mercoledì 18 gennaio 2012

ecoenergia 1


martedì, 04 ottobre 2011



Barriere antirumore col fotovoltaico

LAIVES. Barriere stradali antirumore in calcestruzzo con rivestimento fotovoltaico: è la via innovativa decisa nella seduta di ieri dalla giunta provinciale e che verrà sperimentata a Laives nella nuova circonvallazione. Le barriere saranno lunghe complessivamente 387 metri, avranno un’altezza massima di 4,75 metri per una superficie complessiva di 3.450 metri quadrati. La produzione elettrica annua minima è calcolata in 100mila kwh. Il finanziamento di circa 1,2 milioni di euro avviene con i fondi europei.
Alto Adige 4-10-11
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sabato, 01 ottobre 2011



AAA, offronsi tetti per pannelli solari

BRUNO CANALI
LAIVES. Le polemiche su cittadella e nuovo lido hanno momentaneamente messo in ombra quelle non meno roventi sul fotovoltaico. L’accusa dell’opposizione alla giunta è di aver perso tempo e quindi vantaggi economici grazie agli incentivi statali sull’energia; la giunta risponde che il progetto va avanti, anche se i tempi dettati dalle normative debbono essere rispettati.
 L’introduzione del fotovoltaico sui tetti degli edifici pubblici fa parte del programma di coalizione. Dall’inizio vi lavora l’assessore Dino Gagliardini, che ha dovuto effettuare alcune “virate”, strada facendo, dato che anche le normative statati sono via via cambiate. All’inizio la scelta era stata quella di adottare la “locazione finanziaria” per dotarsi dei pannelli fotovoltaici e per questo il Comune aveva dato anche un incarico di consulenza. «Poi però le condizioni statali sono cambiate - ricorda Gagliardini - e così ci siamo dovuti adeguare. Poi si era anche pensato di iniziare ad acquistare noi direttamente i pannelli fotovoltaici ma fatti i conti abbiamo optato per l’affitto dei tetti al migliore offerente».
 L’idea insomma è quella già valutata mesi fa, vale a dire non impegnare un euro di denaro pubblico ma affittare i tetti degli edifici comunali a chi offrirà di più. Probabilmente il guadagno sarà più modesto rispetto ad altre formule, ma ha il pregio di sgravare il Comune da tutti gli oneri, fatti salvi quelli già spesi per consulenze e progetti.
 «Puntiamo proprio a mantenere i progetti che abbiamo già - afferma Gagliardini - mettendo in gara la possibilità di installare i pannelli sui tetti comunali».
 Complessivamente si tratta di 11 tetti per una superficie di 12 - 15mila metri quadrati.
 «Di questa superficie però - aveva spiegato in consiglio comunale Bruno Borin - va calcolato che un 20 % almeno non è utilizzabile, vuoi per come è fatta vuoi per gli inevitabili ombreggiamenti. Rimane quindi qualcosa come 12 mila metri quadri che si potranno coprire con pannelli fotovoltaici, che tradotto in energia pulita prodotta possono arrivare a un megawatt e mezzo circa».
 La discussione sul fotovoltaico quindi tornerà quanto prima in aula consiliare e ovviamente non sarà possibile vedere i pannelli allacciati alla rete dell’energia elettrica entro quest’anno. Ciò significa che si ridurranno ulteriormente gli incentivi statali del conto energia.
 Quanto alla strada scelta dal Comune (l’affitto dei suoi tetti al miglior offerente) è la più semplice, sotto ogni punto di vista: non avendo soldi propri da destinare all’operazione, non rimane che affidarsi a investitori privati interessati all’installazione di un’ampia superficie di pannelli. Proprio i privati hanno già installato qua e là sui loro edifici qualcosa come 4 ettari di pannelli fotovoltaici, facendo salire Laives al quarto posto in provincia per estensione di questi elementi per produrre energia.
Alto Adige 1-10-11
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mercoledì, 31 agosto 2011



Fotovoltaico, energia dal sole nel rispetto dell’ambiente

Un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico che sfrutta l’energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico.
L’effetto fotovoltaico è un fenomeno completamente naturale tipico di un materiale semiconduttore opportunamente trattato di generare corrente elettrica quando venga investito da luce solare. L’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico è pertanto energia pulita, priva di emissioni di gas serra e soprattutto rinnovabile. Il sole è la nostra fonte primaria di calore, luce ed energia. Al suo interno c’è una fornace nucleare che consuma miliardi di chili di combustibile al secondo, fondendo protoni, cioè nuclei di atomi di idrogeno, e liberando energia.
Il sole è alla base della nostra vita e di quella di tutti gli altri esseri viventi. Le continue reazioni termonucleari di fusione del sole sono un’immensa e straordinaria fonte di radiazioni elettromagnetiche. L’energia solare alimenta il ciclo idrologico, le correnti oceaniche, i venti e il processo di fotosintesi clorofilliana e che permesso il lento e continuo processo d’accumulo d’energia, degli idrocarburi, come il petrolio e tutti i combustibili fossili e quindi lo sviluppo tecnologico e culturale dell’uomo.
Oggi, in tempi attraversati da crisi finanziarie, paura del nucleare e conflitti in zone ricche di giacimenti di petrolio o gas, la sensazione è che si possa fare molto di più. Il sole può diventare a tutti gli effetti la nuova fonte energetica del domani nonostante la bassa concentrazione superficiale e discontinuità temporale in quanto ha un’elevata entità energetica teorica globale in maniera assolutamente gratuita e rinnovabile.
I dispositivi che consentono di ricavare direttamente energia dai raggi solari sono essenzialmente di 2 tipi:
1. Pannelli solari termici: I pannelli solari termici generalmente sono collegati ad un serbatoio di acqua a cui trasmetto il calore accumulato durante il giorno. I pannelli solari termici sfruttano quindi il riscaldamento causato dall’irraggiamento solare per riscaldare l’acqua che può dunque essere utilizzata per scopi domestici. I pannelli solari termici permettono un vantaggioso risparmio energetico in quanto sono adatti a riscaldare ambienti e produrre acqua calda per scopi sanitari.
2. Pannelli solari fotovoltaici: I pannelli solari fotovoltaici non devono essere confusi con i precedenti pannelli solari, in quanto sono dispositivi in grado di trasformare direttamente le radiazioni solari in energia elettrica, ossia energia fotovoltaica. Sfruttando un semplice fenomeno fisico, noto come effetto fotovoltaico, ossia la capacità che hanno alcuni materiali semiconduttori opportunamente trattati di generare elettricità se esposti alla luce, è possibile usufruire di energia elettrica senza causare emissioni di gas serra. Questi dispositivi vengono denominati impianti fotovoltaici. Questo tipo di impianti, grazie alle incentivazioni stabilite dai paesi ratificanti il Protocollo di Kyoto e concretizzatesi in Italia con il cosiddetto Conto energia, hanno avuto un aumento esponenziale di applicazioni.
Alto Adige 31-8-11
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martedì, 30 agosto 2011



Centrale a pompaggio: prime richieste in Provincia

LAIVES. Al di là di una presentazione pubblica nella sala del teatro Coseri della scorsa primavera, altro non si è più sentito in merito alla proposta della società South Tyrol Energy, rappresentata dall’imprenditore Christian Masten, per la centrale a pompaggio nella zona tra Pineta nord e La Costa. Questo ha anche ribadito il sindaco Di Fede recentemente, tagliando ogni accenno polemico con un “quando arriverà una proposta la discuteremo”.
 In realtà qualche cosa si starebbe invece muovendo, segno che l’idea, da parte della società proponente è tutt’altro che accantonata dopo i molti parrei negativi. «Attenzione a non abbassare la guardia - dice Robert Tezzele, consigliere Svp in quota Bauernbund - perché so dell’esistenza di una richiesta alla commissione provinciale masi chiusi per poter scorporare determinate aree nell’area indicata per la centrale a pompaggio chiesta da Masten».
 Probabile insomma che nei prossimi mesi arrivi anche questo progetto all’attenzione del consiglio comunale e c’è da prevedere già ora che sarà uno di quei progetti “dirompenti” per la stessa maggioranza, allettata dalla promessa di Masten, di guadagnare un paio di milioni di euro l’anno se darà ospitalità all’impianto di pompaggio e contemporaneamente caratterizzata da grande scetticismo al suo interno. Per ora il sindaco si limita a sottolineare che questo punto non rientra nel programma della coalizione da lei guidata e poi, che intanto non vi è una richiesta ufficiale da parte della South Tyrol Energy.
Alto Adige 30-8-11
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giovedì, 25 agosto 2011



Bocciato il parco eolico al Brennero

i 100 mila tonnellate all’anno di CO2. Nonostante questo la Conferenza ambientale della Provincia, presieduta da Luigi Minach, ha detto «no» al progetto Sattelberg, nel comune di Brennero: troppo impattente, secondo la Conferenza, dal punto di vista ambientale e soprattutto paesaggistico. Sono stati due i progetti rigettati dalla Conferenza dei servizi in materia ambientale: uno presentato dall’azienda WPP1 (Leitwind e Azienda energetica), l’altro dalla Cooperativa centrale elettrica di Fleres.
 In totale, si trattava di 2 impianti in località Monte Sella che garantivano una produzione annua di 111mila MWh (megawattora), e di altri 9 impianti, 5 dei quali di dimensioni ridotte, a passo del Santicolo per una produzione annua di 20mila MWh.
 Il parco eolico del Brennero consentirebbe una riduzione di immissioni di CO2 pari a circa 100mila tonnellate all’anno, ma nonostante ciò, l’organo presieduto dal direttore dell’Appa Luigi Minach ha espresso parere negativo per quanto riguarda la valutazione d’impatto ambientale. La decisione definitiva spetta alla Giunta provinciale, che dovrebbe affrontare la questione nelle prossime settimane.
 Il primo aspetto analizzato dalla Conferenza è stato quello legato alla raggiungibilità degli impianti, visto che nei progetti erano previsti un impianto a fune per il trasporto del materiale e una strada di accesso. «Per realizzare l’opera - sottolinea Minach - sarebbero necessari interventi di ampliamento delle strutture esistenti, e qualche tratto di strada ex-novo».
 Altro motivo che ha spinto la Conferenza ad esprimersi in termini negativi è quello relativo alla superficie necessaria (tra i 900 e i 1.600 metri quadrati) per ogni impianto. «Anche se queste strutture - prosegue Minach - una volta completata la costruzione dell’opera possono essere in parte smantellate, la possibilità di effettuare interventi di rinverdimento per il ripristino delle condizioni originarie appare piuttosto limitata e condizionata da tempi molto lunghi. Inoltre, durante i lavori, rischierebbero di subire gravi danni alcune zone umide considerate di importanza prioritaria per la tutela dell’ambiente».
 A far pendere la bilancia dalla parte del no, inoltre, hanno contribuito le valutazioni sulla dimensione degli impianti (60 metri l’altezza del mozzo, 70 metri il diametro del rotore) e sull’impatto delle pale eoliche, che sarebbero visibili dai centri abitati circostanti come Vipiteno, Colle Isarco e Gries. «Senza contare che - aggiunge Minach - nell’ipotesi di una eventuale futura dismissione, i danni causati all’ambiente sarebbero irreversibili».
 Il passo del Brennero sorge tra l’altro su uno dei più importanti percorsi di migrazione degli uccelli, «e la presenza del parco eolico - conclude Luigi Minach - avrebbe compromesso in maniera irrimediabile questa caratteristica».

Ae e Leitwind «Una decisione che ci stupisce»

BRENNERO. Immediata e secca la reazione della Wpp Uno, la società composta da Leitwind e Ae, che ha presentato il progetto per il parco eolico di Sattelberg. «Apprendiamo con stupore la decisione della Conferenza dei servizi in materia ambientale - si legge nella nota - Nonostante ciò però continuiamo a credere fermamente nel progetto Sattelberg, in grado di produrre una grande quantità di energia verde al Brennero». «L’esito della valutazione ci impone ora un’attenta riflessione su come procedere nell’immediato futuro a sostegno di un’idea e di un principio - conclude il documento della società - che continuiamo a considerare di vitale importanza per uno sviluppo sostenibile della nostra terra».
Alto Adige 25-8-11
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mercoledì, 10 agosto 2011



Energia eolica e geotermica In vigore il nuovo regolamento

BOLZANO. Sono entrate in vigore ieri con la pubblicazione sul bollettino ufficiale le nuove regole relative all’utilizzo del vento e del calore per la produzione di energia.
No all’energia nucleare, graduale abbandono delle fonti fossili, sempre maggiore utilizzo delle energie rinnovabili: sono alcuni dei passaggi chiave del pacchetto clima elaborata dalla giunta provinciale che ha come obiettivo la nascita del “Klimaland” Alto Adige. «Nonostante il forte sostegno all’energia prodotta da fonti rinnovabili - precisa però l’assessore all’ambiente Michl Laimer - è necessario tenere in considerazione anche gli aspetti legati ai costi sociali degli impianti sottoforma di inquinamento acustico o di impatto paesaggistico». A questo proposito, la giunta provinciale ha modificato il regolamento di esecuzione della legge urbanistica provinciale, stabilendo criteri piuttosto rigidi per la realizzazione dei cosiddetti parchi eolici. «Gli impianti - sottolinea Laimer - non potranno essere installati all’interno di zone residenziali, e in ogni caso è prevista una distanza minima di 150 metri dai primi insediamenti abitativi». Non sarà inoltre possibile costruire impianti per la produzione di energia eolica nei parchi naturali, nei siti Natura 2000, nei biotopi, nelle aree classificate come monumenti naturali, nel Parco nazionale dello Stelvio, nell’area sottoposta a tutela da parte dell’Unesco, nonchè nelle zone di tutela e rispetto paesaggistico. «Per fare in modo che l’utilizzo del vento per la produzione di energia sia veramente efficiente e redditizio - aggiunge l’assessore - i parchi eolici potranno essere realizzati solo in quelle località al di sotto dei 2.600 metri di altitudine dove la velocità media del vento sia superiore ai 6 metri al secondo».
Alto Adige 10-8-11
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mercoledì, 20 luglio 2011



L’Alto Adige diventerà una Clima-Land  

BOLZANO. Può sembrare uno spot pre-elettorale di metà legislatura, ma l’assessore si dice assai convinto: «L’Alto Adige deve diventare una ClimaLand. Siamo partiti da CasaClima, ora costruiremo città-clima, valli-clima, per arrivare all’intera provincia-clima. Inizia oggi una nuova era». È nato così anche un nuovo logo, con il font, ossia i caratteri tipografici, del marketing turistico altoatesino: “Alto Adige ClimaLand”. A dire il vero, per ora esiste solo la versione tedesca: KlimaLand.
 Gli obiettivi sono ambiziosi. «L’energia in Alto Adige deve essere indipendente, sicura e pulita. Lo scopo è di ridurre le emissioni di anidride carbonica da 5,1 tonnellate annue pro capite a 1,5. Già oggi 14 comuni altoatesini compaiono fra i primi 20 per quanto riguarda il fotovoltaico, ma sul settore spingeremo ancora. La mia intenzione è di lanciare una sorta di mutuo verde su base provinciale». Entro il 2015 poi «imporremo per tutte le nuove costruzioni gli standard CasaClima A; per il 2020 inoltre ogni edificio dovrà produrre l’energia che consuma». Sul solare «siamo ai vertici: se la media italiana è di 27 metri quadri di pannelli ogni mille abitanti e la media europea è di 57, l’altoatesina è di 386».
 Novità in arrivo anche per il tunnel del Bbt: «Estrarremo la geotermia per riscaldare i paesi lungo il tragitto: dentro la montagna abbiamo una temperatura costante di circa 30 gradi». Il cunicolo pilota, inoltre, servirà come rete per distribuire acqua, energia e calore. «Sulle pm10 poi abbiamo lavorato benissimo - ha proseguito - e il problema ormai è superato. Ora dobbiamo impegnarci per abbattere le emissioni di CO2. In questo senso, l’obiettivo è di arrivare al 75% dell’energia utilizzata in provincia da fonti alternative». Per quanto riguarda i rifiuti, la nuova frontiera è rappresentata dal nuovo termovalorizzatore. «Si guardi quello che sta succedendo a Napoli, dove non ci si è dotati di strutture. Il nuovo inceneritore servirà tutta la Provincia, non mezza come oggi, e produrrà calore ed energia elettrica. Sarà gestito da Ecocenter, per il 90% di proprietà dei Comuni. Il calore verrà venduto ad Ecotherm, per ora al 100% di Sel. Ci auguriamo che a breve il Comune di Bolzano entri nella società, dove potrà partecipare fino al 50%. Mentre nel resto d’Italia il calore degli inceneritori si disperde in aria, da noi riscalderà l’ospedale e i nuovi quartieri. In tal modo diminuirà molto anche il consumo di gas metano». (da.pa)
Alto Adige 20-7-11
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mercoledì, 13 luglio 2011



Energie rinnovabili, un premio per l’ökoinstitut

BOLZANO. Riconoscimento all’Ökoinstitut per il suo lavoro pionieristico in campo scientifico e culturale. Nell’ambito di una conferenza internazionale dell’Ordine degli architetti, pianificatori paesaggisti e conservatori di Roma e provincia è stato conferito all’Ökoinstitut il prestigioso Premio solare europeo per la sezione italiana.
Eurosolar è un’associazione no-profit europea che ha come scopo quello di sostituire l’energia fossile e nucleare con quella rinnovabile. È stata costituita nel 1988 da Hermann Scheer, per cui ha vinto nel 1999 il premio Nobel alternativo.
Lodi all’instancabile impegno e alla lungimiranza del cofondatore e per anni presidente dell’istituto Hans Glauber, scomparso nel 2008. Helmuth Moroder, vicepresidente dell’Ökoinstitut e Lisa Glauber, sorella di Hans Glauber, hanno ricevuto il premio. Con un breve discorso di ringraziamento Moroder ha ricordato le tante iniziative alle quali Glauber ha dato vita e ha sottolineato l’importante ruolo dell’Alto Adige come collegamento geografico tra Nord e Sud. Moroder ha ricordato anche Alexander Langer come importante precursore del movimento ecologico-sociale.
Alto Adige 13-7-11
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giovedì, 07 luglio 2011



Fotovoltaico: c’è il dietrofront  

LAIVES. L’assessore Dino Gagliardini annuncia in consiglio comunale che si cambia sistema per l’introduzione del fotovoltaico e l’opposizione manifesta “sconcerto”.
 Gagliardini infatti ha spiegato che da maggio di quest’anno sono ritornati gli incentivi statali per il fotovoltaico e, fatti quattro calcoli, il Comune con ogni probabilità abbandonerà la formula del leasing per imboccare invece la strada del finanziamento in proprio.
 “Dopo avere stanziato ingenti somme per progetti rivelatisi inutili - scrivono però Bruno Borin (Pdl) e Giuliano Vettorato (Lega nord) - l’amministrazione realizzerà una trentina dei potenziali 1500 Kwp installabili, ritenendo le attuali condizioni non più economicamente vantaggiose”. I due esponenti dell’opposizione rinnovano la disponibilità a collaborare nella ricerca delle soluzioni migliori per il Comune.
 “A corto di capacità mutuataria - sintetizza Gagliardini - la strada imboccata era la più coerente. Cambiare non significa rimangiarsi tutto e va bene la disponibilità, ma con proposte realistiche. Le consulenze affidate finora sono servite comunque per capire cosa e come fare”.
Alto Adige 5-7-11
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giovedì, 30 giugno 2011



Arriva «Mondo energia», il museo della Hafner

DAVIDE PASQUALI
BOLZANO. Si chiamerà “Mondo energia” e aprirà i battenti a gennaio del 2012. Ospiterà un museo delle energie alternative da fonti rinnovabili e secondo le previsioni ospiterà 300 mila visitatori l’anno, fra ingegneri, architetti, committenti, docenti, studenti. E poi turisti. Lo sta realizzando la Hafner in zona produttiva, in fondo a via Thomas Alva Edison. Sarà ospitato in un edificio a quattro piani, posto accanto alla Torre del vento, la nuova sede ipertecnologica della holding bolzanina, attiva a livello internazionale nel settore delle energie rinnovabili. Vi si accederà direttamente dal casello dell’A22, dove verrà realizzato un ampio posteggio per auto e pullman.
A raccontare in anteprima il progetto è l’entusiasta general manager della holding, Heinrich Hafner, il cui sogno è trasformare il capoluogo altoatesino nella capitale italiana delle energie alternative. «In queste settimane - racconta - stiamo terminando di costruire la nostra nuova sede, un edificio concettualmente assai avanzato, progettato dallo studio associato Area 17 dell’architetto Fabio Rossa. Si tratta di una torre completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie allo sfruttamento di fonti alternative: acqua, vento, sole e biomassa». Un edificio in grado di produrre più energia di quanta ne usi, garantendo una riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari a 19 milioni di chili all’anno.
«Tutto ciò che abbiamo costruito qui - spiega Hafner - dobbiamo farlo vedere all’esterno, a chi vuole realizzare qualcosa di simile, risparmiando energia. Allora, qui vicino alla torre abbiamo pensato di mettere in piedi il nostro mondo energia, dove abbiamo stimato che, inizialmente, arriveranno almeno 200 mila visitatori l’anno: scolari, universitari, professionisti, o semplicemente chi vuole costruire come noi». L’interesse, a livello nazionale, c’è eccome. E Bolzano già è considerata un faro, come dimostrano i 40 mila professionisti che a maggio hanno visitato la fiera specializzata su CasaClima. Al mondo energia di Hafner si potrà arrivare in treno, visto che la stazione della Fiera dista poche centinaia di metri. Oppure in auto, parcheggiando nello spiazzo fra torre e uscita dell’A22, oggi seminascosto da una recinzione. L’area è di proprietà municipale. Ora Hafner sta trattando col Comune per acquistarla o per gestirla in concessione. «Da qui si potrà partire con un’auto solare, a batteria. Apriremo il primo distributore alimentato dal fotovoltaico. La nostra intenzione è spingere i turisti a visitare anche altre aziende innovative della zona produttiva, con le quali stiamo iniziando a trattare. Vorremmo creare un circuito turistico virtuoso per mostrare i volti dell’innovazione locale». Hafner preferisce non far nomi, «perché siamo ancora in una fase embrionale», ma si fa presto a pensare ad aziende leader di settore come Salewa e Technoalpin, nonché alle consorelle che andranno a insediarsi nella nuova zona di espansione a sud di via Einstein, come pure al polo scientifico e tecnologico provinciale che verrà concretizzato all’ex Alumix. L’idea è sfruttare il successo di pubblico registrato dalla Thun e generalizzarlo all’intera zona produttiva, mettendo in luce le eccellenze. «Il turismo già passa ed è destinato a crescere», come mostra il caso della palestra di arrampicata Salewa, la più grande d’Italia. «Richiamare gente da fuori». Questa l’idea di Hafner. Sia il centinaio di professionisti provenienti da mezzo mondo che lavoreranno sui 15 piani della Torre del vento per inventare i futuri metodi di sfruttamento delle energie rinnovabili, sia i turisti professionali e non. «È una nuova forma di marketing. Non siamo i primi ad averci pensato. Ci siamo ispirati alla Klimahaus di Bremerhaven, in Germania: un milione di visitatori l’anno. Qui non arriveranno i tedeschi, ma gli italiani, curiosi di conoscere cose nuove».
Nel mondo energia, «mostreremo come potrebbe diventare l’Alto Adige nel 2050, quando magari non esisterà più l’energia da fonti fossili. All’inizio si entrerà in una camera buia: mostreremo cosa succederebbe se non avessimo più energia. Nessuno pensa a quanto vale davvero l’energia. Per il visitatore ci saranno diversi esempi: si potranno eseguire test, per esempio pedalare per vedere quanto sforzo serve per produrre un kilowatt. Si vedrà come si produce il fotovoltaico. E poi tutto il circuito del processo ecologico: pochi sanno davvero come vengono riciclati i rifiuti per produrre energia. Poi tratteremo il vento, l’acqua. E spiegheremo anche cose molto semplici: come si può risparmiare a casa, gestendo bene l’energia. Alla fine dell’ora e mezzo di giro, il turista avrà visto qualcosa che potrà copiare da qualche altra parte. I bambini lo trasmetteranno anche a casa». Gestire mondo energia non sarà uno scherzetto, per cui l’ingresso non sarà gratuito. «Abbiamo effettuato una ricerca di mercato in ambito internazionale e abbiamo visto che i biglietti per simili strutture stanno sui 7 euro a testa».

L’edificio più alto della città: 50 metri

BOLZANO. Illustrare in poche righe la complessità tecnologica di Torre del vento e Mondo energia è impresa al limite dell’impossibile. Per capirsi: la Hafner ha predisposto una breve introduzione da presentare nelle prossime settimane in Comune e in Provincia, allo scopo di sensibilizzare le istituzioni, cercando di coinvolgerle in un progetto turistico ambientale di ampio respiro con il supporto di diverse aziende del capoluogo. Be’, la breve introduzione consta di oltre quaranta pagine...
Prima qualche cifra: ogni anno la Torre del vento produrrà da fonti rinnovabili 9 milioni di kilowatt. Genererà calore/freddo da fonti rinnovabili per 16 mila kilowatt l’anno. Il tutto, ispirandosi al protocollo approvato dal Comune di Bolzano, evitando di immettere nell’atmosfera 19 milioni di chili di anidride carbonica.
Nel Mondo energia troverà posto l’Accademia delle energie rinnovabili, con focus su ambiente e clima. Ci saranno laboratori di ricerca e sperimentazione sulle energie alternative e una casa dello studente. Si farà ricerca e sviluppo su: pannelli fotovoltaici, motori a olio di colza, energia eolica, biogas da prodotti agroalimentari. Ci sarà un’officina per il montaggio di moduli per la produzione di energia da fonti rinnovabili, un’area interattiva per l’educazione alle energie sostenibili, una sala convegni, una sala “meteo Alto Adige e mondiale”, un complicatissimo impianto per la produzione dell’energia rinnovabile generata grazie agli impianti posti sulla Torre del vento. Tutto quanto visitabile. «Una opportunità per la città di Bolzano - spiega il progettista, l’architetto Fabio Rossa - sotto l’aspetto climatico, educativo ambientale e turistico». In questi giorni alla Torre del Vento si sta montando l’enorme vela sul fronte meridionale: pannelli fotovoltaici che faranno ombra all’edificio e produrranno energia. Nelle scorse settimane si sono invece montate le vetrate, l’aspetto forse più affascinante dell’edificio: una sorta di vetrata doppia, con quella esterna aperta in basso. Farà entrare l’aria che, riscaldandosi, salirà fino al colmo dell’edificio, dove verranno posizionati dei mini rotori eolici interni, su asse orizzontale. Per intendersi: gireranno come fossero dei rulli per avvolgere le tapparelle. E ne produrranno, di energia, perché l’aria calda salirà per 15 piani. Sono 50 metri. L’edificio più alto di Bolzano.
Alto Adige 30-6-11
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martedì, 28 giugno 2011



Fotovoltaico di nuovo in consiglio

LAIVES. Oggi e domani riunione del coniglio comunale a Laives, con inizio alle 18. Il programma prevede quasi esclusivamente risposte alle interrogazioni e alle mozioni presentate dall’opposizione, mentre la parte prettamente amministrativa è rappresentata dal rendiconto finanziario 2010, una variazione di bilancio e un parere in merito all’ampliamento della cava “Gampenhof”.
 Per quanto concerne gli argomenti affrontati dalle interrogazioni, ci sono i marciapiedi: Theodor Perathoner (Freiheitlichen) chiede lumi su quelli sconnessi in città; Claudia Furlani (Pdl) su quello che ancora manca lungo parte di via Stazione. Torna anche il fotovoltaico, con l’interrogazione di Pdl e Lega Nord in merito alle scelte che si intendono fare per iniziare l’installazione di pannelli sui tetti di alcuni edifici pubblici. Stando a quanto affermato dall’assessore Gagliardini, la giunta avrebbe accantonato l’idea del leasing per cercare invece di realizzare gli impianti con finanziamenti propri. Tra le mozioni, quella contro l’accattonaggio, per il WiFi gratuito e per un’area riservata ai cani a San Giacomo, dove ancora non esiste nonostante le richieste. (b.c.)
Alto Adige 28-6-11
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domenica, 26 giugno 2011


Laives, progetto fotovoltaico proteste dalle opposizioni

LAIVES.L’amministrazione comunale, come ha anticipato l’assessore Dino Gagliardini, ha intenzione di ripartire con il progetto del fotovoltaico, dopo che il governo ha rimesso gli incentivi.
 Però verrà imboccato un percorso diverso: non più il leasing, come si prevedeva all’inizio, bensì il finanziamento in proprio dell’iniziativa. Preso atto di questa intenzione, da parte dei gruppi di opposizione ci sono già le prime prese di posizione.
 Pdl, Lega nord e Unitalia, esprimono «preoccupazione e ferma condanna per le modalità con cui l’amministrazione comunale ha portato avanti il progetto, così come già fatto in marzo di quest’anno, quando la delibera per il fotovoltaico non venne approvata per mancanza del numero legale in aula consiliare. Da allora - dicono i consiglieri del centrodestra - non abbiamo avuto più informazioni in merito alle intenzioni dell’amministrazione comunale e sullo stato di avanzamento del progetto. Per questo si chiedono una serie di chiarimenti sugli incarichi assegnati e già liquidati».
 Interrogazione anche da parte di Paolo Castelli, consigliere grillino del gruppo Laives 5 stelle. In questo caso si avanzano anche consigli tecnici sul tipo di pannelli che potrebbero essere installati per ottimizzare la produzione di energia (al tellurio di cadmio oppure Cigs) e sulla possibilità che abbiano il minimo impatto possibile dal punto di vista architettonico.
 In conclusione, sia i rappresentanti del centrodestra che Laives 5 stelle, tendono la mano alla giunta proponendo una collaborazione per arrivare ad avere il migliore impianto fotovoltaico possibile sui tetti di vari edifici comunali. La questione tornerà comunque in consiglio comunale prossimamente. (b.c.)
Alto Adige 20-6-11
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venerdì, 17 giugno 2011



Laives, riparte il piano fotovoltaico

BRUNO CANALI
LAIVES. Fotovoltaico: si cambia sistema e si riparte. “Lo sfruttamento dell’energia pulita - conferma l’assessore Gagliardini - resta fra le priorità dell’attuale giunta tanto che ora pensiamo di finanziare direttamente il progetto che finalmente potrà vedere la luce”. Ma sul fotovoltaico il confronto, anche duro, tra maggioranza ed opposizione è durato mesi e non sembra del tutto archiviato.
L’accusa principale che l’opposizione ha sempre rivolto alla maggioranza è quella di avere “perso tempo” e quindi anche soldi, dati gli incentivi che il governo prevedeva secondo scaglioni che via via sempre meno convenienti. Lo scorso autunno, finalmente, qualche cosa si è messo in moto e l’assessore Dino Gagliardini, competente per le energie alternative, ha affidato uno studio per sapere in sostanza quale fosse il modo migliore e più redditizio per il Comune, di installare pannelli fotovoltaici su vari tetti di edifici pubblici. La soluzione proposta era una sorta di leasing, che però non ha avuto il tempo di decollare dopo un primo tentativo andato a vuoto per mancanza del numero legale in consiglio.
Nel frattempo - è passato qualche mese - il governo ha deciso di rimettere gli incentivi e quindi torna l’opportunità per il fotovoltaico. “Però non adotteremo più la formula del leasing - dice l’assessore Gagliardini - ma cercheremo di installare i pannelli fotovoltaici attingendo a mezzi finanziari propri del Comune. Per questo i progettisti faranno uno stralcio rispetto a quello che era il progetto iniziale, anche per vedere quanto e come realizzare alla luce della spesa e del ritorno che ne deriverebbe in termini di guadagno energetico”.
L’assessore Gagliardini torna anche a respingere l’accusa che la giunta, lo scorso anno “abbia dormito”. “Non è vero e abbiamo iniziato per tempo. Certo, va tenuto conto che gli impegni normativi da rispettare sono diventati, se vogliamo, ancora più vincolanti e questo inevitabilmente si riflette anche sull’iter degli interventi”.
Sul fotovoltaico, inevitabilmente, si riaccenderà anche la discussione tra maggioranza e opposizione. La Lega Nord ha già predisposto una interpellanza per chiedere chiarimenti, in particolare sulle somme spese finora per consulenze e progetto preliminare. Giuliano Vettorato, consigliere del Carroccio, è anche più drastico: “Prevedo che se già esiste un progetto tecnico - dice - alla fine sarà da buttare. Le nuove norme infatti prevedono che i pannelli non sporgano dai tetti più di 30 centimetri. L’impianto che avevano previsto aveva una potenza di picco attorno ai 475 chilowatt; con il piano mio e di Borin, arriverebbe invece ad un megawatt, ossia il doppio”.
Alto Adige 17-6-11
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giovedì, 16 giugno 2011



CasaClima: meeting con 300 consulenti energetici

BOLZANO. In questi giorni più di 300 consulenti energetici/auditori autorizzati hanno accolto l’invito dell’Agenzia CasaClima partecipando a una manifestazione informativa organizzata all’Università di Bolzano.
L’evento è iniziato con l’introduzione da parte del direttore Norbert Lantschner, che ha riassunto gli sviluppi fondamentali dell’efficienza energetica a livello nazionale e internazionale. Soddisfatto dell’affluenza al referendum ha esordito dicendo: «La strada per il nucleare è preclusa, la strada del futuro si chiama efficienza energetica che con l’uso di energia rinnovabile rappresenta la chiave per uno sviluppo sano, concreto e contemporaneo. Questa è la strada intelligente da seguire non solo per questioni ecologiche, ma soprattutto motivi economici e socioculturali». Nella seconda parte sono state presentate le novità della nuova direttiva tecnica che uscirà a breve, il Manuale del marchio CasaClima, i nuovi corsi di formazione e il nuovo sito (www.agenziacasaclima.it). La manifestazione si è conclusa con un rinfresco nella nuova sede nel «City Tower», una CasaClima certificata classe A, in cui consulenti/auditori hanno potuto visitare i nuovi uffici e approfondire le tematiche discusse durante la manifestazione direttamente con i tecnici. Bolzano, a livello nazionale, è oggi punto di riferimento per quanto riguarda il risparmio energetico: qui si tengono i corsi di formazione dei tecnici e sono cresciute aziende che hanno sviluppato prodotti ad hoc per questo settore.
Alto Adige 16-6-11
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martedì, 07 giugno 2011



OGGI ALLA LUB SI DISCUTE DI ENERGIE ALTERNATIVE

 BOLZANO. Sempre di più le tematiche legate allo sfruttamento sostenibile delle fonti di energia risultano essere centrali nella nostra società di stampo industriale. Per questo motivo l’Ökoinstitut e il Dachverband, in collaborazione con la Lub e la Fondazione Cassa di Risparmio, hanno organizzato per oggi alle 19.30 una serata informativa per l’approfondimento di questi argomenti. Il relatore sarà Rainer Grießhammer (foto), direttore dell’Öko-Institut di Friburgo e vincitore del Premio tedesco per l’ambiente 2010. Grießhammer si concentrerà sulla trasformazione dell’attuale società industriale in chiave sostenibile. Interverrà inoltre Andrea Gasparella, docente della Lub, sulla situazione italiana, i rischi di un ritorno al nucleare e le possibilità fornite dallo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili. L’incontro si svolgerà alla Libera Università. Sarà disponibile un servizio di traduzione simultanea in italiano e tedesco.
Alto Adige 7-6-11
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mercoledì, 01 giugno 2011



Fotovoltaico: sconto del 22% sugli impianti installati da oggi

BOLZANO. Novità, a partire da oggi, per chi installa pannelli fotovoltaici in grado di convertire l’energia solare in energia elettrica. Il nuovo sistema statale di incentivi al fotovoltaico, il cosiddetto quarto conto energia, prevede infatti un abbattimento dei contributi pari al 22%. «Le nuove tariffe - sottolinea l’assessore Michl Laimer - saranno valide solo per gli impianti installati dal 1º giugno in poi, per tutti gli impianti già operativi prima di questa data resta in vigore la vecchia normativa». Laimer esprime “comprensione” per la scelta di ridurre gli incentivi.
Alto Adige 1-6-11
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martedì, 31 maggio 2011



Nuovi parchi eolici per rilanciare i comuni svantaggiati

BOLZANO. I criteri elaborati dalla giunta provinciale per la realizzazione di impianti per la produzione di energia eolica riducono a sei le località in grado di rispettare tutte le condizioni previste. Per coinvolgere nuovi comuni in possibili progetti futuri, l’esecutivo ha deciso di far effettuare nuove simulazioni. «Potrebbe essere una forma di sostegno per lo sviluppo di zone svantaggiate», ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder.
Secondo le linee guida della giunta provinciale, gli impianti eolici non potranno sorgere in zone residenziali, nel fondovalle, al di sopra dei 2.500 metri di altitudine e all’interno dei parchi naturali, delle zone sottoposte a tutela da parte del programma “Natura 2000” e dei territori che fanno parte delle Dolomiti patrimonio Unesco. Questi e altri “paletti” (ad esempio la velocità del vento), secondo le ultime valutazioni, vengono rispettati solamente da sei località in tutta la Provincia: Brennero, Valles, San Vigilio, Sarentino, Renon e Villandro.
«In questa lista - ha spiegato Durnwalder - non rientrano alcuni comuni con problemi di crescita e che corrono il rischio di spopolarsi. Per farli rientrare si potrebbe ipotizzare di alzare leggermente il limite per quanto riguarda l’altitudine massima di un impianto, portandola, ad esempio, da 2.500 a 2.700 metri».
Alto Adige 31-5-11
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martedì, 17 maggio 2011



In Alto Adige non più di cinque parchi eolici

BOLZANO. Delle linee guida molto rigide, che di fatto rendono possibile lo sviluppo di non più di 4-5 progetti in tutto l’Alto Adige: la giunta provinciale ha fissato i criteri che regoleranno il futuro del settore dell’eolico sul territorio altoatesino.
«Il tema è molto dibattuto - ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder - e per questo abbiamo deciso di prevedere dei criteri che devono essere rispettati da chi vuole presentare un progetto. Gli impianti non potranno sorgere in zone residenziali, nel fondovalle, al di sopra dei 2.500 metri e all’interno dei parchi naturali, delle zone sottoposte a tutela da parte del programma “Natura 2000” e dei territori che fanno parte delle Dolomiti patrimonio Unesco. Inoltre, tra le condizioni c’è quella che prevede una velocità minima del vento di 5 metri al secondo con una misurazione effettuata a 30 metri dal terreno». In sostanza questo pacchetto di criteri consente di ipotizzare la presenza in tutta la provincia di 4-5 zone adatte ad ospitare impianti eolici. Durnwalder ha citato «l’Alta Val Venosta, ma non nei pressi di Malles, il Brennero, l’Alta Pusteria e la zona tra Valles e Maranza».
Alto Adige 17-5-11
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venerdì, 13 maggio 2011



La Provincia di Bolzano vara il pacchetto sul clima

BOLZANO. Essere indipendenti e autosufficienti, e avere a disposizione energia pulita e sicura. Sono questi i punti-chiave del pacchetto per il clima presentato dall’assessore Laimer: “Entro il 2050 vogliamo abbattere la produzione di anidride carbonica da 5 a 1,5 tonnellate all’anno, e coprire oltre il 90% del fabbisogno con energia da fonti rinnovabili”.
Già oggi l’Alto Adige è considerata una delle regioni maggiormente all’avanguardia in tutta Europa per quanto riguarda il contenimento dei consumi energetici. Uno dei progetti più conosciuti a livello nazionale e internazionale è quello di CasaClima, ma sono anche altri i punti di forza della politica energetica della Provincia di Bolzano. Nella classifica di Legambiente sui comuni più virtuosi nel settore delle energie rinnovabili 14 delle prime 20 amministrazioni premiate sono altoatesine, e risultati simili sono stati raggiunti anche per quanto riguarda i pannelli solari (4 comuni fra i primi 5) e la biomassa (16 comuni fra i primi 20). Restando in tema di cifre, l’Alto Adige può contare su 17.700 impianti a pannelli solari, con una superficie di 195mila metri quadrati (il 12% di tutta l’Italia) in grado di produrre il 15% del fabbisogno totale di acqua calda. Facendo un paragone, se in Provincia di Bolzano ci sono 386 metri quadrati di pannelli solari ogni mille abitanti, l’Italia si ferma a quota 27, e l’Unione Europea arriva a 57 metri quadrati. “Tra il 1995 e il 2008 - ha spiegato l’assessore all’ambiente Michl Laimer - siamo riusciti ad abbattere drasticamente il consumo di petrolio, si è registrato un forte aumento dell’utilizzo di gas metano e il boom della biomassa. Si tratta di un buon risultato, ma non basta: occorre fare ancora di più”. Ed ecco che la Giunta provinciale ha varato il pacchetto clima che si pone obiettivi ambiziosi con una scadenza temporale molto lunga. «Attualmente produciamo circa 5 tonnellate di anidride carbonica all’anno - ha sottolineato Laimer - e abbiamo il 49% di energia proveniente da fonti alternative. Nel 2050 vogliamo arrivare a 1,5 tonnellate di CO2 e a più del 90% di energia rinnovabile. La chiave di tutto sarà l’utilizzo intelligente dell’energia, che può contribuire per il 60-70% al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti. Poi ci sarà naturalmente il miglioramento dell’efficienza energetica, con l’ipotesi di un bonus cubatura nei risanamenti, il progressivo abbandono dei combustibili fossili e l’ulteriore diffusione dell’energia rinnovabile”.
Secondo Laimer, si tratta di una “sfida che può essere vinta, ma solo con il contributo di tutti. Occorre un’ulteriore salto di qualità dal punto di vista culturale, un maggiore impegno nella ricerca, nell’innovazione e nello sviluppo di un’economia sostenibile».
Alto Adige 13-5-11
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martedì, 10 maggio 2011



La giunta provinciale fa marcia indietro sugli impianti eolici

BOLZANO. Dopo il no categorico ad impianti eolici in Alto Adige, la giunta ora sta pensando di fare marcia indietro. «Oltre all’impianto al Brennero, per il quale abbiamo già dato il nostro consenso, ci sarebbero altri 5-6 siti dove il vento sarebbe abbastanza forte per consentire la produzione di corrente elettrica. Prima di rendere pubblici questi siti vogliamo però parlare con i Comuni interessati». Lo ha detto il presidente della giunta Luis Durnwalder. La giunta infatti sta preparando una «strategia del clima», ovvero una tabella di marcia per incentivare le energie alternative e pulite e anche il risparmio energetico. Fino al 2050 la Provincia intende ridurre l’emissioni di Co2 da attualmente 5 tonnellate pro abitante all’anno a solo 1,5. La giunta intende creare un’agenzia energetica per dare consulenza.
Alto Adige 10-5-11
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domenica, 03 aprile 2011


«Fotovoltatico: milioni di danni»

LAIVES. Al secondo abbandono dell’aula consiliare nel giro di un mese da parte di Pdl, Lega Nord e Unitalia, il consigliere Christian Bianchi ha deciso di fare il punto della situazione. L’ultima occasione, qualche sera fa, è stata il dibattito sul fotovoltaico. Secondo il centrodestra, in questo campo l’amministrazione comunale ha già perso almeno 3 anni e più di 3 milioni di possibili introiti. «Questi gravi ritardi, nonostante l’approvazione all’unanimità di una nostra mozione, 3 anni orsono - spiega Bianchi - dovrebbero convincere la giunta a dimettersi immediatamente».
 Bianchi poi parla dell’Udc, ricordando che Claudia Guarda finora ha sempre dato un giudizio negativo sulla cittadella. «Anche la Svp si faccia un esame di coscienza sulla situazione - dice - perché la vittoria del centrosinistra in occasione del ballottaggio, dove ci fu sostanziale parità, è arrivata esclusivamente grazie all’appoggio determinante della Stella Alpina». (b.c.)
Alto Adige 3-4-11
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giovedì, 31 marzo 2011



Energia nucleare: l’Euregio dice no alle centrali

BOLZANO. Dopo una manifestazione tenutasi di buon mattino organizzata dai Verdi del Voralberg cui hanno partecipato anche i consiglieri Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba, un documento con cui si chiede il definitivo abbandono delle centrali nucleari nell’area alpina è stato approvato dall’assemblea congiunta dei consigli del Trentino, dell’Alto Adige e del Tirolo svoltasi ieri a Merano con la presenza anche dei rappresentanti del Voralberg. «Dopo la catastrofe nucleare di Fukushima in Giappone - si legge nel documento - anche la politica energetica europea non potrà più proseguire come se nulla fosse». L’assemblea ha dunque deciso che deve essere dato impulso alle fonti energetiche rinnovabili e alternative. La seduta congiunta di Merano è stata l’occasione per fare il punto dello stato di attuazione dell’Euroregione dell’ex Tirolo storico e da parte di tutti gli intervenuti è stato fatto un richiamo al governo italiano perchè approvi il relativo Gruppo europeo di collaborazione territoriale. Tra i punti controversi c’è stata una mozione nella quale si chiedeva che per le Olimpiadi del 2020 la Regione europea presentasse una candidatura unitaria. La mozione è però stata respinta per il voto contrario del Trentino. Come ha spiegato il presidente dell’assemblea trentina Bruno Dorigatti, la motivazione è di carattere tecnico, visto che il Comitato olimpico internazionale accetta candidature soltanto di singole città e non di intere regioni. Nel corso della seduta sono stati affrontati punti di comune interesse nella politica transfrontaliera, dai trasporti, alla cultura, allo sviluppo della regione all’interno della Ue. Fra le mozioni approvate anche quella di sollevare il problema degli orsi presso i rispettivi governi. «Alle singole province di Trentino, Alto Adige e Tirolo - si legge fra l’altro - deve essere accordata la possibilità di decidere ed organizzare la cattura ed il monitoraggio elettronico dei cosìdetti «orsi problematici».
Le Provincie di Trento e di Bolzano ed il Land Tirol commemoreranno congiuntamente la ricorrenza dei 500 anni del “Landlibell” (o “Libello dell’Undici”), il patto di confederazione per la difesa territoriale che l’Imperatore e Conte del Tirolo Massimiliano I d’Asburgo stipulò, il 23 giugno 1511, con i Principi Vescovi di Trento e Bressanone. Il Landlibell sancì la nascita di una milizia volontaria locale che, senza ordini di classe o di età, avrebbe provveduto alla difesa della regione. Da essa derivarono poi i corpi degli “Schützen”. (e.d.)
Alto Adige 31-3-11
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mercoledì, 30 marzo 2011



Sono 20 i Comuni che secondo Legambiente offrono il migliore esempio di tutela ambientale 

BOLZANO. Dunque, il rapporto “Comuni rinnovabili” di Legambiente premia ancora l’Alto Adige. “Anche quest’anno tra i primi 20 Comuni serviti al 100% da energie rinnovabili ben 14 sono della Provincia di Bolzano - sottolinea l’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer - una soddisfazione e una conferma allo stesso tempo.”
Sono 20 i Comuni che secondo Legambiente offrono il migliore esempio di tutela ambientale e innovazione energetica, riuscendo a coprire l’intero fabbisogno con l’utilizzo di fonti rinnovabili. 14 di questi sono altoatesini: 6 figurano tra i primi 10 della classifica, con Brunico al primo posto e particolari menzioni anche per Prato Stelvio, Dobbiaco e Sluderno.
“Siamo felici di questa conferma ai vertici di una graduatoria importante, un risultato attestato dalle associazioni ambientaliste che riconoscono i nostri sforzi per garantire un approvvigionamento energetico pulito e sostenibile”, commenta l’assessore provinciale Laimer.
Il rapporto scrive che “la Provincia di Bolzano è quella che in questi anni ha messo in campo le più efficaci e ambiziose politiche e ha disegnato la più chiara prospettiva di innovazione con l’obiettivo di uscire dalle fonti fossili. L’obiettivo è di arrivare al 75% della copertura dei fabbisogni complessivi entro il 2015. «Un obiettivo che raggiungeremo», conferma Laimer. Anche nelle classifiche per settore i Comuni altoatesini sono ben rappresentati: quattro tra i primi 5 nel solare-termico (Fiè, Terento, Selva e Parcines), mentre Bolzano registra in assoluto la più ampia superficie di collettori a livello nazionale. Glorenza è al top nel campo dell’utilizzo della biomassa a fini energetici, seguita da Castelnuovo in Val di cecina e Morgex. Quarto posto per Prato allo Stelvio, quinto per Vipiteno, settimo per Sesto Pusteria che precede Brunico, Varna, Valdaora, Monguelfo, Racines e Sluderno. Un elogio di Laimer per gli amministratori comunali, “che sono partner affidabili nell’attuare i progetti e seguono con grande impegno e spirito innovativo il nostro lavoro per raggiungere gli obiettivi di tutela del clima.” Sul fronte del mini idroelettrico, il Comune con il più alto numero di MW installati è Marebbe con 13 piccoli impianti per complessivi 22 MW; al secondo posto Villandro con sei impianti e 18 MW complessivi. In classifica tra le prime di settore anche Valle Aurina al sesto posto e Moso in Passiria al decimo posto.
Alto Adige 30-3-11
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mercoledì, 23 marzo 2011



Rinnovabili «Necessario uno slancio»

ROMA. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, richiama in un messaggio la necessità di un nuovo slancio sulle fonti rinnovabili.
Napolitano lancia un monito sulla «necessità di sviluppare nuovi indirizzi di ricerca sull’uso delle risorse idriche e delle altre fonti alternative e rinnovabili». «È infatti indispensabile individuare - dice Napolitano - nuovi modelli e strumenti capaci di coniugare lo sviluppo economico con la rigorosa salvaguardia del pianeta e dei suoi equilibri ambientali». Una linea, quella del Capo dello stato, che si sposa con l’esito di un sondaggio dell’Osservatorio Mediawatch, secondo cui quasi il 90% degli italiani preferirebbe investire nelle energie rinnovabili piuttosto che nel nucleare. Il 17 per cento degli intervistati confessa di aver cambiato opinione dopo il Giappone.
Alto Adige 23-3-11
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venerdì, 11 marzo 2011



Rinnovabili, cresce la rivolta «Sono a rischio 120mila posti»

ROMA. L’adeguamento degli incentivi alle energie rinnovabili è «necessario», ma chi lavora nella green economy non deve «nutrire timori ingiustificati». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dribbla le resistenze al decreto, presenti anche all’interno della maggioranza, ma non fa marcia indietro: tenta invece di rasserenare gli animi in attesa che venga rivisto il regime di agevolazioni per chi investe nel settore, gettando acqua sul fuoco di un dibattito che coinvolge governo, opposizione, operatori, imprese e banche. Gli incentivi, spiega il premier, «devono adeguarsi all’andamento degli altri Paesi europei. Il boom del settore fotovoltaico determina sulle bollette dei cittadini un aggravio che era necessario calmierare». Il governo rassicura tuttavia gli operatori del settore: «Il progetto di diversificazione delle fonti di energia corrisponde a impegni internazionali precisi e guarda al futuro» e quindi «coloro che hanno investito nella cosiddetta green economy, come anche chi lavora in questo settore, non devono nutrire timori ingiustificati. Entro poche settimane il governo stabilirà il nuovo quadro di incentivi». La risposta di Berlusconi è diretta certamente agli operatori, ma anche a frange della maggioranza come Forza Sud, preoccupata di «difendere strenuamente il Sud e una delle sue più importanti fonti di occupazione». Il settore, intanto, è in grande agitazione. Prova ne è la lettera che l’Aibe (Associazione delle banche estere operanti in Italia) ha inviato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, in cui si lanciano due distinti allarmi: quello di un generale «rischio di inaffidabilità del legislatore italiano» e quello specifico della possibilità di speculazioni per la «compravendita» delle abilitazioni già incentivate. Si tratta, ha commentato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, «del solito classico atteggiamento delle banche che non ci piace». E mentre il vicepresidente di Confindustria Salomone Gattegno, a titolo personale, parla di «catastrofe», il rischio più sentito è quello dell’occupazione, anche se sui numeri non ci sono certezze: la Cna valuta in 50mila i posti di lavoro a rischio, mentre secondo il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, «è come chiudere la Fiat», con il provvedimento «si mandano a casa 120mila persone». Le associazioni di settore sottolineano anche che «si uccide una filiera giovane che assume giovani e che da 2-3 anni aveva avviato i primi passi. Ora che era matura il governo gli taglia le gambe». Insomma, sintetizza il leader del Pd Pierluigi Bersani, «è una vicenda drammatica», e la speranza è che «Romani presti orecchio». E’ proprio il ministro dello Sviluppo economico, che Galan e la Prestigiacomo si prepara a modificare il decreto.
Alto Adige 11-3-11
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mercoledì, 09 marzo 2011



Fotovoltaico: le giardinerie puntano sull’energia solare

BOLZANO. Le giardinerie bolzanine Raffeiner, Floralp e Südkultur investono sul solare in Puglia. A realizzare l’impianto fotovoltaico, uno dei più grandi della regione, è stata la Obrist di Velturno: l’energia prodotta equivarrà al consumo annuo di 2.200 famiglie.
 L’impianto è stato realizzato nei mesi scorsi a Minervino Murge con i moduli solari integrati nella costruzione dei tetti delle serre che sorgono sui terreni di proprietà delle giardinerie Raffeiner, Floralp e Südkultur.
 Oltre alla progettazione, alle procedure di autorizzazione e all’allacciamento alla rete (per il quale è stato necessario posare nove chilometri di cavi dalle serre fino al punto di raccordo), una delle sfide maggiori per la Obrist è stata quella di prevedere un sistema di aerazione che garantisse il ricambio d’aria necessario per la crescita delle piante. «Inoltre - spiega Valtl Raffeiner, titolare dell’omonima giardineria - abbiamo dovuto porre particolare attenzione sulla scelta delle piante, visto che l’ombra proiettata dai moduli solari ci ha costretti a scegliere piante che riescono a prosperare anche in presenza di un minore irraggiamento». Il costo dell’impianto - che ha una durata di vita di 25 anni - sarà ammortizzato in dieci anni.
Alto Adige 9-3-11
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lunedì, 07 marzo 2011



Bene fermare anche qui l’eolico Ma il varco solo al Brennero potrebbe essere un precedente

UMBERTO TECCHIATI*
«L’Alto Adige dice no all’energia eolica perché i rotori necessari allo sviluppo di questa tecnologia rischiano di danneggiare l’aspetto paesaggistico”. E’ sicuramente una buona notizia. Da sempre Italia Nostra combatte a livello nazionale contro l’eolico evidenziandone gli aspetti di criticità, e non solo sul piano della tutela del paesaggio. Gli incentivi introdotti nel’99 con la durata di 8 anni, sono passati a 12 nel 2003 e infine a 15 con l’ultima finanziaria Prodi del 2008. Quindici anni di soldi pubblici: un salvagente finanziario abbastanza sostanzioso. Stando ai dati della Borsa elettrica (Gme), in Italia chi tira su una pala si becca 89 euro di incentivo per ogni megawattora prodotto. A questi bisogna aggiungere 61 euro a megawattora venduto alla rete. In tutto 150 euro a megawattora, il doppio di quanto racimola negli altri paesi. Un mercato drogato di sovvenzioni che scava nelle tasche dei cittadini. Alla luce di queste considerazioni Italia Nostra Alto Adige non può quindi che plaudire all’iniziativa del Presidente Durnwalder. Però, e non vorremmo sembrare i soliti guastafeste, la notizia è buona solo a metà, perché mentre il Presidente spiega che i parchi eolici verranno evitati, dice che una eccezione si farà, e cioè per quello del Brennero. Ora la domanda è: perché proibirli dappertutto con la giustificazione che rovinano il paesaggio, e consentirne uno al Brennero? Al Brennero non rovinerà il paesaggio? I dati forniti da Leitwind, l’impresa che realizzerà il parco eolico del Brennero, parlano di cento milioni di chilowattora (= 100.000 megawattora) di energia prodotti annualmente per mezzo di 22 pale erette a 2300 metri di quota. Ciò significa che, di sole sovvenzioni, nelle casse di Leitwind entreranno 9 milioni di euro l’anno.
Perché è ovvio che se si incomincia con un’eccezione, il precedente è già creato e sarà un gioco da ragazzi richiamarsi ad esso tutte le volte che comoderà. Non sarebbe meglio, sui temi delle fonti rinnovabili, aprire un tavolo di discussione con i cittadini, con le associazioni ambientaliste, con i tecnici? E’ necessario produrre più energia elettrica? I dati Astat dicono di no. La Provincia è praticamente autosufficiente grazie alle centrali idroelettriche (96,1% sul totale della produzione elettrica). Nel 2009 la produzione di energia elettrica era valutata in 5.994,5 milioni di kWh, mentre il consumo non raggiungeva i 3000 milioni di kWh. Ciò significa che i profitti che derivano dall’immissione dell’energia prodotta nella rete non solo ripagano la spesa per acquistare l’energia, ma ne avanzano abbastanza (la metà!) perché diventino un concreto beneficio economico per la collettività. Nuovi investimenti nella produzione di energia elettrica, sia pure da fonti rinnovabili, sono quindi inutili, anche alla luce dei costi che essi comportano sul piano della conservazione del paesaggio e dell’ambiente. E’veramente ciò che vogliamo? Ne vale la pena?
*Presidente di Italia Nostra
Alto Adige 6-3-11
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lunedì, 07 marzo 2011



Fotovoltaico, installazioni verso la paralisi

ANDREA DI STEFANO
ROMA. «La paralisi del settore è dietro l’angolo. Tutti citano la scadenza della fine di maggio, ma dal 16 aprile non si potranno più installare i pannelli sul tetto di casa». Gianluca Lancellotti, amministratore delegato di Ener20, spiega l’impatto del Decreto sul fotovoltaico.
«La Deliberazione 99/08 del presidente dell’Autorità dell’Energia, Alessandro Ortis, indica in 30 giorni lavorativi, leggasi 45 giorni solari, il tempo a disposizione del distributore locale per realizzare l’allaccio - dice Lancellotti -. Una famiglia che intenda acquistare un impianto non troverà nessuno che glielo finanzi visto che per l’impianto installato dopo il 16 aprile nessuno conosce se e quale incentivo verrà riconosciuto». Ben si capisce, quindi, l’allarme lanciato da Valerio Natalizia, presidente di Gifi, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane di Confindustria Anie, che stima in «oltre 10mila unità direttamente impegnate nel settore» il rischio immediato di cassa integrazione a causa di un «blocco degli investimenti per i prossimi mesi per oltre 40 miliardi, degli ordini di apparati già in corso per circa 8 miliardi e di contratti già stipulati per circa 20 miliardi». Le banche si riuniranno il 16 marzo all’Abi per decidere il da farsi, ma da giorni le direttive arrivate dalle sedi centrali sono improntate alla massima cautela. «L’intervento legislativo deve avvenire entro questo mese: basterebbe integrare quello del 3 marzo rimandando la rimodulazione degli incentivi agli allacci dopo il 31 dicembre - continua Lancellotti - mossa che sarebbe apprezzata da tutti perché eliminerebbe incertezze pesantissime per chi deve fare investimenti evitando il blocco del settore fotovoltaico». Lancellotti stava installando sui tetti delle famiglie pugliesi sino a 200 impianti al mese, perché il modello di Ener20 si basa proprio sul fotovoltaico diffuso. Piccoli impianti da 1 a 3 chilowatt destinati ad avere il maggior impatto occupazionale.
Nel 2010 il fotovoltaico è costato ad ogni famiglia 0,60 centesimi ma ha prodotto lavoro per mille aziende e 15 mila occupati. Oggi le utenze che utilizzando il fotovoltaico sono 16mila: il 34% sono appunto quelli domestici o condominiali che producono meno di 20 chilowatt, il 38% tra 20 e 600 chilowatt e il 28% di tipo industriale (oltre i 600 chilowatt). Nel primo conto energia l’incentivo prevedeva un adeguamento per tenere conto del deprezzamento su 20 anni dell’investimento prodotto dall’inflazione (pari a circa il 25%). Il secondo conto energia ha stabilito che il valore nominale dell’incentivo rimane fisso per 20 anni, determinando quindi una riduzione di circa il 25%, mentre il terzo conto energia, approvato solo lo scorso agosto, ha stabilito una riduzione del 30% nell’arco dei prossimi tre anni, cioè entro il 2013. Oggi per un impianto di 3 chilowatt sono necessari circa 30mq di tetto e un investimento di 20mila euro: mediamente si producono 4.200 kwh che vengono pagati dal Gse 0,44 euro per kwh pari a 1.850 euro annui ai quali si sommano circa 800 euro di risparmi per l’energia non consumata. Il ritorno dell’investimento è in 7 anni, senza considerare gli oneri finanziari e quindi, come precisa Lancellotti, «il settore domestico non potrebbe sopportare ulteriori riduzioni del conto energia. Anzi sarebbe necessaria una rimodulazione federalista che paghi di più il chilowatt al centro nord dove l’insolazione è minore».
Alto Adige 6-3-11
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venerdì, 04 marzo 2011



Maggioranza sconfitta in consiglio sul fotovoltaico

LAIVES. Battuta di arresto per il progetto del fotovoltaico sui tetti degli edifici comunali. La giunta aveva convocato un consiglio comunale urgente per iniziare l’iter in maniera da arrivare, se possibile, alla messa in rete entro fine anno, così da non perdere gli incentivi statali. L’altra sera in aula il dibattito si è protratto fino a mezzanotte ma quando si è trattato di votare, vista l’assenza del consigliere Pd Roberto Ceol, tutta l’opposizione ha abbandonato l’aula, facendo mancare il numero legale. Al presidente Loris Frazza non è rimasto altro da fare che chiudere la seduta.
Probabilmente, a breve, la giunta convocherà un altro consiglio per riprovare col fotovoltaico ma intanto scoppia la polemica. «Non meravigliamoci se poi i cittadini perdono la fiducia nella politica - dice Manuel De Longis, segretario della lista La civica - e l’opposizione ha accampato scuse pretestuose per non votare la delibera, nonostante il fotovoltaico faccia parte anche del suo programma elettorale. E’ stata una vergogna e uno spreco di denaro pubblico. Non comprendiamo nemmeno la posizione dell’Udc (la consigliere Guarda è uscita insieme agli altri) ma per quello che ci riguarda, questo partito si è tagliato ogni possibilità di entrare in maggioranza».
Debora Pasquazzo (Pd) ricorda che il fotovoltaico è importante e l’attuale giunta ha lavorato fin dall’inizio per accelerare i tempi. «La mancata approvazione è stato un incidente di percorso per motivi formali, sfruttato dall’opposizione, che non ha dimostrato senso di responsabilità. Ciò non toglie che la maggioranza sia compatta e lo riproporrà appena possibile».
Replica Christian Bianchi (Pdl): «Lo abbiamo sempre sottolineato: la maggioranza deve garantirsi per prima i voti necessari per amministrare. Dopo che hanno sistematicamente ignorato le nostre proposte, anche sul fotovoltaico, non possono pretendere che l’opposizione faccia da stampella. Per noi quindi, la brutta figura l’ha fatta proprio la maggioranza, incapace di garantirsi i voti per deliberare. Sono almeno 4 anni che raccomandiamo di iniziare col fotovoltaico per godere di tutti gli incentivi; ci hanno sempre ignorati».
Alto Adige 4-3-11
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martedì, 01 marzo 2011



Egna, il Comune punta sull’energia verde

EGNA. Per l’investimento in fonti di energia rinnovabile il comune di Egna ha stanziato 1,5 milioni di euro, quasi il 20% degli investimenti del bilancio comunale 2011. La giunta ha assegnato i lavori di progettazione. «Il nostro obiettivo per la legislatura in corso è quello di produrre l’elettricità consumata dal Comune grazie a fonti energetiche rinnovabili. Nel 2011, promuoveremo in particolare la tecnologia fotovoltaica, anche perché gli investimenti sono economicamente molto interessanti in questo settore attraverso il finanziamento del Gse. Abbiamo in programma di installare circa 300 kW, corrispondenti a una superficie di circa 2.200 metri quadrati e una produzione di circa 315.000 kwh. Copriremo poco meno della metà del fabbisogno elettrico comunale, evitando quasi 200 tonnellate di CO2, e avremo un effetto positivo anche sul bilancio», dichiara soddisfatto l’assessore all’energia e alle finanze Andrea Olivetti.
 La commissione edilizia aveva semplificato in una delle prime sedute della scorsa estate, i criteri per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti. «Con la nostra decisione vogliamo aiutare i cittadini che vogliono utilizzare fonti energetiche rinnovabili. Desideriamo inoltre invitare i nostri concittadini a scegliere la stessa via dell’amministrazione comunale investendo in energie rinnovabili, contribuendo a frenare il cambiamento climatico, ma soprattutto guadagnando anche denaro. Dopo l’installazione di 304 kW sul tetto del palaghiaccio e di alcune lampade fotovoltaiche sui ponti di San Floriano, ora vogliamo procedere con questo importante progetto» afferma il sindaco Horst Pichler.
 L’Eurac ha esaminato per conto 14 diversi siti idonei per l’installazione di impianti fotovoltaici. Tra quelli prescelti ci sono i tetti della scuola media tedesca, il centro della protezione civile, il lido di Egna e la palestra di Laghetti. È prevista anche la copertura di alcuni parcheggi. Altri impianti sono previsti per l’anno prossimo. La questione delle energie rinnovabili a Egna non è nuova: già nel 2008, l’ingegnere di Laghetti Harald Pardatscher aveva proposto l’installazione di una micro turbina nell’acquedotto di Laghetti ed il progetto è sarà approvato a breve. La turbina rallenterà l’acqua e produrrà 50 milakWh di elettricità l’anno, equivalenti a un consumo di circa 15 famiglie. La costruzione dell’acquedotto con la micro-centrale idroelettrica è prevista per il 2011. (dafo)
Alto Adige 1-3-11
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martedì, 28 giugno 2011



Fotovoltaico di nuovo in consiglio

LAIVES. Oggi e domani riunione del coniglio comunale a Laives, con inizio alle 18. Il programma prevede quasi esclusivamente risposte alle interrogazioni e alle mozioni presentate dall’opposizione, mentre la parte prettamente amministrativa è rappresentata dal rendiconto finanziario 2010, una variazione di bilancio e un parere in merito all’ampliamento della cava “Gampenhof”.
 Per quanto concerne gli argomenti affrontati dalle interrogazioni, ci sono i marciapiedi: Theodor Perathoner (Freiheitlichen) chiede lumi su quelli sconnessi in città; Claudia Furlani (Pdl) su quello che ancora manca lungo parte di via Stazione. Torna anche il fotovoltaico, con l’interrogazione di Pdl e Lega Nord in merito alle scelte che si intendono fare per iniziare l’installazione di pannelli sui tetti di alcuni edifici pubblici. Stando a quanto affermato dall’assessore Gagliardini, la giunta avrebbe accantonato l’idea del leasing per cercare invece di realizzare gli impianti con finanziamenti propri. Tra le mozioni, quella contro l’accattonaggio, per il WiFi gratuito e per un’area riservata ai cani a San Giacomo, dove ancora non esiste nonostante le richieste. (b.c.)
Alto Adige 28-6-11
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domenica, 26 giugno 2011


Laives, progetto fotovoltaico proteste dalle opposizioni

LAIVES.L’amministrazione comunale, come ha anticipato l’assessore Dino Gagliardini, ha intenzione di ripartire con il progetto del fotovoltaico, dopo che il governo ha rimesso gli incentivi.
 Però verrà imboccato un percorso diverso: non più il leasing, come si prevedeva all’inizio, bensì il finanziamento in proprio dell’iniziativa. Preso atto di questa intenzione, da parte dei gruppi di opposizione ci sono già le prime prese di posizione.
 Pdl, Lega nord e Unitalia, esprimono «preoccupazione e ferma condanna per le modalità con cui l’amministrazione comunale ha portato avanti il progetto, così come già fatto in marzo di quest’anno, quando la delibera per il fotovoltaico non venne approvata per mancanza del numero legale in aula consiliare. Da allora - dicono i consiglieri del centrodestra - non abbiamo avuto più informazioni in merito alle intenzioni dell’amministrazione comunale e sullo stato di avanzamento del progetto. Per questo si chiedono una serie di chiarimenti sugli incarichi assegnati e già liquidati».
 Interrogazione anche da parte di Paolo Castelli, consigliere grillino del gruppo Laives 5 stelle. In questo caso si avanzano anche consigli tecnici sul tipo di pannelli che potrebbero essere installati per ottimizzare la produzione di energia (al tellurio di cadmio oppure Cigs) e sulla possibilità che abbiano il minimo impatto possibile dal punto di vista architettonico.
 In conclusione, sia i rappresentanti del centrodestra che Laives 5 stelle, tendono la mano alla giunta proponendo una collaborazione per arrivare ad avere il migliore impianto fotovoltaico possibile sui tetti di vari edifici comunali. La questione tornerà comunque in consiglio comunale prossimamente. (b.c.)
Alto Adige 20-6-11
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venerdì, 17 giugno 2011



Laives, riparte il piano fotovoltaico

BRUNO CANALI
LAIVES. Fotovoltaico: si cambia sistema e si riparte. “Lo sfruttamento dell’energia pulita - conferma l’assessore Gagliardini - resta fra le priorità dell’attuale giunta tanto che ora pensiamo di finanziare direttamente il progetto che finalmente potrà vedere la luce”. Ma sul fotovoltaico il confronto, anche duro, tra maggioranza ed opposizione è durato mesi e non sembra del tutto archiviato.
L’accusa principale che l’opposizione ha sempre rivolto alla maggioranza è quella di avere “perso tempo” e quindi anche soldi, dati gli incentivi che il governo prevedeva secondo scaglioni che via via sempre meno convenienti. Lo scorso autunno, finalmente, qualche cosa si è messo in moto e l’assessore Dino Gagliardini, competente per le energie alternative, ha affidato uno studio per sapere in sostanza quale fosse il modo migliore e più redditizio per il Comune, di installare pannelli fotovoltaici su vari tetti di edifici pubblici. La soluzione proposta era una sorta di leasing, che però non ha avuto il tempo di decollare dopo un primo tentativo andato a vuoto per mancanza del numero legale in consiglio.
Nel frattempo - è passato qualche mese - il governo ha deciso di rimettere gli incentivi e quindi torna l’opportunità per il fotovoltaico. “Però non adotteremo più la formula del leasing - dice l’assessore Gagliardini - ma cercheremo di installare i pannelli fotovoltaici attingendo a mezzi finanziari propri del Comune. Per questo i progettisti faranno uno stralcio rispetto a quello che era il progetto iniziale, anche per vedere quanto e come realizzare alla luce della spesa e del ritorno che ne deriverebbe in termini di guadagno energetico”.
L’assessore Gagliardini torna anche a respingere l’accusa che la giunta, lo scorso anno “abbia dormito”. “Non è vero e abbiamo iniziato per tempo. Certo, va tenuto conto che gli impegni normativi da rispettare sono diventati, se vogliamo, ancora più vincolanti e questo inevitabilmente si riflette anche sull’iter degli interventi”.
Sul fotovoltaico, inevitabilmente, si riaccenderà anche la discussione tra maggioranza e opposizione. La Lega Nord ha già predisposto una interpellanza per chiedere chiarimenti, in particolare sulle somme spese finora per consulenze e progetto preliminare. Giuliano Vettorato, consigliere del Carroccio, è anche più drastico: “Prevedo che se già esiste un progetto tecnico - dice - alla fine sarà da buttare. Le nuove norme infatti prevedono che i pannelli non sporgano dai tetti più di 30 centimetri. L’impianto che avevano previsto aveva una potenza di picco attorno ai 475 chilowatt; con il piano mio e di Borin, arriverebbe invece ad un megawatt, ossia il doppio”.
Alto Adige 17-6-11
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giovedì, 16 giugno 2011



CasaClima: meeting con 300 consulenti energetici

BOLZANO. In questi giorni più di 300 consulenti energetici/auditori autorizzati hanno accolto l’invito dell’Agenzia CasaClima partecipando a una manifestazione informativa organizzata all’Università di Bolzano.
L’evento è iniziato con l’introduzione da parte del direttore Norbert Lantschner, che ha riassunto gli sviluppi fondamentali dell’efficienza energetica a livello nazionale e internazionale. Soddisfatto dell’affluenza al referendum ha esordito dicendo: «La strada per il nucleare è preclusa, la strada del futuro si chiama efficienza energetica che con l’uso di energia rinnovabile rappresenta la chiave per uno sviluppo sano, concreto e contemporaneo. Questa è la strada intelligente da seguire non solo per questioni ecologiche, ma soprattutto motivi economici e socioculturali». Nella seconda parte sono state presentate le novità della nuova direttiva tecnica che uscirà a breve, il Manuale del marchio CasaClima, i nuovi corsi di formazione e il nuovo sito (www.agenziacasaclima.it). La manifestazione si è conclusa con un rinfresco nella nuova sede nel «City Tower», una CasaClima certificata classe A, in cui consulenti/auditori hanno potuto visitare i nuovi uffici e approfondire le tematiche discusse durante la manifestazione direttamente con i tecnici. Bolzano, a livello nazionale, è oggi punto di riferimento per quanto riguarda il risparmio energetico: qui si tengono i corsi di formazione dei tecnici e sono cresciute aziende che hanno sviluppato prodotti ad hoc per questo settore.
Alto Adige 16-6-11
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martedì, 07 giugno 2011



OGGI ALLA LUB SI DISCUTE DI ENERGIE ALTERNATIVE

 BOLZANO. Sempre di più le tematiche legate allo sfruttamento sostenibile delle fonti di energia risultano essere centrali nella nostra società di stampo industriale. Per questo motivo l’Ökoinstitut e il Dachverband, in collaborazione con la Lub e la Fondazione Cassa di Risparmio, hanno organizzato per oggi alle 19.30 una serata informativa per l’approfondimento di questi argomenti. Il relatore sarà Rainer Grießhammer (foto), direttore dell’Öko-Institut di Friburgo e vincitore del Premio tedesco per l’ambiente 2010. Grießhammer si concentrerà sulla trasformazione dell’attuale società industriale in chiave sostenibile. Interverrà inoltre Andrea Gasparella, docente della Lub, sulla situazione italiana, i rischi di un ritorno al nucleare e le possibilità fornite dallo sfruttamento di fonti di energia rinnovabili. L’incontro si svolgerà alla Libera Università. Sarà disponibile un servizio di traduzione simultanea in italiano e tedesco.
Alto Adige 7-6-11
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mercoledì, 01 giugno 2011



Fotovoltaico: sconto del 22% sugli impianti installati da oggi

BOLZANO. Novità, a partire da oggi, per chi installa pannelli fotovoltaici in grado di convertire l’energia solare in energia elettrica. Il nuovo sistema statale di incentivi al fotovoltaico, il cosiddetto quarto conto energia, prevede infatti un abbattimento dei contributi pari al 22%. «Le nuove tariffe - sottolinea l’assessore Michl Laimer - saranno valide solo per gli impianti installati dal 1º giugno in poi, per tutti gli impianti già operativi prima di questa data resta in vigore la vecchia normativa». Laimer esprime “comprensione” per la scelta di ridurre gli incentivi.
Alto Adige 1-6-11
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martedì, 31 maggio 2011



Nuovi parchi eolici per rilanciare i comuni svantaggiati

BOLZANO. I criteri elaborati dalla giunta provinciale per la realizzazione di impianti per la produzione di energia eolica riducono a sei le località in grado di rispettare tutte le condizioni previste. Per coinvolgere nuovi comuni in possibili progetti futuri, l’esecutivo ha deciso di far effettuare nuove simulazioni. «Potrebbe essere una forma di sostegno per lo sviluppo di zone svantaggiate», ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder.
Secondo le linee guida della giunta provinciale, gli impianti eolici non potranno sorgere in zone residenziali, nel fondovalle, al di sopra dei 2.500 metri di altitudine e all’interno dei parchi naturali, delle zone sottoposte a tutela da parte del programma “Natura 2000” e dei territori che fanno parte delle Dolomiti patrimonio Unesco. Questi e altri “paletti” (ad esempio la velocità del vento), secondo le ultime valutazioni, vengono rispettati solamente da sei località in tutta la Provincia: Brennero, Valles, San Vigilio, Sarentino, Renon e Villandro.
«In questa lista - ha spiegato Durnwalder - non rientrano alcuni comuni con problemi di crescita e che corrono il rischio di spopolarsi. Per farli rientrare si potrebbe ipotizzare di alzare leggermente il limite per quanto riguarda l’altitudine massima di un impianto, portandola, ad esempio, da 2.500 a 2.700 metri».
Alto Adige 31-5-11
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martedì, 17 maggio 2011



In Alto Adige non più di cinque parchi eolici

BOLZANO. Delle linee guida molto rigide, che di fatto rendono possibile lo sviluppo di non più di 4-5 progetti in tutto l’Alto Adige: la giunta provinciale ha fissato i criteri che regoleranno il futuro del settore dell’eolico sul territorio altoatesino.
«Il tema è molto dibattuto - ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder - e per questo abbiamo deciso di prevedere dei criteri che devono essere rispettati da chi vuole presentare un progetto. Gli impianti non potranno sorgere in zone residenziali, nel fondovalle, al di sopra dei 2.500 metri e all’interno dei parchi naturali, delle zone sottoposte a tutela da parte del programma “Natura 2000” e dei territori che fanno parte delle Dolomiti patrimonio Unesco. Inoltre, tra le condizioni c’è quella che prevede una velocità minima del vento di 5 metri al secondo con una misurazione effettuata a 30 metri dal terreno». In sostanza questo pacchetto di criteri consente di ipotizzare la presenza in tutta la provincia di 4-5 zone adatte ad ospitare impianti eolici. Durnwalder ha citato «l’Alta Val Venosta, ma non nei pressi di Malles, il Brennero, l’Alta Pusteria e la zona tra Valles e Maranza».
Alto Adige 17-5-11
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venerdì, 13 maggio 2011



La Provincia di Bolzano vara il pacchetto sul clima

BOLZANO. Essere indipendenti e autosufficienti, e avere a disposizione energia pulita e sicura. Sono questi i punti-chiave del pacchetto per il clima presentato dall’assessore Laimer: “Entro il 2050 vogliamo abbattere la produzione di anidride carbonica da 5 a 1,5 tonnellate all’anno, e coprire oltre il 90% del fabbisogno con energia da fonti rinnovabili”.
Già oggi l’Alto Adige è considerata una delle regioni maggiormente all’avanguardia in tutta Europa per quanto riguarda il contenimento dei consumi energetici. Uno dei progetti più conosciuti a livello nazionale e internazionale è quello di CasaClima, ma sono anche altri i punti di forza della politica energetica della Provincia di Bolzano. Nella classifica di Legambiente sui comuni più virtuosi nel settore delle energie rinnovabili 14 delle prime 20 amministrazioni premiate sono altoatesine, e risultati simili sono stati raggiunti anche per quanto riguarda i pannelli solari (4 comuni fra i primi 5) e la biomassa (16 comuni fra i primi 20). Restando in tema di cifre, l’Alto Adige può contare su 17.700 impianti a pannelli solari, con una superficie di 195mila metri quadrati (il 12% di tutta l’Italia) in grado di produrre il 15% del fabbisogno totale di acqua calda. Facendo un paragone, se in Provincia di Bolzano ci sono 386 metri quadrati di pannelli solari ogni mille abitanti, l’Italia si ferma a quota 27, e l’Unione Europea arriva a 57 metri quadrati. “Tra il 1995 e il 2008 - ha spiegato l’assessore all’ambiente Michl Laimer - siamo riusciti ad abbattere drasticamente il consumo di petrolio, si è registrato un forte aumento dell’utilizzo di gas metano e il boom della biomassa. Si tratta di un buon risultato, ma non basta: occorre fare ancora di più”. Ed ecco che la Giunta provinciale ha varato il pacchetto clima che si pone obiettivi ambiziosi con una scadenza temporale molto lunga. «Attualmente produciamo circa 5 tonnellate di anidride carbonica all’anno - ha sottolineato Laimer - e abbiamo il 49% di energia proveniente da fonti alternative. Nel 2050 vogliamo arrivare a 1,5 tonnellate di CO2 e a più del 90% di energia rinnovabile. La chiave di tutto sarà l’utilizzo intelligente dell’energia, che può contribuire per il 60-70% al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti. Poi ci sarà naturalmente il miglioramento dell’efficienza energetica, con l’ipotesi di un bonus cubatura nei risanamenti, il progressivo abbandono dei combustibili fossili e l’ulteriore diffusione dell’energia rinnovabile”.
Secondo Laimer, si tratta di una “sfida che può essere vinta, ma solo con il contributo di tutti. Occorre un’ulteriore salto di qualità dal punto di vista culturale, un maggiore impegno nella ricerca, nell’innovazione e nello sviluppo di un’economia sostenibile».
Alto Adige 13-5-11
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martedì, 10 maggio 2011



La giunta provinciale fa marcia indietro sugli impianti eolici

BOLZANO. Dopo il no categorico ad impianti eolici in Alto Adige, la giunta ora sta pensando di fare marcia indietro. «Oltre all’impianto al Brennero, per il quale abbiamo già dato il nostro consenso, ci sarebbero altri 5-6 siti dove il vento sarebbe abbastanza forte per consentire la produzione di corrente elettrica. Prima di rendere pubblici questi siti vogliamo però parlare con i Comuni interessati». Lo ha detto il presidente della giunta Luis Durnwalder. La giunta infatti sta preparando una «strategia del clima», ovvero una tabella di marcia per incentivare le energie alternative e pulite e anche il risparmio energetico. Fino al 2050 la Provincia intende ridurre l’emissioni di Co2 da attualmente 5 tonnellate pro abitante all’anno a solo 1,5. La giunta intende creare un’agenzia energetica per dare consulenza.
Alto Adige 10-5-11
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domenica, 03 aprile 2011


«Fotovoltatico: milioni di danni»

LAIVES. Al secondo abbandono dell’aula consiliare nel giro di un mese da parte di Pdl, Lega Nord e Unitalia, il consigliere Christian Bianchi ha deciso di fare il punto della situazione. L’ultima occasione, qualche sera fa, è stata il dibattito sul fotovoltaico. Secondo il centrodestra, in questo campo l’amministrazione comunale ha già perso almeno 3 anni e più di 3 milioni di possibili introiti. «Questi gravi ritardi, nonostante l’approvazione all’unanimità di una nostra mozione, 3 anni orsono - spiega Bianchi - dovrebbero convincere la giunta a dimettersi immediatamente».
 Bianchi poi parla dell’Udc, ricordando che Claudia Guarda finora ha sempre dato un giudizio negativo sulla cittadella. «Anche la Svp si faccia un esame di coscienza sulla situazione - dice - perché la vittoria del centrosinistra in occasione del ballottaggio, dove ci fu sostanziale parità, è arrivata esclusivamente grazie all’appoggio determinante della Stella Alpina». (b.c.)
Alto Adige 3-4-11
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giovedì, 31 marzo 2011



Energia nucleare: l’Euregio dice no alle centrali

BOLZANO. Dopo una manifestazione tenutasi di buon mattino organizzata dai Verdi del Voralberg cui hanno partecipato anche i consiglieri Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba, un documento con cui si chiede il definitivo abbandono delle centrali nucleari nell’area alpina è stato approvato dall’assemblea congiunta dei consigli del Trentino, dell’Alto Adige e del Tirolo svoltasi ieri a Merano con la presenza anche dei rappresentanti del Voralberg. «Dopo la catastrofe nucleare di Fukushima in Giappone - si legge nel documento - anche la politica energetica europea non potrà più proseguire come se nulla fosse». L’assemblea ha dunque deciso che deve essere dato impulso alle fonti energetiche rinnovabili e alternative. La seduta congiunta di Merano è stata l’occasione per fare il punto dello stato di attuazione dell’Euroregione dell’ex Tirolo storico e da parte di tutti gli intervenuti è stato fatto un richiamo al governo italiano perchè approvi il relativo Gruppo europeo di collaborazione territoriale. Tra i punti controversi c’è stata una mozione nella quale si chiedeva che per le Olimpiadi del 2020 la Regione europea presentasse una candidatura unitaria. La mozione è però stata respinta per il voto contrario del Trentino. Come ha spiegato il presidente dell’assemblea trentina Bruno Dorigatti, la motivazione è di carattere tecnico, visto che il Comitato olimpico internazionale accetta candidature soltanto di singole città e non di intere regioni. Nel corso della seduta sono stati affrontati punti di comune interesse nella politica transfrontaliera, dai trasporti, alla cultura, allo sviluppo della regione all’interno della Ue. Fra le mozioni approvate anche quella di sollevare il problema degli orsi presso i rispettivi governi. «Alle singole province di Trentino, Alto Adige e Tirolo - si legge fra l’altro - deve essere accordata la possibilità di decidere ed organizzare la cattura ed il monitoraggio elettronico dei cosìdetti «orsi problematici».
Le Provincie di Trento e di Bolzano ed il Land Tirol commemoreranno congiuntamente la ricorrenza dei 500 anni del “Landlibell” (o “Libello dell’Undici”), il patto di confederazione per la difesa territoriale che l’Imperatore e Conte del Tirolo Massimiliano I d’Asburgo stipulò, il 23 giugno 1511, con i Principi Vescovi di Trento e Bressanone. Il Landlibell sancì la nascita di una milizia volontaria locale che, senza ordini di classe o di età, avrebbe provveduto alla difesa della regione. Da essa derivarono poi i corpi degli “Schützen”. (e.d.)
Alto Adige 31-3-11
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mercoledì, 30 marzo 2011



Sono 20 i Comuni che secondo Legambiente offrono il migliore esempio di tutela ambientale 

BOLZANO. Dunque, il rapporto “Comuni rinnovabili” di Legambiente premia ancora l’Alto Adige. “Anche quest’anno tra i primi 20 Comuni serviti al 100% da energie rinnovabili ben 14 sono della Provincia di Bolzano - sottolinea l’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer - una soddisfazione e una conferma allo stesso tempo.”
Sono 20 i Comuni che secondo Legambiente offrono il migliore esempio di tutela ambientale e innovazione energetica, riuscendo a coprire l’intero fabbisogno con l’utilizzo di fonti rinnovabili. 14 di questi sono altoatesini: 6 figurano tra i primi 10 della classifica, con Brunico al primo posto e particolari menzioni anche per Prato Stelvio, Dobbiaco e Sluderno.
“Siamo felici di questa conferma ai vertici di una graduatoria importante, un risultato attestato dalle associazioni ambientaliste che riconoscono i nostri sforzi per garantire un approvvigionamento energetico pulito e sostenibile”, commenta l’assessore provinciale Laimer.
Il rapporto scrive che “la Provincia di Bolzano è quella che in questi anni ha messo in campo le più efficaci e ambiziose politiche e ha disegnato la più chiara prospettiva di innovazione con l’obiettivo di uscire dalle fonti fossili. L’obiettivo è di arrivare al 75% della copertura dei fabbisogni complessivi entro il 2015. «Un obiettivo che raggiungeremo», conferma Laimer. Anche nelle classifiche per settore i Comuni altoatesini sono ben rappresentati: quattro tra i primi 5 nel solare-termico (Fiè, Terento, Selva e Parcines), mentre Bolzano registra in assoluto la più ampia superficie di collettori a livello nazionale. Glorenza è al top nel campo dell’utilizzo della biomassa a fini energetici, seguita da Castelnuovo in Val di cecina e Morgex. Quarto posto per Prato allo Stelvio, quinto per Vipiteno, settimo per Sesto Pusteria che precede Brunico, Varna, Valdaora, Monguelfo, Racines e Sluderno. Un elogio di Laimer per gli amministratori comunali, “che sono partner affidabili nell’attuare i progetti e seguono con grande impegno e spirito innovativo il nostro lavoro per raggiungere gli obiettivi di tutela del clima.” Sul fronte del mini idroelettrico, il Comune con il più alto numero di MW installati è Marebbe con 13 piccoli impianti per complessivi 22 MW; al secondo posto Villandro con sei impianti e 18 MW complessivi. In classifica tra le prime di settore anche Valle Aurina al sesto posto e Moso in Passiria al decimo posto.
Alto Adige 30-3-11
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mercoledì, 23 marzo 2011



Rinnovabili «Necessario uno slancio»

ROMA. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, richiama in un messaggio la necessità di un nuovo slancio sulle fonti rinnovabili.
Napolitano lancia un monito sulla «necessità di sviluppare nuovi indirizzi di ricerca sull’uso delle risorse idriche e delle altre fonti alternative e rinnovabili». «È infatti indispensabile individuare - dice Napolitano - nuovi modelli e strumenti capaci di coniugare lo sviluppo economico con la rigorosa salvaguardia del pianeta e dei suoi equilibri ambientali». Una linea, quella del Capo dello stato, che si sposa con l’esito di un sondaggio dell’Osservatorio Mediawatch, secondo cui quasi il 90% degli italiani preferirebbe investire nelle energie rinnovabili piuttosto che nel nucleare. Il 17 per cento degli intervistati confessa di aver cambiato opinione dopo il Giappone.
Alto Adige 23-3-11
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venerdì, 11 marzo 2011



Rinnovabili, cresce la rivolta «Sono a rischio 120mila posti»

ROMA. L’adeguamento degli incentivi alle energie rinnovabili è «necessario», ma chi lavora nella green economy non deve «nutrire timori ingiustificati». Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dribbla le resistenze al decreto, presenti anche all’interno della maggioranza, ma non fa marcia indietro: tenta invece di rasserenare gli animi in attesa che venga rivisto il regime di agevolazioni per chi investe nel settore, gettando acqua sul fuoco di un dibattito che coinvolge governo, opposizione, operatori, imprese e banche. Gli incentivi, spiega il premier, «devono adeguarsi all’andamento degli altri Paesi europei. Il boom del settore fotovoltaico determina sulle bollette dei cittadini un aggravio che era necessario calmierare». Il governo rassicura tuttavia gli operatori del settore: «Il progetto di diversificazione delle fonti di energia corrisponde a impegni internazionali precisi e guarda al futuro» e quindi «coloro che hanno investito nella cosiddetta green economy, come anche chi lavora in questo settore, non devono nutrire timori ingiustificati. Entro poche settimane il governo stabilirà il nuovo quadro di incentivi». La risposta di Berlusconi è diretta certamente agli operatori, ma anche a frange della maggioranza come Forza Sud, preoccupata di «difendere strenuamente il Sud e una delle sue più importanti fonti di occupazione». Il settore, intanto, è in grande agitazione. Prova ne è la lettera che l’Aibe (Associazione delle banche estere operanti in Italia) ha inviato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, in cui si lanciano due distinti allarmi: quello di un generale «rischio di inaffidabilità del legislatore italiano» e quello specifico della possibilità di speculazioni per la «compravendita» delle abilitazioni già incentivate. Si tratta, ha commentato il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, «del solito classico atteggiamento delle banche che non ci piace». E mentre il vicepresidente di Confindustria Salomone Gattegno, a titolo personale, parla di «catastrofe», il rischio più sentito è quello dell’occupazione, anche se sui numeri non ci sono certezze: la Cna valuta in 50mila i posti di lavoro a rischio, mentre secondo il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, «è come chiudere la Fiat», con il provvedimento «si mandano a casa 120mila persone». Le associazioni di settore sottolineano anche che «si uccide una filiera giovane che assume giovani e che da 2-3 anni aveva avviato i primi passi. Ora che era matura il governo gli taglia le gambe». Insomma, sintetizza il leader del Pd Pierluigi Bersani, «è una vicenda drammatica», e la speranza è che «Romani presti orecchio». E’ proprio il ministro dello Sviluppo economico, che Galan e la Prestigiacomo si prepara a modificare il decreto.
Alto Adige 11-3-11
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mercoledì, 09 marzo 2011



Fotovoltaico: le giardinerie puntano sull’energia solare

BOLZANO. Le giardinerie bolzanine Raffeiner, Floralp e Südkultur investono sul solare in Puglia. A realizzare l’impianto fotovoltaico, uno dei più grandi della regione, è stata la Obrist di Velturno: l’energia prodotta equivarrà al consumo annuo di 2.200 famiglie.
 L’impianto è stato realizzato nei mesi scorsi a Minervino Murge con i moduli solari integrati nella costruzione dei tetti delle serre che sorgono sui terreni di proprietà delle giardinerie Raffeiner, Floralp e Südkultur.
 Oltre alla progettazione, alle procedure di autorizzazione e all’allacciamento alla rete (per il quale è stato necessario posare nove chilometri di cavi dalle serre fino al punto di raccordo), una delle sfide maggiori per la Obrist è stata quella di prevedere un sistema di aerazione che garantisse il ricambio d’aria necessario per la crescita delle piante. «Inoltre - spiega Valtl Raffeiner, titolare dell’omonima giardineria - abbiamo dovuto porre particolare attenzione sulla scelta delle piante, visto che l’ombra proiettata dai moduli solari ci ha costretti a scegliere piante che riescono a prosperare anche in presenza di un minore irraggiamento». Il costo dell’impianto - che ha una durata di vita di 25 anni - sarà ammortizzato in dieci anni.
Alto Adige 9-3-11
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lunedì, 07 marzo 2011



Bene fermare anche qui l’eolico Ma il varco solo al Brennero potrebbe essere un precedente

UMBERTO TECCHIATI*
«L’Alto Adige dice no all’energia eolica perché i rotori necessari allo sviluppo di questa tecnologia rischiano di danneggiare l’aspetto paesaggistico”. E’ sicuramente una buona notizia. Da sempre Italia Nostra combatte a livello nazionale contro l’eolico evidenziandone gli aspetti di criticità, e non solo sul piano della tutela del paesaggio. Gli incentivi introdotti nel’99 con la durata di 8 anni, sono passati a 12 nel 2003 e infine a 15 con l’ultima finanziaria Prodi del 2008. Quindici anni di soldi pubblici: un salvagente finanziario abbastanza sostanzioso. Stando ai dati della Borsa elettrica (Gme), in Italia chi tira su una pala si becca 89 euro di incentivo per ogni megawattora prodotto. A questi bisogna aggiungere 61 euro a megawattora venduto alla rete. In tutto 150 euro a megawattora, il doppio di quanto racimola negli altri paesi. Un mercato drogato di sovvenzioni che scava nelle tasche dei cittadini. Alla luce di queste considerazioni Italia Nostra Alto Adige non può quindi che plaudire all’iniziativa del Presidente Durnwalder. Però, e non vorremmo sembrare i soliti guastafeste, la notizia è buona solo a metà, perché mentre il Presidente spiega che i parchi eolici verranno evitati, dice che una eccezione si farà, e cioè per quello del Brennero. Ora la domanda è: perché proibirli dappertutto con la giustificazione che rovinano il paesaggio, e consentirne uno al Brennero? Al Brennero non rovinerà il paesaggio? I dati forniti da Leitwind, l’impresa che realizzerà il parco eolico del Brennero, parlano di cento milioni di chilowattora (= 100.000 megawattora) di energia prodotti annualmente per mezzo di 22 pale erette a 2300 metri di quota. Ciò significa che, di sole sovvenzioni, nelle casse di Leitwind entreranno 9 milioni di euro l’anno.
Perché è ovvio che se si incomincia con un’eccezione, il precedente è già creato e sarà un gioco da ragazzi richiamarsi ad esso tutte le volte che comoderà. Non sarebbe meglio, sui temi delle fonti rinnovabili, aprire un tavolo di discussione con i cittadini, con le associazioni ambientaliste, con i tecnici? E’ necessario produrre più energia elettrica? I dati Astat dicono di no. La Provincia è praticamente autosufficiente grazie alle centrali idroelettriche (96,1% sul totale della produzione elettrica). Nel 2009 la produzione di energia elettrica era valutata in 5.994,5 milioni di kWh, mentre il consumo non raggiungeva i 3000 milioni di kWh. Ciò significa che i profitti che derivano dall’immissione dell’energia prodotta nella rete non solo ripagano la spesa per acquistare l’energia, ma ne avanzano abbastanza (la metà!) perché diventino un concreto beneficio economico per la collettività. Nuovi investimenti nella produzione di energia elettrica, sia pure da fonti rinnovabili, sono quindi inutili, anche alla luce dei costi che essi comportano sul piano della conservazione del paesaggio e dell’ambiente. E’veramente ciò che vogliamo? Ne vale la pena?
*Presidente di Italia Nostra
Alto Adige 6-3-11
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lunedì, 07 marzo 2011



Fotovoltaico, installazioni verso la paralisi

ANDREA DI STEFANO
ROMA. «La paralisi del settore è dietro l’angolo. Tutti citano la scadenza della fine di maggio, ma dal 16 aprile non si potranno più installare i pannelli sul tetto di casa». Gianluca Lancellotti, amministratore delegato di Ener20, spiega l’impatto del Decreto sul fotovoltaico.
«La Deliberazione 99/08 del presidente dell’Autorità dell’Energia, Alessandro Ortis, indica in 30 giorni lavorativi, leggasi 45 giorni solari, il tempo a disposizione del distributore locale per realizzare l’allaccio - dice Lancellotti -. Una famiglia che intenda acquistare un impianto non troverà nessuno che glielo finanzi visto che per l’impianto installato dopo il 16 aprile nessuno conosce se e quale incentivo verrà riconosciuto». Ben si capisce, quindi, l’allarme lanciato da Valerio Natalizia, presidente di Gifi, Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane di Confindustria Anie, che stima in «oltre 10mila unità direttamente impegnate nel settore» il rischio immediato di cassa integrazione a causa di un «blocco degli investimenti per i prossimi mesi per oltre 40 miliardi, degli ordini di apparati già in corso per circa 8 miliardi e di contratti già stipulati per circa 20 miliardi». Le banche si riuniranno il 16 marzo all’Abi per decidere il da farsi, ma da giorni le direttive arrivate dalle sedi centrali sono improntate alla massima cautela. «L’intervento legislativo deve avvenire entro questo mese: basterebbe integrare quello del 3 marzo rimandando la rimodulazione degli incentivi agli allacci dopo il 31 dicembre - continua Lancellotti - mossa che sarebbe apprezzata da tutti perché eliminerebbe incertezze pesantissime per chi deve fare investimenti evitando il blocco del settore fotovoltaico». Lancellotti stava installando sui tetti delle famiglie pugliesi sino a 200 impianti al mese, perché il modello di Ener20 si basa proprio sul fotovoltaico diffuso. Piccoli impianti da 1 a 3 chilowatt destinati ad avere il maggior impatto occupazionale.
Nel 2010 il fotovoltaico è costato ad ogni famiglia 0,60 centesimi ma ha prodotto lavoro per mille aziende e 15 mila occupati. Oggi le utenze che utilizzando il fotovoltaico sono 16mila: il 34% sono appunto quelli domestici o condominiali che producono meno di 20 chilowatt, il 38% tra 20 e 600 chilowatt e il 28% di tipo industriale (oltre i 600 chilowatt). Nel primo conto energia l’incentivo prevedeva un adeguamento per tenere conto del deprezzamento su 20 anni dell’investimento prodotto dall’inflazione (pari a circa il 25%). Il secondo conto energia ha stabilito che il valore nominale dell’incentivo rimane fisso per 20 anni, determinando quindi una riduzione di circa il 25%, mentre il terzo conto energia, approvato solo lo scorso agosto, ha stabilito una riduzione del 30% nell’arco dei prossimi tre anni, cioè entro il 2013. Oggi per un impianto di 3 chilowatt sono necessari circa 30mq di tetto e un investimento di 20mila euro: mediamente si producono 4.200 kwh che vengono pagati dal Gse 0,44 euro per kwh pari a 1.850 euro annui ai quali si sommano circa 800 euro di risparmi per l’energia non consumata. Il ritorno dell’investimento è in 7 anni, senza considerare gli oneri finanziari e quindi, come precisa Lancellotti, «il settore domestico non potrebbe sopportare ulteriori riduzioni del conto energia. Anzi sarebbe necessaria una rimodulazione federalista che paghi di più il chilowatt al centro nord dove l’insolazione è minore».
Alto Adige 6-3-11
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venerdì, 04 marzo 2011



Maggioranza sconfitta in consiglio sul fotovoltaico

LAIVES. Battuta di arresto per il progetto del fotovoltaico sui tetti degli edifici comunali. La giunta aveva convocato un consiglio comunale urgente per iniziare l’iter in maniera da arrivare, se possibile, alla messa in rete entro fine anno, così da non perdere gli incentivi statali. L’altra sera in aula il dibattito si è protratto fino a mezzanotte ma quando si è trattato di votare, vista l’assenza del consigliere Pd Roberto Ceol, tutta l’opposizione ha abbandonato l’aula, facendo mancare il numero legale. Al presidente Loris Frazza non è rimasto altro da fare che chiudere la seduta.
Probabilmente, a breve, la giunta convocherà un altro consiglio per riprovare col fotovoltaico ma intanto scoppia la polemica. «Non meravigliamoci se poi i cittadini perdono la fiducia nella politica - dice Manuel De Longis, segretario della lista La civica - e l’opposizione ha accampato scuse pretestuose per non votare la delibera, nonostante il fotovoltaico faccia parte anche del suo programma elettorale. E’ stata una vergogna e uno spreco di denaro pubblico. Non comprendiamo nemmeno la posizione dell’Udc (la consigliere Guarda è uscita insieme agli altri) ma per quello che ci riguarda, questo partito si è tagliato ogni possibilità di entrare in maggioranza».
Debora Pasquazzo (Pd) ricorda che il fotovoltaico è importante e l’attuale giunta ha lavorato fin dall’inizio per accelerare i tempi. «La mancata approvazione è stato un incidente di percorso per motivi formali, sfruttato dall’opposizione, che non ha dimostrato senso di responsabilità. Ciò non toglie che la maggioranza sia compatta e lo riproporrà appena possibile».
Replica Christian Bianchi (Pdl): «Lo abbiamo sempre sottolineato: la maggioranza deve garantirsi per prima i voti necessari per amministrare. Dopo che hanno sistematicamente ignorato le nostre proposte, anche sul fotovoltaico, non possono pretendere che l’opposizione faccia da stampella. Per noi quindi, la brutta figura l’ha fatta proprio la maggioranza, incapace di garantirsi i voti per deliberare. Sono almeno 4 anni che raccomandiamo di iniziare col fotovoltaico per godere di tutti gli incentivi; ci hanno sempre ignorati».
Alto Adige 4-3-11
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martedì, 01 marzo 2011



Egna, il Comune punta sull’energia verde

EGNA. Per l’investimento in fonti di energia rinnovabile il comune di Egna ha stanziato 1,5 milioni di euro, quasi il 20% degli investimenti del bilancio comunale 2011. La giunta ha assegnato i lavori di progettazione. «Il nostro obiettivo per la legislatura in corso è quello di produrre l’elettricità consumata dal Comune grazie a fonti energetiche rinnovabili. Nel 2011, promuoveremo in particolare la tecnologia fotovoltaica, anche perché gli investimenti sono economicamente molto interessanti in questo settore attraverso il finanziamento del Gse. Abbiamo in programma di installare circa 300 kW, corrispondenti a una superficie di circa 2.200 metri quadrati e una produzione di circa 315.000 kwh. Copriremo poco meno della metà del fabbisogno elettrico comunale, evitando quasi 200 tonnellate di CO2, e avremo un effetto positivo anche sul bilancio», dichiara soddisfatto l’assessore all’energia e alle finanze Andrea Olivetti.
 La commissione edilizia aveva semplificato in una delle prime sedute della scorsa estate, i criteri per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti. «Con la nostra decisione vogliamo aiutare i cittadini che vogliono utilizzare fonti energetiche rinnovabili. Desideriamo inoltre invitare i nostri concittadini a scegliere la stessa via dell’amministrazione comunale investendo in energie rinnovabili, contribuendo a frenare il cambiamento climatico, ma soprattutto guadagnando anche denaro. Dopo l’installazione di 304 kW sul tetto del palaghiaccio e di alcune lampade fotovoltaiche sui ponti di San Floriano, ora vogliamo procedere con questo importante progetto» afferma il sindaco Horst Pichler.
 L’Eurac ha esaminato per conto 14 diversi siti idonei per l’installazione di impianti fotovoltaici. Tra quelli prescelti ci sono i tetti della scuola media tedesca, il centro della protezione civile, il lido di Egna e la palestra di Laghetti. È prevista anche la copertura di alcuni parcheggi. Altri impianti sono previsti per l’anno prossimo. La questione delle energie rinnovabili a Egna non è nuova: già nel 2008, l’ingegnere di Laghetti Harald Pardatscher aveva proposto l’installazione di una micro turbina nell’acquedotto di Laghetti ed il progetto è sarà approvato a breve. La turbina rallenterà l’acqua e produrrà 50 milakWh di elettricità l’anno, equivalenti a un consumo di circa 15 famiglie. La costruzione dell’acquedotto con la micro-centrale idroelettrica è prevista per il 2011. (dafo)
Alto Adige 1-3-11
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mercoledì, 23 febbraio 2011



L’opposizione - Laives: sprechi nel fotovoltaico

BRUNO CANALI
LAIVES. Fotovoltaico, energia del futuro ma anche motivo di scontro tra maggioranza ed opposizione in consiglio comunale. Pdl, Lega e Unitalia, hanno presentato un ordine del giorno che esprime un giudizio negativo sulla politica energetica comunale. Contestati, soprattutto, i mancati guadagni.
 In sostanza, i consiglieri di opposizione accusano la giunta di avere perso parecchio tempo per il fotovoltaico e questo si è tradotto in mancati guadagni, sia con l’energia che si sarebbe potuto produrre e sia per la progressiva riduzione degli incentivi statali in questo settore. Nell’ordine del giorno si punta anche il dito contro le consulenze alle quali ci si è affidati per arrivare fino alla gara di appalto, consulenze che, stando ai calcoli dell’opposizione, sarebbero costate finora oltre 100mila euro al Comune. «Sono tre diverse consulenze - afferma Giuliano Vettorato della Lega - e avendo avuto modo di vederle, sinceramente sono rimasto perplesso perché i dati indicati potevamo tranquillamente ottenerli anche dagli uffici tecnici comunali senza spendere quello che si è speso. Non sappiamo se ci sia dell’altro, ma quello che abbiamo potuto vedere si è ridotto a 7 fotografie dall’alto di altrettanti tetti degli edifici pubblici e una serie di planimetrie che, come detto, sono disponibili presso l’ufficio tecnico. Questo ci fa dire che tutta la questione del fotovoltaico è stata gestita male. All’opposizione è stata presentata all’ultimo momento, forse per impedirci di approfondire il tutto a dovere. Infine è anche arrivato un ulteriore esborso di oltre 20mila euro per una consulenza sulla gara di appalto con “locazione finanziaria ad un professore bolognese».
 Secondo i conti fatti da Vettorato e da Bruno Borin (Pdl) fin qui il Comune avrebbe già perso parecchi soldi e «nella migliore delle ipotesi saranno 179 mila euro l’anno per vent’anni, di costi per le casse comunali».
 Il sindaco Liliana Di Fede però respinge tutte queste affermazioni e allarga le braccia. «L’ho spiegato più e più volte: il Comune non è un privato cittadino, che dispone come vuole delle sue risorse. Noi siamo obbligati a seguire determinate procedure e a rispettare le norme alla lettera. Abbiamo iniziato in estate con il fotovoltaico, confrontandoci anche con altri Comuni e questo per non fare le cose in maniera superficiale per poi magari incappare in qualche ricorso che ci bloccherebbe per anni. La procedura per arrivare all’installazione dei pannelli fotovoltaici è stata quindi concordata con i nostri tecnici e anche con esperti esterni del settore, proprio perché si tratta di un impegno significativo e impattante. Non è nostra abitudine conferire incarichi a destra o a manca ma, lo ribadisco, c’è un codice appalti per le amministrazioni pubbliche che è particolarmente complesso; piacerebbe anche a me una procedura più semplice, ma purtroppo non è così e mi devo continuamente confrontare con ciò che stabiliscono leggi, norme e regolamenti vari».
 Anche l’assessore Dino Gagliardini, cui compete il settore energia, ha spiegato recentemente perché si sia deciso di affidare una consulenza ad un esperto esterno per la gara di appalto: «Abbiamo scelto la formula della “locazione finanziaria” che per noi è la più conveniente anche dal punto di vista economico - aveva dichiarato - però è anche complessa e inedita a livello provinciale. Non possiamo permetterci di compiere passi falsi quindi e abbiamo optato per uno dei massimi esperti in materia».

Alto Adige 23-2-11
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martedì, 22 febbraio 2011



La giunta: in Alto Adige niente centrali eoliche

BOLZANO. Stop all’energia eolica. Con un’unica eccezione: la zona del Brennero. I due impianti, già esistenti a Malles, dovranno essere smantellati entro cinque anni. È la linea, adottata ieri dalla giunta provinciale, che ha dichiarato l’Alto Adige terra libera dall’energia eolica. Questa la spiegazione del presidente della Provincia Luis Durnwalder: «Lo sviluppo della tecnologia necessaria per produrre energia eolica rischia di avere un impatto troppo forte sul paesaggio». Unica possibile eccezione, ma con un progetto da autorizzare, il parco eolico al Brennero che dovrebbe nascere dalla collaborazione tra Leitner e Ae. «Il parco eolico al Brennero - ha affermato Durnwalder - rientra nel più ampio programma del cosiddetto Corridoio verde previsto lungo l’asse del Brennero, che combina le energie rinnovabili con il trasferimento del traffico dalla strada alla rotaia». Inoltre si sviluppa su una superficie relativamente piccola, non sarebbe eccessivamente impattante e risulterebbe accessibile grazie a una strada militare già esistente. In val d’Isarco, nelle intenzioni della Provincia, sarà concentrato ogni sforzo per il potenziamento della produzione di energia pulita. Il parco eolico del Brennero si affianca infatti ad altre infrastrutture “verdi”, compresi la produzione di idrogeno per alimentare i veicoli e il progetto del tunnel ferroviario del Brennero. Una deroga transitoria è prevista invece per i due impianti eolici già esistenti a Malles, «Ci sono già stati investimenti cospicui e non vogliamo mettere i gestori davanti al fatto compiuto: avranno cinque anni di tempo per ammortizzare gli investimenti. Poi gli impianti dovranno essere smontati».
Alto Adige 22-2-11
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mercoledì, 16 febbraio 2011



Consulenza da 22 mila euro per gli impianti fotovoltaici

LAIVES. Tra le varie opzioni disponibili per arrivare all’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di diversi edifici comunali, la giunta di Laives ha scelto di predisporre una gara per la “locazione finanziaria”. «Questa formula è inedita a livello provinciale - dice l’assessore competente Dino Gagliardini - perché altre amministrazioni invece hanno scelto o l’acquisto oppure l’affitto dei tetti. Secondo noi però, la prima soluzione per Laives sarebbe stata troppo onerosa, mentre la seconda è invece poco redditizia». Sarà quindi uno specialista di Bologna a predisporre la gara per la locazione finanziaria necessaria per poi passare alla progettazione e alla realizzazione degli impianti fotovoltaici sui tetti di 11 edifici comunali. La giunta non si nasconde che la formula scelta sia abbastanza complessa e proprio per questo preferisce affidarsi ad una consultazione esterna incaricando il professor Giacomo Santi di Bologna: un incarico da 21.762 euro.
 Intanto non si placano le polemiche attorno a questo tema, con il Pdl in particolare che a più riprese ha accusato la giunta di avere perso tempo prezioso per arrivare al fotovoltaico e con questo mancati ricavi per centinaia di migliaia di euro. Il consigliere Bruno Borin parla di cifre milionarie nell’arco di vent’anni perse fra minori incentivi statali per le energie pulite e mancati guadagni dalla produzione di energia elettrica. Meglio hanno fatto nel frattempo diversi privati, tanto che come superficie di pannelli fotovoltaici in funzione, Laives figurerebbe ai primi posti in provincia. Certamente, a favorire i privati sono le procedure burocratiche per arrivarci, procedure non gravate dalla farragine che caratterizza l’amministrazione pubblica. (b.c.)
Alto Adige 16-2-11
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sabato, 22 gennaio 2011


Acqua potabile: proteste a Cauria

MASSIMILIANO BONA
SALORNO. Con il passaggio della centrale di San Floriano all’altoatesina Sel gli abitanti di Cauria - piccola frazione a 1.328 metri di quota con una settantina di abitanti - sperano di riuscire a risolvere definitivamente il problema dell’acqua potabile, che dalla metà degli anni Cinquanta è qualitativamente inferiore a quella di Salorno. «Siamo ancora costretti a clorarla - spiega Roland Lazzeri, a capo del locale comitato civico - e negli anni Novanta la situazione era ancora più critica».
 Compito del comitato civico - che ha fatto il punto in un’affollata assemblea - è quello di sensibilizzare i politici provinciali e comunali sui danni arrecati al paesino dalla costruzione del cunicolo che collega la diga di Stramentizzo alla centrale di San Floriano. Il nuovo acquedotto a Cauria venne realizzato nel 1951 dal locale consorzio irriguo. «Il 12 febbraio 1953 - sottolinea Lazzeri - a causa delle perforazioni all’interno della galleria si ruppe un bacino sotterraneo che provocò l’allagamento di San Floriano».
 Da allora tutte le fonti idriche attorno a Cauria sono state prosciugate a causa dell’abbassamento della falda all’interno della montagna. Prima la zona, invece, era particolarmente ricca di sorgenti, con acqua di qualità tra l’altro molto buona. «All’epoca la concessione - continua Lazzeri, presidente del comitato civico - era della società Avisio, ma nell’immediato non vi fu alcun intervento migliorativo e tantomeno risolutivo. Solamente nel 1964 il concessionario costruì un nuovo acquedotto a pompaggio».
 Il problema, dunque, fu risolto solo parzialmente, individuando una sorgente d’acqua nella valle dell’Anguilla. Il concessionario pagò anche i costi di pompaggio, visto che la fonte era comunque ad un ’altezza inferiore rispetto al paese. Trattandosi, tra l’altro, di una fonte in superficie la qualità come detto non può definirsi soddisfacente. «La preoccupazione maggiore - continua Lazzeri - è rappresentata dal costante rischio di un inquinamento batterico ma anche dalle infiltrazioni».
 Nel 2005 Salorno non figurava ancora nell’elenco dei Comuni danneggiati dalla costruzione della centrale. Ma proprio nella scorsa legislatura c’è stata una certa pressione a livello politico soprattutto da parte della locale Svp e dell’ex vicesindaco Walter Pardatscher. «Ora tocca al nuovo concessionario, e quindi alla Sel, - sottolinea Lazzeri - risolvere l’annosa questione. L’ideale, per la frazione di Cauria, sarebbe individuare una nuova sorgente a monte dell’abitato. E confidiamo che ciò avvenga in tempi brevi».
Alto Adige 22-1-11
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martedì, 28 dicembre 2010



Fotovoltaico, Laives è al 4º posto

BRUNO CANALI
LAIVES. L’opposizione accusa la giunta di avere sostanzialmente “perso tempo e soldi” con il fotovoltaico, l’assessore Dino Gagliardini rimanda l’accusa al mittente, ribadendo che è una priorità dell’attuale esecutivo.
 Intanto, mentre in municipio si discute ancora, i privati hanno già installato 4 ettari circa di questi pannelli nelle loro proprietà. Questo dato è stato evidenziato recentemente dall’Ae, che ha confermato la statistica a livello provinciale. Vi si legge che Laives, con 4 ettari, è al quarto posto nell’elenco dei Comuni serviti dall’Ae per superficie di pannelli fotovoltaici concessa e in buona parte installata.
 Uno degli impianti più grandi occupa il tetto del magazzino di frutta “Kaiser Alexander”, in via Fabio Filzi, centinaia di metri quadrati che hanno comportato un investimento milionario, ma che nel tempo frutteranno vantaggi concreti.
 Ad accusare l’amministrazione comunale di essere in ritardo con questa nuova fonte di energia rinnovabile è stato il consigliere del Pdl Bruno Borin. «A mano a mano che passa il tempo - aveva dichiarato Borin in sede di approvazione del bilancio di previsione - calano gli incentivi statali per il fotovoltaico e già adesso, secondo i calcoli, abbiamo perso un milione di euro. Non credo che Laives riuscirà a mettere in rete i primi impianti da fare su 11 edifici pubblici prima della fine del 2011 e perciò mi sento di dire che i mancati introiti alla fine saranno anche maggiori».
 «Se fosse stato possibile impegnare il bilancio comunale accendendo un mutuo per finanziare l’operazione - risponde però l’assessore Dino Gagliardini - e se la messa in rete fosse avvenuta entro il 31 dicembre di quest’anno, il guadagno disponibile dopo vent’anni sarebbe stato pari a 2.365.105 euro (118.000 euro l’anno) contro 1.998.406 euro (99.000 euro l’anno) ricavati attivando gli impianti entro il 30 aprile 2011 e 1.711.601 euro (85.500 euro l’anno) attivandoli entro il 31 dicembre 2011. Purtroppo però, causa la ridotta capacità mutuataria del Comune, il finanziamenti con mutuo non è percorribile e la migliore formula rimane un leasing, che garantisce comunque un guadagno di 850.000 euro, vale a dire, 47.222 euro l’anno».
 L’assessore Gagliardini spiega che purtroppo le amministrazioni pubbliche debbono seguire iter diversi dai privati anche in questo caso.
  Alto Adige 28-12-10
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sabato, 18 dicembre 2010



Ae fornirà energia verde a Seab

BOLZANO. Dal 2011, per la gestione dei suoi impianti a Bolzano e Laives, Seab utilizzerà esclusivamente energia da fonti rinnovabili. Ieri è stato siglato un accordo con Azienda Energetica, che fornirà l’energia garantita tramite emissione di certificati verdi. Seab consuma annualmente circa 12 milioni di kwh e finora aveva in essere oltre cento contratti di fornitura per un costo totale di oltre un milione di euro. Per risparmiare, Seab ha cercato sul mercato libero la migliore offerta: sono stati invitati alla gara 16 rivenditori di energia a livello nazionale e alla fine l’offerta migliore è risultata essere quella di Azienda Energetica.
Alto Adige 18-12-10
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giovedì, 16 dicembre 2010



Nuova centrale sotto il Virgolo

BOLZANO. «Prima l’accorpamento delle centrali di Tel e Marlengo: il progetto potrebbe essere pronto nel giro di quattro anni. Poi, nell’arco di cinque-sei anni, la realizzazione di una nuova centrale sotto il Virgolo». Il presidente di Azienda energetica Massimiliano Sturaro (nella foto),il giorno dopo l’accordo con Sel sull’energia, è soddisfatto: dell’intesa fanno parte anche le due centrali.
 Il primo progetto riguarda una nuova centrale sotto il Virgolo che capterà l’acqua della centrale di Cardano e sfrutterà il salto di 22 metri tra Cardano e Ponte Loreto. L’investimento previsto è di circa 70 milioni di euro. La produzione annua è quantificata in 80 milioni di kwh e sarà così suddivisa: 50% più uno delle quote ad Ae, il resto a Sel.
 «Per la nostra azienda - spiega il presidente di Ae - si tratta di un’operazione molto interessante». Bisognerà vedere però se il progetto supererà la probabile opposizione dei comitati che a Bolzano, negli ultimi anni, sono riusciti a bloccare più d’una iniziativa. Ricordiamo che proprio il no dei comitati ha stoppato la realizzazione della nuova sede di Thun sul Virgolo.
 All’operazione centrale sotto il Virgolo però è direttamente interessata anche la Provincia (ha il 93% delle azioni di Sel) e questo fa pensare che potrà esserci un’accelerata nelle procedure burocratiche.
 L’altro progetto riguarda l’accorpamento delle centrali di Tel e Marlengo. La nuova verrà realizzata a Marlengo. Attualmente i due impianti producono 350 milioni di kwh, la nuova struttura raggiungerà i 430 milioni di kwh. La quota di produzione aggiuntiva verrà suddivisa al 50% tra Ae e Sel. L’investimento previsto è di 110 milioni di euro.
 Il prossimo accordo tra Azienda energetica e Sel molto probabilmente riguarderà la rete di distribuzione dell’energia. Dal 1º gennaio passerà alla Sel la rete di Enel che però è vecchia ed ha bisogno di grossi investimenti.
Alto Adige 16-12-10
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domenica, 12 dicembre 2010



Di Fede: mi aspetto lealtà dalla Svp

BRUNO CANALI
LAIVES. Quella che si chiude è stata una settimana di passione per il sindaco Liliana Di Fede. Per il progetto della cittadella sportiva, dalla Svp, dopo le dimissioni di Georg Forti, arrivano segnali di revisionismo; per quello della centrale a pompaggio c’è invece l’aut aut dei Verdi e si profila così un’asse tra ambientalisti e Svp. L’unica a manifestare comunque ottimismo è proprio lei, la sindaca, forte degli accordi di coalizione sottoscritti da tutti i partner della maggioranza dopo le elezioni.
 Non si può negare che c’è un certo fermento attorno ai due grandi progetti.
 
Ribadisco: la cittadella dello sport fa parte del programma. Quando si hanno obiettivi di tale portata, occorre preventivamente una buona pianificazione, unica garanzia per un risultato di qualità.
 D’accordo il confronto e il dibattito, ma a quanto pare, si sta profilando un fronte contrario sia allo stadio del Fc Alto Adige e sia all’ipotesi di centrale elettrica a pompaggio, fronte trasversale...
 
Il concetto da tenere presente non è cittadella sì, cittadella no, ma cittadella come. Su questo siamo disposti a discutere e confrontarci. Le verifiche che abbiamo avviato servono proprio per fare del nostro meglio. Siamo la quarta città della nostra provincia e credo occorra cogliere questa occasione che ci viene presentata.
 I detrattori dello stadio però dicono di non vedere alcun’opportunità concreta ma piuttosto problemi.
 
Arriveranno diversi nuovi posti di lavoro con l’investimento di almeno 30 milioni di euro. Laives diventerà attrattiva verso l’esterno; dobbiamo guardare a questi scenari con lungimiranza. Io credo non vi sia cosa peggiore che continuare a mettere tutto in discussione.
 Avete qualche elemento concreto a supporto di queste convinzioni?
 
Stiamo lavorando e le informazioni raccolte finora ci danno ragione ovvero, che si tratterà di una cosa utile. Continueremo ovviamente a mantenere forte attenzione verso tutti gli aspetti: ambientale, della sicurezza e della viabilità.
 Dall’opposizione, i grillini avanzano dubbi anche per la natura del sottosuolo e chiedono i risultati dei carotaggi geologici.
 
Anche in questo caso le prime informazioni che abbiamo sono rassicuranti; attendiamo comunque lo stato finale delle verifiche.
 E i costi?
 
Per la parte economica attualmente non abbiamo tutte le informazioni disponibili ma stiamo lavorando.
 Teme imboscate o ribaltoni dal punto di vista politico su questi temi “caldi”, dopo l’abbandono di Forti e l’arrivo di Zelger del Bauernbund?
 
No: una cosa è mantenere forte attenzione sui temi e sono d’accordo, così come di discuterne. Però attorno ad obiettivi come cittadella, piazza, lido e riqualificazione di via Kennedy garantisco che lavorerò giorno e notte: per questo sono stata votata a maggio dalla gente. Se poi dovessero insorgere problemi oggettivi ne parleremo e li spiegheremo. Ben venga la discussione sul “come” fare, che è stimolo per tutti noi, a patto che non sia strumentalizzata.
 Veniamo all’idea della centrale a pompaggio proposta dalla South Tyrol Energy: qui l’opposizione di Svp e Verdi è molto decisa a quanto pare. Il neo assessore Svp all’urbanistica Zelger ad esempio è uno dei residenti della Costa che si sono subito opposti all’ipotesi.
 
Si tenga presente che si tratta di una proposta che non fa parte dell’accordo programmatico di coalizione, come è invece la cittadella.
 Dopo avere visto da vicino impianti del genere in Austria, siete ritornati con un maggiore interesse a discuterne.
 
Per ora l’accordo è che si tratta di una proposta da approfondire. La Provincia ci ha esplicitato un certo interesse verso questo tipo di strutture che serviranno alla produzione di energia pulita.
 Proprio l’uso di energia da fonti pulite è tra le richieste anche degli ambientalisti...
 
Sintetizzando, tre sono a mio giudizio i punti da approfondire parlando di centrale a pompaggio: l’impatto ambientale; chi sono gli investitori dato che si parla di almeno 300 milioni di euro e infine la parte contrattuale, che comprenda la qualità effettiva del progetto e la garanzia che utilizzerà solo energia pulita per il suo ciclo di produzione.

Raccolta firme pro referendum

LAIVES. Il comitato promotore del referendum contro lo stadio della cittadella ha terminato la raccolta delle prime 130 firme per chiedere il referendum. «Adesso attendiamo i risultati dei carotaggi nel sottosuolo della Galizia, che abbiamo chiesto - dice il consigliere grillino Paolo Castelli - e a gennaio partiremo con la raccolta delle firme per l’indizione del referendum, che dovranno essere 910».

Alto Adige 12-12-10
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venerdì, 10 dicembre 2010



I Verdi: «Contrari alla centrale»

BRUNO CANALI
LAIVES. Cittadella dello sport e centrale a pompaggio, saranno i temi “caldi” dei prossimi mesi. La maggioranza non pare compatta. Contro la centrale si profila un’asse Svp - Verdi, in particolare dopo la svolta in giunta.
 Iniziando dalla centrale a pompaggio che la South Tyrol Energy di Christian Masten ha proposto per Laives, i Verdi ribadiscono il loro no categorico. Lo fanno anche dopo che il sindaco, con una delegazione, ha visitato una centrale del genere in terra austriaca. Al ritorno la sensazione è stata quella di una maggiore disponibilità verso il progetto, perlomeno ad approfondirne tutti gli aspetti prima di dire sì o no.
 «Noi però rimaniamo di parere contrario - dichiara Giorgio Zanvettor, capogruppo dei Verdi in consiglio comunale - e non siamo interessati al progetto, che a nostro avviso avrebbe implicazioni ambientali pesanti. Non ci tranquillizza nemmeno la società proponente e non basta garantire che non ci saranno viavai di mezzi pesanti e danni irreparabili all’ambiente e alle falde acquifere di La Costa-Seit. Per quanto si possa mitigare un impatto del genere, non c’è studio che possa garantire in assoluto che non ci saranno danni».
 Su questa posizione i Verdi potrebbero trovarsi in sintonia con l’Svp. Quando si è parlato pubblicamente della centrale a pompaggio, tutti gli abitanti di La Costa - Seit (e tra questi il neo assessore all’urbanistica Georg Zelger) avevano abbandonato polemicamente la sala, una premessa che evidentemente non ha bisogno di altro.
 In merito alla cittadella dello sport invece, i Verdi locali tornano a ribadire che se di pari passo con la costruzione dello stadio per l’Fc Alto Adige andranno avanti anche il resto delle strutture che interessano direttamente il Comune di Laives (lido e biotopo) bene, altrimenti dagli ambientalisti potrebbe arrivare l’alt al progetto.
 «Credo che anche all’interno della Svp vi sia più o meno lo stesso dibattito che c’è al nostro interno - aggiunge Zanvettor - così come è tra noi Verdi. Non vedo scollamenti tra consiglieri comunali e assessori in giunta, perché la posizione che verrà adottata su questi progetti sarà chiara e ad essa si atterranno quindi anche gli assessori, nostro e della Svp».
Alto Adige 10-12-10
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venerdì, 03 dicembre 2010



Centrale a pompaggio: al sindaco piace l’idea

 LAIVES.Una delegazione di amministratori comunali guidati dal sindaco Liliana Di Fede, ha visitato, in Austria, una centrale elettrica a pompaggio simile a quella che la South Tyyrol Energy, dell’imprenditore Christian Masten, ha proposto per Laives. «Abbiamo visitato uno dei siti - dice Liliana Di Fede - e parlato anche con gli amministratori comunali della zona. Lì la società proprietaria degli impianti è provinciale e in programma hanno la costruzione di un altro impianto. Ci hanno anche detto che i comuni non ne hanno ricavato indennizzi, diversamente dalla proposta che ci hanno fatto per Laives, ma che il via libera è stato dato anche nella convinzione che il futuro, nella produzione di energia pulita, sarà sempre più in questa direzione».
 La sensazione che gli amministratori di Laives hanno ricavato, sarebbe quindi positiva, anche dal punto di vista dell’impatto ambientale. «Quasi tutto è in galleria - continua il sindaco - salvo i bacini idrici, che in Austria sono a cielo aperto, mentre qui da noi sarebbero in caverna. Quello che ci hanno spiegato gli amministratori comunali austriaci è che comunque occorre seguire fin dalle fasi iniziali questi grandi progetti, ritagliandosi un ruolo da protagonisti. Per Laives siamo solo a livello di idee intanto, ma il sindaco del Comune che abbiamo visitato ci ha anche spiegato che non c’è stata contrarietà per la costruzione della centrale a pompaggio, nonostante lì, come detto, al Comune non ne sia derivato un tornaconto diretto. Io sono quindi uscita con la conferma di ciò che pensavo: che occorre prima di tutto una verifica geologica e dell’impatto ambientale. Servono garanzie contrattuali e che l’energia usata sia di provenienza “pulita”. (b.c.)
Alto Adige 3-12-10

Vedi Link:   http://www.kopswerk2.at/downloads/Folder_061006_englisch.pdf
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mercoledì, 01 dicembre 2010




Centrale di pompaggio "Illwerke"  nel Vorarlberg a Montavon in Austria

Potrebbe essere la Centrale di pompaggioio visitata dall'amministrazione di Laives.

Nel Link si possono vedere alcuni dettagli utili per trarne diverse considerazioni

http://www.kopswerk2.at/downloads/Folder_061006_englisch.pdf
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lunedì, 29 novembre 2010


Giunta  in Austria per la centrale di pompaggio

LAIVES. Domani, una delegazione di amministratori comunali e di tecnici andrà in Austria, a Montavon, nel Vorarlberg, per vedere la centrale a pompaggio Illwerke. «È l’avvio di un percorso che vedrà giunta comunale e consiglio, impegnati ad approfondire questo genere di progetti - spiega Franco Magagna della lista La Civica - e capire quali vantaggi Laives può trarre dalla realizzazione, sul proprio territorio, di un impianto affine». Stiamo parlando della centrale a pompaggio proposta dall’imprenditore Christian Masten della South Tyrol Energy e avversata subito da Verdi ed Svp, che temono invece risvolti negativo per il territorio e i suoi abitanti.
 Continua Magagna: «Nelle scorse settimane abbiamo visitato due impianti analoghi, a Riva del Garda e a Santa Massenza, in funzione da decenni e da quanti si è capito, produrrebbero anche benefici economici in generale, sia per l’industria che per le famiglie». Christian Masten, presentando la proposta, ha anche garantito che Laives potrebbe contare su due milioni di euro l’anno, per l’intera durata della centrale. Per Magagna «non saranno certo i due milioni di euro a fare abbassare la guardia sulle problematiche che potrebbero nascere con un via libera al progetto di Masten. Occorre però sgomberare il campo da qualunque dubbio e non dovranno prevalere timori irrazionali, né tanto meno posizioni ideologiche. Occorre tenere conto che in un periodo di “vacche magre” come l’attuale, con Laives che deve portare a compimento importanti progetti, una simile risorsa potrebbe essere un toccasana insperato. Per questo motivo, la lista La Civica, persisterà nel chiedere che sia istituita una commissione paritetica sull’argomento». (b.c.)
Alto Adige 29-11-10
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domenica, 28 novembre 2010



Parco eolico.  Brennero sogna

GIANFRANCO PICCOLI
 BRENNERO. Ventidue pale alte sessanta metri e capaci di produrre energia elettrica per 37 mila famiglie. Un impianto a 2.300 metri di quota, posizionato sulla direttrice dell’«alpine jet», un vento che soffia costantementen sulle creste di confine e che sarebbe il carburante ideale del parco eolico di Sattelberg, progetto targato Leitwind (gruppo Leitner) e Ae. Energia verde? Gli ambientalisti storcono il naso: oltre all’impatto sul paesaggio, le torri eoliche si trovano pericolosamente sulle rotte di migrazione degli uccelli.
 Le gigantesche pale, infatti, potrebbero rappresentare una trappola mortale, anche se i progettisti garantiscono: un radar intercetterà i volatili e fermerà le pale in tempo.
 Secondo i progettisti, il parco - il cui costo preventivato è di 66 milioni di euro - è in grado di produrre 115 milioni di Kilowatt/ora all’anno (in grado di soddisfare il fabbisogno di tutte le famiglie della valle d’Isarco), con un ricavo presunto di 12,5 milioni di euro all’anno. Se non ci saranno intoppi, i lavori potrebbero cominciare nel 2011 e l’impianto entrare in produzione già nel 2012.
 Chi attende con grande interesse la realizzazione del progetto, che deve essere licenziato dal Via, è il Comune di Brennero. L’area dove dovrebbe sorgere l’imponente parco eolico si trova sul territorio del comune di confine. La joint-venture che ha in mano il progetto (controllato al 51% da Leitwind) ha garantito all’amministrazione comunale ogni anno il 4% dei ricavi, ovvero circa mezzo milione di euro. Ben più di una semplice boccata d’ossigeno per uno dei (pochi) comuni altoatesini da tempo alle prese con la crisi demografica, legata principalmente al progressivo smantellamento delle attività di confine. Negli anni Settanta il comune di Brennero contava poco meno di 3.000 abitanti, oggi sono poco più di 2.000
 «Senza considerare gli investimenti, l’amministrazione può contare su un bilancio di poco più di 3 milioni di euro all’anno - spiega il sindaco Franz Kompatscher - se consideriamo gli investimenti arriviamo a circa 4,5 milioni. E’ chiaro che avere un’entrata di circa 500 mila euro, sarebbe un toccasana per un bilancio pubblico spesso al limite».
 Avete già pensato a come investirli? «Non si divide la vacca prima di averla ammazzata - cita un detto tedesco il sindaco - quando avremo la certezza di questa entrata, faremo le nostre valutazioni. Ma è chiaro che i primi a beneficiare di questo introito sarebbero i cittadini: il nostro primo obiettivo sarebbe quello di ridurre le imposte». Potrebbe essere l’occasione per rilanciare un comune che soffre di decremento demografico? «Chiaro che anche l’economia locale trarrebbe grande vantaggio da una situazione di questo tipo. Creare nuovi posti di lavoro a Brennero non sarebbe un’utopia».
 Resta aperta la questione dell’impatto ambientale: «La zona non è di particolare pregio turistico. Aspettiamo le decisioni del Via: i tecnici sapranno suggerire le soluzioni migliori per rendere il progetto compatibile con l’ambiente».
 Gli ambientalisti stanno alla finestra, Leitwind continua a mandare messaggi rassicuranti. Oltre ai radar per intercettare i flussi migratori dei volatili, l’azienda assicura che anche il cantiere comporterà un minimo impatto: per portare a monte i materiali verrà realizzata una funivia destinata allo smantellamento non appena saranno conclusi i lavori di realizzazione del parco eolico.



Trappola per gli uccelli migratori Negra: «Il radar non li può salvare»

BRENNERO. Pale eoliche pericolose per gli uccelli migratori. E’ una delle argomentazioni degli ambientalisti che contestano il parco di Sattelberg: temono che i ventidue impianti possano costituire una trappola mortale per i volatili che si muovono sulla direttrice nord-sud.
 Osvaldo Negra, zoologo bolzanino (lavora al Museo di scienze naturali di Trento) e presidente della delegazione del Trentino Aldo Adige del Wwf, affronta con prudenza l’argomento.
 «Il problema è noto e dibattuto da tempo dagli esperti - spiega Osvaldo Negra - si sa che le pale eoliche producono danni durante le migrazioni di uccelli, ma la consistenza del danno non è ancora stata accertata, anche perché questa tecnologia è piuttosto recente e non ci sono studi esaustivi in merito». Eccessivo parlare di allarme? «La questione va senz’altro affrontata, poichè le pale eoliche vengono molto spesso posizionate in zone dove anche gli uccelli, soprattutto i “veleggiatori”, quelli che hanno grande apertura alare, sfruttano le correnti costanti».
 Leitwind ha annunciato che utilizzerà dei radar per individuare gli stormi e bloccare le pale: «E’ una soluzione che mi lascia più di un dubbio sulla reale efficacia - è la reazione di Negra - per una serie di motivi. Innanzi tutto dobbiamo pensare che molte specie di uccelli migrano singolarmente e non a stormi. Prendiamo, ad esempio, i tordi, che volano di notte ad una distanza l’uno dall’altro di venti-trenta metri. Si tratta di flussi che durano anche diverse ore. Ammesso e non concesso che il radar possa individuare uccelli singoli, cosa faranno? Bloccheranno le pale eoliche per ore sino a quando non si è concluso il passaggio? Lo reputo improbabile». «Il passaggio notturno - continua l’esperto - rappresenta poi un ulteriore problema, considerando che la visibilità, anche se le pale sono indicate con segnali luminosi, è di molto ridotta».
 Ma il Brennero è una zona di particolare passaggio? «Gli uccelli normalmente volano tra i 500 e gli 800 metri di quota. Quando devono valicare le Alpi - spiega ancora lo zoologo - cercano possibilmente punti di passaggio bassi, per evitare di fare sforzi eccessivi. Chiaro, dunque, che i flussi migratori ci sono anche al Brennero. Dire quali e quanti, è difficile». «In questo senso - continua Negra - sarebbe importante utilizzare il radar per fare uno studio preventivo sui flussi migratori». (g.f.p.)

Alto Adige 28-11-10
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domenica, 21 novembre 2010



Ritardi nell’adozione del fotovoltaico

LAIVES. I ritardi nell’adozione del fotovoltaico significano perdite economiche pesanti per chi decide di adottarlo. Lo sottolinea il consigliere del Pdl Bruno Borin in una interpellanza. «La penultima finanziaria del governo - spiega Borin - ha confermato vantaggiosissime tariffe del conto energia 2010 per tutti gli impianti fotovoltaici ultimati entro il 31 dicembre e per agevolare gli investitori, si sono fatti slittare al 30 giugno 2011 i termini per la messa in rete. Per questo molti si sono attivati per completare gli impianti entro quest’anno. Avrebbe dovuto farlo anche la nostra giunta comunale ma il sindaco ha preferito concentrarsi sulla riorganizzazione della pianta organica e così la perdita di utili ammonta già ad un milione di euro».
 Continua Borin: «La procedura per la messa in gara di un unico lotto di impianti fotovoltaici comunali ha causato l’inutile esborso di alcune decine di migliaia di euro di progettazione, ma la cosa più riprovevole è che gli impianti non potranno entrare in esercizio prima della fine del prossimo anno. Conti alla mano, una perdita di oltre 2 milioni di euro. Chiediamo di rivedere la procedura».
Alto Adige 21-11-10
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venerdì, 19 novembre 2010



Sul Brennero si costruirà un parco eolico

 BOLZANO. È pronto il progetto del primo parco eolico altoatesino: 22 turbine eoliche da montare a 2.300 metri di quota. Sorgerà al Brennero, sul Sattelberg, e potrà produrre 115 milioni di kWh annui, il consumo equivalente di 37 mila famiglie. L’operazione nasce dalla joint-venture tra Leitwind e Azienda Energetica che per la realizzazione dell’impianto investiranno 66 milioni. Ieri nella palazzina Leitner di via Volta a Bolzano Sud - dove è stata sviluppata l’intera tecnologia -, il progetto è stato presentato in maniera dettagliata, anche per rispondere alle critiche degli ambientalisti.
 Il progetto del parco eolico sul Sattelberg è attualmente al vaglio degli uffici tecnici. Se arriverà parere positivo, nel 2011 inizieranno i lavori e le 22 turbine alte 60 metri potranno cominciare a produrre energia dal 2012. I ricavi stimati sono di 12,5 milioni all’anno, il 4% (mezzo milione) sarà destinato al comune di Brennero. L’energia prodotta dall’impianto realizzato dalla “Wind Power Project” - così si chiama la joint venture costituita da Leitwind (51%) e Ae (49%) - sarà commercializzata da Ae Trading con particolare attenzione alla val d’Isarco. «Il nostro - ha spiegato l’ad della Leitwind Anton Seeber - è un progetto tra aziende altoatesine, situato sul territorio altoatesino e che produrrà energia destinato agli altoatesini». La joint-venture riguarda anche tre parchi eolici in Toscana: entro la fine del 2010 saranno più di cento gli impianti eolici realizzati da Leitwind, «il fatturato - ha spiegato Pietro Calò, fresco general manager della Leitwind dopo l’addio ad Ae - nel 2010 sarà di 170 milioni e nel 2011 supererà i 300 milioni».
 Seeber ha risposto alle perplessità degli ambientalisti («porteremo il materiale in quota con una funivia che sarà smantellata a fine lavori, cercheremo di ridurre al minimo l’impatto visivo e interverremo anche per risolvere il problema dei movimenti migratori degli uccelli»), mentre il presidente di Ae Massimiliano Sturaro ha sottolineato l’importanza del progetto per la società bolzanina, che dopo l’impianto a biomassa in Sardegna e di teleriscaldamento a Merano continua a diversificare la propria produzione. (mi.m.)
Alto Adige 19-11-10
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categoria:ecoenergia
lunedì, 15 novembre 2010



Centrale a pompaggio perplessi i Verdi

LAIVES. Verdi ancora perplessi sul progetto per la centrale a pompaggio presentato dalla South Tyrol Energy di Christian Masten. «I due milioni promessi dall’imprenditore al Comune per ogni anno di vita della centrale a pompaggio - dicono i Verdi - non debbono distoglierci dal ribadire una cosa: occorre che si certifichi senza ombra di dubbio che questo impianto utilizzerà esclusivamente energia pulita. Solo così sarà rispettato il protocollo di Kioto. Quindi tutte le altre spiegazioni mai ancora arrivate». (b.c.)
Alto Adige 14-11-10
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giovedì, 11 novembre 2010



Maxi-impianto fotovoltaico realizzato dalla Obrist a Egna

BOLZANO. Il più grande impianto fotovoltaico privato dell’Alto Adige è in rete: lo ha realizzato l’impresa Obrist di Velturno sul tetto della tenuta del barone Felix von Longo a Egna. L’impianto è composto da 4.100 moduli singoli. La mera superficie dei moduli sui tetti della tenuta ammonta a 6.000 metri quadrati. Complessivamente l’impianto ha una resa di un megawatt: potrebbe alimentare con corrente elettrica 360 famiglie altoatesine. Ciò corrisponde ad un risparmio annuale di 800 tonnellate di emissioni di CO2.
 «È di gran lunga il più grande impianto realizzato nel settore privato», spiega il responsabile dell’azienda Albert Obrist. L’azienda fotovoltaica di Velturno ha consegnato l’impianto chiavi in mano occupandosi della progettazione, del rilascio delle varie autorizzazioni, della costruzione, del montaggio, della messa in funzione e dell’allacciamento alla rete pubblica della corrente elettrica. Il progetto preliminare, la direzione dei lavori e il coordinamento della sicurezza sono stati affidati allo studio tecnico “M & N Plan Consulting” di Postal.
 I moduli solari sono stati pienamente integrati nei tetti delle stalle e del grande capannone della tenuta. I campi dei collettori sostituiscono il rivestimento del tetto. La soluzione con il tetto fotovoltaico pienamente integrato ha rappresentato una sfida particolarmente difficile per i progettisti: «I moduli hanno dovuto essere montati in modo da fornire lo stesso livello di protezione di un tetto», spiega Obrist. I moduli sono esposti a effetti termici come l’acqua di condensa oppure devono sopportare il peso della neve. L’impianto del barone Felix von Longo ha richiesto un tempo di costruzione di soli tre mesi.
Alto Adige 11-11-10
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lunedì, 08 novembre 2010



Egna: fotovoltaico sul palaghiaccio quasi pronto

 EGNA. Sono quasi ultimati, ormai, i lavori di montaggio dell’impianto fotovoltaico del nuovo palaghiaccio di Egna, aperto al pubblico lo scorso 24 ottobre. «L’impresa Mak - spiega il sindaco Horst Pichler - sta sistemando gli ultimi pannelli e ormai siamo in dirittura d’arrivo. La gara, a suo tempo, era stata vinta dalla Würth di Egna. L’impianto, una volta in funzione, sarà in grado di produrre quasi 300 mila Kw/h all’anno».
 Nel frattempo la giunta sta lavorando alacremente per trovare uno sponsor per il nuovo palaghiaccio, costato al Comune poco meno di 6 milioni di euro. Le spese di gestione annue previste si aggirano attorno ai 65/70 mila euro. Nei giorni scorsi sono stati resi noti i prezzi d’ingresso: adulti 3,50, senior 2,50, bambini 2,50, entrata gratuita per i bambini fino ai 5 anni di età. Vi sono anche gli abbonamenti stagionali: blocchetto di 12 entrate adulti 35, 12 entrate bambini 25, 6 entrate adulti 18, 6 entrate bambini 13; abbonamento stagionale adulti 50,00 e abbonamentio stagionale ragazzi 35,00.
 Per quanto attiene la denominazione del nuovo impianto il Comune intende fare una gara. L’intenzione è quella di partire da un importo di 23 mila euro per 20 anni, per un introito minimo preventivato di 460 mila euro. La speranza è che ci sia qualcuno disposto ad investire anche qualcosa in più, superando la soglia del mezzo milione. Tra le aziende interessate potrebbe esserci la Würth, multinazionale germanica con sede ad Egna che dà lavoro a parecchi residenti della Bassa Atesina. (m.bon.)
Alto Adige 8-11-10
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lunedì, 08 novembre 2010



«Uno studio sulla centrale di pompaggio»

LAIVES. Anche il Pdl locale invita alla cautela nell’affrontare il progetto così complesso come è quello della centrale elettrica a pompaggio proposta dalla South Tyrol Energy di Christian Masten. «La decisione su una cosa del genere - dichiara il consigliere Christian Bianchi - non possiamo certo lasciarla nelle mani di pochi e quindi dico: a Laives l’amministrazione comunale affida tanti studi, che se ne faccia uno, veramente approfondito, anche per il progetto di centrale a pompaggio. Lo si deve fare coinvolgendo tutte le componenti del consiglio comunale, maggioranza ed opposizione, avvalendosi inoltre di un supporto tecnico il più qualificato possibile, in maniera da poter finalmente stabilire senza dubbi, se la centrale sia una opportunità oppure no e quali risvolti avrebbe sul nostro territorio comunale». Bianchi accenna ai soldi (due milioni l’anno) che Masten ha garantito al Comune di Laives per l’intera vita della centrale. «Laives è messa molto male economicamente - continua Bianchi - e anche per questo dobbiamo assolutamente capire se la centrale a pompaggio sia una opportunità da sfruttare o meno». (b.c.)
Alto Adige 7-11-10
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venerdì, 05 novembre 2010



La Civica: «La giunta non chiuda sulla centrale di pompaggio»

LAIVES. Franco Magagna ed Emanuele Delongis, rispettivamente consigliere comunale e segretario della lista di maggioranza La Civica, hanno scritto a sindaco e vicesindaco per sollecitare in sostanza un’azione amministrativa più incisiva e attenta alle istanze sociali.
 Non manca un’apertura verso l’approfondimento del progetto di centrale a pompaggio, che invece la Svp ha subito bocciato. «Riteniamo incomprensibile che una parte minoritaria della giunta si rifiuti di approfondire le conseguenze per il territorio di una centrale a pompaggio - dicono Magagna e Delongis - anche se è vero che Renon ha detto di no. Non dobbiamo però procedere sulla spinta emotiva, ma crediamo piuttosto che serva una analisi approfondita, che non lasci margini di errore, altrimenti la maggioranza dei nostri concittadini non comprenderebbe. Nella valutazione non dovrà pesare la situazione finanziaria del Comune e la priorità andrà data a sicurezza e impatto ambientale. Chiediamo venga istituita una commissione alla quale partecipino maggioranza e opposizione, con il dovuto supporto tecnico/scientifico. Queste considerazioni non vanno lette come strappo al patto di maggioranza, ma come contributo per un interesse generale». Magagna e Delongis non nascondono una certa insoddisfazione per l’azione amministrativa. «Chiediamo a sindaco e vicesindaco - continuano - maggiore unità e autorevolezza nell’affrontare i tanti problemi che affliggono la nostra città. La situazione è sotto gli occhi di tutti e non si tratta di individuare responsabilità, ma non possiamo certo essere soddisfatti di come vanno le cose». E La Civica si riferisce a progetto per la piazza, riqualificazione di via Kennedy e cittadella. «La sensazione - concludono - è quella di essere su un treno che sembra muoversi, ma in realtà è quello accanto che sta andando. Una volta transitato, vediamo che siamo irrimediabilmente fermi». (b.c.)
Alto Adige 5-11-10
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venerdì, 05 novembre 2010



La «green economy» in regione

BOLZANO. E’ il Nord Est l’area più «green» d’Italia: questo, secondo l’indice di green economy (Ige) stilato da Fondazione Impresa. Trentino Alto Adige e Veneto si piazzano, infatti, alla prima e sesta posizione nella classifica regionale italiana, il Friuli Venezia Giulia invece si colloca al 10º posto. Le performance migliori nella produzione di energia elettrica da fonti idriche (Trentino Alto Adige 2º, Friuli Venezia Giulia 3º, Veneto 8º) e nei rifiuti. Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia sono rispettivamente 1º, 2º e 6º nell’indicatore sulla raccolta differenziata. Resta ancora molto da fare rispetto alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non idriche - e cioè: biomasse, geotermico, eolico e fotovoltaico - nel cui indicatore Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia si piazzano solo al 14º, 18º e 12º posto nella classifica delle regioni italiane. Fatta cento la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’incidenza dell’idrico nel Nord Est è infatti superiore al 90% mentre l’incidenza delle altre fonti rinnovabili (non idriche) è inferiore al 10%. In particolare, nelle tre regioni, eolico e geotermia hanno una incidenza nulla; inferiore all’1% è quella del fotovoltaico (Taa 0,4%, Veneto 0,9%, Fvg 0,8%) e di poco più consistente è quella delle biomasse.
Alto Adige 5-11-10
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martedì, 02 novembre 2010



Sul fotovoltaico la giunta  di Laives ha perso troppo tempo

 LAIVES. Più passa il tempo e sempre meno conveniente sarà installare pannelli fotovoltaici. La questione è tornata d’attualità in consiglio comu nale, dove si è discusso dei 135 mila euro che la giunta ha deciso di impegnare per un progetto che, sostanzialmente, indichi dove e come installare i pannelli sugli edifici pubblici. Critiche severe sono arrivate dall’opposizione perché - ha spiegato ad esempio Christian Bianchi (Pdl) - «sono almeno tre anni che chiediamo di puntare sulle energie alternative e solo di recente è arrivata la proposta di affidare la progettazione». Gli ha fatto eco Marco Delli Zotti, spiegando che quando era nel cda Sasa, si era deciso per il fotovoltaico «però non si è speso per progetti, perché è stata fatta una gara tra ditte per cedere in appalto al miglior offerente la superficie di alcuni capannoni». Quattro conti li ha fatti anche Giuliano Vettorato della Lega: «Ipotizzando una produzione di energia pari a 1,5 megawatt dal primo gennaio si perderanno in incentivo il 6% a semestre. Comunque vada (e dubito che per gennaio ci si arrivi) già si è perso un buon 18%. Un impianto fotovoltaico si ritiene possa durare attorno ai 20 anni e se lo costruiremo facendo mutui in banca ci vorranno attorno ai 15 o 16 anni per ammortizzane i costi, mentre se si preferirà la formula del leasing possiamo parlare di 17 anni per gli ammortamenti. Rimarrebbero quindi 3 o 4 anni di guadagno nell’energia prodotta, un margine oramai vicino al nulla o quasi».
Alto Adige 2-11-10
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lunedì, 01 novembre 2010



Pineta: la centrale di pompaggio la volete o no?

Mi ha colpito l’articolo dal titolo “Magagna: sulla centrale a Pineta «Ai residenti l’ultima parola»” nella cronaca di Laives, dove ho scoperto che il consigliere Franco Magagna quasi quasi sarebbe a favore della centrale idroelettrica a pompaggio a Pineta, ma anche no. Insomma, l’ideale sarebbe che l’ultima parola spettasse ai cittadini indicendo un referendum popolare. Ma il Consiglio Comunale non può driblare queste responsabilità, noi vi abbiamo eletto per decidere e non vogliamo altri fastidi. Capisco che decidere significa anche assumersi responsabilità con tutte le conseguenze che ne dovessero derivare. E quindi, caro Magagna, prendi una posizione! E, possibilmente, senza dilapidare l’intero bilancio comunale in perizie per decidere. Questa centrale la volete o no? Temo non avremo mai una risposta come noi comuni mortali la intendiamo ossia si o no, piuttosto avremo un pensiero molto articolato, praticamente “en gartion” per dirla in dialetto, dal quale si evincerebbe che la centrale a pompaggio è il peggiore dei mali ma anche la più gloriosa benedizione. E così la patata bollente andrebbe girata a noi cittadini che, pensa te, ci sentiremmo pure lusingati da questo alone di potere una lusinga che ci accecherebbe così tanto da non farci vedere e capire che si tratta, invece, di semplice scarico di responsabilità, un gesto degno di Ponzio Pilato. A questo punto mi chiedo, se difronte ai problemi, alle decisioni da prendere dobbiamo arrangiarci, che ce ne facciamo di un Consiglio Comunale? Aboliamolo! Ovviamente è una proposta provocatoria, quindi invito Magagna a valutare la situazione e prendere posizione: si o no. Un detto recita: “l’unica decisione sicuramente sbagliata sta nel non prendere decisioni.”
Marco Straccio
Alto Adige 1-11-10
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categoria:comune di laives, ecoenergia, centrale di pompaggio
domenica, 31 ottobre 2010



Centrale di pompaggio: Masten critica la Svp

BRUNO CANALI
LAIVES. La Svp comunale ha già preso una decisione sul progetto di centrale a pompaggio: è un no categorico, che non lascia margini alla trattativa. Rammaricato Christian Masten, della South Tyrol Energy.
 La società punta infatti a realizzare una centrale a pompaggio tra La Costa e il fondovalle, a nord di Pineta, per produrre energia elettrica pulita. La Svp locale però, sollecitata anche dai contadini che abitano nei masi di La Costa-Seit, ha già bocciato l’ipotesi mentre, a quanto pare, il sindaco Liliana Di Fede sarebbe propensa almeno ad approfondirne i dettagli prima di decidere.
 «Laives perderebbe un’occasione epocale - ribadisce intanto Christian Masten - calcolato che per almeno un secolo di durata dell’impianto ricaverebbe due milioni di euro l’anno, soldi che permetterebbero al Comune di risolvere tutti i grossi problemi attuali. Trovo che la reazione della Svp comunale non tenga conto della cittadinanza e dei suoi bisogni e questo è un grave errore».
 Masten quindi ricorda che da mesi si sta discutendo e che gli accordi erano quelli di attendere perlomeno la valutazione di impatto ambientale e le valutazioni che due esperti nominati dal Comune di Laives dovrebbero eseguire. «Per questo sono perplesso di fronte alle reazioni della Svp - continua Masten, dettate più da paure ingiustificate dei contadini di La Costa - Seit che da dati reali. Il team che sta seguendo questa iniziativa è quanto di più qualificato si possa avere, con 6 ingegneri e uno studio di geologia che insistono nel dirci che, con la centrale tutta nella montagna, non esistono rischi di sorta. Mi pare di capire inoltre che il no, attualmente, sia solo da parte della Svp, mentre la maggioranza della giunta e anche delle forze di opposizione, sia più disponibile ad approfondire il progetto prima di giudicare. Superficiali mi sono sembrate anche le parole di Andreas Mumelter nei comunicati e gli consiglio almeno di informarsi, approfondire e ascoltare i consulenti. Anche i 2 milioni l’anno al Comune non sono vuote parole, perché siamo pronti a dare tutte le garanzie. Lo ripeto: il no della Svp sarebbe un danno per tutta la comunità di Laives e anche per la nostra provincia».
Alto Adige 31-10-10
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sabato, 30 ottobre 2010



Pronto il Centro Curtinie
Luogo di incontro tra le comunità italiana e tedesca


BRUNO TONIDANDEL
CORTINA. Ultimi frenetici ritocchi per completare la nuova casa polifunzionale chiamata «Centro Curtinie». È un’opera imponente e importantissima per il piccolo paese della Bassa Atesina, forse la realizzazione che caratterizzerà l’intera legislatura retta dal nuovo sindaco della Svp Manfred Mayr. Che tiene a precisare: «Il merito di aver costruito quest’opera, che verrà inaugurata il giorno di San Martino, l’11 novembre prossimo, va tutto al mio collega precedente, Walter Giacomozzi. È stato lui a volerla, è stato lui a scegliere il nome gradito molto anche dagli abitanti di Cortina di lingua italiana, è stato lui a seguirne i lavori. A me è toccato semplicemente di seguire le rifiniture e di presenziare la cerimonia di inaugurazione».
 Il taglio del nastro del «Centro Curtinie» (il nome deriva da un documento antichissimo che riportava per la prima volta la denominazione del nucleo abitativo di Cortina), avverrà, alla presenza del presidente della Giunta provinciale Luis Durnwalder, il giorno di San Martino, patrono del paese in riva all’Adige e, per tradizione, giornata di festa anche per la conclusione dei lavori agricoli.
 La casa polifunzionale sorge in via degli Orti, proprio in centro paese, vicino alle scuole e alla costruenda caserma dei vigili del fuoco. Secondo il sindaco Mayr, rappresenterà il punto d’incontro culturale per i due gruppi etnici. Perché l’edificio, che contiene anche una grande palestra, non vuole solo essere un luogo dove si pratica esclusivamente lo sport, esiste anche una sala teatro da 250 posti a sedere, dove si possono svolgere concerti (la sala è perfettamente insonorizzata), lavori teatrali, conferenze e dibattiti, ed altre sale per convegni e per mostre.
 E proprio in occasione della festa di inaugurazione, sarà allestita una rassegna di artisti di Cortina e di altri che hanno contribuito con le loro opere a dare un’impronta artistica al paese. Non manca una cucina per intrattenimenti culinari. La cosa più importante però del «Centro Curtinie» è che è in grado di essere autosufficiente dal punto di vista energetico.
 L’edificio, che è stato classificato di Clima Oro, dispone di un impianto fotovoltaico che fornisce energia elettrica alla casa e il surplus viene immesso nella rete del comune, mentre un impianto geotermico garantisce il riscaldamento in inverno e il condizionamento in estate. Al posto del «Centro», un tempo, esisteva la «Kulturhaus», realizzata negli anni Sessanta con il contributo finanziario d’oltrebrennero.
 Nel 2005, per volere dell’allora sindaco Giacomozzi, è stata demolita e privata quindi del suo significato politico; nel 2007 sono quindi iniziati i lavori della nuova struttura, costata complessivamente 3,2 milioni di euro. Un bell’importo, ma ne valeva la pena. E a gioirne, ora, sarà tutta la popolazione di Cortina, i tedeschi come gli italiani.
Alto Adige 30-10-10
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giovedì, 28 ottobre 2010



La centrale di pompaggio: Svp di S.Giacomo contro

LAIVES. «La nostra provincia non necessita di centrali a pompaggio». Con questo giudizio inequivocabile, anche la Svp di San Giacomo, per bocca del proprio Obmann Andreas Mumelter, boccia l’idea dell’imprenditore Christian Masten. Come la sezione di San Giacomo della Stella Alpina, anche quella di Laives ha fatto altrettanto fin dall’inizio, chiudendo tutte le porte alla proposta targata South Tyrol Energie. Anche per la Svp insomma, in questo caso specifico non si tratterebbe di politica energetica, bensì di una chiara speculazione.
 La Svp, come i tanti contrari a questo progetto, vede nella centrale a pompaggio che si vorrebbe realizzare tra La Costa-Seit e Pineta, una fonte di pericolo per la comunità e per l’ambiente e questo avrebbe già consigliato al Comune di Renon la rinuncia ad ospitarla.
 Nemmeno la promessa fatta da Masten di garantire due milioni di euro l’anno a Laives per la durata di vita della centrale sembra avere fatto breccia tra i rappresentanti locali della Svp che, anzi, si chiedono quando mai qualche imprenditore regali somme del genere senza avere nulla in cambio. (b.c.)
Alto Adige 28-10-10
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mercoledì, 27 ottobre 2010

       

Parco fotovoltaico o eolico sulla collina dell’ex discarica

BOLZANO. Spunta una nuova idea per il parco che andrà realizzato sulla collina dell’ex discarica di Castel Firmiano. Il Comune sta pensando ora di utilizzare una parte di quelle enorme superficie per una sorta di mini parco dell’energia sostenibile. L’assessore all’ambiente Patrizia Trincanato ha effettuato un sopralluogo di recente con i tecnici provinciali.
 I tempi stringono, perché i lavori di sistemazione effettuati dalla Provincia sono quasi terminati. Finora si era parlato solo di un utilizzo della collina come luogo di verde pubblico, possibilimente assegnato a qualche associazione sportiva.
 Il sindaco Luigi Spagnolli anticipa che sta maturando un’altra soluzione, che si affiancherebbe all’utilizzo ricreativo. «Si farà un investimento sull’energia sostenibile. Il Comune potrebbe installare un impianto di fotovoltaico o di eolico. Le pale su Castel Firmiano? «Perché no?». Più complicata la decisione sul verde, viste le polemiche già emerse su una zona sportiva o ricreativa sopra o nelle immediate vicinanze di una ex discarica.
 A propostito di smaltimento rifiuti, la giunta comunale ha affidato ieri alla società cooperativa trentina «La Cicogna» il servizio di manutenzione delle tubazioni e cisterne del percolato presso la discarica di Castel Firmiano. Spagnolli: «E’ chiusa da 25 anni e ancora dobbiamo spendere 70 mila euro. Ecco cosa accade quando si fanno male i lavori». Confermata la buona notizia per i proprietari di cani a Oltrisarco: approvata la realizzazione di un’area cani all’altezza della rotonda tra via Claudia Augusta e via S. Gertrude. Ancora nulla di fatto invece sul progetto di centro giovanile nelle case dismesse Anas in viale Trento. La proprietà non è ancora passata alla Provincia.
Alto Adige 27-10-10
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lunedì, 25 ottobre 2010



Pineta-Magagna si fa portavoce dei sostenitori della centrale di pompaggio

È di qualche giorno fa la notizia che anche la SVP cittadina ha bocciato il progetto di centrale a pompaggio di Pineta ed ecco che si fa vivo il consigliere de “La civica” Magagna il quale afferma perentoriamente che su un problema di così forte impatto occorre andare al referendum.
In linea di principio non possiamo che essere d’accordo, ma allora dovrebbe spiegarci perché sulla proposta di coinvolgere la popolazione sullo stadio per il Suedtirol abbia votato contro.
Ma lasciando da parte i mutamenti genetici a cui si va incontro quando si entra nelle stanze del potere, ciò che ci preoccupa maggiormente sono il momento e le argomentazioni avanzate per sostenere il coinvolgimento dei cittadini.
Infatti tra le righe si legge il rammarico per la rinuncia ai due milioni di Euro promessi dalla South Tyrol Energy di Christian Masten e non la preoccupazione per le ricadute ambientali, sulla sicurezza dell’impianto e su un’operazione dai caratteri marcatamente speculativi.
Ciò che emerge prepotentemente è invece il rimpianto per la perdita di quella cifra fatta baluginare davanti agli occhi dei nostri amministratori. In molti ritengono infatti che quello sia l’unico mezzo per rimediare ai problemi causati da una politica dissennata, con cui però ci si pone quotidianamente in continuità, e contemporaneamente salvare la faccia a chi si è sbilanciato in promesse che oggi non è in grado di mantenere.
Il reale coinvolgimento dei cittadini poco c’entra: il consigliere Magagna si presta invece ad un gioco in cui la richiesta di referendum serve solo a dar fiato ai sostenitori del progetto e non alle preoccupazioni della nostra comunità.

Rosario Grasso

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domenica, 24 ottobre 2010



Magagna: sulla centrale di pompaggio a Pineta «Ai residenti l’ultima parola»

 LAIVES. Dopo le polemiche di qualche tempo fa, il progetto della centrale elettrica a pompaggio proposta dalla South Tyrol Energy di Christian Masten, sembra tornato nell’ombra.
 Volutamente - a giudizio di Franco Magagna, consigliere della lista La civica - che ricorda come questo impianto non fosse previsto nel programma 2010-2015 del Comune di Laives per cui, alla fine di tutte le verifiche e della loro trasparente divulgazione, riteniamo doveroso che l’amministrazione comunale indica un referendum per dare l’ultima parola ai cittadini».
 Magagna aggiunge: «Tale impianto apporterebbe risorse economiche tali da garantire a Laives la prosperità economica (2 milioni l’anno) che hanno realtà con centrali idroelettriche sul proprio territorio. Laives non ha introiti propri e quindi ha problemi notevoli, che rendono impossibile, per i prossimi anni, ogni previsione di crescita e di sviluppo, sia delle infrastrutture che dei servizi essenziali. Non per questo si può accettare ogni tipo di compromesso o di rinuncia alla tutela dell’ambiente. Però - aggiunge Magagna - la proposta è da vagliare attentamente».
 Secondo Magagna servirebbero prima di tutto specifiche garanzie, anche di patrocinio della Provincia e quindi il Via a livello nazionale. «Chiederemo al consiglio di approfondire vantaggi e svantaggi e daremo un contributo con un team di ingegneri locali, visitando analoghi impianti, anche all’estero, parlando con la gente». (b.c.)
Alto Adige 24-10-10
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giovedì, 07 ottobre 2010



Fotovoltaico sui tetti di 11 edifici  nel comune di Laives

BRUNO CANALI
LAIVES. Dopo anni di discussioni e di scontri con l’opposizione, il Comune di Laives imbocca decisamente la strada del fotovoltaico per produrre energia elettrica “pulita”. Lo fa avviando una gara.
 L’appalto riguarderà la progettazione degli impianti che riguarderanno 11 edifici pubblici, con un costo previsto di 2,7 milioni di euro. Si punta ad iniziare già dal prossimo anno. Il problema come al solito sono i soldi che il Comune non ha a disposizione. Però in questo caso arriva in soccorso una legge che parla di “locazione finanziaria”, in sintesi una possibilità affine al leasing che consentirà al Comune di dotarsi degli impianti fotovoltaici a costo zero, perché le rate verrebbero finanziate grazie ai contributi che lo Stato prevede per le energie rinnovabili e anzi, al Comune ne deriverebbe anche un certo introito da contrattare con i privati.
 C’è una certa fretta di incominciare e lo conferma l’architetto Stefano Rebecchi, capo dell’ufficio lavori pubblici comunali. «Intanto è stata pubblicata la gara per la progettazione degli impianti fotovoltaici - spiega Rebecchi - poi si passerà alla realizzazione concreta. Il Comune conta di riuscire ad allacciarsi alla rete elettrica entro il prossimo anno, in maniera da riuscire a rientrare negli scaglioni delle agevolazioni previste dallo Stato per questi impianti».
 Proprio questo aspetto era stato tema di critiche dell’opposizione di centrodestra nei confronti dell’amministrazione passata perché i contributi dello Stato per coloro che adottano il fotovoltaico, a mano a mano che passano gli anni sono destinati a ridursi e dunque perdere tempo ha significato già rimetterci soldi.
 I pannelli saranno installati sui tetti e si calcola che la superficie complessiva utilizzabile sia tra i 10 e i 15mila metri quadrati. La cifra esatta dipende soprattutto dalle caratteristiche di ognuno, perché si è visto che non dappertutto sarebbe idoneo installare i pannelli. Spiega Bruno Borin, consigliere comunale e tecnico del settore: «Con 15.000 metri quadrati, tolto un 20 % di ombreggiamenti, arriviamo a 12.000. Direi che si potrebbe produrre almeno un megawatt e mezzo di corrente».
Alto Adige 7-10-10
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giovedì, 07 ottobre 2010



Pineta: Freiheitlichen e Union für Südtirol contrari alla centrale

LAIVES. Union für Südtirol e Freiheitlichen contro il progetto di centrale a pompaggio che Christian Masten, con la South Tyrol Energy, propone a Laives. In una nota a firma di Andreas Pöder, l’Union für Südtirol stigmatizza il fatto che una centrale a pompaggio come quella proposta da Masten «consuma più energia elettrica di quella che produce». La proposta di Pöder è quella di indire un referendum popolare per sondare la disponibilità collettiva verso questo genere di presenza sul territorio comunale. Si ribadisce inoltre che l’energia necessaria per pompare da valle a monte l’acqua con ogni probabilità proverrebbe dalle centrali nucleari, una ipotesi che però Masten ha sempre respinto durante gli incontri di presentazione del progetto.
 Per i Freiheitlichen, Pius Leitner presenta una interrogazione alla giunta provinciale per conoscere l’orientamento dell’esecutivo guidato dal presidente Durnwalder in merito a questo tipo di centrali. Intanto il Comune di Laives ha deciso di guardare a fondo in questo progetto e lo farà avvalendosi di due esperti ai quali affiderà il compito di effettuare le necessarie verifiche, sia di carattere tecnico che economico. Masten infatti ha garantito che se Laives ospiterà l’impianto si garantirà una rendita annua di 2 milioni di euro. (b.c.)
alto Adige 7-10-10
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martedì, 05 ottobre 2010



Anche Gazzini contro la centrale di pompaggio di Pineta

MAURIZIO DI GIANGIACOMO
BOLZANO. Un cantiere lungo e oneroso, per la viabilità cittadina e la stabilità idrogeologica della zona; ma soprattutto un progetto la cui sostenibilità economica è tutta da dimostrare. Un’altra voce contraria per la centrale a pompaggio di Pineta: è quella dell’ingegner Piergiorgio Gazzini.
 Il professionista di Pineta, che a lungo si era battuto anche contro la variante in galleria, ha assistito alla presentazione del progetto alla cittadinanza. «Un’illustrazione talora molto tecnica, senza controcanto, propinata ad una platea spesso poco preparata che viene indotta a percepire i lati positivi ed a trascurare quelli negativi», aspetti critici che Gazzini ha invece bene a mente.
 TEMPI DI ESECUZIONE. Quelli prospettati, secondo Gazzini, sono molto ottimistici. Scavare due milioni di metri cubi di roccia con il movimento di migliaia di camion su una rete già intasata in 48 mesi pare irrealizzabile.
 CIRCOLAZIONE. La circolazione di tanti mezzi nella galleria Pineta-Bolzano pare improponibile. In più, non è stata precisata la destinazione del materiale di scavo.
 ACQUA. La massa d’acqua necessaria è considerevole: non si è parlato di sistemi di smaltimento.
 ENERGIA. Non è chiaro dove venga prelevata l’energia per il pompaggio e a chi venga venduta quella prodotta.
 IDROGEOLOGIA. Lavori di scavo tanto imponenti stravolgerebbero l’equilibrio idrogeologico della zona.
 LAIVES RIPIEGO. Laives, secondo Gazzini, sarebbe stata scelta solo dopo il «no» degli abitanti del Renon. Non è meglio trovare una zona meno congestionata o realizzare la centrale dove invasi del genere già esistono, come fatto in Val d’Ultimo?
 ENERGIE RINNOVABILI. Confusa, secondo Gazzini, l’affermazione che la centrale promuoverebbe la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
 ECONOMICITÀ. Grosse, anche da parte di Gazzini, le perplessità sulla sostenibilità economica del progetto. Secondo il professionista, perché il gioco valga la candela le entrate non potranno essere inferiori a 25 milioni di euro annui.
 «Gli abitanti di Pineta sono preoccupati - conclude Gazzini -, al progetto manca la trasparenza».
Alto Adige 5-10-10
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domenica, 03 ottobre 2010



CENTRALE DI POMPAGGIO - Masten: pronti a coinvolgere Sel e Ae

BRUNO CANALI
LAIVES. Sul progetto della centrale a pompaggio Christian Masten tende la mano ai Verdi e offre garanzie sui finanziamenti. «Siamo pronti a presentare una fideiussione per i 2 milioni di euro l’anno che la South Tyrol Energy darà al Comune. Vorremmo inoltre coinvolgere Sel e Ae».
 L’imprenditore bolzanino anticipa poi che sarebbe intenzione degli investitori coinvolgere, con una partecipazione minoritaria, Sel e Ae.
 Iniziamo proprio dagli investitori che dovrebbero finanziare la centrale, un impegno da 300 milioni. Ci sono i nomi?
 
«Ce ne sono un paio e prima dell’eventuale firma col Comune di Laives li renderemo noti. Posso solo anticipare che si tratta di un’azienda italiana e una austriaca che operano nel settore dell’energia rinnovabile e auspiacano il coinvolgimento, con una partecipazione minoritaria, di Sel e Ae».
 Con i Verdi ha già avuto uno scontro su questo progetto.
 
«Sì, ma con i Verdi avevo già avuto modo di incontrarmi e illustrare loro il progetto. Abbiamo documentato anche la nostra valutazione di impatto ambientale».
 Uno dei dubbi è anche quello che si tratti essenzialmente di una speculazione finanziaria e basta, basata sull’attuale differenza dei costi dell’energia elettrica tra giorno e notte.
 
«Certamente chi investe non lo fa solo per l’onore, ma garantisco che chi lo fa è anche spinto dalla necessità di adeguarsi al protocollo di Kyoto in prospettiva e dunque, per produrre poi energia dall’eolico e dal fotovoltaico, servono centrali a pompaggio, le sole in grado di garantire un costante equilibrio tra alti e bassi della produzione che ormai ragiona a livello europeo e internazionale».
 C’è poi la paura di coloro che risiedono a La Costa-Seit per le sorgenti di acqua potabile che potrebbero inaridirsi a causa degli scavi nella montagna.
 
«Lo sappiamo e proprio per questo preventivamente effettueremo verifiche e analisi idrogeologiche molto approfondite».
 E per quanto riguarderà il traffico di mezzi pesanti durante la costruzione?
 
«Parliamo di 131 camion al giorno, 6/7 l’ora, che però imboccheranno subito la variante in galleria. A La Costa-Seit, i mezzi arriveranno solo all’inizio per portare i macchinari e basta: i materiali verranno smaltiti, poi, attraverso il tunnel sotterraneo».
 Si parla di due bacini sotterranei da 600 mila metri cubi di capacità: dove preleverete l’acqua?
 
«Da un pozzo che costruiremo a valle e che una volta finito chiuderemo. L’acqua poi sarà prelevata lentamente perché abbiamo tempo un anno per riempire l’invaso di 600 mila metri cubi».
 Al Comune di Laives garantirebbe 2 milioni l’anno, una bella somma, che paradossalmente sta creando una certa diffidenza.
 
«Sì, e siamo anche disposti a sottoscrivere un’adeguata fideiussione. Abbiamo già investito un milione di euro nel progetto e ci lavorano 7 ingegneri e un team di geologi. Man mano pubblicheremo anche i dettagli. Se ce lo consentiranno proprio nello spazio espositivo davanti al municipio. Dalla prossima settimana avremo incontri preparatori anche con gli amministratori comunali per esporre i dati e siamo a disposizione dei tecnici nominati dal Comune. Ai Verdi dico: collaboriamo, basta speculazioni politiche».

Pusateri: «Non sappiamo ancora chi metterà i quattrini»

LAIVES. Christian Masten ha cercato di smussare timori e diffidenze durante la serata pubblica di presentazione del progetto di centrale a pompaggio, ma l’opera di convincimento sembra non abbia raggiunto, almeno per adesso, l’obiettivo desiderato. All’incontro era presente anche l’avvocato Raimondo Pusateri, ex consigliere comunale, che si è quindi preso la briga di andare alla Camera di commercio per conoscere meglio la società South Tyrol Energy.
 «Dalla documentazione della Camera di commercio - spiega Pusateri - risulta che la società, guidata da Christian Masten, è stata costituita il 19 luglio di quest’anno e che vi prendono parte anche persone domiciliate presso il suo stesso indirizzo. Masten figura come presidente e almeno fino al 23 settembre scorso, questa società risultava inattiva. Il capitale sociale ammonterebbe a 12 mila euro, dei quali solo 3 mila versati».
 A fronte di questi dati, Pusateri auspica maggiore trasparenza e chiede che siano resi note le generalità dei reali investitori perché - dice «Masten sembrerebbe essere lo “sviluppatore” del progetto. Mi chiedo (e ho chiesto anche durante la serata in aula magna) a quale titolo verrebbero dati al Comune di Laives 2 milioni l’anno per tutta la durata della centrale: come indennizzo per l’impatto ambientale? Come semplice regalo? Non ho ottenuto una risposta inequivocabile. Anche sul guadagno che scaturirebbe dalla differenza delle tariffe elettriche c’è da andare cauti, perché in futuro chissà come potrebbe andare. Da quanto mi hanno spiegato, anche a Renon avrebbero detto di no al progetto proprio per le troppe incertezze che accompagnano questa iniziativa». (b.c.)

Alto Adige 2-10-10
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martedì, 28 settembre 2010



Centrale di Pineta: avanza il fronte del no

BRUNO CANALI
LAIVES. Aula magna affollata e partenza in salita, ieri sera, per il progetto della centrale elettrica a pompaggio presentato da Christian Masten e dalla South Tyrol Energy. I tanti dubbi della gente sono rimasti tali anche dopo l’illustrazione complessiva del progetto e le “sirene” dei due milioni l’anno al Comune di Laives, non fanno breccia.
 Ad un certo punto, gli abitanti della frazione di La Costa-Seit, quelli maggiormente interessati dall’eventuale costruzione della centrale, hanno abbandonato la sala irritati dalle risposte ricevute. Christian Masten, che era affiancato dal geologo Konrad Messner e dall’ingegner Walter Gostner, ha esordito dicendo che comunque, «se il Comune dovesse dire di no al progetto, sarebbe no, senza ulteriori pressioni, nemmeno da parte della Provincia». L’imprenditore bolzanino ha poi spiegato i perché della scelta di Laives, ha annunciato vantaggi economici e ambientali, assicurando che intanto quello presentato è un pre-progetto e che l’impatto visivo si ridurrebbe ad un portale di accesso all’impianto nei paraggi della galleria della variante a nord di Pineta e un altro simile a La Costa- Seit. Mille metri più sopra, perché tutto il resto sarebbe all’interno della montagna. «Quanto ai due milioni di euro - ha aggiunto Masten - sarebbero appannaggio del Comune di Laives per tutta la durata dell’impianto, vale a dire per sempre».
 Konrad Messner, in qualità di geologo, ha spiegato le caratteristiche delle rocce locali, che sarebbero ideali per ospitare un impianto del genere al loro interno grazie alla compattezza. «Negli ultimi 6 mesi abbiamo analizzato la geologia dei luoghi e soprattutto, la presenza delle sorgenti, che rappresentano il lato più delicato. Le analisi andranno avanti ovviamente anche in seguito se proseguirà il progetto».
 L’ingegner Walter Gostner si è dilungato sugli aspetti tecnici della centrale a pompaggio, che avrebbe due bacini, uno a monte e uno a valle, con la capacità di 600 mila metri cubi d’acqua (divisi in varie gallerie). I tempi di realizzazione infine, calcolati da Masten in 4-5 mesi per l’esame di impatto ambientale e analisi delle sorgenti; 2 mesi per il passaggio in Comune e 7 mesi per gli appalti, cui seguirebbero 4 anni per la costruzione. Rassicurazioni anche sul via vai di camion in questa fase intermedia.
 Come detto, lo scetticismo dei presenti è rimasto tale e quale, sia sull’impatto ambientale di un mega-impianto simile e sia sugli aspetti meramente economici. «Masten ha una visione filantropica che non condivido - ha dichiarato ad esempio Marco Bove, ex consigliere comunale dei Verdi, e una visione esclusivamente economica del tutto. Stiamo attenti comunque, perché i vantaggi di un impianto del genere si basano esclusivamente sulla differenza di costo dell’energia elettrica attualmente ovvero, su leggi, che domani però potrebbero cambiare rendendo tutto quanto inutile».
 Critiche anche dai rappresentanti della piccola comunità montana di la Costa-Seit, dove in base al progetto verrebbe a trovarsi (sia pure sotto terra) il bacino d’acqua in quota. Temono per le loro sorgenti, per il caos che si creerebbe durante la fase di costruzione e anche per gli influssi negativi su quel poco di turismo che ancora esiste lì. Alla fine, come detto, hanno anche abbandonato la sala irritati per essere stati messi a confronto, numericamente, con gli abitanti di Renon.
 Critico anche l’ingegner Gazzini, che a Pineta abita e che pure ha messo in guardia dal contare sui costi dell’energia elettrica e sulla sostenibilità economica del progetto.
Alto Adige 28-9-10
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domenica, 26 settembre 2010



Pineta: dubbi sulla centrale di pompaggio

PAOLO PIFFER
LAIVES. Tanti dubbi, da parte della popolazione, sull’ipotesi di realizzazione di una centrale idroelettrica a pompaggio a nord di Pineta, su alcune aree prima del tunnel. Domani in aula magna a Laives (ore 20) sarà presentato il progetto dell’imprenditore Christian Masten della South Tyrol Energy.
Il piano dell’opera è già stato illustrato al consiglio comunale raccogliendo un certo interesse trasversale visto anche che la società ha promesso di versare al Comune 2 milioni all’anno per ottant’anni.
 Luigina Volcan, che, insieme al figlio Thomas, ha l’edicola della frazione, sottolinea «i disagi che ci saranno per il continuo passaggio dei camion che trasporteranno il materiale. Va bene che il Comune potrà guadagnarci ma non so se ne vale proprio la pena dopo tutti i lavori che abbiamo dovuto subire in questi anni».
 Articolato il ragionamento di Mario Martinelli dell’hotel Steinmannwald che è anche presidente dell’ente del turismo e albergatori di Laives. «Premetto che è necessario avere più informazioni sul progetto e sull’impatto che l’opera avrà sulla zona. Detto questo - va avanti - mi pare che, se, da una parte si prevede una rendita annua che non fa certo male alle casse comunali, dall’altra non mi sembra se ne ricavi qualche forma di risparmio energetico e di uso di energie alternative. Quindi, per la popolazione, a che pro quest’opera? In definitiva, sono necessarie maggiori informazioni e particolari».
 Sulla stessa lunghezza d’onda Silvio Zanotti che si chiede «quali reali benefici porti alla popolazione un’opera di questo genere. Inoltre - sostiene - è necessario verificare con attenzione l’impatto ambientale che determinerebbe la centrale». Anche per Zanotti è importante «avere maggiori informazioni».
 «Perplessità» manifesta Michela Cassetta, maestra alle scuole elementari della frazione. «Quella sì, la sua ristrutturazione - premette - è un’opera veramente importante per tutti». Sulla centrale, invece, per lei i dubbi sono parecchi. «E’ chiaro - afferma - che chi abita in zona non sarà contento per via dei lavori e degli scavi che verranno fatti, passaggi di camion compresi. Mi sembra inoltre che altri territori abbiano detto no ad opere come queste. Inviterei il Comune a non lasciarsi attrarre dalle sirene della rendita annua, peraltro decisamente consistente».
 La zona dove sarebbe prevista la centrale lascia dubbioso anche Franco Grossa. «Già il tunnel - sostiene - è soggetto, a quanto ne so, a diverse verifiche di stabilità e staticità. E questo già mi fa pensare. Se poi, in zona, aggiungiamo anche i vasconi della centrale e le condotte non vorrei mai che l’equilibrio dell’area ne risentisse in maniera irreparabile. Stiamo molto attenti. E, soprattutto, per ora se ne sa poco o niente».
 Non si discosta poi tanto dal precedente ragionamento neanche Giovanni Bernardo Galeota. «E’ un opera inopportuna - afferma deciso - Inoltre basti pensare all’inquinamento che creerà la realizzazione della centrale con il contonuo passaggio dei camion. E mai possibile che ad essere penalizzati dobbiamo essere sempre noi. Piuttosto, si faccia un’indagione seria sull’inquinamento presente in galleria che è una vera e propria camera a gas. Mi sembra proprio che non abbiamo bisogno di opere come quella ipotizzata. Già negli ultimi anni Pineta ha dovuto sopportare lavori su lavori. Penso che adesso si possa dire basta».

Ma Christian Masten assicura: «Un vantaggio per il Comune nessun rischio per i residenti»

LAIVES. Dopo mesi di colloqui a vario livello, Christian Masten, fondatore e presidente della South Tyrol Energy srl ritiene sia il momento di informare anche l’opinione pubblica sul progetto della centrale elettrica a pompaggio.
 «Da mesi la direzione del progetto - afferma Masten - sta dialogando con i diversi gruppi di interesse a Laives, fornendo loro ragguagli sul progetto da realizzare a nord di Pineta. È stato un tour che ha portato al confronto con i rappresentanti di diversi settori, quali economia, cultura, affari sociali, sport e naturalmente il consiglio comunale e le varie commissioni. Adesso desidero dare la possibilità ai cittadini di Laives di conoscere da vicino il progetto e gettare le basi per un dibattito aperto, cosa che avrà luogo lunedì sera alle 20 in Aula magna».
 Masten aggiunge che «questo progetto deve essere assolutamente trasparente per gli abitanti di Laives e per tutti i cittadini altoatesini. Si tratta di un tema di grande rilievo per l’intera regione, che punta allo sviluppo di un avanzato settore energetico. Un progetto di questa portata - spiega Masten - non ha precedenti ed è comprensibile che ci sia un po’ di scetticismo iniziale fra i cittadini. In altri paesi, quali Svizzera, Austria e Germania, gli impianti a pompaggio sono diventati ormai una componente di primaria importanza nel sistema di produzione energetico nazionale. Per questo desideriamo che la popolazione comprenda i vantaggi di un impianto a pompaggio».
 Tra questi vantaggi, Christian Masten annovera quelli ambientali, come la riduzione di CO2 nell’aria, tanto che, a parere dell’imprenditore bolzanino, «pure l’assessore Michl Laimer ritiene sia ipotizzabile la realizzazione in provincia di due o tre impianti del genere». Quanto ai vantaggi specifici per il Comune di Laives se ospiterà l’impianto, sarebbero notevolissimi, tali da rendere arduo un diniego: 2 milioni di euro l’anno per l’intera vita utile dell’impianto, stimata in non meno di vent’anni. «Ulteriore fonte di guadagno - aggiunge Masten - il richiamo anche turistico di una installazione del genere perché altrove sono meta di visite». (b.c.)
Alto Adige 26-9-10

Riflessioni sulla Centrale di pompaggio a Pineta


Cosa sono le centrali elettriche di pompaggio?
Le centrali elettriche di pompaggio sono impianti che prelevano acqua in basso e la pompano in alto, per poi farla precipitare di nuovo giù in turbine che generano elettricità. Il meccanismo è abbastanza semplice, ma c’è un problema: per portare l’acqua in alto si spende più energia di quanta se ne produce. Il senso di tutto ciò è duplice:

1- Energetico: l’energia che viene utilizzata per pompare l’acqua è quella „di sfondo”, acquistata per pompare nelle ore (soprattutto notturne) in cui ce n’è in abbondanza ed andrebbe persa perché c’è poca domanda. L’energia in sovrappiù viene dunque trasformata in acqua che viene accumulata in alto e poi l’acqua viene di nuovo trasformata in energia (nelle ore) “di punta”, quando viene fatta cadere in basso alle turbine. In sostanza, la centrale equivale a un’enorme batteria: accumula energia quando è in sovrappiù e la rilascia quando ce n’è più bisogno. E’ vero che in questo ciclo il bilancio energetico è (ovviamente) negativo e si perde (cioè si distrugge) un 25-30 per cento di energia, ma in compenso si conserva quella energia in più, per un uso successivo, che viene comunque prodotta e andrebbe altrimenti dispersa. Il primo problema sta proprio qui: da dove viene questa energia a basso prezzo?
2- Finanziario. La convenienza per chi si getta in una simile impresa deriva dalla speculazione sul differenziale di prezzo tra energia “di sfondo” ed energia “di punta”: la prima costa meno perché c’è poca domanda, la seconda di più perché viene acquistata nelle ore in cui c’è più domanda. Lo scambio avviene sul libero mercato e la Terna, la società che fa da gestore nazionale della rete elettrica, ha diviso l’energia in tre fasce: a basso prezzo, media e ad alto prezzo. Dunque: si pompa l’acqua usando energia a basso prezzo e si fan girare le turbine quando si genera energia ad alto prezzo. La differenza è il guadagno. Che deve coprire, nell’ordine: la dispersione del 30% di energia del ciclo; l’ammortamento degli investimenti iniziali; i costi di gestione e del personale della centrale. E qui sta il secondo problema: sarà così alto il differenziale di prezzo dell’energia, in modo da coprire tutti questi costi?

IMPATTO DELL’OPERA. Rischi e disagi ambientali chiaramente riconoscibili.

- Quanto materiale sarà estratto (metri cubi)?
- Dove saranno i depositi dei materiali ?
- Quanti viaggi di camion al giorno per portare via il materiale di scavo?
- Lo scavo altererà il microclima e le falde ?
- I serbatoi a valle e a monte dove saranno e quanto grandi?
- Quanto rumore alle orecchie degli abitanti e ai turisti?
- Polveri e odori in che punti usciranno fuori delle gallerie?
- Chi garantisce che le enormi masse idriche pompate nelle caverne resteranno sotto controllo?
- E se il tunnel o le caverne cedono?
- Quanto tempo fra inizio e fine lavori?
-Per quanto riguarda il bilancio energetico la centrale quanto consumerà e quanto produrrà?(Quale saldo?)
-E' finalizzata anche alla fornitura di acqua (potabile e non)?
-Per costruire la centrale, quant'è il costo?
Dietro l’idroelettrico, carbone e nucleare.
La domanda era: che genere di energia è quella che viene comprata a basso prezzo, prevalentemente di notte, per pompare in alto l’acqua. Semplice, quella che offre il mercato in quelle fasce orarie. Non è certamente né solare (che va di giorno) né idroelettrico (che va nelle fasce di punta). Può esserci un po’ di eolico (che va quando tira il vento, dunque anche di notte), ma soprattutto ci sono le grandi energie “di sfondo”, quelle prodotte da impianti a ciclo continuo, che – notte o giorno che sia, alta o bassa la domanda che sia – producono senza sosta.
E queste sono le centrali nucleari, le centrali a carbone o ad altri combustibili fossili.
Tra l’altro, nelle vicinanze abbiamo il nucleare svizzero e francese, il carbone tedesco e gli impianti termoelettrici della pianura padana (porto Tolle & co.).Il vantaggio in un'opera simile quindi, è solo di natura economica perché nonostante si spenda più energia rispetto a quella che se ne può produrre, il ricavo derivante dalla vendita dell'energia prodotta di giorno è notevolmente superiore al costo del pompaggio fatto di notte.
Il portafoglio ne guadagna, l'ambiente no. È una mera speculazione sul prezzo dell'energia e per più a discapito dell'ambiente. Pertanto è assurdo presentarla come un'idea geniale
Si può anche aggiungere che se i bilanci dovessero andare in rosso e la centrale dovesse rischiare di chiudere (dinamiche in borsa o per effetto delle nuove tecnologie applicate alle nuove centrali) , i proprietari potrebbero chiedere alla Provincia un sostegno per garantire l’acqua.
A che pro? Ha senso tutto questo? E poi chi sono questi proprietari?





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lunedì, 20 settembre 2010



Cittadella ed energia temi caldi

LAIVES. A Laives è tempo di grandi progetti e di dibattiti. Nelle scorse settimane a tenere banco è stata la Cittadella dello sport, che ha visto in prima linea il presidente dell’Fc Alto Adige, Walter Baumgartner. Baumgartner ha incontrato tutte le categorie per presentare la Cittadella e in conclusione ha illustrato il progetto alla popolazione: una strategia della «condivisione» che non ha sciolto tutti i dubbi.
 Adesso sale in cattedra la centrale a pompaggio, che secondo le intenzioni dei promotori dovrebbe sorgere a Pineta. La comunità di Laives dovrà capire se sposare questi progetti, sperando che facciano da volano per la crescita economica, oppure se abbandonarli.
Alto Adige 20-9-10
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lunedì, 20 settembre 2010



Centrale idroelettrica a pompaggio, arriva il progetto

GIANFRANCO PICCOLI
LAIVES. Non si è ancora esaurito il dibattito sulla cittadella dello sport, ma Laives fra sette giorni affronterà un altro tema vitale per il futuro del territorio: lunedì prossimo, infatti, è previsto l’incontro con la popolazione (in Aula magna, alle ore 20) per la presentazione del progetto della centrale idroelettrica a pompaggio a nord di Pineta.
 I dettagli di questa imponente opera sono già stati illustrati dall’imprenditore Christian Masten e dalla South Tyrol Energy al consiglio comunale, raccogliendo un certo interesse trasversale. D’altra parte, di fronte ad una rendita di 2 milioni all’anno per ottant’anni - questo quanto promesso dalla società al Comune per installare la centrale - è difficile non prestare ascolto, soprattutto in tempi di vacche magre per tutte le amministrazioni locali.
 L’illustrazione del progetto alla popolazione resta però un passaggio fondamentale visto che, al di là degli aspetti economici, sono già stati sollevati molti dubbi, soprattutto di carattere ambientale. E’ fresca l’esperienza di Renon, dove la forte opposizione della popolazione locale ha fatto tramontare un progetto del tutto analogo. Questo significa che senza il consenso della maggioranza dell’opinione pubblica, non si andrà avanti neppure a Laives, dove i grillini hanno già avviato una raccolta firme per contrastare la realizzazione dell’opera. Tra le contestazioni, anche il traffico di mezzi pesanti che verrà generato per alcuni anni dalla realizzazione dei bacini artificiali.
 Il progetto prevede la costruzione di due serbatoi sotterranei capaci di contenere 600 mila metri cubi di acqua. Servirebbero 4-5 mesi solo per il riempimento: si tratta di un sistema chiuso, che utilizza sempre la stessa acqua, con dispersioni minime rispetto alla massa globale. Un serbatoio verrebbe realizzato a valle, il secondo mille metri più in alto, in località Costa-Seit: lo sviluppo della condotta sarebbe di circa 2,5 chilometri. Si tratta di un progetto particolare, visto che normalmente queste opere vengono realizzate in presenza di bacini naturali.
 Uno dei punti più discussi del progetto riguarda il fatto che il pompaggio dell’acqua comporta un consumo di energia (688 Gwh) superiore a quella prodotta (515 Gwh). Il business sta nel fatto che il pompaggio avviene in ore notturne, quando il costo dell’energia è inferiore, mentre la produzione viene fatta in orari «pregiati», quanto c’è alta richiesta e l’energia ha un prezzo elevato. La differenza genera i guadagni.
 Qui c’è uno dei punti più contestati: «Sono molto scettico - ammette Giorgio Zanvettor, consigliere comunale dei Verdi ed ex assessore - perché per far funzionare la centrale a pompaggio serve molta energia “sporca”, prodotta con idrocarburi o centrali nucleari». Da parte dei Verdi, tuttavia, non c’è una chiusura ideologica: «Ne stiamo parlando e ne parleremo ancora, il progetto può essere rivisto». Che significa? «Che se l’energia utilizzata per il pompaggio arriva da fonti rinnovabili e certificate, acquistandola dai grandi fornitori di eolico e solare, da parte nostra non ci sarà una chiusura totale. Però...». Però? «Restano in piedi altri problemi di carattere idrogeologico, che già si sono manifestati con la costruzione della galleria - spiega ancora Zanvettor - in quell’area ci sono numerose sorgenti: prima di scavare serve uno studio molto approfondito».
 Nel complesso, i Verdi non sono entusiasti: «Le centrali a pompaggio svolgono una funzione importante, perché producono molta energia in tempi rapidissimi, rispondendo ai picchi del mercato, ma i dubbi sono molti, anche legati al mercato energetico. Oggi c’è grande differenza di costi dell’energia tra notte e giorno, differenza sulla quale si basa il business, ma non è detto che sarà così per sempre. Questo significa - conclude Zanvettor - che i 2 milioni di euro all’anno destinati al Comune non sono una garanzia».
 Insomma, il progetto non avrà vita facile. Sul Renon è già naufragato, ma anche in Trentino, la mega-opera proposta sull’Altissimo del Monte Baldo, sfruttando le acque del lago di Garda, è finita nel cassetto dopo una mobilitazione generale.
Alto Adige 20-9-10
 
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venerdì, 17 settembre 2010



Energia verde: settore strategico per le imprese

MIRCO MARCHIODI
BOLZANO. Scatta giovedì prossimo la Klima-Energy, fiera dedicata alle energie rinnovabili. Saranno 185 gli espositori che fino a sabato presenteranno i loro prodotti su una superficie complessiva di 9.000 metri quadrati. Ricco il programma di eventi collaterali.
 «Quello delle energie rinnovabili - spiega il presidente della Fiera Gernot Rössler - è un settore fondamentale per la nostra economia: da una parte permette alle aziende ma anche ai privati di risparmiare, dall’altra garantisce posti di lavoro». Non a caso alla tre giorni di esposizione partecipano le associazioni di categoria di albergatori, industriali e artigiani. «Per il settore alberghiero - afferma il presidente dell’Hgv Walter Meister - i costi energetici rappresentano una quota che va dal 2 al 5% dei costi complessivi. Se possiamo risparmiare è un vantaggio per tutti, se poi possiamo farlo rispettando l’ambiente è ancora meglio, perché la sostenibilità ambientale è un fattore che sempre più spesso incide sulle scelte dei turisti». Arrigo Simoni, vicepresidente della Fiera, rimarca invece l’importanza delle energie rinnovabili per l’artigianato: «Molte piccole aziende altoatesine sono specializzate in questo settore: più si punta sul risparmio energetico e più possibilità hanno di lavorare».
 La fiera, dedicata agli esperti del settore (ingegneri, progettisti, imprenditori, installatori ma anche investitori), ospiterà anche la giornata dell’industria - si terrà venerdì e sarà dedicata al rapporto tra economia e tecnica -, gli Enertour del Tis, la premiazione del KlimaEnergy Award e diversi incontri sul tema dell’energia, tra cui l’appuntamento con il meteorologo Luca Mercalli, intervenuto ieri alla presentazione della fiera per spiegare che «i ghiacciai alpini sono a rischio a causa delle crescenti emissioni di Co2 e del surriscaldamento globale».
 ORARI E PREZZI. La Klima-Energy si svolge dal 23 al 25 settembre con apertura dalle ore 9 alle 18 giovedì e venerdì e dalle 9 alle 16 il sabato. Il biglietto di ingresso costa 10 euro, ma se si prenota on-line si paga la metà. Tutte le informazioni su espositori ed eventi collaterali si trovano sul sito www.klima-energy.it.
Alto Adige 17-9-10
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sabato, 04 settembre 2010



Una gara d’appalto per i pannelli solari sopra il municipio di Laives

LAIVES. Dando seguito ad un progetto realizzato in collaborazione con l’Eurac, anche il Comune di Laives imbocca la strada del fotovoltaico. Il sindaco Liliana Di Fede ha preannunciato in consiglio comunale una gara di appalto per la prossima settimana e il progetto riguarderebbe complessivamente 11 edifici comunali, tra i quali ovviamente anche il nuovo municipio. Si tratterebbe di installare sul tetto di questi edifici pannelli fotovoltaici per produrre energia elettrica. Secondo un calcolo preventivo, la spesa complessiva si aggirerebbe attorno ai 2,5 milioni di euro e nell’arco di 20 anni l’introito netto derivante da questi impianti potrebbe raggiungere più o meno la stessa quota, 2,3 milioni di euro. Si tratta del netto come detto, perché in realtà, ai prezzi attuali, in vent’anni si ricaverebbero dal fotovoltaico 8,5 milioni di euro, somma dalla quale vanno sottratti il costo degli impianti stessi e poi quasi 2 milioni di ammortamento del mutuo, insieme ad un altro milione circa di spese per manutenzioni e riparazioni durante l’arco dei vent’anni di esercizio dei pannelli.
 Della questione si discute oramai da qualche anno e nel frattempo è calata la quota di incentivi che lo Stato destina a questi specifici interventi nel settore dell’energia pulita. (b.c.)
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giovedì, 22 luglio 2010



Energia: un nuovo progetto a Laives

LAIVES. L’imprenditore Christian Masten, presidente della South Tyrol Energy, sta pianificando la realizzazione di centrali a pompaggio in Alto Adige. Il primo impianto dovrebbe sorgere a Laives. Ieri il progetto è stato presentato alla giunta comunale alla presenza dell’assessore provinciale Michl Laimer. Il progetto è previsto all’interno della montagna a nord di Laives, nei pressi dell’entrata del tunnel della circonvallazione. L’impianto è composto da due serbatoi sotterranei, collegati tra loro da alcune gallerie. Un impianto idroelettrico a pompaggio è una forma particolare di centrale di accumulo. Gli impianti a pompaggio usano l’energia in eccesso nelle ore notturne per pompare l’acqua da un serbatoio di valle a uno di monte. Nelle ore del giorno di maggiore fabbisogno energetico è in grado di produrre energia di picco e di immetterla nella rete. L’acqua è necessaria solo in occasione del primo riempimento dell’impianto, poi circola tra le singole camere collegate tra loro da una rete di gallerie. La potenza installata ammonterebbe a 300 Mw. Al Comune, è stato detto, sarebbe corrisposta una rendita finanziaria continua annuale.
Alto Adige 22-7-10
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lunedì, 07 giugno 2010

Un impianto a biomassa al centro di Laimburg

VADENA. Presso il Centro di sperimentazione agraria di Laimburg di Vadena sarà realizzato un centro per la produzione di energia da biomassa che sarà collegato ad una rete per il teleriscaldamento. L’appalto per la realizzazione dei lavori è stato assegnato nei giorni scorsi all’impresa “Erdbau Srl”. L’impresa “Erdbau Srl” si è aggiudicata nei giorni scorsi la gara d’appalto per la realizzazione di un centro a biomassa presso il Centro di sperimentazione agraria di Laimburg a Vadena al quale sarà collegata anche una rete per il teleriscaldamento. L’impresa si è aggiudicata la gara con un’offerta di 140 mila euro a fronte di una base d’asta fissata a 192 mila. In base al progetto la centrale per la produzione di energia da biomassa sarà realizzata nell’area adiacente il Centro di sperimentazione agraria di Laimburg. I lavori saranno realizzati nell’arco di 75 giorni.
Alto Adige 7-6-10
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giovedì, 27 maggio 2010


MOBILITÀ ELETTRICA

BOLZANO. Sono stati avviati ieri ad Innsbruck dagli assessori provinciali Michl Laimer e Thomas Widmann , con la collega tirolese Patrizia Zoller-Frischauf, contatti per una collaborazione nel campo della mobilità elettrica, E-Mobility. L’incontro è stato organizzato dal gruppo di lavoro elettromobilità che opera nell’ambito del cluster creato nel Tirolo del Nord per ricerche e sviluppo nel settore. La giunta provinciale ritiene sia importare investire nel campo delle energie rinnovabili e dei mezzi di trasporto elettrici. Ai due assessori sono stati illustrati progetti sviluppati dalla Electro Drive Tirol nel campo del leasing di veicoli elettrici, il progetto pilota della Tiwag per la mobilità elettrica nella zona dell’Achensee, i distributori di energia privi di emissioni di CO2 ed i progetti di ricerca e sviluppo del cluster tirolese nel campo dell’E-Mobility. L’intenzione è quella di avviare un programma di collaborazione.
Alto Adige 27-5-10
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mercoledì, 24 marzo 2010



Fonti rinnovabili, Alto Adige al top

BOLZANO. Alto Adige senza rivali sulle energie rinnovabili. I Comuni altoatesini dominano le diverse categorie del rapporto di Legambiente «Comuni rinnovabili 2010». Si tratta della ricerca di Legambiente (con il contributo di Gse e Sorgenia) su «sole, vento, acqua, terra, biomasse. La mappatura delle fonti rinnovabili nel territorio italiano». Gran successo per 10 Comuni altoatesini entrati nella classifica dei 15 «Comuni 100% rinnovabili». A Sluderno è andato il premio 2010 per il mix di diverse fonti rinnovabili. Immediato il commento dell’assessore provinciale all’ambiente ed energia Michl Laimer: «Questo rapporto è la conferma che stiamo percorrendo la strada giusta e uno stimolo a proseguire». Oltre a Sluderno, tra i Comuni 100% rinnovabili figurano Dobbiaco, Prato allo Stelvio, Vipiteno, Brunico, Lasa, Glorenza, Racines, Monguelfo e Stelvio. Bene anche Bolzano. Il capoluogo risulta infatti essere la città con la maggiore superficie di collettori solari. E comunque a scorrere le classifiche delle varie categorie, la presenza dei Comuni altoatesini è assolutamente dominante. Nel dossier Legambiente sottolinea: «La Provincia di Bolzano è quella che in questi anni ha messo in campo le più efficaci e ambiziose politiche e ha disegnato la più chiara prospettiva di innovazione con l’obiettivo di uscire progressivamente dalle fonti fossili». Non è dunque un caso che al centro delle discussioni sul futuro parco tecnologico di Bolzano ci sia la prospettiva di fare di Bolzano uno dei centri di riferimento italiano nella ricerca sulle energie alternative.
 In «Comuni rinnovabili 2010» Legambiente ricorda che in Alto Adige «considerando tutti i consumi energetici, le rinnovabili soddisfano già il 56%, ma si vuole portare questa quota al 75% nel 2015 e continuare in una direzione di autosufficienza energetica, che possa prescindere dalle fonti fossili. Sono moltissime le esperienze interessanti e i risultati significativi raggiunti in poco tempo».
 Legambiente cita in particolare «l’esperienza del teleriscaldamento con impianti da biomassa di provenienza locale, che coinvolge 32 Comuni su 116. Complessivamente questi impianti riescono a soddisfare il 27% del fabbisogno termico delle famiglie residenti nella provincia. Ma le biomasse sono anche in grado di produrre energia elettrica tale da soddisfare il fabbisogno di oltre 100 mila famiglie».
 Proseguendo nell’analisi dedicata all’Alto Adige, il dossier ricorda che sono 86 i Comuni «che possiedono sul proprio territorio impianti mini idroelettrici, cioè quelli con potenza fino a 3MW, per una potenza complessiva di oltre 90 MW. Una particolarità è la diffusione di 725 piccolissimi impianti ad uso privato con potenze inferiori ai 220 kW, pari al fabbisogno di circa 64 mila famiglie: 94 a Sarentino, 57 a Valle Aurina, 25 a Campo Tures. Sono invece 96 gli impianti di potenza compresa tra 220 kW e i 3000 kW. Ma impressionante è la diffusione raggiunta in poco tempo per quanto riguarda le installazioni fotovoltaiche, eoliche, da biogas e geotermia». Insomma, una promozione piena, con toni quasi da campagna pubblicitaria, se Legambiente non fosse una associazione di rinomata serietà.
 Entrando nel dettaglio, il risultato più netto sono i 10 Comuni altoatesini nella classifica dei «Comuni 100% rinnovabili»: con Sluderno dichiarato vincitore del premio 2010.
 Questa classifica, spiega Legambiente, raccoglie i Comuni «che rappresentano oggi in Italia il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. In queste realtà sono gli impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento a soddisfare ampiamente i fabbisogni termici e un mix di impianti rinnovabili a permettere di soddisfare e superare anche ampiamente i fabbisogni elettrici dei cittadini residenti».
 La classifica, è sottolineato, «premia proprio la capacità di muovere il più efficace mix delle diverse fonti».
 Sluderno ha superato tutti gli altri avversari perché si tratta di un Comune con poco più di 1800 abitanti, «che fonda la sua ricetta di successo su diversi impianti diffusi nel territorio». Questa la descrizione: «Dai 960 metri quadrati di pannelli solari termici e 512 kW di pannelli fotovolatici diffusi sui tetti di case e aziende, ai 4 microimpianti idroelettrici che hanno una potenza complessiva di 232 kW. Particolarmente interessante è la collaborazione con i territorio vicini. L’impianto eolico da 1,2 MW installato a Malles è un investimento in condivisione tra i Comuni di Sluderno, Malles, Glorenza e Curon Venosta e gestito da un consorzio dei Comuni più alcune aziende elettriche locali. A scaldare le case sono invece gli impianti da biomasse locali e da biogas, proveniente per lo più da liquame bovino, che hanno una potenza complessiva di 6200 kW termici, entrambi di tipo cogenerativo, allacciati ad una rete di teleriscaldamento da 23 chilometri». (fr.g.)
Alto Adige 24-3-10
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categoria:provincia di bolzano, ecoenergia
martedì, 23 febbraio 2010



Tre piccole centrali sul fiume Isarco



 Tre piccole centrali idroelettriche lungo il corso dell’Isarco in città. E’ questa una delle proposte contenute nel «Piano per una città Co2 neutrale», che l’assessore Klaus Ladinser presenterà oggi in giunta e che ieri è stato anticipato durante una riunione di maggioranza. Tra le misure ipotizzate per ridurre o bilanciare le emissioni di Co2, c’è la costruzione delle centrali all’altezza di ponte Roma, ponte Palermo e ponte Loreto. In più, naturalmente, la conferma della necessità di spingere sul risanamento energetico dei palazzi e la previsione di bandi ad hoc per le nuove aree di espansione. In base alle analisi effettuate, Bolzano si conferma comunque città virtuosa per le emissioni.

Alto Adige 23-2-10



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giovedì, 04 febbraio 2010


Energia e seggiovie per le Olimpiadi made in Sudtirolo




MIRCO MARCHIODI


BOLZANO. La cabinovia più grande al mondo. L’impianto eolico emblema delle olimpiadi «verdi». La neve sulla quale si è allenato Bode Miller. Tutti «made in South Tyrol», targati rispettivamente Doppelmayr, Leitwind e Technoalpin: sono questi gli alfieri dell’economia altoatesina alle Olimpiadi.
 Mancano otto giorni alle Olimpiadi invernali di Vancouver. Saranno 38 gli atleti altoatesini in gara, ma prima di loro sono arrivati sul posto manager, ingegneri e operai di tre imprese bolzanine leader nel settore delle tecnologie alpine.
 Proprio domani a Grouse Mountain sarà inaugurato l’“occhio del vento” realizzato dalla Leitwind, azienda del gruppo Leitner di Vipiteno che fa capo a Michl e Anton Seeber. Si tratta di un impianto eolico che sovrasta tutta l’area, alto 65 metri e visibile da tutta la città di Vancouver. Una delle particolarità del generatore eolico è una piattaforma: il “viewing pod”, come lo chiamano in Canada, si trova a 57 metri dal suolo e può ospitare fino a 36 persone, che dall’alto della torre potranno ammirare un panorama mozzafiato. L’impianto eolico - che ha una potenza installata di 1,5 MW - sarà l’emblema di una città olimpica “verde” e potrà produrre il 25% del consumo energetico totale del comprensorio sciistico di Grouse Mountain.
 Unica al mondo è anche la cabinovia realizzata dalla Doppelmayr di Lana. Il progetto “Peak to Peak”, una cabinovia che parte da Mount Whistler a quota 436 metri ed arriva a Mount Blackcomb a quota 1.870, detiene due record mondiali: quello della campata più lunga per una funivia in servizio (in mezzo al percorso di 4,5 chilometri, tra un sostegno e l’altro ci sono oltre 3 chilometri di distanza) e quello della distanza dal suolo più grande (436 metri). Le 28 cabine possono trasportare oltre duemila persone all’ora: ognuna può ospitare 24 passeggeri seduti e quattro in piedi. Inaugurato il 12 dicembre del 2008, l’impianto è stato già collaudato con successo da atleti e turisti. Sulle piste di Whistler si terranno tutte le gare di sci alpino.
 Non sono invece presenti sulle piste canadesi i cannoni della TechnoAlpin, ma l’impresa bolzanina di via Edison ha comunque dato il suo contributo. Le nazionali di Stati Uniti, Francia e Finlandia hanno infatti trascorso l’ultima fase di preparazione prima dei Giochi a Snow King Mountain, comprensorio sciistico americano situato nello stato del Wyoming. Qui nell’autunno del 2009 la TechnoAlpin ha installato un sistema di innevamento totalmente automatico. Sulle nevi prodotte dai generatori a ventola e dalle lance prodotti a Bolzano in questi giorni si sono allenati campioni del calibro di Bode Miller. E prima che inizino i giochi, sulla neve artificiale della TechnoAlpin si terrà un’ultima gara per testare la forma degli atleti in vista delle competizioni olimpiche.

Alto Adige 4-2-10
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categoria:sport, ecoenergia
mercoledì, 03 febbraio 2010


Pannelli solari sui palazzi della Provincia




 BOLZANO. Una distesa di pannelli fotovoltaici coprirà i tetti dei palazzi provinciali. E’ terminata l’analisi affidata dall’assessore provinciale Michl Laimer all’Ufficio risparmio energetico. I tecnici provinciali hanno individuato i tetti adatti, per inclinazione ed esposizione, all’installazione dei pannelli per la produzione di energia dal sole. Il progetto è stato esaminato dalla giunta provinciale, che ha dato il via libera.
 Gli impianti fotovoltaici sui palazzi provinciali copriranno una estensione di 20 ettari, pari a 200 mila metri quadrati. La stima della produzione di energia è di 20 mgw e 20 milioni di kwh.
 Questa spinta sull’energia pulita porterà benefici alle casse provinciali. Un esempio arriva proprio dalla sede dell’assessorato all’ambiente in via Renon. L’ex palazzo delle poste, spiegano dagli uffici, prima della ristrutturazione comportava una spesa di 90 mila euro all’anno di energia. I costi sono precipitati dopo i lavori, di adeguamento agli standard CasaClima. Tra isolamento, pannelli fotovoltaici e gli altri interventi, il palazzo ha raggiunto l’autosufficienza energetica e le spese annuali sono ridotte a soli 5000 euro. Sarà questo lo standard anche nelle zone produttive: le indicazioni provinciali prevedono sui tetti impianti fotovoltaici, verde pensile (per il drenaggio dell’acqua piovana) o posti auto, non più altre coperture.

Alto Adige 3-2-10
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giovedì, 21 gennaio 2010


Oggi in Fiera parte Klimahouse L’Apa punta sui risanamenti



BOLZANO. Questa mattina alle 11 inaugurazione ufficiale di Klimahouse, la fiera dedicata all’efficienza energetica e alla sostenibilità nell’edilizia. Quasi 400 le aziende che esporranno i loro prodotti fino a domenica (l’orario va dalle ore 9 alle 18).
 In fiera sono in programma diversi momenti di incontro per dare la possibilità ad architetti, ingegneri, progettisti, impiantisti e ai cittadini di informarsi sulle novità tecnologiche e di prodotto nel settore edile (tutte le informazioni sul programma di contorno si trovano sul sito della fiera, www.fierabolzano.it).
 Per tutti gli operatori, in collaborazione con il Tis sono state organizzate dodici visite guidate a edifici CasaClima per toccare con mano gli interventi sul territorio e per confrontarsi direttamente in loco con chi vive in questi edifici e con chi li ha progettati. Klimahouse prevede due convegni di alto profilo: il convegno internazionale “Costruire il futuro”, organizzato in collaborazione con l’Agenzia CasaClima, che ospita un ampio palco di relatori dall’Italia e dall’Europa del nord, che porteranno al convegno il know how nel settore dell’edilizia sostenibile e del risparmio energetico molto sviluppato a nord dell’arco alpino. Il convegno internazionale, organizzato in collaborazione con l’associazione nazionale per l’Isolamento Termico e acustico prevede a sua volta un ricco programma di incontri dedicati alle soluzioni e alle tecnologie più all’avanguardia nel campo energetico e dell’isolamento degli edifici.
 Nei padiglioni di Fiera Bolzano l’associazione provinciale degli artigiani con la Libera università di Bolzano costruisce un modello di CasaClima per dare la possibilità ai visitatori di conoscere i materiali utilizzati in ogni loro dettaglio.

Alto Adige 21-1-10
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categoria:ecoenergia
venerdì, 15 gennaio 2010



Ae e Leitner, 95 milioni per l’eolico




MIRCO MARCHIODI


 BOLZANO. Nasce da un’alleanza tutta altoatesina una delle più importanti realtà italiane nel settore dell’energia eolica. La «Wind Power Project 1» è una joint-venture tra la Leitwind del gruppo Leitner e Azienda Energetica. Entro il 2012 completerà la costruzione di cinque parchi eolici (tre in Toscana, due in Alto Adige, a Sattelberg, a oltre duemila metri di quota al valico di confine del Brennero) che a regime produrranno 112 milioni di KWh. I ruoli delle due società saranno ben distinti, come ha spiegato Michl Seeber: «Il gruppo Leitner costruirà le centrali eoliche, Azienda Energetica commercializzerà l’energia prodotta». L’investimento previsto è di 95 milioni di euro, i ricavi attesi pari a 18 milioni all’anno. L’operazione è stata presentata ieri a Bolzano nella sede di Ae.
 La società. La Wwp 1 (esiste anche la Wwp 2, fa capo sempre al gruppo Leitner e si occupa dei parchi eolici all’estero, tra cui Francia, India, Austria e Vancouver: «Stiamo trattando con un importante gruppo italiano come partner», ha svelato Seeber) è una joint-venture partecipata al 51% dalla Leitwind e al 49% da Ae. «Leitwind - afferma il figlio di Michl Seeber, Anton - è l’azienda del gruppo che si occupa del settore eolico. Abbiamo costruito già 40 parchi eolici, altri 50 sono in fase di realizzazione. Il fatturato del 2009 è stato di 70 milioni, ma nel 2010 pensiamo di raddoppiarlo». Di Ae in questi mesi si è parlato tanto, «ma finalmente - hanno detto in coro i due sindaci di Bolzano e Merano Luigi Spagnolli e Günther Januth - lo si fa per questioni industriali e non politiche». Il cda della Wwp 1 è a tre: presidente Michl Seeber, amministratore delegato Pietro Calò, consigliere Anton Seeber. «Avremmo potuto vendere la nostra quota a dei fondi di investimento, ma abbiamo preferito privilegiare un’azienda altoatesina. Hanno fatto un affare loro, ma siamo contenti anche noi», ha detto Seeber riferendosi alle polemiche sollevate nei giorni scorsi dal vicesindaco di Merano Diego Cavagna. Calò ha aggiunto che «Leitner ha pagato mezzo milione di euro gli studi realizzati dalla Sattelberg», società che era stata costituita da Ae e che era stata la prima a valutare la possibilità di sfruttare l’energia eolica al valico del Brennero.
 Il business. L’accordo prevede la realizzazione di cinque parchi eolici, tre in Toscana (uno, quello di Montecatini, è già in funzione) e due in Alto Adige, a Sattelberg. Leitwind si occuperà della fornitura, installazione e manutenzione degli aerogeneratori, Ae della commercializzazione dell’energia prodotta e della gestione della rete elettrica. L’investimento è di 95 milioni di euro e sarà coperto al 20% dai due soci e all’80% da capitale di debito. «Questo significa - ha spiegato l’ad di Ae Pietro Calò - che Ae investirà direttamente 11 milioni di euro. Ma ci tengo a precisare che si tratta di soldi dell’azienda, all’ente pubblico non abbiamo mai chiesto un euro». Secondo le stime di Mediobanca, advisor dell’operazione, l’energia prodotta dai cinque parchi eolici dovrebbe garantire ricavi di oltre 18 milioni di euro all’anno.
 Le prospettive. «Questo investimento - si dice convinto il sindaco di Merano Günther Januth - rafforza il ruolo di Ae come grande realtà industriale». Per Ae aumenta il peso dell’energia prodotta da fonti alternative (a ottobre è stato inaugurato il nuovo impianto di Ottana, in Sardegna, che funziona con l’olio di palma e produce mezzo milione di KWh all’anno). Non è stata esclusa un’ulteriore collaborazione tra Ae e Leitner in Bulgaria, dove entrambe le società hanno investito recentemente. Importante anche la ricaduta in termini occupazionali: le centrali saranno tutte realizzate da personale specializzato altoatesino e anche l’attività di ricerca e sviluppo sarà fatta interamente in Alto Adige.

Alto Adige 15-1-10
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martedì, 12 gennaio 2010


Campagna per il ricorso al fotovoltaico
nelle aree rurali




BOLZANO. L’Unione Agricoltori assieme a Tis, Eurac e Apa ha dato il via ad un’iniziativa congiunta sul fotovoltaico per le aree rurali. Il progetto prevede seminari specifici, un manuale, un programma per la valutazione dell’economicità e consulenze individuali.
 «Grazie ai costi d’investimento diminuiti e i prezzi d’acquisto garantiti dallo stato - afferma il Bauernbund in una nota -, la produzione di energia tramite fotovoltaico è più interessante che mai. Sono sempre di più gli agricoltori ma anche le piccole e medie imprese e i privati che pensano di costruire un impianto fotovoltaico. Con questa iniziativa congiunta vogliamo fornire informazioni professionali e indipendenti a tutti gli interessati. Nonostante le condizioni quadro favorevoli, un investimento in un impianto fotovoltaico rimane comunque un investimento considerevole. È importante quindi riflettere bene per evitare brutte sorprese», spiega il presidente dell’Unione Agricoltori Leo Tiefenthaler.
 A gennaio i seminari si tengono nei distretti Bassa Atesina (oggi alle 19.30 a Egna), Val Venosta (14 gennaio) e Pusteria (15 gennaio).
 Assieme ai seminari rivolti agli imprenditori, il Bauernbund propone colloqui di consulenza individuali che saranno offerti con contributo spese da esperti del settore indipendenti presso gli uffici circondariali dell’Unione Agricoltori. Le preiscrizioni necessarie sono aperte da subito presso gli uffici circondariali dell’associazione (info: 0471-999317).

Alto Adige 12-1-10
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giovedì, 07 gennaio 2010


ECO-INVESTIMENTI



Fotovoltaico, per il Ctcu un vero affare


 BOLZANO. Un impianto solare o fotovoltaico come “investimento”. Sino ad oggi molti non lo hanno mai visto sotto questa forma - si legge in una nota del Centro tutela consumatori e utenti - ma forse potrebbe valere la pena di considerarlo. Perché no? Grazie agli incentivi statali (quelli italiani sono i più vantaggiosi in assoluto) e ai risparmi nella spesa della corrente, 15.000 o 20.000 euro investiti in un impianto da fonte solare possono “rendere” anche un 7% all’anno, senza rischio. Al di là del seppur fondamentale e prioritario aspetto ambientale, la costruzione di un impianto fotovoltaico o solare - prosegue il documento del Ctcu - può costituire dunque una forma di investimento concorrenziale con le ormai asfittiche forme di risparmio di investimento tradizionale.
 Secondo il Ctcu a fronte di un capitale iniziale di 16.737 euro, i ricavi nel ventennio ammontano a 32.066 euro, con una rendita del 7,19%.


Alto Adige 7-1-10
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martedì, 22 dicembre 2009


Eco-energia, Fiera Bolzano raddoppia i pannelli fotovoltaici




BOLZANO. Entra in funzione il secondo impianto fotovoltaico sul tetto della Fiera che raddoppierà la produzione energetica attuale. Il nuovo impianto funge da parziale copertura dei posti auto e nei mesi estivi non produrrà soltanto energia pulita, ma porterà ombra alle macchine parcheggiate sul tetto di Fiera Bolzano. I 1.800 moduli fotovoltaici installati sul tetto nell’agosto del 2007 hanno soddisfatto il fabbisogno energetico annuale di ca. 150 famiglie per due anni. L’energia prodotta, immessa nella rete pubblica, è remunerata attraverso gli incentivi della Legge Conto Energia, inoltre, questa nuova energia da fonte rinnovabile ha risparmiato oltre 400 tonnellate di anidride carbonica alla città. Il secondo impianto con una potenza di 304 Kwp è stato realizzato dalla Ati, formata dalla Elpo e dalla carpenteria metallica Pellegrini ed è composto da 1.300 pannelli policristallini con vetro infrangibile, frazionato su quattro inverter di idonea potenza. Consente una produzione annua in 392.600 Kwh.


Alto Adige 22-12-09
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giovedì, 10 dicembre 2009


Creare energia pulita sfruttando il vento

Premio «Ecomondo» a Ropatec




 BOLZANO. Con una turbina danno una mano alla terra. Premiata con il riconoscimento “Ecomondo 2009” la ditta “Ropatec” di Bolzano, riconosciuta come una delle migliori dieci aziende nel settore delle energie rinnovabili.
 «Ci concentriamo sullo sviluppo di turbine eoliche, a tre o cinque pale, dalle molteplici applicazioni - ha sottolineato l’amministratore delegato Robert Niederkofler - Sfruttando il vento possiamo immettere energia in rete, ma anche caricare batterie, alimentare sistemi ibridi e, logicamente, l’eolico termico». La scala di mercato della “Ropatec” è mondiale e sono 36 gli impianti sparsi per il globo: «Molto dipende dalle condizioni climatiche di ventosità, ma contiamo turbine in Canada, Russia, Australia, Germania e Giappone e poi, certamente, anche in Italia, particolarmente in Puglia, Sardegna, Toscana. A Bolzano, invece, abbiamo un prodotto di prima generazione sul tetto del Tis in via Siemens». Nel reparto d’assemblaggio della “Ropatec” spicca una galleria del vento: «Pressappoco come quella utilizzata per le automobili che ci serve a testare le innovazioni. I pezzi vengono creati altrove, qui li assembliamo. I generatori, però, che sono interni alle pale e rappresentano il cuore del sistema vengono interamente prodotti a Bolzano». L’azienda, però, è in netta crescita: «Stiamo per aprire una sede in Nord America, in questi giorni lavoriamo per un impianto da fornire al sindaco di Barcellona per il Tibidabo e, nel frattempo, siamo stati invitati a Washington, Berlino e Londra per importanti confronti sulle energie rinnovabili. Siamo piccoli, qui a Bolzano abbiamo 15 dipendenti, ma spesso ci chiamano perché ritengono il nostro know-how prezioso». Niederkolfer ci presenta, infine, il gioiello della casa: l’impianto da 20 kilowatt. «Il ritorno economico di chi lo installa è ammortizzabile in otto anni con condizioni di vento medio. Il generatore, nel centro focale della turbina, richiede il minimo di manutenzione con la sostituzione di un piccolo componente ogni cinque anni e il costo si aggira sugli 80.000 euro. Tutto il sistema, inoltre, è molto silenzioso». (alan conti)

Alto Adige 10-12-09
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venerdì, 27 novembre 2009


«CasaClima, certificazione troppo cara»




BOLZANO. Chiedere 660 euro per la certificazione CasaClima è eccessivo. Lo afferma il Centro tutela consumtori utenti, che punta il dito contro l’Agenzia che rilascia le certificazioni: «Risulta incomprensibile come un’agenzia di emanazioni pubblica - si legge in una nota - e completamente in mano alla Provincia, che di per sè dovrebbe lavorare senza finalità di lucro, possa richiedere al consumatore una somma così elevata. Uno studio tecnico richiede per l’intera procedura - un’attività ben più ampia e consistente - circa 700 euro».
 «Un altro aspetto che i consumatori hanno lamentato - si legge ancora - riguarda gli oneri burocratici connessi alla certificazione di un edificio preesistente. Oggi è necessario digitalizzare tutte le mappe, con un ingente onere economico a carico delle famiglie».

Alto Adige 27-11-09
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venerdì, 20 novembre 2009


Il fotovoltaico, a Laives, prende piede C’è l’ok a quattro installazioni




BRUNO CANALI


 LAIVES. Il fotovoltaico, come sistema per produrre energia pulita e conveniente, sta prendendo sempre più piede nel territorio. Anche tra le aziende private, oltre che in Municipio.
  La conferma arriva dalla commissione edilizia, dove i progetti ovviamente devono passare per il benestare tecnico. A tutt’oggi proprio la commissione ha dato il via libera per quattro installazioni di pannelli (in un caso si tratta però di quelli solari) e la più significativa per quanto riguarda le dimensioni è quella che verrà fatta sul tetto del magazzino ex Eso (oggi proprietà dei signori Clementi), almeno per l’estensione della superficie disponibile. Anche la società agricola Cooperativa di approvvigionamento Laives-Bronzolo, inaugurata non molto tempo fa in via Fabio Filzi, ha presentato richiesta di installare pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica con il sole. Assieme a queste aziende maggiori vi sono poi alcuni privati (tra questi anche il presidente del Bauernbund locale) che si sono convertiti al fotovoltaico. Invece in zona produttiva Vurza installerà pannelli solari (per la produzione di acqua calda) la ditta Elfer di San Giacomo.
 In tutti i casi si tratta dell’inizio di una rivoluzione auspicata anche in consiglio comunale, molto interessante specialmente se si dispone di superfici di generose dimensioni. Già oggi non mancano coloro che hanno già sperimentato questi pannelli fotovoltaici e addirittura riescono a ricavare qualche cosa rivendendo l’energia elettrica all’ente gestore.
 Per quanto riguarda invece il Comune di Laives, come detto, i pannelli fotovoltaici verranno installati sul tetto del nuovo municipio.
 La spesa prevista per la realizzazione dell’impianto si aggira attorno al mezzo milione di euro e dovrebbe ricoprire una superficie di 400 metri quadrati. «Con questo impianto non si risolverà del tutto la fame energetica del Municipio - spiega l’assessore comunale all’ambiente Giorgio Zanvettor - che è particolarmente elevata, però ne copriremo sicuramente una buona parte e comunque è anche il primo passo verso la diffusione di questo nuovo sistema di produzione dell’energia sfruttando la luce del sole».

Alto Adige 20-11-09
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mercoledì, 11 novembre 2009


Energia, come risparmiare



A San Leonardo la fiera con workshop e 50 espositori


 SAN LEONARDO. Una fiera che insegna come risparmiare energia durante i lavori di costruzione di una casa e nella vita di tutti i giorni, oppure come funziona un’auto elettrica. “Energie Passeier”, la fiera del risparmio energetico, è di scena questo fine settimana nella casa delle associazioni di San Leonardo in Passiria.
 I primi workshop riservati agli operatori del settore cominceranno già domani. Venerdì la casa sociale ospiterà alle 17 la cerimonia ufficiale di inaugurazione alla presenza del sindaco Konrad Pfitcher, dell’assessore provinciale Michl Laimer e dei rappresentati delle amministrazioni comunali della Passiria, quindi la fiera vera e prorpia, aperta al pubblico, sabato (ore 9-19) e domenica (ore 9-17), durante la quale gli interessati potranno partecipare gratuitamente a varie conferenze (il programma è disponibile su www.energiemesse-suedtirol.it).
 Accanto alla casa passiva e ai prodotti per l’edilizia ecosostenibile, quest’anno avranno un ruolo importante anche le energie da fonti rinnovabili. Saranno in esposizione le auto elettriche, gli impianti fotovoltaici e solari, nonchè le più recenti tecnologie per la ristrutturazione. «Energie Passeier - spiega Berthold Prünster, consulente energetico e organizzatore della manifestazione - è una moderna piattaforma informativa sui parametri edilizi e sulle ultime novità tecnologiche per il risparmio energetico, dedicata sia al consumatore sia agli specialisti del settore. Si tratta dell’ottava edizione di una fiera che, dal 1996, viene proposta con cadenza biennale. Per rispondere alle molte richieste anche quest’anno sono stati organizzati convegni specializzati e workshop sul tema della casa passiva che offriranno la possibilità ad architetti, progettisti, artigiani e committenti di poter scambiare conoscenze e esperienze».
 Una cinquantina gli stand espositivi annunciati. Durante la manifestazione sarà possibile informarsi su tutto ciò che riguarda il tema del risparmio energetico nella costruzione di case clima e case passive: dagli impianti di aerazione e di riscaldamento nei nuovi edifici, alle costruzioni massicce e in legno fino ai materiali edili biologici. Anche alle finestre sarà riservato uno spazio importante.

Alto Adige 11-11-09
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giovedì, 22 ottobre 2009


Sui tetti del gruppo Sportler il più grande impianto solare

 BOLZANO. Sarà il più grande impianto fotovoltaico dell’Alto Adige. Lo realizzerà il gruppo aziendale Oberrauch (Globus, Salewa, Sportler, Oberrauch-Zitt) sul tetto dei diversi capannoni della propria azienda a Bolzano sud. L’impianto consentirà di poter immettere nella rete elettrica una produzione pari a due megawatt.
 L’ambizioso progetto è stato presentato ieri ai media dai fratelli Heiner (presidente del gruppo Oberalp-Salewa) e Georg Oberrauch (amministratore delegato di Sportler SpA) alla presenza dell’Assessore Provinciale Michl Laimer. Hubert Leitner, Amministratore dell’impresa appaltatrice Leitner Solar SpA, ha spiegato i dettagli tecnici dell’impianto. Il progetto prevede che i tetti di cinque capannoni aziendali di imprese appartenenti al gruppo Oberrauch vengano equipaggiati di moduli solari ad alto rendimento; in tal modo verranno riconvertiti in centrali elettriche. Nel complesso il risultato sarà il più grande impianto fotovoltaico dell’Alto Adige. Complessivamente la superficie ammonta a 9.597,5 metri quadri. Ulteriori 3.896,75 metri quadri si aggiungeranno non appena saranno ultimati i pannelli fotovoltaici sui tetti delle filiali di Treviso e Pordenone.
 Complessivamente la somma delle superfici si avvicinerà molto a quella di due campi da calcio. Con la produzione annuale ricavata dai tetti delle industrie alto atesine di 2.118.027 Kilowatt (circa 2,1 megawatt) nonchè dei 552.424 kilowatt prodotti annualmente a Treviso e Pordenone potrebbe essere coperto mediamente il fabbisogno annuale di circa 900 nuclei familiari alto atesini.
 Il costo complessivo del progetto in Alto Adige si aggira intorno ai 7,7 milioni di euro. I costi per la realizzazione degli impianti fotovoltaici sui tetti delle filiali di Sportler a Pordenone e Treviso ammontano a 2,26 milioni di euro.

Alto Adige 22-10-09
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venerdì, 16 ottobre 2009


Fotovoltaico sul teto del municipio di Laives insieme ai privati

 LAIVES. È pronto lo «schema-tipo» relativo all’impianto fotovoltaico che si potrebbe allestire sul tetto del nuovo municipio. «Contiene le caratteristiche tecniche dell’impianto - dice l’assessore Giorgio Zanvettor - e con questo contiamo di preparare la gara di appalto e quindi raccogliere e vagliare le varie offerte. Si tratta di installare 400 metri quadrati circa di pannelli fotovoltaici sulla sommità del nuovo municipio in via Pietralba, un progetto che come preventivo di spesa si aggira sul 500 mila euro. Per quanto riguarda la realizzazione noi punteremo su una partnership con investitori privati i quali, a fronte della spesa per realizzare l’impianto fotovoltaico, potranno sfruttarne i benefici economici per un determinato periodo di tempo».
 Di impianti fotovoltaici si parla da qualche tempo in consiglio comunale ed è in particolare l’opposizione di centrodestra a spingere l’amministrazione verso questa forma alternativa ed ecologica di energia. L’assessore Zanvettor dal canto suo si era impegnato a fare eseguire uno studio in merito e adesso questa fase è alle battute conclusive. Intanto si incomincerà con il tetto del nuovo municipio, che essendo piatto si presta particolarmente ad ospitare i pannelli fotovoltaici. Sarà anche una sorta di scommessa per l’amministrazione e se funzionerà come ci si augura, è del tutto probabile che verrà estesa anche ad altri edifici pubblici. Vedi al esempio il palazzotto dello sport, dove peraltro è previsto nel progetto di ristrutturazione di installare pannelli solari per la produzione di acqua calda. Gli edifici pubblici hanno molti metri quadrati di coperture, tutti potenzialmente sfruttabili per installarvi appunto pannelli per la produzione di energia in maniera pulita. (b.c.)

Alto Adige16-10-09
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martedì, 21 luglio 2009



Matrimonio Raiffeisen e CasaClima

Risanamento energetico degli edifici, sottoscritto un accordo di consulenza

BOLZANO. Risparmiare energia è risparmiare denaro: con questo motto l’assessore provinciale all’ambiente ed energia Michl Laimer nei giorni scorsi ha presentato, nella sede del suo assessorato, la cooperazione tra Agenzia CasaClima e Federazione Raiffeisen in materia di consulenza nel risanamento di edifici sottoscrivendo l’apposito accordo.
 Obiettivo della cooperazione tra Agenzia CasaClima e Federazione cooperative Raiffeisen è quello di garantire un’adeguata consulenza in materia di efficienza energetica ai cittadini alle prese con il risanamento di edifici ed un conseguente supporto competente per pianificare i necessari finanziamenti anche avvalendosi degli incentivi pubblici.
 Uno degli obiettivi della politica energetica locale per il futuro è quello di ridurre la dipendenza energetica (l’Italia importa circa il 90% dell’energia impiegata) garantendo energia sicura, pulita e a prezzi moderati; a tal fine come ha sottolineato l’assessore provinciale all’ambiente ed energia Michl Laimer, è importante puntare al risparmio energetico. Una via possibile è quella praticata dal modello CasaClima.
 In presenza di vecchi edifici tramite la loro ristrutturazione è possibile ottenere una riduzione del fabbisogno energetico tra il 70 e l’80 per cento. Per favorire il risparmio energetico, tema preponderante dei prossimi decenni, è importante favorire una consulenza mirata ai cittadini resa possibile tramite l’accordo siglato oggi.
 Un potenziale notevole, come ha detto Norbert Lantschner, direttore dell’Agenzia CasaClima, a fronte di circa 150.000 unità abitative costruite senza criteri di efficienza energetica (con consumi di 21 litri di petrolio a metro quadro all’anno) nel corso degli anni ’70 e che, se risanate in categoria C potrebbero portare ad un risparmio di circa 200 milioni.

Alto Adige 21-07-09

Siglata intesa tra Agenzia CasaClima e Raiffeisen



Dalla sin.: Paul Gasser, direttore generale della Federazione Raiffeisen, Ass. Michl Laimer (centro), Norbert Lantschner, direttore dell'Agenzia CasaClima.

Risparmiare energia è risparmiare denaro: con questo motto è stata presentata la cooperazione tra Agenzia CasaClima e Federazione Raiffeisen in materia di consulenza nel risanamento di edifici sottoscrivendo l’apposito accordo.

Obiettivo della cooperazione tra Agenzia CasaClima e Federazione cooperative Raiffeisen è quello di garantire un'adeguata consulenza in materia di efficienza energetica ai cittadini alle prese con il risanamento di edifici ed un conseguente supporto competente per pianificare i necessari finanziamenti anche avvalendosi degli incentivi pubblici.

Risparmio energetico
Uno degli obiettivi della politica energetica locale per il futuro è quello di ridurre la dipendenza energetica garantendo energia sicura, pulita e a prezzi moderati; a tal fine come ha sottolineato l'assessore provinciale all'ambiente ed energia Michl Laimer, è importante puntare al risparmio energetico. Una via possibile è quella praticata dal modello CasaClima, che nello standard C è diventato obbligatorio per le nuove costruzioni. In presenza di vecchi edifici tramite la loro ristrutturazione è possibile ottenere una riduzione del fabbisogno energetico tra il 70 e l'80 per cento.
Un potenziale notevole
Per favorire il risparmio energetico, tema preponderante dei prossimi decenni, è importante favorire una consulenza mirata ai cittadini resa possibile tramite l'accordo siglato oggi. Un potenziale notevole, come ha detto Norbert Lantschner, direttore dell'Agenzia CasaClima, a fronte di circa 150.000 unità abitative costruite senza criteri di efficienza energetica (con consumi di 21 litri di petrolio a metro quadro all'anno) nel corso degli anni '70 e che, se risanate in categoria C potrebbero portare ad un risparmio di circa 200 milioni di Euro.


Consulenza
Come ha ricordato Paul Gasser, direttore generale della Federazione Raiffeisen, l'energia è un tema che riguarda tutti e riveste un interesse economico. Parlando di consumi energetici in Alto Adige il 48 per cento si riferisce ai nuclei familiari ed il 27 per cento a quello dei servizi; del consumo energetico registrato tra il 50 ed il 60 per cento è dovuto al riscaldamento ed al condizionamento. L'accordo Raiffeisen-Agenzia CasaClima fà proprie le norme quadro poste in essere dalla politica offrendo una consulenza mirata ad una riduzione efficace dei costi energetici di nuclei familiari ed imprese. L'iniziativa, supportando l'edilizia sostenibile sia per nuove costruzioni che per i risanamenti, si pone anche quale misura di incentivazione dell'economia locale in tempi di crisi.
http://www.raiffeisen.it/it/banca/abitare-e-costruire/risparmiareenergia.html

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lunedì, 13 luglio 2009



Fotovoltaico in municipio Il Pdl: «Ancora troppo poco»


LAIVES. L’assessore Zanvettor annuncia che la giunta ha dato l’ok all’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto del municipio, ma Bruno Borin (Pdl) attacca dicendo che oltre ad arrivare in ritardo, questa scelta è anche tecnicamente insufficiente per garantirsi buoni guadagni.
 Secondo Borin «è passato parecchio tempo da quando noi dell’opposizione proponemmo alla giunta (inascoltati) di incominciare con la politica del risparmio energetico, installando proprio i pannelli fotovoltaici. L’avessero fatto allora, avremmo anche goduto di maggiori incentivi statali per il pacchetto energia perché, a mano a mano che passa il tempo, le percentuali stabilite dal governo si riducono sempre di più».
 Borin quindi, preso atto che adesso la linea è cambiata anche in maggioranza e che si è deciso di spendere mezzo milione di euro per installare i pannelli fotovoltaici sul tetto del nuovo municipio, non promuove comunque l’azione della giunta. «È troppo poco un solo tetto - dice - perché un Comune delle dimensioni di Laives avrebbe necessità piuttosto di una “centrale” fotovoltaica, qualche cosa che sia in grado di produrre minimo un megawatt». Tabelle tecniche alla mano, il consigliere comunale illustra quelli che sarebbero i vantaggi, a media e lunga scadenza, per le casse comunali, a fronte di una spesa che comunque, per la produzione di un megawatt, sarebbe notevolissima. «Servirebbero circa 7,5 ettari di impianto - spiega Borin - che potrebbe benissimo trovare posto sul fianco di una montagna rivolta verso sud, come è ad esempio quella sopra Pineta, verso La Costa e comunque, al netto di ammortamenti del mutuo, di spese per la manutenzione e per le assicurazioni, alle tariffe energetiche attuali, nelle casse comunali rientrerebbero almeno 130 mila euro netti l’anno. Il Comune di Varena in val di Fiemme ha fatto una cosa simile».
 Insomma, secondo Borin, vale la pena di passare al fotovoltaico da parte dell’ente pubblico ma solo se si realizza un impianto di adeguate dimensioni, che possa perlomeno fare fronte alla domanda energetica complessiva, vale a dire, di tutti gli immobili e i servizi comunali, illuminazione pubblica compresa, altrimenti rimane una bella iniziativa ma poco giustificata dai ricavi.

Alto Adige 12-07-09


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sabato, 04 luglio 2009




Newsletter periodica agli abbonati | Periodischer Newsletter an Abonnenten | Fiera Bolzano Spa - Messe Bozen AG | www.klima-energy.it | klimaenergy@fierabolzano.it | 07/2009
Desertec: Energia solare dal Sahara
Alcune grandi imprese tedesche hanno annunciato l'investimento nelle energie rinnovabili  più grande  di tutti i tempi : vogliono spendere 400 miliardi di euro per produrre energia solare in Africa.  Desertec è un progetto affascinante del quale attualmente si parla in tutta l'Europa.
Desertec: Sonnenenergie aus der Sahara
Mehrere deutsche Konzerne haben die größte Investition aller Zeiten für Erneuerbare Energien angekündigt: 400 Milliarden Euro wollen sie  aufbringen, um im sonnenreichen Afrika Solarstrom für Europa zu produzieren. Länderübergreifender Stromtransport als Möglichkeit einer neuen Form von Entwicklungspolitik?
Mehr dazu
Boom dell'energia solare fotovoltaica
L'energia solare fotovoltaica è pronta a diventare una fonte
significativa e competitiva sul mercato elettrico europeo: questa la conclusione di un approfindito studio condotto dall'Associazione Europea dell'Industria Fotovoltaica (EPIA) con la società di consulenza di gestione strategica A.T. Kearney.
Photovoltaischer Solarstrom auf dem Vormarsch
Photovoltaischer Solarstrom wird einen bedeutenden und wettbewerbsfähigen Anteil am europäischen Elektrizitätsmarkt haben. Zu diesem Schluss kommt eine umfassende Untersuchung des
Europäischen Photovoltaik-Industrieverbands (EPIA) mit dem Beraterunternehmen A.T. Kearney
Mehr dazu
Prolungato il termine d'iscrizione per l'AWARD 2009
Ancora fino al 5 agosto 2009 i comuni e le province d'Italia possono iscrivere i propri progetti, già realizzati o in via di realizzazione, in ambito delle energie rinnovabili al KLIMAENERGY AWARD. Il concorso è organizzato da Fiera Bolzano in collaborazione con l'Accademia Europea di Bolzano.

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mercoledì, 06 maggio 2009



Fotovoltaico, Provincia al contrattacco


Laimer: ci sono già i fondi statali. I ricorrenti: ci spettano 10 milioni

BOLZANO. La pioggia di ricorsi contro la Provincia per la mancata concessione dei contributi per la realizzazione di impianti fotovoltaici non preoccupa più di tanto l’assessore all’urbanistica Michl Laimer. «In un primo caso il Tar ha negato la sospensiva a chi ricorreva affermando che spetta alla giunta provinciale decidere a chi spettano i contributi: quindi siamo tranquilli».
 La questione nasce da lontano. Nel 2005, infatti, lo Stato decide di incentivare la realizzazione di impianti fotovoltaici. A questo punto la Provincia, che lo faceva già da tempo, decide di cambiare la propria normativa. «Visto che c’era già il vantaggio economico concesso dallo Stato, era più giusto usare i fondi provinciali per altri tipi di energie rinnovabili», spiega Laimer. La modifica è in questi termini: a chi usufruisce degli incentivi statali non viene più concesso il contributo provinciale. «Il problema - afferma l’avvocato Reinhart Volgger, che tutela gli interessi di parecchie decine tra aziende, privati e cooperative che hanno presentato ricorso al Tar - è che questo contributo spetta praticamente a tutti, perché riguarda chiunque possa allacciarsi alla rete elettrica». La modifica dei criteri, afferma Laimer, è avvenuta nel 2005 ed era nota, «ma c’è chi ha provato comunque a vedere se riusciva ad ottenere qualcosa dalla Provincia». Secondo i ricorrenti, invece, fa fede la modifica della legge provinciale, avvenuta solo nell’ottobre del 2008 e che, dice Volgger, «retroattivamente ha portato al diniego di tutte le domande presentate dopo il 5 settembre 2005». Ora la richiesta è che la Provincia conceda almeno il 20% delle spese sostenute: «Questo significa rimborsi di circa 10 milioni complessivi», è la quantificazione dell’avvocato. Replica Laimer: «Dal 2006 ad oggi con la mancata concessione dei contributi per gli impianti fotovoltaici abbiamo risparmiato 60 milioni che abbiamo potuto investire premiando altre forme di energia». (mi.m.)

Alto Adige 06-05-09
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martedì, 05 maggio 2009

Fotovoltaico, contributi «spariti»



La Provincia cambia la legge, pioggia di ricorsi al Tar

BOLZANO. Una pioggia di ricorsi: dalle aziende alle cooperative frutticole fino ai privati. Sono decine e decine, e tra i ricorrenti c’è anche una parrocchia. A far scoppiare il pandemonio è stata una modifica di una legge provinciale fatta in autunno che ha portato al rigetto di numerose domande di contributo per la realizzazione di impianti fotovoltaici. Quella modifica, sostengono i ricorrenti, ha cambiato le carte in tavola. La richiesta è che la Provincia ora torni sui suoi passi. Spetterà al Tar decidere.
 L’Alto Adige è la provincia italiana con la più alta densità di impianti fotovoltaici. Un vero esempio, anche a livello legislativo, dove la Provincia di Bolzano è stata copiata da molte altre realtà per il suo modello di incentivazione. Poi però qualcosa è cambiato. È successo a ottobre: dopo che in precedenza la Provincia aveva già modificato i criteri di assegnazione dei contributi, ecco arrivare la modifica della legge. La conseguenza? Decine di richiedenti che avevano fatto affidamento sul contributo della Provincia mettendo in preventivo una spesa di diverse decine di migliaia di euro si sono visti respingere la domanda per ottenere un finanziamento. Un caso per tutti, quello della parrocchia di Millan: «Il nostro impianto - spiega don Luigi Pitscheider - è costato 150 mila euro. Dalla Provincia doveva arrivare un rimborso del 20%, più un altro 10% in caso di mancata detrazione della spesa dalle tasse». Ma questo contributo non è stato concesso, «e adesso - si chiede don Luigi - come facciamo a restituire i soldi alle banche che ci hanno concesso il prestito?».
 Quello della parrocchia di Millan non è un caso isolato. Ieri al Tar sono stati depositati tre ricorsi: il primo raccoglie una quarantina di aziende, da Sportler a Oberrauch Zitt, dalla Moessmer di Brunico alla Herilu, dalla Brigl alla Edilfer. Il secondo è stato presentato da una dozzina di cooperative: la Egma di Caldaro, la Frubona, le cooperative frutticole di Laguno, Lana, Castelbello, la cooperativa Dodiciville. Il terzo raccoglie un centinaio di privati (oltre al Comune di Rasun Anterselva). Tutti chiedono la stessa cosa, ovvero l’annullamento della delibera con cui la giunta provinciale ha rigettato le domande per il contributo.
 A don Luigi, l’assessore all’urbanistica Michl Laimer ha replicato: «La legge è stata cambiata in autunno, ma i criteri di assegnazione del contributo erano stati modificati già prima. I ricorsi riguardano le domande presentate tra la modifica dei criteri e quella della legge, un periodo che in effetti è una zona grigia». Se la linea della Provincia non dovesse passare, per le casse pubbliche si prevedono uscite per parecchie migliaia di euro. (mi.m.)

Alto ADige 5-05-09
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mercoledì, 07 gennaio 2009


«L’Alto Adige può diventare Solar Valley»


L’assessore Laimer: «L’Euregio tirolese deve diventare autosufficiente in campo energetico entro il 2020» La “scomessa” sulle fonti alternative. Arriva Klimahouse
di Pietro Marangoni
 Alto Adige, 07 GENNAIO 2009

 BOLZANO. Non è un caso che l’attività di Fiera Bolzano inizi l’anno con la rassegna che sta incontrando un crescente successo non solo tra gli operatori, ma anche tra il pubblicio: la Klimahouse. La fiera internazionale specializzata per l’efficienza energetica (che ha avuto lo scorso anno una “prima” nazionale anche a Roma e che quest’anno verrà esportata anche in Umbria) vuol mettere in mostra il meglio della produzione di un “distretto”, quale è l’Alto Adige.
 La Provincia autonoma di Bolzano negli ultimi anni ha scommesso per il proprio futuro proprio sullo sviluppo delle fonti alternative (dall’indroelettrico pulito, al fotovoltaico, all’eolico alle biomasse). Basti pensare che già oggi oltre il 20% dell’intera produzione di energia solare italiane è generata da impianti installati in Alto Adige.
 E su questo tema, ovvero la creazione di un “high tech cluster”, la politica sudtirolese (con l’assessorato all’ambiente di Michl Laimer in primis) punta anche a rivitalizzare, con nuove finalità, quel progetto transfrontaliero che riguardi il Tirolo storico (una volta denominato senza eccessiva fortuna, Euregio). Ecco quindi che la vecchia e tramontata Euregio è stata trasformata in “Ecoregio 2020”.
 L’ambizioso progetto è ai nastri di paretenza e recentemente si è tenuto a Bolzano un “vertice” tecnico-politico (presenti ovviamente l’assesore altoatesino all’ambiente e all’energia Laimer, ma anche quelli alla cultura Kasslatter Mur e il corrispettivo trentino Panizza) per gettare le basi per dar vita a quella che è già stata altosanantemente battezzata come la “Solar Valley”.
 È stato Matthias Horx (studioso germanico di tendenze, notissimo “futurologo”, guru della tesi dell’ottimismo in economia nonchè autore di una ventina di libri divenuti dei bestseller in tutto il mondo tedesco nonchè direttore dell’Istituto per il futuro di Francoforte) a tracciare la sua “visione” dell’Alto Adige del 2020. Lo ha fatto nel corso di due incontri svoltisi presso l’Eurac e il Tis innovation center. «I tre temi centrali per il futuro sui quali l’Ecoregio dove concentrare gli sforzi sono la tecnologia per l’ambiente, la formazione e la sanità» ha sostenuto Horx che poi, merito al primo tema - quello cioè della realizzazione di un “high tech cluster” verde - ha posto l’accento sul fatto che «le tecnologie a servizio dell’ambiente nel 2020 saranno uno dei principali fattori produttivi dell’Ecoregione. «La regione alpina Tirolo, Alto Adige e Trentino, sarà conosciuta a livello internazionale come la Solar Valley - ha preconizzato Horx - Natura e tecnica non sono in contrapposizione bensì, in una intelligente combinazione, il principale fattore di successo. L’immagine dell’Ecoregio quale regione eco-tecnologica attirerò numerosi turisti che attribuianno alla sostenibilità grande importanza nella scelta della loro destinazione turistica. I nuovo turisti “consapevoli” saranno sensibili alle problematiche ambientali, dimostrano un’alta propensione al consumo».
 La tesi di Horx è stata condivisa dall’assessore altoatesino all’energia Laimer che ha evidenziato come a suo parere: «Le tre regioni partner dell’Euregio hanno situazioni analoghe in campo energetico ed è realistico pensare che sia possibile entro il 2020 rendere l’Euregio autosufficiente in campo energetico in modo da ridurre drasticamente la dipendenza dal volatile mercato internazionale dlel’energia».
 Horx ha quindi anche delineato un secondo scenario per l’Ecoregio, complementare alla “Solar Valley” trentino-tirolese. Vale a dire la “Clean Valley”, ovvero un territorio che punta alla cura, alla salute e al benessere della persona. «L’offerta wellness oggi persente - ha previsto il futurologo germanico - deve trasformarsi in selfness che cratterizza lo stile di vita e stimola i comportamenti positivi e consapevoli. L’Ecoregione potrebbe così aqssumere un ruolo di spicco nel turismo del benessere se fosse in grado di migliorare la propria immagine particolarmente salubre. Già oggi Tirolo, Alto Adige e Trentino formano un cluster turistico tuttavia - ha affermato Horx - le tre regioni dovranno mettere in atto in futuro un’unica strategia di marketing».
 E il terzo cluster preconizzato da Horx è quello relativo alla formazione multilinguistica. «Attualmente il territorio tirolese è visto all’esterno più come una destinazione meramente turistica - ha affermato lo studioso di tendenze germanico - e non tanto come luogo di potenzialità high teach. Occorrerà promuovere un’immagine della regione quele luogo della scienza e della ricerca con istituti formativi unici a livello europeo. le aziende di promozione turistica dovrebbero assumere in futuro anche il ruolo di marketing nel campo della formazione universitaria e scientifica».
 Nel corso delle sue due recenti tappe all’Eurac e al Tis Matthias Horx ha “visto” un futuro per l’Alto Adige e l’intera Ecoregio 2020 molto positivo e fortunato. Ora la parola spetta però alla realtà: bisogna vedere se sarà rispondente alle aspettative che, forse, sono diventate più rosee grazie anche al cachet professionale presumibilmente percepito dal futurologo germanico per le sua previsioni.
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sabato, 04 ottobre 2008


Mercoledì apre la prima edizione della fiera «Klimaenergy»
In Alto Adige il 60% di aziende e uffici usa già fonti “pulite”
 
PIETRO MARANGONI
 Alto Adige, 04 OTTOBRE 2008


 BOLZANO. Il 60% dell’energia utilizzata dalle aziende e dagli enti locali altoatesini viene prodotta da energia solare, idrica, eolica, biomasse e biogas. La scommessa dell’energia rinnovabile, meglio nota come “pulita”, è la grande partita che attende l’Alto Adige già oggi, comunque, una delle regioni italiane all’avanguardia nel comparto. E proprio l’impiego delle energie rinnovabili sarà al centro della fiera “Klimaenergy” che si aprirà mercoledì prossimo nella cittadella espositiva di Bolzano sud per rimanere aperta fino a venerdì 10.
 La particolarità di “Klimaenergy” è che si tratta di una nuova fiera specializzata tra quelle messe in calendario da Fiera Bolzano spa e riguarda specificatamente l’impiego delle energie rinnovabili per usi commerciali rivolgendosi così, in prima linea, a imprenditori di settori con un alto fabbisogno di energia come l’industria, l’artigianato ed il settore alberghiero e ai responsabili per l’energia delle amministrazioni pubbliche. In occasione della prima edizione di “Klimaenergy”, Fiera Bolzano propone un ampio ventaglio di eventi collaterali di estremo interesse per offrire spunti inerenti al tema dello sfruttamento commerciale delle energie rinnovabili.
 Da parte sua l’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer ha posto l’accento sul fatto che: «È letteralmente esplosa la richiesta proveniente dall’estero e dalle altre regioni italiane del know - how altoatesino nel settore dell’efficienza energetica nell’edilizia come dimostra il successo di Casaclima».
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sabato, 27 settembre 2008


Professionisti leader del fotovoltaico

Alto Adige, 27 SETTEMBRE 2008

Una esperienza professionale di quasi trent’anni nel campo degli impianti elettrici, della climatizzazione, dell’illuminazione e del riscaldamento elettrico; e da qualche anno a questa parte una specializzazione nell’installazione di impianti fotovoltaici, di grandi e anche di ridotte dimensioni che costituiscono quasi la metà dei lavori: ecco, in estrema sintesi, la parabola evolutiva dell’azienda “Electro Faller” di Bressanone (di cui tracciamo la storia e le strategie nell’articolo a destra) guidata dal titolare Alfred Faller che festeggia proprio oggi l’entrata in funzione di un mega-impianto fotovoltaico realizzato per la ditta “Prugger Candidus” di Bressanone, in zona industriale sud.
 Con questa realizzazione di cui ora parliamo, la”Electro Faller” diventa uno dei grandi leader altoatesini in questo settore specifico. «Ho l’orgoglio di affermare - dice Alfred Faller - che la nostra azienda è stata una antesignana nel settore fotovoltaico che, adesso, va per la maggiore. Fin dagli anni’80, infatti, abbiamo installato impianti di piccola e media dimensione in un momento in cui il concetto del fotovoltaico sembrava una illusione, un qualcosa del futuro. Invece, noi abbiamo fatto diventare il futuro una realtà presente con l’utilizzo delle tecnologie più avanzate».
 «L’impianto per la ditta Prugger - continua Faller - consiste in 1430 pannelli fotovoltaici monocristallini da 238 KWp, i migliori sul mercato mondiale, di costruzione italiana della ditta “Hinergy”. La produzione di energia elettrica è di 290 mila KWH/anno. Per il 90 per cento serve all’azienda e il resto viene venduto al gestore GSE. E’ uno dei più grandi impianti in Alto Adige con i suoi 3500 mq!».
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mercoledì, 03 settembre 2008


Pannelli fotovoltaici sugli edifici provinciali
Allo studio un progetto per il risparmio energetico
Alto Adige, 02 SETTEMBRE 2008

 BOLZANO. Produzione d’energia fotovoltaica sui tetti degli edifici provinciali. In base ad una ricerca commissionata dalla giunta 25 strutture provinciali potrebbero ospitare sui tetti impianti fotovoltaici per la produzione d’energia solare. Si calcola che potrebbero disporre complessivamente di un’area per la produzione d’energia fotovoltaica di 2 ettari in grado di alimentare circa 1000 abitazioni, con un risparmio annuo di 1 milione di litri di combustibile fossile. La giunta sta valutando varie ipotesi per realizzare gli impianti fotovoltaici, tra queste la possibilità di coinvolgere nel progetto anche la popolazione altoatesina con la creazione di un’apposita società in grado di garantire tassi d’interesse competitivi.
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giovedì, 24 luglio 2008


Nuovi impianti sui tetti di scuole e edifici aziendali


Alto Adige, 24 LUGLIO 2008

 BOLZANO. Potranno produrre quasi 200 mila kWh all’anno i cinque nuovi impianti fotovoltaici installati da Azienda Energetica a Bolzano. Ieri la presentazione presso la sede della neonata Ae Reti in zona industriale. A prendere per primo la parola è stato il sindaco Luigi Spagnolli, che da subito ha appoggiato l’iniziativa: «Prestiamo molta attenzione alla produzione di energia pulita ed è giusto che siamo noi a dare l’esempio. In più, in questo modo possiamo utilizzare al meglio le superfici dei nostri edifici».
 È stato l’amministratore delegato di Ae Pietro Calò a spiegare le novità: quattro impianti sono stati installati sui tetti delle scuole Leonardo da Vinci in via Napoli, Schweitzer in viale Europa, Longon in via Roen e Archimede in via Duca d’Aosta. Anche sul tetto della ricevitrice Resia di Ae Reti, a fianco del ponte, sono stati montati dei pannelli fotovoltaici. «Ma stiamo guardando anche fuori provincia - ha annunciato Calò -, perché crediamo nel fotovoltaico. È allo studio la realizzazione di un impianto con una potenza installata di 3 MW in Puglia».
 Gli impianti sui tetti delle scuole sono entrati in esercizio da poco. Per poter garantire il miglior risultato possibile, in fase di progettazione e installazione è stata prestata particolare attenzione all’impermeabilizzazione delle superfici. «Questi impianti - ha spiegato Calò - produrranno un quantitativo di energia che potrebbe coprire il 30-40% dell’autoconsumo degli edifici. Per quanto riguarda Ae, continueremo ad investire in impianti di produzione di energia pulita, nel pieno rispetto dell’ambiente».
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sabato, 28 giugno 2008



Maxi impianto fotovoltaico costruito sul tetto della Zipperle Sarà in funzione tra pochi giorni

Corriere dell'Alto Adige 2008-06-27

La Zipperle di Merano, azienda specializzata nella produzione di succhi concentrati di frutta, presenterà giovedì prossimo il più grande impianto fotovoltaico privato dell'Alto Adige, realizzato nella sede di Maia Bassa dalla Leitner Solar Spa. La Zipperle in passato aveva già sperimentato un impianto di produzione di energia con resti di frutta e teleriscaldamento.
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martedì, 10 giugno 2008


La biomassa per riscaldare edifici pubblici
Termeno. Ok al progetto
Alto Adige, 10 GIUGNO 2008

 TERMENO. «Un progetto innovativo, che potrà essere preso come esempio anche da altri Comuni altoatesini». Queste le parole del sindaco Werner Dissertori in merito al progetto, approvato recentemente dall’amministrazione comunale di Termeno e che prevede un unico impianto di teleriscaldamento a biomassa per molti edifici pubblici tra i quali la scuola elementare e quello per l’educazione musicale, la scuola media, la biblioteca, la Casa della cultura, la caserma dei vigili del fuoco e la scuola materna.
 A realizzare la struttura sarà la ditta Eneralp di Bolzano. «È proprio questa la novità - spiega il primo cittadino -. Grazie alla formula Energy Contracting la ditta progetta, finanzia, installa e gestisce l’impianto. Per questi servizi il Comune pagherà 35 mila euro per 11 anni e al termine di questo periodo l’impianto sarà nostro. Così facendo - continua Dissertori - non abbiamo chiesto il finanziamento alla Provincia e, pagando più o meno la stessa cifra che ora spendiamo in gas e petrolio, avremo un impianto rispettoso dell’ambiente e che pensa al futuro, visto che le riserve di petrolio si stanno esaurendo. Speriamo che il nostro buon esempio venga seguito anche dai privati». Grazie al nuovo impianto, inoltre, verranno eliminati i tre esistenti, con un beneficio economico.
 I lavori inizieranno nella primavera del 2009. «Prima infatti - conclude il sindaco - dobbiamo portare avanti l’ampliamento della scuola media, i cui lavori iniziano proprio questo mese». (l.p.)
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mercoledì, 28 maggio 2008


Parchi eolici e 12 centrali a biomassa. Gostner: sempre più grandi

Energie rinnovabili L'azienda bolzanina lancia definitivamente l'accordo con il colosso tedesco

Fri-El, joint venture con Rwe Italia

Corriere dell'Alto Adige  2008-05-28

BOLZANO — «È un grande stimolo poter realizzare grandi progetti eolici assieme a Rwe Innogy Italia, con la quale condividiamo l'ambizione di giocare un ruolo di primo piano anche nel mercato italiano delle biomasse».
Il vicepresidente di Fri-El Green Power Spa, Josef Gostner sa di stare vivendo un momento storico ai vertici dell'azienda bolzanina in completa espansione. Ieri è stata data ufficialità alla nuova joint venture tra l'impresa altoatesina e la neo costituita società Rwe Innogy Italia. Il colosso tedesco si è mosso per lo sviluppo in Italia di progetti comuni nel settore eolico e delle biomasse. Grazie a tale accordo le due società deterranno il 50% ciascuno del capitale di Fri-El Spa, ente nel quale confluiranno progetti oggi in fase di sviluppo.
«In tale settore vogliamo realizzare assieme più di dodici impianti a biomassa su tutto il territorio italiano», conferma Gostner, riferendosi anche a parchi eolici per una potenza complessiva di 960 MW.
Si tratta di un progetto articolato e dallo sviluppo graduale ma già definito. Nella fase iniziale l'obiettivo della joint venture sarà quello di curare l'attività di sviluppo necessaria alla completa cantierabilità dei progetti eolici, con una capacità complessiva da installare di 960 MW e di più di dodici impianti, attualmente in via di progettazione, nel settore delle biomasse. In seguito, i singoli progetti saranno oggetto di conferimento in società autonome delle quali Rwe Innogy Italia deterrà il 51% del capitale sociale.
«La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia cresce a ritmi esponenziali. Vogliamo giocare un ruolo di primo piano in questa fase di crescita — spiega Fritz Vahrenholt, presidente di Rwe Innogy — con la nostra costituzione e la joint venture con Fri-El Green Power abbiamo mosso i primi passi verso questo traguardo. In Fri-El Green Power abbiamo trovato un partner che è fra i primi sviluppatori e gestori di parchi eolici in Italia già oggi».
Non solo: «I progetti eolici conferiti da Fri-El nella joint venture sono dislocati nell'Italia meridionale, in siti caratterizzati da ottime condizioni di vento — conferma Kevin McCullough, ammini-stratore di Rwe Innogy — la realizzazione di tali progetti è attesa per il periodo 2009-2013».
Con una quota di mercato del 9% Fri-El Green Power occupa il quarto posto sul mercato eolico italiano in termini di capacità installata. Ora, la società sta ampliando il proprio portafoglio di attività per includervi anche altre fonti energetiche rinnovabili.
Nella fase iniziale la joint venture con Rwe Innogy Italia si impegnerà principalmente sul fronte dei progetti futuri previsti in Italia nel settore eolico e delle biomasse.
In Italia, attualmente, il 16,6% della produzione di energia elettrica è riconducibile a fonti energetiche rinnovabili. Entro il 2010 si prevede che tale quota salirà al 25%. Il Governo punta innanzitutto al settore eolico in cui dagli attuali 2,6 GW si prevede una crescita fino agli 8 GW entro il 2020.
In Italia lo strumento di incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è costituito dai cosiddetti «certificati verdi». I fornitori di energia elettrica devono impegnarsi a produrre una determinata percentuale di energia elettrica attingendo a fonti rinnovabili. In alternativa, per adempiere a tale obbligo, è possibile acquistare un numero corrispondente di certificati verdi.
P. P.

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venerdì, 11 aprile 2008


Risparmio energetico, verifica finita
Impianti fotovoltaici sugli edifici comunali: i tecnici dell’ökoinstitut daranno indicazioni
Alto Adige, 06 APRILE 2008

 LAIVES. Attorno alla necessità di introdurre sistemi di risparmio energetico negli edifici pubblici, recentemente in consiglio comunale c’è stata battaglia. I gruppi di opposizione hanno chiesto l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle costruzioni comunali e alla fine la giunta ha accettato di far fare almeno uno studio di fattibilità. Invece va avanti un progetto parallelo a cura dell’assessorato guidato da Giorgio Zanvettor. In questo caso si tratta dell’affidamento all’Ökoinstitut, di uno studio che analizzi a fondo ogni edificio comunale, stabilendo per ciascuno quali dovrebbero essere gli interventi da effettuare per garantire il migliore risparmio energetico.
 «La prima fase di questa verifica è stata fatta dall’Ökoinstitut - afferma Zanvettor - e così abbiamo deciso di passare a quella successiva, quella dove i tecnici ci dovranno dire cosa fare o non fare con i nostri edifici pubblici per raggiungere il traguardo del miglior risparmio energetico. Il costo di questo incarico si aggira attorno ai 12 mila euro».
 Qualcosa del genere le scuole lo hanno già avviato qualche anno fa, quando gli stessi alunni, coordinati da esperti dell’Ökoinstitut, avevano verificato le fonti di spreco negli edifici scolastici e il modo per eliminarli. Il risparmio economico è stato poi diviso a metà proprio con il Comune. (b.c.)
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sabato, 22 marzo 2008


Fanghi, la gara è ancora lontana
Ecocenter vuole un impianto che non bruci anche il legno
Sempre irrisolto il nodo dell’ubicazione «Il meglio? Bronzolo»
Alto Adige, 15 MARZO 2008

 EGNA. La parola chiave è «monotermico». Ossia: i fanghi saranno bruciati da soli, senza il supporto della legna. Questo è il tipo di impianto che Ecocenter vorrebbe realizzare in Bassa Atesina: una struttura diversa, però, da quella finora immaginata a Egna, dove la Ecorott pensava di bruciare anche i residui della lavorazione del legno. È uno dei nodi ancora da sciogliere nella lunga vicenda dell’impianto, ancora lontana dalla conclusione. L’altro riguarda l’ubicazione. E la gara è ancora lontana.
 Mese dopo mese, le decisioni sull’impianto dei fanghi in Bassa Atesina continuano a essere rinviate. I maligni suggeriscono che nulla sarà stabilito prima delle elezioni provinciali, perché qualsiasi scelta scontenterà qualcuno, ma all’Ecocenter non la pensano così: «Noi abbiamo a che fare con problemi concreti e non con la politica - sostiene il presidente Konrad Ausserer -. Le elezioni non c’entrano, ma è vero che c’è qualche ritardo. Stiamo lavorando». I problemi in effetti non mancano. Ecocenter e Provincia hanno deciso che l’impianto dei fanghi in Bassa sarà assegnato da una gara europea, «ma non possiamo bandire il concorso prima che il Via dia il suo parere sui terreni», dice Ausserer. Quali terreni? Un po’ alla volta le ipotesi sul campo sono andate restringendosi. Come noto molti Comuni (Termeno, Magrè, ecc.) hanno detto «no» all’impianto. L’unico sì ufficiale è quello di Egna, ma anche qui c’è un ostacolo. Il progetto esaminato dal consiglio comunale era quello della Ecorott, che prevedeva di bruciare fanghi insieme ai residui della lavorazione del legno: ma si tratta di una soluzione tecnica che alla Ecocenter non piace: «Preferiremmo fare a meno del legno - spiega Ausserer - per non essere dipendenti dagli eventuali aumenti del prezzo. Vorremmo un impianto monotermico. Inoltre vogliamo il 51% delle quote dell’impianto in modo che la gestione sia in mano pubblica».
 Ciò nonostante, Egna resta l’unico Comune che si è espresso per il sì. Altre opzioni? «Ne abbiamo un paio - conclude Ausserer -, ma quella tecnicamente migliore resta Bronzolo, a Fossa Grande. In ogni caso il 24 aprile c’è l’assemblea dei soci di Ecocenter e ho preso l’impegno che in quell’occasione presenteremo l’ubicazione». (m.r.)
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giovedì, 28 febbraio 2008


Energia Presentata a Milano la nuova kermesse costola di CasaClima: punterà sui sistemi di produzione

KlimaEnergy, il Sudtirolo fa scuola

Corriere dell'Alto Adige  2008-02-28

Leitner partner dell'evento: «Investiamo sui generatori a idrogeno»
La manifestazione si terrà a ottobre nella cittadella fieristica altoatesina Marsoner: «Ci rivolgiamo a amministrazioni e aziende»
MILANO — Dopo KlimaHouse, l'Alto Adige cerca di affermare il proprio ruolo di pioniere nel campo delle energie rinnovabili anche con KlimaEnergy, ultima idea della Fiera di Bolzano, in collaborazione con la Provincia e l'Eurac. Ieri, nello spazio Chiossetto del centro di Milano, si sono dati appuntamenti alcuni degli esponenti di spicco nell'ambito dello sviluppo sostenibile altoatesino, per presentare un progetto che sarà esposto alla «MesseBozen» dall'8 al 10 ottobre. KlimaEnergy si propone di diffondere l'energia da fonti rinnovabile per scopi commerciali. Si tratta di produzione di energia, e non più solo di risparmio come nel concetto CasaClima. Ma la maggior differenza di KlimaEnergy rispetto al suo precursore consiste in un impiego esclusivo — e non più solo complementare — di queste risorse, vero fiore all'occhiello dell'economia provinciale che conta di sfruttare così il proprio know how e le proprie competenze acquisite («la cui richiesta è letteralmente esplosa nell'edilizia», come ha affermato recentemente l'assessore all'ambiente Michl Laimer) come una strategia economica lungimirante e di successo: «L'obiettivo — spiega Walter Huber, direttore del dipartimento energia e ambiente della Provincia — è arrivare a raggiungere l'autonomia dalle energie fossili ».
Si punta così su chiarezza e concretezza strategica: le stesse armi che hanno portato la quota di energia derivante dal rinnovabile in Alto Adige dal 35% al 60% negli ultimi tre lustri: un terzo di tutta la produzione italiana. Il traguardo per il 2020 è fissato tra il 95% e il 100%, quota che garantirebbe l'indipendenza dall'energia fossile dopo quasi tre secoli di monopolio. «Perché il futuro — riprende Huber — non vedrà una fonte energetica in posizione dominante, anzi. La sfida è trovare il giusto mix che risponda a fabbisogni specifici e mirati, utilizzando l'eccellenza di tutti i settori: idroelettrico, eolico, solare, fotovoltaico, biogas, biomasse, geotermica, biocarburanti».
Tuttavia in primo luogo l'attenzione provinciale sarà puntata sul risparmio; poi sarà la volta dell'incremento dell'efficienza nell'impiego energetico, e solo alla fine di questo percorso si passerà alla sostituzione delle energie con quelle rinnovabili.
«L'offerta si rivolge a chi opera in comparti produttivi, dalle industrie agli alberghi, dall'artigianato alle pubbliche amministrazioni, anch'esse coinvolte» ha dichiarato Reinhold Marsoner, direttore della Fiera di Bolzano. MesseBozen, infatti, ha da ieri aperto ufficialmente un bando, che terminerà il primo settembre, diretto a quei comuni, differenziati in tre categorie, che abbiano promosso o cofinanziato progetti nel campo delle energie rinnovabili. «Perché bisogna partire dal locale e, quindi, dai comuni» precisa Wolfgang Sparber, direttore dell'Istituto per le energie rinnovabili dell'Eurac. Anche Huber conferma che l'attivazione delle rete del futuro dovrà sorgere dal basso, con finanziamenti europei non più solo per le grandi ditte. Per arrivare anche a un sogno, oggi forse non più utopico: l'idrogeno. «Stiamo ragionando con i nostri partner un grande progetto, quello dell'autostrada dell'idrogeno, perché contro lo strapotere produttivo e distributivo del petrolio bisogna pur che qualcuno cominci a fare sul serio».
E sul serio sembra fare anche la Leitner, anch'essa presente ieri a Milano con il presidente Michael Seeber, che, dopo essersi inserita nell'eolico (anche in altura) in val Venosta, India e Bulgaria, crede davvero nell'idrogeno, di cui ha costruito a Vipiteno un primo generatore, tutto «fatto in casa». «Come imprenditore ho un sogno — auspica infine Seeber, presidente del colosso vipitenese delle funivie — ovvero che i 250 rifugi altoatesini un giorno possano essere finalmente davvero autonomi ».
Giacomo Valtolina
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mercoledì, 06 febbraio 2008


Einaudi, scuola a energia solare
Alto Adige, 02 FEBBRAIO 2008

 BOLZANO. Nell’ambito dell’ampliamento del Centro professionale «Einaudi» in via Santa Geltrude a Oltrisarco nelle ultime settimane è stata rinnovata l’impiantistica per l’approvvigionamento energetico privilegiando le fonti energetiche rinnovabili. I circa 600 metri quadri di pannelli solari montati sul tetto - informa una nota della Provincia - consentono la copertura della metà del fabbisogno energetico per il refrigeramento ed i nuovi impianti nel loro complesso producono il 70 per cento dell’energia impiegata dall’intero complesso scolastico.
 L’efficienza energetica è un obiettivo perseguito dal Dipartimento lavori pubblici della Provincia sia in edifici di nuova che di vecchia costruzione. Con l’impiego razionale delle fonti energetiche tradizionali e l’introduzione di fonti energetiche rinnovabili, come spiega l’assessore provinciale ai lavori pubblici, Florian Mussner, «si contribuisce alla tutela dell’ambiente risparmiando denaro pubblico».
 Per l’impiantistica relativa all’approvvigionamento energetico per il Centro professionale “Einaudi” a Bolzano lo Studio tecnico Carlini ha predisposto un apposito concetto energetico che prevede l’impiego sia di fonti energetiche tradizionali, quali il metano, che di quelle rinnovabili per il riscaldamento, per l’acqua calda sanitaria ed anche per il refrigeramento.
 Come spiega Michele Carlini, l’impianto solare installato sul tetto del centro scolastico di Santa Geltrude, dotato di una superficie captante di circa 600 metri quadri, consente di coprire oltre il 50 per cento dell’energia termica necessaria al funzionamento del refrigeratore nei mesi estivi, mentre nelle stagioni intermedie l’energia solare captata è utilizzata per produrre acqua calda sanitaria sia per alimentare l’impianto di riscaldamento.
 Oltre all’impianto solare funziona un cogeneratore per la produzione combinata di energia termica ed elettrica che può erogare una potenza termica di 256 kW ed una potenza elettrica di circa 190 kW,e coprire quindi nei momenti di punta circa il 70 per cento del fabbisogno energetico della scuola.
 I carichi elettrici della scuola variano a seconda dell’impiego dei macchinari presenti nelle officine del centro professionale. L’eventuale esubero di produzione di energia elettrica, ad esempio nei fine settimana o in estate, come spiega l’assessore Mussner, può essere venduto all’Azienda Energetica S.p.A. ed inserito nel circuito di erogazione pubblico.


Corriere dell'Alto Adige 2008-02-02

Panorama

Metano e pannelli solari sul tetto Il centro professionale «Einaudi» produrrà e venderà energia pulita


Nell'ambito dell'ampliamento del Centro professionale «Einaudi» in via S. Geltrude a Bolzano, nelle ultime settimane è stata rinnovata l'impiantistica per l'approvvigionamento energetico provilegiando le fonti rinnovabili. I circa 600 metri quadri di pannelli solari montati sul tetto consentono la copertura della metà del fabbisogno energetico per il refrigeramento ed i nuovi impianti nel loro complesso producono il 70 per cento dell'energia impiegata dall'intero complesso scolastico. Ko studio tecnico Carlini ha predisposto un apposito concetto che prevede l'impiego sia di fonti energetiche tradizionali, quali il metano, che di quelle rinnovabili per il riscaldamento, l'acqua calda sanitaria ed il refrigeramento. Oltre all'impianto solare funziona un cogeneratore per la produzione combinata di energia termica ed elettrica che può erogare una potenza termica di 256 kW ed una potenza elettrica di circa 190 kW. I carichi elettrici della scuola variano a seconda dell'impiego dei macchinari presenti nelle officine.
L'eventuale esubero di produzione di energia elettrica, nei fine settimana o in estate, può essere venduto all'Azienda Energetica.
GARE D'APPALTO, LEGACOOP A BRUXELLES.
Legacoopbund parteciperà martedì a Bruxelles al gruppo di lavoro dell'associazione europea Solidar. Al centro dell'incontro la normativa europea sulle gare d'appalto e lo scambio di esperienze tra organizzazioni non-profit del settore su appalti, convenzioni e incarichi diretti da parte dell'ente pubblico. I soci di Solidar si incontrano tre volte l'anno per discutere sull'adozione di norme per l'affidamento degli incarichi nei servizi sociali di interesse generale. All'incontro di martedì, al quale parteciperà per Legacoopbund Bolzano Klaudia Resch, anche la comunicazione da parte della Commissione europea dell'inclusione sociale ed economica di persone lontane dal mercato del lavoro e l'attività delle organizzazioni socie nel settore migrazione.

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giovedì, 31 gennaio 2008



Nel 2030 il fotovoltaico verrà utilizzato da mezzo mondo
 L’energia dal sole

 Alto Adige, 31 GENNAIO 2008

Cresce da ormai dieci anni a questa parte con un tasso per ben tre volte superiore rispetto all’inarrestabile boom dell’economia cinese; attirerà 14 miliardi di euro di investimenti entro il 2010; arriverà a 300 miliardi di fatturato e a 6,5 milioni di posti di lavoro nel monmdo entro il 2030 e sempre per questa data arribverà dal sole l’energia occorrente alla metà degli abitanti del pianeta Terra: ecco la «fotografia» del fotovoltaico contenuta nel recente «Solar Generation», il rapporto di Greenpace e dell’Epia (L’Associazione dell’industria fotovoltaica europea).
Fotovoltaico e industria
 Cominciato con molta calma, come applicazione avveniristica per le prime imprese spaziali, il fotovoltaico è approdato nell’arena industriale nazionale, europea e mondiale dall’inizio degli anni Novanta. Da quando cioè sono iniziati gli allarmi riguardo ai cambiamenti climatici del globo.
Previsioni ottimistiche
 Ecologicamente parlando, il fotovoltaico rappresenta la più grande rivoluzione energetica della storia e lo sarà sempre di più. Grazie alle nuove tecnologie e alla sfruttamento dei raggi solari per produrre energia (sia elettrica che quella necessaria per il riscaldamento dell’acqua e degli edifici in genere) nell’anno 2050 - secondo le previsioni più aggiornate - provocherà il dimezzamento delle emissioni serra e sarà il grande e indiscusso protagonista della riconversione energetica in atto.
La data del 2030
 Grazie alla trasformazione diretta dell’energia solare in energia elettrica eviteremo di difondere nell’atmosfera 6,6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (quello che la sola Cina emette in un anno!). In questo scenario è confortante apprendere che allo scoccare dell’anno 2030 almeno tre miliardi di persone nei paesi in via di sviluppo utilizzeranno direttamente l’energia solare saltando il problema della mancanza di una rete elettrica capillare come invece esiste nei paesi industrializzati.
Occasione d’oro perduta
 In questo quadro va sottolineato il fatto che l’Italia si trovava a quarto posto mondiale nel 1996 nel settore del fotovoltaico: la centrale fotovoltaica di Serre Persano era all’epoca la più grande del mondo. Non solo: il 70 per cento dei pannelli erano tecnologia nel nostro Paese. Purtroppo, poi, una politica governativa miope non ha incentivato sia l’industria fotovoltaica che quella eolica. Solo da poco tempo il vento è cambiato, grazie anche all’impulso della ricerca e della produzione connotata Alto Adige.
Incentivi e obblighi
 Con gli attuali incentivi per il fotovoltaico e il solare - obbligatori nei nuovi edifici sia in Alto Adige che altrove - l’Italia sta frecuperando il terreno perduto e il distacco dai giapponesi, dai tedeschi e dagli americani (della California).
Fotovoltaico mondiale
 Nel 2006, secondo le stime ufficiali, la potenza fotovoltaica installata nel mondo ha raggiunto i 16 mila e 500 megawatt, solo una goccia nel grande mare del reale fabbisogno, ma comunque un grosso passo in avanti se si pensa che nel 2000 la potenza fotovoltaica installata raggiungeva solamente i 1200 megawatt.
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venerdì, 28 dicembre 2007

Energia alternativa

Pannelli fotovoltaici targati «Doppelmayr»

Corriere dell'Alto Adige  2007-12-28

BOLZANO — Il sistema si chiama «RopeSun», termine che riunisce le parole «rope» (fune) e «sun» (sole).
I moduli fotovoltaici della Doppelmayr, azienda che ha la sede italiana a Bolzano, in questo caso sono sospesi e mossi da funi: in questo modo è possibile installare campi fotovoltaici anche sopra parcheggi o superfici adibite a coltivazioni. La disposizione sospesa consente un buon irradiamento solare anche della superficie sottostante, consentendo la coltivazione anche sotto l'impianto.
La tecnologia a funi consente lo spostamento dei pannelli in modo da mantenerli sempre in posizione ottimale per il massimo rendimento, seguendo il movimento del sole durante la giornata. È inoltre possibile disporli orizzontalmente in caso di forte vento, e verticalmente in caso di grandine o nevicate. Un impianto prototipo è stato realizzato a Laimburg, su una superficie di 1.300 mq per valutare la reazione delle coltivazioni alla struttura.
L'opera è stata curata dalla Doppelmayr che, così, entra nel mercato dell'energia rinnovabile, così come al rivale di sempre nel comparto delle funivie, la Leitner di Vipiteno, che da tre anni sperimenta i rotori eolici Leitwind.
F. E.
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categoria:ecoenergia
domenica, 18 novembre 2007
 LE BARRIERE ANTIRUMORE
No ai pannelli fotovoltaici
  Alto Adige, 17 NOVEMBRE 2007

 LAIVES. C’era anche il via libera della Provincia, ma alla fine non è arrivato quello del Comune e così il progetto è sfumato, almeno per ora: le barriere antirumore che le ferrovie realizzeranno lungo i binari a Laives non saranno anche pannelli fotovoltaici.
 L’idea di abbinare le due occasioni (limitare il rumore dei treni e produrre energia pulita) era stata avanzata da più parti, compresa l’opposizione di centrodestra in consiglio comunale. Due i motivi per cui la proposta è stata bocciata dal municipio: i costi eccessivi e l’orientamento sfavorevole delle barriere di Laives rispetto al percorso del sole, tanto che la produzione di energia sarebbe stata molto limitata.
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sabato, 20 ottobre 2007
Impianto per i fanghi: progetto respinto
Magrè. Larga maggioranza in consiglio comunale dopo la relazione letta dalla sindaca sulla proposta Buchegger
Il no per motivi paesaggistici, urbanistici ed anche economici
Alto Adige , 20 OTTOBRE 2007


 MAGRÈ. Il consiglio comunale - accogliendo in tal senso il documento letto in aula dalla sindaca - ha respinto la richiesta della Buchegger Kg di insediare sul territorio comunale un inceneritore per i fanghi. Il no - per motivi urbanistici, paesaggistici, economici ed ambientali - è venuto da 11 consiglieri; non hanno partecipato al voto Anrather e Pomella degli Arbeitnehmer Svp.
 Uno dei punti principali della seduta consiliare dell’altra sera era proprio l’esame della richiesta presentata in Comune dalla società Buchegger relativa all’insediamento di un inceneritore per i fanghi con depurazione e recupero energetico. È un impianto che sta interessando numerosi comuni della Bassa Atesina visto che è stato discusso e rigettato a Termeno, accolto con favore da Egna, respinto fra Ora e Bronzolo e bocciato anche a Vadena. Ma perchè proprio a Magrè? La richiesta della società è supportata dall’appezzamento agricolo a frutteto che era di proprietà Buchegger (da qui il nome della società) che è situato a nord della stazione ferroviaria in prossimità della sede del consorzio Kurmark Unifrut su un’area di oltre 30 mila metri quadrati. Già nel 2002 la stessa società aveva presentato una richiesta di poter sfruttare a fini industriali la vasta area. In quell’occasione il consiglio comunale s’era espresso a favore ma la delibera era stata bocciata dalla Provincia con conseguente ricorso del Comune. Nel frattempo è subentata la prescizione dei termini anche perchè non s’è provveduto entro i termini di legge alla variazione del piano urbanistico. Perchè dunque non utilizzare il terreno per costruirvi l’impianto per la lavorazione dei fanghi? Da qui la richiesta della Buchegger.
 La sindaca Theresia Degasperi Gozzer l’altra sera ha tenuto una relazione in aula consiliare cui hanno fatto seguito una serie di interventi con la posizione della Svp (letta dal vice sindaco Kobler) decisamente contraria all’impianto; no anche da parte del gruppo di lingua italiana affidato a Tiziano Monauni. I tre consiglieri degli Arbeitnehmer hanno espresso pure la loro contrarietà alla realizzazione dell’impianto per i fanghi pur non essendo d’accordo sul documento letto in aula dalla sindaca.
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martedì, 17 luglio 2007

Alto Adige 17 LUGLIO 2007
«Ricavi da 200 mila euro all’anno» Parla il presidente della coop che ha installato l’impianto
di Bruno Tonidandel
 MAGRÈ. È stato salutato come l’impianto dei record: con i suoi 8000 metri quadri è l’impianto fotovoltaico a film sottile più esteso d’Italia. Ma all’inizio non tutti i soci della Coop Kurmark-Unifrut erano d’accordo sull’installazione. Troppe spese, dicevano, e troppe incognite. Ora il presidente Georg Jageregger illustra i dettagli dell’operazione. Partendo da un punto fermo: «Per i soci è un affare. Il Consorzio incassa l’affitto del tetto e il 20% dei proventi della vendita dell’energia all’Enel: ossia 40 mila euro l’anno per i primi 9 anni e successivamente 200 mila l’anno».
 Il via libera all’installazione dei pannelli solari era stata preceduta da molte discussioni. Ora che l’opera è terminata, Jageregger può togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Certo che l’impianto rende - esordisce -, l’abbiamo voluto per il bene dei nostri 480 soci. Anche solo usando parzialmente l’energia prodotta dai pannelli solari che sono stati installati sul tetto, diminuiscono le spese di gestione del nostro grande complesso».
 E sono proprio i pannelli a contribuire alla conquista del record. Sul tetto della grande cooperativa ne sono stati stesi ben 8 mila metri quadrati. Ma i primati al Consorzio interessano poco. «Come estensione forse deteniamo il record - prosegue Jageregger - ma certo non siamo stati i primi in Bassa Atesina a credere nell’energia pulita. Prima di noi, per esempio, è arrivata la Würth di Egna. Ma va bene lo stesso. L’importante è che i nostri soci siano soddisfatti».
 Appunto. All’inizio, quando si era deciso di costruire l’impianto, non tutti i soci erano esattamente «soddisfatti». E così ora il presidente del Consorzio spiega nel dettaglio la vicenda che ha portato alla realizzazione, terminata una decina di giorni or sono dopo sei mesi di lavoro. «Il nostro impianto - parte il presidente - produce 700 Kw all’ora di energia pulita. Noi a pieno regime, quindi nei tre mesi d’autunno in cui lavoriamo le mele e sono in funzione le celle ad atmosfera controllata, abbiamo bisogno di circa 1.200/1.300 Kw all’ora. Più avanti il nostro fabbisogno scende a 8/900 Kw all’ora. Ma attenzione: quando il Consorzio è chiuso (di notte e nei giorni festivi) l’energia elettrica prodotta dal nostro impianto va dirottata, o meglio venduta, all’Enel».
 L’impianto è stato installato da una società - la Pv Energy Unterland con sede ad Egna - formata da due tecnici, un privato e la stessa Kurmark-Unifrut al 20%.
 E veniamo ai conti. «Attualmente - conclude Jageregger - il Consorzio percepisce il 20% dei proventi della vendita dell’energia all’Enel e l’affitto del tetto alla società, vale a dire 40 mila euro all’anno. Trascorsi 9 anni, quando ammortizzeremo le spese, incasseremo 200 mila euro all’anno. Non diventeremo ricchi ma copriremo una buona parte delle spese di gestione. E poi dobbiamo essere orgogliosi di contribuire a produrre energia solare, quindi pulita».
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giovedì, 05 luglio 2007

Corriere dell'Alto Adige2007-07-05

MAGRÈ

Fotovoltaico a Magrè Unifruit brucia le tappe


BOLZANO — Con un mese di anticipo sulla tabella di marcia è stata completata l'installazione di quello che attualmente è il più grande impianto fotovoltaico a film sottile in Italia.
L'impianto è stato posizionato sul tetto della Cooperativa frutticola Kurmar-Unifrut di Magrè. La cooperativa, infatti, aveva messo a disposizione degli investitori il tetto del proprio stabilimento, percependo un affitto annuale, oltre a partecipare essa stessa in parte al capitale della società che gestirà l'impianto, garantendosi in questo modo due fonti di guadagno.
L'impianto, con una potenza nominale di settecento kilowatt, ha un'estensione di oltre 8mila metri quadrati. Fornirà una quantità di energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di corrente di ben 240 famiglie composte da quattro persone, riducendo l'emissione di gas nocivi di circa quattrocento tonnellate di Co2 all'anno. L'impianto fotovoltaico fornirà energia per minimo venti anni, che sono il tempo garantito per ricevere gli incentivi statali per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. La struttura dovrebbe comunque avere una vita di circa trent'anni. A realizzare l'impianto è stata la ditta tedesca Juwi Solar Gmbh e la ditta di Appiano PVEnergy.
L'intera operazione è stata gestita invece dall'azienda Ifa-Consult Leasing & Photovoltaic di Egna.
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giovedì, 14 giugno 2007

Corriere dell'Alto Adige2007-06-14

Fiera, tetto fotovoltaico in funzione entro luglio


BOLZANO — Entrerà in funzione a luglio l'impianto fotovoltaico montato sul tetto della Fiera di Bolzano, il più grande d'Italia tra quelli ospitati all'interno dei quartieri fieristici. Gli assessori provinciali Werner Frick e Michl Laimer hanno visitato l'impianto.
«Per la Fiera di Bolzano — ha spiegato Frick — che con la rassegna Klimahouse si era già creata un certo nome tra gli addetti ai lavori nel settore dell'edilizia sostenibile e del risparmio energetico, si tratta di un segnale importante lanciato a tutto l'Alto Adige. Questo impianto fotovoltaico rappresenta un contributo fondamentale alla diffusione di un'energia rinnovabile e a ridotto impatto ambientale».
Sono 1.800 i pannelli montati sul tetto della Fiera, coprono un'area di 2.400 metri quadrati e possono produrre circa 300mila kilowattore di energia all'anno. Il periodo di ammortamento dell'investimento iniziale è stimato attorno ai 10 anni, passati i quali l'impianto opererà in attivo. Grazie all'impianto fotovoltaico montato sul tetto della Fiera, che apporterà energia alla rete del gestore nazionale del sistema elettrico, la città di Bolzano vedrà ridotte di circa 200 tonnellate l'anno le emissioni di anidride carbonica.
Il doppio impianto fotovoltaico sul tetto, costato 2 milioni di euro all'Ente Fiera, renderà all'incirca 160mila euro l'anno grazie alla vendita dell'energia a 0,45 euro per kilowatt/ora.



Alto Adige 14 GIUGNO 2007
Fiera, arriva l’impianto fotovoltaico
In funzione da luglio, sarà il più grande d’Italia tra quelli ospitati nei quartieri fieristici
 BOLZANO. Entrerà in funzione a luglio l’impianto fotovoltaico montato sul tetto della Fiera di Bolzano, il più grande d’Italia tra quelli ospitati all’interno dei quartieri fieristici. Sono 1.800 i pannelli montati sul tetto della Fiera, coprono un’area di 2.400 metri quadrati, e possono produrre circa 300mila kilowattore di energia all’anno. Il periodo di ammortamento dell’investimento iniziale è stimato attorno ai 10 anni, passati i quali l’impianto opererà in attivo. Grazie all’impianto fotovoltaico montato sul tetto della Fiera, che apporterà energia alla rete del gestore nazionale del sistema elettrico, la città di Bolzano vedrà ridotte di circa 200 tonnellate l’anno le emissioni di anidride carbonica, spiega una nota della Provincia. Gli assessori provinciali Werner Frick e Michl Laimer hanno visitato l’impianto. «Per la Fiera di Bolzano - ha spiegato Frick - che con la rassegna “Klimahouse” si era già creata un certo nome tra gli addetti ai lavori nel settore dell’edilizia sostenibile e del risparmio energetico, si tratta di un segnale importante lanciato a tutto l’Alto Adige».
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categoria:ecoenergia
mercoledì, 06 giugno 2007
Alto Adige 06 GIUGNO 2007
Energie nucleari o rinnovabili?
Le alternative dopo il petrolio

 BOLZANO. “Nucleare o rinnovabili? L’energia dopo il petrolio”: è il tema del secondo appuntamento degli Eurac Science Cafè, dibattiti sulla terrazza della torre Eurac a Ponte Druso, appuntamento in programma domani alle ore 20.30 a ingresso libero. Dunque dopo l’avvio di giovedì scorso prosegue la serie degli Eurac Science Cafè e domani si parlerà di energia e in particolare alla contrapposizione tra i fautori del nucleare e quelli delle energie rinnovabili. Qual è la soluzione più ecologica? Quale costa meno? Quale è meno rischiosa? Ne discuteranno Giuseppe Gherardi, responsabile delle attività di ricerca relative ai sistemi nucleari innovativi del Centro Enea di Bologna; Wolfram Sparber, direttore dell’Istituto per le energie rinnovabili dell’Eurac; Claudio Valentini, responsabile attività mercato fotovoltaico Eni Power; moderatore il divulgatore scientifico Giancarlo Sturloni. A fine dibattito il pubblico potrà rimanere in terrazza usufruendo del servizio bar e ascoltando la musica del dj Werner Gutgsell.
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categoria:ambiente, innovazione, ecoenergia
martedì, 29 maggio 2007

Alto Adige 29 MAGGIO 2007
Fiera, un tetto fotovoltaico. L’impianto in funzione a luglio: il più grande in Italia
 BOLZANO. A partire dall’inizio di luglio entreranno in funzione 1800 moduli fotovoltaici, per un totale di 2.400 metri quadrati di superficie, attualmente in fase di installazione sul tetto della Fiera, che diventerà così il più grande quartiere fieristico con la più alta produzione di energia solare nel panorama fieristico italiano. I pannelli consentiranno una produzione energetica di circa 300 mila chilowattora all’anno.
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categoria:ecoenergia
mercoledì, 09 maggio 2007

Alto Adige 09 MAGGIO 2007
«L’impianto dei fanghi porterà più traffico»
Sono preoccupati gli abitanti: temono anche un peggioramento della vivibilità
Da Redagno, S. Lugano e Fontanefredde si alza un coro di no

 ALDINO. Mobilitazione degli abitanti contro l’eventuale ubicazione, a Redagno, della centrale a biomassa con annesso impianto per la lavorazione dei fanghi. Si tratta del progetto Ecorott che solleva tante perplessità anche ad Egna. I residenti - in 199 hanno sottoscritto una petizione - giudicano non idonea l’ubicazione e temono per la loro vivibilità e soprattutto un aumento dei mezzi pesanti.
 Il consiglio comunale di Aldino (8 favorevoli, sette contrari dopo la votazione segreta) ha destinato per la Ecorott un’area nei pressi di Redagno Nuova. Il terreno, di proprietà comunale, si trova a ridosso della zona produttiva vicina alla statale e poco distante dall’abitato di San Lugano. Non c’è stata, per il momento, alcuna variazione al Puc e quindi si tratterebbe di un auspicio per venire incontro alle esigenze di una azienda, la Ecorott, locale.
 Edi Unterhauser consigliere comunale Svp rappresentante di Redagno giudica «inopportuna la decisione del consiglio di Aldino» e spiega le ragioni: «L’ubicazione è del tutto inadatta considerando le caratteristiche della vallata. L’impianto a biomassa e per la lavorazione dei fanghi finirebbe fatalmente per aumentare il numero dei mezzi pesanti in transito su una statale già molto trafficata e non solo nel periodo turistico. In più bisogna considerare le inevitabili emissioni e soprattutto il deposito di materiale e ciò che verrà bruciato. Abbiamo chiesto spiegazioni al Comune sul perchè della scelta presa, è stato detto, per aiutare un’azienda locale».
 Michael Lantschner è il legale rappresentante della Seik che ha uno stabilimento proprio nella zona produttiva a ridosso di San Lugano: «Il rischio, per la nostra zona, è che persistendo le perplessità ad Egna la Provincia possa decidere di prendere atto del terreno a disposizione e quindi scegliere appunto l’area produttiva di San Lugano. Non credo, da quanto si sa, che la Provincia sia d’accordo su questa ubicazione ma il rischio c’è in presenza di un eventuale no di Egna. E sarebbe un guaio soprattutto per la vivibilità dei residenti ed anche degli ospiti considerando anche il preoccupante ed inevitabile aumento dei mezzi pesanti sulla statale 48».
 Annemarie Haas ribadisce la preoccupazione «per il futuro della vivibilità che sicuramente sarà compromessa da un impianto di queste dimensioni. La decisione del consiglio comunale di Aldino mi pare un’assurdità: i disagi li dovranno sopportare paesi che con Aldino nulla hanno a che fare».
 Hans Gallmetzer è il titolare dell’hotel ristorante Fontanefredde: «La centrale a biomassa e l’impianto per la lavorazione dei fanghi a ridosso di San Lugano? È una questione solo economica che passerà sulla testa dei residenti. Non c’è stata alcuna considerazione in merito ai disagi che si determineranno, compreso un pesante impatto anche di natura ambientale visto che la mega struttura si troverà praticamente a ridosso del parco naturale di Monte Corno. Penso anche al traffico: già ora è asfissiante. Certamente peggiorerà in considerazione dei mezzi pesanti che arriveranno a 1100 metri di quota da varie zone della provincia di Bolzano».
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categoria:conca atesina, ecoenergia
venerdì, 13 aprile 2007
Alto Adige 12-4-07
Fanghi incontro per fare chiarezza
EGNA. Questo pomeriggio, nel capoluogo altoatesino, è previsto l'incontro fra l'assessore provinciale all'ambiente Michl Laimer e l'amministrazione comunale di Egna con l'obiettivo di capire meglio la questione del .grande impianto per la depurazione dei fanghi alla luce di due questioni più che mai d'attualità: la necessità di fare chiarezza sulle intenzioni della Provincia e sulla «corsa» verso la realizzazione della struttura visto e considerato che oltre al progetto della Ecorott - ubicazione ideale a ridosso della zona produttiva di Egna - c'è anche l'interesse (dichiarato proprio di recente) della Eco Center.
La posizione dell'assessore Laimer è nota: l'impianto è previsto in Bassa Atesina con «lavorazione dei fanghi sia della Bassa che di Bolzano ma anche di quelli di Merano e del Burgraviato». L'assessore provinciale pare non abbia alcuna intenzione di cambiare opinione pur in presenza di una posizione contraria prima di Termeno, quindi della Comunità di Valle ed ora anche degli abitanti di Egna. « È evidente - ha detto di recente il vice sindaco di Egna Giorgio Nones - che, in presenza dell'interesse della Eco Center per la realizzazione di un impianto per il trattamento dei fanghi oltre al progetto della Ecorott, c'è bisogno di fare chiarezza prima di portare il problema all'esame del consiglio. Si tratta della stessa chiarezza che chiedono gli abitanti e che è la richiesta principale nella petizione avviata nei giorni scorsi». La situazione in cui si trovala giunta comunale di Egna è stata sintetizzata, la scorsa settimana, dal sindaco Alfred Vedovelli: «L'amministrazione comunale aveva previsto per il 12 aprile una seduta di consiglio comunale dove, tra gli altri argomenti, c'era anche l'insediamento a Egna di un impianto di combustione dei fanghi di depurazione con recupero termico. Il progetto, presentato dalla ditta Ecorott, va letto positivamente in quanto si tratta di un impianto di teleriscaldamento con emissioni particolarmente basse dove è possibile, tramite il collegamento di nuovi impianti di teleriscaldamento, ridurre in modo sostanziale le emissioni nocive sul territorio. Nel frattempo - continua il sindaco - sembra favorita una nuova soluzione. Proprio per questo l'amministrazione ha deciso di chiarire, prima ancora della seduta del consiglio comunale, la possibilità e attualità di realizzare ad Egna il progetto presentato. In caso contrario si rende inutile un parere del consiglio comunale». Chiarimento che verrà chiesto, appunto quest'oggi, all'assessore provinciale Michl Laimer.
La petizione. Prosegue intanto ad Egna la raccolta di firme - nelle case ed in alcuni negozi - per chiedere « alla giunta comunale un' informazione esaustiva a sull'impianto di bruciatura fanghi residui da acque reflue. Inoltre chiediamo una garanzia documentata e attestata dai responsabili - della costruzione/gestione, sugli effetti verso la salute e l'ambiente».
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categoria:ecoenergia
mercoledì, 28 marzo 2007

Corriere dell'Alto Adige  2007-03-28

Progetti su legno, biomasse e biogas

La sfida dei contadini sull'energia ecologica

BOLZANO — Anche l'agricoltura vuole contribuire allo sviluppo di fonti rinnovabili di energia. L'argomento è stato discusso ieri nel convegno « Agricoltori, gli sceicchi del futuro? » , organizzato dal Bauernbund.
L'occasione viene data principalmente dalle risorse del legno e del biogas. Accanto alla vendita di prodotti agricoli e ai soggiorni agrituristici, nei masi prende sempre più piede una nuova fonte di reddito per l'agricoltura: l'energia rinnovabile. « Grazie a finanziamenti provinciali e statali e alla nuova legge finanziaria ci sono inAlto Adige tutte le condizioni favorevoli per la realizzazione di strutture per la produzione di energia elettrica e termica — spiega l'assessore all'agricoltura, Hans Berger — . La domanda per l'energia rinnovabile è salita di continuo e ha scavalcato di gran lunga l'offerta. L'agricoltura è nuovamente in auge » .
L'assessore all'energia, Michl Laimer, è dell'avviso che ci troviamo all'inizio di una nuova era: « La politica energetica del futuro si baserà essenzialmente su tre fattori: la certezza dell'erogazione di energia, l'incremento dell'efficienza energetica e finalmente l'energia rinnovabile » .
La nostra regione è sulla retta via, a detta degli specialisti. Attualmente il 44% dell'energia proviene da fonti alternative. Mentre in Germania e nel resto d'Italia le energie alternative provengono dai campi, in Alto Adige le grandi potenzialità vengono offerte dalla selvicoltura e dall'energia idrica. « Gli agricoltori altoatesini producono al momento molto meno beni dei boschi di quanto sia in realtà possibile — afferma Siegfried Rinner, direttore del Bauernbund — . In Alto Adige ci sono ben 18mila agricoltori proprietari di boschi. Questo dato deve farci capire di quanto sia enorme il potenziale che ci offre il legno » . L'utilizzo di biomasse per la produzione di energia viene considerato ecocompatibile: le piante assorbono il carburante gassoso, il quale viene poi liberato con la combustione. Altra fonte interessante è il biogas: dal liquame o da piante energetiche si producono corrente, energia termica e carburante. Stefano Pasquali 
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categoria:provincia di bolzano, ecoenergia
venerdì, 23 marzo 2007
Alto Adige 23-3-07
La comunità di valle ha “sdoganato” mercoledì sera l'impianto a cippato di legna in programma ad Egna.
Centrale a biomassa sempre più vicino
Manca invece l'intesa sui fanghi in arrivo da Merano e val Venosta
EGNA. Sostanziale via libera, da parte del consiglio della Comunità di Valle, alla realizzazione dell'impianto a cippato di legna con co-combustione dei fanghi da depurazione ad Egna. Non c'è stato un voto, ma anche i sindaci più intransigenti hanno dimostrato di essersi ammorbiditi rispetto alle prime dichiarazioni contrarie. L'unico nodo da sciogliere riguarda i fanghi della val Venosta e del Burgraviato, che Provincia ed Ecorott vorrebbero smaltire ad ogni costo in Bassa Atesina, ipotesi sulla quale la Comunità comprensoriale non ha una posizione unanime.
La seduta della Comunità di Valle è servita, se non altro, a dipanare una matassa che con il passare delle settimane si era aggrovigliata ben oltre le previsioni. Anche il sindaco di Termeno Werner Dissertori si è convinto della necessità di smaltire i fanghi in zona. «L'impianto ci vuole. Su questo sono d'accordo, ormai, tutti i sindaci della Bassa Atesina e dell'Oltradige, compreso il sottoscritto».
Già, ma Dissertori non è ancora convinto dell'opportunità di far confluire presso il nuovo impianto i fanghi del Burgraviato e della val Venosta. «Questa, però, é una decisione politica, non tecnica. L'impianto proposto dalla Ecorott sembra dare sufficienti garanzie sotto il profilo delle emissioni inquinanti. La Provincia e la stessa azienda di Aldino stanno spingendo per smaltire ad Egna i fanghi del meranese e della Venosta. Vedremo come andrà a finire, anche se nell'ultima seduta della Comunità ho visto lo stesso presidente Schiefer meno risoluto».
Il sindaco di Caldaro Wilfried Battisti Matscher appoggia la realizzazione dell'impianto ad Egna e sottolinea anche i risparmi per i comuni che ne deriveranno.
«Adesso l'Eco Center, che ripartisce i costi tra i singoli comuni, paga 70/72 euro al metro cubo, mentre non appena sarà realizzato l'impianto Ecorott sarà possibile scendere, circa, a 40. La Comunità non si è ancora espressa sul sito, ma Egna mi sembra la soluzione migliore anche dal punto di vista logistico. Dal punto di vista delle emissioni la Ecorott ci ha fornito sufficienti garanzie». (max)
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categoria:conca atesina, ecoenergia
sabato, 17 marzo 2007
dal Corriere dell'Alto Adige 17-3-07

Fotovoltaico da record Energia gratis dal sole

Ortler, l'impianto più grande d'Italia
BOLZANO — La cooperativa Ortler, società di Laces inglobata nella ViP, il consorzio dei produttori ortofrutticoli venostani, ha inaugurato ieri — alla presenza del sottosegretario allo Sviluppo economico, Paolo Giaretta — il più grande impianto fotovoltaico installato su tetto in Italia. L'impianto ha una potenza di 837 kWp con una superficie di cinquemila metri quadrati ed un totale di 3.988 pannelli solari per una produzione annua di un milione di Kwh con una resa minima garantita dell' 80% ed una riduzione di emissioni di Co2 pari a 510 tonnellate. L'investimento per la Ortler è stato di 4milioni e 120 mila euro con un risparmio energetico pari al 25% e con un rientro dell'investimento calcolato in 10 anni. LA COOPERATIVA — La ViP è una realtà da 170 milioni di euro di fatturato ed è presente in ben 30 mercati diversi, dove realizza il 40% del suo giro d'affari. L'impresa deve il suo successo e la sua notorietà al frutto in assoluto più coltivato: la mela. Basti pensare che la Val Venosta incide per un terzo sulla produzione complessiva di mele dell'intero Alto Adige, che, a sua volta, realizza il 10% dei volumi di mele coltivati in Europa. È il caso di dire che la natura ha incontrato la tecnologia. In virtù di una collaborazione con la S. E.
Project, società padovana che si occupa dello sviluppo e della creazione delle tecnologie per le energie rinnovabili, è stato dato inizio anche in Alto Adige ad unmetodo alternativo di produrre energia.
Domenico Sartore, fondatore della S. E. Project, spiega: « La tecnologia fotovoltaica sfrutta le proprietà di alcuni materiali conduttori come il silicio che permettono di generare direttamente energia elettrica quando vengono colpiti dalla radiazione solare. Sul tetto dell'azienda Ortler — afferma Sartore — abbiamo sistemato 4000 pannelli e la potenza dell'impianto ha un picco di 837 kw. Speriamo che la nostra iniziativa venga seguita da altri perché l'impianto, una volta installato, non ha bisogno di manutenzione e grazie ad un sistema di monitoraggio all'avanguardia è controllabile anche da casa. Dunque un sistema poco impegnativo » . LA CERIMONIA — Presenti alla inaugurazione, ieri, Michl Laimer e Richard Theiner, assessori provinciali rispettivamente all'ambiente e alla sanità.
« È giunta l'ora di aprire un nuovo capitolo — sostiene Laimer — dobbiamobuttarci alle spalle l'era del petrolio che ha portato con sé tutte molte problematiche. È arrivato il turno dell'era solare, nel quale poter contare su una maggior efficienza energetica » . Ha aggiunto Theiner: « Con l'installazione di un impianto fotovoltaico si investe non solo in energiama anche in salute, visto che viene ridotta notevolmente l'emissione di anidride carbonica » .
In rappresentanza del governo era presente il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Paolo Giaretta: il senatore è giunto da Romain forte ritardo poiché all'aeroporto di Bolzano erano stati cancellati quattro voli per ragioni ragioni tecniche. L'aereo sul quale si trovava Giaretta è atterrato a Verona ed il sottosegretario ha poi dovuto proseguire in auto. « Questo è un impianto pilota. L'Italia — ha detto Giaretta — è un paese che deve acquistare gran parte dell'energia dall'estero. Il nostro governo sta lavorando molto su due aspetti: le risorse che ci fornisce il sole e la possibilità di risparmio energetico. Con il recente decreto legislativo è stata data grande importanza allo sviluppo del fotovoltaico anche perché l'obiettivo a livello comunitario è quello di raggiungere in pochi anni il 25% di energia verde » . Stefano Pasquali Il sottosegretario allo sviluppo Giaretta: « Il governo punta alle fonti rinnovabili » EFFICACE Primo piano dell'impianto fotovoltaico di Laces


Dal Mattino di Padova 17-3-07

La storia raccontata ieri nella trasmissione «Ambiente Italia» di Rai3, partendo da un impianto in Val Venosta

Premiata ditta pannelli fotovoltaici

Un’azienda padovana partita da zero è oggi leader mondiale
VENEZIA. Sono partiti in tre, con una piccola azienda a San Pietro in Gu. Oggi sono una realtà internazionale, leader mondiale nel campo degli impianti fotovoltaici. Lavorano soprattutto con la Germania. Lui si chiama Domenico Sartore ed è chef executive di S.E. Project, la dittarella padovana che ha fatto il miracolo. Questa storia è stata raccontata ieri da Maurizio Crovato, su Rai3.
 L’intervista è andata in onda alle 14.30 durante la trasmissione «Ambiente Italia». Siamo in Val Venosta in località Laces. Val Venosta è famosa per il turismo e soprattutto per la produzione di mele. «Sotto questo capannone - spiegava Crovato - vengono conservate ogni anno 35.000 tonnellate di mele. Così 251 cooperatori altoatesini hanno deciso di sfruttare 6.000 dei 35.000 metri quadrati di tetti dell’azienda. Ora si riesce a coprire oltre il 30% del fabbisogno energetico. L’investimento, di oltre 4 milioni di euro, verrà interamente assorbito dopo 11 anni di riduzione di costi, senza contare - un altro grande risparmio - la ridotta emissione di CO2».
 «In Val Venosta abbiamo 300 giorni di sole mediamente all’anno - racconta Domenico Sartore - e questo lungo lasso di tempo soleggiato ci permette di produrre un’ottima qualità di mela. Questo ci ha portato anche all’idea di usufruire del fotovoltaico, di usare questi 300 giorni solari per produrre della corrente elettrica. Adesso sembra che questo impianto sia il più grosso dell’Italia».
 In questo momento preciso quante energia stiamo risparmiando, direttore?
 
«Risparmiando... Guardiamo qui i Kilowatt prodotti: adesso è abbastanza tardi, siamo alle quattro e mezzo del pomeriggio, ma nonostante il cielo coperto stiamo tuttora producendo 75 Kw/h. In questo preciso momento».
 Dunque produzioni integrate di mele, mele uguale natura, ma qui si parla di energia.
 
«Sì, si è pensato di utilizzare questo grandissimo spazio di tetti di copertura per installare un impianto fotovoltaico che in questo momento è l’impianto più grosso, da 837 kw con un’aspettativa di produzione di circa un milione di Kw/h all’anno. Questo per poter alimentare la necessità di energia da parte della cooperativa nella selezione e nel confezionamento delle mele. Sono stati montati 3.988 pannelli, sono pannelli con una tecnologia innovativa che hanno un’altissima efficienza. Le celle hanno un’efficienza del 19,2% quindi il massimo dell’efficienza disponibile in questo momento, giusto per utilizzare la massima energia possibile nel minimo spazio. E’ il nostro contributo all’ambiente, stiamo producendo le nostre mele nel nostro ambiente limpido. E questo - conclude Sartore - sicuramente sottolinea anche la nostra intenzione di salvaguardare l’ambiente».


800 kWp al traguardo in  Alto Adige                                                STORIA
26/10/2006 15.15.09
Laces, Bolzano, Ottobre 2006 – Il vento autunnale spazza le nubi sul cielo della Val Venosta. E il sole torna a splendere come del resto fa da queste parti per più di 300 giorni all’anno. Non poteva esserci posto migliore per realizzare il più grande impianto montato su tetto in Italia: 837 kWp per rendere ancora più amica dell’ambiente un’attività come quella degli agricoltori della Val Venosta che qui nella cooperativa VI.P convogliano le famose mele esportate in tutto il mondo. S.E. Project ha così realizzato il primo grande impianto italiano (terzo in assoluto come potenza dopo le obsolete centrali di Serre e di Foggia) a beneficiare del cosiddetto “Conto Energia”. S.E. Project dimostra di essere una delle poche aziende in Italia a mantenere le proprie promesse e a consegnare, chiavi in mano, uno splendido impianto al committente. Quasi 4000 moduli Sanyo HIP 210 HNE1, 10 inverter Santerno Sunway 600V TG110, più di 20 km di cavi e 12.5 km di strutture sono stati impiegati per garantire la più alta efficienza oggi possibile con ottime prestazioni in termini di affidabilità e durata nel tempo. Ora che il blu scuro dei moduli si staglia mescolandosi ai colori del cielo quasi ci si dimentica del grande lavoro di progettazione e di realizzazione che ha impegnato a fondo tutto il team di S.E. Project.

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venerdì, 16 marzo 2007
Alto Adige 16-3-07
Impianto per i fanghi, dubbi da fugare
La Ecorott e la Syneco impegnate a rassicurare le giunte comunali

dl Massimiliano Boná
EGNA. Sono ore decisive per la realizzazione della nuova centrale a biomassa ad Egna, nei pressi della zona produttiva alla Stazione. I tre esperti - Thomas Lintner- della Ecorott, Rupert Rosanelli e Matteo Zandonai della Syneco - hanno già incontrato all'inizio di questa settimana i consiglieri della Volkspartei di Egna e nei prossimi giorni esporranno nel dettaglio il progetto anche ai consiglieri dell'Ulivo e della Casa delle Libertà. Ricordiamo che proprio i rappresentanti dell'Ulivo (in maggioranza hanno manifestato perplessità sul grande impianto chiedendo chiarezza.
«Il sindaco Vedovelli - spiega l'ingegner Zandonai - ci ha chiesto espressamente di esporre il nostro studio di fattibilità a ciascun gruppo consiliare, separatamente, in modo tale che nessuno possa sentirsi scavalcato o non sufficientemente coinvolto. Da parte nostra non c'è, ovviamente, alcuna remora»
Questa settimana avrebbe dovuto tenersi un analogo incontro con l'amministrazione comunale di Ora, che però è slittato a dàta da destinarsi. Il Comune di Termeno, invece, ha gentilmente declinato l'invito, rimandando ogni presa di posizione all'indomani della seduta della Comunità di Valle del 21 marzo. Per qúanto riguarda Egna le sensazioni dei tre esperti sono abbastanza positive. È stato l'ing. Zandonai della Syneco a stilare una relazione sui valori delle emissioni dell'impianto a cippato di legna con co-combustione di fanghi da depurazione. “I dati da noi forniti conferma Thomas Lintner della Ecorott - saranno poi oggetto di un'attenta analisi e verifica da parte dei tecnici provinciali».
La Ecorott e la Syneco continuano a fornire, peraltro, garanzie in ogni sede. «Per la pulizia dei gas di scarico è previsto l'impiego della tecnologia più moderna. I valori delle emissioni massimi sono largamente al di sotto delle concentrazioni normalmente raggiunte dagli impianti di teleriscaldamento alimentati a cippato. Ed il buon funzionamento dell'impianto filtrante è oggetto di controlli costanti attraverso le sonde posizionate all'interno del camino».
Sbaglia, secondo quanto sostengono la Ecorott e la Syneco, anche chi si attende cattivi odori. «L'impianto di essicamento a contatto è stato concepito e sviluppato per i rifiuti ospedalieri, è chiuso ermeticamente e tutta l'aria esausta viene immessa nella camera di combustione, dove tutti gli odori vengono bruciati. E lo stesso vale per l'aria proveniente dal settore chiuso di conferimento dei fanghi e dai silos che sono deputati allo stoccaggio».
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giovedì, 15 marzo 2007
Alto Adige 14-3-07

Biomassa, dubbi sulla centrale
Il consiglio comunale delega l'esame alla comunità di valle
di umberto Fellin
ORA. La maggioranza del consiglio comunale ha deciso di delegare alla Comunità di Valle l'esame e la risoluzione in merito alla proposta della Ecorott di realizzare, sul territorio comunale di Egna a ridosso della zona industriale, una centrale a biomassa con annesso un impianto per il trattamento dei fanghi. La posizione di Ora è stata già evidenziata dall'assessore Erich Debiasi: «La realizzazione di questi impianti può portare conseguenze soprattutto in campo ambientale e di inquinamento. Cerchiamo di non trasformare la Bassa Atesina in una sorta di grande discarica».
La prospettata realizzazione di un grosso impianto per la lavorazione dei fanghi in quel di Egna, e precisamente nella parte a nord dell'attuale zona industriale, in prossimità del casello autostradale, è stato argomento ampiamente discusso l'altra sera dal consiglio comunale di Ora. Il punto all'ordine del giorno prevedeva una presa di posizione da parte dell'organo amministrativo contro il previsto impianto di incenerimento dei fanghi ma soprattutto di votare una delega al Comprensorio di Valle cui spettano istituzionalmente decision in merito quando coinvolgono più paesi. Ed è questo come ha sottolineato il relatore Erich Debiasi - il caso di una struttura destinata a raccogliere rifiuti non soltanto dalla Bassa Atesina e dell'tradige ma altresì da zone del Meranese e di Bolzano. «Siamo pienamente d'accordo che questi problemi vanno affrontati e risolti. Ma trattandosi di un progetto che coinvolge mezza provincia il compito primario spetta sicuramente alla Comunità di Valle».
Questo il nocciolo della questione esposta sia dall'assessore Debiasi che sostenuta da altri membri della coalizione, sindaco Roland Pichler in testa. “È troppo presto per valutare qualsiasi soluzione che per altro non spetta ad un singolo consiglio comunale - così il sindaco Roland Pîchler raccogliamo e esaminiamo dapprima le varie soluzioni prospettate e sarà poi il Consorzio dei comuni a decidere in merito». La Svp - partito d'opposizione, caso unico nella storia della Bassa Atesina non pare d'accordo su questa proposta. Per il capogruppo Markus Haas i tempi non sono ancora maturi e non è il caso di prendere soluzioni in proposito. «Eppure - ha detto ancora il sindaco - nelle soluzioni prese in antecedenti sedute anche la Svp era d'accordo su questo punto». Il capogruppo Haas, a tal proposito, ha chiesto il rinvio dell'argomento ad altra seduta in attesa di ulteriori sviluppi, proposta che la maggioranza non ha accettato per cui si è passati alla votazione della risoluzione proposta dalla coalizione e che prevede la delega alla Comunità di Valle per l'esame e la risoluzione in merito alla proposta della Ecorott. Dodici (ovvero i due gruppi di maggioranza) a favore e 7 astensione (tutta la Volkspartei e Ambrosi).

L'AZIENDA
Il titolare risponde alle preoccupazioni
EGNA. Il sito internet della Ecorott di Aldino, nel frattempo, viene visitato da un numero crescente di residenti della Bassa Atesina desiderosi di avere risposte precise in materia di traffico e tematiche legate all'inquinamento ambientale. La domanda formulata con più frequenza negli ultimi giorni è stata la seguente: «Come si spiega che un impianto con questo fabbisogno di materia prima non sia destinato a creare ulteriore traffico? Fra i sostenitori del progetto c'è chi sostiene, addirittura, che lo diminuirebbe. Come mai?».
A ripondere è Thomas Lintner della Ecorott. «Se il nostro impianto a biomassa sarà realizzato in prossimità dell'uscita autostradale di Egna non si sommeranno ulteriori trasporti a quelli odierni. I fanghi di Merano e Bolzano, infatti, passano già attualmente per Egna in autostrada ed i fanghi di Termeno entrano in autostrada ad Egna. Lo stesso discorso vale, evidentemente, per la biomassa: anch'essa, infatti, viene portata verso sud attraverso la rete autostradale. Con il nostroimpianto, e questo è innegabile, il traffico verso sud sarebbe destinato a diminuire senibilmente». Lintner, che continua a ribadire di voler procedere all'insegna della massima trasparenza, ha messo a disposizione sul sito internet anche il suo cellulare per chiarire a tutti gli interessati ulteriori dubbi legati a dati poco chiari o non ancora divulgati. Nel frattempo l'ingegner Matteo Zandonai. della Syneco, partner della Ecorott in questo progetto, ha ultimato gran parte dell'analisi comparativa sulle emissioni richiesta dalla Provincia, che intende peraltro, divulgare solo dopo aver illustrato gli elementi chiave alle varie amministrazioni comunali della Bassa Atesina coinvolte. «Posso solo anticipare - ha commentato Zandonai - che i dati in questione sono estremamente favorevoli alla Ecorott».
La prudenza, in questa fase complessa delle trattative, è diventata d'obbligo, in quanto la realizzazione della centrale a biomassa è diventata più una questione politica che tecnica. E a dire l'ultima parola, con ogni probabilità, sarà la comunità di valle nella riunione fissata per il 21 marzo prossimo. (max)
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martedì, 13 marzo 2007
Alto Adige 13-3-07
EGNA
La prevista centrale tratterà pure i fanghi
“Le emissioni saranno ridotte” Garanzia fornita dalla Ecorott
di Massimiliano Bona
EGNA. Le emissioni dell'impianto a biomassa con la co-combustione dei fanghi da depurazione che dovrebbe sorgere ad Egna sono di gran lunga inferiori a quelle di un comune impianto di teleriscaldamento o di una caldaia a legna. «I dati - spiega il responsabile della Ecorottdi Aldino Thomas Lintner - sono inconfutabili. Le emissioni sono ampiamente entro i limiti consentiti dalla legge, ma a questo punto mi sento di affermare che il problema è più politico che tecnico».
In attesa dell'analisi comparativa, che la Provincia renderà nota entro il 21 marzo, data per la quale è stata fissata la prossima seduta della Comunità di Valle, la Ecorott di Aldino ha fornito un primo resoconto dettagliato sulle emissioni, che sono ampiamente al di sotto dei limiti consentiti dalla legge: «L'impianto che intende realizzare la nostra azienda - commenta Thomas Lintner - garantisce uno standard molto alto, analogo a quello utilizzato per realizzare inceneritori di rifiuti dell'ultima generazione. Per capirci, si tratta di emissioni che non sono in alcun modo comparabili con quelle del sistema normalmente utilizzato sia negli impianti di teleriscaldamento a biomasse che nelle caldaie a legna».
Lintner, che resta ottimista nonostante le molteplici perplessità sollevate dagli amministratori della Bassa Atesina, sottolinea come, a questo punto, si tratti molto di più di un problema politico che tecnico. « Ho parlato della questione anche con i sindaci di Termeno Dissertori e di Ora Pichler. A Termeno mi è stato detto che non sono nemmeno necessari ulteriori chiarimenti di natura tecnica, mentre ad Ora abbiamo fissato un incontro per mercoledì. Il nostro progetto, in termini di emissioni, è di primissimo livello. I timori sollevati finora sono infondati».
L'impianto a biomassa che potrebbe essere realizzato in Bassa Atesina con la collaborazione di Ebko (esperta in essicazione) e Siemens tratterà 35.000 tonnellate l'anno di fanghi con il 18,6% di sostanza secca e 18.000 tonnellate di legna l'anno con il 50-65% di sostanza secca. Una volta essicati i fanghi si procederà ad una co-combustione di 9 megawatt e, attraverso una caldaia, al recupero e alla produzione di energia. Il calore recuperato attraverso il teleriscaldamento sarà di 2,5 MW, mentre nella rete elettrica saranno immessi 1,6 MW.
Stasera incontro. Stasera Thomas Lintner della Ecorott di Aldino, l'ingegner Matteo Zandonai e Rupert Rosanelli della Syneco hanno in programma un incontro con la giunta di Egna, interessata alla realizzazione di un impianto a biomassa con la co-combustione dei fanghi da depurazione. È noto che l'amministrazione è interessata ad ospitare l'impianto.
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giovedì, 08 marzo 2007
Alto Adige 7-3-07
La. giunta comunale proporrà una risoluzione al consiglio convocato per la serata di lunedì prossimo
Impianto per I fanghi, Ora dioce no
L'assessore Debiasi: «Basta con strutture che inquinano»
di Umberto Fellin
ORA. Il consiglio comunale si appresta ad esaminare una risoluzione - predisposta dalla giunta - contro la mega centrale (con annesso impianto di trattamento dei fanghi) che potrebbe essere realizzata sul territorio comunale di Egna. Ne parla l'assessore Erich Debiasi sottolineando che si tratta eventualmente di un impianto sovracomunale con conseguente competenza del Comprensorio.
L'argomento sarà anche oggetto di discussione nella prossima seduta di consiglio comunale convocata dal sindaco di Ora Roland Pichler per lunedì 12 marzo. L'ordine del giorno parla di «risoluzione contro il previsto impianto di incenerimento dei fanghi di depurazione nel Comprensorio Oltradige-Bassa Atesina». Abbiamo chiesto all'assessore Erich Debiasi quale intendimento ha questa presa di posizione e quali le proposte eventuali dell'amministrazione comunale. «Ormai se ne parla da tempo e non sempre a proposito - osserva Debiasi - e l' argomento va trattato anche dal nostro comune per ovvie ragioni, sia di ordine geografico per la vicinanza ad eventuali prospettate strutture ed anche perchè il problema è di estrema attualità e va risolto. Ma - ed è questa la presa di posizione della coalizione del comune di Ora - si tratta di un problema che investe più comuni e pertanto va gestito dall'ente competente e legittimamente delegato, ovvero la Comunità di Valle». Ma pare che Egna sia disponibile quale sede dell'impianto, anche perchè ne deriva un utile di non poco conto, ovvero l'energia che servirà per i previsti impianti di riscaldamento della piscina coperta e del nuovo stadio del ghiaccio. «Sarà così, ma questo non impedisce che anche gli altri comuni della zona possano esprimere un proprio parere in merito. Stiamo attenti a queste tentazioni suggestive per le prospettive anche economiche. Le realizzazione di questi impianti possono portare conseguenze di non poco conto, soprattutto in campo ambientale e di inquinamento. Cerchiamo di non trasformare la Bassa Atesina in una sorta di grande discarica della provincia. Già troppi danni sono stati fatti su un'area le cui prerogative principali sono (o erano) quelle agricole». Altri argomenti interessanti all'ordine del giorno riguardano l'approvazione della convenzione con l'associazione «Pro Schwarzenbach Auer» relativa alla demolizione e ricostruzione della casetta adibita a manifestazioni pubbliche con servizi sanitari e. l'approvazione di diversi regolamenti comunali.
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mercoledì, 28 febbraio 2007
Alto Adige 27-2-07

“Centrale, servono verifiche”
Schiefer: non ho dato alcuna benedizione all'impianto
EGNA. «Non ho dato alcuna benedizione alla centrale a biomassa che potrebbe essere costruita sul territorio comunale di Egna. C'è bisogno di una serie di chiarimenti anche sulle emissioni - ed in questo senso mi auguro che anche il consiglio comprensoriale ribadisca questo concetto che è prioritario». Chi parla è Oswald Schiefer, presidente della Comunità Oltradige Bassa Atesina.
È parso di capire, quando il progetto è stato presentato, che Lei fosse d'accordo?
« L'iter per trovare una possibile ubicazione è stato lungo. Il fatto di aver individuato un terreno, accanto alla zona produttiva di Egna, mi è parso un fatto positivo. Ma da qui a dare la mia benedizione ce ne passa».
Un iter lungo, diceva...
«Sì, me ne sono occupato personalemente verificandole possibili soluzioni. La prima era stata individuata a Vadena, vicino all'area dove sarà trasferito il campo nomadi. Ma il sindaco Beati ha espresso le sue riserve in considerazione del fatto che sul territorio di Vadena sono già numerose le strutture soprattutto in prospettiva. Si era quindi pensato alla zona di San Floriano dove, a fianco della stata]e del Brennero, c'è l'impianto di compostaggio ma la superficie è ridotta rispetto a quelle.che sono le esigenze della Ecorott: Quindi s'è pensato a Redagno di Sotto; sul territorio comunale di Aldino, ma sono emersi pesanti, ostacoli a causa delle vie di comunicazione. Infine è arrivata la proposta del territorio di Egna che sembra .fattibile, almeno dal punto di vista geografico e quindi anche tecnico».
Però protesta Termeno...
«Comprendo le preoccupazioni del sindaco Dissertori. Sono le stesse del Comprensorio quando sembrava che l'impianto dei fanghi, potenziàto, poteva essere realizzato a ridosso del depuratore. Anche il consiglio della Comunità di Valle si era schierato, per solidarietà, a favore del Comune. Poi era prevalsa la tesi che presso il depuratore sarebbero stati trattati soltanto i fanghi della Bassa Atesina o, al massimo, quelli provenienti dall'immediato circondario».
Adesso, alla centrale di biomassa prevista ad Egna, la quantità dei fanghi da trattare pare essere rilevanti visto che arriveranno anche quelli della Venosta e del Meranese ... .
«È uno dei punti da chiarire assieme ai dati delle emissioni, al possibile aumento dei mezzi pesanti, alle perplessità degliabitanti».
Nulla di deciso,quindi?
Per quanto riguarda l'ubicazione di Egna comprendendo in questo discorso anche i vantaggi di natura finanziaria per il Comune posso dire che sono cautamente ottimista. Ma prima di esprimere
un giudizio articolato aspetto proprio l'esito delle varie verifiche, a cominciare dall'analisi comparativa sulle emissioni che la Provincia ha chiesto alla Ecorott. Rimane poi aperto un'altro problema»,
Quale?
« La questione finanziaria. I costi per la centrale sono ingenti e la redditività dovrà essere studiata». (e.d.) .

LE PROSSIME SCADENZE
Sono due le scadenze in merito alla centrale a biomasse: la giunta provinciale ha chiesto alla Ecorott di Aldino un'analisi comparativa sulle emissioni che verrebbero prodotte dall'impianto di cippato di legna con co-combustione di fanghi da depuràzione. Entro una settimana questa analisi dovrebbe essere pronta. II prossimo 21 marzo si riunirà il consiglio della Comunità di Valle con all'ordine del giorno fa discussione in merito all'impianto che potrebbe essere realizzato sul territorio di Egna, nella zona produttiva.

TERMENO Giovedì sera i residenti in assemblea
La relazione del sindaco e un esame dei progetti
TERMENO. Per giovedì prossimo 1 marzo è stata convocata dal .sindaco Werner Dissertori una assemblea degli abitanti di Termeno che si terrà con inizio alle ore 20 presso la Buergerhaus. All'ordine del giorno la relazione del Sindaco sull'attività svolta dall'amministrazione comunale con particolare riferimento alle principali problematiche che interessano la popolazione. Seguirà una relazione tecnica sui progetti di risanamento e potenziamento delle condotte idriche del paese e frazioni e del progettato ampliamento della strada che collega la frazione di Ronchi.
La giunta comunale intanto ha deliberato l'installazione di un gabinetto autopulente da realizzare. sul parcheggio antistante le scuole medie: Il Comune ha già approvato .il grosso progetto di ristrutturazione ed ampliamento dell'edificio che ospita le scuole medie, prevedendo altresì una nuova biblioteca. A tal proposito ha liquidato allo studio Dell'Agnolo Kalderer un aumento onorario ammontante a 20.538 euro che porta il totale a complessivi 211804 euro di cui 162.325 già liquidati. Il centro di riciclaggio di Termeno abbisogna di una nuova pavimentazione in cemento armato: l'incarico progettuale è stato affidato dalla giunta allo studio tecnico Eccli Partner di Caldaro. Alla ditta Flosh Sportanlagen, invece, sono state affidate la manutenzione e la verifica triennale della parete d'arrampicata realizzata nella palestra della scuola Rudolf Riedl. A Franz Stofner di Sarentino il comune ha affidato l'incarico dal taglio legname in zona Falsleatal per un quantitativo di 380 metri a 30 euro pro metro. (uf)
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domenica, 18 febbraio 2007
Alto Adige 18-2-07
Centrale biomassa
Il titolare della Ecorott fornisce online ampie assicurazioni ai residenti
La scheda:
Costerà 20 milioni di euro e, a regime, garantirà un fatturato di 4 milioni per smaltire 35 mila tonnellate di fanghi l'anno: queste sono le cifre più significative dell'impianto di cippato di legna con co-combustione di fanghi da depurazione che la Ecorott di Aldino vorrebbe realizzare in Bassa Atesina, con la «benedizione» del presidente della Comunità comprensoriale Oswald Schiefer e del Comune di Egna, attirato dalla possibilità di sfruttare l'energia prodotta - a costo zero - per piscina coperta e palaghiaccio. Scartati, ormai, i siti a Fontanefredde e Vadena.
di massimiliano Bona
ALDINO: Thomas Lintner, titolare della Ecorott di Aldino, azienda interessata a realizzare una centrale a legna per la co-combustione dei fanghi ad Egna, sta rassicurando online i residenti della Bassa Atesina. «Per abbattimento fumi e via-vai di camion ci sono ampie garanzie».
Una delle domande più frequenti riguarda (abbattimento dei fumi, problematica per la quale la Ecorott e la Syneco Energy hanno già fornito i primi dati tanto ai residenti quanto alla Provincia. L'emissione di polveri sarà inferiore al 10%, quella di NOx (ossidi di azoto) inferiore al 30% e quella di microinquinanti inferiore al 10%. Si tratta di cifre che rientrano nei parametri di legge.
Un altro appunto ricorrente è che il traffico dei mezzi pesanti, da solo, rappresenterebbe già di per sè una problematica ambientale di rilievo.
«Questo può essere vero - risponde Lintner sul sito www.ecorott.it per i giorni feriali, quando l'impianto dovrà essere raggiunto, in media, da. 5,6 mezzi. Non è nostra intenzione, peraltro, aprire una cava, per la quale è previsto un traffico medio di 15 mezzi pesanti al giorno o una segheria, che ogni giorno è meta di 10 camion carichi di legna».
In questi giorni ci sono state diverse signore, con bambini più o meno piccoli, che hanno chiesto precise rassicurazioni per quanto attiene le molteplici problematiche legate alla salute che la previsione di un simile impianto potrebbe comportare.
«Siamo ampiamente favorevoli ad un approfondimento della questione da parte di un organizzazione indipendente. Saremo poi felici di confrontarci, ad un orario e in un giorno scelto dalle stesse mamme, sulle conclusioni di questa ricerca».
Risponde a verità che la Ecorott si trasferirà solamente con l'assenso dei vicini?
«Sì, è vero. Da parte nostra auspichiamo un approfondimento anche di questa tematica».
Sul sito della Ecorott ci sono già una dozzina di quesiti di vario genere ai quali il titolare dell'azienda ha risposto dettagliatamente, in modo tale da fugare dubbi e perplessità all'origine. Chi avesse ulteriori quesiti può scrivere un'email all'indirizzo thomas.lintner@ecorott.it o telefonare al 3483380886.
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domenica, 18 febbraio 2007
Alto Adige 17-2-07

Fanghi, emissioni e traffico gli incubi
Ma fanno gola i contributi per il comune che ospiterà la struttura.
Di Ezio Danieli
EGNA. In attesa dell'analisi comparativa - chiesta dalla Provincia alla Ecorott di Aldino - sulle emissioni che verrebbero prodotte dall'impianto di cippato di legna con co-combustione di fanghi da depurazione che l'azienda vorrebbe realizzare in Bassa Atesina, è già polemica sulla «benedizione» all'impianto data dal presidente della Comunità comprensoriale Oswald Schiefer. Si tratta di una presa di posizione che contrasta con quella del Comprensorio sull'impianto che era previsto a Termeno.
La nuova legge provinciale sui rifiuti è stata introdotta una novità che pare studiata «ad hoc» per favorire la realizzazione dell'impianto di termovalorizzazione dei fanghi: prevede infatti un contributo ambientale per i comuni che sono sede di impianto. Come dire: vi riconosciamo un «una tantum» per i disagi - soprattutto alla viabilità oltre che per l'emissione di fumi che dovrete sopportare per ospitare il termovalorizzatore dei fanghi. Quello previsto in Bassa Atesina è destinato, come noto, a smaltire anche quanto prodotto nel Burgraviàto ed in val Venosta. La giunta provinciale, sull'argomento, non ha mai cambiato opinione: prendendo come base il fatto che il riutilizzo dei fanghi da depurazione non troverà più sbocco in agricoltura, è necessario per garantire una duratura via di smaltimento dei fanghi dell'Alto Adige rivolgersi alla tecniche di incenerimento con recupero energetico. Poiche' nel tempo medio-breve gran parte dei fanghi da depurazione altoatesini dovranno essere smaltiti è necessaria la realizzazione di un impianto per la combustione dei fanghi. Come ubicazione la Provincia, per la Bassa Atesina e la zona del Meranese (Venosta compresa) aveva indicato Termeno che aveva risposto con un no categorico incassando, in tal senso, la solidarietà di tutti i Comuni della Bassa Atesina ed anche della Comunità di Valle che aveva puntato i piedi con la Provincia approvando una risoluzione, in base alla quale era stato chiesto all'esecutivo altoatesino di bruciare nell'impianto di Termeno non più di 4 mila tonnellate di fango all'anno, quindi non più di un terzo dei fanghi prodotti in Alto Adige. Temeva, anche il Comprensorio, forti ripercussioni soprattuto per quanto attiene il traffico pesante, che negli ultimi anni è cresciuto ben oltre le aspettative. Adesso - a giudicare almeno dalla presa di posizione del presidente della Comunità - la posizione è decisamente cambiata: Oswald Schiefer infatti ha dato la propria personale « benedizione» alla centrale a biomassa che potrebbe , essere realizzata sul territorio comunale di Egna. Ma il presidente dovrà fare i conti con le perplessità - anche dell'Ulivo di Egna che è alleato della Svp in giunta comunale - che emergono nei confronti del mega impianto e della sua ubicazione.


“Fumi verso il lago? Servono le verifiche”
Il sindaco di Caldaro: Per il momento non ho particolari timori

CALDARO. Il Comune di Caldano vuole aspettare la riunione della Comunità di Valle, in programma per la seconda metà di marzo, per sciogliere le sue riserve sulla realizzazione di un impianto di co-combustione di fanghi da depurazione ad Egna.
Cosa pensa del progetto presentato dalla Ecorott di Aldino?
« Ho letto i dettagli dai giornali, ma è chiaro che dobbiamo saperne ancora di più per esprimere una valutazione».
C'è chi sostiene eh-e, in caso di vento proveniente dalla montagna, le emissioni di fumo potrebbero arrivare fino al lago di Caldano. Ha timori in tal senso?
« La mia esperienza all'Eco Center ed alcune visite ad impianti simili in Germania mi fanno ritenere che con l'ausilio delle tecnologie più moderne sarà possibile ridurre al minimo le emissioni di fumi. Aspetteremo, come è giusto che sia, gli studi sulla valutazione dell'impatto ambientale, ma in linea di massima non ho particolari timori».
Se lo studio richiesto dalla Provincia alla Ecorott dovesse dare un responso confortante lei non avrebbe, dunque, nulla da eccepire?
« L impianto in questione va fatto nel comprensorio Oltradige-Bassa Atesina e se Egna è disposta ad ospitarlo avrà il nostro appoggio. Non ha senso sostenere spese aggiuntive per portare i fanghi in pianura Padana». (max)

LE SCADENZE
Sono due le scadenze in merito alla centrale a biomasse: la giunta provinciale ha chiesto alla Ecorott di Aldino un'analisi comparativa sulle emissioni che verrebbero prodotte dall'impianto di cippato di legna con co-combustione di fanghi da depurazione che l'azienda vorrebbe realizzare in Bassa Atesina. Entro due settimane questa analisi dovrebbe essere pronta. II prossimo 21 marzo si riunirà il consiglio della Comunità di Valle con all'ordine del giorno la richiesta del Comune di Termeno di discutere in merito all'impianto che potrebbe essere realizzato sul territorio di Egna, nella zona produttiva.
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categoria:ecoenergia
sabato, 17 febbraio 2007
Alto Adige 16-2-07
EGNA: PREVISTA CENTRALE A BIOMASSA
Emissione di fumi, un'analisi comparativa. Chiesta dalla Provincia alla Ecorott.

Di Ezio Danieli
EGNA. La giunta provinciale ha chiesto alla Ecorott di Aldino un'analisi comparativa sulle emissioni che verrebbero prodotte dall'impianto di cippato di legna con co-combustione di fanghi da depurazione che l'azienda vorrebbe realizzare in Bassa Atesina, con la «benedizione» del presidente della Comunità comprensoriale Oswald Schiefer e del Comune di Egna, attirato.dalla possibilità di sfruttare l'energia prodotta - a costo zero - per piscina coperta e palaghiaccio. Entro due settimane questa analisi dovrebbe essere pronta e quindi potranno iniziare i confronti politici e con i tecnici per tentare di fugare una serie di dubbi che riguardano sia Egna che gran parte della Bassa Atesina, in primo luogo gli abitanti di Termeno.
L'impianto costerà 20 milioni di euro e, a regime, garantirà un fatturato di 4 milioni per smaltire 35 mila tonnellate di fanghi. l'anno. Funzionerà a biomassa, sarà realizzato con la collaborazione di Ebko (esperta in essicazione) e Siemens tratterà 35 mila tonnellate l'anno di fanghi con il 18,6% di sostanza secca e 18 mila tonnellate di legna l'anno con il 50-65% di sostanza secca. Una volta essicati i fanghi si procederà ad una co-combustione di 9 megawatt e, attraverso una caldaia, al recupero e alla produzione di energia elettrica. Il calore recuperato attraverso il teleriscaldamento sarà di 2,5 MW, mentre nella rete elettrica saranno immessi 1,6 MW. «Si tratta - dice il sindaco di Termeno Werner Dissettori - di un impianto di dimensioni eccezionali rispetto a quello che era previsto a ridosso del nostro depuratore e che abbiamo contestato temendo disagi e ripercussioni sulla vivibilità degli abitanti. Adesso pensano ad una struttura gigantesca proprio alle porte di Termeno. Vogliamo la massima chiarezza». Il sindaco Dissertori ha chiesto (ed ottenuto) che del problema si parli in occasione della prossima riunione, del -consiglio della Comunità di Valle, il prossimo 21 marzo. «Ho letto -. continua -il sindaco Dissertori -.che il presidente del Comprensorio, Oswald Schiefer, ha dato la propria benedizione alla struttura. Ma resto comunque della mia idea: si tratterà di un impianto con caratteristiche sovracomunali e quindi servirà il consenso di tutti. Le considerazioni sono le stesse per le quali avevamo bocciato - con la solidarietà di tutti i Comuni della Bassa e dell'Oltradige oltre che della Comunità di Valle la struttura che la Provincia aveva previsto a ridosso del nostro depuratore: la Bassa Atesina non ha bisogno né di ulteriori strutture nè tantomeno di emissioni. Le motivazioni restano più che mai validel in relazione anche alle dimensioni enormi della struttura prevista e del tipo oltre che della quantità della produzione prevista».
Il sindaco di Termeno entra nel merito anche della questione finanziaria: «So perfettamente che ospitare un impianto del genere comporterà dei benefici per le casse del Comune sul cui territorio verrà realizzato. Ma ritengo che è prioritaria la salute degli abitanti ed in tal senso ho avuto il conforto anche di tutto il consiglio comunale di Termeno dove il problema è stato affrontato sia pure in maniera informale».


L'ULIVO DI EGNA
Nulla è stato deciso. Necessario fare la massima chiarezza”

EGNA. Sandro Guglielmo, capogruppo dell'Ulivo in consiglio comunale, interviene in merito al mega impianto di termovalorizzazione che potrebbe essere realizzato nella zona produttiva.
Che ne pensa il gruppo di cui Lei fa parte e che è in maggioranza con la Volkspartei?
«Intanto che la questione va approfondita con grande attenzione. Nulla ancora è stato deciso e nessuna delibera è stata firmata. Si tratta di, un'iniziativa privata che merita di essere seguita con grande attenzione».
Iniziative?
«Abbiamo partecipato alla trasferta in Germania per verificare il funzionamento di un impianto analogo ed abbiamo anche promosso un incontro per verificare le questioni tecniche, raccogliendo anche le voci critiche nei confronti di questa struttura. Si tratterà comunque di un impianto a carattere sovracomunale: questo ci sembra palese».
Per Egna siprofilerebbero dei vantaggi di natura economica...
«La Ecorott così si èspressa in merito appunto ai vantaggi sia di produzione energetica che di teleriscaldamento. Ma vi sono anche delle perplessità che debbono essere chiarite».
Per esempio?
Aumenteranno fatalmente, le emissioni che graveranno su tutto il territorio della Bassa Atesina e non soltanto su quello di Egna. Ecco perchè sottolineo il fatto che si tratterà, eventualmente, di un impianto sovraccomunale che non Egna e la ditta privata non potranno certo imporre»:
La popolazione dunque dovrà essere informata in modo dettagliato...
«È uno degli impegni che ci siamo presi come gruppo dell'Ulivo. Ma prima ne parleremo al nostro interno e quindi in seno alla coalizione. Sarà una verifica accurata, soprattutto tecnicamente, prima di arrivare ad una eventuale decisione, sia essa positiva che negativa».
L'ubicazione indicata, nella zona produttiva, come la giudicate?
«Dal punto di vista funzionale potrebbe essere ideale, vista la vicinanza al casello autostradale. I mezzi pesanti da e per l'impianto non attraverserebbe centri abitati»,
Un punto a favore?
« Indubbiamente. Ma sono tutte le problematiche che andranno verificate, anche con i supporti tecnici, con grande attenzione». (e.d.)
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giovedì, 15 febbraio 2007
Alto Adige 15-2-07

EGNA: IMPIANTO PER LA COMBUSTIONE
“Per il comune un posto nel Cda”
L'azienda Ecorott è pronta a versare un benefit annuo

EGNA. La Ecorott, azienda di Aldino interessata alla realizzazione dell'impianto a legna con la co-combustione dei fanghi da depurazione, ha offerto al Comune di Egna un posto nel consiglio di amministrazione, oltre al pagamento di un benefit annuo ancora da quantificare.
«In base - spiega Thomas Lintner, titolare della Ecorott - alla legge provinciale sui rifiuti saremmo tenuti al pagamento di un indennizzo predeterminato a chi metterà a disposizione il terreno, ma personalmente ritengo sarà possibile trovare un'intesa, immagino, a questo punto, con il Comune di Egna. Noi offriamo inoltre un posto nel Cda, a garanzia della trasparenza dell'operazione, e vorremmo essere messi in condizione di realizzare e ultimare l'impianto nell'arco di un anno e mezzo». Il sindaco del paese della Bassa Atesina Alfred Vedovelli per ora ha preferito rimanere in disparte, probabilmente perchè prima di uscire allo scoperto attende il definitivo via libera da parte del consiglio comunale. E stato, peraltro, il presidente della Comunità comprensoriale Oswald Schiefer ad ammettere un certo interessamento.
«Ne ho parlato direttamente con Vedovelli, che ha manifestato un certo gradimento per questa proposta. Per quanto attiene l'esatta ubicazione non è stato deciso ancora nulla, in quanto puntare su un unico sito non farebbe che fare il gioco degli speculatori. Diciamo che si può prendere in considerazione un raggio di un chilometro, in linea d'aria, dalla sede della nuova piscina coperta».
Come ha sottolineato lo stesso Schiefer la Ecorott non otterrà particolari aiuti finanziari da parte della Provincia.
«L'azienda di Aldino potrà richiedere unicamente le agevolazioni di qualsiasi altra, ditta privata per l' avvio di un'attività economica. Io stesso ho voluto sincerarmi che Thomas Lintner fosse consapevole dei rischi dell'operazione. L'esposizione finanziaria non è affatto trascurabile».
Schiefer avrà presumibilmente il suo bel da fare a ricucire lo strappo tra i comuni di Termeno ed Egna. Il primo cittadino di Termeno Werner Dissertori,non ha fatto mistero, infatti, di essere rimasto sorpreso dalla scelta fatta da Egna. «Il fatto di cercare altre soluzioni, diverse dal termovalorizzatore inizialmente preventivato a Termeno, è dovuto proprio alla ferma opposizione dei residenti. Poi sono state passate in rassegna varie soluzioni alternative, da Fontanefredde a Vadena, fino ad arrivare ad Egna». La Ecorott la Syneco Energy, per coinvolgere e convincere i residenti sulla bontà dell'operazione, puntano sul dialogo. < Siamo consapevoli - spiega Lintner - che ci sono ancora molte domande sul progetto e, dando molta importanza alla trasparenza, abbiamo pubblicato sul sito www.ecorott.it tutti gli allegati. Chi lo ritiene opportuno potrà formulare domande specifiche, alle quali risponderemo volentieri anche online». (max)


ORA/SALORNO: L'ALLARME DELL'IRE
Traffico pesante destinato ad aumentare

ORA/SALORNO. L'Ire - Istituto di ricerca economico della Camera di Commercio di Bolzano - conferma: sulla statale 12 del Brennero continua ad aumentare anche il traffico pesante. Le prospettive non sono incoraggianti visto che - per la contemporanea costruzione delle due varianti. di Ora e Laives prima e qindi del passante ferroviario - il transito dei camion aumenterà ancora. Da aggiungere anche i camion necessari alla centrale a biomasse che potrebbe sorgere a Egna.
Il grido di allarme è stato lanciato già da anni ma non è stato preso iri debita considerazione. Il professor Gottfried Tappeiner nel suo studio dedicato all'economia della Bassa a posto in risalto gli scontati disagi da Bolzano fino a Trento. Con le varianti alla statale 12 del Brennero di Laives e di Ora (pronte quasi in contemporanea) da Bolzano a Trento sarà una sorta di superstrada. Il grido di allarme lanciato da Marco Bove; in consiglio comunale a Laives,era stato più che mai opportuno e puntava ad un coinvolgimento di tutti i Comuni della Bassa - Bolzano compresa ovviamente - in modo tale da mettere le mani avanti nei confronti sia dell'Autobrennero che della Provincia. Le varie rilevazioni-sia delfAstat che dell'Istituto di ricerca economica della Camera di Commercio - evidenziano che sulla statale del Brennero è in continuo aumento il transito dei mezzi pesanti da e per le varie zone produttive esistenti in Bassa. Sono dati inquietanti, -destinati a peggiorare quando saranno percorribili le varianti di Ora e quella fra Bolzano e Laives:
Che il peggioramento sia inevitabile, lo evidenzia come detto anche il professor Gottfried Tappeiner che per conto della Comunità di Valle ha elaborato l'articolato studio sull'economia . della Bassa Atesina e dell'Oltradige.
Secondo il docente universitario «con le varianti di Laives e Ora la statale 12 finirà per registare un aumento del traffico. Compreso, evidentemente, quello pesante che dovrà raggiungere la grande struttura intermodale di Trento», struttura che finirà comunque per lavorare di più quando sarà pronto il «passante» ferroviario fra Ora e Cardano che anticiperà la nuova ferrovia del Brennero proprio per favorire il trasporto delle merci su rotaia. Aggiunge Tappeiner: «L'ultimazione della statale 12, con le due varianti di Laives e di Ora, senza adeguate misure coporterà un sensibile aumento del volume del trafficosulla strada statale poichè il collegamento con Trento di fatto sarà ampliato a superstrada; la galleria sotto Castelfeder con il raccordo della val di Fiemme comporterà un effetto simile».
La Comunità di Valle è a conoscenza della situazione ma finora - si-si esclude la pressione per deviare il futuro il traffico dalla Ss48 delle Dolomiti - non ha esercitato il minimo coordinamento fra i Comuni. Adesso si aggiungono i problemi che si creeranno con la centrale. Ma il presidente Schiefer non sembra preoccupato. (e.d.)
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giovedì, 15 febbraio 2007

Alto Adige 14-2-07

Fanghi, centrale per la combustione.
L'energia prodotta per riscaldare piscina coperta e stadio del ghiaccio
di Massimiliano Bona
EGNA. Costerà 20 milioni di euro e, a regime, garantirà un fatturato di 4 milioni per smaltire 35' mila tonnellate di fanghi l'anno: questi sono le cifre più significative. dell'impianto di cippato di legna con co-combustione di fanghi da depurazione che la Ecorott di Aldino vorrebbe realizzare in Bassa Atesina, con la «benedizione» del presidente della Comunità comprensoriale Oswald- Schiefer e del Comune di Egna, attirato dalla possibilità di sfruttare l'energia prodotta - a costo zero - per piscina coperta e palaghiaccio. Scartati, ormai, i siti a Fontanefredde e Vadena.
A presentare l'ambizioso progetto, destinato a risolvere il problema dello smaltimento dei fanghi nel bacino dell'Adige, sono stati ieri mattina Thomas Lintner della Ecorott sas, Rupert Rosanelli e Matteo Zandonai della Syneco Energy. L'idea di fondo è quella di recuperare sia i residui legnosi provenienti da boschi e frutteti locali (rami e ceppi) che il legno riciclato. I materiali in questione, attualmente, vengono raccolti, trattati e trasportati per il recupero in pianura Padana. Il cippato «nostrano» contiene parti di terra e sassi ed in Alto Adige nessuna centrale termica è in grado di bruciare questa tipologia di legno.
L'impianto a legna progettato è stato ottimizzato al fine di permettere la combustione di questa biomassa e di alimentare, con il vapore prodotto, una turbina a vapore. Durante questo procedimento viene inevitabilmente prodotto anche calore, che in parte viene impiegato nell'impianto di essicazione dei fanghi. «La parte restante - ha spiegato Lintner - è a disposizione e potrebbe servire per riscaldare la nuova piscina coperta».
Il granulato di fango che si ottiene è un combustibile pregiato ed ha lo stesso potere in termini di calore - della lignite. «Per la pulizia dei gas di scarico - ha spiegato l'ingegner Matteo Zandonai - è previsto l'utilizzo della tecnologia più moderna ed i valori di emissione massimi sono largamente al di sotto delle concentrazioni raggiunte da impianti di teleriscaldamento alimentati da cippato».
Il buon funzionamento dell'impianto filtrante viene controllato costantemente per mezzo di sonde posizionate all'interno del camino. «Non ci si devono aspettare - ha continuato Lintner nell'illustrazione - nemmeno emissioni di cattivi odori. L'impianto di essicamento a contatto è stato sviluppato per rifiuti ospedalieri, è chiuso ermeticamente e tutta l'aria esausta viene immessa nella camera di combustione, dove tutti gli odori vengono bruciati. Lo stesso vale per l'aria proveniente dal settore chiuso di conferimento dei fanghi e dai silos di stoccaggio».
Per quanto concerne il via-vai di camion è stato stimato che 6 mezzi al giorno debbano raggiungere l'impianto. «Se il nostro impianto a legna (ndr che necessita di 1 ettaro di terreno) - prosegue Lintner - verrà realizzato in prossimità dell'uscita autostradale di Egna non si sommeranno ulteriori trasporti a quelli odierni. Anzi, il traffico autostradale verso Sud verrebbe significativamente alleggerito».
Il nuovo impianto è stato concepito in modo tale da essere in grado di smaltire anche i fanghi prodotti nella zona del Burgraviato e della Venosta. Allo stato attuale delle cose Egna, come ha confermato ieri lo stesso presidente della Comunità comprensoriale Oltradige Bassa Atesina Oswald Schiefer, ha il 99% delle possibilità di ospitare l'impianto. « Ne discuteremo nella riunione della Comunità di Valle del 21 marzo, ma non so ancora se faremo una delibera ad hoc o affronteremo il tema solo a titolo informativo. I costi sono interamente a carico della Ecorott».
Il sito prescelto dovrà essere nel raggio di un chilometro dalla prevista nuova piscina coperta.

IL TRAFFICO
Termeno e Vadena tante perplessità.
Aumenteranno i mezi pesanti.
EGNA. La grande incognita - in relazione alla realizzazione della centrale - è legata all'aumento del traffico pesante. Lo ha evidenziato il sindaco di Termeno Werner Dissertori - che ha chiesto uno scambio di pareri in seno alla Comunità di Valle - e lo ha evidenziato anche il suo collega di Vadena, Alessandro Beati, che - sia pure a malincuore - ha rifiutato la struttura sul territorio comunale temendo fortemente un aumento dei mezzi pesanti in transito con conseguenze, quindi; alla vivibilità già compromessa dalla discarica Ischia Frizzi e dal prossimo funzionamento del Centro Guida Sicura.
La Bassa Atesina - bene ricordarlo - non ha certo bisogno di un aumento dei mezzi pesanti in transito. Sono già ora numerosi (la conferma viene dai dati Astat) sia sulle statali 12 e 48 che lungo la Strada del Vino e destinati ad aumentare - a prescindere dall'eventuale nuova centrale a biomasse - visti i cantieri delle varianti di Ora e di Laives e della costruzione del passante ferroviario, in galleria, fra Ora e Cardano.
Gli esperti - lo si legge su Internet - concordano che «Un grande aspetto critico delle biomasse è il problema del trasporto. Se da un lato la combustione delle biomasse pareggia il conto con la natura, dall'altro le biomasse devono essere trasportate dal luogo di origine fino alla centrale di combustione. Va pertanto considerato anche l'inquinarnento causato dal trasporto del materiale verso la centrale a biomassa».
La raccolta delle biomasse è, per sua caratteristica, estesa su grandi appezzamenti di terreno o in località lontane tra loro. Il sistema necessario per accentrare grandi quantità di biomasse in un luogo implica un massiccio utilizzo di automezzi per il trasporto. Quanto più aumenta la distanza tra luogo di raccolta e luogo di combustione tanto maggiore sarà l'inquinamento prodotto per trasportare le biomasse. Il grande volume occupato dalle biomasse sui mezzi di trasporto riduce le economie di scala del trasporto costringendo ad aumentare il numero dei vettori a scapito di un maggiore costo di trasporto e di una maggiore emissione totale di gas serra». Gli esperti fatte queste considerazioni evidenziano anche una soluzione al problema del trasporto: «È di limitare l'approvvigionamento delle biomasse entro un raggio ben determinato e limitato dal luogo di combustione. In questo modo le emissioni prodotte dal trasporto del materiale si riducono enormemente. Il problema del trasporto nelle biomasse rende evidente la necessità di saper valutare qualsiasi investimento ambientale con un'ottica generale per evitare come risultato finale un semplice spostamento d'inquinamento da un settore ad un altro».

LA SCHEDA TECNICA
L'impianto a biomassa che sarà realizzato con ogni probabilità in Bassa Atesina con la collaborazione di Ebko (esperta in essicazione) e Sìemens tratterà 35.000 tonnellate l'anno di fanghi, con il 18,6% di sostanza secca e 18.000 tonnellate di legna l'anno con il 50-65% di sostanza secca. Una volta essicati i fanghi sì procederà ad una co-combustione di 9 mégawatt e, attraverso una caldaia, al recupero e alla produzione di energia elettrica. II calore recuperato attraverso il teleriscaldamento sarà di 2,5 MW, mentre nella rete elettrica saranno immessi 1,6 MW. Dal diagramma dei flussi risulta anche un significativo abbattimento dei fumi con valori decisamente inferiori rispetto a qualsiasi altro impianto altoatesino. Nei bacino dell'Adige vengono trattate 42.000 tonnellate di fanghi l'anno, quantità che potrebbe essere interamente convogliata in Bassa Atesina. Riuscendo ad ammortizzare l'investimento in un lasso di tempo compreso tra i 12 e i 15 anni la Ecorott punta ad un contratto di gestione di almeno 15.anni. (max)
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venerdì, 26 gennaio 2007
Corriere dell'Alto Adige 26-1-07

Klimahouse al via.
Boom di visitatori.
L'immagine “http://www.fierabolzano.it/immagini/klimahouse/klimahouse_komponenten_ita.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.
BOLZANO - Visitatori da tutta Italia e dall'estero, ressa sin dall'apertura dei cancelli, migliaia di prenotazioni online per visitare gli stand e partecipare ai convegni specializzati. La seconda edizione di Klimahouse, la fiera della bioedilizia e del risparmio energetico, non poteva cominciare in un modo migliore.
LA FIERA - La kermesse è stata inaugurata ieri mattina e durerà fino a domenica (orario 9-18). Gli espositori sono 373, la superficie espositiva è di 25mila metri quadri. È stato il vicepresidente di Fiera Bolzano, Gaetano Gambara,, ad aprire la cerimonia: «Questa è solo la seconda edizione, ma già si può fregiare del titolo di "fiera internazionale". Valanga di adesioni online, una giornata di intermediazione tecnologica (la GreenVillageTechs che si terrà oggi, ndr), convegni specializzati con decine di richieste di partecipazione. Siamo leader in Italia in questo campo e le nostre aziende ne stanno beneficiano con commesse in tutta Italia. Abbiamo un aumento del 25% degli stand e ci attendiamo 24mila visitatori».
Herbert Fritz, presidente degli artigiani Apa, ha aggiunto: «Vogliamo esportare la cultura del risparmio energetico, dopo che abbiamo acquisito questa tecnica dall'Austria e dalla Germania e l'abbiamo sviluppata superando i nostri maestri. Sono stati i nostri carpentieri a capire per primi le potenzialità delle nuove tecniche di costruzione». Parole di eloglo anche da Stefano Pagani, assessore comunale: «Come ente siamo impegnati a modificare i regolamenti edilizi affinché la certificarinne Casa Clima sia obbligatoria per i nuovi edifici e per quelli che devono essere ristrutturati almeno al 50%”. Il simbolico taglio del nastro è stato affidato all'assessore provinciale dell'abiente, Michl Laimer: “La politica energetica della Provincia ha tre obiettivi: fornire energia a tutti, a prezzi competitivi e il più possibile da fonti rinnovabili. Per arrivarci abbiamo tre linee guida: aumentare l'efficienza energetica con l'utilizzo di tecnologia avanzata, combinare le fonti rinnovabili per massimizzare la produzione, risparmiare energia per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici. CasaClima vuol dire massimo risparmio e alta qualità abitativa. Abbiamo fatto scuola in Italia, tutti ci chiedono assistenza».
L'AGENZIA-L'ultima creatura della Provincia è l'Agenzia CasaClima, che ha appena due mesi di vita. Il direttore Norbert Lantschner è entusiasta dei primi riscontri: «Viaggiamo a gonfie vele, c'è un assalto da tutte le regioni d'Italia. Siamo un vero e proprio punto di riferimento. Prima per ottimizzare (utilizzo di energia si andava in Svezia o a Friburgo, ora si viene a Bolzano. L'Italia dipende per il 90% dall'estero per la produzione di energia: l'unica alternativa è investire in efficienza energetica e il settore con più sprechi sono i 13 milioni di edifici residenziali che consumano 14 miliardi di metri cubi di gas e 4,2 miliardi di litri di gasolio l'anno. Con lo standard CasaClima garantiamo una riduzione dei consumi dal 50 al 90%. Stiamo valutando di sviluppare agenzie CasaClima in altre città, in testa Milano, Brescia, Bergamo, Lodi, l'intero Friuli. Ma siamo in contatto anche con realtà del Sud come la Puglia e del centro come il Lazio e Toscana. Adesso la nostra agenzia ha 5 tecnici, a breve tempo saremo in 10 per rilasciare i certificati sempre più richiesti.
Felice Espro
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venerdì, 26 gennaio 2007
Alto Adige 26-1-07
APERTURA AL “KLIMAHOUSE”
Vetrina sulla cultura del vivere naturale

di Pietro Marangoni
BOLZANO. Il messaggio è di quelli semplici: quindi di facile presa sul pubblico. Così come tutto quello che è wéllness con la promessa dello stare bene e del restare giovani è oggi un assoluto "must", così anche il concetto delf "abitare sano", in un ambiente tutto natura e quindi ecocompatibile, sta diventando ogni giorno di più un obbligo per essere veramente "politically correct". Ed è in questa chiave di lettura lo straordinario successo che sta riscuotendo la fiera "Klimahouse" la cui seconda edizione è stata inaugurata ieri a Bolzano sud nel segno del tutto esaurito. Esauriti gli spazi espositivi, esauriti i parcheggi, esauriti gli accrediti degli addetti ai lavori, esauriti i posti a workshop, seminari e convegni. Come non bastasse una folla di visitatori come non se ne vedono spesso a Bolzano sud. Soddisfattissimi, ovviamente, i vertici di Fiera Bolzano. Il vicepresidente Gaetano Gambara, cui è spettato ieri l'incarico di inaugurare una rassegna che ha già ritagliato il suo spazio a livello internazionale nel comparto dell'edilizia sostenibile e l'efficienza energetica, nei suo intervento ha infatti sottolineato come "Klimahouse" costituisca la risposta ad una nuova cultura, non solo edile, che si sta affermando: quella del risparmio energetico e della voglia di un mondo più pulito. Gambara ha anticipato che gli organizzatori prevedono un afflusso nelle quattro giornate di apertura (ultimo giorno domenica 28 gennaio) di apertura di oltre 24 mila persone.
L'assessore comunale ai lavori pubblici Stefano Pagani, nel portare il saluto del sindaco Spagnolli; ha inteso porre l'accento sull'attenzione che di Bolzano pone e porrà sempre di più in futuro nel programmare uno sviluppo sostenibile della città e ha ricordato come già ora l'attuale quartiere Casanova sorgerà nel pieno rispetto del modello classe A di Casaclima che garantirà un risparmio di energia del 70% rispetto a quello normale. Pagani ha sottolineato come lo sviluppo delle competenze tecniche e della stessa tecnologia consentiranno anche la modifica delle norme relative all'edilizia cittadina proprio orientandola verso un percorso virtuoso di efficienza ecosostenibile.
L'assessore provinciale Mich1 Laimer, gran patron della politica ambientale provinciale, ha posto l'accento come i cambiamenti climatici impongano a tutti di fare attenzione all'ecosostenibilità. «Non ci sono alternative» ha affermato sottolineando che «la politica ambientale provinciale si incentra anche sull'aumento dell'efficienza nel settore energetico attraverso anche un maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili».
Un viaggio tra le novità proposte nei vari stand, là dove il legno la fa da assoluto padrone, è senza dubbio affascinante e coinvolgente. Un pò meno attrattivi sono i prezzi proposti per soluzioni che fanno senz'altro risparmiare energia e vivere meglio, ma che - almeno nella fase iniziale - impongono sacrifici al portafogli.
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