giovedì 19 gennaio 2012

aereoporto san giacomo 5


mercoledì, 07 dicembre 2011



Decolla il rilancio dell’aeroporto

ORFEO DONATINI
BOLZANO. Via libera in Provincia al masterplan per l’aeroporto di San Giacomo presentato dall’assessore Widmann: il documento sarà inviato all’Enac a Roma per mantenere la concessione con nuove destinazioni e tariffe low coast.
 «La legge, le direttive dell’Enac e i parametri internazionali di valutazione degli aeroporti ci impongono l’allungamento della pista - ha sottolineato il presidente Durnwalder - che costituisce un passaggio necessario per uno scalo classificato di categoria 2C. Detto questo è evidente che come Provincia non vogliamo rinunciare alla concessione dell’Enac perchè consideraiamo strategico lo scalo “ABD”». Il masterplan, dunque, prevede una pista di atterraggio e di decollo lunga 1.431 metri. «Si tratta di un calcolo - ha spiegato il presidente - frutto di un sistema di misurazione elaborato a livello internazionale sulla base di parametri quali l’altitudine, la conformazione della zona, la temperatura media e altro ancora». L’allungamento della zona di rispetto a nord della pista, che dovrà passare da 150 a 300 metri, rende necessario un prolungamento verso sud. «La Provincia è proprietaria di una striscia di terreno in fondo alla pista lunga 280 metri che ora dovrà essere asfaltata per portare lo scalo bolzanino a raggiungere le dimensioni richieste». Altro discorso, invece, sempre restando nell’area a sud della pista, per quanto riguarda la zona di sicurezza, che dovrà essere lunga 185 metri. «La Provincia dovrà acquistare i terreni - ha aggiunto Durnwalder - i quali dovranno essere rinforzati e mantenuti verdi: senza alberi, ma senza bisogno di interventi di asfaltatura». Per quanto riguarda gli sviluppi futuri dell’aeroporto di San Giacomo, la Provincia punta ad una nuova gara per garantire collegamenti con Roma, Vienna e possibilmente Francoforte. «Puntiamo su tariffe più vantaggiose - ha spiegato il presidente - con prezzi non superiori ai 200 euro. Nel bando, inoltre, inseriremo alcuni paletti tra cui l’utilizzo di velivoli a basso impatto ambientale, e, in caso di crescita delle ore di volo di aerei civili, la contemporanea riduzione delle ore volo sia sportive che militari».
Alto Adige 6-12-11
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mercoledì, 07 dicembre 2011



«FRENITALIA»

Allunghiamo l’aeroporto ma facciamo sparire i treni
Curioso! Proprio ieri, il giorno in cui la Giunta Provinciale ha deciso di allungare definitivamente la pista dell’aeroporto, mi è capitato di dover cercare un treno, per Bologna il 14 dicembre. Vi consiglio di andare a vedere, sul sito di Trenitalia, i treni disponibili. Sono ben tre: uno alle sette del mattino, uno alle cinque del pomeriggio e uno all’una di notte. Non ci ho creduto e allora ho verificato sul sito della Deutsche Bahn. Mi dava uno in più, via Padova, tempo di percorrenza 4 ore e mezza. Altro che referendum sull’autodeterminazione! Ci siamo già staccati dall’Italia - se non riusciamo più a raggiungerne le principali città. Peccato che con questo modo ci stiamo staccando anche dall’Europa. E gli europei inevitabilmente da noi. A meno che non vengano tutti in macchina o in aereo. Forse è lì che si vuol arrivare.
Brigitte Foppa  Consigliera Verde BOLZANO
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sabato, 26 novembre 2011



«La pista non si deve allungare»

 BOLZANO. Il Dachverband attacca la Provincia sull’allungamento della pista dell’aeroporto a 1.431 metri, annunciato dall’assessore alla mobilità Thomas Widmann al termine della tavola rotonda di giovedì. «E’ ovvio - si legge in una nota diffusa ieri dagli ambientalisti - che la decisione del tavolo di lavoro è esclusivamente di natura politica. Non è affatto vero che sia già stato raggiunto un accordo. La decisione definitiva spetta alla giunta provinciale che dovrà dare il via libera al finanziamento di 24 milioni di euro, coperto dalle tasse. Tutte le destinazioni rimarrebbero accessibili ed ecosostenibili se si aumentasse il numero di treni che arrivano a Bolzano». (da.pa)
Alto Adige 26-11-11
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venerdì, 25 novembre 2011



Abd chiuso, niente aereo da Roma Ma Bolzano smentisce: scalo aperto

BOLZANO. L’ennesimo incomprensibile disservizio aeroportuale. Nella serata di ieri, infatti, è stato soppresso il volo di linea Roma-Bolzano delle ore 21.15, con grande disappunto dei passeggeri in procinto di imbarcarsi nella capitale verso il capoluogo altoatesino. Il disappunto è stato inizialmente smorzato, perché all’aeroporto di Roma ai passeggeri è stato spiegato che lo scalo bolzanino, ieri sera, era chiuso al traffico aereo. Motivo per cui non si poteva decollare.
 Peccato non fosse assolutamente così. Contattato dal nostro giornale alle ore 22.30, l’Airport Bolzano Dolomiti ha seccamente smentito, specificando che l’aeroporto era aperto e perfettamente in servizio. Tant’è vero, ha comunicato l’addetto ai voli di linea, «che è appena partito un velivolo con destinazione Roma». Ovviamente, a questo punto, la compagnia aerea e l’aeroporto di Roma dovranno delle spiegazioni. (da.pa)
Alto Adige 25-11-11
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venerdì, 25 novembre 2011



Aeroporto, entro Natale sì alla pista lunga

ORFEO DONATINI
BOLZANO. Ultimo incontro della tavola rotonda sull’aeroporto per l’allungamento della pista a 1.431 metri. Entro Natale la Provincia approverà il Masterplan; poi gara europea per nuovi vettori e drastica riduzione dei voli sportivi e militari.
 In particolare è stata illustrata la formula internazionale utilizzata per calcolare la lunghezza della pista di uno scalo di categoria 2C, come quello di Bolzano, che dopo i lavori misurerà 1.431 metri. Con quello di ieri a Palazzo Widmann, si è conclusa la serie di incontri della tavola rotonda sugli interventi di adeguamento dell’aeroporto di San Giacomo organizzata dagli assessori Thomas Widmann e Florian Mussner. «In questi mesi - commenta Widmann - è stato possibile fornire informazioni dettagliate sulle normative previste dall’Enac, sulla categoria nella quale risulta classificato lo scalo di Bolzano, sui velivoli che potranno partire e atterrare a San Giacomo e sui contenuti del Masterplan. Credo che si sia riusciti a dare risposte chiare e puntuali alle molte questioni che erano state messe in campo».
 «L’aeroporto di Bolzano è, e rimarrà, nella categoria 2C e il nostro obiettivo - ha proseguito Widmann - resta quello di creare uno scalo di dimensioni regionali, in grado di garantire collegamenti con Roma e con due, massimo tre, aeroporti internazionali. Anche se a San Giacomo non atterreranno mai velivoli di capacità superiore ai 50-70 posti, dobbiamo comunque garantire alle compagnie aeree tutti gli standard e le condizioni di sicurezza previste a livello nazionale e internazionale».
 Il rappresentante Enac per la sicurezza in Alto Adige, Manfred Mussner, ha illustrato ieri poi la metodologia utilizzata per fissare la lunghezza prevista per lo scalo di Bolzano che appartiene alla categoria 2C. Una classe che, in condizioni di altitudine a livello del mare, temperatura media di 15 gradi celsius e pendenza dello 0%, richiederebbe una pista lunga 1.199 metri. Applicando i parametri relativi alla realtà di San Giacomo, si arriva ai 1.431 metri previsti dal Masterplan.
 «Per rispettare questi criteri internazionali - ha sottolineato ancora Widmann - le uniche opzioni possibili erano due: ampliare la pista e portarla alla lunghezza richiesta, oppure rinunciare alla concessione. Se anche avessimo scelto questa seconda ipotesi, ciò non avrebbe comportato lo smantellamento dell’aeroporto perchè lo Stato avrebbe dovuto riassegnare la concessione. In questo caso, però, la Provincia non avrebbe avuto più voce in capitolo sullo scalo di San Giacomo». La vicenda dovrebbe definitivamente concludersi nei prossimi 30 giorni, con la giunta provinciale chiamata ad approvare il Masterplan dell’aeroporto che prevede una zona di sicurezza a Nord di 300 metri (il doppio di quella attuale) e a Sud di 180 metri di verde “consolidato”.
Alto Adige 25-11-11
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domenica, 06 novembre 2011


Laval fuma una sigaretta vicino a Carl Oberg

Quella volta che Laval decollò dall’aeroporto Sabelli
(così si chiamava allora l’aeroporto di San Giacomo)


Il 2 maggio 1945 un aeroplano con la croce uncinata decollava dall’aeroporto “Sabelli” di Bolzano (così si chiamava allora l’aeroporto di San Giacomo). Recava a bordo il primo ministro della Francia filonazista, Pierre Laval, che fuggiva in Spagna. Ma vediamo l’antefatto: la Francia nel 1939 era stata duramente sconfitta dalle truppe di Hitler e si era costituito un governo collaborazionista, alla cui presidenza era stato chiamato il maresciallo Philippe Petain, eroe della prima guerra mondiale. Di quella che fu chiamata la Francia di “Vichy” (il pensiero va ad un possibile parallelo con l’Italia di “Salò” di mussoliniana memoria) fu vice primo ministro, e poi primo ministro, Pierre Laval, un personaggio che - come Mussolini - aveva seguito in politica una parabola che l’aveva portato da posizioni socialiste, al nazionalismo più acceso. Il governo di Laval collaborò in pieno con i nazisti, anche nella caccia agli ebrei. I francesi - cosa che oggi sono propensi a dimenticare - costituirono perfino una divisione di SS, la “Charlemagne”. Quando le cose si misero male il governo-fantoccio di Laval, il presidente Pertain, l’armata filotedesca ripiegarono progressivamente. I vertici trovarono una nuova sede a Sigmaringen, a sud di Stoccarda, e col crollo del Reich l’Alto Adige fu invaso non solo da nazisti in fuga, ma anche da francesi collaborazionisti, a loro volta alla ricerca di salvezza. Numerosi nazisti si avvalsero di complicità sudtirolesi (l’operazione “Odessa” ne dirottò molti in Sudamerica, anche grazie all’appoggio Vaticano: la chiesa di Santa Maria della Pace a Roma fu un buon punto di transito), ma per i collaborazionisti francesi la cosa non fu altrettanto facile. Il 4 giugno 1950 un articolo firmato Giorgio Blondel, apparso sull’”Alto Adige”, raccontò di migliaia di “francesi di Vichy” che “filtrarono attraverso la frontiera del Brennero dilagando in Alto Adige alla ricerca di scampo. Tra questa moltitudine di sbandati - prosegue l’articolo - c’era gran parte dello Stato maggiore del vecchio maresciallo Petain: Laval, Deat, Jean Luchaire, l’accademico di Francia Abel Bonnard, (.) il ministro della Giustizia di Vichy Gabolde (.)”.
 Più avanti: “Dopo una breve sosta a Bressanone, Laval con l’accademico Bonnard e il ministro della Giustizia Gabolde, giunse a Bolzano presentandosi nella sede del comando della “S.D.” al palazzo del Corpo d’armata (.) dove chiese alle autorità germaniche che gli fosse messo a disposizione un apparecchio militare per poter fuggire in Spagna (.)”. In attesa di conoscere la risposta di Berlino, Laval, Bonnard e Gabolde furono ospitati in un’unica stanza del palazzo ducale, ora sede del commissariato del governo. Hitler diede il suo assenso e il 3 maggio uno Junker decollò da Bolzano diretto a Barcellona. Intanto Marcel Deat, Luchaire e la figlia Corinna, Marcel Bucart dopo un soggiorno all’hotel Grifone si spostarono a Merano per avvicinarsi alla Svizzera, ma noi non ne seguiamo più le tracce (alcuni vennero presi, consegnati ai francesi di De Gaulle e fucilati). Preferiamo tornare all’aeroporto di San Giacomo e leggere quanto vi accadde leggendo una “lettera al direttore” sul “Corriere della Sera” pubblicata il 23 dicembre del 2004, a firma Andrea Manzella, che nel 1965 aveva conosciuto a Barcellona Maurice Gabolde. “Campava dando lezioni di francese. Mi raccontò la sua storia. Alto magistrato, era stato Guardasigilli nel governo Pétain a Vichy. Negli ultimi giorni dell’aprile del 1945, i tedeschi organizzarono una exit strategy per i collaborazionisti più importanti. Li trasportarono all’aeroporto di Bolzano, dove li attendevano due aerei. Su uno salirono, con altri, Gabolde, Pierre Laval e sua moglie. Il secondo rimase vuoto, in attesa di altri fuggitivi. Non arrivarono mai. Giunse invece la notizia della loro fucilazione a Dongo: si trattava infatti di Mussolini e del suo seguito. Fu allora che il generale Wolff, che aveva organizzato l’operazione, dette all’aereo (tedesco con a bordo) i francesi l’ordine di decollare: verso Barcellona”.
 Questa testimonianza, avallata dal direttore del “Corriere” Paolo Mieli con altri particolari, ricorda il piano di fuga di Mussolini ordito insieme all’SS Franz Spoegler, del quale abbiamo scritto su queste pagine il 16 ottobre scorso. Si aggiunga che Mussolini, quando fu ucciso, custodiva nei pantaloni un lasciapassare spagnolo, e il cerchio si chiude: il duce avrebbe dovuto decollare da Bolzano, diretto in Spagna. Ma all’ultimo momento scelse la via che lo portò a Dongo. Quanto a Laval, le autorità spagnole gli imposero di tornare, probabilmente con lo stesso Yunker 188, all’aeroporto del decollo. Invece che a Bolzano atterrò a Lienz, si consegnò agli americani, e i suoi connazionali francesi lo fucilarono. Per il presidente Petain la condanna a morte fu commutata in ergastolo.

www.bolzano-scomparsa.it
Alto Adige 6-11-11
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sabato, 22 ottobre 2011



L’economia in pressing su Widmann «Adesso vogliamo un aeroporto vero»

ORFEO DONATINI
BOLZANO. Il mondo economico altoatesino è pronto a mettere sul tavolo del confronto con la Provincia la richiesta di un immediato provvedimento di potenziamento dello scalo aeroportuale di San Giacomo. Il recente “Business Forum” di Assoimprenditori ha spento infatti ieri i riflettori con un bilancio in termini qualitativi e di ritorno d’immagine molto positivo per la città, ma ha consentito anche di portare alla ribalta un nodo da tempo ormai al centro di polemiche: l’ampliamento dell’aeroporto.
 «Siamo in una condizione di difficile raggiungibilità - aveva sostenuto il presidente della Camera di commercio, Michl Ebner - che emerge in occasioni come queste quando richiediamo lunghissimi trasferimenti a personaggi di assoluto valore che tuttavia non possono permettersi di perdere ore e ore solo per raggiungere la città».
 Una considerazione che viene condivisa dunque anche da larga parte della Volkspartei e che non mancherà di essere al centro delle prossime decisioni sia nella Stella alpina che nell’esecutivo di Durnwalder.
 Il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan del resto ieri ha fatto propria con decisione la denuncia di Ebner: «Abbiamo dimostrato di essere in grado di avere contatti primari con aziende al top in Europa, con quella stessa qualità che vorremmo crescesse anche da noi offrendo ai nostri giovani posti di alto profilo. Ma ciò evidentemente richiede anche le infrastrutture adeguate e l’aeroporto è quella che prima di ogni altra deve essere adeguata. Così come se si gioca in Champions League le squadre hanno bisogno prima di tutto di avere i campi giusti su cui giocare, altrettanto serve all’Alto Adige Südtirol se si vuole poter essere protagonisti allargando i nostri confini ed aprendoci quanto meno all’Europa. Anche perché basterebbe davvero poco: quei 150 metri di pista in più che eviterebbero disguidi pesanti per tutti penalizzandoci nel momento in cui, come in questi giorni, organizziamo dei forum di grande livello richiamando esponenti di primo piano dell’economia e della finanza europee. Perché avere uno scalo efficiente non è uno sfizio per pochi, ma un’opportunità in più per tutto il territorio».
 Tuttavia il fronte del no all’ampliamento è agguerrito e la presidente Rosa Thaler Zelger, che per anni ne è stata capofila, rilancia: «Ragioniamo su piccoli aggiustamenti soprattutto per la sicurezza cercando un compromesso; ma la cosa importante, visto che abbiamo un bacino di potenziali utenti molto limitato, è quella di bandire una gara europea per collegare l’ABD sia a sud con Roma che a nord, ad esempio, con Vienna in modo da essere agganciati con le rotte internazionali. E poi fare una politica di investimenti dei piccoli passi verificando come, man mano, vanno i conti. Non servono megastrutture e piste da Jumbo». E con queste premesse si preannuncia piuttosto calda la prossima riunione della tavola rotonda convocata entro la prossima metà di novembre dall’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann con tutte le parti interessate al progettato ampliamento «che in ogni caso vogliamo - ha sottolineato l’assessore - portare all’approvazione della giunta entro l’anno in corso perché non possiamo più perdere tempo. Del resto veniamo messi nel mirino dell’Enac per la scarsità dei nostri 68 mila passeggeri anche se poi nulla si dice sugli oltre 13 mila movimenti che avvengono sulla pista. Se noi a parità di movimenti avessimo la possibilità di volare con aerei più grandi il problema, e con esso i conti dell’ABD, sarebbe risolto».
Alto Adige 22-10-11
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martedì, 18 ottobre 2011



L’Enac boccia ancora l’aeroporto di Bolzano

ORFEO DONATINI

BOLZANO. L’Enac, l’ente nazionale che gestisce l’aviazione civile, sulla base dei dati statistici fino a settembre scorso, torna a bocciare nuovamente l’aeroporto di Bolzano: troppo pochi i passeggeri che si sono fermati a quota 66.815 nell’ultimo anno. Ma la Provincia rilancia il progetto per l’ampliamento della pista.
 Lo scalo «ABD, Aeroporto Bolzano Dolomiti» torna dunque di nuovo nel mirino dell’Enac per la scarsità dei suoi passeggeri. L’analisi che sviluppa il presidente dell’ente Vito Riggio è davvero impietosa: «Ci sono dieci dei 48 scali operativi in Italia che sono con bilanci fortemente in perdita - sostiene - e se andiamo poi a fare una valutazione di merito, abbiamo i 4 aeroporti romani e milanesi che concentrano il 50% del traffico, e assieme ad altri 20 definiscono il quadro degli scali strategici o primari; gli altri sono invece complementari».
 Ed è tutto in quella definizione di “complementari” che si racchiude la valutazione negativa del presidente di Enac che non si spinge a dire che vadano chiusi, visto che non è di sua competenza, ma come minimo sollecita che «dovrebbero essere dati alle Regioni in modo che si facciano carico di ripianare le perdite, se già non provvedono».
 E fra questi rientra ovviamente anche Bolzano che annualmente ha bisogno di un assegno di circa due milioni di euro per ripianare il proprio bilancio puntualmente in rosso.
 Colpa del numero di passeggeri troppo esiguo, sostengono a Roma considerato che nell’ultimo anno non si è andati oltre quota 66.810. «Posto cos’ è un problema che sembra irrisolvibile - commenta l’assessore provinciale Thomas Widmann - ma non è così perché dobbiamo anche considerare che se il nostro scalo è al terzultimo posto per passeggeri, siamo in una posizione molto migliore per quel che riguarda il movimento di aeromobili sullo scalo che è andato abbondantemente oltre quota 13 mila. E allora è chiaro che se noi riuscissimo ad utilizzare velivoli più capaci, saremmo subito in grado di risalire la classifica dei passeggeri annui ed anche a dare una speranza concreta ai conti. E’ per questo che ora ho intenzione di riconvocare la tavola rotonda con tutte le parti interessate entro la metà di novembre e poi portare in giunta il progetto di ampliamento ancora entro quest’anno. Perché non possiamo più aspettare, anche perché abbiamo interessanti contatti che potrebbero tradursi in ottime prospettive per il nostro scalo e per aprire l’Alto Adige Südtirol anche sul fronte dei collegamenti nazionali ed europei».
 E pronto in giunta provinciale vi è anche il piano per la sicurezza dell’area che dovrà poi essere recepito dai Comuni di Bolzano, Laives e Vadena.
Alto Adige 18-10-11
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mercoledì, 12 ottobre 2011



Aeroporto, piano di rischio Passa la variante al Puc

BOLZANO. La giunta provinciale ha inserito le previsioni del piano di rischio aeroportuale nei piani urbanistici dei comuni di Bolzano, Laives e Vadena. Si tratta della definizione delle zone di rischio, e delle prescrizioni annesse, previste dall’Enac e dalle autorità internazionali. Il percorso conclusosi ora è frutto di un lavoro durato anni e svolto in stretta collaborazione fra Enac e Comuni. “Il piano di rischio coinvolge tre Comuni - sottolinea la direttrice dell’ufficio provinciale pianificazione territoriale Virna Bussadori - e si articola in tre zone di rischio: A, quella considerata maggiormente pericolosa; B, con rischi di media entità; e C, con un livello di rischio molto basso. In concreto, questa misura si spiega con la necessità di tutelare le aree circostanti l’aeroporto dai pericoli connessi al traffico aereo”. Le modifiche dei piani urbanistici non riguardano le strutture e gli edifici già esistenti, ma per tutti i nuovi progetti sarà ovviamente necessario attenersi alle prescrizioni del piano di rischio. (da.pa)
Alto Adige 12-10-11
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mercoledì, 21 settembre 2011



Ritardi, cancellato un volo Air Alps

Orfeo Donatini
BOLZANO. Ennesima disavventura per i passeggeri del primo volo Air Alps in partenza per Roma ieri all’alba. Non solo il volo era stato cancellato perchè la sera prima aveva accumulato troppo ritardo, ma l’autobus per il Catullo di Verona è arrivato con un’ora di ritardo.
 Della pattuglia dei passeggeri diretti alla Capitale anche i due onorevoli Luisa Gnecchi del Pd e Giorgio Holzmann del Pdl. Ed è quest’ultimo che fa la cronaca della disastrosa mattinata su face book partendo dall’alzataccia alle 5 per essere puntuale in aeroporto a San Giacamo dove alle 6 avrebbe dovuto esserci un pullman per raggiungere lo scalo “Catullo” di Verona dove l’aereo di Air Alps l’altra sera è atterrato, senza raggiungere Bolzano, dopo aver accumulato un ritardo eccessivo; ben oltre le ore 23 termine entro il quale il personale della torre di controllo bolzanina spegne la strumentazione.
 Ma del pullman nessuna traccia. E l’attesa, anche da parte dell’equipaggio Air Alps, si poi protratta per oltre un’ora considerato che il pullman della Rauch Reisen è arrivato allo scalo ABD solo dopo le 7 facendo accumulare ritardo su ritardo a tutti gli ormai inferociti passeggeri.
 Una volta raggiunto lo scalo scaligero sono stati necessari tutti i tempi tecnici per la preparazione del volo e l’autorizzazione al decollo e così tutti hanno toccato terra a Roma solo dopo le 11. “Fortunatamente - ha commentato poi Holzmann - la Commissione Giustizia alla quale avrei dovuto prendere parte era stata spostata al primo pomeriggio. Ma onestamente non si può pensare di impiegarci in aereo oltre sei ore per arrivare a Roma”. Holzmann ha presentato un’interrogazione al governo sullo scalo bolzanino.
 I disservizi di ieri per altro non fanno che riaprire il capitolo dell’adeguamento dello scalo bolzanino in modo non solo da avere velivoli più capienti, ma anche una struttura organizzativa meno precaria tale da, ad esempio, consentire che il personale della torre di controllo possa essere presente più a lungo in servizio.
 E proprio sulle prospettive dell’ABD ieri è intervenuto anche Christoph Oberrauch, il presidente della Wirtschatftsring che non usa mezzi termini: «Con lo scalo aeroportuale l’Alto Adige Südtirol non ripeta il clamoroso errore compiuto con l’Autobrennero società per la quale le preoccupazioni che suscita il bando di gara per la concessione sono profondamente motivate. A questo punto però - sottolinea Oberrauch - la Provincia non può rinunciare dal mettere nelle condizioni di una gestione ottimale la società “ABD” creando tutte quelle strutture e infrastrutture necessarie per garantire il rilancio dello scalo».
Alto Adige 21-9-11
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lunedì, 19 settembre 2011



Aeroporto, in giunta la pista più lunga

BOLZANO. Approda oggi in giunta provinciale il “piano di rischio” dell’aeroporto di San Giacomo, delibera essenziale per sbloccare il contestato ampliamento della pista contro il quale sono già state raccolte decine di migliaia di firme.
 La delibera che verrà approvata oggi è quella che contiene tutte le prescrizioni e soprattutto limitazioni urbanistiche che dovranno essere inserite nei piani di sviluppo dei Comuni di Bolzano, Laives e Vadena. Si tratta del passo deciso per consentire, come detto, il successivo via libera all’ampliamento della pista che stando alle prescrizioni dell’Enac dovrà sottostare alle più severe normative della classificazione 3/4 e non più 2/c come avveniva fino ad ora.
 Dopo aver approvato lo scorso marzo il piano di sviluppo dell’“ABD” - non senza una profonda spaccatura nella Stella alpina con Laimer e Kasslatter Mur che hanno votato contro la delibera dell’assessore ai trasporti Widmann - ora la giunta provinciale completa un ulteriore tassello, mentre nel frattempo sono stati ultimati i nuovi parcheggi e il nuovo terminal.
 La pista sarà allungata di 104 metri (passerà da 1.296 a 1.400 metri) e questo permetterà anche ad aerei da 80 posti di atterrare senza problemi. In più bisognerà però adeguare le strisce di sicurezza a nord e a sud, attualmente di 150 e 140 metri. Verso nord (direzione zona industriale di Bolzano) l’Enac prescrive una fascia di sicurezza di 300 metri, verso sud (direzione Laives) di 250.
 Naturalmente nell’area di uno scalo aeroportuale non ci si può limitare alle fasce di sicurezza tecniche, ma anche sotto il profilo urbanistico si debbono introdurre una serie di vincoli, ad esempio sull’altezza degli edifici più prossimi, sulla viabilità e la predisposizione di tutti i protocolli di emergenza.
 Non +è escluso che anche questo passaggio possa suscitare nuove divisioni in giunta risollevando la protesta popolare che si è già tradotta in quelle decine di migliaia di firma raccolte per dire no all’ampliamento. Paladina della protesta era stata la consigliere, ora presidente del consiglio regionale, Svp Rosa Thaler Zelger alla testa di una forte pattuglia di amministratori della Bassa Atesina.
Alto Adige 19-9-11
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martedì, 06 settembre 2011



Ennesimo volo da Roma cancellato da Air Alps L’odissea dei passeggeri

BOLZANO. Ennesimo volo cancellato per «AirAlps!». Stavolta è accaduto al Roma-Bolzano delle 13, prima ritardato, poi cancellato per motivi tecnici. A raccontare l’odissea dei passeggeri è l’ex giornalista Rai Dario Giannelli. «Personalmente arrivavo da Catania. All’aeroporto di Roma prima ci hanno avvisati che c’era un ritardo; poi, dopo un’ora, il volo è stato soppresso. Ci hanno prospettato la possibilità di un volo per Orio al Serio o per Milano, ma ci siamo rifiutati. Qualcuno è andato a Roma Termini a prendere un treno». Gli altri, come Giannelli: «Dopo aver perso tempo a recuperare i bagagli ci hanno annunciato la possibilità di un volo per Verona alle 18, con, forse, un autobus per Bolzano una volta arrivati in Veneto. Pare che abbiano un solo aereo, e quando questo ha dei problemi, si resta a piedi. Dodici ore di viaggio e ci hanno perso le valige!»
Alto Adige 6-9-11
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lunedì, 22 agosto 2011



Piloti italiani all’aeroporto di San Giacomo negli anni Venti

San Giacomo: dalle «Flik» alla Regia Aeronautica

Il campo d’aviazione di Bolzano divenne tale nel 1925, ma già in precedenza era considerato “campo di fortuna” e prima ancora - sotto gli Asburgo - l’area era riservata a scopi militari: dalle parate, alle esercitazioni, all’attività aeronautica. In epoca asburgica certe infrastrutture militari, a cominciare dalle caserme, erano solitamente competenza delle amministrazioni comunali, che le realizzavano, per concederle poi in affitto alle autorità militari. Così avvenne anche con l’area di San Giacomo, della quale peraltro all’epoca si scriveva poco, trattandosi di uno spazio riservato ai militari. Censura! Comunque, non fu il solo. Ai tempi dell’Austria-Ungheria c’era un campo ad Egna, ove si addestravano piloti da caccia e piloti osservatori. Inoltre, come si apprende dalle ricerche di Ivo Forti (Bronzolo), durante la prima guerra mondiale era stato allestito un altro campo a nord di Ora: qui si riequipaggiavano le Flik (squadriglie austriache) provenienti dal fronte russo, e qui perse la vita un asso dell’aviazione austro-ungarica (la lapide si trova all’ingresso del cimitero militare di Ora). Tornando al campo di San Giacomo, come si legge in una prima convenzione tra il Comune e l’Amministrazione militare italiana (12/12/1919), esso fu occupato fin dall’11 ottobre 1919 dalla 121a e dalla 131a Squadriglia Aeroplani: l’affitto annuo era di Lire 6.500. Ma è nel 1925 che il vecchio “campo di fortuna” di San Giacomo viene trasformato “in un vero campo d’aviazione, destinato ad acquistare importanza anche civile, oltre che militare”, come si legge nell’”Archivio per l’Alto Adige”, 1928 (XXIII). Eccone l’annuncio apparso nel “Piccolo Posto” del 15/5/1925: “Per la fine dell’anno Bolzano avrà dunque il suo campo di aviazione in piena efficienza. L’hangar che vi è ora sarà sostituito da un altro moderno e ricco di mezzi e comodità. Esso sorgerà un cento metri più in qua dell’attuale e sarà probabilmente costruito tutto in ferro. Alle due casermette che già vi sono, ne sarà aggiunta un’altra. Il campo verrà esteso di ben altri centocinquanta metri e sarà sede, per i primi tempi, di mezza squadriglia e in appresso di una squa×driglia intera. Una squadriglia è formata di dodici apparecchi. I primi due sono già giunti mercoledì mattina, pilotati da due sottuf×ficiali: sono due biplano biposti Ansaldo di una velocità media di 160 km all’ora e di un’efficienza di volo di circa tre ore e venti minu×ti. In questi giorni giungeranno gli altri apparecchi. Oltre che campo d’aviazione prettamente militare, quello di Bolzano diverrà con l’an×dare degli anni, un aeroporto civile internazionale”. Ai due primi biplani Ansaldo seguirà successivamente tutta la prima sezione della 33a Squadriglia, che fu poi trasferita a Bresso e sostituita a Bolzano dalla 32a. Ciò avvenne (come hanno accertato le ricerche del giornalista e volovelista Celestino Girardi) nel 1929, il primo giugno, quando il campo d’aviazione, dedicato al nome di Giovanni Sabelli (medaglia d’argento, eroe della Grande Guerra, compagno di volo di Francesco Baracca, caduto in combattimento nel 1917), venne trasformato in “aeroporto militare” e divenne sede della 32a Squadriglia di ricognizione, comandata dal capitano aviatore Vincenzo Simeti, coadiuvato da due ufficiali e da tredici sottufficiali piloti. Accanto all’attività militare all’aeroporto Sabelli si sviluppò anche una certa attività civile, con voli di linea, venne anche istituita una scuola di pilotaggio della R.U.N.A. (Regia Unione Nazionale Aeronautica). Durante la guerra vi fu un’attività militare di un certo rilievo, con atterraggi (anche di fortuna) di grossi bombardieri e trasporti: in assenza di notizie, c’è qualche foto a testimoniarlo. Dopo l’8 settembre 1943 fu la Luftwaffe a prendere possesso dello scalo bolzanino, istituendovi il Flugplatzkommando-Bozen; vi si appoggiarono anche velivoli dell’Aviazione Nazionale Repubblicana, ossia fascista. Ma la destinazione prevalentemente militare della struttura fece sì che sull’attività dell’aeroporto filtrassero ben poche notizie. Un regime, questo, che durò a lungo anche nel dopoguerra. Basti dire - esperienza di chi scrive quest’articolo - che quando all’aeroporto di San Giacomo, ancora in pieni Anni Settanta, si svolgevano manifestazioni aviatorie, il comandante al vedere arrivare la telecamera della RAI entrava in fibrillazione e raccomandava caldamente di non inquadrare nulla di militare.
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Alto Adige 21-8-11
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giovedì, 11 agosto 2011



Meridiana e Air Italy rilanciano sul Catullo: «Scalo essenziale»

BOLZANO. Si è tenuto ieri a Roma il primo incontro tra Giuseppe Gentile, amministratore delegato del nuovo Gruppo Meridiana fly e Air Italy, e Paolo Arena, presidente della Catullo Spa, la società che gestisce gli Aeroporti di Verona e Brescia. L’incontro è scaturito nella volontà delle società di potenziare l’attività di Meridiana fly e Air Italy sugli Aeroporti del Garda. «Entrambe le compagnie aeree hanno una presenza consolidata al Catullo - ha commentato Gentile al termine dell’incontro - nel 2010 sono stati trasportati a Verona da Meridiana fly e Air Italy 1.235.282 passeggeri. Il bacino in cui insistono i due aeroporti del Garda è di estremo interesse per le compagnie sia in termini di incoming che outgoing. Esistono grandi opportunità da costruire per crescere insieme». L’ipotesi di una riduzione di attività del nuovo gruppo sull’Aeroporto di Verona si è quindi trasformata in un impegno di crescita congiunta.
Alto Adige 11-6-11
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domenica, 31 luglio 2011



È boom per i voli charter da 76 posti

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. L’aeroporto è a una svolta: aperto il nuovo parcheggio, subito affollato; praticamente finiti i lavori al nuovo ampio terminal, che verrà collaudato ad agosto dall’Enac e aperto al pubblico a inizio settembre. Il tutto mentre i charter dei vacanzieri fanno il tutto esaurito dalla fine della primavera, e non non si tratta dei piccoli aeromobili Air Alps da soli 31 posti, bensì di velivoli decisamente più capienti: 76 posti. Potrebbero essere utilizzati anche per voli di linea più lunghi (Londra, Irlanda ecc.) ma occorrerebbe una pista più lunga. Con l’attuale, troppo breve, i vettori devono partire più leggeri: o meno carburante (e dunque rotte più brevi e poco appetibili) o meno passeggeri (e dunque voli economicamente poco sostenibili). Per questo, al termine dei colloqui con parti sociali e ambientalisti, l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann ha annunciato l’intenzione di voler portare l’allungamento della pista in giunta, a settembre, per l’approvazione definitiva. Che sembra scontata.
 PARCHEGGIO. C’erano già 110 posti auto, all’Abd. Totalmente gratuiti. Ora sono triplicati. La Provincia (ed è un segnale inequivocabile) si è occupata direttamente delle trattative col demanio militare per poter utilizzare l’area a fine via Francesco Baracca, sulla sinistra, dove nel corso del 2011 è stato realizzato un ampio parcheggio: 198 posti auto. Si è occupata di tutto l’amministrazione provinciale: progetto, appalto eccetera. Per buona parte il posteggio già in questi giorni è occupato, con soddisfazione dei vertici dell’Airport Bolzano Dolomiti. Il direttore Mirko Kopfsguter: «La clientela ha apprezzato molto».
 TERMINAL. Il terminal in quanto edificio è pronto. Mancano gli arredi, ma è questione da poco. Trovandosi all’interno dell’area demaniale, l’agibilità non viene concessa dal Comune, bensì dall’Enac. In agosto, causa ferie, è alquanto difficile riunire l’apposita commissione che si occupa dei collaudi. Lo si farà non prima di fine mese, come conferma il responsabile bolzanino di Enac. «Ai primi di settembre intendiamo aprire», spiega il direttore Kopfsguter. Il nuovo terminal, più ampio e esteticamente più apprezzabile, è stato realizzato in realtà quasi esclusivamente per adeguarsi alle norme Ue, che pretendono entrare e uscite separate per cittadini dell’area Schengen e non.
 CHARTER.A livello ufficiale non se ne parla quasi mai, ma chiunque abbia preso un volo charter per le vacanze, per esempio con destinazione Panarea, lo sa bene: gli aerei non sono piccoli, sono i Dash 8 Q400 Bombardier di Austrian Arrows. Tradotto, 76 posti. Il presidente dell’Abd Engelbert Ritsch spiega: «Questo tipo di aerei riesce ad atterrare e decollare, ma solo con peso ridotto: con poco carburante o pochi passeggeri. Se la pista verrà allungata come ci auguriamo, si potranno istituire voli di linea più lunghi, tipo per Londra, l’Irlanda...». Oggi come oggi l’Abd è in lieve costante crescita di passeggeri. «Ma più di così - chiosa - non possiamo. Più che riempire tutti gli aerei...». I passeggeri ci sono. Se aumentasse la capienza dei vettori, si incasserebbe di più. E la Provincia spenderebbe meno per ripianare il bilancio dei trasporti.

Intanto il Catullo punta sul low-cost

BOLZANO. Mentre Bolzano attende una decisione definitiva sul proprio futuro, il Catullo di Verona viene preso d’assalto dai bolzanini e non solo. Sempre più lusinghieri i risultati operativi, sempre di più le compagnie aeree e le destinazioni, che hanno raggiunto quota 150. In un solo week end, a inizio giugno, 40 mila passeggeri.
 Il Catullo è stato protagonista, nell’ultimo anno, di una profonda trasformazione strategica e infrastrutturale, che ha determinato il raggiungimento di importanti risultati. Numerosi i segnali di ripresa che interessano sia il mercato turistico in cui opera il Catullo (arrivi internazionali in Italia +1,2%) sia l’economia del bacino di riferimento (Verona: +5,08% arrivi turistici; +21% export nel 2010 rispetto al 2009).
 In giugno il picco massimo è stato registrato durante il ponte del 2 giugno quando sono stati trasportati 42.143 passeggeri. I passeggeri in arrivo da destinazioni internazionali sono stati 13.264. Soprattutto italiane le mete selezionate, spiccano: Catania (3.399 passeggeri), Roma (2.650), Palermo (2.303), Olbia (1.790). Londra (3.045) è la destinazione estera che rientra tra i cinque collegamenti più performanti nel primo fine settimana di giugno.
 Oggi Verona collega 150 destinazioni attraverso le oltre 30 compagnie aeree che operano sullo scalo. Per i volumi di traffico che già movimenta e nella prospettiva di crescita futura, il Catullo ha raggiunto caratteristiche tali da determinare la sua entrata in Assoclearance dal 1º gennaio 2011, acquisendo gli standard nella pianificazione dell’operatività dei voli a cui sono attestati i maggiori scali. Questo consentirà una migliore gestione del traffico, anche attraverso la sincronizzazione delle attività operative tra i vari aeroporti associati (Verona, Brescia e Trento).
 Negli ultimi mesi molte sono state le novità, a cominciare dai voli giornalieri di Air Berlin per la capitale della Germania, come pure i voli low cost per Londra operati da Ryan Air. Ma le offerte non finiscono certo qui.
 Vueling, per l’estate 2011, opera per esempio il collegamento Verona-Barcellona tre volte a settimana, con una incredibile tariffa a partire da 34 euro a tratta. Da Verona, grazie ai voli in connessione di Vueling, è inoltre possibile raggiungere oltre 20 destinazioni, molte delle quali non servite in modo diretto da altre compagnie, quali ad esempio Ibiza, Minorca e Palma di Maiorca.
 Air Italy vola invece tutti i giorni da Verona a Bari, raddoppiando la frequenza giornaliera cinque giorni alla settimana. La compagnia propone tariffe sola andata a partire da 65,82 euro, tasse e bagaglio inclusi. Sempre Air Italy vola da Verona a Napoli quotidianamente con tariffe di sola andata a partire da 45,82 euro. (da.pa)


Alto Adige 30-7-11
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lunedì, 04 luglio 2011



Aeroporto di San Giacomo. Un investimento pubblico a vantaggio di pochi

Non ci dovrebbero essere molti modi per intender il dialogo sociale pensato in genere in funzione del raggiungimento di una mediazione condivisa tra interessi opposti. Eppure per la Giunta provinciale ormai è chiaro che aprire un tavolo di confronto con le parti sociali significa unicamente convincere gli oppositori che le scelte compiute sono le migliori, in breve il dialogo si riduce a una "persuasione partecipata"

Stiamo parlando della "tavola rotonda" aperta dall'assessore ai trasporti Thomas Widmann sulla questione dell'ampliamento dell'aeroporto di San Giacomo. A fronte delle tante e giuste contrarietà sollevate da più parti e provenienti dalfinterno della stessa Svp, la Giunta ha pensato di risolvere la questione convocando un apposito tavolo di confronto attorno al quale far sedere i sindacati, i sindaci della Bassa Atesina, le associazioni ambientaliste dell'Oltradige, l'Avs e il Cal, nonché i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e Abd, società che gestisce i servizi di terra dello scalo. Obiettivo del tavolo: definire le esigenze e le aspettative nei confronti della struttura aeroportuale per arrivare - a detta dello stesso assessore - a una mediazione in grado di fare sintesi. Peccato però che già al secondo incontro, al quale non ne è seguito più alcuno, l'obiettivo di arrivare a una mediazione fosse già fuori partita, tanto che Widmann stesso ha tenuto a precisare che l'ampliamento della pista «si farà perché così la Giunta ha deciso». È riapparso con forza l'autoritarismo della politica che sembra ormai agire tenendo a riferimento solamente le proprie convenienze e pressioni lobbistiche e non i dubbi e le contrarietà, espresse con varie sfumature, dalle rappresentanze presenti a quel tavolo. Infatti, sono solo gli imprenditori locali a sostenere con forza il progetto della Giunta provinciale sull'aeroporto che da anni grava pesantemente sul bilancio provinciale perché in perenne perdita di esercizio e con limitate se non escluse possibilità di attirare investitori europei, dato che il contesto ambientale in cui è inserito non fornisce molti margini a uno sviluppo dell'attività di trasporto aereo. Visti gli alti costi di esercizio della struttura e i nulli ritorni di tali investimenti sul benessere generale della cittadinanza e dell'ambiente, la Cgil/Agb è del parere che le priorità d'investimento
sui trasporti, specie in questa fase di congiuntura economica, non siano quelle proposte da Widmann quanto piuttosto aprire un ragionamento sul trasporto pubblico locale che tenga in considerazione le necessità di chi per questioni di lavoro è costretto a spostarsi dall'Oltradige - Bassa Atesina e dal Burgraviato verso il capoluogo, nel rispetto anche della volontà di quel 38 % di cittadini sudtirolesi che nel referendum dell'ottobre del 2009 si sono espressi negativamente sul finanziamento pubblico dell'aeroporto.

Doriana Peavanello/Segreteria Provinciale CGIL/AGB
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lunedì, 04 luglio 2011



«La Svp perde consensi perché ignora la base La gente non ci crede più»

MIRCO MARCHIODI
 BOLZANO. Se Sepp Noggler dice che nell’Svp manca trasparenza, Oskar Peterlini va anche oltre. «Ci vuole più democrazia», è ciò che chiede il senatore della Bassa Atesina che vede un rischio concreto: «Se non riusciremo a coinvolgere maggiormente la base, continueremo a perdere rispetto agli altri partiti».
 Cosa significa che nell’Svp manca democrazia?
 
«Avete presente la discussione sull’aeroporto? Bene, è stato fatto un grande compromesso attraverso la mediazione, i contrari - noi della Bassa Atesina compresi - abbiamo accettato l’ampliamento del terminal e l’arrivo di aerei da 70 posti, più grandi di quelli attuali da 31 posti. Dall’altra parte ci era stato promesso che la pista non sarebbe stata allungata. Fatte le elezioni, Durnwalder e Widmann si sono rimangiati tutto».
 In realtà Widmann dice che la mediazione è stata rispettata...
 
«No, dice che è stata rispettata con l’unica eccezione dell’allungamento della pista. È come mettersi d’accordo su una compravendita e poi dire che l’unico punto del contratto che non viene rispettato è il prezzo...».
 L’aeroporto non è l’unico problema della Bassa. C’è stata una mezza rivolta contro il poligono...
 
«La Bassa Atesina ha un problema oggettivo, che è quello delle infrastrutture di trasporto. È chiaro che non possiamo spostare l’autostrada o il treno, ma non si può nemmeno esagerare. L’altra settimana ero alla festa di matrimonio del sindaco di Termeno, Dissertori. Ho parlato con molta gente, ormai la gente non ci crede più».
 Come mai?
 
«Semplicemente perché molte sensibilità non vengono rispettate. Alla fine del mio ciclo politico mi chiedo: ma che modo è questo di trattare la gente?».
 Risposta?
 
«La risposta è che in democrazia le decisioni non si prendono dall’alto, ma si cerca il consenso. La sovranità appartiene al popolo, e questo vale anche all’interno del partito».
 Si riferisce al presidente Durnwalder?
 
«Non possiamo certo negare di aver avuto un presidente molto efficiente e veloce nelle decisioni. Durnwalder ha saputo rispondere a tante esigenze, grazie anche al bilancio ricco della Provincia e grazie ad una giunta che dice sempre di sì. Ma questo modo di procedere non va più bene, bisogna coinvolgere anche la base. Purtroppo chi cerca di difendere questo principio viene attaccato dal resto del partito, come dimostrano le pesanti critiche nei confronti di gente come Oswald Schiefer e Sepp Noggler».
 Lei da che parte sta?
 
«Io dico che questo modo di procedere va a scapito del consenso. Non è un’opinione personale, lo dicono i numeri: fatta eccezione per la Bassa Atesina e Bolzano, che hanno una situazione diversa, l’Svp ha perso in tutte le vallate».
 Dove invece hanno guadagnato le opposizioni tedesche...
 
«Appunto. E attenzione, perché non è vero che crescono soltanto le destre. La verità è che crescono anche movimenti alternativi che politicamente non sono poi così distanti dall’Svp. Basta vedere la discussione attorno alla democrazia diretta. Alla richiesta di un maggior coinvolgimento della popolazione nelle grandi decisioni politiche hanno aderito tutte le maggiori associazioni. L’Alpenverein, per citarne una, ha trentamila iscritti: basteranno per dare la sveglia al partito?».
 Perché intanto non ci prova lei?
 
«Io le mie battaglie le ho fatte. Se la nuova ferrovia in Bassa Atesina correrà in galleria e invece che nel centrovalle, è merito delle pressioni arrivate dal mio comprensorio. Paghiamo il fatto di essere un territorio piccolo, ma la verità è che nelle zone in cui la gente non è stata presa sul serio, gli elettori ci hanno presentato il conto».
 Dove, ad esempio?
 
«Cito la val d’Isarco, altro territorio dove le tematiche legate al traffico sono molto sentite. Lì abbiamo perso un terzo dei voti».
 Come si recupera?
 
«Non basta una piccola correzione, serve una virata decisa verso una maggiore democrazia. Altrimenti non ce la faremo. Ma non dipende solo da noi. Mi rivolgo anche al gruppo linguistico italiano e in particolare al Pd che siede in giunta provinciale con Durnwalder: bisogna alzare la testa. Non dico di arrivare ai livelli di un Ferretti che si metteva sempre di traverso, ma qualche volta bisogna avere anche il coraggio di dire di no al presidente».
Alto Adige 4-7-11
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domenica, 26 giugno 2011

    
Vadena: doppio no a poligono e aeroporto

 VADENA. Poligono militare in zona “Monte”, presso la polveriera sulla strada per il lago di Caldaro e potenziamento dell’aeroporto di san Giacomo, sono stati entrambi bocciati dal consiglio comunale di Vadena. Unica voce fuori dal coro, quella del consigliere del Pdl, Irvin Daves, che sul poligono ha votato a favore e per l’aeroporto si è astenuto.
 Sia per l’uno che per l’atro dei temi discussi in consiglio comunale a Vadena, sono anche stati predisposti degli ordini del giorno. Per il poligono militare si auspica “un adeguato ascolto e coinvolgimento dei comuni interessati e l’individuazione di una collocazione più idonea o, se proprio si dovrà fare a “Monte”, almeno che le scelte progettuali siano tali da garantire un adeguato isolamento acustico e un basso impatto ambientale.
 Il sindaco Alessandro Beati ha chiarito che fino ad un certo punto, nessuno era stato messo al corrente degli accordi tra Provincia autonoma di Bolzano e ministero della difesa in merito alla scelta della polveriera a “Monte”. Duro il giudizio di Pasquale Paolillo, consigliere del centrodestra a Vadena, che ha parlato di «Bassa Atesina come deposito delle strutture penalizzanti che il resto della provincia non vuole. Sono anni che lo ribadisco e spiego come sia svalutata la nostra zona, divisa tra Safety Park, aeroporto, discarica Ischia Frizzi, autostrada, ferrovia, depuratore Fossa Grande e cattivi odori della Eso. Mancava solo il poligono di tiro, che andrà a snaturare l’unico posto rimasto come oasi naturale».
 Di “timori degli albergatori di Caldaro” ha parlato l’assessore Svp Oberhofer, ricordando che al lago di Caldaro arrivano ogni anno almeno un milione di turisti. Quanto al sì di Irvin Daves al poligono, è stato giustificato dal consigliere Pdl con il fatto che solo su questo gli altri comuni della Bassa Atesina si sono coalizzati, mentre su altri problemi di Vadena no. «Il poligono avrà comunque un impatto molto modesto - ha dichiarato Daves - e una volta costruito non si sentirà più niente».
 Il sindaco Beati ritiene ad ogni modo che sia importante “fare rete” tra i comuni per cercare di contrastare scelte così penalizzanti. Quanto all’aeroporto, altra bocciatura, sottolineando che «l’economicità è secondaria rispetto alla qualità della vita». (b.c.)
Alto Adige 26-6-11
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domenica, 26 giugno 2011


L’Enac: allungare la pista dello scalo è inevitabile, ma sono esclusi i Boeing

BOLZANO. «Allungare la pista dell’aeroporto di Bolzano è inevitabile». Lo ha detto Costantino Pandolfi (foto), tecnico dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile che ieri ha partecipato al tavolo provinciale sull’aeroporto coordinato dagli assessori Thomas Widmann (trasporti) e Florian Mussner (lavori pubblici). Pandolfi ha escluso la possibilità che l’aeroporto di Bolzano possa essere promosso dalla categoria 2C a quella superiore a causa delle montagne che circondano lo scalo, e ha smentito la possibilità che in futuro possano atterrare velivoli di grandi dimensioni sul modello dei Boeing 737: «Anche con i previsti interventi di adeguamento la pista sarebbe comunque troppo corta e dal punto di vista economico non avrebbe senso far decollare e atterrare aerei di questo genere».
Alto Adige 21-6-11
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mercoledì, 15 giugno 2011



No al poligono e all’aeroporto in consiglio

VADENA. È un no preannunciato, quello che il consiglio comunale pronuncerà sul progetto del poligono di tiro che la Provincia intende realizzare nell’area della polveriera di Caldaro, che è quasi completamente sul territorio comunale di Vadena. La riunione è in programma per il 24 giugno alle 20 e durante la serata si parlerà anche di ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo. Anche in questo caso, la previsione delle aree di rischio arriva - seppur marginalmente - ad incidere sul territorio comunale di Vadena, quindi il Comune è chiamato a dare un parere.
Tornando al poligono, il sindaco Alessandro Beati ha già avuto occasione di esprimere ufficialmente il proprio parere contrario. Lo ha fatto assieme ad altri sindaci della Bassa Atesina, tutti convinti che si tratterà di una presenza poco accattivante in una zona turistica.
«L’idea di avere in casa il poligono ovviamente non ci sta bene - ribadisce Beati -. Se proprio si dovrà fare lì, perlomeno garantiscano che venga realizzato sottoterra e che verranno adottate tutte le misure per impedire che si sentano i colpi all’esterno». Questa, in sostanza, la posizione del consiglio comunale. (b.c.)
Alto Adige 15-6-11
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mercoledì, 15 giugno 2011



Aeroporto:Comune di Montagna, mozione contro la pista lunga

Nella seduta consiliare di oggi a Montagna sarà presentata una mozione riguardante l’aeroporto, in cui il consiglio comunale si esprime contro l’allungamento della pista. Nella precedente seduta erano già state presentate due diverse mozioni, una del consigliere Thaler dei Freiheit, l’altra del consigliere Malojer a nome della Svp. Vista l’uniformità delle due mozioni, verrà presentato un documento unico sull’aeroporto di San Giacomo. (ma.ga.)

Alto Adige 14-6-11
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venerdì, 10 giugno 2011



Con Vueling nuovi collegamenti da Verona

BOLZANO. Vueling offre dall’aeroporto di Verona 22 destinazioni in connessione via Barcellona, tra cui Bruxelles, Ciudad Real, San Pietroburgo, Alicante, Amsterdam, Bilbao, Gran Canaria, Granada, Ibiza, Lisbona, Malaga, Palma di Maiorca, Minorca, Mosca, Parigi, Santiago de Compostela, Siviglia e Tenerife.
I passeggeri in partenza da Verona potranno inoltre volare a Miami e San Paolo grazie ai collegamenti con Iberia. I biglietti per tutte le nuove rotte sono già disponibili sul sito ufficiale www.vueling.com, presso le agenzie di viaggi e chiamando il centro prenotazioni al numero 899 399 888. I passeggeri in transito usufruiscono di numerosi vantaggi: ad esempio se lo scalo dura da 2 a 4 ore hanno a disposizione wi-fi gratuito presso l’aeroporto, sconti nei negozi e ristoranti e, per i più piccoli, libero accesso all’area giochi. Se lo scalo a Barcellona supera invece le 4 ore, possono beneficiare anche di sconti per l’accesso alla Spa e all’area Vip dell’aeroporto.

Alto Adige 10-6-11
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domenica, 05 giugno 2011



Riduzioni sui biglietti di treni e aerei per chi si reca alle urne

BOLZANO. Le Ferrovie informano che ci sono riduzioni fino al 70% su tutti i treni nazionali per chi torna a casa per andare a votare. Grazie alla convenzione siglata col Ministero dell’Interno, si potrà ottenere - esclusivamente per viaggi di andata e ritorno in seconda classe - una riduzione del 60% sui treni regionali e del 70% sui treni del servizio nazionale (alta velocità, Eurostar, Intercity, espressi e servizio cuccette). Servirà la tessera elettorale, che per il viaggio di ritorno dovrà essere timbrata. Per gli sconti sui voli, consultare il sito www.prefettura.bz.it/bolzano.Alto Adige 5-6-11
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giovedì, 26 maggio 2011


Resta a terra il volo delle 17 da Roma Proteste dei passeggeri

BOLZANO. Doveva partire ieri alle 17.20 il volo pomeridiano dell’Air Alps da Roma a Bolzano. Invece prima è stato spostato alle 19.10, poi alle 20 e infine soppresso perché a quel punto era già in partenza il volo serale. Per i circa 30 passeggeri che ieri dovevano rientrare da Roma, il viaggio si è molto allungato: in serata il trasferimento aereo a Verona, poi il bus navetta fino a Bolzano. «Ad averlo saputo prima - si lamenta uno il sindacalista della Cgil Gastone Boz - avremmo potuto prendere il treno arrivando a Bolzano molto prima e spendendo anche meno. Ma quello che ci ha dato più fastidio è stata la totale mancanza di informazioni a noi passeggeri. Non è la prima volta che accade, ci saremmo aspettati almeno un trattamento migliore visto il disservizio».
Alto Adige 26-5-11
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martedì, 24 maggio 2011



Piano sicurezza oggi in consiglio a Laives

LAIVES. Oggi alle 18 riunione del consiglio comunale. Si discuterà anche del piano di rischio aeroportuale da inserire nel Puc di Laives. Si tratta di un atto formale, come hanno già spiegato alcuni esponenti del consiglio, perché riguarda lo status quo dell’aeroporto. Cosa diversa sarà invece quando arriverà la richiesta di spostare le aree a rischio verso sud, compatibilmente con il previsto ampliamento della pista. Su questo c’è già un no. (b.c.)
Alto Adige 24-5-11
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lunedì, 23 maggio 2011



Tavolo sull’aeroporto

BOLZANO. Una discreta tensione, ieri al tavolo di lavoro sull’aeroporto. Dopo l’approvazione del piano di ampliamento dello scalo approvato soltanto pochi giorni fa dalla giunta, la riunione di ieri è cominciata in forte ritardo per l’irruzione di un nutrito gruppo di sostenitori della Südtiroler Freiheit di Eva Klotz, i quali hanno fortemente criticato le scelte della Provincia sia nel merito che nel metodo. «La mediazione del 2007, dopo 18 riunioni, aveva stabilito che la pista non si sarebbe allungata», ha chiarito la Klotz.
 Le domande di associazioni e enti sul piano di sviluppo dell’aeroporto sono state analizzate ieri dall’assessore provinciale Thomas Widmann e dai tecnici con i partecipanti alla seconda riunione del tavolo di confronto insediato dalla giunta provinciale. La riunione, come rende noto la Provincia, ha continuato il lavoro di informazione e chiarimento tra le parti avviato il 15 aprile. Il prossimo appuntamento sarà a metà giugno con i rappresentanti dell’Enac, l’autorità nazionale per l’aviazione civile. «Non siamo qui per convertire i contrari in sostenitori dello scalo o viceversa - ha precisato Widmann - quanto piuttosto per mettere in circolo tutte le informazioni disponibili e garantire la necessaria trasparenza sullo sviluppo della struttura sulla base del Masterplan». Con stupore e rammarico, spiega la Provincia, l’assessore ha preso atto del ritardato avvio della riunione, rispetto alla convocazione, causato dall’ingresso in sala di persone non facenti parte del tavolo e quindi non invitate. Widmann ribadisce che da parte sua intende ascoltare tutti e proseguire nella collaborazione aperta con i rappresentanti di cittadini e istituzioni, «ma ciò deve avvenire nel rispetto delle regole democratiche e senza tentare di strumentalizzare politicamente questo momento di confronto».
 Nella giornata di ieri, comunque, si sono affrontati i temi delle destinazioni internazionali, il fattore sovvenzioni, la redditività della struttura, gli effetti sulla qualità dell’aria. (da.pa)
Alto Adige 21-5-11
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giovedì, 19 maggio 2011



L’ambiente si difende a Sinigo, a San Giacomo inquinano più i Tir che i jet

GIANCARLO ANSALONI
Torna alla ribalta la “querelle” sull’aeroporto, proprio all’indomani dell’approvazione da parte della Giunta del piano per la ristrutturazione che prevede il ripristino della pista com’era all’inaugurazione, ma parziale, cioè a 1400 metri anziché 1426 (contro i 1263 metri attuali). Domani, venerdì, infatti ci sarà il secondo round fra l’assessore Widmann, con i tecnici dell’Abd, (presenti anche quelli dell’Enac) e i protezionisti, in lotta da anni contro il progetto. Un mese fa il Dachverband, irritato per la mancata consegna “masterplan” aveva abbandonato per protesta il tavolo, chiedendo copie del “masterplan” che nel frattempo dovrebbero essere state consegnate. La rinuncia al ripristino totale della pista, dovrebbe fugare i timori circa l’accesso ad aerei oltre i 70-80 posti, tanto meno di jet, con conseguente aumento degli inquinanti (kerosene e rumori), poiché potranno atterrare solo dei turboelica poco più grandi degli attuali Dornier (31 posti), ma con capacità quasi tripla. Se l’inquinamento è dunque l’elemento che più turba il sonno degli ecologisti che sono tuttavia affetti da “strabismo”. Infatti poche settimane fa, gli abitanti di Sinigo (zona urbana, praticamente Merano) si sono trovati, a dover lottare, contro l’impianto “Rem-Tec”, (sospetta lavorazione di rifiuti ad alto rischio); a Caldaro invece, altro esempio, la Dorfliste denunciò tempo fa il taglio di 38 mila metri quadrati di bosco ceduti come vigneto a contadini del luogo: in nessuno dei due casi si è sentito un “bah” da parte degli ecologisti; a difendere Sinigo sono intervenuti albergatori e Bauernbund. Ma ancor più eclatante il silenzio di fronte alla denuncia di un ex consigliere della lista civica di Appiano, Christoph Franceschini, giornalista della “Tageszeitung”, il quale finora non smentito, avrebbe accertato l’uso, nel maggio 2010, di un pesticida vietato 5 anni fa dalla UE, in un vigneto, di proprietà del Comune di Appiano, esteso su 46 ettari fra Riva di Sotto ed Andriano, proprio laddove dovrebbe sorgere un campo da golf. Un “inquinamento” scoperto fra l’altro dall’Agrios, “Gruppo di lavoro per la coltivazione integrata”, ente privato di “autocontrollo”, non tenuto quindi a divulgare i risultati, confermati comunque da una doppia analisi chimica fuori regione. Causa: un pesticida, l’ “Endosulfan”, micidiale fra l’altro, per i pesci di una attigua “zona umida”.
L’episodio, che si spera isolato, ha finito comunque per dare corpo a voci seppur vaghe, circa l’esistenza di un presunto, sia pur limitato, “traffico” di pesticidi proibiti, introdotti in Alto Adige da lavoratori stagionali dell’Est e da occasionali”corrieri” anche dalla Spagna, quindi difficili da individuare. In effetti gli uffici dell’Appa provinciale (protezione ambiente) non hanno potuto, né confermare, né escludere tale ipotesi. Pressoché sicuri dunque gli alimenti, un po’ meno l’aria, considerato che quasi tutti i paesi della Bassa sono “assediati” dai frutteti; in certe giornate, ad esempio presso la stazione di Ora (e non solo là), le narici della gente avvertono chiaramente il “profumo” di anticrittogamici. Tre anni fa, un “Comitato per il diritto alla salute”, condusse un monitoraggio in Val di Non trovando residui di fitofarmaci nelle case e tracce nelle urine di bambini. Un analogo controllo in Alto Adige pare non sia mai stato fatto per le resistenze incontrate. Merita anche citare, a questo proposito un nuovo scenario descritto dal settimanale “ff”: cioè i forti contrasti in atto fra coltivatori tradizionale e quelli “biologici”, in costante espansione. Siamo di fronte insomma a un panorama inedito, sul quale genuini ecologisti potrebbero esercitare la loro competenza con campagne di sensibilizzazione in difesa dell’ambiente, nonché di incentivazione del biologico. Ma è evidentemente più facile e politicamente “redditizio” prendere di mira una striscia di terreno di un centinaio di metri e quattro aerei che in tre minuti, bruciando non più di 25-30 litri di kerosene (praticamente un canistro), arrivano a oltre i 1.000 metri di quota, diventando “invisibili” già all’altezza di Ora ed emettendo residui di CO2 e anidride solforosa del tutto insignificanti rispetto, sia alle tonnellate di “fitofarmaci” spruzzati sui meli sottostanti”, sia ai gas al suolo degli autotreni lungo la A22. Quanto alla richiesta del “Sozialtisch” di rinunciare alla ristrutturazione, in linea con la Convenzione delle Alpi, basti dire che ad Aosta si sta lavorando per un analogo ampliamento e che a Cuneo pare si voli addirittura”low cost”. Eppure anche là ci sono le Alpi.
Alto Adige 19-5-11
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mercoledì, 18 maggio 2011



Aeroporto: via al piano per la nuova pista 8,5 milioni entro il 2015

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Anche se il tavolo con le categorie è ancora in corso, la giunta provinciale ha deciso di proseguire l’iter per l’adeguamento dell’aeroporto. Approvata una nuova scansione temporale degli interventi strutturali: i lavori per la nuova pista saranno finanziati entro il 2015 e costeranno 8,5 milioni.
Il masterplan dell’aeroporto era stato approvato in giunta nella seduta del 28 marzo con i due voti contrari degli assessori Michl Laimer (ambiente) e Sabina Kasslatter-Mur (unica esponente dell’ala sociale Svp in giunta provinciale accanto all’Obmann Richard Theiner). Nella stessa seduta era stato anche deciso - stavolta però all’unanimità - di istituire un tavolo di confronto guidato dall’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann al quale sono state invitate tutte le parti in causa, dai comuni confinanti agli ambientalisti passando per associazioni economiche e sindacati. Il tavolo tornerà a riunirsi venerdì, ma intanto la giunta ha ridefinito la tempistica degli interventi.
GLI OBIETTIVI. Il piano di sviluppo aeroportuale si articola in due fasi: la prima contiene le linee guida per lo sviluppo a breve termine, con un periodo di cinque anni. La seconda descrive l’estensione degli interventi di ampliamento e adeguamento in un orizzonte temporale di lungo periodo fino al 2030.
Gli interventi, a grandi linee, si possono ricondurre a cinque linee d’azione: l’espansione del terminal a 1.320 metri quadrati entro il 2015 e a 4.100 metri quadrati entro il 2030; l’espansione dei parcheggi dagli attuali 142 a 403; la risistemazione degli hangar a sud dell’aerostazione; il rifacimento della rete di smaltimento delle acque e l’eliminazione del laghetto di compensazione e infine la ricollocazione del distributore carburante. Capitolo pista: entro il 2015, così si legge nella delibera della giunta, avrà una lunghezza di 1.400 metri con un’area di sicurezza a nord di 300 metri per la vicinanza alla zona industriale e di 250 metri a sud, con quest’ultimo intervento vincolato all’estensione dell’area aeroportuale di 400 metri verso sud.
I TEMPI. Il piano di intervento comprende tre periodi temporali: interventi prioritari da finanziare entro il 2015, interventi da finanziare entro il 2020 e interventi meno urgenti da finanziare entro il 2030. La modifica rispetto al masterplan approvato originariamente riguarda la diversa scansione temporale degli interventi e il relativo finanziamento. Tra quelli prioritari c’è anche l’acquisizione delle aree e quello dell’adeguamento della pista, che si trovano entrambi nella colonna prioritaria, quella con scadenza 2015.
I COSTI. Nel complesso, il masterplan aeroportuale prevede interventi per complessivi 24 milioni entro il 2030. Come era stato promesso dall’assessore Widmann, gli interventi ritenuti indispensabili (per intendersi, quelli necessari per assicurare l’operatività ad aerei fino a 70 posti) sono pari a 18 milioni e saranno tutti finanziati entro il 2020 (di questi, 10,7 milioni saranno impegnati entro il 2015), mentre gli ultimi 5,4 milioni saranno finanziati entro il 2030.
La prima parte sarà quasi interamente dedicata ai lavori per l’adeguamento della pista. Questa la stima dei costi: l’acquisizione dell’area per l’adeguamento e la messa in sicurezza della pista (si tratta di circa 50,7 ettari) costerà poco più di 4,5 milioni, mentre per l’adeguamento vero e proprio, compresa la sistemazione del verde con la pavimentazione supplementare di 400 metri) serviranno 3,9 milioni.
Con l’acquisizione della nuova area pista e il corrispondente ampliamento del sedime, si rende necessario rifare il tratto di viabilità perimetrale a sud e questo comporterà un’ulteriore spesa di 1,15 milioni.
Gli altri interventi prioritari riguardano i nuovi parcheggi e la relativa sistemazione degli accessi stradali (350 mila euro), mentre - sempre in tema di parcheggi - la realizzazione della nuova area di sosta da 7.300 metri quadrati a sud della caserma della Guardia di Finanza è stata prevista entro il 2020.
Messi in coda agli interventi quelli relativi ai nuovi hangar: Widmann ha già detto più volte che si potrebbe anche farne a meno, ma intanto nel masterplan sono stati previsti sia i due nuovi all’interno dell’area ex Guardia di Finanza (costano 900 mila euro ciascuno) sia quello che andrà a sostituire gli attuali hangar dell’Aeroclub (costo previsto di 1,38 milioni).
IL TAVOLO. Il tavolo di confronto tornerà a riunirsi venerdì e a metà giugno è previsto l’incontro con i tecnici dell’Enac. Dopo il polemico abbandono della prima riunione per via della mancata consegna del masterplan agli ambientalisti, i contrari tornano a farsi sentire tramite il “Sozialtisch”: «Non vediamo - accusa il portavoce del comitato Martin Wieser - una vera disponibilità al dialogo. Il confronto non è iniziato bene, e nonostante le promesse dell’assessore non abbiamo ancora ricevuto copia della delibera della giunta né le condizioni poste dall’Enac per rinnovare la concessione. Restiamo dell’avviso che l’ampliamento dell’aeroporto costituisce solo un ulteriore aggravio per l’ambiente e la popolazione. Inoltre siamo dell’avviso che approvando gli interventi, la Provincia non rispetterebbe il protocollo dei trasporti della convenzione delle Alpi che chiede esplicitamente di ridurre al minimo gli interventi di ampliamento aeroportuali. Chiediamo che la giunta torni indietro rispetto alla decisione di marzo e rinunci all’ampliamento».
Alto Adige 18-5-11
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martedì, 17 maggio 2011



Aeroporto, sì al piano sicurezza

BRUNO CANALI
LAIVES. La commissione urbanistica comunale ha detto sì al piano per la sicurezza dell’aeroporto di San Giacomo. A favore del piano in commissione ha votato anche Giorgio Zanvettor, consigliere dei Verdi, fermamente contrario all’ampliamento dello scalo aereo come del resto tutto il consiglio, che settimane fa ha approvato un ordine del giorno in tal senso. E il piano della sicurezza dovrà ora passare in aula.
Proprio Zanvettor, in consiglio comunale, aveva spiegato che uno dei pochi strumenti a disposizione di Laives per frenare il progetto della Provincia è appunto il piano per la sicurezza, che deve essere approvato dal comune e non dalla Provincia.
«Quello che abbiamo approvato in commissione urbanistica - spiega lo stesso Zanvettor - non è altro che l’esistente, il piano relativo alla pista attuale. Di per sé non è qualcosa che apre la porta all’ampliamento quindi, ma serve invece per proteggere le aree attorno all’impianto aeroportuale e ci è richiesto espressamente dall’Enav. In sostanza, abbiamo sancito l’esistente. Diverso il discorso per un ampliamento futuro, perché l’allungamento della pista verso sud, sul nostro territorio comunale, significherà di fatto uno spostamento anche delle aree di rischio e quindi della necessità di stabilire gli spazi relativi alla sicurezza. Sarà in quel caso che dovranno per forza chiederne preventivamente al Comune di Laives la modifica per ridisegnare le zone a rischio, una concessione che, come detto, può rilasciare esclusivamente il Comune e non la Provincia. Sarà a quel punto, semmai, che si potrà nuovamente intervenire».
Christian Bianchi, capogruppo del Pdl, torna anche sull’argomento aeroporto di San Giacomo per ribadire sostanzialmente quanto spiegato dal collega Zanvettor, per poi aggiungere la tesi già espressa in consiglio comunale quando venne approvato all’unanimità l’ordine del giorno contrario all’ampliamento della pista.
«Non è solo la questione delle zone di sicurezza - dice Bianchi - bensì degli oneri pesanti che Laives deve accollarsi a causa della presenza di un aeroporto e relativo movimento di voli. Per questo noi abbiano accennato già in consiglio comunale all’eventualità che la Provincia prenda in considerazione misure compensative per il nostro territorio comunale, che servano a controbilanciare gli effetti negativi prodotti dall’aeroporto. Sto pensando ad esempio al fatto che proprio a San Giacomo abbiamo scolari dell’elementare italiana in container, così come c’è necessità di una scuola nuova a Pineta e del nuovo lido, della riqualificazione di via Kennedy e altro. Queste per noi sono le “misure compensative».
Alto Adige 17-5-11
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martedì, 10 maggio 2011



L’Enac: in Italia soltanto sette aeroporti hanno meno passeggeri di Bolzano

BOLZANO. L’Enac ha pubblicato i dati di traffico 2010 di tutti i 45 aeroporti italiani: lo scalo di Bolzano è uno dei più piccoli. Con i suoi 54 mila passeggeri si trova infatti al 38º posto complessivo e all’ultimo considerando solo l’Italia del Nord.
Sono 45 gli aeroporti italiani e nel 2010 hanno trasportato (solo voli commerciali) quasi 139 milioni di passeggeri, il 7% in più rispetto all’anno prima. La crescita ha riguardato anche l’aeroporto di Bolzano, che ha aumentato le persone trasportate del 5,3% a 53.917. Il dato è doppiamente positivo perché contestualmente è diminuito il numero dei voli (2.472, l’1,5% in meno rispetto all’anno prima).
L’andamento del numero di passeggeri a Bolzano è stato in continua crescita dal 2002 al 2007, anno in cui con 74.325 passeggeri è stato raggiunto il record assoluto. Da allora (complice anche la cancellazione del volo Bolzano-Milano), i passeggeri sono scesi a 64.554 nel 2008 e a 51.222 nel 2009 per tornare nuovamente a crescere nel corso dell’anno passato.
I primi mesi del 2011 sono proseguiti all’insegna del trend positivo: nel primo trimestre sono transitati per Bolzano 14.140 passeggeri, l’1,2% in più rispetto al 2010.
Alto Adige 10-5-11
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mercoledì, 12 ottobre 2011



Aeroporto, piano di rischio Passa la variante al Puc

BOLZANO. La giunta provinciale ha inserito le previsioni del piano di rischio aeroportuale nei piani urbanistici dei comuni di Bolzano, Laives e Vadena. Si tratta della definizione delle zone di rischio, e delle prescrizioni annesse, previste dall’Enac e dalle autorità internazionali. Il percorso conclusosi ora è frutto di un lavoro durato anni e svolto in stretta collaborazione fra Enac e Comuni. “Il piano di rischio coinvolge tre Comuni - sottolinea la direttrice dell’ufficio provinciale pianificazione territoriale Virna Bussadori - e si articola in tre zone di rischio: A, quella considerata maggiormente pericolosa; B, con rischi di media entità; e C, con un livello di rischio molto basso. In concreto, questa misura si spiega con la necessità di tutelare le aree circostanti l’aeroporto dai pericoli connessi al traffico aereo”. Le modifiche dei piani urbanistici non riguardano le strutture e gli edifici già esistenti, ma per tutti i nuovi progetti sarà ovviamente necessario attenersi alle prescrizioni del piano di rischio. (da.pa)
Alto Adige 12-10-11
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mercoledì, 21 settembre 2011



Ritardi, cancellato un volo Air Alps

Orfeo Donatini
BOLZANO. Ennesima disavventura per i passeggeri del primo volo Air Alps in partenza per Roma ieri all’alba. Non solo il volo era stato cancellato perchè la sera prima aveva accumulato troppo ritardo, ma l’autobus per il Catullo di Verona è arrivato con un’ora di ritardo.
 Della pattuglia dei passeggeri diretti alla Capitale anche i due onorevoli Luisa Gnecchi del Pd e Giorgio Holzmann del Pdl. Ed è quest’ultimo che fa la cronaca della disastrosa mattinata su face book partendo dall’alzataccia alle 5 per essere puntuale in aeroporto a San Giacamo dove alle 6 avrebbe dovuto esserci un pullman per raggiungere lo scalo “Catullo” di Verona dove l’aereo di Air Alps l’altra sera è atterrato, senza raggiungere Bolzano, dopo aver accumulato un ritardo eccessivo; ben oltre le ore 23 termine entro il quale il personale della torre di controllo bolzanina spegne la strumentazione.
 Ma del pullman nessuna traccia. E l’attesa, anche da parte dell’equipaggio Air Alps, si poi protratta per oltre un’ora considerato che il pullman della Rauch Reisen è arrivato allo scalo ABD solo dopo le 7 facendo accumulare ritardo su ritardo a tutti gli ormai inferociti passeggeri.
 Una volta raggiunto lo scalo scaligero sono stati necessari tutti i tempi tecnici per la preparazione del volo e l’autorizzazione al decollo e così tutti hanno toccato terra a Roma solo dopo le 11. “Fortunatamente - ha commentato poi Holzmann - la Commissione Giustizia alla quale avrei dovuto prendere parte era stata spostata al primo pomeriggio. Ma onestamente non si può pensare di impiegarci in aereo oltre sei ore per arrivare a Roma”. Holzmann ha presentato un’interrogazione al governo sullo scalo bolzanino.
 I disservizi di ieri per altro non fanno che riaprire il capitolo dell’adeguamento dello scalo bolzanino in modo non solo da avere velivoli più capienti, ma anche una struttura organizzativa meno precaria tale da, ad esempio, consentire che il personale della torre di controllo possa essere presente più a lungo in servizio.
 E proprio sulle prospettive dell’ABD ieri è intervenuto anche Christoph Oberrauch, il presidente della Wirtschatftsring che non usa mezzi termini: «Con lo scalo aeroportuale l’Alto Adige Südtirol non ripeta il clamoroso errore compiuto con l’Autobrennero società per la quale le preoccupazioni che suscita il bando di gara per la concessione sono profondamente motivate. A questo punto però - sottolinea Oberrauch - la Provincia non può rinunciare dal mettere nelle condizioni di una gestione ottimale la società “ABD” creando tutte quelle strutture e infrastrutture necessarie per garantire il rilancio dello scalo».
Alto Adige 21-9-11
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lunedì, 19 settembre 2011



Aeroporto, in giunta la pista più lunga

BOLZANO. Approda oggi in giunta provinciale il “piano di rischio” dell’aeroporto di San Giacomo, delibera essenziale per sbloccare il contestato ampliamento della pista contro il quale sono già state raccolte decine di migliaia di firme.
 La delibera che verrà approvata oggi è quella che contiene tutte le prescrizioni e soprattutto limitazioni urbanistiche che dovranno essere inserite nei piani di sviluppo dei Comuni di Bolzano, Laives e Vadena. Si tratta del passo deciso per consentire, come detto, il successivo via libera all’ampliamento della pista che stando alle prescrizioni dell’Enac dovrà sottostare alle più severe normative della classificazione 3/4 e non più 2/c come avveniva fino ad ora.
 Dopo aver approvato lo scorso marzo il piano di sviluppo dell’“ABD” - non senza una profonda spaccatura nella Stella alpina con Laimer e Kasslatter Mur che hanno votato contro la delibera dell’assessore ai trasporti Widmann - ora la giunta provinciale completa un ulteriore tassello, mentre nel frattempo sono stati ultimati i nuovi parcheggi e il nuovo terminal.
 La pista sarà allungata di 104 metri (passerà da 1.296 a 1.400 metri) e questo permetterà anche ad aerei da 80 posti di atterrare senza problemi. In più bisognerà però adeguare le strisce di sicurezza a nord e a sud, attualmente di 150 e 140 metri. Verso nord (direzione zona industriale di Bolzano) l’Enac prescrive una fascia di sicurezza di 300 metri, verso sud (direzione Laives) di 250.
 Naturalmente nell’area di uno scalo aeroportuale non ci si può limitare alle fasce di sicurezza tecniche, ma anche sotto il profilo urbanistico si debbono introdurre una serie di vincoli, ad esempio sull’altezza degli edifici più prossimi, sulla viabilità e la predisposizione di tutti i protocolli di emergenza.
 Non +è escluso che anche questo passaggio possa suscitare nuove divisioni in giunta risollevando la protesta popolare che si è già tradotta in quelle decine di migliaia di firma raccolte per dire no all’ampliamento. Paladina della protesta era stata la consigliere, ora presidente del consiglio regionale, Svp Rosa Thaler Zelger alla testa di una forte pattuglia di amministratori della Bassa Atesina.
Alto Adige 19-9-11
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martedì, 06 settembre 2011



Ennesimo volo da Roma cancellato da Air Alps L’odissea dei passeggeri

BOLZANO. Ennesimo volo cancellato per «AirAlps!». Stavolta è accaduto al Roma-Bolzano delle 13, prima ritardato, poi cancellato per motivi tecnici. A raccontare l’odissea dei passeggeri è l’ex giornalista Rai Dario Giannelli. «Personalmente arrivavo da Catania. All’aeroporto di Roma prima ci hanno avvisati che c’era un ritardo; poi, dopo un’ora, il volo è stato soppresso. Ci hanno prospettato la possibilità di un volo per Orio al Serio o per Milano, ma ci siamo rifiutati. Qualcuno è andato a Roma Termini a prendere un treno». Gli altri, come Giannelli: «Dopo aver perso tempo a recuperare i bagagli ci hanno annunciato la possibilità di un volo per Verona alle 18, con, forse, un autobus per Bolzano una volta arrivati in Veneto. Pare che abbiano un solo aereo, e quando questo ha dei problemi, si resta a piedi. Dodici ore di viaggio e ci hanno perso le valige!»
Alto Adige 6-9-11
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lunedì, 22 agosto 2011



Piloti italiani all’aeroporto di San Giacomo negli anni Venti

San Giacomo: dalle «Flik» alla Regia Aeronautica

Il campo d’aviazione di Bolzano divenne tale nel 1925, ma già in precedenza era considerato “campo di fortuna” e prima ancora - sotto gli Asburgo - l’area era riservata a scopi militari: dalle parate, alle esercitazioni, all’attività aeronautica. In epoca asburgica certe infrastrutture militari, a cominciare dalle caserme, erano solitamente competenza delle amministrazioni comunali, che le realizzavano, per concederle poi in affitto alle autorità militari. Così avvenne anche con l’area di San Giacomo, della quale peraltro all’epoca si scriveva poco, trattandosi di uno spazio riservato ai militari. Censura! Comunque, non fu il solo. Ai tempi dell’Austria-Ungheria c’era un campo ad Egna, ove si addestravano piloti da caccia e piloti osservatori. Inoltre, come si apprende dalle ricerche di Ivo Forti (Bronzolo), durante la prima guerra mondiale era stato allestito un altro campo a nord di Ora: qui si riequipaggiavano le Flik (squadriglie austriache) provenienti dal fronte russo, e qui perse la vita un asso dell’aviazione austro-ungarica (la lapide si trova all’ingresso del cimitero militare di Ora). Tornando al campo di San Giacomo, come si legge in una prima convenzione tra il Comune e l’Amministrazione militare italiana (12/12/1919), esso fu occupato fin dall’11 ottobre 1919 dalla 121a e dalla 131a Squadriglia Aeroplani: l’affitto annuo era di Lire 6.500. Ma è nel 1925 che il vecchio “campo di fortuna” di San Giacomo viene trasformato “in un vero campo d’aviazione, destinato ad acquistare importanza anche civile, oltre che militare”, come si legge nell’”Archivio per l’Alto Adige”, 1928 (XXIII). Eccone l’annuncio apparso nel “Piccolo Posto” del 15/5/1925: “Per la fine dell’anno Bolzano avrà dunque il suo campo di aviazione in piena efficienza. L’hangar che vi è ora sarà sostituito da un altro moderno e ricco di mezzi e comodità. Esso sorgerà un cento metri più in qua dell’attuale e sarà probabilmente costruito tutto in ferro. Alle due casermette che già vi sono, ne sarà aggiunta un’altra. Il campo verrà esteso di ben altri centocinquanta metri e sarà sede, per i primi tempi, di mezza squadriglia e in appresso di una squa×driglia intera. Una squadriglia è formata di dodici apparecchi. I primi due sono già giunti mercoledì mattina, pilotati da due sottuf×ficiali: sono due biplano biposti Ansaldo di una velocità media di 160 km all’ora e di un’efficienza di volo di circa tre ore e venti minu×ti. In questi giorni giungeranno gli altri apparecchi. Oltre che campo d’aviazione prettamente militare, quello di Bolzano diverrà con l’an×dare degli anni, un aeroporto civile internazionale”. Ai due primi biplani Ansaldo seguirà successivamente tutta la prima sezione della 33a Squadriglia, che fu poi trasferita a Bresso e sostituita a Bolzano dalla 32a. Ciò avvenne (come hanno accertato le ricerche del giornalista e volovelista Celestino Girardi) nel 1929, il primo giugno, quando il campo d’aviazione, dedicato al nome di Giovanni Sabelli (medaglia d’argento, eroe della Grande Guerra, compagno di volo di Francesco Baracca, caduto in combattimento nel 1917), venne trasformato in “aeroporto militare” e divenne sede della 32a Squadriglia di ricognizione, comandata dal capitano aviatore Vincenzo Simeti, coadiuvato da due ufficiali e da tredici sottufficiali piloti. Accanto all’attività militare all’aeroporto Sabelli si sviluppò anche una certa attività civile, con voli di linea, venne anche istituita una scuola di pilotaggio della R.U.N.A. (Regia Unione Nazionale Aeronautica). Durante la guerra vi fu un’attività militare di un certo rilievo, con atterraggi (anche di fortuna) di grossi bombardieri e trasporti: in assenza di notizie, c’è qualche foto a testimoniarlo. Dopo l’8 settembre 1943 fu la Luftwaffe a prendere possesso dello scalo bolzanino, istituendovi il Flugplatzkommando-Bozen; vi si appoggiarono anche velivoli dell’Aviazione Nazionale Repubblicana, ossia fascista. Ma la destinazione prevalentemente militare della struttura fece sì che sull’attività dell’aeroporto filtrassero ben poche notizie. Un regime, questo, che durò a lungo anche nel dopoguerra. Basti dire - esperienza di chi scrive quest’articolo - che quando all’aeroporto di San Giacomo, ancora in pieni Anni Settanta, si svolgevano manifestazioni aviatorie, il comandante al vedere arrivare la telecamera della RAI entrava in fibrillazione e raccomandava caldamente di non inquadrare nulla di militare.
www.bolzano-scomparsa.it
Alto Adige 21-8-11
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giovedì, 11 agosto 2011



Meridiana e Air Italy rilanciano sul Catullo: «Scalo essenziale»

BOLZANO. Si è tenuto ieri a Roma il primo incontro tra Giuseppe Gentile, amministratore delegato del nuovo Gruppo Meridiana fly e Air Italy, e Paolo Arena, presidente della Catullo Spa, la società che gestisce gli Aeroporti di Verona e Brescia. L’incontro è scaturito nella volontà delle società di potenziare l’attività di Meridiana fly e Air Italy sugli Aeroporti del Garda. «Entrambe le compagnie aeree hanno una presenza consolidata al Catullo - ha commentato Gentile al termine dell’incontro - nel 2010 sono stati trasportati a Verona da Meridiana fly e Air Italy 1.235.282 passeggeri. Il bacino in cui insistono i due aeroporti del Garda è di estremo interesse per le compagnie sia in termini di incoming che outgoing. Esistono grandi opportunità da costruire per crescere insieme». L’ipotesi di una riduzione di attività del nuovo gruppo sull’Aeroporto di Verona si è quindi trasformata in un impegno di crescita congiunta.
Alto Adige 11-6-11
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domenica, 31 luglio 2011



È boom per i voli charter da 76 posti

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. L’aeroporto è a una svolta: aperto il nuovo parcheggio, subito affollato; praticamente finiti i lavori al nuovo ampio terminal, che verrà collaudato ad agosto dall’Enac e aperto al pubblico a inizio settembre. Il tutto mentre i charter dei vacanzieri fanno il tutto esaurito dalla fine della primavera, e non non si tratta dei piccoli aeromobili Air Alps da soli 31 posti, bensì di velivoli decisamente più capienti: 76 posti. Potrebbero essere utilizzati anche per voli di linea più lunghi (Londra, Irlanda ecc.) ma occorrerebbe una pista più lunga. Con l’attuale, troppo breve, i vettori devono partire più leggeri: o meno carburante (e dunque rotte più brevi e poco appetibili) o meno passeggeri (e dunque voli economicamente poco sostenibili). Per questo, al termine dei colloqui con parti sociali e ambientalisti, l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann ha annunciato l’intenzione di voler portare l’allungamento della pista in giunta, a settembre, per l’approvazione definitiva. Che sembra scontata.
 PARCHEGGIO. C’erano già 110 posti auto, all’Abd. Totalmente gratuiti. Ora sono triplicati. La Provincia (ed è un segnale inequivocabile) si è occupata direttamente delle trattative col demanio militare per poter utilizzare l’area a fine via Francesco Baracca, sulla sinistra, dove nel corso del 2011 è stato realizzato un ampio parcheggio: 198 posti auto. Si è occupata di tutto l’amministrazione provinciale: progetto, appalto eccetera. Per buona parte il posteggio già in questi giorni è occupato, con soddisfazione dei vertici dell’Airport Bolzano Dolomiti. Il direttore Mirko Kopfsguter: «La clientela ha apprezzato molto».
 TERMINAL. Il terminal in quanto edificio è pronto. Mancano gli arredi, ma è questione da poco. Trovandosi all’interno dell’area demaniale, l’agibilità non viene concessa dal Comune, bensì dall’Enac. In agosto, causa ferie, è alquanto difficile riunire l’apposita commissione che si occupa dei collaudi. Lo si farà non prima di fine mese, come conferma il responsabile bolzanino di Enac. «Ai primi di settembre intendiamo aprire», spiega il direttore Kopfsguter. Il nuovo terminal, più ampio e esteticamente più apprezzabile, è stato realizzato in realtà quasi esclusivamente per adeguarsi alle norme Ue, che pretendono entrare e uscite separate per cittadini dell’area Schengen e non.
 CHARTER.A livello ufficiale non se ne parla quasi mai, ma chiunque abbia preso un volo charter per le vacanze, per esempio con destinazione Panarea, lo sa bene: gli aerei non sono piccoli, sono i Dash 8 Q400 Bombardier di Austrian Arrows. Tradotto, 76 posti. Il presidente dell’Abd Engelbert Ritsch spiega: «Questo tipo di aerei riesce ad atterrare e decollare, ma solo con peso ridotto: con poco carburante o pochi passeggeri. Se la pista verrà allungata come ci auguriamo, si potranno istituire voli di linea più lunghi, tipo per Londra, l’Irlanda...». Oggi come oggi l’Abd è in lieve costante crescita di passeggeri. «Ma più di così - chiosa - non possiamo. Più che riempire tutti gli aerei...». I passeggeri ci sono. Se aumentasse la capienza dei vettori, si incasserebbe di più. E la Provincia spenderebbe meno per ripianare il bilancio dei trasporti.

Intanto il Catullo punta sul low-cost

BOLZANO. Mentre Bolzano attende una decisione definitiva sul proprio futuro, il Catullo di Verona viene preso d’assalto dai bolzanini e non solo. Sempre più lusinghieri i risultati operativi, sempre di più le compagnie aeree e le destinazioni, che hanno raggiunto quota 150. In un solo week end, a inizio giugno, 40 mila passeggeri.
 Il Catullo è stato protagonista, nell’ultimo anno, di una profonda trasformazione strategica e infrastrutturale, che ha determinato il raggiungimento di importanti risultati. Numerosi i segnali di ripresa che interessano sia il mercato turistico in cui opera il Catullo (arrivi internazionali in Italia +1,2%) sia l’economia del bacino di riferimento (Verona: +5,08% arrivi turistici; +21% export nel 2010 rispetto al 2009).
 In giugno il picco massimo è stato registrato durante il ponte del 2 giugno quando sono stati trasportati 42.143 passeggeri. I passeggeri in arrivo da destinazioni internazionali sono stati 13.264. Soprattutto italiane le mete selezionate, spiccano: Catania (3.399 passeggeri), Roma (2.650), Palermo (2.303), Olbia (1.790). Londra (3.045) è la destinazione estera che rientra tra i cinque collegamenti più performanti nel primo fine settimana di giugno.
 Oggi Verona collega 150 destinazioni attraverso le oltre 30 compagnie aeree che operano sullo scalo. Per i volumi di traffico che già movimenta e nella prospettiva di crescita futura, il Catullo ha raggiunto caratteristiche tali da determinare la sua entrata in Assoclearance dal 1º gennaio 2011, acquisendo gli standard nella pianificazione dell’operatività dei voli a cui sono attestati i maggiori scali. Questo consentirà una migliore gestione del traffico, anche attraverso la sincronizzazione delle attività operative tra i vari aeroporti associati (Verona, Brescia e Trento).
 Negli ultimi mesi molte sono state le novità, a cominciare dai voli giornalieri di Air Berlin per la capitale della Germania, come pure i voli low cost per Londra operati da Ryan Air. Ma le offerte non finiscono certo qui.
 Vueling, per l’estate 2011, opera per esempio il collegamento Verona-Barcellona tre volte a settimana, con una incredibile tariffa a partire da 34 euro a tratta. Da Verona, grazie ai voli in connessione di Vueling, è inoltre possibile raggiungere oltre 20 destinazioni, molte delle quali non servite in modo diretto da altre compagnie, quali ad esempio Ibiza, Minorca e Palma di Maiorca.
 Air Italy vola invece tutti i giorni da Verona a Bari, raddoppiando la frequenza giornaliera cinque giorni alla settimana. La compagnia propone tariffe sola andata a partire da 65,82 euro, tasse e bagaglio inclusi. Sempre Air Italy vola da Verona a Napoli quotidianamente con tariffe di sola andata a partire da 45,82 euro. (da.pa)


Alto Adige 30-7-11
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lunedì, 04 luglio 2011



Aeroporto di San Giacomo. Un investimento pubblico a vantaggio di pochi

Non ci dovrebbero essere molti modi per intender il dialogo sociale pensato in genere in funzione del raggiungimento di una mediazione condivisa tra interessi opposti. Eppure per la Giunta provinciale ormai è chiaro che aprire un tavolo di confronto con le parti sociali significa unicamente convincere gli oppositori che le scelte compiute sono le migliori, in breve il dialogo si riduce a una "persuasione partecipata"

Stiamo parlando della "tavola rotonda" aperta dall'assessore ai trasporti Thomas Widmann sulla questione dell'ampliamento dell'aeroporto di San Giacomo. A fronte delle tante e giuste contrarietà sollevate da più parti e provenienti dalfinterno della stessa Svp, la Giunta ha pensato di risolvere la questione convocando un apposito tavolo di confronto attorno al quale far sedere i sindacati, i sindaci della Bassa Atesina, le associazioni ambientaliste dell'Oltradige, l'Avs e il Cal, nonché i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali e Abd, società che gestisce i servizi di terra dello scalo. Obiettivo del tavolo: definire le esigenze e le aspettative nei confronti della struttura aeroportuale per arrivare - a detta dello stesso assessore - a una mediazione in grado di fare sintesi. Peccato però che già al secondo incontro, al quale non ne è seguito più alcuno, l'obiettivo di arrivare a una mediazione fosse già fuori partita, tanto che Widmann stesso ha tenuto a precisare che l'ampliamento della pista «si farà perché così la Giunta ha deciso». È riapparso con forza l'autoritarismo della politica che sembra ormai agire tenendo a riferimento solamente le proprie convenienze e pressioni lobbistiche e non i dubbi e le contrarietà, espresse con varie sfumature, dalle rappresentanze presenti a quel tavolo. Infatti, sono solo gli imprenditori locali a sostenere con forza il progetto della Giunta provinciale sull'aeroporto che da anni grava pesantemente sul bilancio provinciale perché in perenne perdita di esercizio e con limitate se non escluse possibilità di attirare investitori europei, dato che il contesto ambientale in cui è inserito non fornisce molti margini a uno sviluppo dell'attività di trasporto aereo. Visti gli alti costi di esercizio della struttura e i nulli ritorni di tali investimenti sul benessere generale della cittadinanza e dell'ambiente, la Cgil/Agb è del parere che le priorità d'investimento
sui trasporti, specie in questa fase di congiuntura economica, non siano quelle proposte da Widmann quanto piuttosto aprire un ragionamento sul trasporto pubblico locale che tenga in considerazione le necessità di chi per questioni di lavoro è costretto a spostarsi dall'Oltradige - Bassa Atesina e dal Burgraviato verso il capoluogo, nel rispetto anche della volontà di quel 38 % di cittadini sudtirolesi che nel referendum dell'ottobre del 2009 si sono espressi negativamente sul finanziamento pubblico dell'aeroporto.

Doriana Peavanello/Segreteria Provinciale CGIL/AGB
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lunedì, 04 luglio 2011



«La Svp perde consensi perché ignora la base La gente non ci crede più»

MIRCO MARCHIODI
 BOLZANO. Se Sepp Noggler dice che nell’Svp manca trasparenza, Oskar Peterlini va anche oltre. «Ci vuole più democrazia», è ciò che chiede il senatore della Bassa Atesina che vede un rischio concreto: «Se non riusciremo a coinvolgere maggiormente la base, continueremo a perdere rispetto agli altri partiti».
 Cosa significa che nell’Svp manca democrazia?
 
«Avete presente la discussione sull’aeroporto? Bene, è stato fatto un grande compromesso attraverso la mediazione, i contrari - noi della Bassa Atesina compresi - abbiamo accettato l’ampliamento del terminal e l’arrivo di aerei da 70 posti, più grandi di quelli attuali da 31 posti. Dall’altra parte ci era stato promesso che la pista non sarebbe stata allungata. Fatte le elezioni, Durnwalder e Widmann si sono rimangiati tutto».
 In realtà Widmann dice che la mediazione è stata rispettata...
 
«No, dice che è stata rispettata con l’unica eccezione dell’allungamento della pista. È come mettersi d’accordo su una compravendita e poi dire che l’unico punto del contratto che non viene rispettato è il prezzo...».
 L’aeroporto non è l’unico problema della Bassa. C’è stata una mezza rivolta contro il poligono...
 
«La Bassa Atesina ha un problema oggettivo, che è quello delle infrastrutture di trasporto. È chiaro che non possiamo spostare l’autostrada o il treno, ma non si può nemmeno esagerare. L’altra settimana ero alla festa di matrimonio del sindaco di Termeno, Dissertori. Ho parlato con molta gente, ormai la gente non ci crede più».
 Come mai?
 
«Semplicemente perché molte sensibilità non vengono rispettate. Alla fine del mio ciclo politico mi chiedo: ma che modo è questo di trattare la gente?».
 Risposta?
 
«La risposta è che in democrazia le decisioni non si prendono dall’alto, ma si cerca il consenso. La sovranità appartiene al popolo, e questo vale anche all’interno del partito».
 Si riferisce al presidente Durnwalder?
 
«Non possiamo certo negare di aver avuto un presidente molto efficiente e veloce nelle decisioni. Durnwalder ha saputo rispondere a tante esigenze, grazie anche al bilancio ricco della Provincia e grazie ad una giunta che dice sempre di sì. Ma questo modo di procedere non va più bene, bisogna coinvolgere anche la base. Purtroppo chi cerca di difendere questo principio viene attaccato dal resto del partito, come dimostrano le pesanti critiche nei confronti di gente come Oswald Schiefer e Sepp Noggler».
 Lei da che parte sta?
 
«Io dico che questo modo di procedere va a scapito del consenso. Non è un’opinione personale, lo dicono i numeri: fatta eccezione per la Bassa Atesina e Bolzano, che hanno una situazione diversa, l’Svp ha perso in tutte le vallate».
 Dove invece hanno guadagnato le opposizioni tedesche...
 
«Appunto. E attenzione, perché non è vero che crescono soltanto le destre. La verità è che crescono anche movimenti alternativi che politicamente non sono poi così distanti dall’Svp. Basta vedere la discussione attorno alla democrazia diretta. Alla richiesta di un maggior coinvolgimento della popolazione nelle grandi decisioni politiche hanno aderito tutte le maggiori associazioni. L’Alpenverein, per citarne una, ha trentamila iscritti: basteranno per dare la sveglia al partito?».
 Perché intanto non ci prova lei?
 
«Io le mie battaglie le ho fatte. Se la nuova ferrovia in Bassa Atesina correrà in galleria e invece che nel centrovalle, è merito delle pressioni arrivate dal mio comprensorio. Paghiamo il fatto di essere un territorio piccolo, ma la verità è che nelle zone in cui la gente non è stata presa sul serio, gli elettori ci hanno presentato il conto».
 Dove, ad esempio?
 
«Cito la val d’Isarco, altro territorio dove le tematiche legate al traffico sono molto sentite. Lì abbiamo perso un terzo dei voti».
 Come si recupera?
 
«Non basta una piccola correzione, serve una virata decisa verso una maggiore democrazia. Altrimenti non ce la faremo. Ma non dipende solo da noi. Mi rivolgo anche al gruppo linguistico italiano e in particolare al Pd che siede in giunta provinciale con Durnwalder: bisogna alzare la testa. Non dico di arrivare ai livelli di un Ferretti che si metteva sempre di traverso, ma qualche volta bisogna avere anche il coraggio di dire di no al presidente».
Alto Adige 4-7-11
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domenica, 26 giugno 2011

    
Vadena: doppio no a poligono e aeroporto

 VADENA. Poligono militare in zona “Monte”, presso la polveriera sulla strada per il lago di Caldaro e potenziamento dell’aeroporto di san Giacomo, sono stati entrambi bocciati dal consiglio comunale di Vadena. Unica voce fuori dal coro, quella del consigliere del Pdl, Irvin Daves, che sul poligono ha votato a favore e per l’aeroporto si è astenuto.
 Sia per l’uno che per l’atro dei temi discussi in consiglio comunale a Vadena, sono anche stati predisposti degli ordini del giorno. Per il poligono militare si auspica “un adeguato ascolto e coinvolgimento dei comuni interessati e l’individuazione di una collocazione più idonea o, se proprio si dovrà fare a “Monte”, almeno che le scelte progettuali siano tali da garantire un adeguato isolamento acustico e un basso impatto ambientale.
 Il sindaco Alessandro Beati ha chiarito che fino ad un certo punto, nessuno era stato messo al corrente degli accordi tra Provincia autonoma di Bolzano e ministero della difesa in merito alla scelta della polveriera a “Monte”. Duro il giudizio di Pasquale Paolillo, consigliere del centrodestra a Vadena, che ha parlato di «Bassa Atesina come deposito delle strutture penalizzanti che il resto della provincia non vuole. Sono anni che lo ribadisco e spiego come sia svalutata la nostra zona, divisa tra Safety Park, aeroporto, discarica Ischia Frizzi, autostrada, ferrovia, depuratore Fossa Grande e cattivi odori della Eso. Mancava solo il poligono di tiro, che andrà a snaturare l’unico posto rimasto come oasi naturale».
 Di “timori degli albergatori di Caldaro” ha parlato l’assessore Svp Oberhofer, ricordando che al lago di Caldaro arrivano ogni anno almeno un milione di turisti. Quanto al sì di Irvin Daves al poligono, è stato giustificato dal consigliere Pdl con il fatto che solo su questo gli altri comuni della Bassa Atesina si sono coalizzati, mentre su altri problemi di Vadena no. «Il poligono avrà comunque un impatto molto modesto - ha dichiarato Daves - e una volta costruito non si sentirà più niente».
 Il sindaco Beati ritiene ad ogni modo che sia importante “fare rete” tra i comuni per cercare di contrastare scelte così penalizzanti. Quanto all’aeroporto, altra bocciatura, sottolineando che «l’economicità è secondaria rispetto alla qualità della vita». (b.c.)
Alto Adige 26-6-11
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domenica, 26 giugno 2011


L’Enac: allungare la pista dello scalo è inevitabile, ma sono esclusi i Boeing

BOLZANO. «Allungare la pista dell’aeroporto di Bolzano è inevitabile». Lo ha detto Costantino Pandolfi (foto), tecnico dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile che ieri ha partecipato al tavolo provinciale sull’aeroporto coordinato dagli assessori Thomas Widmann (trasporti) e Florian Mussner (lavori pubblici). Pandolfi ha escluso la possibilità che l’aeroporto di Bolzano possa essere promosso dalla categoria 2C a quella superiore a causa delle montagne che circondano lo scalo, e ha smentito la possibilità che in futuro possano atterrare velivoli di grandi dimensioni sul modello dei Boeing 737: «Anche con i previsti interventi di adeguamento la pista sarebbe comunque troppo corta e dal punto di vista economico non avrebbe senso far decollare e atterrare aerei di questo genere».
Alto Adige 21-6-11
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mercoledì, 15 giugno 2011



No al poligono e all’aeroporto in consiglio

VADENA. È un no preannunciato, quello che il consiglio comunale pronuncerà sul progetto del poligono di tiro che la Provincia intende realizzare nell’area della polveriera di Caldaro, che è quasi completamente sul territorio comunale di Vadena. La riunione è in programma per il 24 giugno alle 20 e durante la serata si parlerà anche di ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo. Anche in questo caso, la previsione delle aree di rischio arriva - seppur marginalmente - ad incidere sul territorio comunale di Vadena, quindi il Comune è chiamato a dare un parere.
Tornando al poligono, il sindaco Alessandro Beati ha già avuto occasione di esprimere ufficialmente il proprio parere contrario. Lo ha fatto assieme ad altri sindaci della Bassa Atesina, tutti convinti che si tratterà di una presenza poco accattivante in una zona turistica.
«L’idea di avere in casa il poligono ovviamente non ci sta bene - ribadisce Beati -. Se proprio si dovrà fare lì, perlomeno garantiscano che venga realizzato sottoterra e che verranno adottate tutte le misure per impedire che si sentano i colpi all’esterno». Questa, in sostanza, la posizione del consiglio comunale. (b.c.)
Alto Adige 15-6-11
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mercoledì, 15 giugno 2011



Aeroporto:Comune di Montagna, mozione contro la pista lunga

Nella seduta consiliare di oggi a Montagna sarà presentata una mozione riguardante l’aeroporto, in cui il consiglio comunale si esprime contro l’allungamento della pista. Nella precedente seduta erano già state presentate due diverse mozioni, una del consigliere Thaler dei Freiheit, l’altra del consigliere Malojer a nome della Svp. Vista l’uniformità delle due mozioni, verrà presentato un documento unico sull’aeroporto di San Giacomo. (ma.ga.)

Alto Adige 14-6-11
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venerdì, 10 giugno 2011



Con Vueling nuovi collegamenti da Verona

BOLZANO. Vueling offre dall’aeroporto di Verona 22 destinazioni in connessione via Barcellona, tra cui Bruxelles, Ciudad Real, San Pietroburgo, Alicante, Amsterdam, Bilbao, Gran Canaria, Granada, Ibiza, Lisbona, Malaga, Palma di Maiorca, Minorca, Mosca, Parigi, Santiago de Compostela, Siviglia e Tenerife.
I passeggeri in partenza da Verona potranno inoltre volare a Miami e San Paolo grazie ai collegamenti con Iberia. I biglietti per tutte le nuove rotte sono già disponibili sul sito ufficiale www.vueling.com, presso le agenzie di viaggi e chiamando il centro prenotazioni al numero 899 399 888. I passeggeri in transito usufruiscono di numerosi vantaggi: ad esempio se lo scalo dura da 2 a 4 ore hanno a disposizione wi-fi gratuito presso l’aeroporto, sconti nei negozi e ristoranti e, per i più piccoli, libero accesso all’area giochi. Se lo scalo a Barcellona supera invece le 4 ore, possono beneficiare anche di sconti per l’accesso alla Spa e all’area Vip dell’aeroporto.

Alto Adige 10-6-11
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domenica, 05 giugno 2011



Riduzioni sui biglietti di treni e aerei per chi si reca alle urne

BOLZANO. Le Ferrovie informano che ci sono riduzioni fino al 70% su tutti i treni nazionali per chi torna a casa per andare a votare. Grazie alla convenzione siglata col Ministero dell’Interno, si potrà ottenere - esclusivamente per viaggi di andata e ritorno in seconda classe - una riduzione del 60% sui treni regionali e del 70% sui treni del servizio nazionale (alta velocità, Eurostar, Intercity, espressi e servizio cuccette). Servirà la tessera elettorale, che per il viaggio di ritorno dovrà essere timbrata. Per gli sconti sui voli, consultare il sito www.prefettura.bz.it/bolzano.Alto Adige 5-6-11
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giovedì, 26 maggio 2011



Resta a terra il volo delle 17 da Roma Proteste dei passeggeri

BOLZANO. Doveva partire ieri alle 17.20 il volo pomeridiano dell’Air Alps da Roma a Bolzano. Invece prima è stato spostato alle 19.10, poi alle 20 e infine soppresso perché a quel punto era già in partenza il volo serale. Per i circa 30 passeggeri che ieri dovevano rientrare da Roma, il viaggio si è molto allungato: in serata il trasferimento aereo a Verona, poi il bus navetta fino a Bolzano. «Ad averlo saputo prima - si lamenta uno il sindacalista della Cgil Gastone Boz - avremmo potuto prendere il treno arrivando a Bolzano molto prima e spendendo anche meno. Ma quello che ci ha dato più fastidio è stata la totale mancanza di informazioni a noi passeggeri. Non è la prima volta che accade, ci saremmo aspettati almeno un trattamento migliore visto il disservizio».
Alto Adige 26-5-11
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martedì, 24 maggio 2011



Piano sicurezza oggi in consiglio a Laives

LAIVES. Oggi alle 18 riunione del consiglio comunale. Si discuterà anche del piano di rischio aeroportuale da inserire nel Puc di Laives. Si tratta di un atto formale, come hanno già spiegato alcuni esponenti del consiglio, perché riguarda lo status quo dell’aeroporto. Cosa diversa sarà invece quando arriverà la richiesta di spostare le aree a rischio verso sud, compatibilmente con il previsto ampliamento della pista. Su questo c’è già un no. (b.c.)
Alto Adige 24-5-11
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lunedì, 23 maggio 2011



Tavolo sull’aeroporto

BOLZANO. Una discreta tensione, ieri al tavolo di lavoro sull’aeroporto. Dopo l’approvazione del piano di ampliamento dello scalo approvato soltanto pochi giorni fa dalla giunta, la riunione di ieri è cominciata in forte ritardo per l’irruzione di un nutrito gruppo di sostenitori della Südtiroler Freiheit di Eva Klotz, i quali hanno fortemente criticato le scelte della Provincia sia nel merito che nel metodo. «La mediazione del 2007, dopo 18 riunioni, aveva stabilito che la pista non si sarebbe allungata», ha chiarito la Klotz.
 Le domande di associazioni e enti sul piano di sviluppo dell’aeroporto sono state analizzate ieri dall’assessore provinciale Thomas Widmann e dai tecnici con i partecipanti alla seconda riunione del tavolo di confronto insediato dalla giunta provinciale. La riunione, come rende noto la Provincia, ha continuato il lavoro di informazione e chiarimento tra le parti avviato il 15 aprile. Il prossimo appuntamento sarà a metà giugno con i rappresentanti dell’Enac, l’autorità nazionale per l’aviazione civile. «Non siamo qui per convertire i contrari in sostenitori dello scalo o viceversa - ha precisato Widmann - quanto piuttosto per mettere in circolo tutte le informazioni disponibili e garantire la necessaria trasparenza sullo sviluppo della struttura sulla base del Masterplan». Con stupore e rammarico, spiega la Provincia, l’assessore ha preso atto del ritardato avvio della riunione, rispetto alla convocazione, causato dall’ingresso in sala di persone non facenti parte del tavolo e quindi non invitate. Widmann ribadisce che da parte sua intende ascoltare tutti e proseguire nella collaborazione aperta con i rappresentanti di cittadini e istituzioni, «ma ciò deve avvenire nel rispetto delle regole democratiche e senza tentare di strumentalizzare politicamente questo momento di confronto».
 Nella giornata di ieri, comunque, si sono affrontati i temi delle destinazioni internazionali, il fattore sovvenzioni, la redditività della struttura, gli effetti sulla qualità dell’aria. (da.pa)
Alto Adige 21-5-11
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giovedì, 19 maggio 2011



L’ambiente si difende a Sinigo, a San Giacomo inquinano più i Tir che i jet

GIANCARLO ANSALONI
Torna alla ribalta la “querelle” sull’aeroporto, proprio all’indomani dell’approvazione da parte della Giunta del piano per la ristrutturazione che prevede il ripristino della pista com’era all’inaugurazione, ma parziale, cioè a 1400 metri anziché 1426 (contro i 1263 metri attuali). Domani, venerdì, infatti ci sarà il secondo round fra l’assessore Widmann, con i tecnici dell’Abd, (presenti anche quelli dell’Enac) e i protezionisti, in lotta da anni contro il progetto. Un mese fa il Dachverband, irritato per la mancata consegna “masterplan” aveva abbandonato per protesta il tavolo, chiedendo copie del “masterplan” che nel frattempo dovrebbero essere state consegnate. La rinuncia al ripristino totale della pista, dovrebbe fugare i timori circa l’accesso ad aerei oltre i 70-80 posti, tanto meno di jet, con conseguente aumento degli inquinanti (kerosene e rumori), poiché potranno atterrare solo dei turboelica poco più grandi degli attuali Dornier (31 posti), ma con capacità quasi tripla. Se l’inquinamento è dunque l’elemento che più turba il sonno degli ecologisti che sono tuttavia affetti da “strabismo”. Infatti poche settimane fa, gli abitanti di Sinigo (zona urbana, praticamente Merano) si sono trovati, a dover lottare, contro l’impianto “Rem-Tec”, (sospetta lavorazione di rifiuti ad alto rischio); a Caldaro invece, altro esempio, la Dorfliste denunciò tempo fa il taglio di 38 mila metri quadrati di bosco ceduti come vigneto a contadini del luogo: in nessuno dei due casi si è sentito un “bah” da parte degli ecologisti; a difendere Sinigo sono intervenuti albergatori e Bauernbund. Ma ancor più eclatante il silenzio di fronte alla denuncia di un ex consigliere della lista civica di Appiano, Christoph Franceschini, giornalista della “Tageszeitung”, il quale finora non smentito, avrebbe accertato l’uso, nel maggio 2010, di un pesticida vietato 5 anni fa dalla UE, in un vigneto, di proprietà del Comune di Appiano, esteso su 46 ettari fra Riva di Sotto ed Andriano, proprio laddove dovrebbe sorgere un campo da golf. Un “inquinamento” scoperto fra l’altro dall’Agrios, “Gruppo di lavoro per la coltivazione integrata”, ente privato di “autocontrollo”, non tenuto quindi a divulgare i risultati, confermati comunque da una doppia analisi chimica fuori regione. Causa: un pesticida, l’ “Endosulfan”, micidiale fra l’altro, per i pesci di una attigua “zona umida”.
L’episodio, che si spera isolato, ha finito comunque per dare corpo a voci seppur vaghe, circa l’esistenza di un presunto, sia pur limitato, “traffico” di pesticidi proibiti, introdotti in Alto Adige da lavoratori stagionali dell’Est e da occasionali”corrieri” anche dalla Spagna, quindi difficili da individuare. In effetti gli uffici dell’Appa provinciale (protezione ambiente) non hanno potuto, né confermare, né escludere tale ipotesi. Pressoché sicuri dunque gli alimenti, un po’ meno l’aria, considerato che quasi tutti i paesi della Bassa sono “assediati” dai frutteti; in certe giornate, ad esempio presso la stazione di Ora (e non solo là), le narici della gente avvertono chiaramente il “profumo” di anticrittogamici. Tre anni fa, un “Comitato per il diritto alla salute”, condusse un monitoraggio in Val di Non trovando residui di fitofarmaci nelle case e tracce nelle urine di bambini. Un analogo controllo in Alto Adige pare non sia mai stato fatto per le resistenze incontrate. Merita anche citare, a questo proposito un nuovo scenario descritto dal settimanale “ff”: cioè i forti contrasti in atto fra coltivatori tradizionale e quelli “biologici”, in costante espansione. Siamo di fronte insomma a un panorama inedito, sul quale genuini ecologisti potrebbero esercitare la loro competenza con campagne di sensibilizzazione in difesa dell’ambiente, nonché di incentivazione del biologico. Ma è evidentemente più facile e politicamente “redditizio” prendere di mira una striscia di terreno di un centinaio di metri e quattro aerei che in tre minuti, bruciando non più di 25-30 litri di kerosene (praticamente un canistro), arrivano a oltre i 1.000 metri di quota, diventando “invisibili” già all’altezza di Ora ed emettendo residui di CO2 e anidride solforosa del tutto insignificanti rispetto, sia alle tonnellate di “fitofarmaci” spruzzati sui meli sottostanti”, sia ai gas al suolo degli autotreni lungo la A22. Quanto alla richiesta del “Sozialtisch” di rinunciare alla ristrutturazione, in linea con la Convenzione delle Alpi, basti dire che ad Aosta si sta lavorando per un analogo ampliamento e che a Cuneo pare si voli addirittura”low cost”. Eppure anche là ci sono le Alpi.
Alto Adige 19-5-11
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mercoledì, 18 maggio 2011



Aeroporto: via al piano per la nuova pista 8,5 milioni entro il 2015

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Anche se il tavolo con le categorie è ancora in corso, la giunta provinciale ha deciso di proseguire l’iter per l’adeguamento dell’aeroporto. Approvata una nuova scansione temporale degli interventi strutturali: i lavori per la nuova pista saranno finanziati entro il 2015 e costeranno 8,5 milioni.
Il masterplan dell’aeroporto era stato approvato in giunta nella seduta del 28 marzo con i due voti contrari degli assessori Michl Laimer (ambiente) e Sabina Kasslatter-Mur (unica esponente dell’ala sociale Svp in giunta provinciale accanto all’Obmann Richard Theiner). Nella stessa seduta era stato anche deciso - stavolta però all’unanimità - di istituire un tavolo di confronto guidato dall’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann al quale sono state invitate tutte le parti in causa, dai comuni confinanti agli ambientalisti passando per associazioni economiche e sindacati. Il tavolo tornerà a riunirsi venerdì, ma intanto la giunta ha ridefinito la tempistica degli interventi.
GLI OBIETTIVI. Il piano di sviluppo aeroportuale si articola in due fasi: la prima contiene le linee guida per lo sviluppo a breve termine, con un periodo di cinque anni. La seconda descrive l’estensione degli interventi di ampliamento e adeguamento in un orizzonte temporale di lungo periodo fino al 2030.
Gli interventi, a grandi linee, si possono ricondurre a cinque linee d’azione: l’espansione del terminal a 1.320 metri quadrati entro il 2015 e a 4.100 metri quadrati entro il 2030; l’espansione dei parcheggi dagli attuali 142 a 403; la risistemazione degli hangar a sud dell’aerostazione; il rifacimento della rete di smaltimento delle acque e l’eliminazione del laghetto di compensazione e infine la ricollocazione del distributore carburante. Capitolo pista: entro il 2015, così si legge nella delibera della giunta, avrà una lunghezza di 1.400 metri con un’area di sicurezza a nord di 300 metri per la vicinanza alla zona industriale e di 250 metri a sud, con quest’ultimo intervento vincolato all’estensione dell’area aeroportuale di 400 metri verso sud.
I TEMPI. Il piano di intervento comprende tre periodi temporali: interventi prioritari da finanziare entro il 2015, interventi da finanziare entro il 2020 e interventi meno urgenti da finanziare entro il 2030. La modifica rispetto al masterplan approvato originariamente riguarda la diversa scansione temporale degli interventi e il relativo finanziamento. Tra quelli prioritari c’è anche l’acquisizione delle aree e quello dell’adeguamento della pista, che si trovano entrambi nella colonna prioritaria, quella con scadenza 2015.
I COSTI. Nel complesso, il masterplan aeroportuale prevede interventi per complessivi 24 milioni entro il 2030. Come era stato promesso dall’assessore Widmann, gli interventi ritenuti indispensabili (per intendersi, quelli necessari per assicurare l’operatività ad aerei fino a 70 posti) sono pari a 18 milioni e saranno tutti finanziati entro il 2020 (di questi, 10,7 milioni saranno impegnati entro il 2015), mentre gli ultimi 5,4 milioni saranno finanziati entro il 2030.
La prima parte sarà quasi interamente dedicata ai lavori per l’adeguamento della pista. Questa la stima dei costi: l’acquisizione dell’area per l’adeguamento e la messa in sicurezza della pista (si tratta di circa 50,7 ettari) costerà poco più di 4,5 milioni, mentre per l’adeguamento vero e proprio, compresa la sistemazione del verde con la pavimentazione supplementare di 400 metri) serviranno 3,9 milioni.
Con l’acquisizione della nuova area pista e il corrispondente ampliamento del sedime, si rende necessario rifare il tratto di viabilità perimetrale a sud e questo comporterà un’ulteriore spesa di 1,15 milioni.
Gli altri interventi prioritari riguardano i nuovi parcheggi e la relativa sistemazione degli accessi stradali (350 mila euro), mentre - sempre in tema di parcheggi - la realizzazione della nuova area di sosta da 7.300 metri quadrati a sud della caserma della Guardia di Finanza è stata prevista entro il 2020.
Messi in coda agli interventi quelli relativi ai nuovi hangar: Widmann ha già detto più volte che si potrebbe anche farne a meno, ma intanto nel masterplan sono stati previsti sia i due nuovi all’interno dell’area ex Guardia di Finanza (costano 900 mila euro ciascuno) sia quello che andrà a sostituire gli attuali hangar dell’Aeroclub (costo previsto di 1,38 milioni).
IL TAVOLO. Il tavolo di confronto tornerà a riunirsi venerdì e a metà giugno è previsto l’incontro con i tecnici dell’Enac. Dopo il polemico abbandono della prima riunione per via della mancata consegna del masterplan agli ambientalisti, i contrari tornano a farsi sentire tramite il “Sozialtisch”: «Non vediamo - accusa il portavoce del comitato Martin Wieser - una vera disponibilità al dialogo. Il confronto non è iniziato bene, e nonostante le promesse dell’assessore non abbiamo ancora ricevuto copia della delibera della giunta né le condizioni poste dall’Enac per rinnovare la concessione. Restiamo dell’avviso che l’ampliamento dell’aeroporto costituisce solo un ulteriore aggravio per l’ambiente e la popolazione. Inoltre siamo dell’avviso che approvando gli interventi, la Provincia non rispetterebbe il protocollo dei trasporti della convenzione delle Alpi che chiede esplicitamente di ridurre al minimo gli interventi di ampliamento aeroportuali. Chiediamo che la giunta torni indietro rispetto alla decisione di marzo e rinunci all’ampliamento».
Alto Adige 18-5-11
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martedì, 17 maggio 2011



Aeroporto, sì al piano sicurezza

BRUNO CANALI
LAIVES. La commissione urbanistica comunale ha detto sì al piano per la sicurezza dell’aeroporto di San Giacomo. A favore del piano in commissione ha votato anche Giorgio Zanvettor, consigliere dei Verdi, fermamente contrario all’ampliamento dello scalo aereo come del resto tutto il consiglio, che settimane fa ha approvato un ordine del giorno in tal senso. E il piano della sicurezza dovrà ora passare in aula.
Proprio Zanvettor, in consiglio comunale, aveva spiegato che uno dei pochi strumenti a disposizione di Laives per frenare il progetto della Provincia è appunto il piano per la sicurezza, che deve essere approvato dal comune e non dalla Provincia.
«Quello che abbiamo approvato in commissione urbanistica - spiega lo stesso Zanvettor - non è altro che l’esistente, il piano relativo alla pista attuale. Di per sé non è qualcosa che apre la porta all’ampliamento quindi, ma serve invece per proteggere le aree attorno all’impianto aeroportuale e ci è richiesto espressamente dall’Enav. In sostanza, abbiamo sancito l’esistente. Diverso il discorso per un ampliamento futuro, perché l’allungamento della pista verso sud, sul nostro territorio comunale, significherà di fatto uno spostamento anche delle aree di rischio e quindi della necessità di stabilire gli spazi relativi alla sicurezza. Sarà in quel caso che dovranno per forza chiederne preventivamente al Comune di Laives la modifica per ridisegnare le zone a rischio, una concessione che, come detto, può rilasciare esclusivamente il Comune e non la Provincia. Sarà a quel punto, semmai, che si potrà nuovamente intervenire».
Christian Bianchi, capogruppo del Pdl, torna anche sull’argomento aeroporto di San Giacomo per ribadire sostanzialmente quanto spiegato dal collega Zanvettor, per poi aggiungere la tesi già espressa in consiglio comunale quando venne approvato all’unanimità l’ordine del giorno contrario all’ampliamento della pista.
«Non è solo la questione delle zone di sicurezza - dice Bianchi - bensì degli oneri pesanti che Laives deve accollarsi a causa della presenza di un aeroporto e relativo movimento di voli. Per questo noi abbiano accennato già in consiglio comunale all’eventualità che la Provincia prenda in considerazione misure compensative per il nostro territorio comunale, che servano a controbilanciare gli effetti negativi prodotti dall’aeroporto. Sto pensando ad esempio al fatto che proprio a San Giacomo abbiamo scolari dell’elementare italiana in container, così come c’è necessità di una scuola nuova a Pineta e del nuovo lido, della riqualificazione di via Kennedy e altro. Queste per noi sono le “misure compensative».
Alto Adige 17-5-11
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martedì, 10 maggio 2011



L’Enac: in Italia soltanto sette aeroporti hanno meno passeggeri di Bolzano

BOLZANO. L’Enac ha pubblicato i dati di traffico 2010 di tutti i 45 aeroporti italiani: lo scalo di Bolzano è uno dei più piccoli. Con i suoi 54 mila passeggeri si trova infatti al 38º posto complessivo e all’ultimo considerando solo l’Italia del Nord.
Sono 45 gli aeroporti italiani e nel 2010 hanno trasportato (solo voli commerciali) quasi 139 milioni di passeggeri, il 7% in più rispetto all’anno prima. La crescita ha riguardato anche l’aeroporto di Bolzano, che ha aumentato le persone trasportate del 5,3% a 53.917. Il dato è doppiamente positivo perché contestualmente è diminuito il numero dei voli (2.472, l’1,5% in meno rispetto all’anno prima).
L’andamento del numero di passeggeri a Bolzano è stato in continua crescita dal 2002 al 2007, anno in cui con 74.325 passeggeri è stato raggiunto il record assoluto. Da allora (complice anche la cancellazione del volo Bolzano-Milano), i passeggeri sono scesi a 64.554 nel 2008 e a 51.222 nel 2009 per tornare nuovamente a crescere nel corso dell’anno passato.
I primi mesi del 2011 sono proseguiti all’insegna del trend positivo: nel primo trimestre sono transitati per Bolzano 14.140 passeggeri, l’1,2% in più rispetto al 2010.
Alto Adige 10-5-11
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venerdì, 06 maggio 2011



Da Verona due nuovi voli della Ryanair

BOLZANO. A partire dall’8 giugno Ryanair aggiungerà anche Bari e Pescara tra le destinazioni raggiungibili da Verona. Diventano così dieci le rotte Ryanair da Verona, che permetteranno alla compagnia aerea low-cost di trasportare oltre 400 mila passeggeri all’anno presso lo scalo di Villafranca. «L’annuncio dell’apertura delle due nuove rotte da parte di Ryanair - afferma ilo presidente dell’aeroporto Fabio Bortolazzi - conferma la fiducia delle compagnie aeree nei risultati conseguiti dal nostro aeroporto. Abbiamo chiuso il mese di marzo con una crescita di traffico del 13,2%, superando più del doppio il valore medio della crescita media degli aeroporti italiani, pari al 5,7%. Le azioni di sinergia con il territorio, da Verona a Mantova fino al Trentino-Alto Adige, stanno contribuendo a determinare questi risultati».
In occasione del lancio delle nuove rotte, da oggi fino a lunedì Ryanair mette a disposizione 500 mila posti a 15 euro per viaggiare sull’intero network Ryanair a giugno.
Alto Adige 6-5-11
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domenica, 01 maggio 2011



Aeroporto di San Giacomo: Jellici in consiglio a Bronzolo «Non ci sono rischi»

BRONZOLO. Prossimamente ci sarà un incontro congiunto delle amministrazioni comunali di Laives, Bronzolo e Vadena per parlare di aeroporto e relativo Masterplan. La data non è stata ancora fissata ma lo ha preannunciato il sindaco di Bronzolo, Benedetto Zito, al consiglio comunale l’altra sera durante la discussione alla quale era presente anche Gianfranco Jellici, dell’Ufficio mobilità e trasporti della Provincia. Proprio il funzionario provinciale era stato convocato in consiglio comunale per spiegare gli aspetti tecnici che accompagnano il contestato Masterplan per potenziare l’aeroporto.
«Intanto non si tratterà di un ampliamento della pista ma piuttosto, del ritorno alle misure che aveva già nel 1999 - ha detto Jellici - vale a dire, 1.406 metri di lunghezza rispetto agli attuali 1.296. Questo si otterrà allungando la fascia di sicurezza verso sud di 250 metri. Teniamo presente che l’area aeroportuale è per l’86% già proprietà dell’Enac».
Il funzionario provinciale ha ammesso che l’aeroporto è costantemente in deficit (circa 2 milioni l’anno) mentre ha minimizzato invece gli effetti che potrà avere su inquinamento acustico ed atmosferico con i nuovi aeromobili e l’aumento dei voli giornalieri. Il consiglio comunale di Bronzolo in una delle prossime riunioni deciderà cosa fare. (b.c.)
Alto Adige 1-5-11
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sabato, 30 aprile 2011



Povere mele, con l’aeroporto a pista lunga

Che maniere! Salve sono una mela... e con tutta la mia famigia, la mia mamma, il mio papà e i miei fratellini, abito ai margini del mostro inquinatore che chiamate aeroporto! Una vita infernale: un frastuono impossibile, provate voi a sorbire una tazza di brodo quando volano quasti uccellacci di ferro... riposarsi, beh, non scherziamo, studiare impossibile. Assieme alla mia famigia, e ai miei vicini, abbiamo pensato di fare come gli umani: faremo un referendum esponendo chiaramente le nostre ragioni: eccole...
- volete che il mostro - aeroporto resti a Bolzano?
- pensate che non si debbano uccidere i miei familiari per far posto alla pista di atterrraggio e decollo?
- volte ridare gli ettari espropriati ai contadini, per far nascere tanti altri come me?
- volete andare a piedi a Verona o con gli sci ad Innsbruck per volare?
- volete che i turisti vadano a spendere i loro soldini altrove dato che non possono arrivare con l’aereo in centro a Bolzano e Merano??
- volete strozzare l’economia di una provincia dove le vie di comunicazione sono e resteranno il principale problema da quì al giorno del giudizio universale?
- volete che i nostri poveri deputati partano nottetempo sulla slitta come il dr. Zivago per raggiungere in tempo lontane destinzaioni?
- pensate anche voi che le vere motivazioni siano politiche e che chi si mette di traverso lo faccia pro domo sua, covando (mi butto dai) di spostare l’asse della provincia più a nord?
Avete risposto no a quasi tutto? Beh, allora io me ne vado a vivere alla Coop tra i miei simili, in un ambiente meraviglioso, con una musichetta di sottofondo in piena quiete, dato che da qui a vent’anni ci saranno sì e no tre quattro clienti la settimana che arriveranno, e staremo finalmente in santa pace! Tenetevi il vostro rumoroso progresso, le orde di turisti brulicanti, i bus di collegamento, i mercatini e il vino brulè: ho già visto arrivare una mucca viola, una colonia di canederli e una mandria di speck! Saremo in buona compagnia!
Alto Adige 30-4-11
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venerdì, 29 aprile 2011



Laives dice no all’ampliamento della pista aeroportuale di San Giacomo

BRUNO CANALI
LAIVES. Laives dice no all’ampliamento della pista aeroportuale di San Giacomo, ma il consiglio comunale lo fa manifestando le divergenze che oramai caratterizzano la maggioranza. Roberto Ceol e Fabrizio Oliver (Pd) sono usciti dall’aula, durante la votazione di una mozione Freiheitlichen.
 Lo stesso hanno fatto i due consiglieri della Lega nord, Giuliano Vettorato e Marco Franceschini, non prima di dichiarare che comunque sono anche loro contrari al piano di potenziamento. Unica voce fuori dal coro negativo è stata proprio quella del consigliere Roberto Ceol: “Così come è oggi, l’aeroporto di San Giacomo non funziona e accumula debiti - la sua tesi - quindi o si amplia affinché produca vantaggi, oppure lo si elimini del tutto”.
 Più sfumate le perplessità espresse dal collega Fabrizio Oliver, per il quale l’aeroporto non è una delle principali cause di inquinamento.
 Tutto il resto del consiglio comunale invece ha votato unanime la mozione di Theodor Perathoner anche se diversi consiglieri non si fanno troppe illusioni sulla efficacia del documento.
 Secondo Giorgio Zanvettor (Verdi) uno strumento per contrastare il progetto di potenziamento voluto dalla Provincia potrebbe essere il piano delle zone a rischio: “Ampliando la pista verso sud, sul nostro territorio comunale - ha spiegato Zanvettor - dovranno anche spostare conseguentemente le zone a rischio. La legge prevede che a dare il benestare in questo caso debbano essere i Comuni e non la Provincia e perciò, sarà quella la fase dove potremo anche metterci di traverso”.
 La discussione ha toccato le “compensazioni”, vale a dire, quello che la Provincia dovrebbe dare a Laives per il fatto che debba poi sopportare tutti gli effetti negativi di un aeroporto che in buona parte incide sul suo territorio. Si è parlato perciò delle cose che mancano: dalle scuole al lido, passando per la riqualificazione di via Kennedy. Ma sia Franco Magagna (lista La Civica) che Zanvettor, hanno bocciato come “poco coerente, essere contrari all’aeroporto ampliato e poi però presentarsi in Provincia col cappello in mano”. “No a compensazioni - ha aggiunto Magagna - se queste servono per imporci strutture anche pericolose come è un aeroporto, con gli aerei che atterrano e decollano sopra le nostre teste”.
 Drastici i giudizi anche da parte del gruppo Svp, con il no della portavoce Sieglinde Fauster Niederstätter, rincarato dalle affermazioni del collega Robert Tezzele: “L’aeroporto è costantemente in deficit - ha detto Tezzele - e lo rimarrà anche con l’ampliamento. Per questo si prevedono arrivi e decolli di aererei da 120 posti, veri e propri jet, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero per il circondario. Sarebbe un impatto devastante”.
 Christian Bianchi (Pdl) ha avuto parole aspre nei confronti del vice presidente della giunta provinciale Christian Tommasini: “Abita a Laives, ma ha votato a favore del Masterplan per l’aeroporto. E’ evidente che al di là delle comparsate periodiche a qualche inaugurazione qui in città, di Laives deve essersi dimenticato”. Gli ha ricordato il sindaco Di Fede: “Mi pare che anche esponenti provinciali del Pdl siano stati ugualmente a favore del potenziamento”. Alla fine, con i 25 voti favorevoli di coloro che si trovavano in aula alla votazione, la mozione di Perathoner contro l’ampliamento dell’aeroporto è stata approvata. Che effetto potrà avere sulla scelta provinciale sarà comunque tutto da vedere.
Alto Adige 29-4-11
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domenica, 24 aprile 2011



Se restasse la pista corta l’aeroporto sarebbe a misura soltanto dei parlamentari

Quanto sono credibili i nostri politici? L’argomento è entrato di prepotenza giorni fa durante una puntata di “Pro & contra”, il “match” politico televisivo della Rai-Tageschau (in tedesco), passato fatalmente sotto silenzio, ma che secondo me merita di essere conosciuto anche dagli “italiani”. Maneggiando il telecomando mi sono imbattuto infatti in un duro confronto fra l’assessore alla mobilità-trasporti Thomas Widmann e il senatore Oskar Peterlini, entrambi targati Svp a proposito, manco a dirlo, della pista dell’aeroporto. Presentatosi a nome e per conto della Giunta provinciale col pesante fardello di accuse di “scarsa credibilità” (Glaubwuerdigkeit) appioppategli, soprattutto da verdi, protezionisti, destra tedesca e dallo stesso Peterlini, per la decisione di allungare di 100 metri la pista dell’aeroporto, Widmann ha rinfacciato all’avversario un intenso ricorso ai voli Air Alps fra Roma e Bolzano. All’invito di Widmann a servirsi, per coerenza (o credibilità) delle due veloci corse dell’ “Eurostar”, Peterlini ha replicato che l’aereo con i suoi 4 voli giornalieri è l’unico mezzo che gli consente di essere puntuale alle sedute parlamentari. Il giorno dopo il “Dolomiten” ha rincarato la dose, rivelando che Peterlini, oltre ad essere un intenso “volatore” ricorrerebbe spesso anche alla “doppia prenotazione”, per garantirsi un posto nel volo successivo, in caso di prolungamento dei lavori parlamentari. Controreplica con lettera del senatore: nessuna “doppia” prenotazione bensì regolare cambio di volo (Umbuchung), prassi ammessa dall’ufficio viaggi del Senato. Quanto al treno, lo ha sempre usato, finché i collegamenti non sono peggiorati al punto da impedirgli la puntualità in Parlamento, dato che “la Provincia non ha mai investito un euro per migliorarli”. Premesso di non aver mai propugnato la chiusura dell’aeroporto, Peterlini precisava che oggi egli si serve semplicemente “di quei piccoli aerei che abbiamo concordato con la mediazione, accettando anche l’ipotesi di velivoli con capienza fino a 70 posti, in cambio dell’impegno (disatteso) a non prolungare la pista”. Cosa c’entra tutto ciò con la “credibilità” dei politici? La mia impressione è che il sen. Peterlini in sostanza, si batta per mantenere l’aeroporto nelle attuali condizioni, ideali per parlamentari e per i pochi fortunati che godono di rimborso spese, riducendo al minimo il disturbo arrecato ai suoi compaesani (ed elettori). La benevola “concessione” riguardante gli aerei da 70 posti ha tutta l’aria di una foglia di fico essendo arcinoto che questi velivoli possono atterrare a pieno carico soltanto con la pista riportata alla lunghezza originaria. A questo punto mi chiedo chi sia più o meno “credibile: la Provincia” che vuole allungare la pista per rendere i voli accessibili a un pubblico più vasto e ridurre il deficit, o il senatore” che si batte in nome dell’ ecologia, per un aeroporto in perdita utile a pochi privilegiati? Mi spiace per questo parlamentare che pure ha dimostrato molto impegno in Senato su vari temi sociali.
Alto Adige 24-4-11
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sabato, 23 aprile 2011

        

Allungamento aeroporto: forti dubbi sul carcere

BOLZANO. Fioccano le interrogazioni in consiglio provinciale. Dopo quella di Minniti, ora ne è stata presentata un’altra, da parte dei consiglieri Verdi. Il masterplan per l’aeroporto approvato dalla giunta provinciale, spiegano, prevede non solo un allungamento della pista fino a 1400 metri, ma anche un allungamento delle fasce di sicurezza in testa e in coda alla pista: a sud dagli attuali 150 metri a 250 metri, e a nord dagli attuali 150 metri a 300 metri. «Il problema è a nord: poiché l’attuale fascia di sicurezza di 150 metri è già arrivata al massimo spazio occupabile, l’allungamento di altri 150 metri di questa fascia verrà ottenuto traslando la pista di decollo e atterraggio di 150 metri verso sud». Insomma, verrà spostata la pista di atterraggio e decollo, sulla cui base sono disegnate le zone di tutela del piano di sicurezza. In seguito a questa traslazione verso sud, che porta con sé una traslazione di tutte le zone di tutela, appare molto probabile che il terreno su cui dovrebbe sorgere il nuovo carcere (finora esterno alla zona di tutela) finisca per rientrare nella zona A, quella con i vincoli maggiori. «In questa zona - così i Verdi - un carcere risulta incompatibile con le prescrizioni corrispondenti: “È da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone”. Ma un carcere prevede tutt’altro che una presenza antropica discontinua! Perciò i Verdi chiedono alla giunta provinciale «se corrisponde al vero che secondo le previsioni del Masterplan la pista di decollo e atterraggio dovrebbe essere traslata verso sud? Se sì, di quanti metri? La traslazione comporta il rifacimento del piano di rischio dell’aeroporto? Se sì, attraverso quale procedura? La traslazione comporta il fatto che tutta o gran parte dell’area dove è previsto il nuovo carcere rientrerà nella zona di tutela A? In questo caso, cosa intende fare la giunta? Rinunciare al carcere in quell’area, oppure rinunciare o correggere il Masterplan appena approvato? Si è consultata la giunta provinciale con i comuni interessati su questo argomento? Se sì, con quale esito? Si è consultata la giunta provinciale con l’Enac su questo argomento? Se sì, con quale esito? Si è consultata la giunta provinciale con l’amministrazione penitenziaria e/o col ministero competente su questo argomento? Se sì, con quale esito?». Ora l’assessore Widmann ha tempo fino a metà maggio per rispondere.
Alto Adige 23-4-11
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sabato, 23 aprile 2011



I protezionisti: aeroporto, dateci il masterplan

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Protezionisti di Dachverband, World wildlife Fund, Legambiente, Cgil, Arbeitsgemeinschaft Lebenswertes Unterland, Verdi e numerosi altri. Sono il fronte dei contrari all’ampliamento indiscriminato dell’Abd, l’aeroporto di Bolzano. Un fronte compatto nel chiedere a gran voce di poter vedere il masterplan dell’Abd studiato e approvato dalla giunta provinciale. Perché finora, nonostante il tavolo di lavoro ufficialmente istituito dall’amministrazione provinciale per trovare un accordo condiviso sull’allungamento della pista, nessuno dei contrari o dei perplessi è riuscito a ottenere il documento, per poterlo studiare, approfondire, criticare ma su basi precise: economiche, ambientali, tecniche. Anzi, a dirla tutta c’è pure chi sta cominciando a pensare che un masterplan vero e proprio, ossia un piano tecnico e finanziario elaborato su basi scientifiche precise, non sia ancora stato redatto. E c’è anche qualcuno che, indispettito per il trattamento ricevuto, ha deciso di abbandonare il tavolo provinciale già alla prima riunione. Come la federazione dei protezionisti altoatesini, il Dachverband.
 «Ce ne siamo andati - precisa il portavoce del Dachverband, Klauspeter Dissinger - semplicemente perché non ci è stato mai consegnato il masterplan. Se si vuole discutere bisogna avere dei dati sottomano. L’assessore Widmann è arrivato a dire di non aver mai ricevuto richieste in tal senso. Strano, possiamo produrre documentazione in abbondanza: lo abbiamo chiesto quattro volte». Il masterplan occorrerebbe, perché nessuno dei protezionisti invitati al tavolo ha idea di cosa stia scritto, dentro al documento. «Anzi, a quanto ci consta non lo ha ricevuto nemmeno l’Enac, cui la Provincia doveva consegnarlo entro il 31 marzo».
 Il masterplan, inoltre, «è stato discusso e approvato dalla giunta provinciale il 28 marzo, per cui rimane da capire come mai si sia organizzato il tavolo di mediazione dopo che la Provincia aveva già deciso tutto». Dissinger stigmatizza inoltre il comportamento dell’Abd durante il tavolo: «Il direttore Kopfsguter ci ha solo fatto una piccola presentazione, con due o tre immagini generiche. Senza dati, cifre, numeri, niente. Poi ha detto: inutile proseguire, tanto tutti i presenti lo conoscono. Be’, spiace dirlo, ma questo non corrisponde affatto al vero». Non è un’impuntatura, quella protezionista. Perché nessuno è contrario per partito preso, a tutto, sempre. Almeno in questo caso, si vorrebbe tentare di arrivare ad una mediazione. «Il masterplan ci servirebbe per capire se rispetta i risultati della mediazione del 2007, costata centinaia di migliaia di euro. Noi supponiamo si voglia allungare la pista di un centinaio di metri, ma non siamo mica sicuri. Supponiamo, o meglio temiamo, che si vogliano far atterrare gli aerei a turbina, gli Airbus A 319, che in media portano 120 posti, ma possono arrivare a 156. Aerei che consumano e inquinano 7 o 8 volte gli aerei ad elica». Ma le loro sono supposizioni. «Come si può arrivare a mediare su un argomento che non si conosce?». Il Dachverband, dunque, «chiede con fermezza che ci sia consegnato il masterplan». In generale, comunque, rimangono le perplessità, «per la vicinanza dei due aeroporti di Verona e Innsbruck, entrambi a 150 chilometri. Da numerosi studi internazionali, addirittura della Deustsche Bank, sappiamo inoltre che gli aeroporti con meno di 500.000 passeggeri l’anno sono destinati a sopravvivere solo con importanti iniezioni di denaro pubblico». L’assessore Widmann sostiene che l’Abd abbia valenza pubblica, perché trasporta ogni anno 70 mila passeggeri. Dissinger: «Sono più o meno i passeggeri del trasporto pubblico altoatesino, ma non in un anno, in un solo giorno. È vero che lo si finanzia con 100 milioni pubblici l’anno contro i 5-10 dell’Abd, ma la proporzione di passeggeri è di 360 a uno!». Inoltre, «sempre gli studi più recenti hanno determinato che i viaggi sotto gli 800 chilometri (in questo caso sarebbero compresi i voli da Bolzano per Roma Vienna o Francoforte, ndr), in futuro sono destinati a finire sulla rotaia: l’aereo sarà sostituito dal treno». Non lo dicono i protezionisti, accusati di non guardare mai al futuro, «lo sostengono i più importanti studi di settore a livello mondiale».
Alto Adige 23-4-11
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domenica, 17 aprile 2011



Dalla Cgil il no all’aeroporto

BOLZANO. La Cgil, rappresentata al tavolo di confronto sull’aeroporto da Doriana Pavanello, della segreteria confederale, esprime perplessità sul progetto di ampliamento dell’aerostazione bolzanina ed è critica anche in ordine ai costi: «Se l’aeroporto è considerato un investimento, pur rappresentando bilanci in perdita, riteniamo sia opportuno riflettere sulle priorità degli investimenti, in particolare rispetto allo sviluppo della mobilità nella nostra provincia: ascoltando, in primis, le esigenze della popolazione e in particolare dei pendolari di Bassa Atesina e Oltradige».

L’aeroporto serve al turismo

In questi ultimi tempi si fa un gran discutere sull’aeroporto. Il tema fondamentale è che per Bolzano manca un progetto generale sul suo sviluppo. La politica non è riuscita a contenere le spinte delle varie lobby del mondo economico coinvolgendo il capoluogo ad interventi sregolati. Progettare, pianificare significa condividere un progetto che ha un punto di partenza e un obbiettivo finale. Guardiamo Bolzano un po’ cenerentola della l’intera Provincia con un ruolo di service del sistema Alto Adige. Il turismo delle Dolomiti vuole giustamente salvaguardare l’immagine della natura ma nello stesso tempo dimentica come ci si muove per arrivare nelle località montane,migliaia di auto attraversano distrattamente Bolzano. L’aeroporto serve sopratutto per completare l’offerta turistica dei prossimi anni è Bolzano che ruolo ha in questa operazione, ma sopratutto come entra nell’offerta turistica. Pensate a quante volte passando per un porto lo considerate un luogo necessario verso la splendida metà, Bolzano in parte lo è già. Si sono sommati una serie di errori nella collocazione a Bolzano di servizi comuni che disturbavano in altri luoghi della Provincia,l’inceneritore Provinciale per esempio oppure la concentrazione di quasi tutti palazzi provinciali in centro città,popolati ogni giorno da migliaia di pendolari,oppure il tracciato autostradale che taglia in due Bolzano. Una viabilità scadente che scarica sulla qualità di vita dei bolzanini anni di errori,di mancata progettazione. La rete ferroviaria che ha visto dei grossi sviluppi in alcune valli,rimane zoppa nella Bassa Atesina nel collegamento con Bolzano. Sono alcuni elementi che mi convincono che si poteva arrivare a decidere sull’aeroporto inserendolo in un progetto generale. Consigliere quartiere
Alto Adige 17-4-11
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sabato, 16 aprile 2011



I manager: serve un vero aeroporto  

ANTONELLA MATTIOLI
BOLZANO. «In un contesto dove le aziende per sopravvivere hanno bisogno di conquistare più competitività e svilupparsi in diverse aree, il manager deve muoversi con facilità e tempismo. Serve un aeroporto vero». Così Maurizio Riolfatti, presidente di Federmanager: l’associazione che in Alto Adige conta 334 soci, tra cui 14 donne, ha tenuto ieri l’assemblea annuale. Presente all’incontro Giorgio Ambrogioni, presidente nazionale: «La crisi ha colpito anche la nostra categoria ci sono 10 mila dirigenti a spasso. Preoccupa il fatto che 70 mila neolaureati ogni anno se ne vanno all’estero. Il nostro Paese non offre più opportunità ai giovani. Anche nella nostra categoria c’è troppa conservazione e immobilismo, dobbiamo accelerare i cambiamenti».
Dal piano nazionale a quello locale. Riolfatti, dirigente legale e responsabile del personale della Sasa (oltre 300 dipendenti), condivide le battaglie condotte da Assoimprenditori, artigiani, Camera di commercio, per un potenziamento delle infrastrutture che rendano più raggiungibile il territorio altoatesino e una riduzione della burocrazia.
La giunta provinciale ha deciso l’allungamento di 104 metri della pista dell’aeroporto, ma prima di passare alla fare operativa si cercherà di convincere quanti si oppongono.
«Bisogna assolutamente superare le resistenze. Per Federmanager è prioritario l’ampliamento delle tratte verso l’Europa. È innanzitutto una questione di tempi. La crisi ha portato a grosse razionalizzazioni che non hanno risparmiato neppure i dirigenti, per cui un manager coordina spesso più sedi: oggi è ad Amsterdam, domani a Bolzano, dopodomani a Madrid. Poi c’è il fattore geografico: l’Alto Adige, terra di confine a stretto contatto coi Paesi europei, deve sfruttare quest’opportunità».
Parliamo di burocrazia.
«Troppa. La pubblica amministrazione ha bisogno di un profondo rinnovamento in termini di economicità nell’organizzazione del lavoro, ma anche di cultura imprenditoriale».
In concreto?
«L’imprenditore privato fissa gli obiettivi per la propria azienda. Il dirigente li attua e risponde in prima persona dei risultati ottenuti».
Nel pubblico invece?
«Il dirigente pubblico è condizionato dal sistema. La troppa burocrazia, il dover rendere conto di tutto a commissioni, organismi consultivi, tavoli di lavoro, parti sociali spesso impediscono un rapido e deciso intervento su qualsiasi questione relativa all’organizzazione e alla funzionalità dei servizi. Il dirigente è mero esecutore di regole scritte da altri e, a differenza del dirigente delle imprese private, di fatto difficilmente viene sollevato o “ricovertito” se non raggiunge determinati risultati».
Il dirigente privato non ha il posto assicurato a vita, ma guadagna molto.
«È una favola metropolitana quella che dipinge lo stipendio del dirigente con cifre a quattro zeri, prerogativa solo di alcuni manager a livello nazionale e internazionale. La maggior parte dei dirigenti dell’industria rientra nei parametri fissati dal contratto nazionale che vede il dirigente con uno stipendio lordo di 72 mila euro con più di 6 anni di anzianità e con oltre il 40% di tasse pagate alla fonte».
Però c’è la contrattazione di secondo livello che consente di guadagnare di più.
«È l’unica possibilità, visto che il contratto è fermo da anni. Per ottenere di più bisogna puntare sui premi di risultato».

Masterplan, il tavolo non decolla

BOLZANO. Ieri è stato presentato il Masterplan dell’aeroporto al tavolo voluto dalla Provincia pre ceracre di trovare un accordo condiviso sull’allungamento della pista. Ma mentre i tecnici, il direttore dell’Abd Kopfsguter, lodavano il progetto con tanto di spiegazioni tecniche e voli internazionali, gli ambientalisti del Dachverband lasciavano l’incontro per protesta.
Presentazione del Masterplan, spiegazione tecnica, definizione dei punti da approfondire, dal piano di sicurezza alle destinazioni internazionali, dal fattore sovvenzioni alla redditività della struttura: questi i temi centrali discussi nella prima riunione del tavolo di confronto insediato dalla giunta provinciale per discutere lo sviluppo dell’aeroporto di Bolzano, coordinata ieri dall’assessore Thomas Widmann.
Mantenere aggiornate le parti interessate con tutte le informazioni disponibili, assicurare trasparenza e discutere in modo oggettivo dello sviluppo dell’aeroporto di Bolzano sulla base del Masterplan: questi gli obiettivi che l’assessore Widmann si è dato e ha trasmesso ai partecipanti al tavolo di confronto nella prima riunione. «Siamo qui per mettere in circolo tutte le informazioni disponibili e garantire la necessaria trasparenza sullo sviluppo della struttura», ha esordito Widmann.
Ma poco dopo l’inizio gli ambientalisti del Dachverband presenti all’incontro hanno lasciato il tavolo di lavoro. La causa? Nessuno di loro aveva avuto l’occasione di studiarsi il Masterplan. «Non c’è stato dato il tempo tecnico di studiare le carte - dice Klauspeter Dissinger -: la Provincia non ci ha ancora dato tutta la documentazione. E’ evidente che la giunta non ha interesse ad un vero confronto».
Era presente anche il sindaco Luigi Spagnolli che non ha nascosto i propri dubbi per quanto riguarda lo sviluppo dell’aeroporto. «Il piano di rischio dello scalo di San Giacomo già oggi pone dei limiti urbanistici a tutta la zona produttiva, che rischia di perdere attrattività e valore».
Poi è stata la volta dell’assessore ai Lavori pubblici Florian Mussner, che ha aggiunto che la discussione servirà a capire quali siano gli interventi possibili. Widmann non ha mancato di ricordare i risultati del precedente processo di mediazione: quasi tutti i punti del protocollo finale sono stati rispettati, con l’eccezione dell’allungamento della pista, che però è necessario per adempiere ai nuovi vincoli internazionali sulla sicurezza. Il prossimo appuntamento è previsto il 20 maggio.

Aeroporto: chiesto dibattito in consiglio

BRONZOLO. I sei consiglieri di opposizione hanno presentato al sindaco la richiesta di inserire all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale la questione del progetto di potenziamento dell’aeroporto di San Giacomo. Bertinazzo, Camini, Zuretti, Calliari, Demattè e Tomaino vogliono che se ne discuta in aula, pubblicamente, anche per conoscere la posizione della maggioranza. Il sindaco Zito, dopo un incontro all’Upad di Bolzano con i colleghi del circondario, aveva parlato della necessità di non ragionare “con la pancia” su questo tema così importante. (b.c.)


Alto Adige 26-4-11
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venerdì, 15 aprile 2011



Aeroporto San Giacomo, via al tavolo

BOLZANO. Si riunisce per la prima volta questo pomeriggio il tavolo di confronto insediato dalla giunta provinciale per approfondire la tematica del futuro dell’aeroporto di Bolzano. A coordinarlo è l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann, la base di discussione è il masterplan sullo sviluppo dello scalo. Il piano, come noto, è la condizione indispensabile richiesta dall’Enac per poter assegnare alla società di gestione Abd la concessione pluriennale della struttura. «Si punta a una concessione ventennale per garantire uno sviluppo ragionevole dello scalo», ribadisce Widmann. Accanto agli assessori Widmann e Florian Mussner, partecipano la consigliera provinciale della Bassa Atesina Rosa Thaler, i rappresentanti delle Comunità comprensoriali Oltradige-Bassa Atesina, Bolzano, Salto-Sciliar, i Comuni di Bolzano, Bronzolo, Vadena, Laives, Appiano e Caldaro, i rappresentanti dell’economia, gli ambientalisti e i sindacati. Intanto Riccardo Dello Sbarba, consigliere provinciale dei Verdi, sostiene che «con la pista più lunga è a rischio il nuovo carcere perché bisognerà rifare il piano di sicurezza». Sul tema è stata presentata un’interrogazione.
Alto Adige 15-4-11
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domenica, 10 aprile 2011



«Sull’aeroporto servono misure compensative»

LAIVES. Il Centro di attenzione permanente di San Giacomo ribadisce il no all’ampliamento dell’aeroporto e nel farlo, ricorda come la Provincia abbia dimenticato tutta una serie di compensazioni e interventi che erano stati contrattati durante la mediazione per migliorare l’impatto dell’aeroporto.
 Lorenzo Merlini, del comitato, era presente alla mediazione e ricorda ciò che venne sollecitato allora. «Fare opera di prevenzione e informazione alla popolazione - dice Merlini - verificando con essa, i risultati emergenti e le possibili pianificazioni future. Di questo, poco è stato fatto. Quindi il monitoraggio di medicina ambientale sul territorio per determinare possibili patologie provocate dagli inquinamenti. «L’argomento - rammenta Merlini - non è più stato affrontato nonostante sia di grande sensibilità». Altri punti sarebbero la predisposizione, tutto attorno all’area aeroportuale, di un sistema di monitoraggio “in continuo”, così da rilevare immediatamente eventuali sforamenti dei limiti di inquinamento acustico. «Questo - dice Merlini - consentirebbe anche di applicare sanzioni ai vettori che non rispettassero i limiti e le procedure antirumore. Avevamo chiesto di non aumentare i voli di linea e i charter annuali, ma limitarli nei fine settimana. Quindi disincentivare il pendolarismo automobilistico in Bassa Atesina, attivando treni metropolitani a cielo aperto e costruendo le stazioni ferroviarie a san Giacomo e ad Oltrisarco. Poi un tunnel pedociclabile tra San Giacomo e l’aeroporto collegandolo alla rete delle piste esistenti e altro ancora. Come Centro di attenzione permanente - conclude Merlini - chiediamo che queste iniziative di compensazione vengano realizzate». (b.c.)
Alto Adige 10-4-11
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venerdì, 08 aprile 2011



Aeroporto, buco nero da 20 milioni di euro

Aeroporto, il buco nero pronto a ingoiare altri 20 milioni di euro Dopo la decisione di investire 6,5 milioni di euro per adeguare il terminal dell’aeroporto, di 2,6 milioni per l’impianto di illuminazione, dopo il ripianamento di un deficit di 1,8 milioni all’anno della gestione 2009 e 2010, ora la giunta provinciale da il via libera ad una nuova spesa (prevista tra i 18 e i 20 milioni) per l’ampliamento della pista e annuncia pure la costruzione di una stazione ferroviaria. Il tutto per mantenere in piedi una struttura in costante e grave perdita. E nonostante tutti gli studi, compresi quelli commissionati dal governo, dichiarino esplicitamente che in Italia ci sono troppi aeroporti, che tra quelli in soprannumero ci sia quello di Bolzano e che i piccoli aeroporti locali sono inevitabilmente destinati a provocare buchi di bilancio. È evidente che di fronte a queste perdite, ripianate inevitabilmente dalle casse dello Stato, ci sono enormi profitti sul fronte delle imprese che progettano costruiscono e gestiscono gli impianti. Ed è sconfortante che siano questi ultimi interessi che finiscono per prevalere. Per di più questo avviene in un periodo di crisi economica, quando si tagliano ferocemente le risorse destinate agli enti locali (regioni, province e comuni) che a loro volta tagliano i servizi ai cittadini (previdenza, salute, scuola). Non ci sono soldi per i bisogni primari dei cittadini, ma i soldi per le “grandi opere” si trovano sempre. Come si trovano quelli per finanziare le guerre (almeno 1.7 milioni al giorno per l’intervento in Libia e quasi 50 milioni al mese per quello in Afganistan). È immorale, oltre che economicamente sbagliato, continuare a finanziare una struttura inutile e dannosa per la maggioranza dei cittadini che con le loro tasse sono chiamati a ripianare le perdite e utile solo ad una minoranza che ne ricava lauti profitti e che in parte le tasse le evade. Ed è immorale ignorare il risultato del referendum di poco più di un anno fa che, pur boicottato dalle forze politiche maggiori, ha mancato il quorum per pochi punti di percentuale e in cui l’81% dei cittadini che sono andati a votare s’è dichiarata contraria al finanziamento pubblico dell’aeroporto.
Fabio Visentin Segretario provinciale di Rifondazione Comunista
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giovedì, 07 aprile 2011



Bronzolo e Vadena: sì all’aeroporto

BRUNO CANALI
LAIVES. I sindaci di Laives, Bronzolo e Vadena, insieme a quello di Bolzano a confronto su diversi temi di attualità, in un incontro promosso dall’Upad per tutti i sindaci di madrelingua italiana della nostra provincia.
 Così si sono trovati di fronte Luigi Spagnoli, primo cittadino di Bolzano, Liliana Di Fede, sindaco a Laives, Benedetto Zito di Bronzolo e Alessandro Beati per Vadena.
 Uno dei temi affrontati durante il dibattito è stato quello del potenziamento dell’aeroporto di San Giacomo. Su questo, tra Liliana Di Fede e i colleghi di Bronzolo e Vadena la posizione è diversa. Il primo cittadino di Laives ha nuovamente manifestato preoccupazione per l’impatto che un eventuale ampliamento avrà sull’abitato di san Giacomo, ribadendo di auspicare una “compensazione” da parte della Provincia.
 Benedetto Zito e Alessandro Beati invece hanno puntato l’attenzione sulla componente emotiva dell’intera vicenda. «Non bisogna ragionare solo con la pancia - ha detto Zito - ma bisogna tenere presente che un aeroporto esiste già e con quello si debbono fare comunque i conti».
 Anche Alessandro Beati è sulla stessa lunghezza d’onda perché parla di «attenzione a non farsi trascinare esclusivamente dall’emotività. Io ho avuto contatti anche con le autorità militari in occasione dei festeggiamenti per l’unità d’Italia - aggiunge il sindaco di Vadena - e mi hanno confermato che l’aeroporto di San Giacomo è assolutamente strategico. Oltre all’esercito ci sono i Carabinieri e la Guardia di Finanza e quindi, anche se smettessero i voli di linea, rimarrebbero loro e tutta la parte dei voli sportivi, che pure ha un peso. Invece non è ancora chiaro se esista o meno uno studio economico. Per questo consiglierei prudenza nell’affrontare il discorso».
 Tutti quattro i sindaci comunque hanno convenuto sulla necessità di fare un ragionamento razionale per quanto riguarda le prospettive dell’aeroporto, senza farsi condizionare dalle emozioni. «In questo senso - hanno detto - eventualmente occorrerà fare opera di convincimento sulla Svp della Bassa Atesina, un compito soprattutto del presidente della Provincia e di chi, anche nella Stella Alpina, è a favore dell’ampliamento».
Alto Adige 7-4-11
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mercoledì, 06 aprile 2011



Ebner: all’economia serve il plurilinguismo  

ANTONELLA MATTIOLI
BOLZANO. Due parole chiave: raggiungibilità e competenze linguistiche. Il mantenimento e l’ampliamento dell’alta qualità di vita raggiunta in Alto Adige passa anche attraverso il miglioramento di queste due «voci». Emerge dall’indagine della Camera di commercio sul futuro di questa terra.
 Attraverso il «Laboratorio sul futuro dell’Alto Adige», di cui fanno parte 30 persone (imprenditori, altoatesini che vivono all’estero, economisti), la Camera di commercio cerca di individuare le tendenze e fare proposte concrete per la crescita. Ieri la presentazione delle prime indicazioni, emerse dal gruppo di lavoro, da parte del presidente dell’ente Michl Ebner, Oswald Lechner, direttore dell’Istituto ricerca economica, e Barbara Moroder, autori dell’analisi.
 CINQUE COLONNE Il gruppo di lavoro ha individuato le cinque colonne su cui poggia il benessere dell’Alto Adige. Punto forte: il paesaggio che rappresenta un capitale importante per l’economia e la società. Imperativo categorico: conservarlo. Per questo va posta particolare attenzione alle attività economiche rispettose dell’ambiente che utilizzano meno superficie. Buono il tessuto imprenditoriale, diversificato e caratterizzato soprattutto da microstrutture, crea stabilità e posti di lavoro in periferia. Però, per reggere in futuro, i piccoli dovranno puntare sulla cooperazione e sulla crescita qualitativa. Ottime potenzialità offre la collocazione geografica, zona di cerniera tra il mondo tedesco e quello italiano: c’è la possibilità di ampliare i mercati grazie alle competenze linguistiche e culturali, queste ultime danno alle imprese locali maggiore competitività. Un’altra colonna importante, secondo il gruppo di lavoro, è rappresentata dalla rete sociale e in particolare dalla famiglia. Contribuiscono ad una qualità della vita elevata persone qualificate piene di entusiasmo e di idee: di qui la necessità di aumentare gli investimenti nel settore della formazione.
 CAMPI D’AZIONE L’Alto Adige, sempre secondo il gruppo di lavoro individuato dalla Camera di commercio, può puntare solo su quei comparti che non incidono troppo su paesaggio e ambiente. In questa prospettiva saranno i settori che approfittano dell’immagine ambientale a sostenere lo sviluppo, ovvero: turismo, produzione alimentare (biologico), tecnologie sportive e invernali, tecnologie ambientali (CasaClima, energie alternative), tecnologie elettroniche e automazione.
 RAGGIUNGIBILITÀ Tallone d’Achille del ricco Alto Adige continua ad essere quello dei collegamenti, ovvero strade, treni, aeroporto, banda larga, telefonia. «Il problema è - dice il presidente Ebner - che ogni volta che si parla in particolare di strade, tunnel del Brennero, aeroporto ciascuno ragiona pensando al proprio orticello. Nostro compito è quello di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di queste infrastrutture per il benessere dell’intera collettività». Proprio in quest’ottica la Camera di commercio ha già in calendario 10 incontri nei principali centri della provincia. «La popolazione - afferma Ebner - deve capire che l’aeroporto è un’infrastruttura regionale assolutamente necessaria per portare in Alto Adige persone che hanno pochissimo tempo (consulenti, ricercatori, responsabili acquisti, turisti). Inoltre abbiamo bisogno di essere collegati, oltre che con Roma, con altri tre aeroporti internazionali (Francoforte, Zurigo, Vienna). L’adeguamento della pista, deciso dalla giunta provinciale, consente di raggiungere questi obiettivi».
 LE LINGUE Il miglioramento delle competenze linguistiche è ritenuto requisito indispensabile. «Per almeno due ordini di motivi - dice Ebner - conoscersi e comprendersi tra gruppi linguistici e avere maggiori chance nel mondo del lavoro. Il pluringuismo è un valore aggiunto per i nostri giovani. Rispetto al passato oggi nelle vallate aumenta tra i tedeschi il numero di chi ha difficoltà ad imparare l’italiano. Mentre nelle famiglie italiane oggi c’è la consapevolezza dell’importanza che i figli imparino la seconda lingua. La scuola però deve fare di più». Il gruppo di lavoro della Camera di commercio insiste sulla necessità di migliorare le competenze linguistiche attraverso la sensibilizzazione della società sul fatto che l’apprendimento linguistico rappresenta un arricchimento culturale e un vantaggio o meglio una necessità dal punto di vista economico. L’indicazione che arriva dalla Camera di commercio è precisa: bisogna iniziare già nella scuola primaria con l’insegnamento delle lingue, eventualmente prevedendo per le varie materie l’uso alternato di lingue diverse. E ancora, per perfezionare la conoscenza dell’altra lingua, due mesi obbligatori di frequenza scolastica, tirocinio o scambio di apprendisti nell’area di lingua italiana o tedesca. Oltre all’incentivazione di studi universitari all’estero.
Alto Adige 6-4-11
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martedì, 05 aprile 2011



Aeroporto: istituito tavolo di confronto

BOLZANO. È stato istituito ieri dalla giunta provinciale il tavolo di confronto sul masterplan dell’aeroporto. Folta la rappresentanza dei contrari all’ampliamento della struttura, che però contestano i tempi: «Ormai - dice il consigliere provinciale Verde, Dello Sbarba - la decisione è già stata presa».
 Come annunciato lunedì scorso, la giunta provinciale su proposta dell’assessore Thomas Widmann ha stabilito i partecipanti al tavolo di confronto sull’aeroporto. Sarà lo stesso Widmann a presiederlo, con la consigliera provinciale Svp della Bassa Atesina Rosa Thaler a fargli da vice. Al tavolo siederanno anche l’assessore ai lavori pubblici Florian Mussner, i presidenti delle comunità circondariali interessate (Oswald Schiefer per la Bassa Atesina, Luigi Spagnolli per Bolzano, Albin Kofler per la comunità Salto-Sciliar), i sindaci dei comuni limitrofi (Bronzolo, Vadena, Laives, Caldaro, Appiano e Bolzano rappresentato dal vicesindaco Klaus Ladinser visto che Spagnolli è presente in altra veste), i rappresentanti degli agricoltori del Bauernbund e della Coldiretti, gli ambientalisti (Dissinger del Dachvernabd, Simeoni dell’Alpenverein ed Elzenbaumer per la Bassa Atesina), i sindacati e i presidenti di Useb (Marco Carlini) e Wirtschaftsring (Christof Oberrauch) per l’economia.
 Critici i contrari all’aeroporto («la giunta ha già deciso, a cosa serve ora questo tavolo?», si chiede il verde Riccardo Dello Sbarba), ma alle loro perplessità risponde l’assessore Widmann: «La priorità è di dare un’informazione corretta a tutti, in particolare a chi è contrario all’ampliamento. Il masterplan approvato rispetta in tutti i suoi punti la mediazione, tranne che per i 104 metri di allungamento della pista. Cercheremo di spiegare perché questo adeguamento è assolutamente necessario per il futuro dell’aeroporto e dell’Alto Adige».
Alto Adige 5-4-11
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sabato, 02 aprile 2011



Breve considerazione sull'articolo - Di Fede: appoggio Udc sulla cittadella   «E per l’ampliamento dell’aeroporto serve un risarcimento per S. G - apparso sull'Alto Adige 1-4-11

Ad intervalli regolari la prima cittadina di Laives annuncia che l’Udc potrebbe sostenere la sua giunta su alcuni progetti importanti. I diretti interessati invece finora tacciono e dunque non rimane che attendere un loro pronunciamento. È invece evidente che di fronte alla liquefazione della maggioranza la sindaca vorrebbe inaugurare una stagione di maggioranze variabili che andrebbero a sostituire quella politica ormai evanescente. Si tratta di un’idea non troppo originale sperimentata a livello nazionale, ma che non ha portato buoni frutti. Invece di prendere atto che su questioni rilevanti non esiste consenso all’interno della coalizione, si cerca di sostituire i più riottosi con nuovi acquisti. Anche se l’operazione andasse in porto però i problemi non sarebbero risolti, perché su problemi come la cittadella o la centrale a pompaggio si tratterebbe di andare contro una parte importante dell’SVP che difficilmente potrebbe accettare di essere messa da parte e ridotta alla funzione di ruota di scorta.
Tornando all’UDC invece va sottolineato come sia il loro candidato sindaco, sia la rappresentante in consiglio, si siano sempre espressi contro la cittadella condividendo buona parte delle nostre obiezioni.
Se però la sindaca fosse riuscita a far cambiare opinione ai rappresentanti di questo partito sarebbe interessante conoscere, in nome della trasparenza, quali nuove argomentazioni siano state addotte. Non è detto infatti che non potrebbe convincere anche noi e fugherebbe il sospetto che si tratti di un’operazione di bassa politica.
R. Grasso
Comitato per il referendum contro lo stadio
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sabato, 02 aprile 2011



Due prese di posizioni relative all'aeroporto

Allorché il processo di mediazione si concluse, fummo facili profeti nel prevedere che il progetto di potenziamento dell’aeroporto era solo stato accantonato in attesa di momenti migliori. Eppure il “Gruppo di lavoro di Laives” aveva ampiamente dimostrato, partendo dai dati forniti dalla Camera di Commercio e dall’ABD, come non vi fosse alcun rapporto diretto tra presenza dell’aeroporto e sviluppo economico: ad una lettura attenta, sembrava quasi essere, se non di ostacolo, ininfluente. In particolare furono contestate le ragioni portate avanti dall’ala economica presente nella mediazione che legava alla presenza di uno scalo lo sviluppo del turismo e dell’occupazione, l’aumento delle esportazioni, la raggiungibilità del nostro territorio e la possibilità di spostamento degli altoatesini. I dati messi a confronto dimostrarono la risibilità delle ragioni addotte dai sostenitori dello scalo.
Il sostanziale fallimento della mediazione, la tacita accettazione della proposta della consigliera Rosa Thaler, nell’interpretazione datale dal presidente Durnwalder in attesa del referendum, il suo risultato della consultazione popolare, non hanno scalfito minimamente la determinazione dei sostenitori dello scalo i quali da mesi hanno organizzato una campagna mediatica senza precedenti, mentre la provincia ha proceduto nell’adeguamento della struttura alle norme di Schengen.
Oggi chi si trova maggiormente in difficoltà sono proprio alcuni esponenti SVP che dopo il risultato della consultazione referendaria, temono di perdere consensi e propongono pertanto il ricorso ad un nuovo referendum.
Anche gli esponenti di maggioranza del comune di Laives, quasi tutti presenti nella passata consiliatura, si dichiarano formalmente contrari ad un allungamento della pista dopo che nel periodo amministrativo precedente non erano stati in grado, nonostante la presenza dei Verdi, di produrre una posizione critica a salvaguardia del proprio territorio. Oggi ha buon gioco l’opposizione ad accusarli di incoerenza. Da parte nostra riteniamo che non sia sufficiente dichiarare la propria contrarietà, ma occorre che seguano atti tangibili che mettano in discussione le intenzioni della provincia mettendo in campo tutti gli strumenti in possesso di un’amministrazione comunale per impedire che nuovamente il nostro territorio debba subire l’imposizione di una struttura impattante e invisa a buona parte della sua popolazione.
R. Grasso
L'intervento del segretario del PRC che pubblichiamo qui sotto, è ampiamente condivisibile, ma da parte di chi ha fatto parte del "Gruppo di lavoro di Laives", producendo nella mediazione una proposta articolata che teneva conto di tutte le problematiche insistenti sul territorio a sud di Bolzano, occorre una precisazione per evitare fraintendimenti.
La mobilità nella Bassa Atesina richiede interventi urgenti che producano cambiamenti nelle abitudini soprattutto dei pendolari che quotidianamente si muovono da e per il capoluogo cittadino. Occorre dunque potenziare il servizio di trasporto pubblico e va contrastata una politica che facendosi scudo dell'Europa, aumenta il costo dei biglietti ottenendo esattamente il risultato opposto a quello dichiarato. Ad aggravare poi la situazione contribuiscono le continue oscillazioni sulla soluzione più idonea al nostro territorio per cui abbiamo assistito in rapida successione a dichiarazioni a favore del treno, del tram e di progetti avveniristici e un po’ strampalati. Va invece dato pieno sostegno al progetto di metropolitana di superficie, con conseguente realizzazione del terzo binario - soluzione possibile in tempi brevi e con una spesa accettabile – ma che comporta necessariamente la realizzazione di una stazione a San Giacomo e di una ad Oltrisarco.
Non vorremmo dunque che nella foga di contrastare l’aeroporto si finisse per osteggiare una soluzione che ci pareva ampiamente condivisa..
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sabato, 02 aprile 2011



Una pista che serve all’economia e a tutti noi

Ora che finalmente si prospetta uno sbocco, spero positivo per l’adeguamento dell’aeroporto, come privato cittadino interessato all’aereo e soprattutto a tariffe più abbordabili, vorrei poter esprimere la mia opinione. Vorrei partire dall’ultima novità: cioè i voli privati della “Yesfly” annunciati dall’architetto Gennaro, chiedendomi che faranno ora gli ultras dell’ecologia: si sdraieranno sulla pista per impedire atterraggi? Se un imprenditore ha preso questa iniziativa avrà fatto i suoi calcoli, il che sbugiarda comunque quanti continuano a sostenere che i voli di linea in atto servono solo alla lobby dei politici. A questo punto i protezionisti, lottando contro il ripristino della pista è come se tentassero di tenere in piedi una diga chiudendo le falle con un dito. Niente voli di linea, chiudere l’aeroporto? Eccoli serviti! Arriveranno i voli di servizio privati in aggiunta perché evidentemente c’è una schiera di gente che deve muoversi rapidamente come ricercatori, tecnici, di uomini d’affari, dirigenti d’azienda, manager, docenti universitari. Ma non tutti possono permettersi aerei privati ed è inconcepibile e scandaloso, che per quella che appare ormai soprattutto una “tigna” più che “ecologia”, da parte di personaggi a stipendio o rendita fissa (come dipendenti pubblici e agricoltori di pianura supertutelati che magari hanno pure affittato i loro poderi) pretendano di condizionare unilateralmente l’attività e lo sviluppo dell’economia “di punta”, quella che crea più ricchezza e gettito fiscale consentendo fra l’altro agli enti pubblici di manenere il cosiddetto “welfare”. Mi auguro peraltro che non venga accettato un meschino mercanteggiamento con l’Enac sul metro in più o in meno per la pista, che non cambierebbe assolutamente nulla visto che, anche con il massimo tanto deprecato,di 1740 metri di pista ammessi dall’Enac non potranno atterrare aerei più capienti di 80-85 posti. Ogni metro in meno invece è un pezzo di sicurezza in meno. Se un tavolo di consultazione deve esserci ci si accordi con esperti e tecnici dell’ambiente e non solo con generiche “parti sociali”.
Angelo Vitturi
Alto Adige 2-4-11
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sabato, 02 aprile 2011



Verdi: sull’aeroporto non accetteremo misure compensative

LAIVES. Nella maggioranza che amministra il Comune di Laives è il momento delle puntualizzazioni e dei distinguo. Lo fanno i Verdi con il sindaco, dopo avere letto l’intervista nella quale lei dichiara che, «per l’ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo serve un risarcimento per l’abitato». «Non se ne parla nemmeno - dichiara invece il capogruppo dei Verdi, Giorgio Zanvettor - perché noi eravamo e rimaniamo, fermamente contrari ad ogni ipotesi di ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo e quindi riteniamo inaccettabile anche una idea di compensazione. Liliana Di Fede accenna anche ad un tavolo di lavoro per parlare di questa questione, ma credo che per quello che ci riguarda, non vi parteciperemo nemmeno, proprio perché non ha senso, visto che la Provincia ha ignorato la mediazione». Stessa musica anche dai giovani della Svp. Valentin Plattner, il referente locale, torna a ribadire il giudizio contrario dei giovani Svp verso l’ampliamento dell’aeroporto di san Giacomo e lo fa elencando una lunga serie di aspetti negativi legati al progetto, sottolineando che chi vuole l’aereo, in poco più di un’ora può prenderlo ad Innsbruck o a Verona. Infine un no, categorico, anche da parte del comitato civico di San Giacomo con Lorenzo Merlini. (b.c.)
Alto Adige 2-4-11
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venerdì, 01 aprile 2011



San Giacomo e il neo-aeroporto Il Centro chiede interventi per mitigare i possibili impatti

Il Centro Attenzione Permanente di San Giacomo nel ribadire il proprio no all’ampliamento della pista aeroportuale, intende far notare come la Provincia abbia dimenticato tutta una serie di compensazioni ed interventi, contrattati nella mediazione. Fra i numerosi interventi sollecitati in quell’occasione nel rispetto dei bisogni della popolazione fu chiesto di:
- fare opera di prevenzione e informazione alla popolazione verificando, con essa, i risultati emergenti e le possibili pianificazioni future. Poco è stato fatto.
- Ottenere un monitoraggio di medicina ambientale sul territorio finalizzato a determinare possibili patologie provocate dagli inquinamenti. Non si è affrontato più l’argomento nonostante sia di gran sensibilità.
- Predisporre nell’intorno aeroportuale di un sistema di monitoraggio”in continuo” che possa consentire il rilevamento di eventuali superamenti dei limiti di rumore. Ciò permette di tenere sotto controllo il “clima” acustico nell’intorno aeroportuale, ma anche di applicare sanzioni ai vettori per il non rispetto dei limiti o delle procedure antirumore. DPR 9.11.99 n. 476 (GU 295 17-12-99).
- Disincentivare il pendolarismo automobilistico dalla Bassa Atesina attivando, in tempi brevi, treni metropolitani (terzo binario) a cielo aperto con la costruzione di nuove stazioni ferroviarie a San Giacomo e Oltrisarco.
Si ritiene che questo sia possibile con l’ammodernamento della ferrovia che prevede un aumento di passaggi giornalieri fino a un massimo di 220/250. Se ne parla molto, senza parlare di progetti.
- Attivare un tunnel pedociclabile sotto la ferrovia in corrispondenza della futura stazione ferroviaria di San Giacomo, di fronte alla palazzina dell’Aeroporto (già previsto dal Comune di Laives). Permetterebbe ai clienti dell’aeroporto di utilizzare il mezzo pubblico che passa per San Giacomo e potrebbe collegare la ciclabile di San Giacomo (in sicurezza) con quella di via Einstein in zona industriale. Una facile comodità costantemente rimandata.
- Completare le varianti della SS12 ed in particolare quella di San Giacomo verso Campiglio e Val Isarco. Sembra si arrivi presto ad un progetto.
- Incentivare l’utilizzo dei treni verso Verona ed Innsbruck dove esistono aeroporti di maggior capacità. (Trento e Bolzano sono azionisti dell’aeroporto di Verona) Si parlò anche di autostrada nella mediazione con la Provincia e si propose di trovare un intervento idoneo affinchè i passaggi autostradali sull’A22 potessero ridurre l’inquinamento sul territorio. Tempo fa fu proposto di far diminuire la velocità almeno nelle ore notturne, ma anche di questo non si sa più nulla.
Come Centro Attenzione Permanente di San Giacomo chiediamo siano rispettate le diverse promesse prospettate nella mediazione come azioni compensative e mitigatrici per quel territorio maggiormente colpito dai numerosi soggetti inquinanti.
Alto Adige 1-4-11
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venerdì, 01 aprile 2011



Con la pista più lunga tariffe più basse e aerei meno rumorosi

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Cento metri di pista in più: è la distanza che divide favorevoli e contrari all’ampliamento dell’aeroporto, ma è anche la distanza - così assicurano gli esperti del settore - tra uno scalo funzionale e in grado di far abbassare i prezzi dei biglietti aerei.
Renzo Gennaro è un noto architetto bolzanino, Walter Baumgartner l’amministratore delegato della Fercam. Per entrambi il volo è una passione. Gennaro ha appena fondato la “Yesfly”, società attiva nel settore dei voli privati. Baumgartner, invece, è stato presidente dell’aeroporto fino alla mediazione. «Senza allungamento della pista mi dimetto», aveva promesso ed era stato di parola. Sono passati quattro anni da allora e ora la pista sarà adeguata: «Finalmente si va nella giusta direzione», afferma Baumgartner. La direzione giusta porta a sud, verso Laives: 104 metri di pista in più (dagli attuali 1.296 a 1.400), più le fasce di sicurezza (250 a nord e 300 a sud). «Cento metri di pista in più cosa sono rispetto alle centinaia di chilometri di strade che ogni anno costruiamo in Alto Adige?», si chiede Gennaro.
Ma la domanda si può anche capovolgere: possibile che questi cento metri in più siano decisivi per l’aeroporto? «È proprio così - risponde Baumgartner - perché ci sono norme di sicurezza precise che vanno rispettate. È molto semplice: con una pista da 1.400 metri un aereo da 70 posti può viaggiare a pieno carico, altrimenti no. Questo significa rinunciare a riempire i posti oppure rinunciare a riempire il serbatoio, diminuendo così il raggio dell’aereo. Non è un problema grave per raggiungere Roma, ma per arrivare a Londra, Dublino o Mosca sì».
Oggi a Bolzano possono operare solo i Dornier da 31 posti. «Con la pista da 1.400 metri - spiega Gennaro, che da 26 anni è anche pilota - potrebbero operare anche gli Atr 72 o i Dash 8 da 70 posti. Sono mezzi modernissimi, che a parità di consumo e di personale, due piloti e una hostess, possono trasportare più del doppio degli ospiti rispetto ai Dornier. Mi spiego: per trasportare 70 persone coi Dornier c’è bisogno di tre voli, con l’Atr ne basta uno; è chiaro a tutti quale sia l’opzione più economica».
Un’opzione più economica per le compagnie aeree, ma anche - ed è questo che interessa i bolzanini - per chi viaggia. «A parità di costi, se i passeggeri aumentano diminuisce il prezzo dei biglietti», è l’equazione di Gennaro. Che Baumgartner conferma: «Aerei più grandi garantiscono biglietti meno cari. Era l’unico modo per far funzionare l’aeroporto di Bolzano quattro anni fa e vale anche oggi. Solo così turisti e altoatesini useranno lo scalo».
C’è però anche il timore che una pista più lunga faccia arrivare a Bolzano dei jet: «Su questo - assicura Gennaro - posso tranquillizzare tutti. A parte il fatto che i jet consumano di più, Bolzano non avrà mai i numeri per diventare un grande aeroporto. La dimensione giusta è quella regionale: andare oltre non avrebbe senso perché non c’è un sufficiente bacino d’utenza. Piuttosto, bisognerebbe puntare sull’aviazione generale per rispondere alle esigenze di imprenditori, privati e turisti».

Meister a Durnwalder: decisione giusta

BOLZANO. L’aeroporto continua a far discutere. Ieri una delegazione degli albergatori dell’Hgv guidata dal presidente Walter Meister si è recata in Provincia per incontrare Luis Durnwalder. Si è discusso della tassa sul turismo («siamo disposti ad accettarla solo se anche le imprese dell’indotto finanzieranno allo stesso modo le associazioni turistiche», ha messo in chiaro Meister), ma anche della recente decisione della giunta provinciale relativa appunto all’ampliamento dello scalo di San Giacomo: «Siamo molto soddisfatti di questa decisione, l’Alto Adige deve continuare ad essere facilmente raggiungibile perché - così sostiene Meister - la raggiungibilità diventa sempre più un fattore competitivo».
Se gli albergatori esultano, l’Svp della Bassa Atesina continua a protestare: «Il territorio a sud di Bolzano - affermano l’Obmann Oswald Schiefer e la sua vice Rosa Thaler - è quello che più di altri soffre per via del traffico aereo. Per quanto ci riguarda, vale il risultato della mediazione. Siamo convinti che la struttura attuale sia in grado di garantire la raggiungibilità che chiede l’economia, ma siamo altrettanto convinti che le ricadute negative derivanti dall’aeroporto non possano aumentare. Siamo disposti a discutere, ma in cambio chiediamo che finalmente si inizi a pensare alle infrastrutture compensative per l’intera Bassa Atesina e in particolare per i comuni di Laives, Vadena e San Giacomo», chiudono Schiefer e la Thaler.
Posizioni diversificate si registrano anche tra i partiti italiani. L’Udc, attraverso il suo segretario Paolo Degasper, si schiera a favore dell’aeroporto: «Le diatribe interne alla Svp e le rivendicazioni ambientaliste appartengono a vecchie logiche elettorali e pregiudizi di chi fatica ad arrendersi di fronte alla semplice ragionevolezza e al buon senso. Irrigidimenti precostituiti sono del tutto fuori luogo nel momento in cui si parla di un leggero e quindi sopportabilissimo adeguamento della struttura che tra l’altro permetterebbe di contenere le tariffe attualmente esose e quindi di ridurre il traffico veicolare. Chi oggi si scaglia contro l’aeroporto, all’epoca contestava la costruzione della Mebo: visto che parliamo di referendum, perché non organizzare una consultazione popolare sul grado di soddisfazione della superstrada?».
Di parere opposto il segretario di Rifondazione Comunista Fabio Visentin: «Dopo la decisione di investire 6,5 milioni per adeguare il terminale e di ripianare un deficit di 1,8 milioni all’anno, la giunta provinciale si appresta a spendere altri 18-20 milioni per ampliare la pista. Il tutto per mantenere in piedi una struttura in costante perdita e nonostante gli studi, compresi quelli commissionati dal governo, dichiarino che l’aeroporto di Bolzano sia in sovrannumero».
Alto Adige 1-4-11
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mercoledì, 30 marzo 2011



«Sull’aeroporto il Pd è incoerente»

LAIVES. Qualche giorno fa, in pieno dibattito sul progetto di ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo, il Pd comunale, per bocca del suo coordinatore Andrea Gerolimon, aveva bocciato l’ipotesi, ritenuta troppo invasiva e penalizzante per Laives, sul cui territorio l’ampliamento andrà maggiormente a gravare. Lunedì è stata la volta della giunta provinciale, dove invece il progetto è passato anche grazie al voto favorevole del vicepresidente, Christian Tommasini e dell’assessore Roberto Bizzo, entrambi del Pd.
«È l’ennesima dimostrazione di totale incoerenza - dichiara il consigliere di Laives del Pdl, Christian Bianchi -. Invece si sono dimostrati coerenti i due assessori provinciali della Südtiroler Volkspartei votando contro, in linea con ciò che hanno sempre ribadito diversi esponenti della Svp qui a Laives. Mi chiedo a questo punto chi faccia effettivamente opposizione».
Bianchi preannuncia un’azione concreta del suo gruppo anche in consiglio comunale a Laives, probabilmente un ordine del giorno, che si augura venga condivisa da tutti. «Possiamo proprio affermare che “stanno volando sopra le nostre teste” - aggiunge ironico Bianchi -. Il consiglio comunale dia un segnale univoco».
Per il Pd comunale, effettivamente si tratta di una posizione abbastanza imbarazzante, dovendo di fatto sconfessare ciò che invece i suoi due esponenti in giunta provinciale hanno approvato. Diversa la posizione della Svp, in seno alla quale il no è stato fin dall’inizio portato avanti da un ampio fronte. (b.c.)
Alto Adige 30-3-11
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mercoledì, 30 marzo 2011



«Yesfly», voli privati per uomini d’affari

BOLZANO. Presentata ieri all’aeroporto la «Yesfly»: la società, che fa capo all’agenzia di viaggi «Yes travel» di Cinzia De Mario in galleria Sernesi, promette di soddisfare “ogni esigenza di mobilità, fornendo un servizio attento ed esclusivo nel settore dei voli privati”.
Dietro all’iniziativa l’architetto Renzo Gennaro che da 26 anni coltiva la passione per il volo. «Mi è capitato spesso in questi anni - spiega il professionista - che amici imprenditori o professionisti mi chiedessero per favore di portarli in giro per il mondo in aereo. Di qua è nata l’idea di creare un servizio ad hoc. La Yesfly appunto che è già operativa da qualche mese, ma la presentazione ufficiale l’abbiamo fatta solo adesso».
Obiettivo della società: offrire un servizio rapido ed efficiente in tutto il mondo. «Mettiamo a disposizione aerei ed elicotteri con equipaggio a bordo. Nel giro di un paio d’ore, da quando riceviamo la chiamata, siamo pronti a decollare».
Un esempio? «Quest’inverno - spiega Gennaro, technical management di Yesfly - quando gran parte dei principali aeroporti di mezza Europa erano bloccati per il gelo, abbiamo ricevuto la chiamata di un’imprenditrice bergamasca che si trovava a Londra. Nel giro di poche ore aveva assolutamente bisogno di essere in azienda, dove era in programma un importante consiglio d’amministrazione. Ci siamo organizzati a tempo di record e dopo due ore il nostro aereo era già in pista pronto a decollare. L’imprenditrice, all’inizio scettica, oggi è una delle nostre più importanti clienti».
Gennaro vuole sfruttare il servizio della Yesfly, per portare in Alto Adige nuova clientela. Il professionista bolzanino pensa al Belgio e all’Olanda. Lì potrebbe esserci un potenziale bacino di turisti soprattutto per la stagione invernale.
«Rapidità, efficienza, discrezione è il nostro motto». Quindi azzarda: «Con le macchine che possiamo mettere a disposizione noi, siamo in grado di atterrare all’aeroporto di Bolzano anche con velivoli da settanta posti. E questo senza bisogno allungare la pista: è sufficiente quella attuale».
Alto Adige 30-3-11
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mercoledì, 30 marzo 2011



«La pista va allungata adesso basta con i no La Provincia tenga duro»

BOLZANO. «Basta con i no, perché mettono a repentaglio il benessere di questa terra. A farne le spese sarebbe soprattutto la parte più debole della popolazione». Il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan apprezza il “coraggio” dimostrato dal presidente Durnwalder nella partita aeroporto e lo incita a tenere duro.
L’OPPOSIZIONE. Ad opporsi all’allungamento di 104 metri della pista sono soprattutto ambientalisti e contadini. Un’opposizione che al momento del voto, lunedì, ha spaccato anche la giunta: hanno votato contro il piano di sviluppo dell’aeroporto gli assessori Michl Laimer e Sabina Kasslatter-Mur. Una patata bollente per il partito nonostante il referendum di un anno e mezzo fa sia fallito per mancanza del quorum.
LA RAGGIUNGIBILITÀ. «Oggi più che mai - sostiene con forza Pan - la raggiungibilità di un territorio è sinonimo di ricchezza e prosperità delle famiglie che ci abitano. È bene che, chi all’interno dei diversi schieramenti dice no a tutto, queste cose le sappia. Perché rischia di condannare questa terra all’impoverimento oltre che economico anche culturale e scientifico, visto che personalità di un certo livello hanno sempre poco tempo e se non c’è un aeroporto, da noi non vengono». Il presidente di Assoimprenditori si riferisce in particolare al no all’ampliamento dell’aeroporto e al no al tunnel del Brennero. «Chi governa ha il dovere di confrontarsi con i cittadini e spiegare le ragioni di quello che si sta facendo, ma alla fine deve decidere come ha fatto Durnwalder. Si diventa territorio di serie B se si hanno problemi di raggiungibilità». Di questo è convinto anche l’assessore Thomas Widmann che però da politico conosce anche l’importanza della mediazione: «Metteremo intorno ad un tavolo imprese, sindacati, ambientalisti, Comuni, uffici provinciali: spiegheremo che si opera nel pieno rispetto della mediazione del 2007, in più c’è solo un piccolo adeguamento della pista. Alla fine si troverà l’intesa e partiranno i lavori».
IL TURISMO. «Quindici anni fa - dice Pan - quando i turisti si fermavano dai 7 ai 10 giorni, per far funzionare il turismo bisognava portare in Alto Adige circa 3 milioni di ospiti all’anno. Oggi la durata della vacanza è di 3-4 giorni e ci serve un numero doppio per riempire gli alberghi. È un turismo mordi e fuggi. Per questo è indispensabile avere un aeroporto che funzioni. Se si allunga la pista di 104 metri nessuno se ne accorge, questa ormai è un’opposizione di principio. Non ci si rende conto che un autobus è molto più rumoroso di un aereo?».
LA MEBO. A chi oggi si oppone all’aeroporto, Pan ricorda le battaglie condotte, negli anni passati, da Verdi e ambientalisti contro la Mebo. «A sentire gli oppositori, la nuova arteria avrebbe provocato una serie di disastri. È stata realizzata e non è successo nulla di tutto questo. Anzi. I paesini lungo la vecchia strada per Merano sono rifioriti. Il numero degli incidenti ha subìto una drastica riduzione. L’economia dell’area meranese ne ha beneficato, perché è migliorata la raggiungibilità. E di questo non ne beneficiano solo gli imprenditori ma tutte le famiglie che abitano in questa terra». (an.ma)

Widmann: siamo convinti ma serve consenso

BOLZANO. «Adesso chiediamo la concessione pluriennale per l’aeroporto all’Enac e contemporaneamente riuniamo ad un tavolo Comuni, sindacati, ambientalisti, Dachverband. Le acque si calmeranno e inizieranno i lavori di adeguamento dell’aeroporto». Così l’assessore Thomas Widmann, grande sostenitore dello scalo.
MEDIAZIONE BIS. Il problema, a questo punto, è quello di superare l’opposizione dei contrari che significa contadini, ambientalisti e alcuni Comuni limitrofi. In ballo ci sono complessivamente 104 metri di pista, ovvero dagli attuali 1.296 a 1400. Un intervento minimo che è però ritenuto indispensabile da Abd, la società di gestione, per la sostenibilità economica della struttura (arriverebbero più compagnie e ci sarebbe più voli) e per ridurre i prezzi dei biglietti. La Provincia sa perfettamente che questo è un campo minato, bisogna muoversi con i piedi di piombo. Proprio per questo l’assessore Richard Theiner ha buttato lì l’idea di fare un referedum. Ipotesi questa esclusa da Luis Durnwalder. D’accordo con il presidente della giunta l’assessore Widmann: «È una strada impraticabile, visto che sono passati solo tre anni e mezzo dall’ultima consultazione popolare sullo scalo bolzanino (fallito per mancanza del quorum, ndr), mentre in base alla legge ne servono 5 per rifarne un’altra sullo stesso tema». Per questo Durnwalder e Widmann sono intenzionati a percorrere una strada più soft che è appunto quella del tavolo con tutti gli interessati. «Spiegheremo il progetto - assicura Widmann - e sono certo che alla fine anche i contrari saranno d’accordo. In fondo si rispetta in tutto e per tutto il risultato della mediazione: c’è solo un adeguamento minimo della pista».
IL TAGLIO. Nelle prossime settimane si discuterà a livello locale per trovare il consenso della popolazione e si tratterà in sede romana per ottenere gli stessi benefici, riducendo di qualche metro l’allungamento della pista che dovrebbe essere di 104. Il direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter sostiene che così però si cambia il rapporto costi-benefici. «Sono perfettamente consapevole - dice l’assessore - che un’applicazione al ribasso del masterplan finirebbe per danneggiare l’aeroporto, perché lo scalo bolzanino continuerebbe a non essere economicamente interessante».
L’OBIETTIVO. «Contrariamente a quanto sostengono gli oppositori - dice Widmann - il nostro aeroporto è usato solo per il 4% da politici e funzionari, il resto è gente normale. Oggi abbiamo solo i quattro voli per Roma, puntiamo, con l’adeguamento della pista, a fare una gara europea per avere 2-3 destinazioni internazionali (Francoforte, Vienna, Zurigo) a tariffe abbordabili: di 2-300 euro. Parliamo di sette voli al giorno, rispetto ai quattro di oggi».

«La giunta ora decida: ma cedere anche un metro danneggia lo scalo»

BOLZANO. Il piano di sviluppo dell’aeroporto di Bolzano, approvato lunedì dalla giunta provinciale, prevede un allungamento della pista dagli attuali 1.296 metri a 1400. Nei Comuni limitrofi le posizioni sono diverse: d’accordo Caldaro, contrario Appiano che vuole il tram, mentre Laives chiede misure compensative.
Quanto dureranno i lavori?
«Prima di dire quanto dureranno i lavori - spiega Mirko Kopfsguter, direttore dell’Abd, la società che gestisce l’aeroporto - dobbiamo sapere cosa dobbiamo fare esattamente. Proprietaria dell’aeroporto è la Provincia, noi facciamo quello che loro ci dicono di fare. Attendiamo indicazioni».
In effetti, dopo l’approvazione del masterplan, adesso il presidente Durnwalder vorrebbe iniziare una trattativa con l’Enac, per ottenere la concessione ventennale, anche con un adeguamento della pista inferiore rispetto ai 1400 previsti dal masterplan.
«È per questo che dico che siamo in attesa delle disposizioni della Provincia».
Se si riducesse di qualche metro l’allungamento della pista, si limiterebbero le proteste.
«Immagino. Solo che non sarebbe la stessa cosa».
Ma si tratterebbe eventualmente solo di pochi metri in meno rispetto a quanto previsto dal masterplan.
«Lo so, ma quanto previsto dal nostro masterplan garantisce il miglior rapporto costi-benefici».
In concreto cosa significa?
«Che limitando al massimo l’allungamento della pista, parliamo di 104 metri in più rispetto ad oggi cioè una cosa ridicola, riusciamo ad ottenere una serie di benefici. Se si cominciano a tagliare anche pochi metri da una parte e dall’altra, le condizioni cambiano».
Se viene attuato il masterplan così come lo avete elaborato voi di Abd, che tipo di benefici si avranno?
«Potremo volare con velivoli da 70-80 posti, invece che con gli attuali Dornier della Air Alps da 31 posti. I prezzi dei biglietti sarebbero più convenienti. Inoltre la pista da 1.400 metri consentirebbe anche tratte più lunghe senza scalo».
Che oggi non si possono fare.
«No. Non si possono fare, per il semplicemente motivo che le dimensioni di una pista non sono un’opinione. Su una pista come quella di Bolzano si possono usare solo aerei di piccole dimensioni, perché hanno bisogno di minor spazio per decollare e atterrare. In sostanza, i velivoli devono essere piccoli e leggeri, che significa anche viaggiare con quantità limitate di carburante. Ciò implica però che sulle tratte un po’ più lunghe, bisogna fare scalo e questo rappresenta un costo».
Che le compagnie non sono disposte ad accollarsi.
«Noi come aeroporto mettiamo a disposizione un’infrastruttura per la quale la compagnia paga. Se il servizio che offriamo non è economico, le compagnie vanno altrove».
Questo significa che non è possibile un allungamento della pista inferiore a 104 metri?
«Tutto è possibile e, lo ripeto, è la Provincia che decide la politica dei trasporti. Solo che non si deve illudersi che se si riduce, seppur di poco, l’allungamento della pista, si ottengono gli stessi risultati. Non è così».
Se sulle dimensioni dell’allungamento della pista ci sono ancora molte incertezze, i lavori di ampliamento del terminal a che punto sono?
«Sono in corso e se, come prevedo, non ci sono imprevisti saranno ultimati tra giugno e luglio».

Alto Adige 30-3-11
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martedì, 29 marzo 2011



Il caso aeroporto/ Se un partito lotta e governa

PAOLO CAMPOSTRINI
Ieri la Svp si è divisa, mostrando la sua anima «di raccolta», ma la Provincia ha deciso. L’aeroporto, e questo va detto, era ormai il posto migliore per sperimentare questo metodo del doppio binario. Perchè il masterplan non è drammaticamente invasivo e resta da dimostrare la prospettiva che 110 metri di pista di decollo in più portino a Bolzano più aerei e non, come affermano i sostenitori della soluzione, lo stesso numero di vettori ma con un maggior numero di passeggeri. E l’aumento degli utenti è la sola variabile in grado di attenuare a medio-lungo termine il deficit Abd.
 Se si aggiunge poi, alla decisione su San Giacomo, quella intorno al centro commerciale, si scopre come alcune dinamiche strategiche stiano a poco a poco soppiantando quelle tattiche, almeno sul piano infrastrutturale. Possiamo sbagliarci ma sembra stiano delinenandosi alcuni aggiustamenti nell’armamentario ideologico Svp: sul megastore la difesa a oltranza dei negozi di vicinato è stata largamente attenuata a fronte di un ridisegno dell’assetto commerciale e merceologico del capoluogo, come intorno all’aeroporto un’attenzione spesso ossessiva al parere delle comunità e non dell’intero territorio.
 Durnwalder, naturalmente, sa quanto e dove spingere. Viene da un paio di mesi in cui la pancia del partito e a volte la sua, hanno avuto larghe possibilità espressive. Dalla toponomastica ai monumenti fino ai 150 dell’unità, il partito e l’intero organigramma provinciale di governo hanno posto in secondo piano le esigenze del mondo economico e turistico per immolarsi sull’altare dell’identità pantirolese. Questi settori non potevano venir umiliati troppo a lungo: aeroporto e megastore sono la risposta della Svp alla domanda di modernizzazione che saldava le attese di Assoimprenditori a quelle degli albergatori e della nuova Università di Bergmeister.
 Se questa scelta sia strutturale o estemporanea è da verificare. Come resta aperto il confronto tra il decisionismo della giunta e l’anima inclusiva del partito di raccolta, tra Durnwalder-Widmann e Theiner. Ma c’è da scommettere che, alla fine, vinceranno tutti.
Alto Adige 29-3-11
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martedì, 29 marzo 2011



Sì alla pista più lunga, ma l’Svp si divide

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Approvato ieri in giunta provinciale il piano di sviluppo dell’aeroporto di Bolzano. La pista sarà allungata di 104 metri (passerà da 1.296 a 1.400 metri) e questo permetterà anche ad aerei da 80 posti di atterrare senza problemi. Mentre entrambi gli assessori del Pd hanno votato a favore del masterplan, l’Svp si è spaccata con l’assessore all’ambiente Michl Laimer e Sabina Kasslatter-Mur, espressione dell’ala sociale, che hanno detto “no” al piano di sviluppo presentato dall’assessore alla mobilità Thomas Widmann.
 IL PIANO. Gli interventi previsti sono quelli già annunciati nei giorni scorsi: la pista dovrà essere portata a 1.400 metri con un allungamento di poco più di cento metri rispetto ai 1.296 attuali. In più bisognerà adeguare le strisce di sicurezza a nord e a sud, attualmente di 150 e 140 metri. Verso nord (direzione zona industriale) l’Enac prescrive una fascia di sicurezza di 300 metri, verso sud (direzione Laives) di 250.
 Rispetto al piano proposto dall’Abd, su proposta di Widmann sono stati stralciati la costruzione degli hangar e della zona di prova motori. «Questo però significa - avverte Durnwalder - accettare qualche volo in più per permettere alle compagnie aeree di fare le manutenzioni dei propri velivoli». Confermati il nuovo terminal e il parcheggio da 200 posti, così come la stazione ferroviaria, «per la quale - spiega Widmann - il progetto è già pronto ma in attesa del via libera da parte di Trenitalia».
 Non sono stati inseriti nel masterplan le nuove destinazioni, ma su questo punto la giunta ha le idee chiare: «Al collegamento per Roma - dice Durnwalder - vogliamo aggiungere un volo per Francoforte e uno per Vienna». I tempi per i nuovi collegamenti non saranno però brevissimi, come ammette Widmann: «Nella migliore delle ipotesi saranno operativi l’anno prossimo».
 SVP SPACCATA. In giunta il masterplan è passato con sette voti favorevoli e due contrari. Mentre il Pd alla fine ha votato in maniera unitaria (al sì annunciato di Robetrto Bizzo si è poi aggiunto quello, più sofferto, di Christian Tommasini), l’Svp si è divisa. A favore del piano di sviluppo Luis Durnwalder, l’ala economica (Widmann, Berger) e Mussner, così come l’Obmann Richard Theiner. Il no è arrivato da parte di Michl Laimer e Sabina Kasslatter. «Il mio - spiega l’assessore all’ambiente - è stato un voto coerente con la mia decisione di schierarmi, già nel 1997, contro l’aeroporto. E poi la proposta di Widmann va oltre il risultato della mediazione». Così invece l’assessora alla cultura: «Sia come donne Svp che come Arbeitnehmer chiediamo il rispetto della proposta di compromesso avanzata da Rosa Thaler durante la mediazione. L’allungamento della pista è un di più con il quale non posso essere d’accordo. Se poi le ulteriori trattative con l’Enac dovessero portare a un risultato più vicino all’esito della mediazione, tanto meglio: non ho nulla contro l’aeroporto in sé». Di aeroporto ha discusso ieri anche il direttivo dell’Svp. L’Obmann Richard Theiner riassume così: «Serve un confronto oggettivo, poi eventualmente si potrebbe pensare anche a un referendum».
 MEDIAZIONE BIS. Intanto ci sarà una sorta di “mediazione-bis”. Come ha ricordato ieri Durnwalder, «la mediazione del 2007 (costata 250 mila euro, ndr) si è chiusa senza un accordo». Da quella discussione tra favorevoli e contrari (le posizioni sono le stesse di oggi) era scaturito però una sorta di compromesso elaborato da Rosa Thaler che era stato accettato dalla Provincia ma non dall’Abd, tanto che Thomas Baumgartner, che all’epoca presiedeva l’aeroporto, si era dimesso. Ora si ritenta di mettere tutti attorno allo stesso tavolo (imprese, sindacati, ambientalisti, Comuni limitrofi e uffici provinciali) per elaborare una seconda proposta da sottoporre all’Enac: in sostanza la richiesta sarà quella di ottenere la concessione ventennale anche in caso di adeguamento della pista minore ai 1.400 metri definiti dal masterplan. Ambientalisti e opposizioni hanno subito protestato: in effetti questo nuovo tavolo di mediazione avrà poca voce in capitolo. Anche se si dovesse arrivare a un compromesso, la decisione definitiva spetterà comunque all’Enac.

I contrari: l’Svp cede alle lobby

BOLZANO. Non solo in casa Svp si registrano perplessità relative all’ampliamento dell’aeroporto.
 «L’allungamento della pista - attacca il verde Riccardo Dello Sbarba - straccia i risultati della mediazione ed è frutto della pressione delle lobbies economiche. Invece di sprecare soldi ampliando l’aeroporto, si rafforzino i collegamenti con Verona e Innsbruck».
 Sulla stessa linea i protezionisti del Dachverband: «Il tavolo di confronto proposto dalla giunta - attacca il presidente Dissinger - è solo una foglia di fico per nascondere il fatto che l’Svp ha ceduto agli interessi dell’economia».
 Andreas Tinkhauser, consigliere provinciale dei Freiheitlichen sostiene che «la decisione della giunta va contro la volontà popolare emersa dal referendum del 2009».
 Critico anche Andreas Pöder (Union): «L’Svp ancora una volta non rispetta la volontà popolare», afferma il consigliere provinciale.

DECIDE L’ENAC

BOLZANO. L’approvazione del piano di sviluppo aeroportuale è arrivata in extremis: il 31 marzo scade infatti il termine per presentarlo all’Enac e ottenere così una concessione ventennale. Attualmente la concessione viene rilasciata di anno in anno: fino ad oggi l’ente gestore è sempre stato l’Abd, società interamente controllata dalla Provincia. «Se la concessione non dovesse esserci rinnovata - ha ricordato ieri il presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder - l’aeroporto passerà a qualcun alttro o tornerà di proprietà dell’esercito: questo comporterebbe un aumento sicuro dei voli sportivi e militari».

Alto Adige 29-3-11
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lunedì, 28 marzo 2011



L’economia: pista lunga subito Aeroporto di San Giacomo

ANTONELLA MATTIOLI
BOLZANO. Pressing del mondo economico sulla giunta provinciale perché, dopo anni di discussioni e un referendum fallito, si potenzi l’aeroporto. Oggi l’esecutivo approverà il Masterplan. Giovedì scade il termine per presentare all’Enac il piano di sviluppo, documento indispensabile per ottenere una concessione a lungo termine (20 anni) e non - come avviene ora - solo annuale. Il piano, messo a punto dai tecnici dell’Abd e dall’assessorato di Thomas Widmann, prevede un allungamento della pista che attualmente è poco meno di 1300 metri. Il masterplan propone di portarla a 1.450, ma ci si accontenterebbe di tornare ai 1.406 metri del 1999, con in più le fasce di sicurezza da 300 metri a nord e 250 a sud. Questi pochi metri di differenza, che però sono fortemente contestati da ambientalisti e contadini, consentirebbero all’aeroporto un salto di qualità ed è questo che chiedono albergatori e imprenditori.
 La pista da 1.406 metri permetterà alle compagnie aeree di operare anche con velivoli da 80 posti, mentre gli attuali Dornier di Air Alps ne hanno 31. Questo consentirebbe di ridurre il costo del singolo biglietto e aumentare l’offerta di voli: agli attuali quattro per Roma se ne aggiungerebbero due per Francoforte e uno per Vienna, non si esclude un collegamento con Zurigo.
 «La raggiungibilità dell’Alto Adige - dice il presidente dell’associazione albergatori Walter Meister - sta diventando un grosso problema per gli operatori del settore. Siamo tagliati fuori sia per quanto riguarda i treni che gli aerei. Il turista anche in inverno, quindi con l’incognita strade, è costretto a venire in macchina: troppo spesso significa ore e ore di viaggio. Il rischio è che alla fine uno scelga una meta raggiungibile comodamente in aereo nel giro di poche ore. Anche perché le vacanze diventano sempre più brevi: toccata e fuga per avere la possibilità di andare più spesso. In questo quadro è fondamentale la rapidità dei collegamenti, perché altrimenti uno finisce di passare la vacanza in viaggio».
 Per conservare gli attuali livelli di presenze turistiche, gli albergatori altoatesini sono alla ricerca di nuovi mercati: «Dall’Olanda alla Scandinavia, ai Paesi dell’est. Ma sono convinto che anche in Italia ci siano ancora grosse potenzialità. Il turista italiano che arriva da noi, in genere, vive nel nord e nel centro del Paese. Però, in primavera e in autunno, potremmo avere anche clienti siciliani, se ci fosse un aeroporto degno di questo nome».
 Della necessità di potenziare lo scalo ha parlato, solo pochi giorni fa, in occasione dell’assemblea generale dei costruttori, il presidente Thomas Ausserhofer: «Se tra 10 anni un comprensorio sciistico ucraino o russo sarà raggiungibile in quattro ore con l’aereo di una linea low cost e da noi, invece, i turisti arriveranno dopo essere rimasti 10 ore imbottigliati nel traffico, i tempi si faranno più duri per l’Alto Adige».
 Christof Oberrauch, presidente del Wirtschaftsring, l’associazione che raggruppa tutte le associazioni economiche di lingua tedesca, invita la politica “a smettere di parlare e far arrivare le ruspe all’aeroporto”. «L’allungamento della pista è minimo, le polemiche ridicole. C’è chi protesta? Ma non significa che dietro chi grida più forte ci siano migliaia di persone, visto che chi si opponeva il refereundum l’ha perso».

All’interno della Svp ci sono posizioni diverse circa l’opportunità di un ampliamento dell’infrastruttura

BOLZANO. «Domani (oggi, ndr) approveremo il Masterplan dell’aeroporto, si tratta di un atto indispensabile per ottenere la concessione a lungo termine. Poi però inizieremo la trattativa con l’Enac. Vorremmo raggiungere un compromesso». Il presidente della Provincia Luis Durnwalder cerca di tranquillizzare ambientalisti e contadini contrari ad un allungamento anche minimo della pista. «Cercheremo - assicura il presidente - di trattare con l’Enac per vedere se riusciamo ad ottenere lo stesso risultato, limitando di un po’ l’ampliamento che è comunque minimo».
 Durnwalder sa che quello dell’aeroporto è un tema sul quale all’interno della Svp ci sono posizioni diverse e per questo si muove con i piedi di piombo.
 Gli assessori Thomas Widmann e Florian Mussner sono convinti sostenitori dell’infrastruttura. L’assessore Hans Berger - punto di riferimento sia per il turismo, favorevole all’aeroporto, che per gli agricoltori, che invece sono contrari - è con loro: «Anche tra i contadini c’è la consapevolezza che un aeroporto militare e non più provinciale comporterebbe danni peggiori. Sì all’adeguamento, dunque, ma dobbiamo cercare di ridurre al minimo gli interventi». L’Obmann Richard Theiner (Arbeitnehmer) non voterà contro, ma in cambio potrebbero chiedere un referendum.
 Durnwalder stoppa subito un’ipotesi di questo tipo: «Con la legge attuale non è possibile fare un referendum sulla stessa materia prima che siano passati cinque anni, a meno che non si cambi la legge. La consultazione popolare sullo scalo bolzanino si è tenuta un anno e mezzo fa e non ha neppure raggiunto il quorum. Ciò significa che la popolazione non lo vede come un grosso problema. Chi si oppone ne fa soprattutto una questione di principio. In ogni caso, prima di intervenire, parleremo con tutti i Comuni interessati e sono convinto che alla fine troveremo un’intesa».
 In effetti è così: l’allungamento della pista è minimo, però consentirebbe di far atterrare aerei con 80 posti e non solo i Dornier di Air Alps che ne hanno solo 31. Velivoli più grandi significa anche costi dei biglietti più bassi. «Puntiamo a fare il minimo indispensabile a livello di adeguamento. L’obiettivo è quello di avere un aeroporto piccolo, in grado di garantire massima sicurezza, ma con qualche collegamento in più rispetti ad oggi. Puntiamo ad avere quattro voli per Roma, uno per Vienna e un altro per Francoforte. Nulla di più».

Alto Adige 28-3-11
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domenica, 27 marzo 2011



Aeroporto: domani il sì alla pista lunga

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Domani l’assessore alla mobilità Thomas Widmann porterà il masterplan in giunta. L’approvazione del piano di sviluppo dell’aeroporto è scontata, meno scontato è il sì unanime da parte della giunta: sia nell’Svp (ala sociale e contadini) sia nel Pd (Tommasini) ci sono infatti dei distinguo.
 LA CONCESSIONE. Discussione e approvazione del masterplan devono arrivare per forza domani. Scade infatti il 31 marzo il termine ultimo per presentare all’Enac il piano di sviluppo, documento indispensabile per ottenere una concessione a lungo termine (20 anni) e non - come avviene ora - solo annuale. «Se dovessimo perdere la concessione - ricorda Widmann - il controllo sullo scalo non sarà più della Provincia, ma di qualche altro gestore o dell’esercito». E questo significherebbe un inevitabile aumento dei voli.
 LA PISTA. Il vero nodo attorno a cui ruota l’intera discussione è l’allungamento della pista. Widmann: «Bisogna tornare ai 1.406 metri del 1999, con in più le fasce di sicurezza da 300 metri a nord e 250 a sud. Ci saranno ancora delle trattative con l’Enac, se dovessimo ottenere la concessione anche con una pista di lunghezza inferiore ai 1.400 metri, tanto meglio». Il masterplan, va ricordato, propone una soluzione più spinta con una pista lunga almeno 1.450 metri.
 LE INFRASTRUTTURE. La Provincia ha già investito 6,5 milioni per adeguare il terminal (zona arrivi divisa in area Schengen e non Schengen; costruzione di un secondo piano per gli uffici amministrativi di Enac e Abd; allargamento degli spazi di ristorazione) e costruire un parcheggio da 200 posti sull’ex campo da calcio militare. Il masterplan prevede anche la realizzazione di una stazione ferroviaria di fronte allo scalo aereo: «Il progetto - afferma Widmann - c’è già ma manca il via libera da parte di Trenitalia. Appena lo avremo, partiremo coi lavori e in massimo due anni la stazione sarà pronta». La costruzione di hangar per il parcheggio e la manutenzione degli aerei invece sarà stralciata.
 I COSTI. Se si realizzassero tutti gli interventi previsti dal masterplan, la Provincia dovrebbe investire circa 35 milioni di euro. La rinuncia agli hangar e a qualche altro lavoro minore aggiuntivo, dovrebbe permettere di tagliare la spesa quasi della metà. «I lavori che intendiamo portare a termine - spiega l’assessore - verranno a costare 18 milioni, massimo 20. Una spesa che va parametrata ai 20 anni di concessione». In sostanza, così Widmann, rendere l’aeroporto funzionale comporterebbe una spesa di un milione per ogni anno di concessione.
 PREZZI E NUOVI COLLEGAMENTI. La pista da 1.406 metri permetterà alle compagnie aeree di operare anche con velivoli da 80 posti al posto degli attuali Dornier da 31 posti targati Air Alps. «Questo comporterebbe la possibilità di ridurre il costo del singolo biglietto», è sicuro il direttore dell’Abd Mirko Kopfsguter. Widmann conferma: «Portare i prezzi dei biglietti a un livello concorrenziale è uno degli obiettivi». Non è contenuta nel masterplan - ma sarà una diretta conseguenza della sua approvazione - l’offerta di nuovi voli: la Provincia ne vuole garantire almeno due tra Francoforte, Vienna e Zurigo.
 LE POSIZIONI IN GIUNTA. Svp e Pd sono entrambi favorevoli all’ampliamento, ma all’interno dei due partiti ci sono posizioni diverse. Nella Stella Alpina, accanto a Widmann i più accesi sostenitori sono il presidente Luis Durnwalder e Florian Mussner. L’assessore Hans Berger - punto di riferimento sia per il turismo, favorevole all’aeroporto, che per gli agricoltori, che invece sono contrari - è con loro: «Sono convinto che un aeroporto funzionale sia necessario per l’Alto Adige. Anche all’interno del mondo agricolo non tutti sono contrari al masterplan, perché c’è la consapevolezza che un aeroporto militare e non più provinciale comporterebbe danni peggiori. Sì all’adeguamento, dunque, ma dobbiamo cercare di ridurre al minimo gli interventi». Gli Arbeitnehmer, così ha fatto intendere l’Obmann Richard Theiner, non voteranno contro, ma in cambio potrebbero chiedere un coinvolgimento diretto dei cittadini attraverso un referendum.
 Diviso anche il Pd. Mentre Bizzo è assolutamente favorevole («Bolzano ha bisogno di infrastrutture moderne per crescere»), Tommasini è più prudente e non si sbilancia: «Prima voglio chiarimenti sull’effettivo grado di coinvolgimento della popolazione».

Voli estivi: si punta sul mare della Sardegna

BOLZANO. Oggi scade l’orario invernale dell’aeroporto. Come ormai avviene da diversi anni, al volo di linea per Roma si aggiungeranno anche i collegamenti per le località turistiche: in particolare, Air Alps garantirà un volo di linea per Olbia, mentre i vari tour-operator (tra cui la bolzanina Aveo Tours del gruppo Athesia che fa capo alla famiglia Ebner o l’austriaca Christophorus Reisen) offriranno dei charter verso le destinazioni marittime di Sicilia, Calabria e Croazia.
 Restano garantiti anche in estate i quattro voli giornalieri per Roma. Partenze da Bolzano alle ore 6.35, alle 10.25, alle 15.15 e alle 19.10 col volo che dura sempre un’ora e venti minuti. I quattro collegamenti dalla capitale verso Bolzano sono previsti alle ore 8.45, alle 13.20, alle 17.20 e alle 21.15, anche in questi casi con una durata di un’ora e venti minuti.
 Dal 21 maggio Air Alps aggiungerà anche il volo per Olbia. Il collegamento resterà operativo fino al 24 settembre e - a seconda della stagione - partirà da Bolzano il sabato o la domenica (a giugno, luglio e agosto le partenze settimanali sono due: una il sabato e una la domenica). Stesso discorso per il ritorno da Olbia: sabato e/o domenica a seconda della stagione estiva.
 La Sardegna sarà la destinazione privilegiata anche dei charter estivi (i charter sono voli prenotati dalle agenzie viaggi i cui posti vengono normalmente venduti in abbinamento a un soggiorno). Tyrolean Airways volerà su Cagliari e Tortolì, ma anche su Lamezia Terme. Altro collegamento che già negli anni passati ha trovato l’apprezzamento dei bolzanini è quello per Zara, in Dalmazia: ritornerà anche quest’anno con partenza e ritorno ogni sabato tra il 18 giugno e il 30 luglio.
Alto Adige 27-3-11
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sabato, 26 marzo 2011



Widmann: aeroporto, domani delibera in giunta

BOLZANO. L’Obmann Theiner vorrebbe che in qualche modo fosse ancora coinvolta la popolazione sul tema dell’aeroporto, pur essendo favorevole al Masterplan. Quest’ultimo verrà approvato domani dalla giunta provinciale. «La delibera si farà sicuramente», afferma l’assessore provinciale Thomas Widmann, ricordando come «rispetto alla mediazione del passato tutte i punti richiesti dalla popolazione siano stati rispettati: l’unica differenza è l’aumento di 100 metri della pista». Per Helga Thaler Ausserhofer è «l’ora di prendere delle decisioni, la consultazione della popolazione è cosa già fatta». La senatrice sottolinea che nella direzione Svp di lunedì scorso non sia stata presa alcuna decisione. «Rifare un referendum adesso sull’aeroporto, con l’attuale legge in vigore, è impossibile, dato che sono previsti 5 anni tra un referendum e l’altro sul medesimo argomento», dice il presidente Durnwalder.
 “Per diverse ragioni non è possibile stare fermi: da un lato l’autorità nazionale di volo Enac richiede alla Provincia un piano di sviluppo, se vogliamo mantenere la concessione per i prossimi anni, dall’altro lo scalo nelle attuali condizioni non può essere gestito in modo efficiente”, ancora Thomas Widmann. Il problema di fondo è quello della pista, oggi troppo corta per gli standard internazionali. “Dobbiamo poterla utilizzare nella sua lunghezza originaria del 1999, pari a 1406 metri, e quindi prevedere fasce di sicurezza a nord e a sud”, afferma Widmann. “Oggi può essere sfruttata solo un terzo della capacità dei velivoli di trasporto di passeggeri”, ricorda l’assessore: “Con l’adeguamento dell’aeroporto il traffico commerciale viene soltanto lievemente potenziato, mentre il volo sportivo e militare viene contenuto e quindi le modifiche non si faranno sentire più di tanto sui movimenti complessivi”.
Alto Adige 26-3-11

L’aeroporto deve poter decollare: stessi voli ma con più passeggeri
GIANCARLO ANSALONI
La vicenda è sintomatica: dalla sera alla mattina gli abitanti di Sinigo, appendice di Merano, si sono trovati giorni fa di fronte senza alcun preavviso, al megaprogetto di un impianto per il riciclaggio di rifiuti; più o meno contemporaneamente nella Bassa Atesina, zona rurale, l’assessore Widmann con seguito di tecnici concludeva un lungo “pellegrinaggio” tra i Comuni della Bassa Atesina, fino al minuscolo Cortina all’Adige, immersi fra floridi meleti, per illustrare al diffidente mondo rurale il “master” dell’aeroporto, progetto che ha come nodo “centrale” una striscia di terreno lunga 250 metri (diconsi 250) e larga 190 per riportare la pista alla lunghezza del 1999 e allontanarla dalla zona abitata. Da una parte dunque tre anni tondi di polemiche culminate con la cosiddetta “mediazione” con un esperto costato 500 mila euro, per una striscia di terreno insignificante sul piano ecologico, dall’altra neppure uno straccio di comunicazione per gli abitanti di una zona popolare urbana: questo tanto per ribadire quanto la campagna condizioni tuttora lo sviluppo delle aree urbane. Un assurdo dispendio di mezzi e di tempo, a costi crescenti, per fronteggiare paure scatenate da una campagna senza eguali quasi fosse in ballo una centrale nucleare; per fortuna ora attenuate, come dimostra il voto nella Svp della Bassa Atesina con 28 sì e 28 no al masterplan e il recente “sì” convinto della sezione cittadina “Neugries” del partito. Una lotta senza quartiere fino all’ultimo, culminata in una recente conferenza stampa,quella condotta di ecologisti più o meno “titolati” e frange del Bauernbund, in cui sono state rispolverate argomentazioni in parte ormai trite. Innanzitutto non regge la tesi secondo cui un via libera della Provincia all’ampliamento violerebbe un preteso accordo uscito dalla “mediazione”: la discussione infatti non approdò a un nulla di fatto, poiché Durnwalder di fronte al fuoco di sbarramento, per non rischiare 3 mila voti della Bassa Atesina (incombevano infatti le elezioni) troncò il dibattito senza alcun documento o protocollo. Al contrario, pur paradossalmente, il via libera della Provincia rispetterebbe il presunto impegno addirittura oltre il dovuto: il “master”, ormai largamente noto, prevede, infatti, spostando la pista verso sud, un ripristino “decurtato”,visto che la lunghezza scenderebbe dai 1426 metri dell’inaugurazione, a soli 1406 metri, forse per un eccesso di “riguardo” per i gruppuscoli di campanile, il cui scopo a un certo punto è parso più orientato a barattare il consenso con contropartite non da poco tra le quali la richiesta di un impianto tipo “acquafan”, strutture la cui gestione hanno già portato sull’orlo della bancarotta alcuni Comuni politicamente “forti” (oltre tutto anche poco distanti fra loro) nelle valli a nord di Bolzano, con deficit che, fatte le debite proporzioni, fanno impallidire il milione e 800 mila euro denunciato dall’Abd. A proposito di deficit, paradossalmente la Corte dei Conti dovrebbe chiedere giustificazioni non già all’Abd, proprio a quanti, politici o protezionisti che hanno ostacolato per tre anni il ripristino della pista e quindi l’incremento delle entrate: infatti come può sopravvivere un aeroporto se si comprimono a “ben” 124 i passeggeri giornalieri trasportabili (4 voli con 31 posti)? Che senso ha bloccare una striscia di 300 metri di terreno, che consentirebbero l’uso di aeromobili (giammai jet) fino a 86 posti (tipo il Dash 400 che fa la spola fra Vienna e Innsbruck) innalzando di colpo la capacità a circa 350 passeggeri soltanto coi voli per Roma, mentre ora, ogni giorno si lasciano a terra decine di potenziali clienti, specie col primo volo mattutino nonostante l’attuale esorbitante tariffa? Chi può dimostrare che ai bolzanini l’aereo non interessa, se col volo poi soppresso per Malpensa, i passeggeri balzarono a quasi a quota 80 mila? Chi può affermare che l’aereo serve solo a politici e funzionari quando il 98,3% dei biglietti sono pagati da privati, mentre quelli “pubblici” rappresentano ora appena l’ 1,3%. Per non parlare della invocata chiusura al traffico commerciale, di un impianto, che comunque non chiuderà mai, sostenuto per contro a gran voce dall’intero mondo dell’economia, da quello industriale, da quello accademico, da quanti insomma hanno capito che, si può perseguire un aumento delle entrate per la società, una sicura riduzione del deficit, tariffe più abbordabili, disponibilità di posti a basso costo, in vista oltre tutto, della parziale, ma temutissima chiusura nel 2012 della ferrovia del Brennero?
Alto Adige 26-3-11
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giovedì, 24 marzo 2011



Aeroporto, Widmann risponde ai cittadini

 BOLZANO. Lunedì la giunta provinciale torna ad occuparsi del futuro dell’aeroporto di Bolzano con l’analisi del Masterplan, che ne prospetta lo sviluppo per i prossimi anni. Il piano è condizione necessaria per il rinnovo della concessione dello scalo. I contenuti della bozza del masterplan sasanno illustrati dall’assessore provinciale Thomas Widmann, che risponderà anche online alle domande dei cittadini inviate via mail entro le 17 di oggi. «Il masterplan - ricordo Widmann - non è un’invenzione della giunta bensì la condizione necessaria affinché l’Enac possa affidare la concessione dell’esercizio nel lungo periodo all’Abd. Attualmente stiamo lavorando con concessioni rilasciate di anno in anno e l’ultima scadenza utile prevista dal Codice della navigazione per ottenere una concessione pluriennale è quella del prossimo 31 marzo. Se non presentiamo questo masterplan, l’Enac bandisce con gara europea la gestione dell’aeroporto, e gli esiti non sono prevedibili. Se la Provincia lascia la gestione dello scalo, ciò non significa che l’impianto verrà chiuso: al contrario, andrà in altre mani e noi non avremmo più possibilità di controllo». Le misure più importanti contenute nel documento sono l’adeguamento della pista e delle superfici di sicurezza, l’ampliamento dell’area di sosta dei velivoli. «L’obiettivo dei prossimi anni è completare l’attuale offerta con tre nuove destinazioni internazionali a prezzi il più possibile convenienti», chiude Widmann.
 Chi vuole inviare domande può farlo con una mail all’indirizzo thomas.widmann@provincia.bz.it entro le 17 di oggi. A tutti sarà data risposta entro la mattinata di venerdì. Le risposte saranno accessibili in internet.
Alto Adige 24-3-11
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mercoledì, 23 marzo 2011



Aroporto, serve presentazione pubblica

BOLZANO. La giunta comunale ha deciso di chiedere all’assessore provinciale Widmann di presentare pubblicamente anche a Bolzano il masterplan dell’aeroporto per permettere anche alla comunità cittadina di prendere visione del documento.
Problema Iva a Casanova. Come ha chiarito ieri il sindaco Spagnolli, «il Comune nelle cause civili avviate dagli agricoltori per il recupero di quanto da loro pagato allo Stato in seguito agli accertamenti tributari per Iva e imposte varie, non ha nulla da temere». Secondo i dati in possesso del Comune le vertenze, oltre alle quattro aperte, potrebbero estendersi al massimo ad altre due. «Tutto l’iter amministrativo e civilistico si è svolto nel pieno rispetto delle normative urbanistiche e fiscali all’epoca vigenti. E’ da escludere che il giudice a cui le cause sono state riassegnate, dopo un approfondito esame della documentazione, possa ravvisare una colpa o addirittura un comportamento malizioso del Comune». Fatto è che «nessuno nel 2002 poteva prevedere che nel 2006 sarebbe entrata in vigore una norma fiscale a cui ora molti vorrebbero attribuire efficacia retroattiva».
Verde e parchi pubblici: approvata dalla giunta la spesa per la manutenzione giochi nei parchi cittadini per il 2011 (72.875 euro), per il cambio sabbia e ghiaia nei cortili delle scuole dell’infanzia ed elementari della città per il 2011 e 2012 (24.000 euro) e nei vari campi gioco (39.924 euro). (da.pa)
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giovedì, 17 marzo 2011



«No»  all’ampliamento dell'aeroporto di San Giacomo

 LAIVES. Anche il Pd di Laives è contro il progetto di ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo. Lunedì si è riunito il coordinamento del partito guidato da Andrea Gerolimon e, tra le varie cose, si è parlato anche di aeroporto. «A tale riguardo - dice Gerolimon - noi come Pd ribadiamo la contrarietà all’ampliamento dello stesso, poiché riteniamo che l’operazione non porti alcun beneficio al territorio, anche in considerazione del fatto che vi sono già due strutture aeroportuali, quelle di Innsbruck e di Verona, che offrono voli nazionali ed internazionali di linea, nonché voli charter nei periodi di vacanza, a tariffe concorrenziali».
 Il no del Pd comunale si aggiunge quindi a quello già espresso da Verdi ed Svp di San Giacomo, tant’è che probabilmente, quando si parlerà di aeroporto in consiglio comunale, la bocciatura dell’ampliamento sarà unanime. (b.c.)
Alto Adige 17-3-11
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giovedì, 17 marzo 2011



Aeroporto: terminal quasi pronto

BOLZANO. All’aeroporto proseguono spediti i lavori per il nuovo terminal. La struttura esterna, tutta in vetro, è praticamente pronta e nelle prossime settimane l’adeguamento della stazione dovrebbe essere completato con la nuova area arrivi (divisa in area Ue e non Ue), il bar e il ristorante e - al piano superiore - gli uffici dell’Abd e dell’Enac. Si lavora anche al nuovo parcheggio sull’ex campo da calcio militare che aggiungerà altri duecento posti auto ai 120 attuali.
 IL MASTERPLAN. Dopo il primo passaggio in giunta avvenuto lo scorso novembre, il piano di sviluppo dell’aeroporto è pronto a tornare all’ordine del giorno dell’esecutivo. «La discussione è in programma il 28 marzo», annuncia l’assessore provinciale ai trasporti Thomas Widmann. I contenuti del masterplan in queste settimane sono state illustrate ai Comuni interessati, ai circondari Svp (in particolare Oltradige e Bassa Atesina) ed a qualche associazione di categoria. Tra via libera (l’intero mondo dell’economia con in testa albergatori e industriali), bocciature (il Bauernbund e gli ambientalisti) e spaccature (come in Bassa Atesina, dove i Comuni hanno votato con 28 sì, altrettanti no e 4 astensioni), è difficile individuare una linea univoca. Widmann, supportato da Durnwalder, vuole adeguare la struttura «alle esigenze moderne, creando una struttura piccola ma funzionale». La pista, così la Provincia, sarà riportata ai 1.405 metri originari, ma gli ambientalisti non ci stanno: «Il risultato della mediazione è stato chiaro, la posta non si tocca», accusano protezionisti del Dachverbnand, Ambiente e Salute, contadini e associazioni verdi di Bassa Atesina e Oltradige.
 I LAVORI. C’è di più. «In realtà - dice Klauspeter Dissinger, presidente del Dachverband - nella mediazione non si era nemmeno mai parlato di nuovi uffici per Enac e Abd». Ma l’adeguamento del terminal è stato deciso ormai da tempo, tanto che i lavori sono in dirittura d’arrivo. La previsione di chiudere i lavori entro aprile dovrebbe essere rispettata. Il costo dell’intervento di restyling dell’aeroporto è di 6,5 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri 2,6 milioni per l’impianto fotovoltaico che è stato inaugurato la scorsa estate. Per i parcheggi ci vorrà qualche settimana in più, ma prima dell’estate - quando l’aeroporto registra il periodo di massimo afflusso - sarà tutto finito.
 LA CONCORRENZA. Mentre Bolzano continua a interrogarsi sul suo aeroporto, a Verona continua lo sviluppo infrastrutturale del Catullo. La società della quale la Provincia di Bolzano detiene poco meno del 7% delle azioni, dopo aver portato a Villafranca la compagnia a basso costo Ryan Air ha dato il via ai lavori per adeguare lo scalo ad un forte incremento dei passeggeri. In questi giorni sono iniziati gli interventi di riqualificazione della pista (per via dei lavori alcuni voli saranno spostati sul vicino aeroporto di Brescia Montichiari) e a breve si concluderanno i lavori al terminal partenze che hanno comportato la progressiva riqualificazione di un’area di circa 1.500 metri quadrati, di cui fanno parte anche spazi di accoglienza dei passeggeri e nuove aree commerciali. La galleria commerciale, che era stata inaugurata lo scorso luglio con l’apertura di 16 punti vendita, entro aprile si amplierà con altri 265 metri quadrati di superficie e nelle prossime settimane sarà inaugurata anche l’area progettata per il low-cost.
Alto Adige 17-3-11
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mercoledì, 16 marzo 2011



AEROPORTO DI SAN GIACOMO

Ambientalisti: no al masterplan


 BOLZANO. «L’aeroporto ha già inghiottito 51,5 milioni di soldi pubblici, meglio chiuderlo». Klauspeter Dissinger, presidente del Dachverband, critica l’assessore ai trasporti Thomas Widmann («non ci ha mai illustrato il masterplan») e dice no al piano di sviluppo dello scalo di San Giacomo che a fine mese sarà discusso in giunta provinciale. Con lui si esprimono contro il masterplan il Bauernbund, Ambiente e Salute e le associazioni ambientaliste di Oltradige e Bassa Atesina. «Chiediamo almeno - hanno affermato i rappresentanti delle associazioni - che la giunta provinciale rispetti l’esito della mediazione che escludeva categoricamente un allungamento della pista. Meglio rafforzare i collegamenti verso Innsbruck e Verona, dove ci sono aeroporti che funzionano».
Alto Adige 16-3-11
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martedì, 15 marzo 2011



I Verdi: no all’ampliamento dell’aeroporto

LAIVES. In previsione del dibattito che avrà luogo in consiglio comunale sulla proposta provinciale di ampliamento dell’aeroporto di San Giacomo, i Verdi (che fanno parte della maggioranza) anticipano che ribadiranno il no, «chiaro e inequivocabile, come è riportato nel nostro programma amministrativo».
 Questa scelta viene motivata dalle previsioni contenute nel Masterplan per consentire in sostanza l’atterraggio e il decollo di aerei più capienti, fino a 115 posti l’uno.
 «Laives è particolarmente coinvolta in questo progetto - dicono i Verdi locali - perché l’ampliamento richiesto è possibile unicamente verso sud e quindi, quasi esclusivamente sul territorio comunale di Laives. Il nuovo Masterplan rappresenta l’ennesimo, reiterato tentativo della giunta provinciale, di far “decollare” una struttura come quella dell’aeroporto di Bolzano, che definire invece un buco senza fondo per montagne di soldi pubblici è sicuramente riduttivo. Il nuovo tentativo - concludono gli ambientalisti - ignora o finge di ignorare, quelli che sono stati gli esiti della mediazione del 2005, che ha negato qualsiasi futuro ampliamento».
 Quella dei Verdi è una posizione condivisa anche dalla Svp di S.Giacomo. (b.c.)
Alto Adige 15-3-11
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sabato, 12 marzo 2011



Appiano: no ai lavori all’aeroporto  

APPIANO. Il Comune di Appiano ha preso posizione contro l’ampliamento dell’aeroporto. «A fronte di quanto sostenuto ai tempi della mediazione - sottolinea il sindaco Trettl - si deve sostenere quanto siano poco credibili le dichiarazioni rese a suo tempo della giunta provinciale sull’aeroporto. La motivazione addotta dalla giunta, ovvero che solo attraverso l’ampliamento dell’aereoporto si possa limitare il traffico aereo militare e sportivo, è una banale scusa. Il nostro Comune si opporrà con tutti i mezzi a sua disposizione all’ampliamento dell’aereoporto. L’Oltradige è annoverato non per nulla tra le zone più belle dell’Alto Adige, e tale deve rimanere: il capitale più prezioso della nostra terra è rappresentato dal paesaggio, nella cui preservazione noi tutti dovremmo investire, venendo incontro alle aspettative dei turisti che ogni anno affollano le nostre località. Inoltre, in tempi di bilanci magri il denaro pubblico dovrebbe essere impiegato in progetti mirati, come il collegamento tramviario dell’Oltradige».
Alto Adige 12-3-11
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sabato, 12 marzo 2011



Ampliamento aeroporto: la Svp è contraria


LAIVES. Anche la Svp di San Giacomo si schiera contro l’ampliamento dell’aeroporto. In una nota a firma dell’Obmann Andreas Mumelter, si richiama la Provincia al rispetto dei risultati emersi in occasione della mediazione.
 «Già il mantenimento della pista così com’è oggi - dice Mumelter - rappresenta un compromesso e perciò la Provincia dovrebbe rispettare i risultati della mediazione, che tra l’altro è stata pagata con soldi pubblici. Noi come Svp abbiamo seguito tutti gli incontri che vennero fatti dal gruppo di lavoro per la mediazione e adesso quindi richiamiamo la giunta provinciale al rispetto di ciò che era risultato ovvero, un sostanziale no al potenziamento dell’aeroporto di San Giacomo per accogliere aerei ancora più grandi».
 In questo senso, la Svp di San Giacomo ha sempre manifestato una posizione molto critica nei confronti dei progetti di ampliamento e di allungamento della pista aeroportuale, che si trova a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’abitato di Sam Giacomo. (b.c.)
Alto Adige 12-3-11
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lunedì, 07 marzo 2011



Aeroporto: si decide entro il mese

BOLZANO. «Aspettiamo che la giunta provinciale ci dica cosa fare. Certo, se si potessero ripristinare i 1406 metri originari della pista dell’aeroporto (l’attuale è 1296) la musica cambierebbe, perché potrebbero atterrare aerei da 80 fino 120 posti, mentre oggi non si superano i 30. Arriverebbero nuove compagnie a rompere il monopolio: potrebbero esserci nuovi collegamenti e si ridurrebbero i costi dei biglietti». Mirko Kopfsguter, direttore di Abd, aspetta il via libera dalla Provincia per quei 200 metri in più previsti dal Masterplan. L’assessore ai trasporti Thomas Widmann promette: «Finisco le consultazioni con la Svp di Bolzano poi, entro fine il mese, porto il documento in giunta». In realtà i tempi rischiano di subìre un ulteriore allungamento. La Svp della Bassa Atesina solo pochi fa si è spaccata quando si è trattato di votare il masterplan dell’aeroporto: 28 voto a favore, 28 contrari, 4 astenuti. I contrari chiedono che si investa sui trasporti locali invece che sull’aeroporto.
Alto Adige 7-3-11
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