenza edilizia in favore della Società Exo al parere del Via - ha assunto una posizione quantomeno sfuggente. Siamo certi che il presidente della giunta provinciale ricorderà e terrà conto della dimostrazione d’affetto espressa nei Suoi confronti dai cittadini di Laives. Per tutto questo noi Le diciamo che l’inceneritore che si vorrebbe dislocare in Vurza è un “pacco” che Laives e Pineta e gli abitanti non meritano».

Alto Adige 15-09-09
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lunedì, 14 settembre 2009



C'è del marcio.... in Alto Adige?


"Nuove ombre sull’appalto per il nuovo ince­neritore. Stavolta a proiettarle non è un dossier ambientali­sta, ma la fonte più «ufficiale» che ci possa essere: la relazione tecnica (prodotta in commis­sione dall’assessora Barbara Re­petto) in cui il caporipartizione provinciale Valentino Pagani spiega perché si è reso necessa­rio aumentare i costi di quasi 20milioni di euro."
Così apre il suo pezzo il giornalisa del Corriere dell'Alto Adige Clementi, oggi 11 settembre.
E già, perchè quando a evidenziare le contraddizioni della vicenda appalto  inceneritore erano i "dossier ambientalisti" la faccenda non è mai stata presa troppo in considerazione. Adesso viene fuori che, in sintesi, quell'appalto DOVEVA essere aggiudicato a tutti i costi (in senso letterale), che DOVEVA essere aggiudicato non ad una ATI qualunque ma esattamente a chi si è presentato come unico concorrente (al terzo tentativo). Aggiudicazione che si è puntualmente verificata nonostante i costi fossero al ribbasso, nonostante l'offerta dal punto di vista tecnologico e della sicurezza non fosse adeguata.
Far notare che sono anni che "gli ambientalisti" denunciano questa situazione non serve a molto. Aveva cominciato Luca Marcon con la sua analisi degli intrecci tra lobbies economiche e politiche (prevedendo con un bel po' di anticipo chi si sarebbe aggiudicato l'appalto).
Avevamo continuato noi di Ambiente e Salute con l'esperto ambientale di Amburgo dr. Klaus Koch, che aveva rilevato, tra gli altri errori, come l'impianto descritto nel progetto della gara d'appalto non fosse così all'avanguardia e supersicuro, come fino a poco tempo fa, a giugno durante il convegno promozionale dell'APPA, i tecnici dell'Ecocenter e l'assessore Mussner andavano sbandierando.
Dove si è inceppato questo meccanismo così ben oliato? Sui finanziamenti.
Incredibilmente denunciare che un impianto simile mette a rischio la salute della cittadnanza -e ormai questa è una evidenza inconfutabile-, ripetere fino alla noia che l'incenerimento non è LA soluzione al problema della gestione  dei rifuti, che bisogna prima di tutto avviare misure - anche drastiche- per ridurre a monte i rifiuti, che differenziare SERIAMENTE tutte le frazioni con il porta a porta è la strada da seguire, che dopo una buona differenziazione esiste un modo per riciclare anche il residuo praticamente eliminando le discariche (vedi l'impianto di Vedelago), tutto questo non serve a niente.
Ma allora che ben vengano le verifiche sui finanziamenti. Anzi, l'intervento della Corte dei conti sarebbe solo auspicabile. Da noi "ambientalisti" ovviamente.
Paola Dispoto
Venerdì 11 Settembre 2009 07:46
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domenica, 13 settembre 2009



Inceneritore Vurza, firme per il no



Petizione a cura del comitato civico Il consigliere Grasso accusa: «Ci prendono in giro, manca la chiarezza»

 LAIVES. Oggi, a cura del comitato civico di Pineta, prosegue la raccolta delle firme contro l’inceneritore sperimentale che potrebbe essere ubicato nell’area di zona Vurza di competenza provinciale. L’appuntamento odierno è dalle 10 alle 13 sul sagrato della parrocchia «San Giuseppe». Lo stesso comitato ha raccolto firme ieri in alcuni supermercati cittadini ed ha messo la petizione nelle cassette delle lettere di tutte le case.
 Il comitato - in una nota firmata da Franco Magagna e Paolo Pelone - spiega i motivi dell’iniziativa di mobilitazione: «Purtroppo il nostro comitato è rimasto a denunciare un esercizio quantomeno spregiudicato da parte nostro Comune. Decisamente impari poi la contrapposizione nei confronti della Provincia, ente supremo che tutto finanzia e tutto controlla, ma non per questo si può accettare che in zona Vurza si possano effettuare esperimenti bruciando i peggiori residui delle attività industriali, incoraggiando così gli appetiti di finanziatori e gestori di questi impianti, per i quali, questo non è certo ricerca come si vuol far credere, ma solo un imponente business. Fa poi trasalire il silenzio dell’intera classe politica. La sensazione è quella di sentirsi stritolati da una democrazia inceppata». Il Comitato Civico di Pineta nella sua nota «Ritiene che queste scelte compiute vadano ostacolate con ogni mezzo, questo perché l’inceneritore verrebbe collocato a breve distanza dalle abitazioni di chi già vive e lavora in zona Vurza. In più gli abitanti di San Giacomo e Pineta, e anche coloro che vivono a Laives, subirebbero gli sgradevoli effetti dell’incenerimento di rifiuti di vario genere tra i quali oli esausti di varia tipologia, plastiche, scarti delle lavorazioni industriali ed altro».
 NOTA DI GRASSO. Il consigliere comunale di Rifondazione Comunista interviene con una nota evidenziando che «Ci vogliono far credere che bruciando i rifiuti come per incanto spariscano. Dimenticano però quello che anche gli scolaretti delle elementari sanno e cioè che nulla si crea, nulla si distrugge. Dunque se inserisco una tonnellata di rifiuti in un inceneritore, produrrò una tonnellata di altre sostanze spesso molto più pericolose di ciò che ho introdotto. Se poi pensiamo che l’impianto della Exo New Energy convogliava i fumi per il trattamento nel camino dell’inceneritore di Bolzano e che qui a Pineta non è previsto nulla di questo genere, comprendiamo immediatamente a quali pericoli saremo esposti». Grasso fa una serie di domande: «Una sperimentazione durata negli anni avrà poi prodotto dei risultati: è possibile conoscerli? L’Appa avrà dei dati sulle emissioni: come sono state fatte le misurazioni? È possibile prendere visione dei risultati?». Il consigliere di Rifondazione così continua: «Il fatto che la Exo ponga quasi un ultimatum minacciando di andarsene se verranno frapposti ostacoli, vuol farci credere che in questa maniera si perderà una grande occasione, che siamo degli stupidi a non cogliere un’opportunità del genere, che di sicuro amministrazioni e popolazioni più furbe li accoglieranno a braccia aperte.... Non ci caschiamo. Se qualcun altro vorrà accollarsi gli oneri di una sperimentazione eterna e di sicuro remunerativa per chi la attua, lo faccia pure. Da parte nostra non chiediamo che l’impianto venga spostato altrove, ma che i rifiuti vengano ridotti alla fonte e non bruciati, ma trattati con altri sistemi che la tecnologia mette a disposizione». A conclusione della sua nota, Grasso, a nome di Rifondazione Comunista, annuncia: «Parteciperemo convinti alla raccolta di firme contro l’ennesima imposizione da parte provinciale». (e.d.)

Alto Adige 13-09-09
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venerdì, 11 settembre 2009

Azione anti-inceneritore in zona Vurza



Volantini del Comitato civico ieri al mercato

LAIVES. Ieri mattina, al tradizionale mercato del giovedì, volantinaggio del Comitato civico di Pineta per protestare contro il progetto dell’inceneritore sperimentale in zona Vurza. Sono stati distribuiti circa 500 inviti all’avvio di raccolta firme per bloccare la realizzazione dell’impianto. La raccolta delle sottoscrizioni avverrà domenica davanti alla chiesa parrocchiale di Pineta dalle 10 alle 13; il volantinaggio proseguirà anche oggi e domani. La popolazione si è mostrata informata sulla vicenda e lamenta soprattutto l’individuazione di un luogo così vicino ai centri abitati. Nel frattempo prosegue il «pressing» del Comune sulla Provincia per fare ripensare il progetto che a Laives non piace proprio a nessuno.

Alto Adige 11-09-09
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venerdì, 11 settembre 2009



Inceneritore, «dubbi inquietanti»

Per i consiglieri Heiss e Dello Sbarba «Ati» di aziende locali non all’altezza di un simile progetto

BOLZANO. «La relazione presentata dall’assessore Repetto sull’aumento dei costi dell’inceneritore getta nuove ombre su un appalto sempre più discutibile». Lo sostengono i consiglieri provinciali Heiss e Dello Sbarba, che hanno presentato una interrogazione al riguardo. «Nella relazione - spiegano - il direttore della ripartizione Infrastrutture, Valentino Pagani, spiega il perché la Provincia abbia dovuto ricorrere a una variante di 19.467.948,17 euro e le spiegazioni che dà sono inquietanti». Il cuore dell’inceneritore, cioè l’impianto di combustione, «è stato totalmente cambiato perché quello previsto dell’offerta dell’Ati capeggiata dalla Atzwanger non corrispondeva a quanto richiesto nel capitolato d’appalto». “Le apparecchiature proposte dall’appaltatore - scrive Pagani - non sono da ritenere sufficientemente sperimentate e affidabili. Altre non soddisfano le prescrizioni del capitolato, non sono aggiornate allo standard odierno o non rispondono di referenze valide per la taglia di progetto. Le ditte fornitrici inoltre non riescono a fornire sufficienti referenze o non dispongono di specifica specializzazione in questo”. Dopo aver detto che “punto cruciale di questo impianto è il sistema di combustione rifiuti-caldaia”, spiega che esso “dovrebbe prevedere un sistema misto aria-acqua, o solamente ad aria. L’appaltatore ha offerto invece un sistema di raffreddamento solo ad acqua”. Anche il rivestimento in refrattario “non corrisponde allo stato attuale dell’arte”.
 “Lo stesso vale - continua - per la costruzione del carroponte per l’immondizia e le scorie. Il fornitore proposto dall’impresa appaltatrice non vanta alcuna referenza specifica nel settore”. Secondo i Verdi considerazioni simili sono fatte anche sui bruciatori e i trasportatori a catena (“l’impresa non ha rispettato l’ordine di grandezza previsto dal capitolato”). Tutte queste voci hanno comportato un aumento dei costi di 9.566.000 euro. Dalla relazione i Verdi deducono anche che «numerose opere sono state stralciate dal progetto prima dell’appalto (per tenere bassi i costi) e poi reintrodotte ora: trasportatore balle, impianto compattazione rifiuti e altre opere minori». Il tutto per un maggior costo di 2.334.000 euro. Infine, sono stati aggiunti 4.494.178,17 euro di direzione lavori, «curiosamente non considerati nella gara d’appalto». E’ evidente dunque, commentano i Verdi, «che l’Ati che ha vinto la gara non ha offerto un progetto all’altezza di quanto era richiesto per un’opera delicatissima come un inceneritore. A questo punto si pone più di una domanda: perché, di fronte a un’offerta inadeguata, non è stata fatta una nuova gara d’appalto, prevedendo da subito un aumento dei costi? Si è voluto favorire l’unico soggetto che si era presentato, l’Ati di ditte locali capeggiata da Atzwanger? È accettabile che si agisca così in un campo in cui è in gioco la salute dei cittadini?». Su queste domande è stata presentata un’interrogazione. (da.pa)

Alto Adige 11-09-09
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categoria:inceneritore
martedì, 08 settembre 2009




Incenitore di Bolzano, costi esplosi: 117 milioni



Stanziati altri 19 milioni. Mussner replica: «Il progetto non era affidabile»

La Provincia cambia la legge che le imponeva di uscire dalle società «Norma pro Air Alps»

 BOLZANO. Costi per l’inceneritore esplosi da 98 a 117 milioni. Arriva la conferma dell’iniezione di nuovo denaro provinciale con spiegazione clamorosa: l’impianto garantito dall’Ati guidata dalla Atzwanger «non è sufficientemente sperimentato e affidabile». Servono integrazioni.
 Secondo la delibera iniziale, il nuovo inceneritore sarebbe dovuto costare 71 milioni. Cifra corretta a 98 milioni nel 2005. Arriva ora la conferma che non basteranno: la Provincia ha deciso di impegnare 117,9 milioni nel cantiere, perché devono essere finanziati interventi di miglioria non previsti inizialmente. I 19 milioni in più erano stati segnalati a inizio estate dai Verdi. Adesso è tutto consultabile, nero su bianco, nel disegno di legge del «Rendiconto generale per l’anno finanziario 2008». E i consiglieri provinciali Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss, secondo cui questa materia potrebbe essere oggetto di interesse per la Corte dei conti, accusano: «E’ la sanatoria di un appalto discutibile». I Verdi lasciano sospesa una domanda: «Si sono fatti ponti d’oro alla cordata locale che si è aggiudicata l’appalto?». L’appalto è stato tenuto basso, sotto i 100 milioni, «una cifra insufficiente per la tecnologia richiesta». Tutti i concorrenti potenziali si sono così ritirati, lasciando sola l’Ati guidata dalla Atzwanger. «Invece di rifare l’appalto, la Provincia ha accettato quest’unica offerta, per decidere poi la variante da 19 milioni per consentire alla cordata locale di offrire tecnologia più adeguata. Che cosa sarebbe successo se la Provincia avesse offerto subito in sede di gara il prezzo di 117 milioni? Più concorrenti avrebbero partecipato, la gara sarebbe stata più trasparente e la Provincia avrebbe potuto scegliere l’offerta migliore», sostengono i Verdi.
 E’ la stessa giunta a confermare che la revisione dei costi si è resa necessaria per «opere migliorative rispetto a quanto proposto nell’offerta». Di particolare interesse quanto dichiarato dagli assessori Florian Mussner e Michl Laimer (nella risposta a una interrogazione): «Le migliorie sono da imputare al fatto che quanto offerto dall’appaltatore in sede di gara, pur garantendo in linea di massima quello previsto dal progetto, non è sufficientemente sperimentato ed affidabile per la potenzialita prevista dal progetto». Proseguono gli assessori: «Nell’ambito della gara di appalto si è presentato un solo concorrente, il quale ha offerto un sistema combustione rifiuti-caldaia, che pur rientrando, almeno in parte, nelle condizioni generali indicate dal progetto, non è sufficientemente sperimentato per la potenzialità prevista dall’impianto. In sede di aggiudicazione non era possibile adottare un sistema diverso da quello offerto». E ancora, «la gara di appalto che ha visto l’affidamento dei lavori all’unico concorrente che ha presentato l’offerta ha evidentemente limitato la possibilità e disponibilità di scelta da parte dell’autorità di gara».

 Non è l’unica «norma anomala». Leggendo il rendiconto 2008 si scopre che la giunta ha deciso di rivedere la legge del 2007, basata su normative europee e nazionali, che le imponeva di uscire dalle società, controllate direttamente o indirettamente, che non forniscono servizi di pubblico interesse. I Verdi: «norma salva Air Alps». La Provincia sposta al 31 dicembre 2010 l’uscita dalle società controllate direttamente e rinuncia a uscire da quelle indirettamente controllate, come Air Alps e Safety Park. Nella Omnibus Economia sotto accusa la sanatoria Interspar e «carta bianca all’apertura di nuove cave».

Alto Adige 08-09-09
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categoria:inceneritore, aereoporto san giacomo
domenica, 06 settembre 2009



«Inceneritore Vurza, fate chiarezza»


Altro appello del comitato di Pineta. Raccolta di firme

di Ezio Danieli
 LAIVES. Inceneritore sperimentale in zona Vurza: nonostante le pressioni, la giunta provinciale non ha ancora fornito i chiarimenti chiesti da più parti. Ennesimo intervento, con preoccupazioni, da parte del comitato civico di Pineta.
 Ricordato che la raccolta firme contro l’inceneritore avrà inizio domenica 13 settembre dalle 9.30 alle 12.30 sul sagrato della chiesa parrocchiale della frazione, il comitato civico di Pineta annuncia anche nei prossimi giorni il passaggio «porta a porta in modo tale che tutti gli abitanti possano essere informati e quindi esprimere la propria contrarietà all’eventualità di avere a poche centinaia di metri dalla propria abitazione una ciminiera». Il comitato ribadisce le preoccupazioni di Pineta «nonostante le calcolate parole tranquillizzanti della società Exo che ha in mano una licenza edilizia rilasciata dalla commissione di Laives e altrettanta liberatoria da parte della Provincia. Questo significa che potrebbe iniziare immediatamente la costruzione dell’inceneritore nonostante il parere
contrario del Via in quanto non vincolante».
 Il chiarimento. L’impianto previsto in zona Vurza «non sarà un inceneritore tradizionale» ma «un nuovo tipo di bruciatore» che «brucerà diverse biomasse in maniera straordinariamente efficace e pulita in modo che quasi tutti i valori dei gas di scarico sono sotto i valori minimi ammessi»: lo dice la società Exo New Energy. Che aggiunge: «L’impianto è di dimensioni ridotte con un ciclo di combustione completo comprendente anche il trattamento delle ceneri, del calore residuo e anche della pulizia dei fumi».
 La replica. Il comitato civico di Pineta ricorda che la Exo «subordina la propria decisione al decadere degli ostacoli di carattere sociale che si contrappongono, minacciando qualora detti ostacoli persistessero di abbandonare il progetto rivolgendosi ad aree fuori provincia» e quindi scrive: «Sappiamo bene che le cose non stanno così. Il paradosso sta nel fatto che una decisione assunta diventa operativa ma nessuno ne rivendica la paternità, questo per l’evidente irresponsabilità della politica, timorosa di far chiarezza e di perdere consensi».
 Le firme. «Il Comitato Civico Pineta - continua la nota - a prescindere da qualsiasi decisione venga assunta sia dalla stessa Exo sia dal Comune di Laives o dalla Provincia ha avviato la raccolta delle firme atta non solo a bloccare l’insana iniziativa, ma anche con la precisa richiesta che l’area Vurza sia occupata esclusivamente da aziende commerciali e artigianali come previsto dal Puc. Tornando al caso Exo assistiamo ad una reiterata ricaduta in errori di difficile interpretazione».
 I Verdi. Anche i Verdi di Laives - ribadendo il loro impegno contro l’inceneritore - annunciano mobilitazione in caso di mancata chiarezza da parte della Provincia.

06-09-09
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categoria:inceneritore
domenica, 06 settembre 2009



Inceneritore Hafner, no del rione Don Bosco


Bocciato dalla circoscrizione il forno «speciale»

 BOLZANO. Il primo no era arrivato nelle settimane scorse dalla giunta comunale; l’altra sera, lo ha ribadito il consiglio di circoscrizione Don Bosco: «Non vogliamo - spiega il presidente Enrico Lillo - l’inceneritore della Hafner. La giunta ha assicurato che non darà mai la licenza e chiediamo il rispetto degli impegni. Perché Don Bosco sopporta già il peso dell’inceneritore provinciale e del depuratore». A lanciare l’allarme, un mese fa, il gruppo ecosociale, dopo aver scoperto che al posto della torre del vento, la ditta Hafner vuole realizzare, sull’area ex Magnesio, un inceneritore per i rifiuti speciali. L’impianto - secondo gli ecosociali - dovrebbe bruciare 20 tonnellate giornaliere di rifiuti speciali pretrattate. Ma il Comune - su questo punto la maggioranza è d’accordo - ritiene di aver già fatto ampiamente la sua parte per quanto riguarda il piano provinciale di smaltimento dei rifiuti.
 In realtà, il progetto presentato da Hafner era stato una sorpresa per il Comune, perché in quello iniziale si parlava solo di una torre per la produzione di energia eolica e solare. Alle paure degli ecosociali che sono poi le stesse espresse dal quartiere, aveva risposto Heinrich Hafner, titolare dell’omonima azienda specializzata in energie rinnovabili: «Allarme immotivato. Sull’area ex Magnesio non sorgerà affatto un inceneritore per rifiuti speciali, bensì un impianto sperimentale che punta a ricavare combustibile dal legno unito a materiali come cartone o tessuti». Spiegazione questa che non è riuscita a soddisfare né i partner di giunta né la circoscrizione.

Alto Adige 06-09-09
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mercoledì, 02 settembre 2009



Rifiuti. I cittadini: il gruppo Ifi vuole smaltire olii usati. I verdi stop ai finanziamenti pubblici
Il comitato di Vurza: “No all'inceneritore”

BOLZANO - La commissione di valutazione di impatto ambientale ha bocciato l'idea del gruppo
Ifi di realizzare un mini inceneritore nell'area industriale Vurza di Laives, ma il «centro di attenzione permanente di San Giacomo» èancora in allerta per evitare l'arrivo dell'impianto. «Le poche notizie sull'inceneritore di Vurza della Exo New Energy, facente parte del gruppo Ifii di Franz Staffler - spiega Lorenzo Merlini del centro di attenzione ci induce a pensare che lo scopo principale dell'impianto di bruciare principalmente oli usati di tipologie diverse. Presupponendo che l'azienda non si debba occupare di rigenerazione di oli in quanto per tale processo esistono già diverse organizzazioni:
per il riciclo dell'olio motore c'è il Consorzio obbligatorio degli oli usati e per il riciclo dell'olio alimentare il Consorzio obbligatorio nazionale di eaccolta e trattamento oli grassi vegetali ed animali esausti».
La vicenda è circondata da un alone di mistero, che è anche una delle ragioni della valutazione d'impatto ambientale negativa. Lo stesso Merlini ammette «di non avere molte informazioni su cosa vuole fare il gruppo Ifi nello stabilimento di Vurza, perché l'azienda non fornisce neppure quando questo viene chiesto chiaràmente».
A conferma la recente valutazione di impatto ambientale negativa, dove si legge: «La descrizione, il dimensionamento, le caratteristiche tecniche ed il funzionamento dell'impianto non sono stati sufficientemente descritti.
La documentazione fotografica allegata è relativa ad un impianto già realizzato che evidenza palesi carenze sotto il profilo tecnico e strutturale». All'esito della valutazione d'impatto ambientale era legato anche il parere positivo del Comune di Laives.
Merlini conclude ricordando che «Vurza, zona di espansione sempre più popolata; vicina ad un abitato, immersa nei frutteti, già oggi sufficientemente inquinàta, non può assolutamente ospitare l'impianto». II gruppo consiliare dei Verdi ha depositato una interrogazione nella quale chiede, fra l'altro, di «revocare al progetto il riconoscimento di ricerca innovativa escludendolo dai relativi benefici di legge».
  1. V.
Corriere dell'Alto Adige 02.-09-09
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mercoledì, 02 settembre 2009



«Niente inceneritore in zona Vurza, pericolosa la bruciatura di vari tipi di oli»



 LAIVES. Un altro documento del Centro Attenzione Permanente di San Giacomo in merito al contestato impianto di incerimento previsto, come noto, in zona Vurza. Secondo il Centro «Pensiamo che lo scopo principale dell’impianto sia quello di bruciare principalmente oli “usati” di tipologie diverse.

Presupponiamo che l’azienda non si debba occupare di rigenerazione di detti oli in quanto per tale processo esistono già diverse organizzazioni: per il riciclo dell’olio motore è il Coou (Consorzio obbligatorio degli oli usati), mentre per il riciclo dell’olio alimentare il Conoe (Consorzio Obbligatorio Nazionale di Raccolta e trattamento oli grassi vegetali ed animali esausti).

 Facendo riferimento alla “destinazione” degli oli usati, la legge prevede varie possibilità. Entrambi i tipi di olio se smaltiti correttamente possono essere riciclati con il risultato di non inquinare, di risparmiare energia ottenendo anche un vantaggio economico.

Per la combustione, gli oli usati riutilizzabili ma non idonei alla rigenerazione vengono inviati a impianti autorizzati - principalmente i cementifici - che ne utilizzano il potere calorifico...

Nel caso in cui l’olio usato sia talmente inquinato da non poter essere avviato al riutilizzo tramite gli impianti di rigenerazione o di combustione, viene distrutto attraverso impianti di termodistruzione; attraverso questo processo si dovrebbe eliminare definitivamente l’olio usato annullando gli effetti nocivi che altrimenti produrrebbe nei confronti dell’ambiente.

Le caratteristiche qualitative e quantitative delle emissioni in atmosfera derivanti dalla termodistruzione dipendono, innanzitutto, dalle caratteristiche dell’olio e, in secondo luogo, dal tipo di forno utilizzato, dalle caratteristiche operative del processo e dalle misure preventive o dai trattamenti dei fumi adottati per il contenimento delle emissioni...

Considerato che sulla pericolosità dell’olio alimentare c’è meno consapevolezza rispetto l’olio motore e che manca anche di un’efficace e capillare rete di raccolta soprattutto nelle famiglie, pensiamo che grandi quantità di oli non verranno rigenerate, ma semplicemente bruciate attraverso l’inceneritore...

Vurza, zona di espansione sempre più popolata, vicina ad un abitato, immersa nei frutteti, di fatto già oggi, sufficientemente inquinata, non può assolutamente ospitare il bruciatore».

Alto Adige 02-09-09

P.S.

L'articolo è spiegato meglio qualche post all'indietro proposto dal Centro Attenzione Permanente dove tra l'altro suggerisce al Comune di Laives una capillare raccolta degli oli alimentari delle varie famiglie
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martedì, 01 settembre 2009




Perchè non serve l'inceneritore in località Vurza



Le poche notizie sull'inceneritore di Vurza della “Exo New Energy” facente parte del gruppo IFI di Staffler ci induce a pensare che lo scopo principale dell'impianto sia quello di bruciare principalmente oli “usati” di tipologie diverse. Presupponendo che l'azienda non si debba occupare di rigenerazione di detti oli in quanto per tale processo esistono già diverse organizzazioni: per il riciclo dell'olio motore è il Coou (Consorzio obbligatorio degli oli usati) , mentre per il riciclo dell'olio alimentare il Conoe (Consorzio Obbligatorio Nazionale di Raccolta e trattamento oli grassi vegetali ed animali esausti) diamo visibilità alle attività possibili sullo smaltimento degli oli esausti .
Facendo riferimento alla “destinazione”degli oli usati, la legge prevede varie possibilità. L’articolo 3, comma 3, D.Lgs. n. 95/1992 suggerisce
La rigenerazione Entrambi i tipi di olio se smaltiti correttamente possono essere riciclati con il risultato di non inquinare, di risparmiare energia ottenendo anche un vantaggio economico tra cui quello legato alle minori necessità di importare petrolio.
La combustione
Gli oli usati riutilizzabili ma non idonei alla rigenerazione vengono inviati a impianti autorizzati - principalmente i cementifici - che ne utilizzano il potere calorifico (circa 9.500 kCal/ kg). In essi si raggiunge una altissima temperatura (oltre i 1.300°C) che dovrebbe neutralizzare la parte inquinante.
L’aspetto ambientale più rilevante del processo di combustione è, in analogia a quanto avviene per i materiali utilizzati come combustibili nei cementifici, legato alle emissioni in aria di ossidi di carbonio (CO e CO2), ossidi di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx) e polveri: tra questi, particolare attenzione merita la CO2 in quanto regolata dall’applicazione nazionale del Protocollo di Kyoto. (Coou)
La termodistruzione
Nel caso in cui l’olio usato sia talmente inquinato da non poter essere avviato al riutilizzo tramite gli impianti di rigenerazione o di combustione, viene distrutto attraverso impianti di termodistruzione; attraverso questo processo si dovrebbe eliminare definitivamente l’olio usato annullando gli effetti nocivi che altrimenti produrrebbe nei confronti dell’ambiente.
Le caratteristiche qualitative e quantitative delle emissioni in atmosfera derivanti dalla termodistruzione dipendono, innanzitutto, dalle caratteristiche dell’olio e, in secondo luogo, dal tipo di forno utilizzato, dalle caratteristiche operative del processo e dalle misure preventive o dai trattamenti dei fumi adottati per il contenimento delle emissioni.
In tale ottica è importante sottolineare che le emissioni inerenti al processo di termodistruzione dovrebbero essere sottoposte a un rigido controllo definito dalla normativa ambientale correlata, la quale stabilisce i limiti di concentrazione delle principali sostanze inquinanti nell’effluente. (Coou)
Considerato che sulla pericolosità dell'olio alimentare c'è meno consapevolezza rispetto l'olio motore e che purtroppo manca anche di un'efficace e capillare rete di raccolta soprattutto nelle famiglie , ci viene da supporre che grandi quantità di oli non verranno rigenerate, ma semplicemente bruciate attraverso l'inceneritore.
La pericolosità di un deposito seppur minimo di materiali da trattare in prossimità dell'impianto fa intervenire il legislatore che, con regole ed obblighi, impone norme tecniche orientate ad evitare qualsiasi dispersione o contaminazione nei vari procedimenti.
Vurza, zona di espansione sempre più popolata, vicina ad un abitato, immersa nei frutteti, di fatto, già oggi, sufficientemente inquinata, non può assolutamente ospitare il “Bruciatore” perchè la sua presenza, per gli aspetti sopradescritti non rappresenta il luogo ideale per sperimentazioni di un inceneritore di sostanze particolarmente inquinanti.
Suggeriamo una intensificazione della raccolta dei diversi oli attraverso una corretta educazione rivolta ai cittadini con il fine di ottenere prodotti rigenerati non inquinanti e facilmente riutilizzabili.
Il Comune potrebbe attivare un progetto di raccolta domestica sul territorio a fini ambientali e a tutela della salute pubblica.
Diminuire progressivamente la dispersione riduce di fatto l’inquinamento.
Centro Attenzione Permanente di San Giacomo
Altroconsumo 229

Altri elementi conoscitivi si possono apprendere dall'interrogazione del Gruppo Verdi Provinciale cliccando quì

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categoria:inceneritore, centro attenzione permanente
martedì, 01 settembre 2009



«Contrari all’inceneritore La Provincia ci ha snobbato»


Forti ribatte alle polemiche. Prc attacca il Pd: parla in politichese

di Bruno Canali
 LAIVES. Inceneritore, Forti al contrattacco: «Il Comune è e sarà sempre contrario a un progetto che presenti tutte le difficoltà segnalate dal Via. E la Provincia ci ha tenuto all’oscuro».
 Dopo settimane di polemiche, la giunta comunale prende posizione. E lo fa attraverso il vicesindaco Georg Forti: «Attualmente - dice - non c’è alcuna attività autorizzata sul nostro territorio comunale che riguardi un inceneritore». E aggiunge che in ogni caso «l’amministrazione comunale è e sarà sempre contraria ad iniziative che presentino tutte le difficoltà segnalate dal parere dell’Ufficio Via, come quelle che riguardano appunto l’impianto di incenerimento. Tali iniziative del resto non sono nemmeno mai state discusse o concordate dalla Provincia con l’amministrazione comunale». Forti poi ricorda come «la commissione edilizia comunale esprime un parere non vincolante, con le modalità, la procedura e gli effetti della legge urbanistica, in conformità alle previsioni del piano urbanistico comunale e del regolamento edilizio».
 Nei giorni scorsi era stata polemica attorno all’ipotesi che la Provincia consenta di spostare in zona Vurza, da Bolzano, l’impianto della Exo New Energy e le prese di posizione continuano. Il consigliere comunale di Rifondazione comunista, Rosario Grasso, in una nota critica il Pd, che a sua volta aveva preso posizione sull’inceneritore. Grasso ricorda al Pd che è il partito del vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini e dello stesso sindaco di Laives, Giovanni Polonioli. «Per questo il partito porta la responsabilità della scelta - afferma Grasso - anche se dichiara la massima preoccupazione verso il progettato impianto sperimentale per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia. Ma quali sono queste fonti rinnovabili? Leggiamo dall’autorizzazione concessa dalla Provincia che si bruceranno pannelli di truciolato, scarti di olio e carburante diesel, fanghi prodotti dai depuratori e grassi alimentari, il tutto bruciato con nafta pesante, sansa di olive, biomasse, propano e altro ancora». Secondo Grasso, dietro le affermazioni «in politichese» del Pd «vi è un’unica preoccupazione: quella di perdere consensi».

Alto Adige 01-09-09
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lunedì, 31 agosto 2009



Impianto di incenerimento privato in zona Vurza da 130.000 tonnellate


Il partito democratico, cioè il partito del vicepresidente della giunta provinciale e del sindaco, in altre parole di coloro che portano la responsabilità politica per aver deciso e accettato e l’ubicazione di un impianto di incenerimento privato in zona Vurza e che condividono la decisione di costruire alle porte del nostro territorio un inceneritore da 130.000 tonnellate, ha dichiarato la “massima preoccupazione verso il progettato impianto sperimentale per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia” previsto a Pineta.
Ma quali sono queste fonti rinnovabili? Leggiamo dall’autorizzazione concessa dalla Provincia: pannelli di truciolare, scarti di olio minerale, olio combustibile e carburante diesel, fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, oli e grassi alimentari, … Il tutto bruciato con nafta pesante, sansa di olive, biomasse, propano, ecc. …
In altre parole si utilizzano rifiuti pericolosi che vengono fatti passare per fonti rinnovabili di energia!
Il partito democratico è dunque preoccupato, ma non contrario all’incenerimento, solo perché collocato “a ridosso di centri abitati addirittura in via di espansione”. Ma l’inceneritore di Bolzano si trova forse in una zona desertica?
Insomma ci pare una presa diposizione scritta in politichese, ma che conferma le scelte scellerate sinora effettuate.
L’unica vera preoccupazione è che queste scelte possano tradursi in perdita di consensi.
Rifondazione Comunista - Laives
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domenica, 30 agosto 2009

Impianto di incerimento in Vurza «Serve la massima chiarezza»


Interviene anche il Partito Democratico: preoccupazione

LAIVES. L’impianto sperimentale di incenerimento - previsto nella parte di zona Vurza di competenza provinciale - preoccupa anche il Partito Democratico di Laives che dichiara «La massima preoccupazione verso il progettato impianto sperimentale per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia in zona Vurza, perché non suffragato da una valutazione positiva sull’impatto ambientale e perché esso sarebbe avviato in una porzione del territorio comunale molto particolare per la collocazione a ridosso di centri abitati addirittura in via di espansione». La nota così prosegue: «Il Partito Democratico di Laives, sempre sensibile alle istanze della comunità in cui vive ed opera, e che si ispira allo sviluppo sostenibile del proprio territorio, chiede piena chiarezza sulle caratteristiche di questo tipo di progetto sperimentale e per questo ha incaricato, nel corso della riunione del direttivo svoltasi il 27 agosto, il Vicepresidente della Provincia di Bolzano, Christian Tommasini, di riportare verso l’assessore competente e l’intera Giunta provinciale le preoccupazioni emerse, affinché si tenga conto dei forti timori della popolazione e, cosa importantissima, del parere assolutamente negativo della Commissione ambientale provinciale». La nota del Pd di Laives è firmata dal coordinatore Dino Gagliardini.
 Mentre la società Exo New Energy ribadisce che «L’impianto previsto in zona Vurza non sarà un inceneritore tradizionale» ma «un nuovo tipo di bruciatore» che «brucerà diverse biomasse in maniera straordinariamente efficace e pulita in modo che quasi tutti i valori dei gas di scarico sono sotto i valori minimi ammessi», restano da chiarire - ed in tal senso anche il Pd si affianca ad altre richieste del genere - i motivi che hanno portato alla concessione del terreno pur in presenza del parere contrario da parte della Conferenza per la Via secondo la quale la documentazione presentata dalla società era «incompleta e poco chiara che non consente di determinare le emissioni e le caratteristiche tecniche dell’impianto previsto». Aggiunge la Conferenza: «Sono assenti o gravemente insufficienti la descrizioni del progetto, le caratteristiche tecniche, il dimensionamento e funzionamento dell’impianto, il dimensionamento del sistema di dissipazione ed estrazione del calore, in particolare della torre di raffreddamento». (e.d.)



Alto Adige 30-08-09
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domenica, 30 agosto 2009


Noi non produciamo, noi facciamo ricerca in zona Vurza”



Alcuni passaggi informativi (non una traduzione) sull'articolo apparso sul Dolomiten sottoriportato:
La “Exo New Energy” fa parte del gruppo imprenditoriale IFI ed il proprietario Staffler spera che il progetto non venga fermato nonostante il giudizio negativo della Valutazione Impatto Ambientale. E' sorpreso dalla contrarietà all'inceneritore che difende con vemenza nella sua progettazione. Sostiene che si tratta di una ricerca in cui viene testato un bruciatore che utilizza diversi materiali e di biomassa operando in modo sicuro.
Il bruciatore secondo il proprietario funzionerà solo 160 ore all'anno con una quantità di ca. 160 tonnellate di combustibile di vario tipo che verrà testato. Un impianto sorgerà in un prossimo futuro anche nel sud d'Italia e visto che il bruciatore risulta "maturo" si potrà iniziare il piano di investimento. Staffler garantisce che i limiti di emissione verranno rispettati cercando i correttivi tecnici e l'appropriata documentazione per arrivare ad una soluzione e rendere comprensibili i vari processi. Se non vi fosse una soluzione positiva saremo costretti ad andare altrove escludendo l'investimento di parecchi milioni di euro di capitale privato ...




Wir produzieren nicht, wir forschen”


FORSCHINGSANLAGE: IFI-Inhaber Franz Staffler erklärt die Pläne del “Exo New Energy Italia” für die Wurzerzone
von Harald Knoflach
LEIFERS – Die Pläne der Firma “Exo New Energy Italia”, in der Wurzazone eine Forschungsanlage zu errichten, sorgten kürzlich für Aufsehen. Ein negatives Umweltgutachten und die daraufhin nicht erteilte Baukonzession haben das Projecht auf Südtiroler Boden gebremst, aber nicht gestoppt, wie Franz Staffler hofft.
Die “Exo New Energy Italia” ist Teil seiner IFI-Unternehmensgruppe. Der Widerstand gegen die medial als “Verbrennungsofen” bezeichnete Forschungsanlage hat ihn verblufft: “Ich bin aus alle Wolken gefallen. Ich hätte mir nicht gedacht, dass man mit so einem Projekt anecken könnte”, sagt Franz Staffler, der sich vehement gegen die Bezeichnung “Verbrennungofen” wehrt.
Im Unterschied zu einer Produktionsstätte handelt es sich hier um eine Forschungseinrichtung, in der der Wirkungsgrad eines patientierten Brenners getestet wird, der verschiedene Brennmaterialen und Biomassen außerordentlich gut und sauber verbrennt”, erklärt der Unternehmer.
Ledeglich 160 Stunden pro Jahr soll laut Staffler dieser Brenner in Betrieb sein. Dabei würden rund 160 Tonnen verschiedenster Brennstoffe getestet. Derzeit würde an der Optimierung der Verbrennungswerte von Oliventrester gearbeitet. Ein entsprechendes Kraftwerk soll in naher Zukunft in Süditalien entstehen:”Der Brenner ist soweit ausgereift, dass wir mit der Planung der Anlage beginnen können”, informiert Staffler. Angesprochen auf das negative Umweltgutachten sieht Staffler noch nicht aller Tage Abend. “Wir werden versuchen, auf technischen Wege zu einer Lösung zu kommen und die notwendigen Dokumentationen nachreichen, erklärt er. Das Problem liege vor allem bei der Parametern, an denen die Forschungsanlage gemessen werden. Wenngleich Staffler auch garantiert, die Emissionsgrenzen einhalten zu können. Es liege in der Natur der Forschung dass nicht sämtliche Abläufe von vornherein feststehen. Sonst bräuchte man ja nicht zu forschen”. Nicht sämtliche Prozesse seien jedoch für die Behörde nachvollziehbar, erläutert Staffler.
Es ist evident, dass die Gesetze auf Produktionsstätten ausgelegt sind. Vielleicht bedarf es da einer Anpassung, un Forschung zu ermöglichen” sieht Staffler eine Art Präzedenzfall und hofft auf einen positiven Ausgang. “Sonst müssen wir woanders hin”, beschreibt Franz Staffler ein für ihn bedauerliches Szenario, nachdem bereits mehrere Millionen Euro ausschließlich privates Kapital in Südtirol investiert worden seien.
SVP ST. JAKOB FORDERT “POSITIVSTRUKTUREN” (hhk)
Neuansiedlungen werden aufgrund der bereits bestehenden Dichte südlich von Bozen meist mit Argusaugen beobachtet; so auch das Exo New Energy-Projekt.
Andreas Mumelter, SVP Obmann con St: Jakob/Grutzen meint daher:”Solange wir nicht wissen, was genaue passieren wird, ist die Sache schwierig zu beurteilen. Wir wollen jedenfalls keine Negativstrukturen mehr – daher meine Frage: Wo liegt der Vorteil dieser Anlage?” Gleichzeiting wartet Mumelter mit einem Voschlag für eine “Positivstruktur” in St Jakob auf. “Warum kann nicht die Dolomiten-Dokumentationsstelle am ungeliebten Bozner Flughafen angesiedelt werden?”, fragt er. Nicht nur aufgrund seiner verkehrstechnuschen Lage würde sich Bozen als Tor zum Weltnaturerbe anbieten, meint Mumelter.
Dolomiten – Samstag, 29 Augut 2009



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sabato, 29 agosto 2009



«Inceneritore in Vurza: le firme da domenica 13»


LAIVES. Il comitato civico di Pineta passa dalle parole ai fatti: ha preso carta e penna ed ha scritto a tutti i residenti che comunicare che «Domenica 13 settembre dalle ore 9.30 alle 13 davanti alla chiesa parrocchiale di Pineta inizierà la raccolta di firme che proseguirà nei giorni seguenti a Laives e San Giacomo per impedire la costruzione di un inceneritore sul territorio comunale». Nella lettera viene ricordato il problema: «Cari concittadini, come un fulmine a ciel sereno abbiamo appreso che con un colpo di mano e quasi di soppiatto si vuole autorizzare una ditta privata a costruire e gestire un inceneritore del tipo sperimentale in zona Vurza. Sappiamo che l’ampliamento di questa zona produttiva è stato un totale fallimento sia per i costi che per la difficoltà di carattere idrogeologico, per cui i lotti di terreno rimangono invenduti. Coloro che hanno responsabilità di tutto questo cercano di salvarsi accettando attività e tipologie che nulla hanno a che vedere con artigianato e commercio».
 Lo stesso comitato civico di Pineta - in merito alle possibilità dichiarate dalla Exo di effettuare la propria sperimentazione scientifica fuori dalla provincia di Bolzano, confidando nella collaborazionecon gli enti preposti per trovare una soluzione - puntualizza che «La raccolta di firme avverrà a prescindere dalle decisioni della Exo, verso la quale noi non nutriamo nessun sentimento avverso. Noi con quelle firme chiederemo alla politica che rispetti gli impegni presi e pertanto l’area Vurza venga destinata ad area produttiva come previsto dal Puc», conclude la nota sull’impianto di incenerimento che continua a sollevare timori e polemiche.

Alto Adige 28-08-09
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giovedì, 27 agosto 2009



Vurza, la Exo interviene nella polemica sull’inceneritore


«Basta ostacoli o andiamo via Il nostro impianto sarà pulito» 

LAIVES. L’impianto previsto in zona Vurza «non sarà un inceneritore tradizionale» ma «un nuovo tipo di bruciatore» che «brucerà diverse biomasse in maniera straordinariamente efficace e pulita in modo che quasi tutti i valori dei gas di scarico sono sotto i valori minimi ammessi»: lo dice la società Exo New Energy, che prende posizione sulla polemica esplosa in questi giorni.
 A Laives, sostiene, dovrebbe sorgere «un’area di ricerca per testare i risultati del nostro progetto». Quale progetto? «Abbiamo sviluppato - risponde la Exo - un nuovo tipo di bruciatore per bruciare ad alte temperature diversi combustibili che con sistemi convenzionali non possono essere trattati. Si tratta di diverse biomasse come per esempio sansa di oliva e ramaglie da taglio di alberi. Inoltre possono anche essere bruciati prodotti di scarto come grassi animali ecc. Questi vengono bruciati in maniera straordinariamente efficace e pulita in modo che quasi tutti i valori dei gas di scarico sono situati al di sotto dei valori minimi ammessi. Solo in alcuni casi è necessario il trattamento, in particolare per quanto riguarda la sansa d’oliva, tramite filtro a maniche per eliminare i residui di particolato che risultano nei valori lievemente al di sopra dei limiti ammessi».
 Finora questa tecnologia è stata sviluppata e testata all’Ecocenter di Bolzano «dove non possono essere più effettuati test dall’inizio del 2008 in quanto, come noto, si trova in fase di ristrutturazione. Per questa ragione è stata messa a disposizione con delibera della giunta provinciale un piccolo terreno industriale di 1000 mq nella zona “Vurza” dove speravamo di potere realizzare in breve tempo la nostra area per continuare i test». Se non sarà possibile farli in Alto Adige «saremo costretti a spostare i lavori fuori provincia, ma riteniamo che anche in Alto Adige debba essere possibile fare ricerca. Per questo confidiamo nella collaborazione con gli enti preposti per trovare una soluzione. L’impianto è di dimensioni ridotte con un ciclo di combustione completo comprendente anche il trattamento delle ceneri, del calore residuo e anche della pulizia dei fumi».

Alto Adige 27-08-09
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mercoledì, 26 agosto 2009



Firme contro l’inceneritore


Il comitato civico di Pineta ha ufficializzato la mobilitazione

«Con i residenti chiederemo che su quell’area si realizzi soltanto ciò che prevede il Puc»

di Ezio Danieli
 LAIVES. Il comitato civico di Pineta - riunitosi l’altra sera in assemblea straordinaria - ha deciso «di intraprendere una consultazione - con relativa raccolta di firme - che verrà effettuata su tutto il territorio comunale. Memori anche della recente vicenda del deposito di idrocarburi, chiederemo che l’area Vurza sia destinata esclusivamente a quanto prescritto nel piano urbanistico comunale, senza alcuna deroga. Se la politica dovesse comunque rimanere sorda, percorreremo altre vie possibili».

 È la conferma della già annunciata mobilitazione in attesa che arrivino quei chiarimenti che finora non ci sono stati, nonostante le pressioni esercitate negli ultimi giorni. Ma il comitato civico va oltre la decisione presa. Ha infatti diffuso un comunicato in cui ricorda «la possibilità che una ditta commerciale privata, la Exo New Energy, abbia ottenuto il benestare da parte della Provincia per la costruzione e la messa in funzione di un inceneritore sperimentale, in un’area di mille metri quadrati, situata nella nuova zona produttiva Vurza». Nel corso della riunione straordinaria «Al comitato - si legge nella nota - è apparso inquietante che la commissione edilizia del Comune di Laives abbia concesso “sottobanco” ed in maniera così disinvolta una licenza tanto difforme dalla tipologia di insediamento previsto per quell’area, superficie destinata esclusivamente all’artigianato ed al commercio. Ma gli effetti più devastanti - che evidentemente non sono stati valutati - sono il danno ambientale e le conseguenze negative che possono ricadere sulla salute in un area densamente abitata». Secondo il comitato civico di Pineta «Questa scelta inoltre comprometterebbe irrimediabilmente l’immagine della città perchè Laives è ad un passo dal titolo di capitale provinciale dello sport, per il suo turismo, per le sue mele propagandate per l’aria pulita dell’Alto Adige, ed ancora per il biotopo previsto proprio nell’area Vurza. Ci siamo chiesti come possono convivere queste specificità accanto ad un inceneritore e lo svettare della sua ciminiera? Poco importa se questa concessione è stata vincolata al parere del Via (Ufficio Valutazione Impatto Ambientale) la commissione edilizia di Laives non era certo all’oscuro che il parere del Via non era vincolante, tanto è vero che la Provincia, proprio nello specifico, non ne ha tenuto conto. Inoltre non è vero che la commissione edilizia deve soppesare esclusivamente l’applicazione delle norme edili». Il comitato evidenzia ancora che nel corso dell’assemblea «È stata fatto anche un’altra considerazione: come hanno potuto nostri concittadini prendere una decisione tanto grave senza renderla pubblica? Com’è possibile che per oltre sei mesi nessuno, nemmeno il consiglio comunale, ne fosse al corrente? Dove è finita la trasparenza tanto propagandata durante questa legislatura».

EDILIZIA, CRITICHE «Errori della commissione»

 LAIVES. Nella nota diffusa dopo la riunione straordinaria, il comitato civico di Pineta se la prende, senza mezzi termini, anche con la commissione edilizia comunale di cui, come noto, è presidente il vice sindaco Georg Forti: «Non è vero - scrive il comitato della frazione annunciando la mobilitazione contro l’impianto di incenerimento - che la commissione edilizia deve soppesare esclusivamente l’applicazione delle norme edili. Basta entrare nel sito del Comune, cliccare su Commissioni e alla voce Commissione Edilizia si scopre che questo organismo è tenuto a valutare, oltre che l’aspetto puramente tecnico, anche quello urbanistico. Vi sono inoltre l’obbligo riguardante l’igiene ed anche la tutela del paesaggio».


Alto Adige 26-08-09
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mercoledì, 26 agosto 2009


«Sei mesi di colpevole silenzio per l'inceneritore in zona Vurza»


 LAIVES. Nella sua recente nota - con la quale fa una serie di richieste di chiarimento in merito all’impianto sperimentale di incenerimento, il consigliere comunale Rosario Grasso (Rifondazione Comunista) fa anche alcune considerazioni di carattere politico: «Bene hanno fatto gli abitanti di Pineta, dopo essere sobbalzati sulla sedia, a mobilitarsi immediatamente per far capire che mai verrà accettata sul nostro territorio, già così fortemente bistrattato, una nuova struttura inquinante. A nostro parere è estremamente grave che, mentre si discuteva del deposito di carburanti da ubicare all’uscita della galleria alle spalle di San Giacomo, già si sapeva delle intenzioni della Provincia: questo non ha però impedito anche alla parte ambientalista della maggioranza di accettare sia deposito che inceneritore, seppure condizionato alla valutazione di impatto ambientale. La Provincia ed i nostri amministratori sembrano non aver dunque compreso come il nostro territorio ospiti già una miriade di strutture inquinanti da non rendere più possibile ulteriori aggravi», conclude la nota di Grasso.

Alto Adige 26-08-09
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mercoledì, 26 agosto 2009


IL NO DELLA VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE (VIA)



Documentazione poco chiara


LAIVES. L’opposizione all’inceneritore sperimentale che dovrebbe trovare posto nella parte ampliata della zona Vurza parte - soprattutto - dal parere negativo espresso dalla Conferenza dei servizi in materia ambientale (parere Via) che dato negativo con una serie da argomentazioni fra cui «Una documentazione incompleta e poco chiara che non consente di determinare le emissioni e le caratteristiche tecniche dell’impianto previsto». Il presidente della conferenza, Luigi Minach, ha segnalato che «sono assenti o gravemente insufficienti la descrizioni del progetto, le caratteristiche tecniche, il dimensionamento e funzionamento dell’impianto, il calcolo della verifica delle temperature ed il dimensionamento del sistema di dissipazione ed estrazione del calore, in particolare della torre di raffreddamento ed altro». Lo stesso Minach sottolinea inoltre nel parere che «Il combustibile solido utilizzato non ricade tra quelli ammessi dal Dlgs 152/2006». Nonostante questo la Provincia ha concesso il terreno per l’ubicazione dell’impianto di incenerimento nella zona Vurza di propria competenza.

Alto Adige 26-08-09
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martedì, 25 agosto 2009



«Inceneritore in zona Vurza, una prevaricazione»


Dura nota del Centro Attenzione Permanente: il Comune l’ha accettata

di Ezio Danieli
 LAIVES. Ieri sera, con la riunione del comitato civico di Pineta, è iniziata la mobilitazione contro l’impianto di incenerimento previsto nella zona Vurza.

 Il comitato ha già preannunciato una raccolta di firme per contrastare la decisione della Provincia che ha concesso il terreno alla società Exo New Energy Italia Srl. Si tratta, lo ricordiamo, di un impianto che è stato bocciato in sede di Valutazione Impatto Ambientale.

 Proprio ieri Lorenzo Merlini, a nome del Centro Attenzione Permanente di San Giacomo, ha diffuso una nota in cui chiede i motivi per cui «il territorio comunale di Laives debba essere costantemente vessato dalle opere volute dalla Provincia». Il Centro Attenzione Permanente di San Giacomo ricorda che «Si sapeva della possibile costruzione di un inceneritore ed i cittadini non ne erano a conoscenza... Sappiamo che l’impianto sperimentale era finora situato presso l’inceneritore di Bolzano e tutti i suoi fumi venivano convogliati nella linea di trattamento fumi dell’inceneritore stesso. Perchè lo si vuole spostare nel Comune di Laives?».

Seguono una serie di domande: «È vero che nell’impianto Exo sono stati bruciati, tra l’altro, fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, olio e grassi alimentari oltre che scarti di oli da motore e per lubrificazione? Che cosa tratta veramente l’inceneritore sperimentale?».

Secondo il Centro di San Giacomo «Il progetto presentato dalla società Exo New Energy Italia Srl, sostenuto dalla Business Location Südtirol (unica azionista è la Provincia che indirizza e controlla le attività della BLS e approva il programma annuale) e bocciato dal Via, rischia di scardinare uno dei principi base del concetto del piano provinciale: la gestione autonoma da parte di ogni territorio dello smaltimento dei propri rifiuti. Per motivi di bilancio, inoltre, potrebbe aprire la strada ad un flusso crescente di rifiuti provenienti da altre zone».

Il Centro di San Giacomo sostiene ancora che «La scelta dell’ubicazione è dovuta principalmente alla giunta comunale di Laives che dimostra di non affidarsi, ancora una volta, alla discussione di problemi importanti con i cittadini preferendo sottostare spesso alla prevaricazione della Provincia».

Alto Adige 25-08-09
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martedì, 25 agosto 2009


Impianto di incenerimento in zona Vurza


«Retroscena che attendono chiarimenti»


 LAIVES. Impianto di incenerimento in zona Vurza. Anche il consigliere comunale di Rifondazione Comunista Rosario Grasso  interviene con una nota per elencare «dei retroscena sui quali non è lecito tacere e su cui i responsabili politici debbono rispondere: 1. da quanto tempo si conoscono le intenzioni della provincia?, 2. perché non si è immediatamente dichiarata l’indisponibilità di Laives ad ospitare l’inceneritore, ma la si è condizionata ai risultati della valutazione di impatto ambientale?, 3. in occasione degli incontri avuti con i responsabili provinciali per comunicare la decisione del consiglio di non ospitare il deposito di carburanti, si è parlato dell’inceneritore ed in quali termini?, 4. perché la popolazione e il consiglio comunale non sono stati immediatamente informati?, 5. quali iniziative si intendono concretamente prendere per impedire l’ennesima imposizione da parte provinciale?».
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domenica, 23 agosto 2009



Inceneritore in zona Vurza, chiarezza


Previsto a Pineta. Tommasini: «Ne parlerò in giunta»

 LAIVES. Continua a far discutere la decisione della giunta provinciale che ha assegnato alla società Exo New Energy Italia Srl un terreno in zona Vurza dove spostare l’impianto di incenerimento della stessa società. Si tratta, lo ricordiamo, di un impianto che è stato bocciato in sede di Valutazione Impatto Ambientale e proprio per questo la concessione rilasciata dal Comune, di fatto, dovrebbe essere annullata. In merito l’assessore provinciale Christian Tommasini è intenzionato «a portare la questione in giunta provinciale nella seduta di lunedì mattina (domani per chi legge, ndr) per fare maggior chiarezza possibile. Dalle verifiche che ho fatto in questi giorni, non ho trovato riscontri in merito a decisioni in tal senso prese dalla giunta provinciale in carica».
 Intanto nei primi giorni della settimana entrante dovrebbe riunirsi il comitato civico di Pineta che ha già annunciato la mobilitazione contro la concessione del terreno in zona Vurza per trasferirvi un inceneritore sperimentale. Lo stesso comitato, in una nota in cui critica anche la giunta provinciale, annuncia anche una raccolta di firme fra tutti gli abitanti della frazione.

Alto Adige 23-08-09
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sabato, 22 agosto 2009



Un categorico no  dalla Conferenza VIA sul progetto Exo previsto in zona Vurza



 LAIVES. Il 22 luglio scorso la Conferenza ha esaminato il progetto della Exo ed ha dato parere negativo con una serie da argomentazioni fra cui «Una documentazione incompleta e poco chiara che non consente di determinare le emissioni e le caratteristiche tecniche dell’impianto previsto». Il presidente della conferenza, Luigi Minach, ha inoltre segnalato che «sono assenti o gravemente insufficienti la descrizioni del progetto, le caratteristiche tecniche, il dimensionamento e funzionamento dell’impianto, il calcolo della verifica delle temperature ed il dimensionamento del sistema di dissipazione ed estrazione del calore, in particolare della torre di raffreddamento ed altro».


Alto Adige 22-08-09

sabato, 22 agosto 2009



«Inceneritore, le prove senza alcun riscontro» I Verdi: serve chiarezza



«Per i diritti di brevetto è stata avviata una causa legale La Provincia ne ha tenuto conto?

di Ezio Danieli


LAIVES. Prosegue l’offensiva dei consiglieri provinciali Verdi - Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss - contro la decisione della giunta provinciale che ha assegnato alla società Exo New Energy Italia Srl un terreno in zona Vurza dove spostare l’impianto di incenerimento della stessa società. Si tratta, lo ricordiamo, di un impianto che è stato bocciato in sede di Valutazione Impatto Ambientale. La concessione rilasciata dal Comune, di fatto, dovrebbe essere annullata.
 I due consiglieri Verdi tornano alla carica con un’ulteriore serie di domande alla giunta provinciale partendo dalla considerazione che «L’impianto di incenerimento della società Exo New Energy Italia Srl ha effettuato prove per anni presso l’inceneritore di Bolzano. Risulta dal Bollettino Ufficiale della Regione che la prima autorizzazione sia del 19 maggio 1998 e l’ultima del 28 giugno 2007, con validità fino al 31 dicembre 2007». Dopo questa data e non risultano rilasciate ulteriori autorizzazioni «e questo - sottolineano i Verdi - a buona ragione visto che dopo 10 anni una sperimentazione o dà risultati, o non può continuare all’infinito».
 Ora, come detto, la sperimentazione - secondo la giunta provinciale che ha concesso il terreno nella zona Vurza ampliata - dovrebbe riprendere e durare altri tre anni. Da qui la considerazione - come premessa alla richieste - dei due consiglieri Verdi: «È opportuno valutare se è opportuno o meno che questa sperimentazione possa ricominciare, quindi è indispensabile una chiara informazione sulle campagne effettivamente svolte con l’impianto in questione e sui risultati ottenuti».
 Fatte queste premesse, Dello Sbarba ed Heiss pongono una serie di quesiti: «1) Dalla data della prima autorizzazione alla sperimentazione, il 19 maggio 1998, fino ad oggi per quanti giorni in tutto tale impianto è stato messo in funzione?, 2) Quante campagne di prova sono state svolte dall’inizio e fino ad oggi nell’impianto della società Exo New Energy Italia Srl posto presso l’inceneritore di Bolzano?, 3) Come sono state documentate tali campagne di prova? Tale documentazione è stata trasmessa alla Provincia o a un suo ente, ufficio o società partecipata? 4) Che risultati hanno avuto le sperimentazioni fin qui effettuate?, 5) Perché le sperimentazioni non hanno più ricevuto alcuna autorizzazione dopo il 31 dicembre 2007?, 6) Perché un’attività non più autorizzata dopo il 2007 dovrebbe continuare ora in zona Vurza a Pineta di Laives? Che cosa c’è ancora da sperimentare?).
 Gli ultimi tre punti sollevati dai consiglieri Verdi sono destinati a gettare ulteriore benzina sul fuoco di una polemica già rovente. Chiedono infatti: «Risulta alla Provincia che tra diversi soggetti interessati sia sorta una causa legale sull’invenzione alla base dell’impianto e sui diritti di brevetto, che è approdata tra l’altro a una sentenza della Cassazione del 26 aprile 2006?; Tale sentenza rinviava a un nuovo esame davanti alla Corte d’appello di Trento: la Provincia ne conosce i risultati? Rientra tale contenzioso tra gli elementi valutati dalla Provincia per giudicare la qualità di innovazione e ricerca dell’impianto in questione e della società che l’ha promosso)».
 Si diceva della polemica politica sia a livello provinciale che comunale. Proprio in municipio i rappresentanti di opposizione hanno messo sotto accusa soprattutto l’assessore Zanvettor il quale ha ribadito che «la concessione della commissione edilizia era condizionata dal parere Via, che è stato negativo. Quindi la concessione verrà ritirata». Intanto il comitato civico di Pineta - annunciando una possibile raccolta di firme contro l’inceneritore - ha invitato sindaco e giunta comunale a fare chiarezza.

Alto Adige 22-08-09
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venerdì, 21 agosto 2009



"NUOVE EMISSIONI NEL COMUNE DI LAIVES"



Raccogliamo i vostri pensieri, le vostre considerazioni e le vostre proteste

sull'ipotizzata costruzione dell'inceneritore nella zona Vurza
(comune di Laives)

 scrivendo all'indirizzo E_Mail del Blog APRITISANGIA di San Giacomo
:


scorrevoce@gmail.com

apriamo un dibattito su quanto sta succedendo
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venerdì, 21 agosto 2009



«A Bolzano s’è bruciato di tutto»


 LAIVES. Il consigliere provinciale dei Verdi, Riccardo Dello Sbarba, replica a Ultich Stofner, direttore della Bls, che ha difeso l’impianto di combustione Exo. Scrive Dello Sbarba: «La Bls ha il compito di assegnare aree, non di sostituirsi alle aziende nei loro rapporti con gli uffici preposti a tutela dell’ambiente. L’impianto Exo è stato sonoramente bocciato nella procedura per la Valutazione di Impatto Ambientale (Via) per gravissime carenze nella documentazione presentata e con ciò cade la concessione edilizia rilasciata dal Comune». Nella nota Dello Sbarba ricorda anche che «Noi Verdi abbiamo svolto una più accurata ricerca da cui sorgono ulteriori dubbi. Per quanto riguarda le emissioni, l’impianto sperimentale era finora situato presso l’inceneritore di Bolzano e tutti i suoi fumi venivano convogliati nella linea di trattamento fumi dell’inceneritore stesso. Nell’impianto Exo sono stati bruciati, tra l’altro, fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, olio e grassi alimentari oltre che scarti di oli da motore e per lubrificazione». In merito alle autorizzazioni, Dello Sbarba scrive: «Dai bollettini ufficiali della Regione, risulta che il primo decreto di autorizzazione alla sperimentazione dell’Impianto Exo sia stata rilasciata il 19 maggio del 1998, dunque oltre 10 anni fa. L’ultima è stata rilasciata il 28 giugno 2007 con validità fino alla fine dell’anno. Non risultano ulteriori autorizzazioni. Dunque, dalla fine dell’anno 2007 all’impianto Exo sito a Bolzano non è stata rilasciata più alcuna autorizzazione. Se ne deve dedurre che l’impianto è rimasto inattivo da allora. Ci risulta anche che la motivazione per cui la sperimentazione non è stata più autorizzata è molto semplice: dopo quasi un decennio di prove, o la sperimentazione ha dato risultati oppure non ne ha dati. Comunque è assurdo continuare ancora. Non si capisce dunque perché una sperimentazione, che dal 2007 non è più stata autorizzata a Bolzano, debba riprendere nel 2009 a Laives per altri tre anni».

Alto Adige 21-08-08
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venerdì, 21 agosto 2009



L’assessore comunale Zanvettor è nel mirino dell’opposizione


di Bruno Canali
 LAIVES. Immediate le reazioni politiche sulla vicenda dell’inceneritore che dovrebbe essere trasferito in zona Vurza a Pineta. I primi ad intervenire sono alcuni consiglieri di opposizione che si chiedono come possa essere passato quasi del tutto inosservato in commissione edilizia questo progetto che riguarderebbe una superficie di circa mille metri quadrati in zona Vurza anche se, ha spiegato l’assessore comunale Zanvettor (che comunque non siede in commissione edilizia comunale), l’organismo consultivo valuterebbe esclusivamente la corretta applicazione delle norme edilizie e basta.
 Non la pensa allo stesso modo il consigliere Raimondo Pusateri: «È grave il fatto che da gennaio di quest’anno la giunta comunale sia a conoscenza della questione inceneritore e non abbia ritenuto di investire del problema il consiglio comunale», afferma Pusateri. Che così prosegue: «Quanto all’assessore Zanvettor, non mi risulta abbia fatto azioni di contrasto nel frattempo e la sua uscita attuale contro l’impianto alla Vurza mi sembra quasi una boutade elettorale. Certo - continua Pusateri - anche una riflessione sulla commissione edilizia comunale a questo punto va fatta visto come sono andate le cose».
 Severo il giudizio nei confronti dell’assessore Zanvettor anche da parte di Christian Bianchi, consigliere del Pdl: «Finalmente l’assessore si è accorto che qualche cosa non va - dichiara Bianchi - perché ad esempio, con il deposito di idrocarburi che sempre la Provincia voleva spostare in zona Vurza, se non sbaglio inizialmente aveva dato parere favorevole. So che in commissione edilizia dell’inceneritore si è parlato per ben tre volte e solo alla terza è stato dato il benestare, ma ma vincolato al parere dell’ufficio Via, parere risultato poi estremamente negativo. Spero perciò che ne tengano conto», conclude il consigliere.

Alto Adige 21-08-09
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venerdì, 21 agosto 2009



AMBIENTE Se fate l’inceneritore in zona Vurza siete prepotenti




 Ho letto con preoccupazione l’articolo relativo alla possibilità che venga costruito un inceneritore in zona Vurza. Vorrei dire al signor Ulrich Stofner della BLS che se tanto gli sta a cuore l’inceneritore se lo faccia costruire sotto casa sua! Noi, abitanti e cittadini che pagano le tasse e abitiamo vicino alla zona Vurza siamo stufi e arcistufi della prepotenza della Provincia. Hanno costruito un mega-capannone dell’APA che fa schifo, ci dobbiamo sorbire i rumori molesti che si protraggono spesso anche fino alle 1 di notte e la puzza di mangiare del ristorante cervo, ci siamo dovuti sorbire la gara delle moto d’epoca che ci è passata proprio davanti (e alle 8 di sabato mattina non è piacevole).
 E adesso dovremmo pure farci costruire l’inceneritore a pochi metri da casa??? Caro signor Ulrich Stofner lei dovrebbe vergognarsi!!! Se solo si azzarderanno ad iniziare i lavori, penso che sarà automatico che i cittadini faranno causa a Comune, Provincia, BLS e Exo New Energy. E’ ora di finirla. Non è giusto che a prendersela in quel posto siano sempre e solo i cittadini. E le opposizioni invece che fanno? Pensano alle solite diatribe etniche invece di occuparsi dei problemi della gente!!! Perchè quelli del PDL non si occupano dei problemi veriinvece che lamentarsi se il tricolore venga esposto o meno? In definitiva propongo una raccolta firme per far costruire l’inceneritore sotto casa del signor Ulrich Stofner della BLS. Tanto visto che non inquina non credo che gli darà fastidio, no?
Luca Benedetti abitante di Via Vurza LAIVES

Alto Adige 21-08-09
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venerdì, 21 agosto 2009


Firme contro l’inceneritore in zona Vurza


Il comitato civico di Pineta annuncia la mobilitazione 


di Ezio Danieli
 LAIVES. Il comitato civico di Pineta dichiara la mobilitazione contro la concessione del terreno in zona Vurza per trasferirvi un inceneritore sperimentale. Annunciata anche una raccolta di firme fra gli abitanti della frazione.
 Mentre la Business Location Südtirol (Bls) - che ha voluto il progetto - precisa che «Non si tratta di un impianto di produzione di energia ma di un progetto pilota e la sua collocazione in zona produttiva è conforme alla normativa urbanistica», il comitato civico non ci sta. Ieri - in un comunicato a firma di Franco Magagna e Paolo Pelone - annuncia una riunione a breve «Per decidere quali iniziative adottare per bloccare l’iniziativa (sponsorizzata dalla Provincia) di realizzare un inceneritore sperimentale in Zona Vurza. Molto probabilmente inizieremo con una massiccia raccolta di firme coinvolgendo i cittadini di tutto il territorio comunale. Suoneremo ad ogni campanello per chiedere alle famiglie se sono d’accordo di crescere i propri figli nelle vicinanze di un inceneritore. Parlare di inceneritore di biomasse come panacea è prendere in giro la gente il business di operazioni come questa non sta affatto nel bruciare biomasse, che sono di difficile reperimento, costose per la movimentazione, per lo stoccaggio e per il trattamento che richiedono. Il vero business sta nel far passare per legno di bosco anche scarti di origine vegetale, essenzialmente carta e cartone, prodotti derivati del legno e pertanto propagandati quali fonti rinnovabili, per non parlare degli scarti agro alimentari e quelli della produzione del vino».
 Il comitato sostiene, nella nota, che si tratta di «un inceneritore truccato». E cita la Federazione Nazionale di Medicina Generale «Secondo la quale questi inceneritori sono uguali a quelli convenzionali e pertanto producono le stesse famigerate PM 2,5 nanopolveri che non sono biodegradabili, ma una volta create sono eterne. Tutti sono ormai consapevoli che questo non è un bene per la salute pubblica».
 Secondo il comitato civico di Pineta «Il nostro no è sempre stato accompagnato da proposte e soluzioni alternative. Proponiamo dunque che non si distribuiscano sostanze nocive indiscriminatamente per tutta la provincia, ma che la zona di smaltimento dei residui del nostro “benessere” sia ben circoscritta e costantemente monitorata. Pertanto questo inceneritore deve rimanere esattamente dov’è ora, accanto a quello di nuova costruzione». Non mancano, da parte del comitato civico di Pineta, le critiche. Viene definita «stupefacente» la decisione della Provincia che «Dopo aver dovuto rinunciare all’insediamento di un deposito di idrocarburi sempre in zona Vurza ora vuole nuovamente avventurarsi in una operazione con le stesse probabilità che non vada in porto», conclude la nota del comitato civico che chiede massima chiarezza anche a sindaco e giunta comunale.

Alto Adige 21-08-09
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giovedì, 20 agosto 2009


Inceneritore in zona Vurza La Bls non molla la presa: «Il progetto è importante»



La società provinciale si occupa degli insediamenti «Fondamentale la tutela della salute, rimedieremo»

 LAIVES. Il progetto di inceneritore presentato dalla Exo per la zona Vurza è «interessante e innovativo» e «si inserisce perfettamente nel settore dell’energia»; n ogni caso «presupposto imprescindibile è il rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie a tutela dell’ambiente e della salute, quindi ci impegneremo per rimediare alle lacune che hanno portato alla sua bocciatura» da parte del Via: è la posizione del Bls, la società della Provincia che si occupa degli insediamenti di aziende. Intanto in Comune è polemica.
 Dopo le dure accuse degli ambientalisti e il dietrofront del Comune - la cui concessione edilizia era legata al benestare del Via, che non è arrivato - c’è ora la replica di chi questo progetto l’ha fortemente voluto, ossia la Business Location Südtirol (Bls). «Per noi - dice il direttore Ulrich Stofner - è fondamentale sostenere le aziende in grado di operare nei settori chiave dell’economia altoatesina. Quello presentato dalla Exo New Energy è un interessante ed innovativo progetto sperimentale, per il quale è stato registrato un brevetto che si inserisce prefettamente in un settore interessante per l’Alto Adige, per l’appunto quello dell’energia. L’assegnazione di aree ad aziende motivate, innovative ed orientate al futuro contribuisce a rafforzare l’Alto Adige». La giunta provinciale, comne noto, ha messo a disposizione della Exo un’area di 1.000 metri quadri in zona Vurza per tre anni per consentire il trasferimento dalla zona Ecocenter dell’impianto sperimentale già esistente. «Non si tratta di un impianto di produzione di energia, prosegue Stofner - ma di un progetto pilota e la sua collocazione in zona produttiva è conforme alla normativa urbanistica. Il rilascio di tutte le autorizzazioni necessarie a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini è ovviamente presupposto imprescindibile» e siccome la Conferenza dei servizi in materia ambientale ha bocciato il progetto «la Bls è ora impegnata per colmare le lacune di informazione e documentazione che hanno portato alla bocciatura».
 Intanto però in Comune la polemica è accesa: molti dall’opposizione (per esempio Pusateri) attaccano l’assessore Zanvettor per non avere mai investito il consiglio della questione. Il Pdl pensa alla richiesta di una seduta d’urgenza.

Alto Adige 20-08-09
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giovedì, 20 agosto 2009



Inceneritore nell'area Vurza, un’imposizione


La Provincia dà il terreno nonostante il no della Via


di Ezio Danieli
 LAIVES. È motivato - con argomentazioni molto valide - il no dei Verdi alla richiesta di spostare, nell’area di interesse provinciale della Vurza, un impianto di incenerimento a carattere sperimentale che è accanto all’inceneritore di Bolzano.
 Al parere contrario dell’assessore comunale Giorgio Zanvettor si è aggiunto il no - categorico - dei consiglieri provinciali Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss che in una interrogazione provinciale chiedono di annullare questa concessione.
 Cerchiamo di capire la questione. La società Exo New Energy Italia Srl ha presentato un progetto per la realizzazione di un centro sperimentale per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energie nel comune di Laives. Secondo la Provincia questa sperimentazione ha «carattere di ricerca innovativa» e quindi ha disposto la cessione temporanea alla Exo dell’area alla Vurza. La Exo, di conseguenza, ha presentato al comune di Laives la domanda di concessione edilizia, rilasciata la scorsa primavera ad una condizione: che il centro sperimentale ricevesse il parere positivo della Conferenza dei servizi in materia ambientale (parere Via). In caso di parere negativo, la concessione edilizia risultava negata. Il 22 luglio - e lo ricordano i consiglieri provinciali Verdi - la Conferenza ha esaminato il progetto della Exo ed ha dato parere negativo con una serie da argomentazioni fra cui «Una documentazione incompleta e poco chiara che non consente di determinare le emissioni e le caratteristiche tecniche dell’impianto previsto». Il presidente della conferenza, Luigi Minach, ha inoltre segnalato - e lo ricordano i Verdi - che «sono assenti o gravemente insufficienti la descrizioni del progetto, le caratteristiche tecniche, il dimensionamento e funzionamento dell’impianto, il calcolo della verifica delle temperature ed il dimensionamento del sistema di dissipazione ed estrazione del calore, in particolare della torre di raffreddamento ed altro». Lo stesso Minach sottolinea inoltre nel parere che «Il combustibile solido utilizzato non ricade tra quelli ammessi dal Dlgs 152/2006». Secondo i Verdi c’è un altro fatto: «Dalla documentazione presentata dalla società Exo New Energy Italia Srl per la valutazione d’impatto ambientale risulta che l’impianto sperimentale in questione sia “in grado di operare con sostanze combustibili in qualsiasi stato di aggregazione anche non raffinate, con rifiuti, biomassa o altre fonti rinnovabili...”. L’utilizzo dei rifiuti in un impianto di incenerimento privato appare alquanto anomalo stante l’attuale scelta della Provincia di un unico impianto centralizzato di questo tipo». Infine, prima di chiedere l’annullamento della concessione temporanea alla Exo, i consiglieri Verdi esaminano anche l’aspetto urbanistico e sostengono che «L’assegnazione del terreno decisa dalla giunta provinciale contrasta con la legge urbanistica provinciale vigente».

Alto Adige 19-08-09
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martedì, 18 agosto 2009



Un impianto di incenerimento in zona Vurza





Secco il no dell’assessore Zanvettor e dei Verdi. Interrogazione presentata in Provincia

di Bruno Canali
 LAIVES. La giunta provinciale ha accolto la richiesta del consiglio comunale di Laives ed ha stralciato dalla zona Vurza sia il distributore di carburante che il deposito di idrocarburi che avrebbe dovuto spostarsi in zona Vurza dai Piani di Bolzano, dove si trova attualmente.
 C’è un’altra notizia in merito alla Vurza. E questa è negativa Laives: c’è la richiesta di spostare, sempre nell’area di interesse provinciale, un impianto di incenerimento a carattere sperimentale che ora è accanto all’inceneritore di Bolzano. Contro questa ipotesi però si sono subito schierati i Verdi, sia a livello comunale che provinciale.
 Come stanno le cose lo spiega l’assessore comunale Giorgio Zanvettor, pure lui contrario ad ospitare l’impianto in zona Vurza, soprattutto dopo che il parere dell’Ufficio Via è risultato drasticamente negativo.
 «All’inizio del 2009 - spiega Zanvettor - è stato presentato al Comune di Laives, da una società privata, la Exo New Energy Italia Srl, un progetto per realizzare un impianto sperimentale di potenza, alimentato da fonti rinnovabili di energia. Il nuovo bruciatore è previsto praticamente nel centro dell’area produttiva di interesse provinciale alla Vurza. La società in questione già da alcuni anni gestisce un analogo centro sperimentale situato presso l’inceneritore di Bolzano. I previsti lavori di costruzione dell’inceneritore nuovo hanno costretto la società a ricercare un sito alternativo per il proprio impianto. La Provincia ha, a questo scopo, assegnato alla ditta un lotto di circa mille metri quadrati all’interno della Vurza appunto. La nostra commissione edilizia ha dato parere positivo, vincolandolo però al parere del Via, che è puntualmente arrivato alcune settimane fa e ha bocciato categoricamente il progetto con una serie di articolate motivazioni, riconducibili essenzialmente alla assoluta inadeguatezza della documentazione fornita dalla ditta, cosa che rende impossibile determinare chiaramente il tipo di emissioni e le caratteristiche stesse dell’impianto che si vorrebbe fare».
 Zanvettor quindi spiega di essere «seriamente preoccupato», al punto da avere formalmente chiesto che la Provincia faccia dietrofront e non assegni più il terreno in zona Vurza per l’impianto. «Sarebbe una scelta anche strategicamente sbagliata - aggiunge l’assessore Zanvettor - e danneggerebbe di fatto le altre ditte insediate lì».
 Le tesi dei Verdi di Laives sono sposate in toto anche da quelli provinciali. Ieri è stata presentata a firma di Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss, una interrogazione provinciale dove si chiede di annullare questa concessione di terreno alla Vurza.

Alto Adige 18-08-09
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lunedì, 10 agosto 2009



INCENERITORE e RIFIUTI



La disfatta del colabrodo : la palla è in mano al Comune o no ?


Sabato 08 Agosto 2009 20:09
colabrodoRicordate quelle scene in cui Paperino oppure Pippo cercano di chiudere un buco da cui  esce acqua, ma poi l'acqua fuoriesce da un altro buco e così via, come un colabrodo, fino a che tutta la casa esplode?
Anche la questione dei rifiuti  in Alto Adige assomiglia ad un colabrodo, chiudi un buco, se ne aprono subito altri. Fino a quando non si affronterà il vero problema, la causa di tutti i buchi, cioè lo spreco e il consumo esagerato di merci spesso inutili, nessuna soluzione sarà definitiva e ancor meno priva di pericoli per la salute e per l'ambiente.
Tutt'altro che chiuso il buco della gestione dei rifiuti solidi urbani ( RSU) con l'avvio dei lavori dell'inutile, costoso e pericoloso inceneritore da 130.000/ton di rifiuti all'anno, già si apre un nuovo buco, la gestione di rifiuti speciali.
La questione di un nuovo "mini-inceneritore " ( termine che non piace al sig. Hafner, ma nemmeno a noi: nel senso che non è la grandezza fisica a determinarne la pericolosità ma quello che vi entra e di conseguenza quello che  esce!) è esplosa nel bel mezzo della calda estate bolzanina.
Gentilmente invitati dal sig. Hafner noi di Ambiente e Salute abbiamo fatto visita alla ditta che vorrebbe costruire e gestire questo nuovo impianto.

Ci interessava conoscere meglio il progetto e capire che iter istituzionale era stato seguito.connett3
Abbiamo ribadito immediatamente che non l'Associazione andava informata, ma l'intera cittadinanza, così come riportato nel comunicato che abbiamo lasciato al sig. Hafner e che qui potete leggere.
Hafner ha ammesso che da parte loro c'è stata una carenza di informazione.
In sintesi vi riportiamo le nostre impressioni sul colloquio con il sig. Hafner e collaboratori:
1- la ditta Hafner, dopo un inizio di attività improntato alla produzione di prodotti a basso impatto ambientale ( ricordate  i detersivi e le borse ), ha virato verso il recupero dell'energia.
Scelta strategica, secondo loro dettata dall'impercorribilità delle altre vie e dalle delusioni ( compostaggio, riciclo plastica ecc.). Probabilmente anche la via  più remunerativa a livello di mercato.
Di fatto questa scelta li ha portati ad essere importanti costruttori e gestori di inceneritori per rifiuti ospedalieri e speciali in Italia e all' estero, già facenti parte della cordata di aziende locali che costruirà il nuovo inceneritore per rifiuti urbani da 130.000/ton a Bolzano ( in particolare costruiranno il bruciatore).
Questa è la  strada che percorrono utilizzando tecnologie anche interessanti e nuove, ma che alla fine portano sempre comunque alla combustione.
In sintesi la loro idea è quella di raccogliere rifiuti speciali ( ospedalieri e che altro ? solo pannolini ? ) e con un processo di trattamento meccanico biologico (TMB) , con aggiunta di stabilizzanti ( lignina, paraffina, zeolite, e altro), trasformare il tutto in CDR o EBS ( combustibile da rifiuti o Ersatzbrennstoff) e quindi mandare il tutto a bruciare per produrre energia elettrica e termica.
In questo modo ridurrebbero i rifiuti da bruciare a circa 7000 ton/anno, la misura giusta per non dover sottoporre l'mpianto a valutazione di impatto ambientale ( VIA).
Hafner ci ha riferito che il progetto fa parte di una operazione di marketing ( pubblicità?), con un bel palazzone come nuova sede "alimentata" con sole, vento e fuoco da far visitare alle scuole. Un esperimento in città.
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In sintesi: un altro camino, altre sostanze inquinanti che si aggiungono alle sorgenti d' inquinamento già presenti (inceneritore, acciaierie, autostrada, aeroporto,...).
Tecnologie interessanti - come l'mpianto di TMB (trattamento meccanico biologico) previsto per la produzione di CDR , però in una logica, secondo noi, sbagliata cioè rivolta non al recupero di materia ma a produrre carburante  da rifiuto con caratteristiche energetiche costanti e calibrate ( 500kg/m3 di perso specifico- 26.000 KJ/m3).Tecnologie che per il megainceneritore da 130.000 ton/anno, chi sa perchè, sono state respinte e valutate come inefficaci.
2- La ditta Hafner ha presentato un anno fa il progetto per la costruzione della nuova sede sui terreni della ex Magnesio, parlando di energie fotovoltaiche ed eoliche, senza accennare all'incenerimento.
Il progetto è passato con grande entusiasmo.
Dopo meno di un anno, a questo progetto la ditta Hafner vuole aggiungere un inceneritore. Questa richiesta viene depositata in Provincia e da qui inviata il 16 giugno al Sindaco per chiedere il parere del Comune di Bolzano. Per un mese il progetto è stato esposto in Comune senza che nessuno se ne accorgesse.

In sintesi: la decisione sul mini-ince sarà della Provincia ( così come lo è stato per il mega-ince, con l'assenso in questo caso del Comune di Bolzano). Il Comune ha però un ruolo importante ed è chiamato ad esprimere un parere. Di per se non vincolante , ma fondamentale in base a quanto riferitoci dal sig. Hafner, cioè che "una decisione negativa del Comune  bloccherebbe qualsiasi progetto di inceneritore".
Lo stesso Hafner ha dichiarato che attualmente non è partito alcun cantiere per la costruzione dell' impianto, ma solo per la nuova sede della ditta.
Hafner ha però sollecitato il Comune ad esprimere il suo parere sul progetto di inceneritore che sarebbe dovuto pervenire alla Provincia entro un mese.
3- Sullo sfondo o forse al centro della vicenda c'è la questione " smaltimento dei rifiuti speciali". Certamente un grosso problema, se pensiamo che i rifiuti ospedalieri della Provincia vanno a finire in Friuli ( Spilinbergo) e in altre parti d'Italia. Un problema che probabilmente la Provincia preferirebbe risolvere in maniera autonoma. Ma come? Ma dove?
4- Non si è parlato di biomasse per questo impianto, visto che non si può definire biomassa il CDR da rifiuti speciali con l'aggiunta di qualche truciolo di legna.
Tanti problemi che forse in agosto, con l'avvicinarsi delle elezioni comunali, pochi avrebbero voluto affrontare. Invece si sono  presentati un po' come un boomerang che la giunta comunale di Bolzano deve affrontare presto, con trasparenza e con tanta, tanta informazione ai cittadini.connet_leadership
Ora i consiglieri della giunta di centro sinistra, assessore all'ambiente compreso, dopo aver salutato con entusiasmo un inceneritore da 130.000/ton/anno, si agitano e gridano contro questo progetto.
Che sia un ripensamento su tutta la linea di gestione dei rifiuti, compreso il mega inceneritore? Ce lo auguriamo. Certo avremmo piacere di conoscere tutte le posizioni in campo, maggioranza e opposizione, sperando che della questione se ne occupi pubblicamente il consiglio comunale.
Convinti comunque che ogni decisione non dovrebbe essere presa senza un'opportuna, e possibilmente completa, informazione ai cittadini,  abbiamo chiesto al sig. Hafner  di rendersi disponibile ad organizzare insieme a noi un serio confronto tra tecnici delle diverse posizioni, pro e contro incenerimento, per rendere pubblico finalmente il dibattito sulla gestione dei rifiuti. Confronto richiesto a più riprese alla Provincia e mai realizzato.
In ogni caso la nostra posizione rimane nettamente contraria: Bolzano ha già troppi camini, noi siamo per eliminare quelli esistenti, non per costruirne di nuovi.
Claudio Vedovelli

Ringraziamo la ditta Hafner per la disponibilità, la franchezza e per averci autorizzato a pubblicare il loro progetto sul nostro sito.
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sabato, 18 luglio 2009



«Inceneritore, hanno “truccato” i costi reali»


BOLZANO. Un preventivo «truccato». E’ quanto sostengono i consiglieri provinciali dei Verdi, Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss, riguardo al progetto dell’inceneritore. Secondo i Verdi i costi sono stati inizialmente preventivati al ribasso per far «digerire» all’opinione pubblica il progetto. «Il trucco è vecchio - dicono i Verdi - per far accettare un’opera sgradita ai cittadini, si cerca all’inizio di tenere più bassi possibile i costi previsti. Salvo poi aumentare le cifre a cantiere aperto. E’ quello che sembra successo nel caso dell’inceneritore, dove addirittura non sono stati conteggiati i costi della direzione del lavori. E in più: dell’annunciata delibera di revisione dei costi non c’è traccia. Come verranno autorizzate le spese?»
 «Le nostre ricerche - proseguono Dello Sbarba e Heiss - sono partite dall’affermazione del direttore d’ufficio Giulio Angelucci, secondo il quale la recente revisione delle stime da 98 a 117 milioni è dovuta al fatto che “sono stati inseriti i costi di progettazione e direzione dei lavori”. Affermazione stupefacente, poiché se è vero che alcune voci di costo possono saltare fuori all’improvviso, la voce “progettazione e direzioni lavori” è nota in ogni appalto fin dall’inizio e non può subire variazioni».
 «Abbiamo anche verificato altre ulteriori spese saltate fuori nell’ultima revisione: abbiamo scoperto che alcuni macchinari che erano stati fin dall’inizio preventivati, sono stati prima eliminati per poi essere reintrodotti. Altri macchinari sono stati sostituiti con apparecchiature di migliore qualità: un fatto di per sè positivo, negativo se pensiamo che lo si doveva fare fin dall’inizio. Ricordiamo che per ogni opera pubblica la giunta provinciale è obbligata a approvare una “delibera sulla spesa presunta” che deve comprendere tutte le voci e serve di indirizzo per le diverse leggi finanziarie annuali. Ebbene, nel caso dell’inceneritore le delibere sulle spese presunte sono state tre: quella iniziale era di 71 milioni, la seconda del 2005 era di 98 milioni e infine l’ultima di 117 milioni, annunciata dalla giunta nella seduta del 19 giugno scorso (ma la delibera non esiste)».

Alto Adige 16-07-09
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martedì, 30 giugno 2009


Il nuovo inceneritore costerà 20 milioni in più



BOLZANO. È pari al 20% l’aumento dei costi dell’inceneritore approvato ieri dalla giunta provinciale. Una nuova stima ha infatti rivisto al rialzo la somma necessaria per la realizzazione del nuovo termovalorizzatore a Bolzano Sud. Invece dei 98 milioni preventivati, ora i costi sono limitati a 117 milioni. «Questo rincaro - ha spiegato il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder al termine della seduta - è determinato da una serie di migliorie apportate all’impianto per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale su Bolzano».
 In particolare, i maggiori costi sono da imputare in parte ad un aumento della spesa per la griglia dell’inceneritore e in parte ad un aumento delle spese di smaltimento del materiale di bonifica, oltre che ad una serie di migliorie alla caldaia.
 Si tratta del secondo consistente ritocco del “conto” per il termovalorizzatore che dovrà sostituire l’attuale impianto a Bolzano Sud. Inizialmente, infatti, la spesa prevista era di 71 milioni di euro. A metà del 2005 la giunta provinciale aveva approvato un nuovo preventivo che aveva portato a 98 milioni i costi per la realizzazione dell’impianto. Ora il nuovo balzello: rispetto ai 71 milioni iniziali, l’aumento è del 65%.

Alto Adige 30-06-09
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martedì, 02 giugno 2009



Nuovo inceneritore, «è tutto ok»



I tecnici al convegno: brucerà di più, inquinerà meno

 BOLZANO. Sarà un inceneritore delicato come una piuma, a impatto praticamente nullo e a emissioni tossiche del tutto trascurabili. La rassicurazione arriva dai tecnici di Ecocenter. «Il nuovo impianto, pronto a entrare in funzione nella primavera del 2012, sarà all’avanguardia e i valori dati dagli studi di impatto sono incoraggianti e ampiamente al di sotto dei parametri europei. Valori che, per inciso, erano rispettati in pieno dalla struttura già esistente». Il nuovo edificio nasce da un’esigenza evidenziata analizzando il piano di gestione rifiuti e proiettandolo fino al 2030. Il nuovo termovalorizzatore, quindi, sarà in grado di smaltire 130.000 tonnellate annue di rifiuti, circa 60.000 in più del vecchio inceneritore. Il convegno organizzato la scorsa settimana da Ecocenter sul tema “Società, ambiente e salute” ha analizzato profondamente la questione termovalorizzatore con le relazioni dei maggiori esperti locali nel campo ed è stata una pioggia di rassicurazioni e dati positivi. Una cascata di complimenti che può anche avere qualche rovescio della medaglia come una domanda che sorge spontanea: se il vecchio impianto era già perfetto, che bisogno c’era di spendere 98,4 milioni di euro, circa 200 per altoatesino, per metterne in piedi un altro?».
 L’esposizione del funzionamento e dei dati tecnici dell’inceneritore attuale è stata affidata al direttore della struttura Alessandro de Carli, mentre a seguire è stato presentato dall’ingegnere Roberto Macchi il nuovo termovalorizzatore che sorgerà a fianco. «Attualmente - spiega De Carli - bruciamo 70.000 tonnellate in 320 giorni annui, fatti salvi i giorni di riposo per manutenzione, sulle due linee in funzione. Il potenziale termico è di 35.000 Kw e il 47% dei rifiuti arriva da Bolzano. La temperatura dei fumi in combustione è tra gli 850 e 1.150 gradi, mentre dopo il recupero è di 250 gradi. L’energia elettrica emessa, circa 23.000.000 kWh, viene usata per metà nell’autoconsumo e l’altra metà venduta alla rete e i 28.700.000 kWh di calore finiscono nel teleriscaldamento». La tecnologia innovativa ha portato dei miglioramenti anche nella pulizia dei fumi di emissione. «L’avvento delle maniche Remedia ha permesso di passare da una media di 0,037 diossine allo 0,02. Tutte le analisi, in fondo, confermano emissioni di polveri, ossidi, acidi, tossicità e carbonio notevolmente più bassi rispetto agli standard richiesti».
 Il nuovo termovalorizzatore, invece, presenta un miglioramento in tutte le voci: «Oltre alle 130.000 tonnellate di rifiuti bruciate, - illustra l’ingegner Macchi - avremo un potere calorifico di 13.000 joule per chilo e una potenza termica nominale di 58,9 MW. Non solo, le emissioni caleranno ancora sensibilmente in virtù di un sistema di filtri e pulizia fumi più avanzato. L’ubicazione vicino all’autostrada permetterà di agevolare l’arrivo di mezzi da altre località con un incremento dello 0,03% del traffico. L’energia prodotta, infine, potrà essere utilizzata per alimentare i nuovi quartieri di Firmian, Casanova e la zona produttiva in costruzione oltre via Einstein». I lavori, intanto, stanno procedendo con la bonifica e a breve partiranno le opere edili ed elettromeccaniche. Nel 2010 sarà la volta degli impianti elettrici e alla fine del 2011 cominceranno i collaudi. Inaugurazione fissata per la primavera 2012. Costo totale dell’opera è di 98,4 milioni, 26 per le opere civili, 55 per le elettromeccaniche, circa 2 per la sicurezza.
 Interessanti anche gli interventi di esperti provenienti da fuori provincia come il docente dell’università di Trento Marco Ragazzi che ha sottolineato come «seguendo la catena alimentare è addirittura preferibile, in termini di diossine, che l’impianto non sia in una zona rurale, ma a ridosso della città. I rischi delle emissioni sono pressoché nulli e infinitamente piccoli se paragonati a quelli di fare incidenti con la macchina in autostrada». Uno sguardo alla normativa giuridica lo ha invece offerto Alberto Pierobon della segreteria tecnica del Mat di Roma, sottolineando come «la legislazione italiana in tema sia ancora molto fumosa e appoggiata su basi aleatorie e poco stabili».
 Non è mancato, infine, il volantino del comitato di protesta “Ambiente e Salute” in cui si elencano tutti i composti identificati nelle emissioni gassose di un inceneritore: un centinaio. «Solo alcuni sono stati studiati, degli altri nulla si sa, così come nulla è stato studiato sulle loro combinazioni. E il principio di precauzione?» questa la domanda posta. In questo campo dal convegno non giunge alcun sorriso rassicurante.
Alan Conti

Alto Adige 02-06-09
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categoria:inceneritore
lunedì, 27 aprile 2009



Termovalorizzatore «È l’unica strada percorribile»


ATZWANGER

 BOLZANO. Paul Atzwanger, a capo dell’Ati che si è aggiudicata i lavori per il termovalorizzatore a Bolzano Sud, ostenta fiducia.
 Per gli ambientalisti la Provincia ha stimato le emissioni facendo riferimento a modelli ormai superati. Come replica?
 
«Le emissioni saranno tra le più basse a livello europeo e di gran lunga inferiori ai limiti di legge. Se ne sta occupando la Tbf & Partner di Zurigo, uno degli studi di ingegneria più noti del settore».
 Dove avete costruito impianti di questo tipo?
 
«Siamo specializzati in termovalorizzatori per rifiuti residui. Tra i tanti ricordo Padova, Forlì, Schio, Livorno e Poggibonsi».
 Non potrebbe bastare la raccolta differenziata?
 
«È importante per ridurre la quantità di rifiuti da bruciare. Ma i residui ci saranno sempre e le alternative sono due: conferirli in discarica con tutti i rischi che ne conseguono (emissioni non controllate, occupazione permanente di spazi già limitati in provincia di Bolzano, percolato) o portarli fuori regione a costi sempre più alti con il rischio che nessuno li voglia più».
Secondo lei qual è allora la soluzione ideale?
 
«Un mix tra raccolta differenziata, compostaggio, digestione anaerobica, termovalorizzatori e discariche».
 Quante persone lavoreranno a pieno regime al nuovo impianto?
 
«250-300: 5 tecnici esperti nel project management, 10 tecnici specializzati in opere di ingegneria civile, 20 ingegneri impegnati nella progettazione di sistemi e impianti d’accesso e dai 200 ai 250 operai».

I tempi


«Il nostro auspicio - sottolinea l’assessore provinciale Florian Mussner - è che il termovalorizzatore venga ultimato entro il 2011, prima della scadenza prevista nel contratto (15 maggio 2012) siglato con l’Ati Atzwanger. Per dare modo a tutti di seguire i lavori, passo per passo, realizzeremo entro l’estate un sito internet “ad hoc“ contenente anche i dati tecnici. La massima trasparenza è fondamentale anche per noi. Ritengo utile anche il tavolo tecnico».

Alto Adige 27-04-09
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categoria:inceneritore
lunedì, 27 aprile 2009


«Indispensabile un piano di gestione dei rifiuti»


BOLZANO. L’associazione Ambiente e Salute - contraria da sempre alla costruzione del nuovo impianto - «continuerà in tutti i modi democratici e consentiti dalla legge a combattere affinchè l’inceneritore non venga costruito». Alcuni mesi fa Claudio Vedovelli (nella foto) & Co. hanno presentato anche un esposto in Procura. L’associazione spiega, poi, quali sono le condizioni per dare un senso al tavolo tecnico, di cui fanno parte anche i tecnici dell’Appa (agenzia provinciale per l’ambiente) e i rappresentanti del Comune. Sono necessari: «una rivalutazione della previsione delle ricadute delle emissioni, sistemi di controllo delle emissioni, sistemi di controllo dei rifiuti che entrano nell’inceneritore; un futuro piano di gestione dei rifiuti, senza incenerimento. Entrambi gli argomenti vanno discussi alla presenza di esperti di entrambe le parti e in maniera pubblica. Avremo comunque un atteggiamento di piena trasparenza, le discussioni e le decisioni che verranno prese al Tavolo saranno rese pubbliche sul sito dell’associazione: www.ambientesalute.org».

Alto Adige 27-04-09
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lunedì, 27 aprile 2009



Diossina, valori alti lontano dall’inceneritore


Dall’esame di aria e suolo risulta che i «picchi» nel capoluogo sono al Lido e in via Amba Alagi

MASSIMILIANO BONA

BOLZANO. Dalle analisi di aria e suolo risulta che i valori di diossina sono più elevati in via Amba Alagi e al Lido rispetto alle zone Firmian e Bivio, più vicine all’inceneritore. «Vuol dire che le emissioni sono trascurabili», sottolinea Giulio Angelucci, direttore dell’ufficio provinciale rifiuti.
 Per fugare ogni dubbio l’ente pubblico ha ripetuto le analisi. Tre campionatori direzionali sono stati sistemati in zona Firmian/Resia (a nord dell’inceneritore), in via Amba Alagi e a Vadena (a sud dell’inceneritore). «Siamo stati i primi in Italia - sottolinea Angelucci - a fare queste analisi e, forse, siamo ancora gli unici a seguire questa strada».
 Analisi del suolo. I dati dell’ultima rilevazione sono sorprendenti. La diossina non si degrada nel tempo e viene misurata in nanogrammi per Kg di sostanza secca. Il limite, per poter parlare di inquinamento, è fissato in 10 nanogrammi. Il capoluogo è al di sotto di questa soglia, ma i «picchi» in città non si registrano a ridosso dell’inceneritore. In zona Bivio, infatti, si oscilla da 0,75 a 0,80 nanogrammi, al parco giochi di via Ortles si scende a 0,21, mentre all’incrocio tra via Druso e via Resia si sale a 2,16 nanogrammi. Il valore massimo di diossina nel suolo a Bolzano è in zona Lido, in viale Trieste: 5,5 nanogrammi. Analoghi prelievi sono stati effettuati su terreni utilizzati come prato in vari comuni della provincia. Questi i risultati: Curon 0,16, Prato 0,16, Naturno 0,74, Sesto Pusteria 0,28, Falzes 0,17, Rio Pusteria 0,39, Brennero 0,31, Anterivo 0,80, Salorno 0,64, Egna 0,39, Vadena 0,34, Laives 0,50, Terlano 0,78, Nalles 0,55, Gargazzone 0,75 e Lana 0,44.
 Analisi dell’aria. Per quanto attiene l’aria i campionatori sono stati posizionati in via Amba Alagi, in zona Firmian/Resia e tra Vadena e Laives. Qui l’unità di misura è espressa in fentogrammi (pari ad un millesimo di nanogrammo). I valori più alti si registrano d’inverno e variano anche a seconda del vento. Tra Vadena e Laives si oscilla tra 52 (vento da Sud) e 84 (senza vento), in zona Firmian/Resia il picco minimo è 79 (vento da Sud) e il picco massimo è 90 (vento da Nord). In via Amba Alagi, invece, il valore minimo è di 155 fentogrammi (vento da Nord) ed il massimo è 259 (vento da sud).
 Le valutazioni. Come per l’analisi del terreno i valori di diossina sono indicativi della presenza a Bolzano di una fonte diffusa di inquinamento (dovuta a traffico e riscaldamento) con valori crescenti nelle zone densamente urbanizzate. Ed è in quest’ottica che «il contributo dell’inceneritore - per la Provincia - è trascurabile». Per la diossina nell’aria i valori sono simili a quelli di altre città delle zone alpine con picchi più elevati in inverno e in prossimità dei centri abitati. «In Austria - spiega Angelucci - i valori per le zone rurali si collocano tra 10 e 100 fentogrammi al m² e nelle zone urbane tra 10 e 400. A Graz, dove non c’è nemmeno l’inceneritore, i valori oscillavano tra 72,4 e 414. In Giappone, per fare un altro esempio, sempre in inverno si oscilla da un minimo di 269 ad un massimo di 4240 fentogrammi per m². Per Bolzano i valori più alti si registrano quando il vento soffia nella direzione opposta rispetto all’inceneritore».
 Il termovalorizzatore. Con il nuovo impianto - i lavori sono iniziati a dicembre e l’Ati Atzwanger ha 1254 giorni per ultimarlo - le emissioni saranno più basse. «A livello tecnologico - conclude Giulio Angelucci - rispetto al periodo in cui venne costruito l’inceneritore, nel 1988, sono stati fatti significativi passi avanti».

Alto Adige 27-04-09
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categoria:salute, inceneritore
sabato, 28 marzo 2009


Bertolaso dà il via libera all’inceneritore


di Mirco Marchiodi

 BOLZANO. Il nuovo inceneritore è necessario. Ad affermarlo questa volta non è la Provincia e nemmeno il Comune, ma direttamente il Governo. È stato Guido Bertolaso, capo della protezione civile e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a “benedire” il termovalorizzatore in occasione dell’inaugurazione della fiera “Civil Protect”. Bertolaso, che proprio l’altro giorno ha inaugurato assieme al premier Berlusconi l’impianto di smaltimento rifiuti di Acerra, in Campania, ha fatto i complimenti all’Alto Adige per la raccolta differnziata. «Ma per risolvere il problema rifiuti non basta».
 Guido Bertolaso ieri mattina è stato l’ospite d’onore alla «Civil Protect», la fiera dedicata alla protezione civile che si protrarrà a Bolzano fino a domenica. Quasi scontato l’elogio al sistema di protezione civile («avete 20 mila volontari, è un numero strabiliante, siete un modello per tutta l’Italia»), molto meno quello alla gestione dei rifiuti. Il sottosegretario ne ha parlato a margine dell’inaugurazione con i giornalisti affermando che «la raccolta differenziata da sola non basta a risolvere il problema dei rifiuti», ma anche durante il suo discorso ufficiale ha voluto accennare al problema. Abituato a correre da un’emergenza all’altra («e per me essere qui a Bolzano è una sorta di pausa», ha detto) affrontandole direttamente, Bertolaso non si è tirato indietro nemmeno su un tema spinoso come quello del termovalorizzatore: «Non ha senso nascondersi, bisogna parlare anche di queste cose», ha anzi preso di petto la questione. Del resto, proprio il giorno prima di venire a Bolzano, Bertolaso si trovava ad Acerra, in Campania, ad inaugurare il termovalorizzatore che andrà a smaltirà 600 mila di tonnellate di rifiuti: «In Campania - ha raccontato ieri a Bolzano - abbiamo fatto una cosa che molti credevano impossibile, smentendo chi era arrivato addirittura a scommettere sul fatto che non ci saremmo riusciti». A Bolzano, la situazione è completamente diversa, e il primo a sottolinearlo è stato proprio Bertolaso: «Anche per quanto riguarda la gestione dei rifiuti - ha infatti dichiarato - ci sono degli esempi positivi a cui guardare». E il riferimento è stato proprio a Bolzano: «Qui da voi c’è un termovalorizzatore che brucia i rifiuti, ma anche un sistema di raccolta differenziata: è questo il giusto mix».
 A margine dell’inaugurazione in fiera, Bertolaso ha parlato anche dei tanti incidenti sulla neve («ma è normale che qui da voi siano numerosi, così come è normale che ci siano più incidenti stradali lungo l’autostrada più trafficata: non significa che manca attenzione») e ha poi discusso con Durnwalder gli interventi necessari dopo le eccezionali nevicate e il programma dei lavori sotto il Sasso di Santa Croce nel Comune di Badia, dove da anni c’è un pendio che registra movimenti franosi.

Alto Adige 28-03-09
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categoria:ambiente, inceneritore
mercoledì, 25 marzo 2009


Ecocenter: problema discarica e fanghi

BOLZANO. Discarica di Vadena in via di esaurimento. Fanghi spediti in Germania, in attesa che venga deciso il sito in Alto Adige per l’impianto di smaltimento. Raccolta riciclata dei rifiuti che deve fare i conti con una presenza invadente degli imballaggi.
 La seduta di ieri del consiglio comunale è stata dedicata alla presentazione dell’attività di Ecocenter. La relazione è stata tenuta dal presidente del consiglio di amministrazione Konrad Ausserer, dal direttore generale Marco Palmitano, dal direttore tecnico Bruno Eisenstecken e da Werner Tirler di Ecoresearch. Si è parlato dell’inceneritore: i vertici di Ecocenter hanno ribadito le informazioni tranquillizzanti sul potenziale inquinante dell’impianto in costruzione. Il consigliere dei Verdi Helmuth Moroder ha ricordato che sarà necessario un monitoraggio costante delle emissioni. Sul fronte della raccolta in discarica, è stato ricordato che Vadena sarà esaurita tra un anno e mezzo. Ecocenter è una società fondata nel 1994: il 45% è posseduto dal Comune, il 10% dalla Provincia, il resto da 57 Comuni, ma è previsto l’ingresso di tutti i Comuni altoatesini. Ecocenter controlla 35 impianti in Alto Adige e dispone di 125 collaboratori. L’attuale consiglio di amministrazione vede un presidente nominato dal Comune e altri sei componenti. A scadenza di mandato il Cda passerà da 7 a 5 membri.
 La società gestisce il 60 per cento dei rifiuti provinciali, con 135 mila tonnellate di materiale non riciclabile. Nel settore della depurazione delle acque, la quota di Ecocenter è anche in questo caso del 60 per cento sul totale in Alto Adige.

Alto Adige 25-03-09
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categoria:ambiente, inceneritore
sabato, 31 gennaio 2009



L’Appa prende atto che alcune associazioni si sono rivolte alla Procura e chiede lumi alla giunta provinciale

Alto Adige, 31 GENNAIO 2009
 

 BOLZANO. La prima riunione del tavolo tecnico sull’inceneritore, prevista ieri «avrebbe dovuto aver luogo in spirito di collaborazione, ma si è dovuto prendere atto che sulla questione, prima di sedersi al tavolo, due associazioni hanno già investito la Procura: per cui l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ha deciso di rimettere alla Giunta provinciale la decisione se proseguire o meno i lavori del tavolo tecnico». La presa di posizione è espressa dal’Appa in una nota.
L’associazione “Ambiente e Salute” replica: «Non l’esposto ma l’avvio dei lavori per l’inceneritore ha rappresentato il funerale di questo tavolo al quale abbiamo voluto partecipare comunque, per rispetto delle istituzioni e perché credevamo possibile un confronto pubblico serio, se portato avanti con regole serie, trasparenti e condivise».
 Gli ambientalisti di
 «La maggioranza dei rappresentanti del tavolo tecnico coordinato dall’Appa sottolinea la piena disponibilità a affrontare tutte le tematiche riguardanti rifiuti e qualità dell’aria», prosegue il documento provinciale.
«L’Appa è sempre stata disponibile a fornire tutte le informazioni con la massima trasparenza ai cittadini e ai mass media», sottolinea il direttore Luigi Minach.
 «In ottemperanza a quanto deciso dalla Giunta provinciale - afferma - i tecnici dell’Agenzia hanno partecipato al tavolo tecnico: la prima riunione avrebbe dovuto aver luogo in pieno spirito di collaborazione ma, a fronte della segnalazione presentata in Procura da due associazioni presenti nel tavolo tecnico, non è rimasto che prendere atto che sulla questione tecnica - cioè se sia stata effettuata una corretta procedura di tutela della salute umana, animale e ambientale - le associazioni hanno, come detto, già investito la magistratura».
 «E’ evidente - continua il documento - che su queste basi vengono a mancare la reciproca fiducia e la possibilità di dialogo costruttivo per arrivare a elaborare strategie condivise, fatto che ha sempre contraddistinto i tavoli tecnici che l’Agenzia in passato ha coordinato e promosso. Ad esempio come il tavolo tecnico dell’aria», spiega Minach.
 L’Appa ricorda che sia il Piano rifiuti che la procedura di valutazione di impatto ambientale dell’inceneritore prevedono la pubblicazione e consentono a cittadini e associazioni di prendere posizione in tempo utile. Queste Osservazioni devono poi essere valutate nell’ambito della procedura di approvazione dei progetti o dei piani. «E le associazioni che sono ricorse non lo hanno fatto - sottolinea la nota - né nei tempi previsti ma neppure rispetto alla Via, la valutazione di impatto ambientale, dell’inceneritore. Ma neppure - conclude il documento - rispetto al Piano di gestione dei rifiuti».
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categoria:inceneritore
sabato, 31 gennaio 2009

L'associazione AeS, insieme al Dachverband  für Natur - und Umweltschutz e il WWF di Bolzano, ha depositato in Procura un esposto sul tema dell' inceneritore di Bolzano.
Base dell'esposto è uno studio eseguito da Klaus Koch ( Umweltnetzwerk ) e Peter Gebhardt  (Ingenieurbüro für Umweltschutztechnik) di Amburgo sulla VIA e in particolare sul calcolo delle emissioni.
Gli esperti della " Umweltnetzwerk " giungono in sintesi al seguente risultato: "Gli studi esaminati utilizzando dei modelli superati e inadatti, non possono in nessun modo tenere conto delle particolari peculiarità geografiche e climatiche della zona di Bolzano. I modelli di elaborazione presi in considerazione non sono in grado di rappresentare le località con i loro valori di inquinamento realmente attesi. Si ritiene perciò prioritaria la necessità di eseguire una nuova stima delle immissioni in atmosfera e poter appurare obbiettivamente il reale carico inquinante che verrà emesso dal progettato inceneritore di Bolzano."
I risultati dell'ufficio di consulenza ambientale di Amburgo " Umweltnetzwerk " mettono quindi in discussione l'autorizzazione alla costruzione del nuovo inceneritore di Bolzano.
Website : http://www.ambientesalute.org
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categoria:ambiente, inceneritore
venerdì, 16 gennaio 2009



«L’inceneritore scaldi Bolzano Sud»
L’ex assessore Fattor: l’energia termica del nuovo impianto va sfruttata
Alto Adige, 16 GENNAIO 2009

 BOLZANO. Tra gli obiettivi indicati dall’accordo di giunta firmato da Svp e Pd c’è il «pieno utilizzo dell’energia prodotta dall’inceneritore». Poche parole, eppure l’importanza di questo passaggio è enorme, come sottolinea Stefano Fattor, già assessore all’ambiente del Comune di Bolzano. «L’impianto attuale - spiega Fattor - dopo aver prodotto energia elettrica per l’autoconsumo e poco più, ha cascami di energia termica per circa 4-6 Mw». E qui va inserita una prima spiegazione: mentre l’energia elettrica può essere “trasportata” attraverso le reti elettriche, quella termica dev’essere utilizzata praticamente sul posto. Ora questo avviene tramite la centralina di teleriscaldamento ex Ipes ora gestita dalla Sel che serve la parte sud della zona produttiva e il quartiere delle Semirurali. «Con il nuovo inceneritore - prosegue Fattor - cambia completamente lo scenario. La potenza termica prodotta non sarà più di 6, ma di 60 Mw. Con questa energia termica a disposizione, si potrebbero ridurre di molto le emissioni. Faccio due ipotesi: la prima prevede di utilizzare l’energia termica per scaldare Bolzano Sud, Casanova e probabilmente anche tutta la nuova zona produttiva oltre via Einstein con la centrale Sel alimentata con quest’energia e non più a metano. La seconda invece manterrebbe la centrale Sel a metano per Bolzano Sud, Semirurali e Casanova, mentre l’energia termica potrebbe essere utilizzata per servire circa un quarto delle abitazioni cittadine, a patto di realizzare un’adeguata rete di teleriscaldamento. In entrambi i casi le emissioni complessive di Bolzano scenderebbero rispetto al livello attuale. Bolzano non deve subire il termovalorizzatore; investire sul teleriscaldamento facendo utilizzare alla città l’energia prodotta dal nuovo impianto sarebbe invece una contropartita utile anche per il capoluogo».
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categoria:inceneritore
giovedì, 11 dicembre 2008

Inceneritore al via, sarà pronto nel 2012


ALAN CONTI
Alto Adige, 11 DICEMBRE 2008


 BOLZANO. Termovalorizzatore, si parte. Ieri, a Bolzano Sud, l’assessore provinciale Florian Mussner e l’ingegner Valentino Pagani hanno firmato il documento di consegna dei lavori. Ci vorranno 1254 giorni per completare l’opera: la consegna, infatti, è prevista per il 15 maggio 2012.
 Il nuovo termovalorizzatore sorgerà nello spiazzo adiacente al vecchio inceneritore, costruito nel 1988. La vicinanza con l’attuale impianto permetterà una continuità gestionale e non richiede la costruzione di nuove infrastrutture, vista la possibilità di utilizzare quelle esistenti. La capacità di combustione del nuovo termovalorizzatore sarà di 130 mila tonnellate di rifiuti l’anno, 40 mila in più rispetto ad oggi. E ciò consentirà di convogliare e smaltire nel capoluogo tutte le immondizie prodotte in Alto Adige. L’ingegner Valentino Pagani, coordinatore dei lavori, seguirà 200 operai, impegnati a realizzare di un’opera imponente, con una cubatura di 196 mila metri cubi, distribuiti su una superficie di 8 mila metri quadrati, con un’altezza massima di 47 metri e un camino, in gran parte nascosto nella struttura, di 60. Il termovalorizzatore costerà 98,448 milioni. Durante il processo di combustione il vapore scaldato all’interno dei tubi verrà utilizzato per attivare un generatore di corrente elettrica e per produrre teleriscaldamento urbano. L’impianto sarà in grado di produrre energia per 3 mila famiglie e acqua calda per 5.500 case per un totale di 403 milioni di chilocalorie l’anno. Gran parte della corrente sarà utilizzata per alimentare il nuovo ospedale.
 L’aspetto più controverso del termovalorizzatore, però, è quello legato alle emissioni.
«I fumi - spiega l’ingegner Pagani - passano attraverso 5 fasi di depurazione. La prima è un reattore di assorbimento dove vengono raffreddati con una soluzione di latte di calcio, mentre in un secondo reattore viene iniettato un pulviscolo di carbone attivo che assorbe microinquinanti e metalli passanti, diossine e furani. Tutto passa poi attraverso un filtro a maniche, dove vengono trattenute le particelle di granulometria inferiore e solide, per terminare nelle due torri di lavaggio per abbattere gli ossidi di zolfo e le rimanenze organiche. Le emissioni che usciranno dal camino, così, saranno innocue mentre i residui, assieme alle ceneri della caldaia, saranno trasferiti in depositi sotterranei. Le scorie di sostanze inerti, infine, saranno portate nelle discariche provinciali con un risparmio del 90% sul volume dei rifiuti». Soddisfatto l’assessore Mussner che si augura «un sensibile miglioramento nella gestione dei rifiuti e della differenziata e una costante attenzione alle emissioni». La costruzione del nuovo impianto, affidata ad un’Ati con Atzwanger capofila, prevede un massiccio impiego di manodopera e l’aspetto della sicurezza sarà tenuto in debita considerazione. «Spero non ci sia nemmeno un infortunio».

Scelta transitoria

 Delusa la Verde Wally Rungger: «L’inceneritore può essere solo una situazione transitoria, dopodiché bisogna uscire dalla logica dell’incenerimento. La costruzione dell’inceneritore è sicuramente frutto di un decennale ritardo nella politica dei rifiuti e il Comune di Bolzano non è senza responsabilità. Tuttavia negli ultimi anni il Comune si è attivato con la raccolta differenziata arrivando al 43%».


Gli ambientalisti: «Siamo delusi dal Comune»

BOLZANO. Presenti alla cerimonia anche gli attivisti del «Comitato Ambiente e Salute», che hanno contestato fin dalle battute iniziali la realizzazione del termovalorizzatore, soprattutto per una questione di emissioni. Ieri, in occasione dell’approntamento del cantiere, gli oppositori dell’impianto hanno esposto uno striscione di dissenso per ribadire che effetti potrebbe avere l’impianto per la salute di chi vive in una conca stretta tra le montagne e con poco ricambio d’aria. In un comunicato diffuso a coloro che hanno presenziato all’approntamento del cantiere vengono chiamati in causa anche il sindaco Spagnolli e l’amministrazione comunale che «accettando supinamente i dettami della Provincia si sono presi una grossa responsabilità, mettendo a repentaglio la salute e l’ambiente della città che, al contrario, dovrebbero essere una priorità per il Comune. L’inceneritore, infatti, è una tecnologia superata e pericolosa e l’unica protesta da portare avanti è ora quella di limitare al massimo la produzione dei rifiuti per far sì che tutto questo si riveli un inutile sperpero di denaro».
 Un invito, dunque, a migliorare ulteriormente la raccolta differenziata puntando ad una riduzione «a monte» dei rifiuti. Per riuscire nell’intento è stato istituto un tavolo, al quale siedono rappresentanti di Comune e Provincia, tecnici e imprenditori. (a.c.)


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categoria:inceneritore
venerdì, 03 ottobre 2008


Inceneritore, entro novembre inizieranno scavi e bonifica
MASSIMILIANO BONA
Alto Adige, 02 OTTOBRE 2008


 BOLZANO. Termovalorizzatore, finalmente ci siamo. «A metà novembre inizieremo lo scavo e, contestualmente, sarà bonificata l’intera zona». La notizia è stata data ieri dal direttore dell’ufficio impianti smaltimento rifiuti della Provincia Georg Simeoni e confermata da Paul e Christoph Atzwanger, a capo dell’Ati (di cui fanno parte anche Consorzio Cooperative Costruttori di Bologna, Hafner, Ladurner, Sthalbau Pichler, Wipptaler Bau, Oberosler e Seeste Bau) che si è aggiudicata l’appalto con un’offerta di 81 milioni di euro. Sono previsti 1.254 giorni di lavoro, compresi 6 mesi di avviamento e bonifica del terreno - sito a Nord dell’attuale inceneritore (verso la Fercam) - ma l’obiettivo è quello di ultimare l’impianto tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011. Nel frattempo si sono già tenute diverse riunioni in vista dell’ormai prossimo approntamento del cantiere, alle quali ha presenziato anche l’ingegner Antonio Ianeselli, coordinatore del gruppo di professionisti che si occuperà della direzione di lavori. Nel «team» ci sono anche i professionisti svizzeri della Tbf.
 Il primo passo sarà la firma del contratto, fissata per metà ottobre, «e quindi nel giro di un mese - assicurano Paul e Christoph Atzwanger - saremo operativi».
 La bonifica. «Innanzitutto - spiega il funzionario provinciale Simeoni - bisognerà demolire ciò che resta del vecchio impianto di compostaggio, mentre subito dopo inizierà la bonifica». La Provincia ha già analizzato il terreno lungo tutto il perimetro. «Troveremo scorie, non pericolose, lasciate in passato soprattutto dall’Alluminia e, in quantità inferiore, dalle Acciaierie».
 Il progetto. «Grazie al nuovo impianto - assicura Simeoni - potremo smaltire 130 mila tonnellate di rifiuti l’anno. Con l’attuale, che serve però solo Bolzano, Bassa Atesina e Burgraviato, arriviamo a 80 mila». Saranno trattate 16,3 tonnellate/ora di rifiuti, verranno prodotti 14,4 Mw di energia elettrica e 5,9 Mw di energia termica, che sarà immessa nel cunicolo di teleriscaldamento. A beneficiarne saranno 590 appartamenti, mentre il rifornimento di energia elettrica riguarderà 4.800 abitazioni. Il camino sarà alto 60 metri e sorgerà nella parte sud. A nord è prevista la stazione di scarico dei rifiuti mentre ad est sorgerà una facciata di vetro che rivestirà l’edificio servizi. Saranno utilizzati 7.600 metri quadrati con una cubatura fuori terra di 176 mila metri cubi.
 Le emissioni. Il nuovo inceneritore brucerà più rifiuti e produrrà meno emissioni rispetto all’attuale impianto, che peraltro inquina meno rispetto a traffico e stufe domestiche. «Resteremo - assicura l’assessore ai lavori pubblici Florian Mussner - ampiamente al di sotto di quanto prevedono le normative europee. Abbiamo verificato che allo stato attuale della tecnica non c’è nulla di meglio in circolazione». Dello stesso avviso i titolari della Atzwanger: «Ce lo invidieranno. Trattandosi di un impianto di ultima generazione non temiamo confronti nemmeno con strutture analoghe in Germania. Saremo all’avanguardia».
 Saranno tenute d’occhio soprattutto le diossine - attualmente ce ne sono peraltro di più in via Druso/via Resia (2,16 nanogrammi) e viale Trieste (5,50) rispetto alla zona Bivio (0,75) - e proprio per monitorare le emissioni è già stato nominato il tavolo tecnico, di cui fanno parte anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste.
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venerdì, 26 settembre 2008


 Inceneritore, c’è l’alternativa

L’esperto: «Eliminare i rifiuti senza combustione»
 Alto Adige, 26 SETTEMBRE 2008

 BOLZANO. L’inceneritore non è l’unico sistema possibile di smaltimento dei rifiuti. Una soluzione più efficace è quella illustrata ieri dalla Eco Circle Future Italia presso l’Auditorium Roen di Bolzano. “L’inceneritore, o termovalorizzatore che dir si voglia - afferma Francesco Paolo Cocca, coordinatore comunale di Laives per Forza Italia - è una soluzione che non sta più in piedi ormai. Non dovrebbero più essere considerati una soluzione all’eliminazione dei rifiuti. Ne raddoppiano il volume producendo sostanze cancerogene”. E allora quale soluzione? “L’Europa può fornirci qualche esempio concreto di soluzioni a zero impatto ambientale e costi che si possono ridurre fino a un decimo”, aggiunge lo stesso Cocca. A sostenere questa tesi interviene Graziano Dainese, rappresentante della Eco Circle: “In Germania, presso Norimberga, è già attivo un sistema che chiude il cerchio dei rifiuti senza combustione. Non brucia niente, non produce odori né ceneri e costa al massimo 20 milioni di euro contro i 200 di un inceneritore. Non necessita neppure di una raccolta differenziata abbattendo così i relativi costi”. (l.s.).
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categoria:inceneritore
sabato, 19 luglio 2008


Inceneritore: a confronto Bolzano e Napoli

 Sul Corriere della Sera del 9 luglio è riportato un interessante trafiletto riferito alla localizzazione di un nuovo inceneritore a Napoli di seguito ne riporto il testo: «Napoli. Non sarà localizzato ad Agnano il termovalorizzatore che dovrà essere costruito a Napoli. L’area ex spaccio della base Nato - era stata individuata dal sindaco Iervolino, ma gli esami della commissione tecnica nominata dal sottosegretario Guido Bertolaso, non l’hanno ritenuta idonea, perchè la zona è poco areata e quindi non favorirebbe la dispersione delle emissioni del camino che invece ricadrebbero al suolo. Per evitare questo problema bisognerebbe costruire un camino alto più di duecento metri, ma l’ipotesi è scartata in partenza perchè si porrebbero problemi di stabilità. Mentre gioiscono i comitati che nel quartiere già si erano formati per dire no all’impianto, Bertolaso ha fatto sapere che protezione civile e autorità comunali lavoreranno insieme alla ricerca di un sito alternativo. E’ evidente che con tale decisione tecnica si ammette chiaramente che le emissioni, anche dei nuovi e sofisticati inceneritori “termovalorizzatori” possono rappresentare un rischio per la salute dei cittadini».
 In riferimento invece alla ubicazione del futuro impianto di ventilazione in conca, non ha rappresentato di per sè una condizione ostativa, tanto meno il fatto che l’impianto sarà a ridosso di interi quartieri e con un camino alto solo 60 metri, leggendo quanto sopra mi sorge il dubbio che forse la commissione tecnica di Bortolaso abbia adottato pesi e misure diversi rispetto a quanto adottato dai tecnci in quel di Bolzano, sarebbe interessante a tale proposito sentire un loro parere, per loro intendo “quelli di Bertolaso”.
 Gradirei comunque che anche qualche amministratore e/o tecnico mi delucidasse in merito, così come vorrei sapere se e perchè non si sono prese in considerazione alternative all’incenerimento dei rifiuti. A tale proposito penso all’impianto di Vedelago in provincia di Treviso o all’impianto di Lipsia dove sono state già conferite considerevoli quantità di rifiuti provenienti da Napoli e destinati ad essere trattati con procedure alternative all’ incenerimento che sono a detta dei tecnici meno inquinanti.
Sergio Lattanzio

Alto Adige 19-07-08
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categoria:inceneritore
sabato, 28 giugno 2008


Forno, troppi rischi
La denuncia di Ambiente e salute: «I più esposti neonati e bambini»
Alto Adige, 28 GIUGNO 2008

 BOLZANO. La Provincia ha già assegnato l’appalto e i lavori per il nuovo inceneritore dovrebbero partire in autunno. Tutto ormai è deciso, ma l’associazione Ambiente e salute prosegue la sua battaglia contro l’impianto che sorgerà nell’area dove si trova l’attuale forno e brucerà i rifiuti di tutta la provincia.
 Ieri, nella sala delle Kolpinghaus, incontro pubblico sul tema: «Inceneritori, fabbriche di veleni. Una “cura” peggiore del male». Relatrice Patrizia Gentilini, specialista in oncoematologia. La rappresentante dell’associazione Medici per l’ambiente ha messo in guardia circa i rischi dell’inceneritore. La specialista ha spiegato che dai camini degli inceneritori escono almeno 200 sostanze tossiche, di queste molte sono cancerogene. «È noto - ha spiegato Gentilini - che numerose patologie tumorali, croniche e malformative si associano a queste sostanze». Dati epidemiologici e studi scientifici - sempre secondo la relatrice - mostrano l’aumento del rischio di ammalarsi per chi vive in prossimità di un inceneritore. I soggetti più esposti?
 Neonati e bambini. L’inceneritore inoltre contribuisce all’aumento dell’anidride carbonica, favorendo così il riscaldamento del globo con tutto ciò che questo comporta.
 «È vero - commentano i promotori di Ambiente e salute - che esistono altre fonti di inquinamento, ma perché aggiungerne un’altra?»
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categoria:salute, inceneritore
sabato, 28 giugno 2008


«Inceneritori, fabbriche di veleni» Gli ecologisti criticano la giunta

L'incontro

Corriere dell'Alto Adige 2008-06-28

BOLZANO — Informare la popolazione sui rischi dello smaltimento dei rifiuti.
L'associazione Ambiente e Salute e il «Dachverband für Natur und Umweltschutz» hanno organizzato un incontro dal titolo «Inceneritori, fabbriche di veleni», a cui ha partecipato l'oncoematologa Patrizia Gentilini, dato che la giunta provinciale ha dato il via ai lavori per la costruzione del nuovo inceneritore. Le due organizzazioni proseguono nella propria campagna di sensibilizzazione per sottolineare i pericoli derivanti da una struttura di smaltimento di tale portata: «L'emissione nell'atmosfera di polveri, benzene e idrocarburi— secondo l'esperta — rappresenta un fattore scatenante per l'aumento di malattie tra la popolazione. Il problema dei rifiuti è stato ingigantito ad arte, in quanto si chiede al cittadino di scegliere tra discarica o inceneritore. A parte il fatto che ogni inceneritore ha bisogno di una discarica, nessuna delle due ipotesi rappresenta una soluzione e, soprattutto, le amministrazioni faticano nel parlare di riduzione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti». L'esperta chiede innanzi tutto l'abolizione dei cassonetti stradali, preferendola alla raccolta domiciliare.
Paolo Gaiardelli Nel mirino
L'attuale inceneritore a sud del capoluogo altoatesino vicino all'A22

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categoria:inceneritore
mercoledì, 25 giugno 2008


Inceneritore, aggiudicati gli appalti
Il nuovo impianto verrà realizzato in 1.254 giorni
Alto Adige, 25 GIUGNO 2008

 BOLZANO. Otto ditte, raggruppate in associazione temporanea d’impresa sotto la guida della Atzwanger Spa, costruiranno il nuovo termovalorizzatore a Bolzano Sud. I relativi lavori sono stati assegnati ieri.
 Dopo una valutazione dell’offerta e dei relativi incartamenti durata più settimane sono stati assegnati i lavori per la costruzione del nuovo termovalorizzatore a Bolzano Sud. Il relativo incarico è stato assegnato all’associazione temporanea d’imprese guidata dalla Atzwanger Spa di Bolzano e composta, oltre a questa, dal Consorzio Cooperative Costruttori di Bologna, dalla ditta Hafner, dalla Ladurner di Merano, dalla Sthalbau Pichler, dalla Wipptaler Bau di Colle Isarco, dalla Oberosler di San Lorenzo di Sebato e dalla Seeber Bau di Brunico. L’Ati si è aggiudicata l’appalto con un’offerta, l’unica presentata al rinnovato appalto dei lavori, di 81.006.000 euro a fronte di un importo a base d’asta di 81.006.162. I tempi di costruzione sono indicati in 1.254 giorni. L’assessore provinciale ai lavori pubblici, Mussner, si dice convinto della loro necessità, dal momento che l’attuale inceneritore dovrebbe essere assolutamente sostituito nel 2010. Come sottolinea, si cercherà di fare tutto il possibile per accelerare i tempi in modo tale che l’impianto possa entrare in funzione al più presto.
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sabato, 21 giugno 2008


Inceneritore (a Bolzano), assurdo il paragone con Napoli


 Ci risiamo: prima Durnwalder e adesso Atzwanger, per giustificare la costruzione del nuovo inceneritore, fanno un paragone con la nuova situazione a Napoli. Una simile affermazione potrebbe far sorridere (dove sono i cumuli di rifiuti nelle nostre strade?) se non fosse per il fatto che è invece studiata per allarmare l’opinione pubblica. L’impianto in questione non solo non è necessario ma, secondo il parere dei massimi esperti italiani ed esteri, è altamente rischioso per la salute dei cittadini in quanto emetterebbe sostanze tossiche come metalli pesanti, polveri sottili e diossina e comporterebbe un aumento dei casi di tumori e malattie cardiovascolari. Si dovrebbe invece cercare di promuovere i metodi più adatti a risolvere alla radice il problema rifiuti (bottiglie ed altri contenitori di plastica nonché imballaggi superflui); potenziare la raccolta differenziata; introdurre il sistema “porta a porta” già in atto in altri comuni italiani e che riduce drasticamente il volume di rifiuti da smaltire. In data 12.11.2007 un folto gruppo di associazioni ambientaliste ha presentato al presidente Durnwalder un appello per un riesame del piano provinciale di gestione dei rifiuti nel quale erano elencati i motivi medico-scientifici per non costruire l’impianto. Esito: nessuna risposta. In data 26.02.2008 ben 14 associazioni gli hano presentato una nuova petizione in merito corredata da ben 2000 firme di cittadini preoccupati. Di nuovo nessun riscontro. Trovo veramente inaudita l’indifferenza della classe politica locale nei confronti di una questione che avrà un’influenza nociva su tutti noi.
Debra Bruns BOLZANO
Alto Adige 21-06-08
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categoria:inceneritore
martedì, 20 maggio 2008



Rifiuti, il megainceneritore: un «affare» che avvelena

 Il megainceneritore non serve tanto per bruciare le immondizie di Bolzano (vedi gli ottimi risultati della raccolta differenziata) ma serve innanzi tutto per bruciare a Bolzano tutte le immondizie di tutte le valli, con grande felicità dei loro abitanti albergatori e amici di Luis. Questo suo dono comportaerà altri 200 camion al giorno per portare le immondizie a bolzano servendosi dell’A22, l’autostrada che già ora avvelena Bolzano e noi bolzanini. E speriamo che essendo molto grande non venga in mente a Luis di bruciare a Bolzano anche le immondizie di Napoli dal momento che si pensa a Bolzano di fare sempre più soldi fregandosene altamente della salute dei cittadini. Tutto è possibile: megainceneritore, aeroporto più grande, mercatino, mummia imbalsamata, montagna incantata, tra poco gli angioletti al Virgolo. Speriamo che non ci tocchi mettere la maschera antigas per camminare a Bolzano.
Salvatore Riccadonna BOLZANO
Alto Adige 20-05-08
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categoria:ambiente, inceneritore
venerdì, 16 maggio 2008


Inceneritore, due esposti del Pdl

Il nuovo impianto Istanza in Procura e all'Enac. Dubbi anche sulla discarica che sovrasta la zona

Corriere dell'Alto Adige 2008-05-16

Lillo: altezza oltre l'area di rispetto dell'aeroporto. Mussner: falso



L'assessore si difende: «Da parte nostra rispettati tutti gli adempimenti.
E anche la zona per i rifiuti non è stata modificata»
BOLZANO — Bufera sull'inceneritore. Enrico Lillo, presidente del quartiere Don Bosco di Forza Italia, mette sotto accusa l'impianto con due esposti presentati contemporaneamente alle Procure della repubblica di Bolzano, Verona, Venezia e Roma ed alle direzioni competenti dell'Enac, l'ente nazionale per l'aviazione civile. Nel mirino dell'esponente azzurro il camino del nuovo inceneritore, e la discarica di Castelfirmiano, che non sarebbero in linea con le norme di sicurezza previste per l'aeroporto di Bolzano. Dura la reazione dell'assessore ai lavori pubblici Florian Mussner il quale difende con forza le procedure dell'appalto: «Abbiamo rispetto tutte le norme in vigore ».
Nell'esposto inviato all'Enac ed all'autorità giudiziaria, il presidente della circoscrizione Don Bosco rileva che secondo le norme previste per l'aeroporto di Bolzano, di categoria C, « nel raggio di 2500 metri partendo dall'orizzontale interna non devono esservi ostacoli che superino di 45 metri di altezza e sia la struttura dell'impianto che l'altezza del camino eccedono». Secondo Lillo, infatti, la struttura è di 47,50 metri mentre il camino raggiunge i 60 metri. Inoltre, sempre a giudizio del coordinatore comunale di Forza Italia, anche la discarica di Castel Firmiano, a causa del riporto del materiale della collina Pasquali, si sarebbe modificata causando un ostacolo per le procedure di atterraggio. «Ricordo — aggiunge Lillo — che in occasione della costruzione della caserma dei pompieri furono modificate le altezze perché non conformi con le norme di sicurezza ».
Gelido l'assessore Florian Mussner che, nei prossimi giorni, si metterà in contatto con la direzione bolzanina dell'Enac per vedere se vi siano contro indicazioni.
«Da parte nostra escludo nella maniera più assoluta che non siano rispettati gli adempimenti previsti dalle norme di sicurezza in vigore — tuona Mussner — . Anche per quanto riguarda la collina Pasquali. È vero che l'altezza si è modificata ma solamente in alcuni punti e non crea assolutamente un ostacolo. L'appalto è stato portato avanti bene ed i nostri tecnici sono stati particolarmente attenti». Mussner è stizzito perché in questo modo non si fa altro ritardare i lavori. «Dobbiamo stare attenti. Napoli docet — aggiunge — e se vogliamo evitare questo rischio dovremmo collaborare tutti insieme e non creare difficoltà ».
Enrico Barone



Doppio esposto contro l’inceneritore
Lillo (Forza Italia): è troppo vicino all’aeroporto, bisogna spostarlo
Alto Adige 16-05-08

 BOLZANO. Forza Italia non vuole l’inceneritore. Il coordinatore comunale degli azzurri Enrico Lillo ieri ha presentato due esposti - il primo alla Procura e il secondo all’Enac - nel quale contesta la decisione di realizzare il nuovo termovalorizzatore a Bolzano Sud.
 «La costruzione dell’impianto - denuncia Lillo - contrasta con le norme di sicurezza del volo previste dall’Enac perché il camino dell’inceneritore è alto 60 metri e la struttura 47,5, quando le norme dicono che nel raggio di 2,5 chilometri dell’aeroporto non possono esserci ostacoli più alti di 45 metri. Il tutto è aggravato dal fatto che nessuna richiesta, nemmeno di solo parere, è stata inoltrata all’ente preposto ad assicurare il rispetto delle norme di sicurezza di volo, cioè l’Enac. Segnaliamo inoltre che anche la discarica di Castel Firmiano si trova nel raggio di 2.500 metri dell’aeroporto ed è quindi necessario che anche questo ostacolo venga segnalato all’Enac per poter eventualmente aggiornare le carte di aeronavigazione: in ogni caso è importante assicurare la massima sicurezza ai passeggeri che volano su Bolzano».
 In attesa di una risposta da parte della Procura e dell’Enac, Lillo spiega che «riteniamo che una struttura aeroportuale adeguata per un territorio a forte vocazione turistica sia indispensabile e quindi bisogna valutare se adeguarlo in modo da permettere il traffico di aerei più grandi, oppure se mantenere l’inceneritore nell’attuale posizione e quindi spostare l’aeroporto».
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categoria:ambiente, inceneritore, aereoporto san giacomo
mercoledì, 07 maggio 2008

Ma il nuovo inceneritore è davvero necessario?

Alto Adige o7-05-08

 La sentenza del TAR che ha annullato la gara d’appalto per la costruzione del nuovo inceneritore avrebbe potuto essere l’occasione per un importante momento di riflessione per i nostri politici e amministratori. Invece nel silenzio generale ci si è semplicemente affrettati a bandire una nuova gara d’appalto. Rifondazione comunista si era unita al lungo elenco di associazioni, ambientaliste e non, che proponeva una pausa di riflessione per ripensare tutta la questione della produzione e dello smaltimento dei rifiuti. Bolzano, pur senza una eccezionale campagna informativa ed educativa, ha raggiunto un buon livello di raccolta dell’umido e la raccolta differenziata a partire da questo livello raggiunto sarà ulteriormente migliorata. Merano ha diffuso dei dati in cui rivela che, pur senza aver introdotto la raccolta dell’umido, ha raggiunto un livello di raccolta differenziata pari al 53% e quindi può migliorare ulteriormente. Con un maggior coinvolgimento e una maggiore informazione della popolazione possono aumentare le percentuali della differenziata e persino cominciare a diminuire le quantità di rifiuti prodotti. La riduzione della quantità di rifiuti dovrebbe essere la via principale da battere: se si vuole impedire che l’acqua trabocchi da una vasca è opportuno anzitutto chiudere il rubinetto. Ma se questo obiettivo viene sempre più perseguito la domanda che sorge spontanea e che si pongono gli amici di Ambiente & Salute è “Se le raccolte differenziate continuano ad aumentare e quindi se si riduce la quantità dei rifiuti da incenerire, nel nuovo inceneritore da 130.000 tonnellate cosa ci dovremmo bruciare?” E anche a noi viene spontaneo chiedere se chi ha proposto e continua caparbiamente a proporre il nuovo inceneritore di Bolzano ha in mente i reali interessi della popolazione che vive questa terra o quelli delle imprese industriali-finanziarie che ne progetteranno e organizzeranno i lavori. Per questo Rifondazione comunista chiede nuovamente che si ripensi seriamente a tutta la questione. I soldi pubblici appartengono a tutti noi cittadini e non devono essere usati per finanziare delle opere di cui è dubbia l’utilità e di cui non è sicura la non pericolosità per la salute.
Fabio Visentin Rifondaz. comunista Alto Adige
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categoria:ambiente, inceneritore
mercoledì, 07 maggio 2008


Inceneritore, manutenzione da record
di Massimiliano Bona
Alto Adige, 06 MAGGIO 2008

  BOLZANO. Per ogni mese di ritardo nella realizzazione del nuovo termovalorizzatore - per il quale è stata indetta la terza gara d’appalto (offerte entro il 4 giugno) - la Provincia paga 500 mila euro. «Le spese di manutenzione - spiega il direttore dell’ufficio rifiuti Giulio Angelucci - ammontano a 6 milioni l’anno, di cui 5 per quella ordinaria e 1, mediamente, per quella straordinaria. E questi costi aggiuntivi vanno a ricadere, inevitabilmente, sulle tariffe che pagano i contribuenti». Il progetto esecutivo del nuovo inceneritore è stato consegnato nell’aprile 2006, ma la prima gara è stata annullata nel maggio 2007. La seconda gara (81 milioni) è stata vinta a dicembre dall’Ati Atzwanger, ma il 22 febbraio il Tar l’ha annullata. La terza gara sarà quella buona?
 A premere per indire il terzo appalto è stato l’assessore provinciale ai lavori pubblici Florian Mussner, desideroso di ultimare nel minor tempo possibile il nuovo impianto, in grado di garantire standard ambientali più elevati dell’attuale: «Dopo l’annullamento della gara da parte del Tar - commenta Mussner - era doveroso attivarsi per indire il terzo appalto. Per la messa in funzione del termovalorizzatore bisognerà attendere la fine del 2010».
 I costi. Il desiderio di stringere i tempi si spiega anche con gli elevati costi dell’attuale struttura. La conferma è venuta ieri dal direttore dell’ufficio rifiuti Giulio Angelucci. «Stiamo spendendo parecchio denaro per allungare la vita dell’attuale inceneritore, che è in grado di garantire prestazioni inferiori al nuovo impianto. Anche a livello di emissioni». E i costi di manutezione, assicura Angelucci, incidono sulle tariffe pagate dai contribuenti. «Per la manutenzione ordinaria spendiamo 5 milioni, mentre per quella straordinaria dobbiamo mettere in conto un altro milione, ma col passare del tempo questo importo potrebbe anche aumentare».
 I tempi. La Provincia, nel bando d’appalto pubblicato lo scorso 7 aprile, ha previsto l’inizio dei lavori - posto che non vi siano ulteriori contenziosi - per l’autunno 2008.
 «Il termine per la consegna delle offerte - spiega Angelucci - è il 4 giugno, ma per l’aggiudicazione bisogna mettere in conto almeno un altro mese. E dall’aggiudicazione all’approntamento del cantiere passeranno altri 60 giorni. Ciò significa, in concreto, che dall’autunno di quest’anno potremmo slittare all’inizio del 2009».
 Il progetto. Nel nuovo impianto di termovalorizzazione verranno trattate 16,3 tonnellate/ora di rifiuti. Ciò significa che verranno prodotti 14,4 MW di energia elettrica e 5,9 MW di energia termica, che sarà immessa nel cunicolo di teleriscaldamento. A beneficiarne saranno pertanto 590 appartamenti, mentre il rifornimento di energia elettrica riguarderà ben 4.800 abitazioni. La Provincia ha spinto anche per assicurare una certa impostazione architettonica e l’intero complesso sarà diviso in tre corpi. Il camino sarà alto 60 metri e sarà ubicato nella parte sud. A nord è prevista la stazione di scarico dei rifiuti e ad est sorgerà una facciata di vetro che rivestirà l’edificio servizi. Per l’edificazione del termovalorizzatore saranno utilizzati 7.600 metri quadrati con una cubatura fuori terra di 176 mila metri cubi.
 Il modello. La Toscana ha approvato ieri le linee guida sui termovalorizzatori, che sono state stilate facendo riferimento alle migliori tecnologie presenti in Italia, ovvero Bolzano e Brescia.
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categoria:ambiente, inceneritore
martedì, 06 maggio 2008

Continuiamo così, facciamoci del male...
Quasi a farlo apposta, a pochi giorni dalla pubblicazione dell’ennesimo appello alla ragionevolezza,camini.jpg per un ripensamento complessivo delle politiche di gestione dei rifiuti in provincia- e in particolare rispetto alla costruzione del nuovo inceneritore di Bolzano -  sul quotidiano Alto Adige troviamo due notizie:
  1. un brevissimo trafiletto che ci annuncia la pubblicazione del nuovo bando di gara per la costruzione dell’inceneritore e
  2. il traguardo raggiunto dal comune di Merano che ha superato con la raccolta differenziata la quantità di rifiuti mandati all’inceneritore, raggiungendo il 53% di RD. E questo senza aver ancora introdotto la raccolta differenziata dell’umido!
Detto questo, sono d’obbligo alcune riflessioni.
Intanto stupisce il silenzio, mediatico e istituzionale, sotto cui è passata la nuova gara d’appalto , pubblicata già il 7 aprile scorso, soprattutto se si considera il clamore che ha suscitato la precedente gara d’appalto con l’annullamento del TAR. Di sicuro sollevare di nuovo la  questione inceneritore, come sempre quando si parla di grandi opere contestate dalla cittadinanza, è scomodo e controproducente per chi gestisce la “cosa pubblica” come se fosse l’orto di casa propria –ancor più in periodo preelettorale-. Con buona pace della trasparenza, della partecipazione e delle lacrime di coccodrillo “postume”!
Per quanto riguarda il nuovo traguardo di Merano, non può che fare piacere verificare come in una realtà a noi molto vicina un modello di gestione dei rifiuti con la raccolta porta a porta del rifiuto indifferenziato -e una tariffa calcolata in base al numero di svuotamenti del bidone- stia raggiungendo questi ottimi risultati. Quando si partirà anche a Merano con la raccolta dell’organico è possibile immaginare che la raccolta differenziata supererà il 60%. Per di più gli amministratori dell’ASM dichiarano che questa nuova raccolta non farà aumentare la tariffa pagata dai cittadini. Al contrario, la tariffa diminuirà grazie proprio all’aumento delle raccolte differenziate.
Ma Bolzano non vuole essere da meno. Così il nostro assessore all’ambiente, Klaus Ladinser, incoraggiato dalla risposta positiva dei bolzanini alla raccolta dell’organico, nel già citato articolo si sbilancia affermando che nel 2009 partiranno le prime sperimentazioni per la raccolta porta a porta anche a Bolzano. Non si chiede di meglio!
mafalda_pensando.jpg A questo punto sorge spontanea una domanda: se le raccolte differenziate nei centri più grandi della provincia continuano ad aumentare e quindi si riduce la quantità di rifiuti da incenerire, NEL NUOVO INCENERITORE DA 130.000 TONNELLATE COSA CI DOVREMMO BRUCIARE?
A voler pensare male, si potrebbe concludere che la costruzione dell’inceneritore non abbia nulla a che fare con le reali necessità di gestione dei rifiuti della nostra provincia. Una tale perseveranza si riscontra piuttosto quando ci sono in gioco forti interessi di lobbie politico-economiche.
Risulta difficile capire per quale motivo non sia possibile ripensare la gestione dei rifiuti basandosi sullo scenario attuale, invece che vincolare il nostro futuro a un megainceneritore per i prossimi 20/30 anni, con tutto ciò che questo dispensatore di veleni comporta.
Continuiamo così. Facciamoci del male…
Paola Dispoto 
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categoria:ambiente, inceneritore
venerdì, 29 febbraio 2008


«Serve più collaborazione con Bolzano»
Inceneritore e scalo aeroportuale sono i problemi di attualità. Il consigliere comunale presenta un’interrogazione
Polonioli: c’è anche da affrontare la questione carcere
  Alto Adige, 29 FEBBRAIO 2008


 LAIVES. Recentemente c’era stato un vivace dibattito in merito all’ipotesi, avanzata dal sindaco del capoluogo altoatesino, di unire in una sola realtà comunale i territori di Laives e Bolzano. Va ricordato che tale ipotesi non ha incontrato a Laives grandi entusiasmi, ma è evidente che su determinate tematiche, tra le due realtà comunali sarebbe necessaria maggiore volontà di collaborazione.
 È stato in occasione del dibattito che Rosario Grasso, consigliere di Rifondazione comunista a Laives, aveva sostanzialmente bocciato Spagnolli, dichiarando che il rischio di un matrimonio del genere sarebbe stato quello di trovarsi poi in casa le strutture che il capoluogo non desidera. Lo stesso consigliere adesso ha presentato una interrogazione che ha analogie con il discorso. Grasso affronta la questione dell’inceneritore di Bolzano «Impianto che verrà ubicato poco più a sud di quello attuale, a poca distanza dal territorio comunale di Laives. La tecnologia che verrà applicata - aggiunge Grasso - pur essendo tra le più avanzate, non potrà certo garantire una emissione zero di sostanze inquinanti, sostanze che irrimediabilmente interesseranno anche noi».
 E qui si aggancia il discorso della continuità territoriale fra Laives e Bolzano e del livello di collaborazione tra le due amministrazioni comunali. «Effettivamente non abbiamo mai affrontato con Bolzano e con la Provincia questi temi - spiega il sindaco Giovanni Polonioli - e accanto all’inceneritore mettiamoci pure aeroporto e nuovo carcere. Vero è che non possiamo incidere sulle scelte che Bolzano opera nel suo territorio comunale, ma ci rimane comunque la possibilità di manifestare la nostra preoccupazione eventualmente». Gli fa eco l’assessore dei Verdi, Giorgio Zanvettor: “Non c’è grande partecipazione con Bolzano anche se bisogna tenere presente che per strutture come aeroporto ed inceneritore, la legge urbanistica provinciale parla di interesse sovracomunale, dove la Provincia ha ampio margine di decisione. Al di là di questo, anch’io ritengo che sarebbe sensato lavorare con maggiore collaborazione tra noi e il capoluogo».
Esempi di scarsa collaborazione tra le due amministrazioni comunque non ne mancano, anche sulle piccole cose.
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categoria:inceneritore, comune di laives, aereoporto san giacomo
martedì, 26 febbraio 2008


La battaglia contro il termovalorizzatore
Raccolte 2 mila firme dagli ambientalisti, oggi consegna a Durnwalder
Alto Adige 26 FEBBRAIO 2008

 BOLZANO. Questa mattina alle 10.30 a palazzo Widmann le 15 associazioni che si battono contro la realizzazione del termovalorizzatore consegneranno al presidente Durnwalder 2.000 firme «per un riesame della politica di gestione dei rifiuti». «Vogliamo manifestare - spiegano le associazioni ambientaliste - la nostra delusione, e quella dei cittadini che rappresentiamo, per la mancata risposta del presidente della giunta, degli assessori all’ambiente e alla sanità e dei consiglieri provinciali al nostro appello per un riesame del piano provinciale in materia. Apprendiamo invece che l’amministrazione ha deciso di costruire l’impianto di incenerimento e di bloccare la raccolta differenziata al 50%, prendendo in tal modo una strada completamente diversa da quell’auspicata dalle associazioni. Apprendiamo inoltre che la stessa amministrazione provinciale ha deciso di istituire un tavolo tecnico permanente in merito alla gestione dei rifiuti e ai relativi impianti. Riteniamo importante l’attuazione di momenti di confronto fra le associazioni che rappresentano, i cittadini e la pubblica amministrazione. Per tale motivo non siamo contrari in linea di principio a metterci a discutere attorno ad un tavolo. Riteniamo altresì fondamentale che il confronto si attui in un fase precedente alla decisione stessa. I firmatari dell’appello si augurano quindi che la Provincia possa ritornare sulla propria decisione».
 A firmare l’appello sono Arbeitsgemeinschaft lebenswertes Unterland, Ambiente e Salute, Centro attenzione permanente San Giacomo, Cgil, Federazione protezionisti altoatesini, Cipra Alto Adige, Gruppo Ambientalista Bolzano, Heimatpflege, Legambiente, Plattform Pro Pustertal, Associazione studenti universitari, Ctcu, Associazione biologi sudtirolesi, Wwf e Comitato di solidarietà Quincho Barrilete.
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categoria:inceneritore
giovedì, 31 gennaio 2008


Inceneritore, quel sì pieno di contraddizioni

 L’associazione Ambiente e Salute è stata presente al dibattito sull’inceneritore del Consiglio di Quartiere Centro-Piani-Rencio il 17 gennaio scorso ed evidenzia in questa nota alcune delle contraddizioni emerse durante il dibattito. Il Consiglio chiede a gran voce di privilegiare la riduzione e la raccolta differenziata dei rifiuti e poi però approva un mega-inceneritore provinciale da 130.000 t/a, dimensionato in base ad un piano di gestione rifiuti che prevede un costante aumento dei rifiuti (50% in vent’anni!), mentre a livello nazionale si riscontra un calo nella produzione dei rifiuti e la vicina Provincia di Trento nel suo ultimo piano di gestione rifiuti si è posta l’obbiettivo di azzerare l’incremento nonostante l’aumento demografico e dei turisti! Per quanto riguarda la raccolta differenziata l’assessore all’ambiente del comune di Trento si pone dei traguardi molto ambiziosi: “Se per il 2012 arrivassimo all’80% di raccolta differenziata, l’inceneritore non sarebbe necessario. E’ un obiettivo possibile!” L’assessore all’ambiente del comune di Bolzano, sostenuto dai tecnici della Provincia, invece, ha già decretato che Bolzano non potrà superare il 50% e che di conseguenza si “merita” un bell’inceneritore. Si constata poi nel dibattito del Consiglio che gli studi sanitari sono vecchi e insufficienti. I Consiglieri ne chiedono ufficialmente l’aggiornamento e contemporaneamente, senza attenderne l’esito, approvano la costruzione dell’inceneritore. Al principio di precauzione previsto dalla costituzione nessun riferimento. I Consiglieri chiedono inoltre di vigilare attentamente sulle emissioni per tranquillizzare la popolazione quando poco prima nel dibattito è stato evidenziato che la maggior parte delle emissioni da combustione di rifiuti è sconosciuta e pertanto non monitorabile e non sottoponibile ad alcun limite.
Alessandro Cosi Associazione Ambiente e Salute
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categoria:inceneritore, antiinquinamento
sabato, 26 gennaio 2008


Ancora inceneritori? Ma se
in Germania li smantellano

 Non sono un ambientalista, ma non posso non prestare attenzione alla questione dei rifiuti in Campania. Enti locali e nazionali si sono mossi, si fa per dire, nominando un commissario straordinario (che peraltro c’era già dai tempi delle dimissioni di Bertolaso dalla guida della Protezione Civile), individuazione di nuovi siti per lo stoccaggio dei rifiuti in discariche (siti che peraltro si fa fatica a trovare), mobilitazione dell’esercito per la rimozione dei rifiuti. Per poi passare alle accuse - peraltro giustificatissime - all’amministrazione regionale che hanno visto, sabato 19 gennaio, l’apertura del processo a Bassolino e alla sua giunta e alla mozione di sfiducia al ministro per l’ambiente. Una cosa mi suona strana: se non si trovano siti per lo stoccaggio e le altre regioni italiane storcono il naso al pensiero di portarsi in casa i rifiuti campani, dove vengono smaltiti quelli raccolti dai militari? Ah, ma adesso si costruiranno nuovi inceneritori (“termovalorizzatori” li chiamano loro)... poco tempo fa quello di Terni è stato chiuso per problemi legati alla sicurezza ambientale; in Germania li stanno smantellando uno dopo l’altro; il “termovalorizzatore” di Brescia, fiore all’occhiello del nostro Paese in materia di smaltimento e riciclaggio rifiuti (è stato premiato come miglior “termovalorizzatore” d’Europa, peccato che sorga qualche dubbio sull’affidabilità del voto, in quanto a capo della commissione esaminatrice si trovava lo stesso progettista dell’impianto) si trova nei guai con la Comunità Europea perché non rispetta le normative comunitarie. L’aria di Brescia ha il livello di PCB più alto d’Italia. La media nazionale annua per la produzione di rifiuti pro capite è di ca 500 kg, a Brescia si superano i 700 kg. Siamo un Paese che ha la raccolta differenziata inferiore al 10% mentre la Germania è al 50%. Anche perché, secondo me, nella mentalità delle persone non ha molto senso differenziare i rifiuti se poi l’inceneritore li brucia tutti insieme. Forse è necessario cambiare il nostro modo di pensare in funzione di una migliore gestione ambientale, come sono necessarie leggi serie a tutela. Per esempio: perché quando acquistiamo un prodotto ci ritroviamo la casa piena di imballaggi dei più svariati materiali? Imballaggi che abbiamo pagato e per i quali dobbiamo ancora pagare per lo smaltimento in termini economici e di inquinamento. Perché non fare una raccolta differenziata che ci veda obbligati a separare i rifiuti per tipo di materiale e che i comuni non debbano svolgere un lavoro di mero smaltimento ma di censimento per creare una scorta dove le aziende produttrici siano obbligate ad attingere per riutilizzare gli imballaggi, bottiglie di vetro e di plastica, eccetera? Perché si devono vedere montagne di scatole fuori dai magazzini dei supermercati quando, una volta scaricati gli approvvigionamenti, queste possono essere rimesse sul camion (che di solito se ne va vuoto) e rispedite al mittente che le può riutilizzare?
Rocco Cutrupi BOLZANO Alto Adige 26-1-08
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categoria:inceneritore
venerdì, 18 gennaio 2008


Inceneritore, sì del Centro


Corriere dell'Alto Adige  2008-01-18

Circoscrizioni


BOLZANO — Nella seduta di ieri il Consiglio di quartiere Centro-Piani-Rencio ha discusso del previsto nuovo inceneritore a Bolzano Sud. Il direttore dell'Apa Luigi Minach, il direttore dell'Ufficio provinciale gestione rifiuti Giulio Angelucci e l'assessore comunale all'ambiente Klaus Ladinser hanno presentato delle relazioni tecniche sul progetto. «Al termine di un'animata discussione, il consiglio di quartiere ha votato a favore dell'inceneritore, ponendo però la condizione che esso sia di dimensioni limitate a soddisfare il bisogno della città di Bolzano» spiega il presidente di circoscrizione Rainer Steger.
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categoria:ambiente, inceneritore, comune di bolzano


giovedì, 03 gennaio 2008



Ma se l’inceneritore è sano perché non si fa a Silandro?

 Il megainceneritore non lo vogliono neanche a Napoli dove hanno grandi aperture verso il mare, qui a Bolzano l’inceneritore non serve. È un altro regalo di Durnwalder per i suoi valligiani che ora porteranno a bruciare a Bolzano tutte le immondizie delle loro valli. Come mai se questo inceneritore non inquina non è stato costruito a Bressanone o a Silandro? Si sarebbe almeno risparmiato l’inquinamento A22 dei 200 camion che serviranno per il trasporto. Io penso proprio che Durnwalder dovrebbe andare in pensione perché la gente è stanca del suo modo di governare, ingiusto e di parte. No al megainceneritore, no all’aeroporto.
Salvatore Riccadonna BOLZANO
Alto Adige 3-1-08
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categoria:inceneritore
giovedì, 20 dicembre 2007

Il piano rifiuti
Inceneritore, anche Oltrisarco dice no
Corriere AA 13.12.2007
Il piano rifiuti . Monta la protesta. A Don Bosco dibattito «caldo» per la serata informativa. Il testo dei Verdi passa con i voti della Cdl Terzo rione «ribelle» BOLZANO - La rivolta contro l'inceneritore si allarga a macchia d’olio anche se, forse, un po’ tardivamente. Dopo Don Bosco e Gries- anche Oltrisarco si ribella e dice no alla costruzione del termovalorizzatore. La maggioranza è andata sotto su un documento presentato  dai verdi e votato anche dal centrodestra. «Abbiamo votato per un ripensamento, il consiglio di quartiere – spiega il presidente Giovanni Barborini- si è espresso per un ripensamento del piano generale dei rifiuti. A Gennaio poi, organizzeremo un convegno per cercare di mettere a confronto i pro e i contro. Tutti- aggiunge vogliamo che su questa vicenda venga fatta piena luce e che la gente sia informata”.Dopo il voto di Gries, anche Oltrisarco ha discusso di inceneritore. Ora che l’appalto è assegnato, il fronte dei contrari ha iniziato a fare sul serio e negli ultimi giorni si sono moltiplicate le iniziative contro il termovalorizzatore. Ieri sera il consigliere verde Gilberto Cavalli ha presentato un documento che chiedeva il ripensamento del piano dei rifiuti che, tra l’altro, prevede la costruzione di un termovalorizzatore da 130mila tonnellate  a Bolzano sud. Le assenze tra le file della maggioranza si sono rivelate decisive e la mozione dei verdi è passata per 4 voti contro 3 . Contrari Pd ( Barborini), l’ ex Ds Cimonetti e la Volkspartei. Forza Italia e An invece hanno sostenuto il documento dei Verdi. “ Nel corso del dibattito ­sono emer­se tre posizioni, chi crede che l'incenerito­re sia indispensabile, chi è pregiudizial­mente contrario e chi invece vorrebbe farlo altrove. di certo - commenta Silvio Ci­monetti, eletto nelle liste dei Ds - con i rifiuti qualcosa bisogna fare». Intanto ieri sera dIbattito sull'inceneri­tore anche nella sala polifunzionale di via Ortles. Tra i relatori anche il sindaco che, vista il crescente malcontento, ha sottoli­neato che il termova1orizzatore deve essere un'opera condivisa dalla città. Nel cor­so della serata sono intervenuti anche i tecnici di Ecocenter, la società che gesti­sce l'attuale inceneritore, e l vertici del­l'Appa, l'agenzia provinciale per la prote­zione dell'ambiente.
E. B.

Il vasto dibattito nato intorno alla costruzione dell’inceneritore a Bolzano ci porta ad evidenziare alcune perplessità che il Consiglio di Quartiere fa proprie e che vanno nella direzione di un ripensamento sulla scelta fatta dalla Provincia ed accettata dal Comune di Bolzano.
La mancanza di una valutazione sanitaria (VAS) sull’impianto non ci permette di esprimere un giudizio aprioristicamente positivo a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente.
Vogliamo farci carico delle paure dei cittadini che si stanno manifestando attraverso la presa di posizione di molte associazioni che chiedono una nuova filiera per lo smaltimento dei rifiuti che passi attraverso una raccolta differenziata spinta e più ecologicamente compatibile: l’inceneritore non è compatibile con i dettami ecologici del ridurre i rifiuti a monte e di riciclare tutto il possibile.
Gilberto Cavalli
Consigliere di Circoscrizione dei Verdi
Bolzano, 4 dicembre 2007




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categoria:inceneritore, comune di bolzano
giovedì, 20 dicembre 2007




Così scrive,  venerdì 14 dicembre 2007 16.20il dott. Stefano Montanari
Quando un dato è del tutto straordinario, lo scienziato ha il dovere di metterlo subito in dubbio. Questo non significa negarlo ma semplicemente infilarlo sotto il microscopio della sua intelligenza, della sua esperienza, della sua cultura e della sua capacità tecnica per rivoltare quel dato anomalo come un calzino. Dopotutto è grazie alla comprensione delle presunte anomalie che la scienza avanza. Al di là delle pretese della scienza, poi, è da aggiungere l’onestà.
Da modestissimo uomo che proprio di scienza si occupa e lo fa da sette lustri, io non nego a priori che a Bolzano tutte le leggi della fisica, della chimica, della biologia e della medicina non valgano e lì l’universo abbia regole proprie come un punto di singolarità ma, se mi si permette, come da prassi accendo il microscopio.
A questo punto, in attesa di prove certe, quelle che i nostri amici burocrati e amministratori bolzanini giustamente pretendono, l’incenerimento non si fa per il semplice fatto che farlo è, oltre che imprudente, illegittimo. Ed è illegittimo perché il Principio di Precauzione che nella Comunità Europea ha vigore sancisce che quell ’impianto è ufficialmente dannoso fino a che qualcuno non dimostra in modo inoppugnabile il contrario. Così, fino a che l’innocuità dell’inceneritore non sarà benedetta dalla scienza con tanto di rilievi obiettivi non contestabili e indagini epidemiologiche attendibili, occorrerà che a Bolzano abbiano pazienza.
Dunque, ben vengano le “prove certe”, ma queste devono venire non certo da chi all’incenerimento si oppone ma dal signor Sindaco e dalla squadra di scienziati che lo attorniano.
Nelle more, essendo il signor Sindaco la massima autorità sanitaria del comune ed essendo ampiamente avvertito dell’almeno potenziale pericolo che l’impianto costituisce, sarebbe opportuno consultare un buon avvocato per vedere se il reato di tentata strage e un po’ di altri reati verso l’ambiente possano trovare applicazione nella circostanza. Ma probabilmente non c’è bisogno di arrivare a tanto: il signor Sindaco di Bolzano non avrà dimestichezza con la scienza, ma è donizettianamente conosciuto “all’universo e in altri siti” per la sua specchiata onestà e dunque, accortosi del rischio che farebbe correre ai suoi amatissimi amministrati, non potrà far altro che ritornare sulle sue decisioni. Proprio come fanno gli uomini onesti ed intelligenti.
Stefano Montanari
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categoria:inceneritore, comune di bolzano
giovedì, 20 dicembre 2007

INCENERITORE
Il dibattito accesosi sull’inceneritore è merito della costanza degli esponenti che animano l’associazione “Ambiente e salute” la quale ha fatto un meritevole lavoro di controinformazione fornendo, su base scientifica e a chi fosse interessato, gli elementi per una autonoma valutazione. Gli unici sordi all’evidente pericolosità di un inceneritore che sorgerà in una valle angusta e poco ventilata sono state le istituzioni e gran parte dei politici. Grande assente nel dibattito è poi l’amministrazione di Laives che con l’alibi che l’inceneritore non sorgerà sul territorio comunale si disinteressa delle ricadute sulla salute dei cittadini. Eppure gran parte del territorio, a cominciare da S. Giacomo, sorge a ridosso della megastruttura e del punto di maggiore ricaduta degli inquinanti più pericolosi. Se inoltre si riflette sul fatto che la valle solo in pochi punti supera i quattro chilometri di larghezza e che certo non si può fare affidamento solo sui venti che spirano da sud, si capisce quanto miope sia questo atteggiamento.
Esso inoltre porta alla accettazione di altri aspetti che con questa scelta di passività hanno a che fare.
La decisione di costruire un inceneritore da 130.000 tonnellate richiede che funzioni sempre a pieno regime per avere la massima resa e per evitare una sovrapproduzione di inquinanti. La provincia ha dunque emanato una legge provinciale sui rifiuti che obbliga i comuni, con la scusa di combattere il cosiddetto turismo delle immondizie, ad inserire una quota minima di produzione dei rifiuti che non incentiva a ridurre la loro produzione, è antieducativa ed è funzionale solo all’alimentazione dell’inceneritore.
Anche su questo aspetto occorre che non si abbia un atteggiamento subalterno da parte delle amministrazioni locali, ma che si abbia  il coraggio di dire che si tratta di una scelta sbagliata, che inficia lo sforzo di arrivare ad una raccolta differenziata spinta.  Per combattere lo scarso senso civico di una parte dei cittadini occorre che si trovino altre strade.

Rifondazione comunista - Laives
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categoria:inceneritore
venerdì, 07 dicembre 2007

Il quartiere Gries contro l’inceneritore
La circoscrizione approva un documento contro il nuovo impianto, la Svp si astiene
Alto Adige, 07 DICEMBRE 2007

 BOLZANO. Colpo di scena durante la riunione del consiglio di circoscrizione Gries-San Quirino. Il quartiere ha infatti approvato, con 7 voti favorevoli su 9, un documento in cui si afferma che «Bolzano non vuole l’inceneritore». Voto compatto di tutti i partiti ad eccezione della Svp: si sono astenuti il presidente Heinrich Corradini e il consigliere Peter Warasin. A favore hanno invece votato tutti gli altri, dal vicepresidente Gianni Frezzato (Pd) a Pierluigi Gaianigo (Verdi) a tutta l’opposizione con in testa Alberto Berger di Forza Italia: «Questa votazione - dice - dimostra che Bolzano non vuole l’inceneritore».
 La circoscrizione si è occupata anche di un’altra questione, ovvero il corridoio pedo-ciclabile che attraverso via della Vigna porta da Gries all’ospedale. «Corridoio che è stato chiuso con una sbarra elettrica - accusa Frezzato - che ora costituisce un ostacolo insormontabile per disabili, anziani o mamme con i bimbi in carrozzella. La strada purtroppo non è di proprietà del Comune, ma è del consorzio di frutta. Se vogliono la sbarra non ho nulla in contrario, ma non possono impedire di passare anche a pedoni e ciclisti che così evitano viale Druso e via Vittorio Veneto. Se non si troverà una soluzione avvierò una raccolta di firme».
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categoria:ambiente, inceneritore, comune di bolzano
mercoledì, 05 dicembre 2007


Emissioni, via libera al tavolo con Provincia e ambientalisti

In consiglio Approvata la mozione di Dello Sbarba

Corriere dell'Alto Adige 2007-12-05

BOLZANO — Poche ore dopo l'assegnazione dell'appalto per l'inceneritore in consiglio provinciale veniva discussa una mozione dei Verdi che chiedeva di istituire un tavolo di confronto tra tecnici provinciali ed associazioni ambientalisti per avviare una discussione trasparente sull'impatto ambientale dell'impianto che sorgerà a Bolzano sud. A sorpresa il consiglio a larga maggioranza ha bocciato le premesse ma ha accolto la parte deliberante. «Il tavolo si farà, questo è l'importante» esulta Riccardo Dello Sbarba. L'assessore all'ambiente Michl Laimer però minimizza: «Sia chiaro che l'iter non si ferma: l'impianto si farà. Ben venga il confronto tra i tecnici, siamo convinti che anche i più scettici possano essere convinto. Il nuovo inceneritore è all'avanguardia in Europa, le emissioni sono pressochè nulle». L'assessore non rinuncia a rifilare una stoccata ai verdi che «non sanno cosa vogliono: in comune sono favorevoli all'inceneritore, in circoscrizione sono contrari, in consiglio provinciale chiedono la mediazione, il ministro invece propone alternative ma poi ci chiede di bruciare i rifiuti della Campania. Mi sembra che ci sia un po' di confusione: ma una cosa è certa i rifiuti non possiamo mangiarceli ». L'affondo di Laimer non turba più di tanto Dello Sbarba che parla del primo successo del fronte ambientalista. «La giunta si è accorta che il malcontento della popolazione cresce ed ora corre ai ripari. Questo tavolo di confronto — aggiunge il presidente del consiglio provinciale — è la prima concessione significativa fatta dalla Svp e naturalmente siamo soddisfatti. I dubbi sollevati da 14 associazioni ambientaliste ed il voto della circoscrizione Don Bosco sono la dimostrazione che ci sono ancora molti aspetti da chiarire. Noi vogliamo un confronto serio e trasparente anche sul piano dei rifiuti». Un confronto che, avverte Laimer, dovrà essere tecnico e non politico.
M. An.

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categoria:inceneritore
mercoledì, 05 dicembre 2007


Inceneritore, vince la cordata Atzwanger

  A costruire il termovalorizzatore saranno sette aziende sudtirolesi. «Unieco» esclusa per carenze tecniche

Corriere dell'Alto Adige  2007-12-05

Appalto assegnato a 98 milioni. Seppi: gara poco trasparente. Mussner: illazioni
L'associazione di imprese altoatesine ha presentato un'offerta di mille euro superiore al prezzo base dell'asta
BOLZANO — Il maxi appalto per l'inceneritore rimane in Sudtirolo. La cordata composta da sette imprese altoatesine guidate dalla Atzwanger si è aggiudicata la gara senza fare una lira di sconto, anzi aumentando di mille euro il prezzo d'asta. L'altra cordata, quella guidata dalla Unieco di Reggio Emilia in cui erano presenti diverse aziende locali, invece è stata esclusa per aver presentato un progetto «inadeguato».
«Qui c'è sotto qualcosa, non è possibile che un appalto da 98 milioni di euro venga assegnato in questo modo » protesta Donato Seppi. Non appena venuto a conoscenza dell'esito della gara il leader di Unitalia ha depositato a tempo record un'interrogazione in consiglio provinciale per chiedere i motivi che hanno portato all'esclusione della cordata Unieco. «Sono solo illazioni, la verità — replica l'assessore ai lavori pubblici Florian Mussner — è che il capitolato d'appalto era molto dettagliato e una cordata è stata esclusa perchè non aveva presentato un progetto con tutte le caratteristiche richieste». Alla Unieco, uno dei colossi italiani del settore trattamento rifiuti, la notizia non l'hanno presa bene. La società di Reggio Emilia — alleatasi per l'occasione con la cooperativa Ccc, la Zimmerhofer e la Unionbau di Campo Tures, la Cle di Bolzano, la Schmidhammer di Brunico e la Ceis srl di Milano— ce l'aveva messa tutta per aggiudicarsi la gara. I tecnici che hanno seguito il progetto del termovalorizzatore bolzanino sostengono di aver presentato un offerta economica inferiore di mille euro rispetto al prezzo base. La conferma però non c'è per la busta della cordata Unieco non è stata nemmeno aperta. «Quello di Bolzano — fanno sapere dalla Unieco — sarà un impianto all'avanguardia e ci tenevamo a realizzarlo per una questione di immagine. Per farlo eravamo anche disposti a perderci qualche centinaio di migliaia di euro». Secondo i rumors anche la ditta milanese Termomeccanica si sarebbe ritirata perchè le condizioni economiche erano poco convenienti. «Evidentemente i nostri tecnici hanno lavorato bene ed hanno fatto delle stime molto vicine alla realtà » chiarisce l'assessore Mussner che però assolutamente non crede che «le aziende accetterebbero di lavorare in perdita». Di varianti almeno per il momento non se ne parla ma, avverte l'assessore, «se arriveranno tecnologie migliori per abbattere le emissioni allora siamo disposti a ragionarci».
A costruire il nuovo termovalorizzatore da 130mila tonnellata saranno dunque sette aziende sudtirolesi: oltre alla Atzwanger la cordata comprende la Oberosler cav. Pietro di San Lorenzo di Sebato, Seeste Bau, Cosbau, Stahlbau Pichler e Hafner di Bolzano, la Wipptaler Bau di Colle Isarco e Ladurner di Lana. L'impianto costerà 81,006 milioni di euro, considerando anche Iva e spese tecniche si arriva a 98 milioni. Se si prendono in considerazione anche i costi per il finanziamento si arriva a 135 milioni.
Marco Angelucci
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categoria:inceneritore
giovedì, 29 novembre 2007

Inceneritore, pronto l’esposto a Bruxelles
«Anche quello nuovo inquina Da rifare l’impatto ambientale»
I promotori auspicano un cambio di rotta Bisogna valutare tutte le alternative ed in particolare un impianto a compattazione meccanica o molecolare
  Alto Adige, 29 NOVEMBRE 2007

  BOLZANO. Un esposto alla Commissione europea contro il nuovo inceneritore. Lo ha preannunciato ieri Claudio Vedovelli, attivista dell’associazione bolzanina Ambiente e Salute, a margine del sit-in promosso da una dozzina di associazioni protezioniste. «La valutazione di impatto ambientale - ha sottolineato Vedovelli - a nostro avviso non è tecnicamente ineccepibile. E soprattutto non tiene in debita considerazione la presenza di micropolveri alla luce dei nuovi insediamenti residenziali a Casanova e Firmian. A redigere l’esposto sarà il nostro consulente di Amburgo Klaus Koch».
 Al sit-in di ieri erano presenti una trentina di attivisti in rappresentanza di dodici associazioni ambientaliste di Bolzano e dintorni. I manifestanti chiedono alla Provincia di esaminare tutte le alternative possibili, prima fra tutte la realizzazione di impianti a compattazione meccanica o molecolare. I promotori hanno annunciato che faranno a breve una visita a Verdago, nel Trevigiano, dove - hanno sottolineato - esiste “un impianto a riciclaggio totale“.
 L’associazione Ambiente e Salute ritiene necessario il riesame «del piano provinciale di gestione dei rifiuti ed in particolare del progetto di incenerimento dei residui urbani». Le particelle che produrrà il nuovo inceneritore, rimarca Vedovelli, «sono più piccole di un virus. A ciò si aggiunga il fatto che l’impianto che intende realizzare la Provincia produrrà sostanze tossiche di vario genere: diossina, furani e idrocarburi in particolare. Le micropolveri costituiscono un pericolo per tutti».
 Nel corso del sit-in i protezionisti hanno spiegato che le Pm 5/10 colpiscono naso e faringe, le Pm 3/5 la trachea, le Pm 2/3 i bronchi, le Pm 1/2 i bronchioli e le Pm 0,1/1 gli alveoli. Di qui la necessità di agire in tempi ragionevolmente brevi. «Chiediamo una politica mirata di riduzione dei rifiuti, l’adozione di un sistema di raccolta differenziata porta a porta e di una tariffa puntuale (ndr meno si differenzia e più si paga) e, in ultima istanza, la difesa della salute dei cittadini». Vedovelli, poi, si dice scettico sulle rassicurazioni del direttore dell’Appa Luigi Minach. «Finora non c’è stata sufficiente trasparenza nella divulgazione dei dati sulle micropolveri. La gente non è stata debitamente informata e noi, con il nostro esposto alla Commissione europea, vorremmo riuscire a colmare anche questa lacuna».
 Sulla presunta mancata informazione dei cittadini il direttore dell’Appa non è affatto d’accordo. «La valutazione sull’impatto sanitario dell’inceneritore - spiega Minach - è stata fatta dal Comune di Bolzano e presentata al pubblico e alla stampa dall’assessore all’ambiente nel 2002. Sono state eseguite misure sul contenuto di diossine e metalli pesanti nel terreno nella zona di massima ricaduta e nella conca di Bolzano: i dati rilevati sono nella norma e non si rileva alcuna correlazione tra inceneritore e ricaduta. Misure di Pm in emissione ed immissione dimostrano livelli di Pm non significativi in quanto le quantità di particelle in emissione sono inferiori a quelle riscontrate nell’aria esterna». (max)


Il fronte del NO

 BOLZANO. Sono 13 le associazioni che finora hanno aderito al fronte anti-inceneritore: Heimatpflege, Ctcu, Gruppo ambientalista, Dachverband, Legaambiente Trentino Alto Adige, Associazione studenti, Lebenswert, Associazione Biologi, Centro attenzione permanente San Giacomo, Consiglio di quartiere Don Bosco, Ambiente e Salute, Cgil Lavoro e Società, Piattaforma Pro Pustertal. Sono state raccolte anche 100 firme. Il presidente del Consiglio provinciale Riccardo Dello Sbarba ha proposto invece un tavolo di mediazione, come è avvenuto nel caso dell’aeroporto.


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categoria:ambiente, inceneritore, centro attenzione permanente
mercoledì, 28 novembre 2007

«Emissioni nella norma Il piano rifiuti funziona»

Minach (Appa) replica ai dubbi relativi al nuovo impianto
Alto Adige, 28 NOVEMBRE 2007

 BOLZANO. Il direttore dell’Appa Luigi Minach replica ai tanti dubbi sollevati in merito alla realizzazione del nuovo inceneritore.
 Sulla mancata informazione: «La valutazione sull’impatto sanitario dell’inceneritore è stata fatta dal Comune di Bolzano e presentata al pubblico e alla stampa dall’assessore all’ambiente nel 2002. Sono state eseguite misure sul contenuto di diossine e metalli pesanti nel terreno nella zona di massima ricaduta e nella conca di Bolzano: i dati rilevati sono nella norma e non si rileva alcuna correlazione tra inceneritore e ricaduta. Misure di PM in emissione ed immissione dimostrano livelli di PM non significativi in quanto le quantità di particelle in emissione sono inferiori a quelle riscontrate nell’aria esterna».
 Inoltre, prosegue Minach, «si ricorda che l’area sulla quale sorgerà l’inceneritore deve essere bonificata. Perciò la bonifica dell’area attualmente contaminata costituisce non solo una mitigazione dell’impatto, ma un sostanziale miglioramento». Sul coinvolgimento della popolazione l’Appa ricorda una serie di incontri pubblici, convegni e pubblicazioni, mentre per quanto riguarda i rischi sulla salute «le ripetute segnalazioni di incrementi significativi per sarcomi dei tessuti molli e linfomi non Hodgkin” stando alle informazioni che mi sono state date si riferiscono ad inceneritori di prima e seconda generazione, non confrontabili con la tecnologia attuale o del nuovo inceneritore previsto a Bolzano». Infine la raccolta differenziata: «Dal 2001 al 2006 è aumentata dal 36% al 46%, a dimostrazione che il piano gestione rifiuti funziona».
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categoria:ambiente, inceneritore, antiinquinamento
martedì, 27 novembre 2007


Il ministro: esistono alternative meno inquinanti Incontro a «360 gradi» Pieno sostegno per Casaclima, presto pannelli fotovoltaici anche sulle caserme

BOLZANO — Sarà il fato ma alla vigilia dell'assegnazione dell'appalto per il nuovo inceneritore a Bolzano fa capolino il ministro per l'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Ospite dei Verdi altoatesini ha incontrato la stampa parlando di tutto: dalle energie rinnovabili fino al trasporto ecocompatibile. Non poteva mancare un accenno al nuovo inceneritore. «Oggi— avverte il ministro — esistono tecnologie innovative come il trattamento a freddo o la dissociazione molecolare. Prima di costruire un inceneritore sarebbe il caso di prendere in considerazione alternative meno inquinanti». Una bocciatura, quella di Pecoraro Scanio, non certo dettata da motivazioni ideologiche. «Non possiamo fare le battaglie per il protocollo di Kyoto e poi costruire impianti che producono Co2 o diossine » mette in chiaro il ministro.
Inceneritore a parte, nei corridoi del dicastero per l'Ambiente l'Alto Adige è considerato un modello da imitare. A cominciare dal progetto Casaclima che, dice Pecoraro Scanio, farà scuola in tutto il resto d'Italia. Per il momento a far scuola sono le caserme altoatesine i cui comandanti, spiega il ministro, hanno illustrato ai loro «colleghi» come installare pannelli fotovoltaici nelle aree militari. «Negli ultimi sei mesi — aggiunge il presidente nazionale dei Verdi — l'Italia è stato il paese in cui la produzione di energia solare è aumentata maggiormente. D'altronde siamo il Paese in cui gli incentivi sono maggiori e questo grazie all'impegno dei Verdi». Sempre per quanto riguarda il capitolo energie rinnovabili il ministro ha voluto precisare che certificati verdi e contributi statali verranno concessi solo agli impianti che utilizzano biocarburanti prodotti in loco. «Al massimo nel raggio di 70 chilometri, altrimenti — mette in chiaro Pecoraro Scanio — il bilancio ambientale diventa insostenibile».
Accolto dai massimi vertici dei Verdi (il G7 come lo ha scherzosamente definito Franco Bernard), Pecoraro Scanio ha parlato anche di tunnel del Brennero. Il ministro è stato molto prudente anche perchè nel governo c'è chi è decisamente favorevole alla costruzione della galleria. «Dico semplicemente che le infrastrutture hanno senso se servono a spostare le merci dalla gomma alla rotaia. Come ministero dell'Ambiente — ricorda — sosteniamo tutte quelle iniziative volte a ridurre le emissioni inquinanti. Decisioni come quella di aumentare le tariffe per l'affitto dei binari alle società che trasportano tir sull'asse del Brennero sono incomprensibili. Sulla Torino Lione abbiamo attuato politiche opposte ».
Infine le Alpi. Il ministro ha assicurato che seguirà personalmente la candidatura delle Dolomiti a patrimonio mondiale dell'umanità. «La protezione delle Alpi è un priorità politica» afferma Pecoraro Scanio che a gennaio volerà a Parigi per incontrare i vertici dell'Unesco.
Dai verdi altoatesini il ministro ha ricevuto una delle nuove borse realizzate dal partito ecologista con la scritta: «Sono la pecora verde della famiglia».
Marco Angelucci
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categoria:inceneritore
venerdì, 23 novembre 2007

La circoscrizione vota mozione contro il nuovo impianto: «Troppo vicino a Casanova»
Don Bosco dice «no» all’inceneritore
Il presidente Lillo: «Sindaco e consiglieri comunali si attivino: la volontà dei cittadini questa volta dovrà essere rispettata»
Alto Adige, 23 NOVEMBRE 2007

 BOLZANO. Don Bosco contrario alla realizzazione del nuovo inceneritore: i suoi 27 mila abitanti non lo vogliono. Lo si evince dalla risoluzione votata dal consiglio di Circoscrizione all’unanimità, eccetto l’astesione del consigliere Svp (il centrosinistra è uscito dall’aula). Si chiede a sindaco e consiglio comunale di attivarsi presso la Provincia: ci si attende un ripensamento. Intanto, le perplessità sul termovalorizzatore aumentano. In primis, il bilancio di previsione 2008 della Provincia parla chiaro: per via dei mutui l’impianto non costerà 98,5 ma 135,5 milioni. In seconda battuta, il preventivo attuale non tiene conto della necessità di nuove tubature per il teleriscaldamento: così facendo andranno persi i 9/10 del calore prodotto.
 Come precisa il presidente del quartiere, Enrico Lillo, «il consiglio ha avuto modo di discutere la scelta fatta dalla Provincia di collocare il nuovo impianto di incenerimento nelle immediate vicinanze del quartiere Don Bosco, a pochi metri in linea d’aria dal costruendo rione Casanova. Il consiglio è convinto che - dando l’avallo al progetto - si sia persa la grande occasione di non costruire più un nuovo inceneritore o, nell’ipotesi che questa sia l’unica via possibile per lo smaltimento dei rifiuti, di collocarlo in una zona differente da quella di un centro abitato».
 La maggioranza dei consiglieri ha riconosciuto che il nuovo inceneritore, «imposto senza valutare nessun’altra alternativa, contribuirà alla svalutazione della zona che, al contrario, merita di essere rivalutata, in quanto di grande pregio sia paesaggistico che agricolo».
 Inoltre, il nuovo mega impianto «comporterà un aumento dell’inquinanmento sul quartiere, che va ad aggiungersi a quello che già esiste per via del traffico, dell’autostrada e della vicina zona industriale».
 Al termine di una lunga discussione, il consiglio di quartiere ha espresso «la sua assoluta contrarietà alla costruzione del nuovo inceneritore nella posizione individuata dalla Provincia». I consiglieri hanno poi deciso di scrivere una missiva a sindaco, assessore all’ambiente e presidente del consiglio comunale, per chiedere che la loro posizione venga illustrata con forza e portata a conoscenza della giunta provinciale, «dalla quale ci si aspetta un ripensamento al progetto».
 «Ricorreremo a tutti gli strumenti politici - chiosa il presidente Lillo - oltre che a tutte le iniziative popolari possibili, affinché sia data voce ai cittadini, nella speranza che prevalga la loro volontà anziché la logica politica».
 Passando a un altro aspetto, il consigliere di An Mauro Minniti denuncia che «secondo quanto previsto dalla bozza del bilancio di previsione per l’anno 2008, il costo del nuovo impianto non sarà affatto di 98,5 milioni di euro come stabilito, ma, per via del mutuo da accendersi per finanziare l’opera, si salirà alla cifra di oltre 135 milioni di euro, da pagarsi da qui al 2020».
 Emerge infine un altro aspetto, fino ad oggi sottovalutato, sempre legato al finanziamento, ma non limitato a questo. L’attuale preventivo studiato dalla Provincia, infatti, non considera l’adeguamento delle tubature del termovalorizzatore per il suo utilizzo nel teleriscaldamento. Tutt’altro che una questione di secondaria importanza. L’attuale impianto, infatti, produce 4 Megawatt. Con il nuovo termovalorizzatore, infinitamente più efficiente del vecchio, la produzione termica verrà decuplicata: 40 Megawatt. Per poterla utilizzare servirebbero tubazioni adeguate, in grado di trasportare codesta energia termica sotto forma di vapore alla centrale di teleriscaldamento e, da qui, magari, alle abitazioni di Casanova. Secondo indiscrezioni, l’adeguamento verrebbe a costare svariati milioni di euro; alcuni tecnici parlano di 10 o 15 milioni. Ma di questa cifra, nel preventivo attuale, non si trova alcuna traccia. Conseguenza ovvia: le tubature non verranno adeguate e, così facendo, i nove decimi dell’energia termica prodotta verranno dispersi in atmosfera e non sfruttati per il teleriscaldamento.
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categoria:inceneritore, comune di bolzano, antiinquinamento
domenica, 18 novembre 2007



«Inceneritore, tavolo aperto»

Ambiente Mozione dei Verdi. «Ora c'è un dubbio, fermiamoci»

Corriere dell'Alto Adige  2007-11-18

Dello Sbarba propone una nuova mediazione

BOLZANO — I Verdi scendono in campo al fianco di dodici associazioni ambientaliste altoatesine per tentare l'ultima spallata alla costruzione del nuovo inceneritore. I Verdi porteranno il nuovo impianto di smaltimento rifiuti di nuovo all'attenzione del consiglio provinciale in dicembre, approfittando di una vecchia mozione presentata in consiglio e mai discussa. La mozione (la 300/05 del 14 luglio 2005) chiedeva «una pausa di riflessione per l'inceneritore, per verificare se sia una scelta sensata ». Il presidente del consiglio provinciale, il verde Riccardo Dello Sbarba, ha intenzione di aggiungere a quella mozione l'appello firmato da dodici associazioni ambientaliste nel quale si chiede di riaprire un dibattito alla luce della pericolosità dell'impianto che era sconosciuta ai tempi della valutazione d'impatto ambientale. I Verdi si propongono come mediatori fra i sì senza dialogo della Svp e i no senza appello degli ambientalisti. La posizione verde è riassumibile così: rispetto ad alcuni anni fa c'è un dubbio su questo impianto, parliamone intorno a un tavolo paritetico con esperti nominati da Provincia, Comune di Bolzano e ambientalisti.
Riccardo Dello Sbarba spiega che «fra le associazioni che hanno firmato l'appello ce ne sono alcune finanziate dalla Provincia, come la federazione protezionisti sudtirolesi (Dachverband für natur) o la Haimatpflegeverband. Queste associazioni non sono certo accusabili di essere improvvisate o radicali perché si avvalgono di esperti e pongono critiche condivisibili. A queste possono esserne aggiunte altre, più politiche. Per esempio quando l'inceneritore è stato progettato il quartiere Firmian non era neppure un'ipotesi, quindi la densità abitativa dell'area era molto diversa. Poi la realizzazione dell'inceneritore è basata, anche, su un ipotesi di aumento del 2% annuo dei rifiuti da smaltire, cioè quelli che restano dopo la raccolta differenziata. Una tendenza tutt'altro che sicura in una provincia nella quale la raccolta differenziata è all'avanguardia e in crescita ».
Il dubbio dunque esiste e per i verdi giustifica una pausa nell'iter del progetto. «Anche perché il tempo c'è — spiega Dello Sbarba — L'attuale inceneritore ha 4/5 anni di vita e quello nuovo dovrebbe essere pronto nel 2009. Finora si avanza a colpi di convegni dalle conclusioni opposte. Io dico: mettiamo gli esperti di tutte le parti intorno a un tavolo e ascoltiamo le loro argomentazioni. Come noto l'inceneritore non è l'unica soluzione. Un confronto vero farebbe emergere le motivazioni migliori e in base a quelle si potrebbe scegliere la soluzione migliore ».
Damiano Vezzosi
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categoria:inceneritore
venerdì, 16 novembre 2007


Braccio di ferro Palazzo Widmann ignora l'ultimo appello degli ecologisti: indispensabile sostituire l'impianto

Corriere dell'Alto Adige 2007-11-16

Inceneritore, nel 2007 costi record

Forni bloccati oltre due mesi all'anno. Un milione per la manutenzione

Ultimatum Nel 2010 il termovalorizzatore che sorge a Bolzano sud deve essere smantellato perchè troppo vecchio
BOLZANO — Non si spengono le polemiche legate alla costruzione del nuovo inceneritore. Le argomentazioni degli ambientalisti non convincono la Provincia che è determinata a proseguire per la sua strada. Tanto più che i costi per la attuale termovalorizzatore sono schizzati verso l'alto: le stime per il 2007 si aggirano attorno al milione di euro. In pratica l'inceneritore funziona a giorni alterni e per almeno un paio di mesi l'anno va in ferie. I tecnici infatti devono spegnerlo per ripulirlo e sistemarlo. E, come accade per le auto, la fase di accensione è il momento maggiormente inquinante. Assessori e membri del cda confermano: «La manutenzione sta diventando sempre più costosa» Nel 2010 l'attuale inceneritore dovrà andare in pensione. Per quel momento dovrà essere pronto uno nuovo o per lo meno bisognerà decidere dove mettere le tonnellate di rifiuti prodotte in Alto Adige. «L'impianto nuovo — ha sempre assicurato l'assessore all'ambiente Michl Laimer — inquinerà molto meno di quello vecchio. Il partito dei contrari gioca sulle paure delle gente ma possiamo garantire che le emissioni del nuovo termovalorizzatore sono assolutamente trascurabili». Sulla stessa linea anche l'assessore Florian Mussner che conferma: «Ormai indietro non si torna».
L'iter dunque prosegue e il direttore dell'ufficio smaltimento rifiuti Georg Simeoni punta ad arrivare all'apertura delle buste con le offerte economiche entro fine mese. «Per quella data la valutazione tecnica dovrebbe essere terminata » spiega.
Rispetto alla prima d'appalto questa volta le due cordate sembra abbiano rispettato scrupolosamente le indicazioni del capitolato d'appalto e la partita dovrebbe giocarsi esclusivamente sull'offerta economica. Due le cordate in gioco, entrambe possono essere considerate altoatesine, visto che la Unieco, capofila di uno dei due consorzi ha già fatto sapere che se vincerà l'appalto trasferirà la sede legale dell'associazione d'imprese a Bolzano. Vada come vada, il gettito Iva dunque è garantito. Da un lato c'è la cordata capeggiata dalla Atzwanger spa di Bronzolo in cui vi sono anche la Oberosler cav. Pietro spa di San Lorenzo di Sebato, la Seeste Bau spa di Bolzano, la Cosbau spa di Bolzano, la Wipptaler Bau spa di Colle Isarco, la Stahlbau Pichler srl di Bolzano, la Hafner di Bolzano e la Ladurner spa di Lana. Nella seconda cordata invece vi sono la cooperativa emiliana Ccc, l'Unieco di Reggio Emilia, la Zimmerhofer e la Unionbau di Campo Tures, la cooperativa lavoratori edili di Bolzano, la Schmidhammer di Brunico e la Ceis srl di Milano.
La base d'asta è di 98 milioni di euroe l'impianto da 130 mila tonnellate dovrà essere pronto e funzionante nel 2010, data in cui quello vecchio deve essere assolutamente smantellato. I lavori dovrebbero partire con l'anno nuovo.
Marco Angelucci
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categoria:ambiente, inceneritore
martedì, 13 novembre 2007

 Richiesta di 12 associazioni, bloccare la gara e ripensare il sistema di smaltimento
Gli ambientalisti alla Provincia: rischi per la salute
  Alto Adige 13 NOVEMBRE 2007

 BOLZANO. «Fermate l’inceneritore». Dodici associazioni ambientaliste lanciano l’ultimo appello alla Provincia. Sta per chiudersi la gara d’appalto per la realizzazione dell’impianto e i gruppi (tra cui Ambiente e salute, Dachverband für Natur, Legambiente, Heimatpflege, Wwf), chiedono di ripensare a tutto il progetto. Sotto accusa, le nanoparticelle presenti nei fumi. Neppure i filtri di ultima generazione previsti dal progetto, sostengono i firmatari, ne potranno evitare la dispersione nell’aria. «La Provincia deve tenere conto dei risultati arrivati dalla ricerca negli ultimi anni», si legge, «La pericolosità del nanoparticolato è ormai confermata anche dalla letteratura medica. La loro pericolosità è essenzialmente legata alla capacità di penetrare in tutti i tessuti, nelle cellule e nei nuclei degli organismi viventi».
 Con lo stop alla gara di appalto gli ambientalisti chiedono alla Provincia di potenziare il sistema di raccolta differenziata e solo quando sarà avviata «una corretta filiera del riciclaggio» valutare la migliore tecnica impiantistica per lo smaltimento della frazione residua. Questa sera (20,30 alla Kolpinghaus) serata informativa con l’esperto germanico Klaus Kock e domani seminario di approfondimento (ore 8.30 Legacoop in corso Libertà 35).


Corriere dell'Alto Adige 2007-11-13

Dodici associazioni non si rassegnano alla costruzione del nuovo impianto

Firme, ultimo baluardo contro l'inceneritore

Ortner: «Si potrebbe trovare un'altra soluzione»

BOLZANO – Entro la fine del mese si concluderà la gara d'appalto per l'assegnazione dei lavori per la realizzazione dell'inceneritore di Bolzano sud, ma non tutti si sono arresi. Dodici associazioni, tra cui Legambiente, «Ambiente e Salute» e l'associazione dei biologi sudtirolesi chiedono ai bolzanini di sottoscrivere l'appello per fermare l'iter di assegnazione dell'appalto di costruzione e di riaprire urgentemente un dibattito (appello@ambie nteesalute.org).
«Non è un atto d'accusa ma semplicemente una richiesta di ripensamento — sottolinea Alessandro Cosi di Ambiente e Salute — negli ultimi anni la ricerca nell'ambito dell'inquinamento da polveri ha fatto notevoli passi avanti ed è ormai confermata la pericolosità delle polveri ultrafini, per le quali non esistono filtri ».
Cosi spiega come anche la letteratura medica abbia confermato la potenzialità delle nano-polveri di penetrare nei tessuti e di insinuarsi negli organi. Ci saranno ancora più nano- particelle perché gli inceneritori di nuova generazione hanno temperature di combustione più alte» conclude Alessandro Cosi.
Sia Peter Ortner, presidente dell'Heimatpflege Suedtirol che Roman Zanon, presidente della federazione Protezionisti Sudtirolesi, chiedono che la politica dia una risposta alla popolazione. «Non parlano volentieri di quest'argomento, ma la gente vuole sapere — sottolinea Zanon —. Si potrebbe trovare una valida soluzione alternativa insieme a Trento — aggiunge Ortner — ».
Le associazioni chiedono di riaprire il dibattito sulla gestione dei rifiuti in regione perché sono sicure che si possano fare scelte migliori di quella dell'incenerimento e per avvallare ulteriormente la loro linea hanno organizzato un'altra conferenza. Questa sera alle 20.30 presso la Kolpinghaus si terrà un incontro con Klaus Koch, esperto di ecologia di Amburgo, dal titolo «Differenziare e incenerire, errori e contraddizioni della gestione dei rifiuti a Bolzano». Domani mattina lo stesso Koch terrà un workshop presso la LegaCoopBund in corso Libertà 35.
«Nessuno può negare l'inquinamento atmosferico provocato da un inceneritore — sottolinea Claudio Vedovelli di Ambiente e Salute — per non parlare dei camion che verrebbero a portare qui i rifiuti. Ne sono previsti 72 mila e 800 l'anno». « Il nostro appello è un'iniziativa di democrazia, di partecipazione dei cittadini, mentre dall'altra parte, in Provincia, per le grandi opere si decide sempre a porte chiuse, senza informazione né consultazione. Su un impianto così grande i rischi per la salute vanno considerati — conclude ricordando che anche l'Ordine dei medici ha firmato il documento —».
Federica Costanzo

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categoria:ambiente, inceneritore, antiinquinamento
giovedì, 25 ottobre 2007

E’ stato presentato anche quest’anno il rapporto annuale di Legambiente sulle città ecocompatibili. Bolzano si è attestata al 9° posto nella graduatoria generale,
ma come per gli anni scorsi, la sua posizione retrocede di molto se si entra nello specifico dei punteggi, in particolare per quello che riguarda produzione dei rifiuti
e la raccolta differenziata.
Nella graduatoria delle città capoluogo che differenziano di più, il primato, meritatissimo, spetta a NOVARA, con un risultato che sfiora il 70% di raccolta differenziata
sul totale dei rifiuti prodotti, mentre Bolzano si attesta soltanto al 40° posto con il 31%. Perché sottolineare questo dato?
Semplice, perché Novara ha più di una similitudine con Bolzano, ad esempio ha la stessa popolosità, intorno ai 100.000 abitanti, e aveva lo stesso sistema
di raccolta dei rifiuti, con cassonetti stradali e campane, che aveva Bolzano prima di avviare la raccolta del rifiuto umido.
Nel 2004 un’amministrazione pubblica responsabile e coraggiosa, quella di Novara, è partita con la raccolta differenziata porta a porta di TUTTE LE FRAZIONI di rifiuti,
e in soli 3 anni sono passati da una percentuale del 29% di differenziata nel 2003, al 66,9% del 2006!

di
Paola Dispoto
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categoria:ambiente, salute, inceneritore
venerdì, 14 settembre 2007


Ospite di Ambiente e Salute

L'invito di Pallante «Niente inceneritore e riduciamo i rifiuti»

Corriere dell'Alto Adige 2007-09-14

BOLZANO — «No al nuovo inceneritore a Bolzano». A tal proposito l'associazione «Ambiente e Salute» ha organizzato ieri sera un incontro con Maurizio Pallante, consulente del ministero dell'Ambiente per l'efficienza energetica, noto saggista nel campo del risparmio energetico e delle tecnologie ambientali. Pallante è anche il creatore della «teoria della decrescita felice», che ha dettagliatamente spiegato durante il convegno.
«Al termine decrescita viene spesso dato il significato di sobrietà, moderazione, rinuncia — afferma Pallante — Ma è una concezione restrittiva. Al giorno d'oggi sono tutti per la crescita del Pil che è divenuta ormai una superideologia, e vista come un dovere. Anzi, per citare un alto dirigente di Confindustria, "un dovere morale". Disinquinare un sito contaminato, consumare carburante, ricoverarsi per curare un cancro significa attivare un ciclo di fatturazioni alacremente conteggiate dal fisco e annotate nella colonna del valore aggiunto dell'economia. La politica, destra e sinistra, è tutta schiacciata su questo dogma. Ma la realtà è ben diversa. Tante persone mi accusano di voler tornare alle carrozze alle candele — prosegue l'esperto — Chi acquista meno merci non è meno felice di chi ne acquista molte. Fare a meno del superfluo non è un passo verso l'ascetismo, ma verso un grado di libertà ad alto contenuto di moralità ».
Altro erroneo convincimento da parte della gente sarebbe che l'innovazione porti al miglioramento,«ma è un ideologia finalizzata alla disponibilità delle persone a buttare quello che hanno», il che porta ad aumentare i rifiuti. «Bisogna poi precisare che la raccolta differenziata dei rifiuti è sì una cosa positiva ma è solo una strumento, il fine deve essere quello della diminuzione dei rifiuti. I rifiuti si producono nei processi di produzione e quando vengono dimessi. Dobbiamo sviluppare tecnologie capaci già nel momento della produzione di ridurre al minimo le quantità di energia e di rifiuti necessari a produrre i beni».
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categoria:inceneritore
giovedì, 30 agosto 2007
Alto Adige 30 AGOSTO 2007
Appalto inceneritore, è polemica
Urzì e Seppi: la città non deve diventare la pattumeria di tutti
 BOLZANO. Via alle polemiche, a seguito dell’annuncio dell’indizione di una seconda gara d’appalto per l’inceneritore di Bolzano Sud, dopo che la prima era stata annullata perché nessuna delle tre ditte che si erano presentate rispettava le prescrizioni del bando di gara. L’aennino Alessandro Urzì sbotta: «Perché solo Bolzano deve sopportare l’insediamento di impianti ad alto impatto ambientale?».
 E Donato Seppi (Unitalia), gli fa eco: «È inaccettabile che l’inceneritore adibito alla eliminazione di tutte le immondizie della provincia venga realizzato a Bolzano e non si siano invece programmate tre centrali di incenerimento decentrate sul territorio come era nelle giuste aspettative dei residenti».
 Caustico anche il commento di Luca Marcon, autocandidatosi alla segreteria provinciale del Partito democratico: «La raccolta differenziata dell’umido è andata così bene che l’impianto di compostaggio di Lana è arrivato a regime mesi prima del previsto. La dimostrazione lampante del fatto che i bolzanini sono assai virtuosi e se l’ammistrazione ci credesse davvero, potrebbe spingere moltissimo sulla raccolta differenziata».
 L’annullamento della prima gara d’appalto per la realizzazione del nuovo impianto di incenerimento, commenta Urzì, «aveva fatto sperare nella possibilità di riaprire il confronto su altre ipotesi di collocazione dell’impianto, in Alto Adige, al fine di ridurre l’insediamento di strutture ad alto impatto ambientale concentrate tutte nel triangolo Bolzano/Bronzolo/Vadena. Una speranza che è andata delusa». Alleanza nazionale ritiene che la conca del capoluogo abbia sino ad oggi già abbondantemente svolto la propria parte per quanto attiene l’insediamento di strutture che per la loro natura prefigurano rischi connessi alla attività in esse svolte.
 Seppi, da parte sua, ribadisce «l’assoluta contrarietà alla creazione dell’impianto dove è previsto, considerata la vicinanza al centro abitato e alla prossima realizzazione di altre centinaia di alloggi privati e popolari ma va soprattutto preso atto che l’amministrazione comunale in primis, e quella provinciale, hanno deciso di trasformare Bolzano nella pattumiera della Provincia senza alcuna possibilità di discussione in merito». Conclude Marcon: «Non si è mai capito per quale motivo sia stata annullata la prima gara, probabilmente per creare un vantaggio a qualche cordata di imprenditori locali. A tal proposito stupisce anche che a giudicare un appalto da 100 milioni di euro saranno March e Tengler, inquisiti per la questione delle Max Valier. Perché nessuno ha sollevato la questione etica?» (da.pa)


Corriere dell'Alto Adige 2007-08-29

Un impianto da 98 milioni. Anche Lillo critico: «Speriamo che la gara vada deserta»

Inceneritore, giochi riaperti

Pubblicato il nuovo bando. Ambientalisti all'attacco

BOLZANO — La Provincia insiste sul nuovo inceneritore e pubblica il bando bis da 98 milioni di euro: entro il 10 ottobre, le aziende interessate a costruire l'imponente struttura a Bolzano sud — che smaltirà 130mila tonnellate di rifiuti all'anno e che prevedibilmente verrà acceso nel 2010 — dovranno far pervenire i loro progetti. Piovono le prime critiche degli ecologisti. Luca Marcon: «Una procedura sospetta». Incalza Claudio Vedovelli (comitato Ambiente e Salute): «Si vuole insistere su un impianto costoso, inutile e soprattutto dannoso». Parla di salute dei cittadini anche il presidente di Don Bosco, Enrico Lillo: «Spero che questa gara vada deserta e in ogni caso la collocazione di questa struttura deve essere lontano dal centro abitato ». Anche i Verdi vogliono vederci chiaro: «Analizzeremo ogni aspetto del bando, sotto il profilo ambientale».


Vedovelli caustico «Scelta costosa, inutile e dannosa»


BOLZANO — Claudio Vedovelli, medico e militante ambientalista all'interno del comitato Ambiente e salute, è uno dei principali critici del nuovo inceneritore, un'impianto inquinante e soprattutto inutile, in particolare ora che anche i bolzanini hanno iniziato a dedicarsi così diligentemente alla raccolta. «Purtroppo — dice — la Provincia segue altre strade».
Vedovelli, oggi è stato pubblicato il bando per l'inceneritore di Bolzano. La Provincia tira dritto, che ne pensa?
«Vorrei capire che cosa è cambiato rispetto alla gara d'appalto precedente anche se forse la vera questione è che non si è ancora capito a chi deve andare l'affare. Noi comunque restiamo contrari al termovalorizzatore».
Che cosa non vi convince?
«Innanzitutto sono cambiate le condizioni. Adesso anche a Bolzano è decollata la raccolta dell'umido. I cittadini sembra che collaborino bene allora forse vale la pena di chiedersi se questo inceneritore è veramente così utile».
Però anche aumentando la percentuale di raccolta differenziata non si riuscirà mai ad azzerare la produzione di rifiuti. Da qualche parte dovranno pur andare. Dove?
«Secondo noi a Bolzano sarebbe possibile ad arrivare ad una quota di differenziata dell'80 per cento. Se teniamo conto che nel resto della provincia la differenziata è molto sviluppata allora si possono pensare soluzioni alternative all'incenerimento che, è noto, produce sostanze nocive per la salute».
C'è anche chi sostiene che l'impianto è troppo grande...
«È vero. Gli inceneritori garantiscono l'efficienza economica solo se funzionano al massimo ed è possibile che l'Alto Adige non produca abbastanza rifiuti».
C'è il rischio che vengano bruciati rifiuti che arrivano da fuori provincia?
«In teoria c'è una legge provinciale che vieta l'importazione di rifiuti ma le leggi possono cambiare. Secondo noi questo impianto oltre che costoso e dannoso è anche inutile».


Corriere dell'Alto Adige 2007-08-30

AMBIENTE
LUCI E OMBRE DEL TERRITORIO

Anidride carbonica nell'aria «Le Acciaierie violano Kyoto»

Eco-Way: emissioni oltre i limiti. L'azienda: provvederemo

BOLZANO — Il Trentino- Alto Adige è una delle regioni che emette meno anidride carbonica in Italia. Le differenze tra le due provincie, però sono marcate: se Trento è la più virtuosa, Bolzano non va molto bene. È quanto emerge da una ricerca condotta da Eco-Way, società che si occupa di cambiamenti climatici per il privato e per il pubblico, aggreggando i dati che le imprese sono tenute a fornire al ministero dell'Ambiente.
Le aziende del Trentino-Alto Adige, infatti, producono oltre il 3 per cento di emissioni di CO2 in meno di quanto fissato dal Piano nazionale di allocazione. Secondo il protocollo di Kyoto, il trattato internazionale sul clima, tutti i paesi che l'hanno ratificato devono ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica, assegnando alle aziende delle quote massime di inquinamento e spingendole a restare sotto la soglia.
In totale la nostra regione produce il 3 per cento di emissioni in meno di quanto potrebbe, ma mentre la provincia di Trento libera nell'aria il 4,9 per cento in meno rispetto alla sua quota, la provincia di Bolzano sfora il tetto del 37,8 per cento. Un dato che, comunque, non pesa molto su quello generale della regione, dato che le quote di emissione in Alto Adige non sono consistenti e le imprese inquinanti iscritte nel piano di allocazione sono solo quattro: l'impianto di teleriscaldamento di Brunico, i sistemi di combustione della fabbrica della birra Forst e della fabbrica di succhi concentrati Hans Zipperle di Merano, oltre alle Acciaierie Valbruna di Bolzano. Bisogna sottolineare, però, come sul totale della regione l'unico settore con il segno positivo è proprio quello della produzione di materiali ferrosi, per cui le acciaierie altoatesine, insieme a quelle trentine, oltrepassano il limite di emissioni consentito del 48 per cento.
«La ricerca condotta in Trentino-Alto Adige — dice Guido Busato, presidente di Eco-Way — evidenzia un risultato positivo: le aziende di questa regione sono riuscite a rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto, un esempio da seguire a livello nazionale dove c'è ancora molto da fare».
È soddisfatto di ciò che si fa per l'ambiente in Alto Adige l'assessore provinciale Michl Laimer: «Il 45 per cento del fabbisogno energetico della nostra provincia è fornito da energia alternative — dice — e stiamo lavorando per portarlo la percentuale al 70 per cento in sette-otto anni. Sulle emissioni di CO2 prodotte per abitante siamo oltre la metà sotto la media italiana, ma dobbiamo ancora fare molto. Per quanto riguarda le acciaierie sono una realtà concreta di questa provincia, ma se vogliono restare competitivi devono investire al massimo nella riduzione delle emissioni e sono sicuro che si farà tutto il possibile per raggiungere questo risultato ».
Dalla Valbruna il portavoce Flavio Paganin conferma l'impegno a essere in linea con quanto chiesto dalla Provincia.
Francesco Amorosino

INQUINAMENTO I fumi e le polveri delle Acciaierie svolazzano sul quartiere di Oltrisarco

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categoria:ambiente, amaro, inceneritore, conca atesina, provincia di bolzano, antiinquinamento
venerdì, 03 agosto 2007
Corriere dell'Alto Adige  2007-08-03

L'assessore: appalto entro ottobre, impianto in funzione nel 2010. Il comitato: pericolo polveri

Inceneritore, Mussner rilancia

Pronto il nuovo bando. I Verdi: la giunta ci ripensi

BOLZANO — L'assessore provinciale ai lavori pubblici Mussner ha pronto sul suo tavolo il secondo bando per la gara d'appalto per la costruzione del nuovo nuovo inceneritore che, entro il 2010, dovrà sostituire quello esistente. La pubblicazione è prevista nei prossimi giorni, anche perché Mussner intende rispettare i tempi. L'obiettivo è quello di ultimare i lavori nel 2009. Immediata la protesta dei Verdi. La consigliera provinciale Kury: «La nostra soluzione è incentivare la raccolta differenziata lasciando da parte il nuovo inceneritore. Per questo spero che la giunta provinciale riveda le decisioni».
Critico anche il comitato ambientalista Ambiente e salute: «La tecnologia, anche la più avanzata — spiega Teresa Fortini — non ci rassicura affatto. Anzi siamo preoccupati perché quanto più sottili sono le polveri tanto più aumentano i rischi per l'ambiente ».
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categoria:ambiente, inceneritore
mercoledì, 30 maggio 2007
Corriere dell'Alto Adige 2007-05-30

Inceneritore, bocciate tutte le offerte

Mussner: sono inadeguate. Durnwalder: forse faremo una trattativa privata
BOLZANO — La gara d'appalto per il nuovo inceneritore di Bolzano è andata deserta. I progetti presentati dalle tre associazioni temporanee d'impresa ( Ati) sono stati considerati inadeguati dalla commissione tecnica e dunque bisognerà organizzare un nuovo bando.
« L'assegnazione dell'appalto dovrebbe avvenire entro ottobre » spiega Florian Mussner, assessore ai lavori pubblici della provincia che assicura che il progetto non subirà ritardi significativi e che, comunque, il nuovo termovalorizzatore entrerà in funzione alla fine del 2009.
Alla gara d'appalto si erano presentate tre cordate: una capeggiata dalla Unieco di Reggio Emilia, una dalla Termomeccanica Spa di Milano alleata alla Zimmerhofer di Campo Tures ed una terza, perfetta espressione dell'imprenditoria locale, guidata dalla Atzwanger spa in cui figurano anche la Oberosler cav. Pietro di San Lorenzo di Sebato, la Seeste Bau, la Stahlbau Pichler, la Hafner e la Cosbau di Bolzano, la Wipptaler Bau di Colle Isarco e la Ladurner spa di Lana.
In ballo c'era la costruzione di un impianto in grado di incenerire 16,3 tonnellate di rifiuti ogni ora. Il bando era molto dettagliato: l'infrastruttura dovrà essere alta 42 metri, avere un camino di 60 metri, a nord verrà costruito il padiglione di scarico mentre sul lato est una costruzione a vetri dovrà ospitare l'edificio amministrativo. A disposizione c'è una superficie di 25 metri quadri ma alla fine non l'ha spuntata nessuno. « La gara — continua l'assessore Mussner — prevedeva che i concorrenti facessero il progetto definitivo ma nessuno ha dato garanzie sufficienti sulle emissioni che avrà l'impianto e suimateriali impiegati. Il termovalorizzatore è un'impianto fondamentale per il futuro della città e prima di assegnare l'appalto i tecnici devono essere veramente convinti » .
Aquesto punto dovrà essere indetto un nuovo bando ma il presidente della giunta Durnwalder assicura che l'importo stanziato dalla Provincia, 98milioni di euro, non aumenterà di nemmeno un centesimo. C'è da augurarselo visto che il costo previsto per il termovalorizzatore è passato dai 71 milioni del 2003 ai 98 del 2005. « Bisognerà organizzare una nuova gara o, al limite, andare a trattativa privata. In ogni caso — mette in chiaro il Landeshauptmann — il progetto va avanti così com'è, di costruire un inceneritore più piccolo non se ne parla nemmeno » .
Dello stesso avviso anche l'assessore ai lavori pubblici che aggiunge: « Il più presto possibile verrà indetta un'altra gara, la valutazione dovrebbe essere più semplice perchè abbiamo già l'esperienza della prima gara » .
Mussner ci tiene a sottolineare anche il progetto non subirà variazioni e che non vi sarà nessun compromesso al ribasso. « L'obiettivo è garantire la costruzione di un impianto all'avanguardia che non produca emissioni nocive per la salute dei cittadini, se non abbiamo le dovuto garanzie non possiamo assegnare l'appalto » .
Dello stesso avviso anche il sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli. « Se i progetti sono stati considerati inadeguati dal punto di vista tecnico significa che abbiamo posto l'asticella molto alta. Giusto che sia così. Questo — continua il primo cittadino che non rinuncia a tirare una frecciata a tutti coloro che si oppongono alla costruzione dell'inceneritore — significa che, al contrario di quanto sostiene qualcuno, la gara non era pilotata e nulla era stato deciso prima del tempo » .
A questo punto però inizia una corsa contro il tempo.
L'attuale termovalorizzatore che sorge a Bolzano sud potrà rimanere in funzione fino al 2010, poi dovrà essere sostituito. Per allora dovrà essere pronto il nuovo impianto ma prima di tutto occorre assegnare l'incarico. Marco Angelucci

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categoria:inceneritore
giovedì, 24 maggio 2007


Nella seduta della mediazione del 23 maggio 2007 è stata illustrata la presentazione – relazione
100.000” non più silenziosi “Una proposta di mediazione”

redatta da Lorenzo Merlini, Massimo Gigliotti, Marco Bove
Centro Attenzione Permanente di San Giacomo
Gruppo di Lavoro Laives – Arbeitsgruppe Leifers

La relazione suddivisa in tre parti oltre ad essere una proposta di mediazione, vuol essere un momento di riflessione per ricordare passaggi e opinioni manifestate nelle diverse sedute e poco rese visibili anche nei verbali.
Nella prima parte viene affrontata la situazione ambientale attuale e futura a Bolzano e nella Bassa Atesina mostrando gli agenti più inquinanti della zona.
Vengono indicate le numerose attività/passaggi-transiti dei trasporti: ferrovia, aeroporto, trasporto su gomma mettendo in rilievo come il pendolarimo o meglio il traffico proveniente dall'esterno cittadino sia la causa del maggior inquinamento identificato come uno tra i maggiori dell'Alto Adige.
I rumori provocati dal traffico debbono essere eliminati o abbattuti nei loro livelli.
L'inquinamento va rimosso direttamente alla fonte proponendo un servizio pubblico più efficiente e rinunciando a nuove fonti inquinanti che di fatto vanno a compromettere la qualità della vita già di per sè in scarso equilibrio. Gli effetti dell'inquinamento procurano danni ambientali, deprezzamento del territorio, vincoli e limitazioni alla destinazione d'uso del suolo e danni alla popolazione.
Nella seconda parte si affrontano gli aspetti socioeconomici relativi all'ampliamento dell'aeroporto.
Analizzate le necessità più importanti dell'ala economica a sostegno di un ampliamento aeroportuale, utilizzando i loro stessi dati presentati precedentemente, vengono demolite le loro posizioni e viene confermato che l'aeroporto non serve:
Né per aumentare le esportazioni: l’A.A. nel 2006 ha avuto una crescita superiore a tutto il nord-est d’Italia pur non avendo un aeroporto. Non dimentichiamo che la Provincia di Bolzano è attualmente impegnata nella realizzazione del BBT.
Né per aumentare la raggiungibilità della nostra provincia. Come visto ci sono regioni alpine con aeroporti internazionali, ciononostante queste sono meno raggiungibili dell’Alto Adige.
Né per aumentare l’occupazione. E’ sufficiente leggere il “Piano Pluriennale degli interventi di politica del lavoro” della Provincia di BZ per capire su cosa si sta puntando per migliorare l’occupazione.
Né per gli spostamenti degli altoatesini: esistono svariate e concrete alternative all’aeroporto di Bolzano.
Quindi a chi servirà l’aeroporto?
Servirà per far crescere il turismo in Provincia di Bolzano?
Ma cosa pensano gli addetti ai lavori nel settore del turismo altoatesino?
SMG: “Noch nie hatte Südtirol so viele Ankünfte und Übernachtungen wie 2006” (Mediazione del 15/03/07)
SMG: “Südtirol belegt mit seinen knapp 3.100.000 internationalen Ankünften Platz 4 in Italien nach den provinzen Rom, Venedig, Florenz und Platz 20 in Europa.” (Mediazione del 15/03/07)
ASTAT: “L’anno 2006 è stato caratterizzato da un andamento positivo, con un aumento del 3,0% negli arrivi e dell’1,0% nelle presenze rispetto al 2005. Nel 2006 gli arrivi (pari a 5,0 milioni) e le presenze (26,4 milioni)hanno raggiunto i rispettivi valori massimi. A partire dal 1998, anno nel quale si era riscontrato un minimo, le presenze sono aumentate costantemente, riuscendo a superare negli ultimi due anni la soglia dei 26 milioni”.
Nessun dato reale dimostra che il turismo in alto Adige necessiti di un altro ampliamento dell’aeroporto per crescere ulteriormente. La riduzione di un giorno (negli ultimi 10 anni) della durata media dei pernottamenti è stata compensata (nello stesso periodo) da un aumento di oltre 3 milioni di presenze turistiche.
Non si può continuare ad interpretare il turismo solamente da un punto di vista quantitativo. E’ ora che anche l’economia pensi ad un turismo sostenibile nel rispetto della natura fonte primaria del successo dell’industria turistica locale. Bisogna tenere conto dell’impatto di un turismo di massa sul territorio e sulle popolazioni investite dai flussi turistici anche nel rispetto delle tradizioni locali.
Nella terza parte si prevede una proposta di mediazine e si è arrivati:
1) Valutando il contratto di mediazione.
2) Considerando i contenuti emersi durante il processo di mediazione:
2a) sono emerse divergenze sostanziali su valutazioni di dati ambientali. Vedi ad esempio dati ALU, dati ABD, dati delle persone viventi nelle vicinanze dell’aeroporto.
2b) Sono emerse divergenze su valutazioni economiche. L’ ABD ha confermato nella riunione del 16 maggio che il Masterplan non puo’ essere completo in quanto generico e lacunoso per sua natura: Secondo l’ABD ”esistono piu’ verita”.
2c) Le leggittime aspettative di centinaia di famiglie a diretto contatto con la struttura (circa 5000 persone ).
Abbiamo bisogno di uno strumento indipendente che ci permetta di avere un quadro il più possibile oggettivo della situazione della conca di Bolzano ed in particolare della zona attorno all’aeroporto.
1) La proposta è quindi di richiedere ai responsabili politici una “Raumverträglichkeitsprüfung” (RVP)
Eine Raumverträglichkeitsprüfung ermittelt und bewertet die umweltrelevanten, sozialen und auch wirtschaftlichen Auswirkungen eines raumrelevanten Vorhabens auf den betroffenen Raum. Ein solcher Prüfansatz ist dann notwendig, wenn das geplante Projekt soziale, regionalpolitische und umweltrelevante Auswirkungen über den Standort und dessen unmittelbare Umgebung hinaus erwarten lässt. In diesem Ansatz werden auch die Wechselwirkungen mit den Nachbarräumen berücksichtigt. In der RVP wird geklärt, ob ein Vorhaben mit den Erfordernissen der Raumordnung vereinbar ist und in welcher Form es mit anderen Planungen und Maßnahmen (anderer Planungsträger) abgestimmt werden kann. (Quelle: www.eurac.edu)

2) Il progetto di ampliamento dell’aeroporto deve essere sottoposto ad una Valutazione di Impatto Ambientale
UVP:
Ziele der UVP sind der Schutz der menschlichen Gesundheit, die Hebung der Lebensqualität durch bessere Umweltbedingungen, die Erhaltung der Artenvielfalt und der Reproduktionsfähigkeit der Ökosysteme sowie die Vermeidung von Umweltschäden. Zu diesem Zwecke werden in der Umweltverträglichkeitsprüfung die wesentlichen Auswirkungen eines Projekts auf die Schutzgüter Mensch, Fauna, Flora, Boden, Wasser, Luft, Klima, Landschaft, Sachgüter und kulturelles Erbe beschrieben und bewertet. Weiters wird die Wechselwirkung aller oben erwähnten Schutzgüter berücksichtigt. (Quelle: www.provinz.bz.it/umweltagentur)
3) PSA (Piano di sviluppo Aeroportuale)
(Fonte: Presentazione Dr.Mussner ENAC)

Aspettative dei cittadini direttamente interessati all’ampliamento dell’aeroporto (anche in ottemperanza alle volonta’ politiche dopo il primo ampliamento del 1997)
Spostamento esercitazioni militari.
Restrizione generale e controllo degli orari di decollo e arrivo delle aeromobili, anche in relazione della loro classificazione.
Spostamento esercitazioni militari.

Allegato della presentazione: “100.000 non più silenziosi. Una proposta di mediazione”


Indirizzi e proposte per una crescita sostenibile
Azioni compensative e mitigratrici

Riconosciuto che la parte territoriale fra Bolzano, Laives e Conca Atesina più in generale è
particolarmente colpita da numerosi soggetti inquinanti, si chiede che vengano effettuati i seguenti interventi nel rispetto dei bisogni di tutta la popolazione che ci abita:
- Immediata costituzione di un laboratorio di idee e di attività che sviluppi strumenti per lo studio e il monitoraggio della situazione complessiva odierna ed una valutazione previsionale del panorama futuro che tenga conto dei numerosi insediamenti già previsti per i prossimi anni.
- Fare opera di prevenzione e informazione alla popolazione verificando, con essa, i risultati emergenti e le possibili pianificazioni future.
- Riduzione dell'inquinamento alla sorgente, adottando e favorendo mezzi di trasporto e impianti termici tecnologicamente innovativi e di basso impatto ambientale (ingegneria aeronautica e motoristica in genere, energie alternative e nuove progettazione di edifici e strutture).
- Prevedere un Piano di Ampliamento Aeroportuale condiviso con le amministrazioni e gli enti preposti.(vedi ENAC)
- Un VIA territoriale ampio, che raggruppi e analizzi le problematiche provocate dagli agenti inquinanti, in particolare dal traffico pendolare, dal trasporto su gomma, dall'aeroporto (aria e rumori), dalla ferrovia (rumori) e dall'inceneritore.
- Una zonizzazione e un piano specifico sulla qualità dell'aria nel territorio sopra considerato e un costante monitoraggio anche per il futuro.
- Un monitoraggio di medicina ambientale sul territorio finalizzato a determinare possibili patologie provocate dagli inquinamenti.
- Una classificazione acustica del territorio limitrofo all'area aeroportuale con misurazione
degli impatti acustici (livelli notte/giorno). *(vedi ENAC)
- Procedure antinquinamento acustico aeroportuale (antirumore di decollo e atterraggio “ICAO”)
- Un Piano di Rischio Aeroportuale.(art 9 ENAC). Gli incidenti che avvengono durante il decollo e l'atterraggio coinvolgono, oltre i passeggeri e l'equipaggio, un vasto territorio nell'intorno dell'aeroporto e con esso un gran numero di residenti. In alcuni casi hanno pagato un elevato tributo in termini di vite umane.
- Spostamento degli elicotteri delle Forze Armate in altra sede (sono la causa del maggior rumore aeroportuale!). Possibilità dichiarata dal presidente Durnwalder.
Nell'attesa del loro trasferimento concordare con l' Esercito, i Carabinieri e la Guardia di Finanza orari più rispettosi per la popolazione e, soprattutto, che tengano conto delle attività scolastiche. Le “lunghe” esercitazioni vanno evitate durante l'orario scolastico e nei week end.
- Spostamento a Trento o altra località degli aerei leggeri ad uso privato e sportivo (sono i voli più numerosi!). Possibilità dichiarata dal presidente Durnwalder.
- Non aumentare gli attuali voli di linea e charter annuali e limitarli nei fine settimana.
- Orari dei voli aerei dalle 7,30 alle 22,00 max.
- Applicare una classificazione più rigida per gli aerei più rumorosi, compresi i privati, impedendone l'accesso aeroportuale (una sorta euro 0 o ero 1 come per gli automezzi pesanti).
- Una classificazione acustica del territorio attiguo alla ferrovia con misurazione dei livelli di rumore soprattutto nelle zone considerate più sensibili (asili, scuole, parchi etc. notte/giorno ). E' un atto politico di pianificazione e gestione territoriale.*
-Predisporre i piani di risanamento da parte delle amministrazioni comunali.
- Per disincentivare il pendolarismo dalla Bassa Atesina attivare, in tempi brevi, treni metropolitani a cielo aperto con la costruzione di nuove stazioni ferroviarie a Oltrisarco e a San Giacomo.
Si ritiene che questo sia possibile con l'ammodernamento della ferrovia che prevede un aumento di passaggi giornalieri da un minimo di 130 a 220/250. Utilizzando un certo numero di questi passaggi, che si renderanno disponibili, è possibile evitare la costruzione di ulteriori, ampi parcheggi all'aeroporto.
Al posto del parcheggio previsto in Masterplan si potrebbe costruire un piccolo parco per bambini, militari e famiglie. Il servizio della nuova stazione di San Giacomo all'aeroporto impedirebbe di far transitare numerosi automezzi da e per l'aeroporto, inquinando meno e alleggerendo il traffico.
- Migliorare la funzionalità dei parcheggi esistenti: uscita A22 e cimitero di Bolzano, evitando la costruzione di ulteriori parcheggi in zona industriale. Il pendolarismo si combatte offrendo treni, autobus, taxi collettivi e non parcheggi che sono solo richiamo di automobilisti con conseguente aumento dell' inquinamento.
- Predisponendo un tunnel sotto la ferrovia in corrispondenza della nuova stazione ferroviaria di San Giacomo (già previsto) è possibile collegare la ciclabile di San Giacomo, in sicurezza, con quella di via Einstein evitando il bruttissimo incrocio con sottopassaggio di Maso della Pieve (cimiteri).
- Nonostante la galleria il traffico a Maso della Pieve e a San Giacomo rimane molto alto. Si chiede che ad Oltrisarco direzione nord – sud prima del sottopasso di via Volta (distributore Agip) venga messo un cartello che indichi Laives direzione via Volta e alla nuova rotonda un cartello Laives direzione via Galvani che porterà alla galleria.
I transiti verso Laives verranno favoriti verso questa nuova direzione alleggerendo San Giacomo e Maso della Pieve che comunque, in futuro, da il parcheggio cimiteriale rafforzato porterà una aggiunta di traffico.
- I transiti di macchine da Bolzano a Laives passando per san Giacomo risultano ancora piuttosto frequenti, nonostante la galleria. E' necessario intervenire drasticamente imponendo una restrizione come ad Oltrisarco oppure dotare di un bollino per solo residenti (dal sottopasso che va in via Einstein fino alla fine di San Giacomo) che permetterà loro di entrare da nord a sud. Tale provvedimento in via sperimentale lo si potrebbe adottare negli orari di punta e se, dopo il monitoraggio, risultasse insufficiente lo si adotterà per le intere 24 ore.
- Intervenire affinchè i navigatori satellitari non facciano passare i camion e le automobili straniere (Germania, Polonia, Italia, ecc.) per la ex statale 12.
- I trasporti con mezzi pesanti dovranno essere trasferiti quanto più possibile sulla ferrovia. Gli autotrasportatori artigiani non utilizzano il trasporto intermodale sovvenzionato dalla Provincia.
- E' necessario favorire anche un trasporto intermodale che faccia viaggiare solamente i containers.
- Le tecniche di gestione dei Materiali Post Consumo (MPC) che comportano le minori emissioni di inquinanti nell'ambiente, la massima riduzione di gas serra ed il massimo risparmio energetico sono: riduzione della produzione alla fonte, riciclaggio, compostaggio.
L'intrinseco vantaggio dei trattamenti meccanico biologici è l'estrema flessibilità. La filiera che presenta il maggiore risparmio di gas serra, il maggiore contenimento delle emissioni nell'ambiente e un'occupazione di suolo confrontabile con quello delle ceneri di un “termovalorizzatore” è la bio-ossidazione con sottrazione del carbonio ossidabile tramite stoccaggio permanente e/o provvisorio del materiale bio-ossidato opportunamente pressato.
Questa soluzione non pregiudica un futuro utilizzo delle potenzialità energetiche dei materiali stoccati, rinviandolo a condizioni di mercato e sviluppo di tecnologie più vantaggiose.
Impianti di bio-ossidazione dimensionati per ogni vallata dell'Alto Adige oltre ad avere i vantaggi sopra descritti eviterebbero i numerosi trasporti dei MPC necessari per mantenere acceso l'unico inceneritore del territorio altoatesino.
- Se AirAlps intende mantenere il contratto di code sharing con Alitalia dovrà spostare la sede tecnica in Italia. Così ha chiesto Alitalia. Alfred Guarriello membro del comitato di gestione AirAlps sostiene che con un piano triennale consentirebbe di programmare investimenti quali l'acquisto di velivoli da 70 posti rispetto gli attuali di 31 (Dornier).
Che venga fatto.
L'aeroporto di San Giacomo è stato dimostrato che può accoglierli fin d'ora. AirAlps, la compagnia tirolese, controllata da imprenditori ed enti sudtirolesi potrà essere sostituita o integrata da altre compagnie che possiedono aerei altrettanto compatibili, ma che dimostrino maggior affidabilità e una maggiore imprenditorialità. Si ritiene che la grandezza dell'aeroporto debba essere messo in sicurezza rimanendo così com'è. C'è la convinzione che vi siano ampi spazi per ottimizzare le potenzialità dell' aeroporto di San Giacomo utilizzando più compagnie aeree, più efficienti dell'attuale, con aerei con max 70 posti che già di fatto possono decollare ed atterrare . Il disavanzo ridotto dalla buona gestione con aerei non superiori ai 70 posti potrà essere ripianato dalla Provincia come altri servizi di trasporto (Sostenuto da Durnwalder).
- I viaggiatori prvenienti dalle lunghe distanze (nord Europa ed est Europa) possono raggiungere Bolzano transitando da Vienna (l'Abd sostiene che i voli per Vienna funzionano particolarmente bene). E' impossibile creare voli da Bolzano per ogni destinazione europea.
- Ogni aeroporto dovrà costituire una Commissione i cui compiti sono: procedere alla classificazione dell'aeroporto stesso, provvedere alla definizione delle procedure antirumore, procedere alla definizione delle tre fasce A – B – C di pertinenza dell'infrastruttura.
- Ogni aeroporto aperto al traffico civile dovrà provvedere alla predisposizione nell'intorno aeroportuale di un sistema di monitoraggio “in continuo” che possa consentire il rilevamento di eventuali superamenti dei limiti. Ciò permette di tenere sotto controllo il “clima” acustico nell'intorno aeroportuale, ma anche di applicare sanzioni ai vettori per il non rispetto dei limiti o delle procedure antirumore. DPR 9.11.99 n. 476 (GU 295 17-12-99)
- Tassazione “chi inquina paga”. E' necessario favorire la Proposta modificata di direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 29-11-2002, COM (2002) 683 def.- Istituzione di una disciplina comunitaria per la classificazione delle emissioni sonore degli aerei subsonici civili ai fini del calcolo delle tasse sul rumore.
- Misure in materia fiscale. Legge n.342/2000. Introduzione a partire dal 2001 di una imposta regionale o di Provincia Autonoma sulle emissioni sonore degli aeromobili. Il soggetto tenuto ad osservare gli obblighi connessi all'imposizione (dichiarazione e versamento) è l'esercente dell'aeromobile. Il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia l'ha introdotta con legge Regionale n.12/2003, Legge collegata alla Finanziaria regionale del 2003. Il gettito sarà destinato al completamento dei sistemi di monitoraggio e disinquinamento acustico e all'indennizzo delle popolazioni residenti in prossimità dell'aeroporto.
- Predisporre una stima (valutazione monetaria) degli impatti ambientali prodotte dai diversi gestori, identificando quantitativamente gli indennizzi da effettuarsi a chi ha subito e subisce i danni. (riferimenti legislativi). Indennizzi volti a migliorare la vita e la salute: infissi, pannelli, isolamenti, sostituzione casa, interventi d'insonorizzazione per edifici ed impianti già esistenti etc.
*La mappatura acustica potrebbe comportare la necessità di adeguare il piano regolatore comunale. Potrebbe essere necessaria una modifica delle destinazioni d'uso dei terreni sottoposti all'inquinamento acustico con la conseguente revisione del valore di mercato di terreni e soprattutto di fabbricati.
---o---
E' importante ricordare quanto il Presidente della Giunta Durnwalder ha dichiarato : “La mediazione dovrà svolgersi con la partecipazione più ampia possibile, dando a tutte le categorie interessate l'opportunità di far sentire la propria voce.” “ La mediazione non dovrà inquadrare esclusivamente l'aeroporto isolato dal suo contesto, ma tener conto di tutte le fonti di inquinamento ambientale e acustico” “Un adeguamento dell'aeroporto sarà eseguito solo a condizione di non aggravare l'impatto complessivo per la cittadinanza”
---o---
Questa è la nostra voce.
Grazie per l'attenzione

Fonti e riferimenti:
LEGGE PROVINCIALE 20 novembre 1978, n. 66 (Provvedimenti contro l'inquinamento prodotto da rumore).
Legge 26 ottobre 1995, n. 447 (Legge quadro sull'inquinamento acustico) DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14 novembre 1997 (Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore).
Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 194 (Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale).
DPR 18.11.1998, n. 459 Rumore ferroviario.
DECRETO 31 ottobre 1997 (Metodologia di misura del rumore aeroportuale).
D.P.R. 11 dicembre 1997, n. 496 (Regolamento recante norme per la riduzione dell'inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili civili).
Dm 20 maggio 1999 (sistemi di monitoraggio aeroporti) (Criteri per la progettazione dei sistemi di monitoraggio per il controllo dei livelli di inquinamento acustico in prossimità degli aeroporti nonché criteri per la classificazione degli aeroporti in relazione al livello di inquinamento acustico).
DIRETTIVA 2002/30/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 26 marzo 2002 (che istituisce norme e procedure per l'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti della Comunità).
DECRETO LEGISLATIVO 17 gennaio 2005, n. 13 ( Attuazione della direttiva 2002/30/CE relativa all'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti comunitari ).
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30 marzo 2004, n.142 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447).
DPR 9.11.99 n. 476 (GU 295 17-12-99). Controllo del clima acustico.
Legge n.342/2000. Introduzione a partire dal 2001 di una imposta regionale o di Provincia Autonoma sulle emissioni sonore degli aeromobili. Capo IV art.90.
ISDE, Inquinamento atmosferico e danni alla salute.
http://www.sestopotere.com/index.ihtml?step=2&rifcat=280&Rid=105911
Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.
Rassegna degli effetti derivanti dall'esposizione al rumore.
2006 ENEA. La politica ambientale tra scelta e non scelta .
Emissioni di bioessicatori e termovalorizzatori a confronto.
Provincia Autonoma di Bolzano
ENAC.
ENAV.
ABD.
AERO CLUB BOLZANO-ALTO ADIGE.
http://www.aeroclub.bz/indexit.htm
A22.
AMMODERNAMENTO ASSE FERROVIARIO DEL BRENNERO.
http://www.verdideltrentino.org/FORRER_infrastr_citta%20asta%20Adige.pdf




sabato, 21 aprile 2007

SABATO, 21 APRILE 2007
Inceneritore, lunedì convegno
 BOLZANO. Lunedì 23 aprile, alla Sala di rappresentanza del Comune, si terrà una serata informativa sul tema: «No inceneritori, sì ad una corretta gestione dei rifiuti. Inceneritori? Quali alternative?».
 La conferenza si pone come seguito a numerose serate informative, organizzate dall’associazione Ambiente e Salute, insieme al Gruppo ambientalista e al MeetUp Bolzano.
 «Lunedì - recita una nota degli organizzatori - il sindaco di Montebelluna, Laura Puppato, racconterà come è riuscita a fermare un inceneritore e fare una differenziata porta a porta molto spinta. Il dottor Valerio, dell’Istituto tumori di Genova, illustrerà invece come è possibile intervenire sulla eventuale frazione residua della differenziata (10-20%) e riuscire a riciclarne ancora il 70%». «L’affare inceneritore - termina la nota - sta andando in porto. Il 29 maggio si assegneranno i lavori (ai soliti noti?); noi continueremo comunque la nostra battaglia, puntando sempre sull’informazione, perché solo grazie a noi nessuno potrà dire “noi non sapevamo”». (da.pa)

lettura 1 inceneritori  effetti degli stessi sull'ambiente e sull'uomo
lettura 2  bioessicatori e termovalorizzatori a confronto
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categoria:inceneritore, antiinquinamento
lunedì, 16 aprile 2007




 
Ambiente e Salute, Meetup Amici di   Be ppe Grillo e Gruppo ambientalista di Bolzano organizzano una serata informativa  
” NO all’ inceneritore, SI ad una corretta gestione dei rifiuti. Inceneritori. Quali alternative?”
 
Lunedì 23 Aprile
ore 20.00
Sala di Rappresentanza del Comune
Vicolo Gumer 7
 
 Relatori:
Laura Puppato, Sindaco di Montebelluna
 Gestione intelligente dei rifiuti. L’ esperienza di Montebelluna nel passaggio al sistema “porta a porta”
 
Dott. Federico Valerio, Direttore del dipartimento di Chimica Ambientale dell’ Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova
Che ne facciamo di quel che resta del riciclaggio? Incenerimento, trattamenti biologici: impatti ambientali a confronto
 
Tutta la cittadinanza è invitata.
Sarà un occasione per capire, confrontare diverse posizioni, fare domande ed esprimere opinioni.
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Umwelt und Gesundheit, Meetup Amici di Be ppe Grillo und  Umweltgruppe Bozen organisieren einen Infoabend mit dem Titel
 
„NEIN zur Müllverbrennungsanlagen, JA zu einer korrekten Abfallverwertung „ Mullverbrennungsanlage: Gibt es Alternativen?“
 
Montag 23 April 2007  um 20.00 Uhr
Gemeindesaal Bozen
Gumergasse 7
 Referenten:
Laura Puppato, Bürgermeisterin von Montebelluna
Intelligentes Abfallmanagement ohne Müllverbrennung. Die Erfahrungen der Gemeinde
Montebelluna beim Umstieg auf das System des Einsammelns von „Tür zu Tür“.
 
Doktor Federico Valerio  Direktor der Abteilung Umweltchemie des Nationalen
Forschungsinstitut über Krebskrankheiten (GE)
Was machen wir mit dem Restmüll der Trennmüllsammlung?
Müllverbrennung - Biologische Verwertung: zwei Methoden im Vergleich.
 
Die gesamte  Bürgerschaft ist herzlich eingeladen.
Es wird für alle eine Gelegenheit sein um zu verstehen, verschidene Einsichtspunkte zu vergleichen, um Fragen zu stellen und eigene Meinungen auszudrücken.
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categoria:inceneritore
lunedì, 05 marzo 2007


L’inceneritore scricchiola
Scricchiola la fragile campagna costruita a difesa dell’operazione inceneritore. Le immediate repliche alle vivaci battute di Beppe Grillo non dovevano trovare impreparati quei dipendenti pubblico-privati costretti alla loro scontata versione dei fatti, alle sempre più incredibili minimizzazioni e rassicurazioni e agli stucchevoli “confronti” a opportuna distanza.
per leggere l'intero articolo clicca quì
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categoria:inceneritore
mercoledì, 28 febbraio 2007
Alto Adige 27-2-07

4000 AL PALASPORT
Beppe Grillo a Bolzano: “Ribellatevi a chi vuole aeroporto e inceneritore.
Di Davide Pasquali
BOLZANO. «La raccolta differenziata qui da voi? È una presa in giro, anzi, una doppia presa in giro. Voi raccogliete la plastica separatamente, ma poi vela bruciano all'inceneritore. In questo modo, dopo avervi fatto pagare per la differenziata, arrivano pure a guadagnarci sopra dei bei soldi, vendendo l'energia prodotta con il termo-valorizzatore. Per di più vogliono costruirne uno nuovo, qui a Bolzano. Per favore, fermateli. Fermateli. Ma come diavolo si fa; a costruire due nuovi quartieri secondo i canoni di Casà Clima e poi metterci accanto un inceneritore come nessun'altra città italiana vorrebbe? Domani mattina, come risposta, niente differenziata: gettate la plastica in mezzo alla strada, insieme a tutte le altre immondizie. Ribellatevi, anche al nuovo aeroporto». È stato un fiume in piena, Beppe Grillo; ieri sera, al Palasport. E some tutti i fiumi in piena, rabbioso, devastante. E non ha smesso un momento di prendere per i fondelli l'autonomia.
Noncurante del fatto che tra il pubblico fossero quasi di più i trentini degli altoatesini, Grillo è arrivato inscena borbottando un improbabile tedescaccio da Sturmtruppen, pigliando per i fondelli in primis il presidente della giunta altoatesina, Durnwalder, che ha ripetutamente appellato come «Rottweiler». «Quanto prenderà, di pensione, Rottweiler? A suo nipote converrebbe farlo fuori e tenerlo nel freezer per due o tre anni, come successo di recente in un'altra città. Così potrebbe campare bene per qualche anno, il nipote, anziché lavorare, da laureato precario, in un call center, a 600 euro al mese...». Ma Grillo ha preso in giro pure il sindaco Spagnolli, che non si è fatto vedere. «Perché hanno paura, hanno paura, perché io dico come stanno le cose».
«Schizofrenici», là parola che ha utilizzato son la maggiore frequenza nella prima parte dello spettacolo. «Voi qui state bene, .non come da noi, in Italia, ma anche nella vostra regione non scherzate, quanto a schizofrenia. Il massimo? Le CaseClima accanto all'inceneritore. Ma ditemi un po', se questa non è schizofrenia..:». Ha sparato a zero su tutto, Grillo. Sull'ampliamento dell'aeroporto, «che è stato costruito comunque, nononostante oltre 35.000 persone avessero espresso parere negativo. E adesso vogliono pure ampliarlo. Ma perché? Visto che non andate mai da nessuna parte.'Perché? Se poi state sempre fra le vostre montagne?». Ha pure shakerato il pubblico, Grillo, fisicamente, scuotendolo ripetutamente, prendendo. gli spettatori per le spalle, per il bavero, per il collettò della camicia. Ma lo ha shakerato anche con (aiuto dei suoi fan, sei ragazzi del "MeetUp Bolzano", che ha fatto salire sul palco per un buon quarto d'ora, e ai quali ha lasciato la parola, in libertà. .«Sono oltre 30.000 in tutta Italia - Ha raccontato Grillo - si trovano sul web, e dialogano, e inventano soluzioni; portano alla luce le notizie che non si sentono ai telegiornali. Non sono un movimento, né un'associazione, né un partito. Sono solo persone normali, che vogliono fare qualcosa». Persone normali, anonime". Tanto che nessuno si è presentato per nome e cognome; non importava. Importanti erano i concetti. I ragazzi raccontavano cosa succede «da nòi», e lui, il guru della democrazia dal basso, chiosava, o approfondiva. No al tunnel di base del Brennero. No al centro di guida sicura a Ischia Frizzi, al posto del biotopo. «Ma vi rendete conto - ha urlato - della schizofrenia? Una pista per .i go-kart e un circuito per provare i mezzi militari al posto di un biotopo unico in regione, per di più in un fondovalle così angusto. Schizofrenia, ecco cos'è. Vi immaginate solo il rumore?». Ma più di tutto, Grillo si è schierato contro il costruendo inceneritore. La reazione più inviperita e accesa, quando í. ragazzi hanno mostrato sul megaschermo il rendering del progetto. «Ecco; tutti così li fanno. E li fanno disegnare ai "carrozzieri''. A Torino, l'hanno affidato a Giugiaro. La ciminiera l'ha progettata azzurra, circa come questa. Poi ci ha fatto un ascensore, magnifico, che porta in cima, sulla ciminiera. Lì ha deciso di far costruire un ristorante con vista circolare sulla città. Sai che pranzi, alle nanoparticelle».
Al termine dello spettacolo, altro spazio per i fan: un membro dell'associazione "Per più democrazia" ha parlato della legge altoatesina sui referendum propositivi. La prima del genere in Italia. «Bravi, almeno in questo» ha concluso il grillo parlante.
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categoria:inceneritore, conca atesina, aereoporto san giacomo
lunedì, 19 febbraio 2007
da                        


Durnwalder :“L’inceneritore è già deciso” .

Dal punto di vista sanitario è grave che una simile decisione non possa essere nemmeno messa in dubbio da nuove e recenti scoperte. Ciò significa che nei confronti di nuove scoperte scientifiche, e a qualsiasi nuovo rischio per la salute, la decisione non sarà cambiata.

Quando si tratta di salute, non di decisionismo c’è bisogno , ma di estremo “precauzionismo”, e qualsiasi novità dovrebbe rimettere in discussione l’intero progetto.


per il servizio completo clicca

 http://www.ambientesalute.org/
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domenica, 18 febbraio 2007
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categoria:inceneritore
domenica, 18 febbraio 2007
ARRIVA BEPPE GRILLO

“A Bolzano per fermare il nuovo inceneritore E a Durni spiego perchè”
di Luca Fregona

BOLZANO. «Voglio incontrare tutti e due, Spagnolli e Durnwalder. E anche le due giunte. Voglio parlare dei problemi dell'ambiente e del nuovo inceneritore di Bolzano prima che inizino a costruirlo davvero». Beppe Grillo, in arrivo al Palasport lunedì 26 febbraio, fa sul serio. Ha presentato una richiesta ufficiale di «audizione pubblica» a Provincia e Comune attraverso il suo «meet up» (il suo gruppo di fan organizzati) bolzanino.
Grillo è diventato ormai un guru dell'ambientalismo. Nel suo ultimo spettacolo (Reset) gira l'Italia denunciando gli scempi ambientali. Spara a zero contro gli inceneritori che giudica il modo sbagliato e più pericoloso di eliminare i rifiuti. «Sono un'invenzione di 40 anni fa - dice -. Per ogni chilogrammo di materiale bruciato, un terzo dello smaltito diventa cenere, rifiuto tossico nocivo».
Per documentarsi sulle realtà locali si affida, appunto, ai suoi «meet up», i blog aperti dagli «amici di Beppe Grillo» nelle diverse città. Ovviamente ne esiste uno anche a Bolzano (www.beppegrillo.meetup.com/157/) che conta già 117 iscritti. L'ammirazione per Grillo non è un semplice rapporto tra fan e divo". E' molto di più. E' l'adesione ad una determinata visione del mondo. « I. "meet up" - spiega Alessandro Natali, coordinatore del gruppo bolzanino -, condividono con Beppe molte delle sue posizioni. Nelle città organizziamo anche azioni concrete (manifestazioni pubbliche, incontri informativi) per provare ad influire dal basso su alcune scelte fondamentali». Insomma, un nuovo modo di far politica che fa perno su un leader forte, scavalca i partiti e si affida alle potenzialità della Rete. «Facciamo circolare informazioni, dati, ricerche che giornali e tv spesso tacciono». Sul blog, ad esempio, si può scaricare una controvalutazione d'impatto ambientale sull'inceneritore alternativa a quella del Comitato Via della Provincia.
Età media tra i 15 e i 40, i bolzanini sono molto motivati. Ci sono tanti studenti medi (folta la rappresentanza delle Iti e del Torricelli). Ci sono grafici e creativi che coniano slogan e disegnano i volantini. C'è persino un prete, don Gregorio. La discussione sull'inceneritore va avanti da mesi. E non solo, come si potrebbe pensare, « contro». Uno degli iscritti più vivaci, Chris, ha comprato a Casanova. Giura di fidarsi dell'affidabilità del futuro termovalorizzatore: «Non vedo alternative concrete all'incenerimento».
« Il rispetto è alla base di tutto - continua Natali -. Abbiamo le nostre convinzioni ma non siamo dei talebani verdi. Il meet up, comunque, è molto di più di una semplice forum. E' un gruppo di persone che si mobilita per quello che ritiene giusto».
In gennaio il « meet up» ha portato a Bolzano lo scienziato Stefano Montanari, principale consulente di Grillo sui rischi connessi alle nanopatologie: 300 persone e sala piena. Per il 25 febbraio sta organizzando una biciclettata in occasione della domenica senz'auto. Ma le forze - ora - sono tutte puntate, sulla giornata del 26. « Speriamo davvero che Durnwalder e Spagnolli accettino di incontrare Beppe. L'inceneritore è stato imposto senza un confronto con la popolazione, sottovalutando la possibilià di smaltire i rifiuti in modo eco-compatibile». Il gruppo bolzanino ha prodotto un video di denuncia che verrà proiettato prima dello spettacolo. Due settimane fa una delegazione è scesa a Genova per incontrare Grillo e consegnargli un dettagliato dossier sulle politiche ambientali in Alto Adige. «Lo utilizzerà nel corso della serata». Grillo verrà affiancato sul palco da Laura Pappato, la sindaca di Montebelluna eroina degli ecologisti per aver portato la raccolta differenziata a1l'80%. I 117 del «meet up» saranno riconoscibili da uno striscione: «L'inceneritore ci rompe i polmoni». Slogan scelto dopo l'immancabile referendum. Sul blog.



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martedì, 23 gennaio 2007

Alto adige 23-1-07
PARLANO I RICERCATORI DEL CNR
Sulla pericolosità degli inceneritori vietato banalizzare


Bolzano avrà un grande inceneritore da cento milioni di euro che brucerà i rifiuti provenienti da tutta la provincia. I lavori cominceranno a cavallo tra il 2008 e il 2009, quindi grosso modo tra un anno. Un progetto che è oggetto di vivaci contestazioni. Ormai da qualche tempo la voce del dissenso è quella del Comitato «Ambiente e Salute», a cui fa da controcanto, a livello istituzionale, l' Agenzia provinciale per l'ambiente. La domanda di fondo per entrambi è: ma gli inceneritori sono pericolosi per la salute? Le risposte sono di segno opposto. Per i primi sono pericolosissimi; per i secondi invece i bolzanini possono stare tranquilli, tutto sotto controllo. Difficile capirne di più, perchè le posizioni ormai si sono talmente radicalizzate che la contrapposizione taglia le gambe a qualsiasi possibilità di dialogo e di confronto diretto. Ognuno ripete all'infinito le proprie ragioni, giuste o sbagliate che siano. Come fare per uscire da questa impasse, che certo non aiuta i bolzanini a capire? Abbiamo pensato di cercare una voce terza, quella di Fabrizio Bianchi, dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, un epidemiologo che agli inceneritori ha dedicato buona parte della propria attività di ricercatore. Accanto a lui abbiamo sentito anche Rodolfo Coccioni del Centro di Geobiologia dell'Università di Urbino, prima sede italiana ad avere organizzato un master in Geologia applicata alla salute, insomma geologia medica. Ma che c'entra la geologia con gli inceneritori? C'entra, eccome. Perchè quando si parla di polveri, che le fonti di emissione siano vulcani o ciminiere di fabbrica poco importa, rientrano nella fattispecie, come direbbe un giurista. Due punti di vista diversi quindi, entrambi utili ad inquadrare il problema. Non abbiamo parlato di polveri casualmente, perchè proprio quello – per molti versi - è il cuore della questione. È il cavallo di battaglia di «Ambiente e Salute», costruito attorno alle tesi di due studiosi italiani, Stefano Montanari, direttore del Laboratorio Nanodiagnostic di Modena, e di sua moglie Ilaria Gatti, ricercatrice. Sul banco degli imputati le nano e le micropolveri, cioè particelle molto più piccole delle famigerate PMIO, e per questo infinitamente più pericolose. Le nano e le micropolveri sarebbero infatti responsabili di tumori, malattie cardiovascolari, patologie neuronali ed allergie. -Le nanopolveri inoltre durano in eterno, entrano rapidamente in circolo nell'organismo e sono genotossiche. Queste polveri sottilissime vengono prodotte in tutti i processi di combustione, ma tra tutte le possibili fonti inquinanti gli inceneritori - sempre secondo Montanari - sono la più ingiustificabile e pericolosa, in virtù delle alte temperature che vengono raggiunte e che moltiplicano gli effetti tossici delle emissioni. Sul fronte Agenzia per l'Ambiente invece, a rispondere è il direttore Luigi Minach, e la musica è tutt'altra. “ I dati grezzi registrati che attengono alle-polveri sospese nell'aria in Alto Adige - ha detto Minach nei giorni scorsi - mostrano un'influenza irrilevante dell'inceneritore nei confronti della qualità dell'aria della città. Ricordatevi, comunque, che le automobili inquinano molto di più». La palla a questo punto passa a Fabrizio Bianchi e Rodolfo Coccioni.

Di Mauro Fattor
".In questi casi le semplificazioni sono sempre fuori luogo», così Fabrizio Bianchi, ricercatore di punta dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle ricerche. Bianchi sa del progetto di Bolzano e conosce le posizioni di Montanari e Gatti.
E allora chi ha ragione? Montanari o Minach dell'Appa?
«Nessuno dei due, o entrambi. Scegliete voi. Mettiamola così: è vero che le nanopolveri sono genotossiche e possono indurre tumori ed è vero che gli inceneritori ne producono. Quindi, apparentemente, sulla base di queste premesse, il sillogismo dovrebbe chiudersi con l'affermazione che gli inceneritori sono cancerogeni. Ma le cose non stanno così. È impossibile e scientificamente inaccettabile trarre una conclusione di questo tipo, stabilendo un rapporto direto tra causa ed effetto».
Perchè è sbagliato?
«Perchè non c'è alcun automatismo tra esposizione al fattore di rischio, nel nostro caso l'inceneritore, e sviluppo della relativa patologia, e quantificare l'incidenza effettiva della prima sul secondo è compito estremamente delicato e complesso. Qualsiasi combustione provoca polveri sottilissime, e da questo punto di vista viviamo immersi nelle nanopolveri che vengono prodotte dal traffico, dall'industria, dai riscaldamenti, dal nostro stile di vita insomma. Le nanopolveri ci sono sempre state, la differenza rispetto al passato è che adesso siamo in grado di misurarle e stiamo cercando di capirne di più. Ma nessuno in questo momento è in grado di stabilire l'effettivo grado di incidenza sui tumori, proprio perchè viviamo in una realtà in cui siamo esposti a una molteplicità di fattori di rischio, anche peggiori delle nanopolveri».
Allora ha ragione l'Appa...
«Ha ragione quando sottolinea che i danni indotti dal traffico sono di gran lúnga superiori a quelli causati da un inceneritore, questo non significa però che questi ultimi vadano minimizzati. Proprio per niente».
Montanari e Gatti quindi estremizzano, ma il problema esiste. È così?
«Quello delle nano e micropolveri è un problema che va tenuto in seria considerazione e che non va assolutamente sottovalutato, soprattutto in questa fase di incertezza. L'Appa dovrebbe tenerne conto».
Lei è favorevole o contrario alla realizzazione di nuovi inceneritori?
«Gli inceneritori in prospettiva non sono e non possono essere la soluzione del problema rifiuti, questo lo posso affermare tranquillamente. Innanzitutto perchè, nonostante i grandi passi avanti della tecnologia, sono impianti che continuano a produrre, seppur in quantitativi modesti, diossina e metalli pesanti come per esempio cadmio e mercurio; in secondo luogo perché rischiano di rallentare o inceppare circuiti virtuosi di riduzione a monte dei rifiuti. Ciò detto, in alcuni casi è necessario e opportuno farli, perchè l'inquinamento da rifiuti, come oggi sta avvenendo in Campania, può essere molto peggiore del peggior inceneritore. In ogni caso, si possono sempre cercare misure compensative o che mitighino l'impatto degli inceneritori. A Firenze, per esempio, dove è prevista la realizzazione di un nuovo impianto da 180mila tonnellate, si dovrebbe agire riducendo l'inquinamento da traffico autostradale».
Insomma, tutto dipende dal contesto.
«Dal contesto senz'altro, ma anche da un bilancio costi-benefici che deve starsene lontano, anzi lontanissimo, da pregiudiziali di tipo ideologîco. Ci sono situazioni in cui sostituire un impiantp obsoleto con uno nuovo può essere vantaggioso anche dal punto di vista del bilancio ambientale finale. Altre invece in cui questo non è vero. Dipende le valutazioni serie sono complesse, e non sono solo di ordine ambientale in senso stretto, ma devono tenere, conto anche dei fattori culturali, sociali ed economici del contesto in cui si opera».
Qual è una strategia vincente ne campo dei rifiuti?
« È l'intero quadro che deve cambiare, e che deve tradursi in una strategia diversificata e modulare. E quindi riduzione a monte del quantitativo dei rifiuti, e poi politiche spinte di recupero e riciclaggio».
Lei conosce la situazione altoatesina?
«La, provincia di Bolzano ha sempre mostrato una grande attenzione ai problemi ambientali e spesso ha aperto la strada a tutti gli altri, penso ad esempio al settore della bioedilizia. Potrebbe farlo anche nel campo dei rifiuti, magari mettendo in campo modalità decisionali moderne e che tengano conto della necessità non solo di informare ma anche di coinvolgere i cittadini nelle scelte dell'amministrazione-. Penso ad esempio ad un uso intelligente dei focus-group».
Lei ha pubblicato da pochissimo uno studio epidemiologico che tocca proprio la questione inceneritori. Di cosa si tratta?
«Abbiamo monitorato i dati di mortalità da linfoma non Hodgkin, un tumore del sistema linfatico, in 25 Comuni interessati dalla presenza di un inceneritore. Questi dati sono stati poi confrontati con quelli di altri. Comuni limitrofi ai primi ma privi di impianti di incenerimento».
Con quali risultati?
« Riscontrando, in estrema sintesi, un'incidenza di mortalità nella popolazione maschile superiore dell'8% nei comuni dotati di inceneritore rispetto a quelli che ne sono privi. In misura minore questo vale anche per la popolazione femminile, con un elemento in più: nei piccoli Comuni la mortalità femminile per questa patologia è più elevata che nei Comuni più grandi. Questo forse è da mettere in correlazione al fatto che comuni più piccoli hanno impianti più piccoli e, verosimilmente meno tecnologia e manutenzione più approssimativa. Però anche in questo caso dobbiamo stare molto attenti a trarre facili conclusioni».
Eppure i dati sembrano parlare chiaro.
« I dati sono chiari, ma è sull'interpretazione che dobbiamo stare attenti. Paradossalmente le emissioni degli inceneritori potrebbero contare poco. Mi spiego con un esempio: impianti di questo tipo, che non sono graditi a nessuno, in genere vengono realizzati in Comuni con certe caratteristiche e non in altri, e spesso a questo corrisponde una certa struttura sociale, lavorativa, ambientale. Allora: quanto pesano questi elementi sul risultato finale? Dare una risposta è veramente difficile, pere questo non mi stancherò mandi ripetere che le semplificazioni sono fuori luogo».
Rodolfo Coccioni del Centro di Geobiologia dell'Università di Urbino e organizzatore del primo master italiano di geologia applicata alla salute, ha un'idea ben precisa sulla questione della pericolosità delle nano e micropolveri. "Conosco e apprezzo i lavori di Montanari e Gatti - afferma il docente universitario - e ne faccio una questione di metodo. Non voglio entrare nel merito della legittimità delle loro conclusioni perchè non è il mio campo però non posso non constatare come il problema che sollevano  sia una questione seria. Innanzitutto perchè i lavori che hanno pubblicato non sono usciti su riviste sconosciute ma su degnissime e quotate riviste di settore; in secondo luogo perchè i loro non sono gli unici lavori in circolazione. Cominciano ad essercene parecchi e fare finta di niente mi sembra un'autentica sciocchezza. Proprio ieri - spiega ancora Coccioni - mi è arrivato uno studio effettuato da ricercatori giapponesi che va nella medesima direzione. E' pubblicato sull'European Journal of Epidemiology, una prestigiosa rivista internazionale pubblicata dalla Springer. Per quanto ne so, è una delle poche volte in cui si evidenzia una associazione statisticamente significativa per effetti a breve termine degli inceneritori sulla salute infantile. Sono stati indagati 405.807 bambini giapponesi nella prefettura di Osaka e si è verificato il loro stato di salute in funzione della prossimità della scuola frequentata ad impianti di incenerimento per i rifiuti.
Un'associazione statisticamente significativa fra vicinanza della scuola agli inceneritori è stata trovata per i seguenti sintomi: difficoltà di respiro, mal di testa, disturbi di stomaco, stanchezza.
Si afferma inoltre che in Giappone la maggior fonte di diossine è rappresentata da inceneritori. E poi - conclude il docente - vorrei ricordare il recentissimo lavoro di Hansen pubblicato nel 2006 sul Journal of the Royal Society Interface, tra i cui autori c'è anche la dottoressa Gatti. La sperimentazione sui ratti ha dimostrato che le nanoparticelle di nickel e cobalto indicono la formazione di sarcomi. E qui mi fermo".

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martedì, 16 gennaio 2007
 
BOLZANO.
Si è tenuto nella sala di rappresentanza del Comune l’incontro “Nanopatologie: come morire a norma di legge” organizzato da Ambiente e Salute, dal Gruppo Ambientalista e dal Meetput locale di Beppe Grillo. Una folla ha ascoltato per oltre 2 ore lo scienziato Stefano Montanari, responsabile del Laboratorio Nanodiagnostic di Modena.


Sala di rappresentanza del Comune strapiena per la relazione dello studioso di nanoparticelle
 Montanari: «Raddoppiano la tossicità dei rifiuti»
 GIOVANNI ZOPPOLI - Alto Adige
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categoria:salute, inceneritore
lunedì, 15 gennaio 2007
Alto Adige 14-1-07
Inceneritore, arriva Montanari
Lunedì conferenza con il consulente di Beppe Grillo
BOLZANO. «Nanopatologie, come morire a norma di legge»,
questo il titolo di un incontro organizzato per domani alle 20 presso la Sala di rappresentanza del Comune dall'associazione Ambiente e Salute, il Gruppo Ambientalista e il Meetup di Beppe Grillo, attivi da tempo contro la realizzazione del nuovo impianto. Una serata informativa sull'effetto dell'inquinamento da nanoparticelle (ovvero le polveri sottilissime prodotte da inceneritore e traffico) sulla salute, alla quale interverrà il dottor Stefano Montanari, ricercatore e direttore scientifico di Nanodiagnostics. “ Montanari è il ricercatore modenese che, insieme con la moglie Antonietta Gatti - si legge in una nota degli ambientalisti -, ha studiato gli effetti sull'organismo delle particelle inorganiche prodotte dagli inceneritori, capaci di entrare con grande facilità nell'organismo, fino al nucleo delle cellule, e di provocare malattie come il cancro, senza che esistano meccanismi biologici capaci di eliminarle”
Intervista a Stefano Montanari "Carta 24. No news 22"
L’OPINIONE PUBBLICA e le autorità dedicano una certa attenzione, ma senza adottare rimedi, all’inquinamento causato dalle polveri Pm10 responsabili di gravi danni sanitari. Quelle ancora più sottili, le Pm2.5 e inferiori, sono invece tralasciate in attesa della definizione di un quadro normativo che si preannuncia fin d’ora carente. A lanciare l’allarme è uno dei principali esperti italiani in materia, il farmacologo Stefano Montanari dell’istituto Nanodiagnostics di Modena.
«È indiscutibile - afferma Montanari - che il particolato grossolano penetra meno profondamente nelle vie respiratorie e passa con difficoltà dalle vie aeree al
sangue, mentre, diminuendo la taglia, aumentano la capacità di andare più in profondità nei bronchi e la facilità di passaggio».
Come agiscono le polveri microsottili una volta inalate?
Spesso questo particolato non è biodegradabile. Una volta che si è installato in un organo vi rimane per sempre, perché non abbiamo meccanismi di eliminazione.
S’innesca una reazione da corpo estraneo che si estrinseca di norma in una granulomatosi che, a sua volta, può trasformarsi in una forma tumorale.
Gli inceneritori aggravano la situazione?
Trasformano materiale grossolano in sostanze tossiche, come fumi e ceneri. Queste ultime richiedono discariche speciali mentre l’inquinante atmosferico, oltre a essere respirato, prima o poi cadrà a terra, sulle colture da cui ricaviamo il cibo nostro o degli animali.
Ci dicono spesso che gli inceneritori sono dotati di filtri efficienti...
In realtà, captano solo il Pm10, vale a dire la frazione di gran lunga meno numerosa e meno aggressiva del particolato, e lasciano invece libero transito alle polveri
più fini, che pesano poco ma sono formati da particelle miliardi di volte più numerose rispetto al Pm10. Lastessa cosa vale per alcuni filtri dei motori diesel. Ecco che come per magia le centraline di rilevamento delle Pm10 accendono la luce verde; ma non ci dicono nulla delle particelle ultrasottili: abbiamo ridotto una contaminazione che ci può far ammalare per sostituirla con un’altra che ci può uccidere. Gli inceneritori con la migliore tecnologia adottano filtri sofisticati e bruciano a temperature più alte. Ma più elevata è la temperatura, più si producono polveri-killer ultrasottili. Tutte cose note a chi è tenuto a tutelare la salute pubblica.
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categoria:salute, inceneritore, antiinquinamento

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