martedì 17 gennaio 2012

sociale 2


giovedì, 31 dicembre 2009


Cambiare mentalità, la questione ecologica



PAOLO VALENTE

segnale di crescita culturale. Oggi infatti molti invocano la tutela dell’ambiente semplicemente perché hanno paura di ciò che potrà accadere nel prossimo futuro, non ancora per senso di responsabilità o per una nuova consapevolezza del proprio ruolo politico.
 Il tema scelto per la Giornata mondiale per la Pace, che ricorre il primo gennaio 2010, è quanto mai attuale: «Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato». Come dire: la pace che tutti invocano si nutre di scelte e di comportamenti. Non è qualcosa di astratto, ma vive di opzioni concrete a favore della giustizia, della tolleranza, del rispetto delle minoranze, del dialogo tra le culture e, appunto, di un rapporto equilibrato con l’ambiente. Il tradizionale messaggio pubblicato da papa Benedetto XVII offre una serie di spunti che possono essere considerati significativi non solo dalla comunità cristiana che li esprime, ma da tutte le persone che guardano alla questione ambientale come ad un ambito nel quale ogni cittadino è chiamato ad un impegno fattivo, ognuno a seconda del proprio ruolo. “Come rimanere indifferenti - si chiede il papa - di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l’inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita della biodiversità, l’aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali?” Dunque nessun tentativo di minimizzare. Parole tanto più attuali dopo l’esito considerato da molti inadeguato e insoddisfacente della conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici.
 E ancora: “Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti’profughi ambientali’: persone che, a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lo devono lasciare - spesso insieme ai loro beni - per affrontare i pericoli e le incognite di uno spostamento forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti già in atto e a quelli potenziali legati all’accesso alle risorse naturali? Sono tutte questioni che hanno un profondo impatto sull’esercizio dei diritti umani, come ad esempio il diritto alla vita, all’alimentazione, alla salute, allo sviluppo”.
 La questione ecologica non può essere affrontata in modo efficace solo sul piano tecnico. Occorre essere consapevoli delle cause di questo degrado che per lo più affondano le loro radici nella concezione delle cose che caratterizza le ultime generazioni (dal dopoguerra ad oggi). La presente situazione ambientale solleva interrogativi pesanti e imbarazzanti. I giovani si chiedono chi sono le generazioni che hanno consegnato loro un mondo che si avvia all’autodistruzione. E perché l’hanno fatto? Uomini e donne (ma soprattutto uomini) senza testa e senza cuore? Senza l’intelligenza per capire le conseguenze delle proprie scelte e senza morale, attenti solo alla cura del proprio portafoglio e della propria immagine?
 “La crisi ecologica” è “fortemente connessa al concetto stesso di sviluppo e alla visione dell’uomo e delle sue relazioni con i suoi simili e con il creato”. In particolare: “Non è difficile costatare che il degrado ambientale è spesso il risultato della mancanza di progetti politici lungimiranti o del perseguimento di miopi interessi economici, che si trasformano, purtroppo, in una seria minaccia per il creato. (...) Quando ci si avvale delle risorse naturali, occorre preoccuparsi della loro salvaguardia, prevedendone anche i costi - in termini ambientali e sociali -, da valutare come una voce essenziale degli stessi costi dell’attività economica”.
 Un discorso che vale a maggior ragione per quei settori della chiesa cattolica i quali sembrano ancora ritenere che il fine giustifica i mezzi, lavorando più per l’occupazione della società che non per porsi al servizio dell’uomo. Esempi sempre presenti di “contro-testimonianza” che sono di perenne ostacolo al dialogo tra la comunità cristiana e il mondo contemporaneo.
 La soluzione della “crisi ambientale” non è solo questione per i tecnici o per i “grandi capi” della politica. “Il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi, gli stili di vita e i modelli di consumo e di produzione attualmente dominanti, spesso insostenibili dal punto di vista sociale, ambientale e finanche economico. Si rende ormai indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti”. Cambiare mentalità: un invito, una necessità, un augurio per il nuovo anno che inizia.

Alto Adige 31-12-09
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lunedì, 28 dicembre 2009


Pensioni, ultima uscita a 58 anni



A gennaio una finestra, poi quote età-contributi


ROMA. Nuova possibilità di uscita dal lavoro a gennaio, l’ultima per chi ha 58 anni: con il nuovo anno, infatti, si apre la finestra per la pensione di anzianità e, nonostante le regole per il pensionamento anticipato si siano inasprite a luglio (passando da 58 a 59 anni con quota 95 tra età e contributi), a gennaio potranno uscire coloro che hanno raggiunto i requisiti sei mesi prima e quindi prima dell’innalzamento dell’età. Potranno utilizzare la prima finestra del 2010 i lavoratori dipendenti nati entro il 30 giugno 1951 che hanno cominciato a lavorare prima del luglio del 1974 (con 35 anni di contributi). Questi lavoratori andranno in pensione con il sistema di calcolo retributivo e non subiranno quindi nè l’aumento dell’età per il pensionamento di anzianità né la riduzione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo (prevista dal 2010) perché questa riguarda il sistema contributivo e quello misto. Per chi ha compiuto 58 anni dopo il 30 giugno (o dopo questa data ha maturato i 35 anni di contributi) l’attesa per la pensione si prolungherà almeno fino a luglio 2011.
 Da luglio è scattato il sistema delle quote (somma degli anni di età e di contributi versati) che prevede che i lavoratori dipendenti possano uscire dal lavoro solo a quota 95 (96 gli autonomi) e almeno 59 anni di età (60 gli autonomi). Ma poichè i requisiti vanno maturati almeno sei mesi prima dell’uscita effettiva (un anno per gli autonomi), di fatto chi è nato nel luglio del 1951 raggiungerà i 59 anni necessari alla pensione solo entro il dicembre 2010 e quindi potrà uscire solo a luglio 2011. Se si nasce poco dopo le finestre infatti si deve attendere quasi un anno per andare in pensione di anzianità mentre per chi è nato poco prima della finestra bastano poco più di 6 mesi.
 Se si hanno almeno 40 anni di contributi l’attesa si riduce poichè le finestre di uscita per ogni anno sono quattro (gennaio, aprile, luglio, ottobre) e i requisiti vanno maturati almeno tre mesi prima della finestra. La legge del 2007 ha introdotto il sistema delle finestre anche per chi va in pensione di vecchiaia (65 anni gli uomini, 60 le donne). La legge del 2007 prevede che dal luglio 2009 i dipendenti vadano in pensione con quota 95 tra età e contributi (e almeno 59 anni di età) mentre gli autonomi devono aspettare di aver raggiunto quota 96 con almeno 60 anni di età.
 Dal primo gennaio 2011 la quota è 96 per i dipendenti (con 60 anni di età) e 97 per gli autonomi (con almeno 61 anni) mentre dal primo gennaio 2013 la quota è 97 per i dipendenti (con almeno 61 anni) e 98 per gli autonomi (con 62 anni di età).


Alto Adige 28-12-09
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mercoledì, 23 dicembre 2009



Volontariato, agevolazioni fiscali da chiedere entro il 31 dicembre




BOLZANO. Le associazioni e organizzazioni di volontariato altoatesine che intendano usufruire delle agevolazioni fiscali devono affrettarsi a sbrigare le necessarie pratiche: hanno infatti tempo fino al 31 dicembre 2009 per inviare i dati e le informazioni necessarie all’Agenzia delle entrate. Lo ha reso noto l’Ufficio provinciale affari di gabinetto, che si occupa anche di questioni legate appunto al mondo delle organizzazioni di volontariato. Si tratta comunque di una proroga, perchè infatti slitta a fine anno la scadenza precedentemente comunicata del 15 dicembre. La scadenza riguarda, in particolare, le organizzazioni di volontariato, le persone giuridiche di diritto privato e le associazioni di promozione sociale, le quali potranno usufruire delle agevolazioni fiscali previste dall’articolo 148 del testo unico delle imposte sui redditi. A disposizione delle organizzazioni interessate c’è il modulo Eas da compilare e inviare per via telematica.

Alto Adige 23-12-09
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martedì, 22 dicembre 2009


Il parcheggio alla Provincia Le tariffe restano congelate




 BOLZANO. Si è chiusa ieri la lunga telenovela legata al parcheggio dell’ospedale. La giunta provinciale ha infatti approvato la delibera con cui si decide l’acquisto della struttura. Alla Hospital Parking andranno 4,3 milioni, più la copertura della perdita (quasi 600 mila euro) legata al fatto di dover applicare la tariffa oraria di 1,20 euro invece di quella preventivata di 1,80 euro. Il presidente della Provincia Durnwalder ha già annunciato che il passaggio di proprietà non comporterà dei cambiamenti per gli utenti: la tariffa oraria per i visitatori resterà pari a 1,20 euro, mentre per i dipendenti dell’ospedale resterà in vigore la convenzione che prevede un abbonamento del costo di 15 euro mensili. Non ci sarà invece la riduzione a 50 centesimi chiesta da sindacati e consumatori.
 È una storia tormentata, quella del parcheggio dell’ospedale di Bolzano. L’originario progetto di “public-private-partnership” è naufragato costringendo la Provincia ad acquistare tutte le quote dalla Hospital Parking, la società per azioni che fino a ieri era proprietaria del garage interrato. All’origine la fissazione della tariffa: per coprire i costi di gestione, la Hospital Parking (i cui principali azionisti sono la Cle, la Seab e la Atzwanger) aveva preventivato una tariffa oraria di 1,80 euro. Le proteste erano state subito vibranti, tanto che la Provincia aveva dovuto trovare una mediazione. Questa la soluzione: tariffa fissata a 1,20 euro l’ora per i visitatori e abbonamento mensile da 15 euro per i dipendenti dell’ospedale. La perdita subita dalla Hospital Parking (quantificata in 400 mila euro per i visitatori e 186 mila per i dipendenti) sarebbe stata ripagata annualmente dalla Provincia.
 Dopo lunghe trattative portate avanti dall’assessore ai lavori pubblici Florian Mussner, la decisione della Provincia è stata quella di rilevare la società dai privati. Meglio l’acquisto rispetto al versamento annuale di quasi 600 mila euro. Così è stato fatto: ieri la Provincia ha deliberato l’acquisizione di tutte le quote della Hospital Parking a un prezzo di 4,3 milioni (escluso il contributo relativo all’abbassamento delle tariffe che porta a circa 5 milioni l’esborso complessivo che va ad aggiungersi ai circa 12 milioni necessari per la costruzione del parcheggio).
 Il passaggio di proprietà dal privato al pubblico aveva fatto sperare Ctcu e sindacati, che nei mesi scorsi hanno raccolto quasi 20 mila firme per chiedere di portare la tariffa oraria a 50 centesimi. Ma non c’è stato nulla da fare, la tariffa resta a 1,20 euro, come ha confermato anche ieri Durnwalder: «Tutto resta così com’è. Non possiamo ridurre ulteriormente il costo, ma in compenso garantiamo che non ci saranno aumenti. Se la Provincia non avesse acquistato il parcheggio, il rischio sarebbe stato quello di tornare alla tariffa di 1,80 euro».
 Pochi giorni fa, in consiglio provinciale, durante il dibattito relativo a bilancio e legge finanziaria era stata bocciata una mozione dei Freiheitlichen che chiedeva di abbassare la tariffa oraria a 50 centesimi, proprio come proposto da Ctcu, Acli e sindacati. (mi.m.)


Alto Adige 22-12-09
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lunedì, 21 dicembre 2009


Bolzano retrocede ancora La città non è più maestra nella qualità della vita


Mantova


Dopo la classifica del «Sole 24 Ore» anche «Italia oggi» conferma il declino del capoluogo. La regina è Mantova


 BOLZANO. Dopo il «Sole 24 Ore» anche «Italia oggi», altro quotidiano economico nazionale, indica Bolzano in netta regressione nelle classifiche sulla qualità della vita. Lo scorso anno il capoluogo altoatesino era attestato al terzo posto, quest’anno «Italia oggi» lo indica al settimo. La qualità di vita più elevata viene segnalata a Mantova, ma sono complessivamente 57 le province d’Italia con un indice qualitativo considerato buono o accettabile. Il dato non comprende però i grandi centri urbani (quelli con popolazione superiore al milione di abitanti) dove si vive sempre peggio. E restano indietro anche il Mezzogiorno e le isole. Ancora una volta le indagini di questo tipo promuovono soprattutto le città del Nord Est (22 province di cui 11 con qualità della vita buona e altrettante con qualità accettabile) e il Nord ovest (con 24 province). Le cose non vanno altrettanto bene al Centro e la situazione peggiora notevolmente al Sud. Come detto la «palma d’oro» del «viver bene» va a Mantova, seguita da Belluno, Trento, Rovigo e Ferrara.
 Nella top ten anche Sondrio, Bolzano (settima), Cuneo, Vicenza e Parma. L’ultima in classifica è Napoli che si piazza al 103esimo posto; le fanno compagnia quasi tutte città del Mezzogiorno. Roma subisce un vero e proprio crollo: passa dal 29/o posto del 2008 all’82/o. In calo anche Milano (54/o dal 31/o). La classifica del quotidiano economico prende in esame otto parametri: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi, tempo libero, tenore di vita.

Alto Adige 21-12-09
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domenica, 20 dicembre 2009


Bambini di Chernobyl appello alle famiglie




 LAIVES. Accoglienza dei bambini di Chernobyl: si può fare di più. Così l’associazione (che a Laives fa riferimento a Massimiliano Martinelli) lancia un appello affinché nuove famiglie aderiscano al progetto di accoglienza già per la prossima estate. Chi è interessato può chiamare il 339/5005480 perché per il prossimo anno vi sono in programma varie iniziative di solidarietà.
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sabato, 19 dicembre 2009


Messaggi e immagini Il volontariato visto dagli studenti




 BOLZANO. “Messaggi di volontariato” è un’iniziativa promossa dalla Federazione Associazioni Sociali con lo scopo di sensibilizzare i giovani ai valori della responsabilità civile e del volontariato. La partecipazione era rivolta a giovani tra i 14 ed i 18 anni frequentanti una delle scuole ad indirizzo sociale e grafico della provincia di Bolzano. I giovani sono stati chiamati a presentare opere con immagini significative riguardanti momenti e gesti di solidarietà e messaggi di sensibilizzazione sul volontariato sociale rivolti alla comunità. 19 i gruppi di lavoro che hanno partecipato al progetto, in rappresentanza di cinque scuole di Bolzano, Bressanone, Ortisei e Malles. 66 gli studenti e le studentesse che sono stati coinvolti insieme a 10 insegnati, presentando un totale di 37 opere. E’ stata così offerta agli studenti una speciale opportunità di riflessione sui valori del volontariato sociale che ogni comunità dovrebbe mantenere vivi per il benessere di tutti.
 Grazie alle competenze acquisite durante il loro corso di studi e soprattutto grazie alle loro personali esperienze, gli studenti hanno anche fornito un importante punto di vista in merito a queste importanti tematiche sociali.
 Le opere sono state visionate e votate da un’apposita giuria composta da rappresentanti della Federazione e di istituzioni sociali pubbliche e private, che ha scelto i vincitori in base a coerenza con il tema proposto, l’originalità e la qualità dell’elaborato. Sono state così scelte sia le tre migliori opere sia l’opera migliore per ogni scuola. Queste sono state premiate ed esposte ieri mattina all’Università di Bolzano alla presenza di Simonetta Terziariol del Servizio per il volontariato sociale della Federazione Associazioni sociali, che ha spiegato: «Con quest’iniziativa si è voluto promuovere un’idea di volontariato come partecipazione creativa alla comunità. I giovani si sono espressi in immagini che rappresentano la gioia del dono e della relazione, la spontaneità di un gesto che si apre all’altro, la sorpresa nella scoperta della solidarietà. È stata un’esperienza positiva anche per gli “addetti ai lavori” che hanno potuto osservare da vicino il punto di vista degli studenti, scoprendo una sensibilità ed un interesse imprevisti. Inoltre con questa nuova cooperazione con le scuole, la Federazione intende trasmettere una sempre maggiore consapevolezza del ruolo sociale e dell’attualità del volontariato».
 Le opere che si sono distinti in particolar modo tra le numerose pervenute sono un’immagine con la scritta “Ich helfe, du auch?” (Io aiuto, anche tu?) della “Landesberufsschule für Handel und Grafik Gutenberg” di Bolzano, una serie di immagini con le scritte “Andremo insieme fino al traguardo” e “Il volontariato dà gioia” che rappresentano due persone su un binario che vanno nella stessa direzione e che sorridono insieme, della scuola per il sociale de Medici” di Malles, infine e l’immagine “Gemeinsam Hürden überwinden” (superare insieme gli ostacoli) della Scuola per il sociale e la grafica pubblicitaria di Bressanone. (m.c.)

Alto Adige 19-12-09
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lunedì, 14 dicembre 2009


Unione ciechi: «Subito l’annuncio di fermata sui bus»




BOLZANO. Subito l’annuncio di fermata sugli autobus cittadini, l’abbattimento delle barriere architettoniche e e un secco «no» alla decurtazione dei fondi per l’inserimento scolastico per i bambini non vedenti: queste sono solo alcune delle richieste che l’Unione italiana ciechi ha riproposto ieri in occasione della giornata nazionale dei non vedenti che ricorre ogni anno il 13 dicembre, ovvero il giorno di Santa Lucia, protettrice della vista. In provincia di Bolzano ciechi e ipovedenti sono 1.200 e la situazione - come ha sottolineato la vicepresidente dell’associazione Cristina Cattoi - è migliore rispetto al resto d’Italia. «Qui - ha sottolineato - c’è più attenzione». In assoluto, peraltro, ha precisato il presidente Josef Stocker il Governo è «cieco e sordo» rispetto alle esigenze di chi non vede. E non si sa neppure per quanto la nostra provincia potrà continuare a garantire i fondi per l’istruzione, assicurati per il 2010. Il presidente nazionale dell’Unione italiana ciechi Tommaso Daniele non ha escluso, invece, iniziative di protesta anche clamorose.



Alto Adige 14-12-09
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lunedì, 14 dicembre 2009


«Integrare gli immigrati nel tessuto sociale»


BOLZANO. I Verdi hanno iniziato a mettere a fuoco le tematiche per la prossima campagna elettorale, in un primo incontro programmatico in vista delle elezioni comunali 2010. Come punti centrali sono emersi: - “Più verde!”, quindi insistere sulla diffusione di orti e giardini condominiali, interculturali, intergenerazionali. No ad altri parcheggi in città, limitazione del traffico, introduzione della “legge del più debole” (pedoni, biciclette, carrozzine....); salvaguardia dell’aria, riduzione di CO2 e polveri ecc.; “Stili di vita sostenibili”, quindi attenzione ai ritmi, alle forme alternative di economia, banche del tempo ecc.; “Più partecipazione dei cittadini!”: sviluppo più armonico e partecipato della città, avvicinamento dei quartieri, rivalutazione dei consigli di circoscrizione, modelli di sviluppo di comunità; “Nuovi modelli di convivenza”: integrazione di immigrati in un tessuto sociale “sano” di reale convivenza di italiani e tedeschi, con punti di incontro e scambio culturale e sociale; “Attenzione al sociale e alle differenze tra poveri e ricchi”; “Una fioritura culturale per Bolzano”.
 Queste tematiche verranno approfondite in specifici incontri nei vari quartieri per raccogliere le opinioni delle cittadine e dei cittadini. La discussione di sabato si è concentrata soprattutto sulle possibilità di far riavere ai cittadini e alle cittadine il senso di appartenenza alla e della propria città. Nel suo bilancio dell’operato della coalizione l’assessora Patrizia Trincanato ha sottolineato l’impegno dato per un’impronta ecologica alle politiche sociali. La consigliera Wally Rungger ha ricordato il Piano mobilità che è all’avanguardia in Europa. La co-portavoce provinciale Brigitte Foppa infine ha detto che Bolzano può costruire un suo orgoglio specifico proprio sulle tematiche verdi: come città prima in tutte le classifiche di qualità della vita e comportamenti eco-sostenibili e come città luogo di convivenza tra diversi gruppi etnici. Di un «nuovo orgoglio verde per la città di Bolzano», parlano i coportavoce provinciali Brigitte Foppa e Sepp Kusstatscher, l’assessore comunale, Patrizia Trincanato e la consigliera comunale, Wally Rungger.

Alto Adige 14-12-09
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lunedì, 14 dicembre 2009


Asilo nido: incontri e ultimi tentativi per poterlo salvare


LAIVES. O si trova un numero adeguato di bambini o rischia di chiudere l’asilo nido in zona produttiva sud aperto nel 2005 grazie alla disponibilità della ex Seeber. L’allarme - lanciato alcune settimane fa - non ha prodotto finora gli esiti sperati, se si esclude un interessamento manifestato dall’assessora provinciale Barbara Repetto. Nel corso della settimana entrante, la Femca/Cisl-Sbg ha chiesto incontri alla Provincia, ai Comuni di Laives e Bronzolo, alla direzione della Röchling e alla cooperativa che gestisce l’asilo nido per verificare se esistono o meno la volontà ed in mezzi per salvare la struttura. La situazione non è certo semplice da risolvere, a meno che non si concretizzino le promesse fatte dall’assessore provinciale Barbara Repetto.
 Dopo 5 anni di servizio (apprezzato) c’è il rischio di chiusura dell’asilo nido. Il tutto ruota attorno alla tematica dei costi, in quanto, oggi i bambini presenti sono 6 della Roechling, e si prospettano altri 6 del comune di Ora, troppo pochi per mantenere i costi di gestione, in quanto per mantenere la linea di equilibrio economico abbisogna di almeno 20 bambini. Per mantenere la struttura con una decina di bimbi, i costi salirebbero a 12 euro l’ora, il che significa un aumento del 40 per cento del costo attuale, che verrebbe spalmato fra azienda, famiglia e Provincia. (e.d.)

Alto Adige 13-12-09
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sabato, 12 dicembre 2009


Il bilinguismo precoce nelle classi con forte mix di bambini dei due gruppi




 BOLZANO. Il bilinguismo precoce c’è già, più per conseguenza pratica che per scelta istituzionale. Per trovarne un esempio basta recarsi a Salorno, dove la scuola dell’infanzia tedesca registra un discreto numero di bambini italiani iscritti. Un escamotage ormai diffuso anche nelle realtà monolingui: i genitori, infatti, vedono in questa soluzione una scorciatoia per l’apprendimento della seconda lingua.
 A margine della cerimonia di consegna dei premi dell’Intendenza scolastica tedesca per i migliori progetti d’insegnamento di italiano che si è tenuta ieri allo Sheraton è la stessa dirigente della scuola d’infanzia di Salorno a mettere in guardia. «Da noi», racconta Beatrix Aigner, «si crea un’atmosfera particolare: bimbi italiani inseriti in una scuola tedesca, a sua volta calata in un contesto italiano vicino, però, a moltissime realtà tedesche». Un vero patchwork di identità: i bambini, però, come la vivono? «Da un punto di vista sociale molto bene, non fanno alcun tipo di differenza e non alimentano tensioni. Non si può negare, tuttavia, che da un punto di vista linguistico dobbiamo fare fronte a un italiano tedeschizzato e un tedesco italianizzato. Questo, però, va contro quanto sostengono fior di studiosi sull’elasticità linguistica dei più piccoli e la relatività impossibilità di confusione. «Lo so, ma la realtà dice che ci sono bambini che costruiscono frasi con la struttura di una lingua e le parole dell’altra. Ne consegue, logicamente, che sia necessario attorniarsi di professionisti di altissimo profilo e insegnanti che conoscano la realtà che devono affrontare». Il bilinguismo precoce, a questo punto, sembra effettivamente portare con sé i rischi di una perdita dell’identità? «Attenzione, personalmente credo che sia uno strumento molto efficace perché costruisce dei ponti tra i gruppi linguistici. E’ altrettanto vero, però, che è pura follia pensare di imporre un modello unico che possa andar bene per Bolzano, Salorno e Caldaro che hanno esigenze totalmente diverse. Questo aspetto, talvolta, tendiamo a non considerarlo».
 La massiccia presenza di bambini italiani, infine, è confermata dall’ispettrice per la scuola dell’infanzia Christa Messner: «Sono tanti, soprattutto a Bolzano, ma anche a Merano e Salorno. Difficoltà? Non per forza, visto che, alla fine, ogni singolo alunno è portatore di una qualche diversità».
 Se il tedesco, come mostrano le statistiche, è la vera bestia nera dei nostri studenti, non possiamo dimenticare che anche l’italiano non è affatto lingua facile. «Proprio no», conferma Patrizia Gattolini, insegnante di seconda lingua in alcune primarie della Val Pusteria, «ci vuole molta applicazione per avere dimestichezza con la grammatica. Da un punto di vista lessicale, invece, i bambini apprendono abbastanza in fretta. Noi utilizziamo anche l’insegnamento veicolare con ottimi risultati. Bisogna ammettere, però, che è sempre difficile riuscire a inserire un’ora di L2 in più perché questo viene sempre visto, dai più intransigenti, come un attentato all’identità tedesca». Sono sempre pochi, però, gli insegnanti italiani madrelingua nella scuola tedesca: «Spostarsi nei paesi non è sempre facile, bisogna avere delle condizioni familiari ed economiche che te lo permettano».

Alto Adige 12-12-09
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sabato, 12 dicembre 2009


Disabili: Bolzano passa il test della solidarietà




Deve ancora essere pienamente attivato l’Osservatorio nazionale istituito dalle Camere in occasione della ratifica della Convenzione Onu sul diritto dei disabili sui quali sensibilità di noi tutti lascia spesso alquanto a desiderare. Da un’analisi dell’Istat, risulta che sono circa 3 milioni le persone con disabilità di cui la metà, ricavata dall’indennità di accompagnamento, è costituita dai disabili più gravi. Oltre al problema di garantire per i disabili le facilities previste (ma spesso inattuate), c’è quello del cosiddetto “dopo di noi” relativo al numero delle persone con handicap che resterà senza genitori e senza la loro assistenza per 20 anni in media (percentuale stimata 50%). La civilissima questione della assistenza agli interessati e alle loro famiglie è affrontato con sensibilità e modalità diverse nei Paesi europei e l’Italia è, come purtroppo avviene per altri campi, ricerca e università incluse, non è certo ai primi posti.
 
 La disoccupazione penalizza inoltre più le donne degli uomini, sia fra i disabili che tra le persone senza handicap: 46 contro 19% e, rispettivamente 73 contro 47%. Naturalmente, come sottolinea opportunamente la dr.ssa Cristina Bonoldi dell’Inps di Bolzano, bisogna anche correlare il tasso di occupazione a seconda della patologia specifica e del grado dell’invalidità (un invalido al 46% è evidentemente impiegabile diversamente da quello invalido al 90%). Esiste una legge (Nº 68/1999) che prevede espressamente quote di riserva di posti di lavoro per i disabili nel settore sia pubblico che privato, ma questa norma per Zuliani risulterebbe non rispettata nella misura del 40%. I non-buonisti rimarcano che alcuni disabili che trovano impiego non si danno poi un gran daffare per... guadagnarsi il pane.

 Ci sono probabilmente esempi di questo tipo (come del resto tra i non disabili) e neppure mancano i falsi invalidi, specie in certe aree del Paese, ma questo è un altro discorso. Qui in provincia, sottolinea ancora la dr.ssa Bonoldi, «il livello di assistenza e occupazione, anche e soprattutto per gli invalidi totali è sicuramente buono. Esistono e funzionano ad esempio le cosiddette “officine protette” che garantiscono una occupazione giornaliera, con un emolumento “simbolico” per i casi più gravi». Notizie gratificanti, perché non c’è dubbio che la solidarietà nei fatti è un test inequivocabile di civismo e di concreto atteggiamento cristiano.

Alto Adige 12-12-09
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venerdì, 11 dicembre 2009



Mercatini: denari per tutti ma non per i più deboli


St Lawrence Distributing the Alms


Tornando dalla Val di Fassa ho dato un passaggio a due signore, che, in vacanza a Carezza, avevano perso la corriera per scendere a Bolzano. Milanesi, insegnante una e l’altra moglie di quello che a Carezza ha comprato la casa e ha una azienda che fa rivettatrici ma adesso con la crisi non è che le cose vanno tanto bene. Si imparano un sacco di cose dando un passaggio. Ovviamente stavano andando al Mercatino, perlomeno avevano deciso di non andarci in macchina. Dopo mezzora di viaggio le ho lasciate in piazza Gries. Sarebbero andate a vedere l’altare di Michael Pacher e il crocefisso romanico nella Vecchia Parrocchiale. Per fortuna Bolzano è anche altro oltre al Mercatino perfino a Dicembre, basta soltanto dirlo. Magari non basta con tutti ma con le due signore milanesi sono stato fortunato. Le vaccatine le avrebbero comprate in qualche negozietto spendendo meno e per lo speck andava bene anche Carezza, senza entrare nel lager/carnaio di piazza Walther. In questi giorni di casino si danno da fare in molti per spiegarci che il Mercatino conviene a tutti, che porta denari, che ci rende tutti più ricchi. Tutti? Di sicuro so che conviene ai mercanti di vaccatine e all’autostrada. All’autostrada sicuramente, a chi dovrebbe usarla molto meno. L’autostrada in effetti è roba nostra, fin che dura, viste le ultime novità. E allora ammettendo che sia vero che i denari sono per tutti e non solo le rotture di palle, vi pare possibile che proprio in questi giorni si decida che vanno fatti dei tagli? E che riguardino il sociale? In un posto dove si spendono centinaia di milioni di euro in gallerie, mi sembra vergognoso negare 2 milioni di euro essenziali per le attività sociali. I denari, tutti i denari, sono davvero per tutti solo se servono prima ai più deboli. Altrimenti siamo solo un mercato.


Alto Adige 11-12-09
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giovedì, 10 dicembre 2009


Acqua, tutte le assurdità del decreto Ronchi




MARINO MELISSANO *


Convinto che un aumento della concorrenza non può che portare benefici ai consumatori finali, da un’analisi del DL 135/09, conosciuto come Decreto Ronchi, mi convinco che esso non è per niente convincente già dalla motivazione: sembrerebbe nascere per uniformarsi alla legislazione europea (non meglio definita) e per far fede alla sentenza della Corte di Giustizia CE (del 19.05.09, causa C-538-07): invece, non esiste alcuna direttiva europea sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali e la citata sentenza della Corte di Giustizia si riferisce alle gare d’appalto, indicando che non possono partecipare alla medesima gara d’appalto società controllate e collegate!
 Occorre anche dire che, appena il decreto ha visto la luce, è stato detto di tutto: l’acqua è un diritto, non una merce (ma noi la paghiamo: si paga un diritto?); la privatizzazione dell’acqua provocherà nei prossimi anni milioni di morti per sete nei paesi poveri (perché la privatizzazione e non lo spreco?); se gli appalti andranno a multinazionali estere, molti dipendenti rischiano di perdere il posto (perché all’arrivo delle multinazionali estere e non, per esempio, a una razionalizzazione del servizio?). E così via, di slogan in slogan, senza analisi critiche. Tutti coloro che oggi gridano allo scandalo non lo avevano fatto nel 1994, quando la legge Galli, con la divisione del territorio in ATO (Aree Territoriali Ottimali), aveva, di fatto, aperto la porta all’affidamento ai privati della gestione dei servizi pubblici. Così, la realtà è che oggi, in Italia, la rete idrica è coperta da 110 gestori, divisi tra i 91 ATO, di cui 64 a totale capitale pubblico e 46 già a capitale misto o privato.
 La legge Ronchi, in più, sistematizza il conferimento della gestione dei servizi pubblici, che ora può avvenire: a favore di imprenditori o società individuati mediante gare pubbliche, nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, trasparenza e adeguata pubblicità; a società a partecipazione mista, in cui il socio privato (e non viceversa) abbia una quota di almeno il 40%. In deroga al comma precedente, per situazioni eccezionali (economiche, sociali, ambientali, geomorfologiche), l’affidamento può avvenire a favore di società a capitale interamente pubblico.
 Il legislatore ha affermato che questa legge non mira a privatizzare l’acqua, che in effetti resta di proprietà pubblica, ma a rendere più concorrenziale la gestione di un bene di rilevanza economica, favorendo i consumatori. E questo non convince. Per vari motivi: innanzi tutto, perché derogare la gestione ai privati di un bene pubblico, significa, per una amministrazione comunale, dichiarare la propria incapacità e inefficienza. Secondo, perché, in base all’esperienza, la privatizzazione porta rincari: Firenze e Arezzo, per esempio, sono i Comuni dove la bolletta dell’acqua è in assoluto la più costosa: 448 e 430 per un consumo stimato di 200 m3, contro una media nazionale di 261. Terzo, perché le reti idriche in Italia necessiterebbero di interventi urgenti e costosi e le aziende private, per avere profitti, dovrebbero ridurre gli investimenti (cosa già avvenuta dal 1995 in poi) o aumentare le tariffe. L’unica realtà privata modello è l’Associazione dei Consorzi delle Acque libere, nel Biellese, che governa 120 sorgenti, 100 Km di tubazioni e serve 5.000 abitanti con le tariffe più basse d’Europa (0,5 /m3), a fronte di una qualità e di una efficienza eccellenti, garantita da un sistema di pronto intervento immediato, grazie, però, a prestazioni gratuite e volontarie.
 Che fare allora?
 Penso che i Comuni più efficienti, tra cui quello di Bolzano, se vogliono mantenere la gestione della distribuzione idrica, possono trovare il modo di farlo: o, come stanno facendo molte amministrazioni, dichiarando l’acqua come “bene privo di rilevanza economica” (in effetti, richiamando l’economista Schmit, l’acqua ha un altissimo valore d’uso e un bassissimo valore di scambio), affermazione che lo pone fuori dalle disposizioni del DL 135; o trovando una deroga alla legge stessa o, infine, creando una società a partecipazione mista, in cui il socio sia una cooperativa di servizi, minoritaria (40%), che assicuri economicità, adeguata esperienza ed efficacia, in modo da assicurare la costanza o la diminuzione dei costi e delle tariffe per l’utente.
 Un’ultima cosa però: le amministrazioni pubbliche dovrebbero anche impegnarsi, coadiuvate magari dalle associazioni dei consumatori, a meglio educare i cittadini all’uso dell’acqua; di mancanza di acqua si muore, l’acqua è un bene non illimitato e noi ne sprechiamo troppa, perché nessuno ci ha educati ad amarla e a considerarla per il suo valore.
* vice presidente Altroconsumo

Alto Adige 10-12-09
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sabato, 05 dicembre 2009


«Volontariato grande risorsa»



Durnwalder sulla Giornata del volontariato: grazie dell'impegno solidale per la comunità

"Più che mai il volontariato costituisce una colonna portante della società altoatesina, senza il quale molti preziosi servizi non potrebbero essere garantiti“: è quanto sottolinea il presidente della Provincia Luis Durnwalder in occasione della Giornata del volontariato che si celebra il 5 dicembre di ogni anno. Durnwalder ringrazia i migliaia di volontari per l’impegno puntuale e disinteressato, in particoalre nel 2009 a favore della popolazione d’Abruzzo colpita dal terremoto.
"La Giornata del volontariato è un'occasione in più per ringraziare tutti i cittadini che a titolo gratuito si impegnano in Alto Adige per il bene comune", sottolinea il presidente Durnwalder ricordando che è compito della Provincia garantire le condizioni adeguate per lo svolgimento dell'attività di volontariato. Sono l'Ufficio Affari di gabinetto e l'Osservatorio provinciale del volontariato a fornire informazione, consulenza, formazione e sostegno a singoli volontari e alle organizzazioni.
Accanto a questo aspetto la Provincia assicura anche un aiuto finanziario alle varie associazioni. Quelle registrate nello specifico albo, e sono quasi 2mila, beneficiano di vantaggi fiscali e possono attingere al fondo speciale del volontariato per il finanziamento dei loro progetti. Durnwalder ringrazia tutti i volontari impegnati nei vari settori della società: "Il loro impegno e il loro lavoro non sono mai abbastanza lodati e apprezzati: è la testimonianza concreta di come praticare la solidarietà e la vicinanza al prossimo." Quest'anno il Presidente ricorda con particolare apprezzamento l'impegno dei circa 700 operatori della protezione civile che a vario titolo negli ultimi sei mesi hanno lavorato in Abruzzo alla ricostruzione dopo il terremoto.
Provincia Autonoma di Bolzano 04-12-09
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 In occasione della Giornata internazionale del volontariato, che si celebra oggi l’assessore provinciale Sabina Kasslatter Mur ha diramato una nota nella quale sottolinea l’alto valore sociale ed umano del volontariato. «Nessuna società è in grado di fare a meno dell’apporto e del sostegno rappresentato dalle associazioni di volontariato, dai gruppi di auto-aiuto e dalle fondazioni. Grazie al volontariato vengono forniti innumerevoli servizi anche a livello provinciale che consentono di rendere migliore, più sicura la nostra vita».

Alto Adige 5-12-09
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sabato, 05 dicembre 2009


Se ti separi e poi arriva l’Ici a tartassarti


ICI


Con la separazione di due coniugi, il bilancio che prima bastava a mantenere una famiglia viene spesso messo a dura prova: mentre chi rimane in casa con i figli, per lo più la madre, non può più contare per le uscite famigliari sull’intero stipendio dell’ex coniuge, la parte non assegnataria deve sostenere ingenti spese aggiuntive per un nuovo alloggio. Ma posso capitare anche altri imprevisti. Come quello che è accaduto a Tommaso.
 Anche Tommaso (nome di fantasia), infatti, dopo la sentenza del tribunale, da lui condivisa, che assegnava alla ex moglie ed ai figli l’appartamento di famiglia, era andato a vivere in un’abitazione in affitto, trasferendovi la residenza. L’uomo era preparato alle spese aggiuntive per il canone: non si aspettava, però, che gli venisse richiesto il pagamento dell’ICI sulla casa dove non viveva più. Il Comune, infatti, non la considerava più la sua “prima casa”, e quindi non riteneva applicabili le esenzioni previste in questo caso.
 “Non può essere che io debba prima lasciare l’appartamento e poi pagarne anche l’ICI!”“, ha detto Tommaso rivolgendosi all’Ufficio del Difensore civico, per cercare di risolvere il suo problema. La Difensora gli ha chiarito che determinate agevolazioni sull’Imposta Comunale sugli Immobili sono previste se un’abitazione viene utilizzata come abitazione principale, presso la quale è fissata la residenza anagrafica. I Comuni hanno però la possibilità di recepire nel loro ordinamento sull’ICI una norma in base alla quale possono concedere al proprietario separato o divorziato di usufruire delle agevolazioni fiscali nonostante abbia lasciato l’abitazione di famiglia. Su iniziativa della Difensora civica, il Consorzio dei Comuni ha quindi raccomandato espressamente ai Municipi (comunicazione 84/2007) di integrare in tal senso la relativa normativa.
 Con la finanziaria statale del 2008 (legge n. 244/2007), poi, questa ingiusta esclusione del coniuge non assegnatario dell’immobile di proprietà dalle agevolazioni fiscali per la prima casa è stata cancellata. Ora, infatti, per questa persona l’immobile in cui abita l’ex moglie o l’ex marito è equiparato, ai fini ICI, all’abitazione principale, purché non possieda un’altra abitazione nello stesso comune. Chi ha dovuto lasciare la casa, quindi, può beneficiare di tutte le detrazioni ICI previste in questo caso.
 L’ufficio del Difensore civico ha fatto presente al Comune la situazione normativa vigente, ed il Comune a sua volta ha accettato di fare valere le agevolazioni per la prima casa anche per Tommaso.

Alto Adige 5-12-09
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venerdì, 04 dicembre 2009

PENSIONI GOVERNO FORTE CON I DEBOLI



Con un decreto emanato il 19 novembre 2009 i ministeri competenti hanno stabilito l’aumento medio delle pensioni per il 2010 che sarà dello 0,7%. Le nostre preoccupazioni trovano ora una conferma ufficiale. Su una pensione di 1000 euro mensili lordi l’adeguamento sarà di appena 7 euro. Da questi vanno poi detratte le imposte, per cui questo importo si riduce ulteriormente. Valutando attentamente questi dati diventa evidente, che il meccanismo oggi in vigore non garantisce la salvaguardia del potere d’acquisto delle pensioni in essere. Soprattutto quelle più basse sono maggiormente penalizzate, perché i beni di prima necessità, hanno continuato ad aumentate con un ritmo superiore rispetto al tasso d’inflazione ufficiale calcolato dall’Istat. Il Cnel ha calcolato per i primi mesi dell’anno un tasso d’inflazione reale per i redditi più bassi che si aggira attorno all’2,5%. Per rimediare a questi inconvenienti i sindacati dei pensionati hanno chiesto da tempo, unitariamente, un metodo di calcolo diversificato, basato maggiormente sui consumi effettivi degli anziani. Le cattive notizie però non finiscono qui. Si conferma anche al 3,2% la misura definitiva della perequazione per il 2009. Questo significa che verrà effettuata una trattenuta sulla pensione di gennaio 2010 a titolo di conguaglio. Quindi, sulla rata di pensione di gennaio 2010 non ci sarà traccia di aumento, anzi, essa risulterà addirittura inferiore all’importo pagato durante ciascun mese del 2009. Se per modificare i criteri di adeguamento oggi in vigore serve un tavolo di trattativa con il governo, che certamente non per colpa nostra non decolla, almeno sul conguaglio di gennaio i ministri competenti potevano tranquillamente soprassedere. Purtroppo il Governo si dimostra nuovamente rigoroso con i più deboli, mentre di solito è di manica larga con chi ha probabilmente meno bisogno.

Alto Adige 4-12-09

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sabato, 28 novembre 2009


Pressing in Provincia Si punta ad evitare la chiusura del nido



EZIO DANIELI


LAIVES. O si trova un numero adeguato di bambini o rischia di chiudere l’asilo nido in zona produttiva sud aperto nel 2005 grazie alla disponibilità della ex Seeber. Il segretario provinciale Femca Sgb/Cisl, Maurizio Albrigo, verificate le difficoltà (finanziarie) dei Comuni di Laives e Bronzolo (il sindaco Zito continua comunque ad attivarsi per verificare ogni possibile contributo), ha preso carta e penna e proprio ieri ha inviato una lettera all’assessore provinciale Barbara Repetto che proprio l’altro giorno, attraverso il nostro giornale, ha manifestato sia interesse che disponibilità a trovare una soluzione per evitare la chiusura dell’asilo nido interaziendale (foto).
 Si tratta di una struttura - destinata a bambini da 0 a 11 anni - il cui progetto iniziale prevedeva un nuovo edificio con la mensa interaziendale e annessa casa del bambino.
 Dopo 5 anni di servizio (apprezzato) c’è il rischio di chiusura dell’asilo nido. «Il tutto ruota - secondo Maurizio Albrigo, segretario provinciale Femca Sgb/Cisl - attorno alla tematica dei costi, in quanto, oggi i bambini presenti sono 6 della Roechling, e si prospettano altri 6 del comune di Ora, troppo pochi per mantenere i costi di gestione, in quanto per mantenere la linea di equilibrio economico abbisogna di almeno 20 bambini. Per mantenere la struttura con una decina di bimbi, i costi salirebbero a 12 euro l’ora, il che significa un aumento del 40 per cento del costo attuale, che verrebbe spalmato fra azienda, famiglia e Provincia».
 I bambini ospiti della struttura sono d’età compresa dai 3 mesi agli 11 anni e vengono assistiti da operatrici con il diploma di assistente all’infanzia e Tagesmutter. La «Casa del bambino» che ha la sede presso lo stabilimento della Röchling è aperta tutto l’anno con orari flessibili. Si tratta di un progetto sostenuto dalla Provincia, Ufficio Innovazione, ricerca e sviluppo. I costi del servizio vengono ripartiti in parti uguali dalla Provincia, dalle aziende e dai genitori. Il servizio è offerto anche a genitori che non lavorano in aziende convenzionate. Sarebbe un guaio se dovesse interrompersi.

Alto Adige 28-11-09
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venerdì, 27 novembre 2009



Distretto, la protesta degli anziani in fila «Lasciati al freddo»


 LAIVES. Con l’arrivo del freddo si ripresenta il problema delle attese mattutine all’esterno del Distretto sociosanitario di via Innerhofer. A lamentarsi sono gli anziani che di mattina si recano il prima possibile al Distretto per non dovere poi fare la fila davanti agli ambulatori: «Il Distretto apre alle 7.30 ma potrebbero aprire almeno la sala d’aspetto alle 7 per non lasciarci al freddo», dicono.
  «Già ci è voluto del tempo affinché capissero che nel minuscolo portichetto davanti all’ingresso era opportuna installare una panchina piuttosto che il portabici che c’era - spiega Livio Schiffo, uno dei pensionati che si recano spesso al distretto per le visite -, perché altrimenti bisognava attendere in piedi oppure sedersi sulle gelide panchine di pietra nel piazzale antistante». Adesso però che le temperature sono sempre più rigide, prosegue, «fare la fila fuori dalla porta diventa una vera tortura per noi e quindi sarebbe auspicabile che quando alle 7 arriva il personale potessimo entrare tutti quanti e intanto prendere con calma il numero con la prenotazione. Invece capita che dopo l’attesa all’esterno, appena apre la porta tutti si precipitino dentro verso l’emettitrice dei numeri e noi che abbiamo problemi di deambulazione regolarmente arriviamo in coda, con la conseguenza che i tempi di attesa si allungano ulteriormente. Almeno chiediamo che si possa attendere al caldo».
 Come detto il problema non è di oggi e quando è stato sollevato anche negli anni passati i responsabili del Distretto hanno risposto che non si poteva aprire prima dell’orario previsto perché poi la gente iniziava a girovagare per i piani. Questo problema comunque potrebbe essere risolto facilmente con le transenne mobili, come ci sono ad esempio in Municipio, dando modo agli anziani di entrare al caldo e nel frattempo poter anche prendere comodamente il numero, spostando l’emettitrice al piano terra dell’edificio. «Sarebbero piccoli accorgimenti che non costano nulla - conclude Schiffo - e che ci aiuterebbero. Attendere mezz’ora all’aperto, di prima mattina, diventa una sofferenza a causa del freddo e poi succede che ci sia la corsa a conquistare i primi posti». (b.c.)


Alto Adige 27-11-09



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venerdì, 27 novembre 2009


Domani la colletta alimentare in Alto Adige





BOLZANO. Anche in Trentino Alto Adige domani si terrà la 13/a Giornata nazionale della colletta alimentare organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare, in collaborazione con l’Ana, la Società San Vincenzo De Paoli, la Cco-Opere Sociali e Poste Italiane. L’iniziativa si svolgerà in 250 punti vendita, l’elenco dei quali sarà aggiornato sul sito www.bancoalimentare.it.
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giovedì, 26 novembre 2009


Riparte la democrazia diretta




 BOLZANO. Un mese dopo il fallimento del referendum, l’Iniziativa per più democrazia annuncia le prossime mosse. Avere sfiorato il quorum è un risultato importante, sottolinea Stephan Lausch e la battaglia sulla democrazia diretta non viene archiviata. Tornano le polemiche sul ruolo di Svp e media nell’avere provocato l’astensionismo decisivo degli italiani: «Stiamo valutando azioni legali». Ma i timori del gruppo italiano non possono essere ignorati, ammette Lausch, e le nuove proposte dell’Iniziativa punteranno alla riduzione del quorum del 40% a fronte di clausole di garanzia per i gruppi: «Non volevamo introdurre un elemento etnico nel nostro disegno di legge, abbiamo preferito puntare sulla fiducia negli elettori, ma la nuova proposta terrà conto dei timori emersi». La Svp dopo il voto aveva promesso di migliorare la legge provinciale sulla democrazia diretta. «Se la politica non darà risposte entro il marzo 2010 torneremo a rivolgerci ai cittadini». L’Obmann della Svp Richard Theiner fa sapere: «Pronti a sederci a un tavolo per discutere».

Alto Adige 26-11-09
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giovedì, 26 novembre 2009


Badanti, un esercito di 3500 donne




ALAN CONTI


BOLZANO. Sono 3.500 lavoratori, poco più della metà di Aspiag, la più grande azienda privata (per numero di dipendenti) della provincia. Questo il peso economico delle badanti in Alto Adige, rivelato ieri in un congresso organizzato nella sede di Legacoop dalla cooperativa sociale Assist. Una struttura che, pioniera nel suo genere, tenta di coordinare e regolarizzare quante più collaboratrici domestiche possibili.
 Un’operazione sostenuta dal presidente di Legacoop Alberto Stenico che nell’occasione ha anche rivolto un appello alle istituzioni: «Con la nuova legge sull’assistenza i dati indicano un aumento delle persone che ricevono i contributi, ma anche una tendenza a mantenere i pazienti in casa anziché portarli in case di riposo. Sarebbe opportuno, almeno per la fascia più alta cui vengono erogati 1.800 euro, un controllo incrociato per verificare che questi soldi non finiscano nelle tasche del sommerso».
 Un proponimento rintuzzato dal direttore dell’Ufficio anziani e distretti sociali Luca Critelli: «Si tratta di un tasto molto delicato. Al momento possiamo supporre che ci siano 3.500 badanti di cui un migliaio ancora da regolarizzare».
 Le statistiche dicono anche che l’età media delle badanti è di 47 anni, con una presenza in Italia da circa 7 e una conoscenza molto più approfondita dell’italiano rispetto al tedesco. A dominare nel settore sono le nazionalità dell’Est europeo con il 19% di badanti ucraine, il 17% rumene e il 15% moldave mentre, un po’ a sorpresa, si registra anche un 9% di italiane davanti al 7% di marocchine e al 6% di peruviane. Il 56%, oltretutto, presenta un titolo scolastico che va dalla scuola superiore alla laurea (14%) mentre il 44% si è fermato alle medie. Per quanto concerne le precedenti esperienze lavorative, invece, balza all’occhio il 35% di infermiere che stacca nettamente il 18% di commesse, il 15% di commercialisti e il 9% di maestre dell’asilo e della scuola elementare.
 Quanto guadagna una badante? «Il minimo sindacale - risponde Struggl - è di 880 euro, con una spesa per la famiglia che si attesta intorno ai 1.241 euro. Non dimentichiamo, però, che alla dichiarazione dei redditi la badante deve pagare anche l’Irpef».
 Interessante la radiografia della nuova legge provinciale che Critelli ha esposto al pubblico: «Ad usufruire dell’assegno sono circa 13.000 persone, di cui 3.500 nelle strutture e 9.000 a domicilio. Siamo a 1.000-1.500 unità oltre al previsto: uno sforamento dovuto ad un più facile accesso ai primi livelli e alla notevole “pubblicità” fatta alla legge. Non solo, le persone che rimangono a casa sono al 40% seguiti dai servizi e al 60% lasciate ai soli familiari e qui entrano in gioco le badanti. Chiaro che gli infermieri non possono offrire un’assistenza 24 ore su 24». Condivide il primario di medicina di base Paolo Conci: «Nel 1971 le famiglie formate da una sola persona erano 13.000, oggi sono 67.000 e per molti anziani c’è bisogno di un supporto sanitario in casa che, qualche volta, può anche essere la badante».

Alto Adige 26-11-09
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mercoledì, 25 novembre 2009


Asilo nido: rischio chiusura a Laives


asilo

EZIO DANIELI

LAIVES. L’asilo nido centro diurno, istituito nel 2005 alla Seeber in zona produttiva, rischia la chiusura con conseguenti disagi in particolare per i dipendenti della Röchling oltre che per mamme e papà occupati presso le altre aziende. Accorato appello per salvare la struttura.
 L’asilo nido alla ex Seeber (oggi Röchling Automotive) era stato realizzato dopo un lungo (e spesso travagliato) itei: solo la disponibilità degli allora dirigenti aveva superato i molti ostacoli. L’apertura dell’asilo-centro diurno era stato salutato con grande entusiasmo anche dai sindacati. Ed è proprio un sindacalista - Maurizio Albrigo, segretario provinciale Femca/Sgb-Cisl - ad evidenziare l’attuale situazione: «Di recente i sindaci di Laives e Bronzolo hanno incontrato la direttrice della cooperativa Tagesmutter e la dirigenza della Roechling per cercare una soluzione per impedire la chiusura dell’asilo. Sono state vagliate alcune soluzioni fra le quali la possibilità di accogliere alcune domande in lista d’attesa dei comuni di Bronzolo e Laives. Ma se il numero di 20 bambini non dovesse essere raggiunto, si prospetterebbe la chiusura». Secondo Albrigo «Il tutto ruota attorno alla tematica dei costi, in quanto, oggi i bambini presenti sono 6 della Roechling, e si prospettano altri 6 del comune di Ora, troppo pochi per mantenere i costi di gestione. La linea di equilibrio economico abbisogna di almeno 20 bambini. Per mantenere la struttura con una decina di bimbi, i costi salirebbero a 12 euro l’ora: un aumento del 40% del costo attuale che verrebbe spalmato fra azienda, famiglia e Provincia». Il segretario provinciale Femca/Cisl-Sgb aggiunge «Non vorrei che la prima struttura casa/bimbo aziendale aperta in Alto Adige sia anche la prima a chiudere, e visti i tempi ristretti, bisogna trovare una soluzione tempestiva, in quanto non è pensabile di abbandonare le famiglie obbligandole ad organizzarsi diversamente per la custodia dei figli» e quindi annuncia: «Chiederò un incontro ai sindaci di Laives e Bronzolo per comprendere come risolvere il problema di comune accordo, coinvolgendo la Provincia con un contributo almeno del 50% della tariffa».

ALBRIGO (CISL)

LAIVES. Maurizio Albrigo  è preoccupato: «La gran parte del calo dei bambini nell’asilo nido è causata dall’apertura della cassa integrazione alla Roechling. Di riflesso le madri che devono accudire i bimbi in tenera età, hanno optato per questa soluzione dell’ammortizzatore sociale. La Provincia dovrà intervenire: la struttura è giudicata efficiente dai genitori perchè ai loro figlioli viene offerto un servizio di qualità e di massima flessibilità. Bisogna trovare una soluzione tempestiva, in quanto non è pensabile di abbandonare le famiglie obbligandole ad organizzarsi diversamente per la custodia dei figli. Già con gli stipendi al limite della sopportabilità, non è immaginabile che si affidino i bambini a strutture private con dei costi che sarebbero insopportabili».


Alto Adige 25-11-09
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domenica, 22 novembre 2009

Volontariato: 115 giovani per 4000 ore. Esemplare il loro impegno nel sociale LAIVES.


L’impegno nel sociale, attraverso il progetto Jawa, ha il volto pulito di tanti giovani del circondario (almeno 115) che hanno scelto, negli ultimi 3 anni, di partecipare all’iniziativa promossa dal Distretto sociale. L’altro giorno, proprio per festeggiare i 3 anni di attività, tanti si sono ritrovati al centro lungodegenti Domus Meridiana di via Sottomonte, dove a salutarli c’erano le autorità. «Vi ringrazio per avere messo a disposizione di tutti il vostro tempo libero - ha detto Oswald Schiefer, presidente della Comunità Oltradige Bassa Atesina - perché lo avete fatto senza chiedere nulla.

Mi dicono gli organizzatori del Distretto che avete fatto qualche cosa come 4 mila ore di attività in svariati posti e che qualcuno, ad esempio, da solo ha svolto servizio per 400 ore. Complimenti, sono scelte che vi rendono grande onore». Il progetto Jawa è nato nell’ottobre 2007, gestito e coordinato dal distretto sociale di Laives, Bronzolo e Vadena, che ha sede in via Innerhofer a Laives.

L’esordio avvenne sulla scorta di esperienze simili già fatte altrove dai giovani e per quanto riguarda quello locale, si rivolge a ragazzi e ragazze tra i 13 e i 18 anni. Quello che si chiede loro è esclusivamente di mettere a disposizione il proprio tempo libero nella misura che ritengono opportuna, mentre a sua volta il distretto, grazie alla sua organizzazione, provvede a creare il rapporto e a far avvicinare questi giovani al mondo del sociale e del volontariato, creando nel contempo occasioni di apprendimento, oltre a sollecitare la partecipazione attiva e la presa di responsabilità. Come riconoscimento per l’impegno, i ragazzi ricevono dei punti in base al monte ore svolto, punti che si traducono in buoni acquisto per ricariche del telefonino, per la pizza o per andare al cinema

. Alto Adige 22-11-09
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venerdì, 20 novembre 2009


«Salorno un Comune xenofobo? «Qui non siamo razzisti»




 SALORNO. «Salorno un Comune xenofobo? Ma non scherziamo, siamo la cittadina più aperta della Bassa Atesina, quasi un modello per l’integrazione degli immigrati». Il sindaco Giorgio Giacomozzi fa il pompiere e getta acqua sul fuoco dopo che due mamme e professoresse - Cristina Terribile e Maria Job - hanno preso posizione sull’intolleranza che avrebbero dimostrato negli ultimi mesi parte dei cittadini e dei politici locali. «Ci sono genitori - questa è l’accusa - che portano i figli in altre scuole per la presenza di troppi stranieri, amministratori che invitano ad affittare le case ai locali e si lamenta un’eccessiva concentrazione di immigrati al parco e dal medico: c’è di che vergonarsi».
 Su 3500 abitanti il 20 per cento (circa 700 persone) è costituito da stranieri. I bimbi immigrati all’asilo italiano sono il 50% e in quello tedesco il 30%. Ed è su questi dati che imposterà la prossima campagna elettorale la Lega, che si insedierà ufficialmente a Salorno lunedì prossimo. «Le due questioni aperte - sottolinea la consigliere provinciale Elena Artioli - sono la moschea di via Nazionale, che è abusiva e va fatta sgomberare, e c’è il problema del sovraffollamento dei bimbi stranieri nelle scuole materne. Prima di essere inseriti nelle strutture pubbliche dovrebbero frequentare dei corsi di lingua». Sul fatto che i docenti possano essere in qualche modo “frenati“ nella didattica il sindaco Giacomozzi non è d’accordo. «Molti di questi ragazzini sono intelligenti, fra i più bravi della classe. I loro genitori sono qui da anni e sono perfettamente inseriti. Sulla “fuga“ di studenti locali da Salorno in altri Comuni della Bassa Atesina per l’eccessiva presenza di immigrati mi viene da sorridere, anche perchè a fare questa scelta sono state davvero poche mamme. In futuro vedremo di proporre anche in loco l’insegnamento veicolare della seconda lingua, con un maggior numero di ore di tedesco. Il problema non sono certo gli immigrati». Giacomozzi ammette un pizzico di malcontento per l’assegnazione di case Ipes a stranieri. «Ma chi è in lista d’attesa non ce l’ha con gli immigrati, ma con chi gli sta davanti in graduatoria».
 Per il vicesindaco Walter Pardatscher l’immigrazione va in ogni caso monitorata. «L’accusa di xenofobia è fuori luogo. Non so se siamo il Comune più aperto della Bassa Atesina nei confronti degli stranieri, ma certamente non si sono mai registrati problemi di ordine pubblico. Come amministratori non possiamo subire l’immigrazione, ma dobbiamo riuscire a gestirla. Soprattutto per quanto attiene la fruizione dei servizi. La costituzione della Lega a Salorno? Beh, mi auguro che chi la rappresenterà non parli solo di immigrati e moschea, ma anche di altri temi». (max)

Alto Adige 20-11-09
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giovedì, 19 novembre 2009


Acqua, la privatizzazione fa paura



privatizzazione acqua


MIRCO MARCHIODI


 BOLZANO. La privatizzazione dei servizi pubblici è diventata legge ieri pomeriggio. Alla Camera il governo ha incassato la fiducia e il dl Ronchi è passato. Ha votato no l’Svp, che però ribadisce che la Provincia di Bolzano ha competenza primaria in materia e può legiferare per conto proprio. Ma su questa interpretazione non tutti i pareri sono concordi e la privatizzazione fa paura: ieri sciopero dei lavoratori del settore rifiuti (adesione del 70% alla Seab, attorno al 30% per le Asm di Merano e Bressanone), mentre il Ctcu lancia l’allarme stangata e in Comune si fa quadrato per difendere le proprie società “in house”, a partire da Seab ed Eco-Center.
 «Stangata in arrivo». Ieri mattina il Ctcu ha convocato una conferenza stampa per protestare contro la riforma dei servizi pubblici locali. «Le tariffe aumenteranno e la qualità del servizio calerà», è l’allarme lanciato dall’associazione dei consumatori. Il direttore Walther Andreaus ne fa anche una questione di occupazione: «Se gli appalti andranno a multinazionali estere, molti dipendenti rischiano di perdere il posto». Le aziende interessate, spiega il presidente del Ctcu Maurizio Albrigo, sono sostanzialmente quattro: «Seab con 200 dipendenti, Eco-Center con 140, Asm Merano con 80 e Asm Bressanone con 20, mentre non sono interessati dalla riforma i settori dell’energia e delle telecomunicazioni». Dagli studi del Ctcu riferiti ad altre realtà che hanno proceduto con la privatizzazione, emerge che le tariffe hanno subito aumenti fino al 300%. «Per questo chiediamo a Comuni e Provincia di fare di tutto per evitare gli effetti disastrosi della riforma».
 Il «no» dell’Svp. Il presidente della Provincia Luis Durnwalder ha fatto predisporre ai suoi uffici un parere legale che lunedì scorso ha portato in giunta: «Noi abbiamo una legge provinciale in materia e possiamo applicare quella, pur con qualche limatura per adeguarla alla nuova legge», aveva detto. Ne è convinto anche Karl Zeller, deputato Svp che ieri alla Camera ha annunciato il “no” del proprio gruppo al dl Ronchi: «Siamo contrari all’ennesima fiducia, ma soprattutto siamo contrari nel merito. La stessa Corte di Lussemburgo ammette la legalità di affidamenti a società “in house” che ora invece si vorrebbero eliminare. Per quanto riguarda la Provincia di Bolzano, difenderemo le nostre competenze per garantire ai nostri enti locali anche in futuro la possibilità di scegliere tra gara e affidamento diretto e per garantire ai cittadini un servizio pubblico a tariffa bassa e di alta qualità».
 Il Comune. Silvano Tiozzo, consigliere comunale dell’Udc e vicepresidente della Seab, è categorico: «L’acqua è di tutti, punto. Privatizzare un bene essenziale come questo non è accettabile». Sulla stessa linea l’assessore di Rifondazione Luigi Gallo: «Speriamo nella Provincia, perché la legge è una clamorosa violazione dell’autonomia dei Comuni, visto che a tutti viene imposto una sola soluzione anche se la stessa Ue ammette l’affidamento diretto a società “in house” come Seab ed Eco-Center. A pagarne le conseguenze saranno i cittadini: una società privata deve fare profitto e quindi le tariffe aumenteranno». Vitantonio Gambetti, consigliere del Pdl, ricorda polemicamente come la maggioranza pochi mesi fa aveva bocciato due sue delibere che avrebbero messo il Comune al riparo da brutte sorprese: «Ci voleva meno demagogia allora. Adesso è tardi, non è ipotizzabile che la legge nazionale non valga anche da noi».

Alto Adige 19-11-09

per saperne di più: http://www.disinformazione.it/acqua.htm

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mercoledì, 18 novembre 2009


«Gli stranieri a Salorno sono una preziosa risorsa Basta con la xenofobia»

 

Due insegnanti (e mamme) a difesa degli immigrati per evitare pericolose strumentalizzazioni elettorali

ALBERTO ROMANIN


 SALORNO. La convivenza sta dimostrando di funzionare ma i problemi non mancano in paese: la nuova moschea, gli appartamenti concessi a persone non autoctone e altre situazioni legate alla presenza, numerosa, di stranieri. Due professoresse (e mamme) di Salorno - Cristina Terribile, insegnante di lingue e Mara Job, insegnante di sostegno - prendono posizione.
 Scrivono le due insegnanti: «A noi forse è sfuggito in cosa consista veramente il problema, visto che si parla di frequenza di asilo e scuole (e non di astensione scolastica), di frequentazione dei parchi giochi, di necessità di recarsi dal medico curante, di persone che fanno la spesa e che lavorano fuori paese (e non disoccupati). L’unico problema da noi rilevato, è quello relativo a come si pone di fronte agli stranieri parte dell’amministrazione comunale e della cittadinanza. Genitori che portano i figli in altre scuole per la presenza di troppi stranieri, amministratori che invitano ad affittare le case ai locali, eccessiva presenza di stranieri al parco e dal medico: c’è veramente di che vergonarsi... Chi ha case da affittare ringrazi pure chi ne ha bisogno, perché per le richieste dei “locali“ il mercato sarebbe fermo. Quanto al lavoro anche noi siamo pendolari, e facciamo la spesa dove più ci piace e conviene... Quasi tutti i bambini di Salorno sono “nostrani“ in quanto nati sul nostro teritorio indipendentemente dall’origine dei genitori. Con tutto questo non vogliamo dire a priori che straniero è bello. Sappiamo che di problemi ce ne sono sicuramente, ma riteniamo che per affrontarli, semmai, vadano messi a fuoco chiaramente e trattati cercando delle soluzioni in un clima di collaborazione, non chiudendosi ed alzando barriere. Salorno è sempre stato un paese ospitale abitato da persone di culture diverse e sarebbe un peccato che perdesse queste qualità e rischiasse di diventare chiuso e ottuso. Speriamo che con l’avvicinarsi della campagna elettrorale, gli argomenti ricordati non vengano strumentalizzati alimentando un clima di xenofobia e che in futuro ci si rivolga con più rispetto agli stranieri che vivono e lavorano nel nostro paese».

Alto Adige 18-11-09
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mercoledì, 18 novembre 2009


Controversie, come agire


controversie


BOLZANO. Agli strumenti alternativi offerti al consumatore per risolvere le controversie è dedicata la tavola rotonda con gli esperti promossa dall’Ufficio provinciale affari di gabinetto e dal Centro europeo consumatori, in programma domani a Palazzo Widmann. Procedimenti lunghi, costosi e dall’esito incerto: così si potrebbe descrivere l’iter giudiziario per consumatori e imprese. Le necessità delle parti coinvolte vanno invece proprio nella direzione opposta, soprattutto in tempo di crisi. Da un’indagine fatta svolgere dalla Commissione europea (Direzione generale salute e consumatori) nel 2008 è però emerso che soltanto il 3% delle imprese utilizza gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie. C’è forse bisogno di una “rivoluzione culturale” per poter affermare tali meccanismi? Per discutere di questi argomenti, l’Ufficio di gabinetto della Provincia e il Centro europeo consumatori Italia, ufficio di Bolzano, promuovono una tavola rotonda con gli esperti in programma appunto domani a partire dalle ore 15 nel cortile interno di Palazzo Widmann, in via Crispi 3. E’ prevista la traduzione simultanea e per ragioni organizzative è richiesta conferma della partecipazione entro oggi, contattando Monika Nardo - Centro europeo consumatori, al numero telefonico 0471 - 980939.

Alto Adige 18-11-09
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mercoledì, 18 novembre 2009


L’INCONTRO ALL’EURAC CON IL DALAI LAMA


Dalai Lama


BOLZANO. E’un uomo esile, Tenzin Gyatso, ma il suo impatto emotivo è quasi un ossimoro rispetto alla conformazione fisica. Dietro gli occhiali uno sguardo profondo che aiuta a registrare parole in inglese che escono cantilenanti, un poco per l’inflessione asiatica e molto per la pacatezza con cui la sua cultura veicola i messaggi. Erano tantissimi, alcune centinaia, ieri mattina, i bolzanini che hanno riempito l’Eurac per conoscere da vicino uno degli uomini più importanti del pianeta. L’aula magna è stata riempita in ogni ordine di posto. Una lunga conferenza in cui il XIV capo spirituale buddista ha cercato di raccontare la sua vita, ma anche commentato le ultime vicende politiche.
 L’inizio dell’incontro è di stampo prettamente religioso e si parte subito forte con il concetto di rincarnazione. «Definirla non è semplice: per la nostra cultura esiste una componente mentale ben distinta dalla materia che si perpetua. Il corpo ha una durata temporale limitata, ma se è vero che dentro di me ci sono atomi che risalgono al big-bang, allora anche la materia non si estingue: è solo una questione di assemblaggio delle particelle. In questo contesto soffermarci sulle buone azioni significa anche determinare in parte il futuro della nostra forma mentale». Una concezione unica che non è condivisa dagli altri culti: «So che altre religioni la pensano in modo diverso, ma noi non vogliamo litigare con nessuno».
 La biografia del Dalai Lama ha inizio in tenera età, quando viene portato a Palazzo Potala. «La mia infanzia non è stata come quella di altri bambini: non giocavo spesso e ed ero attorniato da monaci e maestri spirituali che mi impartivano lezioni. I miei unici giocattoli erano del Consolato Britannico: ecco perché quando vedevo un funzionario inglese ero felicissimo». Una storia che sfocia in un’adolescenza da vivere assumendosi immediatamente le proprie responsabilità politiche: «Nel 1950 ci fu la riconquista cinese del Tibet. I miei rapporti con Mao, però, sono particolari perché nel 1954 rimasi sei mesi a Pechino per il Congresso Cinese e lui mi trattava come un figlio, ma avevo paura quando mi offriva il caffè e pensavo “chissà cosa c’è dentro?”. L’ideologia marxista, da un punto di vista economico e sociale, mi ha sempre attirato e ancora oggi la trovo condivisibile. Di certo, però, non posso dire la stessa cosa del leninismo e del suo uso della forza. Nel 1956 sono andato in India per cercare l’illuminazione e continuare il lavoro di ricerca della pace e dell’armonia. La mia fortuna, in tutto questo, è stata quella di girare il mondo e imparare molte cose: fossi rimasto in Tibet, forse, oggi sarei serio come il mio maestro spirituale».
 Di certo, però, il Dalai Lama sogna di poter varcare nuovamente la porta della sua “casa”: Palazzo Potala in Tibet. «Un giorno spero di tornarci, ovvio che dipende dalla questione cinese. Sono quasi 200 milioni i cinesi buddisti e molti di loro mi cercano e mi supplicano di non dimenticarli. In quel paese si è creato un partito comunista capitalista: buffo no? Il dio denaro conta più del marxismo, ma tutte queste cose non posso sempre spiegarle perché in alcuni ambienti vengo dipinto come un demonio». Parte della società mondiale, però, vede in lui la possibilità di abbinare al progresso materiale dell’umanità pure quello spirituale. «Uno non può prescindere dall’altro: più che al denaro bisognerebbe guardare alla felicità». La ricetta che fornisce poi il Dalai Lama stupisce, soprattutto perché detta da un’autorità religiosa: «Abbiamo bisogno di un approccio etico laico, ma questo spaventa moltissimo i cristiani e gli islamici. Oggi viviamo una crisi spirituale globale e bisogna trovare delle contromisure ugualmente globali». (a.c.)

Alto Adige 18-11-09
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martedì, 17 novembre 2009


FAO: ACQUA E CIBO DIRITTI UMANI IN DOCUMENTO FINALE FORUM PARALLELO


acqua e cibo


(ASCA) - Roma, 17 nov - L'acqua ''bene comune di tutti e per tutti'' e il cibo, equamente distribuito e a prezzi controllati, sono il cuore di quella sovranita' alimentare che ''e' l'unica e reale soluzione alla piaga della fame nel mondo''. Il Forum parallelo al Vertice Fao per la sicurezza alimentare, che dallo scorso venerdi' ha visto oltre 600 contadini, piccoli produttori, lavoratori della terra, donne e indigeni di 93 Paesi a confronto alla Citta' dell'Altra economia di Roma, si e' concluso oggi pomeriggio con la votazione all'unanimita' di un documento di denuncia e proposta per sconfiggere la fame in tutto il mondo.

Ai Governi affidano il dovere ''di rispettare e garantire il diritto a un'alimentazione che sia adeguata, accessibile, disponibile. E hanno l'obbligo di rispondere alle crisi e fornire aiuti d'emergenza'' senza pero' utilizzarli, ''come un'arma politica''. Le violazioni dei diritti delle popolazioni che vivono in aree di conflitto, e opporsi le espropriazioni le confische di proprieta', terreni e altre risorse produttive, oltre a impedire i trasferimenti forzati e il fenomeno del ''land grabbing'', cioe' della corsa alla terra che e' stato al centro dei lavori di oggi anche nel vertice ufficiale.

In controtendenza rispetto alla decisione del Parlamento italiano, che proprio oggi ha posto la fiducia sulla privatizzazione della sua gestione, i delegati del Forum parallelo la definiscono ''un diritto umano'' i cui ''uso e gestione non possono essere soggetti a dinamiche di mercato''.

Un mercato che, secondo i delegati, e' meglio se e' ''locale e regionale'', che non puo' mercificare, attraverso i diritti di proprieta' intellettuale semi, piante e animaliche secondo i delegati al Forum parallelo ''che devono tornare nelle mani dei piccoli agricoltori, dei pescatori e delle popolazioni autoctone''. Il cibo e l'agricoltura ''devono restare fuori dal mercato del 'carbon market''' e per questo viene lanciato un appello per una ''moratoria globale sugli Ogm e sul biofuel''.

La societa' civile si impegna infine a ''difendere con una sola voce'' il diritto al cibo e la sovranita' alimentare e a promuovere i diritti delle donne e dei giovani, i cui interessi ''devono essere il cuore di una riforma agraria ecologicamente e socialmente sostenibile''.

sis/mcc/ss
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martedì, 17 novembre 2009


Robin Hood contro gli inganni





Incontro con il presidente di Altroconsumo sulla pubblicità scorretta


BOLZANO. In questo periodo di crisi è sempre più importante conoscere gli strumenti giuridici che permettono ai consumatori di tutelarsi e di risparmiare. L’obiettivo del Centro tecnico regionale di ricerca sul consumo Europeo (Ctrrce) è, fra gli altri, quello di far conoscere la pubblicità ingannevole e le pratiche commerciali scorrette, dalle quali si devono difendere i cittadini-consumatori ma anche le imprese, e in questo senso vale la pena segnare in agenda la conferenza organizzata dal Ctrrce per venerdì 20 novembre alle ore 18 al Circolo della stampa, in via dei Vanga 22, a ingresso libero. Si tratta di un incontro sui contratti poco chiari, la pubblicità ingannevole e le pratiche commerciali scorrette, a cui interverrà Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo e avvocato del Foro di Milano. A lui il pubblico potrà raccontare le proprie esperienze e chiarire i dubbi su questa intricata problematica.
 Intanto, possiamo dire che si individuano due tipi di pratiche commerciali scorrette: le “pratiche ingannevoli”, che inducono con l’inganno il consumatore medio ad assumere decisioni che altrimenti non avrebbe preso, e le “pratiche aggressive”, che attraverso molestie, coercizione o altre forme di condizionamento portano il consumatore ad una scelta che non avrebbe fatto in condizioni normali.
 La pubblicità ingannevole influenza in modo intenzionale e sistematico gli atteggiamenti e le scelte degli individui in relazione al consumo di beni e all’utilizzo di servizi. Il Ctrrce ha ricevuto diverse segnalazioni a tale proposito: dalla società che non accettava il diritto di recesso dei clienti e continuava a inviare fatture per servizi non richiesti e addirittura mai forniti, all’operatore di telefonia che pubblicizzava offerte molto vantaggiose che in realtà non erano tali. Alcuni consumatori hanno riferito di essere stati contattati insistentemente perché non avevano pagato pubblicazioni mai richieste e ricevute per posta, o ancora di essere stati costretti a passare ad un altro operatore telefonico perché quest’ultimo affermava di aver acquistato tutti i numeri di telefono di una certa zona della città. Alcune segnalazioni, ritenute particolarmente gravi, sono state inoltrate non solamente all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, ma anche agli organi di polizia.
 Vista la diffusione sempre maggiore di queste pratiche è necessario che imprese e consumatori conoscano le pratiche commerciali scorrette e le sanzioni previste per chi viola la normativa posta a tutela dei consumatori. Questi ultimi, conoscendo gli strumenti che li tutelano, potranno riconoscere la pubblicità ingannevole ed evitarla, con notevole risparmio.

Alto Adige 17-1109
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domenica, 15 novembre 2009



BULLISMO: Perché non mi convince la campagna di Toscani



 Sapevo di questa campagna già da qualche tempo. Sapevo che sarebbe stato coinvolto il grande Oliviero Toscani e che la campagna avrebbe accompagnato la lodevole iniziativa “Fairplay”, pensata come progetto di educazione alla legalità. La suddetta campagna doveva affrontare il tema del bullismo e del mobbing ed ero molto curioso di vedere come Toscani fosse riuscito a tradurre in immagini un tema così attuale e scottante.
 Quando ho visto la banana e il pisello affissi pubblicamente ne sono rimasto stupito. Così semplice, così banale, così tremendamente uguale al linguaggio dei bulli.
 Da un punto di vista psicologico e dal punto di vista della prevenzione, vorrei azzardare qualche riflessione critica.
 1) Ridurre gli uomini al loro organo genitale è una forma di sessismo che spinge nella direzione sbagliata: la campagna suggerisce soprattutto ai giovani maschi che per essere “veri” uomini bisogna averlo grande. L’essere uomini è certamente altro.
 2) La campagna riduce il bullismo ad un fenomeno puramente maschile, mentre i dati statistici dimostrano che c’è il bullismo femminile, che anche ragazze e donne fanno mobbing. Le donne usano meccanismi diversi da quelli maschili, ma lo studio altoatesino HBSC indica che solamente il 57,9% dei ragazzi e delle ragazze intervistate sostengono di non aver mai partecipato ad azioni che potrebbero essere classificate come atti di bullismo.
 3) La campagna corre il rischio di non raggiungere le persone alle quali sarebbe destinata. I bulli potrebbero addirittura sentirsi rafforzati nel loro atteggiamento di abuso di potere. I manifesti non suscitano alcuna emozione, non spaventano, forse al massimo fanno sorridere. Ma quale bullo assocerà il proprio comportamento al proprio piccolo pisellino? Sempre dando per scontato che ce l’abbia piccolo. E se invece così non fosse?
 4) L’aspetto che più mi preme sottolineare è che la campagna non verrà capita da tre quarti delle persone che vivono in Alto Adige. Nel mondo tedesco esistono mobbing e bullismo almeno tanto quanto nel mondo italiano, ma non esiste un termine per “bullo” e il pisello è solamente una verdura. I manifesti quindi vengono svuotati del loro significato, se osservati da un punto di vista tedesco. E questo è davvero un gran peccato.
 La banana e il pisello non uniscono e non integrano. Si inseriscono tra quelle iniziative che dividono le persone, perché una parte di loro non le può capire. Proprio quando si parla di mobbing e di bullismo l’aspetto dell’integrazione dovrebbe essere centrale.
 Qui invece accade che una campagna accentua proprio l’aspetto che invece vorrebbe disapprovare: stigmatizza.
 E dire che avremmo tanto bisogno di messaggi e di linguaggi diversi!
Peter Koler BOLZANO

Alto Adige 15-11-09
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sabato, 14 novembre 2009



«La giunta si attivi per eliminare i disagi di tanti pendolari»


pendolari



LAIVES. Continuano le proteste dei tanti pendolari che alla mattina prendono il treno per raggiungere Bolzano e trovano regolarmente le carrozze stracolme di passeggeri. Del disagio che si registra se ne fa portavoce anche il consigliere Rosario Grasso con una interrogazione al sindaco. «Diversi pendolari che finora avevano utilizzato bici e moto per andare a Bolzano, con il freddo sono tornati ad usare l’auto piuttosto che i mezzi pubblici - dice Grasso - perché su questi ultimi hanno trovato una situazione peggiorata. Ne fanno fede anche diverse lettere scritte dai pendolari, che non si sono limitati a protestare, ma hanno anche avanzato proposte migliorative». Ricordiamo che da tempo ad esempio, chi prende il treno a Laives sottolinea che con l’aggiunta di alcune carrozze al convoglio che arriva a Bolzano alle 7.22, il disagio provocato dal sovraffollamento sarebbe eliminato. Quello che Grasso adesso chiede al Comune di Laives è di farsi parte diligente presso l’assessore Thomas Widmann affinché venga affrontata e risolta questa problematica.
 Pineta. Altra interrogazione di Rosario Grasso riguarda invece la trasformazione futura del centro di Pineta con la nuova scuola. Grasso a proposito chiede alla giunta comunale che predisponga un concorso per idee come promesso. (b.c.)

Alto Adige 14-11-09
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sabato, 14 novembre 2009


Spesa meno cara grazie alla concorrenza




 BOLZANO. «La concorrenza fa bene, da quando in città è arrivato Poli i prezzi si sono abbassati». Walther Andreaus, direttore del Ctcu, commenta così il confronto prezzi tra l’Interspar di via Buozzi e l’Iperpoli di via Galvani effettuato tra marzo e settembre. Un confronto dal quale emerge che tra i due più grandi supermercati di Bolzano il più conveniente è quello del gruppo Aspiag. Di più: in entrambi i punti vendita bolzanini, fare la spesa costa meno rispetto all’Iperpoli di Trento.
 A marzo il Centro tutela consumatori aveva effettuato una comparazione dei prezzi di 185 prodotti: Interspar e Iperpoli presentavano praticamente gli stessi prezzi. «Su una spesa di 200 euro - afferma il Ctcu - la differenza tra i due punti vendita era di soli 72 centesimi». Ora la situazione è cambiata, anche se non radicalmente: «Adesso la differenza è maggiore: l’Interspar è più conveniente dell’1,09%». Ma la vera notizia, spiega Andreaus, è un’altra: «Tra marzo e settembre l’Iperpoli ha mantenuto praticamente invariati i suoi prezzi, mentre l’Interspar li ha addirittura ridotti dell’1,18%». Il Ctcu ha poi allargato il confronto prezzi anche all’Iperpoli di Trento: «Lo stesso carrello della spesa - sostiene sempre il Ctcu - all’Iperpoli di Trento costa il 2,50% in più rispetto all’Iperpoli di Bolzano. Questo evidenzia lo sforzo del gruppo Poli di contrastare l’egemonia locale del gruppo Aspiag».
 Più in dettaglio, guardando ai singoli prodotti, l’Interspar è più conveniente per gli alimenti (in particolare per pane, condimenti, carne e frutta fresca), prodotti per la cura personale (igiene) e per la pulizia della casa (in particolare i detersivi), mentre per quanto riguarda le bevande la spunta l’Iperpoli. Riguardo al confronto tutto interno all’Interpoli, è invece interessante notare come tutte le categorie di prodotti a Bolzano presentino prezzi inferiori rispetto a quelli di Trento.
 Così Andreaus: «La contrazione dei prezzi dell’1% in sei mesi non può che farci piacere. Eravamo abituati ad aumenti del 2-3% su base annua, mentre adesso arriva finalmente un primo vero segnale in favore dei consumatori. Per quanto riguarda l’aumento della differenza tra i due punti vendita bolzanini, l’impressione è che il gruppo Aspiag non si attenga più al motto “vivi e lascia vivere”. In ogni caso - chiude il direttore del Ctcu - i valori non sono ancora abbastanza significativi. Per parlare di vera concorrenza, i differenziali dovrebbero essere compresi almeno tra il 3% e il 5%. Diciamo che ci troviamo ancora nella fase delle scaramucce iniziale: una differenza di un punto percentuale non prova ancora una vera battaglia sui prezzi». (mi.m.)

Alto Adige 14-11-09
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mercoledì, 11 novembre 2009



Aprire la porta all’affidamento familiare




BOLZANO. “L’affidamento familiare”: è il tema dell’incontro pubblico organizzato per oggi alle ore 20 nella sede della circoscrizione Gries - San Quirino, in piazza Gries 18, dall’associazione AiBi - Amici dei bambini, l’Azienda servizi sociali di Bolzano (Assb) e l’Associazione famiglie affidatarie, per informare sul tema dell’accoglienza e in particolare dell’affidamento familiare. Le tre istituzioni hanno firmato infatti, a inizio 2009, un protocollo operativo con lo scopo di promuovere quest’istituto e costituire gruppi di famiglie accoglienti e affidatarie, creando una rete di sostegno ai minori con difficoltà familiari residenti in provincia. Affinché queste risorse familiari emergano, va coltivata la cultura dell’affido essendo in aumento il numero di bambini in situazioni familiari difficili.
 L’incontro odierno è rivolto a tutti gli interessati (coppie coniugate, conviventi, single) e in particolare a quelle famiglie che possono essere coinvolte affinché diventino famiglie affidatarie o semplicemente famiglie di sostegno. Verranno trattate varie tematiche, tra cui cosa prevede la legge italiana in materia, le tipologie di affido, le differenze con l’adozione, la procedura dell’affido, i soggetti coinvolti, le agevolazioni economiche previste dalle leggi statali, regionali e provinciali per le famiglie affidatarie. Alla serata interverrà un rappresentante dell’Assb per spiegare qual è il ruolo del servizio sociale nel progetto dell’affido, l’equipe di valutazione di un consultorio che spiegherà quali risorse vengono richieste alle aspiranti famiglie affidatarie, un rappresentante dell’Associazione famiglie affidatarie e due famiglie affidatarie che porteranno la propria testimonianza.

Alto Adige 11-11-09
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martedì, 10 novembre 2009


«Gli immigrati non un problema ma una risorsa»


immigrati una risorsa


Il Vaticano: sono 200 milioni mai così tanti nella storia dell’umanità


ROMA. Il papa, Benedetto XVI, che invita ad aprire i cuori «per coloro che sono non un problema, ma una risorsa». Gianfranco Fini, presidente della Camera, che insiste sul suo progetto di «cittadinanza più veloce per i nuovi italiani». Poi c’è la rivolta nel Centro identificazione ed espulsione di Brindisi con fuga di dieci extracomunitari e arresto di altri quattro per lesioni e resistenza.
 Su tutto, poi, incombe l’ennesimo giallo: due barconi carichi di migranti che sarebbero stati segnalati in difficoltà a sud di Malta. Un allarme dato da un cittadino di Venezia, italiano, che ha fornito alla polizia anche i due telefoni satellitari di persone che si trovavano sulle barche. Ma i due aerei italiani che si sono levati in volo per cercare le barche di migranti non hanno avvistato nessuno.
 Viene dal Vaticano la presa di posizione forte sul tema. Di fronte al fenomeno «mai così rilevante nella storia dell’umanità» di 200 milioni di migranti nel mondo, non si può ridurre l’immigrazione «a una questione di ordine pubblico e di repressione», dice il «ministro» vaticano dell’Immigrazione, monsignor Antonio Maria Vegliò. (a.g.)

Alto Adige 10-11-09
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venerdì, 06 novembre 2009




Il futuro ad Ora dopo la variante
Le idee di abitanti, associazioni e operatori economici


vivibilità  benvenuta



EZIO DANIELI


 ORA. Dopo l’esempio dato con l’elaborazione del piano di sviluppo - coinvolti residenti, associazioni, categorie economiche - la cittadina torna ad occuparsi del proprio futuro. E lo fa, ancora una volta, chiedendo la collaborazione degli abitanti. Il comitato comunale di educazione permanente ha indetto per sabato 14 novembre - nel pomeriggio dalle 14 in poi presso il centro parrocchiale - un pubblico incontro su «Il futuro di Ora dopo la circonvallazione percorribile». Sono state invitate una cinquantina di persone in rappresentanza dell’amministrazione comunale, delle varie associazioni operanti sul territorio, delle categorie produttive, del commercio, del turismo, delle donne, degli anziani, dei giovani. Il comitato di educazione permanente ha invitato anche il sindaco di Naturno per sapere come l’amministrazione comunale del paese venostano s’è mossa a seguito dell’apertura della variante, in tunnel, alla statale dello Stelvio.
 Il comitato comunale di Ora con l’incontro di sabato prossimo intende avviare una verifica periodica con i residenti per ragionare, appunto in prospettiva, su come la cittadina cambierà quando sarà liberata dall’assedio del traffico. Conferma Hubert Bertoluzza, assessore comunale e vice presidente del comitato per l’educazione permanente: «Pensiamo di coinvolere gli abitanti e le associazioni anche per quanto riguarda l’urbanistica, lo sviluppo economico, la viabilità interna che con la circonvallazione percorribile potrà ovviamente essere migliorata e più in sintonia con le esigenze di una maggiore vivibilità».
 Intanto, al portale sud del secondo lotto della circonvallazione, lo scavo nella montagna è già arrivato ad oltre 40 metri. La galleria fino a pochi giorni fa era doppia, divisa da una parete di roccia che proprio da poco è stata demolita. A destra si dovrà realizzare la corsia di immissione dalla statale della Dolomiti, a sinistra prenderà forma quella che sarà la variante vera e propria. D’ora in avanti dunque, demolita la parete di roccia, si realizzeranno le corsie di marcia ed il tutto verrà collegato a quello che, allo stato attuale, è il sottopasso (ovviamente chiuso ai transiti) che si diparte dalla variante percorribile, subito dopo il tunnel Castelfeder e prima della rotonda che porta, a destra, verso Montagna e a sinistra verso la zona sportiva di Ora e quindi il centro abitato.
 Passi in avanti anche al portale nord della variante. Si sta preparando l’imbocco con il relativo profilo del tunnel «San Daniele» con relativa sistemazione delle centine metalliche. Finita questa fase, si passerà - entro quest’anno - con gli scavi nel cuore della montagna.

«Lo sviluppo va concordato»

 ORA. L’assessore comunale Hubert Bertoluzza - che ha seguito in prima persona la fase preparatoria e quindi la stesura del piano di sviluppo della cittadina - è convinto che «l’incontro di sabato 14 novembre, e quelli che seguiranno per iniziativa del comitato di educazione permanente - sarà un ulteriore contributo, da parte della popolazione, per impostare assieme il futuro di Ora. Saranno quindi, questi incontri, un naturale sviluppo del Leitbild che proprio alla viabilità dedica una parte importante». Il recupero della vivibilità è uno degli obiettivi prioritari indicati dalla popolazione ed inserito nel piano di sviluppo. In attesa della variante percorribile, l’amministrazione comunale sta concretizzando una serie di interventi urbani.


Alto Adige 6-11-09


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venerdì, 06 novembre 2009


Il maschio sudtirolese soffocato da politica e società


maschio sudtirolese ?

Da un’indagine emerge tradizionalista, diffidente verso gli omosex e legato al padre


BOLZANO. Tradizionalisti, diffidenti verso l’omosessualità, l’associazionismo come rito di passaggio (soprattutto tra i tedeschi) per diventare uomini. E un desiderio di cambiamento che fatica ad affermarsi e una società sostanzialmente bloccata: questo il quadro che emerge dalla ricerca sul pianeta maschile in Alto Adige. La ricerca è stata presentata ieri a Scienze della Formazione, all’università di Bressanone. Sono stati intervistati 150 uomini di età tra i 20 e i 60 anni tutti di madrelingua tedesca. A loro è stato chiesto di raccontare se stessi.

Tanta voglia di modernità ma politica e cultura frenano il cambiamento

Un desiderio di cambiamento che fatica ad affermarsi e una società sostanzialmente bloccata, incapace di fare propri modelli alternativi a quelli tradizionali. Questo il quadro che emerge dalla ricerca sul pianeta maschile in Alto Adige. Visto da dentro, non da fuori. La ricerca è stata presentata ieri alla Facoltà di Scienze della Formazione, all’università di Bressanone. Si tratta di un lavoro preliminare, di tipo qualitativo, al quale seguirà il prossimo anno un lavoro molto più approfondito curato sempre dalla Lub in collaborazione con l’Astat. In totale sono stati intervistati 150 uomini di età tra i 20 e i 60 anni - tutti di madrelingua tedesca - provenienti da diverse zone dell’Alto Adige e di diversa estrazione sociale e professionale. A loro è stato chiesto di raccontare di se stessi, dei propri dubbi, delle proprie aspettative in relazione al lavoro, alla paternità, alla vita di coppia, alla politica, alla famiglia, ma anche all’immigrazione e all’omosessualità. Le stesse domande sono state poste poi anche ad un gruppo molto più ristretto, una quindicina appena, di bolzanini maschi di lingua italiana, tra i 27 e i 50 anni, tutti di livello culturale medio-alto. Piuttosto evidenti - anche se per nulla significative dal punto di vista statistico - le differenze. Un tema quindi molto stimolante, anche se bisognerà aspettare l’indagine estensiva del prossimo anno per tirare conclusioni scientificamente accettabili. Questo non significa che non si possano già oggi sottolineare alcuni elementi emersi dalla ricerca. A farlo è il professor Lothar Böhnisch, coordinatore del progetto. «L’elemento che colpisce di più, per quanto riguarda almeno gli intervistati di lingua tedesca - afferma il docente - è che in generale non si evidenziano grandi differenze tra i giovani e gli anziani. La maggior parte degli uomini intervistati é molto legata al lavoro e il rendimento lavorativo resta per tutti un valore molto importante. Gli obiettivi nella vita di molti uomini sono quelli tradizionali: farsi una famiglia, avere una casa, fare carriera e poter godere di un certo benessere. La famiglia inoltre è percepita come un elemento stabile e sicuro in un mondo in continuo cambiamento». Non si tratta comunque di un mondo ripiegato su se stesso: «Soprattutto i più giovani - continua Böhnisch - si mostrano più permeabili ed aperti a modelli maschili più moderni nel rapporto con le donne, più tolleranti, con un maggiore coinvolgimento, per esempio, nella gestione dei figli e del tempo libero e meno legati ai ruoli di genere. Un quadro di transizione insomma, ricco di ambivalenze e anche di contraddizioni. In fondo però, un quadro abbastanza simile ad altre ricerche analoghe effettuate in Germania e in Austria». Domanda d’obbligo: una fotografia abbastanza prevedibile del mondo bavaro-tirolese, così fortemente incline al conservatorismo? Risposta: «No, nel senso che risultati molto simili, con le stesse ambiguità, si hanno anche nell’ex-Germania Est o in Scandinavia. Con una differenza però: che in Alto Adige le resistenze politico-culturali verso il riconoscimento di nuovi modelli maschili sono molto forti, mentre altrove lo sono molto meno e anzi i nuovi modelli sono socialmente incentivati».
Quanto al piccolo campione di interviste effettuate nel gruppo linguistico italiano, a evidenziare le linee di tendenza è Lucia Rizzieri, pedagogista esperta nel lavoro di genere, che ha curato questa parte del lavoro. «Dal piccolo spaccato di queste interviste - spiega la ricercatrice - emerge un sostanziale superamento di molte delle rigidità dei ruoli uomo-donna. Nell’organizzazione della famiglia e della vita domestica tutto avviene in modo molto automatico, sulla base di esigenze funzionali del nucleo familiare piuttosto che di genere. Altra differenza importante è che i propri padri non sono più il modello maschile di riferimento; c’è rispetto nei loro confronti per quello che hanno saputo raggiungere ma anche la consapevolezza che la società, e la famiglia, sono cambiate. Molto interessante, a mio parere - continua Lucia Rizzieri - è anche la differenza che emerge per quanto riguarda la vita associativa. Nei paesi è socialmente importantissimo entrare a far parte dei vigili del fuoco o degli Schützen, quasi un rito di passaggio obbligatorio per il mondo maschile, tra gli intervistati italiani nulla di tutto questo. Non è un contesto sociale intrusivo a determinare le scelte dell’eventuale impegno nell’associazionismo. Devo però ribadire, perchè è fondamentale, che sarebbe sbagliatissimo fare raffronti tra i due campioni di interviste, perchè ragioniamo su numeri piccolissimi e su un target, parlo soprattutto delle poche interviste effettuate sulla popolazione italiana, tutt’altro che significativo».


MAURO FATTOR

Tra i giovani e gli anziani le differenze sono minime
Solo il 25% dei ragazzi non ha problemi ad accettare l’omosessualità




Quella che pubblichiamo qui di seguito è la sintesi, voce per voce, degli elementiv più significativi emersi nelle 150 interviste effettuate nel mondo linguistico tedesco.
Lavoro.
 Per molti uomini ciò che da un senso alla vita è il lavoro e ricevono da questo anche un certo riconoscimento. Il lavoro è simbolo di mascolinità. Un terzo degli uomini intervistati (più giovani) può immaginarsi di fare «il casalingo» per un periodo limitato. Gli intervistati percepiscono la pressione della «normalità», ovvero che l’uomo lavora e la donna rimane a casa. Un numero piuttosto consistente ritiene che la donna sia il naturale punto di riferimento per il bambino. Gli uomini più giovani però sente il bisogno di essere più presenti in famiglia e per i figli.
Paternitá.
 La maggior parte degli intervistati parla con rispetto del proprio padre. Si riferiscono però per lo più alle attività al di fuori della famiglia, a quello che è riuscito a raggiungere professionalmente per esempio per molti uomini è importante poter intraprendere delle attività con i propri figli. Si riferiscono però ad attività precise legate di più al tempo libero e non per forza alla quotidianità e alla cura dei figli.
Vita di coppia.
 Per la maggior parte degli intervistati la vita di coppia è molto importante. La famiglia dovrebbe essere un elemento carico di stabilitá nella vita degli uomini. La paura più grande è la separazione. Tra i giovani intervistati molti hanno un’immagine piuttosto tradizionale della famiglia. Gli uomini di età più avanzata hanno fatto anche altre esperienze nella loro vita. Gli uomini parlano dei propri problemi per lo più con la moglie o con la partner. Degli eventuali problemi con la moglie non si parla con altre persone. Una parte consistente degli intervistati approva una visione moderna della suddivisione dei ruoli, ma nella vita concreta le relazioni di coppia sono strutturate in maniera tradizionale. Molti uomini ricercano momenti di svago e di ritrovo con altri uomini per fare qualcosa insieme. Per molti la donna viene vista come la persona forte nella coppia.
Associazionismo
e vita politica.

Gli uomini più anziani a differenza dei più giovani ritengono importante avere uomini con un carattere forte in politica. La metà degli intervistati non fa differenza tra uomini e donne in politica, basta che siano personalità forti. L’associazionismo è per la maggior parte degli uomini molto importante, soprattutto per i più anziani. È molto importante anche la presenza di uomini nell’associazione perchè rafforza l’identità maschile.
Immigrati.
 Il 50% degli intervistati ritiene di non aver problemi ad avere persone immigrate come vicini di casa. Il 35% invece avrebbe problemi. In questo caso non si evidenzia una differenza sostanziale tra uomini giovani e più vecchi. Chi ha meno contatti con persone di altre culture (Europa orientale, Africa, Asia) é piú carico di paure. Anche per le persone straniere il lavoro é molto importante e chi lavora viene accettato più volentieri.
 Gestione familiare.
 Per molti uomini i mestieri di casa e l’educazione dei figli sono due ambiti separati. L’educazione dei figli però assume un valore piú alto rispetto ai mestieri di casa. In casa gli uomini aiutano nei lavori di casa e le donne lavorando assicurano un secondo reddito. Le donne sono destinate ai lavori di casa e gli uomini al mantenimento della famiglia. Anche nelle famiglie più giovani la divisione dei ruoli è piuttosto tradizionale e conservatrice.
Omosessualità.
 Molti uomini hanno difficoltà ad accettare l’omosessualità. Solo il 25% dei più giovani ritiene di non avere difficoltà. Un terzo degli uomini più vecchi avrebbe difficoltà ad accettare un figlio omosessuale. Si preoccuperebbero delle reazioni in paese e di aver fallito nell’educazione dei figli.
Rifiuto di avere figli.
 Il motivo principale del non volere figli é l’insicurezza finanziaria. Al secondo posto si inserisce il lavoro precario e la paura di dover sostenere costi molto alti di mantenimento dei figli in caso di separazione. In questo ultimo caso gli uomini si sentono piuttosto svantaggiati.

Alto Adige 6-11-09



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mercoledì, 04 novembre 2009


Chi semina legalità raccoglie giustizia


CENTRO PACE, IL CONVEGNO

«Chi semina legalità raccoglie giustizia. L’importanza di educare». È lo slogan scelto dal Centro per la Pace di Bolzano insieme a Libera per il convegno nazionale che, il 6 e il 7 novembre, riunirà nel capoluogo altoatesino alcuni testimoni della lotta alla mafia e alla criminalità. Il convegno inizierà venerdì sera con l’omaggio della Caritas diocesana e a don Luigi Ciotti, che riceverà il premio «Madre Terra». Poi, il presidente di Libera terrà una prolusione sul tema «L’impegno educativo per liberare un altro futuro». Venerdì sera, alle ore 20.30, inoltre, al teatro Cristallo, il giudice Gian Carlo Caselli, presenterà il suo libro «Le due guerre. Perchè l’Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia». Sabato sono previsti gli interventi, fra gli altri, di Petra Reski, autrice del libro «Santa mafia» e del giudice internazionale Cuno Tarfusser.

Alto Adige 4-11-09
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lunedì, 02 novembre 2009



CONTROLLATE SUBITO SULLE FATTURE: SE IL VOSTRO COMUNE HA INCASSATO L'IVA SULLA TASSA RIFIUTI, CHIEDETE IL RIMBORSO


AVETE PAGATO L’IVA sulla tassa rifiuti (Tarsu o Tia)? Chiedete indietro i soldi con il nostro modulo. Una sentenza della Corte costituzionale ha infatti sancito che Tarsu e Tia sono imposte, sulle quali, giustamente, non si deve pagare un’ulteriore tassa. La procedura è semplice, potete scaricare il fac simile di domanda di rimborso
dal nostro sito (altroconsumo.it/casa) oppure copiare e compilare la lettera che trovate nella pagina in basso.
Ovviamente, dovrete prima verificare sulle fatture degli ultimi 10 anni (il rimborso si ferma lì) se l’Iva è stata
applicata (generalmente è pari al 10%). Se avete trovato la prova di avere versato l’imposta, allegate alla lettera le copie delle fatture ed elencate gli importi nella tabellina riepilogativa, che trovate nel modello di lettera.
Se non riuscite a capire se avete pagato l’Iva o meno (per esempio, perché non avete fatture, ma solo bollettini), il nostro consiglio è di spedire la richiesta di rimborso in ogni caso: se non avete diritto al rimborso, il Comune (o l’azienda municipalizzata o privata che ha incassato i vostri soldi) ve lo negherà. Questo vale anche per chi abita in zone dove il Comune ha invitato i cittadini a non fare niente, dichiarando che provvederanno loro a rimborsare
automaticamente quanto dovuto. Siamo certi che manteranno la promessa, ma la prudenza non è mai troppa: spedire la lettera raccomandata è indispensabile per bloccare il decorrere della prescrizione. Quindi, ancora una volta, meglio farlo. E prima è, meglio è.
Un buco nella normativa Per chiedere il rimborso basta spedire una raccomandata al vostro Comune o all’azienda che si occupa di gestire la raccolta dei rifiuti (municipalizzata o privata che sia, non cambia).
Il diritto al rimborso è legato a una recente sentenza della Corte costituzionale (n. 238/2009), che ha stabilito che
sia la tariffa di igiene ambientale (Tia, introdotta nel ‘97 dal Decreto Ronchi), sia la preesistente tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu),  hanno natura tributaria, cioè sono imposte.
Con questo pronunciamento, la Corte interviene in presenza di un vero e proprio buco nella legge, che a oggi
non precisa se il corrispettivo pagato per il servizio di smaltimento rifiuti e pulizia delle strade debba essere caricato dell’Iva. Come avviene, per esempio, per la bolletta dell’acqua o dell’elettricità, su cui l’Iva si paga (in questo caso non si tratta infatti di imposte, ma di pagamenti per servizi prestati).
Le continue modifiche della normativa sui rifiuti e il susseguirsi di rinvii ed eccezioni al passaggio obbligatorio da
Tarsu a Tia non hanno fatto altro che aumentare l’incertezza.
Ogni Comune fa per sé Come è tipico di queste situazioni, ogni Comune ha fatto a modo suo: ci sono Comuni
che hanno applicato l’Iva e altri che non lo hanno fatto. Addirittura potrebbero esserci Comuni che per un periodo lo hanno fatto e poi non più. Per questo vi consigliamo di verificare bene che cosa vi è successo negli ultimi 10 anni.
Benché una sentenza della Corte costituzionale non abbia valore di legge, ha ovviamente il suo peso, se portata a supporto di una richiesta di rimborso. Purtroppo però, non trattandosi di una norma, il cittadino deve attivarsi per il recupero di quanto pagato indebitamente: non esiste un obbligo di provvedere al rimborso automatico.

CINQUE ASPETTI A CUI FARE ATTENZIONE

1 Se non avete nulla che provi il versamento dell’Iva perché avete solo i bollettini, usateli comunque senza indicare gli importi dell’imposta versata.
2 Se negli ultimi 10 anni è cambiato il gestore del servizio, ad esempio siete passati dal versamento al Comune a quello all’ente municipalizzato, inviate due richieste separate per i rispettivi periodi di competenza.
3 La prescrizione per la richiesta di rimborso dell’Iva è di 10 anni, ma potete bloccare questo termine inviando il modulo tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
4 Il Comune o gli altri enti a cui avete pagato la Tarsu hanno 90 giorni per rispondere alla vostra richiesta di rimborso. Se non rispondono vale il principio del “silenzio diniego”: non rimborsano.
5 Potete presentare la richiesta di rimborso fino al 24 luglio 2011. Ovviamente più aspettate più slittano i termini di prescrizione della richiesta, cioè i 10 anni. In pratica, entro il 2009 potete chiedere il rimborso fino al 1999, dal 2010 potete risalire solo al 2000 e così via. Non perdete tempo, quindi.

VI NEGANO IL RIMBORSO? ECCO COSA FARE
• Se l’ente non riconosce la sentenza della Corte costituzionale e vi nega il rimborso, o non risponde, potete presentare un ricorso alla commissione tributaria provinciale.
• Potete farlo come privato contribuente se il valore della causa risulta inferiore a 2.582,28 euro. Al di sopra di questa cifra, è necessario farsi assistere da un avvocato.
• Per fare ricorso alla commissione avete 60 giorni di tempo a partire dal momento in cui ricevete la risposta
negativa dell’ente oppure dal termine dei 90 giorni dalla presentazione della richiesta di rimborso.

DA COPIARE E COMPILARE

Spett.le Comune di... o Spett... (se si tratta di un'azienda municipalizzata o privata)

Raccomandata A/R

Oggetto: richiesta di rimborso dell’Iva relativa al pagamento della Tariffa di igiene
ambientale/ Tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani.


Il/la sottoscritto/a... nato/a... a... il..., C.F..., residente in, Via/P.zza... numero... cap...
in qualità di... (per ogni immobile di cui si chiede il rimborso dell’Iva versata, indicate la vostra
qualifica: ad esempio proprietario, affittuario...) dell’immobile sito in..., Via/P.zza... n...,
iscritto al Catasto del Comune di... (riportate gli estremi catastali dell’immobile che trovate
sulla visura catastale o sugli atti del notaio), Sezione..., Foglio..., Particella..., Sub..., Zona...,
Categoria..., Classe...;

PREMESSO CHE
ha regolarmente corrisposto per i/il suddetti/o immobili/e la Tarsu/Tia comprensiva di
Iva al 10%, come da fatture allegate alla presente; segnala che con la Sentenza numero
238/2009 la Corte Costituzionale nel rilevare la natura tributaria di Tarsu e Tia, in particolare:
“7.2.3.6. - [...] Non esiste, del resto, una norma legislativa che espressamente
assoggetti ad Iva le prestazioni del servizio di smaltimento dei rifiuti [...]. Se, poi, si
considerano gli elementi autoritativi sopra evidenziati, propri sia della Tarsu che della
Tia, entrambe le entrate debbono essere ricondotte nel novero di quei «diritti, canoni,
contributi» che la normativa comunitaria (da ultimo, art. 13, paragrafo 1, primo periodo,
della Direttiva n. 2006/112/CE del Consiglio del 28 novembre 2006; come ribadito
dalla sentenza della Corte di giustizia CE del 16 settembre 2008, in causa C-288/07)
esclude in via generale dall’assoggettamento ad Iva, perché percepiti da enti pubblici
«per le attività od operazioni che esercitano in quanto pubbliche autorità».” ha di fatto
inequivocabilmente escluso l’imponibilità ai fini Iva di codesta tassa o tariffa.
Ne consegue che l’Iva addebitata al sottoscritto e documentata dalle fatture in allegato
risulta indebitamente corrisposta quindi

CHIEDE
1. il rimborso di quanto versato e non dovuto come da tabella riepilogativa allegata,
con riferimento agli ultimi dieci anni, oltre agli interessi legali decorrenti dal giorno
dei singoli pagamenti;
2. l’immediata cancellazione dalle future fatture e dai ruoli della suddetta voce nonché
la comunicazione alla società di riscossione ai fini dell’eventuale sgravio.

Si rimane in attesa di un Vostro riscontro, entro e non oltre novanta giorni dal ricevimento
della presente, con l’avvertimento che, decorso inutilmente tale termine, il
sottoscritto si vedrà costretto ad adire la competente autorità giudiziaria per
la tutela dei propri diritti.
La presente vale ad ogni effetto di legge quale formale diffida e
messa in mora, anche ai fini interruttivi della prescrizione.

Luogo e data

Firma

Riepilogo Fatture:
Elencate le fatture che allegate indicando: l’anno di pagamento,
il numero della fattura, l’importo totale della stessa e l’Iva versata, calcolando
e indicando alla fine il totale dell’Iva versata indebitamente (potete costruire
una tabellina).

Allegati:
Elencare le copie delle fatture che si allegano, riportandone il numero e l’anno di
versamento, ricordando di allegare tutte le fatture emesse nello stesso anno in caso
di pagamento frazionato


fonte:SOLDI&DIRITTI n.109 novembre 2009

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sabato, 31 ottobre 2009



COMUNE DI LAIVES 




BONUS GAS


Il bonus gas potrà essere richiesto presentando la domanda al proprio Comune di residenza, dal prossimo novembre.
Per le domande presentate entro il 30 aprile 2010, il bonus ha valore retroattivo al 1° gennaio 2009.


 A chi è riservato?
Potranno accedere al bonus gas (per la fornitura nell’abitazione di residenza) i clienti domestici con indicatore ISEE non superiore a 7.500 euro, nonché le famiglie numerose (4 o più figli a carico) con ISEE non superiore a 20.000 euro. Questi parametri economici sono gli stessi che permettono ai clienti domestici di accedere anche al bonus elettrico per disagio economico.
Il bonus gas potrà essere richiesto anche da coloro che, in presenza dei requisiti ISEE e di residenza indicati, utilizzano impianti di riscaldamento condominiali, ovviamente a gas naturale.
 Ulteriori informazioni e relativa modulistica sono disponibili presso lo sportello del cittadino e all'indirizzo http://www.sgate.anci.it/
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sabato, 31 ottobre 2009


Un grido nella rete: «Trilingui è bello»



In pochi giorni migliaia di altoatesini hanno aderito al gruppo su Facebook


 BOLZANO. Alle quattro del pomeriggio i «soci» erano 2.700, due ore dopo quasi duecento in più. Il ritmo di crescita delle adesioni è frenetico. «Francamente non mi aspettavo un successo del genere», dice stupito Tommaso Marangoni, 16 anni, studente bolzanino del liceo «Torricelli». La pagina su Facebook l’ha lanciata domenica scorsa e in pochi giorni ha raccolto migliaia di adesioni. Il senso della sua iniziativa sta tutta nell’esaltazione del trilinguismo dell’Alto Adige: «Italiani+tedeschi+ladini=ricchezza, non conflitto!», è il titolo (in tre lingue, ovviamente) del gruppo aperto sul famoso social network.
 La risposta dei giovani altoatesini (di lingua italiana e tedesca) è stata straordinaria. Certo, si sa come vanno a volte queste cose. Un click per aderire non costa nessuna fatica, ma le centinaia di commenti che hanno invaso la pagina non sono un facile regalo. Bisogna avere tempo e soprattutto voglia di pensare, scrivere e condividere.
 Quella su Facebook sembra quasi una sfida alle lentezze della politica di casa nostra, che, forse, ancora non riesce a cogliere cosa bolle ai piani «bassi» e più giovani della società; politica che litiga sulla toponomastica, i «relitti fascisti», e non si accorge che una fascia della popolazione ha già lo sguardo (un po’ ingenuo, un po’ profetico) oltre gli steccati.
 Tommaso, com’è nata questa idea? «Tutto è cominciato in modo molto semplice, durante una discussione in famiglia sui dialetti e sulle culture differenti». Un tema che affrontate spesso a tavola? «Capita ogni tanto. Dentro di me è nata una sorta di scommessa - spiega lo studente sedicenne - volevo capire se la mia idea sulla ricchezza dei tre gruppi linguistici fosse condivisa o no. E così - prosegue - domenica scorsa ho deciso di aprire un gruppo su Facebook e di condividerlo con gli amici».
 Un’idea che ha incendiato la rete: «In pochissimo tempo sono arrivate centinaia di adesioni. Ero convinto che si sarebbero fermate, invece oggi (ieri per chi legge ndr) sono già quasi a tremila. No, non mi aspettavo una risposta del genere». Non di rado sui social network è facile rastrellare adesioni: «Ma già giovedì sera c’erano circa 130 commenti, tutti positivi».
 Il tuo motto è «basta conflitti»: «Io sono nato a Bolzano e tutti i miei familiari sono di madrelingua italiana. Ho amicizie nel mondo tedesco e francamente le ho sempre vissute molto bene. L’unico problema - prosegue - è che molto spesso i giovani di lingua tedesca parlano tra di loro in dialetto, escludendo quindi gli italiani, che a scuola studiano l’Hochdeutsch. Anche su Facebook li ho invitati a non commentare in dialetto...».
 L’iniziativa di Tommaso appare come un richiamo alla rissosità della politica: «Io ho la visione di un quindicenne - dice con grande consapevolezza - forse certi aspetti non li so cogliere e non ho vissute certe epoche. Ma non per questo intende rinunciare al mio ideale».
 E adesso cosa intendi fare con questo «capitale» di adesioni? «Spero - conclude - che tutto questa serva a smuovere qualcosa anche su altri piani della società». (g.f.p.)

Alto Adige 31-10-09
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mercoledì, 28 ottobre 2009


Referendum, Peterlini accusa la Svp


la stella alpina boicotta i referendum

La destra tedesca: hanno seminato il terrore. Esposto sui seggi off limits per i disabili


BOLZANO. Referendum falliti: proseguono le bordate dei partiti tedeschi contro la Svp. Ma in via Brennero sale la tensione e Oskar Peterlini difende la scelta di avere incoraggiato la partecipazione al referendum: «La Svp non ha imparato la lezione».
 Intanto, dopo il caso già citato alle scuole Alfieri di via Parma, arriva in procura la segnalazione di Nadja Vitale sull’impossibilità di una persona disabile di votare alle «Schweitzer» di viale Europa a causa dei seggi allestiti al secondo piano. «La Stella alpina ha boicottato i referendum», accusano Freiheitlichen e Ufs. Andreas Pöder (Ufs) conferma che presenterà in procura le segnalazioni sulle irregolarità ai seggi. «Ma non presenteremo ricorso», annuncia Pöder, spiegando di avere intenzione di organizzare una nuova raccolta firme per un referendum sulla democrazia diretta con abbattimento del quorum e voto popolare sulle grandi opere. I Freiheitlichen parlano di una Svp in «bancarotta». Sul referendum: «Hanno diffuso il terrore tra gli italiani». Il segretario Svp Achammer: «Accuse assurde». Ma Peterlini, attaccato nel partito per la sua posizione (con il Tavolo sociale), è durissimo: «Non accetto di essere isolato solo perché resto lineare e vicino alla popolazione». Mariateresa Tomada (Lega nord) commenta: «La popolazione di lingua italiana deve essere più coinvolta. Senza di noi non si va da nessuna parte. La Lega è il partito giusto per fare convivere le diverse anime». Paolo Degasper (Udc): «Bene il mancato quorum di cinque referendum demagogici».


Alto Adige 28-10-09
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martedì, 27 ottobre 2009

Referendum in Alto Adige


esito referendum 2009 in Alto Adige

L’onda delle valli spaventa la Svp

MIRCO MARCHIODI

BOLZANO. Ai referendum ha votato “sì” un altoatesino su tre. Gli altri hanno preferito restare a casa oppure barrare il “no” sulla scheda elettorale. Quorum sfiorato per tutti e cinque i quesiti, ma non raggiunto. I referendum dunque sono falliti, ma la partecipazione comunque massiccia porterà a dei cambiamenti, ad esempio per quanto riguarda la legge sulla democrazia diretta, mentre l’aeroporto è pronto al rilancio. Il mancato raggiungimento del quorum va ricondotto in buona parte al “non-voto” degli italiani, ma allo stesso tempo la forte partecipazione in periferia va letta come un voto di protesta anti Svp.
 I risultati. Affluenza attorno al 38% per tutti i quesiti, un po’ maggiore per l’aeroporto e per il quesito sulla democrazia diretta proposto dall’Iniziativa per più democrazia, un po’ minore per quelli dell’Union. Ma a colpire sono le differenze tra città e periferia: a Bolzano hanno votato solo un quarto degli aventi diritto, a Cortaccia invece si è superato il 60% con punte superiori al 50% anche in Alta val Pusteria e Alta val d’Isarco. Dimostrazione del fatto che è mancato soprattutto il voto degli italiani e che in periferia ha giocato un ruolo importante anche il voto di protesta nei confronti dell’Svp. Hanno stravinto i sì, sopra l’80% per tutti i quesiti tranne il terzo, quello sulla democrazia diretta proposto dall’Union, che ha pagato la concorrenza del quesito dell’Iniziativa per più democrazia.
 Alla fine su 390 mila votanti si sono recati alle urne quasi 150 mila elettori. I sì sono stati 120 mila, poco più del 30% degli aventi diritto.
 Le conseguenze. I cinque referendum sono tutti falliti. Quindi nessuna delle proposte sarà trasformata in legge. Però lo stesso Durnwalder ha detto di non poter ignorare la grande affluenza. E così l’Svp sta già studiando qualche modifica alla legge sulla democrazia diretta. Salva la partecipazione della Provincia per quanto riguarda l’aeroporto: questo significa che presto inizieranno i lavori per il nuovo terminal e per l’hangar, ma anche - lo ha annunciato ieri Durnwalder - che presto la Provincia bandirà altre due tratte da affiancare a quella per Roma, con voli per Vienna e Francoforte: «Ma i collegamenti giornalieri resteranno tra i 7 e i 9», ha assicurato. Per i prossimi cinque anni non potranno essere riproposti dei referendum sulle materie che sono state oggetto di questa consultazione popolare.
 Le reazioni. Durnwalder ringrazia gli italiani, ma nei loro confronti non c’è alcun debito: «Hanno votato per difendere loro stessi, non l’Svp». Ma le due cose sembrano sempre più inscindibili: come spiega Riccardo Dello Sbarba dei Verdi, per difendere loro stessi gli italiani difendono l’Svp. I Freiheitlichen danno una lettura ancora più netta: «Senza gli italiani l’Svp perde». È stato così alle provinciali dove il voto italiano ha “salvato” il seggio della maggioranza assoluta, è stato così domenica.
 Intanto i promotori se la prendono con la scarsa informazione pre-referendum, ma c’è anche chi fa autocritica. In particolare, l’aver accorpato i quesiti sull’aeroporto e sulla democrazia diretta a quelli proposti dall’Union su seconde case e diritti degli immigrati, ha scoraggiato molti elettori ed ha permesso all’Svp di giocare la carta “etnica” tenendo lontano dalle urne gli italiani.
 «Voto regolare». Le polemiche relative alle presunte irregolarità del voto di domenica e in particolare sulla ritardata apertura di alcuni seggi, vengono respinte al mittente da Durnwalder: «Non è colpa nostra se c’erano da preparare le schede per cinque quesiti. Ovvio che così i tempi si sono allungati. Ma nessuno ha boicottato il voto, al massimo qualcuno ha dovuto aspettare un po’». Versione confermata dal procuratore capo Guido Rispoli: «Non ci sono state irregolarità, le procedure sono state tutte rispettate».

Theiner: un segnale da prendere sul serio

La Stella Alpina: pronti al dialogo

 BOLZANO. In via Brennero si tira un sospiro di sollievo «perché il mancato raggiungimento del quorum ha evitato il caos istituzionale», ma allo stesso tempo si cerca di correre ai ripari. Il quorum è stato mancato, ma solo per un soffio e se non fosse stato per gli italiani probabilmente sarebbe andata diversamente. «La popolazione vuole contare di più, vuole essere parte della decisione», afferma l’Obmann Richard Theiner al termine del direttivo Svp. «Siamo disponibili al dialogo, i vari temi dei referendum meritano di essere approfonditi. Vogliamo invitare i promotori del quesito sulla democrazia diretta a confrontarci con noi, perché siamo disponibili a migliorare la legge attualmente in vigore». Anche per quanto riguarda l’aeroporto si preferisce una linea “soft”: «Resta valido il risultato della mediazione, a prescindere da come è andato il referendum la pista non sarà allungata». Porte chiuse invece all’Union di Andreas Pöder: «Sulle seconde case e sui diritti agli immigrati sono meglio le regole delle nostre leggi».

Dello Sbarba: «La paura del gruppo italiano ha salvato la Volkspartei»

ANTONELLA MATTIOLI

 BOLZANO. «Gli italiani hanno paura che la crisi della Svp crei “mostri”. Ovvero, porti alla crescita della destra nazionalista che punta all’autodeterminazione, al monolinguismo e sogna lo stato libero del Sudtirolo, dove nonostante le assicurazioni, non ci sarebbe più spazio per gli italiani. Ciò spiega perché Durnwalder viene visto dagli italiani come l’àncora di salvezza». Secondo Riccardo Dello Sbarba (verde) è stata la paura a far disertare le urne agli italiani.
 E se invece fosse stato il qualunquismo o l’indifferenza verso i quesiti?
 
«No. È stata una scelta ponderata. Durnwalder, alla vigilia del voto, ha detto: “O me o il diluvio”. Gli italiani per salvare se stessi hanno salvato la Svp, disertando le urne. Come consigliato da Durnwalder».
 Forse però anche voi avete contribuito ad alimentare le paure, affiancando i due referendum su democrazia diretta e aeroporto ai primi tre dell’Union (uno sull’edilizia abitativa agevolata per gli immigrati, il secondo contro le seconde case, il terzo pure sulla democrazia diretta).
 
«Non abbiamo scelto noi di farli assieme e comunque è vero che abbiamo pagato la “cattiva compagnia”. Al di là di questo però, tutto si è giocato sull’alternativa astensione o voto. Non abbiamo potuto entrare nel merito e far capire che noi eravamo per il no ai quesiti dell’Union. Il problema però ora è un altro».
 Quale?
 
«Far capire agli italiani che il sistema di potere della Svp sta crollando e Durnwalder ormai è al tramonto: non ha più senso aggrapparsi a quest’àncora. Il gruppo tedesco vede tutto ciò come una liberazione e il voto di domenica lo dimostra. Il gruppo italiano come una minaccia. Si spiega con il fatto che il gruppo italiano si sente abbandonato a se stesso, perché la sinistra è troppo debole, la destra troppo litigiosa».
 E voi?
 
«Da troppi italiani siamo visti come estranei: non riusciamo a far passare il messaggio che siamo interetnici e che la Svp non è l’ultimo baluardo. Anzi: saranno proprio gli italiani a beneficiare di un calo di consensi e quindi di potere della Svp. Ci sarà più democrazia per tutti».
 Sarà, ma alle ultime elezioni del calo di consensi Svp, ha beneficiato la destra sudtirolese.
 
«Purtroppo, i voti hanno premiato la destra e l’inizio di legislatura è stato caratterizzato da marce di Schützen e contro-provocazioni fasciste, dichiarazioni sulla Wehrmacht liberatrice nel 1943 fino alla battaglia sui cartelli. I segnali di montagna solo in tedesco dell’Avs sono stati percepiti dagli italiani come un avviso di sfratto».
 Questo spiega perché gli italiani hanno paura.
 
«Ammetto che la paura è reale ed è proprio questo sentimento, lo ripeto, che porta gli italiani a vedere la Svp come l’ultimo baluardo. Non si rendono conto che è destinato a crollare perché sta venendo meno il consenso del mondo tedesco: l’esito dei referendum lo dimostra. Far passare quello sulla democrazia diretta, proposto da Iniziativa per più democrazia, avrebbe dato più forza anche al gruppo italiano. Purtroppo, non siamo riusciti a farlo capire agli italiani».
 Mentre lo ha capito il gruppo tedesco che, nelle valli, ha partecipato in massa ai referendum.
 
«Certo. L’elettorato tedesco si sente abbastanza forte da potersi riappropriare della sovranità; quello italiano si sente talmente debole e abbandonato da affidarsi ad un “papa straniero”».

Sd lancia l’allarme: il più votato è stato il quesito anti-immigrati


BOLZANO. Grido d’allarme di Sinistra Democratica: «Al netto dei no e delle schede bianche o nulle è stato il primo referendum (Union), quello xenofobo ed etno-populista che puntava a ridurre le agevolazioni per la casa agli extracomunitari, ad aver ricevuto i maggiori consensi in voti assoluti (115.560 mila). Fortunatamente il quesito non è passato, perché un’eventuale vittoria avrebbe alimentato la campagna xenofoba contro gli immigrati e alimentato tensioni tra i gruppi linguistici, considerato che i nuovi limiti avrebbero colpito anche i cittadini italiani delle altre regioni». Sd conclude chiedendo “un più ampio coinvolgimento democratico nelle decisioni dell’autonomia”.

«Sonora batosta per Durni»


BOLZANO. “La massiccia presenza di votanti nelle valli pesa come un macigno sull’Svp” che “esce sconfitta” dai referendum. Lo sostiene Donato Seppi (Unitalia). “La reazione del popolo sta a dimostrare che i veti ed il tentativo di affossamento dei referendum, è fallito in pieno”, osserva Seppi, secondo il quale chi è andato a votare lo ha fatto “più contro la Svp che a favore dei quesiti referendari”. “Avere trasformato i quesiti in un clima referendario che appariva essere a favore o contro gli ordini del partito padrone ha indotto la popolazione a dimostrare la sua contrarietà all’arroganza e alla prepotenza del governo provinciale”, conclude l’esponente di Unitalia.



«In 110 mila sono con noi»

 BOLZANO. «Sono 110 mila gli elettori che la pensano come noi». Lo ha detto il segretario dell’Union für Südtirol Andreas Pöder, commentando l’esito dei referendum. «Gli elettori chiedono un maggior potere decisionale e noi continueremo a rappresentare le loro istanze con rinnovato vigore. Dovremo però fare uno sforzo in più per far capire agli italiani che la democrazia diretta è anche a loro beneficio. Purtroppo, la Svp ha giocato la carta della paura. Il presidente della giunta Durnwalder, alla vigilia del voto, ha lanciato l’appello all’astensionismo proprio al gruppo italiano e ha fatto breccia».



«Una sconfitta che assomiglia ad una vittoria»


BOLZANO. «Quorum mancato per un pelo e tuttavia un successo: i promotori di Iniziativa per più democrazia e la Federazione delle associazioni ambientaliste altoatesine hanno subìto una sconfitta che in realtà somiglia a una vittoria». Lo dice una nota dei Verdi secondo cui, “nonostante una massiccia campagna di boicottaggio da parte della giunta provinciale, nonostante lo scetticismo di molti importanti organi di stampa, nonostante l’apertura ritardata delle sezioni elettorali, in tutto l’Alto Adige quasi 150 mila elettori si sono recati alle urne e in moltissimi comuni il quorum è stato abbondantemente superato. Il risultato finale equivale a un grande successo della democrazia. In questa domenica di voto si è espresso chiaramente il desiderio diffuso di una maggior partecipazione». Il gruppo consiliare Alternativa sociale di Bressanone attribuisce alla macchina organizzativa della Provincia il mancato raggiungimento del quorum: «Se tutte le sezioni avessero aperto i battenti regolarmente alle 6, l’obiettivo sarebbe stato raggiunto. Questa gravissima carenza organizzativa non dovrebbe verificarsi in un Paese membro della Comunità europea». Stephan Lausch (Iniziativa per più democrazia) punta il dito contro il ritardo nell’apertura dei seggi e denuncia la “scarsa informazione fornita prima dalla Provincia e poi dalla stampa”. «Risultato - dice Lausch -: ha vinto il messaggio di paura lanciato da Durnwalder che ha fatto breccia soprattutto nell’elettorato italiano». Anche Roman Zanon (Dachverband nella foto) se la prende con la Svp: «Per tre mesi gli esponenti del partito di raccolta hanno evitato di parlare di referendum. Solo gli ultimi giorni sono scesi in campo, ma per gettare nel panico gli italiani che disorientati non sono andati a votare e hanno impedito il raggiungimento del quorum».
 Anche se l’obiettivo è stato mancato Rudi Benedikter (Projekt Bozen) mette in guardia il presidente Durnwalder: «La sua potrebbe dimostrarsi una vittoria di Pirro: la conferma l’avremo alle comunali». Spegne gli entusiasmi l’assessore comunale Sandro Repetto (Udc): «I promotori dei referendum hanno fallito: proprio i bolzanini e gli abitanti di Laives, che vivono vicino all’aeroporto, hanno disertato le urne».


Peterlini critica la Provincia


 BOLZANO. Il senatore della Svp Oskar Peterlini al referendum ci credeva. Ha fatto propagando fino all’ultimo invitando amici e conoscenti ad andare a votare mandando degli “sms” anche domenica, ma il suo impegno non è bastato a far raggiungere il quorum: «Ci è mancato un 1,8 % per raggiungere il quorum del 40%. Paragonerei questo referendum provinciale alla lotta di Davide contro Golia, ma una cosa è certa: i cittadini sono i vincitori morali. Basti pensare ai tanti volontari che hanno dovuto lottare contro lussuosi depliants e pareri giuridici commissionati delle varie autorità locali e pagati con i soldi dei contribuenti». Così Peterlini ha commentato l’esito del referendum. «In quasi tutti i comprensori abitati in grande maggioranza da persone di madrelingua tedesca il quorum è stato addirittura superato, con punte oltre il 50%. Purtroppo è rimasta disinteressata gran parte della popolazione di madrelingua italiana, come dimostrano i risultati nelle città e nei comuni bilingui. Evidentemente - si rammarica il senatore - non siamo riusciti a sensibilizzare a sufficienza il loro interesse».


«Gli italiani si fidano dell’Svp»


BOLZANO. Se alle ultime provinciali l’Svp aveva ringraziato gli italiani per aver salvato il seggio decisivo per mantenere la maggioranza assoluta in consiglio, stavolta non c’è alcun debito di riconoscenza, anche se è innegabile che il quorum non è stato raggiunto grazie proprio al “non-voto” del gruppo linguistico italiano.
 Presidente Durnwalder, gli italiani sono stati ancora una volta decisivi per “salvare” l’Svp...
 
Il non-voto degli italiani in effetti è stato determinante. Ma non è stato un favore all’Svp, bensì una difesa dei propri interessi. Gli italiani evidentemente preferiscono trattare con noi, cercare delle soluzioni che vadano bene a tutti i gruppi linguistici. Si vede che vogliono che le cose restino così e che le questioni importanti vengano decise in seno al consiglio provinciale e non da un referendum in cui la maggioranza che vive in periferia potrebbe imporsi su quelli della minoranza che vive in città.
 A proposito della periferia: qui la partecipazione è stata molto più forte...
 
Credo che questo fatto sia da interpretare soprattutto come un’espressione di protesta contro i partiti e le istituzioni. Il risultato ottenuto è stato sicuramente di rilievo, ma non va sopravvalutato: il quorum alla fine dei conti non è stato raggiunto.
 Sì, ma c’è mancato davvero poco...
 
Guardiamo i numeri: i “sì” sono stati 120 mila su 390 mila aventi diritto al voto. È poco più del 30%, il resto della popolazione ha votato “no” oppure è rimasta a casa. E ci tengo a sottolineare che quest’ultima opzione in un referendum è una possibile forma di partecipazione. Io ad esempio non ho votato.
 Per questo è stato criticato e i promotori l’hanno accusata di aver boicottato i referendum...
 
Falso. Io non ho dato indicazioni di voto, ho detto quello che avrei fatto. Come Svp noi avevamo detto di votare quattro “no”, mentre sull’aeroporto abbiamo lasciato libertà di scelta.
 Nemmeno la conferenza stampa della giunta a pochi giorni dal voto è piaciuta ai promotori...
 
Abbiamo soltanto detto che se avessero vinto i “sì”, le conseguenze pratiche sarebbero state paralizzanti per la pubblica amministrazione. Credo che la popolazione lo abbia capito.
 Ma la partecipazione è stata comunque alta...
 
Vero. Per questo dobbiamo prendere sul serio i referendum. Sono falliti, ma non finiranno in un cassetto. Penso soprattutto alla legge sulla democrazia diretta: come partito penseremo a come modificarla. Il quorum? Io lo lascerei al 40%, ma ad esempio va chiarito meglio la costituzionalità del quesito. Non può essere che accada che fino al giorno del voto si litighi sul fatto che un quesito è costituzionale oppure no, la cosa va chiarita fin da subito.
 E gli altri quesiti?
 
Per l’aeroporto vale il risultato della mediazione: niente pista più lunga, ma due nuovi collegamenti per Vienna e Francoforte, senza superare la soglia massima dei 9 voli giornalieri. La legge urbanistica limita già abbastanza la possibilità di acquisto di seconde case da parte di non altoatesini, mentre per quanto riguarda gli immigrati, abbiamo appena iniziato l’esame della nuova legge. (mi.m.)





E ora l’aeroporto è pronto al rilancio


 BOLZANO. Scampato il pericolo, l’Abd pensa a rilanciare l’aeroporto. «Ora - afferma Engelbert Ritsch, presidente della società che gestisce lo scalo di San Giacomo - possiamo partire con i lavori necessari per mettere in sicurezza la struttura. Questo significa adeguare il terminal alle direttive di Schengen, e in un secondo momento alzarlo di un piano per posizionarci gli uffici dell’Abd. Poi costruiremo l’hangar dove troveranno spazio due aerei: in questo modo Air Alps potrà fare la manutenzione dei propri velivoli a Bolzano».
 Ma il rilancio dell’aeroporto passerà soprattutto attraverso la Provincia. Niente allungamento della pista, promette Durnwalder (e nel pomeriggio lo conferma anche la direzione della Svp), non rinunciando comunque ad una stoccata nei confronti dei referendari: «Noi intendiamo rispettare il risultato della mediazione, sono altri quelli che non lo hanno fatto». Il presidente della Provincia annuncia che presto partiranno i bandi per affiancare al collegamento con Roma anche quelli verso Vienna e Francoforte: «L’obiettivo - afferma Durnwalder - è quello di garantire dei prezzi accessibili a tutti. Per questo è importante che la Provincia possa continuare a mantenere il controllo della struttura e anche a finanziarla. Grazie al pagamento degli oneri di servizio abbiamo potuto fissare il prezzo per il volo per Roma portando la tariffa media a 170 euro. È vero che ci costa un milione di euro all’anno, ma è una spesa sostenibile». Sulla stessa linea l’assessore ai Trasporti Thomas Widmann: «Rispetteremo l’esito della mediazione, e quindi la pista non sarà allungata. Però garantiremo altri 2-3 collegamenti aerei a circa 200 euro a tratta per permettere agli altoatesini di muoversi con più libertà».



 Durnwalder e Ritsch sottolineano poi entrambi la scarsa affluenza dei Comuni più vicini all’aeroporto, da Bolzano a Laives passando per Bronzolo e Vadena: «Evidentemente - dicono entrambi - il rumore e l’inquinamento non sono così insopportabili».

Alto Adige 27-10-09




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lunedì, 26 ottobre 2009


Referendum bocciati per un soffio


un soffio

Sfiorato il quorum (38%), l’astensione italiana ha salvato l’Svp


Le percentuali. Quasi identiche per i primi tre quesiti (37,9 e 37,8%): edilizia agevolata, precedenza della popolazione locale; modifica della legge sulle seconde case; abolizione dell’attuale legge sulla democrazia diretta con azzeramento del quorum. Leggermente superiori le percentuali di votanti (38,1% e 38,2%) per il quarto (democrazia diretta con quorum al 15%) e per il quinto quesito (stop all’ aeroporto).
 Il gruppo tedesco. All’appello alle urne ha risposto, com’era prevedibile, soprattutto il mondo tedesco. Le percentuali più alte si sono registate nei comprensori dove è forte soprattutto la destra sudtirolese (Union e Freiheitlichen) che rappresenta una spina nel fianco della Svp. Hanno superato il quorum: Val Venosta (45%) seguita a ruota da Alta Val d’Isarco (44), Sciliar (43), Val d’Isarco e Pusteria (42%). Ha sfiorato il 40% l’Oltradige (39,4), il Burgraviato non ha superato il 37%, mentre Bolzano si è fermata al 24,3%. Com’era prevedibile tra gli italiani ha prevalso l’astensionismo. La Svp ringrazia.
Gli italiani. È proprio agli italiani che la giunta provinciale, con in testa Durnwalder, si è rivolta alla vigilia del voto. Obiettivo dichiarato: metterli in guardia circa i rischi che il gruppo avrebbe corso se i referendum, in particolare quelli sulla democrazia diretta, fossero passati. «Gli italiani non andando a votare - ha commentato soddisfatto il presidente Durnwalder - hanno evitato che la nostra terra precipitasse nel caos. Il voto delle valli è stato contro la giunta e contro la Svp».
 Non si è raggiunto il quorum, ma il risultato raccolto dai promotori dei referendum è comunque buono e non può essere ignorato. «Infatti - assicura il presidente - non lo ignoriamo. Cercheremo di parlare ancor di più di quanto facciamo oggi con la popolazione, ma se fossero passati i referendum sulla democrazia diretta, non avrei più potuto fare nulla».
 Le proteste. I promotori (Union, Dachverband e Iniziativa per più democrazia) sono soddisfatti per il risultato, resta la delusione per aver mancato per un soffio l’obiettivo. «I sudtirolesi - commenta Andreas Pöder (Union) - sono maturi per partecipare in modo diretto alla democrazia. Lo hanno dimostrato andando a votare in 136 mila».
 Ora si preparano a dare battaglia. Perché, a loro dire, i ritardi nell’apertura dei seggi, rilevati un po’ in tutta la provincia, sarebbero la causa del mancato raggiungimento del quorum. I promotori hanno già denunciato quelle che sono state “gravi carenze organizzative” a carabinieri e polizia. I seggi, in base alle indicazioni date dalla Provincia, dovevano aprire alle 6 e chiudere alle 22, ma i lavori di timbratura delle schede hanno richiesto più tempo del previsto e hanno ritardato l’apertura. Ecco qualche esempio: alle scuole di via San Quirino un cartello annunciava l’apertura alle 9.30; stessa musica a Montagna dove la consigliera Sybille Tezzele, per protesta contro i ritardi, oggi non parteciperà alla seduta del consiglio comunale e annuncia esposti in Procura; a Bressanone, secondo la consigliera Elda Letrari (verde), diversi seggi hanno aperto solo verso le 9. C’è chi ha aspettato e chi come Marina Menegon, costretta su una sedia a rotelle, ha rinunciato al voto. «Sono arrivata alle Alfieri di via Parma - racconta - e ho trovato l’ascensore chiuso con un cartello: “Rivolgersi alle forze dell’ordine”. Un agente mi ha aperto l’ascensore e ho potuto arrivare al seggio 77 che però era chiuso. Ho atteso fino alle 8.10 e poi sono andata via, non ce la facevo più a stare seduta».
 Alle critiche, l’ufficio servizi centrali della Provincia risponde che, in base alla legge regionale 7 del 1983, i seggi sono stati aperti alle 6, ma gli elettori hanno potuto iniziare a votare solo dopo che sono state timbrate tutte le schede: con 5 refendum erano migliaia.

Alto Adige 26-10-09
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domenica, 25 ottobre 2009



«Nessuna paura dei referendum»



Thomas Benedikter difende in un libro il ricorso alla democrazia diretta


La popolazione di lingua italiana non deve temere assolutamente nulla, visto che è lo Statuto stesso a porre limiti molto precisi al ricorso a questo tipo di strumento e i diritti dei gruppi sono intangibili


CARLA SPILLER


Thomas Benedikter, economista e ricercatore sociale, per anni direttore dell’Associazione per i popoli minacciati e della Biblioteca Culture del Mondo a Bolzano, ha pubblicato recentemente presso la casa editrice Sonda, il volume «Democrazia diretta: più potere ai cittadini». Ora, in vista dell’appuntamento odierno con i quesiti referendari, lo proponiamo ai lettori, ritenendolo un ottimo strumento per saperne di più in materia.
La democrazia diretta, l’insieme dei diritti e degli istituti referendari, non solo fa parte dei diritti politici fondamentali, ma è il complemento integrativo della democrazia rappresentativa. Tuttavia, in Italia dalla nascita della Repubblica e nonostante un certo utilizzo del referendum abrogativo, è prevalsa una concezione limitativa della democrazia diretta.
Gli strumenti più importanti - il referendum propositivo (iniziativa popolare con votazione) e il referendum confermativo per le leggi dello Stato- sono assenti e le regole di applicazione sono troppo restrittive, tant’è vero che il non raggiungimento del quorum di partecipazione regolarmente fa fallire le votazioni referendarie nazionali e regionali.
Di fatto, non si usufruisce appieno del ricco potenziale della democrazia diretta, che invece è sviluppato bene in un numero crescente di altri paesi europei e non. Il libro di Benedikter offre un’ampia rassegna delle forme della democrazia diretta, non solo con riferimento alla realtà italiana, ma anche con un’ampia analisi dell’esperienza in questo ambito di paesi stranieri come la Svizzera, ed in particolare il Canton Ticino, o la California, che presenta aspetti di grandissimo interesse spesso ignorati.
Ne abbiamo parlato con l’autore.
Cosa si intende con il concetto di democrazia diretta?
 «Per democrazia diretta si intende l’insieme dei diritti e degli strumenti referendari. Ci sono altre forme di partecipazione dei cittadini alla politica, ma ritengo che la forma referendaria abbia un carattere irrinunciabile, perché offre un aspetto deliberativo al cittadino, che può esprimere la propria sovranità su questioni fondamentali della vita sociale e politica.
 Si può definire la democrazia diretta funzionante un’adeguata integrazione della democrazia parlamentare».
Perché la democrazia diretta non trova spazio sufficiente in Italia, a differenza di altri Paesi?
 «I diritti referendari in Italia ci sono e li abbiamo esercitati dal 1974 circa una sessantina di volte. Però si è trattato sempre e soltanto di un tipo di referendum, quello abrogativo. Non siamo mai stati chiamati ad esprimerci su referendum di tipo confermativo e propositivo, che sono più importanti in altre realtà. In Svizzera ad esempio tutte le forme di democrazia diretta sono prassi quotidiana della politica da 140 anni. In Italia invece vige un concetto limitativo della democrazia diretta con l’istituzione del solo referendum abrogativo, una forma di difesa del cittadino di fronte a quanto ha deliberato il parlamento. Il cittadino di fatto però non ha la possibilità reale, attiva di proporre, di introdurre delle leggi.
Questo perché nella Costituzione italiana è stata inserita solo la forma referendaria abrogativa. La Costituzione in questo senso andrebbe riformata, per garantire quella modernità di espressione, che è molto diffusa nei paesi limitrofi.
C’è poi la necessità di rendere più agevole, più leggera l’applicazione pratica dei diritti referendari, che in Italia è una macchina farraginosa».
Ritiene sufficiente l’attenzione che i media riservano alle consultazioni referendarie?
 «A livello nazionale la campagna informativa è sempre stata di ottima fattura. Ora, per i prossimi referendum provinciale emergono della chiare pressioni politiche, attraverso ad esempio il silenzio del Dolomiten, che denota la chiara volontà di fare fallire la consultazione. Il Dolomiten fa semplicemente l’interesse del vertice della Volkspartei, che non vuole cedere un pezzo di potere ai cittadini, che non desidera l’ampliamento dei diritti dei singoli. Con qualche eccezione più moderata la Volkspartei è tutto sommato ostile alla nostra proposta di democrazia diretta e anche agli tre quesiti per cui si andrà a votare il 25 ottobre».
Non pensi che questi atteggiamenti possano essere determinati anche dalla difficoltà e dalla paura di far convivere la democrazia diretta con il sistema etnico?
 «Forse qualcuno fra la popolazione italiana percepisce delle paure di questo tipo. Io ritengo però sia sbagliato vedere la questione in questi termini, perché i limiti dei referendum provinciali sono comunque dati dallo Statuto d’Autonomia e dalla Costituzione. Quindi non può diventare strumento di verifica referendaria un disegno od una proposta che leda i diritti fondamentali dei gruppi linguistici conviventi in Provincia di Bolzano. Da una piccola inchiesta fra i nostri simpatizzanti del gruppo di democrazia diretta è emersa l’esigenza di essere chiamati ad esprimersi su questioni di carattere, sociale, economico che riguardano tutti e tre i gruppi linguistici».
L’utilizzo selvaggio dello strumento referendario può danneggiare la democrazia rappresentativa?
 «No, perché la democrazia diretta è intesa come complemento della democrazia rappresentativa.
 Addirittura può rafforzare il ruolo delle istituzioni. Dall’utilizzo frequente dei diritti referendari può nascere una nuova dinamica, un confronto più vivo e concreto fra società civile e mondo politico».

Alto Adige 25-10-09
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domenica, 25 ottobre 2009

Democrazia diretta perché decidano i cittadini

Centro Tutela Consumatori Utenti

 Per decine di migliaia di cittadini dell’Alto Adige il Centro Tutela Consumatori Utenti rappresenta un punto di riferimento imprescindibile ed indipendente. La Consulta Provinciale dei Consumatori ha proposto una riduzione dei fondi destinati alle attività del Centro Tutela Consumatori Utenti, anche in relazione ai tagli al bilancio provinciale. La domanda sorge spontanea: è veramente questa la volontà dei cittadini?
 Purtroppo sempre più frequentemente le decisioni politiche non rappresentano la reale volontà dei cittadini e degli elettori. L’opinione della maggioranza della popolazione non dovrebbe essere ignorata. Riguardo le più importanti questioni che interessano la collettività, i cittadini DEVONO poter esprimere la propria opinione, anche in maniera vincolante per la politica. Solo attraverso i referendum possiamo ritrovare una forma di governo della società che garantisca davvero la sovranità del popolo.
 La compartecipazione più credibile ed efficace è la “democrazia diretta”, sulla quale siamo chiamati a decidere la prossima domenica (25 ottobre 2009). Vi chiediamo pertanto di partecipare al Referendum provinciale, per non sprecare un’occasione unica al fine di introdurre nel nostro sistema una democrazia diretta efficiente.
Maurizio Albrigo Walther Andreaus Centro Tutela Consumatori Utenti

Alto Adige 25-10-09
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venerdì, 23 ottobre 2009


Con l’avvicinarsi della scadenza referendaria

Democrazia diretta: Durnwalder attacca i quesiti: «Se passano, convivenza a rischio»


altolà

Con l’avvicinarsi della scadenza referendaria si susseguono gli interventi tesi a scoraggiare la partecipazione al voto dei cittadini altoatesini e contemporaneamente si prefigurano scenari apocalittici per creare confusione e disorientamento.
Anche i rappresentanti istituzionali, a cominciare dal presidente Durnwalder, non si sono sottratti a questa operazione scendendo pesantemente in campo contro la partecipazione al referendum e usando soldi pubblici per insinuare l’incostituzionalità dei quesiti posti all’attenzione della popolazione, nonostante gli organi preposti ne avessero già certificato l’ammissibilità.
La cosa è di una gravità assoluta proprio perchè proviene da chi, in quanto rappresentante di tutti i cittadini, avrebbe il compito di garantire il corretto svolgimento della consultazione e un’informazione imparziale, super partes.
Il quadro che viene dipinto poi dai sostenitori dell’ampliamento dello scalo di S. Giacomo ha del catastrofico: se passa il quesito referendario i voli si moltiplicheranno, l’aria diverrà irrespirabile, non sarà più possibile garantire gli interventi di protezione civile, la popolazione di S. Giacomo si pentirà amaramente di non aver accettato di convivere con rumore ed inquinamento.
Fortunatamente gli interventi delle associazioni ambientaliste, e di recente quello di Marco Bove, hanno rimesso con i piedi per terra la questione ricordando il processo di mediazione e le proposte da esso scaturite.
Se le cose stessero poi come vengono dipinte dai sostenitori, non solo del mantenimento, ma dell’ampliamento dell’aeroporto, c’è da chiedersi come mai durante la mediazione non si sia sollevata la questione: si sarebbe trattato di un asso nella manica, di un’argomentazione che avrebbe spostato gli equilibri all’interno della mediazione stessa e ne avrebbe determinato un esito a loro vantaggio. Non averlo fatto e portare solo ora questi argomenti ne rivela l’uso puramente strumentale e nella sostanza la loro non veridicità.
Come rifondazione invitiamo pertanto a votare SÌ al quarto quesito sulla democrazia diretta (scheda azzurra) e al quinto (scheda albicocca) sull’abolizione dei finanziamenti pubblici all’aeroporto che, lo ricordiamo, garantisce esplicitamente la possibilità di contributi provinciali per “lo svolgimento del traffico aereo per esigenze sanitarie, di protezione civile e di pubblica sicurezza”.
Rifondazione Comunista - Laives


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giovedì, 22 ottobre 2009


Aeroporto e democrazia quesiti «caldi»


Sono due i temi che più accendono il dibattito sulle consultazioni di domenica


BOLZANO. Domenica prossima 390 mila altoatesini saranno chiamati alle urne per votare cinque referendum provinciali. L’Alto Adige inizia oggi la sua guida al voto analizzando più in dettaglio i tre quesiti relativi alla democrazia diretta (uno presentato dall’Union für Südtirol, l’altro dall’Iniziativa per più democrazia) e all’aeroporto, proposto dai protezionisti del Dachverband.
 Democrazia diretta I. Scheda gialla, primo proponente è Andreas Pöder, consigliere provinciale dell’Union für Südtirol. Il titolo: «Proposta di disegno di legge provinciale: il referendum propositivo, abrogativo, consultivo o confermativo, l’iniziativa popolare, referendum sulle grandi opere». In sostanza, si chiede di modificare l’attuale legge sulla democrazia diretta introducendo due grandi novità: criteri più semplici per indire una consultazione popolare e l’abolizione del quorum, che oggi è fissato al 40%.
 A favore di questo primo quesito è la sola Union für Südtirol. Contrari Svp, Pd, Pdl, Freiheitliche e Unitalia, mentre hanno chiesto di astenersi Verdi, Udc, Rifondazione, Comunisti Italiani. I sindacati (Cgil, Cisl e Uil) hanno una posizione comune su tutti i quesiti: informarsi bene e andare a votare, ognuno come vuole.
 Democrazia diretta II. Scheda azzurra, primo proponente è Stephan Lausch dell’Iniziativa per più democrazia. Anche in questo caso si punta a modificare l’attuale legge provinciale sulla democrazia diretta. Si propone di abbassare il numero di firme necessario per chiedere un referendum e di portare il quorum dal 40% attuale al 15%.
 Accanto all’Iniziativa per più Democrazia, si sono schierati a favore di questo quesito numerosi partiti: le destre tedesche con Freiheitlichen, Union e Südtiroler Freiheit, il Pd, i Verdi e Rifondazione Comunista. Chiedono ai loro elettori di votare no Svp, Pdl e Unitalia con Udc e Comunisti Italiani che optano per l’astensione. Libertà di scelta da parte dei sindacati e della Lega Nord.
 Traffico aereo. Scheda color albicocca, primo proponente è il presidente dei protezionisti del Dachverband Roman Zanon. Il titolo, “legge provinciale per la riduzione del traffico aereo”, può trarre in inganno: non viene chiesta una limitazione del traffico aereo, ma la rinuncia della Provincia ad ogni aiuto finanziario alla struttura (attualmente l’Abd viene finanziato attraverso la Sta) e a società aeree (come, ad esempio, Air Alps).
 A favore di questo referendum Dachverband, Alpenverein, Heimatpflegeverband e altre associazioni hanno raccolto 27 mila firme. Con loro ci sono Verdi, Union, destre tedesche e Rifondazione. Il Pdl chiede di votare “no”, l’economia al completo (in testa la Camera di commercio), l’Udc e i Comunisti Italiani puntano all’astensione, mentre sindacati, Lega Nord, Pd e Lega Nord lasciano libertà di scelta, proprio come l’Svp che però è spaccata: Durnwalder, Widmann e l’ala economica chiedono di non votare, la Bassa Atesina è per il sì.

Alto Adige 22-10-09
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giovedì, 22 ottobre 2009



REFERENDUM
Andiamo tutti a votare per ritrovare democrazia vera

 Forse pochi se ne sono accorti: si parla di democrazia. Democrazia che significa libertà e giustizia; democrazia conquistata, mai regalata, con impegno e passione. Una democrazia che negli ultimi anni è andata scemando in Italia e anche qui. Che c’entra la Democrazia Diretta con la democrazia? Certamente quanta più democrazia reale esiste tanto meglio funziona la Democrazia Diretta. Referendum su aborto, divorzio, fino al nucleare sono stati esempi di grande civiltà, dove la società ha partecipato ai dibattiti in un gran fermento di idee e di passioni. Ma oggi cosa succede: i referendum sembrano uno sfizio di pochi, la società civile tace, i partiti vergognosamente tacciono. I mass media di lingua tedesca dedicano paginoni ai soliti potenti (Widmann in testa: safety park, aeroporto ecc); quelli di lingua italiana sembrano molto più attenti alle sfide in famiglia del Pd. E l’aeroporto a Bolzano? Inefficiente, inutilizzato dai cittadini, costoso, deficitario, pericoloso, inquinante, già bocciato da migliaia di cittadini con le loro firme, voluto dalle lobby del commercio e del turismo e da qualche pigro assessore. Tenuto a galla con soldi pubblici, che poi fanno ridurre i fondi per l’integrazione scolastica, gli interventi sociali e la sanità. Un giocattolo per pochi che i cittadini pagano a caro prezzo. Non siamo sicuri che il risultato del referendum cambierà il futuro dell’aeroporto, proprio perché, come detto poc’anzi, Democrazia Diretta senza democrazia non esiste, e giochini legislativi (es. cambi di proprietà, finanziamenti ecc) e minaccia di ricorsi e quant’altro potranno purtroppo cambiarne l’esito. E allora? Dubbi, perplessità, punti di domanda a parte, andiamo tutti a votare per tutti i quesiti e diciamo sì ai quesiti sulla democrazia diretta e sull’aeroporto; non sarà la soluzione di tutti i mali, questa dipende dal nostro impegno quotidiano e dalla passione civile dei cittadini, ma comunque rappresenta un’ àncora di salvezza in questa democrazia pericolante, un’arma in più contro cementificazioni (virgolo-Thun, puc), inceneritori, progetti tipo Safety park, BBT e quant’altro il futuro di questa società della crescita infinita e del consumo di territorio ci potrà riservare. Alle prossime battaglie. La più vicina ti aspetta domenica al seggio.

Alto Adige 22-10-09
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mercoledì, 21 ottobre 2009

Referendum, arriva Beppe Grillo




 BOLZANO. Domenica si vota per i 5 referendum. Confermata per dopodomani, ore 18, in piazza Matteotti la presenza di Beppe Grillo per la chiusura della campagna referendaria. Cgil, Cisl e Uil invitano a recarsi alle urne, perché “importante momento di consultazione democratica”. La Uil è per il no ai 2 quesiti relativi alle restrizioni per l’assegnazione delle case popolari e ai limiti alla costruzione di seconde case”. La Svp della Bassa Atesina è per il «sì» al quesito relativo all’aeroporto di Bolzano. I protezionisti del Dachverband replicano - in tema di scalo di San Giacomo - all’assessore Widmann ed all’Abd: «Sbagliato dire che i costi sono di 1,5-2 milioni l’anno, perché occorre aggiungere gli 1,4 milioni che si danno all’Air Alps per il volo Bolzano-Roma, a cui aggiungere le spese per vigili del fuoco e servizi di sicurezza».


Alto Adige 21-10-09


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domenica, 18 ottobre 2009


NUOVA TRUFFA CON LA CARTA DI CREDITO


attenzione al telefono


Consiglio di girare questa e-mail anche ad amici e conoscenti per evitare spiacevoli sorprese.
Una delle più importanti banche del Canada (più precisamente la Royal Bank of Canada) sta allertando tutti i propri clienti circa una nuova truffa ai danni di possessori di carte di credito (VISA, Mastercard, etc.) che si sta allargando a tutto il continente americano ed è molto prevedibile che prestissimo raggiungerà l'Europa...OCCHIO, RAGAZZI !!!
La truffa si sta diffondendo dal Canada con velocità impressionante. In particolare si tratta di un modo piuttosto furbo per truffare i possessori di carte di credito, poiché questi bastardi hanno già i numeri di serie della carte
e quindi NON VI CHIEDONO IL NUMERO DI SERIE DELLA VOSTRA.
Questa mail potrà essere molto utile in quanto una volta capito come funziona la truffa sarete preparati e protetti dal pericolo. Funziona così.
La persona vi chiamerà al telefono dicendo:
"Buongiorno, mi chiamo (Nome e Cognome) e La sto chiamando dall'ufficio antifrodi della VISA (oppure Mastercard, American Express, ecc.).La mia matricola di funzionario VISA è la 12460.
Le telefono perché la Sua carta è stata segnalata dal nostro sistema di sicurezza per aver fatto un acquisto insolito e io sono qui per verificare insieme a Lei se si tratta di qualcosa di illegale oppure no. Guardi, si tratta
della Sua carta di credito VISA emessa dalla Banca.........( vi dirà il nome della Vostra Banca) Lei ha per caso acquistato recentemente dei biglietti aerei (o qualsiasi altra cosa) per 497.99 dollari (oppure Euro) da una società via Internet che ha sede in ....... ?"
Mentre voi risponderete di no, il falso funzionario continuerà dicendo:
"Guardi, Le spiego brevemente, si tratta di una società che stiamo tenendo d'occhio poiché effettua degli addebiti tra 297 e 497 dollari (Euro) per volta e restando sotto i 500 dollari non è facilmente controllabile, dato il gran
numero di transazioni che effettua ogni giorno in tutto il mondo. Ad ogni modo, se Lei mi conferma di non aver effettuato con la sua carta nessun acquisto Internet per biglietti aerei di questo importo, con il suo aiuto
abbiamo potuto appurare che si tratta di un tentativo di frode e così questa somma Lei la vedrà addebitata sull'estratto conto del mese ma le verrà contemporaneamente eseguito lo storno per lo stesso importo non dovuto, così alla fine il saldo sarà pari. L'estratto conto verrà inviato come al solito al Suo indirizzo che ci risulta essere in ________ (il vostro indirizzo), è corretto ?"
E voi direte ovviamente di sì...
Allora lui/lei continuerà dicendo:
"Ok, a questo punto apro una pratica interna antifrode.
Se Lei avesse qualsiasi domanda o chiarimento da chiederci,chiami il nostro numero verde 800 ........ e chieda dell'ufficio antifrodi Internet.
Quando un mio collega le risponderà, abbia cura di dargli il codice di questa pratica che è il .............. (vi darà un numero a sei cifre) così che potrà rispondere a tutte le sue domande. Ha annotato il codice della pratica?
Vuole che glielo ripeta?"
A questo punto inizia la parte IMPORTANTE della truffa.l Il falso funzionario vi dirà:
"Un'ultima cosa ancora. Avrei bisogno di verificare se lei è davvero in possesso della sua carta: ce l'ha in mano in questo momento? Ok, allora dia uno sguardo ai numeri che trova sul retro: se guarda bene vedrà due numeri,
uno di quattro cifre che è una parte del numero di serie della carta e l'altro di tre cifre (Codice di Sicurezza) che dimostra che Lei è in possesso della carta.
Queste ultime tre cifre sono quelle che vengono normalmente utilizzate per gli acquisti via Internet, poiché sono la prova che Lei possiede fisicamente la carta. Me li può leggere per favore ?" Una volta che glieli avrete letti, lui dirà:
"Ok, codice corretto. Avevo solo bisogno della prova che la carta non fosse stata persa o rubata e che ne eravate ancora fisicamente in possesso.Ha qualche altra domanda da farmi ?"
Dopo che voi avete risposto di no, lui risponderà: "Molto bene, La ringrazio della collaborazione. In ogni caso non esiti a contattarci per qualsiasi necessità: buongiorno."
E metterà giù il telefono.
Da parte vostra vi sentirete sollevati... hanno tentato di truffarvi, ma il solerte servizio antifrodi della VISA vi ha salvati in tempo. In fondo non gli avete detto quasi niente di importante e lui non vi ha mai > chiesto il numero della carta...
INVECE HA GIA' INCASSATO I VOSTRI SOLDI !
Già, perché gli avete letto i tre numeri del codice di sicurezza e CERTAMENTE li ha già usati per addebitare la vostra carta.
Infatti quello che i truffatori vogliono è proprio il codice di sicurezza a tre cifre sul retro della carta: gli altri dati se li erano già procurati, compreso il titolare, la data di emissione, di scadenza, il numero di serie della carta e persino il vostro indirizzo....
Mancava solo il codice di sicurezza !
Se vi dovessero chiamare con le modalità appena descritte, non date nessun riferimento e ditegli che chiamerete direttamente la VISA (oppure Mastercard, ecc.) per la verifica della conversazione: le società che emettono le carte di credito NON VI CHIEDERANNO MAI DEI CODICI : LORO LI CONOSCONO
PRIMA DI VOI !!!
Per favore, diffondete queste informazioni ai vostri familiari ed amici.

Manuela Russo - Banca d'Italia -
Servizio Informazioni Sistema Creditizio Largo Guido Carli.
00044 Vermicino - Frascati (Roma
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domenica, 18 ottobre 2009

Per gli over 65 c’è il contributo per il "Digitale Terrrestre"


contributo over 65

BOLZANO. Nella frenesia all’acquisto di questi giorni è necessario ricordare che è previsto un contributo di 50 euro per gli over 65. Ecco in dettaglio: agli abbonati tv, di età pari o superiore a 65 anni (da compiersi entro il 31.12.2009) e reddito pari o inferiore a 10.000 Euro (riferito alla dichiarazione 2008), residenti nella provincia di Bolzano è riconosciuto un contributo statale di 50 euro per l’acquisto o il noleggio di un apparato, secondo la tabella del Ministero dello sviluppo economico, idoneo a consentire la ricezione, in chiaro e senza alcun costo per l’utente e per il fornitore di contenuti, di segnali televisivi in tecnica digitale. Il contributo consiste in una riduzione del prezzo complessivo, Iva inclusa, al netto di ogni eventuale sconto commerciale. Tale importo verrà rimborsato al rivenditore. Il contributo non può essere corrisposto più di una volta per ciascun abbonato. Per poter usufruire del contributo è necessario essere in regola con il pagamento dell’abbonamento TV per l’anno in corso e non aver già beneficiato del contributo.


Manca il decoder, tutti in negozio per il "Digitale"

BOLZANO. «Nelle ultime settimane è un martellamento continuo: tutti ad acquistare tv e decoder. Per star dietro a tutti, come minimo bisognerebbe quadruplicare il personale in servizio al reparto». Lo ammette uno dei tanti commessi dell’“Euronics” di corso Libertà, solo uno dei negozi presi d’assalto dai bolzanini. L’arrembaggio è cominciato tornati dalle vacanze estive o, meglio, dall’inizio della scuola. Secondo le rilevazioni effettuate per conto della Radiotelevisione azienda speciale, il 90% degli altoatesini si sarebbe già dotato di decoder o tv digitale, ma si scende al 45% quando si considerano i pensionati. Se la corsa è cominciata un mese fa, com’era immaginabile adesso è iniziata la rincorsa dell’ultimo minuto. Insomma, è il momento dei ritardatari. Perché lo “switch off” - ossia lo spegnimento delle trasmissioni analogiche con il contestuale passaggio al digitale - sarà il 28 ottobre e il timore di rimanere al buio, senza il telefilm preferito, adesso sta avendo il sopravvento. Il problema è che i patiti del genere si sono già attrezzati. Dunque, diversi clienti che in questi giorni affollano i negozi di elettrodomestici sono “culturalmente” meno preparati e i commessi passano ore non tanto a vendere, quanto a spiegare. Perché i dubbi sono tanti, dai più ovvii ai più strampalati. Le domande più gettonate sono tre: Qual è il decoder meno caro? Funziona anche su un televisore vecchio? Qual è il decoder più semplice da installare e usare?

di Davide Pasquali
 Cliente: «Ma... non ne ha uno più piccolo? Perché, sa, al massimo posso metterlo sulla mensola». Commesso: «Sì signora, ne ho anche di più piccoli». Cliente: «Basta che funzioni». Commesso: «Sì signora, funzionano tutti». Cliente: «Ma mi dia il più semplice!». Commesso: «Sono tutti semplici...». La signora va per gli 80. Il commesso - siamo a metà del pomeriggio di sabato, con il negozio strapieno di gente - sembra stia per avere una crisi isterica...
 D’altra parte è comprensibile, perché ogni commesso è circondato come minimo da sette clienti. Comprano tutti, per carità, ma i più domandano. «Un martellamento continuo», chiosa il commesso.
 Così, soltanto per fare un esempio: di sabato all’Euronics di corso Libertà si vendono un centinaio di decoder e 40-50 tv digitali. Come chiarisce il responsabile del reparto, Fabrizio Fogado, «il problema maggiore dei bolzanini è che non potranno più usare il videoregistratore. Chiedono come risolvere e noi rispondiamo che ci vuole un “Dvd recorder”». Poi c’è chi vuol sapere se occorrono due telecomandi o se ne basta uno solo. Altri vogliono capire se il decoder debba essere della stessa marca della tv (la risposta è «no»). C’è poi il cliente pragmatico, che esordisce e termina semplicemente così: «Datemi qualcosa per vedere la tv!».
 Per la sintonizzazione, la maggior parte dei clienti si arrangia da solo. «Il 20% circa, e sono per lo più anziani, chiedono invece un intervento a domicilio, mentre tutti quelli sotto i 40-45 anni si arrangiano. Noi spieghiamo e, se a fine ottobre ci fossero problemi, interverremo a casa». C’è chi acquista un decoder e c’è chi ne prende due o tre. Alcuni scelgono quelli di fascia alta per il televisore del salotto e quello più scarso per la camera degli ospiti.
 Ma come funziona? Si comprano più tv digitali o più decoder? «Dipende dalla tv già presente in casa. Chi l’ha acquistata meno di 4 o 5 anni fa, compra il decoder. Chi l’aveva comprata 10 o 15 anni fa, punta sul televisore nuovo». La gamma di prezzi è vasta per i decoder, sterminata per le tv. «Il decoder di fascia più bassa non lo teniamo. Darebbe problemi a noi e ancora di più ai clienti. Partiamo dai 34 euro e 90 per arrivare ai 199 del decoder “Hd” per vedere le partite su Premium». I televisori digitali variano, invece, fra i 199 euro di un 19 pollici al “Loewe” da 50 pollici, che raggiunge la stratosferica cifra di 9mila euro. «I più venduti stanno fra i 500 e i 1.000 euro».
 Ma oltre a vendere, come detto, per i commessi il difficile è spiegare. «Diversi clienti non sono preparatissimi». Due le false credenze più diffuse, legate alla confusione fra digitale terrestre e trasmissioni ricevute via satellite: «Molti pensano che “Sky” funzionerà tramite digitale: niente di più falso. Continueranno a guardarselo soltanto grazie al satellite». Altrettanti «pensano che quando entrerà a pieno regime il digitale le parabole non serviranno più: anche questo è falso». Ultimo problema: «Tanti acquistano e poi tornano qui da noi a lamentarsi: interferenze sui canali Mediaset. Devono solo avere pazienza. Non è colpa di tv o decoder, ma della rete ancora non del tutto a regime».

Alto Adige 18-10-09
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venerdì, 16 ottobre 2009




La piaga della fame per 854 milioni di persone


fame nel mondo


ROMA - "Oggi nel mondo 854 milioni di persone non hanno cibo a sufficienza e hanno poche opportunità di lavorare e aumentare il proprio reddito". Con queste parole il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha aperto a Roma la "Giornata mondiale dell'alimentazione 2006", celebrata in 150 Paesi.
La Giornata, dedicata quest'anno al tema "Investire in agricoltura per la sicurezza alimentare", segna il 61.mo anniversario della fondazione dell'agenzia Onu.

Quello della fame nel mondo è un vero e proprio problema che deve interessare tutti. Questo il messaggio del direttore generale della Fao che prosegue: "Vi è stata di recente una certa ripresa dei finanziamenti al settore agricolo, ma c'è ancora molto da fare. Non solo occorre aumentare il volume degli investimenti pubblici, ma questi devono essere accompagnati da quelli del settore privato".

Già nel 2002 la Fao aveva stimato che per raggiungere il primo obiettivo del Millennio, ovvero dimezzare il numero degli affamati nel mondo entro il 2015, occorreva un costo supplementare di investimenti pubblici di circa 19 miliardi di dollari da destinare alla crescita agricola e all'aumento delle produttività nelle aree rurali, e di altri 5 miliardi per gli interventi di emergenza che forniscono accesso immediato al cibo. Molto ancora è da fare.

Solo un "approccio cooperativo" che coinvolga tutti i soggetti interessati, i produttori, le industrie e i governi, secondo il direttore generale della Fao, "può garantire la sicurezza alimentare. Spetta a tutti questi soggetti coordinarsi per creare condizioni socio-politiche stabili, promuovere norme per l'accesso all'acqua e alla terra, applicare criteri di qualità e fornire infrastrutture rurali essenziali per promuovere partnership remunerative".

Uno dei prossimi obiettivi della Fao sarà quindi quello di attrarre investitori privati. Per farlo "occorre che i Governi si adoperino per fornire accesso a condizioni fiscali, almeno temporali, di vantaggio - ha dichiarato Claudio Gregorio, capo divisione centro per gli investimenti della Fao - perché il privato non deve e non può fare beneficenza".

L'agenzia Onu, in questo processo, svolge un ruolo di 'onest broker', cioè di intermediario imparziale fra i grandi investitori, come le banche di sviluppo e i governi, per sviluppare le cosiddette 'public private partnership' (Ppp).

Dal 1964 la Fao ha aiutato 165 Paesi membri ad ottenere finanziamenti per sostenere 1600 progetti per programmi agricoli. Si tratta di investimenti che ammontano a 800 miliardi di dollari.

(16 ottobre 2006) La Repubblica

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giovedì, 15 ottobre 2009


Basta limitazioni architettoniche


barriere architettoniche

Consulenze di “Si-Mo” contro le barriere


BOLZANO. Sicurezza e mobilità, abbreviate in “Si-Mo”, una sigla forse poco conosciuta ma che in provincia di Bolzano offre da tre anni un interessante servizio di consulenza in una direzione ancora spesso trascurata. Voluta infatti per volere della Provincia, in particolare dalla Ripartizione famiglia e politiche sociali, la “Si-Mo” nasce con lo scopo di offrire consulenze e documentazione sull’eliminazione delle barriere architettoniche in Alto Adige. Una vera e propria limitazione alla libertà, quella rappresentata dalle barriere architettoniche, appunto una barriera che silenziosa colpisce quotidianamente molte persone, dai disabili che si devono spostare con la sedia a rotelle alle mamme con il passeggino che non riescono a salire sull’autobus, o ancora all’anziana signora che deve raggiungere senza ascensore il quinto piano di un edificio.
 La “Si-Mo”, organizzazione no-profit, ottimizzando il lavoro dell’ufficio provinciale, offre gratuitamente i suoi servizi. Le prestazioni sono rivolte a tutti gli interessati, con particolare attenzione evidentemente alle persone disabili e/o anziane, attraverso consulenze abitative e consigli pratici per l’accessibilità dell’ambiente domestico. Spesso infatti accade che questa categoria debole si trovi in contrasto con altri condòmini quando si renda necessario ristrutturare le parti comuni di un edificio per poter accedere alla propria abitazione. La “Si-Mo” in questi casi può essere un valido aiuto per poter capire meglio cosa prevede la legge, attraverso chi e in che modo è possibile essercitare i propri diritti. Questo servizio viene offerto anche ai professionisti e tecnici del settore abitativo, per fare in modo che le barriere vengano eliminate fin dall’origine di ogni progetto.
 Per chi volesse avere maggiori informazioni, i riferimenti dell’organizzazione “Si-Mo” sono questi: la sede è in via Galilei 4/A, con il numero telefonico 0471 - 1940144, esatto così, di sette cifre dopo il prefisso. (va.bo.)

Alto Adige 15-10-09
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mercoledì, 14 ottobre 2009


Pasti a domicilio: i volontari garantiscono il prezioso servizio


pasti a domicilio


 LAIVES. In occasione del secondo giorno del volontariato organizzato in provincia, viene anche offerta l’occasione per attivarsi nel campo del volontariato sociale, prima di tutto facendo conoscenza diretta delle associazioni e dei gruppi attivi sull’intero territorio provinciale. In particolare per il bacino di Laives, Bronzolo e Vadena, che fa riferimento al distretto sociale di via Innerhofer a Laives, sabato 17 ottobre ci sarà la possibilità ancora di partecipare al progetto dei pasti a domicilio realizzato dal gruppo anziani di “Distretti in cammino” e prezioso per tutti coloro che, essendo da soli e non in grado di prepararsi i pasti autonomamente, possono contare sui volontari. I pasti vengono preparati dalla cucina della casa per lungodegenti Domus Meridiana di via Sottomonte a Laives e da lì trasportati presso coloro che ne fanno richiesta dai volontari. È possibile quindi partecipare a questa attività di volontariato: il tempo da mettere a disposizione non è eccessivo e va dalle 10.20 alle 12.45 e chi è interessato può chiamare il numero 0471/304330 (Caritas). Sabato 17 ottobre alle 19, presso la Kolpinghaus di Bolzano avrà luogo anche la festa dedicata a tutti coloro che praticano attività di volontariato.

Alto Adige 14-10-09
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domenica, 11 ottobre 2009


Referendum, scende in campo Grillo



Sarà in piazza Matteotti il 23 ottobre. Intanto le lobby si sfidano sull’aeroporto


BOLZANO. Sarà Beppe Grillo a chiudere la campagna pro-referendum con una manifestazione in piazza Matteotti il 23 ottobre. Intanto si accende la battaglia attorno all’aeroporto: l’Alpenverein ha inviato ai suoi 50 mila soci una lettera in cui chiede di andare a votare “sì” contro i finanziamenti pubblici allo scalo di San Giacomo, mentre dalla Camera di commercio arriva l’indicazione di astenersi, «perché la nostra economia ha bisogno di un aeroporto».
 23 ottobre, piazza Matteotti, ore 18. Manca ancora il via libera dell’amministrazione comunale, ma in linea di massima saranno questi luogo e data della manifestazione di chiusura della campagna referendaria dell’Iniziativa per più democrazia. Sul sito www.referendumdemocraziadiretta.it si può già visionare un breve video in cui è lo stesso Grillo ad annunciare la sua presenza: «Voi a Bolzano - afferma - siete avanti anni luce rispetto al resto d’Italia. Mentre noi abbiamo solo la possibilità del referendum abrogativo, voi avete la possibilità di dire sì o no. Bene - chiude con una provocazione - io verrò a Bolzano per dirvi di tornare a adeguarvi al resto d’Italia e quindi di non andare a votare...». Succederà ovviamente il contrario e Stephan Lausch, che nel 2007 era stato ospite di Grillo durante lo spettacolo “Reset” in cui aveva promosso la raccolta firme a favore dei referendum, potrà ricambiare l’invito.
 Intanto è entrata nel vivo anche la battaglia tra le varie lobby di interesse. A muovere enti e associazioni è in particolare il referendum relativo all’aeroporto. L’Alpenverein ha fatto recapitare ai suoi 50 mila soci un volantino in cui si chiama al voto la popolazione per i quesiti numero 4 (democrazia diretta) e 5 (aeroporto). Assieme al Dachverband è stato stampato un volantino in cui si dice sì alla completa eliminazione dei sussidi pubblici al traffico aereo e allo stop per l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano. Un’iniziativa forte, alla quale è pronta a rispondere la Camera di commercio. «Da parte nostra - fa sapere il presidente Michl Ebner - invitiamo gli altoatesini a non andare a votare». La posizione della Camera di commercio è chiara: «L’Alto Adige gode di un elevato benessere. È interesse di tutti mantenerlo, ma per farlo serve un’economia competitiva, che a sua volta ha bisogno di un collegamento internazionale: l’aeroporto è un investimento sul futuro dell’Alto Adige. Chiuderlo avrebbe conseguenze estremamente negative per la nostra terra».

Alto Adige 11-10-09
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sabato, 10 ottobre 2009


25 OTTOBRE Finalmente un referendum che mi convince


referendum convincente


 Cari concittadini, sono oramai quasi trent’anni che pazientemente mi reco alle urne e, a volte senza passione, voto: ora finalmente un referendum propositivo che mi convince e mi appassiona. Non voglio che anche i miei figli diventino meri spettatori della politica, rassegnati a delegare tutte le decisioni più importanti a personaggi non sempre esempi di virtù; anche nel loro interesse quindi, il 25 ottobre mi recherò al seggio assumendomi la mia personale parte di responsabilità per raggiungere il quorum del 40% di partecipazione necessario. Carissimi concittadini, sappiate che avrete il mio voto.
Massimo Cattoi MERANO

Alto Adige 10-10-09

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giovedì, 08 ottobre 2009


Ecco il partito dell’autonomia contro l’autonomia dei cittadini



democrazia dei cittadini


di Thomas Benedikter *
Apoche settimane dal primo referendum provinciale stiamo assistendo a una vicenda curiosa. Nel 2006 tre comitati di promotori presentarono 5 disegni di legge di iniziativa popolare, avvalendosi del nuovo strumento del referendum propositivo, offerto dalla L.P. n.11/2005. Seguendo l’iter previsto questi disegni di legge vennero dichiarate ammissibili, vennero raccolte le firme, e nuovamente un secondo collegio di giudici confermò l’eseguibilità dei referendum. Nel settembre 2009, 33 mesi dopo la presentazione di questi testi, il deputato Zeller trovò il tempo di tacciarli di non-conformità costituzionale. Ciò nonostante Durnwalder decretò la data dei referendum col 25 ottobre, ma subito dopo ordinò dei pareri legali sui quesiti referendari, i quali, elaborati in tempi record, prontamente confermano il punto di vista del vertice SVP.
 Problemi di conformità costituzionale nella legislazione autonoma sono tutt’altro che fenomeno nuovo. Secondo lo Statuto di Autonomia il Governo e solo esso ha la facoltà di impugnare le leggi provinciali appena approvate davanti alla Corte Costituzionale. Dall’entrata in vigore del nuovo Statuto nel 2001 a 26 leggi provinciali toccò questa sorte. Sempre dal 2001 una di queste leggi fu dichiarata non conforme in toto, altre 15 leggi in singole parti. Ripetutamente la Provincia, dopo l’impugnazione, ritrattò modificando gli articoli o passaggi contestati. In solo due casi l’impugnazione del Governo fu respinta dalla Consulta come”non-fondata“, mentre 4 casi sono ancora pendenti. I nostri politici, quindi, lungi dall’essere perfetti sul piano del diritto costituzionale, scrutano lo spazio di manovra e aggiustano il tiro quando singole parti di leggi si rivelano non conformi alla Carta fondamentale. Dai cittadini, diventati legislatori con il referendum propositivo, non si può esigere di più, tanto meno che nella legge vigente non è neanche prevista la consulenza da parte del servizio legale della Provincia. In assenza di una verifica di costituzionalità a monte, proposte di legge imperfette non possono essere escluse, ma sono correggibili, un compito che compete al Consiglio provinciale.
 Quindi nulla di grave, ma il cuore del problema sta altrove. La vera ragione del braccio di ferro scatenato dalla SVP riguarda la competenza dei cittadini di proporre e votare leggi sulla forma di governo della Provincia, cioè sulle leggi elettorali e sulla democrazia diretta. Lo Statuto di Autonomia in questo caso all’art.47 lascia spazio ad interpretazioni. Si determina una procedura particolare, qualora fosse il Consiglio provinciale a legiferare in queste materie, prevedendo un tipo di referendum specifico - il referendum confermativo senza quorum - nel caso in cui la popolazione non fosse d’accordo con una scelta del Consiglio presa a maggioranza semplice. Ma lo Statuto non definisce il Consiglio provinciale come unica sede competente per l’elaborazione di questo tipo di legge, e quindi non esclude i cittadini da questa materia. Dall’altra parte la giurisprudenza della Corte costituzionale afferma che l’eventuale esclusione dei diritti referendari dalle materie “referendabili” vada disciplinata espressamente, non implicitamente. In generale non sono esclusi. Ne è riprova il fatto che le leggi elettorali nazionali ripetutamente erano oggetto di referendum abrogativi. In assenza di tale chiarezza toccherà di nuovo alla Consulta, solo se chiamata in causa dal Governo, ad esprimere l’ultima parola. In un caso del tutto analogo della Val d’Aosta la Consulta comunque non ha obiettato niente.
 Anche se la votazione referendaria del 25 ottobre porterà ad una legge non perfetta, ma perfezionabile, avrà un pregio incontestabile: rifletterà il modo in cui la maggioranza della popolazione di questa terra vuole esercitare i suoi diritti referendari. Sta quí il perno del conflitto che non solo vede ampie fascie della popolazione, ma anche un numero crescente di suborganizzazioni della stessa SVP (donne, ala sociale Arbeitnehmer, comprensorio Bassa Atesina, terza età) opposti al vertice. La SVP è l’unica forza politica che ufficialmente si schiera contro tutti i referendum. Inoltre, il direttivo SVP crea confusione fra i cittadini insinuando che comunque i risultati dei referendum saranno bocciati dalla Consulta. La SVP non solo ha prodotto una legge provinciale (quella vigente l.p. n.11/2005) piena di carenze e norme impraticabili, ma ora si trincera dietro pareri legali, non discute apertamente le proposte dei cittadini, dichiara il boicottaggio un’arma legittima. Autonomia significa “poter fare le leggi per se stessi”. Democrazia diretta non è altro: un pizzico di potere deliberativo autonomo al cittadino sovrano. A differenza delle passate lotte per l’autonomia della provincia in quanto tale, quando si tratta di rendere praticabile la democrazia diretta il vertice SVP nega autonomia ai cittadini.
* esponente di Iniziativa per più democrazia

Alto Adige 8-10-09
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mercoledì, 07 ottobre 2009


Caro-tariffa parcheggio ospedale di Bolzano, le firme sono 15 mila

ospedale di Bolzano



 BOLZANO. Sono arrivate a quota 15 mila le firme raccolte dal Centro tutela consumatori utenti e dai sindacati contro il caro-tariffa del nuovo parcheggio dell’ospedale di Bolzano. Venerdì mattina il comitato nato per protestare contro quella che i promotori definiscono «la speculazione sul nuovo parcheggio del San Maurizio» consegnerà ai consiglieri provinciali una lettera aperta con le richieste contenute nella petizione. Richieste che possono essere riassunte così: fissazione del tetto massimo della tariffa a 50 centesimi l’ora (attualmente la tariffa è pari a 1,20 euro), conteggio della tariffa a minuti dopo la prima ora (attualmente si paga l’ora intera: per fare un esempio, chi usa il parcheggio per 65 minuti paga come se fosse rimasto per due ore), il ripristino dei parcheggi di superficie a disco orario (sono tutti spariti), il potenziamento dei trasporti pubblici da e per l’ospedale e infine la messa a disposizione di posti gratuiti per i dipendenti in base alle esigenze di servizio.
 «Recarsi in auto all’ospedale - dicono il Ctcu e i sindacati - non è né un vezzo né un capriccio, ma un bisogno e una necessità. Purtroppo non ci sono mezzi pubblici in grado di gestire gli spostamenti di malati e pazienti che provengono da tutta la provincia e anche le promesse del sindaco Luigi Spagnolli e dell’assessore comunale ai trasporti Ladinser, che avevano assicurato un potenziamento del collegamento, sono rimaste senza esito. La tariffa in vigore per fruire del nuovo parcheggio è però ingiusta e colpisce le categorie più deboli e bisognose, considerando anche che non è più possibile una scelta alternativa, visto che tutti i posteggi in superficie, anche a pagamento, sono stati soppressi». Nella seduta del consiglio provinciale si discuterà proprio dell’acquisto del parcheggio dalla Hospital Parking da parte della Provincia.

Alto Adige 7-10-09
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martedì, 06 ottobre 2009


Referendum

info referendum

Cinque quesiti: aeroporto, urbanistica, edilizia sociale e democrazia diretta

BOLZANO. Domenica 25 ottobre in Alto Adige si voteranno cinque referendum. Ecco i quesiti.
 Edilizia sociale. Presentato dall’Union für Südtirol, questo referendum mira sostanzialmente ad innalzare a 10 anni la residenza minima per accedere a sussidio casa e alloggi Ipes, per privilegiare la popolazione locale rispetto agli immigrati.
 Urbanistica. Anche questo quesito è proposto dall’Union für Südtirol e intende limitare ulteriormente il mercato delle seconde case.
 Democrazia diretta 1. Proposto dall’Union, il disegno di legge vuole introdurre nuove regole in merito ai referendum. Si abolisce il quorum, attualmente fissato al 40% degli aventi diritto al voto.
 Democrazia diretta 2. Presentato dall’Iniziativa per più Democrazia, anche in questo caso si intendono introdurre regole che semplifichino il ricorso alle consultazioni popolari. Rispetto alla proposta dell’Union, è previsto un quorum del 15%.
 Aeroporto. Presentato dagli ambientalisti, chiede di eliminare qualsiasi finanziamento da parte della Provincia all’aeroporto e a compagnie aeree (in pratica, all’Abd e all’Air Alps).

Pd: libertà su aeroporto sì a democrazia diretta


 BOLZANO. L’assemblea provinciale del Pd ha discusso ieri sera sui referendum provinciali. Queste le indicazioni. Intanto, andare a votare: «La partecipazione diretta è lo strumento migliore per portare la politica nel cuore della società». Voto «sì» al quesito sulla democrazia diretta presentato da Iniziativa per più democrazia («restituisce la voce ai cittadini»). Libertà di scelta sull’aeroporto: «Tema complesso, in cui si scontrano sensibilità differenti che vanno dallo sviluppo del sistema economico alla difesa dell’ambiente». «No» ai tre quesiti dell’Ufs su democrazia diretta, edilizia abitativa agevolata e difesa del territorio.


Durni e i referendum: «Io non voto»


di Mirco Marchiodi
 BOLZANO. «I referendum? Io non andrò a votare. E ribadisco che anche non partecipare al voto significa esprimere una propria posizione, perché il referendum prevede un quorum e chi non va a votare contribuisce a farlo fallire». Il presidente della Provincia Luis Durnwalder apre la battaglia sui referendum del 25 ottobre. Lo fa in maniera politicamente scorretta, sostengono i promotori della consultazione popolare: «Il presidente dovrebbe essere super partes e in ogni caso non invitare la popolazione al non voto», dicono.
 Durnwalder non la pensa allo stesso modo.

Alto Adige 6-10-09

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lunedì, 05 ottobre 2009


BANKITALIA Per risolvere le controversie senza il tribunale ora arriva l'Arbitro bancario finanziario.



Bankitalia


Da questo mese farà la sua comparsa nel panorama economico nostrano l’Arbitro bancario finanziario (Abf), organismo varato dalla Banca d’Italia che prende il posto dell’Ombudsman.
L’Abf in pratica rappresenta il nuovo sistema per la risoluzione extragiudiziale delle controversie (cioè senza
rivolgersi al tribunale) in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari.
L’Arbitro può essere interpellato ogni volta che un cliente che ritiene di essere stato vittima di un comportamento
scorretto non ottiene ragione dopo essersi rivolto all’ufficio reclami della banca (oppure di un altro operatore finanziario, compreso Poste Italiane per quanto riguarda l’attività di Bancoposta).
Il regolamento dell’Abf (vedi Gazzetta Ufficiale n. 144/2009) prevede che l’organismo disponga di tre differenti
collegi: Milano, Roma, Napoli.
Ciascun collegio è composto da cinque membri: due espressione delle parti (intermediario e cliente) e gli
altri tre scelti da Banca d’Italia.
L’Arbitro può essere chiamato in causa per tutte le controversie fino a un valore di 100 mila euro, purché iniziate dopo il 1° gennaio 2007.
Dato che il vecchio Ombudsman era di fatto espressione dell’Associazione bancaria italiana, il nuovo organismo
dovrebbe garantire maggiore indipendenza e quindi saper dimostrare un corretto equilibrio tra le parti in causa.
C'è però una novità negativa e riguarda il portafoglio: per rivolgersi all’Abf è previsto un contributo spese di 20 euro, che verrà rimborsato al cliente solamente nel caso venga accolto il suo ricorso.

altroconsumo.it

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sabato, 03 ottobre 2009


La difensora civica risponde: per salvarci dai torti subiti



 BOLZANO. Ritorna, dopo la pausa estiva, l’appuntamento con il difensore civico. La Difesa civica è un istituto originario del Nord Europa (dove si parla di “ombudsman”), che ha come obiettivo la mediazione tra le esigenze dei cittadini e quelle della pubblica amministrazione. In soldoni, è l’interlocutore giusto a cui rivolgervi se ritenete di essere stati trattati in maniera scorretta da un ufficio pubblico: il Difensore civico inviterà il dirigente in questione a rivedere le sue decisioni, oppure vi aiuterà a capire le ragioni per cui sono state correttamente prese. Un servizio di questo tipo è veramente utile solo se tutti i cittadini ne sono a conoscenza: per questo motivo, l’anno scorso, il nostro giornale ha dato accoglienza alla difensora civica della provincia di Bolzano, Burgi Volgger, ospitando una volta al mese una finestra informativa sulla sua attività. «L’occasione era il 25º anno dalla istituzione, in Alto Adige, di questo ufficio - ricorda Burgi Volgger - un compleanno che abbiamo voluto festeggiare cercando di raggiungere anche le persone che, fino ad allora, erano rimaste all’oscuro delle nostre funzioni: così, oltre a pubblicare l’opuscolo “È un tuo diritto! Ciò che ti spetta nel rapporto con la pubblica amministrazione”, abbiamo ritenuto utile presentare anche sull’Alto Adige la nostra attività». Secondo un’indagine Astat, infatti, il 75 per cento della popolazione sapeva dell’esistenza di un Difensore civico, ma molti lo scambiavano con un avvocato o un giudice di pace: intervenendo sull’Alto Adige ogni primo sabato del mese, dall’ottobre del 2008 all’aprile del 2009, con la descrizione di casi reali nel pieno anonimato dei protagonisti, la difensora civica ha voluto spiegare concretamente a tutti i lettori e le lettrici cosa poteva fare per loro.
 La rubrica “Il Difensore civico risponde” ha avuto successo: Burgi Volgger e le sue collaboratrici Verena Crazzolara, Priska Garbin, Tiziana De Villa, Vera Tronti Harpf ed Elisabeth Parteli, tutte esperte in materia legale ed amministrativa, confermano infatti che con la pubblicazione della rubrica sono aumentati i contatti al loro ufficio.
 Un buon motivo per ripetere un’esperienza che doveva essere circoscritta all’anno dell’anniversario: a partire da oggi e fino a maggio, quindi, l’Alto Adige ospiterà ogni mese, accanto alla rubrica delle lettere (solo per oggi, per la prima puntata, in Vivibolzano), un intervento di Burgi Volgger. La difensora civica ci racconterà dei casi risoltisi positivamente: se qualcuno, leggendoli, riterrà di essere coinvolto in una situazione simile, saprà da chi ottenere un aiuto per tentare di risolverla, in maniera gratuita e anonima. «Il nostro ufficio, in via Portici 22 a Bolzano - spiega Burgi Volgger - è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 16.30, ma incontriamo i cittadini, a cadenze regolari, anche nelle sedi periferiche». Per informazioni basta contattare lo 0471.301155, visitare la website www.difesacivica.bz.it o mandare una mail all’indirizzo posta@difesacivica.bz.it”.
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venerdì, 02 ottobre 2009


Alpini, mostra storica a Laives



Da lunedì 5 per gli 80 anni del gruppo Ana È allestita nella palazzina di via Pietralba

 LAIVES. Inizia lunedì alle 18 con l’apertura di una mostra fotografica corredata anche con materiale storico - si annuncia di grande interesse - la serie di iniziative per festeggiare nel migliore dei modi gli 80 anni del gruppo cittadino dell’Ana. La mostra verrà allestita presso la sala esposizioni ricavata al piano terreno della palazzina dove un tempo c’erano gli uffici della polizia municipale e insieme a rare foto d’epoca che testimoniano gli esordi della sezione, si potranno ammirare anche uniformi e materiali militari d’epoca.
 La mostra comunque sarà solo l’atto di avvio dei festeggiamenti, perché poi, sabato 10 ottobre alle 20.30, in aula magna avrà luogo un concerto con i cori Monti Pallidi e Ana di Trento. Infine il clou di tutta la manifestazione, domenica 11 ottobre, con la città che si preparerà ad accogliere centinaia di penne nere in sfilata. La giornata - domenica 11 ottobre - inizierà già alle 9 di mattina con l’alzabandiera davanti al municipio. Dalle 9.10 alle 9.30 ci sarà poi il concerto della fanfara di Pieve di Bono e subito dopo l’ammassamento di coloro che parteciperanno alla sfilata per le vie cittadine, sfilata che partirà verso le 9.45. Alle 10.30, messa nella chiesa parrocchiale e quindi, finita la cerimonia religiosa la celebrazione ufficiale per poi trovarsi tutti a pranzo insieme presso la Haus der Kultur. In forma strettamente privata, con i carabinieri della caserma Guella, verrà anche scoperto un cippo in ricordo di alpini e carabinieri periti durante il loro lavoro. (b.c.)

Alto Adige 2-10-09
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giovedì, 01 ottobre 2009


Torna l’interessante e riuscitissima iniziativa del Südtiroler Jugendring

Un seggio elettorale on-line per informarsi





Il Südtiroler Jugendring offre un «seggio elettorale» online per informarsi sui referendum che verranno sottoposti agli elettori altoatesini il prossimo 25 ottobre e che riguardano aeroporto, democrazia diretta, urbanistica, grandi opere, edilizia sociale. Da pochi giorni infatti, grazie a un’iniziativa del Südtiroler Jugendring, è disponibile in Internet il sito www.seggio-elettorale.it, una piattaforma con cui confrontare i quesiti dei vari referendum con le proprie opinioni personali. È un sito interattivo dove ogni utente può informarsi sugli obiettivi e le conseguenze delle proposte di legge presentate dai promotori referendari, rispondendo a una serie di domande selezionate da classificare in base al grado di rilevanza personale.
 In questo modo ogni interessato può farsi un’idea concreta dei vari referendum, e vedere fino a che punto collimano con le sue opinioni. «Il nostro ”seggio-elettorale” - ha spiegato Kathia Nocker, presidente dello Jugendring - non vuole dare raccomandazioni di voto, ma semmai offrire agli utenti uno strumento pratico con cui orientarsi nelle tematiche della politica, spesso confuse e complesse.
 Del resto, capita sempre più spesso che i giovani ci chiedano - anche per i referendum - dove reperire fonti d’informazione più efficaci e idonee alla loro età, per farsi un’idea concreta dei quesiti referendari e delle tematiche a cui si riferiscono.
 Il sito www.seggio-elettorale.it vuole dunque fornire un contributo all’educazione politica di tutta la popolazione, poiché la piattaforma e le informazioni sono accessibili a tutti i cittadini, a prescindere dalla loro età». Dopo che l’utente ha cliccato sulle risposte possibili, assegnando loro un grado di rilevanza personale, il sistema visualizza un raffronto diretto fra le sue opinioni e i contenuti dei referendum.
Da oggi al 25 ottobre, data del referendum, il sito www.seggio-elettorale.it sarà quindi uno strumento concreto di informazione e consultazione alla portata di tutti gli elettori. Ma i suoi contenuti resteranno disponibili anche dopo il referendum. Inoltre, il sito comprende un glossario che spiega agli utenti i termini e i concetti più importanti utilizzati nei processi decisionali di una democrazia. «Dopo la nostra prima esperienza, maturata con un sito interattivo in occasione delle elezioni provinciali del 2008 - ha aggiunto Kevin Hofer, membro del direttivo e responsabile del progetto - abbiamo deciso di offrire quest’opportunità in modo permanente.
 In futuro, quindi, abbiamo intenzione di attivare il “seggio-elettorale” ogni volta che, in occasione di elezioni o referendum, ci sembrerà opportuno proporre un confronto concreto fra le posizioni espresse dalle forze politiche e le opinioni personali degli utenti».
Il sito è disponibile in italiano e in tedesco (agli indirizzi www. seggio-elettorale.it o www.wahllokal.it) e dà a tutti la possibilità di verificare, in modo semplice ed efficace, quanto le posizioni delle varie forze politiche collimano con le proprie, per poi votare a ragion veduta. Insomma, un «gioco» sì ma serio.

Alto Adige 1-10-09



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giovedì, 01 ottobre 2009


E adesso prendiamoci il tempo




Il grande festival ritorna a Bolzano voluto dall’assessorato comunale all’urbanistica e ai tempi della città

 BOLZANO. Il nome è in inglese, perchè lo si voglia ammettere o no ormai al giorno d’oggi dobbiamo confrontarci sempre più con il mondo e le sue... istruzioni per l’uso sono in inglese. Ma il nome inglese nulla toglie a un evento che però ha un dna molto nostrano, sia perchè nasce qui, dal Comune di Bolzano, sia perchè poggia di base sulla creatività, applicata a vari settori, e la creatività è una caratteristica tutta italiana. E sia, allora, via a Time Code, ovvero, sottotitolo, “più spazio al tempo a Bolzano”! Insomma, da oggi e fino a domenica 4 ottobre le giornate bolzanine saranno scandite da Time Code, il grande festival del tempo, voluto dall’assessore comunale all’urbanistica e ai tempi della città, Maria Chiara Pasquali. L’evento Time Code, che torna dopo il successo dello scorso anno, scandirà le giornate dei bolzanini con una fitta serie di progetti sperimentali, volti ad aumentare la qualità di vita dei cittadini.
 E allora pensiamo a certi piccoli eventi che ci possono cambiare magari non la vita, ma sicuramente il senso alla giornata o a parte di questa, e che tutto sommato sono magari pure semplici, tanto da farci dire «Ma perchè qualcuno non di aveva pensato prima?». Così, perché non prendere l’autobus e trovarci il giornale? Una lezione di yoga all’ora di pranzo non è forse salutare? Un percorso “slow”, lento, senza frenesia, alla scoperta del quartiere non aiuta a migliorare la relazione del cittadino con lo spazio urbano? Il morale dei genitori non si solleva forse scoprendo che esiste uno spazio in piscina dove i bambini possono giocare ben accuditi, mentre loro possono dedicarsi al nuoto o al proprio benessere? E ancora, i percorsi protetti perché i bambini possano andare a scuola da soli, non sono il sogno per una città ideale? Ecco, sono degli esempi di quello che fra oggi e domenica si concretizza, sono gli esempi di cose che si possono realizzare senza bisogno di chissà quale progetto dietro, con un piccolo impegno, ma che possono dare un altro senso alla giornata. E così sotto lo slogan “Regalati del tempo” queste e altre iniziative verranno promosse, in via sperimentale, per capire come venire incontro alle esigenze di tutti i giorni degli abitanti di Bolzano e ridurre e qualificare i tempi della quotidianità di ogni cittadino.
 Semplice, no? E soprattutto piacevole... Time Code insomma è tutto questo ma anche molto altro. La seconda edizione dell’iniziativa attraverserà i diversi quartieri della città con eventi musicali, progetti artistici, indagini filosofiche e giochi sportivi, coinvolgendo anche quest’anno quelle “porzioni” nelle quali è suddivisa la città e che chiamiamo, appunto, quartieri o circoscrizioni, dando a ciascuno la possibilità di avere qualche evento praticamente sottocasa o dietro l’angolo, ma anche di invitarlo ad andare a curiosare negli altri quartieri. Time Code, del resto, è anche un invito a riflettere sui nuovi modi di vivere e osservare la nostra quotidianità da prospettive differenti, come quelle che possiamo inquadrare da un quartiere che non è il nostro, che non è il solito. Ma anche, e soprattutto, le prospettive offerte dall’arte, dalla letteratura, dalla musica, dalla filosofia, dell’ambiente e dallo sport, tutte in eventi a ingresso gratuito.
 Ogni quartiere ospiterà una disciplina differente, e questo proprio per invitare i bolzanini a una singolare “promiscuità urbanistica”: così se gli incontri dedicati alla filosofia si svolgeranno nel quartiere Europa - Novacella, la parte letteraria di Time Code sarà ambientata a Oltrisarco - Aslago; l’arte avrà come scenario il quartiere di Gries - San Quirino, la musica il quartiere Centro Piani Rencio e lo sport sarà il protagonista indiscusso del quartiere di Don Bosco, che ospiterà le Olimpiadi di quartiere.
 Prima di scorrere il programma dettagliato, volete un piccolo antipasto, un’oliva ascolana, uno stuzzichino in forma di esempio di quel che si trova nel programma di Time Code fra i vari settori? Per la letteratura citiamo oggi alle 21 nel Teatro di Gries, lo spettacolo - recital “L’ultima astronave”, di e con Stefano Benni; per la musica, dopodomani dalle 12 alle 15.30 in quattro tappe all’aperto nel centro cittadino sarà ripetuto il Pòeme Symphonique di György Ligeti; sempre dopodomani da piazza Matteotti alle ore 15 partirà il “trekking antropologico”, con Franco La Cecla, con analisi “camminata” della mente locale nell’ambito dell’antropologia dell’abitare; ancora sabato, dalle 8.40 a Palazzo Mercantile, dibattito di politici e architetti con la popolazione, sul “BiSOGNO di città”; e infine domenica dalle 10 alle 16 nel quartiere Don Bosco, via alle varie prove delle Olimpiadi di quartiere.
 E per chi fosse un computer addicted c’è l’ormai immancabile link sul sito Internet: precisamente www.comune.bolzano.it/timecode.
 Buon divertimento!
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giovedì, 01 ottobre 2009


Giornate della cooperazione


Perez Esquivel, Nobel per la pace, apre oggi le “Giornate”


 BOLZANO. Sarà il premio Nobel per la pace, Adolfo Perez Esquivel, ad aprire oggi pomeriggio le Giornate della cooperazione del Comune di Bolzano. L’architetto argentino porterà a Bolzano la sua testimonianza in tema di diritti umani, maturata negli anni ’70 durante la dittatura quando venne imprigionato, torturato e condannato a morte. Da allora, instancabile, Perez Esquivel gira il mondo parlando di pace e indicando vie concrete affinché i poveri di tutto il mondo e i popoli oppressi possano riacquistare la loro dignità. In questi ultimi tempi in particolare il premio Nobel si è occupato di bambini di strada, un fenomeno che in America latina coinvolge milione di piccoli, e di salvaguardia dell’ambiente. E proprio quest’ultimo tema sarà al centro oggi della prima giornata della cooperazione. A partire dalle ore 17.30 nella sala di rappresentanza del municipio in vicolo Gumer, Esquivel parlerà del suo progetto di istituire un tribunale internazionale per i diritti dell’ambiente e verrà supportato da altre interessanti testimonianze. Come quella della giornalista e biologa Manuela Evangelista che da anni segue alcuni progetti volti a salvaguardare la biodiversità dell’Amazzonia e a garantire un futuro ai suoi abitanti. Uno di questi ultimi, l’indio Plinio Leite de Encarnaçao, sarà in sala per raccontare in prima persona le drammatiche sfide che il suo popolo si trova oggi ad affrontare. La prima tappa delle Giornate della cooperazione sarà arricchita dai saluti del sindaco Spagnolli e dell’assessore competente Gallo, in un quadro che verrà “incorniciato” da due ricercate performances musicali: alle 17 nella piazza antistante l’ala nuova del municipio risuoneranno i tamburi postmoderni dell’Officina delle Articolate, la conclusione della giornata sarà invece affidata alla raffinata proposta del trio “mediterraneo” Corrado Bungaro (nichelarpa), Helmi M’Hadhbi (oud) e Carlo La Manna (contrabbasso).
 Domani le Giornate della cooperazione proporranno, sempre alle 17.30 e sempre nella sala del municipio, una tavola rotonda dedicata agli scenari futuri della cooperazione internazionale, con altri protagonisti della lotta per la dignità umana nel sud del mondo: fra questi, dal Brasile il missionario bolzanino Pierluigi Sartorel e Pina Rabbiosi, continuatrice dell’opera avviata da don Luis Lintner, il missionario di Aldino ucciso 7 anni fa a Salvador de Bahia; con loro l’esperto di cooperazione Matthias Abram, lo scrittore Mauro Cereghini, il meranese Paolo Valente e il missionario verbita di origine angolana Ildefonso Ferreira.
 Le Giornate della cooperazione si concluderanno sabato con il via alle ore 11 con l’apertura di stand delle associazioni cittadine che sostengono la cooperazione, alle 16 proiezione del film “La terra degli uomini rossi” di Marco Bechis.
 Le “Giornate” sono un’iniziativa dell’assessorato comunale alla partecipazione con il Centro per la pace.
Luca Sticcotti

Alto Adige 1-10-09
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giovedì, 01 ottobre 2009


Più potere ai cittadini


I REFERENDUM LOCALI

di Thomas Benedikter *
Ricordate l’ultimo referendum provinciale? Non i vari referendum abrogativi nazionali, ma un referendum con cui noi cittadini di questa provincia potevamo liberamente decidere su di un’importante questione della politica provinciale. No, non potete ricordarlo, perché finora non ce n’è stato neanche uno. La partecipazione diretta dei cittadini alla politica in Alto Adige, infatti, non è di casa: mentre i nostri vicini svizzeri da almeno 140 anni regolarmente vengono chiamati alle urne per decidere in prima persona su questioni comunali, cantonali, e federali, in Alto Adige come provincia in 60 anni di repubblica e autonomia questi strumenti o erano assenti, oppure erano regolamentati così male che i cittadini non potevano avvalersene.
 Un primo tentativo di riforma, avanzato da cittadini e approvato dal Consiglio regionale, naufragò nel 1997 a causa della strategia targata Svp.
 In generale, è l’elite di questo partito e nessun altro che più si chiude nei confronti dell’ampliamento dei diritti referendari dei cittadini. Nel 2001, grazie all’intervento di Marco Boato, la riforma dello Statuto di Autonomia ha consentito alle Province di Bolzano e Trento di darsi le proprie regole sulla democrazia diretta. Alla fine del 2005 il nostro Consiglio provinciale, su pressione delle iniziative popolari, si è sentito obbligato di varare una legge sulla democrazia diretta, determinando però delle regole che hanno deluso ampia parte della società civile. Si è partiti col freno a mano tirato, trascurando troppi elementi essenziali per una reale partecipazione dei cittadini. Alcuni esempi:
 non si può chiedere un referendum sulle delibere della Giunta provinciale relativi alle grandi opere pubbliche. In una provincia, dove è la Giunta a decidere i megaprogetti, costosi e spesso a gran impatto ambientale, i cittadini tuttora non possono esprimersi su tali decisioni.
 Non e’ previsto lo strumento del referendum confermativo, con cui i cittadini possono bloccare una legge approvata dal Consiglio prima che entrasse in vigore. Si tratta di uno dei pilastri della democrazia diretta che obbliga i politici di aprire un dialogo con gli interessati e la popolazione prima di decidere.
 Le votazioni referendarie sono valide solo se si presenta a votare almeno il 40% dell’elettorato. L’impatto disastroso di tale quorum di partecipazione si può osservare ormai in ogni tornata referendaria nazionale.
 Su alcune questioni - ad esempio le leggi tributarie o sugli stipendi dei politici - è impossibile richiedere un referendum.
 Le firme possono essere raccolte solo da pubblici ufficiali specifici. I numeri richiesti di firme sono troppo alti, i tempi di raccolta massimi consentiti troppo brevi. Tutto sommato, la legge contiene troppi limiti, non incentiva la partecipazione, ma piuttosto la scoraggia, stride col dettato dell’art. 118 Cost., che invita le istituzioni a promuovere la partecipazione. Ora, sulla spinta di un cartello di 42 associazioni e sindacati - “ l’Alleanza per più democrazia” - il primo referendum provinciale tra altro servirà anche per migliorare le regole dei referendum provinciali. Una cosa mai accaduta in tutta Italia: la popolazione di una provincia - oltre a decidere su altri 3 quesiti - potrà darsi una nuova legge sulla democrazia diretta, che farà dell’Alto Adige un modello per tutte le Regioni italiane. Il 25 ottobre 2009 tutti noi residenti in Alto Adige potremo decidere sul modo in cui partecipare direttamente alla politica della nostra provincia, sostituendo le regole restrittive volute dalla maggioranza del Consiglio con regole migliori, volute dai cittadini. Se passa il Sì per questo disegno di iniziativa popolare diritti referendari saranno decisamente ampliati. In particolare prevede che:
 Potremo intervenire su delibere e atti della giunta provinciale riguardo grandi opere che incidono sul nostro territorio e sul nostro benessere;
 Verranno rafforzati i comuni nei confronti della Provincia: un gruppo di Comuni potrà chiedere un referendum anche su materie di importanza provinciale in modo che sarà la popolazione a decidere sulle proposte;
La raccolta di firme o per chiedere un referendum verrà resa meno burocratica;
 Il referendum sarà valido se andrà a votare almeno il 15% della popolazione: con il quorum dei 15% “chi vota decide”. Allora sarà importante partecipare sia per gli oppositori sia per i promotori.
 E’ importantissimo non confondere tale referendum con il tipo di referendum abrogativo nazionale. Non si tratta di abrogare una frase di una legge, creando un vuoto, spesso poi riempito dai partiti secondo i loro interessi. Si tratta di approvare un disegno di legge elaborato da cittadini durante anni, approvato e voluto da dozzine di associazioni, firmata da 26.000 cittadini, discusso da centinaia di assemblee, dichiarato ammissibile da due collegi di giudici. Si tratta di un’iniziativa di comuni cittadini per dare più potere a noi comuni cittadini.
 Quindi un appuntamento importantissimo, da non sprecare: Con un semplice voto noi cittadini possiamo consentirci un po’ più potere.

*ricercatore, Bolzano
Alto Adige 01-10-09
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mercoledì, 30 settembre 2009


Ecco l’immagine giovane del volontariato


Un concorso per gli scolari vuole sensibilizzare sull’importanza dell’impegno sociale


 BOLZANO. La propensione all’impegno nasce già sui banchi di scuola. Ecco allora l’idea di un concorso per le scuole sul volontariato sociale, pensato dalla Federazione provinciale delle associazioni sociali che vuole invitare le scuole ad indirizzo sociale e grafico a partecipare al concorso “Messaggi di volontariato - Immagini come messaggi di sensibilizzazione sul volontariato sociale”.
 L’obiettivo è sensibilizzare i giovani sui valori della solidarietà, gratuità e responsabilità civile. Le opere selezionate saranno premiate e diffuse sul territorio.
 Solidarietà, gratuità, aiuto, ascolto, reciprocità, dono, attivazione e responsabilità civile sono i principali valori del volontariato sociale che ogni comunità dovrebbe mantenere vivi per il benessere di tutti. Con il concorso di immagini, la Federazione delle associazioni sociali intende offrire ai giovani una opportunità di riflessione su questi gesti spontanei, dal loro punto di vista e in base alle competenze scolastiche acquisite, e premiare questo loro impegno. Il concorso “Messaggi di volontariato - Immagini come messaggi di sensibilizzazione sul volontariato sociale”, promosso in vista del 2011, anno europeo del volontariato, è rivolto a giovani tra i 14 e i 18 anni che frequentano una delle scuole ad indirizzo sociale e grafico della provincia coinvolte nel progetto.
 Obiettivo del concorso è la raccolta di opere con immagini significative e utili come testimonianze di momenti e gesti di solidarietà e messaggi di sensibilizzazione sul volontariato sociale rivolti alla comunità.
 Simonetta Terzariol, del Servizio per il volontariato della Federazione associazioni sociali, spiega: «Con questa iniziativa vorremmo promuovere un’idea di volontariato come partecipazione creativa alla comunità. I giovani potranno esprimersi in immagini che rappresentano la gioia del dono e della relazione, la spontaneità di un gesto che si apre all’altro, la sorpresa nella scoperta della solidarietà».
 Le scuole interessate a partecipare al concorso dovevano comunicare la loro adesione all’iniziativa entro oggi, il termine di inoltro delle opere è poi fissato all’11 novembre. Le immagini, anche corredate da parole o frasi, potranno essere elaborate anche con tecnica mista, ad esempio fotografiche, inserti grafici. Ogni istituto potrà presentare al massimo 10 opere in versione stampata a colori o bianco e nero, formato A3. Le opere dovranno pervenire alla sede della Federazione. Un’apposita Commissione provvederà alla selezione di sei delle opere prevenute entro la fine di novembre. A dicembre le immagini selezionate verranno poi fatte conoscere nell’ambito di diverse iniziative su tutto il territorio e premiate con una cerimonia pubblica.

Alto Adige 30-09-09
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lunedì, 28 settembre 2009


Nuovi poveri, coda alla mensa



Gli ospiti sono soprattutto anziani che, a metà mese, non hanno neanche i soldi per pane e latte


di Antonella Mattioli
 BOLZANO. «Nell’ultimo anno e mezzo i nostri ospiti sono aumentati del 30%, perché la crisi ha aggredito soprattutto gli anziani». Vittorio Giandon, presidente della Clab, ieri assieme agli altri volontari ha fatto gli straordinari. La mensa di via Perathoner la domenica è chiusa, ma si è fatta un’eccezione perché era la festa di San Vincenzo de Paoli.
 Per l’occasione i senzatetto sono invitati a pranzo dalle San Vincenzo di lingua italiana e tedesca.
 A mezzogiorno 120 persone aspettano di entrare alla Clab: tanti anziani, più tedeschi che italiani, e giovani, soprattutto extracomunitari ma non solo. Si mettono in fila al self service e a chi ha qualche difficoltà a muoversi, il pranzo viene servito al tavolo. Il menu è invitante: bis di risotto al radicchio e pasta corta alle verdure, arrosto di tacchinella con purè e spinaci e come dolce le torte preparate dalle volontarie.
 Josef Plankensteiner della San Vincenzo, che conta in Alto Adige 700 volontari, accoglie gli ospiti assieme al presidente della Clab Vittorio Giandon. Alla fine del pranzo ringraziano e se vanno con una promessa: «Ci vediamo domani».
 «Da noi - assicura il presidente della Clab - gli ospiti non trovano solo un piatto caldo ma anche un ambiente familiare dove leggere i giornali, scambiare due chiacchiere, giocare a carte in attesa di pranzo e cena. Siamo aperti dalle 8 alle 20».
 Giandon si dedica a tempo pieno da 12 anni, ovvero da quando è andato in pensione, della gestione della mensa che una volta era in via Ospedale e adesso è in via Perathoner, nei locali messi a disposizione gratis dalla Provincia.
 Dal suo piccolo ufficio, attaccato all’ingresso della mensa, ha visto cambiare nel corso del tempo il volto della povertà. «Fino a qualche anno fa, il povero in genere era visibile; oggi non è più così. In particolare da un anno e mezzo a questa parte, da quando la crisi ha cominciato a farsi sentire anche nel ricco Alto Adige, il povero è la persona che non ti aspetti. È il vicino o la vicina di casa che ha lavorato una vita e adesso si ritrova a vivere con 5-600 euro al mese. Prima, pur facendo i salti mortali, ce la faceva, adesso non più. C’è chi a metà mese non ha più neanche i soldi per comprare pane e latte e allora, vincendo a volte vergogna e imbarazzo, viene a mangiare da noi. Il prezzo è fissato a 4 euro a pasto, che diventano 3 per chi ha i redditi più bassi (il costo reale è 7 e la differenza la paga l’Assb, ndr)».
 Questi sono i «nuovi» ospiti della Clab: si parla di circa un 30 per cento in più. La mensa produce 500 pasti al giorno: 300 per Caritas e San Vincenzo; il resto viene servito in via Perathoner. «Ma ci sono anche i “vecchi” ospiti che venivano anche prima della crisi, la differenza è che adesso non hanno più i soldi per pagare».
 E allora passano in ufficio dal signor Vittorio e chiedono di poter saldare il conto a fine mese. «Capita però - racconta Giandon - che quando arriva la pensione, i soldi se ne vanno nel giro di poco, perché ci sono altri piccoli debiti da pagare. Risultato: ce li metto di tasca mia, non ci sono alternative».
 Accanto ad una folta schiera di anziani in via Perathoner arrivano anche i giovani: altoatesini ma soprattutto extracomunitari. «Vengono qui perché non sanno dove andare». Mangiano e se vogliono possono fermarsi a fare due chiacchiere con Vittorio. Lui è sempre lì, mattina e sera. Dal lunedì al sabato. Non chiede niente a nessuno, sono loro a raccontare. «C’è chi ha perso il lavoro e fatica a trovarne un altro; chi il lavoro non l’ha mai avuto e neppure lo cerca e chi ha perso tutto al gioco».

Alto Adige 28-09-09
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domenica, 27 settembre 2009


Tassa rifiuti, rimborso dell’Iva




I CONSIGLI DEL CTCU


 BOLZANO. Come ha stabilito la Corte Costituzionale la “tariffa rifiuti”, non può essere assoggetta ad Iva.
 Si pone ora il problema - scrive in una nota il Ctcu - di come e soprattutto a chi chiedere il rimborso dell’Iva. Al momento la questione non è ancora chiara, anche se appare verosimile che la richiesta vada fatta al soggetto che ha fatturato la tariffa (gestore privato, azienda municipalizzata oppure Comune). Nel dubbio si può indirizzare cumulativamente la richiesta anche all’Agenzia delle Entrate, che di fatto incassa l’Iva sulle transazioni.
 Per quanto riguarda il “cosa” richiedere - prosegue la nota - si tratta appunto degli importi dell’Iva versata sulla negli ultimi 10 anni, a partire dal momento della richiesta. Per il momento è quindi buona cosa andare a vedere e raccogliere le fatture pagate in questi ultimi 10 anni, per sapere a quanto potrebbe ammontare il rimborso.
 Il soggetto o si soggetti ai quali è stata indirizzata la richiesta hanno 90 giorni di tempo per rispondere alla richiesta di rimborso; se non rispondono entro tale termine si matura il cosiddetto “silenzio diniego”. Contro tale silenzio si può presentare ricorso alla Commissione tributaria provinciale.
 Come detto, al momento la questione del come dovrà avvenire il rimborso non è del tutto chiara - prosegue il Ctcu - e solo un intervento o un chiarimento da parte dei soggetti competenti (Agenzia delle entrate) potrà dare qualche certezza al caso.


Alto Adige 27-09-09
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giovedì, 24 settembre 2009



L’altruismo dell’impegno con persone disabili trova formazione adeguata nel seminario Uisp



 BOLZANO. Si intitola “Tutti abili”, ed è una nuova iniziativa formativa organizzata dalla Uisp di Bolzano, iniziativa formativa che prenderà il via domani e si concretizza in un seminario e corso di cosiddetta ability, ovvero di formazione per operatori che lavoreranno con persone disabili. Il seminario si svilupperà per quattro venerdì consecutivi, aprendosi come detto domani, alle ore 18 con l’approfondimento sull’acquaticità, nella piscina Sport City in via Maso della Pieve; si parlerà di “Dialogo con la disabilità: la simulazione come presa di coscienza del tema”, con il professor Andrea Imeroni, pedagogista e presidente nazionale Area Uisp per la grande età. Sempre domani alle ore 20 incontro “Dialogo fra disabile e operatore in situazione acquatica”, con il professor Serafino Rossini, pedagogista dell’integrazione.
 Appuntamento successivo il 2 ottobre alle ore 18 nella palestra del Centro Premstaller in via Dolomiti 14, per “Parlare di sport e disabilità, significa mettersi in una dimensione nuova”, con Salvatore Giuliana, dirigente nazionale Lega Danza Uisp. Il venerdì successivo, 9 ottobre, alle ore 18 “Tutti abili” nella sala polifunzionale del Premstaller, con il dottor Luigi Corradini, direttore Azienda servizi sociali di Bolzano - Ufficio handicap e disagio psichico; Ardelio Michielli, presidente Uisp Bolzano; il dottor Gianluca Samarelli, presidente Cooperativa sociale Archè su “La vela come strumento per l’inclusione sociale e il miglioramento della vita delle persone svantaggiate”; Claudia Cantisani, coordinatrice progetti Uisp sulle diverse abilità; Salvatore Giuliana, coordinatore Lega Danza Uisp Trentino Alto Adige su “L’Ability e la dance ability”. Appuntamento finale il 16 ottobre alle ore 18 al Premstaller, su A.F.A. - Attività fisica adattata, con Fabio Bettini, responsabile attività per la terza età della Uisp di Bolzano.


Alto Adige 24-09-09
 Il corso è aperto in particolare a insegnanti, istruttori, operatori o persone volontarie che abbiano interesse e propensione nell’assistenza sociale. Per avere altre informazioni dettagliate e per iscrizioni rivolgersi in sede alla Uisp, in via Dolomiti, anche telefonando (evidentemente entro oggi) al numero 0471 - 300057.
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martedì, 22 settembre 2009


Collaborazione a Laives tra asili nido Comune e coop studiano la via


Kitas a San Giacomo



di Bruno Canali
 LAIVES. Il Comune e la cooperativa delle Tagesmutter mirano a uniformare programmi educativi e criteri per le gradutorie tra il nido di via Sauro e la microstruttura Kitas a San Giacomo.
  «I contatti sono in corso da tempo conferma l’assessora Liliana Di Fede - e c’è collaborazione». Il nido comunale di via Nazario Sauro e la microstruttura Kitas al Garden Village di San Giacomo (si trova sopra la farmacia Bertazzoni) sono due strutture diverse, anche se si rivolgono ai più piccoli. Il nido è comunale e prevede 3 fasce di uscita per gli utenti. La microstruttura Kitas invece è gestita da una cooperativa privata (anche se gode di contributi comunali) e ha nella flessibilità di ingresso e uscita uno dei punti forti. Una famiglia infatti può scegliere di portare alla Kitas il proprio figlio anche per qualche ora soltanto mentre, come detto, al nido comunale bisogna scegliere tra le sole 3 possibilità previste e questo ovviamente si riflette anche sulle tariffe da pagare.
 L’idea è quella di mettere a disposizione delle famiglie possibilità diverse e, quindi chi ha bisogno di determinati orari potrà scegliere il nido, mentre chi preferisce massima flessibilità anche per andare a prendere il piccolo farà meglio a rivolgersi alla Kitas. Per fare in modo che non vi siano differenze oltre agli orari si punta a uniformare il livello qualitativo del servizio e dei progetti educativi, così come a fare in modo che la graduatoria per le domande di ammissione sia omogenea, con uguali punteggi.
 Prima di tutto quindi le esigenze delle famiglie che portano i piccoli al nido o alla Kitas e che hanno bisogno di poter scegliere comodamente tra più possibilità di fasce orarie. Quindi una linea pedagogica simile, in maniera che non ci sia struttura di serie A e di serie B. Già da adesso ad esempio, chi fa domanda in Comune trova nella documentazione una casella da barrare nel caso in cui avesse iscritto il figlio alla Kitas di San Giacomo. «Quanto ai progetti educativi - spiega l’assessora Di Fede - già lo scorso anno avviammo una collaborazione per un progetto educativo curato dall’Università. È la strada che intendiamo percorrere anche per il futuro uniformando il livello delle proposte».

Alto Adige 22-09-09
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venerdì, 18 settembre 2009



Chernobyl, da oggi festa al Black Box per la solidarietà



 LAIVES. Oggi e domani presso il Black Box in zona Galizia c’è la festa organizzata dai giovani di Pineta insieme alla sezione locale Chernobyl Alto Adige, che anche quest’estate ha ospitato una decina di ragazzi bielorussi per un periodo di ferie. Lo scopo delle due serate è quello di raccogliere fondi di solidarietà. La festa inizierà questa sera alle 19 e sarà dedicata alla musica afro. Domani invece largo ai balli, con liscio, latinoamericani e di gruppo. Il biglietto di ingresso costa 5 euro ed è comprensivo di una consumazione. Come detto, il ricavato di questi due giorni di festa sarà devoluto per iniziative benefiche. I giovani già avevano organizzato nella frazione una festa tempo addietro e sempre con l’associazione Chernobyl Alto Adige.
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martedì, 15 settembre 2009

Referendum: si attenta al quorum


Mettere in dubbio la legittimità costituzionale dei quesiti referendari su cui si andrà a votare il 25 ottobre, fa parte di una strategia intesa a non far raggiungere il quorum. Infatti sulla loro validità si sono già espressi gli organi competenti e insistere su questa falsariga serve solo a creare disorientamento negli elettori ai quali si suggerisce l’inutilità di partecipare al voto.
Questa sensazione viene rafforzata quando si scopre che, senza attendere il risultato referendario sull’aeroporto, si intende procedere agli adeguamenti strutturali e, anche in mancanza delle licenze edilizie necessarie, all’edificazione di un edificio privato la cui destinazione ed uso non è ancora del tutto chiara.
Sintomatica delle intenzioni e del modo di procedere di provincia e sostenitori dello scalo sono le affermazioni riportate dalla stampa del vicepresidente di Fri-El, Josef Gostner il quale dichiara: «Preferisco non dire niente, per non creare problemi. L’hangar sarà pronto fra due mesi. Poi spiegheremo volentieri di cosa si tratta».
Dunque si perseguono, come nulla fosse, i propri disegni e solo a posteriori si forniranno delle spiegazioni: l’intento di far apparire inutile la consultazione popolare è del tutto evidente.
Si spera così di indurre quanti più elettori possibile a disertare le urne, ma proprio questo atteggiamento antidemocratico, se si saprà evidenziarlo a dovere, potrebbe indurre molti a castigare l’arroganza di chi considera la partecipazione attiva dei cittadini solo un fastidioso impedimento.

Rifondazione Comunista – Laives

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martedì, 15 settembre 2009



«I migranti non sono rifiuti»


di Natalia Andreani
 ROMA. I migranti non sono rifiuti e i respingimenti in mare violano i diritti umani. È durissima la denuncia che questa mattina sarà lanciata a Ginevra dall’Alto Comissario Onu per i diritti umani, Navy Pillay. Il commissario parlerà alla dodicesima sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per la tutela dei diritti universali. E nel suo discorso, in parte anticipato, attaccherà i governi che varano politiche tese a criminalizzare gli irregolari.
 La relazione del commissario Pillay cita espressamente il caso del gommone di eritrei rimasto senza soccorsi fra Libia, Malta ed Italia, ad agosto: una delle tante stragi che si consumano nel Mediterraneo come in altri mari, dall’Oceano Indiano ai Caraibi passando per il Golfo di Aden. «In molti casi le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi», afferma il commissario sostenendo che in violazione del diritto all’asilo i profughi del mare «vengono abbandonati senza verificare in modo adeguato se stiano fuggendo da persecuzioni». «E oggi, partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficoltà trasportano migranti, anche le navi commerciali le oltrepassano ignorando le suppliche d’aiuto, in violazione del diritto internazionale» aggiunge Navy Pillay che sotto accusa mette anche «le pratiche di detenzione dei migranti irregolari». «La loro criminalizzazione e i maltrattamenti nel contesto dei controlli alle frontiere devono cessare», dice l’Alto commissario ricordando che «in Italia - e non solo - c’è un’abbondante documentazione su discriminazioni e trattamenti degradanti nei confronti dei rom».
 Per la Farnesina, il richiamo dell’Onu «non può essere rivolto all’Italia, paese che nel Mediterraneo - si legge in una nota diffusa ieri sera dal ministero degli esteri - ha salvato il maggior numero di vite umane». «L’Italia è un paese modello. L’Onu guardi altrove», protesta Maurizio Gasparri, Pdl. «Accuse inaudite», gli fa eco Margherita Boniver. Ma da maggio a oggi i respingimenti verso la Libia sono stati almeno 800. «Il governo italiano sta violando i diritti umani - dice Anna Finocchiaro, Pd - e deve rispondere in maniera e autorevole sul diritto d’asilo, questione troppo importante per essere affidata ai proclami della Lega».

Alto Adige 15-09-09

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domenica, 13 settembre 2009





Fissate le rette delle scuole materne





COMUNICATO del 11.09.2009


NOTIZIE

Comune di Laives

Confermate le agevolazioni per le famiglie numerose

La giunta municipale ha fissato le nuove rette di frequenza delle scuole materne gestite dal Comune: rispetto all'anno scorso è stato deciso un aumento del 2,7 per cento per il tempo normale.
Per l'anno scolastico 2009/2010 è prevista una quota mensile di 73 euro per gli alunni che frequentano il tempo normale e di 90 euro per il tempo prolungato. Rispetto allo scorso anno è stato deciso un aumento di 2 euro mensili per il tempo normale e di 5 € per il prolungato: si tratta comunque di tariffe al di sotto dei limiti fissati dalla Provincia, che prevedono un tetto massimo di 78 euro per il tempo normale e di 102 euro per il prolungato.
La delibera della giunta ha confermato le agevolazioni per le famiglie numerose, riconoscendo il 30 per cento di sconto ai possessori della Family Card Service. Lo scorso anno i bambini appartenenti a famiglie in possesso della carta e che frequentano le scuole materne sono stati 46.
Sono inoltre previste riduzioni del 25 per cento per il secondo figlio che frequenta una scuola materna, mentre dal terzo figlio la riduzione sale al 75 per cento.
Nei mesi di settembre e giugno la retta è calcolata sulla base dei giorni di frequenza.
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venerdì, 11 settembre 2009



«Family Card» vuole crescere ma non ci sono supermarket

La grande distribuzione non aderisce all’invito dell’amministrazione

di Bruno Canali
 LAIVES. Il Comune sta cercando di coinvolgere nel progetto «Family Card» altre categorie oltre ai piccoli commercianti locali e alle associazioni comunali. Ma la grande distribuzione non entra.
 «Abbiamo scritto anche alla grande distribuzione - conferma l’assessora Liliana Di Fede - ma purtroppo finora non ha risposto nessuno». Grande distribuzione significa supermercati dove, ovviamente, i possessori della Family Card fanno la maggior spesa quotidiana. Si tratta di famiglie che hanno 3 o più figli e un reddito complessivo non superiore a 60 mila euro l’anno. «Dalle verifiche che abbiamo potuto fare - spiega ancora Liliana Di Fede - abbiamo visto che queste famiglie rientrano anche nella prima fascia di reddito, la più bassa, e del resto con 3 o più figli da allevare uno dei genitori quasi per forza deve smettere di lavorare o fare il part-time».
 Robert Hillebrand è il general manager del gruppo Aspiag e spiega quale sia la posizione del suo gruppo. «Abbiamo ricevuto la lettera del Comune di Laives - dice - ma non possiamo partecipare all’iniziativa della Family Card perché già abbiamo diversi programmi che prevedono incentivi e sconti nei nostri supermercati, Non possiamo quindi praticarne di ulteriori anche perché i prezzi dei prodotti sugli scaffali sono calcolati al centesimo e più di così non è possibile. Comunque, tutti i giorni, noi cerchiamo di garantire alla nostra clientela i migliori prezzi possibili».
 Altra categoria che si cercherà di coinvolgere in questa interessante iniziativa a favore delle famiglie numerose sarà quella degli artigiani. La decisione è maturata durante una riunione qualche giorno fa quando è emerso che, effettivamente, non ci sono solo i negozi di alimentari (anche se in questi si fa la spesa quotidianamente per generi di prima necessità) nel bilancio di una famiglia: le uscite riguardano anche i mobili, oppure l’idraulico o le riparazioni delle auto. Forti di questa considerazione si punterà ad allargare la fascia delle categorie che praticano uno sconto fino al 30% a coloro che si presentano con la Family Card. Già partecipano le associazioni comunali, la speranza è che sempre più operatori economici aderiscano.

Alto Adige 11-09-09
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giovedì, 10 settembre 2009



Truffe bancomat, le 14 "regole d'oro"




Aumentano i crimini legati agli Atm - "Automatic Teller Machines", i nostri Bancomat -, e la Enisa, agenzia europea per la sicurezza, pubblica le 14 regole d'oro per evitare, o quantomeno ridurre al minimo il rischio di rimanere truffati quando andiamo "a fare un bancomat".

Molte delle regole sono legate al buonsenso
, e possono apparire anche banali. Ma un po' di attenzione in più non guasta mai. Eccole:

1. Evitare di usare sportelli automatici che presentino insegne o avvertenze supplementari

2. Usare preferibilmente sportelli automatici situati all'interno di istituti bancari

3. Evitare di usare sportelli automatici non a parete (rari in Italia, ndr)

4. Usare preferibilmente sportelli automatici in posizione visibile e ben illuminata

5. Fare attenzione alla presenza di persone estranee e verificare che si trovino a ragionevole distanza

6. Controllare attentamente che la parte anteriore dello sportello automatico non presenti segni di manomissione

7. Controllare attentamente che il lettore di carte non presenti segni di dispositivi supplementari

8. Osservare attentamente la tastiera di immissione del codice PIN per verificare che non presenti caratteristiche diverse o insolite

9. Verificare che non vi siano telecamere supplementari

10. Proteggere il codice PIN avvicinandosi il più possibile allo sportello automatico e schermando la tastiera mentre si digita il codice PIN

11. Se la carta viene trattenuta dallo sportello automatico informare immediatamente l'emittente

12. Fare attenzione agli sportelli automatici che non erogano contante e agli sportelli automatici non appartenenti a istituti bancari che non addebitano commissioni (molto rari in Italia, ndr)

13. Esaminare frequentemente i propri estratti conto

14. Segnalare immediatamente qualsiasi movimento sospetto

Scritto da: Federico Cella alle 13:06 fonte: http://vitadigitale.corriere.it/2009/09/truffe_bancomat_le_13_regole_d.html?fr=correlati
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mercoledì, 09 settembre 2009



Il consumo ecologico


Un tour del (Centro tutela consumatori e utenti) promuove l’uso dei vuoti a rendere

BOLZANO. Vuoto a rendere “on tour”, si potrebbe definire così l’iniziativa che vedrà prossimamente lo sportello mobile del Ctcu, il Centro tutela consumatori e utenti, stazionare in 30 postazioni, su tutto il territorio della provincia, per sensibilizzare la cittadinanza sul vuoto a rendere. Prima tappa della “tournée” ecologica, piazza Mazzini a Bolzano, dove alla presenza dell’assessore provinciale all’ambiente, Michl Laimer, ieri mattina è stato dato ufficialmente il via alla campagna che è stata denominata «Vuoto a rendere, molto meglio!», che lascia intendere alcune direttive ecologiste utili come, appunto, l’uso delle bottiglie di vetro con vuoto a rendere, ma non solo, come vedremo.
 In più la campagna di sensibilizzazione, che viene promossa in collaborazione con l’Agenzia provinciale per l’ambiente, coinvolgerà i cittadini in un gioco a premi sul tema del riciclaggio: grazie ad una sorta di ruota della fortuna, i partecipanti al gioco potranno vincere delle pratiche borsette create appositamente per trasportare le bottiglie di vetro.
 Ma non solo. Insieme ai premi, verrà data anche qualche dritta davvero utile per fare una spesa ecologica: l’Agenzia provinciale per l’ambiente ha infatti redatto un fascicolo con i consigli per gli “acquisti per il clima”. Che sono semplici da attuare, basta volerlo: comprare e cucinare in base al bisogno riutilizzando gli avanzi; privilegiare prodotti in grandi confezioni; usare un cesto al posto del sacchetto; scegliere bevande in vuoto a rendere; acquistare prodotti locali; preferire frutta e verdura di stagione e prodotti biologici; riciclare la carta; riparare e non buttare; acquistare prodotti del commercio equo e viaggiare “ecologicamente”.
 Ma perché i cittadini dovrebbero abbandonare il vuoto a perdere? Risponde il direttore del Ctcu, Walter Andreaus: «Il vuoto a rendere porta vantaggi per l’ambiente e per l’economia locale. Inoltre significa meno rifiuti, sfruttare meno energia e meno materie prime».
 Ma dal punto di vista economico, comprare ad esempio una bottiglia di acqua minerale di vetro costa di più rispetto a una di plastica, e in tempi di crisi le famiglie cercano il risparmio...
 «I cittadini però devono capire che il vuoto a rendere comporta un risparmio a lungo termine, soprattutto sulle tasse dei rifiuti», ha spiegato Andreaus.
 In Alto Adige comunque il vuoto a rendere è già una buona abitudine di tanti. E poi servono iniziative come questa campagna. «Ultimamente - ha continuato il direttore del Ctcu - ho notato una presa di coscienza della gente su questo tema, meno invece da parte delle aziende che purtroppo non sostengono molto questa opportunità».
Katia De Carli

Alto Adige 09-09-09
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martedì, 08 settembre 2009



Partiti i bambini di Chernobyl


LAIVES. I bambini di Chernobyl che nelle ultime settimane hanno soggiornato presso alcune famiglie locali sono ripartiti, accompagnati da tanta nostalgia e dall’arrivederci al prossimo anno. «È andato tutto bene - afferma Sara Endrizzi, dell’associazione bambini di Chernobyl - grazie alle famiglie che li hanno accolti e anche al Centro giovani di Pineta che ha messo gratuitamente a disposizione la propria struttura olttre che le varie attrezzature. Di questo in particolare ringraziamo il presidente Martin Bernardi e Zoran che ha curato l’animazione».
 Venerdì 18 e sabato 19 settembre ci sarà una festa presso il Black Box in zona Galizia, organizzata dai giovani di Pineta con l’associazione bambini di Cehernobyl e il Comune di Laives. Ci sarà musica di vario genere, il tutto per raccogliere fondi per l’associazione e far conoscere i giovani di Pineta. (b.c.)

Alto Adige 08-09-09
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martedì, 08 settembre 2009



Svp, libertà di voto sull’aeroporto di San Giacomo


BOLZANO. La Svp ha deciso le proprie indicazioni di voto agli elettori in vista dei referendum del 25 ottobre. Si tratta di cinque quesiti propositivi, che in caso di superamento del quorum del 40 per cento e di vittoria dei «sì» vedrebbero entrare in vigore i disegni di legge depositati dai proponenti. Quattro «no» e nessuna indicazione per il quesito che punta a cancellare i finanziamenti provinciali ad aeroporto e compagnie aeree. La presa di posizione è arrivata ieri dopo una seduta di Parteileitung e il gruppo consiliare provinciale Svp.
 La decisione sull’aeroporto è stata la più difficile. A fronte di una parte del partito che non accetta ipotesi di ridimensionamento, c’è stato il pressing della Bassa Atesina. Soddisfatto Oskar Peterlini, Obmann della Bassa Atesina, per la decisione del partito di non offire indicazioni di voto. Chi vorrà, segnerà «no», mentre si dà per scontato che in Bassa Atesina e Oltradige una parte dell’elettorato voterà a favore. Così la motivazione dopo la riunione: «La Svp si attiene ai risultati della mediazione sull’aeroporto, dove si è raggiunta l’intesa di accettare gli adeguamenti strutturali, senza prolungamento della pista».
 Sui referendum in generale, la Svp rivendica l’approvazione nel 2005 della legge provinciale sulla democrazia diretta, con il quorum al 40% «il più basso in Italia». Il 25 ottobre due saranno i quesiti sulla democrazia diretta, uno proposto dall’Ufs e uno dall’Iniziativa per più democrazia: l’indicazione di voto è «no» e «no»: «Ci sono errori dal punto di vista giuridico». «No» infine agli altri due quesiti dell’Ufs su edilizia agevolata (più restrizioni per sussidio casa e alloggi ai non residenti) e blocco delle seconde case di non residenti. In entrambe le materie, sostiene la Svp, la normativa in vigore è sufficientemente restrittiva, andare oltre cozzerebbe con i principi Ue.

Alto Adige 08-09-09
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domenica, 06 settembre 2009


Family Card indispensabile


 LAIVES. La Family Card è stata prorogata per un altro anno e ieri mattina l’assessora Liliana Di Fede ne ha parlato durante un incontro al quale ha partecipato anche Emanuela Spitaleri, responsabile regionale per l’associazione famiglie numerose. La Family Card infatti è destinata alle famiglie con 3 o più figli, che non abbiano un reddito annuo superiore a 60 mila euro. «Queste famiglie sono circa 120 a Laives - ha spiegato proprio Liliana Di Fede - e in massima parte appartengono alla prima fascia di reddito, la più bassa. La Family Card quindi è preziosa per queste famiglie, perché consente di ottenere sconti fino al 30% tra le associazioni comunali e d’ora in poi, anche in diversi negozi della città». Emanuela Spitaleri, che di figli ne ha 6, tutti maschi, ha sottolineato il valore sociale, oltre che economico, di una iniziativa del genere: «Chi ha tanti figli normalmente ha anche meno reddito dovendo la mamma rimanere con loro o al massimo lavorare part time: è opportuno perciò che si diano delle agevolazioni». Liliana Di Fede ha calcato sul tasto del valore sociale della Family Card, introdotta come riconoscimento alle famiglie nell’educazione dei bambini e nel loro sostentamento. La proposta emersa ieri è quella di allargare la partecipazione anche agli artigiani, mentre c’è rammarico per la latitanza della grande distribuzione. (b.c.)

Alto Adige 06-09-09
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venerdì, 04 settembre 2009



Referendum propositivi provinciali, la corsa al «quorum»


Cinque quesiti il 25 ottobre: nulli se non vota almeno il 40% di elettori


LE PROPOSTE Pubblicato il decreto del presidente della Provincia Temi: aeroporto, Ipes, seconde case e democrazia

 BOLZANO. Si voterà il 25 ottobre per i cinque referendum propositivi provinciali. I temi spaziano da misure restrittive sulle seconde case, all’aeroporto, alla democrazia diretta e l’Ipes.
 Sull’aeroporto le quattro associazioni proponenti (Dachverband, Avs, Heimatpflege e Alu) propongono l’uscita di scena della Provincia, direttamente o attraverso partecipazioni/contributi a iniziative di «costruzione, manutenzione o gestione di qualsiasi genere di impianto che possa servire allo svolgimento del traffico aereo e all’erogazione di servizi che abbiano attinenza con il traffico aereo». In sintesi, basta denaro provinciale ad aeroporto e compagnie aeree.
 Sul Bollettino ufficiale della Regione è stato pubblicato il decreto del presidente provinciale Luis Durnwalder per l’indizione dei referendun.
 Cinque schede dunque e per i comitati promotori inizia la campagna referendaria. Obiettivo primario, riuscire ad arrivare al quorum del 40 per cento. Al di sotto di questa percentuale i referendum non saranno validi.
 Trattandosi di referendum propositivi si andrà a votare sulla proposta di cinque disegni di legge.
 Nel caso di quorum superato e di vittoria dei sì sui no, le legge entrerebbe direttamente in vigore (dopo il passaggio della promulgazione). Come riassume Stephan Lausch, coordinatore dell’Iniziativa per più democrazia, «in questo modo i cittadini diventerebbero legislatori a tutti gli effetti».
 I primi tre quesiti sono stati proposti dall’Union für Südtirol (risalgono all’agosto 2006).
 Questo in sintesi l’obiettivo delle tre proposte dell’Ufs. La prima scheda riguarda il disegno di legge che prevede la precedenza della popolazione locale nell’edilizia agevolata, reintroducendo l’obbligo di residenza quinquennale per chiedere il sussidio casa dell’Ipes e l’aumento della durata dell’obbligo di residenza per l’assegnazione di appartamenti d’affitto dell’Ipes.
 Il secondo quesito dell’Ufs intende fermare «la svendita del nostro territorio» e propone la modifica della legge urbanistica provinciale con disciplina delle residenze di tempo libero. Il disegno di legge prevede che la costruzione di residenze di tempo libero venga riservata a chi risiede in Alto Adige da almeno 5 anni o che da almeno 5 anni lavori in provincia. E’ previsto anche un elenco di queste proprietà.
 Il terzo quesito dell’Ufs riguarda la democrazia diretta, con nuove regole su «referendum propositivo, abrogativo, consultivo o confermativo, iniziativa popolare e referendum sulle grandi opere».
 Il quarto quesito, anche questo sulla democrazia diretta, è stato presentato dall’Alleanza per più democrazia che riunisce 40 associazioni e prevede «poteri di indirizzo, potere consultivo e poteri deliberativi».
 Infine il quinto quesito, quello che riguarda l’aeroporto ed è stato presentato da Dachverband, Avs, Heimatpflege e Alu: consiste nella legge provinciale «per la riduzione del traffico aereo».
 Cosa accadrà nel caso di vittoria di entrambi i quesiti sulla democrazia diretta? Entrerebbero in vigore le due leggi con le differenze al loro interno e spetterebbe poi al consiglio provinciale varare un testo unico. Queste le distinzioni principali tra le due proposte: l’Ufs porterebbe a zero il quorum, Iniziativa per più democrazia lo abbassa dal 40 al 15%.
 L’Ufs auspica poi l’introduzione di referendum abrogativi e propositivi, mentre l’Iniziativa prevede anche referendum confermativi sull’attività legislativa ordinaria.
 Altro punto, il numero di firme necessarie per un referendum. Oggi ne servono 13 mila, l’Ufs ne propone 8000, l’Iniziativa 10 mila per i referendum propositivi e 7500 per i confermativi. (fr.g.)

Alto Adige 04-09-09
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mercoledì, 02 settembre 2009




Sì al nuovo Consiglio dei Comuni Schuler: «Più poteri, finalmente»




Consiglio | 01.09.2009 | 13:05

1a commissione legislativa: sì alla riforma del Consiglio dei comuni

Approvati anche i primi 16 articoli del dlp sulla parificazione.
Riunita questa mattina sotto la presidenza di Josef Noggler, la 1a commissione legislativa del Consiglio provinciale di Bolzano ha proseguito nell'esame, avviato in sedute precedenti, di due disegni di legge.
Il dlp 35/09, “Istituzione e disciplina del Consiglio dei Comuni”, presentato dai conss. Arnold Schuler, Josef Noggler e Christian Egart­ner, prevede l'insediamento di questo organo presso il Consiglio provinciale. Esso si potrà esprimere sugli atti di tutti gli organi provinciali, ma dovrà essere obbligatoriamente consultato in merito a disegni di legge provinciali, regolamenti e piani provinciali quando questi riguardano funzioni comunali. In questo caso, un parere negativo potrà essere scavalcato solo motivando il respingimento. Secondo il dlp, il Consiglio dei Comuni avrà inoltre iniziativa legislativa e referendaria.
Al dlp è stato dato parere positivo con i 6 voti favorevoli  (del pres. Noggler e dei conss. Arnold Schuler, Veronika Stirner Brantsch, Elmar Pichler Rolle, Martha Stocker e Donato Seppi) e 3 astensioni (dei conss. Ulli Mair, Alessandro Urzì ed Eva Klotz). Grande la soddisfazione di Arnold Schuler per l'approvazione del dlp, che approderà in aula già nella seduta del 15-18 settembre: "È un grande giorno per i Comuni della provincia di Bolzano, che avranno ora un ruolo attivo nella gestione della politica altoatesina". Particolarmente importante è, secondo Schuler, l'introduzione dell'iniziativa legislativa e referendaria, nonché l'obbligo di motivare il mancato accoglimento dei pareri del Consiglio dei Comuni.

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BOLZANO. Un passo avanti per dare più poteri ai Comuni rispetto alla libertà di manovra della Provincia: è stato approvato ieri nella prima commissione legislativa provinciale il disegno di legge che riformerà il Consiglio dei Comuni.
 Il disegno di legge è firmato dai tre consiglieri della Svp Arnold Schuler, Josef Noggler e Christian Egartner. Il testo passa al consiglio provinciale e non dovrebbero esserci problemi per l’approvazione, spiega Schuler (presidente del Consorzio dei Comuni): «Questo è un grande giorno per i Comuni, che avranno un ruolo attivo nella gestione della politica altoatesina». Già ieri tutti i consiglieri Svp in commissione hanno votato sì. Astenuti i consiglieri di opposizione Mair, Urzì e Klotz, mentre Donato Seppi (Unitalia) ha votato a favore. Rispetto all’attuale Consiglio dei Comuni, la nuova versione avrà competenze più definite. Al suo interno siederanno rappresentanti dei Comuni. Tra i nuovi poteri c’è l’obbligo da parte di giunta e consiglio provinciale di motivare dettagliatamente le ragioni con cui andranno ad approvare un disegno di legge su cui il Consiglio dei Comuni ha dato parere negativo. Prevista anche l’iniziativa legislativa e referendaria.

Alto Adige 02-09-09
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lunedì, 31 agosto 2009




In trentino Alto Adige venduti oltre 30 mila buoni lavoro all’Inps



BOLZANO. Sono finora oltre 30.000 i buoni per il lavoro occasionale accessorio venduti in Trentino Alto Adige. Lo rende noto l’Inps precisando che a breve l’offerta di buoni sarà ampliata con la disponibilità di un taglio ulteriore da 20 euro. La crescita di questo nuovo sistema di retribuzione è stata determinata anche dal progressivo ampliamento delle fasce dei potenziali interessati (casalinghe, studenti, lavoratori cassintegrati). Gli interessati all’acquisto possono utilizzare le procedure telematiche disponibili sul sito www.inps.it oppure rivolgersi alle associazioni di categoria

Alto Adige 24-08-09


Buoni Lavoro: istruzioni per l'uso!

Assumere un’insegnate di ripetizioni, una babysitter o un giardiniere senza ricorrere al lavoro “nero” si può. E’ iniziata in questi giorni la campagna informativa sponsorizzata dal ministero delle politiche sociali e dall’Inps sui buoni lavoro.
I voucher rappresentano un sistema di pagamento del lavoro occasionale accessorio, cioè di quelle prestazioni di lavoro svolte al di fuori di un normale contratto di lavoro in modo discontinuo e saltuario.
Quali vantaggi?
Il nuovo strumento di pagamento offre benefici ad entrambe le parti:
Il committente può beneficiare di prestazioni nella completa legalità, con copertura assicurativa INAIL per eventuali incidenti sul lavoro, senza dover stipulare alcun tipo di contratto, mentre il lavoratore occasionale può integrare le sue entrate grazie ad un compenso completamente esente da ogni imposizione fiscale.
Non tutti sanno inoltre che il compenso dei buoni lavoro è totalmente cumulabile con i trattamenti pensionistici.
Come funzionano?
I buoni, acquistabili singolarmente o in buoni ‘multipli’ da cinque (non divisibili) hanno un valore di 10 euro ciascuno, che comprende sia la retribuzione sia la contribuzione previdenziale e assicurativa.
Il valore nominale di ciascun buono (10 euro) comprende la contribuzione in favore della Gestione separata dell’Inps (13%), l’assicurazione all’Inail (7%) e un compenso all’Inps per la gestione del servizio (5%).
Il valore netto in favore del prestatore è pertanto di 7,50 euro. Il buono multiplo ha invece un valore netto complessivo di 37,50 euro.
Le modalità di acquisto dei buoni da parte dei committenti e di riscossione da parte dei prestatori variano a seconda che si scelgano buoni cartacei o telematici.
Quali e quanti buoni?

Buoni cartacei

Si ritirano presso tutte le direzioni provinciali Inps, esibendo la ricevuta di pagamento del relativo importo su conto corrente postale 89778229 intestato a “INPS DG LAVORO OCCASIONALE ACC”.
I buoni possono essere ritirati anche dalle Associazioni di categoria, fornite di delega da parte dei singoli datori di lavoro. Perché i buoni siano validi per la riscossione, è necessario che vengano correttamente intestati, scrivendo negli appositi spazi il periodo della prestazione e i codici fiscali del committente e del prestatore. Una volta firmati da entrambi, i buoni possono essere incassati dal prestatore presso qualsiasi ufficio postale esibendo un valido documento di riconoscimento.
Non appena ricevuta la comunicazione da parte delle poste dell’avvenuto pagamento, l’Inps provvede all’accredito dei contributi presso la Gestione separata e al versamento all’Inail della quota assicurativa.
Buoni telematici
Per il pagamento tramite buoni telematici è necessario anzitutto la registrazione presso l’Inps.
I prestatori possono registrarsi:
  • chiamando il contact center Inps/Inail al numero gratuito 803 164;
  • su Internet, tramite il sito www.inps.it nella sezione Servizi On Line/Per il cittadino/Lavoro occasionale accessorio;
  • presso tutte le sedi Inps.
I committenti possono registrarsi:
  • presso le sedi Inps, se il proprio nominativo non è ancora registrato negli archivi dell’Istituto;
  • sul sito internet www.inps.it, se il nominativo è già presente e si è in possesso del codice PIN, nella sezione Servizi On line/Per il cittadino/Lavoro occasionale accessorio;
  • chiamando il contact center Inps/Inail al numero gratuito 803.164;
  • tramite le Associazioni di categoria dei datori di lavoro.
Una volta effettuato l’accreditamento, il committente può richiedere all’Inps i buoni lavoro.
  • VISA Mastercard
    Il prestatore riceve gli importi guadagnati direttamente con accredito sulla carta magnetica Inpscard, che gli viene fornita al momento della registrazione o tramite bonifico domiciliato.
    Al termine del lavoro il committente deve dichiarare l’entità della prestazione svolta. L’Inps, dopo avere verificato che siano state versate le somme necessarie a garantire la copertura economica, avvia la procedura di pagamento del lavoratore e procede all’accredito dei contributi presso la Gestione separata.



Per saperne di più vedi:
http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/0C39A0B1-698C-4CD7-A614-7C1715051283/0/VADEMECUMvoucher.pdf


pubblicato: mercoledì 01 luglio 2009 da Dust in: Buoni Lavoro: istruzioni per l'uso Varie Lavoro Leggi
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domenica, 30 agosto 2009



Caro vita: finalmente l’apposita commissione studia le contromisure


di Bruno Canali
 LAIVES. All’inizio della prossima settimana, l’assessore Bruno Ceschini convocherà per la prima volta la commissione che si occuperà di misure per combattere il carovita. Insieme a Family Card e centro di distribuzione del gruppo missionario «Alimentiamo la solidarietà», è una delle iniziative concrete per dare una mano alle famiglie numerose e a quelle in difficoltà. La commissione per il carovita era stata chiesta dal consigliere Rosario Grasso.
 «Nei primi giorni della prossima settimana convocherò la commissione - afferma Ceschini - e sarà il primo incontro. Ho invitato associazioni, commercianti, Caritas e sindacati di categoria per affrontare questo tema. Ritengo che la situazione non sia rosea e che nessuno abbia in mano la ricetta per una soluzione definitiva».
 Domani termina anche l’efficacia della Family Card (è durata un anno) e già la giunta comunale ha deciso di procrastinare questa iniziativa che si rivolge alle famiglie numerose, vale a dire quelle con 3 o più figli, che dichiarino un reddito complessivo annuo non superiore ai 60 mila euro. Con la proroga della Card per un altro anno, l’assessora alle politiche sociali, Liliana Di Fede, ha anche lanciato una sollecitazione ai commercianti locali affinché aderiscano e prevedano qualche agevolazione per queste famiglie numerose, che sul territorio comunale sono più di un centinaio. La risposta, almeno stando ai dati in possesso dell’Ufficio servizi comunali, è stata tiepida: meno di una ventina di adesioni, anche se c’è sempre tempo per partecipare.
 Fabrizio Tabiadon, che insieme alla fiduciaria Elda Paolazzi rappresenta la categoria dei commercianti, spiega: «La Family Card è indubbiamente una buona iniziativa per le famiglie numerose e io stesso ho pronta l’adesione per garantire agevolazioni nei miei panifici. Però prima vorremmo anche sapere cosa intendono fare a proposito le grandi catene di distribuzione, perché è chiaro che la grande spesa quotidiana viene fatta nei supermercati e prima di tutto dovrebbe essere in quelli che si offrono agevolazioni. Quanto alla quindicina di adesioni, non sono poche rispetto al numero di negozi. Altre ne potrebbero arrivarne già a partire dai prossimi giorni».

Alto Adige 30-08-09
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sabato, 29 agosto 2009



Assistenza «Dies-is»: adesioni elevate


LAIVES. Oltre le piú rosee previsioni le adesioni al nuovo Centro di assistenza diurna: a poco piú di un mese dall’apertura e nonostante il periodo estivo, oltre la metá dei posti disponibili sono di fatto giá occupati. Fatto da cui dedurre che il Servizio offerto dalla Comunitá Comprensoriale Oltradige - Bassa Atesina risulti molto gradito. La maggior parte delle famiglie che usufruiscono del Centro di assistenza «Dies-is» presso la Domus Meridiana sono di Laives ma non mancano richieste anche dalle zone limitrofe. L’orario piú richiesto è dalle 8-8.30 alle 16.16.30 o il prolungato che prosegue fino alle 17-17.30. I giorni lunedí e venerdí hanno di giá raggiunto la soglia delle 8 persone per cui sono al completo, mentre ci sono ancora degli spazi disponibili dal martedí al giovedí. La Responsabile tecnico-assistenziale di Domus meridiana Michela Bona è disponibile per ulteriori informazioni, previo appuntamento al numero di telefono 0471 957400, oppure nel sito: http://www.bzgcc.bz.it. (b.c.)

Alto Adige 29-08-09
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sabato, 29 agosto 2009



Asili trilingui estivi, certificazione Iso all’Azb





 BOLZANO. Pluringuismo garantito a livello internazionale. E’ arrivata in questi giorni, negli uffici dell’Azb la certificazione di qualità Iso che premia l’organizzazione della scuola linguistica che nei mesi estivi ha registrato un grande successo con l’iniziativa di asilo trilingue.
 «Non riduciamo tutto - premette la direttrice dell’Azb Luisa Cama - alle sole due lingue della nostra provincia. Nella nostra società, e lo ha ribadito anche Ebner, l’inglese riveste un’importanza fondamentale e la strada che stiamo proponendo è proprio questa. Il mercato del lavoro richiede ragazzi trilingui e spesso l’inglese può anche funzionare da ammortizzatore tra italiano e tedesco».
 L’asilo trilingue ha fatto parlare molti, ma in pochi hanno provato a mettersi nei panni dei bambini. «Per loro si tratta di una bella esperienza. Diciamo che a quell’età sono molto disposti ad adattarsi e seguire l’insegnamento senza troppe resistenze». Sulla possibilità di traslare l’esperienza in toto durante l’anno scolastico Cama usa cautela: «L’estate può essere una via di mezzo. Credo che le tradizioni e la cultura originaria vadano salvaguardate, così come siamo altrettanto convinti che i bambini abbiano il dovere di imparare altre lingue e i genitori di implementare la predisposizione a una forma mentis elastica, aperta e dinamica. Gli estremismi, anche politici, in questa situazione non portano buoni frutti: è bene valutare la situazione con grande equilibrio». Lo stesso equilibrio che devono avere i bimbi nei passaggi e confini tra i vari idiomi: capitano mai situazioni di confusione? «Se parliamo di interferenze può capitare che si utilizzino vocaboli presi da un’altra lingua, ma questo non accade mai nella lingua madre, quanto piuttosto nella seconda e terza lingua. I nostri monitoraggi, oltretutto, ci confermano che le interferenze non avvengono mai a livello grammaticale».
 La scuola trilingue o bilingue, dunque, può anche non essere un attentato all’identità culturale? «La famiglia gioca un ruolo più importante in questo, ma la scuola non può far finta di nulla. A tutto questo si aggiunge il fenomeno delle famiglie mistilingui che è abbastanza nuovo. Di sicuro, però, si può affermare che il bambino non fa alcuna confusione».
 Inizia l’anno scolastico, dunque, e Azb è pronta a continuare il proprio lavoro seguendo da vicino l’insegnamento di inglese nella scuola primaria e incoraggiando la strada verso le certificazioni linguistiche internazionali. «Quasi l’85% - riprende Donatella Cama - dei bambini dell’ultimo anno di primaria riesce a ottenere una certificazione inglese “City and Guilds”. E’ un’opportunità importante che seguiremo pure quest’anno». Certificazioni che rappresentano un altro tasto delicato del panorama politico, specificatamente alla voce equipollenza con il patentino. «E’ ora - si augura Luisa Cama - che l’equiparazione venga sancita. E’ giusto che una persona possa scegliere come e dove essere valutato, purchè entro parametri internazionali definiti, senza essere legato al patentino altoatesino che, per inciso, sotto Salorno non ha alcun valore». (a.c.)

Alto Adige 29-08-09
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giovedì, 27 agosto 2009


REFERENDUM 2009 DEMOCRAZIA DIRETTA







Comunicato stampa

Bolzano, 25 agosto 2009

Né la SVP né il Presidente Steger possono giudicare sulla conformità costituzionale dei disegni di legge di iniziativa popolare

Il direttivo della SVP ieri ha invitato il Presidente del Consiglio provinciale a chiarire la conformità
costituzionale dei disegni di legge di iniziativa popolare sui quali verterà il referendum provinciale
indetto per il 25 ottobre prossimo. L’INIZIATIVA ritiene questo atto un’assurdità.

Esiste un’unica istanza legittimata ad emettere un giudizio sulla conformità costituzionale, cioè la
Corte Costituzionale a Roma. La Corte esaminerà una proposta di legge provinciale approvata da
un referendum provinciale solo nel caso in cui il Governo impugnasse detta norma. Prima di un tale
atto nessuno può pretendere di esprimere tale giudizio.

La Commissione dei giudici per lo svolgimento dei referendum provinciali ha il compito di esaminare
la conformità dei disegni di legge proposte dai cittadini con la legge provinciale vigente sulla
democrazia diretta (n.11/2005) nonché con lo Statuto di Autonomia.
Contro il suo verdetto – nel caso specifico già preso più di due anni fa – è ammesso ricorso entro determinati termini. Non si può presentare tale ricorso a due mesi dalla votazione referendaria, altrimenti su quale sicurezza del diritto il cittadino potrebbe ancora contare?

L’ammissibilità di proposte di iniziativa popolare riguardanti la democrazia diretta è già stata verificata
dalla Commissione dei giudici. Quindi tutti gli attori politici – inclusa la SVP – sono invitati ad
attenersi alle procedure previste dalla legge e a non creare confusione.
Quando, infine, alcuni punti di una legge fossero incriminati da parte della Consulta il Consiglio
provinciale – come è ripetutamente capitato in passato – è libero di apportare le necessarie
correzioni.

Lo stesso atteggiamento ci aspettiamo anche nel caso in cui è la cittadinanza stessa ad approvare
una legge di iniziativa popolare. Altrimenti dovremmo costatare che la SVP cerca di pescare nel
torbido preoccupandosi della costituzionalità solo quando si tratta di promuovere la partecipazione
politica dei cittadini: prima in vari modi ritarda la votazione referendaria stessa, poi - con grande
ritardo - mette in questione la conformità costituzionale di un disegno di legge di iniziativa popolare,
già ritenuto ideoneo da tre giudici; infine eventualmente interverrà a Roma per far fallire una
legge provinciale voluta da una maggioranza consiliare o popolare. Ciò si è già verificato una
volta, nel 1997, quando la SVP è intervenuta presso il Governo in base a soli dubbi di costituzionalità
(nessun giudizio formale della Corte) allo scopo di negare il visto ad una legge approvata dal
Consiglio regionale sulla democrazia diretta.

L’INIZIATIVA per più DEMOCRAZIA invita la SVP ad accettare finalmente il dibattito sui contenuti
delle proposte di lege, di cui si voterà il 25 ottobre, e di evitare di creare confusione. Sulla conformità
costituzionale si esprimerà la Corte Costituzionale se qualcuno riterrà necessario impugnare la
legge una volta approvata. Eventuali lacune nella legge, come in precedenza in numerosi casi di
leggi provinciali, potranno successivamente essere sanate dallo stesso Consiglio provinciale.

Otto von Aufschnaiter Dipl. Ing. FH Stephan Lausch
Presidente dell’Iniziativa Coordinatore dell’Iniziativa

Koordinierungsbüro: Silbergasse 15, 39100 Bozen
Tel. + Fax (nach tel. Anmeldung) 0471 324987,
E-Mail: info@dirdemdi.org, www.dirdemdi.org
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mercoledì, 26 agosto 2009


Referendum provinciali, si voterà il 25 ottobre


BOLZANO. Durnwalder ha firmato il decreto per l’indizione dei cinque referendum provinciali. Si terranno domenica 25 ottobre e si svolgeranno secondo le procedure disposte per il rinnovo del consiglio provinciale. Intanto scoppia la polemica tra Svp e promotori.
 Il decreto del presidente della Provincia sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione del 1º settembre. I testi dei referendum propositivi saranno ora inoltrati ai Comuni altoatesini. Le amministrazioni comunali, quindi, provvederanno all’affissione degli stessi presso le loro segreterie per la durata dei trenta giorni antecedenti il 25 ottobre. Si tratta dei 3 quesiti promossi dall’Union für Südtirol riguardanti la democrazia diretta sulle scelte per le grandi infrastrutture, per la precedenza degli altoatesini nell’edilizia sociale e contro la «svendita» della Heimat. Poi c’è quello dei protezionisti contro l’aeroporto ed infine il referendum proposto da Iniziativa per più democrazia che intende allargare le basi della democrazia diretta.
 “E’ anche nell’interesse dei promotori dei referendum di non chiamare gli elettori inutilmente alle urne”: spiega così il segretario della Svp Richard Theiner la presa di posizione dell’ufficio di presidenza della Svp del giorno prima. «La Volkspartei - precisa Theiner - non ha emesso nessun giudizio su quesiti, ma ha semplicemente sollevato qualche dubbio sulla loro costituzionalità». Sull’altro fronte Otto von Aufschnaiter e Stephan Lausch di Iniziativa per più democrazia affermano che «né la Svp, né il presidente Steger possono giudicare sulla conformità costituzionale dei disegni di legge di iniziativa popolare».
 Iniziativa invita la Stella alpina «ad accettare finalmente il dibattito sui contenuti delle proposte di legge su cui si voterà il 25 ottobre e di evitare altra confusione prima del voto».

Alto Adige 26-08-09
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lunedì, 24 agosto 2009



Laives, concerto per i terremotati con gli americanissimi «The Effort»


LAIVES. Il centro giovanile NoLogo di Laives, in collaborazione con l’agenzia Poison for souls, proporrà stasera un concerto di beneficenza a favore dei terremotati abruzzesi. Dalle 19 sarà attivo il servizio ristorativo che servirà un menù rigorosamente vegano, ovvero senza ingredienti di derivazione animale. Sul palco i «The Effort» dal Massachusetts (Usa) con il loro hardcore di buon livello impreziosito da testi socialmente impegnati: i ragazzi seguono lo stile di vita «Straight edge», corrente nata negli anni ottanta in ambienti punk che rifiuta i prodotti nocivi della società capitalista quali ad esempio l’alcol, il tabacco e le droghe. In apertura i trentini «The consequence» che hanno nel sound e nelle scelte esistenziali parecchi punti in comune con gli headliner.


Alto Adige 24-08-09
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domenica, 23 agosto 2009



Lehman, «beffati» 5mila altoatesini




Avevano investito in bond dell’istituto americano: in media 100 mila euro

BOLZANO. Cinquemila altoatesini coinvolti nel fallimento Lehman Brothers, per un investimento medio di 100mila euro. Lo dichiara il maggior esperto italiano di tutela del risparmio, l’avvocato Angelo Castelli di Formia. Che spiega come intentar causa per farsi risarcire.
 Fra pochi giorni, il 16 settembre prossimo, scadrà il primo anniversario del fallimento di Lehman Brothers, la banca d’affari statunitense finita in bancarotta a seguito della crisi americana dei mutui cosiddetti subprime. Solo di recente, grazie all’incrocio di dati raccolti da Bankitalia e da alcune altre fonti bancarie confidenziali, si è riusciti a quantificare le dimensioni del fenomeno in Italia, risalendo al numero di investitori coinvolti. Nel nostro Paese le vittime assommano a circa 200mila, per un totale di 2 miliardi di euro investiti in obbligazioni e polizze assicurative legate ai prodotti Lehman. In regione sarebbero coinvolte 10mila persone, equamente suddivise fra Trentino e Alto Adige. Elevati gli investimenti: in media 100mila euro a testa. Lo spiega l’avvocato Angelo Castelli, 46 anni, di Formia (Latina), considerato il massimo esperto nazionale in cause di risarcimento agli investitori. Il legale, assistente presso la cattedra di diritto finanziario alla facoltà di giurisprudenza di Cassino, detiene il record di vittorie nelle cause risarcitorie legate a bond argentini, fallimenti Parmalat e Cirio: 152 verdetti favorevoli e oltre 45 milioni di euro risarciti. In questi giorni l’avvocato è in ferie in val Gardena e, in occasione dell’avvicinarsi del primo anniversario del fallimento Lehman, fornisce dati ed elargisce consigli agli investitori. A partire da marzo, spiega, in Italia si sono intraprese le prime cause di risarcimento, intentate non contro Lehman ma nei confronti degli istituti bancari che hanno venduto i bond. Vana infatti, o meglio utopistica, la speranza di ricevere un indennizzo direttamente dall’istituto bancario americano. Gli investitori, infatti, dal punto di vista delle procedure giuridiche internazionali, non sono considerati creditori privilegiati. Prima si devono risarcire i fornitori e gli 8mila dipendenti dell’istituto. Quasi impossibile, insomma, sperar di incassare un indennizzo. Ma esiste un’altra strada: agire contro l’istituto bancario che ha piazzato bond e polizze. Lo scopo delle cause è accertare la responsabilità nell’informativa sul rischio, nel caso sia stata omessa o sia incompleta. «Il fallimento di settembre 2008 - sottolinea il legale - non è stato un fulmine a ciel sereno. I segnali premonitori dovevano essere colti. I problemi della Lehman si sono palesati nel luglio 2007. Verso marzo-aprile 2008 già si sapeva come sarebbe andata a finire». Insomma, una lunga agonia. Gli istituti bancari, per legge, avrebbero dovuto informare i clienti del rischio che correvano, sia per i conti amministrati sia per le polizze assicurative “index linked”. Ma quasi nessuno l’ha fatto. «Sono state eluse le norme sulla informativa di rischio, e su questo si può far leva per ottenere un risarcimento. Impossibile avviare una “class action”, non prevista dalle nostre norme in caso di crack finanziari, ma si può agire individualmente, come già accaduto per i bond argentini. «Dopo il primo grado - conclude - il 60-70% delle banche ricorre in appello, ma molti istituti arrivano a fare transazioni, anche se in genere richiedono il patto di segretezza per non far dilagare i contenziosi». (da.pa)


Alto Adige 23-08-09
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sabato, 22 agosto 2009



Appello rivolto ai commercianti di Laives
Invitati ad applicare sconti per i possessori di Family card Service


 LAIVES. Dopo avere prorogato per un altro anno la Family card Service, che offre interessanti opportunità alle famiglie numerose (con 3 o più figli) l’assessora Liliana Di Fede ha anche deciso di allargare lo spettro delle possibilità, chiedendo la collaborazione dei commercianti locali, oltre che delle associazioni. Così dall’ufficio licenze del Comune sono partite recentemente le lettere dirette ai commercianti per sapere se intendano aderire alla sollecitazione dell’assessora Di Fede e quindi anche per chiedere che ognuno informi in merito all’entità degli sconti che è intenzionato ad applicare ai possessori di Family card Service. Questi commercianti, se intendono aderire, debbono informare Elda Paolazzi, la fiduciaria, che a sua volta, informerà il Comune in merito alle adesioni ricevute. Ogni negozio che applicherà gli sconti Family card Service, riceverà un adesivo da applicare all’ingresso, in maniera che chiunque possa sapere che quello è un esercizio aderente all’iniziativa. Quanto alla tessera stessa, da quest’anno avrà un codice progressivo che la contraddistingue e sul retro le caratteristiche del nucleo familiare. Informazioni allo sportello del cittadino in municipio. (b.c.)

Alto Adige 22-08-09
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giovedì, 20 agosto 2009



Funes, un sentiero senza ostacoli

Lungo il camminamento spiegazioni in «braille» per le esigenze dei non vedenti

  


di Ezio Danieli
 SANTA MADDALENA. La val di Funes è un autentico paradiso del trekking e dell’arrampicata. C’è a disposizione anche un itinerario, con partenza dal parcheggio di Zannes, percorribile pure da chi è costretto sulla sedia a rotelle. Tre chilometri di percorso con pendenza massima dell’8 per cento puntellato da 14 aree di sosta con tabelle informative circa genesi e altre peculiarità della zona. Ovviamente vi sono anche le spiegazioni in «braille» per venire incontro alle esigenze dei non vedenti. Il sentiero naturale è ad alto gradimento. Per disabili, anziani e non vedenti, la montagna è soprattutto un percorso ad ostacoli pieno di barriere, naturali e non.




 Nel cuore delle Dolomiti, nella splendida Val di Funes, c’è un luogo in cui i segreti della natura vengono svelati a tutti: anziani, bambini, non vedenti, persone con scarsa abilità motoria o disabili che purtroppo sono costretti sulla sedia a rotelle. Qui non ci sono limiti nè barriere. E questo da alcuni anni. Il sentiero natura Zannes, infatti, è stato pensato per consentire a tutti di ammirare il singolare paesaggio naturale e culturale del parco naturale Puez-Odle. Un percorso ricco di esperienze che si inserisce nel programma educativo dell’Ufficio Parchi Naturali dell’Alto Adige, che da anni lavora per sensibilizzare la società ai problemi delle persone che hanno difficoltà di vista e di deambulazione.
 Il percorso, tre chilometri in tutto, si snoda attraverso prati, boschi, pascoli fioriti. Attraversa un ponte di legno di recente costruzione che sovrasta un ruscello, arriva al rifugio «Kelderer Wiese», per concludersi poi là da dove parte, ovvero al parcheggio di Zannes. Parcheggio che, naturalmente, ha vari posti auto che sono riservati ai disabili. Tutto è curato nei minimi dettagli: la pendenza raggiunge un massimo dell’8 per cento, il sentiero dispone di uno speciale rivestimento antiusura e di stazioni di sosta e informazione. Queste ultime, quattordici in tutto, raccontano le particolarità naturalistiche della zona e lo fanno in modo decisamente originale. Nello spazio chiamato «Montagne da toccare» si trova un plastico con una legenda scritta in braille, per far immaginare anche ai non vedenti l’imponenza delle montagne che fanno da cornice al percorso. L’«Auditorio della natura» - è davvero consigliabile, a tutti - permette di ascoltare in assoluta contemplazione tutti i suoni del bosco. I musicisti - davvero inimitabili - sono gli uccelli, il fruscio delle foglie, lo scorrere dell’acqua.

Alto Adige 20-08-09
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giovedì, 20 agosto 2009



In Alto Adige sono sette i dentisti con lo sconto


Il Consumatori: «Tariffe agevolate per i meno abbienti mentre la Provincia non si muove» 

 BOLZANO. «In attesa che la Provincia si risolva la questione del caro dentista - spiega Walther Andreaus del Ctcu - sono già sette i medici altoatesini iscritti all’Andi che hanno aderito all’accordo nazionale che prevede cure odontoiatriche a tariffe agevolate per i meno abbienti».
 Si tratta di Erich Arzt, Mariagrazia Folchini, Paolo Milanese, Maurizio Morrione, Hermann Tamanini e Bernd Gilbert von Johnston tutti di Bolzano e di Emilio Falceri di Laives. Medici disponibili - spiega il Centro consumatori di via Dodiciville - a chiedere fino a 80 euro per visita odontoiatrica, ablazione del tartaro ed igiene orale; 25 euro per la sigillatura dei solchi molari e premolari; 60 euro per l’estrazione di un dente; 550 euro per una protesi parziale in resina con ganci a filo e 800 euro (per arcata) per una protesi totale in resina. «Trentino, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia offrono già un accesso alle prestazioni del dentista a condizioni vantaggiose. E se in Lombardia - riprende Andreaus - esiste una clinica privata convenzionata che pratica tariffe sociali ai cittadini più svantaggiati, la Provincia di Trento permette a determinate categorie di cittadini di rivolgersi gratuitamente non solo ai professionisti della sanità pubblica, ma anche a medici dentisti privati in regime di convenzione. Peccato che la Provincia di Bolzano non figuri. Evidentemente è molto più facile imporre ai cittadini un balzello di 1,20 o peggio, 1,80 euro l’ora per parcheggiare all’ospedale di Bolzano, piuttosto che potenziare la sanità pubblica in modo da poter contrastare a dovere il caro prezzi dei dentisti privati».
 In ultimo, è destinata ad avviarsi a soluzione la vertenza che oppone dal 2005 il Ctcu e l’Ordine degli odontoiatri per l’ iniziativa “Prezzi trasparenza online”: il 9 settembre si terrà a Roma presso l’Antitrust l’audizione delle parti.

Alto Adige 20-08-09
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giovedì, 20 agosto 2009



Gli stranieri non rubano lavoro



Bankitalia: la loro presenza aiuta gli italiani più istruiti e le donne

di Alessandro Cecioni
 ROMA. Sono cresciuti di dieci volte in 17 anni, ma non hanno rubato il lavoro a nessuno. Sono i 3 milioni e 400mila stranieri presenti in Italia così come li fotografa uno studio della Banca d’Italia. Sono una risorsa, insomma.
 Molto più giovani degli italiani, hanno meno istruzione e più difficoltà di apprendimento degli italiani, soprattutto nel Sud, ma aiutano a mantenere giovane la forza lavoro del nostro paese. Rappresentano la nuova classe operaia, dice la Banca d’Italia, e, al contrario di quanto si possa credere, e molti fanno credere, «all’incremento del numero degli stranieri non si è associato un peggioramento delle opportunità occupazionali degli italiani».
 Cipputi al Nord. Nelle regioni centrosettentrionali tre-quarti degli immigrati erano impiegati come operai. I nuovi Cipputi. Una percentuale doppia rispetto a quella degli italiani. Nel Mezzogiorno, invece, sono più diffusi i piccoli imprenditori stranieri. I dipendenti, invece, nel Sud sono soprattutto nell’agricoltura, nel turismo e nei servizi alla persona.
 Non rubano lavoro. «Nostre analisi - spiegano i ricercatori della Banca d’Italia - evidenziano l’esistenza di complementarietà tra gli stranieri e gli italiani più istruiti e le donne». E proprio le lavoratrici sono quelle che traggono maggior beneficio - secondo lo studio - dalla presenza di lavoratori stranieri perché «attuenerebbe i vincoli legati alla presenza di figli e all’assistenza dei familiari più anziani, permettendo di aumentare l’offerta di lavoro».
 Imprenditori stranieri. A fine 2008 erano oltre 240mila le imprese con un titolare extracomunitario, il 7% del totale delle imprese (il 4,4% nel Mezzogiorno e l’8% nelle altre aree del Paese). Una presenza massiccia ma non ancora accettata completamente se è vero, come dice Bankitalia, che il costo del credito per le imprese di extracomunitari è superiore di 60 punti base (0,6%) a quello che viene offerto agli imprenditori italiani.
 «Cifre inattendibili».  «Sono studi a bassa attendibilità», è il lapidario commento di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl. Roberto Cota, capogruppo dei deputati della Lega, è ancora più deciso e guarda oltre: «A chi distorce i dati di Bankitalia e crede di rilanciare qualsiasi ipotesi di sanatoria per gli immigrati clandestini rispondo che la posizione della Lega è chiara: un no fermo».
 Immigrati: una risorsa. Ce l’ha con l’opposizione, certo, ma anche con Gianfranco Rotondi, ministro dell’attuazione del programma, che invece commenta i dati della banca d’Italia con un «gli immigrati regolari sono una risorsa preziosa verso cui l’Italia realizza una integrazione completa». E Lucio Malan, Pdl, aggiunge: «Lo studio conferma che se l’inserimento avviene in modo ragionevole è un beneficio per la nostra economia e, a quanto pare, anche per nostri lavoratori». «La via maestra è la regolarizzazione», dice Cesare Damiano, Pd. «Gli immigrati sono necessari se vogliamo mantenere un certo livello di produzione in questo paese - dice Kurosh Danesh, coordinatore del comitato nazionale immigrati della Cgil - ma il governo invece di basarsi su queste verità ragiona in termini ideologici».

Alto Adige 19-08-09
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martedì, 18 agosto 2009


«Serve un piano contro il caro vita a Laives»


 LAIVES. Per la crisi economica che tocca pesantemente anche le famiglie occorre fare di più. Lo chiede in una nota Daniele Inguscio, coordinatore del Pdl per Laives e Bassa Atesina. «La Family Card è un palliativo - dice Inguscio - perché serve un piano di concertazione. Il Pdl è da tempo che chiede ad esempio la totale abolizione dell’addizionale Irpef per le famiglie con 3 o più figli a carico, che sostengono forti spese per acquistare i beni di prima necessità, come gli alimentari». Secondo il Pdl, servirebbe anche un secondo asilo nido, da prevedere a San Giacomo e una revisione complessiva delle tariffe che riguardano i servizi pubblici a domanda individuale, come i rifiuti o la mensa scolastica, il tutto in un pacchetto di interventi nel campo del sociale». (b.c.)

Alto dige 18-08-09
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venerdì, 14 agosto 2009



«Si aggira lo spettro dell’usura»



di Pietro Marangoni
 BOLZANO. Sono le prospettive autunnali e, in particolare, l’amletico dilemma “ripresa o accentuazione della crisi?”, a tener banco nel dibattito economico di questa estate altoatesina. A segnali positivi si contrappongono previsioni negative, a inviti della politica a dover fare “ciascuno la propria parte” replica il mondo della produzione che chiede più tutele. Ma il mondo del lavoro, i lavoratori cosa si aspettano al termine della pausa ferragostana? Maurizio Albrigo, segretario provinciale della Femca Cisl da sempre molto attento alle istanze dei lavoratori, e in particolare alle loro buste paga, è cauto.
 Come si presenta la situazione vista da chi fino ad ora ha pagato di più?
 
«Da alcune settimane non si fa altro che leggere analisi e stime che ci prospettano una timida ripresa del settore produttivo a livello globale. Fare previsioni è un’attività rischiosa anche se gli analisti sono quasi certi: si sta uscendo dalla crisi. La ripresa sarà comunque lenta e non coinvolgerà subito i lavoratori che continueranno a soffrire anche se le prospettive sono, forse, positive».
 E in Alto Adige cosa dobbiamo aspettarci?
 
«La situazione di crisi rispecchia quella nazionale investendo trasversalmente quasi tutti i settori produttivi e dei servizi il che significa trovarsi con migliaia di lavoratori in mobilità o in cassa integrazione a 680 euro netti al mese quando per vivere dignitosamente in Alto Adige e per mantenere una famiglia di 4 componenti, ne servono almeno 3 mila!».
 Quindi ci attende ancora una stagione difficile?
 
«Leggiamo troppo spesso annunci trionfalistici relativi al tasso di disoccupazione che in Alto Adige è “solamente” del 3% rispetto al 7,8% nazionale. Ma è un dato che non rispecchia la reale sofferenza del mondo del lavoro in quanto essere collocati in cassa integrazione vuol dire stravolgere le aspettive di vita di migliaia di persone e questo dato non compare. Vuol dire che famiglie intere non possono rispettare gli impegni assunti, come quello per l’acquisto della casa. E così sfugge un problema grave che ha preso piede anche nella nostra provincia: lavoratori vicini alla disperazione in quanto non dispongono di capacità sufficienti per poter pagare tutte le spese mensili, si vedono costretti ad avvicinarsi agli usurai o si rivolgono a istituti finanziari che fanno loro sottoscrivere richieste di finanziamenti a tassi d’interesse da capogiro. Anche fino al 25% annuo impegnando cosi il tfr e parte della retribuzione».
 Una denuncia pesantissima a fronte di una situazione inquietante.
 
«Sì. Presso il Ctcu sono state avanzate delle richieste di aiuto per uscire da questo tunnel. E non è finita qui. Vorrei infatti evidenziare un altro fenomeno mai accaduto nella nostra provincia. Si sta infatti allargando la lista di coloro che non sono più in gerado di pagare l’assicurazione del veicolo per mancanza di danaro, ma ciononostante circolano senza copertura assicurativa con ulteriore rischio per se stesso e per la collettività».
 Un “indotto” della crisi mai emerso prima. È così?
 
«Questa è l’altra faccia della medaglia di come stanno vivendo gran parte dei lavoratori in Alto Adige e in particolar modo i cassaintegrati o chi è finito in mobilità. Adesso auspichiamo solo che le normative anticrisi della Provincia, che dovrebbero concretizzarsi da questo mese con retroattività da settembre 2008 possano portare una boccata d’ossigeno ai lavoratori e che nel contempo il volano dell’economia si rimetta a girare».
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venerdì, 14 agosto 2009


«Family Card» a Laives, ok alla proroga di un anno


di Bruno Canali
 LAIVES. La giunta comunale ha deciso di continuare nell’impegno a sostegno delle famiglie numerose nella convinzione che sia uno strumento utile per dare un sostegno concreto a tutti i nuclei familiari che, avendo 3 o più figli a carico, hanno obiettive difficoltà.
 Conferma l’assessora Liliana Di Fede: «Abbiamo prorogato il servizio della Family Card per un altro anno». L’assessora Di Fede ha a disposizione anche qualche dato statistico a distanza di un anno da quando questo strumento di solidarietà sociale è stato introdotto a Laives. «I dati riguardano soprattutto il servizio di mensa scolastica e alle materne. Sono circa 120 le famiglie che hanno potuto usufruire della Family Card. Più della metà di queste, che hanno quindi 3 o più figli a carico, risulta collocata anche nella prima fascia di reddito, vale a dire quella più bassa e dunque denunciano un bisogno maggiore della normalità. Per questo vanno aiutate con una iniziativa che, come la Family Card, riduce le spese quotidiane».
 Per quanto riguarda la mensa scolastica, la riduzione per le famiglie numerose è già prevista nel regolamento comunale, mentre è stata una novità introdotta proprio con la Family Card, quella di ottenere riduzioni anche nel caso in cui i figli facciano qualche attività associativa con corsi e quant’altro. In questo caso, le associazioni che hanno subito aderito alla proposta della Family Card sono state parecchie. In sostanza, i figli delle famiglie numerose possono iscriversi a qualunque attività di queste associazioni ottenendo uno sconto del 30 per cento rispetto ai costi pieni, un vantaggio sensibile se si pensa che i figli sono 3 o di più per uno stesso nucleo.
 Ma l’assessora Di Fede punta a qualche cosa di più: «Spero che tutte le associazioni che avevano aderito lo scorso anno si ripetano - dice - e cercheremo anche di coinvolgere i commercianti prossimamente in questa iniziativa di solidarietà sociale, sperando ovviamente che anche da parte loro ci sia una buona adesione».
 Tecnicamente, per ottenere la Family Card, se si hanno i requisiti (3 o più figli) occorre mettersi in contatto con lo Sportello del cittadino, nell’atrio del municipio. I documenti da presentare sono quelli che attestano la composizione del nucleo familiare e poi la dichiarazione dei redditi dove si evinca che il reddito familiare non supera complessivamente i 60 mila euro l’anno. Quando la domanda viene accolta si riceve una tessera mediante la quale, come detto, è poi possibile ottenere riduzioni dei costi quando uno o più figli prende parte a diverse attività che si svolgono in ambito comunale.
Alto Adige 13-08-09
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mercoledì, 12 agosto 2009



Cellulare in bici: tolti cinque punti


E in A22, dopo le 22, prima contravvenzione con sovrapprezzo. Sono le nuove norme del codice

 BOLZANO. Cinque punti in meno sulla patente e 130 euro di multa. E’ la stangata che ha colpito un ciclista di 40 anni di Bolzano, fermato dalla polizia mentre pedalava e parlava con il telefonino. E’ la prima applicazione in città delle novità del codice della strada, che ora punisce anche i ciclisti muniti di patente di guida.
 Il fatto è accaduto lunedì pomeriggio, nel centro storico del capoluogo. Una pattuglia della squadra volante della polizia, impegnata in un normale controllo del territorio, ha notato un uomo che stava pedalando e parlando nello stesso tempo al telefono cellulare. Il quarantenne è stato fermato è gli è stata contestata la violazione, che con le nuove norme del codice prevedono, per chi ha la patente, la decurtazione di 5 punti e il pagamento di una multa particolarmente salata, in questo caso 130 euro. Il ciclista, che suo malgrado si è guadagnato la palma di primo «stangato», non ha potuto fare altro che prendere atto.
 Nell’elenco delle primizie c’è un altro altoatesino, fermato la scorsa notte da una pattuglia in borghese della polizia stradale mentre sfrecciava ad oltre 160 all’ora sulla corsia sud dell’autostrada del Brennero, tra la stazione di servizio Laimburg e il casello di Egna-Ora. Il giovane è stato fermato. Gli agenti gli hanno contestato l’eccesso di velocità (superiore ai 10 chilometri orari, ma inferiore ai 40), applicando una sanzione aumentata di un terzo poiché l’infrazione è stata commessa dopo le ore 23. E’, questa, una delle novità più importanti inserite nel codice della strada. Così, il malcapitato ha pagato 206 euro invece dei «soliti» 155. Ha anche perso 10 punti, il doppio di quanto previsto normalmente perché si tratta di un neopatentato.
 Insomma, dopo l’introduzione del «pacchetto sicurezza», scattato sabato, le forze dell’ordine altoatesine hanno già cominciato ad applicarlo.
 Nei giorni scorsi è stato applicato anche il nuovo reato di clandestinità. La polizia, infatti, ha fermato e denunciato due cittadini stranieri presenti sul nostro territorio senza i relativi permessi. Si tratta di un marocchino di 19 anni (che è stato fermato a Bolzano) e di un cittadino ghanese di 28 anni bloccato al valico del Brennero. Entrambi dovranno affrontare il processo. (g.f.p.)

Alto Adige 12-08-09

Pe chi volesse notizie sulle ultime modifiche del Codice della Strada:

http://www.sicurauto.it/forum/viewtopic.php?p=76101


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lunedì, 10 agosto 2009



«Trasparenza, siamo all’anno zero»




BOLZANO. Provincia, Comune capoluogo, aziende pubbliche, Lub: sulla trasparenza in Alto Adige siamo all’anno zero. Delibere e decisioni on line? Non se ne parla. Dopo la richiesta dei consiglieri della Svp Schuler e Noggler (per le delibere della giunta) il tema è di nuovo caldo. La Cisl aprirà una raccolta firme. Il Ctcu attacca: «Perché questa rigidezza, se è tutto in regola?».
 L’era informatica si è fermata ai confini di Salorno per quanto riguarda la trasparenza della pubblica amministrazione. Un privato cittadino (ma anche professionisti e sindacalisti) che desideri consultare una delibera della giunta provinciale o comunale rinunci a entrare nei siti internet: deve rivolgersi agli uffici dell’ente, compilare domanda e attendere che gli venga fornita copia. «E capita anche che ti neghino l’accesso all’atto, sostenendo che non hai un interesse diretto», racconta il segretario della Cisl Michele Buonerba, che settimanalmente deve approfondire le decisioni della giunta provinciale. Buonerba annuncia battaglia: «L’Alto Adige deve cambiare. E’ rimasto uno dei pochi esempi in Italia di così grave assenza di trasparenza: ormai trovi on line tutte le delibere delle Regioni e di moltissimi Comuni». Per restare in zona, sul sito della Regione si possono consultare le delibere di giunta e la Provincia di Trento pubblica on line delibere di giunta, decreti del presidente e determine dei dirigenti. Maurizio Albrigo, presidente del Ctcu, rincara: «Un cittadino ha il diritto di conoscere gli atti degli enti pubblici senza doversi recare in un ufficio. La trasparenza è un dovere».
 La Provincia di Bolzano non pubblica nulla. Nel sito del Comune si trova ogni settimana l’elenco delle delibere approvate, ma solo il titolo. Per il testo vale la regola della richiesta in ufficio.
 Ai consiglieri non va meglio dei privati cittadini.
 La consigliera comunale Mariateresa Tomada (Pdl) si sente presa in giro: «Ogni anno puntualmente, in fase di approvazione del bilancio, presento un documento voto in Consiglio sulla pubblicazione on line delle delibere. Il documento viene approvato e da anni non succede nulla».
 In Provincia i Verdi hanno condotto la scorsa legislatura la battaglia sulla trasparenza degli atti. Quest’anno il caso viene riaperto dai consiglieri Schuler e Noggler (Svp). I gruppi ricevono ogni settimana l’elenco delle delibere: per approfondimenti devono chiedere copia dell’atto all’ufficio. Su Schuler però, una frecciata di Buonerba: «Deve mettersi d’accordo con se stesso, visto che da presidente del Consorzio dei Comuni difende l’attuale legge provinciale sugli appalti, che è l’opposto della trasparenza». Stoccata anche da Hans Heiss (Verdi): «Nei consiglieri Svp non c’è alcuna tradizione di controllo sui provvedimenti della giunta. Schuler e Noggler si mettano al lavoro, prima di accreditarsi come fustigatori: già il bilancio, che abbiamo a disposizione, è una miniera continua di brutte sorprese». Sulle dleibere on line naturalmente nulla da dire, prosegue Heiss: «E’ una nostra richiesta da anni e la giunta si è sempre sottratta con pretestuosi impedimenti per rispetto della privacy: le delibere riservate per privacy sono una parte minima». Attacca anche Elena Artioli (Lega): «La trasparenza fa paura. Noi vorremmo mettere in rete anche le sedute del Consiglio in diretta: non vogliono perché si vedrebbe un aula dominata dagli interventi dell’opposizione, con i consiglieri di maggioranza che si limitano a votare a favore».

Alto Adige 10-08-09
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categoria:sociale, provincia di bolzano
domenica, 09 agosto 2009



Arriva il ticket anche nei Consultori


di Antonella Mattioli
 BOLZANO. Cade l’ultima barriera della sanità gratuita. Dal 1° gennaio si pagheranno i ticket anche sulle prestazioni offerte dai Consultori familiari. Florian Zerzer, capo dipartimento dell’assessorato sanità della Provincia, ha fatto un primo incontro con i responsabili delle strutture per studiare le modalità d’introduzione. Da parte dei Consultori c’è una forte resistenza a chiedere il pagamento dei servizi, in quanto gli utenti appartengono spesso e violentieri alle fasce più deboli.
 «Sappiamo perfettamente - assicura Zerzer - che i Consultori svolgono un servizio particolare che va al di là delle prestazioni sanitarie e spazia nel sociale, passando anche per le consulenze di tipo psicologico. Per questo stiamo cercando di capire esattamente con i responsabili cosa classificare come offerta sanitaria. Ed è su quella che chiederemo il ticket. Il motivo di tale scelta della Provincia si spiega col fatto che le prestazioni sanitarie in genere sono soggette a ticket e nei consultori si fanno ad esempio Pap-test e visite ginecologiche: non si vede per quale ragione, se si va in ospedale o in via Amba Alagi si debbano pagare, mentre nei Consultori sono gratuite. Vogliamo uniformare il sistema. Pur sapendo che la cosa è più facile a dirsi che a farsi per almeno due ordini di ragioni: la richiesta del ticket rischia di aumentare il lavoro dei Consultori che dovrebbero dotarsi di più personale e poi c’è la questione della privacy. Ci sono persone che ricorrono a questo tipo di strutture, perché sanno di poter contare sull’anonimato. Benché consapevoli delle difficoltà, siamo più che mai intenzionati ad introdurre il ticket dal 1º gennaio».
 I Consultori familiari a Bolzano sono cinque (Aied, L’Arca, Kolbe, Mesocops, Ehe und Erziehungsberatung); sono nati con l’obiettivo di sostenere le persone singole, le coppie e le famiglie rispetto a varie problematiche che spaziano dal benessere psicofisico alla genitorialità responsabile.
 Cresce il numero delle persone che si rivolgono ai Consultori. In base all’ultimo bilancio sociale, presentato la scorsa settimana dai responsabili dell’Assb, risulta che nel 2008 si sono rivolti alle cinque strutture 6.303 persone, con un incremento rispetto al 2007 del 7% (404 in più). Entrando più nel dettaglio delle cifre si scopre che 3.026 utenti sono ricorsi ai Consultori familiari per la prima volta (48%), mentre gli altri 3.277 avevano già utilizzato tali servizi (52%).
 Sono soprattutto donne coloro che richiedono le prestazioni dei Consultori (82%); nell’86% dei casi l’utenza è di nazionalità italiana; nel 9% extracomunitaria. Chi gestisce i servizi è preoccupato per le conseguenze dell’introduzione del ticket in particolare su quest’ultima categoria che spesso e volentieri vede in queste strutture un’ancora importante cui aggrapparsi, per avere una risposta che spazia dal campo sanitario fino a quello sociale e psicologico.


BOLZANO. Aied, L’Arca, Kolbe, Mesocops, Ehe und Erziehungsberatung: sono i cinque Consultori familiari, gestiti da altrettante associazioni, che operano a Bolzano sulla base di convenzioni stipulate con la Provincia e l’Assb. Il numero di utenti è in aumento. Nel 2008 si sono rivolti alle cinque strutture 6.303 persone, con un incremento rispetto al 2007 del 7% (404 in più): il Consultorio più “gettonato” è l’Aied. Per quanto riguarda le fasce di età: la maggior parte degli utenti (41%) si colloca fra i 35 e i 49 anni (41%).

Alto Adige 09-08-09
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categoria:donne, salute, sociale
domenica, 09 agosto 2009



«Asili trilingui per tutto l’anno»


 BOLZANO. Emergenza lingue: l’Useb lancia un appello. Bisogna fare di più «già dalla scuola materna». L’associazione degli operatori economici di lingua italiana scende in campo. «L’Alto Adige ha bisogno di lavoratori, manager e imprenditori trilingui. Siamo ancora troppo indietro». Lo spunto arriva dagli asili estivi in cui si pratica italiano, tedesco e inglese: «Ecco il modello».
 Nelle scuole materne italiane il tedesco è già entrato. Dai 5 anni gratuitamente e dai 3-4 anni con contributo delle famiglie, i bambini possono iniziare a confrontarsi con la seconda lingua. Ma l’Useb chiede un passo ulteriore. Il presidente Marco Carlini spiega: «E’ una esigenza sentita moltissimo nel nostro ambiente: l’affiancamento di docenti di lingua italiana, tedesca e inglese di alcuni asili estivi, che tanto successo hanno riscontrato quest’anno in Alto Adige è una iniziativa intelligente e lungimirante, che dovrebbe ispirare la programmazione annuale di un numero sempre maggiore di scuole materne altoatesine».
 Carlini sottolinea di parlare come imprenditore: «Non vogliamo entrare in questioni politiche. Nello statuto dell’Useb è prevista la tutela degli interessi sociali degli imprenditori. Il bi-trilinguismo è un valore fondamentale, l’economia ha assolutamente bisogno di persone che si sappiano muovere a loro agio in Alto Adige e nel mondo. E questo vale per ogni livello, lavoratori, manager e imprenditori. Più lingue, uguale più prosperità».
 Gli imprenditori italiani chiedono più tedesco e inglese alle materne, prima ancora che alle elementari, «perché prima iniziano meglio è. Sembra banale, ma è certificato dalla letteratura scientifica». L’appello dell’economia va dunque, prosegue Carlini, «alla parte più moderna della politica, quella che non vuole un Alto Adige arroccato su vecchie posizioni». A proposito di libertà mentale, il presidente dell’Useb prosegue: «E’ nei primi anni dell’infanzia che si apprendono con la massima naturalezza le lingue e si incontrano senza pregiudizi contesti culturali diversi. Una ricchezza straordinaria per una personalità in formazione che diventa più aperta, elastica e ricettiva rispetto all’apporto di altre culture».
 Il confronto con l’estero è sconfortante: «La media di giovani plurilingui e con un diploma di laurea ottenuti molto presto è più alta di quella altoatesina e italiana in generale». Ma le scuole, ricorda il presidente dell’Useb, hanno gli strumenti per recuperare lo svantaggio: «L’autonomia della scuola è un eccezionale strumento per fornire a bambini e ragazzi non solo conoscenze, ma anche competenze sociali, linguistiche e culturali fondamentali nello sviluppo personale».
 La presa di posizione è arrivata, spiega Carlini, «perché siamo ancora troppo lontani dal livello di conoscenza delle lingue che può garantire un futuro di prosperità all’Alto Adige».
 Nei giorni scorsi l’assessore provinciale alla scuola italiana Christian Tommasini ha indicato, tra i propri obiettivi di legislatura, l’incremento dei finanziamenti per l’insegnamento del tedesco alle materne e l’avvio di nuove sezioni bilingui alle scuole elementari, in prospettiva si vuole arrivare a una sezione in ogni scuola. (fr.g.)

Alto Adige 08-08-09
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venerdì, 07 agosto 2009


In arrivo le pensiline alle fermate dei bus alla Vurza


LAIVES. Stanno per essere finalmente installate le due pensiline alle fermate degli autobus davanti alla zona Vurza. L’assenza delle pensiline era stata oggetto di ripetute critiche, perché con l’arrivo del caldo (oppure quando piove) è un grosso disagio dover attendere l’autobus senza alcun riparo ed in piedi. Le due fermate davanti alla Vurza sono diventate determinanti dopo l’apertura della variante davanti a Pineta e la modifica del percorso per la linea 2 della Sasa. Lì la gente trasborda dalla linea 4 alla 2 per raggiungere Laives. (b.c.)

Alto Adige 07-08-09
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venerdì, 07 agosto 2009


Ala sociale Svp: più aiuti alle famiglie



BOLZANO. Più aiuti alle famiglie, un welfare adattato al periodo di crisi economica, sia a livello nazionale che provinciale. Gli Arbeitnehmer hanno fatto il punto ieri sui temi più sentiti dell’ala sociale della Svp. Al tavolo, il leader Christoph Gufler con Margit Schnarf e Stefan Wieser. E’ già tempo di fare un primo bilancio sulla legge provinciale per la non autosufficienza, spiegano gli Arbeitnehmer. Sono 11.600 gli anziani assistiti con la nuova formula del contributo specifico per la persona. Di questi, 8700 vivono a casa, assistiti da parenti o badanti. Gli altri si trovano in casa di riposo o ospedali. Proprio l’assistenza delle badanti, così importante per la permanenza a casa, va migliorata. La proposta: istituire un centro di riferimento centalizzato per le famiglie e le assistenti, che funga da «ufficio di collocamento» e punto di informazioni. Nei paesi invece, ma non solo nei piccoli Comuni, un aiuto può arrivare dal potenziamento della rete del volontariato sociale per l’assistenza domiciliare.
 Pensando ai familiari, il più delle volte donne, che dedicano mesi o anni alla cura di parenti anziani, torna la richiesta di tenere conto di questo periodo ai fini della previdenza.
 Sempre pensando alle famiglie, forte appello al rafforzamento del potere d’acquisto attraverso lo strumento della contrattazione decentrata tra sindacati e associazioni imprenditoriali. E ancora, la richiesta dell’ala sociale è di adeguare le norme su maternità e paternità nelle strutture private agli standard europei.

Alto Adige 07-08-09
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giovedì, 06 agosto 2009



«Noi, italiani senza memoria»


Moni Ovadia e Furio Colombo: «Così nascono i nuovi razzisti»

di Gigi Bortoli

... Un appuntamento, come era prevedibile, di grande richiamo, che ha messo a dura prova gli spazi messi a disposizione da Merano Arte. Un centinaio di persone ha dovuto rinunciare e solo grazie allo storico Leopold Steurer, mentre era in atto la visone del filmato, in un’altra sala si è tenuta una conferenza improvvisata affrontando i temi al centro dell’incontro in modo più mirato sulla realtà sudtirolese e alle insorgenti forme di neonazismo serpeggiante tra le giovani generazioni. I relatori ospiti, infatti, hanno sviluppato i loro interventi lungo un percorso più generale rispetto all’Italia e le nefandezze perpetrate in epoca fascista non solo contro gli ebrei, ma anche con le violenze in terra balcanica o libica. “Oggi - ha ricordato Moni Ovadia - siamo democratici senza essere passati dalla democrazia”. Ricordando inoltre che a differenza della Germania, che i conti con le sue colpe li ha fatti, l’Italia ha ancora dei buchi della memoria che sin dalla fine del conflitto e nonostante la Resistenza, restano ancora dei buchi neri. E se il “Processo di Norimberga” avrebbe dovuto rappresentare un punto finale alla tragedia europea portata dal nazifascismo, i problemi, le reticenze, la mancanza di sensi di colpa, si manifestarono dopo. Reticenze che in un gioco osceno della politica hanno avuto per protagoniste anche le grandi potenze liberatrici come gli Stati Uniti e la Russia. “Se non si riconoscono le proprie colpe - ha proseguito Moni Ovadia -, se non si fa proprio il fatto che il colonialismo è stato il più grande crimine della storia, se non si affrontano i fatti della storia così come sono avvenuti, se non si prende di petto, nella sostanza, la verità, non ci potrà neppure essere riconciliazione con il nostro passato nefando e assisteremo, così come assistiamo oggi, a nuove forme di razzismo”.
 Furio Colombo ha puntato la sua attenzione, tra l’altro, sulle reticenze della stampa nel denunciare fatti di cronaca quotidiana di evidente valenza razzista, facendoli passare come manifestazioni di delinquenza comune. “Se giorno dopo giorno - ha ricordato - viene picchiato un nero, un giallo o comunque un immigrato, che sotto ci sia un odio razzista, è più di un indizio”. Ma Furio Colombo, attingendo ad una sua esperienza personale d’età scolastica, ha voluto marcare il fatto di come di fronte a forme coercitive di stampo nazista e fascista il “bravo padre di famiglia” possa trasformarsi in un mostro reticente se non addirittura delatorio. Ma una riflessione l’ha voluta spendere anche rispetto alle celebrazioni della “Giornata della memoria”, di cui egli stesso è stato primo firmatario. “Si rischia che si trasformi in un rito vuoto che non riesce a trasferire i valori e la memoria che incarna alle giovani generazioni. E questo è un problema serio sul quale riflettere. E l’oggi, di fronte all’aberrante legittimazione del reato di clandestinità, l’istituzionalizzazione delle ronde e altre scelte discutibili di politica nazionale, è il terreno sul quale puntare la nostra attenzione, per far fronte ad una stagione in cui forme di revisionismo storico, appaiono lampanti”.
 “Si devono avvicinare a tutti i costi le giovani generazioni” ha chiosato Lionello Bertoldi, responsabile dell’Anpi altoatesina.

Alto Adige 06-08-09
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mercoledì, 05 agosto 2009



Univoco no all’atomica


BOLZANO. Il 6 agosto del 1945 alle 8.15 centomila persone vengono inghiottite dalla potenza della prima bomba atomica, nella città giapponese di Hiroshima. Collegandosi alle cerimonie del ricordo a livello internazionale e nazionale, anche il Centro per la pace del Comune di Bolzano, con il sindaco Luigi Spagnolli e l’assessore Luigi Gallo intende commemorare quel terribile accadimento a 64 anni di distanza. Perciò oggi, alle ore 10.30, il sindaco incontrerà in municipio, nella sala del consiglio, l’autore e attore teatrale Moni Ovadia. Poi, partendo dall’evento che prevede la partenza, domani da Hiroshima, di una fiaccola virtuale che girerà il mondo e arriverà a New York il 3 maggio 2010, giorno di apertura della conferenza sul “Trattato di non proliferazione”, durante la cerimonia di stamattina, aperta a tutti, in municipio verrà letto il messaggio che il sindaco di Hiroshima, Todatoshi Akiba, ha scritto per le iniziative di quest’anno in Italia e con Moni Ovadia si rifletterà sulle terrbili conseguenze della bomba atomica e sulla necessità di procedere ad un disarmo nucleare. Infatti, a 64 anni di distanza l’umanità non è ancora riuscita a fare i conti con le armi nucleari e il dilemma posto da Einstein («O l’umanità eliminerà le atomiche, o le atomiche elimineranno l’umanità») rimane drammaticamente attuale.

Alto Adige 05-08-09
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lunedì, 03 agosto 2009



Venti ragazzine adescate dal pedofilo




Foto e filmini hard per una ricarica. Già sentite 10 adolescenti in lacrime


di Massimiliano Bona
 BOLZANO. Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta delle foto e dei filmini hard che coinvolge oltre 20 ragazzine (11-17 anni) di tutta la provincia, che inviavano immagini di sesso esplicito ad uno sconosciuto in cambio di racariche telefoniche da 15 euro. Dieci adolescenti in lacrime, accompagnate dai genitori, sono state già sentite da Donatella Marchesini, il pm che segue le indagini e ha affidato una perizia al consulente tecnico di Bologna Litiano Piccin. Nel frattempo la Procura ha ricostruito i vari passaggi attraverso i quali il 21enne meranese - per il quale il Tribunale del Riesame ha confermato la detenzione in carcere «per il rischio di reiterazione del reato e la pericolosità sociale» - riusciva ad adescare in rete decine di teenager poco accorte. Il primo contatto avveniva su un sito internet altoatesino che va per la maggiore fra i giovanissimi. «Per registrarsi - spiega il pm Marchesini - non è nemmeno necessario lasciare il propri dati, ma è sufficiente inserire il proprio nickname. Le ragazzine chattavano pensando di avere a che fare con un coetaneo e inviavano senza remore le prime foto. Solitamente si trattava solo del viso». Il presunto pedofilo, per risultare più credibile, mandava a sua volta immagini di ragazzini più o meno della stessa età, creando non poche aspettative nelle minorenni. Il secondo contatto avveniva, invece, su Messenger. Il 21enne chiedeva il numero di cellulare dell’adolescente di turno promettendo in cambio una ricarica da 15 euro. «Come contropartita - prosegue il pm - otteneva foto o filmini hard via mms».
 In alcuni casi - ed è su questi che si sta concentrando l’interesse della Procura - il presunto pedofilo meranese è riuscito ad incontrare le minorenni. Non è ancora chiaro se vi siano stati o meno abusi sessuali. «Per ora - sottolinea il pm Marchesini - non posso dire di più. Ma ci potrebbero essere ulteriori sviluppi». Nei prossimi giorni saranno sentite infatti almeno altre dieci adolescenti, ma è probabile che decriptando le intercettazioni telematiche l’elenco delle ragazzine molestate si faccia ancora più lungo. Per avere un quadro probatorio completo bisognerà attendere almeno un mese, il tempo necessario al consulente per analizzare il cellulare e i 2 pc del giovane meranese. A far scattare le indagini, un paio di mesi fa, è stata la denuncia dei genitori di una ragazzina, rivoltisi al commissariato di Polizia di Bressanone per raccontare quanto accaduto alla figlia. D’intesa con il Tribunale di Trento - competente per i reati informatici - il pm Marchesini ha disposto una serie di intercettazioni, con risultati a dir poco sorprendenti.



«Diffidate se i vostri figli restano per ore al pc»



La Procura invita i genitori a fare più attenzione

BOLZANO. La storia ha dell’incredibile sia per l’età e il numero delle minorenni coinvolte che per la disinvoltura dimostrata nell’inviare foto oscene ad uno sconosciuto per una ricarica. «Si tratta della classica evoluzione del pedofilo - spiega il pm Marchesini (nella foto) - che si cela abilmente in rete. È doveroso mettere in guardia i genitori, che ritengono i figli lontani dai pericoli quando stazionano per ore davanti al pc. Spesso vivono, invece, situazioni di isolamento e solitudine». Il 21enne D.B.F. dovrà rispondere del reato di pornografia minorile aggravata. L’uomo rischia da 6 a 12 anni di reclusione e una multa fino a 250 mila euro.

Alto Adige 03-08-09

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sabato, 01 agosto 2009



Via al tavolo sull’estremismo neonazi


 MERANO. Prima seduta del «Tavolo sull’estremismo giovanile» voluto dall’assessore Richard Theiner dopo i risultati della ricerca del Servizio giovani che ha evidenziato un progressivo e allarmante diffondersi soprattutto nei paesini delle vallate delle aggregazioni neonaziste anche fra i giovanissimi.
 Dopo la decisione della giunta provinciale del 27 luglio scorso ieri si è svolta la prima seduta del «Tavolo di confronto sull’estremismo giovanile», aperto dall’assessore provinciale alla famiglia e politiche sociali Richard Theiner. «L’obiettivo del gruppo - ha sottileanto Theiner - è offrire alla giunta una consulenza competente per giungere a misure concrete di prevenzione e contrasto del fenomeno dell’estremismo giovanile».
 Nell’incontro a Bolzano l’assessore Theiner ha sottolineato che allo scopo di raccogliere tutti gli elementi possibili per formulare proposte concrete ed efficaci è necessario allargare la collaborazione anche ai rappresentanti del mondo della scuola, vista la rilevanza che una corretta azione formativa ha sullo sviluppo dei giovani. In agosto i membri del Tavolo di confronto saranno impegnati a rilevare gli interventi già presenti sul territorio.
 Presenti al primo incontro erano le comunità comprensoriali Oltradige/Bassa Atesina e Burgraviato, l’Azienda Servizi Sociali di Bolzano, il Forum Prevenzione, l’Associazione Strymer Stretwork, il Servizio Giovani per il gruppo linguistico italiano, tedesco e ladino, il direttore della ripartizione famiglia e politiche sociali Karl Tragust e il direttore dell’ufficio famiglia, donna e gioventù Eugenio Bizzotto.

Alto Adige 01-08-09
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sabato, 01 agosto 2009



«Il Banco rimane chiuso ma chi ha bisogno fatica a capire le motivazioni»


 LAIVES. Si continua a parlare del Banco alimentare. Emanuele De Longis di Pineta ha scritto al giornale per «ringraziare l’assessora Liliana Di Fede per la pronta replica. La motivazione per cui il Banco alimentare di Laives chiude è perché anche il Banco di Trento fa altrettanto. Per me la solidarietà è un comportamento di sforzo attivo e gratuito, per venire incontro alle esigenze e ai disagi di molte famiglie. Bisogna essere presenti alle riunioni per aiutare i bisognosi? La solidarietà è umile e anonima. Finora la nostra anonima iniziativa ha contribuito a raccogliere e donare al Banco alimentare, dall’inizio dell’anno, circa un quintale e mezzo di vari generi alimentari e continuerà anche in agosto con la collaborazione dei cittadini di Pineta».
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venerdì, 31 luglio 2009



Liste d’attesa per gli asili bilingue


Migliaia di iscritti in Alto Adige, ma in estate non c’è posto per tutti

 BOLZANO. Un fenomeno in continua ascesa. E’ quello degli asili estivi plurilingue, nati cinque anni fa e oggi capaci di «calamitare», nei principali centri dell’Alto Adige, migliaia di bambini dai 2 anni e mezzo ai 6. «Tra Bolzano, Laives e Merano quest’anno abbiamo quasi mille iscrizioni - spiega Aldo Mazza, direttore dell’agenzia Alpha&Beta - ma la richiesta è superiore: in lista d’attesa ci sono centinaia di famiglie». Ieri abbiamo raccontato l’esperienza dell’associazione Azb, che in soli tre anni ha più che triplicato le iscrizioni nella struttura di vicolo San Giovanni: da 100 alle attuali 340, con una presenza del 70% di bambini del gruppo linguistico italiano ed un 30% di quello tedesco. La direttrice dell’associazione, Marialuisa Cama, ha già annunciato di voler estendere l’inziativa in altre due città altoatesine. In provincia, tuttavia, vi sono altre realtà che propongono esperienza analoghe, non necessariamente plurilingue.
 I cosiddetti «asili estivi» sono il risultato dei fondi messi a disposizione dal «pacchetto famiglia» della Provincia e dalle strutture che le amministrazioni comunali offrono gratuitamente a chi organizza queste attività: «Senza gli interventi di Provincia e comuni questo tipo di offerta non sarebbe possibile - ammette Aldo Mazza - o comunque non con costi contenuti per le famiglie». Per i corsi di Azb, ad esempio, si pagano 115 euro ogni due settimane, qualcosa in più con Alpha&Beta: 60 euro a settimana, pasti inclusi. Si tratta di cifre tutto sommato abbordabili. Tariffe che, però, si moltiplicherebbero senza l’intervento dell’ente pubblico, che copre quasi il 70% delle spese.
 «La risposta delle famiglie altoatesine ci dice che c’è una richiesta fortissima - commenta ancora Mazza - a Bolzano quest’anno abbiamo circa 600 iscrizioni, a Laives 260, a Merano, avviata quest’anno, altre 120. Ma la cosa straordinaria - prosegue il direttore di Alpha&Beta - è che abbiamo dovuto respingere decine di domande per ogni turno». Insomma, la domanda è ancora superiore all’offerta. E non è un caso che Alpha&Beta intende estendere il progetto a Bressanone e Brunico.
 Questo fenomeno, è evidente, non può essere legato solo alla volontà delle famiglie di far vivere ai bambini esperienze plurilingue: i numeri dicono che quando entrambi i genitori lavorano, hanno bisogno soprattutto nei mesi estivi di strutture adeguate per i propri figli. Insomma, un vero e proprio prolungamento della scuola materna.
 «Chiaro che è questa l’esigenza attuale della società - spiega Mazza - tuttavia i riscontri che abbiamo rispetto alle esperienze plurilingue, sono enormi. E sono gli stessi genitori a confermarlo».
 Due giorni fa l’assessore Greti Rottensteiner, pur mostrando grande interesse per le esperienze plurilingue estive, ha ribadito di non condividere progetti di asili «misti»: «Una scuola non è un istituto linguistico».
 Gli ha replicato ieri l’assessore provinciale Christian Tommasini: «Il plurilinguismo riveste grande importanza lungo tutto l’arco dell’anno e non solo durante i mesi estivi», ha detto, aggiungendo che nella legislatura in corso intende raggiungere un effettivo plurilinguismo con azioni programmate in sinergia fra ambiti culturali e scolastici.
 «Il plurilinguismo è strumento imprescindibile per garantire maggiori opportunità lavorative e una crescita dei rapporti in ambito sociale. Per questa ragione - ribadisce l’assessore provinciale - i canali di apprendimento devono essere molteplici, ma è la continuità a garantire il risultato»,
 Le indicazioni dell’Unione europea parlano chiaro e spingono sempre più in questa direzione. «In Alto Adige la richiesta di offerta da parte delle famiglie è molto alta, per questo anche nel 2009 sono stati finanziati con 120mila euro una serie di progetti per l’apprendimento linguistico proposti dalle agenzie educative specializzate», continua Tommasini. Le offerte, organizzate sia in spazi aperti che nelle scuole da Alpha&Beta, Cedocs, AZB, Tangram, Gres ed Eco, si rivolgono a migliaia di bambini e ragazzi tra i 3 e i 15 anni nel periodo estivo, ricorda l’assessore. Inoltre è attivo il progetto «Luftballon» che offre ad un migliaio di bambini in età prescolare la possibilità di accostarsi al tedesco.

Alto Adige 31-07-09

Guardatevi questi meravigliosi bambini, anche se con pubblicità, meritano prorio una visione:

http://www.youtube.com/watch?v=XQcVllWpwGs&feature=channel

ciao a tutti
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giovedì, 30 luglio 2009




«Chiusura solo per ferie La solidarietà continua»


 LAIVES. «In merito alla momentanea chiusura del punto di distribuzione dei viveri “Alimentiamo la solidarietà”, qualcuno non ha capito quello che è successo». Lo afferma l’assessora alle politiche sociali Liliana Di Fede dopo le prese di posizione del consigliere Rosario Grasso e del signor De Longis di Pineta. «Si tratta di una chiusura temporanea per ferie perché anche il banco alimentare di Trento ha fatto altrettanto - spiega l’assessora Di Fede - e comunque la raccolta del “fresco” continua normalmente presso i negozi convenzionati, così come la sua distribuzione. Io personalmente seguo l’iniziativa e debbo dire che alle riunioni che vengono fatte non ho mai visto il signore di Pineta che avanza critiche nei confronti dell’amministrazione. Invece l’amministrazione comunale, fin dall’inizio ha sempre sostenuto il progetto della Caritas “Alimentiamo la solidarietà”, tant’è che paga l’affitto per i locali occupati in via Sottomonte, dove avviene settimanalmente la distribuzione dei viveri a chi più ne ha bisogno». La Di Fede rammenta che gli interventi del Comune nel settore sociale non si limitano al sostengo concerto del progetto Caritas perché, ad esempio, dallo scorso anno è anche in vigore la Family Card, tessera riservata a famiglie numerose, con 3 o più figli, che possono ottenere interessanti sconti su tantissime iniziative, sia comunali che organizzate dalle associazioni locali che per la maggior parte hanno aderito al progetto.

Alto Adige 30-07-09
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mercoledì, 29 luglio 2009



In difficoltà 60 famiglie a Laives




Durante tutto il mese di agosto resterà chiuso il Banco alimentare

 LAIVES. Durante il prossimo mese di agosto resterà chiuso il centro di distribuzione viveri «Aiutiamo la solidarietà», che il gruppo missionario cittadino aveva aperto in dicembre all’interno di alcuni locali che si trovano in via Sottomonte. La decisione è stata presa in relazione al fatto nel prossimo mese si fermerà anche il Banco alimentare trentino che rifornisce quello di Laives.
 La decisione del gruppo missionario cittadino - illustrata nei giorni scorsi al nostro giornale - rischia di creare pesanti disagi alle famiglie che finora hanno usufruito del servizio. Ed immediate sono state le reazioni, anche politiche. Il consigliere comunale Rosario Grasso (Rifondazione Comunista) ha diffuso in merito una nota: «Nel mese di agosto - si legge - il Banco alimentare chiude e sessanta famiglie si troveranno senza un aiuto indispensabile per la loro sopravvivenza. Come si intende intervenire? Con quali iniziative si pensa di porre rimedio ad una situazione drammatica evitando criteri emergenziali e ponendo le basi per interventi duraturi e certi?». Ma è nelle premesse a queste domande che Grasso evidenzia l’aspetto politico: «Ogniqualvolta capita di criticare l’attuale maggioranza per il mancato impegno contro la crisi ci viene risposto che il Comune poco può fare, che le sue casse sono vuote e che le competenze maggiori sono in mano alla Provincia. Nonostante ciò alcune iniziative sono state prese e, ad esempio, si cita il Banco alimentare. Si tratta di un’iniziativa senz’altro encomiabile che va sostenuta adeguatamente, ma che non può assolutamente sostituirsi alla politica sociale del Comune e divenire l’alibi per evitare un impegno diretto in questo campo. Le iniziative di gruppi, associazioni, singoli cittadini, devono essere sempre complementari a quelle di un’amministrazione responsabile che ha a cuore la sorte della parte più debole dei suoi concittadini. Il principio di sussidiarietà troppo spesso serve a smantellare lo stato sociale e su questo avevamo sin dall’inizio messo in guardia la maggioranza. La dimostrazione delle conseguenze a cui si va incontro con questo tipo di scelta si ha in questi giorni, appunto con l’annunciata chiusura, nel mese di agosto, del Banco alimentare».
 Ricordiamo che il Banco alimentare - il servizio è iniziato lo scorso dicembre - è un punto di distribuzione delle derrate alimentari per i più bisognosi, che il gruppo missionario locale ha inserito nel progetto che è stato chiamato «Alimentiamo la solidarietà». Attraverso il Banco alimentare, volontari della Caritas distribuiranno generi alimentari che a sua volta l’associazione Banco alimentare provvederà a raccogliere tra negozi e supermercati convenzionati.

Il gruppo missionario ha fatto un bilancio dell’attività di 7 mesi

Enzo Guderzo del gruppo missionario ha dichiarato al nostro giornale che «Sono una sessantina le famiglie locali che regolarmente arrivano al punto di distribuzione Alimentiamo la solidarietà. È un gruppo eterogeneo, dove accanto agli extracomunitari ci sono anche anziani, persone sole e giovani separati. Arrivano da noi giovani persone con un matrimonio fallito alle spalle, che non riescono più nemmeno a sopravvivere da soli mantenendo anche la famiglia di cui facevano parte prima. Ci sono poi situazioni gravi, di famiglie che hanno un reddito di 900 euro al mese. Un problema per gli anziani sono anche le pensioni troppo basse: abbiamo qualche caso di richiedenti che ricevono 680 euro di pensione al mese».


In merito alla chiusura del Banco Alimentare,

scrive Emanuele De Longis che abita a Pineta: «Il progetto partito nel 2008 in collaborazione con il comune di Laives, associazioni ed enti locali, sembra arrivato al capolinea. Anche Pineta ha voluto fare e farà la sua parte effettuando una raccolta mensile «Io ho un amico» per aiutare le 70 famiglie in difficoltà di Laives. Tutto sembra svanire, come sempre non si sa bene perchè e per colpa di chi: problemi di contributi? spese per sostenere l’iniziativa troppo alte? una sede per depositare il materiale? affitti troppo alti? A me non interessano queste cose. So però che se questo aiuto sociale non viene sostenuto dalla politica, dai cittadini e da tutti, molte famiglie di Laives non sapranno come fare. Per quanto riguarda l’iniziativa «Io ho un amico» continuerà ogni primo venerdi del mese a raccogliere derrate alimentari, e spero che siano talmente tante da doverle depositare in comune, magari nell’ufficio di qualche responsabile del settore sociale, forse così troveranno una soluzione definitiva e “seria” per aiutare le tante famiglie che oggi usufruiscono di questo aiuto», conclude la nota di Emanuele De Longis.



Alto Adige 29-07-09
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martedì, 28 luglio 2009




Varato dalla Provincia per fronteggiare un fenomeno dilagante

MERANO. Ai primi di luglio un dossier elaborato dal Servizio giovani della Provincia, e finito sul tavolo della giunta provinciale, aveva lanciato l’allarme per il dilagare dei naziskin fra i giovanissimi: ieri Durnwalder ha promosso così un tavolo contro l’estremismo di destra.
 La giunta provinciale di Bolzano ha deciso infatti di istituire un tavolo di confronto per arginare la diffusione dell’estremismo di destra tra i giovani altoatesini. Questa decisione, ha spiegato il presidente Luis Durnwalder, è stata adottata anche in conseguenza del fatto che non si è riusciti ad entrare in contatto con alcune componenti di questo estremismo di destra attraverso le strutture tradizionali come il Servizio giovani o le organizzazioni giovanili. «Dobbiamo riuscire a far comprendere ai nostri giovani - ha poi sottolin eato il presidente Durnwalder - che l’estremismo di destra, sia fascismo che nazismo, ha sempre e solo portato gravi danni alla popolazione sudtirolese; quando invece ci si deve impegnare per il progresso di tutti, in chiave europea e soprattutto lontana da ogni forma di violenza».
 Che, in particolare le valli del Meranese fossero terreno fertile per la diffusione dell’ideologia neonazista già lo si sapeva tanto che non a caso l’operazione “Odessa” della polziia aveva portato a sedici arrestati e cento denunciati non più tardi di un anno fa. In quersti giorni l’allarme era arrivato da uno studio del Servizio giovani della provincia perché non può evidentemente rientrare nei limiti dell’accettabile il fatto che nel solo paese di Naturno siano all’incirca una settantina i giovanissimi che darebbero vita alla locale sezione della”Hitler Jugend”.
 Il Tavolo contro l’estremismo è presieduto dall’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, ed è composto dai responsabili dei Servizi giovani dei tre gruppi linguistici, Klaus Nothdurfter, Claudio Andolfo e Wilma Runggaldier, oltre che dai responsabili del Forum prevenzione, Peter Koler, del Consorzio dei Comuni, Arnold Schuler, e dei Comprensori, Oswald Schiefer.

Alto Adige 28-07-09
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martedì, 28 luglio 2009



Diploma per 10 disabili



Hanno partecipato al corso di informatica e multimedialità

BOLZANO. I partecipanti al corso di informatica e multimedialità per persone con disabilità motorie, organizzato dalla cooperativa meranese Independent, hanno ricevuto il diploma di fine corso.
 Il corso, finanziato dal Fondo sociale europeo, ha consentito infatti a dieci persone, affette da disabilità motorie anche gravi, di ottenere un diploma spendibile sul mercato del lavoro.
 «Si tratta di un’iniziativa eccellente dal punto di vista dell’inserimento lavorativo e sociale - spiega l’assessore provinciale Barbara Repetto -. Sono dieci anni che Independent opera nella formazione e nell’inserimento lavorativo dei diversamente abili ed è riuscita a creare un vero e proprio centro di competenza per quanto riguarda l’informatica». Il successo del pluriennale impegno della coop meranese sta tutto nei numeri: nel corso di questi anni sono stati infatti ben 67, ovvero circa il 90 per cento delle persone iscritte, i disabili che sono riusciti ad inserirsi in maniera stabile nel mercato del lavoro. «Ciò conferma - conclude la Repetto - che una formazione altamente qualificata consente di collocare all’interno di aziende pubbliche e private persone che, grazie alla possibilità di svolgere un lavoro, acquisiscono autonomia e sicurezza, sgravando anche le loro famiglie di un notevole peso dal punto di vista economico».

Alto Adige 28-07-09
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venerdì, 24 luglio 2009




«Visite specialistiche con prenotazioni sempre complicate»



Protesta il sindacato anziani Cisl

 LAIVES. I rappresentanti locali del sindacato anziani Cisl/Sgb/Fnp sono sul piede di guerra. Dice Antonio Galassiti: «Un tempo anche presso lo sportello del Distretto sanitario qui a Laives era possibile prenotare le visite specialistiche a Bolzano ed era una indubbia comodità, soprattutto per gli anziani. Da qualche tempo però l’Asl non le prevede più e così occorre farle telefonicamente. Si tratta di una procedura laboriosa ed inoltre i tempi di attesa al telefono sono lunghissimi. Ai poliambulatori di Bolzano hanno ripristinato il servizio agli sportelli; che facciano altrettanto anche a quello del distretto di Laives. Chiederemo un incontro con l’assessora Di Fede per esporle il problema e con il responsabile di distretto dell’Azienda sanitaria».

Alto Adige 24-07-09
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giovedì, 23 luglio 2009



AiBi, dal 1986 dalla parte dell’infanzia abbandonata




 BOLZANO. L’associazione AiBi - Amici dei bambini è un movimento che dal 1986 opera in Italia e in 29 nazioni nel mondo per l’accoglienza dei bambini abbandonati. La struttura in Italia ha la sede nazionale a Mezzano di San Giuliano Milanese (Mi) e la sede regionale dell’AiBi è a Bolzano in via Isarco 6, telefono 0471 - 301036.
 La mission di AiBi è dare ad ogni bambino abbandonato una famiglia e garantire il suo diritto a essere figlio. Ogni giorno, in tutto il mondo, Amici dei bambini lotta per combattere l’emergenza abbandono, che è stata identificata come la quarta emergenza umanitaria del XXI secolo ed è comune a tutti i Paesi, anche a quelli del “ricco Occidente”. E’ evidente che un bambino abbandonato risente pesantemente di una vita lontano dal calore della famiglia e poi dal punto di vista sociologico il bambino non accolto in famiglia ha un maggiore rischio di sviluppare comportamenti antisociali, aggressivi e violenti, potendo diventare un adulto socialmente problematico.
 Quali gli obiettivi dell’attività di AiBi? L’accoglienza definitiva in una famiglia deve essere il punto d’arrivo del doloroso percorso iniziato il giorno dell’abbandono. In alcuni casi è possibile fare in modo che il bambino torni nella propria famiglia d’origine ma quando questo non è possibile bisogna accompagnare il bambino verso una nuova famiglia, che sia stata adeguatamente preparata ad accoglierlo. AiBi lavora quindi anche sull’affido, sulla sensibilizzazione e informazione sull’affido familiare con corsi di formazione per famiglie affidatarie, realizzazione di reti di famiglie accoglienti, accompagnamento delle famiglie nel percorso dell’affido, creazione e sostegno di associazioni di famiglie affidarie, case famiglia, supporto tecnico alle famiglie che intendono avviare una casa famiglia e altro ancora.
 In termini di sensibilizzazione generale, poi, AiBi organizza eventi, convegni e seminari, edita pubblicazioni e il sito Internet www.aibi.it è un utile strumento di informazione.

Alto Adige 23-07-09
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giovedì, 23 luglio 2009



Sicurezza in strada: «Prevenire»




BOLZANO. «Le misure di maggior rilievo per rendere più sicure le nostre strade sono la prevenzione e la formazione lungo tutto l’arco della vita». Così l’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann commenta il nuovo provvedimento sul codice della strada approvato dalla commissione Trasporti della Camera. Tra le misure introdotte dal nuovo provvedimento Widmann commenta positivamente la riduzione delle multe per le contravvenzioni lievi. Le multe e le pene, infatti, sarebbero secondo l’assessore l’ultima istanza, mentre più importante è puntare all’educazione stradale dei cittadini di tutte le età. L’assessore saluta pertanto positivamente l’indroduzione dell’insegnamento obbligatorio dell’educazione stradale nelle scuole previsto dalle nuove regole stradali. A tal riguardo sottolinea che accanto alle misure educative rivolte ai giovani sarebbe opportuno dedicare un occhio di riguardo anche al gruppo sempre piú esteso dei guidatori di vecchia data. Al giorno d’oggi, infatti, sarebbe impensabile sostenere esclusivamente l’esame di guida una volta nella vita. La mobilità secondo Widmann, costituisce un aspetto basilare per la società e l’economia odierna ed è necessario pensarla il più possibilmente sicura. A tal fine sono necessarie apposite disposizioni legislative, ma vi è altrettanto bisogno di consapevolezza, responsabilità, prudenza, attenzione e conoscenza dei pericoli. Per essere in grado di adottare un comportamento corretto nel traffico e guidare in sicurezza bisogna ottenere adeguati insegnamenti seguendo dei corsi che favoriscano la revisione di certe abitudini di guida e l’acquisizione delle necessarie capacità.

Alto Adige 23-07-09
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mercoledì, 22 luglio 2009



Alcol, controlli nei supermercati


Spagnolli: «Vigili in borghese alle casse: mai ai minori di 16 anni»

 BOLZANO. Il Comune di Milano ha deciso di vietare ai gestori dei locali pubblici di vendere alcol agli under 16 e chi sgarra rischia una multa di 450 euro.
 Spagnolli trova la sanzione assurda (come sostiene anche il presidente Durnwalder) e l’ordinanza discutibile: «Oggi va molto di moda punire, cosa che a me invece non piace». Il sindaco però per combattere l’emergenza tra i giovanissimi annuncia controlli a sorpresa dei vigili urbani all’interno dei supermercati. Ovviamente gli agenti saranno in borghese. «Mi sono reso conto che il problema esiste e che alcune cassiere non chiedono la carta d’identità. Questione che trovo inaccettabile. E chi sgarra, in questo caso, sarà chiamato a pagare».
 L’ordinanza firmata dal sindaco Letizia Moratti sta facendo discutere tutta Italia ma lascia indifferente Spagnolli. «Bolzano non ha nulla da imparare da nessuno - continua - perchè da noi esiste già da tempo una legge provinciale che vieta la vendita di alcolici ai minori di 16 anni. Va detto però che non tutto funziona come dovrebbe. I supermercati, per esempio, non tutti ovviamente, ma non sempre rispettano il divieto. Non sempre le cassiere stanno attente. Non sempre chiedono la carta d’identità. Mi capita spesso - continua - di vedere dei giovanissimi uscire da vari supermercati e riempire di birra o di vodka gli zainetti. E questo non mi piace. Ho intenzione di chiedere ai vigili urbani di intensificare i controlli in borghese per verificare che il divieto sia fatto rispettare. Altrimenti sì, scatteranno le sanzioni alle aziende». Le sanzioni, infatti, per Spagnolli non devono mai colpire le famiglie. «Di solito i problemi di alcol dei giovanissimi si sviluppano all’interno di famiglie problematiche e con difficoltà economiche. Credo che multe stratosferiche, che vanno a punire genitori di fatto con scarse capacità economiche, non servano proprio a nulla se non a pesare ulteriormente e ad aggravare una situazione già pesante». Insomma non ha senso colpire economicamente chi già non può disporre di grossi patrimoni, Spagnolli preferisce invece la prevenzione e programmi di sensibilizzazione stilati da associazioni e servizi sociali.
 Se il sindaco punta il dito contro i supermercati, Robert Hillebrand manager della Despar - Aspiag, spiega che il problema alcol è ben conosciuto in azienda: «Da quando è entrata in vigore la legge siamo attentissimi. Le cassiere sanno che devono chiedere la carta d’identità ai giovanissimi che si presentano con gli alcolici e periodicamente le richiamiamo a tenere alta l’attenzione». Ma c’è un ma. «Noi facciamo del nostro meglio ma purtroppo capita anche che certi clienti solidarizzino con i giovanissimi. Se capita che la cassiera chieda la carta d’identità e che il giovane non abbia 16 anni c’è sempre chi si offre di dargli una mano con la classica frase: “Stai tranquillo o tranquilla, le birre le te compro io!”. Le dipendenti fanno del loro meglio ma a volte restano sole a fronteggiare il problema».

Alto Adige 22-07-09
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mercoledì, 22 luglio 2009


Italia e Austria: «Favorire la convivenza»


BOLZANO. “Totale sintonia tra Italia ed Austria sulla necessità di favorire la convivenza tra le comunità altoatesine ed evitare dimostrazioni di incitamento all’intolleranza”. Lo ha detto Frattini al termine dell’incontro col collega austriaco. «L’Eurotunnel sarà operativo nel 2022», così, i due ministri. Spindelegger ha anche accennato al tema della grazia per gli ex terroristi.
 Anche il ministro austriaco ha sottolineato «lo spirito comune, che vuole andare oltre i confini e che cerca con spirito di amicizia di coinvolgere anche la popolazione dell’Alto Adige». Nel colloquio si è parlato anche di ex terroristi. «Ho discusso del tema con Frattini, ma credo che a medio termine la posizione dell’Italia non cambierà», ha sottolineato il ministro austriaco
 I due ministri degli Esteri hanno vagliato l’argomento-Eurotunnel. «La galleria ferroviaria del Brennero sarà operativa nel 2022”. Questo l’obiettivo dell’Italia, come ha detto Franco Frattini, nella conferenza stampa congiunta al termine dell’incontro. “Abbiamo confermato la nostra chiara determinazione a procedere con la costruzione del tunnel ferroviario del Brennero, secondo i termini e i tempi già decisi e concordati con l’Austria”. Parole che hanno trovato l’assenso di Spindelegger.
 Nel corso del colloquio si è parlato pure di energia nucleare. «L’Austria è molto interessata al programma nucleare italiano, in particolare per quanto riguarda la sicurezza. Per questo l’Italia ha accolto molto volentieri la richiesta di informare la vicina Repubblica sul nostro programma nucleare che è stato avviato”. Così, il ministro degli Esteri italiano. Vienna infatti, come ha sottolineato Spindelegger “è molto interessata ad un accordo in campo nucleare. Ci interessano tutti i punti e in particolare la sicurezza. Come primo passo è stata decisa una riunione a livello di esperti, poi speriamo possa esserci l’accordo”. «L’Austria - ha proseguito il titolare della Farnesina - ha già, con tutti i Paesi vicini che hanno centrali nucleari, accordi di scambi informativi, e li vogliono giustamente anche con noi”. “E’ un’ idea - ha concluso - che porterà ad un accordo bilaterale sulle regole di sicurezza” rispettando “la scelta diversa di Vienna di non procedere ad un programma nucleare, secondo uno spirito di solidarietà europea”. Infine, un accenno ai Balcani. Entrambi i Paesi sono per l’adesione della Croazia alla Ue.
 Da registrare infine, in occasione dell’incontro tra i due ministri, la richiesta di Union für Südtirol (Pöder) e di Südtiroler Freiheit (Klotz) rivolta a Spindelegger di tenere in considerazione l’autodeterminazione. Delusione, invece, per il no alla grazia.

Alto Adige 22-07-09
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martedì, 21 luglio 2009



E ora il servizio civile può essere svolto nelle aule scolastiche


BOLZANO. Se parli di servizio civile pensi a giovani impegnati in assistenza sociale. In realtà il servizio civile ultimamente sta trovando altri terreni fertili. E così adesso per la prima volta anche due realtà scolastiche della città, l’Istituto comprensivo Bz 3 (Scuola elementare “Don Milani” e Scuola media “L. da Vinci”) e l’Itc “C. Battisti”, hanno presentato progetti che prevedono l’impiego di volontari del servizio civile, due per ciascun Istituto.
 Il settore d’intervento è quello dell’educazione e promozione culturale con attività di studio e di sorveglianza: i volontari dovranno supportare gli alunni nello svolgimento dei compiti assegnati dalla scuola, agevolare il recupero di lacune nell’apprendimento, favorire la socializzazione e l’integrazione. In particolare per l’elementare e la media il progetto prevede attività di supporto ad alunni stranieri o con difficoltà di apprendimento nonché servizio di sorveglianza alla mensa, mentre per l’Itc si propone come opportunità di aiuto indirizzata agli studenti delle prime, per far acquisire un efficace metodo di studio in un contesto nel quale possono iniziare ad approfondire interessi extrascolastici in compagnia di coetanei.
 I giovani interessati hanno tempo fino alle ore 14 del 27 luglio per presentare le domande alle segreterie delle scuole (via Napoli 1 per l’I.C. Bz 3, via Cadorna 16 per l’Itc) dove possono rivolgersi per ulteriori informazioni sulle attività a cui saranno destinati durante il periodo di volontariato. Giusto ricordare che ai volontari in servizio civile va un assegno mensile di 433,80 euro; la durata è 12 mesi con orario medio di 30 ore settimanali.

Alto Adige 21-07-09
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domenica, 19 luglio 2009



Commercio, ai figli dei dipendenti rimborsi del 75%


BOLZANO. Non poteva davvero esserci partenza migliore per la campagna di sostegno ai bambini lanciata dall’Ente bilaterale per il commercio e i servizi (Ebk) in vista dell’estate 2009. «Già ora - spiega Renate Kostner, responsabile dell’EbK - abbiamo ricevuto 230 domande, più dell’intera stagione 2008, quando a godere del sostegno dell’Ente furono 227 bambini».
 Grazie a questa iniziativa tutti gli appartenenti ai settori del commercio e dei servizi possono ricevere un buono che assicura loro il rimborso del 75 per cento delle spese sostenute per i figli fino ai 14 anni. L’Ente bilaterale, previsto dal contratto collettivo della categoria è condotto grazie ad un’efficace collaborazione tra Unione commercio turismo servizi Alto Adige e i sindacati di categoria.
 Il buono, valido in sedici strutture convenzionate, tra asili e scuole di lingua, è stato pensato per due diversi periodi dell’anno, quello estivo e quello invernale. La domanda deve pervenire all’EbK prima dell’utilizzo della prestazione, indicando il periodo esatto per il quale si richiede l’assistenza. Il diritto al rimborso sorge dalla data di autorizzazione e non è retroattivo.
 All’iniziativa a sostegno dei bambini possono accedere tutte le ditte del settore terziario della provincia di Bolzano, e i relativi dipendenti, che applichino il contratto collettivo e che siano in regola sia con i versamenti all’Ente bilaterale che con il pagamento del contributo Ascom-Co.ve.l.co da almeno sei mesi. Tutte le informazioni utili sono contenute all’interno dello stesso buono, disponibile presso gli uffici dell’Unione commercio turismo servizi, dei sindacati, delle strutture convenzionate nonché sui siti internet www.unione-bz.it e www.ebk.bz.it.
 Obiettivi chiari anche per il futuro: come emerso da una riunione a porte chiuse di qualche giorno fa, l’Ente bilaterale conferma la propria linea di indirizzo. «La nostra strategia rimane immutata - confermano il presidente dell’Ente bilaterale Werner Frick e il vicepresidente Alessandro Piras - le direzioni nelle quali vogliamo andare sono quelle della conciliazione tra lavoro e famiglia, della formazione professionale e del sostegno alle aziende in questo periodo di crisi economica. Un percorso - hanno concluso - da incentivare anche nel futuro».

Alto Adige 19-07-09

Tutte le informazioni sui buoni per l’assistenza ai bambini sono contenute nel voucher, che si trova presso gli uffici dell’Unione commercio turismo servizi Alto Adige, presso le sedi dei sindacati di categoria e presso le strutture convenzionate.
Scarica l'opuscolo

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sabato, 18 luglio 2009



Più democrazia diretta, Peterlini firma la legge


BOLZANO. Democrazia diretta, alla fine è stato il senatore Oskar Peterlini (Svp) ad accogliere il pressing di chi chiede nuove regole. Peterlini ha presentato ieri al Senato il suo disegno di legge costituzionale sulla democrazia diretta. Con il senatore, le colleghe Marilena Adamo e Donatella Poretti, più esponenti di organizzazioni che promuovono la democrazia diretta, come Thomas Benedikter e Stephan Lausch di «Iniziativa per più democrazia». «La crisi della politica e la perdita di fiducia nelle istituzioni, dimostrano che gli strumenti di cui oggi dispongono i cittadini per attivarsi sulle questioni di loro interesse, non sono sufficienti», spiega Peterlini. La democrazia diretta «è un concetto ben più ampio rispetto ai limitati diritti referendari attualmente presenti in Italia. Il Parlamento è chiamato, oggi più che in passato, a rimediare a questa carenza». Il disegno di legge prevede il rafforzamento delle iniziative popolari, imponendo - per non farle cadere nel dimenticatoio - iter e tempi ben precisi. Si introduce anche la possibilità di allargare i referendum confermativi alle leggi ordinarie per consentire ai cittadini di bloccare i provvedimenti che presumibilmente non hanno il consenso della maggioranza dell’elettorato. Prevista anche la cancellazione del quorum di partecipazione del 50%. Per quel che concerne le modifiche parlamentari al testo della Costituzione, Peterlini intende, invece, aumentare il quorum dal 50% al 60%, «altrimenti risulta troppo facile per ogni maggioranza di governo adottare nuove riforme costituzionali, senza tenere conto del volere delle opposizioni».

Alto Adige 16-07-09
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mercoledì, 15 luglio 2009



Saldi, negozi aperti fino alle 23



 BOLZANO. Sarà una partenza pirotecnica: 600 negozi (circa l’80% del totale) aperti fino alle 23, 300 tra bar e ristoranti che terranno le serrande alzate fino alle del 2 mattino per accompagnare bolzanini e non nella prima giornata ufficiale dei saldi, fissata per domani (lo stop, nel capoluogo, il 29 agosto). Per le strade cinque complessi musicali itineranti ad allietare lo shopping.
 Nessuno lo dice apertamente, ma la sensazione è che Unione, Confesercenti, Comune e City Marketing abbiano voluto pestare un pugno sul tavolo - proponendo un piatto ricchissimo ai consumatori - per rispondere agli «anarchici» trentini, che da quest’anno possono contare sulla liberalizzazione dei saldi.
 Non è un caso che gran parte della conferenza stampa, ospitata nell’inedita cornice del negozio Gudas di corso Libertà, abbia avuto come tema centrale la politica commerciale («Un grave errore») dei vicini. Schierati, per l’occasione, l’assessore al commercio Klaus Ladinser, il direttore di Confesercenti Paolo Pavan, il vice presidente dell’Unione Dado Duzzi, il responsabile cittadino dell’Unione Pietro Perez e il fiduciario comunale Luciano Defant.
 Pavan ha sottolineato lo sforzo di coinvolgere nella «Serata lunga dei saldi» non solo il salotto buono della città, ma tutto il capoluogo: un impegno organizzativo ed economico enorme per i commercianti e per gli enti promotori. Duzzi e Defant hanno sottolineato come la ricetta bolzanina sia unica in Italia, «e destinata a fare scuola». Ladinser ha ringraziato le associazioni di categoria, aggiungendo che la liberalizzazione non è una risposta alle difficoltà: auspicando che con Trento ci siano «regole definite di comune accordo».
 L’assessore ha quindi rigirato il coltello nella piaga. L’8 maggio scorso la giunta provinciale trentina ha varato la nuova legga che prevede le «vendite di favore». In sostanza il via libera ai saldi 365 giorni all’anno, a discrezione dei singoli commercianti. Nelle intenzioni, il provvedimento dovrebbe portare ossigeno ad un settore fortemente colpito dalla crisi mondiale.
 Dado Duzzi ha ribadito le perplessità: «Con i saldi non si fanno profitti, ai commercianti servono soprattutto per fare liquidità. In Austria e Germania, dopo decenni di liberalizzazione, stanno tornando indietro». Soprattutto negli ultimi anni, tuttavia, si è avuta la sensazione che la tappa dei saldi sia solo sulla carta. Moltissimi negozi, ancora prima del via ufficiale, inviano lettere, e-mail o sms ai clienti di fiducia, proponendo «saldi privati». E non è un mistero che, presentandosi pochi giorni prima dell’inizio degli sconti, i negozi comunque applicano forti riduzioni: «Ma questo è normale, è una forma di cortesia - commenta Duzzi - quello che a Trento non hanno capito, è che i saldi sono una straordinaria occasione di marketing». Tutti d’accordo, infine, nel ritenere che i saldi «spezzatino» possano generare confusione nei consumatori.
 Max Gallo, presidente dei negozianti di Confesercenti a Trento, replica così: «E’ stata l’Unione a spingere per la liberalizzazione, io non ero d’accordo. Ma da Bolzano - prosegue - non accetto lezioni: hanno sempre giocato d’anticipo su Trento, nonostante gli accordi». Sulla «giornata lunga» Gallo commenta così: «Sanno sfruttare l’evento: se funzionerà, significa che non sono necessarie le rivoluzioni, com’è stato fatto in Trentino».

Alto Adige 14-07-09
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mercoledì, 15 luglio 2009



L’«Abo+» da settembre è solo regionale



BOLZANO. Previsioni incerte sul futuro dei treni Intercity e Eurocity tolgono attualmente la base e l’interlocutore alla trattativa cercata dalla Provincia per confermare anche da settembre la validità di Abo+, la carta per gli studenti, sui treni a lunga percorrenza: è quanto precisa l’assessore provinciale alla Mobilità Thomas Widmann.
 Da parte degli studenti si sono levate diverse proteste per il fatto che da settembre il loro Abo+ sarà valido solo sui treni regionali. Questa la replica di Widmann: «Anche se l’offerta non si estende più a treni Ic e Ec, resta valida per tutti i treni regionali ed è comunque una iniziativa unica in Italia per offrire ai giovani una opportunità gratuita o molto conveniente di utilizzo dei mezzi del trasporto pubblico». L’assessore comprende la delusione di alcuni studenti, ma osserva che «l’autorizzazione concessa in via temporanea l’anno scorso da Trenitalia per la validità anche su treni Ic e Ec non è stata più rinnovata e, anche alla luce delle incerte previsioni sul futuro dei treni Ic e Ec, attualmente mancano una base di trattativa e anche un interlocutore. Diverse richieste di contatto sono rimaste senza risposta».
 Ipotizzabile che da dicembre le Ferrovie tedesche (Db) o quelle austriache (Öbb), specifica Widmann, possano subentrare nei treni a lunga percorrenza, «e quindi si dovrà trattare sulla base di uno scenario completamente mutato». La Provincia conferma in ogni caso l’impegno per mantenere il servizio di trasporto pubblico all’avanguardia in Europa: cadenzamento di 30 minuti o orario, una rete capillare, tariffe convenienti rispetto alle Regioni confinanti sono solo alcuni esempi di questa politica. «E in collaborazione con i colleghi del Tirolo stiamo lavorando per potenziare con i nostri treni anche il traffico ferroviario transfrontaliero», conclude Widmann.

Alto Adige 14-07-09
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categoria:giovani, sociale, ferrovia
lunedì, 13 luglio 2009



Neonazismo giovanile un richiamo generale al ruolo della famiglia



Si moltiplicano le prese di posizione sul dossier che denuncia il dilagante fenomeno della “Hitler Jugend

MERANO. Si moltiplicano le prese di posizione sul dilagante fenomeno del neonazismo giovanile denunciato dal dossier del Servizio giovani della Provincia. Si dice preoccupato l’obmann della Volkspartei Richard Theiner che invita le istituzioni a sorvegliare su ogni forma di estremismo, Anpi e Comunità ebraica sottolineano la responsabilità delle famiglie, punta invece sulla prevenzione il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini.
 Quello dei rigurgiti neonazisti su tutto il territorio altoatesino, ed in particolare nella zona del Meranese, è un fenomeno costantemente monitorizzato da polizia e carabinieri che da sempre controllano i giovani altoatesini (non solo in Val Venosta) con simpatie per l’estrema destra tedesca. «Conosciamo bene il fenomeno e non lo sottovalutiamo perché interessa alcune centinaia di ragazzi. Si vestono in un certo modo e ascoltano musica d’area, ma nell’ultimo anno non hanno commesso reati. Ciò non vuol dire, peraltro, che abbasseremo la guardia, anzi, facendo rete, se possibile con la Provincia e i servizi sociali, sarà possibile saperne di più ed avvicinare soprattutto i minorenni - spiegano le forze dell’ordine - anche in occasione dell’operazione Odessa dell’aprile 2008 i ragazzi con meno di 18 anni coinvolti a vario titolo nell’organizzazione erano alcune decine. E quella è solo la punta dell’iceberg, come ha ammesso lo stesso assessore Theiner. A quell’età sono più facilmente influenzabili e mescolano non di rado patriottismo e neonazismo con l’alcol, anche in occasione delle feste di paese».
 L’acquisizione di informazioni da parte dei carabinieri, soprattutto nelle stazioni periferiche, è continua, ma anche la Digos conosce bene il fenomeno e lo tiene sotto controllo: «il numero dei giovani e dei giovanissimi con simpatie neonaziste, ma non possiamo parlare di “cellule“ vere e proprie, è nettamente superiore a quello dei ragazzi legati alla destra italiana o al mondo anarchico».
 Il dossier raccolto dal servizio giovani della Provincia ha scatenato una serie di reazioni, sia a livello politico che nella società civile. Si è detto particolarmente preoccupato l’Obmann della Volkspartei Richard Theiner, che però ha anche invitato a non abbassare la guardia nei confronti di qualunque forma di estremismo. Più articolata la posizione del vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini che punta particolarmente sulla prevenzione ricordando le iniziative avarate in tal senso dalle strutture pubbliche. Richiamano invece le famiglie alle proprie responsabilità educative la Comunità ebraica e l’Anpi. Quest’ultima in particolare, per bocca del suo presidente Lionello Bertoldi, si dichiara «no sorpresa quando in internet è un fiorire di siti neofascisti e neonazisti che ostentano presenza e attività, ma colpita e addolorata dal numero e dall’età degli organizzati».
 «Il sindaco di Naturno Heidegger intende impegnare il Comune per affrontare il problema, assieme ai genitori ed alla scuola - aggiunge l’Anpi - siamo certamente d’accordo e accanto all’assessore ed al sindaco».

Alto Adige 13-07-09
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categoria:cultura, sociale
lunedì, 13 luglio 2009



Nei paesi fiorisce la «Hitler Jugend»



Lo denuncia un dossier della Provincia, nel Burgraviato scatta l’allarme

MERANO. Sono sempre di più i giovani, molto spesso minorenni, che si riconoscono nella “Hitler Jungend” e sono organizzati sotto forma di cellula neonazista. Un fenomeno diffuso nel Burgraviato e particolarmente evidente nella zona di Maturno dove gli adepti sarebbero addirittura una settantina. La denuncia viene da un dossier elaborato dal Servizio giovani della Provincia.
 Che le valli del Meranese fossero terreno fertile per la diffusione dell’ideologia neonazista già lo si sapeva. Le cronache degli anni scorsi riportano numerosi episodi riconducibili a gruppi dell’estrema destra tedesca con spiccate simpatie per la croce uncinata. Sparute cellule di esaltati tenute sotto stretta sorveglianza dalle forze dell’ordine che, salvo qualche caso di violenza prontamente repressa e punita, si sono limitate a celebrare i loro inquietanti riti lontano da occhi indiscreti.
 Il dossier elaborato dal Servizio giovani della Provincia, e finito recentemente sul tavolo dell’assessore Richard Theiner che ne ha parlato anche nell’ultima riunione della giunta provinciale, mette però il fenomeno sotto una preoccupante luce, e in tutto il Burgraviato scatta l’allarme. Questo perché non può evidentemente rientrare nei limiti dell’accettabile il fatto che nel solo paese di Naturno siano all’incirca una settantina i giovani (quasi tutti minorenni, con un’età d’iniziazione che si aggira anche attorno ai 14 anni) che darebbero vita alla locale sezione della “Hitler Jugend”.
 «Un fenomeno che non va sottovalutato, anche perché sembra che vi aderiscano ragazzi delle medie e delle superiori, di varie classi sociali - osserva l’assessore Theiner - con un trend che individua la diffusione delle adesioni, o meglio del più semplice avvicinamento a questa ideologia in una fascia d’età sempre più bassa e per questo più condizionabile. L’elaborazione dei nostri uffici in ogni caso non fa che rilevare una situazione già nota e che non è statisticamente peggiore di quella presente in altre regioni, anzi. Ciò non significa evidentemente sottovalutarla».
 «Qualora dovesse svilupparsi, sarà compito del Comune impegnarsi ad affrontare il problema assieme a genitori e studenti, oltre alle forze di polizia ed ai servizi sociali», come ha ribadito il sindaco di Naturno Andreas Heidegger.
 Secondo quanto si è appreso in questura «il fenomeno è conosciuto alle forze dell’ordine ed è sotto costante controllo, già più volte in Alto Adige sono venute alla luce associazioni di giovani che si richiamano al nazionalsocialismo e sono stati già celebrati anche processi per violazione della legge Mancino a carico di giovani».
 La questione verrà inevitabilmente affrontata anche a livello di Comunità del Burgraviato. È noto infatti che il Comprensorio ha da tempo avviato uno specifico programma per combattere il fenomeno dell’estremismo di destra di matrice neonazista con l’impiego di personale specializzato.

Alto Adige 12 07-09
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categoria:sociale, amaro, provincia di bolzano
lunedì, 13 luglio 2009



I sindacati criticano la Provincia dopo la decisione di mantenere ferma a 1,20 € la tariffa del parcheggio


BOLZANO. Le oltre 14 mila firme che il centro consumatori ha consegnato all’assessore provinciale ai lavori pubblici non sono servite a molto: Florian Mussner ha infatti ribadito che la Provincia non intende ridurre la tariffa del parcheggio dell’ospedale, attualmente fissata a 1,20 euro l’ora. Una decisione che viene fortemente criticata dai sindacati.
 «La Provincia - attacca il segretario generale della Uil Toni Serafini - ha sbagliato fin dall’inizio dando in appalto la gestione di un servizio che per la sua funzione non può dare utili. Ora, dopo la giusta decisione di acquistare il parcheggio, la giunta non vuole ridurre la tariffa. Questo però non è accettabile, perché se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Ricordiamo che la tariffa oraria del parcheggio Mayr Nusser, che ha oggettivamente un’altra funzione rispetto a quello dell’ospedale, è di 90 centesimi. Ora la Provincia non può risparmiare sulla pelle degli utenti più deboli penalizzando cittadini che all’ospedale non ci vanno certo per turismo o per shopping».
 Critico anche Massimo Ribetto, coordinatore di Nursing Up, il sindacato degli infermieri: «Bisogna tornare al prezzo orginario che era di 50 centesimi. Non chiediamo nessun regalo, ma almeno si torni alla situazione originale come chiedono da mesi i sindacati e il centro consumatori».

Alto Adige 12-07-09
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categoria:sociale, provincia di bolzano
lunedì, 13 luglio 2009



Abo+, limiti sui treni extra regionali




BOLZANO. L’uso dei mezzi pubblici, per alcune categorie altoatesine, è da tempo agevolato, in termini economici: la tessera Abo+, ad esempio, è una formula di abbonamento particolare per gli studenti, ma c’è anche la versione per gli anziani. Tornando all’Abo+ per studenti, sono annunciate dalla Provincia delle limitazioni.
 Le novità riguardano la validità dell’abbonamento annuale Abo+ riservato agli studenti: dal 1º settembre 2009 infatti la tessera non sarà più valida sui treni IC (Intercity) ed EC (Eurocity) ma solo su quelli regionali. I giovani sotto i 14 anni, sempre da settembre, non dovranno più esibire un documento di identità per le corse con Abo+.
 «Abo+ è un’iniziativa unica in Italia, che la giunta provinciale ha introdotto allo scopo di offrire ai giovani una comoda e conveniente possibilità di utilizzo dei mezzi pubblici», sottolinea l’assessore provinciale alla mobilità, Thomas Widmann. Abo+ è infatti un abbonamento gratuito per tutti gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori e per chi frequenta le professionali a tempo pieno, mentre per gli studenti universitari e gli apprendisti il costo annuale è sceso da 150 a 100 euro. Questa misura ovviamente è applicabile solo sui mezzi pubblici che ricadono nelle dirette competenze della Provincia. Nel caso della ferrovia, quindi, sono i treni regionali (contrassegnati sugli orari dalla R).
 L’anno scorso l’assessore Widmann aveva ottenuto, dopo ripetuti contatti con la direzione di Trenitalia a Roma, la conferma che per un periodo limitato lo studente in possesso della tessera di abbonamento provinciale Abo+ poteva viaggiare anche sui treni Intercity e Eurocity. Questa autorizzazione però purtroppo ora non è stata rinnovata e la Provincia avrebbe dovuto garantire conguagli a Trenitalia in misura ritenuta sproporzionata rispetto al servizio.
 Per quanto riguarda gli Abo 60+, ovvero gli abbonamenti riservati agli adulti ultrasessantenni, l’utilizzo di treni IC e EC era invece stato escluso sin dall’inizio. L’assessore Widmann assicura comunque che «la Provincia continuerà ogni sforzo per migliorare il servizio di trasporto pubblico in Alto Adige, per garantirne la convenienza e l’attrattività per tutti i gruppi di utenti».
 Nel 2008 sono stati 11.800 gli studenti che hanno fatto richiesta di Abo+, 88.600 alunni di scuole elementari, medie e superiori ne hanno beneficiato gratuitamente.

Alto Adige 11-07-09
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venerdì, 10 luglio 2009


«Shopping serale» al via



 BOLZANO. Ritorna l’iniziativa dello shopping serale nelle città e nei paesi dell’Alto Adige proposta dall’Assessorato al commercio in collaborazione con l’Unione commercio turismo e servizi. L’apertura serale dei negozi durante il periodo estivo coinvolge quest’anno 29 località altoatesine che offrono tra metà luglio e fine agosto l’occasione di fare acquisti fino alle 22 e oltre. Da Lasa a Castelrotto, da Lajon a Campo Tures: tutto il territorio provinciale sarà interessato dall’iniziativa «Shopping serale», che ha già avuto un primo antipasto il 3 giugno con il mercoledì lungo di Scena.
 «Negozi aperti più a lungo - commenta l’assessore Thomas Widmann in una nota - contribuiscono ad arricchire l’offerta dei centri urbani, a mantenerli vivaci e attrattivi, a consolidare il commercio di prossimità in Alto Adige. Inoltre, gli shopping serali nel periodo estivo rappresentano un modello di sinergia positiva tra commercio e altri settori come l’artigianato, la gastronomia e il turismo. Senza dimenticare la possibilità di fare acquisti muovendosi a piedi, lasciando a casa la propria auto».
 Lo sforzo degli organizzatori dello shopping serale si muove seguendo la linea indicata dalla politica provinciale per il settore, che si basa sul programma di qualificazione commerciale dei centri storici recentemente varato dalla giunta.

Alto Adige 10-07-09
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giovedì, 09 luglio 2009



Nuovo aiuto alle famiglie a Laives. Parte il servizio diurno di assistenza agli anziani



«Dies-is» avrà sede presso la Domus Meridiana Organizzato con l’Avulss anche il trasporto da fuori

LAIVES. Da lunedì Laives potrà contare su una nuova risorsa che va incontro alle famiglie e alle persone in stato di bisogno: il Centro di assistenza diurna «Dies-is». È un servizio che offre accoglienza - presso la «Domus Meridiana» - dalla mattina alla sera a persone anziane e adulte, mentre la notte si torna a casa propria. Si può scegliere se restare una giornata intera o mezza giornata e sarà anche possibile usufruire di un servizio di trasporto attraverso l’associazione di volontariato di Laives Avulss.
 Questo servizio - che prenderà il via lunedì 13 - vuole essere un sostegno ed un appoggio alle famiglie del territorio che per vari motivi non sono in grado di supportare l’anziano nell’intero arco della giornata. Il centro «Dies-is» ha una capacità ricettiva massima di 8 posti.
La domanda d’ammissione va presentata al Centro di degenza «Domus meridiana», via Sottomonte 4, e deve essere corredata dal certificato del medico curante (presso il medico di base) e dalla certificazione del livello di non-autosufficienza (la pratica si inizia presso il Distretto socio-sanitario o presso un patronato). All’ospite - del quale, dicono gli organizzatori, «sarà tutela e difesa la sfera intima e privata, con rispetto della personalità e partecipazione alla vita sociale» - saranno offerte diverse attività da tempo libero come passeggiate e gite, musica, attività manuali, preghiere, cinema, letture ecc. L’ospite sarà curato e assistito favorendo anche il sostegno delle sue capacità. Gli orari di accoglienza sono: giornata intera, con pasto (8-8.30 / 16-16.30), orario prolungato, con pasto (8-8.30 / 17-17.30), mezza giornata mattutina, con pasto (8-8.30 / 12.30-13), mezza giornata pomeridiana (13-13.30 / 17-17.30).
 Il servizio di trasporto sarà attivato da Laives, Pineta, S. Giacomo, Bronzolo, Vadena, Ora, Egna e Bolzano. Se ne occuperanno i volontari dell’Avulss, coordinati dal Centro; l’andata è tra le 8 alle 8.30 ed il ritorno è tra le 16 e le 17.30. Per gli altri orari, al momento, non è possibile usufruire del trasposto. I costi del trasporto non sono inclusi nelle tariffe del Centro. Ogni cliente del Centro di assistenza diurna potrà usufruire di tutti i servizi per il tempo libero del Centro di degenza «Domus Meridiana». Per informazioni chiamare lo 0471-957400.

Alto Adige 09-07-09
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giovedì, 09 luglio 2009



Röchling, 14 lavoratori in mobilità


Albrigo (Cisl): «In aprile i tagli previsti erano 190. Primi segnali di ripresa»

 LAIVES. Saranno solo 14 i lavoratori della Röchling, rispetto ai 190 previsti in aprile, ad essere collocati in mobilità. La notizia, positiva in un momento poco felice per il settore auto, è frutto di una lunga trattativa sindacale. «È un buon risultato - commenta Maurizio Albrigo della Cisl - perchè diverse concorrenti europee della Röchling stanno chiudendo o sono vicine al fallimento».
 L’accordo è stato firmato da Cgil, Cisl, Uil e Rsu aziendale. «Solamente l’iniziativa tempestiva e coraggiosa del gruppo - sottolinea il segretario provinciale della Femca/Cisl Maurizio Albrigo - con la collaborazione degli stessi dipendenti dell’azienda di Laives ha consentito di trovare un’intesa e di salvaguardare parecchi posti di lavoro». Il riassetto aziendale è iniziato ad aprile con la cassa integrazione ordinaria a zero ore per 125 dipendenti (a fronte del migliaio in totale in regione) delle due aziende di Laives, la Ral e la Rael e 25 dell’unità produttiva di Gardolo. Poi è stata avviata la trattativa per la mobilità. «Il 12 giugno scorso - spiega Albrigo - a rischiare il posto erano 32 lavoratori per le due aziende di Laives e 5 di quella di Gardolo. A quel punto della trattativa eravamo riusciti a salvare 3 posti di lavoro a Laives». Per la Ral erano stati individuati 4 impiegati, 3 intermedi e 20 operai in esubero e per la Rael 4 impiegati e 1 operaio. «Durante la trattativa è stato deciso che i 5 lavoratori della Rael non saranno collocati in mobilità ma in cassa integrazione a 0 ore, mentre per la Ral il quadro è più complesso. Dai 27 lavoratori destinati alla mobilità, grazie a dimissioni volontarie e accorgimenti organizzativi adottati nel frattempo, si è scesi a 14». Di questi ultimi a 5 sarà offerto un altro posto all’interno dell’azienda ma con mansioni diverse, mentre per 9 dipendenti c’è lo spettro del licenziamento.
 «Per cinque di essi - precisa Albrigo - è previsto il prepensionamento, mentre per 4, purtroppo, non è stato possibile trovare una strada alternativa al licenziamento».
 All’orizzonte, per il settore automotive, sembra profilarsi una leggera ripresa, che fa ben sperare almeno per il medio periodo. E su quest’analisi concorda anche Albrigo.
 «Nel mese di giugno è stato sfiorato il pareggio. Ciò si spiega in parte ai risparmi sostenuti dall’azienda grazie alla cassa integrazione guadagni ordinaria e per la parte restante con le misure adottate dall’azienda per uscire il prima possibile dalla crisi congiunturale». Le premesse per una ripresa sembrano esserci. «Il vero banco di prova - sottolinea Albrigo - sarà settembre. Luglio e agosto, infatti, non incideranno in maniera significativa sugli ordinativi». Per ora, in ogni caso, sembra che sia stato fatto tutto il possibile per favorire il rilancio.
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categoria:sociale
mercoledì, 08 luglio 2009


Scelte di vita, la carriera non interessa più

Per le donne determinante il buon clima lavorativo, per i maschi la retribuzione



BOLZANO. È interamente dedicato al lavoro e alla crisi e alle ricadute che sta avendo sull’occupazione in provincia di Bolzano l’ultimo numero di “Dimensione lavoro” edito dall’IPL. Un numero interessante in cui non mancano le testimonianze di lavoratori vittime della crisi.
 Racconti “veri” di chi ha pagato in prima persona: dalla donna di un’impresa metallurgica che si è trovata improvvisamente in mobilità, al lavoratore che ha perso l’occupazione alla Speedline, all’odissea dei lavoratori extracomunitari. E proprio dalle testimonianze di due di loro emerge come in provincia di Bolzano la crisi abbia acuito drammaticamente una tendenza - spesso tenuta sottotraccia - “etnocentrista” (peraltro assai prossima al razzismo) quando negli annunci di ricerca lavoro si offre lavoro agli “Einheimischen”, ovvero locali di madrelingua, anche solo per fare il lavapiatti. Particolarmente interessante è il contributo di Silvia Vigliotti che analizza i motivi che stanno alla base della ricerca del lavoro. Le differenze di genere sono evidenti. Gli elementi che spingono una donna a ricercare un’occupazione vedono al primo posto il “Buon clima lavorativo”, seguito dalla sicurezza del posto di lavoro, dalla conciliazione famiglia - lavoro e dall’ interesse dell’attività. Elementi quali la retribuzione elevata, la vicinanza a casa, l’attività utile alla società e le possibilità di carriera vengono in subordine. Diversa è invece la motivazione maschile che, particolarmente nella fascia dei più giovani, vede al primo posto la retribuzione. La possibilità di carriera è solamente posta al settimo posto.

Alto Adige 08-07-09

Notizie più complete all'indirizzo:
http://www.afi-ipl.org/download/Dimensione_Lavoro_1_2009.PDF

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martedì, 07 luglio 2009



Il teatro è formativo: il servizio civile si può fare al Teatro Cristallo


 BOLZANO. Vuoi renderti utile al prossimo? Ma vai a teatro... Non è mica una frase da fuori di testa, anzi, è la realtà. Sono infatti aperte fino al 26 luglio le iscrizioni per i giovani, dai 18 ai 28 anni, interessati a svolgere un anno di servizio civile e fra gli enti accreditati in provincia di Bolzano quest’anno, per la prima volta, c’è anche il Teatro Cristallo di via Dalmazia 30.
 Il Cristallo rientra fra gli enti culturali “aperti” a ospitare chi svolge il servizio civile, e lo fa con un interessante progetto a cavallo fra cultura e sociale: il posto ideale per chi ama il teatro, la cultura e il contatto con la gente. Il Cristallo offre infatti la possibilità, a due giovani interessati a svolgere un anno di servizio civile, di rientrare nel progetto “Sul palcoscenico: alla scoperta del teatro nel suo arcobaleno d’età”, con incontri ad hoc con gli artisti presenti in cartellone, momenti formativi che daranno la possibilità di acquisire competenze professionali nel campo della comunicazione e della promozione di eventi culturali.
 E’ un modo nuovo di affrontare il servizio civile sfruttando le potenzialità del teatro e mettendo a disposizione il proprio tempo e la propria creatività per un progetto utile sul piano personale, culturale e della comunità locale. Il Teatro Cristallo infatti ospita non solo spettacoli e iniziative culturali spiccatamente teatrali ma dà grande rilevanza alle tematiche sociali come il dialogo intergenerazionale e interculturale, azioni su emarginazione, povertà e razzismo.
 Il compito assegnato ai volontari del servizio civile interessati al Teatro Cristallo sarà quello di sviluppare un progetto di ricerca sul pubblico della cultura, seguendo la “vita culturale” di un campione selezionato e offrendo, al termine, uno spaccato reale delle aspettative e dei bisogni di chi a teatro va e di chi invece, a teatro sceglie di non andare. Il progetto si inserisce quindi in un più ampio filone di ricerca che coinvolge da sempre la struttura di via Dalmazia: quello della ricerca di nuovo pubblico per la cultura e di indagine rispetto ai bisogni latenti della popolazione di un’ampia area della città.
 Le iscrizioni devono pervenire alla segreteria del Teatro Cristallo entro il 26 luglio; per più informazioni telefonare al numero 0471 - 202016 o inviare una mail a: info@teatrocristallo.it.

Alto Adige 07-07-09
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lunedì, 06 luglio 2009



Tre Cime di Lavaredo, l’abbraccio dei seimila


Appello al G8 per l’Africa con una gigantesca catena umana

AURONZO. Sono arrivati in 6 mila ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo per stringere in un abbraccio la montagna con una catena umana e lanciare un messaggio ai grandi del G8: le Dolomiti abbracciano l’Africa. E tra la folla c’era anche un pezzo di Alto Adige, con il sindaco di Dobbiaco Mayer, assieme a colleghi trentini come l’assessore alla Cultura del Comune di Trento Lucia Maestri e l’ex consigliere provinciale Giorgio Viganò.
 Un colpo d’occhio meraviglioso quello di migliaia di persone strette per mano e piccolissime di fronte all’imponenza delle Tre Cime. «È stata una giornata importante, frutto di anni di lavoro e ancora più significativa nell’anno in cui le Dolomiti sono state proclamate patrimonio dell’umanità», commenta a sera l’assessore Maestri, che ha portato il saluto del Comune di Trento.
 Per circondare completamente le cime sono mancate all’appello meno di cento persone, ma il messaggio è arrivato comunque. La catena umana è durata una mezz’ora poi si è sciolta attorno a mezzogiorno e in molti hanno proseguito il giro delle Tre Cime: «Abbiamo camminato per 3 ore, un po’ di fatica perché c’era ancora un po’ di neve, ma è stato stupendo». In cima ha incontrato Giorgio Viganò, arrivato in bici fino al Rifugio Auronzo per poi proseguire a piedi.
 Mentre una fiumana di gente (solo Dolomitibus ha mobilitato 50 pullman) conquistava i posti assegnati, davanti al rifugio i testimoni hanno raccontato la loro Africa. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha mandato un suo messaggio, in cui ha ricordato come «l’impegno per vincere povertà e sottosviluppo sia un dovere civile e morale a difesa della dignità dell’uomo e un investimento sul futuro comune a beneficio di tutti» e ha espresso apprezzamento per l’iniziativa di sensibilizzazione sull’importanza della Cooperazione allo sviluppo e al dialogo tra i popoli».
 Bruno Zandegiacomo, sindaco di Auronzo, parla di «giornata storica», accogliendo il vescovo Andrich, l’assessore De Bona, il vicepresidente della Provincia, Piccoli, con l’assessore Toscani, il consigliere regionale Bond, l’ex presidente della Provincia Reolon, i sindaci dei Comuni della zona.
 E alle Tre Cime sono arrivati anche Moni Ovadia, Gualtiero Bertelli, il presidente dell’Uncem, Borghi, i rappresentanti di un’infinità di associazioni, a cominciare da Piergiorgio Da Rold di “Insieme si può”, l’anima dell’organizzazione, per finire con Salviato, presidente di Bancaetica, e il campione di fondo Pietro Piller Cottrer con i suoi bambini. A tutti i partecipanti è stato consegnato un sasso rosso. Rosso di tragedia, ma anche di vergogna.

Alto Adige 06-07-09
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sabato, 04 luglio 2009



Tv, vincono i «ghetti» linguistici


In Alto Adige il piccolo schermo non facilita l’integrazione. «Meglio Youtube»

«XFactor o Starmania? Quando l’integrazione (non) passa per la tv». Il titolo del penultimo appuntamento di Science Cafè, organizzato giovedì sulla terrazza dell’Eurac a Ponte Druso, rimanda inevitabilmente a certi personaggi televisivi attualmente molto in voga, quali Giusi Ferreri o i Bastard. In realtà nel corso della serata si è affrontato il problema dell’apprendimento linguistico visto come uno degli aspetti della questione «integrazione». Quando la separazione interessa un più ampio spettro di riferimenti culturali, dalla televisione allo sport, le cose si complicano notevolmente. Se, da una parte, il processo di globalizzazione tende a uniformare la scelta dei media proponendo programmi con un identico format nei diversi paesi del mondo, dall’altra però non agisce a livello linguistico. In Alto Adige, per esempio, fa ancora grande differenza la lingua in cui si guarda una stessa trasmissione. Come potrebbe una maggiore familiarità con il mondo del vicino «altro» stimolare l’apprendimento della seconda lingua? Come si può trasformare «l’imbastardimento culturale» in un valore positivo? Sulle molteplici sfumature di uno stesso tema sono intervenuti nel corso della serata Chiara Vettori - ricercatrice dell’Istituto di comunicazione specialistica e plurilinguismo dell’Eurac, specializzata in apprendimento linguistico e sociolinguistica - e l’autore e conduttore televisivo Federico Taddia che ha firmato programmi come «Screensaver» su Raitre e «Monolocale» e «L’altro lato» su Radio2, da sempre attento al mondo dei bambini e dei ragazzi. A moderare il dibattito ci ha pensato Paolo Mazzucato, conduttore della sede Rai di Bolzano e autore della striscia settimanale di aggiornamento culturale «Zeppelin». In un clima sereno, rovinato solo in parte dalla pioggia che ha cominciato a cadere a metà dell’incontro costringendo i presenti a trasferirsi in una sala interna dell’Eurac, Vettori e Taddia hanno esposto le loro riflessioni in due discorsi paralleli. «Attraverso la distribuzione di specifici questionari nelle quarte classi delle scuole superiori abbiamo testato le competenze linguistiche dei giovani altoatesini - spiega Chiara Vettori - con l’obiettivo di cogliere interessanti aspetti psico-sociali dell’apprendimento linguistico locale.» Cosa emerge da questa indagine? L’evidente problema linguistico altoatesino sembra avere radici lontane dai banchi di scuola e provenire, invece, dal contesto sociale. «Il tedesco per noi italiani è considerato ”seconda lingua” e non lingua straniera - continua - qual è la differenza? Che la seconda lingua vive attorno a noi, arriva quotidianamente alle nostre orecchie, diversamente da una lingua straniera che si studia solo a scuola». Ma nonostante ciò, in Alto Adige il problema rimane e la presenza del dialetto tedesco non facilita certo le cose. Il dialetto viene vissuto come un handicap da parte della popolazione italiana che il più delle volte non lo comprende anche se ha studiato la lingua tedesca. «Questo è demotivante per chi apprende - sottolinea la Vettori - manca la soddisfazione di mettere in pratica ciò che si impara nelle aule scolastiche». Come giungere dunque ad una maggiore comprensione dell’altro? Spaziando dal microcosmo altoatesino Federico Taddia ha espresso le sue idee riguardo il potenziale dei mass media nell’apprendimento linguistico. «Se la tv tende a creare “ghetti” linguistici in un meccanismo in cui i dati d’ascolto sono il principale obiettivo, lo stesso non vale per la rete - spiega Taddia - su Youtube i giovani accolgono qualsiasi proposta linguistica. Curiosi e attivi, si divertono a guardare film in lingua originale e sono interessati verso ciò che non conoscono». Un dibattito complesso, insomma, introdotto e alleggerito dalle musiche dei «Nachtcafè», gruppo di capaci musicisti composto da Gabriele Muscolino, Francesco Brazzo e Matteo Facchin. Un appuntamento che ha offerto interessanti spunti di riflessione, che avrebbero meritato un approfondimento maggiore con un più vivace coinvolgimento del pubblico presente in sala.

Alto Adige 04-07-09
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venerdì, 03 luglio 2009



L’iraniana Shirin Ebadi ritira il Premio Langer «Il mio popolo vincerà»




La giurista e pacifista iraniana Shirin Ebadi, premio Nobel 2003 per la Pace, ha ritirato ieri pomeriggio a Bolzano - nell’ambito di Euromediterranea - il Premio Internazionale Alexander Langer, assegnato ogni anno dall’omonima Fondazione. Il riconoscimento è stato assegnato all’attivista per i diritti umani Narges Mohammadi, cui è però stato ritirato il passaporto dalle autorità iraniane, rendendo dunque impossibile la sua presenza a Bolzano. Ebadi ha fatto dunque le veci della sua stretta collaboratrice. Entrambe attiviste, da anni si battono per la difesa dei diritti umani nel proprio paese, nonostante le difficoltà e le intimidazioni subite da parte del governo di Teheran. La visita di Ebadi risulta essere di grande attualità, vista la situazione difficile dell’Iran a causa delle proteste scoppiate in seguito ai risultati delle elezioni presidenziali del 12 giugno scorso. La lunga giornata altoatesina di Shrin Ebadi era però iniziata già in mattinata con un duplice incontro: con il consiglio provinciale e con la giunta comunale e il presidente del consiglio comunale. «Non so se sarà in un prossimo futuro o più avanti, ma è certo che il popolo iraniano vincerà: un regime contestato da tutti e a lungo non può restare al potere» ha la Ebadi incontrando nella sede del Consiglio provinciale il presidente Dieter Steger, il vicepresidente Mauro Minniti, le segretarie questore ed i capigruppo. Dieter Steger ha espresso quindi l’auspicio che la situazione in Iran migliori, e ringraziandola per l’onore della visita di oggi ha manifestato ad Ebadi la solidarietà della popolazione altoatesina: «La nostra terra, che ha lottato in passato, è vicina al Suo popolo», ha detto. Mauro Minniti ha voluto specificare che «l’Iran non è il suo presidente, ma il suo popolo, e siamo orgogliosi di ricevere in Consiglio una testimonianza come quella di Ebadi, che deve svegliare l’Europa». Alessandro Urzì ha invitato a non perdere la speranza: «Il crollo del muro di Berlino dimostra come anche l’impossibile si realizza», mentre Riccardo dello Sbarba ha rilevato che «a Bolzano vivono diversi amici iraniani, le cui biografie ci insegnano molto su tolleranza e democrazia». Come lui, l’assessore Christian Tommasini ha ringraziato al Fondazione Langer perchè anche con la scelta di quest’anno ha intercettato i mutamenti della storia. Pius Leitner ha espresso ammirazione per chi si batte per la democrazia, e Veronika Stirner Brantsch ha manifestato grande preoccupazione per il futuro dell’Iran. All’incontro erano presenti anche Maria Hochgruber Kuenzer, Hans Heiss ed Elena Artioli, nonchè la presidente della Fondazione Langer Christine Stufferin, che ha sottolineato come l’assegnazione del premio a Narges Mohammadi, attivista per la difesa dei diritti umani, vuole essere un modo per attirare l’attenzione su una situazione drammatica come quella attuale in Iran. Il premio Nobel per la Pace, come detto, ha incontrato anche il vice sindaco di Bolzano, Oswald Ellecosta, gli assessori comunali Silvano Baratta, Maria Chiara Pasquali, Greti Rottensteiner e Primo Schoensberg ed il presidente del consiglio comunale, Rudy Benedikter, che hanno espresso la soliderietà della città al popolo iraniano.

Alto Adige 03-07-09
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giovedì, 02 luglio 2009


Venerdì sera: Catena umana pro Iran



 La Fondazione Alexander Langer e le assoziazioni culturali locali Nedaye Iran Bz, Radio Tandem, Café Plural, Kaleidoskopio e l’Archivio storico delle donne, invitano i cittadini a partecipare, nella serata di domani, a una catena umana pro libertà in Iran: partenza alle ore 20 dall’università in piazza Sernesi e chiusura alle 20.30 con un intervento del premio Nobel per la pace Shirin Ebadi all’interno della Volxfesta sui prati del Talvera. I promotori invitano anche alla sottoscrizione di un appello per sostenere il movimento per le riforme in Iran che chiede nuove e libere elezioni, scarcerazioni e rispetto dei diritti umani.


Il Premio Nobel per la pace Shirin Ebadi in Bocconi


Un'iniziativa del Progetto "Sapere a tutto campo"

A Marco Cattini, docente di Storia economica in Bocconi, è spettato il compito di tracciare l’intenso profilo di Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace nel 2003, ospite il 15 giugno scorso in Università.
Di origine iraniana, Shirin Ebadi è stata chiamata nel 1975 a presiedere la corte urbana di Teharan, divenendo la prima donna giudice del suo paese, incarico che mantenne fino al 1979, quando la rivoluzione islamica escluse le donne dalla magistratura in quanto “troppo emotive per fare i giudici”.
Avvocato e docente all’università della capitale iraniana, oltre che autrice di libri e trattati sui diritti umani, e in particolare sui diritti dei bambini, Ebadi è considerata il massimo portavoce dell’Islam riformato e si batte da oltre vent’anni per il rispetto dell’uguaglianza di fronte alla legge, della libertà religiosa e di parola. Perseguitata e imprigionata, è stata anche sottoposta a un processo segreto per aver prodotto e diffuso una videocassetta sulla repressione anti-studentesca del luglio 1999.
Nel 2000, a seguito della sua partecipazione a una conferenza a Berlino sul processo di democratizzazione in Iran che provocò grande clamore e la pronta reazione dei poteri conservatori di Teharan, fu condannata a quindici mesi di carcere e a quindici anni di privazione dei diritti civili. La pena le fu abbonata grazie all’interessamento di Amnesty International.
Scelta per il suo impegno in difesa della democrazia e dei diritti umani, Shirin Ebadi inizia la sua ‘lezione’ agli studenti dell’Aula Magna sostenendo che “nessuna società merita di essere definita civile se i diritti delle donne e dei bambini non vengono rispettati. Nell’introduzione della Dichiarazione Universale dei diritti umani si parla di un mondo ideale, protetto dalla crudeltà, tuttavia nell’arco dei cinquantacinque anni trascorsi dalla sua approvazione l’essere umano non è mai rimasto al riparo dalle guerre. La paura e l’insicurezza dettati dai fatti avvenuti negli ultimi decenni nei paesi con regime totalitarista o sottosviluppati si sono estesi oggi anche ai paesi sviluppati”.
In un mondo dove un sesto della popolazione guadagna meno di un dollaro al mese, tragedie come fame, povertà, sottosviluppo, mancanza di sanità e medicinali continuano ad avanzare. Il motivo di tale situazione va ricercato, secondo Ebadi, nell’assenza di una radicale lotta per estirpare alla radice la causa delle guerre avvenute negli ultimi anni.
“Teoricamente, mezzi e strumenti (quali patti e accordi internazionali) sono stati creati allo scopo di eliminare la discriminazione razziale e religiosa e rispettare i diritti civili, politici, sociali e culturali, ma in pratica- sostiene Ebadi - la Carta dei diritti universali dell’uomo è diventata solo una raccolta di consigli per i diritti morali. Passeranno ancora molti anni prima che il mondo acquisisca veramente questi intendimenti”.
Senza la libertà non si arriva alla giustizia sociale, tuttavia la libertà da sola non può risolvere il problema della povertà. Il gap tra paesi sviluppati e sottosviluppati è, infatti, ancora grandissimo: in Sierra Leone la media di vita della popolazione è di 34 anni e mezzo, mentre in Giappone sale a 83 anni e mezzo; il reddito pro-capite dell’82% della popolazione dell’Uganda è meno di un dollaro al giorno, in Scandinavia, invece, la percentuale della disoccupazione si aggira al di sotto dell’1%; in Angola ogni 1000 nascituri muoiono 154 bambini per carenza di igiene e povertà, mentre in America l’indice di mortalità è tra l’1 e i 10 bambini su 1000 nati. Occorre un largo sostegno e l’allargamento della partecipazione mondiale per colmare questo gap e attuare precisi intenti a favore dello sviluppo.
Per Ebadi la concessione di prestiti e crediti per lo sviluppo di un paese è sì la strada più facile che si possa percorrere, ma è anche la più pericolosa e dannosa. In paesi dove tutto il potere è in mano a una sola persona o a un gruppo ristretto, concedere prestiti vuole dire favorire solamente il lusso di regimi totalitari e calpestare nel contempo i diritti delle persone che non sono membri del partito al potere o che fanno parte delle minoranze. In questo modo la democrazia viene ignorata e il popolo oppresso si trova a pagare imposte indirette e dirette per sdebitarsi di prestiti fatti ai propri dittatori e non all’intero paese: quasi un ottavo della popolazione mondiale nasce, infatti, già indebitata.
“Non risulta difficile capire - continua Ebadi - come nel momento in cui questi stessi dittatori vengono deposti, il popolo per anni oppresso guarderà con odio anche i paesi che hanno concesso tali prestiti, in qualità di complici nel prolungamento della loro disperazione”.
Per evitare che rabbia e rancore divengono nemici della ragione e si continui a creare insicurezza e violenza, Ebadi afferma che occorre esaminare se vengono rispettate le condizioni del prestito. Senza il rispetto dei diritti umani non si ha sviluppo economico. Libertà di parola e di stampa indipendente sono elementi tra i più importanti per la salute della società, in quanto in qualunque paese risultano essere l’unico vero ostacolo per non permettere al potere di approfittare del popolo.
L’intervento del Premio Nobel è proseguito con una menzione particolare alla condizione femminile: il potere che non dà importanza e peso alla partecipazione femminile ignora la metà della popolazione di un paese, prima ancora che ignorare le donne stesse. I diritti dell’essere umano, donna o uomo che sia, sono accessibili solo attraverso la democrazia e non vanno considerati in qualità di merce da importare. Il loro rispetto deve, quindi, fare parte della cultura nazionale e va sottolineato nella Carta di ogni paese. Ebadi ha concluso sostenendo che l’allargamento alla partecipazione mondiale si realizzerà solo “quando la Comunità internazionale deciderà di non concedere più prestiti, crediti e armi ai governi non democratici e in tal modo li costringerà a cambiare il loro sistema di governo”.
 Marianna Fragonara Ciancio
Profilo del premio Nobel pubblicato il 30/07/2004 nel sito http://www.viasarfatti25.unibocconi.it/notizia.php?idArt=727
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mercoledì, 01 luglio 2009


Crisi e manifestazione, gli aiuti in provincia di Bolzano arrivano in settembre



Attualmente 3 mila lavoratori vivono con un assegno da 850 euro mensili

Durnwalder rassicura i manifestanti: «Salvare i posti di lavoro»

 BOLZANO. Lo sconforto la faceva da padrone ieri mattina tra i manifestanti che si erano dati appuntamento davanti ai Palazzi della Provincia Autonoma. Tra bandiere rosse, bianche, azzurre e qualche tricolore circa duecento lavoratori e sindacalisti - in rappresentanza degli oltre 3 mila lavoratori che da mesi sono costretti in cassa integrazione dalle aziende altoatesine alle prese con la crisi - hanno inteso richiamare l’attenzione della politica sulla pesantissima situazione economica cui sono costretti a causa di questa precarietà che si sta protraendo nel tempo. Ufficialmente - come era già stato annunciato nei giorni scorsi dopo un primo incontro dei sindacati con l’assessore provinciale al lavoro Barbara Repetto ieri assente da Bolzano - non si trattava di una “protesta” bensì di “sollecito” a che l’amministrazione provinciale traduca in realtà gli annunci del pacchetto anticrisi di aprile. L’obiettivo pare essere stato raggiunto. Entro settembre il milione e 800 mila euro stanziato a favore dei cassintegrati di lungo corso potrebbe venire distribuito. Questo è quanto è emerso dall’incontro che metalmeccanici, sindacati confederali e delegazioni aziendali hanno avuto con il presidente della giunta Luis Durnwalder e l’assessore regionale Martha Stocker.
 Alla delegazione dei manifestanti Durnwalder ha illustrato i provvedimenti anticrisi varati dalla giunta, le misure a tutela del posto di lavoro e gli sforzi per ampliare il più possibile e innalzare l’indennità di cassa integrazione, anche con il sostegno della Regione. Durnwalder ha ripercorso il pacchetto di interventi avviati dalla Provincia per rilanciare l’economia e tutelare i lavoratori. Un impianto che prevede anche il sostegno dell’ente pubblico agli ammortizzatori sociali per cassaintegrati e lavoratori licenziati, la tutela delle famiglie e la promozione dell’occupazione: «Non è un pacchetto pensato solo per le imprese, perchè attraverso questi interventi si vogliono salvaguardare posti di lavoro e contenere gli effetti della crisi» ha ribadito. Inoltre il presidente ha ricordato ai sindacati l’ampliamento della cassa integrazione a tutti i lavoratori coinvolti, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, e - a sostegno delle famiglie - l’introduzione di nuovi calcoli del reddito nella concessione di mutui per l’edilizia abitativa. Gli uffici sono al lavoro anche per dare attuazione allo stanziamento di circa 2 milioni di euro quale sostegno al reddito dei lavoratori licenziati o in cassa integrazione. Da parte sua l’assessore regionale Martha Stocker, ha informato la delegazione circa le misure aggiuntive previste dalla Regione a favore dei lavoratori dell’Alto Adige. Si tratta di ulteriori 5 milioni euro che serviranno per innalzare le indennità di mobilità a 886 euro al mese, per estendere gli strumenti della cassa integrazione e della mobilità ai lavoratori atipici e non da ultimo per innalzare la quota della Cig, «anche se sull’entità dell’aumento si discuterà nello specifico gruppo di lavoro regionale» ha precisato l’assessore Stocker. Contestualmente si valuterà la concessione di un eventuale contributo per assicurare continuità di pagamento della pensione integrativa ai soggetti colpiti dalla crisi. Se ne parlerà in occasione della giunta regionale del 7 e 8 luglio.

Alto Adige 01-07-09
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martedì, 30 giugno 2009


Lotta al caro vita a Laives: il benestare alla nomina della commissione


 LAIVES. Si farà la commissione per studiare misure contro il carovita. L’assessore Bruno Ceschini lo ha preannunciato in consiglio comunale a margine della discussione sul nuovo piano commerciale per le medie strutture di vendita. «I gruppi consiliari mi propongano dei nominativi per la commissione - ha detto Ceschini - perché poi la insedieremo ed inizierà a lavorare».
 Carovita e concorrenza, nell’opinione dei consumatori dovrebbero andare a braccetto, nel senso che se c’è concorrenza tra i negozi, in teoria dovrebbero calare anche i prezzi. «Attenti - ha però spiegato il professor Pilati, che ha redatto il nuovo piano con il collega Linardi dello studio Giovanelli di Trento - perché non è così. In queste cose sono tanti gli elementi che concorrono e sarebbe opportuno che venissero organizzati dei tavoli di lavoro tra addetti del settore, operatori delle associazioni locali e giunta comunale, per elaborare strategie di Marketing urbano che non rientrano nei piani commerciali». È stata l’occasione per un accenno al grande centro commerciale di cui si è parlato a livello provinciale recentemente, un centro da 20 mila metri quadrati che dovrebbe sorgere nella zona di Bolzano e che i negozianti locali temono possa proprio arrivare in zona. «È vero che è in programma una cosa del genere a livello provinciale - ha spiegato il professor Pilati - ma a tutt’oggi, io stesso che ho contribuito alla predisposizione del piano provinciale, non saprei dire dove e quando arriverà. Si sa però che i 20 mila metri verranno tolti dal contingente totale della provincia».

Alto Adige 30-06-09
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giovedì, 18 giugno 2009



E ora io consumatore se voglio difendermi lo faccio con un click



 BOLZANO. Un sito Internet, un motore di ricerca, una raccolta di video, anzi tutte e tre le cose insieme. L’ultimo progetto realizzato dal Ctcu (Centro tutela consumatori e utenti),


il sito Internet www.prontoconsumatore.tv


appare assai ambizioso. Davanti ad un pubblico di curiosi e di addetti ai lavori Maurizio Albrigo, presidente Ctcu, ha illustrato ieri mattina il progetto. «Ci piaceva fare qualcosa di utile - ha detto - ma allo stesso tempo accattivante».
 «Abbiamo scelto quindi - ha proseguito - una struttura simile a YouTube. Ci sembrava un mezzo efficace per avvicinare anche i giovani a determinate tematiche di cui preoccuparsi».
 Il Centro tutela consumatori e utenti, struttura operante da quindici anni nel campo della tutela del consumatore, mira quindi a modernizzarsi e a creare sistemi di sempre più facile fruibilità.
 «Solo nell’ultimo anno abbiamo avuto 45.000 contatti - dice Walther Andreaus, altra guida del Ctcu -. Noi facciamo il massimo che possiamo ma non riusciamo sempre a seguire tutti contemporaneamente. Questo sito Internet potrebbe semplificare il lavoro».
 La piattaforma online, consultabile 24 ore al giorno, presenta notizie, interviste, discussioni nonché molti video che trattano casi specifici. E’ possibile anche interagire tramite commenti ai video, in perfetto stile YouTube.
 «Abbiamo dedicato particolare importanza anche all’aspetto della lingua - dice Kurt Duscher, realizzatore tecnico del sito - e tutte le parole chiave immesse daranno come risultato sia video in italiano che in tedesco. Questo perché il termine che cercheremo verrà tradotto automaticamente e quindi con un clic di mouse faremo una doppia ricerca. I video, però, non saranno bilingui».
 Andreaus ha dato una veloce dimostrazione pratica dell’efficienza del sito. Basta semplicemente immettere ciò che si vuole nell’apposito motore di ricerca e il gioco è fatto. La qualità dei video è paragonabile a quella in Hd di YouTube, lo stesso dicasi per il comparto sonoro.
 «Questo progetto - conclude Andreaus - è la nostra fetta di lavoro, rappresenta il 50% del potenziale che può offrire: il resto è realizzato dagli utenti con i loro interventi, domande, loto richieste e, in special modo, il loro apporto conoscitivo su determinate tematiche».
 La realtà interattiva pare essere, ormai, uno standard irrinunciabile e il nuovo sito del Ctcu non è solo al passo con i tempi ma è un fondamentale strumento per la tutela on-line dei consumatori.
Mangesh Gandini

Alto Adige 18-06-09
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mercoledì, 17 giugno 2009


Referendum elettorale giugno 09, per cosa si vota? ecco la lista dei quesiti e le spiegazioni

Presentazione dei quesiti
Il 1° e il 2° quesito: premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento
Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti.
Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata.
Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.
In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.
Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioé, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.
In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purché superino lo sbarramento.
All’esito dell’abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all’indicazione del “capo della forza politica” (il candidato premier) ed al programma elettorale.
Gli effetti politico-istituzionali del 1° e del 2° quesito
Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica. La frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione. Con l’effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione.
Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza.
Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi. E sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Lo scioglimento del Parlamento una volta che è entrata in crisi una maggioranza votata compattamente dagli elettori potrebbe essere politicamente molto probabile.
L’eliminazione di composite e rissose coalizioni imporrà al sistema politico una sterzata esattamente opposta all’attuale. Piuttosto che l’inarrestabile frammentazione in liste e listine, minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti, il nuovo sistema imporrà una notevole semplificazione, lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non intendano correre per ottenere una maggioranza di Governo, purché abbiano un consenso significativo e superino la soglia di sbarramento.
Il 3° quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica
Un terzo quesito referendario colpisce un altro aspetto di scandalo. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”). Questi, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Se sceglie per sé il seggio “A” favorisce l’elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione “B”; se sceglie il seggio “B” favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione “A”. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione!
E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Inoltre i parlamentari subentranti (1/3, come si è detto) debbono la propria elezione non alle proprie capacità, ma alla fedeltà ad un notabile, che li premia scegliendoli per sostituirlo.
Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.



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http://pasquale1.wordpress.com/2009/04/29/referendum-elettorale-giugno-09-per-cosa-si-vota-ecco-la-lista-dei-quesiti-e-le-spiegazioni/
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martedì, 16 giugno 2009


La «Family Card» gradita e prorogata


di Bruno Canali

LAIVES. Alla fine del prossimo mese di agosto scadrà la Family Card e già adesso l’Ufficio servizi generali del Comune ha diramato l’avviso a tutti gli interessati che è tempo di rinnovare eventualmente la richiesta per ottenerla. La Family Card era stata istituita lo scorso anno per andare incontro concretamente alle famiglie numerose, quelle con tre o più figli, che proprio per questo hanno un peso in più da sostenere nell’economia quotidiana. Grazie alla Family Card, queste famiglie - che sono numerose sul territorio comunale - godono di interessanti agevolazioni.
 Vediamo prima di tutto però che cos’è la Family Card e perché è stata istituita dal Comune di Laives. «L’idea è nata da una richiesta dell’associazione famiglie numerose - dice l’assessora alle politiche sociali Liliana Di Fede - e dopo una valutazione della questione, abbiamo deciso che, effettivamente, era importante dare un segnale concreto di riconoscimento anche al ruolo sociale che queste famiglie svolgono. Una famiglia con tre o più figli, come si può immaginare, deve affrontare anche notevoli spese di mantenimento. Così abbiamo istituito la Family Card».
 Questa agevolazione è rivolta alle famiglie che, come detto, abbiano tre o più figli a carico e denuncino un reddito annuo non superiore a 60 mila euro. Ogni famiglia con queste caratteristiche riceve la Family Card se ne fa richiesta presso lo sportello del cittadino in municipio. La si riceve gratuitamente dopo avere compilato un modulo che è anche scaricabile da sito internert del Comune di Laives. Per la fase di avvio, ben 130 famiglie hanno ottenuto lo sconto del 30% sulle tariffe relative al servizio di ristorazione scolastica e 46 per quello dell’asilo nido.
 Ma l’efficacia della Family Card si estende anche oltre i servizi offerti dal Comune: hanno infatti aderito anche diverse delle principali associazioni comunali. Così ad esempio, chi ha la Family Card e vuole iscrivere i figli a qualche corso delle associazioni oppure vorrebbe avere un abbonamento a teatro, non dove fare altro che mostrarla all’atto dell’iscrizione e otterrà lo sconto del 30%. Per la mensa scolastica comunque non serve, perché già è prevista l’agevolazione tariffaria per le famiglie numerose. All’inizio, anche per testare il funzionamento e il gradimento, era stato fissato il termine dell’agosto di quest’anno; vista la soddisfazione degli utenti, il Comune ha deciso di procrastinare l’iniziativa anche per il futuro.

Alto Adige 16-06-09

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mercoledì, 03 giugno 2009

"Papà, vuoi fare una maratona con me? "


Un giorno un figlio dice al padre: "Papà, vuoi fare una maratona con me? " - E il padre ha detto 'sì'.

Entrambi corsero la loro prima maratona.

 Ancora una volta, il figlio chiede: "Papà, vuoi fare una maratona con me? " - E il padre ha detto 'Sì,figlio mio.

 Un giorno, il figlio chiede al padre:"Papà, vuoi farei'l Ironman con me? "

L'Ironman è il triathlon più difficile che esiste : (4 km nuoto, 180 km in bicicletta e 42 km corsa) E il papà ha detto 'sì'


La storia sembra semplice. Fino a quando non si guardano queste immagini ... grande lezione di amore e di umanità ... RISPETTO



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martedì, 02 giugno 2009

“eARTh vision: Arte e sociale dialogano”


E dal 4 giugno a Bolzano arte e sociale si fondono


Una mostra internazionale fa tappa a Bolzano. È in arrivo “eARTh vision: Arte e sociale dialogano”, dal 4 al 19 giugno che farà tappa a Bolzano nella sede dell’Università. Arte come linguaggio universale per contribuire alla reciproca comprensione. Il 9 giugno il tema sarà evocato da una performance con la partecipazione di artisti, funzionari delle istituzioni pubbliche, dirigenti del sociale, uniti per un giorno insieme allo scopo di dare vita ad una scultura collettiva. Antonio Lampis, Liliana Dozza, Karl Tragust, Giorgioppi , e molti altri daranno vita ad una scultura che sarà poi collocata in un luogo della città per esaltare il suo carattere simbolico. La mostra di opere invece raccoglie opere di artisti disabili da vari paesi del mondo, dal Giappone, Corea del Sud, Australia Etiopia, Inghilterra, Svizzera, Brasile, provincia di Bolzano. L’apertura del 4 giugno prevede un convegno sul tema “Arte e sociale in dialogo”, con l’obiettivo di “mettere sotto i riflettori l’arte realizzata da persone disabili - anticipa Reinhard Gunsch della Ripartizione politiche sociali provinciale - con lo scopo di promuovere l’arte come forma di dialogo, favorire l’inserimento sociale dei disabili, mostrarne la capacità artistica e di produrre valore attraverso visioni innovative”. La mostra negli altri stati è stata esposta all’interno di manifestazioni del settore dei servizi sociali, mentre a Bolzano la mostra si apre per la prima volta al grande pubblico.
 La finalità è di dare visibilità ai talenti nascosti di persone diversamente abili, far emergere il contributo artistico che essi sono in grado di fornire alla società, confrontarsi con il mondo dell’arte. L’esposizione persegue diversi obiettivi: promuovere l’incontro fra identità e culture; rendere visibili realtà e quotidianità della disabilità in diverse regioni del mondo attraverso l’espressione artistica; proporre l’arte come strumento per promuovere lo sviluppo della personalità e l’integrazione sociale dei soggetti disabili; creare una rete globale di contatti. La mostra si pone come un momento di aggregazione fra diversi “attori”: attori esterni e cioè i rappresentanti del mondo dell’arte e della cultura, i media, il pubblico partecipante, il pubblico non partecipante; attori interni e cioè gli operatori del settore dei servizi sociali, i disabili, gli operatori scolastici e universitari, gli artisti, gli studenti. (r.rin.)

Alto Adige 31-05-09
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venerdì, 29 maggio 2009



Caro-tariffe, raccolte più di 10 mila firme



Centro consumatori: «Indecenti» Mussner: «Park in giunta l’8 giugno»

di Valeria Frangipane

 BOLZANO. «Abbiamo superato le 10mila firme». La petizione a Durnwalder, Theiner e Spagnolli per abbassare il prezzo del park dell’ospedale ha raccolto in 20 giorni più di diecimila firme: «Adesso il ticket deve scendere da 1,20 a 0,50 l’ora». L’assessore Mussner che lavora perchè la Provincia riscatti la concessione dell’impianto spiega che tutto è pronto: «La nostra proposta va in giunta l’8 giugno».
 Walther Andreaus, direttore del Centro consumatori che insieme a Cgil, Cisl, Asgb, Kvw e Nursing up, porta avanti la protesta dice di non aver mai visto in venticinque anni nulla di simile: «Di solito è sempre difficile raccogliere firme, qui abbiamo il problema contrario».
 Mussner vuole accorciare i tempi: «So bene che la protesta è esplosa, l’8 giugno porterò la proposta in giunta. Il nostro obiettivo è quello di rilevare la concessione per abbassare le tariffe». Tariffa che, ricordiamo, rischia di salire a 1,80 l’ora. Roberto Rossin, presidente della Hospital Parking, spiega che la società che ha in gestione l’impianto per i prossimi 30 anni accusa delle fortissime perdite: «Avevamo deciso che dal 1º marzo la tariffa sarebbe passata ad 1,80 euro l’ora. Abbiamo aspettato che la Provincia decidesse cosa fare ma non possiamo attendere ancora».
 Andreaus rincara la dose.
 «È assurdo, vergognoso ed inaudito pensare di guadagnare sulla pelle dei malati e dei loro familiari. Il prezzo richiesto è esorbitante. E poi è intollerabile che il parcheggio per andare al cinema nella nuova multisala costi 1,50 euro per 4 ore quando i malati ne devono sborsare 4,80». Il Ctcu e di sindacati spiegano che si tratta di una vera e propria rivolta dei consumatori: «La Hospital Parking non deve dare occasione ai privati di lucrare sulla pelle altrui. La gente non ne può più di questo salasso. Non ne può più di pagare 1,20 per 1 ora che diventano 2,40 se solo ti fermi 5 minuti in più. Che salgono a 3,60 per 3 ore, a 4,80 per 4 ore ed arrivano a 6 euro per 5 ore».
 La petizione firmata da più di diecimila persone parla chiaro. «Chiediamo che il tetto massimo di spesa torni a 0,50 l’ora. Vogliamo che sia inserita una soglia di tolleranza che non faccia scattare immediatamente l’ora successiva perché non è possibile che chi entra l’ospedale per ritirare un referto e ci sta 20 minuti paghi il prezzo intero. Pretendiamo che tornino in superficie dei parcheggi a disco orario, che il servizio di bus sia potenziato come ci avevano promesso sia il sindaco che l’assessore Ladinser e come invece non è successo». E c’è dell’altro. «Donne con bambini (ma anche invalidi) sono costrette a percorrere lunghi tratti a piedi per arrivare alle casse, una vera indecenza. E poi è stata abolita la possibilità di parcheggiare gratis nei fine settimana per non parlare di chi perde il biglietto che si trova a dover pagare 21,10 euro (37 ore di parcheggio!)». Pollice verso anche per il calcolo del tempo. «Gli orologi sono sballati sia in entrata che in uscita». Il Ctcu ricorda che per firmare la petizione (fino al 15 giugno) è possibile recarsi in via Dodiciville 2, ritirare cartolina, cliccare su www.centroconsumatori.it, firmare al parcheggio o presso le sedi delle associazioni promotrici.

Alto Adige 29-05-09
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giovedì, 28 maggio 2009

A San Giacomo

«Linee Sasa 10A e 10B  »


Chiesta pure corsa per l’ospedale attraverso via Resia

 LAIVES. Il problema dei collegamenti pubblici ha fatto in maniera che una volta tanto maggioranza e opposizione in consiglio fossero in sintonia. Così è stata approvata una mozione del Pdl che chiede di portare la linea 10 A e 10B della Sasa fin nel centro di San Giacomo. Oggi questa linea raggiunge Maso della Pieve per poi dirigere verso via Resia oppure, viceversa, verso Oltrisarco. Secondo i presentatori della mozione, se si ottenesse invece la modifica indicata, per la gente di San Giacomo sarebbe più facile e meno laborioso raggiungere l’ospedale di Bolzano senza trasbordi da un autobus all’altro.
 Questa richiesta è stata anche integrata con la proposta che a sua volta ha avanzato in aula consiliare il verde Paolo Zenatti: «Sarebbe opportuno chiedere alla Sasa una sorta di linea 2 A e B - ha spiegato - che in determinati orari della giornata vada direttamente verso l’ospedale di Bolzano passando per via Resia. In questa maniera servirebbe anche gli abitanti di Bronzolo e Laives, non solo quelli di San Giacomo. Va inoltre tenuto presente che dal prossimo anno l’Istituto pedagogico di Bolzano dovrebbe spostarsi in fondo a via Resia e per i tanti studenti locali che lo frequentano diventerebbe un disagio in più doverlo raggiungere con il sistema di collegamenti pubblici attuale». La giunta ha fatto proprie queste indicazioni garantendo che si farà parte attiva nei confronti di Provincia e Sasa per cercare di avere queste modifiche delle linee che servono il popoloso territorio a sud della città di Bolzano. Con quale successo ancora non è dato sapere. (b.c.)

Alto Adige 28-05-09
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mercoledì, 27 maggio 2009



Giornata del sollievo in musica


 BOLZANO. Domani si celebra a Bolzano, come in molte altre città italiane, l’ottava “Giornata nazionale del sollievo”. Si tratta di una manifestazione patrocinata dal Consiglio dei ministri e dalla Conferenza Stato - Regioni per sensibilizzare la popolazione sul problema dei malati che quotidianamente soffrono a causa di una malattia inguaribile e sulla necessità di dare loro delle cure adeguate.


 Per l’occasione l’Associazione “Il Papavero - der Mohn”, organizza un concerto con la “Homeless band”, gruppo di giovani musicisti della città, proprio per far giungere questo messaggio anche ai ragazzi. Il concerto si terrà domani al Parco Europa con inizio alle ore 20.30 ed i ragazzi, così come le loro famiglie, sono invitati ad intervenire in massa. Ricordiamo che all’ospedale di Bolzano nell’ambito della divisione di geriatria è operativo da tempo il reparto di cure palliative, guidato dal dottor Massimo Bernardo.
 E ricordiamo che l’Associazione “Il Papavero” si occupa di promuovere e diffondere conoscenza, cultura e ricerca in cure palliative; di assistere malati e loro famiglie; di proporre le strutture necessarie e di sostenere quelle operanti; di promuovere incontri e corsi per la formazione di volontari e interessati; di istituire borse di studio per la formazione nell’ambito delle cure palliative; di promuovere attività di raccolta fondi destinati all’associazione. Il tutto, per diffondere la cultura delle cure palliative. Ossia l’approccio globale ai problemi dei malati gravi e terminali. Pazienti che oltre al disagio fisico devono curare quello spirituale, psicologico, sociale. Perché malato e parenti devono sapere che qualcun li aiuta, devono avere dei punti di riferimento, sempre presenti. L’associazione ha scelto come nome e come simbolo quello di un papavero e lo ha fatto per due motivi: perché il papavero è un fiore delicato, fragile, ma allo stesso tempo forte, come chi lotta contro la malattia; e poi è l’infiorescenza da cui si estrae l’oppio, da cui, a sua volta, viene ricavata la morfina, che sta alla base delle cure contro il dolore.
 Fino a due o tre anni fa parlare di cure palliative era difficoltoso; palliativo, in italiano, è sinonimo di inutile, di qualcosa che non serve a nulla. Poi però, qualcosa si è mosso e adesso i soci dell’associazione sono centinaia. “Il Papavero - Der Mohn” ha sede in via Renon 1; tel. 0471 051909; www.ilpapaverodermohn.it; e-mail: ilpapaverodermohn brennercom.net.

Alto Adige 27-05-09
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martedì, 26 maggio 2009


Il Sudamerica secondo Frei Betto


Oggi a Bolzano il noto teologo della liberazione che contesta Lula

LUCA STICCOTTI

Frei Betto, uno degli uomini-simbolo del Brasile, oggi è a Bolzano su invito del Centro per la Pace per un dialogo con il noto giornalista Maurizio Chierici (ore 18 aula magna della Libera Università). Betto avrà anche incontri istituzionali con il sindaco Luigi Spagnolli e con il presidente della Provincia Luis Durnwalder.

 Betto ha vissuto una delle pagine più dolorose e inquietanti della storia brasiliana. Nel 1969 un gruppetto di domenicani venne arrestato dalla dittatura perché accusato di essere vicino al leader comunista Marighella. Frei Betto aveva vent’anni. Fu testimone degli orrori del carcere Tiradentes a San Paolo. I domenicani vennero orribilmente torturati. Quando venne liberato Betto scrisse le memorie di quel trauma, che divenne per il Brasile un vero e proprio trauma collettivo. I suoi libri, “Battesimo di sangue” e “Dai sotterranei della storia” ebbero un successo mondiale. I domenicani uscirono a pezzi da quell’esperienza. Il leader del gruppo, Frei Tito de Alencar Lima, provò a fuggire dai fantasmi dei torturatori e riparò in Francia. Non resistette a lungo: si impiccò infatti ad un albero lungo la Senna.

 Betto racconta lucidamente le torture subite da Tito: «Per tre giorni appeso al pauda-arara (uno strumento di tortura) o seduto sulla “sedia del drago” fatta di placche metalliche e fili, ricevette scosse elettrice alla testa, ai tendini dei piedi, alle orecchie. Gli dettero legnate sulla schiena, sul petto e sulle gambe, gonfiarono le sue mani con staffilate, lo vestirono con i paramenti e gli fecero aprire la bocca per ricevere quela che loro chiamavano in maniera sprezzante “l’ostia consacrata”, cioè scariche elettriche sulla lingua».

 Ora su quella vicenda drammatica, raccontata da Betto in Battesimo di sangue, è uscito in Brasile il film-denuncia che è balzato in fretta ai primi posti nelle classifiche nazionali dei film più visti.

 Frei Betto è uno dei grandi protagonisti della teologia della liberazione latinoamericana, uno dei più prolifici scrittori (ultimamente è diventato anche romanziere di successo) e uno dei punti di riferimento a livello mondiale per i movimenti che si battono sognando un mondo più giusto in cui tutti possano veder tutelati i propri diritti.
 Per questo motivo il presidente del Brasile Lula, durante la prima fase del suo governo, ha nominato Betto consigliere speciale per il progetto “Fame zero”. Il teologo si poi è dimesso, in contrasto con la politica economica portata avanti dal vecchio amico e fondatore del Partito dei lavoratori rurali.

 Il tema che affronterà Betto a Bolzano riguarda il cambiamento che è avvenuto in questi ultimi anni in America Latina, un cambiamento di enormi proporzioni. La fine delle dittature che si sono succedute in molti stati ha prodotto un rilancio dei movimenti e dei partiti politici che erano stati oppressi ed emarginati. Betto verrà intervistato da un noto giornalista italiano, Maurizio Chierici, inviato del Corriere della Sera per molti anni in America Latina e poi come giornalista dell’Unità. Chierici ha scritto molti libri sul continente latinoamericano e molti approfonditi reportage sulle grandi novità che stanno caratterizzando questi ultimi anni.

Alto Adige 26-05-09
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lunedì, 25 maggio 2009


Finardi, le emozioni raddoppiano



A quelle private si aggiungono quelle musicali davanti a 2000 fans

LUCA STICCOTTI

 BOLZANO. «Il successo è una cosa che capita per caso, non quando lo si cerca in modo spasmodico. La mia carriera è di fatto il lungo diario della crescita di un uomo, dei suoi accadimenti, del suo inconscio, del suo impegno. E tra le cose più significative, che mi hanno cambiato la vita, c’è senz’altro la nascita di mia figlia Elettra, nel 1982, affetta da sindrome di Down».
 Il concerto di Eugenio Finardi a Bolzano, ospite d’onore per i 30 anni dell’associazione Amici degli Handicappati ha avuto un preludio toccante nel pomeriggio di sabato. Al Centro Lovera di viale Europa si sono ritrovati vecchi fan, alcuni diversamente abili con le loro famiglie, poi giovani e giovanissimi, curiosi di conoscere un artista che ha fatto la storia della canzone d’autore italiana. L’incontro con Finardi è stata un’occasione privilegiata per conoscere l’uomo che sta dietro tante canzoni che hanno fatto parte della vita di molti di noi. Fin dalle prime parole l’autore milanese non ha nascosto la complessità del suo percorso, personale ed umano, e la ricchezza di significato che da essa ne è derivata. La doppia nazionalità, italiana e statunitense, l’origine tedesca della madre, gli inizi in un’epoca caratterizzata da grandi fermenti. I primi anni di rocker nell’Italia in trasformazione. Poi gli anni’80, del riflusso, della crisi creativa e della nascita della primogenita, con la necessità di confrontarsi con un orizzonte diverso da quello del successo e delle 200 date annue di tour nei palaport. Il percorso artistico di Finardi è stata conseguenza diretta di una vicenda umana faticosa. Poi la rinascita degli anni ’90, con prima la ricerca spasmodica di rientrare dall’ingresso principale nel mondo dello spettacolo e la scelta poi di ricercare dentro di sé le vere aspirazioni, una sincerità “vera” fino in fondo.
 L’artista ha concluso il suo intervento al Lovera sollecitando i presenti a dialogare, partendo da un interrogativo che la dice lunga sul nuovo rapporto che l’uomo Finardi ha instaurato con i compromessi della vita. «Fino a che punto è giusto» ha domandato, «aiutare le persone disabili a stare bene, crescere, sviluppare intelligenza e senso critico, se poi questo percorso produce come risultato la sofferenza atroce di essere effettivamente consapevoli della propria condizione?».
 La giornata bolzanina di Finardi è quindi proseguita in serata al Parco Europa davanti a più di 2000 persone, accorse per ascoltarlo. Un successone: entusiasti gli organizzatori, sorpreso e lusingato il cantante milanese, che in 2 ore ha sciorinato nella prima parte una serie di ballate, tra esse la bellissima “Verranno a chiederti del nostro amore” di De Andrè, poi alcune tra le canzoni dedicate alle donne come “Katia” e “Laura degli Specchi”. La prima virata musicale è giunta con la proposta di una serie di canzoni tratte dall’album “Anima Blues”, con la band in primo piano a scaldare il pubblico per il gran finale affidato a “Diesel”, “Extraterrestre” e naturalmente “Musica ribelle”. I musicisti accanto al cantante e Finardi stesso hanno manifestato, forse anche insieme al pubblico, un certo imbarazzo nell’interpretare le canzoni citate, trasudanti echi di un’epoca lontana.
 Ma la festa richiedeva questo. Lo ha detto Finardi stesso salutando il pubblico. E’ proprio la tenacia e la forza dell’idealità che motiva ancora dopo trent’anni le tante persone che si spendono per far vivere l’Associazione Amici degli Handicappati. Lì certe cose sono ancora vive, eccome, ed è per questo che è stato giusto fare festa, anche con la “Musica ribelle”.
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giovedì, 21 maggio 2009

Disabili e lavoro, parte il terzo «premio integrazione»


BOLZANO. Torna anche quest’anno, per la terza volta, il «premio integrazione lavorativa», a cui possono partecipare le aziende che occupano persone disabili e che hanno attivato, nell’ambito della propria organizzazione, particolari iniziative per favorirne l’integrazione lavorativa. Per presentare le candidature c’è tempo fino al 30 giugno.
 Le aziende interessate a partecipare al concorso devono presentare la propria candidatura alla Ripartizione lavoro utilizzando il modello presente sulla homepage www.provincia.bz.it/lavoro. Le candidature saranno esaminate da un apposito comitato. La scadenza per la presentazione delle domande è il 30 giugno 2009. «Il premio integrazione lavorativa - sottolinea l’assessore al lavoro Barbara Repetto - consiste in una somma di denaro pari a 5000 euro che viene destinata annualmente ad una azienda che si dimostra particolarmente sensibile nell’ambito dell’integrazione dei lavoratori disabili all’interno della propria organizzazione. Si tratta quindi di evidenziare iniziative di supporto al clima aziendale, l’istituzione di postazioni di lavoro particolarmente attrezzate per la rimozione di ostacoli all’impiego di persone disabili o altre misure che favoriscono l’integrazione lavorativa». In provincia di Bolzano oltre 1800 persone disabili sono stabilmente entrate nel mercato del lavoro.

Alto Adige 21-05-09
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mercoledì, 20 maggio 2009

«Via le barriere»  Disabili e architettura



 BOLZANO.  Oggi, Si-Mo Sicurezza&Mobilità, il centro di consulenza e documentazione sull’eliminazione delle barriere architettoniche e consulenza abitativa per anziani, organizza il convegno “Design for All & the City“. Il convegno vuole approfondire il concetto del “Design for All” nella sua concreta applicazione riguardo l’adattamento dell’esistente e la pianificazione futura nella progettazione architettonica di città e comuni. L’incontro si svolgerà oggi, dalle 9 alle 13, nell’aula SER-D1.03 della Lub. Considerando gli imminenti piani d’adattamento dei Comuni dell’Alto Adige, il convegno “Design for All & the City“ è di particolare attualità per progettisti, tecnici comunali e tutti gli altri interessati. I relatori presenteranno pratici esempi per la progettazione accessibile dello spazio pubblico in Europa e in Italia.


Alto Adige 20-05-09
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domenica, 17 maggio 2009



  Ora «Convivenza, nuovi passi avanti»


MARCO RIZZA

ORA. Due anni di lavoro, un questionario mandato a tutte le famiglie, un gruppo «di contatto» di 15 persone. È stato un impegno serio, quello per arrivare alla definizione delle «linee guida» per il futuro di Ora. Ma ora sono pronte e saranno presentate martedì con una festa in piazza Lona. Tra i punti più caldi: la convivenza e lo sviluppo del paese dopo la circonvallazione.
 Nel tardo autunno del 2006, presso la Haus der Vereine, prendeva il via il progetto «Linee guida per Ora». Due anni di continuo cammino, come dice adesso il sindaco Roland Pichler: «La cosa più importante di questo progetto è che è nato dal basso - racconta -. Abbiamo avuto un mare di incontri con la popolazione nel corso dei quali ciascuno ha potuto dire la sua. Abbiamo mandato un questionario a tutte le famiglie e più della metà ci hanno risposto. Abbiamo attivato un gruppo “di contatto” di una quindicina di persone che per due anni ha raccolto le segnalazioni. Quindi tutto quello che è contenuto oggi nelle Linee guida arriva dalla base e non dall’alto». E i temi di interesse certo non mancano. Per citarne solo due, nel corso degli incontri sono emerse le proposte per il paese dopo la circonvallazione e per migliorare ulteriormente la convinvenza: «Qui a Ora i rapporti tra i due gruppi sono ottimi - prosegue Pichler -, anche per la lunga tradizione del paese come luogo di passaggio tra nord e sud: in fin dei conti da noi sono sempre scesi i trentini della val di Fiemme... Anche tutte le polemiche di queste settimane sulla toponomastica o l’inno di Hofer da noi non sono arrivate. E la gente ci chiede di fare ancora di più, nelle scuole, nelle associazioni, nella società».
 La conclusione dei lavori e il prodotto finale sono, per Ora, così importanti che la presentazione non avverrà con una normale assemblea pubblica. Si è deciso invece di costruire intorno alla presentazione una vera festa (l’appuntamento è per questo martedì alle 20 in piazza Lona), con 3-4 associazioni locali che si occuperanno della musica e dell’intrattenimento e l’offerta di gastronomia tipica. Nel mezzo della festa i collaboratori del gruppo di lavoro presenteranno le linee guida. In realtà si tratterà più che altro di «istruzioni per l’uso» perché nel fine settimana le «Linee guida» arriveranno, sotto forma di volumetto, a casa di tutte le famiglie.

Alto Adige 17-05-09
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venerdì, 15 maggio 2009



Individuati  dalla Röchling 120 lavoratori per la Cig


Riceveranno una lettera a casa Albrigo: «Tensioni inevitabili»

Altri 35 dipendenti saranno demansionati Unica nota lieta: da settembre fatturato in leggero aumento

LAIVES. Individuati dalla Röchling i 120 lavoratori dello stabilimento di Laives che saranno messi in Cig a 0 ore. «A giorni - conferma Maurizio Albrigo della Cisl - saranno inviate le lettere agli interessati. I sindacati hanno condiviso i criteri, ma la scelta è stata dell’azienda». Non sono da escludere momenti di tensione, perchè operai e impiegati dovranno fare i conti con una forte riduzione degli stipendi. L’unica consolazione è la ripresa del settore auto: a settembre è previsto un aumento, rispetto al pianificato, del 20%.
 Dopo aver firmato l’accordo, la scorsa settimana, i vertici aziendali si sono ritrovati ieri con la Rsu e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Ai sindacati è stato sottoposto l’elenco dei profili professionali in esubero alla luce dell’annunciata riorganizzazione interna, che prevede l’accorpamento di diverse isole produttive e la soppressione di alcuni reparti. I criteri a cui ha fatto riferimento la direzione della Röchling per stilare l’elenco sono i carichi familiari, l’anzianità di servizio e le esigenze tecnico-organizzative. Ovviamente si è tenuto conto anche della versatilità dei dipendenti. Le lettere partiranno a giorni e sono destinate a provocare inevitabilmente tensioni. «Sarà difficile spiegare ad un lavoratore - ammette Albrigo - perchè è toccata a lui e non ad un altro. I criteri sono oggettivi, ma non sempre di facile comprensione». Anche perchè i 120, fra operai e impiegati, interessati dal provvedimento (dovrebbe scattare dal primo giugno) non percepiranno - per almeno un anno - più di 1000 euro. Non sono state prese ancora decisioni, invece, per i 35 lavoratori che saranno messi in mobilità. «Non saranno licenziati - precisa Albrigo - ma potranno restare in azienda con altre mansioni, ad un livello inferiore». Per l’individuazione di questi ultimi non è stato ancora fissato un termine. Per i lavoratori inizia ad intravedersi, peraltro, la luce in fondo al tunnel. «Ci è stato comunicato - conclude Albrigo - che si notano i primi segnali di una lenta ripresa, soprattutto per le auto medio-piccole. A settembre la Röchling prevede un fatturato superiore del 20% rispetto a quello pianificato ad inizio anno. Ciò significa che soprattutto gli operai del reparto produzione potrebbero rimanere in Cig a 0 ore per meno mesi del previsto». (max)

Alto Adige 15-05-09
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venerdì, 15 maggio 2009

Oggi l’incontro fra «I ragazzi del venerdì» e Argo Dog Therapy



La lezione degli addestratori

 BOLZANO. Il rispetto per gli animali, l’amore per loro e l’interesse per quello che gli amici a quattro zampe possono regalare, in senso sociale, possono essere al centro di un... passatempo. Esageriamo nel parlare di “passatempo”, ovviamente, perchè il passatempo in questione è in realtà il trascorrere un tempo formativo, di crescita caratteriale. In questo ambito il gruppo denominato “I ragazzi del venerdì” di Ora, in collaborazione con la scuola di educazione cinofila Argo Dog Therapy di Bolzano, ha organizzato per oggi un incontro-dimostrazione con i cani e i loro conducenti. L’incontro si terrà nel piazzale antistante la nuova aula magna vicino alla scuola elementare, in via Truidn a Ora e ha lo scopo di fare avvicinare animali e giovani, con dimostrazioni pratiche ed esercizi di abilità. La manifestazione inizierà alle ore ore 15.30, durerà qualche ora e la partecipazione è libera e aperta a tutti, in modo particolare a ragazzi e giovani.
 Ma chi sono “I ragazzi del venerdì”? E’ un gruppo nato l’11 febbraio 2006 e la cui attività si svolge nella sala Don Bosco della parrocchia in lingua italiana di Ora. Il gruppo è formato da ragazzi di età compresa tra 11 e 18 anni che, nel periodo scolastico, si ritrovano tutti i venerdì sera dalle 20 alle 22. Le serate del venerdì vengono normalmente suddivise in due fasi: la prima (creativa) in cui si lavora o si discute, e la seconda (distensiva) in cui si gioca, si ascolta musica e si chiacchiera. Il gruppo è nato grazie alla richiesta di alcuni genitori, che avendo trascorso parte della loro infanzia tra le mura dell’oratorio Don Bosco, sentivano il bisogno di far provare tale esperienza anche ai loro figli. Tramite l’intercessione di don Luciano, l’attuale coordinatrice del gruppo, Elisabetta Patton, aiutata da Marco Lunz, ha dato vita ai “Ragazzi del venerdì”. Molto importante è il sostegno dato dal Gruppo Anziani di Ora, in modo particolare alla presidente Luisa Kasal, che specialmente nella fase iniziale ha contribuito in modo concreto affinché il gruppo prendesse vita.
 All’inizio i ragazzi che partecipavano al gruppo erano solo quattro o cinque, ma già al termine del primo anno di attività sono arrivati ad essere una decina; il secondo anno sono diventati una quindicina, mentre per l’anno in corso sono arrivati a superare le 20 unità. Attualmente il gruppo è diretto sempre da Elisabetta Patton, coadiuvata da Leda Rossi, Mario de Concini e Tullio Bonazzo. Da quest’anno è partito anche un’incontro settimanale il mercoledì sera dalle 20 alle 21.30.

Alto Adige 15-05-09
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venerdì, 15 maggio 2009



Appello del vescovo per la convivenza «No alle tensioni»


Il presule: sommo bene che non dev’essere messo mai in pericolo Sul tema è in arrivo una lettera pastorale


 BOLZANO. “E’ un segno di responsabilità di tutti non alimentare tensioni etniche attraverso azioni e parole”. Il vescovo Karl Golser parla chiaro. “Il sommo bene della convivenza pacifica non deve essere messo in pericolo, così, con leggerezza”, dice monsignor Golser. Sulla convivenza il presule aveva già avuto modo di dire la sua nei mesi scorsi. «Dobbiamo crescere insieme e per farlo occorre conoscersi, avere più possibilità ed occasioni di incontro. Purtroppo alcuni partiti politici lavorano per creare nemici: questa è una strada sbagliata», così il vescovo. A breve sul tema potrebbe arrivare una lettera pastorale.
 “Cristo è la nostra pace e noi siamo chiamati a essere portatori di pace”, ha detto il vescovo Karl Golser durante la messa nella chiesa dell’abbazia di Novacella nell’ambito del pellegrinaggio notturno organizzato dalla Kmb (Katholische Männerbewegung). Nel corso dell’omelia il presule ha sollecitato che fede e amore verso il prossimo siano sfidati dalla sempre più crescente tendenza a eliminare una vera religiosità cristiana. “Aiutiamoci a capire il messaggio di amore del Cuore di Gesù e ad essere sempre più attaccati a lui e radicati in lui”, ha detto il vescovo. Quest’ultimo, durante l’omelia, è intervenuto anche sugli sviluppi, tutt’altro che pacifici in tema di rapporti tra gruppi linguistici in Alto Adige. “È un segno di responsabilità di tutti, non alimentare tensioni etniche attraverso azioni e parole. Il sommo bene della convivenza pacifica non deve essere messo in pericolo con leggerezza”, questo il monito di Golser, che mai ha fatto mistero di voler svolgere il suo mandato episcopale nel solco tracciato dai predecessori, Gargitter ed Egger.
 Le prime parole da vescovo, appena nominato nel dicembre scorso da Papa Ratzinger furono: «Cristo ha abbattuto i muri che dividono gli uomini. Intendo parlare di tutti i gruppi linguistici sul territorio, compreso chi è arrivato negli ultimi anni e desidera vivere in pace con noi». Poi indugia a lungo su San Paolo, sulla lettera in cui è scritto: «Egli (Cristo, ndr) è infatti la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in sé stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce». E poi ancora, pochi giorni prima della consacrazione: «Dobbiamo crescere insieme e per farlo occorre conoscersi, avere più possibilità ed occasioni di incontro. Purtroppo alcuni partiti politici lavorano per creare nemici: un errore», così il vescovo. E per dare un segnale forte agli altoatesini a breve sul tema delle convivenza potrebbe arrivare una lettera pastorale. (m.dal)


Alto Adige 15-0509
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giovedì, 14 maggio 2009


Dall’asilo nido al doposcuola all’Alumix arrivano i bambini


Giardinetto esterno e palestra a disposizione pure delle associazioni


BOLZANO. In zona industriale stanno per arrivare i bimbi, ossia i figli di chi lavora nei dintorni di via Volta: Iveco, Acciaierie, Autocity e consorzi vari. La Provincia, infatti, il prossimo aprile comincerà i lavori di ristrutturazione degli ex edifici amministrativi dell’Alumix, sulla sinistra rispetto al cancello d’entrata dello stabilimento. A partire dall’anno scolastico 2011/2012 l’elegante palazzina razionalista anni Trenta ospiterà 35 bimbi, suddivisi in due gruppi: da 0 a 3 anni e dai 6 ai 10. Insomma, un asilo nido aziendale - il quarto in provincia - più un doposcuola per alunni delle elementari.
 Il polo scientifico e tecnologico previsto dalla Provincia all’ex Alumix è di là da venire. La ristrutturazione dell’ex fabbrica potrebbe partire nel 2010, per terminare nel 2012, ma la conclusione dei lavori - nuove palazzine per le aziende high tech comprese - non arriverà prima del 2015. Ma l’area si animerà già prima.
 La proposta era nata nella scorsa legislatura, assessore Luisa Gnecchi, su iniziativa della ripartizione provinciale Innovazione Ricerca Sviluppo e Cooperative. Le richieste da parte di mamme e papà erano tante, e occorreva correre ai ripari. Ora il progetto preliminare è pressoché pronto ed entro l’anno si concluderà quello esecutivo, in maniera da partire con i lavori nella primavera ventura. La progettazione infatti è stata slegata - volutamente - da quella del polo tecnologico, per il quale si è dovuta bandire una gara europea. Per la progettazione della struttura per l’infanzia - questo il termine più corretto - si è invece scelta un’altra strada. Trattandosi di un appalto per una cifra inferiore ai 2,5 milioni di euro, la si è potuta progettare in casa. In altre parole, il progetto è stato direttamente curato da due tecnici provinciali, gli architetti Paolo Bellenzier (ufficio Edilizia Est) e Josef March (caporipartizione). Una prassi inusuale, la progettazione interna. Per lo meno fino a qualche tempo fa. Poi, però, ci si è messa di mezzo la crisi economica e così si è ritenuto opportuno internalizzare il servizio. In tal modo si spende meno, mentre i tecnici si tengono in allenamento e il loro livello di soddisfazione professionale pare vada crescendo: due piccioni con una fava.
 I lavori di ristrutturazione della palazzina, sotto tutela, costerà nel complesso 1,8 milioni di euro. La struttura per l’infanzia occuperà una superficie di 370 metri. La cubatura sarà di circa 4.000 metri. L’asilo-doposcuola sarà disposto su tre piani, due sopraterra e uno sotterraneo, dove verrà allestita una piccola palestra, con spogliatoi e servizi igienici, che nelle ore serali verrà messa a disposizione delle associazioni che ne faranno richiesta. Ospiterà fino a 35 bambini, suddivisi in due gruppi distinti, che potranno usufruire anche di un tranquillo giardinetto interno, di un atelier artistico e altro.
 Si tratta del quarto asilo aziendale altoatesino realizzato dalla Provincia dopo la Röchling di Laives, la Syncom di Bressanone, la Fiera a Bolzano. Le strutture - oggi ospitano in totale un centinaio di bimbi - vengono interamente finanziate e realizzate dall’amministrazione provinciale per poi essere messe a disposizione delle aziende, alle quali spetta consorziarsi e indire un bando di gara per la gestione, di solito presa in carico da una della tre cooperative altoatesine operanti nel settore. I costi di gestione vengono sostenuti per il 33% dalla Provincia, ma si sta pensando di portare il contributo al 50% per le aziende in difficoltà, con dipendenti in cassa integrazione, come ad esempio nel caso della Röchling. Di più: le aziende socialmente virtuose - attente cioè ad offrire ai dipendenti mense e asili aziendali, orari flessibili ecc. - riceveranno degli incentivi economici. Allo scopo si prevede una specifica norma da inserire nella cosiddetta legge omnibus. Insomma, la Provincia le sta provando proprio tutte. Perché, nonostante i dipendenti abbiano davvero bisogno di servizi aggiuntivi, troppe aziende nicchiano.

DAVIDE PASQUALI

Alto Adige 14-05-09
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mercoledì, 13 maggio 2009


Convegno alla Lub presente il Comune



 LAIVES. Sarà presente anche il Comune di Laives al convegno «Design for all» il 20 maggio alla Università di Bolzano. «Ci hanno chiesto di illustrare il nostro programma di eliminazione delle barriere architettoniche - dice l’assessore Giorgio Zanvettor - Spiegheremo che noi, da tempo, in collaborazione con il gruppo di lavoro disabili, ci siamo dotati di schede in base alle quali programmiamo i nostri interventi di eliminazione delle barriere».

Alto Adige 13-05-09
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mercoledì, 13 maggio 2009


Assistenza diurna, la struttura da luglio





Il centro di accoglienza è un servizio dedicato a persone non autosufficienti


LAIVES. Un’altra, importante struttura sociale si sta per concretizzare. Aprirà con tutta probabilità nel prossimo luglio, il nuovo centro di assistenza diurna ricavato in alcuni locali del centro di degenza Domus Meridiana, in via Sottomonte. Intanto ha un nome ed è anche questo mediato dalla lingua latina: “Dies-is” che, come spiega Marco Maffeis, direttore della casa, vuol significare «una giornata con tono elevato». La sede è pronta comunque e intanto si possono fare le domande di iscrizione, tenendo conto che nominalmente sarà in grado di ospitare 8 persone.
 «In sostanza - spiega Maffeis - ci manca solo la concessione dell’autorizzazione da parte della Provincia e noi siamo pronti per iniziare. Chi vuole fare richiesta per questo servizio può già contattarci e sempre qui alla Domus Meridiana si trovano i moduli per la richiesta». Il centro di accoglienza è un servizio dedicato a persone non autosufficienti, che al centro possono trascorrere tutta o parte della giornata. La possibilità sono molto flessibili e si potrà accedere ad esempio alle 8 di mattina per uscire poi alle 16.30, dopo avere usufruito anche di tutte le possibilità offerte dalla Domus Meridiana. Chi invece sceglierà mezza giornata avrà l’opzione tra mattina o pomeriggio ed infine, l’orario prolungato, dalle 8 alle 17.30. Agli ospiti verranno garantite prestazioni come la cura e l’assistenza globale mirate all’effettivo bisogno e al sostegno delle capacità residue della persona. La tutela e la difesa della sfera intima e privata, il rispetto della personalità e la possibilità di partecipare a varie iniziative che gli operatori organizzeranno ogni giorno. «Durante le prime visite domiciliari - dice il direttore - abbiamo anche incontrato un problema: quello del trasporto. Così stiamo valutando in collaborazione con l’associazione trasporto solidale Avulss di Laives, la possibilità di allestire un servizio, mettendo a disposizione un nostro mezzo, ma solo per coloro che non hanno altre possibilità di spostarsi. Ci attendiamo la collaborazione dei familiari nel limite del possibile. Questo servizio lo stiamo valutando». Per quanto riguarda la frequentazione del centro, le richieste saranno valutate prima in ordine cronologico di presentazione, con precedenza eventuale assegnata a chi risiede a Laives.


Alto Adige 13-05-09
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categoria:sociale, comune di laives
mercoledì, 13 maggio 2009



Tariffe notarili, offerta sconto


L’iniziativa della categoria è legata alle norme provinciali sulla riqualificazione energetica

Prezzi speciali per la ristrutturazione dei sottotetti



 BOLZANO. I notai altoatesini sono disponibili ad applicare uno sconto del 25 per cento sulla tariffa di spettanza in presenza di sottoscrizioni di contratti per finanziamenti o crediti relativi alla ristrutturazione di sottotetti connessa al risparmio energetico. Un’offerta in tal senso è stata sottoposta all’assessore provinciale all’ambiente ed energia Michl Laimer dai responsabili dell’ordine dei notai guidati dal presidente Paolo Pantozzi e da Walter Crepaz.
 Come sottolinea Laimer in una nota, la disponibilità dichiarata dai notai di applicare lo sconto di un quarto sulla tariffa applicata in sede di stipula di contratti riferiti a finanziamenti e crediti per ristrutturazioni edilizie ed energetiche dei sottotetti, costituisce un ulteriore aiuto nei confronti dei proprietari di abitazioni e dovrebbe contribuire a superare l’attuale congiuntura.
 Con la legge relativa alla possibilità di ristrutturare i sottotetti, la Provincia consente di ottenere nuova cubatura senza occupare aree aggiuntive e allo stesso tempo promuove la riduzione del consumo energetico e delle emissioni di Co2.
 Le tariffe ridotte potranno essere applicate dopo l’approvazione da parte della giunta provinciale del regolamento esecutivo alla legge alla quale sta attualmente lavorando il dipartimento dell’assessore Laimer.
 «La nostra iniziativa - spiega il presidente dell’ordine Pantozzi - è una sorta di operazione simpatia da parte di una categoria ingiustamente accusata di essere troppo esosa. Inoltre è un modo per sostenere e favorire la riqualificazione energetica degli edifici». Tariffe e relativi sconti sulle parcelle in caso di richiesta di mutui verranno pubblicati in internet subito dopo l’approvazione del regolamento esecutivo della legge. Le tariffe “speciali” annunciate dai notai contribuiranno a favorire le migliorie a livello di risparmio energetico, volute anche per sostentere l’edilizia che attraversa un brutto momento.

Alto Adige 13-05-09
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lunedì, 11 maggio 2009




Eugenio Finardi in concerto



sabato 23 maggio 2009           Parco Europa: Inizio ore 21:00

In occasione della trentesima edizione della marcia non competiva "Camminiamo Insieme" l'Associazione Amici degli handicappati, in collaborazione con il circolo Culturale Masetti, organizza il concerto del cantautore di fama nazionale Eugenio Finardi.
Vi aspettiamo tutti a Parco Europa!
Ingresso LIBERO!
Sono previsti dalle 18.00 stand gastronomici
Sarà inoltre possibile per tutti gli interessati partecipare nel pomeriggio di sabato 23 maggio ad un “dialogo” con Eugenio Finardi che si terrà dalle ore 17.00 fino alle 18.30 (circa) presso la sala teatrale del Centro Lovera in Viale Europa 3 a Bolzano!

domenica 24 maggio 2009

CAMMINIAMO INSIEME marcia non competitiva di 5 km

 Ore 10.00
Ritrovo: Tendone presso Parco Europa
SS. Messa
Ore 11.00
Partenza della marcia
Musica
Stand gastronomici
Spettacolo di intrattenimento con FRANZ & BEPI
giochi per bambini
Premiazione
Ore 18.00
Conclusione manifestazione
Iscrizione alla partenza il giorno della manifestazione
>>> come raggiugerci

Articolo di Eugenio Bizzotto

30a EDIZIONE CAMMINIAMO INSIEME
Bolzano 23 – 24 maggio 2009
Un week end all’insegna della solidarietà, della riflessione, della musica e del divertimento, è questo quanto ha in programma l’Associazione amici degli handicappati di Bolzano per sabato 23 e domenica 24 maggio presso il Parco Europa a Bolzano.
La due giorni di eventi è stata organizzata per festeggiare il prestigioso traguardo della trentesima edizione della marcia non competitiva “Camminiamo insieme” che ogni primavera si tiene nella città capoluogo e che rappresenta il culmine dell’attività annuale dell’associazione. Il gruppo, composto esclusivamente da volontari, dalla fine degli anni ’70 si impegna per promuovere l’inserimento sociale delle persone disabili, organizzando attività di tempo libero (soggiorni marini, gite, feste, iniziative sportive, culturali, ecc.) e offrendo nel contempo un’importante occasione d’incontro ed integrazione per tutti i partecipanti alle attività.
Quest’anno, per celebrare la trentesima edizione della camminata, l’Associazione ha programmato per la mattina del sabato una conferenza con gli studenti delle scuole superiori altoatesine dal titolo “L’impegno sociale dei giovani ai tempi di facebook” che vuole costituire un momento di incontro, riflessione, discussione e confronto sul mondo del volontariato giovanile in Alto Adige e di sensibilizzazione dei giovani verso l’impegno sociale e verso nuove forme di cittadinanza attiva. Alla conferenza, che si terrà presso il Parco Europa, parteciperanno Gino Mazzoli, esperto a livello nazionale in materia di volontariato, i rappresentanti della “Casa della solidarietà” di Milland presso Bressanone, importante ed originale esperienza di impegno sociale unica nel suo genere a livello locale, i volontari dell’Associazione degli Amici nonché un rappresentante della Federazione delle associazioni operanti in campo sociale in provincia di Bolzano.
La sera del sabato è previsto il concerto gratuito del cantautore di fama nazionale Eugenio Finardi che si terrà sempre al Parco Europa con inizio alle ore 21.00. Finardi è stato uno dei protagonisti musicali degli anni '70, un decennio molto intenso, denso di utopie e di eventi. Il suo contributo è stato molto significativo nell'ambito della musica d'autore e più in generale della cultura giovanile, sia dal punto di vista dei temi trattati nei testi, che dal punto dell'innovazione musicale. L’artista ha sempre riservato un’attenzione particolare all’impegno sociale ed è pertanto significativa la sua presenza in occasione della “due giorni” di eventi programmati dall’Associazione degli Amici degli handicappati.
Grazie alla collaborazione con l’Associazione culturale Ermete Lovera sarà inoltre possibile per tutti gli interessati partecipare nel pomeriggio di sabato 22 maggio ad un “dialogo” con Eugenio Finardi che si terrà alle ore 17.00 presso la sala teatrale del Centro Lovera in Viale Europa 3 a Bolzano e che rappresenterà un preludio al concerto serale. Sarà questa un’occasione preziosa per confrontarsi direttamente con l’artista sui temi dell’impegno dei giovani nella nostra società, sulle differenze tra i ragazzi di ieri e quelli di oggi e di come questa realtà può essere raccontata attraverso le canzoni.

La giornata di domenica 24 maggio sarà poi interamente dedicata alla 30° edizione della marcia “Camminiamo insieme”. È questo un importante traguardo per una piccola associazione che in tre decenni di attività si è sempre avvalsa del supporto esclusivo di volontari e che ha percorso realmente un lungo cammino contribuendo alla crescita e alla formazione di tanti giovani della nostra provincia. L’Associazione rappresenta un luogo d’incontro e di integrazione che offre a persone disabili e non di maturare preziose esperienze, aprendosi all’incontro dell’altro, nell’empatia e nel rispetto. La prima edizione della Marcia si tenne nel lontano 1979 presso Andriano mentre numerose sono state le edizioni svoltesi all’Agruzzo, nelle campagne a sud di Bolzano. Nel frattempo sono ormai 10 anni che la manifestazione si tiene a Bolzano trovando come base, anche per la festa che accompagna l’evento, il Parco Europa in prossimità delle Caserme dei vigili del fuoco di Via Druso 116.
Il ritrovo è fissato per le ore 10.00 presso il tendone del Parco Europa e la giornata avrà inizio con la celebrazione della messa. Alle 11.00 verrà dato il via alla camminata non competitiva che si snoderà lungo un percorso di circa 5 chilometri terminando sempre al Parco Europa. Presso il campo sarà possibile pranzare intrattenendosi con musica, giochi e spettacoli per adulti e bambini. In particolare nel pomeriggio è in programma uno show del duo comico Franz e Bepi. A metà pomeriggio è prevista la premiazione dei partecipanti con conclusione della manifestazione intorno alle 18.00.

I due giorni di eventi sono realizzati con il determinante supporto di numerose associazioni e con il contributo della Provincia autonoma di Bolzano, Assessorato alla famiglia e alle politiche sociali, Fondo speciale per il volontariato e Ripartizione cultura italiana nonché del Comune di Bolzano – Circoscrizione Don Bosco.
La giornata di domenica sarà l’occasione per ripercorrere idealmente insieme ad amici, familiari ma anche semplici interessati il lungo cammino di questi 30 anni di impegno sociale che ha contribuito fattivamente al processo di integrazione delle persone diversamente abili e che ha permesso alle famiglie di trovare nei volontari dell’Associazione un valido supporto e un aiuto concreto.
 

Come raggiungerci e dove parcheggiare

Dettaglio percorso (2,7Mb)Per chi arriva dall'autostrada
Uscita dell'A22 Bolzano Sud
Svolta leggermente a destra in Via Torricelli (indicazioni per Bolzano Centro 0,7 km)
Alla rotonda, prendi l'uscita 3a per Via Volta (0,4 km)
Prosegui su via Resia (0,9 km)
Svolta a destra in Via Milano
50 mt. sulla sinistra c'è il parcheggio

Dettaglio Parcheggio - Parco Europa (1,4Mb)Per chi arriva da Merano
Uscita Mebo di Appiano
Mantieni la destra al bivio, segui le indicazioni per Frangarto/Cornaiano/Bolzano
Svolta a destra in SS42
Alla rotonda, prendi l'uscita 2a per Bolzano centro (0,3 km)
Svolta a destra in via Resia (0,6 km)
Svolta a sinistra in Via Milano
50 mt. sulla sinistra c'è il parcheggio


da: http://www.aadh.it/30anni/dett_marcia.asp

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venerdì, 08 maggio 2009


Anche la commedia serve per la solidarietà



LAIVES. Anche quest’ anno la 13º edizione «Teatro in Pineta» chiude i battenti con una serata di beneficenza i cui incassi andranno sia all’Associazione “Amici degli handicappati” di Bolzano, un gruppo di volontari che lavora a favore delle persone disabili, sia ai terremotati dell’Abruzzo. La compagnia di teatro amatoriale Piccolo Teatro Pineta di Laives, porterà in scena, sabato 16 maggio, al Teatro delle Muse, «Apri tu per favore», una commedia in due atti di Sergio Marolla. Con questo testo - che ha debuttato alla IV rassegna nazionale di teatro amatoriale “Premio Serafino Aquilano” de L’Aquila, dove ha avuto la nomination per la miglior scenografia e per la miglior messa in scena - il napoletano Marolla, ha vinto anche il primo premio come miglior attore. Quest’anno la scelta, per la serata di beneficenza, è caduta sull’associazione bolzanina che aiuta le persone che soffrono di handicap: organizza gite in Italia e all’estero, concerti, feste, uscite durante i week-end, serate a teatro, soggiorni estivi al mare oltre alla grande manifestazione «Camminando Insieme - Wir Wandern zusammen». Per l’associazione, il 2009 è un anno molto importante: ricorre infatti il 30esimo anniversario della «marcia» con il clou della manifestazione nei due giorni di “Festa al Parco Europa” di Bolzano, sabato 23 e domenica 24 maggio.
 Secondo il Piccolo Teatro Pineta: «Quest’ultima era l’iniziativa per la quale volevamo attribuire la nostra unica e particolare attenzione ma quanto accaduto in Abruzzo ha richiesto la massima solidarietà anche per i terremotati e quindi chiediamo al nostro pubblico, sempre presente e partecipe a queste iniziative di solidarietà, il desiderio, l’impegno e la voglia di onorare e di esaurire ogni posto del teatro delle Muse al fine di poter raccogliere più fondi possibili». (d.m.)

Alto Adige 08-05-09
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mercoledì, 06 maggio 2009


In tempo di crisi ritorna utile anche  il baratto online!



Zerorelativo.it si ripropone come servizio online per scambio di oggetti. In sostanza permette agli utenti interessati di mettersi in contatto tra loro per scambiare oggetti che non utilizzano più.
Il motto è: “Diamo valore agli oggetti. Tutto si riutilizza. Tutto si scambia. Niente si butta“.
Il sito dichiara che non guadagnerà nulla dalle transazioni/scambi, mettendo in chiaro il concetto dello scambio gratuito, che varrà sia per il sito stesso che per gli utenti registrati, infatti non sono accettate inserzioni con prezzi di vendita o transazioni che necessitano di una transazione di denaro.
Si può inserire veramente di tutto: libri, cd, riviste, dischi, scooter, automobili, telefoni, biciclette, macchine da scrivere, fumetti, casa per le vacanze, frigoriferi, divani, cucine, computer, collezioni, figurine e chi più ne ha più ne metta.
Al termine della transazione verrà scambiato un commento di feedback che poi verrà salvato in un database accessibile a tutti.

una occhiata anche: http://zerorelativo.org/

Non mi resta che augurarvi…buono scambio!

La redazione
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mercoledì, 06 maggio 2009


Crisi economica e interventi del Comune di Laives



La crisi economica in questi ultimi mesi ha avuto una violenta accelerazione anche nella nostra provincia e chi si era illuso che la nostra autonomia ci avrebbe in qualche modo protetto, ha dovuto ricredersi. Mobilità, cassa integrazione, licenziamenti, ecc. nei primi tre mesi dell’anno ci dicono che siamo di fronte ad una situazione veramente drammatica che richiede interventi straordinari.
Il solo dato dei disoccupati a Laives vede un balzo dal 2,7% del 2008 al 4,1 dei primi due mesi del 2009 e su questa situazione già di per sé preoccupante, sono piombati in questi giorni i dati sui lavoratori messi in mobilità alla Roechling Automotive di Laives, la notizia della chiusura della Centralauto, della perdita di mille posti di lavoro nel commercio, delle difficoltà di aziende come le Acciaierie, tutti settori in cui sono occupati molti dei nostri concittadini.
Da parte nostra non possiamo che sottolineare ancora una volta come la crisi venga fatta pagare ai soli che non ne hanno responsabilità, e cioè ai lavoratori, e che firmare accordi al ribasso, rinunciare a diritti conquistati con fatica nei decenni scorsi, non mette al riparo dalle conseguenze più nefaste dei cicli economici.
Oggi che siamo nell'occhio del ciclone a nulla servono però le polemiche, ma occorre che chi può si dia da fare per alleviare le conseguenze che si avranno sulle famiglie di questi lavoratori. Anche il nostro comune in questa situazione di eccezionalità deve intervenire e non può nascondersi dietro a difficoltà di bilancio.
La volontà politica da parte dell’amministrazione pare esserci e la riprova ci sarà nel prossimo consiglio comunale quando verrà discussa una nostra mozione intesa ad ottenere, per questi lavoratori, che l'amministrazione si faccia carico del pagamento almeno delle tariffe di competenza comunale.

Rifondazione Comunista - Laives
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martedì, 05 maggio 2009

Alimentari, Bolzano quinta città più cara



 BOLZANO. È di 3.840 euro la spesa media annua di una famiglia bolzanina per i beni di prima necessità. Dal pane al latte, dal prosciutto all’acqua minerale, dai pelati allo zucchero, dalla pasta al caffè tostato: venti prodotti di uso quotidiano inseriti in un paniere base ridotto al minimo indispensabile. Insomma, tutti o quasi prodotti di cui nessuna famiglia può fare a meno, un paniere ideale per confrontare i prezzi tra le varie città. Bolzano è al quinto posto, superata nella graduatoria del caro-vita da Rimini, Ferrara, Aosta e Treviso. Trento è molto più indietro, la spesa è più conveniente del 10%.
 La graduatoria è stata stilata dal “Sole 24 Ore” che ha incrociato i dati dell’osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico con quelli dei consumi pro capite. In questo modo è stato possibile arrivare a calcolare la spesa annua per una famiglia media. Per il confronto sono stati scelti venti prodotti di prima necessità, prodotti a cui è difficile rinunciare. Si tratta di un carrello della spesa “minimal”, che comprende solo alimentari, rigorosamente di largo uso: pane, latte, pasta, riso, olio, pomodori pelati, parmigiano reggiano, caffè, biscotti frollini, zucchero e via di questo passo.
 Per i consumatori bolzanini c’è poco da stare allegri. Il conto finale per famiglia è di 3.840 euro all’anno, giusti giusti 320 euro al mese. Solo per gli alimentari. C’è chi si consola guardando a chi sta peggio: a Rimini e Ferrara il paniere dei prodotti base ha un costo annuo che è superiore ai quattromila euro e anche le famiglie di Aosta e Treviso spendono qualcosa in più rispetto a quelle bolzanine.
 Nel resto d’Italia, però, la spesa è inferiore. Scontata la differenza con le città del sud (la spesa più conveniente d’Italia la si fa a Napoli, dove si spendono poco più di tremila euro all’anno), un po’ meno quella con realtà vicine. A Trento la spesa annua per una famiglia media è di 3.487 euro, ovvero 290 euro e spiccioli ogni mese. La differenza rispetto a Bolzano è del 10% circa, in pratica quasi un euro al giorno che alla fine di un anno significa una spesa inferiore di 353 euro all’anno.
 Da dove nascono le differenze? Un chilo di pasta a Bolzano costa mediamente 1,65 euro, a Trento 1,24. Un chilo di zucchero 1,16 euro contro 86 centesimi. Una confezione da 6 bottiglie da 1,5 litri di acqua minerale 2,42 euro contro 2,13. E un chilo di pane costa 4,08 euro a Bolzano e 2,99 euro a Trento. Si risparmia sul latte fresco (a Bolzano costa 1,19 euro, a Trento 1,31) e anche sul riso (2,14 euro al chilo a Bolzano contro i 2,31 euro di Trento). Ma sono le eccezioni che confermano la regola.
 Il confronto con le altre città vicine: a Brescia la spesa media è di 3.682 euro, a Udine di 3.669, a Pordenone di 3.627. Padova si attesta a quota 3.568 euro, Belluno a 3.564, Vicenza a 3.487. Oltre al differenziale tra Nord e Sud, le variabili che più incidono sugli scontrini secondo gli esperti sono la concorrenza tra le catene della grande distribuzione e la vicinanza ai confini.

Alto Adige 05-05-09
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venerdì, 01 maggio 2009


Sigarette vietate a chi ha meno di 16 anni 


Il Senato prepara il giro di vite: multa fino a 150 euro a chi trasgredisce

ROMA. Divieto generalizzato di fumo per chi ha meno di 16 anni e obbligo per i tabaccai di vendere sigarette solo ai maggiorenni: sono alcune delle novità del disegno di legge contro il tabagismo che la commissione Sanità del Senato esaminerà da mercoledì in sede deliberante. Il ddl è stato presentato da Ignazio Marino del Pd, ma è stato firmato anche dal presidente della commissione Antonio Tomassini, del Pdl.
 Il testo aveva iniziato il suo cammino in commissione a gennaio in sede referente, ma è stata chiesta e ottenuta la sede deliberante che ne accelererà il varo. Quattro anni dopo l’entrata in vigore della legge Sirchia che ha vietato il fumo nei locali pubblici, per Marino è arrivato il momento «di fare di più». In Italia, ha ricordato il senatore, i fumatori sono circa 12 milioni, il 24,3 per cento della popolazione adulta.
 Secondo un’indagine condotta dalla stessa commissione Sanità nel 2005, fumano il 32,6 per cento dei ragazzi e il 20,7 per cento delle ragazze tra i 15 e i 24 anni. Mediamente i giovani iniziano a fumare a 13 anni e le più precoci sono le ragazze a 12 anni.
 Queste in sintesi le principali novità che si intendonoil ddl intende introdurre.
 Stop a fumo sotto i 16 anni. La legge attualmente vieta il fumo per i minori di 16 anni solo nei luoghi pubblici. Si prevede invece un divieto generalizzato di fumo. Per chi é scoperto a fumare, multe tra i 50 e i 150 euro.
 Sigarette solo ai maggiorenni. I tabaccai potranno vendere sigarette solo ai maggiorenni e avranno l’obbligo, in caso di dubbio sull’età dell’acquirente, di chiedere la carta d’identità. I rivenditori rischiano una multa tra 250 e 1.000 euro e la sospensione della licenza per 1 mese. In caso di recidiva, la sanzione sale da 500 a 2.000 euro con sospensione della licenza per 6 mesi.
 Distributori automatici. Dovranno essere dotati di un lettore di carte a banda magnetica con l’identità dell’acquirente.
 Fumo nelle scuole. Divieto tassativo di fumare nelle scuole di ogni ordine e grado.
 Controllo di qualità. Le modalità di misurazioni delle sostante contenute nelle sigarette saranno applicate a tutti i prodotti del tabacco. Il ministero della Salute farà controlli quinquennali.
 Foglietti illustrativi. Arriva il ’bugiardino’ anche per le sigarette. Nei pacchetti e nelle confezioni degli altri prodotti del tabacco dovranno esservi foglietti con le sostanze contenute e i possibili effetti che ne derivano.
 Tasse. Le aliquote di base saranno uguali per tutti i prodotti del tabacco e pari a quelle per le sigarette. (A.G.)

Alto Adige 01-04-09
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mercoledì, 29 aprile 2009


Testimonianza storica sull'Alto Adige


Canonico Gamper

Major dei “cappelli piumati” o non piuttosto ricercatori e storici sudtirolesi e anche ...

 Major dei “cappelli piumati” o non piuttosto ricercatori e storici sudtirolesi e anche italiani, sia di matrice cattolica, sia laici, oltre a quei Dableiber che riuscirono a salvarsi la pelle? Quei cartelli “antinazisti” sono apparsi null’altro se non la classica “foglia di fico” di agitatori senza pudore che, come ha detto una consigliera comunale di Brunico, hanno tentato di “portare la guerra dove regna la pace”. Ma la presa di posizione più drastica e senza reticenze, anche se non rivolto specificatamente ai tristi eventi di questi giorni, porta la firma di una figura ormai storica e insospettabile in fatto di fedeltà alla Heimat: la signora Martha Ebner. La “Frau Ebner” è nota oggi per essere la madre del parlamentare europeo nonchè amministratore delegato dell’Editrice Athesia Michl e del direttore del Dolomiten Toni junior, ma per le generazioni più anziane, è ricordata soprattutto come nipote dello zio Kanonikus Michael Gamper, storico e tenace difensore della popolazione sudtirolese sotto tutte le dittature, con rischio e meriti non inferiori a quelli di Andreas Hofer. Fondatore di quella che diventò poi la casa editrice Athesia, lui stesso giornalista, promotore delle Katakombenschulen, dopo aver lottato per anni contro il regime fascista, Mons. Gamper con l’avvento dell’occupazione nazista (che il vice sindaco Ellecosta si ostina a definire “liberatori”), dovette darsi alla macchia sfuggendo in extremis alla Gestapo, che lo aveva schedato come “nemico pubblico n.1” per il suo impegno di convinto Dableiber, contro la feroce campagna nazista a favore della Germania nelle opzioni del 1939, continuando la sua attività politica nel dopoguerra, fino alla scomparsa nel 1956. Un’attività, fra l’altro, in netto dissenso con l’allora vescovo di Bressanone Johann Baptist Geisler, nativo di Mayrhofen, in Austria e morto nel 1954, notorio filonazista e palese fautore delle opzioni a favore della Germania di Hitler, per il quale lui stesso optò.
 Sotto il titolo “Perdonare sì, dimenticare mai” Martha Ebner intervenne sul “Dolomiten” del 28 febbraio scorso, con un corsivo (Gastkommentar) per contestare le affermazioni contenute in una lettera al giornale inviata da una lettrice di Lajon, la quale affermava che fra gli optanti “ci furono solo vittime e nessun persecutore”.
 “Questa affermazione non può non essere contraddetta - esordiva nella sua contestazione la signora Ebner, che così proseguiva - io stessa ho vissuto di persona quel doloroso periodo. Non ci furono solo vittime, bensì anche molti persecutori sudtirolesi. Gli ebrei che vivevano nel Sudtirolo furono deportati nei campi di sterminio nazisti con l’energica e risoluta collaborazione dei nazi sudtirolesi di Bolzano; una realtà chiaramente testimoniata per esempio da una lapide commemorativa visibile ad Auschwitz. Altrettanto si può dire - sottolineava ancora Frau Ebner - dei molti sudtirolesi contrari al regime, internati con la collaborazione dei loro conterranei nei campi di concentramento: il direttore del “Dolomiten” Rudolf Posch, il dott. Friedl Volgger, Franz Thaler, solo per citare alcune fra i più rappresentativi; Josef Mayr-Nusser morì durante la deportazione, reo di aver rifiutato il giuramento di fedeltà a Hitler; inoltre il sacerdote Josef Ferrari, il dottor Josef Raffeiner e altri furono esiliati. Il Canonico Gamper, che aveva lottato con veemenza contro fascismo e nazionalsocialismo, riuscì a sfuggire in extremis agli sgherri sudtirolesi e costretto in esilio a sopportare dure privazioni. L’elenco delle persecuzioni da parte dei nazi sudtirolesi, alle quali i Dableiber furono esposti, potrebbe continuare a lungo. L’espulsione per i Dableiber, era la pena più mite. Il fatto che l’85 per cento dei sudtirolesi decisero a favore della Germania, va ascritto alla massiccia propaganda condotta in gran parte dai nazisti sudtirolesi, ben organizzati e finanziati dal Terzo Reich. Nel 1945, terminata la guerra, i Dableiber fondarono la Svp. Il dottor Fritz Fuehrer (che fu sindaco di Bolzano durante l’occupazione nazista) fu l’unico fra i fondatori del partito ad aver optato per la Germania. E bisogna essere grati proprio ai Dableiber se, anziché cercare vendette, scelsero la via della collaborazione, affinché la nostra terra potesse essere ricostruita dopo il regime di terrore nazista. Il Canonico Gamper e i suoi compagni di lotta fecero appello alla clemenza e, nell’interesse del Sudtirolo, evitarono azioni di rappresaglia. Per quei tempi fu bene così, ma se oggi ci si deve confrontare con esternazioni che parlano soltanto di vittime, è necessario, proprio nell’interesse dei nostri giovani, richiamare alla memoria i fatti di quel terribile periodo; non si può assolutamente mai dimenticare, che in Sudtirolo non ci furono soltanto vittime - conclude la signora Ebner - bensì anche molti criminali nazisti”. Fin qui il commento di Frau Ebner: chiaramente non c’è proprio null’altro altro da aggiungere.
Giancarlo Ansaloni

Alto Adige 29-04-09


La mia strada per Dachau era segnata fin dal 1939. Nel giugno di quell’anno la Germania nazionalsocialista e l’Italia fascista diedero l’inizio al trasferimento dei sudtirolesi. Ci regalarono la cosiddetta opzione. La gente fu messa di fronte all’alternativa di optare per la cittadinanza germanica coll’esplicito obbligo di emigrare nel Reich germanico o di mantenere la cittadinanza italiana sotto la minaccia del divieto di ogni ulteriore richiesta di diritti di minoranza. Chi non si dichiarava sarebbe rimasto cittadino italiano. L’attuazione dell’accordo fu affidato al famigerato capo della SS e della Gestapo Heinrich Himmler. A quel tempo io, quindicenne figlio di contadini, non sapevo né capivo nulla. Ricordo solamente il profondo spavento della gente quando seppe di quest’accordo. La maggior parte della gente non voleva crederci; non poteva essere vero diceva. [.....]
A settembre e ottobre le voci intorno ad una «votazione» si infittirono e che naturalmente si dovesse votare «tedesco». Prese così l’avvio una selvaggia campagna propagandistica. Era condotta dal «Völkischer Kampfring Südtirols» (VKS) un’associazione d’impronta nazionalsocialista che aveva propri affiliati distribuiti in tutto il Sudtirolo. [.....]
L’opzione, questa «scelta-votazione», creò una profonda frattura nella popolazione, passando attraverso le famiglie stesse della val Sarentino. Una parte optò per rimanere, per il «Dableiben», l’altra si entusiasmò per la «scelta tedesca». La propaganda favorevole al «Dableiben» era estremamente debole. Ma c’era ancora abbastanza gente che manteneva ferma l’intenzione espressa a giugno, di farsi fucilare piuttosto che optare per l’emigrazione.
quel tempo non vivevo presso la mia famiglia a Reinswald, ma da uno zio a Durnholz. Là ero trattato come un membro della famiglia. Nel tardo ottobre venni a sapere che il canonico Michael Gamper aveva fatto una riunione a Reinswald presso il maso Hofmann, durante la quale si era espresso con fermezza a favore del «Dableiben» e contro l’opzione. Anche il giovane contadino dal quale stavo, due sue figlie e il servo del vicino avevano partecipato a questa riunione. Erano rientrati al mattino presto in grande agitazione e durante la colazione raccontarono ciò che avevano sentito. Dissero che Gamper aveva chiarito alla gente la vera essenza del nazionalsocialismo e riferito della persecuzione attuata nei confronti della chiesa e della religione. Hitler ha già trascinato in guerra il popolo tedesco, aveva detto Gamper, e non si sa come andrà a finire. La gente doveva assolutamente tenere stretta la propria patria, mai ne avrebbe trovata un’altra così. Le promesse della propaganda nazionalsocialista che in Germania sarebbero stati costruiti paesi identici a Durnholz e Reinswald erano assolute fandonie. Che ogni emigrante avrebbe ottenuto una casa e un maso identici a quelli lasciati erano menzogne che si potevano toccare con mano.
A quel tempo non avevo idea di chi fosse questo canonico Gamper. Solo al mio ritorno venni a sapere che egli era stato il capo spirituale della resistenza contro il fascismo e il nazionalsocialismo. Quando nel settembre del 1943 le truppe tedesche invasero l’Italia, Gamper scampò a mala pena agli sgherri della Gestapo rifugiandosi a Firenze.
Il giovane contadino raccontò poi che durante la riunione un propagandista nazionalsocialista era entrato con forza nella stube e aveva gridato: «Ciò che quest’uomo dice sono tutte menzogne, non credetegli!» L’uomo aveva perfino tentato di aggredire Gamper ma alcuni partecipanti lo avevano afferrato e trascinato fuori dalla stube.
Alcuni giorni dopo andammo dal vicino per giocare a carte. Là incontrammo un venditore ambulante che stava passando la notte al maso e aveva partecipato a tutta la riunione al maso Hofmann. Tra l’altro raccontò anche quello che era successo dopo il discorso di Gamper. Quest’ultimo aveva detto che i presenti che avessero avuto l’intenzione di rimanere nella loro terra potevano fare subito la relativa dichiarazione giacché egli aveva con sé i moduli necessari. A quel punto si era fatto avanti il vecchio orologiaio e aveva apposto la sua firma. Poi rivolgendosi a suo fratello aveva detto: «Stanis non firmi anche tu?» Allora anche Stanis si era avvicinato e aveva firmato per sé, per sua moglie e per i loro sei figli minorenni.
Mentre l’ambulante raccontava questi fatti sentii i brividi freddi scendere lungo la schiena. Stanis infatti era mio padre e l’orologiaio mio zio. Qualcuno disse rivolto a me: «Tuo padre ha scelto, ‘walsch’ (bastardoitaliano) tu ora sei un ‘Walscher’.» Non seppi cosa rispondere, ma già mi sentivo un emarginato. Allora per consolarmi la contadina disse: «Questo Franz lo ficchiamo in una cassa e lo portiamo clandestinamente in Germania.» Risero tutti, io non ci riuscivo proprio. Tornammo a casa.
Fu questo il primo colpo che il nazismo mi aveva inferto.
Al maso si parlava poco di questi fatti. Il contadino era più incline al «Dableiben», i suoi fratelli invece erano per l’emigrazione.
La domenica successiva mi recai dai miei genitori a Reinswald. Volevo sentire quello che avevano da dirmi. Mi spiegarono perché avevano scelto «walsch», cioè di rimanere. Perché avevano seguito i consigli di Michael Gamper e non volevano rinunciare volontariamente alla loro terra natia. Mi ricordarono che già una volta a causa di tempi avversi avevano perduto la propria casa. Ora, con grande fatica e rinunce erano riusciti a costruirsi una misera casetta.
Per sette anni mio padre aveva prestato servizio militare, di cui tre anni in servizio attivo e quattro anni in guerra. Era stato in giro per il mondo quanto basta e non aveva più voglia di andar via di casa un’altra volta. I genitori mi dissero: «Non te la prendere se ti chiamano ‘Walscher’. Le voci che noi verremo trasferiti in Sicilia le hanno messe in giro i tedeschi, perché non vogliono concederci di rimanere qui.» I genitori mi convinsero ed io trovai giusta la loro decisione.
Naturalmente non potevo raccontarlo ai miei colleghi optanti di Durnholz. [.....]
Dopo le opzioni del 1939 giunse a Durnholz un insegnante tedesco. Prima c’erano stati solo insegnanti italiani, che facevano lezione unicamente in lingua italiana. Il nuovo insegnante aveva il compito di fare lezione in tedesco.
Una domenica pomeriggio ragazzi e giovani si riunirono nella scuola. Ci andai anch’io senza immaginare nulla. Quando toccò a me volevo naturalmente dire il mio nome. Altri però mi precedettero gridando: «Ma questo è un ‘Walscher’.» Risero tutti. Per un po’ l’insegnante mi fissò poi disse di tornarmene a casa, egli insegnava solo a dei tedeschi. Impaurito e sconcertato mi alzai e uscii dalla porta colla testa che mi girava. Ero triste, molto triste.
Le cose continuarono così per alcuni anni.
Dal ’42 al ’43 molti furono chiamati a prestare servizio militare nella Wehrmacht tedesca. Non passò molto tempo e giunsero le prime notizie di caduti. Ora spesso anche quelli che prima avevano a piena voce gridato «Heil Hitler» imprecavano contro lo stesso Hitler. Il grande entusiasmo per Hitler passò piuttosto velocemente. Già si parlava del fatto che Hitler avrebbe potuto perdere la guerra. (pp. 14-18)

Arrivò così il settembre 1943. Dopo la capitolazione italiana le truppe tedesche occuparono gran parte dell’Italia e naturalmente anche il Sudtirolo. Le provincie di Bolzano, Trento e Belluno furono riunite nella zona operativa «Alpenvorland». Il Gauleiter nazista di Innsbruck, Franz Hofer, fu nominato Alto Commissario di questa zona. Ora i pezzi grossi nazisti riebbero il sopravvento. I «Dableiber» furono sottoposti ad ogni possibile vessazione. Ai loro capi fu data la caccia come a dei criminali. A tutti i «Dableiber» furono sequestrati gli apparecchi radio e i fucili da caccia. (Nel dopoguerra il mio amico Friedl Volgger ha pubblicato sul «Volksboten» la lista delle vittime dei nazisti. Dal settembre 1943 fino alla fine della guerra furono giustiziati 21 sudtirolesi, 140 finirono in carcere e 166 furono spediti in campi di concentramento.)
Nel marzo 1944 fui convocato assieme ad altri «Dableiber» dell’età dai 16 ai 50 anni alla visita di leva. Fui ritenuto abile e sapevo che presto sarei dovuto partire militare. A fine maggio arrivò la cartolina di chiamata secondo cui dovevo presentarmi il primo giugno presso il reggimento di polizia di Silandro. Disperato cercai una via d’uscita poiché avevo nel frattempo avuto notizia delle molte atrocità commesse dal regime nazionalsocialista. Così presi la decisione di seguire i consigli di alcuni amici e di rifugiarmi in montagna. Essi promisero di rifornirmi di viveri. Da uno di questi amici avrei potuto andare di notte a prendermi del latte.
E venne il giorno nel quale dovevo partire. Feci la valigia. Non potevo farmi vedere da nessuno perché nella valigia ci misi solamente lo zaino e un po’ di viveri. La mattina raggiunsi Sarentino. Là mi stava già aspettando un informatore dei nazisti che voleva aiutarmi affinché io arrivassi davvero a Bolzano. Mi accompagnò fino a Bolzano e là mi spiegò dettagliatamente quando e da dove partiva il treno per Silandro. Finalmente me ne liberai. Nascosi la valigia al «Cavallino» in via Bottai e collo zaino raggiunsi la stazione. Mi ero informato già prima sulle partenze dei treni per il Brennero. Scesi a Freienfeld prima di Vipiteno e da lì raggiunsi Maria Trens dove pregai per un futuro felice. Più tardi ripresi il treno e tornai fino a Varna sopra Bressanone e m’incamminai lungo il sentiero Schalderer in direzione delle mia terra natia. [...]
Dovevo cambiare posto spesso. Dormire sempre nello stesso posto sarebbe stato pericoloso.Utilizzavo perciò alternativamente dei ricoveri per il fieno e una distilleria di mugolio abbandonata. Così passò mese dopo mese e mi ero abituato a molte cose. [.....] (pp. 19-22)
Per me le cose stavano diventando sempre più difficili. La polizia aveva intensificato la ricerca dei fuggiaschi. Ben presto iniziò a circolare la voce che le famiglie degli obiettori sarebbero state messe agli arresti finché questi non si fossero costituiti.
Come venni a sapere al mio ritorno, i nazisti avevano introdotto l’arresto dei parenti già il 6 gennaio 1944. L’Alto Commissario, il Gauleiter Franz Hofer, aveva emesso un’ordinanza che condannava a morte tutti i renitenti all’ordine di arruolamento riducendo la pena per i casi più lievi a dieci anni di carcere. 1 famigliari del fuggiasco, la moglie, i genitori, i figli maggiori di 18 anni e i fratelli conviventi venivano arrestati, messi in carcere e avviati ai campi di lavoro. Nella val Passiria e nella vall’Aurina decine di famiglie subirono questa sorte. Come già detto, venni a sapere di questo solo quando tutto era ormai finito.
Fu così che mio padre mi cercò. Mi trovò anche coll’aiuto del mio fratello minore. Piangendo mi supplicò di costituirmi. A coloro che si costituivano non sarebbe accaduto nulla, era stato detto. Non mi fidavo per niente delle promesse dei nazisti. Ma non potevo fare diversamente. Per risparmiare il carcere ai miei genitori promisi a mio padre di tornare a casa la sera stessa. Finì così la mia vita di fuggiasco. A volte mi ero sentito un animale selvatico che si spaventa ad ogni rumore e fugge. Mai avevo immaginato che mi sarei costituito spontaneamente ai nazisti. E certo non sarebbe successo se non ci fosse stata la minaccia dell’arresto dei miei genitori.
Tornai la sera stessa. Immediatamente si presentò anche il Revierleiter (capozona). Mi elogiò perché mi ero costituito. Promise poi a me e ai miei genitori di fare in modo che la fuga non avesse per me delle conseguenze. (pp. 28-29)
Pregai in silenzio. Ero pronto a tutto. L’articolo che mi riguardava recitava: «Chiunque si sottrae agli obblighi militari è punito con la morte.» Seguì un breve silenzio. Gli uomini mi guardavano sogghignando. Avevo l’impressione che si aspettassero che io svenissi. lo invece sorrisi loro. Ancor oggi mi stupisco, come avessi trovato la forza per sorridere. Probabilmente ero circondato da una schiera di angeli che prima avevo invocato.
Uno degli uomini delle SS raccolse un foglio dal tavolo e lesse: «Poiché l’accusato è ancora minorenne e si è costituito spontaneamente non viene condannato a morte ma a dieci anni nel campo di concentramento di Dachau con obbligo di servizio al fronte.» Mi guardò e mi chiese se avessi qualcosa da dire. Dissi di no. Ero molto stupito per la sentenza improvvisamente cambiata. Di dieci anni a Dachau non sapevo cosa farmene. Per fortuna non avevo idea di cosa significasse Dachau.
Dopo la sentenza fui riportato a Silandro, là mi attendevano le grigie e fredde carceri. I compagni mi stavano aspettando con ansia. Dopo che la pesante porta si era chiusa dietro di me, raccontai loro che cosa era avvenuto. Una sentenza di morte sarebbe stata tremenda per me e per i miei genitori. Ma avrebbe di certo avuto anche conseguenze per i nazisti del mio paese. Già avevano ricevuto minacce da parte dei partigiani. (p. 36)
Il brigadiere ed io andammo in treno fino a Hall. Poiché s’era fatta di nuovo sera mi portò al carcere per dormire. La cella era molto pulita. C’erano due sedie, un tavolo, un tavolaccio con un pagliericcio e due coperte. L’accompagnatore mi diede da mangiare abbondantemente. La guardia del carcere mi portò una scodella di zuppa di piselli e pane a sufficienza. Naturalmente mangiai tutto. La famiglia del brigadiere stava a Hall ed egli voleva farle visita.
Prima che mi fossi coricato, ritornò e mi chiese se avessi qualche desiderio. Mi raccontò poi a lungo della sua famiglia. Mi accorsi che cercava di dirmi qualcosa, ma che proprio non ci riusciva.
Esitando mi chiese infine se avessi con me del denaro o altri oggetti di valore. Mi consigliò di consegnarli a lui. Dopo il mio stupito perché, mi fece capire per gradi e delicatamente che aveva il compito di portarmi a Dachau e là mi avrebbero in ogni caso tolto tutto. Mi chiese, se volessi scrivere a casa. Assentii, ed egli mi portò carta da lettera e penna. Gli consegnai il mio portafoglio con ottocento lire, un paio di fotografie, una lettera di mia madre, l’accendino, la scatola del tabacco e l’orologio. Prese tutte le cose e mi promise di mandare tutto a casa dei miei. Le sigarette, alcuni fiammiferi ed il rosario li nascosi nella manica della giacca.
Finalmente capii.
Il brigadiere mi aveva nascosta la vera mèta del viaggio perché temeva probabilmente un tentativo di fuga dicendomelo già a Silandro. Era comunque una brava persona. Questa fu la lettera che scrissi:
«Hall, 16 dicembre 1944
Cari genitori!
Voglio scrivervi alcune righe. Da due giorni sono partito da Silandro e mi stanno portando a Dachau. Ieri ho passato la notte ad Innsbruck e là ho visto e vissuto cose terribili. La giornata di oggi l’ho passata nel carcere ad Innsbruck sotto un bombardamento, impaurito e disperato. Ora sono nel carcere di Hall dove passerò la notte. Ora so cosa saranno per me questi dieci anni al campo di concentramento di Dachau, perché quello che mi accompagna mi ha fatto capire quello che mi aspetta. Egli mi ha anche dato la possibilità di scrivervi. Ringrazio di cuore voi e tutti i benefattori per ciò che ho avuto, addio, arrivederci a casa oppure in ... Pregate per me e salutate quelli che chiedono di me.
Vostro figlio Franz.»
Durante la notte pensai intensamente a casa mia, ai miei genitori e ai fratelli, e a tutti i buoni amici. Non speravo più di tornare. La lettera mi sembrava il commiato definitivo. Pregai finché mi addormentai quasi sul tavolo. Allora mi coricai.
L’indomani, al risveglio, era già chiaro, come potevo vedere attraverso la piccola e stretta inferriata. Più tardi il guardiano del carcere mi portò la colazione, caffè e pane, e una ciotola piena d’acqua per lavarmi. Non disse una parola e richiuse la porta con il catenaccio. Nel tardo pomeriggio passò a prendermi il brigadiere. Arrivati alla stazione salimmo in uno scompartimento di prima classe, nel quale un gruppo di ufficiali delle SS stava discutendo ad alta voce sulla situazione politica. Ci mettemmo in un angolo e il mio accompagnatore si accese una sigaretta. Quando s’accorse che anch’io volevo fumare mi diede un colpo e disse che non potevo fumare in presenza degli ufficiali. A me era vietato. L’ufficiale delle SS chiese al mio accompagnatore dove mi stesse portando. Questo rispose quasi esitando: a Dachau. A questo punto mi guardarono tutti ed uno mi chiese che cosa avessi combinato. Risposi: «Non mi sono presentato alla chiamata in tempo.» Rispose: «A Dachau imparerà ad obbedire agli ordini.» Diventava sempre più chiaro che a Dachau non mi aspettava niente di buono. Dopo poco il treno si fermò. Di nuovo c’erano bombardamenti. (pp. 47-49)
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domenica, 19 aprile 2009


Quaranta in lista d’attesa per l’asilo nido



Giornata delle porte aperte presso l’asilo nido di via Nazario Sauro

 Richieste di strutture simili anche da Pineta e da San Giacomo

LAIVES. Ieri giornata delle porte aperte presso l’asilo nido di via Nazario Sauro, una occasione che tante persone hanno sfruttato per visitare la struttura per l’infanzia. In particolare sono arrivati molti giovani genitori che hanno figli appena nati e che quindi erano direttamente interessati al servizio che magari da qui a qualche tempo chiederanno di poter utilizzare.
 La lista di attesa è sempre corposa e attualmente sono una quarantina le domande di poter iscrivere il figlio al nido comunale, a fonte di altri 60 posti che sono stati assegnati in base alla capienza nominale dell’asilo nido.
 Le ammissioni vengono decise tenendo conto del reddito delle famiglie richiedenti, cercando di privilegiare quelle più bisognose, anche se ci sono più fasce di reddito per quel che riguarda poi le quote da pagare mensilmente.
 Questi numeri insomma danno la misura della richiesta esistente e, del resto, una realtà sociale come quella di Laives, dove numerose sono le giovani famiglie, inevitabilmente sente la necessità di avere un servizio di asilo nido. Succede che entrambi i genitori debbano lavorare durante il giorno e non abbiano mani sicure alle quali affidare il figlio; queste sono le situazioni dove un nido rappresenta la soluzione ideale, anche perché offre una flessibilità notevole per quanto riguarda le preferenze negli orari di accesso alla mattina e poi per ritirare i figli nel pomeriggio.
 Di recente sono stati fatti lavori di miglioria degli spazi esterni, quelli che i piccoli ospiti utilizzeranno con l’arrivo della bella stagione. Invece per quanto riguarda la capienza, oramai è arrivata al massimo, vale a dire 60 posti nominali. Negli anni scorsi ci sono state richieste anche da Pineta e San Giacomo di avere strutture del genere, però i costi gestionali sono elevati e anche la Provincia aveva puntato piuttosto sulle Tagesmutter, cooperative che garantiscono analogo servizio per i piccoli. Per ora quindi l’asilo nido di via Nazario Sauro rimane il fiore all’occhiello de Comune,un servizio apprezzato dalle famiglie. (b.c.)
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venerdì, 03 aprile 2009



«Laives deve brillare di luce propria»


Intervento del sindaco sul bollettino del Consorzio di Comuni: basta chiamarla città satellite del capoluogo


LAIVES. «Laives è sempre stata considerata una città dormitorio, una sorta di città satellite rispetto alla vicina Bolzano. In effetti, Laives è cresciuta molto rapidamente, fino a raddoppiare la propria popolazione nel giro di pochi decenni, soffrendo molto per questo stato di cose, peraltro necessitato da scelte non interne alle proprie dinamiche politiche o di sviluppo urbanistico ma da volontà esterne che hanno sempre imposto al comune “satellite” il loro essere “pianeti”. Laives, però, ha sempre reagito bene a questo stato di cose»: è il sindaco Giovanni Polonioli che esprime questi concetti - entrando poi nel merito di vari problemi - in un articolo che appare sull’ultimo numero del bollettino edito dal Consorzio dei Comuni.
 Secondo Polonioli l’obiettivo da raggiungere è «brillare di luce propria» e quindi «La sfida delle città satelliti, e di Laives in primo luogo, è allora importante e decisiva... E come fare questo passo, come iniziare questa sfida, se non partendo dall’anima, dal cuore dei cittadini? Questo è stato il ragionamento seguito dall’amministrazione comunale negli ultimi anni: iniziare a ragionare per progetti, per strategie di sviluppo che sappiano coniugare le risorse, umane e strutturali, con la voglia di emergere, di offrire, di proporre, di creare, che anche la periferia, se smette di pensarsi tale, necessariamente possiede». Fondamentale, secondo il sindaco Polonioli, è «Uscire dallo schema “lavoro e vivo a Bolzano, dormo a Laives”, tipico di tutte le realtà periferiche e satellitari e molto sentito anche nella città di Laives, e rendere i cittadini coscienti delle possibilità che anche qui si può autogenerare e stimolare». Altro concetto su cui insiste il sindaco Polonioli: «È necessario avere un’anima e un cuore». Partendo proprio da questa considerazione, il sindaco ricorda che «l’amministrazione comunale si è impegnata e continua ad impegnarsi a fondo in questo progetto, convinta che proprio partendo da queste considerazioni lo sviluppo finirà necessariamente per toccare e coinvolgere tanti altri settori, da quello sociale a quello dell’economia a quello più generale della strutturazione anche urbanistica della città... La sfida dei prossimi anni si gioca allora tutta sulla necessità di dotare Laives di un’anima, di un cuore, che la faccia uscire dal concetto
di “Laives-città dormitorio”. È in questa ottica che si è pensato ai prossimi fondamentali interventi strutturali». Il sindaco fa quindi un elenco: «La struttura sportiva per la squadra di calcio F.C. Südtirol che vedrà la luce nella zona sportiva Galizia e che dovrebbe constare di uno stadio e di almeno quattro campi per gli allenamenti: la Provincia ha già messo a disposizione per gli anni 2009-2010 un finanziamento di 11 milioni di euro e il Comune si sta muovendo per cercare altri sostegni finanziari, anche privati; la realizzazione, sempre nella zona sportiva Galizia, di un velodromo». (e.d.)

Alto Adige 03-04-09
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giovedì, 02 aprile 2009


La prima consulenza con nuovo orario


PRESSO IL DISTRETTO SOCIALE

LAIVES. C’è un nuovo orario per il servizio di prima consulenza presso il Distretto sociale di via Innerhofer aperto lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12. L’ufficio si trova al secondo piano del Distretto sociosanitario e lì ci si può recare per diverse necessità, che vanno dall’assistenza economica alla cura della persona, alla richiesta di assegno di cura e altro ancora. Compito dell’ufficio - ricorda la nuova responsabile di distretto, Esther Maffei - è quello di indirizzare correttamente le richieste verso chi può seguirle. (b.c.)

Alto Adige 02-04-09
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mercoledì, 25 marzo 2009


Chi viaggia coi mezzi pubblici può detrarne i costi dal reddito




L’indicazione del Centro tutela consumatori utenti


BOLZANO. I possessori di abbonamento al trasporto pubblico possono detrarne la spesa dalla dichiarazione dei redditi. La documentazione necessaria per usufruire dell’agevolazione può essere comodamente richiesta anche online. Lo afferma il Centro tutela consumatori utenti.
 La prima buona notizia è che la legge finanziaria 2008 ha introdotto una detrazione Irpef per le spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico. In particolare viene riconosciuta una detrazione del 19% dall’imposta lorda e per un importo non superiore a 250 euro (pari a un risparmio di imposta fino a 47,50 euro). Coloro che l’anno scorso hanno scelto di spostarsi con i mezzi pubblici ed hanno diligentemente conservato i biglietti utilizzati, possono detrarli nella dichiarazione dei redditi 2009.
 Per usufruire della detrazione è necessario presentare l’abbonamento di viaggio, nonché una dichiarazione del gestore del servizio di trasporto pubblico. Tale dichiarazione può essere richiesta in Alto Adige presso tutti gli sportelli di biglietteria del Sistema di trasporto integrato, ma anche - e questa è la seconda buona notizia - tramite un apposito modulo online, scaricabile all’indirizzo www.sii.bz.it.


Alto Adige 25-03-09


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venerdì, 20 marzo 2009



Giorno internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale


Il 21 marzo è stato proclamato dalle Nazioni Unite il Giorno internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale. Purtroppo il termime razza è ancora usato anche se ben si sa che questa nozione è sconfessata dal mondo scientifico. Ma cosa fanno i vari paesi per questo avvenimento? Osserviamo un esempio interessante.


In Australia, che dal 1972 promuove una società multiculturale, il 21 marzo è diventato "Il giorno dell'armonia" . In questo giorno viene celebrato l'impegno per la coabitazione armoniosa e il mutuo rispetto in una nazione dalle diverse culture. Da quando è stato istituito una decina di anni fa, migliaia di scuole, gruppi etnici e organizzazioni hanno animato il Giorno dell'armonia. La coordinazione è affidata al Department of Immigration and Citizenship (DIAC) e verte a sottolineare il carattere coeso e inclusivo della nazione australiana e a promuovere i benefici della diversità culturale. Il messaggio chiave del Giorno dell'armonia è "Tutti ne facciamo parte". L'evento è simbolizzato dal Nastrino arancione di sensibilizzazione, indossato o mostrato da quanti si associano agli ideali di questo Giorno. Molto significativamente il 21 marzo 2003, il nostro Piero Giorgi era stato invitato come oratore nelle celebrazioni del Giorno dell'armonia della Gold Coast, una famosa zona turistica a sud di Brisbane. Dopo di che decise di contribuire all'Armonia anche sulla costa di Gargnano.
Per ulteriori informazioni :  http://www.harmony. gov.au/
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mercoledì, 18 marzo 2009



«Family Card»: le richieste in aumento



In molti fanno fatica ad arrivare con i soldi a fine mese. Da settembre costante la crescita delle domande di aiuto

 LAIVES. Dallo scorso settembre il Comune ha istituito la Family Card, tessera destinata alle famiglie numerose (con 3 o più figli) che non abbiano un reddito complessivo superiore a 60 mila euro annui. Di questa agevolazione attualmente usufruiscono parecchie famiglie (il calcolo della giunta comunale è che siano circa 130) che avendo i requisiti richiesti, possono ottenere sconti e agevolazioni.
 Queste agevolazioni riguardano diversi servizi comunali e sia per eventuali attività con associazioni. Questa importante novità è stata subito molto apprezzata e adesso, proprio l’associazione nazionale famiglie numerose ha deciso di tenere la propria festa regionale a Laives. «L’incontro avrà luogo domenica 22 marzo - dice Alfio Spitaleri, rappresentante locale dell’associazione - e ci troveremo presso il Black Box, in zona Galizia per una giornata di incontri e di approfondimenti. L’appuntamento sarà alle 10.30 con la messa e quindi al Black Box per l’assemblea dei soci alla presenza delle autorità comunali. Sarà l’occasione anche per presentare l’attività che la nostra associazione svolge in favore delle famiglie numerose e verranno rinnovale le cariche, oltre ad essere presentata l’assemblea nazionale di Fiuggi per il prossimo 25 luglio. L’incontro di domenica prossima servirà anche per presentare il “gruppo acquisti familiari”, altra interessante novità tesa a dare una mano concreta ai nuclei famigliari numerosi».
 Tornando alla Family Card istituita dal settembres corso anche a Laives, ogni famiglia con i requisiti previsti la può richiedere, semplicemente recandosi in municipio, allo sportello del cittadino, dove si trovano i moduli per richiederla, oppure scaricando questi moduli anche dal sito internet del Comune di Laives. Oltre al Comune, sono numerose anche le associazioni comunali che hanno subito aderito alla sollecitazione e così, chi ha 3 o più figli, che magari sono iscritti ad attività sportive, ludiche o culturali, ottiene sensibili sconti per quanto riguarda le quote di adesione e chi lo sta facendo garantisce che effettivamente i benefici si sentono. La Family Card sarà valida fino al 31 agosto, ma è probabile che, perdurando la situazione di crisi, in futuro si continuerà con questa iniziativa.


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La solidarietà dei giovani


CENTRO «SPEED»

 LAIVES. Dopo avere conosciuto il progetto «Alimentiamo la solidarietà», promosso dalla Caritas locale, Emanuele De Longis di Pineta ha deciso che bisognava darsi da fare concretamente con una iniziativa di solidarietà verso i più bisognosi. Così, con gli amici del centro giovanile Speed di Pineta, ha promosso una raccolta di generi alimentari da destinare proprio all’iniziativa della Caritas, che li distribuisce presso un magazzino in via Sottomonte a Laives. «Io ho un amico», questa la sigla dell’iniziativa spontanea messa in atto dai ragazzi della frazione di Pineta, che ogni primo venerdì del mese raccolgono generi alimentari presso via Manci 5.
 «Speriamo proprio che questa proposta sia contagiosa - dice Emanuele - perché vogliamo promuovere la solidarietà tra le persone, al di là di ogni appartenenza, linguistica o religiosa che sia». (b.c.)

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«Mi vergogno, ma mio marito ha perso il lavoro» una donna si confessa

«Entrano 1.500 euro al mese, ma con quattro bocche da sfamare e un affitto di 800 euro al mese...»

 BOLZANO. C’è chi abbassa il capo e tira dritto. Comprensibile. Ma qualcuno, nonostante tutto, riesce a sorridere e trova il coraggio di raccontare il declino economico che lo ha portato a bussare alla San Vincenzo.
 Il volto della povertà, a Bolzano, non ha i vestiti sdruciti. Molte persone conducevano fino a poco tempo fa una vita «normale». Senza eccessi, naturalmente, ma in alcuni casi è bastato un piccolo debito con la banca o una malattia improvvisa a far saltare il bilancio familiare.
 «Lo ammetto, mi vergogno a venire qui - spiega una signora italiana che vive ai Piani - ma tre settimane fa mi sono detta che non avevo alternative. Mio marito ha perso il lavoro a luglio e ha problemi seri di salute: mia madre ha una pensione di 500 euro, io ho un lavoro part-time e a febbraio ho portato a casa appena 499 euro. Solo di affitto se ne vanno 620 euro. Stiamo aspettando per mio marito la pensione di invalidità, ma nel frattempo non so come far quadrare i conti: il pacco-viveri è una boccata d’ossigeno. Me ne sono fatta una ragione».
 «Io ho un lavoro part-time e guadagno 600 euro, mia moglie ne porta a casa altri 900 - spiega un uomo magrebino - le bocche da sfamare, con una figlia e un nipote, sono quattro. Solo d’affitto escono 800 euro, spese escluse. Non ho alternative, se voglio arrivare a fine mese devo farmi aiutare: sono ormai tre anni che vengo qui alla San Vincenzo».
 «L’unico lavoro a tempo indeterminato che ho trovato è part-time e il mio stipendio è di 900 euro al mese - racconta una donna dell’Est - 600 euro li pago per l’affitto, spese incluse. Tempo fa ho fatto anche un debito di 2000 euro con la banca per ospitare mia figlia e all’affitto devo aggiungere una rata di 100 euro. Con i 200 euro che mi restano nelle tasche non riesco a vivere e così ho chiesto aiuto: è da ottobre dello scorso anno che ricevo il pacco-viveri».
(g.f.p.)

Alto Adige 18-03-09
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martedì, 17 marzo 2009


Clienti in calo. Trasloca un negozio



Stefania Burattin: «Non si può lavorare. Andiamo a San Giacomo»
 LAIVES. Quello che si temeva con la chiusura della vecchia statale davanti a Pineta a quanto pare si sta materializzando: il negozio Baby Bazar di vestiti e oggetti per bimbi, vicino alla farmacia, sta per chiudere i battenti. «Ci è bastato un mese per capire che l’aria era cambiata - spiega Stefania Burattin - e così, dopo alcuni anni dobbiamo andarcene. Ci trasferiremo entro giugno a San Giacomo dove certo c’è più visibilità per il nostro negozio. Da quando è stata aperta la variante abbiamo assistito ad un calo della clientela ed è stato inevitabile cercare una soluzione altrove».
 Ma quello che preoccupa è anche che potrebbe essere l’inizio di una “fuga” da Pineta e la stessa Burattin non nasconde di avere saputo da altri commercianti che sta diventando sempre più dura lavorare e che appena si dovesse presentare l’occasione se ne andranno. Insomma, come detto, si sono già concretizzate quelle che erano le apprensioni emerse subito dopo l’apertura del tratto di variante davanti alla frazione.
 Bruno Fracalossi, proprietario dei locali dove c’è il negozio di Stefania Burattin, anticipa che è sua intenzione a questo punto chiedere all’amministrazione comunale di poter almeno trasformare quello spazio in appartamento, perché altrimenti rischia di non poterlo più affittare come esercizio commerciale. È la strada che proverà ad imboccare anche il signor Osanna per i locali dove fino a poco tempo fa, sempre a Pineta, lungo la vecchia statale, aveva sede la sua ditta di serramenti “System 2000”: «Premetto che non è stata l’apertura del tratto di variante la causa che mi ha convinto a trasferire la ditta in zona industriale a Bolzano - spiega appunto Osanna - bensì lo spazio troppo piccolo a disposizione. Ci siamo trasferiti una decina di giorni dopo l’apertura della variante davanti a Pineta ma comunque anch’io posso assicurare che per chi è rimasto lì a lavorare la situazione è diventata subito molto difficile».
 Questa realtà e i timori che l’accompagnano, sono già stati oggetto di riflessioni anche a livello politico, perché se il trend degli abbandoni dovesse proseguire nel settore commerciale, per la realtà di Pineta sarebbe un duro colpo. Oggi, lungo la vecchia statale liberata dal traffico di transito, rimane una manciata di negozi (supermercato, tabacchino, farmacia e un sexy shop) che garantiscono un prezioso servizio “di vicinato” alla comunità residente. Dovesse chiudere il supermercato o il tabacchino, diventerebbe un problema per tutti. C’è anche chi, come l’ex assessore Marco Delli Zotti, oggi pone le mani avanti e parla di preoccupazione per la sopravvivenza dello stesso ufficio postale di Pineta (che si trova vicino alla chiesa nel centro della frazione) e lo fa sulla scorta di notizie in base alle quali, le Poste avrebbero intenzione di chiudere diversi punti sul territorio provinciale.
 Come si vede, ci sarà materia di discussione a volontà per la riunione che l’assessore al commercio, Bruno Ceschini, ha organizzato proprio con i commercianti di Pineta per mercoledì 25 marzo.

di Bruno Canali
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categoria:sociale, amaro, comune di laives
martedì, 10 marzo 2009


Come liberare i centri dalla morsa del traffico e pensare alla sopravvivenza dei negozianti nel Comune di Laives.
Laives è contraddistinto da un’insieme di unità urbane diverse tra loro: si va infatti da alcuni rioni ben strutturati e serviti, a zone rurali in espansione che diventano sempre più vicini alla“città” e che vanno dotate di servizi e di una maggiore vivibilità.
Come affrontare il problema?
Come Centro Attenzione Permanente di San Giacomo riteniamo che siano necessarie alcune condizioni condivise su cui concentrarsi:
- Migliorare gli standard di vivibilità nelle diverse località puntando su riqualificazioni urbane, e potenziamento dei servizi,
- Migliorare il rapporto tra i cittadini e l’amministrazione comunale attraverso l’informazione, la trasparenza ed il coinvolgimento delle persone alle scelte amministrative, con l' impegno di stabilire da subito le priorità con i cittadini e proporre dei percorsi di progettazione partecipata.
- Dare un’identità alle diverse realtà territoriali dotandole di un “centro”, di un luogo del quartiere che possa essere punto di riferimento della zona per posizione e per dotazione di servizi.
- Dare vitalità ai quartieri attraverso una proposta culturale, ricreativa e sportiva capillare attraverso il sostegno alle associazioni, alle diverse categorie (commercianti, agricoltori, albergatori etc. ) e ai comitati di zona.
Attendendo una riqualificazione urbana e una ciclabile che colleghi le diverse realtà di Laives, possiamo dire ora che alcune strutture recentemente realizzate e altri spazi pubblici esistono per : spettacoli, danze, concerti, mostre, animazioni per bambini, negozi aperti, saltuari mercati notturni, bancarelle, associazioni e ampio spazio alla solidarietà… questi ed altri ancora possono essere gli ingredienti per appuntamenti che nel tempo diventano tradizione unendo i territori in maniera maggiormente solidale.
Se questo fosse davvero uno degli interessi forti dei cittadini delle diverse località, siamo certi che il traffico verrebbe percepito non più come sopravvivenza commerciale bensì semplicemente come un percorso ad uso esclusivo degli abitanti che debbono raggiungere la propria dimora, il proprio quartiere con tutte le sue attività e pertanto calmierato al punto che i bambini potrebbero andare a scuola da soli in perfetta sicurezza.
Sono le idee ed i progetti che contano. Vanno proposte, raccolte, discusse, condivise e realizzate.
Migliorare il rapporto tra cittadini e amministrazione comunale significa migliorare la vivibilità di una città e coinvolgere i cittadini nelle scelte e nei progetti per il territorio, migliora il senso di appartenenza ad un luogo …e ce lo fa sentire più nostro.
In futuro dovranno essere affrontati con decisione questioni molto difficili su cui occorre proseguire impegno. Ci aspettiamo delle assemblee pubbliche in ogni località.
x Centro Attenzione Permanente di San Giacomo
Lorenzo Merlini
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categoria:sociale, san giacomo oggi
domenica, 08 marzo 2009

8 Marzo - Woman 
 



Per ricordare l’8 marzo si è  scelto una canzone scritta da John Lennon e intitolata Woman. Il significato di questa canzone è amore verso le donne, rispetto e riconoscenza per tutto quello che ogni giorno ci regalano: il sorriso di una donna è da tenere stretto, un dono prezioso più d’ogni altra cosa.





Woman Donna

Woman I can hardly express Donna faccio fatica ad esprimere
My mixed emotions at my thoughtlessness le mie diverse emozioni nella mia sconsideratezza
After all I’m forever in your debt dopo tutto ti sarò sempre debitore
And woman I will try to express donna voglio provare ad esprimere
My inner feelings and thankfulness i miei sentimenti interiori e la mia riconoscenza
For showing me the meaning of success per avermi mostrato il significato del successo

Ooh, well, well oooh bene, bene
Doo, doo, doo, doo, doo Doo, doo, doo, doo, doo
Ooh, well, well oooh bene, bene
Doo, doo, doo, doo, doo Doo, doo, doo, doo, doo

Woman I know you understand Donna so che capisci
The little child inside of the man il piccolo bambino dentro all’uomo
Please remember my life is in your hands ti prego ricorda la mia vita é nelle tue mani
And woman hold me close to your heart Donna tienimi stretto nel tuo cuore
However distant don’t keep us apart in qualche modo, la distanza non ci terrà lontani
After all it is written in the stars dopo tutto é scritto nelle stelle

Woman please let me explain Donna ti prego lasciami spiegare
I never meant to cause you sorrow or pain non ho mai voluto farti del male o farti soffrire
So let me tell you again and again and again lascia che ti dica ancora e ancora

I love you, yeah, yeah ti amo (yeah, yeah)
Now and forever ora e per sempre
I love you, yeah, yeah ti amo (yeah, yeah)
Now and forever ora e per sempre
I love you, yeah, yeah ti amo (yeah, yeah)
Now and forever ora e per sempre

La traduzione del testo è presa dal sito Dartagnan.ch
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categoria:sociale
domenica, 08 marzo 2009


Viabilità e commercio, equilibrio da trovare in Laives e frazioni




                                  


 LAIVES. L’assemblea di mercoledì sera a Pineta - promossa dall’amministrazione comunale - ha avuto il merito di mettere in luce due questioni: da una parte il problema di liberare i centri dalla morsa del traffico e dall’altra la questione della sopravvivenza dei negozi di vicinato e di alcuni servizi essenziali come, ad esempio, la posta e la farmacia. Partendo proprio da queste considerazioni, il consigliere comunale Rosario Grasso (Rifondazione Comunista) ha diffuso una nota in cui sottolinea, in merito ai due problemi, che «Disinteressarsene o avere atteggiamenti preconcetti è del tutto sbagliato e vuol dire non avere a cuore il futuro del proprio paese. È del tutto evidente infatti che un abitato liberato dal traffico, ma senza posta, farmacia, tabacchino, panificio, negozio di alimentari ed altro costringerebbe gli abitanti a muoversi in continuazione verso Laives o Bolzano per soddisfare i propri bisogni creando ugualmente un forte flusso di traffico e disagi proprio alle fasce più deboli della popolazione. Contemporaneamente è impensabile far attraversare tutti i centri da colonne interminabili di veicoli per salvaguardare gli introiti di pochi. Per affrontare la questione - dice Grasso - occorre innanzitutto chiarezza di posizioni e la possibilità di discuterne serenamente, cosa che fin qui non è stata. L’altra sera, nella foga di controbattere all’accusa di disinteressarsi della sorte dei pochi esercizi commerciali di Pineta, il sindaco ha rivendicato una coerenza di comportamenti dichiarando che a San Giacomo non sono stati presi provvedimenti restrittivi del traffico proprio per andare incontro ai commercianti. Si tratta dunque di una scelta cosciente sulla quale sarebbe bene aprire un dibattito franco invece di far promesse che mai verranno mantenute. I cittadini hanno il diritto di essere coinvolti e di essere informati. Fingere di andare incontro alle loro richieste accampando continuamente scuse per i ritardi e i mancati interventi, quando l’orientamento è molto diverso, è poco corretto e contemporaneamente alla lunga non porta nemmeno voti. Per Pineta - conclude Grasso - prevedere la possibilità di un’entrata da sud con la costruzione immediata della rotatoria è indispensabile, ma va da sé che i titolari dei vari esercizi debbano fare la loro parte».

Alto Adige 08-03-09
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sabato, 07 marzo 2009


Alla scuola materna bambini in bicicletta



Corsi sostenuti dal Comune per insegnare ai piccoli a pedalare

 BOLZANO. Presentato ieri un progetto per avvicinare i bambini più piccoli alla bicicletta. Si chiama Trendy Travel ed è un progetto europeo che nasce allo scopo di avvicinare i bambini più piccoli, quelli che frequentano le scuole materne cittadine, alla bicicletta. L’iniziativa, sostenuta dal Comune di Bolzano e realizzata dall’Ökoinstitut è stata presentata presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio sponsor del progetto. Attraverso varie attività di tipo ludico i bambini impareranno ad andare in bicicletta. Un approccio corretto con questo mezzo di trasporto consentirà loro di apprendere anche le prime nozioni di educazione stradale. Attraverso i bambini ci sarà anche un coinvolgimento attivo dei genitori. Lo scopo fondamentale è quello di sensibilizzare la comunità ad una mobilità sostenibile. In questo caso il tema centrale è la mobilità ciclabile.
 Oltre all’assessore comunale all’Ambiente e alla Mobilità Klaus Ladinser, sono intervenuti il vice presidente di Ökoinstitut Helmut Moroder, il presidente della Fondazione Gerhard Brandstaetter e il tenente di Polizia Municipale Nives Fedel.
In questa prima fase, ovvero da marzo a maggio, saranno circa 600 i bambini coinvolti delle scuole materne italiane Bambi, La Fiaba e Vittorino da Feltre e tedesche St.Heinrich, Weinegg, Gebrueder Grimm e Martin Knoller. Da segnalare che a Bolzano il 78% dei bambini raggiunge la propria scuola elementare in modo sostenibile (a piedi, in bici o con l’autobus). L’obiettivo è che anche nelle scuole materne si possa raggiungere tale percentuale.
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categoria:giovani, sociale
venerdì, 06 marzo 2009



Serve una maggiore democrazia diretta


 Secondo voi la volontà dei cittadini è sufficientemente rappresentata con gli strumenti di democrazia oggi in vigore? Secondo me no. Per avere una vera democrazia sarebbe importante integrare la democrazia rappresentativa con una democrazia diretta che una funzione di “freno”, di “controllo” ma anche di “incentivo” ad amministrare tenendo conto dell’interesse comune. Quest’anno si terrà in Alto Adige un referendum voluto da 26.000 cittadini per una migliore legge sulla democrazia diretta. Purtroppo la democrazia rappresentativa non sta agevolando lo svolgimento di questo referendum. Esattamente come è accaduto a livello nazionale con il referendum sulla legge elettorale si sta cercando di boicottare anche quello provinciale fissando delle date scomode che rendono difficoltoso il raggiungimento del quorum. Non c’è partito che nel proprio programma non abbia inserito la frase “ maggiore partecipazione dei cittadini” sarebbe il momento opportuno che lo dimostrasserocon i fatti!
Alessandro Cosi

Alto Adige 06-03-09
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