mercoledì 18 gennaio 2012

metropolitana 1


mercoledì, 21 settembre 2011



Piace il tram per l’Oltradige

La giunta comunale di Bolzano ha accolto favorevolmente il nuovo progetto di collegamento tramviario per l’Oltradige elaborato dall’assessorato ai trasporti della Provincia. Lo ha riferito il sindaco, Luigi Spagnolli, dopo la seduta dell’esecutivo. Il progetto, già presentato ai comuni di Caldaro e Appiano, valorizza l’asse via Garibaldi-via Druso e prevede una frequenza delle corse ogni 7,5 minuti nelle ore di punta.
 «Una soluzione per la mobilità nell’Oltradige - aveva sottolineato le scorse settimane l’assessore Thomas Widmann - è necessaria in particolar modo per consentire una collegamento rapido Caldaro-Appiano-Bolzano e quindi con Merano e Bolzano Sud. Sempre naturalmente con il coinvolgimento delle popolazioni e delle istituzioni interessaate».
 “Il progetto di metrobus, invece - ha spiegato ieri ancora il sindaco Spagnolli - non è molto più che un bus su una corsia preferenziale”. Il nuovo progetto sarà discusso anche in consiglio comunale nella seduta di mercoledì prossimo.

Alto Adige 21-9-11
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lunedì, 08 agosto 2011



Il tram è il progetto migliore per la città 

BOLZANO. Tram o metrobus? E’ la domanda che si pone il consigliere comunale Rudolf Benedikter del gruppo consiliare Verdi/Projekt Bozen. «Tra il 2003 ed il 2008 i lavori di manutenzione alle strade altoatesine sono venuti a costare 1.236 milioni di euro. Il progetto tram, che collega Bolzano a Caldaro, non può fermarsi per motivi di soldi. Il progetto verrebbe a costare tra i 120 ed i 220 milioni di euro. Se pensiamo a quanto spendiamo di manutenzione ben venga il progetto. Per non parlare dell’idea di allungare il tunnel di San Giacomo fino a Campill, che verrebbe a costare 200 milioni di euro, la situazione migliorerebbe ulteriormente. Investire nel tram è un’idea che promette di diventare un successo, come lo è il collegamento tra Bolzano e Merano». Il metrobus, il progetto meno costoso, viene invece scartato da Benedikter: «Non è un progetto fattibile e non avrebbe lo stesso successo del tram».
Alto Adige 8-8-11
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domenica, 31 luglio 2011



La vera priorità è un terzo binario

Progetto da 170 milioni di euro: un” mix” di metrobus(tram su gomma e tram tradizionale, con corsie preferenziali per collegare il capoluogo con l’Oltradige, minimetro per collegare il centro con la zona industriale. Questa la proposta dell’assessore ai trasporti, Thomas Widmann, a pag. 14 del quotidiano Alto Adige di mercoledì 27 luglio 2011.
 A questo punto ci si permette ricordare che nel Piano Provinciale dei Trasporti è scritto, sotto il titolo”Servizio Ferroviario Metropolitano” (SFM) Bolzano-Ora: obbiettivo: attuare un collegamento ferroviario di tipo”metropolitano” ad elevata frequenza oreria...; gli interventi sono, tra l’altro, la “banalizzazione” della linea, attrezzandola in modo che su ogni binari si possa circolare nei due sensi di marcia.
 Si tratta in pratica, di attuare un “terzo binario”, il cui progetto è previsto nel Piano Provinciale dei Trasporti dalla pagina148 in poi. Esso potrebbe essere indipendente, dall’inizio della zona industriale in corrispondenza del sovrappasso di via Roma fino alla stazione ferroviaria. Tratto della lunghezza di 1.200 metri circa, di cui 450 in galleria sotto il Virgolo, dove è già scavato, a cura e spese della RFI(Rete Ferroviaria Italiana) un “preforo”(foro pilota) per tutta la lunghezza del tunnel.. Questo terzo binario, il quale verrebbe attuato quasi tutto fino a Ora su terreno FS/RFI, sarebbe destinato al trasporto locale, con tempo di percorrenza cadenzato, ogni 20 minuti. Il costo complessivo si aggira intorno a 40 milioni di euro. La medesima cadenza di 20 minuti sarebbe consentita anche sulla linea Bolzano-Merano, con fermata a Ponte Adige. Si ravvisa che la necessità di costruire la strada ferrata(terzo binario) si prioritaria a qualsiasi altra soluzione.
Alto Adige 30-7-11
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mercoledì, 27 luglio 2011



Viabilità: progetto da 170 milioni

ANTONELLA MATTIOLI
BOLZANO. «Se vogliamo, in cinque anni, risolviamo il problema di traffico e viabilità tra l’Oltradige e Bolzano e nel capoluogo. Spesa totale: 169 milioni». Parola di Thomas Widmann, che ieri nel suo splendido maso di Avigna, ha tracciato il bilancio di metà legislatura.
Tram e minimetro come soluzioni per ridurre il fiume di auto di pendolari che ogni giorno arriva a Bolzano, sono state scartate dalla giunta provinciale in quanto troppo costose: si parla di oltre 200 milioni di euro per la costruzione, più le spese di gestione. Per questo l’assessore Widmann e i suoi tecnici hanno elaborato una soluzione alternativa che coniuga metrobus, tram, treno, minimetro.
METROBUS. Non è il bus tradizionale, ma quello che in Francia o Svizzera viene chiamato MetroBus, una specie di tram su gomma. Oltre alla modernità dei mezzi (veicoli ibridi che possono trasportare fino a 220 persone), la vera novità del sistema messo a punto dall’assessorato alla mobilità e dai suoi tecnici è il percorso dedicato: l’idea è quella di creare - allargando la strada attuale - una corsia preferenziale per il bus che verrebbe gestita elettronicamente attraverso semafori e precedenze intelligenti. Il piano che Widmann ha sottoposto ai colleghi di giunta, nell’ultima seduta, prevede un metrobus che collega l’Oltradige a Bolzano ogni 15 minuti. Una cadenza che potrebbe essere ulteriormente ridotta a 6 minuti nelle ore di punta». Costo previsto: circa 41 milioni di euro se il Metrobus si fermasse a Ponte Adige, una settantina se - come prevede uno dei tracciati - si decidesse di farlo proseguire nel territorio cittadino lungo la strada che porta all’ospedale, fino a piazza Gries e poi avanti verso piazza Mazzini o ponte Talvera. Il vantaggio del Metrobus è quello di essere molto flessibile. Caratteristica ideale sempre e in particolarmodo per quanto riguarda la gestione del traffico dell’Oltradige che registra sostanzialmente solo tre picchi nell’arco della giornata.
IL TRAM. La soluzione, proposta da Widmann, prevede anche una combinazione tra metrobus e tram: in questo caso il metrobus si fermerebbe all’incrocio di Ponte Adige e i passeggeri potrebbero proseguire in tram attraverso viale Druso fino alla stazione. Volendo si potrebbe prolungare la linea del tram fino a Terlano, sfruttando in questo caso il tracciato dei binari del treno. Costo previsto per il tram nel solo tratto cittadino 69 milioni.
IL MINIMETRO. Il nuovo modello di viabilità e trasporto pubblico prevede inoltre la possibilità di realizzare un minimetro che collegherebbe il centro alla zona industriale. Il tracciato prevede di partire da piazza Verdi con fermate all’Eurac, ponte Roma, Twenty, Parco tecnologico e Fiera. Il minimetro comporterebbe un ulteriore esborso di una trentina di milioni che andrebbe ad aggiungersi ai 70 per il metrobus e ai 69 per il tram. A chi in Comune a Bolzano si lamenta perché il capoluogo non viene coinvolto, Widmann assicura che la Provincia discuterà con i Comuni ed entro l’anno verrà presa una decisione.
Alto Adige 27-7-11
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martedì, 26 luglio 2011



Metrobus, la Provincia accelera

BOLZANO. Dopo il via libera del comprensorio della Svp, ora anche la giunta provinciale punta sul progetto di Metrobus per collegare Oltradige e capoluogo. «Prima di una decisione definitiva - così Durnwalder - vogliamo consultare i comuni interessati e informare la popolazione». A breve gli assessori Widmann e Bizzo incontreranno la giunta comunale. Si parlerà di polo tecnologico e di trasporti.
Veicoli ibridi su gomma. Sono i Metrobus, diffusi in Svizzera e in Francia. La loro particolarità è che viaggiano su strada, quando possibile su corsie preferenziali, sfruttando semafori intelligenti per garantire una velocità media sostenuta. Insomma, una sorta di tram su gomma. Il cadenzamento sarebbe di un veicolo ogni 15 minuti da Caldaro a Ponte Adige, con cadenza doppia in città, da Ponte Adige alla stazione ferroviaria. L’idea piace all’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann e a inizio giugno ha già incassato l’ok di massima da parte del comprensorio di Bolzano, Appiano e Caldaro della Svp.
Ora, anche per la Provincia la soluzione Metrobus sembra essere la più indicata per il nuovo progetto di mobilità che riguarderà il capoluogo e l’Oltradige. Questa, almeno, l’indicazione emersa ieri durante la seduta della giunta provinciale e illustrata al termine dal presidente Durnwalder. «Prima di una decisione definitiva - ha spiegato - vogliamo consultare i comuni interessati e informare la popolazione».
Una delle priorità fissate dalla giunta provinciale in tema di mobilità riguarda proprio l’Oltradige: ogni giorno, da Caldaro e da Appiano, si muovono con l’automobile privata centinaia di pendolari che lavorano a Bolzano. L’obiettivo è quello di offrire un servizio di trasporto pubblico che sia concorrenziale, e contribuisca a ridurre in maniera drastica il traffico. «Sino ad ora - ha sottolineato Durnwalder - si è parlato soprattutto di tram e funivia, progetti affascinanti, ma che hanno lo svantaggio di avere tempi di realizzazione troppo lunghi e di costare oltre 200 milioni di euro, cifra che attualmente Provincia e Comuni non possono permettersi di investire». La proposta giudicata più interessante riguarda il Metrobus. «Si tratta di mezzi in grado di collegare velocemente Bolzano e l’Oltradige grazie alla presenza di corsie dedicate e semafori intelligenti. Il grande vantaggio è che può essere realizzato subito, in diciotto mesi, con una spesa che si aggira attorno ai settanta milioni di euro, e con un deficit di gestione che si prevede non superiore al milione e mezzo di euro all’anno rispetto agli otto milioni del tram o della funivia».
L’idea è quella di collegare con il sistema di Metrobus Caldaro alla stazione ferroviaria del capoluogo, ma non è ancora del tutto esclusa la possibilità di prevedere una stazione di scambio a Ponte Adige, con il centro abitato di Bolzano servito dal tram.
In questo caso, però, i costi lieviterebbero sino a raggiungere i 120 milioni di euro. «Stiamo affrontando il problema della mobilità in Oltradige in maniera estremamente seria - ha proseguito Durnwalder - e faremo il possibile per giungere a una soluzione positiva e condivisa».
Il programma elaborato dall’assessore Thomas Widmann, prevede entro l’estate un’intensificazione dei colloqui con le amministrazioni comunali, una serie di incontri pubblici per illustrare il progetto, e alcuni sopralluoghi in località dove il progetto Metrobus ha fatto registrare ottimi risultati, come la città francese di Nantes. Al progetto, ha concluso Durnwalder, «parteciperanno finanziariamente sia la Provincia che i comuni interessati».
Il Comune di Bolzano, per ora, rappresentanti Svp esclusi, non è mai stato coinvolto a livello ufficiale. «Sappiamo quel che sappiamo solo per averlo letto sul giornale», spiega la presidente della commissione consiliare alla Mobilità Brigitte Foppa. «In Commissione non ne abbiamo mai parlato e il progetto non è stato presentato ufficialmente alla giunta. Non siamo pregiudizialmente contrari, ma bisognerà discuterne. La città non può essere esclusa da decisioni così fondamentali per il futuro».
Alto Adige 26-7-11
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giovedì, 16 giugno 2011



Appiano accetta il MetroBus

DAVIDE FODOR
APPIANO. L’idea di un “MetroBus” al posto del discusso tram dell’Oltradige pare non dispiacere agli abitanti di Appiano. Percorrendo le vie del paese e parlando con la popolazione locale, infatti, è emerso che il modello elaborato dall’assessorato provinciale alla mobilità ed ispirato ai mezzi attualmente già attivi in Francia o Svizzera potrebbe costituire la soluzione dell’annoso problema di un collegamento con Bolzano: ciò appunto rendendo attivo un mezzo di trasporto via gomma fino a Ponte Adige e limitando le rotaie al solo tratto bolzanino, con un successivo tram lungo l’asse viale Druso - piazza Verdi - via Stazione, fino al capolinea della funivia del Renon.
Da un lato i costi inferiori, che potrebbero garantire l’effettiva realizzazione dell’opera, dall’altra la volontà sempre maggiore di arrivare ad una soluzione soddisfacente ed in tempi moderatamente brevi per i pendolari: sono queste le principali spinte che vengono sottolineate da chi si schiera in favore del progetto. Sul fronte opposto non mancano gli scettici e dunque coloro che continuano a vedere in un tram vero e proprio, non in un ibrido capace comunque di trasportare fino a 220 persone, l’unica soluzione praticabile per eliminare o comunque arginare gli attuali problemi di traffico in Oltradige.
Tra i favorevoli alla proposta dell’assessorato provinciale ci sono ad esempio Kurt Niedermayr e Theresia Schrott: «La cosa che più conta - spiegano in coro -, è quella di giungere ad una soluzione nel minor tempo possibile. Quella del “MetroBus è un’alternativa accettabile per riuscire finalmente a creare un collegamento con Bolzano: al momento le code da sopportare sono oggettivamente troppe».
Sulla medesima lunghezza d’onda Petra Mair, che esprime così il proprio pensiero: «Direi che si tratta di una buona soluzione. Se i costi fossero oggettivamente minori come è stato spiegato, magari la decisione di iniziare i lavori potrebbe concretizzarsi in tempi brevi: in questo modo si realizzerebbe un mezzo di cui la gente ha senza dubbio bisogno».
«Penso sia un’idea buona - aggiunge Iris Glasov -. Adesso le persone che usano la macchina sono davvero troppe ed il traffico è eccessivo. Arrivare a Bolzano sta diventando un problema».
Il vantaggio economico ed il ristretto lasso temporale di un’eventuale realizzazione (indicativamente 18 mesi per rendere attivo il “MetroBus”) sono tra le motivazioni più rilevanti nelle parole di Susanne Mayr e Rubert Körner: «Credo che trasformare in effettivo un progetto del genere richieda un’attesa inferiore rispetto al tempo che bisognerebbe attendere per il tram - esordisce la signora Mayr -. Anche per questa ragione si tratta di un’alternativa praticabile. Il tram inoltre rischia di essere troppo caro, mentre in questo caso sarebbe forse possibile passare dalle parole ai fatti». «L’idea è buona - aggiunge il signor Körner -. I costi sarebbero praticamente dimezzati e, almeno per quanto mi riguarda, si avrebbe a disposizione una soluzione comoda. I problemi resterebbero forse nelle frazioni, dove continuerebbe a mancare un collegamento per Bolzano diverso dal citybus».
Lungo le vie di Appiano, non mancano comunque coloro che continuano a considerare il tram l’unica soluzione praticabile. È il caso di Thomas Frei, che spiega: «Resto convinto che si tratti dell’alternativa migliore. Sicuramente si tratta di un servizio che serve al nostro paese ed inoltre il MetroBus continuerebbe ad essere un mezzo su strada». Simile infine l’opinione di Heidi Rabensteiner: «Credo che il tram costituisca l’alternativa migliore. Diciamo invece che il MetroBus sarebbe meglio di niente e bisognerebbe valutarne i vantaggi. Qualcosa si deve fare perché nel settore della mobilità siamo davvero gli ultimi in Alto Adige».
Alto Adige 16-6-11
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sabato, 11 giugno 2011



Metro-bus per collegare Bolzano e Oltradige

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Tramonta almeno in parte l’idea del tram per l’Oltradige, ma il collegamento veloce si farà: il modello elaborato dall’assessorato provinciale alla mobilità è quello del “MetroBus”, ovvero un sistema di corsie preferenziali e semafori intelligenti per realizzare una sorta di tram su gomma.
Passo decisivo verso la realizzazione del collegamento verso l’Oltradige. Assieme ai professori Ciurnelli (università di Venezia) e Capelli (Bologna), l’ufficio mobilità della Provincia ha elaborato quella che in casa Svp viene giudicata come la soluzione definitiva: un sistema combinato tra autobus e tram.
I BOCCIATI. Scartati i due progetti presentati da Leitner (minimetro) e Doppelmayr (funivia). La funivia era già stata bocciata da Durnwalder, il minimetro è stato accantonato perché poco adatto alla conformazione dei paesi dell’Oltradige. Meglio puntare su un mezzo più flessibile, che permetta anche di modificare il percorso in corso d’opera.
IL METROBUS. Questo mezzo più flessibile è l’autobus. Non quello tradizionale, ma quello che in Francia o Svizzera viene chiamato “MetroBus”, una sorta di tram su gomma. Oltre alla modernità dei mezzi (veicoli ibridi che possono trasportare fino a 220 persone), la vera novità è il percorso dedicato: l’idea è quella di creare - allargando la strada attuale - una corsia preferenziale per il bus che verrebbe gestita elettronicamente attraverso semafori e precedenze “intelligenti”.
LA SOLUZIONE. La soluzione proposta è ibrida: “Metrobus” nel tratto dall’Oltradige fino a Ponte Adige - dove è prevista la realizzazione di una grande stazione intermodale -, tram nel tratto cittadino da Ponte Adige fino alla funivia del Renon passando per l’asse viale Druso-piazza Verdi-piazza Stazione.
Il cadenzamento è di un metrobus ogni quarto d’ora e di un tram ogni 7 minuti e mezzo. Tradotto in capacità di trasporto, questo significa che dall’Oltradige potranno essere trasportate a Bolzano 900 persone all’ora, mentre nel tratto cittadino la capacità sarà raddoppiata.
LINEE DI SUPPORTO. Bocciata, per ora, la seconda linea del tram prevista dal piano della mobilità comunale. In compenso, invece che da Ponte Adige il tram partirebbe da Terlano e la linea ferroviaria Merano-Bolzano verrebbe allungata con la fermata a Casanova.
Ci sarebbe poi una seconda linea di Metrobus tutta cittadina che da Ponte Adige proseguirebbe per via Castel Firmiano, raggiungerebbe l’ospedale, proseguirebbe per via Vittorio Veneto, Gries, Corso Libertà e da Ponte Talvera arriverebbe in piazza Stazione e infine alla funivia del Renon.
TEMPI E COSTI. Trovata l’intesa a livello di Svp, ora bisogna proseguire coi passaggi formali. Realisticamente l’accordo tra Provincia e comuni interessati (Bolzano, Appiano e Caldaro) non arriverà prima di 4-5 mesi. Poi si potrà passare alla realizzazione. Per il “Metrobus” basterebbero 18 mesi, per il tram cittadino i tempi sono molto più lunghi e legati anche alla necessità di spostare cavi e tubature perché sotto i binari non possono correre le condotte. Da qui l’ipotesi, che in Comune non piace ma che a livello di circondario viene considerata più realistica, di fare un percorso “Metrobus” lungo tutto il tracciato rinunciando al tram. Ci sarebbe anche un vantaggio economico: la soluzione attuale prevede 41 milioni di spesa per il Metrobus e 80 per il tram. La metà rispetto al progetto iniziale che sarebbe costato oltre duecento milioni. Economicamente è fattibile, ma chi pagherà il conto finale è ancora tutto da definire.
Alto Adige 11-6-2011
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giovedì, 09 giugno 2011



Terzo binario: addio al progetto

ORA. Addio definitivo al terzo binario fra Bolzano e Ora, concepito a suo tempo per rafforzare il movimento dei pendolari aumentando il numero dei convogli e portando eventualmente il cadenzamento da 30 a 20 minuti nelle ore di punta.
Nel dicembre scorso l’assessore ai trasporti Thomas Widmann aveva riaperto un nuovo spiraglio alle aspirazioni della Bassa Atesina. L’assessorato aveva preso atto che la prospettiva di risolvere il problema nel giro di tre-quattro anni, entro i quali si presumeva sarebbe stato disponibile il nuovo tracciato della linea del Brennero in tunnel, per lasciare ai treni locali piena disponibilità del tracciato attuale, si era rivelata utopistica. Ci vorranno infatti non meno di 10 anni, per cui si era ventilata l’ipotesi rispolverare il progetto originario da 40 milioni di euro, allora già accantonati.
A far saltare tutto invece è subentrato il recente progetto vincitore del concorso per l’areale ferroviario di Bolzano dell’architetto Boris Podrecca.
Esso infatti ridisegna l’assetto della futura stazione ferroviaria con 7 binari (anziché gli otto richiesti, ma si tratta di un dettaglio rivedibile) disposti addirittura in curva per un avvicinarli all’Isarco. Fino a quando non sarà redatto il progetto definitivo, che coinvolge anche Trenitalia, il che richiederà quindi tempi non brevissimi, non si conoscerà né la quota, né l’angolazione con le quali i due binari attuale dovrebbero andare ad innestarsi con quelli della futura stazione. Ne consegue che anche l’orientamento della prevista galleria sotto il Virgolo, volta ad evitare le pendici franose e di cui esiste solo il cunicolo di “assaggio”, potrebbe cambiare.
La spesa prevista per il solo tunnel a tre binari, sarebbe di 22 milioni euro, ai quali vanno aggiunti i 17,740 milioni per la posa del terzo binario fino a Ora. Un totale quindi di 40 milioni di euro - secondo l’assessorato - per un‘operazione incerta e di corto respiro, aggravata dalla spesa per gli interventi provvisori di adattamento nella stazione, dove due binari andrebbero riservati ai soli treni locali, se si vuole garantire il cadenzamento di 30’ senza interferire con quelli a lunga percorrenza.
Nonostante l’abbandono del progetto comunque, secondo l’assessorato, l’unico disagio serio sarebbe l’impossibilità di realizzare fermate aggiuntive, quali quelle di Oltrisarco, Cimitero, Via Einstein ed aeroporto-San Giacomo. Non è detto comunque, data l’alta richiesta, che per San Giacomo, non si trovi un escamotage con la posa di un breve tronco di terzo binario, cosiddetto di “sosta” o di “precedenza” riservato alla fermata dei “pendolari”.
Per il resto l’assessorato sottolinea che «per il cadenzamento di 30 minuti sono disponibili oggi 38 treni regionali più 7 treni interregionali (fra Brennero e Bologna): il servizio di copertura ogni 30 minuti è già ora superiore a quello che era stato preventivato con la costruzione del terzo binario».
Terzo binario: addio al progetto

GIANCARLO ANSALONI
Adige 9-6-11
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categoria:metropolitana, ferrovia
domenica, 05 giugno 2011



Tram per l’Oltradige, spunta nuova ipotesi

BOLZANO. Si torna a parlare del tram. Dopo mesi di silenzio, la Svp ha deciso di trovare la «propria» soluzione. Messi d’accordo i diversi attori all’interno della Svp, inizierà la discussione con i Comuni e dei Comuni con la Provincia. L’appuntamento è per il 9 giugno a Caldaro, dove si riunirà il Bezirk di Bolzano della Svp.
Accantonato il progetto di minimetro suggerito dalla Leitner alla Provincia, nella seduta di comprensorio la Svp proverà a trovare un accordo politico su un progetto di collegamento tra Bolzano e l’Oltradige.
Il vicesindaco Klaus Ladinser anticipa che per quanto riguarda il Comune non ci saranno soprese: «Porterò il progetto su cui ormai lavoro da anni, vale a dire la tramvia. Nulla è cambiato neppure sull’intesa di massima con i colleghi dei Comuni di Appiano e Caldaro».
Alla discussione parteciperanno i tecnici del Comune e della Provincia.
L’assessore Judith Kofler Peintner aveva anticipato nei giorni scorsi che «siamo tornati a lavorare per rilanciare l’ipotesi del tram».
Ma anche i tecnici provinciali hanno preparato uno studio.
Anticipa l’assessore ai trasporti Thomas Widmann: «Presenteremo ciò che è fattibile: vantaggi e svantaggi di tram, minimetro, filobus, funivia e possibili combinazioni».
Proprio una soluzioni mista potrebbe essere la formula di compromesso che verrà messa sul tavolo per rendere possibile un progetto fortemente spinto dai Comuni, ma con costi elevati (200 milioni il tram).
Per Bolzano potrebbe essere confermata l’indicazione del tram, preferendo invece altre soluzioni tecniche, come il filobus, al di fuori della città. Una soluzione che abbatterebbe i costi, è la valutazione che trapela in vista dell’incontro.
Per quanto riguarda il tracciato cittadino, il capogruppo della Svp Georg Mayr ricorda che «la priorità per il Comune è seguire l’asse di via Druso e un percorso lungo la sede stradale». In questo modo verrebbe garantito un servizio in una delle zone più popolose della città. «Per quanto riguarda il percorso al di fuori del capoluogo», aggiunge Mayr, «conterà molto il parere dei sindaci di Caldaro e Appiano». Il progetto che da molti anni vive di alti e passi torna a farsi sentire. «L’Obmann del Bezirk Christoph Perathoner ha voluto mettere insieme tutti i protagonisti interessati, a livello di partito. L’obiettivo chiaramente è realizzare l’opera», informa Mayr. (fr.g.)
Alto Adige 4-6-11
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categoria:metropolitana
sabato, 19 febbraio 2011



Casanova: via libera dalle Ferrovie alla nuova stazione

BOLZANO. Buone notizie per chi abita a Casanova. Ieri il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder ha incassato l’appoggio dell’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Mauro Moretti per la realizzazione della stazione ferroviaria che servirà il nuovo quartiere. Così Durnwalder al termine dell’incontro a Palazzo Widmann: «Moretti ha sostanzialmente assicurato che ci sosterrà in quest’operazione. Ora bisogna fare le valutazioni tecniche sia per la stazione di Casanova che per quella di Sinigo». Soddisfatto l’assessore comunale Luigi Gallo: «Come Comune siamo pronti a fare la nostra parte per dare al nuovo quartiere la tanto auspicata fermata del treno, ma la linea ferroviaria non è del Comune e quindi non possiamo ovviamente operare su di essa». A Casanova un migliaio di famiglie aspetta la stazione che risolverebbe una serie di problemi di traffico e di collegamento con il centro. Per quanto riguarda, invece, gli ampliamenti e gli adeguamenti delle stazioni di Bressanone, Brunico e San Candido, l’ad del gruppo Ferrovie si è dichiarato disponibile a valutare l’opportunità di un accordo con la Provincia che finanzierebbe i lavori alle infrastrutture in cambio della cessione delle aree.
 Alla realizzazione della stazione di Casanova è legato anche il passaggio alla Provincia della linea ferroviaria Merano-Bolzano: «Moretti ha dato il suo assenso di massima all’operazione ma per il via libera definitivo c’è bisogno del parere positivo anche del Ministero dei trasporti. Mi muoverò già nei prossimi giorni per ottenere l’ok dal ministro Matteoli».
 TRENI INTERNAZIONALI. Il passaggio chiave dell’incontro: il divieto di fermate intermedie per i treni internazionali. I convogli, gestiti dalle ferrovie austriache (Öbb) e germaniche (Db), a dicembre si sono visti negare da Rfi la possibilità di fare tappa anche a Trento e Bolzano: il provvedimento è in questo momento sospeso. «Per l’Alto Adige - ha ribadito Durnwalder - che è una terra ad alta vocazione turistica, l’essere tagliati fuori dai collegamenti ferroviari internazionali rappresenta un problema di notevole portata». La vicenda è arrivata sino a Bruxelles, visto che Öbb e Db hanno fatto ricorso all’Unione europea denunciando una violazione della concorrenza e della libertà di circolazione delle persone. «Dare il via ad una lunga causa giudiziaria - ha commentato il presidente della giunta provinciale - rischia di non portarci da nessuna parte. Per questo cercheremo di muoverci assieme, io e il collega trentino Lorenzo Dellai, con una lettera comune che invieremo alle società ferroviarie e ai ministeri dei trasporti dei tre Paesi interessati, ovvero Italia, Austria e Germania: bisogna sbloccare la situazione».
 DEPUTATI UE. Intanto a livello europeo c’è da segnalare l’iniziativa di 49 membri del Parlamento europeo che hanno firmato una lettera indirizzata al Commissario per i Trasporti Siim Kallas e al Commissario alla concorrenza Joaquin Almunia, per chiedere di intervenire contro il divieto di fare fermate intermedie in Italia per i treni della Db e della Öbb.
 L’iniziativa è stata sostenuta anche dall’eurodeputato altoatesino Herbert Dorfmann.
 Nella lettera i parlamentari hanno rilevato che il sistema adottato per regolamentare il settore ferroviario italiano non è solo un problema locale. «Il modello monopolistico adottato dalle autorità italiane potrebbe fare scuola e ostacolare la liberalizzazione del trasporto ferroviario in Europa». Dorfmann ha incontrato il commissario Kallas, per informarlo della situazione. Il commissario ha promesso di ordinare al più presto la revoca del divieto, se verrà riscontrata una violazione delle norme sulla libertà di concorrenza.
 CAMERA DI COMMERCIO. Il tempo stringe, per questo pochi giorni fa è sceso in campo il presidente della Camera di commercio Michl Ebner, auspicando «un intervento politico urgente e coordinato a tutti i livelli, per impedire la cessazione dei collegamenti ferroviari internazionali veloci da e verso l’Alto Adige e far sì che i viaggiatori che utilizzano il treno aumentino anziché diminuire». Secondo Ebner, vi è infatti il serio rischio che a marzo possa divenire efficace il provvedimento - provvisoriamente sospeso per tre mesi - che impone il divieto di fermata per i treni EuroCity di Le Nord-Db-Öbb. (an.ma.)
Alto Adige 19-2-11
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categoria:metropolitana, ferrovia
venerdì, 11 febbraio 2011



Egna: interrogazione della civica tedesca sul terzo binario in Bassa Atesina


EGNA. Interrogazione di Bündnis Neumarkt all’assessore comunale Wegher Pellegrini sul terzo binario. «Noi siamo convinti - spiega la civica tedesca - che questo collegamento ferroviario debba assolutamente servire tutto il bacino della Bassa Atesina».
 «L’obiettivo è quello di conoscere l’impegno che la nostra amministrazione comunale di Egna intende sviluppare per portare questa importante struttura di trasporto locale anche oltre il famoso ponte di Ora, perché come ha spiegato recentemente l’ingegner Parolin “per ridurre il traffico stradale su questa direttrice e soprattutto per limitare l’ingresso a Bolzano di migliaia di auto non resta che dare ai cittadini un servizio di trasporto di alta qualtità, veloce, frequente, puntuale, sicuro e confortevole, integrato da parcheggi di scambio distribuiti nei punti strategici del percorso.”». Queste le domande formulate da Bündnis Neumarkt: è vero quanto afferma il quotidiano Alto Adige che 40 milioni di euro sono già disponibili? È a conoscenza l’amministrazione comunale della tempistica prevista per la realizzazione dell’opera? Quale importanza intende dare la nostra amministrazione a questa struttura? Che cosa ha già intrapreso il Comune di Egna per portare questo collegamento oltre la stazione ferroviaria di Ora? Quali sono le visioni nel campo della mobilità locale, che potrebbero migliorare i collegamenti per il capoluogo della Bassa Atesina?». (ma.ga.)
Alto Adige 11-2-11
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categoria:metropolitana, conca atesina
lunedì, 07 febbraio 2011



A Bolzano in funivia partendo da Caldaro

GIANCARLO ANSALONI
CALDARO. Mentre da una parte pare allontanarsi l’ipotesi di collegare l’Oltradige con Bolzano via tram con rotaie lungo le strade urbane, progetto sponsorizzato dal Comune di Bolzano, ma seccamente bocciato da Durnwalder per i costi esorbitanti, prende sempre più corpo una visione generale che privilegia il trasporto a fune non solo in chiave turistico-montana, bensì anche nell’ambito del pendolarismo.
 L’ultima novità, prospettata dall’assessore ai trasporti Thomas Widmann, prevederebbe un impianto a fune con agganciamento automatico che dovrebbe partire non già Caldaro paese, bensì estendersi al lido del lago, cioè la zona di San Giuseppe per approdare a Ponte Adige, dove dovrebbe essere realizzata la stazione di interscambio con la ferrovia meranese.
 Fin qui comunque si tratterebbe di una mezza novità. L’altra mezza riguarda l’abbinamento di questo impianto alla costruzione di una corsia preferenziale per gli autobus lungo la strada statale che da Caldaro si allungherebbe quanto meno fino alle porte di Bolzano, cioè alla rotonda in zona Bivio, senza escludere a priori il proseguimento anche fino a Ponte Druso, dove la terza corsia è già realtà, fino alla stazione Fs. In aggiunta, l’assessore provinciale ai trasporti, è deciso anche a realizzare una nuova stazione ferroviaria all’altezza di Casanova, non appena Trenitalia avrà dato in concessione alla Provincia la linea Bolzano-Merano..
 Quale sarebbe il criterio guida di questa soluzione?
 «Il traffico privato già al limite del tollerabile fra Bolzano e l’Oltradige in situazioni normali - spiega Widmann - diventa impossibile nella stagione turistica, quando i turisti scendono in massa da Caldaro e dintorni verso il centro città, soprattutto fra le ore 7-8 e le 9.30-10. Ebbene questi ultimi, non essendo pressati dall’orario di lavoro, potrebbe servirsi comodamente, più rapidamente e a costo ragionevole della funivia fino a ponte Adige sorvolando un paesaggio spettacolare, e proseguire poi in treno, magari anche verso Merano».
 Questo piacerà ai turisti, ma i pendolari come la prenderebbero?
 «Innanzitutto nulla impedisce che anche i pendolari possano usufruire della funivia, considerato che l’impianto ad agganciamento automatico consente l’adozione di stazioni intermedie (quindi, quanto meno anche a Caldaro Paese) dove le cabine rallentano praticamente a passo d’uomo. Per chi tuttavia volesse evitare la sosta a Ponte Adige che comporterebbe comunque la perdita di qualche minuto, potrebbe ricorrere al collegamento diretto in autobus “sganciato” dal traffico privato, grazie a una terza corsia riservata, la cui realizzazione da Caldaro paese, sarebbe sicuramente meno costosa di un tracciato su binari. D’altro canto della terza corsia fra Ponte Adige e la rotonda al Bivio, si parla da tempo, ma oggi come oggi resterebbe un “tronco” isolato, quindi un palliativo».
 Ma dal Bivio fino a Ponte Druso la terza corsia non creerebbe difficoltà al traffico privato o ai bus della Sasa?
 «Studieremo la questione, ma ad occhio lo escluderei; se funziona lungo una strada stretta come Via Marconi, non vedo perché non possa andare anche lungo la Via Druso. Faccio presente poi che l’ora di punta dei bus extraurbani si limita alla mattinata fra le 7 e le 9, un dettaglio che va preso in considerazione fra l’altro, quando si parla di tram: una spesa enorme, anche di manutenzione, per sostenere poche ore di pendolarismo».
Alto Adige 7-2-11
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lunedì, 31 gennaio 2011



Ribadito il no alla pista più lunga

MASSIMILIANO BONA
LAIVES. Secco no all’allungamento della pista dell’aeroporto, ritenuto «troppo impattante», e sì alla previsione della stazione dei treni a San Giacomo: questa è la posizione del sindaco Di Fede, che sul Masterplan non rinuncia a rifilare una stoccata alla Provincia: «Non ci è mai stato consegnato il documento».
 Il Masterplan dell’aeroporto (presentato circa un mese fa in giunta provinciale) è stato illustrato nei giorni scorsi dall’assessore provinciale Thomas Widmann e dal direttore dello scalo Mirko Kopfsguter a Cortina all’Adige, in Bassa Atesina, dove erano presenti quasi tutti i sindaci e gli amministratori della Volkspartei del Comprensorio. Non altrettanto è stato fatto per Laives, come si evince dalle dichiarazioni di ieri del sindaco Liliana Di Fede. «Al Comune di Laives il piano di sviluppo dell’aeroporto di Bolzano non è mai stato consegnato, quindi ogni sua analisi è sicuramente prematura. Ma di certo non possiamo che guardare con estremo favore alla realizzazione della stazione ferroviaria a San Giacomo».
 Visto che lo scalo bolzanino si trova in parte anche sul territorio del Comune di Laives il sindaco Di Fede non rinuncia comunque a fare una valutazione sul piano di sviluppo dell’aereoporto.
 «Da quello che ho avuto modo di leggere sulla stampa - puntualizza Di Fede - a parte la dibattuta questione dell’allungamento della pista (in realtà si tratta del ritorno alla lunghezza iniziale di circa 1.450 metri), il piano prevederebbe diversi altri interventi, tra cui la realizzazione della stazione ferroviaria proprio davanti al terminal dei passeggeri. La fermata dei treni a San Giacomo è sempre stata una soluzione auspicata dal Comune di Laives per dare una risposta alle esigenze di mobilità degli abitanti della frazione. Questa consentirebbe infatti un collegamento rapido con la città di Bolzano e di conseguenza un alleggerimento del traffico su via San Giacomo». Quanto alla possibilità di adeguare la pista «l’amministrazione guarda con preoccupazione a questa ipotesi, perché essa andrebbe ad impattare sul nostro Comune».
 Anche gli altri Comuni della Bassa Atesina temono, come detto, l’adeguamento della pista, tanto che Rosa Thaler - dopo aver ricordato l’esito della mediazione del 2007 - ha preannunciato una presa di posizione pubblica della Svp del Comprensorio per febbraio. Relatori della serata, svoltasi nel nuovo centro Curtinie, sono stati erano il direttore dello scalo di San Giacomo e l’assessore Widmann. Nel corso della discussione è stato illustrato il Masterplan dell’aeroporto, la cui elaborazione si è resa necessaria per il rilascio della concessione per la gestione dello scalo. Il Masterplan prevede - tra le altre cose - un terminale per i passeggeri, un hangar aggiuntivo per Air Alps, più parcheggi e un potenziamento della sicurezza. «L’aeroporto - ha spiegato Widmann - appartiene in larga misura allo Stato, che finora ha prolungato la concessione solo di anno in anno. Grazie al Masterplan speriamo di ottenere un permesso pluriennale. Se non dovesse essere rinnovata la concessione bisogna mettere in conto un aumento dei voli sportivi e militari».
 È seguita una discussione piuttosto vivace con interventi “pro“ e “contro“ l’adeguamento della pista. È intervenuto quindi l’Obmann comprensoriale Oswald Schiefer che si è soffermato anche sugli altri macrotemi legati al trasporto pubblico, a partire dal servizio Citybus. «Funziona bene, ma dovrebbe essere potenziato soprattutto a Laghetti e Sella. Sosteniamo inoltre il progetto per un tram in Oltradige, a prescindere dalla soluzione tecnica che sarà adottata».
Alto Adige 31-1-11
 
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mercoledì, 05 gennaio 2011



 «Il terzo binario, progetto recuperato»

BOLZANO. Ci fa piacere - si legge in una nota del Comitato Salviamo la stazione - che la costruzione del terzo binario ferroviario da Bolzano ad Ora dopo un lungo silenzio sia tornata al centro dell’ attenzione pubblica come dichiarato dall’assessore provinciale alla mobilità, Thomas Widmann». Il Comitato “Salviamo la stazione” di Bolzano ha già ripetutamente sollecitato la realizzazione di questo progetto. «Inoltre, il comitato ha informato l’ assessore comunale alla mobilità, Judith Kofler Peinter, sull’importanza ed urgenza di quest’opera che interessa sia la città di Bolzano che i paesi vicini e che purtroppo non è stata inserita nel Piano comunale della mobilità approvato nel 2009. Widmann ha cambiato opinione in tempi brevi». Ora si attende che si passi dalle parole ai fatti.
Alto Adige 5-1-11
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martedì, 04 gennaio 2011



Oltrisarco a Widmann: bene il terzo binario ci servirà come metrò

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. I residenti del rione Oltrisarco plaudono alle anticipazioni fornite a capodanno dall’assessore provinciale alla Mobilità, Thomas Widmann. Una volta passata alla Provincia la linea Merano-Bolzano, per la quale si sta trattando con Trenitalia, ci saranno i presupposti per introdurre alcune novità: la ferrovia meranese verrebbe raddoppiata, mentre verrebbe inserito il terzo binario sulla linea del Brennero, da Ora a Bolzano. Il tutto allo scopo di poter utilizzare i nuovi binari, sgravati dal traffico dei merci e dei convogli a lunga percorrenza, anche per la metropolitana di superficie. Ossia, treni in stile Venosta con cadenzamento frequente, tipo ogni venti minuti. In modo da essere utilizzati dai bolzanini per recarsi in centro e dintorni senza servirsi dell’auto.
 «Se il progetto dovesse avverarsi come ci auspichiamo - dichiara il consigliere di quartiere dell’Unione di centro Giovanni Barborini - all’assessore Widmann potremmo concedere la cittadinanza onoraria di Oltrisarco».
 Scherzi a parte, «il progetto del terzo binario sulla ferrovia del Brennero, da Ora a Bolzano, utilizzato come metropolitana di superficie per collegare la Bassa Atesina al capoluogo, a mio avviso potrebbe anche avere la sua stazione terminale proprio nel nostro rione. Collegata al tram cittadino, potrebbe contribuire a realizzare una completa rete di infrastrutture viarie, capace di dare una vera alternativa agli usuali collegamenti dei pendolari di Oltrisarco e Aslago. Senza contare, ovviamente, che vivremmo tutti meglio, con molto meno traffico motorizzato. Il collegamento da Maso della Pieve fino al Virgolo non presenta grossi problemi e i costi da sostenere non dovrebbero risultare eccessivi». «Secondo il mio gusto personale - conclude il consigliere Barborini - all’altezza del sottopasso che adduce alle Acciaierie si potrebbe ospitare la stazione di interscambio fra i due sistemi».
 «Era ora - dice invece Dario Caldart, voce del periodico di quartiere Taxi e memoria storica del rione - che il “bravo” assessore Widmann proponesse di realizzare il terzo binario. Noi, come rivista, e soprattutto la gente di Oltrisarco tutta, lo sosteniamo da anni. Purtroppo, finora, eravamo rimasti quasi del tutto inascoltati».
 Già nel 2007, infatti, era stata lanciata da Taxi una proposta al riguardo, in parte differente da quella anticipata dal consigliere Barborini, ma sempre incentrata sul terzo binario, in quel caso da interrare nel suo tratto terminale sotto al Virgolo dove, sin dagli anni Ottanta, esiste già un cunicolo pilota sottoroccia, che sarebbe eventualmente da allargare. È lungo circa mezzo chilometro, parte dall’area ex Anas, ora passata di proprietà dallo Stato alla Provincia, e termina all’imbocco della strada che dal sottopasso di viale Trento conduce al Virgolo.
 Prematuro, per il momento, parlare di varianti e particolari per la realizzazione del progetto. Ma senza dubbio il segnale lanciato da Widmann, Trenitalia permettendo, potrebbe portare una ventata di aria nuova nei traporti infracittadini, anche al di là di Oltrisarco e dintorni. Perché oltre al terzo binario sulla linea del Brennero, l’intervento prevederebbe il raddoppio della linea ferroviaria MeBo e quindi la possibilità di estendere il concetto di metropolitana di superficie anche alla zona Ovest della città, cioè alle zone di Ponte Adige, Firmian e, soprattutto, Casanova. Quest’ultimo rione, occorre ricordare, attende buone nuove sulla fermata del treno MeBo ormai da diversi anni.
 Il progetto rilanciato da Widmann riguardo al terzo binario esisteva già; c’erano pure un piano di finanziamento e un progetto preliminare, ma il tutto era stato accantonato, perché si era ritenuto che nel giro di pochi anni sarebbe stata realizzata la circonvallazione ferroviaria in galleria nell’ambito del progetto tunnel del Brennero. Ora che i tempi di realizzazione paiono troppo vaghi e comunque non ravvicinati, Widmann ha cominciato a ripensare alla soluzione del terzo binario. Soluzione che non avrebbe avuto senso nel caso di rapida realizzazione della circonvallazione, perché a quel punto i binari sopraterra sarebbero stati liberati dal traffico merci e internazionale, e messi a disposizione del trasporto locale.
 «Si tratterebbe - ha detto Widmann - di realizzare il raddoppio della tratta meranese fra Terlano e Bolzano centro, istituendo nuove fermate per servire Casanova e dintorni». Una sorta di «metropolitana di superficie. In quest’ottica si potrebbe inserire il terzo binario per la Bassa, ottenendo un disegno unitario molto razionale, nel senso che avremmo un pendolarismo con cadenzamento dei treni coordinato fra Terlano, o comunque la val d’Adige, e Ora. Bolzano rappresenterebbe lo snodo centrale». Ovviamente ci sono di mezzo i costi: si è stimato che occorrerebbero circa quaranta milioni di euro.
Alto Adige 2-1-11
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martedì, 04 gennaio 2011



Il terzo binario è la soluzione:Il sindaco di Ora favorevole al progetto

GIANFRANCO PICCOLI
ORA. «Il terzo binario tra Bolzano e Ora sarebbe “la soluzione” ai problemi del pendolarismo in Bassa Atesina». Roland Pichler, sindaco di Ora, accoglie con entusiasmo le parole dell’assessore Thomas Widmann.
 Widmann ha tolto dalla polvere un progetto che sembrava destinato agli archivi in attesa della nuova linea ferroviaria in galleria.
 Sulla carta, la tratta in galleria avrebbe dovuto liberare l’attuale tracciato della ferrovia del Brennero, che sarebbe quindi destinato ad un uso strettamente locale, ora limitato dall’alta frequenza di traffico merci. Ma i tempi biblici della nuova opera hanno spinto Thomas Widmann a riparlare di terzo binario, per il quale in passato erano stati accantonati dall’ente pubblico 40 milioni di euro, una cifra di tutto rispetto. Il tutto, tra l’altro, sarebbe inserito nell’ambito del passaggio della Bolzano-Merano (destinata al raddoppio) alla Provincia e all’interno del grande piano della cosiddetta metropolitana di superficie.
 Sindaco Pichler, cosa pensa della proposta per un terzo binario Bolzano-Ora?
 «E’ un progetto di cui si parla da moltissimi anni, all’ordine del giorno più volte dei comuni della Bassa Atesina e del Comprensorio. Da tempo, però, era stato accantonato in attesa della nuova linea in galleria. Chiaro: per noi si tratterebbe della vera soluzione ai problemi del pendolarismo».
 Ovvero?
 «La stazione ferroviaria di Ora è centrale per tutti i lavoratori e gli studenti della Bassa Atesina che si muovono verso Bolzano, tanto che abbiamo anche dovuto ampliare il posteggio per le automobili dei pendolari. In questo momento il servizio su rotaia è del tutto insufficiente».
 Cosa intende?
 «Soprattutto al mattino i convoglio che trasportano gli studenti sono stracolmi. Il terzo binario potrebbe garantire un’alta frequenza di treni e quindi un servizio nettamente migliore per la popolazione».
 Per il terzo binario serve spazio. E quando si tratta di toccare la campagna a suon di espropri, si rischia di andare in rotta di collisione con il potente mondo contadino.
 «Anche questo sarebbe un problema molto relativo. Esiste già uno studio sul tratto Ora-Bolzano. Già adesso la massicciata della linea del Brennero è sufficientemente grande per ospitare un terzo binario. Se il progetto dovesse davvero andare in porto, gli espropri sarebbero di poco conto: non ci sarebbero quindi le condizioni per avere problemi con gli agricoltori».
 Lei è molto entusiasta. Ma non crede che progetti del genere tornano di tanto in tanto a galla per poi sparire di nuovo in qualche cassetto?
 «Non penso. Non si tratta di un progetto particolarmente complesso. Sono certo che se c’è la volonta della Provincia e di Rfi di portarlo avanti, ci sono le condizioni per farlo».
 Un’opera che comunque costerebbe.
 «E’ vero. Ma non possiamo solo ragionare in questi termini: i benefici per il trasporto pubblico sarebbero enormi. E’ un investimento che vale la pena affrontare».
 Dopo la proposta dell’assessore Widmann come intende muoversi?
 «Porterò il tema in Comprensorio, luogo ideale per confrontarsi», conclude Roland Pichler.
Alto Adige 31-12-10
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giovedì, 30 dicembre 2010



Widmann: 3º binario tra Ora e Bolzano

 ORA/LAIVES. Sembra aprirsi un piccolo spiraglio di speranza per quanti, comitati e semplici cittadini, a Ora, San Giacomo e in tutta la Bassa Atesina, invocano da anni, ma senza successo, il terzo binario lungo la tratta Ora-Bolzano della Ferrovia del Brennero per consentire una razionalizzazione e il rafforzamento del servizio locale per i pendolari. La sua realizzazione pareva anni fa scontata, visto che che era stato già redatto un progetto con tanto di finanziamento da 40 milioni di euro.
 Poi, invece, il progetto si arenò e ora la sua sorte pare essere legata al passaggio della gestione della linea Bolzano-Merano da Trenitalia alla Provincia, analogamente a quanto avvenuto per la Merano-Malles.
 Questo è quanto lascia intendere l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann: «Da due anni stiamo attendendo - spiega Widmann - che Trenitalia ci dia una risposta circa la sorte della linea meranese che la Provincia potrebbe assumere e trasformare in una sorta di metropolitana di superficie intensificando il cadenzamento dei treni come se si trattasse di tram o autobus urbani».
 Lei due anni fa accantonò il progetto del terzo binario in Bassa Atesina poiché riteneva nel giro di tre quattro anni sarebbe stata realizzata la circonvallazione in galleria nell’ambito del tunnel del Brennero. Era stato troppo ottimista?
 
«In effetti i tempi di realizzazione del tunnel sono rimasti ancora troppo vaghi, comunque non ravvicinati., per questo su può ripensare alla soluzione del terzo binario Bolzano-Ora».
 Cos’è cambiato nel frattempo per portare al ripescaggio di questo progetto?
 
«Beh, è abbastanza comprensibile: in primo luogo finché c’erano prospettive più concrete per la galleria, evidentemente 40 milioni di euro per realizzare un terzo binario, quando di là a poco gli attuale due binari sarebbero stati completamente liberati a disponibili esclusivamente per il trasporto locale, spendere 40 milioni sarebbe stato effettivamente uno spreco. In secondo luogo, parallelamente, si è fatta strada un’altra visione proprio grazie ad un eventuale passaggio della linea meranese alla Provincia.
 In che cosa consisterebbe questa “nuova visione”?
 
«In buona parte è già abbastanza nota, ne ho parlato già alcuni mesi fa. Si tratterebbe di realizzare il raddoppio della tratta meranese fra Terlano e Bolzano centro, istituendo nuove fermate per servire i rioni Casanova, Similaun, magari anche ponte Resia e in prossimità di Ponte Roma, cioè ai margini di tutta la cosiddetta, anche se impropriamente, “zona popolare”, trasformando questa tratta in una sorta di metropolitana di superficie.
 E in quest’ottica...
 
In quest’ottica si potrebbe inserire il terzo binario per la Bassa, ottenendo un disegno “unitario” molto razionale nel senso che avremmo un pendolarismo con cadenzamento dei treni coordinato fra Terlano, o comunque la Val d’Adigie e Ora-Bassa Atesina, dove Bolzano rappresenterebbe lo snodo centrale, con l’inserimento magari, una volta realizzato il tunnel anche dei movimenti lungo la Val d’Isarco e la Pusteria».
 E il problema dei costi è stato affrontato?
 
«Ovviamente di questi tempi è quello fondamentale; a parte il terzo binario, raddoppiare la linea da Terlano a Bolzano comporterebbe fra l’altro l’allargamento del lungo viadotto fra Ponte Adige e l’Isarco compresa la stazione Bolzano-Fiera, ma non sarebbe un’impresa comunque “da sogno nel cassetto. Come ho detto, comunque resta fondamentale la concessione della “Meranese” alla Provincia da parte di Trenitalia».
 Il terzo binario della Bassa e il raddoppio parziale della “Meranese“, potrebbero facilitare anche l’Oltradige: si potrebbe infatti optare per una soluzione di trasporto aereo a fune da Caldaro, (ma c’è anche Termeno che “spinge”) fino a Ponte Adige, già presa in considerazione, come possibile stazione d’interscambio fra i due diversi sistemi di trasporto”.
 A titolo di cronaca, merita ricordare come la realizzazione del terzo binario fosse data ormai per scontata fino ad un lustro fa, o poco più, tempi in cui fu illustrato anche il progetto dell’architetto Gennaro, secondo il quale la fermata più importante, fra quelle nuove comprese fra Laives e San Giacomo, nonché Maso della Pieve e Oltrisarco, sarebbe stata proprio la “stazione” di San Giacomo.
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martedì, 23 novembre 2010


Bocciato il tram a Caldaro

GIANCARLO ANSALONI
APPIANO. Mentre continua la battaglia dell’Oltradige a favore del collegamento via tram o minimetro con Bolzano, specie dopo le recenti dichiarazioni di Durnwalder («Non abbiamo i soldi»), una decisione sarebbe ormai scontata: una definitiva pietra tombale della Provincia sul tram. Secondo l’assessore alla mobilità Thomas Widmann la proposta elaborata dal professor Hermann Knoflacher sarebbe stata definitivamente accontonata. L’ipotesi del collegamento comunque resta sempre aperta, visto che si stanno analizzando flussi di traffico e itinerari per trovare soluzioni più economiche. Diverse le motivazioni contrarie al tram: oltre al costo (200 milioni), sull’esclusione di questo progetto peserebbe la commistione fra tram e traffico privato, soprattutto in viale Druso. Al generale scetticismo con cui fu accolta la proposta Knoflacher ha contribuito anche uno studio-valutazione affidato nel 2008 dalla Sasa all’esperto bolzanino Ardelio Michielli. Lo studio Sasa si limita a valutare la convenienza del tram rispetto all’attuale servizio autobus svolto dalla Sad. I tempi attuali della Sad da Caldaro a Bolzano vanno da 30 a 42 minuti (senza contare la commistione col traffico privato) contro i 32-35 minuti del tram. La frequenza media dei mezzi, di 15 minuti del tram contro i 30’ del bus è solo apparentemente vantaggiosa; il raffronto si capovolge infatti guardando alle ore di punta: 10’ contro i 15’ del tram; la portata massima di 2.500 utenti per ciascuna direzione dei bus contro gli 8.000 del tram è a sua volta non significativa, poiché ipotizza l’irrealistica occupazione dei vagoni per l’intera giornata. Ma a dare il colpo di grazia al tram ci sono i costi: 2,5 euro a km per il bus contro gli 8-10 del tram. L’investimento ipotizzato equivarrebbe al finanziamento per il rinnovo di un parco bus per 20 anni, senza contare la spesa e lo sconvolgimento per la sistemazione nel sottosuolo delle strutture sotterranee (canalizzazioni, rete elettrica e così via); dovrebbero essere inoltre ridotte le corsie per il traffico privato, nonché marciapiedi e ciclabile; il tram finirebbe in mezzo al traffico privato con rallentamenti soprattutto all’ingresso in città, senza contare i pericoli creati dalle rotaie a raso. Ma non basta, perché su via Druso sarebbero previste solo tre fermate, una al Bivio, una alle caserme e una in piazza Adriano, contro le 9 attuali distanti non più di 260 metri l’una dall’altra; inoltre alcuni tratti fra Caldaro e Ponte Adige sarebbero a binario unico, soluzione che il Ministero dei trasporti non autorizza più da tempo. L’alternativa suggerita dallo studio Michielli-Sasa ipotizza un minimetro nel tratto extraurbano (Caldaro-Ponte Adige o Terlano), dove collocare il centro di scambio con la ferrovia Bolzano-Merano come metropolitana veloce ogni 15 minuti. In sintonia con questa soluzione l’assessorato alla mobilità guarda a un raddoppio della tratta da Terlano fino alla stazione centrale.
Alto Adige 23-11-10
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domenica, 21 novembre 2010



Tram per l’Oltradige e statale tutta in galleria

BOLZANO. Il sindaco Spagnolli ha consegnato a tutta la maggioranza il programma di coalizione che mette nero su bianco quel che la giunta intenderà fare nei prossimi quattro anni. Tra gli obiettivi principali la realizzazione di un collegamento col tram tra Bolzano e l’Oltradige e la progettazione della variante alla statale 12 in galleria.
 Variante che oggi arriva da sud sbuca in galleria per fermarsi e spaccare in due la cittadella dello sport di Maso della Pieve e che un domani dovrebbe continuare nel tunnel fino all’altezza del Virgolo. Spagnolli punta ad una città che non sia più ostaggio dei pendolari, con le auto che arrivano da fuori Bolzano spinte su un sistema di circonvallazioni che entrano in galleria ed il traffico interno che punta sul trasporto pubblico, con tanto di tram cittadino e collegamento con l’Oltradige, ed una rete ciclabile ancora più forte e capillare. Il punto fondamentale resta sempre quello dei finanziamenti: le grandi infrastrutture - tramvia e varianti stradali - si potranno realizzare, infatti, solo se la Provincia darà il via libera ed ovviamente i soldi. Il tram resta per Spagnolli lo snodo fondamentale. Il sindaco ha sempre detto e ripetuto a chiare lettere «voglio che i bolzanini salgano sul tram entro pochi anni». Il Pum (Piano urbano traffico) prevede il tram per l’Oltradige (capolinea presso la funivia del Renon, bacino d’utenza di 30 mila persone). Giunto a ponte Adige il tram penetrerà in città lungo Via Castel Firmiano, Viale Druso, Via Marconi, Via Garibaldi e raggiungerà la stazione ferroviaria per poi attestarsi al capolinea presso la stazione della funivia del Renon.
 Insomma la giunta si avvia a passare dalla fase delle idee a quella della concretezza. Così gli assessori: «Siamo stati accusati da più parti di progettare e non concretizzare nulla e invece adesso passiamo alla fase pratica».
 Il programma che verrà discusso martedì prossimo con i consiglieri di maggioranza punta anche alla concretizzazione del masterplan che disegna la città del futuro: si parte subito con i 5,3 ettari della variante stralcio che porterà alla costruzione di 1.100 alloggi (di cui 618 agevolati e 482 di edilizia privata) per aprire mano a mano a nuove aree edificabili che potrebbero servire come valvola di sfogo: per esempio l’area di Ponte Adige e l’area Cactus (tra Bolzano e Settequerce).
 Tra gli altri punti del documento di maggioranza la volontà di mantenere la gestione dei servizi pubblici attraverso Seab e quello - fondamentale - di conservare in mano pubblica la gestione del ciclo idrico.
 Sempre dal programma esce rafforzata la vocazione ambientale della maggioranza di rispetto per l’abbattimento dell’inquinamento che punta al risanamento energetico degli edifici pubblici, a partire da quelli comunali.
 Sul sociale, l’assessore Mauro Randi chiede di trasferire la gestione dei distretti sociali dall’Azienda servizi sociali (Assb) al Comune.
 Un’operazione a cui lo stesso Randi tiene in modo particolare perché considera gli sportelli dei distretti autentiche antenne sul territorio a cui i si rivolgono i cittadini in difficoltà.
Alto Adige 20-11-10
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lunedì, 15 novembre 2010



Strategico il mini-metro per l’Oltradige

BOLZANO. La Cgil prende posizione rispetto alle affermazioni del presidente Durnwalder, secondo il quale non sarebbe attuabile il progetto per la costruzione di un minimetrò tra l’Oltradige e il capoluogo, per mancanza di fondi. “E’ un progetto d’importanza prioritaria - interviene il segretario Lorenzo Sola - che riguarda un bacino di oltre 25 mila persone. Un’infrastruttura di questo tipo andrebbe ad incidere sulla qualità di vita di migliaia di pendolari e di cittadini residenti nell’Oltradige e nel capoluogo». Sola richiama l’attenzione su scelte politiche precedenti che hanno riguardato il potenziamento dei collegamenti tra il capoluogo e la zona di Laives, attraverso bus, la costruzione della variante e il potenziamento della linea ferroviaria.
Alto Adige 15-11-10
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venerdì, 12 novembre 2010



«Oltradige, minimetro necessario»

ORA. Importante confronto mercoledì sera tra i rappresentanti dei gruppi economici ed il consiglio comunale di Ora. Seguendo le proprie linee guida, al termine della seduta ordinaria programmata in municipio, la giunta ha concesso alle associazioni l’opportunità di esprimere i propri quesiti relativi alla nuova variante. Come spiegato dal vicesindaco Claudio Mutinelli, il confronto rappresentava l’incontro di verifica annuale sulle necessità di associazioni e corporazioni locali ed ha offerto spunti di rilievo: «Le proposte portate dalle associazioni sono risultate interessanti e costruttive. Dal canto suo la giunta è molto sensibile alle problematiche delle diverse associazioni. Naturalmente il comune non può rendersi artefice di eventuali iniziative, ma di sicuro può contribuire alle realizzazione delle proposte più interessanti. L’obiettivo comune è insomma quello di essere limpidi e cercare di risolvere i problemi nel miglior modo possibile.» Concorde l’assessore alla scuola e cultura tedesca Hubert Bertoluzza: «Le possibilità sono molte e siamo consci che le modifiche potrebbero portare a dei cambiamenti anche per quanto concerne turismo e viabilità. Già da tempo peraltro, la giunta ha istituito un comitato permanente per monitorare a dovere il discorso tramite l’ausilio di esperti. Esiste insomma un progetto mirato, che tende allo sviluppo delle strategie ritenute più adeguate.»
 Nel resto della seduta, il consiglio comunale si è dimostrato piuttosto compatto, approvando all’unanimità tutti i punti all’ordine del giorno. Tra le votazioni più significative, le due relative alla zona residenziale CX, già decise e mercoledì formalmente approvate. I cambiamenti porteranno ad una contestuale modifica del piano urbanistico comunale. (dafo)
Alto Adige 12-11-10
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martedì, 09 novembre 2010



Durnwalder: niente soldi per il minimetro

BOLZANO. Congelato il progetto di minimetro per l’Oltradige. La Provincia era tenuta per legge a dare una risposta all’associazione temporanea di imprese guidata dalla Leitner, che lo scorso marzo aveva presentato lo studio di fattibilità tecnico-finanziaria del minimetro con linea Caldaro-Appiano-Bolzano da 170 milioni, più altri 20 milioni per la diramazione con collegamento funiviario verso la stazione a valle della funivia di S. Genesio.
 Il presidente Luis Durnwalder fa sapere: «Diremo alla Leitner che intendiamo approfondire il progetto sul piano tecnico, ma comunicheremo anche che la Provincia da sola attualmente non dispone delle risorse per finanziare la realizzazione del collegamento».
 Questo non significa la cancellazione, chiarisce Durnwalder: «Va eventualmente privilegiato un modello di finanziamento in Ppp (public private partnership)».
 L’assessorato alla mobilità aveva già scritto alla Leitner alcune settimane fa informando che si sta effettuando una indagine sui flussi di traffico. Thomas Widmann precisa che «il progetto per l’Oltradige è tutt’altro che affossato, tanto che a breve mi incontrerò con i tre Comuni». Michael Seeber, presidente della Leitner, commenta: «E’ ragionevole che la Provincia avverta che non ha fondi a disposizione. Su un progetto con formula di finanziamento pubblico-privato siamo disponibili a partecipare anche in modo consistente. Ci possono essere diverse soluzioni, anche operazioni immobiliari-commerciali. Una stazione andare al Mebo Center». Il Comune si sta muovendo proprio alla ricerca di fondi. Sa sapere il sindaco Luigi Spagnolli: «Stiamo verificando la possibilità di accedere a finanziamenti europei, statali o privati».
 Il Comune si era dichiarato contrario al percorso ipotizzato dalla Leitner, perché troppo lontano dai quartieri. Spagnolli: «Tram o minimetro non importa. La discussione dovrà essere su tempi e tracciato. Con Caldaro e Appiano abbiamo ricominciato a discuterne in attesa dell’incontro con Widmann». (fr.g.)
Alto Adige 9-11-10
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venerdì, 15 ottobre 2010



Hell: «Il tram fino a Salorno un aiuto al turismo»

APPIANO/CALDARO. «Un tram fino a Salorno? L’idea del sindaco di Appiano è indubbiamente buona, ma mi pare un’utopia». Irene Hell, capogruppo della Dorfliste di Caldaro, e da sempre grande sostenitrice del tram, ha letto con interesse la proposta di Wilfried Trettl, ma la ritiene di difficile realizzazione.
 Il tram della Strada del Vino, da Bolzano fino a Salorno, passando per l’Oltradige le pare realizzabile?
 
«Mah, la trovo una proposta indubbiamente originale, anche per quanto attiene il marketing. A guadagnarne potrebbero essere tutti i Comuni del Comprensorio, ma mi chiedo se la Provincia abbia così tanto denaro da investire nel progetto».
 Per il tram, da Caldaro a Bolzano, i costi dovrebbero aggirarsi attorno ai 200 milioni. Quanto potrebbe costare il prolungamento fino a Salorno?
 
«Considerato il tipo di tracciato e i chilometri da percorrere, pur non essendo un’esperta, ritengo che potrebbero essere necessari 400 milioni».
 Una cifra enorme. Secondo lei la Provincia è disposta a mettere sul piatto così tanto denaro?
 
«No, ne dubito fortemente, soprattutto in un periodo di tagli come questo. Con questo tipo di richiesta, al contrario, rischiamo di produrre l’effetto opposto».
 In che senso?
 
«Un tram fino a Salorno, che potrebbe costare diverse centinaia di milioni di euro, rischia di essere un buon pretesto per rigettare il progetto in toto. Voglio dire che i politici locali dovrebbe agire forse con maggiore furbizia, cercando di portare a casa qualcosa di concreto».
 E quindi cosa suggerisce la Dorfliste su questo progetto?
 
«Direi di limitarci a prevedere intanto un collegamento da Bolzano a Caldaro, per il quale c’è una certa urgenza. Sono vent’anni che se ne parla, ma non è ancora stato fatto nulla di concreto. Poi, in un secondo tempo si potrebbe pensare anche ad un prolungamento fino alla Bassa Atesina».
 Come valuta il comportamento della Provincia finora? Ritiene che l’assessorato alla mobilità stia temporeggiando eccessivamente?
 
«Finora la burocrazia l’ha fatta da padrona incontrastata. Ora attendiamo con impazienza la proposta dell’assessore Widmann». (m.bon.)
Alto Adige 15-10-10
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venerdì, 11 giugno 2010



Gli ambientalisti: tra Caldaro e Bolzano è meglio il tram

MASSIMILIANO BONA
APPIANO. «Riducendo di un metro e mezzo la carreggiata sulla Strada del Vino ci sono le condizioni per costruire il tram da Caldaro a Bolzano senza superare i 200 milioni»: ad affermarlo, nel corso della serata organizzata dal Dachverband alla sala della cultura di Appiano, è stato l’ingegner Hermann Knoflacher, che lo scorso anno aveva presentato il primo studio di fattibilità. Secondo l’esperto austriaco si può risparmiare sugli espropri, soprattutto nel tratto (6 km) tra Appiano e Bolzano.
 Il sindaco di Appiano Wilfried Trettl e l’assessore caldarese Raimund Fill hanno ribadito, peraltro, come i Comuni dell’Oltradige non dispongano dei fondi per contribuire al finanziamento dell’opera. «Dei costi - hanno sottolineato - deve farsi interamente carico la Provincia». L’ingegner Winfried Theil, nel suo intervento, si è soffermato sui potenziali utenti. «A fruirne saranno 85 mila persone, delle quali solo 25 mila vivono ad Appiano e Caldaro, anche per questo è importante coinvolgere Bolzano nelle scelte. L’incognita, in questa fase, è rappresentata dagli espropri, anche se i pendolari, giustamente, premono per poter arrivare comodamente nel capoluogo in 30 minuti. Ci sarebbe anche un sensibile miglioramento della qualità della vita». C’è chi ha sostenuto che i fondi potrebbero essere ottenuti decurtando parte degli 800 milioni destinati dalla Provincia al piano pluriennale per la costruzione e manutenzione delle strade.
 Alla serata era stata invitata (seppur in extremis) anche la Leitner, che a breve presenterà anche in Oltradige il progetto del minimetro (costo 190/200 milioni). «Ci hanno contattato lunedì sera - spiega Maurizio Todesco, dell’azienda di Vipiteno - e abbiamo dovuto declinare l’invito perchè i nostri tecnici erano impegnati altrove. Detto questo, il tema della tavola rotonda era il tram, un mezzo che Leitner non propone. Forse sarebbe stato più opportuno fare un confronto fra le alternative possibili». La Leitner propone un minimetro con convogli su gomma senza conducente. Il costo è di poco inferiore ai duecento milioni. La prima tratta tra Caldaro e Ponte Adige ha 5 stazioni (Caldaro, Ganda, Appiano, San Paolo, Ponte Adige) e 6 convogli in esercizio. I convogli partono ogni 7 minuti e la portata per direzione varia da 825 a 1650 passeggeri l’ora con una velocità di 40 km/h. Sono previste 116 corse giornaliere per direzione.
Alto Adige 11-6-10
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lunedì, 10 maggio 2010


Oltrisarco: sì al metrò di superficie

Verrebbe utilizzato un terzo binario sul sedime della linea del Brennero In Bassa Atesina in meno di 20 minuti

BOLZANO. C’è un progetto di metropolitana di superficie, già messo a punto alcuni anni fa, che potrebbe tornare di piena attualità nelle prossime settimane. La proposta è stata ricordata proprio in questi giorni da Giovanni Barborini, vicepresidente del consiglio di quartiere di Oltrisarco. Si tratta di un progetto in grado di garantire un collegamento veloce su rotaia tra la Bassa Atesina ed il centro storico di Bolzano utilizzando, per gran parte del tragitto, l’attuale sedime ferroviario della linea del Brennero. «Al di là di tutto quanto è stato detto e scritto in questi giorni - ricorda Giovanni Barborini - questo progetto potrebbe essere realizzato in tempi ristretti e con costi decisamente limitati».
 Eppure dopo un primo studio effettuato ai tempi dell’assessore provinciale ai trasporti Michele Di Puppo, nessuno ha più voluto parlarne e gli incartamenti sono rimasti sepolti in qualche cassetto.
 Cosa prevede l’ipotesi di collegamento su rotaia? «In primo luogo - ricorda Dario Caldart, abitante a Oltrisarco - di predisporre un nuovo binario accanto a quelli attuali per il tratto tra Bolzano e la zona di Ora. Il tragitto dovrebbe poi prevedere di far giungere il tram in pieno centro storico di Bolzano con fermate nella zona di Santa Geltrude, Oltrisarco, Bolzano sonza Industriale, San Giacomo via Einstein,, San Giacomo Aereoporto, Laives, Bronzolo e Ora. Tempo di percorrenza di 18 minuti per trasferirsi dal centro di Bolzano a Ora. Il progetto era stato definito nel piano piano provinciale dei trasporti del 2003 ma non è mai stato appoggiato con entusiasmo dalle forze politiche. Non si capisce bene perchè. Grazie all’ipotesi del terzo binario, il collegamento potrebbe essere proposto proprio con la logica della metropolitana di superficie con un treno ogni venti minuti. I costi sarebbero abbastanza contenuti. Sette anni fa erano stati quantificati in circa 26 milioni di euro. «Rispetto a progetti faraonici difficilmente realizzabili come lo spostamento del tracciato dell’autostrada - puntualizza ancora Giovanni Barborini - questo della metropolitana di superficie lungo il tracciato della linea del Brennero potrebbe diventare realtà in tempi realtivamente stretti».
 Il problema è trovare appoggi a livello politico. I benefici, comunque, sono facilmente intuibili perchè verrebbero poste le basi per eliminare gran parte del traffico veicolare dei pendolari tra Bolzano e la Bassa Atesina. Probabilmente il progetto non convince i piani alti del palazzo provinciale perchè non costituisce una soluzione alla necessità di un collegamento veloce anche con l’Oltradige.

Galleria del Virgolo solo verso nord

BOLZANO. Il progetto della metropolitana di superficie lungo la linea ferroviaria del Brennero avrebbe dovuto essere completato da un’altra opera abbozzata e mai portata a termine; lo spostamento in galleria del sottopasso di via Trento a Piè di Virgolo della ferrovia. Questo ulteriore progetto porterebbe a liberare i due attuali binari della linea scoperta che corre sotto la parete rocciosa del Virgolo. A questo punto il sedime ferroviario potrebbe essere utilizzato per realizzare un tratto di arginale sud a senso unico che consentirebbe di utilizzare l’attuale arginale, nel tratto sotto la galleria del Virgolo, a senso unico in direzione nord. Si tratterrebbe, in pratica, di attuare il progetto originario dell’arginale che prevedeva per l’appunto l’utilizzo della galleria del Virgolo per il transito del solo traffico diretto a nord. Viale Trento, infine, verrebbe completamente liberata dal traffico veicolare.


Alto Adige 10-5-10
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domenica, 09 maggio 2010


Funivia meno cara, minimetro più veloce

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Funivia o minimetro? Dopo la proposta avanzata dalla Doppelmayr in alternativa al progetto Leitner, si torna a discutere del collegamento per l’Oltradige. La Provincia sta alla finestra, consapevole che al massimo entro l’autunno dovrà essere presa una decisione: «La legge - afferma l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann - ci impone di dare una risposta alla Leitner in un massimo di sei mesi dalla presentazione della proposta da parte dell’azienda. Abbiamo deciso di istituire un gruppo di lavoro composto da vari esperti che analizzerà tutte le ipotesi: dal minimetro alla funivia, senza dimenticare il tram. Elencheremo vantaggi e svantaggi di ognuna di queste soluzioni, poi decideremo assieme ai comuni interessati, e lo faremo entro 3-4 mesi al massimo. Schierarsi adesso per l’una o per l’altra soluzione non ha senso, l’importante è trovare un concetto di mobilità innovativo. Mi sorprende solo il fatto che un’impresa come la Doppelmayr presenti la propria proposta alla Lega Nord e non alla giunta provinciale, visto che sarà quest’ultima a decidere».
 Valutare vantaggi e svantaggi di ogni soluzione, questo faranno gli esperti nei prossimi mesi. Doppelmayr e Leitner hanno già indicato quali sono i pregi delle loro proposte.
 I costi. Come spiegato da Othmar Eisath, amministratore delegato di Doppelmayr Italia, «la nostra soluzione costa 140 milioni meno di quella della Leitner». Per realizzare la funivia proposta dall’azienda di Lana ci vogliono 60 milioni, mentre il preventivo presentato dalla Leitner - che comprende anche una cabinovia da Ponte Druso fino alla funivia di San Genesio - è di 196,8 milioni. Michael Seeber, presidente della Leitner, presentando il progetto assieme al presidente della Provincia Luis Durnwalder aveva però rimarcato che «comunque il minimetro ha costi inferiori al tram». Per Durnwalder quest’ultima soluzione costerebbe 300 milioni, per Helmuth Moroder, presidente della commissione comunale mobilità, «il tram si può fare con un investimento di 160 milioni».
 I tempi. I tempi di realizzazione sono più brevi per la funivia (un anno) rispetto al minimetro (tre anni). La soluzione su binari è però più rapida come tempi di percorrenza: la funivia impiega 38 minuti da Caldaro al centro di Bolzano, il minimetro 36. Due minuti di differenza a prima vista possono sembrare pochi, ma bisogna considerare anche il numero delle fermate: il progetto della Doppelmayr prevede 5 stazioni: Caldaro, Appiano, Cornaiano, Bolzano Sud e Bolzano Centro. Il percorso ipotizzato dalla Leitner si snoda invece lungo dodici fermate: cinque nel tratto tra Caldaro e Ponte Adige, sette in quello cittadino (più quattro per la cabinovia tra Ponte Druso e la funivia di San Genesio).
 Il bacino. I comuni - da Bolzano a Caldaro - hanno sempre spinto per la soluzione tram. Meno impattante sull’ambiente rispetto ai piloni di una funivia, ma soprattutto più flessibile rispetto al minimetro per quanto riguarda la scelta del tracciato, che potrebbe correre più all’interno della città rispetto alla soluzione lungo l’Isarco ipotizzata per il minimetro. La grande differenza è il passaggio lungo viale Druso: previsto solo per il tram, consentirebbe - assieme alle altre fermate - di andare ad intercettare fino al 75% della popolazione del capoluogo.

I Verdi: è prioritaria la definizione del tracciato

 BOLZANO. Il progetto vincitore è ancora da decidere, ma il collegamento tra Bolzano e l’Oltradige sarà fatto: a rafforzare questa posizione è anche la mozione - presentata dai Verdi e sostenuta anche dalla Svp - che impegna la giunta a realizzarlo.
 «Il punto centrale del documento approvato - spiega il capogruppo dei Verdi Riccardo Dello Sbarba - è che nella scelta del progetto non bisogna cominciare dalla tecnologia, ma dalla definizione di un tracciato che consenta di realizzare un sistema ottimale di mobilità pubblica, sia in grado di raccogliere il maggior numero di utenti possibile, sia nei paesi dell’Oltradige che nella città di Bolzano,e che funzioni nel capoluogo da “metropolitana di superficie».
 L’emendamento a una mozione dei Verdi firmato congiuntamente da Dello Sbarba e dal capogruppo della Svp Elmar Pichler Rolle, impegna la giunta provinciale ad accelerare la pianificazione e la realizzazione del nuovo collegamento di trasporto pubblico tra Bolzano e l’Oltradige, elaborando con i comuni il relativo modello di finanziamento; a scegliere il tracciato migliore per garantire una mobilità sostenibile sia tra i centri abitati che all’interno della città di Bolzano al fine di ridurre il più possibile il traffico dei pendolari e privato; e infine a prevedere l’intesa con i comuni interessati nella scelta del progetto.

Alto Adige 9-5-10
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sabato, 08 maggio 2010

Una funivia al posto del minimetrò

DAVIDE PASQUALI
 BOLZANO. Una funicolare aerea ad ammorsamento automatico con cabine da otto posti, per collegare Caldaro a Bolzano con un viaggio di 38 minuti e una portata oraria di 2.800 passeggeri per ognuna delle due direzioni. Costerebbe 60 milioni di euro e si potrebbe realizzare in un solo anno. È la risposta della Doppelmayr Italia al progetto di Minimetro della Leitner Technologies, presentato in marzo ad un’entusiasta giunta provinciale. Lo studio di fattibilità è stato suggerito alla Doppelmayr dalla Lega, ed è stato presentato ieri al senatore Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, con delega ai trasporti locali con riguardo alle linee metropolitane. «Una proposta molto interessante», l’ha ritenuta Maroni, come precisa il leghista Robert Janek, che ha illustrato il progetto al viceministro. «Soprattutto per il risparmio di 140 milioni di euro rispetto all’altra proposta. Per qualunque amministrazione pubblica, in questo momento economico difficile sarebbe miope non tenerne conto». Il ministro ieri sera ha anche assicurato: «Verificherò la disponibilità di Roma per la concessione di contributi governativi».
 Comunque andrà su questo versante, ecco di nuovo Doppelmayr scendere in campo per tentar di contrastare Leitner, come già accaduto per la funivia del Renon. L’altra volta andò male, ma se verrà bandita una gara europea per la realizzazione di un sistema di trasporto alternativo dall’Oltradige al capoluogo, anche in questa occasione l’azienda di Lana si presenterà con la propria idea. Non un tram di superficie, non un minimetro per lunghi tratti interrato, ma una funivia. Nessuna novità: Doppelmayr ne ha già realizzate molte, in mezzo mondo.
 Prima i dati: il progetto è detto «8MGD Oltradige», ossia «8 Monocable Gondola Detachable». Tradotto: cabinovia monofune ad ammorsamento automatico, con cabine da otto posti. Lo sviluppo lineare sarà di 12.230 metri, per un dislivello di 185 metri. Quattro le stazioni intermedie. La portata massima sarà di 2.800 persone/ora. Velocità media 6 metri al secondo. Tempo di percorrenza da Caldaro a Bolzano centro: 37 minuti e 58 secondi. Per realizzarla servirebbero 60 milioni di euro (contro i 200 del Minimetro) e un solo anno di lavoro (contro i tre del progetto Leitner). Questo, perché il numero dei sostegni è limitato, così come le opere civili. La linea partirebbe da Caldaro, per poi raggiungere per via aerea Appiano e Cornaiano. Da qui, passerebbe a sud di Castel Firmiano, per scavalcare il Monte di Mezzo e scendere a Bolzano Sud, all’altezza del casello autostradale. Poi, attraverso la zona industriale e Oltrisarco, lambendo infine la base del Virgolo, arriverebbe in piazza Verdi. Da Caldaro ad Appiano: 4.000 metri, 12 minuti e 7 secondi. Da Appiano a Cornaiano: 1.400 metri, 4 minuti e 53 secondi. Da Cornaiano a Bolzano Sud: 3.350 metri, 10 minuti e 18 secondi. Da Bolzano Sud a Bolzano Centro: 3.480 metri, 10 minuti e 40 secondi. Alle fermate, che potrebbero anche salire di numero specie in città, le cabine verrebbero sganciate dalla portante, per rallentare fino a fermarsi completamente nelle stazioni, «onde consentire un agevole imbarco e sbarco di ogni tipologia di utente», come precisa Doppelmayr nello studio di fattibilità. Le vetture, inoltre, consentirebbero di effettuare il viaggio seduti e su vetture illuminate e climatizzate. Secondo l’azienda di Lana, «gli impianti a fune, sistemi altamente collaudati nell’ambito del turismo invernale, risolvono egregiamente le esigenze attuali del trasporto urbano e superano le limitazioni dei convenzionali sistemi di trasporto». In molti casi «le funivie, ad alto impatto emotivo sui viaggiatori e a basso impatto ambientale, sono la soluzione più indicata». Un impianto a fune «offre limitati costi di investimento, limitate spese di manutenzione e servizio, lunga durata nel tempo. Inoltre, un simile impianto può funzionare in modo completamente automatico, integrarsi perfettamente nel contesto urbano e garantire altissima affidabilità di servizio. Un impianto a fune è sicuro, confortevole, adatto a portatori di handicap e bimbi, insensibile agli eventi meteorologici, ideale su ogni terreno».

Eisath: «Pronti a partecipare al bando europeo»

LANA. «La nostra cabinovia rispetto al minimetro della Leitner ha due vantaggi: è più economica e può essere realizzata in tempi brevi». Othmar Eisath, amministratore delegato della Doppelmayr Italia, si è detto interessato, ieri, a partecipare ad un bando d’appalto europeo per un collegamento veloce dall’Oltradige a Bolzano.
 Ingegner Eisath, chi vi ha commissionato lo studio di fattibilità?
 
«La Lega Nord ed in particolare Robert Janek, con cui ho avuto rapporti di lavoro nel recente passato».
 Quali sono i costi della soluzione prospettata dalla Doppelmayr, azienda che finora ha realizzato 13.970 impianti funiviari in 81 Paesi?
 
«Grazie al nostro know-how possiamo costruire una cabinovia da Caldaro a Bolzano per 60 milioni, 140 in meno della soluzione prospettata dalla Leitner».
 Quanti mesi servono per realizzare una cabinovia di questo tipo?
 
«Esattamente un anno».
 Avete presentato lo studio per fare concorrenza alla Leitner?
 
«No, affatto. Si tratta di due progetti profondamente diversi, ma è giusto far sapere che c’è un’alternativa».
 Ma è vero che l’idea della funivia del Renon è vostra?
 
«Sì, l’abbiamo proposta all’assessore Widmann, ma a vincere l’appalto è stata la Leitner». (m.bon.)
Alto Adige 8-5-10



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categoria:metropolitana
mercoledì, 07 aprile 2010


Battisti boccia il minimetro: «E’ troppo lento»

MASSIMILIANO BONA
APPIANO/CALDARO. «I tempi di percorrenza da Caldaro a Bolzano preventivati dalla Leitner sono eccessivi e il tram ci sembra più adatto a soddisfare le esigenze di turisti e pendolari». Il sindaco di Caldaro Wilfried Battisti Matscher, pur senza scartare a priori la soluzione minimetro caldeggiata dall’assessore provinciale Thomas Widmann, ha manifestato ieri tutte le sue perplessità, condivise da gran parte degli amministratori dell’Oltradige.
 Sindaco, la Provincia ha presentato il progetto minimetro sostenendo che potrebbe essere in funzione già dall’aprile del 2014. Cosa non la convince?
 
«I tempi di percorrenza: 20 minuti da Caldaro a Ponte Adige e altri 16 per arrivare in piazza Verdi. Sono decisamente troppi».
 Per risultare attrattivo, e contribuire a ridurre il traffico automobilistico, il minimetro quanti minuti dovrebbe impiegare?
 
«Direi 25 e comunque non più di 27. La colpa, peraltro, non è certo dei tecnici, ma del numero di fermate previste. In Oltradige ce ne sono cinque: Caldaro, Ganda di Sotto, Appiano stazione, San Paolo giardineria Gamberoni e Ponte Adige. E per arrivare a Bolzano ne sono state progettate altre 7. Se consideriamo un minuto di sosta per ciascuna il conto è presto fatto».
 Veniamo al tracciato: preferisce quello che costeggia l’Isarco, in gran parte sotterraneo, o quello lungo via Druso?
 
«Sicuramente quest’ultimo, sempre per una questione di tempi, anche se capisco le perplessità delle migliaia di bolzanini che risiedono in quella zona. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla carreggiata, probabilmente troppo stretta per ospitare minimetro, bus e auto. L’unico vantaggio della soluzione lungo l’Isarco è costituito dal fatto che consentirebbe di evitare i costi di esproprio e andare incontro ad una serie di ricorsi al Tar».
 Se dovesse essere ripreso in considerazione il tram i costi sono destinati a lievitare proprio per gli espropri. Non crede?
 
«A Caldaro non saranno necessari, perchè il tracciato del tram passa lungo l’ex ferrovia, mentre tra Appiano e Bolzano bisognerà trattare con decine di residenti. Finanziamenti permettendo, il tram potrebbe essere ultimato entro 5 anni. È evidente che Comuni delle dimensioni di Caldaro e Appiano difficilmente riusciranno a compartecipare alla spesa».
 L’Oltradige attende un collegamento veloce per il capoluogo da oltre cinque anni. Quanti ce ne vorranno ancora per avere un progetto definitivo?
 
«All’assessore Widmann abbiamo ribadito che vorremmo un nuovo mezzo entro 4/5 anni. Da poco è iniziato un confronto serio e questo mezzo di trasporto è diventato una priorità anche per Bolzano. Realizzare solo il primo tratto, fino a Ponte Adige, non avrebbe davvero alcun senso».
Alto Adige 7-4-10
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martedì, 06 aprile 2010

Mimimetro: da Terlano dico di sì

Il progetto di creare una linea metropolitana sulla tratta ferroviaria Bolzano-Merano è davvero interessante. Apprendo con tanta gioia dell’esistenza di questo progetto provinciale. Quest’ultimo sembra appunto prevedere la realizzazione di un doppio binario tra Bolzano e Ponte d’Adige e la frequenza dei treni portata a un convoglio ogni venti minuti. Quello che auspico è però che tale progetto venga esteso fino alla stazione di Terlano, così da creare una vera e propria linea metropolitana. Insisto sul fatto che la gente vedendo sia a Settequerce sia a Terlano la presenza di un treno ogni venti minuti punterebbe di più sull’uso del trasporto pubblico, lasciando quindi a casa l’automobile. E’ evidente che ciò diminuirebbe lo smog, il traffico stradale e aumenterebbe la sicurezza sulle strade.
 Sottolineo il fatto che questo progetto esteso fino a Terlano, darebbe la possibilità di collegare tale comune con la frazione di Settequerce in modo davvero ottimale, così da ridare a Terlano nuova visibilità e più partecipazione della gente. Altro punto fondamentale è quello di aumentare la frequenza delle corse di bus e treni negli orari serali. Non è accettabile che un giovane che voglia uscire la sera per andare con gli amici a Bolzano da Terlano e Setteqerce per il ritorno possa fare affidamento solo su un treno alle 22.04 nei giorni feriali e un bus alle 23.55. Vanno aumentate le corse serali ed estese almeno fino alle 1.00 del mattino. Così, oltre a garantire un ritorno a casa in totale sicurezza ai nostri giovani, si lasciano anche più tranquilli i rispettivi genitori. Più trasporto pubblico e meno traffico stradale, è questa l’arma vincente per garantire più sicurezza sulle nostre strade.
Alto Adige 16-4-10
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martedì, 06 aprile 2010

Aslago protesta: «Tagliati fuori dal metrò»

BOLZANO. «Il quartiere Oltrisarco Aslago chiede di essere inserito nella nuova mobilità della città partendo dalla richiesta condivisa di adottare sistemi di viabilità quali il tram o il mini metrò». Nella discussione e nella decisione che alla fine sarà presa - spiega il vicepresidente di circoscrizione Giovanni Barborini - si deve tenere presente che la tecnologia adottata dovrà dare risposte ad un numero più elevato di cittadini che altrimenti - e non si capisce perché - resterebbero esclusi. E così si torna a parlare - prepotentemente - di Laives.
 «Oltrisarco chiede con forza di tenere conto dell’asse della Bassa Atesina con la vicina Laives che quotidianamente è interessata al collegamento con il capoluogo. In alternativa qualora nella decisione tra i vari sistemi prevalga il tram il rione chiede che anche il quartiere di Oltrisarco sia messo in rete con una linea che lo includa nel progetto».
 Quindi Barborini si chiede che fine abbia fatto il terzo binario per la metropolitana di superficie. «Con semplici infrastrutture si potrebbe mettere in linea Ponte Adige, da dove si potrebbe agganciare la linea di minimetro verso Caldaro. Prolungando l’attuale tracciato ferroviario verso nord in pochi istanti ci troveremmo in pieno centro città. Lo studio di questo percorso di metropolitana di superficie esiste ma è finito nei cassetti della Provincia e non salta fuori da anni ed a detta dei tecnici il percorso di fatto già tracciato renderebbe economica la realizzazione. Per Bolzano il problema principale è dare un’alternativa alle migliaia di pendolari che ogni giorno arrivano in città. L’attuale sistema di trasporto con autobus a metano non è certo da buttare, forse da migliorare e integrare. Bolzano con la sua vocazione turistica - conclude Giovanni Barborini - potrebbe diventare la città della mobilità virtuosa completando la sua rete ciclabile accompagnata da un sistema di bus ecologici».
Alto Adige 6-4-10
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martedì, 04 gennaio 2011



Il terzo binario è la soluzione:Il sindaco di Ora favorevole al progetto

GIANFRANCO PICCOLI
ORA. «Il terzo binario tra Bolzano e Ora sarebbe “la soluzione” ai problemi del pendolarismo in Bassa Atesina». Roland Pichler, sindaco di Ora, accoglie con entusiasmo le parole dell’assessore Thomas Widmann.
 Widmann ha tolto dalla polvere un progetto che sembrava destinato agli archivi in attesa della nuova linea ferroviaria in galleria.
 Sulla carta, la tratta in galleria avrebbe dovuto liberare l’attuale tracciato della ferrovia del Brennero, che sarebbe quindi destinato ad un uso strettamente locale, ora limitato dall’alta frequenza di traffico merci. Ma i tempi biblici della nuova opera hanno spinto Thomas Widmann a riparlare di terzo binario, per il quale in passato erano stati accantonati dall’ente pubblico 40 milioni di euro, una cifra di tutto rispetto. Il tutto, tra l’altro, sarebbe inserito nell’ambito del passaggio della Bolzano-Merano (destinata al raddoppio) alla Provincia e all’interno del grande piano della cosiddetta metropolitana di superficie.
 Sindaco Pichler, cosa pensa della proposta per un terzo binario Bolzano-Ora?
 «E’ un progetto di cui si parla da moltissimi anni, all’ordine del giorno più volte dei comuni della Bassa Atesina e del Comprensorio. Da tempo, però, era stato accantonato in attesa della nuova linea in galleria. Chiaro: per noi si tratterebbe della vera soluzione ai problemi del pendolarismo».
 Ovvero?
 «La stazione ferroviaria di Ora è centrale per tutti i lavoratori e gli studenti della Bassa Atesina che si muovono verso Bolzano, tanto che abbiamo anche dovuto ampliare il posteggio per le automobili dei pendolari. In questo momento il servizio su rotaia è del tutto insufficiente».
 Cosa intende?
 «Soprattutto al mattino i convoglio che trasportano gli studenti sono stracolmi. Il terzo binario potrebbe garantire un’alta frequenza di treni e quindi un servizio nettamente migliore per la popolazione».
 Per il terzo binario serve spazio. E quando si tratta di toccare la campagna a suon di espropri, si rischia di andare in rotta di collisione con il potente mondo contadino.
 «Anche questo sarebbe un problema molto relativo. Esiste già uno studio sul tratto Ora-Bolzano. Già adesso la massicciata della linea del Brennero è sufficientemente grande per ospitare un terzo binario. Se il progetto dovesse davvero andare in porto, gli espropri sarebbero di poco conto: non ci sarebbero quindi le condizioni per avere problemi con gli agricoltori».
 Lei è molto entusiasta. Ma non crede che progetti del genere tornano di tanto in tanto a galla per poi sparire di nuovo in qualche cassetto?
 «Non penso. Non si tratta di un progetto particolarmente complesso. Sono certo che se c’è la volonta della Provincia e di Rfi di portarlo avanti, ci sono le condizioni per farlo».
 Un’opera che comunque costerebbe.
 «E’ vero. Ma non possiamo solo ragionare in questi termini: i benefici per il trasporto pubblico sarebbero enormi. E’ un investimento che vale la pena affrontare».
 Dopo la proposta dell’assessore Widmann come intende muoversi?
 «Porterò il tema in Comprensorio, luogo ideale per confrontarsi», conclude Roland Pichler.
Alto Adige 31-12-10
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giovedì, 30 dicembre 2010



Widmann: 3º binario tra Ora e Bolzano

 ORA/LAIVES. Sembra aprirsi un piccolo spiraglio di speranza per quanti, comitati e semplici cittadini, a Ora, San Giacomo e in tutta la Bassa Atesina, invocano da anni, ma senza successo, il terzo binario lungo la tratta Ora-Bolzano della Ferrovia del Brennero per consentire una razionalizzazione e il rafforzamento del servizio locale per i pendolari. La sua realizzazione pareva anni fa scontata, visto che che era stato già redatto un progetto con tanto di finanziamento da 40 milioni di euro.
 Poi, invece, il progetto si arenò e ora la sua sorte pare essere legata al passaggio della gestione della linea Bolzano-Merano da Trenitalia alla Provincia, analogamente a quanto avvenuto per la Merano-Malles.
 Questo è quanto lascia intendere l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann: «Da due anni stiamo attendendo - spiega Widmann - che Trenitalia ci dia una risposta circa la sorte della linea meranese che la Provincia potrebbe assumere e trasformare in una sorta di metropolitana di superficie intensificando il cadenzamento dei treni come se si trattasse di tram o autobus urbani».
 Lei due anni fa accantonò il progetto del terzo binario in Bassa Atesina poiché riteneva nel giro di tre quattro anni sarebbe stata realizzata la circonvallazione in galleria nell’ambito del tunnel del Brennero. Era stato troppo ottimista?
 
«In effetti i tempi di realizzazione del tunnel sono rimasti ancora troppo vaghi, comunque non ravvicinati., per questo su può ripensare alla soluzione del terzo binario Bolzano-Ora».
 Cos’è cambiato nel frattempo per portare al ripescaggio di questo progetto?
 
«Beh, è abbastanza comprensibile: in primo luogo finché c’erano prospettive più concrete per la galleria, evidentemente 40 milioni di euro per realizzare un terzo binario, quando di là a poco gli attuale due binari sarebbero stati completamente liberati a disponibili esclusivamente per il trasporto locale, spendere 40 milioni sarebbe stato effettivamente uno spreco. In secondo luogo, parallelamente, si è fatta strada un’altra visione proprio grazie ad un eventuale passaggio della linea meranese alla Provincia.
 In che cosa consisterebbe questa “nuova visione”?
 
«In buona parte è già abbastanza nota, ne ho parlato già alcuni mesi fa. Si tratterebbe di realizzare il raddoppio della tratta meranese fra Terlano e Bolzano centro, istituendo nuove fermate per servire i rioni Casanova, Similaun, magari anche ponte Resia e in prossimità di Ponte Roma, cioè ai margini di tutta la cosiddetta, anche se impropriamente, “zona popolare”, trasformando questa tratta in una sorta di metropolitana di superficie.
 E in quest’ottica...
 
In quest’ottica si potrebbe inserire il terzo binario per la Bassa, ottenendo un disegno “unitario” molto razionale nel senso che avremmo un pendolarismo con cadenzamento dei treni coordinato fra Terlano, o comunque la Val d’Adigie e Ora-Bassa Atesina, dove Bolzano rappresenterebbe lo snodo centrale, con l’inserimento magari, una volta realizzato il tunnel anche dei movimenti lungo la Val d’Isarco e la Pusteria».
 E il problema dei costi è stato affrontato?
 
«Ovviamente di questi tempi è quello fondamentale; a parte il terzo binario, raddoppiare la linea da Terlano a Bolzano comporterebbe fra l’altro l’allargamento del lungo viadotto fra Ponte Adige e l’Isarco compresa la stazione Bolzano-Fiera, ma non sarebbe un’impresa comunque “da sogno nel cassetto. Come ho detto, comunque resta fondamentale la concessione della “Meranese” alla Provincia da parte di Trenitalia».
 Il terzo binario della Bassa e il raddoppio parziale della “Meranese“, potrebbero facilitare anche l’Oltradige: si potrebbe infatti optare per una soluzione di trasporto aereo a fune da Caldaro, (ma c’è anche Termeno che “spinge”) fino a Ponte Adige, già presa in considerazione, come possibile stazione d’interscambio fra i due diversi sistemi di trasporto”.
 A titolo di cronaca, merita ricordare come la realizzazione del terzo binario fosse data ormai per scontata fino ad un lustro fa, o poco più, tempi in cui fu illustrato anche il progetto dell’architetto Gennaro, secondo il quale la fermata più importante, fra quelle nuove comprese fra Laives e San Giacomo, nonché Maso della Pieve e Oltrisarco, sarebbe stata proprio la “stazione” di San Giacomo.
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martedì, 23 novembre 2010



Bocciato il tram a Caldaro

GIANCARLO ANSALONI
APPIANO. Mentre continua la battaglia dell’Oltradige a favore del collegamento via tram o minimetro con Bolzano, specie dopo le recenti dichiarazioni di Durnwalder («Non abbiamo i soldi»), una decisione sarebbe ormai scontata: una definitiva pietra tombale della Provincia sul tram. Secondo l’assessore alla mobilità Thomas Widmann la proposta elaborata dal professor Hermann Knoflacher sarebbe stata definitivamente accontonata. L’ipotesi del collegamento comunque resta sempre aperta, visto che si stanno analizzando flussi di traffico e itinerari per trovare soluzioni più economiche. Diverse le motivazioni contrarie al tram: oltre al costo (200 milioni), sull’esclusione di questo progetto peserebbe la commistione fra tram e traffico privato, soprattutto in viale Druso. Al generale scetticismo con cui fu accolta la proposta Knoflacher ha contribuito anche uno studio-valutazione affidato nel 2008 dalla Sasa all’esperto bolzanino Ardelio Michielli. Lo studio Sasa si limita a valutare la convenienza del tram rispetto all’attuale servizio autobus svolto dalla Sad. I tempi attuali della Sad da Caldaro a Bolzano vanno da 30 a 42 minuti (senza contare la commistione col traffico privato) contro i 32-35 minuti del tram. La frequenza media dei mezzi, di 15 minuti del tram contro i 30’ del bus è solo apparentemente vantaggiosa; il raffronto si capovolge infatti guardando alle ore di punta: 10’ contro i 15’ del tram; la portata massima di 2.500 utenti per ciascuna direzione dei bus contro gli 8.000 del tram è a sua volta non significativa, poiché ipotizza l’irrealistica occupazione dei vagoni per l’intera giornata. Ma a dare il colpo di grazia al tram ci sono i costi: 2,5 euro a km per il bus contro gli 8-10 del tram. L’investimento ipotizzato equivarrebbe al finanziamento per il rinnovo di un parco bus per 20 anni, senza contare la spesa e lo sconvolgimento per la sistemazione nel sottosuolo delle strutture sotterranee (canalizzazioni, rete elettrica e così via); dovrebbero essere inoltre ridotte le corsie per il traffico privato, nonché marciapiedi e ciclabile; il tram finirebbe in mezzo al traffico privato con rallentamenti soprattutto all’ingresso in città, senza contare i pericoli creati dalle rotaie a raso. Ma non basta, perché su via Druso sarebbero previste solo tre fermate, una al Bivio, una alle caserme e una in piazza Adriano, contro le 9 attuali distanti non più di 260 metri l’una dall’altra; inoltre alcuni tratti fra Caldaro e Ponte Adige sarebbero a binario unico, soluzione che il Ministero dei trasporti non autorizza più da tempo. L’alternativa suggerita dallo studio Michielli-Sasa ipotizza un minimetro nel tratto extraurbano (Caldaro-Ponte Adige o Terlano), dove collocare il centro di scambio con la ferrovia Bolzano-Merano come metropolitana veloce ogni 15 minuti. In sintonia con questa soluzione l’assessorato alla mobilità guarda a un raddoppio della tratta da Terlano fino alla stazione centrale.
Alto Adige 23-11-10
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domenica, 21 novembre 2010



Tram per l’Oltradige e statale tutta in galleria

BOLZANO. Il sindaco Spagnolli ha consegnato a tutta la maggioranza il programma di coalizione che mette nero su bianco quel che la giunta intenderà fare nei prossimi quattro anni. Tra gli obiettivi principali la realizzazione di un collegamento col tram tra Bolzano e l’Oltradige e la progettazione della variante alla statale 12 in galleria.
 Variante che oggi arriva da sud sbuca in galleria per fermarsi e spaccare in due la cittadella dello sport di Maso della Pieve e che un domani dovrebbe continuare nel tunnel fino all’altezza del Virgolo. Spagnolli punta ad una città che non sia più ostaggio dei pendolari, con le auto che arrivano da fuori Bolzano spinte su un sistema di circonvallazioni che entrano in galleria ed il traffico interno che punta sul trasporto pubblico, con tanto di tram cittadino e collegamento con l’Oltradige, ed una rete ciclabile ancora più forte e capillare. Il punto fondamentale resta sempre quello dei finanziamenti: le grandi infrastrutture - tramvia e varianti stradali - si potranno realizzare, infatti, solo se la Provincia darà il via libera ed ovviamente i soldi. Il tram resta per Spagnolli lo snodo fondamentale. Il sindaco ha sempre detto e ripetuto a chiare lettere «voglio che i bolzanini salgano sul tram entro pochi anni». Il Pum (Piano urbano traffico) prevede il tram per l’Oltradige (capolinea presso la funivia del Renon, bacino d’utenza di 30 mila persone). Giunto a ponte Adige il tram penetrerà in città lungo Via Castel Firmiano, Viale Druso, Via Marconi, Via Garibaldi e raggiungerà la stazione ferroviaria per poi attestarsi al capolinea presso la stazione della funivia del Renon.
 Insomma la giunta si avvia a passare dalla fase delle idee a quella della concretezza. Così gli assessori: «Siamo stati accusati da più parti di progettare e non concretizzare nulla e invece adesso passiamo alla fase pratica».
 Il programma che verrà discusso martedì prossimo con i consiglieri di maggioranza punta anche alla concretizzazione del masterplan che disegna la città del futuro: si parte subito con i 5,3 ettari della variante stralcio che porterà alla costruzione di 1.100 alloggi (di cui 618 agevolati e 482 di edilizia privata) per aprire mano a mano a nuove aree edificabili che potrebbero servire come valvola di sfogo: per esempio l’area di Ponte Adige e l’area Cactus (tra Bolzano e Settequerce).
 Tra gli altri punti del documento di maggioranza la volontà di mantenere la gestione dei servizi pubblici attraverso Seab e quello - fondamentale - di conservare in mano pubblica la gestione del ciclo idrico.
 Sempre dal programma esce rafforzata la vocazione ambientale della maggioranza di rispetto per l’abbattimento dell’inquinamento che punta al risanamento energetico degli edifici pubblici, a partire da quelli comunali.
 Sul sociale, l’assessore Mauro Randi chiede di trasferire la gestione dei distretti sociali dall’Azienda servizi sociali (Assb) al Comune.
 Un’operazione a cui lo stesso Randi tiene in modo particolare perché considera gli sportelli dei distretti autentiche antenne sul territorio a cui i si rivolgono i cittadini in difficoltà.
Alto Adige 20-11-10
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lunedì, 15 novembre 2010



Strategico il mini-metro per l’Oltradige

BOLZANO. La Cgil prende posizione rispetto alle affermazioni del presidente Durnwalder, secondo il quale non sarebbe attuabile il progetto per la costruzione di un minimetrò tra l’Oltradige e il capoluogo, per mancanza di fondi. “E’ un progetto d’importanza prioritaria - interviene il segretario Lorenzo Sola - che riguarda un bacino di oltre 25 mila persone. Un’infrastruttura di questo tipo andrebbe ad incidere sulla qualità di vita di migliaia di pendolari e di cittadini residenti nell’Oltradige e nel capoluogo». Sola richiama l’attenzione su scelte politiche precedenti che hanno riguardato il potenziamento dei collegamenti tra il capoluogo e la zona di Laives, attraverso bus, la costruzione della variante e il potenziamento della linea ferroviaria.
Alto Adige 15-11-10
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venerdì, 12 novembre 2010



«Oltradige, minimetro necessario»

ORA. Importante confronto mercoledì sera tra i rappresentanti dei gruppi economici ed il consiglio comunale di Ora. Seguendo le proprie linee guida, al termine della seduta ordinaria programmata in municipio, la giunta ha concesso alle associazioni l’opportunità di esprimere i propri quesiti relativi alla nuova variante. Come spiegato dal vicesindaco Claudio Mutinelli, il confronto rappresentava l’incontro di verifica annuale sulle necessità di associazioni e corporazioni locali ed ha offerto spunti di rilievo: «Le proposte portate dalle associazioni sono risultate interessanti e costruttive. Dal canto suo la giunta è molto sensibile alle problematiche delle diverse associazioni. Naturalmente il comune non può rendersi artefice di eventuali iniziative, ma di sicuro può contribuire alle realizzazione delle proposte più interessanti. L’obiettivo comune è insomma quello di essere limpidi e cercare di risolvere i problemi nel miglior modo possibile.» Concorde l’assessore alla scuola e cultura tedesca Hubert Bertoluzza: «Le possibilità sono molte e siamo consci che le modifiche potrebbero portare a dei cambiamenti anche per quanto concerne turismo e viabilità. Già da tempo peraltro, la giunta ha istituito un comitato permanente per monitorare a dovere il discorso tramite l’ausilio di esperti. Esiste insomma un progetto mirato, che tende allo sviluppo delle strategie ritenute più adeguate.»
 Nel resto della seduta, il consiglio comunale si è dimostrato piuttosto compatto, approvando all’unanimità tutti i punti all’ordine del giorno. Tra le votazioni più significative, le due relative alla zona residenziale CX, già decise e mercoledì formalmente approvate. I cambiamenti porteranno ad una contestuale modifica del piano urbanistico comunale. (dafo)
Alto Adige 12-11-10
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martedì, 09 novembre 2010



Durnwalder: niente soldi per il minimetro

BOLZANO. Congelato il progetto di minimetro per l’Oltradige. La Provincia era tenuta per legge a dare una risposta all’associazione temporanea di imprese guidata dalla Leitner, che lo scorso marzo aveva presentato lo studio di fattibilità tecnico-finanziaria del minimetro con linea Caldaro-Appiano-Bolzano da 170 milioni, più altri 20 milioni per la diramazione con collegamento funiviario verso la stazione a valle della funivia di S. Genesio.
 Il presidente Luis Durnwalder fa sapere: «Diremo alla Leitner che intendiamo approfondire il progetto sul piano tecnico, ma comunicheremo anche che la Provincia da sola attualmente non dispone delle risorse per finanziare la realizzazione del collegamento».
 Questo non significa la cancellazione, chiarisce Durnwalder: «Va eventualmente privilegiato un modello di finanziamento in Ppp (public private partnership)».
 L’assessorato alla mobilità aveva già scritto alla Leitner alcune settimane fa informando che si sta effettuando una indagine sui flussi di traffico. Thomas Widmann precisa che «il progetto per l’Oltradige è tutt’altro che affossato, tanto che a breve mi incontrerò con i tre Comuni». Michael Seeber, presidente della Leitner, commenta: «E’ ragionevole che la Provincia avverta che non ha fondi a disposizione. Su un progetto con formula di finanziamento pubblico-privato siamo disponibili a partecipare anche in modo consistente. Ci possono essere diverse soluzioni, anche operazioni immobiliari-commerciali. Una stazione andare al Mebo Center». Il Comune si sta muovendo proprio alla ricerca di fondi. Sa sapere il sindaco Luigi Spagnolli: «Stiamo verificando la possibilità di accedere a finanziamenti europei, statali o privati».
 Il Comune si era dichiarato contrario al percorso ipotizzato dalla Leitner, perché troppo lontano dai quartieri. Spagnolli: «Tram o minimetro non importa. La discussione dovrà essere su tempi e tracciato. Con Caldaro e Appiano abbiamo ricominciato a discuterne in attesa dell’incontro con Widmann». (fr.g.)
Alto Adige 9-11-10
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venerdì, 15 ottobre 2010



Hell: «Il tram fino a Salorno un aiuto al turismo»

APPIANO/CALDARO. «Un tram fino a Salorno? L’idea del sindaco di Appiano è indubbiamente buona, ma mi pare un’utopia». Irene Hell, capogruppo della Dorfliste di Caldaro, e da sempre grande sostenitrice del tram, ha letto con interesse la proposta di Wilfried Trettl, ma la ritiene di difficile realizzazione.
 Il tram della Strada del Vino, da Bolzano fino a Salorno, passando per l’Oltradige le pare realizzabile?
 
«Mah, la trovo una proposta indubbiamente originale, anche per quanto attiene il marketing. A guadagnarne potrebbero essere tutti i Comuni del Comprensorio, ma mi chiedo se la Provincia abbia così tanto denaro da investire nel progetto».
 Per il tram, da Caldaro a Bolzano, i costi dovrebbero aggirarsi attorno ai 200 milioni. Quanto potrebbe costare il prolungamento fino a Salorno?
 
«Considerato il tipo di tracciato e i chilometri da percorrere, pur non essendo un’esperta, ritengo che potrebbero essere necessari 400 milioni».
 Una cifra enorme. Secondo lei la Provincia è disposta a mettere sul piatto così tanto denaro?
 
«No, ne dubito fortemente, soprattutto in un periodo di tagli come questo. Con questo tipo di richiesta, al contrario, rischiamo di produrre l’effetto opposto».
 In che senso?
 
«Un tram fino a Salorno, che potrebbe costare diverse centinaia di milioni di euro, rischia di essere un buon pretesto per rigettare il progetto in toto. Voglio dire che i politici locali dovrebbe agire forse con maggiore furbizia, cercando di portare a casa qualcosa di concreto».
 E quindi cosa suggerisce la Dorfliste su questo progetto?
 
«Direi di limitarci a prevedere intanto un collegamento da Bolzano a Caldaro, per il quale c’è una certa urgenza. Sono vent’anni che se ne parla, ma non è ancora stato fatto nulla di concreto. Poi, in un secondo tempo si potrebbe pensare anche ad un prolungamento fino alla Bassa Atesina».
 Come valuta il comportamento della Provincia finora? Ritiene che l’assessorato alla mobilità stia temporeggiando eccessivamente?
 
«Finora la burocrazia l’ha fatta da padrona incontrastata. Ora attendiamo con impazienza la proposta dell’assessore Widmann». (m.bon.)
Alto Adige 15-10-10
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venerdì, 11 giugno 2010



Gli ambientalisti: tra Caldaro e Bolzano è meglio il tram

MASSIMILIANO BONA
APPIANO. «Riducendo di un metro e mezzo la carreggiata sulla Strada del Vino ci sono le condizioni per costruire il tram da Caldaro a Bolzano senza superare i 200 milioni»: ad affermarlo, nel corso della serata organizzata dal Dachverband alla sala della cultura di Appiano, è stato l’ingegner Hermann Knoflacher, che lo scorso anno aveva presentato il primo studio di fattibilità. Secondo l’esperto austriaco si può risparmiare sugli espropri, soprattutto nel tratto (6 km) tra Appiano e Bolzano.
 Il sindaco di Appiano Wilfried Trettl e l’assessore caldarese Raimund Fill hanno ribadito, peraltro, come i Comuni dell’Oltradige non dispongano dei fondi per contribuire al finanziamento dell’opera. «Dei costi - hanno sottolineato - deve farsi interamente carico la Provincia». L’ingegner Winfried Theil, nel suo intervento, si è soffermato sui potenziali utenti. «A fruirne saranno 85 mila persone, delle quali solo 25 mila vivono ad Appiano e Caldaro, anche per questo è importante coinvolgere Bolzano nelle scelte. L’incognita, in questa fase, è rappresentata dagli espropri, anche se i pendolari, giustamente, premono per poter arrivare comodamente nel capoluogo in 30 minuti. Ci sarebbe anche un sensibile miglioramento della qualità della vita». C’è chi ha sostenuto che i fondi potrebbero essere ottenuti decurtando parte degli 800 milioni destinati dalla Provincia al piano pluriennale per la costruzione e manutenzione delle strade.
 Alla serata era stata invitata (seppur in extremis) anche la Leitner, che a breve presenterà anche in Oltradige il progetto del minimetro (costo 190/200 milioni). «Ci hanno contattato lunedì sera - spiega Maurizio Todesco, dell’azienda di Vipiteno - e abbiamo dovuto declinare l’invito perchè i nostri tecnici erano impegnati altrove. Detto questo, il tema della tavola rotonda era il tram, un mezzo che Leitner non propone. Forse sarebbe stato più opportuno fare un confronto fra le alternative possibili». La Leitner propone un minimetro con convogli su gomma senza conducente. Il costo è di poco inferiore ai duecento milioni. La prima tratta tra Caldaro e Ponte Adige ha 5 stazioni (Caldaro, Ganda, Appiano, San Paolo, Ponte Adige) e 6 convogli in esercizio. I convogli partono ogni 7 minuti e la portata per direzione varia da 825 a 1650 passeggeri l’ora con una velocità di 40 km/h. Sono previste 116 corse giornaliere per direzione.
Alto Adige 11-6-10
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lunedì, 10 maggio 2010


Oltrisarco: sì al metrò di superficie

Verrebbe utilizzato un terzo binario sul sedime della linea del Brennero In Bassa Atesina in meno di 20 minuti

BOLZANO. C’è un progetto di metropolitana di superficie, già messo a punto alcuni anni fa, che potrebbe tornare di piena attualità nelle prossime settimane. La proposta è stata ricordata proprio in questi giorni da Giovanni Barborini, vicepresidente del consiglio di quartiere di Oltrisarco. Si tratta di un progetto in grado di garantire un collegamento veloce su rotaia tra la Bassa Atesina ed il centro storico di Bolzano utilizzando, per gran parte del tragitto, l’attuale sedime ferroviario della linea del Brennero. «Al di là di tutto quanto è stato detto e scritto in questi giorni - ricorda Giovanni Barborini - questo progetto potrebbe essere realizzato in tempi ristretti e con costi decisamente limitati».
 Eppure dopo un primo studio effettuato ai tempi dell’assessore provinciale ai trasporti Michele Di Puppo, nessuno ha più voluto parlarne e gli incartamenti sono rimasti sepolti in qualche cassetto.
 Cosa prevede l’ipotesi di collegamento su rotaia? «In primo luogo - ricorda Dario Caldart, abitante a Oltrisarco - di predisporre un nuovo binario accanto a quelli attuali per il tratto tra Bolzano e la zona di Ora. Il tragitto dovrebbe poi prevedere di far giungere il tram in pieno centro storico di Bolzano con fermate nella zona di Santa Geltrude, Oltrisarco, Bolzano sonza Industriale, San Giacomo via Einstein,, San Giacomo Aereoporto, Laives, Bronzolo e Ora. Tempo di percorrenza di 18 minuti per trasferirsi dal centro di Bolzano a Ora. Il progetto era stato definito nel piano piano provinciale dei trasporti del 2003 ma non è mai stato appoggiato con entusiasmo dalle forze politiche. Non si capisce bene perchè. Grazie all’ipotesi del terzo binario, il collegamento potrebbe essere proposto proprio con la logica della metropolitana di superficie con un treno ogni venti minuti. I costi sarebbero abbastanza contenuti. Sette anni fa erano stati quantificati in circa 26 milioni di euro. «Rispetto a progetti faraonici difficilmente realizzabili come lo spostamento del tracciato dell’autostrada - puntualizza ancora Giovanni Barborini - questo della metropolitana di superficie lungo il tracciato della linea del Brennero potrebbe diventare realtà in tempi realtivamente stretti».
 Il problema è trovare appoggi a livello politico. I benefici, comunque, sono facilmente intuibili perchè verrebbero poste le basi per eliminare gran parte del traffico veicolare dei pendolari tra Bolzano e la Bassa Atesina. Probabilmente il progetto non convince i piani alti del palazzo provinciale perchè non costituisce una soluzione alla necessità di un collegamento veloce anche con l’Oltradige.

Galleria del Virgolo solo verso nord

BOLZANO. Il progetto della metropolitana di superficie lungo la linea ferroviaria del Brennero avrebbe dovuto essere completato da un’altra opera abbozzata e mai portata a termine; lo spostamento in galleria del sottopasso di via Trento a Piè di Virgolo della ferrovia. Questo ulteriore progetto porterebbe a liberare i due attuali binari della linea scoperta che corre sotto la parete rocciosa del Virgolo. A questo punto il sedime ferroviario potrebbe essere utilizzato per realizzare un tratto di arginale sud a senso unico che consentirebbe di utilizzare l’attuale arginale, nel tratto sotto la galleria del Virgolo, a senso unico in direzione nord. Si tratterrebbe, in pratica, di attuare il progetto originario dell’arginale che prevedeva per l’appunto l’utilizzo della galleria del Virgolo per il transito del solo traffico diretto a nord. Viale Trento, infine, verrebbe completamente liberata dal traffico veicolare.


Alto Adige 10-5-10
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domenica, 09 maggio 2010


Funivia meno cara, minimetro più veloce

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Funivia o minimetro? Dopo la proposta avanzata dalla Doppelmayr in alternativa al progetto Leitner, si torna a discutere del collegamento per l’Oltradige. La Provincia sta alla finestra, consapevole che al massimo entro l’autunno dovrà essere presa una decisione: «La legge - afferma l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann - ci impone di dare una risposta alla Leitner in un massimo di sei mesi dalla presentazione della proposta da parte dell’azienda. Abbiamo deciso di istituire un gruppo di lavoro composto da vari esperti che analizzerà tutte le ipotesi: dal minimetro alla funivia, senza dimenticare il tram. Elencheremo vantaggi e svantaggi di ognuna di queste soluzioni, poi decideremo assieme ai comuni interessati, e lo faremo entro 3-4 mesi al massimo. Schierarsi adesso per l’una o per l’altra soluzione non ha senso, l’importante è trovare un concetto di mobilità innovativo. Mi sorprende solo il fatto che un’impresa come la Doppelmayr presenti la propria proposta alla Lega Nord e non alla giunta provinciale, visto che sarà quest’ultima a decidere».
 Valutare vantaggi e svantaggi di ogni soluzione, questo faranno gli esperti nei prossimi mesi. Doppelmayr e Leitner hanno già indicato quali sono i pregi delle loro proposte.
 I costi. Come spiegato da Othmar Eisath, amministratore delegato di Doppelmayr Italia, «la nostra soluzione costa 140 milioni meno di quella della Leitner». Per realizzare la funivia proposta dall’azienda di Lana ci vogliono 60 milioni, mentre il preventivo presentato dalla Leitner - che comprende anche una cabinovia da Ponte Druso fino alla funivia di San Genesio - è di 196,8 milioni. Michael Seeber, presidente della Leitner, presentando il progetto assieme al presidente della Provincia Luis Durnwalder aveva però rimarcato che «comunque il minimetro ha costi inferiori al tram». Per Durnwalder quest’ultima soluzione costerebbe 300 milioni, per Helmuth Moroder, presidente della commissione comunale mobilità, «il tram si può fare con un investimento di 160 milioni».
 I tempi. I tempi di realizzazione sono più brevi per la funivia (un anno) rispetto al minimetro (tre anni). La soluzione su binari è però più rapida come tempi di percorrenza: la funivia impiega 38 minuti da Caldaro al centro di Bolzano, il minimetro 36. Due minuti di differenza a prima vista possono sembrare pochi, ma bisogna considerare anche il numero delle fermate: il progetto della Doppelmayr prevede 5 stazioni: Caldaro, Appiano, Cornaiano, Bolzano Sud e Bolzano Centro. Il percorso ipotizzato dalla Leitner si snoda invece lungo dodici fermate: cinque nel tratto tra Caldaro e Ponte Adige, sette in quello cittadino (più quattro per la cabinovia tra Ponte Druso e la funivia di San Genesio).
 Il bacino. I comuni - da Bolzano a Caldaro - hanno sempre spinto per la soluzione tram. Meno impattante sull’ambiente rispetto ai piloni di una funivia, ma soprattutto più flessibile rispetto al minimetro per quanto riguarda la scelta del tracciato, che potrebbe correre più all’interno della città rispetto alla soluzione lungo l’Isarco ipotizzata per il minimetro. La grande differenza è il passaggio lungo viale Druso: previsto solo per il tram, consentirebbe - assieme alle altre fermate - di andare ad intercettare fino al 75% della popolazione del capoluogo.

I Verdi: è prioritaria la definizione del tracciato

 BOLZANO. Il progetto vincitore è ancora da decidere, ma il collegamento tra Bolzano e l’Oltradige sarà fatto: a rafforzare questa posizione è anche la mozione - presentata dai Verdi e sostenuta anche dalla Svp - che impegna la giunta a realizzarlo.
 «Il punto centrale del documento approvato - spiega il capogruppo dei Verdi Riccardo Dello Sbarba - è che nella scelta del progetto non bisogna cominciare dalla tecnologia, ma dalla definizione di un tracciato che consenta di realizzare un sistema ottimale di mobilità pubblica, sia in grado di raccogliere il maggior numero di utenti possibile, sia nei paesi dell’Oltradige che nella città di Bolzano,e che funzioni nel capoluogo da “metropolitana di superficie».
 L’emendamento a una mozione dei Verdi firmato congiuntamente da Dello Sbarba e dal capogruppo della Svp Elmar Pichler Rolle, impegna la giunta provinciale ad accelerare la pianificazione e la realizzazione del nuovo collegamento di trasporto pubblico tra Bolzano e l’Oltradige, elaborando con i comuni il relativo modello di finanziamento; a scegliere il tracciato migliore per garantire una mobilità sostenibile sia tra i centri abitati che all’interno della città di Bolzano al fine di ridurre il più possibile il traffico dei pendolari e privato; e infine a prevedere l’intesa con i comuni interessati nella scelta del progetto.

Alto Adige 9-5-10
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sabato, 08 maggio 2010

Una funivia al posto del minimetrò

DAVIDE PASQUALI
 BOLZANO. Una funicolare aerea ad ammorsamento automatico con cabine da otto posti, per collegare Caldaro a Bolzano con un viaggio di 38 minuti e una portata oraria di 2.800 passeggeri per ognuna delle due direzioni. Costerebbe 60 milioni di euro e si potrebbe realizzare in un solo anno. È la risposta della Doppelmayr Italia al progetto di Minimetro della Leitner Technologies, presentato in marzo ad un’entusiasta giunta provinciale. Lo studio di fattibilità è stato suggerito alla Doppelmayr dalla Lega, ed è stato presentato ieri al senatore Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, con delega ai trasporti locali con riguardo alle linee metropolitane. «Una proposta molto interessante», l’ha ritenuta Maroni, come precisa il leghista Robert Janek, che ha illustrato il progetto al viceministro. «Soprattutto per il risparmio di 140 milioni di euro rispetto all’altra proposta. Per qualunque amministrazione pubblica, in questo momento economico difficile sarebbe miope non tenerne conto». Il ministro ieri sera ha anche assicurato: «Verificherò la disponibilità di Roma per la concessione di contributi governativi».
 Comunque andrà su questo versante, ecco di nuovo Doppelmayr scendere in campo per tentar di contrastare Leitner, come già accaduto per la funivia del Renon. L’altra volta andò male, ma se verrà bandita una gara europea per la realizzazione di un sistema di trasporto alternativo dall’Oltradige al capoluogo, anche in questa occasione l’azienda di Lana si presenterà con la propria idea. Non un tram di superficie, non un minimetro per lunghi tratti interrato, ma una funivia. Nessuna novità: Doppelmayr ne ha già realizzate molte, in mezzo mondo.
 Prima i dati: il progetto è detto «8MGD Oltradige», ossia «8 Monocable Gondola Detachable». Tradotto: cabinovia monofune ad ammorsamento automatico, con cabine da otto posti. Lo sviluppo lineare sarà di 12.230 metri, per un dislivello di 185 metri. Quattro le stazioni intermedie. La portata massima sarà di 2.800 persone/ora. Velocità media 6 metri al secondo. Tempo di percorrenza da Caldaro a Bolzano centro: 37 minuti e 58 secondi. Per realizzarla servirebbero 60 milioni di euro (contro i 200 del Minimetro) e un solo anno di lavoro (contro i tre del progetto Leitner). Questo, perché il numero dei sostegni è limitato, così come le opere civili. La linea partirebbe da Caldaro, per poi raggiungere per via aerea Appiano e Cornaiano. Da qui, passerebbe a sud di Castel Firmiano, per scavalcare il Monte di Mezzo e scendere a Bolzano Sud, all’altezza del casello autostradale. Poi, attraverso la zona industriale e Oltrisarco, lambendo infine la base del Virgolo, arriverebbe in piazza Verdi. Da Caldaro ad Appiano: 4.000 metri, 12 minuti e 7 secondi. Da Appiano a Cornaiano: 1.400 metri, 4 minuti e 53 secondi. Da Cornaiano a Bolzano Sud: 3.350 metri, 10 minuti e 18 secondi. Da Bolzano Sud a Bolzano Centro: 3.480 metri, 10 minuti e 40 secondi. Alle fermate, che potrebbero anche salire di numero specie in città, le cabine verrebbero sganciate dalla portante, per rallentare fino a fermarsi completamente nelle stazioni, «onde consentire un agevole imbarco e sbarco di ogni tipologia di utente», come precisa Doppelmayr nello studio di fattibilità. Le vetture, inoltre, consentirebbero di effettuare il viaggio seduti e su vetture illuminate e climatizzate. Secondo l’azienda di Lana, «gli impianti a fune, sistemi altamente collaudati nell’ambito del turismo invernale, risolvono egregiamente le esigenze attuali del trasporto urbano e superano le limitazioni dei convenzionali sistemi di trasporto». In molti casi «le funivie, ad alto impatto emotivo sui viaggiatori e a basso impatto ambientale, sono la soluzione più indicata». Un impianto a fune «offre limitati costi di investimento, limitate spese di manutenzione e servizio, lunga durata nel tempo. Inoltre, un simile impianto può funzionare in modo completamente automatico, integrarsi perfettamente nel contesto urbano e garantire altissima affidabilità di servizio. Un impianto a fune è sicuro, confortevole, adatto a portatori di handicap e bimbi, insensibile agli eventi meteorologici, ideale su ogni terreno».

Eisath: «Pronti a partecipare al bando europeo»

LANA. «La nostra cabinovia rispetto al minimetro della Leitner ha due vantaggi: è più economica e può essere realizzata in tempi brevi». Othmar Eisath, amministratore delegato della Doppelmayr Italia, si è detto interessato, ieri, a partecipare ad un bando d’appalto europeo per un collegamento veloce dall’Oltradige a Bolzano.
 Ingegner Eisath, chi vi ha commissionato lo studio di fattibilità?
 
«La Lega Nord ed in particolare Robert Janek, con cui ho avuto rapporti di lavoro nel recente passato».
 Quali sono i costi della soluzione prospettata dalla Doppelmayr, azienda che finora ha realizzato 13.970 impianti funiviari in 81 Paesi?
 
«Grazie al nostro know-how possiamo costruire una cabinovia da Caldaro a Bolzano per 60 milioni, 140 in meno della soluzione prospettata dalla Leitner».
 Quanti mesi servono per realizzare una cabinovia di questo tipo?
 
«Esattamente un anno».
 Avete presentato lo studio per fare concorrenza alla Leitner?
 
«No, affatto. Si tratta di due progetti profondamente diversi, ma è giusto far sapere che c’è un’alternativa».
 Ma è vero che l’idea della funivia del Renon è vostra?
 
«Sì, l’abbiamo proposta all’assessore Widmann, ma a vincere l’appalto è stata la Leitner». (m.bon.)
Alto Adige 8-5-10



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mercoledì, 07 aprile 2010


Battisti boccia il minimetro: «E’ troppo lento»

MASSIMILIANO BONA
APPIANO/CALDARO. «I tempi di percorrenza da Caldaro a Bolzano preventivati dalla Leitner sono eccessivi e il tram ci sembra più adatto a soddisfare le esigenze di turisti e pendolari». Il sindaco di Caldaro Wilfried Battisti Matscher, pur senza scartare a priori la soluzione minimetro caldeggiata dall’assessore provinciale Thomas Widmann, ha manifestato ieri tutte le sue perplessità, condivise da gran parte degli amministratori dell’Oltradige.
 Sindaco, la Provincia ha presentato il progetto minimetro sostenendo che potrebbe essere in funzione già dall’aprile del 2014. Cosa non la convince?
 
«I tempi di percorrenza: 20 minuti da Caldaro a Ponte Adige e altri 16 per arrivare in piazza Verdi. Sono decisamente troppi».
 Per risultare attrattivo, e contribuire a ridurre il traffico automobilistico, il minimetro quanti minuti dovrebbe impiegare?
 
«Direi 25 e comunque non più di 27. La colpa, peraltro, non è certo dei tecnici, ma del numero di fermate previste. In Oltradige ce ne sono cinque: Caldaro, Ganda di Sotto, Appiano stazione, San Paolo giardineria Gamberoni e Ponte Adige. E per arrivare a Bolzano ne sono state progettate altre 7. Se consideriamo un minuto di sosta per ciascuna il conto è presto fatto».
 Veniamo al tracciato: preferisce quello che costeggia l’Isarco, in gran parte sotterraneo, o quello lungo via Druso?
 
«Sicuramente quest’ultimo, sempre per una questione di tempi, anche se capisco le perplessità delle migliaia di bolzanini che risiedono in quella zona. Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla carreggiata, probabilmente troppo stretta per ospitare minimetro, bus e auto. L’unico vantaggio della soluzione lungo l’Isarco è costituito dal fatto che consentirebbe di evitare i costi di esproprio e andare incontro ad una serie di ricorsi al Tar».
 Se dovesse essere ripreso in considerazione il tram i costi sono destinati a lievitare proprio per gli espropri. Non crede?
 
«A Caldaro non saranno necessari, perchè il tracciato del tram passa lungo l’ex ferrovia, mentre tra Appiano e Bolzano bisognerà trattare con decine di residenti. Finanziamenti permettendo, il tram potrebbe essere ultimato entro 5 anni. È evidente che Comuni delle dimensioni di Caldaro e Appiano difficilmente riusciranno a compartecipare alla spesa».
 L’Oltradige attende un collegamento veloce per il capoluogo da oltre cinque anni. Quanti ce ne vorranno ancora per avere un progetto definitivo?
 
«All’assessore Widmann abbiamo ribadito che vorremmo un nuovo mezzo entro 4/5 anni. Da poco è iniziato un confronto serio e questo mezzo di trasporto è diventato una priorità anche per Bolzano. Realizzare solo il primo tratto, fino a Ponte Adige, non avrebbe davvero alcun senso».
Alto Adige 7-4-10
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martedì, 06 aprile 2010

Mimimetro: da Terlano dico di sì

Il progetto di creare una linea metropolitana sulla tratta ferroviaria Bolzano-Merano è davvero interessante. Apprendo con tanta gioia dell’esistenza di questo progetto provinciale. Quest’ultimo sembra appunto prevedere la realizzazione di un doppio binario tra Bolzano e Ponte d’Adige e la frequenza dei treni portata a un convoglio ogni venti minuti. Quello che auspico è però che tale progetto venga esteso fino alla stazione di Terlano, così da creare una vera e propria linea metropolitana. Insisto sul fatto che la gente vedendo sia a Settequerce sia a Terlano la presenza di un treno ogni venti minuti punterebbe di più sull’uso del trasporto pubblico, lasciando quindi a casa l’automobile. E’ evidente che ciò diminuirebbe lo smog, il traffico stradale e aumenterebbe la sicurezza sulle strade.
 Sottolineo il fatto che questo progetto esteso fino a Terlano, darebbe la possibilità di collegare tale comune con la frazione di Settequerce in modo davvero ottimale, così da ridare a Terlano nuova visibilità e più partecipazione della gente. Altro punto fondamentale è quello di aumentare la frequenza delle corse di bus e treni negli orari serali. Non è accettabile che un giovane che voglia uscire la sera per andare con gli amici a Bolzano da Terlano e Setteqerce per il ritorno possa fare affidamento solo su un treno alle 22.04 nei giorni feriali e un bus alle 23.55. Vanno aumentate le corse serali ed estese almeno fino alle 1.00 del mattino. Così, oltre a garantire un ritorno a casa in totale sicurezza ai nostri giovani, si lasciano anche più tranquilli i rispettivi genitori. Più trasporto pubblico e meno traffico stradale, è questa l’arma vincente per garantire più sicurezza sulle nostre strade.
Alto Adige 16-4-10
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martedì, 06 aprile 2010

Aslago protesta: «Tagliati fuori dal metrò»

BOLZANO. «Il quartiere Oltrisarco Aslago chiede di essere inserito nella nuova mobilità della città partendo dalla richiesta condivisa di adottare sistemi di viabilità quali il tram o il mini metrò». Nella discussione e nella decisione che alla fine sarà presa - spiega il vicepresidente di circoscrizione Giovanni Barborini - si deve tenere presente che la tecnologia adottata dovrà dare risposte ad un numero più elevato di cittadini che altrimenti - e non si capisce perché - resterebbero esclusi. E così si torna a parlare - prepotentemente - di Laives.
 «Oltrisarco chiede con forza di tenere conto dell’asse della Bassa Atesina con la vicina Laives che quotidianamente è interessata al collegamento con il capoluogo. In alternativa qualora nella decisione tra i vari sistemi prevalga il tram il rione chiede che anche il quartiere di Oltrisarco sia messo in rete con una linea che lo includa nel progetto».
 Quindi Barborini si chiede che fine abbia fatto il terzo binario per la metropolitana di superficie. «Con semplici infrastrutture si potrebbe mettere in linea Ponte Adige, da dove si potrebbe agganciare la linea di minimetro verso Caldaro. Prolungando l’attuale tracciato ferroviario verso nord in pochi istanti ci troveremmo in pieno centro città. Lo studio di questo percorso di metropolitana di superficie esiste ma è finito nei cassetti della Provincia e non salta fuori da anni ed a detta dei tecnici il percorso di fatto già tracciato renderebbe economica la realizzazione. Per Bolzano il problema principale è dare un’alternativa alle migliaia di pendolari che ogni giorno arrivano in città. L’attuale sistema di trasporto con autobus a metano non è certo da buttare, forse da migliorare e integrare. Bolzano con la sua vocazione turistica - conclude Giovanni Barborini - potrebbe diventare la città della mobilità virtuosa completando la sua rete ciclabile accompagnata da un sistema di bus ecologici».
Alto Adige 6-4-10
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mercoledì, 24 marzo 2010



Moroder boccia il minimetro: progetto inutile per il capoluogo

ANTONELLA MATTIOLI
BOLZANO. «È bene non illudere la gente e dire le cose come stanno: il minimetro non serve a nulla per Bolzano. Mi spiace per la Leitner, ma questa è la realtà». Helmut Moroder, ingegnere, consigliere comunale verde, presidente della commissione mobilità del Comune, grande sostenitore della mobilità alternativa, boccia il progetto di minimetro presentato lunedì alla giunta provinciale e ai sindaci da Michael Seeber, amministratore delegato della Leitner.
 Scusi, ma perché è così categorico?
 
«Perché conosco bene la materia. Una risposta seria ai problemi di traffico del capoluogo può venire solo dal tram proposto anche dal Piano urbano della mobilità».
 Quali sono, secondo lei, i punti deboli del minimetro?
 
«Più d’uno».
 Il primo?
 
«Innanzitutto il tracciato scelto. Da Caldaro a Ponte Adige e da Casanova a piazza Verdi correrebbe sotto le ciclabili. In particolare, nel tratto cittadino seguirebbe il corso dell’Isarco. Ma non è lì che abbiamo bisogno di un servizio di questo tipo».
 Il tram, previsto dal Pum, quale percorso seguirebbe?
 
«Le linee sono due. La prima collega Caldaro a Bolzano passando per via Druso, via Marconi, piazza Verdi, piazza Stazione. La seconda servirebbe: via Stazione, piazza Walther, piazza Domenicani, via Sernesi, ponte Talvera, corso Libertà, piazza Mazzini, piazza Adriano, via Roma, via Torino, Don Bosco, Casanova. È stato calcolato che servirebbe 75 mila persone, che significa il 75% della popolazione del capoluogo».
 Ma una soluzione di questo tipo, secondo Leitner, bloccherebbe la città per almeno un paio d’anni.
 
«Non è vero, i tempi di realizzazione di minimetro e tram sono gli stessi: due-tre anni al massimo. La verità è un’altra».
 Quale?
 
«I tecnici della Leitner hanno scelto quel tipo di tracciato, perché è funzionale al minimetro che si basa su un sistema trainato da una fune e come tale o va in alto o va sottoterra».
 Il fatto di correre sotto una ciclabile però ha più vantaggi. Ad esempio, evita di bloccare il traffico a lungo e non è impattante.
 
«Perché bloccare una ciclabile per due anni è meno grave che bloccare una strada? E poi perché impedire alla gente che usa il minimetro di vedere il panorama, per non disturbare la vista di chi viaggia in macchina? Sarebbe assurdo».
 Parliamo dei tempi: è prevista una corsa di minimetro dall’Oltradige a Bolzano ogni sette minuti.
 
«Peccato che poi ce ne vogliano 20 per andare da Caldaro a Ponte Adige e altri 16 da Ponte Adige a piazza Verdi. Sono tempi assolutamente non competitivi: la stragrande maggioranza delle persone continuerà ad usare la macchina».
 Il tram però costa molto di più: si parla di 300 milioni di euro contro i 200 del minimetro.
 
«Queste sono le cifre che dà Durnwalder. La verità è che il tram costa uguale se non meno: 160 milioni di euro. Ma poi lo ripeto: capisco che la Leitner voglia piazzare qui il suo minimetro, a Bolzano però non serve assolutamente a nulla».
 La Provincia sembra guardare con favore alla proposta Leitner.
 
«Non può essere la Provincia a decidere cosa va bene per Bolzano. Il Comune ha fatto un Masterplan che tiene conto anche di quello che sarà lo sviluppo futuro della città».
 Che sarà in gran parte su via Druso.
 
«Appunto. Dove passerebbe il tram, mentre non passerebbe il minimetro».
Alto Adige 24-3-10
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martedì, 23 marzo 2010



Metrò, 12 fermate da Caldaro a Piazza Verdi

VALERIA FRANGIPANE
BOLZANO. «C’è chi dice che le elezioni resuscitano i morti. Il minimetro per me è realtà, non campagna elettorale». Durnwalder introduce così lo studio di fattibilità del metrò che potrebbe collegare Caldaro e Bolzano in 36 minuti già nell’aprile del 2014 per una spesa prevista di 200 milioni.
 Lo studio di fattibilità elaborato dall’Associazione temporanea di imprese (Ati) che vede collaborare Seeste, Leitner e Società per Condotte d’Acqua è stato presentato ieri alla giunta provinciale ed ai sindaci, dal presidente della Leitner - Michael Seeber - e da Ermenegildo Zordan - responsabile del settore trasporti urbani dell’azienda -.
 Lo stesso Spagnolli lo ha visto per la prima volta: «Prima di esprimermi però voglio studiarlo nei particolari». «Il loro parere resta fondamentale - spiega Durnwalder - anche perchè i singoli Comuni dovranno partecipare al finanziamento e la legge ci dà sei mesi di tempo per dire sì o no alla Leitner. Naturalmente per la progettazione definitiva dell’opera dovrà poi partire un bando europeo». «Ho sentito fare diverse affermazioni in questi giorni - spiega Seeber - da chi spiega che le possibilità e le idee sono tante. Certo, tutto è possibile. Ma la differenza tra noi e gli altri è che noi abbiamo presentato un progetto preciso mentre altri, e non voglio offendere nessuno, mi sembra che parlino e basta».
 Il progetto prevede la realizzazione di un minimetro che colleghi in 36 minuti Caldaro a Bolzano con 12 soste complessive. I convogli correranno su gomma, saranno silenziosi e senza conducente.
 Il costo complessivo dell’opera si aggira intorno ai 200 milioni ma, secondo il presidente Durnwalder, si potrebbe riuscire a scendere anche di un po’.
 Il primo tratto tra Caldaro e Ponte Adige che corre in gran parte sottoterra e sul tracciato della ciclabile (vecchia ferrovia) ha una lunghezza complessiva di 9.600 metri, con cinque stazioni - Caldaro, Ganda, Appiano, San Paolo, Ponte Adige - e sei convogli in esercizio. Il tempo di partenza tra un convoglio e l’altro, secondo il progetto, sarà di circa 7 minuti, la portata per direzione potrà passare da 825 e 1.650 passeggeri per ora con una velocità massima di circa 40 km all’ora. Da Caldaro a Ponte Adige il minimetro impiegherà in tutto circa 20 minuti con una potenzialità di trasporto orario per direzione che potrà passare da 11.650 a 23.300 persone l’ora e 116 corse giornaliere per direzione.
 Il costo della prima tratta sarà di circa 108 milioni con un costo annuo di gestione e di manutenzione di 4,1 milioni (1,8 euro per ogni chilometro percorso).
 La seconda tratta attraversa invece la città e va da Ponte Adige e Piazza Verdi. La lunghezza complessiva del tracciato è di 5.014 metri e conta sette stazioni - ponte Adige, Casanova, ponte Resia, ponte Palermo, ponte Roma, ponte Druso, Piazza Verdi -. In questo caso i convogli in esercizio sarebbero 5, intervallati da 7 minuti. La portata oraria per direzione va anche in questo caso da 825 a 1.650 passeggeri con una velocità massima di 40 km/h ed un tempo di percorrenza di 16 minuti. La terza tratta prevede anche la realizzazione di una cabinovia che colleghi la fermata di ponte Druso con la funivia di San Genesio ed in pratica tutte le scuole che si trovano lungo l’asse di via Cadorna. Il costo della seconda tratta del minimetro che comprende anche la cabinovia è stato stimato intorno ad 88,8 milioni di euro con un costo annuo di gestione e manutenzione di 5,4 milioni.
 Possibile anche la realizzazione di un tratto di collegamento tra Ponte Adige e l’ospedale o con il parcheggio vicino al casello della A22.

«15.000 auto al giorno dall’Oltradige a Bolzano»

BOLZANO. L’assessore alla mobilità Thomas Widmann spiega che ogni giorno circa 15.000 macchine percorrono nei due sensi il tratto tra Bolzano e l’Oltradige. Durante la settimana tra le ore 6.45 e le 9, vi sono 27 autobus che collegano Caldaro a Bolzano con una percentuale di utenti bassa per via delle code causate dal traffico e proprio per questo la popolazione mostra un sempre maggior interesse per il trasporto pubblico si rotaia. L’assessore - per questo - esprime un plauso nei confronti dello studio di fattibilità elaborato dalla Leitner: «Ma ciò non significa che automaticamente andrà a loro, perché la gara sarà aperta a tutti coloro che vorranno parteciparvi». Interessante secondo Widmann è il costo di gestione del minimetro che prevede 1,8 euro a km mentre per gli autobus extraurbani il costo standard è di 2,2 euro, per gli autobus in ambito urbano il costo sale a 2,58 euro a km, il treno della Val Venosta, ad esempio, costa 7,80 euro al km più 2 euro per le infrastrutture, Trenitalia 13,50 euro a km. Secondo Widmann sarà importante anche valutare tutte le possibilità ed i modelli di finanziamento per ridurre i costi.

La cabinovia passa sopra i prati del Talvera da ponte Druso fino alla funivia di S. Genesio

BOLZANO. Il minimetro firmato Leitner corre veloce con l’ultimo tratto che sale in cabinovia.
 Il primo tratto - come detto - collega Caldaro a Ponte Adige - il secondo arriva fino a Piazza Verdi e per gli ultimi chilometri la Leitner pensa di realizzare una cabinovia che colleghi la stazione di ponte Druso con la funivia di San Genesio.
 L’ultima parte del percorso avrà una lunghezza di 2.340 metri e 4 stazioni (ponte Druso, Ponte Talvera, le scuole di via Cadorna e la funivia), con 60 cabine che passeranno sopra i prati del Talvera ed un tempo di partenza di 19 secondi tra una e l’altra. Il tempo di percorrenza tra i due capolinea sarà di circa 8 minuti con una portata che potrà raggiungere le 1.500 persone all’ora per direzione ed una velocità massima di 22 km/h. Il costo di questa tratta (che comprende anche il tratto Ponte Adige - ponte Druso) è stato stimato intorno ad 88,8 milioni di euro con un costo annuo di gestione e manutenzione di 5,4 milioni di euro. A questo punto una domanda è d’obbligo. Ma perché arrivare in trenino fino a ponte Druso e poi chiedere alla popolazione di salire su una cabinovia che corre sopra i prati del Talvera? Non era meglio aggiungere un’ultima tratta di metrò? La risposta è immediata. «Certo che si poteva - spiega la Leitner - ma in questo caso i costi sarebbero saliti ulteriormente e non ci sembrava il caso». Resta da vedere cosa dirà Spagnolli.
 E adesso i costi. «So che il problema principale è rappresentato dai costi - dice Durnwalder. Non è pensabile che la Provincia finanzi tutta l’opera perché non ce la facciamo. Sia i Comuni, che i privati, sono chiamati a fare la loro parte». L’Oltradige farà la sua parte fino a Ponte Adige (108 milioni), poi toccherà a Bolzano che si ritroverà a sborsare 88,8 milioni.
 Presidente ma Bolzano non ha soldi, come fa a trovarli?
 «Anche Spagnolli ha un bilancio e dovrà vedere che scelte fare». Il finanziamento dell’opera prevederebbe il 99% del totale da diluire nell’arco di 5 anni con i privati che - secondo il presidente - potrebbero accollarsi il 10% della cifra totale.
 Altro punto da non sottovalutare il Pum. Il Piano mobilità del Comune prevede un tram lungo via Druso per collegare meglio Firmian e la nuova zona residenziale che verrà ma il minimetro non va in questa direzione.
 Presidente, lei cosa dice?
 «Mi sembra che via Druso sia già stretta, con marciapiedi stretti. Non so dove potrebbe passare un tram».
 Secondo i progettisti che hanno guardato avanti e già inserito nel progetto la stazione a valle della nuova cabinovia del Virgolo, il minimetro ha una serie di punti di forza che possono essere così sintetizzati: bassi costi di realizzazione, di gestione e di manutenzione, espropri limitati, brevi tempi di realizzazione, cantieri non interferenti con la città e con il traffico, un ottimo inserimento ambientale e frequenza di vetture ogni sette minuti. (v.f.)

video prodotto dalla Leitner con il percorso del minimetro clicca:

http://altoadige.gelocal.it/multimedia/home/23725368


Alto Adige 23-3-10

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lunedì, 22 marzo 2010


Seeber: metrò, percorso sotto terra

ANTONELLA MATTIOLI

BOLZANO. «Due nostri ingegneri hanno lavorato per tre mesi al progetto di massima di minimetro in collaborazione con i tecnici dell’impresa Condotte, specializzata in opere edili: sono convinto che questa sia l’unica soluzione possibile. Anche perché il tracciato è in gran parte interrato e corre sotto la ciclabile. Questo evita due grossi problemi: interferenze con il traffico ed espropri». Michael Seeber, presidente della «Leitner» di Vipiteno, è abbottonato, perché oggi presenterà alla stampa, assieme al presidente della Provincia Luis Durnwalder e all’assessore Thomas Widmann, il minimetro che, partendo da Caldaro, arriverà a Ponte Adige e da lì proseguirà fino in piazza Verdi. Previsto anche un collegamento con cabinovia dall’Eurac di via Druso fino alla stazione di partenza della funivia di San Genesio. Costo previsto: intorno ai 200 milioni di euro. Circa 100 in meno del progetto del tram dall’Oltradige, bocciato fin dall’inizio dal presidente Durnwalder, perché troppo costoso. Non solo: il tracciato del tram, correndo a fianco della strada per l’Oltradige, presuppone una serie di espropri. Ciò significa costi aggiuntivi notevoli e battaglie infinite con i proprietari.
 «Il progetto messo a punto dai nostri tecnici - spiega l’imprenditore alla guida dell’azienda leader nella produzione di impianti a fune con interessi anche in altri settori, come i battipista e l’energia eolica - prevede di sfruttare il vecchio tracciato del trenino che collegava Bolzano all’Oltradige, sul quale è stata poi realizzata l’attuale pista ciclabile. Il minimetro correrà in gran parte sottoterra, ma ci saranno anche ampie aperture».
 Studiato per dare un’alternativa ai pendolari, il minimetro arriverà fino a Ponte Adige, dove c’è la stazione del treno. Quindi proseguirà per il centro città. Da Ponte Adige fino a Casanova è previsto un collegamento sopraelevato.
 «Poi il minimetro - spiega ancora Seeber - tornerà ad infilarsi sottoterra. Anche qui con ampie finestre sull’esterno e seguendo il percorso della ciclabile che costeggia l’Isarco fino a piazza Verdi. Una volta ultimati i lavori le ciclabili, sia nel tratto Caldaro-Ponte Adige che lungo l’Isarco, verrebbero ripristinate». Tempi di realizzazione: circa 3 anni.
 Il progetto Leitner è completamente diverso dalla soluzione tram prevista dal Piano urbano della mobilità, approvato di recente dal consiglio comunale. Non cambia solo il sistema tecnologico usato, cambia anche il tracciato in quanto il tram viaggerebbe sulle strade principali di Bolzano: da piazza Mazzini a corso Libertà e poi ancora da via Druso a via Marconi.
 Questo spiega perché, quando Durnwalder, due settimane fa, ha annunciato che la Leitner aveva presentato il progetto, c’era stata la reazione immediata del sindaco Luigi Spagnolli che aveva parlato di “geniale trovata mediatica del presidente” ma che in realtà “non c’era nulla di concreto”. Ventiquattro ore dopo però aveva fatto marcia indietro.
 La cosa comunque non preoccupa più di tanto Seeber, secondo cui in Comune “regna una certa confusione” Del resto, l’imprenditore sa perfettamente che se si farà il minimetro, a deciderlo non sarà certo Bolzano, ma la Provincia.
 «All’inizio - dice - quando ci siamo imbarcati in quest’operazione, pensavo non ci fossero grosse possibilità di veder realizzato il nostro progetto. Oggi sono più ottimista. Durnwalder, amministratore efficiente e pragmatico, ha capito che quello che abbiamo elaborato non sono né chiacchiere né fumo. Per questo ha deciso di esaminare seriamente la nostra proposta. Ciò non significa che verrà realizzata e men che meno che saremo noi a farlo, visto che, nel caso in cui arrivasse il via libera, verrebbe poi bandita una gara».
 Durnwalder non promette nulla, ma garantisce l’impegno suo e dell’assessore Thomas Widmann ad esaminare seriamente la fattibilità del progetto sia dal punto di vista tecnico che dei finanziamenti. «Dobbiamo farlo perché - ricorda - all’inizio di questa legislatura ci eravamo impegnati ad individuare un nuovo sistema di trasporto da e per l’Oltradige». Il problema principale è rappresentato dai costi. «Da più parti - commenta il presidente - dicono che 200 milioni di euro per la Provincia non sono niente. Purtroppo, non è così e lo sarà ancora meno in futuro, anche perché abbiamo già in cantiere altri lavori. Comunque, faremo la nostra parte, i Comuni però dovranno partecipare alla spesa. Per esempio, il tratto di minimetro tra Ponte Adige e piazza Verdi interessa Bolzano e quindi il Comune dovrà sobbarcarsi i costi. Non ci altre possibilità».
Alto Adige 22-3-10
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sabato, 13 marzo 2010



Metrò, la linea da Piazza Verdi a Casanova



DAVIDE PASQUALI

BOLZANO. La Leitner ha presentato all’assessore Widmann lo studio del minimetro. Ecco il percorso: partirà da piazza Verdi, viaggerà parallelo alla vecchia linea ferroviaria per Merano, oggi pista ciclabile. Passerà dietro l’Eurac e davanti al Lido, poi scenderà sul Lungoisarco destro fino a Casanova. Svolterà per ponte Adige e da lì verso Appiano. La proposta prevede una seconda linea Casanova-Firmian-San Maurizio.
BOLZANO. I tecnici di Leitner Technologies hanno presentato all’assessore provinciale Widmann il corposo studio di fattibilità tecnico-finanziaria del minimetro per l’Oltradige. Ora il progetto andrà in giunta, poi verrà presentato ai Comuni e, infine, alla popolazione.
 Partirà da piazza Verdi. Viaggerà parallelo alla vecchia linea ferroviaria per Merano, oggi pista ciclabile. Passerà dietro l’Eurac e davanti al Lido, poi scenderà sul Lungoisarco destro fino a Casanova. Svolterà per ponte Adige e da lì si inoltrerà lungo il tracciato della vecchia ferrovia per Appiano, affiancando l’attuale ciclabile. La proposta prevede una seconda linea Casanova-Firmian-San Maurizio e una cabinovia sospesa Eurac-ponte Talvera-funivia di San Genesio.
 Dopo il deposito dello studio di fattibilità in Provincia, avvenuto il 2 marzo scorso, giovedì sera c’è stato il secondo passo ufficiale per il progetto di interesse pubblico della linea minimetro Bolzano-Ponte Adige-Caldaro, proposto alla Provincia da Leitner Spa, Seeste Spa e Società italiana per condotte d’acqua Spa. I tecnici della divisione MiniMetro di Leitner hanno presentato all’assessore alla Mobilità lo studio geologico, ambientale, tecnico e finanziario. In conformità all’articolo 153 del decreto legge 63/2006, la Provincia adesso avrà tempo sei mesi per decidere se accogliere o meno la proposta. «Non sono un tecnico, ma il progetto mi ha colpito molto favorevolmente», dichiara l’assessore Thomas Widmann. «Lunedì lo porterò in giunta, in seguito verrà presentato ai Comuni di Appiano, Caldaro e Bolzano; infine verrà illustrato anche a tutta la popolazione». Widmann sottolinea che molte sono le questioni da sviscerare, tecniche e finanziarie, ma se l’idea dovesse passare fra qualche mese si potrebbe attivare il bando di gara europeo. E allora, in tre anni, sarebbe fatta.
 Per il momento, sui particolari del finanziamento non è trapelato molto, sul versante tecnico invece le indiscrezioni si vanno moltiplicando. Intanto c’è da precisare che il minimetro è un impianto a fune, ad ammorsamento automatico, con ruote gommate. Viaggia su un solo binario e alle fermate rallenta, venendo sganciato dalla fune traente per consentire l’incrocio col veicolo che procede in direzione opposta. Il progetto Leitner - e qui entra in gioco la sinergia con la Società italiana per le condotte d’acqua, attualmente impegnata a Roma nella realizzazione della metropolitana - prevede che in diversi tratti il metro viaggerà interrato, per esempio sul Lungoisarco. Nelle intenzioni, il mezzo dovrebbe essere piuttosto silenzioso, fatto garantito dalle ruote gommate.
 Di norma viaggerà un solo veicolo da 100 posti, ma all’occorrenza alla fune traente se ne potrà aggiungere un secondo. Un viaggio ogni 7 minuti, portata media 850 persone all’ora. Nei momenti di picco, si potrà arrivare però ad una portata oraria di 1.650 persone. Un bel salto rispetto ad oggi, tenuto conto che gli autobus Sad mantengono una portata media di 450 persone all’ora.
 I veicoli non saranno guidati da un conducente a bordo, ma saranno pilotati da remoto, tramite un centro di comando elettronico.
 Il tratto Bolzano-Ponte Adige, progettato per essere realizzato anche separatamente dal resto, dovrebbe costare 88,8 milioni di euro. Se entro il 2 settembre prossimo si decidesse per il sì e si bandisse subito la gara europea, basterebbero tre anni. Il primo minimetro partirebbe nel 2014.

Sarà una partnership fra pubblico e privato

BOLZANO. «La Provincia non può certo sobbarcarsi un finanziamento di 200 milioni di euro». Lo dice l’assessore Widmann. «Per questo, se il progetto tecnico passerà, si dovrà necessariamente pensare a finanziamenti innovativi, nella direzione di una public-private-partnership che coinvolga anche i Comuni ed eventuali altri privati».
 Il comprensorio di Bolzano della Svp plaude al progetto. Il sindaco Spagnolli, invece, pur sottolineando positivamente «il fatto che una delle più prestigiose aziende della provincia si sia cimentata in tale studio ed abbia formulato una propsota particolamente interessante», evidenzia però anche «la necessità di un serio approfondimento sul piano tecnico». Sul piano tecnico, è vero, molte sono le varianti possibili, anche se la scelta Leitner di fatto boccia la proposta del Comune di far transitare il tram in viale Druso. Tecnicamente, trapela da fonti provinciali ben informate, transitare da viale Druso avrebbe causato insopportabili disagi alla circolazione stradale, almeno durante gli anni dei lavori.
 Comunque sia, le questioni tecniche da affrontare sono numerose, ma il vero inghippo sono i finanziamenti.
 Widmann dice: «La Provincia certo non può spendere 200 milioni di euro». Ma dal cilindro dei promotori esce la possibile soluzione. Sulla scorta della positiva esperienza effettuata con la funivia del Renon, per risolvere Leitner e Seeste hanno proposto alla Provincia una public private partnership, un finanziamento misto pubblico-privato con la compartecipazione anche dei Comuni di Appiano, Caldaro e Bolzano, nonché il supporto di eventuali altri privati interessati.
 Sui particolari finora non è emerso molto, a parte il fatto che lo studio di fattibilità presentato da Leitner e soci contiene una dettagliata esposizione dei costi del progetto e di esercizio dell’impianto, nonché un modello di di finanziamento public-private-partnership. Lo studio, assai costoso, come specificato da uno stringato comunicato stampa di Leitner, «contiene anche analisi relative alla domanda degli utenti, esauriente documentazione tecnica sulla realizzazione dei tracciati, una perizia geologica e uno studio ambientale, questi due ultimi documenti redatti da specialisti e consulenti esterni». (da.pa)


Alto Adige 13-3-10


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venerdì, 12 marzo 2010



I due percorsi del minimetro




MAURO GIOVANAZZI

Ancora una volta si parla di collegare l’Oltradige a Bolzano con un tram o una metropolitana di superficie. L’idea è ottima e permetterebbe finalmente di ridurre il flusso di automobili in entrata in città, determinato dalla grande massa di pendolari in arrivo tutte le mattine. Quanto al tracciato nel tempo sono emerse almeno due proposte alternative. Una prevede che, giunto in città, il tram prosegua lungo Viale Druso, Ponte Druso, Via Marconi, Piazza Verdi, Stazione, Funivia Renon. Eventualmente un secondo troncone potrebbe partire dalla rotonda in entrata in città e arrivare all’ospedale. L’altra proposta, di questi giorni, prevede che il tram (o minimetro) giunto a Ponte Adige segua le rive dei fiumi, prima Adige e poi Isarco, fino ad arrivare in centro. Mi pare che la prima proposta sia migliore per alcuni aspetti. Partiamo dal presupposto che l’opera servirà, oltre che a ridurre il traffico di pendolari in entrata in città, anche a mezzo di trasporto urbano per i bolzanini. In tal caso l’opera sarà tanto più utile, quanto maggiore sarà il bacino di utenza a cui sarà rivolta. Allora l’asse Viale Druso-Funivia del Renon è assolutamente da preferire per il maggior numero di potenziali utenti. Penso al quartiere Firmian ed al futuro nuovo quartiere in fondo a Via Druso previsto nel Puc. L’altro grande nuovo quartiere in via di ultimazione, Casanova, dispone già di un collegamento ferroviario sulla linea Merano-Bolzano. Si tratta di creare una stazione dedicata, del tipo di quella presente alla Fiera, e di intensificare la frequenza dei passaggi. Probabilmente il tracciato lungo Via Druso comporterà la soluzione di alcuni problemi tecnici e forse sarà più costosa, ma sicuramente è quella che va maggiormente incontro alle esigenze di Bolzano e dei suoi abitanti.

Alto Adige 12-3-10
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martedì, 09 marzo 2010



Via al metrò Bolzano-Caldaro



BOLZANO. In minimetro da Caldaro a Bolzano (piazza Verdi) e in funicolare da ponte Druso alla stazione a valle della funivia per San Genesio. Un progetto della Leitner da 200 milioni di euro. «Nel 2014 potrebbe essere già in servizio se i lavori iniziassero l’anno prossimo», afferma l’azienda. La proposta è giudicata positivamente da Durnwalder:
La giunta provinciale ha esaminato il progetto di massima presentato dalla Leitner Spa per realizzare un collegamento tra il capoluogo e l’Oltradige. «Si tratta ora di analizzare il progetto in modo approfondito dal punto di vista tecnico e del modello di finanziamento», così Luis Durnwalder. Per quest’ultimo «l’orientamento della giunta è positivo, ma va valutata anche la forma di partecipazione alla realizzazione da parte di altri soggetti, dai Comuni ai privati». L’assessore provinciale alla mobilità, Thomas Widmann, afferma che «giovedì prossimo l’azienda presenterà il progetto ai miei uffici, poi si tratterà di tornare in giunta e di coinvolgere i comuni interessati». Intanto la «MiniMetro» che fa parte del gruppo Leitner Technologies la sua proposta di progetto ce l’ha già pronta. «Si tratta di un lavoro che abbiamo fatto su progettazione, costruzione e gestione per una spesa di 200 milioni di euro», afferma Ermenegildo Zordan, che si occupa di trasporto urbano per la «MiniMetro». L’azienda privata ha previsto anche l’eventualità che la linea possa essere realizzata a tronconi, ovvero dall’Oltradige fino a Ponte Adige e da quest’ultima località fino in piazza Verdi, con l’aggiunta dell’impianto a funi da ponte Druso alla stazione a valle della funivia di San Genesio. «Se le amministrazioni pubbliche decidessero di realizzarne solo una parte, il progetto con relativi costi sarebbe già suddiviso», ancora Zordan. Uno o due veicoli con binario unico e raddoppio in corrispondenza delle fermate, 850 persone/ora, con capacità finale che può arrivare a 1650 persone/ora, niente conducente, tutto automatizzato. Proviamo il percorso più lungo. Si parte da Caldaro, in gran parte lungo il percorso della vecchia ferrovia si arriva a Ponte Adige, poi Casanova, percorso ex Fs lungo l’Isarco fino a piazza Verdi. Poi, in aggiunta una funicolare da ponte Druso verso piazza Vittoria - fermata - poi in direzione Iti Galilei - fermata - e quindi funivia di San Genesio. «Se il finaziamento venisse deciso quest’anno, nel 2014 l’impianto sarebbe pronto», sottolinea Zordan. Il gruppo Leitner potrebbe allungare i tempi di recupero dei crediti in modo da facilitare Provincia e Comuni a finanziare l’opera.


MAURIZIO DALLAGO

Alto Adige 9-3-10

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venerdì, 29 gennaio 2010


«Bolzano avrà il suo tram»


 BOLZANO. Una città non più ostaggio dei pendolari, con le auto che arrivano da fuori Bolzano spinte su un sistema di circonvallazioni che entrano in galleria ed il traffico interno che punta sul trasporto pubblico, con tanto di tram cittadino e collegamento con l’Oltradige, ed una rete ciclabile ancora più forte e capillare.
 È la sintesi estrema del Pum, il Piano urbano della mobilità pensato fino al 2020 che è stato approvato l’altra sera a mezzanotte con 29 voti favorevoli ed i 12 no dell’opposizione che parla dell’ennesimo “libro dei sogni”.
 Il punto fondamentale resta sempre quello dei finanziamenti. Le grandi infrastrutture - tramvia e varianti stradali - si potranno realizzare, infatti, solo se la Provincia darà il via libera.
 L’assessore alla viabilità Klaus Ladinser, che ha lavorato al Pum, spiega che non si tratta di un libro dei sogni e che i soldi si troveranno: «Sono trent’anni che Bolzano soffre ed aspetta opere viarie importanti. La Provincia ha lavorato bene in tutto l’Alto Adige ma adesso tocca al capoluogo. Sono sicuro che i soldi salteranno fuori perchè in Provincia capiranno che la città ne ha urgente bisogno». Il tram resta lo snodo fondamentale. Il sindaco ha sempre detto e ripetuto «voglio che i bolzanini salgano sul tram entro pochi anni». Gigi Spagnolli continua a sostenere ed a credere nel progetto firmato dall’esperto viennese Hermann Knoflacher che dovrebbe collegare Caldaro al centro di Bolzano.
 L’opera definita «virtuosa» dovrebbe costare 230 milioni di euro. «La cifra non è eccessiva e la Provincia potrebbe finanziarla. Il progetto è buono, assolutamente realizzabile ed ha un impatto ambientale relativo. A Palazzo Widmann non possono far finta di nulla».
 Ne è convinto anche Ladinser. Resta il fatto che il presidente Durnwalder abbia sempre parlato di costi eccessivi e stoppato ogni progetto ed ogni velleità. Ma Ladinser resta fiducioso: «Credo fortemente nel tram e sono sicuro che lo avrà l’Oltradige e lo avrà Bolzano».
 E adesso i punti del Piano appena approvato.
 - Tramvia tra Caldaro e Bolzano. Il Pum prevede il tram per l’Oltradige (capolinea presso la funivia del Renon, bacino d’utenza di 30 mila persone). Giunto a ponte Adige il tram penetrerà in città lungo Via Castel Firmiano, Viale Druso, Via Marconi, Via Garibaldi e raggiungerà la stazione ferroviaria per poi attestarsi al capolinea presso la stazione della funivia del Renon.
 - Tramvia cittadina.
 Collegherà la stazione ferroviaria ed il quartiere Casanova.
 - La varianti. Il Pum punta sulla riorganizzazione del traffico stradale per consentire di raggiungere le destinazioni minimizzando gli attraversamenti della città. Ciò richiede la costruzione di nuove infrastrutture stradali: variante alla statale 12 in galleria tra S. Giacomo e il Ponte Campiglio (lunghezza 3,9 km) e variante Est in galleria sotto Monte Tondo (lunghezza 2,5 km). Questa galleria risulta fondamentale per alleggerire ampie zone della città dal traffico automobilistico e pesante della Val Sarentina e di San Genesio che oggi grava in particolare su Via Roma, Corso, Italia, Viale Trieste, Viale Venezia, Via Cadorna, Via Fago, Piazza Gries, Via Vittorio Veneto, Via Weggestein ed il centro della città.
 - Nuove fermate ferroviarie urbane. Casanova, San Giacomo, Cimitero, Oltrisarco.
 - Nuova funivia Bolzano-San Genesio. Avrà una nuova stazione a valle in piazza Gries.
 - Ascensore ad Aslago. Previsto un collegamento con ascensore inclinato o altro sistema adeguato tra piazzetta Bersaglio ed Aslago.
 - Collegamento con l’ospedale. Collegamento con navetta o altro sistema adeguato dell’ospedale con la nuova fermata del tram di via Resia.
 - Riqualificazione degli spazi pubblici nei quartieri.
 Si tratta di una somma di interventi che potranno essere realizzati in parte da subito ed in parte in seguito al completamento di altri interventi infrastrutturali.
 - Piste ciclabili. Messa in sicurezza, miglioramento e ampliamento delle piste ciclabili. A completamento della rete è prevista la costruzione di ulteriori quindici chilometri di nuove piste.
 - I parcheggi. Ladinser punta su politiche della sosta che consentano una migliore fruibilità dei cittadini dello spazio pubblico. Per ogni nuovo parcheggio interrato ne sarà tolto uno in superficie. Previsti anche parcheggi di interscambio (quattro in tutto: oltre a quello al casello di Bolzano Sud, presso le due funivie di San Genesio e del Colle e a Popnte Adige), tre nuovi parcheggi pubblici per complessivi 850 posti ed una serie di nuovi parcheggi residenziali (sono 13, per 1.200 posti complessivi).

Alto Adige 29-1-10
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lunedì, 25 gennaio 2010


Metrò leggero, Oltrisarco preme per avere tre fermate



L’ipotesi sostenuta dal Comune, rafforzata dal progetto della Provincia


 BOLZANO. Le tre fermate ad Oltrisarco sono già previste nel piano urbano della mobilità, presentato nei mesi scorsi dall’assessore Klaus Ladinser, ma se davvero verrà realizzato il metrò di superficie tra Merano e Bolzano, l’idea potrebbe uscire dal calderone dove finiscono molti progetti destinati a rimanere solo sulla carta. Adesso Oltrisarco preme. Dario Caldart, una delle voci più ascoltate del quartiere, estrae dall’archivio gli interventi che ha dedicato all’argomento. E il presidente della circoscrizione, Martin Schweigkofler, ritiene la costruzione delle tre fermate «molto importante».
 A far decollare il metrò leggero, è la richiesta che la Provincia farà a Trenitalia di poter avere in subappalto l’intera tratta tra Merano e Bolzano. Luis Durnwalder e Thomas Widmann ne parleranno a breve con l’amministratore delegato Mauro Moretti, con il quale hanno in programma un incontro per parlare, tra le altre cose, del ripristino (promesso anche dal ministro Altero Matteoli) dell’Eurostar Bolzano-Roma.
 Se dal supermanager dovessero incassare una risposta positiva, scatterebbe la prima fase: raddoppio del binario tra Ponte Adige e Bolzano, con la possibilità di allungarlo fino a Terlano. A quel punto sarebbe possibile introdurre un cadenzamento di venti minuti, insomma, una vera metropolitana di superficie tra la città del Passirio e il capoluogo.
 In questa grande partita si inseriscono le richieste di Oltrisarco, quartiere che più di altri (per la sua collocazione lungo l’asse ferroviario del Brennero) potrebbe sfruttare tutte le potenzialità di una metropolitana leggera. Già nel Pum è inserita la realizzazione di tre fermate intermedie.
 Dario Caldart, attento osservatore della vita del quartiere, da tempo sostiene la necessità di sfruttare la ferrovia per togliere il traffico veicolare dalle strade: «Basterebbe costruire un parcheggio a Ponte Adige e aumentare la frequenza dei treni: la stazione è a cinque minuti - ha scritto Caldart - niente auto in città, tempi di percorrenza bassi e spesa molto minore per l’amministrazione». Nel concreto, Caldart propone di realizzare le fermate intermedie in via Einstein, Zona industriale, Oltrisarco bassa e santa Geltrude.
 «Per noi sarebbe una grande opportunità - ha detto invece il presidente di circoscrizione, Martin Schweigkofler - il progetto delle tre fermate, per altro, è già stato inserito nel Piano urbano della mobilità».

Alto Adige 25-1-10
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domenica, 24 gennaio 2010


Metrò leggero Bolzano-Merano



La Provincia presenta alle Ferrovie un progetto per raddoppiare i binari e gestire la tratta


EZIO DANIELI


 BOLZANO. Due binari fra Ponte Adige (ma si vaglia anche la prospettiva che possano partire da Terlano) e Bolzano per poter raggiungere l’obiettivo di far circolare un treno ogni venti minuti fra Bolzano e Merano, con successivo collegamento per Malles Venosta. Di fatto una metropolitana leggera. La proposta verrà fatta nel corso del prossimo mese quando l’amministratore delegato di Trenitalia - Mauro Moretti - incontrerà il presidente della Provincia Durnwalder e l’assessore alla mobilità Thomas Widmann per affrontare anche il ripristino (annunciato) dell’Eurostar da Bolzano a Roma sia pure a titolo sperimentale. Conferma Widmann: «Con l’a Moretti bisognerà verificare se Trenitalia concederà o meno in subappalto alla Provincia tutta la linea fra Bolzano e Merano. Noi puntiamo a questa concessione e proprio per questo abbiamo pronta la proposta di un secondo binario fra Ponte Adige e Bolzano con la possibilità che il raddoppio possa partire anche dalla stazione di Terlano. Con il secondo binario potrà essere garantita la circolazione di un treno ogni venti minuti sulla tratta ferroviaria fra il capoluogo altoatesino e la città del Passirio».
 Secondo l’assessore Widmann «dal punto di vista tecnico non vi sono ostacoli insormontabili per la realizzazione del secondo binario» soprattutto fra Ponte Adige ed il collegamento con la linea ferroviaria del Brennero all’altezza di Oltrisarco. Gli spazi per «allargare» la linea vi sono: dovrebbe essere sfruttata una lunga fascia di terreno agricolo a ridosso dell’attuale massicciata ferroviaria nel tratto immediatamente successivo il passaggio a livello di Ponte Adige con qualche «passaggio» complicato vista la presenza di alcuni edifici e con la necessità di procedere con una serie di espropri soprattutto di terreni coltivati. Il raddoppio del binario comporterà l’ampliamento del tratto in sopraelevata che attraversa gran parte della zona industriale e produttiva di Bolzano Sud fino all’innesto sulla linea del Brennero dove - considerati i tempi di realizzazione del raddoppio - non si dovrebbero determinare «intralci» con i convogli della Verona-Brennero visto che è prevista la realizzazione del «passante» in galleria fra Ora e Cardano per favorire soprattutto il transito dei convogli merci.
 «L’obiettivo di un cadenzamento orario di 20 minuti sulla linea ferroviaria fra Bolzano e Merano - aggiunge l’assessore Thomas Widmann - è irrinunciabile proprio per venire incontro alle esigenze dei sempre più numerosi utenti del treno. Punta anche a favorire chi si muove ogni giorno dall’Oltradige per raggiungere Bolzano e che deve fare i conti con le difficoltà ed i disagi causati dal traffico. Ecco dunque la prospettiva di potenziare i collegamenti sui binari ed anche la stazione di Ponte Adige».
 È il caso di ricordare che proprio alla stazione di Ponte Adige - nel contesto di un ampio progetto per potenziare il servizio di trasporto pubblico - la giunta provinciale ha previsto una serie di interventi con la trasformazione della stazione in un nodo di scambio fra la gomma e la rotaia. Da tempo - così è stato comunicato - è stato disdetto il contratto relativo alla sosta dei camper anche se, a quanto pare, vi sarebbero dei ricorsi contro la decisione con la conseguenza che i tempi di intervento alla stazione si sono allungati rispetto a quelle che erano le previsioni. Ma il progetto di ristrutturazione - lavori esterni (come le pensiline e i marciapiedi) hanno già portato a risultati importanti - andrà comunque avanti: fra gli spazi esterni ed interni (si pensa anche di sfruttare il sottoterra) si potrebbe arrivare fino a mille posti macchina attorno alla stazione dalla quale partirebbero poi corsie preferenziali per i pullman di linea anche verso Bolzano.

Alto Adige 24-1-10




E IN BASSA ATESINA?


ANCHE QUI I PENDOLARI CHE USUFRUISCONO DEL TRENO SONO IN AUMNENTO E IL RADDOPPIO DEI BINARI NON PRESENTA OSTACOLI INSORMONTABILI!

COSA SI ASPETTA A FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE?

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mercoledì, 23 settembre 2009


PENDOLARI TRAFFICO E CAOS

Vogliamo mettere mano alla viabilità o no?



minimetro

 Temo sarà un autunno caldo sul fronte del traffico: in questi ultimi anni troppi ritardi nei lavori, poi non c’è stato un chiaro piano del traffico. Si è preferito lasciare le cose ferme per non scontentare nessuno. Ma Bolzano prima o poi dovrà decidere se vuole essere il capoluogo con una chiara strategia sulla viabilità e sull’organizzazione dei pendolari. Ogni giorno arrivano a Bolzano migliaia di auto tra pendolari e turisti a cui vanno proposte delle soluzioni alternative per entrare in città. Che fine ha fatto la metropolitana di superficie terzo binario che collega la Bassa Atesina? Anche sui lavori in corso in città: chi li ha programmati doveva evitare sovrapposizioni temporali, le scuse non servono, tre grossi cantieri in città sono troppi. Pesano gli effetti su Oltrisarco che in certi orari vede uno degli accessi (via Roma) bloccato per ore.

Giovanni Barborini vice presidente Consiglio di quartiere Oltrisarco Aslago

Alto Adige 23-09-09
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mercoledì, 26 agosto 2009



«Il tram dall’Oltradige rimane la priorità»



BOLZANO. «Il tram da Caldaro a Bolzano resta una priorità». L’assessore Klaus Ladinser, nella riunione della giunta di ieri, ha ribadito quello che è il punto centrale del Piano della mobilità del capoluogo. Né Ladinser né gli alleati hanno gradito l’uscita dell’assessore Stefano Pagani sul Puc.
 Nel documento dal titolo «Pianificazione urbanistica e concretezza» Pagani (ecosociali) ha disegnato la Bolzano del domani. Ma le sue idee in materia di viabilità alternativa all’auto sono diverse da quelle contenute nel Piano della mobilità elaborato dall’assessore Ladinser e dai suoi tecnici.
 Secondo l’assessore ai lavori pubblici, insistere sul tram dall’Oltradige, per ridurre il traffico dei pendolari che arrivano da Caldaro e Appiano, non avrebbe senso: «Non perché il progetto in sé non sia buono, ma perché è troppo costoso e il presidente Durnwalder ha già detto che non si farà».
 Per questo, nel documento, propone di puntare su un “sistema di trasporto pubblico sulle rive dei fiumi (dall’Isarco al Talvera), silenzioso e dal contenuto costo di gestione”. È di fatto il vecchio progetto di minimetro sulle rive dei fiumi messo a punto dall’ingegner Paolo Daloli, ex capo dell’ufficio viabilità del Comune, da realizzare in collaborazione tra pubblico e aziende locali. Ma l’assessore Ladinser, infastidito come gli altri colleghi di giunta per l’uscita di Pagani, resta fermo sul tram dall’Oltradige. «Stiamo lavorando - spiega - da alcuni anni con i sindaci dell’Oltradige su quella soluzione, adesso non si torna indietro. Durnwalder dice che non si fa perché costa troppo? Certo il problema del finanziamento c’è, ma se siamo uniti i soldi alla fine si trovano». Critico nei confronti di Pagani anche Baratta: «Non entro nel merito, ma sicuramente non condivido il metodo. Se si vogliono fare delle proposte, prima si fanno in giunta solo dopo sui giornali».

Alto Adige 26-08-09
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martedì, 25 agosto 2009


Viabilità, «sì alla metro sui fiumi»
 BOLZANO. Conclusa la pausa estiva, a giorni in Municipio, riprenderà il difficile confronto tra gli alleati su masterplan e variante stralcio del nuovo Piano urbanistico comunale. L’assessore Stefano Pagani (ecosociali) gioca d’anticipo con un documento dal titolo «Pianificazione urbanistica e concretezza», in cui disegna la Bolzano di domani.
 La parte più interessante del documento presentato da Pagani, che non si esclude possa correre per la candidatura a sindaco del centrosinistra, è quella dedicata alla viabilità. L’assessore ai lavori pubblici parte dal presupposto che la battaglia per il tram dall’Oltradige è persa in partenza. «Certo - ammette - sarebbe bello poterlo realizzare, ma Durnwalder ha bocciato il progetto, in quanto troppo costoso (spesa ipotizzata: 2-300 milioni di euro, ndr). A questo punto non avrebbe senso insistere, perché rischiamo di restare con un pugno di mosche in mano. Meglio puntare su un sistema di trasporto pubblico sulle rive dei fiumi (dall’Isarco al Talvera), silenzioso e dal contenuto costo di gestione». Pagani rispolvera il vecchio progetto di minimetro sulle rive dei fiumi messo a punto dall’ingegner Paolo Daloli, ex capo dell’ufficio viabilità del Comune, e propone una collaborazione tra pubblico e aziende locali.
 «Ad esempio - si legge nel documento - la Leitner potrebbe realizzare un minimetro ad hoc per la città. Sarebbe un peccato perdere questa sfida a favore di una normale e ordinaria linea di tram, comperata magari all’estero e dalla difficile gestione».
 Altra questione: il traffico in centro. L’idea è un tram che colleghi la stazione Fs, piazza della Vittoria e piazza Adriano, per liberare il centro dagli oltre 800 passaggi giornalieri di mezzi pubblici.

Sempre sul tram punterebbe anche per collegare Laives alla zona industriale e poi al centro. Anche in questo caso immagina una collaborazione pubblico-privato per sostenere i costi. L’interesse del privato? Valorizzare i terreni della zona industriale, oggi sottovalutati e sottutilizzati.


 Il documento affronta anche l’altro grosso nodo rappresentato dal problema casa. «Superata l’emergenza abitativa, possiamo pensare prima alla qualità urbana e poi alle quantità edilizie. Fermo restando che una risposta alle esigenze abitative va data in tempi ragionevoli con una variante stralcio». Pagani, come tutto il gruppo ecosociale, pensa alla riqualificazione in termini abitativi di aree sull’asse di via Druso, mentre è contrario alla nuova edificazione, proposta dall’assessore Chiara Pasquali e sostenuta dall’Udc, a Ponte Adige.
 Lo stesso discorso vale per quanto riguarda le aziende: aree come l’ex Barchetti, l’ex Delaiti e il Bic, attualmente sottutilizzate, nella Bolzano del futuro disegnata da Pagani verrebbero destinate ad aziende che operano nel settore dell’innovazione.
 In quest’ottica anche i terreni adiacenti a ponte Druso (ex carceri, ex Enel, questura) subirebbero una profonda metamorfosi, diventando parco universitario e della ricerca. Visioni ambiziose che però devono fare i conti con quella che è la realtà.

Alto Adige 25-08-09
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sabato, 13 giugno 2009



Tram per l’Oltradige, Bolzano non cede


 BOLZANO. Nonostante la revisione al ribasso dei costi - secondo le ultime stime la realizzazione del tram per l’Oltradige comporterebbe una spesa di circa 160 milioni invece dei 240 previsti inizialmente - la Provincia non sembra disposta a voler finanziare questa soluzione ed attende proposte alternative che siano meno onerose.
 Dado Duzzi, presidente dell’Azienda di Soggiorno di Bolzano, ritiene però strategico il collegamento con l’Oltradige: «Ogni giorno ci sono circa 24 mila persone che arrivano a Bolzano dall’Oltradige. Offrire a queste persone una valida alternativa all’auto consentirebbe davvero di liberare la città dal traffico. Non solo, sarebbe una soluzione anche alla carenza di parcheggi, perché se in città entrano meno auto, automaticamente restano a disposizione più posteggi. Infine si eviterebbe anche il congestionamento delle strade cittadine nelle giornate di pioggia, quando i turisti si riversano su Bolzano: se avessero a disposizione un mezzo comodo e veloce come il tram per raggiungere il centro, sono certo che lo preferirebbero all’auto».
 Sulla questione interviene anche il consigliere comunale di Sinistra Democratica Guido Margheri: «È la prima volta - dice riferito al “Pum” - che un programma relativo alla mobilità cittadina si pone concretamente il problema di “liberare” le zone congestionate della città dal traffico di transito. Il Pum però deve passare nella sua completezza. Le nuove circonvallazioni possono raggiungere gli obiettivi solo se contestualmente si sviluppano le nuove infrastrutture per il trasporto pubblico e, in particolare, le nuove tramvie. Di tutto questo fa parte ovviamente il problema dei finanziamenti. La soluzione dei problemi del capoluogo è fondamentale per l’intero territorio provinciale e per il suo sviluppo e quindi la Provincia sarebbe miope e autolesionista se non investisse in questa direzione almeno le stesse cifre investite per i Comuni della periferia. Il Comune può e deve comunque salvaguardare il suo progetto individuando fonti autonome di finanziamento promuovendo accordi con soggetti privati o recuperando l’idea dei buoni ordinari comunali».

Alto Adige 13-06-09
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venerdì, 12 giugno 2009


Il sindaco di Trento incontra Spagnolli «Metropolitana di superficie regionale»

 BOLZANO. «È importante che le amministrazioni di Bolzano e Trento abbiano occasione di collaborare: chissà che tutto questo non sfoci in una metropolitana di superficie che colleghi i due capoluoghi».

La battuta sembra essere la classica boutade istituzionale, poi però, ecco lo spiraglio che non t’aspetti: «Potrebbe non essere un’idea campata in aria. In Trentino stiamo già facendo degli studi e valutando le possibilità d’intervento in questo senso», afferma il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, ieri a Bolzano per presentare le feste vigiliane assieme al collega bolzanino Luigi Spagnolli. Presente anche l’assessore Ladinser, che ha glissato con una battuta: «Nel Pum non è previsto, almeno per ora, il porto sull’Adige». Nessuna conferma e nessuna smentita per una proposta che sembrava uno scherzo e invece è ancora lì che galleggia. (a.c.)

Alto Adige 12-06-09
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venerdì, 08 maggio 2009


Puc, nel masterplan tram e Ponte Adige. Variante di Laives fino a Cardano



BOLZANO. «È un piano concreto, fatto restando con i piedi per terra ed evitando, come invece si temeva, voli pindarici». È il giudizio dell’assessore Sandro Repetto (Udc), ieri pomeriggio, al termine dell’incontro sul masterplan del Piano urbanistico con l’assessore Chiara Pasquali e gli urbanistici Francesco Sbetti e Peter Morello. Il giro di consultazioni con i partiti di maggioranza - iniziato questa settimana con Pd e Svp - si concluderà oggi con gli ecosociali. Ciascun gruppo avrà ora il tempo per esaminare la proposta contenuta in un documento di una trentina di pagine e fare le osservazioni che verranno poi discusse nella riunione di maggioranza già fissata per il 18 maggio.
 Il masterplan, che disegna la Bolzano di domani, parte ovviamente dal fabbisogno di case: circa 3000 alloggi in dieci anni. La metà di quanto previsto dal progetto elaborato dall’associazione imprenditori. Per quanto riguarda le zone di espansione non si prevedono, come per altro più volte annunciato, grandi aree. Il masterplan propone una crescita del capoluogo verso Ponte Adige; la riqualificazione, ma senza prevedere alloggi, di via Galilei e di altre piccole aree all’interno della città. Poi c’è la grossa sfida sull’areale ferroviario che però richiederà tempi più lunghi.
 Si auspica anche il trasferimento sotto la montagna dell’autostrada, ma questo appartiene più ai sogni che alla realtà. Più concreta invece, per quanto riguarda la viabilità, la prosecuzione fino a Cardano della variante di Laives e la circonvallazione sotto Monte Tondo.
 Tra le realizzazioni più interessanti, sempre per quanto riguarda viabilità e traffico, il tram che partendo dall’Oltradige arriverebbe fino all’ospedale San Maurizio. C’è già il progetto di massima, bisognerà trovare i soldi per realizzarlo. Ma se c’è la volontà di farlo, i finanziamenti non saranno un ostacolo insuperabile.

Alto Adige 08-05-09
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giovedì, 05 marzo 2009



Terzo binario, Provincia nel mirino


Minniti all’attacco: «Conviene, ma la giunta l’ha accantonato»
 Alto Adige 05 MARZO 2009

  ORA. Pdl all’attacco per la decisione dell’esecutivo altoatesino di abbandonare il previsto progetto del terzo binario tra Bolzano e Ora, inserito nel 2002 nel piano dei trasporti. La Provincia sembra essersi orientata infatti sul passante ferroviario tra Prato Isarco e Ora. Il vicepresidente del consiglio provinciale Mauro Minniti presenterà a giorni un’interrogazione a riguardo. «La soluzione del terzo binario era più vantaggiosa dal punto di vista economico. Così come non ci sarebbero stati grandi problemi per gli espropri».
 La Provincia, secondo il consigliere provinciale del Pdl, ha scelto la soluzione più lunga ma anche più costosa, ovvero un passante ferroviario che dovrebbe unire Prato Isarco con Ora. A chiedere i motivi di questo ripensamento, con un’interrogazione al presidente della giunta Luis Durnwalder, è il consigliere provinciale del Pdl Mauro Minniti. «Il progetto era stato approvato nel 1999 - ricorda l’esponente del PdL - tanto che era stato chiesto uno studio di fattibilità alle Ferrovie e, successivamente, era stato anche inserito nel piano provinciale dei trasporti del 2002. La giunta dell’epoca l’aveva anche approvato ed il ministero dei trasporti aveva garantito i necessari finanziamenti. Il progetto, poi, inspiegabilmente è stato accantonato per puntare sul passante ferroviario tra Prato Isarco e Ora». A conti fatti, secondo il Pdl, la soluzione del terzo binario sembra essere più vantaggiosa. La spesa era stata valutata attorno ai 17 milioni di euro. «Anche i tempi di realizzazione - prosegue Minniti - sarebbero stati di gran lunga più brevi in quanto, limitatamente ad alcuni tratti, ci sarebbe già spazio a sufficienza per ospitare il terzo binario. Gli espropri riguarderebbero solamente 800 metri quadrati, in quanto la parte restante di terreno è di proprietà delle Ferrovie». La presenza del terzo binario inoltre consentirebbe il decongestionamento dell’attuale linea ferroviaria sulla quale transitano oltre 180 convogli al giorno. «Si insiste molto - prosegue Minniti - sulla necessità di trasferire il traffico veicolare dalla gomma alla rotaia e quella del terzo binario sarebbe un’occasione importante per passare dalle parole ai fatti».
 Sulla vicenda ora il consigliere del Pdl intende presentare un’interrogazione per accertare i costi dei due progetti e i tempi di realizzazione preventivati dai tecnici. «Sarà utile - conclude il vicepresidente del consiglio provinciale - fare una comparazione e una sorta di analisi costi-benefici». (max)
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giovedì, 18 settembre 2008


Forum del Partito democratico sui trasporti: dubbi sulla terza corsia in A22

Il Pd scommette sull’aeroporto: deve essere rilanciato
Alto Adige, 18 SETTEMBRE 2008

 BOLZANO. Il collegamento con il tram fra Oltradige e Bolzano è un progetto più d’immagine che di sostanza, irrealistico per funzionalità e costi; l’aeroporto invece è un’infrastruttura che va rilanciata per renderla fruibile a fasce più ampie di utenti e per internazionalizzare i collegamenti con il capoluogo; il terzo binario fra Bolzano e Laives per i treni pendolari resta un progetto valido, da realizzare a prescindere dal tunnel del Brennero: sono questi alcuni punti focali emersi nel corso del Forum organizzato ieri sera dal Pd sulla mobilità con la partecipazione di autorevoli esperti, quali il professor Nadio Delai, già al vertice delle Ferrovie, il capo ripartizione mobilità della Provincia Gianfranco Jellici, il presidente della Sasa Mauro Bertoldi, l’ex assessore provinciale ai trasporti Michele Di Puppo.
 Nel corso dei vari interventi è stato posto l’accento sull’importanza della mobilità intesa non solo come trasporto, ma come programmazione dello sviluppo che richiede, come ha rilevato Delai, una proiezione intelligente dei politici verso il futuro. Dal dibattito è emersa inoltre una linea tendenzialmente contraria all’autostrada della Valdastico, dubbi e riserve su un’eventuale terza corsia dinamica per l’Autobrennero, un impegno deciso a favore della rete ferroviaria provinciale, con il potenziamento della Pusteria e un maggiore impegno per la Bassa Atesina.
 Puntare sulla rotaia contribuirà a ridurre il problema del traffico veicolare. Si calcola che a Bolzano arrivino ogni giorno 70 mila pendolari.
 Jellici ha annunciato che sarà istituita l’auspicata agenzia per la mobilità che avrà il compito oltre che di coordinare i vari sistemi di trasporto, anche di studiare un’adeguata politica tariffaria, mentre per quanto riguarda le linee degli autobus in concessione si dovrà valutare l’opportunità o meno di concorsi che peraltro finora non hanno mai dato risultati soddisfacenti. (gi.an.)
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lunedì, 15 settembre 2008

«Più fermate dei treni e vagoni moderni»
Ora. Dibattito pubblico coi candidati alle provinciali. «L’aeroporto? Adesso bisogna cambiare il modello di gestione»



Alto Adige, 14 SETTEMBRE 2008

 ORA. Treni da e per Bolzano con una maggiore frequenza - «facendo diventare la ferrovia una vera metropolitana di superficie» - e vagoni più moderni, sul modello di quanto fatto in val Venosta. È questo il programma del Partito Democratico per quanto riguarda i trasporti in Bassa Atesina. Se ne è discusso l’altra sera in un incontro pubblico a Ora. E sull’aeroporto una richiesta precisa: «La struttura non va ingrandita: bisogna rivedere invece il modello di gestione, che non ha funzionato».
 «Il Partito Democratico, se vincerà le elezioni, si impegna nella prossima legislatura a migliorare i trasporti in Bassa Atesina, con specifica attenzione ai collegamenti da e per Bolzano. Inoltre, il PD farà in modo che la Bassa Atesina abbia un trasporto pubblico di qualità e che il territorio abbia un’uguale attenzione su questa problematica a quella data a Bolzano ed all’Oltradige». A dirlo Christian Tommasini, segretario e capolista del Pd alle prossime elezioni provinciali, che, assieme agli atri candidati, Sybille Tezzele Kramer, Giorgio Nones e Stefano Sgarbossa, ha partecipato ieri sera ad un incontro ad Ora, organizzato dai Circoli territoriali della Bassa Atesina, presente anche l’ingegnere e urbanista Peter Morello.
 Nel corso della discussione è stata rimarcata l’importanza di migliorare i treni per i pendolari sostituendoli con vagoni più nuovi e funzionali come quelli della ferrovia della val Venosta. Inoltre, è stata sottolineata la necessità di migliorare le stazioni e di aumentare il numero di fermate dei convogli per un uso metropolitano della ferrovia. Infine, il PD ritiene che si debba far ricorso all’uso della telematica per coordinare e migliorare i collegamenti dei citybus dalle stazioni ai vari paesi. Tutto ciò per evitare ai pendolari di perdere le coincidenze.
 Durante l’incontro si è parlato anche dell’aeroporto di San Giacomo. Ampliarlo o no? La risposta di Tommasini è negativa: «Lo scalo non va ampliato - dice -, quello che bisogna fare è concentrarsi sul cambiamento del modello di gestione. Oggi l’aeroporto è per pochi, con alte tariffe e un servizio insufficiente. Una persona “normale” l’aereo deve prenderlo a Verona... È su questo che bisogna lavorare, non sulle dimensioni dello scalo. Bisogna fare in modo che i prezzi dei voli calino e che il servizio torni ad essere affidabile».
 Intanto in Bassa prosegue la raccolta di firme del Pd per la presentazione della lista alle elezioni provinciali del prossimo 26 ottobre. Ad Egna i cittadini tutti interessati potranno recarsi in Comune lunedì 15 e mercoledì 17, dalle ore 14 alle ore 17, e firmare nell’ufficio del segretario comunale.
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domenica, 31 agosto 2008


Tram, la Provincia esamina il progetto
Alto Adige, 28 AGOSTO 2008
LORENA PALANGA


 CALDARO. Si è tornati a parlare del tram dell’Oltradige ieri in Provincia. I rappresentanti dei Comuni interessati hanno consegnato al presidente Durnwalder e all’assessore Widmann lo studio di fattibilità. Il “nodo” resta l’elevato costo del progetto (tra i 200 e i 300 milioni). «Un investimento notevole - afferma Durnwalder -. Ora il progetto dovrà essere sviscerato sul piano tecnico e finanziario».
 «Un tram che colleghi i principali comuni dell’Oltradige con il capoluogo bolzanino è la soluzione migliore per risolvere la piaga del traffico e dell’inquinamento atmosferico». Ne sono convinti i Comuni di Caldaro, Appiano e Bolzano, i cui rappresentanti hanno incontrato ieri a Palazzo Widmann il presidente della Provincia Luis Durnwalder e l’assessore alla mobilità Thomas Widmann per consegnare loro lo studio di fattibilità del progetto.
 L’incontro è stato anche l’occasione per un esame del progetto presentato. Mentre tutti si sono trovati d’accordo sin dall’inizio sul fatto che gli oltre 20 mila abitanti dell’Oltradige, i 10 mila posti letto nelle strutture ricettive e il conseguente flusso giornaliero di circa 20 mila veicoli da e verso Bolzano richiedono una soluzione innovativa e ecocompatibile del problema del traffico, il “nodo” della discussione resta l’elevato costo del progetto. Realizzare il tram tra l’Oltradige e Bolzano, infatti, secondo le stime, potrebbe costare tra i 200 e i 300 milioni di euro. Se dal punto economico il progetto non è certo “conveniente”, dal punto di vista tecnico, invece, secondo il risultato dello studio di fattibilità presentato oggi a Palazzo Widmann, la realizzazione di una linea del tram tra il capoluogo bolzanino e l’Oltradige non presenterebbe nessuna difficoltà. I terreni necessari alla costruzione della linea tramviaria, infatti, verrebbero messi a disposizione gratuitamente dai Comuni interessati, che garantirebbero anche l’eventuale spostamento e l’interramento delle infrastrutture.
 La Provincia da parte sua ha assicurato un approfondimento sia dello studio che dei costi del progetto. «Una spesa che oscilla tra i 200 e i 300 milioni di euro è un investimento notevole, che difficilmente si potrà sostenere in questi termini, soprattutto alla luce delle prospettive di sviluppo del bilancio provinciale», ha chiarito Luis Durnwalder dopo l’incontro di ieri con i rappresentanti dei tre Comuni. Sia il Presidente e l’assessore Widmann, però, si sono detti convinti che con un esame più accurato del progetto sia possibile arrivare a una significativa riduzione delle previsioni di spesa.
 Il prossimo passo sarà, quindi, quello dell’analisi nel dettaglio del progetto. La giunta provinciale, infatti, affiderà questo incarico ad un esperto. «Il progetto - ha aggiunto ieri Luis Durnwalder - dovrà essere ora sviscerato sul piano sia tecnico che finanziario. I costi per la realizzazione del tram dovranno essere definiti con esattezza e dovranno essere esaminate le possibili modalità di finanziamento. Non appena questa fase sarà conclusa e saranno disponibili questi dati - ha concluso il presidente - ci sarà un nuovo incontro con i rappresentanti dei tre Comuni interessati dal progetto, ovvero Appiano, Caldaro e Bolzano, per discutere gli eventuali passi futuri da compiere per arrivare a risolvere ila questione del traffico tra Oltradige e Bolzano».
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giovedì, 07 agosto 2008


Tram, «benedizione» della Svp


Il capogruppo Mumelter: benestare allo studio di fattibilità
Alto Adige, 02 AGOSTO 2008
di Bruno Canali

 LAIVES. Parere favorevole alla realizzazione di uno studio di fattibilità per quanto riguarda la linea tranviaria tra Laives e Bolzano (magari estesa anche al resto della Bassa Atesina) arriva anche dalla Svp comunale. Il benestare è stato ufficializzato da Andreas Mumelter, capogruppo Svp in consiglio comunale a Laives e candidato alle elezioni provinciali 2008 per la Stella Alpina. «Siamo favorevoli alla realizzazione di questa linea di collegamento per il trasporto pubblico», afferma Mumelter. Intanto il problema resta al centro di una vivace discussione.
 «Lo studio di fattibilità per la linea tranviaria da Bolzano a Laives s’ha da fare - scrive Mumelter - ed abbiamo esempi positivi in questo senso, vedi la val Venosta oppure il rafforzamento della linea ferroviaria in Punteria. Il trenino e il tram in Bassa Atesina del resto erano già in funzione e la realizzazione di una linea per la Bassa è salutata favorevolmente quasi da tutti. Quindi propongo la realizzazione di uno studio che ci consenta di capire se esistano i presupposti economici e tecnici per estendere questo collegamento verso sud. Parallelamente bisognerebbe realizzare anche una stazione ferroviaria all’altezza di San Giacomo, proprio accanto all’aeroporto: non è possibile che diecimila abitanti non possano ancora utilizzare il treno solamente perché manca la stazione».
 Sì alla linea del tram quindi anche dalla Svp comunale che si dichiara favorevole anche alla richiesta di una stazione ferroviaria per San Giacomo che oltre a servire il popoloso abitato alle porte di Bolzano, sarebbe preziosa anche per l’adiacente aeroporto. Queste proposte stanno raccogliendo un consenso sempre più ampio, stimolato dalla disponibilità provinciale a realizzare una linea tranviaria fra Bolzano e l’Oltradige. Semmai le perplessità sono di natura tecnica, come quelle manifestate dall’ex assessore comunale Marco Delli Zotti, secondo il quale «allestire una linea tranviaria fra Laives e Bolzano significherebbe dover “sventrare” i centri abitati per la posa dei binari». Fra le varie ipotesi c’è anche quella della monorotaia sopraelevata, una soluzione che avrebbe il pregio, secondo i sostenitori, di non necessitare dei binari a terra (dove oramai lo spazio è saturo) perché il collegamento passerebbe su piloni. Per quanto riguarda infine il terzo binario per una metropolitana di superficie, la Provincia ha sempre sostenuto che sarà opportuno attendere invece il trasferimento della linea del Brennero in galleria. A quel punto si libereranno i binari attuali, che potranno essere utilizzati proprio per la metropolitana di superficie.


«Una proposta assurda dopo diversi errori»

 LAIVES. «Non si può che rimanere attoniti dinanzi alla proposta d’inserimento del progetto di creazione di una tramvia o di un minimetro, nel programma dei lavori pubblici»: inizia così una nota di Francesco Paolo Cocca, coordinatore comunale di Forza Italia, che così prosegue: «Qualcuno forse ricorderà la ferrovia Bolzano - Caldaro: oggi, su gran parte del vecchio tracciato transita una pista ciclabile. Come si può parlare di progetto innovativo se, in realtà, quest’opera (come altre) già esisteva? Perché le autorità locali hanno deciso di distruggerle e sostituirle con i mezzi di trasporto su gomma, senza valutarne minimamente un potenziamento negli anni? Perché far ricadere la scelta su una tramvia dal costo superiore ai 230 milioni anziché su un servizio di bus a metano o ad energia elettrica i cui costi di investimento sono meno onerosi? Questo ritorno ai mezzi del passato è sinonimo di scelte errate fatte negli anni dalle “giunte rosse”, e della loro totale incapacità di saper gestire le risorse finanziarie. Per migliorare la viabilità, con modesti investimenti, si potrebbero potenziare le corse dei bus, la linea ferroviaria e creare il casello A22 a Laives».

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giovedì, 07 agosto 2008


«Tram, ottima l’idea contro il traffico»


 Alto Adige, 01 AGOSTO 2008

 LAIVES. «Pensare di estendere lo studio della linea del tram dell’Oltradige anche a Laives ed alla Bassa Atesina è un’idea molto interessante, e come tale da prendere seriamente in considerazione». Qquesto il pensiero del segretario provinciale del Partito Democratico ed assessore alla cultura di Laives Christian Tommasini in merito all’idea rilanciata dal senatore Oskar Peterlini e da Fabrizio Oliver di estendere lo studio di fattibilità del tram dell’Oltradige anche alla Bassa Atesina. «Pensare ad una linea tramviaria o minimetro che da Bolzano arrivi ad Appiano e Caldaro e si colleghi con la Bassa Atesina per tornare a Bolzano puó essere un’idea vincente per dare risposte al traffico dei pendolari da e verso Bolzano. Oggi ci sono sistemi moderni e funzionali come il minimetro od altri similari puliti e silenziosi che aiutano a risolvere i problemi dell’inquinamento e della mobilità urbana». Secondo Tommasini «Quest’idea va studiata e sviluppata. Non capisco invece chi fa polemiche su questo tema su cui invece ci dovrebbe essere confronto e co llaborazione. Addirittura qualcuno ora vorrebbe raccogliere le firme contro il tram. Si tratta di un’iniziativa sciocca e controproducente. Chi è contro il tram ed il potenziamento della ferrovia è automaticamente per il traffico e l’inquinamento», conclude la nota del segretario del Pd.
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giovedì, 07 agosto 2008


«Una raccolta di firme contro il tram»

    
Il collegamento fra la città e Bolzano (magari attraverso la Bassa) contestato dall’esponente di Progetto Alto Adige
Alto Adige, 31 LUGLIO 2008


 LAIVES. Non tutti sono entusiasti di fronte all’idea di avere una linea tranviaria tra Laives e Bolzano (passando magari dalla Bassa). C’è anche chi, come l’ex assessore Marco Delli Zotti (Progetto Alto Adige) la definisce «assurda». Per Delli Zotti sarebbe meglio attivarsi invece per ottenere subito la fermata del treno a San Giacomo, «Idea praticabile senza voli pindarici».
 Ex collega di partito del consigliere comunale Fabrizio Oliver fino alla scissione del gruppo consiliare, Delli Zotti quindi boccia la disponibilità del capogruppo Pd in consiglio. Per Oliver i tempi sarebbero maturi per uno studio di fattibilità del collegamento tranviario fra Bolzano e Laives, mentre per Delli Zotti «Questa trovata del tram per il collegamento è veramente assurda. È da anni che si promettono interventi atti a migliorare la qualità della vita per gli abitanti di via Kennedy e di San Giacomo ed ora qualcuno lancia l’idea di sventrare la città e le frazioni per posare i binari. Dove esiste il tram lo vogliono togliere perché ad ogni passaggio fa tremare le case, mentre da noi, che siamo la patria della Leitner che propone soluzioni avveniristiche in tutto il mondo, torniamo agli anni 30». Marco Delli Zotti quindi garantisce che lui e il suo gruppo, sono pronti a scendere in piazza e a raccogliere firme per fermare qualsiasi prosieguo di un progetto del genere: «Qualsiasi investimento del Comune in questo senso comporterebbe un inutile spreco di denaro pubblico, essendo tale progetto follia pura». Delli Zotti conclude la sua stroncatura del progetto per il tram, sottolineando che «Sarebbe bene che la giunta comunale tenesse i piedi per terra e si attivasse invece subito per ottenere la fermata del treno a San Giacomo, questa si un’idea praticabile da subito». Il discorso sul tram è tornato di attualità in questi giorni, dopo che si sono registrate aperture verso una idea analoga che riguarda però l’Oltradige. A promuovere il dibattito era stato il senatore Oskar Peterlini e il consigliere Fabrizio Oliver (che è anche vice presidente della Comunità di valle) si era immediatamente accodato, spiegando che il futuro della mobilità in zona è legato proprio ai progetti di tram o della metropolitana di superficie.
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giovedì, 07 agosto 2008


Tram, un collegamento utile alla città
Oliver (Pd): «I tempi sono maturi per uno studio di fattibilità»
Alto Adige, 30 LUGLIO 2008
di Massimiliano Bona

  LAIVES. Voglia matta di tram anche in città. A rilanciare l’idea è stato ieri il vicepresidente della Comunità di valle e capogruppo del Pd a Laives Fabrizio Oliver, che sottolinea la necessità di non fermarsi alle varianti. «Sposo in toto la linea del senatore Peterlini: la mobilità del futuro è legata a filo doppio al tram o alla metropolitana di superficie. È giusto dare precedenza all’Oltradige, ma i tempi sono maturi anche per uno studio di fattibilità per la Bassa Atesina».
I comuni dell’Oltradige stanno facendo pressing sulla Provincia per il tram. La Bassa Atesina rischia di restare tagliata fuori?
 
«L’Oltradige si è attivato per tempo e, come vicepresidente della Comunità di valle, faccio anch’io il tifo per la realizzazione, in un lasso di tempo ragionevolmente breve, della linea Caldaro - Bolzano. Premesso questo è giusto che la Bassa Atesina si attivi, facendo presente alla Provincia che non ci si può fermare alle due varianti».
 Il traffico, tra l’altro, è maggiore in Bassa Atesina. A Laives transitano 30 mila auto al giorno, ad Appiano 20 mila nei mesi di punta. La Provincia saprà tenerne conto?
 
«L’assessore Michl Laimer ha sempre affermato che prima di prendere in considerazione collegamenti alternativi per Laives e Ora sarebbe stato necessario ultimare le varianti, che i residenti aspettano da 30 anni. È un discorso di buon senso, ma sarebbe utile e lungimirante assegnare ad un professionista, prima del 2011, uno studio di fattibilità per capire se anche in Bassa Atesina ci siano o meno i presupposti per realizzare un collegamento di superficie. Certo, in Bassa il traffico veicolare è più elevato rispetto all’Oltradige e, in sede di programmazione degli investimenti, bisognerà tenerne conto».
 La Svp della Bassa Atesina ora ha pigiato sull’acceleratore: vuole un collegamento ad anello che da Caldaro prosegua per Termeno, Egna, Ora, Bronzolo e Laives. Il Pd resterà a guardare?
 
«No, al contrario. Siamo pronti a fare fronte unico con l’Obmann della Volkspartei della Bassa Atesina. Il Pd, di cui sono il capogruppo a Laives, ha sempre considerato la mobilità un tema prioritario. Ora più che mai con il prezzo del petrolio alle stelle».
 Porterà l’argomento all’ordine del giorno della Comunità di valle?
 
«Devo parlarne prima con il presidente Schiefer, ma il tema è sicuramente interessante ed ha riflessi sovracomunali. Anche la Bassa Atesina può e deve interessarsi ad un progetto di mobilità sostenibile».


A rilanciare l’idea di un collegamento in superficie - poco importa se un tram (sul modello di quello concepito dall’ingegnere viennese Hermann Knoflacher per l’Oltradige) o un minimetro (basterebbe coinvolgere la Leitner, leader mondiale del settore) - per la Bassa Atesina è stato il senatore della Volkspartei Oskar Peterlini. «Si potrebbe progettare una linea circolare, in grado di collegare l’Oltradige con il capoluogo, ma anche con la Bassa Atesina».

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martedì, 29 luglio 2008


Treni, a San Giacomo serve la fermata

Ma Widmann ribadisce: «Meglio aspettare il tunnel fra Ora e Cardano»

Alto Adige, 29 LUGLIO 2008

 LAIVES. Si torna a parlare di una nuova stazione ferroviaria per San Giacomo: la propongono i consiglieri provinciali di Alleanza Nazionale-PdL Mauro Minniti ed Alberto Sigismondi riprendendo un’ipotesi avanzata da un gruppo di residenti. «È risaputo - sottolineano i due esponenti di An-PdL - che la popolazione di San Giacomo sta crescendo rapidamente anche a causa delle grandi aree edilizie messe a disposizione. Una stazione ferroviaria, similare magari a quella di Bolzano sud che serve la fiera non solo eliminerebbe alcuni disagi per la popolazione ma limiterebbe inquinamento e pericoli oltrechè il traffico. La Provincia - concludono nella loro interrogazione i due consiglieri provinciali - dovrebbe tenere conto in maniera estremamente seria di questa opportunità e di una esigenza di sicurezza e di salute di cui necessitano i cittadini». La proposta dei consiglieri Minniti e Sigismondi viene proprio a ridosso dei lavori, che si stanno ormai completando, della nuova stazione ferroviaria di Laives.
 Proprio di recente anche il vice sindaco Georg Forti aveva ribadito «l’opportunità di una fermata ferroviaria a San Giacomo, tenuto conto che lì la popolazione sta crescendo rapidamente anche per le grandi aree edilizie messe a disposizione. Se vi fosse questa fermata per San Giacomo il servizio di trasporto pubblico su binari sarebbe ottimo per tutti i nostri numerosi pendolari».
 Purtroppo la posizione della Provincia non lascia prospettive in tal senso: secondo l’assessore alla mobilità Thomas Widmann la soluzione si troverà con il passante ferroviario in galleria fra Ora e Cardano che renderà superflua la costruzione del ventilato terzo binario fra Ora (o Salorno) e Bolzano, con un risparmio di 40 milioni di euro e senza un eccessivo prolungamento dei tempi. La realizzazione del tunnel, nel quadro dell’ammodernamento della linea del Brennero in accordo con le Ferrovie, secondo l’assessore provinciale avrà la precedenza assoluta. I lavori potrebbero iniziare entro due anni e i binari percorribili entro altri due, al massimo tre anni, mentre il terzo binario, benché già progettato e finanziabile, fra valutazioni ambientali e soprattutto espropri, non potrebbe essere avviato comunque prima di due anni. Tanto vale quindi rinviare di uno o due anni e deviare gran parte dei 120-180 (con sviluppo previsto fino a 250) treni quotidiani fra Verona e il Brennero in galleria, lasciando i due attuali a totale disposizione del trasporto locale. (e.d.)
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venerdì, 18 luglio 2008


 Tram, progetto più vicino

Alto Adige, 17 LUGLIO 2008

 CALDARO. Dopo che anche il consiglio comunale di Bolzano ha approvato lo studio di fattibilità dell’esperto viennese Hermann Knoflacher, il tram sembra ormai essere la soluzione scelta per risolvere il problema del traffico intenso tra l’Oltradige e il capoluogo bolzanino.
 I Comuni di Caldaro e Appiano, infatti, già da tempo avevano approvato lo studio, secondo il quale l’intero progetto avrebbe un costo tra i 195 e i 225 milioni di euro. All’appello, insomma, mancava solo il parere del consiglio comunale di Bolzano e, ora che anche questo ha approvato lo studio, sembrano sfumare le altre soluzioni proposte, in primis quella del minimetro della Leitner.
 Il prossimo passo sarà quello di preparare il progetto definitivo. «Dovrebbe essere pronto tra sei-otto mesi - ha affermato nei giorni scorsi il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli -. Poi si passerà a quello esecutivo».
 A favore del progetto del tram, che permetterebbe di collegare Caldaro a Bolzano in appena 26 minuti, al massimo 30, era sceso in campo negli ultimi mesi anche il direttore dell’Unione commercio Dieter Steger. (l.p.)
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martedì, 17 giugno 2008


Nuova proposta della Leitner Mini-metro sotto viale Druso
La spesa preventivata è di 30 milioni dal Bivio al centro
Alto Adige, 14 GIUGNO 2008
  GIANCARLO ANSALONI


 BOLZANO. Minimetro o tram per il trasporto pubblico urbano (ma anche interurbano) lungo via Druso? Se è vero quanto illustrato da un tecnico della società Leitner di Vipiteno nel corso di una serata informativa organizzata dal presidente della circoscrizione Gries-San Quirino Gianni Frezzato nella sala civica di Via Mendola, non dovrebbero esserci dubbi: il minimetro potrebbe benissimo correre in sotterranea lungo tutta la via Druso, proprio come una metropolitana tradizionale, ma con una spesa ridotta ad almeno un decimo, senza impatti visivi e violazione della privacy degli abitanti degli alloggi al primo piano. Spesa preventivata, 30 milioni di euro, 1.800 euro annui di manutenzione, tempo di esecuzione circa due anni, senza paralizzare il traffico attuale per realizzare un tracciato di 3200 metri dal Bivio-Via Resia fino all’autosilo Centro di Via Mayr Nusser.
 Il pur ristretto pubblico che l’altra sera ha seguito la relazione tecnica del geometra Ermenegildo Zordan, tecnico appunto della Leitner, la società che ha progetto e realizzato in ogni continente impianti d’avanguardia, è uscito dalla sala con la netta impressione di essere stato fino ad oggi del tutto emarginato dall’amministrazione comunale in fatto di informazione a 360 gradi sui due sistemi tram-mini-metro, con lo sconcerto legato ad una scelta a favore del tram fondata su considerazioni apparse finora al cittadino comune, assai discutibili.
 Non per nulla il geometra Zordan ha espresso il rammarico e lo sconcerto della società per il rifiuto da parte del Comune di fronte alla proposta di uno studio comparativo fra i due sistemi. Lo stesso Zordan ha ammesso che la soluzione aerea, cioè dei vagoncini appesi ad una fune su piloni collocati al centro della carreggiata (senza sottrarre spazio quindi automezzi), può suscitare perplessità circa l’impatto visivo, oltre che timore sia per il rumore (peraltro al di sotto dei 45 decibel) sia per la vista sugli appartamenti. Ebbene, l’alternativa sarebbe una sotterranea, che presenterebbe enormi vantaggi anche collaterali.
 «Basterebbe un tunnel ad una profondità non superiore al piano di un normale edificio abitativo - ha spiegato Zordan - e l’occasione sarebbe ideale per un’altra importante infrastruttura: il canale di servizio. Tutti gli attuali cavi, tubi per acque bianche e nere, gas ed eventuale teleriscaldamento, verrebbero spostati a lato della strada in un canale di servizio separato e accessibile per riparazioni evitando i ricorrenti, malfamati scavi stradali». Al centro troverebbero spazio il doppio binario in galleria per i vagoncini (50 posti in piedi, frequenza uno al minuto) e gli “slarghi” di pochi metri quadri per le sette fermate proposte (via Resia, caserme Huber, via Sorrento, piazza Adriano, Eurac e Centro). La metro uscirebbe all’aperto all’imbocco di ponte Druso, svolterebbe a destra verso il ponte in ferro della ciclabile e, scavalcato ponte Loreto, arriverebbe all’autosilo collegandosi alla funivia del Colle. Tempo di percorrenza 11-12 minuti, portata 2.000 persone l’ora.
 Si tratterebbe di un progetto flessibile, nel senso che sul minimetro urbano potrebbe innestarsi il collegamento (preferibilmente su piloni) con l’Oltradige da Caldaro a Ponte Adige, un ramo sempre su fune per l’ospedale e un altro per i rioni Casanova e Firmian: tutti progetti illustrati in dettaglio dalla Leitner con spesa, costi di manutenzione, tempi di percorrenza delle singole tratte e innesti con la ferrovia a Ponte Adige.


Tutti i vantaggi rispetto alla soluzione scelta dal Comune
«Molto meglio del tram»

 BOLZANO. Può un tram coprire il tragitto Caldaro-Bolzano in 30 minuti o poco più, accodandosi al traffico privato lungo Via Druso? Impensabile anche per un profano. Questa premessa ha agevolato Zordan nel far pendere la bilancia in netto favore del progetto minimetro della Leitner, sia per il tronco cittadino, sia per l’Oltradige: I costi: 30 milioni per il primo impianto, 45 per il secondo; totale di 75-80 milioni di euro da Caldaro a Bolzano Centro, contro una previsione ancora vaga per il tram che oscillerebbe dai 150 ai 350 milioni. A favore del minimetro Zordan ha aggiunto la gestione centralizzata degli impianti in una sala computer, niente personale viaggiante, semplicità di manutenzione, alta redditività in grado di coprire l’investimento in alcuni decenni, basso consumo di energia elettrica. (gi.an.)

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mercoledì, 04 giugno 2008


Pressing per il tram dell’Oltradige
La giunta approva lo studio di fattibilità, poi voto in Consiglio
MOBILITA’ Via libera all’ipotesi firmata Knoflacher

 BOLZANO. Il tram Bolzano-Oltradige arriva in consiglio comunale. La giunta ha approvato ieri mattina la delibera che autorizza la realizzazione del progetto di collegamento su rotaia, secondo lo studio di fattibilità elaborato dall’ingegner Hermann Knoflacher.
 Il 12 giugno la delibera verrà presentata in consiglio comunale. In questo modo le amministrazioni dei Comuni interessati, spiega il sindaco Luigi Spagnolli, puntano a dare più peso possibile al progetto. E’ ancora tutto aperto infatti il capitolo dei finanziamenti provinciali.
 Pochi giorni fa lo studio di fattibilità è stato approvato dalla commissione Ambiente e traffico (voto contrario dell’opposizione). Progetto complesso (Spagnolli ricordava ieri che ad Appiano andrà allargato il sedime della sede stradale), potrebbe però sfociare in un percorso «da sogno», spiega ancora il sindaco, «con le rotaie che arrivano da Bolzano al lago di Caldaro». Turismo a parte, il tram viene sponsorizzato dai sindaci come alternativa all’auto per le migliaia di pendolari che lavorano nel capoluogo.
 Capitolo finanziamenti. In Provincia attendono di vedere qualcosa di più. Spagnolli chiarisce: «Tra pochi mesi si va al voto per le provinciali. Ci sarà un accordo di coalizione, che spero vedrà ancora protagonista la mia parte politica. Chi parteciperà alle trattative dovrebbe chiedere l’inserimento del tram per l’Oltradige come uno degli impegni importanti per il prossimo governo provinciale».
 All’inizio di marzo Spagnolli e i sindaci di Appiano e Caldaro consegnarono al presidente provinciale Luis Durnwalder lo studio di fattibilità elaborato da Knoflacher. L’accoglienza fu tiepieda. Idea interessante, commentò Durnwalder, tecnicamente realizzabile, ma con un grosso problema per i finanziamenti. Si parla infatti di un impegno da 2-300 milioni, con in più la complicazione degli espropri dei terreni. Ma i Comuni non si lasciano scoraggiare e forti dell’alleanza a tre continuano il pressing. Importante dunque, se non altro dal punto di vista simbolico, sarà il voto nei consigli comunali per dare il senso che la città e i paesi dell’Oltradige sostengono il tram.
 Le stime del traffico parlano di 10 mila auto di pendolari che ogni giorni arrivano a Bolzano da quella zona.

Alto Adige 4-6-08



Mobilità Via libera all'unanimità dell'esecutivo. «Fondi nel patto di coalizione»

Il tram per l'Oltradige va in consiglio

Corriere dell'Alto Adige2008-06-04

BOLZANO — In attesa di risolvere i suoi problemi politici, la giunta comunale «si attacca» al tram per L'Oltradige. Ieri è arrivato il via libera (all'unanimità) al progetto di massima elaborato dall'ingegnere austriaco Hermann Knoflacher. Il prossimo passaggio è il voto del consiglio comunale, previsto per la seduta del 12 giugno.
A dare l'annuncio, nella consueta conferenza stampa del martedì, è stato il sindaco Spagnolli. Con l'imminente approvazione del consiglio comuna-le, il capoluogo si accoderà solennemente alle decisioni già prese dai Comuni di Appiano e Caldaro. Ma qual è il significato di questo ulteriore passaggio? Da un lato l'ok alla delibera serve per sistemare alcune pendenze tecniche, come la liquidazione dell'onorario dovuto a Knoflacher. Ma un'approvazione formale in consiglio (sollecitata anche da un'apposita mozione del presidente dell'assemblea Rudy Benedikter) servirà soprattutto a dare slancio mediatica a un progetto che, per decollare, ha bisogno di un vasto consenso istituzionale e popolare. Solo così i tre Comuni interessati avranno chance nel tentativo di coinvolgere la Provincia, la cui capacità finanziaria è indispensabile per realizzare un'operazione da 230 milioni di euro (secondo le stime).
Spagnolli, a questo proposito, guarda già alla scadenza delle prossime Provinciali. «Mi auguro — ha detto ieri il sindaco — che il finanziamento di questo progetto possa essere inserito nel patto di coalizione che verrà stipulato dalla coalizione che governerà la provincia nei prossimi cinque anni». Resta il nodo del percorso extraurbano. «Mi piacerebbe che il tram arrivasse fino al lago di Caldaro » ha detto Spagnolli.
F. Cle.

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martedì, 06 maggio 2008


Tram, studio consegnato a Widmann
Alto Adige, 04 MAGGIO 2008
 

 CALDARO. «È giusto pensare ad un progetto innovativo per il futuro della viabilità tra Caldaro e la città, ma bisognerà analizzare con attenzione se il tram sia davvero la soluzione migliore». Questo il commento dell’assessore proviciale alla mobilità Thomas Widmann dopo che ha ricevuto lo studio di fattibilità per il tram tra l’Oltradige e il capoluogo, firmato dall’esperto viennese Hermann Knoflacher. A consegnarglielo personalmente di recente sono stati i sindaci e gli assessori alla viabilità dei tre Comuni interessati dal progetto, ovvero Appiano, Caldaro e Bolzano.
 «Ho preso l’impegno di analizzare con attenzione le 150 pagine dello studio condotto da Knoflacher - spiega ancora Widmann -. Ci sono diversi punti che non possono essere trascurati. Prima di tutto bisogna verificare se si tratta della soluzione migliore e, poi, si dovrà prendere in considerazione anche la fattibilità economica, dato che il progetto prevede un impegno finanziario notevole. E poi c’è la questione della disponibiità dei terreni». Secondo il progetto da 230 milioni, infatti, la partenza del tram è prevista dal piazzale delle Cantine a Caldaro, mentre il capolinea sarebbe la funivia del Renon. Per Bolzano si ipotizzano due varianti: la prima lungo via Druso, via Marconi, piazza Verdi e via Garibaldi e la seconda per via Milano, via Torino e via Firenze.
 I Comuni di Appiano e Caldaro attendono intanto la presa di posizione del consiglio comunale di Bolzano. «Entro due mesi Bolzano dovrà esprimersi in merito al progetto - spiega il sindaco di Caldaro Wilfried Battisti Matscher - Verso la fine di giugno ci rincontreremo per stabilire le tempistiche». Mentre il sindaco di Bolzano si sofferma sul problema dei costi, i primi cittadini dell’Oltradige sono decisi a proseguire su questa strada. «Credo che il tram sia la soluzione migliore, appoggiata dalla popolazione - conclude Battisti Matscher -. D’altronde anche l’assessore Widmann si è congratulato per l’iniziativa».n (l.p.)
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venerdì, 11 aprile 2008
 San Giacomo, torna l’ipotesi stazione

 Grasso (Prc): terzo binario e metro di superficie per uscire dalla morsa del traffico
  Alto Adige, 03 APRILE 2008

 LAIVES. Una delle speranze per Laives e San Giacomo di uscire dalla morsa del traffico è senz’altro quella di aumentare il trasporto su rotaia, ossia il treno e in particolare la cosiddetta «metropolitana di superficie» per collegare la città con Bolzano. Un’ipotesi affascinante e auspicata da molti, ma che ancora sembra essere ferma allo stadio embrionale. Ora l’argomento torna di attualità per un’interrogazione rivolta da Rosario Grasso, consigliere comunale di Rifondazione, alla giunta. «La soluzione ai problemi del traffico e della viabilità - dice Grasso - va individuata puntando decisamente sul treno su cui deve confluire sinergicamente il trasporto pubblico su gomma. Non possiamo che essere lieti dunque delle prese di posizione di qualche tempo fa da parte di autorevoli esponenti dell’Svp sulla necessità di una stazione ferroviaria a S. Giacomo. Ne deduciamo che alla fine all’interno della maggioranza sia prevalsa la soluzione terzo binario e metropolitana di superficie che sembrava essere stata accantonata quando ci si è sbilanciati sull’ipotesi tram. Le stazioni di S. Giacomo e di Oltrisarco ne sono la condizione necessaria e vanno costruite senza perdere ulteriore tempo». Partendo da questa premessa, Grasso pone alcune domande all’esecutivo guidato da Polonioli: «Quali passi concreti siano stati intrapresi dall’amministrazione al fine di raggiungere in tempi ravvicinati l’obiettivo di avere una stazione ferroviaria a S. Giacomo? Il Comune di Bolzano converge sull’ipotesi in questione? Sono state riscontrate opposizioni? E se sì, da chi e come si intende superarle?». Dalla risposta a queste domande si capirà anche quali sono oggi le intenzioni della giunta comunale, anche se si tratta di progetti per i quali sono necessari il via libera e i soldi della Provincia.
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giovedì, 28 febbraio 2008


«San Giacomo ha bisogno del treno»
Il vice sindaco: fermata indispensabile, la frazione cresce
La giunta comunale insiste. Intanto prende forma la nuova stazione cittadina. Migliori collegamenti
  Alto Adige, 28 FEBBRAIO 2008


 LAIVES. La nuova stazione ferroviaria sta prendendo forma rapidamente e parlando di collegamenti con Bolzano, si guarda anche alla opportunità di avere una fermata dei treni pure a San Giacomo. «Per l’Oltradige in questi giorni si parla del tram - dice il vice sindaco Georg Forti - mentre da noi, che abbiamo una situazione diversa, una soluzione sarebbe proprio quella del treno».
 Forti quindi spiega che sarebbe opportuno avere anche la fermata ferroviaria a a San Giacomo, tenuto conto che lì la popolazione sta crescendo rapidamente anche per le grandi aree edilizie messe a disposizione. «Una linea tranviaria andrebbe incontro a problemi notevoli vista la situazione esistente - afferma Forti - mentre invece potrebbe essere proprio il treno la soluzione di tanti problemi. La nuova stazione ferroviaria sta prendendo forma; se vi fosse anche la fermata per San Giacomo il servizio sarebbe ottimo per tutti i nostri numerosi pendolari».
 Insieme alla stazione, l’intervento in corso a Laives prevede anche la trasformazione dell’area attorno. «Sono tante le automobili che ogni giorno vengono parcheggiate nei pressi della nostra stazione ferroviaria - continua Forti - e prevediamo quindi di ampliare l’area adibita a parcheggio, così come potenzieremo la dotazione di portabici».
 A proposito di collegamenti fra la stazione ferroviaria e il resto del territorio comunale, oltre al bus circolare della Sasa e al Taxi bus che fa la spola con Vadena e Bronzolo, è in previsione l’allestimento di un servizio anche verso Pineta monte. Se ne sta occupando l’assessorato provinciale e tra non molto dovrebbe essere chiaro quale tipo di mezzo verrà utilizzato, se un bus circolare oppure un Citybus, come già succede in altre realtà della provincia. Come aveva avuto modo di sottolineare lo stesso assessore Thomas Widmann, proprio l’arrivo imminente della nuova stazione ferroviaria di Laives impone un potenziamento del servizio di trasporto sul territorio. C’è un intero quartiere, come Pineta alta, che non è servito da alcun mezzo pubblico, nonostante vi risiedano centinaia di famiglie. E’ una situazione che va affrontata e risolta e con ogni probabilità lo si farà con una linea interna di Citybus.
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martedì, 19 febbraio 2008

Previsto un collegamento con partenza da Caldaro e capolinea alla funivia del Renon
Tram, ecco il progetto da 230 milioni
    MASSIMILIANO BONA   Alto Adige, 19 FEBBRAIO 2008


 BOLZANO. Presentato in anteprima ai comuni di Bolzano, Appiano e Caldaro lo studio di fattibilità per il tram - firmato dall’esperto viennese Hermann Knoflacher - che collegherà l’Oltradige al capoluogo. La partenza è prevista dal piazzale delle Cantine, a Caldaro, mentre il capolinea sarà la funivia del Renon. Per Bolzano sono state ipotizzate due varianti: la prima lungo viale Druso, via Marconi, piazza Verdi e via Garibaldi e la seconda per via Milano, via Torino e via Firenze. Il costo: 230 milioni.
 L’ingegner Knoflacher ha redatto, assieme al collega Harald Frey, uno studio di fattibilità di un centinaio di pagine, nel quale viene illustrato - nel dettaglio - il tracciato della tramvia. Caldaro e Appiano hanno già dato il via libera alla proposta, mentre Bolzano tratterà l’argomento a breve. «Entro il mese di marzo - promette l’assessore alla mobilità Klaus Ladinser - presenterò l’interessante soluzione in giunta».
 L’invito a stringere i tempi viene dai colleghi dell’Oltradige Manfred Schullian e Peter Pardatscher, ma anche dal sindaco di Caldaro Wilfried Battisti Matscher. «Presenteremo a breve lo studio - spiega Schullian - al presidente della Provincia Luis Durnwalder, in modo tale da iniziare a ragionare sulla questione finanziamenti».
 I costi preventivati oscillano tra i 200 ed i 230 milioni di euro. «L’esperto viennese - sottolinea il sindaco di Caldaro - ha dimostrato che ci sono le condizioni per raggiungere il centro di Bolzano in 26 minuti, nella migliore delle ipotesi, ed in 30 nella peggiore. L’obiettivo, per i tre comuni coinvolti, deve essere quello di inserire il progetto nel programma dei lavori pubblici della Provincia della prossima legislatura». Idee chiare, dunque, con l’incognita Leitner. Prima che si arrivi ad una decisione - scegliendo il tram e non il minimetro - l’azienda dell’Alta val d’Isarco potrebbe studiare eventuali contromosse. «Bisogna stringere i tempi - aggiunge Schullian - e tirare le somme, per poi fare una scelta condivisa e iniziare con la progettazione vera e propria». Nel giro di 8/10 anni Bolzano potrebbe, realisticamente, disporre di un tram.
 Lo studio. L’ingegner Hermann Knoflacher, per quanto attiene Bolzano, consiglia di prevedere il capolinea all’altezza della funivia del Renon e non alla Stazione, come ipotizzato inizialmente. «In tal modo - spiega l’esperto viennese - si potrebbe sfruttare a dovere un potenziale turistico aggiuntivo». Inoltre nei pressi della funivia è già disponibile un ampio areale, da adibire a officina, di proprietà delle Ferrovie.
 In città. Per Bolzano sono state studiate più soluzioni, ma la più gradita è la variante 1 (linea rossa), lungo viale Druso, ponte Druso, via Marconi, piazza Verdi, via Garibaldi e via Renon. In alternativa c’è la seconda variante (linea viola) che prevede l’attraversamento - dalla stazione di Ponte Adige - della zona Bivio e di via Resia, con successivo ingresso in via Milano, via Torino e via Firenze e ricongiungimento in viale Druso poco prima del ponte.
 «Dalla stazione di Bolzano (o dalla funivia del Renon) fino a quella di ponte Adige - assicura Knoflacher - il tracciato si svilupperà in superficie». Previsto anche un collegamento con l’ospedale, che - secondo Knoflacher - potrebbe essere realizzato anche ricorrendo a bus-navetta (dall’incrocio via Resia-viale Druso). «Oltre alla fermata in via Resia - spiega il sindaco di Caldaro Battisti Matscher - a Bolzano sarebbe utile prevederne un’altra in piazza Adriano». Dal bivio Merano/Mendola (la rotatoria sulla SS 38) il tracciato prosegue per via Castel Firmiano (strada provinciale 18) fino alla stazione di Ponte Adige.
 In Oltradige. La tramvia continuerà, quindi, per Frangarto e alla rotatoria Pillhof sarà realizzato un tratto interrato, in modo tale da superare la cava Mederle. «Nel tratto che si sviluppa in Oltradige - spiegano il sindaco Battisti Matscher e l’assessore alla viabilità Manfred Schullian - sono previste fermate ulteriori all’altezza dell’ex stazione di Appiano e a Ganda di Sotto, nei pressi di Crocevia». Proprio tra Crocevia e Pillhof bisogna mettere in conto una serie di espropri, con trattative che si annunciano complesse. Non avrà alcun problema Caldaro, che sfrutterà il tracciato dell’ex Ferrovia.

MICHIELLI (SASA)
«Prima di scegliere il mezzo di trasporto ideale bisognerebbe approvare un piano della mobilità»

  BOLZANO. Ardelio Michielli, ex presidente ed attuale consulente Sasa, ritiene che la discussione - in atto da tempo - sui mezzi di trasporto da utilizzare in città sia perfettamente inutile se prima non viene approvato il piano della mobilità. «L’opinione pubblica - spiega Michielli - è stata informata attraverso le dichiarazioni dei responsabili dei vari enti locali sulle prospettive future, mettendo a confronto e per certi versi quasi in concorrenza tra loro diverse opzioni dei mezzi di trasporto: treno, metropolitana di superficie, metrobus e tram. Tale discussione è inutile e deviante rispetto alla tematica di fondo che dovrebbe essere risolta dagli organi competenti. Sarebbe più produttivo se questa discussione venisse aperta più per ricercare soluzioni per il miglioramento del traffico cittadino, che esprimendo preferenze sul modo di trasporto. Al cittadino di via Resia interessa relativamente se può raggiungere il centro con metro, tram o bus: l’importante è che possa contare su un’offerta di servizio che sia veloce, regolare, con frequenze adeguate e la fermata sia vicina alla propria abitazione». Di quali elementi sarebbe utile disporre prima di scegliere? «Bisogna quantificare il volume degli spostamenti e dei flussi di traffico in città, per e dalla città; individuare degli spazi da destinare con priorità al mezzo pubblico; determinare i finanziamenti disponibili per realizzare la struttura e la rete di trasporto; esaminare attentamente l’aspetto ambientale. Solo dopo aver selezionato questi aspetti si può scegliere quale tipologia di di trasporto è più compatibile e funzionale agli obiettivi fissati. A determinare questi parametri devono essere il piano della mobilità o i piani comunali o intercomunali della viabilità e del traffico». Per Michielli, dunque, il rischio è quello di avventurarsi in chiacchiere inutili e fuorivianti.

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mercoledì, 06 febbraio 2008




Minimetro: ok
Alto Adige, 03 FEBBRAIO 2008

 LAIVES. Anche per Alleanza Nazionale, una linea di metropolitana leggera tra Laives e Bolzano sarebbe opportuna. «Potrebbe dare nuovo impulso agli scambi, anche commerciali», ha spiegato Daniele In guscio, presidente del circolo An cittadino. Che i trasporti e la viabilità in generale (con casello A22 e variante) siano determinanti anche per il settore commerciale e produttivo lo hanno sottolineato i vari rappresentanti del partito intervenuti ieri mattina. (b.c.)
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mercoledì, 06 febbraio 2008


«Minimetro da noi»
Oltrisarco preme: è il progetto ideale per risolvere il problema dei pendolari
Alto Adige, 03 FEBBRAIO 2008

 BOLZANO. Continua a far discutere il minimetro. Nonostante la frenata del sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, le voci a favore del progetto della Leitner si moltiplicano. Ora si schiera anche il quartiere Oltrisarco per bocca del suo presidente Giovanni Barborini: «Il minimetro - è convinto Barborini - darebbe una reale alternativa alle migliaia di persone che quotidianamente si recano a Bolzano per lavoro e per studio. La nostra circoscrizione si dichiara quindi assolutamente d’accordo con il progetto: va fatto innanzitutto uno studio di fattibilità, con i risultati da confrontare con quelli di un eventuale tram. Collegare Laives e San Giacomo al capoluogo è indispensabile, e con il minimetro si darebbe una risposta concreta alle esigenze della gente, oltre che garantire una viabilità “pulita”. Dare una visione alternativa ai pendolari è irrinunciabile e il problema dei pendolari provenienti dalla Bassa Atesina va affrontato con la stessa energia di quello dei pendolari che arrivano da Appiano e Caldaro. Ci prenotiamo già da oggi - chiude Barborini con un invito - per ospitare la Leitner in consiglio di quartiere per visionare il loro progetto di minimetro».
 La richiesta di Oltrisarco va ad aggiungersi a quella di Laives. Il sindaco Giovanni Polonioli, infatti, fin da subito si è schierato a favore del minimetro: «Avrebbe un costo sostenibile, occuperebbe poco spazio e non creerebbe fastidi a nessuno. Altre proposte lanciate in passato come il tram o il terzo binario lungo la ferrovia non sarebbero invece realizzabili». Anche l’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann aveva invitato il Comune di Bolzano a non far cadere il progetto della Leitner («è una soluzione innovativa per il traffico cittadino, Bolzano dovrebbe avere più coraggio»), e alla fine anche l’assessore alla mobilità del Comune Klaus Ladinser ha voluto aprire uno spiraglio: «Quella del minimetro è un’ottima operazione, e anche se Bolzano e Perugia sono due realtà diverse, potrebbe comunque essere una valida soluzione per collegare la zona produttiva e Laives: in quest’area non ci sarebbero i problemi di spazio che invece abbiamo nel resto della città, dove il minimetro non si può realizzare perché correrebbe all’altezza dei secondi piani dei condomini: impossibile».
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mercoledì, 06 febbraio 2008



«Minimetrò? Sì, solo tra Bolzano sud e Laives»
Alto Adige, 02 FEBBRAIO 2008

 BOLZANO. «Nulla da dire sull’operazione minimetrò di Perugia, se non che è ottima. Però non si può attuare a casa nostra. È inutile illudersi: Perugia e Bolzano sono realtà diverse». L’assessore alla viabilità Klaus Ladinser smorza così gli entusiasmi di chi sognava di risolvere i gravi problemi del traffico con il minimetrò. Ma non chiude del tutto la porta, uno spiraglio rimane e riguarda il possibile collegamento tra la zona produttiva e Laives: «Lì si potrebbe pensare di realizzare un minimetrò. Non ci sono problemi di spazio come nel resto della città».
 Il minimetro. La Leitner è famosa in tutto il mondo per i suoi progetti innovativi nel campo negli impianti e nei mezzi di trasporto a fune. È di pochi giorni fa l’inaugurazione del minimetro di Perugia. Un successone.
 Ma perché non chiedere alla Leitner di fare almeno uno studio di fattibilità per un minimetro a Bolzano?
 «La cosa ovviamente è già stata presa in considerazione - assicura Ladinser - e alla fine esclusa. Perugia non è Bolzano. Da noi l’impatto sarebbe troppo forte perché le strade sono strette in mezzo alle case. Abbiamo verificato che un minimetro correrebbe all’altezza del secondo piano dei condomini. In sostanza i passeggeri “entrerebbero” nelle cucine e nei salotti delle case. È inutile dunque inseguire il sogno del minimetro. Almeno per quanto riguarda la città».
 Laives. Ciò non significa però escludere del tutto l’ipotesi del minimetro.
 «Potrebbe andare bene - dice l’assessore Ladinser - per collegare la zona produttiva a Laives. Lì lo spazio ci sarebbe, varrebbe la pena provare». Sarebbe già un passo avanti, considerato che a Bolzano sud oggi c’è un’altra città. Moltissimi coloro che arrivano da Laives e Bassa Atesina in macchina, perché i collegamenti con l’autobus sono troppo lenti.
 Il minimetro faciliterebbe i collegamenti e alleggerirebbe la pressione del traffico sulla parte sud della città.
 Le ricette. Per alleggerire la pressione del traffico abbondano: si va dal raddoppio dell’arginale all’interramento dell’arteria in via Galilei, alla circonvallazione sotto Monte Tondo. Ma allo stato attuale il progetto più concreto al quale si sta lavorando assieme ai Comuni di Appiano e Caldaro è quello del tram.
 Il tram. Lo studio di fattibilità è stato dato al professor Hermann Knoflacher dell’università di Vienna che, entro breve, dovrà indicare il tracciato migliore del nuovo tram che collegherà Bolzano ai principali comuni dell’Oltradige, Appiano e Caldaro.
 «Entrerà in città da via Castel Firmiano - spiega l’assessore Ladinser - e risalirà per via Druso, arrivando fino in piazza stazione. Il nuovo mezzo non creerà problemi alla viabilità, perché correrà su un binario a filo dell’asfalto. Ciò significa che non si dovrà ridurre la carreggiata, perché tram e auto potranno convivere». La speranza che si faccia, deriva dal fatto che la situazione tra Bolzano e l’Oltradige è al collasso. Le cifre parlano chiaro. Tra Appiano e Bolzano circolano ogni anno 3,1 milioni di vetture; tra Appiano e Caldaro 798 mila. Ci sono i pullman della Sad, ma, nelle ore di punta, per arrivare a Bolzano da Caldaro impiegano anche 54 minuti. Troppi.
 Il tram dimezzerebbe i tempi: 25 minuti al massimo, per andare da Caldaro a Bolzano (e stesso tempo per il percorso opposto), con convogli che dovrebbero partire ogni 15 massimo 30 minuti. Costo del biglietto per la singola corsa: 65 centesimi. Costo dell’operazione: 2-300 milioni di euro.
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venerdì, 01 febbraio 2008



Leitner insiste: «Minimetro anche a Bolzano»
Seeber: il tram sarebbe un flop. Polonioli: «Studiamo una linea anche per Laives»
 Alto Adige, 01 FEBBRAIO 2008 DAVIDE PASQUALI


 BOLZANO. Dopo l’inaugurazione del suo minimetro a Perugia, martedì scorso, ora la Leitner di Vipiteno torna alla carica: «Sarebbe la soluzione ideale anche per Bolzano, e invece la giunta lo esclude a priori; preferisce il tram senza aver commissionato studi comparativi», dichiara il presidente della spa, Michael Seeber. La Uil approva: occorre un progetto di fattibilità. Infine, dopo il placet dell’assessore Widmann, si schiera a favore del minimetro pure il sindaco di Laives Polonioli: facciamolo.
 «Bolzano deve dare una risposta efficace sia alla mobilità interna che a quella dei pendolari, in particolare di Laives o di Caldaro-Appiano, i quali, oggi, hanno oggettivamente meno proposte concrete alla loro domanda di trasporto pubblico». Lo dice in una nota il segretario provinciale della Uil Toni Serafini, proseguendo poi così: «Vanno quindi fatti dal Comune, di concerto con Provincia e Comunità comprensoriale Bassa Atesina-Oltradige, progetti di fattibilità che diano una risposta efficace ed efficiente alla domanda di mobilità». Serafini parla apertamente non solo di opzione tram, ma pure del minimetro. Almeno prenderlo in considerazione, confrontarlo.
 La soluzione minimetro piace in modo particolare al sindaco di Laives Giovanni Polonioli: «Nemmeno la variante alla statale 12, pronta per il 2011, risolverà il probelma traffico a Laives. Abbiamo ormai capito che la metropolitana di superficie, il “terzo binario” sulla ferrovia, non è realisticamente fattibile; il tram invece non ci starebbe, oppure bisognere sistemarlo in mezzo alla strada, e allora bloccherebbe il traffico; così non risolveremmo nulla. Sono invece assolutamente favorevole a prendere in considerazione la proposta avanzata dalla Leitner: il minimetro da Laives a Bolzano avrebbe un costo sostenibile, occuperebbe poco spazio, non creerebbe fastidi a nessuno. Come minimo, sarebbe il caso di effettuare al più presto uno studio di fattibilità». Che finora, in Comune, nessuno ha mai commissionato a chicchessia.
 Proprio quello che più stupisce il presidente di Leitner Technologies, Michael Seeber. Successi con il minimetro non solo a Perugia, ma a Hannover, Medellin, Innsbruck. Contatti con Ragusa, Trieste, Lamezia Terme. Lo stesso sindaco Spagnolli era presente all’inaugurazione di Perugia, come pure a quella di Innsbruck. «Ha ammirato - dice Seeber - ma poi ha subito precisato che il nostro sistema di trasporto sopraelevato con cabine trainate da una fune, per Bolzano, non va. Non dico lo si debba fare per forza, ma, per favore, almeno si commissioni ad un professionista uno studio di fattibilità, da mettere a confronto con quello del tram». A detta di Seeber, così facendo se ne scoprirebbero delle belle.
 Le ipotesi della Leitner sono almeno quattro: un collegamento da Ponte Adige o Firmian al Centro, lungo viale Druso, ponte «giallo» della ciclabile e Lungoisarco, fino al parcheggio Mayr Nusser; oppure, collegamento dalla Fiera al Mayr Nusser, sempre lungo l’Isarco; poi, Laives-Bolzano; infine, volendo, anche da Caldaro-Appiano. Costo, tra i 7 e 14 milioni di euro a chilometro, a seconda che si opti per la tecnologia più semplice (agganciamento fisso della cabina alla fune traente) o quella più innovativa (agganciamento automatico). Fra i tre e i quattromila passeggeri l’ora in entrambe le direzioni, cabine che viaggiano a tre metri da terra, con un pilone di sostegno ogni 25 metri, alla velocità di 25 chilometri l’ora. Poco l’ingombro a terra, che si potrebbe anche rendere nullo, interrando la linea lungo viale Druso, con spesa non eccessiva, perché il sistema è più snello di una metropolitana sotterranea.
 «Ottimo sarebbe il collegamento dei nuovi quartieri Firmian e Casanova, per non parlare del tratto verso l’ospedale. Lì è in fase di realizzazione un megaparcheggio, che per sopravvivere economicamente necessiterà di un notevole afflusso, superiore a quello generato dal San Maurizio. Lì potrebbero parcheggiare i pendolari che provengono da Merano e dintorni».
 Quello che Seeber tiene a rimarcare, però, è che nessuno, in Comune, si è premurato, prima di scegliere, di effettuare uno studio comparativo, «perché il tram Translohr che hanno intenzione di realizzare, su gomma, è assai problematico, come dimostrano le recenti installazioni, per esempio a Padova: costa come minimo il triplo, deraglia facilmente, il profondo monobinario centrale fa cadere scooteristi e ciclisti...».
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mercoledì, 28 novembre 2007


«Più treni per i pendolari»

Bassa Atesina Dopo i consumatori, in campo i partiti

Corriere dell'Alto Adige  data: 2007-11-28

BOLZANO — Dopo la petizione dei pendolari, arrivano prese di posizione trasversali su una ridiscussione degli orari invernali delle ferrovie.
Il consigliere comunale Sd, Guido Margheri chiede a Provincia ed ente ferroviario di «attivarsi affinchè l'offerta per i pendolari non sia ridotta con conseguente aumento del traffico automobilistico privato a scapito del capoluogo anche in considerazione del fatto che eventuali tagli ai servizi ferroviari andrebbero in direzione opposta rispetto agli obiettivi indicati nel Piano Stategico del Comune». Margheri aggiunge: «Occorre concertare con i sindaci della Bassa Atesina un'iniziativa comune per il potenziamento dei servizi ferroviari analogo a quello realizzato sulla linea Merano-Bolzano, considerato anche che il finanziamento da parte della Provincia dello studio di fattibilità relativo al potenziamento della linea Monaco-Verona sul tratto tra Bronzolo e Salorno appare palesemente in contrasto con un taglio dei servizi attuali».
Interviene anche il consigliere provinciale di Unitalia, Donato Seppi con una mozione che inviterebbe — se approvata — la giunta di palazzo Widmann «a prendere immediati contatti con i responsabili di Trenitalia invitando la società di gestione della ferrovia a rispettare gli attuali standard di trasporto persone per la Bassa Atesina e quindi a sollecitare un intervento immediato affinché rimanga invariato il servizio attuale dove lo stesso prevede anche le fermate nelle stazioni di Salorno e Magrè».
Questo «per evitare disagi enormi a centinaia di lavoratori, di studenti e di utenti che si servono del servizio ferroviario». Aggiunge Seppi: «Proprio i cittadini che più di altri, per necessità e senso civico, sono avvezzi all'uso del treno per raggiungere il posto di lavoro o di studio risulterebbero penalizzati in maniera gravissima da una simile programmazione di Trenitalia che andrebbe già in vigore con il 9 di dicembre».

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domenica, 18 novembre 2007

Caldaro. Dibattito dopo la presentazione delle proposte da parte della Leitner. Da definire l’incontro con Knoflacher

 Minimetro, sì della Lista civica al progetto

Alto Adige, 17 NOVEMBRE 2007   MANUEL BONA


 CALDARO. Minimetro tra Bolzano e l’Oltradige: l’idea piace alla Dorfliste, il maggior partito di opposizione a Caldaro, che sul piatto mette anche un minor consumo di energia unito a costi di gestione più bassi. L’argomento è tornato d’attualità dopo che l’altro giorno la Leitner è scesa in campo presentando le sue proposte ai consigli comunali di Appiano e della stessa Caldaro.
 «Il progetto del minimetro - affermano i tre consiglieri Irene Hell, Harald Weis e Heidi Egger - forse non è ancora del tutto maturo per quanto attiene il tracciato, ma esso presenta vantaggi innegabili rispetto ad altre soluzioni».
 I tre consiglieri della lista civica poi entrano nel dettaglio dei «pro» e dei «contro». «Tra i vantaggi ci sono costi di gestione più bassi, l’impiego di meno personale, un consumo inferiore di energia e un’alta frequenza delle corse. I convogli, da 50 posti, circolerebbero ogni 5 minuti. Ciò consentirebbe di trasportare sul Minimetro, sistema già adottato con successo ad Innsbruck e Perugia, 1.500 persone l’ora in una direzione ad un costo di gestione di 2,2 milioni di euro all’anno».
 Come conferma la Dorfliste ci sono però da mettere in conto anche degli svantaggi. «Quello più evidente è la velocità bassa, massimo 40 chilometri, oltre alla lunghezza del collegamento, che può arrivare fino a 10 chilometri per questioni di natura tecnica. Il minimetro, pertanto, potrebbe coprire tutto l’Oltradige e arrivare fino a Castelfirmiano». Per la Dorfliste, in ogni caso, la proposta dell’azienda di Vipiteno è tutt’altro che da scartare. «Il progetto - spiegano i tre consiglieri - andrebbe ritoccato in base alle esigenze della popolazione dell’Oltradige, ma anche di Bolzano. Si tratta, indiscutibilmente, di una valida alternativa al traffico in auto».
 Ora in Oltradige si attende che venga presentata - in una data ancora da definire - la proposta dell’esperto viennese Knoflacher su «pro» e «contro» del tram: l’illustrazione è già stata fatta a Bolzano e ha aperto il fronte tra chi sostiene il tram e chi, invece, il progetto di minimetro della Leitner. In tutto questo sarà fondamentale capire l’orientamento della Provincia, che aspetta dai Comuni una proposta definitiva prima di prendere posizione.
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giovedì, 15 novembre 2007


Minimetro, scende in campo la Leitner
Il gigante dei trasporti punta a realizzare il collegamento Ma c’è ancora l’ipotesi tram
  GIOVEDÌ, 15 NOVEMBRE 2007     MANUEL BONA


 APPIANO. La Leitner ha confermato di essere interessata a realizzare il collegamento veloce che dall’Oltradige porterà a Bolzano. A questo scopo l’azienda di Vipiteno ha preso parte a una serata informativa presso la Lanserhaus di San Michele alla quale erano presenti i consiglieri comunali di Appiano e Caldaro. Nel corso dell’incontro sono state presentate le opzioni possibili.
 Per ora la Leitner ha avanzato le sue proposte solo a titolo informativo. «Principalmente - spiega la giunta di Appiano - sono state messe a confronto le caratteristiche di un collegamento con il Minimetro con quelle di un impianto a fune e questo a livello di prestazioni complessive, costi di gestione, tempi di percorrenza, impatto ambientale e quant’altro. Fino ad arrivare alla vera sfida, rappresentata dalla soluzione ideale per l’Oltradige».
 Nel corso della presentazione, che ha ricalcato per sommi capi quella avvenuta nei mesi scorsi a Bolzano, si è parlato di tempi di attesa, di ore di punta e soprattutto di collegamenti con le frazioni limitrofe, che era quanto interessava in modo particolare ai politici dell’Oltradige, sempre alla ricerca della soluzione ottimale. In particolare ci si è soffermati sui possibili collegamenti della linea con San Paolo e Cornaiano. I dati del progetto Leitner erano già stati presentati a Bolzano: un minimetro in grado di compiere il tragitto da Caldaro a Bolzano centro in 35 minuti, con diverse fermate e un costo per l’opera di 107 milioni (che crescerebbe se si realizzassero anche le tratte Resia-Ospedale e Resia-Casanova). Un progetto più «soft» sarebbe invece quello della cabinovia tra Caldaro e Ponte Adige (con fermate ad Appiano e Cornaiano): 8 km e 45 milioni di spesa.
 «L’obiettivo - conclude l’esecutivo di Appiano - è realizzare un mezzo di trasporto che grazie ad una buona frequenza e velocità induca il numero più alto possibile di pendolari e turisti a non utilizzare l’auto per muoversi».
 Come noto i tre comuni interessati (Bolzano, Appiano e Caldaro) non hanno ancora deciso se puntare su un minimetro, sul tram (soluzione caldeggiata dall’esperto viennese Knoflacher) o su un impianto a fune. Per ora, ad esempio, non è stata fatta sufficiente chiarezza sui costi. La Leitner di sicuro non punta sul tram, anche perché ha avuto successo in tutto il mondo grazie al know-how acquisito nella realizzazione di minimetro e impianti a fune. Il primo nodo da sciogliere sarà, pertanto, quello sul tipo di mezzo da utilizzare. (man)
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domenica, 28 ottobre 2007

Pressante appello della sezione di San Giacomo nei confronti della giunta provinciale e dei vertici del partito
Mobilità, la Svp pretende chiarezza
 Duro l’Obmann Mumelter: «Gli abitanti vanno rispettati»
 
Alto Adige, 28 OTTOBRE 2007


 LAIVES. Nel dibattito in corso da tempo su traffico e mobilità, si inserisce anche la sezione di San Giacomo della Svp. In una nota a firma dell’Obmann Andreas Mumelter vengono presi in considerazione i principali temi di attualità: dall’ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo al tunnel di base, fino all’Autostrada del Brennero e relativi progetti in ballo per l’intera Bassa Atesina.
 «Le polemiche di questi ultimi giorni - sostiene Andreas Mumelter in una nota - stanno a dimostrare che il tema della mobilità diventerà inevitabilmente di grande importanza anche per le elezioni provinciali. La popolazione del resto ha diritto di vivere in un ambiente sano e per questo motivo, anche le scelte per il trasporto delle merci e delle persone, devono trovare soluzioni che rispettino tale diritto. Nonostante alcune decisioni condivisibili - prosegue Mumelter - come le circonvallazioni o il treno della Venosta, la politica dei trasporti portata avanti dalla giunta provinciale lascia ancora aperte diverse questioni. Per questo la Svp, prima delle elezioni, dovrebbe esprimersi in modo chiaro sulle infrastrutture esistenti ed a quelle da realizzare».
 Mumelter quindi affronta il tema dell’aeroporto che riguarda da vicino proprio San Giacomo e la sua comunità. «A tale proposito - scrive l’Obmann della frazione - andrebbe spiegata chiaramente la scelta di un ampliamento oppure no, facendolo prima delle elezioni provinciali del prossimo anno. Su questi temi di ampio respiro che riguardano la mobilità - e in questo senso si inseriscono pure tunnel di base, metropolitana di superficie e autostrada del Brennero - sarebbe opportuno che la Svp elaborasse una risoluzione nella quale siano indicati con chiarezza prospettive ed obiettivi che si vogliono raggiungere».
 La Svp di San Giacomo insomma chiede pronunciamenti chiari ed inequivocabili sulle scelte che la giunta provinciale intende fare in merito a questioni di così grande importanza per il futuro dell’intera comunità e che questi pronunciamenti arrivino possibilmente prima dell’appuntamento con le elezioni provinciali del 2008 dove, certamente, saranno materia per il confronto in campagna elettorale. La posizione sfavorevole al potenziamento dell’aeroporto è nota, così come è noto che Laives non vedrebbe male l’idea di avere un collegamento con Bolzano mediante metropolitana leggera o linea tranviaria, negata invece dall’assessore Widmann.
venerdì, 12 ottobre 2007
Bolzano-Laives in tram se ne parlerà in consiglio
Sigismondi e Minniti presentano un’interrogazione
VENERDÌ, 12 OTTOBRE 2007

 LAIVES. Dopo tanti dibattiti sui giornali, il tema del collegamento tranviario tra Bolzano e Laives approda anche in consiglio provinciale. I consiglieri di Alleanza Nazionale Alberto Sigismondi e Mauro Minniti hanno presentato infatti un’interrogazione dove, tra le altre cose, ricordano che il tram fra Laives e Bolzano era in funzione fino agli anni ’50 e funzionava egregiamente, permettendo già allora ai pendolari di raggiungere Bolzano da Laives in poco meno di 20 minuti. La richiesta dei due consiglieri provinciali è finalizzata a conoscere l’orientamento della giunta provinciale sul tema. In effetti nei giorni scorsi l’assessore provinciale Thomas Widmann ha affermato di essere contrario a questo progetto, nonostante le amministrazioni comunali dei due centri siano del parere opposto, ovvero che proprio il tram potrebbe contribuire a risolvere il grave problema del traffico.
 Quanto a Laives e Bolzano, le due amministrazioni comunali hanno dato il loro «sì» ad un approfondimento di questa ipotesi. Deve essere ricordato, infatti, che già negli anni scorsi sono stati più di uno gli studi che hanno messo in luce come proprio il tram potrebbe contribuire alla riduzione del traffico. (b.c.)
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venerdì, 05 ottobre 2007


Tram o Metrò? Contributo alla discussione.

Il tram ha un suo fascino antico ed anche le versioni più moderne di collegamento tranviario sono accattivanti e non prive di suggestioni, ma la loro concretizzazione richiederebbe qualche decennio ed investimenti ingenti. Nel frattempo i problemi legati al traffico ed alla mobilità incancrenirebbero.
È notizia di questi giorni che i comuni di Laives e Bolzano, sull’onda delle notizie che giungono dall’Oltradige, avrebbero commissionato uno studio di fattibilità all’ing. Ciurmelli, che dovrà necessariamente fare i conti con l’ormai completa urbanizzazione del territorio.
Un collegamento tranviario con binari sulla sede stradale andrà inevitabilmente a confliggere, in particolare in alcune zone e nelle ore di punta, con il traffico automobilistico privato, rallentandone i tempi di percorrenza. Non va poi dimenticato che per Pineta Monte e per la parte alta di Laives o si mantiene, ampliandolo, un servizio di circolare che a quel punto risulterebbe un doppione, oppure quei quartieri si troverebbero senza servizio alcuno. La sede stradale poi verrebbe occupata dai binari, non rimarrebbe lo spazio per percorsi ciclabili e salterebbe per chissà quanti anni la riqualificazione urbana di S. Giacomo, ma anche la sistemazione della fascia di terreno ai piedi dell’abitato di Pineta.
Diverso il discorso in caso di soluzione su piloni, ma con quale impatto visivo!
Una metropolitana di superficie che corresse invece a fianco dell’attuale linea ferroviaria, pur non risolvendo tutti i problemi, sarebbe immediatamente realizzabile utilizzando anche il fascio di binari dimesso che si trova lungo parte del tracciato.
Si tratterebbe di dare il via al più presto, oltre alla stazione di Laives, anche a quelle di S. Giacomo e di Oltrisarco, senza aspettare l’eventuale passante ferroviario. In definitiva, con l’ammodernamento della linea ferroviaria ormai quasi del tutto ultimato e con il potenziamento sinergico del servizio pubblico su gomma, si potrebbe dare in tempi relativamente brevi una risposta ai problemi di mobilità più urgenti della nostra comunità.
Questa soluzione, tra l’altro, non escluderebbe un domani un eventuale confluenza in più punti di una circolare della Bassa Atesina.
Rifondazione Comunista – Laives
Unico punto dolente, ma non insuperabile, la strettoia sotto il Virgolo.

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giovedì, 04 ottobre 2007

San Giacomo: fermata dei treni per la riqualificazione

 «Meglio la metropolitana»
 
 Alto Adige , 04 OTTOBRE 2007


 LAIVES. È decisamente ad ostacoli la fase di avvio del progetto per un collegamento tranviario fra Laives e Bolzano. E non soltanto per il no, categorico, espresso dall’assessore provinciale Thomas Widmann. L’idea, lanciata proprio di recente, è in rotta di collisione con il potenziamento dei treni annunciato dalla Provincia ed anche con la riqualificazione urbana prevista per San Giacomo. Torna intanto la proposta della metropolitana di superficie che lo stesso Widmann ha però già scartato.
 Fino agli anni ’50, una linea tramviaria esisteva e funzionava egregiamente: da Laives si arrivava a Bolzano in meno di 20 minuti. Proprio di recente gli amministratori dei due Comuni si sono incontrati ed hanno concordato di affidare all’ingegner Stefano Ciurnelli una valutazione sulla fattibilità del progetto. Non risulta, per il momento, se l’incarico all’ing. Ciurnelli è stato ufficializzato. Nel frattempo però è arrivato il parere contrario - ne parliamo a parte - dell’assessore provinciale alla mobilità, Thomas Widmann che, lo ricordiamo, si è anche espresso contro quella metropolitana di superficie che la giunta comunale presieduta da Giovanni Polonioli ha caldeggiato in più occasioni. Proprio Widmann, a proposito di metropolitana, ha detto che il no è motivato dal fatto che il passante ferroviario fra Ora e Cardano consentirà l’aumento dei treni passeggeri sugli attuali binari, tesi ribadita anche dal presidente Durnwalder in occasione della recente presentazione dei lavori di ristrutturazione della stazione ferroviaria di Laives. Il parere contrario dell’assessore Widmann al progetto del tram è stato aspramente contestato da Rudi Benedikter, consigliere comunale di Bolzano.
 In merito al problema c’è da registrare anche una nota del Centro Attenzione Permanente di San Giacomo che si domanda «il perchè di uno studio di fattibilità di una linea tranviaria fra Laives e Bolzano: un pre-studio che dovrebbe convincere tutti come migliore soluzione da adottare nel nuovo piano del traffico a Laives, definita dal vicesindaco Georg Forti “soluzione perfetta”... Una nuova linea tranviaria può essere costruita passando in prossimità dei numerosi centri abitati, va messa in sicurezza, ha bisogno di pensiline nelle numerose fermate, non inquina, deve convivere con il resto del traffico, non risulta particolarmente veloce (simile agli autobus), mette in discussione il progetto di riqualificazione urbana di San Giacomo e la ciclabile. I costi sono tutti da quantificare, ma saranno comunque notevoli con tempi di realizzazione certo non immediati. La linea ferroviaria già esistente esclude la frazione di Pineta e la zona artigianale Vurza. Non inquina, è già in sicurezza, non deve convivere con il rimanente traffico, è molto veloce, non mette in discussione il progetto di riqualificazione e la pista ciclabile, all’occorrenza può aumentare con facilità il trasporto degli utenti (attualmente 73 mila passeggeri l’anno, esclusi gli studenti)». Il Centro Attenzione Permanente di San Giacomo ricorda nella nota che «fra Bolzano e Laives transitano 18 treni al giorno: in futuro saranno 28 o 29, mentre in direzione Trento dai 17 attuali si conta di arrivare a 29 (lo ha annunciato di recente il presidente Durnwalder). La stazione di Laives è collegata alla città con autobus. In futuro è prevista una piccola stazione a San Giacomo che può servire anche l’aeroporto e la caserma attigua e una nel quartiere di Oltrisarco i cui costi sono da quantificare ma non rapportabili ad una intera linea tranviaria. Si può ritenere che l’ammodernamento ferroviario previsto con l’aumentare dei transiti nei due sensi sull’attuale ferrovia e una anticipazione della costruzione delle due piccole stazioni a San Giacomo e a Oltrisarco possa migliorare notevolmente il piano del traffico allo studio dell’ing. Ciurnelli nel comune di Laives e quello previsto dall’assessore Ladinser per il comune di Bolzano. Si può stimare che tale soluzione - regolandone i nuovi flussi - potrà essere realizzata in breve tempo e con minor impegno finanziario se verrà ricomposta quella necessaria volontà politica fra l’amministrazione di Laives e gli assessori provinciali Widmann e Mussner». Il Centro Attenzione Permanente di San Giacomo evidenzia ancora che «L’ipotesi da noi prospettata, (non soluzione perfetta, ma perfettibile) non va contro ad altri progetti di metropolitana a cielo aperto lungo la Bassa Atesina per congiungersi a quella che viene prospettata fra Bolzano-Appiano-Caldaro, progetti che certamente richiederanno accordi politici più ampi e prospettive di fattibilità più estesi ed impegnativi».
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martedì, 02 ottobre 2007

Tram o treno in Bassa Atesina?
Viste le scarse informazioni dell'amministrazione di Laives, ci domandiamo il perchè di uno studio di fattibilità di una linea tranviaria fra Laives e Bolzano: un pre-studio che dovrebbe convincere tutti come migliore soluzione da adottare nel nuovo piano del traffico a Laives, definita dal vicesindaco Georg Forti “soluzione perfetta”.
La linea tranviaria da stendere approssimativamente sulla vecchia linea tolta da molti anni, nel suo percorso dovrebbe partire da Laives, passare vicino alla frazione della Pineta, entrare nella nuova zona artigianale Vurza per poi proseguire verso San Giacomo, Maso della Pieve, Oltrisarco e Bolzano.
Una nuova linea tranviaria può essere costruita passando in prossimità dei numerosi centri abitati, va messa in sicurezza, ha bisogno di pensiline nelle numerose fermate , non inquina, deve convivere con il resto del traffico, non risulta particolarmente veloce (simile agli autobus), mette in discussione il progetto di riqualificazione urbana di san Giacomo e la ciclabile. Costi, nella sua realizzazione da quantificare, ma comunque notevoli. Tempi di realizzazione: non immediati.
La linea ferroviaria già esistente esclude la frazione di Pineta e la zona artigianale Vurza. Non inquina, è già in sicurezza, non deve convivere con il rimanente traffico, è molto veloce, non mette in discussione il progetto di riqualificazione e la pista ciclabile, all'occorrenza può aumentare con facilità il trasporto degli utenti (attualmente73 mila passeggeri l'anno, esclusi gli studenti), in direzione Bolzano a Laives transitano 18 treni al giorno: in futuro saranno 28 o 29, mentre in direzione Trento dai 17 attuali si conta di arrivare a 29 (annunciato dal presidente Durnwalder). La stazione di Laives è collegata alla città di Laives con autobus. In futuro è prevista una piccola stazione a San Giacomo che può servire anche l'aeroporto e la caserma attigua e una nel quartiere di Oltrisarco i cui costi sono da quantificare, ma non rapportabili ad una intera linea tranviaria.
Tempi di realizzazione non immediati: Gli assessori Mussner e Widmann sostengono, ancora oggi, solo dopo il passante ferroviario.
Si può ritenere che l'ammodernamento ferroviario previsto con l'aumentare dei transiti nei due sensi sull'attuale ferrovia e una anticipazione della costruzione delle due piccole stazioni a San Giacomo e a Oltrisarco possa migliorare notevolmente il piano del traffico allo studio dell'ing. Ciurnelli nel comune di Laives e quello previsto dall'assessore Ladinser per il comune di Bolzano.
Si può stimare che tale soluzione - regolandone i nuovi flussi - potrà essere realizzata in breve tempo e con minor impegno finanziario se verrà ricomposta quella necessaria volontà politica fra l'amministrazione di Laives e gli assessori provinciali Widmann e Mussner.
Si ritiene che l'ipotesi da noi prospettata, (non soluzione perfetta, ma perfettibile) non va contro ad altri progetti di metropolitana a cielo aperto lungo la Bassa Atesina per congiungersi a quella prospettata fra Bolzano-Appiano-Caldaro, progetti che certamente richiederanno accordi politici più ampi e prospettive di fattibilità più estesi ed impegnativi.
Centro Attenzione Permanente  di San Giacomo

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domenica, 30 settembre 2007

Ciclabile di san Giacomo e tram

“Quella voglia di tram” sostenuta dal vicesindaco di Laives Georg Forti ci ha fortemente disorientati.
Era notizia di pochi giorni fa da parte dell'assessore Giorgio Zanvettor il decollo del “grande” progetto di riqualificazione urbana nell'abitato di San Giacomo, in particolare il primo lotto fra via Pascoli e via Thaler.
Veniva detto che le procedure d'esproprio stavano iniziando e sopratutto che il finanziamento era assicurato.
Come comitato vorremmo aggiungere che per la prima volta il progetto fu discusso con la popolazione che partecipando con suggerimenti e chiarimenti l'ha approvato per la sua bontà e per la sua capacità di intervenire, con il restringimento stradale, alla messa in sicurezza della pista ciclabile e dei cittadini.
Va detto, con estrema sincerità, che la ciclabile è attesa da lungo tempo e che risulta essere notevolmente in ritardo nella sua esecuzione: Nell'incontro di presentazione del progetto ci era stato detto che i lavori sarebbero potuti iniziare a fine Agosto di quest'anno; gli espropri a tuttoggi sembra non ancora eseguiti e “quella voglia di tram” ci porterà a lunghi ulteriori slittamenti, peggio, secondo il vicesindaco andrebbe a mettere in discussione l'intera riqualificazione urbana di San Giacomo.
Come Centro Attenzione Permanente diciamo che la riqualificazione complessiva della frazione non va messa in discussione, ma va affrontata immediatamente e con più forte vigore perchè l'amministrazione l'ha promesso sopratutto a quei cittadini che l'anno voluta, chiesta ed approvata.
La “voglia di tram” non è stata chiesta e tantomeno discussa dai cittadini di San Giacomo con l'amministrazione di Laives che nel suo operare dovrebbe essere più decisa e rassicurante nei suoi intenti.
Ai politici chiediamo semplicemente una maggiore sensibilità e coerenza, una maggiore partecipazione nelle frazioni periferiche di Laives ed un vero confronto aperto e trasparente con le persone che ci abitano. Si eviterebbe il costante sospetto che anche il progetto tram rappresenti un modo per indicare “capolinea” sempre diversi nello sconforto totale della popolazione.

x Centro Attenzione Permanente di San Giacomo
Lorenzo Merlini
domenica, 30 settembre 2007

Benedikter: assurdo il no di Widmann al progetto del tram da Laives
  DOMENICA, 30 SETTEMBRE 2007

 LAIVES. A sostegno di una linea tranviaria fra Bolzano, Laives e Bronzolo si schiera anche il consigliere comunale di Projekt Bozen, Rudolf Benedikter. Lo fa a seguito della recente e polemica presa di posizione dell’assessore provinciale Thomas Widmann il quale, intervenendo nuovamente sulla questione dopo le dichiarazioni favorevoli al tram espresse dal vice sindaco di Laives, nega invece che sia la soluzione ideale per il trasporto pubblico da sud verso la città capoluogo. Di più: l’assessore altoatesino alla mobilità definisce la proposta «estemporanea ed inutile».
 Polemicamente, Benedikter chiede quindi all’assessore Widmann quale sia, a suo dire, la soluzione migliore: “Forse una linea aerea?” Poi ricorda anche che almeno dal 1992 si parla di questo progetto in maniera positiva e che da quell’anno figura anche in almeno 5 diversi studi di pianificazione. «Nel marzo 1998 - ricorda Benedikter - il consiglio comunale di Bolzano diede il voto positivo ad un mio studio relativo al tram come priorità per il collegamento nord-sud».
 Ricordiamo che il confronto attuale sull’idea di una linea tranviaria fra Laives e Bolzano ha preso le mosse da alcuni incontro che i vertici dell’amministrazione comunale di Laives hanno avuto con quelli di Bolzano. In particolare, il vice sindaco Georg Forti ha incontrato anche qualche giorno fa l’assessore Ladinser e in compagnia dell’ingegner Stefano Ciurnelli, al quale Laives ha affidato la rielaborazione del piano traffico, si è deciso di approfondire l’idea, mediante uno studio congiunto, anche per capire quanto sia fattibile stante la situazione urbanistica attuale tra la città di Laives e quella di Bolzano. (b.c.)
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domenica, 30 settembre 2007

Quel tram verso Laives...
Widmann stoppa Ladinser

TRASPORTI

Corriere dell'Alto Adige2007-09-29

BOLZANO — L'assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann esprime «disappunto» per la proposta avanzata dall'assessore al traffico del Comune di Bolzano, Klaus Ladinser — in una recente intervista — per la costruzione di una linea tranviaria tra il capoluogo e Laives: «La problematica legata al traffico è molto complessa — sottolinea Widmann — e proprio per questa ragione la formulazione di proposte estemporanee non contribuisce alla sua soluzione.
Sarebbe invece più opportuno che le proposte venissero preliminarmente esaminate, discusse ed approfondite con i gli esperti della viabilità, prima di sottoporle all'attenzione dell'opinione pubblica come fossero panacee contro tutti i mali del traffico bolzanino. Non mi risulta, inoltre, che la linea di tram tra Bolzano e Laives sia oggetto del piano traffico del capoluogo».
Widmann si dice «sorpreso» anche dal sostegno alla proposta giunto dal Comune di Laives.
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sabato, 29 settembre 2007


Il tram bocciato da Widmann
Secco parere contrario alla proposta sostenuta dai Comuni di Laives e di Bolzano
L’assessore: «Un progetto estemporaneo ed inutile»
Alto Adige  29 SETTEMBRE 2007


 LAIVES. L’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann ha espresso in una nota il proprio disappunto per la proposta avanzata da Bolzano e Laives per la costruzione di una linea tranviaria tra il capoluogo altoatesino e la nostra città. Gli amministratori dei due Comuni hanno concordato di affidare all’ingegner Stefano Ciurnelli una valutazione sulla fattibilità del progetto. «La problematica legata al traffico è molto complessa - dice l’assessore Widmann - e proprio per questa ragione la formulazione di proposte estemporanee non contribuisce alla sua soluzione. Sarebbe invece più opportuno che le proposte venissero preliminarmente esaminate, discusse ed approfondite con gli esperti della viabilità, prima di sottoporle all’attenzione dell’opinione pubblica come fossero panacee contro tutti i mali del traffico. Non mi risulta, inoltre, che la linea di tram tra Bolzano e Laives sia oggetto del piano traffico del capoluogo».
 L’assessore Widmann è sorpreso anche dal sostegno alla proposta giunto dal Comune di Laives: «Solo martedì scorso abbiamo avviato l’iter per i lavori della nuova stazione ferroviaria di Laives e chiarito che già con il nuovo orario invernale i treni da Laives a Bolzano passeranno dagli attuali 19 a 28. In questo modo siamo certi di assicurare un concreto miglioramento del servizio per i cittadini di entrambi i centri». Da questo aumento dei collegamenti ferroviari ci si attende un raddoppio degli utenti della tratta Laives-Bolzano. La gamma dei misure adottate comprende anche un migliore collegamento della stazione ferroviaria di Laives con la linea di autobus, la pista ciclabile e la realizzazione di parcheggi. Secondo l’assessore Widmann gli amministratori comunali di Bolzano e di Laives farebbero bene a risparmiare i costi di uno studio di fattibilità della linea tranviaria tra Bolzano e Laives ed a concentrare i loro sforzi nel miglioramento della viabilità.
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venerdì, 28 settembre 2007

Laives. In aumento la voglia di tram
Dato l’incarico per verificare la fattibilità del progetto
  VENERDÌ, 28 SETTEMBRE 2007

 LAIVES. Nuovo incontro, l’altro giorno, fra l’assessore Ladinser, del Comune di Bolzano, il vice sindaco di Laives Georg Forti e l’assessore comunale Giorgio Zanvettor. Per questa occasione era presente pure l’ingegner Stefano Ciurnelli, che ha appena realizzato il nuovo piano traffico su commissione dell’amministrazione civica di Laives. «Con l’assessore Ladinser abbiamo affrontato nuovamente il tema del collegamento fra Laives e Bolzano mediante una linea tranviaria - spiega il vice sindaco - perché per noi si tratterebbe di una soluzione perfetta. Quello a cui puntiamo adesso, sarebbe la realizzazione di uno studio in concerto con Bolzano e all’ingegner Ciurnelli, per quanto ci attiene, chiediamo di valutarne la fattibilità. La risposta dovrebbe arrivare quanto prima poiché abbiamo in ballo la riqualificazione di San Giacomo e vogliamo sapere se con una eventuale linea tranviaria, questa riqualificazione sia ancora da fare oppure no. Così, entro Natale, l’ingegner Ciurnelli dovrebbe fornirci le indicazioni specifiche che approfondiremo poi insieme agli amministratori comunali di Bolzano. Anche la nostra giunta ha dato via libera a questo pre-studio, proprio perché siamo tutti convinti che si tratti della migliore soluzione». (b.c.)

Comune di Laives



COMUNICATI del 26.09.2007


NOTIZIE

La nuova stazione pronta a giugno 2008

Sopralluogo del presidente della Provincia Durnwalder e della giunta comunale

A breve prenderanno il via i lavori per la costruzione della nuova stazione ferroviaria di Laives, che dovrebbe essere pronta a giugno del prossimo anno. Lo ha assicurato il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder nel corso di un sopralluogo effettuato insieme all'assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann, alla presenza del sindaco di Laives Giovanni Polonioli, del vicesindaco Georg Forti e dell'assessore comunale Bruno Ceschini.

Il costo dell'intervento è di un milione e 600 mila euro: un milione coperto dalla Provincia, il resto dal Comune. L'obiettivo è di dotare Laives di una stazione accogliente e a misura di pendolare, in modo da aumentare l'utilizzo del treno. Un obiettivo sul quale la Provincia punta con decisione: “attualmente in direzione Bolzano a Laives transitano 18 treni al giorno: in futuro saranno 28 o 29, mentre in direzione Trento dai 17 attuali contiamo di arrivare a 29”, ha annunciato il presidente Durnwalder.

“Attualmente – ha aggiunto l'assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann – la stazione di Laives viene utilizzata da 73 mila passeggeri l'anno, esclusi gli studenti. Sono sicuro che, con una struttura più accogliente, con il potenziamento delle corse e con i nuovi treni con cui doteremo questa tratta, in due o tre anni arriveremo a raddoppiare questa cifra”.

Il progetto di ammodernamento della stazione di Laives prevede la realizzazione di sale d'attesa più capienti e confortevoli (su entrambi i marciapiedi), di nuovi servizi igienici e di accessi ai marciapiedi dotati di ascensore a misura di disabile e di mamme con passeggini. Inoltre i marciapiedi saranno rialzati, in modo da eliminare lo scalino per salire sulle carrozze.

Gli interventi riguarderanno anche il piazzale e il parcheggio: sono previsti 92 posti auto, aree di sosta per moto e biciclette; inoltre sarà modificata la fermata dell'autobus, per il quale sarà realizzato anche un nuovo spazio di manovra.

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giovedì, 20 settembre 2007
Bassa Atesina - Bolzano.  Rispunta l’ipotesi metrò
 Polonioli: idea interessante, ne stiamo parlando   

GIOVEDÌ, 20 SETTEMBRE 2007   BRUNO CANALI


 LAIVES. L’amministrazione comunale guarda con interesse e attenzione alla possibilità che prima o poi, fra la Bassa Atesina e Bolzano, si possa realizzare un collegamento mediante tram o metrò di superficie. «Ne abbiamo parlato anche in maggioranza - conferma il sindaco Polonioli -. Ovviamente una delle difficoltà è che i binari non dovrebbero occupare la strada attuale».
 Fino agli anni ’50, una linea tranviaria esisteva e funzionava egregiamente, al punto che i pendolari potevano raggiungere Bolzano da Laives in meno di 20 minuti. Un’ipotesi riproponibile anche oggi? «Stiamo seguendo il dibattito attorno ai collegamenti e in particolare al terzo binario e al tram - dice il sindaco Giovanni Polonioli -. Ne abbiamo parlato anche in una riunione di maggioranza. Siamo convinti che, se si dovesse veramente realizzare una linea tranviaria verso Bolzano, questa dovrebbe essere allestita lungo un tragitto sul quale non si possano formare però colonne di automobili, altrimenti succederebbe come con gli autobus, che si trovano loro malgrado intrappolati nel traffico e questa situazione non contribuisce certo ad aumentarne l’efficacia come alternativa all’uso del mezzo privato. Se, in altre parole, si riuscisse ad individuare un percorso riservato al tram, come era un tempo, sicuramente diventerebbe un investimento interessante».
 Un’eventuale opzione favorevole alla reintroduzione del tram, costringerebbe il Comune di Laives a rivedere alcuni progetti legati alla viabilità, in particolare per quel che concerne la frazione di San Giacomo, dove dovrebbero prendere il via tra non molto i primi lavori di riqualificazione urbana. Dice il vicesindaco Georg Forti: «Se diventasse realtà una linea tranviaria fra Laives e Bolzano, bisognerebbe riflettere anche sul nostro progetto di riqualificazione urbana a San Giacomo e sull’opportunità di spendere qualche milione di euro per realizzarla».
 Non tutti comunque in maggioranza sono favorevoli al tram. Non tanto per la sua efficacia come mezzo alternativo all’auto quanto per il fatto che trovare un percorso che passi nei centri abitati e contemporaneamente non coincida con quello delle macchine non sarebbe semplice. I binari dell’eventuale linea tranviaria sarebbero quasi di sicuro posati lungo la statale 12 almeno per lunghi tratti.
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venerdì, 07 settembre 2007

Corriere dell'Alto Adige 2007-09-07

MOBILITÀ ALTERNATIVA
LE OPZIONI

Bolzano-Caldaro, idee Leitner «Funivie e MiniMetro vincenti»

L'azienda di Vipiteno si fa avanti: «Il tram costa di più»

BOLZANO — «Vogliamo, e possiamo essere profeti in patria». Il progetto di mobilità innovativa tra Bolzano e l'Oltradige decolla, e la Leitner scende in campo. L'azienda di Vipiteno, leader mondiale del trasporto a fune ha rispolverato ieri due ipotesi di collegamento alternative al tram su rotaia (su cui sono orientati i tre Comuni coinvolti). La prima è il MiniMetro, una sorta di metrò automatico analogo a quello di prossima inaugurazione a Perugia. La seconda ipotesi è pura vertigine: collegare Caldaro, Appiano, Cornaiano e Ponte Adige con tra tratti in funivia.
Il gruppo Leitner, colosso mondiale del settore, era già stato coinvolto negli anni scorsi a più riprese per studiare un sistema di metropolitana nel capoluogo. Ma lo studio di fattibilità commissionato al «guru» viennese Hermann Knoflacher ha fatto emergere come scenario migliore quello di un tram su rotaia, tecnologia non trattata dall'azienda vipitenese. Da qui l'idea di ripresentare una serie di soluzioni basate sul trasporto a fune per metterle a disposizione del dibattito. «Ci siamo anche noi, con proposte concrete e adatte alla situazione di Bolzano» , questo il messaggio che i dirigenti dell'azienda Anton Seeber ed Ermenegildo Zordan hanno ribadito nel corso di un'illustrazione tenutasi ieri al Laurin, cui ha partecipato anche l'assessore bolzanino al traffico Klaus Ladinser.
TRATTO URBANO — Nel centro abitato di Bolzano la Leitner propone una rete basata sul MiniMetro. Questo mezzo, brevettato dall'azienda, è una sorta di metrò automatico con cabine agganciabili ad una fune di traino che circolano a brevi intervalli di tempo. La «linea 1» correrebbe lungo viale Druso, da via Resia a piazza Verdi. La linea 2, trasversale, unirebbe l'Ospedale a via Resia proseguendo per Firmian e Casanova. Altre ipotesi sono una linea sul lungo Isarco destro (sopraelevata rispetto al verde) e un'altro ramo per congiungere la zona Eurac a via Fago, collegando il polo scolastico.
Qualche cifra? La linea uno prevede 7 stazioni lungo i 3,2 km tra via Resia e piazza Verdi, con un tempo di percorrenza di 11,5 minuti e una portata di 3mila passeggeri all'ora. Costo stimato di questo tratto, 29 milioni di euro, Ma qui entrano in gioco le alternative tecniche: una prevede la sopraelevazione del mezzo ( foto in prima pagina), l'altra il passaggio in trincea sotto la sede stradale ( foto sotto).
TRATTO EXTRAURBANO — Diverse alternative sono proposte anche per la parte esterna del percorso, tra Caldaro e Ponte Adige. Il più avveniristico è quello basato su tre «balzi» in cabinovia bifune: rispettivamente da Caldaro ad Appiano, da qui a Cornaiano, e da lì a Ponte Adige, per una durata complessiva di 23 minuti. Arrivati alle porte della città, bisognerebbe poi cambiare mezzo e salire sul treno o sul MiniMetro urbano. «Per noi questa è l'alternativa migliore — osserva Zordan —, visto che consente di superare agilmente il dislivello e le difficoltà del terreno». La seconda ipotesi è quella di prolungare il MiniMetro (mezzo solitamente utilizzato per distanze minori) fino a Caldaro. «Rispetto al tram — osserva Zordan — non ci sarebbe ingombro della sede stradale: il MiniMetro potrebbe correre a fianco della carreggiata, minimizzando la necessità di espropri. E grazie alla velocità di oltre 40 km all'ora, gli 8,9 km del percorso sarebbero coperti in soli 24 minuti ».
IL CONFRONTO — La Leitner ha anche presentato una tabella in cui si mettono in concorrenza le diverse ipotesi in relazione ai costi. La cabinovia Caldaro-Ponte Adige (8 km) avrebbe un costo di soli 45 milioni di euro. Col MiniMetro, per lo stesso tratto ne sono stimati 78, mentre altri 29 ce ne vogliono per unire via Resia al centro. «Costi inferiori a quelli del tram» secondo Zordan, che ricorda come lo studio Knoflacher abbia stimato una spesa tra i 195 e i 200 milioni sui 15 km tra Oltradige e capoluogo.
«Ma il risparmio — aggiunge il dirigente — aumenta considerando i costi di gestione». Secondo la Leitner, questi sarebbero poco più della metà rispetto a quelli del tram. «Un margine che renderebbe possibile il coinvolgimento di privati tramite il project financing». Con questo modello di finanziamento, il privato mette dei soldi che poi recupera con gli utili di gestione: lo stesso schema usato per l'appalto della nuova fuinivia del Renon. Vinto, appunto, dalla Leitner.
Francesco Clementi
 la rete di metrò e due vagoni nel tratto extraurbano  in funzione a Perugia

Alto Adige 07 SETTEMBRE 2007
Caldaro-Bolzano in mezz’ora col mini-metro della Leitner
MASSIMILIANO BONA

 BOLZANO. In 35 minuti, da Caldaro a Bolzano Centro, con il mini-metro ad un costo di 107 milioni (78 «solo» fino a Ponte Adige): questa è la proposta della Leitner, disposta a co-finanziare il progetto, che si antepone al tram caldeggiato dal Comune.

 Il messaggio lanciato ieri dall’azienda di Vipiteno, leader europea del settore, all’amministrazione comunale bolzanina è chiarissimo.
 «Non ci nascondiamo - ha commentato Anton Seeber - e per questo abbiamo voluto presentare a tutti l’ampio ventaglio di alternative esistenti per Bolzano e dintorni». Seeber junior è rientrato nel 2006 da un’esperienza professionale negli Stati Uniti ed è stato chiamato dal padre Michael, presidente della Leitner, alla guida dei settori del trasporto urbano e dell’energia eolica. L’impressione è che l’azienda dell’Alta val d’Isarco - vistasi quasi scavalcata dalla decisione della giunta bolzanina di incaricare l’esperto viennese Hermann Knoflacher di elaborare uno studio per l’esatta individuazione del percorso del nuovo tram che collegherà Bolzano ai principali comuni dell’Oltradige - abbia ritenuto necessario uscire allo scoperto con numeri, tracciati e proposte concrete, anche di co-finanziamento, alle quali la giunta Spagnolli non potrà restare a lungo indifferente.
 La cabinovia. Il progetto più economico è la cabinovia da Caldaro a Ponte Adige: 8 Km di lunghezza, un costo di 45 milioni e stazioni intermedie ad Appiano e Cornaiano. «Uno dei vantaggi di questa soluzione - ha spiegato Ermenegildo Zordan, responsabile dei sistemi di trasporto urbano della Leitner - è che consente di superare le difficoltà legate al terreno. La portata è di 4.000 persone/ora e per coprire il tragitto sono necessari 23 minuti».
 Il mini-metro.  Ad allettare di più, peraltro, è il mini-metro. La soluzione sopraelevata, che passa per viale Druso, al centro della sede stradale, fa parte di un progetto davvero avveniristico. Può piacere o meno dal punto di vista estetico, ma si tratta indubbiamente di una proposta all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. A Perugia, grazie anche all’apporto dell’architetto di fama internazionale Jean Nouvel, hanno fatto carte false per averla.
 La spina dorsale del collegamento va da Caldaro a Ponte Adige: 8,9 chilometri in 24 minuti, una portata di 1.500 persone/ora, un investimento di 78 milioni ed un costo d’esercizio di 2,2 milioni. Poi, grazie alla linea Resia-Centro, si potrebbe prevedere un secondo tratto che porta fino in piazza Verdi. In questo caso si tratta di 3,2 Km, con un tempo di percorrenza di 11 minuti e mezzo, una portata di 3.000 persone/ora, un investimento di 29 milioni ed un costo annuo di esercizio di 1,8 milioni. Previste, in questo caso, 5 fermate intermedie: caserme Huber, via Sorrento, via Palermo, piazza Adriano ed Eurac. Per rendere il collegamento veramente attrattivo per i cittatini Leitner propone altre due tratte: Ospedale-Resia (580 metri, investimento 5 milioni) e Resia-Casanova (1,6 Km, 11 milioni). «Con il mini-metro - prosegue Zordan - non si ingombra la sede stradale e gli espropri sarebbero limitati».
 Il confronto. Per gli esperti della Leitner con il tram - soluzione caldeggiata dalla giunta comunale di Bolzano - non c’è davvero paragone. «Per un tratto di 15 chilometri - ha spiegato Anton Seeber - da Caldaro a Bolzano servirebbero da 195 a 350 milioni. A Firenze, per 21 chilometri, sono stati spesi 503 milioni». Anche per quanto riguarda i costi di gestione il minimetro, con 0,04 €/passeggero/Km, è secondo solo alla metropolitana (0,025), ma è in netto vantaggio rispetto ad autobus (0,062), filobus e tram (0,07).
 L’offerta. Una valanga di dati per ribadire che il mini-metro conviene. La Leitner ne è convinta al punto da metterci il nome, noto in ogni ormai in angolo del pianeta e sinonimo di innovazione, e a dichiarare di essere disposta a partecipare alla copertura dei costi.
 «Il minimetro - ha concluso Zordan - è potenzialmente in grado di integrarsi al meglio nel sistema di trasporto pubblico esistente. Ne siamo convinti al punto da voler investire a Bolzano, per dare un segnale forte. Speriamo, dunque, di poter essere profeti in patria».
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venerdì, 10 agosto 2007

Alto Adige 10 AGOSTO 2007
Metrò, l’Svp dice ancora una volta «sì»
 APPIANO. Ennesima presa di posizione dell’Svp di Appiano in favore del metrò in superficie tra i paesi dell’Oltradige e Bolzano.
 Ancora una volta i rappresentanti locali dell’Svp hanno sottolineato l’importanza di questo progetto che dovrebbe risolvere il problema dell’intenso traffico in questa zone e hanno affermato che «la realizzazione di quest’opera dovrebbe essere inserita nel programma della prossima legislatura provinciale, che partirà il prossimo anno e si concluderà nel 2013».
 Ad impegnarsi per far sì che ciò avvenga sarà, come si legge nella nota dell’Svp, l’«Obmann» di Appiano, Christoph Perathoner. «Questo importante progetto è appoggiato dal Comune di Appiano, dal sindaco del paese Franz Lintner e dalla maggior parte della popolazione - si legge nel comunicato del partito -. Per questo Appiano sta lavorando e lavorerà in sinergia con gli altri due Comuni interessati, ovvero Caldaro e Bolzano, per far sì che questo progetto diventi una realtà».
 Non è la prima volta che l’Svp ribadisce il suo sostegno al progetto del metrò in superficie, che ha già raccolto molti assensi.
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giovedì, 09 agosto 2007

Corriere dell'Alto Adige  2007-08-09

Mayr: terreni da pagare bene. Durnwalder: valuteremo la fattibilità

Tram, il Bauernbund è favorevole


BOLZANO — «Il Bauernbund non farà della tramvia dell'Oltradige, e dei terreni agricoli interessati, una questione di principio ». Fa scalpore l'apertura dell'associazione degli agricoltori altoatesini, attraverso il loro presidente Georg Mayr, sul progetto del tram per i pendolari.
All'indomani dell'iniziativa dei Comuni di Appiano, Bolzano e Caldaro, che hanno commissionato all'ingegner Knoflacher uno studio di fattibilità più approfondito sul tracciato del tram, da presentare entro il 7 settembre alla Provincia, anche il Bauernbund ha preso la sua posizione.
«Se il progetto sarà finanziabile — precisa Mayr — e la Provincia lo approverà, la tramvia si farà anche se alcuni contadini perderanno dei terreni ». Poi entra nel merito del percorso e dei rimborsi che l'esproprio comporta: «Sembra che il tram passerà da via Druso, ma all'interno della sede stradale, e sembra che poi verso Appiano e Caldaro si utilizzerà in linea di massima la pista ciclabile. Bene — conferma — a quel punto bisognerà sacrificare qualche metro di terra». Poi incalza: «Ovviamente a patto che sia retribuito bene. Ricordiamo — insiste — che la legge italiana in merito all'espropriazione non è conforme alle norme dell'Unione europea».
Attualmente il valore al metro quadro delle terre nella zona in questione si aggira, secondo il presidente, sui sessanta euro: «Ma è un parametro decisamente sottovalutato— sottolinea —. Io vedo già atti di compravendita che superano i settanta euro. Si può dire che verosimilmente — ipotizza — i terreni saranno da pagare almeno il 20% in più rispetto al loro valore di mercato. Anche perché il singolo contadino si ritrova a dover cercare altri terreni lontani rispetto a quelli che dovrà abbandonare ed è giusto retribuire anche questo aspetto».
In conclusione il presidente del Bauernbund analizza lo studio in corso, guardandolo attraverso gli occhi di chi, come lui, è stato vicedirettore della Sasa ai tempi in cui si discutevano, con altre caratteristiche, i precedenti progetti che erano stati in passato ventilati: «Effettivamente tutte le proposte scartate mi hanno portato ad avere un certo scetticismo in merito — confessa —. Tuttavia ho l'impressione che questa volta si arriverà ad una soluzione anche perché il problema del traffico verso il capoluogo altoatesino è una questione che necessita di essere risolta. Se i Comuni riusciranno a ben dettagliare il percorso — conclude —, i soldi che verrano spesi saranno, a mio parere, giustificati».
L'ottimismo del Bauernbund va ad aggiungersi a quello espresso sulle nostre pagine, nei giorni scorsi, dall'assessore alla mobilità Thomas Widmann, dichiaratosi possibilista nel caso i Comuni il 7 settembre presentino qualcosa di fattibile.
In linea anche il Landeshauptmann Luis Durnwalder che senza perdersi in dettagli ancora ignoti afferma cauto: «Aspettiamo di vedere le carte prima di prendere alcuna posizione. Al momento i Comuni stanno studiando con più precisione il percorso e solo quando lo sottoporranno alla nostra attenzione — conclude —, potremmo prendere una decisione».
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mercoledì, 08 agosto 2007

Alto Adige 08 AGOSTO 2007
«Il traffico si frena con i treni»
Coro a favore del metrò ma Widmann ribadisce il no
I sindaci di Laives e di Bolzano a favore del terzo binario. Sì anche di Peterlini In vista ulteriori disagi con le due varianti

 SALORNO. Il sindaco di Laives Giovanni Polonioli - a seguito di un incontro con il primo cittadino di Bolzano Luigi Spagnolli - ha rilanciato nei giorni scorsi la metropolitana di superficie che, sfruttando il terzo binario sulla linea del Brennero, dovrebbe collegare il capoluogo altoatesino a Salorno. Un paio di giorni prima, nel corso di una riunione in seno alla Svp della Bassa Atesina, l’Obmann Oskar Peterlini ha rilanciato la sua proposta di una metropolitana di superficie che non si limiti a collegare l’Oltradige con Bolzano ma si estenda, con un percorso circolare, anche a Egna, Ora, Bronzolo e Laives. I Democratici di Sinistra, tramite il rappresentante dei DS/Ulivo nella mediazione sull’aeroporto, Alexander Tezzele, sostenendo la necessità di una fermata dei treni all’altezza di San Giacomo di Laives, ritiene indispensabile «il metrò di superficie tra Bolzano e la Bassa Atesina». Il Centro Attenzione Permanente di San Giacomo ritiene che «La metropolitana di superficie è possibile: resta dunque valido il progetto per la realizzazione di un esclusivo binario ferroviario dedicato al transito dei treni metropolitani dalla stazione di Bolzano a San Giacomo con la possibilità di realizzare le fermate ad Oltrisarco ed all’aeroporto. Ciò risulta possibile grazie alla parziale utilizzazione del binario già esistente della linea fra il capoluogo altoatesino e Merano». Il terzo binario dovrebbe poi proseguire fino ad Ora «in modo da istituire treni ad orari cadenzati con fermate ad Oltrisarco e zona industriale / San Giacomo per Trento, senza intasare il traffico di treni merci e a medio e lunga percorrenza in entrata ed uscita dalla stazione di Bolzano».
 NO DI WIDMANN. Resta contraria la posizione dell’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann: «Una volta realizzato il passante ferroviario in galleria fra Ora e Cardano, i due binari attuali saranno più che sufficienti per un servizio metropolitano. In cinque anni massimo, il caso potrebbe essere risolto brillantemente. Ormai è deciso che il passante fra Ora e Bolzano anticiperà la nuova linea del Brennero. I lavori potrebbero iniziare nel giro di due anni al massimo e concludersi in 2/3 anni. Da quel momento gran parte dei 120-180 (con sviluppo previsto fino a 250) treni quotidiani destinati a circolare fra Verona e il Brennero andrebbero in galleria, lasciando i due binari attuali a disposizione del trasporto locale: una metropolitana di superficie più che sufficiente per la cinquantina di treni locali».
 LE PROSPETTIVE. Ammesso che cinque anni basteranno per realizzare la galleria ferroviaria fra Ora e Cardano, in questo lasso di tempo è scontato che i disagi per i pendolari aumenteranno, senza possibilità di alternative in quanto l’aggiunta di altri treni non è possibile (non vi sono più tracce a disposizione) e grossi ostacoli presenta anche il più volte auspicato potenziamento del servizio di trasporto pubblico su gomma. In più vi sono gli inquietanti dati degli esperti: il professor Gottfried Tappeiner nel suo studio dedicato all’economia della Bassa ha posto in risalto gli scontati disagi da Bolzano fino a Trento. Con le varianti alla statale 12 del Brennero di Laives e di Ora (pronte quasi in contemporanea) da Bolzano a Trento sarà una sorta di superstrada: «Con le varianti di Laives e Ora la statale 12 finirà per registare un aumento del traffico. Compreso quello pesante che dovrà raggiungere la grande struttura intermodale di Trento. L’ultimazione della statale 12, con le due varianti di Laives e di Ora, senza adeguate misure comporterà un sensibile aumento del volume del traffico sulla statale poichè il collegamento con Trento di fatto sarà una superstrada; la galleria sotto Castelfeder con il raccordo della val di Fiemme comporterà un effetto simile».
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mercoledì, 08 agosto 2007

Corriere dell'Alto Adige  2007-08-08

MOBILITÀ
IL «METRÒ» ALTOATESINO

Tram per l'Oltradige, Bolzano accelera

Scelta del tracciato entro settembre. Spagnolli: minimizzare gli espropri

BOLZANO — La giunta Spagnolli è salita sul tram per l'Oltradige, e non sembra avere alcuna intenzione di scendere. Come previsto, ieri dalla riunione dell'esecutivo cittadino è arrivato l'ok al secondo incarico affidato allo studio di Hermann Knoflacher: dopo quello di fattibilità, che ha dato esito positivo, ora si tratta di scegliere il tracciato. «La carta vincente — commenta il sindaco Spagnolli — è l'idea di far correre i binari del tram lungo la sede stradale. Ciò consentirà di minimizzare gli espropri ». Un aspetto, quest'ultimo, che potrebbe risultare fondamentale per vincere le perplessità espresse a caldo dalla Provincia. Ad ogni modo il capoluogo, d'accordo con Appiano e Caldaro, stringe i tempi: la proposta di percorso commissionata agli esperti viennesi è attesa entro la fine di settembre.
IL PROGETTO — Knoflacher propone un tram elettrico, simile a quelli già oggi circolanti in molte città. Il mezzo avrebbe due vagoni da 160 posti ciascuno, e correrebbe su un doppio binario sfruttando la stessa carreggiata stradale usata dalle vetture. Il tempo di percorrenza da Caldaro a piazza Verdi sarebbe di 20-25 minuti, contro i 34-43 impiegati dai bus Sad. Il bacino d'utenza, secondo il professore dell'università tecnica di Vienna, giustifica l'investimento. Nell'area dei tre Comuni vivono infatti 120mila abitanti: il pendolarismo produce ogni anno circa cinque milioni di spostamenti in auto, mezzo preferito nel 95% dei casi. I margini per incrementare il trasporto pubblico, oggi fermo al 5%, sono evidenti. Cruciale, per il successo della tramvia, un'adeguata frequenza: 10-15 minuti nel tratto urbano, non oltre mezz'ora fino a Caldaro. Il costo stimato è trai 195 e i 225 milioni di euro.
LA SCELTA — Rimane aperta la scelta del percorso. Nel tratto urbano l'ipotesi preferenziale è quella di fissare come capolinea la stazione Fs, per poi proseguire verso ovest lungo viale viale Druso. I binari non avrebbero una sede «protetta», ma correrebbero lungo la carreggiata, con precedenza sulle automobili. Fuori città, il tram proseguirebbe lungo via Castel Firmiano e la strada per Appiano e Caldaro. Questa è la parte più difficile per la scelta del tracciato: il problema infatti è non allontanarsi troppo dalle tante frazioni in cui sono suddivisi i paesi dell'Oltradige. Anche nel tratto extraurbano, comunque, si cercherà di sfruttare il più possibile la sede stradale, magari con un ampliamento dell'attuale provinciale, mentre è escluso il riutilizzo della ciclabile.
«È proprio questa — assicura Spagnolli — la chiave di volta del progetto: un'idea che considero geniale., visto che consente di minimizzare gli espropri». Proprio la «grana» degli espropri era stata sollevato dal presidente Durnwalder: solo se i Comuni dimostreranno di avere la soluzione, la Provincia metterà mano al portafoglio. È dunque il tram la grande opera di mobilità alternativa scelta dalla giunta Spagnolli? «Non c'è solo questa — risponde il sindaco —, ma ma rispetto ad altre cose viste al momento sembra quella più calzante per il capoluogo».


Widmann: aspettiamo proposte, purché sostenibili

L'assessore «apre» al progetto dei Comuni. Moroder (Verdi): chance da non perdere

BOLZANO — L'assessore alla mobilità Thomas Widmann sembra essere possibilista sull'eventualità di procedere alla rinnovata idea di mettere in comunicazione l'Oltradige e il capoluogo via tram, e fissa il termine del 7 settembre come il giorno in cui si prenderanno le decisioni.
Widmann considera positivamente, infatti, il fatto che i Comuni di Bolzano, Caldaro e Appiano abbiano preso seriamente l'iniziativa riguardo a un'opera concepita sia per il grande flusso di pendolari in entrata verso Bolzano, sia per il suo impatto ambientale: «Io, il presidente Durnwalder e i Comuni ci siamo già seduti a un tavolo — esordisce —. Ora aspettiamo che entro il 7 settembre le città presentino uno studio di fattibilità approfondito, per valutare la situazione».
Ma sembra proprio che all'assessore quest'idea piaccia: «Apprezzo molto — spiega — la volontà dei Comuni e la loro presa di posizione in merito e, se le proposte che ci verranno presentate saranno valide, non inizieremo subito, ma subitissimo ». Widmann smentisce così il presunto scetticismo della Provincia verso un progetto che, comunque, era già stato messo al vaglio, anche se in altre maniere, diverse volte in passato e senza esito.
In seguito, tuttavia, frena gli entusiasmi: «Per ora — prosegue — lo studio di fattibilità eseguito è poco più che due strisce su una mappa. Aspettiamo qualcosa di più dettagliato. I nostri studi precedentemente condotti — conclude — erano decisamente più approfonditi».
Chi invece è favorevole al progetto senza riserve è l'ingegner Helmut Moroder dei Verdi, già noto per la ferrovia della val Venosta: «La ferrovia venostana è un successo da cui dovremmo prendere esempio — afferma —. La gente sta capendo i vantaggi del viaggiare su rotaia e lasciare le macchine nel garage. Non posso che vedere di buon occhio — dichiara ottimista — la tramvia dell'Oltradige: sia per il grande entusiasmo e convinzione che stanno dimostrando i Comuni sia per i benefici che gioveranno all'ambiente».
A chi critica la localizzazione di via Druso a Bolzano, replica sicuro: «Non esiste alcun problema logistico. Serve solo un po' di coraggio. Di certo — continua — il tram dovrà passare nella stessa sede stradale delle automobili ma, comandando i semafori e tenendosi dietro le vetture, non incapperà nel traffico. Si facilita poi — propone —, a Bolzano, la possibilità di collegare alla tramvia una serie di rami che costituiscano una vera e propria rete di trasporto interno ».
«Ad ogni modo — riprende Moroder — ha ragione Widmann, bisogna vedere gli studi di Hermann Knoflacher prima di giudicare. Ma reputo che sia una grande chance da non farsi sfuggire. Con tutti questi presupposti saremmo degli incapaci a non farla partire. Ma credo — auspica infine — che il progetto sia nato sotto una buona stella ».

Giacomo Voltolina



Alto Adige 08 AGOSTO 2007
«Tram, adesso si decide il percorso»
La giunta ha affidato l’incarico: lo studio del tracciato sarà pronto per la fine di settembre
ANTONELLA MATTIOLI

 BOLZANO. I tempi sono stretti: a fine settembre il professor Hermann Knoflacher dell’università di Vienna dovrà consegnare lo studio con l’esatta individuazione del percorso del nuovo tram che collegherà Bolzano ai principali comuni dell’Oltradige, Appiano e Caldaro. La giunta comunale, nella riunione di ieri, ha approvato una spesa di 4.493 euro. Un’utopia, come gli altri tram di cui si è parlato più volte nel corso degli anni? Stavolta pare ci sia la volontà di fare sul serio.
 La speranza nasce da un dato di fatto: la situazione attuale è al collasso. Lo sanno perfettamente i sindaci di Bolzano, Appiano e Caldaro che nei mesi scorsi hanno deciso di trovare assieme una soluzione e di andare poi assieme in Provincia a chiedere i soldi per realizzarla.
 Le cifre parlano chiaro. Tra Appiano e Bolzano circolano ogni anno 3,1 milioni di vetture; tra Appiano e Caldaro 798 mila. Ci sono i pullman della Sad, ma, nelle ore di punta, per arrivare a Bolzano da Caldaro impiegano anche 54 minuti. Troppi. E questo giustifica il fatto che solo il 5% della popolazione dell’Oltradige usa il mezzo pubblico. Per arrivare all’obiettivo auspicato del 30%, bisogna offrire un sistema competitivo che, nel caso specifico, potrebbe essere il tram.
 I calcoli sono già stati fatti, il tram dimezzerebbe i tempi: 25 minuti al massimo, per andare da Caldaro a Bolzano (e stesso tempo per il percorso opposto), con convogli che dovrebbero partire ogni 15 massimo 30 minuti. Costo del biglietto per la singola corsa: 65 centesimi.
 A fine settembre si conoscerà il tipo di tracciato consigliato da Knoflacher che però, già nello studio di fattibilità consegnato a primavera, proponeva alcune ipotesi.
 Il tram - secondo una delle varianti possibili - partirebbe da Caldaro (vicino alla vecchia stazione), quindi Ganda di Sotto, vecchia stazione di Appiano, provinciale sotto San Paolo, Ponte Adige e poi Bolzano: incrocio via Resia-viale Druso (con allacciamento alla tratta per l’ospedale), piazza Adriano, piazza Verdi. In tutto 15 chilometri.
 Da Caldaro a Ganda di Sotto si ipotizza di far correre il tracciato lungo la ciclabile; da Appiano a Ponte Adige invece lungo la provinciale, poi l’asse via Merano-viale Druso-via Marconi fino al centro di Bolzano. Tracciato promiscuo, il che significa che in parte correrebbe accanto alle strade già esistenti e in parte addirittura sopra, «mescolandosi» alle auto (ma in realtà dettando i tempi del loro movimento) e attraversando strade e rotonde; una soluzione che tra l’altro permetterà di ridurre al minimo l’esproprio dei terreni.
 Costo dell’operazione: tra i 195 e i 220 milioni di euro nell’ipotesi più economica, 350 per quella più cara.
 Il problema è chi paga. L’assessore alla viabilità Klaus Ladinser è fiducioso: «Quando abbiamo il progetto, andiamo a discuterne in Provincia». Il presidente Luis Durnwalder è scettico sul tram, perché uno studio analogo, fatto un paio d’anni fa, bocciava questa soluzione.
 I tre sindaci sono andati avanti comunque e quando sarà pronta la «vera» ipotesi di tracciato andranno in Provincia a chiedere i finanziamenti. Durnwalder al riguardo ha già detto che si può discutere di questo solo se i Comuni si fanno carico di avviare le procedure di esproprio delle aree dove correranno i binari del tram.


Landinser: arriverà all’ospedale

 «Le diverse ipotesi di tram o metro - spiega il sindaco Luigi Spagnolli - fatte in questi anni sono sempre naufragate non tanto e non solo per problemi di costi, ma perché difficili da realizzare. I diversi studi prevedevano di utilizzare parte della sede stradale per farci passare il tram. Questo avrebbe comportato il restringimento delle carreggiate e l’eliminazione dei posti macchina».
 La soluzione, proposta dal professor Hermann Knoflacher, ha invece maggiori chance, perché il tracciato del tram corre sulla strada. «In sostanza - dice l’assessore alla viabilità Klaus Ladinser - avremo il tram con diritto di precedenza e dietro le macchine». Il nuovo sistema di trasporto pubblico potrebbe risolvere i gravi problemi di traffico che scoppieranno nei prossimi anni in zona ospedale, quando la cittadella, intorno al 2020, sarà completata. «Mi piacerebbe - aveva anticipato solo poco tempo fa Ladinser - allungare il tracciato del tram che potrebbe collegare il centro di Bolzano a Caldaro e Appiano fino al San Maurizio. Evitando così l’assalto di centinaia di macchine che quotidianamente si riversano su Bolzano e sull’ospedale in particolare».

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martedì, 07 agosto 2007

Corriere dell'Alto Adige 2007-08-07

Oggi l'ok della giunta. Ladinser: «Facciamo sul serio, entro settembre la scelta»

Oltradige, incarico per il tracciato del tram


BOLZANO — Torna Ladinser e il riparte il tram. Il punto più importante all'ordine del giorno della seduta odierna della giunta comunale di Bolzano riguarda l'innovativo progetto di mobilità alternativa tra il capoluogo e l'Oltradige. Dopo lo studio di fattibilità che ha dimostrato per la prima volta la sostenibilità dell'operazione, un nuovo incarico verrà affidato allo studio del «guru» viennese Hermann Knoflacher: questa volta riguarderà la scelta del tracciato, il punto forse più delicato dell'intero progetto.
La delibera è presentata dall'assessore al traffico Klaus Ladinser, accanito sostenitore della tramvia, appena rientrato da un breve periodo di vacanza. Ma non è solo Bolzano a spingere: tant'è vero che le spese per questo nuovo incarico (circa 45mila euro) verranno ripartite in parti uguali tra il capoluogo, Appiano e Caldaro. E proprio l'asse fra i tre comuni interessati rimane una delle armi principali da spendere nel difficile confronto con la Provincia, il cui aiuto è assolutamente imprescindibile per arrivare a coprire i 200 milioni di euro stimati per realizzare la tramvia.
«Da parte nostra — assicura Ladinser — facciamo sul serio.
Dopo il responso positivo sulla fattibilità dell'opera, vogliamo arrivare il prima possibile a definire il tracciato, possibilmente entro la fine di settembre ». L'assessore Svp è perfettamente consapevole che proprio la scelta del tracciato rappresenta uno dei punti più delicati della pianificazione: se nel tratto urbano sembra ormai assodato che si punterà sull'asse di viale Druso, con un uso misto della sede stradale, resta problematica la previsione all'altro capo della linea. «Non è solo un problema di espropri — riconosce Ladinser —, ma anche di collegare nel modo migliore le tante frazioni in cui sono "dispersi" gli abitanti di Appiano e Caldaro. Trovata la via giusta, ripartirà il confronto con la Provincia».
F. Cle.
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giovedì, 02 agosto 2007
Alto Adige 02 AGOSTO 2007
Treni: metropolitana indispensabile
Polonioli: «Studio di fattibilità per una fermata a San Giacomo»
Il sindaco parla della Seab e dell’aeroporto ed affronta anche i problemi della mobilità «Una strategia concordata con Bolzano»

 LAIVES. Il sindaco Giovanni Polonioli, al centro di reiterate richieste di dimissioni da parte dell’opposizione di centrodestra in questo ultimo periodo, ha deciso di fare chiarezza in merito a varie affermazioni «anche perchè - dice il primo cittadino - sono palesemente errate e fuorvianti, al punto che mi convincono sempre di più a rimanere per amministrare con maggior determinazione». La prima questione che affronta il sindaco è quella dei posti in alcuni consigli di amministrazione.
 «Niente di più falso - afferma il sindaco - tant’è che non abbiamo ancora provveduto a nominare il nostro rappresentante nostro nella Seab, nonostante abbia assunto il servizio di raccolta rifiuti a Laives dal 31 dicembre scorso. Lo stesso vale per l’aeroporto di San Giacomo: non siamo a chiedere un posto in consiglio di amministrazione, come sostengono i rappresentanti dell’opposizione di centrodestra, ma è stata l’ABD ad offrircelo e noi lo abbiamo subito rifiutato. Per questo respingo al mittente queste accuse gratuite e infondate e ricordo anche che personalmente mi sono battuto per la riduzione dei posti nei consigli di amministrazione ed anche dei compensi, al punto che nella Sasa, da 13 mila euro all’anno lordi che percepiva prima un consigliere, siamo passati al gettone di presenza pari a 250 euro a seduta, che fanno circa 3000 euro l’anno per ciascuno. Questa politica di riduzione dei costi e dei privilegi cerco di portarla avanti ovunque possibile».
 Da parte del comitato di San Giacomo invece si è parlato della necessità di avere una stazione ferroviaria all’altezza dell’abitato, una istanza che va avanti da anni. «È un tema che condividiamo pienamente - dice Polonioli - e facciamo il possibile per arrivarci. Recentemente ho incontrato il sindaco di Bolzano e Trenitalia per parlare del terzo binario e della stazione a San Giacomo e si dovrebbe arrivare allo studio di fattibilità per quest’opera. Sappiamo altresì che l’assessore Thomas Widmann la pensa diversamente ed è più favorevole al tunnel del Brennero. Però si tratta di una soluzione che richiederà tempi inevitabilmente lunghi, mentre noi siamo per la soluzione più ravvicinata, vale a dire la metropolitana di superficie con la stazione all’altezza dell’abitato di San Giacomo. Per questo sottolineo che sono ben felice se anche i nostri cittadini continuano nei richiami su queste questioni, perchè ritengo sia la strada giusta per risolvere il problema».
 Intanto è stata rinviata a lunedì della prossima settimana la riunione di maggioranza prevista per quest’oggi. Il rinvio è stato giustificato con il fatto che oggi c’è il giovedì lungo dei commercianti.
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giovedì, 19 luglio 2007

Alto Adige 19 LUGLIO 2007
SÌ AL METRÒ DI SUPERFICIE
  Bassa Atesina
Anche il consiglio comunale ha ribadito la sua volontà di andare avanti con il progetto del metrò in superficie, che colleghi Termeno, Caldaro e Appiano a Bolzano. Martedì sera, infatti, tutti i consiglieri all’unanimità hanno approvato la deliberazione di massima relativa al progetto. «Il consiglio è unito - afferma Gutgsell - intende portare avanti questo progetto, che risolverebbe il problema del traffico nelle nostre zone».
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mercoledì, 18 luglio 2007

Alto Adige 18 LUGLIO 2007
La proposta è un «anello» che arrivi fino a Egna e passi poi per Ora, Bronzolo e Laives. Peterlini: sarebbe la soluzione
«Metrò di superficie in tutta la Bassa»
La Svp rilancia: non basta la linea per Caldaro, deve essere circolare
 EGNA. Il tram di superficie dall’Oltradige a Bolzano e ritorno va bene, ma non basta: quello che serve è un metrò che arrivi sì a Caldaro «ma poi prosegua per Termeno e, attraversando la valle, raggiunga Egna, Ora, Bronzolo e Laives». Insomma un collegamento circolare, una «linea ad anello», per risolvere i problemi dei 25 mila pendolari che ogni giorno devono raggiungere il capoluogo. Ecco la proposta della Svp Bassa Atesina, avanzata da Oskar Peterlini.
 Sul metrò di superficie tra Bolzano e l’Oltradige sono più o meno tutti d’accordo - o per lo meno lo sono i Comuni coinvolti dal tragitto. La Provincia, con Luis Durnwalder e Thomas Widmann, si è detta favorevole ma in controluce è sempre apparsa fredda: troppi costi, sostiene palazzo Widmann, per un’opera dalle troppe incognite. Ma ora la Svp della Bassa Atesina - che lunedì ha discusso proprio di trasporti - non si limita a ribadire il sì al progetto. Rilancia. Alza la posta. Quello che serve, dice l’Obmann e senatore Oskar Peterlini, è una linea circolare per tutta la Bassa.
 «Una metro di superficie che colleghi Bolzano all’Oltradige e alla Bassa Atesina - afferma Peterlini - potrà risolvere i problemi dei circa 25mila pendolari che, quotidianamente, raggiungono il capoluogo. Condividiamo e sosteniamo il progetto dell’assessore provinciale Thomas Widmann di intensificare, al ritmo di uno ogni mezz’ora, i treni che percorrono la tratta Verona-Bolzano. Ma se questa rappresenta una soluzione nel breve periodo, è necessario a lungo termine prevedere la realizzazione di una metro di superficie per dare una risposta definitiva ai problemi dei pendolari».
 Secondo il parlamentare «è positiva l’idea di una metro che colleghi Bolzano con Caldaro, passando per Appiano, ma quest’opera dovrebbe però proseguire verso Termeno e poi, attraversando la valle, passare da Egna e da qui, via Ora, Bronzolo e Laives, tornare a Bolzano. Si andrebbe così a creare un collegamento circolare che attraverserebbe i paesi dell’Oltradige e Bassa Atesina, fornendo ai pendolari una valida alternativa all’auto privata».
 Secondo i calcoli della Volkspartei, infatti, dei 25 mila pendolari quotidiani verso Bolzano «ben 20mila, pari al 77%, usa la macchina. A nostra avviso - conclude l’Obmann Peterlini - questo utilizzo di mezzi propri è determinato anche dal fatto che le stazioni dell’attuale ferrovia sono distanti dai centri abitati. Aspetto che verrebbe risolto da una metro di superficie pensata con stazioni più vicino agli stessi paesi».
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venerdì, 29 giugno 2007

Alto Adige 29 GIUGNO 2007
Rfi: questa soluzione permetterà di potenziare il trasporto merci e di destinare gli attuali binari ai soli treni-passeggeri
Passante in galleria, indagini geologiche
Il tunnel previsto tra Ora e Cardano sarà pronto entro il 2011

 ORA. L’assessore provinciale ai lavori pubblici Florian Mussner ha garantito che saranno avviati, nel prossimo autunno, le indagini geologiche riguardo al progetto della realizzazione in galleria della nuova rete ferroviaria del Brennero, in Bassa Atesina. Il primo intervento sarà la realizzazione del passante ferroviario, in tunnel, da nord di Ora a Cardano by-passando Bolzano.
 La futura galleria ferroviaria in Bassa Atesina (è la tratta di accesso all’eurotunnel», da Bronzolo a Salorno, passerà sotto i monti Colle, Castel Vetere, Costa del Cislon, Madrutta e Geier. Il tracciato attraverserà Rio di San Pietro, Rio Valdagno, Rio Nero, Torrente Trodena, Rio di Lauco, Rio Valle D’Orso, Rio Molino e Rio Tigia. Il tunnel si troverà al massimo 900 metri sotto i monti ricordati; negli attraversamenti delle vallate questa altitudine diminuirà fino a 50 metri sotto al torrente Trodena. L’intero tracciato, nel progetto, ha una lunghezza di circa 19 chilometri. Verranno attraversate le seguenti unità di roccia: porfido quarzifero di Bolzano, strati di Bellerophon, arenarie della Val Gardena, formazione di Werfen, dolomia del Serla, formazione di Contrin, dolomia dello Sciliar. Una parte maggiore di 5 chilometri di lunghezza passerà attraverso al porfido quarzifero di Bolzano; circa 9 chilometri di binari attraverseranno gli strati morbidi della formazione a Bellerophon e delle formazioni di Werfen. Il resto, circa 5 chilometri, passerà nella dolomia. Di particolare importanza, per la realizzazione del tunnel ed anche per l’ambiente, saranno gli attraversamenti della dolomia e del torrente Trodena.
 Il passante. La priorità assoluta rispetto agli accessi al tunnel di base del Brennero è stata concessa al passante ferroviario in galleria fra Ora e Cardano per favorire - soprattutto - il trasporto delle merci. Il commissario europeo ha detto, anche di recente, che questo tunnel dovrà essere pronto entro il 2011. Il passante in galleria fra Ora e Cardano sarà di 10,6 chilometri ed anche Rfi è d’accordo: servirà a potenziare il servizio di trasporto delle merci (il servizio di intermodalità verrà svolto dall’Interporto di Trento dopo la rinuncia della Provincia di realizzare uno scalo sull’areale di Bronzolo) con la possibilità quindi di liberare in parte gli attuali binari sui quali potranno quindi correre più treni per i passeggeri e realizzare (magari) la metropolitana di superficie.
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domenica, 24 giugno 2007

Alto Adige 24 GIUGNO 2007



NOTA DI ZORZI (UDC)

«Binari in Oltradige? Ok
ma anche in Bassa Atesina»
 La sezione dell’Udc di Laives interviene sulla proposta di Rosa Thaler Zelger, vice presidente del consiglio provinciale, favorevole al collegamento su binari tra Bolzano e Caldano con estensione alla Bassa Atesina. «La signora mi trova perfettamente d’accordo - scrive Mario Zorzi - è l’unico modo per togliere gli autoveicoli dalla strada. Ritengo però che prima di raggiungere Appiano e Caldano sia più sensato collegare Laives, Bronzolo e Ora con una metropolitana di superficie circolare che colleghi i maggiori centri della Bassa Atesina».
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domenica, 24 giugno 2007

Alto Adige 24 GIUGNO 2007
«I treni devono fermare a San Giacomo»
La frazione ha bisogno di essere collegata meglio a Bolzano con il servizio di trasporto
di Ezio Danieli

 LAIVES. San Giacomo - in costante sviluppo demografico - ha bisogno di essere collegata meglio a Bolzano tramite il servizio di trasporto pubblico. La realizzazione di una fermata dei treni, all’altezza della frazione, è un obiettivo indicato da anni in vista anche della metropolitana di superficie fra Bolzano e Salorno. Ma proprio questa metropolitana è stata bocciata, di recente, dall’assessore altoatesino Widmann in previsione del «passante» fra Ora e Cardano.
 Del progetto si discute da anni: fra l’altro un progetto di massima è già stato elaborato. Ora sono i Democratici di Sinistra a tornare alla carica per chiedere «l’immediata realizzazione della fermata dei treni per San Giacomo». È stato Il rappresentante dei DS/Ulivo nella mediazione sull’aeroporto, Alexander Tezzele, ad illustrareo all’ultima seduta del forum la proposta di realizzare in tempi brevi la fermata ferroviaria: «Per noi si tratta di una questione fondamentale, perché crediamo che sia necessario mandare un segnale positivo a chi finora ha subito solo gli effetti negativi dell’aeroporto. La fermata ora è diventata realizzabile, perché i miglioramenti infrastrutturali operati da RFI riguardanti il distanziamento dei treni aumentano la capacità della linea in maniera sufficiente. Buona parte dei 40 treni regionali che giornalmente viaggiano sulla linea, potrebbero fermarsi a San Giacomo. A costi molto bassi si può ottenere un grande vantaggio». Alexander Tezzele ha anche fatto un quadro della situazione attuale: «Chi oggi usa il treno, deve aggiungere da 20 a 30 minuti in autobus per raggiungere dei luoghi che stanno proprio accanto alla linea ferroviaria. Se ora si spendono dei soldi per gli hangar e la struttura dell’aeroporto, sarebbe giusto farlo anche per un mezzo ecologicamente sostenibile come il treno». Secondo i Democratici di Sinistra «La proposta della fermata dei treni sarebbe anche un primo passo verso il metrò di superficie tra Bolzano e la Bassa Atesina». Pur prendendo in considerazione il fatto che la metropolitana di superficie vera e propria potrà entrare in servizio solo dopo la costruzione del passante fra Ora e Cardano che favorirà soprattutto i treni merci, «la fermata di San Giacomo - sostiene Alexander Tezzele - potrebbe già essere realizzata ora e portare dei primi vantaggi a San Giacomo». La tesi viene sostenuta anche da Christian Tommasini, segretario provinciale dei Ds: «È importante realizzare presto la fermata del treno a San Giacomo: se così sarà, i Democratici di Sinistra potranno valutare positivamente il risultato della mediazione sull’aeroporto che sta portando ad un buon compromesso, che prevede il mantenimento dell’attuale pista senza allungamento e l’esecuzione dei lavori connessi alla sicurezza».
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sabato, 23 giugno 2007

Corriere dell'Alto Adige 2007-06-23

L'ALTRO PROGETTO

Vertice sul tram per l'Oltradige Ladinser: «I Comuni ci credono»


BOLZANO —C'è daconvincere Thomas Widmann, affascinato dai progetti innovativi sulla mobilità ma preoccupato dalle criticità già sollevate in passato dai suoi tecnici. E c'è soprattutto da convincere Luis Durnwalder, la cui prima reazione a caldo («chi paga, Pantalone?») era stata quasi sprezzante. Ci proveranno i massimi rappresentanti dei Comuni di Bolzano, Appiano e Caldaro, che mercoledì saliranno a Palazzo Widmann per consegnare ai vertici della giunta provinciale lo studio di fattibilità per la realizzazione di un collegamento tramviario tra il capoluogo e l'Oltradige.
L'analisi, condotta dal guru
svizzero Willi Hüssler, afferma per la prima volta che il progetto è sostenibile. E i Comuni se ne sono subito innamorati: il mese scorso, nella sala del consiglio comunale del municipio bolzanino, ai rappresentanti dei tre Comuni brillavano gli occhi. E perfino i loro colleghi della Bassa atesina (l'altra grande direttrice del flusso quotidiano di pendolari verso il capoluogo) si sono mossi per chiedere di essere coinvolti nei progetti di mobilità per la conca bolzanina.
Uno che ci crede è sicuramente l'assessore al traffico del capoluogo Klaus Ladinser. «Il tram per l'Oltradige— ragiona l'uomo emergente della Svp cittadina, probabile vicesindaco quando Pichler Rolle entrerà in consiglio provinciale — può essere uno dei progetti più importanti e caratterizzanti nel mandato di questa giunta comunale. Siamo convinti che questa proposta vada nella giusta direzione, e sia in linea con lo sviluppo del capoluolgo». Resta il fatto che, finora, il progetto si è sempre scontrato con ostacoli tecnici, come la difficoltà di andare a servire in maniera capillare i tanti borghi «dispersi » di Appiano e Caldaro. «In passato — ammette Ladinser — altri studi di fattibilità hanno dato esito negativo. Ma stavolta le prospettive ci sono. Un'idea forte, in particolare, è quella di usare la sede stradale anziché un nuovo percorso ».
Una via simile, secondo Ladinser, potrebbe essere studiata anche per la Bassa atesina, in alternativa all'aumento della frequenza dei treni sull'attuale ferrovia. «Gli attuali binari — osserva l'assessore — passano abbastanza lontano dal centro dei Comuni, cosa che li rende poco adatti per un uso "metropolitano". In attesa del passante Ora-Cardano, che permetterà comunque di usare meglio la ferrovia, credo dovremo ragionare su un progetto analogo anche per la Bassa».
La prima tappa è l'incontro a palazzo Widmann: il tram per l'Oltradige (costo stimato 200 milioni di euro) passa inevitabilmente da lì.
F. Cle.
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sabato, 23 giugno 2007
Alto Adige 21 GIUGNO 2007
«Il metrò allungato verso la Bassa»
Rosa Thaler Zelger: una circolare sarebbe la soluzione migliore
LORENA PALANGA


 CALDARO. Anche la consigliere provinciale Rosa Thaler Zelger ha salutato positivamente la proposta dei sindaci dell’Oltradige di costruire un metrò in superficie tra Caldaro e Bolzano. La Thaler si è detta entusiasta del progetto ed ha avanzato l’idea di estenderlo anche ai comuni della Bassa Atesina, soffocati ogni giorno dal traffico. «Invece di costruire solo il tratto Caldaro-Bolzano, si potrebbe realizzare una circolare che interessi anche i paesi di Egna, Ora, Bronzolo e Laives», ha spiegato la consigliere.
 Continua a raccogliere consensi favorevoli la proposta dei sindaci dell’Oltradige di realizzare tra Caldaro e Bolzano un metrò in superficie, così da offrire ai 14 mila pendolari che si riversano ogni giorno su questa strada una valida e conveniente alternativa all’uso della proprio auto e in modo da risolvere la piaga del traffico.
 Proprio a pochi giorni dal vertice tra i sindaci dei comuni dell’Oltradige interessati dal progetto, il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, e l’assessore ai trasporti, Thomas Widmann, per discutere ulteriormente della proposta, è arrivata l’approvazione al metrò da parte della consigliera Volkspartei nonché vicepresidente del consiglio, Rosa Thaler Zelger.
 «Il progetto di realizzare un metrò in superficie tra Caldaro e Bolzano da poco presentato - si legge in una nota scritta dalla consigliere - rappresenta, a mio parere, un’ottima soluzione per liberare la zona dell’Oltradige dalla valanga di automobili, che ogni giorno si riversano sulle sue strade per raggiungere il capoluogo altoatesino».
 La Thaler, però, non si è limitata, ad elogiare il progetto voluto e sostenuto dai sindaci dell’Oltradige e i suoi risvolti positivi, ma ha anche avanzato un’ulteriore proposta. «Dato che i binari rappresentano una valida e più ecologica alternativa alle automobili - si legge sempre nella nota - sarebbe opportuno proporre questa soluzione anche per la Bassa Atesina, dove il traffico rappresenta da sempre un grave problema per la popolazione locale. Ad esempio - continua la Thaler - si potrebbe progettare una linea circolare. Invece che percorrere solo il tratto Caldaro-Bolzano, infatti, il metrò potrebbe partire da Bolzano, attraversare la zona dell’Oltradige, passare per il lago di Caldaro, raggiungere Termeno, attraversare i paesi di Egna, Ora, Bronzolo e Laives e, infine, arrivare nuovamente a Bolzano e, precisamente nella zona industriale situata nella parte sud del capoluogo».
 Una volta conclusa la tanto attesa circonvallazione di Ora (l’assessore provinciale Florian Mussner ha promesso la percorribilità entro il 2010), a detta della consigliere Thaler, ci sarà al fianco della statale abbastanza spazio per costruire i binari necessari al metrò. «In ogni caso un simile progetto - conclude Rosa Thaler Zelger - rappresenta una soluzione innovativa al problema del traffico nella Bassa Atesina come anche nella zona dell’Oltradige».
 Dello stesso parere sono il sindaco di Caldaro, Wilfried Battisti Matscher, e il primo cittadino di Appiano, Franz Lintner, che, dopo essersi incontrati la settimana scorsa con il vicesindaco di Bolzano, Elmar Pichler Rolle, e dopo avere chiesto totale appoggio ai rispettivi consigli comunali, attendono ora l’incontro con i vertici della Provincia.
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domenica, 10 giugno 2007
il terzo binario
Ci risiamo! Ciò che è possibile per altre zone dell’Alto Adige, non è concesso alla Bassa Atesina.
È di questi giorni la notizia che l’ipotesi di metropolitana di superficie dell’Oltradige avanza a grandi passi ed è già pronto, per iniziativa dei comuni interessati, lo studio di fattibilità. La provincia, nel frattempo, assicura “che valuterà con grande attenzione” il progetto, mentre per quanto concerne il territorio a sud di Bolzano, l’assessore Widmann smorza qualsiasi velleità dichiarando perentoriamente che il terzo binario è “definitivamente sepolto e quindi non si farà”.
Eppure nel Piano provinciali dei trasporti quest’opera era fondamentale per risolvere i problemi della mobilità e dell’inquinamento della Bassa Atesina. Successivamente i finanziamenti sono stati spostati altrove e ora prioritario sembra diventato il collegamento con Caldano anche se, nella tratta che interessa il nostro comune, non vi sono dubbi sul rapporto costi-utilizzo dato l’alto numero di pendolari che già attualmente utilizzano il treno per i loro spostamenti verso e da Bolzano.
L’amministrazione comunale di Laives, anche di recente, ha ribadito di considerare fondamentale il terzo binario, ma, a nostro avviso, non è sufficiente affermarlo se non seguono atti concreti. È necessario da subito un’iniziativa politica forte in sinergia con gli altri comuni della Bassa Atesina e con la Comunità Comprensoriale che, su opere di così rilevante impatto sociale ed ambientale, imponga alla Provincia il confronto con le comunità interessate e con i loro rappresentanti.

Rifondazione Comunista - Laives

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martedì, 05 giugno 2007
Alto Adige  05 GIUGNO 2007
L’ultima proposta - con tanto di studio - è quella di un collegamento fra Bolzano ...

L’ultima proposta - con tanto di studio - è quella di un collegamento fra Bolzano e l’Oltradige. Ma anche la Bassa Atesina chiede il terzo binario e quindi la metropolitana di superficie; in val Gardena non si perde un’occasione pubblica per esprimere rimpianto sul mitico trenino che saliva da Chiusa a Plan de Gralba e per sollecitare il ripristino del collegamento sui binari; analoghe richieste vengono dalla val di Fiemme (che era collegata ad Ora grazie agli sbuffi di fumo) ed anche dalla Passiria; in Pusteria c’è un pressing asfissiante dei pendolari che sollecitano un potenziamento della linea fra Fortezza e San Candido con un’attenzione particolare anche nei confronti del trasporto merci in modo tale da liberare la statale intasata e pericolosa nonostante le varianti realizzate e quelle progettate e già finanziate. Cresce la voglia di binari. Ed è indubbio che si tratta - anche ma non solo - di un effetto-Venosta. Il ripristino del servizio ferroviario fra Merano e Malles (con collegamenti diretti per Bolzano) si sta rivelando funzionale con un numero in costante crescita di viaggiatori, anche turisti. Ecco dunque che dalle zone della provincia più assediate dal traffico è partita una considerazione-richiesta che si può riassumere in poche righe: vogliamo anche noi un collegamento ferroviario perchè a causa del traffico la vivivilità è compromessa. Con una considerazione per certi aspetti anche politica: perchè in Venosta sì e da noi no?
 La prima risposta è tecnica: il ripristino del treno fra Merano e Malles è stato possibile soprattutto dal fatto che il tracciato era a disposizione. D’accordo: sono stati necessari interventi strutturali di notevole spessore e di costi elevati. Ma la base su cui costruire era pronta e su quella è stato costruito. Con successo. Nelle altre zone della provincia sono rimasti soltanto i ricordi di un sistema di mobilità che era un fiore all’occhiello: una pista ciclabile ed un ponte fra Bolzano e Caldaro, alcune stazioncine e tratti di massicciata fra Ora e Cavalese, la strada provinciale Chiusa-Pontives dove sbuffava il trenino della val Gardena. Ripristinare i binari su questi tratti significa - ed il presidente Durnwalder lo ha ribadito per l’ennesima volta proprio l’altro giorno su questo giornale - trovare i terreni sui quali realizzare le massicciate o sistemare i piloni di una ferrovia sopraelevata. Un ostacolo - fa capire il presidente della giunta provinciale - praticamente insormontabile. E’ lo stesso concetto ribadito, in più occasioni, dall’assessore altoatesino alla mobilità, Thomas Widmann.
 Seconda considerazione: è evidente che la concentrazione dei guai da mobilità è Bolzano per colpa anche della Provincia che ha concentrato proprio nel capoluogo altoatesino i suoi uffici che sono una calamita di dipendenti pendolari e di residenti che hanno bisogno dei servizi. La stessa Provincia per il capoluogo altoatesino ha fatto poco a favore della mobilità, se si esclude quel funzionale e pratico sistema di integrazione di mezzi e tariffe. Ma anche il Comune non è riuscito ad andare oltre le buone intenzioni. La strada arginale ne è la dimostrazione concreta: nata vecchia ha dimostrato subito la sua inadeguatezza per risolvere, anche parzialmente, problemi che condizionano anche lo sviluppo urbanistico del capoluogo. Ed infatti adesso si torna a parlare di spostare l’Autobrennero. Terza considerazione: la voglia (diffusa) di collegamenti su rotaia si scontra anche con i costi elevati ma in questo contesto la giunta altoatesina non ha giustificazioni visti i quattrini (tanti) spesi per una serie di varianti alle statali e messi in preventivo per quelle da completare o già progettate. I soldi - se c’è la volontà politica - si sono sempre trovati e sempre si troveranno. C’è - in questo contesto - un’ultima considerazione da fare. E’ la stessa degli anni Sessanta quando, in perfetta coincidenza con i primi lavori di costruzione dell’Autobrennero, vennero demolite progressivamente tutte le linee ferroviarie minori che erano un esempio di funzionale mobilità. A distanza di 40 anni, in perfetta coincidenza con il diffuso pressing per il ripristino dei collegamenti sui binari, l’attenzione e la disponibilità finanziaria si sono spostate sull’eurotunnel del Brennero. Tutto il resto - anche la metropolitana di superficie fra Bolzano e la Bassa Atesina che sarebbe un toccasana anche per Bolzano e che è prevista nel piano provinciale del traffico (fatto, bocciato, rifatto e dimenticato) - passa in secondo ordine. Quarant’anni fa la demolizione affrettata delle linee ferroviarie minori fu un clamoroso errore di programmazione. Adesso c’è il rischio - fondato - che lo si stia per ripetere.
Ezio Danieli
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sabato, 02 giugno 2007
Alto Adige 02 GIUGNO 2007
Pressioni in Provincia da San Giacomo di Laives fino a Salorno: inadeguato il servizio svolto dai pullman di linea
Terzo binario, torna il pressing insistente
Un coro unanime: «Pendolari favoriti e meno inquinamento»
Widmann: progetto sepolto. Presto arriverà il passante

 SALORNO/LAIVES. Riparte da San Giacomo, frazione di Laives, il pressing per la realizzazione della metropolitana di superficie con quel terzo binario che agevolerebbe in primo luogo i pendolari contribuendo - non poco - anche a frenare l’inquinamento da traffico in tutta la Bassa Atesina. La proposta del Centro Attenzione Permanente si scontra però con la posizione della Provincia.
 Il Centro Attenzione Permanente di San Giacomo ritiene - e lo ha messo nero su bianco in un documento - che «La metropolitana di superficie è possibile: resta dunque valido il progetto per la realizzazione di un esclusivo binario ferroviario dedicato al transito dei treni metropolitani dalla stazione di Bolzano a San Giacomo con la possibilità di realizzare le fermate ad Oltrisarco ed all’aeroporto. Ciò risulta possibile grazie alla parziale utilizzazione del binario già esistente della linea fra il capoluogo altoatesino e Merano». Il terzo binario dovrebbe poi proseguire fino ad Ora «in modo da istituire treni ad orari cadenzati con fermate ad Oltrisarco e zona industriale / San Giacomo per Trento, senza intasare ulteriormente il traffico di treni merci e a medio e lunga percorrenza in entrata ed uscita dalla stazione di Bolzano». Quella rilanciata dal Centro Attenzione Permanente di San Giacomo è, a grandi linee, l’indicazione contenuta nel Piano provinciale dei trasporti che fino a qualche anno fa pareva essere una sorta di Bibbia per quanto riguarda la mobilità salvo poi finire (di proposito) nel dimenticatoio tanto che il progetto del terzo binario - ma è solo un esempio - viene ritenuto sepolto. Il «de profundis» lo ha recitato l’assessore provinciale Thomas Widmann: «Una volta realizzato il passante ferroviario in galleria fra Ora e Cardano, i due binari attuali saranno più che sufficienti per un servizio metropolitano. In cinque anni massimo, il caso potrebbe essere risolto brillantemente. Ormai è deciso che il passante fra Ora e Bolzano anticiperà la nuova linea del Brennero. I lavori potrebbero iniziare nel giro di due anni al massimo e concludersi in 2/3 anni. Da quel momento gran parte dei 120-180 (con sviluppo previsto fino a 250) treni quotidiani destinati a circolare fra Verona e il Brennero andrebbero in galleria, lasciando i due binari attuali a disposizione del trasporto locale: una metropolitana di superficie più che sufficiente per la cinquantina di treni locali».
 Ammesso che cinque anni basteranno per realizzare la galleria ferroviaria fra Ora e Cardano, in questo lasso di tempo è scontato che i disagi per i pendolari aumenteranno, senza possibilità di alternative in quanto l’aggiunta di altri treni non è possibile (non vi sono più tracce a disposizione) e grossi ostacoli presenta anche il più volte auspicato potenziamento del servizio di trasporto pubblico su gomma. I residenti (da Laives a Salorno) non smettono di esercitare pressioni: riuciranno a fare cambiare idea alla Provincia e all’assessore Widmann in particolare?
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sabato, 02 giugno 2007
Corriere dell'Alto Adige  2007-06-02

L'assessore: chiarire costi e benefici. Polonioli: non scordare l'asse sud

Oltradige, parte il tram Provincia pronta a salire

Widmann loda l'iniziativa: « Via al confronto »
BOLZANO — I Comuni chiamano, la Provincia risponde. La prima reazione di palazzoWidmann di fronte al progetto tramvia presentato da Bolzano, Caldaro e Appiano è positiva. « Proposta interessante, apriamo il confronto — dichiara l'assessore ai trasporti Thomas Widmann — . Ma va fatta un'indagine sul rapporto costi utilizzo » . Attento alle evoluzioni anche il sindaco di Laives Giovanni Polonioli, che si attende altrettanto impegno anche pe risolvere i problemi lungo l'asse del Brennero. WIDMANN — Il fatto che i Comuni abbiano preso l'iniziativa, secondo l'assessore provinciale, è un fatto positivo. « È importante — sostiene Widmann — che p r o s e g u a l o scambio di informazioni: solo dalla collaborazione tra Provincia e Comuni potremo indirizzare lo sviluppo del traffico in maniera sostenibile » .
Tra le possibile soluzioni ora c'è anche la ricetta Knoflacher.
« Siamo pronti — afferma Widmann — a valutare ogni progetto di mobilità che sia innovativo e a basso impatto ambientale: e quindi anche lo studio di fattibilità di una tramvia che colleghi l'Oltradige a Bolzano è una proposta interessante » . L'assessore, che non ha ancora visto lo studio, fa sapere che esaminerà quanto prima la proposta « per poi confrontarsi con gli amministratori locali » .
Altro studi sul tram, in passato, erano stati condotti dalla Provincia, ma i responsi erano stati negativi. Lo scoglio, in particolare, è quello di un tracciato che serva adeguatamente gli utenti di Appiano e Caldaro, i cui abitanti sono dispersi in molti centri minori. pere questo secondo Widmann « il prossimo passo sarà quello di chiarire il rapporto tra costo e utilizzo di un simile investimento » . L'esempio citato è quello della Germania, dove l'ente pubblico si assume l' 85% degli investimenti, ma solo a fronte di un utilizzo che sia superiore all'impegno sostenuto. « Questa indagine costo utilizzo va sicuramente condotta anche per l'Oltradige » sostiene Widmann » . POLONIOLI — Il sindaco di Laives guarda senza invidia la sinergia Bolzano Oltradige. « Il flusso di spostamenti lungo quella direttrice — ragiona Polonioli — è paragonabile a quello registrato tra capoluogo e Bassa. Il fatto che si ragioni di un investimento simile, è una buona notizia anche per noi: significa che ci sarà un pari impegno anche per l'asse sud » . Per Polonioli rimane strategico l'uso metropolitano della ferrovia del Brennero. « Bisogna aumentare la frequenza dei treni, con o senza terzo binario. E non possiamo permetterci di attendere il passante Ora Cardano » . Francesco Clementi


Alto Adige 02 GIUGNO 2007

  IL METRO'
La Provincia frena. Widmann: valutare costi e uso
«Bell’idea ma paga Pantalone»
Durnwalder ai Comuni: non è facile trovare 200 milioni
 CALDARO. «Sì, sì, l’idea non è male. Certo che tra il dire e il fare...». Luis Durnwalder è cauto. Le amministrazioni comunali di Caldaro, Appiano e Bolzano hanno mostrato un entusiasmo quasi contagioso, presentando lo studio di fattibilità del metrò di superficie tra Caldaro e il capoluogo. Ma evidentemente il contagio non ha ancora raggiunto palazzo Widmann - e chissà se lo raggiungerà mai. Il tono del presidente è infatti molto diverso da quello dei sindaci. Durnwalder mette il dito nella piaga: «L’idea è bella ma duecento milioni non si trovano così facilmente come dicono. E poi ci sono problemi tecnici, i passaggi sui terreni... Diciamo che per ora è un’idea degna di essere approfondita».
 Da parte loro, i tre sindaci e i rispettivi assessori hanno puntato sulla compattezza con la quale la proposta è portata avanti. Lo ricorda ad esempio Manfred Schullian, assessore al traffico del Comune di Caldaro: «Presentando lo studio di fattibilità abbiamo dimostrato che il progetto non è più un’utopia. La proposta è valida ed è portata avanti da tre intere comunità. Se sommiamo gli abitanti di Bolzano, Appiano e Caldaro raggiungiamo un quarto della popolazione altoatesina...». Lo stesso argomento viene usato dal sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli: «Qui si parla di un progetto che interessa 125 mila residenti, più i turisti. È la prima volta che la Provincia riceve una proposta dai Comuni con un sostegno così forte». E Wilfried Battisti Matscher, sindaco caldarese, aggiunge: «Una Provincia che spende 50 milioni per il tunnel di Ora e più di 150 per quello di Monte San Benedetto, a Merano, non può dire di no a 200 milioni per 125 mila persone».
 Tutti argomenti che però non impressionano Durnwalder: «Il tunnel di Merano serve a 30 mila persone. Vorrei proprio sapere quanti bolzanini useranno il metrò da e per Caldaro... Se contiamo anche tutti gli abitanti del capoluogo certo che arriviamo a 125 mila persone, ma allora mettiamoci anche quelli di Brunico...». Non solo: «L’idea del tram non è nuova, se ne parla da anni. Adesso almeno c’è una proposta concreta e unitaria di tre Comuni. Una novità interessante. Però è anche vero che questi si uniscono sempre purché poi a pagare sia Pantalone. Quello che posso dire con certezza è che prima o poi si farà qualcosa per migliorare la situazione del traffico tra l’Oltradige e Bolzano. Che forma avranno questi interventi, però, è ancora presto per dirlo».
 Più diplomatico l’assessore provinciale ai trasporti, Thomas Widmann: «Siamo pronti a valutare questo progetto come tutti quelli innovativi - dice - e il primo passo sarà chiarire il rapporto tra costo e uso dell’impianto. In Germania l’ente pubblico si assume l’85% dei costi ma solo se l’uso è superiore all’investimento. La stessa cosa va fatta per l’Oltradige».
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venerdì, 01 giugno 2007

Corriere dell'Alto Adige  2007-06-01

Tram per l'Oltradige « Il progetto è fattibile »

Il « guru » Knoflacher regala speranze ai Comuni Da Piazza Verdi a Caldaro attraverso viale Druso
BOLZANO — C'è voluto un anno e mezzo, ma ora la « cura del ferro » promessa dal sindaco Gigi Spagnolli in campagna elettorale comincia a prendere forma. Ieri, davanti ai rappresentanti dei comuni di Bolzano, Appiano e Caldaro, il « guru » viennese Hermann Knoflacher ha illustrato il suo studio di fattibilità per una tramvia che colleghi il capoluogo all'Oltradige. E al contrario di altre due analisi commissionate anni fa dalla Provincia, il responso stavolta è positivo.
Knoflacher propone un usomisto della sede stradale: il tram, partendo da piazza Verdi, proseguirebbe lungo viale Druso e via Castel Firmiano fino ad Appiano. Poi, attraverso il percorso della ciclabile, raggiungerebbe Caldaro. Costo stimato, circa 200 milioni di euro. A questo punto, il difficile per i tre Comuni interessati sarà convincere la Provincia a finanziare l'operazione. IL PROGETTO — La giornata di ieri, che potrebbe segnare una data importante nella storia dei tre Comuni interessati, nasce curiosamente da un « due di picche » : quello sbattuto in faccia dal presidente Durnwalder ai rappresentanti di Bolzano, Appiano e Caldaro, saliti a Palazzo Widmann qualche mese fa. In quell'occasione, sindaci e assessori avevano chiesto alla Provincia di valutare la possibilità di un nuovo collegamento su binario tra il capoluogo e l'Oltradige. Lo scarso entusiasmo mostrato dal presidentissimo ( già alle prese con diverse grandi opere in giro per la provincia) aveva indotto i rappresentanti dei tre Comuni a mettersi in proprio, dividendo fra loro le poche decine di migliaia di euro necessarie per pagare uno studio di fattibilità.
La scelta era caduta sul viennese Hermann Knoflacher, considerato uno dei tre quattro guru europei in questo campo. E il responso appare confortante per i tre Comuni. L'idea di Knoflacher è quella di un tram elettrico, simile a quelli già oggi circolanti in molte città. Il tram avrebbe due vagoni da 160 posti ciascuno, e correrebbe su un doppio binario ospitato dalla stessa carreggiata stradale usata dalle vetture. Il tempo di percorrenza da Caldaro a piazza verdi sarebbe di 20 25 minuti, contro i 34 43 impiegati dai bus Sad. il bacino d'utenza, secondo il professore dell'università tecnica di Vienna, giustifica l'investimento. Nell'area dei tre Comuni vivono infatti 120mila abitanti: il pendolarismo produce ogni anno qualcosa come cinque milioni di spostamenti in auto, mezzo usato nel 95% dei casi. I margini per incrementare il trasporto pubblico, oggi fermo al 5%, sono evidenti. Cruciale, per il successo della tramvia, un'adeguata frequenza: 10 15 minuti nel tratto urbano, non oltre mezz'ora fino a Caldaro.
Il costo stimato è trai 195 e i 225 milioni di euro. IL TRACCIATO — Per il percorso sono proposte diverse varianti. Quella preferita dai Comuni prevede — dopo la partenza in zona piazza Verdi stazione — la prosecuzione lungo via Marconi e viale Druso.
Tra le fermate imprescindibili, quella di piazza Adriano ( in corrispondenza con il nuovo bus circolare proposto dai " saggi" nel nuovo piano urbanistico) e via Resia, da dove partirebbe la biforcazione verso l'ospedale. Ma nel piano si propone un intervallo massimo tra le fermate di 330 metri nel tratto urbano: nuovi stop potrebbero essere inseriti all'Eurac e agli incroci con via Palermo, via Sorrento e via Mendola). Nel tratto extraurbano previsto uno stop alla stazione di ponte Adige, e fermate ogni 500 metri.
Fuori città, il tram proseguirebbe lungo viaCastel Firmiano e la strada per Appiano. Poi tra Appiano e Caldaro, è previsto il riuso dell'attuale ciclabile, già sede della vecchia ferrovia. Anche in questo caso, diverse le varianti aperte: ma l'uso misto della sede stradale porterebbe quasi a zero il consumo di nuovi terreni agricoli e la necessità di espropri » . I COMMENTI — L'assessore al traffico Klaus Ladinser spinge sull'acceleratore.
« Questa è una straordinaria occasione da cogliere: la direzione è quella giusta.
Ora dovremo cooperare con gli altri Comuni per sostenere il progetto » . Più cauto Spagnolli: « Non sarà facile come sembra, ma il futuro è questo » . « Entusiasta » si definisce l'assessore Silvano Bassetti, così come il suo collega Luigi Gallo: « Progetto importante anche perché realistico, e ben più strategico di altri. A partire dall'arginale bis » . Esultano i Verdi: « Finalmente anche in Alto Adige s'incomincia a capire che le rotaie sono ilmezzo di trasporto più sicuro, comodo ed eco compatibile » . « Certi sogni possono diventare realtà » giura Elmar Pichler Rolle. « Ma perché ciò sia possibile — avverte il sindaco di Caldaro Wilfried BattistiMatscher — è decisivo il ruolo di Bolzano » .
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venerdì, 01 giugno 2007
Alto Adige 01 GIUGNO 2007
«Duecento milioni per il metrò di superficie»
Ecco lo studio di fattibilità. Caldaro-Bolzano in 25 minuti. Tre fermate in città
MARCO RIZZA

 CALDARO. Al massimo 25 minuti per andare da Caldaro a Bolzano (e stesso tempo per il percorso opposto), con convogli che partono ogni 30 o 15 minuti. Tappe - secondo una delle varianti possibili - a Caldaro (vicino alla vecchia stazione), Ganda di Sotto, vecchia stazione di Appiano, provinciale sotto San Paolo, Ponte Adige e poi Bolzano: incrocio via Resia-viale Druso (con allacciamento alla tratta per l’ospedale), piazza Adriano, piazza Verdi. Quindici chilometri in tutto. Da Caldaro a Ganda di Sotto il tracciato correrebbe lungo la ciclabile, da Appiano a Ponte Adige invece lungo la provinciale, poi l’asse via Merano-viale Druso-via Marconi fino al centro di Bolzano. Tracciato promiscuo, il che significa che in parte corre accanto alle strade già esistenti e in parte addirittura sopra, «mescolandosi» alle auto (ma in realtà dettando i tempi del loro movimento) e attraversando strade e rotonde; una soluzione che tra l’altro permetterà di non espropriare terreni. Il costo: tra i 195 e i 220 milioni di euro nell’ipotesi più economica, 350 in quella più cara. Biglietto per una corsa: 65 centesimi. Eccolo, lo studio di fattibilità sul tracciato del tram (o metrò di superficie) tra l’Oltradige e Bolzano. È stato presentato ieri alle tre amministrazioni comunali dal professor Hermann Knoflacher di Vienna, uno dei più rinomati esperti europei del settore. E la sua posizione è chiara: sì, il progetto si può realizzare.
 I sindaci e gli assessori di Caldaro, Appiano e Bolzano si sono detti entusiasti. La situazione attuale è al collasso. Tra Appiano e Bolzano circolano ogni anno 3,1 milioni di vetture; tra Appiano e Caldaro 798 mila. Ci sono i pullman della Sad ma, come nota il sindaco di Caldaro Wilfried Battisti Matscher, «ci impiegano anche 54 minuti, assolutamente troppi se vogliamo spingere la gente a usare il mezzo pubblico e passare dal 5% attuale al 30% di uso».
 Il tram sarebbe la soluzione ideale. Molto costosa, ma Knoflacher sottolinea: «Un’opera di questo tipo comporta anche non pochi guadagni indiretti». Da un lato c’è infatti la prevista, massiccia riduzione del traffico, con quel che ne deriva in fatto di inquinamento. Inoltre si avrebbe un forte ritorno di immagine. Bolzano e l’Oltradige apparirebbero come un territorio che punta sull’innovazione, sullo sviluppo sostenibile, sul rispetto dell’ambiente: un formidabile «spot» promozionale per il turismo e l’economia.
 Chi dovrebbe pagare? Quasi interamente la Provincia. Quando, tre mesi fa, i tre Comuni si erano recati da Durnwalder per chiedere che finanziasse uno studio di fattibilità, quest’ultimo aveva risposto, più o meno: «Non ci penso neppure, fatelo voi e poi presentatecelo». La Provincia possiede infatti uno studio simile realizzato un paio d’anni fa, e che aveva dato parere negativo. Ora le cose sono cambiate. Il parere positivo c’è, ed è firmato da un esperto di fama mondiale. I tre Comuni sono compatti nel sostenere il progetto: «In tutto siamo 125 mila residenti, per tacere dei turisti...», dice il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli. A questo punto per la giunta provinciale diventa più difficile dire di no.
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mercoledì, 30 maggio 2007
Corriere dell'Alto Adige  2007-05-30

Bolzano SAN GIACOMO

Metrò ferroviaria Ipotesi percorribile La metropolitana di superficie è possibile evitando futuri inquinamenti. Il progetto per la realizzazione di un binario ferroviario dedicato al transito dei treni metropolitani in area cittadina consiste nel dedicare un binario esclusivo dalla stazione c Centrale di Bolzano a San Giacomo con la possibilità di realizzare le fermate ad Oltrisarco ed all'aeroporto. Ciò risulta possibile grazie alla parziale utilizzazione del binario già esistente della linea Bolzano Merano.
Per non congestionare il traffico di treni in arrivo e in partenza da Bolzano il binario metropolitano dovrebbe essere indipendente dalla stazione centrale. In questo modo potrebbero partire i treni regionali per Merano e Trento ad orari cadenzati con fermate ad Oltrisarco e zona industriale per Trento. La prosecuzione del binario potrebbe essere attuata fino a San Giacomo aeroporto.

LorenzoMerlini,

Centro attenzione permanente di S.Giacomo
giovedì, 24 maggio 2007


Nella seduta della mediazione del 23 maggio 2007 è stata illustrata la presentazione – relazione
100.000” non più silenziosi “Una proposta di mediazione”

redatta da Lorenzo Merlini, Massimo Gigliotti, Marco Bove
Centro Attenzione Permanente di San Giacomo
Gruppo di Lavoro Laives – Arbeitsgruppe Leifers

La relazione suddivisa in tre parti oltre ad essere una proposta di mediazione, vuol essere un momento di riflessione per ricordare passaggi e opinioni manifestate nelle diverse sedute e poco rese visibili anche nei verbali.
Nella prima parte viene affrontata la situazione ambientale attuale e futura a Bolzano e nella Bassa Atesina mostrando gli agenti più inquinanti della zona.
Vengono indicate le numerose attività/passaggi-transiti dei trasporti: ferrovia, aeroporto, trasporto su gomma mettendo in rilievo come il pendolarimo o meglio il traffico proveniente dall'esterno cittadino sia la causa del maggior inquinamento identificato come uno tra i maggiori dell'Alto Adige.
I rumori provocati dal traffico debbono essere eliminati o abbattuti nei loro livelli.
L'inquinamento va rimosso direttamente alla fonte proponendo un servizio pubblico più efficiente e rinunciando a nuove fonti inquinanti che di fatto vanno a compromettere la qualità della vita già di per sè in scarso equilibrio. Gli effetti dell'inquinamento procurano danni ambientali, deprezzamento del territorio, vincoli e limitazioni alla destinazione d'uso del suolo e danni alla popolazione.
Nella seconda parte si affrontano gli aspetti socioeconomici relativi all'ampliamento dell'aeroporto.
Analizzate le necessità più importanti dell'ala economica a sostegno di un ampliamento aeroportuale, utilizzando i loro stessi dati presentati precedentemente, vengono demolite le loro posizioni e viene confermato che l'aeroporto non serve:
Né per aumentare le esportazioni: l’A.A. nel 2006 ha avuto una crescita superiore a tutto il nord-est d’Italia pur non avendo un aeroporto. Non dimentichiamo che la Provincia di Bolzano è attualmente impegnata nella realizzazione del BBT.
Né per aumentare la raggiungibilità della nostra provincia. Come visto ci sono regioni alpine con aeroporti internazionali, ciononostante queste sono meno raggiungibili dell’Alto Adige.
Né per aumentare l’occupazione. E’ sufficiente leggere il “Piano Pluriennale degli interventi di politica del lavoro” della Provincia di BZ per capire su cosa si sta puntando per migliorare l’occupazione.
Né per gli spostamenti degli altoatesini: esistono svariate e concrete alternative all’aeroporto di Bolzano.
Quindi a chi servirà l’aeroporto?
Servirà per far crescere il turismo in Provincia di Bolzano?
Ma cosa pensano gli addetti ai lavori nel settore del turismo altoatesino?
SMG: “Noch nie hatte Südtirol so viele Ankünfte und Übernachtungen wie 2006” (Mediazione del 15/03/07)
SMG: “Südtirol belegt mit seinen knapp 3.100.000 internationalen Ankünften Platz 4 in Italien nach den provinzen Rom, Venedig, Florenz und Platz 20 in Europa.” (Mediazione del 15/03/07)
ASTAT: “L’anno 2006 è stato caratterizzato da un andamento positivo, con un aumento del 3,0% negli arrivi e dell’1,0% nelle presenze rispetto al 2005. Nel 2006 gli arrivi (pari a 5,0 milioni) e le presenze (26,4 milioni)hanno raggiunto i rispettivi valori massimi. A partire dal 1998, anno nel quale si era riscontrato un minimo, le presenze sono aumentate costantemente, riuscendo a superare negli ultimi due anni la soglia dei 26 milioni”.
Nessun dato reale dimostra che il turismo in alto Adige necessiti di un altro ampliamento dell’aeroporto per crescere ulteriormente. La riduzione di un giorno (negli ultimi 10 anni) della durata media dei pernottamenti è stata compensata (nello stesso periodo) da un aumento di oltre 3 milioni di presenze turistiche.
Non si può continuare ad interpretare il turismo solamente da un punto di vista quantitativo. E’ ora che anche l’economia pensi ad un turismo sostenibile nel rispetto della natura fonte primaria del successo dell’industria turistica locale. Bisogna tenere conto dell’impatto di un turismo di massa sul territorio e sulle popolazioni investite dai flussi turistici anche nel rispetto delle tradizioni locali.
Nella terza parte si prevede una proposta di mediazine e si è arrivati:
1) Valutando il contratto di mediazione.
2) Considerando i contenuti emersi durante il processo di mediazione:
2a) sono emerse divergenze sostanziali su valutazioni di dati ambientali. Vedi ad esempio dati ALU, dati ABD, dati delle persone viventi nelle vicinanze dell’aeroporto.
2b) Sono emerse divergenze su valutazioni economiche. L’ ABD ha confermato nella riunione del 16 maggio che il Masterplan non puo’ essere completo in quanto generico e lacunoso per sua natura: Secondo l’ABD ”esistono piu’ verita”.
2c) Le leggittime aspettative di centinaia di famiglie a diretto contatto con la struttura (circa 5000 persone ).
Abbiamo bisogno di uno strumento indipendente che ci permetta di avere un quadro il più possibile oggettivo della situazione della conca di Bolzano ed in particolare della zona attorno all’aeroporto.
1) La proposta è quindi di richiedere ai responsabili politici una “Raumverträglichkeitsprüfung” (RVP)
Eine Raumverträglichkeitsprüfung ermittelt und bewertet die umweltrelevanten, sozialen und auch wirtschaftlichen Auswirkungen eines raumrelevanten Vorhabens auf den betroffenen Raum. Ein solcher Prüfansatz ist dann notwendig, wenn das geplante Projekt soziale, regionalpolitische und umweltrelevante Auswirkungen über den Standort und dessen unmittelbare Umgebung hinaus erwarten lässt. In diesem Ansatz werden auch die Wechselwirkungen mit den Nachbarräumen berücksichtigt. In der RVP wird geklärt, ob ein Vorhaben mit den Erfordernissen der Raumordnung vereinbar ist und in welcher Form es mit anderen Planungen und Maßnahmen (anderer Planungsträger) abgestimmt werden kann. (Quelle: www.eurac.edu)

2) Il progetto di ampliamento dell’aeroporto deve essere sottoposto ad una Valutazione di Impatto Ambientale
UVP:
Ziele der UVP sind der Schutz der menschlichen Gesundheit, die Hebung der Lebensqualität durch bessere Umweltbedingungen, die Erhaltung der Artenvielfalt und der Reproduktionsfähigkeit der Ökosysteme sowie die Vermeidung von Umweltschäden. Zu diesem Zwecke werden in der Umweltverträglichkeitsprüfung die wesentlichen Auswirkungen eines Projekts auf die Schutzgüter Mensch, Fauna, Flora, Boden, Wasser, Luft, Klima, Landschaft, Sachgüter und kulturelles Erbe beschrieben und bewertet. Weiters wird die Wechselwirkung aller oben erwähnten Schutzgüter berücksichtigt. (Quelle: www.provinz.bz.it/umweltagentur)
3) PSA (Piano di sviluppo Aeroportuale)
(Fonte: Presentazione Dr.Mussner ENAC)

Aspettative dei cittadini direttamente interessati all’ampliamento dell’aeroporto (anche in ottemperanza alle volonta’ politiche dopo il primo ampliamento del 1997)
Spostamento esercitazioni militari.
Restrizione generale e controllo degli orari di decollo e arrivo delle aeromobili, anche in relazione della loro classificazione.
Spostamento esercitazioni militari.

Allegato della presentazione: “100.000 non più silenziosi. Una proposta di mediazione”


Indirizzi e proposte per una crescita sostenibile
Azioni compensative e mitigratrici

Riconosciuto che la parte territoriale fra Bolzano, Laives e Conca Atesina più in generale è
particolarmente colpita da numerosi soggetti inquinanti, si chiede che vengano effettuati i seguenti interventi nel rispetto dei bisogni di tutta la popolazione che ci abita:
- Immediata costituzione di un laboratorio di idee e di attività che sviluppi strumenti per lo studio e il monitoraggio della situazione complessiva odierna ed una valutazione previsionale del panorama futuro che tenga conto dei numerosi insediamenti già previsti per i prossimi anni.
- Fare opera di prevenzione e informazione alla popolazione verificando, con essa, i risultati emergenti e le possibili pianificazioni future.
- Riduzione dell'inquinamento alla sorgente, adottando e favorendo mezzi di trasporto e impianti termici tecnologicamente innovativi e di basso impatto ambientale (ingegneria aeronautica e motoristica in genere, energie alternative e nuove progettazione di edifici e strutture).
- Prevedere un Piano di Ampliamento Aeroportuale condiviso con le amministrazioni e gli enti preposti.(vedi ENAC)
- Un VIA territoriale ampio, che raggruppi e analizzi le problematiche provocate dagli agenti inquinanti, in particolare dal traffico pendolare, dal trasporto su gomma, dall'aeroporto (aria e rumori), dalla ferrovia (rumori) e dall'inceneritore.
- Una zonizzazione e un piano specifico sulla qualità dell'aria nel territorio sopra considerato e un costante monitoraggio anche per il futuro.
- Un monitoraggio di medicina ambientale sul territorio finalizzato a determinare possibili patologie provocate dagli inquinamenti.
- Una classificazione acustica del territorio limitrofo all'area aeroportuale con misurazione
degli impatti acustici (livelli notte/giorno). *(vedi ENAC)
- Procedure antinquinamento acustico aeroportuale (antirumore di decollo e atterraggio “ICAO”)
- Un Piano di Rischio Aeroportuale.(art 9 ENAC). Gli incidenti che avvengono durante il decollo e l'atterraggio coinvolgono, oltre i passeggeri e l'equipaggio, un vasto territorio nell'intorno dell'aeroporto e con esso un gran numero di residenti. In alcuni casi hanno pagato un elevato tributo in termini di vite umane.
- Spostamento degli elicotteri delle Forze Armate in altra sede (sono la causa del maggior rumore aeroportuale!). Possibilità dichiarata dal presidente Durnwalder.
Nell'attesa del loro trasferimento concordare con l' Esercito, i Carabinieri e la Guardia di Finanza orari più rispettosi per la popolazione e, soprattutto, che tengano conto delle attività scolastiche. Le “lunghe” esercitazioni vanno evitate durante l'orario scolastico e nei week end.
- Spostamento a Trento o altra località degli aerei leggeri ad uso privato e sportivo (sono i voli più numerosi!). Possibilità dichiarata dal presidente Durnwalder.
- Non aumentare gli attuali voli di linea e charter annuali e limitarli nei fine settimana.
- Orari dei voli aerei dalle 7,30 alle 22,00 max.
- Applicare una classificazione più rigida per gli aerei più rumorosi, compresi i privati, impedendone l'accesso aeroportuale (una sorta euro 0 o ero 1 come per gli automezzi pesanti).
- Una classificazione acustica del territorio attiguo alla ferrovia con misurazione dei livelli di rumore soprattutto nelle zone considerate più sensibili (asili, scuole, parchi etc. notte/giorno ). E' un atto politico di pianificazione e gestione territoriale.*
-Predisporre i piani di risanamento da parte delle amministrazioni comunali.
- Per disincentivare il pendolarismo dalla Bassa Atesina attivare, in tempi brevi, treni metropolitani a cielo aperto con la costruzione di nuove stazioni ferroviarie a Oltrisarco e a San Giacomo.
Si ritiene che questo sia possibile con l'ammodernamento della ferrovia che prevede un aumento di passaggi giornalieri da un minimo di 130 a 220/250. Utilizzando un certo numero di questi passaggi, che si renderanno disponibili, è possibile evitare la costruzione di ulteriori, ampi parcheggi all'aeroporto.
Al posto del parcheggio previsto in Masterplan si potrebbe costruire un piccolo parco per bambini, militari e famiglie. Il servizio della nuova stazione di San Giacomo all'aeroporto impedirebbe di far transitare numerosi automezzi da e per l'aeroporto, inquinando meno e alleggerendo il traffico.
- Migliorare la funzionalità dei parcheggi esistenti: uscita A22 e cimitero di Bolzano, evitando la costruzione di ulteriori parcheggi in zona industriale. Il pendolarismo si combatte offrendo treni, autobus, taxi collettivi e non parcheggi che sono solo richiamo di automobilisti con conseguente aumento dell' inquinamento.
- Predisponendo un tunnel sotto la ferrovia in corrispondenza della nuova stazione ferroviaria di San Giacomo (già previsto) è possibile collegare la ciclabile di San Giacomo, in sicurezza, con quella di via Einstein evitando il bruttissimo incrocio con sottopassaggio di Maso della Pieve (cimiteri).
- Nonostante la galleria il traffico a Maso della Pieve e a San Giacomo rimane molto alto. Si chiede che ad Oltrisarco direzione nord – sud prima del sottopasso di via Volta (distributore Agip) venga messo un cartello che indichi Laives direzione via Volta e alla nuova rotonda un cartello Laives direzione via Galvani che porterà alla galleria.
I transiti verso Laives verranno favoriti verso questa nuova direzione alleggerendo San Giacomo e Maso della Pieve che comunque, in futuro, da il parcheggio cimiteriale rafforzato porterà una aggiunta di traffico.
- I transiti di macchine da Bolzano a Laives passando per san Giacomo risultano ancora piuttosto frequenti, nonostante la galleria. E' necessario intervenire drasticamente imponendo una restrizione come ad Oltrisarco oppure dotare di un bollino per solo residenti (dal sottopasso che va in via Einstein fino alla fine di San Giacomo) che permetterà loro di entrare da nord a sud. Tale provvedimento in via sperimentale lo si potrebbe adottare negli orari di punta e se, dopo il monitoraggio, risultasse insufficiente lo si adotterà per le intere 24 ore.
- Intervenire affinchè i navigatori satellitari non facciano passare i camion e le automobili straniere (Germania, Polonia, Italia, ecc.) per la ex statale 12.
- I trasporti con mezzi pesanti dovranno essere trasferiti quanto più possibile sulla ferrovia. Gli autotrasportatori artigiani non utilizzano il trasporto intermodale sovvenzionato dalla Provincia.
- E' necessario favorire anche un trasporto intermodale che faccia viaggiare solamente i containers.
- Le tecniche di gestione dei Materiali Post Consumo (MPC) che comportano le minori emissioni di inquinanti nell'ambiente, la massima riduzione di gas serra ed il massimo risparmio energetico sono: riduzione della produzione alla fonte, riciclaggio, compostaggio.
L'intrinseco vantaggio dei trattamenti meccanico biologici è l'estrema flessibilità. La filiera che presenta il maggiore risparmio di gas serra, il maggiore contenimento delle emissioni nell'ambiente e un'occupazione di suolo confrontabile con quello delle ceneri di un “termovalorizzatore” è la bio-ossidazione con sottrazione del carbonio ossidabile tramite stoccaggio permanente e/o provvisorio del materiale bio-ossidato opportunamente pressato.
Questa soluzione non pregiudica un futuro utilizzo delle potenzialità energetiche dei materiali stoccati, rinviandolo a condizioni di mercato e sviluppo di tecnologie più vantaggiose.
Impianti di bio-ossidazione dimensionati per ogni vallata dell'Alto Adige oltre ad avere i vantaggi sopra descritti eviterebbero i numerosi trasporti dei MPC necessari per mantenere acceso l'unico inceneritore del territorio altoatesino.
- Se AirAlps intende mantenere il contratto di code sharing con Alitalia dovrà spostare la sede tecnica in Italia. Così ha chiesto Alitalia. Alfred Guarriello membro del comitato di gestione AirAlps sostiene che con un piano triennale consentirebbe di programmare investimenti quali l'acquisto di velivoli da 70 posti rispetto gli attuali di 31 (Dornier).
Che venga fatto.
L'aeroporto di San Giacomo è stato dimostrato che può accoglierli fin d'ora. AirAlps, la compagnia tirolese, controllata da imprenditori ed enti sudtirolesi potrà essere sostituita o integrata da altre compagnie che possiedono aerei altrettanto compatibili, ma che dimostrino maggior affidabilità e una maggiore imprenditorialità. Si ritiene che la grandezza dell'aeroporto debba essere messo in sicurezza rimanendo così com'è. C'è la convinzione che vi siano ampi spazi per ottimizzare le potenzialità dell' aeroporto di San Giacomo utilizzando più compagnie aeree, più efficienti dell'attuale, con aerei con max 70 posti che già di fatto possono decollare ed atterrare . Il disavanzo ridotto dalla buona gestione con aerei non superiori ai 70 posti potrà essere ripianato dalla Provincia come altri servizi di trasporto (Sostenuto da Durnwalder).
- I viaggiatori prvenienti dalle lunghe distanze (nord Europa ed est Europa) possono raggiungere Bolzano transitando da Vienna (l'Abd sostiene che i voli per Vienna funzionano particolarmente bene). E' impossibile creare voli da Bolzano per ogni destinazione europea.
- Ogni aeroporto dovrà costituire una Commissione i cui compiti sono: procedere alla classificazione dell'aeroporto stesso, provvedere alla definizione delle procedure antirumore, procedere alla definizione delle tre fasce A – B – C di pertinenza dell'infrastruttura.
- Ogni aeroporto aperto al traffico civile dovrà provvedere alla predisposizione nell'intorno aeroportuale di un sistema di monitoraggio “in continuo” che possa consentire il rilevamento di eventuali superamenti dei limiti. Ciò permette di tenere sotto controllo il “clima” acustico nell'intorno aeroportuale, ma anche di applicare sanzioni ai vettori per il non rispetto dei limiti o delle procedure antirumore. DPR 9.11.99 n. 476 (GU 295 17-12-99)
- Tassazione “chi inquina paga”. E' necessario favorire la Proposta modificata di direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 29-11-2002, COM (2002) 683 def.- Istituzione di una disciplina comunitaria per la classificazione delle emissioni sonore degli aerei subsonici civili ai fini del calcolo delle tasse sul rumore.
- Misure in materia fiscale. Legge n.342/2000. Introduzione a partire dal 2001 di una imposta regionale o di Provincia Autonoma sulle emissioni sonore degli aeromobili. Il soggetto tenuto ad osservare gli obblighi connessi all'imposizione (dichiarazione e versamento) è l'esercente dell'aeromobile. Il consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia l'ha introdotta con legge Regionale n.12/2003, Legge collegata alla Finanziaria regionale del 2003. Il gettito sarà destinato al completamento dei sistemi di monitoraggio e disinquinamento acustico e all'indennizzo delle popolazioni residenti in prossimità dell'aeroporto.
- Predisporre una stima (valutazione monetaria) degli impatti ambientali prodotte dai diversi gestori, identificando quantitativamente gli indennizzi da effettuarsi a chi ha subito e subisce i danni. (riferimenti legislativi). Indennizzi volti a migliorare la vita e la salute: infissi, pannelli, isolamenti, sostituzione casa, interventi d'insonorizzazione per edifici ed impianti già esistenti etc.
*La mappatura acustica potrebbe comportare la necessità di adeguare il piano regolatore comunale. Potrebbe essere necessaria una modifica delle destinazioni d'uso dei terreni sottoposti all'inquinamento acustico con la conseguente revisione del valore di mercato di terreni e soprattutto di fabbricati.
---o---
E' importante ricordare quanto il Presidente della Giunta Durnwalder ha dichiarato : “La mediazione dovrà svolgersi con la partecipazione più ampia possibile, dando a tutte le categorie interessate l'opportunità di far sentire la propria voce.” “ La mediazione non dovrà inquadrare esclusivamente l'aeroporto isolato dal suo contesto, ma tener conto di tutte le fonti di inquinamento ambientale e acustico” “Un adeguamento dell'aeroporto sarà eseguito solo a condizione di non aggravare l'impatto complessivo per la cittadinanza”
---o---
Questa è la nostra voce.
Grazie per l'attenzione

Fonti e riferimenti:
LEGGE PROVINCIALE 20 novembre 1978, n. 66 (Provvedimenti contro l'inquinamento prodotto da rumore).
Legge 26 ottobre 1995, n. 447 (Legge quadro sull'inquinamento acustico) DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14 novembre 1997 (Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore).
Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 194 (Attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale).
DPR 18.11.1998, n. 459 Rumore ferroviario.
DECRETO 31 ottobre 1997 (Metodologia di misura del rumore aeroportuale).
D.P.R. 11 dicembre 1997, n. 496 (Regolamento recante norme per la riduzione dell'inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili civili).
Dm 20 maggio 1999 (sistemi di monitoraggio aeroporti) (Criteri per la progettazione dei sistemi di monitoraggio per il controllo dei livelli di inquinamento acustico in prossimità degli aeroporti nonché criteri per la classificazione degli aeroporti in relazione al livello di inquinamento acustico).
DIRETTIVA 2002/30/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 26 marzo 2002 (che istituisce norme e procedure per l'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti della Comunità).
DECRETO LEGISLATIVO 17 gennaio 2005, n. 13 ( Attuazione della direttiva 2002/30/CE relativa all'introduzione di restrizioni operative ai fini del contenimento del rumore negli aeroporti comunitari ).
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30 marzo 2004, n.142 (Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447).
DPR 9.11.99 n. 476 (GU 295 17-12-99). Controllo del clima acustico.
Legge n.342/2000. Introduzione a partire dal 2001 di una imposta regionale o di Provincia Autonoma sulle emissioni sonore degli aeromobili. Capo IV art.90.
ISDE, Inquinamento atmosferico e danni alla salute.
http://www.sestopotere.com/index.ihtml?step=2&rifcat=280&Rid=105911
Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.
Rassegna degli effetti derivanti dall'esposizione al rumore.
2006 ENEA. La politica ambientale tra scelta e non scelta .
Emissioni di bioessicatori e termovalorizzatori a confronto.
Provincia Autonoma di Bolzano
ENAC.
ENAV.
ABD.
AERO CLUB BOLZANO-ALTO ADIGE.
http://www.aeroclub.bz/indexit.htm
A22.
AMMODERNAMENTO ASSE FERROVIARIO DEL BRENNERO.
http://www.verdideltrentino.org/FORRER_infrastr_citta%20asta%20Adige.pdf




venerdì, 18 maggio 2007
Alto Adige 18-5-07
PUC PUT

 «Cosa si cela dietro le sigle Puc e Put per il futuro di Bolzano?», questo il tema dell’incontro organizzato dall’Associazione artigiani (Apa), al quale hanno partecipato ieri gli assessori Silvano Bassetti (urbanistica) e Klaus Ladinser (viabilità). La discussione, a livello politico, è aperta su entrambi e si calcola che il Puc non sarà pronto prima della fine del 2008 (l’elaborazione è iniziata nel 2006) e già così sarebbe un buon risultato, visto che a Bolzano, in passato, ci sono voluti in media 10 anni per elaborare il Piano che ne dura poi altrettanti.
... Viabilità. E per quanto riguardo questo aspetto strettamente collegato ovviamente allo sviluppo della città, cosa dobbiamo aspettarci?  Ladinser non ha dubbi: l’asse principale di scorrimento del traffico resta l’arginale. Potenziata però rispetto all’attuale, in quanto nel Put si prevede di realizzare due nuove corsie da ponte Roma al casello di Bolzano sud, una sorta di direttissima. Altra idea «forte»: il tunnel sotto Monte Tondo, da imboccare all’altezza di Castel Roncolo per sbucare a Rencio e quindi entrare nella rotonda di Cardano. Dove si potrebbe trovare il raccordo con la prosecuzione della galleria che arriva da San Giacomo.
 Tram e metro. Il pubblico in sala ieri ha chiesto che chance hanno i due mezzi di trasporto. Ladinser ha spento subito gli entusiasmi, nel senso che - seppur per ragioni diverse - secondo l’assessore non sono soluzioni praticabili in città. Ma il tram, per Ladinser, potrebbe essere una valida alternativa all’auto e al bus per i pendolari (almeno una parte) dell’Oltradige: circa 20 al giorno. La linea potrebbe poi proseguire fino all’ospedale. Non il tram ma il treno potrebbe essere la risposta ai pendolari della Bassa Atesina: altri 20 mila. Il Comune vorrebbe realizzare tre stazioncine nuove: a Casanova, tra cimitero e aeroporto, in via Claudia Augusta. Bisogna però trovare l’accordo con le Fs. Cosa non facile.
ANTONELLA MATTIOLI
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categoria:metropolitana, conca atesina, comune di bolzano
sabato, 12 maggio 2007

L'occhio sul quartiere   Taxi Nr. 3 -05-07
di Dario Caldart

Terzo binario, ipotesi ancora valida. O no?

Terzo binario una chimera? Sembrerebbe così. a sentire le ultime dichiarazioni politiche apparse sulla stampa locale. Eppure noi siamo convinti che il progetto - definito nel Piano provinciale dei trasporti del 2003 come realizzabile nel medio-lungo periodo - di creare una metropolitana di superficie tra Bolzano e Ora sia più che mai attuale, almeno per quanto riguarda il tratto cittadino. Se infatti il problema per la Bassa Atesina sarà risolto con il futuro quadruplicamento della ferrovia del Brennero, a Bolzano rimarrà aperta la questione del collo di bottiglia" della linea del Brennero all'altezza di ponte Roma, dove si interseca con la linea Bolzano-Merano.
II progetto provinciale prevedeva la realizzazione di un terzo binario da ponte Roma fino alla stazione centrale, consentendo così ai treni in arrivo da ovest di diventare - nel tratto comprendente Bolzano Sud ed il nostro quartiere-una vera e propria metropolitana di superficie con fermate intermedie in via Einstein, Zona industriale, Oltrisarco bassa e Santa Gertrude.
Eliminando gli intralci con la linea del Brennero, í treni – prevedeva il progetto - potevano raggiungere persino una cadenza oraria di 20 minuti, rendendo oltremodo attraente il treno per í pendolati ma anche per chi intende andare in poco tempo da Bolzano Sud in centro: dalla stazione all'aeroporto erano previsti 8 minuti di viaggio.
I costi allora furono quantificati, per la tratta urbana, in circa 26 milioni di euro attuali.
Questo progetto doveva essere completato da un'altra opera abbozzata e mai portata a termine: lo spostamento in galleria dal sottopasso di via Trento a Piè di Virgolo (il foro pilota è perfettamente visibile sulla parete rocciosa in via Trento, accanto alla casetta Anas) della ferrovia. Così facendo, si libererebbero i due binari esistenti ed al loro posto - ecco la novità - potrebbe essere realizzato un tratto di "Arginale Sud" a senso unico, che consentirebbe all'Arginale attuale dì diventare (nel tratto in galleria del Virgolo) senso unico verso nord come peraltro era stata originariamente concepita. Un siffatto utilizzo dello spazio ferroviario avrebbe quindi il vantaggio di lasciare via Trento libera dal traffico e riservarla a mezzi di soccorso, trasporto pubblico etc.
Riguardo a queste problematiche sarebbe utile che anche gli abitanti del quartiere - oltre gli addetti ai lavori -esprimessero la propria opinione.
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sabato, 24 febbraio 2007
Alto Adige 23-2-07

Più collegamenti in Bassa e fermata pure a San Giacomo
“Metropolitana necessaria”
Il sindaco: è l'unico modo per agevolare i pendolari



di Ezio Danieli
LAIVES. La fermata dei treni a San Giacomo - ritenuta necessaria anche dal sindaco Polonioli vista la crescita urbanistica e demografica della frazione - deve passare necessariamente attraverso la disponibilità del terzo binario e quindi alla metropolitana di superficie.
Nel centro di San Giacomo sta crescendo un nuovo, grande quartiere. Già è praticamente completata la parte del «Garden Village» con alcune centinaia di appartamenti e nel frattempo è stato sottoposto alla giunta comunale un nuovo grande progetto dì trasformazione in chiave edilizia che riguarderà l'adiacente area produttiva ex Amonn e saranno altri 200 e più nuovi alloggi. Alla fine insomma, il quartiere centrale conterà più di mille abitanti. II sindaco Polonioli ribadisce l'importanza di una fermata dei treni a San Giacomo.
Lo studio del progetto della metropolitana di superficie è ' già stato inserito nel piano provinciale dei trasporti. E con tanto di dettagli: tracciato, fermate, tempo di percorrenza, costi. Insomma il collegamento, almeno sulla carta, è già pronto fra Bolzano ed Ora. Rispetto all'attuale servizio ferroviario verrebbero modificate le seguenti caratteristiche: l'orario (più cadenzato) e le stazioni (a distanza ridotta e ben collegate con i mezzi pubblici), ma anche i sistemi di segnalamento (verrebbero completamente automatizzati) e i « rotabili» (nuove macchine sostituirebbero quelle in esercizio adesso). La «metropolitana» (in realtà il collegamento è tutto all'aperto) partirebbe dalla stazionedi Bolzano. La prima fermata, dopo poco più di due minuti, è prevista a Santa Geltrude, poi un secondò stop a Oltrisarco e un'ultima fermata «bolzanina» in zona industriale. Fin qui, il tragitto verrebbe coperto in circa cinque minuti e mezzo. La fermata successiva sarebbe quella di via Einstein a San. Giacomo, poi uno stop all'aeroporto e il proseguimento fino a Laives. Altri tre minuti per arrivare a Bronzolo e poi fermata conclusiva alla stazione di Ora. Tempo complessivo di percorrenza per coprire i.sedici chilometri del tracciato: 18 minuti e venti secondi. Questo permetterebbe di effettuare tre corse all'ora per ogni senso di marcia. La stima dei costi parla di un investimento di 38,91 milioni di euro, ai quali vanno aggiunte le spese per l'acquisto dei convogli (uno per senso di marcia) che hanno un costo previsto tra i 3,62 e i 5,16 milioni di euro. Il modello di utilizzo predisposto dalle Fs prevede 18 ore di esercizio durante le quali potrebbero essere trasportate fino a 6.900 persone. A una tariffa che dovrebbe aggirarsi attorno a un euro. Il tutto sarà eventualmente realizzabile quando diventeranno provinciali le competenze statali in materia di trasporto ferroviario. È noto che l'accordo è stato raggiunto tanto che lo Stato sta concordando anche i contratti di servizio con la Provincia che, se giungerà il benestare del ministero potrà anche decidere quali tratte coprire, con quali cadenze e con quanti vagoni. È il «passaggio» necessario.
Ricordiamo che quando saranno percorribili le due varianti di Laives e di Ora la statale del Brennero fra Bolzano e Trento sarà una grande superstrada - lo dicono gli esperti - che tra l'altro attraverserà diversi centri abitati diventando, di fatto, la terza corsia all'A22 quando l'autostrada (e succede sempre più spesso) sarà intasata. Prospettive dunque inquietanti. Complice anche questa... terza corsia, l'assedio da traffico durerà a lungo, almeno fino a quando non sarà percorribile il passante ferroviario fra Ora e Cardano.

Più treni, lo chiede anche la Cgil/Agb
LAIVES. Anche la segreteria provinciale della Ggil/Agb - guidata dal segretario generale Lorenzo Sola - in un incontro avuto con il sindaco Giovanni Polonioli si é espressa a favore «in maniera particolare sull'ipotesi, di rafforzare il trasporto su rotaia realizzando un terzo binario che permetterebbe.di creare una sorta di metropolitana di superficie capace di ridurre la mole di traffico che grava sulle arterie stradali» Il sindacato, nell'incontro sul sindaco, ha affrontalo a lungo il problema della viabilità sul territorio comunale in riferimento ai necessari spostamenti di numerosi lavoratori anche verso il capoluogo di provincia
venerdì, 23 febbraio 2007
Alto Adige 22-2-07
La fermata dei treni è indispensabile”


di Bruno Canali
LAIVES. In centro all'abitato di San Giacomo sta crescendo un nuovo, grande quartiere. Già è pressochè completata la parte del “Garden Village» con alcune centinaia di appartamenti e nel frattempo è stato sottoposto all'amministrazione comunale un nuovo grande progetto di trasformazione in chiave edilizia che riguarderà l'adiacente area produttiva ex Amonn e saranno altri 200 e più nuovi alloggi. Alla fine insomma, il quartiere centrale conterà più di mille abitanti. Il sindaco Polonioli ribadisce l'importanza di una fermata dei treni a San Giacomo.
È chiaro che una presenza di questa portata, porta con sé anche problemi di non facile soluzione, primi fra tutti quelli legati alla viabilità e ai trasporti. È prevedibile che gran parte degli adulti che si sono insediati al Garden Village, così come quelli che arrivéranno entro qualche anno nei condomini previsti al posto della zona ex Amonn, per lavoro faranno ogni giorno la spola da e per Bolzano. Sotto pressione sarà quindi la statale 12 nel tratto di Maso della Pieve, che per fortuna è breve e si renderà necessaria pure la pista ciclabile che per ora rimane solo a livello progettuale e dovrà collegarsi con quella che Bolzano sta costruendo a Maso della Pieve.
Proprio parlando di collegamenti e trasporti, assume sempre più importanza l'ipotesi di predisporre anche una fermata ferroviaria all'altezza di San Giacomo. La stazione verrebbe a collocarsi a ridosso del nuovo, grande quartiere ed è quindi prevedibile che avrebbe un ruolo fondamentale per gli spostamenti dei pendolare. «Di fermata ferroviaria per San Giacomo si parla da anni e il consiglio comunale di Laives ha approvato anche una mozione in tal senso - ricorda il sindaco Giovanni Polonioli - mentre la Provincia avrebbe anche affidato degli studi in merito, uno dei quali credo porti la firma dell'architetto Gennaro, lo stesso che ha progettato il Garden Village con i suoi condomini. Siamo tutti a favore della fermata ferroviaria, oggi più che mai necessaria. Da quanto sappiamo però, tutta là questione è ferma in atte sa che la rete passi dalle Ferrovie alla Provincia, che a quel punto avrebbe l'autorità per intervenire direttamente. A ridosso delle elezioni comunali ne ho parlato pure cori il collega di Bolzano, Luigi Spagnoli: c'è una disponibilità sostanziale sul progetto».
Il treno come metropolitana di superficie insomma e sarebbe effettivamente una delle soluzioni migliori per il trasporto fra San Giacomo e Bolzano vista la vicinanza, un sistema che si integrerebbe perfettamente anche con gli autobus pubblici per quanto concerne direttrici diverse dalla stazione ferroviaria dì Bolzano. Come detto, a mano a mano che San Giacomo cresce, il tema diventa sempre più di attualità.

UTILE ANCHE ALL'AEROPORTO
Avere una fermata ferroviaria all'altezza di San Giacomo non porterebbe vantaggi esclusivamente ai pendolare residenti nella frazione. Di fronte ai nuovi condomini del Garden Village, al di là della linea ferroviaria del Brennero, c'è l'aeroporto, altra struttura che trarrebbe notevoli benefici dall'avere a poche decine di metri dallo scalo degli aerei di linea una fermata anche dei principali convogli ferroviari, in particolare dì quelli locali, che fanno la spola fra la Bassa Atesina e Bolzano. Si tratta di una opportunità da valutare attentamente se si vuole veramente risolvere il problema del traffico veicolare privato e dei collegamenti. Da San Giacomo alla stazione centrale di Bolzano, un treno impiega solo alcuni minuti per arrivare.

LE PROSPETTIVE
Laives. Una fermata ferroviaria per l'abitato di San Giacomo:l'avevano chiesta mediante una mozione – approvata- i consiglieri provinciali Verdi facendo presente che potenzialmente nella frazione ci «sarebbero qualcosa come 5 mila utenti». In seguito era arrivata la risposta dell'assessore Thomas Widmann: «Il problema si risolverebbe con la realizzazione del passante ferroviario tra Ora e Cardano». Ovvero: fino a quando non sarà possibile realizzare il terzo binario lungo l'asse ferroviario del Brennero, sarà improbabile anche che si preveda una fermata dei convogli a San Giacomo. Il terzo binario a sua volta non può essere realizzato lungo l'attuale tracciato, perché si scontra con gli spazi ristretti a ridosso del Virgolo. Dunque, tempi indefiniti per avere eventualmente la fermata a San Giacomo, di quella famosa «metropolitana di superficie», come viene anche definita; che nelle previsioni dovrebbe rappresentare la vera soluzione per quanto riguarda il traffico e tutti i problemi annessi e connessi.
Va ricordato che a lungo termine il piano di potenziamento del trasporto pubblico in Bassa Atesina prevede la realizzazione di due fermate lungo la linea ferroviaria del Brennero: la prima a San Giacomo e la seconda ad Oltrisarco quando diventeranno provinciali le competenze statali in materia di trasporto ferroviario. È noto che l'accordo è stato raggiunto tanto che lo Stato sta concordando anche i contratti di servizio con la Provincia che, se giungerà il benestare del ministero, potrà anche decidere quali tratte coprire, con quali cadenze e con quanti vagoni. È il «passaggio» necessario per impostare interventi in prospettiva. E fra questi c'è anche la realizzazione delle due fermate a San Giacomo e all'altezza di Oltrisarco sempre lungo la linea ferroviaria del Brennero. Di questa doppia ipotesi si discute da tempo, sulla scorta della convinzione che proprio il treno sarebbe il mezzo più veloce e meno inquinante per raggiungere Bolzano, anche da San Giacomo; oramai di fatto un sobborgo della città capoluogo. La proposta si dimostra sempre più interessante, visto che proprio a San Giacomo in questi anni si sta edificando molto e tra poco saranno pronti ulteriori nuovi appartamenti, in una zona che, guarda caso, si trova molto vicina alla linea ferroviaria e quindi la futura fermata dei treni potrebbe diventare un «servizio aggiunto» a coloro che vi abitano e debbono andare e venire da Bolzano. Da non dimenticare poi l'aeroporto, subito al di là della ferrovia e anche in questo caso, la fermata, con l'aggiunta di un terzo binario magari; rappresenterebbe una vera e propria linea di metropolitana di superficie con la quale andare e venire anche dall'aeroporto. Là fermata a San Giacomo insomma, si inserirebbe in un piano più articolato, che prevederebbe una metropolitana di superficie che arrivi almeno fino ad Ora e faccia capolinea presso la stazione ferroviaria di Bolzano, dopo avere attraversato tutti gli altri centri lungo la direttrice della Bassa Atesina. Ma c'è bisogno del terzo binario che potrà essere ricavato - senza bisogno quindi di costruirlo ex-novo solamente quando sarà percorribile il «passante» ferroviario fra Ora e Cardano che (è stato confermato) verrà realizzato in anticipo rispetto all'accesso sud della nuova linea ferroviaria del Brennero. A questo punto non ci rimane che aspettare il passaggio dì competenze in materia di ferrovia alla Provincia. (e.d.)


IN CONSIGLIO
Mozione, l'ok nel 2001
LAIVES. Una mozione che chiedeva anche l'istituzione di una fermata dei convogli all'altezza di San Giacomo, era stata approvata (non all'unanimità) dal consiglio comunale nel novembre 2001. Era stata presentata da Iniziativa civica. «Realisticamente - aveva detto il sindaco Galler nel corso della discussione - nessuno si illude che sarà posato il terzo binario lungo la linea del Brennero entro tempi ragionevoli e dunque, avere una stazione anche per San Giacomo sarà difficile». «Ma se c'è la volontà politica il resto non è un problema», aveva affermato Max Guariento, uno dei promotori della mozione. «Chiediamo una stazione a San Giacomo aveva detto il vice sindaco Reinhard Christanell da tempo. Basti dire che nel piano di attuazione della zona Espen a San Giacomo, il progettista ha previsto proprio la possibilità di una fermata del treno». (b.c.)
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categoria:metropolitana, comune di laives, aereoporto san giacomo, san giacomo oggi

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