giovedì 19 gennaio 2012

ciclabile pedonabile 2

venerdì, 09 dicembre 2011



Le pedociclabili sono pericolose ma è l’atteggiamento dei bikers che andrebbe rivisto

RENZO SEGALLA
I passaggi pedociclabili a rischio sono molti, opportunamente segnalati sull’«Alto Adige» del 21 ottobre scorso. Da quello inerente all’attraversamento di Corso Libertà si osserva che accanto al passaggio pedonale zebrato è segnata la pista ciclabile. A questo proposito è doveroso rammentare quanto disposto dal comma 4 dell’art. 182 delle Nuove Norme del Codice della Strada: “I ciclisti devono condurre il veicolo quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza”.
 A Riva del Garda, per esempio, le piste ciclabili sono segnate, correttamente, fino in corrispondenza al passaggio pedonale - zebra, dove sono interrotte. Al fine di perseguire l’obbiettivo di accrescere la sicurezza dei cittadini, occorrono provvedimenti volti a prevenire e contrastare le violazioni più frequentemente evidenziatesi e in larga parte produttive di” incidenti”, che possono verificarsi negli incroci segnalati, anche talvolta per la carenza della debita e efficiente segnaletica sia orizzontale e sia verticale, in conformità della normativa vigente.
 Viva la bici, mezzo di trasporto più economico e non inquinante, la cui utilizzazione fa, senz’altro, bene alla salute. Ma non è tutto oro quello che luccica: in città si rileva che”il parco circolante”, rappresentato dalle due ruote e usato dagli anziani, è, in gran parte, vecchio, dichiaratamente”rottamabile”, per ridotta efficienza dei freni e segnaletica. Il mercato delle due ruote, tuttavia, si può dire, che tiri alquanto bene per quanto riguarda le mountain-bike e le city-bike. Se, però, l’impiego della mountain-bike, bicicletta di montagna, è cittadino (e comunque su strada), allora occorre mettersi in regola con il Codice stradale e aggiungere alla bicicletta anche le luci anteriori, quelle posteriori, i catarifrangenti sui pedali e il necessario campanello. In definitiva non è sicuro circolare in bici su piste, coesistenti lungo strade principali di traffico veicolare, prive della debita separazione di sicurezza e con qualsiasi mezzo a due ruote, non debitamente”accessoriato”. Si ravvisa l’utilità di una educazione stradale allo scopo.

Alto Adige 9-12-11
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mercoledì, 02 novembre 2011



IL ciclista può attendere

Ed eccoci a parlare di un altro “percorso in salita”. Mi riferisco al tratto di pista ciclabile che dovrà collegare
la rotonda di via S. Geltrude con quella di via Roma.

Quando, a primavera, tutto sembrava pronto e la realizzazione imminente... ecco l’inghippo: all’appello mancano una dozzina di metri che devono essere espropriati e, quindi, i lavori non potranno iniziare finché tutto non sarà burocraticamente in ordine!
Al cittadino comune potrà sembrare poca cosa, risolvibile in tempi brevi. Ma per la burocrazia non è così: ci dicono che l’iter durerà almeno 6 mesi. Strano ma vero: leggi e regolamenti nati per tutelare, giustamente, i diritti di proprietà, a volte finiscono per diventare un ostacolo, un rallentatore per un’opera che tanti aspettano da molto tempo.
In più, in questo caso, dobbiamo fare i conti con le carenze di personale che all’interno dell’amministrazione cominciano a farsi sentire, per cui chi si occupa dell’esproprio deve al contempo farsi carico di altre funzioni. Doversi dividere tra gli uni e le altre non accelererà sicuramente i tempi.
E così per quella “sporca dozzina” di metri (parafrasando il titolo di un famoso film) non ci rimane che aspettare, un po’ sbuffando, un po’ maledicendo questo e quello.
Ancora una volta da tutta la faccenda deriva la necessità che ciascuno di noi, rappresentante eletto o semplice cittadino, partecipi con costante attenzione civica a quanto accade nel suo quartiere ed eserciti fino in fondo il potere di richiamo e di pressione verso chi è stato delegato a servire il bene comune. Per chiudere in positivo diciamo che, invece, procede l’iter per prolungare il percorso del bus verso la parte alta di Aslago: anche qui
vigileremo perché non ci siano ostacoli e la soluzione si realizzi quanto prima possibile.

Vicepresidente di quartiere
Giuliano Gobbetti
Taxi Nr. 10 - 11/2011
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martedì, 01 novembre 2011



La ciclabile tra Galizia e Pineta si farà

LAIVES. Il collegamento pedociclabile tra zona Galizia e Pineta fa parte del nuovo accordo programmatico siglato da Svp, Pd, Verdi e La Civica. Non si farà invece il ponte sopra la variante. Ci si dovrà accontentare, quindi, di utilizzare il sottopasso pedociclabile che già esiste e serve il magazzino Grufrut. Non si fa più tante illusioni neppure il consigliere della lista La civica, Franco Magagna dopo avere visto tramontare il progetto della cittadella e lo ha detto chiaramente all’uscita dal recente incontro di una delegazione comunale con il presidente Durnwalder. «Scartata l’ipotesi del ponte - commenta Magagna - ho chiesto a Durnwalder che si possa perlomeno utilizzare il sottopasso pedociclabile tra Pineta e il piazzale del magazzino di frutta “Grufrut” che si trova al di là dell’arteria stradale. Il presidente della giunta provinciale ha preso nota e si è detto disponibile ad approfondire la questione: non è il meglio che noi all’inizio speravamo per collegare Pineta alla zona sportiva Galizia, ma perlomeno un passaggio finalmente si potrà avere. Il sottopasso pedociclabile era stato realizzato con la costruzione della variante davanti a Pineta per dare modo ai collaboratori del magazzino di frutta, di poterlo raggiungere senza dover far un giro più ampio. Si potrebbe aprirlo a tutti, creando poi un collegamento verso la zona Galizia che non inciderebbe sulla proprietà del magazzino e pochissimo anche sulle campagne perché esiste già un tracciato sterrato di qualche centinaio di metri che pota dritto dritto da lì alla zona sportiva Galizia». (b.c.)
Alto Adige 1-11-11
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mercoledì, 14 settembre 2011



Progetto per la nuova ciclabile a Cortina all'Adige

CORTINA. Sulla base anche del programma elettorale presentato a suo tempo dalla lista civica di lingua italiana «Nuova Cortina», della quale fanno parte il vice sindaco Andrea Cavaliere e i consiglieri comunali Lucia Baldo, Stefano Sonn e Silvia Cavaliere, la giunta municipale ha dato incarico al geometra Franz Pedoth per la stesura di un progetto di massima per la realizzazione di una nuova ciclabile. L’opera dovrebbe collegare il centro paese di Cortina con il «ponte giallo» sull’Adige e quindi la grande ciclabile che scorre parallelamente al fiume e all’autostrada. Prima di conferire l’incarico al tecnico comunale, il sindaco Manfred Mayr aveva incontrato l’assessore provinciale Florian Mussner, il presidente della Comunità comprensoriale Oswald Schiefer e i vertici dell’A22. Tutti e tre gli interlocutori si sono dichiarati d’accordo per la realizzazione del tratto di ciclabile, tenuto conto anche che Cortina è un paese che ama particolarmente i ciclisti. L’opera dovrebbe essere completata entro la fine della legislatura. (b.t.)

Alto Adige 14-9-11
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lunedì, 05 settembre 2011



Non c’è posto per le bici, rivolta sul treno

DAVIDE PASQUALI
 BOLZANO. In mano la prenotazione del biglietto ferroviario per passeggero e bici, effettuata mesi fa. Ma sul treno regionale per il Brennero, quaranta turisti germanici non son potuti salire: non c’era posto. E in stazione è scoppiata la rivolta, sedata con difficoltà dalla polizia.
 Succede da mesi, tutti i fine settimana. E gli agenti della polizia ferroviaria ormai sono arcistufi, tanto che al momento attuale si sta seriamente vagliando l’ipotesi di interessare della questione la procura della repubblica. Perché le sollecitazioni scritte nei confronti di Trenitalia sono partite da tempo, senza sortire però alcun effetto.
 Ieri la goccia che ha fatto traboccare il vaso, per la particolare virulenza della reazione dei turisti imbufaliti. Stavolta, hanno ammesso gli stessi agenti della Polfer, poco c’è mancato che si fosse costretti ad arrestare qualcuno per interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. I turisti le hanno provate tutte, per poter partire.
 Tutto è cominciato alle 11.58. Il regionale con servizio di trasporto bici per il Brennero arriva in stazione. A bordo già troppe bici, ma sul marciapiedi c’è un gruppo di quaranta cicloturisti germanici. Con teutonica precisione, da tempo hanno prenotato. Biglietto in mano, vogliono salire a tutti i costi. “Ho prenotato, salgo”. Nell’apposito scompartimento per le bici non c’è spazio a sufficienza. Siamo in Italia, pensano, qui bisogna arrangiarsi come si può. Entrano con le bici nei vagoni normali, destinati ai passeggeri, e occupano i corridoi centrali con le due ruote. Il capotreno se ne accorge e per motivi di sicurezza - in caso di incidente le vie di fuga sarebbero precluse - chiede gentilmente di scendere. I turisti cascano dalle nuvole, brontolano, non accettano. Viene chiamata la Polfer, e gli animi si surriscaldano. In soccorso arrivano anche le volanti della questura. Volano parole pesanti, si spintona. Servono una dozzina di agenti per riportare i tedeschi alla calma. La soluzione arriva per l’alzata d’ingegno di un capotreno: “Quando arriva il regionale delle 13, chiudiamo alla gente un vagone passeggeri e le bici le mettiamo lì”. Rischia, il capotreno, perché in caso di incidente in tal modo rimarebbe preclusa una uscita di emergenza. Ma i turisti sono sul piede di guerra: è l’ultimo giorno di vacanza, devono tornare in Germania. C’è chi ha già perso due treni. Meglio partire, altrimenti ci sarà una sommossa. «È così tutti i venerdì sabato e domenica d’estate», dice la Polfer. Adesso, la questione finirà in procura.

BOLZANO. I Verdi chiedono alla Provincia di sostenere il trasporto bici invece di penalizzarlo. «L’assessore Widmann si è espresso sul trasporto bici in treno: secondo lui questo non è assolutamente prioritario». Lo dice la portavoce dei Verdi Brigitte Foppa. «Questo conferma ciò che da tempo immaginavamo: se qualcuno vuol trasportare la propria bici sul treno sono affari suoi e non ha certo il sostegno dell’assessore. Widmann invita ad usufruire del servizio noleggio bici. Buona cosa, ma per i turisti, non per i pendolari».

Alto Adige  4-9-11
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giovedì, 01 settembre 2011



Ciclabile a San Giacomo: una gimkana

BRUNO CANALI
LAIVES. Andare da Laives a San Giacomo in bicicletta rimane problematico. La pista ciclabile arriva solo fino al bar “La Costa”, poi inizia un tracciato che scoraggia anche i più decisi. Chi insiste sui pedali preferisce il rischio della statale 12 al percorso tra la campagna.
 Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale vi sarebbe un prolungamento di questa pista a sud di San Giacomo per alcune centinaia di metri, dall’incrocio con via Anton Thaler, fino al centro della frazione. E’ un’ idea che ha già fatto storcere il naso ad esempio alla Svp di San Giacomo per la spesa che prevederebbe 400 mila euro a fronte di pochi metri e senza la rotatoria al posto dell’incrocio tra statale 12 e via Thaler e intanto rimane sulla carta.
 Vediamo invece il percorso che deve fare un ciclista che da San Giacomo vuole arrivare a Laives. La pista ciclabile inizia all’incrocio di via Anton Thaler dove, come detto, non vi è una rotatoria ma il semaforo a chiamata. Una volta sulla pista, che corre lungo il lato est della vecchia statale 12, pedalando verso sud si arriva rapidamente davanti al bar “La Costa”, all’incrocio tra statale 12 e via Pascoli. Qui termina la pista ciclabile e il ciclista dovrebbe imboccare proprio via Pascoli per arrivare poi ad una strada interpoderale che raggiunge la zona produttiva Vurza a nord di Pineta. Via Pascoli è tutt’altro che una strada adatta a pedoni e biciclette: è particolarmente angusta (due macchine contemporaneamente faticano a transitare) stretta tra muretti e priva assolutamente di marciapiede. Lungo via Pascoli la pista ciclabile non è stata nemmeno segnata sull’asfalto e del resto, delle due l’una: se si mette la ciclabile non passano più le macchine. Dunque, chi in bicicletta vuole transitare, lo deve fare a proprio rischio e pericolo. Per questo e anche perché lungo via Pascoli si allunga il percorso, la stragrande maggioranza dei ciclisti, quando arriva alla fine della pista, davanti al bar La Costa, preferisce imboccare la statale 12, magari utilizzando il marciapiede (pratica pericolosa perché ci sono i passi carrai).
 Ma non è che una volta raggiunta la zona produttiva Vurza i problemi siano terminati. Occorre arrivare a Pineta e anche in questo caso non esiste una pista ciclabile vera e propria ma solo il marciapiede, che immancabilmente viene imboccato anche dai ciclisti per non trovarsi gomito a gomito con le auto sulla statale 12. Da Pineta a Laives va un po’ meglio e la situazione dovrebbe migliorare una volta terminati i lavori di costruzione della variante in galleria. Il cantiere infatti “ingombra” tutta la zona a sud di Pineta, rendendo difficile la vita anche alle bici; per fortuna è un disagio “a tempo determinato”.
 Fin da quando venne presentato in assemblea pubblica a San Giacomo il progetto della ciclabile, tanti cittadini hanno obiettato che la soluzione migliore, sarebbe stata di prolungare verso sud la pista ciclabile, semplicemente continuando parallelamente al marciapiede lungo il rettilineo di Vurza, dal bar La Costa in poi, fino alla zona produttiva di Pineta e da lì magari verso via Delle Part. Questo è il percorso che in realtà, ogni giorno, fa la maggior parte di coloro che scelgono la bicicletta, sia per i piccoli spostamenti da Laives fino a Bolzano e sia per chi invece pedala per svago. Quasi nessuno invece svolta in via Pascoli per poi arrivare comunque in zona produttiva Vurza, da dove è oggi laborioso uscire per raggiungere Pineta e quindi Laives.

Alto Adige 1-9-11
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lunedì, 29 agosto 2011



Piste ciclabili via al progetto Termeno-Caldaro

TERMENO. Dopo la conclusione dei lavori per la realizzazione di una pista ciclabile tra Termeno ed Egna, il prossimo passo sarà quello di costituire un collegamento tra il centro della Bassa Atesina e Caldaro. I lavori per la costruzione dell’opera dovrebbero cominciare nei prossimi mesi, indicativamente in primavera. Ottimista il sindaco di Termeno Walter Dissertori, che spiega: «La nostra volontà è quella di riuscire a concludere il progetto nel triennio 2012-2015. Si tratterebbe di una innovazione significativa per il nostro paese e senza dubbio si contribuirebbe ad ampliare l’indotto turistico nella nostra zona.»
 Per quanto concerne le spese la Provincia dovrebbe coprire il 60% dei costi, restante 40% il Comprensorio. (dafo)

Alto adige 29-8-11
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venerdì, 26 agosto 2011



Bici vere e elettriche: convivenza difficile

Visto il proliferare dell’utilizzo di biciclette elettriche, è forse il caso di valutare se intervenire con divieti di transito per le stesse sulle piste ciclabili cittadine. L’alternativa sarebbe quella di un reale controllo, e successiva eventuale sanzione, da parte dei vigili sulla velocità con la quale spesso gli utilizzatori di questi mezzi transitano in ciclabile. Da una parte è condivisibile l’incentivazione della diffusione di bici elettriche ecologiche, ma dall’altra va tutelata la sicurezza dei cittadini su piste sempre più affollate, ove non può essere consentita l’eccessiva velocità, troppo spesso raggiunta da questi mezzi. E’ pur vero che queste biciclette a pedalata assistita secondo il Codice della strada sono equiparate a normali biciclette, ma è altrettanto vero che ormai troppo spesso queste raggiungono velocità di molto superiori a quelle solitamente raggiunte durante il transito delle normali biciclette e questo genera una reale situazione di pericolo, anche per i molti bimbi che percorrono le ciclabili. O introduciamo il divieto di transito sulle piste ciclabili agli utilizzatori di biciclette a pedalata assistita o inseriamo degli stringenti limiti di velocità sulle piste stesse (ora inesistenti) che permettano di limitare le situazioni di pericolo in argomento.
Consideriamo inoltre che questi veicoli potrebbero diventare più potenti. Stando alla Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta), l’Unione europea starebbe per approvare una nuova direttiva sui motocicli: la potenza del motore delle bici elettriche potrebbe essere aumentata.
Decadrebbe quindi il limite di potenza di 0,25 kW e di velocità (25 km/h, dopodiché il motorino elettrico deve spegnersi).
Alto Adige 26-8-11
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lunedì, 30 maggio 2011



Pronta la pedociclabile Laives-Vadena

Pronta la pedociclabile Laives-Vadena
Tempo di completare i necessari collaudi e il nuovo sottopasso ferroviario pedociclabile tra Laives e Vadena sarà ultimato. Risolve un disagio che era iniziato qualche anno fa con la chiusura del passaggio a livello, cosa che ha costretto finora a fare il giro passando da Bronzolo. (b.c.)

Alto Adige 29-5-11
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lunedì, 16 maggio 2011



Cortina sarà collegata con la pista ciclabile

CORTINA. Grazie ai contatti da parte del sindaco Manfred Mayr avuti con la presidenza dell’Autobrennero, del Comprensorio Oltradige-Bassa Atesina e non ultimo con l’assessore Mussner della Provincia, il paese avrà presto una via di collegamento con la ciclabile che scorre lungo l’argine dell’Adige. Pedoni e appassionati della bici di Cortina avevano infatti sollevato il problema, di fronte alla giunta comunale, un problema prevalentemente di sicurezza. Nel corso delle loro quasi quotidiane pedalate o passeggiate, gli «sportivi» del paese si trovano alla mercé del traffico veicolare allorquando, lasciato il centro di Cortina, verso sud, escono dal sottopasso ferroviario proseguendo sulla Strada provinciale del Vino che porta verso Salorno.
Per recarsi infatti sulla ciclabile, sono costretti a percorrere la provinciale, abbastanza frequentata, per poi risalire verso nord lungo una stradina sterrata, attraversare Adige e autostrada per raggiungere quindi la pista dei ciclisti. Dal sottopasso di Cortina fino alla ciclabile sono meno di 2 mila metri e i costi preventivati per realizzare una specie di marciapiede-ciclabile non dovrebbero superare i 200 mila euro. Il Comune di Cortina ha già stilato un progetto di massima e il presidente dell’Autobrennero non ha manifestato la sua contrarietà all’opera, anche perché la stradina che raggiunge la passerella e la passerella stessa è di proprietà dell’A22. L’ingegner Walter Pardatscher ha Rassicurato il sindaco Manfred Mayr chiedendo un progetto da poter inserire nei piani pluriennali di investimento dell’autostrada. (b.t.)


Alto Adige 16-5-11
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giovedì, 28 aprile 2011



Pronto il sottopasso ciclopedonale Laives - Vadena

BRUNO CANALI
LAIVES. Ultimi lavori per il completamento del nuovo sottopasso ferroviario pedociclabile tra Laives e Vadena. Il ritardo è dovuto al fatto che ci sono degli allacciamenti elettrici da fare: si attende l’intervento dell’Enel.
Rispetto alle previsioni, la consegna è slittata di qualche mese. Una volta pronto, è prevedibile che verrà preso d’assalto dai ciclisti, come succedeva un tempo quando lì c’era il passaggio a livello. In questa prospettiva, già si profila un problema che potrebbe anche diventare fonte di rischio. Al di là della ferrovia infatti c’è un magazzino delle mele, al quale ogni giorno arrivano e partono parecchi autotreni. In determinati periodi dell’anno, come dalla tarda estate fino ad autunno inoltrato, quando la produzione di mele è all’apice, il via vai di mezzi pesanti su via Vadena è continuo. Finora non ci sono stati problemi perché la strada, essendo interrotta, non è più stata utilizzata dai ciclisti. Si tratta a tutti gli effetti di strada pubblica, inserita nel territorio comunale di Laives, dove i Tir hanno potuto manovrare a piacimento, dato che non passava quasi nessuno da qualche anno a questa parte. Tra breve però, con l’apertura del nuovo sottopasso pedociclabile, saranno sicuramente molti, a piedi e in bicicletta, a servirsene, anche perché è la direttrice più corta se dalla città di Laives si vuole arrivare a Vadena e anche alla ciclabile provinciale che corre sull’argine dell’Adige. Così si presenterà il rischio di avere una strada senza alcuna protezione che possa tenere separati, bici, pedoni e autotreni diretti al magazzino. Oltretutto è una strada non eccessivamente ampia e quindi chi transiterà dovrà farlo con molta attenzione. Il piazzale del magazzino si trova accanto all’uscita del sottopasso e per chi sale la visibilità non è ottimale. Finora nel progetto del passaggio non si è accennato al prolungamento della ciclabile, cosa che però sarebbe da valutare, almeno fino alla rampa di accesso al ponte di Vadena, qualche centinaio di metri più a sud, proprio per ridurre al minimo il rischio rappresentato dalla presenza dei camion diretti al magazzino. Fin quasi al ponte sull’Adige, il territorio è quello di Laives e semmai toccherà a questo Comune adottare delle soluzioni.
Alto Adige 28-4-11
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giovedì, 28 aprile 2011



In arrivo la mobilcard per le biciclette

BOLZANO. “Bikemobilcard” è un nuovo documento di viaggio che rende possibile l’utilizzo di tutti i mezzi pubblici con unico biglietto, presentato dall’assessore provinciale Thomas Widmann.
Bikemobilcard che abbina il trasporto in bici al treno, al bus e alla funivia è valido su tutti i mezzi di trasporto dell’Alto Adige ed anche sui treni regionali dal Brennero fino a Trento e da Malles fino a San Candido; sugli autobus del trasporto locale (urbani, extraurbani e citybus); sulle funivie del Renon, Maranza, San Genesio, Meltina e Verano (non su quella del Colle non compresa nel sistema del trasporto integrato); sul trenino del Renon e sulla funicolare della Mendola; inoltre è possibile compiere un viaggio di andata e ritorno tra Malles e Zernez con l’autopostale svizzera. Con il medesimo documento è possibile anche il noleggio di biciclette tradizionali, mountainbike e biciclette a pedalata assistita (bici elettriche) presso (per ora) 31 punti di noleggio, di cui 14 dislocati presso stazioni ferroviarie e autocorriere. Il servizio è gestito da quattro gestori privati. In tutti i punti noleggio partecipanti all’iniziativa, contrassegnati dalla dicitura “Bici Alto Adige”, le biciclette possono essere sia noleggiate che restituite. L’ampliamento dell’offerta con le biciclette a pedalata assistita, come ha sottolineato l’assessore Widmann, è intesa per favorire la mobilità anche a persone non allenate o in là con gli anni che così possono compiere tratti in bici anche se con saliscendi. Dal primo maggio la bikemobilcard sarà disponibile presso tutti i punti vendita del trasporto intergrato Alto Adige (stazioni ferroviarie, e autostazioni), presso i punti noleggio, le associazioni turistiche. Possono essere acquistate “bikemobilcard” per 1 giorno, 3 o 7 giorni (consecutivi). Il prezzo è di 24, 30 e 34 euro; i bambini fino ai 6 anni viaggiano gratis, i ragazzi dai 6 ai 14 anni (non compiuti) pagano la metà. Parlando della possibilità di portare con sè la bici Widmann dice che è prevista su tutti i treni (offerta unica a livello europeo) ricordando però che la capienza dei mezzi è limitata. Inoltre, come ha posto in evidenza, essendo la rete in gran parte monobinario con molti incroci, le operazioni di carico/scarico delle biciclette private comporterebbe l’accumulo di minuti di ritardo che verrebbero a compromettere la stabilità dell’orario dei treni. Info: www.mobilcard.info
Alto Adige 28-4-11
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categoria:ferrovia, ciclabile pedonabile, trasporto gommato
martedì, 12 aprile 2011



Torna a girare l’officina mobile Novum per le bici

BOLZANO. Con la stagione primaverile ormai iniziata, anzi quasi passata direttamente a quella estiva, anche quest’anno l’Ufficio mobilità del Comune ha in programma, in collaborazione con la Cooperativa Novum di via Macello 49, l’uscita nei quartieri dell’“officina mobile Novum”, per effettuare gratuitamente interventi di revisione generale delle condizioni delle biciclette, con eventuale sostituzione del filo dei freni, del filo della luce, delle lampadine, dei pattini dei freni, dei campanelli e dei catarifrangenti. A richiesta poi potrà essere inciso sul telaio anche il “Bike Security Code”, una numerazione che identifica a livello nazionale il veicolo in modo tale che, con la sua incisione nel telaio, i mezzi possano essere riconoscibili anche dopo eventuali furti. Un’utile soluzione, insomma, di valore preventivo ma anche utile in caso, comunque, di furto: la bici è identificabile.
La Cooperativa Novum sarà presente con un gazebo nelle piazze dalle ore 9 alle ore 16, in base a questo calendario: dopodomani, giovedì 14 aprile, in piazza Mazzini (lato Palazzo Rossi); giovedì 21 aprile in piazza Don Bosco (piazza S. Maria in Augia); martedì 10 maggio in piazza Matteotti; giovedì 26 maggio in piazza Municipio.
Alto Adige 12-4-11
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martedì, 25 gennaio 2011



Ciclabili: stanziato un milione

MASSIMILIANO BONA
EGNA/TERMENO. Il Comprensorio Oltradige-Bassa Atesina ha stanziato circa un milione di euro per i due lotti della pista ciclabile tra Egna e Termeno. I lavori del primo lotto sono iniziati da poco e riguardano in particolare il tratto compreso tra la multinazionale germanica Würth, a Egna, e la cooperativa Eofrut di Termeno.
 «I primi scavi per la ciclabile - spiega il sindaco di Termeno Werner Dissertori - sono iniziati a settembre e ci auguriamo che il tratto possa essere completato entro l’anno. L’importo dei lavori si attesta attorno ai 300 mila euro».
 Per completare l’atteso collegamento è previsto peraltro anche un secondo lotto, dalla Eofrut in direzione Termeno, più o meno fino all’altezza della distilleria Roner. «In questo caso - spiega ancora il sindaco di Termeno - siamo un po’ più indietro, in quanto manca ancora il progetto. La Comunità comprensoriale Oltradige Bassa Atesina lo ha affidato all’ingegner Andreas Pfeifer. Complessivamente per completare i lavori servirà poco meno di un milione di euro. Tanto a Termeno quanto ad Egna i lavori sono particolarmente attesi, perché ci si aspetta un importante ritorno anche dal punto di vista turistico. A beneficiarne saranno peraltro anche i cicloamatori locali, che da sempre battono le strade della Bassa Atesina».
 Restando alle piste ciclabili il Comprensorio si sta occupando anche della progettazione del tratto Val di Fiemme-Ora-San Lugano, anch’esso molto atteso tanto dai turisti quanto dai biker locali. Allo stato attuale delle cose, pertanto, l’unico tratto ultimato è quello che inizia a Vilpiano, prosegue fino a Bolzano e quindi, in Bassa Atesina, fino a Salorno.
 «Si tratta - spiega in una nota il Comprensorio - di un tracciato collaudato che segue l’argine del fiume Adige e misura complessivamente una quarantina di chilometri, adatti tanto alle famiglie quanto ai cicloamatori. La pista ciclabile esistente si collega a quella lungo l’Isarco, a Bolzano, attraversa il fiume Adige sul vecchio ponte di Vadena e attraversa nuovamente il fiume. Lungo l’altra sponda la ciclabile prosegue fino a Salorno. Il ponte all’altezza di Laghetti di Egna collega la pista ciclabile Bolzano - Salorno a Cortina all’Adige».
 La rete esistente di ciclabili comprensoriali sarà poi ampliata anche in direzione Oltradige con particolare riguardo a Caldaro, all’altezza del lago. Da anni le ciclabili sono non solo un momento di svago per la popolazione locale, ma un forte richiamo turistico: il cicloturismo è una realtà cercata da sempre più persone.
Alto Adige 25-1-11
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sabato, 08 gennaio 2011



Le finte ciclabili che non servono

Fare ciclabili in via Roma è difficile, fin troppo facile dirlo. Da vari lustri abbiamo due ciclabili “anomale” che scorrono a destra degli autobus, così i clclisti attraversano (e sono attraversati) dal flusso dei passeggeri degli autobus. Ciclabili che tuttavia entrano nel “preziosissimo” calcolo dei chilometri ciclabili ai fini statistici, ma che ciclabili “canoniche” proprio non sono. Due righe gialle, e “voilà” la ciclabile è fatta! Sono sempre state attaccate dall’opposizione (conscia tuttavia che soluzioni ottimali lì non è facile trovarne), promotrice di un cambiamento volto specialmente alla sicurezza, di tutti. Se ne è parlato in commissione mobilità, e l’aspettativa era giustificata: cosa salterà fuori dal cappello a cilindro dell’assessorato? Adesso l’abbiamo visto, un intervento modificativo che non migliora la situazione, anzi. Sì, perchè (approfittando della circostanza si è spostata anche la fermata Sasa verso l’incrocio di piazza Adriano) è stata inventata una piazzola sporgente sull’ormai angusta carreggiata di via Roma (così gli automobilisti avranno ulteriori difficoltà a mobilità-rsi), e la ciclabile inventata, questa volta con due righe bianche sul marciapiedi, davanti al tabaccaio, che scorre dietro la fermata stessa. Sostanzialmente nulla è cambiato per la sicurezza, ma si è ristretta la carreggiata e il marciapiedi davanti ad un esercizio commerciale piuttosto frequentato. Se poi, come sembra dai lavori preparatori, arriverà anche la pensilina, allora la mobilità ciclo-pedonale su quel marciapiede sarà un caos. Ma non è finita: dall’altra parte, di fronte all’Eurospar, la ciclabile è stata deviata a destra ed entra “libera” sul marciapiedi e nella piazza, mescolando pedoni e cilcisti senza ordine per poi riuscire su via Roma.
Alto Adige 8-1-11
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mercoledì, 15 dicembre 2010



Le ciclabili devono essere sempre pulite

Anche quest’anno, con l’arrivo della brutta stagione, per i ciclisti si ripresenta la solita spiacevole sorpresa di trovare le piste ciclabili impercorribili perché ricoperte di neve e ghiaccio; solo nei centri abitati si può circolare senza particolari disagi, mentre i tratti di ciclabile che collegano le varie località sono trascurati e considerati terra di nessuno, e con le nevicate diventano impraticabili (e pensare che basterebbe una rapida passata con lo spartineve-spargisale). Stento a capire una cosa: la Provincia pubblicizza e si vanta di avere una moderna ed estesa rete di piste ciclabili e poi non ne cura la regolare manutenzione in modo che i cicloturisti possano praticare il loro sport preferito tutto l’anno. Così invece sono costretti a immettersi sulle trafficate strade statali, provinciali o comunali a circolazione promiscua - con la carreggiata già ridotta per la neve accumulata ai margini - rischiando per la loro incolumità, o a servirsi della cyclette o ad esercitarsi in palestra. La Provincia o le comunità comprensoriali credono invece di aver assolto il loro dovere semplicemente sistemando in bella vista sulle piste ciclabili dei cartelli con la scritta «Non si effettua il servizio invernale». Dato che i politici, educatori e medici raccomandano insistentemente di fare molta attività fisica - e il ciclismo è uno degli sport più sani, adatti a ogni età, non inquinanti, non rumorosi e meno pericolosi (a titolo di curiosità riporto alcuni dati: da una statistica è emerso che lo sport più pericoloso è il rugby, con il 7,62 per cento di incidenti e infortuini di vario tipo, e il meno pericoloso in termini assoluti il tirassegno, con lo 0,02 per cento) - il cicloturista o cicloamatore rivendica dagli organi preposti alla viabilità e all’urbanistica il diritto di poter transitare liberamente e senza limitazioni sulle ciclabili anche in questo periodo dell’anno.
Alto Adige 15-12-10
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domenica, 12 dicembre 2010



Via Claudia Augusta: «Subito la ciclabile e nuovi marciapiedi»

BOLZANO. Via Claudia Augusta avrà, col tempo, la sua ciclabile ma i residenti, pur salutando con entusiasmo il passaggio dell’opera dal campo dei propositi a quello dei progetti, chiedono di non ripetere gli errori fatti in Corso Libertà. Attenzione, quindi, agli spazi perché la carreggiata non è certo delle più ampie e le soluzioni promiscue innescano perplessità. Non solo, i posteggi di Oltrisarco sono sempre merce piuttosto rara, quindi l’idea di sottrarne qualcuno per il passaggio della ciclabile non piace ai commercianti. Nel mezzo, tornano a fare capolino richieste “storiche” che toccano il tema dei negozi in crisi, la chiusura del transito da sud e la scarsa cura dei marciapiedi.
 La corsia per le biciclette, comunque, sarà realizzata in tre tronconi con scadenza annuale: prima il tratto da via Santa Geltrude alla rotonda di via Roma il prossimo anno, nel 2012 si arriverà fino al cimitero, per poi completare l’opera nel 2013 con il proseguimento fino a Maso della Pieve. Lungo via Claudia Augusta un gruppo di Alpini di Oltrisarco discute del nuovo progetto di ciclabile. «La carreggiata è davvero stretta - comincia Gualtiero Seppi - e siamo preoccupati dalla soluzione che si intenderà adottare. Difficile, infatti, trovare il modo di garantire la massima sicurezza senza penalizzare il traffico. Sarebbe preferibile, a questo punto, sacrificare qualche posteggio. Chiaramente il segmento più complesso è quello dalla rotonda di via Roma fino al cimitero, mentre gli altri due tratti dovrebbero essere di più semplice realizzazione. Eviterei, infine, qualsiasi scelta promiscua perché abbiamo già visto in Corso Libertà quanto sia pericolosa». Silvano Muzzana è preoccupato dalla condizione dei marciapiedi: «Spero davvero che non si vada a toccarli per realizzare la pista ciclabile. Sono già troppi, infatti, gli spazi che vengono concessi ai bar per sistemare i tavolini all’esterno con la conseguenza che noi cittadini, veri finanziatori della manutenzione, siamo costretti a scendere in strada per camminare senza ostacoli. Una situazione paradossale. Nemmeno sacrificare i parcheggi mi sembra una soluzione, perché tutti sappiamo quanto sia difficile trovare un posto a Oltrisarco». Manolo Galante, invece, è convinto della nuova opera. «Sarebbe finalmente un bel salto di qualità per tutto il rione che ci permetterebbe di utilizzare la bicicletta senza i rischi che oggi affrontiamo nel percorrere via Claudia Augusta». Angelo Cinà aspetta «che dal piano delle idee si passi alla loro realizzazione perché si tratta di un intervento delicato che va ponderato al meglio in modo da garantire la sicurezza di tutti e non paralizzare ulteriormente una strada che conosce code infinite durante le ore di punta». Franco Vason vede un’opportunità per cominciare a valorizzare Oltrisarco: «Troppo spesso questo quartiere viene considerato un gradino sotto gli altri e i politici si fanno vedere solamente in campagna elettorale. Stavolta, forse, verranno a controllare lo stato dei lavori». Per Carmelo Fragale, invece, sono altre le priorità. «Il traffico da e per la zona industriale di certo non sarà ridotto dalla ciclabile. E’ quella l’emergenza vera di Oltrisarco». Molto scettico anche Carlo Lunz, titolare de “Le porte Barausse”: «Non serve a nulla e non porterà nuovi clienti. Sarebbe preferibile risolvere prima l’annoso dilemma dei parcheggi». Chiude Silvano Verza di “Alpina Cicli”. «E’ vero che non si tratta di un’opera determinante, ma se si riesce a realizzarla senza arrecare danno a nessuno è giusto farla. Per i negozianti che soffrono è però più importante togliere il divieto di transito da sud». (a.c.)
Alto Adige 12-12-10
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lunedì, 22 novembre 2010



 «Migliorare la viabilità anche con interventi modesti»

BOLZANO. Il peso del traffico pendolare incide in modo decisivo sulla vita di Bolzano. Lo afferma in una nota il consigliere di quartiere dell’Udc Giovanni Barborini che sottolinea alcuni dati eloquenti. Ogni giorno a Bolzano sono in movimento circa 150 mila veicoli di cui 90 mila entrano ed escono dalla cinta urbana. Proprio per questo Barborini ritiene appropriata la decisione della giunta comunale di porre tra i primi punti del programma la progettazione di un tram di collegamento di 16 chilometri tra Caldaro e Bolzano. Per Barborini è una prima risposta concreta al problema del pendolarismo anche se la direttrice scelta dalla giunta comunale va ad assorbire solo 25 mila dei veicoli che quotidianamente vengono utilizzati dai pendolari. Secondo Barborini è però da auspicare che «parallelamente ai grandi progetti vadano avanti anche interventi modesti ma utili al quotidiano». Ad esempio va completata la rete ciclabile tra San Giacomo e Bolzano con interventi di messa in sicurezza del troncone nei pressi del cimitero. Non solo. Secondo Barborini serve anche maggiore informazione sugli interventi di riqualificazione degli spazi urbani e delle infrastrutture.
Alto Adige 22-11-10
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lunedì, 15 novembre 2010



Se vai al lavoro in bicicletta il danno non te lo pagano

Sono un cittadino di Egna e vorrei mettere sull’avviso i cittadini del Trentino Alto Adige dopo una mia brutta esperienza. E chiedere quanti sanno che se vanno al lavoro in bici e dovessero fare un incidente l’Inail non risponde perche’ bisogna usare la corriera. Allora mi chiedo: a cosa servono tutte queste ciclabili, e perchè la Provincia fa tanta publicita’ sull’uso della bici se poi io cado e l’inail mi da il «due» di picche?
Fabio G. EGNA
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martedì, 02 novembre 2010



Ciclabile per la stazione: mancano i soldi

LAIVES. «Appena la Provincia concederà il contributo necessario, si andrà avanti anche con il progetto di pista ciclabile tra la città e la stazione ferroviaria». Lo ha detto il vicesindaco Forti rispondendo ad una interrogazione in consiglio comunale. «Il progetto della pista è stato approvato dalla giunta comunale ancora nel 2008 - ha aggiunto Forti - e si tratta di quello realizzato dal geometra Rudolf Kofler di Ora, pagato 26mila euro. Il costo del tracciato però arriverà ad un milione di euro e di questi soldi, circa 168 mila euro serviranno solo per espropriare il terreno necessario, una operazione che intanto non abbiamo in programma di fare comunque». Proprio con il geometra Kofler, qualche anno fa venne anche effettuata una simulazione per vedere se si riusciva a fare la pista lungo la carreggiata di via Stazione senza dover procedere con gli espropri. (b.c.)
Alto Adige 2-11-10
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mercoledì, 20 ottobre 2010


La Lega vuole la ciclabile Galizia-stazione

LAIVES. Collegamento ciclabile tra zona sportiva Galizia e stazione ferroviaria: se ne è accennato anche durante le serate di presentazione del progetto relativo alla cittadella dello sport e adesso lo chiedono anche i consiglieri comunali della Lega Nord, Marco Franceschini e Giuliano Vettorato. «Nel progetto della cittadella dovrebbe essere prevista anche la pedociclabile fino alla stazione ferroviaria - scrivono i due consiglieri in un’ interpellanza- perché attualmente questo collegamento non c’è e quindi pedoni e ciclisti debbono transitare sulla via Stazione, a stretto contatto con il pericolo rappresentato dai mezzi in transito. La pista ciclabile dunque è assolutamente necessaria, anche per tutti i pendolari che ogni giorno si recano in stazione per prendere il treno diretto a Bolzano».
 I due esponenti dell’opposizione in consiglio comunale chiedono perciò se la pista è nel programma quinquennale della giunta e se esistano a tale proposito già dei progetti.
 «È iniziato il procedimento per l’esproprio dei terreni necessari - aggiungono -. Quando si conta di concludere questo iter progettuale?».
 Ricordiamo che qualche anno fa effettivamente vi furono delle simulazioni per capire se la pista ciclabile tra la città e la stazione ferroviaria potesse essere realizzata sulla carreggiata di via Stazione. Il problema era (e rimane) quello dei costi di esproprio dei terreni agricoli, ma in occasione delle simulazioni si constatò anche che in determinati punti far passare contemporaneamente le biciclette, un camion e il bus circolare diventava problematico. (b.c.)
Alto Adige 20-10-10
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lunedì, 18 ottobre 2010




Traffico, rivoluzione a Bolzano Sud

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Cinque ettari di nuove vie e piste ciclabili a sud di via Einstein, dove fino a pochi mesi fa c’erano solo meleti e strade consortili. Saranno terminati a primavera, con sei mesi d’anticipo sui programmi. Perché le 15 aziende che si insedieranno nella nuova zona di espansione premono. Assai.
 Cinque milioni di euro per la posa delle infrastrutture di urbanizzazione primaria: acque bianche, acque nere, gas, energia elettrica, fibre ottiche, teleriscaldamento. Più un altro milione e spiccioli per l’asfaltatura. Questi i costi per la realizzazione di un’ampia strada, lunga circa un chilometro, parallela all’attuale via Einstein, ma situata qualche centinaio di metri più a sud. Sarà corredata da quattro rotatorie e cinque strade di collegamento con la stessa via Einstein. I lavori preparatori sono cominciati a febbraio 2010, ma stanno procedendo assai speditamente, anche se a notarli sono stati pochi bolzanini, perché transitando per via Einstein o per via Buozzi, il cantiere risulta semicoperto alla vista dai fitti meleti.
 A condurre i lavori per conto della Provincia è un’associazione temporanea di imprese costituita dalla pusterese Oberosler e dalla fiemmese Misconel. Come spiega il responsabile del cantiere, l’ingegner Marco Springhetti dell’ufficio provinciale Infrastrutture e opere ambientali, «il cantiere è in anticipo di almeno cinque o sei mesi sul programma iniziale. Si sarebbe dovuto terminare tutto per l’inizio 2012, ma l’estate prossima vie, ciclabili e rotonde saranno già finite». Probabilmente saranno transitabili già nella primavera. «Attualmente - spiega l’ingegner Springhetti - siamo in fase di ultimazione per quanto riguarda la posa delle tubazioni. Poi si dovrà soltanto asfaltare». Quando questa seconda operazione potrà essere effettuata, ancora non è dato sapere. «La gara d’appalto per l’asfaltatura è risultata anomala per eccesso di ribasso. Se però le ditte partecipanti dimostreranno che il ribasso proposto è giustificato, allora si potrà partire. Per l’asfaltatura occorrono al massimo una decina di giorni, ma tra fine novembre e fine febbraio fa troppo freddo per operare. Quindi, se riusciremo a chiarire la questione in tempi rapidi, finiremo il cantiere entro l’anno, altrimenti sarà per la metà di marzo». Terminati i collaudi di legge, predisposta la segnaletica orizzontale e verticale ed eseguite le opere di piantumazione e rinverdimento, la strada sarà finita.
 I lavori, come detto, procedono speditamente, soprattutto perché le aziende assegnatarie delle aree premono. Al momento è stata terminata ed è attiva solo la nuova sede di Technoalpin, «già dotata di tutte le connessioni», come spiega Springhetti. «Mentre invece la Oberalp - Salewa, la cui nuova sede è in avanzato stato di realizzazione, preme per poter utilizzare al più presto almeno i propri magazzini. È già dotata di tutte le connessioni, ma le manca ancora la strada di accesso». La pressione sul cantiere, però, è forte anche da parte delle altre tredici aziende che andranno ad occupare i restanti nove lotti, dislocati nella fascia compresa fra l’A22 a Ovest e via Francesco Baracca a Est.
 I costi di realizzazione delle nuove infrastrutture stradali, attualmente sostenuti dalla Provincia, saranno poi rimborsati dalla stesse aziende assegnatarie dei lotti, che oltre al costo dei terreni pagheranno all’ente pubblico anche quelli relativi all’infrastrutturazione. Al termine dell’iter di costruzione, le vie saranno infine consegnate al Comune, che ne diverrà proprietario e in futuro dovrà sostenerne i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Idem per quanto riguarda le piste ciclabili.
 L’intenzione è quella di permettere a chi lavorerà qui di raggiungere la nuova zona di espansione a sud di via Einstein anche sulle due ruote, arrivando dall’odierna ciclabile lungo l’Isarco. Allo scopo, verrà realizzato un nuovo cavalcavia pedo-ciclabile sopra l’A22, che raggiungerà Salewa e Technoalpin per connettersi infine al nuovo nodo stradale e pedociclabile. La pancia del ponte verrà utilizzata per sostenere le tubazioni del teleriscaldamento generato dal nuovo inceneritore, la cui accensione a caldo è prevista per il maggio dell’anno 2013 (la scatola esterna del nuovo edificio è però già in piedi).
 Infine, per quanto riguarda il piano di attuazione della nuova zona di espansione, in queste settimane Comune, Provincia e Bls stanno proseguendo i contatti per addivenire all’approvazione definitiva delle ultime varianti.
Alto Adige 18-10-10

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categoria:comune di bolzano, ciclabile pedonabile, trasporto gommato
domenica, 17 ottobre 2010


Dolomiti: si litiga anche per le bici

ALDO DE PELLEGRIN

CORVARA. Ciò che le Dolomiti patrimonio dell’Umanità uniscono su carta, lo dividono negli interessi. Così dal Bellunese si lamentano forti disagi dalle giornate su due ruote e si chiedono «forti contropartite» per i comuni.

Il boom della gare ciclistiche e delle escursioni cicloturistiche sui passi e nei territori dolomitici sta evidentemente diventando troppo pesante per i comuni dell’alto Bellunese che, a loro modo di vedere, lamentano solo disagi dall’uso delle strade da parte degli amanti della bicicletta, ma soprattutto da parte degli organizzatori di tali eventi che non sono certo pochi, ma che, a matrice altoatesina, sono principalmente tre: la Maratona dles Dolomites, i Sella Ronda Bike day’s ed il Giro cicloturistico delle Dolomiti. Vi sono poi anche la Sella Ronda Hero in mountain bike e le varie TransAlp per un totale, hanno contato in provincia di Belluno, di ben 28 manifestazioni ciclistiche estive transfrontaliere o comunque sovraccomunali che interessano i loro territori.

Per questo ora, la provincia di Belluno intende adottare un vero e proprio regolamento e, allo scopo, l’assessore Ivano Faoro si è incontrato con i sindaci dell’Alto Bellunese e con i vertici di Dolomiti Turismo per giungere al 2011 «con una regolamentazione più serrata ed efficace delle manifestazioni su due ruote, prevedendo una forte contropartita per i territori attraversati». Il problema, dal punto di vista bellunese, è noto: certe manifestazioni portano molti più oneri che onori e chi ci guadagna, molto spesso, non sono gli operatori bellunesi ma quelli delle province limitrofe. Per agire in maniera efficace «c’è bisogno di uno strumento giuridico - prosegue l’assessore - altrimenti il rischio è di rimanere solo nell’ambito delle parole. Il regolamento ribadirà il principio generale che queste corse non debbono portare solo disagi bensì avere una contropartita per promuovere i nostri territori».

In campo altoatesino la risposta dell’assessore al turismo Hans Berger è chiara ed aperta al dialogo: «Il dialogo è sempre la migliore soluzione per dirimere le questioni e, da parte nostra, sicuramente non ci sono nè ci saranno problemi, se richiesti, per metterci ad un tavolo e discutere delle possibili soluzioni. L’obbiettivo è che, da queste manifestazioni, tutti ne escano vincitori anche se non si può dare colpa dei disagi a chi ha agito per primo ed agisce tuttora, a proprio rischio, per promuovere il territorio, tutto il territorio dolomitico.» Sul fronte di Corvara e della Maratona dles Dolomites, tirata esplicitamente in ballo non solo in questa occasione, Damiano Dapunt direttore dell’associazione turistica sottolinea: «Per quanto riguarda la Maratona dles Dolomites, ma anche i Sella Ronda Bike day’s siamo più che tranquilli. Con i comuni interessati c’è già l’accordo anche per l’anno prossimo mentre dal punto di vista della promozione turistica e del ritorno d’immagine mi sembra che non ci si possa davvero lamentare: la Maratona dles Dolomites va in onda in diretta Rai e irradia immagini di tutti i comuni ed i territori attraversati, quindi anche quelli del Bellunese mentre i Sella Ronda Day’s sono organizzati dalle quattro vallate attorno al Sella per cui anche Belluno è direttamente coinvolta nell’organizzazione. Delle 28 manifestazioni - conclude Dapunt - la gran parte sono giri cicloturistici organizzati in Veneto che salgono fino alle Dolomiti.»

Alto Adige 17-10-10



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categoria:valli dolomitiche, ciclabile pedonabile
martedì, 12 ottobre 2010



Laives: sottopasso pedocilabile per Vadena quasi ultimato

LAIVES. Lo scavo del sottopasso ferroviario tra Laives e Vadena ha superato il fascio di binari, da una parte all’altra. Adesso si tratterà di completare l’opera anche dal punto di vista del collegamento stradale e quindi, con ogni probabilità già entro la fine dell’anno, ritornerà ad essere praticabile il passaggio lungo via Vadena, chiuso qualche anno fa con la soppressione del vecchio passaggio a livello.
 Per la comunità di Vadena in particolare sarà una notevole miglioria perché finora, per andare e venire da Laives occorre passare da Bronzolo e poi transitare lungo un tratto della statale 12.
 Nel nuovo sottopasso avranno accesso pedoni e biciclette, non le automobili, che anche in futuro continueranno a passare per Bronzolo se dovranno raggiungere Vadena. Poco male ad ogni modo, mentre invece per bici e pedoni si tratta finora di allungare sensibilmente il percorso e anche di affrontare maggiori pericoli a causa del traffico sempre intenso sulla statale 12 tra Laives e Bronzolo. Di fatto è anche l’ultimo sottopasso ferroviario ad essere realizzato sul territorio comunale di Laives dopo la chiusura di tutti i passaggi a livello che esistevano un tempo.
Alto Adige 12-10-10
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martedì, 12 ottobre 2010



Ciclisti: multa da 23 euro per chi è senza giubbotto

BOLZANO. In base al nuovo ordinamento stradale da oggi i ciclisti devono indossare i giubbotti catarifrangenti o le apposite bretelle. Per il mancato utilizzo, nei casi indicati, è prevista una sanzione di 23 euro. L’obbligo vale da mezz’ora dopo il calar del sole fino a mezz’ora prima dell’alba qualora transitino al di fuori dei centri abitati di sera e di notte.
 La stessa disposizione si applica nelle ore diurne qualora i ciclisti percorrano una galleria. Il vestiario deve essere dotato del marchio CE con il numero di controllo comunitario EN 471 apposto nella parte interna del capo. Nell’acquistare il vestiario catarifrangente è quindi necessario fare attenzione a queste caratteristiche. Si tratta di disposizioni adottate per migliorare la sicurezza di chi va in bicicletta, ma anche di pedoni e automobilisti. In Alto Adige, negli ultimi anni, si registra un boom della bici. Si usa per spostarsi più rapidamente e più economicamente in città, ma si usa anche per divertimento. Il guaio è che bici da corsa e mountain bike non sono dotate di luci. E il ciclista, spesso e volentieri, non si preoccupa di farle montare. Anche nella convinzione che comunque la sera in città ci sono le luci e gli automobilisti e i pedoni ti vedono anche senza. Non è così. L’automobilista spesso si accorge all’ultimo momento, e lo stesso dicasi per il pedone, della bici che sbuca dal buio.
 I rischi aumentano ulteriormente se, la sera, si esce dai centri abitati o, anche nelle ore diurne, si pedala in galleria. Di qui la decisione del legislatore di imporre ai ciclisti di indossare i giubbotti catarifrangenti. Per chi non rispetta il nuovo ordinamento è prevista una sanzione di 23 euro.
 Meglio adeguarsi, prima ancora che per evitare la multa, per circolare tranquillamente senza rischiare di farsi travolgere dall’automobilistica che spesso, solo all’ultimo momento, si accorge dell’ombra che gli pedala davanti.
Alto Adige 12-10-10
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lunedì, 04 ottobre 2010



Il comitato civico: «La nuova ciclabile è poco sicura»

 SAN GIACOMO. Il Comune ha messo a disposizione della Forestale i 110 mila euro necessari per dare seguito al progetto di sentiero pedemontano tra San Giacomo e Castel Flavon, sopra Bolzano. Di questo si rallegra anche Lorenzo Merlini, del comitato civico di San Giacomo. «È necessario sapere anche quando verranno conclusi i lavori, perché questo è strettamente legato alla possibilità di procedere ad una nuova programmazione della festa del “Sentiero dei cantastorie” che le associazioni di San Giacomo, vorrebbero trasferire sul nuovo percorso della pedemontana. I residenti vorrebbero un sentiero quanto più facilmente percorribile in termini di pendenze e avere numerose piazzole per sistemarvi panchine e magari opere d’arte». Per Merlini infatti, queste cose possono anche rappresentare momenti socio-culturali e ludici, utili anche per l’economia del territorio e per il turismo. Altro punto da affrontare per il Comitato è la sicurezza della nuova ciclabile all’incrocio con via Thaler. Chi vuole attraversare non ha a portata il tasto per la chiamata semaforica. (b.c.)
Alto Adige 4-10-10

Nota: Il testo originale due servizi più sotto


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lunedì, 04 ottobre 2010

Un sentiero per unire e ciclabile San Giacomo

Proprio in questi giorni il Comitato Civico San Giacomo ha ripreso la sua attività.
Numerose sono le problematiche ancora sul tappeto a cui si vanno aggiungere le presentazioni-discussioni di due nuovi grandi progetti: la Cittadella dello sport e la Centrale di pompaggio.
In questa prima riunione è stato affrontato il tema della passeggiata pedemontana che dovrà percorrere il tratto che va da San Giacomo fino a Castel Flavon.
E' stata promessa la sua realizzazione entro il 2010, ma ci stiamo domandando se questo sarà ancora possibile dal momento che la giunta comunale ha liquidato alla Provincia i 110 mila euro necessari per la realizzazione del primo lotto del sentiero, solo di recente.
E' necessario sapere quando saranno l'inizio dei lavori, ma sopratutto quando potranno essere conclusi.
La motivazione è strettamente legata alla possibilità di procedere ad una nuova programmazione della festa “Il sentiero dei cantastorie” che le Associazioni di San Giacomo insieme all'intera popolazione vorrebbero trasferire nel nuovo percorso della pedemontana.
Le esigenze espresse dagli abitanti, ma anche dalle associazioni culturali di San Giacomo e di Oltrisarco sono quelle di ottenere un sentiero quanto più facilmente percorribile in termini di pendenze e riuscire ad ottenere numerose piazzole sufficientemente ampie tali da accogliere panchine e opere d'arte (sculture o installazioni) da approntare in un percorso a cielo aperto.
Sentieri forestali di questo genere sono numerosi in Alto Adige: Sul sentiero Freud a Collalbo, Sentiero delle leggende sul Salto, Dal Rifugio Sarentino agli omini di pietra e Merano 2000, Via delle saghe etc.
Offrono la possibilità di scoprire la natura intatta ed il magico mondo delle montagne, ma possono rappresentare anche momenti socio-culturali e ludici certamente utili anche per l'economia del territorio nonché turistica.
Chiediamo pertanto alla Forestale di affrontare con sensibilità la nostra richiesta nell'esecuzione di tale opera che da molti anni sta a cuore della popolazione di Laives e Bolzano.


punto critico

Altro punto affrontato è quello della prima parte di ciclabile realizzata in San Giacomo.
Ascoltate diverse persone, in particolare quelle che usano regolarmente la bicicletta, risultano opinioni concordi nel buon risultato della ciclabile e della sua qualità. La sua esecuzione tiene conto della sicurezza dei ciclisti con aiuole spartitraffico, numerosa cartellonistica e segnaletica a terra. Di particolare efficacia sembrano essere le cunette abbassa-velocità anche se possono infastidire leggermente i passeggeri dei Bus. La combinazione delle cunette e dei semafori intelligenti che verranno riattivati dal 13 Ottobre, così garantisce il vicesindaco Forti, accompagnati da controlli dei vigili urbani possono diventare veramente un forte deterrente nella statale a sud di San Giacomo.
Unico dubbio riscontrato in termini di sicurezza è quello riscontrato all'inizio della ciclabile, (in prossimità della via Thaler, poco più a sud) chi volesse attraversare sul passaggio pedonale (sia a destra che a sinistra) non ha l'opportunità di far intervenire il semaforo a monte per bloccare il traffico. Due pulsanti risolverebbero il problema.

alcune foto della ciclabile:










Punto critico

Prima di chiudere la serata vengono anticipate alcune notizie riguardanti la Centrale di pompaggio presentata e discussa poche sere fa a Laives e il progetto della Cittadella dello sport che verrà presentato a San Giacomo il 5 ottobre prossimo alle ore 20.00 presso l'Aula Magna - Nuovo Teatro.

Per il Comitato Civico San Giacomo
Lorenzo Merlini

martedì, 31 agosto 2010

    

Il Comune di Bolzano raddoppia le ciclabili

FRANCESCA GONZATO
BOLZANO. Piste ciclabili: il Comune ne deve realizzare ancora 15 chilometri per completare la rete (entro il 2020). I tratti di Oltrisarco e via Vittorio Veneto avranno la precedenza. Ma le ciclabili realizzate già scoppiano e si pensa al raddoppio di quella lungo l’Isarco fino a ponte Resia.
 Gli abitanti di Oltrisarco protestano da anni, insieme alla circoscrizione, perché il quartiere è la Cenerentola nella rete delle piste ciclabili. «Lo abbiamo promesso e i tratti a Oltrisarco avranno la precedenza. Non voglio creare illusioni però: per la ciclabile lungo via Claudia Augusta, nel cuore del quartiere, dovremo aspettare fino al 2012-13. Prima arriverà il collegamento da via S. Geltrude a via Roma», fa sapere l’assessore alla mobilità Judith Kofler Peintner, confermando quanto annunciato la scorsa settimana alla commissione mobilità. Il cronoprogramma del piano urbano della mobilità prevede di completare nel 2020 la rete delle ciclabili, aggiungendo 15 chilometri agli attuali 48. Ma all’ufficio Mobilità iniziano già a pensare al raddoppio di alcuni tratti. Sono le gioie e dolori del boom del sistema su due ruote.
 Spiega l’ingegner Ivan Moroder (direttore dell’ufficio pianificazione mobilità): «La ciclabile lungo l’Isarco dal ponte Roma a ponte Resia ormai scoppia. In alcune ore della giornata la presenza di ciclisti è veramente forte». Non a caso, si tratta di uno dei tratti con il più alto numero di incidenti. Sono 200 all’anno gli incidenti sulle ciclabili. La sicurezza è uno dei problemi legati ai 75 mila passaggi quotidiani in bicicletta a Bolzano. Solo in via Rosmini vengono contati 10 mila passaggi al giorno. Moroder: «Verifichiamo periodicamente i verbali della polizia municipale per capire i punti più delicati della rete».
 Il raddoppio della ciclabile lungo l’Isarco non è ancora deciso, «ma iniziamo a pensarci». Oltre ad essere una pista strategica per il collegamento del centro con le zone di via Rovigo, via Resia e zona produttiva, il tratto lungo l’Isarco è molto frequentato per gli allenamenti-gite in bici fino a Ora e oltre. Gli sportivi sono veloci e a volte effettuato sorpassi azzardati, è una delle ragioni degli incidenti. «Dividere gli utenti non è possibile, quindi si deve lavorare sulla sicurezza», spiega l’assessore.
 Per un progetto di raddoppio ancora da studiare, queste le priorità nelle nuove ciclabili entro i prossimi 2-3 anni, prosegue Judith Kofler Peintner, «bilancio permettendo».
 Oltrisarco. E’ in fase di progettazione esecutiva il tratto da via S. Geltrude a via Roma. Lì è prevista anche la risistemazione del tratto fino al Pneus Market, con corsia preferenziale per i bus (nelle ore di punta si perdono 7-8 minuti in coda) e ciclabile su un lato solo. L’assessorato proverà a reperire il finanziamento già nell’avanzo di amministrazione del 2009.
 Sempre a Oltrisarco, ultimata la ciclabile fino al cimitero (nelle prossime settimane verrà sistemaa l’uscita, contestata per la sua pericolosità), si dovrà realizzare il tratto lungo via Claudia Augusta. Qui i tempi si allungano. La progettazione è in fase di avvio e Judith Kofler Peintner anticipa che «andranno persi posti auto, sarà inevitabile. Per questo la realizzazione terrà conto della situazione dei parcheggi per residenti. Ce n’è uno in via del Parco e uno previsto in cooperativa vicino alla chiesa del Ss. Rosario». Altro tratto richiesto è quello in via Vittorio Veneto, di cui in inverno inizierà la progettazione esecutiva e si punta al finanziamento nel 2011.
Alto Adige 31-8-10
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domenica, 29 agosto 2010


L’Apt spinge per il noleggio bici nel vecchio edificio alla stazione  di Laives

LAIVES. È parecchio tempo, che la vecchia stazioncina ferroviaria di Laives, passata dalla Provincia al Comune, giace pressoché abbandonata accanto a quella nuova che l’ha sostituita. Ancora durante la scorsa legislatura erano state illustrate diverse ipotesi.
 All’inizio il sindaco Polonioli aveva accennato all’ipotesi di ospitare al suo interno una esposizione di trenini elettrici, in sintonia quindi con la funzione che ha sempre svolto il piccolo edificio affacciato sulla linea ferroviaria del Brennero. Successivamente era emersa un’altra ipotesi, altrettanto valida: adibire la vecchia stazione a deposito per le biciclette da noleggiare ai viaggiatori che si spostano in treno, come anche ai turisti.
 «Ottima idea - aveva sostenuto il vice sindaco Georg Forti - ma si tratta comunque di una iniziativa a carattere provinciale». E tra gli uffici della Provincia deve essersi arenata questa idea, perché a tutt’oggi non se ne sa più nulla e l’unico segno tangibile rimane sempre la vecchia stazioncina abbandonata, che oltretutto in questa maniera rischia di andare incontro ad un degrado inarrestabile. A favore del progetto bici-treno è anche l’Associazione turistica locale, consapevole che il turismo in bicicletta staa prendendo sempre più piede col passare degli anni. Dovrebbe essere la Provincia quindi ad organizzare il servizio di noleggio e sicuramente Laives non direbbe di no all’utilizzo della vecchia stazione. (b.c.)
Alto Adige 20-8-10
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categoria:comune di laives, ciclabile pedonabile
martedì, 03 agosto 2010



Ancora oggi le iscrizioni alla pedalata con il Wwf

BOLZANO. La sezione locale del Wwf (World Wildlife Found), ha organizzato per domenica 8 agosto un’escursione in bicicletta in Alta Val Venosta, con percorso che si snoderà evidentemente lungo le piste ciclabili delle quali fortunatamente è ricco il territorio altoatesino, con visite al lago di Resia e di San Valentino alla Muta. Il punto di ritrovo per la partenza sarà nel piazzale del Lido di viale Trieste, si andrà su un pullman con annesso trasporto biciclette (proprie); quota di partecipazione 18 euro a persona, pranzo al sacco. Per prenotazioni e versamento quota rivolgersi in sede al Wwf in via Egger Lienz 1, domani dalle ore 17 alle ore 18.30. Per informazioni telefonare ai numeri 349 - 7277117 o 333 - 6747895.
Alto Adige 3-8-10

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categoria:ciclabile pedonabile

lunedì, 04 ottobre 2010


Un sentiero per unire e ciclabile San Giacomo


Proprio in questi giorni il Comitato Civico San Giacomo ha ripreso la sua attività.
Numerose sono le problematiche ancora sul tappeto a cui si vanno aggiungere le presentazioni-discussioni di due nuovi grandi progetti: la Cittadella dello sport e la Centrale di pompaggio.
In questa prima riunione è stato affrontato il tema della passeggiata pedemontana che dovrà percorrere il tratto che va da San Giacomo fino a Castel Flavon.
E' stata promessa la sua realizzazione entro il 2010, ma ci stiamo domandando se questo sarà ancora possibile dal momento che la giunta comunale ha liquidato alla Provincia i 110 mila euro necessari per la realizzazione del primo lotto del sentiero, solo di recente.
E' necessario sapere quando saranno l'inizio dei lavori, ma sopratutto quando potranno essere conclusi.
La motivazione è strettamente legata alla possibilità di procedere ad una nuova programmazione della festa “Il sentiero dei cantastorie” che le Associazioni di San Giacomo insieme all'intera popolazione vorrebbero trasferire nel nuovo percorso della pedemontana.
Le esigenze espresse dagli abitanti, ma anche dalle associazioni culturali di San Giacomo e di Oltrisarco sono quelle di ottenere un sentiero quanto più facilmente percorribile in termini di pendenze e riuscire ad ottenere numerose piazzole sufficientemente ampie tali da accogliere panchine e opere d'arte (sculture o installazioni) da approntare in un percorso a cielo aperto.
Sentieri forestali di questo genere sono numerosi in Alto Adige: Sul sentiero Freud a Collalbo, Sentiero delle leggende sul Salto, Dal Rifugio Sarentino agli omini di pietra e Merano 2000, Via delle saghe etc.
Offrono la possibilità di scoprire la natura intatta ed il magico mondo delle montagne, ma possono rappresentare anche momenti socio-culturali e ludici certamente utili anche per l'economia del territorio nonché turistica.
Chiediamo pertanto alla Forestale di affrontare con sensibilità la nostra richiesta nell'esecuzione di tale opera che da molti anni sta a cuore della popolazione di Laives e Bolzano.


punto critico

Altro punto affrontato è quello della prima parte di ciclabile realizzata in San Giacomo.
Ascoltate diverse persone, in particolare quelle che usano regolarmente la bicicletta, risultano opinioni concordi nel buon risultato della ciclabile e della sua qualità. La sua esecuzione tiene conto della sicurezza dei ciclisti con aiuole spartitraffico, numerosa cartellonistica e segnaletica a terra. Di particolare efficacia sembrano essere le cunette abbassa-velocità anche se possono infastidire leggermente i passeggeri dei Bus. La combinazione delle cunette e dei semafori intelligenti che verranno riattivati dal 13 Ottobre, così garantisce il vicesindaco Forti, accompagnati da controlli dei vigili urbani possono diventare veramente un forte deterrente nella statale a sud di San Giacomo.
Unico dubbio riscontrato in termini di sicurezza è quello riscontrato all'inizio della ciclabile, (in prossimità della via Thaler, poco più a sud) chi volesse attraversare sul passaggio pedonale (sia a destra che a sinistra) non ha l'opportunità di far intervenire il semaforo a monte per bloccare il traffico. Due pulsanti risolverebbero il problema.

alcune foto della ciclabile:










Punto critico

Prima di chiudere la serata vengono anticipate alcune notizie riguardanti la Centrale di pompaggio presentata e discussa poche sere fa a Laives e il progetto della Cittadella dello sport che verrà presentato a San Giacomo il 5 ottobre prossimo alle ore 20.00 presso l'Aula Magna - Nuovo Teatro.

Per il Comitato Civico San Giacomo
Lorenzo Merlini

martedì, 31 agosto 2010

    

Il Comune di Bolzano raddoppia le ciclabili

FRANCESCA GONZATO
BOLZANO. Piste ciclabili: il Comune ne deve realizzare ancora 15 chilometri per completare la rete (entro il 2020). I tratti di Oltrisarco e via Vittorio Veneto avranno la precedenza. Ma le ciclabili realizzate già scoppiano e si pensa al raddoppio di quella lungo l’Isarco fino a ponte Resia.
 Gli abitanti di Oltrisarco protestano da anni, insieme alla circoscrizione, perché il quartiere è la Cenerentola nella rete delle piste ciclabili. «Lo abbiamo promesso e i tratti a Oltrisarco avranno la precedenza. Non voglio creare illusioni però: per la ciclabile lungo via Claudia Augusta, nel cuore del quartiere, dovremo aspettare fino al 2012-13. Prima arriverà il collegamento da via S. Geltrude a via Roma», fa sapere l’assessore alla mobilità Judith Kofler Peintner, confermando quanto annunciato la scorsa settimana alla commissione mobilità. Il cronoprogramma del piano urbano della mobilità prevede di completare nel 2020 la rete delle ciclabili, aggiungendo 15 chilometri agli attuali 48. Ma all’ufficio Mobilità iniziano già a pensare al raddoppio di alcuni tratti. Sono le gioie e dolori del boom del sistema su due ruote.
 Spiega l’ingegner Ivan Moroder (direttore dell’ufficio pianificazione mobilità): «La ciclabile lungo l’Isarco dal ponte Roma a ponte Resia ormai scoppia. In alcune ore della giornata la presenza di ciclisti è veramente forte». Non a caso, si tratta di uno dei tratti con il più alto numero di incidenti. Sono 200 all’anno gli incidenti sulle ciclabili. La sicurezza è uno dei problemi legati ai 75 mila passaggi quotidiani in bicicletta a Bolzano. Solo in via Rosmini vengono contati 10 mila passaggi al giorno. Moroder: «Verifichiamo periodicamente i verbali della polizia municipale per capire i punti più delicati della rete».
 Il raddoppio della ciclabile lungo l’Isarco non è ancora deciso, «ma iniziamo a pensarci». Oltre ad essere una pista strategica per il collegamento del centro con le zone di via Rovigo, via Resia e zona produttiva, il tratto lungo l’Isarco è molto frequentato per gli allenamenti-gite in bici fino a Ora e oltre. Gli sportivi sono veloci e a volte effettuato sorpassi azzardati, è una delle ragioni degli incidenti. «Dividere gli utenti non è possibile, quindi si deve lavorare sulla sicurezza», spiega l’assessore.
 Per un progetto di raddoppio ancora da studiare, queste le priorità nelle nuove ciclabili entro i prossimi 2-3 anni, prosegue Judith Kofler Peintner, «bilancio permettendo».
 Oltrisarco. E’ in fase di progettazione esecutiva il tratto da via S. Geltrude a via Roma. Lì è prevista anche la risistemazione del tratto fino al Pneus Market, con corsia preferenziale per i bus (nelle ore di punta si perdono 7-8 minuti in coda) e ciclabile su un lato solo. L’assessorato proverà a reperire il finanziamento già nell’avanzo di amministrazione del 2009.
 Sempre a Oltrisarco, ultimata la ciclabile fino al cimitero (nelle prossime settimane verrà sistemaa l’uscita, contestata per la sua pericolosità), si dovrà realizzare il tratto lungo via Claudia Augusta. Qui i tempi si allungano. La progettazione è in fase di avvio e Judith Kofler Peintner anticipa che «andranno persi posti auto, sarà inevitabile. Per questo la realizzazione terrà conto della situazione dei parcheggi per residenti. Ce n’è uno in via del Parco e uno previsto in cooperativa vicino alla chiesa del Ss. Rosario». Altro tratto richiesto è quello in via Vittorio Veneto, di cui in inverno inizierà la progettazione esecutiva e si punta al finanziamento nel 2011.
Alto Adige 31-8-10
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domenica, 29 agosto 2010


L’Apt spinge per il noleggio bici nel vecchio edificio alla stazione  di Laives

LAIVES. È parecchio tempo, che la vecchia stazioncina ferroviaria di Laives, passata dalla Provincia al Comune, giace pressoché abbandonata accanto a quella nuova che l’ha sostituita. Ancora durante la scorsa legislatura erano state illustrate diverse ipotesi.
 All’inizio il sindaco Polonioli aveva accennato all’ipotesi di ospitare al suo interno una esposizione di trenini elettrici, in sintonia quindi con la funzione che ha sempre svolto il piccolo edificio affacciato sulla linea ferroviaria del Brennero. Successivamente era emersa un’altra ipotesi, altrettanto valida: adibire la vecchia stazione a deposito per le biciclette da noleggiare ai viaggiatori che si spostano in treno, come anche ai turisti.
 «Ottima idea - aveva sostenuto il vice sindaco Georg Forti - ma si tratta comunque di una iniziativa a carattere provinciale». E tra gli uffici della Provincia deve essersi arenata questa idea, perché a tutt’oggi non se ne sa più nulla e l’unico segno tangibile rimane sempre la vecchia stazioncina abbandonata, che oltretutto in questa maniera rischia di andare incontro ad un degrado inarrestabile. A favore del progetto bici-treno è anche l’Associazione turistica locale, consapevole che il turismo in bicicletta staa prendendo sempre più piede col passare degli anni. Dovrebbe essere la Provincia quindi ad organizzare il servizio di noleggio e sicuramente Laives non direbbe di no all’utilizzo della vecchia stazione. (b.c.)
Alto Adige 20-8-10
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martedì, 03 agosto 2010



Ancora oggi le iscrizioni alla pedalata con il Wwf

BOLZANO. La sezione locale del Wwf (World Wildlife Found), ha organizzato per domenica 8 agosto un’escursione in bicicletta in Alta Val Venosta, con percorso che si snoderà evidentemente lungo le piste ciclabili delle quali fortunatamente è ricco il territorio altoatesino, con visite al lago di Resia e di San Valentino alla Muta. Il punto di ritrovo per la partenza sarà nel piazzale del Lido di viale Trieste, si andrà su un pullman con annesso trasporto biciclette (proprie); quota di partecipazione 18 euro a persona, pranzo al sacco. Per prenotazioni e versamento quota rivolgersi in sede al Wwf in via Egger Lienz 1, domani dalle ore 17 alle ore 18.30. Per informazioni telefonare ai numeri 349 - 7277117 o 333 - 6747895.
Alto Adige 3-8-10

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venerdì, 23 luglio 2010



Egna, primi fondi per le ciclabili intercomunali

EGNA/CALDARO. Piste ciclabili intercomunali: via libera alla prima tranche dei finanziamenti per un importo complessivo di 300 mila euro. I fondi sono destinati al tratto compreso tra il sottopasso di Egna e la Fossa di Caldaro, nel Comune di Termeno. A darne conferma è stato ieri il presidente della Comunità comprensoriale Oltradige Bassa Atesina Oswald Schiefer. «I lavori inizieranno però solamente tra due mesi - sottolinea Schiefer - perchè i viticoltori ci hanno chiesto di attendere la fine della vendemmia. Ad ottobre dovremo partire, ma il primo contratto è stato firmato». Per ultimare la rete delle ciclabili in Oltradige e Bassa Atesina mancano peraltro altri due tratti importanti: quello da Termeno al lago di Caldaro e quello da Ora a Montagna e San Lugano. «Questi due pezzi - conferma Schiefer - sono stati inseriti nel programma quinquennale e per ora non sono coperti da finanziamenti ad hoc. Si tratta, in totale, di una decina di chilometri per Caldaro e di almeno 15 per Montagna». Il problema maggiore, in questo caso, è rappresentato dagli espropri. «Ritengo che dovremo mettere in conto complessivamente tra i 500 mila e il milione di euro, a fronte di costi che complessivamente si aggirare sui 5/6 milioni». Sull’ampliamento delle piste ciclabili si è detto favorevole anche il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder che ha elargito nei mesi scorsi i primi finanziamenti. Nel corso di un recente colloquio con i vari presidenti dei comprensori la Provincia ha deciso di mettere a disposizione i primi fondi: 1,7 milioni di euro per il Burgraviato, un milione per la val d’Isarco, 2,1 milioni per Salto-Sciliar, 50mila euro per l’Oltradige-Bassa Atesina, circa 2,3 milioni per la Pusteria e un milione per progetti in Venosta. Della manutenzione si faranno carico le Comunità comprensoriali con il sostegno dei fondi destinati alla finanza locale. «Tocca poi al singolo comprensorio decidere se intervenire direttamente o delegare i lavori ai cantieri comunali», afferma Durnwalder. Per l’Oltradige e la Bassa Atesina è importante soprattutto partire con i lavori, attesi da tempo dai vari Comuni, che sperano di ricavarne un ritorno anche dal punto di vista turistico.
Alto Adige 23-7-10
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categoria:conca atesina, ciclabile pedonabile
domenica, 11 luglio 2010



Ciclabile senza transenne tra Bolzano e Vadena

LAIVES. Lungo la pista ciclabile provinciale, tra Bolzano e il ponte di Vadena, più o meno all’altezza dell’inceneritore di Bolzano, la protezione sul lato del fiume Isarco ha ceduto ed è precipitata nella scarpata sottostante. Un ciclista conferma di avere segnalato questa situazione di reale pericolo al Comune di Bolzano tramite e-mail. «Il tempo è passato però - dice il ciclista di Laives - ma non ho notato alcun intervento per la riparazione e nemmeno hanno avuto l’accortezza di transennare quel punto pericoloso con il nastro. Ricordo che in quel tratto la ciclabile passa rialzata rispetto ad Isarco e Adige e perciò, se si dovesse uscire malauguratamente di carreggiata con la bici, si finirebbe direttamente nel fiume».
 Non è la prima volta che si registrano problemi del genere con le transenne in legno poste sui lati più pericolosi della ciclabile. Il fatto è che, essendo proprio di legno, quei pali sono stati infissi nel terreno senza alcun isolamento dall’umidità e quindi, dopo un certo periodo inevitabilmente finiscono per marcire e spezzarsi alla base. È ciò che si nota anche nel punto indicato tra Bolzano e Vadena. (b.c.)
Alto Adige 1-7-10


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categoria:ciclabile pedonabile
sabato, 03 luglio 2010



Sottopassaggio entro fine anno

LAIVES. Entro fine anno, Vadena dovrebbe tornare ad avere un collegamento pedociclabile più diretto verso Laives. Sono iniziati infatti i lavori per costruire un sottopasso ferroviario dove fino a qualche anno fa c’era il passaggio a livello poi chiuso definitivamente. «Secondo la tabella di marcia - afferma il vicesindaco Georg Forti - per novembre di quest’anno l’opera dovrebbe essere completata. A settembre, da quanto ci hanno detto, dovrebbe avere luogo la perforazione vera e propria sotto la linea ferroviaria del Brennero per passare da una parte all’altra, superando anche il fossato che fiancheggia i binari».
 La spesa si aggira attorno ad 1,7 milioni di euro e soprattutto per la comunità di Vadena sarà un bel risultato: da quando il passaggio a livello è chiuso chi vuole andare e venire da Laives in bicicletta deve raggiungere Bronzolo e passare a proprio rischio sulla statale. (b.c.)
Alto Adige 3-7-10
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domenica, 27 giugno 2010

NO          

Vadena, la giunta contro la ciclabile in zona Cervo

 LAIVES. Nuova amministrazione comunale a Vadena ma non cambia l’orientamento negativo per quanto riguarda la possibile apertura della stradina in località Cervo, quella che tanti chiedono diventi la pista ciclabile tra la stazione ferroviaria di Laives e l’argine dell’Adige. Nel programma della giunta di Vadena è stata specificatamente inserita la volontà che «rimanga ad uso esclusivamente privato la stradina in località Cervo».
Alto Adige 27-6-10
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venerdì, 21 maggio 2010


Ciclabile a San Giacomo: avanti i lavori

LAIVES. E’ in fase avanzata di realizzazione il primo lotto di riqualificazione della statale 12 alla periferia sud di San Giacomo. Finiti questi lavori toccherà al secondo lotto, quello tecnicamente (e finanziariamente) più impegnativo dal momento che entrerà nel cuore dell’abitato di San Giacomo per raggiungere il confine con Bolzano.
 Per ora, altro non è in programma, in particolare verso sud. La pista pedociclabile che si sta costruendo termina infatti all’incrocio tra la statale 12 e via Giovanni Pascoli, all’incirca dove c’è il bar “La Costa”. Per questo molti si stanno chiedendo cosa succederà in seguito, perché fermandosi lì, la ciclabile risulta “monca” e non serve per chi abita a Pineta oppure a Laives.
 Inizialmente il progetto della pedociclabile inserito nella qualificazione urbana di san Giacomo, prevedeva che i ciclisti, una volta arrivati al bar La Costa, se diretti verso Liaves avrebbero dovuto imboccare via Pascoli, quindi una interpoderale che raggiunge la zona produttiva Vurza e da lì Pineta. Però via Pascoli è troppo angusta e già vi passa una machina per volta; difficile pensare che si possa anche fare posto ad una ciclabile (manca anche il marciapiede).
 “Effettivamente bisognerà proseguire la ciclabile in altro modo - ammette il vice sindaco Georg Forti - e la direttrice più logica sarebbe quella che continua lungo la statale 12, dove c’è il posto per realizzare la pista. Bisognerà che appena insediata la nuova amministrazione comunale si studi questa soluzione”.
 Già adesso, sono ben pochi gli utenti delle due ruote che, per andare e venire da Laives verso San Giacomo, usano via Pascoli: i ciclisti preferiscono infatti rischiare percorrendo la statale 12, che fortunatamente è caratterizzata da molto meno traffico di una volta. Come anticipa il vice sindaco, sarà inevitabile una soluzione lungo il lato della statale piuttosto che lungo via Pascoli e la zona Vurza.
Alto Adige 21-5-10
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venerdì, 14 maggio 2010

Agricoltore vuole regalare un terreno alla Provincia per completare la ciclabile

  BRUNO CANALI
 LAIVES. Domani alle 10, partendo dall’albergo Steinmannwald di Pineta, ci sarà una biciclettata promossa dalla lista “Laives pro Leifers” per denunciare la situazione delle piste ciclabili sul territorio. La manifestazione era programmata per sabato scorso, ma il maltempo ha costretto gli organizzatori a rinviarla. «Tutti in questa campagna elettorale caratterizzata spesso da promesse costose e irrealizzabili - ha detto Mario Martinelli, candidato con Laives pro Leifers - parlano di piste ciclabili e di soluzioni discutibili; noi invece vogliamo richiamare l’attenzione sul fatto che, volendo, le piste ciclabili già ci sarebbero e basterebbe un po’ di buona volontà e molti meno soldi dei 2 milioni di euro per un sottopasso verso Vadena, al quale invece sta lavorando l’amministrazione comunale. Sabato percorreremo questi tracciati per dimostrare che si può fare».
 Durante la presentazione dell’iniziativa è anche arrivata una bella novità che riguarda la contestatissima stradina in zona Cervo, dove da anni si chiede di realizzare una ciclabile tra stazione ferroviaria e pista provinciale sull’argine dell’Adige, una richiesta sempre osteggiata dai contadini e mai sostenuta con convinzione dall’amministrazione comunale, anche perché in realtà si tratta del territorio di Vadena. «Giuseppe Endrizzi, uno dei contadini della zona Cervo - ha detto Martinelli - ci ha garantito che per una ciclabile è disposto a regalare alla Provincia o alla Comunità di Valle 108 metri quadrati della sua campagna accanto alla stradina. Basterebbe insistere quindi su questa scelta e si risparmierebbero alcuni milioni di euro».
 Secondo i rappresentanti della lista, ancora non si è arrivati a questa soluzione perché il Comune di Laives non avrebbe chiesto con la dovuta convinzione ai contadini e a Vadena di poter usufruire, per le bici, della stradina interpoderale.
 «Progetto Alto Adige - ha sottolineato Mauro Busetti, consigliere della lista - in consiglio comunale ha bocciato il sottopasso pedociclabile verso Vadena che costa più di due milioni di euro. Dal canto suo, il Comune di Laives non ha mai fatto un piano organico di piste sul proprio territorio ma ha solo realizzato pochi tronconi qua e là a caso».
 Sabato dunque biciclettata polemica per sottolineare queste carenze e indicare le possibili soluzioni. Le quali, secondo Laives pro Leifers, sarebbero anche realizzabili con spese contenute rispetto alla realizzazione del sottopasso verso Vadena.
 Intanto però, l’amministrazione comunale ha già appaltato i lavori di costruzione del sottopasso e il vicesindaco Georg Forti conferma che il 17 maggio inizieranno i primi lavori da parte dell’Enel, che deve preventivamente spostare fasci di cavi elettrici nell’area accanto alla ferrovia dove poi si inizierà a scavare.
Alto Adige 14-5-10
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categoria:ciclabile pedonabile
venerdì, 07 maggio 2010

A Oltrisarco si sposta la ciclabile per far posto a una corsia per i bus

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Preoccupazione, a Oltrisarco, per la temuta sparizione della ciclabile fra le rotonde di ponte Roma e via Claudia Augusta, probabile preludio alla non realizzazione della pista verso il campo Coni di via Santa Geltrude. La voce si è diffusa, ma il Comune tranquilizza: timori infondati. Verranno eseguiti dei lavori, ma la ciclabile attuale non sparirà. Verrà solo spostata tutta su un lato, mentre sull’altro si realizzerà la corsia preferenziale dei bus. E arriverà pure la pista verso il campo Coni.
 Nel rione più di qualcuno si è accorto dei rilievi effettuati nei giorni scorsi dai tecnici comunali, che si aggiravano fra la rotonde di ponte Roma e via Claudia Augusta. Oggi, per passare sotto al viadotto ferroviario, ci sono due corsie per le auto, una a destra e una a sinista della pila centrale del ponte, più le due ciclabili ai lati. A destra scendendo, si va verso Oltrisarco; a sinistra salendo, si va verso il ponte. Il tratto però è molto trafficato e gli autobus 2 e 10 spesso si trovano incolonnati, rallentando vistosamente la frequenza delle corse. Per ovviare, ai Lavori pubblici si è pensato di eliminare la ciclabile di destra salendo. Verrà sostituita da una corsia preferenziale per i mezzi pubblici. La pista per le biciclette, invece, sarà spostata sul lato opposto, ampliando e rendendo a doppio senso di circolazione la ciclabile attuale. Dunque, i timori diffusisi nel rione sarebbero infondati. Lo chiarisce l’assessore uscente ai Lavori pubblici, Stefano Pagani. «Non avrebbe avuto alcun senso eliminare la pista già esistente, tanto più che le intenzioni del Comune vanno in direzione totalmente opposta, verso il potenziamento della rete. In particolar modo a Oltrisarco, dove il bisogno di mobilità sostenibile è molto sentito». Per questo, nelle intenzioni dell’assessorato, la ciclabile attuale non verrà eliminata, ma addirittura allungata. «Sia i lavori per la corsia preferenziale, sia quelli per la pista verso Santa Geltrude, riusciremo a iniziarli entro l’anno. Lo stanziamento relativo è già a bilancio, la progettazione sta avanzando. Dovremo pubblicare il bando, indire la gara e assegnare l’appalto, ma nel giro di qualche mese si partirà».
 Sempre riguardo ai cantieri in zona, Pagani precisa: «A Ponte Roma, questa settimana si sarebbe dovuto procedere con l’impermeabilizzazione della corsia a valle, praticamente terminata, ma piove troppo. Speriamo di iniziare e terminare la prossima settimana. Poi, per la circolazione ci sarà il cambio di corsia. Sul lato a valle del ponte, entro l’anno sarà pronta la ciclabile che si collegherà a Claudia Augusta».
Alto Adige 7-4-10
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categoria:maso della pieve, ciclabile pedonabile
martedì, 04 maggio 2010

Terlano: chiusa per 2 settimane la ciclabile

TERLANO. È stata chiusa ieri, causa lavori, la pista ciclabile di Terlano, che resterà impraticabile per due settimane per gli amanti delle due ruote. In questo lasso di tempo i biker saranno deviati su strade interpoderali. Il corso del fiume sarà ripristinato allo stato in cui era agli inizi del diciannovesimo secolo. I lavori si riferiscono alla riva orografica sinistra dell’Adige: l’ampiezza del corso sarà portata fino a 15 metri, saranno ripristinati depositi di sabbia e ghiaia e boschi ripariali. Essendo presente una striscia di terreno di proprietà provinciale tra la pista ciclabile e la tratta ferroviaria, nell’ambito del progetto di rivitalizzazione si è deciso di spostare la ciclabile dalla zona arginale verso la ferrovia. Così sarà possibile abbassare l’intera superficie in modo tale da strutturare a livelli differenziati la riva e l’area a cespugli dando vita ad ambienti naturali differenti. Inoltre, i lavori comprendono la predisposizione di un’area verde allestita con panchine destinate all’uso da parte dei ciclisti e delle persone in passeggiata. L’intenzione della Provincia è pertanto quella di valorizzare l’intera zona dal punto di vista ricreativo. (m.bon.)
Alto Adige 4-5-10
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categoria:ciclabile pedonabile
lunedì, 03 maggio 2010



E’ ripartito il servizio di noleggio delle bici sulla tratta ferroviaria Merano - Malles

 MERANO. E’ ripartito ieri il servizio di noleggio biciclette lungo la linea ferroviaria della Venosta nelle stazioni di Malles, Spondigna, Silandro, Laces, Naturno e Merano. L’accordo transitorio - che è stato affidato alla Sportservice Erwin Stricker (nella foto) - prevede il servizio di noleggio e la logistica delle biciclette (che sono di proprietà della Sad) fra le stazioni della linea ferroviaria appena ricordate. La gestione del servizio di noleggio sarà dunque del tutto privatizzata con un tariffario diverso rispetto allo scorso anno, che prevede interessanti agevolazioni per tutti coloro che sono in possesso di un titolo di viaggio del trasporto pubblico altoatesino. La soluzione provvisoria adottata è frutto dell’intesa fra Sad, la Sta ed i Comuni interessati a seguito di una rilevante richiesta turistica. Si tratta di un primo passo in atetsa del ripristino della linea Merano-Malles una volta che il tratto interessato alla tragica frana del 12 aprile scorso sarà dissequestrato e rimesso in sicurezza.
Alto Adige 3-5-10
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martedì, 27 aprile 2010

Caschetto anche per i ciclisti

ANNALISA D’APRILE
ROMA. Divieto di fumo alla guida, modifiche all’inasprimento delle pene per incidenti stradali, nuova educazione stradale, disposizioni sul guidatore designato, dissequestro dei ciclomotori confiscati. Sono alcune delle misure in materia di sicurezza stradale all’ordine del giorno al Senato, dove oggi riprendono con ritmo serrato i lavori della Commissione lavori pubblici che, fino a giovedì, ha in agenda ben sei assemblee per arrivare alla stesura finale del nuovo codice della strada.
 Da mesi ormai il testo è in discussione, tanto che il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, sollecita la Commissione (al punto da non escludere una sua incursione odierna a Palazzo Madama) perché arrivi ad una conclusione condivisa. Non solo, il capo del dicastero di Porta Pia minaccia perfino di far diventare decreto in Consiglio dei ministri il disegno di legge approvato dalla Camera lo scorso luglio.
 Le ultime norme approvate riguardano proprio le tanto discusse minicar: sarà obbligatorio allacciare le cinture di sicurezza e vietato guidare quadricicli e ciclomotori per chi ha la patente sospesa o ritirata; divieto per neopatentati e non (quindi per tutti) di mettersi al volante dopo aver bevuto alcolici; obbligatorio per tutti i guidatori anche il test antidroga; i ragazzi che hanno la patente A potranno fare domanda per il foglio rosa già a 17 anni, ma la guida sarà possibile solo con accanto un pilota in possesso, da almeno 10 anni, di patente B. Anche i ciclisti dovranno indossare il casco e mettere giubbini catarifrangenti se pedalano di notte o nelle gallerie. Infine, i comuni avranno 60 giorni e non più 150 per notificare le multe agli automobilisti.
 Gli articoli invece sui quali i senatori non hanno ancora trovato un accordo e dei quali discuteranno in questi tre giorni sono: portare (o meno) a 150 chilometri orari il limite di velocità nei tratti autostradali a tre corsie e con tutor in funzione (attualmente il limite è fissato a 130km/h); rendere obbligatorio per i motociclisti l’utilizzo del paraschiena; scontare di un terzo l’importo delle contravvenzioni ai conducenti che pagano entro dieci giorni dal ricevimento del verbale; vietare il fumo durante la guida. Non trovano opposizione, invece, l’introduzione di un articolo riguardante le minicar truccate e le dure pene previste.
Alto Adige 27-4-10
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martedì, 20 aprile 2010


Piste ciclabili: servono 4 milioni
Rete da completare in Bassa. «Ma per ora mancano i soldi»

MARCO RIZZA
EGNA. Servirebbero tra i quattro e i cinque milioni di euro per completare la rete di piste ciclabili in Bassa Atesina e Oltradige, compreso il tratto della val di Fiemme. Ma per ora i soldi non ci sono.
 Nei giorni scorsi i presidenti dei vari comprensori si sono incontrati con Luis Durnwalder per discutere dei nuovi assetti delle Comunità comprensoriali (la legge, che prevede anche la riduzione dei consigli da 7 a 5 membri, è stata approvata proprio ieri dalla giunta provinciale) e dell’ampliamento delle piste ciclabili nelle diverse aree dell’Alto Adige. La Provincia ha garantito una serie di sostanziosi finanziamenti per esempio alla Pusteria (2,3 milioni), alla Venosta (un milione), a Salto-Sciliar (2,1 milioni). Per Bassa Atesina e Oltradige invece sono stati stanziati solo 50 mila euro. Come mai questa differenza? «Perché noi siamo stati i primi a terminare la tratta principale della pista ciclabile - dice il presidente Oswald Schiefer - e infatti oggi si va tranquillamente sia da Salorno ad Appiano che da Caldaro a Frangarto. Gli altri comprensori invece hanno ancora interi tratti da costruire e quindi necessitano di più soldi. I nostri 50 mila sono solo un saldo per alcuni lavori di manutenzione eseguiti lo scorso anno sulla Appiano-Caldaro». Il fatto che la Bassa abbia finito la tratta principale e che sia già agli interventi di manutenzione straordinaria, però, non significa che non ci sia più nulla da fare. Anzi. Come spiega Schiefer, per completare la rete servirebbero ancora diversi milioni di euro: «Il tratto Egna-Termeno, per esempio, o quello Egna-lago di Caldaro, sono già oggi percorribili con le tante strade interpoderali - dice -, ma nei nostri programmi ci sarebbe quello di costruire delle ciclabili vere e proprie anche in quelle direttive. Solo che servirebbero un paio di milioni... E due milioni o due milioni e mezzo servirebbero pure per la ciclabile per la val di Fiemme. Si tratta però di opere che la Provincia ritiene secondarie rispetto al completamento della rete principale negli altri comprensori e quindi i finanziamenti arriveranno solo quando saranno competate quelle. Il che significa che ci vorranno anni».
Alto Adige 20-4-10
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lunedì, 19 aprile 2010

Disinnesco, ciclabile chiusa

BOLZANO. Stamane nei pressi di castel Firmiano verrà disinnescata una bomba d’aereo della seconda mondiale, rinvenuta un paio di settimane fa alla discarica attualmente in via di bonifica. La Protezione civile provinciale informa che saranno interessate dall’operazione alcune case nelle immediate vicinanze di Firmiano, che saranno temporaneamente evacuate. Verrà però chiusa al transito la frequentata pista ciclabile Ponte Adige-Appiano, quotidianamente utilizzata da moltissimi ciclisti bolzanini per allenamento.
 Stamane, con inizio alle ore 8.30, gli esperti del secondo genio guastatori di Trento procederanno al disinnesco della bomba, sganciata dagli aerei statunitensi nel corso della guerra e illegalmente trasportata da ignoti in discarica in epoca imprecisata.
 La Protezione civile informa che tra le ore 8.30 e le ore 8.45 alcune case d’abitazione e un albergo saranno evacuati. L’inizio dei lavori di disinnesco sarà comunicato in loco con una sirena mobile tramite un segnale acustico di 3 minuti. La strada provinciale n. 18 da Ponte Adige a Cornaiano sarà chiusa durante i lavori di despolettamento.
 Dall’evacuazione sono interessate anche la ciclabile a Frangarto e tutti i sentieri nel raggio di 400 metri intorno al luogo d’intervento.
 Gli specialisti del 2º reggimento genio guastatori di Trento calcolano di riuscire a togliere l’unica spoletta ancora presente sul relitto bellico, pesante 500 libbre, tra le ore 9 e le ore 10.
 Presumibilmente verso le ore 10 potrà essere ritirato il provvedimento di evacuazione nella zona tra i comuni di Bolzano e Appiano. La conclusione della prima fase del disinnesco a Bolzano sarà reso noto con un segnale con durata di 1 minuto di una sirena mobile in loco.
 La bomba verrà poi trasportata a Stilves nel comune di Campo Trens dove sarà portata ad esplosione in una cava. La seconda fase del disinnesco richiede una zona di sgombero di 300 metri.
 Secondo i calcoli degli artificieri i lavori di disinnesco potranno concludersi nel corso del pomeriggio di lunedì. Dato che il numero delle persone da evacuare è ridotto non saranno irradiate la comunicazioni del “sistema d’informazione alla popolazione” della protezione civile provinciale.
 Radio e televisioni, come precisa la Protezione civile, trasmetteranno ripetutamente la chiusura della strada provinciale n. 18 da Cornaiano a Ponte Adige, nonché della ciclabile e Frangarto e di tutti i sentieri fino alla sospensione dell’evacuazione.
 Un ulteriore comunicato stampa della Protezione civile sarà diramato lunedì 19 aprile a conclusione dell’evacuazione e inizio dei lavori di disinnesco. Il numero telefonico di riferimento per ulteriori informazioni è: 335 1230559. (da.pa)
Alto Adige 19-4-10
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sabato, 10 aprile 2010




Ponte di Pineta: verso lo scontro in giunta








LAIVES. Il collegamento tra Pineta e la zona sportiva Galizia rischia di dare vita ad un braccio di ferro all’interno della stessa giunta comunale. Il vice sindaco Georg Forti ha parlato di possibile sottopasso pedociclabile, ma gli assessori Di Fede e Zanvettor chiariscono chiarito che non se ne parla: “E’ previsto un ponte nel progetto approvato e quindi il ponte dovrà essere fatto”.



 In attesa il comitato di Pineta (ora presieduto da Emanuele De Longis, dopo le dimissioni di Franco Magagna) che il ponte vuole assolutamente, anche se c’è da aspettare qualche anno. Va tenuto conto che alcuni esponenti del comitato di Pineta hanno dato vita alla lista civica che sostiene Di Fede come candidata sindaco per Laives e quindi la coalizione dovrà tenere in conto le volontà del comitato stesso.



 “Il progetto di collegamento tra Pineta e la zona Galizia - hanno specificato ieri Di Fede e Zanvettor - prevede il ponte pedociclabile e così dice il progetto dalla Provincia. Il sottopasso non è nelle previsioni e resta fuori discussione. Quanto alle affermazioni di questi giorni, sono solo interlocutorie. Si potrà certamente discutere sull’esatto posizionamento del ponte a seconda di quello che si farà anche con al cittadella dello sport, mail fatto che si faccia un ponte pedociclabile e non un sottopasso per noi è scontato”.



 L’idea del sottopasso non è nuova, ma è tornata in auge l’altro giorno a seguito della riunione del gruppo di lavoro che segue l’avanzamento della variante in galleria. Il vice sindaco Georg Forti aveva poi affermato che il sotopasso rientrava tra le possibilità e che comunque se ne discuterà durante la riunione di giunta in programma mercoledì prossimo. Questo è bastato perché il comitato subito mettesse le mani avanti chiedendo di rispettare le promesse, subito seguito dalle dichiarazioni degli assessori Di Fede e Zanvettor, che a loro volta hanno ribadito essere proprio il ponte e non il sottopasso, la soluzione da adottare per collegare in futuro Pineta alla zona sportiva Galizia. (b.c.)



Alto Adige 9-4-10
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venerdì, 09 aprile 2010



Collegamento tra Pineta e zona Galizia Al posto del ponte spunta il sottopasso

BRUNO CANALI
LAIVES. Ripensamento per il collegamento tra Pineta e la zona sportiva Galizia mediante un tracciato pedociclabile. A fronte del progetto di un ponte sopra la variante davanti a Pineta, in un summit per la variante tenutosi ieri mattina è emersa la possibilità che invece del ponte si faccia un sottopasso pedociclabile, cosa niente affatto gradita dal comitato.
 “Ne parleremo in giunta mercoledì - dice il vice sindaco Forti - in effetti, dall’incontro del gruppo di lavoro è emersa l’ipotesi di un sottopasso pedociclabile. Vedrebbe la luce nei pressi della pizzeria La Torre e servirebbe appunto per andare a piedi o in bicicletta, da Pineta verso la zona sportiva Galizia, distante poche centinaia di metri in linea d’aria”.
 Perché si sia preso in considerazione il sottopasso dopo che per un paio d’anni si era parlato solo del ponte sopra la variante è ancora Forti a spiegarlo: “Costruire e posare il ponte significherebbe attendere ancora un paio d’anni e con ogni probabilità servirebbe anche un cambio urbanistico. Per il sottopasso invece i tecnici ci assicurano che si potrebbe fare molto più rapidamente perché si tratterebbe di passare sotto l’attuale variante davanti a Pineta senza problemi”.
 L’idea di sottopasso era già stata proposta tempo fa, non come alternativa al ponte ma come soluzione temporanea. Il sottopasso individuato sarebbe quello che serve per raggiungere, da Pineta, il magazzino Grufrut. L’ipotesi non incontra i favori degli abitanti, soprattutto perché il sottopasso per il magazzino Grufrut è abbastanza defilato rispetto all’abitato e quindi poco appetibile per raggiungere la zona Galizia. Contro il ponte sulla variante invece giocano i dislivelli del terreno, che costringerebbero i progettisti a prevedere una lunga rampa verso la campagna per garantire le pendenze di legge. La strada verso la Galizia invece è una interpoderale già esistente.
Alto Adige 9-4-10
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domenica, 04 aprile 2010

A Oltrisarco solo 700 metri di ciclabile

BOLZANO. Le ciclabili, circa quaranta chilometri all’interno del territorio comunale, sono il fiore all’occhiello del capoluogo con qualche eccezione però. «Una - sostiene Giovanni Barborini, vicepresidente del consiglio di quartiere Oltrisarco-Aslago - è sicuramente la nostra zona. Dove la pista è lunga in tutto 700 metri e non ha alcun collegamento col resto della rete».
 La ciclabile è una delle richieste del quartiere che, negli ultimi anni, ha subìto modificazioni urbanistiche e sociali profonde. Restando sostanzialmente immutato nella parte originaria concentrata sull’asse di via Claudia Augusta, è cambiato a nord e sud. A nord, al posto delle ex caserme Mignone, sono sorti i condomini di cooperative e Ipes. A sud verso Maso della Pieve, una volta c’era campagna, adesso c’è un nuovo insediamento abitativo e altre case verranno su, tra il cimitero e la zona sportiva di Maso della Pieve. Il traffico, appensatito dagli ultimi arrivi, grava interamente su via Claudia Augusta.
 «Per questo motivo - dice il vicepresidente del consiglio di circoscrizione Oltrisarco Barborini - sarebbe importante favorire l’uso della bici da parte dei residenti. Come per altro era stato promesso dall’attuale giunta cinque anni fa, all’inizio del mandato».
 Il progetto iniziale era ambizioso: un tracciato da Maso della Pieve fino al campo Coni di via Santa Gertrude e poi su fino alla zona scolastica di via San Vigilio. Era inoltre previsto un raccordo con la pista che attraversa la zona produttiva e arriva in via Volta.
 «Poi col tempo - spiega Barborini - tutto è stato ridimensionato. I tecnici del Comune hanno stabilito che è impossibile tracciare una pista ciclabile sul lato sinistro di via Claudia Augusta. O meglio, per potere, si potrebbe. Ma il prezzo da pagare sarebbe troppo alto: bisognerebbe sacrificare un numero elevato di posti auto. È così che si è deciso di non toccare via Claudia Augusta, ma di fare una ciclabile tra la rotonda di via Claudia fino al campo Coni e magari arrivare fino al polo scolastico di via San Vigilio. Nulla di tutto questo però è stato fatto».
 Oggi a Oltrisarco ci sono soltanto quei 700 metri, tra la zona sportiva di Maso della Pieve e il cimitero.
 «Una sorta di cattedrale nel deserto - attacca Barborini - perché non è collegata al resto della rete. Fatta così serve a poco».
 A maggio scade il mandato di questa giunta, bisogna attendere il nuovo esecutivo. L’assessore Klaus Ladinser, nei giorni scorsi, presentando i risultati sui 410 mila spostamenti quotidiani in città dei bolzanini, ha promesso di ampliare la rete e migliorarla dal punto di vista della sicurezza. In base alla ricerca, il 29,5% degli spostamenti nel capoluogo viene effettuato in bicicletta contro il 27,2% in macchina. Per Ladinser e i suoi tecnici, a conti fatti, c’è ancora un margine di recupero calcolato intorno al 10%.
 Ma per catturare anche gli irriducibili della macchina, bisogna mettere a disposizione nuove piste e soprattutto tracciarle nei posti in cui, come a Oltrisarco, non esistono. Questa per il Comune è una delle sfide dei prossimi anni sul fronte della viabilità. (an.ma)
Alto Adige 4-4-10


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venerdì, 02 aprile 2010


Per spostarsi i bolzanini usano sempre più la bici

BOLZANO. Veloce, economica, trendy: la bici è il mezzo preferito dai bolzanini per gli spostamenti in città. E l’uso, complice la crisi ma anche una maggior attenzione al benessere, è in crescita. Dalla ricerca sugli spostamenti delle famiglie, effettuata dall’istituto Apollis su un campione di 1.719 intervistati, risulta che nei giorni feriali il 29% (autunno 2009) viene fatto in bici.
 Se ai ciclisti si aggiungono i pedoni (29,5%) e coloro che vanno in treno e in bus (7,6%), si supera quota 60%. Aumenta dunque l’uso di mezzi ecologici, mentre auto, moto e motorino rimangono sempre più spesso in garage. «Dal 2005 ad oggi - ha detto soddisfatto l’assessore Klaus Ladinser nel presentare i risultati dell’indagine assieme al mobility manager Sergio Berantelli, al presidente della commissione ambiente Helmut Moroder e all’autore dell’indagine Helmuth Pörnbacher - l’uso di auto e moto è sceso dal 35 al 34%». Si prende la macchina per il 27,2% degli spostamenti: la stessa percentuale era stata registrata nell’estate del 2005 (nell’inverno 2005 era 30,8% addirittura 31,9 nel 2002). In flessione invece moto e motorini (6,7 contro il 7,8 del 2005).
 «Questi risultati premiano la politica dell’amministrazione - ha dichiarato Ladinser -. Lo conferma anche il raffronto con altre città. A Trento il 50% degli spostamenti avviene ancora in auto e in moto così come a Grenoble, a Salisburgo siamo intorno al 44%, ad Innsbruck 40%, Hannover 39%, Monaco 36%».
 Per cambiare gli stili di vita dei bolzanini il Comune, in questi anni, ha agito su più fronti. Si è cercato di scoraggiare l’uso dell’auto, introducendo zone colorate, tariffe dei parcheggi salate, controlli rigorosi. Contemporaneamente si è ampliata e migliorata la rete ciclabile che oggi in città supera i 40 chilometri. «La prima ciclabile - ricorda l’ex assessore all’urbanistica Toni Serafini oggi segretario della Uil - è della fine degli anni Ottanta: sfrutta il vecchio tracciato della ferrovia Bolzano-Merano». La rete attuale consente, in un quarto d’ora, di andare da un capo all’altro della città.
 «Il prossimo obiettivo - ha detto l’architetto Berantelli - è l’ampliamento e il miglioramento della rete ciclabile. Questo ci consentirà di recuperare alla bici un altro 10% e aumenterà il grado di sicurezza». Gli incidenti con feriti, nell’ultimo anno, sono stati 230 su un totale di 80 mila spostamenti in bici, più o meno la stessa cifra era stata registrata nel 2005 quando però gli spostamenti erano 55 mila. Ma se il 60% dei bolzanini usa mezzi alternativi, perché il traffico viene percepito come uno dei problemi da risolvere? «Perché l’auto - ha detto Moroder - la usano i pendolari (circa 70 mila). Per questo la Provincia deve darci una mano: bisogna fare in modo che anche chi arriva da fuori utilizzi mezzi alternativi».
Alto Adige 2-4-10
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lunedì, 01 marzo 2010

Ciclabile pericolosa: proteste a Pineta


 LAIVES. La pista pedociclabile che da Pineta porta a Laives è troppo pericolosa. La denuncia arriva dal Comitato civico, che segnala i rischi provocati dalla curva «cieca» (foto) che si trova al termine di una discesa: i teloni del cantiere coprono completamente la visuale. Problemi anche nel tratto successivo, dove il passaggio dei camion ricopre la pista di plvere con la pioggia si trasforma in fango scivoloso.

Alto Adige 1-3-10
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sabato, 23 gennaio 2010


Sì del Comune al noleggio bici in stazione




 LAIVES. L’idea della sinergia bici-treno, lanciata dalla Provincia e fatta propria anche dall’Associazione turistica di Laives, Bronzolo e Vadena, piace anche alla giunta comunale, che ne ha discusso ieri mattina. «Se la Provincia deciderà di fare qualche cosa del genere, noi siamo ben disponibili a sostenerla - dice il vicesindaco Georg Forti al termine della seduta - e a tale proposito, abbiamo la vecchia stazione ferroviaria che è abbandonata da tempo: potrebbe diventare un punto di riferimento per il noleggio delle biciclette in futuro».
 A sollevare la questione era stato qualche giorno fa il presidente dell’Apt, Mario Martinelli, dopo che lo stesso Durnwalder aveva lanciato la proposta del noleggio di biciclette a livello provinciale presso le stazioni ferroviarie. Si tratterebbe di mettere a disposizione queste biciclette a coloro che utilizzano anche il treno. In pratica, si potrà viaggiare col treno e poi alla stazione trovare anche una bicicletta per spostarsi sul territorio. Martinelli, come presidente dell’associazione turistica locale, ha colto immediatamente le grandi potenzialità, anche dal punto di vista turistico, di questa proposta e del resto, aveva detto, «sempre più turisti usano la bici per le ferie. Questi ospiti hanno però bisogno di riferimenti certi distribuiti su tutto il territorio provinciale, una rete di collegamenti e di punti prestito che consenta loro di girare tranquillamente». Laives in questo senso non ha problemi, perché, come hanno ricordato sia Martinelli che Forti, c’è ancora la vecchia stazione che oggi è abbandonata, ma che si presterebbe egregiamente come deposito per il noleggio delle biciclette a coloro che ne faranno richiesta. (b.c.)


Alto Adige 23-1-10
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giovedì, 21 gennaio 2010


«La rete ciclabile è incompleta» L’Apt accusa Provincia e Comune di Laives



BRUNO CANALI


 LAIVES. Durnwalder lancia l’idea delle biciclette a noleggio in sinergia con il treno e subito l’Associazione turistica di Laives, Bronzolo e Vadena raccoglie lo stimolo con grande interesse.
 «Il presidente della giunta provinciale ha parlato di rete ciclabile da sviluppare, in sinergia con il treno - dice Mario Martinelli, presidente dell’Apt - e non possiamo che sostenerla. Il turismo in bicicletta sta crescendo e quindi necessita di adeguate infrastrutture». È a questo punto però che arriva la nota dolente. «A Laives ci sarebbero i presupposti illustrati da Durnwalder - dice Martinelli - ovvero, una stazione ferroviaria con spazi adeguati per avviare un servizio di noleggio, con carico e scarico dai convogli delle biciclette. L’unico problema rimane sempre il completamento della ciclabile dalla stazione fino all’argine dell’Adige, attraverso la stradina privata in zona Cervo, alcune centinaia di metri in tutto, che però nessuno a quanto pare vuole acquisire o porre sotto convenzione. Eppure - ricorda Martinelli - proprio la Provincia ha realizzato un ponte con ciclabile che collega il centro di guida sicura, prevedendo proprio il collegamento verso la stradina in zona Cervo, che sarebbe la soluzione più logica essendo la più diretta».
 Però una critica il presidente dell’Associazione turistica locale la fa anche all’amministrazione comunale di Laives, che - dice - «finora non è riuscita a realizzare la parte che le compete, vale a dire una pista ciclabile tra la città e la stazione ferroviaria. «Di questa esistono due progetti - spiega Martinelli - ma nessuno dei due è stato realizzato nonostante tante discussioni e promesse. È fuori dubbio che noi, come Associazione turistica, abbiamo tutto l’interesse a sostenere la proposta lanciata da Durnwalder, arrivando ad avere anche qui da noi un servizio di noleggio bici alla stazione ferroviaria, dove i ciclisti possano scendere dal treno e prendere in prestito una bici, oppure arrivare in bici e restituirla per poi risalire sul treno, così come succede già in val Venosta e in Pusteria, ad esempio. La nostra stazione ferroviaria ha ancora il vecchio edificio - conclude -, che si presterebbe bene come ricovero per le biciclette da affittare a chi le chiede».

Alto Adige 21-1-10
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sabato, 16 gennaio 2010



La ciclabile correrà lungo la statale 12

via Pascoli


San Giacomo, scartata l’ipotesi di via Pascoli: strada troppo stretta.
Sul lato est della Ss12 c’è lo spazio necessario


BRUNO CANALI


LAIVES. Da qualche giorno sono fermi i lavori per la riqualificazione della statale 12 alle porte di San Giacomo. Riprenderanno comunque tra breve, sempre in direzione nord, vale a dire verso l’abitato di San Giacomo, da dove la pista ciclabile si collegherà a quella di Bolzano, nella zona sportiva di Maso della Pieve. Intanto si guarda anche in direzione sud, dove non è ancora chiaro come sarà il tracciato per le bici. Rimane però il fatto che prima o poi la pista ciclabile tra Laives e Bolzano dovrà essere completata se si vuole che abbia un senso compiuto. In occasione di alcune assemblee pubbliche, durante le quali erano stati presentati i lavori di riqualificazione urbana per San Giacomo, si era accennato alla possibilità che in direzione sud la pista ciclabile continuasse imboccando via Pascoli e da lì, attraverso una interpoderale che raggiunge la zona produttiva Vurza, si sarebbe collegata al troncone proveniente da Pineta. Questa ipotesi però è stata subito bocciata dagli abitanti di San Giacomo, perché via Pascoli è molto stretta e già adesso non possono transitare nemmeno due automobili contemporaneamente, figurarsi se lì si mettesse anche la pista ciclabile: sarebbe un pericolo costante per tutti. Meglio trovare un percorso alternativo ovvero, proseguire lungo il lato est della statale 12 verso sud fino a raggiungere la zona Vurza e da lì poi arrivare a Pineta e a Laives.
 «In effetti - afferma l’assessore alla riqualificazione urbana, Giorgio Zanvettor - si tratta di una alternativa più realistica che non lungo via Pascoli, perché sul lato est della statale 12 a sud di San Giacomo ci sarebbe tutto lo spazio necessario per creare anche la pista ciclabile, così come si sta facendo attualmente con i lavori relativi al primo lotto, da via Pascoli verso il centro di San Giacomo. Per ora comunque si tratta solo di ragionamenti e nulla più, ma inevitabilmente la questione del completamento verso Laives tornerà di attualità».
 Oggi, chi arriva in bicicletta da Pineta e vuole proseguire in direzione di San Giacomo e Bolzano può comunque utilizzare la strada interpoderale che parte dalla zona produttiva Vurza e raggiunge via Pascoli (regolarmente segnalata). Però, come detto, via Pascoli non ha una pista ciclabile e chi vi transita lo fa a proprio rischio e pericolo. Stando alle richieste dei residenti di San Giacomo e anche dell’assessore Zanvettor, è del tutto probabile che non la avrà neppure in futuro, perché la soluzione più logica sarà quella di continuare lungo la statale.

Alto Adige 16-1-10
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martedì, 12 gennaio 2010


per il noleggio bici Card unica




Il progetto della Provincia di Bolzano: servizio fino al lago di Garda.
Sette imprese in lizza per l’appalto

 BOLZANO. Un servizio unico appaltato a livello provinciale dovrà garantire sia agli abitanti che ai turisti la possibilità di avvalersi dei mezzi pubblici e della rete ciclabile (460 chilometri) con un unico biglietto ed una tariffa unitaria per il noleggio di biciclette.
 La Provincia potrà mettere a disposizione del servizio le sue stazioni ferroviarie. L’obiettivo, come ha riferito ieri il presidente Luis Durnwalder, è quello di facilitare senza burocrazia l’uso alternato dei mezzi pubblici e quello della bicicletta in ogni momento ed in ogni luogo del territorio provinciale non escludendo, però, una meta come quella del Lago di Garda.
 Già oggi, in alcune zone dell’Alto Adige, è possibile noleggiare una bicicletta e restituirla in un centro diverso da quello di partenza, un servizio gradito che ora però la Provincia vuole estendere su tutto il territorio.
 Sette le aziende che si sono già dichiarate interessate a partecipare alla gara d’appalto che, però, hanno chiesto un aiuto economico iniziale da parte della Provincia per approntare i necessari investimenti per l’acquisto delle biciclette. Per poter garantire un servizio adeguato, infatti, sarà necessario acquistare almeno un migliaio di biciclette.

Alto Adige 12-1-10
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domenica, 10 gennaio 2010



Avanti con la ciclabile alla periferia sud di SAN GIACOMO



 Mentre vanno avanti i lavori di riqualificazione urbana alla periferia sud di San Giacomo, la giunta comunale di Laives ha approvato l’affidamento allo studio dell’ingegner Perini di Bolzano, del frazionamento relativo al secondo lotto, quello con la pista ciclabile che raggiungerà il confine col territorio di Bolzano, a Maso della Pieve.

Alto Adige 10-1-10
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domenica, 27 dicembre 2009


Un nuovo sottopasso per pedoni e ciclisti a Laives



BRUNO CANALI



 LAIVES. Dopo l’apertura delle buste con le offerte per costruire un sottopasso pedociclabile in via Vadena si passa alla predisposizione del contratto con la ditta vicentina che ha vinto la gara, in attesa della verifica sull’offerta fatta, come conferma il vice sindaco Georg Forti.
 «La ditta che ha vinto ha presentato un ribasso del 22%, offrendosi di fare il lavoro per una somma attorno al milione e 300 mila euro», dice Forti. La necessità di verificare l’offerta serve per evitare che sia «anomala» ovvero, che non abbia un fondamento di realismo con in conseguente rischio di problemi.
 Il sottopasso pedociclabile da costruire (i lavori potrebbero iniziare già nei prossimi mesi se tutto è a posto) è quello in fondo a via Vadena, sotto i binari della linea ferroviaria del Brennero. Prenderà il posto del passaggio a livello oramai chiuso da tempo. Anche se è Laives ad occuparsene, in realtà interessa maggiormente il territorio comunale di Vadena che oramai da mesi non ha più un collegamento diretto se non passando per Bronzolo.
 «Sono stati anche risolti tutti i problemi legati a questo intervento - continua il vice sindaco - vedi lo spostamento dei cavi elettrici nell’area che verrà interessata dai lavori - oppure una stradina che collega via Vadena ad un condominio vicino alla ferrovia: questa stradina di accesso verrà spostata e così l’accesso sul terreno privato verrà garantito anche con il cantiere del sottopasso».
 Uno dei nodi più delicati da affrontare sarà il superamento del fossato parallelo alla linea ferroviaria, proprio accanto al vecchio passaggio a livello. Inizialmente infatti si era ipotizzato un cavalcavia sopra i binari, soluzione abbandonata per l’eccessivo impatto ambientale che avrebbe avuto e così non rimarrà che passare sotto a binari e fossato. Il passaggio che verrà costruito, di fatto sarà anche pista ciclabile per collegare Laives alla rete provinciale che passa lungo l’Adige, anche se tanta gente ritiene che invece sarebbe molto più funzionale prevedere per questo l’apertura della stradina in zona Cervo, quella che da via Stazione raggiunge anche l’argine dell’Adige ed è sicuramente una via più diretta verso la ciclabile provinciale che non passando da via Vadena. Così la pensano ad esempio gli operatori turistici locali, che hanno esperienza diretta con gli ospiti che anno dopo anno e in numero crescente, transitano nel territorio utilizzando proprio la bicicletta. Del resto, la stessa giunta provinciale ha inserito nei Piani urbanistici di Vadena e Laives la pista ciclabile in direzione della zona Cervo, così come Laives a sua volta ne prevederebbe una lungo via Stazione.


Alto Adige 27-12-09
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sabato, 07 novembre 2009


Ponte o sottopasso? Il dubbio sul collegamento pedociclabile

oppure


LAIVES. Summit, ieri mattina in municipio, per stabilire meglio quale tipo di collegamento pedociclabile sarà fatto tra Pineta e la zona Galizia. Il progetto ufficiale compreso nell’area verde pubblica davanti a Pineta, realizzato dall’architetto Azzolini, prevede un ponte, ma nel frattempo si è anche fatta strada l’ipotesi di un sottopasso pedociclabile per superare la variante. Quest’ultima ipotesi a quanto pare piacerebbe maggiormente ai tecnici della variante stessa poiché meno impegnativa e impattante. «Noi però intendiamo andare avanti con il progetto del ponte sulla variante - afferma l’assessore Renzo Gerolimon, che con il vice sindaco ieri era presenta all’incontro - e si tratta di stabilire sammai il posizionamento definitivo del manufatto, scegliendo una soluzione che sia la meno fastidiosa possibile per le proprietà private che andrà ad interessare poi. La Provincia inoltre ha già espresso la volontà di finanziare l’opera, che potrebbe entrare a far parte del lotto di galleria in costruzione. Mercoledì, quando arriverà l’assessore Florian Mussner in giunta, ne parleremo e quindi ci esprimeremo definitivamente».
 Dal punto di vista tecnico, certamente il ponte è più impegnativo che non un sottopasso pedociclabile. Una delle perplessità riguarda la sua altezza, che arriverebbe a circa 9 metri e che richiederebbe poi delle rampe di accesso abbastanza lunghe. Come detto però, l’amministrazione comunale avrebbe già optato per il ponte rispetto al sottopasso e su questa strada si andrà avanti. (b.c.)

Alto Adige 7-11-09
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domenica, 18 ottobre 2009


Pedociclabile di SAn Giacomo: i lavori entro l’anno

pedociclabile 


 LAIVES. Stazione ferroviaria e ciclabile verso la zona produttiva Vurza, sono opere fondamentali per San Giacomo. Lo ribadisce Luis Durnwalder in una risposta ad una interrogazione del consigliere Mauro Minniti. «L’amministrazione comunale di Laives ha allo studio un progetto di riqualificazione urbana - dice Durnwalder - mirato alla creazione di spazi pubblici e alla valorizzazione di quelli esistenti. È prevista la realizzazione di una pista ciclabile lungo la ex strada statale che verrà quindi ridotta di sezione. Tale ciclabile, a carattere sovracomunale in quanto collegherà Laives e Bolzano, è stata inserita d’ufficio dall’amministrazione provinciale nei rispettivi Puc. I lavori relativi al primo lotto verranno avviati entro l’anno». Effettivamente, la riqualificazione urbana di San Giacomo e specificatamente il primo lotto - da via Pascoli, a sud dell’abitato, fino all’incrocio di via Thaler - avrebbe dovuto iniziare già da tempo. Il ritardo da ultimo è dovuto alla rinuncia della ditta vincitrice dell’appalto, che ha costretto la giunta comunale a rivolgersi alla seconda. In questa fase si stanno verificando i documenti e quindi i lavori potranno finalmente avere inizio. Questa ciclabile poi, nel secondo lotto esecutivo proseguirà verso Bolzano e una volta in centro a San Giacomo ci sarà anche una deviazione verso l’aeroporto che si potrà raggiungere tranite un sottopasso ferroviario all’altezza del nuovo quartiere Garden Village. Anche la stazione ferroviaria è una delle richieste anche se l’assessore Widmann finora ha sempre escluso che si faccia il terzo binario lungo la linea del Brennero. Però è solo il caso di sottolineare che una fermata dei treni in centro a San Giacomo, oltre che per i residenti, sarebbe opportuna anche per l’adiacente aeroporto, che avrebbe così un collegamento pubblico veloce e sicuro con il capoluogo e gli altri centro principali della nostra provincia.

Alto Adige 18-10-09
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domenica, 11 ottobre 2009


UNA CICLABILE AD ORA


Ora-Auer in bici


 L’amministrazione comunale di Ora ha avviato la procedura di esproprio abbreviata per la cessione del terreno necessario alla realizzazione della pista ciclabile nel tratto fra la via Deflorian e la via Nazionale. È destinata quindi a concretizzarsi una richiesta fatta a più riprese dai residenti. Lo stesso Leitbild di Ora evidenzia la necessità di ampliare gli spazi a disposizione dei ciclisti.
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giovedì, 08 ottobre 2009


Verde a San Giacomo C’è l’ipotesi dell’area vicino alla materna


verde pubblico a San Giacomo-Laives

Polonioli: allungare anche la ciclabile


 LAIVES. Annullando una scelta urbanistica adottata tanti anni orsono dal Comune, la giunta attuale ha deciso di spostare la previsione di un verde pubblico a San Giacomo: dall’area sopra l’abitato, vicino alla chiesetta, dove si prevedeva un tempo, al fondovalle, più vicino alle case, come è logico che sia. «Dove esattamente lo si dovrà realizzare non lo sappiamo ancora - spiega il sindaco Giovanni Polonioli - ma è chiaro che dovrà essere in un posto più interessante per quanto riguarda la fruibilità quotidiana da parte della comunità di San Giacomo, più adiacente all’abitato rispetto alla previsione di un tempo». In merito, anche se non si è deciso ancora nulla, il sindaco qualche ipotesi la fa: «Potrebbe essere nello spazio ai piedi della chiesetta di San Giacomo dove oggi è verde agricolo, oppure in centro, nei paraggi dell’asilo italiano, dove c’è posto per realizzare quei 5.000 metri quadrati di verde pubblico perché permangono ampie aree di verde agricolo». Sempre per San Giacomo il sindaco punta anche da tempo al prolungamento della breve pista ciclabile che dalla via Maso Hilber porta verso sud per qualche centinaio di metri. «Siamo d’accordo in giunta che si debba allungare quella pista fino alla zona sportiva Grizzly - dice - e quindi nel prossimo bilancio bisognerà individuare i primi finanziamenti». (b.c.)


Alto Adige 8-10-09
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lunedì, 05 ottobre 2009


«Oltrisarco, troppi pericoli per i ciclisti»



Il quartiere incalza il Comune: basta incidenti, fare presto la pista

BOLZANO. Dopo gli incidenti delle scorse settimane che hanno visti coinvolti diversi ciclisti, cresce la protesta ad Oltrisarco per la mancanza di piste ciclabili sicure. «Chiedo al Comune di intervenire a tutela degli abitanti - scrive in una nota il vicepresidente del quartiere Barborini - consentendo loro di circolare con maggiore sicurezza. Bolzano e la Provincia strombazzano ai quattro venti di aver costruito ciclabili ovunque, sicuramente vero, ma a Bolzano oggi non si raggiungono tutti i quartieri in sicurezza. Oltrisarco è uno scandalo: zero ciclabili, cittadini di due comuni (Bolzano e Laives) abbandonati. Assistiamo in questi giorni a numerosi cantieri per la realizzazione di tratti di ciclabili in Corso Libertà, Via Resia ma le ragioni di 12.000 abitanti vengono trascurate da anni. Maso della Pieve si deve accontentare di un troncone di ciclabile monco e pericoloso. La notizia dell’ultimo incidente sulla ciclabile sotto Ponte Roma non sarà l’ultima se i giovani che frequentano la zona sportiva di Maso della Pieve dopo gli allenamenti devono attraversare la trafficata Via Claudia Augusta con il pericolo di finire sotto le ruote delle auto per l’assenza di un percorso sicuro. I ciclisti sono una parte della mobilità da tutelare e su cui investire garantendo loro sicurezza».

Alto Adige 5-10-09




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mercoledì, 16 settembre 2009



Ciclabile fra Egna e Termeno, si avvicina la gara di appalto


EGNA/CALDARO. Per la ciclabile dall’Oltradige alla Bassa Atesina, la Comunità comprensoriale conferma di voler indire l’appalto per il primo lotto - dal sottopasso di Egna al bivio di Termeno - entro novembre, dopo l’accordo con i proprietari terrieri. Il progetto è firmato da Helmuth Ambach e Michael Pfeifer. I costi complessivi oscillano tra i 2,5 e i 3 milioni di euro, cifra che non è ancora del tutto coperto, ma l’intenzione è di procedere per lotti. Per il primo, da Egna a Termeno, sono stati accantonati 200 mila euro. Ne mancano 250 mila promessi da Durnwalder.

Alto Adige 16-09-09
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mercoledì, 16 settembre 2009



Collegamento pedociclabile: scelta la soluzione attraverso il sottopasso


di Bruno Canali
 LAIVES. Ieri mattina, durante la riunione del gruppo di coordinamento della variante, si è parlato in particolare del collegamento pedociclabile tra Pineta e la zona sportiva Galizia. Il progetto prevede l’installazione di un ponte sulla variante davanti a Pineta, partendo dal verde pubblico che si sta completando e quindi, una volta passati sul lato opposto, attraverso un tracciato interpoderale si arriverà comodamente in zona sportiva. «Però, tra variazioni urbanistiche e tutto il resto, questo ponte non lo avremo prima di un anno, un anno e mezzo - spiega il sindaco Polonioli - Invece con i tecnici abbiamo individuato una soluzione provvisoria più rapida da adottare, in attesa che arrivi il ponte come soluzione definitiva». In pratica verrà utilizzato il sottopasso pedociclabile esistente che da Pineta porta nel piazzale del magazzino Grufrut. Serve proprio il magazzino ma che sarà molto utile anche per far transitare chi poi vorrà recarsi in zona Galizia. «Grazie a quel piccolo sottopasso si può comodamente attraversare - continua Polonioli - e una volta sul lato opposto della variante, si tratterà di transitare lungo il lato della scarpata fino ad una stradina interpoderale che conduce direttamente in zona sportiva Galizia, distante poche centinaia di metri. Questa soluzione sarebbe molto più rapida da adottare e credo che nel giro di un mese o poco più, il percorso pedociclabile provvisorio potrebbe essere approntato. Nel frattempo andrà avanti la procedura per arrivare all’installazione del ponte sulla variante».
 A proposito di questa scelta, recentemente c’era stato un sopralluogo di tecnici e amministratori comunali. Era emerso qualche dubbio sulla opportunità di installare il ponte a causa dell’impatto che avrebbe anche sotto il profilo estetico data l’altezza e poi per la rampa molto lunga a causa del dislivello verso il lato campagna. Il sindaco però è a favore del ponte.

Alto Adige 16-09-09
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martedì, 01 settembre 2009



Pedalate anche oltre il confine di Stato
Dall’alta valle d’Isarco fino a Lienz in Austria attraversando tutta la Pusteria

di Ezio Danieli
 BOLZANO. Chi ama pedalare ha solo l’imbarazzo della scelta nella fitta rete di ciclabili che è stata realizzata in provincia di Bolzano. Ogni vallata ha la sua pista; dove non è stata ancora realizzata (come in Alta Badia, per esempio) vengono proposti degli itinerari (su sentieri ben curati) da affrontare in sella alla mountain bike nel cuore di una natura ovunque straordinaria. Si pedala ovunque, in Alto Adige grazie ad una rete di ciclabili comoda e funzionale. Efficace anche il servizio di trasporto delle bici sul treno: ne traggono giovamento soprattutto le famiglie con bambini al seguito oltre, ovviamente, coloro che sono meno allenati.
 In alta Pusteria, per esempio si va da Monguelfo fino a San Candido per proseguire poi fino a Lienz in Austria. Con possibilità di allungare, pedalando, il percorso verso Brunico ed oltre con un collegamento (non ancora ottimale) alla ciclabile che corre lungo tutta la val d’Isarco da Vipiteno fino a Bolzano. Cartelli, da Monguelfo fino alla cittadina dell’Osttirol, indicano il percorso da seguire per arrivare in Austria ma anche per eventuali deviazioni (per esempio Cortina) che sono possibili zona. In bici dunque, da Monguelfo fino a Lienz, lungo la pista ciclabile, tenendo conto che in quasi tutti i paesi vi sono dei punti-noleggio di biciclette. I chilometri pusteresi, quindi fino al confine di Prato alla Drava, presentano tratti in leggera pendenza dove i meno allenati sono costretti a sbuffare un po’ più del previsto. Ma l’impegno non è certo impossibile. Qualche rampa va «domata» anche fra San Candido e Prato alla Drava ma non c’è bisogno di scendere di sella: si tratta di salite comunque di poche centinaia di metri. Da Prato alla Drava fino a Lienz - salvo brevissimi tratti in pianura - sono poco più di 40 chilometri in discesa, a volti anche ripida. Ottimo il servizio di trasporto delle bici sulle speciali carrozze ferroviarie.
 In Venosta la ferrovia fra Merano e Malles (collegamento con Bolzano) è subito diventata un polo di attrazione. I moderni convogli consentono di viaggiare in maniera confortevole, di fare la spola fra tutti i paesi e, soprattutto, grazie anche al noleggio presso le stazioni, propongono l’abbinata treno+bici che diventa una splendida opportunità di trascorrere una giornata in maniera alternativa, scegliendo lunghezza dei percorsi e difficoltà dei tracciati, potendo persino noleggiare la bici in una stazione e lasciarla in un’altra.

Alto Adige 01-09-09
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martedì, 01 settembre 2009



C’è l’ok alla pista pedociclabile in Pineta

Sopralluogo di tecnici e politici: progetto realizzabile Bastano pochi espropri in attesa della cittadella dello sport

 LAIVES. Sopralluogo ieri mattina nell’area tra Pineta e la zona sportiva Galizia per capire se sia possibile realizzare un tracciato di pista pedociclabile che non comporti eccessivi problemi. Al sopralluogo hanno preso parte alcuni amministratori comunali e gli ingegneri Fischnaller e Simone, responsabili per al costruzione della variante. La pedociclabile sarà necessaria appena verrà montato il ponte che dall’area verde in costruzione davanti a Pineta, consentirà di attraversare la variante e raggiungere il lato a valle, da dove la zona Galizia dista in linea d’aria poche centinaia di metri. Il problema principale è che tutta quest’area è coltivata a meli e quindi si cercherà di ricorrere il meno possibile ad espropri. Lo spazio - come si è visto ieri durante il sopralluogo - ci sarebbe e si tratterebbe di seguire per un primo tratto la scarpata della variante davanti a Pineta per poi svoltare verso la zona Galizia approfittando di qualche percorso interpoderale. Secondo i tecnici, si tratterebbe di una soluzione praticabile in attesa che venga anche realizzata la futura cittadella dello sport la quale, nel suo ampliamento, avvicinerebbe ulteriormente la zona sportiva Galizia a Pineta. Un giorno che questa cittadella sarà completata, arrivarci da Pineta sarà molto semplice e anche la pista ciclabile basterà molto più corta e diretta.
 Nel frattempo vanno avanti i lavori per completare lo spazio verde attrezzato davanti a Pineta, lavori che dovrebbero terminare nei prossimi mesi. A quel punto rimarrà solamente da montare il ponte per la pedociclabile e l’opera sarà terminata. Come detto, una volta installato il ponte dovrà essere già stabilito quale percorso realizzare per bici e pedoni che da Pineta andranno e verranno verso la Galizia. (b.c.)

Alto Adige 01-09-09
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martedì, 25 agosto 2009




«Ciclabili a Laives, basta imposizioni»


Dura nota di Christian Bianchi (Pdl) con critiche anche alla giunta

LAIVES. Per Christian Bianchi del Pdl «La questione delle piste ciclabili è di quelle che segnano la grande incapacità dell’amministrazione di soddisfare i bisogni dei propri cittadini». Bianchi prende spunto dalle continue polemiche che riguardano questo settore per il mancato completamento della rete di piste ciclabili. «La nostra città - continua Bianchi - è l’unica non collegata alla ciclabile provinciale lungo l’argine dell’Adige e da molto tempo i cittadini e quasi tutti i gruppi politici sono convinti che sia necessario il collegamento con Laives visto che oramai da almeno tre anni è pronto il ponte sul fiume all’altezza del Safety Park. Unico ostacolo - aggiunge il consigliere del Pdl - alcuni contadini della zona Cervo i quali, in barba alle esigenze di migliaia di cittadini, riescono a tenere bloccato il progetto». Bianchi conclude auspicando che il blocco dei contadini venga tolto al più presto e che si proceda all’asfaltatuta delle poche centinaia di metri di argine dell’Adige ancora sterrati. (b.c.)

Alto Adige 25-08-09
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sabato, 22 agosto 2009



«Pronti a protestare per la ciclabile di Pineta»

Genitore di Pineta evidenzia i disagi per il mancato completamento della rete cittadina

 LAIVES. Finora a lamentarsi del mancato completamento di una rete di piste ciclabili sul territorio comunale, era stato il presidente dell’Associazione turistica, Mario Martinelli. «Però non è esclusivo interesse turistico - afferma a sua volta Gianpietro Valline, giovane papà di Pineta con due figli piccoli - perché proprio noi genitori guardiamo con estrema attenzione alla sicurezza dei nostri bambini, specialmente quando si muovono in bici». Valline preannuncia per questo una azione più eclatante, da fare in autunno, se nel frattempo nulla si dovesse muovere a livello comunale. «Con altri genitori e bambini organizzeremo un tour di protesta, per far sentire la nostra voce che altrimenti nessuno ascolta. Quando in bici vogliamo raggiungere Bolzano da Pineta siamo costretti a fare un ampio giro fino al ponte di Vadena, oppure passare su strade interpoderali dove sappiamo che i contadini non sono favorevoli. Anche qui, si parla di un ponte pedociclabile sopra la variante in direzione della zona Galizia, ma non si sa come la raggiungerà. Hanno speso milioni di euro per sottopassi ferroviari che non servono e invece non riescono a fare una pista ciclabile per l’opposizione di un paio di contadini, come quelli di zona Cervo. In val Venosta invece, ogni stazione ferroviaria è collegata con una ciclabile: Cosa aspetta Durnwalder ad imporre una decisione che la Provincia ha già preso variando il Puc per la strada in zona Cervo: dove vuole sa far rispettare le scelte». (b.c.)

Alto Adige 22-08-09
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sabato, 22 agosto 2009



In bici per salvare Fido


 BOLZANO. Ognuno vorrebbe fare qualcosa di utile e concreto per far trionfare i propri valori. E’ questo quello che stanno facendo Toni (italiano) e Sabine (tedesca), partiti in bici il 22 agosto 2008 da Ostuni intraprendendo un viaggio di protesta contro l’abbandono degli animali. Attrezzati di carrelli, cappottini e guinzagli speciali sono partiti con tre dei loro dieci cani randagi scelti e allenati per l’occasione. Whisky, Mona e Fido (questi sono i loro nomi) portano con sé una storia molto commovente sul loro abbandono avvenuto in tenerà età.
 Per permettere il «tour europeo» anche ai loro tre piccoli amici, sono stati percorsi circa 30 km al giorno, più o meno tre ore giornaliere, ma la parte più complicata è stata il trasporto dei carrelli dal peso di circa 100 kg ciascuno. Il tour ha toccato i più importanti stati europei, passando per la Francia, Spagna e Portogallo per poi tornare indietro percorrendo Spagna, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Austria e Italia, in tutto 8 nazioni e 13 mila chilometri circa in 14 mesi.
 Durante questo periodo non sono mancati gli imprevisti, infatti il 24 gennaio 2009 Toni ha subito il furto della sua bici e di altre attrezzature mentre si trovava in un supermercato in Spagna, da questo episodio lo stop di due settimane per aspettare la bici sostitutiva, ma con il sostegno che non è mancato da parte delle autorità locali. O come la piccola ferita alla zampa di Whisky, che lo ha costretto a un viaggio di tre giorni in «carrozzella». Il loro blog (www.tonisabine.blogspot.com), creato pochi giorni dopo la partenza e aggiornato in ogni città che disponeva di un internet point, si presenta come un vero e proprio diario di viaggio, con foto, articoli di giornali e documentazioni video raccolti nei vari paesi europei, che hanno mostrato grande interesse alla causa. «La parte più dura è il trasporto delle attrezzature - spiega Toni - e a volte il tempo non ci aiuta, ma in generale siamo molto felici e soddisfatti di come procede la nostra protesta. Vogliamo lanciare un forte messaggio per sensibilazzare l’opinione pubblica sull’abbandono degli animali, soprattutto nel periodo estivo. Una cosa che mi ha colpito passando per Bolzano sono state le piste ciclabili, molto chiare e sicure». Dopo il rientro in “patria” avvenuto da un paio di giorni, oggi Toni e Sabine si trovano a Rovereto, ma ormai il loro viaggio sta volgendo al termine, con la data di ritorno fissata per il 26 settembre a Ostuni.
Daniel Palese

Alto Adige 22-08-09
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martedì, 18 agosto 2009



«Vietato pedalare con l’i-Pod»


Si può andare solo con un auricolare: rischio multa e punti patente

di Valeria Frangipane
 BOLZANO. Vietato pedalare e chiacchierare al cellulare e vietato pedalare ascoltando musica. «Lo dice la legge - spiega il comandante dei vigili Sergio Ronchetti - che dobbiamo far rispettare».
 Ma Ronchetti fa sapere anche che siccome la legge si presta ad interpretazioni diverse ha stabilito una regola che chiede agli agenti di far rispettare: «Diciamo che due auricolari sono vietati perchè chi li mette alle orecchie è avulso dalla realtà circostante ed in caso di pericolo non sente nulla. Uno però è permesso». Insomma chi verrà pizzicato con due auricolari rischia la stessa multa prevista per chi pedala al telefonino: 148 euro ed il decuramento di 5 punti della patente. «I controlli saranno soft, avvertiremo i bolzanini senza vessarli. Non passiamo le giornate appostati dietro i cespugli per tendere imboscate ai ciclisti che telefonano al cellulare o che passano col rosso! Ma non possiamo far finta di niente».
 E Ronchetti ne approfitta per lanciare un appello: «È entrato in vigore il nuovo codice della strada che parla chiaro e prevede sanzioni pesanti. Non facciamo la guerra a nessuno ma chiediamo attenzione e collaborazione».
 Non ne è affatto convinto Claudio Vedovelli dell’associazione ambientalista “Ambiente e salute” che critica quello che, al contrario, considera un vero accanimento dei vigili contro gli appassionati delle due ruote. «Strana l’Italia, ancor più strano l’Alto Adige. In quattr’e quattr’otto è stata applicata (senza sconti ne rodaggio) la legge che sanziona i ciclisti come i più sanguinari degli automobilisti: pedali con l’orecchio incollato al telefonino? Ti tolgo 5 punti dalla patente e già che ci sono 148 euro dalla tasca. La stessa sanzione amministrativa è prevista in caso di mancata precedenza allo stop oppure se in centro città invece dei 40 km/h sfreccio ad 80 km/h. Se pedalassi sul marciapiede (non si fa!) oppure contromano rischierei 38 euro di multa, come se sulla MeBo cambiassi improvvisamente direzione di marcia oppure corsia. Se poi passassi con il rosso (cosa che un ciclista difficilmente osa fare ad un incrocio trafficato) mi verrebbero decurtati ben 6 punti dalla patente e 150 euro dal conto corrente. Se lo fa l’automobilista paga la stessa somma in soldi, in vite umane non so».
 Vedovelli non si capacita.
 «Mi pare giusto che tutti rispettino il codice stradale, ma queste sanzioni mi paiono esagerate. Non che Bolzano sia il paradiso dei ciclisti! Tra ciclabili che finiscono nel nulla (vedi via Maso della Pieve per citarne una), incastrate tra parcheggi e marciapiedi (via Roma per dirne una) e ciclabili che attraversano la strada in punti poco visibili. La vita dei ciclisti incalliti con queste sanzioni esagerate farà passare la voglia di pedalare anche ai più tenaci. Ve lo assicuro».

Alto Adige 18-08-09
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sabato, 15 agosto 2009



CICLISTI IN CITTÀ: Sanzioni sproporzionate, ma il problema è di cultura


 Prendo parte alla diatriba scatenata dalla decurtazione dei punti per i ciclisti che fanno uso del cellulare, sanzione introdotta dalle recenti modifiche apportate al CdS dal legislatore. Premesso che ritengo anch’io vi sia una sproporzione tra violazione e provvedimento, dato che il nostro ordinamento non prevede (e si potrebbe discutere se non sarebbe opportuno) la necessità della patente di guida per condurre un velocipede, è opportuno far chiarezza sul fatto che gli agenti non hanno facoltà di decidere se vada o meno comminata la sanzione. Il compito dell’agente è quello di applicare la norma. Questa prevede un tipo di sanzione, ed il vigile previene dove può, e dove non può applica la sanzione prevista. Punto. Bene fa dunque il Vicecomandante a difendere l’operato dei suoi collaboratori. Il punto è a mio avviso un altro e cioè che, in ossequio ad una tendenza tipicamente italica, vorremmo sempre che le regole valessero per gli altri, ma non per noi: che al nostro vicino fosse vietato anche respirare, mentre noi abbiamo il diritto di tenere il televisore a tutto volume; che i comportamenti scorretti del prossimo fossero duramente sanzionati, ma che a noi fosse permesso tutto, e ce la cavassimo sempre con una strizzatina d’occhio... Inoltre, dati anche pessimi esempi ad alti livelli, pretenderemmo addirittura di adattare le regole alle nostre esigenze e desideri, arrogandoci il diritto di stabilire noi cosa sia giusto e cosa no. Questo è il punto. Fino a che non cambieremo modo di considerare le cose e non partiremo, ognuno di noi, dal profondo rispetto delle regole, quali che siano, che piacciano o meno, e dall’accettazione che ne deriva del fatto che, se queste regole le infrangiamo, è normale subire una sanzione, non andremo lontano, e butteremo fiumi d’inchiostro invano...
Franco Giannotti

Alto Adige 15-08-09
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venerdì, 14 agosto 2009



Ciclabile, a novembre l’appalto per collegare la Bassa all’Oltradige



 EGNA/CALDARO. La ciclabile dall’Oltradige alla Bassa Atesina non è più una lontana chimera. Manca ancora l’accordo con i proprietari terrieri ma la Comunità comprensoriale vuole indire l’appalto per il primo lotto - dal sottopasso di Egna al bivio di Termeno - entro novembre. Il progetto, firmato da Helmuth Ambach e Michael Pfeifer, è destinato ad avere riflessi positivi anche dal punto di vista turistico. La conferma dell’ormai prossimo inizio dei lavori è venuta ieri dal presidente della Comunità di valle Oswald Schiefer.
 «I costi complessivi del progetto oscallano tra i 2,5 e i 3 milioni di euro, cifra che non è ancora del tutto coperto, ma la nostra intenzione è quella di procedere per lotti. Per il primo, da Egna a Termeno, abbiamo accantonato 200 mila euro, ma ne mancano 250 mila, che per il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder ci ha già assicurato».
 Con i proprietari terrieri interessati dal passaggio della ciclabile i contatti sono già avviatissimi e pertanto si tratta solamente di concluderli. «Qualora non dovessero esserci intoppi l’obiettivo è quello di partire con i lavori entro l’autunno, subito dopo la vendemmia. Se non dovessimo farcela gli interventi previsti slitteranno a marzo-aprile. L’intenzione c’è, il progetto anche e pertanto si tratta solo di attivarsi in un lasso di tempo ragionevolmente breve. Ci aspettiamo che la nuova ciclabile comprensoriale sia fruita da migliaia di ciclisti: sarà un plusvalore anche dal punto di vista turistico».
 Nel frattempo i Comuni di Appiano e Caldaro hanno firmato una convenzione con la Comunità comprensoriale per assegnare a quest’ultima i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. «La convenzione - spiega il sindaco di Caldaro Wilfried Battisti Matscher - partirà dal primo gennaio 2010, ma visto il cattivo stato in cui si trova il manto in Oltradige il presidente della Comunità di valle ci ha promesso un primo intervento già entro agosto».
 La Comunità comprensoriale ha già in carico la manutenzione del tratto tra Salorno e Vilpiano ed ora assumerà la responsabilità dei lavori dal confine con Bolzano fino al piazzale delle Cantine a Caldaro. «Abbiamo stimato - sottolinea Schiefer - interventi per circa 80 mila euro, che saranno eseguiti dalla ditta Varesco. Oltre ad asfaltare ex novo bisognerà sistemare le recinzioni rotte e le radici degli alberi che negli ultimi mesi hanno danneggiato la ciclabile. Contiamo di iniziare con i lavori preparatori subito dopo Ferragosto. Della convenzione con Caldaro e Appiano non è ancora stata decisa la durata, ma troveremo sicuramente un’intesa a breve». A sollevare il problema a Caldaro, con un’interrogazione, è stato il consigliere comunale della Volkspartei Günther Heidegger, che lamentava la presenza di buche, pericolose per i ciclisti. (max)

Alto Adige 14-08-09
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venerdì, 14 agosto 2009



  Troppi ciclisti maleducati, sostengono i vigili



«Chiacchierano al telefonino, vanno contromano e ci fanno pure gestacci»

di Valeria Frangipane
 BOLZANO. «Non passiamo le giornate a dare la caccia ai ciclisti che pedalano chiacchierando al cellulare o che passano col rosso. Ma dobbiamo far rispettare le nuove regole». Il vicecomandante dei vigili, Martin Schwienbacher, chiede collaborazione ai bolzanini - troppo spesso maleducati sulle due ruote - e ricorda che il nuovo codice della strada non perdona.
 «I ciclisti, abituati alla libertà assoluta e spesso a fare quel che vogliono, devono mettersi in testa che le norme sono cambiate e che sono diventate molto severe. E oggi chi viene beccato in bici o in motorino mentre telefona al cellulare o passa col rosso oltre alla multa di 148 euro (bici) e 150 euro (semaforo) perde anche 5 punti della patente (6 per il semaforo) ».
 L’appello arriva il giorno dopo la prima multa affibbiata dalla Polizia ad un ciclista bolzanino di 40 anni beccato al telefonino. Ma i ciclisti sono veramente ingestibili?
 «Ingestibili no. Ma certo indisciplinati e purtroppo spesso anche maleducati».
 Perché succede?
 «Perché in sella, con la scusa che non inquinano, si sentono in grado di fare tutto quel che vogliono e di girare dove meglio credono senza guardare i cartelli. Purtroppo ci capita anche di trovare qualcuno che non si ferma al nostro stop se siamo a piedi e che per tutta risposta andandosene ci fa pure i gestacci». Insomma i ciclisti, per il vicecomandante, andrebbero bacchettati.
 Ma quali sono le infrazioni più frequenti?
 In cima alla lista l’allegra schiera di chi pedala sul marciapiede.
 «Sono tanti e ogni volta che li fermiamo, per spiegare loro che non si fa e che devono scendere in strada, ci guardano sorpresi e pure scocciati». Ricordiamo che, in questo caso, la multa è di 38 euro.
 Al secondo posto della classifica delle infrazioni “preferite” il battaglione di quelli che marciano sempre e comunque contromano perché fare il giro è troppo faticoso.
 «Purtroppo sono sempre tanti». Tra le vie “calde” via Montello, via Novacella, via Rovigo ed il tratto che va da ponte Talvera a via Museo. In terza posizione gli amanti del brivido che passano col rosso e fanno come se il semaforo non esistesse e gli appassionati del telefonino e degli sms. «Anche in questo caso si stupiscono se vengono sanzionati». Altro punto che sta a cuore a Schwienbacher, e che pochi conoscono, è quello delle ciclabili: «In presenza di una pista chi pedala sulla strada rischia una sanzione di 23 euro». Per non parlare poi di chi se ne frega della direzione anche in presenza di frecce ben chiare. «Ma vorrei dire una cosa - continua -. Voi continuate a ripetere che i vigili stangano qui e stangano là... ma la nostra priorità non è quella. Siamo pagati per fare prevenzione e per migliorare la sicurezza ed andiamo in questa direzione. Certo che se una pattuglia si trova davanti un ciclista che fa quel che gli pare e magari passa col rosso e pure al telefonino non è pensabile venirci a chiedere di chiudere un occhio».
 Cosa pensa di questo ulteriore inasprimento delle regole? «Che non era necessario. Che le regole c’erano, bastava solo farle rispettare».
 Non trova che sia scorretto togliere i punti solo a chi ha la patente?
 «No perché penso che chi ha in mano la patente deve sapere come ci si comporta in strada e non ha proprio alcuna scuse».

Alto Adige 13-08-09
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venerdì, 07 agosto 2009




La ciclabile è uno spezzatino


Da Prato Isarco a Colma c’è un tratto che passa sulla statale

BOLZANO. Bella ma pericolosa. Sfrecciano le biciclette imboccando la ciclabile del Brennero inaugurata il 19 luglio scorso alla presenza del Presidente della Provincia Luis Durnwalder. Ma la tratta inaugurata (da Prato Isarco a Colma) non può dirsi ultimata.
 «La pista è bella, purtroppo però c’è ancora un pezzo pericoloso». Il ciclista Renzo Boz si riferisce al tratto tra Campodazzo e Colma, dove, in corrispondenza dell’uscita della nuova galleria è necessario continuare a pedalare sulla statale per 400 metri, perché la pista ciclabile si interrompe. «In questo tratto le macchine ti fanno il pelo, poco fa un pullman mi ha stretto contro il guardrail e non è stato piacevole», si lamenta Wolf Bornstein, turista bavarese con la passione per la bici che confessa: «Una gita con i miei bambini su questa pista ciclabile non la farei, troppo rischioso».
 Il percorso, che da Ponte Campiglio costeggia l’Isarco e la statale SS12, per poi imboccare quella che era la vecchia via ferroviaria, devia a Campodazzo, dopo la nuova galleria. Qui i cicloamatori non solo si trovano obbligati a percorrere la strada statale, ma se provenienti da nord, per immettersi nuovamente nella pista loro riservata sono costretti ad un pericoloso attraversamento in curva, in un punto in cui le macchine transitano a velocità abbastanza sostenuta.
 Il cantiere di Eco Center Spa per la posa di una nuova conduttura delle acque reflue, continua infatti ad impedire il completamento della ciclabile nel segmento di 400 metri in questione. Le tubazioni, che serviranno a fare confluire le acque da Castelrotto a Bolzano, sono state posate sotto la ciclabile.
 Inoltre, il tratto precedente non è ancora del tutto asfaltato e manca di protezioni a ridosso della scarpata sul fiume. Il signor Barthel di Francoforte, che ama viaggiare su due ruote, lamenta invece la presenza di buchi e crepe profonde, dove l’asfalto c’è: «Piste ciclabili di questo genere dovrebbero essere percorribili soprattutto con bici da corsa o citybikes che vanno usate su un terreno non dissestato».
 Nel mese di marzo 2010 verrà completato il collegamento tra il capoluogo ed il confine di Stato. Da Bolzano sarà infatti possibile raggiungere il il Passo del Brennero a colpi di pedale. Gli appassionati di ciclismo si augurano però che il vero obiettivo sia la qualità. (k.d.c.)

Alto Adige 07-08-09
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domenica, 02 agosto 2009



Laives zona Cervo: Ciclabile, altre accuse



Dopo le critiche della Svp alla Provincia il consigliere Grasso contesta la giunta
LAIVES. Anche la sezione della Svp - in merito alla ciclabile in zona Cervo ancora bloccata dal no di un confinante - ha criticato la giunta provinciale perchè non è ancora intervenuta. Pochi giorni prima il presidente dell’associazione turistica aveva denunciato la mancata realizzazione di una rete ciclabile degna di questo nome. In merito intervenie, con una nota, anche il consigliere comunale Rosario Grasso (Rifondazione Comunista) che evidenzia «Il sostanziale immobilismo della giunta comunale su questo tema che va ricondotto all’opposizione di alcuni contadini. Noi pensiamo che la vicenda metta in luce anche un altro aspetto su cui l’attuale maggioranza si è dimostrata carente e cioè un’inadeguata capacità di mediazione tra interessi diversi che ha portato troppo spesso alla rinuncia del proprio ruolo decisionale, quasi sempre delegato alla Provincia nella persona del presidente Durnwalder. Eppure la strada maestra era indicata chiaramente nel programma amministrativo, in quel principio della partecipazione troppo presto disatteso. La necessità di un piano comunale delle ciclabili, che prendesse in considerazione complessivamente i problemi sul tappeto, ci è sempre parsa evidente così come quella di un percorso partecipato che evitasse di suscitare opposizioni da parte di chi, a torto o a ragione, riteneva di essere in qualche modo danneggiato. Invece quasi sempre si è preferito affrontare le varie questioni con un rapporto di tipo personale, assicurando a tutti che una soluzione sarebbe stata trovata senza ledere interessi. Peccato che con l’andar del tempo la matassa si sia ingarbugliata, le posizioni irrigidite ed una soluzione sia divenuta sempre più difficile».


Sottopasso pedociclabile in via Vadena: appalti in dirittura di arrivo


 LAIVES. Per la costruzione del sottopasso pedociclabile in via Vadena tutto è pronto per dare il via agli appalti. Lo ha detto il vice sindaco Georg Forti in consiglio spiegando che l’Enel sta spostando una serie di cavi elettrici. «Dobbiamo anche concordare con le Ferrovie quando si passerà sotto i binari - ha spiegato Forti - perché a quel punto i convogli ferroviari dovranno essere rallentati quando arriveranno al cantiere». (b.c.)


Alto Adige 02-0809
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mercoledì, 29 luglio 2009



Ok al progetto della ciclabile Maso della Pieve-San Giacomo


BOLZANO. La giunta comunale, nella riunione di ieri, ha approvato il progetto relativo al tratto di ciclabile in via Maso della Pieve compreso tra la zona sportiva e San Giacomo. È un tratto di pista di circa 600 metri che si innesterà sulla ciclabile che è attualmente in fase di realizzazione sul territorio comunale di Laives. Oltre alla ciclabile è prevista la realizzazione di un marciapiede.
 L’obiettivo della giunta è di partire con i lavori nel 2010: difficile che si possano anticipare i tempi, visto che per realizzare la pista ciclabile è necessario effettuare degli espropri. Si può prevedere fin d’ora tempi rapidi nel caso in cui i proprietari non facciano opposizione; mentre i tempi sono destinati ad allungarsi inevitabilmente nel caso in cui dovessero partire i ricorsi.
 «L’approvazione del progetto - ha spiegato il sindaco Luigi Spagnolli - è un passaggio indispensabile per dare il via all’iter burocratico degli espropri delle aree».
 La realizzazione della pista ciclabile tra la zona sportiva di Maso della Pieve e San Giacomo è particolarmente attesa dagli abitanti, perché finalmente consentirà di andare in bicicletta in sicurezza.

Alto Adige29-07-09
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domenica, 26 luglio 2009



Da Caldaro al passo della Mendola un mezzo di trasporto pubblico unico in provincia. Rinnovate le cabine



Sulla funicolare salgono pure le bici

PASSO MENDOLA. C’è un motivo in più per salire in quota e godersi un po’ di fresco: le nuove cabine e le corse ogni 20 minuti della funicolare - l’unica del genere in provincia di Bolzano - che da Caldaro sale fino al passo Mendola. Rinnovato da alcuni mesi, il mezzo di trasporto pubblico può ora trasportare anche biciclette. Il gradimento è molto elevato.
 Le nuove cabine della funicolare della Mendola, entrate in servizio a inizio maggio, sono diventate una vera attrazione. Da maggio ad oggi in media si registrano tra 150 e 300 obliterazioni al giorno con punte di oltre 500. «Il numero effettivo dei passeggeri è però molto più alto, in quanto le statistiche registrano solo quelli che timbrano il biglietto e non gli abbonati», osserva l’assessore provinciale Thomas Widmann. Molti utenti sono infatti in possesso dell’abbonamento annuale Abo+ o Abo60+: in Alto Adige infatti i titolari di questi due abbonamenti del servizio di trasporto pubblico sono complessivamente 150 mila tra bambini, giovani e anziani. «La funicolare della Mendola si conferma un punto di riferimento per l’Oltradige e per il Passo come zona di villeggiatura», riassume l’assessore provinciale. Inoltre i buoni collegamenti della funicolare alla rete del trasporto pubblico di persone e le corse ogni 20 minuti offrono un motivo in più per un’escursione alla Mendola. La sostituzione dei vagoncini, la revisione dell’impianto, le opere di adeguamento delle stazioni a valle e a monte sono costate 2,6 milioni di euro. Con le due nuove cabine è rimasto invariato il tempo di percorrenza: 12 minuti 2.374 metri, da Sant’Antonio (frazione di Caldaro) al passo Mendola con un dislivello di 850 metri. I vagoncini (c’è anche l’aria condizionata e possono sedersi 80 persone) sono stati prodotti dalla Leitner (12,5 metri di lunghezza per 2,5 metri di larghezza). Il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder ha ricordato «l’investimento di oltre 2,5 milioni per rimettere a nuovo un’infrastruttura fondamentale per turismo ed economia».

Alto Adige 26-07-09
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domenica, 26 luglio 2009




 Sottopasso pedociclabile Arrivano 400 mila euro dalla giunta provinciale



 LAIVES. Il Comune incassa un contributo provinciale di 400 mila euro per il progetto di sottopasso pedociclabile in fondo a via Vadena e così va avanti l’iter per costruire l’opera prevista al posto del passaggio a livello chiuso da tempo. L’intervento dovrà ripristinare il collegamento più diretto verso Vadena per bici e pedoni perché ora in bici si può andare solo percorrendo un tratto di statale 12 fino a Bronzolo. Il costo del sottopasso si aggira attorno ad un milione e mezzo di euro e anche in consiglio comunale c’è chi rimane molto scettico per questa spesa, indicando invece il sottopasso in via Fabio Filzi come la soluzione migliore. Però l’opposizione dei contadini alla fine ha prevalso, costringendo a scegliere una soluzione alternativa e molto costosa.


Alto Adige 25-07-09
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mercoledì, 22 luglio 2009


«Piste pedociclabili ostacolate ancora dai gruppi di potere»


LAIVES. Il comitato civico di Pineta in una nota ribadisce «con forza il sostegno alle scelte a suo tempo confermate dalla giunta comunale circa i collegamenti pedociclabili da realizzarsi fra Laives, Pineta e San Giacomo. Concordiamo con il signor Martinelli quando afferma che l’amministrazione non ha saputo mantenere gli impegni assunti per la ciclabile in via Stazione, quasi analogo il decorso di quella per San Giacomo, ridicolo poi realizzare un collegamento alternativo per Vadena, senza pensare preventivamente al collegamento con la ciclabile provinciale e del progetto di collegamento con la zona Galizia attraverso un ponte ciclabile, bypass della nuova variante, a Pineta. Forse il signor Martinelli ha informazioni esclusive, grazie alla sua presenza in seno alla Svp locale, che sarebbe bene diffondere senza troppi giochi di parole. Per il nostro comitato la possibilità che centri di potere, ben rappresentati a livello politico, si oppongono così ostinatamente alla realizzazione di piste pedociclabili, costituisce motivo di fermento e di sdegno, tale da non farci escludere iniziative di protesta. Siamo convinti che il traffico agricolo e quello pedociclabile possano coesistere. Crediamo anche che l’amministrazione abbia gli strumenti idonei per imporre anche scelte drastiche, ma che sia restia ad utilizzarle».

Alto Adige 22-07-09
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domenica, 19 luglio 2009



Mumelter: «Giunta ferma? I contadini non c’entrano»





 LAIVES. Contadini sotto attacco per il loro eccessivo peso politico in alcune scelte della città. L’ultimo affondo è arrivato dall’Apt, che accusa la giunta di sottostare ai «diktat» dei contadini per non fare le ciclabili. Ma il capogruppo Mumelter dice: «Sbagliato generalizzare».
 L’ultima polemica ha fatto scalpore perché arrivata dal presidente dell’Apt, Mario Martinelli, esponente dell’ala economica Svp. Il motivo: la mancata realizzazione di alcune piste ciclabili promesse da tempo. Ma spesso la categoria dei contadini - e in particolare dei loro rappresentanti dentro la Svp - è stata accusata di dire troppi «no» (dal futuro dell’area dell’attuale Lido, di cui non vogliono l’edificazione, alla zona Cervo) in relazione al loro effettivo peso politico. In verità c’è anche chi, come Bruno Borin, più che coi contadini («coi quali va aperto un confronto sereno ma a viso aperto») se la prende con la giunta: «L’esecutivo è immobile e prendersela coi contadini ha poco senso: il blocco della pedociclabile tra Pineta e Galizia ha un chiaro significato politico in vista delle comunali 2010». E ora per quelle critiche si registra anche la replica del capogruppo Svp, Andreas Mumelter: «La questione - dice - va affrontata con il buonsenso. È dispersivo parlare in generale di piste ciclabili e sarebbe invece più opportuno concentrasi su alcune di quelle che già sono nei programmi dell’amministrazione, cercando di portarle a compimento. È l’amministrazione comunale che deve agire, non i contadini. Inoltre non si può generalizzare neppure in questo caso, perché se c’è qualche contadino che è più duro nel non concedere nulla, per questo non mi sembra il caso di criminalizzare l’intera categoria. Una singola posizione non è certo rappresentativa di tutto il nostro partito».
 Come detto, motivi di attrito con la categoria dei contadini ce ne sono stati più di uno in questa legislatura; tra i più eclatanti il destino dell’area lido in via Stazione (nell’ipotesi di spostare l’impianto altrove) e poi, sempre nel settore delle ciclabili, l’utilizzo del tracciato verso Vadena passando da via Fabio Filzi, dove un sottopasso ferroviario già esiste. L’ultima polemica riguarda la (non) costruzione del ponte sulla variante all’altezza di Pineta che dovrebbe collegare una posta pedociclabile per la zona Galizia.

Alto Adige 19-07-09
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domenica, 19 luglio 2009



Ciclabile del Brennero aperto anche il tratto Campodazzo-Colma


Entro marzo del prossimo anno sarà completato il collegamento tra il capoluogo e il confine di Stato

BOLZANO. Alla presenza del Presidente della Provincia Luis Durnwalder e del Presidente della Comunità Comprensoriale di Salto-Sciliar Albin Kofler, è stato ufficialmente inaugurato nei giorni scorsi il tratto di pista ciclabile e pedonale che unisce l’albergo Törggele a nord di Campodazzo a Colma. «Con l’ultimazione di questo tratto, la pista ciclabile che congiunge Bolzano al Brennero è quasi completata», ha commentato soddisfatto Kofler.
 «I cicloamatori - ha proseguito Kofler - possono ora pedalare da Bolzano a Colma e oltre. Solo per un tratto di 400 m è necessario deviare sulla strada statale. Nel mese di marzo 2010 la pista sarà completata».
 Albin Kofler ha poi ringraziato il Presidente della provincia per il supporto finanziario, oltre a Valter Molon, Direttore dell’Ufficio Servizio strade Salto-Sciliar, e Bruno Fait, Coordinatore del Servizio segnaletica stradale, per la fattiva collaborazione.
 Due mesi fa è stata inaugurata la pista ciclabile artistica da Bolzano a Prato all’Isarco. Ora il tragitto è percorribile, in bicicletta o a piedi, da Prato all’Isarco a Colma, per un tratto di circa 10 km. Ad eccezione di un segmento di circa 400 m: dopo la nuova galleria Nord - provenendo da Bolzano - a Campodazzo, i cicloturisti devono deviare sulla statale SS 12. È invece ultimato il tratto dall’albergo Törggele a nord di Campodazzo fino a Colma. A partire dal prossimo autunno dovranno essere ultimati alcuni lavori tra il bicigrill Bios di Campodazzo e l’albergo Törggele, sospesi per il periodo estivo. Tra novembre e marzo questo tratto sarà nuovamente chiuso per lavori.
 In un tratto di 6 km compreso tra Prato all’Isarco e Campodazzo sono stati effettuati importanti lavori di messa in sicurezza dei pendii rocciosi. Nel tratto compreso tra l’albergo Törggele e Colma si è reso necessario procedere alla costruzione di un ponte e alla realizzazione di un nuovo ponte sull’Isarco prima di Colma.

Alto Adige 19-07-09



Comunicato stampa: www.cover.pr.it/rtf/it_310.rtf
 Cardano, 10 luglio 2009
 Ultimato il tratto di ciclabile dall’albergo Törggele di Campodazzo a Colma
Percorribile l’importante tratto di ciclabile Campodazzo - Colma
Alla presenza del Presidente della Provincia Luis Durnwalder e del Presidente della Comunità Comprensoriale di Salto-Sciliar Albin Kofler, è stato oggi ufficialmente inaugurato il tratto di pista ciclabile e pedonale che unisce l’albergo Törggele a nord di Campodazzo a Colma. “Con l’ultimazione di questo tratto, la posta ciclabile che congiunge Bolzano al Brennero è quasi completata. I cicloamatori possono ora pedalare da Bolzano a Colma e oltre. Solo per un tratto di 400 m è necessario deviare sulla strada statale. Nel mese di marzo 2010 la pista sarà completata”, ha dichiarato con soddisfazione il Presidente del Comprensorio. Alla piccola festa erano presenti anche i rappresentanti dei Comuni interessati e il direttore lavori Hans Pfeifer. Nel suo discorso, il presidente del Comprensorio Albin Kofler ha ringraziato il Presidente della provincia per il supporto finanziario, oltre a Valter Molon, Direttore dell’Ufficio Servizio strade Salto-Sciliar, e Bruno Fait, Coordinatore del Servizio segnaletica stradale, per la fattiva collaborazione. Infine non è mancato il ringraziamento alla Eco-center SpA, che ha provveduto alla rapida posa, resasi necessaria, di tubazioni idriche sotto la pista ciclabile. Originariamente l’apertura della ciclabile era prevista per una data successiva. Albin Kofler ha però insistito per anticiparne l’ultimazione, in quanto il percorso è molto importante per il cicloturismo in regione. “Ce l’abbiamo fatta grazie all’impegno e alla flessibilità di tutti i soggetti coinvolti”, ha affermato Kofler apprezzando l’ottimo clima di collaborazione venutosi a creare.

Aperta per l’estate la ciclabile dall’albergo Törggele a Colma
Due mesi fa è stata inaugurata la pista ciclabile artistica da Bolzano a Prato all’Isarco. Ora il tragitto è percorribile, in bicicletta o a piedi, da Prato all’Isarco a Colma, per un tratto di circa 10 km. Ad eccezione di un segmento di circa 400 m: dopo la nuova galleria Nord – provenendo da Bolzano – a Campodazzo, i cicloturisti devono deviare sulla statale SS 12. È invece ultimato il tratto dall’albergo Törggele a nord di Campodazzo fino a Colma. A partire dal prossimo autunno dovranno essere ultimati alcuni lavori tra il bicigrill Bios di Campodazzo e l’albergo Törggele, sospesi per il periodo estivo. Tra novembre e marzo – quindi durante quella che per i cicloturisti è la bassa stagione –questo tratto sarà nuovamente chiuso per lavori.

Sicurezza ed efficienza innanzitutto
In un tratto di 6 km compreso tra Prato all’Isarco e Campodazzo sono stati effettuati importanti lavori di messa in sicurezza dei pendii rocciosi. Nel tratto compreso tra l’albergo Törggele e Colma si è reso necessario procedere alla complessa costruzione di un ponte e alla realizzazione di un nuovo ponte sull’Isarco prima di Colma. Sono state posate anche condutture idriche a cura di eco-center SpA e del gas da parte della SNAM. È stato recentemente redatto e rapidamente realizzato il progetto per la posa di una nuova conduttura per le acque reflue per l’altopiano di Castelrotto e Siusi, per far confluire le acque da Castelrotto a Bolzano. Le tubazioni sono state posate sotto la pista ciclabile. Difficoltà di natura straordinaria sono sorte a causa della posa di linee ad alta pressione della SNAM lungo l’intera tratta.

Ideale collegamento con le altre ciclabili altoatesine
Nella primavera 2010 tutti i lavori giungeranno a conclusione. Sarà così ultimato il tratto inferiore della ciclabile della Valle Isarco, molto suggestivo dal punto di vista paesaggistico. Affrontare la ciclabile non richiede particolari doti fisiche; il percorso è adatto anche alle famiglie e agli sportivi meno ambiziosi. La pista ciclabile e pedonale è ben segnalata e offre molte opportunità ai ciclisti più allenati: da Bolzano si possono raggiungere le diverse vallate laterali della Valle Isarco, il Brennero e le ciclabili secondarie della Val Pusteria e, più oltre, della valle austriaca della Drava. Viceversa, gli sportivi più preparati possono raggiungere Bolzano dalla Val Pusteria ed eventualmente proseguire per la Val Venosta o verso Rovereto.


Nella foto: Il presidente della giunta Luis Durnwalder (al centro d’immagine), Albin Kofler, il presidente della comunità comprensoriale Salto-Sciliar (avanti, secondo da destra), i sindaci dei comuni che si trovano presso la pista ciclabile e alcuni appassionati ciclisti.


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mercoledì, 15 luglio 2009



Rete da allungare da San Giacomo



 LAIVES. Lo spunto per la polemica da parte del presidente dell’Apt arriva dalle recenti dichiarazioni del sindaco sull’allungamento della pista ciclabile di San Giacomo fino alla zona produttiva Vurza. «Per farlo - ha detto il sindaco - occorrerà variare il Puc e quindi espropriare una striscia di terreno. Cercheremo di individuare un tracciato che danneggi il meno possibile anche i contadini, così da non trovarci ad affrontare troppe resistenze».

Alto Adige 14-07-09

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mercoledì, 15 luglio 2009



Piste ciclabili, l’Apt contro la giunta «È paralizzata dai veti dei contadini»


LAIVES. Mario Martinelli, presidente dell’Associazione turistica di Laives, Bronzolo e Vadena, torna ad attaccare i contadini sulla questione delle piste ciclabili, criticando anche l’amministrazione comunale per il sostanziale immobilismo su questo tema. «Sono almeno 5 anni che la giunta promette la realizzazione delle piste sul nostro territorio ma finora nulla si è mosso - dice Martinelli - anche perché sappiamo che una parte dei contadini è restia a cedere alcunché».
 Martinelli, che sulle piste ciclabili ha speso già molte parole, prende spunto questa volta dalla affermazione del sindaco Polonioli che ha di fatto rimandano al futuro la costruzione del ponte sulla variante all’altezza di Pineta, quello che dovrebbe collegare una posta pedociclabile in direzione della zona sportiva Galizia. «Io invece so per certo che la Provincia è disposta a fare l’opera, a patto che il Comune per primo dia indicazioni - spiega Martinelli - e invece tutto sarebbe bloccato dai veti di alcuni contadini che non vogliono far passare il tracciato sui propri terreni. L’amministrazione comunale ha gli strumenti per intervenire in ogni caso, ma a quanto pare non c’è alcuna fretta e, soprattutto, non si vuole scontentare qualcuno».
 Queste tesi Martinelli le aveva già esposte anche in passato e per questo aveva anche avuto problemi all’interno della Svp di cui fa parte. È un fatto però che effettivamente nel settore delle piste ciclabili nulla si muove al di là di tante parole e altrettanti progetti: «Niente di fatto per il collegamento con la pista provinciale attraverso la zona Cervo - sottolinea - così come è tutto in alto mare per la pista ciclabile prevista in via Stazione e quella in via Vadena con relativo sottopasso che costerà un paio di milioni. Le uniche piste che esistono sono pezzettini qua e là senza un disegno complessivo, e intanto anche questa amministrazione comunale si avvia verso la conclusione insieme a tutte le promesse fatte».

Alto Adige 14-07-09
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lunedì, 13 luglio 2009



La pista ciclabile sarà allungata. San Giacomo: raggiungerà la zona Vurza. Ma c’è il nodo dei contadini 



LAIVES. Per ora San Giacomo ha solo cento metri di pista ciclabile, dalla via Maso Hilber fino alla stradina che più a sud porta anche alla zona sportiva della Cassa di Risparmio (la Grizzly). Nei programmi dell’amministrazione comunale vi è però la volontà di allungare quella pista, arrivando fino a via Manzoni, da dove poi sarebbe molto semplice passare su via Pascoli attraversando la vecchia statale 12 e raggiungere quindi la zona produttiva Vurza, a nord di Pineta, già collegata ad una pista ciclabile. «Questa è la nostra intenzione - afferma il sindaco Polonioli - e la gente ci chiede di allungare la pista che oggi è lunga cento metri, per farla diventare un vero collegamento da San Giacomo verso sud. Per arrivare a questo risultato, prima di tutto occorrerà variare il Puc e quindi espropriare una striscia di terreno su cui allestire la pista».
 Ovviamente, prosegue il sindaco, «cercheremo di individuare un tracciato che danneggi il meno possibile anche i contadini, così da non trovarci a dover affrontare troppe resistenze. Appena sarà possibile quindi procederemo con questo allungamento che in tanti stanno aspettando a San Giacomo».


Alto Adige 12-07-09
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lunedì, 06 luglio 2009



Nuove ciclabili per val d’Ega e val Sarentina


Durnwalder incontra i sindaci del Salto-Sciliar: affrontati diversi temi

 BOLZANO. Tante domande e un’accesa discussione hanno vivacizzato il pranzo di lavoro alla malga di Cornedo. Il presidente della giunta provinciale ha incontra i sindaci della Comunità comprensoriale Salto-Sciliar.
 A Cornedo si è dibattuto su molti temi: uno dei più importanti è stato quello della realizzazione delle tratte secondarie delle ciclabili dell’area Salto-Sciliar. La tratta principale - da Bolzano a Chiusa - sarà completata definitivamente entro il marzo 2010 ma già adesso è percorribile, sia pur con qualche piccola limitazione. Ora il punto è realizzare le tratte secondarie: val Sarentino, val d’Ega, val Gardena e Sciliar. I progetti per queste quattro tratte sono stati già predisposti e prevedono la suddivisione dei lavori in vari lotti. Il presidente della provincia ha promesso per il 2009 un finanziamento a favore di tutte e quattro le zone interessate, per dar modo di appaltare i lavori e completarli nel corso dell’anno. Altri finanziamenti sono previsti per la primavera del 2010. Protezione contro il rumore e piani delle zone di pericolo: tutti i comuni della Comunità comprensoriale Salto-Sciliar sono interessati al tema delle barriere antirumore e impegnati nel finanziamento collettivo delle medesime. Particolarmente “toccati” dal problema, tuttavia, sono i comuni di Cornedo e Fié, in quanto Cardano e Prato all’Isarco si trovano lungo una delle principali direttrici di traffico dell’Alto Adige. Quindi è spettato proprio ad Albin Kofler, in quanto sindaco di Cornedo, esprimere l’esigenza di ulteriori finanziamenti per le barriere antirumore destinate a queste due località. Il presidente della provincia ha informato che l’accordo relativo alle barriere antirumore per tutta la tratta del Brennero è ancora in divenire e che quindi le esigenze relative a singole località potranno essere prese in considerazione solo dopo la definizione delle modalità di finanziamento. In ogni caso, l’accordo prevede l’erogazione di un contributo per l’installazione di finestre fonoisolanti. Si è inoltre discusso dell’esigenza di una circonvallazione a Prato Isarco, dei problemi per la rete a banda larga e dei piani delle zone di pericolo, resi obbligatori dalla Unione europea e da predisporre entro il 2011.

Alto Adige 06-07-09
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domenica, 05 luglio 2009

Rischia chi è in sella ubriaco o al telefonino. I vigili: «State attenti»


 BOLZANO. Tempi sempre più duri per i ciclisti secondo la legge sulla sicurezza appena approvata. Chi guida la bicicletta e ha la patente incorrerà - infatti - nelle stesse sanzioni amministrative previste per gli automobilisti che violano le norme del codice della strada.
 Possibile quindi la decurtazione dei punti, la sospensione, la revoca o il ritiro della patente anche per chi pedala. Sanzioni che invece non si applicano a chi la patente non ce l’ha. E adesso due esempi per tutti: guidare ubriachi o usare il cellulare da adesso in poi costerà molto caro anche al “volante” della bici. «Conosciamo le novità - spiega Daniele Marcazzon, ispettore della Polizia municipale - e siamo davvero preoccupati perché se la legge è questa allora i bolzanini dovranno stare davvero molto attenti. Diciamo che va fatta chiarezza perché ci troveremmo in forte disagio se fossimo costretti a punire il ciclista indisciplinato che ha la patente ed a decurtargli punti ed a lasciare andare chi invece non ce l’ha. Nei prossimi giorni potremmo comunque essere più chiari».
 La novità è contenuta nel decreto sicurezza approvato in via definitiva dal Senato.
 La norma è prevista nell’articolo 3, comma 48, che modifica il codice della strada introducendo il comma 219 bis.
 Quest’ultimo, al secondo comma, stabilisce alla lettera che «se il conducente è persona munita di patente di guida, nell’ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, sono stabilite le sanzioni amministrative del ritiro, della sospensione o della revoca della patente di guida, le stesse sanzioni amministrative accessorie si applicano anche quando le violazioni sono commesse alla guida di un veicolo per il quale non è richiesta la patente di guida».
 I ciclisti bolzanini, intanto, continuano a restare sotto osservazione. «Insieme ai pedoni sono tra i più indisciplinati - riprende Marcazzan - perché ritengono di poter fare tutto quel che vogliono».
 Sarà forse perché la bici regala un fortissimo senso di libertà a chi la inforca e poi troppo spesso chi è in sella si sente in diritto di far quel che vuole con la scusa che tanto non inquina. Succede così che i vigili continuano a darsi da fare per dissuadere i ciclisti troppo spavaldi.
 In testa alle infrazioni più multate ci sono i sensi vietati che vengono puniti con una sanzione di 38 euro. «I tratti dove i ciclisti amano sgarrare di più sono via Novacella, via Rovigo ed il tratto che va da ponte Talvera a via Museo». Altra gioia dei bolzanini è quella di pedalare imperterriti sui marciapiedi anche rischiando una multa di 38 euro. «Sempre tanti quelli che passano indifferenti con il semaforo rosso come se il semaforo non li riguardasse rischiando una contravvenzione di 150 euro». Altra spada di Damocle, che pochi conoscono, è la multa di 23 euro che si rischia per il mancato uso della ciclabile.
 «Pochi ciclisti lo sanno ma è vietato pedalare in strada se accanto corre una pista ciclabile». I tratti dove fioccano più multe sono Corso Libertà, Corso Italia e via Roma. Ultima infrazione più amata dai ciclisti nostrani è quella che li vede girare senza fari. «La sanzione da 23 euro viene comminata nel caso in cui la bici sia senza fari e non se li ha spenti». Il vigile, infatti, se la bici ha i fari ma non li ha accesi può solo invitarlo a scendere o a farglieli accendere perché il codice della strada, in questo caso, non prevede la multa.

Alto Adige 05-07-09
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sabato, 04 luglio 2009


Ciclisti indisciplinati, via punti patente


Pesanti sanzioni a chi viola le norme del codice della strada


ROMA. Chi guida la bicicletta e ha la patente incorrerà nelle stesse sanzioni amministrative previste per gli automobilisti che violano le norme del codice della strada: la decurtazione dei punti, la sospensione, la revoca o ritiro a seconda della gravità dell’infrazione commessa e dei conseguenti effetti prodotti.
 Sanzioni che invece non si applicano (giustamente) a chi non ha la patente.
 La novità, anticipata dal quotidiano “Italia oggi”, è contenuta nel decreto sicurezza approvato nella giornata di giovedì in via definitiva dal Senato.
 La norma è prevista nell’articolo 3, comma 48, che modifica il codice della strada introducendo il comma 219 bis.
 Quest’ultimo, al secondo comma, stabilisce che «se il conducente è persona munita di patente di guida, nell’ipotesi in cui, ai sensi del presente codice, sono stabilite le sanzioni amministrative del ritiro, della sospensione o della revoca della patente di guida, le stesse sanzioni amministrative accessorie si applicano anche quando le violazioni sono commesse alla guida di un veicolo per il quale non è richiesta la patente di guida. In tali casi si applicano, altresì, le disposizioni dell’articolo 126-bis».
 La legge vale anche per coloro che guidano un carro trainato da cavalli oppure da buoi e che infrangono le norme.
 Un nuovo giro di vite dunque per quanto riguarda la sicurezza e questa volta a farne le spese saranno i ciclisti, anche quelli che la patente proprio non ce l’hanno.

Alto Adige 04-07-09
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domenica, 28 giugno 2009



Nuovo biotopo fra l’Adige e la ciclabile (fra Terlano e Settequerce)


 TERLANO. Nel corso del tardo autunno si concretizzerà un progetto che ha richiesto una lunga gestazione ma che porterà ad un importante traguardo: la creazione a fianco dell’Adige - fra il greto del fiume e la linea ferroviaria - di un biotopo. La zona si trova fra Terlano e la stazione dei treni di Settequerce. Per consentire questo intervento è previsto lo spostamento, per circa mezzo chilometro, della pista ciclabile con i ciclisti che dalla prossima primavera pedaleranno a ridosso dei binari.
 Il progetto porta la firma dell’Ufficio sistemazione Bacini montani della Provincia e riguarda una striscia di terreno che si trova sulla sinistra per chi pedala sulla ciclabile, circa 300 metri a sud del sottopasso della Mebo fra la statale dello Stelvio ed Andriano. In quel punto, fino all’inverno scorso, c’era un campo per la coltivazione degli asparagi. Che poi è sparito tanto che ora è stato trasformato in uno scavo che nel frattempo si è riempito anche di erbacce. È incolto e non è certo un bello spettacolo. Ma è proprio in questo terreno che si concretizzerà il progetto del Servizio di manutenzione dei Bacini Montani. L’area è di proprietà della Provincia che l’aveva data, anni fa, in concessione ad un agricoltore che l’ha trasformata, come detto, in un campo per la coltivazione degli asparagi. Lo ha lavorato, per anni, quel terreno e la Provincia ha avuto il suo bel daffare per averlo di ritorno nella prospettiva appunto di realizzare il biotopo.
 La trattativa, come detto, è stata lunga e laboriosa con vari ostacoli da superare. S’è conclusa di recente tanto che da poco più di un mese sono affissi, ai lati della ciclabile, i cartelli che annunciano il prossimo intervento da parte dell’Ufficio provinciale. Il biotopo, come detto, sarà realizzato fra il gredto dell’Adige ed il terreno liberato dagli asparagi. Oggi, nel mezzo, passa appunto la ciclabile che per un tratto di quasi 500 metri sarà spostata a ridosso della ferrovia. Per venire incontro alle esigenze dei ciclisti, il progetto provinciale prevede anche la realizzazione di alcune aree per la sosta.
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lunedì, 22 giugno 2009


Sicuri in bicicletta fino a Colma




Arriva la nuova ciclabile. Ma per un cantiere deviazione sulla statale

 BOLZANO. I ciclisti e cicloturisti attendono con impazienza di pedalare da Bolzano a Colma e poi ancora più su verso il Brennero. Manca poco. A metà luglio sarà ultimato il tratto di percorso ciclabile e pedonale tra Campodazzo e Colma. Ad eccezione di un breve segmento: in corrispondenza della nuova galleria, provenendo da Bolzano, subito dopo Campodazzo, i cicloturisti dovranno deviare per circa 400 metri sulla strada statale. Di questo e degli ultimi lavori hanno parlato il presidente della Comunità comprensoriale di Salto Sciliar, Albin Kofler, con i rappresentanti di Eco Center Spa e il direttore dei lavori Hans Pfeifer in occasione di un sopralluogo. «Nella primavera 2010 la pista ciclabile e pedonale da Bolzano a Colma sarà interamente percorribile. Però abbiamo trovato una soluzione per permettere l’utilizzo della pista anche questa estate. Contiamo sull’indulgenza della cittadinanza per eventuali disagi. Il ritardo è riconducibile alla posa da parte di Eco Center di tubazioni per le acque reflue e da parte di Snam di tubazioni del gas, ma anche alle numerose autorizzazioni e concessioni necessarie e alle procedure per gli appalti. Inoltre questa zona è particolarmente soggetta al rischio di caduta massi e quindi si rende necessario adottare particolari cautele per la protezione della strada statale», spiega Kofler. Il tratto di ciclabile che va da Colma all’albergo Törggele sarà ultimato entro il 15 luglio e vi si potrà tranquillamente passeggiare o pedalare. Nella zona della nuova galleria sono stati però riscontrati alcuni problemi, dovuti soprattutto al fatto che Eco Center Spa ha deciso, a metà 2007, di posare una nuova conduttura per le acque reflue per l’altopiano di Castelrotto e Siusi, per fare confluire le acque da Castelrotto a Bolzano. Le tubazioni sono state posate sotto la ciclabile. «In questo modo sono stati evitati interventi successivi e si sono realizzati risparmi in termini di costi, anche se l’intervento ha determinato un lieve ritardo nell’ultimazione della pista ciclabile», riassume Konrad Ausserer, presidente di Eco Center. Finora la società ha ultimato 8 chilometri del progetto complessivo. I lavori per gli ultimi 3 chilometri e il ponte sull’Isarco in località Rotwand si concluderanno entro la primavera 2010.

Alto Adige 22-06-09

Pista ciclabile della Valle Isarco

Vedi anche l'articolo precedente che prevede l'apertura di un nuovo tratto

Pedalare attraverso paesaggi ricchi di storia, ammirare panoramiche mozzafiato senza fretta e lontano dal traffico. La Valle Isarco inizia a Bolzano (262 m) e finisce al Brennero (1370 m) per una lunghezza di ca. 100 km.
Ci sono due tratti di pista ciclabile: da Colma a Varna (671 m) e da Sciaves (891 m) a Vipiteno (948 m). Da Bolzano a Colma e da Bressanone a Sciaves bisogna percorrere la strada che è comunque poco frequentate dal traffico.
La pista ciclabile della Valle Isarco è adatta alle famiglie come anche agli appassionati di bici. Non presenta alcuna difficoltà tecnica, la lunghezza del percorso ed il tempo di percorrenza possono essere stabiliti in base alla propria condizione fisica. Tutto il percorso è ben segnalato ed asfaltato.

Prima tappa

Dal Brennero a Colle Isarco e fino a Vipiteno si segue la strada statale, in leggera discesa, ideale per scaldarsi. Si passa la Parrocchiale di Vipiteno ed il Museo Multscher, seguendo l'indicazione "Castel Reifenstein - Tasso". Nell'ampia spianata si corre sul percorso segnalato passando vicino al campo da golf e sopra l'autostrada. Si svolta a destra e lungo un tratto diritto fino a Stilves.
I chilometri a seguire sono caratterizzati da leggere salite e discese attraverso prati e singoli casolari. Arrivati al paese di Mezzaselva si attraversa nuovamente l'Isarco. Ora la ciclabile corre in parallelo alla statale, che poi viene superata con un apposito ponte per bici. A quasi metà della tappa si trova il paese di Fortezza. Qui si diparte anche la ciclabile della Val Pusteria.
Da Fortezza c'è un breve tratto più ripido che porta al Lago di Varna, un piccolo specchio d'acqua circondato dal bosco. Da qui attraverso ombreggianti castagneti si raggiunge il paese di Varna e si prosegue verso Bressanone.
Questo tratto, senza soste e con una pedalata veloce, può essere fatto in circa due ore e mezza. Dal Brennero a Bressanone il percorso è quasi tutto in discesa e si compie complessivamente una salita di soli 115 metri, mentre il dislivello superato è di 905 metri.
Chi deve tornare a Vipiteno o al Brennero può prendere la bici al seguito del treno che riporta al punto di partenza.

Seconda tappa

Partendo da Bressanone verso Bolzano la prima parte del percorso è particolarmente bella dal punto di vista paesaggistico. Dal centro di Bressanone la ciclabile corre lungo l'Isarco fino a Chiusa a circa 10 chilometri di distanza da Bressanone. Si prosegue fino a Ponte Gardena e Colma. Dopo Cardano un sottopasso attraversa la statale e si prosegue in direzione di Bolzano.

Distanze chilometriche

Prima tappa dal Brennero a Bressanone: lunghezza di tappa: 49,35 km. Dislivello complessivo: 115 m in salita, 905 m in discesa. Tempo di percorrenza effettiva: 2,5 ore. Tempo di percorrenza consigliato: 4,5 ore. Difficoltà: da facile a media.
Seconda tappa da Fortezza a Bolzano: lunghezza di tappa: 52,35 km. Dislivello complessivo: 80 m in salita, 580 m in discesa. Tempo di percorrenza effettiva: 2,5 ore. Tempo di percorrenza consigliato: 4,5 ore. Difficoltà: da facile a media.
Bolzano Centro - Cardano: 2
Cardano - Prato Isarco: 5
Prato Isarco - Colma: 10
Colma - Chiusa: 10
Chiusa - Bressanone Sud: 10
Bressanone Sud - Bressanone Centro: 5
Bressanone Centro - Varna - Sciaves: 6
Vipiteno - Castel Tasso Reifenstein: 2,6
Castel Tasso Reifenstein - Stilves: 3,6
Stilves - Galleria per Mules: 4,1
Galleria per Mules - Le Cave: 3,8
Le Cave - Mezzaselva: 3,6
Mezzaselva - Fortezza: 4,0
Fortezza - Galleria Lago di Varna: 4,2
Galleria Lago di Varna - Varna: 2,4
Varna - Löwecenter: 2,2
Löwecenter - Ponte Aquila: 2,6
Ponte Aquila - Chiusa: 13
Chiusa - Ponte Gardena: 6,2
Ponte Gardena - Colma: 0,9
Colma - Bolzano: 20

http://www.suedtirol-it.com/valleisarco/ciclabile.htm



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lunedì, 15 giugno 2009



Un futuro per la mobilità dolce

Stefano Caserini
Leggendo il recentissimo rapporto “Transport and the environment: facing a dilemma”, pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, se ne ricava un quadro abbastanza desolante: il traffico merci e passeggeri aumenta in tutta l’Unione Europea, la crescita delle emissioni di gas serra da trasporti minaccia il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto dell’UE, il traffico stradale continua a prendere spazi di mercato, i trasporti rimarranno dipendenti dai prodotti fossili ancora per molto tempo.
Un’ indicazione chiara che emerge è la seguente: “Contrary to press reports, there is no single cure for transport related environment problems… Moving towards a more sustainable transport system requires an integrated approach. Problems should be considered well in advance and not just tackled at the end-of-pipe phase via emission regulation.” (EEA, 2006).
Niente di particolarmente nuovo, l’idea della ricetta dei molti ingredienti è già sentita da chi si occupa di mitigazione dell’effetto serra o di PM10. Tante sono le cose da fare, da cambiare: nel nostro modo di vivere, di consumare energia e beni, di abitare e di spostarsi.



Vorrei brevemente parlare di una di queste cose da fare, muoversi di più con la propria energia muscolare, a piedi e in bicicletta.
Mobilità dolce, viene chiamata oggi: una volta si chiamava mobilità lenta, ma ci si è accorti che le auto in città no vanno più veloci, se si considerano effettivamente tutti i tempi di spostamento. Non perché sia la soluzione, la strategia più importante; forse è quella con i maggiori “co-benefits”, ossia fa bene a tante altre cose oltre all’ambiente.
Prima di tutto la salute. I benefici sulla salute connessi con un po’ di movimento a piedi o con l’uso della bicicletta non sono dovuti solo al miglioramento della qualità dell’aria. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’uso della bicicletta per spostamenti quotidiani può portare al dimezzamento del rischio di malattie cardiovascolari e di diabete negli adulti, alla diminuzione dell’obesità, alla riduzione del 30 % del rischio di sviluppare ipertensione.
Il secondo co-benefit è il miglioramento delle nostre città. Se anche le auto andassero con l’acqua minerale e dai tubi di scappamento uscisse profumo di arrosto e petali di rose, una città sommersa dalle automobili non è una città bella, vivibile. Tutti siamo anche automobilisti, tutti abbiamo bisogno delle automobili, ma è eccessivo quanto abbiamo concesso alle esigenze del traffico, la quantità di spazi, di città, di territorio sacrificati al trasporto motorizzato.
Per non dire della paura di attraversare la strada, di muoverci a piedi e in bicicletta perché la auto vanno troppo forte. Abbiamo regalato i marciapiedi e molte delle strade più belle delle nostre città alle automobili; anche fermarsi a salutare un persona in una strada di un qualsiasi quartiere residenziale è a volte scomodo, o a addirittura pericoloso, perché passano auto e camion.
Oggi, è importante non perdere altro tempo, partire subito con coraggio per perseguire l’obiettivo di una mobilità sostenibile, per riequilibrare i diritti di utilizzo delle strade, sia nel centro che nelle periferie, strada per strada.
Non bisogna inventarsi niente di nuovo, basta adattare alle situazioni italiane quanto le migliori città italiane ed europee hanno fatto o stanno facendo. Innanzitutto si possono limitare le velocità massime dei veicoli, facendo muoverli in modo più fluido, meno aggressivo e pericoloso per pedoni e ciclisti.
E’questa una strategia abbastanza nuova per l’Italia. Spesso si pensa che per favorire l’uso della bicicletta servono solo piste ciclabili, percorsi protetti; invece la sicurezza può essere realizzata anche in altri modi, con zone con ridotte velocità dei veicoli.
“Moderazione del traffico” o “traffic calming” in termini anglosassoni. Sono interventi utilizzati in tutta Europa: in Germania o in Svizzera è normale che nei centri storici e nelle vie residenziali ci siano zone 30, con le opportune porte di ingesso che portano volenti o nolenti i veicoli a ridurre le velocità .

senza porta di ingresso


con porta di ingresso
Certo, la situazione italiana è scoraggiante. Non solo per la mancanza di iniziative a livello nazionale e regionale (solo qualche Provincia o qualche Comune hanno iniziato a volte ad affrontare seriamente il tema), per la distanza dalle numerose città europee di piccole, medie e grandi dimensioni in cui la bicicletta costituisce uno dei mezzi più utilizzati in ambito urbano (es: Copenhagen, Groningen, Münster, Vasteras, ecc.).
Nelle strade urbane in Italia sono concentrati il 42% dei morti ed il 72% dei feriti (questa concentrazione incidentale nelle aree urbane è un dato assolutamente anomalo rispetto alla media UE). Dato che pedoni e ciclisti percorrono principalmente strade urbane, è possibile calcolare che il 45% di tutti i morti nelle strade urbane è un ciclista o un pedone. Ogni anno perdono la vita in Italia circa 300 ciclisti e circa 11 mila rimangono feriti, numeri da primi posti in Europa. Pensate solo per un attimo al Giro d’Italia, con quel bel “gruppone” di maglie colorate. Ebbene l’equivalente di due “grupponi" del Giro perde la vita mentre si muove in biciclette ogni anno in Italia.
Ma qualcosa si sta muovendo anche da noi: chi oggi parla di mobilità sostenibile viene guardato in modo diverso anche solo di 5 anni fa, con più rispetto e a volte considerazione.
Nel frattempo, buone passeggiate e pedalate.
 Per approfondimenti:
www.fiab-onlus.it Sito della Federazione Italiana Amici della Bicicletta,
un portale ricchissimo
http://www.ecf.com/publications/index.htm. Interessante rapporto della
Commissione Europea sulla mobilità ciclistica
http://reports.eea.eu.int/eea_report_2006_3/en/tab_content_RLR
Fonte: http://www.muoversi.net/public/AIATInforma%202-2006.pdf


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