giovedì 19 gennaio 2012

comune di Laives 6


sabato, 16 aprile 2011



REFERENDUM POPOLARI ABROGATIVI 12-13.06.2011


Si decide su privatizzazione dell'acqua, energia nucleare e legittimo impedimento del governo. Si vota domenica 12 giugno dalle ore 08.00 alle ore 22.00 e lunedí 13 giugno, dalle ore 07.00 alle ore 15.00.

Riassumendo e semplificando, i quattro quesiti proposti riguardano:
I primi due la privatizzazione dell'acqua (per entrambi si vota SI' se si vuole abrogare la legge, si vota NO se si intende mantenere in vita la legge);
il secondo riguarda la produzione di energia nucleare (si vota SI' se si vuole abrogare la legge, si vota NO se si intende mantenere in vita la legge);
il quarto riguarda il legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri (si vota SI' se si vuole abrogare la legge, si vota NO se si intende mantenere in vita la legge).

Per essere valido, il referendum dovrá raggiungere il quorum del 50% degli aventi diritto al voto.

Comune di Laives


Per i referendum al voto il 12 e 13 giugno. Pubblicati nella Gazzetta ufficiale i decreti presidenziali che indicono i referendum popolari

06 / 04 / 2011 - Riassumendo, i quattro quesiti proposti riguardano: la privatizzazione dell'acqua con i primi due (si vota SI se non si è d'accordo, si vota NO se si è favoreli), la produzione di energia nucleare (si vota SI se non si è d'accordo, si vota NO se si è favoreli), eliminazione del legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri (si vota SI se non si è d'accordo, si vota NO se si è favoreli).

Di seguito il comunicato del Ministero dell'Interno

Pubblicati nella Gazzetta ufficiale del 4 aprile 2011 i decreti presidenziali che indicono i referendum popolari i cui comizi elettorali sono convocati per il giorno di domenica 12 giugno 2011, con prosecuzione delle operazioni di votazione nel giorno di lunedì 13 giugno 2011.

Le denominazioni sintetiche, formulate dall’Ufficio centrale per il referendum costituito presso la Corte Suprema di Cassazione, in relazione a ciascuno dei quattro quesiti referendari dichiarati ammissibili:
a) referendum popolare n. 1
Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogazione;
b) referendum popolare n. 2
Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma;
c) referendum popolare n. 3
Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme;
d) referendum popolare n. 4
Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.

Commenti dei Lettori
Anonimo - Non ho capito... si vota sì se si è d'accordo e no se si è favorevoli? e se fossimo contrari cosa diavolo si dovrebbe votare?
EDT per anonimo - Salve, come spesso accade nei referendum, vale la doppia negazione, ossia, si vota SI se si è favorevoli all'abrogazione della legge in vigore. In questo caso siamo di fronte a decreti già approvati dal Parlamento (acqua, nucleare, legittimo impedimento); al cittadino si chiede se si vuole far cadere tali leggi, eliminarle.
Quindi si vota, come descritto nel testo, "SI" se NON si è favorevoli al mantenimento di tali leggi, create per il nucleare, il legittimo impedimento e la privatizzazione dell'acqua. Altrimenti si vota "NO" se si è d'accordo con queste scelte fatte dal Governo e approvate dal Parlamento. Buon proseguimento.
ROBERTA - Mi auguro che i cittadini italiani vadano a votar e in massa, e spero che votino SI, al di la' di quello che voteranno, bisogna andare sempre a votare, e' un nostro diritto e un nostro dovere, non possimo demandae scelte cosi' importantii a gente messa li dalle lobby di partiti. votiamo sempre, prima che ci tolgano anche il diritto al voto. donne a noi hanno dato il diritto di voto nel 1948, non perdiamolo. VOTATE
Franco - Vivo da 40 anni in Germania. ATTENZIONE connazionali all'estero. Noi abbiamo la possibilità di votare per corrispondenza e riceveremo a casa il plico. Per coniugi: aggiungete alla buca delle lettere anche il nome di ragazza di vostra moglie. Tantissimi plichi tornano indietro perchè il postino non conosce il cognome. Bisogna votare numerosissimi, se la partecipazione al voto è bassa c'è il rischio che a noi venga tolto il diritto di voto. Io voterò SI per tutti e quattro i referendum, il che significa che SI, sono d'accordo che vengano abrogati/annullati tutti e quattro i quesiti. Cav. Franco - Troisdorf
(Circoscrizione Consolare di Colonia)
Murdock - Si SI SI SI io ci sarò e voterò SI per 4 volte
Anonimo - Tanto per noi cosa cambia? loro fanno sempre come gli pare ......vedasi il referendum per togliere i soldi ai partiti
Anonimo - Ha ragione l'ultimo commento io devo perdere del mio tempo per votare e poi fanno come vogliono ? ma non ci penso nemmeno
Gigi per Anonimo - E' proprio non votando che fanno quello che vogliono...
Adry - Per l'abolizione del nucleare abbiamo già votato e oggi siamo ancora da capo, mi chiedo: serve??? ma comunque vado lo stesso a votare e voterò 4 si anche se politicamente non sono schierato con i presentatori dei referendum ma quello che è giusto per i Cittadini Italiani è da sostenere. Questo è un invito per andare a votare. Adry
Anonimo - Se nn si va a votare il voto e' automaticamente NO... quindi ki non va ha gia scelto...
Marco - Ci sarò per votare Sì Sì Sì Sì
Anonimo - Tutti a votare si
Lulu - Si deve votare quattro si!
Anonimo - I 4 quesiti referendari sono abrogativi: votando SI si esprime contrarietà al nucleare, privatizzazione dell'acqua e leggittimo impedimento, se si vota NO si vuole annullare l'effetto abrogativo del referendum quindi si è favorevoli ai tre punti sopra citati! votiamo tutti 4 SI per il futuro dei nostri figli!
Ppp75chef - Utilizzate il vostro tempo perché utilizzare un diritto per cui molti hanno lottato non è tempo perso ma è un atto di civiltà.
Votate per non fare il loro gioco, se non servirà niente allora ci organizzeremo per la rivoluzione
Vania - Votate sempre perchè è proprio questo menefreghismo dell'italiano medio a fregarci tutti. Da tenere presente che l'ultimo referendum valido risale addirittura al giugno del 1995. E se andando a votare pensate "loro" fanno sempre come vogliono pensate se non ci andate cosa possono fare.

fonte: http://www.ecoditorino.org/referendum-2011-i-quattro-quesiti-si-vota-il-12-e-13-giugno.htm
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venerdì, 15 aprile 2011



la Svp a Laives sta cercando la crisi

BRUNO CANALI
LAIVES. Si va verso la verifica di maggioranza. Dopo il voto contrario alla cittadella dello sport di 3 consiglieri comunali della Svp e il salvataggio in extremis della delibera di “indirizzo politico” da parte dell’opposizione (Udc e Laives pro Leifers hanno votato a favore, Unitalia si è astenuta) il sindaco Liliana Di Fede chiede ai partner una verifica a 360 gradi.
 «Visti gli ultimi sviluppi - ha spiegato Di Fede - si apre un periodo di riflessione in maggioranza. Ricordo che il progetto di cittadella dello sport fa parte del programma elettorale nostro come dell’Svp e di tutti gli altri partner, ma purtroppo l’altra sera in consiglio comunale tre esponenti dell’Svp hanno votato contro questa priorità. In particolare - aggiunge i sindaco - trovo molto grave il comportamento del consigliere Elmar Filippi, rimasto in aula a votare contro, pur avendo interessi concreti legati al progetto: questo io l’ho interpretato come la chiara volontà di mettere in crisi tutta la maggioranza». Liliana Di Fede ha comprensione per le difficoltà della Svp, «ma - aggiunge - non può essere questo il pretesto per scatenare una crisi di maggioranza».
 Il sindaco ringrazia poi i consiglieri di minoranza che hanno sostenuto la delibera facendola approvare, affermando che, «è dimostrazione della capacità di fare scelte utili per la città: per loro è stata una scelta difficile».
 Durante il consiglio comunale, a più riprese i consiglieri di opposizione hanno avanzato dubbi sulla capacità della macchina comunale di riuscire a portare a compimento senza problemi un appalto così impegnativo come quello della cittadella. «Noi lo affrontiamo col massimo impegno - spiega il sindaco -. Sapevamo fin dal principio che non si tratta di cose semplici, così come sarà per la piazza, il lido e la riqualificazione di via Kennedy. Ciò nonostante sono sfide che vanno affrontate e non a caso abbiamo messo in cima alle priorità la riorganizzazione dell’apparato comunale».
 Alla domanda se ritenga di coinvolgere anche le segreterie provinciali di Svp e Pd, Liliana Di Fede ha risposto che non è nelle sue intenzioni. «Con la Svp - ha risposto - ho sempre avuto un buon dialogo e senz’altro quindi si parte dal territorio per trovare le soluzioni al problema».
 Preoccupato per la situazione politica è anche l’Obmann Svp, Hans Joachim Dalsass: «In consiglio l’altra sera è andata male - ammette - ed è mancata la compattezza storica della Svp. Sono amareggiato anche perché io sono stato eletto alla guida del partito recentemente e all’unanimità: oggi dico che non so più da parte di chi. Certamente è necessaria una verifica di maggioranza: lunedì si riunirà il direttivo comunale della Svp per parlare di questa situazione e spero che nel frattempo non si verifichino ulteriori problemi che possano rendere ancora più difficile la situazione politica».
 Dopo avere votato a favore della delibera per la cittadella, pur avendo dichiarato di uscire dal gruppo “Penta” della maggioranza per passare sui banchi dell’opposizione, il consigliere dell’Udc Claudia Guarda spiega anche perché ha sostenuto la maggioranza in questo frangente. «È stata una decisione maturata dopo giorni e giorni di continui ripensamenti - spiega Claudia Guarda - e dopo avere valutato attentamente pro e contro di questa nuova realtà. Alla fine ho deciso che Laives non poteva perdere un’opportunità del genere, che a mio avviso porterà alla nostra città benefici di natura economica e di visibilità. La decisione ad ogni modo non preclude ma anzi, sottolinea, la mia libertà decisionale in consiglio comunale e il mio senso di responsabilità nei confronti di una maggioranza che ancora una volta non si è dimostrata compatta», conclude il consigliere dell’Udc.


«Il progetto e la giunta non andranno lontano»

LAIVES. La delibera di indirizzo politico per la cittadella dello sport è passata in qualche maniera, ma i gruppi di opposizione che hanno votato contro ritengono che comunque non si andrà lontano né con il progetto, né con la stessa coalizione di maggioranza. «Quella dell’altra sera è stata una vittoria di Pirro - dice Christian Bianchi, consigliere del Pdl -, perché questa maggioranza è comunque finita».
 «I 3 voti che l’hanno salvata sono una tantum, Delli Zotti lo ha sottolineato chiaramente. La maggioranza senza i tre voti dei rappresentanti Svp del Bauernbund non c’è più». Quanto all’esito del voto, Bianchi se lo aspettava: «Adesso sono più sereno - dice - perché questo esito ci evita un’assunzione di responsabilità. Secondo noi, il sindaco dovrebbe prendere atto della situazione, andare da Durnwalder e dirgli che è meglio che dello stadio si occupi la Provincia».
 Di responsabilità da parte di chi ha sostenuto, anche con l’astensione, la maggioranza, parla Giuliano Vettorato (Lega Nord) aggiungendo che il suo gruppo avrebbe anche potuto votare la delibera se solo ci fosse stato uno spiraglio. «Adesso inviterei la maggioranza a fare una profonda verifica al suo interno. La giunta si è comportata da “kamikaze”, portando in consiglio una delibera pur non sapendo se sarebbe passata».
 «I 3 consiglieri del Bauernbund hanno votato secondo coscienza - dichiara Paolo Castelli (Laives 5 Stelle) - per ciò in cui credono. Invece sono rimasto allibito per le spiegazioni di Marco Delli Zotti e del fatto che Unitalia abbia agevolato la giunta».
 Infine Raimondo Pusateri (Indipendenti Democratici), per il quale, la questione «è nata già morta», prendendo atto che è passata grazie anche a Unitalia. (b.c.)
Alto Adige 15-4-1
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giovedì, 14 aprile 2011



Cittadella dello sport, la delibera passa per un voto

BRUNO CANALI
LAIVES. La delibera di “indirizzo politico” per la cittadella dello sport è passata ieri sera per un solo voto di scarto al termine di una maratona in consiglio comunale durata oltre sei ore. L’esito finale della votazione è stato di 15 sì, 14 no e un’astensione: quella, decisiva per salvare la maggioranza, del consigliere Tonino Gencarelli di Unitalia, dunque dell’opposizione. Nelle file della Svp hanno votato contro la delibera Filippi, Clementi e Tezzele, a favore invece Inama, Fauster e Dalsass. Dunque, la cittadella ha letteralmente spaccato la Volkspartei in due. A favore, nelle file dell’opposizione, La Guarda dell’Udc e Delli Zotti di Laives Pro Leifers. Il sindaco Di Fede ha dichiarato che da oggi si apre una verifica di maggioranza.
La discussione ha messo anche in evidenza una preoccupante lacerazione all’interno della stessa maggioranza e, in particolare, nel gruppo dell’Svp, dove tre consiglieri su sei l’hanno criticata. Il passaggio di ieri sera è stato comunque il primo di una serie che, con queste premesse, si preannuncia tutta in salita per la maggioranza, in grado addirittura di minare la sua stessa sopravvivenza politica.
E’ uno scenario che non fa presagire alcunché di buono per quanto riguarda il prosieguo dell’iter relativo alla cittadella, che deve ancora passare per la variazione urbanistica e l’approvazione del progetto vero e proprio e questo, come ha indicato lo stesso presidente Durnwalder, entro la fine di quest’anno.
La situazione all’interno del gruppo Svp è stata ben sintetizzata dall’Obmann Hans Joachim Dalsass in aula: “E’ ovvio che i contadini vogliano salvaguardare i terreni - ha detto - e all’interno della Svp, partito di raccolta, convivono su questo tema opinioni diverse. Io spero che comunque riusciremo a ritrovare la nostra compattezza al di là di questo momento così difficile anche per noi”. Durante la lunga discussione si è nuovamente parlato di tutte le questioni e così, il consigliere Paolo Castelli - contrario al progetto (Laives 5 stelle) ha messo in guardia rispetto alla natura e all’inquinamento nel sottosuolo della Galizia, in particolare dove un tempo c’era la discarica.
Dubbi sulla capacità operativa del Comune di Laives di gestire un progetto di queste dimensioni hanno espresso diversi esponenti dell’opposizione, facendo paragoni con appalti minori che hanno creato grossi problemi recentemente. Di “delibera anomala” ha parlato Christian Bianchi (Pdl) perché in sostanza serve per ratificare una decisione già adottata dalla giunta comunale a febbraio. “Allora la contestammo perché ritenevamo dovesse passare per il consiglio vista l’importanza - ha detto Bianchi - e si arriva adesso a farlo. Vi avevamo offerto un appoggio, lo avete snobbato e pretendereste magari di addossarci responsabilità di un eventuale vostro fallimento?” Duro il giudizio di Robert Tezzele, della Svp, contrapposto a quello favorevole alla cittadella dei colleghi di partito Sieglinde Fauster Niederstaetter e Christof Inama. “Siete partiti alcuni anni orsono con 4 ettari - ha detto Tezzele - e a mano a mano si è arrivati ai 12 di oggi. Di pari passo si sono aggiunte strutture e mi chiedo cosa ancora arriverà: forse un lunapark? C’è un’intesa fumosa con la Provincia, regaliamo metri cubi ai privati e venite a chiederci un assegno in bianco?.
Inevitabile il voto contrario”. Chi ha parlato invece a favore della cittadella lo ha fatto sottolineando che sarà una opportunità per Laives, in particolare se arriveranno anche liceo “Toniolo” e centro di riabilitazione sportiva e che un progetto di questo tipo contribuirà a “posizionare” Laives a livello provinciale e anche oltre.
Alto Adige 14-4-11
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mercoledì, 13 aprile 2011



Zona sportiva Vallarsa: arriva la perizia geologica Intanto il tennis trasloca

LAIVES. Entro la fine di questa settimana dovrebbe arrivare il verdetto per i problemi geologici in zona Vallarsa. Lo attende con impazienza Helmut Visintin, presidente della cooperativa che in zona ha alcuni campi da tennis e quello per il pattinaggio, oltre allo spazio per le feste. «Intanto non vengono utilizzati i campi da tennis - spiega Visintin -: nell’incertezza, il Tc Leifers ha spostato la sua attività a Pineta. Per il pattinaggio, la stagione è terminata e quindi il campo non viene più utilizzato. Stiamo attendendo i risultati dello studio geologico per capire se sia possibile, magari adottando qualche accorgimento, tornare ad utilizzar i campi da tennis ed è ciò che ci auguriamo».
I risultati della verifica geologica sulla parete rocciosa che incombe sulla zona Vallarsa serviranno anche al sindaco per prendere una decisione: consentire l’uso dell’area oppure decretarne la chiusura (magari solo parziale) mediante ordinanza?
Il problema non è nuovo, in zona Vallarsa rischio ce n’è sempre stato. A rendere più delicata la situazione è lo scavo della galleria per la variante. I lavori si svolgono a 150 metri di profondità nella montagna, ma l’esplosione delle mine potrebbe far cadere massi. Inoltre la Provincia ha reso ancora più restrittive le norme sulla sicurezza del territorio: proprio in base a queste norme, l’area della Vallarsa è stata classificata tra quelle a rischio maggiore. Dalle indicazioni del geologo si potrà capire se questo rischio si può eliminare con opere di bonifica e contenimento. (b.c.)
Alto Adige 13-4-11
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mercoledì, 13 aprile 2011



Stasera si vota: Cittadella dello sport a rischio

BRUNO CANALI
LAIVES. Sulla cittadella è incertezza fino all’ultimo. Ancora ieri erano in corso contatti tra le forze politiche in vista del consiglio comunale di stasera, con il voto sulla delibera di “indirizzo politico”. Oltre ad avere già lacerato la maggioranza, il progetto rischia anche di innescare il “divorzio” tra Unitalia e Pdl. Donato Seppi infatti lo ha già paventato nel caso in cui il Pdl votasse contro piuttosto che astenersi.
«Faccia pure - ribatte il consigliere del Pdl Christian Bianchi - per noi nessun problema. Pur nel rispetto della libertà decisionale di Unitalia, dico che non sarà il Pdl ad uscire semmai, saremo noi a salutare il consigliere Tonino Gencarelli, con il rammarico per la lunga collaborazione». Bianchi poi si concentra sul voto di stasera: «La delibera è molto impegnativa - afferma - tutt’altro che un generico impegno: si tratta della ratifica di un accordo tra Comune e Provincia del febbraio di quest’anno, che noi avevamo duramente criticato poiché intrapreso senza informare il consiglio comunale. A ben guardarla, la delibera potrebbe essere illegittima».
Difficile scelta in casa del Carroccio: «Non abbiamo ancora stabilito cosa faremo in sede di votazione - spiega il consigliere Giuliano Vettorato - e molto dipenderà da ciò che emergerà durante la discussione della delibera e le spiegazioni fornite dalla giunta».
Compatto rimane invece il fronte di coloro che hanno detto no alla cittadella fin dalla prima ora. «Noi rimaniamo contrari - dice Paolo Castelli di Laives Futura -. Ho letto la delibera con la quale la Provincia ci assegna 11 milioni per la cittadella e ho visto che saranno destinati esclusivamente allo stadio dell’Fc Alto Adige; tutto il resto lo deve inventare (e pagare) il Comune».
Dubbi sulla legittimità dell’operazione esprime anche Raimondo Pusateri (Indipendenti democratici) ribadendo il no del consigliere Roberto Tata al progetto. «Per quanto lo si rigiri - dice Pusateri - non vedo aspetti positivi e resto del parere che meglio sarebbe sistemare gli impianti comunali che abbiamo. Non so poi come si possa giustificare il costo, peraltro elevato, per realizzare la struttura da mettere poi a disposizione di una società privata, che oggi esiste ma che domani potrebbe “svanire nel nulla”. Non ci si lamenti se poi interviene la magistratura contabile».
No anche da Theo Perathoner (Freiheitlichen). «Siamo contrari fin dal programma elettorale e non ci spostiamo dalla nostra posizione. La cittadella non sarà un’opportunità per Laives e meglio farebbe l’amministrazione a concentrarsi sui mille problemi che abbiamo».
Molti dubbi ha ancora la consigliere dell’Udc Claudia Guarda, in particolare dopo avere analizzato a fondo la documentazione legata alla delibera. «Abbiamo promesso il nostro voto ma ancora non so come andrà - dice Guarda - e ci stiamo pensando. Nel progetto ci sono campi ma qual è il posto per le nostre associazioni? E la certezza per il liceo e la fisioterapia sportiva?»
Marco Delli Zotti (Laives pro Leifers) sta pensando ad un emendamento: «Ho molti dubbi sulla cittadella, e chiederei certezze per liceo Toniolo e fisioterapia. La delibera non è generica ma pone una serie di paletti impegnativi da verificare bene prima di decidere».
Nella coalizione di maggioranza il rebus principale riguarda la Svp: alcuni suoi consiglieri quasi certamente non voteranno la delibera della cittadella e addirittura si ipotizza un’astensione di tutta la Stella alpina. «In questo momento non ho certezze su come andrà il voto - ammette Hans Joachim Dalsass, consigliere e Obmann - vedremo in aula».
Favorevole il Pd, partito del sindaco Di Fede: «La cittadella fa parte del programma di maggioranza - dice la capogruppo Debora Pasquazzo - e non la rimetteremo in discussione».
Stesso discorso per Franco Magagna (La Civica) che annuncia voto favorevole, con l’auspicio di «una dimostrazione di buonsenso» in consiglio.
Verdi e Idv sono su una posizione affine: «Sì alla cittadella - dice Michele Micheletti (Idv) ma condizionato al fatto che non diventi solo un “feudo” dell’Fc Alto Adige. Devono esserci anche le strutture per la nostra cittadinanza».
Idem Giorgio Zanvettor (Verdi) per una «cittadella degli sport, con il liceo Toniolo come ulteriore qualifica dell’area».
Alto Adige 13-4-11
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martedì, 12 aprile 2011



Unitalia si asterrà sulla Cittadella dello sport

BRUNO CANALI
LAIVES. Tra favorevoli e contrari alla cittadella in zona Galizia si fa strada una terza posizione: quella dell’astensione. Conta di adottarla Tonino Gencarelli, consigliere di Unitalia e ci stanno pensando concretamente anche tutti gli altri colleghi di opposizione, in vista del consiglio di domani. La posizione di Unitalia è stata illustrata ieri in una conferenza dal consigliere provinciale Donato Seppi e da Tonino Gencarelli.
«Noi siamo per l’astensione - ha dichiarato Seppi - perché vogliamo che il progetto di cittadella vada avanti e che la maggioranza che amministra il Comune di Laives si assuma comunque tutte le responsabilità di questo progetto. Inoltre, facendolo naufragare con un voto contrario significherebbe di fatto fare il gioco del Bauernbund e questo non è nelle nostre intenzioni. Se poi mercoledì in aula i colleghi del centrodestra decidessero di votare contro la delibera, allora lo scenario cambierebbe per quel che ci riguarda. Di fronte ad una possibile debacle del progetto di cittadella siamo disposti a votare a favore. Ciò implicherebbe la nostra uscita dal gruppo consiliare del centrodestra e la relativa adesione al gruppo misto. Questo per puro dovere di coerenza e, francamente, la decisione ci costerebbe molto in termini personali e politici, ma ciò costituisce comunque la nostra ultima parola».
Interpellato ieri, il consigliere del Pdl Christian Bianchi ha rimandato dichiarazioni ufficiali a dopo l’incontro con tutti gli altri colleghi di opposizione. «Però l’idea di astenerci tutti quanti in aula potrebbe anche funzionare - spiega Bianchi - mettendo in chiaro ad ogni modo tutti i dubbi che ci rimangono in merito alla reale capacità di questa amministrazione comunale di riuscire a portare a termine senza problemi un appalto di queste dimensioni, come dimostrano i guai creati con appalti pubblici di ben minore entità».
Ieri Seppi e Gencarelli hanno anche illustrato l’ultima ipotesi progettuale della cittadella, dove, oltre a campi per allenamento, stadio per l’Fc Alto Adige, parcheggi, lido e biotopo troverebbero posto il liceo ad indirizzo sportivo “Toniolo” trasferito da Bolzano e un centro provinciale di riabilitazione sportiva che servirebbe tutti gli sport, non solo il calcio.
Anche Donato Seppi non nasconde dubbi in merito alla capacità operativa dell’amministrazione comunale di Laives ma - ha dichiarato - «è un problema loro, dinnanzi al quale dovranno assumersi ogni tipo di responsabilità. Noi non siamo certo ottimisti, ma questa non è una ragione per non metterli eventualmente alla prova». Per Seppi la Svp di Laives non avrebbe alcun interesse ad aprire una crisi politica e ad azzerare l’amministrazione.
Alto Adige 12-4-11
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lunedì, 11 aprile 2011



Società senza campi, amministrazione senza idee

Osservando con attenzione lo studio di fattibilità si noterà che accanto allo stadio e ai tre campi di allenamento per il Suedtirol non è previsto nessuno spazio per le nostre società sportive.
Vi sono invece tutta una serie di ipotesi allettanti (lido, biotopo,scuola, ecc) o per meglio dire alcuni specchietti per allodole, che non si sa come potranno essere finanziati e che comunque fanno parte di lotti successivi alla costruzione dello stadio. Si troveranno i finanziamenti? Verranno costruiti? In che tempi?

L'unica cosa certa sono gli 11 milioni di euro per lo stadio e relativi i campi di allenamento, ma anche qui la società bolzanina non ha presentato il piano finanziario che aveva promesso di rendere pubblico in autunno. Dove troverà eventualmente i soldi visto che il finanziamento provinciale dovrebbe bastare a malapena per gli espropri e qualche infrastruttura?

Rimane l'incognita di una discarica mai bonificata e che potrebbe riservare amare sorprese. In Germania dove hanno costruito campi su vecchie discariche hanno scoperto che spesso vi è emissione di sostanze nocive e sono stati costretti a costose operazioni di bonifica. E' possibile escludere che non succeda la stessa cosa in Galizia?

Nella relazione tecnica si dice che i materiali depositati nella discarica presentavano un avanzato stato di inertizzazione. Costruire accanto uno stadio non produrrà un sollevamento della falda producendo effetti poco desiderabili?

Una delle ipotesi avanzate per mettere in sicurezza la discarica consiste nell'innalzamento del livello del terreno. Il risultato sarà un impatto ancora peggiore della struttura per chi guarda da Pineta. E' questo che si desidera?

Auspichiamo che mercoledì sera in consiglio comunale il dibattito tenga conto anche di queste obiezioni.
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domenica, 10 aprile 2011



«Giunta di Laives divisa sulla cittadella» 

LAIVES. Mercoledì, in consiglio comunale arriverà una delibera di indirizzo politico sulla cittadella dello sport in zona Galizia. In sostanza, si parlerà del progetto e del finanziamento provinciale per lo stadio dell’Fc Alto Adige. «Ma come - si chiede il consigliere del Pdl Christian Bianchi - dopo anni di discussioni, alla luce di accordi firmati ancora dal sindaco Polonioli, adesso si chiede il benestare del consiglio? Anche a febbraio di quest’anno la giunta comunale, senza chiedere un parere al consiglio ha deciso di firmare un atto di intesa, o convenzione, che stabiliva precisi obblighi e tempi del Comune nei confronti della giunta provinciale. Perché - chiede Bianchi - in quel momento non si è chiesto prima il consenso del consiglio comunale e poi semmai si firmava? Forse perché, nel frattempo, la maggioranza sta perdendo i pezzi per strada e non ha più la sicurezza matematica di ottenere il consenso sul progetto della cittadella?».
 Bianchi conclude dicendo che la Provincia farebbe meglio ad assumersi in prima persona questo delicato appalto perché il Comune ha dimostrato che non è in grado di gestirlo. (b.c.)
Alto Adige 10-4-11
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sabato, 09 aprile 2011



Commercianti: confermati i giovedì lunghi

LAIVES. Dal 9 giugno tornerà l’appuntamento con i giovedì lunghi dei commercianti a Laives. La decisione è scaturita da una recente riunione organizzata dall’assessore Sara Endrizzi con commercianti e rappresentanti delle associazioni comunali. La novità di quest’anno infatti è che le associazioni si sono impegnate a collaborare con i commercianti affinché i giovedì lunghi risultino organizzati al meglio.
 «Iniziamo a Laives città il 9 giugno - dice l’assessore Endrizzi - e stiamo valutando anche l’opportunità di proporre alcune serate anche a Pineta e a San Giacomo. In questo caso bisogna verificare l’eventuale concomitanza con altre iniziative, vedi il carnevale estivo a Pineta. In linea di massima ad ogni modo siamo per fare i giovedì lunghi anche nelle frazioni di Laives».
 Si inizia in 9 giugno in concomitanza con la Köfelefest dell’Associazione turistica e la formula rimarrà la stessa degli anni passati, con la chiusura serale al traffico della via Kennedy per consentire alla gente di passeggiare tranquillamente tra stand gastronomici e musicali, con bar e negozi aperti fino a tardi. (b.c.)
Alto Adige 9-2-11
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sabato, 09 aprile 2011



Laives è quasi senza campi da calcio

BRUNO CANALI
LAIVES. La discussione, a livello politico, è tutta sul progetto della cittadella con lo stadio per l’Fc Alto Adige. Nel frattempo la situazione dei campi da calcio comunali appare sempre più critica, tra le perplessità degli addetti ai lavori, che seguono, da volontari, centinaia di ragazzini.
 A dare il via alle proteste tempo addietro erano stati i rappresentanti dell’Ssv Laives, che per qualche tempo aveva “tentato” di allenarsi al campo del lido, in via Stazione. Era il periodo del disgelo e quel rettangolo di terra battuta si era trasformato in un pantano, al punto che i giocatori avevano rinunciato, preferendo correre sull’asfalto piuttosto che impantanarsi nella melma.
 Qualche giorno fa è stata la volta della società San Giacomo Agruzzo, che segue una quarantina di bambini tra gli 8 e i 10 anni. Si allenavano nel campetto della zona sportiva e ricreativa che la Cassa di Risparmio possiede alla periferia sud di San Giacomo (zona nota anche come “Grizzly”), grazie ad una convenzione stipulata nell’aprile dello scorso anno tra Comune di Laives e istituto di credito in base al quale l’ente pubblico si impegna a garantire l’ordinaria manutenzione a fronte di alcune ore al giorno riservate alle società calcistiche del paese.
 Da alcune settimane però gli allenamenti sono stati sospesi causa le condizioni del campetto: è talmente deteriorato che era diventato un rischio concreto per l’incolumità dei baby calciatori. Va tenuto presente che così San Giacomo non ha più un campo da calcio, dato che quello sterrato dietro la chiesa in questo periodo è occupato dal cantiere.
 «Ho voluto accertarmi di persona della situazione in quel campetto - dice Ernesto Gerolimon, che fa parte del Pool oltre che della Polisportiva Pineta - e in effetti, è veramente in pessime condizioni, tanto che posso capire la decisione dei dirigenti del San Giacomo Agruzzo di sospendere ogni attività su quel rettangolo».
 Interpellato, l’assessore allo sport Alberto Covanti aveva spiegato che, in base alla convenzione tra Cassa di Risparmio e Comune, da un lato l’ente pubblico deve garantire la manutenzione ordinaria, ma dall’altra, mancando una recinzione e senza l’impegno costante di qualcuno per annaffiare l’erba, non era il caso di fare lavori di sistemazione ulteriori.
 «La Cassa di Risparmio - ha detto alcuni giorni fa Covanti - si è impegnata a installare una recinzione prossimamente e così anche noi siamo pronti a fare poi la nostra parte».
 Spostandosi a Laives le cose non vanno molto meglio: del campo lido si è detto, mentre nella zona sportiva Galizia il campo da calcio A presenta un preoccupante ingiallimento dell’erba, oltre ad una certa usura. Il campo D, alle spalle del Black box, è anche peggio, perché è sterrato e da tempo è occupato in parte da alcuni cumuli di terra, quella che, a ben pensare, potrebbe essere utile per sistemare il campetto a San Giacomo.
 «Il campo D alla zona Galizia - spiega l’assessore allo sport - è ciò che è rimasto dopo la posa dell’erba sintetica in quello accanto. Così è diventato di fatto un campetto a sette ma io sto cercando di capire se sia possibile invece trasformarlo nuovamente in campo regolare a undici, magari in sintetico. Non è un problema facile da risolvere ad ogni modo in questa fase e la mia speranza sarebbe quella di approfittarne inserendolo nel novero dei lavori per la realizzazione della futura cittadella. Vediamo quindi se si presenteranno le condizioni per poterlo inserire in qualche modo nell’ambito di questi interventi».
Alto Adige 9-4-11
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venerdì, 08 aprile 2011



«La Svp di Laives deve ricompattarsi»
In assemblea l’Obmann si è detto perplesso sull’ampliamento dell’aeroporto


 LAIVES. Assemblea di tutti gli iscritti Svp, aperta anche ai simpatizzanti, l’altra sera alla Haus der Kultur. A convocarla è stato il nuovo Obmann, Hans Joachim Dalsass e al tavolo dei relatori, oltre al vice sindaco Ceschini e all’assessore all’urbanistica Zelger, erano presenti anche l’assessore provinciale Mussner e il responsabile Svp per il circondario Perathoner. L’assemblea è arrivata in una fase delicata, dal punto di vista politico, anche per la Svp cittadina. Diversi sono i grandi temi sul tappeto, per i quali, la posizione della Svp sarà determinante. L’Obmann ha fatto un quadro della situazione, riassumendo gli eventi dei mesi passati, con un accenno anche alla vicenda che ha portato alla dimissioni di Georg Forti. «Nel mio intervento l’ho ringraziato per il lavoro che ha svolto durante il suo mandato - dice Dalsass - aggiungendo che per noi ciò che è successo è capitolo chiuso. Adesso guardiamo avanti, agli imeni che ci attendono, cercando di affrontarli il più uniti possibile».
 Dalsass ammette che sul progetto della cittadella sportiva, in seno alla Svp rimangono le diverse opinioni già emerse nei mesi scorsi. «I rapporti in maggioranza sono positivi - dice Dalsass - ma ancora al nostro interno non abbiamo affrontato la discussione con il gruppo consiliare. Il mandato dei nostri iscritti è comunque quello di cercare si gli accordi, ma anche una soluzione per i progetti che in molti non vogliono. Anche sull’aeroporto rimane la cautela della Svp locale e i molti dubbi in merito al progetto di potenziamento illustrato da Mussner. (b.c.)
Alto Adige 8-4-11
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venerdì, 08 aprile 2011



Cittadella dello sport, via all’iter referendario

BRUNO CANALI
LAIVES. Mercoledì 13 aprile arriverà in consiglio comunale una prima proposta per la cittadella dello sport in Galizia. Intanto il consigliere Paolo Castelli della lista «5 stelle» ha preparato la richiesta per indire un referendum popolare sul progetto: «Attendo il confronto in consiglio - assicura - dopodichè valuteremo in che modo procedere per fare i primi passi concreti per il quesito referendario».
 Castelli ha già raccolto le 132 firme necessarie per partire. «Sono quelle necessarie, ma ne abbiamo qualcuna in più per sicurezza, per chiedere al comitato referendario l’ammissione del quesito - aggiunge Castelli - e il meccanismo procedurale prevede che questo comitato ci dia una risposta entro 50 giorni. Una volta ottenuta, entro 30 giorni la richiesta per il referendum dovrà essere analizzata dal consiglio comunale e quindi, ottenuto l’ok, si parte con la raccolta di un migliaio di firme».
 Intanto mercoledì 13 approderà in consiglio una delibera in cui, in sostanza, si accetta la cittadella e il relativo contributo di 11 milioni. È il primo passo concreto verso la realizzazione del progetto, anche se non si tratta della variazione urbanistica per trasformare le campagne in zona per attrezzature collettive. In queste ore il sindaco Di Fede è impegnato in febbrili trattative un po’ con tutti per garantirsi i voti necessari per far passare la delibera, consapevole che nella sua stessa maggioranza potrebbero esserci pericolose defezioni. Per questo ha avviato colloqui con Udc, Indipendenti democratici e Laives pro Leifers e con ogni probabilità, se alla fine riuscirà a far approvare questo primo passo verso la cittadella, sarà con uno scarto minimo di voti. Guardando a questo appuntamento in aula, cosa si sente di dire ai colleghi il consigliere Paolo Castelli? «Che occorrerebbe un’indagine geologica seria sul lotto 2 della zona Galizia, cosa che non è stata fatta. Si tratta del lotto dove poi dovrebbe trovare posto il nuovo lido comunale e io non credo che sia piacevole per qualcuno, sapere che sotto di esso c’è una discarica. Anche il geologo del resto ha spiegato nella relazione che, senza un’adeguata bonifica, non sarebbe opportuno realizzare strutture di uso pubblico su quell’area. Mi chiedo anche perché, negli anni passati, chi ha avuto il compito di amministrare il Comune non abbia mai ritenuto doveroso informare meglio la popolazione sulla situazione del sottosuolo in Galizia, mettendo in guardia dai rischi che può procurare. È dal 1997 almeno che si sa dell’esistenza di una situazione critica a causa della vecchia discarica, ma nonostante ciò, i vari assessori all’ambiente che si sono succeduti non ne hano parlato».
Alto Adige 8-4-11
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giovedì, 07 aprile 2011



«Ai disabili parcheggio libero»

LAIVES. Per i disabili, in giro per la città vi sono i parcheggi riservati, quelli segnati in giallo. Quando sono occupati, al disabile non rimane che parcheggiare sugli spazi blu a pagamento.
 «Bisogna cambiare - afferma però il consigliere del Pdl Claudia Furlani - e fare come hanno fatto altri Comuni, ad esempio vedi Bolzano, dove un disabile può parcheggiare anche sugli spazi con le strisce blu senza per questo dover pagare alcunché. Sarebbe opportuno avvenisse anche qui a Laives».
 In merito Claudia Furlani ha presentato una mozione al consiglio comunale, spiegando che, «pur nella consapevolezza che la polizia municipale di Laives si dimostra sensibile e tollerante in merito a questo problema, al contrario di ciò che sembrerebbe, non esiste alcuna legge che esonera dal pagamento del parcheggio sulle aree non specificatamente riservate, le automobili dotate di contrassegno per disabili. Noi quindi siamo chiamati a colmare questa lacuna - aggiunge Furlani - facendo in modo che un disabile alla guida della propria automobile, se occorre, possa sostare anche negli spazi non specificatamente a lui riservati, senza che per questo debba pagare, tenuto conto delle difficoltà che questi cittadini incontrano per spostarsi».
 In pratica, si tratterebbe di concedere questa possibilità ai disabili titolari del contrassegno e che siano effettivamente alla guida del mezzo parcheggiato. Come detto, non sono molti in città, così come non sono molti nemmeno i posti a loro riservati qua e là nei parcheggi pubblici. Una decisione dovrà comunque adottarla il consiglio comunale, chiamato a discutere del problema con la mozione presentata in questi giorni e che verrà analizzata nella prossima seduta. (b.c.)
Alto Adige 7-4-11
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mercoledì, 06 aprile 2011



Il sindaco va a caccia di «sì» per il progetto cittadella dello sport

LAIVES. Il sindaco Di Fede stringe i tempi per la cittadella sportiva in zona Galizia e parte alla caccia di tutti i possibili voti disponibili in consiglio comunale. Il primo passaggio a breve sarà la modifica urbanistica dell’area, attualmente agricola, da trasformare in zona di interesse collettivo. Viste le prese di posizione degli ultimi tempi, non è scontato che tutti i consiglieri di maggioranza poi votino a favore dell’operazione. Per questo Liliana Di Fede ha già contattato l’Udc, ricevendo in risposta un «forse, chissà, vedremo». Si è poi rivolta al consigliere Roberto Tata degli Indipendenti Democratici ma, a quanto pare, questo gruppo avrebbe già deciso per il “pollice verso”. Più o meno stesso discorso anche con Marco Delli Zotti (Laives pro Leifers) che, lo rammentiamo, era entrato fin dall’inizio nel comitato per il referendum sulla cittadella insieme al grillino Paolo Castelli della lista Laives futura.
 No categorico anche dai Freiheitlichen, con Theodor Perathoner schierato contro fin dall’inizio, così come i consiglieri del Pdl, che hanno sempre dichiarato che «i voti per far passare le decisioni, la maggioranza deve trovarli al proprio interno».
 Più disponibile sembrava, almeno tempo addietro, il consigliere di Unitalia Tonino Gencarelli, al quale però non deve essere andata già la bocciatura di una sua mozione per l’area camper qualche sera fa in consiglio da parte della maggioranza.
 «Cittadella sì, ma solo se significherà anche lido e biotopo. Dovesse essere solo lo stadio da calcio, niente da fare»: è la posizione della Lega Nord, che sostanzialmente ricalca quella dei Verdi, forza di governo a Laives. Infine la Svp, con il dibattito tra chi è a favore e chi, come i contadini, più volte ha bocciato il progetto. (b.c.)
Alto Adige 6-4-11
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mercoledì, 06 aprile 2011



Il geologo: la cittadella si può fare

BRUNO CANALI
LAIVES. L’indagine idrogeologica nell’area Galizia dove un tempo c’era la discarica va avanti da anni. Lo conferma il geologo Carlo Ferretti. Un eventuale intervento di bonifica dipenderà sostanzialmente da ciò che verrà costruito in superficie.
 «L’area Galizia può ospitare la cittadella dello sport - spiega il geologo - l’importante è che quello che verrà realizzato sopra l’ex discarica sia in linea con le prescrizioni in materia di sicurezza ambientale, ovvero che sia compatibile con l’esistente. Quello che conta semmai è non scavare nel sottosuolo ma piuttosto, alzare l’attuale piano della campagna. Per un’eventuale bonifica, oggi non è possibile quantificarne l’impatto dal punto di vista economico».
 Il tecnico ribadisce ciò che anche gli ex sindaci, intervistati ieri su queste pagine, avevano dichiarato, vale a dire che con il passare degli anni, i rifiuti nel sottosuolo si sono “inertizzati”, perdendo buona parte del potere inquinante. Lo ha dimostrato anche l’ultima indagine. Il geologo conferma pure che anche la torba, presente in abbondanza, contribuisce ad inquinare le falde: succede anche in altre aree della Bassa Atesina, per la presenza di manganese e ferro.
 Allo studio del geologo Carlo Ferretti fa riferimento anche il consigliere comunale di Laives futura, Paolo Castelli, nell’interrogazione presentata qualche giorno fa. L’indagine geologica è stata fatta a novembre 2010 (ma altre ne sono state eseguite fin dal 1997) con analisi chimiche anche sulle acque di falda, superficiali e in profondità, così da definire compiutamente il grado di contaminazione dell’area in oggetto.
 Quello che è emerso e che si legge nella relazione del geologo, è che «all’interno della ex discarica di rifiuti solidi il livello di contaminazione delle acque di falda e dei terreni appare molto elevato, con valori superiori ai limiti di legge previsti per la futura destinazione d’uso urbanistica. I materiali di riempimento delle ex torbiere rilevano invece una debole contaminazione del sottosuolo, anche se diffusa in alcuni lotti. Il tasso di inquinamento nel terreno è ridotto e solitamente di poco superiore ai limiti di norma imposti per destinazioni ad uso verde pubblico, privato e residenziale. Solo in un punto la contaminazione supera tali limiti imposti per aree commerciali e industriali, causa la presenza di idrocarburi in più elevata quantità». Le acque di falda esternamente all’area della ex discarica risultano non più contaminate e ci sono tracce di manganese nella falda superficiale, ma è un fenomeno naturale, come detto, legato alla massiccia presenza di torba.
 La conclusione in sintesi è che, effettivamente, l’area Galizia risulta compromessa da tutte le attività che ha subito in passato, una situazione che contrasta con le altre campagne attorno alla città. Per questo il geologo ritiene «che sia auspicabile, dal punto di vista ambientale, un intervento di bonifica o di messa in sicurezza del sito sul quale si vuole realizzare la cittadella dello sport. La scelta delle soluzioni da adottare per questa bonifica porta comunque, in via preliminare, ad escludere una bonifica integrale dell’area. Si deve invece ritenere realizzabile e più opportuno un intervento di messa in sicurezza permanente, che potrebbe essere ad esempio una copertura e protezione integrale dei terreni contaminati. Un intervento di impermeabilizzazione più importante dovrà essere previsto per la superficie dell’’ex discarica».
 Bonifica o meno, tutto dipenderà da ciò che si vorrà realizzare poi sull’area e questo lo ha spiegato chiaramente il geologo Carlo Ferretti. In base sarà definita la tecnica di intervento più indicata in relazione agli obiettivi di salvaguardia ambientale da raggiungere.
Alto Adige 6-4-11
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martedì, 05 aprile 2011



Campo rovinato a San Giacomo Il Comune: presto la recinzione

 LAIVES. In base alla convenzione tra Comune di Laives e cassa di Risparmio per l’utilizzo, da parte del Comune, del campetto da calcio che si trova presso l’area ricreativa di San Giacomo, a fronte di un paio d’ore al giorno, l’amministrazione comunale si è impegnata a garantire la manutenzione del campo.
 Le cose però non stanno andando come si prevedeva e a subirne le conseguenze sono i bambini che giocano a calcio con il St. Jakob Grutzen. I dirigenti della società infatti hanno deciso di sospendere gli allenamenti presso quel campetto (l’unico attualmente disponibile a San Giacomo) dopo che si erano verificati alcuni piccoli infortuni ai baby calciatori, causati proprio dal fondo sconnesso del campetto.
 L’assessore allo sport Alberto Covanti si è subito attivato per trovare una soluzione. «Certamente la manutenzione tocca al Comune - spiega l’assessore Covanti - ma abbiamo subito detto alla Cassa di Risparmio che, prima di tutto, occorre recintare il campetto per evitare che entri chiunque e quindi anche annaffiare regolarmente l’erba, cosa che nessuno invece garantiva. Adesso la Cassa di Risparmio ci ha confermato che nel periodo di Pasqua monterà la recinzione e noi siamo pronti a fare la nostra parte, garantendo la regolare manutenzione».
 In merito al problema delle aree sportive c’è una presa di posizione del consigliere Andrea Peviani (Pdl). Chiede di «dare maggiore ascolto alle società locali dato il ruolo anche sociale che svolgono quotidianamente con i giovani, sistemando il campo lido quello in Galizia e quello da beach volley in zona Vallarsa così come il campetto in zona 46, dove i pali sono arrugginiti».
Alto Adige 5-4-11
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martedì, 05 aprile 2011



Di Fede: «In Galizia nessun rischio»

BRUNO CANALI
LAIVES. Anche le ultime analisi geologiche nelle campagne della zona Galizia confermano che si tratta certamente di un’area poco pregiata. Parte da questo il sindaco Liliana Di Fede per ribadire come il progetto della cittadella possa essere una soluzione per valorizzarla.
 «Non capisco dove stia la polemica innescata in questi giorni - dice il sindaco - perché tutti sappiamo, e certamente non da adesso, che lì un tempo c’era una discarica della città di Bolzano. Le ultime analisi geologiche comunque ci hanno riconfermato che non c’è inquinamento di falda e che i rifiuti di un tempo si sono praticamente inertizzati. Certamente sappiamo che non si tratta di terreno pregiato, ma questo semmai dovrebbe essere un motivo in più per valorizzarlo con il progetto della cittadella, perché non ci sono altrimenti altre possibilità se non che rimanga campagna. Ovviamente questo va fatto nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia ambientale e per questo ci stiamo confrontando continuamente con gli uffici provinciali competenti».
 Liliana Di Fede accenna poi agli ultimi carotaggi effettuatinelle campagne tra zona Galizia e Pineta: «I geologi incaricati dei carotaggi, e certamente non noi, hanno deciso dove, come e in che misura effettuarli e il risultato è tranquillizzante, fermo restando che, come tutti sanno, lì sotto un tempo c’era la discarica. Sulla base di questo faremo poi un piano di risanamento».
 Paolo Castelli nella sua interrogazione chiede anche cosa sia stato fatto dal 1998 in poi, dopo che erano emersi dati sull’inquinamento di parte del sottosuolo. Se ne ricorda l’ex sindaco Ruggero Galler. «I primi sondaggi li feci fare io nell’ipotesi di un allargamento della zona sportiva Galizia - dice Galler - e sinceramente non so se venne presa in considerazione anche l’area sotto la quale c’era la vecchia discarica. Ricordo ad ogni modo che ciò che emerse fu che anche la torba presente in abbondanza nel sottosuolo della Galizia contribuisce ad inquinare, rendendo acido il terreno e l’acqua di falda. Ricordo ad esempio che quando venne scavato un pozzo a Pineta alta, scendendo fino a 90 metri, proprio a causa della torba accumulata nell’antichità l’acqua che ne scaturì fu inutilizzabile, nonostante l’avessimo pompata per mesi ininterrottamente, proprio perché era solforosa».
 L’ultimo sindaco, in ordine di tempo, ad occuparsi del sottosuolo in zona Galizia è stato Giovanni Polonioli, il quale conferma le parole di Galler: «Gli studi geologici - ricorda Polonioli - misero in evidenza come i rifiuti, col passare dei decenni, si erano inertizzati. La conclusione dei tecnici fu che non c’erano grossi problemi di inquinamento, salvo la necessità di istituire comunque una zona di rispetto per la falda acquifera. Che io sappia, nessuno comunque ci ha mai chiesto di poter trivellare un nuovo pozzo nell’area e ovviamente se lo avesse fatto avremmo detto di no. Ricordo infine che nel 2010, poco prima che terminasse il mio mandato, venne conferito un nuovo incarico ad un geologo e i risultati delle analisi, affidate al laboratorio provinciale, furono tranquillizzanti. Chiaro che non è un “paradiso terrestre” - conclude Polonioli - ma nemmeno un’area dove si mette a rischio la salute dei cittadini».
 Questa la situazione, con l’ipotesi che comunque si debba ricorrere ad una bonifica in previsione della cittadella, operazione che contribuirebbe a far lievitare i costi dell’intero progetto.
Alto Adige 5-4-11
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martedì, 05 aprile 2011



Aeroporto: istituito tavolo di confronto

BOLZANO. È stato istituito ieri dalla giunta provinciale il tavolo di confronto sul masterplan dell’aeroporto. Folta la rappresentanza dei contrari all’ampliamento della struttura, che però contestano i tempi: «Ormai - dice il consigliere provinciale Verde, Dello Sbarba - la decisione è già stata presa».
 Come annunciato lunedì scorso, la giunta provinciale su proposta dell’assessore Thomas Widmann ha stabilito i partecipanti al tavolo di confronto sull’aeroporto. Sarà lo stesso Widmann a presiederlo, con la consigliera provinciale Svp della Bassa Atesina Rosa Thaler a fargli da vice. Al tavolo siederanno anche l’assessore ai lavori pubblici Florian Mussner, i presidenti delle comunità circondariali interessate (Oswald Schiefer per la Bassa Atesina, Luigi Spagnolli per Bolzano, Albin Kofler per la comunità Salto-Sciliar), i sindaci dei comuni limitrofi (Bronzolo, Vadena, Laives, Caldaro, Appiano e Bolzano rappresentato dal vicesindaco Klaus Ladinser visto che Spagnolli è presente in altra veste), i rappresentanti degli agricoltori del Bauernbund e della Coldiretti, gli ambientalisti (Dissinger del Dachvernabd, Simeoni dell’Alpenverein ed Elzenbaumer per la Bassa Atesina), i sindacati e i presidenti di Useb (Marco Carlini) e Wirtschaftsring (Christof Oberrauch) per l’economia.
 Critici i contrari all’aeroporto («la giunta ha già deciso, a cosa serve ora questo tavolo?», si chiede il verde Riccardo Dello Sbarba), ma alle loro perplessità risponde l’assessore Widmann: «La priorità è di dare un’informazione corretta a tutti, in particolare a chi è contrario all’ampliamento. Il masterplan approvato rispetta in tutti i suoi punti la mediazione, tranne che per i 104 metri di allungamento della pista. Cercheremo di spiegare perché questo adeguamento è assolutamente necessario per il futuro dell’aeroporto e dell’Alto Adige».
Alto Adige 5-4-11
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lunedì, 04 aprile 2011



Laives, stadio come specchio del malessere politico E serve un manuale Cencelli

Ancora una volta una maggioranza che non riesce ad accontentare tutti i suoi componenti entra in crisi, si trascina stancamente senza essere in grado di prendere decisioni importanti e deve sottostare a quelli che appaiono in maniera sempre più evidente tentativi più o meno espliciti di condizionamento. La bruciante sconfitta subita sul fotovoltaico, la necessità di trovare una maggioranza su questioni importanti quali lo stadio, il lido, la centrale a pompaggio, e probabilmente lo stesso piano urbanistico, costringono la sindaca alla ricerca affannosa di sostituti di eventuali consiglieri che dovessero venire a mancare alla sua maggioranza. Naturalmente questo suscita una levata di scudi da parte di altre componenti della coalizione: a volte per motivi di principio, altre per ragioni meno nobili di concorrenza nella distribuzione dei posti. I dissapori sulla recente nomina del rappresentante nella Comunità comprensoriale ne sono l’esempio più lampante. L’eventuale ingresso di forze nuove andrebbe dunque a rompere i già precari equilibri interni alla maggioranza rendendo definitivamente esplicito il dissenso di chi, rimasto a bocca asciutta, per ora si è accontentato di mugugni o di ricorrere ad atteggiamenti più o meno plateali. Ma anche volendo rimanere su un piano eminentemente politico le contraddizioni interne alla maggioranza sono quanto di più eclatante sia possibile immaginare. In campagna elettorale tutti sembravano muoversi all’unisono, dichiarando piena accettazione dei programmi, ma appena si è entrati nel concreto i distinguo si sono moltiplicati. Da qui nasce la necessità di rafforzare la maggioranza che, tradotto dal politichese, vuol dire sostituire chi su provvedimenti importanti potrebbe votare in maniera difforme. Si tratta di un’esplicita ammissione di debolezza o per meglio dire di una presa d’atto del disfacimento della maggioranza. Ancora una volta lo stadio è la cartina di tornasole di ciò che andiamo dicendo. Si tratta di un’opera che condizionerà inevitabilmente il futuro di Laives e non aver cercato per tempo il coinvolgimento dei cittadini ha portato i suoi sostenitori in un “cul de sac” da cui è difficile uscire.
R. Grasso Comitato per il referendum contro lo stadio
Alto Adige 4-4-11
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lunedì, 04 aprile 2011



Discarica Galizia Gagliardini: «Faremo altre verifiche»

LAIVES. «I controlli che abbiamo commissionato non evidenziavano particolari problematicità nel terreno, ma se necessario faremo ulteriori verifiche». Così Dino Gagliardini, assessore comunale all’ambiente, commenta la presa di posizione di Paolo Castelli, consigliere comunale di Laives Futura che, documenti alla mano, denuncia la presenza con concentrazioni rischiose di elementi inquinanti nell’area dell’ex discarica a Galizia, dove dovrebbe sorgere la cittadella dello sport.
Gagliardini (che ieri sull’argomento si è confrontato anche con il sindaco Liliana Di Fede) toglie ogni dubbio in merito all’attenzione prestata dall’amministrazione comunale rispetto alla presenza di una ex discarica nella zona: «Il problema non solo non è stato sottovalutato - commenta ancora l’assessore comunale - ma è stato messo ai primi posti per quanto riguarda i problemi di quell’area in vista della cittadella. Ma, lo ripeto, i carotaggi che abbiamo commissionato non hanno evidenziato rischi. In ogni caso, se sarà opportuno - conclude - faremo altre verifiche».
Alto Adige 4-4-11
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domenica, 03 aprile 2011



Zona Vallarsa: al via i rilievi geologici

 LAIVES. Sono iniziati l’altro giorno i rilievi geologici sulle pareti rocciose che sovrastano la zona sportiva e ricreativa Vallarsa. Per questo le strutture sono state chiuse al pubblico e non è comunque un grande disagio, perché intanto l’hockey è terminato e il tennis non incomincerà prima del 10 aprile. Rimane però l’incertezza che preoccupa i rappresentanti dell’Ssv Leifers Hockey Panthers, che già pensano a cosa succederà in ottobre, se la chiusura del campo di pattinaggio dovesse protrarsi o peggio, diventare definitiva. Sospeso anche il progetto della copertura. (b.c.)

Alto Adige 3-4-11
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categoria:comune di laives
domenica, 03 aprile 2011


«Fotovoltatico: milioni di danni»

LAIVES. Al secondo abbandono dell’aula consiliare nel giro di un mese da parte di Pdl, Lega Nord e Unitalia, il consigliere Christian Bianchi ha deciso di fare il punto della situazione. L’ultima occasione, qualche sera fa, è stata il dibattito sul fotovoltaico. Secondo il centrodestra, in questo campo l’amministrazione comunale ha già perso almeno 3 anni e più di 3 milioni di possibili introiti. «Questi gravi ritardi, nonostante l’approvazione all’unanimità di una nostra mozione, 3 anni orsono - spiega Bianchi - dovrebbero convincere la giunta a dimettersi immediatamente».
 Bianchi poi parla dell’Udc, ricordando che Claudia Guarda finora ha sempre dato un giudizio negativo sulla cittadella. «Anche la Svp si faccia un esame di coscienza sulla situazione - dice - perché la vittoria del centrosinistra in occasione del ballottaggio, dove ci fu sostanziale parità, è arrivata esclusivamente grazie all’appoggio determinante della Stella Alpina». (b.c.)
Alto Adige 3-4-11
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domenica, 03 aprile 2011



In zona Galizia i veleni della discarica

BRUNO CANALI
LAIVES. Sotto le campagne tra zona sportiva Galizia e Pineta si celerebbe una “bomba ecologica”. Non è un mistero che lì, un tempo, ci fosse una discarica, ma si tratta dei terreni sui quali dovrebbe sorgere la cittadella dello sport. Proprio in questa previsione, sono stati disposti dei carotaggi.
 L’allarme ambientale potrebbe imporre una bonifica preventiva della vasta area sulla quale poi dovrebbe sorgere la cittadella, con una lievitazione dei costi che nessuno ha ancora calcolato.
 A chiedere i dati relativi ai carotaggi fatti qualche mese fa nelle campagne della zona Galizia è stato il consigliere grillino Paolo Castelli, fin dall’inizio schierato contro il progetto della cittadella. Castelli li ha riassunti in una lunga interrogazione dove accenna ai rischi connessi. «Per quanto riguarda l’ex discarica - spiega Castelli - testimonianze riferiscono che i rifiuti raccolti erano molto eterogenei e smaltiti senza alcun controllo di tipo ambientale. C’erano rifiuti ospedalieri, residui di lavorazioni, scorie industriali, rifiuti domestici di Bolzano, terre di scavo e resti di demolizioni, amianto ecc. Tutti questi materiali sono andati a riempire le fosse create dallo scavo della torba, fino a 11 metri di profondità, per un volume attorno ai 125mila metri cubi. La discarica era priva di qualunque protezione o impermeabilizzazione, tenuto conto che l’acqua di falda in zona si trova a pochi centimetri sotto la superficie e una volta piene le fosse, venivano semplicemente coperte con materiali inerti per 1 o 2 metri. È inevitabile quindi che rifiuti e sostanze varie, siano venuti a contatto con l’acqua di falda».
 E qui entrano in gioco i carotaggi, alcuni dei quali - ricorda Castelli - vennero effettuati tra gli anni 1997 e 2001. «L’analisi visiva non ha rilevato materiali contaminanti - continua il consigliere Castelli - ma le analisi chimiche del sottosuolo, tra 4 e 14 metri di profondità, hanno invece messo in risalto un livello di contaminazione dei terreni molto elevato. Per più di un elemento vengono superati i limiti di accettabilità, con concentrazioni di cloruri, nichel, piombo, zinco e in un caso anche cadmio. Nel 2001, altra analisi superficiale, a 20 centimetri di profondità, con lieve superamento dei limiti di concentrazione del piombo».
 «Per quanto riguarda le acque di falda - aggiunge -, altre analisi tra il 1994 e 2002, sia nell’area dell’ex discarica che attorno e in quella occasione si evidenziò un inquinamento diffuso, riconducibile sostanzialmente alla discarica. All’interno della sua area, l’inquinamento era elevatissimo, paragonabile ai percolati di una discarica, tanto che uno studio ambientale del 2003, redatto da “Geologia e ambiente”, consigliò di interdire l’uso idropotabile di quelle acque entro una determinata estensione».
 E adesso arriviamo alla situazione attuale del sottosuolo nell’area dove un tempo c’era la discarica in zona Galizia. L’analisi ribadisce che il fondo è privo di qualunque impermeabilizzazione, anche se c’è del limo che potrebbe fare da isolante naturale. Dice lo studio: «Non sono stati realizzati né sistemi di raccolta e drenaggio del percolato, né opere di captazione dei gas di degradazione prodotti dai rifiuti. Non c’è nemmeno una copertura impermeabile sopra il deposito e comunque, l’assenza di fenomeni di autocombustione e di cattivi odori testimonia l’avanzato processo di mineralizzazione della discarica».
 Con questi dati in mano, il consigliere Paolo Castelli rivolge una serie di quesiti a sindaco e giunta. Chiede come mai, nonostante dal 1998 si conoscano i dati delle analisi sui terreni dell’ex discarica, non siano stati ancora presi provvedimenti per la messa in sicurezza e non sia nemmeno stato reso pubblico lo studio ambientale redatto da “Geologia e ambiente” ancora nel 2003, riguardo alla pericolosità nell’uso dell’acqua delle falde in zona Galizia. Castelli chiede anche se vi sia intenzione di far effettuare nuove analisi chimiche sui terreni dell’ex discarica, al di là degli ultimi carotaggi che egli ritiene “poco significativi” e se si intende mettere in guardia dall’utilizzo delle acque di falda.
Alto Adige 3-4-11
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categoria:comune di laives, cittadella sport
sabato, 02 aprile 2011



Breve considerazione sull'articolo - Di Fede: appoggio Udc sulla cittadella   «E per l’ampliamento dell’aeroporto serve un risarcimento per S. G - apparso sull'Alto Adige 1-4-11

Ad intervalli regolari la prima cittadina di Laives annuncia che l’Udc potrebbe sostenere la sua giunta su alcuni progetti importanti. I diretti interessati invece finora tacciono e dunque non rimane che attendere un loro pronunciamento. È invece evidente che di fronte alla liquefazione della maggioranza la sindaca vorrebbe inaugurare una stagione di maggioranze variabili che andrebbero a sostituire quella politica ormai evanescente. Si tratta di un’idea non troppo originale sperimentata a livello nazionale, ma che non ha portato buoni frutti. Invece di prendere atto che su questioni rilevanti non esiste consenso all’interno della coalizione, si cerca di sostituire i più riottosi con nuovi acquisti. Anche se l’operazione andasse in porto però i problemi non sarebbero risolti, perché su problemi come la cittadella o la centrale a pompaggio si tratterebbe di andare contro una parte importante dell’SVP che difficilmente potrebbe accettare di essere messa da parte e ridotta alla funzione di ruota di scorta.
Tornando all’UDC invece va sottolineato come sia il loro candidato sindaco, sia la rappresentante in consiglio, si siano sempre espressi contro la cittadella condividendo buona parte delle nostre obiezioni.
Se però la sindaca fosse riuscita a far cambiare opinione ai rappresentanti di questo partito sarebbe interessante conoscere, in nome della trasparenza, quali nuove argomentazioni siano state addotte. Non è detto infatti che non potrebbe convincere anche noi e fugherebbe il sospetto che si tratti di un’operazione di bassa politica.
R. Grasso
Comitato per il referendum contro lo stadio
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sabato, 02 aprile 2011



Udc: tanti dubbi sulla cittadella

BRUNO CANALI
LAIVES. Sindaco e Udc si parlano, ma da questo ad un coinvolgimento maggiore nella maggioranza dei centristi, a quanto pare ne passa. Lo conferma il segretario Mario Endrizzi: «Vogliamo tenerci le mani libere».
 «C’è dialogo con l’Udc» - conferma il sindaco Liliana Di Fede - «e potrebbe sostenere i nostri programmi, a partire la cittadella sportiva». Le fa eco Mauro Endrizzi, segretario dell’Unione di centro a Laives: «Certamente non abbiamo pregiudiziali. Con il sindaco ci sono stati colloqui, come avviene tra le forze politiche, ma in questa fase non vedo la possibilità di un nostro coinvolgimento in maggioranza». Con i dubbi sul progetto di cittadella di parte della Svp e la ridda di voci contrarie Liliana Di Fede sa bene che per superare il primo scoglio sulla strada verso la cittadella, che sarà la variazione urbanistica per i terreni in zona Galizia, serviranno tutti i voti disponibili in consiglio. Dalle sue affermazioni si capisce che deve avere sondato anche il terreno in casa Udc, perché, intervistata, dichiara che la consigliere Claudia Guarda appoggerà la cittadella. «Calma - dice però Mauro Endrizzi - perché è ben vero che non abbiamo pregiudiziali e dialoghiamo con tutti, ma sul progetto di cittadella, prima di tutto vogliamo avere risposte chiare e definitive. Se saranno esaurienti bene, altrimenti il nostro voto non sarà scontato».
 Endrizzi quindi accenna a ciò che anche l’Udc si aspetta dalla discussione sulla cittadella: vogliamo conoscere cifre concrete, tempi e prospettive future prima di decidere. I soldi ad esempio, perché con 11 milioni non si completa la cittadella e dunque, il resto dei tanti milioni che mancano, chi lo metterà? C’è poi la questione dibattuta del centro commerciale accanto allo stadio e di quello che significherà per la nostra realtà e ancora, cosa succederebbe in caso di fallimento dell’operazione? Su questo e su tutti gli altri aspetti ancora, noi vogliamo prima di tutto i dati concreti e definitivi e anche le garanzie, poi prenderemo una decisione in un senso o nell’altro. Ad oggi direi che siamo sull’Aventino, in attesa di tutti i chiarimenti che abbiamo chiesto sul progetto della cittadella. Il nostro voto non è scontato».
Alto Adige 2-4-11
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venerdì, 01 aprile 2011



Toggenburg 2: incontro in Comune

LAIVES. Nel corso di un incontro in municipio, il sindaco Liliana Di Fede e gli assessori all’urbanistica, Georg Zelger, e all’edilizia agevolata, Alberto Covanti, hanno fornito rassicurazioni ai rappresentanti delle cooperative edilizie di Legacoopbund presenti nella graduatoria comunale sui tempi dell’iter burocratico relativo alla realizzazione della zona di espansione Toggenburg 2, a Pineta di Laives.
Alla riunione erano presenti i consigli di amministrazione delle cooperative edilizie Soreghina, Soleluna, Asia, Orchidea e Nuvola, i responsabili del reparto costruzioni di Legacoopbund Stefano Ruele e Serena Woerndle, il sindaco di Laives, Liliana Di Fede, l’assessore all’urbanistica, Georg Zelger, l’assessore all’edilizia agevolata Alberto Covanti e la dirigente dell’ufficio tecnico Alessandra Montel.
I rappresentanti del Comune, rispondendo in maniera concreta alle domande poste dai presenti, hanno dato rassicurazioni e indicazioni realistiche sull’avviamento dell’iter burocratico per l’assegnare del terreno e sulla successiva realizzazione degli alloggi. Il sindaco e gli assessori si sono inoltre resi disponibili a una collaborazione fattiva tra Comune, Legacoopbund e cooperative per ottimizzare dove possibile le tempistiche dei passaggi necessari per giungere alla variazione del piano urbanistico comunale e alla realizzazione del piano di attuazione della nuova zona abitativa.
«I soci delle cooperative edilizie della zona Toggenburg 2, dopo questo incontro, potendo contare sull’impegno da parte del Comune, possono guardare in maniera più fiduciosa e ottimista alla realizzazione dell’obiettivo di costruire una casa di proprietà» si legge in una nota diffusa da Legacoopbund.
Alto Adige 1-4-11
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venerdì, 01 aprile 2011



Polemica sul fotovoltaico

 LAIVES. Non cambia il clima pesante tra maggioranza ed opposizione in consiglio comunale. Anche l’altra sera, buona parte delle minoranze hanno lasciato polemicamente l’aula (sono rimasti solo Laives pro Leifers, grillini, Udc e Freiheitlichen a garantire il numero legale) in contrasto con il sindaco Di fede sul fotovoltaico. Al di là delle differenti opinioni in merito al progetto, da parte del Pdl si voleva sostanzialmente una condanna dell’amministrazione Polonioli per i 3 anni di immobilismo. Il sindaco però ha evitato, spiegando che era disposta a rispondere dell’azione amministrativa della sua giunta. Da qui lo screzio e l’uscita polemica dall’aula delle opposizioni. (b.c.)
Alto Adige 1-4-11
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venerdì, 01 aprile 2011



Di Fede: appoggio Udc sulla cittadella

M. DI GIANGIACOMO
LAIVES. Momento caldo per la giunta comunale, sostenuta da una maggioranza debole e attesa da appuntamenti importanti come il voto sulla cittadella, in occasione del quale potrebbero verificarsi defezioni. Ma il sindaco Di Fede, esclusa una “stampella” Pdl, sembra aver trovato quella dell’Udc, che non entrerà in maggioranza, ma potrebbe appunto sostenere la giunta su quelli che il primo cittadino chiama «temi principali». E, in caso di l’ampliamento dell’aeroporto, Di Fede chiede alla Provincia un risarcimento per S. Giacomo.
Sindaco Di Fede, la Svp auspica un allargamento della maggioranza. Dopo il suo “abboccamento” con l’Udc, che margini ci sono?
Con l’Udc c’è un dialogo aperto e una certa convergenza sui temi principali, ma non credo che possa entrare in maggioranza, almeno a breve termine.
Scusi la volgarità della domanda: detto che non siete una maggioranza bolscevica e che quelli che dovete trattare non sono proprio temi etici, è una questione di poltrone?
No, affatto, ma ognuno dei noi vuole mantenere la propria autonomia, portando avanti liberamente le proprie posizioni.
Quando dice che con l’Udc c’è convergenza sui temi principali intende che potrebbe sostenervi in occasione del voto sulla cittadella?
Sui temi principali il confronto è aperto. Credo che, quando i nostri programmi coincideranno con le loro posizioni, l’Udc potrebbe sostenerci, sempre nell’ambito della sua autonomia.
Perché la sua maggioranza ha lasciato naufragare l’ipotesi di un’intesa con il centrodestra sul tema più caldo, quello della cittadella, bocciando quasi aprioristicamente la loro proposta sul lido?
Noi eravamo disponibili al dialogo, prova ne sia la creazione del gruppo di lavoro misto maggioranza - opposizione sulla cittadella. E questa disponibilità c’è ancora. Non ci siamo sottratti al ragionamento nemmeno sul lido, ma su quel tema la Südtiroler Volkspartei ci aveva chiesto ancora un po’ di tempo per riflettere e individuare la soluzione migliore. È il centrodestra che, a quel punto, ha ritenuto che questa pausa di riflessione non fosse giustificata. La nostra disponibilità rimane, ma non possiamo farci dettare l’agenda politica dall’opposizione.
Lo scontro con il centrodestra continua: mercoledì sera ha nuovamente abbandonato l’aula, per l’ormai annosa polemica sull’installazione degli impianti fotovoltaici sugli edifici comunali. Come sta vivendo questo braccio di ferro?
L’ultima volta sul fotovoltaico avevamo discusso tre ore, rispondendo a tutte le critiche e dimostrando tutta la nostra disponibilità al dialogo. L’altra sera pretendevano di tirare in ballo le responsabilità della scorsa giunta comunale, io ho detto che rispondo di quello che ha fatto quella attuale. Punto.
Dopo l’approvazione del masterplan per l’ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo il Pdl accusa il Pd d’incoerenza. In effetti, il vicepresidente Christian Tommasini ha approvato un provvedimento che lei a Laives osteggia. Vi siete confrontati su questo tema?
Naturalmente, sono sempre in contatto con il vicepresidente, che è molto vicino alla nostra città. La Provincia fa gli interessi della Provincia: l’aeroporto è una struttura di carattere provinciale che però ha un grosso impatto sulla città di Laives ed in particolare sulla frazione di San Giacomo. Per questo, noi che facciamo gli interessi della città chiederemo, in occasione del tavolo che sarà aperto sul tema con la Provincia, una compensazione per la nostra frazione.
Sulla questione degli spazi a disposizione delle scuole elementari di Pineta e San Giacomo, lei ha replicato al Pdl respingendo confronti e sottolineando che il problema, per quelle di San Giacomo, è dovuto al fatto che sono gestite in consorzio con Bolzano. Quali sono le prospettive?
La scuola elementare di Pineta necessitava di una ristrutturazione, che non era mai stata fatta in 75 anni. E questo verrà fatto. La situazione di San Giacomo non è quella ipotizzata dal consigliere Furlani: anche il prossimo anno ci saranno 2 sezioni italiane e una tedesca e quindi non ci sarà ulteriore fabbisogno di aule. Detto questo, è chiaro che anche per San Giacomo va trovata una soluzione, ma non va dimenticato che lì c’è un consorzio con Bolzano. Noi abbiamo avanzato due ipotesi sulle quali Bolzano, che ovviamente ha le sue priorità, prossimamente si esprimerà.
Alto Adige 1-4-11
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giovedì, 31 marzo 2011



Il consiglio comunale di Laives boccia l’area attrezzata per i camper

LAIVES. La maggioranza del consiglio comunale di Laives ha detto no alla realizzazione di un’area dove i camper possano caricare acqua potabile e scaricare i liquami. L’assessore all’urbanistica Georg Zelger però ha preso l’impegno di migliorare almeno l’illuminazione presso lo spazio dove attualmente, in zona Vurza, sono ricoverati diversi camper di cittadini locali.
La richiesta, sotto forma di mozione, era stata presentata dal consigliere di Unitalia Tonino Gencarelli, che adesso esprime delusione per la bocciatura, anche se ringrazia comunque l’assessore Zelger per avere almeno promesso il miglioramento dell’illuminazione nel parcheggio della Vurza.
«Quello che chiedevo, a nome della sessantina di camperisti residenti a Laives - spiega Gencarelli - era semplicemente uno spazio, tipo quello che Bolzano ha realizzato di fronte al cimitero di Oltrisarco, dove i camper potessero caricare acqua e scaricare liquami. Non chiedevo che fosse gratis, ma ho fatto l’ipotesi del gettone, cosa che penso avrebbe potuto procurare un introito alle casse comunali. I camperisti, e io sono uno di loro, sarebbero disponibili a pagare per avere questo servizio che, tra Trento e Bolzano, si trova solo nel capoluogo altoatesino».
 È intervenuto anche Theodor Perathoner dei Freiheitlichen, per chiedere all’assessore Zelger se non sia il caso di prevedere, all’interno del nuovo Piano urbanistico comunale, uno spazio anche per i camper locali. Stesso discorso da parte di Bruno Borin (Pdl), ma la mozione è stata bocciata. (b.c.)
Alto Adige 31-3-11
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giovedì, 31 marzo 2011



La Svp di Laives: maggioranza da ampliare 

BRUNO CANALI
LAIVES. Il sindaco Liliana Di Fede cerca di rafforzare la sua debole maggioranza contattando l’Udc, il cui coinvolgimento per ora appare in ogni caso difficile. Per il momento la Südtiroler Volkspartei sta a guardare, convinta com’è - fin dal varo della maggioranza che sostiene la giunta Di Fede - che amministrare con 16 consiglieri su 30 sia un grosso problema. I fatti le stanno dando ragione.
«Fin dall’inizio noi della Svp abbiamo sempre sostenuto che un allargamento della la maggioranza sarebbe stato un bene per l’attività amministrativa - afferma l’Obmann, Hans Joachim Dalsass -. Ma oggi vedo poche possibilità. Sappiamo dei contatti con l’Udc, partito che con la giunta Polonioli era in maggioranza e che ha anche appoggiato Liliana Di Fede al secondo turno delle comunali. Quel che è certo è che con una maggioranza così risicata non è certo un bel modo di lavorare».
Le parole dell’attuale Obmann Svp ricalcano quelle che già Georg Forti pronunciò nella fase del dopo elezioni: una maggioranza che si basa su un solo voto di scarto rispetto allo schieramento di opposizione, comunque vada, avrà sempre la vita dura e sarà alla mercè di chiunque, al suo interno, deciderà di puntare i piedi.
La riprova di questo si è avuta anche qualche settimana fa in consiglio comunale, quando, assente Roberto Ceol (Pd), sul fotovoltaico l’opposizione (Udc compresa) si era alzata ed era uscita dall’aula, facendo mancare il numero legale, cosa che ha costretto il presidente dell’assemblea a chiudere la seduta rinviando tutto alla successiva. Se una situazione del genere si fosse verificata in fase di approvazione del bilancio di previsione, il rischio concreto sarebbe stato quello di dover tornare alle urne.
Al di là di questo scenario estremo, con un rapporto di forza come quello attuale la giunta è costretta a mediare anche sulle virgole. A risentirne pesantemente è l’attività amministrativa, che infatti sta andando a rilento, con importanti decisioni da adottare, vedi il progetto di cittadella dello sport, sul quale anche in seno alla Svp si sono già levate voci contrarie. I rapporti con l’opposizione in questa fase non sono dei migliori e anche l’altra sera, in consiglio comunale, c’è stato qualche screzio per questioni procedurali.
È chiaro insomma che il sindaco non potrà fare troppo affidamento sull’opposizione per far passare progetti e provvedimenti che non piacciono neppure a componenti della sua stessa maggioranza. Tornando alla cittadella, se, come è dato per scontato, almeno un paio di consiglieri Svp voteranno contro, senza il sì dell’opposizione il progetto è destinato a naufragare.
Alto Adige 31-3-11
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mercoledì, 30 marzo 2011



Nuovo reparto alla lungodegenti di Laives

BRUNO CANALI
LAIVES. Da qualche settimana la casa per lungodegenti Domus Meridiana è attrezzata con un nucleo per ospiti affetti da demenza severa. Può ospitare fino a 12 persone ed è strutturato per assomigliare il più possibile ad un ambiente domestico e familiare, in grado di mettere a loro agio i pazienti. Perché si sia sentita l’esigenza di un nucleo per la demenza severa, lo spiega il direttore, Marco Maffeis.
«Fin dall’inizio abbiamo avuto tra i nostri ospiti anche persone affette da questa patologia - dice Maffeis - che non si potevano ghettizzare. Andava creato per loro un servizio che offrisse risposte adeguate e un ambiente particolare, adatto alle loro necessità. In questa maniera i pazienti affetti da demenza vivono più serenamente la degenza alla Domus Meridiana, a vantaggio anche di tutti gli altri».
Questo è stato possibile senza mettere mano - per ora - alla struttura di via Sottomonte. Gli spazi per i malati di demenza severa sono stati ricavati in un’ala del complesso, al secondo piano, divisa dal resto da una semplice tenda, che quindi consente un costante scambio. In prospettiva si conta di realizzare un “Wintergarten” proiettato verso l’esterno, dalla parte di via Sottomonte, con un ascensore che consenta ai pazienti di salire e scendere dal giardino retrostante.
«Abbiamo creato un ambiente “domestico” - continua Maffeis - così da far sentire gli ospiti del nucleo il più possibile a casa loro, con maggior spazio alle loro attività naturali, prima di difficile realizzazione, una piccola cucina dove possono intervenire se vogliono e poi flessibilità per quanto riguarda gli orari dei pasti, rilevazione di eventuali dolori fisici, animazione e igiene ambientale che non limiti i movimenti della persona. Abbiamo già notato tra gli ospiti una diminuzione dei deficit comportamentali: sono meno agitati, meno confusi e dormono mediamente di più. Abbiamo chiesto uno sforzo ai parenti e al nostro personale per raggiunge migliori risultati».
Tutto questo è stato raggiunto senza modificare la struttura della Domus Meridiana, che dispone complessivamente di 63 posti letto. Per quanto concerne l’accettazione, una precedenza viene data normalmente ai cittadini di Laives, Bronzolo e Vadena, ma ciò non toglie che regolarmente siano accolti anche lungodegenti e malati di demenza provenienti da altri Comuni. «Il nucleo per la demenza severa - conclude il direttore Marco Maffeis - non è una destinazione definitiva: c’è chi arriva e chi poi ritorna tra gli altri ospiti e viceversa. La valutazione del grado di demenza viene fatta dal nostro personale. La lista di attesa non è eccessiva. E siamo in grado di dare risposte abbastanza rapide a tutti».
Alto Adige 30-3-11
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martedì, 29 marzo 2011



Maggioranza a Laives in crisi
Ancora una volta una maggioranza che non riesce ad accontentare tutti i suoi componenti entra in crisi, si trascina stancamente senza essere in grado di prendere decisioni importanti e deve sottostare a quelli che appaiono in maniera sempre più evidente tentativi più o meno espliciti di condizionamento.
La bruciante sconfitta subita sul fotovoltaico, la necessità di trovare una maggioranza su questioni importanti quali lo stadio, il lido, la centrale a pompaggio, e probabilmente lo stesso piano urbanistico, costringono la sindaca alla ricerca affannosa di sostituti di eventuali consiglieri che dovessero venire a mancare alla sua maggioranza. Naturalmente questo suscita una levata di scudi da parte di altre componenti della coalizione: a volte per motivi di principio, altre per ragioni meno nobili di concorrenza nella distribuzione dei posti. In questi casi non vi è infatti manuale Cencelli che possa accontentare tutti. I dissapori sulla recente nomina del rappresentante nella Comunità comprensoriale ne sono l’esempio più lampante. L’eventuale ingresso di forze nuove andrebbe dunque a rompere i già precari equilibri interni alla maggioranza rendendo definitivamente esplicito il dissenso di chi, rimasto a bocca asciutta, per ora si è accontentato di mugugni o di ricorrere ad atteggiamenti più o meno plateali. Ma anche volendo rimanere su un piano eminentemente politico le contraddizioni interne alla maggioranza sono quanto di più eclatante sia possibile immaginare. In campagna elettorale tutti sembravano muoversi all’unisono, dichiarando piena accettazione dei programmi, ma appena si è entrati nel concreto i distinguo si sono moltiplicati in maniera esponenziale e si è scoperto così che, a quell’unanimità di facciata, non corrispondeva una reale condivisione dei problemi, delle soluzioni e dei modi con cui raggiungerle.
Da qui nasce la necessità di rafforzare la maggioranza che, tradotto dal politichese, vuol dire sostituire chi su provvedimenti importanti potrebbe votare in maniera difforme. Si tratta di un’esplicita ammissione di debolezza o per meglio dire di una presa d’atto del disfacimento della maggioranza. Ancora una volta lo stadio è la cartina di tornasole di ciò che andiamo dicendo. Si tratta di un’opera che condizionerà inevitabilmente il futuro di Laives e non aver cercato per tempo il coinvolgimento dei cittadini ha portato i suoi sostenitori in un “cul de sac” da cui è difficile uscire.
Rosario Grasso
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domenica, 27 marzo 2011



Attivazione tessera sanitaria - carta dei servizi  Laives

A Laives è possibile attivare la tessera sanitaria presso lo Sportello del Cittadino, in via Pietralba 24, da lunedì a venerdì, dalle 08.30 alle 12.30 ed il giovedì pomeriggio dalle 14.30 alle 17.00. La richiesta deve essere fatta personalmente con esibizione di un documento di riconoscimento valido.
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sabato, 26 marzo 2011



Unità d’Italia a Laives, oggi sfila la fanfara dei bersaglieri

LAIVES. Nell’ambito del programma per i 150 anni dell’Unità d’Italia a Laives, oggi è la volta dei bersaglieri, una presenza che in città non si ha occasione di vedere spesso. Alle 17.30, la fanfara dei bersaglieri di San Donà del Piave-Venezia, partirà di corsa, suonando, dal centro Don Bosco. Percorrerà il tratto di via Kennedy che porta all’incrocio “Crosara” in pieno centro e poi svolterà verso via Pietralba, passando davanti al municipio cittadino, fino a raggiungere, poco oltre, la saletta espositiva, dove il gruppo Ana locale ha allestito una bella mostra storico-rievocativa con foto, cimeli, filmati e manichini, attraverso la quale si potranno ripercorrere gli anni tra il 1821 e il 1870 ovvero, il periodo che ha preceduto la creazione del Regno d’Italia. Grazie alla mostra proposta dalle penne nere, ci si potrà fare un’idea di chi erano gli uomini che all’epoca crearono le condizioni per arrivare finalmente all’Unità d’Italia.
“La scelta della fanfara dei bersaglieri - spiega il capogruppo degli alpini di Laives Giovanni Ruggirello - non è un caso, perché nel suo repertorio ha anche brani risorgimentali. Ringraziamo l’associazione “Amici della storia” di Bolzano, che hanno partecipato con noi all’iniziativa”.
La giornata odierna prevede anche un concerto della fanfara dei bersaglieri, alle 20.30 nella sala teatrale Filodrammatici Gino Coseri di Laives, dove avrà luogo l’apertura ufficiale delle celebrazioni che erano iniziate con l’alzabandiera la scorsa settimana davanti al municipio. La mostra sarà aperta invece fino al 2 aprile, dalle 17 alle 20.
Alto Adige 26-3-11
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venerdì, 25 marzo 2011



Il Comitato contro lo stadio al sindaco di Laives: subito più chiarezza sulle scelte

Cara Sindaca Di Fede, nel Suo programma, in campagna elettorale e poi di seguito in numerosi interventi, due parole sono state usate senza parsimonia: trasparenza e partecipazione. Trasparenza sugli obiettivi e sui modi con cui si intende raggiungerli; partecipazione nel senso di un coinvolgimento attivo dei cittadini.. E’a questi due principi che dunque vorremmo riferirci sebbene, sinora, sulla questione stadio e problemi correlati, a nostro avviso, essi siano stati elusi.
Era stato promesso che entro la fine dello scorso anno si sarebbe fatta chiarezza, si sarebbe proceduto alla variazione urbanistica, sarebbero stati resi noti i risultati delle analisi dei terreni, si sarebbe conosciuto il piano finanziario. Finora non vi è riscontro alcuno agli impegni pubblicamente sottoscritti. Eppure i cittadini hanno diritto di conoscere in quali faccende sia affaccendata la giunta da Lei guidata e se sia in grado di realizzare il proprio programma. Numerosi sono i segnali che ci dicono che, nonostante in questo lungo scorcio di consiliatura gran parte dell’attenzione sia stata dedicata alla cosiddetta”cittadella dello sport” sottraendo tempo e risorse a problemi sicuramente più urgenti, non si sia ancora in grado di dare una risposta. I cittadini hanno diritto di sapere! Siete in grado di portare a termine l’impegno di realizzare una vera area dedicata all’attività sportiva utilizzabile anche dai cittadini? In quali tempi e con quali risorse? E i terreni interessati quanti e quali sono? I sondaggi effettuati hanno riservato sorprese? Cosa nascondono? Necessitano di bonifiche? L’impegno alla trasparenza avrebbe richiesto risposte precise ed in tempi certi.
La partecipazione poi rimanda al referendum, ma i cittadini possono essere chiamati ad esprimersi solo su questioni concrete. Se però ancora non si conoscono le intenzioni dell’amministrazione e tutto appare aleatorio, ipotetico, indefinito, se la cittadella resta solo un sogno che trova addirittura forti opposizioni all’interno della stessa maggioranza, che senso avrebbe una consultazione popolare? A favore o contro cosa dovrebbero pronunciarsi? La partecipazione, per essere reale, si esplica su questioni ben definite, facilmente valutabili, documentate, certe.
Ecco perche vi chiediamo una parola chiara e definitiva. Cosa siete in grado di realizzare?
 Il solo stadio, l’intera cittadella o i veti incrociati vi imporranno di rinunciare all’intera opera? Su quali aspetti vi è consenso al vostro interno e quali sono i punti di dissenso? realisticamente ipotizzabile una composizione dei contrasti che quasi quotidianamente traspaiono sulla stampa? In ogni caso avete il dovere di una parola di verità.
 Se malauguratamente per l’Alto Adige il sogno di arrivare in pochi anni in serie “B” si rivelasse del tutto velleitario, che cosa se ne farebbe Laives di quello stadio? Anche su questo una risposta sarebbe gradita.
Alto Adige 25-3-11

,,Wir wollen Klarheit”
Das Referendumskomitee gegen das Fußballstadion in Leifers richtet einen offenen Brief an Bürgermeisterin Liliana Di Fede. Sie verlangen endlich Klarheit über das Projekt.
Ein Referendum ohne Thema. Vor dieser Tatsache stehen im Moment die Promotoren eines Referendums gegen den Stadionbau in Leifers. Aus diesem Grund haben sie an die Bürgermeisterin von Leifers, Liliana Di Fede, einen offenen Brief gerichtet. Darin fordern sie in erster Linie Klarheit über die Pläne der Gemeinde zum Stadionbau. ,,Man hat uns Klarheit bis zum Jahreswechsel versprochen”, schreiben die Promotoren, ,,Klarheit über die bautechnische Variante, Klarheit über die Bodenproben und Klarheit über die Finanrzierungswege”. Doch bisher seien alle Punkte offen geblieben.
Das angekündigte Referendum hätte aus ihrer Sicht im Moment keinen Sinn. Und darum richtet sich ihr Ärger gegen die Stadtregierung und die fehlenden Informationen. Mit dem offenen Brief erwarten sie sich nun, dass Di Fede und ihre Stadträte eine Stellungnahme abgeben werden. ,,Ist die Stadtregierung nun dafür oder dagegen?”, fragt das Komitee, ,,geht es jetzt um das Stadion, die Sportstätte oder um beides?” Die Stadiongegner wissen es nicht und erhoffen sich als Antwort sehr viel Klarheit. (hase)
Tageszeitung, 24,03.2011
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venerdì, 25 marzo 2011



Arriva la fanfara dei bersaglieri a Laives

BRUNO CANALI

LAIVES. Le note della fanfara dei bersaglieri, domani pomeriggio alle 17.30 risuoneranno nelle vie del centro a Laives. A passo di corsa, come esige la tradizione, trentacinque bersaglieri della sezione di San Donà del Piave percorreranno via Kennedy e via Pietralba, fino alla saletta espositiva dove gli alpini inaugureranno la mostra storica. Quest’ultima resterà aperta al pubblico fino al 2 aprile.
 Dopo l’alzabandiera della scorsa settimana davanti al municipio, la sfilata della fanfara dell’associazione nazionale bersaglieri di San Donà del Piave sarà il nuovo, significativo appuntamento con i festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, un appuntamento che a Laives vedrà iniziative fino al mese di settembre.
 Se l’alzabandiera nella piazzetta del municipio è stato direttamente promosso dall’amministrazione comunale, insieme a quelle del circondario e con l’adesione di alpini, carabinieri e altri rappresentanti di associazioni d’arma, la sfilata dei bersaglieri e la mostra rievocativa, sono direttamente promosse dal gruppo Ana cittadino guidato da Giovanni Ruggirello, con il sostegno concreto del Comune di Laives. Inaugurata la mostra, alle 20.30 l’invito per tutti sarà nella sala teatrale Filodrammatici Gino Coseri, in zona scolastica, dove la fanfara dei bersaglieri offrirà un concerto, occasione molto particolare per la città di Laives.
 La fanfara dell’associazione nazionale bersaglieri di San Donà del Piave, rifondata nel 1986 è composta da 35 elementi, in massima parte bersaglieri in congedo, ai quali, con il tempo, si sono aggregati anche altri appassionati della tradizione dei bersaglieri. Fin dalla nascita, la fanfara è diretta da Francesco Perissinotto, ovviamente bersagliere doc pure lui. Per quanto riguarda il repertorio musicale, è composto principalmente dalle musiche che negli anni hanno accompagnato il corpo piumato e anche musiche patriottiche, eseguite esclusivamente con gli ottoni. Queste musiche vengono anche accompagnate talvolta da canti degli stessi musicisti e poi si aggiungono anche brani che possono spaziare dalla musica folk a quella operistica e leggera. Il curriculum di questa fanfara è prestigioso, con partecipazioni a vari festival, anche esteri e nel 2009 ha suonato anche ad El Alamein, davanti al Sacrario dei caduti di diverse nazioni europee, Italia compresa.
 Per quanto concerne invece il calendario di manifestazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia a Laives, giovedì 31 marzo alle 20.30, presso il centro Don Bosco, conferenza storica del generale Russo e concerto della fanfara degli alpini di Gries, già apprezzata durante l’alzabandiera davanti al municipio.
Alto Adige 25-3-11
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giovedì, 24 marzo 2011




Die Kaufleute in Leifers machen sich Sorgen: Einkaufzentrum und Umfahrung straße bringen sie in Bedrägnis. Die Gemeindeverwaltung scheint Pläne schon in Kopf zu haben. Genaueres wird noch nicht preisgegeben – eine Studie soll die Lösung bringen. ...


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giovedì, 24 marzo 2011



Soggiorni estivi per anziani di Laives: c’è posto

LAIVES. Per i soggiorni estivi dedicati agli anziani di Laives ci sono ancora posti disponibili, in particolare per il secondo turno marino di settembre. Quindi, l’assessore Sara Endrizzi sollecita eventuali interessati a prenotare il posto, mettendosi in contatto con la segreteria del Centro Don Bosco di Laives (0471 952627) dove ci si deve iscrivere. I turni al mare saranno due: il primo dall’1 al 15 giugno, all’Hotel Adria Beach di Villamarina (Cesenatico); l’altro dall’1 al 15 settembre. In mezzo, dal 2 al 16 luglio, anche il turno in montagna, all’Hotel Rosa di Predazzo. (b.c.)

Alto Adige 24-3-11
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giovedì, 24 marzo 2011



«Scuola a San Giacomo, tocca a Bolzano»

BRUNO CANALI
LAIVES. Tra maggioranza ed opposizione c’è divergenza sull’emergenza scuole: per la consigliera del Pdl Claudia Furlani l’emergenza è all’elementare italiana di S.Giacomo; la giunta invece ha dato priorità a Pineta.
 Claudia Furlani qualche giorno fa è tornata all’attacco, fornendo un quadro con i dati relativi agli alunni iscritti, sia a Pineta che a San Giacomo, dove si vede che proprio all’elementare di San Giacomo è prevista una crescita notevole, mentre a quella di Pineta gli scolari starebbero calando. «Del resto - aggiunge la consigliera Pdl - da quest’anno già a San Giacomo è stato necessario installare dei prefabbricati per sistemare due classi e la previsione è che il trend di crescita continui».
 «Lo sappiamo anche noi - risponde il sindaco Liliana Di Fede - e siamo costantemente in stretto contatto con la scuola. Però per il prossimo anno non saranno necessarie nuove sezioni, né all’elementare italiana né a quella tedesca, e ritengo inutile continuare a parlare di quella di Pineta. Cosa vuol dire che ci sono meno alunni che a San Giacomo? Che possiamo chiuderla perché è numericamente piccola? Noi invece riteniamo che vada al più presto ristrutturata e rimessa a norma per la sicurezza e per questo abbiamo approvato un progetto specifico. Per quanto concerne invece la scuola di san Giacomo, la questione è diversa: è gestita da un consorzio tra Laives e Bolzano e comunque di certo rientra anche quella tra le nostre priorità nel campo dell’edilizia scolastica. Il fatto è anche che, essendo in consorzio, il patrimonio è diviso percentualmente tra Laives e Bolzano e, almeno fino alla passata amministrazione comunale, Bolzano non ha mai dato la disponibilità all’ampliamento della scuola elementare di San Giacomo, nonostante noi avessimo predisposto due studi di fattibilità. Adesso sembra che con la nuova giunta di Bolzano le cose siano cambiate e il capoluogo decida come procedere. Comunque, lo ripeto, Pineta e San Giacomo, dal punto di vista delle scuole, sono due situazioni che non si possono confrontare. Noi quello che potevamo fare lo abbiamo fatto; adesso tocca a Bolzano fare la sua parte per la scuola elementare di San Giacomo».
Alto Adige 24-3-11
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mercoledì, 23 marzo 2011



Lettera aperta


Cara Sindaca,
ci rivolgiamo a Lei, senza per questo voler escludere i singoli assessori e consiglieri della Sua maggioranza i quali sono sollecitati in ugual maniera ad una risposta.
Nel Suo programma, in campagna elettorale e poi di seguito in numerosi interventi, due parole sono state usate senza parsimonia: trasparenza e partecipazione. Trasparenza sugli obiettivi e sui modi con cui si intende raggiungerli; partecipazione nel senso di un coinvolgimento attivo dei cittadini..
È a questi due principi che dunque vorremmo riferirci sebbene, sinora, sulla questione stadio e problemi correlati, a nostro avviso, essi siano stati elusi.
Era stato promesso che entro la fine dello scorso anno si sarebbe fatta chiarezza, si sarebbe proceduto alla variazione urbanistica, sarebbero stati resi noti i risultati delle analisi dei terreni, si sarebbe conosciuto il piano finanziario. Finora non vi è riscontro alcuno agli impegni pubblicamente sottoscritti.
Eppure i cittadini hanno diritto di conoscere in quali faccende sia affaccendata la giunta da Lei guidata e se sia in grado di realizzare il proprio programma. Numerosi sono i segnali che ci dicono che, nonostante in questo lungo scorcio di consiliatura gran parte dell’attenzione sia stata dedicata alla cosiddetta “cittadella dello sport” sottraendo tempo e risorse a problemi sicuramente più urgenti, non si sia ancora in grado di dare una risposta.
I cittadini hanno diritto di sapere! Siete in grado di portare a termine l’impegno di realizzare una vera area dedicata all’attività sportiva utilizzabile anche dai cittadini? In quali tempi e con quali risorse? E i terreni interessati quanti e quali sono? I sondaggi effettuati hanno riservato sorprese? Cosa nascondono? Necessitano di bonifiche?
L’impegno alla trasparenza avrebbe richiesto risposte precise ed in tempi certi.
La partecipazione poi rimanda al referendum, ma i cittadini possono essere chiamati ad esprimersi solo su questioni concrete. Se però ancora non si conoscono le intenzioni dell’amministrazione e tutto appare aleatorio, ipotetico, indefinito, se la cittadella resta solo un sogno che trova addirittura forti opposizioni all’interno della stessa maggioranza, che senso avrebbe una consultazione popolare? A favore o contro cosa dovrebbero pronunciarsi?  La partecipazione, per essere reale, si esplica su questioni ben definite, facilmente valutabili, documentate, certe.
Ecco perche vi chiediamo una parola chiara e definitiva. Cosa siete in grado di realizzare? Il solo stadio, l’intera cittadella o i veti incrociati vi imporranno di rinunciare all’intera opera? Su quali aspetti vi è consenso al vostro interno e quali sono i punti di dissenso?  È realisticamente ipotizzabile una composizione dei contrasti che quasi quotidianamente traspaiono sulla stampa?
In ogni caso avete il dovere di una parola di verità e di rispettare l’impegno preso nelle assemblee pubbliche di tornare ad informare i cittadini.

Comitato per il referendum contro lo stadio.

P. S. Se malauguratamente il Südtirol non riuscisse a sollevarsi dalla situazione di classifica che oggi lo vede in zona retrocessione, e il sogno di arrivare in pochi anni in serie “B” si rivelasse del tutto velleitario, che cosa se ne farebbe Laives di quello stadio?
Anche su questo una risposta sarebbe gradita.
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mercoledì, 23 marzo 2011



Di Fede: case Ipes, no ai bolzanini

BRUNO CANALI
LAIVES. La prospettiva che, in virtù di un “piano sovraccomunale”, Laives possa essere chiamata ad esaudire le domande di appartamenti Ipes dei bolzanini, ha creato qualche allarme. Per il sindaco Liliana Di Fede però, la prospettiva non sarebbe così scontata. «Da quanto ho capito - dice - è una delibera generale, che prevede la possibilità di una collaborazione tra Comuni, ma solo se questi lo ritengono opportuno».
Qualcuno agita nuovamente lo spettro della crescita caotica dei decenni scorsi, quella che sta ancora in parte scontando Laives con le sue infrastrutture, un timore che già era stato risollevato quando, recentemente, si era parlato di aree per il ceto medio a Laives anche per le richieste di Bolzano.
«Bolzano e Laives sono oramai due grandi realtà urbane - continua Liliana Di Fede - e ritengo che Laives non possa più farsi carico dei bisogni abitativi di altri. In altri termini, noi non possiamo consumare il nostro territorio comunale per questo e Laives, in tal senso, ha già dato molto in passato per risolvere i problemi di Bolzano. Non credo sarebbe sensato ripetere questo scenario».
Per il sindaco di Laives quindi, le indicazioni della Provincia approvate con il programma quinquennale dell’Istituto per l’edilizia agevolata, che parla di bacino unico tra Bolzano e Laives, potrebbero andare bene per realtà più modeste, dove effettivamente ha poco senso costruire un paio di appartamenti Ipes qui e un paio là. «Questo però non vale per Bolzano e Laives - dice Liliana Di Fede - due realtà con ben altri problemi, anche in campo abitativo».
Stando alle affermazioni del vicepresidente Christian Tommasini, «il programma quinquennale dell’Ipes per il 2011 - 2016, prevede la rassegnazione a nuovi inquilini di 1.200 appartamenti e la realizzazione di altrettanti nuovi. 200 di questi dovrebbero essere realizzati a Bolzano e altri 39 a Laives».
Per quanto riguarda i programmi Ipes, attualmente a Laives non vi sono più ulteriori spazi. Sono in fase di consegna gli alloggi realizzati tra via Noldin e via Andreas Hofer e c’è la previsione di costruire altri 30 appartamenti in zona Toggenburg a Pineta per destinarli poi al ceto medio in affitto a rotazione e poi ulteriori 24 alloggi, sempre in zona Toggenburg, destinati pure al ceto medio, ma a riscatto, ovvero acquistabili ratealmente a prezzi molto convenienti rispetto al mercato privato.
Anche nel nuovo Piano urbanistico comunale che è già in fase di avanzata predisposizione, le nuove aree residenziali sarebbero inserite con il contagocce e quindi, se non subentreranno modifiche, per i prossimi anni sarà difficile che si ripeta la crescita tumultuosa del passato.
Alto Adige 23-3-11
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martedì, 22 marzo 2011



Scuola, San Giacomo a rischio container

BRUNO CANALI
LAIVES. La giunta ha deciso di assegnare priorità alla ristrutturazione della scuola elementare “Collodi” di Pineta. Claudia Furlani, consigliere del Pdl è invece convinta che l’emergenza spazi riguardi piuttosto l’elementare di San Giacomo, dove già si sono resi necessari i container per ospitare due quinte classi. A sostengo della sua tesi, Claudia Furlani ha anche raccolto una proiezione statistica.
 Proiezione che analizza il trend delle domande di iscrizione negli ultimi anni, sia a Pineta che a San Giacomo.
 “Per Pineta sindaco e giunta hanno sempre parlato di emergenza - afferma Claudia Furlani - anche dopo che si sono resi necessari i container a San Giacomo. Del resto, proprio analizzando l’andamento delle iscrizioni, direi che in realtà sarebbe viceversa. Nell’anno scolastico 2008-2009, a Pineta c’erano complessivamente 60 bambini; a san Giacomo 69. L’anno dopo, a Pineta sono calati a 54, mentre a San Giacomo sono saliti a 71. Nell’anno scolastico 2010 - 2011, ancora un calo a Pineta, dove i bambini sono 53, mentre a San Giacomo assistiamo ad una vera e propria “esplosione”, con 142 bambini, vale a dire più del doppio dell’anno precedente e infatti, come abbiamo visto, si sono resi necessari i container per fare posto a tutte le classi. A proposito di container, tengo anche a sottolineare che ancora non sono state aperte le finestre che avevano promesso per aumentale l’illuminazione naturale; speriamo lo facciano per il prossimo anno”.
 Sul tema di scuola e priorità, Claudia Furlani torna all’attacco con una nuova interrogazione dove, appunto, accenna ai numeri degli alunni iscritti e fa anche una proiezione per il prossimo anno scolastico. “Dai dati che ho ottenuto presso gli uffici competenti, per l’anno 2011 - 2012, approssimativamente si prevedono alla scuola di Pineta 45 alunni (ancora in calo) mentre a quella di san Giacomo, nuovo incremento, fino a 162 unità. Mi chiedo quindi, di fronte a queste proiezioni, quale effettivamente dovrebbe essere la priorità in termini di interventi scolastici, al di là del fatto che la scuola elementare di Pineta sia oramai fatiscente e deficitaria in materia di norme sulla sicurezza. Ricordo a proposito che proprio a seguito di un sopralluogo fatto dai consiglieri di opposizione, si è infine arrivati ad accantonare un costoso progetto di abbattimento e ricostruzione, per privilegiare quello meno oneroso ma altrettanto efficace, di ristrutturazione complessiva, con una migliore distribuzione degli spazi”.
 Tornare indietro oggi appare impossibile: il consiglio comunale, a maggioranza, ha già dato via libera al progetto di ristrutturazione dell’architetto Roberta Springhetti.
Alto Adige 22-3-11
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martedì, 22 marzo 2011



Per i bolzanini case Ipes anche a Laives

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. È l’ufficializzazione di un dato di fatto: d’ora in poi Bolzano e Laives costituiranno un unico comprensorio edilizio-abitativo.
 Lo ha stabilito la giunta presentando ieri mattina il programma quinquennale 2011 - 2015 dell’Istituto provinciale edilizia sociale. D’ora in poi i piani per la costruzione di nuovi alloggi, così come i bandi per il reperimento di aree saranno comuni. Tradotto, se a Bolzano non si troverà un’area su cui costruire o gli alloggi disponibili saranno in numero insufficiente rispetto alle esigenze, ci si rivolgerà a Laives. Ed ovviamente viceversa.
 È la nuova politica provinciale: piani non più limitati ad un solo municipio ma ampliati per trovare soluzioni per tutti.
 Lo ha annunciato ufficialmente Luis Durnwalder: «La giunta intende destinare e costruire gli alloggi non più sulla base del singolo Comune ma del più ampio bacino di utenza, come ad esempio nel caso di Bolzano e Laives».
 Spiega l’assessore competente per l’edilizia sociale, Christian Tommasini: «È un tema di cui si discute da diverso tempo: spesso le esigenze edilizie e abitative sono sovracomunali, per lo meno in alcuni comprensori. Per razionalizzare il settore abbiamo pensato di dare vita ad uno sviluppo comune: delle abitazioni da costruire previste in un dato territorio potrà usufruire anche il Comune limitrofo». Questo varrà per i municipi più piccoli, «dove anziché realizzare due alloggi qui, due lì e altri due là, in futuro se ne potranno realizzare sei in un unico luogo».
 Ma la novità varrà anche per i Comuni maggiori, «come Bolzano e Laives, dove le esigenze abitative sono alquanto simili e convergenti, motivo per cui ci è parso naturale creare le condizioni per l’avvio di programmi sovracomunali».
 Il vicepresidente della giunta illustra nei dettagli: «Il programma quinquennale dell’Ipes per il 2011-2016 prevede la riassegnazione a nuovi inquilini di 1.200 alloggi e la realizzazione di altrettanti nuovi appartamenti. Duecento di questi appartamenti nuovi si dovranno realizzare nel capoluogo, più altri 39 a Laives».
 Questo se si considerano le esigenze dei singoli Comuni.
 «È chiaro - prosegue - che se a Bolzano non si dovesse riuscire a reperire aree sufficienti o comunque se per un qualche motivo non si riuscisse a rispettare il programma di costruzione, si potrà mettere in piedi una collaborazione con la vicina Laives. In questo senso: se Laives necessita di 39 alloggi, ma nel territorio comunale viene trovata e messa a disposizione un’area sufficiente per costruirne di più, mettiamo 50 o 60, questi alloggi in più potrebbero essere costruiti per conto di Bolzano e poi assegnati a cittadini iscritti nelle graduatorie Ipes del capoluogo».
 La naturale conseguenza è che, per il futuro, si potrebbe aprire la strada alle graduatorie comuni fra aree municipali contigue. Della serie: sono di Bolzano, cerco casa, rientro nei punteggi. Decisamente meglio trovare casa Ipes a Laives che rimanere a bocca asciutta. Attualmente, su Bolzano, l’Ipes sta avviando i bandi per il reperimento delle aree, mentre a Laives, quasi terminata la cinquantina di alloggi di via Noldin, incrocio con via Andrea Hofer. In fase di ultimazione Toggenburg 1 (coop), ora si sta lavorando per costruire alloggi Ipes a Toggenburg 2, dove le stime parlano della possibilità di realizzare una sessantina di alloggi. Con tutta probabilità, una quota andrà ai bolzanini con 25 punti Ipes.
Alto Adige 22-3-11
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lunedì, 21 marzo 2011



Case a riscatto in zona Toggenburg 2

BRUNO CANALI
LAIVES. La giunta provinciale ha approvato il programma dell’edilizia abitativa agevolata per la realizzazione degli alloggi da destinare al ceto medio in zona Toggenburg 1 a Pineta. Il costo previsto è di 6 milioni e 770 mila euro. A costruire gli alloggi sarà l’Ipes, tenendo conto comunque delle proposte avanzate in merito dal Comune di Laives, che sono queste: In zona Toggenburg 1, 3 alloggi da 85 metri quadrati; 12 alloggi da 75 metri quadrati; 8 alloggi da 60 metri quadrati e 7 alloggi da 50 metri quadrati. Sui criteri di assegnazione, il Comune non stabilisce alcuna categoria di destinatari”.
Come aveva spiegato il vice presidente della giunta provinciale Christian Tommasini, Laives in questo campo ha fatto da apripista e adesso si è giunti al via del progetto per gli alloggi destinati al ceto medio, grazie al fatto che l’amministrazione comunale, ancora con Polonioli, aveva stabilito di destinare all’iniziativa una parte dell’area Toggenburg di Pineta, la stessa dove già si stanno ultimando gli edifici di alcune cooperative.
Il programma specifico per Laives, lo aveva illustrato proprio Tommasini in una serata pubblica: “Degli alloggi destinati al ceto medio, ne costruiremo 30 nella zona Toggenburg 1 di Pineta, da porre poi in affitto a rotazione. Saranno destinati soprattutto alle giovani coppie, con un reddito tra seconda e quinta fascia, in cerca di un alloggio a costo di affitto accessibile. A costruirli sarà l’Ipes, mentre poi, quando si faranno quelli a riscatto (previsti 24 in zona Toggenburg 2) saranno le cooperative a realizzarli e si potranno ottenere attraverso una apposita convenzione con la Provincia”. In particolare, gli alloggi in affitto sono indicati particolarmente per quelle coppie che, non avendo un capitale iniziale, sono costrette intanto ad andare in affitto. Lo potranno fare pagando mensilità che sono mediamente più basse di quelle applicate sul mercato privato. In questo modo, per 10 anni sono tranquille e hanno anche la possibilità di accantonare qualcosa per poi eventualmente acquistare definitivamente un alloggio».
Quanto agli alloggi a riscatto che arriveranno successivamente alla Toggenburg 2, Tommasini aveva anche fatto un esempio concreto, prendendo come parametro una famiglia che guadagni 1.730 euro al mese: “Per un alloggio di 73 metri quadrati (100 convenzionali) il costo di costruzione è pari a 200 mila euro. Il contributo provinciale ammonta a 42.650 euro e quindi il prezzo di acquisto è 157.344 euro. L’acconto massimo, del 25% è 39.336 euro e quindi, la rata mensile minima di ammortamento è 622 euro (750 pagata). Nulla osta poi che, potendo, si possa anche restituire di più, tagliando così i mesi di durata del debito. E’ una scelta che ogni famiglia farà, in base alla propria situazione e questo sistema è più indicato per chi non ha un grande capitale iniziale, perché può stipulare il mutuo con la banca dopo 10 anni da quando è entrato nell’appartamento. Le case che stiamo per edificare in zona Toggenburg 1, sono del tipo Casaclima B”.
Alto Adige 20-3-11
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lunedì, 21 marzo 2011



Laives: la crisi dei negozi è lo specchio di un disagio che ha radici nella politica

L’bbandono della piazza di Laives da parte dell’ennesimo operatore commerciale, pur non configurandosi come un processo inarrestabile, dovrebbe preoccupare maggiormente un’amministrazione che avesse a cuore la tenuta del tessuto sociale cittadino. Non ci pare invece vi sia una lettura adeguata dei processi in atto sul nostro territorio e delle cause che li muovono. Le difficoltà di mercato conseguenza della crisi e delle ridotte capacità di spesa di larghi strati della popolazione sono ugualmente presenti anche in altre zone della provincia, capoluogo non escluso, ma a Laives si sommano cause strutturali e sovrastrutturali che inducono gli operatori commerciali ad abbandonare, anche dopo una vita, un mercato ritenuto, a torto o a ragione, ormai senza futuro. Qui risiede dunque la responsabilità maggiore di una politica incapace di dare prospettive a chi deve vivere ed operare sul suo territorio. Ciò che viene a mancare è la fiducia in chi è chiamato ad amministrare, percepito come inadeguato, ondivago, succube di gruppi di interessi anche o soprattutto estranei agli interessi della nostra comunità. Incapace pertanto di scelte autonome e di risposte credibili. Le scelte sconsiderate sul piano urbanistico, l’accettazione a priori di strutture impattanti come lo stadio, i dubbi sulla destinazione di importanti zone di recupero nel centro cittadino e nelle frazioni, il ritorno alla condizione di valvola di sfogo del surplus abitativo del capoluogo senza nemmeno prima prevedere l’adeguamento di strutture e servizi, concorrono poi in maniera determinante al prevalere di una visione pessimistica del domani. Laives e le sue frazioni in questi anni hanno subito dei mutamenti sostanziali che se governati con saggezza, sarebbero potuti essere motore di cambiamenti radicali positivi nella vita quotidiana dei suoi abitanti. Ci riferiamo naturalmente alla costruzione delle varianti che sarebbero potute essere l’occasione per riorganizzare la vita delle frazioni tenendo conto degli interessi di tutta la collettività. Il fallimento di una classe di amministratori è invece di fronte agli occhi di tutti. L’incapacità di prospettare un modello coerente di città e di organizzare gli spazi urbani, ha prodotto il fallimento e il moltiplicarsi degli errori: il traffico non è diminuito in maniera sostanziale, o comunque tale da permette la riorganizzazione della vita nelle frazioni, e nello stesso tempo ha portato con sè la tendenza alla desertificazione degli spazi commerciali.
Le esperienze pregresse e la mancanza di un’idea forte ed univoca di città sta producendo gli effetti nefasti a cui stiamo assistendo. Invece di rincorrere progetti strampalati, forse un impegno maggiore, una discussione aperta sulle prospettive, un confronto tra visioni anche profondamente diverse, potrebbe portare a scelte, magari non condivise da tutti, ma sicuramente più oculate e in grado di invertire quei processi innescati da una mancanza di fiducia complessiva sulle capacità della classe politica.
Alto Adige 19-3-11
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lunedì, 21 marzo 2011



Zona Vallarsa, c’è uno spiraglio

BRUNO CANALI
LAIVES. Per la zona sportiva e ricreativa Vallarsa si cerca una soluzione che possa consentire di mantenere un’apertura quantomeno parziale. Ne hanno parlato ieri pomeriggio il sindaco e i rappresentanti della cooperativa proprietaria dell’area. Tutto dipenderà dalla valutazione geologica, attesa orientativamente per il primo aprile. In ansia ci sono sia i nuotatori dell’Ssv Leifers che i tennisti.
All’incontro con il sindaco Di Fede ha preso parte anche Helmut Visintin, presidente della cooperativa, che conferma la situazione. «Adesso si tratta di attendere le indicazioni che ci daranno i tecnici e speriamo proprio che si possa mantenere almeno una parte dell’area agibile, quella in cui il rischio non è così elevato. I campi da tennis sono chiusi e la stagione sportiva non inizierà prima del 6 o 8 aprile e per quella data sapremo di più. Nel complesso che ospita il bar, c’è anche la palestra utilizzata dall’Ssv Leifers nuoto e dai tennisti per gli allenamenti a secco. Sarebbe un brutto colpo dover chiudere tutto».
Probabilmente avrà luogo un nuovo confronto tra qualche giorno tra sindaco e responsabili della coop. Lo dice proprio la Di Fede analizzando gli sviluppi della situazione. «È stato un incontro sereno e costruttivo e probabilmente lunedì ci troveremo di nuovo. Tempi precisi ancora non ne ho e dobbiamo attendere ciò che stabiliranno i tecnici. Sappiamo solo che non tutta l’area della coop in Vallarsa ha lo stesso grado di rischio e se sarà possibile una parte potrebbe restare praticabile. Certo, con i lavori di scavo della galleria della variante dentro la roccia alle spalle della zona, il rischio di caduta massi che già esiste potrebbe aggravarsi. Il geologo dovrà anche stabilire quali opere siano necessarie per la messa in sicurezza di quelle pareti».
Secondo Liliana Di Fede, ad inizio aprile potrebbe essere pronta una prima bozza del piano di intervento e in base a quella si potrà stabilire come procedere e se ci siano spiragli per poter tenere aperta parte della Vallarsa. È ciò che si augurano Visintin e i soci della cooperativa proprietaria dei campi da tennis e da hockey, oltre che del boschetto dove si svolgono periodicamente feste all’aperto. Diversamente, nel caso peggiore, toccherà sempre al sindaco emettere un’ordinanza di sgombero in virtù del fatto che è responsabile della sicurezza pubblica. Il problema geologico che grava sulla Vallarsa non è di oggi: è sempre stata una zona con equilibri delicati, tanto che qualche anno fa, uno dei campi da tennis, quello a ridosso delle rocce, venne chiuso. Vennero installati paramassi sulla parete rocciosa e adesso il rischio aumenta soprattutto per il fatto che 150 metri dentro la montagna si usano le mine.
Alto Adige 19-3-11
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venerdì, 18 marzo 2011



Unità d’Italia, alzabandiera cerimonia molto sentita

LAIVES. Nonostante la pioggia, tanta gente ha voluto essere presente, ieri mattina davanti al municipio, alla cerimonia dell’alzabandiera per i 150 anni dell’Unità d’Italia. E’ stato anche il via alla serie di iniziative che continuerà poi nei prossimi mesi.
Alla cerimonia erano presenti anche sindaci di Laives, Bronzolo e Vadena, insieme ad amministratori comunali invitati dagli altri centri della Bassa Atesina. Tra le autorità, è arrivato il Commissario del governo Fulvio Testi, il generale di corpo d’armata Alberto Primicerj e l’assessore provinciale Roberto Bizzo. A fornire la colonna sonora della manifestazione, la fanfara degli alpini di Gries e il coro Monti Pallidi, che a sua volta ha proposto alcune cante rappresentative delle varie realtà regionali che compongono la nostra penisola, in un abbraccio ideale da nord a sud. Nella piazzetta del municipio erano schierati anche tanti rappresentanti di associazioni combattentistiche con i rispettivi gagliardetti, mentre gli onori alla bandiera, issata per prima sul pennone davanti al municipio, erano affidati al picchetto dei carabinieri della caserma “Guella”. Gli onori di casa li ha fatti per prima il sindaco Liliana Di Fede, ricordando i valori del Risorgimento, per poi passare la parola ai colleghi di Bronzolo e Vadena. Prossimo appuntamento, sabato 26 marzo alle 17.30, con la sfilata, per le vie di Laives, della fanfara dei bersaglieri di San Donà del Piave, che farà da accompagnamento all’inaugurazione di una bella mostra rievocativa proposta dal gruppo Ana di Laives nella saletta di via Pietralba. (b.c.)
Alto Adige 18-3-11
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venerdì, 18 marzo 2011



Vallarsa, tutti i dubbi di Visintin

BRUNO CANALI
LAIVES. Dopo la riunione nella quale è emersa la necessità di sgomberare, almeno in parte, l’area della zona Vallarsa occupata dalle strutture della cooperativa privata per lo sport e il tempo libero della quale è presidente Helmut Visintin, si cercano soluzioni meno traumatiche possibili. “Entro lunedì mi incontrerò con il sindaco - spiega Visintin - per capire che fare, alla luce della riunione con i tecnici della variante.
 «Si prevedono sgomberi - spiega Visintin - almeno nella fase in cui lo scavo della galleria arriverà all’altezza della zona sportiva Vallarsa, ma dobbiamo capire ad esempio se sia possibile mantenere in funzione il ristorante oppure no e anche se si potranno utilizzare almeno due campi da tennis, spostandone la dislocazione. Per ora non ci sono grossi disagi perché la stagione dell’hockey e del pattinaggio è terminata, mentre l’attività del Tennis club dovrebbe iniziare dopo il 10 aprile. L’area non figura tutta ad alto rischio e spero che questo consentirà di mantenere almeno una parte delle attività che normalmente si svolgono alla Vallarsa. Abbiamo insomma qualche giorno di tempo per fare le dovute valutazioni e ne voglio parlare con il sindaco al più presto».
 Il fronte roccioso alle spalle della zona sportiva Vallarsa è lungo circa 200 metri. Si tratta però della parte più delicata e problematica dal punto di vista geologico e infatti, come aveva spiegato anche l’assessore all’urbanistica Georg Zelger dopo l’incontro con i tecnici, nei prossimi giorni i rocciatori dovrebbero salire sulle rocce per fare delle verifiche.
 «Lì - aveva spiegato Zelger - si capirà come stanno le cose lassù e quali dovrebbero essere eventualmente gli interventi di messa in sicurezza per poter mantenere la normale attività sportiva e ricreativa nell’area».
 Visintin spera anche di poter mantenere in funzione la cucina del ristorante, perché attualmente fornisce i pasti agli studenti della vicina scuola agraria italiana. Dovesse chiudere, anche gli studenti rimarrebbero senza un riferimento per il pranzo e l’agraria sarebbe costretta a rivolgersi altrove. Infine, visti gli sviluppi ultimi, si allontana la possibilità che il Comune di Laives possa erogare in tempi brevi il mezzo milione di euro quale contributo per i lavori di copertura del campo da hockey, programmati dalla cooperativa ma non ancora avviati, proprio per l’incertezza della situazione.
 Tra gli scenari peggiori, già si è ipotizzato anche quello di un abbandono definitivo dell’area Vallarsa, per spostare tutto altrove. E’ l’ultima spiaggia se dalla perizia geologica dovesse emergere che sopra la zona Vallarsa sussiste una situazione di grave pericolo.
Alto Adige 18-3-11
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giovedì, 17 marzo 2011



Crisi del commercio e di fiducia

L’abbandono della piazza di Laives da parte dell’ennesimo operatore commerciale, pur non configurandosi come un processo inarrestabile, dovrebbe preoccupare maggiormente un’amministrazione che avesse a cuore la tenuta del tessuto sociale cittadino. Non ci pare invece vi sia una lettura adeguata dei processi in atto sul nostro territorio e delle cause che li muovono. Le difficoltà di mercato conseguenza della crisi e delle ridotte capacità di spesa di larghi strati della popolazione (ricordiamo che la popolazione di Laives è per la gran parte collocabile tra le fasce medio basse per capacità reddituali) sono ugualmente presenti anche in altre zone della provincia, capoluogo non escluso, ma a Laives si sommano cause strutturali e sovrastrutturali che inducono gli operatori commerciali ad abbandonare, anche dopo una vita, un mercato ritenuto, a torto o a ragione, ormai senza futuro.
Qui risiede dunque la responsabilità maggiore di una politica incapace di dare prospettive a chi deve vivere ed operare sul suo territorio. Ciò che viene a mancare è la fiducia in chi è chiamato ad amministrare, percepito come inadeguato, ondivago, succube di gruppi di interessi anche o soprattutto estranei agli interessi della nostra comunità. Incapace pertanto di scelte autonome e di risposte credibili.
Le scelte sconsiderate sul piano urbanistico, l’accettazione a priori di strutture impattanti come lo stadio, i dubbi sulla destinazione di importanti zone di recupero nel centro cittadino e nelle frazioni, il ritorno alla condizione di valvola di sfogo del surplus abitativo del capoluogo senza nemmeno prima prevedere l’adeguamento di strutture e servizi, concorrono poi in maniera determinante al prevalere di una visione pessimistica del domani.
Laives e le sue frazioni in questi anni hanno subito dei mutamenti sostanziali che se governati con saggezza, sarebbero potuti essere motore di cambiamenti radicali positivi nella vita quotidiana dei suoi abitanti.
Ci riferiamo naturalmente alla costruzione delle varianti che sarebbero potute essere l’occasione per riorganizzare la vita delle frazioni tenendo conto degli interessi di tutta la collettività.
Il fallimento di una classe di amministratori è invece di fronte agli occhi di tutti. L’incapacità di prospettare un modello coerente di città e di organizzare gli spazi urbani, ha prodotto il fallimento e il moltiplicarsi degli errori: il traffico non è diminuito in maniera sostanziale, o comunque tale da permette la riorganizzazione della vita nelle frazioni, e nello stesso tempo ha portato con sè la tendenza alla desertificazione degli spazi commerciali. Le esperienze pregresse e la mancanza di un’idea forte ed univoca di città sta producendo gli effetti nefasti a cui stiamo assistendo. Invece di rincorrere progetti strampalati e imposti da esigenze estranee alla nostra comunità, forse un impegno maggiore, una discussione aperta sulle prospettive, un confronto tra visioni anche profondamente diverse, potrebbe portare a scelte, magari non condivise da tutti, ma sicuramente più oculate e in grado di invertire quei processi innescati da una mancanza di fiducia complessiva sulle capacità della propria classe politica.
R. Grasso
15/03/2011
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mercoledì, 16 marzo 2011



AEROPORTO E DUE VIE
Vigili, convenzione con Bolzano


 Il Comune di Laives ha rinnovato la convenzione con l’amministrazione comunale di Bolzano per il controllo, da parte delle rispettive polizie municipali del parcheggio dell’aeroporto e delle vie Rosegger e Rosmini, a San Giacomo. Il parcheggio dell’aeroporto (territorio comunale di Laives) continuerà ad essere controllato dalla polizia municipale di Bolzano. Viceversa i vigili urbani di Laives controlleranno le vie Rosegger e Rosmini.
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mercoledì, 16 marzo 2011



Zona Vallarsa: chiusura imminente

BRUNO CANALI
 LAIVES. Si va verso la chiusura per motivi di sicurezza della zona sportiva Vallarsa. L’ipotesi, sempre più concreta, è maturata ieri in occasione di un vertice in municipio. «È del tutto probabile che sia necessario già dalla prossima settimana», dice Georg Zelger, assessore all’urbanistica.
 L’incontro di ieri, presenti amministratori comunali, tecnici della galleria e alcuni privati, serviva proprio per stabilire come procedere prossimamente in zona Vallarsa, perché la perforazione della galleria stradale per la variante sta arrivando all’altezza della parte più critica dal punto di vista geologico e il rischio è che, con l’esplosione delle mine nelle viscere della montagna, possano cadere massi sulle strutture a ridosso delle rocce.
 «Ancora non sappiamo esattamente i tempi e la durata - spiega l’assessore Zelger - ma ci hanno prospettato la possibilità che già dalla prossima settimana si possa iniziare. Di certo c’è che per metà aprile dovremmo avere a disposizione i risultati della perizia geologica e con questi in mano sarà il momento per stabilire definitivamente cosa fare in Vallarsa. A quanto pare bisognerà chiudere per evitare rischi, essendo un’area ricreativa frequentata dal pubblico».
 Al summit sulla sicurezza erano presenti anche i titolari di alcune aziende che si trovano a ridosso della montagna. Per loro però ci sarebbero meno problemi: per il deposito della ditta Santini ad esempio, nessun problema e anzi, lo scavo della galleria stradale avrebbe già superato lo spazio di sua pertinenza; per quanto riguarda invece la Euroline, la soluzione potrebbe essere lo spostamento in avanti della barriera di new jersey già posta in essere in passato, quando erano caduti dei massi nel cortile; quando verranno fatte brillare le mine alle spalle dell’azienda, i tecnici provvederanno ad avvisare il personale. Rimane infine la zona sportiva Vallarsa, proprietà di una cooperativa privata che lì ha alcuni campi da tennis, un ristorante e il campo da hockey, oltre ad uno spazio normalmente utilizzato per le feste all’aperto. L’area, come detto, si trova nel punto più critico di tutto il versante roccioso sotto il quale si sta scavando la galleria. È vero che il tunnel passerà a circa 150 metri di profondità alle spalle di campi ed edificio di servizio, però le volate delle mine sicuramente faranno vibrare le rocce, dalle quali già in passato erano caduti massi. Ci sono effettivamente già dei paramassi e delle reti installati negli anni scorsi ma, a quanto sembrerebbe, il rischio maggiore non deriverebbe tanto dalla parete a picco sui campi, quanto dalla parte ancora più sopra, caratterizzata da massi instabili e molto fessurati.
 «Nei prossimi giorni si dovrà comunque chiudere almeno un paio di giorni per consentire ai rocciatori di salire sulla parete ed effettuare le necessarie verifiche - spiega ancora l’assessore Zelger - e poi, come detto, sarà la diagnosi geologica definitiva, verso metà aprile, a dirci come stanno effettivamente le cose e quali prospettive abbiamo per la zona Vallarsa».
 Per la cooperativa privata è comunque un brutto colpo, anche perché, stando a queste prime valutazioni, sembrerebbe che sia inevitabile una chiusura più o meno prolungata. Helmut Visintin, il presidente, che ieri non era alla riunione perché impegnato altrove, ha sempre auspicato di poter effettuare chiusure temporanee e parziali durante i lavori della galleria, possibilmente senza dover chiudere il punto di ristoro, per limitare i danni.
Alto Adige 16-3-11
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martedì, 15 marzo 2011



«Il Comune di Laives favorisce l’avvocato Polonioli»

LAIVES. Due incarichi professionali a breve distanza uno dall’altro all’avvocato ed ex sindaco di Laives Giovanni Polonioli per la questione dell’accesso alla scuola materna di via Kenendy hanno indotto il consigliere del Pdl Daniele Inguscio, a manifestare perplessità. «Tengo a sottolineare che non c’è, da parte mia, alcun giudizio sulla professionalità dell’avvocato Polonioli - afferma Inguscio - ma mi sembra imbarazzante affidare due incarichi all’ex sindaco senza confronti con altri studi legali da parte dell’attuale sindaco Di Fede che giustifichino l’affidamento legale ad uno dei primi attori della politica comunale degli ultimi 5 anni».
 Secondo Inguscio, «è evidente un canale preferenziale tra questa amministrazione comunale e l’ex sindaco Polonioli, nonostante il Pdl avesse già sollevato riserve quando la giunta deliberò di affidargli, il 24 febbraio scorso, un primo incarico per 7.800 euro, relativo all’applicazione di una ordinanza del sindaco Di Fede per la strada privata. Nei cinque anni di sindaco, per la stessa questione della strada di accesso privata alla materna di via Kennedy, non aveva fatto nulla, nonostante avesse pieni poteri amministrativi».
 Il secondo incarico legale all’ex sindaco è di un paio di settimane fa, per altri 6.000 euro, e ancora per la questione della strada verso la materna. «Chiedo per questo al sindaco Di Fede - continua Inguscio - se abbia chiesto preventivi anche ad altri studi legali per scegliere l’opzione migliore».
 E sulla questione della scuola materna e relativa sicurezza, interviene anche Raimondo Pusateri, difensore di uno dei privati proprietari della strada in oggetto e nella passata amministrazione anche consigliere comunale. «Per ristrutturale la materna di via Kennedy c’erano a disposizione, durante il mandato del sindaco Polonioli, un milione e 400.000 euro. Con quei soldi si potevano sistemare tutte le questioni in ballo, compreso il passo carraio. Invece la giunta preferì destinare altrove quel finanziamento, frammentandolo in una serie di progetti. Il risultato è quello che si è visto: una scuola materna con carenze in fatto di sicurezza». (b.c.)
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lunedì, 14 marzo 2011



«Prima i carotaggi in Galizia e poi il referendum»

 LAIVES. Il comitato promotore del referendum contro lo stadio della cittadella in zona sportiva Galizia è momentaneamente in stand by. «Stiamo aspettando che ci mettano a disposizione i risultati dei carotaggi effettuati qualche tempo fa nelle campagne della zona Galizia», spiega Paolo Castelli. Il consigliere grillino della lista civica 5 stelle, aveva lanciato l’idea del referendum ancora lo scorso autunno, una proposta alla quale hanno aderito diversi esponenti del panorama politico comunale. C’è stata quindi una prima raccolta di firme (quasi 1.000) per chiedere l’indizione del referendum e adesso si tratterebbe semmai di andare avanti, con un’ulteriore petizione per ottenere ufficialmente l’accoglimento del quesito referendario che, ha spiegato lo stesso Castelli, «sarà il più semplice e chiaro possibile, onde evitare che possa succedere come a Brunico, dove una richiesta di referendum è stata respinta per una questione di cavilli». Per ora al progetto della cittadella in Galizia si sono detti contrari, oltre al comitato promotore del referendum i contadini del Bauernbund, i giovani della Svp e una buona parte dei commercianti di Laives, timorosi di veder arrivare (come effettivamente è previsto) un centro commerciale accanto allo stadio dell’Fc Alto Adige. (b.c.)
Alto Adige 14-3-11
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domenica, 13 marzo 2011

  

Il Comune di Laives ha lasciato a se stessa l’area verde in Vallarsa

BRUNO CANALI
LAIVES. Secondo un progetto di alcuni anni fa l’area a monte dei campi da tennis in zona Vallarsa sarebbe dovuta diventare uno degli spazi verdi pubblici più belli di Laives. Il tempo è passato e oggi visitare quell’area dà un senso di abbandono. Delle belle intenzioni di un tempo si vede ben poco: un campo da beach volley, la casetta di legno servita un tempo agli operai dei bacini montani e poi passata al Comune che l’ha messa a disposizione di alcune associazioni e qualche attrezzo ginnico che fa parte del “percorso vita”, peraltro mai completato con il ponte sul rio Vallarsa che pure doveva essere costruito. A completare il senso di desolazione, la constatazione che manca una fontanella con l’acqua potabile, dove coloro che si recano durante la bella stagione al campo, possano dissetarsi. Non va molto meglio nemmeno con il parcheggio a fianco del rio Vallarsa, quello raggiungibile da via Rossigni: è ancora sterrato e quando piove si formano pozzanghere. Lì basterebbe qualche metro quadrato di asfalto.
 «È vero - dice il consigliere Roberto Ceol (Pd) - l’area ricreativa Vallarsa è ormai dimenticata. Lo è da almeno 4 anni, da quando si parlava dei lavori che andavano fatti per trasformare lo spazio comunale a monte dei campi da tennis in verde pubblico attrezzato. Se ne parlava, ma tutto quello che è stato fatto è sistemare un po’ il terreno, tirare una rete per allestire il campetto da beach e installare alcuni attrezzi per fare attività fisica all’aperto. Non si è più parlato invece del ponte, che pare si sia incaricato di costruire l’ufficio forestale della Provincia per realizzare un circuito ad anello con l’altro ponte sul rio un po’ più a valle. Bastava che come Comune acquistassimo il materiale necessario e il lavoro lo avrebbero fatto loro. In 4 anni non si è nemmeno riusciti a tirare qualche metro di tubo per mettere almeno una fontanella e così, non essendoci acqua per bere e per lavarsi le mani, succede che i ragazzi che giocano al campetto, poi si rechino inevitabilmente alla struttura privata del tennis, una cosa che non fa molto piacere ai gestori dell’impianto. Peccato, perché alcuni anni fa si parlava di progetti ben più ambiziosi. Allora decidemmo di trasformare una zona fino ad allora abbandonata, seppure accanto alla città, in uno spazio pubblico attrezzato».
 In un angolo dell’area a monte dei campi da tennis è prevista anche una delle uscite di sicurezza per la galleria della variante. Si può già vedere il punto transennato e probabilmente, nei prossimi mesi, si presenterà il problema dei lavori di scavo. Però, come ha spiegato Ceol, finora tutta l’area era libera e agibile, ma nonostante questo, sono passati alcuni anni senza che sia stato fatto nulla. Altra questione, quella dei cani, che diversi proprietari portano a spasso proprio in quella zona accanto al rio Vallarsa. Purtroppo però, qualcuno non pulisce come dovrebbe e così, oltre all’abbandono, bisogna fare i conti con le deiezioni.
Alto Adige 13-3-11
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sabato, 12 marzo 2011



Vallarsa: in maggio l’evacuazione

BRUNO CANALI
LAIVES. Sono previsti per maggio, in zona Vallarsa, i provvedimenti straordinari necessari per evitare i rischi legati alla perforazione della galleria stradale. Dati più precisi si conosceranno solo martedì, in occasione dell’incontro incontro tra tecnici, Comune e proprietari privati.
 Una delle ipotesi che si fa strada è quella dello sgombero, sia pure momentaneo, delle aree più esposte alla caduta massi. L’auspicio dei proprietari è che, se proprio si dovrà fare così, perlomeno si studino soluzioni in grado di ridurre al minimo i disagi. Il problema è legato all’avanzamento del tunnel nella montagna alle spalle della zona Vallarsa, operazione effettuata mediante brillamento di mine, le quali, inevitabilmente, faranno vibrare la roccia, col rischio di far anche precipitare massi.
 Tra tutte le attività insediate in Vallarsa, le più esposte sarebbero tre: un deposito della ditta Santini, il piazzale della ditta di autotrasporti Euroline e, più a monte, la zona sportiva e ricreativa Vallarsa, proprietà di una cooperativa privata. Ovviamente la prospettiva dell’interruzione delle attività non entusiasma gli interessati: «Noi lì abbiamo un deposito - spiega Mauro Santini - da dove vanno e vengono 3 o 4 camion al giorno. Dovervi rinunciare sarebbe un disagio».
 Johann Mitterhofer, della ditta di autotrasporti Euroline, è preoccupato: «Noi non possiamo stare fermi nemmeno qualche ora, figurarsi giorni. Dovesse essere così, chiederò che mi trovino un’ alternativa per garantire comunque continuità alla mia attività». Lo scorso anno, nel piazzale della Euroline, erano caduti dei sassi. “Fu quando iniziarono a scoppiare le mine della galleria - ricorda - e allora chiamai anche i carabinieri. Il risultato fu che mi posero una barriera di new jersey lungo il lato verso la montagna. Da allora però non ho più avuto problemi».
 Helmut Visintin è presidente della cooperativa Vallarsa, che ha i campi da tennis e da hockey sotto un tratto della parete rocciosa particolarmente delicato, dove già in passato vennero installati paramassi. «Alla riunione di martedì chiederò che perlomeno si proceda con le chiusure a tratti, mano a mano che il tunnel avanzerà nella montagna - dice Visintin - perché non possiamo permetterci di chiudere tutto. Da quanto mi è stato accennato, potrebbe durare un mese, a maggio probabilmente, ma se si procederà per tratti, magari si riuscirà a limitare il disagio e a chiudere lo stretto necessario». Visintin si è informato in merito ai dettagli tecnici: «Mi hanno spiegato che la galleria alle spalle della nostra zona sportiva passerà ad una profondità di 110 metri nella montagna e più bassa di circa 40 - 60 metri. La parete rocciosa alle spalle dei campi è lunga circa 200 metri e quindi, se lo scavo con le mine procederà di circa 6 - 8 metri al giorno, come mi hanno detto sia a Pineta, si dovrebbe risolvere tutto nel giro di un mese. Io spero che le chiusure siano momentanee, in concomitanza con le esplosioni».
 Sulla questione c’è anche una nota del consigliere comunale Chistian Bianchi (Pdl). «Il problema della sicurezza geologica in Vallarsa lo avevamo già sollevato con un’interrogazione in consiglio comunale lo scorso ottobre - ricorda Bianchi - quando la giunta era ancora decisa ad erogare il contributo di 500mila euro alla cooperativa privata per la copertura del campo da pattinaggio. Quanto temuto si è verificato e intanto l’amministrazione comunale ancora non ha preso una decisione».
  Alto Adige 12-3-11
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giovedì, 10 marzo 2011



“Aiutami a fare da solo”: a Laives progetto per scolari dislessici

LAIVES. Si chiama “Aiutami a fare da solo” ed è un progetto rivolto agli alunni dell’Istituto comprensivo Laives 1 e Pluricomprensivo, nato nel 2008 con l’obiettivo di supportare il processo di apprendimento degli alunni con dislessia. Questo processo si avvale delle nuove tecnologie informatiche ed è uno dei rari esempi a livello italiano, allestito presso un’aula messa a disposizione dal centro Don Bosco di Laives. Per la realtà scolastica della nostra piccola città è un traguardo straordinario. Lo segue concretamente Davide La Rocca, di “Canalescuola” e prevede la collaborazione congiunta di insegnanti, genitori e medici terapisti. La dislessia colpisce il 3 - 4 per cento della popolazione scolastica e può creare grosse difficoltà nella vita degli studenti che ne sono afflitti.
“Aiutami a fare da solo” prevede l’uso di computer, scanner e software specifici, che consentono al dislessico di superare gli ostacoli sul percorso didattico. (b.c.)
Alto Adige 10-3-11
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mercoledì, 09 marzo 2011



Per la mensa scolastica prodotti alimentari solo a chilometri zero

LAIVES. Prodotti alimentari a chilometri zero, tutti i giorni, per la mensa scolastica. La giunta comunale infatti ha deliberato di rifornirsi il più vicino possibile, anche per dare un segnale concreto contro l’inquinamento. Così, d’ora in avanti, per la confezione dei pasti degli alunni, ci si rifornirà presso venditori locali, attuando la cosiddetta politica dei chilometri zero. Per quanto riguarda la spesa prevista per queste forniture, è calcolata in 71.850 euro e verranno incaricati il supermercato Poli di Laives, la Ovoalps e la ditta Slanzi.
 PROCEDURE HCCP. Le verifiche relative al rispetto delle procedure di autocontrollo “Hccp”nelle cucine scolastiche sia delle materne che al nido e in mensa, è stato affidato al laboratorio Chemilab del dottor Gabriele Ansaloni, con un costo di 12.219 euro, rimasto inalterato dal 2007.
 CONTRIBUTI. Sempre alle scuole, la giunta ha assegnato i contributi per la copertura delle spese, calcolati in base al numero di alunni frequentanti gli istituti. Per ognuno sono stati riconosciuti 55 euro e quindi alla elementare italiana Gandhi vanno 21.450 euro; alla elementare Collodi di Pineta 2.805 euro; alla elementare tedesca Lindgren 11.880 euro; alla media italiana fabio Filzi 16.445 euro; e infine alla media tedesca Franzelin 9460 euro. (b.c.)
Alto Adige 9-3-11
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mercoledì, 09 marzo 2011



I comunali: «Parcheggi troppo cari»

BRUNO CANALI
LAIVES. Ogni giorno, per diversi lavoratori che arrivano in città da fuori, in particolare gli impiegati comunali, è una “lotta” per la ricerca di un parcheggio. L’abbonamento da 35 euro al mese è ritenuto troppo caro.
 «Sono pur sempre 420 euro l’anno - dicono i dipendenti comunali - per raggiungere il posto di lavoro. In via Cairoli ad esempio, accanto alla zona scolastica, ci sono un po’ di posti liberi al mattino, ma vengono occupati dai primi che arrivano. Con l’abbonamento mensile poi non è possibile comunque parcheggiare negli spazi interrati sotto il piazzale del distretto sociosanitario di via Innerhofer e forse si sarebbe potuta prevedere qualche agevolazione per i dipendenti comunali».
 Spiega il comandante della polizia municipale, Sergio Codato: «Agevolazioni per i dipendenti pubblici rispetto ad altri cittadini no. Non lo consente il codice, che prevede eventualmente riduzioni sulle tariffe dei parcheggi esclusivamente per i residenti che magari non hanno alternative essendo privi di garage. Per chi però arriva da fuori non è consentito».
 Il comandante Codato poi chiarisce anche un altro luogo comune, ovvero che la serie di parcheggi liberi in via Cairoli, sia riservata agli insegnanti delle scuole. «Non è così - dice Codato - diversamente da un tempo quando, effettivamente, gli insegnanti avevano una corsia privilegiata per parcheggiare lì. Col piano parcheggi approvato nel 2009 ogni privilegio è stato tolto e la filosofia che ha ispirato l’abbonamento mensile dovrebbe proprio andare incontro a chi deve parcheggiare in città».
 Codato spiega anche perché l’abbonamento di 35 euro al mese non valga per il parcheggio interrato di via Innerhofer. «Lì diversi posti sono affittati a coloro che lì risiedono: pagano 100 euro ogni quattro mesi e si tratta di gente che non avrebbe altre possibilità. Per tutti gli altri che gravitano sul centro cittadino, vi sono sempre tanti posti disponibili gratuitamente in via Galizia. La distanza è più o meno quella di via Cairoli».
 Il malumore però rimane, così come la ricerca quotidiana di un posto macchina, che porta anche a parcheggiarla nei cortili dei supermercati, col rischio di essere cacciati.
Alto Adige 9-3-11
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martedì, 08 marzo 2011



Cittadella dello sport: tante critiche online

LAIVES. Per ora è solo un “assaggio” degli umori della base in merito al progetto dello stadio e certamente una trentina di interventi sul sondaggio online lanciato dalla Junge Generation di Laives non fanno testo. Però la reazione che emerge è sostanzialmente negativa.
«Intanto è un primo bilancio a pochi giorni dal lancio dell’iniziativa sul nostro sito online - spiega Valentin Plattner, responsabile dei giovani Svp di Laives - ma comunque già sta emergendo una maggioranza di pareri contrari allo stadio da calcio in zona Galizia. Il nostro sito è www.jg-leifers.com, da dove poi si entra nella pagina dedicata al sondaggio. Per adesso è solo in lingua tedesca ma contiamo di tradurlo in lingua italiana, in modo da facilitarne la comprensione. Chi vuole quindi può tranquillamente rispondere ai sei quesiti che abbiamo posto col sondaggio».
Al di là delle risposte, interessanti risultano i commenti rilasciati per ognuno dei sei quesiti. Si compone così un quadro di quello che pensano coloro che hanno deciso di rispondere alla sollecitazione e in buona parte si tratta di dubbi e timori fatti propri da tutti coloro che già si sono schierati contro il progetto della cittadella.
In sostanza, un nuovo stadio da calcio per l’Fc Alo Adige non viene considerato un vantaggio per Laives ma piuttosto una presenza che porterà più probabilmente disturbo alla quiete pubblica. Scetticismo anche sul centro commerciale, che si ritiene non essere tale con 500 metri quadrati di superficie ma in grado probabilmente di far morire i piccoli negozi cittadini. Il sondaggio dei giovani Svp comunque continuerà anche nelle prossime settimane, fino ad avere un quadro più esauriente del pensiero comune. (b.c.)
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martedì, 08 marzo 2011



Laives senza traffico: progetto della Provincia per la riqualificazione

LAIVES. Incontro tra l’assessore provinciale Thomas Widmann, l’assessore al commercio Sara Endrizzi e la fiduciaria dei commercianti per l’Unione Elda Paolazzi per parlare delle prospettive commerciali di Laives quando, tra due anni, sarà percorribile la nuova galleria della variante e in via Kennedy quindi transiteranno molte meno auto di oggi.
L’incontro era finalizzato all’analisi degli scenari futuri per i negozi della città e l’assessore Widmann ha fatto il paragone con ciò che è avvenuto ad esempio a Santa Cristina in val Gardena con l’apertura della variante. Si è convenuto quindi di predisporre uno studio in collaborazione con la Ripartizione commercio e con l’ausilio di esperti, per giungere ad una nuova sistemazione del centro e quindi alla sua valorizzazione. «La riduzione del traffico nel centro di Laives - ha affermato Widmann - costituisce una grande opportunità per la città e per i suoi abitanti».
I commercianti locali temono un calo del volume d’affari, diversamente dai cittadini che aspettano un miglioramento della qualità della vita. Sarà comunque difficile che il Comune di Laives riesca ad arrivare con la riqualificazione di via Kennedy in concomitanza con l’apertura della galleria. Per ora non ci sono né progetto e né finanziamenti. (b.c.)
Alto Adige 8-3-11
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martedì, 08 marzo 2011



Idrocarburi nel Comune di Laives: rotonda risarcitoria

BRUNO CANALI
LAIVES. La Provincia “riscarisca” il Comune di Laives per l’insediamento del deposito indrocarburi in Zona Vurza con una rotatoria alla fine di via San Giacomo. La proposta è del consigliere Franco Magagna.
Magagna ha scritto all’assessore Georg Zelger e ai membri della commissione edilizia in merito al progetto che il consiglio comunale, all’unanimità, aveva bocciato tempo addietro ma che, a quanto si è saputo, la Provincia intende comunque imporre a Laives, forte del fatto che il deposito andrebbe a collocarsi nella zona produttiva di pertinenza provinciale a nord di Pineta. Scrive Magagna: «Constato amaramente che, nonostante il parere sfavorevole di tutto il consiglio comunale, la Provincia procede imperterrita nel proprio disegno di permettere alla società Petrolvilla di dislocare il proprio deposito di idrocarburi in Zona Vurza. Credo che questa insensibilità trovi ampio spazio laddove la politica locale si dimostra particolarmente litigiosa e pertanto debole. Non si può che prendere atto che il tentativo politico di impedire questo deposito è fallito per cui la commissione edilizia comunale, qualora i parametri urbanistici risultino a norma, non potrà che rilasciare il proprio benestare».
A questo punto però il consigliere Magagna lancia anche una proposta per così dire “risarcitoria” rispetto al fatto che non si può più evitare l’arrivo di un deposito di idrocarburi a Pineta. «Vorrei segnalare - continua Magagna - che via San Giacomo non è più una statale di competenza provinciale ma è stata declassata a strada comunale. Su di essa uscirà anche il collegamento da e per il deposito Petrolvilla e quindi le autocisterne. Ebbene, spero che essendo strada comunale, la commissione edilizia comunale metta in atto tutto ciò che è di sua competenza in tema di viabilità, limiti e sicurezza stradale, subordinando la concessione alla Petrolvilla, alla realizzazione di una rotatoria in fondo al rettilineo di via San Giacomo, da realizzare a spese della Provincia, come compensazione del disagio per il Comune di Laives, un disagio non preventivato».
Ovviamente Magagna si attende una risposta affermativa della commissione edilizia e dell’assessore Zelger.
Alto Adige 8-3-11
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lunedì, 07 marzo 2011



«A Laives la giunta è arrivata davvero al capolinea»

 LAIVES. Dopo il “passo falso” della maggioranza sul fotovoltaico in consiglio comunale (delibera rinviata per mancanza del numero legale in aula) Christian Bainchi, capogruppo del Pdl, si chiede quale futuro possa avere la coalizione, che può contare solo su 16 dei 30 consiglieri. «Col passare dei mesi - dice Bianchi - le difficoltà in seno alla maggioranza sono cresciute: a novembre la crisi è culminata con le dimissioni di Georg Forti; a dicembre i dubbi sul nuovo Puc e a gennaio la questione del nuovo lido e della cittadella sportiva, sono tutte dimostrazioni dei limiti decisionali che affliggono questa giunta, limiti che compromettono i rapporti di fiducia da parte della Provincia». Da ultimo, sottolinea Bianchi, «è saltato anche il fotovoltaico, nonostante noi del Pdl avessimo esortato la giunta fin dal 2008. Il risultato è che oggi non risulta più vantaggioso installarli. È stata una escalation di insuccessi, che dovrebbero imporre alla maggioranza una riflessione sul proseguo della sua attività amministrativa». Bianchi conclude le sue considerazioni guardando all’indietro: «Sono passati 10 mesi dall’insediamento del sindaco Di Fede e non si è visto un solo risultato positivo ma solo chiacchiere e grande improvvisazione. Tutto questo ci fa meditare sull’opportunità che questa giunta prosegua. Per me è arrivata al capolinea». (b.c.)
Alto Adige 7-3-11
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venerdì, 04 marzo 2011



Equitalia addio. l’Ici al Comune di Laives

LAIVES. Da quest’anno la riscossione dell’Ici nel comune di Laives non sarà più a cura di Equitalia, ma verrà seguita direttamente dal Comune. Questa scelta consentirà di risparmiare circa 20mila euro l’anno per il servizio, oltre a garantire anche una maggiore velocità nell’acquisizione delle somme dovute dai contribuenti. Per i cittadini comunque non cambierà molto perchè come sempre, i proprietari di immobili riceveranno una comunicazione con tutte le indicazioni necessarie e invece del bollettino, il modello F24 precompilato.
Alto Adige 4-3-11
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venerdì, 04 marzo 2011



Maggioranza sconfitta in consiglio sul fotovoltaico

LAIVES. Battuta di arresto per il progetto del fotovoltaico sui tetti degli edifici comunali. La giunta aveva convocato un consiglio comunale urgente per iniziare l’iter in maniera da arrivare, se possibile, alla messa in rete entro fine anno, così da non perdere gli incentivi statali. L’altra sera in aula il dibattito si è protratto fino a mezzanotte ma quando si è trattato di votare, vista l’assenza del consigliere Pd Roberto Ceol, tutta l’opposizione ha abbandonato l’aula, facendo mancare il numero legale. Al presidente Loris Frazza non è rimasto altro da fare che chiudere la seduta.
Probabilmente, a breve, la giunta convocherà un altro consiglio per riprovare col fotovoltaico ma intanto scoppia la polemica. «Non meravigliamoci se poi i cittadini perdono la fiducia nella politica - dice Manuel De Longis, segretario della lista La civica - e l’opposizione ha accampato scuse pretestuose per non votare la delibera, nonostante il fotovoltaico faccia parte anche del suo programma elettorale. E’ stata una vergogna e uno spreco di denaro pubblico. Non comprendiamo nemmeno la posizione dell’Udc (la consigliere Guarda è uscita insieme agli altri) ma per quello che ci riguarda, questo partito si è tagliato ogni possibilità di entrare in maggioranza».
Debora Pasquazzo (Pd) ricorda che il fotovoltaico è importante e l’attuale giunta ha lavorato fin dall’inizio per accelerare i tempi. «La mancata approvazione è stato un incidente di percorso per motivi formali, sfruttato dall’opposizione, che non ha dimostrato senso di responsabilità. Ciò non toglie che la maggioranza sia compatta e lo riproporrà appena possibile».
Replica Christian Bianchi (Pdl): «Lo abbiamo sempre sottolineato: la maggioranza deve garantirsi per prima i voti necessari per amministrare. Dopo che hanno sistematicamente ignorato le nostre proposte, anche sul fotovoltaico, non possono pretendere che l’opposizione faccia da stampella. Per noi quindi, la brutta figura l’ha fatta proprio la maggioranza, incapace di garantirsi i voti per deliberare. Sono almeno 4 anni che raccomandiamo di iniziare col fotovoltaico per godere di tutti gli incentivi; ci hanno sempre ignorati».
Alto Adige 4-3-11
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venerdì, 04 marzo 2011



Mensa scolastica di Laives: causa da 2 milioni al Comune

BRUNO CANALI
LAIVES. I problemi con l’impresa Alto Garda non sono finiti. Aveva vinto a suo tempo l’appalto per l’ampliamento della mensa scolastica di Laives, appalto poi revocato a causa di inadempienze che l’impresa avrebbe accumulato rispetto a quanto stabilito. Adesso l’Alto Garda chiede i danni. La somma è ingente: 2 milioni, chiesta come indennizzo di presunti danni che l’impresa avrebbe subito a seguito dell’esonero.
Ricordiamo che la drastica decisione del Comune di Laives (sindaco era ancora Giovanni Polonioli) era arrivata dopo una lunga serie di polemiche, anche in consiglio comunale, per i ritardi nella consegna dei lavori e anche per la maniera in cui, alcuni di questi erano stati eseguiti. Alla fine, come detto, si arrivò all’esonero dell’Alto Garda, per poi affidare ad un’altra ditta il completamento e la sistemazione di quanto era rimasto da fare alla mensa scolastica di Laives.
Adesso a seguire questa intricata vicenda è l’attuale assessore ai lavori pubblici, il vice sindaco Bruno Ceschini, che così specifica: «Io ricordo che venne revocato l’incarico all’impresa Alto Garda e che poi, in sede di collaudo dei lavori alla mensa, le vennero trattenuti dei soldi sulla liquidazione dei lavori. Adesso, effettivamente, ci chiedono due milioni di euro di danni e tutta la questione è in mano ai consulenti tecnici: uno nominato dal tribunale e uno da noi. Staremo a vedere come finirà e se sarà il caso o meno di procedere con una eventuale transazione».
La parola «transazione» però non piace assolutamente al consigliere del Pdl Christian Bianchi: «Se si dovesse accettare una transazione - spiega Bianchi - significherebbe ammettere di avere sbagliato. Io credo invece che se abbiamo tutte le ragioni, sarebbe il caso semmai di andare fino in fondo, affinché il giudice stabilisca di chi furono effettivamente le responsabilità di una impresa che, come quella della mensa scolastica, ci ha procurato mesi di grattacapi».
Si teme insomma un altro “caso Codelfa”, l’impresa che ha costruito il nuovo municipio e che poi ha anche avviato un contenzioso di richiesta danni al Comune di Laives, risolto con una transazione costata qualcosa come mezzo milione di euro. La logica alla base di questa transazione, così come di quella che eventualmente si dovrebbe trovare con l’Alto Garda è questa: io ti chiedo - Comune - due milioni di danni. Non sappiamo poi come andrà a finire in giudizio e quindi, ci conviene tutto sommato accordarci su una somma minore ma che garantisca la chiusura del contenzioso legale. Questo è stato fatto con la Codelfa; questo si rischia di dover fare con l’Alto Garda per la mensa scolastica.
Alto Adige 4-3-11
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mercoledì, 02 marzo 2011



Nuovo lido: la Svp non ha intenzione di decidere a breve

BRUNO CANALI
 LAIVES. La Svp non ha ancora deciso come procedere per realizzare il nuovo lido comunale. Un’indicazione si attendeva dalla riunione che ha avuto luogo lunedì, ma la questione è stata congelata. «Intanto - spiega l’Obmann Hans Joachim Dalsass - rimaniamo a quanto deciso nel 2008, no alle case al posto del vecchio lido». Dalsass spiega quindi che «occorre prima di tutto chiarire ogni aspetto legato alle possibili opzioni e capirne pregi e difetti, sia dal punto di vista economico che urbanistico». In altri termini, se sia il caso o meno di costruire una nuova zona residenziale al posto del vecchio lido di via Stazione, entrando così nel verde agricolo o se sia meglio pensare all’urbanistica contrattata, prendendo in considerazione la fascia di 10 -11 ettari circa a vocazione edificabile che si trovano lungo il perimetro a valle della città. Certamente, attorno al lido attuale ci sono vari masi sparsi nella campagna, ma se poi si dà il via libera ad un inurbamento maggiore, quali saranno le garanzie che non sarà stata aperta una strada senza fine?
Senza una decisione definitiva da parte della Svp evidentemente non si andrà avanti con il nuovo lido. La proposta fatta dall’opposizione in consiglio (la cui bocciatura ha causato l’uscita polemica dall’aula del consiglio la scorsa settimana) è quella di trasformare in area edificabile quella dove si trova attualmente il vecchio lido; di metterla poi all’asta e con i soldi ricavati, iniziare a costruire un nuovo lido in zona sportiva Galizia. Secondo i promotori, questa sarebbe una soluzione molto più rapida, trasparente e sicura, rispetto all’altra che invece prevederebbe una complicata procedura che in sostanza prevederebbe di far tornare a verde agricolo l’area del lido attuale, spostando la cubatura edificabile altrove, in una parte di quei 10 -11 ettari a vocazione edificabile a valle della città. “Scottati” però dalla vicenda che ha portato alle dimissioni di Georg Forti da vice sindaco, adesso in amministrazione comunale si procede con la massima cautela verso questa prospettiva che effettivamente, essendo più complessa e laboriosa, potrebbe anche prestare il fianco a speculazioni poco trasparenti. Dopo tre mesi e passa che se ne parla, una decisione ancora non è stata adottata per il lido e hanno dovuto ammetterlo candidamente in consiglio comunale anche diversi esponenti della stessa maggioranza, convenendo inoltre con l’opposizione che in effetti, sarebbe più semplice e meno rischiosa, l’idea di rendere edificabile l’area del lido attuale per poi venderla con una gara così da ricavare i soldi per un nuovo lido in zona Galizia. L’ipotesi che non piace alla Svp è proprio questa: veder nascere una zona residenziale, sia pure di qualità, con basso indice di cubatura edificabile, al posto del vecchio lido. «Non siamo contro la costruzione di un nuovo lido - ha detto recentemente il Bauernbund - ma non ci piace l’idea di vedere case al posto di quello attuale. Per questo è da pensare anche un risanamento dell’impianto esistente».
Alto Adige 2-3-11
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martedì, 01 marzo 2011



Asilo sbarrato: insorgono i privati

BRUNO CANALI

LAIVES. Quasi 200 firme raccolte in meno di un’ora, ieri mattina, sono il segnale che il problema della sicurezza alla scuola materna di via Kennedy è molto sentito dai genitori. L’iniziativa è promossa dal Pdl, che poi ha passato la mano al comitato dei genitori, che porteranno le firme in Comune.
 La petizione è scattata a qualche giorno di distanza dall’episodio che aveva visto un mezzo di soccorso bloccato fuori dalla scuola materna per impossibilità di entrare. Una bambina si era sentita male e l’ambulanza aveva cercato di raggiungere la scuola imboccando la stradina privata che entra da via Noldin. La strada però da qualche tempo è parzialmente sbarrata a causa di un cantiere e per ora, nonostante le esortazioni, non è stata realizzato un passo carraio alternativo, magari su via Kennedy. Il sindaco Liliana Di Fede, al culmine delle polemiche per l’episodio della scorsa settimana, aveva garantito un’azione legale nei confronti dei proprietari della stradina, sottolineando che per decenni era stata utilizzata per passare.
 «Non è vero - ribattono i proprietari - e il Comune non può calpestare i nostri diritti per cercare di risolvere una carenza che è solo sua. L’entrata principale è sempre stata quella su via Kennedy (non a caso la scuola si chiama così) mentre le nostre proprietà - vadano a verificare al catasto - sono cortili. Non c’è mai stata la luce pubblica, la manutenzione l’abbiamo sempre fatta noi e addirittura - dicono quelli che abitano nell’ultima casa prima della scuola materna - una manciata di metri quadrati, sui quali paghiamo anche l’Ici, all’interno della recinzione dell’asilo risulta di nostra proprietà».
 Quello che invece chiedono gli esponenti del Pdl che hanno promosso la petizione è che vengano immediatamente ripristinate le condizioni di sicurezza alla scuola materna di via Kennedy, quelle che sono venute meno, così come indicato anche da una perizia fatta dai tecnici provinciali della prevenzione incendi, ancora a dicembre. Nella perizia vengono elencati diversi punti (scala di emergenza, porte dalle quali chiunque potrebbe accedere all’asilo, etc.), non solo la mancanza di un accesso carraio adeguato, e si indica un periodo compreso tra i 30 ed i 120 giorni per porre rimedio alle lacune.
 Dall’amministrazione comunale invece ribadiscono che «la responsabilità dei mancati soccorsi alla scuola materna di via Kennedy non è del Comune ma di chi non ha rispettato l’ordinanza di sgombero della strada». «Il Comune è intervenuto il 15 dicembre - si legge in una nota - emettendo un’ordinanza firmata dal sindaco che impone di lasciare libero il passaggio lungo la stradina che entra da via Noldin. I proprietari si sono rivolti al Tar e i nostri vigili urbani hanno segnalato l’inadempienza all’autorità giudiziaria. Ora si sta valutando di rendere questo provvedimento ancora più incisivo, indicando esplicitamente il divieto di sosta lungo la stradina. Contemporaneamente stiamo lavorando ad una soluzione definitiva per l’accesso alla scuola materna e un legale ha il compito di verificare la possibilità d’intavolazione di una servitù di passo».
 I proprietari della stradina però non ci stanno e promettono battaglia contro questa decisione del Comune di Laives. «Da quando è scoppiato il caso - dicono - nessuno dell’amministrazione comunale si è degnato mai di venire a parlare con noi. Se intendono espropriarci vedremo come andrà a finire, noi non cediamo».
Alto Adige 1-3-11
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lunedì, 28 febbraio 2011



 «Al Comune di Laives la regia della cittadella»

LAIVES. Pdl e Lega nord propongono di delegare la realizzazione della cittadella dello sport direttamente alla Provincia, suscitando reazioni.
 «Il Comune ha dimostrato di non essere in grado di farlo - ha spiegato Christian Binchi durante una conferenza stampa - e adesso è ancora peggio viste le divisioni all’interno della stessa maggioranza e in particolare, della Svp».
 «Mi colpisce questa corsa a tirarsi fuori dagli impegni assunti in campagna elettorale prendendo a pretesto qualsiasi cosa - tuona l’assessore allo sport Alberto Covanti - adesso la scusa è la bocciatura della mozione sul vecchio lido. Sul progetto della Cittadella dello Sport mi sembra che ci sia una diffusa tendenza a smarcarsi, proprio ora che, dopo tanti anni di discussioni, si sta passando alla fase operativa. Ma forse il motivo è proprio questo. Evidentemente per qualcuno la vecchia regola del “finché si parla e non si fa non si sbaglia” è quantomai attuale.
 Interviene anche l’ex consigliere di Rifondalaives, Rosario Grasso: «Suonano singolari e contraddittorie queste parole - dice Grasso - pronunciate da chi ha sempre condannato i diktat della Provincia e il mancato coinvolgimento da parte di questa. Mettere nelle mani della Provincia l’iter progettuale e la realizzazione dello stadio per l’Fc Alto Adige, vuol dire perdere il controllo su ciò che verrà fatto e su come verrà gestito».
 «Contemporaneamente - aggiunge Grasso - non verranno risolti i nodi di fondo, che non è lo stadio ma la costruzione, di qualche struttura che giustifichi, agli occhi della popolazione, la svendita a privati di una parte importante del proprio territorio». (b.c.)

Alto Adige 28-2-11
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domenica, 27 febbraio 2011



Domani si congeda l’architetto Rebecchi lascia la guida dell’ufficio lavori pubblici

LAIVES. Domani, ultimo giorno di lavoro al Comune di Laives per l’architetto Stefano Rebecchi. Da martedì infatti sarà al Comune di Bolzano, dove è stato chiamato a dirigere la ripartizione urbanistica, ambiente, mobilità e licenze, un settore con 170 addetti circa.
 Per sedici anni, Stefano Rebecchi ha diretto il settore lavori pubblici del Comune di Laives, una esperienza che, dice, «mi è servita anche come formazione nel settore dell’amministrazione pubblica». Il posto di Rebecchi verrà assunto da un altro architetto, Thomas Ebner, che a sua volta arriva “comandato” dall’amministrazione provinciale.
 Ovviamente, per evitare che il cambio sia traumatico per l’organizzazione di un ufficio così strategico come quello dei lavori pubblici comunali (che insieme al resto della pianta organica è in fase di trasformazione) da tempo Thomas Ebner ha affiancato costantemente Rebecchi, fino a raccoglierne definitivamente il testimone. Il nuovo dirigente oltretutto attiva in una fase dove sono in ballo diversi grandi progetti, dalla cittadella (se si farà) alla piazza, alla riqualificazione di via Kennedy, che rappresentano altrettante sfide per tutti.
 Tornando a Stefano Rebecchi, tra le cose che lascia in eredità al Comune di Laives, da annoverare sicuramente c’è il progetto per la mensa scolastica di San Giacomo, “congelato” solo per mancanza di fondi. Sempre Rebecchi a suo tempo progettò il centro giovanile in zona Galizia, che però subì sostanziali trasformazioni per le esigenze che si manifestarono strada facendo. Ricordiamo infine che oltre a guidare i lavori pubblici a Laives, Stefano Rebecchi ha un incarico di docenza al Politecnico di Milano. (b.c.)
Alto Adige 27-2-11

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domenica, 27 febbraio 2011



Di Fede: «S.Giacomo non si chiude»

BRUNO CANALI

SAN GIACOMO. «L’amministrazione sta lavorando». Così il sindaco Liliana Di Fede replica al al comitato civico di San Giacomo, che denuncia mancanza di interesse rispetto ai problemi di traffico e riqualificazione.
 Il sindaco Liliana Di Fede rammenta che sono tutti problemi di non semplice soluzione, ai quali comunque l’amministrazione sta sicuramente lavorando.
 «Incominciamo dal traffico che passa dentro San Giacomo - dice Di Fede - parte del quale, dicono gli esponenti del comitato, sarebbe esclusivamente di transito e così creerebbe caos e pericolo. Noi siamo per la riqualificazione della statale 12 per renderla a misura di pedoni. Per farlo occorre adottare provvedimenti in grado di frenare i mezzi però sia chiaro che non siamo per una chiusura, proprio perché una parte del traffico è fisiologico, anche per far sopravvivere gli esercizi locali. Diversa gente di Laives non disdegna di passare per San Giacomo, magari per bere un caffè o comperare il giornale. In parte abbiamo già iniziato con la riqualificazione a sud dell’abitato e contiamo di proseguire fino al confine con Bolzano. E’ tra le nostre priorità, così come lo è la passeggiata pedemontana che la Provincia ha iniziato a costruire verso Castel Flavon e si è fermata solo per questioni di sicurezza. Non dimentichiamo neppure la scuola elementare, mentre dal nuovo Puc arriveranno le proposte per il futuro dell’abitato, anche in termini di verde pubblico. Per quanto riguarda la piazza centrale, attendiamo di definire urbanisticamente la zona ex Amonn».
 A proposito di riqualificazione, nel bilancio di previsione la giunta ha inserito 400mila euro per il proseguimento dei lavori iniziati lungo la statale 12 alla periferia sud di S.Giacomo. Anche per la passeggiata pedemontana sono stanziati 100mila euro e l’Ufficio foreste della Provincia ha iniziato la realizzazione alle spalle dell’abitato. Il verde infine, sarebbe quello che ancora l’amministrazione Polonioli aveva deciso di spostare dalla zona Mottironi al fondovalle. Il Comitato ha indicato l’attuale campagna davanti al maso Zum Lewald ed è proprio lì che anche il Comune a aveva ipotizzato di spostare quei 5000 metri di verde pubblico.
Alto Adige 27-2-11
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sabato, 26 febbraio 2011



La cittadella dello sport sale anche sui carri del carnevale di Laives

BRUNO CANALI
LAIVES. È tutto pronto, nel capannone di Pineta, per dare il via alla 34esima sfilata di carnevale in programma domani alle 13.30. L’unica incognita è costituita dalle condizioni atmosferiche: ma se proprio dovesse piovere, la grande kermesse sarà semplicemente rinviata alla domenica successiva.
Domani dunque, migliaia di persone potranno godere del risultato di mesi di lavoro da parte di un piccolo esercito di volontari. I carri che sfileranno da Pineta a Laives partendo alle 13.30 dalla via Brennero saranno 13. Tra l’uno e l’altro, spettacolo nello spettacolo, sfileranno centinaia di comparse in costume. Durante la sfilata, nel cielo sopra Laives si potranno anche ammirare le evoluzioni aeree del gruppo “Bravo Zulu Bad Boys Airshow”, presente da qualche anno alla manifestazione, la più importante a livello regionale.
Il via, come detto alle 13.30 con il brindisi inaugurale del carro di apertura cui parteciperà la nota coppia Franz e Bepi. Da quando non c’è più Gino Coseri, il “principe del carnevale”, quel carro di apertura viene volutamente lasciato libero, senza un “capo”. A seguire alcuni personaggi della corte di Francia, tra cui Maria Antonietta, e poi la Triuggio Marchin Band che aprirà la sfilata. Quest’anno tornerà anche la satira politica e ad esempio, il gruppo Ddt ha scelto come tema il lido comunale e relative polemiche sullo spostamento. Splendido anche il carro (col gruppo di animazione) dell’associazione Salve Bolivia, presente per il quarto anno consecutivo alla sfilata, alla quale porta ogni volta una spruzzata di colori e di allegria tipici del paese sudamericano.
I giovani del gruppo Beehive propongono un “Laiwest”, tra sceriffi corrotti e banditi disonesti. Aria da convento, tra “sorelle” e frati, sul carro “Sister Act” del coro Monti Pallidi, seguito da quello della “sbigolada” e poi ancora, “Estate al Polo”, “Carnevale in Pole Position”, il carro dei “Vacheros” da Verla di Giovo, il classico di ogni tempo (Biancaneve e i sette nani) dei giovani di Pineta e il “Ballo dei morti viventi”. Altro carro da vedere “Curve pericolose” e “Sen campioni de spazadura” di Sottomonte Live insieme alla Domus Meridiana. Infine l’immancabile trenino che caricherà una folla di bambini.
Alto Adige 26-2-11
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sabato, 26 febbraio 2011




San Giacomo: proteste per il traffico

BRUNO CANALI
LAIVES. Il comitato civico di San Giacomo torna all’attacco sugli annosi problemi dell’abitato che ancora non sarebbero stati risolti. Riccardo Di Valerio, Lorenzo Merlini e Alessandro Cosi richiamano l’amministrazione comunale a ciò che venne discusso in un incontro dell’autunno scorso.
Le questioni, sul tappeto da anni ormai, sono sostanzialmente queste: traffico, vivibilità e sicurezza; il sentiero che da San Giacomo raggiungerà Castel Flavon, sopra Bolzano; la zona di verde pubblico; quella di espansione al posto dell’ex magazzino Amonn e infine l’attività dell’assessorato alle piccole cose di Dino Gagliardini.
TRAFFICO. Secondo i rappresentanti del comitato di San Giacomo, «ancora il 60 per cento di quello che entra nell’abitato è di passaggio. Di questo, il 75 per cento non rispetterebbe i limiti di velocità segnalati e quindi si chiedono interventi per evitare situazioni di pericolo. La stessa documentazione - ricordano i tre esponenti del comitato - venne recapitata al Comune di Laives a maggio dello scorso anno, appena insediata la giunta attuale». A tutt’oggi però non si conoscono le misure che erano state promesse, sia da Laives che da Bolzano per la parte che riguarda quest’ultima, ribadendo che intanto basterebbe almeno attivare i semafori intelligenti già installati lungo via San Giacomo.
SAN GIACOMO - CASTEL FLAVON. Il comitato si chiede il perché dei ritardi, visto che ci sarebbero i primi finanziamenti. L’ufficio forestale della Provincia sarebbe comunque in procinto di incominciare passata la brutta stagione.
VERDE PUBBLICO. «Ancora più latitante - dichiarano dal comitato di San Giacomo - l’amministrazione comunale di Laives è sulla zona da destinare a verde pubblico, nonostante la decisione di spostare un’area dalla zona della chiesetta nel fondovalle. L’ideale sarebbe realizzarlo accanto al maso Lewald, ma non capiamo cosa c’entri, come ci hanno detto in Comune, il nuovo assetto urbanistico di san Giacomo con il verde pubblico, soprattutto dopo un trentennio di attesa».
ZONA AMONN. Prima o poi lascerà il posto a 200 appartamenti grazie ai suoi 50 mila metri cubi edificabili. Il comitato esprime ampie perplessità in merito dato che è collocata nel cuore di san Giacomo, dove già oggi mancano aule alla scuola elementare. Inoltre inciderà ulteriormente sui problemi del traffico interno perché inevitabilmente sarà richiamo per centinaia di automobili. «Ci chiediamo se l’indice di cubatura all’ex Amonn debba essere per forza così elevato - dicono Di Valerio, Cosi e Merlini - o se non sia il caso di ridurlo per recuperare vivibilità.
PICCOLE COSE. Infine la critica per l’assessorato di Dino Gagliardini. Dovrebbe avere cura dei piccoli interventi sul territorio, per risolvere i problemi quotidiani e migliorare il contesto. «Ad un incontro con l’assessore Gagliardini e il sindaco Di Fede - affermano gli esponenti del comitato - ci hanno chiesto la costituzione di un gruppo che facesse da tramite tra popolazione e amministrazione comunale. Ci abbiamo pensato e la risposta è che l’amministrazione comunale, invece di delegare ai cittadini il compito di informarla sui problemi esistenti, meglio farebbe a delegare questo ad un vigile urbano di quartiere, richiesta finora mai esaudita. Anche per questo piccola richiesta i cittadini di San Giacomo attendono una risposta e invitiamo l’amministrazione a farlo in assemblea pubblica».

Alto Adige 26-2-11
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giovedì, 24 febbraio 2011



No  lido a Laives: l’opposizione lascia l’aula

BRUNO CANALI
 LAIVES. Tra polemiche e brutte figure della maggioranza in consiglio comunale, si allontana l’ipotesi di arrivare ad un consenso unanime sulla cittadella dello sport. L’altra sera tutti i consiglieri dell’opposizione di centrodestra hanno abbandonato l’aula dopo la bocciatura della mozione con la quale chiedevano alla giunta di considerare, per lo spostamento del lido, un percorso più rapido e sicuro.
 Il centrodestra propone di rendere edificabile l’area del lido in via Stazione, venderla al miglior offerente e con i soldi ricavati costruire un nuovo lido in Galizia. La giunta invece vorrebbe far tornare verde agricolo l’area del vecchio lido e quindi, con una complicata girandola urbanistica, realizzare l’impianto altrove con l’urbanistica contrattata.
 A far scattare la polemica che ha portato all’uscita dall’aula sono state le prese di posizione di alcuni membri della stessa maggioranza, imbarazzanti per la giunta. «Sono dispiaciuto che dopo tre mesi ancora non siamo in grado di rispondere alla richiesta dell’opposizione - ha dichiarato Giorgio Zanvettor (Verdi) - e sostanzialmente sono d’accordo con la proposta per il lido, che sarebbe certo più veloce e più semplice. L’area del vecchio lido avrebbe le caratteristiche per accogliere una zona residenziale di pregio con un basso indice di cubatura e dispiace che la Svp avanzi riserve anche sul secondo lotto della cittadella che riguarderà proprio il lido».
 Anche a Fabrizio Oliver (Pd) «dispiace non essere riusciti a trovare una sintesi in maggioranza», mentre il collega Roberto Ceol, ha parlato chiaramente di «treno oramai perso, dopo che c’è stato un tempo in cui si era trovata unanimità di vedute per un nuovo lido».
 Che la Svp non sia ancora pronta, dopo tre mesi di discussioni, lo hanno affermato sia il consigliere Christof Inama che la collega Sieglinde Fauster, cosa che ha scatenato la reazione di Bruno Borin (Pdl). «Vedo che i problemi nella Svp rimangono irrisolti, nonostante l’uscita di scena di Forti. È una situazione che ingessa l’attività amministrativa e non può durare in eterno».
 Per Claudia Guarda (Udc) «tutto questo temporeggiare la gente non lo capisce, invece è buona la proposta delle case al lido».
 Al di là di una vaga disponibilità al dialogo con l’opposizione il sindaco Liliana Di Fede non è riuscita ad andare, dovendo ammettere che, nonostante il passare del tempo, una decisione ancora non c’è.
 «Noi non siamo più disponibili a farci prendere in giro e anche il progetto di cittadella ve lo voterete», ha tuonato Christian Bianchi prima di lasciare l’aula con tutto il centrodestra.
Alto Adige 24-2-11
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mercoledì, 23 febbraio 2011



L’opposizione - Laives: sprechi nel fotovoltaico

BRUNO CANALI
LAIVES. Fotovoltaico, energia del futuro ma anche motivo di scontro tra maggioranza ed opposizione in consiglio comunale. Pdl, Lega e Unitalia, hanno presentato un ordine del giorno che esprime un giudizio negativo sulla politica energetica comunale. Contestati, soprattutto, i mancati guadagni.
 In sostanza, i consiglieri di opposizione accusano la giunta di avere perso parecchio tempo per il fotovoltaico e questo si è tradotto in mancati guadagni, sia con l’energia che si sarebbe potuto produrre e sia per la progressiva riduzione degli incentivi statali in questo settore. Nell’ordine del giorno si punta anche il dito contro le consulenze alle quali ci si è affidati per arrivare fino alla gara di appalto, consulenze che, stando ai calcoli dell’opposizione, sarebbero costate finora oltre 100mila euro al Comune. «Sono tre diverse consulenze - afferma Giuliano Vettorato della Lega - e avendo avuto modo di vederle, sinceramente sono rimasto perplesso perché i dati indicati potevamo tranquillamente ottenerli anche dagli uffici tecnici comunali senza spendere quello che si è speso. Non sappiamo se ci sia dell’altro, ma quello che abbiamo potuto vedere si è ridotto a 7 fotografie dall’alto di altrettanti tetti degli edifici pubblici e una serie di planimetrie che, come detto, sono disponibili presso l’ufficio tecnico. Questo ci fa dire che tutta la questione del fotovoltaico è stata gestita male. All’opposizione è stata presentata all’ultimo momento, forse per impedirci di approfondire il tutto a dovere. Infine è anche arrivato un ulteriore esborso di oltre 20mila euro per una consulenza sulla gara di appalto con “locazione finanziaria ad un professore bolognese».
 Secondo i conti fatti da Vettorato e da Bruno Borin (Pdl) fin qui il Comune avrebbe già perso parecchi soldi e «nella migliore delle ipotesi saranno 179 mila euro l’anno per vent’anni, di costi per le casse comunali».
 Il sindaco Liliana Di Fede però respinge tutte queste affermazioni e allarga le braccia. «L’ho spiegato più e più volte: il Comune non è un privato cittadino, che dispone come vuole delle sue risorse. Noi siamo obbligati a seguire determinate procedure e a rispettare le norme alla lettera. Abbiamo iniziato in estate con il fotovoltaico, confrontandoci anche con altri Comuni e questo per non fare le cose in maniera superficiale per poi magari incappare in qualche ricorso che ci bloccherebbe per anni. La procedura per arrivare all’installazione dei pannelli fotovoltaici è stata quindi concordata con i nostri tecnici e anche con esperti esterni del settore, proprio perché si tratta di un impegno significativo e impattante. Non è nostra abitudine conferire incarichi a destra o a manca ma, lo ribadisco, c’è un codice appalti per le amministrazioni pubbliche che è particolarmente complesso; piacerebbe anche a me una procedura più semplice, ma purtroppo non è così e mi devo continuamente confrontare con ciò che stabiliscono leggi, norme e regolamenti vari».
 Anche l’assessore Dino Gagliardini, cui compete il settore energia, ha spiegato recentemente perché si sia deciso di affidare una consulenza ad un esperto esterno per la gara di appalto: «Abbiamo scelto la formula della “locazione finanziaria” che per noi è la più conveniente anche dal punto di vista economico - aveva dichiarato - però è anche complessa e inedita a livello provinciale. Non possiamo permetterci di compiere passi falsi quindi e abbiamo optato per uno dei massimi esperti in materia».

Alto Adige 23-2-11
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martedì, 22 febbraio 2011



Lido di Laives: nuova proposta del Pdl

LAIVES. All’esito della mozione che il Pdl presenta questa sera in consiglio comunale sul nuovo lido è legato anche il sostegno che il centrodestra darà o meno al progetto della cittadella sportiva in zona Galizia. Lo conferma Christian Bianchi, capogruppo del Pdl, spiegando il senso della mozione.
 «Si tratta di una proposta da noi presentata ancora a novembre alla giunta - dice Bianchi - dopo che era scoppiato il caso urbanistico della campagna di Forti. In sostanza, noi proponevamo (e proponiamo) di procedere secondo questa direttrice: trasformiamo il terreno del lido attuale in zona edificabile e lo vendiamo al miglior offerente. Con i soldi ricavati, costruiremo il nuovo lido in zona Galizia. Questa procedura è molto più semplice e sicura che non quella che vorrebbe adottare la maggioranza. Quest’ultima infatti prevederebbe una serie di passaggi urbanistici lunghi e rischiosi, sostanzialmente trasformando il vecchio lido nuovamente in verde agricolo per poi costruire quello nuovo mediante l’urbanistica contrattata, con spostamento di cubature e, come detto, una procedura molto più complicata e rischiosa anche dal punto di vista delle speculazioni. Non mi pare sia questa la volontà della maggioranza, posto che il sindaco ha sempre dichiarato di voler procedere con il lido in contemporanea con la cittadella dello sport. Se questa sera accetteranno la nostra proposta per il lido avranno il nostro appoggio sul progetto complessivo - conclude Bianchi - altrimenti chiariremo subito che per noi il discorso della cittadella è da ritenere chiuso e, visti i problemi interni e ancora irrisolti della Svp, credo proprio che senza i nostri voti il progetto della cittadella farà molta fatica a decollare». (b.c.)
Alto Adige 22-2-11
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martedì, 22 febbraio 2011



Petizione contro gli idrocarburi

BRUNO CANALI
 LAIVES. Come stabilito all’unanimità dal consiglio comunale, l’assessore Sara Endrizzi ha scritto alla Bls una lettera per comunicare la contrarietà ad ospitare, in zona Vurza, un deposito di idrocarburi.
 La giunta provinciale però ha deciso di ignorare la richiesta e contro il progetto parte una petizione di La civica. Il deposito di idrocarburi in questione è quello che la Petrolvilla Bortolotti vorrebbe realizzare nella zona produttiva Vurza, a nord di Pineta. È lo stesso progetto già avanzato in passato, solo che rispetto ad allora, vista l’opposizione del Comune di Laives, il deposito è stato spostato completamente all’interno dell’area produttiva Vurza di pertinenza provinciale.
 Il 26 gennaio il consiglio comunale di Laives aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno contrario l progetto caldeggiato dalla Bls, dando mandato all’assessore Endrizzi di comunicarlo all’ente, cosa che ha fatto il giorno dopo. Tempo un paio di settimane e la giunta provinciale invece ha dato via libera all’insediamento del deposito, accantonando i dubbi e le contrarietà del Comune.
 «Vista la situazione - dichiara il consigliere della lista “La Civica”, Franco Magagna - noi iniziamo immediatamente con una raccolta di firme contro questa eventualità. I dubbi sono stati espressi in consiglio comunale, sia per quanto riguarda i rischi ambientali di una presenza del genere, sia per i riflessi che avrebbe sul traffico pesante. Via San Giacomo in particolare subirebbe un impatto negativo per il via vai di autocisterne».
 L’escamotage che consente alla Provincia di proseguire senza problemi con l’insediamento del deposito di idrocarburi è semplice: avendolo previsto interamente sull’area produttiva di sua competenza, al Comune non rimangono strumenti per impedirlo e anche eventuali ricorsi hanno scarse possibilità di successo.
 Tranquillizza Manuela Defant, direttore della Bls: «Prima di tutto il deposito sarà 14 volte più piccolo di quello attualmente esistente ai Piani di Bolzano. In secondo luogo corrisponderà a tutte le più moderne e severe normative in fatto di sicurezza. Ospiterà quasi esclusivamente gasolio e anche il flusso di veicoli sarà limitato».
Alto Adige 22-2-11
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lunedì, 21 febbraio 2011


STADIO DRUSO E CITTADELLA SPORT LAIVES

DOCUMENTO VOTO RECEPITO DALLA GIUNTA COMUNALE DI BOLZANO SU QUESTIONE STADIO DRUSO E CITTADELLA SPORT LAIVES

Il Consiglio Comunale, IMPEGNA la Giunta, ad attivarsi presso la Provincia affinchè, considerato anche che l'FC Südtirol/Alto Adige può, finalmente, trasferire la sua sede legale a Bolzano, siano riconsiderate le... costosissime e controverse scelte attuali e finanziata e accelerata, in alternativa, la ristrutturazione dello Stadio Druso, adeguandolo non solo alle esigenze del calcio professionistico, ma anche a quelle relativi ad eventi di alto livello in altre discipline sportive o nei settori della musica, della cultura, dell'intrattenimento
(Consigliere Comunale Guido Margheri)

NB. analoga posizione è stata sostenuta anche dai rappresentanti della SVP

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venerdì, 18 febbraio 2011



Raccolta rifiuti: spazio ai Multipress

BRUNO CANALI
LAIVES. Mentre la Seab diffonde dati in base ai quali la raccolta differenziata a Laives sarebbe in continua crescita, l’assessore Dino Gagliardini sta ancora lavorando alla soluzione dei problemi che periodicamente si verificano presso i sistemi di raccolta dei rifiuti interrati del tipo “Gaia”.
 «Puntiamo a sostituire i sistemi “Gaia” come quello che ci ha dato parecchi problemi in zona 46 - dice l’assessore Gagliardini -. Innanzitutto bisognerà chiudere le fosse, poi collocare in zona con ogni probabilità dei sistemi Multipress, dimostratisi molto più robusti e funzionali. Due li abbiamo già, altri due contiamo di acquistarli. Uno certamente dovrebbe andare in via Marconi, nei paraggi del Gutleben, al posto dei vecchi cassonetti. Lì stiamo attendendo comunque che venga definito il futuro urbanistico dell’area per poi intervenire».
 Ricordiamo che le isole Gaia si sono dimostrate eccessivamente delicate: basta poco perché si blocchino, senza contare comunque la maleducazione di qualcuno che contribuisce a metterle fuori uso. Come afferma l’assessore Gagliardini, si va verso la loro definitiva sostituzione con i Multipress.
 In base ai dati relativi al 2010 resi noti da Seab, la raccolta differenziata continuerebbe a salire: sul territorio comunale di Laives è arrivata al 49 per cento (era 48,1 nel 2009), una percentuale ritenuta buona dagli operatori, posto che è cresciuta progressivamente anno dopo anno. C’è comunque un’oscillazione delle quantità raccolte a seconda delle tipologie di rifiuti. Una spiegazione la offre l’ingegner Andrea Girinelli della Seab. «Date le dimensioni del bacino di utenza rappresentato da Laives - afferma l’ingegnere della Seab - queste oscillazioni in più o in meno sono abbastanza naturali. Ad esempio notiamo un aumento dei frigoriferi smaltiti, da 22.170 chili del 209 a 24.830 dello scorso anno. Questo dato è facilmente comprensibile se si tiene conto del trend degli anni scorsi che ha favorito le rottamazioni di quelli vecchi. È calata invece la raccolta di monitor e televisori e questo perché nel frattempo sta dilagando il digitale».
 Rispetto al 2009 è calata drasticamente anche la raccolta del cartone, da 422.960 a 298.860 chili. In questo specifico caso la spiegazione è che dallo scorso anno il cartone si può smaltire nello stesso cassonetto della carta. Crescono invece il vetro, le batterie per auto, gli imballaggi di plastica, la legna e gli ingombranti.
 Un calo notevole invece si registra tra 2009 e 2010 nella raccolta del verde e in buona parte, secondo Seab, questo è dovuto al fatto che due anni fa ci furono eventi climatici eccezionali, con crolli di piante. Va comunque tenuto anche presente che diversi cassonetti per il verde sono stati tolti dalle strade dopo che che vi furono trovati all’interno rifiuti di ogni genere. Adesso invece si torna a regime più o meno normale e quindi, durante il 2010, nei cassonetti del verde sono finiti 896mila chili di ramaglie.
 Discorso a parte per i rifiuti organici, quelli normalmente prodotti da cucine, ristoranti e mense. In questo caso dati di raffronto con gli anni precedenti non ce ne sono, perché solo dallo scorso anno è iniziata la raccolta ed esclusivamente per le grandi utenze. «Con la raccolta dell’organico presso le grandi utenze abbiamo iniziato a febbraio 2010 - ricorda l’ingegner Girinelli - e la quantità ha raggiunto i 162.140 chili. Queste cifre saranno destinate a salire velocemente appena inizierà la raccolta anche presso le famiglie».

Alto Adige 18-2-11
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giovedì, 17 febbraio 2011



Laives «Cittadella dello sport opportunità storica»

LAIVES. Anche Unitalia, rappresentata in consiglio comunale a Laives da Tonino Gencarelli, dice sì alla cittadella dello sport. «Ci prodigheremo affinché venga fatta - dice il consigliere - perché è un’iniziativa di indubbia valenza storica per la città che, se sfruttata a dovere, porterà nuovi stimoli che la faranno uscire dalla logica del “borgo dormitorio” e quindi, di zona periferica del capoluogo». Unitalia parla di «scommessa che si deve avere il coraggio di affrontare e vincere possibilmente, anche perché, essendo finanziata in buona parte dalla Provincia, non può essere accantonata ma va valutata con la massima attenzione e comunque mai respinta a priori».
 Le ragioni a favore della cittadella, secondo Unitalia sono molteplici e si va dallo sport come sana alternativa per i giovani, alle opportunità per Laives, pur con qualche aggiustamento. «Un ipermercato di circa 6.000 metri quadrati creerà nuovi incentivi commerciali e nuovi posti di lavoro. Se sarà gestito con intelligenza - afferma Unitalia - non porterà via niente a nessuno dei commercianti del centro ma anzi, creerà nuove fonti di reddito». Infine le ragioni politiche perché, afferma Gencarelli che è un commerciante, «non voglio anteporre i miei personali interessi a quelli collettivi». (b.c.)
Alto Adige 17-2-11
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giovedì, 17 febbraio 2011



In arrivo decine di multe arretrate a Laives

BRUNO CANALI
LAIVES. In questi giorni sono arrivate a case di decine di cittadini cartelle esattoriali di Equitalia relative a contravvenzioni elevate nel 2009 dalla polizia municipale di Laives che risulterebbero ancora non pagate.
 Per questo la somma è anche lievitata oltre il doppio per interessi, agio esattoriale e altri importi. La cosa sta creando allarme tra i contribuenti, alcuni dei quali già si sono recati in municipio, all’ufficio della polizia municipale, per risalire all’origine delle cartelle. Diversi si dicono convinti di avere già pagato la multa ma, essendo passati un paio d’anni, non trovano più la ricevuta, che invece andrebbe conservata per almeno 5 anni per provare l’avvenuto pagamento.
 Per quanto riguarda la “decifrazione” delle cartelle che stanno arrivando da Equitalia, il comandante della polizia municipale di Laives, Sergio Codato, spiega che non dovrebbe essere un problema. «Su ogni cartella relativa alle sanzioni da noi comminate e che adesso sta recapitando Equitalia ci sono data e numero del verbale. Si trova anche il numero di targa e l’articolo della norma violata».
 Il comandante poi sottolinea che comunque, anche per coloro che credano di aver pagato la sanzione ma non trovano la ricevuta, l’ufficio della polizia municipale è sempre a disposizione. «Siamo qui a servizio dei cittadini, non certo per prendergli i soldi - afferma Codato - e quindi chi ritiene di avere pagato ma non trova più la ricevuta può venire da noi per le verifiche. Qui teniamo ovviamente tutta la documentazione relativa ad ognuna delle multe fatte e relativi pagamenti. Per quel che riguarda invece le somme richieste nelle cartelle di Equitalia, purtroppo non c’è nulla da fare. Sappiamo infatti che se si paga dopo i 60 giorni da quando si è ricevuta la multa c’è un aumento, quindi gli interessi e l’agio che si tiene Equitalia per il servizio di riscossione. Succede così che nel caso di ritardi di mesi o anni, poi si sia costretti a pagare cifre anche doppie rispetto alla sanzione iniziale. Ad ogni modo, ribadisco che chiunque abbia un problema o il dubbio di avere già pagato, può tranquillamente venire in ufficio, anche se non trova più l’eventuale ricevuta».
Alto Adige 17-2-11

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mercoledì, 16 febbraio 2011



Consulenza da 22 mila euro per gli impianti fotovoltaici

LAIVES. Tra le varie opzioni disponibili per arrivare all’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di diversi edifici comunali, la giunta di Laives ha scelto di predisporre una gara per la “locazione finanziaria”. «Questa formula è inedita a livello provinciale - dice l’assessore competente Dino Gagliardini - perché altre amministrazioni invece hanno scelto o l’acquisto oppure l’affitto dei tetti. Secondo noi però, la prima soluzione per Laives sarebbe stata troppo onerosa, mentre la seconda è invece poco redditizia». Sarà quindi uno specialista di Bologna a predisporre la gara per la locazione finanziaria necessaria per poi passare alla progettazione e alla realizzazione degli impianti fotovoltaici sui tetti di 11 edifici comunali. La giunta non si nasconde che la formula scelta sia abbastanza complessa e proprio per questo preferisce affidarsi ad una consultazione esterna incaricando il professor Giacomo Santi di Bologna: un incarico da 21.762 euro.
 Intanto non si placano le polemiche attorno a questo tema, con il Pdl in particolare che a più riprese ha accusato la giunta di avere perso tempo prezioso per arrivare al fotovoltaico e con questo mancati ricavi per centinaia di migliaia di euro. Il consigliere Bruno Borin parla di cifre milionarie nell’arco di vent’anni perse fra minori incentivi statali per le energie pulite e mancati guadagni dalla produzione di energia elettrica. Meglio hanno fatto nel frattempo diversi privati, tanto che come superficie di pannelli fotovoltaici in funzione, Laives figurerebbe ai primi posti in provincia. Certamente, a favorire i privati sono le procedure burocratiche per arrivarci, procedure non gravate dalla farragine che caratterizza l’amministrazione pubblica. (b.c.)
Alto Adige 16-2-11
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martedì, 15 febbraio 2011



San Giacomo è senza un’area per i cani: l’appello dei padroni

LAIVES. Tra le cose che ancora San Giacomo non ha c’è un’area per i cani. Se ne lamentano, da anni, la cinquantina di proprietari di questi amici a quattro zampe, che non sanno dove portarli. Dice la signora Alessandra B.: «Sono almeno 5 anni che chiediamo all’amministrazione comunale di attivarsi per individuare finalmente uno spazio dove realizzare l’area per i cani. Avevamo fatto questa richiesta anche all’allora sindaco Giovanni Polonioli e l’abbiamo rinnovata a quello attuale, Liliana Di Fede, per ora comunque senza ottenere una risposta. Così ancora l’area non c’è, nonostante la comunità di San Giacomo sia cresciuta sempre più e attualmente vi siano qui almeno una cinquantina di cani. Le uniche aree per questo scopo si trovano o a Maso della Pieve o in città a Laives, ma è evidente che non sono soluzioni praticabili per chi ha il cane a San Giacomo».
 Che una soluzione ancora non sia stata adottata per l’area cani a San Giacomo lo ammette anche il sindaco Di Fede, che conta però di affrontare la questione. Un’idea potrebbe essere quella di realizzarla insieme al verde pubblico che il Comune di Laives ha stabilito da tempo di allestire nell’area oggi a verde agricolo ai piedi della chiesetta, dove si trova anche maso Lewald.
Alto Adige 15-2-11
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categoria:comune di laives
lunedì, 14 febbraio 2011



Cittadella dello sport - Laives-  protesta l’Unione

BRUNO CANALI
LAIVES. Commercianti al contrattacco sulla cittadella dello sport a Laives, che prevede anche la realizzazione di un centro commerciale con una superficie tra i 6 e gli 8 mila metri quadrati. L’ultimo affondo dell’Unione, con il condirettore Werner Frick, è di ieri con una lettera che sarà consegnata ai consiglieri comunali. «Molti negozi rischiano di chiudere e ne risentirebbe la qualità della vita dei cittadini».
 La lettera dell’Unione commercio a giunta e consiglio comunale, con i timori della categoria per la prospettiva di avere un centro commerciale alla cittadella sportiva è dunque pronta. Verrà recapitata il 22 febbraio, firmata dal condirettore Werner Frick e dalla fiduciaria comunale Elda Paolazzi.
 «Come sarebbe Laives senza commercio di vicinato - si chiede nella missiva - alla luce delle intenzioni della Provincia, per la quale la cittadella dovrebbe rappresentare una nuova chance per rivitalizzare la città di Laives».
 I commercianti ribadiscono che invece non c’è ancora la necessaria chiarezza attorno al progetto, nonostante le varie presentazioni. «Dovrebbe costare 25 milioni di euro circa - dicono i commercianti nella lettera - da finanziare grazie ad una partnership tra tra pubblico e privato. L’apetto che preoccupa maggiormente è il fatto che, per finanziare l’intera parte “privata” del progetto, sia stata prevista anche la realizzazione, all’interno dello stesso stadio da calcio, di una superficie destinata alla vendita al dettaglio, tra i 6.000 e gli 8.000 metri quadrati».
 Per i commercianti dell’unione, «se ciò dovesse realizzarsi, il commercio di vicinato a Laives rimarrebbe orfano di tanti negozi e ne risentirebbe sicuramente anche la qualità della vita per i cittadini i quali, per acquistare prodotti anche di prima necessità, sarebbero costretti a rivolgersi altrove, anche a grande distanza».
 Nella lettera aperta, i commercianti parlano di “poca trasparenza” fino ad ora dimostrata dall’amministrazione comunale e la mancanza di informazioni concrete sul progetto.
 «Questo fa inevitabilmente “lavorare” la fantasia delle persone, soprattutto degli imprenditori - spiegano i commercianti nella lunga nota di protesta - mentre mai come adesso, il commercio avrebbe bisogno di chiarezza e di certezze, altrimenti nessuno se la sente di fare investimenti nella propria azienda e quindi svilupparsi anche in prospettiva futura».
 Con l’occasione si ricorda che non c’è solo il progetto della cittadella sportiva con il relativo centro commerciale, perché progetti del genere puntano anche su un ex magazzino di frutta in via Kennedy, il «Grosexport», con ulteriori superfici destinate al commercio al dettaglio e tutto questo, per i commercianti locali sarebbe veramente troppo.
 «Da molto tempo Laives vive commercialmente una situazione difficile - si legge nella missiva - e lo dimostrano anche specifici studi. Adesso si rischia di peggiorare, anche per l’apertura ormai prossima della variante in galleria, come si è verificato recentemente a San Giacomo. Ricordiamoci che il commercio di vicinato ha qualche probabilità di esistere in futuro solo se si riqualificherà il centro cittadino e l’ipotesi di un nuovo centro commerciale alla cittadella solo per finanziare lo stadio rappresenta un pericolo. Chiediamo quindi una riflessione attenta su questo scenario prima di prendere decisioni affrettate che rischiano di portare uno stadio e di impoverire la società locale».
 I rappresentanti politici locali, in realtà, sembrano aver già fatto la loro scelta. Il progetto della cittadella è sostenuto, infatti, non solo dal Pd e dal Pdl, seppur con diverse sfaccettature, ma anche dalla Svp.
Alto Adige 14-2-11
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domenica, 13 febbraio 2011



Calcio: allenamenti nel fango, proteste

BRUNO CANALI
LAIVES. Il campo da calcio del lido trasformato in pantano a causa del disgelo. Ciò ha provocato malumori tra dirigenti e genitori dei ragazzi delle società che hanno appena iniziato gli allenamenti in vista della ripresa dei campionati. A farsi interprete della protesta il consigliere grillino Paolo Castelli.
 Castelli afferma di avere raccolto già diverse voci di protesta da parte di genitori e allenatori per la situazione del campo, mentre l’assessore allo sport Alberto Covanti dice di comprendere i malumori ma in questo periodo vi sarebbero alternative. «Il campo del lido, che è sterrato, fino allo scorso anno non lo voleva nessuno - spiega Covanti - mentre quest’anno qualche squadra, pur di anticipare la preparazione atletica, ce lo ha chiesto. Purtroppo, essendo un campo in terra battuta, è soggetto al gelo nelle ore notturne e al disgelo in quelle diurne, col risultato di trasformarsi effettivamente in un pantano. Questione di poco ad ogni modo e poi verranno messi a disposizione i campi in erba».
 Sul rettangolo stretto del lido di via Stazione si allenano formazioni dell’Ssv Voran Leifers e del Pool Laives. Dirigente di quest’ultima società è Christian Galassiti, che spiega: «Intanto, provvisoriamente, ci alleniamo al campo del lido con due squadre dato che i due campi in erba in Galizia sono chiusi. Tra una o due settimane al massimo ci hanno garantito che torneranno agibili e allora dovrebbe finire anche il disagio del fango al campo lido. Quest’anno lo abbiamo chiesto pur di iniziare gli allenamenti e di non doverli fare sempre in palestra».
 Non usa quel campo invece il Pineta, che si arrangia diversamente e quindi, Ernesto Gerolimon, dirigente biancoverde, preferisce dribblare la polemica. «Da quanto so io - spiega - il campo del lido lo vogliono usare davvero in pochi, almeno così era fino allo scorso anno».
 Perché i campi in erba siano chiusi è preso detto: anche lì il gelo e il disgelo creano notevoli problemi e un eventuale utilizzo massiccio porterebbe ad un rapido deterioramento del manto erboso. Rimane il campo in erba sintetica, che non soffre questi problemi, ma, stando alle lamentele che Castelli ha raccolto, anche sul sintetico non sarebbe semplice giocare. «Alcuni allenatori - dichiara Castelli - mi hanno spiegato che un paio di settimane fa, effettivamente sono stati dirottati sul campo sintetico, un campo che per metà avrebbe presentato una superficie indurita come cemento dal gelo, scivolosa al punto che qualche giocatore si sarebbe anche fatto male cadendo. Qualche allenatore quindi è venuto da me su tutte le furie, anche per il fatto che in Comune si sta pensando a risolvere i problemi dell’Fc Alto Adige, una società privata, piuttosto che quelli delle società locali che seguono centinaia di giovani calciatori».
 Non sembra esserci rimedio a questa situazione perché se si intende utilizzare il campo sterrato del lido in questo periodo nel quale di giorno inizia a sgelare il terreno, il risultato è quello descritto e a poco serve arrabbiarsi. Gli operai comunali hanno provato a “tirarlo”, ma è chiaro che appena qualcuno entra, si trova in mezzo alla melma e sarà così fino a quando non si sarà asciugato. Il problema semmai è che non esistono adeguate alternative se non il campo in erba sintetica. Qualche vecchio dirigente del calcio locale rimpiange i tempi in cui era disponibile il campo da calcio della caserma Guella, alla periferia sud della città. Ne fecero un uso massiccio, per anni, tante formazioni giovanili. Da qualche anno però l’accordo con la caserma non ha più avuto seguito e così anche il campo in erba piano piano è stato invaso dalle erbacce.
Alto Adige 13-2-11
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domenica, 13 febbraio 2011



«Le nuove regole sul parcheggio penalizzano i residenti»

LAIVES. Trentacinque euro al mese per poter parcheggiare a tempo indeterminato negli spazi a pagamento pubblici sono un’opportunità? Non ne è del tutto convinta Claudia Furlani, consigliere comunale del Pdl. «Potrebbe essere per chi arriva in auto da fuori Laives - dice Furlani - non per i nostri residenti, che avrebbero invece il diritto di tornare a casa per la pausa pranzo trovando la possibilità di parcheggiare nelle immediate vicinanze della propria abitazione. Purtroppo però ci sono vie dove si vedono parcheggi a pagamento perennemente vuoti (ad esempio in via Damiano Chiesa) mentre quelli con le strisce bianche sono sistematicamente occupati anche da non residenti. Tutto questo penalizza i nostri cittadini, che sono costretti a parcheggiare negli spazi blu a pagamento». Claudia Furlani considera che oramai ogni famiglia dispone normalmente di una o due automobili e quindi lancia una proposta: «Facciamo anche a Laives come a Bolzano, dove il Comune concede solo ai residenti la possibilità di parcheggiare nella zona di residenza entro orari prestabiliti e con i bollini colorati. Qui da noi, l’introduzione dell’abbonamento mensile, se può favorire le soste di coloro che arrivano da altre zone e rimangono a lungo, dall’altra però penalizzano i residenti che già faticano a trovare posto vicino a casa». Gli abbonamenti mensili a 35 euro sono l’ultima novità in fatto di parcheggi a Laives. Non sostituiscono gli altri sistemi già esistenti. (b.c.)
Alto Adige 13-2-11
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sabato, 12 febbraio 2011



Incontro tra Di Fede e Tecchiati per la tutela del maso Lewald

LAIVES. Il sindaco Liliana Di Fede ha incontrato il presidente di Italia Nostra Umberto Tecchiati. Durante l’incontro si è parlato di tutela degli insiemi e anche del maso Lewald di San Giacomo. Il primo cittadino di Laives ha garantito che l’elenco degli insiemi da tutelare verrà sottoposto all’esame del consiglio comunale appena possibile. Per quanto riguarda invece maso Lewald, il sindaco avrebbe dato ampie rassicurazioni al presidente di Italia Nostra, spiegando che ancora non c’è un piano di utilizzo dell’area di San Giacomo e che attorno ad essa ci sarà la necessaria riflessione. L’incontro si è chiuso con la garanzia che Italia Nostra sosterrà le iniziative a tutela dei beni storici e artistici di Laives. Tornando a maso Lewald e al verde agricolo che lo circonda, ci sono delle novità che ancora non sono state rese note. In quell’area infatti dovrebbe essere realizzata la parte di cubatura che il Comune ha chiesto di spostare dall’ex magazzino Amonn in centro. La proprietà di questa vasta area sarebbe anche già stata venduta ad un noto architetto locale il quale starebbe predisponendo un piano di attuazione anche per il verde agricolo davanti a maso Lewald. A riguardo poi va anche tenuto presente che il Comune ha in programma lo spostamento di 5.000 metri quadrati di verde dalla zona “Mottironi”, sopra San Giacomo, dove figurava fino allo scorso anno nel puc e con ogni probabilità, questo verde pubblico vedrà la luce nello stesso spazio davanti al maso. (b.c.)
Alto Adige 12-2-11
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sabato, 12 febbraio 2011



Laives - No ad ipocrisie

Dopo la decisione dell’SVP cittadina di dare il via al solo stadio, il nuovo Obmann ha subito precisato: “Con la nostra risoluzione diamo avvio all’iter burocratico, ma ciò non vuol assolutamente dire che ci sia già uno stadio”. Da parte loro i Verdi hanno precisato: “Sì alla cittadella dello sport, a patto che non si limiti al solo stadio dell’Fc-Alto Adige…”, ma subito dopo il consigliere Magagna realisticamente ha dichiarato: “Sarà difficile che il Comune riesca a gestire tutto contemporaneamente…”
Insomma ci pare che anziché la chiarezza invocata da più parti, sia la confusione ad essere in aumento e che tutti cerchino di evitare di rimanere con il cerino in mano. Nessuno sembra intenzionato ad assumersi la responsabilità di dire chiaramente come stiano le cose all’interno della maggioranza e a mettere in atto comportamenti coerenti.
Chiedere ad esempio che la variazione urbanistica comprenda anche biotopo e lido per poterla votare è un modo per prendere tempo: è evidente infatti che, senza un progetto condiviso e in mancanza dei necessari finanziamenti, quelle strutture rimarranno solo sulla carta. È già successo, ad esempio, per le ciclabili e per la riqualificazione di San Giacomo nella passata consiliatura e pertanto non si pensi di ingannare i cittadini con un escamotage piuttosto evidente: la variazione urbanistica, assumendo il punto di vista di chi condiziona lo stadio alla contemporanea realizzazione di altre strutture a servizio della popolazione residente, è invotabile in mancanza di un piano di finanziamento delle opere che si intendono costruire.
Come Comitato per il referendum riteniamo poi che occorra uscire da un’ottica tutta laivesotta che rischia di fare avvitare la discussione su se stessa. Il problema di dare una casa all’FC-Sudtirol non è un problema del nostro comune, ma provinciale e va affrontato tenendo conto dell’offerta di strutture sportive utilizzabili esistenti sul territorio, della situazione in cui oggi si trovano le finanze pubbliche e della necessità prioritaria di interventi a sostegno di chi è colpito dalla crisi. Da questo punto di vista è dunque inammissibile che si sprechino risorse pubbliche quando con una spesa minore, ristrutturando lo stadio Druso, - una struttura già esistente che necessita comunque di interventi e che verrebbe utilizzata anche dal Bolzano-Calcio - sarebbe possibile ottenere lo stesso risultato dando anche risposte alle richieste degli abitanti del quartiere.
Rosario Grasso
Comitato per il referendum contro lo stadio
11/02/2011
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venerdì, 11 febbraio 2011
Pubblichiamo il comunicato  rilasciato dal PDL dopo le decisioni dell'Ortausschuss dell'SVP ed alcuni articoli di stampa

Lunedi sera la Svp di Laives si è riunita per dibattere sulla questione “molto spinosa” della cittadella dello Sport.    Al termine della riunione, il comunicato stampa immediatamente divulgato, che
aveva più il sapore di voler chiudere temporaneamente la polemica, che quello di dare veramente il pensiero emerso, ha avuto come riflesso il fatto di fare ancora meno chiarezza di prima.
   I punti aperti restano i seguenti:
  1. La posizione espressa nel comunicato stampa costituisce un impegno formale e sostanziale a votare la variazione urbanistica, a far decollare il progetto della cittadella, a non fare azioni di ostruzione, oppure, è semplicemente un comunicato tranquillizzante, da dare in pasto alla stampa per evitare l’incremento della polemica in corso, e per togliersi dall’angolo nel quale il partito si era cacciato a Laives?
  2. I consiglieri comunali della Svp, garantiscono unanimemente il voto al progetto?, oppure si riterranno cumunque liberi di votare a loro esclusivo giudizio. In sostanza, quello che ci si chiede è di sapere se il Sindaco avrà una sua autonoma maggioranza di 16 voti, condizione necessaria al fine di poter far passare il progetto. Ribadiamo infatti che il Pdl di Laives non è disposto a fare da stampella ad una maggioranza che non avesse la sua autonomia in termini di voti di consiglio.
  3. Non vi è alcuna disponibilità a votare un progetto che non parli della cittadella nel Suo complesso. Nessun discorso si può aprire su una votazione che riguardi il solo lotto 1, senza che la maggioranza, e in modo particolare la Svp, non abbia dato chiarezza sulla questione del lido.
   A mio parere personale, la maggioranza si trova ancora al palo, e certo la riunione di Lunedi non ha in alcun modo risolto i dubbi sulla questione, anche perchè molti esponenti della stessa Svp si sono precipitati immediatamente dal giorno dopo, in vari contesti, a dichiarare la loro non convinzione al progetto.
   Non possiamo attendere gli eventi, il Sindaco chiarisca immediatamente la questione, e dia precise garanzie se in merito a tale questione c’è o meno una maggioranza.
   Laives non può nicchiare oltre, i tempi sono grandemente maturi.
[Christian Bianchi - Consigliere comunale PdL - Capogruppo]
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venerdì, 11 febbraio 2011



Tageszeitung, 10.02.2011
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venerdì, 11 febbraio 2011



Dolomiten 09.02.2011
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venerdì, 11 febbraio 2011



Cittadella: forti dubbi dei referendari Contadini: sperpero

LAIVES. La strada verso un maggiore consenso nei confronti del progetto di cittadella sportiva in zona Galizia è ancora lunga. Anche all’interno della Svp, che pure ha espresso formalmente un si per il primo lotto che riguarda lo stadio da calcio per l’fc Alto Adige, permangono voci contrarie e non solo da parte degli agricoltori che fanno capo al Bauernbund. Lo ha ricordato il vice Obmann Norbert Paoli parlando di uno “scetticismo” trasversale al partito, ribadendo che la posizione resta invariata: no ad uno sperpero eccessivo di terreno agricolo e una tendenza contraria ai mega progetti di questo tipo. Anche i commercianti sono allineati su questa posizione e starebbero preparando una lettera aperta a tutti i consiglieri comunali per richiamare l’attenzione sui rischi che procurerebbe ai piccoli negozi, la presenza di un centro commerciale accanto allo stadio. Intanto, il Pdl torna a chiedere all’Svp di chiarire la propria posizione ovvero - «se quando ci sarà da votarla, tutta la Stella Alpina sarà a favore oppure no». Per Bianchi insomma, come per il grillino Paolo Castelli, promotore del referendum, rimangono ancora molti dubbi, anche dopo la riunione della Svp a inizio settimana. Dubbi condivisi anche da Rosario Grasso del comitato referendario (b.c.)
Alto Adige 11-2-11
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giovedì, 10 febbraio 2011

L’esito della riunione del parlamentino dell’SVP

L’esito della riunione del parlamentino dell’SVP segna sicuramente un punto a favore dei sostenitori dello stadio. Negarlo sarebbe miope ed intellettualmente disonesto, ma è altrettanto vero che l’esito della vicenda non è ancora per nulla determinato.
Innanzitutto la vittoria ai punti lascia un ampio fronte interno insoddisfatto e, sebbene in quel partito viga una sorta di centralismo democratico per cui tutti solitamente si uniformano alle decisioni prese, non è detto che questa volta sia cosí.
La formulazione uscita dalla riunione è poi suscettibile di diverse interpretazioni, ma soprattutto rilancia la palla a coloro che da sempre hanno condizionato la costruzione della struttura per l’FC-Südtirol, alla contemporanea realizzazione di altre opere ritenute irrinunciabili: Verdi, La civica e la stessa prima cittadina in questo non possono barare. La risoluzione uscita dall’Ortausschuss del partito di raccolta, bene che vada, prevede due fasi: oggi un sí, non sappiamo quanto convinto, allo stadio, in futuro e per il resto si vedrà.
Questo mette in difficoltá, a meno di eclatanti ipocrisie, le forze che hanno puntato sulla cittadella quasi come compensazione ad una struttura privata che sapevano estranea ai bisogni ed alle esigenze dei cittadini di Laives.
Ora, non avendo notizia di dati, ricerche, studi che potrebbero dimostrare inoppugnabilmente la convenienza ad ospitare una struttura ad uso esclusivo dell’FC-Südtirol e che certamente non si appalesa come la soluzione meno dispendiosa per l’impiego di risorse pubbliche in un momento di sofferenza di ampie fasce di popolazione, non comprendiamo né la posizione dell’assessore Covanti, che parla ancora oggi di opportunità irrinunciabile, né da quali presupposti sia scaturita la decisione dell’SVP.
Evidentemente le scelte non vengono prese dopo un percorso di approfondimento, ma rispondendo unicamente ad argomentazioni e pressioni di natura politica.
R. Grasso
Comitato per il referendum contro lo stadio
09/02/2011


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giovedì, 10 febbraio 2011



Cittadella dello sport I Verdi attendono la modifica del Puc

LAIVES. I promotori del referendum contro la cittadella dello sport si chiedono quale sia la posizione dei Verdi, dopo il sì della Svp comunale.
 «La nostra posizione - dice il capogruppo Giorgio Zanvettor -, così come quella della maggioranza ritengo, rimane quella adottata fin dall’inizio: sì alla cittadella dello sport, a patto che non si limiti al solo stadio dell’Fc Alto Adige. Per noi deve andare avanti tutto il progetto nel suo insieme e il primo appuntamento importante in questo senso sarà quello con la modifica del Puc, alla quale daremo l’ok se comprenderà tutto ciò di cui si è detto, ovvero nuovo lido comunale e biotopo, a garanzia che si vada avanti coerentemente».
 Di «un passo dopo l’altro» parla anche il consigliere della “Civica”, Franco Magagna, che esprime «soddisfazione per la svolta Svp. Però non è finita qui e anche noi siamo impegnati affinché tutto vada avanti come stabilito per la cittadella - spiega -. Sarà difficile che il Comune riesca a gestire tutto contemporaneamente, perché si tratta di un progetto molto complesso. Però vogliamo tutto quello che è previsto e credo che un passo alla volta ci arriveremo».
 Primo banco di prova per la cittadella, quello della variazione urbanistica che dovrebbe arrivare in consiglio comunale tra non molto. (b.c.)
Alto Adige 10-2-11
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mercoledì, 09 febbraio 2011



Case di riposo Laives: 320 mila euro

 LAIVES. Anche quest’anno l’amministrazione comunale si farà carico di una parte delle rette di degenza di persone in particolari condizioni economiche ricoverate nelle case di riposo. La giunta ha infatti approvato l’impegno di spesa relativo all’assolvimento da parte del Comune di Laives degli obblighi connessi alle integrazioni economiche a favore di soggetti per cui si renda necessario il ricovero in strutture residenziali. L’importo preventivato è di 320 mila euro, cinque in più rispetto allo scorso anno.
 Ammonta a 379.136 euro la spesa a carico del Comune di Laives per i servizi effettuati dall’amministrazione provinciale presso le scuole cittadine nel corso del 2010. Si tratta dei costi per il pagamento dei bidelli e per le piccole pulizie.
Alto Adige 9-2-11
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mercoledì, 09 febbraio 2011



«Per un giudizio complessivo attendiamo il progetto»

 LAIVES. Hans Joachim Dalsass, il nuovo Obmann dell’Svp di Laives, espressione degli Arbeitnehmer, è stato eletto dai membri del direttivo all’unanimità. Questo è già un buon viatico in vista del lavoro di mediazione che dovrà svolgere dopo le tensioni recenti proprio sul progetto della cittadella dello sport. Dalsass raccoglie il difficile compito di guidare il partito in una fase abbastanza delicata, che ha anche portato alle dimissioni premature da vicesindaco e da Obmann di Georg Forti per una vicenda urbanistica non direttamente legata al progetto. In questo caso però, la Svp ha saputo adottare decisioni tempestive e molto chiare, che anche l’opposizione ha apprezzato.
 «Spero di riuscire a svolgere il mio lavoro nel partito al meglio - dice Dalsass - e la Svp comunque rimane un partito forte e compatto. Certamente è un partito di raccolta, caratterizzato da varie componenti e proprio per questo, sul tema specifico della cittadella dello sport, c’è stato un dibattito anche al nostro interno tra favorevoli, contrari e scettici. È giusto del resto che se ne discuta e ci si confronti se ci sono opinioni diverse - conclude Dalsass -; poi staremo a vedere quando finalmente avremo in mano il progetto vero e proprio. Nel frattempo continuerà anche il confronto nella coalizione di maggioranza».
 La nomina di Hans Joachim Dalsass al vertice del partito locale va letta anche come un’operazione di riequilibrio delle forze all’interno della Stella Alpina comunale.
Alto Adige 9-2-11
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mercoledì, 09 febbraio 2011



«La Svp si esprima sull’intero progetto Adesso il Bauernbund sosterrà il referendum?»

LAIVES. «Massima chiarezza sulla cittadella”: lo chiede il Pdl alla Svp anche dopo il sì allo stadio. «Siamo contenti che finalmente qualcosa si definisca - spiega Christian Bianchi, consigliere del Pdl - anche se questo tiramolla è durato troppo e certamente anche la Svp, come tutta la maggioranza, ne esce con le ossa rotte e con una brutta figura anche di fronte alla Provincia. Il progetto della cittadella fa parte del programma di maggioranza e, nonostante ciò, è stato messo a lungo in discussione. Per questo non possiamo che essere contenti se poi arriveranno anche a votare il progetto complessivo della cittadella. Ci preoccupa il silenzio che è calato sulla vicenda dopo i primi due incontri del tavolo di lavoro al quale abbiamo partecipato. Chiediamo alla Svp di dirci con assoluta chiarezza, una volta per tutte, cosa pensa del progetto e come si comporterà il Bauernbund che lo ha sempre osteggiato: si affiancherà ai promotori del referendum?». (b.c.)
Alto Adige 9-2-11
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mercoledì, 09 febbraio 2011



A breve  in Comune il testo del quesito referendario sulla cittadella dello sport

LAIVES. Il via libera alla cittadella da parte della Svp ha convinto ancor più i promotori del referendum ad accelerare i tempi per arrivare alla consultazione popolare.
 «Penso che a breve presenteremo in Comune il testo del quesito referendario sulla cittadella dello sport - dichiara Paolo Castelli, consigliere “grillino” che insieme ad altri ha promosso il referendum -. Lo faremo anche perché, da quanto si è capito, il via libera Svp intanto fa esclusivamente riferimento allo stadio e non a lido e biotopo, che pure sono parte integrante del progetto della cittadella. Mi chiedo insomma se con il sì allo stadio si allontani invece la proposta per avere il nuovo lido e un biotopo in zona Galizia. Se così fosse, voglio proprio vedere cosa diranno ad esempio i Verdi, che hanno subordinato il loro benestare alla cittadella proprio alla garanzia che insieme allo stadio procedano anche lo spostamento del lido e la realizzazione del biotopo. Voglio infine vedere come si comporterà anche il consigliere della lista “La civica”, Franco magagna, che pure ha sempre sostenuto la cittadella completa in tutte le sue strutture, non solo con lo stadio per l’Fc Alto Adige».
 I promotori del referendum insomma continuano nella marcia che dovrà portare alla consultazione popolare sul progetto della cittadella, sicuri di contare su un consenso molto ampio. (b.c.)
Alto Adige 9-2-11
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mercoledì, 09 febbraio 2011



Stadio di Laives, avanti tutta

BRUNO CANALI

LAIVES. Il via libera allo stadio da parte della Svp fa tirare un sospiro di sollievo a tutta la maggioranza. Il sindaco Liliana Di fede dice che era fiduciosa, anche se in realtà, nell’incertezza delle scorse settimane si profilava una crisi pericolosa. Contento anche il presidente dell’Fc Alto Adige, Walter Baumgartner, ansioso di stringere i tempi per poter iniziare quanto prima la costruzione del nuovo stadio. Sarà difficile vedere il cantiere per fine anno, come ha chiesto Durnwalder, ma quello che conta è che adesso la strada è spianata.
 «Ero fiduciosa che tutto si sarebbe risolto per il meglio nonostante le polemiche - dice Liliana Di Fede -, ora possiamo andare avanti. Primo passo a breve, la predisposizione dello studio di fattibilità e la sua approvazione. I tempi in questo caso dipendono dall’ingegner Concer, che sta elaborando la documentazione necessaria. Ritengo comuqnue difficile che si possa arrivare ai primi lavori entro sei mesi, proprio perché vi sono tempi tecnici fissati per legge e non sono tempi comprimibili. Penso alla fase degli espropri ad esempio, così come a quella degli appalti e relative gare».
 L’Obmann Dalsass, uscendo dalla riunione della Svp, ha sottolineato che il partito si è limitato ad analizzare il primo lotto della cittadella, quello appunto che riguarda stadio e relative infrastrutture. Non si è parlato quindi di lido nuovo e di biotopo, che pure dovrebbero rientrare nel progetto complessivo della cittadella. «Anche per questi - rassicura il sindaco - c’è l’accordo di coalizione, semmai l’oggetto del contendere era lo stadio dell’Fc Alto Adige. Per noi la cittadella rimane composta di tutti gli elementi e vogliamo portarli avanti in contemporanea».
 Il presidente Baugartner a sua volta parla di «decisione necessaria», quella adottata dalla Svp l’altra sera, altrimenti, continua, «non sarebbe più stata sostenibile la prosecuzione del progetto. Doveva decidere Laives e, a quanto pare, anche la coalizione di maggioranza in questa maniera è salva. Per quel che concerne la tempistica, so che a Laives stanno comunque lavorando al progetto e che la prossima settimana la giunta dovrebbe pronunciarsi sulla variazione del Puc. Adesso non ho modo di dubitare che andremo avanti e sono soddisfatto per l’evoluzione delle cose. Erano 4 anni che ci lavoravamo e sarebbe stato veramente un problema dover magari incominciare da capo».
 L’attenzione adesso si sposta verso gli aspetti tecnici: il prossimo nodo da risolvere saranno gli espropri di verde agricolo in zona Galizia.
Alto Adige 9-2-11
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martedì, 08 febbraio 2011



Cittadella: la Svp dice sì al nuovo stadio

BRUNO CANALI
LAIVES. La Svp elegge il suo nuovo presidente e dice di sì al primo lotto dei lavori per la cittadella dello sport, ovvero allo stadio. Questo l’esito della direzione convocata ieri, con Hans Joachim Dalsass che subentra al dimissionario Georg Forti come Obmann.
 E’ stata una riunione lunga e complessa, quella di ieri. Conclusasi poco prima delle undici di sera. Il delicato nodo della cittadella, progetto osteggiato da una parte della Stella alpina, si è risolto con la vittoria del partito dei favorevoli. «Abbiamo deciso - spiega il neopresidente della Svp, espressione degli Arbeitnehmer e attuale consigliere comunale - di affrontare per ora il primo lotto del progetto, che riguarda la costruzione del nuovo stadio. Su questo abbiamo espresso parere favorevole».
 Non si è invece discusso degli altri lotti, ovvero lo spostamento del lido e la realizzazione di un biotopo.
 «Il sì giunto ieri è una base di partenza. In futuro seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione», così Dalsass che ha preso il posto del dimissionario Georg Forti (Bauernbund), riequilibrando anche i pesi delle correnti interne al partito, visto che alla potente ala dei contadini resta comunque la vicepresidenza con Norbert Paoli e l’assessorato all’urbanistica con Georg Zelger.
 Ieri sera il direttivo ha anche deciso che Sieglinde Fauster sarà la delegata di Laives nella direzione provinciale del partito.
 Alla direzione di ieri sera si era giunti preso atto della spaccatura del partito sul progetto della cittadella, con due schieramenti contrapposti: da una parte i contadini del Bauernbund, dichiaratamente contrari non allo stadio in sé, quanto ad una “cittadella dello sport” così com’è stata presentata negli ultimi mesi, vale a dire con il sacrificio di molti ettari di terreno attualmente coltivato, anche per fare spazio al previsto centro commerciale; dall’altra l’ala economica, convinta - come il sindaco Di Fede, il Pd ed altri settori della maggioranza - che la cittadella dello sport costituisca viceversa una grande occasione per lo sviluppo economico e sociale della città.
 Lo stesso Obmann Norbert Paoli, reggente dopo le dimissioni di Georg Forti, aveva peraltro lasciato intendere che lo scontro sul progetto interno al suo partito sarebbe trasversale, andrebbe cioè al di là dello schema “naturale” che vede il Bauernbund a difesa del territorio e l’ala economica più attenta a cogliere tutte le occasioni di sviluppo.
 Una spaccatura che, fino a ieri, era apparsa insanabile. A nulla erano valsi gli appelli giunti, ad esempio, da Franco Magagna, consigliere della lista di maggioranza “La Civica” di Pineta, che aveva richiamato la Svp al fatto che il progetto era stato inserito nel programma delle liste che hanno sostenuto la candidatura del sindaco Liliana Di Fede: «Se la Svp non lo rispetta, siamo pronti a trarne le conseguenze», aveva detto Magagna.
Alto Adige 8-2-11
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lunedì, 07 febbraio 2011



Pagine del Corriere dedicate allo stadio

Stadio a Laives, Durnwalder stringe i tempi
Il presidente: si decida entro sei mesi o lo faremo altrove. Domani il vertice Svp


Domenica 6 Febbraio, 2011
CORRIERE DELL' ALTO ADIGE
BOLZANO— «Abbiamo messo a disposizione del Comune di Laives un finanziamento di ben 11 milioni di euro. Ora però devono decidere entro sei mesi, otto al massimo, altrimenti dovremo cercare delle alternative» . Quello del presidente della Provincia Luis Durnwalder è un vero e proprio ultimatum alla giunta guidata da Liliana Di Fede (Pd), da tempo alla ricerca di una non facile convergenza interna sul progetto della cittadella dello sport in zona Galizia. Oltre al nuovo stadio dell’Fc Alto Adige e agli annessi campi di allenamento, l’ambizioso progetto prevede anche un’area commerciale. Nei mesi scorsi la Provincia aveva siglato un’intesa con il Comune per la concessione di un sostanzioso contributo che consenta di realizzare la struttura, ma il progetto stenta a decollare. «Ora a Laives si devono decidere — ha detto Durnwalder— e il Comune deve chiarire tutte le questioni ancora aperte di sua competenza, a cominciare dagli espropri di terreno, e avviare la realizzazione concreta del progetto. lavori devono partire perché da un lato l’Fc Alto Adige necessita in tempi brevi di uno stadio adeguato e dall’altro non possiamo permetterci di tenere ben 11 milioni di euro accantonati in eterno a questo scopo. La giunta è favorevole al progetto di Laives, ma se non viene presa una decisione entro mezzo anno, allora inizieremo a pensare alle alternative» . Che in realtà è solo una: la ristrutturazione e l’ampliamento dello stadio Druso di Bolzano. L’ultimatum del presidente Durnwalder, che già nelle ultime settimane aveva sollecitato il Comune di Laives ad accelerare i tempi, è stato lanciato ieri a margine dell’inaugurazione della nuova sede del Comitato provinciale della Figc, in via Buozzi 9, a pochi passi dalla Fiera. Se durante gli interventi ufficiali sia Durnwalder che il sindaco Spagnolli non hanno toccato l’argomento, al termine della cerimonia il Landeshauptmann ha chiarito la sua posizione, mentre il primo cittadino del capoluogo si è limitato a osservare: «Ritengo che la soluzione migliore sia proprio quella di costruire la cittadella dello sport a Laives. Il Druso resta un’opzione secondaria, perché gestire l’afflusso di pubblico per le partite casalinghe sarebbe molto più complesso nella città capoluogo, per non parlare del disagio che verrebbe creato ai residenti della zona. Però siamo comunque disponibili a discutere di ampliare il Druso, qualora dovesse saltare il progetto di Laives» . In una recente intervista, il presidente Durnwalder era tornato proprio sull’opzione dello stadio Druso. Nel sollecitare una maggiore collaborazione tra palazzo Widmann e comune di Bolzano, Durnwalder aveva osservato: «Non vedo perché dobbiamo andare a Laives per dotare l’Fc Südtirol di uno stadio. Noi avremmo potuto risanare il Druso, che avrebbe potuto essere usato anche da altre squadre. Invece così non è stato» . La parola, dunque, passa ora al comune di Laives. Domani è in programma una riunione del direttivo della Svp di Laives, che si preannuncia decisiva: il partito (in giunta esprime un terzo degli assessori) è infatti diviso. La potente corrente che rappresenta i contadini del Bauernbund, in particolare, è infatti contraria al progetto. Il vicesindaco Svp Bruno Ceschini, assessore ai lavori pubblici e al patrimonio, non vuole sbilanciarsi: «Solo lunedì, dopo la riunione del nostro direttivo potrò dire quale sia la posizione ufficiale del partito» . Non solo all’interno della Stella alpina, ma anche in maggioranza non c’è ancora un accordo. Tanto che poche settimane fa, il consigliere di maggioranza della lista «La Civica» , Franco Magagna, favorevole alla cittadella, aveva parlato addirittura di «serio rischio di dover tornare addirittura alle urne» .
Luigi Ruggera

Südtirol, sciolto il nodo della sede Abete: «Da Bressanone a Bolzano»

Domenica 6 Febbraio, 2011
CORRIERE DELL' ALTO ADIGE
BOLZANO — Dopo anni di attesa, dovrebbe arrivare la prossima settimana il trasferimento della sede legale dell’Fc Alto Adige da Bressanone a Bolzano. Il presidente della Figc Giancarlo Abete ieri ha infatti assicurato: «Il trasferimento della sede è un problema pressoché risolto e sarà formalizzato nei prossimi giorni» . Le parole del numero uno del calcio italiano hanno quindi rassicurato i vertici della squadra biancorossa e hanno un significato importante anche nell’ottica della realizzazione del nuovo stadio. Negli ultimi dieci anni, infatti, l’Alto Adige ha sempre giocato al Druso, perché si tratta dell’unico impianto in provincia a poter ospitare partite del calcio professionistico. Avendo però la sede a Bressanone (l’Fc è stato infatti fondato nel 1995 sulle ceneri dell’Sv Milland), finora la società ha sempre dovuto chiedere degli speciali permessi alla federazione. In merito alla necessità di un nuovo stadio, Abete si è limitato a ricordare: «Il problema degli stadi è ormai strutturale in Italia» . Abete ha poi elogiato il movimento calcistico altoatesino: «La realtà del territorio è viva ed inoltre potete vantare un grande rigore nella gestione economica delle società, che non fanno mai il passo più lungo della gamba. Da questo punto di vista il calcio altoatesino è un esempio per il resto d’Italia» . Al riguardo Abete ha ricordato il progetto di riforma dei campionati dilettanti: dopo i fallimenti di 21 società a inizio stagione si punta ad un ridimensionamento (l’idea è di creare un’unica categoria con 60 squadre divise in tre gironi). Alla cerimonia di inaugurazione della nuova sede del comitato provinciale della Figc, erano presenti anche il presidente della Lega dilettanti Carlo Tavecchio e il presidente provinciale Karl Rungger. In mattinata si era svolta l’assemblea ordinaria del comitato, nella quale si è tra l’altro discusso della futura autonomia dei due comitati di Bolzano e Trento, a partire dal luglio 2012. L. R.

Bianchi duro «Vicenda assurda»

Domenica 6 Febbraio, 2011
CORRIERE DELL' ALTO ADIGE
BOLZANO— Duro attacco del capogruppo del Pdl a Laives, Christian Bianchi , nei confronti della giunta e in particolare della Svp. In questi ultimi giorni — scrive Bianchi in una nota — la questione della cittadella sta assumendo dei connotati inverosimili. Un progetto fortemente voluto dalla Provincia, dal presidente dell’Fc Alto Adige, dall’ex Obmann di Laives Georg Forti, all’improvviso crolla. Il dualismo delle varie componenti della Svp locale ha del ridicolo, dopo che questa amministrazione si è esposta per oltre tre anni assumendosi degli impegni in tal senso. Due mesi fa, quando la giunta di Laives ha firmato un accordo vincolante con la Provincia, la Svp avrebbe dovuto dichiarare le sue difficoltà ad accogliere progetto. Invece ha giocato a nascondino: una posizione inaccettabile, che dimostra come la maggioranza sia allo sbando. Se la Svp non dovesse garantire chiarezza, il sindaco dovrebbe dare le dimissioni»
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lunedì, 07 febbraio 2011



Cittadella dello sport: oggi incontro decisivo dei vertici Svp

LAIVES. Potrebbe essere una giornata decisiva per il progetto della cittadella sportiva in zona Galizia. Questa sera, infatti, la Svp di Laives si troverà con l’obiettivo di esprimere una posizione comune e definitiva sull’opera. E l’esito dell’incontro è tutt’altro che scontato visto che da tempo le varie anime della Stella Alpina stanno esprimendo posizioni anche profondamente diverse e non è chiaro quale possa alla fine prevalere. Una situazione che - al di là delle tranquillizzanti dichiarazioni del sindaco Liliana Di Fede - rischia di mettere in difficoltà anche la tenuta della maggioranza.
 A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato nelle ultime settimane anche il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, che ha chiaramente detto di non aver intenzione di aspettare in eterno: o l’amministrazione comunale decide in tempi brevi che intenzioni ha sullo stadio, oppure gli 11 milioni di euro già stanziati verranno dirottati altrove.
 Sono soprattutto due i fronti che si muovono contro il progetto della cittadella. Il primo è quello costituito dal Bauernbund, ben rappresentanto all’interno del consiglio comunale. I contadini di Laives temono che la cittadella possa avere, in termini di espropri, un impatto rilevante sulla campagna. Timori sono stati espressi anche sulla viabilità.
 Ci sono poi, sul fronte dei contrari, i commercianti, che nel centro commerciale annesso alla cittadella vedono un pericoloso concorrente. Un parere positivo dell’Svp riporterebbe il sereno sulla giunta. Una posizione negativa rischia di avere conseguenze impreviste.

Alto Adige 7-2-11
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domenica, 06 febbraio 2011


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domenica, 06 febbraio 2011



Cittadella dello sport, domani la Svp decide sul contestato progetto

BRUNO CANALI
LAIVES. Sono giorni decisivi per il progetto della cittadella sportiva ie per la sopravvivenza della giunta comunale. Domani, infatti, la Svp dovrebbe decidere la linea da seguire e in base a questa scelta si regoleranno anche i partner di maggioranza. Escluso invece un sostegno dall’opposizione.
 Una Svp divisa domani sera dovrà “contarsi” e decidere il destino del progetto di cittadella. Come ha già avuto occasione di spiegare il vice Obmann Norbert Paoli, nulla è scontato perché esiste un’opinione contraria e trasversale a tutte le anime della Sammelpartei.
 Questa incertezza sul grande progetto della cittadella, che si trascina oramai da tempo, sta creando anche nervosismo tra i partner di maggioranza della Svp: il sindaco Liliana Di Fede ostenta tranquillità, ma il consigliere Roberto Ceol (Pd) non nasconde critiche al Bauernbund, così come Franco Magagna (La Civica) bacchetta la Svp, che intenderebbe proporre, a suo giudizio, una modifica del progetto di cittadella per fare in maniera che qui a Laives semmai vengano esclusivamente i campi di allenamento per l’Fc Alto Adige, mentre lo stadio vero e proprio dovrebbe rimanere a Bolzano. «Si tratta di una ipotesi che anche la Svp sa bene come sia insostenibile - tuona Magagna - quindi si prepara, insieme agli esponenti della sua lista, ad inviare seimila lettere alle famiglie di Laives per spiegare lo stato di fatto e le prospettive in caso di un si o un no alla cittadella».
 In questa situazione difficile, qualche esponente di maggioranza fa quattro conti e guarda all’opposizione per trovare sostegno, forti del fatto che il centrodestra è favorevole alla cittadella dello sport. La doccia fredda però arriva dal consigliere del Pdl Christian Bianchi: «Certo che siamo a favore della cittadella come principio - spiega - ma la nostra disponibilità serve per portare avanti il miglior progetto possibile. Se poi la maggioranza non sarà in grado di trovare anche i voti per farlo passare non conti sui nostri: Svp e Verdi, insieme a Pd e Idv, debbono assumersi le proprie responsabilità. Il sindaco sappia che questa nostra posizione non sarà oggetto di trattativa e se la Svp non garantirà chiarezza, non si attenda dal Pdl una ciambella di salvataggio. Dovesse accadere, credo che il sindaco dovrebbe rassegnare le dimissioni, prendendo atto della totale incapacità di tenere assieme cocci di una maggioranza divisa su tutto».
In questo quadro lacerato intanto il comitato per il referendum contro lo stadio sta preparando le fasi successive alla raccolta firme.
Alto Adige 6-2-11
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domenica, 06 febbraio 2011



Visione del Masterplan relativo all’impianto aeroportuale

 LAIVES. A qualche giorno dalla presa di posizione contraria all’ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo, il sindaco Liliana Di Fede ha incontrato l’assessore Thomas Widnmann. Lo ha fatto assieme ad amministratori di Bronzolo, Vadena e Bolzano per prendere finalmente visione del Masterplan relativo all’impianto aeroportuale. «Ce lo hanno presentato - dichiara il sindaco di Laives - e così abbiamo avuto modo di ottenere anche ulteriori informazioni che non conoscevamo. Fin qui noi come giunta abbiamo espresso un parere contrario al progetto di ampliamento della pista in direzione sud, e adesso, con i nuovi elementi a disposizione potremo approfondire la questione». Il problema principale legato a questo eventuale ampliamento è determinato dalle fasce di rispetto per ragioni di sicurezza, fasce che, proprio verso sud, incidono sul territorio comunale di Laives e in parte minima anche su quello di Vadena. Su Laives ad esempio graverà la fascia principale, quella che imporrà maggiori limitazioni anche di carattere urbanistico e seppure quasi tutto il territorio a sud dell’aeroporto sia terreno agricolo, con le fasce di rispetto, per parecchia superficie non sarà più possibile costruire alcunché.
Alto Adige 6-2-11


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sabato, 05 febbraio 2011



LAIVES: ORMAI LA SINDACA E’ PRONTA A SOSTENERE TUTTO – LE SUE DIMISSIONI SI AVVICINANO

Che in questi sei mesi ci si sia ormai abituati a vedere di tutto, mi pare sia evidente ai più, e che ci si sia resi conto di avere un sindaco capace di sostenere tutto e il contrario di tutto, anche.
In questi ultimi giorni la questione della cittadella sta assumento dei connotati quantomai ridicoli e inverosimili.
Ma come, un progetto fortemente voluto dalla Provincia, dal suo presidente Durnwalder, dal presidente del Calcio Alto Adige (ex capogruppo in provincia della Svp e oggi rientrato in consiglio), dall’ex Obmann di Laives Georg Forti, dove il Sindaco di Laives si è sempre dichiarata convinta del pieno appoggio
della Svp locale, nutrendo invece dei dubbi magari da altre componenti della sua maggioranza, tutto all’improvviso crolla.

Il dualismo delle varie componenti della Svp locale ha del ridicolo, dopo che questa amministrazione si è esposta per oltre 3 anni assumendosi degli impegni in tal senso.
Ma perchè, due mesi fa, quando la giunta di Laives ha firmato una sorta di accordo vincolante con la provincia di Bolzano, che contiene l’impegno alla realizzazione della cittadella, in cambio della erogazione degli 11 milioni, la Svp non si è palesemente esposta nel dichiarare la sua difficoltà. Perchè il Bauernbund, che incide per il 50% sia ne consiglieri presenti che nella giunta, ha giocato a nascondino fino ad oggi? Dove è finito quel partito, la Svp appunto, che una volta assunte le decisioni non si ritratta più?
Tale posizione è assolutamente inacettabile, e dimostra tutti limiti di una maggioranza allo sbando, che in questi ultimi sei mesi ne ha combinate di tutti i colori.
Il Sindaco sappia che, e questa nostra posizione non è oggetto di trattativa, che se la Svp non garantirà chiarezza nel voto unanime, non si potrà aspettare una ciambella di salvataggio da parte del gruppo del Pdl.
Se questo dovesse accadere, la sindaca dovrà dare le sue dimissioni e prendere atto della totale incapacità a tenere insieme cocci di una maggioranza ormai spaccata su tutto.
E su questo non saremo disposti a trattare.
Christian Bianchi – Capogruppo PDL
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sabato, 05 febbraio 2011



La Civica: lettere alle famiglie in favore del progetto cittadella

LAIVES. Lunedì, con ogni probabilità, il direttivo della Svp deciderà le sorti della cittadella in zona Galizia. Ma anche i partner di maggioranza si stanno mobilitando. La lista “La Civica annuncia una campagna di informazione tra i cittadini. «Distribuiremo seimila lettere alle famiglie - dice il consigliere Franco Magagna - per informarle su quanto sta avvenendo, nella speranza che si crei un movimento di opinione in grado di incidere e riportare tutti alla necessaria ragionevolezza». La Civica è favorevole infatti alla cittadella, che ritiene una «opportunità irripetibile per Laives», messa in discussione da almeno una parte della Svp. Magagna condanna perciò quelli che chiama «interessi di piccolo cabotaggio espressione di scarsa lungimiranza e di diffidenza verso il nuovo», ricordando ai contadini del Bauernbund che i terreni in zona Galizia, se non si farà la cittadella, non avranno più lo stesso valore. La Civica auspica una riflessione che vada oltre la salvaguardia di qualche pianta di melo. (b.c.)
Alto Adige 5-2-11
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sabato, 05 febbraio 2011



A Pineta 54 alloggi per il ceto medio

BRUNO CANALI

 LAIVES. Prima in provincia, Laives avrà 54 appartamenti per il ceto medio. Verranno realizzati tutti tra la zona Toggenburg 1 e la Toggenburg 2, a Pineta. Il programma lo ha illustrato l’altra sera il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini parlando di “sicurezza sociale”.
 «Gli alloggi per il ceto medio, sia in affitto a rotazione per 10 anni che a riscatto - ha spiegato Tommasini - fanno parte del programma aggiuntivo che la Provincia ha elaborato per riuscire ad aumentare la quota di appartamenti di proprietà come forma di sicurezza sociale. Gli alloggi per il ceto medio comunque non sostituiranno quelli in cooperativa così come tutte le altre tipologie di agevolazioni provinciali sulla casa ma si affiancheranno a quanto già esiste».
 Il programma prevede la realizzazione di mille alloggi in provincia, per due tipi di contratti: in affitto a rotazione per 10 anni a canone provinciale oppure a riscatto, con acquisto rateizzato. «Per Laives, il vantaggio è quello di avere già da tempo previsto la possibilità degli alloggi per il ceto medio e così adesso si tratterà esclusivamente di progettarli e costruirli. La zona indicata è quella Toggenburg a Pineta, dove già stanno nascendo alcune cooperative edilizie - continua Tommasini -. Prevediamo 30 alloggi da affittare a rotazione e altri 24 a riscatto rateale. Queste tipologie di appartamenti non sono per tutti e anzi, a seconda del reddito e del tipo di famiglia, sarà opportuno scegliere tra cooperative tradizionali, alloggi a rotazione e a riscatto. Quelli da affittare a rotazione verranno costruiti dall’Ipes; quelli a riscatto invece dalle cooperative e in questo caso è prevista una convenzione con la Provincia e quindi anche la facoltà per i Comuni di stabilire a chi dovranno essere riservati. Noi pensiamo a giovani e coppie con non più di 40 anni».
 La scelta, come ha spiegato il vicepresidente, dipende dal tipo di famiglia e di reddito. Sostanzialmente, un alloggio da riscattare ratealmente converrebbe a chi non ha un grande capitale iniziale. Queste famiglie potranno comunque entrare in possesso dell’alloggio pagandolo a rate, con il vantaggio che, ad esempio, il mutuo bancario lo stipuleranno solo dopo 10 anni durante i quali hanno pagato le rate. Altro vantaggio del riscatto è che già dall’inizio si conosce l’entità del riscatto dopo 10 anni, a seconda anche delle quote pagate in più del minimo previsto. Infine, si ha immediatamente la proprietà dell’alloggio. Potranno ambirvi anche coloro che magari sono già iscritti in una cooperativa e attendono la casa.
 Gli alloggi in affitto a rotazione per un massimo di 10 anni invece sarebbero indicati maggiormente per giovani coppie che potranno trovare sistemazione pagando affitti accessibili rispetto al mercato immobiliare privato. Questo in teoria dovrebbe anche agevolare la coppia nell’accantonamento di soldi con i quali poi eventualmente andare ad acquistare una casa.
 Durante la serata di informazione, Tommasini ha anche fatto esempi concreti di finanziamenti, costi e contributi a seconda delle varie fasce di reddito. Per un redito di seconda fascia pari a 1.730 euro mensili (stiamo parlando di ceto medio), aderendo al programma del riscatto un appartamento di 73 metri quadrati (100 convenzionali) verrà a costare 200 mila euro. Tolto il contributo provinciale (42.656 euro) sono 157.344 euro. L’acconto è 39.336 euro, la rata mensile ammonterebbe a 750 euro, somma ritenuta abbordabile appunto per il ceto medio.
  Alto Adige 5-2-11
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venerdì, 04 febbraio 2011


Che il ruolo dell’SVP, nel bene e nel male sia decisivo, non è scoperta di questi giorni: la formazione della giunta prima ed il caso Forti poi ne sono un esempio lampante.
Quando i rappresentanti del partito etnico hanno preteso oltre all’urbanistica anche i lavori pubblici nessuno si è scandalizzato; quando a risarcimento del torto subito con la vicenda del segretario comunale è stata modificata la pianta organica inserendo alcune figure dirigenziali da assegnare al gruppo linguistico tedesco, nessuno si è stracciato le vesti; ci sembra dunque fuori luogo oggi, che quello stesso partito o comunque buona parte dei suoi esponenti si mettono di traverso ai progetti di un pezzo della maggioranza, meravigliarsi o minacciare una crisi.

Che vi sia una subalternità accettata o subita da chi da tempo ha scelto di governare con un partner così ingombrante non è cosa nuova, tanto che, da sempre, quello che conta è il suo programma.
La capacità poi di questo partito di affrontare e risolvere i problemi si traduce spesso in una sorta di tacito accordo, che demanda ai suoi organi statutari ogni decisione salvo poi farla passare per una scelta comune concordata in maggioranza.

Sulla questione stadio sarà dunque l’Ortausschuss del partito etnico a decidere, ma i comitati di cittadini hanno svolto una funzione di sensibilizzazione e di informazione che, se non va sopravvalutata, non va nemmeno disconosciuta.

Attendiamo dunque con interesse le decisioni che scaturiranno dalla riunione del prossimo lunedì, pronti eventualmente a coinvolgere i cittadini in una scelta che non potrà essere demandata ai soli partiti.


R. Grasso
Comitato per il referendum contro lo stadio



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venerdì, 04 febbraio 2011



 «Area camper zona produttiva Vurza senza servizi»

LAIVES. Mozione del consigliere di Unitalia, Tonino Gencarelli, per chiedere migliorie nell’area di via Olivetti, alla zona produttiva Wurza, dove il Comune di Laives ha predisposto il ricovero dei camper. Proprio qualche giorno fa la giunta ha anche stabilito le tariffe per l’anno corrente e si tratta di 80 euro per quattro mesi oppure 210 per tutto l’anno. Secondo Gencarelli però, mancano i servizi essenziali per questo genere di aree, vedi uno scarico per i liquami e l’attacco per poter caricare acqua potabile. Il consigliere comunale di Unitalia afferma di parlare a nome di diverse decine di camperisti locali i quali, pur apprezzando la possibilità di avere uno spazio dove parcheggiare a tempo indeterminato i camper, lamentano però di essere comunque privi delle dotazioni minime. L’area in questione è proprietà provinciale. (b.c.)

Alto Adige 4-2-11
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giovedì, 03 febbraio 2011



Mobilità: grillini con il sindaco

LAIVES. Le parole del sindaco Di Fede sulla stazione per S.Giacomo e contro l’allungamento della pista aerea verso Laives, hanno incontrato il favore del consigliere grillino, Paolo Castelli: «Su queste basi - afferma Castelli - supporteremo il sindaco nell’iniziativa atta a migliorare la mobilità. Noi del Movimento 5 stelle non siamo e non saremo mai oppositori per principio ma anzi, svolgeremo un ruolo di sostegno alla giunta comunale nei casi in cui ci sono aspetti fondamentali, idee serie e ben concepite, trasparenza e innovazione».
Alto Adige 3-2-11
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giovedì, 03 febbraio 2011



Sulla cittadella la Svp è spaccata

M. DI GIANGIACOMO
LAIVES. Il progetto dello stadio che a Laives dovrebbe ospitare le partite dell’Fc Alto Adige e della cittadella sportiva (e commerciale) che dovrebbe sorgergli attorno vivrà lunedì prossimo una tappa importante, forse decisiva. Perché più dell’opposizione del comitato referendario che fa capo alla lista civica Laives Futura, Laives Pro Leifers, Freiheitlichen e RifondaLaives, più della dichiarata contrarietà dei commercianti, più dello scetticismo delle centinaia di cittadini che hanno preso parte alle assemblee pubbliche e deI distinguo dei Verdi, sulle sorti della zona ricreativa tanto cara a certa economia tedesca peserà ovviamente la posizione della Volkspartei cittadina. Che lunedì sulla cittadella farà appunto la “conta”. E che si arrivi ad un voto il cui esito è tutt’altro che scontato è molto probabile. Se è chiara, infatti, l’opposizione al progetto del Bauernbund, forte del fatto che il progetto emerso negli ultimi mesi sarebbe molto diverso da quello inserito nel programma concordato con il sindaco Di Fede e liberi quindi da vincoli di coalizione, l’orientamento delle altre “anime” (ala economica, ala sociale, donne, giovani) è tutto da verificare. L’Obmann stesso, Norbert Paoli, parla di «partito spaccato».
 IL BAUERNBUND. Il Bauernbund ha chiarito a più riprese, anche nei giorni scorsi, la sua opposizione al progetto così com’è stato presentato negli ultimi mesi. «Non siamo contrari per principio e, anzi, ricordo che avevamo dato l’assenso al progetto iniziale - ha spiegato il presidente, Florian Pfeifer -. Quello che si è poi sviluppato è una cosa diversa e nel programma di coalizione non sta scritto che doveva essere così, ma solo della cittadella. Respingo anche l’accusa che noi difendiamo esclusivamente i nostri interessi, perché oltre al Bauernbund, da quello che si vede, ci sono diverse altre categorie e cittadini che la pensano nello stesso modo e manifestano grande scetticismo di fronte alle prospettive che stanno maturando con gli sviluppi che, lo ribadisco, non erano quelli del progetto iniziale».
 Una puntualizzazione che Pfeifer ha sottolineato anche in riferimento alle minacce di crisi di giunta avanzate dal consigliere della lista “La Civica” di Pineta Franco Magagna, che faceva appunto riferimento al programma di coalizione: «Se il consigliere Magagna ritiene che ci siano i presupposti per una crisi, faccia come meglio crede», aveva aggiunto Pfeifer.
 IL DIRETTIVO. Il direttivo della Svp di Laives è composto da 15 membri che vengono eletti dagli iscritti al partito. Oltre a loro nel direttivo Svp siedono, per regolamento, anche eventuali responsabili di vari settori con diritto di voto, così come entrano i consiglieri comunali, ma questi ultimi senza diritto di voto, salvo che non siano candidati del direttivo. Tra le possibilità previste poi c’è anche quella di cooptare referenti di San Giacomo e Seit La Costa. E quando si discutono temi importanti a livello comunale, come la cittadella ad esempio, i due referenti di San Giacomo acquisiscono diritto di voto.
 Per quanto riguarda la rappresentanza delle correnti, attualmente in consiglio comunale c’è il Bauernbund, con l’assessore all’urbanistica Georg Zelger e il consigliere Elmar Filippi. Al Bauernbund farebbero riferimento anche Silvia Clementi, che è una studentessa, e l’avvocato Robert Tezzele. Il vicesindaco Bruno Ceschini e il consigliere Hans Joachim Dalsass sono degli Arbeitnehmer, mentre Christof Inama è dell’ala economica. Sieglinde Niederstätter Fauster, vicepresidente del consiglio comunale, così come Silvia Clementi, sono anche rappresentanti delle donne Svp e la loro è una presenza “trasversale” alle correnti, così come quella dei giovani.
 L’OBMANN PAOLI. «Attualmente la situazione è questa - spiega l’Obmann Norbert Paoli - con metà partito fermamente contrario, e da tempo, allo stadio da calcio. È una contrarietà più che ferma a questo punto e che prende spunto da tanti aspetti, non solo quelli economici o di terreni da espropriare. Possiamo parlare intanto di un’opposizione abbastanza trasversale tra le varie correnti e non solo da parte dei rappresentanti del Bauernbud, perché, essendo un tema così importante per Laives, ognuno farà le sue valutazioni personali. Posso solo accennare intanto al fatto che anche tra i rappresentanti Svp di San Giacomo c’è una quota di contrari, così come tra i nostri giovani. C’è poi un’altra metà del partito che invece ancora non ha preso una posizione definitiva e ufficiale e quindi, lunedì vedremo cosa succederà».
 Anche dalle parole dell’Obmann Paoli, insomma, si capisce che in seno alla Sammelpartei, sulla cittadella e sullo stadio da calcio in particolare, sussistono opinioni abbastanza diverse: l’opposizione non è circoscritta ai Bauernbund, ma è piuttosto trasversale a tutte le varie anime che compongono la Svp. Per questo, sarà inevitabile che si arrivi alla votazione per poi trasferire anche in consiglio comunale, quando sarà il momento, una posizione univoca da parte del partito di raccolta del gruppo linguistico tedesco.
(ha collaborato Bruno Canali)  
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mercoledì, 02 febbraio 2011

Mentre la prima cittadina con l’appoggio del vicepresidente della giunta provinciale si ingegna a trovare qualcosa di appetibile per indorare la pillola dello stadio, indiscrezioni di stampa parlano di un definitivo probabile affossamento del progetto da parte dell’SVP cittadina.  Si aprirebbero così le porte alla ristrutturazione dello stadio Druso ed alla costruzione dei soli campi di allenamento nella nostra città.

La conseguenza immediata sarebbe un considerevole risparmio di denaro pubblico e l’apertura di uno scenario molto più favorevole per il futuro della nostra città.

Come comitato per il referendum troviamo la soluzione ipotizzata non solo condivisibile, ma auspicabile in quanto, sgombrato il campo dallo stadio, è possibile aprire un dibattito sul futuro di quella zona che andrebbe restituita alla città.

Costruire dei campi di allenamento per il Suedtirol non confligge con gli interessi di Laives che invece ne potrebbe ricavare un’ampia zona di verde sportivo-ricreativo immediatamente fruibile da tutti. Un percorso salute, una ciclabile, il piccolo biotopo già previsto a compensazione della variante in tunnel, un campo polifunzionale per la pallacanestro e la pallavolo, un parco giochi, e quant’altro alla fantasia di amministratori e cittadini venisse in mente, sono tutte cose che potrebbero trovare posto accanto ai campi per la società brissinese.

Un’amministrazione accorta dovrebbe prendere atto di questa realtà e adoperarsi da subito per dare corpo ad una vera cittadella dello sport a partire dalle esigenze delle società sportive locali, non solo calcistiche. In cambio del terreno per i campi di allenamento non è impensabile ottenere almeno una parte di queste strutture assai meno costose di quelle oggi preventivate.

Occorre però un fattivo coinvolgimento dei cittadini e degli operatori del settore e mirare alla creazione di un’area di raccordo tra gli abitati di Laives e Pineta, facilmente fruibile e raggiungibile anche dagli abitanti di San Giacomo.


Rosario Grasso
Comitato per il referendum contro lo stadio


TAGESZEITUNG 30-31.01.2011
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mercoledì, 02 febbraio 2011



«I contadini hanno una posizione equivoca» sul progetto della cittadella sportiva

LAIVES. In seno alla Volkspartei comunale è iniziato il confronto sul progetto della cittadella sportiva in zona Galizia. Oramai è evidente anche all’esterno della Sammelpartei che coesistono due anime ben distinte: da una parte sicuramente i rappresentanti del Bauernbund che non vogliono lo stadio da calcio e dall’altra le altre componenti del partito, più possibiliste.
Come era stato preventivato fin dalle dimissioni da vicesindaco e Obmann Georg Forti, in questa fase un peso notevole, se non addirittura determinante, nel partito, ce l’hanno proprio i contadini, rappresentati dall’assessore ai lavori pubblici Georg Zelger e, sui banchi del consiglio, da Elmar Filippi. Obmann attualmente è Norbert Paoli, altro esponente del Bauernbund e perciò sarà un bel lavoro arrivare ad una indicazione univoca e chiara sul progetto per la cittadella.
 Intanto anche all’opposizione non rimane che un ruolo di spettatore e lo sottolinea Christian Bianchi (Pdl) chiedendo alla Svp di chiarire quale sia la posizione sulla cittadella per capire se ci sarà eventualmente una maggioranza in sede di votazione. «La chiarezza sull’effettiva posizione della Svp - dice Bianchi - ci permetterà una volta per tutte di capire se le posizioni contrarie manifestate fuori dal consiglio dal Bauernbund, siano effettivamente tali anche per i suoi esponenti in aula o solo un semplice tentativo di aumentare il prezzo di esproprio dei terreni agricoli necessari. La maggioranza farebbe bene a chiarire questo, perché - conclude Bianchi - per far passare il progetto dovrà contare sui propri voti. Al Bauernbund invece diciamo che non può continuare a giocare su due tavoli contemporaneamente». (b.c.)
Alto Adige 2-2-11
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mercoledì, 02 febbraio 2011



I negozianti: verde in via Kennedy

BRUNO CANALI
 LAIVES. La riqualificazione di via Kennedy è uno dei piatti forti del programma di giunta. Il “sogno” degli amministratori comunali sarebbe quello di realizzarla per quando sarà percorribile la variante in galleria, a fine 2013. E i commercianti di via Kennedy, quali aspettative hanno?
 «Entro quest’anno - dice il sindaco Liliana Di Fede - approveremo il piano traffico, base dalla quale capire anche come dovremo gestire i flussi quando verrà aperta la variante in galleria che toglierà buona parte del traffico da via Kennedy e operare le prime scelte da portare avanti. Il prossimo anno invece contiamo di iniziare con i primi elementi fondanti relativi alla riqualificazione della strada. La collaborazione con la Provincia per la riqualificazione commerciale è già cominciata».
 Riqualificazione quindi, per recuperare vivibilità lungo tutto il centro cittadino e cercare di rilanciarlo, anche commercialmente. Ma cosa ne pensano i diretti interessati, vale a dire i commercianti affacciati su via Kennedy?
 «Non possiamo che parlarne bene - spiega Roby De Tomas, di Fiori Berger - e se mi dicono riqualificazione, penso ad un centro più vivibile, con verde, panchine e soluzioni che privilegino i pedoni più che le auto. Trovo carino ciò che è stato fatto già alla periferia sud di San Giacomo. Semmai ricordo che ci era stata promessa la rotatoria all’incrocio tra via Kennedy e via Sottomonte. Spero che il cambio di vicesindaco non sia costato l’accantonamento dell’idea. Noi che abitiamo lì, dobbiamo correre ogni giorno pericoli a causa proprio della viabilità all’incrocio. Per quanto riguarda i parcheggi in centro, vedo che ancora poca gente utilizza quello sotto la “Crosara”; il Comune potrebbe pensare a qualche soluzione in accordo con il privato».
 Per Fabrizio Tabiadon, del panificio Innerkofler, la riqualificazione di via Kennedy dovrebbe essere simile a quella iniziata a San Giacomo: «Con restringimento della carreggiata a favore della ciclabile e poi verde e panchine per favorire le passeggiate lungo i marciapiedi a misura di mamma e bambino. Probabilmente non sarà semplice realizzare una ciclabile lungo via Kennedy, visti gli spazi disponibili - conclude Tabiadon - e guardo con invidia a quello che è stato fatto davanti a Pineta».
 «Marciapiedi, ciclabile, verde e arredo urbano adeguato», anche per Mara Casamassima, della rosticceria Pizza Service. «Sono vent’anni che siamo qui su via Kennedy e veramente ne abbiamo viste di tutti i colori. Manca anche una piazza e certamente i posti macchina pubblici sono pochi, ma probabilmente se si toglieranno le auto dalla strada, forse basteranno».
 Per Roberto Giuriato di Ottica Leitner, «dal punto di vista commerciale l’asse è via Kennedy, dove siamo da 18 anni. Sarebbe interessante, con la riqualificazione in programma, riuscire a farla diventare un passaggio tranquillo per la gente. Penso a qualcosa di simile ai vialoni lungo il mare nelle località balneari, con adeguato arredo urbano, che richiamano tanta gente grazie alla possibilità di camminare e guardarsi in giro tranquillamente. Non è male ciò che è stato fatto a San Giacomo, che è certamente più piacevole rispetto a prima. Sono convinto del resto che Laives, più che richiamare clienti da altre località, dovrebbe puntare a mantenere qui quelli locali. Questo si ottiene offrendo un servizio sempre migliore e lo sperimento io stesso ogni giorno con chi arriva in negozio».
Alto Adige 2-2-11
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martedì, 01 febbraio 2011



Nella  scuola  di San Giacomo le finestre non sono arrivate

 LAIVES. «Passa il tempo, ma ancora non si vede la finestra promessa dall’amministrazione comunale nel container dove fanno lezione alcune classi elementari italiane di san Giacomo». A lamentarsi sono i consiglieri del Pdl Claudia Furlani e Daniele Inguscio, che auspicano una soluzione rapida perché all’interno del grande container, purtroppo, la luce naturale sarebbe troppo scarsa e quindi i bambini debbono fare lezione sempre con la luce artificiale accesa.
 «Ancora prima del “gioioso taglio del nastro” per l’inaugurazione ai primi di dicembre - continuano Furlani e Inguscio - era prevista l’installazione di alcune finestre, ma finora non si è concretizzato nulla. Visto che uno dei presunti fiori all’occhiello dell’amministrazione sarebbe la qualità dei servizi, per questo specico problema siamo in ritardo e speriamo di non dover vedere un film già visto, con l’immobilismo in materia di lavori pubblici, come è avvenuto anche in passato, ad esempio con l’ampliamento della mensa scolastica di Laives».
 L’assessore Bruno Ceschini ha garantito recentemente che si provvederà ad installare ulteriori finestre: il ritardo è determinato da contrattempi burocratici con Bolzano, la scuola è in consorzio. (b.c.)
Alto Adige 1-2-11
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martedì, 01 febbraio 2011



Case al ceto medio, Tommasini spiega il progetto

LAIVES. Gli alloggi per il ceto medio stanno per diventare realtà anche a Laives. Progetti, criteri di assegnazione e procedure verranno illustrati giovedì alle 20 nella sala del teatro Filodrammatici Gino Coseri dal vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini, affiancato dal sindaco Liliana Di fede e dall’assessore Alberto Covanti. «Per gli alloggi del ceto medio - spiega proprio Tommasini - già siamo in fase di progettazione per realizzarne 35 circa nella zona Toggenburg 1 a Pineta. Saranno alloggi che poi verranno affittati a rotazione, per 10 anni, ad un canone che non sarà quello dell’Ipes ma quello fissato dalla Provincia. Dovrebbero quindi essere messi a disposizione di giovani coppie con meno di 40 anni d’età e quindi, una volta pronti questi alloggi, verrà fatta la graduatoria per le assegnazioni. C’è poi anche una seconda possibilità che prevederemo, quella degli alloggi, sempre per il ceto medio, da affittare per 10 anni e quindi prevedere la possibilità del riscatto, un riscatto che non passerà comunque per l’Ipes ma attraverso le cooperative».
 Grazie alla disponibilità della zona Toggenburg (1 e 2) proprio Laives è stato uno dei primi Comuni ad avviare il discorso degli alloggi per il ceto medio. Lo aveva fatto Christian Tommasini appena entrato in giunta provinciale, puntando appunto sullo spazio di Pineta. Giovedì sera quindi illustrerà a fondo le prospettive che si stanno aprendo con gli alloggi per il ceto medio e sarà per tutti l’occasione di conoscere a fondo questa nuova possibilità. (b.c.)
Alto Adige1-2-11
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martedì, 01 febbraio 2011



Sabato sera la linea 2 è un discobus

BRUNO CANALI
LAIVES. Un sabato sera come tanti, quello passato. Dopo le 23.30 fa molto freddo in piazza Stazione a Bolzano. Alla fermata degli autobus, mescolati a parecchi giovani, ci sono anche l’assessore Dario Volani, che segue proprio le politiche giovanili per il Comune di Laives, e il delegato comunale alla Sasa, Paolo Zenatti. «Vogliamo verificare la situazione dopo gli ultimi fatti di cronaca», spiegano.
 Dopo l’episodio di violenza che si era verificato sull’ultima corsa notturna della linea 2 tra Bolzano e Laives, si era rischiata addirittura la soppressione della corsa.
 «Intanto abbiamo visto che la Sasa ha fatto montare le telecamere per la videosorveglianza all’interno dell’autobus - dicono Volani e Zenatti - e questo dovrebbe rappresentare un deterrente».
 La prima “sorpresa”, sabato notte, è stata la quantità di passeggeri diretti a Laives. «In effetti non me lo aspettavo - dichiara l’assessore Volani - sembrava di essere sull’autobus che alla mattina porta i ragazzi a scuola. L’età è più o meno quella. Seconda sorpresa, la stragrande maggioranza di questi ragazzi non erano diretti a casa ma alla discoteca “Cheope” di Pineta. Per il ritorno, ci hanno spiegato, si sarebbero serviti degli “shuttle” dealla discoteca».
 Volani e Zenatti hanno deciso di condividere quest’ultima corsa del sabato sera con i ragazzi proprio per vedere cosa succede sull’autobus. «L’idea - continua Volani - era quella di osservare per poi pensare anche a qualche progetto che coinvolga i giovani e le istituzioni. Certo, abbiamo anche voluto capire se, effettivamente, vi siano così grossi problemi di sicurezza ma ci è sembrato tutto tranquillo. È chiaro ad ogni modo che in situazioni di affollamento basta una scintilla, ma dobbiamo anche stare attenti ad esagerare, perché un singolo episodio non può certo giustificare la soppressione di una linea che viene utilizzata molto dai ragazzi».
 Per quanto riguarda il ritorno, come detto è la discoteca ad organizzare il servizio di trasporto dei ragazzi. «Quando si è provato - dice ancora l’assessore Volani - abbiamo verificato che l’istituzione di un autobus pubblico non ha funzionato. Evidentemente le discoteche sono più flessibili e conoscono meglio gli orari dei ragazzi che le frequentano. Direi che questo non può che far piacere anche a noi. Semmai direi che sarebbe da sensibilizzare ancora di più i giovani affinché, quando vanno in discoteca e fanno le ore piccole, magari alzando anche un po’ il gomito, utilizzino questi mezzi per tornare a casa invece delle auto private. In conclusione, abbiamo tratto un’impressione positiva, con tanti ragazzi, anche molto giovani, che si divertono senza problemi».
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lunedì, 31 gennaio 2011



Ribadito il no alla pista più lunga

MASSIMILIANO BONA
LAIVES. Secco no all’allungamento della pista dell’aeroporto, ritenuto «troppo impattante», e sì alla previsione della stazione dei treni a San Giacomo: questa è la posizione del sindaco Di Fede, che sul Masterplan non rinuncia a rifilare una stoccata alla Provincia: «Non ci è mai stato consegnato il documento».
 Il Masterplan dell’aeroporto (presentato circa un mese fa in giunta provinciale) è stato illustrato nei giorni scorsi dall’assessore provinciale Thomas Widmann e dal direttore dello scalo Mirko Kopfsguter a Cortina all’Adige, in Bassa Atesina, dove erano presenti quasi tutti i sindaci e gli amministratori della Volkspartei del Comprensorio. Non altrettanto è stato fatto per Laives, come si evince dalle dichiarazioni di ieri del sindaco Liliana Di Fede. «Al Comune di Laives il piano di sviluppo dell’aeroporto di Bolzano non è mai stato consegnato, quindi ogni sua analisi è sicuramente prematura. Ma di certo non possiamo che guardare con estremo favore alla realizzazione della stazione ferroviaria a San Giacomo».
 Visto che lo scalo bolzanino si trova in parte anche sul territorio del Comune di Laives il sindaco Di Fede non rinuncia comunque a fare una valutazione sul piano di sviluppo dell’aereoporto.
 «Da quello che ho avuto modo di leggere sulla stampa - puntualizza Di Fede - a parte la dibattuta questione dell’allungamento della pista (in realtà si tratta del ritorno alla lunghezza iniziale di circa 1.450 metri), il piano prevederebbe diversi altri interventi, tra cui la realizzazione della stazione ferroviaria proprio davanti al terminal dei passeggeri. La fermata dei treni a San Giacomo è sempre stata una soluzione auspicata dal Comune di Laives per dare una risposta alle esigenze di mobilità degli abitanti della frazione. Questa consentirebbe infatti un collegamento rapido con la città di Bolzano e di conseguenza un alleggerimento del traffico su via San Giacomo». Quanto alla possibilità di adeguare la pista «l’amministrazione guarda con preoccupazione a questa ipotesi, perché essa andrebbe ad impattare sul nostro Comune».
 Anche gli altri Comuni della Bassa Atesina temono, come detto, l’adeguamento della pista, tanto che Rosa Thaler - dopo aver ricordato l’esito della mediazione del 2007 - ha preannunciato una presa di posizione pubblica della Svp del Comprensorio per febbraio. Relatori della serata, svoltasi nel nuovo centro Curtinie, sono stati erano il direttore dello scalo di San Giacomo e l’assessore Widmann. Nel corso della discussione è stato illustrato il Masterplan dell’aeroporto, la cui elaborazione si è resa necessaria per il rilascio della concessione per la gestione dello scalo. Il Masterplan prevede - tra le altre cose - un terminale per i passeggeri, un hangar aggiuntivo per Air Alps, più parcheggi e un potenziamento della sicurezza. «L’aeroporto - ha spiegato Widmann - appartiene in larga misura allo Stato, che finora ha prolungato la concessione solo di anno in anno. Grazie al Masterplan speriamo di ottenere un permesso pluriennale. Se non dovesse essere rinnovata la concessione bisogna mettere in conto un aumento dei voli sportivi e militari».
 È seguita una discussione piuttosto vivace con interventi “pro“ e “contro“ l’adeguamento della pista. È intervenuto quindi l’Obmann comprensoriale Oswald Schiefer che si è soffermato anche sugli altri macrotemi legati al trasporto pubblico, a partire dal servizio Citybus. «Funziona bene, ma dovrebbe essere potenziato soprattutto a Laghetti e Sella. Sosteniamo inoltre il progetto per un tram in Oltradige, a prescindere dalla soluzione tecnica che sarà adottata».
Alto Adige 31-1-11
 
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domenica, 30 gennaio 2011



Un liceo dello sport alla cittadella dello sport di Laives

MASSIMILIANO BONA
LAIVES. «A rilanciare il progetto della cittadella potrebbe essere il liceo dello sport»: ad affermarlo è stato ieri Esio Zaghet, preside dell’Istituto Toniolo, a cui il vicepresidente della giunta Tommasini ha fatto una proposta in tal senso. Servirebbero campi, palestra e una foresteria per ospitare gli studenti.
 Il liceo della comunicazione Toniolo è ospitato dal 2004 in via Fago a Bolzano, nella vecchia sede della Croce Bianca. «Ma si tratta - spiega Zaghet - di una sistemazione provvisoria e la soluzione prospettata da Tommasini e condivisa dal sindaco Di Fede è interessante. Un ’offerta formativa di un certo spessore, legata allo sport ma che di fatto sarà un liceo scientifico, potrebbe attirare anche alunni da fuori provincia. L’unico ostacolo, in questo momento, sarebbe la mancanza di una foresteria per ospitare i ragazzi più giovani. Laives potrebbe prevedere una sorta di campus, sul modello americano o anche scandinavo, con campi e palestra dove far allenare gli studenti. Per la cittadella potrebbe essere indubbiamente un plusvalore».
 Zaghet non è nemmeno spaventato dal possibile trasferimento del liceo da Bolzano a Laives. «Basterebbe potenziare le corse degli autobus e poi la nostra struttura, anche come spazi, non avrebbe nulla da invidiare al liceo per gli sport invernali di Malles o a quello di Vipiteno».
 Tra l’altro Zaghet e la campionessa olimpica Antonella Bellutti, che cura i rapporti con le società sportive di appartenenza degli studenti, sono stati di recente all’Acqua Acetosa, nella zona Nord di Roma, su invito del Coni, per illustrare l’indirizzo sportivo avviato con successo dall’anno scolastico 1999/2000. «È piaciuto soprattutto il fatto di riuscire a mettere gli allievi al centro del progetto, cosa che finora non è stato possibile fare nemmeno nella capitale. Il nostro istituto, per come è strutturato, è più di ispirazione mitteleuropea o scandinava. Nei Paesi centro-settentrionali del vecchio Continente, infatti, i licei sportivi sono realtà consolidate, mentre in Italia faticano a radicarsi».
 Il modello proposto dal Toniolo (innovativo in ambito nazionale) funziona e tra breve, nell’ambito della riforma scolastica, si trasformerà in liceo di scienze applicate allo sport. Per Laives, sulla carta, si tratta di una chance da cogliere al volo, di un’opportunità forse irripetibile. «Solo il 10% degli alunni che frequentano questo indirizzo poi diventano sportivi professionisti. Gli altri proseguono gli studi e frequentano l’università e questo è anche il principale obiettivo dei genitori dei ragazzi». Il vicepresidente della Provincia sembra aver visto lontano: per dare maggiore «appeal» alla cittadella più che i negozi chiesti dall’Fc Alto Adige serve forse il liceo dello sport.
Alto Adige 30-1-11
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domenica, 30 gennaio 2011



Di Fede: la pista dell'aeroporto di San Giacomo - Bolzano non va allungata

 BOLZANO. Il futuro dell’aeroporto è legato all’approvazione del masterplan. L’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann, dopo averlo presentato in giunta, lo sta illustrando ai Comuni. A Laives la reazione è stata tiepida: il sindaco Liliana Di Fede da una parte ha espresso soddisfazione per la previsione della fermata ferroviaria a San Giacomo («è una richiesta che abbiamo sempre portato avanti anche noi»), mentre non piace l’adeguamento della pista, che la Provincia vorrebbe riportare alla lunghezza originaria di 1.406 metri: «L’allungamento sarebbe troppo impattante», afferma il sindaco di Laives.
Alto Adige 30-1-11
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sabato, 29 gennaio 2011



Sulla cittadella: non aspetteremo in eterno «Il cantiere entro dicembre»

BRUNO CANALI
LAIVES. Un anno di tempo per iniziare con la costruzione della cittadella, altrimenti Laives dovrà dire addio agli 11 milioni di euro garantiti dalla Provincia. Parola del governatore altoatesino Luis Durnwalder. «Entro la fine del 2011 - ha spiegato ieri il presidente della giunta - il cantiere deve esere stato approntato, altrimenti quel denaro sarà destinato ad altre finalità. L’Fc Alto Adige non può aspettare in eterno».
Una delegazione della lista di maggioranza “La civica”, ha fatto vista a Durnwalder per sentirsi confermare che il presidente è comunque intenzionato a rispettare l’autonomia dei comuni.
“Durnwalder ci ha anche detto che siamo molto combattivi - afferma il consigliere della la civica, Franco Magagna - e del resto noi crediamo nel progetto della cittadella, a differenza dei contadini del Bauernbund”.
E qui si innesca la polemica con Florian Pfeifer, presidente del Bauernbund, che l’altro giorno aveva confermato tutta la perplessità della sua categoria in merito alle prospettive che accompagnano il progetto di cittadella in zona Galizia. Perplessità legate alle superfici da espropriare, alla viabilità futura, ai reali costi dell’opera e al centro commerciale che affiancherà lo stadio da calcio per l’Fc Alto Adige.
 “Continuiamo a essere negativamente sorpresi - dicono - per le modalità con cui alcune componenti politiche di Laives affrontano il tema della cittadella, progetto che fa parte del programma di questa amministrazione comunale”.
Franco Magagna poi ne ha anche per il Bauernbund che a suo parere “non solo non affronta il nodo progettuale della cittadella sul quale tutti, maggioranza ed opposizione, si sono impegnati nella ricerca delle soluzioni migliori, ma ritiene di potersi prendere anche la libertà di mettere in campo puerili provocazioni politiche. Quando il presidente del Bauernbund afferma, rivolto a La civica, che se il consigliere Magagna vuole la crisi faccia pure, riteniamo che sbagli due volte. Il primo errore è strettamente politico perchè riteniamo indecente che un partito di maggioranza (non certo noi) crei i presupposti per una crisi, ben sapendo i riflessi negativi che avrebbe sul Comune. Il secondo errore è che alle critiche il Bauernbund non aggiunge proposte, credendo con supponenza - come alcuni componenti dei commercianti, non certo tutti - che questa sia la strada per tutelare i propri interessi”.
Franco Magagna quindi ribadisce che i terreni agricoli interessati dalla cittadella sarebbero tutt’altro che pregiati, come emerso anche dai recenti carotaggi e che invece la cittadella porterete una valorizzazione del territorio. Un riferimento viene fatto anche alle recenti parole del vice presidente provinciale Christian Tomamsini, che ha ventilato la possibilità di trasferire proprio alla cittadella il liceo sportivo “Toniolo”, ora a Bolzano
“Senza lo stadio - conclude magagna - null’altro verrebbe realizzato lì; né lido e né biotopo. Rimarrebbe solo campagna e poco pregiata e significherebbe un ristagno per Laives se non addirittura una recessione. Se i contadini si sentono così estranei al progredire della città, farebbero bene a cambiare leadership o farsi da parte”.
Intanto si profila anche uno scenario alternativo e in tal senso ha già chiesto chiarimenti il consigliere grillino Paolo Castelli, promotore del referendum contro la cittadella. «Finora - dice Castelli - nella documentazione comunale dove si parlava di cittadella si aggiungeva che era un’area di interesse comunale. Da ultimo ho rintracciato una delibera dove invece si parla di zona di interesse sovracomunale e non vorrei che fosse un’escamotage per vanificare il referendum».
Alto Adige 29-1-11
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venerdì, 28 gennaio 2011



È già molto cliccato il consiglio online

LAIVES. Diversi cittadini hanno già cliccato sul sito internet ufficiale del Comune di Laives per vedere il nuovo servizio (primo a livello provinciale) delle sedute di consiglio on line. In questa maniera chiunque, stando comodamente davanti al computer, il giorno dopo la seduta, può verificare ciò che è successo durante le tre ore o più di riunione in municipio. Unico problema tecnico, che comunque verrà sistemato, l’impossibilità di visionare spezzoni del lungo filmato. Se con il mouse si cerca infatti di saltare qua e là, il risultato è quello di far ripartire dall’inizio il filmato.
 «Con la trasmissione via internet delle sedute di consiglio comunale - spiega l’assessore Sara Endrizzi - speriamo possa aumentare anche la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica comunale. L’allestimento di questo servizio, che pone Laives all’avanguardia in provincia, è stato possibile grazie alla collaborazione di Brennercom, della ditta Syspem (che ha in hosting il video delle sedute) e della 3P Technologies per l’audio».

Alto Adige 28-1-11
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venerdì, 28 gennaio 2011



Bauernbund: no alla cittadella

LAIVES. Franco Magagna, consigliere comunale della lista “La civica”, ha paventato una crisi politica se dovesse continuare l’ostracismo anche del Bauernbund (ben rappresentato in consiglio) verso il progetto della cittadella sportiva in zona Galizia. A stretto giro di posta ribatte Florian Pfeifer, presidente dell’associazione che riunisce gli agricoltori di lingua tedesca: «Noi non siamo contrari per principio al progetto della cittadella, ma se il consigliere Magagna ritiene che sia crisi, faccia come meglio crede».
 Pfeifer quindi puntualizza: «Non siamo contro per principio e anzi, ricordo che avevamo dato l’assenso al progetto iniziale. Quello che si è poi sviluppato è cosa diversa e nel programma di coalizione non sta scritto che doveva essere così, ma solo della cittadella. Respingo anche l’accusa che noi difendiamo esclusivamente i nostri interessi, perché oltre al Bauernbund, da quello che si vede, ci sono diverse altre categorie e cittadini che la pensano nello stesso modo e manifestano grande scetticismo di fronte alle prospettive che stanno maturando con gli sviluppi che, lo ribadisco, non erano quelli del progetto iniziale».
 Pfeifer aggiunge poi che anche per il Bauernbund «ben vengano eventuali proposte per rilanciare il commercio locale e per risparmiare terreno prezioso. Se poi, come detto, il consigliere della la civica pensa che queste siano motivazioni per uscire dalla maggioranza, ovviamente è libero di farlo».
 Ricordiamo che, analogamente al Bauernbund, anche i comemrcianti sono molto scettici nei confronti del progetto dello stadio, così come tutti coloro che hanno firmato per arrivare all’indizione di un referendum contro lo stadio da calcio. (b.c.)
Alto Adige 28-1-11
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venerdì, 28 gennaio 2011



Caso Forti: respinta la censura contro il sindaco Di Fede

 LAIVES. La maggioranza del consiglio comunale ha respinto l’ordine del giorno che “censurava” il sindaco Liliana Di Fede per come ha affrontato e gestito la questione urbanistica al centro del caso che ha portato alle dimissioni di Georg Forti da vice sindaco. Il primo cittadino si è difeso dalle accuse spiegando che in questa fase propedeutica, nella quale oltretutto la bozza del Puc doveva rimanere riservata, l’esecutivo comunale non aveva ancora analizzato le proprietà catastali delle possibili aree sulle quali si potrà poi edificare nei prossimi 10 anni. Lo aveva fatto invece il consigliere Paolo Castelli (Lista civica 5 stelle) “scoprendo” che una delle zone a possibile vocazione edilizia sarebbe proprio quella che in parte appartiene al figlio dell’ex vicesindaco. «Comunque - hanno spiegato in aula alcuni esponenti di maggioranza - l’area in questione, che si trova accanto a via Andreas Hofer, è quella che meglio si presterebbe ad essere trasformata in zona abitativa e questo lo si è sempre saputo, a prescindere da chi ne siano i proprietari».
 Il confronto comunque non è terminato, perché Paolo castelli nel frattempo ha già presentato una mozione nella quale chiede che venga straliciata dal futuro Puc proprio l’area a valle della città. (b.c.)
Alto Adige 28-1-11
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giovedì, 27 gennaio 2011



Discarica abusiva in zona Vurza

LAIVES. I carabinieri del Noe di Trento e della stazione di Laives hanno scoperto in zona Vurza una discarica abusiva. Su un terreno di circa 500 metri quadrati erano depositati vecchi copertoni d’auto, materiale da demolizione edile e altri rifiuti di plastica, legno e metallo. Il Comune di Laives ha provveduto alla bonifica della zona. Sono in corso delle indagini per risalire ai responsabili. Dopo una prima verifica è risultato che l’area è di proprietà di una ditta di Cornedo all’Isarco. I militari dell’Arma intendono ora intensificare i controlli non solo in zona.

Alto Adige 27-1-11
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giovedì, 27 gennaio 2011



Gagliardini: rifiuti, tanti incivili

 LAIVES. La caotica situazione nella quale, durante le festività natalizie, si sono trovate alcune isole per la raccolta dei rifiuti, è approdata in consiglio comunale attraverso un ordine del giorno dell’opposizione. L’assessore Dino Gagliardini non si è “nascosto dietro un dito” ma ha ammesso che, effettivamente, ci sono dei problemi, in particolare con il sistema “Gaia” in zona 46.
 Ad onor del vero va anche aggiunto che Gagliardini non ha responsabilità per questo, essendo in carica solo da pochi mesi e gliene hanno dato atto anche i consiglieri di opposizione, che invece on hanno risparmiato critiche ai predecessori.
 «Occorre una svolta - ha dichiarato il consigliere Christian Bianchi (Pdl) - uniformando una volta per tutte i vari sistemi di raccolta che abbiamo sul territorio, stabilendo su quali puntare in base al funzionamento dimostrato».
 Gagliardini ha elencato una serie notevole di malfunzionamenti che si registrano periodicamente con le isole interrate, in particolare con i sistemi “Gaia”, che si sono dimostrati nel tempo i più problematici e delicati. “Punteremo alla semplificazione dei sistemi - ha garantito l’assessore - e sostituiremo quelli più problematici e vetusti con i “Poettinger”, che si sono dimostrati invece più affidabili e robusti. Purtroppo la situazione verificatasi durante le festività recenti è anche dovuta ai malfunzionamenti e al fatto che per questi, la macchina non avvertiva automaticamente (come invece dovrebbe fare) i tecnici incaricati di intervenire entro 45 minuti dalla segnalazione. Va aggiunto che anche gli utenti comunque, con i loro comportamenti scorretti e spesso incivili, contribuiscono a questi malfunzionamenti». (b.c.)
Alto Adige 27-1-11
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giovedì, 27 gennaio 2011



Caso Forti: nuove accuse al sindaco

BRUNO CANALI
LAIVES. Due ordini del giorno, uno sul deposito di idrocarburi alla zona produttiva Vurza e l’altro sul cosiddetto “caso Forti”, hanno impegnato a lungo, e a tratti anche aspramente, il consiglio comunale.
 Per il deposito di idrocarburi che la Provincia vorrebbe consentire nella zona Vurza di sua pertinenza, l’ordine del giorno della maggioranza (Franco Magagna) è stato approvato all’unanimità. Il consiglio comunale ha detto no all’insediamento e una lettera in tal senso già oggi dovrebbe essere spedita in Provincia e alla Bls. Se poi, come sembra probabile, si dovesse fare comunque, la raccomandazione sarà quella di adottare tutti gli accorgimenti per garantire massima sicurezza, anche contro inquinamenti accidentali.
 Ben più duro invece il confronto sul “caso Forti”: la discussione è andata avanti fino a tarda sera. A promuoverla l’ordine del giorno del Pdl, dove si esprime «forte censura nei confronti dell’operato del sindaco e incredulità a fronte delle sue dichiarazioni che, alla luce dei fatti, risultano non corrispondenti alla verità».
 In sostanza, l’opposizione intera non crede che, come ha dichiarato Liliana Di Fede, lei e la sua giunta, da maggio - quando una prima bozza del Puc è stata depositata in municipio - non abbiano mai verificato a chi appartengono le due aree di espansione proposte, una delle quali, a Laives, comprende anche i famosi ottomila metri del “caso Forti”.
 Drastico anche il giudizio del consigliere “grillino” Paolo Castelli, il primo a sollevare il caso dopo avere avuto visione della bozza, che ha presentato una mozione per stralciare quei terreni dal nuovo Puc.
 Per Marco Franceschini (Lega Nord) la scelta delle aree potrebbe essere stata “pilotata”.
 Liliana Di fede si è difesa dicendosi «amareggiata per aver visto messa in dubbio la sua buonafede». Quanto alla bozza del Puc, ha spiegato che è ad una fase talmente embrionale che ancora nessuno si è preoccupato di andare a verificare chi sono i proprietari delle aree indicate. «Questo si farà alla fine - ha detto il sindaco - e mi fa specie che documenti ancora riservati come questi siano stati resi pubblici».
Alto Adige 27-1-11
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mercoledì, 26 gennaio 2011


"La civica minaccia la crisi e chiede il rispetto del programma” - titolava  l'Alto Adige.
Di sicuro - ci siamo detti - il motivo sarà la mancanza di trasparenza sul caso Forti e sul PUC o il mancato coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che contano o, ancora, la preoccupazione per l'abitato di Pineta a cui non è stato garantito uno sviluppo armonico e che in poco tempo vedrà aumentare la sua popolazione senza che si sia pensato ad un adeguamento dei servizi con il coinvolgimento dei suoi abitanti.
La pietra dello scandalo è invece lo stadio e qualcuno penserà che finalmente il consigliere Magagna, riprendendo i dubbi che l'allora Comitato Civico Pineta aveva adombrato, si sia reso conto che uno stadio a poche decine di metri da un abitato non è cosa del tutto auspicabile.
Invece scopriamo che le divisioni all’interno alla maggioranza rischiano di far vincere il buon senso e di allontanare da Laives un’opera che nasce al di fuori del suo territorio e che risponde ad interessi estranei a quelli dei suoi cittadini.
Ed è proprio questa possibilità che irrita il neo-consigliere che si scaglia contro gli oppositori di questo progetto parlando di “gretto l’egoismo di quanti, pur di tutelare i propri interessi personali, nulla farebbero per il bene della città, che così rimarrebbe priva di prospettive
Non comprendiamo a chi si riferisca l’incauto consigliere, ma i sospetti di curare i propri interessi personali sono finora caduti all’interno della sua maggioranza e, ad oggi, nessuno è riuscito a dissolvere i dubbi che si sono addensati quantomeno sulle procedure seguite.
Farebbe bene dunque, invece di offendere le persone accusandole di disonestà, a spiegare pubblicamente come possa auspicare un risparmio di terreno senza ridurre la parte pubblica del progetto, - per cui manca tuttora qualsiasi ipotesi di finanziamento - e come intenda intervenire, in una situazione di libero mercato, per garantire la sopravvivenza nel tessuto urbano dei negozi di vicinato.
Rosario Grasso
Comitato per il referendum sullo stadio
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mercoledì, 26 gennaio 2011



A Laives la nuova sede del “Toniolo”

LAIVES. Il sindaco Di Fede e l’assessore allo sport Alberto Covanti hanno incontrato il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini e il direttore del liceo “Toniolo” di Bolzano, Esio Zaghet. Tema del colloquio, cittadella dello sport e nuova sede del liceo che potrebbe essere realizzata nel centro della Bassa Atesina. Questo progetto, insieme a quello della cittadella dello sport, si inquadrano in una serie di iniziative che mirano alla promozione complessiva di Laives. Durante l’incontro quindi è stato sottolineato l’interesse verso il progetto, tornando a ribadire il valore educativo dello sport per i giovani e per la popolazione nel suo complesso. Tommasini ha sottolineato la necessità di un approfondimento dei vari aspetti legati al progetto, che mira alla realizzazione di un polo sportivo di livello provinciale a Laives, garantendo il proprio sostegno all’iniziativa. «D’altro canto - ha detto Tommasini - le cittadelle dello sport solitamente vengono realizzate al di fuori dei grandi centri abitati per facilitarne l’accesso e gli spostamenti. In questo modo Laives potrebbe trovare una propria identità peculiare e diventare punto di riferimento per tutta la provincia».
Alto Adige 26-1-11
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mercoledì, 26 gennaio 2011



Deposito idrocarburi in zona Vurza

BRUNO CANALI
LAIVES. Sembrava un incubo svanito e invece il deposito di idrocarburi a nord di Pineta torna di attualità. La Provincia intenderebbe portarlo nella zona produttiva Vurza e lo ha riferito alla giunta comunale.
 La lista “La civica” però ha già alzato le barricate con un ordine del giorno in consiglio comunale, condiviso anche da Pd e Verdi, che con ogni probabilità verrà approvato anche dall’opposizione.
 «Provincia e Bls hanno avanzato alla giunta comunale la proposta di insediare un deposito di idrocarburi nella zona produttiva Vurza - spiega -, sulla parte di pertinenza provinciale, in maniera che, se la Provincia vorrà, potrà andare avanti con il progetto anche senza il consenso del Comune di Laives. Da qui la decisione di promuovere immediatamente l’ordine del giorno, perché la giunta provinciale deciderà in merito entro il 30 gennaio e noi dobbiamo far fronte unito entro quella data».
 Nell’ordine del giorno si ricorda che «già nel passato periodo amministrativo il consiglio comunale, all’unanimità, si era espresso contro la proposta della Bls per il deposito in zona Vurza. Adesso la stessa agenzia torna a proporlo all’interno della zona produttiva a carattere provinciale. Prendiamo atto che rispetto al primo, questo nuovo progetto è stato migliorato e ridimensionato, ma non sono eliminate in maniera definitiva le originarie perplessità di tipo ambientale e insediative».
 La proposta quindi è di esprimere unanime contrarietà alla proposta, «non per puro egoismo - aggiunge Magagna - ma per tutta una serie di considerazioni, legate al traffico di autocisterne, che in direzione sud - fino a quando non sarà pronta la variante - passeranno per via Kennedy, e all’instabilità del terreno».
 Ma c’è un ulteriore motivo di preoccupazione: il deposito di idrocarburi verrebbe a trovarsi vicino a quello della Liquigas, il quale prevede un perimetro di sicurezza che già oggi comprenderebbe in parte la zona Toggenburg 2, quella che il Comune di Laives invece conta di trasformare in zona edificabile. Un aspetto da chiarire al più presto, perché potrebbe far cadere la futura destinazione edilizia di quel pezzo di campagna.
Alto Adige 26-1-11
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martedì, 25 gennaio 2011



Sul «caso Forti» stasera il Pdl interroga il sindaco

LAIVES. Inizia oggi alle 18 la maratona consiliare di due giorni, che si preannuncia “calda”, non tanto per i punti all’ordine del giorno, quanto per la decisione del Pdl di chiedere al sindaco chiarimenti in merito all’ormai noto “caso Forti”, la vicenda urbanistica relativa agli ottomila metri di verde agricolo che in una bozza del nuovo Puc figurerebbero tra le poche aree a vocazione edilizia futura.
 «Per promuovere una mozione di sfiducia nei confronti di sindaco e giunta non facciamo più in tempo - ha dichiarato alcuni giorni fa il leader del Pdl, Christian Bianchi - ma la subordiniamo comunque alle spiegazioni che il sindaco ci darà in aula come risposta alle nostre richieste di chiarimento».
 Il nodo è questo: la bozza del nuovo Puc è depositata in Comune da maggio scorso; dopo che è scoppiato il caso del terreno lavorato (e in parte posseduto, attraverso una società) dal figlio dell’ex sindaco Georg Forti, i consiglieri di opposizione hanno accusato sindaco e giunta di essere a conoscenza delle previsioni e di averle tenute nascoste. Liliana Di Fede invece ha sempre sostenuto di non averne ancora preso visione e che comunque si tratta di una bozza di carattere tecnico: le scelte politiche non sono state fatte.
Alto Adige 25-1-11
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martedì, 25 gennaio 2011



Cittadella dello sport di  Laives: «La Civica» di Pineta minaccia la crisi

LAIVES. È una fase delicata anche per il progetto di cittadella dello sport in zona Galizia. Lo si intuisce anche dalle parole del consigliere di maggioranza della lista la Civica, Franco Magagna, che parla addirittura di «serio rischio di tenuta della maggioranza, col rischio di dover tornare addirittura alle urne tra non molto». Magagna fa le sue considerazioni dopo che Bauernbund e commercianti hanno manifestato contrarietà allo stadio per l’Fc Alto Adige, non dimenticando che è in ballo pure il referendum e che i Verdi sono sempre scettici nei confronti del il progetto.
 «È davvero sconfortante leggere queste posizioni - dice Magagna - perché è l’ennesima dimostrazione di quanto possa essere gretto l’egoismo di quanti, pur di tutelare i propri interessi personali, nulla farebbero per il bene della città, che così rimarrebbe priva di prospettive».
 Magagna, che fa parte del gruppo di lavoro che si occupa del progetto di cittadella, è convinto che si troveranno soluzioni per risparmiare terreno e per rilanciare il commercio locale, dando una prospettiva alle attività sportive e ricreative di Laives.
 «Quanto alle recenti critiche, in particolare del Bauernbund - continua il consigliere della “Civica” - ricordo che la cittadella fa parte del programma di giunta approvato anche dalla Svp. Se questo programma non dovesse essere rispettato, “La civica” ne trarrà le conseguenze. Siamo certi che la maggioranza dei cittadini di Laives sia per innovare ruolo e prospettive della nostra città, che altrimenti di vedrebbe “soffiare” progetti e fondi da Bolzano. A nostro avviso, la Svp locale, ponendosi in una posizione a dir poco ambigua sulla cittadella, pone a serio rischio la tenuta della maggioranza. Un ritorno alle urne significherebbe anche dire addio ad un patrimonio di 11 milioni di euro. Secondo noi, oltre a non essere onesto, sbaglia chi si aggrappa alla convinzione che la fedeltà all’appartenenza etnica continui a pagare in eterno e a qualunque costo».
 Magagna conclude garantendo massima disponibilità al confronto con tutti per il bene di Laives. (b.c.)
Alto Adige 25-1-11
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martedì, 25 gennaio 2011



Centro prelievi Laives: utenti insoddisfatti

BRUNO CANALI
LAIVES. Utenti inviperiti per i disagi che si verificano presso il centro prelievi Labormed, in via Noldin 23. Da metà gennaio la situazione è diventata insostenibile con la chiusura dell’ambulatorio Asl, presso il distretto sociosanitario di via Innerhofer, al quale gli utenti potevano fare riferimento in precedenza. Il problema principale che si verifica alla Labormed di via Noldin è legato alla carenza di spazio.
 Esaurita la manciata di posti a sedere, chi arriva dopo deve attendere il proprio turno in piedi. Lamentele anche per il fatto che non sono previste le precedenze per donne in gravidanza, bambini e anziani, come invece succedeva all’ambulatorio Asl.
 «Non è un servizio degno di una città come Laives - dice la gente in attesa - e c’è da rimpiangere quello dell’Asl al distretto, anche se lì i prelievi venivano fatti solo tre giorni alla settimana. Però, oltre allo spazio più comodo, i referti poi venivano distribuiti sempre dalle 8.30 alle 12.30, mentre da Labormed lo fanno un’ora e mezza al giorno. Stando così le cose conviene andare ad Ora o a Bolzano, almeno ci sono minori disagi».
 Messo al corrente della situazione, il dottor Paolo Bonvicini, responsabile del centro prelievi Labormed, si è immediatamente attivato. «Già da domani (oggi per chi legge, ndr) sarà aggiunta una segretaria - dice - perché è certamente nostro interesse risolvere eventuali disservizi. Abbiamo anche previsto un altro numeratore per le prenotazioni in sala di attesa. Da parte nostra vi è la migliore buona volontà per risolvere la situazione».
 Per quanto concerne la precedenza di coloro che debbono fare l’insulina, delle donne incinte, dei bambini sotto i 10 anni e di che deve fare l’esame per la coagulazione, il dottor Bonvicini spiega che ci avevano pensato ma poi si è ritenuto che, dando la precedenza, si sarebbe creata una situazione più critica per tutti gli altri pazienti in attesa. «Al Labormed abbiamo due segretarie e due infermiere - aggiunge il dottor Bonvicini - e cercheremo comunque di fare sempre meglio. Se il laboratorio non funziona, sicuramente dovranno essere adottate misure per migliorare».
 Da parte di Labormed c’è quindi la massima disponibilità ad affrontare e risolvere i problemi che si sono manifestati nelle ultime settimane a causa dell’aumento di utenti dovuto alla chiusura dell’ambulatorio per i prelievi che l’Asl aveva presso il distretto di via Innerhofer. Va tenuto presente anche che il laboratorio è aperto dal lunedì al venerdì tra le 7.15 e le 9.30 e che i referti si possono ritirare negli stessi giorni, dalle 10 alle 11.45 o chiedere che vengano inviati direttamente al proprio medico di famiglia.
Alto Adige 25-1-11
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lunedì, 24 gennaio 2011



Pianta organica: proteste in Comune di Laives

BRUNO CANALI
LAIVES. Malumori frai dipendenti comunali per la riforma della pianta organica. Nell’ultimo periodo sarebbe aumentato il turnover e diversi impiegati non avrebbero gradito lo spostamento da un ufficio all’altro nell’ambito della prevista riorganizzazione. Il sindaco Di Fede minimizza: «Per completare la riorganizzazione ci vorranno 3 anni. Qualcuno dovrà cambiare ufficio, ma dobbiamo necessariamente rinnovarci».
Sono iniziati in municipio a Laives i lavori che precedono la riorganizzazione degli uffici secondo un programma approvato dal consiglio comunale verso la fine dello scorso anno. Non mancano i malumori tra il personale comunale che già erano emersi in assemblea. Contemporaneamente si sta anche preparando il cambio il passaggio di consegne all’ufficio lavori pubblici tra l’architetto Stefano Rebecchi e l’architetto Thomas Ebner. Quest’ultimo è del gruppo linguistico tedesco ed è uno dei nuovi dirigenti di nono livello. Arriverà “comandato” dalla ripartizione natura e paesaggio della Provincia, dove lavora attualmente, così come Stefano Rebecchi, grazie alla formula del Comando, andrà ad assumere un incarico dirigenziale al Comune di Bolzano.
Tornando alla riorganizzazione degli uffici comunali che sta muovendo i primi passi concreti, il sindaco Di Fede si rende conto che per qualcuno degli impiegati potrà anche essere motivo di malumore. «Quando ci sono dei rinnovamenti succede e non sono mai indolori, anche perché qualcuno dovrà traslocare in altri uffici, qualcun’altro dovrà invece assumere nuove competenze lasciandone altre che seguiva da tempo e così via. Però a tutti dico che bisogna capire la necessità di questa riorganizzazione che punta a rendere la macchina amministrativa più snella, efficiente e moderna». Uno dei primi uffici ad essere istituiti sarà quello degli appalti. In passato c’è stato qualche problema e il Comune ha dovuto fare fronte anche ad alcuni ricorsi. Si parla anche di turnover del personale molto sostenuto al Comune di Laives, cosa che invece il sindaco Di Fede nega.
«Non mi pare che ci sia una “fuga” - dice - e anzi, sono in arrivo due dirigenti che sono affascinati dalle sfide dei prossimi anni. Quindi anche un ottavo livello per i servizi generali. Invece non riusciamo a trovare un geometra per il cantiere comunale, questo è vero, ma è un problema che si trascina da anni. Quanto alla riorganizzazione che abbiamo avviato, durerà almeno tre anni e semmai uno dei problemi è che coincide con tanti progetti che abbiamo in programma. Certo, se potessi li congelerei per dedicarmi in toto alla riorganizzazione degli uffici».
Alto Adige 24-1-11
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lunedì, 24 gennaio 2011



Ristrutturare il Druso è la soluzione più adeguata

BOLZANO. «Finalmente comincia a farsi strada come da noi sempre auspicato un serio ripensamento della scelta relativa alla realizzazione dello stadio per l’Fc Südtirol/Alto Adige a Laives. E’ del tutto naturale pensare al Druso come alla soluzione più adeguata». Lo afferma Guido Margheri, consigliere comunale di Sel. «Questo eviterebbe uno spreco di risorse finanziarie pubbliche rilevante evitando che il costo della, comunque, necessaria ristrutturazione del Druso sia più che raddoppiato con la realizzazione di una costosa “cattedrale nel deserto” fine a sé stessa», ancora Margheri. «Con un investimento non trascendetale la città e tutta la Provincia potrebbero dotarsi di uno stadio moderno e polifunzionale adeguato non solo alle esigenze del campionato di calcio professionistico, ma anche ad altri eventi di livello, sia sportivi, che di intrattenimento. Giusto che il consiglio comunale di Bolzano possa esprimersi sulla questione e la prossima settimana presenteremo formalmente una proposta», così Margheri.

RIQUALIFICAZIONE Ma per lo stadio Druso si potrebbe fare di meglio

Leggo con piacere la risposta alla mia nota, in relazione alla situazione dello Stadio Druso, a firma della signora Margareth Reichsigl del 20 u.s. e vorrei permettermi di rispondere facendo delle considerazioni: sarebbe vergognoso se in base a delle leggi nazionali, si continuasse a permettere di fumare; sarebbe vergognoso se in questi anni di gestione non si fosse tinteggiato; sarebbe vergognoso se la struttura pubblica non fosse aperta a tutti i cittadini; sarebbe vergognoso se non vi fossero state delle migliorie;sarebbe vergognoso che lo stadio non fosse pulito; sarebbe vergognoso se venisse negato l’accesso alle manifestazioni per disabili; invece è vergognoso che nessuno dei responsabili nella gestione dello stadio (Comune- gestore) non si sia degnato di darmi le risposte dirette che ho chiesto con domande ben definite. Si può fare di più per lo Stadio Druso: perché non viene fatto? Ora, gentile signora, potranno rispondermi tutti gli abitanti di Bolzano a favore o contro, ma ho posto delle domande precise e sinceramente vorrei delle risposte dettagliate.
Stefano Angeli BOLZANO
Alto Adige 24-1-11
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domenica, 23 gennaio 2011



Cittadella dello sport Laives: asse Unione-contadini

BRUNO CANALI
LAIVES. Commercianti e contadini del Bauernbund in sintonia per quanto riguarda lo scetticismo (quando non l’ostilità) nei confronti del progetto di stadio per l’Fc Alto Adige in zona sportiva Galizia.

Qualche giorno fa ha avuto luogo un faccia a faccia tra i rappresentanti dei commercianti, guidati da Elda Paolazzi e quelli dei contadini, capeggiati da Florian Pfeifer. Filo conduttore del confronto, i timori che entrambi nutrono verso il mega-progetto.
 «Intanto rimaniamo della nostra idea - spiega Florian Pfeifer, presidente del Bauernbund di Laives - vale a dire che lo stadio non ci piace e che gli ettari di verde agricolo da “sacrificare” sono troppi, mentre manca la necessaria chiarezza sul piano economico”.
 Timori confermati da Elda Paolazzi, fiduciaria dell’Unione commercio. «Ne abbiamo parlato con gli agricoltori - dice - e su diversi aspetti legati allo stadio e al centro commerciale, siamo in sintonia con loro. Dall’incontro dell’altra sera è emersa anche la decisione di noi commercianti, di scrivere una lettera aperta a tutti i consiglieri comunali per invitarli ad un incontro con noi per parlare a fondo del progetto, di tutti i suoi aspetti e degli scenari futuri che potrebbero nascere con la presenza di un centro commerciale come quello previsto assieme allo stadio dell’Fc Alto Adige. Il 28 gennaio avremo anche un incontro con l’assessore al commercio Sara Endrizzi per iniziare a parlare di “giovedì lunghi” e anche di crisi nel settore commerciale. Sarà anche l’occasione per affrontare il discorso cittadella”.
 Nel frattempo si è già riunito due volte il gruppo di lavoro per la cittadella, formato da esponenti della maggioranza e dell’opposizione, che hanno avviato l’analisi del progetto. Anche in questo caso, i consiglieri di opposizione hanno già fatto presente che non si limiteranno al ruolo di “yes man”, ma pretenderanno tutte le informazioni necessarie per poi trarre conclusioni. E non è detto pertanto che il consenso sia scontato.




Stadio per l’Alto Adige, rispunta il Druso Il Comune: «Così arrivano 11 milioni»

BOLZANO. Uno stadio per l’Fc Alto Adige: il progetto di cittadella sportiva a Laives stenta a decollare. Così rispunta l’ipotesi di restaurare e ampliare lo stadio Druso a Bolzano.
 E’ stato il presidente provinciale Luis Durnwalder a riportare l’attenzione sul «Druso» come struttura dedicata alla squadra dell’Alto Adige, «nel caso sfumasse l’opzione della cittadella dello sport a Laives».
 Ma lo stesso ragionamento viene accarezzato anche dalla giunta comunale che, grazie agli 11 milioni accantonati dalla Provincia per il nuovo stadio, proverebbe a spuntare il rifacimento del PalaMazzali e anche il finanziamento del parcheggio interrato sotto il piazzale del Druso, progetto già previsto e in attesa di fondi per l’ala comunale (il piano parcheggi prevede lì posti auto pubblici e in cooperativa).
 Anche il Druso è stato uno degli argomenti toccati nell’incontro di giovedì a Palazzo Widmann dedicato alle opere pubbliche a Bolzano.
 L’assessore all’urbanistica Chiara Pasquali ricorda che per la giunta comunale «è preferibile l’ipotesi della cittadella sportiva a Laives, ma se quel progetto fallisse, allora è praticamente scontato che si tornerebbe a discutere del Druso. In quel caso, chiederemmo di considerare la riqualificazione anche del PalaMazzali».
 Questa è stata la dichiarazione di Durnwalder: «Se ci fosse un dietrofront di Laives, gli 11 milioni resterebbero comunque a disposizione per il progetto, ma a quel punto si dovrebbe trovare un’alternativa: direi Bolzano. Si potrebbe ampliare l’impianto e creare un parcheggio interrato».
 A Durnwalder fa eco il documento presentato al vertice dalla giunta Spagnolli: «Stadio Druso: pur mantenendo l’opinione che uno stadio per il calcio professionistico debba stare fuori dal tessuto urbano, è evidente che con l’attuale stato della finanza pubblica una sua ristrutturazione, comunque necessaria, si riuscirà a realizzare più facilmente se legata a farne lo stadio dell’Fc Alto Adige-Südtirol. Va deciso se fare o no a Laives la cittadella del calcio, va chiarito dove realizzare gli altri tre campi di allenamento che servono all’Fc, va trovata una soluzione che coinvolga l’Fc Bolzano». Infine la richiesta del Comune, sempre nel documento: «Viene chiesto di cogliere l’opportunità per ristrutturare anche il Palazzetto dello sport. Il progetto di ampliamento dell’Eurac, che è ancora sospeso, va legato a questo». L’operazione dell’Eurac vedrebbe l’accademia allargare la propria sede sul terreno del Drusetto. Come contropartita, la Provincia finanzierebbe il rifacimento del PalaMazzali.
 La cittadella dello sport a Laives verrebbe finanziata in parte dalla Provincia e in parte da imprenditori privati che recupererebbero l’investimento costruendo anche un polo commerciale. Durnwalder sostiene questa soluzione, ma a Laives si sta costituendo un fronte di oppositori, dai contadini ai commercianti, di cui la Svp dovrà tenere conto.
 Per contro, la società dell’Alto Adige spinge a favore di una struttura nuova, che prevederebbe, oltre allo stadio, campi di allenamento e foresteria. Nel caso la spuntasse il Druso, si dovrà trovare altrove il terreno per i campi di allenamento, ma l’Alto Adige potrebbe contare su partite giocate nel capoluogo, che vanno a vantaggio del proprio pubblico tradizionale, composto in larga misura da bolzanini, abituati a recarsi allo stadio a piedi o in bicicletta. I lavori al Druso comporterebbero la ristrutturazione di una delle tribune, più la realizzazione del garage interrato e l’eventuale ampliamento con curva nord e curva sud. (fr.g.)
Alto Adige 23-1-11

L'arrivo del Verona sta creando grande preoccupazione e ingenti forze di polizia sono impiegate per assicurare l'afflusso ed il deflusso dei tifosi della città scaligera. Si tratta di una nobile retrocessa, ma se il Südtirol andasse in B questa sarebbe la situazione con cui i cittadini di Laives dovrebbero confrontarsi regolarmente: larghe parti del centro cittadino e di Pineta sarebbero off-limits e vedrebbero la sospensione della libertà di circolazione per il pericolo di incidenti e scontri che richiederà l’intervento continuo di un largo spiegamento di forze dell’ordine.

Contemporaneamente i costi esorbitanti di un impianto nuovo e la necessità di intervenire comunque sullo stadio Druso sta aumentando il numero di chi preferirebbe ristrutturare, valorizzandolo, il vecchio impianto.

Intanto a Laives assistiamo al rafforzarsi del fronte del no con incontri tra ala dei contadini e commercianti, mentre sul piano politico non ci pare vi sia ancora la necessaria chiarezza: da una parte proseguono infatti gli incontri del tavolo di lavoro e dall’altra si preannuncia la possibile richiesta di dimissioni della giunta per la mancanza di trasparenza nella vicenda Forti e sul PUC.
Il PDL non sembra però aver ancora preso una decisione e oscilla tra un’offerta condizionata di collaborazione e la rottura su tutti fronti.

Come sia possibile collaborare con chi viene accusato apertamente di mentire resta per noi un enigma e temiamo che mentre si fa la voce grossa si lanci alla sindaca una ciambella di salvataggio (vedi comunicato PDL pubblicato qui sotto in data 20.01.2011 ) rimandando la mozione di sfiducia – sulla cui utilità/opportunità non ci esprimiamo - attendendo “importanti decisioni da parte della maggioranza”.

Non vorremmo che la richiesta di maggiore trasparenza annegasse nella palude di una realpolitik incomprensibile alla maggioranza dei cittadini.


R. Grasso
Comitato per il referendum contro lo stadio
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venerdì, 21 gennaio 2011



S. Giacomo: errori pubblici, interessi privati

Il vecchio piano urbanistico comunale ha previsto per la zona di completamento Ammon di San Giacomo un indice di cubatura altissimo. Si è data infatti la possibilità di costruire, al centro dell’abitato, 53.000 metri cubi di cemento, che corrispondono a 200-250 alloggi privati, senza la previsione di una piazza o di altri spazi pubblici. Si tratta di un aggravio urbanistico insopportabile dalla frazione che merita ben altro a cominciare da una crescita armonica che, rispettando l’incremento naturale della popolazione, dia il tempo di riequilibrare il rapporto tra strutture, servizi e popolazione. Occorre però resistere alle pressioni esercitate da privati e da interessi estranei al nostro territorio. Oggi, almeno a parole, sembra maturare questa coscienza. Tutto bene dunque? No, per nulla. Si dà infatti per ineluttabile lo spostamento di parte della cubatura concessa al privato. Si ragiona così: il proprietario ha acquisito il diritto di costruire un tot di metri cubi, ha già presentato un progetto di massima e pertanto se vogliamo intervenire per correggere quella decisione avventata dobbiamo individuare, e conseguentemente regalargli, un terreno su cui costruire la restante cubatura. La zona su cui da tempo si sta ragionando e su cui in molti hanno posto gli occhi è quella ai piedi della chiesetta. Si verrebbe così ad avere un ulteriore danno. Su San Giacomo continuerebbe ad insistere lo stesso numero di nuovi abitanti ed in più si rovinerebbe una delle zone paesaggisticamente più pregevoli del nostro territorio. Lì sono collocati infatti oltre alla chiesetta, un antico maso sotto la protezione delle “Belle arti” e potrebbero trovare spazio un agevole raccordo con la passeggiata pedemontana ed il verde pubblico precedentemente previsto sopra la frazione. Spazi al servizio di tutta la comunità. La soluzione sta nel correggere gli errori fatti nel passato ritornando sui propri passi e riducendo l’indice di edificabilità della zona Ammon. La cosa, a detta dei tecnici, è del tutto possibile purché non si configuri come provvedimento specifico per quell’area, ma come nuova regola per tutte le zone di recupero.
Alto Adige 21-1-11
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venerdì, 21 gennaio 2011



Delibera sospetta


Pinocchio 1
No a nuove zone d’espansione 07 agosto 2010 —   pagina 17   sezione: Provincia
 LAIVES. Nella giornata di clausura la giunta ha iniziato l’esame della bozza del nuovo Puc consegnata dallo studio incaricato della rielaborazione. Come richiesto dalla Svp si cercherà di sfruttare vecchie cubature (vedi ex Amonn) inutilizzate senza prevedere nuove zone d’espansione.
 «Continueremo con gli approfondimenti la prossima settimana - spiega il vicesindaco Georg Forti - in una nuova riunione a porte chiuse». Stessa sorte anche per il piano del traffico, che si integrerà al Puc. «In concreto non c’è ancora nulla di deciso - afferma Forti - e posso solo aggiungere che il nuovo Puc contiene le soluzioni alle richieste che abbiamo presentato ai tecnici chiamati a prepararlo. Tra queste, la necessità di puntare per i prossimi 10 anni sugli aspetti qualitativi più che su quelli quantitativi». Tanto basta comunque per capire che la direttrice lungo la quale si muoverà il nuovo Puc è quella dettata ancora durante la passata amministrazione dalla Svp. Forti aveva spiegato che ci sono ancora migliaia di metri cubi da sfruttare nell’ambito del vecchio Puc e tanta volumetria da recuperare. Ci sono un paio di vecchi magazzini nei nuclei abitati, con potenziali enormi in fatto di metri cubi da edificare. Quello più significativo è l’ex Amonn al centro di San Giacomo con 53 mila metri cubi. L’ipotesi, inizialmente, aveva allarmato la comunità di San Giacomo e la stessa Svp della frazione. Dopo lunghe discussioni con i proprietari si era arrivati al compromesso: edificare solo una parte di questa enorme cubatura (la metà circa) in centro a San Giacomo, spostando altrove il resto. Attualmente l’amministrazione comunale attende la nuova proposta dei privati e non ha neppure stabilito dove eventualmente dovrebbe essere edificata la cubatura da spostare.
 In città a Laives invece rimane ancora ferma l’operazione «Grosexport», altro enorme magazzino chiuso da qualche anno. Quindi l’eventuale spostamento del lido confidando nella partnership con i privati. In questo caso, il vicesindaco aveva accennato ad una complicata operazione di scambio pubblico-privato, che potrebbe portare a Laives un’area residenziale di pregio. Si era parlato di villette signorili, lungo il margine urbano e comunque, secondo alcuni immobiliaristi, per recuperare i 10-11 milioni di euro necessari per un nuovo lido in zona Galizia, bisognerebbe concedere almeno la costruzione di 25 mila metri cubi, che ai valori attuali di mercato significa 350/400 euro al metro cubo. Infine, anche le cooperative, per le quali i terreni agevolati sono finiti.
non penso ci sia nulla da dire........

Pinocchio 2
Nuovo Puc, finalmente si incomincia
27 novembre 2008 —   pagina 27   sezione: Provincia
 LAIVES. Sarà la «Veneta progetti» di Treviso a rielaborare il piano urbanistico comunale in scadenza. L’incarico è arrivato a seguito della gara e lo studio di Treviso ha vinto grazie all’offerta di 89 mila euro (più Iva), rispetto ai 130 mila a base d’asta. Il secondo classificato aveva fatto una offerta di 104 mila euro. La somma offerta dal vincitore è abbastanza contenuta rispetto all’impegno richiesto. Rielaborare il Piano urbanistico comunale significa infatti riprendere in mano, a dieci anni di distanza, tutte le previsioni di viluppo urbanistico del territorio comunale.
 Bisognerà ovviamente tenere conto dei piani di settore, vedi quello per i rischi idrogeologici, quello per la viabilità, quello per la tutela e così via. Cosa invece si aspetta l’amministrazione comunale da questo incarico lo ha riassunto anche recentemente il vice sindaco, titolare dell’urbanistica: «Più che l’individuazione di nuove aree di espansione - aveva spiegato Georg Forti - dalla rielaborazione del Puc ci aspettiamo uno sfruttamento razionale della grande cubatura disponibile. Punteremo anche a sistemare ciò che, strada facendo, si è dimostrato poco funzionale oppure sbagliato nei piani di previsione».
 In effetti, le volumetrie a disposizione sono notevoli e complessivamente, secondo il vice sindaco, sono disponibili 161 mila metri cubi sul territorio comunale, con la zona Toggenburg che ne ha 80 mila e l’ex Amonn in centro a San Giacomo con 53 mila, tanto per citare le più significative. «È mia intenzione incontrare quanto prima coloro che hanno ricevuto l’incarico per la rielaborazione del Puc - dice Forti - per costituire se possibile un gruppo di lavoro che segua questa iniziativa così importante per il futuro del nostro territorio».
 Per arrivare preparati all’appuntamento, occorrerà anche che il Comune prenda in mano e approvi il piano generale del traffico, realizzato dall’ingegner Stefano Ciurnelli e che attenda anche la predisposizione del piano relativo alle zone a rischio che è stato affidato non molto tempo fa. Si tratta di piani che fanno proprio da base quello urbanistico.
Costituire un gruppo di lavoro.....hmmm era il 2008

Pinocchio 3
Puc, l’opposizione è ridicola»
25 maggio 2008 —   pagina 23   sezione: Provincia
 LAIVES. Il sindaco Polonioli è infuriato. Il Pd anche. L’ultima polemica sollevata dalle opposizioni in consiglio comunale sta ancora facendo sentire i suoi effetti. «Con una controparte del genere fare politica è impossibile. L’unica consolazione è che la gente lo capisce e loro continuano a perdere voti», sbotta il primo cittadino. Motivo dello scontro? Gli attacchi arrivati alla giunta comunale per la revoca del bando di concorso per la revisione del Piano urbanistico comunale. Ma ora la maggioranza replica con toni molto duri. Già in prima battuta Polonioli aveva spiegato che il bando era stato ritirato in via precauzionale, visto la possibilità di ricorsi. Adesso interviene anche Fabrizio Oliver, capogruppo del Pd in consiglio comunale: «L’unica cosa “inaudita” di questa vicenda - dice - è la reazione di alcuni gruppi di opposizione. I fatti: la giunta revoca in autotutela una delibera, seppur importante come quella dell’incarico di revisione del Puc, al fine di garantire l’amministrazione, e di conseguenza la collettività, verso eventuali ricorsi, ritardi, danni. Per poi riproporla in una versione “sicura” nel giro di due settimane. Di cosa di ci indigna tanto?». Chiedere le dimissioni della giunta, prosegue Oliver, o addirittura «presentare una mozione di sfiducia» per un fatto del genere, «sfiora il ridicolo e dimostra che una parte dell’opposizione è arrivata alla frutta. Non trovano argomenti concreti per contestare una gestione amministrativa che inizia a raccogliere i frutti di un faticoso lavoro di semina fatto nella prima parte della legislatura. La nostra solidarietà va inoltre al vicesindaco Forti, oggetto negli ultimi tempi di continui attacchi da parte di Delli Zotti, Pusateri e di An. Noi siamo con Forti e e con l’Svp, con la quale collaboriamo per risolvere i problemi della città»
Abbiamo visto....

Pinocchio 4
Consultazioni prima del nuovo Puc»

23 ottobre 2007 —   pagina 25   sezione: Provincia
 LAIVES. «Non servono sollecitazioni in merito alla necessità di coinvolgere la comunità ed i rappresentanti delle categorie sociali nella fase di predisposizione del nuovo Puc». Lo dice il vice sindaco Georg Forti dopo l’ennesima presa di posizione sul tema da parte di comitati e singoli consiglieri comunali di opposizione. «Stiano tranquilli quindi coloro che in questi giorni hanno accennato alla questione - continua Forti - perché non è da adesso che siamo orientati verso il coinvolgimento preventivo».
 «Ma prima di tutto - aggiunge il vice sindaco - va affidato un incarico per la revisione del Puc in scadenza, cosa che contiamo di fare nel giro di alcune settimane e quindi, a mano a mano, come amministrazione comunale promuoveremo anche i necessari incontri pubblici, che riguarderanno cittadinanza e categorie». Il vice sindaco, titolare dell’urbanistica comunale, spiega poi che comunque nel nuovo Puc non ci saranno grandi aree di espansione, perché è ancora disponibile ampia cubatura edificabile nel vecchio Puc che sta per scadere. La parola d’ordine sarà quindi qualità, con il recupero di tutto ciò che è recuperabile, insieme al miglioramento complessivo che coinvolgerà anche varie strade comunali insieme alle frazioni.
 «Anche se si avvia verso la scadenza, non è che dobbiamo tassativamente predisporre il nuovo Puc entro brevissimo - afferma Forti - È perciò nostro intendimento valutare a fondo tutti gli aspetti prima di proseguire. Un esempio è il grande progetto per la trasformazione dell’area ex Amonn in centro a San Giacomo, dove abbiamo imposto determinati criteri al progettista prima di dare via libera, posto che si tratterà di una cubatura notevole. In sostanza, terremo fede al programma che ci siamo imposti, tenendo conto dell’apporto di tutti a tempo debito».
 L’amministrazione comunale ha già dato esempio di voler applicare la “democrazia partecipata” in occasione dei grandi progetti che riguardano ampie fasce della popolazione: così è stato fatto ad esempio per l’ampliamento del parco pubblico di via Marconi oppure, a San Giacomo, con il progetto di riqualificazione urbana della vecchia statale 12 nel centro abitato.
Pinocchi.......

Pinocchio 5
«Avanti così: niente allargamenti»
27 luglio 2007 —   pagina 23   sezione: Provincia
 LAIVES. «Andiamo avanti compatti. Nessun allargamento della maggioranza e nessuna crisi di giunta». Dalla giornata di clausura a maso Tschuegg l’esecutivo comunale di Laives esce ribadendo la linea del sindaco Polonioli: 16 consiglieri su 30 sono sufficienti «per arrivare a fine legislatura». Nessuna presa di posizione sul caso Tiozzo «perché - spiega il sindaco - è stata una cosa folle e sulla follia c’è poco da dire». Giovedì vertice della maggioranza.
 In giunta sono tutti d’accordo, dice Polonioli al termine della clausura. «La maggioranza - spiega - oggi può contare su 16 dei 30 consiglieri. E siamo tutti convinti che si può andare avanti così. È un dovere civico e morale verso la cittadinanza. Il 2 agosto ci sarà una riunione della maggioranza al completo per ribadire questi concetti». Questo l’esito «politico» della riunione di ieri, giunta al termine di una settimana di passione per la coalizione. Non solo per gli attacchi della maggioranza ma anche per le ipotesi di allargamento ventilate anche dalla Svp (e dal vicesindaco Georg Forti).
 Alla fine anche la Stella Alpina sembra essersi convinta. «Chi ha lasciato la maggioranza - prosegue Polonioli - lo ha fatto per motivi parapolitici (gruppo Delli Zotti) o per questioni personali (Gabbia). Non esiste una bocciatura amministrativa, sulle cose concrete realizzate. Inoltre ogni discorso su possibili allargamenti è caduto dopo le ultime uscite sulla stampa del gruppo Delli Zotti, tanto critiche da rendere impossibile ogni collaborazione. Su questi due argomenti è d’accordo anche Forti».
 E il caso Tiozzo, ossia l’esposto contro il sindaco presentato in procura dal consigliere bolzanino? «Non ne abbiamo discusso - dice Polonioli - perché non c’è nulla da dire. È pura follia e sulla follia non abbiamo commenti da fare. Tra l’altro a una settimana dall’esposto non ho ancora capito, nemmeno come avvocato, di cosa sarei accusato... Questo la dice lunga sulla vicenda».
 Dopo la parte squisitamente politica, la giunta ha affrontato quella amministrativa. Nel pomeriggio infatti sono saliti al maso i responsabili dei vari settori comunali. «Abbiamo analizzato tra l’altro il settore scolastico - conclude Polonioli - perché occorrerà intervenire a San Giacomo per la mensa scolastica, a Laives per aggiungere altre 6 aule, alla scuola elementare di Pineta, per la quale adesso abbiamo il progetto di trasformazione. E poi ovviamente abbiamo iniziato a discutere di Puc, che scadrà nel 2008 e quindi andrà rifatto».

Hmmm...si iniziera' a discutere.....2007

Gepetto

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venerdì, 21 gennaio 2011



Case all’ex Amonn: «Una follia»

LAIVES. «Prevedere 250 nuovi alloggi all’ex Amonn a San Giacomo è follia». Ne è convinto Riccardo Di Valerio, del Centro culturale San Giacomo Agruzzo 82, che coglie l’occasione anche per ricordare come il Comune di Laives, ancora con Polonioli, abbia previsto di realizzare 5.000 metri quadrati di verde pubblico nell’abitato, cosa ancora da fare. L’idea sarebbe quella di realizzare quest’area verde nella campagna accanto a via Anton Thaler, proprio davanti al vecchio maso “Zum Lewald”.
 «Si tratta dell’unica testimonianza di residenza rurale antica rimasta a San Giacomo - afferma Di Valerio - e sarebbe veramente grave se si dovesse abbattere il maso per fare posto a nuove abitazioni, come pare possa succedere». Maso Zum Lewald comunque è già inserito nell’elenco degli insiemi da tutelare, un elenco che ancora la giunta non ha portato in consiglio comunale per l’approvazione. (b.c.)

Alto Adige 21-1-11
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giovedì, 20 gennaio 2011



Cittadella dello sport: si è riunito senza nuovi scontri il gruppo di lavoro

LAIVES. Il primo incontro del gruppo di lavoro sulla cittadella dello sport, l’altro pomeriggio, è servito sostanzialmente per stabilire un programma operativo. Nel gruppo sono presenti sia esponenti della maggioranza (il sindaco Liliana Di Fede, gli assessori Georg Zelger e Alberto Covanti, i consiglieri Hans Joachim Dalsass, Franco magagna e Fabrizio Oliver) che membri dell’opposizione (i consiglieri Christian Bianchi, Christian Straudi e Theodor Perathoner), a garanzia della trasparenza.
 «L’obiettivo condiviso praticamente da tutti - si legge in una nota diramata dopo la riunione - è quello di arrivare al miglior progetto possibile attraverso il confronto e, se possibile, ad una condivisione degli elementi fondamentali. Si è concordato di iniziare con il primo lotto, quello relativo allo stadio dell’Fc Alto Adige, senza però dimenticare quelli successivi e tutte le tematiche connesse, vedi viabilità, area commerciale e collaborazione con l’Università di Bolzano e un istituto di ricerca per garantire la qualità ambientale dell’intervento. Altro aspetto da valutare è il possibile inserimento nella cittadella di una scuola superiore dello sport. Nuova riunione di questo tavolo di lavoro venerdì - conclude la nota - per la prima analisi dello studio di fattibilità del progetto». (b.c.)
Alto Adige 20-1-11
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giovedì, 20 gennaio 2011



La popolazione a Laives cresce ancora

 LAIVES. Programmazione e trend demografico vanno di pari passo. Puntuali quindi arrivano i dati forniti dall’ufficio anagrafico comunale alla vicepresidente del consiglio Sieglinde Niederstätter Fauster, dati che confermano la costante crescita della popolazione. A fine dicembre 2010 i residenti a Laives erano 17.177 persone e di queste 11.547 a Laives città, 3.568 a San Giacomo e 1.987 a Pineta. L’incremento, rispetto ad un anno fa, è stato di 233 persone in più, con la presenza attualmente di 7.015 nuclei famigliari.
 Al solito, sono leggermente in maggioranza le donne (8.658) rispetto ai gli uomini (8.539).
 Aumentano progressivamente anche i cittadini extracomunitari (sono attualmente 1.289) passati, percentualmente, dal 7,26 dell’anno 2007 all’8,20 del 2008, all’8,72 del 2009, fino al 9,21 per cento del dicembre 2010. Entrando più a fondo in questi dati, tra gli extracomunitari residenti a Laives, la comunità più numerosa è quella albanese (278), seguita da Marocco (209) e Macedonia (113).
 Ovviamente non figurano tra gli extracomunitari ma tra i cittadini europei anche i romeni (156), seguiti da germanici (34) e slovacchi (30).
 Se si analizzano le fasce d’età della popolazione, la prevalenza è di gran lunga quella degli adulti tra 30 e 55 anni (9.038) e quindi giovani tra 15 e 29 anni (2.787) e anziani oltre 65 anni d’età (2.642).
 Pressoché stabili le nascite negli ultimi anni (198 nel 2008, 180 nel 2009 e 185 lo scorso anno) così come i decessi (127 nel 2009 e 122 lo scorso anno).
 Infine gli arrivi, che sono stati 721, a fronte delle partenze (551). A cambiare indirizzo, pur rimanendo a Laives sono stati invece in 492. (b.c.)
Alto Adige 20-1-11
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mercoledì, 19 gennaio 2011


Laives: chiudono i negozi, ma manca una proposta coerente e condivisa
Il consigliere de’ “La civica” Magagna, prendendo spunto dalla chiusura di alcuni esercizi storici di Laives, si fa portavoce di una verità su cui non possiamo non concordare: la riqualificazione dell’abitato non può attendere l’ultimazione dei lavori della variante.
Tra gli interventi più urgenti da realizzare con il coinvolgimento dei commercianti, ma non solo – aggiungiamo noi -, individua la creazione di un centro commerciale naturale, la progettazione di un arredo urbano accattivante e funzionale, ma soprattutto la necessità di rivedere la politica dei parcheggi e la viabilità.
È qui però che il ragionamento del consigliere ci sembra piuttosto debole: quando passa dalla descrizione realistica della situazione attuale, di cui gran parte dell’attuale maggioranza è responsabile, alla città che a grandi linee immagina per il futuro, entra in contraddizione e cede, a nostro avviso, alle logiche più conservatrici e meno lungimiranti.
Ipotizzare infatti la sosta gratuita per il tempo degli acquisti, vuol dire perpetuare quello che il consigliere, all’inizio del suo ragionamento, individuava come impedimento alla vivibilità dell’abitato. Contemporaneamente sostenere che il centro commerciale sotto l’eventuale stadio possa divenire veicolo di maggiore attrattiva per gli esercizi commerciali di Laives, è una tesi difficilmente dimostrabile pur ipotizzando di frapporre ostacoli all’insediamento di attività concorrenziali a quelle già presenti sul territorio.
Se si vuol rendere vivibile, attraente per turisti e residenti il centro cittadino, occorre dare risposte chiare ad alcuni interrogativi:
Il centro di Laives deve essere chiuso al traffico? E da che punto a che punto? Si è favorevoli alla costruzione di nuovi parcheggi in centro? Qual è la posizione de’ “La civica” rispetto all’ipotizzato parcheggio da ubicare sotto la nuova piazza e con ingresso da via Pietralba? E poi cosa si intende con “valorizzare l’ex-Grosselli o l’area in passato occupata da un distributore”? La si riserva ad edilizia abitativa o si pensa a spazi e strutture pubbliche? Quali gli indici di edificabilità?
È evidente che solo da un confronto serio su queste problematiche, che arrivi all’elaborazione di proposte concrete, può nascere qualcosa di buono.
Occorre però che si dia concretezza, corpo, sostanza al concetto di vivibilità prefigurando complessivamente lo sviluppo urbanistico della città e soprattutto che si coinvolga la popolazione così come fatto in altre realtà non lontane da Laives.
Superare le resistenze, che da sempre si annidano all’interno della maggioranza e che temiamo siano maggioritarie, ne è la condizione essenziale e la strada maestra sta poi nel non sottrarsi alle proprie responsabilità di amministratore chiedendo che siano altri a farsene carico.
Rosario Grasso
Laives
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mercoledì, 19 gennaio 2011



La Cgil è preoccupata per il rialzo delle tariffe

LAIVES. Il sindaco Liliana Di Fede ha incontrato i rappresentanti del sindacato Cgil/Agb Doriana Pavanello e Romolo Radicchi, che hanno manifestato «preoccupazione per il fatto che la vicenda della cittadella dello sport possa far passare in secondo piano i bisogni contingenti della popolazione». Il riferimento è al possibile rialzo delle tariffe relative ai servizi, alla contrazione di sussidi e contributi, alla riqualificazione di scuole e quartieri, a prescindere dal ruolo che potrebbe svolgere la costruzione della discussa cittadella, e alla rispondenza alle esigenze di mobilità dei cittadini del trasporto pubblico, sia in collegamento con il capoluogo che all’interno di Laives.
 Per quanto riguarda le tariffe, il sindaco ha rassicurato la Cgil/Agb di aver fatto il massimo sforzo per non introdurre aumenti e per conservare la disponibilità di bilancio per sussidi e contributi.
 «Nel corso dell’incontro - dicono Pavanello e Radicchi - si è appreso che il sindaco presenterà in giunta un progetto di riqualificazione energetica degli edifici gestiti dal Comune attraverso investimenti nel fotovoltaico. Progetto finora, a torto, poco pubblicizzato, ma che la Cgil/Agb ha valutato positivamente, perché in grado di attivare positive sinergie, non solo sul piano del risparmio energetico, creando quindi un ritorno nelle casse comunali, ma anche in ambito dell’aumento di domanda in questo settore» «Rimane in sospeso - dicono dal sindacato - il progetto della cittadella dello sport, ritenuto da sindaco e giunta come la via principale per rilanciare il ruolo di Laives in ambito provinciale. I soldi messi a disposizione dalla Provincia sono finalizzati alla costruzione dello stadio e non ci sono margini per negoziare un diverso utilizzo. Il sindaco prospetta ricadute positive sull’economia della città di Laives grazie anche all’indotto».
 Durante il faccia a faccia si è anche parlato brevemente del problema abitativo e del fatto che Laives non deve essere considerata “serbatoio” di alloggi per Bolzano. Per Cgil/Agb i Comuni debbono attivarsi verso la Provincia anche per contrastare l’evasione fiscale.
Alto Adige 19-1-11
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mercoledì, 19 gennaio 2011



Mozione di sfiducia per il sindaco di Laives

BRUNO CANALI
LAIVES. La vicenda della “campagna Forti” domina la scena politica. Il consigliere “grillino” Paolo Castelli ribadisce la convinzione che almeno da maggio giunta e sindaco conoscessero le ipotesi. Liliana Di Fede respinge le accuse, ma per il primo cittadino si profila una mozione di sfiducia. Ci stanno pensando sia Castelli che il Pdl. Tutto dipenderà dalla piega che prenderà la vicenda nelle prossime settimane.
 Sia Castelli che Bianchi rimangono infatti convinti che il sindaco sapesse fin da maggio ciò che conteneva la bozza del Puc, ma non fece nessuna contestazione all’allora vicesindaco Georg Forti. Risponde Liliana Di Fede: «Castelli dice che io sapevo che tra le possibili aree edificabili c’è anche un terreno riconducibile a Forti? Ma se non sappiamo ancora su quali aree verrà realizzata la nuova cubatura, anche perché ancora non sappiamo quanta dovrà essere! Queste sono solo polemiche fine a se stesse e Castelli lo sa bene».
 Il sindaco dunque rimanda al mittente le accuse e specifica: «Io sapevo e so soltanto che c’è un gruppo di tecnici che sta lavorando su una prima proposta di rielaborazione del Puc, con l’inserimento di nuove aree edificabili. Si tratta esclusivamente di una proposta, di una bozza di lavoro, che è stata presentata in giunta nel corso dell’estate e che deve ancora essere approfondita e discussa. Prima però dobbiamo sapere di quanta cubatura nuova laives abbisogna e questo va fatto sulla base di calcoli demografici che vanno rivisti e corretti dai tecnici. Una volta che avremo questi dati, potremo decidere di quale cubatura abbiamo bisogno (Ipes, ceto medio, cooperative o privati), stabilire su quali aree realizzarla e infine anche parlare nel concreto di terreni. Come detto, finora tutto questo non è mai stato fatto».
 Il sindaco garantisce ancora una volta che nel momento in cui si affronterà il discorso dei terreni, la procedura sarà all’insegna della massima trasparenza. «I tecnici hanno fatto per adesso due ipotesi di massima, ma abbiamo anche altre proposte e posso garantire che la scelta verrà fatta con assoluta trasparenza, senza dare adito a dubbi di sorta, nel solo interesse della città».
 «Noi fatichiamo comunque a credere alle spiegazioni del sindaco sul fatto che non fosse a conoscenza delle ipotesi urbanistiche - ripetono Bianchi e Castelli - proprio perché, da maggio, erano depositate in Comune e proprio Liliana Di Fede era in entrambe le giunte: in quella di Polonioli come assessore e nella attuale come primo cittadino. Valuteremo cosa fare, ma non escludiamo fin d’ora che si possa arrivare anche alla mozione di sfiducia nei confronti del sindaco».
Alto Adige 19-1-11
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martedì, 18 gennaio 2011



Antico maso Zum Lewald - San Giacomo


 La bella lettera di Riccardo.
Al
dott. Peter Ortner presidente del Heimatpflegeverband
dott. Umberto Tecchiati presidente di Italia Nostra
Il Piano Urbanistico Comunale di Laives prevede la costruzione di circa 250 alloggi nella zona ex- Amonn per un totale di 53 mila metri cubi, una follia per un paese così piccolo dove i servizi sono molto carenti e lo saranno ancor di più nel futuro, a causa delle risorse finanziarie sempre più scarse.
Nel dibattito intervengono i politici locali ed è loro la proposta di spostare parte di questa cubatura nella zona ai piedi della chiesetta di S.Giacomo, zona in cui è presente l’antico maso Zum Lewald, unico testimone del passato rurale del paese. Il maso è molto grande, necessiterebbe di urgenti restauri e abbatterlo per costruire villette o condomini significherebbe cancellare una parte della storia del paese e della comunità.
Il comune di Laives peraltro dovrebbe disporre di circa 5000 mq di terreno agricolo da destinare a zona verde e non ha ancora deciso nulla in merito. Inoltre in primavera dopo anni di lunghe e esasperanti trattative dovrebbe essere ultimata la passeggiata che unisce S.Giacomo a Castel Flavon e Pineta di Laives.
Sarebbe allora ragionevole destinare il terreno ai piedi della chiesetta, terreno che comprende anche il maso sopra citato a verde pubblico, ma gli interessi economici dei privati sappiamo vengono prima di tutto.
Vi allego alcune fotografie nella speranza che possiate prendere visione del problema e fare pressione sull’amministrazione che quanto a sensibilità riguardo alla conservazione dei pochi edifici storici presenti nel territorio lascia molto a desiderare. La stessa amministrazione vede solo nello stadio di Laives, dove gli esborsi della comunità sono nello stesso tempo enormi ed inutili, la creazione di quell’identità culturale che ogni giorno viene cancellata dal cemento.





Di Valerio Riccardo
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martedì, 18 gennaio 2011



Cittadella: questa sera il gruppo di lavoro Minoranze battagliere  

LAIVES. Prima riunione, questa sera, del gruppo di lavoro che seguirà il progetto per la cittadella dello sport. Ne fanno parte esponenti della maggioranza e dell’opposizione e si tratta di un gruppo nato a seguito delle polemiche che accompagnano questo progetto fin dall’inizio. Vi partecipano ad esempio Theodor Perathoner (Freiheitlichen) il quale già mette le mani avanti dichiarando che, fino a quando non vedrà il piano economico del progetto, lui rimarrà del parere assolutamente negativo. Anche Christian Bianchi (Pdl) siederà al tavolo di lavoro per la cittadella. «A noi dell’opposizione - spiega - serve per monitorare costantemente ciò che intende fare la maggioranza e nel caso, anche per influenzare le scelte. È vero che noi siamo favorevoli alla cittadella, ma la immaginiamo diversa da come la vuole la maggioranza: se si dovesse andare avanti come fatto finora, il progetto finirà male. Noi vogliamo dare alla giunta una chance per una soluzione condivisa, ma non si aspetti, il sindaco, di avere di fronte degli “yes man”: i voti per approvare il progetto li dovrà trovare nella maggioranza. Noi siamo entrati nel gruppo di lavoro per garantire massima trasparenza e tenere sotto controllo l’intera operazione. La decisione poi sarà sui fatti, non sulle promesse». (b.c.)
Alto Adige 18-1-11
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martedì, 18 gennaio 2011



Caso Forti, Di Fede sapeva

BRUNO CANALI
LAIVES. Dalla bozza del nuovo Puc è emerso che tra le due aree edificabili, una comprende gli 8.000 metri quadrati del “caso Forti”. Il sindaco nega di avere visto la bozza, ma il consigliere Castelli non ci crede.
 «È stata depositata il 18 maggio», dice il consigliere comunale “grillino”, che è andato a “spulciare” le delibere di giunta, fino a quella del 14 marzo 2008: il sindaco era ancora Giovanni Polonioli, ma nella sua giunta sedeva come assessore l’attuale sindaco Liliana Di Fede.
 «La delibera - spiega Castelli - riguarda “l’approvazione del capitolato per l’affidamento dell’incarico per la rielaborazione del piano urbanistico comunale” ed è appunto del 14 marzo 2008. Tra le altre cose, vi si legge che per questo si impegna un importo di 159 mila euro».
 Per la verità, la delibera di tre anni fa rappresentava solo il via alla procedura di rielaborazione del Puc che scadeva e ancora non si conoscevano né le indicazioni dell’amministrazione comunale in merito e neppure chi sarebbe stato poi il professionista incaricato mediante gara di appalto. I passi ulteriori furono quindi l’affidamento allo studio “Veneto progetti”, cui fece seguito un lungo periodo durante il quale di nuovo Puc non si è più parlato, proprio perché occorreva dare tempo ai progettisti di predisporlo.
 La questione è tornata clamorosamente d’attualità in questi giorni, sempre a cura del consigliere Paolo Castelli il quale, durante la fase “calda” del “caso Forti”, decise di vederci chiaro anche nella bozza del nuovo Puc, finora mai analizzata da alcuno a quanto ha spiegato anche il sindaco Liliana Di Fede.
 «È emerso - dice Castelli - che questa bozza prevederebbe solo due aree di espansione: una a San Giacomo e l’altra, di 19.000 metri quadrati, a Laives, nel verde agricolo a valle di via Andreas Hofer, comprensivo proprio degli 8.000 metri quadrati lavorati dal figlio dell’ex vicesindaco, che avrebbe anche una quota nella società che ha acquistato quella campagna. Io continuo perciò ad essere convinto che il sindaco Di Fede non poteva non conoscere questi dati, proprio perché tre anni orsono sottoscrisse la delibera per rifare il Puc, la cui bozza è in Comune da maggio».
Alto Adige 18-1-11
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domenica, 16 gennaio 2011



Zone di completamento e interesse pubblico

Il vecchio piano urbanistico comunale ha previsto per la zona di completamento Ammon di San Giacomo un indice di cubatura altissimo. Si è data infatti la possibilità di costruire, al centro dell’abitato, 53.000 metri cubi di cemento, che corrispondono a 200-250 alloggi privati, senza la previsione di una piazza o di altri spazi pubblici. Si tratta di un aggravio urbanistico insopportabile dalla frazione che merita ben altro a cominciare da una crescita armonica che, rispettando l’incremento naturale della popolazione, dia il tempo di riequilibrare il rapporto tra strutture, servizi e popolazione. Occorre però resistere alle pressioni esercitate da privati e da interessi estranei al nostro territorio.
Oggi, almeno a parole, sembra maturare questa coscienza. Tutto bene dunque? No, per nulla. Si dà infatti per ineluttabile lo spostamento di parte della cubatura concessa al privato. Si ragiona così: il proprietario ha acquisito il diritto di costruire un tot di metri cubi, ha già presentato un progetto di massima e pertanto se vogliamo intervenire per correggere quella decisione avventata dobbiamo individuare, e conseguentemente regalargli, un terreno su cui costruire la restante cubatura.

La zona su cui da tempo si sta ragionando e su cui in molti hanno posto gli occhi è quella ai piedi della chiesetta. Si verrebbe così ad avere un ulteriore danno. Su San giacomo continuerebbe ad insistere lo stesso numero di nuovi abitanti ed in più si rovinerebbe una delle zone paesaggisticamente più pregevoli del nostro territorio. Lì sono collocati infatti oltre alla chiesetta, un antico maso sotto la protezione delle “Belle arti” e potrebbero trovare spazio un agevole raccordo con la passeggiata pedemontana ed il verde pubblico precedentemente previsto sopra la frazione. Spazi al servizio di tutta la comunità. La soluzione sta nel correggere gli errori fatti nel passato ritornando sui propri passi e riducendo l’indice di edificabilità della zona Ammon. La cosa, a detta dei tecnici, è del tutto possibile purché non si configuri come provvedimento specifico per quell’area, ma come nuova regola per tutte le zone di recupero. Si tratta dunque di volontà politica che però fino a questo momento non pare emergere per una sorta di sottomissione ideologica agli interessi dei privati a cui il pubblico deve comunque soggiacere.
Rosario Grasso
Laives
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domenica, 16 gennaio 2011



«Area Forti»: giunta sotto accusa

BRUNO CANALI
LAIVES. La bozza del nuovo Puc è al centro del dibattito politico. Le opposizioni criticano duramente la giunta per la previsione, fra le aree edificabili, della cosiddetta «area Forti» in via Hofer. Il sindaco Di Fede si difende, mentre il leader del Pdl Christian Bianchi grida allo scandalo.
 Il via alle polemiche lo ha dato il consigliere “grillino” Castelli dopo avere visto la bozza del nuovo Puc dove figurano due sole aree di espansione: una a San Giacomo e l’altra a valle della città, una superficie attualmente agricola di 19.000 metri quadrati circa, comprendente gli 8.000 metri quadrati di campagna che hanno portato Georg Forti alle dimissioni da vicesindaco e anche da Obmann Svp. Christian Bianchi (Pdl) e i consiglieri della Lega Nord, Marco Franceschini e Giuliano Vettorato, condividono i dubbi manifestati da Castelli in merito al fatto che la giunta e il sindaco Di Fede, non fossero a conoscenza fin dalla scorsa estate di ciò che prevedeva la bozza del Puc per l’area dove ha interessi diretti il figlio di Georg Forti. «È uno scandalo ed è ridicolo - dichiara Christian Bianchi - pensare che su oltre 50 richieste di cittadini per rendere edificabili i rispettivi terreni, la “dea bendata” abbia baciato proprio il vicesindaco. È ovvio che questo aspetto apre scenari nuovi e inquietanti in merito alla trasparenza dell’azione amministrativa, non solo per quanto riguarda l’ex vicesindaco, ma anche per il sindaco e la sua giunta che ne era a conoscenza, essendo la bozza del Puc depositata in Comune fin da maggio. All’epoca era in corso la campagna elettorale e suonano false perciò le recenti affermazioni del primo cittadino, dichiaratosi estraneo alla vicenda».
 Bianchi quindi ora chiede «una presa di responsabilità e una spiegazione completa».
“Sconcertati” anche i consiglieri della Lega Nord per quello che sta emergendo con la bozza del nuovo Puc e relative indicazioni. «Siamo delusi dalla vecchia giunta comunale - dicono Franceschini e Vettorato - che mai prese posizione. Noi avevamo chiesto subito a Liliana Di Fede di ritirare la delega al vicesindaco Georg Forti, ma lei ha sempre minimizzato. Ci hanno anzi accusati di montare artatamente un caso e adesso invece vediamo che ci avevano tenuto nascosto uno studio urbanistico, con un comportamento poco chiaro, che va contro le dichiarazioni fatte in campagna elettorale dallo stesso Pd. Auspichiamo che d’ora in poi anche l’opposizione venga coinvolta in tutte le fasi di rielaborazione del Puc, nell’interesse della cittadinanza». Liliana Di Fede sottolinea che si sta parlando di una ipotesi di piano e che finora non se ne è mai parlato né in maggioranza e né in giunta. «Il discorso era nato parlando di spostamento del lido - ricorda il sindaco - ma mai era stato citato il terreno oggetto di polemiche. Intanto c’è solo una proposta per il nuovo Puc da parte dei progettisti, che non abbiamo mai analizzato ma è rimasta all’interno dell’ufficio urbanistica. Per ciò che mi riguarda, non ho visto quali sarebbero i terreni e i relativi proprietari. Siamo in una fase tecnica preliminare, nella quale mai si è affrontato il nuovo Puc, men che meno dal punto di vista politico. Un documento del genere ha vari momenti, tecnici e politici. L’ipotesi di cui parlano i consiglieri di opposizione finora non è mai stato oggetto di analisi di giunta». L’ex vicesindaco Georg Forti cerca di restare ai margini della polemica. «Per ora - ha dichiarato ieri - preferisco non commentare».
Alto Adige 16-1-11
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sabato, 15 gennaio 2011



Lega: «Per l’ex Amonn è meglio spostare parte della cubatura»

LAIVES. I consiglieri comunali della Lega Nord intervengono nel dibattito relativo all’edilizia abitativa e agli alloggi per il ceto medio. Secondo Marco Franceschini e Giuliano Vettorato bisogna tenere conto «che ogni Comune si è impegnato a realizzare alloggi per il ceto medio, pena il possibile intervento della Provincia che individuerebbe le aree necessarie d’ufficio». Anche la Lega nord quindi guarda con attenzione al futuro della grande zona di completamento ex Amonn al centro di San Giacomo, 53mila metri cubi edificabili che significherebbero 200-250 alloggi privati, come del resto previsto già nel vecchio Piano urbanistico comunale. «Fino ad ora però per l’area ex Amonn non c’è un piano di attuazione approvato e comunque, realizzare lì 53mila metri cubi di costruzioni, farebbe nascere un’area con requisiti che certamente non sarebbero della qualità necessaria per il ceto medio, con il risultato che il proprietario farebbe fatica a vendere gli appartamenti. Il Comune di Laives a sua volta, non è nelle condizioni di garantire adeguati servizi». La soluzione prospettata è quella di prevedere lo spostamento di una parte della cubatura di cui dispone l’ex Amonn attraverso una trattativa col proprietario, mentre la Provincia, come contropartita, dovrebbe finanziare alcune opere di urbanizzazione. «In sostanza il Comune dà la possibilità di edificare, ma dovrebbe porre dei limiti di tempo, per evitare che passino decenni in sterili discussioni». (b.c.)
Alto Adige 15-1-11
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sabato, 15 gennaio 2011



Puc Laives: l’area Forti tra quelle edificabili

BRUNO CANALI
LAIVES. Nella bozza del nuovo Piano urbanistico comunale, che da poco è stata consegnata ai consiglieri di opposizione, ci sono anche gli ormai noti ottomila metri quadrati di verde agricolo del “caso Forti”, destinati a diventare edificabili. Critiche a riguardo dal “grillino“ Castelli.
 Tra i primi ad analizzare l’ipotesi predisposta dallo studio «Veneto progetti», c’è il consigliere della lista civica Laives 5 stelle, Paolo Castelli, che preannuncia una mozione di sfiducia al sindaco Di Fede se in fase di approvazione del nuovo Puc, si manterrà la previsione attuale in bozza che riguarda quegli ottomila metri lavorati dal figlio dell’ex vicesindaco Georg Forti per conto di una società nella quale egli stesso è tra i soci. Castelli non nega che era particolarmente curioso di vedere queste previsioni urbanistiche, soprattutto dopo che era scoppiato il caso dell’ex vice sindaco per una campagna accanto a via Andreas Hofer. «Guardacaso - dice adesso Castelli - nella bozza del Puc, le proposte di trasformazione dei terreni in chiave edilizia prese in considerazione da chi ha rielaborato il Puc per i prossimi anni sono solo due: una a San Giacomo e l’altra a valle di via Hofer, un’area che comprende proprio il terreno lavorato dal figlio dell’ex vicesindaco Forti assieme ad altre particelle. Ci sono state oltre 40 richieste fatte da altri cittadini, che per ora non sono state accolte. Perché, se si deciderà di lasciarla come zona edificabile nel nuovo Puc, io presenterò mozione di sfiducia al sindaco? Perché è evidente che essendo stata recapitata in Comune il 18 maggio scorso, l’attuale giunta e il sindaco in particolare, non potevano non sapere cosa conteneva. Nonostante questo, la questione è scoppiata solo in seguito ad un’inchiesta giornalistica: prima nessuno ne ha fatto cenno e non mi risulta neppure che ci siano state contestazioni all’ex vicesindaco sul possibile conflitto di interessi». Tecnicamente, la bozza del nuovo Puc contiene due zone di espansione per complessivi 60 mila metri cubi edificabili. A Laives città si prevede un’area a valle di via Andreas Hofer di 19 mila metri quadrati, in cui sono compresi gli 8 mila “lavorati“ dal figlio dell’ex vicesindaco. Diecimila sono a san Giacomo, nella campagna ai piedi della chiesetta.
Alto Adige 15-1-11
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venerdì, 14 gennaio 2011



Arriva il nuovo Ufficio appalti

LAIVES. Seduta fiume della giunta comunale allargata per l’occasione anche a tutti i dirigenti dei vari uffici. «Si è trattato di pianificare l’attività per i prossimi 12 mesi - ha spiegato il sindaco Liliana Di Fede - in un summit generale che segue di poco l’approvazione del bilancio di previsione 2011».
 Si è parlato un po’ di tutto quindi, alla luce delle priorità che la giunta si è data fin dal dopo elezioni comunali. «Priorità - aggiunge il sindaco - come lo sono ad esempio la ristrutturazione della scuola elementare di Pineta, oppure la costruzione del nuovo serbatoio e via via tutto il resto. Dal prossimo mese poi inizierà la riorganizzazione dei servizi e degli uffici comunali, con l’introduzione di nuove e inedite presenze, vedi ad esempio l’ufficio marketing territoriale. Insomma, un po’ tutti i settori dell’apparato comunale sono stati passati al vaglio tra giunta e dirigenti, con uffici e le varie competenze. Dal primo marzo arriveranno anche i due nuovi dirigenti e intanto noi provvediamo a rivedere anche tutti i processi che riguardano gli uffici municipali».
 Uno di quelli ritenuti strategici e che finora non è mai esistito, sarà l’ufficio appalti, deputato a seguire dall’inizio alla fine, proprio il delicato settore degli appalti e delle gare pubbliche, dove il Comune di Laives, negli anni scorsi (ultimo esempio la mensa scolastica) ha ricavato parecchi grattacapi e problemi a non finire. Occorre seguire meglio e con competenza questo settore determinante e questo sarà il compito del nuovo ufficio.
 E mentre si apprestano ad arrivare nuovi dirigenti, sta preparando le valigie invece l’architetto Stefano Rebecchi, capo del settore lavori pubblici, chiamato al Comune di Bolzano. Se ne andrà a febbraio. (b.c.)
Alto Adige 14-1-11
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venerdì, 14 gennaio 2011


Vecchia stazione di Laives

Stazione di Laives bivacco per i clochard

BRUNO CANALI
LAIVES. La stazione ferroviaria di Laives sta conoscendo da qualche tempo lo stesso problema che aveva riguardato quella di Bronzolo: nelle ore notturne al suo interno bivaccano clochard e altri personaggi.
 Le tracce di queste presenze le trovano alla mattina gli addetti alle pulizie delle due sale di aspetto.
 A Bronzolo il fenomeno è stato risolto dall’amministrazione comunale stipulando un contratto con una ditta privata che si incarica di chiudere alla sera, dopo una certa ora e riaprire, l’accesso alla sala di aspetto della stazione ferroviaria: il sistema sta funzionando. E’ probabile anche che coloro che adesso passano le notti nei locali della stazione ferroviaria di Laives, possano essere gli stessi che lo facevano, fino a quando hanno potuto, in quella di Bronzolo.
 Il problema è che, purtroppo, non essendo un alloggio, la stazione ferroviaria ha anche il minimo indispensabile dei servizi igienici e così alla mattina chi fa le pulizie trova spesso sporco e rifiuti all’interno dei locali. Il problema si acuisce proprio nei mesi più freddi dell’anno, perché qualche senza tetto non trova di meglio che sistemarsi nella sala di aspetto della stazione per ripararsi dai rigori invernali.
 Della questione sono già state informate le forze dell’ordine, che sono chiamate ad effettuare controlli. E’ però evidente che una soluzione definitiva a questo fenomeno non potrà che arrivare adottando identico sistema di quello introdotto a Bronzolo con la chiusura notturna della stazione e controlli periodici a sorpresa.
 Tra le altre cose, essendo la stazione ferroviaria di Laives più defilata dalla città rispetto a quella di Bronzolo, oltre a queste presenze notturne, si registrano periodicamente anche atti di vandalismo, con muri imbrattati da scritte e danneggiamenti più o meno gravi delle strutture. A farne le spese in particolare è spesso la vecchia stazione oramai abbandonata e presa di mira dai vandali nonostante vi siano delle telecamere per la videosorveglianza. La vecchia stazione è diventata proprietà comunale, ma l’amministrazione non ha deciso cosa farne. La passata giunta aveva avanzato delle ipotesi, che però non si sono concretizzate.
Alto Adige 14-1-11
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giovedì, 13 gennaio 2011



Anche a Pineta scolari nei container

BRUNO CANALI
LAIVES. Entro fine anno, la giunta conta di riuscire a dare il via ai lavori di ristrutturazione della scuola elementare “Collodi” di Pineta. Intanto il progetto è stato approvato dal consiglio comunale, ma ci sono le prime polemiche per la sistemazione provvisoria nei container.
 Il progetto porta la firma dell’architetto Roberta Springhetti e prevede una spesa complessiva di 3 milioni e 100mila euro. Ci saranno cinque aule in più di quelle esistenti, alzando di un piano l’edificio attuale. Ci sarà finalmente la mensa con 84 posti e cambierà anche l’ingresso principale, non più dal cortile come è oggi (anche se questo passaggio rimarrà comunque) ma da via Dolomiti. Con le aule si faranno anche sala computer, aula di sostegno e aula insegnanti.
 Verrà pure installato l’ascensore e nel riordino degli spazi, l’ambulatorio verrà spostato al piano terreno, accessibile dal parcheggio centrale di Pineta e poi anche una sala per psicomotricità dove attualmente si trova un’associazione teatrale. Anche biblioteca e palestra saranno fruibili con la scuola chiusa, perché gli ingressi non saranno più attraverso il cortile scolastico. Infine la progettista ha previsto un migliore utilizzo anche del piccolo verde alle spalle della scuola, oggi difficilmente raggiungibile.
 «La ristrutturazione della scuola - ha spiegato l’architetto Springhetti - tiene conto anche di una futura riqualificazione dell’intero comparto centrale di Pineta. Puntiamo a realizzare un edificio “Casaclima A”, isolandolo a dovere e sostituendo tutti i vecchi serramenti. Infine, dove oggi c’è lo spicchio di verde sintetico con alcune piante, potrà esserci una sala da 300 metri quadrati che intanto rimarrà grezza per non sforare il budget».
 La proposta è piaciuta a tutti i consiglieri comunali, mentre la discussione vera e propria è iniziata quando si è parlato di sistemazione provvisoria degli scolari durante i due anni circa di lavori alla scuola. L’idea dell’amministrazione comunale è quella di installare, nel vicino parcheggio, dei container, idea che non entusiasma però l’opposizione, memore di ciò che succede all’elementare di San Giacomo.
 «Siamo soddisfatti che abbiate adottato la soluzione anche da noi auspicata, vale a dire la ristrutturazione invece che l’abbattimento e ricostruzione - ha dichiarato Claudia Furlani (Pdl) - Però, ancora una volta, sottolineiamo come l’emergenza scuola riguarderebbe maggiormente San Giacomo, dove gli alunni sono passati da 71 dell’anno scorso ai 142 attuali. A Pineta invece si è andati lievemente calando, dai 70 del 2007-2008, ai 53 attuali».
 Christof Inama (Svp) ha auspicato che l’appalto non si basi esclusivamente sul miglior prezzo, ma premi piuttosto la qualità. proprio per non ricadere in errori come quelli con la nuova mensa scolastica a Laives. Franco Magagna (lista La civica) si è rallegrato che finalmente ci sia sintonia tra maggioranza e opposizione su questo progetto; poi, come Roberto Ceol (Pd) ha anche auspicato che, per la sistemazione degli scolari durante i lavori, si parli preventivamente anche con i rispettivi genitori, in maniera da trovare consenso e ridurre i disagi al minimo.
 A questi timori, l’assessore Bruno Ceschini ha risposto garantendo che si verificheranno tutte le possibilità a disposizione, scegliendo quella che offre il miglior compromesso tra necessità del cantiere ed esigenze scolastiche. Il progetto alla fine è stato approvato.
Alto Adige 13-1-11
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mercoledì, 12 gennaio 2011



Area ex Amonn San Giacomo: solo edifici privati

BRUNO CANALI
LAIVES. Ex magazzino Amonn, nel centro di San Giacomo: un grande complesso in predicato di lasciare il posto all’edilizia abitativa. Se ne parla nell’ambito del dibattito sugli alloggi per il ceto medio e per le cooperative che non trovano spazio a Bolzano. Ipotesi per adesso prive di fondamento, perché il proprietario dei terreni non ha l’obbligo di riservare nemmeno un metro quadrato all’edilizia agevolata.
 L’ex magazzino Amonn, come tutti gli altri che nel corso degli anni hanno lasciato il posto a centinaia di appartamenti, sono “zone di completamento B”. Questo dice il piano urbanistico e sta a significare che il proprietario non ha alcun vincolo nei confronti dell’edilizia agevolata o sociale, ma solo l’obbligo di riservare il 60 per cento degli appartamenti a cittadini della nostra provincia in cerca di prima casa. Anche per l’ex Amonn, come è stato del resto per il vicino magazzino Espen (che ha lasciato il posto a centinaia di appartamenti del “Garden Village”, per il magazzino Mittermair I e II in via Dante a Laives, per l’ex fabbrica “Schulze & Pollmann” a Pineta) i proprietari hanno libera scelta sulla destinazione di tutti i metri cubi edificabili.
 Questo significa che non sono assolutamente tenuti a doverne riservare, come succede invece per le “aree di espansione”, una percentuale all’edilizia agevolata.
 Stando così le cose, se Provincia e Comune volessero avere parte della cubatura a disposizione nelle zone di completamento B, da destinare poi a ceto medio, cooperative o altro, dovrebbero trovare l’accordo economico con i proprietari privati i quali, è prevedibile, la cederebbero ma a prezzi di mercato privato. Questo fa capire subito l’incongruità delle proposte avanzate qua e là nei giorni scorsi, idee che non tengono conto del fatto che si sta parlando comunque e sempre di terreni sui quali i proprietari possono disporre come vogliono della cubatura prevista.
 Anche parlare di spostamento di parte dell’enorme cubatura dell’ex Amonn (la densità edificabile arriva a 3,4 metri cubi per metro quadrato) significa dover comunque mettere a disposizione il terreno. Tanto per rimanere all’ex Amonn, lì il proprietario ha il diritto di costruire i suoi 45mila metri cubi circa: se il Comune vuole fargliene spostare altrove una parte, dovrà cedergli gratuitamente il terreno necessario.
 Di questo si rendono ben conto in Comune e infatti il sindaco Liliana Di Fede parla di «una visione che ha senso solo in prospettiva, ma che intanto non ha presupposti concreti. A San Giacomo - aggiunge - non vogliamo creare nuova cubatura ma il migliore mix abitativo possibile, per rendere ancora più vivibile la frazione».
Alto Adige 12-1-11
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mercoledì, 12 gennaio 2011



I Consumatori: «Attenzione alla diossina»

BOLZANO. «Per garantire chiarezza ai consumatori attenti alla tutela degli animali va introdotto l’obbligo di dichiarare il tipo di produzione da cui provengono le uova usate nei prodotto preconfezionati». Lo dice il direttore del Centro tutela consumatori utenti (Ctcu), Walther Andreaus, in merito alla contaminazione da diossina in Germania. «E’ qui - prosegue Andreaus - che i politici di tutta Europa sono chiamati urgentemente ad intervenire, al fine di garantire una migliore informazione per tutti i consumatori». Il consiglio del Ctcu ai consumatori è quello di controllare con molta attenzione la marcatura delle uova: il metodo di produzione e la provenienza di un uovo possono infatti essere desunti dal timbro posizionato sull’uovo stesso.

Diossina, contaminati anche i maiali

BERLINO. La paura degli alimenti al veleno dilaga nella Germania dove ora il governo è investito dalle polemiche per la gestione dello scandalo dei mangimi. Alte percentuali di diossina sono state scoperte nei maiali di un allevamento della Bassa Sassonia dove centinaia di capi saranno abbattuti: per ora sono 19 gli allevamenti contaminati, mentre 558 restano chiusi per controlli.
 Nella stragrande maggioranza dei casi (346), si tratta di allevamenti di suini, ancora bloccati - dopo il grande allarme dei giorni scorsi che aveva determinato la chiusura di 4700 impianti - per essere sottoposti ad analisi. Dei 19 allevamenti in cui la contaminazione è stata già accertata, invece, 18 sono di galline ovaiole, mentre solo uno, quello di Verden scoperto ieri, è di maiali. Nell’azienda, che era stata chiusa all’inizio di gennaio, all’esplodere del caso, il tasso di diossina trovato nei suini è pari a 2 picogrammi per grammo di grasso, il doppio del livello consentito dai limiti europei. «Questa carne non è commerciabile: tutti gli animali dovranno essere abbattuti e le carcasse bruciate» ha detto un portavoce del ministero del Consumo. Secondo il veterinario capo Peter Rojen non si può escludere che la carne degli animali a rischio sia arrivata nei supermercati: «Stiamo cercando di rintracciarla e di ritirarla dalla vendita» ha dichiarato il medico. In un altro allevamento dello stesso Land sarebbero stati riscontrati valori vicini al limite. Poiché l’azienda si trova nella regione leader nella produzione di salumi, con 8.600 allevamenti, la notizia potrebbe determinare un crollo del mercato. In tutta la Germania è ormai psicosi da diossina: i consumatori danno l’assalto ai supermercati biologici che, in molti casi, hanno quasi esaurito le scorte di uova e carne di maiale: «Al momento la domanda di prodotti biologici non può essere soddisfatta» ha commentato Felix Prinz zu Loewenstein, direttore dell’Associazione dell’industria biologica, mentre la richiesta di uova “bio” è cresciuta del 30%. Già centomila le uova distrutte in Bassa Sassonia: altrettante potrebbero avere la stessa sorte nei prossimi giorni.
 Con la notizia che il «contagio» partito dai mangimi si è diffuso anche ai maiali intanto crescono le polemiche nei confronti del ministro dell’Agricoltura Inse Aigner, accusata dall’opposizione di aver gestito male l’emergenza: «Al momento in Germania nessuno sa come vengono prodotti i generi alimentari» ha detto il presidente del partito Socialdemocratico Sigmar Gabriel. Ma il ministro, pur confermando che l’allarme non è cessato, ha respinto le accuse, ricordando che Berlino sta valutando un «riesame delle sanzioni previste per le aziende che non rispettano le regole nonché l’introduzione di obblighi più stringenti per i produttori di mangimi».
 L’Unione europea intanto è pronta a intervenire «entro la fine del mese» con una norma comunitaria per regolamentare la produzione di mangimi ed evitare la possibilità che nuovi casi di inquinamento da diossina possano ripetersi: quattro i casi di cibo contaminato in meno dieci anni. Dopo l’incontro convocato ieri a Bruxelles, definito «deludente» da Frederic Vincent, portavoce del commissario alla Salute John Dalli, con i rappresentanti della federazione europea dei produttori (Fefac), l’ipotesi è quella di separare la produzione dei mangimi da quella delle altre attività industriali (la commistione tra le due produzioni è all’origine dello scandalo tedesco). Vincent ha inoltre chiarito che non è previsto alcun indennizzo per gli allevatori colpiti: «Non è la Ue che deve pagare i danni». (m.r.t.)

«È la punta dell’iceberg Animali “bombardati” per produrre reddito»

ROMA. Le uova e i maiali alla diossina sono solo «la punta dell’iceberg, la conseguenza del modo in cui gli animali vengono «trattati» negli allevamenti. È il parere dell’Enpa, l’ente nazionale protezione animali: «Nelle stalle come nei capannoni destinati all’allevamento dei polli, si assiste al sovvertimento dei naturali cicli biologici» spiega il direttore scientifico dell’associazione Ilaria Ferri. «Gli animali da reddito, pur essendo erbivori, vengono «riprogrammati» per diventare carnivori e nutrirsi con mangimi di origine animale; vengono bombardati con antibiotici e stimolanti per accelerare la loro crescita e massimizzarne così la «vita produttiva»; vengono costretti in cattività, in spazi tanto angusti da favorire il proliferare e la trasmissione di malattie». Le tecniche di allevamento pongono dunque, sottolinea, seri problemi di natura etica e di tutela della salute pubblica.


Alto Adige 12-1-11

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martedì, 11 gennaio 2011



Completamente operativa la convenzione tra Asl e Labormed Srl per i prelievi

LAIVES. Sistemati gli ultimi dettagli, dall’inizio di questo mese diventa completamente operativa la convenzione tra Asl e Labormed Srl per i prelievi presso il nuovo laboratorio che si trova in via Noldin 23 (alle spalle della farmacia Pietralba).
 Finora c’era anche la possibilità di rivolgersi all’ambulatorio che ha sede presso il distretto di via Innerhofer e questa possibilità rimarrà ancora fino a venerdì 14 gennaio, in maniera da rendere più soft il cambio di destinazione degli utenti. A partire da lunedì 17 gennaio però, a Laives rimarrà esclusivamente Labormed ed è lì che bisognerà fare riferimento per tutti i prelievi.
 Rispetto al servizio che esisteva finora, l’arrivo in città di Labormed ha sicuramente portato ad un miglioramento sostanziale del servizio, sia perché lo stesso è stato potenziato, sia perché adotta tutti i più moderni sistemi anche per la consegna dei referti, che se non riguardano esami particolari, possono essere recapitati ancora entro il giorno successivo a quello del prelievo. L’orario per il pubblico è ogni giorno dalle 7.15 alle 9.30. Presso Labormed si possono effettuare molti esami, non solo quelli strettamente legati alle prescrizioni del proprio medico di base. (b.c.)

Alto Adige11-1-11
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martedì, 11 gennaio 2011



Stasera Zelger diventa assessore

LAIVES. Durante il consiglio comunale in programma oggi alle 18, verrà ufficializzata la nomina di Georg Zelger (Svp) in giunta. Tra le competenze eredita dall’ex vicesindaco Georg Forti anche quella dell’urbanistica. Il posto di Zelger sui banchi del coniglio comunale verrà preso dal primo dei non eletti, Robert Tezzele, un volto nuovo e giovane.
 Prevista anche la costituzione della nuova commissione edilizia e l’istituzione di una serie di consulte: cultura, ambiente, sport e tempo libero. (b.c.)
Alto Adige 11-1-11
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martedì, 11 gennaio 2011



Carnevale, gruppo al lavoro per la grande sfilata

LAIVES. Gino Coseri, mitico “principe del carnevale”, non iniziava mai a parlarne prima dell’Epifania. In realtà il lavoro per costruire i carri della sfilata iniziava mesi prima. È così anche adesso al cantiere della zona Wurza, dove già si vedono i primi risultati del grande impegno che culminerà con la sfilata, la numero 34, programmata per domenica 27 febbraio.
 «Stiamo lavorando regolarmente all’allestimento - dice Cesare Zenorini, presidente del gruppo carnevalesco - e insieme a noi hanno iniziato a costruire i propri carri anche varie associazioni comunali. L’intenzione è quella di riproporre una sfilata almeno al livello di quelle passate e credo che ce la faremo anche stavolta».
 Intanto è anche iniziata la vendita dei biglietti relativi alla grande lotteria di carnevale, che mette in palio come primo premio un weekend per due a Barcellona, un weekend all’hotel Falkensteiner di Valles per il secondo premio e per il terzo e poi una serie di buoni acquisto, fino al 15esimo premio.
 Quest’anno c’è anche la sponsorizzazione ufficiale del negozio “Gutweniger” di Bolzano e, come nelle edizioni precedenti della grande sfilata, dopo domenica 27 a Laives, dovrebbe essere proposta il sabato successivo a Bolzano.
 Per quanto riguarda i temi affrontati dai carri, ovviamente vige il top secret per non rovinare la sorpresa. Comunque, il periodo carnevalesco a Laives non si esaurirà con la sfilata: durante la settimana saranno infatti tante altre le occasioni per divertirsi. (b.c.)
Alto Adige 11-1-11
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lunedì, 10 gennaio 2011


Laives è ormai asservita agli interessi abitativi bolzanini Ed è sempre più dormitorio

Il quotidiano Alto Adige ha pubblicato un’interessante riflessione di Paolo Campostrini sulla politica abitativa del comune di Bolzano. La tesi è che l’amministrazione del capoluogo, incapace di elaborare un progetto di sviluppo urbanistico autonomo, scarichi sui comuni limitrofi e su Laives in particolare, le conseguenze delle proprie non scelte. Non ci interessa entrare nel merito delle argomentazioni dell’editorialista, nè contestare alcune sue affermazioni. Ciò che ci colpisce è l’analisi sulla situazione di Laives come città dormitorio. Egli afferma che la mancanza di una politica autonoma è tale “da costringere intere fasce sociali in attesa di alloggio a trasmigrare altrove, fuori dai confini comunali, accettando la prospettiva di costruire nuovi ghetti residenziali a San Giacomo e a Laives che stanno a loro volta faticando per togliersi l’immagine di sobborghi-dormitorio di un capoluogo incapace di porre un freno al suo caro-casa e alla patologica carenza di aree abitative”. Un’analisi impietosa quanto realistica della condizione di Laives che, al di là di molte parole, fotografa puntualmente la politica portata avanti dalla nostra amministrazione. L’unica risposta plausibile è che essa venga accettata per una sorta di sudditanza psicologica al potere provinciale, comunque rappresentato, e per affinità politica con il proponente. Quando poi scopriamo che le cooperative hanno già bello e pronto un progetto che prevede il riutilizzo completo della cubatura inopportunamente concessa dal vecchio piano urbanistico, ci chiediamo se le decisioni non siano già state prese da tempo sulla testa degli ignari cittadini e ci interroghiamo sul ruolo che oggi hanno concretamente assunto le cooperative. Insomma, se Bolzano è a sovranità limitata allora Laives e i suoi cittadini, sono asserviti a logiche estranee ai loro interessi.
R. Grasso
Alto Adige 10-1-11
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domenica, 09 gennaio 2011



«A S. Giacomo mancano servizi»

 LAIVES. Sugli alloggi per il ceto medio a San Giacomo, prendono posizione Pdl e Lega Nord. In una nota a firma di Claudia Furlani, Daniele Inguscio e Michele Peruzzo (Pdl), si richiamano i giudizi negativi espressi in questi giorni da vari esponenti politici comunali. Quindi un attacco al sindaco Liliana Di Fede: «Sembra evidente oramai che il decisionismo del sindaco - scrivono i consiglieri del Pdl - nasconda un’inquietudine per la sua maggioranza così litigiosa. Ancora più preoccupanti sono le sue dichiarazioni sugli alloggi di Bolznao a San Giacomo, dove non c’è accenno a piani revisionali per servizi e infrastrutture di cui già oggi San Giaocmo avrebbe bisogno prima di accettare altre famiglie».
 Il Pdl preannuncia «dura opposizione in consiglio comunale se dovessero arrivare proposte di variazioni urbanistiche che prevedano nuovi “gioiosi tagli di nastro” davanti ai container dove sono sistemati i bambini dell’elementare per carenza di aule. Laives e San Giacomo non debbono diventare dormitori di Bolzano».
 A loro volta, Marco Franceschini e Giuliano Vettorato, della Lega Nord, premettendo che non sono per principio contrari alla realizzazione di alloggi per il ceto medio, spiegano però come «non ci siano in questo momento a Laives i presupposti per farsi carico anche dei problemi abitativi di Bolzano. San Giacomo poi ha notevoli problemi infrastrutturali, anche a causa di una politica urbanistica miope da parte delle passate amministrazioni comunali. Se si vogliono spostare qui parte degli alloggi per il ceto medio, almeno si chieda prima una contropartita adeguata alla Provincia perché si adeguino tutte le infrastrutture». (b.c.)
Alto Adige 9-1-11
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sabato, 08 gennaio 2011

STADIO FC-SÜDTIROL A LAIVES?
 
Importante intervento dei Verdi di Laives

In questi ultimi mesi il tema ha scatenato un’accesa discussione, surriscaldando gli animi come mai in precedenza nella nostra città.
Il segno del livello raggiunto dalla contrapposizione tra favorevoli e contrari, può essere dato dalla morte “politica” del vice sindaco e Obmann del partito di raccolta Georg Forti, che è in qualche modo riconducibile al progetto in questione.
La particolarità della situazione è data dal fatto che solitamente, un progetto di grande impatto sociale ed economico vede le posizioni di favorevoli e contrari, chiare e delineate; nel nostro caso al contrario, i due fronti sono assolutamente trasversali allo schieramento politico; sono infatti fondamentalmente favorevoli PDL e PD, sono contrari Verdi e parti di SVP (contadini). Il ricorso alla volontà popolare per progetti di tale portata è sempre importante, ma in modo particolare lo è in quest’occasione. I cittadini di Laives hanno il diritto/dovere di esprimersi, ed è auspicabile che il referendum popolare sia accolto da tutte le forze politiche, sia di maggioranza che d’opposizione, come una buona e fondamentale opportunità di verifica del consenso popolare.
È infine interesse comune a tutte le forze politiche, quello di arrivare ad un referendum riconosciuto come importante strumento di democrazia, evitando manovre di “screditamento” come quelle recentemente avvenute a Brunico in occasione del referendum per il progetto Ried.

Giorgio Zanvettor
Consigliere comunale dei Verdi a Laives

Salutiamo con favore le ultime prese di posizione dei Verdi a favore di un referendum sullo stadio, ultima in ordine di tempo l’articolo dell’ex-assessore Zanvettor sul periodico “Omnibus” di dicembre, ma non possiamo esimerci dal ricordare che solo pochi mesi fa è stata respinta con il loro voto determinante, una mozione che chiedeva al consiglio comunale di farsi promotore della consultazione popolare.

Un referendum si rende necessario solo nel caso che il progetto trovi il consenso necessario all’interno della maggioranza consiliare,  ma non può essere assolutamente usato in maniera strumentale per levare le castagne dal fuoco ad una coalizione divisa.

In ogni caso occorre che i Verdi si facciano parte attiva del comitato promotore, si mettano a disposizione con i loro consiglieri e con l’assessore per la raccolta delle firme  e che soprattutto garantiscano una parità di condizioni tra sostenitori e contrari allo stadio. L’accesso paritario agli strumenti di propaganda è condizione essenziale e la loro presenza in maggioranza diviene fondamentale per garantire una reale informazione dei cittadini.

Un impegno serio e fattivo in questa direzione è la condizione necessaria per dare sostanza alle parole di questi giorni.

Considerazioni di
Rosario Grasso

Si attendono Reazioni e commenti
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sabato, 08 gennaio 2011



 Proposta Tommasini - riflessioni

Il quotidiano Alto Adige pubblica un’interessante riflessione di P. Campostrini sulla politica abitativa del comune di Bolzano. La tesi è che l’amministrazione del capoluogo, incapace di elaborare un progetto di sviluppo urbanistico autonomo, scarichi sui comuni limitrofi e su Laives in particolare, il peso delle proprie non scelte. Non ci interessa entrare nel merito delle argomentazioni dell’editorialista, nè contestare alcune sue affermazioni.
Ciò che ci colpisce è la lucida analisi sulla situazione di Laives come città dormitorio. Egli afferma che la mancanza di una politica autonoma è tale “da costringere intere fasce sociali in attesa di alloggio a trasmigrare altrove, fuori dai confini comunali, accettando la prospettiva di costruire nuovi ghetti residenziali a San Giacomo e a Laives che stanno a loro volta faticando per togliersi l’immagine di sobborghi-dormitorio di un capoluogo incapace di porre un freno al suo caro-casa e alla patologica carenza di aree abitative”.
È un’analisi impietosa quanto realistica della condizione di Laives che, al di là di molte parole, fotografa puntualmente la politica portata avanti dalla nostra amministrazione e ci chiediamo, dal nostro punto di vista, come si possa, avendo a cuore la propria comunità, recepire senza colpo ferire una proposta che esula da qualsiasi ragionamento fondato sugli interessi dei cittadini di Laives.
L’unica risposta plausibile è che essa venga accettata per sudditanza psicologica e politica ai poteri forti e per affinità politica con il proponente.
Quando poi scopriamo che le cooperative hanno già bello e pronto un progetto che prevede il riutilizzo completo della cubatura inopportunamente concessa dal vecchio piano urbanistico, ci chiediamo se le decisioni non siano già da tempo state prese sulla testa degli ignari cittadini e ci interroghiamo sul ruolo che oggi hanno concretamente assunto le cooperative.
Insomma, se Bolzano è a sovranità limitata allora Laives, o meglio i suoi cittadini, sono completamente asserviti a logiche a loro completamente estranee.
Rosario Grasso
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venerdì, 07 gennaio 2011



Nuovo serbatoio per l’acquedotto  del comune di Laives

BRUNO CANALI
 LAIVES. La giunta comunale ha affidato all’ingegner Guglielmo Concer la progettazione del nuovo serbatoio idrico previsto a monte della città, da costruire contestualmente allo scavo della galleria della variante.
 Contestualmente è anche stata indetta una gara tra 5 professionisti per la progettazione dell’acquedotto comunale che dovrà collegare la frazione di La Costa alla rete comunale.
 Quello del nuovo serbatoio per l’acqua potabile è un dei progetti importante anche per l’impegno finanziario che comporterà. Verrà realizzata una grande vasca di raccolta a monte della città, accanto alla strada che sale verso i masi di Montelargo, ad una quota di circa 337 metri sul livello del mare. In zona già c’è un serbatoio, che ha una capacità di 450 metri cubi ed è alimentato da quattro pozzi posti all’interno della città di Laives. Questo vecchio serbatoio però non è più in grado di sopperire alle necessità di acqua potabile di una città molto cresciuta. Così verrà realizzato un altro impianto capace di accumulare 3.144 metri cubi d’acqua, in grado anche di garantire l’approvvigionamento idrico a Pineta e alla zona produttiva Wurza. L’ingegner Concer progetterà due vasche che saranno interrate e proprio per questo c’era fretta di andare avanti con la procedura, perché lo scavo potrebbe effettuarlo la stessa ditta che sta perforando la montagna per la galleria della variante. La collocazione sopra la città invece è pensata per fare poi in maniera che l’acqua arrivi nelle case, anche le più alte, grazie alla pressione “per caduta”.
 Per quanto riguarda il capitolo dei costi, la previsione di spesa arriva a 3 milioni e 188 mila euro e vista la collocazione, accanto al piccolo tunnel della strada per Montelargo, occorrerà anche prevedere adeguate opere paramassi prima di iniziare a lavorare. Il serbatoio stesso, per come è stato concepito, fungerà in parte come opera paramassi e, viste le dimensioni, dovrebbe poi garantire un adeguato rifornimento idrico per diversi anni. Dal punto di vista visivo, l’impianto avrà un impatto modesto, proprio perché in buona parte sarà interrato e posto in una zona a monte della città, tra piante ad alto fusto.
Alto Adige 7-1-11
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venerdì, 07 gennaio 2011



Via l’inquinamento elettromagnetico a Laives

LAIVES. La Lega Nord torna alla carica sull’inquinamento elettromagnetico. Sono passati due anni da quando l’allora sindaco Giovanni Polonioli diede l’autorizzazione affinché alcune società di telecomunicazioni potessero installare una grande antenna sul tetto della palazzina che in cima a via Pietralba ospita diverse associazioni.
 Lo rammentano oggi i consiglieri della Lega nord, Giuliano Vettorato e Marco Franceschini, ricordano anche che «la convenzione aveva durata biennale e prevedeva un canone di affitto pari a 24 mila euro l’anno e la possibilità di disdetta da parte del Comune con preavviso semestrale. Il 12 agosto 2009 si riconfermava il contratto, modificando, al ribasso il canone di affitto, portandolo a 22 mila euro l’anno e, a fronte de timori dei cittadini di Laives per l’inquinamento elettromagnetico, venne indetta un’assemblea pubblica nella quale Polonioli garantì che dopo i due anni di contratto, l’antenna avrebbe dovuto essere trasferita altrove».
 I due consiglieri della Lega Nord ricordano anche che si promise un costante controllo delle emissioni elettromagnetiche di quell’impianto, che si trova nel cuore della città, a poca distanza dalla scuola materna tedesca. Per questo adesso, mediante una interpellanza, chiedono alla giunta chiarimenti, in particolare se in questo lasso di tempo trascorso si sia provveduto ad individuare un sito più idoneo dove far spostare quell’antenna per i telefoni e se sia stata fissata una scadenza per la concessione. Inoltre si chiedono i risultati delle misurazioni dell’inquinamento elettromagnetico provocato dall’impianto, così come garantito dall’amministrazione comunale fin dalla sua installazione e se questi dati saranno resi di dominio pubblico. (b.c.)
Alto Adige 7-1-11
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venerdì, 07 gennaio 2011



Alloggi a San Giacomo Grata: già fondata coop con cinquanta famiglie

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Alloggi per il ceto medio a San Giacomo di Laives anziché a Bolzano. La proposta avanzata dall’assessore provinciale Tommasini viene accolta con soddisfazione da Confcoop. Il direttore Grata: «C’è grande interesse, già nata una coop con 50 famiglie».
 «Lo abbiamo proposto da tempo; finora eravamo rimasti inascoltati», racconta il direttore di Confcooperative. «Ovviamente, come precisato dal vicepresidente della giunta provinciale Tommasini e dagli esponenti di maggioranza e opposizione a Laives, si dovrà pensare a un progetto organico. Anche noi non vogliamo creare dormitori o valvole di sfogo. Pensiamo si possano sfruttare ottimamente aree occupate da aziende dismesse o in dismissione, terreni privati con possibilità edificatorie già previste dal Puc di Laives con relative cubature, tipo l’area ex Amonn a San Giacomo. Se i privati acconsentissero, accogliendo il bando provinciale per gli alloggi del ceto medio, una quota parte della volumetria complessiva potrebbe essere realizzata dalle cooperative, un’altra dall’Ipes». Grata sostiene convinto: «Era ora che si cominciasse a pensare secondo schemi nuovi, allargando gli orizzonti normativi. L’idea di ampliare gli spazi di manovra dei bandi di gara destinati al ceto medio anche a Laives è un passo che apprezziamo. L’assessorato adesso si sta dimostrando intraprendente». I bandi, ha anticipato infatti Tommasini, saranno pronti per la fine di gennaio. «Per questo - dice Grata - nei prossimi giorni intensificheremo gli incontri coi tecnici provinciali, per tentar di dare una possibilità alle tantissime famiglie interessate». Secondo Confcoop, infatti, nell’orbita compresa fra Oltrisarco, Maso della Pieve, San Giacomo e Laives ci sarebbero numerose famiglie interessate a stabilirsi a San Giacomo. «È a metà strada fra i due poli di Bolzano e Laives, vicino ai luoghi di lavoro, alle famiglie di origine, ai nonni baby-sitter, agli amici. Per di più, a seguito dell’apertura della variante in galleria per Laives, lo stradone principale si è liberato dal traffico di passaggio e la zona è diventata piuttosto appetibile. Non per nulla un mese fa si è tenuta la prima riunione della nostra nuova coop, cui hanno già aderito cinquanta famiglie». A questo punto, l’area ex Amonn, sulla quale il Puc di Laives prevede la possibilità teorica di edificare 53 mila metri cubi residenziali, cascherebbe a fagiolo. «È auspicabile - conclude - che il bando provinciale venga costruito in maniera tale da tenere conto non solo dei punteggi. Riguardo all’assegnazione dovrebbe esistere un corridoio preferenziale per chi ha legami stretti con San Giacomo, per esserci nato, perché ci ha frequentato la scuola o ci lavora, perché la famiglia di origine risiede nelle vicinanze. Insomma, per chi può dimostrare un attaccamento alla zona. In tal modo si risolverebbe anche la questione del temuto quartiere dormitorio. A nostro avviso, prendendo questa precauzione, oltre a risolvere il problema degli alloggi per il ceto medio si aumenterebbe il grado di coesione sociale. Realizzeremmo soprattutto per l’affitto-riscatto, più un 5-6% per affitti a rotazione».

Terreni ex Amonn il Puc prevede 53 mila metri cubi

Come già accaduto per l’ex area Espen, oggi Garden Village con centinaia di appartamenti in palazzine moderne, a San Giacomo si aprono prospettive nuove per l’area ex Amonn. Si tratta di 53 mila metri cubi edificabili previsti dal Puc. Osteggiati però, occorre notare, dalla Svp locale, che preferirebbe diminuire il volume almeno di 15-20 mila metri cubi.
Alto Adige 7-1-11
giovedì, 06 gennaio 2011



L’autostrada A22, il grande problema
Servono misure per ridurre l’inquinamento


I valori registrati dall’Agenzia provinciale per l’ambiente superano quelli massimi tollerati dalle direttive comunitarie.
Ciò significa non solo che se l’amministrazione comunale non provvede a stendere un piano di rientro nei limiti sarà sanzionata dalla Comunità europea, ma anche che chi, come noi, vive incastrato tra autostrada e montagna, vede sempre minacciata la propria salute.
Rimediare non è facile. Siamo così abituati a muoverci in automobile che è un’utopia immaginare un futuro con meno macchine, ma è pure difficile introdurre un uso più sensato dei mezzi inquinanti. Vorremmo che fossero sempre “gli altri” a fare il primo passo.
Sappiamo che, per quanto riguarda il quartiere, la fonte maggiore di ossido d’azoto oltre al traffico dei pendolari è quel grosso serpentone chiamato autostrada che ci passa sopra le teste. Ma non dobbiamo rassegnarci: possiamo per esempio chiedere che, in attesa del suo trasferimento in galleria, da subito sulla A22 si prendano provvedimenti già sperimentati altrove per limitare l’emissione di inquinanti, come l’abbassamento dei limiti di velocità o il divieto di transito di particolari tipi di veicoli nelle ore notturne.
Possiamo chiedere che si acceleri il più possibile la realizzazione del completamento in galleria della variante per Laives o che si introducano sistemi stabili di dissuasione all’infrazione del divieto di accesso da sud in via Claudia Augusta
e chiedere che venga monitorata, con una centralina mobile, con continuità la qualità dell’aria in prossimità dell’imbocco della galleria del Virgolo, il luogo più inquinato in assoluto.
La battaglia non è facile, ma non per questo dobbiamo rinunciarvi in partenza.
Vicepresidente di quartiere
Giuliano Gobbetti
Fonte: Taxi n.1 del 1-2011
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giovedì, 06 gennaio 2011



La giunta di Laives ha stanziato 50 mila euro per abbellire i parchi comunali

LAIVES. La giunta comunale ha deciso di sostituire diversi giochi per i bambini che si trovano nei parchi comunali. Saranno sostituiti quelli vecchi e deteriorati, non più in grado di garantire massima sicurezza per i piccoli utenti che se ne servono durante la bella stagione. Per questo è stato approvato l’acquisto di nuove attrezzature ludiche, con una spesa prevista di 46 mila euro. Verrà indetta una gara tra le ditte che forniscono simili attrezzature e in questa maniera gli spazi pubblici diventeranno ancora più attrattivi quando arriverà la stagione dei giochi all’aperto. (b.c.)
Alto Adige 6-1-11
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giovedì, 06 gennaio 2011



Case: più ceto medio, meno privati

M. DI GIANGIACOMO
LAIVES. Concludere gli espropri e bandire la gara per individuare il partner privato che costruisca la Cittadella dello sport; avviare la ristrutturazione della scuola elementare di Pineta; definire il progetto per la nuova piazza: sono queste le sfide che attendono il sindaco, Liliana Di Fede, la sua giunta e la città di Laives in questo 2011.
 «L’anno delle sfide», come l’ha sempre chiamato il primo cittadino, facendo appunto riferimento a questi e ad altri progetti che nei prossimi dodici mesi dovranno necessariamente prendere corpo.
 Ma in questa lunga intervista di “buon anno”, con il sindaco Di Fede abbiamo voluto affrontare anche un tema di più stringente attualità come quello delle abitazioni per il ceto medio per le quali la vicina Bolzano non ha le aeree e che la giunta provinciale vorrebbe spostare a Laives, proposta che ha riscaldato il clima politico anche in questi giorni di festa; nonché rivolgere il nostro sguardo al futuro non più così lontano, quel 2013 che dovrebbe resistituire alla vità il centro cittadino, con l’apertura della variante e la riqualificazione di via Kennedy.
 Cominciamo dall’attualità: qual è la sua posizione sul progetto del vicepresidente Tommasini di portare a Laives le case per il ceto medio che a Bolzano non trovano spazio?
 Premetto che è un discorso che dovrà affrontare l’intera maggioranza che mi sostiene. Io ritengo che se ne possa parlare, ma con dei limiti molto precisi: Laives non può mettere a disposizione aree verdi, aree agricole, in generale aree non destinate all’edilizia per soddisfare le esigenze del capoluogo. Ma nel Puc scaduto era prevista comunque cubatura residenziale, privata ma convenzionata, che non è ancora stata sfruttata. Su quella si può ragionare.
 Buona parte dei suoi partner di maggioranza, come del resto parte dell’opposizione, ne fanno più un discorso di servizi e infrastrutture e sembrano ostili a qualsiasi ipotesi di nuovi grandi insediamenti residenziali sul territorio comunale.
 Questa proposta è molto recente, in maggioranza non ne abbiamo ancora parlato. Ma è comunque chiaro che nessuno vuole che sia destinata nuova cubatura per soddisfare le esigenze residenziali del capoluogo, il Pdl forse non lo ha capito. Io sono semplicemente disposta a ragionale su una cubatura per edilizia privata già inserita nel Puc, che potrebbe andare comunque a cittadini di Bolzano, perché il solo sviluppo demografico di Laives non l’assorbirebbe. Un po’ meno edilizia privata e un po’ più ceto medio potrebbe aiutarci a creare un giusto mix abitativo. Quella sui servizi è comunque una discussione politica che si può sempre fare. Ma è solo una proposta.
 I più auspicano che, dopo anni di crescita selvaggia, Laives si concentri sulla riqualificazione del tessuto urbano.
 Infatti, con il nuovo Puc ci sarà una gestione molto attenta del territorio. Laives non può più crescere come come negli ultimi decenni, l’orientamento è alla riqualificazione. Negli ultimi giorni di dicembre abbiamo approvato la delibera per la riqualificazione di un primo tratto di San Giacomo, alla quale seguirà quella per il resto della frazione, il piano del traffico e, nel 2012, la riqualificazione di via Kennedy. È tutto nel nostro programma.
 Il futuro con la variante, per Laives città, quanto è lontano?
 La Provincia conta di chiudere i lavori il 31.12.2012. Dobbiamo vivere ancora due anni in questa situazione, per Laives sarà un cambiamento epocale: via Kennedy è una ferita nel tessuto urbano. Con la riqualificazione e la nuova piazza il centro della città potrà rinascere.
 Eppure qualche commerciante ha già avanzato dei timori.
 Pensiamo a quello che è successo con l’apertura della MeBo: è scomparsa una certa clientela, ma senza traffico nei paesi sono tornati ad esserci spazi di vita che prima non esistevano e questo ha favorito un nuovo approccio anche ai negozi.
 Lei ha detto che il 2011 sarà l’anno delle sfide: cittadella, nuova piazza, scuola elementare di Pineta. Però, per ognuno di questi progetti si potrebbe obiettare che la sua giunta o quella precedente hanno sbagliato i conti. Avete già trovato i correttivi?
 Senz’altro. Nel 2011 questi progetti devono essere programmati ad un livello che li renda realizzabili entro la fine della legislatura. La scuola di Pineta entro l’anno, sulla Cittadella dobbiamo decidere il “come” e approfondirlo, per la piazza definire spazi commerciali, posti auto, spazi per la comunità. I cambiamenti dei progetti ci sono stati, ma anche perché sono cambiate le condizioni di finanziamento: la Provincia non finanzia più al 90%. Ma, ad esempio, non abbiamo stravolto la progettazione della piazza: lo spirito è quello, stiamo ragionando sulle cubature.
 Cittadella: l’impressione è che l’Fc Alto Adige morda il freno, qual è la vostra tempistica?
 Nei prossimi mesi porteremo in consiglio comunale la variante al Puc, poi partiremo con gli espropri e bandiremo la gara per il partner privato.
 Entro l’anno?
 Spero di sì.
 Il tavolo di lavoro creato sulla Cittadella sembra aver già rasserenato il clima in consiglio. Conta che possa addirittura scongiurare il referendum?
 Io ho sempre detto che quello della Cittadella è un progetto che era sia nel mio programma che in quello di Bianchi. Quindi, il 75% di chi siede in consiglio dovrebbe condividerlo. Molti Comuni in Europa investono per aiutare la propria città a posizionarsi. Noi abbiamo la possibilità di godere di milioni e milioni d’investimento in un impianto sportivo, guadagnando posti di lavoro, visibilità, togliendoci quest’immagine da dormitorio, dandoci una prospettiva. Abbiamo questa occasione, non altre, e dobbiamo coglierla. Dei referendari non so nulla, certo è un bel modo di fare politica confrontarsi con trasparenza e onestà, nell’ottica di lavorare per il bene comune.
 Sembra che la sostituzione di Georg Forti sia stata un’operazione difficoltosa. Almeno come comunicatore, a noi manca abbastanza. E a lei?
 La vicenda che ha portato alle dimissioni del vicesindaco me la sarei sinceramente risparmiata. Mi è dispiaciuto molto, con Georg lavoravo bene. Detto questo, il nuovo vicesindaco è Ceschini, con il quale collaboravo da anni. La vera new entry è Georg Zelger, che verrà nominato solo l’11 gennaio, ma con il quale ho già cominciato a collaborare. È una persona impegnata, trasparente, orientata al servizio al cittadino, che conosce molto bene il territorio, attenta, intelligente, umile ma anche decisa. È un “lutto” da superare, ma penso che con Zelger il gruppo si ricompatterà: siamo una giunta giovane e molto entusiasta.
 A maggio ci disse che preferiva una giunta “corta” ma coesa sui progetti. Lo pensa ancora, dopo il “caso Oliver”?
 Sì, certo. Si impara sempre strada facendo. È una situazione che ha dimostrato la serietà di tutti. C’era un contrasto all’interno della maggioranza ma l’abbiamo superato. Oliver era amareggiato, ma si è concentrato sulle cose più importanti.
 L’Udc sul bilancio si è astenuta: opposizione responsabile o avance?
 Con l’Udc c’è grande vicinanza politica, una vicinanza che con Claudia Guarda è anche personale, fin dalle scuole medie. Condividiamo la maggior parte dei valori, ma loro non fanno parte della maggioranza, hanno un profilo autonomo. Noi rimaniamo a 16, lasciando aperte tutte le strade.
Alto adige 6-1-11
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giovedì, 06 gennaio 2011



Case ceto medio, Tommasini va avanti con l’idea Laives


DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Alloggi per il ceto medio e immobilismo bolzanino nel reperire le aree: nonostante le critiche mosse a Laives da maggioranza e opposizione, l’assessore provinciale all’edilizia sociale Chistian Tommasini non fa marcia indietro sulla sua proposta di costruire a San Giacomo e dintorni ciò che non si riesce a realizzare nel capoluogo. E annuncia: «Abbiamo bisogno di edificare al più presto. Ma tengo a precisare: non si tratterà di nuove aree, sul verde o altro. Parlo solo di riconversione per l’edilizia sociale e cooperativa di cubature private già presenti nel piano urbanistico comunale. A questo scopo, a fine gennaio verranno pubblicati i bandi di gara per il reperimento delle aree. Uno di questi sarà intercomunale: comprenderà sia Bolzano che Laives. Se qualche privato sarà interessato, si farà avanti».
 L’assessore precisa: «Bolzano nelle ultime settimane ha risposto positivamente e in maniera celere alle nostre richieste e ha permesso di avviare l’iter per la redazione dei bandi di gara per il reperimento di aree. Faccio una premessa: a Casanova, sessanta alloggi costruiti dall’Ipes verranno detinati agli affitti a rotazione massimo decennale, mentre altri novanta circa sono previsti sul lotto C di Casanova con il meccanismo dell’affitto-riscatto. Tolti questi, almeno un centinaio di altri alloggi per il ceto medio servono in tempi assai rapidi, per tentar di calmierare il mercato privato. Per questo abbiamo pensato a Laives». Tommasini tiene a precisare: «Chi a Laives ha esternato perplessità è esattamente sulla mia stessa lunghezza d’onda: non parlo di nuove aree, bensì, di aree edificabili già previste dal Puc e destinate al residenziale privato. Anche il sindaco Di Fede, con la quale abbiamo affrontato il discorso, è d’accordo». Laives, spiega Tommasini, «è a buon punto sia con il programma per il ceto medio sia per le realizzazioni dell’edilizia sociale Ipes. Questo non significa che debba farsi carico dei problemi abitativi del capoluogo. Ma Laives lo sa: come previsto dal Puc a breve potrebbe partire una notevole cubatura residenziale privata. Un po’ meno edilizia privata e un po’ più di ceto medio potrebbe aiutare a generare un mix abitativo migliore. E poi, senza fare nomi e cognomi, i laivesotti sanno che la qualità del residenziale privato non è stata sempre delle migliori». Per questo motivo il bando intercomunale: «Se qualche privato di Laives vorrà mettere a disposizione delle aree o costruire chiavi in mano per il ceto medio, sia per gli alloggi a rotazione sia per l’affitto-riscatto, sarà il benvenuto. Altrimenti, i privati costruiranno ciò che è permesso dal Puc di Laives. Non ci sarà nessun assalto al verde o alle aree agricole». Il vicepresidente della giunta provinciale, su tutti, fa un esempio, esattamente lo stesso proposto dall’assessore di Laives Dario Volani: «Si potrebbe pensare a una parte della nottevole cubatura prevista dal Puc a San Giacomo, sull’area ex Amonn: una quota degli alloggi si potrebbe destinare al ceto medio». Insomma, visto che a Bolzano non si trovano aree e che, ormai, San Giacomo è un tutt’uno con il capoluogo... «Non è detto che funzioni - conclude - ma possiamo provarci».
Alto adige 6-1-11
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mercoledì, 05 gennaio 2011


Case ceto medio nel comune di Laives: contrari gli alleati

BRUNO CANALI
LAIVES. L’idea di spostare a Laives e San Giacomo parte degli alloggi per il ceto medio che non si riesce a costruire a Bolzano non sembra entusiasmare i rappresentanti politici locali. Mette le mani avanti l’opposizione, ma manifesta qualche perplessità anche la stessa maggioranza.
 Tutti hanno ben presenti i problemi creati nei decenni scorsi dalla rapida crescita di Laives a causa proprio della carenza di sbocchi abitativi a Bolzano e nessuno vuole più ripetere questa esperienza, almeno non prima di essersi attrezzati dal punto di vista logistico ed economico.
 «La linea della Svp su questi aspetti è chiara da sempre - spiega l’Obmann Norbert Paoli - e siamo per uno sviluppo normale e organico del nostro territorio, dove vanno risolti prima di tutto i problemi dei nostri concittadini. Per decenni Laives ha conosciuto un’espansione esagerata, che ha causato grossi problemi per quanto riguarda le infrastrutture e i servizi ai cittadini. Adesso che siamo faticosamente arrivati alla soluzione non è proprio il caso di ricominciare da capo».
 Giorgio Zanvettor (Verdi) nella passata amministrazione aveva competenza sull’edilizia agevolata. «È giusto parlare di cubature da recuperare - dice - e non di nuovo terreno da trasformare. A questo però sono collegati infrastrutture e servizi, quelli che per decenni le amministrazioni susseguitesi a Laives sono state costrette a rincorrere con l’acqua alla gola e che solo adesso, un poco alla volta, si riesce a recuperare. Sono stati anni difficili, riproporre adesso scenari del genere è quantomeno rischioso. Non possiamo accollarci la pressione edificatoria di altri Comuni, almeno non senza avere prima tutti gli strumenti per farlo. Solo così eventualmente si può pensare di farlo».
 L’assessore Dario Volani ha competenza sullo sviluppo del territorio e spiega che «l’ipotesi degli alloggi per il ceto medio non sarebbe edilizia aggiuntiva. Si tratterebbe di capire piuttosto se, ad esempio, una parte dell’enorme cubatura prevista a San Giacomo nell’area ex Amonn si potrebbe destinare agli alloggi per il ceto medio e se su questo tipo di discorso si potrebbe trovare un accordo con il proprietario. Certo comunque che ogni nuovo insediamento, per piccolo che sia, modifica la situazione della zona dove va ad incidere. Quello che occorre è che lo sviluppo sia controllato e armonico».
 Anche per Franco Magagna, consigliere della lista “La Civica”, «quello che è successo negli anni passati dovrebbe servire da lezione. Se si cresce senza adeguare servizi e infrastrutture, la città diventa un dormitorio. Serve la massima cautela e quelle di questi giorni mi sembrano più delle boutade che altro. Questi temi invece andrebbero analizzati con calma, altrimenti si rischiano danni irreparabili. Il modo in cui il discorso è stato impostato è bagliato». Magagna sottolinea che non è contrario per principio, ma che si tratta di questioni talmente importanti per il futuro di un territorio che non è proprio il caso di affrontarle in maniera superficiale. «A Pineta ci sono i due ettari della zona Toggenburg 2 - aggiunge - ma speriamo che non nasca un obbrobrio urbanistico come quello che si vede nella Toggenburg 1 oggi. Auspico anche il buonsenso a livello politico, proprio per non creare posizioni dalle quali poi, a distanza di qualche giorno, si è costretti a fare retromarcia».
Alto Adige 5-1-11
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martedì, 04 gennaio 2011



 «No a centinaia di alloggi senza le strutture necessarie» nel comune di Laives

LAIVES. La possibilità che Laives - e più specificatamente San Giacomo - possa ospitare gli alloggi per il ceto medio che a Bolzano non trovano spazio allarma il Pdl locale. «L’idea dell’assessore Tommasini di destinare gran parte dei 330 alloggi Ipes per il ceto medio a Laives e San Giacomo - scrivono in una nota i consiglieri Daniele Inguscio e Andrea Peviani - non può essere accettata a cuor leggero. Mentre il sindaco Di fede accetta tranquillamente questa idea, noi non dimentichiamo i grossi problemi che hanno accompagnato negli anni passati il poderoso incremento demografico di San Giacomo, con la realizzazione del Garden Village, dove centinaia di famiglie si sono trovate a fare i conti con strutture sociali inadeguate». I due consiglieri del Pdl fanno l’esempio della scuola elementare italiana, dove due classi quinte sono sistemate nei container per carenza di spazio, e poi quello dell’assenza di un asilo nido.
 «Sia Liliana Di Fede che Christian Tommasini - continuano i due consiglieri - evidenziano una certa leggerezza nell’affrontare il problema dell’incremento demografico, pur essendo stati più volte sollecitati dall’opposizione. Se quindi la giunta Di Fede ripercorrerà le scelte di un tempo, permettendo nuovi insediamenti a San Giacomo e a Laives senza prima predisporre adeguate soluzioni in materia di servizi e strutture sociali, in consiglio comunale, da parte nostra, quando se ne parlerà, sarà battaglia - concludono Inguscio e Peviani. Non siamo contro gli allogi Ipes ovviamente, ma non si possono accettare altri insediamenti per poi lasciare centinaia di famiglie sole di fronte ai problemi quotidiani legati ad un nuovo luogo dove andranno a abitare». (b.c.)
Alto Adige 4-1-11
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martedì, 04 gennaio 2011



Multe spartite tra Laives e Bolzano

BRUNO CANALI
LAIVES. Controlli e multe borderline per i vigili urbani di Laives e di Bolzano. In uno scambio logistico quotidiano, quelli di Laives controllano la parte di via Rosegger al confine con Bolzano; quelli di Bolzano, la viabilità all’aeroporto di San Giacomo, territorio di Laives.
 La convenzione tra le due amministrazioni comunali risale a 5 anni fa ed è stata rinnovata qualche giorno fa. In base ad essa, la polizia municipale di Laives ha potere di controllo e di sanzione anche sulla metà di via Rosegger che, a San Giacomo, segna il confine con il territorio di Bolzano, un confine che, singolarmente, taglia in due proprio la via. A loro volta, i vigili urbani di Bolzano controllano l’area dell’aeroporto di San Giacomo a ridosso della ferrovia, dove si trovano i parcheggi e il terminal. Lì siamo ancora in territorio di Laives e senza una convenzione, la polizia municipale di Bolzano nulla potrebbe.
 «L’idea di stipulare questa convenzione tra le due amministrazioni comunali - spiega il comandante di Laives, Sergio Codato - nacque proprio dalla considerazione che, pur essendo territorio comunale di Bolzano, metà di via Rosegger non veniva controllata regolarmente e proprio su quel lato invece si assisteva spesso a parcheggi selvaggi. Per contro, noi avevamo difficoltà a tenere sotto controllo i parcheggi e la viabilità nell’area del terminal aeroportuale di San Giacomo, pur essendo uno spazio che rientra nel territorio comunale di Laives, così ci siamo scambiati i ruoli: Bolzano segue anche l’aeroporto, mentre noi ci occupiamo dei controlli in via Rosseger».
 Conferma, per Bolzano, l’ispettore Franco Barcatta.
 «In effetti - spiega - per la polizia municipale di Laives era un problema controllare regolarmente la zona del terminal aeroportuale di San Giacomo: per farlo debbono sconfinare sul territorio di Bolzano, superare la ferrovia e raggiungere il posto. A nostra volta, con un’intera città da tenere controllata, diventava oneroso raggiungere regolarmente anche il confine con Laives, in via Rosegger. Con la convenzione è tutto più facile, a vantaggio della cittadinanza».
 Diversamente dalle altre forze dell’ordine, per i vigili urbani il confine del territorio comunale di appartenenza è anche la massima estensione possibile di influenza diretta. Si assiste così a situazioni talvolta curiose, come appunto quella di via Rosegger, dove la mezzeria rappresenta il confine tra Laives e Bolzano oppure, come spiega l’ispettore Barcatta, la zona sotto castel Roncolo a Bolzano, territorio comunale di Renon, mentre di fronte è ancora Bolzano e quindi solo lì eventualmente la polizia municipale del capoluogo può intervenire e multare chi non rispetta il codice della strada. A proposito di convenzioni e collaborazioni tra amministrazioni comunali, sembra che tra quelle di dimensioni più piccole, la strada da percorrere, anche per il servizio di polizia municipale, sia sempre più quella dei consorzi. Lo ha fatto Vadena con Laives e la collaborazione funziona, perché Laives garantisce un certo numero di ore di presenza dei suoi vigili urbani sul territorio di Vadena. Su questa strada sembrerebbe orientato anche Bronzolo, che si starebbe già guardando attorno (ad Ora come a Laives) per arrivare ad avere un potenziamento dei controlli sul territorio senza dovere assumere per forza nuovi vigili urbani. Non è peregrina insomma, l’ipotesi che in futuro ci sarà un solo corpo di polizia municipale tra Laives, Bronzolo e Vadena.
Alto Adige 4-1-11
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martedì, 04 gennaio 2011



Il Comune cede le sue case a Laives


FRANCESCA GONZATO
BOLZANO. Procede l’ipotesi di costruire a S. Giacomo nel territorio di Laives una parte dei 330 alloggi previsti per il ceto medio a Bolzano, visto che nel capoluogo ci vorrà tempo perché si rendano disponibili le aree previste dalla variante stralcio. I due Comuni e la Provincia hanno iniziato a ragionarci. L’assessore all’urbanistica del capoluogo Chiara Pasquali anticipa: «Il discorso è interessante, perché da tempo pensiamo a uno sviluppo sovracomunale di Bolzano». Un primo assenso arriva anche dal sindaco di Laives Liliana Di Fede, che ne ha discusso di recente durante un incontro con l’assessore Tommasini.
 Liliana Di Fede precisa che dovrà portare il tema all’ordine del giorno della maggioranza. Da subito però il sindaco di Laives pone una condizione: «Visto che si tratterebbe di farsi carico di una parte del piano per Bolzano, non potrà in alcun modo essere messo a disposizione ulteriore terreno verde. Sarei contraria a creare cubatura aggiuntiva rispetto a quella già prevista per edilizia privata». Per essere più chiara, Liliana Di Fede conclude: «Terreno agricolo potrà essere destinato all’edilizia solo per i cittadini di Laives. Questo l’ho già precisato nel mio colloquio con Tommasini».
 Le cooperative da tempo hanno messo gli occhi su terreni a S. Giacomo. Lo racconta Chiara Pasquali: «Sono venuti a parlarmi rappresentanti dell’Agci, l’Associazione generale delle cooperative, segnalandomi che a S.Giacomo c’è una proprietà di privati che potrebbe essere disponibile: si tratta di un lotto occupato un tempo da una azienda. Vi si potrebbero ricavare una cinquantina di alloggi».
 Andrea Grata, direttore di Confcooperative, aggiunge: «A S. Giacomo c’è più di un terreno sfruttabile, con proprietari disponibili alla vendita. Li abbiamo segnalati da tempo sia al Comune di Laives che alla Provincia». L’idea di ragionare in termini sovracomunali per il piano per il ceto medio trova porte aperte in Confcooperative: «E non solo per il ceto medio. Per i bolzanini S. Giacomo è già territorio del capoluogo. Molti nostri soci andrebbero volentieri ad abitarci. Bene dunque se nasce una nuova sensibilità politica e anche normativa».
 Chiara Pasquali precisa: «Con Tommasini ne ho parlato e proseguiremo. Certo non è un progetto così semplice, perché richiede il consenso del Comune di Laives e la soluzione di quesiti come “di chi dovrebbe essere la competenza su servizi e scuole, visto che parliamo del piano ceto medio per Bolzano?». Per il capoluogo sarebbe un modo per alleggerire la lista delle aree da reperire. Chiara Pasquali però precisa: «Continua il bombardamento contro il Comune per l’assenza di aree, ma per quanto riguarda Ipes e ceto medio abbiamo spedito da giorni all’assessorato di Tommasini e al presidente Luis Durnwalder l’elenco delle aree rese disponibili dalla variante stralcio, aggiungendo la nostra disponibilità a individuare altri terreni, purché siano in un contesto urbanizzato. Insomma, non vogliamo toccare altro terreno agricolo, ma siamo favorevoli a trasformare urbanisticamente lotti che abbiano oggi destinazione a opere pubbliche». Prosegue Chiara Pasquali: «Tra le aree previste, ce ne sono due ai Piani che vorremmo accelerare. Una è l’ex caserma Gorio, dove la Provincia ha insediato il centro di accoglienza per ex profughi. Se riuscissero a trovare velocemente un’altra sistemazione potremmo concordare il piano di attuazione con i proprietari privati». Sul Comune lento: «Durnwalder dice che il Comune non ha progetti. E’ strano che lo dica, perché i nostri progetti sono tutti scritti nei piani che abbiamo approvato la scorsa legislatura, dal Masterplan al piano della mobilità, compreso l’uso metropolitano della ferrovia, rivendicato ora dall’assessore Widmann». Grata però incalza sulle aree: «Nei prossimi giorni torneremo alla carica con la Provincia. Tra il bivio per Merano-Settequerce e Ponte Adige ci sono terreni compatibili con il Masterplan di Bolzano».
Alto adige 3-1-11
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martedì, 04 gennaio 2011



Cittadella dello sport di Laives: eseguiti i carotaggi

LAIVES. Tra le varie incognite che accompagnano il progetto della cittadella sportiva in zona Galizia, una è rappresentata dalla natura del sottosuolo sul quale poi si dovrà edificare. Per questo sono stati commissionati dei carotaggi, appena effettuati dai tecnici. Adesso c’è attesa per i risultati delle analisi. Li attende in particolare Paolo Castelli, schierato fin dall’inizio contro la costruzione dello stadio da calcio per l’Fc Alto Adige. Era stato proprio lui, mediante una interrogazione, a tirare in ballo questo aspetto, ricordando che una parte del terreno oggi agricolo, sul quale inciderà poi la cittadella, un tempo era la discarica del Comune di Bolzano e molti si ricordano di come proprio lì venissero smaltiti senza troppe precauzioni, varie tipologie di rifiuti. Erano altri tempi e si poteva fare, ma qualche cosa dell’attività di allora, potrebbe essere ancora nel sottosuolo.
 I carotaggio quindi hanno riportato alla luce del sole la stratificazione del terreno fino a diversi metri di profondità e adesso si tratterà di effettuare le analisi chimiche. “Il sindaco Di Fede - dice Paolo Castelli - mi ha garantito che, non appena avrà i risultati in mano me li farà avere. Mi auguro proprio che non ci siano “sorprese” da questo punto di vista, altrimenti sarà inevitabile, prima di intervenire, dover bonificare l’area”.
 In attesa dei risultati delle analisi sul terreno, una cosa è certa: dove si prevede di costruire la cittadella dello sport in zona Galizia, il suolo è acquitrinoso e poco stabile. Anni fa, il Comune di Laives fu costretto ad effettuare un consolidamento della superficie, battendola palmo a palmo con un pesantissimo maglio, Nonostante questo, qualche segno di cedimento si è poi manifestato. (b.c.)
Alto Adige 2-1-11
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martedì, 04 gennaio 2011



San Giacomo avrà la rotatoria:Nell’ultima seduta la giunta ha stanziato 400 mila euro per la riqualificazione della frazione

BRUNO CANALI
LAIVES. La giunta comunale vuole proseguire con la riqualificazione della statale 12 a S.Giacomo e come ultima decisione del 2010 ha inserito gli interventi tra via Thaler e l’area verde sulla curva di via San Giacomo.
 L’esecutivo ha deliberato l’incarico all’ingegner Perini, per una spesa prevista di 400 mila euro. Si tratta di un stralcio relativo al secondo lotto, quello molto più impegnativo del primo appena realizzato alla periferia sud di San Giacomo, non solo dal punto di vista tecnico ma anche finanziario. In sostanza, non essendoci intanto tutti i soldi necessari per completare il secondo lotto si procede per stralci, avanzando quindi poche decine di metri per volta. In particolare, adesso bisognerà progettare e costruire la rotatoria all’ingresso sud dell’abitato di San Giacomo, al posto dell’attuale incrocio tra via San Giacomo e via Anton Thaler, partendo da dove si sono fermati i lavori relativi al primo lotto.
 Sarà anche l’inizio - come detto - di un tratto ben più impegnativo, perché si entra dentro l’abitato, dove ci sono decine di passi carrai ad esempio e una miriade di proprietà da attraversare. Secondo il progetto, all’altezza della rotatoria da fare al posto dell’incrocio tra via San Giacomo e via Thaler, la ciclabile che arriva da sud dovrà attraversare per passare sul lato opposto, quello verso ovest, per poi attraversare quasi tutto l’abitato di San Giacomo, prima di dividersi in due rami: uno dirigerà verso l’aeroporto, passando tra il Garden Village e il nuovo, futuro quartiere che dovrebbe sorgere al posto dell’ex magazzino Amonn. Con un sottopasso ferroviario poi, questo ramo di ciclabile supererà i binari, fiancheggerà l’aeroporto e raggiungerà la zona industriale di Bolzano.
L’altro ramo invece, dal centro di San Giacomo, più o meno all’altezza del Garden Village, dovrebbe nuovamente passare sul lato est di via San Giacomo e da lì proseguire fino ad intersecarsi con la ciclabile che il Comune di Bolzano ha realizzato fino a Maso della Pieve. L’ingegner Perini ha previsto diversi interventi all’interno dell’abitato, non tutti condivisi dai residenti che avevano assistito ad una presentazione pubblica del progetto. Intanto comunque si inizia alla periferia sud.
Alto Adige 2-1-11
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martedì, 04 gennaio 2011



«A Bolzano non ci sono aree facciamo case per il ceto medio a Laives»

ANTONELLA MATTIOLI
BOLZANO. Non ci sono aree a Bolzano per dare una risposta al ceto medio e il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini lancia una proposta: realizzare una parte degli alloggi, previsti per il ceto medio, nei Comuni limitrofi. «La zona che più di ogni altra è omogenea con il capoluogo è quella compresa tra San Giacomo e Laives». Tommasini, dopo essersi confrontato sulla questione con il sindaco di Laives Liliana Di Fede, ne ha discusso nell’ultima riunione della giunta provinciale. «Un’eventuale decisione in questo senso andrebbe inserita nelle modifiche che voglio apportare alla legge provinciale sull’edilizia agevolata. I 330 alloggi per il ceto medio, previsti su Bolzano, andrebbero spalmati sull’area metropolitana che a questo punto si estenderebbe a San Giacomo e Laives».
 LE AREE. «In prospettiva il capoluogo le aree le avrà: ci sono via Druso (di fronte a via Resia dove una volta c’erano le fiorerie, ndr) e l’areale ferroviario. A preoccuparmi è il fatto che in tempi brevi c’è troppo poco. La scelta del Comune è chiara: mettere a disposizione terreni col contagocce. Ma noi dobbiamo dare una risposta sul breve termine ad Ipes, coop e ceto medio. Tenendo conto del fatto che tra quando un’area viene consegnata all’Ipes e quando si apre il cantiere, passano minimo 3 anni». La situazione è critica: l’Istituto entro l’anno ultimerà i 380 alloggi in fase di costruzione a Casanova e con questo avrà esaurito le aree a disposizioni. Le cooperative sono messe peggio, perché non hanno più neppure un metro. Per cercare di far partire il programma per il ceto medio, la giunta ha deciso di destinarvi 60 alloggi, previsti inizialmente nel piano Ipes. Sono in fase di costruzione a Casanova, verranno consegnati entro l’anno. Questi i criteri: potranno farne richiesta single o famiglie, con non più di 4 componenti, un reddito inferiore ai 50 mila euro, un’età non superiore ai 40 anni. Affitto: 6,16 euro al metro quadrato (ovvero il canone provinciale). Oltre a questo cosa c’è?
 LE IPOTESI. Un piccolo terreno di proprietà del Comune in via Maso della Pieve dove l’Ipes dovrebbe realizzare 16 alloggi, ma che attualmente è occupato da un deposito di bombole di ossigeno. Il parcheggio vicino alla pizzeria Metro in via Druso sul quale Tommasini ha una sua idea: vorrebbe fare una permuta. «Il Comune ci dà quel fazzoletto che noi passiamo immediatamente all’Ipes, in cambio mettiamo a disposizione il terreno per fare piazza Don Bosco». L’edificio dei Telefoni di Stato di corso Italia è della Provincia e siccome è troppo costoso abbattere e ricostruire si pensa pure ad una permuta con il privato in cambio di alloggi. Il Comune mette a disposizione il lotto C, dove si dovrebbe realizzare un centinaio di alloggi per coop e ceto medio con possibilità di riscatto dopo 10 anni. «A breve poi partiremo con i bandi per reperire sul mercato o aree o alloggi chiavi in mano». Anche così però non basta. «Di qua l’intenzione di costruire una parte degli alloggi programmati nel capoluogo per il ceto medio su un’area metropolitana che comprenda anche San Giacomo e Laives».
 LAIVES. «C’è innanzitutto una questione di vicinanza: con la nuova variante alla Statale 12 le distanze si sono notevolmente ridotte. Inoltre, già oggi San Giacomo è diviso tra Laives e Bolzano e ci sono servizi in comune. Poi c’è l’aspetto urbanistico che ci potrebbe facilitare: nel Piano urbanistico di Laives c’è ancora parecchia cubatura che non viene realizzata. Potremmo sfruttare quest’opportunità». Ne ha già parlato con il sindaco Di Fede? «Sì, mi ha detto che non sarebbe contraria». L’assessore Tommasini, nell’ultima riunione del vecchio anno, ha cominciato ad affrontare il discorso anche in giunta provinciale. «Ovviamente - dice - ci sono una serie di considerazioni che si debbono fare, però a mio avviso - viste le grosse difficoltà che abbiamo a reperire aree nel capoluogo - questa potrebbe essere una buona soluzione per uscire dall’impasse».
Alto Adige 2-1-11
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martedì, 04 gennaio 2011



 Orgogliosi del tavolo di lavoro sulla Cittadella dello sport di Laives

LAIVES. Rosario Grasso, ex consigliere comunale, ha criticato la scelta dell’opposizione di centrodestra di partecipare al tavolo di lavoro sulla cittadella dello sport insieme alla maggioranza. Queste critiche fanno dire al consigliere Franco Magagna (La civica) che «noi ci sentiamo onorati di avere contribuito a questo traguardo e rasenta invece lo stupefacente dover annotare posizioni critiche sulla decisione».
 «Riteniamo che su temi importanti quali la cittadella dello sport - continua Magagna - la strada maestra da percorrere sia la ricerca di un’armonizzazione di idee con l’opposizione. Questo va letto come segnale di buonsenso e non di debolezza, per cui affermare che il Pdl è caduto nel tranello e che il sindaco abbia raccolto una ciambella di salvataggio, non corrisponde a verità, semmai denota avversione verso l’appianamento delle tensioni. Verrà costituito un tavolo che non sarà privo di contenuti, ma potrà piuttosto esprimere la volontà comune per un’inversione dell’attuale clima di perenne conflittualità; un’opportunità da cogliere. Siamo certi che il dialogo sarà realtà operativa a breve». (b.c.)
Alto Adige 31-12-10
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martedì, 04 gennaio 2011



La zona Vallarsa è sicura

BRUNO CANALI
LAIVES. Helmut Visintin, presidente della cooperativa proprietaria dell’area ricreativa e sportiva Vallarsa è amareggiato: «La burocrazia batte il passo - dice - ma noi avremmo urgenza di partire col progetto di copertura».
 Da quando sono emersi timori legati alla sicurezza, con i richiami alla cautela anche da parte del Pdl, di fatto i finanziamenti previsti (mezzo milione di euro dal Comune e altrettanti dalla Provincia) sono congelati. «Comunque non sono persi - afferma Visintin - ma messi in stand-by. Per noi è comunque un problema, perché vorremmo iniziare al più presto con i lavori. Le lungaggini burocratiche non ci aiutano di certo, già abbiamo avuto diversi giorni di pioggia che hanno reso impraticabile il campo di pattinaggio, dove ogni giorno contiamo almeno 150 persone. Inoltre, le nostre squadre di hockey hanno dovuto rivolgersi ad Appiano, dove abbiamo speso 8000 euro per affittare ore su quel campo da hockey».
 Visintin spiega che c’è una certa stanchezza tra i rappresentanti della cooperativa e che già a settembre si era già discusso del progetto con il Comune e con i tecnici. «Abbiamo anche avuto incontri in Provincia - dice Visintin - e il geologo, presa visione dello stato di fatto, ci aveva detto che tutto sommato, la situazione delle rocce alle spalle del campo da pattinaggio era migliore del previsto, con le opere paramassi realizzate nel 2001 che erano ancora in condizioni accettabili. Noi abbiamo paura dei tempi tecnici soprattutto perché già a settembre eravamo pronti per partire, mentre adesso, con tutti i dubbi che sono stati sollevati, assistiamo ad un rallentamento. Tutti insomma vanno con i piedi di piombo, anche se da quelle pareti rocciose sassi non ne sono caduti. Siamo amareggiati per la lentezza burocratica, mentre avremmo molta fretta di procedere con il progetto di copertura del campo, in maniera da risolvere una volta per tutti i problemi causati dalle condizioni meteorologiche».
 Adesso si guarda ad un incontro che dovrebbe avere luogo verso metà gennaio tra Protezione civile e Comune di Laives per capire come stanno realmente le cose e decidere in quale maniera sia opportuno proseguire con i progetti.

Alto Adige 31-12-10
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giovedì, 30 dicembre 2010

Abwarten und Tee trinken

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