mercoledì 18 gennaio 2012

musica danza teatro cinema 2

martedì, 06 dicembre 2011



Danza a sfondo benefico nel teatro di San Giacomo

 Sabato 10 dicembre, con inizio alle ore 18, nella sala teatrale di San Giacomo andrà in scena lo spettacolo “E’ danza”, a sfondo benefico: il ricavato verrà destinato all’associazione “Peter Pan” che segue i bambini malati di tumore.
Prevendita biglietti alla tabaccheria Peviani in via Kennedy 266 a Laives.

Alto Adige 6-12-11
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venerdì, 18 novembre 2011



Mondo solidale, Filmfestival con oltre 1.600 studenti

BOLZANO. Oltre 1.600 giovani delle scuole superiori e professionali dell’Alto Adige stanno partecipando questa settimana all’ottava edizione del Filmfestival organizzato dall’Oew (Organizzazione per un mondo solidale), che quest’anno ruota intorno al tema dell’amicizia. In programma a Brunico, Bolzano e Bressanone ci sono 5 film su questa tematica. Il festival è stato vinto quest’anno dal film “Themba” che descrive la realtà dell’11enne del Sudafrica Themba tra il grande sogno di poter diventare campione di calcio e il doversi confrontare personalmente con la malattia dell’Aids. Una giuria di cinque studentesse (foto) (Marion Silbernagl, Sonja Trocker, Lea Schatz Abram, Tamara Bua, Giulia Girardi) ha selezionato il miglior film: “Si tratta di un messaggio che scuote profondamente, ma che nonostante questo mette in risalto il positivo. Siamo dell’idea che nella nostra società sia importante affrontare i problemi guardandoli bene in faccia senza nasconderli. Abbiamo scelto questo film perché dice in modo evidente che ricchi e poveri possono vivere bene insieme”.
Alto Adige 18-11-11
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martedì, 15 novembre 2011


Pina Bausch

cinema

«Pina», documentario che dà nuova vita ai passi della Bausch

Pina. Un film di Wim Wenders. Con Pina Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo, Ruth Amarante. Documentario, durata 100 min. Germania 2011.
 Nel 1985 Wim Wenders vede per la prima volta “Café Müller”, nel quale la coreografa tedesca capofila del teatrodanza, Pina Bausch, danza per 40 minuti insieme ai suoi ballerini sulla musica di Henry Purcell. Ne nasce un’amicizia lunga 20 anni e il progetto di un film insieme, che comincia a concretizzarsi nel 2008, con la scelta del repertorio da filmare, ma s’interrompe un anno dopo, con la morte di cancro della stessa Bausch. Così il progetto si trasforma in un documentario che dà nuova vita ai passi di danza di Pina Bausch prescindendo dai formati più classici ed agiografici del documentario e sintetizzando nel titolo il senso stesso dell’opera e nella danza il senso stesso del personaggio. Il film si avvale così di alcuni materiali d’archivio ma soprattutto delle moderne riprese di prove e spettacoli dal vivo, di performance e installazioni sia in teatro che in location cittadine e di interviste ai membri della compagnia di Pina Bausch. Spesso i registi della finzione quando si applicano nel documentario fanno clamorosi buchi nell’acqua. Wenders nella sua carriera non ha mai fatto eccezione. Questo suo documentario però riesce a sfuggire dalle maglie del cliché rendendo una certa giustizia al genere. (an.pe.)

Il festival del cinema russo
Bolzano, via Streiter. Prosegue il Festival del cinema russo al Filmclub. Oggi alle 10 «Storia di Basilio il Beato» regia di Natalia Berezovaya (cartone animato); «Dobrigna Nikitic e Smej Gorinic», regia di Ilya Maksimov (cartone animato). Alle 18.30 «Kraj», regia di Aleksey Ucitel. Alle 20.30 «L’albero di Natale», regia di Timur Bekmambetov. Domani, alle 10 «Storia di Basilio il Beato», regia di Natalia Berezovaya (cartone animato), «Dobrigna Nikitic e Smej Gorinic», regia di Ilya Maksimov (cartone animato). Alle 18.30 «Impero scomparso», regia di Karen Shakhnazarov e alle 20.30 «In una notte lunga una vita», regia di Nikolay Khomeriki.

Cortometraggi al Cineclub
Bolzano, via Roen 6, ore 20.30. Questa sera proiezione di tutti i film vincitori del recente ShortFilmFestival, presso la sala del Cineclub Bolzano. Ingresso gratuito.
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giovedì, 10 novembre 2011



«Il ritorno», vite che si riannodano

MASSIMO BERTOLDI
Cresce l’attesa per il debutto in prima nazionale fissato per questa sera, ore 20.30, de “Il ritorno” di Carlotta Clerici, in scena al Teatro comunale di Bolzano. Seconda produzione del Teatro Stabile dopo la fortunata messinscena di “Spettri” di Henrik Ibsen. Curiosità e interesse sono mossi da una serie di fattori: lo spettacolo è affidato alla regia di Marco Bernardi, che ritorna alla drammaturgia contemporanea dopo alcune stagioni dedicate ai classici; gli attori, diversi dei quali già scritturati per la compagnia bolzanina in altri spettacoli, sono tra i migliori della loro generazione - Corrado D’Elia, Sara Bertelà, Roberto Zibetti - affiancati da Valentina Bardi, Giovanna Rossi, Roberto Tesconi, Fabrizio Martorelli, Aide Aste; il testo della Clerici, lombarda da anni attiva a Parigi come commediografa e regista, costituisce una novità assoluta per l’Italia.
 A proposito de “Il ritorno”, che debuttò in lingua francese con il titolo “L’envol” nel parigino Vingtième Théâtre nel 2005, e che ora si legge in versione italiana nell’ultimo numero della rivista “Hystrio”, l’autrice scrive: “Quello che mi interessava creare, e indagare, era l’incontro tra chi ha preso il volo e chi è rimasto, tra chi guarda l’avvenire e chi si rifugia nel passato, tra chi cerca di dirigere il proprio destino e chi si arrende, tra chi lotta per dare un senso alla propria vita e chi non vuole più credere in niente”.
 Questa girandola di percorsi esistenziali si sostanzia in cinque intense giornate vissute prevalentemente sulla terrazza dell’Hotel du Lac, un alberghetto in riva ad un lago dove i protagonisti sono nati e dove dopo vent’anni si ritrovano. Il lago diventa metafora di nostalgie, lo specchio delle anime e delle loro proiezioni fantastiche, cornice di aperitivi e risate, luogo di tuffi e giri in barca, soprattutto muove nei personaggi ricordi che affiorano con forza e violenza, alimentando passioni inaspettate che sconvolgono esistenze apparentemente solide.
 Muove le acque tranquille il ritorno di Anna, la protagonista emigrata a Parigi e affermatasi nel mondo dello spettacolo. Vent’anni prima era disperatamente innamorata di Matthieu, a sua volta trasferitosi in Nuova Caledonia per dirigere un Grand Hotel e sposato con Sophie, e di lei era perdutamente innamorato Yann, che invece ha scelto di restare, per gestire il piccolo albergo ereditato ma manifestando in solitudine nella pittura il suo vero talento. Anna ritrova anche altre antiche conoscenze, Guy e Pierre, coppia di amici all’epoca burloni donnaioli ora imborghesiti, l’amica d’infanzia Nathalie, il cameriere Iulien e la signora Richard, vecchia cliente dell’albergo, che Yann non ha saputo amministrare bene ed ora, ipotecato, è prossimo ad essere venduto. Significa la fine di un mondo, l’azzeramento delle proprie origini. Forse questo è il motivo che convince Anna e Yann al “Ritorno”, al soccorso dell’amico in difficoltà. Tuttavia, se questo è il cuore pulsante della commedia che intreccia situazioni comiche e virate melò con finale da dramma, di fatto si scatenano le antiche pulsioni, riesplodono tensioni e passioni, che segneranno i destini, tra aperitivi con gli amici, giri in barca, tuffi dagli scogli, e una sconvolgente notte d’amore in cui i corpi si ritrovano, danzano con il passato e si negheranno per il futuro. Dice Anna: “Questo lago è stregato, quest’acqua è avvelenata. (...) E’ troppo bello, troppo bello questo posto, ti inganna, ti addormenta come il canto delle sirene”.
 «Il ritorno» di Carlotta Clerici, Teatro comunale (Teatro Studio), dal 10 al 27 novembre: dal giovedì al sabato alle 20.30; domenica ore 16.
Alto Adige 10-11-11
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martedì, 08 novembre 2011



Torna il Short Film Festival, concorso per cortometraggi

BOLZANO. Prende il via questa sera, presso il Cinema Capitol di via Streiter, la 43a edizione dello Short Film Festival, organizzato dal Filmclub di Bolzano, che si concluderà il 12 novembre. Nel corso di questi cinque giorni di concorso, tutti dedicati ai cortometraggi e che abbracciano diversi generi, dalla fiction ai documentari, dall’animazione allo sperimentale fino ai videoclip, saranno presentate opere di produzione e autori italiani nella sezione Opere Nuove, mentre agli autori e alle pellicole straniere è dedicata la sezione Global Vision. Le proiezioni iniziano questa sera alle ore 21, dopo l’inaugurazione che avrà luogo alle 20.30, con l’interessante fiction di Renzo Carbonera La Penna di Hemingway, interpretato tra gli altri da Sergio Rubini e Cosimo Cinieri, in cui Claudia, di ritorno da Lignano per la morte del padre che non vede da anni, si imbatte nel mistero di una penna appartenuta ad Hemingway. Le proiezioni, fino all’11 novembre, avranno luogo dalle ore 18 alle ore 24, mentre sabato 12, alle ore 20.30 ci sarà la premiazione a cui seguirà la proiezioni dei film vincitori. Le stesse pellicole saranno proiettate nuovamente martedì 15 novembre, presso la sala del Cineclub, in via Roen. Le pellicole proiettate e selezionate dalla giuria composta da Claudio Giubitosi, Paolo Carnevale e Anna Quinz, sono quest’anno 50 per la sezione Opere Nuove (su 364 inviate), mentre per la sezione Global Vision sono 20, per un totale di 15 ore di proiezione.
 Scopo del festival è quello di promuovere la diffusione del cortometraggio, sostenendo giovani autori che trovano nel festival l’occasione di presentare il proprio film e di farsi conoscere al grande pubblico. La sezione Global ospita solo un numero ristretto di corti in rappresentanza della grande varietà del cortometraggio ed è una selezione tra i migliori film che hanno già partecipato ad altri rinomati Festival europei e “scovati” in rete, a testimonianza dell’evoluzione continua del linguaggio narrativo del cortometraggio. Una ulteriore sezione è dedicata ai No Words, realizzati evitando l’utilizzo di dialoghi e quindi globalmente comprensibili. Anche per questa rassegna sarà importante il giudizio del pubblico presente in sala che, con il proprio voto, assegnerà la targa “Città di Bolzano Global Vision” e un premio in denaro al miglior film. Il montepremio quest’anno si aggira intorno ai 10 mila euro. (da.mi.)
Alto Adige 8-11-11
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sabato, 05 novembre 2011

Max Castlunger & Friends

Teatro comunale, c’è la lunga notte della cultura

BOLZANO. “Musica.Vita” è il motto della settima lunga notte della cultura che si svolgerà oggi a partire dalle ore 19.30. Interverranno più di 50 artisti noti al grande pubblico che trasformeranno la serata al Teatro comunale in un’autentica festa musicale. Max Castlunger & Friends presenteranno una WOODStone J.E.M.-Percussion con strumenti di legno e sassi costruiti da loro stessi. Manuel Randi (chitarra) e Stephen Lloyd (flauto) vi affascineranno con l’appassionante mondo del flamenco. I virtuosi KNRRZ trasformeranno una merenda altoatesina in un autentico concerto, mentre i Donauwellenreiter (già Trio Brasentina) presenteranno un “ménage a trois” sonoro. Uno dei momenti clou della serata sarà sicuramente Gerd Hermann Ortler, pluripremiato compositore jazz venostano che eseguirà per la prima volta una sua nuova composizione.
 Ci sarà anche l’esibizione dell’ensemble vocale Alla Breve e quella di cinque violoncellisti dell’Orchestra Haydn, oltre all’arpa di Heidi Pixner, le canzoni irriverenti di Markus Dorfmann che ispireranno Jochen Gasser a caricature disegnate dal vivo. L’ensemble tirolese Mais Uma scalderà invece l’atmosfera con i suoi ritmi latinoamericani.
 Grande attesa pure per il tradizionale discorso, affidato ogni anno a un artista diverso e questa volta tenuto dal compositore Eduard Demetz con testi di Sebastian Baur. Conducono la serata Renate Gamper e Thomas Seeber. Ingresso libero.

Alto Adige 5-11-11
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giovedì, 20 ottobre 2011


Uno spettacolo di burattini e la bacchetta magica venduta tra i bimbi disperati

LORENZO GATTOLIN - LAIVES
Buongiorno, sarei contento di vedere sulle Vs. pagine, quanto è capitato sabato scorso, per sensibilizzare chi di dovere e fare in modo che non si verifichino altre volte queste ignobili e meschine azioni di vendita. Giovedì scorso, mia figlia di 5 anni, è tornata dalla giornata di scuola materna con un buono sconto di 2 Euro, per la visione dello spettacolo di burattini rappresentante “La bella e la bestia; sabato, decisi di portarla, allo spettacolo delle 17:30. Non esprimo commenti sul prezzo d’ingresso (8 Euro sia adulti che bambini). visto che lo stesso era ampliamente indicato, e neppure sulla qualità dello spettacolo (De gustibus non disputandum est), ma sul simpatico fuori programma a circa metà spettacolo..infatti la voce fuori campo informò gli spettatori, che ci sarebbe stata una breve pausa per il cambio scena e che contestualmente ci sarebbe stata la possibilità di acquisto dell’unico gadget ufficiale dello spettacolo, consistente in una cilindro plastico illuminato che rappresentava la bacchetta magica della fatina poc’anzi apparsa sulla scena. Immaginatevi voi, quale bambino/a non sarebbe stato trascinato da tale luminoso gioco infatti, tranne alcuni genitori che acconsentirono all’ulteriore spesa di 5 Euro, nella sala si udivano pianti di bambini uniti ai rimproveri dei genitori delle famiglie che non volevano farsi carico dell’acquisto di questo oggetto. Non mi è mai capitato di assistere ad un’offerta commerciale presentata in modo tanto meschino: portando ad una rappresentazione una bambina di 5 anni, mi aspetto dei gadget all’ingresso oppure uscendo, ma non sul palco a metà spettacolo, ed è ovvio che il tutto è stato creato ad hoc, infatti il fatidico cambio di scena non è neppure avvenuto. Essendo una sala comunale, non capisco perché l’ufficio cultura non tuteli lo spettatore vietando questi “agguati” in sala, e a nulla è valso cercare un responsabile del comune in loco, visto che oltre a due simpatiche signorine che provvedevano allo “strappo” dei biglietti non c’era nessuno. Spero che avvicinare alla cultura del teatro una bambina, non mi imponga in futuro, di dover assistere alla promozione di una batteria di pentole oppure di coperte in lana merinos.
Alto Adige 19-10-11
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martedì, 18 ottobre 2011



«Impronte dell’anima», il teatro della diversità

BOLZANO. Riparte, alla grande, la tournée autunnale dello spettacolo “Impronte dell’anima”. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro la Ribalta, con Lebenshilfe e Theatraki, dopo più di 40 repliche in giro per l’Alto Adige, in Italia e in Austria, riprende il suo giro; quattro date al KulturHaus di Silandro, ieri e questa sera, poi 2 date a La Villa, il 19 e 20 ottobre, per poi partire per Berlino al Festival No Limits, il più importante Festival internazionale europeo di teatro sul tema della diversità. In questo festival che vede la presenza di compagnie teatrali provenienti da tutti i paesi Europei e dall’Australia, lo spettacolo “Impronte dell’Anima”  rappresenterà l’Italia.
 “Impronte” è uno dei rari spettacoli teatrali prodotti in Alto Adige che è perfettamente bilingue e può parlare sia alla comunità italiana che a quella di lingua tedesca. Che questo bilinguismo lo pratichi una compagnia di attori “diversamente abili” è un grande valore aggiunto; il lavoro di dare voce a chi non ne ha, che parla di discriminazioni, eutanasia e rivendica il diritto all’esistenza come progetto artistico - culturale, non ha steccati etnici o linguistici, non crea separazioni ma è un elemento di integrazione sociale e culturale raro in un territorio come il nostro. Forse non poteva che essere così; se è vero che il teatro appartiene a tutti i cittadini di una città, è giusto che appartenga anche a quei cittadini che la vivono in modo diverso e a volte dolorosamente.
 Lo spettacolo, che racconta del progetto di sterminio dei disabili nel regime nazista, non è solo opera meritevole e necessaria, ma è un monito forte contro ogni forma di discriminazione sociale, culturale ed etnica che anche oggi, nel 2011, alcune posizioni estremistiche e neonaziste rilanciano, facendo perno su una crisi economica, che oggi come allora, qualcuno pensa di far pagare ai più deboli e ai meno integrati. Lo spettacolo, dopo questa tournée, verrà riproposto a gennaio 2012 in occasione delle Giornate della Memoria con tappe a Bolzano e a Milano invitati dall’Associazione Ledha e dal Comune di Milano. Per chi ancora non conosce il lavoro di questa compagnia, l’invito è per il 13 dicembre 2011 presso la Waltherhaus di Bolzano dove, all’interno della rassegna “Arte della Diversità”, si presenterà lo spettacolo “Minotaurus” nuova creazione per la stagione 2012 in coproduzione con Bolzano Danza e l’associazione Theatraki.

Alto Adige 18-10-11
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mercoledì, 12 ottobre 2011



Benno Simma e il sogno di un cane

DANIELA MIMMI
BOLZANO. Benno Simma è architetto (si è laureato allo Iuav di Venezia), artista, designer e musicista-compositore, nonché professore, dato che è docente di design a Innsbruck. Ma adesso ha deciso di definirsi solo designer e musicista. E proprio in questa veste, lunedì 24 e martedì 25 ottobre, alle ore 20.30 al Theater im Hof in piazza Erbe, presenterà il suo nuovo e secondo cd, dal titolo particolare come la musica: “A dog’s dream”. E particolare è anche la copertina con una mano umana e una zampa canina che accarezzano i tasti di un pianoforte. Il primo cd di Benno Simma, uscito un paio di anni fa, era “Poetischer Lärm” (frastuono poetico) e conteneva composizioni sue, ma anche testi e poesie da lui messe in musica di autori altoatesini come Norbert Kaser, Sepp Mall, Anita Pichler e molti altri.
 Anche per questo “Dog’s dream”, Simma si è circondato da amici, come Monika Callegaro, sua compagna di avventura, alla voce e percussioni, Andrea Polato alla batteria, Marco Stagni al basso, Gregor Marini alle chitarre, Anna Montal alla chitarra e canto, Gigi Grata alla tromba e trombone e Fiorenzo Zeni al sax. Inoltre hanno partecipato all’incisione anche Gemma Bertagnolli, Marcello Fera, Gigi Mongelli, Gabriele Muscolino e Thomas Callegaro. Lasciamo allo stesso Simma il compito di presentare il suo nuovo cd, partendo dal titolo, per lo meno curioso. “E’ una storia buffa. Ero andato a visitare l’Hotel Jarolim, a Bressanone, perchè cercavo il posto adatto per una performance con altri artisti. E lì ho conosciuto Jara, un cane che stava alla reception e girava per l’albergo. E mi è venuta l’idea: immaginare come un cane, nello specifico Jara, vede noi uomini. Come ci vede Jara? Spesso cattivi tra di noi e spesso cattivi con loro. La canzone finisce con un incubo di Jara: vede tutti gli uomini trasformati in ossa, come dei mostri”.
 In che lingua la canta?
 “Questa in un inglese un po’ da cabaret, con l’accento tedesco. Le altre sono in italiano, inglese, tedesco e due anche in dialetto. Ho riarrangiato un vecchio brano popolare “Terra e acqua” di Sergio Liberovici, sulla alluvione del Polesine negli anni Cinquanta e una brano che ha qualche centinaio di anni, “Peregrinazioni lagunari” che descrive gli splendori della laguna veneta. Ho vissuto per anni Venezia e sono ancora affascinato ed emozionato da quella città. Questa la canto in dialetto veneto. La cosa per me non è nuova né difficile perchè ho fatto parte del Canzoniere Popolare Veneto di Gualtiero Bertelli”.
 Sono così variegate anche le musiche come le lingue che usa?
 “Sì, c’è un po’ di tutto. Ci sono dei pezzi d’atmosfera, dei salti indietro nel tempo, c’è la musica popolare, ma anche il rock e un tocco di jazz. Non mi considero un musicista jazz, ma la considero il jazz una grande scuola, in cui c’è sempre qualcosa da imparare”.
 E chi lo vuole comprare dove lo trova?
 “Dal 18 in poi dovrebbe essere in tutti i negozi di dischi di Bolzano e della provincia. E poi lo venderò durante i miei concerti. Dopo i due al Theater im Hof, suoneremo il 30 novembre all’Ufo di Brunico e poi il 2 dicembre al Centro Culturale Mairania di Merano”.
 Come designer cosa sta preparando?
 “Una mostra alla ES Gallery di Merano in cui presento un progetto per costruire, con soli sei pezzi che si ripetono, diversi mobili”.
Alto Adige 12-10-11
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domenica, 09 ottobre 2011


Teatro dei filodrammatici “Gino Coseri”

Ritornano le serate a teatro con la trentaduesima edizione della rassegna teatrale dialettale intitolata a Stefano Fait

LAIVES. Anticipata dalla prevendita degli abbonamenti, partita già da oltre paio di settimane, è stata presentata ufficialmente ieri mattina, in una conferenza stampa, la trentaduesima edizione della rassegna teatrale dialettale intitolata a Stefano Fait, organizzata come sempre dalla Filodrammatica di Laives. Dieci gli appuntamenti in calendario per il periodo che va da questo mese all’inizio di marzo 2012, e ad aprire (e chiudere, come vedremo poi nel dettaglio) l’elenco della rappresentazione saranno i “padroni di casa” della Filodrammatica di Laives.
 Prima di entrare nell’elenco, e nel dettaglio, del cartellone, è giusto anticipare che le rappresentazioni si terranno tutte nel Teatro dei filodrammatici “Gino Coseri”, nel passaggio scolastico, con inizio alle ore 20.45, tranne lo spettacolo del 25 novembre che sarà in scena al Teatro delle Muse di Pineta.
 Ma vediamo allora l’elenco degli spettacoli in cartellone, presentato ieri dai vertici della “Filo” locale.
 Si inizia il 14 e 15 ottobre con «150 Viva l’Italia», spettacolo che vede sul palco la Filodrammatica di Laives insieme al Coro Monti Pallidi per proporre canzoni e racconti commemorativi per il secolo e mezzo di unità della nostra nazione, con storie (attraverso la lettura di alcune lettere) di immigrazione trentina in Sudamerica.
 Il 28 ottobre il gruppo teatrale veronese La Moscheta proporrà “La Muger dell’Ottoman, due atti di Aristide Genovese, e poi si passa al sud, l’11 novembre, con l’Associazione Cepros Pino Palazzo di Corleone che porta a Laives «Ora chi a mamma Mariu... Cu su tieni a papà??». Eccoci poi a novembre il 25 (come detto al Teatro delle Muse di Pineta), con la Nuova Compagnia Città di Terni che mette in scena «T9 colpita e affondata». Si arriva quindi al 9 dicembre con un vecchio amico della rassegna: l’attore trentino Andrea Castelli che presenta il suo nuovo, divertente monologo «Trentini e trentoni». Arriva il nuovo anno e il giorno della Befana, il 6 gennaio, da Salerno arriva la Compagnia dell’Eclissi che propone «Ogni anno punto e da capo». Sempre in gennaio, ma il 20, arriva la Compagnia Specchio Rovescio di Roma che propone «Un giorno lungo un anno», due atti in romanesco, evidentemente. Il 3 febbraio risate un po’ amare e decisamente attuali, purtroppo, con la Compagnia Teatro Totò di Pollenza (Mc) che mette in scena «Disokkupati». Sempre in febbraio, il 17, la Cooperativa Culturale La Cantina delle Arti di Sala Consilina (Sa) propone «Pulcinella a colori», e gran finale di rassegna il 2, 3 e 4 marzo con la Filodrammatica di Laives che proporrà uno spettacolo a sorpresa, sul quale è ancora al lavoro e che sarà il fulcro della sua attività di recitazione per la prossima stagione. (b.c.)
Alto Adige 9-10-11
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sabato, 08 ottobre 2011



«Avrei tanto bisogno di dire» nella Giornata mondiale della salute mentale

DANIELA MIMMI
Vasco Mirandola e Pino Roveredo insieme per dire qualcosa di diverso, e di profondo, nella Giornata mondiale della salute mentale. Sul palco del teatro di Gries, questa sera alle 20.30, Mirandola porta in scena “Avrei tanto bisogno di dire”, una rilettura libera di alcuni testi di Roveredo, soprattutto del suo “Mandami a dire” che nel 2005 ha vinto il Premio Campiello. Vasco Mirandola, attore di successo (chi non lo ricorda nei panni dell’alpino che odia il mare nello splendido film di Gabriele Salvatore, “Mediterraneo”) e lo scrittore triestino hanno molto in comune, ma soprattutto l’attenzione alla diversità, in questo caso la diversità mentale. “Il tema della follia mi ha sempre affascinato, ma soprattutto ho incominciato a interessarmene quando ho passato un momento di forte disagio”, così Mirandola.
 Di che genere?
 «Facevo l’attore, facevo il cabarettista. Ma a un certo punto mi sono trovato a chiedermi: ma ne vale la pena? Cosa mi sto perdendo? Ho trovato l’energia di cui avevo bisogno lavorando e facendo laboratori con ragazzini disabili, sordi, down, con la Compagnia Muk, ovvero il teatro del silenzio con attori sordi, e l’associazione Ottavo Giorno, che opera nel mondo dell’handicap. Nei miei laboratori lavoro molto sulla fisicità, sul contatto fisico. Chi ha problemi di follia, oltre ad essere circondato dalla solitudine, non riceve abbracci, né ha contatti fisici”.
 Così è nato questo “Avrei tanto bisogno di dire”.
 «Infatti, questa è una tappa di questo percorso. Ho scelto Roveredo perchè ha una scrittura forte, sanguigna. Ho utilizzato molto il suo “Mandami a dire”, ma questo è un omaggio a tutti i suoi personaggi. Sul palco sono solo, ma in realtà lavoriamo in team e questo si nota. Con me c’è Pino Roveredo che appare in video e poi c’è la musica. Io parlo in prima persona, con le parole di Roveredo».
 Dopo tanti film, da Mediterraneo a Il Toro, a Il Prete Bello, è da un po’ che non la vediamo sul grande schermo. Come mai?
 «Forse perchè amo il teatro, e come artista mi sento umanamente realizzato. Mi piacerebbe comunque anche tornare a recitare per il cinema. Uno dei problemi è che ho lasciato Roma e adesso vivo a Padova e per il cinema è un po’ decentrata. O forse non lo cerco perchè sono felice su un palcoscenico a fare quello che faccio».

Tre giorni di iniziative

BOLZANO. Dopodomani 10 ottobre ricorre la Giornata mondiale della salute mentale ed anche a Bolzano vengono programmati eventi a sostegno di questo tema. Tre i giorni di iniziative: oggi al teatro di Gries: ore 17 esposizione di articoli e prodotti dei laboratori dei servizi riabilitativi; ore 20.30 rappresentazione teatrale Vasco Mirandola in “Avrei tanto bisogno di dire...”, Ingresso libero. Domani ai Prati del Talvera: ore 8.30-12.30 torneo di calcio; ore 13.30-23.30: musica, teatro, danza e performance. Lunedì 10 al Teatro di Gries, ore 20.30: “A Glezele Vayn” concerto della Jazzmer band Ziganoff. (s.p.)

Alto Adige 8-10-11
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venerdì, 07 ottobre 2011
Cartellone Fait 2011-12 (Laives)
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domenica, 25 settembre 2011



Torna Abbado con l’Orchestra Mozart

BOLZANO. Un evento straordinario segnerà il culmine della rassegna “Musica e gioventù” del Bolzano Festival Bozen: questa sera, ore 20, Claudio Abbado salirà sul podio dell’Auditorium per dirigere l’Orchestra Mozart e la solista Maria João Pires al piano.
 L’incessante attività di Abbado nell’unire culture differenti grazie al linguaggio universale della musica, è stato il filo conduttore della sezione “Orchestre, musica e gioventù” del festival. Fondatore della Euyo e della Gmjo, di cui è tutt’ora direttore musicale, Abbado giunge a Bolzano su invito dell’Accademia Gustav Mahler, istituzione bolzanina da lui fondata nel 1999.
 L’Orchestra Mozart, di cui il grande maestro ha delineato l’alto profilo musicale, duetterà con la pianista portoghese Maria João Pires, una delle più raffinate e significative soliste del nostro tempo, in un programma che si aprirà con il Concerto per pianoforte in si bemolle maggiore K 595, seguito dal celebre Concerto in re minore K 466 di Wolfgang Amadeus Mozart, un’opera destinata ad avere un’importanza fondamentale per lo sviluppo della scrittura musicale dei secoli successivi; un’influenza stilistica che si avvertirà sino al XX secolo.
 L’esecuzione delle due composizioni di Mozart sarà registrata dalla Deutsche Grammophon, e andrà a far parte di un disco che uscirà nel corso del 2012. Claudio Abbado e la Pires hanno alle spalle una lunga collaborazione, testimoniata da prestigiose registrazioni, sempre dedicate a Mozart, con i Wiener Philharmoniker e con la Chamber Orchestra of Europe. Per la seconda parte della serata Abbado ha scelto la Sinfonia n. 8 in Do Maggiore D 944 detta “La Grande” di Franz Schubert.
 Era il 1825 quando Franz Schubert portò la partitura della sua Sinfonia alla Gesellschaft der Musikfreunde, ma l’orchestra si rifiutò di eseguirla perché troppo difficile. Dovettero passare tredici anni prima che Schumann la ritrovasse e la facesse interpretare trionfalmente l’anno seguente a Lipsia sotto la direzione di Mendelssohn. Articolata e maestosa, sinuosa e moderna, La Grande chiuderà simbolicamente gli appuntamenti dedicati alla grande musica sinfonica del Bolzano Festival Bozen. I biglietti per il concerto sono già esauriti da tempo.
 Dopo la tappa bolzanina l’Orchestra Mozart si muoverà alla volta di Vienna dove il 28 e il 29 settembre farà il suo debutto fuori dai confini italiani, in uno dei templi della musica mondiale: il Musikverein. L’Orchestra Mozart nasce da un’idea di Carlo Maria Badini e di Fabio Roversi-Monaco ed è inserita quale progetto speciale nelle programmazioni della Regia Accademia Filarmonica di Bologna.
 Claudio Abbado, direttore artistico dell’orchestra, ha invitato a prenderne parte strumentisti di rilievo internazionale giovani talenti provenienti da tutta l’Europa, oltre che dal Venezuela e da altri paesi del mondo. Dalla stagione 2010, Claudio Abbado ha voluto al suo fianco Diego Matheuz come direttore ospite principale.
Alto Adige 25-9-11
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venerdì, 23 settembre 2011





Laurie Anderson, storie e canzoni

DANIELA MIMMI
BOLZANO. Per lei la poesia, la musica e l’arte sono sempre stati la stessa cosa, tante facce di un prisma che lancia bagliori di tutti i colori. Laurie Anderson è la donna inafferrabile dai mille volti. E per scoprirla non basterà il concerto di questa sera, ore 21, nello spazio affascinante delle Officine Fs a Bolzano, dove, tutta sola sul palco, presenterà Transitory Life, una specie di viaggio a ritroso nella sua vita piena zeppa di esperienze, conoscenze, amori, folli sogni. “Mi considero un’artista multimediale - dice di se stessa. - Uso immagini, video, parole e musica e sono convinta che ogni linguaggio abbia le sue particolarità”. Già da piccola era ben decisa a fare tutto, tutto insieme e possibilmente tutto bene: studiava contemporaneamente scrittura, violino e poesia. Poi decise di darsi alla performance art.
 In una delle sue prime esibizioni, che si svolgevano in strada, suonava un violino che, grazie a un registratore nascosto all’interno, produceva dei loop di suoni che si sovrapponevano alla musica da lei suonata. Durante l’esibizione indossava un paio di pattini, le cui lame erano immerse in due blocchi di ghiaccio. Laurie smetteva di suonare quando il ghiaccio si era sciolto e lei non era più in grado di stare in piedi. Da allora il violino è al centro delle sue esibizioni e della sua creatività. Uno dei suoi violini più celebri, il Tape-bow violin, ha una testina da registratore al posto delle corde e un nastro magnetico inciso, teso sull’archetto. Il suono viene prodotto facendo scorrere l’archetto (il nastro) sul violino (la testina). Ma quella non è la sua unica invenzione. Per il suo Moby Dick, spettacolo imponente ispirato al romanzo di Herman Melville, la Anderson ha inventato il talking stick, ovvero bastone parlante, una sbarra metallica riempita di circuiti elettronici che riproduce suoni in base a come viene mossa o toccata. E poi, ancora, tanti filtri elettronici per trasformare la sua voce in quella di un uomo.
 Nel 1981 si è innamorata dell’arte minimalista, ha inciso il singolo «O Superman» e di colpo è diventata una star internazionale. Da quel momento la sua vita diventa, se possibile, ancora più frenetica di prima. E’ curiosa di tutto, conosce tutti e collabora con tutti, siano musicisti, artisti o scrittori. Tra questi ci sono lo scrittore della beat generation William Burroughs, il regista Wim Wenders e uno stuolo di musicisti che vanno da Brian Eno a Peter gabriel, da Philip Glass a Jean Michel Jarre, da Rod Stewart a Lou Reed, che ha sposato nel 2008. Lo scorso anno ha stampato il suo nuovo cd, “Homeland” che si apre con quel “Transitory life” che dà il nome allo spettacolo di questa sera alle Officine Fs. “E’ uno spettacolo che raccoglie parecchi progetti di epoche diverse”, ha detto la musicista-performer americana: “E’ proprio dalla ricchezza di accostamenti di progetti diversi che nascono spunti e fili conduttori inediti, significati nuovi, anche per me”. Insieme un paio di decenni delle sue storie e canzoni preferite. Questa sera capiremo come Laurie Anderson ricostruirà questo sconfinato puzzle della sua vita e dei suoi molteplici interessi, dato che ogni performance è diversa dall’altra. E domani sarà interessante sentirla parlare della sua grande passione, l’arte minimalista nel giardino dell’hotel Laurin, alle ore 11, dopo aver visitato la mostra di Carl Andre al Museion.
Alto Adige 23-9-11
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mercoledì, 21 settembre 2011


Sandro Forcato

«Arte del far ridere», dal teatro d’autore agli spettacoli di cabaret

BOLZANO. Trentacinque spettacoli per 43 serate di cabaret, prosa, musica, balletti e anche teatro d’autore (sono presenti autori come Milan Kundera e Molière), ma anche teatro civile e napoletano, nonché conferenze-spettacolo, nel ricco cartellone dell’«Arte di Far Ridere», presentato ieri al Circolo La Comune. Gli abbonamenti, in vendita dal primo ottobre, prevedono pacchetti di 16 spettacoli, contro i 15 del 2010. La nuova stagione sarà inaugurata da Corrado Augias che, accompagnato dal pianoforte dal vivo, ci racconterà la vita di Mozart, il 15 ottobre al Teatro Cristallo. Il Teatro di via Dalmazia ospita la gran parte degli spettacoli della rassegna, come il secondo in cartellone, il 31 ottobre e in replica il 1º novembre, “La verità” di Florian Zeller, con regia di Maurizio Nichetti che vede sul palco Massimo Dapporto e Benedicta Boccoli. Questo, insieme al nuovo spettacolo della Banda Osiris, Claudio Astronio e l’Orchestra dell’Istituto Musicale, in novembre, e “Oswald”, in dicembre, è uno dei pochi spettacoli in cartellone per più di una serata. E’ stata una scelta precisa di Sandro Forcato, un paio di stagioni fa, quella di non replicare e adesso la Comune prosegue la tradizione. Il terzo appuntamento, questa volta al Teatro Comunale, è con Sabina Guzzanti e il suo nuovo “Recital”, il 3 novembre. Sempre il Teatro Comunale ospita, il 6, anche il musical “Alice nel paese delle meraviglie”. Poi si torna al Cristallo con “Arie” di Lella Costa e la particolare versione di “Pierino e il lupo” di Prokofiev firmata, come dicevamo, dalla strampalata Banda Osirs accanto a “veri” musicisti come, appunto, Astronio e i professori dell’Istituto Vivaldi, dal 15 al 17 novembre. È al Cristallo anche Laura Kibel il 23, mentre Marco Travaglio, insieme a Isabella Ferrari, sarà all’Auditorium Haydn il 27. Entro la fine dell’anno arrivano Giuseppe Giacobazzi, Teo Teocoli insieme a Mario Lavezzi, Mario Zucca e Enrico Bonavera. La nuova produzione de La Comune, “Oswald”, diretta dall’inglese Nicholas Brandon, sarà al Teatro di Gries dal 14 al 16 dicembre e nell’Abbazia di Novacella il 17 e il 18. Poi, nel corso della stagione, si susseguono i balletti classici nel periodo natalizio, Angela Finocchiaro, Paolo Hendel, Paolo Poli, Lucio Gardin, solo per citare qualche nome. Il sipario si chiude definitivamente il 23 aprile con Carlo Giuffré e il suo “Questi fantasmi”. (d.mi.)
Per il Cartellone completo clicca QUì
Alto Adige 21-9-11
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martedì, 20 settembre 2011


La cena dei serpenti

Laives, la città del teatro dialettale

LAIVES. Volendo sarebbe un ossimoro dire che “i dialetti uniscono l’Italia”: poche cose sono più legate ai campanili, e più lontane dal concetto monolitico di unità, dei dialetti. Ma nei dialetti c’è la cultura popolare vera e questa cultura da anni trova terreno fertile, per germogliare e far conoscere a livello locale altre realtà territoriali italiche, nella Rassegna teatrale Stefano Fait, organizzata dalla Filodrammatica di Laives. Una rassegna che sta per tornare sul palco, con l’edizione numero 32.
 Ne parliamo con Loris Frazza, per la “Filo” di Laives vera la memoria storica della rassegna che, sempre per il discorso di cui sopra legato all’unità, si aprirà proprio con due serate dedicate ai centocinquant’anni dello Stivale... compatto.
 «Lo spettacolo “150 Viva l’Italia - dice Frazza -, che abbiamo realizzato, e già inscenato, insieme al Coro Monti Pallidi, è un insieme di canzoni e racconti commemorativi per il secolo e mezzo di unità della nostra nazione, e ci è sembrato giusto rimetterlo in scena visto che le celebrazioni vanno avanti per tutto il 2011. E’ uno spettacolo particolare, di significato: oltre ai brani cantati ci sono letture di editti storici e soprattutto di alcune lettere, in dialetto, degli emigranti trentini in Sudamerica. Una realtà agrodolce, un omaggio appunto alle celebrazioni tricolori ma legato a quello che è il nostro Dna, ovvero il discorso dialettale».
 Appunto, il dialetto: culturalmente parlando il vostro lavoro spinge Laives verso un’immaginaria qualifica di “cittadina nazionale del teatro dialettale”.
 «Effettivamente la nostra intenzione è quella di qualificare Laives, a livello di offerta teatrale, come simbolo delle recite in dialetto. Nel corso degli anni il cartellone della rassegna “Stefano Fait” ha dato spazio anche a spettacoli non in dialetto, ma dopo un paio di esperimenti ci siamo resi conto che il pubblico non li apprezzava troppo e allora ci siamo detti “Ma perchè? Torniamo alle nostre cose...”, specializziamoci in quello che sappiamo fare e offrire, ovvero appunto il teatro dialettale».
 Che però presenta un rischio: a volte può essere incomprensibile...
 «Infatti. Per selezionare i dieci spettacoli che abbiamo inserito nella rassegna 2011 - 2012 siamo partiti dall’esame di ben 54 testi, fra i quali abbiamo scelto quelli che ci sono parsi i migliori per quella che è la nostra linea, ma anche in termini di... comprensione. Abbiamo scelto, insomma, lavori in dialetti non troppo “stretti”, che fossero sempre comprensibili dal pubblico».
 A proposito di cartellone: guardandolo si scopre la commedia “Disokkupati”, ovvero sbaglia chi associa il teatro dialettale solo a storie paesane lontane dall’attualità?
 «Sì, devo dire che quella commedia unisce le caratteristiche tipiche del teatro dialettale a un tema di stringente attualità, con una trama che tocca realtà di paese, di piccola industria, di crisi e di conseguenti problemi lavorativi. Insomma, l’attualità».
 Nove dei dieci spettacoli saranno al Teatro Gino Coseri e uno, novità di stagione, a Pineta. Ci si sposterà prima o poi, una tantum, fino a San Giacomo?
 «Volevamo coinvolgere anche Pineta e poi il Teatro delle Muse è una “chicca”, peccato non utilizzarlo. Ma per il resto niente allargamenti ulteriori: San Giacomo con il suo teatro ha una identità ben definita, non vogliamo creare ingerenze in questo senso e poi, ricollegandoci al discorso di prima, Laives ormai ha una tradizione specialistica nel teatro dialettale, tanto che alla nostra rassegna arriva anche molto pubblico da Bolzano».
 Sempre guardando il cartellone, ecco Andrea Castelli: insomma non s’è lanciato ormai solo nel teatro “alto”, impegnato...
 «Assolutamente: Castelli non poteva mancare, dai tempi dei Spiazaroi è l’unico che abbiamo sempre avuto in rassegna. E proporrà una novità, un lavoro nuovo in cui prenderà in giro i trentini, ci sarà da ridere».
 Infine, chiusura a sorpresa con voi della Filodrammatica.
 «E sorpresa rimarrà: posso solo dire che siamo al lavoro su due opzioni, su due lavori, con notevole impegno. Sarà una sorpresa anche per noi vedere come andrà a finire e che scelta faremo...».
Alto Adige 20-9-11
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domenica, 18 settembre 2011


Il 23 settembre al pub Lo Hobbit i romani Blind Justice


BOLZANO. ‹‹Se la legge italiana ci vuole tappare la bocca sappia che noi facciamo quello che ci pare. La nostra musica è fascismo come lo è l’azione, la giustizia sociale, la rivoluzione, il nazionalismo, Fiume, San Sepolcro e l’Rsi››.

Si presenta così, nei siti specializzati sul web, la band “Blind Justice” che venerdì 23 settembre alle 20 si esibirà al pub “Lo Hobbit” di San Giacomo

da Alto Adige (Alan Conti)
17-9-11
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giovedì, 15 settembre 2011



L’opera lirica per salvare l’Eden dalla crisi

FABIO ZAMBONI
BOLZANO. Buio in sala. Inizia il film. Ma al Cinema Eden di Bolzano, dal piacere sottile del buio che annuncia lo spettacolo si potrebbe presto passare al buio totale, alla chiusura. «Il rischio c’è - ci dice il gestore Massimo Dalmaso, con il tono di chi è intenzionato a resistere piuttosto che ad arrendersi in fretta -, perché per reggere la concorrenza servirebbero mezzi tecnologicamente aggiornati e perché le sale a Bolzano sono davvero tante».
 Ma la notizia di oggi, che arriva dallo “storico” gestore del cinema di Via Leonardo da Vinci, figlio d’arte di quel Dalmaso che gestiva anche il Concordia, è che il Cinema Eden, per “resistere” appunto, lancia una rassegna di cinema sull’opera lirica, in collegamento con i principali teatri lirici del mondo. Il 28 settembre, se risolveremo qualche piccolo ostacolo tecnico, partiremo con “Faust” in diretta dalla Royal Opera House di Londra. I prezzi? Più che concorrenziali: mentre il Cineplexx per le proiezioni dell’opera chiede intorno ai 30 euro, noi resteremo ai 15 euro per le dirette e ai 12 per le differite. Prezzi più che popolari».
 Dunque un pizzico d’ottimismo c’è. «Diciamo che cerchiamo di resistere. E su un progetto culturale come questo credo che potremo anche noi chiedere un contributo all’ente pubblico».
 A proposito di contributi, voi avete sempre criticato quelli elargiti al Filmclub, compreso il recentissimo assegno del Comune per l’acquisto di un proiettore digitale.
 «Con il Capitol sono in buoni rapporti, e quindi davanti al contributo di 25 mila euro che loro hanno ottenuto dal Comune dico soltanto che siamo alle solite: si aiutano le associazioni ma non i privati. Il vero scandalo - e lì sì, io alzai la voce - fu il regalo di 4 miliardi che una dozzina di anni or sono il Filmclub ebbe dall’ente pubblico per creare la multisala nel vecchio Capitol. Oggi la situazione è questa: da quando ha aperto il Cineplexx siamo tutti in crisi. Noi abbiamo resistito, e qualche risultato l’abbiamo ottenuto sconfinando nel cinema d’essai. Ma i numeri sono piccoli. Ora siamo stati costretti a passare al digitale, noleggiando un proiettore che non potremmo permetterci di acquistare come fa il Capitol».
 Insomma il digitale segna la fine di un’epoca, anche perché la distribuzione, oggi, offre pochi film analogici. Di quell’epoca faceva parte il Cinema Concordia, chiuso da quasi dieci anni. Nostalgia?
 «Più che altro tristezza, nel vedere la sala di mio padre abbandonata a sé stessa. La chiusura era stata motivata dall’imminente costruzione di un nuovo palazzo, ma ancora non si vede nulla. Per quanto riguarda il digitale, si fatica a reperire pellicole che non siano in digitale, dunque è un passaggio obbligato».
 In molti, in città, si lamentano per la mancanza di proiezioni notturne. Del resto la Bolzano by night sembra più vivace di qualche anno fa.
 «Ci abbiamo provato, quando ancora si lavorava bene. Addirittura con certi titoli facevamo la proiezione di mezzanotte, ma in sala c’erano 20 persone. Dopo l’apertura del Cineplexx, abbiamo scelto una strada intermedia: il primo spettacolo alle 18, l’ultimo intorno alle 21. Di più non possiamo fare».
Alto Adige 15-9-11
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mercoledì, 14 settembre 2011



Matthew Herbert, maiali e altro

DANIELA MIMMI
Èl’artista più eclettico, prolifico, imprendibile e a volte indecifrabile del momento, Matthew Herbert. E infatti nel cartellone di Transart, che apre questa sera i battenti in quella che ormai la sua sede «storica», la suggestiva ex fabbrica dell’Alumix in zona industriale, Herbert appare ben tre volte, in tre vesti diverse, in tre progetti diversi. Questa sera alle 20.30, prima del concerto degli americani e numerosi Alarm Will Sound, Herbert farà suonare al pubblico e registrerà 500 campanacci per la sua Cowbells Performance, un progetto ispirato a John Cage che vedrà definitivamente la luce nella prossima edizione di Transart. Venerdì 16, sempre all’ex Alumix, presenterà il suo strano progetto «One pig», criticato dagli animalisti, ma da lui difeso strenuamente. La sua performance segue la vita del maiale (utilizzando, suoni, immagini e anche odori) dall’inizio della sua vita fino alla sua morte. Poi lo ritroveremo la sera successiva, il 17 sempre all’ex Alumix, questa volta nelle vesti di dj, dalle ore 22 in poi. È d’obbligo quindi, farci spiegare da lui il senso di tutti questi suoi molteplici e sfaccettati progetti, cercando anche di far luce sulla sua altrettanto sfaccettata personalità. Tenendo anche conto del fatto che i suoi studi musicali sono decisamente classici e che lui ha cominciato suonando il più classico degli strumenti, il pianoforte.
Quale pensa sia stata l’influenza della musica classica sul suo lavoro di oggi?
 «Mi ha insegnato l’importanza della disciplina e dello studio. Mi ha insegnato che io, in quanto musicista, faccio parte di una lunga eredità, e quanto può essere divertente suonare con altri. Sfortunatamente mi ha anche insegnato che se tu suoni una nota sbagliata sei un pessimo musicista. E poi mi ha insegnato che storicamente, la musica classica è sempre un privilegio per le élite. E anche che niente riesce a battere il suono di un’orchestra sinfonica e di un registratore».
Lei è musicista, artista, performer, compositore, dj e altro ancora. Saprebbe definirsi?
 «Non lo so proprio. La musica è un processo, non un prodotto, così finisco per pensare a me stesso come un esploratore anziché come un artigiano di esperienze».
Lei ama molto Mahler. Pensa che l’abbia influenzato?
 «C’è una incredibile tensione nella musica di Mahler, tra il sublime e il mondano, tra lo straordinario e il divino e il mortale. È come guardare l’oceano: il cervello non riesce a concepirlo tutto nello stesso momento. Io lavoro con i suoni piuttosto che con gli strumenti, così la sua influenza è più filosofica che letteraria. Comunque penso che se Mahler fosse vivo oggi, non scriverebbe musica per orchestra».
Qual è il significato di One Pig?
 «Non sono sicuro che ce ne siano. Sono tante risposte a tante domande: dovremmo mangiare meno carne, dovremmo trattare gli animali con più rispetto, dovremmo avere più cultura alimentare, non dovremmo credere di essere più importanti dei maiali, non dovremmo lasciare che il nostro cibo sia regolato da leggi di mercato e di business, e non dovremmo pensare ai maiali solo come cibo».
E allora perché gli animalisti hanno criticato questo suo progetto?
 «Io penso che siano confusi. Io ho solo trasformato in musica un processo produttivo. Se hanno dei problemi devono prendersela con gli allevatori, non con me».
Perché tra tutti gli animali ha scelto proprio il maiale?
 «Il maiale è il migliore amico dell’uomo. Abbiamo addomesticato i maiali prima dei cani e abbiamo costruito una società che dipende da lui. In alcune culture è adorato, in altre è usate e da un punto di vista simbolico ha molti e diversi significati».
E quanto ai campanacci, sa già cosa ne verrà fuori? Cosa ascolteremo il prossimo anno?
 «La registrazione delle campane fa parte di un progetto più vasto e quello di Bolzano è il primo suono che registriamo, perciò non so cosa succederà, se il prossimo anno presenteremo la singola registrazione o tutta la performance. Vogliamo creare qualcosa che rifletta la cultura e la storia di questa area, ma non ho la più pallida idea di quello che faremo il prossimo anno a Transart, ma sarà una specie di spina dorsale».
Quanto alla sua esperienza come dj, la sua musica deve fare solo divertire o cosa?
 «Sicuramente deve fare divertire, ma dovrebbe anche instaurare e agevolare un dibattito politico. Peccato che questo succeda raramente...»

Dj con studi classici

Matthew Herbert nasce nel 1972 in Inghilterra. Incomincia la sua carriera studiando recitazione alla Exeter University presentandosi al pubblico usando come strumento una borsa piena di patatine. Passa poi - sotto lo pseudonimo di Radio Boy - a fare il dj a San Francisco. Nel 2010 viene realizzato «One one», primo capitolo della trilogia incentrata sulla vita di una persona in un singolo giorno. A ottobre esce il secondo capitolo, «One club», nato al club tedesco R.Johnson dove Herbert ruba voci, rumori e silenzi e li trasforma in strumenti musicali.


Alto Adige 14-911
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mercoledì, 14 settembre 2011



La boutique del vinile apre il negozio che torna a vendere i dischi

FABIO ZAMBONI
È la corrente dell’omologazione e della globalizzazione, dei negozi monomarca e delle multinazionali.
 Mentre sotto i Portici le storiche boutique delle cornici, delle pipe, degli stendardi, lasciano il posto ai grandi magazzini e ai monomarca, ecco che - fuori moda e apparentemente fuori mano - inizia l’avventura di un negozietto che crede nel rilancio del vinile, nella rivincita della musica da collezionare negli scaffali piuttosto che da comprimere dentro un ipod o un ipad, asetticamente virtuale. È la piccola grande avventura di Paolo Izzo e del suo sogno di vivere appieno il ruolo di ambasciatore del rock indipendente all’estrema periferia dell’impero (della musica): bolzanino, 34 anni, un lavoro fisso alla cooperativa sociale Altri Mondi, cinque anni or sono lanciò l’etichetta indipendente Riff Records assieme all’amico Matteo Meloni, con l’obiettivo di dare spazio alle giovani band locali, aprendo però i confini anche al rock “indie” italiano. Con buoni risultati almeno “culturali” se non economici.
 Ora, l’idea di aprire un negozio specializzato: «Vendiamo strumenti musicali di tutti i tipi e poi i dischi: vinili e cd - ci spiega Paolo Izzo, mentre cerca il posto giusto ai dischi ancora imballati -. A chi? Direi soprattutto ai giovani, che sono quelli che seguono la scena “indie”. E poi c’è un pubblico adulto che ama collezionare il vinile, e avendo tremila titoli in catalogo possiamo ordinare quello che non abbiamo e fornirlo in 48 ore. Comunque non si tratta di una sfida fra vinile e web, e musica scaricata, insomma. Oggi la maggior parte dei dischi in vinile riporta un codice che ti consente poi di scaricare la stessa musica da internet. Proponiano anche servizi di amplificazione per i concerti, e la stampa dei dischi. La massima ambizione? Diventare un punto di riferimento, di incontro. Per musicomani e per musicisti».
 E la concorrenza bolzanina, gli altri negozi insomma, che già di loro sopravvivono alla crisi del disco? «Non vogliamo fare concorrenza, piuttosto creare nuova attenzione verso il rock indipendente, quello libero dalle etichette multinazionali, grazie a uno stretto collegamento fra il negozio e l’etichetta discografica. Il negozio, infatti, si chiama Riff Records Store».
 In realtà, all’esterno manca ancora l’insegna, ma non c’è fretta: «Abbiamo già aperto, ma la festa d’inaugurazione sarà l’8 ottobre, quando apriremo ufficialmente con un evento aperto a tutti. Appuntamento alle 11 del mattino con quello che diventerà poi un concerto, affidato alla voce e alla chitarra del cantautore Bob Corn. E, a proposito di concerti, posso annunciare che nel 2012 cureremo il tour americano dei bolzanini VeryShortShorts, di cui sforneremo il nuovo disco il prossimo 2 novembre».
 Se Riff Records valorizza la musica indipendente italiana, faticherà a rivolgersi ai giovani sudtirolesi. «Non credo: oggi la scena “indie” italiana canta quasi esclusivamente in inglese. L’obiettivo è quello di specializzarci nel nostro settore puntuando molto sul vinile. All’estero ci sono segnali forti di una ripresa del 33 giri. Pensi che ai concerti di band anche poco conosciute, il pubblico oggi pretende il vinile. Molti non vogliono più il cd, che francamentre mi sembra destinato all’estinzione».
 Se si parla di vinile, si parla di deejay. «È vero, ma loro attingono ad un repertorio lontano da quello che noi cerchiamo di valorizzare, alla musica dance e dintorni, remix vari...».
 Un altro mondo: infatti qui, nei venti metri quadrati del Riff Store, il primo vinile in cui ci s’imbatte è “Sliver”, un 45 giri dei Nirvana. Roba da intenditori, insomma.
Alto Adige 14-9-11
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mercoledì, 07 settembre 2011


Sabina Guzzanti

Il cartellone della prossima stagione dell’Arte del far ridere del Circolo La Comune

DANIELA MIMMI
BOLZANO. Sabina Guzzanti aprirà la nuova stagione dell’Arte del far ridere: al Teatro Comunale il 3 novembre. E il 4 dicembre ci sarà Teo Teocoli.
 Via via che prende forma definitiva il cartellone della prossima stagione dell’Arte del far ridere del Circolo La Comune si aggiungono nuovi nomi e nuove date a quanto già si sapeva, e alcune conferme. Sarà Sabina Guzzanti ad aprire la nuova stagione: porterà lo spettacolo «Sì! Sì! Sì! Oh, sì!», che lei definisce «liberatorio», perché «la gente vuole liberarsi dalle presenze che la perseguitano ormai da anni» e iniziare finalmente una nuova vita. Altra novità è il nuovo spettacolo di Teo Teocoli, sempre al Teatro Comunale, il 4 dicembre. Si intitola «Dal Derby al Nuovo» ed è scritto e diretto dallo stesso Teocoli. È come sempre un «one man show», ma si farà accompagnare dalla sua band Doctor Beat. Lo spettacolo è un ideale viaggio tra i (para)dossi della comicità, un percorso artistico che va da via Mascagni a piazza San Babila, tra il mitico «Derby» e il «Nuovo».
 La Comune ha fissato anche le date del balletto «Romeo e Giulietta» del Balletto di Milano (3 gennaio) del musical «Alice» (6 novembre). È confermato che Marco Travaglio e Isabella Ferrari saranno all’Auditorium il 27 e 28 novembre con il loro «Anestesia totale». Ecco poi un insolito Paolo Hendel, nei panni di un improbabile Molière, in «Molière, malgré lui», che Leo Muscato ha tratto da vari lavori del commediografo francese.
 Tra gli altri protagonisti da ricordare almeno Paolo Poli, che a febbraio rileggerà la scrittrice Anna Maria Ortese in «Il mare», avvalendosi delle bellissime scenografie di Emanuele Luzzati e Lella Costa, che arriva in novembre con il suo nuovo «Arie», diretto da Giorgio Gallione, dedicato alla sua grande passione dopo il teatro: la musica.
 Infine le due produzioni targate Circolo la Comune: la rilettura firmata da Claudio Astronio con la Banda Osiris e i musicisti dell’Istituto musicale di Bolzano di «Pierino e il lupo» di Prokofiev, e «Oswald», luci e ombre della vita di von Wolkenstein, diretto dall’inglese Nicholas Brandon con Martin Abram e altri 17 interpreti.
Alto Adige 7-9-11
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mercoledì, 07 settembre 2011



Cinema altoatesino: sceneggiatori cercansi

Nasce in Alto Adige un laboratorio di scrittura creativa per aspiranti sceneggiatori. Si chiama «Racconti 1», è promosso dalla Bls ed è stato presentato ieri in anteprima alla mostra del cinema di Venezia. L’obiettivo è sviluppare proposte interessanti per sceneggiature e di suscitare l’interesse di produttori cinematografici e televisivi a girare in Alto Adige. Le sceneggeggiature - per un film di lunghezza standard, fiction o documentario, o per un episodio pilota di una serie tv - devono avere come ambientazione l’Alto Adige, o essere in qualche modo collegate al territorio, per esempio raccontando storie di altoatesini. Tutti gli interessati possono inviare le proprie idee alla Bls (tutti i dettagli si trovano all’indirizzo www.bls.info/it/racconti): gli autori delle dieci più promettenti proposte potranno partecipare a un laboratorio creativo con esperti internazionali di sceneggiature per sviluppare il loro progetto. Lo «Script Lab» si svolgerà dal 26 al 29 gennaio 2012 in una residenza storica della val Sarentino. Nell’occasione saranno trattati con gli interessanti anche le possibilità di finanziamento dei loro progetti. «Il concetto del workshop prevede che gli autori vengano accompagnati fino all’intera realizzazione del loro lavoro - spiega il direttore della Bls Ulrich Stofner - per arrivare a una nuova produzione cinematografica nell’autunno 2012». Tra i dieci autori che prenderanno parte al laboratorio di scrittura, ne verrà scelto uno che otterrà una borsa di studio per un soggiorno studio di sei settimane in Alto Adige. Termine ultimo per l’iscrizione è il 15 novembre.
Alto Adige 7-9-11
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lunedì, 29 agosto 2011



Ritorna il Festival, cresce l’attesa

BRUNO CANALI
LAIVES. A distanza di qualche anno dall’ultima edizione, torna il Festival, questa volta dedicato alle “passioni” e ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Sarà una settimana, dal 31 agosto al 4 settembre, fitta di appuntamenti e opportunità per tutti. Il Festival è stato presentato ieri dall’assessore alla cultura Dino Gagliardini e dal vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini.
 «Per questa nuova edizione - ha spiegato Gagliardini - abbiamo deciso di concentrare 22 appuntamenti nell’arco di 5 giorni e questo non ha comunque penalizzato la qualità delle iniziative, che saranno spesso anche concomitanti tra loro, sia pure in punti diversi del centro».
 L’asse lungo il quale si svilupperà il Festival è quello di via Pietralba, con il tendone del Pfarrheim, la piazzetta del nuovo municipio e lo spazio dietro il municipio vecchio. «L’idea è quella di sviluppare un’idea di centro ancora non ben definito, in attesa della piazza vera e propria, stimolando, attraverso le manifestazioni, una partecipazione della comunità».
 Tommasini ha posto l’accento sul fatto che, per la prima volta, la Provincia partecipa direttamente al Festival di Laives e questo, ha aggiunto, «non perché io sia cittadino di Laives e qui abbia anche svolto un ruolo di assessore alla cultura. Questo vale solo in minima parte, perché la linea strategica che stiamo portando avanti a livello provinciale è quella di avvicinare la cultura ai cittadini. Siamo infatti convinti che proprio la cultura possa diventare strumento di benessere, ricchezza e aggregazione sociale, come dimostrano le più avanzate realtà europee dove questo concetto è oramai radicato. In una settimana saranno concentrati un mix di eventi veramente eccezionale, che va dall’opera alla fotografia, con proposte talvolta concomitanti, sia pure in luoghi differenti. È un esperimento positivo per Laives, città che si è sviluppata tanto negli ultimi decenni e adesso deve costruirsi un’anima. Questa è una occasione per riappropriarsi del proprio territorio attraverso la cultura».
 Il Festival prenderà il via mercoledì 31 agosto con l’apertura della maratona fotografica «Imago 2011» nella saletta espositiva in via Pietralba, mostra che sarà seguita da quella della fotografa Francesca Witzmann «Custodi dell’Unità», da venerdì 1 settembre, però nell’atrio del municipio. Da lì in poi, fino al 4 settembre, sarà un crescendo di proposte di ogni genere, dagli incontri con alcuni autori letterari, alla musica dal vivo, con il galà della lirica «Un palco all’opera», venerdì 2 settembre alle 21, mostre, gastronomia nazionale e anche il concorso provinciale per gruppi di «Schuhplattler».
Alto Adige 27-8-11
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giovedì, 25 agosto 2011


Martha Argerich

E ora il Busoni ha una “vera” giuria

BOLZANO. Non solo per la presenza di Martha Argerich, la conferenza stampa di ieri, con cui il Direttore artistico, Peter Paul Kainrath, ha idealmente tagliato il nastro di partenza della 58esima edizione del Concorso Internazionale Pianistico “Ferruccio Busoni”, è stata la più frequentata e seguita dalla stampa internazionale da quando se ne abbia memoria. E anche la più applaudita.
 Difficile, sintetizzare tutti gli aspetti che rendono veramente innovativa la più blasonata competizione internazionale musicale italiana in campo mondiale. Per chi sa di musica e di concorsi, l’aspetto forse più dirompente è la catena finalmente e coraggiosamente spezzata da Kainrath nella composizione della commissione giudicatrice: mai più minata dai cosiddetti “professionisti delle giurie”, più che talvolta personaggi autoreferenziali, congregati in una sorta di casta, volta ad assicurare a se stessa e ai dirigenti di turno, una rete di scambi di cortesia che poco e nulla ha a che vedere con il vero spirito dell’arte.
 Spazio solo per artisti incontestabili: a partire dal nome della Argerich, dimostratasi sempre non incline al compromesso, in omaggio ad un’autonomia di pensiero e di giudizio che ha sempre contribuito ad innalzare la generale stima verso la sua statura musicale, tutti i maestri prescelti appaiono realmente scevri da qualsivoglia necessità di porre mano a manovrine e intrallazzetti vari per personali convenienze di scuoletta o di carrierina: tutte cose che alterano e sviliscono i concorsi e dalle quali nemmeno il “Busoni” è stato esente in passato.
 Di questa giuria ora fanno parte tutti musicisti attivi nel campo del concertismo e della composizione, rappresentanti di tutte le generazioni, dal giovane pianista Pietro De Maria all’”anziana” (ma solo per dato anagrafico e per “saggezza”, non certo per l’impeto più che giovanile del suo attuale impegno artistico) Argerich, passando per il pianista statunitense Nicolas Angelich, l’affermato compositore italiano Giorgio Battistelli, il leader dei pianisti coreani, Kun Woo Paik, il cileno Alfred Perl, l’argentino Daniel Rivera, la tedesca Tamara Stefanovich, lo svizzero Numa Bischoff Ullmann e per finire con quella Lilya Zilberstein, star mondiale, legata anch’essa a doppio filo col concorso di Bolzano.
 Il consolidamento e il brillante sviluppo impresso al “Busoni” oggi porta anche il nome di Internet: la possibilità di seguire in diretta “streaming” ogni prova di concorso a partire da ieri mattina sul sito del concorso, reca la gara nelle case di tutto il mondo e, come del resto ormai è avvenuto per i più grandi concorsi, primi fra tutti i recenti “Ciajkovskij” di Mosca e “Chopin” di Varsavia, questo ingigantisce le dimensioni dell’evento e sicuramente susciterà allo stesso modo un dibattito mondiale.
 Troppo lungo, citare tutti gli sponsor pubblici e privati, vecchi e nuovi giunti a sostenere la più importante manifestazione culturale di Bolzano. Tra i nuovi vogliamo ricordare la “Miele Italia”, che quest’anno entra imperiosamente nel “Busoni” anche per festeggiare i 50 anni della sua attività industriale e tra quelli tradizionali, la “Steinway and Sons”, capace di dare la voce più nobile e credibile alle fatiche dei candidati all’ambitissimo premio. (a.ba.)

Martha Argerich «Tutto incominciò qui a Bolzano»

BOLZANO. Chi la conosce bene non può non essersi accorto, ieri mattina, in conferenza stampa, che, parlando di Bolzano, a Martha Argerich luccicavano gli occhi e non c’è da stupirsi, sapendo la sua grande sensibilità: “Sì, certo, mi sono commossa - ci confessa durante un lungo colloquio nel bel giardino del Laurin - perché in fondo tutta la mia vita è cominciata proprio qui, a Bolzano.” Al concorso l’aveva iscritta la previdente e iperprotettiva mamma, dall’Argentina. Aveva scelto per lei tre cimenti: il “Busoni”, il Concorso di Ginevra e un altro a Lisbona. E la sedicenne “Marthita”, che già dai suoi 13 anni viveva da sola a Vienna, dove studiava con Friedrich Gulda, sbarcò sola anche a Bolzano. Non conosceva nessuno e così si rivolse a un funzionario della stazione dei treni...
 Questi prese il telefono e la raccomandò a un amico all’Hotel Città, dicendo: “Oh, trattala bene, perché ti sto mandando quella che vincerà il primo premio al Busoni!”. Chissà chi era, ma certo era un po’ mago. “Avevo imparato poche parole d’italiano, soprattutto Arrivederci e Addio; così quando finii di suonare per la prima prova, in presenza di soli tre giurati, pronunciai timidamente il mio “arrivederci” ma mi guardarono un po’ storto. Pensavo di non avercela fatta. Forse dovevo dire “addio”...? Non studiavo tanto perché non ero affatto sicura di andare avanti. Andavo a comprare quattro-cinque pacchetti, tutti diversi, di sigarette e passavo molto tempo a mascherare gli strappi (e qualcuno dice anche i buchi causati dalla brace dell’onnipresente sigaretta) che mi facevo nei vestiti, tutti prestatimi da un’amica, ma feci anche subito amicizia con altri concorrenti. Mangiavamo insieme con Ludwig Hofmann, che era molto simpatico, con Jerome Lowenthal, che fu subito mio grande sostenitore, con il pianista italiano, cieco, Alberto Colombo...Con l’americano Ivan Davis, no: lui era il più chic tra noi tanto da alloggiare nientemeno che al Grifone. Ma in buona sostanza era proprio giusto dire “arrivederci”, dato che arrivai in finale e poi vinsi il primo premio. Poi, senza dire niente, feci la brava figlia e andai a tentare la sorte a Ginevra, ma così suscitai le preoccupazioni di Cesare Nordio, il fondatore e direttore del “Busoni”, il quale arrivò a scrivermi una letteraccia, in cui m’intimava di non prendere parte a quell’altro concorso. Aver vinto a Bolzano doveva bastare; in più fiutava aria di pericolo, forse anche per il suo concorso. Se non avessi avuto successo a Ginevra... Così tutto il tempo fui titubante, anche se un quindicenne di nome Maurizio Pollini veniva ad applaudirmi mentre studiavo (Pollini vincerà nel ’57 solo il 2º premio del “Ginevra”, ndr) e, non volendo irritare Nordio, meditavo di ritirarmi. Poi, però, prevalse l’educazione filiale e così proseguii, vincendo addirittura il primo premio”. A Lisbona non andò. In compenso conobbe Arturo Benedetti Michelangeli col quale sostenne un’audizione qui, in Conservatorio. “Volevo studiare con lui e lo seguii per un anno e mezzo, prima ad Arezzo, poi a Moncalieri, ma le lezioni ricevute furono solo quattro. Forse poi aveva ragione lui, quando diceva che mi aveva tanto aiutato insegnandomi la musica del silenzio, ma io mi sono sempre considerata allieva di Gulda”.
 Mentre racconta i suoi ricordi, intrecciandoli spesso con la volontà di cambiare stile di vita (“Sto suonando troppo, molto più di quando ero giovane; sono sempre in un’altra città, non ho più spazi per vivere normalmente, vorrei avere tempo almeno per due mie figlie e ben sei nipotini che vivono a Ginevra, la mia attuale residenza...”) ricorda tanti amici musicisti, purtroppo morti o in cattiva salute e si fa più pressante un antico desiderio: creare una casa di riposo per i musicisti, “forse proprio a Bolzano, che mi pare una città ideale”.
Alto Adige 25-8-11
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mercoledì, 17 agosto 2011



Canzoni bilingui: la sfida della musica

ANDREA MONTALI
BOLZANO. Da un mese e mezzo gira in rete un brano di una giovane crew bolzanina, i Pons Drusi, che parla della passione viscerale per la cultura hip hop. Fin qui, niente che faccia notizia. La cosa curiosa, che ha spinto più di 525 persone ad ascoltare la canzone su Youtube, è il fatto che il testo sia bilingue. Il pezzo in questione è una delle prime produzioni del gruppo, di cui si sa ben poco a parte le generalità dei due mc (cantanti rap) Sputo e Kevs. I due giovani dimostrano di avere glia di mettersi in gioco, cosa apprezzata da colleghi più navigati come Sklero Mc, che non ha mancato di dimostrare loro il proprio sostegno con un messaggio sulla loro pagina Internet. Quella dei testi in più lingue non è però una novità nel mondo musicale altoatesino: altri due esempi di combo che cantano in più idiomi sono quelli dei Cantina Roots di Bolzano e dei 4Twenty da Bressanone.
«La cosa bella è che il pubblico non fa distinzioni riguardo alla lingua usata nei testi delle canzoni, come d’altronde succede anche a me - spiega Thomas Brancaglion, chitarrista dei “Cantina” -. Chi ascolta viene rapito dalla musica, dalle immagini e dai colori che le canzoni nel complesso offrono. Se una canzone è scritta bene in una lingua che si comprende la magia è fatta, musica e testo si fondono in un opera completa e complessa di cui nella migliore delle ipotesi rimangono in mente melodie e qualche verso». E Christian Dejaco, cantante dei 4Twenty, aggiunge: «L’aspetto del bilinguismo, che alla fine risulta essere un trilinguismo perché cantiamo anche in inglese o francese, rende ulteriormente interessante la presentazione del messaggio musicale».
Quando chiediamo loro se nell’ambiente musicale ci sia una «questione etnica», le risposte sono confortanti. Così Brancaglion: «In ambiente musicale non ho mai trovato ostacoli o difficoltà legate alla cosiddetta questione etnica. Al contrario ho visto come incontri di diverse etnie, lingue, provenienze e culture hanno favorito la produzione musicale, forse questo è dovuto allo scambio ed alla sperimentazione. Se vogliamo, molti generi musicali sono nati dalla commistione di culture diverse. Forse questa mescolanza è elemento di originalità per la musica, uno dei pregi maggiori».
Parole che trovano più di una analogia con quelle di Dejaco: «La questione etnica è un concetto purtroppo “strapazzato” nella nostra provincia. A volte ho l’impressione che si parla tanto di disponibilità, tolleranza e integrazione ma quando si va al sodo rimangono solo le parole. Se si vuole parlare della convivenza tra “italiani”, “tedeschi” e i “ladini”, penso si debba cominciare a cambiare termini: siamo cittadini italiani ma di madrelingua, cultura e provenienza diversa e questo lo devono capire e rispettare tutte le parti. Se avessi una soluzione a tavolino non farei il cantante ma il sociologo, ma penso che sia importante che le persone si rendano conto che c’è ancora molto da chiarire e che si deve cominciare a parlarne. D’altra parte, proprio perché sono cantante, mi sento obbligato a dirle le cose, a incitare a riflettere sulla situazione e a non dare per scontato che la politica risolva tutto. La tolleranza è una virtù che ognuno di noi deve portarsi dentro e che va praticata attivamente. Per fortuna facciamo parte di una nuova generazione che lo ha capito».
Alto Adige 17-8-11
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venerdì, 12 agosto 2011



Rileggiamo Rigoni Stern

ANDREA MONTALI
BRUNICO. La rassegna “Incontri con l’autore” che durante l’estate in corso ha portato a Brunico, tra gli altri, Beppe Severgnini e Gian Antonio Stella, propone questa sera un evento che si discosta dalla rodata formula conferenza-confronto con lo scrittore: in programma una lettura recitata (e musicata) basata su vita e opere di uno dei maggiori testimoni del Novecento: Mario Rigoni Stern. L’appuntamento è per le ore 21 alla “Casa Pacher”. Organizza l’associazione Il Telaio. Uno spettacolo teatrale, quindi, che verrà ripreso in autunno in altre piazze altoatesine e che ripercorre la vita dell’ autore de “Il sergente nella neve” attraverso uno scrupoloso lavoro bibliografico e biografico. La costruzione della pièce, frutto del lavoro della compagnia “Eos”, è minimale: regia e selezione dei testi di Lorenzo Merlini, letture degli attori Mara Da Roit e Pierpaolo Dalla Vecchia e musicazioni del pianista Emanuele Zottino; il tutto, impreziosito da proiezioni di immagini (la maggior parte inedite, messe a disposizione dalla stessa famiglia Rigoni). Una formula già sperimentata con successo l’anno passato, quando la compagnia (composta da artisti di Bolzano e San Giacomo di Laives) ha approfondito la vicenda di Ida Dalser, prima moglie di Benito Mussolini. I punti di congiunzione tra lo spettacolo precedente e quello sull’autore di Asiago non si riducono esclusivamente alla struttura formale: invero, si rivelano soprattuto nella complessità dello studio storiografico, volto a diffondere esperienze e testimonianze che rischiano di essere corrose dall’oblio. “I passi di Mario Rigoni Stern” segue una cronologia legata alla data di pubblicazione dei libri: in questo modo, le due tematiche cardine dell’opera omnia di Rigoni (l’umana atrocità della guerra, le regole armoniche e a volte crudeli della natura) trovano lo stesso spazio scenico ed emotivo. Non solo “Il sergente nella neve”, quindi: ma anche “Il bosco degli Urogalli”, “Quota Albania”, “Ritorno sul Don”, e tutte le altre opere, fino all’ultima intitolata “Stagioni”. «La selezione dei passi da mettere in scena mi ha occupato tre mesi in cui, giorno e notte, ho studiato gli scritti dell’autore - racconta il regista Lorenzo Merlini -: la produzione letteraria di Rigoni Stern non solo è vasta, ma anche densissima di significati, ed è stato complesso trovare un filo rosso che non escludesse nulla».
 Una nota di menzione alle musiche originali di Zottino: mai invadenti, accompagnano la parola scritta con reverenza e pacatezza.
Alto Adige 12-8-11
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venerdì, 12 agosto 2011



«Festival comunale» sette giorni di iniziative

LAIVES. «Spazio alle passioni», questo il leit motiv dell’edizione 2011 del Festival comunale di Laives che inizierà il 31 agosto. Si tratta di una manifestazione patrocinata dai comuni di Laives e Bolzano, che durerà un’intera settimana e proporrà spettacolo, cultura e teatro.
 «L’inaugurazione avrà luogo il primo settembre - spiega l’assessore alla cultura Dino Gagliardini - ma già il 31 di questo mese, accanto al vecchio municipio, verrà proposta una rivisitazione clownesca dell’Amleto di Shakespeare. Nello stesso giorno verrà anche aperta una mostra fotografica curata da Arci Laives e associazione Casa della pesa, presso la sala di via Pietralba».
 Di seguito arriveranno appuntamenti fino al 4 novembre e la gente avrà solo l’imbarazzo della scelta: ci sarà il caffè concerto davanti al municipio e quindi aprirà una mostra della fotografa Francesca Witzmann. Emilio & gli insolvibili proporranno, il primo settembre, musica presso il teatro tenda del Pfarrheim “Amore, guerra e società”.
Alto Adige 12-8-11
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mercoledì, 10 agosto 2011



"I passi di Mario Rigoni Stern" il gruppo teatrale Eos rilegge Rigoni Stern

MAURIZIO DI GIANGIACOMO
BRUNICO. Sarà Mario Rigoni Stern il grande protagonista della serata organizzata venerdì alla Casa Michael Pacher di Brunico dall’associazione culturale “Il Telaio”. Il grande scrittore asiaghese rivivrà nelle letture espressive del gruppo teatrale Eos di Bolzano.
“I passi di Mario Rigoni Stern - Letture espressive tratte dalla letteratura di Mario Rigoni Stern” è il titolo del nuovo spettacolo messo in scena dal gruppo teatrale Eos di Bolzano, dopo lo straordinario successo riscosso l’anno scorso con “Ida Dalser, la moglie di Mussolini”. La formula è più o meno la stessa: i testi ridotti dal regista Lorenzo Merlini, le voci, davvero coinvolgenti, di Mara Da Roit e Pierpaolo Dalla Vecchia e le musiche composte ed eseguite al pianoforte da Emanuele Zottino. La differenza, ovviamente, la fa il fatto che le letture sono tratte dai libri dell’autore asiaghese scomparso il 16 giugno 2008, come i famosissimi “Il sergente nella neve”, “Il bosco degli urogalli”, “Ritorno sul Don” e tanti, tanti altri. Ma anche dalla qualità delle immagini che verranno proiettate sullo sfondo del palcoscenico: fotografie in buona misura originali ed inedite, avute proprio dalla famiglia Rigoni Stern, cui il gruppo teatrale Eos è legato anche in virtù del coinvolgimento nella giuria del premio letterario intitolato alla memoria del grande narratore veneto.
«Il soggetto è rappresentato dal meglio della letteratura di Mario Rigoni Stern - spiega la stessa Mara Da Roit -, proposto a mo’ di omaggio all’autore, in una sorta di lungo cammino fra i boschi, la neve, la natura in senso lato, il paese natio: temi fondamentali, da lui vissuti in prima persona. E poi, immancabili, i ricordi di guerra, a cominciare da quelli fissati nel suo grande classico, “Il sergente nella neve”. Il risultato è un unico racconto che raccoglie lo spazio di una vita, composto di venti tracce, lasciate dalla scrittore nell’intento di non far perdere il ricordo di sapori e momenti altrimenti destinati a dissolversi nella memoria».
L’appuntamento con “I passi di Mario Rigoni Stern” è per venerdì alle 21, alla Casa Michael Pacher di Brunico. L’ingresso è libero.
Alto Adige 10-8-11
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mercoledì, 03 agosto 2011



“Jimmy Grimble”.  Cinema all’aperto nel piazzale scuole di San Giacomo

Oggi, alle 21.15, nel piazzale scolastico di via Maso Hilber a san Giacomo, c’è la proiezione del film “Jimmy Grimble”. Ingresso 3 euro. Organizza la cooperativa teatrale Prometeo.
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martedì, 26 luglio 2011



Cabaret stasera con «Teatro offresi»

Al teatro di San Giacomo, stasera alle 21, è di scena la compagnia «Teatro offresi» con «Tingeltangel».
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martedì, 20 settembre 2011


La cena dei serpenti

Laives, la città del teatro dialettale

LAIVES. Volendo sarebbe un ossimoro dire che “i dialetti uniscono l’Italia”: poche cose sono più legate ai campanili, e più lontane dal concetto monolitico di unità, dei dialetti. Ma nei dialetti c’è la cultura popolare vera e questa cultura da anni trova terreno fertile, per germogliare e far conoscere a livello locale altre realtà territoriali italiche, nella Rassegna teatrale Stefano Fait, organizzata dalla Filodrammatica di Laives. Una rassegna che sta per tornare sul palco, con l’edizione numero 32.
 Ne parliamo con Loris Frazza, per la “Filo” di Laives vera la memoria storica della rassegna che, sempre per il discorso di cui sopra legato all’unità, si aprirà proprio con due serate dedicate ai centocinquant’anni dello Stivale... compatto.
 «Lo spettacolo “150 Viva l’Italia - dice Frazza -, che abbiamo realizzato, e già inscenato, insieme al Coro Monti Pallidi, è un insieme di canzoni e racconti commemorativi per il secolo e mezzo di unità della nostra nazione, e ci è sembrato giusto rimetterlo in scena visto che le celebrazioni vanno avanti per tutto il 2011. E’ uno spettacolo particolare, di significato: oltre ai brani cantati ci sono letture di editti storici e soprattutto di alcune lettere, in dialetto, degli emigranti trentini in Sudamerica. Una realtà agrodolce, un omaggio appunto alle celebrazioni tricolori ma legato a quello che è il nostro Dna, ovvero il discorso dialettale».
 Appunto, il dialetto: culturalmente parlando il vostro lavoro spinge Laives verso un’immaginaria qualifica di “cittadina nazionale del teatro dialettale”.
 «Effettivamente la nostra intenzione è quella di qualificare Laives, a livello di offerta teatrale, come simbolo delle recite in dialetto. Nel corso degli anni il cartellone della rassegna “Stefano Fait” ha dato spazio anche a spettacoli non in dialetto, ma dopo un paio di esperimenti ci siamo resi conto che il pubblico non li apprezzava troppo e allora ci siamo detti “Ma perchè? Torniamo alle nostre cose...”, specializziamoci in quello che sappiamo fare e offrire, ovvero appunto il teatro dialettale».
 Che però presenta un rischio: a volte può essere incomprensibile...
 «Infatti. Per selezionare i dieci spettacoli che abbiamo inserito nella rassegna 2011 - 2012 siamo partiti dall’esame di ben 54 testi, fra i quali abbiamo scelto quelli che ci sono parsi i migliori per quella che è la nostra linea, ma anche in termini di... comprensione. Abbiamo scelto, insomma, lavori in dialetti non troppo “stretti”, che fossero sempre comprensibili dal pubblico».
 A proposito di cartellone: guardandolo si scopre la commedia “Disokkupati”, ovvero sbaglia chi associa il teatro dialettale solo a storie paesane lontane dall’attualità?
 «Sì, devo dire che quella commedia unisce le caratteristiche tipiche del teatro dialettale a un tema di stringente attualità, con una trama che tocca realtà di paese, di piccola industria, di crisi e di conseguenti problemi lavorativi. Insomma, l’attualità».
 Nove dei dieci spettacoli saranno al Teatro Gino Coseri e uno, novità di stagione, a Pineta. Ci si sposterà prima o poi, una tantum, fino a San Giacomo?
 «Volevamo coinvolgere anche Pineta e poi il Teatro delle Muse è una “chicca”, peccato non utilizzarlo. Ma per il resto niente allargamenti ulteriori: San Giacomo con il suo teatro ha una identità ben definita, non vogliamo creare ingerenze in questo senso e poi, ricollegandoci al discorso di prima, Laives ormai ha una tradizione specialistica nel teatro dialettale, tanto che alla nostra rassegna arriva anche molto pubblico da Bolzano».
 Sempre guardando il cartellone, ecco Andrea Castelli: insomma non s’è lanciato ormai solo nel teatro “alto”, impegnato...
 «Assolutamente: Castelli non poteva mancare, dai tempi dei Spiazaroi è l’unico che abbiamo sempre avuto in rassegna. E proporrà una novità, un lavoro nuovo in cui prenderà in giro i trentini, ci sarà da ridere».
 Infine, chiusura a sorpresa con voi della Filodrammatica.
 «E sorpresa rimarrà: posso solo dire che siamo al lavoro su due opzioni, su due lavori, con notevole impegno. Sarà una sorpresa anche per noi vedere come andrà a finire e che scelta faremo...».
Alto Adige 20-9-11
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domenica, 18 settembre 2011


Il 23 settembre al pub Lo Hobbit i romani Blind Justice


BOLZANO. ‹‹Se la legge italiana ci vuole tappare la bocca sappia che noi facciamo quello che ci pare. La nostra musica è fascismo come lo è l’azione, la giustizia sociale, la rivoluzione, il nazionalismo, Fiume, San Sepolcro e l’Rsi››.

Si presenta così, nei siti specializzati sul web, la band “Blind Justice” che venerdì 23 settembre alle 20 si esibirà al pub “Lo Hobbit” di San Giacomo

da Alto Adige (Alan Conti)
17-9-11
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giovedì, 15 settembre 2011



L’opera lirica per salvare l’Eden dalla crisi

FABIO ZAMBONI
BOLZANO. Buio in sala. Inizia il film. Ma al Cinema Eden di Bolzano, dal piacere sottile del buio che annuncia lo spettacolo si potrebbe presto passare al buio totale, alla chiusura. «Il rischio c’è - ci dice il gestore Massimo Dalmaso, con il tono di chi è intenzionato a resistere piuttosto che ad arrendersi in fretta -, perché per reggere la concorrenza servirebbero mezzi tecnologicamente aggiornati e perché le sale a Bolzano sono davvero tante».
 Ma la notizia di oggi, che arriva dallo “storico” gestore del cinema di Via Leonardo da Vinci, figlio d’arte di quel Dalmaso che gestiva anche il Concordia, è che il Cinema Eden, per “resistere” appunto, lancia una rassegna di cinema sull’opera lirica, in collegamento con i principali teatri lirici del mondo. Il 28 settembre, se risolveremo qualche piccolo ostacolo tecnico, partiremo con “Faust” in diretta dalla Royal Opera House di Londra. I prezzi? Più che concorrenziali: mentre il Cineplexx per le proiezioni dell’opera chiede intorno ai 30 euro, noi resteremo ai 15 euro per le dirette e ai 12 per le differite. Prezzi più che popolari».
 Dunque un pizzico d’ottimismo c’è. «Diciamo che cerchiamo di resistere. E su un progetto culturale come questo credo che potremo anche noi chiedere un contributo all’ente pubblico».
 A proposito di contributi, voi avete sempre criticato quelli elargiti al Filmclub, compreso il recentissimo assegno del Comune per l’acquisto di un proiettore digitale.
 «Con il Capitol sono in buoni rapporti, e quindi davanti al contributo di 25 mila euro che loro hanno ottenuto dal Comune dico soltanto che siamo alle solite: si aiutano le associazioni ma non i privati. Il vero scandalo - e lì sì, io alzai la voce - fu il regalo di 4 miliardi che una dozzina di anni or sono il Filmclub ebbe dall’ente pubblico per creare la multisala nel vecchio Capitol. Oggi la situazione è questa: da quando ha aperto il Cineplexx siamo tutti in crisi. Noi abbiamo resistito, e qualche risultato l’abbiamo ottenuto sconfinando nel cinema d’essai. Ma i numeri sono piccoli. Ora siamo stati costretti a passare al digitale, noleggiando un proiettore che non potremmo permetterci di acquistare come fa il Capitol».
 Insomma il digitale segna la fine di un’epoca, anche perché la distribuzione, oggi, offre pochi film analogici. Di quell’epoca faceva parte il Cinema Concordia, chiuso da quasi dieci anni. Nostalgia?
 «Più che altro tristezza, nel vedere la sala di mio padre abbandonata a sé stessa. La chiusura era stata motivata dall’imminente costruzione di un nuovo palazzo, ma ancora non si vede nulla. Per quanto riguarda il digitale, si fatica a reperire pellicole che non siano in digitale, dunque è un passaggio obbligato».
 In molti, in città, si lamentano per la mancanza di proiezioni notturne. Del resto la Bolzano by night sembra più vivace di qualche anno fa.
 «Ci abbiamo provato, quando ancora si lavorava bene. Addirittura con certi titoli facevamo la proiezione di mezzanotte, ma in sala c’erano 20 persone. Dopo l’apertura del Cineplexx, abbiamo scelto una strada intermedia: il primo spettacolo alle 18, l’ultimo intorno alle 21. Di più non possiamo fare».
Alto Adige 15-9-11
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mercoledì, 14 settembre 2011



Matthew Herbert, maiali e altro

DANIELA MIMMI
Èl’artista più eclettico, prolifico, imprendibile e a volte indecifrabile del momento, Matthew Herbert. E infatti nel cartellone di Transart, che apre questa sera i battenti in quella che ormai la sua sede «storica», la suggestiva ex fabbrica dell’Alumix in zona industriale, Herbert appare ben tre volte, in tre vesti diverse, in tre progetti diversi. Questa sera alle 20.30, prima del concerto degli americani e numerosi Alarm Will Sound, Herbert farà suonare al pubblico e registrerà 500 campanacci per la sua Cowbells Performance, un progetto ispirato a John Cage che vedrà definitivamente la luce nella prossima edizione di Transart. Venerdì 16, sempre all’ex Alumix, presenterà il suo strano progetto «One pig», criticato dagli animalisti, ma da lui difeso strenuamente. La sua performance segue la vita del maiale (utilizzando, suoni, immagini e anche odori) dall’inizio della sua vita fino alla sua morte. Poi lo ritroveremo la sera successiva, il 17 sempre all’ex Alumix, questa volta nelle vesti di dj, dalle ore 22 in poi. È d’obbligo quindi, farci spiegare da lui il senso di tutti questi suoi molteplici e sfaccettati progetti, cercando anche di far luce sulla sua altrettanto sfaccettata personalità. Tenendo anche conto del fatto che i suoi studi musicali sono decisamente classici e che lui ha cominciato suonando il più classico degli strumenti, il pianoforte.
Quale pensa sia stata l’influenza della musica classica sul suo lavoro di oggi?
 «Mi ha insegnato l’importanza della disciplina e dello studio. Mi ha insegnato che io, in quanto musicista, faccio parte di una lunga eredità, e quanto può essere divertente suonare con altri. Sfortunatamente mi ha anche insegnato che se tu suoni una nota sbagliata sei un pessimo musicista. E poi mi ha insegnato che storicamente, la musica classica è sempre un privilegio per le élite. E anche che niente riesce a battere il suono di un’orchestra sinfonica e di un registratore».
Lei è musicista, artista, performer, compositore, dj e altro ancora. Saprebbe definirsi?
 «Non lo so proprio. La musica è un processo, non un prodotto, così finisco per pensare a me stesso come un esploratore anziché come un artigiano di esperienze».
Lei ama molto Mahler. Pensa che l’abbia influenzato?
 «C’è una incredibile tensione nella musica di Mahler, tra il sublime e il mondano, tra lo straordinario e il divino e il mortale. È come guardare l’oceano: il cervello non riesce a concepirlo tutto nello stesso momento. Io lavoro con i suoni piuttosto che con gli strumenti, così la sua influenza è più filosofica che letteraria. Comunque penso che se Mahler fosse vivo oggi, non scriverebbe musica per orchestra».
Qual è il significato di One Pig?
 «Non sono sicuro che ce ne siano. Sono tante risposte a tante domande: dovremmo mangiare meno carne, dovremmo trattare gli animali con più rispetto, dovremmo avere più cultura alimentare, non dovremmo credere di essere più importanti dei maiali, non dovremmo lasciare che il nostro cibo sia regolato da leggi di mercato e di business, e non dovremmo pensare ai maiali solo come cibo».
E allora perché gli animalisti hanno criticato questo suo progetto?
 «Io penso che siano confusi. Io ho solo trasformato in musica un processo produttivo. Se hanno dei problemi devono prendersela con gli allevatori, non con me».
Perché tra tutti gli animali ha scelto proprio il maiale?
 «Il maiale è il migliore amico dell’uomo. Abbiamo addomesticato i maiali prima dei cani e abbiamo costruito una società che dipende da lui. In alcune culture è adorato, in altre è usate e da un punto di vista simbolico ha molti e diversi significati».
E quanto ai campanacci, sa già cosa ne verrà fuori? Cosa ascolteremo il prossimo anno?
 «La registrazione delle campane fa parte di un progetto più vasto e quello di Bolzano è il primo suono che registriamo, perciò non so cosa succederà, se il prossimo anno presenteremo la singola registrazione o tutta la performance. Vogliamo creare qualcosa che rifletta la cultura e la storia di questa area, ma non ho la più pallida idea di quello che faremo il prossimo anno a Transart, ma sarà una specie di spina dorsale».
Quanto alla sua esperienza come dj, la sua musica deve fare solo divertire o cosa?
 «Sicuramente deve fare divertire, ma dovrebbe anche instaurare e agevolare un dibattito politico. Peccato che questo succeda raramente...»

Dj con studi classici

Matthew Herbert nasce nel 1972 in Inghilterra. Incomincia la sua carriera studiando recitazione alla Exeter University presentandosi al pubblico usando come strumento una borsa piena di patatine. Passa poi - sotto lo pseudonimo di Radio Boy - a fare il dj a San Francisco. Nel 2010 viene realizzato «One one», primo capitolo della trilogia incentrata sulla vita di una persona in un singolo giorno. A ottobre esce il secondo capitolo, «One club», nato al club tedesco R.Johnson dove Herbert ruba voci, rumori e silenzi e li trasforma in strumenti musicali.


Alto Adige 14-911
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mercoledì, 14 settembre 2011



La boutique del vinile apre il negozio che torna a vendere i dischi

FABIO ZAMBONI
È la corrente dell’omologazione e della globalizzazione, dei negozi monomarca e delle multinazionali.
 Mentre sotto i Portici le storiche boutique delle cornici, delle pipe, degli stendardi, lasciano il posto ai grandi magazzini e ai monomarca, ecco che - fuori moda e apparentemente fuori mano - inizia l’avventura di un negozietto che crede nel rilancio del vinile, nella rivincita della musica da collezionare negli scaffali piuttosto che da comprimere dentro un ipod o un ipad, asetticamente virtuale. È la piccola grande avventura di Paolo Izzo e del suo sogno di vivere appieno il ruolo di ambasciatore del rock indipendente all’estrema periferia dell’impero (della musica): bolzanino, 34 anni, un lavoro fisso alla cooperativa sociale Altri Mondi, cinque anni or sono lanciò l’etichetta indipendente Riff Records assieme all’amico Matteo Meloni, con l’obiettivo di dare spazio alle giovani band locali, aprendo però i confini anche al rock “indie” italiano. Con buoni risultati almeno “culturali” se non economici.
 Ora, l’idea di aprire un negozio specializzato: «Vendiamo strumenti musicali di tutti i tipi e poi i dischi: vinili e cd - ci spiega Paolo Izzo, mentre cerca il posto giusto ai dischi ancora imballati -. A chi? Direi soprattutto ai giovani, che sono quelli che seguono la scena “indie”. E poi c’è un pubblico adulto che ama collezionare il vinile, e avendo tremila titoli in catalogo possiamo ordinare quello che non abbiamo e fornirlo in 48 ore. Comunque non si tratta di una sfida fra vinile e web, e musica scaricata, insomma. Oggi la maggior parte dei dischi in vinile riporta un codice che ti consente poi di scaricare la stessa musica da internet. Proponiano anche servizi di amplificazione per i concerti, e la stampa dei dischi. La massima ambizione? Diventare un punto di riferimento, di incontro. Per musicomani e per musicisti».
 E la concorrenza bolzanina, gli altri negozi insomma, che già di loro sopravvivono alla crisi del disco? «Non vogliamo fare concorrenza, piuttosto creare nuova attenzione verso il rock indipendente, quello libero dalle etichette multinazionali, grazie a uno stretto collegamento fra il negozio e l’etichetta discografica. Il negozio, infatti, si chiama Riff Records Store».
 In realtà, all’esterno manca ancora l’insegna, ma non c’è fretta: «Abbiamo già aperto, ma la festa d’inaugurazione sarà l’8 ottobre, quando apriremo ufficialmente con un evento aperto a tutti. Appuntamento alle 11 del mattino con quello che diventerà poi un concerto, affidato alla voce e alla chitarra del cantautore Bob Corn. E, a proposito di concerti, posso annunciare che nel 2012 cureremo il tour americano dei bolzanini VeryShortShorts, di cui sforneremo il nuovo disco il prossimo 2 novembre».
 Se Riff Records valorizza la musica indipendente italiana, faticherà a rivolgersi ai giovani sudtirolesi. «Non credo: oggi la scena “indie” italiana canta quasi esclusivamente in inglese. L’obiettivo è quello di specializzarci nel nostro settore puntuando molto sul vinile. All’estero ci sono segnali forti di una ripresa del 33 giri. Pensi che ai concerti di band anche poco conosciute, il pubblico oggi pretende il vinile. Molti non vogliono più il cd, che francamentre mi sembra destinato all’estinzione».
 Se si parla di vinile, si parla di deejay. «È vero, ma loro attingono ad un repertorio lontano da quello che noi cerchiamo di valorizzare, alla musica dance e dintorni, remix vari...».
 Un altro mondo: infatti qui, nei venti metri quadrati del Riff Store, il primo vinile in cui ci s’imbatte è “Sliver”, un 45 giri dei Nirvana. Roba da intenditori, insomma.
Alto Adige 14-9-11
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mercoledì, 07 settembre 2011


Sabina Guzzanti

Il cartellone della prossima stagione dell’Arte del far ridere del Circolo La Comune

DANIELA MIMMI
BOLZANO. Sabina Guzzanti aprirà la nuova stagione dell’Arte del far ridere: al Teatro Comunale il 3 novembre. E il 4 dicembre ci sarà Teo Teocoli.
 Via via che prende forma definitiva il cartellone della prossima stagione dell’Arte del far ridere del Circolo La Comune si aggiungono nuovi nomi e nuove date a quanto già si sapeva, e alcune conferme. Sarà Sabina Guzzanti ad aprire la nuova stagione: porterà lo spettacolo «Sì! Sì! Sì! Oh, sì!», che lei definisce «liberatorio», perché «la gente vuole liberarsi dalle presenze che la perseguitano ormai da anni» e iniziare finalmente una nuova vita. Altra novità è il nuovo spettacolo di Teo Teocoli, sempre al Teatro Comunale, il 4 dicembre. Si intitola «Dal Derby al Nuovo» ed è scritto e diretto dallo stesso Teocoli. È come sempre un «one man show», ma si farà accompagnare dalla sua band Doctor Beat. Lo spettacolo è un ideale viaggio tra i (para)dossi della comicità, un percorso artistico che va da via Mascagni a piazza San Babila, tra il mitico «Derby» e il «Nuovo».
 La Comune ha fissato anche le date del balletto «Romeo e Giulietta» del Balletto di Milano (3 gennaio) del musical «Alice» (6 novembre). È confermato che Marco Travaglio e Isabella Ferrari saranno all’Auditorium il 27 e 28 novembre con il loro «Anestesia totale». Ecco poi un insolito Paolo Hendel, nei panni di un improbabile Molière, in «Molière, malgré lui», che Leo Muscato ha tratto da vari lavori del commediografo francese.
 Tra gli altri protagonisti da ricordare almeno Paolo Poli, che a febbraio rileggerà la scrittrice Anna Maria Ortese in «Il mare», avvalendosi delle bellissime scenografie di Emanuele Luzzati e Lella Costa, che arriva in novembre con il suo nuovo «Arie», diretto da Giorgio Gallione, dedicato alla sua grande passione dopo il teatro: la musica.
 Infine le due produzioni targate Circolo la Comune: la rilettura firmata da Claudio Astronio con la Banda Osiris e i musicisti dell’Istituto musicale di Bolzano di «Pierino e il lupo» di Prokofiev, e «Oswald», luci e ombre della vita di von Wolkenstein, diretto dall’inglese Nicholas Brandon con Martin Abram e altri 17 interpreti.
Alto Adige 7-9-11
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mercoledì, 07 settembre 2011



Cinema altoatesino: sceneggiatori cercansi

Nasce in Alto Adige un laboratorio di scrittura creativa per aspiranti sceneggiatori. Si chiama «Racconti 1», è promosso dalla Bls ed è stato presentato ieri in anteprima alla mostra del cinema di Venezia. L’obiettivo è sviluppare proposte interessanti per sceneggiature e di suscitare l’interesse di produttori cinematografici e televisivi a girare in Alto Adige. Le sceneggeggiature - per un film di lunghezza standard, fiction o documentario, o per un episodio pilota di una serie tv - devono avere come ambientazione l’Alto Adige, o essere in qualche modo collegate al territorio, per esempio raccontando storie di altoatesini. Tutti gli interessati possono inviare le proprie idee alla Bls (tutti i dettagli si trovano all’indirizzo www.bls.info/it/racconti): gli autori delle dieci più promettenti proposte potranno partecipare a un laboratorio creativo con esperti internazionali di sceneggiature per sviluppare il loro progetto. Lo «Script Lab» si svolgerà dal 26 al 29 gennaio 2012 in una residenza storica della val Sarentino. Nell’occasione saranno trattati con gli interessanti anche le possibilità di finanziamento dei loro progetti. «Il concetto del workshop prevede che gli autori vengano accompagnati fino all’intera realizzazione del loro lavoro - spiega il direttore della Bls Ulrich Stofner - per arrivare a una nuova produzione cinematografica nell’autunno 2012». Tra i dieci autori che prenderanno parte al laboratorio di scrittura, ne verrà scelto uno che otterrà una borsa di studio per un soggiorno studio di sei settimane in Alto Adige. Termine ultimo per l’iscrizione è il 15 novembre.
Alto Adige 7-9-11
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lunedì, 29 agosto 2011



Ritorna il Festival, cresce l’attesa

BRUNO CANALI
LAIVES. A distanza di qualche anno dall’ultima edizione, torna il Festival, questa volta dedicato alle “passioni” e ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Sarà una settimana, dal 31 agosto al 4 settembre, fitta di appuntamenti e opportunità per tutti. Il Festival è stato presentato ieri dall’assessore alla cultura Dino Gagliardini e dal vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini.
 «Per questa nuova edizione - ha spiegato Gagliardini - abbiamo deciso di concentrare 22 appuntamenti nell’arco di 5 giorni e questo non ha comunque penalizzato la qualità delle iniziative, che saranno spesso anche concomitanti tra loro, sia pure in punti diversi del centro».
 L’asse lungo il quale si svilupperà il Festival è quello di via Pietralba, con il tendone del Pfarrheim, la piazzetta del nuovo municipio e lo spazio dietro il municipio vecchio. «L’idea è quella di sviluppare un’idea di centro ancora non ben definito, in attesa della piazza vera e propria, stimolando, attraverso le manifestazioni, una partecipazione della comunità».
 Tommasini ha posto l’accento sul fatto che, per la prima volta, la Provincia partecipa direttamente al Festival di Laives e questo, ha aggiunto, «non perché io sia cittadino di Laives e qui abbia anche svolto un ruolo di assessore alla cultura. Questo vale solo in minima parte, perché la linea strategica che stiamo portando avanti a livello provinciale è quella di avvicinare la cultura ai cittadini. Siamo infatti convinti che proprio la cultura possa diventare strumento di benessere, ricchezza e aggregazione sociale, come dimostrano le più avanzate realtà europee dove questo concetto è oramai radicato. In una settimana saranno concentrati un mix di eventi veramente eccezionale, che va dall’opera alla fotografia, con proposte talvolta concomitanti, sia pure in luoghi differenti. È un esperimento positivo per Laives, città che si è sviluppata tanto negli ultimi decenni e adesso deve costruirsi un’anima. Questa è una occasione per riappropriarsi del proprio territorio attraverso la cultura».
 Il Festival prenderà il via mercoledì 31 agosto con l’apertura della maratona fotografica «Imago 2011» nella saletta espositiva in via Pietralba, mostra che sarà seguita da quella della fotografa Francesca Witzmann «Custodi dell’Unità», da venerdì 1 settembre, però nell’atrio del municipio. Da lì in poi, fino al 4 settembre, sarà un crescendo di proposte di ogni genere, dagli incontri con alcuni autori letterari, alla musica dal vivo, con il galà della lirica «Un palco all’opera», venerdì 2 settembre alle 21, mostre, gastronomia nazionale e anche il concorso provinciale per gruppi di «Schuhplattler».
Alto Adige 27-8-11
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giovedì, 25 agosto 2011


Martha Argerich

E ora il Busoni ha una “vera” giuria

BOLZANO. Non solo per la presenza di Martha Argerich, la conferenza stampa di ieri, con cui il Direttore artistico, Peter Paul Kainrath, ha idealmente tagliato il nastro di partenza della 58esima edizione del Concorso Internazionale Pianistico “Ferruccio Busoni”, è stata la più frequentata e seguita dalla stampa internazionale da quando se ne abbia memoria. E anche la più applaudita.
 Difficile, sintetizzare tutti gli aspetti che rendono veramente innovativa la più blasonata competizione internazionale musicale italiana in campo mondiale. Per chi sa di musica e di concorsi, l’aspetto forse più dirompente è la catena finalmente e coraggiosamente spezzata da Kainrath nella composizione della commissione giudicatrice: mai più minata dai cosiddetti “professionisti delle giurie”, più che talvolta personaggi autoreferenziali, congregati in una sorta di casta, volta ad assicurare a se stessa e ai dirigenti di turno, una rete di scambi di cortesia che poco e nulla ha a che vedere con il vero spirito dell’arte.
 Spazio solo per artisti incontestabili: a partire dal nome della Argerich, dimostratasi sempre non incline al compromesso, in omaggio ad un’autonomia di pensiero e di giudizio che ha sempre contribuito ad innalzare la generale stima verso la sua statura musicale, tutti i maestri prescelti appaiono realmente scevri da qualsivoglia necessità di porre mano a manovrine e intrallazzetti vari per personali convenienze di scuoletta o di carrierina: tutte cose che alterano e sviliscono i concorsi e dalle quali nemmeno il “Busoni” è stato esente in passato.
 Di questa giuria ora fanno parte tutti musicisti attivi nel campo del concertismo e della composizione, rappresentanti di tutte le generazioni, dal giovane pianista Pietro De Maria all’”anziana” (ma solo per dato anagrafico e per “saggezza”, non certo per l’impeto più che giovanile del suo attuale impegno artistico) Argerich, passando per il pianista statunitense Nicolas Angelich, l’affermato compositore italiano Giorgio Battistelli, il leader dei pianisti coreani, Kun Woo Paik, il cileno Alfred Perl, l’argentino Daniel Rivera, la tedesca Tamara Stefanovich, lo svizzero Numa Bischoff Ullmann e per finire con quella Lilya Zilberstein, star mondiale, legata anch’essa a doppio filo col concorso di Bolzano.
 Il consolidamento e il brillante sviluppo impresso al “Busoni” oggi porta anche il nome di Internet: la possibilità di seguire in diretta “streaming” ogni prova di concorso a partire da ieri mattina sul sito del concorso, reca la gara nelle case di tutto il mondo e, come del resto ormai è avvenuto per i più grandi concorsi, primi fra tutti i recenti “Ciajkovskij” di Mosca e “Chopin” di Varsavia, questo ingigantisce le dimensioni dell’evento e sicuramente susciterà allo stesso modo un dibattito mondiale.
 Troppo lungo, citare tutti gli sponsor pubblici e privati, vecchi e nuovi giunti a sostenere la più importante manifestazione culturale di Bolzano. Tra i nuovi vogliamo ricordare la “Miele Italia”, che quest’anno entra imperiosamente nel “Busoni” anche per festeggiare i 50 anni della sua attività industriale e tra quelli tradizionali, la “Steinway and Sons”, capace di dare la voce più nobile e credibile alle fatiche dei candidati all’ambitissimo premio. (a.ba.)

Martha Argerich «Tutto incominciò qui a Bolzano»

BOLZANO. Chi la conosce bene non può non essersi accorto, ieri mattina, in conferenza stampa, che, parlando di Bolzano, a Martha Argerich luccicavano gli occhi e non c’è da stupirsi, sapendo la sua grande sensibilità: “Sì, certo, mi sono commossa - ci confessa durante un lungo colloquio nel bel giardino del Laurin - perché in fondo tutta la mia vita è cominciata proprio qui, a Bolzano.” Al concorso l’aveva iscritta la previdente e iperprotettiva mamma, dall’Argentina. Aveva scelto per lei tre cimenti: il “Busoni”, il Concorso di Ginevra e un altro a Lisbona. E la sedicenne “Marthita”, che già dai suoi 13 anni viveva da sola a Vienna, dove studiava con Friedrich Gulda, sbarcò sola anche a Bolzano. Non conosceva nessuno e così si rivolse a un funzionario della stazione dei treni...
 Questi prese il telefono e la raccomandò a un amico all’Hotel Città, dicendo: “Oh, trattala bene, perché ti sto mandando quella che vincerà il primo premio al Busoni!”. Chissà chi era, ma certo era un po’ mago. “Avevo imparato poche parole d’italiano, soprattutto Arrivederci e Addio; così quando finii di suonare per la prima prova, in presenza di soli tre giurati, pronunciai timidamente il mio “arrivederci” ma mi guardarono un po’ storto. Pensavo di non avercela fatta. Forse dovevo dire “addio”...? Non studiavo tanto perché non ero affatto sicura di andare avanti. Andavo a comprare quattro-cinque pacchetti, tutti diversi, di sigarette e passavo molto tempo a mascherare gli strappi (e qualcuno dice anche i buchi causati dalla brace dell’onnipresente sigaretta) che mi facevo nei vestiti, tutti prestatimi da un’amica, ma feci anche subito amicizia con altri concorrenti. Mangiavamo insieme con Ludwig Hofmann, che era molto simpatico, con Jerome Lowenthal, che fu subito mio grande sostenitore, con il pianista italiano, cieco, Alberto Colombo...Con l’americano Ivan Davis, no: lui era il più chic tra noi tanto da alloggiare nientemeno che al Grifone. Ma in buona sostanza era proprio giusto dire “arrivederci”, dato che arrivai in finale e poi vinsi il primo premio. Poi, senza dire niente, feci la brava figlia e andai a tentare la sorte a Ginevra, ma così suscitai le preoccupazioni di Cesare Nordio, il fondatore e direttore del “Busoni”, il quale arrivò a scrivermi una letteraccia, in cui m’intimava di non prendere parte a quell’altro concorso. Aver vinto a Bolzano doveva bastare; in più fiutava aria di pericolo, forse anche per il suo concorso. Se non avessi avuto successo a Ginevra... Così tutto il tempo fui titubante, anche se un quindicenne di nome Maurizio Pollini veniva ad applaudirmi mentre studiavo (Pollini vincerà nel ’57 solo il 2º premio del “Ginevra”, ndr) e, non volendo irritare Nordio, meditavo di ritirarmi. Poi, però, prevalse l’educazione filiale e così proseguii, vincendo addirittura il primo premio”. A Lisbona non andò. In compenso conobbe Arturo Benedetti Michelangeli col quale sostenne un’audizione qui, in Conservatorio. “Volevo studiare con lui e lo seguii per un anno e mezzo, prima ad Arezzo, poi a Moncalieri, ma le lezioni ricevute furono solo quattro. Forse poi aveva ragione lui, quando diceva che mi aveva tanto aiutato insegnandomi la musica del silenzio, ma io mi sono sempre considerata allieva di Gulda”.
 Mentre racconta i suoi ricordi, intrecciandoli spesso con la volontà di cambiare stile di vita (“Sto suonando troppo, molto più di quando ero giovane; sono sempre in un’altra città, non ho più spazi per vivere normalmente, vorrei avere tempo almeno per due mie figlie e ben sei nipotini che vivono a Ginevra, la mia attuale residenza...”) ricorda tanti amici musicisti, purtroppo morti o in cattiva salute e si fa più pressante un antico desiderio: creare una casa di riposo per i musicisti, “forse proprio a Bolzano, che mi pare una città ideale”.
Alto Adige 25-8-11
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mercoledì, 17 agosto 2011



Canzoni bilingui: la sfida della musica

ANDREA MONTALI
BOLZANO. Da un mese e mezzo gira in rete un brano di una giovane crew bolzanina, i Pons Drusi, che parla della passione viscerale per la cultura hip hop. Fin qui, niente che faccia notizia. La cosa curiosa, che ha spinto più di 525 persone ad ascoltare la canzone su Youtube, è il fatto che il testo sia bilingue. Il pezzo in questione è una delle prime produzioni del gruppo, di cui si sa ben poco a parte le generalità dei due mc (cantanti rap) Sputo e Kevs. I due giovani dimostrano di avere glia di mettersi in gioco, cosa apprezzata da colleghi più navigati come Sklero Mc, che non ha mancato di dimostrare loro il proprio sostegno con un messaggio sulla loro pagina Internet. Quella dei testi in più lingue non è però una novità nel mondo musicale altoatesino: altri due esempi di combo che cantano in più idiomi sono quelli dei Cantina Roots di Bolzano e dei 4Twenty da Bressanone.
«La cosa bella è che il pubblico non fa distinzioni riguardo alla lingua usata nei testi delle canzoni, come d’altronde succede anche a me - spiega Thomas Brancaglion, chitarrista dei “Cantina” -. Chi ascolta viene rapito dalla musica, dalle immagini e dai colori che le canzoni nel complesso offrono. Se una canzone è scritta bene in una lingua che si comprende la magia è fatta, musica e testo si fondono in un opera completa e complessa di cui nella migliore delle ipotesi rimangono in mente melodie e qualche verso». E Christian Dejaco, cantante dei 4Twenty, aggiunge: «L’aspetto del bilinguismo, che alla fine risulta essere un trilinguismo perché cantiamo anche in inglese o francese, rende ulteriormente interessante la presentazione del messaggio musicale».
Quando chiediamo loro se nell’ambiente musicale ci sia una «questione etnica», le risposte sono confortanti. Così Brancaglion: «In ambiente musicale non ho mai trovato ostacoli o difficoltà legate alla cosiddetta questione etnica. Al contrario ho visto come incontri di diverse etnie, lingue, provenienze e culture hanno favorito la produzione musicale, forse questo è dovuto allo scambio ed alla sperimentazione. Se vogliamo, molti generi musicali sono nati dalla commistione di culture diverse. Forse questa mescolanza è elemento di originalità per la musica, uno dei pregi maggiori».
Parole che trovano più di una analogia con quelle di Dejaco: «La questione etnica è un concetto purtroppo “strapazzato” nella nostra provincia. A volte ho l’impressione che si parla tanto di disponibilità, tolleranza e integrazione ma quando si va al sodo rimangono solo le parole. Se si vuole parlare della convivenza tra “italiani”, “tedeschi” e i “ladini”, penso si debba cominciare a cambiare termini: siamo cittadini italiani ma di madrelingua, cultura e provenienza diversa e questo lo devono capire e rispettare tutte le parti. Se avessi una soluzione a tavolino non farei il cantante ma il sociologo, ma penso che sia importante che le persone si rendano conto che c’è ancora molto da chiarire e che si deve cominciare a parlarne. D’altra parte, proprio perché sono cantante, mi sento obbligato a dirle le cose, a incitare a riflettere sulla situazione e a non dare per scontato che la politica risolva tutto. La tolleranza è una virtù che ognuno di noi deve portarsi dentro e che va praticata attivamente. Per fortuna facciamo parte di una nuova generazione che lo ha capito».
Alto Adige 17-8-11
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venerdì, 12 agosto 2011



Rileggiamo Rigoni Stern

ANDREA MONTALI
BRUNICO. La rassegna “Incontri con l’autore” che durante l’estate in corso ha portato a Brunico, tra gli altri, Beppe Severgnini e Gian Antonio Stella, propone questa sera un evento che si discosta dalla rodata formula conferenza-confronto con lo scrittore: in programma una lettura recitata (e musicata) basata su vita e opere di uno dei maggiori testimoni del Novecento: Mario Rigoni Stern. L’appuntamento è per le ore 21 alla “Casa Pacher”. Organizza l’associazione Il Telaio. Uno spettacolo teatrale, quindi, che verrà ripreso in autunno in altre piazze altoatesine e che ripercorre la vita dell’ autore de “Il sergente nella neve” attraverso uno scrupoloso lavoro bibliografico e biografico. La costruzione della pièce, frutto del lavoro della compagnia “Eos”, è minimale: regia e selezione dei testi di Lorenzo Merlini, letture degli attori Mara Da Roit e Pierpaolo Dalla Vecchia e musicazioni del pianista Emanuele Zottino; il tutto, impreziosito da proiezioni di immagini (la maggior parte inedite, messe a disposizione dalla stessa famiglia Rigoni). Una formula già sperimentata con successo l’anno passato, quando la compagnia (composta da artisti di Bolzano e San Giacomo di Laives) ha approfondito la vicenda di Ida Dalser, prima moglie di Benito Mussolini. I punti di congiunzione tra lo spettacolo precedente e quello sull’autore di Asiago non si riducono esclusivamente alla struttura formale: invero, si rivelano soprattuto nella complessità dello studio storiografico, volto a diffondere esperienze e testimonianze che rischiano di essere corrose dall’oblio. “I passi di Mario Rigoni Stern” segue una cronologia legata alla data di pubblicazione dei libri: in questo modo, le due tematiche cardine dell’opera omnia di Rigoni (l’umana atrocità della guerra, le regole armoniche e a volte crudeli della natura) trovano lo stesso spazio scenico ed emotivo. Non solo “Il sergente nella neve”, quindi: ma anche “Il bosco degli Urogalli”, “Quota Albania”, “Ritorno sul Don”, e tutte le altre opere, fino all’ultima intitolata “Stagioni”. «La selezione dei passi da mettere in scena mi ha occupato tre mesi in cui, giorno e notte, ho studiato gli scritti dell’autore - racconta il regista Lorenzo Merlini -: la produzione letteraria di Rigoni Stern non solo è vasta, ma anche densissima di significati, ed è stato complesso trovare un filo rosso che non escludesse nulla».
 Una nota di menzione alle musiche originali di Zottino: mai invadenti, accompagnano la parola scritta con reverenza e pacatezza.
Alto Adige 12-8-11
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venerdì, 12 agosto 2011



«Festival comunale» sette giorni di iniziative

LAIVES. «Spazio alle passioni», questo il leit motiv dell’edizione 2011 del Festival comunale di Laives che inizierà il 31 agosto. Si tratta di una manifestazione patrocinata dai comuni di Laives e Bolzano, che durerà un’intera settimana e proporrà spettacolo, cultura e teatro.
 «L’inaugurazione avrà luogo il primo settembre - spiega l’assessore alla cultura Dino Gagliardini - ma già il 31 di questo mese, accanto al vecchio municipio, verrà proposta una rivisitazione clownesca dell’Amleto di Shakespeare. Nello stesso giorno verrà anche aperta una mostra fotografica curata da Arci Laives e associazione Casa della pesa, presso la sala di via Pietralba».
 Di seguito arriveranno appuntamenti fino al 4 novembre e la gente avrà solo l’imbarazzo della scelta: ci sarà il caffè concerto davanti al municipio e quindi aprirà una mostra della fotografa Francesca Witzmann. Emilio & gli insolvibili proporranno, il primo settembre, musica presso il teatro tenda del Pfarrheim “Amore, guerra e società”.
Alto Adige 12-8-11
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mercoledì, 10 agosto 2011



"I passi di Mario Rigoni Stern" il gruppo teatrale Eos rilegge Rigoni Stern

MAURIZIO DI GIANGIACOMO
BRUNICO. Sarà Mario Rigoni Stern il grande protagonista della serata organizzata venerdì alla Casa Michael Pacher di Brunico dall’associazione culturale “Il Telaio”. Il grande scrittore asiaghese rivivrà nelle letture espressive del gruppo teatrale Eos di Bolzano.
“I passi di Mario Rigoni Stern - Letture espressive tratte dalla letteratura di Mario Rigoni Stern” è il titolo del nuovo spettacolo messo in scena dal gruppo teatrale Eos di Bolzano, dopo lo straordinario successo riscosso l’anno scorso con “Ida Dalser, la moglie di Mussolini”. La formula è più o meno la stessa: i testi ridotti dal regista Lorenzo Merlini, le voci, davvero coinvolgenti, di Mara Da Roit e Pierpaolo Dalla Vecchia e le musiche composte ed eseguite al pianoforte da Emanuele Zottino. La differenza, ovviamente, la fa il fatto che le letture sono tratte dai libri dell’autore asiaghese scomparso il 16 giugno 2008, come i famosissimi “Il sergente nella neve”, “Il bosco degli urogalli”, “Ritorno sul Don” e tanti, tanti altri. Ma anche dalla qualità delle immagini che verranno proiettate sullo sfondo del palcoscenico: fotografie in buona misura originali ed inedite, avute proprio dalla famiglia Rigoni Stern, cui il gruppo teatrale Eos è legato anche in virtù del coinvolgimento nella giuria del premio letterario intitolato alla memoria del grande narratore veneto.
«Il soggetto è rappresentato dal meglio della letteratura di Mario Rigoni Stern - spiega la stessa Mara Da Roit -, proposto a mo’ di omaggio all’autore, in una sorta di lungo cammino fra i boschi, la neve, la natura in senso lato, il paese natio: temi fondamentali, da lui vissuti in prima persona. E poi, immancabili, i ricordi di guerra, a cominciare da quelli fissati nel suo grande classico, “Il sergente nella neve”. Il risultato è un unico racconto che raccoglie lo spazio di una vita, composto di venti tracce, lasciate dalla scrittore nell’intento di non far perdere il ricordo di sapori e momenti altrimenti destinati a dissolversi nella memoria».
L’appuntamento con “I passi di Mario Rigoni Stern” è per venerdì alle 21, alla Casa Michael Pacher di Brunico. L’ingresso è libero.
Alto Adige 10-8-11
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mercoledì, 03 agosto 2011



“Jimmy Grimble”.  Cinema all’aperto nel piazzale scuole di San Giacomo

Oggi, alle 21.15, nel piazzale scolastico di via Maso Hilber a san Giacomo, c’è la proiezione del film “Jimmy Grimble”. Ingresso 3 euro. Organizza la cooperativa teatrale Prometeo.
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martedì, 26 luglio 2011



Cabaret stasera con «Teatro offresi»

Al teatro di San Giacomo, stasera alle 21, è di scena la compagnia «Teatro offresi» con «Tingeltangel».
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lunedì, 25 luglio 2011
“Prossima fermata: Cinema 2011”

Cortile della Scuola Elementare – San Giacomo di Laives

27 Luglio ore 21.15

SECONDA RASSEGNA DI CINEMA ALL'APERTO
con proiezioni per ragazzi e famiglie
Come sempre
Vi aspettiamo numerosi
La vostra Cooperativa Teatrale Prometeo
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venerdì, 22 luglio 2011



Ad Ora concerto dei Khorakhanè per ricordare la strage

ORA. Arci AurOra, Arci Laives e l’ Associazione dei Familiari delle Vittime della strage del 2 agosto 1980 a Bologna organizzano quest’anno un concerto-evento per lanciare la staffetta “Insieme per non dimenticare il 2 agosto 1980” che partirà dal Brennero il 29 luglio. Una serata per ricordare le vittime del terrorismo e delle stragi in Italia ed in particolare proprio quelle 85 persone che il 2 agosto 1980 alle ore 10.25 hanno perso il diritto di vivere e i 200 feriti che ancora oggi ne portano i segni indelebili. I responsabili dei due circoli Arci della Bassa Atesina convinti che fare cultura sia anche occuparsi di chi ti sta vicino dopo “Blues per L’Aquila”, le collaborazioni con le Agenzie territoriali di promozione sociale, hanno accolto la richiesta di Sonia Zanotti animatrice dell’Associazione dei Famigliari delle Vittime di Bologna.
Nasce così il concerto evento “Per non dimenticare Bologna” - che di terrà questa sera alle 21 all’AurOra, alla Vecchia Stazione di Ora -, all’insegna di quello che ormai in questi giorni di lavoro organizzativo è diventato lo slogan degli operatori dell’Arci e di Sonia e cioè “La nostra vendetta è la memoria” una serata che in modo leggero cercherà di informare attraverso alcuni video che verranno proiettati nel teatro, ma anche aggregare con l’esibizione alle ore 21 del gruppo dei Khorakhanè, gruppo rivelazione del 2007 al 57º Festival di Sanremo, secondo premio della critica nella sezione giovani, premio MEI come miglior gruppo 2007 Indie-pop. I Khorakhanè - che prendono il nome da una canzone dell’ultimo album di De Andrè - nascono nel 2001 come tribute band a Fabrizio De André sviluppando però parallelamente un repertorio di brani originali.
Il loro sound deriva da una frammentazione di diversi stili che hanno indirizzato negli anni il genere ed uno stile musicale molto personale: ma è soprattutto la grande forza creativa che compatta il gruppo che permette loro di comporre brani difficilmente collocabili od ascrivibili ad un unico genere. A tutto ciò si aggiunge la grande attenzione alle liriche, sempre originali.
L’ingresso all’AurOra questa sera è libero.
Alto Adige 22-7-11
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martedì, 19 luglio 2011



Teatro d’Estate, tappa a San Giacomo

BOLZANO. Nuovo appuntamento, questa sera alle ore 21 nel piazzale dell scuole di San Giacomo, con la rassegna “Teatro d’estate” curata dalla Uilt: la compagnia Appunti e Scarabocchi di Trento porta in scena “Due di troppo” due atti di Vito Basiliana. Puro cabaret, uno spettacolo divertente con battute frizzantissime e due protagonisti eclettici, che sapranno far diventare realtà la pura fantasia, grazie al loro estro. Lo spettacolo è il giusto mix di simpatiche gag teatrali, con situazioni divertenti e paradossali. Tra improvvisazioni e “coupe de theatre”, in questa serata potrà veramente succedere di tutto, assicurano gli interpreti. La rassegna proseguirà poi fino al 25 agosto, con compagnie anche da fuori provincia. È una rassegna basata su dodici spettacoli tra commedie, cabaret e romanticismo, ospitati nei cortili bolzanini. La 17ª edizione del festival teatrale è decollata il 1º luglio con “Il giardino della signora P”, uno dei tre debutti della stagione, della compagnia Gad di Trento. Gli altri due debutti sono “Sinceramente bugiardi”, del bolzanino Gruppo Sirio, in scena il 10 agosto nella nuovissima piazza Nikoletti a Oltrisarco; e”A piedi nudi nel parco”, del gruppo I commedianti di Bolzano,il 25 agosto nel cortile del Centro Premstallerhof.
Un calendario fitto fitto di spettacoli aperti a tutti, la Uilt chiede solo l’acquisto della UiltCard: 5 euro una tantum per vedere tutti gli spettacoli. «L’esperienza di questi anni ci ha regalato sempre un grande apprezzamento del pubblico - dice Loris Frazza, segretario nazionale Uilt - e noi ricambiamo con tutto il nostro entusiasmo, andiamo a casa loro, nelle piazze».
Alto Adige 19-7-11
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sabato, 16 luglio 2011



Bolzano Danza da oggi in piazza dal 19 in teatro

SANDRA MATUELLA
BOLZANO. Il festival Bolzano Danza si terrà dal 19 al 30 luglio, ma con un suggestivo prologo, naturalmente danzato, oggi, domani e lunedì per le vie della città.
Si tratta delle “Avventure extra-coreografiche” del gruppo di danzatori e musicisti francesi guidati dal coreografo Bernard Menaut, che proporranno “camaleontiche, divertenti e inattese incursioni nel tessuto urbano che creeranno sorpresa e scompiglio tra i passanti, ma anche associazioni spontanee e piacevoli momenti di aggregazione” spiegano gli organizzatori. Niente paura, quindi se durante lo shopping mattutino, due danzatori e due musicisti irromperanno nell’ordinarietà dei ritmi quotidiani. Le Avventure extra-coreografiche proposte dai ballerini Bernard Menaut e Isabelle Cavoit insieme al percussionista Alfred Spirli e a Camille Secheppet al sassofono, si terranno oggi alle ore 10 in via della Mostra, alle 11 in via Bottai e alle 12 in via Leonardo da Vinci; domani invece si esibiranno alle 11 al Museo Archeologico dell’Alto Adige e dalle 13 alle 15 al Lido di Bolzano. Ideatore di questa “avventura” è Bernard Menaut, coreografo e danzatore francese con una formazione in danza classica, contemporanea e contact-improvisation: nel 1986 crea il suo gruppo firmando coreografie destinate al palcoscenico mentre dal 1999 si specializza nella realizzazione di performance spontanee di danza con musica improvvisata, da proporre in contesti urbani in tutta Europa. Sono appunto le sue “Aventures Extra-Coréographiques”, che con le sei proposte oggi e domani a Bolzano sono già arrivate a quota 246. Questa proposta anticipa così lo spirito stesso di questa edizione di Bolzano Danza, che, per intercettare un pubblico nuovo anche in spazi che solitamente non vengono coinvolti da eventi artistici, intende sempre più aprirsi alla città, con una “invasione” di ballerini le vie della città, in alcuni suoi luoghi simbolo e perfino in alta quota, sul Corno del Renon. Sempre domani, alle ore 18.30, con ingresso libero, alla Haus der Kultur si terrà la festa di inaugurazione dei corsi di Bolzano Danza.
Alto Adige 16-7-11
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martedì, 12 luglio 2011



  «Comuni mortali» oggi a San Giacomo

 In un’epoca di lavoro precario nemmeno le pompe funebri offrono più garanzia di occupazione stabile, visto che l’età media della popolazione continua ad aumentare... È il tema intorno cui ruota «Comuni mortali», la commedia che questa sera alle 21, nel piazzale delle scuole a San Giacomo, sarà messa in scena dalla Compagnia dei Giovani, di Trento, per la rassegna «Teatro d’estate» della Uilt. La commedia, in due atti e con la regia di Michele Torresani, è stata scritta da Tiziano Scarpa, scrittore premio Strega nel 2009. È uno spettacolo paradossale, ironico e dissacrante, che insegna come spesso noi «comuni mortali» più che vivere ci limitiamo a «sopravvivere»
Alto Adige 12-7-11
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lunedì, 11 luglio 2011



A teatro i «comuni mortali» di Scarpa

LAIVES. Nuovo appuntamento domani - ore 21, nel piazzale delle scuole di San Giacomo - con la rassegna «Teatro d’estate» della Uilt. La compagnia «I Giovani di Trento» metterà in scena «Comuni mortali», con la regia di Michele Torresani. Si tratta di una commedia ironica e dissacrante in due atti di Tiziano Scarpa (noto scrittore, tra l’altro premio Strega nel 2009) che prende spunto dall’odierna precarietà del lavoro giovanile che spinge il protagonista a rivolgersi ad un’agenzia di pompe funebri, settore erroneamente ritenuto al riparo dalla crisi economica, ma che in realtà ne è coinvolto in pieno a causa dell’allungarsi della prospettiva di vita. Uno spettacolo paradossale in cui chi ha quotidianamente a che fare con la morte è vivo mentre noi «comuni mortali» più che vivere davvero non ci rendiamo conto che in realtà sempre più spesso stiamo solo «sopravvivendo». La rassegna estiva della Uilt è giunta ormai alla diciassettesima edizione e registra sempre successo tra il pubblico.
Alto Adige 11-7-11
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venerdì, 08 luglio 2011



Ritmi afro al Black Box: oggi e domani musica e ballo

LAIVES. Oggi e domani a partire dalle 16 e fino a notte va in scena al Black Box di Laives «Afro Splash», tributo al primo e unico afro-raduno dj svoltosi nel 2001 al Sunsplash di Osoppo. Organizza lo «Yah Man Sound System» di Bolzano. In consolle dj Fary (dal Melody di Rimini), Nello dj, Tao dj (organizzatore di afroraduni negli anni ’80 all’ex fiera di via Roma), dj Nash e altri dj locali. La festa avrà anche un risvolto solidale: per sensibilizzare il pubblico al dramma del Giappone, sarà steso un lenzuolo bianco dove ognuno potrà apporre una dedica.
Alto Adige 8-7-11 
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giovedì, 07 luglio 2011



Con «La Comune» una stagione di risate e un po’ d’impegno

DANIELA MIMMI

BOLZANO. Marco Travaglio insieme a Isabella Ferrari, Massimo Dapporto insieme a Benedicta Boccoli, Mario Zucca insieme a Marina Thovez. E poi ancora Gardi Hütter, Angela Finocchiaro, Lella Costa, Paolo Hendel e Paolo Poli, Luigi De Filippo e Andrea Castelli e Giuseppe Giacobazzi. Questi sono alcuni dei nomi che appariranno sulle locandine della stagione dell’“Arte del far ridere” 2011 - 2012 del Circolo La Comune. La formula rimane la stessa, dice Elisa Forcato.
 «Come negli altri anni, ci saranno più di 30 spettacoli, ospitati in gran parte al Teatro Cristallo ma anche al Teatro Comunale e all’Auditorium Haydn, dove andrà in scena, ad esempio “Anestesia totale” di e con Marco Travaglio e Isabella Ferrari, il 27 e il 28 novembre. Ci saranno attori solisti, comici, compagnie teatrali, come sempre. Anche quest’anno abbiamo preferito fare una o al massimo due repliche, per offrire al nostro pubblico un ventaglio più ampio possibile di spettacoli. Gli abbonamenti saranno in vendita all’inizio di settembre e la nuova stagione inizierà a metà ottobre».
 Andiamo allora a vedere cosa offrirà la nuova stagione del Circolo La Comune. La grande Gardi Hütter porterà al Teatro Cristallo “Die Scheiderin”, il 13 gennaio. «E’ stata una grande fortuna riuscire ad avere una data, perchè è richiestissima in tutta Europa - ci dice Elisa Forcato -. Nel suo spettacolo, come sempre, non parla o parla tante lingue. Ma lei non ha bisogno di parlare per far divertire». Angela Finocchiaro insieme a Michele Di Mauro porterà “Open day”, una vivace e intrigante commedia di Walter Fontana, diretta da Ruggero Cara. I due attori sono marito e moglie, separati da tempo, mediamente tritati dalla vita, entrambi sui cinquanta, che si ritrovano faccia a faccia in un giorno importante: iscrivere la figlia quattordicenne alla scuola media superiore. Sembra facile, ma non lo è.
 Ecco poi un insolito Paolo Hendel, nei panni di un improbabile Molière, in “Molière, malgré lui”, che Leo Muscato ha tratto da vari lavori del commediografo francese. Hendel/Molière accetta l’invito della trasmissione televisiva “Malgré lui”. Convinto di partecipare a una serata celebrativa e promozionale della sua opera, questo buffo Molière non sa ancora che in quel programma, una specie di “Serata d’onore” surreale che ospita illustri personaggi del passato e del futuro, accadranno eventi singolari al limite del paradossale.
 Paolo Poli, in febbraio del prossimo anno, rilegge la scrittrice Anna Maria Ortese in “Il mare” e si avvale delle bellissime scenografie di Emanuele Luzzati. Lella Costa arriva in novembre con il suo nuovo “Arie”, diretto da Giorgio Gallione, dedicato alla sua grande passione dopo il teatro: la musica. La Costa infatti ha collaborato, tra gli altri, con Paolo Fresu e Stefano Bollani, Rita Marcotulli e Antonello Salis. “La verità”, scritta da Florian Zeller e diretta da Maurzio Nichetti, è la commedia che Massimo Dapporto e Bnedicta Boccoli porteranno al Tratro Cristallo, sempre in novembre. Michel, Laurence, Paul e Alice si amano e si tradiscono con grande affetto. La verità? Meglio non saperla.
 E non può mancare la commedia napoletana: Luigi De Filippo e Carlo Giuffrè porteranno in scena “A cosa servono questi quattrini?”. E poi quelle che Elisa Forcato definisce “due chicche”, ovvero le due produzioni del Circolo La Comune: la rilettura firmata da Claudio Astronio con la Banda Osiris e i musicisti dell’Istituto musicale di Bolzano di “Pierino e il lupo” di Prokofiev, e Oswald von Wolkenstein, di Nicholas Brandon con Martin Abram.
Alto Adige 7-7-11
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giovedì, 07 luglio 2011



In corso il campus di «È danza»

LAIVES. È in pieno svolgimento nell’area del Black Box, nella zona sportiva Galizia di Laives, il primo camp estivo di “È danza”, promosso da Elisa Darù (danza), Emanuela magi (ginnastica ritmica), Margherita Grasso (spazio compiti), Elisabeth Soraruf (attività all’aperto), Paola Pentore (capoeira), Alessandro Davi e Rupert Ausserer (calcio).
 Una sessantina i piccoli partecipanti, che, come si intuisce dalle specializzazioni dei membri dello staff, tutti i giorni, fino al primo pomeriggio, sono impegnati in molteplici proposte, non ultima, quella di fare anche i compiti estivi.
 A mezzogiorno il pranzo lo fornisce il ristorante “Allo Zenit” e così le ore passano rapidamente senza sapere cosa è la noia, che poi è la cosa più importante in queste assolate giornate estive. Per il secondo turno, che inizierà la prossima settimana, ci sono ancora posti liberi: info 348 0820781 o 333 4761595.
Alto adige 7-7-11
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giovedì, 07 luglio 2011



Caro vecchio vinile: con Transart un seminario dedicato ai giradischi

BOLZANO. A Transart un workshop e una nottata interamente dedicati alla ricognizione dell’arte del «giradischismo». A tenere il workshop - intitolato «Experimental turntablism» - sarà Ignaz Schick, dal 22 al 24 settembre all’ex Alumix di Bolzano. Le iscrizioni sono limitate a un massimo di 10 partecipanti (esperti e inesperti, senza vincoli di età); iscrizione (quota: 50 euro) via e-mail a info@transart.it.
 Il turntablist, performer e compositore tedesco Ignaz Schick presenterà nell’ambito del festival Transart un workshop dedicato alla pratica del turntablism nella musica di ricerca. Nei due giorni di workshop verrà illustrato un percorso storico che partirà da John Cage, Milan Knizak e Christian Marclay, per giungere a musicisti come Claus Van Bebber, Philip Jeck, Martin Tetreault, eRikm e Otomo Yoshihide.
 Successivamente verranno mostrati vari approcci e tecniche di manipolazione del vinile, diversi metodi di missaggio, lo scratch e l’esplorazione del giradischi - considerato non solo come riproduttore audio. I partecipanti verranno guidati ed aiutati a sviluppare un proprio linguaggio musicale e a comunicare tra loro in un ensemble, attingendo a tecniche compositive vicine all’improvvisazione musicale, sviluppate nel 2009 a Berlino con “The International Turntable Orchestra”. La conduzione musicale con gesti, segni e parole o per mezzo di partiture grafiche e tematiche (per es. suonare i «silenzi» dei vinili, usare solo dischi con percussioni, ecc.) saranno alcune possibili applicazioni che verranno esplorate. Il materiale tecnico verrà fornito dal festival. Se possibile, ogni partecipante dovrebbe portare 3-4 propri vinili (7”, 10”, 12”).
 Il live set per la presentazione finale del workshop verrà composto assieme ai partecipanti prendendo in considerazione i differenti materiali studiati ed elaborati. «L’idea non è trasformare gli interessati in perfetti turntablist, ma dare a ciascuno la possibilità di esplorare e di condividere le infinite sfaccettature di questa pratica, semplice ma al tempo stesso complessa» afferma Schick, docente d’eccezione di questo laboratorio - full immersion dedicato al giradischi.
 Il workshop si colloca nell’ambito del progetto «Instant cut», curato da Valeria Merlini, interamente dedicato all’arte del giradischismo, agli stili e alle tecniche differenti in cui si articola, che avrà per protagonisti i più raffinati interpreti delle differenti correnti della sperimentazione musicale: dall’approccio rumorista di Arnaud Rivière (Parigi) e quello elettroacustico di Ignaz Schick (Berlino), da quello di estrazione avant Hip-Hop di DJ Sniff (Amsterdam), al mash-up di @kapi (Roma). «Instant cut» verrà presentato il 24 settembre.
Alto Adige 6-7-11
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venerdì, 01 luglio 2011


Nuju

Alla Volxfesta il mondo in musica

ANDREA MONTALI
BOLZANO. Oggi dalle 18 torna la Volxfesta. Due giorni di cultura, gastronomia e musica sui prati del Talvera. Stasera si esibiranno il quindicenne Mattia Demetz (Ortisei, folk), campione dell’accordeon; i Nuju (popolare-rock), energico combo calabrese; il dj e produttore Dunkelbunt (urban electro, Vienna), accompagnato da un ensemble di musicisti. Domani, sempre alle 18, si ricomincia con Acajo (Ortisei, folk-rock), Daniella Firpo (bossa nova, Brasile) e il gran finale affidato ai Russkaja (ska- punk-folk, Russia, Ucraina, Austria). Organizza l’associazione Tandem. Marco Nobile è l’art-director. Lo abbiamo intervistato.
 Diciassette anni di Volxfesta: com’è cambiata Bolzano in questo periodo?
 
In questi anni l’offerta culturale della città è aumentata, anche grazie alle iniziative e alla perseveranza delle associazioni che hanno difeso coi denti le piccole conquiste ottenute. Questo non vuol dire che a Bolzano vada tutto bene: negli anni abbiamo provato diverse soluzioni per organizzare altri eventi nel corso dell’anno, anche attraverso le strutture del Comune, ma oggi di fatto abbiamo rinunciato a feste e concerti invernali perché difficilmente sostenibili economicamente e logisticamente.
 Quest’anno sostenete un progetto particolare?
 
Stiamo raccogliendo fondi per una Ong che distribuisce nelle zone più emarginate del pianeta una radio a energia solare. In quei luoghi accedere all’informazione è fondamentale. Alla Volxfesta avremo uno stand dedicato e la t-shirt «Resteremo umani».
 La musica di questo evento: quali criteri per la scelta degli artisti?
 
L’idea alla base della Volxfesta è di proporre un suono che unisca la modernità alla tradizione. Proviamo a coprire la realtà locale (nelle ultime edizioni con la collaborazione della Consulta ladina del Comune), il panorama musicale italiano e austriaco, fino alle proposte di caratura internazionale. Quest’anno i nomi principali sono Dunkelbunt e i Russkaja.
 Il piazzale dove si svolge la festa è dedicato ad Alex Langer: cosa è rimasto e cosa si è perso del suo insegnamento?
 
Di Langer e del suo pensiero è rimasto molto, per fortuna. Ad esempio Radio Tandem. Trent’anni fa Radio Popolare Bolzano assumeva l’attuale denominazione confluendo nel progetto editoriale di Langer. Oggi la radio è ancora al suo posto a tessere la complicata tela di molte convivenze possibili. Si è persa la sua capacità politica di andare oltre gli schieramenti, ampliare gli orizzonti e incarnare la sua utopia. Il fatto che al termine della Volxfesta Bolzano torni a essere privo di una piazza o strada a lui intitolata ne è la prova.
 Il gruppo Freie Musica Musik Libera: cosa pensa di questo sodalizio?
 
Il problema della musica dal vivo è annoso e di non facile soluzione e spero che questa nuova iniziativa faccia breccia. Il gruppo si sta confrontando con le istituzioni e l’avvio del dialogo è un primo passo che lascia ben sperare. Si vedrà l’effettiva volontà politica di cambiare le cose, ma dare piena dignità alla cultura alternativa e garantire criteri trasparenti e oggettivi sono le basi da cui partire.
Alto Adige 1-7-11
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sabato, 18 giugno 2011



La danza fonde Oriente e Occidente Spettacolo stasera a San Giacomo

LAIVES. Oggi alle 19.30 presso il Teatro Aula Magna di San Giacomo andrà in scena «Oriente Occidente Dance World Tour 2011», del Centro Studi Danza X-Fusion di Giovanni Argentieri, al suo secondo spettacolo teatrale. La serata prevede coreografie di hip hop, danza moderna, classico, carattere, danza del ventre, danza irlandese, contaminazione urbana e breakdance. Il programma si divide in due tempi: nel primo un giro del mondo tra musica e balli tradizionali dalla mazurka al valzer, dal tango alla danza irlandese; nel secondo tempo interamente dedicato al capolavoro di G. Puccini «Madama Butterfly», rivisitazione in chiave moderna, curata e diretta dal coreografo/insegnante Argentieri. Gli altri insegnanti del Centro Studi Danza X-Fusion sono Marianna Giorgi, Ariene Quellier, Roberto Blue e Laura Mazzon. Ci saranno anche due ospiti a sorpresa. Insomma un appuntamento da non perdere per tutti gli interessati o per i semplici curiosi di questa affascinante disciplina.

Alto Adige 18-6-11
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mercoledì, 15 giugno 2011



La protesta: «Musica live bistrattata»

BOLZANO. Che la musica live a Bolzano stia male, anzi malissimo, è cosa risaputa da tempo. Prima però i mugugni erano a denti stretti tra i musicisti, i giovani, gli amanti della musica live preferibilmente rock. Adesso invece, finalmente, è diventato argomento di incontri, interviste, discussioni e dibattiti. Come quello di mercoledì sera nel caffè dell’Eurac, pieno fino all’ultima sedia nonostante il diluvio e la concomitanza con Upload e Anansi all’ExAlumix. Il titolo fa quasi sorridere: “Il divertimento fa cultura”: a Bolzano se si fa cultura, è molto raro che ci si possa anche divertire. A tessere le fila della serata e dei discorsi c’erano Sebastian Dresel, incaricato comunale per la cultura e la creatività della città di Mannheim ed Elisabeth Mayerhofer, studiosa di processi culturali e manager della cultura a Vienna, coadiuvati da Vanja Zappetti. E’ superfluo dire che le realtà vissute e descritte dai due austriaci sono profondamente diverse da quella bolzanina in particolare e altoatesina in generale, e a poco serve (anzi serve solo a demoralizzare tutti) sapere che oltre frontiera quella pop o rock che dir si voglia è considerata Cultura con la c maiuscola. Il dibattito si accende quando Zappetti - organizzatore di concerti - passa il microfono tra i tavoli, dalle mani dei giornalisti a quelle degli addetti culturali (ci sono anche tutti i ragazzi di Nachtleben, sulla cui home page si legge “Save the nightlife”) e ai presenti Christian Tommasini, Antonio Lampis e Tobias Planer. Di Zappetti, l’intervento più sintetico e lapidario: tre semplici punti, tre semplici problemi che nessuno sa e/o vuole risolvere: gli orari di chiusura delle manifestazioni che prevedono musica live (da lui giustamente definiti “ridicoli”), la mancanza di strutture e infrastrutture (chi sa dirci con che cosa sono stati sostituiti il KuBo e il Masetti, solo per citare due nomi?) e infine l’intolleranza dei bolzanini che fanno staccare la spina alla musica alle 10.30 di mattina come è successo recentemente durante l’Upload Day. Problemi che conosce benissimo anche Christian Tommasini che promette di rivedere e modificare il regolamento provinciale sugli orari, auspica che vengano utilizzati meglio e di più spazi come il Black Box e l’Ex Alumix e termina con un paio di frasi apprezzate da tutti: “La musica alternativa non deve essere istituzionalizzata” e “se Bolzano vuole diventare capitale della cultura deve occuparsi anche delle culture alternative”. “C’è poco da parlare, bisogna suonare” dice Andrea Maffei. Gli chiediamo dove. “Bella domanda!”. (d.mi)
Alto Adige 14-6-11
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lunedì, 13 giugno 2011


Gang of Four

L’Alumix torna in vita grazie al rock dei giovani di Upload

ANDREA MONTALI
BOLZANO. L’ex Alumix, gioiello di archeologia industriale di via Volta, potrebbe diventare un luogo strategico per eventi culturali. Anche sulla lunga distanza. Quello che fu uno stabilimento metallurgico è stato teatro, per una settimana, del concorso per gruppi emergenti Upload. I problemi di acustica (evidenti) si sono rivelati mitigabili: l’ottimo lavoro dei fonici dei Gang of Four, headliner della kermesse, lo ha dimostrato. Stiamo parlando di un blocco di cemento armato dai soffitti altissimi, peraltro non rivalutato tecnicamente per tali iniziative (non ancora?), ma possiamo scrivere, visto questo precedente, che l’idea non è da scartare.
La manifestazione è finita sabato notte, con una maratona di musica dal vivo presentata dal brissinese Pietro Polidori. I vincitori, i «Management del dolore post-operatorio», vengono da Lanciano e suonano assai bene. Se n’era già accorta la giuria l’anno scorso (arrivarono secondi), se n’è accorto il pubblico, e lo sanno da tempo molti addetti ai lavori di tutta la Penisola. Ai «Management» 5000 euro e la possibilità di esibirsi al più noto festival europeo del rock emergente, il berlinese Popkomm. Ma a vincere, in questo festival-concorso, sono stati tutti i gruppi partecipanti e anche gli organizzatori - e la città. Che questa volta ha risposto bene (un migliaio i presenti alla fine), richiamata dal concerto dei Gang of Four, band seminale di Leeds che ha regalato un’ora e mezza abbondante di scuola del rock, del funky, e della contaminazione sonora. La scelta del direttore artistico Cristiano Godano, criticata da più parti, si è rivelata azzeccata: sia per il valore del combo, sia per il fatto che ad ascoltare il quartetto, si capisce che buona parte delle bande che girano in questo momento, devono parecchio a Gill (il chitarrista) e soci.
La serata è cominciata poco prima delle 22, con l’esibizione del gruppo vincitore del Festival studentesco: i ragazzi, del Liceo scientifico Rainerum, hanno proposto «Babooshka» di Kate Bush e «Soon we’ll be found» di Sia: scelte coraggiose, «colorite» da una performance da ricordare, con la banda che ha interpretato i brani anche con il linguaggio dei segni. La musica è di tutti, anche di chi non può sentirla. Ma viverla, sì.
E vivono di musica gli artisti emergenti che hanno animato la sala-fonderia dell’Alumix: Sycamore Age (alla prima uscita live, emozionati e emozionanti), El Karmaso (nipotini dei Rage Against The Machine), i vincitori del «Management», e i genovesi Just Add Melody («sensualità selvatica»). I «local» Moscaburro, invece, stanno diventando sempre più una «factory» creativa. Una bella risorsa per Bolzano.
E poi i Gang of Four. Non musica per tutti, ma certamente una proposta di alta caratura. E propedeutica. Sia per i giovani suonatori, che per il pubblico bolzanino. Una propedeutica dall’azzardo ben calcolato: i Gof suonano dal 1977, e la loro esibizione è stata quella di professionisti mossi ancora da passione. Non sono mancati i loro classici come «Not great men» o «Natural’s not in it», oltre a pezzi meno noti e vicini a un’estetica quasi dance. Tanta roba quindi, per un contesto (quello bolzanino) che ha sempre più bisogno di azzardare. E i Gof, a riguardo, sono maestri indiscussi.
Alto Adige 13-6-11
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sabato, 11 giugno 2011



Upload, gran finale Stasera sei band e i «Gang of Four»

DANIELA MIMMI
BOLZANO. È arrivato il giorno del gran finale di Upload. Questa sera dalle 21 all’ex Alumix, a ingresso libero, andrà in scena lo show che chiuderà questa edizione del concorso per band emergenti. Sul palco si alterneranno le quattro band finaliste, due band locali e in chiusura la band ospite di quest’anno: i Gang of Four. Al termine sarà proclamato il vincitore del contest tra i 4 gruppi finalisti. Ieri per tutto il giorno le 15 band arrivate all’ultima selezione si sono esibite davanti alla giuria, e a tarda sera è arrivato il primo responso: i primi quattro gruppi classificati, che quindi si esibiranno stasera, sono El Karmaso, Management del dolore post-operatorio, Just Add Melody e Sycamore Age. Oltre a loro suoneranno dal vivo - ma fuori concorso - anche due band altoatesine: i Moscaburro come gruppo provinciale più votato dalla giuria, e i bolzanini Hill Street Blues Band, che hanno vinto il sondaggio sul nostro sito www.altoadige.it tra le 10 band regionali.
Gli ospiti della serata, come detto, sono i Gang of Four. Sono passati 30 anni dall’inizio dell’attività della band inglese ma ancora hanno qualcosa da dire visto che da poco è uscito il nuovo album («Content»), sono appena tornati da un tour in Sudamerica, e stanno iniziando quello europeo che in Italia prevede la sola tappa di Bolzano (a ingresso gratuito). I quattro musicisti della Gang of Four, comunemente chiamata GoF, sono stati i pionieri del punk-funk, gli alfieri della cosiddetta «onda rossa» britannica, e sono state una delle band più imitate degli ultimi tre decenni. Ai quattro inglesi «politically uncorrect» (il loro primo disco si rivolgeva in modo decisamente poco rispettoso all’allora primo ministro inglese, Margaret Thatcher) devono molto i Red Hot Chilly Peppers (il chitarrista dei GoF, Andy Gill, ha prodotto il loro primo album) e i Rem su ammissione dello stesso Peter Buck, ma anche i Liars, i Rapture, Franz Ferdinand, i Futureheads & C, e tanti altri ancora.
La prima formazione dei Gang of Four (prendono il nome dal gruppo di dirigenti cinesi che dopo Mao continuarono l’opera della rivoluzione culturale) nasce a Leeds nel 1977 e due anni dopo incidono l’album del loro lancio a livello mondiale: «Entertainment», un impasto di ritmiche ossessive, schitarrate atonali e testi irriverenti.
Alto Adige 11-6-11
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mercoledì, 08 giugno 2011




Anansi a Bolzano questa sera live dentro l’Ex Alumix

BOLZANO. Upload Festival, iniziato ieri sera negli spazi dell’Ex Alumix, finalmente al riparo dalla pioggia che ne aveva compromesso almeno in parte il successo delle prime tre edizioni, propone questa sera un ricco menù, con uno dei “piatti forti” del cartellone: il concerto di Anansi, il giovane cantautore rasta approdato alla ribalta di Sanremo Giovani 2011.
Questa sera alle 21, a ingresso libero come per tutti gli eventi di Upload Festival, si inizierà con le voci bianche dei cori bolzanini Doremix e Angels con un programma di musiche da tutto il mondo. Poi saliranno sul palco Anansi e i Buffalo Soldiers. Una serata imperdibile per tutti gli amanti delle “positive vibrations” della musica reggae, che durante il live di Anansi potranno immergersi nelle suggestive sonorità reggae, ska, patchanka, r’n’b/hip hop. Stefano Bannò, ventenne rasta trentino reduce da Sanremo Giovani ma in carriera già da prima assieme alla band di Roy Paci, ha scelto il nome della divinità africana Anansi per legare il nome d’arte alle antiche origini della sua musica preferita, il reggae appunto. E con quel nome sta imponendo la freschezza della sua musica e l’efficacia dei suoi testi già confermata subito dopo Sanremo con le canzoni del suo secondo album “Tornasole”. A Bolzano questa sera si esibirà assieme ai suoi fidi Buffalo Soldiers, band trentina che nell’ultimo periodo si è arricchita della tastiera di Marco Calabrese degli Aretuska.
Che tipo si concerto sarà? Anansi dice: «Lo spettacolo ha sempre una buona dose di quello che io chiamerei “casino entusiasta”, ma fatto im naniera più studiata, più professionale. Forse un po’ più “teatrale”, al servizio dei nuovi testi in italiano».
Un cantautorato energico, dai ritmi in levare, quello di Anansi. Un progetto che lo ha fatto già definire come il “Ben Harper italiano”. Un mondo musicale che, nel connubio tra eterogenee espressioni musicali, trova un bell’equilibrio per raccontare un mondo ideale in cui pace, tolleranza tra i popoli, intercultura, responsabilità sociale e amore non sono solo utopiche fantasie. Il suo ultimo disco “Tornasole”, album di dieci tracce inedite in cui il cantautore rasta parte per un viaggio metaforico nella primavera dell’anima, offre una personale analisi della realtà. Il disco contiene anche il pezzo con cui il dolce rastaman si è presentato a Sanremo nella sezione giovani, “Il sole dentro”, brano che inizialmente riporta alla memoria le atmosfere radiofoniche e cantabili del dopoguerra, per poi trasformarsi in un ballabile reggae italiano molto apprezzato dalla critica.
Ieri sera Anansi era ospite del Circolo Magnolia di Milano, dove si è esibito nella rassegna dedicata a Bob Marley per il trentennale della sua scomparsa.

TUTTE LE SERE FINO A SABATO
Ecco il programma di Upload

L’intensa cinque-giorni dell’Upload festival dentro l’Ex Alumix, dopo il concerto di Anansi di questa sera proseguirà così: il 9 giugno alle ore 21 «La storia del rock», concerto-evento dell’Istituto musicale Vivaldi con una cinquantina di musicisti sul palco. A seguire, serata Rockabilly fino a tarda notte. Il 10 giugno audizioni live dei finalisti dell’Uplaod contest che si esibiranno davanti alla giuria. Alle ore 21 serata riservata ai musicisti dell’Euregio che potranno confrontarsi e suonare in jam session sul grande palco di Upload. L’11 giugno alle 21 esibizione dei quattro finalisti del concorso, poi lo show degli inglesi Gang of Four. Tutto a ingresso libero, con servizio ristoro.

Il successo del nuovo Upload potrebbe rendere Bolzano più tollerante su musica e orari

ANDREA MONTALI
La settimana che ospiterà la fase finale di Upload è arrivata. Il concorso per musicisti emergenti, nonché festival di richiamo europeo, trova una città “che suona”: un movimento multicentrico che negli ultimi anni, nonostante le restrizioni e la scarsa tolleranza di alcuni residenti, ha fatto tantissimo per rendere il capoluogo più vivibile e vitale. Recentemente, molti esponenti della scena bolzanina (suonatori, promoter, pubblico) hanno deciso di coalizzarsi per dare voce alle proprie necessità, e far sì che tale entusiasmo non si spenga e, anzi, trovi nuovo ossigeno tra la popolazione. Il gruppo si chiama “Freie Musica Musik Libera”, e conta già 175 membri su Facebook. Il logo (Ötzi al contrabbasso), spopola. Un’iniziativa importante, soprattutto se inserita nella candidatura del Nordest italico a Capitale Europea della Cultura 2019. Siamo pronti per parteciparvi? La domanda appare lecita, il dibattito è acceso, e si alimenta inevitabilmente anche in ambito giovanile, in quello musicale soprattutto: cartina tornasole di umori, possibilità e idee nuove.
Se le istituzioni hanno dimostrato dinamismo, come lo stesso Upload testimonia, e l’assessore competente Christian Tommasini si è impegnato a fare il possibile per cambiare la frustrante situazione che vede i concerti finire alle 23(!), c’è da chiedersi se il pubblico sia pronto. Addentrandosi nella questione, ricordiamo un’opinione di Anansi, talentato musicista trentino (suonerà all’ex Alumix mercoledì all’interno di Upload), che ad un concerto al Circolo Masetti svoltosi l’anno scorso, si stupì di tutti gli spazi che la nostra città offriva. Ora, il Masetti non ha più sede. Il Vintola 18 (centro di cultura giovanile che ha ospitato parecchi interessanti concerti), chiuderà a breve. Rimane il Pippo Stage per gli eventi di richiamo medio-piccolo. Sintomo che, forse, tanta offerta non abbia trovato la necessaria domanda. Un bel paradosso. Il problema più spinoso rimane quello degli orari. Frankie Hi-Nrg, nella serata del 21 maggio organizzata dall’Associazione Pro Positiv, ha riempito la zona concerti sui Prati del Talvera, all’altezza di Vicolo Sabbia. Ha suonato 45 minuti: lui, che di solito propone live set di ore.
Di contro, il comitato One Beat, nella stessa serata di Frankie, con una festa di 17 ore organizzata in tre location differenti, ha dimostrato che è possibile “aggirare” le restrizioni e proporre iniziative di qualità e quantità. Con un ritorno bello vasto.
Intanto, promoter attivi e competenti come Maurice Bellotti (Poison For Souls) e Vanja Zappetti, continuano a lavorare sodo, invitando band da ogni parte del globo, e aiutando tutti ad uscire da un ghetto musicale e mentale. Questi esempi virtuosi, non possono che portare a riflettere su un nuovo modo di concepire gli spazi urbani: sarebbe auspicabile alzare la soglia di tolleranza, per avvicinarci (almeno un poco) ad una comunità pronta al cambiamento. E la musica potrebbe aiutare, eccome. Bolzano ne ha bisogno.
Alto Adige 8-6-11
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lunedì, 06 giugno 2011



Flying Letters - Danza

San Giacomo (Laives), Nuovo Teatro
mar 07.06.2011, ore 20.30


Programma: Flying Letters-Sephirot - Coreografie e concetto di Stefania Bertola pausa e a seguire: Looney Tunes-30' old years - Coreografie e concetto di Luca Zampedri

L'idea nasce dal concetto di Cabbala, che rappresenta parte della tradizione esoterica della mistica ebraica.

Looney Tunes

Qui la realtà non esiste. Viviamo in un mondo dove tutto può accadere, il mondo animato si diverte attraverso spari, suoni, surrealismi lasciando spazio alla fantasia e alla libera interpretazione di essa.

30' old years

Siamo negli anni 30 dove la mafia italiana viene allontanata dalla patria stessa e mandata in America. Per un lungo priodo, a New York erano i gangster che dominavano la città.
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Loris Frazza - COOP. LAIVES CULTURA E SPETTTACOLO
Tel 0471/952650 - 336/6606396
E-mail laivesculturaespettacolo@gmail.com
Web www.teatrofilolaives.it
Biglietti
12,00 € Posti numerati
Prevendita
www.vipticket.it 0471 053 800, Teatro Cristallo, Teatro Comunale, Fiori Berger di Laives
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martedì, 31 maggio 2011



La band dei Flex

Bronzolo, doppia festa rock

BRONZOLO. Nel prossimo weekend - venerdì 3 e sabato 4 giugno - la zona Pinara di Bronzolo ospiterà una grande festa popolare per raccogliere fondi a favore dell’associazione Baba Camillo Onlus che lavora per iniziative nell’Africa più povera. L’organizzazione è affidata al gruppo locale Fil de Fer e propone, ad ingresso libero e ad offerta, due lunghe serate di musica con contorno gastronomico. Il tutto sotto una struttura coperta che garantisce la festa anche in caso di maltempo. La parte musicale sarà affidata venerdì sera alla cover band dei Flex, mentre il sabato saliranno sul palco dela Pinara i SixPack, che popongono un repertorio fra rock, blues e altro.
Alto Adige 31-5-11
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martedì, 24 maggio 2011



Gang of Four

Rock: a Bolzano i Gang of Four

BOLZANO. Dal 7 all’11 giugno all’ex Alumix di Bolzano, che cambierà aspetto grazie alle videoinstallazioni del giovane artista David Loom, si alterneranno i generi musicali, dalla classica al reggae, dal rock and roll alle voci bianche, dall’elettronica al rock. Per 5 giorni Bolzano avrà una vera e propria cittadella dove poter ascoltare musica fino a tarda notte e far incontrare i più disparati generi musicali.
Si inizia il 7 alle 21 con l’orchestra Mikrokosmos e il coro Diapasong dell’Istituto musicale Vivaldi con musiche di Ravel, Favrè, Williams, Gerschwin. A seguire notte dedicata alla Street Music. Il giorno successivo, l’8, si riprende sempre alle 21 con l’inedita accoppiata dei cori delle voci bianche con la musica reggae. I cori Doremix e Angels si esibiranno con musiche dal mondo prima di Anansi che, dopo aver partecipato al 61esimo festival di Sanremo, presenterà il suo nuovo singolo. Il 9 giugno sempre alle 21 andrà in scena «La storia del rock», concerto-evento dell’Istituto Vivaldi che ricorda in musica le tappe, dalle origini alle ultime tendenze, della musica rock, ripercorse sul palco con l’ausilio di oltre una cinquantina di musicisti. A seguire serata rockabilly fino a tarda notte.
Il 10 giugno sarà la volta delle audizioni live dei finalisti dell’Uplaod contest: Gonzaga!, Management del dolore post-operatorio, GesamtKunstWerk, Moscaburro, Sycamore Age, Just Add Melody, Fiumiprofumi, Following Friday, The Nightmare Rose Experience, Wild Frogs, At the Weekends, MrM, El Karmaso, Neurotic Maze e The Trick. I finalisti si esibiranno davanti alla giuria al completo (saranno presenti anche Paola De Angelis di Radio Rai, Paul Chitnam, direttore artistico del PopKom di Berlino e Cristiano Godano leader dei Marlene Kuntz). Dopo le audizioni live, Upload organizza una serata riservata ai musicisti dell’Euregio. I quattro finalisti accederanno alla finale di upload dell’11 giugno e si esibiranno in apertura del concerto del gruppo ospite: si tratta dei Gang of Four, gruppo post punk britannico scelto per Upload da Cristiano Godano.
Nel frattempo prosegue anche il sondaggio sul sito www.altoadige.it tra 10 band regionali scelte dal concorso (Moscaburro, MrM, neurotic maze, The Rose Nightmare Experience, Snail Trail, Rock Village, Other World, Sunday Drivers, Hill Street Blues Band, Kepsah): il gruppo più votato si potrà esibire l’11 giugno. Al momento le band più votate sono i Sunday Drivers (34%) e Hill Street Blues Band (32%).
Alto Adige 24-5-11Gang of FourGang of Four
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giovedì, 19 maggio 2011


Peter Jasko

Bolzano Danza esce dal teatro

SANDRA MATUELLA
Si intitola “Mythos” l’edizione numero 27 di Bolzano Danza, presentata ieri mattina, che si svolgerà dal 16 al 30 luglio al Teatro Comunale, ma anche in diversi spazi pubblici e privati della città e perfino in alta quota, sul Corno del Renon, con un assolo proposto alle prime luci dell’alba dal danzatore slovacco Peter Jasko col musicista bolzanino Gabriele Muscolino.
Si tratta di un cartellone particolarmente ricco e impegnativo che ospita 12 compagnia per un totale di 18 spettacoli articolati in maniera capillare sul territorio, che fa di Bolzano Danza un festival della città, un festival di tutti: sono infatti tante le associazioni e le realtà coinvolte dalla manifestazione, e un modo per svolgere fino in fondo un compito pubblico, come hanno spiegato Manfred Schweigkofler, direttore della Fondazione Teatro Comunale e il segretario artistico Emanuele Masi: il festival esce sempre più dal teatro, va in strada, nella stazione ferroviaria, al lido, all’ospedale e anche negli appartamenti privati per avvicinare e appassionare alla danza persone che solitamente non frequentano questo affascinante linguaggio artistico.
Questa linea di “anti-esclusione” è stata definita “Going Social” e propone una serie di iniziative e servizi su temi che spaziano dalle pari opportunità all’integrazione, in collaborazione con l’Associazione Donne Nissà, con il Teatro La Ribalta e i Laboratori Protetti dei Servizi Sociali.
Suggestivo sarà anche il nuovo lavoro di Abbondanza-Bertoni, compagnia che vanta un sodalizio storico con il festival e con i corsi di danza internazionali che si tengono anche quest’anno parallelamente agli spettacoli: in collaborazione con Eurac Research e il festival altoatesino Alps Move, presentano “Bll” un lavoro dedicato alla Torre di Babele e presentato all’interno della torre dell’Eurac. Questa linea volta ad “inondare tutta la città di danza” è ampiamente condivisa dal sindaco della città Luigi Spagnolli e dall’assessore Patrizia Trincanato, come è emerso dai loro interventi durante la conferenza di ieri.
Nell’accezione, quindi, di “Mythos” intesa da Bolzano Danza non ci sono solo eroi, divinità e personaggi straordinari del mondo antico, come il Minotauro, Dedalo, Venere e Poppea, ma c’è innanzitutto il significato letterario della parola, ossia di mito come racconto: “la danza come modo di raccontare le emozioni della vita attraverso il corpo. Danza come racconto che ci fa viaggiare con la fantasia” ha specificato Emanuele Masi.
Naturalmente Bolzano Danza - sostenuto da Hypo Tirol Bank e Sel - ha in cartellone grandi compagnie che si esibiranno quasi tutte in prima nazionale sul palco del Teatro Comunale e che richiameranno tanti appassionati dalla regione e non solo, come la compagnia belga “Thor” con “To the ones I love”, lavoro di puro movimento firmato da Thierry Smits. Dopo il successo di anni fa con l’energica “Sagra della primavera”, il coreografo algerino Heddy Maalem torna a Bolzano con la sua straordinaria compagnia multietnica, seguita dalla Gauthier Dance di Stoccarda diretta da Christian Spuck, il nuovo astro della coreografia internazionale che presenta “Poppea”, liberamente ispirato a “L’incoronazione di Poppea” di Claudio Monteverdi.
Da tanti anni Bolzano Danza è un punto di riferimento importante della danza contemporanea e proprio per questa sua credibilità può ospitare “Avvertenze Danza”, la piattaforma dedicata alla nuova danza italiana sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali che fa da ponte tra artisti emergenti e operatori del settore.
Questa edizione inaugura anche una nuova finestra sul tema Cinema&Danza che si terrà al Cineplexx di Bolzano, dove verranno proiettati diversi film sulla danza.
Alto Adige 19-5-11
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mercoledì, 18 maggio 2011



Con Video Balkan Bolzano esplora la ex Jugoslavia

BOLZANO. Decolla domani sera al Pippo.Stage di Bolzano «Video Balkan», una rassegna di quattro film che la Fondazione Langer ha battezzato con il sottotitolo «leggere la guerra per imparare la pace». Si inizia domani con “La polveriera” di Paskaljevic.
Tutte le proiezioni si terranno alle ore 21, presentate da Antonio Gualtirolo. Si incomincia dunque con «La polveriera - Bare Baruta» di Goran Paskaljevic, film del 1988. Belgrado, fine anni 90, in una notte i protagonisti di tante vicende violente si incontrano. Un ragazzo mentre guida l’auto urta, senza volerlo, un’altra auto. Il proprietario dell’auto incidentata va a casa sua con l’intenzione di vendicarsi e lo costringe alla fuga. In un altro episodio due grandi amici, mentre praticano pugilato, si rivelano reciproci tradimenti. Mentre fanno la doccia uno dei due uccide l’altro ed è costretto a scappare. Un uomo maturo torna a Belgrado dopo tanti anni,deciso a riconquistare quella che era la sua donna che nel frattempo si è fidanzata. Verrà ucciso dal nuovo ragazzo della donna. Il finale del film fa capire come la Jugoslavia sia un paese che esploderà di lì a poco, come una polveriera.
Giovedì 26 maggio toccherà al capolavoro di Emir Kusturica, «Underground» (1995). È difficile stringere in una definizione di genere un grande film visionario come il 5º lungometraggio del bosniaco Kusturica. Si scrisse che fa pensare ad Alice nel paese delle meraviglie riscritto da Kafka, con Hyeronimus Bosch come scenografo e Francis Bacon direttore della fotografia. È una tragicommedia musicale con le musiche tzigane di Goran Bregovic.
Giovedì 1º giugno toccherà a «No Man’s Land - Nicija zemlja» di Danis Tanovic, Oscar come miglior film straniero 2002. Altri film hanno denunciavato le guerre-spettacolo, ma pochi erano dotati della saldezza di conduzione (opera prima) e dell’ironia affilata di No Man’s Land.
Ultimo appuntamento giovedì 8 giugno con «Welcome Mr. President - Gori Vatra» di Pjer alica, straordinaria tragicommedia post bellica come solo il cinema bosniaco riesce a partorire. E’ la storia sullo sfacelo di una famiglia. Sulla realtà post bellica in Bosnia.
Alto Adige 18-5-11
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venerdì, 13 maggio 2011


Cristiano Godano

Upload Day: la musica a Bolzano e Bressanone per le strade e sui bus

ANDREA MONTALI
BOLZANO. Due città in musica. Invase, letteralmente, da suonatori. Stiamo scrivendo di Bolzano e Bressanone. Accadrà domani. Dal mattino, fino a notte inoltrata, l’«Upload Day» sbarcherà per le strade e nelle piazze, sugli autobus, nei negozi, nei luoghi abitualmente dedicati alle sette note e, in ultima istanza ma non certo per importanza, nelle Case di Soggiorno per anziani. Perché la musica è di tutti e per tutti. Perché il territorio in cui viviamo ha bisogno di una scossa: decibel, passione, solidarietà e divertimento.
Organizzato dall’assessorato provinciale alla cultura italiana, il «giorno di Upload» è una strabordante anticipazione di quello che accadrà durante le serate del 10 e 11 giugno all’ex Alumix di via Volta, a Bolzano, sede delle finali del concorso omonimo, dove si esibiranno i suonatori finalisti e la guest-star internazionale selezionata dal cantante dei Marlene Kuntz Cristiano Godano (direttore artistico del festival). Ma torniamo alla lunga maratona musicale di sabato. Partendo dall’inizio. Da Bolzano. Sulla terrazza della pizzeria «Spizzico» di via Museo, dalle 10, si esibiranno la Blues Night Band (formata da allievi ed insegnanti dell’Istituto musicale Vivaldi) e il trio di polistrumentisti bolzanini Swingin’ Pavones (cabaret-rock). Di fronte al locale, schierati e pronti a partire per musicare le vie della città, i due ensemble trentini «The Tiger Dixie Band» e «Be Folk». A piedi, o sulle corse di linea degli autobus, i sopracitati suonatori allieteranno e sorprenderanno i cittadini con la loro arte: la «Tiger» si dirigerà verso Europa-Novacella, «Be Folk» verso il centro.
Anche per chi, dalle 10.30 alle 12.30, deciderà di dedicarsi allo shopping, non mancheranno la colonna sonora e lo spettacolo: in alcuni esercizi commerciali e agli angoli delle strade (in diversi posti del centro e tra via Dalmazia e via Torino) infatti si esibiranno artisti iscritti al concorso: un sodalizio tra la ripartizione provinciale competente e la Confesercenti, presentata ieri in conferenza stampa dall’assessore Christian Tommasini e dal direttore dell’associazione Paolo Pavan.
L’«Upload Day», nel pomeriggio, si svolgerà nelle case di soggiorno per anziani: precisamente, alla Don Bosco e a Villa Europa si esibiranno il Coro Voci Bianche e l’Amoroso Ensamble (sempre dal Vivaldi).
La serata prevede una carrellata di gruppi che ben rappresentano l’underground bolzanino: Funkenstein, Julius Bana, Simple Choice, Peggy Germs ed Eugénie. Chiuderà la serata Dj Alex. L’appuntamento è al Classic Lumina di via Galilei (inizio alle ore 19).
A Bressanone, il cartellone è altrettanto lungo e vario: si parte in centro storico (ore 11), con musica dal vivo al Bar Millenium, al Platzl Cafè, all’ Absolut Lounge e al Cusanus Lounge Bar. Una jam session aperta a tutti i musicisti è prevista in quest’ultimo locale dalle 14.30.
Gran finale al centro di cultura giovanile «Connection», con tre combo di giovani altoatesini: The Drama, Secret Blue e The Artificial Harbor (inizio alle ore 21).
Alto Adige 13-5-11
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lunedì, 09 maggio 2011



Sabato per Upload due città a tutta musica

ANDREA MONTALI
BOLZANO. I musicanti, per un giorno, occuperanno Bolzano e Bressanone. Non solo nei luoghi abituali dove sono ben accolti, ma anche nei negozi, negli autobus, nelle strade e nelle piazze. Inoltre, porteranno la loro arte anche nella Case di soggiorno per anziani. Come fare del bene divertendosi. Queste, in sintesi, le proposte dell’”Upload Day”, manifestazione correlata all’omonimo concorso per musicisti emergenti, organizzato dalla Ripartizione Casa Scuola Cultura della Provincia. La lunga e variegata kermesse avrà luogo sabato prossimo 14 maggio.
A Bolzano, la manifestazione comincerà alle ore 10, con la Blues Night Band (composta da professori e allievi dell’Istituto Musicale “Vivaldi”) e gli scellerati Swingin’ Pavones, trio di polistrumentisti bolzanini con un debole per il cabaret. Il concerto si svolgerà nella terrazza della pizzeria “Spizzico” di Via Museo.
Successivamente, alcuni dei gruppi iscritti ad Upload 2011 suoneranno sugli autobus, nelle strade e nelle piazze dei quartieri Don Bosco, Europa - Novacella e Centro.
Dalle 10.30 alle 12.30, si potrà assistere a performance dal vivo anche nei negozi: ad oggi non è dato sapere quali commercianti abbiano aderito all’iniziativa, ma già si sa che la Tiger Dixie Band (Trento) sarà della partita: una banda composta da piano, fiati e batteria, dall’eccellente preparazione e dal repertorio vastissimo: dal charleston al blues, dal dixieland al “Chicago style”.
Nel pomeriggio, il “Coro Voci Bianche” e l’”Amoroso ensemble”, composti anch’essi da docenti e studenti del “Vivaldi”, si esibiranno nelle Case soggiorno per anziani “Don Bosco” e “Villa Europa”.
La serata prevede un appuntamento di tutt’altro registro: dalle 19, al Classic Lumina di Via Galilei (all’interno dell’edificio “Podini Holding”), spazio al rock e sonorità affini con Funkenstein, Julius Bana, Simple Choice, Peggy Germs, ed Eugénie: una degna rappresentanza della musica del “sottosuolo” bolzanino. La chiusura di serata è affidata a Mr. Alex, eroe cittadino del dj-set.
A Bressanone, l’”Upload Day” comincerà alle 11: i concerti della mattinata, che avranno per protagonisti gruppi iscritti al concorso, si svolgeranno in centro storico: ad ospitare le esibizioni, l’Engage Bar Millenium, il Platzl Cafè, l’Absolut Lounge, e il Cusanus Lounge bar; al Cusanus inoltre, dalle 14 in poi, si terrá una jam-session a cui tutti gli interessati sono invitati a partecipare.
Infine (ore 21), sul palco del Centro di cultura giovanile “Connection”, suoneranno i giovani rockettari The Drama e The Secret Blue, e The Artificial Arbor (indie-folk).
Tutto questo, in attesa del gran finale di Upload, previsto a metà giugno all’Alumix con l’esibizione del finalisti e di special guest internazionali.
Alto Adige 9-5-11
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mercoledì, 04 maggio 2011



Bertagnolli in chiesa con i migliori autori del Barocco

BOLZANO. Il Festival regionale di musica sacra valorizza questa sera e domani in Alto Adige, dopo la prima di ieri sera a Trento, un’artista locale in carriera: il soprano Gemma Bertagnolli, unica voce protagonista di un programma intitolato “Musica barocca per le solennità”. Una sorta di hit parade degli autori barocchi, da Vivaldi a Corelli, da JS Bach a Händel. Questa sera nel Duomo di Bressanone e domani nella chiesa parrocchiale di Campo Tures (ore 20.30) due preziose occasioni per riascoltare una delle voci del barocco fra le più gettonate in tutta Europa, con gratificanti successi anche in Giappone, Canada e Sudamerica.
Musica sacra del periodo barocco: ci racconta questo nuovo progetto?
«Beh, anzitutto vorrei dire che sono davvero molto felice di ritornare nel cartellone di questa rassegna, perché mi sono resa conto che la mia precedente apparizione al Festival regionale di musica sacra coincise proprio con il mio debutto nel 1987. Molti dei musicisti che suonano con me in questo progetto non erano ancora nati. È un progetto davvero bellissimo, ideato da un giovane talento sudtirolese, un violinista di Appiano che si chiama Joseph Höhn e che studiava al Conservatorio di Bolzano all’epoca in cui io ci insegnavo. Dopo aver passato l’audizione per entare nella European Baroque Orchestra ed essere andato in tour anche con la Youth Baroque Orchestra, è diventato un po’ l’organizzatore dei giovani gruppi barocchi locali e ora ha messo in piedi questo progetto, diretto da Huw Daniel, in cui Höhn suona la viola. I musicisti sono tutti giovanissimi e molto bravi. C’è davvero una nuova e bella generazione che cresce. Vorrei citare anche l’oboista Thomas Meraner, senza fare torto agli altri».
Il repertorio?
«Semplicemente il meglio del Barocco, ovviamente il meglio della musica sacra barocca. Pagine bellissime, l’unico rimpianto è non poter cantare anche nella mia città».
Da quando non canta a Bolzano?
«A parte piccole apparizioni assieme a Claudio Astronio, cerdo di dover risalire fino al 2002 con il Matrimonio Segreto allestito dalla Fondazione Teatro Comunale, che poi però mi ha dimenticata come tutte le altre istituzioni altoatesine».
In chiesa anziché a teatro: c’è una differenza a livello di coinvolgimento emotivo? Se poi uno è credente...
«Non credo nelle religioni, ma nell’evidenza della spiritualità. E credo che la musica sia un linguaggio divino, sia materia dello spirito. Mi sembra un’evidenza, non un fatto mio personale. A prescindere che si tratti di musica sacra o profana».
Altri progetti in vista?
«Madrid in giugno, per cantare, e poi a Brema per un progetto europeo che mi vede impegnata come docente di una grossa produzione della Hochschule di Brema che debutterà a Parigi. Un’altra estate intensa, insomma».
Alto Adige 4-5-11
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martedì, 03 maggio 2011



Castelli a Laives insegna l’uso della voce

LAIVES. Andrea Castelli e i segreti della voce. Il centro Uilt propone a Laives, nella sede della Filodrammatica, otto incontri-lezione con l’attore trentino. Gli obiettivi? Miglior controllo della voce e della sua efficacia; eliminazione dei difetti di pronuncia; padronanza dell’altrui attenzione a quanto si racconta; allenamento della memoria. Al termine saranno consegnati ad ogni partecipante un attestato di frequenza al corso, una dispensa sugli elementi base di dizione della lingua italiana e sarà consigliata una bibliografia sul tema. Gli incontri avranno cadenza bisettimanale - il lunedì e il giovedì dalle 20.30, durata minima un’ora e mezza - da 9 maggio al primo giugno. Il costo a persona è di 250 euro. Nella prima settimana si tratterà il controllo della respirazione e dell’emissione vocale, nella seconda pronuncia e accenti, nella terza lettura a voce alta, timbro e intenzione, nella quarta raccontare una storia, la memoria, il monologo breve. Per informazioni: 347-4362453 oppure 366-6606396.

Alto Adige-3-5-11
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martedì, 03 maggio 2011



Upload: 421 iscritti da tutta Europa al festival-concorso

BOLZANO. Sono 421 gli iscritti ad Upload 2011. Per il festival-concorso dedicato ai giovani musicisti si tratta di un enorme successo: le iscrizioni sono raddoppiate rispetto all’anno scorso, e sono arrivate da diversi Paesi europei. Inoltre si rinnova anche in questo 2011 la collaborazione con l’Alto Adige, in particolare nella sua versione on line.
 La caratteristica principale dell’edizione 2011 di Upload - le cui iscrizioni si sono chiuse il 30 aprile - è l’internazionalità: tra gli iscritti ci sono infatti anche 9 gruppi austriaci, 10 dalla Germania, un gruppo inglese (Londra), uno gruppo portoghese e due svizzeri. La parte del leone è fatta ovviamente dagli altoatesini (48 iscritti) e dai trentini (63 iscritti). In tutto come detto sul sito di Upload sono depositati 421 mp3 (e il sito è stato visitato da tutto il mondo compresa Costa d’Avorio, Indonesia, Vietnam, Australia...). Per quanto riguarda i generi musicali, l’asse è spostato soprattutto su rock, ska ed elettronica. Sempre presente la componente hard rock e metal, soprattutto per i gruppi local, ma anche generi come il ragge, il punk il folk e blues sono ben rappresentati; poco presenti invece i gruppi rap e hip pop. Chiuse le iscrizioni, ora si pensa alle prossime fasi del percorso. Tra queste l’Upload day il 14 maggio a Bressanone (al Centro giovani Connection) e Bolzano (una grande festa musicale in tutta la città) e la finale del festival il 10 e 11 giugno presso l’Allumix a Bolzano.
 Intanto si rinnova anche quest’anno la collaborazione tra il concorso Upload e l’Alto Adige. Nei prossimi giorni sarà attivato un sondaggio on line sul sito www.altoadige.it nel quale si chiederà ai lettori di scegliere la loro band regionale (trentina o altoatesina) preferita tra le dieci selezionate dalla giuria, avendo la possibilità di ascoltare i brani di ciascun gruppo. Alla fine della votazione, che durerà circa un mese, gli utenti del nostro sito con i loro clic decreteranno la band vincitrice del «Premio Alto Adige», che potrà esibirsi sul palco di Upload nel corso delle serate finali. Nei prossimi giorni, prima dell’attivazione del sondaggio, spiegheremo nei dettagli il regolamento. Ma quest’anno Upload e Alto Adige hanno voluto fare di più, offrendo ai gruppi musicali emergenti una vetrina web nella quale esibirsi e «postare» il proprio materiale. Tra qualche giorno, sul sito www.altoadige.it sarà attivato un blog di Upload che ciascuna band potrà alimentare automaticamente. Sarà sufficiente che i gruppi interessati abbiano un profilo su Myspace o su Tumblr, oppure un proprio sito internet o un blog, che potrà anche essere aperto per l’occasione grazie all’Alto Adige, secondo modalità che verranno spiegate sul sito. Poi, ogni volta che i gruppi faranno un post sul proprio sito-blog-profilo (inserendo testi, video, audio, foto) quel post comparirà anche sul blog di Upload-Alto Adige, cliccabile dalla homepage del nostro sito. Per ulteriori informazioni potete scrivere una email all’indirizzo upload@altoadige.it, al quale i gruppi possono anche inviare il proprio materiale (specificando il mittente e di cosa si tratta), che poi la redazione provvederà a caricare sul blog di Upload-Alto Adige.
Alto Adige 3-5-11
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domenica, 01 maggio 2011



Paolo Rossi oggi ospite del Quincho e poi del Capitol

BOLZANO. Ultima, intensa giornata bolzanina per Paolo Rossi, che dopo aver riempito tutti i teatri altoatesini con le repiche del suo Mistero Buffo pop, sarà ospite oggi di due piccoli ma significativi eventi: una festa musicale e una proiezione al Capitol.
Il popolare attore comico alle ore 14 sarà protagonsita di una incursione alla cantina Mayr di Via Mendola, ospite della festa del Primo Maggio organizzata dal comitato bolzanino Quincho Barrilete. Non c’è nulla di organizzato, ma è difficile pensare a una incursione di Paolo Rossi senza che si trasformi in una performance improvvisata ma comunque godibile. L’incontro servirà anche da traino alla proiezione serale, quella sì organizzata, al cinema Capitol per iniziaiva del Filmclub e del Festival delle Resistenze. Per l’ultimo appuntamento del festival, alle ore 21 sarà proiettato il lungometraggio di Massimiliano Carboni «RCL - Ridotte Capacità Lavorative: Paolo Rossi “indaga” sulla Fiat di Pomigliano». L’estate 2010 è balzata agli onori della cronaca anche per le vicende del referendum degli operai Fiat di Pomigliano D’Arco, nel Napoletano. Dopo aver seguito i fatti interamente attraverso la stampa e i telegiornali, arriva un documentario “ufficiale”, nel quale il comico Paolo Rossi si improvvisa detective, e trova la soluzione a tutti i problemi. Ironico e pungente, il documentario di Massimiliano Carboni racconta con stile e lucidità una fetta d’Italia. Paolo Rossi sarà presente in sala per una breve discussione al termine della proiezione.
Il film narra la vicenda di Pomigliano d’Arco. Trenta giorni dopo il referendum (indetto e indotto dalla Fiat) sull’intesa tra azienda e sindacati per il piano di rilancio dello stabilimento a spese di “alcuni” (sostanziali) diritti dei lavoratori, Paolo Rossi approda nella provincia napoletana per i sopralluoghi di un ipotetico film. E osserva, sotto un Borsalino e la canicola estiva, un comune cresciuto, trasformato e stravolto. Il reality movie, ideato da Alessandro Di Rienzo, diretto da Massimiliano Carboni e interpretato da Paolo Rossi, offre allo spettatore la possibilità di “vedere meglio” qualche cosa che una storia finzionale o un “semplice” documentario non avrebbe potuto rivelare.
Alto Adige 1-5-11
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domenica, 24 aprile 2011



NACHTCAFE' 15  APRILE 2011
Servizio fotografico: riccardo di valerio

Organizzazione: Centro culturale S. Giacomo
































domenica, 24 aprile 2011



Cinema: a Bolzano il ruolo delle donne nella Liberazione

MARCO RIZZA
BOLZANO. Il primo appuntamento con i documentari per la celebrazione dell’anniversario della Liberazione - domani (lunedì) alle 18.30 al Capitol - sarà con il documentario di Alessia Proietti «Bandite», proiettato nell’ambito della prima giornata del festival delle Resistenze contemporanee. «Bandite» restituisce alla storia della Resistenza italiana quella lotta di liberazione che fu anche espressione di parità e di eguaglianza tra i generi, quel momento in cui le donne escono dal ruolo storico di madre, casalinga e sposa per assumere quello di bandita, clandestina, partigiana. Il documentario intervista oggi alcune delle donne che dal ’43 al ’45 hanno combattuto nelle formazioni partigiane. In un racconto corale, donne di diverse estrazioni sociali, culturali e politiche, esprimono la consapevolezza di una lotta che va oltre la liberazione dal nazifascismo e che segna un momento decisivo nel percorso di emancipazione femminile. Il vissuto di queste donne ribelli si intreccia agli interventi delle storiche. Abbiamo parlato del documentario con la regista, Alessia Proietti, che domani sarà presente alla proiezione: «Sono onorata di questo invito».
 Il suo documentario ribadisce che nel corso della guerra di Liberazione le donne non si limitarono a ruoli «di appoggio» o di staffette per i messaggi, ma alcune svolsero anche un ruolo attivo come combattenti: ma portarono nelle battaglie qualcosa di specificamente «femminile» o furono uguali ai partigiani maschi?
 
Portarono certamente una dose straordinaria di «creatività», per dire così, per uscire dalle situazioni difficili o di pericolo. Di creatività e di risolutezza. Se si intervista un partigiano si sentirà spesso parlare delle grandi battaglie, se si intervista una partigiana sarà più frequente ascoltare storie di vite salvate con escamotage di vario tipo in numerosi, piccoli episodi. Molte di loro inoltre raccontano di avere combattuto «col cuore di donna», cioè con la piena consapevolezza e il dolore di sapere che avrebbero potuto uccidere.
 Quindi cambia anche il modo in cui tramandano la memoria...
 
Sì, esatto. Per altro subito dopo la fine della guerra il loro ruolo nella lotta partigiana fu quasi sempre sottovalutato: era considerato partigiano chi avesse partecipato ad almeno tre scontri a fuoco e così loro spesso restarono escluse dall’ufficialità del riconoscimento. Ma non rivendicarono mai nulla perché - come raccontano - pensavano di avere fatto solo il loro dovere. Ed poi dopo il 1945 erano troppo impegnate nella costruzione materiale e civile della nuova Italia... Bisognerà aspettare gli anni Sessanta e Settanta per rivalutare il loro ruolo. «Compagne», il fondamentale libro di Bianca Guidetti Serra, è del 1977.
 Erano altri anni... Oggi cosa raccontano quelle donne?
 
Nelle loro parole c’è grande amarezza, un forte dolore per la condizione nella quale vedono gettata la donna oggi in Italia. Lo dicono spesso: «Valeva la pena lottare per vedere oggi giovane donne che si spogliano per vendere una bottiglia di vino in più?». Sono lucidissime nel criticare l’uso del corpo della donna nell’Italia di oggi, e in questo danno molta forza anche alla nostra protesta... Ma nel documentario non si parla di attualità, di solito ne discutiamo nel dibattito al termine della proiezione.

   La scheda
Domani al via il Festival

 Prende il via domani (lunedì 25) a Bolzano il Festival delle Resistenza contemporanee. Si apre con un omaggio alle vittime nei campi di sterminio: alle 10 in piazza Matteotti si riuniscono i ragazzi che a gennaio hanno preso parte al Treno della Memoria, visitando Auschwitz e Birkenau, raccontando la loro esperienza con parole e immagini. Alle 18.30 al cinema Capitol è proiettato il docu-film «Bandite». Martedì invece la giornata sarà dedicata alla «resistenza all’omologazione»: in mattinata incontro col segretario nazionale di Slow Food Silvio Barbero e dalle 19.30 cena in piazza Matteotti dei piccoli commercianti che resistono alla grande distribuzione con, tra gli altri, David Riondino.
Alto Adige 24-4-11
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giovedì, 21 aprile 2011



L’unità d’Italia arriva a teatro

SAN GIACOMO

 A Laives le iniziative per i 150 anni dell’unità d’Italia non sono ancora terminate. Sabato 30 aprile alle 20.30 nel teatro di San Giacomo andrà in scena “Garibaldi, Cavour e Jesse, dialogo impossibile ma verosimile e attuale”, una novità teatrale firmata da Paolo Mosna, per la regia di Lorenzo Merlini. L’ingresso sarà libero.

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mercoledì, 13 aprile 2011



Bolzano Cinema s’inaugura oggi con le note del jazz

BOLZANO. Si apre oggi nelle sale del cinema Capitol la venticinquesima edizione del festival Bozner Filmtage - Bolzano Cinema. L’apertura ufficiale alle 19.30 è affidata alla rimusicazione live del film muto Safety Last, ma si parte già alle ore 16.
Primo film in programma al Capitol è Das Lied in Mir che è in concorso per aggiudicarsi il Premio della Provincia Autonoma di Bolzano al miglior film di lungometraggio. L’idea da cui è nato il filmfestival Bolzano Cinema è quella di dare la possibilità al pubblico di potere vedere non solo film nuovi che difficilmente circuitano al cinema se non prettamente d’essai, ma anche di vedere film di registi emergenti di paesi confinanti con il nostro (e quindi Austria, Svizzera, Francia e Germania) che raramente o addirittura mai sono stati proiettati nelle sale. Si vuole permettere così agli spettatori di avvicinarsi alla cultura dei “vicini di casa” e al loro modo di fare cinema, anche attraverso l’organizzazione, durante il festival, di incontri con registi e attori. Ciò vale anche per la produzione cinematografica locale: sostenendo da sempre e mostrando durante il festival ciò che su pellicola viene prodotto in Alto Adige (vedi lavori della scuola Zelig) Bolzano Cinema è comunque una manifestazione da sempre attenta anche ad ogni mutamento della realtà delle produzioni locali. Su questa linea segnaliamo anche l’ultimo lavoro curato da Sandro Tarter e dal laboratorio cinematografico Effetto Notte composto da studenti liceali. Si tratta del documentario Breaking-Equilibri al limite, proiettato alle 18.30. Si tratta di un interessante montaggio di interviste a ragazzi borderlands e borderline. Ma sono i ruggenti anni Venti, rimusicati dal vivo da Michael Lösch, che inaugurano il 25º anno di Bolzano Cinema. Safety Last (1923), famoso film muto (ricordate la scena dell’orologio?) dei registi americani Fred C. Newmeyer e Sam Taylor apre il festival, accompagnato dalla musica live del jazzista Michl Lösch. Lösch, che ha scritto la musica per il film e la suonerà al piano, verrà accompagnato, in sala, dai musicisti austriaci Florian Bramböck (sax, clarinetto) e Martin Ohrwalder (tromba) e dal trentino Carlo Canevali (batteria). (a.per.)
Alto Adige 13-4-11
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giovedì, 07 aprile 2011



Bolzano Cinema festeggia i 25 anni tra film e incontri

ANDREAS PERUGINI
BOLZANO. Presentata ieri ufficialmente la 25ª edizione dei Bozner Filmtage - Bolzano Cinema, il festival del Filmclub che dal 13 al 17 aprile torna a Bolzano nelle sale del Capitol.
 Una nuova sigla introduce la manifestazione. Eventi collaterali e sponsor in numero in gran lunga superiore rsipetto al recente passato. Aumentano anche le partnership. La più importante quella col “SalinaDocFest” ma anche con il “Kinofest Lünen” e infine la partnership con il “Südtirol Jazz Festival”. Con il SalinaDocfest il festival bolzanino si è legato con un vero e proprio gemellaggio, che unisce due luoghi, le Dolomiti e le isole Eolie, entrambi divenuti patrimonio dell’umanità. Giovanna Taviani, direttore artistico del festival delle Eolie, sarà ospite a Bolzano cinema dove porterà “Fughe e approdi”, il suo documentario girato proprio alle Eolie, che sarà anche in concorso a Bolzano. Ma fra gli ospiti forse i più attesi saranno Ricky Tognazzi e la moglie Simona Izzo, a Bolzano sabato sera. Interessante la collaborazione col Museion che prevede un doppio accredito tra visite nelle sale della struttura di via Dante e proiezioni. La BLS, la neonata filmcommision altoatesina, ha curato il sottotitolaggio di diversi film in concorso. Inoltre organizza un seminario dedicato alla coproduzione. Col Südtirol Jazz Festival la domenica della chiusura è prevista la proiezione di 5 cortometraggi con commento sonoro, appunto, jazz affidato ad una serie di promesse delle scena germanica.
 I ruggenti anni Venti, musicati dal vivo da Michael Lösch, inaugurano invece il festival. Safety Last (1923), famoso film muto (ricordate la scena dell’orologio!) dei registi americani Fred C. Newmeyer e Sam Taylor apre il festival, mercoledì 13 aprile, alle 19.30, accompagnato dalla musica live del jazzista Michl Lösch, che che ha scritto la musica per il film e la suonerà al piano, accompagnato da un quartetto. Ma il cuore della manifestazione rimangono i film che passano da 12 a 16 in concorso. Tra i vari titoli ricordiamo anche l’ultimo film di Nanni Moretti “Habemus Papam”. Ogni film sarà acconpagnato da un ospite tra attori e registi.
Alto Adige 7-4-11
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sabato, 26 marzo 2011



Brachetti: il mago del trasformismo torna a incantare il pubblico di Bolzano

RICCARDO VALLETTI
 BOLZANO. Arturo Brachetti, il più veloce trasformista del mondo, caleidoscopico e multiforme showman, apprezzato ovunque per il suo illusionismo poetico, torna dopo anni di assenza a Bolzano con il suo nuovo spettacolo «Ciak si gira!». Due serate, 29 e 30 marzo alle 21, al teatro Cristallo, per il suo one man show annunciato come «mitraglia di sorprese», in cui l’artista racchiude il meglio del suo repertorio. Lo spettacolo si svolge per la rassegna «L’Arte del far ridere» del circolo La Comune. Cambiando d’abito e trucco nel tempo di un passo dietro le quinte, l’impareggiabile trasformista porta in scena con «Ciak si gira!» (il nome è tutto un programma) una carrellata di sessanta personaggi del cinema del Novecento.
 Nuovi numeri e nuova ambientazione scenografica per far rivivere sul palco e dal vivo tutta la magia del cinema, con i suoi effetti speciali, per uno spettacolo di illusioni in cui Brachetti vola e sparisce, e si trasforma senza sosta. Da Zorro a Maciste, passando per Mary Poppins e Crudelia De Mon, Brachetti interpreta con abilità fulminea l’immaginario collettivo del secolo scorso, senza perdere di vista la poesia della narrazione-illusione. In un momento più intimo gioca col cappello del nonno, con cui da bambino si divertiva a inventare decine di personaggi, offrendo al pubblico un numero di fantasia dove «con nulla si fa tutto». Brachetti omaggia in uno dei numeri anche Lon Chaney, antesignano del trasformismo e pioniere dei trucchi facciali, che diede vita a personaggi come Quasimodo e il fantasma dell’opera.
 La tournée, appena rientrata da Parigi, farà poche tappe in Italia per riportare poi il mattatore in Europa. Per l’occasione bolzanina le due serate in cartellone di «Ciak si gira!» hanno registrato già da tempo il tutto esaurito. Il circolo La Comune festeggia con questo evento, l’apice della stagione teatrale, i suoi 40 anni di attività. Anche per il Cristallo è una sfida ospitare lo spettacolo, che per la sua complessità è considerata un’esperienza al limite delle capacità tecniche della struttura. Dietro le quinte 18 tecnici, truccatori e costumisti rendono possibili le spettacolari e fulminee trasformazioni di Brachetti.
Alto Adige 26-3-11
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venerdì, 25 marzo 2011



Oggi a Bolzano l’intenso «Idiotas» di Nekrosius

 BOLZANO. Sarà grandioso, spettacolare ed emozionante come tutti i lavori di Eimuntas Nekrosius, l’«Idiotas» che andrà in scena per due sere, oggi e domani, al Teatro Comunale di Bolzano alle 19, dopo aver incantato il pubblico dell’Auditorium di Trento. Si tratta dell’adattamento da parte del grande regista lituano del romanzo «L’idiota» di Dostoevskij.
 L’evento è organizzato da Teatro Stabile, Vbb, Fondazione Teatro e Centro Santa Chiara. Nekrosius prima di Dostoevskij aveva già affrontato con grande profondità e successo il teatro di Cechov, Gogol, Puskin e Tolstoj e i testi di Shakespeare, come l’«Otello» e l’«Amleto». Adesso ci fa compiere una sorta di viaggio dentro i meandri della mente, narrando la vicenda del principe Myskin, ultimo erede di una grande famiglia decaduta, creatura spiritualmente superiore in cui la generosità d’animo e la candida fede nel prossimo si accompagnano a una totale inesperienza di vita e a una sorta di paralisi della volontà. Lo spettacolo dura cinque ore (con tre intervalli), ed è recitato in lituano con sovratitoli in italiano e tedesco. Tauras Cizas, da vent’anni assistente e braccio destro di Nekrosius, sta mettendo a punto la luminosità delle scritte con le traduzioni del testo. E sarà anche sul palco come attore durante il primo tempo. «No, non è facile lavorare a fianco di Nekrosius - dice sorridendo, quando gli chiediamo com’è lavorare con un “genio” - perché lui parla molto poco, tiene tutto dentro di sé, ma si aspetta che gli altri capiscano quello che lui non dice. Lui ha un’idea ben precisa in testa, quando comincia a lavorare, e deve darle una forma e soprattutto creare delle emozioni. Ma per me è sempre un piacere lavorare con lui, anche se ammetto che è un uomo complicato, oltre che silenzioso, e che lavora sempre: a casa con la testa, sul palco con il cuore. È lì che nasce l’emozione che lui riesce a trasmettere al pubblico».
 Quanto lavoro c’è dietro alla riduzione teatrale di un romanzo complesso come l’Idiota?
 
Neanche tanto, perché quando partiamo con un progetto lavoriamo in modo molto intenso. Per fare la riduzione e definire il cast ci abbiamo messo circa sei mesi. Abbiamo debuttato un paio di anni fa a Roma, a Tivoli, in un piccolo teatro dove non c’erano neanche i camerini e noi entravamo direttamente sul palco.
 Qui non avrete problemi si spazio...
 
Proprio no, questo teatro è grande e spazioso e il palco enorme. È la prima volta che vengo a Bolzano e devo dire che avete proprio un bel teatro, tra l’altro perfetto per noi. Noi non abbiamo problemi di spazio sul palco, perché le scenografie sono essenziali. Infatti lo abbiamo adattato senza problema anche agli open air. Noi piuttosto abbiamo bisogno di spazio vuoto, e qui ce n’è parecchio. E questo per noi è importante perché il vuoto fa parte del nostro teatro.
 Come riuscite a tenere gli spettatori sulle loro sedie per 5 ore?
 
Il primo atto è per lo spettatore il più difficile, perché viene bersagliato da una mole immensa di informazioni e di personaggi. Poi non riesce più ad alzarsi dalla sedia perché tutto dopo scorre molto velocemente fino alla fine.
Alto Adige 25-3-11
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mercoledì, 23 marzo 2011



"Cultura e spettacolo al collasso, stop ai tagli" Mobilitazione in teatri, cinema e musei

di ALESSIA MANFREDI

ROMA - Tre giornate per dire no ai tagli per la cultura e lo spettacolo. Tre appuntamenti per informare e sensibilizzare cittadini, opinione pubblica e rappresentanti politici ed istituzionali, perché il settore, dal teatro alla danza, dalla musica al cinema, è in ginocchio. E il crollo di spese statali e sovvenzioni per l'anno in corso rischia di compromettere la sopravvivenza di moltissime attività, e di cancellare qualcosa come 220mila posti di lavoro, solo nello spettacolo. A rischio sono realtà di primo piano, note a tutti, pezzi della nostra storia: come Cinecittà Luce, che potrebbe chiudere i battenti; il teatro La Fenice di Venezia, che in questa situazione può garantire stipendi solo fino a luglio, o il festival delle letterature di Mantova, appuntamento di respiro internazionale, che quest'anno vedrà i finanziamenti del comune ridotti della metà.

Tre giorni per la cultura. Alzano la voce Federculture, Agis, Anci, Upi, la conferenza delle regioni e Fai e presentano la loro mobilitazione per il 26, 27 e 28 marzo: tre giornate nazionali dedicate alla cultura e allo spettacolo, presentate oggi a Roma. Date in cui, su tutto il territorio nazionale, cinema, teatri, musei, biblioteche e luoghi della cultura diventeranno centri di mobilitazione, in cui distribuire volantini e manifesti informativi, per spiegare i motivi della iniziativa. Nelle sale cinematografiche verrà proiettato lo spot "Divieto
di cultura", realizzato apposta. Si conclude il 28 marzo al Teatro Regio di Torino con un incontro pubblico di denuncia e di proposta. Per far ritirare il fiato ad un settore che è sinonimo di prestigio, e, più prosaicamente, produce ogni anno valore per 40 miliardi di euro, incidendo per il 2,6 per cento sul Pil nazionale.

Otto richieste. Sono otto le richieste rivolte al governo e al Parlamento dai promotori dell'iniziativa: Affermare la centralità della cultura nelle politiche economiche e sociali nazionali come strumento reale e documentato di crescita civile ed economica; assicurare livelli certi e adeguati di finanziamento del settore che ne permettano l'esistenza e lo sviluppo, iniziando dal reintegro del Fondo Unico dello Spettacolo; introdurre forme di incentivazioni fiscali per le donazioni a favore della cultura; garantire il tax-credit e il tax-shelter al cinema, attraverso risorse pubbliche o coinvolgendo tutte le realtà che utilizzano il prodotto film e non gravando sugli spettatori e/o sulle sole imprese dell'esercizio cinematografico; sostenere l'occupazione e lo sviluppo delle professionalità del settore, anche attraverso opportuni interventi formativi; investire su una efficace valorizzazione e tutela del nostro patrimonio culturale ed ambientale, coinvolgendo anche gli enti locali; promuovere i processi di modernizzazione nella gestione e nella produzione, anche sostenendo la creatività giovanile; attuare, infine, politiche culturali di livello europeo.

fonte : http://www.repubblica.it/politica/2011/03/22/news/tagli_cultura_dossier_e_iniziative-13942949/?ref=HREC1-10
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martedì, 22 marzo 2011



Bolzano, oggi al Filmclub il cinema è donna

BOLZANO. Giornata dedicata al cinema femminile quella di oggi al Filmclub di Bolzano. Alle 19 sarà presentato il film della regista tedesca Tatjana Turanskij (ospite in sala) «Eine flexible Frau», seguito alle 21 dal documentario in italiano «Vogliamo anche le rose» di Alina Marazzi sul movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta in Italia. L’ingresso è libero. «Eine flexible Frau» (Una donna flessibilie) racconta la storia di Greta, passata da poco i 40 anni, che perde il suo posto presso uno studio di architettura e con esso la sua identità di donna e di madre. Affidata a un consulente lavorativo che cerca di infonderle autostima e strategie di mercato, trova impiego presso un call center dove però di fronte alla più giovane superiore mette in mostra solo la sua scarsa propensione alle vendite. Il secondo film della serata racconta, attraverso i diari di tre donne, il cambiamento portato in Italia alla fine degli anni Sessanta dalla liberazione sessuale e dal movimento femminista. Il film è fatto di materiali eterogenei: cinecronache, dibattiti Tv, film indipendenti, disegni animati, immagini di fotoromanzi, filmini in Super 8, pubblicità e 3 diari di donne scritti nel ’67, nel ’74 e nel ’78-’79. Il racconto si snoda su due linee narrative che s’intersecano tra loro come i due poli di una dialettica tra pubblico e privato. Sul versante pubblico: la trasformazione dei modelli socioculturali per opera delle lotte femministe e civili sul divorzio, l’aborto, la contraccezione, la violenza sessuale. Sul versante privato, invece, i racconti di tre donne provenienti da ambienti molto diversi.
Alto Adige 22-3-11
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lunedì, 21 marzo 2011



Ora, un film sulla vecchia ferrovia

ORA. Sale l’attesa in tutta la Bassa Atesina, ma anche in val di Fiemme, per la presentazione del film sulla ferrovia Ora-Predazzo. Domani sera, infatti, con inizio alle ore 20 verrà presentato nell’aula magna di Ora il film di Luis Walter sulla «vecia ferrovia», che un tempo collegava l’Alto Adige al Trentino. La pellicola racconta la storia della costruzione da Ora a Predazzo durante gli anni della prima guerra mondiale, dal 1916 al 1918. Il film è stato girato prendendo spunto dal libro «Un binario per Fiemme» di Rolando Cembran che uscirà fra poco.
Alto Adige 20-3-11
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venerdì, 18 marzo 2011



Aspettando Upload via ai concerti rock in tutto l’Alto Adige

ANDREA MONTALI
BOLZANO. La quarta edizione di Upload, concorso europeo per solisti e gruppi musicali under 30 promosso dal Servizio giovani del Dipartimento cultura italiana della Provincia di Bolzano, entra nel vivo: questa sera al disco pub Zentis di Renon parte l’«Upload on tour», un vero e proprio festival nel festival, di natura itinerante, che coinvolge gruppi già affermati, affiancandoli ad alcuni degli artisti iscritti al concorso. Tale opportunità, è riservata ai primi ad aver caricato il proprio brano sul sito dedicato (www.upload.bz.it): in ognuna delle date in programma, in apertura, ci sarà spazio per tre di loro. I concerti si svolgeranno in locali altoatesini, trentini e tirolesi.
 Gli headliner di stasera sono gli Small Jackets (Godown records), quartetto romagnolo attivo dal 2000. Dedito ad un robusto rock di matrice classica, ha tre dischi all’attivo, una miriade di concerti alle spalle, ed una nutrita cerchia di appassionati. Sul palco, prima di loro, i bolzanini Ferbegy? (hard rock giovane), vincitori dell’edizione 2010 della sezione «Upload local». Si inizia alle 21.30. Il festival Upload on tour si dirige quindi a sud, allo studentato di San Bartalomeo (TN), con l’esibizione dei Vetrozero (rock), il 23 marzo.
La rassegna continua al club Max di Bressanone (25 marzo, ore 21), dove suoneranno i Legendary Kid Combo (rock, country, folk), accompagnati dalle Sick Girl, gruppo di ragazze che gioca con l’iconografia del burlesque e del rock’n’roll: si esibiranno in uno spettacolo di danza ed intrattenimento goliardico, fra erotismo ed ironia.
 L’8 di aprile Upload on tour si sposterà in Austria, allo Zone di Wörgl, con i bolzanini Little White Bunny (sub-metal). Il giorno successivo, al Pmk di Innsbruck, suoneranno gli Alcest da Parigi (shoegaze). Si salta nuovamente da una nazione all’altra, e ritroviamo Upload in Trentino, al «Bowling Triangolo» di Lavarone, il 9 aprile con i Kill Billy’s (rockabbilly).
Il 15 aprile la tappa è Salorno, con gli Hellfish (psychobilly, Bolzano), al Carterhouse. La sera dopo, spazio alle sonorità giamaicane dei Club 99, alfieri dello ska altoatesino, al Freiraum di Silandro. Al Bistrot di Pergine, martedì 19 aprile, è previsto lo show dei Babamandub, gruppo reggae roveretano. Il 23 aprile (ore21) in Piazza della Pace, a Rovereto, è prevista l’esibizione dei Red solution (ska). La rassegna si chiuderà il 30 aprile all’Ufo di Brunico, con i Setup (Belgio) e gli Old hate (Brunico), per una serata all’insegna del punk/hardcore.
 Intanto, entrando nel sito dell’ Upload festival, si contano già 118 iscritti fra solisti e gruppi musicali: un dato destinato a crescere, visto il respiro europeo dell’iniziativa, la semplice modalità di iscrizione (è sufficiente caricare un brano in formato mp3 all’indirizzo: www.upload. bz.it), e le possibilità che offre a livello di visibilità e socializzazione.
 La giuria tecnica selezionerà dodici solisti/gruppi, che si esibiranno a porte chiuse il 9 giugno 2011, nel capoluogo altoatesino: sei di loro accederanno alla finale, il 10 e 11 giugno, all’ex Alumix di Bolzano.
 Il vincitore assoluto si porterà a casa un buono di 5000 euro in strumenti musicali, e la possibilità di suonare al festival Popkomm di Berlino (settembre 2011). Previsto anche un premio per i partecipanti locali, che consiste in un tour di tre date in locali della Penisola, l’esibizione al M.e.i. di Faenza (meeting delle etichette indipendenti) e un workshop con l’ingegnere del suono David Lenci.
 Le iscrizioni sono aperte fino al 30 aprile 2011.
Alto Adige 18-3-11
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giovedì, 17 marzo 2011



Garibaldi, Cavour, Jessie anche il teatro ricorda gli eroi risorgimentali

BOLZANO. Per la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, il Circolo La Comune porta in scena questa sera (Auditorium Liceo Torricelli, ore 21, dalle ore 20 buffet “risorgimentale”) “Garibaldi, Cavour e Jessie”, spettacolo teatrale che verrà replicato il 30 marzo al Nuovo Teatro di San Giacomo -  Laives.

Il testo è di Paolo Mosna, la regia di Lorenzo Merlini e sul palco ci sono Alberto Bergamini che interpreta Garibaldi, gli assomiglia ed è genovese come lui, Willi Coller nei panni di Cavour e Loredana Merlin in quelli di Jessie White . La colonna sonora è affidata al pianoforte di Luca Schinai che, tra le altre cose, eseguirà l’Inno di Mameli n.2, scritto per la Repubblica Romana e sconosciuto ai più. “La nostra non è la classica celebrazione storica - ha detto Mosna durante la conferenza stampa di presentazione. - I nostri sono personaggi veri, con una dialettica reale”. Nella “solita” storia fatta dagli uomini, c’è anche una donna: l’inglese Jessie White che, siccome in quanto donna non poteva fare il medico, si limitò a fare la crocerossina e a scrivere una biografia su Garibaldi.
Alto Adige 17-3-11
GARIBALDI, CAVOUR E JESSIE - DIALOGO IMPOSSIBILE MA VEROSIMILE ED ATTUALE
Questo il titolo per la novità teatrale firmata da Paolo Mosna.
Tre personalità imponenti che si confrontano nelle idee, proponendo anche aspetti poco conosciuti, offrono prospettive interessanti e momenti di riflessione per la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
“Garibaldi aveva non solo la visione dell'Italia unita, ma anche dell'Europa" ci dice Paolo Mosna.
"In pochi lo sanno, ma Garibaldi sosteneva la repubblica universale. Garibaldi fu eletto al Parlamento francese insieme a Victor Hugo quando aiutò la Francia contro la Russia. Garibaldi mise lo scrittore e intellettuale Alexandre Dumas a sovrintendere gli scavi di Pompei.
Ma cosa è stato quel periodo? Molte sono le forze politiche e sociali che lo hanno animato, ma fondamentalmente è stato due cose: l'azione e il sacrificio del popolo risvegliato dopo secoli di servilismo da un lato, e la direzione di fatto aristocratica del regno di Savoia dall'altro, per cui si è potuto parlare di conquista regia?
Queste due componenti trovano la loro espressione più rappresentativa in due grandi personalità che hanno caratterizzato il processo unitario: Garibaldi e Cavour.
Jessie White Mario importante personaggio del Risorgimento italiano soprannominata "Miss Uragano" o Giovanna d'Arco della causa italiana (quest'ultimo appellativo le fu dato da Giuseppe Mazzini) fu infermiera in quattro campagne con Garibaldi e fece ricerche sulle condizioni di vita nei quartieri più poveri di Napoli e dei minatori delle solfatare siciliani.
Scrisse copiosamente sia come giornalista che come biografa.
Lo scontro-incontro tra Cavour e Garibaldi per definire il possibile raggiungimento dell'Unità d'Italia, in una situazione sociale così ben descritta da Jessie White; riveste caratteristiche drammatiche che ben si prestano ad una rappresentazione teatrale, così da far uscire la storia da un ambito strettamente didattico e farne capire il processo come qualcosa di vivo e profondamente attuale.
GARIBALDI, CAVOUR E JESSIE “Dialogo impossibile ma verosimile e attuale”
è un'opera rivolta a tutti, ma specialmente ai giovani perchè comprendano il significato vero del Risorgimento da cui è nato il nostro paese come nazione indipendente.
Viene rappresentata come lettura interpretativa, accompagnata da proiezioni video, sottolineata da diversi interventi musicali e con finale inaspettato.
L. M.
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mercoledì, 16 marzo 2011



Le canzoni popolari che hanno unito l’Italia prima della politica

MARCO RIZZA
È il 1839. Luigi Settembrini, patriota e scrittore, si trova in carcere a Napoli e ogni giorno sente - tra i lamenti dei prigionieri - una voce femminile cantare una canzone ammaliante. È la figlia del capo dei carcerieri che intona «Te voglio bene assaje», brano che proprio quell’anno viene cantato per la prima volta alla festa di Piedigrotta, il primo «festival della canzone» in Italia. Settembrini scriverà più tardi che di quel 1839 andavano ricordate solo tre cose: la ferrovia, l’illuminazione a gas e «Te voglio bene assaje». La canzone avrà un successo strepitoso: della prima edizione verranno stampate 180 mila «copielle», cioè fogli col testo e la musica; dopo un anno saranno un milione. E certamente non sono vendute solo a Napoli a dintorni: in breve diventa parte del patrimonio culturale popolare nazionale - anche se l’Italia unita sarebbe nata solo da là a qualche anno. Ma a proposito di musica si può citare anche Mazzini, che amava suonare alla chitarra «Or che innalzato è l’albero», canzone che rimanda agli ideali della rivoluzione francese... È pieno di storie come questa il racconto dell’unità d’Italia «attraverso le canzoni e gli inni» che ieri Emilio Franzina ha portato in scena in una biblioteca Claudia Augusta troppo piccola per ospitare tutti gli interessati. Franzina è professore ordinario di storia contemporanea all’università di Verona e da anni porta in giro per il Paese queste «lezioni cantate» nelle quali canta e suona alla chitarra le canzoni stesse.
 La sua intenzione, spiega, è proporre la «colonna sonora» che accompagnò il Risorgimento e l’unità. «Nell’Ottocento - dice - ci sono generi musicali affermati come il melodramma e altri che si stanno affermando, come le canzoni. E poi ci sono gli inni politici veri e propri. La gente amava cantare e suonare come noi oggi, ovviamente coi gusti di allora. Succede così che diventano «risorgimentali» alcuni brani nati con tutt’altra intenzione, ma che erano così amati che la gente continuava a cantarli per le strade fino a farne “manifesti” patriottici. È il caso ad esempio del coro Va’ pensiero del Nabucco, che Verdi scrisse nel 1842 senza pensare che sarebbe diventato quel simbolo che oggi tutti conosciamo». La tesi di Franzina è che anche le canzoni hanno contribuito ad unire l’Italia: «All’epoca - dice - non esistevano mezzi di riproduzione meccanica della musica. Le canzoni passavano di bocca in bocca o si diffondevano attraverso le “copielle” in tutto il territorio italiano. Queste canzoni spinsero spesso all’impegno politico e contribuirono a creare l’unificazione culturale italiana». Franzina insiste molto sul linguaggio: «Non dobbiamo essere anacronistici: gli autori di allora scrivevano con i criteri di allora. A chi dice che l’inno di Mameli è ampolloso e obsoleto rispondo che allo stesso modo oggi nessuno dice più “la donzelletta vien dalla campagna” ma nessuno dubita che sia poesia... Mameli giornalista usava un linguaggio del tutto diverso, ma per il “canto degli italiani” usava un registro più alto».
Alto Adige 16-3-11
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martedì, 15 marzo 2011



Risorgimento: storia e canzoni

L’unità d’Italia riletta e spiegata attraverso le sue canzoni popolari. Uno spettacolo ma anche una lezione di storia - tenuta da uno storico. È «Se viene Garibaldi, soldato mi farò», oggi alle 18.30 alla biblioteca provinciale italiana Claudia Augusta in via Mendola 5 a Bolzano
 Si tratta di una conferenza spettacolo su inni, canti (e canzonette) del Risorgimento italiano. La caratteristica della manifestazione è che Franzina, professore ordinario di storia contemporanea all’Università di Verona, canterà le canzoni accompagnandosi alla chitarra insieme ad altri due musicisti (Paolo Bressan ai fiati e Mirco Maistro alla fisarmonica). Franzina narra attraverso canti, canzoni e inni patriottici la nascita dell’Italia unita. Frutto di una indagine anche musicale sul processo di unificazione politica della penisola che consentì il «miracolo» della sintesi fra diverse posizioni nazionaliste, questa «lezione di storia cantata», raccontando grandezze e contraddizioni del nostro Risorgimento, fornisce numerosi spunti alla riflessione sul passato (ma anche sul presente) dell’Italia.
 Emilio Franzina è uno dei maggiori esperti dei problemi dell’antica emigrazione italiana all’estero. Autore di numerosi studi di storia dei secoli XIX e XX, Emilio Franzina è anche un appassionato culture di musica popolare (e non) e dal 2000, accompagnato da musicisti professionali e da gruppi di musica etnica, realizza le sue «conferenze spettacolo».

Alto Adige 15-3-11
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domenica, 13 marzo 2011



Alzabandiera a Laives e Salorno

BOLZANO. Prende il via giovedì, con l’alzabandiera davanti al municipio, una serie di iniziative culturali con cui il Comune di Laives e diverse associazioni cittadine intendono festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Da marzo a settembre saranno organizzati spettacoli teatrali, concerti, mostre e rievocazioni attraverso i quali sarà possibile scoprire e ripercorrere sotto varie angolazioni il percorso storico, sociale e culturale che ha portato all’unità d’Italia.
 «Laives - ha spiegato il sindaco Liliana Di Fede, presentando ieri il programma delle iniziative - ritiene importante festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia perché crediamo che ancora oggi possiamo condividere questo percorso unitario avviato nel Risorgimento, non solo per quello che è stato da un punto di vista storico, ma per quello che ci ha lasciato per il futuro. Il Risorgimento è stato infatti un periodo in cui un’intera nazione è stata unita da valori fondamentali come solidarietà e libertà, valori che sono importantissimi anche al giorno d’oggi. Non si può poi trascurare anche il fatto che nel periodo risorgimentale l’Italia produsse grandissimi risultati anche in campo culturale, come per esempio in letteratura con Manzoni, Leopardi e Foscolo, nella musica con Verdi e Puccini e anche nella politica con Mazzini e Cattaneo». All’alzabandiera del 17, seguirà la settimana di rievocazione storica sul periodo risorgimentale organizzata dall’Ana di Laives. Durante tutto l’anno verranno proposte manifestazioni che offriranno diverse chiavi di lettura di questo evento. Il 30 aprile è in programma una rappresentazione teatrale su «Garibaldi, Cavour e Jessie» al nuovo teatro di San Giacomo.
 Festeggiamenti in programma anche a Salorno. Il sindaco Giorgio Giacomozzi, assieme alle associazioni del paese, mercoledì 16 alle 20 presso l’aula magna delle scuole elementari, organizza: Serata tricolore. Partecipano lo storico Giorgio Delle Donne che affronterà il tema: «Festeggiare l’unità in una zona di confine»; mentre Luigi Sardi, giornalista, ripercorrerà gli eventi del 3 novembre 1918. Intermezzo musicale con il coro Castel Bassa Atesina.
 Giovedì 17, alle 9, presso il monumento ai caduti, alzabandiera per il saluto al paese, in onore all’Alba dell’Italia. «Le tre bandiere tricolore che costituiscono il logo dell’anniversario - si legge in una nota - in un collegamento ideale tra le generazioni, rappresentano i tre giubilei del 1911, 1961 e 2011».
Alto Adige13-3-11
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venerdì, 11 marzo 2011

6 in scena al Teatro San Giacomo
domenica 13 marzo alle 17.00
"Fiabe Italiane"
per ragazzi e famiglie
quinto spettacolo della stagione 2011
 organizzata dal Dipartimento Cultura della Provincia
dal Teatro Stabile di Bolzano
e dalla Cooperativa Teatrale Prometeo
grandi opere da vedere in un teatro stupendo
come sempre, vi aspettiamo numerosi
la vostra Cooperativa Teatrale Prometeo
www.prometeo.coop

Due attori si muovono sulla scenografia di un’Italia in miniatura per condurci in un bosco o un palazzo fatato, dove tutto, lontano dal chiaroscuro della realtà, diventa possibile.
Autore: Marina Allegri
Regia: Maurizio Bercini
animatore: Francesco Grossi
pittore di scena: Patrizio Dall'Argine
costumi: Patrizia Caggiati
musiche: Paolo Codognola
scenografie: Maurizio Bercini, Donatello Galloni
con: Francesca Bizzarri, Dario Eduardo de Falco
produzione: Ca' Luogo d'Arte
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giovedì, 10 marzo 2011



Torna Upload: sarà all’Alumix

DANIELA MIMMI
BOLZANO. Il conto alla rovescia è cominciato ufficialmente ieri con l’affollata conferenza stampa in Provincia, ma ufficiosamente già il primo marzo. Upload, per la quarta volta, è al nastro di partenza e adesso la gara entra nel vivo. Dal primo marzo e fino al 30 aprile le giovani band, i musicisti e i cantanti emergenti under 30 hanno la possibilità di partecipare alla gara più elettrizzante, e ricca di premi, oggi in Italia, e che quest’anno si affaccia sui palcoscenici internazionali. L’iscrizione al concorso è gratuita e può avvenire direttamente sul sito internet upload.bz.it: è sufficiente caricare il proprio brano inedito e la propria scheda di presentazione.
L’edizione 2011 è appena partita, ma già i numeri parlano chiaro: in 10 giorni sono già stati caricati sul sito 70 brani (lo scorso anno erano stati in tutto 192) e il sito ha già registrato 5 mila accessi. Molte le novità e molte le conferme, come è stato illustrato ieri nella conferenza stampa presieduta da Christian Tommasini. Innanzitutto le novità. La location è stata spostata dai verdi ma problematici (soprattutto in caso di pioggia) spazi sui prati del Talvera all’ex Alumix, che Upload trasformerà in uno spazio dedicato alla musica e ai giovani con un’attività quotidiana e capillare, a partire dai corsi dell’Istituto musicale Vivaldi, attraverso il festival studentesco e le strutture giovanili. Poi sono state rafforzate le collaborazioni, sia a livello locale che internazionale. Oltre a tutti quelli locali e al Mei di Faenza quest’anno c’è anche il contest berlinese PopKomm.
Tra le tante novità c’è anche l’allargamento al bacino di utenza: il concorso europeo è aperto a tutti i generi musicali, senza limiti di provenienza geografica, ma con una nuova particolare attenzione al territorio dell’Euroregione con il coinvolgimento, oltre che dei nostri giovani talenti locali, dei giovani musicisti trentini e tirolesi. E questo è uno dei punti forti di Upload di quest’anno: favorire l’incontro tra il nord e il sud dell’Europa, grazie alla propria specifica posizione geografica e storia di convivenza culturale.
E poi le tante conferme, a cominciare dalla giuria, presieduta ancora una volta da Claudio Astronio, il quale, come ha detto ieri, si è «molto divertito anche se è stato un grosso lavoro». La giuria è composta da giornalisti locali della carta stampata, della radio e della televisione, appartenenti a tutti i gruppi linguistici, nonché da giornalisti nazionali e internazionali. Nella fase finale delle selezioni live parteciperà in qualità di giurato d’onore anche Cristiano Godano, il cantante dei Marlene Kuntz, di nuovo in veste di direttore artistico. Lui stesso sta scegliendo gli highlight che, come ogni anno, concluderanno in bellezza la lunga kermesse musicale, il 10 e 11 giugno.
Upload non è solo un concorso ma anche un percorso, ovvero una serie di inedite iniziative musicali che arricchiscono il palinsesto musicale provinciale, dall’apertura delle iscrizioni fino al festival di giugno.
Waiting for Upload da quest’anno raggiunge anche il Tirolo e la Provincia di Trento, con l’organizzazione di Upload on tour, un’occasione unica per offrire agli iscritti ad Upload di queste province di esibirsi insieme a gruppi storici locali, ma anche nazionali ed internazionali, in situazioni nuove e particolari. Oltre al tour, un’altra giornata dedicata alla musica porterà Upload nelle strade e nelle vie di Bolzano (ma anche di Merano e Bressanone): durante l’Upload Day, in programma il 14 maggio, la musica sarà protagonista nelle vetrine dei negozi, nelle scuole, nei centri giovani, nelle vie e nelle piazze.
Alto Adige 10-3-11
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giovedì, 17 febbraio 2011



6 in scena al Teatro San Giacomo
giovedì 17 febbraio alle 20.30
"Cirano di Bergerac"
secondo spettacolo della stagione 2011
 organizzata dal Dipartimento Cultura della Provincia
dal Teatro Stabile di Bolzano
e dalla Cooperativa Teatrale Prometeo
grandi opere da vedere in un teatro stupendo
come sempre, vi aspettiamo numerosi
la vostra Cooperativa Teatrale Prometeo
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mercoledì, 16 febbraio 2011



“Cirano de Bergerac"


 Domani alle 20.30, in teatro a San Giacomo, verrà proposto “Cirano di Bergerac” con “Teatri impossibili”, nell’ambito della rassegna “6 in scena al teatro San Giacomo”. Prevendita anche online con www.vipticket.it. (b.c.)

D’Elia a San Giacomo «Il mio Cirano non è romantico»

DANIELA MIMMI
BOLZANO. Molte delle frasi d’amore contenute nei famosi cioccolatini sono sue, di Cirano di Bergerac e di colui che gli ha regalato la vita immortale Edmond Rostand. Chi non conosce la classica e strafomosa “Il bacio è l’apostrofo rosa tra le parole ti amo”?. Non poteva trovare quindi data più adatta, intorno a San Valentino o giù di lì, la versione firmata da Corrado d’Elia del famoso romanzo francese, in scena domani al Teatro San Giacomo, nella rassegna “6 in scena”.
 A vestire i panni dell’indomito guascone dal lunghissimo naso e dall’irresistibile vitalità è Corrado d’Elia, già interprete del monologo “Novecento” di Alessandro Baricco nella passata stagione. Il quale ci racconta la storia di Cirano, uomo eroico e virtuoso. D’Elia, alla guida della Compagnia Teatri Possibili di Milano, ha saputo trasformare questo grande classico della letteratura europea in uno spettacolo di culto, una piéce diventata nel tempo un vero e proprio manifesto generazionale che, a quindici anni dal suo debutto, continua a riscuotere successi. Ci facciamo raccontare da lui com’è questo suo Cirano, che si pronuncia come si scrive e senza la y. “Lo abbiamo chiamato con il nome italiano e abbiamo tolto la y, proprio per farlo diventare un uomo reale, poetico e sognatore finchè si vuole, ma che vive decisamente nella nostra realtà. E’ un personaggio tanto reale anche in quindici anni lo abbiamo sempre ripreso in mano e rimodernato. Ad esempio alla versione classica abbiamo tolto scenografie costumi, pizzi e trine, per fare risaltare di più la storia, che commuove, fa riflettere, affascina. Questa è stata proprio la nostra sfida: questo Cirano è un teatro d’attore, ha molta importanza l’interpretazione. Al posto di scenografie pompose c’è solo un piano inclinato che diventa via via tutti gli ambienti in cui si svolge la vicenda”.
  Quindi c’è molto simbolismo?
 
“Sì, sul palco non ci sono oggetti e tutto diventa simbolo. Ad esempio alla fine c’è quella che noi chiamaiamo “nasificazione collettiva”. Tutti gli attori si metteno un enorme naso. Alla fine lui non è solo, gli altri si sono adeguati a lui”.
  Prima di lei Gino Cervi, Pino Micol, Gigi Proietti, Franco Branciaroli, hanno vestito i panni di Cirano.
 “Proietti ne aveva fatto un guascone che viveva fuori dalla realtà. Il nostro Cirano, tanto per capirci, non è quello dei Baci Perugina, ha senso pratico, non è esagerato. Anzi ha una notevole forza poetica, espressiva, eroica, drammatica. Abbiamo tolto le rime e tradotto in prosa e lo abbiamo svestito delle piume del romanticismo”.
  Pensa che il nostro tempo abbia bisogno di romanticismo e di poesia?
 
“Il nostro sicuramente no. Io direi che il nostro è proprio un tempo che ha bisogno di innamorarsi, di perdersi nella bellezza e nell’amore”.
Alto Adige 16-2-11
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domenica, 13 febbraio 2011



Montreal-Bolzano arriva l’Arsenal il circo ecologico

 BOLZANO. Per ben tre volte questo weekend (questa sera alle 21, poi domani alle 10,45 per le scuole, ma aperto a tutti, e alle 21) sul palco del Teatro Cristallo si rinnova la magia della favola onirica di The Ark, portata in scena dal Circolo La Comune.
 Lo spettacolo dei canadesi Arsenal è nella stagione della Comune, da sempre sensibile ai problemi ambientali, questa volta con il sostegno della Ripartizione comunale Natura e Paesaggio. The Ark, votato lo scorso anno come il migliore spettacolo del Canada, pone al centro le problematiche ambientali e la biodiversità e si inserisce a pieno titolo nel corollario di manifestazioni dell’Anno internazionale della Biodiversità, istituito lo scorso anno dalle Nazioni Unite per sensibilizzare il mondo intero al problema della sopravvivenza della natura. La Compagnia Arsenal of Montreal è composta da sette acrobati-ballerini dell’ École nationale de cirque de Montréal i quali daranno vita a un intenso spettacolo multimediale con ipnotiche immagini create da Pier Chartrand e Bernard Duguay proiettate su delicati veli di tulle e la musica originale composta da Denis Gougeon e Merlin Ettore. Questo spettacolo, che apre a Bolzano la sua prima tournée italiana, dopo essere già stato sui palcoscenici canadesi, asiatici e americani, è un mix perfetto di musica, arte circense, danza e nuove tecnologie, dove l’arte circense viene presa in prestito per fare poesia. La trama musicale originale è assicurata dalle percussioni suonate dal vivo sul palco, mentre le immagini proiettate sui veli creano un forte impatto visivo con immagini di foreste, uccelli, fiumi, cieli. Tanta bellezza e tanto silenzio in cui però le costruzioni urbane avanzano sulla foresta, il canto degli uccelli si trasforma gradatamente in un concerto di betoniere e il fumo prende d’assalto gli alberi, lasciando che i giocolieri provino a salvare quello che resta. Lo spettacolo, nato dall’idea originale di Ettore Reggi e Lorena Corradi, si è avvalso della consulenza e della realizzazione di Pascal Jacob, storico del circo e dello spettacolo dal vivo, e assistente di Alain M.Pacherie, direttore artistico del Circo Phénix a Parigi. La regia dello spettacolo è affidata a Julie Lachance.
Alto Adige 13-2-11
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domenica, 13 febbraio 2011



L’arte della diversità a Bolzano diventa un progetto inedito

FABIO ZAMBONI

BOLZANO. «Non è un festival. E soprattutto non è un festival sulla diversità e sulla disabilità»: Antonio Viganò mette subito in chiaro qual è la materia prima su cui ha costruito un «progetto trasversale» che porterà nei teatri di Bolzano i temi legati alla diversità, ma anche gli “attori” delle diversità - carceri, disabilità fisiche e mentali - impegnati a diventare attori veri. Insomma, una inedita rassegna di teatro, danza e dintorni «assolutamente trasversale, mettendo in rete tutti coloro che a Bolzano e provincia si occupano di teatro con tutti coloro che si occupano della diversità, alla ricerca di pubblici nuovi e aperti, non di nicchia».
 Antonio Viganò è il direttore artistico de «L’arte della diversità», l’inedita rassegna che dal 26 febbraio al 10 giugno affiderà a cinque spettacoli il compito di mostrare «come l’arte racconta la diversità e come la diversità si fa arte».
 Promotore dell’iniziativa sono Lebenshilfe e Comune di Bolzano, con il Teatro La Ribalta responsabile dell’organizzazione, avendo come partner la Fondazione Teatro Comunale e l’associazione Theatraki. Così per decollare, poi la rassegna è destinata a crescere e ad allargarsi, a realizzare quella trasversalità che per Viganò - regista e attore appassionato di temi sociali - è la parola d’ordine. «Il 16 febbraio porteremo al Teatro di Gries “Fratelli” che è il lavoro più fortunato e richiesto della compagnia La Ribalta; poi, il 23 marzo, lo spettacolo più importante: Manfred Schweigkofler ha accettato di entrare in quest’avventura con grande sensibilità, portando da Londra al Teatro Comunale di Bolzano la rinomatissima Candoco Dance Company, composta da danzatori “normali” e artisti disabili. Il 26 marzo, il bravissimo Marco Baliani con il suo spettacolo più collaudato, quel “Kohlhaas” che non parla di disabilità ma di un sopruso, di una profonda ingiustizia. E qui è la forma teatrale ad essere diversa. Il 16 aprile “Impronte dell’anima” in tedesco, con Theatraki e Teatro La Ribalta, con un tema che è quello che Marco Paolini ha appena portato in tivù. Il 10 giugno infine la compagnia Abbondanza/Bertoni con “Le fumatrici di pecore”: Antonella Bertoni duetta con Patrizia Birolo, che porta in scena la sua diversa abilità.
 Il progetto di Viganò è stato sposato con entusiasmo dall’assessore alla Cultura del Comune di Bolzano: Patrizia Trincanato parla di “una sfida inedita e coraggiosa che metterà in rete soggetti nuovi aprendo le porte a quella trasversalità di approccio al teatro e insieme ai temi sociali” a cui Viganò non vuole rinunciare. «Perché questo - spiega il regista - non sarà un festival di nicchia, non ci interessa il teatro come terapia, ci interessa invece aprire la società, abbattere le roccheforti. Il fatto stesso di programmare cinque spettacoli in tre mesi significa evitare il classico festival a tema, che crea un pubblico piccolo e fedele. Noi vogliamo pubblici nuovi e indefiniti: trasversali, appunto».
 Si parte dal Teatro La Ribalta ma cercando la collaborazione di altre associazioni. «Certo. Thomas Seeber delle VBB, ad esempio, vuole portare RambaZamba e lo farà nel 2012 perché quest’anno non c’erano date. E abbiamo già in mente artisti importanti come Pippo Delbono e Danio Manfredini. Se si parte bene, nei prossimi anni le idee si moltiplicheranno. L’obiettivo è quello di coltivare una cultura incentrata sui diritti di cittadinanza di tutti e sull’inclusione, che è il contrario dell’esclusione. Suscitare interesse sui temi della disabilità cercando di ottenere quello che diceva Jean Jacques Rousseau: «Vale molto di più avere la costante attenzione degli uomini piuttosto che la loro occasionale approvazione”. L’altro obiettivo è quello di creare una rete di relazioni fra enti che sostengano processi di di integrazione sociale». E allora, che si alzi il sipario: qui si cercano relazioni umane, non facili applausi.
Alto Adige 13-2-11
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giovedì, 03 febbraio 2011

6 in scena al Teatro San Giacomo: si riparte!
venerdì 4 febbraio alle 20.30
"Avevo un bel pallone rosso"
primo spettacolo della stagione 2011
 organizzata dal Dipartimento Cultura della Provincia
dal Teatro Stabile di Bolzano
e dalla Cooperativa Teatrale Prometeo
grandi opere da vedere in un teatro stupendo
come sempre, vi aspettiamo numerosi
la vostra Cooperativa Teatrale Prometeo
in allegato il programma

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mercoledì, 02 febbraio 2011




“Avevo un bel pallone rosso”

Dopo aver debuttato nel novembre scorso a Bolzano ed essere andato in scena a Trento, Roma e Milano, torna in Alto Adige “Avevo un bel pallone rosso”, spettacolo di Angela Demattè, prodotto dallo Stabile di Bolzano. La commedia affronta il tema degli anni di piombo e della tragedia del terrorismo sullo sfondo dell’incomunicabilità tra una figlia, Margherita/Mara Cagol e suo padre. Nella parte di Margherita c’è la stessa Demattè, mentre nel ruolo del padre c’è un intenso Andrea Castelli, entrambi diretti da Carmelo Rifici.
 La tournèe altoatesina di “Avevo un bel pallone rosso” inizia lunedì 31 gennaio al Teatro Comunale di Vipiteno, per proseguire poi, martedì 1º febbraio, al Puccini di Merano, mercoledì 2 febbraio al Forum di Bressanone e venerdì 4 febbraio al Teatro San Giacomo di Laives.
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martedì, 01 febbraio 2011



Caldaro: pienone all’ex Stazione per il nuovo cinema

MASSIMILIANO BONA
 CALDARO. Ex Stazione, buona la prima. Sabato sera, in una sala gremita in ogni ordine di posto, è stato proiettato il primo cortometraggio nel nuovo cinema, l’unico in Oltradige, affidato alla gestione del Filmtreff, costretto finora ad accontentarsi di locali angusti e acusticamente non all’altezza presso la Casa delle associazioni. Sono state poco meno di duecento le persone ad assistere ad un breve filmato sulla storia di quest’edificio, che per anni è rimasto in stato di totale abbandono. Ora il colpo d’occhio, soprattutto la sera, è davvero notevole. Sembra di entrare in un vecchio teatro, anche se all’interno l’arredamento scelto è decisamente moderno, quasi sbarazzino. Quest’ultima, peraltro, è stata quasi una necessità. Oltre al cinema, infatti, sono stati ricavati i locali per il centro giovanile Kuba e la sede dell’associazione culturale e ricreativa italiana «Amici in». «Per Caldaro - racconta il vicesindaco Werner Atz - questa struttura è motivo di vanto. Un polo culturale destinato sia al gruppo tedesco che a quello italiano, che potremo sfruttare anche per piccoli e grandi eventi. Il cinema, poi, è il fiore all’occhiello. Della gestione si farà carico il Filmtreff, associazione locale presieduta da Helene Christanell. I costi per l’arredamento e l’allestimento interno sono stati di 635 mila euro, il progetto della sala cinematografica è stato firmato dall’architetto Jürgen Winkler e quello del Kuba dall’architetto Michael Scherer».
 Sabato sera è stata soprattutto l’occasione per fare festa. Oltre al cortometraggio è stato proiettato un filmino sulla storia dell’edificio - ridipinto con i colori originali della vecchia stazione dei treni del 1898 - mentre la massiccia partecipazione dei più giovani si spiega anche con il concerto di Karl Unterweger, Karin Spitaler e Constantin Unterkofler. Al piano terra dell’ex Stazione sono stati ricavati, infatti, i locali del centro giovanile Kuba. La vera sfida dell’architetto Scherer era del resto quella di riportare all’antico splendore un complesso che cadeva a pezzi rendendolo il punto di ritrovo dei giovani caldaresi, dell’associazione italiana «Amici in» e degli appassionati di cinema, con una sala da oltre cento posti e con un’acustica all’avanguardia.
 La spesa sostenuta tra Provincia e Comune si aggira sui 3,2 milioni di euro e la superficie a disposizione è di 1.330 metri quadrati. L’area più grande è toccata al centro giovanile e culturale Kuba, che ha ottenuto 710 metri quadrati. Nella cantina dello storico edificio è stata ricavata una sala polifunzionale, ideale anche per organizzare party e concerti per i teenager. Al piano terra ci sono lo «Jugendcafè» e i locali per il centro giovanile, con calcetto e freccette. Al primo piano e nel sottotetto ci sono uffici e sale comuni. I primi a traslocare, a novembre, sono stati i ragazzi del «Kuba», con grande soddisfazione della responsabile Johanna Premstaller. Finora i ragazzi caldaresi si erano adattati ai locali del vecchio ospedale, ritenuti non proprio ideali per ospitare le varie iniziative. Il Comune - ed il merito va attribuito anche al vecchio sindaco Wilfried Battisti Matscher - ha cercato di riadattare alle esigenze attuali il vecchio “corpo“ dell’edificio. Le vecchie porte del 1900 sono state risanate, così come sono stati mantenuti gli affreschi alle pareti e si è deciso di lasciare il parquet in legno. «Quella di sabato - conclude l’assesore Robert Sinn - non è stata l’inaugurazione ufficiale, che è in calendario per aprile. È evidente, però, che l’attività delle varie associazioni è già iniziata a pieno regime. La soddisfazione è palpabile, perché siamo riusciti a mettere a disposizione della comunità caldarese un vero gioiello».
  Alto Adige 1-2-11
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domenica, 30 gennaio 2011



Serata da tutto esaurito al Nuovo Teatro di S. Giacomo

Partenza col botto, per il Centro culturale S. Giacomo, nell'anno di attività 2011. Merito di uno spettacolo indubbiamente atipico e fuori dalla norma, rivelatosi capace di attrarre pubblico non soltanto dalla frazione ma anche da Laives, Bassa Atesina, e dallo stesso capoluogo. Col risultato di vedere il Nuovo Teatro di S. Giacomo al "tutto esaurito": e davvero non accade spesso...
Il canovaccio è presto detto: un bellissimo documentario alpinistico, "Roda di Vael, 100 anni di arrampicate nelle Dolomiti", proiettato per gentile autorizzazione della Casa di Produzioni MediaArt, preceduto e seguito da canti di montagna interpretati dal Coro Laurino. E, in mezzo al tutto, un interessante botta e risposta fra la conduttrice della serata Mara Da Roit e una parte del team artefice della realizzazione del film-documentario: il regista Markus Frings e gli operatori di ripresa Marco Polo e Davide Marinovich. Dinnanzi a una platea attentissima e curiosa sono state snocciolate informazioni di prima mano sulla genesi dell'opera, sulle novità tecnologiche utilizzate e sulle ardimentose modalità di lavorazione - con i cineoperatori calati dall'alto e imbragati a corde per effettuare le riprese delle ascensioni in corso.
Grandi apprezzamenti anche per il Coro Laurino, le cui performances hanno trovato un perfetto alleato nel Nuovo Teatro di S. Giacomo e nella sua acustica di prim’ordine, come non hanno mancato di rilevare il presidente dell’ensemble Remigio Servadio e il direttore Mariano Pisetta.
Tutti soddisfatti, dunque, al termine, a cominciare dagli organizzatori del Centro culturale S. Giacomo. "Un riscontro di questo tipo porta nuova linfa al nostro operato", hanno commentato i membri di direttivo. Col pensiero già ai prossimi appuntamenti da organizzare: il 19 febbraio la terza "Rassegna delle Corali", in collaborazione con il Coro Monti Pallidi di Laives, e il 15 aprile l'atteso concerto della band dei "Nachtcafé", con Gabriele Muscolino, Francesco Brazzo ed altri talentuosi musicisti, che porteranno a S. Giacomo il loro repertorio di musica d'autore sconfinante nel jazz, nel latino-americano, nell'ethno: e non si escludono altre sorprese...

GALLERIA FOTOGRAFICA:


Serata "Roda di Vael e Coro Laurino" al Teatro di S. Giacomo ~ 21.01.2011. IL CORO LAURINO ~
Foto: Riccardo Di Valerio



Il Coro Laurino. Foto: Stefano Odorizzi







La corda d'epoca appartenuta ad Erich Abram. Foto: Riccardo Di Valerio



Introduzione al documentario. Foto: Riccardo Di Valerio



Un frangente del documentario "Roda di Vael, 100 anni di arrampicate nelle Dolomiti"



Un frangente del documentario "Roda di Vael, 100 anni di arrampicate nelle Dolomiti"



Gli operatori di ripresa Marco Polo e Davide Marinovich con la conduttrice Mara Da Roit.
Foto: Riccardo Di Valerio


Mara Da Roit, Marco Polo, Davide Marinovich. Foto: Stefano Odorizzi



Il regista Markus Frings con la conduttrice Mara Da Roit. Foto: Stefano Odorizzi



ancora il regista Markus Frings sul palco del Nuovo Teatro di S. Giacomo. Foto: Stefano Odorizzi



Un frangente del documentario "Roda di Vael, 100 anni di arrampicate nelle Dolomiti"



Mara Da Roit, Marco Polo, Davide Marinovich. Foto: Riccardo Di Valerio



Vengono illustrati alcuni passaggi del documentario. Foto: Riccardo Di Valerio



Platea gremita al Nuovo Teatro di S. Giacomo. Foto: Stefano Odorizzi



Il Coro Laurino. Foto: Riccardo Di Valerio



Il Coro Laurino. Foto: Riccardo Di Valerio



Il Coro Laurino. Foto: Riccardo Di Valerio



Dario Spadon, Markus Frings, Mara Da Roit, Marco Polo, Davide Marinovich



Assessore Georg Zelger, Mara Da Roit, assessore Dino Gagliardini,
Tina Feller (presidente del Centro culturale S. Giacomo), assessore Alberto Covanti.
Foto: Riccardo Di Valerio







domenica, 30 gennaio 2011



Castelli: riporto gli anni di piombo nei teatri altoatesini

DANIELA MIMMI
BOLZANO. Dopo aver debuttato nel novembre scorso a Bolzano ed essere andato in scena a Trento, Roma e Milano, torna in Alto Adige “Avevo un bel pallone rosso”, spettacolo di Angela Demattè, prodotto dallo Stabile di Bolzano. La commedia affronta il tema degli anni di piombo e della tragedia del terrorismo sullo sfondo dell’incomunicabilità tra una figlia, Margherita/Mara Cagol e suo padre. Nella parte di Margherita c’è la stessa Demattè, mentre nel ruolo del padre c’è un intenso Andrea Castelli, entrambi diretti da Carmelo Rifici.
 La tournèe altoatesina di “Avevo un bel pallone rosso” inizia lunedì 31 gennaio al Teatro Comunale di Vipiteno, per proseguire poi, martedì 1º febbraio, al Puccini di Merano, mercoledì 2 febbraio al Forum di Bressanone e venerdì 4 febbraio al Teatro San Giacomo di Laives. Vincitore del Premio Riccione per il Teatro 2009, il testo crudo e essenziale, affronta senza sconti uno snodo cruciale della storia italiana, tanto da catalizzare l’attenzione della critica (che ha sottolineato la magistrale ed emozionante interpretazione di Andrea Castelli) e del numeroso pubblico che ha seguito ogni data della tournèe, portando in scena - oltre alle cupe vicende storiche - il dramma borghese di sofferenze taciute tra quattro mura domestiche, di antagonismo generazionale oltre che politico.
 Ed è proprio il linguaggio, che dal familiare dialetto trentino vira al freddo e lapidario italiano dei comunicati stampa delle Brigate Rosse, uno degli elementi che hanno affascinato spettatori e addetti ai lavori.
 “Le critiche sono state più che positive e i teatri sempre pieni. A Roma saremmo potuti restare una settimana in più facendo il pieno ogni sera - ci dice Andrea Castelli da Milano, dove vanno in scena in questi giorni le ultime repliche della commedia della Demattè, al Teatro Litta -. E soprattutto nessuno ha scritto o detto di avere avuto problemi di comprensione del dialetto trentino. Anche perchè il dialetto che usiamo noi è quello della città, non è difficile. Anzi in molti ci hanno detto: finalmente a teatro con si sente il solito romanesco o il napoletano!”
 C’è stata una reazione diversa nei giovani da quelli che quella storia l’hanno vissuta?
 
“Io penso che quel periodo sia ancora chiuso in una sorta di scatola degli orrori, ancora non è stato spiegato bene agli italiani cosa è realmente successo. I giovani sono molto interessati all’argomento, tanto che qualche giorno fa, dopo lo spettacolo, abbiamo fatto anche un dibattito molto acceso. I giovani vogliono sapere. A chi serve tenere nascosta quella pagina? Per gli spettatori della mia età è diverso, c’è più immedesimazione, rivivono quel periodo confuso”.
  Margherita Cagol, almeno all’inizio è una figlia timorosa e rispettosa. Se l’aspettavano così?
 
“Forse no, ma le cose stavano così, in Trentino e in quegli anni. Forse è proprio questo che affascina i giovani e il pubblico in generale, il fatto che una terrorista fosse in realtà una brava figlia”.
  Tutti i critici sono rimasti colpiti dalla sua interpretazione così intensa. Come è riuscito a calarsi così bene nella parte e toccare corde sensibili?
 
“Ho vissuto quel periodo, sono trentino e in parte ho rivisto mio padre. Non era così burbero, ma aveva, come tutti, una sorta di pudore o imbarazzo nel mostrare i suoi sentimenti. In parte il personaggio l’ho costruito su di lui. Era una generazione che aveva vissuto due guerre, non dobbiamo dimenticarlo. E poi il mio è talento naturale. Scherzo...”

   DA DOMANI LE REPLICHE
Vipiteno, Merano, Bressanone...

 Dopo i successi di Bolzano, Trento, Roma e Milano, torna in Alto Adige per le ultime date della tournèe “Avevo un bel pallone rosso”, spettacolo di Angela Demattè prodotto dallo Stabile di Bolzano. Lo spettacolo diretto da Carmelo Rifici sarà lunedì 31 gennaio al Comunale di Vipiteno, martedì 1 febbraio al Puccini di Merano, mercoledì 2 febbraio al Forum di Bressanone e venerdì 4 febbraio al Teatro San Giacomo di Laives. Tutte le recite alle 20.30. I biglietti per Vipiteno, Merano, Bressanone e San Giacomo, acquistabili anche telefonicamente con carta di credito (0471 053800), o via internet (www.vipticket.it), sono in vendita presso la Cassa del Comunale di Bolzano e al Cristallo.


Angela Demattè

Alto Adige 30-1-11
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domenica, 30 gennaio 2011



Satira sul Tirolo stasera con Gnocchi un’altra puntata

BOLZANO. C’è da scommettere che questa sera l’audience dell’“Almanacco del Gene Gnocco” aumenterà, rispetto alle 11 puntate precedenti: alle 23.35 si sintonizzeranno su Raitre molti nuovi telespettatori altoatesini e sudtirolesi. Compreso Luis Durnwalder.
 La trasmissione condotta dal popolare comico emiliano tornerà infatti a occuparsi del Sudtirolo come avamposto del federalismo. Niente di seriosamente politico, per carità: in un programma basato sulla stralunata parodia dello storico “Almanacco del giorno dopo” andato in onda su Raiuno per 15 anni, c’è una rubrica fissa in cui Gnocchi litiga o finge di litigare con un impeccabile prototipo sudtirolese che in realtà è nato a Roma da genitori calabresi e che ora è conterraneo di Gene Gnocchi, cioè piacentino. Giovanni “Pino” Grandinetti, 50 anni, commesso alla Coop, una passione viscerale per la cultura tedesca e per la Volksmusik, è stato ingaggiato da Gnocchi come inviato dal Sudtirolo per spiegare come è bella la lingua tedesca e quanto è affascinante la musica folk tirolese. Naturalmente Gene Gnocchi lo contesta: nell’11ª puntata Grandinetti alias Joseph Zum Zum Party sosteneva che in Alto Adige i sudtirolesi studiano come seconda lingua l’inglese, perché l’italiano serve «soltanto per ordinare il gelato», e allora Gnocchi lo ha assalito dicendogli che «il loden fa schifo e la lingua tedesca è la più cacofonica del mondo».
 Non avendo colto l’ironia e lo spirito della trasmissione, quassù qulcuno se l’è presa e ha chiamato in causa il Presidente Durnwalder che ha tuonato: «Guarderò la trasmissione e se qualcuno si permetterà di dire che siamo stupidi o offenderà la nostra specificità, interverrò presso le autorità competenti».
 Gnocchi, da noi intervistato sulla sua rubrica altoatesina, ha dichiarato che piace moltissimo e che dunque anche questa sera - domenica - ospiterà il suo inviato sudtirolese per parlare di federalismo e probabilmente anche delle celebrazioni dell’Unità d’Italia. Dunque materia scottante, se qualcuno non arriverà a capire che si tratta di una trasmissione satirica.
 Dal canto suo, Grandinetti è un po’ deluso: «Non mi aspettavo che su da voi la prendessero così, anche perché io amo davvero la musica folk...». (f.za.)
Alto Adige 30-1-11
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giovedì, 27 gennaio 2011


“Volevo un bel pallone rosso” con Andrea Castelli e Angela Demattè

Prometeo e Tsb rilanciano il teatro a San Giacomo

RICCARDO VALLETTI
LAIVES. Con tre spettacoli per ragazzi proposte dalla Cooperativa Prometeo e tre curate dallo Stabile di Bolzano, la rassegna “6 in scena al teatro San Giacomo” presenta la sua seconda edizione. Dal 4 febbraio al 27 marzo, le sei opere affronteranno temi e riflessioni a tutto campo tra grandi classici rivisitati in chiave moderna e nuove e brillanti commedie. La rassegna è stata promossa dal vicepresidente e assessore alla Cultura italiana Christian Tommasini: ‹‹Avevo assunto l’impegno di portare una proposta culturale di serie A per il Teatro San Giacomo che è di serie A››.
 Ad aprire la rassegna sará Angela Dematté con il suo “Volevo un bel pallone rosso”, già vincitore del Premio Riccione per il Teatro 2009, che tratta della storia famigliare di Mara Cagol, fondatrice delle Brigate Rosse interpretata dalla stessa autrice, attraverso i sofferti dialoghi con suo padre, interpretato magistralmente da Andrea Castelli. Seguirà “Cirano de Bergeraq”, il grande classico di Edmond Rostand rivisitato però in chiave moderna dalla compagnia Teatri Possibili, interpretato da Corrado D’Elia. Poi sarà il turno de “La leggenda di Colapesce”, metafora ancestrale ambientata tra la Calabria e la Sicilia di un passato indefinito; l’opera è una delle tre della serie per ragazzi. Seguirà l’esilarante “Precarie età”, di Maurizio Donadoni e interpretata da Patrizia Milani e Maria Paiato, dirette da Cristina Pezzoli; la storia tratta le vicende delle due cinquantenni protagoniste che perdono all’unisono entrambe lavoro e marito, e scoprono nell’apparente rovina delle loro vite una nuova energia positiva. Subito dopo tornerà il teatro per ragazzi con “Fiabe Italiane”, tratto dall’omonima raccolta di Italo Calvino delle fiabe meno note nella tradizione orale italiana. L’excursus nell’immaginario popolare, testi di Marina Allegri, sarà diretto da Maurizio Bercini. L’ultimo appuntamento sarà con le musiche dal vivo di “Cappuccetto blues”, scritto e diretto da Luca Radaelli e prodotto da Teatro Invito. Due cantanti blues (Stefano Bresciani e Valerio Maffioletti) rileggono in chiave ironica e musicale la fiaba di Cappuccetto rosso.
 A due anni dalla sua inaugurazione, quindi, il Teatro San Giacomo si conferma come protagonista strategico dell’offerta culturale altoatesina. ‹‹Una struttura perfettamente riuscita e con un’acustica ottima - secondo Marco Bernardi, presidente del Teatro Stabile di Bolzano - che il Comune di Laives è invitato a coccolare››. ‹‹Si parla spesso di una possibile espansione edilizia - ha aggiunto Tommasini - con questa iniziativa vogliamo sottolineare anche la centralità di San Giacomo nelle attività culturali, e fare in modo che non si percepisca come un semplice luogo di attraversamento tra Bolzano e Laives››.
Alto Adige 27-1-11
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giovedì, 20 gennaio 2011



Ottavia Piccolo: «Nella mia Bolzano recito la libertà»

DANIELA MIMMI
BOLZANO. Lui, Stefano Massini, è uno dei più interessanti giovani scrittori italiani (il Teatro Stabile di Bolzano, un paio di stagioni fa, ha messo in scena il suo intenso “La fine di Shavuoth). Lei, Ottavia Piccolo, è una grande signora del teatro, peraltro bolzanina di nascita. E’ una coppia prestigiosa, quindi, quella che porta al Teatro Cristallo, domani sera alle 21 (e in replica al Teatro Puccini di Merano il 30 gennaio) “Donna non rieducabile”.
 La commedia è un omaggio a Anna Politkovskaja, una giornalista russa che amava fare il suo mestiere, sempre alla ricerca della verità. Per questo il Cremlino la definì “donna non rieducabile”. Per aver scritto e raccontato ciò che stava succedendo nel suo paese e soprattutto in Cecenia, è stata assassinata il 7 ottobre 2006 davanti alla porta di casa sua. Due colpi di pistola al cuore e alla testa. Pochi giorni prima di essere assassinata avrebbe pubblicato sul giornale “Novaja Gazeta” i risultati di una sconvolgente inchiesta sulle torture perpetrate in Cecenia dai russi, l’ultimo reportage all’insegna del coraggio, della verità, della lotta per i diritti civili.
 Tema impegnativo, quindi, quello di “Donna non rieducabile”.
  “Sì, perchè ricordiamo una donna coraggiosa e una giornalista onesta e combattiva - ci dice Ottavia Piccolo. - E’ un modo per ricordarla anche se l’argomento è terribile, ed è uno stimolo a denunciare le ingiustizie”.
  Come è concepito questo lavoro?
 
“Il testo è molto asciutto, stringato, ma Massini ha reso molto teatrali gli spezzoni tratti dai libri della Politkovskaja. Sono 19 istantanee che ci fanno aprire gli occhi su alcuni momenti dell’attività, più che della vita privata, della giornalista russa. Sul palco ci siamo io e l’arpista Floraleda Sacchi, molto brava e molto giovane. Siamo un cast al femminile, anche il nostro tecnico è una ragazza”.
  Massini ha definito questo lavoro un viaggio “negli occhi di Anna Politkovskaja”. Cioè?
 
“Ha usato un’espressione molto adatta. Massini non entra mai nella vita privata della Politkovskaja, non raccontiamo la storia della sua vita. Io racconto senza immedesimarmi. Un po’ le assomiglio: ho i capelli grigi come lei e per leggere porto gli occhiali. Questo mi fa sentire bene e mi consola”.
  Cos’altro pensa di avere in comune con la Politkovskaja?
 
“La stessa onestà nel fare il nostro lavoro, anche se il mio è diverso dal suo, io non racconto il mondo come sa fare lei, con ironia, quasi con leggerezza”.
  Cosa le piace di più di questo lavoro?
 “Potrei dire tutto. Soprattutto mi piace far sapere alla gente cosa è successo là in quegli anni, e che sta ancora succedendo. In tanti paesi al mondo ancora non c’è libertà di stampa. Qui da noi la libertà ci sarebbe, ma ci sono ancora giornalisti che hanno problemi a esprimere le loro idee”.
  Questa volta è tutta sola sul palco. Come si trova?
 
“Mi piace di più lavorare in gruppo. Fare le tournée con altri è sempre più divertente. Inoltre stare sul palco da sola è molto faticoso e anche impegnativo. Per fortuna con me c’è Floradela con la quale posso interagire”.
  Secondo lei come sta il teatro oggi in Italia?
 
“C’è bisogno di leggi per il teatro. L’ultima è stata fatta nel 1949. Nonostante tutti i problemi, i tagli ai finanziamenti, la burocrazia, il teatro italiano è vivo e vitale. E la gente ha voglia di teatro, di bel teatro, anche se è impegnato e impegnativo. Anzi, la gente secondo me ha proprio voglia di impegnarsi, è stufa delle stupidaggini e dei bla bla bla che ci propone la televisione”.
  Il Teatro Stabile di Bolzano compie 60 anni. Lei è nata a Bolzano. La vedremo mai sul palco del Teatro Comunale?
 
“Se mi chiamano arrivo di corsa. Mi piacerebbe fare qualcosa che mi dia la possibilità di stare un po’ di più a Bolzano. Ho ancora amici e parenti che non riesco mai a vedere. Ma sto bene anche al Teatro Cristallo: sono tutti molto carini, gentili e molto organizzati”.
 Spiega il regista Stefano Massini: “Lo spettacolo è un album di immagini, una carrellata di esperienze in presa diretta...”.

   OGGI SU RADIODUE
Anche Zeppelin ospita l’attrice


 In onda dalla Sede Rai di Bolzano sulle frequenze di RadioDue, Zeppelin, il programma condotto da Paolo Mazzucato, aprirà oggi (ore 15) con uno sguardo sulla serie di iniziative che si svolgeranno a Merano per ricordare la giornalista Anna Politkovskaja, uccisa in circostanze ancora da chiarire nei dettagli ma evidentemente legate alla sua attività. Ne parleranno il direttore della Biblioteca civica di Merano Umberto Massarini, Anna Bottani, presidente dell’Associazione “Anna Politkovskaja” e l’attrice Ottavia Piccolo che porterà domani sera a Bolzano e tra una decina di giorni a Merano il suo spettacolo “Donna non rieducabile”, dedicato proprio alla memoria della giornalista.
Alto Adige 20-1-11
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mercoledì, 12 gennaio 2011



Tachi, musicista di Laives, e 2D, un nuovo album per cantare anche i “valori”

MICHELA PERINI
BOLZANO. L’hip hop è uno dei generi musicali più diffusi fra le nuove generazioni: con il suo ritmo inconfondibile e testi diretti, spesso aggressivi, è diventato un mezzo d’espressione che accomuna i giovani di tutto il mondo. Anche a Bolzano la scena hip hop è più che mai viva e presente: tra gli esponenti più conosciuti del genere troviamo i due mc’s Tachi (Marco Cecchellero) e 2D (Fabio Danielli), attivi da molti anni e sempre impegnati nella realizzazione di nuovi prodotti musicali. Fresco di stampa è il loro nuovo cd «Sparring Partner», che contiene sette canzoni scritte e interpretate dai due rappers, per un totale di circa 40 minuti di musica.
 Anche sul web le loro canzoni sono molto cliccate: da qualche settimana è possibile vedere su Youtube il video del primo singolo estratto dal nuovo cd, dal titolo «Dinamite», che ha registrato in pochi giorni quasi 2000 visualizzazioni. Sparring Partner si può trovare presso il negozio Base in Galleria Stella 6 a Bolzano.
 Da dove nasce il titolo dell’album? chiediamo a Tachi.
 
Sparring Partner è il termine usato nella boxe per indicare colui che allena il pugile. Facendo rap insieme da molti anni ed essendo cresciuti musicalmente anche confrontandosi l’un l’altro, volevamo un titolo che richiamasse l’idea del duro lavoro, dell’allenamento e della dedizione verso una passione. Sparring Partner era perfetto.
 Come descrivereste questo vostro lavoro?
 
Si può definire sicuramente un lavoro vario, che spazia da canzoni autocelebrative ed aggressive, come «Dinamite» in tipico stile hip hop, a pezzi musicali più riflessivi, pensati e ricchi di contenuto, come «Scrivendo» e «Gli racconterò», canzone che nasce da un’idea di Fabio, un nostro testamento di idee e valori da trasmettere ad un ipotetico figlio futuro.
 Il video del primo singolo è stato visto su Youtube da quasi 2.000 persone in pochi giorni, vi aspettavate una tale risultato?
 
Sappiamo che ci sono molte persone che ci seguono e apprezzano la nostra musica, e nel nostro piccolo siamo molto contenti di questo risultato, anche perché raggiunto senza compromessi, con una delle canzoni più dure dell’album, e senza usare metodi poco limpidi volti ad aumentare le visualizzazioni registrate.
 Sparring Partner ha visto anche numerose collaborazioni...
 
All’interno del disco troviamo le collaborazioni di Tano, B-One (che ha realizzato anche tutta la parte grafica), e Dj Neos. Per quanto riguarda il video il merito della realizzazione va a Miguel Perra e per la fase di mixaggio ci siamo affidati al Riff Studio di Bolzano.
Alto Adige 12-1-11
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martedì, 11 gennaio 2011



Carnevale, gruppo al lavoro per la grande sfilata

LAIVES. Gino Coseri, mitico “principe del carnevale”, non iniziava mai a parlarne prima dell’Epifania. In realtà il lavoro per costruire i carri della sfilata iniziava mesi prima. È così anche adesso al cantiere della zona Wurza, dove già si vedono i primi risultati del grande impegno che culminerà con la sfilata, la numero 34, programmata per domenica 27 febbraio.
 «Stiamo lavorando regolarmente all’allestimento - dice Cesare Zenorini, presidente del gruppo carnevalesco - e insieme a noi hanno iniziato a costruire i propri carri anche varie associazioni comunali. L’intenzione è quella di riproporre una sfilata almeno al livello di quelle passate e credo che ce la faremo anche stavolta».
 Intanto è anche iniziata la vendita dei biglietti relativi alla grande lotteria di carnevale, che mette in palio come primo premio un weekend per due a Barcellona, un weekend all’hotel Falkensteiner di Valles per il secondo premio e per il terzo e poi una serie di buoni acquisto, fino al 15esimo premio.
 Quest’anno c’è anche la sponsorizzazione ufficiale del negozio “Gutweniger” di Bolzano e, come nelle edizioni precedenti della grande sfilata, dopo domenica 27 a Laives, dovrebbe essere proposta il sabato successivo a Bolzano.
 Per quanto riguarda i temi affrontati dai carri, ovviamente vige il top secret per non rovinare la sorpresa. Comunque, il periodo carnevalesco a Laives non si esaurirà con la sfilata: durante la settimana saranno infatti tante altre le occasioni per divertirsi. (b.c.)
Alto Adige 11-1-11
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lunedì, 10 gennaio 2011
I Promessi Sposi

da Alessandro Manzoni

Compagnia: teatroimmagine di Venezia
regia di Benoit Roland

Sabato 15 gennaio 2011 - ore 20,30

Al Nuovo Teatro di San Giacomo - Laives



Vi sembrerà curioso, ma non sapevo neanche cosa fossero “I promessi sposi” prima che Teatroimmagine mi proponesse di mettere in scena il romanzo di Alessandro Manzoni, ma ho subito capito che questo classico della letteratura italiana è per ogni italiano un ricordo impresso a vita nella sua memoria, un ricordo dal sapore forte tra odio e passione, ma che non lascia nessuno indifferente.
E’ strano, ma nella mia cultura francofona, belga, “I promessi sposi” è un romanzo sconosciuto di cui non si parla neanche al liceo. Invece Victor Hugo (il nostro Manzoni) ogni italiano sa chi è stato e che ha scritto “I miserabili”. Ma perché? Perché
“I promessi sposi” non hanno mai valicato le Alpi? Che un belga metta in scena un tale “monumento” della letteratura italiana può sembrare pretenziosa follia. Al contrario penso che questo ci permetta di dissacrare questo classico, più per divertimento che per sfida.
(…) Rappresentare questa saga infinita, questo “tourbillon” di personaggi in cinque attori e un musicista è come fare un salto mortale su una corda sospesa: tu fai Lucia, ma poi diventi la contessina Attilia che si traveste da gendarme, mentre Agnese fa il Griso, Renzo si trasforma in Don Rodrigo, Don Abbondio è la Monaca di Monza…il tutto coronato dalle allegre note di una fisarmonica.Ogni attore ha allo stesso tempo il doppio ruolo di artefice e vittima delle proprie azioni, per narrare al pubblico una storia immortale, drammatica e crudele, ironica e grottesca, tenera e romantica, ma soprattutto attuale.
BENOIT ROLAND
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martedì, 04 gennaio 2011



Shoah: tre film a Bolzano 

Una rassegna di film - tre appuntamenti, tutti a gennaio, con ingresso libero - per ricordare la Shoah e preparare il «treno della memoria», il viaggio nei campi di sterminio che sarà intrapreso da un gruppo di studenti proprio a gennaio. Tutte le pellicole saranno proiettate al Pippo.stage.
 Quello del «Treno della memoria» è un progetto (organizzato dalla Provincia) che coinvolge circa 150 studenti altoatesini, che il 27 gennaio partiranno per un viaggio di sei giorni a Cracovia e al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. La preparazione a questo viaggio comprende una serie di incontri riservati ai partecipanti ma anche una rassegna cinematografica aperta a tutti. Tre film dedicati alla Shoah, vista da prospettive diverse, programmati al Pippo.stage di Bolzano con ingresso gratuito. Si parte il 13 con «Train de vie» di Radu Mihaileanu; il 20 sarà la volta di «Sophie Scholl - Die letzten Tagen» di Liev Schreiber (pellicola in tedesco dedicata alla resistenza antinazista) e si chiuderà il 26 con «Ogni cosa è illuminata» di Liev Schreiber, tratto dal romanzo d’esordio di Jonathan Safran Foer.

Alto Adige 31-12-10
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venerdì, 17 dicembre 2010



Arriva Babaman: oggi a Laives il ritmo è reggae

LAIVES. Non bisogna essere della dinastia Marley, o di colore, per avere il reggae nel sangue, suonarlo e ritagliarsi uno spazio rilevante nel mondo della musica. Lo sa bene Babaman, personaggio quotato del reggae nostrano, stasera in concerto al Black Box di Laives.
 Nello spazio di via Galizia 32, a partire dalle 22, stasera Babaman proporrà dal vivo soprattutto i brani del suo nuovo cd, uscito un paio di mesi fa e dal titolo “Raggasonico”, edito dalle produzioni Oblio - Universal Music. Proprio da questo ultimo lavoro è tratto il singolo “La Coca” che sta registrando successo soprattutto nella programmazione radiofonica, e anche con questo Babaman continua a portare le sue sonorità reggae/hip hop e il suo impegno sociale in giro per l’Italia, con questo tour partito nei giorni scorsi da Milano (sua città di origine) e che dopo aver fatto tappa anche a Ravenna e Udine, stasera è a Laives e poi scenderà a Pescara. “Raggasonico” è un album potente, ispirato, maturo e stasera se ne potranno ascoltare dal vivo le sonorità reggae, sulle quali Babaman affronta, con impegno e attenzione, tematiche come religione, amore, società moderna e droga (da un lato la marijuana, componente fondamentale del credo Rastafari, dall’altra la cocaina, con appunto “La Coca”, male assoluto della società produttiva contemporanea). Non mancano potenti sonorità dancehall, ma in generale in questo lavoro si evidenzia un’amalgama tra brani differenti, una “confezione” per la quale è stata fondamentale la collaborazione artistica con il produttore Bassi Maestro e con gli altri “beatmaker” del disco: Fabio B, i torinesi Trumen Records, Dj Rowland e Rinoralis.
 In definitiva, Babaman è uno dei personaggi più quotati del reggae nostrano: lo dice la sua fanbase (gli straordinari numeri di accessi e “amici” sulle sue pagine di Facebook e MySpace ad esempio, ma anche le centinaia di persone che affollano i suoi live) e anche la sua attitudine artistica, fatta di passione per la reggae music, per le tematiche sociali e il rastafarianesimo (percorso umano e religioso cui Babaman crede da anni). Gli appassionati locali lo sapranno già, i curiosi potranno rendersene conto oggi a Laives.
Alto Adige 17-12-10
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venerdì, 17 dicembre 2010



 Film muto ritmato dal vivo a San Giacomo

SAN GIACOMO DI LAIVES. Quella odierna è la giornata dedicata alle performances dal vivo, nell’ambito delle proposte del Rimusicazioni Film Festival. Quest’anno la location scelta per ospitare gli eventi live è il Nuovo Teatro di San Giacomo di Laives, subito fuori Bolzano, e la scelta di questa nuova sala si spiega anche con la volontà di distribuire il più possibile l’offerta culturale della manifestazione nel tessuto provinciale altoatesino, per di più in una sala di ottimo livello e da poco realizzata. La serata odierna, che prenderà il via alle ore 20, vedrà due differenti performances e altrettanti film. La prima nasce da un progetto elaborato da Rimusicazioni e che coinvolge il Centro di formazione professionale per il commercio, turismo e servizi Einaudi e l’Istituto musicale Vivaldi. Nell’ambito del progetto, nei giorni scorsi si è svolto a Bolzano il workshop “Rumorismo e post-produzione audio nel cinema e nella televisione”, ideato da Tiziano Popoli con Paola Soccio. Sotto la guida di Pier Paolo Barbanera e Luigi Tota, che hanno lavorato con alcuni importanti registi italiani, nove allievi del Centro di formazione professionale - Camelia Ionella Tapurica, Luca Bellemo, Martin Muscente, Alvaro Roca Mesa, Giorgio Mazzi, Lucas Joaquin Da Tos, Marianna Weber, Elvira Mascaro, Valentina Melchiori - hanno appreso i segreti del rumorismo e si esibiranno stasera per Rimusicazioni nella sonorizzazione dal vivo del film “La Perle” (Henri d’Ursel - George Hugnet, 1929), in simbiosi con il trio di percussionisti formato da Lorenzo Bianchi, Sergio Pircali e Francesco Gigliotti.
 A seguire “Asphalt” (Joe May, 1929), melodramma a tinte oscure, sulle cui immagini si esibirà un trio di musicisti che, a partire da una colonna sonora composta per l’occasione, si produrrà in improvvisazioni per accompagnare la vicenda raccontata sullo schermo. La formazione è composta dall’autore della colonna sonora Stefano Zorzanello (flauto, sassofono soprano, computer), Emilio Galante (flauto in sol, flauto ottavino e live electronics) e dal direttore artistico di Rimusicazioni Tiziano Popoli (tastiere elettroniche e campionatore).

Alto Adige 17-12-10
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giovedì, 16 dicembre 2010



 Fingerle e il suo monologo

SALORNO. Domani alle 20.30 alla Casa Noldin Barbara Fingerle proporrà una replica del monologo «A centotrentotto centimetri dal mondo» con la regia di Antonio Viganò mentre la parte tecnica è curata da Claudio Ansaloni. Barbara Fingerle è un’attrice bolzanina, con una particolarità: è alta 138 cm. Da questa sua particolarità nasce la necessità di uno spettacolo per raccontarsi e raccontare al mondo come si vede lo stesso da quell’altezza. Lo spettacolo racconta come è difficile, a volte, accettare una propria particolarità e conquistarsi uno spazio nel mondo. Una sorta di autobiografia, un monologo tra il divertimento e l’amarezza, per raccontare momenti intimi della propria infanzia e la lotta nel presente per accettarsi e farsi accettare. Il mondo, visto da quell’altezza, a volte è ridicolo, ti fa sorridere, altre volte è triste e umiliante.
Alto Adige 16-12-10
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martedì, 14 dicembre 2010


"Rimusicazioni Film Festival"
- Programma completo su www.rimusicazioni.it e www.4ff.it -
in collaborazione con il Cineforum Bolzano e l'Associazione Harlock
Entrata gratuita per il nostro pubblico
- per godere dell'agevolazione è sufficiente dichiarare all'ingresso di aver ricevuto questa e-mail -
(Per chi non fosse già socio del Cineforum Bolzano è necessaria la sottoscrizione della tessera al costo di 3,00 Euro)
Vi segnaliamo in particolare la serata live del
17 Dicembre 2010 alle ore 20.00
al Nuovo Teatro di San Giacomo.
 
Come sempre
vi aspettiamo numerosi
La vostra Cooperativa Teatrale Prometeo
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martedì, 14 dicembre 2010



Pierobon direttore-showman con il Monteverdi Ensemble

BOLZANO. Che Marco Pierobon - trombettista bolzanino in carriera, già solista con la Symphony Orchestra di Chicago - avesse doti di musicista si sapeva. Ma che fosse anche un abile presentatore-entertainer è stata una bella sorpresa, l’altra sera al Nuovo Teatro di San Giacomo (Laives), dove lo stesso Pierobon ha diretto il Monteverdi Brass Ensemble del Conservatorio di Bolzano stimolando al massimo i giovani allievi e divertendo il folto pubblico. La serata, curata da Musica in Aulis, ha dimostrato come un grande musicista possa abbattere e far abbattere ai suoi allievi le barriere musicali dei generi, alternando o addirittura mescolando classica e jazz, evergreen e temi natalizi.
Alto Adige 14-12-10
lunedì, 13 dicembre 2010



Rimusicazioni, a Bolzano e Trento, il cinema rinasce

BOLZANO. Decolla oggi a Trento, prima di approdare a Bolzano da giovedì e fino a sabato, l’undicesima edizione del «Rimusicazioni Film Festival», rassegna dedicata alla creazione di colonne sonore originali per il cinema muto.
 Cominciato nel 1999, Rimusicazioni Film Festival si propone di favorire l’incontro tra l’arte cinematografica degli esordi e le più interessanti realtà del panorama musicale colto e sperimentale presenti sul territorio italiano. Una ventina di musicisti hanno potuto scegliere nell’ampio catalogo di film messo a disposizione dall’organizzazione e si sono cimentati nella composizione di una colonna audio originale. Differentemente da quanto accade in altre manifestazioni analoghe, in Rimusicazioni le colonne audio vengono fissate su supporto digitale in modo da rendere il lavoro di tutti i musicisti archiviabile, consultabile e trasmissibile. In collaborazione con la casa editrice Ermitage, leader nella distribuzione del cinema muto in Italia, infatti sono stati distribuiti alcuni film di cui l’organizzazione del festival ha precedentemente acquistato i diritti, rendendo così nuovamente disponibili capolavori del cinema muto altrimenti condannati all’oblio.
 Oltre alla sinergia con Ermitage, Rimusicazioni Film Festival ha collaborato anche con il programma On Stage - Operatore dello spettacolo, diretto da Paola Soccio ed ideato in collaborazione con il bolzanino Tiziano Popoli, direttore artistico del festival. L’iniziativa, creata in collaborazione con il Centro di Formazione Professionale per il Commercio Turismo e Servizi Luigi Einaudi e l’Istituto Musicale Antonio Vivaldi, ha visto la creazione di un ampio percorso teorico-pratico sul tema della post-produzione audio nel cinema.
 L’edizione del 2010 ha ampliato i suoi confini: tra le location scelte per l’occasione vi sono Trento, dove avranno luogo le prime tre serate in collaborazione col Cineforum Trento ed il Festival Sonata Island, e San Giacomo, dove, nella cornice del Teatro Nuovo, verranno ospitati due eventi live: Asphalt e La Perle. Le restanti serate avranno luogo a Bolzano alla sala Videodrome di via Roen.

Il programma (a Bolzano da giovedì a sabato)  

Ecco il programma di Rimusicazioni: 13 dicembre, Trento, Teatro San Marco, ore 17.30: varie proiezioni.
 Martedì 14 Trento, Teatro S. Marco, ore 17.30: Aelita (120’) Nosferatu (80’), La coquille et le clergiman (40’). Mercoledì 15, Trento, Museo scienze naturali, ore 21 Asphalt (Joe May, 1929, Germany, 90’) live concert.
 Giovedì 16 a Bolzano, Videodrome ore 20: Metropolis (118’), Emak-Bakia (16’), Nosferatu (60’), L’etoile de mer (17’).
 Venerdì 17 San Giacomo, Nuovo Teatro ore 20: La Perle, sonorizzazione live diretta da Luigi Tota e Pier Paolo Barbanera.
Asphalt live concert. Sabato 18 a Bolzano, Videodrome ore 20: varie proiezioni con premiazione finale.
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mercoledì, 01 dicembre 2010



Mario Monicelli: Un talento straordinario

"Gli italiani non sono né eroi, né missionari. Sono generosi e non si perdono mai d'animo".
Mario Monicelli sapeva cosa diceva quando si fermava a fare questa acuta analisi di costume.
Regista ruvido, materiale, a suo modo virile del cinema italiano, che ha dimostrato, nel corso della sua carriera, un talento straordinario.
Sotto le sue mani sono passati gli attori più belli e capaci del mondo, interpreti che ha saputo incastonare nella commedia all'italiana fatta di farsa, ironia, tristezza, cinismo.
Il tutto come un intenso e disincantato osservatore della realtà italiana, che ha descritto con fine intelligenza in oltre sessant'anni di lavoro come sceneggiatore e regista, firmando molti dei capolavori del nostro cinema.
E quando si dice il suo nome, almeno a casa nostra, si dice Cinema.

Gli studi e i primi lavori
Figlio di Tomaso Monicelli, giornalista e drammaturgo, cresce a Viareggio, frequentando il liceo e l'università a Milano. Lì, sviluppa la sua passione per il cinema, condivisa insieme ai cugini Mondadori, con i quali inizia a scrivere sulla rivista "Camminare", che ha fra i suoi collaboratori anche altri futuri registi: Alberto Lattuada, Riccardo Freda e Renato Castellani.
Nel 1934, con Alberto Mondadori, realizza un cortometraggio muto in 16 mm, Il cuore rivelatore, tratto dal racconto di Poe. L'anno successivo i due affrontano il lungometraggio, girando I ragazzi della via Paal, utilizzando come attori amici e parenti e vincendo a Venezia il premio per il miglior film a passo ridotto. Fa quindi da aiuto regista per Gustav Machaty, Genina, Camerini, Gentilomo, Bonnard, Mattoli, Germi e insieme a Steno dà vita a un felice sodalizio che li vede prima collaboratori al giornale satirico "Marc'Aurelio" e poi prolifici sceneggiatori.

L'esordio alla regia con Steno
Proprio con Steno fa il suo vero esordio alla regia nel 1949 con Totò cerca casa e dopo otto film in coppia (fra cui Al diavolo la celebrità, Totò e i re di Roma e Guardie e ladri), prosegue da solo a partire da Proibito (1954) con Lea Massari. Comincia a delinearsi un autore "nazional-popolare", ma irrispettoso di ogni retorica, pessimista, feroce, demistificatore di sacralità e continuamente alla ricerca delle umane debolezze dei suoi personaggi, mettendone in evidenza anche i connotati cialtroneschi e il loro lato ridicolo.

Il successo de I soliti ignoti
L'opera più riuscita e più godibile è senza dubbio I soliti ignoti (1958), che ha avuto oltretutto il merito di recuperare al cinema un attore allora mal sfruttato come Vittorio Gassman. Fra trovate irresistibili che descrivono un sottobosco criminale dei più sgangherati, Monicelli (grazie anche ai suoi più grandi collaboratori Suso Cecchi D'Amico, Age e Scarpelli) testimonia ancora una vola questa sua innata capacità di fondere insieme attenzione ai personaggi e alle storie raccontate, valutazione critica e notazione ironica, che si fa più sapiente col passare degli anni. Allo stesso modo film come La grande guerra (1959), con Vittorio Gassman e Alberto Sordi in versione soldati lavativi e sfaticati, e I compagni (1963), ingiustamente poco considerato, ma senza dubbio uno dei più intensi film da lui diretti - tanto che ebbe perfino una nomination agli Oscar per soggetto e sceneggiatura -, trasportano sullo schermo pagine di storia e fatti di costume riuscendo spesso a porre l'accento sui problemi con intensità maggiore dispetto a giornali o liberi.
Sono poi gli anni della sua opera preferita L'armata Brancaleone (1966), che rivisita in chiave grottesca il Medioevo, senza dimenticare La ragazza con la pistola (1968), Amici miei (1975), Un borghese piccolo piccolo (1977), Speriamo che sia femmina (1986).

I riconoscimenti
Tra i riconoscimenti alla sua produzione vanno ricordate le quattro nomination all'Oscar come film straniero per I soliti ignoti, La grande guerra, La ragazza con la pistola e I nuovi mostri (1977) e per le due per soggetto e sceneggiatura originali per I compagni e Casanova 70 (1965). Svariati i David di Donatello. Miglior regia per Un borghese piccolo piccolo, Speriamo che sia femmina e per Il male oscuro (1990), Nastri d'Argento e due Leoni d'Oro, uno per miglior film con La grande guerra e l'altro alla carriera nel 1991. Anche regista teatrale, commediografo e regista televisivo, si è prestato, occasionalmente come attore in L'allegro marciapiede dei delitti (1979) e in Sono fotogenico (1980).
Nel 1990, periodo di crisi del cinema italiano, riesce a rimanere a galla dirigendo Alessandro Haber, Cinzia Leone, Marina Confalone e Paolo Panelli nella commedia anti-familiare Parenti Serpenti (1992), poi passa a Villaggio, Troisi, Melato e Placido in Cari fottutissimi amici (1994), Facciamo Paradiso (1995) e Panni Sporchi (1999) e nel nuovo millennio si presenta al pubblico e alla critica, parlando della bestia nera che più di ogni altro l'ha ossessionato nella sua vita: la guerra. Il film Le rose del deserto (2006) che ancora una volta mette in luce una visione antieroica dell'esercito italiano.

Il suicidio in ospedale
Sessant'anni di carriera, passati a osservare la realtà della società italiana con un occhio attento e disincantato, lasciando in tutti i film (riusciti o meno), l'impronta di uno stile personale e brillante. A torto ritenuto per diversi periodi un autore di puro consumo, ha saputo dimostrare di essere un punto fermo nella storia del cinema italiano, tanto che Leonardo Pieraccioni, suo grande ammiratore, ha voluto rendergli omaggio come padre riconosciuto della commedia italiana e toscano DOC, affidandogli il ruolo della voce fuoricampo del nonno del protagonista nel suo film più fortunato: Il ciclone. E forse è proprio questo ciò che Monicelli rappresenta per noi. Il nonno del cinema di casa nostra.
Il grande regista muore suicida la notte del 29 novembre 2010, lanciandosi dal quinto piano dell'ospedale San Giovanni di Roma dove era ricoverato per un tumore alla prostata in fase terminale.

Fabio Secchi Frau

Fonte: http://www.mymovies.it/biografia/?r=934
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sabato, 27 novembre 2010



Notte della cultura a Bolzano

Oggi dalle 19.30 «Cult.urnacht» al Teatro Comunale di Bolzano. Seguendo il motto «Senza confini», artisti tedeschi, italiani e ladini presenteranno un programma che fonde musica, teatro, letteratura, film.
 Sesta edizione per la manifestazione organizzata dalle Vereinigte Bühnen Bozen. L’accompagnamento musicale della serata è affidato al gruppo «Ganes», Herbert Pixner, Eduard Demetz e il gruppo «Elektronika» del Conservatorio di Bolzano. Inoltre andrà in scena un cabaret linguistico di Ferruccio Cainero, poetry slam di Alissa Thaler, poesie di Roberta Dapunt e Rut Bernardi e alcune letture sceniche di «Rothermunds Bilder» di Horst Saller, vincitore delle Giornate d’Autore di Bolzano 2009, accompagnate da un collage fotografico di Martin Geier. Insomma un programma vario e sorprendente.
 Molti gli ospiti della serata. Il giornalista Andreas Pfeifer terrà il discorso sulla Cult.urnacht, il foyer sarà decorato con le sculture espressive di Aron Demetz, Flora Sarrubo parlerà del suo progetto teatrale per giovani e Carmen Tartarotti mostrerà degli spezzoni tratti dal suo film «Das Schweigen und das Schreiben» (in programma al Filmclub a partire dal 29 novembre). E ancora: ci saranno Marco Bernardi, direttore del Teatro Stabile di Bolzano, il traduttore e autore Umberto Gandini, il giornalista culturale ladino Mateo Taibon, Monika Obrist del Südtiroler Kulturinstitut e i «Kraxentrouga», che già nel corso della mattinata animeranno il centro città con una performance sul tema «confini». L’entrata è libera.
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giovedì, 25 novembre 2010



IL CASO DI IDA DALSER "LA MOGLIE DI MUSSOLINI"

Laives, Teatro del Centro Don Bosco, via Kennedy 94, ore 20.30. Il Gruppo teatrale Eos di Bolzano, oggi 25 Novembre , mette in scena “Ida Dalser, la moglie di Mussolini”.

L'appuntamento è organizzato dal comitato pari opportunità e dall'assessorato alle Politiche sociali in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne
In occasione della “Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne”, il comitato pari opportunità e l'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Laives propongono lo spettacolo “Ida Dalser, la moglie di Mussolini”. La rappresentazione, che andrà in scena giovedì 25 novembre alle 20.30 al teatro del Centro don Bosco, racconta la triste vicenda della prima moglie del Duce, la trentina Ida Dalser, sventurata donna dal destino infelice che vede prevalere la ragion di Stato a discapito di valori come la dignità umana e il rispetto della persona. Una storia che è un esempio emblematico di diritti violati e calpestati.
La manifestazione è una riduzione teatrale del libro "La moglie dei Mussolini", di Marco Zeni (Edizioni Effe e Erre) - Testi letti e interpretati da Mara Da Roit e Pierpaolo Dalla Vecchia - Musiche composte ed eseguite da Emanuele Zottino - Riduzione e regia a cura di Lorenzo Merlini - Durata: 1 ora e 15'
L'ingresso è gratuito con la possibilità di libere offerte per l'Associazione Gea, Centro antiviolenza e Casa della Donna / Bolzano.
Al termine verrà fatto un approfondimento sulla figura di Ida Dalser con l'autore Marco Zeni e la giornalista RAI Sandra Bortolin.
(Autore: mar.co.)
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mercoledì, 24 novembre 2010



Dalser, recital per la Gea al teatro Don Bosco Laives

LAIVES. In occasione della giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, il Comitato per le pari opportunità di Laives e l’assessorato alle politiche sociali, propongono lo spettacolo “Ida Dalser, la moglie di Mussolini”. Avrà luogo domani alle 20.30, ne3ll’auditorium del centro Don Bosco, con ingresso libero.

 «Durante la serata verranno anche raccolti fondi - dice l’assessore Sara Endrizzi - che quest’anno verranno destinati a “Gea”, l’associazione bolzanina che segue le donne che hanno subito violenza e gestisce anche una casa protetta. Ogni anno il Comitato aderiva alla campagna del fiocco bianco contro la violenza sulle donne - continua l’assessore Endrizzi - distribuendo i fiocchi e raccogliendo anche fondi che venivano destinati ad una associazione fiorentina. Quest’anno abbiamo deciso di mandarli invece alla Gea di Bolzano. Quanto al comitato per le pari opportunità appena insediato, si è riunito la prima volta il 10 novembre. La presidente è Luisella Raveane, e la vice Sieglinde Niederstaetter Fauster. Vi fanno parte anche Loris Frazza, Debora Pasquazzo, Marco Pfeifer, Elda Paolazzi, Silvia Clementi, Claudia Furlani, Claudia Guarda e Monica Guerra”.

Durante la serata di domani sarà presente all’auditorium del Don Bosco anche Marco Zeni, autore del libro da quale è tratta anche la riduzione teatrale. Zeni illustrerà al pubblico l’iter della ricerca che lo ha portato ad individuare la documentazione sulla quale ha poi approfondito la ricerca che è sfociata in una bella pubblicazione e nello spettacolo teatrale in programma domani sera al Don Bosco di Laives. (b.c.)
Alto Adige 24-11-10
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mercoledì, 24 novembre 2010



Augias racconta Giordano Bruno

DANIELA MIMMI
Era il 17 febbraio del 1600 quando, a Campo de’ Fiori a Roma, Giordano Bruno, uno dei massimi pensatori della storia della cultura occidentale, veniva condannato al rogo. Alla condanna a morte rispose: «Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla». Sono passati quattro secoli da allora, ma evidentemente la vicenda di questo uomo ostinato e ribelle affascina ancora se un giornalista - e scrittore - come Corrado Augias riprende quella vecchia storia dalle tinte fosche, e la porta sul palcoscenico. Ancora una volta quindi spettacolo e cultura si incontrano nella stagione del Circolo La Comune, in «Le fiamme e la ragione», venerdì 26 novembre al Teatro Cristallo (alle ore 21). Autore dei testi e voce narrante è appunto Corrado Augias, che salirà sul palco nella veste di sé stesso, cioè di giornalista e uomo di cultura alle prese con un tema ancora di scottante attualità nonostante i secoli intercorsi: la libertà di pensiero, la laicità dello stato, le ragioni della scienza, il ruolo delle religioni. È uno spettacolo vero e proprio questo che porta in scena la figura per certi versi ancora controversa di Bruno, con un regista, Ruggero Cara, e la musica di Valentino Corvino con C-Project. Perché proprio Giordano Bruno? Lo abbiamo chiesto direttamente a Corrado Augias. «Perché - risponde - studiando e leggendo su di lui mi sono reso conto che è un personaggio notevole del 16º secolo di cui parla poco e di cui si sa poco, e che si è studiato poco e male a scuola. Invece la sua visione del mondo/cosmo è stata rivoluzionaria. La seconda ragione riguarda la sua vicenda umana così tragica. La sua morte è servita da ammonimento in un tempo di estremismi religiosi, sia in oriente che in occidente. Lui semplicemente insegnava ad essere tolleranti, a discutere le idee in un ambito dialettico».
 Come è riuscito a spettacolarizzare un personaggio del genere?
 
È stato tutto sommato semplice: abbiamo toccato nervi scoperti e sensibili. Abbiamo raccontato una vicenda umana spettacolare che nel finale si fa concitata e incatena gli spettatori alla sedia. È un racconto tragico, quasi una favola, denso di significati e con tanti riferimenti all’attualità. C’è molta attenzione al racconto, ma non c’è molto altro: io che narro e Corvino che suona i suoi strumenti antichi e la scenografia elettronica. Del resto anche in televisione hanno ascolti altissimi spettacoli ben poco televisivi, basta pensare alla trasmissione di Fazio con Saviano, che a tratti è anche noiosa. Io noto che c’è un bisogno diffuso di sentire cose serie.
 Lei cosa pensa della pena di morte?
 
Secondo me il problema è già stato risolto da Beccaria tre secoli fa. È solo una barbarie inutile.
 Giordano Bruno è stato un vero viaggiatore e un europeo ante-litteram. Parla anche di questo?
 
Sì, perché lui ha espiato la colpa delle nuove idee che circolavano nell’Europa scossa da Martin Lutero. Lui è stato dappertutto: in Francia, in Germania, in Inghilterra, nei paesi dell’est. Si iscriveva all’Università e a volte ci andava ad insegnare e a volte ad imparare. Era un personaggio incredibile che si è trovato di colpo in mezzo a due posizioni filosofiche ben precise: da una parte c’era appunto la filosofia, dall’altra un potere che voleva ucciderlo. Dopo essere stato nelle carceri di Venezia, il Cardinale Ballarmino, un’intelligenza terribile e spietata, lo fece trasferire a Roma dove il Tribunale dell’Inquisizione lo lasciò nelle mani del Governatore perché lo uccidesse. Ho letto, ma non lo faccio sul palco perché appesantirebbero il racconto, i documenti relativi ai processi contro Giordano Bruno. Le procedure dell’inquisizione erano rigorose, ma piene di vicende losche. Sono convinto che Bruno sia impazzito, dopo sette anni di prigionia e torture.
 Quale tra i tanti aspetti della vita e del pensiero di Bruno l’ha più colpita?
 
Innanzitutto la sua divulgazione della teoria copernicana secondo la quale è il sole, e non la terra, ad essere al centro dell’universo. Questo dava torto alle Sacre Scritture. E poi anche la sua intuizione fantastica sull’infinità dei mondi, di un universo composto da miliardi di galassie che non ha confini. Questo poneva dei problemi filosofici enormi. Su un altro pianeta potevano esserci forme di vita intelligenti? Anche loro hanno avuto un Creatore? Anche loro hanno il Peccato Originale? Anche loro hanno un Salvatore?
 Lo spettacolo che porterà in scena venerdì a Bolzano contiene un messaggio preciso?
 
Sì, in particolare direi quello di Gustavo Zagrebelsky sulla tolleranza come regola sulla quale ogni uomo deve costruire la propria vita.
Alto Adige 24-11-10
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lunedì, 22 novembre 2010

Torna in scena «Ida Dalser»

A Laives il 25 nella Giornata contro la violenza sulla donna


LAIVES. Ritorna in scena lo spettacolo “Ida Dalser, la moglie di Mussolini”, una lettura scenica nata sul libro di Marco Zeni. l’appuntamento è per il 25 novembre al Centro don Bosco di Laives, con una importante novità: a fine spettacolo un approfondimento sulla figura di Ida Dalser.
 Nel dicembre 1999 l’ONU ha dichiarato il 25 novembre “Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne”, e proprio in questa occasione l’Associazione Don Bosco, il Comitato pari opportunità e l’assesosrato alle Politiche sociali di Laives hanno deciso di ospitare il gruppo teatrale Eos di Bolzano con lo spettacolo su Ida Dalser. Con la novità, si diceva, dell’apporfondimento affidato all’autore Marco ZENI e alla giornalista Sandra Bortolin. L’ingresso sarà gratuito, con possibilità di offerte alle associazioni GEA, Centro antiviolenza e Casa della Donna / Bolzano.
 “Ida Dalser, la moglie di Mussolini”, è la tragica storia di Ida Dalser, di Sopramonte, sventurata donna il cui percorso di vita, per un destino infelice, si troverà a incrociare quello di Benito Mussolini. Il gruppo teatrale Eos di Bolzano ripercorre con convinzione e profondità di stile drammaturgico la vicenda di Ida Dalser, con la regia di Lorenzo Merlini.
 Mara Da Roit e Pierpaolo Dalla Vecchia ne sono gli interpreti, accompagnati dalle musiche di scena composte ed eseguite da Emanuele Zottino.
Alto Adige 22-11-10

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne: la storia tragica di Ida Dalser, una donna calpestata. Rilettura teatrale con accompagnamento musicale e proiezione di toccanti immagini
Autore: Marco ZENI ("La moglie di Mussolini", Ediz. Effe Erre)
Regia: Lorenzo Merlini
Attori: Mara Da Roit, Pierpaolo Dalla Vecchia
Musiche composte ed eseguite da: Emanuele Zottino
Organizzazione: Assessorato alle Politiche sociali e Comitato Pari Opportunità del Comune di Laives
In collaborazione con: Centro Don Bosco, Laives
Dove e quando: Centro DON BOSCO, via Kennedy 94, Laives - GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 2010, ore 20:30
Parcheggio auto: Sul piazzale del Centro Don Bosco e lungo via Galizia / Laives
Ingresso gratuito. Raccolta di offerte LIBERE in favore di:: Associazione GEA / Centro antiviolenza, Casa della Donna
Mara Da Roit, Pierpaolo Dalla Vecchia, Emanuele Zottino.
Mara Da Roit, Pierpaolo Dalla Vecchia, Emanuele Zottino.

Al termine dello spettacolo:
APPROFONDIMENTO sulla figura di IDA DALSER con l'
autore Marco ZENI e la giornalista RAI Sandra BORTOLIN; possibilità di domande da parte del pubblico. 

TRAMALa vicenda prende le mosse nel 1913, quando fra Ida Dalser di Sopramonte di Trento [allora territorio austriaco] e il futuro duce Benito Mussolini si accende la passione. Ben presto la già affermata estetista si priverà di tutti i propri averi per sostenere le ambizioni del suo uomo. Dopo il matrimonio in chiesa, e dopo la nascita nel 1915 del figlio Benito Albino, riconosciuto dal padre, inizia l’allontanamento della donna. L’ascesa dell’uomo politico, che nel frattempo ha sposato Rachele Guidi, è inarrestabile, e con essa matura la sua decisione di escludere dalla propria vita sia Ida che il bambino. Priva di mezzi, Ida viene sballottata da un capo all’altro d’Italia. Ma lei non si dà per vinta, insiste, rivendica. E diventa un elemento troppo scomodo. Contro di lei viene dunque messa in atto una strategia di isolamento, estesa poi anche al bambino. Internata in manicomio, pur sana di mente, Ida andrà incontro alle drammatiche conseguenze che si vedranno, e che toccheranno in sorte anche a suo figlio. Un doppio binario di eventi tragici. Un pezzo di storia ancora ignoto ai più.

Da TG R RAI - 25.01.2010: http://www.youtube.com/watch?v=fCBU8Dgmpg4  , http://www.youtube.com/user/00allover00#p/a/u/0/CUzptrKM79M


Altre INFOhttp://www.giornalesentire.it/2010/gennaio/1574/idadalserpazzad-amore.html
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domenica, 21 novembre 2010



Talenti cercansi per il palcoscenico del Carambolage

BOLZANO. Le regole del gioco sono semplici, poche e chiare: basta volersi divertire e, appunto, mettersi in gioco. La seconda edizione del talent show made in Bolzano “Yes, I can!” avrà luogo lunedì 6 dicembre al Piccolo Teatro Carambolage con inizio alle ore 20.30.
 Per partecipare alla seconda edizione del talent show basta saper fare qualcosa, ovvero qualsiasi cosa: cantare, ballare, recitare, fare magie, cabaret, performance, leggere poesie, suonare uno strumento. Ma attenzione perchè potranno esibirsi solo i primi nove che si prenotano contattando il numero 0471 981790 oppure il sito info@carambolage.org. Come dice il bando “non importa che tu abbia 15 o 115 anni, che tu sia un locale o un cittadino del mondo, uccello del paradiso o piccione, femminista o sciovinista - iscriviti...facci vedere quello che sai fare!”. Lo scorso anno la prima edizione di “Yes, I can!” è stata un grande successo e i posti del Carambolage erano esauriti. “Non ci aspettavamo un tale successo - conferma Martin Bampi, del direttivo del Carambolage -. Ma la cosa più bella e divertente è stata l’atmosfera che si è creata, con un tifo da stadio. Siamo convinti che qui ci siano tanti talenti che aspettano solo una ribalta, che tengono le loro poesie chiuse nel cassetto o la loro arte riservata solo a pochi amici, ma non hanno mai l’occasione di poter far vedere in pubblico quello che sanno fare. Adesso ce l’hanno”.
 Lo scorso anno abbiamo assistito a nove esibizioni, alcune esilaranti, alcune quasi professionali, davanti a un pubblico allegro e rumoroso. E soprattutto rilassato, perchè non vince nessuno, non è un concorso, non è una sfida. Eppure l’anno scorso c’è stato qualcuno che è riuscito a mettersi in mostra, come il giovane poeta Mathias Vieider. Dopo il Carambolage ha preso il volo: ha vinto la sfida del Poetry Slam durante il Festival Steinegg Live ed è arrivato 4º in un altro contest a Bochum, in Germania, davanti a 2.000 persone. Adesso sulla sua agenda ci sono diversi appuntamenti: i primi sono il 23 dicembre, quando sarà il moderatore del Winterslam al Pippo Stage, e il 28 febbraio, quando tornerà nuovamente sul palco del Carambolage. Ma questa volta per presentare un suo “vero” spettacolo. (d.mi.)
Alto Adige 20-11-10
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domenica, 21 novembre 2010
IL TEATRO STABILE COMPIE
60 ANNI

AUGURI



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giovedì, 18 novembre 2010

"Ida Dalser, la moglie di Mussolini"

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giovedì, 18 novembre 2010


Il PIANETA AZZURRO
di Franco Piavoli

Un film assolutamente unico, magico, primordiale, che chiede allo spettatore una disponibilità non superficiale nell’accostarsi alla visione, ma che è in grado di sollecitare quella capacità di ascolto del mondo e quella sintonia fra l’uomo e l’universo che sembrano perdute. P.Mereghetti - Dizionario dei film
Una valida occasione per ricordarci che le risorse della Terra vanno difese dallo sfruttamento selvaggio, dagli inutili sprechi e dall’aumento dell’inquinamento; e che dei problemi della “nostra terra” non ci dobbiamo solo PREOCCUPARE ma ci dobbiamo concretamente OCCUPARE.

Ingresso gratuito


venerdì 19 novembre 2010 ore 20.30
sala don Lino Giuliani


vai al link:
http://www.youtube.com/watch?v=uHCa4PtVjoE&feature=&p=57DB4CA4D8EAE97A&index=0&playnext=1

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mercoledì, 10 novembre 2010



 Dario Spadon il conte Cavour , Filippo Plancher è Garibaldi

BOLZANO. È il giorno della prima per la nuova produzione teatrale del Circolo La Comune di Bolzano, che si è affidato ancora all’autore bolzanino Paolo Mosna per portare in scena un pezzo di storia: dopo il lavoro su Ipazia e quello su Gaismair e Hofer ecco quello su “Garibaldi e Cavour”. Debutto questa sera alle ore 21 sul palco dell’Auditorium del Liceo Torricelli di Bolzano, con replica domani sera.
 Dunque Garibaldi e Cavour, due personalità imponenti (di cui vestono i panni rispettivamente il bressanonese Filippo Plancher e il bolzanino Dario Spadon) che si sfidano, ognuno con le proprie idee, con la propria dialettica, con i propri sogni e le proprie utopie. Paolo Mosna mette in scena i due personaggi, per tanti aspetti poco conosciuti, che hanno creato non solo l’Italia, ma anche l’Europa, per celebrare, insieme al Circolo la Comune, i 150 anni dell’Unità d’Italia. Lo spettacolo è diviso idealmente e fisicamente in tre parti ben distinte. C’è una parte introduttiva e videovisiva che introduce al Risorgimento, con tutti i fatti (il 1848, la spedizione dei Mille, le prime mosse di Garibaldi, ecc) che lo hanno preparato. Poi c’è la parte teatrale, il dialogo, l’incontro, lo scontro, il conflitto (con finale inaspettato), di Garibaldi con Cavour, quando non nascondono ormai più le loro reali intenzioni dietro alla retorica. E poi c’è una terza parte, un documentario, un collage di tutti gli avvenimenti che hanno poi portato all’unificazione del nostro paese. Filippo Plancher diventa Garibaldi dopo aver interpretato uno dei Mille nell’ultimo film di Martone.
Alto Adige 10-11-10
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mercoledì, 10 novembre 2010



ShortFilmfestival, a Bolzano il cinema è corto ma piace

ANDREAS PERUGINI
BOLZANO. Dopo la serata d’inaugurazione tenutasi l’altra sera nelal sede del Cineclub, ieri il Bolzano ShortFilmFestival ha aperto la serie delle proiezioni al Capitol. L’appuntamento è con tre diversi cicli di proiezioni: le prime due tornate di cortometraggi all’interno del concorso “Opere Nuove” e la prima parte della rassegna “Global Vision”, la sezione internazionale del festival. Ricordando che da quest’anno gli spettatori, col proprio voto, concorrono all’assegnazione del Premio del pubblico (in particolare per la categoria Global Vision il premio sancirà un corrispettivo in denaro ed il pubblico votante parteciperà all’estrazione di tre abbonamenti per dieci spettacoli al Filmclub) approfittiamo dell’occasione per porre alcune domande a Gio Roseano del team che cura il festival.
 Quali sono le principali le difficoltà che l’organizzazione ha dovuto affrontare per questa edizione?
 
Sono legate, anche per noi, alla crisi generale, che non risparmia ovviamente il mondo dello spettacolo. Riuscire a costruire una manifestazione come il Bolzano ShortFilmFestival, giunto alla 42º edizionie facendo affidamento, oltre che su sponsor istituzionali, solo ed esclusivamente sul lavoro volontario di soci e simpatizzanti, è impresa ardua, se confrontata a numerose altre manifestazioni, indubbiamente di valore artistico, che però ottengono la collaborazione di sponsor privati. Il cinema, sopratutto quello indipendente, non riesce a trovare in Alto Adige il rispetto che merita.
 Le maggiori soddisfazioni nell’ambito della selezione dei film in concorso?
 
Ciò che maggiormente ci gratifica è la capillare diffusione sul territorio che riusciamo a raggiungere con il nostro concorso. Ricevere e visionare centinaia di lavori da tutta Italia da autori italiani e dall’estero garantisce indubbiamente una buona qualità delle opere che verranno presentate in queste quattro giornate di proiezioni (gratuite) al Filmclub di via Streiter. Come organizzazione, ci possiamo ritenere soddisfatti di ciò che abbiamo selezionato. Certo, passare sei mesi a visionare più di 500 film, italiani ed esteri, può sembrare una faticata, ma in realtà è un’enorme gratificazione. Ogni fiction, documentario, animazione o sperimentale racchiude in se un dono: quello della fantasia. E chi ha la fortuna di riconoscerlo potrà goderne per sempre.
 Arrivati alla 42º edizione del festival qual è la vostra valutazione del mondo del cortometraggio in Italia e all’estero?
 
Negli ultimi anni il genere corto ha raggiunto progressivamente un buon livello di diffusione anche se rispetto ad altri stati in Italia siamo ancora piuttosto legati alla grande scuola del lungometraggio d’autore che ha radici storiche molto profonde. Se in Europa, e particolarmente in quella dell’Est, il cinema “corto” è utilizzato molto per sperimentare nuovi processi comunicativi, qui da noi viene percepito più che altro come un esercizio necessario esclusivamente per la propria formazione di base.
  Qualcosa però sembra muoversi. Ciò è dimostrato dalla sempre più assidua partecipazione di nomi illustri del mondo dello spettacolo che dedicano volentieri la loro professionalità al cortometraggio.
 
Quest’anno ad esempio ci sono in concorso autori del calibro Philippe Leroy, Elio Germano, Piera degli Esposti, Ambra Angiolini, Daniele Liotti, per citarne alcuni...

   IL PROGRAMMA DI OGGI
Opere Nuove, il via alle ore 18

 Ecco i film in programma al Cinema Capitol, dove il Filmclub ospita il Cineclub nella sala 2. Per Opere Nuove 1, Sala Capitol 2 dalle ore 18 alle 19:30 “Sottocasa”, “Oggi come ieri”, “La Sirena”,”Deu ci sia”, “Lights”, “La vita accanto”, “L’ora di pranzo”. Opere Nuove 2 dalle ore 20 alle 21:30 “Big Bang Big Boom”, “À La Lune Montante”,”Be water, my friend”, “L’ape e il vento”, “Videogioco a loop experiment”, “Caffè capo”, “U’ su”. Per Global Vision 1, dalle ore 22 alle ore 23:30 “Paradis perdu”, “Grise mine”, “Sinner”,”52 Takes of the same thing, then boobs”, “Die berliner Mauer”,”Le petit dragon”, “Hayfever”, “Zena u Ljubicastom”, “Weg.e”. Domani si inizia ancora alle ore 18.
Alto Adige 10-11-10
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lunedì, 08 novembre 2010
     

Garibaldi e Cavour in teatro novità firmata Paolo Mosna

BOLZANO. Garibaldi e Cavour, faccia a faccia. Due personalità imponenti (di cui vestono i panni Filippo Plancher e Dario Spadon) che si sfidano, ognuno con le proprie idee, con la propria dialettica, con i propri sogni. Paolo Mosna, dopo Andreas Hofer, mette sul palco del Liceo Torricelli, il 10 e 11 novembre, i due personaggi, per tanti aspetti poco conosciuti, che hanno creato non solo l’Italia, ma anche l’Europa, per celebrare, insieme al Circolo la Comune, i 150 anni dell’Unità d’Italia. “In pochi lo sanno, ma Garibaldi sosteneva la repubblica universale. Garibaldi fu eletto al Parlamento francese insieme a Victor Hugo quando aiutò la Francia contro la Russia. Garibaldi mise lo scrittore e intellettuale Alexandre Dumas a sovrintendere gli scavi di Pompei. Garibaldi aveva non solo la visione dell’Italia unita, ma anche dell’Europa” ci dice Mosna. Lo spettacolo è diviso idealmente e fisicamente in tre parti. C’è una parte introduttiva e videovisiva che introduce al Risorgimento, con tutti i fatti (il 1848, la spedizione dei Mille, le prime mosse di Garibaldi...) che lo hanno preparato. Poi c’è la parte teatrale, il dialogo, l’incontro, lo scontro, il conflitto (con finale inaspettato), di Garibaldi con Cavour, quando non nascondono ormai più le loro reali intenzioni dietro alla retorica. E poi c’è una terza parte, un documentario, un collage di tutti gli avvenimenti che hanno poi portato all’unificazione. “Io cerco di non prendere posizioni - ci dice Paolo Mosna - e cerco di restare neutrale e far parlare i personaggi. Vorrei che lo vedessero i giovani, questo lavoro l’ho scritto soprattutto per loro.” (d.mi.)
Alto Adige 8-11-10
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lunedì, 01 novembre 2010



Un raro Requiem di Mozart nella chiesa dei Domenicani

 BOLZANO. In occasione della doppia ricorrenza di Ognissanti e dei Defunti, l’associazione culturale Musica in Aulis presenta a Bolzano, oggi alle 17.30 nella Chiesa dei Domenicani, il Requiem di Mozart, le cui vicende sono avvolte nel mistero, come bene illustrato nel celebre film “Amadeus” di Forman. L’iniziativa, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrebbe diventare una tradizione.
 Ancor oggi il Requiem commuove: composizione incompiuta, ci pervenne in forma di frammento; commissionato a Mozart da un certo conte Walsegg nell’estate del 1791, lo impegnò fino alla sua morte, il 5 dicembre di quell’anno. Ben presto la composizione incompiuta fu oggetto di elaborazioni volte a completarla. Elaborazioni di diversa natura non si prefissero di terminare ciò che era incompiuto, ma piuttosto di diffondere ciò che non era conosciuto. Nel corso dell’800, gli adattamenti per organici diversi da quello originale godevano di maggiore considerazione rispetto ad oggi. Per il medico milanese, compositore e studioso di musica, Peter Lichtenthal (1780-1853), la musica di Mozart, che considerava un vero genio, era la misura delle cose. Per rendere accessibile le proprie opere anche ai musicisti dilettanti, egli elaborò alcune sue musiche per piccole formazioni cameristiche. Così sorse anche la versione per quartetto d’archi del Requiem. La potremo ascoltare nell’esecuzione del Quartetto dell’Amarida Ensemble, composto dai violinisti Stefano Ferrario e Johanna Wassermann, dalla violista Margherita Pigozzo e da Alejandro Biancotti, cello. L’ingresso sarà libero.
Alto Adige 1-11-10
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giovedì, 28 ottobre 2010



Con Wasilewski rinasce Laives Jazz

GIUSEPPE SEGALA
Dopo il grande impegno profuso nel concerto con Jan Garbarek e lo Hilliard Ensemble, nel 2009 al Duomo di Bressanone, il festival Laives Jazz ha segnato lo scorso anno una pausa, con qualche preoccupazione per chi vedeva la rassegna come un momento di notevole originalità.
 Originalità dovuta al sapiente scandaglio di una scena europea spesso poco considerata nei festival nazionali. Ora Laives Jazz torna a presentarsi con due corpose serate, come sempre curate dal fine gusto di Luca Sticcotti, in programma venerdì 26 al Teatro delle Muse di Pineta e sabato 27 nel nuovo spazio aperto del Black Box a Laives, dove la serata si prolungherà fino a notte inoltrata.
 Spiccano i nomi ben conosciuti e celebrati del trombonista Gianluca Petrella e del batterista statunitense Bobby Previte, ma anche quello di un musicista meno celebre, seppur degno della massima considerazione: il pianista di Cracovia Marcin Wasilewski. Dopo essersi messo in luce nel quartetto di Tomasz Stanko, Wasilewski ha registrato un paio di album davvero eccellenti per l’etichetta Ecm, confermando le impressioni di chi lo aveva apprezzato con il celebre trombettista polacco. Lo stesso Stanko aveva affermato di non aver mai incontrato, nell’intera storia del jazz polacco, una band come quella con Wasilewski al piano.
 Si inizia dunque venerdì 26 novembre al Teatro delle Muse, alle 21, con il trio di Wasilewski, una formazione che sviluppa grande intensità e lirismo, nella cui musica spicca una perfetta sintonia. Lo stile pianistico di Wasilewski ricorda Paul Bley nell’audacia delle improvvisazioni, ma si allaccia pure all’eleganza di altri pianisti europei, come John Taylor e Bobo Stenson.
 La lunga serata di sabato sarà aperta dal gruppo altoatesino Fatish, con Matteo Cuzzolin, Marco Stagni e Andrea Polato. Poi il testimone passerà al trio Chöd, un supergruppo che affianca il trombone di Gianluca Petrella, il basso di Massimo Pupillo e la batteria di Bobby Previte. Musica acustica ed elettronica si intrecciano nel lavoro dei tre musicisti, che sono anche tra i compositori più interessanti del panorama contemporaneo. Petrella è senza dubbio il musicista italiano della nuova generazione più apprezzato nel mondo.
 Tra le sue realizzazioni più importanti, dopo lo splendido rodaggio nel quintetto di Enrico Rava, ci sono l’Indigo Quartet e la più recente Cosmic Band, che riunisce alcuni tra i più notevoli giovani talenti nazionali. Bobby Previte è batterista e compositore di primo piano nel panorama internazionale: ha collaborato con moltissimi musicisti, tra i quali John Zorn, Tom Waits, Iggy Pop, Steven Bernstein, Steve Swallow. Massimo Pupillo è co-fondatore degli Zu, con cui ha realizzato 15 album, ed ha tenuto concerti in tutto il mondo, collaborando con Mike Patton, Peter Brötzmann, Han Bennink, Nils Petter Molvaer. Dopo la performance di Chöd, la serata al Black Box proseguirà con un dj set curato dagli stessi Petrella, Previte e Pupillo. I tre musicisti terranno anche un workshop prima del concerto, con gli studenti della classe di Musica elettronica e Informatica musicale dell’Istituto Musicale Vivaldi. Si rinnova così l’impegno formativo di Laives Jazz, già sperimentato con successo nelle passate edizioni.
Alto Adige 28-10-10
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mercoledì, 27 ottobre 2010



Sonata Islands farà tappa in Alto Adige

TRENTO. Un bel caleidoscopio di proposte viene esibito dalla rassegna Sonata Islands per la sua ottava edizione, in programma da questa sera fino al 17 dicembre, con tappe a Trento, Laives, Verona, Milano, Tavagnacco in provincia di Udine. Dunque il primo dato che risalta dal cartellone 2010 è proprio l’ampliamento geografico della rassegna. Il taglio della proposta è quello consueto ideato dal direttore musicale Emilio Galante, che indaga le possibili connessioni nelle terre di confine tra jazz e musica colta contemporanea, tra improvvisazione e scrittura, alla ricerca di nuovi linguaggi musicali della modernità. Si incontrano nomi di indubbia caratura del panorama nazionale e apprezzati anche all’estero, come quelli di Gianluigi Trovesi, Salvatore Bonafede, Tino Tracanna, Bebo Ferra, Gabriele Mirabassi, Simone Zanchini e Andrea Dulbecco.
 Si parte questa sera all’Auditorium San Bartolomeo di via Malpensada a Trento (ore 21), con il gruppo Skrunch guidato dal batterista e compositore siciliano Francesco Cusa, personaggio versatile, a proprio agio sia nei contesti jazz che nella sperimentazione più avventurosa. La seconda tappa, in programma il 3 novembre al Castello del Buonconsiglio di Trento, vede in scena l’Ensemble Sonata Islands con il sassofonista Tino Tracanna come solista ospite. Doppia data per il concerto con Gianluigi Trovesi: il 7 novembre alla Sala Maffeiana di Verona e l’8 al Buonconsiglio. Altra data da non perdere, quella del 15 novembre al Museo di Scienze Naturali di Trento, con lo straordinario clarinettista Gabriele Mirabassi. Negli altri appuntamenti incontriamo chitarrista Bebo Ferra (il 22 novembre al Buonconsiglio) e il pianista Salvatore Bonafede, che in duo con i flauti di Galante proporrà musiche ispirate al capolavoro di Luchino Visconti, Il Gattopardo. L’ultima tappa della rassegna ripropone la sinergia con il festival di Musica Contemporanea di Bolzano, attraverso una sonorizzazione del film “Asfalto”, con le composizioni di Stefano Zorzanello, al Nuovo Teatro di San Giacomo (Laives) il 17 dicembre.
Alto Adige 27-10-10
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martedì, 26 ottobre 2010



Arriva la minilaurea al Conservatorio

BOLZANO. Arriva la minilaurea al conservatorio Monteverdi. La giunta provinciale ha approvato ieri gli ordinamenti didattici di 20 corsi di diploma accademico di primo livello (minilaurea) al conservatorio Monteverdi (direttore Felix Resch) e ha istituito tre nuovi corsi riferiti a canto, oratorio e musica sacra. Via libera dunque ai 20 corsi di diploma accademico di primo livello in basso tuba, musica elettronica, strumentazione per orchestra a fiati. Sono stati inoltre approvati gli ordinamenti didattici di altri corsi già avviati in via sperimentale. E’ stata inoltre autorizzata l’ammissione nell’anno accademico 2010-2011 dei corsi di «Lied e oratorio» e di «Musica sacra in lingua tedesca». Sono corsi molto richiesti nel mondo di lingua tedesca ma dovranno essere disciplinati in base al vecchio ordinamento.
 La giunta si è occupata ieri anche della gara d’appalto, con base d’asta di un milione, che assegnerà la realizzazione del canale televisivo informativo dedicato ai turisti per il quale nei mesi scorsi è stata riservata una frequenza televisiva. E’ previsto un 30% di spazio pubblicitario.
 Entro fine gennaio 2011 la Provincia dovrà recepire la segnalazione certificata di inizio attività (la “Scia”) che in base alla legge statale consente di avviare un’attività privata dopo comunicazione all’amministrazione competente. In Alto Adige, ha annunciato il presidente Durnwalder, saranno previste alcune limitazioni. Verrà stilare una lista delle attività ammesse con segnalazione e di quelle che richiedono particolari presupposti.
Alto Adige 26-10-10
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lunedì, 25 ottobre 2010



Teatro La Ribalta sabato a Bolzano rilegge Pinocchio
Al Teatro di Gries con Michele Fiocchi e Sonia Franchini
DANIELA MIMMI
BOLZANO. L’ospite tanto atteso è Pinocchio, che Geppetto non si è affatto costruito, ma lo ha comprato. E poi diventerà una bambina, perchè a interpretarlo sarà la piccola Sonia Franchini, giovane talento che arriva da Rovereto, anche se sul palco non avrà connotati sessuali ben precisi. “L’ospite” è la nuova produzione del bolzanino Teatro La Ribalta, con cui festeggia 25 anni di attività, e che debutterà al Teatro di Gries sabato 30 ottobre, poi la tournée.
 Il lavoro tornerà poi a Bolzano nella rassegna Teatro nelle Scuole del Teatro Stabile. “L’ospite” nasce dalla penna e dalla fantasia di Antonio Viganò, che cura anche la regia, e Remo Rostagno, mentre sul palco, oltre alla piccola Franchini, c’è Michele Fiocchi. Questa nuova produzione del Teatro la Ribalta (in scena a rotazione dopo “Valore d’uso”), realizzata in collaborazione con la Casa degli Alfieri di Asti, fa parte di un articolato progetto centrato sulla figura di Pinocchio. “Questo penso che sia il nostro ultimo spettacolo autoprodotto. Siamo una delle poche compagnie teatrali che non riceve contributi dagli enti pubblici. Viviamo sugli spettatori, le repliche, le tournée, ma adesso abbiamo finito i soldi” ci dice Antonio Viganò. Il quale è comunque molto orgoglioso del suo nuovo lavoro. “Questo spettacolo è molto importante per me perchè si è ricostruita una coppia storica, Viganò-Rostagno, e poi perchè è un lavoro creato per i ragazzi ma è fruibile anche dal pubblico adulto”.
 Il tema centrale è quello universale del rapporto tra i giovani e gli adulti. “C’è una frase di Paul Azard, che risale ai primi del Novecento, ma è ancora terribilmente valida: “Gli uomini hanno per molto tempo oppresso i fanciulli”. Da lì è partita la nostra ricerca, che non si limita al solo Collodi. Collodi aveva scritto Pinocchio, come si dice, con la mano sinistra: l’aveva fatto solo per i soldi. Con Pinocchio si ride insieme e si piange insieme, questa è la sua grandezza. E l’altra cosa importante è che rimane uno strumento pedagogico eccezionale”.
 Per esempio? “Geppetto è il prototipo della solitudine. E’ un uomo che si sente vecchio e solo. Vuole un bambino. Lo vuole di legno perché non scappi; e lo vuole di carne per poterlo accarezzare. Vuole un bambino buono, ubbidiente, educato, vuole un bambino da mostrare in società per fare bella figura con le persone importanti. Insomma vuole un bambino che piaccia a lui e agli altri. Pinocchio per noi è il pretesto per analizzare e sondare quelli che sono oggi i rapporti tra i giovani e gli adulti”.
 Ma questa volta Pinocchio è una bambina. “Abbiamo scelto Sofia Franchini per la sua fisicità. Lei sa ballare molto bene anche l’hip hop e quella mi sembra che sia la danza che potrebbe ballare un burattino di legno. In realtà il nostro Pinocchio non è sessualmente connotato, perchè rappresenta tutti i ragazzi, di entrambi i sessi. Le musiche? Bach...”.
Alto Adige 25-10-10


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venerdì, 22 ottobre 2010



SAN GIACOMO : Nuovo Teatro

Ero in guerra - impressioni di un sudtirolese dalla campagna di Russia.

Questo il titolo della interessantissima mostra fotografica che sarà ospitata per due giorni - sabato 23 e domenica 24 ottobre - dal foyer del Nuovo Teatro di San Giacomo, proponendo in visione le foto scattate sul fronte russo negli anni bui della seconda Guerra mondiale dall’altoatesino della Val Senales Luis Raffeiner.
Sarà inaugurata nel foyer del teatro di S. Giacomo sabato 23 ottobre alle ore 19.30. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.


Domani concerto

La Corale“Giuseppe Verdi” di Bolzano e Merano, in collaborazione con il Centro Culturale San Giacomo, presenta brani famosi tratti da opere di Giuseppe Verdi e Gaetano Donizetti.
  alle 20.30 al teatro di San Giacomo il concerto «Invito all’Opera».
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domenica, 17 ottobre 2010


Bertagnolli: salviamo la musica

FABIO ZAMBONI
Quando un’artista come Gemma Bertagnolli, nota ai cultori di musica vocale per essere una delle interpreti più sensibili, intelligenti e versatili del nostro panorama musicale, apprezzata per la sua grazia e dolcezza, ma anche per la sua determinazione, si avvede che la misura è colma e decide di parlare lo fa in modo chiaro e diretto, senza perifrasi, come alcuni dei personaggi che lei ha più volte magistralmente interpretato...». Così Gaetano Santangelo, direttore dela prestigiosa rivista di musica classica Amadeus, esordisce nel commentare la lettera aperta del soprano bolzanino Gemma Bertagnolli che verrà pubblicata con ampio risalto nel prossimo numero, quello di novembre. Una lettera che denuncia i rischi che il mondo italiano della musica non solo classica corre dopo i pesanti tagli ministeriali alla cultura.
 Gemma, che non ha certo problemi di lavoro gettonata com’è in tutt’ Europa, e anche oltre, come raffinata interprete del Barocco, lancia un grido d’allarme a tutto il mondo musicale italiano aprendo fra l’altro un ampio fronte di discussione su facebook che sta coinvolgendo un gran numero di appassionati e musicisti, compresi artisti del calibro di Ottavio Dantone e Fabio Biondi. Perché? Lo abbiamo chiesto a lei.
«Quando il ministro Bondi - lasciato senza soldi a fronteggiare le proteste del mondo dello spettacolo per i tagli che sta facendo - chiede aiuto a Tremonti e si sente rispondere che «la cultura non si mangia», è troppo forte la sensazione che chi ci governa non capisca il ruolo della cultura, dell’insegnamento e della fruizione della musica. I tagli terrificanti sulle politiche culturali hanno portato alla cancellazione di festival importanti come quello di Viterbo e quello di Jesi e alla crisi profonda di tanti teatri».
Ma di fronte alla crisi, la cultura può essere chiamata a fare dei sacrifici?
Certo. Si può razionalizzare, ottimizzare le risorse, ma senza eliminare i servizi. Si può risparmiare sulle spese fisse di gestione di tanti teatri italiani, che sono dei carrozzoni con personale in esubero. Per salvare le strutture più costose, bisogna cambiare meccanismo: il problema è quello dei cachet gonfiati, del costo del personale. I tagli che sono stati fatto in Italia sono indiscriminati, e rischiano di ripercuotersi su tutta l’attività musicale, anche quella minore, quella quotidiana, quella delle scuole. Il vero problema è il tipo di atteggiamento rispetto alla fruizione della cultura, che dovrebbe essere un bene civile, sociale. In una società in cui monta la barbarie - e basta dare un’occhiata alla cronaca quotidiana - non si può rinunciare alla musica e alla cultura. È la civiltà contro l’inciviltà. In Italia si fanno pochi grandi eventi, per pochi spettatori, e non si pensa al teatro come a un posto famigliare. Manca il confronto quotidiano con la propria capacità critica, che la tivù ha azzerato. Sempre meno manifestazioni, sempre meno concerti, sempre meno capacità di confronto, di giudizio. E poi: tutti quelli che studiano musica, cosa la studiano a fare se non ci saranno occasioni per suonarla?
È vero che i politici sono poco disposti a fare sacrifici, ma anche i cantanti lirici potrebbero dare l’esempio tagliando dei cachet faraonici. O no?
Tanti miei colleghi limerebbero volentieri, per poter lavorare in condizioni ottimali. Il problema è quello che sta intorno al cachet dei cantanti. Ad esempio le grosse lobbies delle agenzie, che tengono sotto ricatto le direzioni artistiche dei teatri. Un sistema da risanare.
E in Europa non succede?
In Germania ad esempio i teatri hanno delle compagnie stabili che fanno un sacco di produzioni e di repliche, sono tutti stipendiati, pieni di lavoro, poi ogni tanto chiamano degli ospiti per arricchire il cartellone. In Europa ci sono molti più spettacoli, magari meno “eventi” ma con cartelloni più capillari.
Dal discorso generale sulla musica, a quello personale: che cosa sta facendo, Gemma Bertagnolli?
Sono diventata una “cantante barocca”! Nel senso che negli ultimi tempi la mia carriera ha preso una svolta: sempre meno opere liriche e grandi allestimenti, sempre più concerti come solista con affermati ensemble e orchestre specializzate nel barocco. Migliora anche la qualità della vita: viaggio di più ma sono di più a casa, perché le settimane di prove sono sostituite dallo studio personale. Ultimamante ho registrato parecchi cd, ai miei eventuali fans segnalerei un concerto al festival di Ambronay con Fabio Biondi, che si può vedere sul web.
Progetti?
Oltre al cd “Christmas at San Marco”, il cd appena uscito, una vera chicca, ne ho altri sei che devono uscire a breve. Per quanto riguarda i concerti, in novembre canterò alla Pietà de’ Turchini di Napoli un lavoro di Haendel (Aci Galatea e Polifemo) nel luogo in cui è stato composto, poi subito dopo a Berlino Potsdam con arie di Boccherini e Mozart con la Brandenburger Kammer Orchester.
Gemma Bertagnolli è stata applaudita a Bolzano nel Flauto magico e nel Matrimonio segreto di Cimarosa, produzioni della Fondazione, ma risale al 2003 l’ultima apparizione nella sua città, che nel frattempo è diventata una bella piazza per l’opera. Come mai?
Beh, bisognerebbe chiederlo a chi organizza gli spettacoli. Comunque l’ultima apparizione bolzanina non è stata “classica”: risale a un paio di anni fa, quando ho cantato l’Ave Maria di De Andrè nella band Il Suonatore Jones, al Carambolage. Adoro il barocco ma esco volentieri dai suoi confini...
Alto Adige 17-10-10
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domenica, 17 ottobre 2010


Commozione per l’intitolazione del teatro a Coseri

LAIVES. Sono stati momenti di commozione, quelli che venerdì sera hanno accompagnato la cerimonia di intitolazione a Gino Coseri della sala teatrale di Laives, chiamata finora semplicemente aula magna. D’ora in avanti si chiamerà «Teatro dei filodrammatici Gino Coseri», dovuto riconoscimento ad un personaggio che alla città di Laives ha dato tantissimo. Lo hanno ricordato con voce rotta coloro che maggiormente lo hanno conosciuto, come Bruno Debortoli, attuale presidente della Filo di Laives, la compagnia di Coseri fin dalla nascita. Lo hanno ricordato anche il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini e il sindaco Liliana Di Fede, sottolineando il ruolo che Coseri ha avuto nella società di Laives e per i giovani in particolare. «Un esempio prezioso per generazioni di ragazzi - hanno detto - e per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo». Ne ha ripercorso sinteticamente l’operato per Laives l’assessore alla cultura Dino Gagliardini, accennando, oltre al teatro, anche al Campo tenda, altra “creatura” di Gino, che ne era l’indiscusso “comandante” fin che le forze lo hanno sorretto. A benedire la cerimonia c’era anche padre Lino, priore del santuario di Pietralba e grande sodale di Coseri che al santuario regolarmente costruiva il presepe, altra sua specialità. La Filo ha proposto una mostra fotografica nel foyer della sala e una piece teatrale a lui dedicata, corredata di immagini che riproponevano momenti salienti della vita di Coseri. Il coro Monti Pallidi ha proposto alcuni canti popolari, quelli che piacevano anche a Gino. orgoglioso di appartenere alla comunità locale. La sua presenza sul palco era testimoniata dal “leggendario” cappello dal quale non si separava mai. (b.c.)

Alto Adige 17-10-10

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venerdì, 15 ottobre 2010



Vite d’artista oggi al Cristallo

ROBERTO RINALDI
BOLZANO. Va in scena oggi alle 20.30 al Teatro Cristallo «Tra le Arti», evento culturale e di spettacolo che attraverso un video e performance dal vivo assembla generi artistici ed espressivi come danza, recitazione, musica, arti figurative e perfomative. Protagonisti un gruppo di artisti altoatesini.
 L’iniziativa, sostenuta dall’assessorato alla cultura italiana della Provincia, si prefigge di fare conoscere al pubblico in un’inedita video-performance, curata dal regista Luca Merlini e col supporto video di Stefano Bernardi, la vita e le storie che si celano «tra le arti» e nel fare arte. L’appuntamento è per questa sera alle 20.30 al Teatro Cristallo; ingresso libero. I protagonisti sono Silvia Boscolo, Gianni Ghirardini, Albert Ceolan, Matteo Cuzzolin, Martina Dandolo, Christian Martinelli, Monica Trettel, Jacopo Candotti, Stefania Abbondi, Elena Molinaro, Annika Borsetto. Il racconto dei loro percorsi artistici sarà scandito dalle performance dal vivo, in un continuo dialogo tra azione «in presa diretta» e narrazione attraverso il video, tra le speranze e le tensioni che hanno accompagnato le loro scelte di vita e la loro realizzazione, quella del «fare arte».
 Una festa dei talenti conosciuti singolarmente, per la prima volta riuniti tutti insieme, a dare vita ad una manifestazione divulgativa del loro lavoro di artisti. «Tra le Arti» si può considerare come un poetico catalogo visivo e performativo, realizzato da due giovani artisti già affermati come il regista Luca Merlini e il video maker Stefano Bernardi, che hanno collaborato per la prima volta a quest’opera dedicata al talento dei loro undici colleghi. Ogni singolo artista è stato ripreso sulla scena sia teatrale che nel proprio studio o atelier, dove ognuno di loro si dedica alla sua arte specifica. Sia gli artisti performer presenti sul palcoscenico che gli altri in video-intervista daranno modo di intendere come sono giunti a esprimere il proprio percorso personale di vita e professionale-artistico.
 Le loro fatiche, la speranza di emergere, la costanza nello studio e nelle prove per realizzare opere d’arte, scatti fotografici, spettacoli teatrali, concerti, disegni, design e arti visuali.
Alto Adige 1-10-10
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venerdì, 15 ottobre 2010


“Top secret”

Attività tetrale a San Giacomo e a Laives

Domani 16 ottobre cabaret con «Top secret»

 Domani alle 20.30, per la rassegna “La Commedia” in corso al teatro di San Giacomo a cura della compagnia Strapaes, sarà la volta della compagnia “I 4 cantoni della Logeta” che proporrà uno spettacolo dialettale di cabaret dal titolo “Top secret”. Biglietti al botteghino del teatro di San Giacomo prima dello spettacolo.
Proven su de noi: se, ’ntant che fen le prove, ne scampa da rider, vol dir che ’l funziona. Se no ’l funziona, cambian ’l copion! Ma ’l funziona quasi sempre!»


Domenica in scena il «Guerin Meschino»

 Domenica alle 17, nella sala teatrale di San Giacomo appuntamento con lo spettacolo “La storia del Guerin Meschino”, a cura di “Teatri comunicanti” di Fermo. La proposta rientra nel ciclo di “Prossima fermata teatro” a cura della cooperativa teatrale Prometeo di Bolzano. Ingresso 5 euro (ridotto 4 per tutti gli utenti della Sasa).


Teatro: oggi l’intitolazione a Coseri

LAIVES. “Teatro dei filodrammatici Gino Coseri”. Da stasera, il teatro aula magna di Laives si chiamerà così. L’intitolazione alle 20,45 con una piccola cerimonia che darà anche il via alla 31esima edizione della rassegna concorso di teatro nazionale dialettale, “Stefano Fait”. Per l’occasione è prevista la presenza anche del priore di Pietralba, che è stato grande amico di Gino Coseri. Il coro Monti Pallidi offrirà la colonna sonora dell’inaugurazione e quindi la Filodrammatica di Laives proporrà un breve spettacolo allestito appositamente per questa occasione: “Gino Coseri-una vita per Laives”.
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giovedì, 14 ottobre 2010



Il Novecento in Alto Adige raccontato per immagini

Sarà inaugurata oggi alle 18 al Teatro Cristallo la mostra «Sguardi sul Novecento - Blicke ins 20. Jahrhundert», nella quale l’associazione La Fabbrica del Tempo presenta un’ampia selezione del suo patrimonio di fotografie sul Novecento in Alto Adige.
 Dopo 15 anni di vita - i suoi primi 15 anni - l’associazione traccia il primo bilancio della sua attività e lo fa presentanto al pubblico un’ampia selezione delle tantissime fotografie sulla storia altoatesina del secolo scorso. Immagini in bianco e nero e a colori, scatti di grandi avvenimenti politici e di storie private, testimonianze di eventi spesso dimenticati e di fatti che hanno costruito la nostra memoria collettiva. La mostra resterà aperta fino al 29 ottobre con orario 9-13 e 15-2o (lunedì chiuso; ingresso gratuito), poi si sposterà al Kursaal di Merano.
 La mostra partirà da sei diverse prospettive che avranno come denominatore comune la memoria. Integrerà la mostra un catalogo bilingue che includerà sei capitoli - sei come gli argomenti in esame, ognuno associato a un «pacchetto» di foto emblematiche, molte delle quali come detto inedite - con due interventi finali aggiuntivi che serviranno a contestualizzare in modo più completo la riflessione globale. L’esposizione si aprirà sondando la tematica del lavoro. I successivi capitoli sono invece dedicati alla «Memoria privata» e alle tematiche denominate «Sguardi plurali»; «Preservare la memoria»; «Le donne»; «Un patrimonio inedito». Nel frattempo prosegue il progetto della Fabbrica del Tempo sul territorio intitolato «Arcipelago memoria».
Alto Adige 14-10-10
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venerdì, 08 ottobre 2010


"I Cameristi di Bolzano per i 200 ANNI DI ROBERT SCHUMANN"

SABATO 9 OTTOBRE 2010, con inizio alle ORE 20.30
presso il Nuovo Teatro di S. Giacomo (via Maso Hilber, S. Giacomo)

INTERPRETI: Andrea Bambace (pianoforte), Marco Bronzi (violino), Lucio Labella Danzi (violoncello), Manuela Matis (viola)
INGRESSO LIBERO


1810 -2010: DUECENTO ANNI DALLA NASCITA DI
ROBERT SCHUMANN

I Cameristi di Bolzano
Andrea Bambace - pianoforte
Marco Bronzi - violino
Lucio Labella Danzi - violoncello
Manuela Matis - viola
PROGRAMMA/ PROGRAMM
KLAVIERQUARTETT in do min. (1829)
- Allegro molto a ettuoso
- Minuetto. Presto
- Andante
- Allegro giusto. Presto
dalla SONATA per violino e pianoforte F.A.E. (Frei Aber Einsam…)
- Intermezzo
- Finale
Intervallo - Pause
KLAVIERQUARTETT in mi bem. Magg. op. 47
- Sostenuto assai
- Scherzo. Molto vivace
- Andante cantabile
- Finale. Vivace
ROBERT SCHUMANN (1810 -1856


Appuntamento a sabato, dunque, e un cordiale saluto
CENTRO CULTURALE S. GIACOMO A. 82
Presidente: Tina Feller - Tel. 347-8733527
E-mail culturasangiacomo@gmail.com


vedi il Link:
http://www.kultur.bz.it/index.php?root=cal&mode=event&dispDay=1286575200&evtID=18704&_lang=it
martedì, 05 ottobre 2010



Con “Liberi Tutti” teatro a Bolzano anche per i ragazzi

DANIELA MIMMI
BOLZANO. I bambini e i ragazzini non sono così naïf come noi pensiamo. A teatro, come gli adulti, cercano e pretendono la qualità: belle storie, una buona regia, scenografie elaborate e possibilmente molto colorate. Di questo è assolutamente certo Nicola Benussi che con cura ha costruito il cartellone della rassegna Liberi Tutti, presentata ieri nella piccola aula magna di una scuola elementare, tra bambini eccitati, clown e palloncini. “Avvicinare i bambini al teatro sembra semplice, ma è pericoloso. L’offerta è tanta, ma dall’altra parte c’è un pubblico in erba che non perdona. Se il bambino a teatro non si diverte, se ne allontanerà per sempre. Io infatti voglio sempre vedere gli spettacoli che poi metto in scena e devono rispondere a canoni ben precisi, che vanno dalla trama alla messinscena, dai contenuti alla regia, alla recitazione. Tra i nostri scopi c’è anche quello di costruire gli spettatori del futuro, e non è un compito da poco” dice il regista bolzanino, direttore di teatroBlu. La rassegna Liberi Tutti prevede in tutto otto spettacoli che avranno luogo da ottobre fino a marzo, il sabato alle ore 16,30, con eccezione del primo spettacolo. Al Cristallo si comincia con un lavoro per i più grandi, sabato 16 ottobre alle 21. “Ora e Veglia, il silenzio e la neve” è una commedia già in tournée in tutta Italia, un testo coraggioso, dedicato a una fascia d’età della quale il teatro pare essersi dimenticato: l’adolescenza. La compagnia teatroBlu riprende un tema importante e mai abbastanza indagato: la Resistenza durante la Seconda guerra mondiale. Lo spettacolo getta uno sguardo sulla storia locale e diventa strumento di formazione e conoscenza del recente passato attraverso il racconto della storia di due donne, medaglie d’oro al valor militare, uccise a poca distanza l’una dall’altra. Clorinda Menguzzato e Ancilla Marighetto, nomi di battaglia Ora e Veglia, seppur giovanissime, seguirono un ideale fino a morirne. Il vero e proprio teatro per i bambini comincia il 30 ottobre alle 16,30 con “Ai bambini con le orecchie”, viaggio musicale della Compagnia Unoteatro. Gli altri spettacoli, sempre il sabato e sempre alle 16,30, sono “Gioco!” della Compagnia Sipario Toscana il 13 novembre, lo spettacolo di burattini “La leggenda del coniglio volante” il 27, “I musicanti di Brema” con i pupazzi del Teatrino dell’Erba Matta il 22 gennaio, “Magnolia e lo spirito in fiore” il 5 febbraio, “Il tesoro dei pirati” il 19 febbraio, e infine “Come cane e gatto”, una coproduzione dei Teatri Soffiati e Finisterrae Teatri, ispirato al lavoro di Beckett “Aspettando Godot”, il 5 marzo.
Alto Adige 5-10-10
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lunedì, 20 settembre 2010



Transart: oggi la «prima» di Demetz

BOLZANO. Quello della creazione è il momento più straordinario e stupefacente della vita dell’uomo e della sua mente. Quel momento, anche se crea una grande sinfonia o la Cappella Sistina, è silenzioso, intimo, misterioso. Eduard Demetz è rimasto talmente affascinato da quell’immagine astratta e surreale del momento della creazione, da comporre «Schöpfung hört man nicht» (La creazione non si sente), che ieri sera è stata eseguita in prima mondiale a Innsbruck e questa sera nella Chiesa di Gries sarà in prima italiana. Ancora una volta dunque la musica contemporanea grazie a Transart entra in spazi intimi e meditativi. In realtà l’orchestra Windkraft, che eseguirà questa sera il nuovo pezzo di Demetz, oltre alla Sinfonia n.4 di Alfred Schnittke, si trova a proprio agio nelle chiese. «Almeno una volta all’anno suona nelle chiese e il mio pezzo ha debuttato proprio nel Duomo di Innsbruck. Non è una musica meditativa, anzi a tratti è piuttosto movimentata, ma la chiesa è comunque una location ideale per la mia musica e per molta musica contemporanea. Nel mio caso la musica si basa su un concetto filosofico ben preciso, quindi lo spazio meditativo delle chiese è il suo luogo ideale» conferma Edward Demetz dall’Austria. Il concetto di creazione, aggiunge, «è affascinante. Basta pensare alla moltiplicazione di cellule che creerà poi una vita umana: tutto avviene nel silenzio più totale. Così anche la creazione di un’idea, di un pensiero, che poi si trasformerà in una sinfonia, o in un dipinto, o in una qualsiasi creazione nella mente e del corpo dell’uomo. Dopo c’è il rumore, ci sono i colori, le dimensioni, ma prima, nell’attivo vero della creazione, c’è il silenzio totale». Questo nuovo brano dura 15 minuti e l’orchestra è di 17 elementi. «È un susseguirsi - prosegue Demetz - di momenti meditativi e intimi e altri in cui il suono si impossesserà delle volte della chiesa. Ci ho messo 4 mesi a scriverlo. La “Schattenmusik” è una tecnica di filtraggio. Una parte dell’idea musicale iniziale viene filtrata, quindi vengono a crearsi altri suoni e temi diversi da quello iniziale, ma che a quello, a un certo punto, si ricongiungono». (d.m.)
Alto Adige
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domenica, 12 settembre 2010



Tosolini: «Al Centrum multisala con 7 cinema Pronto a fare il megastore»

VALERIA FRANGIPANE
BOLZANO. Bolzano si prepara ad una seconda multisala. L’imprenditore Pietro Tosolini è pronto a costruire, dietro il Centrum di via Galvani, un maxicinema con 7 sale, 1.200 posti e 720 parcheggi. «Voglio che gli spettatori parcheggino comodamente senza problemi».
 Il riferimento indiretto al Cineplexx, costruito ai Piani senza lo straccio di un posto auto, risulta immediato.
 Il Cinecentrum, questo il nome, sarà collegato al Centrum già esistente da passerelle sospese di vetro e cemento. L’edificio sarà pronto entro due anni (forse anche prima) ed avrà una metratura di 10 mila metri quadrati: metà per il cinema e metà per accogliere ristoranti, bar, sale giochi, pizzeria, discoteca ma anche negozi. Tosolini sta pensando anche di creare una sorta di cittadella del divertimento.
 Ma secondo lei, Bolzano ha veramente bisogno di altri 7 cinema? «Non mi muovo a casaccio. Ho fatto fare una ricerca di mercato da una società veneta che mi ha dato l’ok anche perchè il Cinecentrum sarà divertimento a tutto tondo». Ma il problema da risolvere, in parte, resta sempre quello delle licenze per il commercio al dettaglio in zona produttiva che a tutt’oggi è vietato dalla legge. E Tosolini, a proposito, rilancia la proposta avanzata qualche settimana fa dal presidente Luis Durnwalder e condivisa pochi giorni dopo dal sindaco Spagnolli.
 «La legge provinciale - aveva detto Durnwalder - prevede la realizzazione di un centro commerciale di 20 mila metri (ai Piani) ma se tutti sono d’accordo si può anche rinunciare a quella possibilità e sfruttare le cubature già esistenti a Bolzano Sud. Magari aumentando le dimensioni di quel che già esiste».
 In parole povere del Centrum di Tosolini e del Twenty di Podini. «Gli spazi Tosolini di via Galvani e Podini di via Galilei andrebbero benissimo perchè potrebbero essere ampliati - ha detto il sindaco riallacciandosi al discorso del presidente - tanto ormai si è creato un pasticcio giuridico grazie al quale per esempio i Podini potranno effettuare la vendita al dettaglio nel loro nuovo edificio».
 «Sono perfettamente d’accordo con Durnwalder e Spagnolli - dice Tosolini - non ha senso costruire un terzo centro commerciale e sarebbe meglio allargare e sfruttare al meglio quel che già esiste e che i bolzanini possono avere subito senza aspettare anni. Il problema è uno solo - ammette - non ci mancano gli spazi ma quello delle licenze resta il problema principe che deve essere superato». Il presidente di Confesercenti Domenico Sacco ed il direttore Paolo Pavan hanno la risposta pronta.
 «Abbiamo subìto e sopportato prima il Centrum ed adesso ci tocca mandare giù il rospo del Twenty che ha aperto in parte in via Galilei. È successo perché si sono sommate, nella confusione legislativa più totale, autorizzazioni comunali e provinciali. Basta così, non vogliamo vedere altri megastore. Che la Provincia faccia una nuova norma e che usi le cubature che sono ancora disponibili (i famosi 20 mila metri) per ingrandire quel che purtroppo e non per colpa nostra - già ci troviamo in casa - e non per costruire un ulteriore megastore ai Piani o a Bolzano Sud, che avrebbe dovuto essere il primo e l’unico e che adesso finirebbe per diventare solo il terzo della serie. Il terzo centro commerciale sarebbe un nuovo gravissimo colpo per i negozi di piccole e medie dimensioni di Bolzano. E i danni si estenderebbero alla Bassa Atesina ed all’Oltradige, alla Val d’Isarco fino a Bressanone, alla val d’Adige fino a Merano. Un vero disastro». A spaventare Confesercenti è stata anche la proposta avanzata dal colosso Aspiag Despar attraverso l’amministratore delegato Paul Klotz che vorrebbe realizzare un nuovo centro commerciale da 100 milioni in via Einstein. «Per carità. Cambiamo la legge e diamo più spazio a Tosolini e Podini e teniamoci i due centri commerciali che di fatto hanno già aperto. Poi però basta, per non uccidere i piccoli negozianti».
Alto Adige 11-9-10
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venerdì, 10 settembre 2010



Teatro Stabile, la nuova stagione

UMBERTO GANDINI
BOLZANO. Lo Stabile di Bolzano compie sessant’anni e, nonostante le crisi e lo Stato che lesina i contributi, è in piena salute. Non è neppure un malato immaginario: si limiterà a rappresentarlo, «Il malato immaginario», quello di Molière sul quale, il 4 novembre, si alzerà il sipario della stagione.
 Regia di Marco Bernardi, con un trio di interpreti così collaudato e così affiatato - Patrizia Milani, Paolo Bonacelli, Carlo Simoni - che vien voglia di cominciare a ridere e a sorridere prima ancora di vederli in palcoscenico.
 Il cartellone - svelato ieri mattina al Teatro Studio - è ricco e vario, con undici spettacoli in abbonamento, di cui tre prodotti dal TSB: oltre al Molière, anche «Avevo un pallone rosso» della trentina Angela Demattè (che lo interpreterà assieme ad Andrea Castelli), e «Sogno d’amore» di Giampiero Rappa, già applaudito a Bolzano assieme a Paravidino. Fra «Il malato immaginario» e quest’ultimo allestimento che vedremo in maggio, una raffica di bei nomi e di cose che incuriosiscono. I bei nomi? Tato Russo (con un Pirandello), Paolo Rossi (con una rivisitazione del «Mistero buffo» di Fo), l’accoppiata Ugo Pagliai-Eros Pagni in un «Aspettando Godot» di Beckett che potrebbe rivelarsi il top della stagione, Geppy Gleijeses assieme a Lello Arena in una commedia di Scarpetta poco frequentata (Lo scarfalietto), un Goldoni (La bottega del caffè) con i superstiti della compagnia di Giulio Bosetti.
 Le curiosità? «Donne informate sui fatti» del torinese Carlo Fruttero, «Donna Flor e i suoi mariti» di Jorge Amado, già visto al cinema, e soprattutto - guarda chi si vede! - Vittorio Alfieri, ma sì, quello che si faceva legare alla sedia per obbligarsi a studiare, con un «Filippo» quasi sconosciuto riscoperto da Valerio Binasco e Sara Bertelà. La scelta va attribuita alle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia.
 Ci saranno poi gli «Altri percorsi» (cinque appuntamenti) con il meglio della sperimentazione italiana destinato ai giovani e a quant’altri s’ostinano nel credere che il teatro non è ancora una roba da museo.
 E infine ci sarà - due serate in marzo, fuori abbonamento - un evento di quelli che impressionano solo a leggerne e a scriverne: l’«Idiotas» di Fjodor Dostoevskij, ridotto e diretto per il teatro da Eimuntas Nekrosius, recitato in lituano con sottotitoli in italiano e tedesco e già applaudito in regione con altre originali riletture. Lo spettacolo - chiamato a Bolzano dallo Stabile assieme alle Vereinigte Bühnen e alla Fondazione del Comunale - dura cinque ore. Bisognerà presentarsi a teatro alle 19.30. Provvisti di vettovaglie o quanto meno di generi di conforto? Forse sarà opportuno. In ogni caso chi non scapperà prima della fine della rappresentazione andrà a letto solo dopo le 2.
 Ci sarà da divertirsi, insomma.



Alto Adige 10-9-10
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domenica, 29 agosto 2010



Forcato: vi porto Travaglio, Albanese Balasso e Oreglio

DANIELA MIMMI

BOLZANO. Qualcuno dice che ci sarà poco da ridere, per il Circolo La Comune, se le accuse di aver “truccato” la burocrazia saranno dimostrate, ma Sandro Forcato si appresta comunque a varare un’altra edizione de “L’arte del far ridere”, dandoci qualche gustosa anticipazione. Marco Travaglio non farà ridere, ma dice verità importanti e richiama gente. Così Forcato l’ha utilizzato come una sorta di aperitivo fuori programma della nuova stagione: sarà al Teatro Comunale di Bolzano il 15 ottobre con il suo nuovo incontro-spettacolo. “Promemoria” è un’attenta e minuziosa analisi della nostra realtà e società dalle ultime elezioni, agli scandali dei Grandi Eventi, alla cricca, il terremoto de L’Aquila e contrasti Fini-Berlusconi. Per ridere sul serio bisogna aspettare il 24 ottobre, quando veramente si apre il sipario sulla stagione teatrale e sul palco del Teatro Cristallo salgono Natalino Balasso e Mirko Artuso. I due attori prestano la voce alle pagine tra le più belle della letteratura italiana, quelle di Luigi Meneghello. Balasso e Artuso alterneranno brani letti e brani recitati e utilizzeranno l’ampio repertorio letterario dell’autore vicentino, soprattutto “Libera nos a Malo”, “Pomo pero”, Maredè maredè” e “Fiori italiani”.
 Forcato ci anticipa qualche altro nome. Tra quelli decisamente imperdibili ci sono Ale & Franz che saranno sempre al Teatro Cristallo il 5 dicembre con il loro nuovo spettacolo, “Aria precari”, ovvero dieci fasi della vita, su cui ridere, sorridere, ma anche riflettere. I protagonisti sono due uomini, a volte amici altre volte nemici, che incrociano i loro destini nei posti più disparati: sul ciglio di una strada, in un rumoroso nido d’ospedale, su una panchina al fresco di un parco, nell’asetticità di un call center, in una fiduciosa sala d’aspetto, in una vitalissima bocciofila, o sul cornicione di un palazzo. Altra chicca è “Niente progetti per il futuro”, che vede sul palco del Cristallo, il 28 febbraio, l’inedita coppia Iacchetti-Covatta impegnati in un gioco teatrale surreale, basato sulla sensazione di solitudine dettata da rapporti sempre più di facciata e sempre meno regolati dalle emozioni della nostra società. Come sempre in cerca di spazi, La Comune approda anche all’Auditorium dove, il 3 e 4 novembre, Antonio Albanese presenta “Personaggi”, scritto da lui insieme a Michele Serra. Che cosa hanno in comune i mille volti con i quali Antonio Albanese racconta il presente? L’umanità.
 La realtà diventa teatro attraverso Epifanio, L’Ottimista, il Sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico e Perego, maschere e insieme prototipi della nostra società, visi conosciuti che si ritrovano nel vicino di casa, nell’amico del cuore, in noi stessi. In dicembre arriva dalla Gran Bretagna Paolo Nani in “La lettera”, uno spettacolo premiato in tutto il mondo da 18 anni e in perenne rappresentazione ai quattro angoli del globo. In primavera arriva Flavio Oreglio con il suo nuovissimo spettacolo, per Natale non mancheranno i balletti, sia classici che folk. Ma Forcato anticipa poco. “Di sicuro ci sarà la conpagnia di De Filippo con una commedia di Eduardo”. Ne sapremo di più dalla conferenza stampa in settembre in cui Forcato svelerà il cartellone completo.
Alto Adige 27-8-10

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domenica, 15 agosto 2010



Musica all’ex Anas: spazio per i giovani ai piedi del Virgolo

ALAN CONTI
BOLZANO. Fornire un’alternativa ai giovani che possa coinvolgerli complessivamente nel mondo della musica, dell’arte e degli spettacoli che poi, assieme allo sport, sono le tematiche che maggiormente si avvicinano agli interessi dei ragazzi. Rientra in questo scenario la proposta avanzata da alcuni giovani, impegnati da anni nel panorama cittadino, di fare dell’ex casa dell’Anas a Piè di Virgolo un centro culturale, capace di amalgamare associazioni italiane e tedesche e che possa attrarre diverse fasce d’età. Un’iniziativa che raccoglie consensi in diversi ambiti: dalla politica agli operatori dello spettacolo, passando per gli stessi musicisti. Pur con qualche distinguo, insomma, l’idea di trovare un erede al Kubo di via Gobetti è caldeggiata dalla città. Il primo appoggio di peso al progetto ex Anas arriva dall’assessore comunale alla cultura Patrizia Trincanato. «Chiaro che non ci troviamo di fronte alla bacchetta magica che risolve tutti i problemi giovanili, ma trovare un posto con queste caratteristiche è una precisa volontà della giunta in questa legislatura e credo sia ora di farne una realtà. Certo, ci vogliono dei passaggi tecnici delicati da portare avanti, ma l’idea dei ragazzi è valida, senza eccessive pretese e culturalmente appetibile. La zona ex Anas, oltretutto, mi sembra azzeccata: posso affermare che stiamo seguendo molto da vicino quest’opportunità». Una filosofia appoggiata anche da Claudio Andolfo, direttore dell’Ufficio giovani provinciale. «Non conosco nel dettaglio il percorso di questa proposta ma confermo che l’orizzonte verso cui muoversi per aiutare i giovani a trovare sbocchi è quello di offrire alternative. Noi abbiamo una costellazione di centri giovanili che sta funzionando molto bene, anche perchè segue un’impalcatura di differenziazione dell’offerta per età, allargando lo spettro recettivo. Lo stesso “Pippo”, oltretutto, viene gestito con una cooperazione tra un’associazione italiana, l’Arciragazzi, e una tedesca, il Papperlapapp, con ottimi risultati». Pollice alto, pur con qualche specifica, anche da chi gli eventi culturali e spettacolistici li segue nelle vesti di deus ex machina, come Vanja Zappetti, recente organizzatore del progetto “Estate..al centro” e Luca Sticcotti, anima del centro Pace. «Uno spazio simile - sostiene Zappetti - va trovato in città, quindi davanti a questa possibilità non posso che dare un giudizio positivo. L’unico appunto possibile è a livello di ubicazione: la scomodità di avere l’autostrada sopra, infatti, implica lavori consistenti di insonorizzazione. Lo spazio, oltretutto, mi sembra un poco sovradimensionato rispetto alle necessità. Vedrei bene una partenza a piccoli passi, aprendo prima solo un settore per poi allargarsi gradualmente». «Con tutti i capannoni dismessi in Zona - riprende Sticcotti - forse è un poco riduttivo finire lì, ma sicuramente se questo può servire a creare un’alternativa ben venga. Se pensiamo che Laives, con il “Black Box”, fruisce già di un’offerta simile è paradossale che il capoluogo non la abbia. Sui giovani, però, il discorso è delicato perchè bisogna trovare il modo di intercettare anche il pubblico più incontrollabile che finora non ha espresso particolare attrazione per i centri giovanili. Fornire più offerte è logicamente una buona strada, ma sarà necessario essere anche incisivi». Chiude la rassegna Marco Stagni, uno dei migliori bassisti sulla scena bolzanina e protagonista su molti palchi d’Europa. «Perchè possa funzionare veramente, però, il progetto non deve fossilizzarsi solo sul concetto di giovanile perchè l’offerta di quel tipo in città è già tanta. Va trovata una via di mezzo tra il Palaonda e il Pippo, per intenderci, e che possa costituire uno sbocco, per esempio, anche per il teatro. Il modello perfetto, comunque, esiste ed è il “Treibhaus” di Innsbruck. Lì il programma spazia dal rock al jazz d’avanguardia, ma non mancano le opportunità per le giovani band emergenti. A Bolzano, tutto questo, ancora manca e l’occasione è buona».

   LA CASA CANTONIERA
Magazzini ormai abbandonati

 BOLZANO. L’edificio ex Anas di Oltrisarco si trova ufficialmente in viale Trento, ma tecnicamente è letteralmente incastrato sotto il passante dell’autostrada. Di fatto, oggi, si tratta di un magazzino abbandonato dove, poco più di un anno fa, gli agenti della squadra volante trovarono quattro tunisini alla ricerca di un tetto di fortuna. Il tempo, insomma, sembra essersi fermato per questo edificio che troverebbe un riscatto nell’idea di un gruppo di ragazzi, italiani e tedeschi, di farne un centro culturale importante con tanto di skatepark. A frenare, però, sono la burocrazia e i suoi tempi visto che la struttura deve passare dall’Anas alla Provincia che, a sua volta, dovrebbe girarla al Comune.

Da tre anni si cerca un’alternativa al Kubo

BOLZANO. È esattamente dal 30 settembre 2007 che la città attende l’erede del Kubo. La struttura di via Gobetti, infatti, ha rappresentato per un quinquennio uno dei centri bolzanini per la musice e gli eventi generali. Tanta musica, di ogni genere, e tanto spazio per giovani e ragazzi che potevano trovare un luogo e un palco dove provare a muovere i primi passi con il pubblico. Non mancavano, inoltre, concerti con artisti di grido, così come gli eventi internazionali. Il Kubo, di nome e di fatto, non si fermava solamente alla musica, ma si prestava volentieri come “casa” etnica di manifestazioni come il “Suq” o le feste latino-americane. Dopo la chiusura, comunque, sono in tanti ad essersi rammaricati e aver chiesto a gran voce alle istituzioni uno spazio alternativo. Lo stesso sindaco Luigi Spagnolli, nell’annuncio del programma sul sito del Comune, ha parlato apertamente della possibilità di trovare nella struttura dell’ex Anas un’alternativa. Claudio Pisoni, frontman della popolare band degli Skanner, è stato uno degli ultimi ad esprimersi a riguardo: «La chiusura del Kubo è stato un grande errore. Si trattava di uno spazio prezioso che i ragazzi frequentavano volentieri. Il Comune, finora, è stato miope nel non vedere la necessità di un’alternativa». (a.c.)
Alto Adige 14-8-10
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lunedì, 09 agosto 2010



Frequency
"Prossima fermata: Cinema 2010"
Terzo film
Martedì 10 agosto alle 21.00
al Cortile delle Scuole di San Giacomo di Laives,
accanto al Nuovo Teatro,
con ampio parcheggio
Frequency
(fantascienza) di Gregory Hoblit, con Dennis Quaid, James Caviezel. Un giovane agente di polizia ha perso il padre da piccolo in un incidente di lavoro. In seguito ad una tempesta elettromagnetica sopra New York riesce a mettersi in contatto con lui attraverso una radio.
Come sempre
Vi aspettiamo numerosi
La vostra Cooperativa Teatrale Prometeo


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lunedì, 09 agosto 2010



Si possono rinnovare gli abbonamenti

LAIVES. Gli spettatori più affezionati alla rassegna nazionale di teatro dialettale che si svolge in Aula magna, che avevano fatto l’abbonamento anche nelle passate edizioni, possono nuovamente contattare l’ufficio della Filodrammatica di Laives per rinnovare eventualmente l’abbonamento. La nuova edizione (è la numero 31) della rassegna, inizierà venerdì 15 ottobre e quindi ancora non è aperta la prevendita dei biglietti, che inizierà più avanti. Quando inizierà, sarà possibile anche acquistarli online con il sistema «Vipticket.it» della Fondazione teatro. (b.c.)
Alto Adige 8-8-10
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sabato, 31 luglio 2010



Musica e solidarietà in centinaia sui Prati per il sesto Live Aid

BOLZANO. Il nome ormai è in automatico sinonimo di musica per il prossimo, di altruismo in note: il nome è Live Aid, e nel piccolo dell’edizione locale, ieri sera si è aperta con successo la prima tappa della due giorni che segna il sesto appuntamento con il concerto benefico in salsa bolzanina. Nell’area delle feste sui Prati del Talvera dalle 19 in poi prima con un pubblico diventato folto solo dalle 21 in poi si sono alternati sul palco tre gruppi locali, incaricati di aprire l’appuntamento con l’evento altruistico datato 2010. Altruismo, dunque, quindi giusto premettere che la lunga kermesse musicale è organizzata dall’Associazione Il Sorriso, che sostiene le famiglie con bambini malati della sindrome di Down, e si dividerà i contributi derivanti dalla generosità degli spettatori delle due serate, con Emergency. A loro andranno tutti gli introiti e la prima associazione aiuterà i bambini colpiti dalla sindrome di Down e le loro famiglie, la seconda le tante popolazioni vittime delle guerre in corso.
 Venendo alla musica, allora, ieri sera il via lo ha dato Bakiba, formazione di jazz funk con Alex Bosio al basso, Federico De Zorzi alla chitarra e Rino Cavalli alla batteria; a seguire ecco i Jessato Groove, con Alessandro Mattiazzo, Nicole Bonadio, Enrico Scaramucci, Fabio Scatolini, Matteo Cuzzolin, Paolo Boga e Andrea Polato; a chiudere la prima serata di Live Aid 2010 i trascinanti We and Them, reggae targato Merano con Alfio e Roberto Casaro, Max Boi, Valerio Benedetto, Nicola Gasperi e Fabio “Scattola” Scatolini. Il tutto con contorno di ristoro gestito dall’Altro Mercato. Oggi secondo atto: la musica al Talvera riprende già alle ore 17 con Daigoro e Fuori Orario, poi dalle 19 Officine Meccaniche, a seguire i Nomansland e infine Agostino “Ago” Accarrino con i suoi friends.
Alto Adige 31-7-10
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venerdì, 30 luglio 2010



Ai Prati del Talvera per Emergency tre band altoatesine

BOLZANO. Il meteo promette un miglioramento e dunque le nuvole non dovrebbero disturbare l’evento musicale più atteso della settimana: la sesta edizione di Live Aid andrà dunque in scena, questa sera e domani sera sui Prati del Talvera, a Bolzano.
 Jessato Groove, We and Them, Nomansland, Officine Meccaniche, Spolpo Blues Band, Daigoro, Fuori Orario e Bakiba: tutti insieme a suonare fra musica e solidarietà: la lunga kermesse è infatti organizzata dall’Associazione Il Sorriso, che sostiene le famiglie con bambini malati della sindrome di Down, e con il contributo di Emergency. A loro andranno tutti gli introiti derivati dalla lunga festa: i primi aiuteranno i bambini colpiti dalla sindrome e le loro famiglie, i secondi le tante popolazioni sparse nel mondo che ancora stanno soffrendo per le devastazioni delle tante guerre in corso. Alla festa si va per dare una mano a chi ne ha bisogno, per ascoltare buona, anzi ottima musica, e anche per cenare con l’Altro Mercato, che assicura i piatti di cus cus, chili e altre prelibatezze. Presenta le due serate Agostino Accarrino, prima di esibirsi con la sua band, domani sera. Oggi si parte alle ore 19 con Bakiba, formazione di jazz funk (Alex Bosio al basso acustico/elettrico; Federico De Zorzi alla chitarra acustica e elettrica, e Rino Cavalli alla batteria); seguono poi, alle 20,30, i Jessato Groove, storica e decisamente numerosa funky band bolzanina formata da Alessandro Mattiazzo, Nicole Bonadio, Enrico Scaramucci, Fabio Scatolini, Matteo Cuzzolin, Paolo Boga e Andrea Polato. Chiudono la prima serata di Live Aid 2010 i trascinanti We and Them, reggae e ritmo allo stato puro targati Merano. Il loro nome è il titolo di una canzone di Bob Marley, ma è anche un messaggio di unione tra culture differenti. A formare la band sono stati, nel 1993, i fratelli Alfio e Roberto Casaro. Nel 2000 la band si scioglie, per riprendere slancio nel 2003. Ora del gruppo fanno parte, oltre ai due fondatori, Max Boi alla tastiera, il cantante Valerio Benedetto (ex voce dei Raggareggae)e Nicola Gasperi alla chitarra (ex Rebel Lion). Nel 2010, prossimi all’uscita del nuovo cd “Growin’ Up”, entra anche il percussionista Fabio Scatolini.
Alto Adige 30-7-10
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domenica, 25 luglio 2010



Inti Illimani, musica contro

LAIVES. È uno degli appuntamenti più attesi dell’estate musicale di Laives ma anche dell’Alto Adige: gli “storici” Inti Illimani si esibiranno questa sera alle 21 al teatro tenda, per iniziativa del Centro per la Pace di Bolzano. Un bel tuffo nel passato delle canzoni di protesta e di impegno, già proposto l’altra sera del gruppo cileno al Centro Chiara di Trento. La formazione è quella dei tre storici Horacio Salinas, direttore artistico negli anni più importanti del gruppo, Horacio Duran e Josè Seves. A Trento è stato presentato nell’occasione il libro “Inti Illimani, Storia e mito. Ricordi di un muralista cileno”, che verrà presentato anche questa sera. Si tratta della vera storia del gruppo di musicisti cileni e delle loro mitiche canzoni di lotta scritta da Eduardo “Mono” Carrasco con Francesco Comina, direttore del Centro per la pace di Bolzano.
 Tornando al concerto degli Inti Illimani, accanto ai musicisti storici ci saranno i nuovi con un sound fra innovazione e tradizione.
 Negli anni Settanta gli Inti Illimani sono stati al centro del panorama musicale internazionale come portavoce dei diritti del popolo cileno piombato nel baratro della dittatura dopo l’11 settembre del 1973, quando il generale Pinochet represse nel sangue il primo governo socialista di Salvador Allende. Gli Inti Illimani, come altri gruppi musicali, artisti, scrittori e intellettuali cileni intrapresero la strada dell’esilio, arrivando in Italia, dove vissero fino al 1988, quando finalmente poterono far ritorno in Cile. Ma l’Italia è rimasta al loro seconda patria. Per tutti gli anni Settanta gli album degli Inti Ilimani furono ai primi posti nella classifica dei dischi più venduti nel nostro paese. Interpretarono testi di Patricio Manns, Violeta Parra, Sergio Ortega, Pablo Neruda. Famosissimo lo slogan con cui in genere chiudono i concerti: “El pueblo unido jamas serà vencido”, tenuti in ogni parte del mondo anche in collaborazione con artisti come Peter Gabriel, Mercedes Sosa, Violeta Parra, Victor Jara, Miriam Makeba. In Italia hanno influenzato musicisti di nuova generazione, che ha ripreso la tradizione delle canzoni popolari.
 Alle 21 sotto il tendone del Pfarrheim di via Pietralba andrà dunque in scena uno degli eventi di questo scorcio d’estate. Durante la serata un gruppo di ragazzi realizzerà un murale su grandi pannelli, che sarà donato poi al Comune di Laives. Ci sarà pure una raccolta di fondi da destinare ai bambini cileni per la loro istruzione, un’iniziativa chiamata “Una matita per i bambini del cile”.
Alto Adige 25-7-10
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giovedì, 22 luglio 2010



Oggi a San Giacomo teatro in piazza della scuola

LAIVES. Il teatro tenda allestito nel piazzale scolastico di San Giacomo oggi alle 21 ospita la compagnia di Lizzana che proporrà la commedia «Quattro attori in cerca d’autore». Sul palco saranno alcuni attori scapestrati che si atteggiano comunque a grandi artisti pur non essendolo: si smarriscono così fra trame e copioni in una situazione sempre più bizzarra che sicuramente farà sorridere il pubblico. La serie fa parte delle proposte estive organizzate dalla Uilt a San Giacomo in collaborazione con il Comune di Laives.
Alto Adige 22-7-10

Due attrici e due attori scapestrati si atteggiano a grandi interpreti. Decisi a tutto
pur di allietare il pubblico nell’intento di far conoscere opere di autori più o meno
famosi, i nostri poco ispirati protagonisti, forse frastornati dall’emozione di poter
finalmente calcare la scena, si smarriscono tra le trame dei copioni.
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martedì, 20 luglio 2010



Gli Inti Illimani a Laives «Come qui, anche noi abbiamo tante culture»

di Francesco Comina

Tornano in regione le musiche, i testi e le canzoni piene zeppe di storia degli Inti Illimani nella performance
del gruppo Historico, rappresentato da Horacio Salinas (per trent’anni direttore artistico, autore e creatore delle
canzoni più famose da Alturas a Hacia la libertad, da Vuelvo a Araucarias), Horacio Duran e José Seves. Insieme a loro si esibiranno musicisti più giovani che hanno innovato le melodie apportando nuove ritmiche e apporti artistici di grande effetto. Il tour europeo partirà da Trento venerdì 23 luglio all’Auditorium Santa Chiara (organizza il Centro per la Pace del Comune di Bolzano insieme alla Provincia) e proseguirà con Bolzano
domenica 25 al teatro tenda di Laives (organizzano il Centro per la Pace e il Comune di Laives in collaborazione con la bottega del mondo «Le formiche » di via Kennedy). Entrambii concerti inizieranno alle ore 20.30 con la presentazione del libro edito dal Margine di Trento dal titolo «Inti Illimani: storia e mito» (nelle librerie a partire
da agosto) che ricostruisce la vicenda del gruppo intersecandola con la storia politica del Cile. Una novità editoriale importante che rilancia la vicenda degli Inti attraverso gli occhi di un testimone privilegiato, Eduardo «Mono» Carrasco, esule cileno, leader di quel movimento muralista (Brigadas Ramona Parra) che nel ’70 aiutò
Allende a vincere le elezioni.
Sia a Trento che a Laives Carrasco lavorerà con gruppi di ragazzi del posto per creare un murale da presentare alla fine del concerto come segno di solidarietà alla causa cilena. Abbiamo raggiunto Horacio Duràn al telefono in Cile poche ore prima della sua partenza verso l’Italia. Duràn ha partecipato alla fondazione del gruppo nel 1967 e ha suonato in tutti gli album del Inti Illimani.
È considerato uno dei migliori charanguisti al mondo (il charango è uno strumento a corde composto da una
carcassa di armadillo). Vive nell’isola di Chiloè a 1200 chilometri da Santiago. Parla in romanesco perfetto per
via del lungo esilio passato dal gruppo a Genzano sui castelli romani. Horacio Duràn, il tour europeo parte quest’anno dal Trentino Alto Adige, una regione dove avete già suonato varie volte negli anni Ottanta.
«Sì me la ricordo bene. Non solo perché abbiamo suonato sia a Trento sia a Bolzano, anche in contesti suggestivi sulle Dolomiti, ma perché siamo passati moltissime volte in macchina durante le tournée
che abbiamo fatto in Austria e in Germania. Ci fermavamo spesso a dormire in qualche albergo sulle montagne di Trento o di Bolzano. Non vedo l’ora  di mangiare i canederli e lo speck. Mi ha sempre incuriosito la vostra situazione di provincia trilingue, al confine con l’Austria. Mi sarebbe piaciuto approfondire il discorso. Credo che le nostre musiche si adattino bene al vostro contesto perché la nostra matrice culturale e artistica è una matrice
piena zeppa di contaminazioni». Contaminazioni delle culture indigene del continente latinoamericano.
«Sì, proprio così. Noi siamo fermamente convinti che il progresso umano sia fatto da punti di vista diversi che si integrano, da culture diverse che parlano, da lingue viveche  comunicano. La separazione etnica, la divisione di una società in gabbie fa molto male al progresso umano. Le differenze non sono un freno ma un arricchimento importante. E così è accaduto anche per la nostra musica. Credo che la forza degli Inti Illimani sia stata quella di saper cogliere l’efflorescenza culturale che si stava sprigionando nel continente alla fine degli anni Sessanta.
A Santi go noi studenti universitari ci scambiavamo idee, passavamo ore a studiare gli strumenti tipici delle varie aree dell’America Latina (quena, charango, bombo, quatro venezuelano ecc). Suonavamo nelle penas (erano delle specie di circoli dove si suonava, si cantava e si mangiava) e abbiamo dato impulso alla nueva canciòn chilena, che in quegli anni era impersonata da Violeta Parra e da Victor Jara (Violeta Parra, l’autrice
della famosa canzone «Gracias a la vida» si suicidò nel 1967, Victor Jara, il cantante dei contadini, il poeta, il regista, il docente universitario venne barbaramente ucciso nel 1973 dai militari golpisti nello stadio di Santiago del Cile ndr). Pochi giorni fa avete presentato a Santiago il vostro ultimo album, “Travesura”, che ancora non è stato prodotto in Italia. Ci può fare qualche anticipazione? «“Travesura” è un termine che in italiano potrebbe essere tradotto con “birichinata”. Si tratta di un album che abbiamo voluto dedicare ai bambini perché in questi ultimi anni ci siamo resi conto che i bimbi hanno un approccio meraviglioso alle nostre musiche. Allora ci siamo chiesti: “Ma come possiamo trasmettere le nostre canzoni ai bambini e,più in generale, ai ragazzi?”
Ecco che abbiamo pensato di uscire con un disco per loro. Ma non si tratta di un album con musichette e canzoncine da bambini. No, al contrario, si tratta di un disco in cui abbiamo voluto mettere al centro delle canzoni i temi dei piccoli, però con un lavoro musicale e di arrangiamenti molto impegnativo. Il tour in Italia ci
darà l’occasione per presentare il nostro lavoro che uscirà prossimamente anche sul mercato discografico italiano».
È in uscita anche un libro che rilancia, sul piano editoriale, la storia degli Inti Illimani, ”Inti-Illimani: storia
e mito”. Che ne pensate? «Ovviamente non lo abbiamo ancora letto ma l’autore Eduardo Mono Carrasco, nostro amico da quarant’anni, ce n’ha parlato. Siamo tutti molto curiosi di leggere cosa ne è venuto fuori. Credo che sia molto interessante la visione che un artista come Carrasco può aver dato sulla nostra storia, sulla storia del nostro Paese e su quella interessantissima vicenda politica che è stato il fenomeno del muralismo in
Cile. Il fatto poi che ci sia la prefazione di Michelle Bachelet, la nostra cara ex presidente, ci dà la garanzia che si tratti davvero di un libro importante ».
Voi avete vissuto gli anni di grande esplosione della nuova canzone cilena alla fine del Sessanta, poi la  primavera politica di Salvador Allende e la notte, lunga, acida, fredda della dittatura. Siete stati esuli in Italia fino
al 1988 quando poi avete potuto fare rientro nel Paese. Oggi come vede il Cile? «Dopo la lunga dittatura che
ha sfigurato l’assetto democratico del Cile devo dire che il paese ha avuto la forza di rialzarsi nel modo migliore. La società è ancora fortemente divisa in due, come lo è sempre stata. Sono penetrati negli interstizi della società gli pseudovalori del neoliberismo, anche spinto in certi casi, però possiamo stare tranquilli perché lo stato di diritto è solido, grazie anche al lavoro fatto da Michelle Bachelet».
Alto Adige 20-7-10
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domenica, 18 luglio 2010



Inti Illimani Historico a Laives Concerto ma anche solidarietà

LAIVES. Il concerto degli Inti Illimani Historico, domenica 25 luglio alle 21 sotto il tendone del Pfarrheim di via Pietralba, sarà uno degli appuntamenti clou di quest’estate. Lo organizza il Centro per la pace di Bolzano ed è stato presentato ieri in municipio a Laives da Francesco Comina, presidente dell’associazione, che ha elogiato la collaborazione con la cooperativa Laives Cultura Spettacolo per il risultato. L’assessore alla cultura, Dino Gagliardini, ha parlato di concerto «emozionante, perché il gruppo rappresenta un’icona degli anni 70, quando gli Inti Illimani (che poi si sono divisi) rappresentavano la lotta per la libertà nel Cile schiacciato dalla dittatura».
 La serata del 25 luglio non si esaurirà comunque con il solo concerto «perché - ha spiegato Comina - verrà presentato il libro di Eduardo “Mono” Carrasco” sul muralismo cileno durante gli anni di presidenza Allende. Durante la serata poi, un gruppo di ragazzi realizzerà un murale su grandi pannelli, che sarà donato poi al Comune di Laives. Ci sarà pure una raccolta di fondi da destinare ai bambini cileni per la loro istruzione, un’iniziativa chiamata “Una matita per i bambini del cile”. (b.c.)
Alto Adige 17-7-10
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